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Capitolo 1 *** Primo incontro tra Lily e Severus ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Primo incontro tra Lily e Severus
Severus
strisciò sul terreno sporcandosi di terra i
pantaloni e sentì le spalle dolergli, si sporse infilando la
testa dentro un
cespuglio. Un ramo gli graffiò la guancia,
utilizzò le dita per scostare gli
altri. Il sole a picco gli faceva scendere una serie di gocce di sudore
lungo
il collo e sentiva la pelle arrossata sotto i vestiti larghi. I jeans
avevano
tre risvolti ed erano tenuti da una cintura con un buco aggiunto. Si
tolse una
ciocca dei lunghi capelli neri dal viso, altre gli aderivano al viso
sudato. Si
acquattò, nascondendosi sotto il proprio cappotto largo tre
volte lui. Si passò
una mano sotto la camicia a quadretti e si grattò la pelle
pallida dell’addome,
sentendo le costole sporgere dalla pelle chiara.
“Ormai ho nove
anni … sono grande, lo dice anche papà. Posso
parlarle” bisbigliò con voce inudibile.
Osservò Lily ridacchiare, guardò i
lunghi capelli rossi aleggiarle intorno al viso. Si leccò le
labbra secche e
fissò le iridi nere sulle efelidi sulle sue guance candide.
La bambina spiccò
il volo tenendo gli occhi chiusi e agitando le mani.
“Lily, sei
impazzita?! Scendi! Lo dico a mamma e papà che
fai di nuovo la pazza!” strillò con voce isterica
Petunia. Le lacrime le
rigarono il viso e strinse i pugni. Lily atterrò davanti al
cespuglio diSeverus,
si voltò verso la sorella e le
sorrise.
“Tunia,
rilassati” le sussurrò. Aprì le mani e
tra le dita
apparve un fiore candido, che emanava una luce rosata. La sorella lo
afferrò e
lo guardò, dilatando le narici. Lily abbassò la
mano e la mise sopra il
cespuglio. Severus osservò le piccole dita affusolate e il
battito cardiaco gli
accelerò, rimbombandogli nelle orecchie.
“Come
fai?” ringhiò Petunia. Severus strinse i pugni,
espirò
dalle narici e si alzò in piedi corrugando la fronte.
“E’
ovvio, no?” domandò secco. Petunia
strillò, si voltò e
corse via. Piton indietreggiò, deglutendo.
-Non volevo farle paura-
pensò. Si voltò, vide Lily
guardarlo ed il suo viso divenne vermiglio, sentì le
orecchie bruciarle.
“Io so cosa
sei” bisbigliò, piegandosi verso di lei. Lily
sbatté un paio di volte gli occhi e piegò di lato
il capo.
“Cioè?”
domandò. Severus deglutì e abbasso il capo.
“Tu sei
… sei una strega” sussurrò. Lily
espirò, socchiuse
gli occhi e gonfiò le guance.
“Non
è una cosa carina da dire” si lamentò.
Severus
avvinghiò con le dita i bordi del cappotto e vi si
avviluppò. Il sudore gli
colava dal viso arrossato.
“Lo sei. Sei una
strega. E’ un po’ che ti tengo d’occhio. Ma non c’è niente
di male. Anche mia
mamma è una strega, e io sono un mago”
spiegò. Petunia uscì da dietro un albero
e sgranò gli occhi.
“Un
mago!” strillò con voce gracchiante.
Allungò una mano e
lo additò con l’indice.
“Io so benissimo
chi sei. Sei il figlio di Piton!”lo accusò.
Avanzò con le gambe tremanti, continuando a indicarlo.
Abitano giù a
Spinner’s End, vicino al fiume”
proseguì. Abbassò
il braccio e assottigliò gli occhi.
“Perché
ci stai spiando?” sibilò. Il rossore di Severus
divenne ancor più scuro e boccheggiò.
“Non vi
spio” biascicò. Alzò il capo, sporse il
mento e
incrociò le braccia.
“Non
te, comunque. Tu sei una
babbana”
ribatté. Le iridi di Petunia divennero liquide. Raggiunse la
sorella, la
afferrò per il braccio e la strattonò.
“Lily, su
andiamo via!” implorò la minore.
Quest’ultima
annuì, il bambino le guardò allontanarsi e
tirò su con il naso. Cadde in
ginocchio e scoppiò a piangere.
Capitolo 2 *** Bruciati come la carta da parati ***
Ringrazio anche solo chi legge.
L'immagine utilizzata viene dal gruppo: The writers shelter.
Partecipa alla fanfiction challenge:
Pairing: McGranitt/Silente
Prompt: compiti di
Trasfigurazione.
Lanciata da: Berkeley Efp
Bruciati
come la carta da parati
“Signorina,
lei è davvero molto portata per la trasfigurazione. Ed io,
come preside, non me la sento più
d’insegnare” spiegò Silente. La Mc
Granitt si voltò e guardò la parete della casa
del suo ex-insegnante. La carta da parati era decorata da dei disegni
floreali. Alcuni più piccoli gialli che facevano contrasto
con lo sfondo giallastro.
“La
ringrazio professore. Cerco solo d’impegnarmi”
disse secca. Assottigliò le labbra e osservò
delle foglioline disegnate grandi quanto l’unghia del suo
mignolo. Si voltò e vide gli occhi azzurri del
più vecchio brillare oltre gli occhialini a mezzaluna,
alcune ciocche grigie facevano capolino nella sua chioma fulva. Si
piegò e colpì con la bacchetta la testa di una
liquirizia. Questa si dimenò, diede qualche altro morso
all’aria e s’immobilizzò. Silente si
piegò e la afferrò, portandosela alla bocca.
Succhiò rumorosamente, la donna si girò e
osservò i fiori aranciati sulla carta da parati grandi un
pugno.
“Non
credo però che mi abbia chiamato solo per farmi dei
complimenti o non mi avrebbe invitato a casa sua”. Aggiunse.
Sentì il battito cardiaco accelerare e deglutì a
vuoto.
-Ti
prego, fai che non mi contraccambi, sarebbe terribile doverlo
rifiutare- pensò. Silente si voltò e
guardò una macchia di bruciato che rovinava la carta da
parati alla sua sinistra, più in alto di due teste dal suo
capo.
“No,
professoressa. Le voglio chiedere se accetterebbe la cattedra di
trasfigurazione” sancì.
-Non
ci sarà mai una strega portata in quel campo come la mia
piccola sorellina, ma non posso continuare indebitamente a occupare
quella cattedra solo per non lasciarla a nessun altro- si disse. La Mc
Granitt sorrise e arricciò le labbra in
un’espressione felina.
“Sì,
accetto” disse secca.
"Mi
raccomando, non dia tanti compiti quanti ne davo io" le disse Silente.
La Mc Granitt socchiuse gli occhi.
"Può
star sicuro che ne darò anche di più"
ribatté e il mago scoppiò a ridere.
"Ne
ero sicuro" ribatté. Si tolse il cappello e se lo mise al
fianco, passandosi l'altra mano nella folta barba.
Capitolo 3 *** Primo litigio tra Lily e Severus ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Primo
litigio tra Lily e Severus
Severus
si
tolse il cappotto, lo piegò e lo appoggiò vicino
al fiume. Osservò la luce del
sole che si rifletteva in giochi dorati sulla superfice
dell’acqua.
“Sbrigati!”
ordinò Lily. Il bambino annuì, si
voltò e la seguì. Passarono tra una serie di
alberi, le foglie scricchiolavano sotto i loro piedi. Lily si sedette
in una
radura grande quanto tre porte e Severus si sedette accanto a lei.
L’umidità
dell’erba gli rese più scuri i jeans e
bagnò le gambe nude della bambina sotto
la gonna. Severus osservò i raggi che filtravano tra le
foglie, creando delle
ombre sui tronchi tutt’intorno.
“Continui
a
spiegarmi quello che mi stavi dicendo ieri” lo
incitò la bambina. Piton annuì
un paio di volte.
“Anche
nel
mondo della magia ci sono delle regole. Ci sono quelli che ti
arrestano, come
ti dicevo ieri pomeriggio e il Ministero può punirti se fai
magie fuori dalla
scuola, ti mandano delle lettere” spiegò. Lily
sgranò gli occhi e rabbrividì,
impallidendo.
“Ma io le ho fatte” ammise e la
voce le
tremò. Sgranò gli occhi, si guardò
intorno e le iridi color smeraldo le
divennero liquide.
“Noi
siamo a
posto. Non abbiamo ancora la bacchetta. Ti lasciano stare, quando sei
un bambino
e non puoi farci niente ” la rassicurò Severus. Le
sfiorò la mano e la bambina
la ritrasse, stringendola con l’altra.
“Ma
a undici anni cominciano a istruirti, e allora devi stare
attento”.
Aggiunse. Rabbrividì e sorrise, socchiudendo gli occhi. Lily
incrociò le
braccia e sporse il labbro inferiore.
“E’
vero, no? Non è uno scherzo? Petunia dice che mi racconti
delle bugie.
Dice che Hogwarts non esiste. E’ proprio vero?”
domandò. Severus digrignò e
chinò il capo, incassando tra le spalle.
“E’
vero per noi. Non per lei. Ma
noi riceveremo la lettera, io e te” ribatté secco.
Lily si grattò una guancia e
sporse ancor di più il labbro in fuori.
“Sul
serio?” mormorò. Severus la guardò
negli occhi e annuì lentamente.
“Certo”
le rispose rendendo roco il tono. Lily sbatté un paio di
volte gli
occhi e appoggiò le mani per terra, sporcandole di terra e
erba.
“E
arriverà davvero con un gufo?” domandò
a bassa voce. Severus si grattò
la testa e annuì.
“Di
solito. Ma tu sei figlia di
Babbani, quindi dovrà venire qualcuno della scuola a
spiegarlo ai tuoi
genitori” le spiegò. Lily corrugò la
fronte.
“E’
diverso se si è figli di Babbani?”
domandò. Severus avvampò e strinse
un pugno, leccandosi il labbro inferiore.
“No,
non è diverso” mentì. Lily
sospirò e sorrise.
“Meno
male” esalò. Severus si voltò verso di
lei e le sorrise.
“Tu
hai un sacco di magia. L’ho visto. Ti guardavo
sempre…”. S’interruppe,
sentendo le orecchie bruciargli. Seguì lo sguardo di lei
fino alla volta di
rami sopra di loro, che si rifletteva negli occhi della bambina.
“Come
vanno le cose a casa tua?” domandò Evans. Severus
s’irrigidì, abbassò
il capo e i capelli lo misero in ombra. Corrugò la fronte,
facendo apparire una
ruga profonda un’unghia tra i due occhi. Si
massaggiò la gamba nel punto in cui
c’era un ematoma violaceo.
“Pu***na!
Dovevi dirmelo che eri
strana! Maledetta strega!” gridò l’uomo.
Prese a calci il fianco della donna,
che gemette piangendo più forte. L’uomo
lanciò una bottiglia di birra vuota
contro la parete. I vetri si disseminarono dappertutto. Il bambino
strisciò all’indietro,
aderendo con la schiena contro la parete.
“Bene”
mentì
atono. Sentì la gola bruciare e deglutì
rumorosamente. Lily si sporse verso di
lui.
“Non
litigano più?” domandò. Severus si
morse il labbro, sentendo il sapore
metallico del sangue in bocca.
“Oh
sì,
litigano” sussurrò. Spezzò un rametto a
metà, afferrò una foglia e la
spezzettò
in frammenti.
“Ma fra poco me ne
andrò”. Aggiunse. Lily
sorrise e socchiuse gli occhi.
“Al
tuo papà
non piace la magia?” domandò con voce trillante.
Severus si strinse un braccio
fino a far arrossare la pelle e vi conficcò le unghie,
graffiandosi.
“Non
gli
piace praticamente niente” sibilò.
“Severus”
lo
chiamò lei per nome. Lui sgranò gli occhi e il
battito cardiaco gli accelerò.
-Mi
ha
chiamato per nome!- festeggiò mentalmente.
“Sì?” biascicò.
“Parlami
ancora dei dissennatori” lo pregò
l’altra bambina. Severus aprì la bocca, la
richiuse e si grattò un sopracciglio.
“Perché?”
domandò, inarcando le sopracciglia. Lily si
ticchettò il mento un paio di
volte.
“Se
uso la
magia fuori dalla scuola …” cominciò.
Severus le sorrise e negò con la testa.
“Non
ti danno ai Dissenatori per questo! I Dissennatori sono per chi fa
cose veramente brutte. Sono le guardie della prigione magica, Azkaban.
Tu non
puoi finire ad Azkaban, sei troppo…”
ribatté. Le guardò le labbra rosee e si
specchiò nelle sue iridi verde smeraldo.
“
… troppo …” bisbigliò con
voce inudibile. Lily si voltò, sorrise e si
alzò in piedi.
“Tunia!”
festeggiò. Severus si alzò in piedi digrignando i
denti e guardò
la moretta.
“Chi
è adesso che spia?! Che vuoi?!” le urlò.
-Sennò
farà di nuovo la spia con mio padre e lui
picchierà anche me- pensò.
Lui guardò la sua camicia a quadretti e ghignò.
“Che
cos’è che hai addosso? La camicetta di tua
mamma?”. Lo derise. Severus
fu scosso da una serie di violenti tremiti, le iridi gli divennero
bianche.
-Non
… offendere … la mia … mamma!-
tuonò mentalmente.
Un
ramo si ruppe sopra Petunia e le arrivò addosso, facendola
cadere
svenuta a terra dopo un gemito.
“Sorellona!”
strillò Lily. Tolse il ramo da addosso la sorella e la
sollevò, stringendola a sé. Petunia la
scostò, scoppiò a piangere e corse via.
Lily socchiuse gli occhi, mostrò i denti sollevando le
labbra e si voltò verso
di lui.
“Sei
stato tu?” sibilò. Severus boccheggiò e
indietreggiò.
“No”
mugolò. Lily strinse i pugni e conficcò le unghie
nei palmi.
“Si,
invece! Sei stato tu! Le hai fatto male!” gli urlò
contro. Severus
tirò su con il naso, gli divennero rossi e le iridi liquide.
“No
… no, non sono stato io …”
piagnucolò. Guardò Lily correre via e una
lacrima gli rigò il viso.
“Ha
… ha detto … che sono un mostro
…” mugolò Lily. Le lacrime le rigavano
il viso e aveva gli occhi rossi. Severus strinse più forte
la mano di sua madre
e si piegò in avanti. Appoggiò una mano sulla
spalla dell’altra bambina.
“E
che Silente ha rifiutato quando lo ha supplicato di
ammetterla” le
spiegò. Lily annuì, scostò la mano
dell’amico e sporse il labbro inferiore.
“Mamme
e papà sono contenti. Io non sono un mostro”
mugolò. Severus sentiva
il taglio alla spalla pulsare. Si voltò verso sua madre
sentendola tossire, il
viso era madido di sudore e gli zigomi premevano contro la pelle
ingrigita.
“Mamma,
tutto bene?” le domandò. La donna annuì
e Severus si voltò verso
Lily.
“Noi
maghi non siamo mostri, siamo superiori” le
sussurrò.
Capitolo 5 *** I° incontro Piton con James e Sirius ***
Ringrazio anche solo chi legge.
I°
incontro Piton con James e Sirius
Severus
accelerò, ansimando, sentiva il petto dolergli
e i propri passi risuonavano nel corridoio dell’Espresso di
Hogwarts. Si
sentiva il rumore delle ruote del treno in sottofondo, semi-coperta dal
brusio
basso di voci che veniva dalle cuccette. Si teneva con una mano la toga
nera
sollevata e sorrideva. Vide il viso di Lily oltre il vetro di una
cuccetta e si
fermò, aprì lo sportello ed entrò
accentuando il sorriso. Evitò la gamba di un
ragazzo all’interno e saltò oltre il piede
allungato di un altro.
Lily
era appoggiata al vetro e guardava il panorama.
Si sedette sul sedile accanto a lei, boccheggiando. Lily si
voltò verso di lui,
batté un paio di volte gli occhi e tornò a
guardare la campagna, i suoi occhi
erano arrossati.
“Non
voglio parlare con te” borbottò. Severus
socchiuse le labbra e lasciò ricadere le braccia.
“Perché?”
domandò e la voce gli tremò. Lily
digrignò i
denti e appoggiò la fronte contro il finestrino, si
sentirono delle risatine
provenire dagli altri
“Tunia
mi…mi odia. Perché abbiamo letto la lettera di
Silente” sibilò la giovane. Severus si
mordicchiò il labbro.
“E
allora?” borbottò.
“Ooooh,
grande errore” disse una voce maschile in
sottofondo. Si sentì la risata di un altro giovane. Lily si
voltò, si accigliò
e guardò Severus.
“Allora
è mia sorella!” gli gridò. Piton
deglutì e
abbassò il capo.
“E’
solo una …” bisbigliò.
Inspirò ed espirò
ripetutamente.
“Ma ci
stiamo andando!” gridò. Rialzò la testa
e guardò gli occhi di lei, i propri gli
bruciavano.
“Loser” si
sentì bisbigliare da delle voci maschili.
“Ci
siamo! Stiamo andando a Hogwars!”urlo eccitato
Severus. Lily chiuse gli occhi, si passò la mano sopra le
palpebre chiuse e
sospirò, annuendo.
“Speriamo
tu sia una Serpeverde” si augurò Severus.
Lily socchiuse un occhio, sgranando l’altro.
“Serpeverde?”
domandò. Si voltò insieme a Severus
sentendo uno sbuffo rumoroso. Piton guardò il cravattino che
gli cingeva il
collo, i corti capelli neri ben pettinati e i denti candidi. Lo
osservò
appoggiarsi la mano sul fianco.
“Chi
vuole diventare un Serpeverde? Io credo che
lascerei la scuola, e tu?” domandò a un altro
giovane. L’altro sbadigliò e alzò
le spalle.
“Tutta
la mia famiglia è stata Serpeverde”
ribatté
atono.
-Patetici.
Uno si stanca anche solo a muovere la bocca
e l’altro ha l’aria da moccioso viziato-
pensò Severus. Il giovane che stava
ridendo schioccò la lingua sul palato e negò con
la testa.
“Oh,
cavolo. E dire che mi sembravi apposto!” si
lamentò. Il secondo assottigliò gli occhi e
ghignò.
“Forse
io andrò contro la tradizione. Dove vorresti
finire, se potessi scegliere?” chiese con voce calda.
L’altro si mise in piedi
sul sedile macchiandolo di fango, si portò un pugno
socchiuso al fianco e alzò
il braccio.
“Grifondoro…culla
dei coraggiosi di cuore! Come mio padre” si
vantò. Severus roteò gli occhi.
-Culla
dei dementi, mamma aveva ragione- pensò. Il
giovane con il braccio alzato lo abbassò, saltò
giù e si sporse verso di lui.
“Qualcosa
che non va?” domandò. Ghignò e
socchiuse gli
occhi.
“No”
rispose atono Severus. Accavallò le gambe e si
appoggiò al sedile con la schiena.
“Se
preferisci i muscoli al cervello”. Concluse. Il
secondo si sporse verso di lui.
“E
tu dove speri di finire, visto che non hai nessuno
dei due?” gli domandò. Il suo amico
scoppiò a ridere. Lily si alzò dal sedile e
sbuffò.
“Andiamo,
Severus. Cerchiamo un altro scompartimento”
brontolò. Gonfiò il petto e si diresse verso
l’uscita. Piton la seguì.
“Ooooooooh…”
dissero in coro gli altri due giovani. Il
più alto gli tirò un calcio alla gamba facendolo
cadere a terra e provocandogli
un livido. Severus strisciò fuori, si rialzò in
piedi e chiuse la porta dello
scompartimento.
Severus
rabbrividì, strofinò le mani intorpidite tra
loro e abbassò lo sguardo. Il brusio di voci gli risuonava
nelle orecchie e si
guardò i piedi.
-E
se il cappello mi rimanda a casa perché non sono
adatto a fare il mago? Come lo spiegherò a mamma? Non ci
voglio tornare da
papà- rifletté.
“Evans,
Lily!” chiamò la McGranitt. Severus strinse
gli occhi, li sentì pizzicare e rabbrividì,
regolò il respiro e alzò il capo.
Riaprì gli occhi, la guardò salire con passo
traballante sul palco e la seguì
con lo sguardo. La vide sedersi su uno sgabello e osservò
Minerva appoggiargli
il cappello rattoppato sul capo. Lo osservò muoversi e
ansimò.
“Grifondoro!”
annunciò il cappello parlante. Piton
sgranò gli occhi e le lacrime gli rigarono il viso. La
guardò andare verso la
tavolata sotto gli stendardi rosso e oro. James allungò la
mano verso di lei,
la bambina la schivò e proseguì con la schiena
ritta. Alzò il capo tenendo le
labbra strette, raggiunse un posto vuoto e si sedette.
“Io
sarò Seperverde, siamo sempre Serpeverde nella mia
famiglia” mugolò Severus. Si asciugò le
lacrime con la mano.
Severus
accelerò il passo tenendo i pugni chiusi, il
vento gli faceva sbattere la cravatta argento e oro contro il petto.
Indicò
Lily e fece oscillare il dito.
““…credevo
che fossimo amici!” si lamentò.
Digrignò i
denti e socchiuse gli occhi.
Credevo
di essere il tuo migliore amico!”. Sottolineò,
alzando la voce. Lily gonfiò le guance, sbuffò e
scrollò le spalle.
“Lo
siamo, Sev, ma non mi piace la gente con cui vai
in giro! Scusa, ma destesto Avery e Mulciber! Mulciber!
Che cosa ci trovi in lui, Sev? Fa venire i brividi! Lo
sai cos’ha cercato di fare a Mary MacDonald l’altro
giorno?” brontolò.
“Mi
ha detto che non era niente, era solo uno scherzo.
E sono solo i miei compagni di casa, anche tu giri con quei deficienti
dei
Grifondoro. Più di una volta mi hanno quasi ammazzato con le
loro bravate”
ribatté Severus. Strinse i pugni e abbassò le
braccia. Lily si tolse una ciocca
di capelli dal viso, il vento glieli faceva mulinare intorno.
“Era
Magia Oscura, e se pensi che era uno scherzo…” lo
rimproverò.
“E
quello che fanno Potter e i suoi amichetti?”
ribatté Severus, appoggiandosi a una colonna di legn Lily
schioccò la lingua
sul palato e incrociò le braccia.
“Cosa
c’entra Potter?” domandò.
“Escono
di nascosto, di notte. Ha qualcosa di strano,
quel Lupin. Dov’è va sempre?” le chiese
Piton. Nelle sue iridi nere si rifletté
la figura della Evans. Lily sbatté un paio di volte il piede
per terra.
“E’
malato” ribatté secca.
-Dimenticavo
che sei una di quelle che lo difende-
pensò Severus, sentì gli occhi pizzicare.
.
“Tutti i mesi con la luna piena?”
domandò a voce.
-Come
gli incontrollabili e
pericolosi lupi mannari?- chiese mentalmente. Lily si voltò
di scattò e
strofinò le mani tra loro.
“Conosco
la tua teoria” replicò
gelida. Avanzò di un paio di passi dando le spalle
all’altro.
“Ma
perché sei fissato con loro? Che t’importa dove
vanno di notte” si lamentò.
Severus sospirò, le mise una mano sulla spalla e lei gliela
scostò.
“Sto
solo cercando di farti capire che non sono
meravigliosi come tutti pensano” le rispose gentilmente. Lily
avvampò e abbassò
il capo.
