A Life for a Life di aduah (/viewuser.php?uid=26067)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il Nuovo Arrivo ***
Capitolo 2: *** Decisione sofferta ***
Capitolo 3: *** Non voluto ***
Capitolo 1 *** Il Nuovo Arrivo ***
Salve!
Ecco a voi una storiella di due o tre capitoli by la sottoscritta!
Nella storia si parlerà della nascita di Takao, che secondo
me non è stata un dono dal cielo… anzi, per i
suoi familiari era una cosa che non sarebbe dovuta mai succedere.
Un errore.
Curiosi? Allora iniziate pure!
Ah! Siccome non ho trovato il nomi vero, mi sono inventata quello della
madre di Takao (per il padre ho trovato che probabilmente il nome
è Tatsuya) che sarà Saya.
Buona lettura!
A life for a life
Capitolo1: Il nuovo arrivo
Il sole splendeva alto nel cielo.
Eppure, non era per niente una bella giornata.
Ovvero, non a tutti sembrava una bella giornata.
-Saya, lo sai che non puoi farlo!- cercò il marito di
convincerla –Le tue condizioni di salute non ti permettono di
sopportare un’altra gravidanza, e se qualcosa andasse
storto…-
-Non una parola di più, caro il mio Tatsuya Kinomiya!-
tuonò la donna, alzandosi dalla sedia.
I coniugi si guardarono per qualche istante.
Decisione e cocciutaggine negli occhi di lei.
Paura e apprensione negli occhi di lui.
-Perché devi essere sempre così cocciuta?-
-Perché io non sono un’assassina! E comunque, hai
promesso che il nome del prossimo bambino la avrei deciso io!-
Il signor Kinomiya guardò la moglie interrogativo, non
riuscendo a capire il nesso dell’ultima frase. Lei
sbuffò, portando lo sguardo al soffitto.
-Il nome di Hitoshi… lo hai scelto tu, senza consultarmi
prima!-
Ma Tetsuya non aveva potuto fare altrimenti.
Saya non era mai stata in buona salute, a causa di una malattia al
cuore che la aveva colpita durante l’adolescenza.
Molti sforzi, per lei, erano vietati. Come ad esempio avere dei bambini.
Ma la sua tenacia, le avevano permesso di portare a termine la
gravidanza del suo primo figlio quasi senza problemi.
Quasi.
Perché dopo il parto, le sue condizioni si erano aggravate,
ed era dovuta restare sotto osservazione per diversi mesi. Visto che la
moglie non era nelle migliori condizioni, il marito aveva deciso il
nome del primogenito: Hitoshi Kinomiya.
Dopodiché, il medico aveva preannunciato che una seconda
gravidanza avrebbe potuto compromettere la sua salute in modo
irreparabile, portandola probabilmente alla morte.
-Avevi detto che se avremmo avuto un secondo figlio lo avremmo chiamato
Takao!- chiarì decisa, incrociando le braccia.
Takao era un nome che le era sempre piaciuto, e non averlo potuto dare
al suo primo bambino la aveva resa ancora più desiderosa di
averne un altro.
Pur essendo conscia dei rischi.
-Prova a ragionare tesoro, non si tratta del nome, ma della tua salute!-
-Non sento ragioni! Takao sarà Takao!-
-E se fosse una femmina?- obbiettò l’uomo.
Saya restò spiazzata dalla questione; si guardò
un po’ intorno, e alla fine rispose:
-Si chiamerà Takao comunque!-
Alla fine, nonostante tutti i dubbi, le paure e i problemi, il signor
Kinomiya si arrese, concedendo alla moglie di portare avanti la
gravidanza, ma ad una condizione: se ci fossero stati problemi seri, la
cosa sarebbe dovuta terminare.
Per la sua salute.
-Allora nascerà il fratellino, mamma?-
Saya sorrise, prendendo in braccio il bambino appena entrato in stanza.
-Certo che sì! Contento?-
Gli occhi del piccolo si riempirono di gioia alla notizia, ed
immediatamente dopo Hitoshi si mise a saltare allegro sul letto della
madre.
-Che bello! Che bello! Avrò un fratellino! Gli
insegnerò tutto quello che so! Giocheremo insieme,
studieremo insieme, correremo insieme e gli insegnerò a
giocare a beyblade!-
La madre lo guardò interrogativa.