“Non
usano la magia oscura” brontolò. Si
voltò e puntò
un indice sotto il mento di Severus.
“E
tu sei un ingrato. Ho sentito cos’è
successo l’altra notte. Ti sei infilato in quel tunnel vicino
al Platano
Picchiatore e James Potter ti ha salvato da quello che
c’è la sotto, qualunque
cosa si…” lo accusò. Severus
boccheggiò, sgranò gli occhi e scosse il capo.
“Era
un loro scherzo! Mi ci hanno attirato loro!”
strepitò con voce rauca. Lily sbuffò e
negò con il capo.
“James
ti ha ugualmente salvato”. Aggiunse, abbassando
il dito. Severus si staccò dalla colonna e
ansimò, il fiato gli si condensava
davanti al viso.
“Salvato?
Salvato? Credi che abbia fatto l’eroe? Stava
salvando se stesso e anche i suoi amici! Tu non…io non ti
permetterò…” ringhiò.
Lily sgranò gli occhi e mise le mani sui fianchi.
“Permettermi?
Permettermi?”
domandò. Severus si leccò le labbra e
abbassò il capo.
“Non
volevo dire…è solo che non voglio che ti prendano
in giro…gli piaci, tu piaci a James Potter!”
urlò. Strofinò la punta di una
scarpa sull’altra, sporcandola di fango.
“E
non è…tutti pensano…il Grande Campione
di
Quidditch…” biascicò. Lily
dimenò una mano davanti al proprio viso.
“So
benissimo che James Potter è un arrogante”
ribatté.
-Eppure
me lo preferisci- pensò
Severus, stringendo gli occhi e tirando su con il naso.
“Lily scendi! Lily, io mi faccio chiamare principe
mezzosangue, per me non è un’offesa! Dai Lily,
scendi, ti prego! Sono stanco!
Non dormo da mesi in maniera decenti a causa dei G.U.F.O. e ti ricordo
che
oltre i Grifondoro, anche gli altri Serpeverde non fanno altro che
farmi
scherzi! Ti prego, non puoi prendertela così per qualcosa
che io non considero
veramente un’offesa! Siamo parte di due mondi, è
un pregio. Ed inoltre, quando
Petunia ti chiama mostro, la perdoni sempre! Ammettilo che non siamo
mai stati
migliori amici. Gli amici non litigano così tanto per uno
stupido termine!”
gridò Severus. Sentiva la gola bruciare, gli occhi erano
arrossati ed era
scosso da una serie di tremiti. Strinse i pugni e conficcò
le unghie nella
pelle pallida.
“Io
sono rimasto ogni volta che mi hai offeso! Ho passato le
notti ad insegnarti tutte le pozioni che inventavo per fatti miei. Mi
sono
sorbito tutte le lodi vomitevoli che ti fa Lumacorno. Ed io non mi
arrabbio
quando mi dici nasone o capelli unti!” brontolò.
Severus rabbrividì più forte,
le labbra erano violacee e il fiato si condensava davanti alla sua
bocca.
“Sono
le tre di notte, ho freddo, rischio di essere espulso.
Almeno parlami! Non ti ci volevo chiamare schifosa mezzosangue. Lo sai
che lo
sono anche io. Non me la sono presa quando hai detto a tutto il
dormitorio
femminile dei Grifondoro che mio padre mi picchiava”
piagnucolò. Il ritratto
della signora grassa si spostò e Lily uscì,
tenendo con le mani la cintura
della vestaglia.
“Sono
uscita solo perché Mary ha detto che minacciavi di
dormire qui” disse atona.
“L’avrei
fatto” ribatté Severus, abbassando lo sguardo.
Strofinò il piede sul pavimento e sentì un paio
di quadri sbadigliare.
“Non
volevo chiamarti schifosa Mezzosangue mi
è…”. Si scusò.
“
… scappato”. Concluse la rossa con tono acido.
-Perdonare un
lupo mannaro che potrebbe sbranarti sì,
perdonare me, no- riflettè Severus, annuendo. Lily si
piegò in avanti e
digrignò i denti.
“Troppo
tardi. Ti ho giustificato per anni. Nessuno dei miei
amici riesce a capire come mai ti rivolgo la parola. Tu e i tuoi cari
Mangiamorte… vedi non lo neghi nemmeno! Non neghi nemmeno
quello che volete
diventare! Non vedi l’ora di unirti a TU-SAI-CHI,
vero?” gli gridò a due dita
dal viso. Severus boccheggiò e indietreggiò,
ansimando.
“No…senti,
io non volevo…” balbettò.
“…chiamarmi
schifosa
Mezzosangue? Ma chiami
così tutti
quelli come me, Severus. Perché io dovrei essere
diversa?” sibilò Lily. Si
raddrizzò, si voltò e riattraversò il
buco, la signora grassa si chiuse dietro
di lei.
“A
…aspetta … non mi hai fatto spiegare”
piagnucolò Piton.
Severus
singhiozzò, cadde in ginocchio sulla collinetta
aprendo e chiudendo le dita. Le lacrime gli rigarono il viso e
sgranò gli
occhi, scosso da una serie di tremiti. Si voltò a destra e a
sinistra,
guardando la terra brulla illuminata dalla luce argentea della luna.
“I
dissennatori … saranno qui a momenti, mi daranno il bacio,
me lo sento” farfugliò. La bacchetta gli cadde di
mano e gemette, abbassando il
capo. Fu abbagliato da una luce bianca accecate e gridò.
“Non
mi uccida!” implorò, nascondendosi il viso ossuto
con le
mani. Silente avanzò, guardando l’altro tremare
sempre più forte.
“Non
era mia intenzione” disse gentilmente. Il bagliore
candido dai bordi frastagliati scomparve. Severus sbatté un
paio di volte gli
occhi e intravide la sua sagoma.
“Allora
Severus? Che messaggio ha Lord Voldermort per me?”
domandò Silente, mettendoglisi davanti. Piton vide la sua
figura illuminata
dalla luna e deglutì a vuoto. I capelli neri erano gonfi ai
lati del suo viso,
gli occhi sporgenti e sbatteva ritmicamente i denti.
“Nessun…nessun
messaggio…sono qui per conto mio!” urlò
con
voce rauca. Si morse a sangue le dita, strappandosi le pellicine della
pelle, il
petto gli si alzava e abbassava irregolare.
“Io…io
vengo con un avvertimento…no, una richiesta…la
prego…”
farfugliò. Silente dimenò la bacchetta, il sibilo
del vento e lo stormire delle
foglie in lontananza cessarono.
“Quale
richiesta potrebbe farmi un Mangiamorte?” domandò
Albus. Il labbro inferiore di Piton tremò e lui
oscillò avanti e indietro,
tenendo la schiena piegata.
“La…la
profezia…la predizione…la
Cooman…” balbettò. Silente
si massaggiò il mento.
“Ah,
sì” rispose con voce roca. I lunghi capelli color
argento, resi luccicanti dalla luna, gli oscillavano dietro le spalle.
“Quanto
hai riferito a Lord
Voldermort?” domandò. Severus
singhiozzò e si passò le lunghe dita sulle guance
ossute e umide.
“Tutto…tutto
quello che ho sentito! E’ per questo….è
per
questo motivo…lui pensa che sia Lily Evans!”
esalò. Silente socchiuse un occhio
e aprì l’altro.
“La
profezia non parla di una donna, ma di un bambino maschio
nato alla fine di luglio…” obbiettò.
Severus si passò le dita tra i capelli e
si strinse la testa sopra le tempie.
“Sa
cosa voglio dire! Lui pensa che
si tratti di suo figlio, le darà la caccia…li
ucciderà tutti…” ululò.
Silente
si piegò in avanti e socchiuse le labbra.
“Se
lei è così importante per
te…”
sussurrò. Sbatté un paio di volte le palpebre.
“Lord
Voldermord la risparmierà,
no? Non puoi chiedere pietà per la madre in cambio del
figlio?” domandò.
Severus
ansimò, il suo corpo fu
scosso da una serie di tremiti.
“Io…io
gliel’ho chiesto…” ammise.
Le narici di Silente si dilatarono e si ritrasse, raddrizzandosi.
“Tu mi
disgusti” ringhiò. Sollevò
la parte sinistra del labbro superiore, mostrando l’incisivo.
Indietreggiò,
facendo strofinare l’orlo della sua tunica.
Quindi non
t’importa se suo marito
e suo figlio muoiono? Possono morire, purché tu ottenga
ciò che desideri?”
domandò. Severus strisciò in ginocchio e prese
l’orlo, stringendolo al petto.
“Allora li nasconda tutti. La
metta…li metta al sicuro. La prego” lo
supplicò. Silente gli tolse la stoffa
dell’abito dalle mani.
“E tu
cosa mi darai in cambio,
Severus?” chiese secco.
“In…in
cambio?” domandò Piton, la
voce gli tremò. Si strinse le spalle, oscillando velocemente
su e già.
“Qualunque
cosa”
farfugliò.
“Qualunque?”
domandò Silente. Si sollevò gli occhi e le iridi
color fiordaliso gli brillarono.
“Persino
me stesso, sarò il vostro schiavo”
sussurrò con voce
rauca Severus.
Severus
gettò indietro la testa, spalancò la bocca e
lanciò
un ululato di dolore. Lasciò cadere le braccia, la testa gli
si abbassò e il
mento gli sbatté contro il petto. La sua figura si
rifletté negli occhi di
Silente. Piton rialzò il capo e socchiuse le labbra.
“Credevo…che
lei…l’avrebbe protetta…”
biascicò, la voce gli
uscì roca e gutturale.
“Lei e
James hanno riposto la loro fiducia nella persona
sbagliata. Più o meno come te, Severus. Non speravi che Lord
Voldemort la
risparmiasse?” domandò Silente. In entrambe le sue
lenti si specchiava la
figura di Piton.
“Suo
figlio è sopravvissuto”. Aggiunse. Piton
negò con la
testa, ansimando. Silente gli strinse una spalla, conficcandogli le
dita nella
pelle.
“Suo
figlio è vivo. Ha i suoi occhi, esattamente i suoi
occhi. Ricordi la forma e i colore degli occhi di Lily Evans, non
è vero?”. Lo
incalzò di domande.
“No!”
urlò Severus. Gli scostò la mano e
ansimò.
“Perduta…morta…”
balbettò. Silente raddrizzò la schiena
arcuata.
“E’
rimorso Severus?” domandò. Le iridi di Piton
divennero
liquide.
“Vorrei…vorrei
essere morto io…” ammise. Silente si
passò le
dita nella lunga barba argentea.
“E a
cosa sarebbe servito, e a chi?” ribatté gelido. Si
sollevò gli occhiali a mezzaluna.
“Se
amavi Lily Evans, se davvero l’amavi, allora la tua
strada è tracciata”. Aggiunse. Guardò
Severus e ascoltò il ticchettare dell’orologio
e l’ululato del vento all’esterno. Si sedette sulla
sua scrivania e unì la
punta delle dita. Si sentì il rintoccare dell’ora
e Piton tremò, sbatté un paio
di volte gli occhi e alzò il capo.
“Cosa…cosa
vuole dire?” chiese.
“Sai
come e perché è morta. Fa’ che non sia
stato invano.
Aiutami a proteggere il figlio di Lily” rispose Severus. La
finestra si aprì e
il vento scompigliò i capelli lisci di Piton. Una fenice
entrò sbattendo le ali
dalla finestra, con una scia di fiamme.
“Non
ha bisogno di protezione. Il Signore Oscuro se n’è
andato…” biascicò Piton. La creatura si
appollaiò su un trespolo di metallo.
“…il
Signore Oscuro tornerà e Harry Potter sarà in
enorme
pericolo…” ribatté Silente. Severus si
alzò in piedi e annuì.
“Molto
bene. Molto bene. Ma non lo dica…non lo dica a
nessuno, Silente! Deve restare fra noi! Non posso
sopportare…soprattutto il
figlio di Potter…voglio la sua parola!”
gridò. Silente si alzò in piedi,
raggiunse la fenice e le accarezzò il becco.
“Vuoi
la mia parola, Severus, che non rivelerò mai la parte
migliore di te?” domandò. Sospirò e
scosse il capo.
Ringrazio anche solo chi legge.
Dedicata a: Efthalia e TheHeartIsALonelyHunter che l'avevano recensita.
Partecipa alla fanfiction challenge:
Pairing: Cedric Diggory/Amos Diggory (rapporto solo padre/figlio)
Prompt: Colazione
Lanciata da Thiana Efp
Colazione in famiglia.
“Papà e se il cappello dice che non posso entrare
in nessuna casa? E se mi mandano a Serpeverde? E se non riesco a fare
amicizia con nessuno?” domandò Cedric.
Abbassò lo sguardo fissando il latte nella tazza. Il padre
sorrise, si piegò in avanti e accarezzò
il capo del bambino.
“Andrà tutto bene, bambino mio. Ti adoreranno e
sarai sicuramente il migliore”. Gli afferrò la
guancia tra le dita e gliela tirò. Il figlio
arrossì e ridacchiò.
“Ti renderò orgoglioso” promise. Il
genitore passò di fianco al tavolo e lo abbracciò.
Ringrazio
anche solo chi legge.
Dedicata a Lunadistruggi che l'aveva recensita.
Partecipa alla fanfiction challenge.
Pairing:
Sirius Black/Chiunque.
Prompt:
Dai a una ragazza le scarpe giuste, e potrà conquistare il
mondo.
Lanciata
da Silvia Giorgetti (LittleHarmony13)
Un cane per amico
“E’
inutile che mi guardi con quella faccia, non avevi diritto di
farlo!” si lamentò Lily. Si mise le mani sui
fianchi e si piegò in avanti, i capelli rossi le mulinarono
intorno al viso. Felpato ansimò, alzò il muso e
la guardò con gli occhi neri. La strega indicò la
scarpa mangiucchiata davanti ai suoi piedi e il cane abbaiò.
“Hai
idea quanto fosse costata?” domandò.
“Amore,
era solo una scarpa” ribatté James dalla cucina.
Lily si rizzò, sorrise e le iridi verdi le brillarono.
“Nossignore.
Dai a una donna le scarpe giuste, e potrà conquistare il
mondo” ribatté.
Ringrazio anche solo chi legge.
L'immagine utilizzata viene dal gruppo: The writers shelter.
Dedicato a: Lunadistruggi che l'aveva recensita.
Partecipa alla fanfiction challenge:
Personaggio:Neville
Prompt: Eroe
Immaginario
Lanciata da
Valerim Bonanomi
Eroe
immaginario
Neville
abbassò lo sguardo e strinse nella mano la
carta della caramella, sporcandola di sudore. Tirò su con il
naso
ripetutamente, l’odore di vecchio della casa gli punse le
narici. Si girò e
guardò il cappello con l’avvoltoio impagliato di
sua nonna appoggiato sulla
scrivania. Rabbrividì nuovamente e un capillare
pulsò sul dorso di una delle
due mani cicciottelle. S’inginocchiò sul pavimento
di legno, sollevò un’asse
del pavimento e tirò fuori una scatolina di metallo. I bordi
erano arrugginiti
e in alcuni punti era ammaccata. Arcuò di più la
schiena sentendola dolore e
afferrò una chiave di metallo. Si girò e
utilizzò la chiave dai bordi
irregolari per aprire la scatola. Mise la cartaccia insieme con le
altre e si
morse il labbro.
-Vorrei
che mamma fosse sana, vorrei una famiglia-
pensò. Tirò fuori una fotografia di suo padre. Lo
vide salutarlo e una lacrima
gli rigò il volto. Accarezzò il viso
dell’uomo e sorrise.
“Un
giorno sarò coraggioso come te, ma spero di non
essere un eroe immaginario per mio figlio come tu lo sei stato per
me” sussurrò
con voce roca.
Capitolo 14 *** Piton dopo il primo incontro con Harry ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Piton
dopo il primo incontro con Harry
“Non
ha ereditato niente da sua madre. Non ha una minima
preparazione, ma cosa aspettarci da uno che è stato
cresciuto dalla famiglia di
Petunia. E’ identico a suo padre, non sa cosa sia la
modestia. E’ mediocre,
arrogante come suo padre, ribelle a ogni regola, compiaciuto di
scoprirsi
famoso, avido di attenzione e impertinente…” si
lamentò Severus. Avanzò nello
studio, si fermò al trespolo di Fenny e si voltò.
Continuò a camminare fino alle
vetrinette, tornò indietro e continuò a fare lo
stesso tragitto avanti e
indietro più volte.
“Tu
vedi solo quello che vuoi vedere, Severus…”
replicò
Silente. Sbadigliò, socchiuse gli occhi e si
appoggiò la mano sulla guancia,
osservando i simboli sul libro sotto il suo viso.
“Altri
insegnanti dicono che è modesto, piacevole e dotato
di un certo talento. Personalmente lo trovo un ottimo
ragazzo” ribatté. Severus
si fermò, conficcò le unghie nella pelle ed
espirò dilatando le narici.
-Non
è colpa mia se le masse venerano i dementi! Mi chiedo
ancora come non ci sia una religione dedicata a Hagrid! Fatti chiamare
nonno
Al, visto che non hai niente da fare!- tuonò mentalmente.
Silente sfogliò un
paio di pagine del testo.
Ringrazio anche solo chi legge.
I° incontro tra Luna e Ginny.
Dedicata a Conn che l'aveva recensita.
Partecipa alla fanfiction challenge II:
Personaggi: Ginny, Luna
Prompt: Mappa astronomica
Stella caduta
Luna saltellò
tenendo una mappa astronomica arrotolata
stretta al petto. Svoltò il corridoio, decelerò
passando davanti a un prefetto
in piedi sopra un quadrato di pietra. Proseguì,
evitò due Serpeverdi intente a
ridacchiare e passò oltre un Grifondoro che rideva
sguaiatamente. Raggiunse
Ginny e sorridendo le si mise davanti, porgendole la mappa astronomica.
“Ce l’hai
una mappa astronomica?” domandò. Piegò
di lato il
capo facendo ondeggiare i capelli biondo platino intorno al suo viso e
socchiuse
gli occhi, accentuò il sorriso e i ravanelli alle sue
orecchie oscillarono.
Ginny socchiuse le labbra e si mise una ciocca rossa dietro
l’orecchio.
“Astronomia si studia
solo al terzo anno. Perché dovrei già
averla?” domandò. Le coetanee Grifondoro
dietro di lei scoppiarono a dire.
“Lasciala perdere,
è lunatica quella”. “Sempre a dire
idiozie”. “Chissà perché
è a Corvonero”. I
pezzi dei loro discorsi si accavallarono tra
loro. Ginny si voltò verso di loro, espirò dalle
narici e le guardò corrugando
la fronte, accigliandosi.
“Smettetela”.
Si girò di scatto e prese la mappa astronomica,
la srotolò e la guardò.
“Perché
una stella come te ha bisogno di una mappa per
tornare a casa. Me lo hanno detto i Nargilli, mentre mi nascondevano le
matite,
che sei una stella caduta” spiegò Luna. Ginny
arrossì, sorrise e alzò il capo.
"Allora vedrò di
procurarmi una mappa astronomica" promise, chiudendo gli occhi. Le
giovani dietro di lei risero più forte.
Ringrazio anche solo chi legge.
Dedicato a: Smilemika, Princess Monster e LadyRhaenys_Targaryen
che l'avevano recensita.
Partecipa alla fanfiction challenge:
Personaggi:Lucius Malfoy, Narcissa Black Malfoy
Prompt: non che impazzissi all'idea di avere quel sacco di pulci per
casa, intendiamoci.
Però il pensiero che potesse arrivare alla sera stanca, con
il mal di schiena, le mani screpolate e la fatica e il malumore nello
sguardo mi faceva sentire male.
Per questo ho preso Dobby.
Perché il sorriso di Narcissa è lo spettacolo
più bello del mondo.
Smile
“Libero,
capisci? Il mio elfo domestico adesso è libero per
colpa di Potter” si lamentò Lucius. Si
appoggiò la fronte pallida contro la
punta delle dita della mano e sospirò. Il figlio
finì di piegare l’origami di
carta a forma di cigno e alzò il capo.
“Non
dirmi che ti dispiace davvero” disse. Il padre
alzò la
testa e lo osservò.
“Non
fraintendermi. Non è che impazzissi all’idea di
avere
quel sacco di pulci per casa, intendiamoci …”
spiegò. Draco contraccambiò lo
sguardo del genitore.
“
Però?” chiese.
“Però
il pensiero che la mia dolce Cissy potesse arrivare
alla sera stanca …” rispose il genitore e la voce
gli tremò. Draco abbassò lo
sguardo e osservò la sua creatura battere le ali.
“
… con il mal di schiena, le mani screpolate e la fatica e
il malumore nello sguardo …”. Aggiunse Lucius, si
appoggiò una mano al petto
all’altezza del cuore raddrizzando la schiena.
“
… mi faceva sentire male”. Concluse. Draco sorrise
e
guardò il cigno spiccare il volo nella stanza.
“Basterà
prendere un nuovo elfo domestico” ribatté. Il
genitore schioccò la lingua sul palato.
“Non
capisci il concetto” si lamentò Lucius.
Alzò la bacchetta e fece apparire una bolla semitrasparente
intorno all'origami, il figlio sorrise.
“Hai
il sorriso di tua madre. E’ per questo che ho preso
Dobby. Perché il sorriso di Narcissa è lo
spettacolo più bello del mondo”
spiegò.
Ringrazio
anche solo chi legge.
Dedicato a: Chocolate_pudding e Lunadistruggi che l'avevano recensita.
Partecipa alla fanfiction challenge.
Pairing:
Remus/Luna (oggi sto delirando HAHAHHA)
Prompt:
Gorgosprizzi e vecchie pergamene.
Lanciata
da: Berkeley Efp
Il dolore di un
lupo
Lupin si
portò
la coppa alle labbra, chiuse gli occhi e bevve di un fiato. Le gambe
gli
tremarono, strabuzzò gli occhi e tossì. La testa
gli pulsò, fu colto da un
dolore al petto e perse la presa sulla coppa vuota. Questa cadde a
terra con un
tonfo e rotolò. L’insegnante di Difesa contro le
arti oscure indietreggiò, alzò
il capo boccheggiando e cadde in avanti privo di forze. Severus
sbuffò e lo
prese al volo, lo abbracciò sostenendolo. Sentì
l’altro singhiozzare e lo
abbracciò.
“Guarda
cosa
mi tocca” borbottò. Remus vide i capelli neri,
chiuse gli occhi e si strinse a
sua volta. Le sue costole magre sotto i vestiti sbatterono contro
quelle
altrettanto scarne e coperte del professore di pozioni.
“Sirius”
biascicò.
Sirius strinse
le labbra fino a farle
sbiancare, mise una ciocca di capelli dietro l’orecchio del
migliore amico. Gli
accarezzò il ventre scheletrico, passando le dita accanto
agli ematomi e ai
tagli profondi e sanguinanti. Remus avvampò,
guardò il taglio sulla spalla dell’altro
ugualmente nudo e avvampò.
“Mi
… mi spiace … quel … quel mostro
non sono io …” balbettò. Black sorrise
e annuì.
“Lo
so, non dubiterei mai della tua
amicizia” sussurrò.
Remus
sgranò
gli occhi e si tirò a sedere. Piegò il capo e
ansimò, tremò e si abbracciò da
solo. Tirò su con il naso, singhiozzò e le
lacrime gli solcarono il viso.
“Perché
ci
hai tradito? Perché?” balbettò con voce
tremante. Gli occhi gli si arrossarono,
si voltò sentendo dei passi e rabbrividì.
“Severus,
sei tu?” domandò con voce tremante. Luna
arrossì, sbatté gli occhi e negò.
“Il
professore Silente mi ha detto che le devo consegnare queste”
sussurrò. Alzò
delle vecchie pergamene arrotolate che teneva appoggiate sul petto. Il
docente
annuì e guardò l’allieva avvicinarsi.
“Grazie,
mettile pure sul tavolo” bisbigliò. Luna
obbedì, si voltò e vide le tende alle
finestre tirate. Aggrottò le sopracciglia e i suoi occhi
rifletterono la luce
delle candele volanti sospese tra lei e il letto a baldacchino.
“Lo
sento, i
gorgosprizzi le hanno portatovia
qualcosa di più delle scarpe o del budino. Per caso un
amico?” chiese. Lupin
sgranò gli occhi, deglutì e piegò il
capo.
“Come
scusi?”
domandò con voce tremante. Lovegood sorrise, unì
le mani e annuì.
“Stia
tranquillo, glielo riporteranno. Fanno sempre
così” lo rassicurò.
Ringrazio
anche solo chi legge.
All'interno vi ho inserito Disparità sociali e Little Draco.
Dedicata
a: REAwhereverIgo
e Lunadistruggi che le avevano recensite.
Dobby
è un elfo libero
“Dobby
è felice di essere lontano da casa Malfoy,
Dobby ne è lieto” mormorò. Le gocce di
pioggia gli colavano lungo le orecchie
penzoloni. Stringeva a sé un calzino e tirò su
con il naso.
“Dobby
ne sarà sempre lieto” sussurrò con voce
roca.
Si mordicchiò il labbro e si spostò di lato,
evitando il piede di un mago.
Draco
guardò Theodore dare un calcio all’elfo domestico,
lo vide tirare le orecchie
lunghe della creatura e la vide sgranare gli occhi. Dobby gemette,
dimenò le
braccia e una lacrima gli solcò il viso e cadde sulla lercia
casacca bianca.
“Lei deve ringraziare che il padrone vuole che la tratti come
se fosse un
padroncino, lei deve ringraziare!” strillò. Il
Malfoy chinò il capo, si passò
le mani tra i capelli biondo platino e strinse le labbra.
“Se lo aiuto papà mi dà
botte” sussurrò. Alzò il capo e si
avvicinò, guardò il
ghigno delinearsi sul viso scarno dell’altro bambino.
“Però è il mio unico
amichetto”. Aggiunse con voce inudibile agli umani.
Afferrò una ciocca castana del figlio dell’altro
mangia-morte che si voltò
socchiudendo gli occhi. Draco appoggiò le mani sulle guance
dell’altro, le
strinse e gli diede un bacio sulla bocca. Quello strillò, lo
spinse e fece
cadere a terra il coetaneo. Draco alzò la testa e
scoppiò a piangere. Theodore
scappò fuori dalla stanza, Dobby
s’inginocchiò e sporse il capo.
“Perché il signorino l’ha
fatto?” domandò. Draco tirò su con il
naso e piegò il
capo.
“Se mamma bacia papà, lui smette di
picchiarmi” mormorò.
Una
lacrima
rigò il viso di Dobby, mischiandosi alle gocce di pioggia.
Saltò, evitando una
pozza e si pulì il naso nella manica grigia piena di macchie
e con toppe di
diversi colori.
Lucius
socchiuse la porta del
salotto e sbatté un paio di volte le palpebre vedendo le
luci della candele
accese.
“Dobby,
perché non le hai spente,
elfo incapace?” domandò ringhiando.
Sentì uno schiocco e si voltò vedendo
apparire l’elfo domestico.
“Il
padroncino sta ancora studiando
padrone” spiegò. Abbassò la testa
facendo strofinare le lunghe orecchie contro
le spalle ossute.
“Dobby
ha cercato di convincerlo ad
andare a letto, ma il signorino non ha ascoltato Dobby, no,
no” spiegò. Lucius
spalancò la porta e avanzò. Guardò una
pila di pergamene sul pavimento accanto
a una pila di libri su cui era appoggiato un calderone grande tre
pugni. Il
padrone di casa sospirò guardando il figlio coricato di
traverso sul divano,
con gli occhi chiusi e la testa abbandonata sul bracciolo.
“Li
oberano di compiti questi poveri
ragazzi, queste dovevano essere le sue vacanze natalizie”
bisbigliò. Si
massaggiò la fronte, sospirò e si
piegò. Si tolse il mantello e fletté le gambe
abbassandosi e lo appoggiò sul figlio, la coda di cavallo
gli oscillò sulle
spalle.
-Se
il signore fosse così gentile
anche Dobby, invece è cattivo- pensò l'elfo domestico. Si
guardò le mani fasciate e singhiozzò.
“Dobby
è un elfo libero!” gridò.
Sollevò il calzino
sopra la sua testa e annuì ripetutamente.
“Non
so se sia stata una buona idea regalare quella
scopa a Draco. Mi sono così preoccupata quando ha ammesso
che si era fatto male
sul capo” sussurrò Narcissa. Si portò
il bicchiere alle labbra e sorseggiò un
po’ di champagne. Il marito le scostò i lunghi
capelli biondo platino e le
baciò il collo.
“Nostro
figlio ha la tua forza, vedrai che se la sa
cavare” le sussurrò. Le mise la mano
sull’addome e risalì, fino a sfiorarle la
pelle del braccio con le dita.
Lucius
sbatté con forza il bastone
sul pavimento e guardò il figlio trasalire.
“Draco,
quante volte ti ho detto di
non giocare con la fluffain casa?” domandò. Il
bambino si piegò, prese la sfera verde scura decorata con
una serie di stelle
argentate e se la strinse al petto. Piegò il capo e sporse
il labbro inferiore.
“Perdonatemi
padre” sussurrò. Il
genitore avanzò a passo cadenzato tenendo lo sguardo
abbassato e la schiena
ritta.
“Perché
non giochi in giardino o in
solaio?” chiese. Draco strofinò il piede per terra
e piegò la schiena.
“In
giardino ci sono i folletti e in
soffitta i pipistrelli” biascicò. Sentì
gli occhi pizzicare e alzò lo sguardo.
Suo padre s’inginocchiò accanto a lui e gli
sollevò il mento con il manico
argentato.
“E
se andiamo insieme nel parco?”
domandò. Draco sorrise e le iridi azzurre gli brillarono di
riflessi metallici.
“Sarebbe
un onore padre” annunciò.
Lucius abbassò il bastone e sorrise a sua volta.
“Prendi
il mantello, allora. Ti farò
vedere che grande cercatore ero da giovane” rispose. Draco
indietreggiò
annuendo vigorosamente un paio di volte.
Narcissa gli
baciò la guancia e Lucius sbatté un paio di volte
gli occhi.
“Ammettilo,
ti sei preoccupato più tu di me, anche
se non vuoi dirmelo” sussurrò la moglie. Lucius la
baciò a sua volta e sentì il
sapore dello champagne.
Ringrazio anche solo chi legge.
Dedicato a: Aven90 e Princess Monster che l'avevano recensita.
Partecipa alla fanfiction challenge:
Personaggi: Fleur, Ron
Prompt: E' andato a invitare Fleur al ballo!
Invito
Ron
avanzò,
le mani gli sudavano e sentì una fitta al petto. Le narici
gli bruciavano e la
gola gli ardeva. Il viso gli divenne vermiglio come i suoi capelli e
sentiva le
orecchie fischiare, la punta bollente dei padiglioni auricolari gli
pungeva.
Deglutì e avanzò, le gambe gli tremavano.
Aprì la bocca e rimase con le labbra
spalancate. Guardò i capelli di Fleur volteggiarle intorno
al viso. La tre-quarti
di Veela sbatté gli occhi, il Weasley osservò le
ciglia di lei tremare
leggermente. Fece un passo barcollando, boccheggiò e la vide
voltarsi verso di
lui. Fleur si voltò e guardò il rosso cadere in
ginocchio. Ridacchiò coprendo
il verso simile a un gemito spezzato di Ron. Ginny sospirò e
corse verso il
fratello.
“Che
è
successo?” domandò con la voce tremante Hermione,
avvicinandosi ai due rossi.
“E'
andato a invitare Fleur al ballo!E' andato a invitare Fleur
al ballo!” urlò la Weasley.
Severus si
nascose dietro la pila di stendardi sul pavimento
della Sala d’Ingresso. Socchiuse gli occhi guardando due
studenti allontanarsi.
“Dovrebbero
farne altri cento di Balli del Ceppo” disse uno
dei due. L’altro ridacchiò, entrambi avevano i
visi arrossati.
“Io ho
l’autografo!” si vantò.
“Allora?”
bisbigliò Silente. Piton si voltò e lo
guardò,
socchiudendo gli occhi.
“Anche
il Marchio di Karkaroff sta diventando scuro. E’
terrorizzato, teme una vendetta; sai quanto ha collaborato con il
Ministero
dopo la caduta del Signore Oscuro. Vuole scappare”
spiegò con voce roca. Si
strinse il braccio, sentendo il Marchio nero bruciare.
“Davvero?”
sussurrò l’anziano. Si sollevò gli
occhiali e
socchiuse gli occhi.
“E tu
sei tentato di fare lo stesso?” domandò.
“No”
rispose secco. Si voltò e vide Fleur Delacour e Roger
Davies rientrano dal parco ridacchiando.
-Ancora
tiratardi? Se continuano così, domani li
striglierò
per bene agli studenti- pensò.
“Non
sono così vigliaccio”. Aggiunse. Silente sorrise e
annuì.
“No”
convenne. Gli appoggiò una mano sulla spalla.
“Sei
un uomo molto più coraggioso di Igor Karkaroff. Sai, a
volte credo che lo Smistamento avvenga troppo
presto…” sussurrò. Si voltò
e si
allontanò. Severus arrossì e chinò il
capo.
-Ed io penso che
avrei voluto averti come padre- pensò.
Severus entrò
nello studio del preside, il rimbombo dei suoi
passi copriva il rumore di una serie di ansimi. La sua figura si
rifletteva
sulle vetrinette dei mobiletti appartenenti a Silente. Piton
avanzò e guardò la
Mc Granitt. Un lampo di luce grigia li attraverso e il battito gli si
accelerò.
Si voltò verso Harry, il viso del prescelto era grigio e
ansimava
rumorosamente; tremava, gli occhi erano sgranati e muoveva
ripetutamente la
testa. Severus tornò a guardare la collega, i capelli erano
gonfi e arruffati,
le rughe risaltavano sul suo viso pallido leggermente giallastra.
-Capisco che vederla con
quella treccia offenda i sensi, ma
dopo aver visto la faccia del signore oscuro, pensavo ti fossi abituato
alla
bruttezza. Se il tuo stomaco si sconvolge con così poco
Potter, non potresti sopravvivere a una festa tra mangiamorte in cui la
cosa più guardabile è il vomito di Lucius e la
faccia di Bellatrix post-sbornia da gioia per troppi omicidi-
pensò. Si girò verso Silente e socchiuse le
labbra.
“Desiderava
vedermi preside?” domandò con veemenza. Harry si
voltò lentamente, lo osservò e gli ansiti
diminuirono d’intensità. Severus lo
guardò voltarsi di scatto e abbassare il capo.
-Sempre molto sensato
nelle sue reazioni. Mi risponde in
classe con spavalderia, invece quando è con chi potrebbe
licenziarmi se anche
solo respirassi la sua aria, diventa improvvisamente timido. Come suo
padre,
tra l’altro. Prima mi appendeva per le mutande, mossa sicura
per farmi uccidere
dagli altri Serpeverde umiliati dalla mia debolezza e poi mi salvava da
un lupo
mannaro che sono riuscito a tenere a bada persino tenendo le mani
dietro la
schiena per proteggere la so-tutto-io- rifletté.
“Ah Severus,
temo non si possa aspettare” disse alzando la
voce Silente. Si voltò sgranando gli occhi dietro gli
occhialini a mezzaluna e
avanzò, avvicinandosi al resto del gruppo.
“Neanche fino a
domattina”. Le lunghe ciocche grigie del
mago più vecchio oscillarono.
“Altrimenti
saremo tutti vulnerabili” mormorò e la voce gli
tremò. Severus strofinò la lingua contro il
palato e strinse le labbra fino a
farle sbiancare.
-E visto che siamo
vulnerabili, con la scusa di stargli
lontano, lascia tutti gli studenti in balia del signore oscuro. Un
piano
geniale, come pensare che Potter, che non riesce a imparare una cosa
semplice
come fare una pozione, riesca addirittura a chiudere la mente ad
assalti
esterni-. Si voltò verso Harry e lo guardò
appoggiare il mento sul petto.
-Certo, ci
riuscirà tutti i giorni- pensò ironico.
Ringrazio anche solo chi
legge.
Dedicato a: Lunadistruggi, Loreparda, Aven90 e
laragazzache_amascrivere che
l'avevano recensita. Partecipa al fan fiction
challenge:
Pairing: Harry/Luna
Prompt: corridoio
Lanciata da Roberta Fanwriter
Confusioni d’amore
“Luna, tra un po’ scatterà il
coprifuoco. Non puoi farti trovare ancora alzata. Siamo usciti dalla
stanza delle necessità un’ora fa” disse
Harry. Si spostò di lato evitando un patronus a forma di
coniglio che saltò e diventò una striscia
argentea luminosa ed evanescente. La bionda si mise una ciocca bionda
dietro l’orecchio e sorrise. Si toccò un ravanello
che le faceva da orecchino e le iridi azzurre le brillarono.
Alzò il capo verso l’alto e guardò a
destra e a sinistra. Si avvicinò al giovane, si
alzò sulle punte e lo baciò sulle labbra. Potter
fece un passo indietro sbattendo contro il muro del corridoio,
abbassò le sopracciglia e strinse i pugni. Luna si
leccò le labbra, si rimise ben ritta e
indietreggiò, sporgendo il labbro inferiore.
Harry si toccò le labbra e avvampò,
chinò il capo e si mordicchiò il labbro. Si
sollevò gli occhiali, inspirò ed
espirò alzando il capo.
“Luna, io per te non provo quello che pensi per te. Sei la
mia più cara amica insieme ad Hermione, siete due sorelle
per me, ma nient’al …” spiegò
il moro. Lovegood saltellò sul posto, alzò una
gamba e continuò a saltellare sull’altra. Sorrise
e piegò di lato il capo.
“Lo sapevo che amavo Neville! Erano i dratitulli a
confondermi le idee” sancì. Harry
sgranò gli occhi versi e socchiuse la bocca. Scosse il capo,
la richiuse e si sporse in avanti vedendo la giovane infilarsi degli
occhiali appariscenti.
“C … che … che …”
balbettò. Luna si staccò dalla parete di pietra e
si voltò, iniziando a camminare verso il dormitorio.
“Domani a lezione ti dirò cosa sono. Sono convinta
che insieme ai Nargilli confondano anche te sulla persona da amare, ma
è semplice. Basta baciare quella sbagliata”
spiegò.
Ringrazio anche solo chi
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Dedicata a: Write00 che l'aveva recensita.
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Pairing: Luna/Ginny
Prompt: negli occhi di Harry si riflettono i tuoi
(madadovecavoloèuscito)
Lanciata da Roberta Fanwriter
Viaggio in treno
Luna sfece una coda di cavallo e c’infilò la
bacchetta per tenerla dritta, la collana di tappi di bottiglia in
sughero le sbatteva contro il collo. Alzò e
abbassò i piedi appoggiati sulla zona testa del sedile del
treno e guardò il pavimento, l’espresso
tremò e gli orecchini a forma di rapanello le tremarono.
Ginny ridacchiò.
“Certo che il Cavillo è proprio unico!”
sancì Ginny. Tolse il vetro dalla pagina del giornale, lo
mise in tasca e chiuse il volumetto.
“Certo, lo scrive mio padre” ribatté la
bionda. La Weasley chinò il capo e socchiuse gli occhi.
“Allora, come va con Neville?” domandò.
“Grazie ai miei occhiali ho ritrovato il suo rospo, i
nargilli si divertono proprio a farglielo scomparire e credo abbia uno
scordellino nella testa, ecco perché dimentica
tutto” spiegò. L’amica si
alzò dal sedile, appoggiò il giornale su di esso
e s’inginocchiò. Gattonò fino a
Lovegood e chinò il capo, i capelli rossi le mulinarono
intorno al viso.
“Vorrei avere il tuo coraggio e la tua simpatia”
mormorò.
“No, tuoi vuoi il cuore di Harry, ma non devi temere, lo hai
già” disse Luna. Ginny avvampò alle
guance, facendo risaltare le efelidi e sulle orecchie.
“Non temere, negli occhi di Harry si riflettono i
tuoi” sussurrò Luna.
“Stai
lontano da Potter, lo porterai sulla cattiva strada! Quel ragazzo
è già
abbastanza indisciplinato così com’è,
se segue i tuoi consigli si farà
ammazzare!” gridò Severus. Strinse un pugno e
rabbrividì, si appoggiò alla
porta della stanza e aggrottò le sopracciglia. Sirius
alzò il capo, sospirò e
lo abbassò nuovamente. Scosse la testa e si leccò
le labbra.
“E’
uguale a
suo padre Mocciosus, non puoi rinchiuderlo in una gabbia”
mormorò con voce
roca.
“Harry
non è
James!” gridò il professore di pozioni.
“Non
è
nemmeno Lily! Parla chiaro mellifluo di un Serpeverde! Entrambi lo
difendiamo
solo per chi è figlio!” ribatté alzando
la voce Black. Sgranò gli occhi,
rabbrividì e si tappò la bocca. Piton
abbassò il capo e strinse le labbra fino
a farle sbiancare.
“A
furia di
stare qui stai uscendo pazzo. Che io lo faccia ha senso, ma che questi
ragionamenti li faccia tu è orribile”
sibilò. Si voltò, aprì la porta e
uscì
sbattendosela alle spalle. Sentì gli occhi bruciare,
accelerò il passo e scese
le scale velocemente. Avanzò verso l’uscita,
sentì delle urla femminili poco
più avanti. Sbatté contro la Mcgranitt e cadde a
terra con un tonfo. Minerva si
sollevò gli occhiali, si voltò verso la stanza
oltre la quale Silente stava
discutendo con Remus e si girò di nuovo. Allungò
la mano porgendola a Piton. Il
professore digrignò i denti, la strinse e si diede la spinta
ad alzarsi. Minerva
sgranò gli occhi vedendo il viso del collega ricoperto di
lacrime.
“Misericordia
Severus, cosa vi è …”
sussurrò. Piton la superò dirigendosi verso la
porta.
“Mi
scusi”
mormorò. Minerva si voltò, lo afferrò
per il braccio e lo fermò.
“Devi
superare l’orgoglio, o questo ti continuerà solo a
fare male” sussurrò. Piton
strattonò il braccio.
“Se
metterò
da parte i vecchi rancori non sarà mai per il mio bene, ma
solo per quello di
un ragazzo innocente” ribatté.
Ringrazio
anche solo chi legge.
Dedicata a: Lunadistruggi che l'aveva recensita.
Partecipa alla fanfiction challenge.
Pairing:
Minerva/Severus.
Prompt:
Sorridi ogni giorno.
Lanciata
da Silvia Giorgetti (LittleHarmony13)
La serpe e il
granito
“Questo
dovrebbe essere il ritrovo dell’Ordine della Fenice, non
l’angolo natalizio
della famiglia Weasley” si lamentò Piton.
Digrignò i denti e si piegò, versando
il the nella tazza accanto alla sua. Dal piano di sopra si sentirono le
zoccolate di Fierobecco.
“Alla
fine
di tutto questo spero che non vorrà togliere punti a
Grifondoro. Ciò che
avviene fuori dalla scuola non deve ripercuotersi sugli
studenti” ribatté la
McGranitt. Strinse le labbra fino a renderle una striscia invisibile.
Severus
annuì e verso il the anche nella propria tazza. Il viso era
incavato e gli
occhi sporgenti erano circondati da occhiaie.
“Quello
che
non dovrebbe cambiare da fuori a dentro l’istituto dovrebbero
essere le sue ore
di sonno”. Aggiunse la professoressa di Trasfigurazione.
“Non
riposo
bene” sussurrò con voce roca
l’insegnante di pozioni.
“C’è
una
cosa che il professor Silente mi ripete spesso e voglio girarle il
consiglio. Sorrida
ogni giorno e la notte le sorriderà” disse. Piton
ridacchiò e i capelli unticci
gli aderirono al viso.
“Sorridi ogni giorno, sì,
è decisamente
sua” borbottò.
Dedicato a: Lunadistruggi, Fedies, Jude88, Princess Monster,
Angel_and_demons e
LadyRhaenys_Targaryen che l'aveva
recensito.
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Personaggi:
Lucius Malfoy;Narcissa (Black)Malfoy
Prompt: La
prima volta che la vidi la scambiai per un quadro, talmente era bella.
La seconda
volta che la vidi, mi sorrise e io la scambiai per la donna della mia
vita.
Fu una
magnifica sorpresa constatare quanto avessi, come sempre, ragione.
Il
covo delle serpi
“I
capricci del nostro signore non dovrebbero
spaventarti visto che hai giornalmente a che fare con quelli di tua
moglie”
disse acido Piton. Chiuse il libro, accavallò le gambe e
appoggiò il testo sul
ginocchio. Lucius accentuò il sorriso, piegò di
lato il capo facendo oscillare
il lungo codino e socchiuse gli occhi.
“Al
contrario, Narcissa è una compagna valida degna
di un uomo di classe come me” rispose. Appoggiò la
schiena contro lo schienale
della poltrona di seta e vi sprofondò.
Piton
uscì la bacchetta e fece levitare il libro
fino al suo posto nella libreria. Si voltò e fece sollevare
una bottiglia di
vino, la stappò e verso il liquido rosso in un bicchiere di
vetro cesellato.
“Mi
ricordo che la sua voce stridula risuonava per
tutto il nostro ritrovo” ribatté Severus. Lucius
aumentò la stretta sul manico
del bastone nero e lo appoggiò a terra.
“Io
ho diversi ricordi. La prima volta che la vidi
la scambiai per un quadro, talmente era bella”
spiegò. Le narici di Piton si
dilatarono e alzò lo sguardo osservando il soffitto.
-Bella
e vuota, la sua oca- pensò.
“La
seconda volta che la vidi, mi sorrise ed io la
scambiai per la donna della mia vita”. Proseguì
nella spiegazione Malfoy. Si
sporse e afferrò il bicchiere intento a levitare verso di
lui.
-E
lei per un conto in banca che potesse accrescere
già il proprio- si disse Piton, riempiendo un altro
bicchiere.
“Fu
una magnifica sorpresa costatare quanto avessi,
come sempre, ragione”. Concluse Lucius. Piton sorrise.
“Certamente”
sussurrò. Alzò il calice e aumentò il
sorriso.
“Brindiamo
a quest’unione”. Aggiunse.
-Così
quando sarai abbastanza ubriaco, mi passerai
informazioni importanti per l’ordine- pensò.
Ringrazio anche solo chi
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Dedica a: Lunadistruggi, Smilemika e Princess Monster che l'avevano
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Personaggi:Lucius Malfoy, Narcissa Black Malfoy
Prompt: porcellana cinese, girasole
Amore Malfoy
Narcissa si passò il trucco verde scuro sugli occhi.