-Beyblade? Intendi quel gioco con le trottole?-
-Non sono trottole mamma! Sono beyblade!- chiarì il bambino,
continuando a saltellare –E si! Gli insegnerò a
giocare benissimo, così diventerà il
più forte del mondo!- concluse, sedendosi accanto alla madre.
Saya si portò il dito indice al mento, e alzò gli
occhi la cielo.
-Uhm… Takao Kinomiya… il campione mondiale di
beyblade… sì… suona bene!-
-Ma comunque io sarò sempre più bravo di lui!-
chiarì prontamente Hitoshi, sedendosi di nuovo in braccio
alla madre.
-Ovvio! Tu sarai sempre il mio numero uno, Hitoshi!- disse, facendo il
solletico al suo bambino, che rideva gioioso.
-Con Takao la nostra famiglia sarà ancora più
felice!-
Fine primo chappy!
Il secondo e ultimo arriverà tra una settimana (eh si, non
sono fatta per le fic lunge lunge e noiose -_-)
Note tecniche:
1_ Qua si presume che Hitoshi abbia 6 o 7 anni, mentre i
genitori… non lo so, fate un po’ voi.
2_ Ho cercato di fare il carattere di Saya simile a quello di Takao,
così per far vedere da chi ha preso il nostro
campione… e anche per un altro motivo che è alla
base della storia… e di molti comportamenti dei
personaggi…
ODIO LA PSICOLOGIA!
Purtroppo mi piace usarla… -_-***
3_ Sennò me lo scordo: la famiglia Kinomiya in questo
momento non vive nella stessa casa che si vede nella serie; in breve,
Saya, Tetsuya e Hitoshi vivono in un’abitazione differente
rispetto a quella del nonno Jay. Il perché si
vedrà in seguito!
Al prossimo capitolo!
Aduah! >v<
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Capitolo 2 *** Decisione sofferta ***
Ecco a voi il secondo capitolo
Buona lettura
Capitolo 2: Decisione
sofferta
Hitoshi corse velocemente verso il soggiorno, dove il padre, seduto al
tavolo, esaminava alcune relazioni su scavi condotti dai suoi colleghi;
con la moglie in quelle condizioni precarie, non poteva permettersi di
lasciare la casa.
Il piccolo si aggrappò al braccio del padre, scotendolo
violentemente.
-PAPA’, PAPA’! VIENI PRESTO! LA MAMMA STA MALE! STA
MALISSIMO!-
L’ambulanza fu più veloce che mai a prelevare Saya
e portarla all’ospedale; Tetsuya la seguì in auto,
portandosi dietro Hitoshi.
Erano passati sei mesi dall’inizio della
maternità, e fino a quel momento la signora Kinomiya non
aveva avuto nessun problema, anzi, sembra va più vista e
allegra che mai.
Anche più cocciuta che mai, a dirla tutta.
La donna fu portata in una stanza di rianimazione, e ai due familiari
non restò che aspettare nella sala d’attesa. Per
cinque interminabili ore.
Alla fine, un medico uscì, e si avvicinò a loro.
Il signor Kinomiya scattò subito in piedi, seguito dopo poco
dal figlio, e insieme andarono incontro al dottore, chiedendo notizie
di Saya.
-Purtroppo non sta per niente bene- cominciò serio e franco
il medico. –Quella donna è già tanto se
è arrivata a questo punto della gravidanza senza
problemi… ma adesso rischia la vita.-
A quest’ultima affermazione, a Hitoshi scesero delle lacrime,
fino a sfociare in un pianto disperato, aggrappato alla gamba del padre.
Tetsuya prese in braccio il figlio, e cercò di calmarlo
quanto più possibile.
Infine, si voltò verso il medico.
-Non… non si può fare proprio nulla?- chiese,
speranzoso.
Il sanitario ci pensò un attimo.
-Ci sarebbe un modo… ma… non so se…-
-QUALE?- gridò Hitoshi, spuntando dal petto del padre.