Sentì una mano fredda sulla spalla e sentì
qualcuno scostarle i capelli. Si girò e sorrise, guardando
il viso del marito. Lucius le accarezzò la guancia, si
piegò e appoggiò le proprie labbra su quelle
rosso fuoco della moglie. La donna gli sbottonò la camicia,
passò le dita affusolate delle piccole mani pallide sul suo
petto.
“Draco mi ha detto che hai scacciato la sarta,
oggi” disse l’uomo. Accarezzò le spalle
della moglie e le diede un bacio sulla fronte. Narcissa sorrise e si
alzò in piedi, la gonna argentea le scivolò sulle
gambe nivee.
“Mi aveva confezionato un vestito orribile! Uno scialbo abito
color girasole che mi faceva sembrare la pelle come quella di un
morto” spiegò. Lucius le passò una mano
tra i lunghi capelli biondi leggermente più scuri dei propri.
“Se ci fossi stato io, l’avrei cruciata.
E’ il più grave dei peccati offendere la tua pelle
di ceramica cinese, mia sposa” mormorò con voce
suadente.
Severus socchiuse gli
occhi, guardò Ron steso nel letto. La figura del rosso era
coperta sulla sinistra da quella di Harry, in piedi accanto al
giaciglio. Il professore socchiuse gli occhi e vide la figura della
Granger in ombra.
-Tipico del signor Weasley finire avvelenato quando dovrebbe essere a
letto da ore, per la curiosità insana di Potter. Se fosse
per me, appena rimessi li spedirei in punizione, ma sarebbe chiedere
troppo- pensò. Silente gli passò a fianco e si
mise accanto alla Mc Granitt. Si voltò verso Harry.
“Ottima idea Potter, usare un Besoar” si
complimentò. Si girò verso Lumacorno.
“Sarai molto fiero del tuo allievo, Horace”.
Aggiunse. Piton dilatò le narici.
-Come se non fossi stato io il vecchio professore di pozioni di
quell’asino e non fosse solo merito mio che
gliel’ho fatto entrare in quella testaccia vuota dove volano
i boccini- pensò.
“Ah ... sì, molto fiero …”
balbettò Lumacorno con voce impastata. Piton si
girò guardando l’uomo dietro di sé e
fece un passo di lato.
-Mi avevano detto apprezzasse i liquori, non che fosse un ubriacone
incapace d’intendere e di volere. In questa scuola trovare un
collega competente è meno facile che incontrare troll di
caverna e cani giganti. Mi chiedo perché mi ostino a
rimanerci- rifletté.
“Credo che siamo d’accordo. Le azioni di Potter
sono state eroiche”. S’intromise la Mc Granitt, la
sua voce decisa risuonò nell’infermeria. Piton si
girò e tornò a guardare il viso ingrigito di Ron.
-Se Potter distrugge un bagno è eroico, se va in giro di
notte è eroico, se infrange tutte le leggi è
eroico. Promemoria, togliere quattrocento punti a Grifondoro prima di
cena. Meglio anticipare i punti che pioveranno su quella casata di
raccomandati- si disse Severus. Guardò Harry tremare
guardando con gli occhi incavati a destra e a sinistra.
“La domanda è perché si sono rese
necessarie”. Aggiunse l’insegnante di
Trasfigurazione. Piton guardò Silente passargli davanti e
s’irrigidì.
“Già, perché”
sussurrò il preside. Raggiunse il nuovo professore di
pozioni e gli tolse la bottiglia ancora quasi del tutto incartata che
teneva stretta a sé.
“Questa ha l’aria di essere un regalo Horax. Non
ricordi chi ti ha dato questa bottiglia?” domandò.
Se la portò alle labbra e la annusò.
-Certo che è un grande attore. Sa benissimo chi lo vuole
morto e perché, eppure fa l’investigatore a
scapito delle vite dei nostri studenti- rifletté Piton.
“Che a proposito ha un delicatissimo gusto di liquirizia e
ciliegia, se non è contaminata dal veleno”
spiegò Silente. I capelli bianchi lunghi, leggermente
ingrigiti, risaltavano sulla sua casacca grigio topo.
Harry si spostò facendo vedere Ginny. La sorella di Ron si
voltò e i capelli rossi sbatterono contro il sedile della
sedia bianca su cui era seduta. Guardò Silente con aria
pallida, sgranando gli occhi.
-Sì, lo so, qui tuo fratello muore e lui pensa alla
liquirizia. C’è di peggio. Può pensare
ai ghiaccioli al limone mentre tutte le ossa vi si spezzano, con me
l’ha fatto- rifletté Piton. Allungò il
braccio e afferrò la bottiglia avvelenata, portandosela al
petto. Annusò a sua volta e sentì
l’odore pungente del veleno.
Severus
guardò Silente coricato nel proprio letto. Lo
osservò rigirarsi e gli rimboccò la coperta,
socchiudendo gli occhi.
“Resisti,
tra un po’ queste sofferenze cesseranno”
sussurrò. Si sentì in lontananza il tonfo del
platano picchiatore e sospirò. Si
sedette sul bordo del letto, accanto ai piedi di Albus.
“Perché?
Perché ti sei messo quell’anello? Contiene una
maledizione, sono sicuro che lo
sapevi. Perché ti sei azzardato anche solo a
toccarlo?” domandò Severus. Si
voltò e guardò l’anello di Orvoloson
Gaunt appoggiato sulla scrivania, accanto
all’elsa della spada di Grifondoro. Silente gemette di dolore
e il labbro
inferiore gli tremò.
“Io…sono
stato uno sciocco. Terribilmente tentato…”
biascicò. Severus strinse un pugno e
se lo sbatté contro la coscia.
“Tentato
da
cosa?!” gridò. Tirò fuori una boccetta
dalla tasca, la stappò e la passò
all’anziano.
Silente la afferrò con mano tremante, se la portò
alle labbra screpolate e la
sorseggiò.
“E’
un
miracolo che tu sia riuscito a tornare qui! Quell’anello
conteneva una
maledizione di straordinaria potenza e possiamo solo sperare di
limitare il
danno; l’ho circoscritta a una sola mano, per il
momento…” lo rimproverò
Severus. Silente sorrise, rivoli di sudore gli scendevano lungo il viso.
"Ottimo
lavoro, Severus. Quanto tempo credi che mi resti?”
domandò. Alzò il moncherino
nero della mano bruciata e lo osservò.
“Non
lo so,
forse un anno. Non c’è modo di bloccare per sempre
un incantesimo del genere.
Si diffonderà, alla fine, è il tipo di
maledizione che si rafforza col tempo”
mugolò Piton. Silente accentuò il sorriso.
“Sono
fortunato, molto fortunato, ad avere te, Severus”
sussurrò gentilmente.
“Se
solo mi
avessi mandato a chiamare prima, forse avrei potuto fare di
più, guadagnare più
tempo” mormorò Severus. Incassò il capo
tra le spalle ed espirò rumorosamente.
“Credevi che
infranto l’anello avresti infranto
la maledizione?” chiese. Silente si voltò e
guardò il piumaggio vermiglio della
sua fenice.
“Qualcosa
del genere…deliravo, non c’è
dubbio…” rispose. Raddrizzò la schiena
gemendo
ripetutamente di dolore.
“Bè,
insomma, questo rende le cose molto più semplici”
sussurrò. Si appoggiò allo
schienale della poltrona, tentando nuovamente di sorridere.
“Mi
riferisco ai progetti di Lord Voldemord su di me. Il suo pian per farmi
uccidere da quel povero di Malfoy” sussurrò con
voce roca. Piton sentì gli
occhi diventare liquidi.
-Il
mio
povero figlioccio- pensò.
“Il
Signore
Oscuro non si aspetta che Draco ci riesca. E’ solo una
tortura per i genitori
di Draco, che lo guarderanno fallire e pagare per questo”
mormorò con voce rauca.
“In
breve,
il ragazzo ha sul capo una sentenza di morte sicura quanto la
mia” ribatté
Silente. Piton guardò il proprio riflesso nei suoi occhiali
a mezzaluna.
“Ora,
suppongo che il naturale erede del compito, quando Draco
avrà fallito, debba
essere tu”. Aggiunse Silente. Piton arcuò la
schiena e annuì.
“Credo
che
questo sia il piano del Signore Oscuro” ammise. Severus si
passò la mano nei
corti capelli neri unti.
“Lord
Voldemort prevede un momento nel prossimo futuro in cui non
avrà bisogno di una
spia a Hogwarts? Ho la tua
parola che farai tutto
ciò che è in tuo potere per proteggere gli
studenti di Hogwars?”. Lo incalzò di
domande Silente. Severus annuì e Silente congiunse la punta
delle dita.
“Bene.
Allora. La tua priorità è scoprire che cosa sta
facendo Draco. Un ragazzino
spaventato è pericoloso per sé e per gli altri.
Offrigli il tuo aiuto e la tua
guida, dovrebbe accettare, tu gli piaci…” gli
ordinò.
“…molto
meno da quando suo padre non è più
nelle grazie del Signore Oscuro. Draco attribuisce la colpa a me, crede
che
abbia usurpato la posizione di Lucius” rispose Severus.
-Mi
stavo
affezionando troppo ai Malfoy- rifletté. Silente
tornò a guardarsi il
moncherino, piegandolo a destra e a sinistra.
“Comunque
devi tentare. Sono meno preoccupato per me stesso che per le vittime
accidentali dei piani che potrebbe architettare il ragazzo. In
definitiva, c’è
solo una cosa da fare, se vogliamo salvarlo dall’ira di Lord
Voldemord” esplicò.
“Vuoi
lasciare che ti uccida?” domandò Severus con tono
sardonico, inarcando le
sopracciglia. Silente strinse le labbra fino a farle sbiancare e si
voltò,
facendo riflettere le iridi color ebano di Severus nelle sue
blu-fiordaliso.
“Certo
che no. Devi uccidermi tu” ordinò secco. Severus
ridacchiò, estrasse
la bacchetta e la ondeggiò davanti al viso
dell’anziano.
“Vuoi che lo
faccia subito?”chiese ironico.
Abbassò la bacchetta impugnandola con più forza.
“O
hai
bisogno di qualche istante per comporre il tuo epitaffio?”.
Aggiunse. Silente
gli sorrise.
“Oh,
non
ancora. Oserei dire che il momento giusto si rivelerà a
tempo debito.
Considerando quanto è successo stanotte” rispose
gentilmente. S’indicò il
moncherino dell’arto raggrinzito.
“
… possiamo
essere certi che accadrà entro un anno”. Concluse.
Severus impallidì e si alzò
in piedi.
“Se
non ti
importa di morire, perché non lasci che sia Draco a
ucciderti” ringhiò. Silente
sospirò e negò con il capo.
“L’anima
di
quel ragazzo non è ancora così guastata. Non
voglio che si spezzi per colpa
mia” rispose suadente. Le gambe di Severus tremarono e Potion
Master si
appoggiò alla scrivania con entrambe le mani.
“E
la mia
anima, Silente? La mia?” pigolò.
“Tu
solo sai
evitare a un vecchio sofferenza e umiliazione anche se sarà
un danno per la tua
anima” rispose secco Silente. Si piegò in avanti e
gli mise la mano sana su una
delle sue.
“Ti
chiedo
questo grandissimo favore, perché la mia morte si avvicina,
quanto è certo che
i Cannoni di Chudley quest’anno finiranno ultimi in
classifica” lo implorò.
Aumentò la stretta.
“Ti
dirò che
preferisco una dipartita rapida e indolore all’operazione
lunga e cruenta che
risulterebbe se, per esempio, se ne occupasse Fenrir
Greyback…ho sentito che
Voldemort lo ha reclutato. O la cara Bellatrix, a cui piace giocare con
il cibo
prima di mangiarlo”. Aggiunse. Severus si mise in ginocchio,
ricambiò la
stretta e annuì.
“Grazie,
Severus” bisbigliò Silente.
Severus
sospirò, guardò la luce della luna che
filtrava dalla finestra e una lacrima gli rigò il viso.
“Questo
è un patricidio
che non avrei voluto commettere” bisbigliò.
Ringrazio anche solo chi
legge.
Dedica a: Belle, Lunadistruggi, Princess Monster che l'avevano
recensita.
Partecipa alla fanfiction challenge:
Personaggi: Narcissa, Severus
Prompt: lo aveva fatto perché, nonostante tutto, in quella
strega vedeva una grande donna.
Best friend poisonous
“Ora capisco perché vieni spesso qui”
disse Lucius. Si sedette sull’erba e alzò il capo,
la luce del sole filtrava attraverso le foglie illuminando il viso
pallido. Severus chiuse gli occhi e inspirò,
sentì una fitta all’altezza del cuore e le mani
gli affondarono nella terra.
“L’erba fresca, un’oasi in questa
decadente città babbana” disse Malfoy. Piton si
sdraiò e sentì l’umidità
filtrare attraverso la sua casacca nera.
“Sei venuto qui per fare il poeta?” chiese.
-Come se non dovessi trovare chili di ciarpame di quel tipo nelle
pergamene sotto i banchi di quei bambocci di ragazzini che sono
convinti di essere i primi ad aver provato scialbi sentimenti scambiati
per amore- rifletté. Lucius appoggiò il bastone
sulle gambe e sospirò.
“Narcissa ha ammesso del Voto infrangibile, ti devo la vita
di mio figlio” mormorò con voce roca.
“Tutto sommato, l’ho fatto perché in tua
moglie vedo una grande donna, ma non farmene pentire con scuse
poetiche. La colazione l’ho gradita, vorrei non doverla
vomitare” sibilò Piton. Lucius scoppiò
a ridere e scosse il capo.
“Questo è quel che mi merito per aver scelto come
migliore amico una serpe più velenosa di me”
borbottò.
Partecipa alla fanfiction challenge II:
Personaggi: Lucius Malfoy, Narcissa Black, Severus Piton.
Prompt: Desiderio di pace.
Partecipa all’Easter egg days.
Prompt: Domanda fondamentale sulla vita, sull’universo e su
tutto quanto
L’acidità di Piton
Lucius si grattò la barba incolta e
sospirò.
“Qual è il senso di una vita passata in carcere?
Questo universo è impazzito. Il nostro signore da faro, ora
mi appare folle e nel mio cuore c’è solo un gran
desiderio di pace” sussurrò con voce rauca.
Severus si sollevò le maniche della lunga tunica nera,
allungò il braccio afferrando la testa di Lucius e gli
infilò il capo nella bacinella d’acqua. Narcissa
versò l’acqua calda contenuta dentro una pentola
sopra il capo del marito, annerendo l’acqua della bacinella e
facendoci finire lo shampoo. Lucius rialzò il capo e
tossì rumorosamente. Piton gli lasciò il capo, si
voltò, raggiunse l’asciugamano del bagno e si
asciugò le mani.
“Si può sapere il vero motivo per cui siete
venuti? O era per obbligarmi a sentire le domande fondamentali sulla
vita, sull’universo e su tutto quanto di Lucius?”
domandò con tono acido. Narcissa passò
l’asciugamano sul capo del marito, asciugandogli i capelli.
“Bellatrix ci fa vivere nella costante minaccia del signore
oscuro” spiegò. Severus raggiunse la porta del
bagno e vi si appoggiò, guardando i capelli arruffati del
migliore amico.
“Se vi può consolare, ho trovato io una risposta
di senso profondo che mi porta pace” disse.
Ghignò, socchiuse gli occhi e le iridi nere brillarono di
riflessi grigiastri.
“L’unica cosa che può annientare i
perfetti lisci di Lucius è la paura”
sussurrò, passandosi la mano tra i capelli neri unti.
Severus si
appoggiò al tronco di un albero, guardando la luce
aranciata del sole illuminare gli alberi della foresta proibita.
”Che
cosa fate tu e Potter, tutte quelle sere che vi
rinchiudete insieme?” domandò secco. Silente
aprì e chiuse il moncherino
bruciato e sospirò.
“Perché?
Non vorrai infliggergli altre punizioni, Piton? Tra
poco quel ragazzo passerà più tempo in castigo
che fuori” ribatté serio.
Severus sporse il labbro inferiore e si passò la mano tra i
corti capelli neri.
“E’
tutto suo padre …” borbottò
giustificandosi. Silente gli
tirò un colpetto sulla nuca con la mano sana e
sospirò.
“Nell’aspetto,
forse, ma la sua natura profonda è più simile
a quella di sua madre. Trascorro del tempo con Harry perché
ho faccende di cui
devo parlare con lui, informazioni che gli devo passare prima che sia
troppo
tardi” ribatté. Severus conficcò il
piede nel fango e sospirò.
“Ti
fidi di lui…e non di me” brontolò.
Silente ridacchiò e
scosse il capo.
“Non
è questione di fiducia. Come entrambi sappiano, ho
pochissimo tempo. E’ fondamentale che trasmetta al ragazzo
abbastanza
indicazioni perché possa fare quello che deve”
spiegò. Severus si staccò dal
tronco dell’albero e avanzò. Girò
intorno al mago anziano, inarcando un
sopracciglio.
“E
perché io non posso avere le stesse indicazioni?”
chiese.
Silente lo vide fermarsi dinnanzi a lui e lo guardò in viso.
“Preferisco
non affidare tutti i miei segreti a una sola
persona, soprattutto non a una che trascorre tanto tempo accanto a Lord
Voldemort” spiegò.
“Lo
faccio su tuo ordine!” borbottò.
“E lo
fai molto bene. Non credere che sottovaluti il pericolo
costante a cui ti esponi, Severus. Passare a Voldemort quelle che
sembrano
informazioni preziose nascondendo l’essenziale è
un compito che non affiderei a
nessun’altro che a te” lo lusingò
Silente. Severus si mordicchiò il labbro
inferiore ed espirò dalle narici.
Eppure confidi
molto di più in un ragazzo incapace in
Occlumanzia, la cui magia è mediocre e che ha un legame
diretto con la mente
del Signore Oscuro” ringhiò. Silente
sollevò il capo e roteò gli occhi.
“Voldemord
teme quel legame” ribatté. Abbassò lo
sguardo e
fissò Severus.
“Non
molto tempo fa ha avuto un piccolo assaggio di cosa
significa per lui condividere la mente di Harry. Un dolore che non
aveva mai
provato. Non cercherà ancora di possedere Harry, ne sono
certo. Non in quel
modo” spiegò. Severus aprì la bocca, la
richiuse e sbatté le palpebre.
“Non
capisco” ammise. Silente si grattò un sopracciglio
e
corrugò la fronte.
“L’anima
di Lord Voldemort, mutilata com’è, non sopporta un
contatto stretto con un’anima come quella di Harry. Come una
lingua
sull’acciaio ghiacciato, come la carne nel
fuoco…”.
“Anima?
Stavamo parlando di menti!” lo interruppe Severus.
Silente gli appoggiò la mano sana sulla spalla.
“Nel
caso di Harry e Lord Voldermort, parlare di una è
parlare dell’altra” sussurrò.
Guardò a destra e a sinistra ed espirò.
“Dopo
che mi avrai ucciso, Severus…”. Iniziò.
Severus si
scostò, indietreggiando.
“Tu
rifiuti di dirmi tutto, ma ti aspetti da me quel favore
da nulla!” sibilò sarcastico. Si voltò,
incrociando le braccia.
“Dai
molto per scontato, Silente! Forse ho cambiato idea!”
ringhiò. Silente lo afferrò per un braccio e lo
fece voltare.
“Mi
hai dato la tua parola, Severus. E già che stiamo
parlando dei favori che mi devi, mi pareva che tu avessi promesso di
tenere
d’occhio il tuo giovane amico
Serpeverde…” disse secco, indurendo il tono.
Piton abbassò il capo e annuì, sospirando.
“Vieni
nel mio studio stanotte, Severus, alle undici, e non
ti lamenterai più che non ho fiducia in
te…” sussurrò Silente.
Silente
avanzò, raggiunse gli scaffali pieni di libri e
tornò
indietro. Proseguì avanti e indietro una decina di volte
nella stanza.
“
… Harry non deve sapere, fino all’ultimo,
finché non sarà
necessario, altrimenti come potrebbe avere la forza di fare
ciò che deve essere
fatto?” domandò. Severus sollevò un
sopracciglio e si appoggiò allo schienale
della sedia.
“Ma cosa deve fare?”
domandò. Silente dimenò la mano sana davanti al
proprio viso.
“Questo
resta fra me e lui” rispose. Incrociò le braccia e
chinò il capo.
“Adesso
ascoltami bene, Severus. Verrà il momento, dopo la
mia morte…”.
Severus
aprì la bocca
e Silente gli mise l’indice sulle labbra.
“…non
discutere, non interrompermi! Verrà il momento in cui
Lord Voldemort temerà per la vita del suo
serpente” spiegò. Severus spalancò
bocca e occhi.
“Nagini?”
domandò. Silente annuì.
“Precisamente.
Se Lord Voldemort cesserà di mandare Nagini a
eseguire i suoi ordini, ma la terrà al sicuro accanto a
sé, sotto protezione
magica, allora credo che sarà bene dirlo a Harry”
spiegò. Severus chiuse un
occhio e si passò l’indice sopra di esso.
“Dirgli
cosa?” chiese. Silente chiuse gli occhi e sospirò.
“Dirgli
che Lord Voldemort cercò di ucciderlo e Lily si
interpose la propria vita tra di loro come scudo…”
rispose abbassando la voce.
Severus impallidì e strinse i pugni.
“…
l’Anatema che Uccide gli rimbalzò addosso: un
frammento
dell’anima di Voldemort fu violentemente separato e si
agganciò alla sola anima
vivente rimasta nella casa che crollava. Parte di Lord Voldemort vive
dentro
Harry, ed è questa che gli dà il potere di
parlare con i serpenti e un legame
con la mente di Lord Voldemort che non ha mai compreso”.
Proseguì Silente.
Piton fu colto da un capogiro e deglutì a vuoto.
“E
finché quel frammento di anima, di cui Voldemort non
sente la mancanza, resta aggrappato a Harry e da lui protetto, Lord
Voldemort
non può morire”. Concluse Albus. La vista di
Severus si oscurò e il pozionista
s’irrigidì.
“Quindi
il ragazzo…il ragazzo deve morire?”
domandò con voce
roca. Strinse gli occhi e Silente annuì.
“E
deve ucciderlo Voldemort in persona , Severus. Questo è
fondamentale” rispose. Severus si alzò in piedi,
facendo cadere la sedia con un
tonfo a terra e sgranò gli occhi.
“Credevo…in
tutti questi anni…che lo proteggessimo per lei.
Per Lily” balbettò. Silente si leccò le
labbra e si voltò, dandogli le spalle.
“L’abbiamo
protetto perché era essenziale dargli
un’istruzione, crescerlo, fargli mettere alla prova le
proprie forze” spiegò,
tenendo lo sguardo chino. Chiuse gli occhi e si voltò,
mantenendo la testa
bassa.
“Nel
frattempo il legame tra i due diventa sempre più forte,
una crescita parassitica: a volte ho pensato che lui stesso lo
sospetti. Se lo
conosco, avrà fatto di tutto perché, quando
deciderà di andare incontro alla
morte, questa sia davvero la fine di Voldemort”. Severus
tirò un calcio alla
sedia caduta.
“L’hai
tenuto in vita perché possa morire a momento
giusto?”
domandò. Silente riaprì gli occhi.
“Non
esserne stupito, Severus. Quanti uomini e donne hai
visto morire?” chiese. Piton tirò un calcio
più forte alla sedia e la guardò
rotolare sul pavimento.
“Di
recente, solo quelli che non sono riuscito a salvare”
rispose. Il sangue scese dalle ferite a mezzelune che le sue unghie
avevano
aperto sul dorso delle mani.
“Tu mi
hai usato” sussurrò. Si
sedette per terra ed espirò rumorosamente.
“Ho
fatto la spia per te, ho mentito per te, ho corso rischi
mortali per te. Adesso mi dici che l’hai allevato come una
bestia da
macello…”mormorò. Silente sorrise e gli
si avvicinò.
“Ma è commovente,
Severus. Ti sei affezionato al ragazzo, dopotutto?” chiese.
Severus si alzò in
piedi, digrignò i denti ed estrasse la bacchetta.
“A lui?! Expecto
Patronum!” gridò. Dalla punta
della sua bacchetta uscì una cerva, che atterrò
sul pavimento dello studio,
spiccando un balzo e uscendo fuori dalla finestra. Le iridi di Silente
divennero liquide e una lacrima gli rigò il volto.
Dedicato a: Lunadistruggi e lamiaLuna36 che le
avevano recensite.
Father and son
Draco si sedette
sull’erba, allungò una mano e accarezzò
la
testa del pavone. Questo aprì la ruota bianca, fece due
volte dei versi
striduli e sporse il collo lungo. Il ragazzino abbracciò
l’animale e chiuse gli
occhi, le occhiaie scure sotto i suoi occhi erano gonfie. La bestia gli
ticchettò sulla spalla con il becco. Lucius
avanzò verso il figlio, sentì delle
fitte al cuore osservando i tagli sulla guancia destra e sulla fronte
del
ragazzino. Si sedette accanto a lui e gli mise una mano sulla spalla.
“Vieni dentro,
sta per arrivare tua zia” sussurrò con voce
rauca. Il più giovane Malfoy lasciò andare il
pavone e si voltò, alzando la
testa verso il genitore.
“Padre”
biascicò e sentì la gola pizzicare. Lucius lo
abbracciò e chinò il capo, i capelli sporchi e
arruffati gli finirono davanti
al viso.
“Mi dispiace per
tutto questo. Non volevo che mi seguissi
nel baratro, perdonami” lo supplicò. Draco strinse
con forza gli occhi e si
appoggiò al petto del genitore. L'animale richiuse la coda,
tirò indietro la testa, si voltò e si
allontanò raspando il terreno con le unghie. Lucius
guardò il viso del figlio, le fitte al petto si fecero
più forti.
-Il mio bambino,
com'è cambiato, come si è fatto coraggioso-
pensò.
“Narcissa
sei
consapevole che a questa tarda ora desidererei
riposare?” domandò Lucius. Osservò
le
ciocche bianche sui capelli biondo platino della moglie illuminate
dalla luce
che proveniva dalla bacchetta levitante, chiuse gli occhi e si
appoggiò alla
spalliera color amaranto del letto. Si sentì il fragore di
un tuono fuori dalla
finestra che coprì il ticchettare della poggia sul vetro.
Allungò le gambe
sotto le coltri nere strofinando contro il lenzuolo che copriva il
materasso.
“Resisti
ancora
un po’, caro. Nostro figlio vuole sapere
come finisce la storia” rispose la donna. Lucius si
leccò le labbra ed espirò
dalle narici del naso aquilino.
“Non
ti
dilungare troppo” borbottò. Draco sorrise
guardando
il libro tra le mani della madre, lo afferrò a sua volta con
le dita paffutelle
e si appoggiò al petto della donna. Narcissa sorrise
guardando il bambino e si
voltò verso il foglio.
“Riguardo
al
terzo fratello, la morte lo cercò per molti
anni, ma non fu mai in grado di trovarlo. Solo quando ebbe raggiunto
una
veneranda età, il fratello minore si tolse il mantello
dell’invisibilità e lo
donò a suo figlio. Poi salutò la morte come una
vecchi amica e andò lieto con
lei, congedandosi da questa vita da pari a pari”.
Finì di raccontare. Draco
sporse il labbro inferiore e corrugò la fronte.
“Io
non lo
capisco. E’ stupido che vuole morire?”
domandò.
Lucius aprì un occhio, mugolò e lo richiuse.
“Suvvia
Draco,
più garbato” lo rimproverò. Il bambino
arrossì e la madre gli baciò la testa.
“Arriva
un
momento in cui tutti dobbiamo congedarci da
questo mondo, piccolo mio” spiegò. Draco
sbuffò e chinò il capo.
“Sì,
madre” borbottò.
Lucius sbatté un paio di volte le palpebre,
scuotendo il capo.
“Sei entrato tra
i Mangiamorte perché pensavi fosse il
meglio per mia madre, per degli ideali che sono stati traditi da un
pazzo”
bisbigliò Draco. Lucius prese in braccio il figlio tenendolo
contro di sé.
“E gli sarei
rimasto fedele, se non avesse commesso l’errore
di farvi soffrire” sibilò.
-Ora spero solo che venga
ucciso alla svelta, anche se forse
prima i miei sensi di colpa avranno la meglio sulla mia
sanità mentale- pensò.
Ringrazio
anche solo chi legge.
Partecipa alla fanfiction challenge.
Fandom:Harry Potter
Pairing:Bill/Luna
Prompt:acchiappasogni
Lanciata
da La Morte fidanzata
Acchiappasogni
Bill
si legò
i lunghi capelli rossi, inspirò ed espirò. I
segni sul suo viso tiravano
pulsando. Si strinse la cravatta, si chiuse la giacca nera da sposo e
uscì
dalla camera. Evitò dei festoni, l’odore dei fiori
gli punse le narici e si
girò scendendo le scale. Una degli ospiti del matrimonio gli
sbatté contro,
indietreggiò e si grattò il collo.
“Mi
‘spiace”
sussurrò. Luna alzò il capo, un soffio di vento
le fece sollevare la lunga
gonna giallo girasole.
“I
tuoi
capelli …” sussurrò. Bill
sospirò.
“Sì,
lo so,
ho i capelli lunghi e dovrei tagliarli” disse. Si
grattò dietro l’orecchio e l’orecchino
a forma di corno al lobo oscillò. Lovegood negò
con il capo e sorrise.
“No,
sono il
nido dei Frumanti. Se vuoi che il tuo matrimonio con la tua bella duri
in
eterno devi assolutamente prendere un acchiappasogni o gli incubi che
da notti
ti tormentano vi strapperanno la felicità”
spiegò. Le iridi di Bill si
schiarirono, boccheggiò e si mise di traverso. Scese i
gradini superando Luna,
si rimise dritto e corse via.
-Come
fa a
sapere dei miei incubi?- si domandò. Si fermò
alla fine delle scale, si girò e
vide la ragazza salire saltellando.
-Sarà
un
caso, ma quasi quasi regalerò un acchiappasogni a Fleur- si
disse.
Ringrazio anche solo chi legge.
Dedicato a: Lunadistruggi, Aven90 e Princess Monster che l'avevano
recensita.
Partecipa alla fanfiction challenge:
Personaggi:
Luna Lovegood,
Xenophilius Lovegood (facoltativo), Bill Weasley
Prompt: caccia al tesoro,
tiara, fiducia.
Un
matrimonio movimentato
“Fleur
mi ucciderà! Senza la sua tiara non avrà il
coraggio di
presentarsi all’altare ...”. Bill si
portò le mani al volto e piegò in avanti
il capo, il codino rosso gli scese lungo la spalla e
l’orecchino gli oscillò.
“Beh,
ecco, mi dispiace …” balbettò
Xenophilius. Si piegò e gli
diede qualche pacca sulla spalla.
“E’
un così bel matrimonio, capisco ci tenga. Insomma uno
sfregiato
come lei, è così fortunato ad avere una moglie
tanto bella e … i nargilli sono
gelosi di simili situazioni” biascicò. Bill
rialzò il capo, socchiuse gli occhi
e abbassò le mani.
“Come
scusi?” domandò indurendo il tono.
L’invitato deglutì,
ridacchiò e si grattò la parte superiore
dell’orecchio.
“Non
lo so, sa, i gorgosprizzi mi confondono ai matrimoni”. Si
scusò e la voce gli tremò. Luna
avanzò, superò suo padre e afferrò la
mano di
Bill.
“Sarà
una bella caccia al tesoro perché né gorgosprizzi
né
nargilli possono separarti dalla donna che ami. Fidati”
sussurrò. Bill avvampò e
socchiuse gli occhi.
Ringrazio anche solo chi legge.
Dedicata a: ILoveItBaby; Nitrogen; Class of 13; Bertu e Stephanie86 che
l'avevano recensita.
Partecipa alla fanfiction challenge:
Prompt:
Fandom:
Harry
Potter
Paring:
Dobby/Winky - nonsocomemisiavenutoinmente
Prompt:
calzini.
Prompt:
Death
"Salvi,
siamo tutti salvi" sussurrò Harry. La sua voce si fece
sentire sopra i
versi striduli dei gabbiani e il rumore delle onde che s'infrangevano
contro la spiaggia. L'elfo domestico teneva il capo chino, il
vento gelido gli faceva aderire il vestito grigiastro al corpo
e gli
scarponcini gli affondavano nella sabbia.
"Harry Potter" mugolò con
voce stridula.
"Dobby"
rispose Harry, correndo verso di lui lungo la battigia color cenere, la
superfice umida rifletteva il cielo plumbeo. Potter lo raggiunse
ansimando, zoppicando e con il viso grigio-giallastro. Dobby teneva le
mani a
conca, si guardava dove il pugnale d'argento di Bellatrix era
penetrato, vedendolo coperto per metà dal suo naso adunco
lungo una
mano. Harry allargò le braccia e l'elfo domestico ricadde
riverso tra
essa, con la testa rivolta verso l'alto gemendo di dolore con un verso
simile a uno squittio. Harry ansimò, gli occhi gli
bruciavano, estrasse
l'arma dal corpo dell'amico e l'appoggiò a terra, la lama
era sporca di
sangue color amaranto.
"Dobby,
no, forza resisti. Resisti, ascolta, devi resistere. " lo
implorò
Harry. Gli afferrò la mano ossuta e appoggiò
contro di sé il braccio
scheletrico dell'elfo domestico.
"Capito?" chiese Potter e la voce gli
tremò.
Dobby
sgranò gli occhi grandi un pugno, le iridi erano liquide e
il viso di Harry
divenne sfocato e buio. Ansimò, le orecchie gli ricadevano
afflosciate sulla sabbia e il sangue sgorgava a zampilli dalla sua
ferita. La voce di Potter divenne un brusio e la sentì in
lontananza.
Dobby
avvertì il corpo formicolargli, non sentì
più le braccia di Harry
intorno a lui. La vista gli si
oscurò, il bruciore all'addome cessò e fu scosso
da una serie di
tremiti, il corpo divenne gelido e rabbrividì più
forte per il freddo.
-Questa
è la guerra, ed io non ho vinto- pensò.
Dobby
si piegò e passò la pezza
sugli occhi di Winky. L’altra elfa domestica
strillò, dimenò le orecchie e
pianse più forte. A Dobby caddero dalla testa la pila di
calzini fatti a
maglia. Ne raccolse uno e se lo strinse al petto. Si rimise in piedi,
baciò
Winky e gli porse il calzino.
“Tieni”
sussurrò. Winky gli
lanciò contro una bottiglia e Dobby saltò di lato
evitandola.
“Pensi
davvero che noi elfi
domestici c’entriamo qualcosa? I maghi potranno anche vincere
la loro guerra,
ma noi nasciamo solo per soffrire e servire. E ora non posso neanche
quello!”
ululò.
"E'
un bellissimo posto ... per stare con gli amici ..."
biascicò Dobby.
Allungò il braccio e con la mano strinse l'indice di Harry.
"Dobby è felice ... di stare
con il suo amico ... Harry Potter" esalò.
Capitolo 39 *** La morte di George: Lo specchio delle brame ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Partecipa alla fanfiction challenge.
Pairing:
Fred/George
Prompt:
Lo specchio delle brame (dopo la morte di Fred :'(
)
Lanciata
da MeganMoore EFP
La
morte di
George
Lo specchio delle
brame
George
si
voltò, i corti capelli rosso-arancio gli mulinarono intorno
al viso, gli occhi
marroni erano vitrei e fissi. Stringeva tra le mani la mazza da
baseball. Gazza
indietreggiò abbracciando il suo gatto e deglutì.
“Gli
studenti non possono stare fuori dalle aule dopo la fine delle
lezioni…” balbettò.
“Io
non sono
uno studente, lo sai” sussurrò con voce roca
George. Si voltò, avanzò di un
paio di passi e si girò. Vide il suo riflesso nel vetro
della finestra e la
mandò in frantumi. I vetri si sparpagliarono sul pavimento
insieme ad altri
migliaia. Il custode ansimò, si voltò e
guardò la fila di finestre rotte.
“Avviserò
la
preside! Non potranno evitare di torturarti ugualmente!”
strillò. Si girò e
mise a correre alzando le gambe ripetutamente, le ginocchia superavano
lo
sterno. Con una mano continuo a tenere il felino e con
l’altra si tenne il
fianco ansimando e gemendo.
George si voltò
e
proseguì a camminare con il passo
cadenzato.
Si sentivano dei fruscii
provenire dalle fessure tra le rocce delle antiche pareti.
Il Weasley
sfondò la porta ed entrò.
- Hermione
si
è lasciata sfuggire che l’hanno riportato dal
Ministero a qui - pensò. Avanzò,
alzò il capo e si trovò davanti lo
specchio delle brame. Vide se
stesso più giovane, e con l’orecchio, ridacchiare.
Salutare sbracciandosi, voltarsi
e abbracciare Fred. Quest’ultimo ricambiò la
stretta, rise e fece la boccaccia.
Entrambi si abbassarono la pelle sotto l’occhio e scoppiarono
a ridere.
George
mandò in frantumi lo specchio, i cocci volarono
tutt’intorno e ci fu un
bagliore biancastro che abbagliò il Weasley.
Capitolo 40 *** La morte di George: Vita recisa ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Dedicato a: Lunadistruggi che l'aveva recensita.
Partecipa alla fanfiction challenge.
Personaggi:
Fred/George
Prompt:
Quando "addio" significa solo
"arrivederci"
Lanciata
da Valerim Bonanomi
La
morte di
George
Cap.2 Vita recisa
George
lasciò
cadere la mazza da baseball, indietreggiò e si
lasciò cadere in ginocchio con
le braccia aperte. I pezzi di vetro gli tagliarono i vestiti e gli
entrarono
nella carne, le ferite gli annebbiarono la vista per il dolore e il
sangue si
allargò sotto di lui.
“Oh,
non è
tanto male Fred. E’ molto più doloroso di perdere
un orecchio, ma meno degli esperimenti per le nostre invenzioni”.
Sorrise tenendo i denti stretti e questo sorriso storto gli prese
metà del
viso, gli occhi erano coperti da delle ciocche dei suoi capelli
vermigli.
“Il
nostro
negozio, i nostri sogni, li ho lasciati a Ron. Magari quel frignone ci
perdonerà i nostri scherzi innocenti”. La voce gli
uscì acuta e gli tremò. Le
lacrime gli rigarono il volto. Si piegò e afferrò
un pezzo di vetro, vide il
proprio riflesso nella scheggia, spalancò la bocca e
urlò. Fu scosso da una
serie di tremiti, sentì dei passi in lontananza avvicinarsi.
“Lo
yin e
yang non possono essere spezzati e se questo succede il prezzo da
pagare è la
vita” mormorò. Si leccò le labbra
sentendole secche.
"Quando
addio significa arrivederci ..." biascicò.
Si
conficcò il pezzo di vetro nel collo recidendosi la
giugulare. Il sangue schizzò tutt’intorno e il
corpo di George ricadde di lato
senza vita, gli occhi bianchi e vitrei spalancati.
Ringrazio
anche solo chi legge.
Dedicata a: Mrs Crowley che l'aveva recensita.
Partecipa alla fanfictions challenge
Pairing: Draco/Pansy
Prompt: carta
Lanciata da Roberta
Fanwriter
Ragazzina
Malfoy aprì la
porta, le guance gli divennero rosse e chinò il capo.
“Che cosa ci fai
qui?” domandò. Pansy lo colpì al petto
con la lettera e sbatté il piede a terra.
“E questa cosa mi
dovrebbe significare? Siamo stati insieme tutti questi anni, potevi
anche lasciarmi dicendomelo in faccia!” gridò.
Draco si passò la mano tra i capelli e negò con
il capo.
“Io e Astoria
siamo innamorati da parecchio, mentre tu vuoi stare con me solo
perché i tuoi genitori vogliono il mio patrimonio. Pensavo
che un assegno e una lettera di scuse bastassero”
ribatté. Si appoggiò allo stipite della porta,
guardò la mora singhiozzare tremando, i corti capelli neri
le sbattevano contro il viso.
“E’
perché sono brutta, vero? Mio padre dice che ho il muso da
carlino” biascicò. Malfoy espirò e
negò con il capo.
“No, Pansy. Non
è il tuo aspetto, Astoria mi ha aiutato in un momento
difficile e tu nemmeno avevi capito che c’ero
finito” disse rendendo gelido il tono. Si girò ed
entrò in casa.
“Codardo!”
strillò la mora, sentì gli occhi pizzicare.
Malfoy si voltò afferrando la maniglia della porta.
“Per le ragazzine
che pensano che fare i mangiamorte, e togliere la vita, sia un
divertimento, un pezzo di carta è già troppo
serio” sancì, sbattendole l’uscio in
faccia.
Lupin
alzò
il capo, lo scoppiò gli fece fischiare le orecchie.
Guardò i colori dei fuochi
d’artificio, appoggiò le mani sulla stuoia e
alzò il capo.
“Io
assomiglio a un fuoco d’artificio, con tutti i colori che
passo di continuo” si
lamentò. Victoire si passò la mano sulla
gonnellina bianca e sbatté gli occhi,
osservando altre due sfere di colori allargarsi nel cielo blu-notte.
Rabbrividì
e deglutì. I capelli azzurri del bambino più
grande divennero rosa con alcune
ciocche verdi. La bionda gli strinse il braccio e nascose il capo sulla
sua
spalla, appoggiandoci la fronte.
“Non
mi
piacciono, fanno troppo rumore” si lamentò. Teddy
si voltò, aggrottò le
sopracciglia e la strinse con l’altro braccio.
“Ti
proteggo
io” sussurrò. La Weasley alzò il capo e
gli sorrise.
“Tu
non sei
un fuoco d’artificio. Tu sei un orsacchiotto, un teddy bear che mi difende”
sancì.
Ringrazio
anche solo chi legge.
Ispirata da:
http://www.youtube.com/watch?v=0N3P4foleok
Consiglio di vedere questo video.
Dedicata a: Lunadistruggi e ChocoCat che l'avevano recensita.
Partecipa alla fanfiction challenge.
Pairing:
Harry Potter/Chiunque
Plot:
scrivere una fanfiction basata/ispirata sulla/alla canzone
"Arrivi tu" di Alessandra Amoroso
Lanciata
da Roberta Fanwriter
Il destino
degli amanti
E chiamalo
destino quel percorso naturale
che due puntini dentro l'universo
raggiungono la strada che li illumina d'immenso[1]
Harry si
appoggiò contro lo schienale della poltrona,
incrociò le gambe e strinse al
petto il piccolo Albus addormentato. Il figlio gli teneva la manica
della
casacca con entrambe le mani.
“Ci
saresti
servito tra gli auror” disse. Mosse la bacchetta con
l’altra mano facendo
muovere il cucchiaino dentro la tazza di caffè. Neville
arrossì, chinò il capo
e unì le mani in grembo.
“Lo
sai, il
mio lavoro mi piace” sussurrò. Alzò il
capo e gli occhi gli brillarono.
“Avete
dei
bambini veramente stupendi” mormorò. Harry
chinò il capo, guardò il figlio e
annuì, il sorriso gli si addolcì.
“Sì,
sono
meravigliosi come la madre” sussurrò. Paciock
ridacchiò e incrociò le braccia.
“Questo
è l’unico
punto in cui sono stato a lungo più furbo di te. Sapevo che
persona fantastica
fosse Ginny, in fondo era la mia migliore amica” si
vantò. Potter ridacchiò e
annuì, una ciocca nera gli finì davanti la
cicatrice.
“Hai
perfettamente ragione, non saprei cosa avrei fatto della mia vita senza
di lei”
mormorò. Neville si piegò staccandosi dalla
poltroncina e prese il caffè da
sopra il mobiletto davanti alla televisione.
“Non
sarebbe
potuto accadere. Due persone che si amano sono destinate a stare
insieme. E’
quel percorso naturale che permette a due puntini dentro
l’universo di
raggiungere la strada che li farà illuminare
d’immenso” spiegò.
“Papà,
papà, quando
sono stato concepito?” domandò James. Harry
avvampò e si voltò verso il
bambino.
“Pi
… piccolo … la
cicogna …” biascicò. Sirius
ghignò e piegò di lato il capo, tenendo contro il
petto la scatola di matite.
“Lo
so che non è la
cicogna” sussurrò. Un soffio di vento
entrò dalla finestra facendogli aleggiare
i corti capelli neri intorno al viso, gonfiandogli la maglietta nera
con
disegnato un teschio. Il padre si mordicchiò un labbro e
abbassò lo sguardo.
Harry
sollevò il boccale di burrobirra e lo sbatté
contro
quello della moglie. Si sentirono degli strilli femminili di
sottofondo. Madama
Rosmerta passò dietro l’auror e portò
un vassoio con sopra tredici succhi di
zucca al tavolo successivo.
“Siete
state grandi! Filavate con quelle scope come delle
stelle cadenti” disse Harry. Ginny si sporse, gli
accarezzò la gamba con il
piede e gli fece l’occhiolino.
“Ho
imparato dal migliore” sussurrò. Harry si
leccò le
labbra, gli occhi neri erano liquidi e le guance arrossate.
Affondò il viso nel
boccale successivo e la moglie si alzò. Gli passò
accanto muovendo a destra e a
sinistra i fianchi. Harry si voltò guardandole il posteriore
e scoppiò a
ridere. Fu colto da un capogiro, avanzò ridendo
più forte. Entrambi i coniugi
Potter camminavano sbandando. Ginny entrò
nell’anticamera del bagno del bar e
Harry la seguì. La afferrò per un braccio e la
attirò a sé. Lei si voltò,
ridacchiò e le iridi castane liquide le brillarono di
riflessi vermigli.
“Che
cosa vuoi fare, sbronzo come sei?” biascicò.
“Ricordarmi
questo post-partita” ribatté il marito.
Harry
ridacchiò e le
guance gli si arrossarono.
“In
un momento
speciale” sussurrò. Il bambino davanti a lui
annuì.
Grattastinchi
si piegò in avanti. I vapori provenienti dalla pentola
investirono il suo muso. Miagolò e i baffi gli vibrarono.
Spostò il capo, dimenò la coda lasciando una scia
pelosa sui fornelli.
“Scendi
subito da lì!” gridò Hermione. Il gatto
si voltò verso la padrona. Zampettò fino al bordo
e saltò sul pavimento. La donna incrociò le
braccia e negò con il capo. Sporse il labbro e
appoggiò i dorsi delle mani sui fianchi.
“
… ma guarda tu” borbottò.
Sentì un rumore metallico provenire dall’altra
stanza.
-Non basta che
lavoro fuori!- pensò esasperata. Alzò il capo e
guardò il soffitto. Sbuffò, riabbassò
il capo e tolse un ciuffo di capelli crespi dal viso. Si
girò e raggiunse la parete. Abbassò la maniglia
della porta e l’attraversò. Sgranò gli
occhi.