-Interrompendo la gestazione… in questo modo ci sarebbe una
possibilità di ripresa per la signora…-
-Ma non c’è un modo per salvare entrambi?-
-Mi dispiace… ma se decidiamo di salvare la vita della
signora per forza dobbiamo sopprimere il bambino, per non correre
rischi… se invece continuasse la gravidanza… sua
moglie morirà di certo…-
Hitoshi scoppiò di nuovo in lacrime, nascondendo il viso nel
petto del padre.
-Spetta a voi decidere cosa fare…- concluse il dottore.
Saya era stesa in un letto; respirava a fatica, ed era molto debole, ma
era cosciente.
Tetsuya le sedeva accanto, stringendole la mano, mentre il figlio gli
era in braccio, con le lacrime agli occhi.
L’uomo aveva riferito alla moglie le parole del medico, ed
ora discutevano sul da farsi.
-Senti tesoro- iniziò lui –noi…
sapevamo fin dall’inizio che non sarebbe andata bene questa
cosa… non credi che sarebbe meglio…-
-Testu… il- il bambino… deve nascere…-
lo interruppe la moglie, guardandolo con la coda dell’occhio;
non ce la faceva a voltarsi completamente.
-Mamma… io voglie che tu stai con noi! Non li voglio il
fratellino, io voglio te!-
-Ma… non avevi… d-detto…
che… avresti… giocato con lui?-
domandò la madre.
-Se per colpa sua te devi morire… allora voglio che vivi-
rispose il bambino.
La donna lo guardò triste, per poi voltarsi dal marito.
L’uomo evitò il suo sguardo -… non ha
tutti i torti…- pronunciò.
Gli occhi di Saya si riempirono di lacrime; non poteva credere che i
suoi familiari le stessero facendo questo.
Lei aveva desiderato questo bambino, sapeva che avrebbe messo in
pericolo la sua vita, ma non glie ne importava, perché
credeva che gli altri due l’appoggiassero.
Invece, a quanto pare…
-Allora, avete deciso?- chiese il medico entrando nella stanza.
-Salvi la mamma per favore!- esclamò Hitoshi piangendo.
-Sì, abbiamo deciso che lei abortirà…
la prego, fate di tutto per…-
-NON SIETE VOI A DECIDERE LA MIA VITA!-
Alla prossima
Aduah! >v<
P.s. se avete dubbi chiedete, non siate timidi
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Capitolo 3 *** Non voluto ***
Ed ecco a voi l'ultimo capitolo! Grazie per essere arrivati fin qui!
Aduah! >v<
Capitolo 3: Non voluto
Tutti i presenti si voltarono verso il letto, dove Saya tentava di
mettersi a sedere, con scarsi risultati.
Il marito le afferrò un braccio, tentando di rimetterla
stesa.
-Tesoro, calmati!-
Lei rifiutò il suo aiuto, allontanandolo, e ricadendo
pesantemente sul letto.
Il medico provò ad avvicinarsi per sincerarsi delle sue
condizioni, ma si bloccò, vedendo che la donna era scoppiata
a piangere, disperata.
-Voi mi avevate detto che eravate d’accordo! Mi avevate detto
che avreste appoggiato le mie decisioni, e allora perché
adesso volete uccidere il bambino?-
-Saya ascolta, avevamo stabilito che se ci fossero stati dei problemi
tu avresti…-
-NON ME NE FREGA! Non voglio sentire ragioni, voglio che il bambino
nasca, chiaro? Ho giuro che questa cosa non ve la faccio passare
liscia, a nessuno dei due!-
La donna iniziò a tossire violentemente, il che
spronò il medico a prestarle aiuto.
Il signor Kinomiya guardò il medico, per poi ritornare alla
moglie.
-Senta- cominciò l’uomo, rivolgendosi al medico
–anche se lei dice così, in realtà so
che vuole vivere, perciò proceda-
A queste parole, la donna fece un respiro profondo.
Sembrava volesse scoppiare, ma invece parlò con tono molto
calmo e rilassato (per quanto potesse).
-Si da il caso, che tu, TESORO, stai parlando della MIA vita,
perciò non hai voce in capitolo, perché ogni
persona è responsabile di se stessa- una piccola pausa per
riprendere fiato –La legge dice che solo, e ripeto SOLO in
caso che l’interessato non sia in grado di prendere decisioni
la famiglia può intervenire; ma io caro mio sono sveglia e
lucida, e quindi posso decidere se vivere o no! Chiaro?-
Tatsuya, per la prima volta, guardò Saya in malo modo, per
poi rivolgersi al medico.