Suo marito era
in ginocchio per terra. Indossava un grembiule rosa, aveva dei guanti
da forno e teneva una teglia tra le mani. Il piccolo Hugo era
aggrappato al capo del genitore. Loro figlia Rose era in piedi
lì accanto e guardava dei biscotti neri riversati sul
pavimento.
Ron sorrise,
s’intravedeva un principio di barba rossiccia. Le gote
arrossate mettevano in risalto le lentiggini e la punta delle sue
orecchie era rossa come i capelli.
“Miseriaccia
… sorpresa saltata …” si
lamentò. Hermione sorrise e si avvicinò.
Piegò le ginocchia, si arcuò in avanti e sporse
il capo. Prese un biscotto annerito di forma circolare e lo
guardò. Intravide al suo interno dei pezzi di cioccolato.
“Ergh
… buon san valentino mamma …”
biascicò Rose.
“Doveva
dirlo papà!” si lamentò Hugo. Hermione
chiuse gli occhi e scoppiò a ridere. Riabbassò il
capo e guardò il marito sollevarsi.
“Dovresti
smettere con la tua fissazione per le cose
babbane. Un po’ va bene, ma non puoi andare in giro i disegni
di teschi ovunque”
si lamentò Teddy. Si passò una mano tra i capelli
e sprofondò nel divano di
casa Potter. James sollevò le spalle e infilò la
videocassetta nel
videoregistratore.
“Prendo
il meglio da tutto” ribatté. Si sollevò
gli occhiali
e si leccò le labbra. Si girò e vide Albus
sbadigliare. Il fratellino si teneva
le gambe con le braccia e la testa gli ricadeva di continuo. Teddy
seguì il suo
sguardo e sorrise. James arrossì e si voltò di
scatto.
“Il
film per caso parla di un fratello che fa di tutto per
fare in modo che il fratello minore lo odi per non trascinarlo nelle
situazioni
pericolose in cui si caccia?” domandò. Il rossore
sulle gote di Sirius aumentò.
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Partecipa alla fanfiction challenge.
Fandom:Harry Potter
Pairing: Charlie/Luna
Prompt:
avventura
Lanciata
da La Morte fidanzata
Avventura
Charlie
scivolò dalla schiena di Norberta e atterrò a
terra acquattato. Si diede la
spinta e si rizzò in piedi, la dragonessa chiuse le ali e i
corti capelli rossi
dell’uomo gli volteggiarono intorno al viso.
Avanzò, il terreno tremò e le
orecchie gli fischiarono nel momento in cui la bestia ruggì.
Un draghetto
grande quanto un suo piede gli sfrecciò davanti e si nascose
dietro un albero.
Luna si mise una ciocca dietro l’orecchio, sbatté
gli occhi e lo vide
raggiungerla. La gonna rossa con disegnati dei papaveri viola le si
gonfiò e
gli orecchini a forma di rapanelli le tremarono.
“Sono
felice
che una valida studiosa di animali magici come lei sia venuta alla mia
riserva!”
gridò il Weasley. Si mise a correre e la raggiunse, Lovegood
sollevò la valigia
con una mano e la strinse con l’altra. Si mise sulle punte e
sorrise.
“Mi
avevi
promesso quest’avventura quando ci siamo incontrati al
matrimonio di Bill anni
fa” disse a voce altra. Il terreno tremò ancora
sotto i passi fragorosi di
Norberta. Charlie annuì e si grattò la testa.
“E
come
dimenticarlo. Mi hai promesso che se non l’avessimo avuta mi
avresti mandato
addosso i Gurziobilli” disse. Chiuse gli occhi e
ridacchiò.
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Dedicata a: MusicDanceRomance che l'aveva recensita.
Partecipa alla fanfiction challenge.
Fandom: Harry Potter
Pairing: Teddy/Lily Luna
Prompt:
"Ho paura di affezionarmi troppo a te"
"Ed è un male?"
Lanciata
da Elizha Stark
Non
voglio affezionarmi a te
Lily si
sporse oltre il capo dell’azzurro stringendogli la testa e i
capelli rossi si
rovesciarono davanti al volto di Teddy.
“Perciò
sei
tornato?” domandò. Lupin sorrise,
incrociò le braccia e sentì il peso delle gambe
della Potter sulle spalle.
“E’
un
motivo per scalarmi?" chiese. La bambina gonfiò le
guance e annuì, soffiandogli
in faccia. Teddy chiuse gli occhi e le guance gli divennero
più gonfie e i
capelli gli si allungarono diventando biondi, il naso gli
s’ingrossò assumendo
la forma di una patata.
“Ti
ricordo
che sono la principessa che regna sul popolo di questa casa”
ribatté la figlia
di Harry. Lupin riaprì gli occhi che gli si allungarono
prendendo un taglio
orientale.
“D’accordo
signorina” disse, osservando gli occhi verdi di Lily Luna.
“Sai,
ho
paura di affezionarmi troppo a te. Devi venire di meno”
ordinò la figlia di
Ginny. Teddy corrugò la fronte.
“Ed
è un
male?” domandò. Lily gli fece la linguaccia,
raddrizzò la testa e le spalle.
“Certo,
se
mi affeziono rischierò di lasciare le cose mie in mano ad
altri” borbottò.
Scorpius
deglutì a vuoto un paio di volte, aprì la porta
dello
scompartimento ed entrò. Avanzò fino al sedile
vuoto e si sedette, incrociando
le braccia.
“Io
qui non ci dovrei essere. Quindi evita di parlare, perché
altrimenti mio padre lo verrà a sapere”
sibilò. Albus sbatté un paio di volte
gli occhi, si voltò verso di lui e deglutì. Le
guance, già tinte di riflessi
verdastri, divennero vermiglie.
“Scusa”
mugolò. Scorpius socchiuse gli occhi e schioccò
la
lingua sul palato.
“Era
libero solo questo scompartimento” borbottò. Vide
Albus
vomitare e sospirò scuotendo la testa.
“Aspetta,
chiedo aiuto!” gridò. Corse fuori dallo
scompartimento, dimenando le braccia. Severus sorrise.
-E meno male che
voleva fare l’antipatico- pensò. Si
piegò in
avanti e vomitò ancora. Si sentì il fischio
dell’Espresso in sottofondo.
“Grazie,
ancora non so come avremmo fatto senza le tue
pasticche vomitose” sussurrò Scorpius.
Guardò Rose fare evanescere il vomito e
arrossì guardando le sue labbra rosee.
“Non
sono mie, sono del negozio di mio cugino Fred”
spiegò.
“E’
più gestito da sua madre. Prima lo gestiva zio
George”.
Aggiunse Albus. Gemette ricevendo una gomitata da Rose.
“Non
c’è bisogno di far sapere tutto,
cuginetto” sibilò.
Severus deglutì e annuì a vuoto.
“Sapete,
non siete poi così male. Se non lo dite a mio padre,
potremo continuare a frequentarci”. S’intromise
Scorpius, passandosi la mano
nei corti capelli biondo platino.
“Per
me va bene, basta che non lo diciamo neanche al mio”
bisbigliò Albus. La punta delle orecchie gli divenne
vermiglia.
“Approvato.
Nessuno dei nostri genitori dovrà saperlo.
Potremmo chiamare il nostro trio con qualche nome figo, visto che
è come un
gruppo segreto” disse Rose.
“Al
nome ci penseremo un’altra volta”
ribatté Scorpius.
Ringrazio
anche solo chi legge.
Dedicata a: che l'aveva recensita.
Partecipa alla fanfiction challenge II:
Pairing:
Lily/Scorpius.
Prompt:
Mare
I°
incontro Lily e Scorpius
Scorpius si
sedette sull'erba, affondando le dita negli steli umidi di rugiada.
"Oh, per essere
solo la prima settimana di lezioni, è stata dura" si
lamentò. Albus avvampò, si piegò e
appoggiò la testa sulla sua spalla avvampando.
"Tu ... sei
stato ... un genio ..." farfugliò.
"Lo siamo stati
tutti e tre. E miglioreremo ancora! Stupiremo tutti, miseriaccia!"
gridò Rose. Annuì e un boccolo rosso le
finì davanti al viso.
"Mi piace come
idea, peperino" stabilì. Appoggiò una mano sulla
testa di Severus.
"E tu che ne
pensi, terrai il ritmo?" gli domandò. Albus sorrise e
annuì.
"Devo dimostrare
a mio fratello maggiore che si sbaglia" bisbigliò.
"Non parliamo di
quell'idiota di mio cugino. Non solo ci sfugge come la peste, ma non fa
altro che farci scherzi a distanza" brontolò Rose. Scorpius
alzò le spalle.
"Se pensa di
fare paura a un Malfoy, si sbaglia" sancì. Si
girò e vide una ragazza dai lunghi capelli vermigli e lisci
avanzare verso di lui.
"Ehy, occhi
color del mare
sei la mia prossima preda!" gli gridò. Scorpius socchiuse un
occhio e aprì l'altro.
"Mare?"
domandò.
"Oh no, mia
sorella" borbottò a bassa voce Severus. Lily Luna
schioccò un bacio verso Scorpius, gli fece l'occhiolino, si
voltò e corse via.
"Sai Al,
comincio a sperare che siate solo tre figli" si lamentò
Malfoy. Rose scoppiò a ridere.
Ringrazio
anche solo chi legge.
Dedicata a: MoganoThestral7629
che l'aveva recensita. Partecipa
alla fanfiction challenge.
Pairing:
Rose/Scorpius.
Prompt:
Io sono ubriaca e tu sei brutta. Lascia in pace quel ragazzo.
Lanciata
da Silvia Giorgetti (LittleHarmony13)
L’amore
delle rosse
Lily Luna
spaccò la bottiglia di wisky incendiario sul tavolo e
socchiuse gli occhi. Digrignò i denti, fu scossa da un
singulto e indicò Rose Weasley.
“Tu
…” sibilò la cucina.
Tremò, alzò il braccio e indicò
l’altra ragazza. Albus avvampò e chinò
il capo guardando il pavimento dei Tre manici di scopa.
-Vorrei non
fosse mia sorella- pensò. La rossa dai lunghi capelli rossi
si avvicinò al loro tavolo facendo oscillare la lunga coda
di cavallo.
“Lo
vedo come guardi il mio ragazzo” ringhiò. Luna
appoggiò il boccale di Burrobirra sul tavolo e
guardò l’altra.
“Sei
fidanzata?” domandò. Si sentì un
brusio, la Potter tirò un calcio al bordo del tavolo, i
frammenti di vetro caddero a terra spaccandosi in cocci più
piccoli sopra i più piccoli e il liquore le
gocciolò sulle scarpe.
“Smettila
di provarci con Malfoy” sibilò.
“Non
negherò che Scorpius mi piace, ma non è
tuo” bisbigliò Rose avvampando. Strinse le gambe e
si afferrò le ginocchia lasciate scoperte dalla gonna a
pieghe. Albus scivolò lungo la sedia e si nascose dietro il
bordo del tavolo. Lily ringhiò e strinse i pugni,
conficcando le unghie nella carne.
“Riss
…”. “ … fuori di qui
…”. “Litigare non
…”. “La figlia di chi ha
…”. “Sarà
…”. Varie voci si confusero nella stanza. Rose si
diede la spinta e si alzò in piedi.
“E non
ho nessuna intenzione di litigare con un’ubriaca”
disse alzando la voce. La figlia di Ginny scoppiò a ridere.
“Io
sono ubriaca e tu sei brutta. Lascia in pace quel ragazzo”
ringhiò. La figlia di Hermione la superò e si
diresse verso la porta.
“Ho
deciso di dire ad Albus che è il mio migliore
amico”
spiegò Scorpius. Strinse tra le braccia il micio dalla
pelliccia grigia.
“E
vuoi farlo regalandogli un gatto?” domandò Rose.
Si mise
una ciocca di capelli rossi ondulata dietro l’orecchio.
“Beh,
è arrivato qui senza nemmeno un animale domestico,
penso sia il minimo che posso fare” rispose Scorpius.
L’animale tra le sue
braccia miagolò e il biondo gli grattò sotto il
mento. Il felino sporse la
testa e iniziò a fare le fusa.
“Un
gatto!” gridò Severus correndo verso di loro.
“In
bocca al lupo a te e al micino” sussurrò Rose,
allontanandosi.
Ringrazio
anche solo chi legge.
Partecipa alla fanfiction challenge:
Personaggi: Albus, Scorpius
Prompt: Corridoio del terzo piano
Migliori amici
"Albus, tieni.
Te lo regalo" disse Scorpius.
"Micietto"
sussurrò Albus. Prese l'animale tra le braccia e se lo
strinse al petto, strofinando la guancia contro la sua testa.
"Si è
scoperto che mia madre è allergica. E non mi andava di
abbandonarlo, anche se mio padre mi regalerà un gufo"
spiegò Scorpius. Si passò la mano tra i corti
capelli biondi. Le guance e le orecchie di Severus divennero vermiglie.
"Grazie"
mormorò.
"Sai, fai il
maggior uso di grazie e scusa di chiunque nell'universo. Io la trovo
una cosa figa, insomma" spiegò il Malfoy. Si
grattò una guancia e si leccò le labbra. Le iridi
verde smeraldo del più giovane divennero liquide.
"Perché
mi hai fatto venire nel corridoio del terzo piano?" domandò.
Scorpius incassò il capo tra le spalle.
"Vuoi essere il
mio migliore amico? Non ne ho mai avuto uno" borbottò.
Severus ridacchiò e accarezzò il pelo grigio del
gatto.
"Sei un tipo
strano. Sei arrivato tutto convinto che non dovevamo neanche parlarci e
due minuti dopo eravamo amici" bisbigliò. Scorpius
sbuffò, avvampando.
"Allora?" lo
incalzò.
"Anche tu sei il
mio primo migliore amico, Scorpius" mormorò Albus.
"E
sarò anche l'ultimo. Non mi scaricherai mai, Al"
ribatté Scorpius, annuendo alle proprie parole.
Hugo si diede
la spinta e salì sul letto della sorella
maggiore, gattonò fino a sistemarsi davanti a lei e si
sporse. Le accarezzò la
guancia bagnata di lacrime. La maggiore tirò su con il naso,
sentiva gli occhi
pizzicare e le guance le si arrossarono sotto le efelidi. Si
voltò di scatto e
una ciocca rossa ondulata le finì davanti al viso.
“Perché
piangi?” domandò il Weasley più
piccolo. La
ragazzina strinse le gambe al petto e sospirò, la bacchetta
le rotolò sulle
coperte.
“Auguri
di Buon Natale, auguri di Buon …”. Si
sentì la voce
stonata di loro padre cantare dal piano di sotto della tana una canzone
babbana. Rose strinse le gambe e strofinò le ginocchia tra
loro rimanendo
seduta sul letto.
“Il
primo anno a Hogwarts non è esattamente come mi
aspettavo e non mi andava di venire da nonna
quest’anno” borbottò. Le iridi
castane di Hugo brillarono di riflessi rossicci.
“Chi
è?” chiese.
“Chi
è chi?” domandò Rose spalancando gli
occhi. Le iridi
azzurre erano liquide e gli occhi era arrossati. Il minore le prese la
mano
nella sua e le sorrise.
“Il
ragazzo che ti piace” spiegò Hugo. Rose sorrise e
scosse
il capo.
“Furbetto”
biascicò. Si sporse e accarezzò il capo al
fratellino. Si piegò e si avvicinò al suo
orecchio.
“Scorpius”
bisbigliò con voce roca. Il più piccolo la
abbracciò.
“E’
un guaio, se è chi penso” sussurrò.
“Malfoy,
sì, ma non dirlo a mamma e papà”
implorò con un
filo di voce la Weasley più grande.
“Certo
e appena vengo a Hogwarts te lo schianto finché non
si convince” le promise Hugo.
“Albus,
alza quel finestrino, si congela!” borbottò Rose.
Si
finì di fare il codino e guardò il Potter
alzarsi. Il giovane inciampò nel suo
mantello, allargò le braccia e gridò cadendo
all’indietro. Scorpius scattò in
avanti e lo abbracciò. Severus tossì, si
raddrizzò gli occhiali e piegò il capo
in avanti.
“Scusate,
lo sapete che viaggiare mi dà la nausea”
biascicò.
Il Malfoy sospirò, scosse il capo e lo aiutò a
sedersi. Succhiò la zampa di
rana di cioccolata che teneva in bocca e scosse il capo, facendo
aleggiare i
corti capelli biondi.
“No,
sei il mio migliore amico per finta. Certo che lo so”
borbottò. Rose aprì la borsa, ne uscì
due libri e li mise nel posto vuoto accanto a sé.
"Tranquilli. Ho
ancora la parte che toglie il vomito delle pasticche vomitose"
spiegò. Albus si grattò la guancia, arrossendo.
"Sembra di
essere tornati a un anno fa" sussurrò. Rose sorrise e
tirò fuori una bustina con dentro metà delle
pastiche vomitose.
"Dobbiamo
ancora trovare un nome al nostro trio" ribatté.
Albus
sollevò il gatto grigio e lo abbracciò al petto.
“Devi
smettere di cercare di mangiarti Edvige jr. e Rufus il
gufo” borbottò. Si sedette sulla poltrona accanto
al fuoco del camino,
sentendolo scoppiettare. Abbassò il capo e
osservò Rose e Scorpius chini su due
rotoli di pergamena lunghi tre volte il suo braccio.
“Non
li avevate finiti ieri al parco?” domandò. Rose
soffiò
spostando un ciuffo da davanti al viso e il biondo platino si
voltò verso di
lui.
“La
professoressa Mc. Grannit ci ha messo in punizione. Mio
padre ha avuto la geniale idea di nascondere un serpente nella mia
borsa
durante le vacanze di Natale e non hanno creduto non lo avessimo
portato di
proposito noi due” spiegò. Il moro si
grattò la testa e si morse il labbro.
“Papà
dice che prima o poi sarà costretto ad arrestarlo”
mormorò.
"Miseriaccia! Sono riuscita a fatica a diventare la cercatrice della
squadra di Quidditch e Lily è subito passata come portiere"
si lamentò Rose. Incrociò le braccia e
sbuffò. La borsa colma di libri le sbatteva contro il fianco
ritmicamente.
"Consolati pensando che ti mangerai mezza Sala Grande come al solito"
ribatté Scorpius. Mise la bacchetta dietro l'orecchio ed
evitò un pugno della ragazza.
"Io non mangio così tanto" brontolò. Scorpius
ghignò e socchiuse gli occhi.
"Oh sì, dragonessa" le sussurrò. Rose
sbuffò ripetutamente e scosse il capo, facendo ondeggiare i
boccoli rossi.
"Odioso" brontolò. Scorpius mise una mano sul petto e
annuì.
"Come ci si aspetta da un Malfoy" sussurrò.
Ringrazio anche solo chi legge.
Qui siamo verso il quarto anno ^^.
Fidanzamento
“Perciò
ho preso il boccino proprio all’ultimo secondo.
Quella maledetta pluffa sembrava incantata ad entrare nel nostro
cerchio”
spiegò la giovane. Il ragazzo alzò il capo e
sbuffò, il vento fece aleggiare la
casacca nera che indossava.
“Ho
appena visto la partita marmocchia” borbottò. La
giovane
sgranò gli occhi e cercò di colpirlo con la
scopa. Il giovane si abbassò
schivandola e si spostò di lato.
“E
parliamoci chiaro, è tutto merito di Lily che è
un’ottima
portiera” fece notare. Rose gettò a terra la scopa
e incrociò le braccia.
“Perché
non ti metti con quella perfettina allora?”
domandò.
Il giovane sorrise, si sporse e le afferrò il mento. La
baciò e la ragazza
arrossì all’altezza delle orecchie.
“Perché
un imperfetto come me può amare solo un vulcano
attivo come te” bisbigliò. Rose abbassò
il capo e deglutì.
"Tu ... da
quando ..." biascicò. Scorpius la abbracciò e le
accarezzò una gamba.
"Mi piaci dalla
prima volta in cui ti ho vista" sussurrò. Rose lo
scostò e sorrise.
"Mi piaci anche
tu, ma tieni le mani al loro posto" dichiarò. Scorpius le
fece l'occhiolino.
"Va bene, va
bene. Che fidanzata pericolosa che mi sono scelto" sussurrò.
Il giovane
strinse il nodo della cravatta, si grattò la
guancia all’altezza di un livido e sospirò.
Sentì uno strillo, sgranò gli occhi
e si voltò. Si lanciò in avanti e
afferrò i libri caduti dalla borsa strappata
della giovane davanti a lui. Si spostò facendoli finire in
pila e sospirò. Gli
occhi azzurri gli si fecero liquidi e il suo battito cardiaco
accelerò. Rose
abbassò lo sguardo e sorrise.
“Grazie”
sussurrò. Scorpius le fece l’occhiolino.
“Mi
puoi sempre ringraziare dopo” mormorò con voce
seducente.
“Miseriaccia,
pensa ad altro ogni tanto” sibilò la rossa.
Alzò il capo e gli accarezzò la guancia.
"Piuttosto,
come mai quell'occhio nero e quei lividi?" domandò. Scorpius
sospirò e incrociò le braccia.
"Me le sono
date di nuovo con James" ammise. Rose si massaggiò il collo.
"Sirius
è un cretino, ma ti giuro, mio cugino non è
cattivo. Ha solo problemi con il padre" spiegò. Scorpius la
strinse a sé.
"Sei proprio
maturata, mocciosa" le sussurrò.
"Rispetto a te
e ad Al lo sono sempre stata" ribatté.
Capitolo 61 *** Noi non siamo fatti per stare insieme, ma ci stiamo ***
Ringrazio anche solo chi legge.
Ho scritto questa storia sulle note di questa
canzone: http://www.youtube.com/watch?v=X4Kgvu0Of5Y
Dedicato a: Kiku 99 e Infected che l'avevano
recensita.
Noi non siamo
fatti per stare insieme, ma ci stiamo
“Miseriaccia,
ci vuoi dare un taglio?” borbottò Rose.
Gonfiò
le guance, sospirò e le gote le si arrossarono risaltando le
lentiggini.
Scorpius ridacchiò, incrociò le braccia dietro la
testa e si appoggiò contro lo
schienale della sedia.
“L’ho
già finito il compito, non scriverò nemmeno
un'altra riga” disse.
Il gatto sul suo grembo miagolò, dimenò la coda e
il giovane alzò il capo.
Osservò le candele volteggiare sopra il tavolo, illuminando
i libri nella
scaffalatura dietro la Weasley.
“Idiota
che non sei altro, io non ti farò copiare una sola
riga” borbottò la rossa. Un ciuffo crespo le
finì davanti al viso coprendole un
occhio. Il Malfoy le accarezzò di nuovo la gamba coperta dal
calzettone con la
punta del suo piede. La ragazza arrossì e si
voltò.
“Ringrazia
che a quest’ora la biblioteca è deserta”
ringhiò.
Il giovane ridacchiò, con l’altro piede
calciò una delle scarpe verdi da
ginnastica. La ragazza dimenò la penna d’oca e si
tolse il ciuffo da dietro l’orecchio.
“Però
se non la smetti ti verserò il vasetto
d’inchiostro in
testa” minacciò.
"Ieri
è venuto a trovarci mio nonno. Ti vedevi mio padre con una
faccia da funerale e mio nonno con la schiena china e questi capelli
grigi lunghissimi" spiegò Scorpius. Avanzò
tenendo la mano china e sbatté un bastone sul terreno. Rose
ridacchiò nascondendosi la bocca dietro la
mano.“Tu non capisci Scorpius, i Weasley hanno reso impuro il
loro sangue …” borbottò Scorpius.
Alzò il mento, gonfiò il petto e
dimenò il bastone davanti a sé. Il Malfoy si
leccò le labbra voltandosi verso la fidanzata. La
indicò con il bastone e assottigliò gli occhi.
“Tu non lo sai che ai Babbani puzza l’alito?
Sì, ecco …”. Aggiunse. Rose
scoppiò a ridere e scosse il capo.
“Tuo padre è niente rispetto al mio!”
ribatté. Si alzò, mise le mani sui fianchi e
incassò il capo tra le spalle.
“Miseriaccia, i Malfoy sono degli emeriti cretini!”
tuonò. Scorpius ridacchiò.
“Se ci beccano? Quel maledetto gatto di Mrs. Purr potrebbe
essere in giro” borbottò Rose. Scorpius le
afferrò una ciocca di capelli rossi riccia e se la mise
intorno al dito. Si piegò in avanti, un ciuffo di capelli
biondo platino gli finì sulla guancia. La luce della luna
illuminava il corridoio buio filtrando dalla finestra.
“Possibile che a te il brivido del rischio non
piaccia?” domandò. La fidanzata
arrossì, socchiuse gli occhi e gonfiò le guance.
“No, non mi piace” borbottò. Lui si
sporse e la baciò, approfondì leccandole la
lingua, si staccò e sorrise.
“Questo brivido invece non ti dispiace”
mormorò.
“Ho un piano per essere identici”
mormorò Rose. Il fidanzato, si
voltò e sbatté gli occhi sporgendosi. La rossa si
piegò e aprì la borsa,
traendone una parrucca di lunghi capelli lisci biondi. Raccolse i suoi,
li legò
con un laccio e infilò la parrucca. Si piegò di
nuovo, afferrò un barattolo di
vernice e un pennello. Si girò e si sporse, aprì
il barattolo e c’intinse il
pennello. Lo sporcò di tempera rossa e lo
utilizzò per fare una serie di
lentiggini rosse sul viso del biondo.
“Ecco, ora siamo uguali” mormorò.
“Dentro lo eravamo già”
sussurrò Scorpius, baciandola.
"Ammettilo, tutta quella roba babbana l'hai rubata a James. E' lui il
patito" sussurrò. Rose si mise una ciocca dietro
l'orecchiò e annuì.
"Ammesso" rispose.
Ringrazio anche solo chi legge.
Dedicata a: LittleHarmony13
Partecipa alla fanfiction challengers.
Fandom:
Harry Potter.
Pairing: Lily Luna/Scorpius (argh, ma
cosa mi
è venuto in mente.)
Prompt: Per favore, rimani con me. Per
sempre.
Bacio a
tradimento
Scorpius
guardò a destra e a sinistra lungo il vicolo deserto di
Hogsmade e deglutì. Si
voltò verso Lily e fece un sorriso storto che gli
tremò.
“Credo
sia
tardi, si sta facendo buio, dovremmo tornare a Hogwarts”
biascicò. La rossa
socchiuse gli occhi dalle iridi verdi e si leccò le labbra.
“Alle
tre di
pomeriggio?” domandò. Avanzò e gli
accarezzò la guancia. Scorpius mise una
ciocca biondo platino dietro l’orecchio estrinse le gambe.
“Non
è mai
trop …” disse. Luna lo interruppe premendo le
proprie labbra contro le sue.
Rimase sulle punte tenendo le guance del Malfoy tra le sue mani. Gli
occhi
azzurri di quest’ultimo divennero liquidi brillando di
riflessi metallici. Le
afferrò le spalle e la spintonò, interrompendo il
contatto.
“Va
via”
sussurrò, ansimando. La Potter socchiuse gli occhi.
“Per
favore,
rimani con me. Per sempre” lo supplicò con voce
seducente. Scorpius le passò di
lato e si mise a correre.
“Mai!”
urlò.
Lily si mordicchiò il labbro e mise una ciocca di rossi
capelli lisci dietro l’orecchio.
Pairing:
Ron/Hermione
Prompt: "Weasley, sono sicura che queste non sono le mutande di
Harry!" disse Hermione.
Lanciata da Roberta Fanwriter a Martowl Efp, ma può essere
sviluppata da
chiunque.
La gelosia
Hermione mosse un paio di volte la bacchetta, lo stracciò
continuò a passare
accanto alla finestra aperta, dei libri si sollevarono da sopra la
scrivania
andando nella libreria e uno spolverino passò su
quest’ultima. La donna
sospirò, si chinò e afferrò un calzino
strappato a metà ricoperto d’olio, si
voltò e raggiunse la spazzatura, lo gettò dentro
sopra una fetta di pizza
ricoperta di muffa.
“Non sono due Auror, sono due sporcaccioni che lasciano
l’ufficio puzzolente!
Devono ringraziare che lavoro al Ministero o nuoterebbero nelle
schifezze!”
gridò. Si girò e sgranò gli occhi
vedendo un paio di mutande rosse di pizzo. Si
avvicinò, si piegò e digrignò i denti.
“Harry è in missione da due giorni e ieri questo
non c’era” sussurrò. Sentì
dei
passi, strinse la bacchetta e si voltò. I capelli tendenti
al riccio le
ondeggiarono intorno al viso e le iridi le brillarono,
allungò la banchetta e
pronunciò l’incantesimo. Una serie di
canarini uscirono dalla punta e
colpirono sulla fronte Ron Weasley. Il rosso si protesse la testa con
il braccio,
sgranò gli occhi e guardò la moglie.
“E questo perché?!” strillò.
Si mise a correre, si abbassò e si nascose sotto
la scrivania. Si barricò con una poltrona e i volatili ci
andarono a sbattere
esplodendo in nuvolette gialle, alcune piume caddero a terra. Hermione
fece
levitare la poltrona, lo stracciò e lo spolverino caddero a
terra. Si piegò,
afferrò il consorte per un braccio e lo strattonò.
“Esci fuori fedifrago” sibilò. Ron
obbedì e deglutì, guardò il sedile
abbattersi a terra con un tonfo.
“Miseriaccia, sembri mia madre quando mi chiama
Ronald” sussurrò. Hermione
indicò le mutande con la bacchetta e le fece levitare.
“Weasley, sono sicura che queste non sono le mutande di
Harry” sibilò la
castana. Ron sospirò e si grattò la testa.
“Amore quelle sono un manufatto oscuro in cui
un’emulatrice di Bellatrix ha
cercato di mettere i suoi ricordi. E se non ci credi puoi benissimo
buttarle in
un pensatoio, così vedrai che ti ho detto la
verità” spiegò. Hermione
arrossì,
si portò una mano alla bocca e si voltò.
“Oh Ron” mormorò. Lo
abbracciò, alzò il capo e lo baciò
sulle labbra. Le
orecchie del Weasley divennero vermiglie, le sentì bollenti
e anche le guance
sotto le efelidi si arrossarono. Strinse Hermione, la
ricambiò e si staccò
sorridendo.
“Se è per avere questo trattamento, allora
sì gelosa tutti i giorni” mormorò.
Dedicata a:
Loreparda e Aven90 che l'avevano recensita.
Partecipa alla
Fanfiction Challenges.
Pairing:
Albus/Scorpius
Prompt: abbraccio
Lanciata da Roberta Fanwriter
Inconveniente
ad Hogwarts
“Sono stato un vero idiota, dovevo capirlo che
c’era dietro quel cretino di
James e il suo gruppetto di amici deficienti! Se solo ci avessi pensato
ora non
saremmo qui a gelare nella torre di astronomia” si
lamentò Scorpius. Sentiva
gli occhi bruciare, sbatté un paio di volte le palpebre e
cercò di alzare il
braccio. Sentiva il corpo formicolare, era rigido e immobile, le
braccia
aderivano ai suoi fianchi e le gambe tra loro. Abbassò lo
sguardo osservando le
guance arrossate del moro davanti a lui.
“S … scusa, se non avessi dimenticato la bacchetta
in stanza … rischiamo anche
che ci scoprano” mormorò Albus. Abbassò
lo sguardo, le iridi color smeraldo
erano liquide e una lacrima gli solcò la guancia.
Tirò su con il naso e
strofinò le mani tra loro, i capelli neri disordinati gli
aderivano al viso.
“Tranquillo Al, nessuno ci beccherà. E possiamo
sempre dire che ci hanno
portato qui contro la nostra volontà. Non è la
prima volta che ti rapiscono
usando solo le mani e io sono bloccato. Inoltre Rose ci
starà cercand …” lo
consolò il biondo. Starnutì, sentì gli
occhi pizzicare e il naso gli si era
arrossato. Il muco gli colò lungo il viso e il Malfoy
strinse le labbra.
Severus si alzò in piedi, strinse i pugni e gli si
avvicinò.
“Non posso aiutarti, ma almeno proverò a non farti
congelare” sancì. Abbracciò
il migliore amico e lo strinse a sé.
“Al, senti a me, se Rose ci becca così
abbracciati, il congelamento mi sembrerà
una soluzione migliore rispetto alle sue battutacce”
ribatté Scorpius.
-La mia unica fortuna è che non senti il mio battito
cardiaco. Il fatto che mi
piaci mi fa morire dal caldo- pensò Albus, si
voltò dall’altra parte e strinse
gli occhi, deglutendo.
“Idiota” borbottò. Scorpius
scoppiò a ridere.
Ringrazio anche
solo chi legge.
Partecipa alla fanfictions challenge:
Pairing: Albus/Scorpius
prompt: gioco
Lanciata da Roberta Fanwriter
Game
“Non parti nemmeno quest’anno per le vacanze
invernali?” domandò Scorpius.
Guardò Albus raddrizzargli gli occhiali e negare con il capo.
“Lily mi ha detto che James non ci sarà, quindi
non pensare sia colpa di mio
fratello, solo non mi va” spiegò il moro. Le iridi
color smeraldo si scurirono,
affondò nella poltrona della sala grande e socchiuse gli
occhi. Malfoy si
avvicinò al caminetto e abbassò il capo,
guardando le fiamme.
“Nemmeno io torno a casa, non ci tengo a sentire mio padre
che mi rimprovera
anche solo per il modo in cui respiro” borbottò.
Sorrise, si voltò di scatto e
i capelli biondo platino mulinarono intorno al suo viso.
“Ci sono! Ho idea di cosa possiamo fare per divertirci
oggi!” gridò. Il
migliore amico arrossì e incrociò le braccia.
“Studiare?” domandò abbassando la voce.
Scorpius lo raggiunse e gli diede una
pacca sulla spalla.
“Tua” disse indurendo il tono. Severus sorrise e si
voltò, mettendogli la mano
sul petto.
“Tua” ribatté. Scorpius
iniziò a ticchettargli la fronte.
“Tua, tua, tua …” ripeté.
Albus gli ticchettò il fianco aumentando sempre
più
la velocità.
“Tua, tua, tua …” disse a sua volta.
Scorpius chinò il capo, arcuò la schiena e
iniziò a ticchettargli sulla guancia, Albus si sporse e fece
lo stesso. Le
iridi azzurre di Malfoy si rifletterono in quelle dell’altro,
Albus avvampò e
si voltò, incrociando le braccia.
“Hai vinto tu” mormorò.
“Al, non puoi sempre farmi vincere. E’ un gioco, ma
devi prenderla sul serio”
si lamentò. Potter sporse il labbro inferiore e
alzò le spalle.
“E’ solo un gioco” mormorò,
sentì una fitta al cuore udendo l’altro sospirare.
-E’ perché la prendo seriamente molto
più di te che perdo- pensò.
Dedicato a: Lunadistruggi e MorsoDellaNotte che
l'avevano recensita.
Pairing: Teddy/James Sirius
Prompt: Punizione
Lanciata
da Nicole Farro
Come fratelli
Teddy si
grattò il pizzetto azzurro e sbuffò,
incrociò le
gambe sul letto e sospirò.
“Ho
sentito di nuovo zio Harry lamentarsi che sei finito in
punizione” borbottò. Si sporse e guardò
James mettersi le lenti a contatto. Gli
appoggiò una mano sulla spalla e socchiuse gli occhi.
“Io
lo so che hai un gran cuore e un immenso coraggio
nascosto dentro di te. Che sei un degno Grifondoro, ma se continui
così finirai
per farti espellere” disse. Sirius ghignò e
piegò il capo.
“Erano
solo un paio di fuochi d’artificio …”
sussurrò, una
ciocca nera gli finì davanti a un occhio. Teddy
negò facendo mulinare i corti
capelli azzurri.
“Non
è questo il punto. Non solo qualcuno poteva farsi male,
ma direttamente tu finirai per buttare la tua vita”
spiegò. Si piegò e mise a
James la ciocca di capelli dietro l’orecchio. Potter
indietreggiò e le assi del
letto cigolarono.
“Ho
bisogno di adrenalina, non posso vivere in un tempo di
pace come questo” ribatté alzando la voce. Teddy
abbassò il capo.
Lupin
sorrise, tirò su
con il naso e sentì gli occhi pizzicare. Si sporse e
accarezzò le tombe dei
genitori sentendo l’odore di muschio della foresta. Sentiva
umido sotto le
gambe e le lapidi erano gelide al tocco.
“Invece
ringrazia di esserci nato, perché avresti potuto non
incontrare mai i tuoi genitori” mormorò con voce
roca. James sgranò gli occhi,
deglutì e chinò la testa.
“Mi
dispiace, non ho pensato prima di parlare” si
scusò. Lupin
sbuffò.
“E’
questo il problema con te, non pensi alle conseguenze”
si lamentò.
Partecipa alla
fan fiction challenge:
Pairing: James Sirius/Scorpius
Prompt: l'ultima sigaretta
Lanciata da Roberta Fanwriter
L’ultima
sigaretta
Scorpius si voltò sentendo la porta aprirsi, mise la mano
sulla bacchetta e
guardò James entrare. Incassò il capo tra le
spalle e assottigliò gli occhi.
“Oh, tu …” biascicò il moro.
Le iridi castane erano liquide, la cravatta da
grifondoro slacciata e aveva dei segni di rossetto sulla guancia.
“Mi chiedo come abbia potuto metterti nella nostra casata il
cappello senza
neanche sfiorarti” borbottò Scorpius. Fece girare
la bacchetta e l’altro
grugnì, chiudendosi la porta alle spalle. Mise la mano in
tasca e ne tirò fuori
uno scatolino, lo aprì e sospirò.
“Dannazione ne è rimasta solo una e ci
vorrà una vita prima di rubarne altre a
un babbano” si lamentò. Malfoy raggiunse il sedile
e vi si sistemò, incrociando
le braccia.
“Già, mi rincuora pensare che è
l’ultimo giorno prima delle vacanze e da domani
non ci sei” borbottò. L’altro
ghignò, si mise la sigaretta in bocca e l’accese
con la bacchetta.
“Teddy e Victorie si sposeranno la settimana prossima, me
l’ha detto Hugo
durante le vacanze. Non verrai?” domandò. Il
biondo negò con il capo.
“Vedi di non maltrattare Al mentre siete a casa”
sussurrò. Potter si avvicinò,
si tolse la sigaretta e la guardò.
“L’ultima sigaretta è sempre la
più ambita e se mio fratello me la volesse
rubare, lo farei desistere a qualsiasi costo”
mormorò, sistemandosi davanti
alla poltrona. Scorpius si massaggiò il collo.
“Al non fuma, idiota” borbottò.
James si voltò, si leccò le labbra e le guance
gli si arrossarono.
“Dipende dalla sigaretta” mormorò, si
girò e si diresse verso la scalinata del
dormitorio.
Ringrazio anche solo chi legge.
Dedicata a Lunadistruggi che l'aveva recensita.
Pairing:
Albus/Scorpius
Prompt:
i boxer verdi di Malfoy
Lanciata
da Roberta Fanwriter
Albus si
voltò e alzò lo sguardo. Sbatté gli
occhi vedendo
la porta della sua camera chiudersi di scatto e il migliore amico
indietreggiare tremando. Era nudo e indossava solo un paio di
pantaloncini
verde scuro con disegnata una serpe. Scosse la testa e
aggrottò la fronte,
alzandosi dal letto.
“Stai
… stai girando in boxer verdi?” domandò
con voce
tremante. Il Malfoy si voltò, indicò la porta e
ansimò.
“Lei,
loro … è l’ultima volta che vengo
…” balbettò,
avvampando. Severus osservò la linea dei muscoli,
avvampò e chinò il capo.
Raggiunse l’uscio, si piegò curvando la schiena e
guardò nel buco della
serratura. Vide un’iride verde dall’altra parte
identica alla sua, indietreggiò
e si rizzò di scatto.
“Ti
sta seguendo mia sorella Lily?” domandò. Si
voltò e vide
l’altro annuire, piegarsi e appoggiare le mani sui gomiti.
“Tra
lei e James non so chi mi perseguiti di più, mi stava
spiando sotto la doccia” si lamentò Scorpius.
Albus
sospirò e scosse il capo.
“Dovrò
dire a zio Ron di crearti un repellente
anti-Potter” sussurrò. Albus si voltò
verso di lui, incrociò le braccia e
scosse il capo.
“Non
ci pensare neanche, sei il mio migliore amico”
borbottò. Al abbassò il capo e strinse le labbra
fino a farle sbiancare.
-Magari farebbe
bene a me non vederlo- pensò, sentendo una
fitta al petto.
“Allora
signorinaWeasley
…” sentì una voce.
Victoire alzò lo sguardo e si trovò davanti
un orsacchiotto che si mosse verso destra e verso sinistra. La bionda
sorrise e
un colpo di vento le fece volteggiare i capelli intorno al viso. I
vestiti le gocciolavano
acqua e rabbrividì sentendo qualche goccia scenderle dietro
la schiena.
“
… è ancora arrabbiata?”
domandò la stessa voce. L’orsacchietto
si piegò in avanti e due dita gli fecero abbassare
ripetutamente la testa
pelosa. La giovane si leccò le labbra e le iridi azzurre le
brillarono. Si
voltò verso il fidanzato, due ciocche erano diventate verdi,
quattro gialle e
un sopracciglio era blu.Teddy starnuti e i restanti capelli azzurri gli
divennero castani. La ragazza si sporse e gli bacio il naso arrossato e
umido.
“Sì,
hai già avuto la tua punizione prendendoti il
raffreddore” sussurrò. Lupin le
accarezzò la guancia e tirò su con il naso.
“Non
potevo sapere sarebbe scoppiato un temporale”
mormorò.
Le gocce d’acqua ticchettavano colpendo le finestre della
casa al mare.
“Sì,
ma te l’ho detto che gennaio non è un buon periodo
per
venire qui” ribatté dolcemente la ragazza. Teddy
sorrise e le accarezzò la
guancia e la ragazza si strofinò contro la mano.
Dedicata a: Lunadistruggi che l'aveva recensita.
Partecipa
alla fan fiction challenge.
Pairing:
James Sirius/Scorpius
Prompt:
frutta mista
Lanciata
da Roberta Fanwriter
Frutta
Mista
“E
così ti sposi, buona fortuna” disse ironico James
Sirius. Scorpius si voltò,
chiudendosi l’ultimo bottone della camicia bianca e vide
l’altro giovane uomo
sbattere l’uscio.
“Avevi
dubbi che io e Rose l’avremmo fatto?”
domandò. I corti capelli biondi gli
ricadevano ai lati del viso pallido e la luce che entrava dalla
finestra li
faceva risplendere di riflessi color platino. Sirius si
avvicinò a una
fruttiera e si appoggiò alla parete della stanza.
“Potevi
scegliere un posto di classe maggiore della Tana, ma in fondo ben si
addice
alla scelta che hai fatto” ribatté James.
Afferrò un acino d’uva verde, lo
staccò dagli altri e lo rigirò tra indice e
pollice.
“Hai
scelto un solo frutto per tutta la vita, una scialba mela rossa come
rosa”
borbottò. Si voltò e guardò
l’altro infilarsi la giacca nera da sposo.
“Avresti
fatto più figura a non venire” ribatté
il Malfoy. Il Potter ghignò e addentò il
chicco d’uva con l’incisivo facendo scendere un
rivolo di succo.
“Spero
che capirai che potresti avere invece la frutta
mista” sussurrò.
Partecipa alla fanfiction challenge. Pairing: James Sirius/ Dominique
Prompt: Song-fiction basata sulla
canzone Breackaway di kelly Clarckson ♥
Lanciata
da MeganMoore Efp
Breackaway
I'll spread my
wings and I'll learn how to fly
I'll do what it takes til' I touch the sky
And I'll make a wish
Take a chance
Make a change
And breakaway
Aprirò le mie ali e
imparerò
a volare
per il tempo che ci vorrà finchè
toccherò il cielo…
ed esprimerò un desiderio
di avere una possibilità
di fare un cambiamento
e allontanarmi[1]
I
capelli
biondi mulinarono intorno al capo di Louis.
“Non
hai
nessun diritto di giudicare!” gridò.
“E
invece
sì! Stai dilapidando un patrimonio con tutte quelle
donne!” urlò Victoire. Il
viso pallido era arrossato e gli occhi azzurri erano liquidi. Dominique
sbuffò,
si voltò e scese le scale. Chinò il capo,
sentì il brusio delle voci dei
maggiori al secondo piano. Raggiunse la porta di casa e la
sbatté con forza. Si
sedette sul gradino, chinò il capo e tirò su con
il naso.
“Vieni
dentro, non ho ancora finito con te signorino!”
sentì urlare la voce di sua zia
Ginny. Vide suo cugino correre via, la zia strillare e sbattere la
porta con
forza. Si alzò in piedi e si mise a correre nella direzione
in cui si era
allontanato James. Superò un parco, andò oltre
una decina di case identiche
tranne per il colore delle pareti e si fermò a una siepe
semi-abbandonata su
cui si era seduto Sirius. Il moro tirò su con il naso e
alzò il capo, gli occhi
erano arrossati e i capelli scompigliati.
“Vattene”
sibilò. La giovane donna chinò il capo, mise una
ciocca bionda sfuggita allo
chignon dietro l’orecchio e i grossi orecchini dorati le
penzolarono ai lobi
delle orecchie.
“Hai
quasi
trent’anni e ancora scappi come quando eri un
bambino?” domandò. James si voltò
e i capelli neri lunghi gli volteggiarono intorno al capo.
“Non
mi
sembra tu faccia molto diversamente. Vi vedete una volta
all’anno ed è come
quando eravate marmocchi” sibilò.
“Questo
perché eravamo troppo legati qui per andarcene, come hanno
fatto loro” sussurrò
la strega. Giocherellò con la collanina che portava al collo
e sbatté il piede
per terra. James Sirius uscì la bacchetta, ghignò
e la fece girare.
“Questo
perché per noi cambiare non è facile come
esprimere un desiderio a un genio
della lampada” mormorò con voce roca. Dominique
gli afferrò la mano e lo guardò
negli occhi.
“Allora
giurami che insieme ce ne andremo e impareremo a volare. E’
ora di piantarli
tutti in asso” sibilò. James aumentò il
ghigno e contraccambiò lo sguardo.
Draco
mescolò la tazza di the facendo muovere il
cucchiaino con la bacchetta. Socchiuse gli occhi e accavallò
le gambe.
“Perciò
tu saresti il figlio di Potter …” disse.
Albus annuì e strinse il bicchiere di succo di zucca con
entrambe le mani.
“S
… sì …” balbettò.
“Sto
uscendo! Mi raccomando, non spaventare il
bambino mentre Scorpius finisce di prepararsi!” si
sentì gridare dalla sala
accanto.