-Secondo lei è lucida mia moglie?-
La rabbia della donna crebbe a dismisura.
-Bhè… possiamo fare dei test per vedere il suo
stato mental…-
-Allora li faccia!- ordinarono i coniugi all’unisono.
Dopo un’ora di visita (nella quale la donna dovette
rispondere a delle domande personali e di carattere generale), il
dottore raggiunse i due uomini, per dare loro la diagnosi finale.
-La signora è lucida… perciò
sarà lei a decidere se salvare se stessa o il
bambino…-
--
Un pianto squarciò la quiete nel piccolo appartamento.
Tatsuya si svegliò di malavoglia, accese la lampada sul
comò e si avviò alla piccola culla, nella quale
Takao era più irrequieto che mai.
Cercò di calmarlo, allungando la mano e dondolando un
po’ il giaciglio del piccolo, ma senza risultati.
Si sedette allora sul letto, con le mani in faccia; tanto ogni sera era
così, dopo un po’ di sfogo quel bimbetto si
sarebbe calmato da solo.
Non c’era bisogno d’altro.
Ma qualcuno aveva perso già la pazienza.
Hitoshi entrò in camera del padre sbattendo al porta.
-PAPA’ BASTA! NON NE POSSO PIU’! FALLO SMETTERE!-
Ma Tatsuya se ne restò con il viso nascosto nelle mani,
senza degnare di uno sguardo i due ragazzi.
Senza Saya, e con l’arrivo di Takao, la vita era diventata un
inferno per loro.
L’uomo era costretto a fare turni serali, dato che la mattina
doveva badare al piccolo, e Hitoshi era diventato più
scontroso e scostante che mai.
Hitoshi si avviò a passo pesante alla culla di Takao, e
guardò il fratellino con odio profondo.
-E’ colpa tua! Se tu non fossi nato adesso noi staremmo bene,
e la mamma sarebbe ancora viva! Perché sei nato? Noi non ti
vogliamo! Non ti vogliamo!-
Il signor Kinomiya prese allora il maggiore in braccio, stringendolo
forte.
-Papà! Io non lo voglio Takao! Io voglio la mamma!-
-Lo so piccolo… ma la mamma non c’è
più, capisci? Adesso siamo solo noi tre, e dobbiamo fare di
tutto per prenderci cura di Takao… la mamma sarebbe triste,
se non lo facessimo…-
--
-Allora! Vestiti, scarpe, giocattoli e quant’altro sono tutti
in quegli scatoloni, non credo ci sia altro di suo-
controllò Tatsuya, mentre Hitoshi posava a terra anche
l’ultimo scatolone.
-Grazie di cuore papà; questi lavori di scavo mi stanno
prendendo più tempo del previsto, e perciò vorrei
che Hitoshi venisse con me per darmi una mano!-
-Non ti preoccupare!- lo rassicurò il vecchio Ryunosuke,
prendendo per mano il piccolo Takao, che aveva ormai sei anni.
–Io e lui ci divertiremo un mondo insieme! Vero Takao?-
Il piccolo annuì, per poi correre in braccio al padre,
sorridendo.
-Vero che tornate presto?- chiese il bambino.
-Certo! E ti porteremo tanti regali! Ma adesso devi restare qua col
nonno e fare il bravo, va bene Takao?-
-SHI!- dopodiché il piccolo guardò il fratellone
–Attento Hitoshi! Perchè quando torni io
sarò molto più bravo! Ti batterò!-
Hitoshi guardò il fratellino. –Dici sul serio?-
-SHI!- rispose deciso Takao –Diventerò il campione
del mondo di beyblade!-
Dopo essersi salutati, i padre e fratello maggiore salirono sul taxi
che li avrebbe condotti fino all’aeroporto.
Takao restò a guardare il punto dove i due parenti erano
spariti per un altro po’, finchè il nonno non
attirò la sua attenzione.
-Allora Takao! Adesso mettiamo le tue cosine a posto! Vieni, ti faccio
vedere la tua camera-
-Nonno…-
-Sì? Cosa c’è Takao?
Perché
papà e Hitoshi non mi vogliono bene?
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