“Esci
pure Astoria” sancì Draco. Si portò la
tazza alle labbra e sorseggiò silenziosamente, Severus
osservò la calvizie
incipiente dell’uomo. Quest’ultimo si
allontanò la tazza dalla bocca e ghignò.
“Devo
ringraziare te se mio figlio ha sposato una
sciocca Weasley per una parte mezzosangue?”
sussurrò mellifluo, mostrando i
canini. Il figlio di Harry deglutì a vuoto un paio di volte
e strinse le mani
tra loro fino a sbiancare le nocche.
“I
… io …” balbettò. Si
leccò le labbra
sentendole secche, la saliva gli scese lungo la gola facendogliela
bruciare.
“Ti
svelo un piccolo segreto. Tuo padre ha
rifiutato la mia amicizia” spiegò Draco. Si
piegò, arcuò la schiena e appoggiò
la tazzina sul tavolino.
“Farai
lo stesso?” domandò indurendo il tono. Al
sgranò gli occhi e sentì il sudore pungergli il
collo.
“Al,
possiamo andare!” gridò Scorpius. Albus
scattò in piedi e ridacchiò, tremando.
“Devo
andare, scu … scusi” balbettò. Si
voltò e
si mise a correre.
Prompt:
"Rose, se continui a giocare tutto il giorno a quel campo manato
diventerai scema."Il "campo manato" è il campo minato.
Campo minato
Scorpius
alzò e abbassò ripetutamente la
bacchetta e i pezzi della culla si assemblarono tra loro montandosi.
Sentì una
serie di scoppiettii meccanici e sbuffò. Si
avvicinò e guardò la culla, ne
afferrò un bordo e la scosse vedendola rimanere solida. Si
voltò e guardò Rose
masticare rumorosamente muovendo il mouse.
“James
ha fatto più danni facendoci quel regalo
per fare pace che tutte le volte in cui mi ha fatto i
dispetti” si lamentò. Si
grattò le guance sentendo il principio di barba incolta
sotto le dita. La
moglie sorrise e si accarezzò il pancione.
“Il
computer non mi mangerà. Anzi, a me e a
Lilian piace” ribatté. Scorpius sbuffò
e si avvicinò alla donna, si piegò e
nello schermo vide una serie di quadrati grigi, alcuni con un numero
colorato
sopra e altri con delle bandierine.
“Rose,
se continui a giocare tutto il giorno a
quel campo manato diventerai
scema”
si lamentò. La Weasley si voltò, lo
afferrò per il bavero della camicia e lo trasse
a sé baciandolo. Si staccò e gli fece
l’occhiolino.
“E’
un campo minato, esattamente come lo sono io”
sussurrò.
Scorpius
s’inginocchiò accanto alla libreria di Albus.
“E’
da un bel po’ che non ci vediamo. Da quanto è nata
la
bambina, ho avuto poco tempo”. Si scusò. Si
strinse il nodo della cravatta e
afferrò un fumetto bianco. Sulla copertina c’era
disegnata una luna coperta da
una serie di petali di ciliegio.
“Sì.
Ti sei fatto crescere i capelli lunghi, noto”
gridò
Severus dalla cucina. Malfoy ridacchiò, si mise una ciocca
biondo platino dietro
l’orecchio e si mordicchiò il labbro.
“A
Rose piace. Dice che i capelli così mi danno
un’aria
da duro” spiegò. Raggiunse un letto e vi si
sedette.
“Tu,
James e Lily quindi siete diventati famosi tra gli
umani?” domandò. Si sentì il fischio di
una pentola a pressione.
“Sì,
io disegno, James si occupa del marketing e Lily delle
trame. I nostri manga vanno a ruba” spiegò.
-Sarebbe
maleducato chiedere cosa sono- pensò. Lo aprì e
vide una serie di vignette di vari colori con una serie di numeri.
-Oh,
si legge al contrario. I babbani sono proprio
strani- si disse. Aprì a caso una pagina e sgranò
gli occhi. Un ragazzo era
legato con dei lacci neri, il corpo nudo era coperto da un mazzo di
rose rosse
all’altezza del membro. Scorpius si leccò le
labbra e sbatté ripetutamente gli
occhi. Si vedevano delle grate sulla sinistra e sulla destra
c’era un uomo dai
lunghi capelli che teneva in mano un bicchiere, le gambe accavallate e
la
schiena appoggiata sullo schienale di un divano. Inspirò,
espirò e chiuse il
fumetto.
Lily
si portò il bicchiere alle labbra e sorseggiò il
liquido. Alzò e abbassò gli
occhi sul petto nudo di Scorpius. Osservò i contorni dei
suoi capezzoli. Il
giovane uomo sentì i petali delle rose accarezzargli la
pelle pallida cadendo,
li avvertì lisci al contatto.
Scorpius
rabbrividì ed espirò, il battito cardiaco era
accelerato.
Dedicato
a LilyMP che lo aveva richiesto.
Ringrazio anche solo chi legge. Un ringraziamento speciale a Aven90 per
le belle canzone che propone.
Partecipa alla fanfiction challenge:
prompt: Last
Drop Falls- Sonata Arctica
La gelosia di Rose
Lilian afferrò la mano del padre e saltellò sul
posto un paio di volte. I codini rossi le tremarono ai lati del capo e
gli occhi verdi le brillarono.
“Papà,
papà! Dici che arriverà anche a me il gufo per
Hogwarts?” domandò. Scorpius ridacchiò.
Evitò una donna e si abbassò evitando il volo
radente di un gufo.
“Certo”
spiegò. Rose evitò un ragazzino intento a correre
dietro una ciocco rana. Si piegò e accarezzò i
capelli della figlia.
“E
sarai la migliore in qualsiasi casa andrai” la
confortò.
“Oh,
eccovi!” si sentì una voce femminile. Rose vide
sua cugina Lily avanzare verso di loro. Si piegò e prese la
bambina in braccio.
“Quella
piccola l’hai adottata perché ti ricorda me, Scorp
caro?” chiese la Potter. La piccola gonfiò le
guance.
“Mamma,
chi è?” domandò. Scorpius
impallidì, deglutì e si nascose dietro la moglie.
“Lei,
Lilian è tua zia Idiota Bisbetica Potter”
ringhiò. La piccola Malfoy fece la linguaccia.
“Zia
bisbetica, zia bisbetica” cantilenò. Lily sporse
di lato il fianco e gonfiò il petto prosperoso.
“Amore,
non essere gelosa” sussurrò il biondo
all’orecchio della moglie. Le baciò la guancia e
le iridi verdi di Lily Luna brillarono.
“Bisbetica
fa rima con afrodisiaca. Donna incinta fa rima con
ingrassata” soffiò suadente Lily. Si
voltò e la minigonna rosso fiammante le si
sollevò nel giro. Salutò con la mano.
“Fammi
sapere quando ti sarai stancato dell’acida, Scorp
caro” salutò. Lilian le fece la pernacchia.
Scorpius uscì da dietro la moglie e la baciò.
Lilian sospirò.
“Che
schifo” si lamentò. Rose si scostò.
“Non
mi comprerai con un bacio” sussurrò. Il marito le
accarezzò il viso.
“Sei
stata tu a comprare me. Tu e Lilian siete i miei tesori, lei
è solo un’oca formosa” la consolo. Rose
alzò il mento e sorrise.
Partecipa
alla fanfiction challenge II:
prompt: James
Sirius/Albus Confidenze
Minacce all'orizzonte
James Sirius si
portò una sigaretta alle labbra, la aspirò e
socchiuse gli occhi.
“Ultimamente
stanno morendo troppi Babbani. E non mi
preoccupo per loro solo perché sono nostri fan”
disse. Si appoggiò contro la
parete e sentì dei clackson di sottofondo. Albus si
raddrizzò gli occhiali e
strofinò la scarpa da ginnastica sul marciapiede.
“Papà
è tornato a lavoro” spiegò. James
espirò il fumo,
sentendo la gola e le narici bruciare.
“Quel vecchio
barbagianni dai capelli argentei si è lasciato
sfuggire un'indiscrezione. A quanto pare il tizio della seconda
cicatrice,
quella sul mento, è tornato” rispose. Si
passò la mano tra i corti capelli
neri.
“Non dovresti
ascoltare le confidenze che ha con i suoi
colleghi” ribatté Severus. Le guance gli divennero
vermiglie e si voltò, vedendo
passare una donna in giacca e cravatta dall’altra parte della
spalla.
“Non
è colpa mia se zio Ron è sordo e pà
deve gridare per farsi sentire” gli rispose James.
Sentì l’abbaiare
di un cane in lontananza. Albus si massaggiò la spalla e le
iridi color
smeraldo gli divennero liquide.
“Speriamo non
voglia dire un’altra guerra in arrivo. Non
sarei pronto” borbottò. James ghignò e
piegò di lato il capo, ridacchiando.
“Se sono
sopravvissuti i nostri vecchi, ce la faremo anche
noi. Dobbiamo tornare nel mondo della magia, però, al
più presto” lo rassicurò.
Ringrazio anche solo chi legge.
Partecipa alla fanfiction challenge II:
Personaggi: Narcissa, Draco
Prompt: Dinastia
Cap.80 L'anziana Cissa
Draco si piegò
in avanti e passò la spazzola tra i capelli
ingrigiti della madre. Sorrise guardando il proprio riflesso insieme a
quello
della donna, si piegò e le baciò il capo. La
madre allungò il braccio tremante
e appoggiò la mano raggrinzita su quella di Draco.
“Figlio mio.
E’ vero che finalmente vedrò la mia piccola
pronipotina?”
domandò con voce tremante. Il figlio la strinse a
sé e sorrise.
“Mi dispiace che
mio figlio abbia infangato il nome della
dinastia. Mi ha fatto cadere tutti i capelli quello
scapestrato” sussurrò con
voce roca. Narcissa sbatté un paio di volte le lunghe
sopracciglia e sorrise,
la pelle sottile si ripiegò vicino alle labbra.
“La dinastia
è salva finché il nostro sangue
continuerà a
essere puro e i Weasley, nonostante siano rossi, sono sempre
puri” ribatté.
Draco ridacchiò, si sporse appoggiando la spazzola sul
ripiano di legno e
abbracciò da dietro l’anziana.
“Madre, direste
qualsiasi cosa per difendere la piccola …
come avete fatto con me” sussurrò.
Ringrazio anche solo chi legge.
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Personaggi: Narcissa, Ginny
Prompt: Metronomo
Cap.81 Serata a casa Malfoy
“Temevamo
un’invasione da parte della vostra numerosa
famiglia. Siamo lieti siate venuti in così pochi”
disse Lucius. Si sedette
nella poltrona e vi sprofondò, assottigliando gli occhi.
Allungò la mano e
prese nella propria quella dell’anziana donna.
“In questo
periodo non si svolgono molte gare di Quidditch,
per questo ho deciso di accompagnarli io” spiegò
Ginny. Era seduta in una
poltroncina accanto a quella dove stava Rose. La nipote si tirava
ripetutamente
una ciocca rossa ondulata, deglutendo a vuoto.
“Ho sentito che
ha lasciato quello sport a livello
agonistico” sussurrò Draco. Si mise dietro la
poltrona del padre, facendo
ticchettare il bastone per terra e stringendone il pomello dorato.
“La moglie del
defunto George non riesce più a mandare
avanti l’attività da sola e il figlio, per quanto
ci si impegni, non è
particolarmente dotato per gli affari” spiegò
Ginny. Si voltarono tutti
sentendo suonare il pianoforte.
“Scusate, Lilian
ultimamente quando ne vede uno non riesce a
resistere” sussurrò Scorpius. Narcissa si
alzò in piedi lasciando la mano del
marito e avanzò con passi cadenzati.
“Non va a tempo.
Non le avete insegnato cos’è un
metronomo?”
domandò a Ginny. Quest’ultima
assottigliò gli occhi e ghignò.
“Potrebbe farlo
lei” ribatté. Narcissa annuì e si
voltò.
“Ne
sarò lieta. Deve avere un’educazione
degna” sancì. Scorpius
guardò Rose ed entrambi sospirarono in contemporanea.
Ringrazio anche solo chi legge.
Scritta per la Fanfiction challenge II.
Prompt: Sforzo
Cap.82 James si sposa
“Quindi alla fine hai
deciso di sposare Dominique?” domandò
Teddy. Sirius si portò la sigaretta alle labbra ed
annuì, socchiudendo gli
occhi.
“Sì. Non penso
tu sia venuto a farmi gli auguri” ribatté.
Teddy osservò il tatuaggio a forma di teschio che
l’altro aveva sulla spalla
lasciata scoperta dalla maglietta senza maniche.
“Vivrete come babbani? Lei
nasconderà il fatto che siete cugini?” chiese.
Sirius schioccò la lingua
sul palato ed espirò il fumo della sigaretta.
“Mi sono sforzato di essere
qualcuno che non ero. Eppure il
mio sforzo non mi ha dato ciò o chi desideravo”.
Iniziò. Aspirò nuovamente
dalla sigaretta e Teddy tossì.
“Non possiamo avere tutto
ciò che vogliamo. Io ad esempio
non posso avere figlia con mia moglie, o il nostro erede sarebbe
matematicamente un lupo mannaro. Al San Mungo sono stati
chiari” spiegò il
mutaforma. James corrugò la fronte.
“Tu sei come un fratello
per me, ma io e Dominique siamo
stufi. Stanchi di sforzarci lì dove non possiamo, stanchi di
non andarcene per
fatti nostri” si lamentò. Teddy sospirò
rumorosamente.
“Tu non ami
Dominique” sibilò. James gettò il
mozzicone di
sigaretta e lo pestò sotto la scarpa.
“Lily da piccola ti amava.
Per lei eri speciale, la facevi
sentire una principessa. Eppure quando ti sei messo con Victorie, dopo
un po’
ha realizzato che non eri quello giusto. Sono stanco di aspettareScorpius. E Dominique
è sempre stata come me,
in fondo” spiegò. Teddy si grattò
l’accenno di barba sul mento e sospirò.
“Sei stato tu a vedere il
mio primo bacio con Victorie,
credevo fossi contento per noi. Ora sei gelido”
sussurrò roco.
“Ho solo smesso di
sforzarmi, te l’ho detto. Quindi se vuoi
venire qui a fingere, ritorna pure da dove sei venuto. Nel mondo della
magia
non fanno altro che ammassarsi energie oscure, non voglio essere
travolto
quando verranno fuori" ribatté James Sirius.
"Ora, oltre che non pensare prima di
agire, sei anche paranoico" mugolò Teddy.
Appoggiò una mano sulla spalla del più giovane.
"Sarai sempre come un fratello per
me, qualsiasi scelta tu faccia. E se ci sono minacce all'orizzonte, le
affronteremo insieme. Auguri per il tuo matrimonio" disse. James gli
sorrise.
Ringrazio anche solo chi legge.
Scritta per la Fanfiction challenge II.
Prompt: Vomito
Cap.83 Louise e Lily
Lily era seduta dietro un tavolo,
teneva le gambe incrociate
sotto la tovaglia di pizzo rosa. Sospirò e si
portò alle labbra il drink, con
la lingua allontanò l’oliva e sorseggiò
il contenuto. Osservò suo fratello
James baciare la moglie al centro della sala e roteò gli
occhi.
“Non hanno proprio remore
quei due. Non si direbbero cugini”
si sentì dire da una voce maschile. Un giovane uomo dai
capelli biondo chiaro
si sedette nella sedia accanto alla sua.
“Allora non sono
l’unica che pensache
quei due facciano salire il vomito” disse
Luna. Il giovane ridacchiò e mise i gomiti sul tavolo.
“Penso sia normale per noi
trovare il tutto disgustoso. In
fondo Dominique è mia sorella” spiegò
Louise. Le iridi verde smeraldo di Lily
brillarono.
“Nella vostra famiglia
siete un po’ tutti Veela. Fate
perdere la testa agli uomini” rispose gelida. Il giovane fece
cenno a un
cameriere, quello gli porse un vassoio con dei bicchieri di champagne.
Weasley
gli tolse la bottiglia dalla mano e il cameriere si
allontanò scuotendo la
testa.
“E’ quello che ti
ripeti quando pensi a come Victorie si è
presa Teddy?” domandò Louise, voltandosi verso la
rossa. Lily assottigliò gli
occhi.
“Louise…
Louise… mi hanno parlato di te, cuginetto”.
Iniziò
e lo guardò stappare la bottiglia vuota per metà.
“Ho sentito dire che hai
dilapidato un patrimonio in donne”
disse la rossa. Il biondo si portò la bottiglia alle labbra
e sorseggiò il
contenuto.
“E che tu sei stata dentro
per guida in stato di ubriachezza”
le rispose. Lily finì il proprio drink.
“Non siamo santi
entrambi” ribatté. Louise si leccò le
labbra.
“No, direi di
noi” ribatté. Lily gli prese una ciocca di
capelli tra le dita.
“Ti sei tinto i capelli di
biondo argenteo o li hai sempre
avuti così?” domandò. Lui
finì il contenuto della bottiglia.
“Non solo i Malfoy nascono
con i capelli platinati” ribatté.
Lily ghignò.
“Non credevo che anche i
maschi discendenti di Veela fossero
così seducenti” sussurrò con voce roca.
Louise sorrise e si massaggiò il mento,
le sue pupille si dilatarono.
“Che ne dici di evitare il
vomito che fanno salire quei due.
E di appartarci tra noi?” s’infirmò.
Lily si morse il labbro inferiore.
“Che Voldemort abbia
lasciato una figlia” disse. Albus gli
si mise davanti.
“Pensi che sia lei che sta
facendo succedere queste cose
strane?” chiese, sporgendosi in avanti. “Me ne
parlava tempo fa mio fratello
maggiore”. Aggiunse. Scorpius strofinò il piede
sinistro sul pavimento,
rimanendo fermo davanti ad Albus.
“Non sarebbe
così insolito il ritorno dei Mangiamorte con la
crisi e la fame che i babbani hanno portato qui in
Inghilterra” borbottò.
Potter strinse un pugno.
“Sono tutte scuse e lo sai
anche tu” disse, indurendo il
tono. Scorpius sospirò nuovamente.
“Io so solo che sono
preoccupato. Mio padre era un
Mangiamorte. E se venissero a cercarmi?” domandò e
la voce gli tremò. Albus
impallidì.
“Rose cosa ne
pensa?” domandò.
“Non ho avuto il coraggio
di parlargliene” rispose Scorpius.
Strinse gli occhi e appoggiò la mano sulla spalla
dell’altro.
“Non succederà
niente a tua moglie e a tua figlia. Te lo
prometto” disse secco Albus. Scorpius sorrise e
alzò il capo.
“Da quando il mio migliore
amico è così coraggioso?”
domandò. Severus Potter scrollò le spalle.
“In fondo, sono pur sempre
figlio di Harry Potter” ammise
con voce rauca. Malfoy gli sorrise.
“Hai solo il meglio di
lui” ribatté, addolcendo il tono.
Capitolo 85 *** Cap. 85 Sogno di una notte di inizio inverno ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Partecipa
alla fanfiction challenge II:
prompt:
Sogno
di una notte di inizio inverno
Cap.
85 Sogno di una notte di inizio inverno
Scorpius si sedette sul davanzale
della finestra e aprì il
manga, ed osservò il disegno che rappresentava
l’autore. Si mordicchiò le
labbra pallide.
“Sogno di una notte di
inizio inverno” lesse il titolo della
storia. Il vento gli scompigliò i capelli biondo platino.
Si concentrò sulla dedica
nel risvolto della copertina.
“Caro Scorpius. Essendo
rimasto solo io a fare i manga,
penso che con questo volume mi ritirerò. Spero che possa
rilassarti. Voglio
lasciarti un messaggio di speranza con questa storia. Perché
mio padre mi ha
insegnato, che nelle avversità, bisogna sempre ricordarsi di
accendere la luce.
Albus Severus Potter” lesse Scorpius. Sfogliò la
pagina ed andò alla prima
immagine.
“Le truppe sono alle
porte” lesse che diceva un generale
giapponese, con il viso simile al suo. Allungò le gambe
lungo la finestra,
nella stanza risuonava il suo respiro.
*******************
“Non può essere
morto” disse il personaggio del generale. La
giovane donna accanto a lui, i cui capelli arrivavano ai suoi piedi, si
chinò
al suo fianco. Entrambi erano inginocchiati davanti a una tomba di
pietra,
immersa nell’erba.
“Ha combattuto
coraggiosamente fino alla fine ed è morto con
il tuo nome sulle labbra” disse la giovane. Le lacrime
rigavano il viso del
giovane disegnato.
“Ho potuto averlo una sola
volta, con me. E non vedremo mai
la fioritura dei ciliegi dell’anno prossimo. E glielo avevo
promesso” gemette.
Scorpius sentì una lacrima rigargli il viso, mentre vedeva
il suo alter-ego
chinarsi fino a sfiorare con la fronte la lapide.
“Ricordati di quei baci,
della vostra unica volta, come ci
si ricorda di un ‘sogno di inizio
inverno’” ribatté il personaggio
femminile.
La porta si aprì con un
tonfo e Scorpius lasciò cadere il
fumetto, alzando il capo.
“Scorpius, è
successa una cosa terribile!” gridò Rose,
raggiungendo il marito. Lui si mise in piedi, allontanandosi dalla
finestra.
Capitolo 86 *** Cap. 86 Finisce dove tutto è iniziato ***
Ringrazio
anche solo chi legge.
Cap.
86 Finisce dove tutto è iniziato
Scorpius si chinò e appoggiò il manga sulla
lapide, aveva gli occhi rossi. Il vento faceva frusciare le fronde
degli alberi intorno e piegava gli steli d'erba. Il Malfoy si
voltò, vide sua moglie cullare la loro bambina, la piccola
singhiozzava. Sentì un sospiro e si voltò,
vedendo Harry affiancarglisi. Potter osservò un'altalena
ondeggiare e gemette.
"Voldemort non si è preso la mia vita, ma ha trovato il modo
per ferirmi un'ultima volta. Si è preso mio figlio anche da
morto" gemette. Scorpius chinò il capo.
"Io non avrei mai immaginato... non avrei mai voluto..."
piagnucolò. Harry sorrise, il suo viso era segnato da rughe.
"E' morto da eroe. Ha affrontato da solo la figlia di Bellatrix e i
suoi uomini. E' morto sconfingendo l'erede di Voldemort, da vero eroe"
disse con voce rauca. Scorpius osservò la foto sorridente.
"Non si muove" notò. Harry scrollò le spalle.
"Qui vivono molti babbani. Anche se abbiamo comprato il terreno,
qualcuno di loro poteva venirci e vederla" spiegò.
Alzò il capo ed osservò il cielo azzurro, solcato
da nuvole bianche.
"Mio figlio aveva il nome dei due pi coraggiosi presidi che avessi mai
conosciuto" sussurrò roco. Strinse un pugno.
"E la storia sembra chiudersi lì dove è
cominciata". Aggiunse, venendo scosso da un brivido. Scorpius
sbatté le palpebre.
"Che cosa intende?" domandò.
"Questo è il parco dove uno di loro: Severus Piton,
incontrò mia madre, la donna che avrebbe amato in eterno"
rispose Harry. Il manga si aprì mosso dal vento e alcune
pagine si sfogliarono rumorosamente.
"E ora qui, Albus Severus, potrò riposare in pace". Concluse
Harry. Scorpius vide le lacrime rigare il viso dell'uomo e lo
abbracciò.