Why'd you only call me when you're high?

di divishome
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Motel ***
Capitolo 2: *** Ezechiele ***



Capitolo 1
*** Motel ***


D#1
MOTEL


La stanza scura odorava di sigarette e vodka, sulle pareti si potevano vedere due toppe che probabilmente ricoprivano qualche foro di proiettile, l'unico elemento vivace era il copriletto verde militare adornato di pietre in plastica. Una TV senza cavi stava davanti alla scrivania che pululava di fogli e cartine, sul muro di fronte una miriade di foto e di ritagli di cronaca nera collegati da un filo rosso che sembrava non avere fine.

La maniglia fece qualche giro in senso orario per poi controvertere in senso antiorario e spalancarsi.  Come un tornado entrarono nella stanza un uomo di media corporatura dagli occhi verdi e una ragazza più alta di lui, con i capelli tinti di biondo. La frenesia li portò presto ad inciampare nel letto, lei gli cadde addosso, rise e poi gli diede un bacio, lo guardò negli occhi e chiamò il suo nome  prima di togliergli la maglietta. Le mani di lui, invece, decisero di partire dal basso e si insinuarono tra le cosce di lei fino a toccare il pizzo rosa delle sue mutandine, allora salirono per l'orlo della gonna di jeans e la sbottonarono. Le mani di lei sopraggiunsero in aiuto per poi slacciarsi il regisseno prima ancora di aver tolto la maglia.
«Oh si!» disse lui con guardando il suo corpo con gli occhi di un bambino.
«Zitto e baciami, Dean Winchester!»
Quelle pareti ne avevano viste di scene simili e quel pavimento aveva sentito la delicatezza di ogni mutanda possibile. Rosse, castane, bionde, a Dean non importava. Anche se bisogna dire che aveva un debole per le rosse, diceva che al posto del sangue avevano lava. Ma quella ragazza bionda non era ''una botta e via'', era la sua ragazza. Dean Winchester fidanzato, strano a dirsi, molto strano.


Nel negozio sotto quel motel stava entrando un ragazzo con un cappellino azzurro che faceva risaltare i suoi occhi, si scaldò le mani ricoperti dai guanti in tinta ideantica a quella del cappellino.
«Ciao John!»
John era il proprietario della linea di negozi A tu per tu che da qualche tempo aveva invaso quasi tutta l'America. Aveva ereditato quella fortuna da suo padre che così gli aveva permesso di entrare in affari a soli ventun'anni, anche se John avrebbe preferito passare le sue giornate tra anime e manga.
Il cassiere impacciato tirò su gli occhi dal fumetto di Devilman e salutò Castiel.
«Ho visto appena Dean salire»
Da quando Winchester aveva deciso di alloggiare in quella piccola cittadina aveva designato A tu per tu come suo negozio di fiducia per comprare la birra ed ogni genere di articoli.
«Adesso vado. In effetti oggi sono qui per lui, tra qualche giorno è il suo compleanno e volevo prendergli qualcosa di...» il ragazzo si interruppe alla ricerca della parola perfetta.
«...speciale?» intervenne in aiuto John.
Castiel guardò i suoi piedi timidamente per poi rialzare lo sguardo e annuire.
«Mi dispiace, ma oggi c'è la chiusura anticipata. Mia nonna compie il suo centesimo compleanno».
«Vorrà dire che avrò più tempo per pensare» disse ridendo «Ci vediamo allora».

Il campanello della porta suonò per un ultima volta e Cas entrò nel motel salutando il proprietario intento a guardare qualche serie TV scadente.
Salì le prime rampe di scale pensando a cosa organizzare per Dean e la seconda pensando a che scusa usare per non farglielo scoprire. Illuminato da un'idea geniale iniziò a correre verso la porta 220 con un ampio sorriso.


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Capitolo 2
*** Ezechiele ***


D#2
EZECHIELE



La camera 222, non era mai stata così poco illuminata. Al centro della stanza c'era un tavolino, sopra di questo un centrino che aveva il compito di coprire i bordi mangiati dalle termiti. L'unica luce presente era quella della luna che trapelava dai buchi delle tapparelle.
I gomiti di Castiel scivolarono sulle sue ginocchia e le mani affondarono nei suoi capelli.

Non c'era stato bisogno di parole, l'intruso aveva semplicemente richiuso la porta e si era accasciato per terra con la schiena appoggiata alla porta.
Poi ad un certo punto si alzò, nessuno avrebbe saputo dire se quel gesto era dovuto al crescere del suo pianto o al crescere dei gemiti degli amanti, ma trovò la forza di farlo.
Barcollò per un po' verso la sua stanza ed appoggio testa e pugno sul legno, stringendo gli occhi nell'atto di non far uscire le lacrime. Prese la chiave dalla sua tasca, là infilò come un ubriaco e un po' ubriaco lo era, non che avesse bevuto, ma si sa: l'amore ha gli stessi effetti.

«Vado a lavoro.» disse la biondina rimettendosi la gonna.
Dean sembrava immerso nei suoi pensieri. Era steso sul letto, una mano tirata indietro sulla nuca e l'altra sul lenzuolo che copriva solo le parti intime.
«Ti conviene farti una doccia, Dean.» proseguì la donna «Sai che non amo le persone sudate. Dean, Dean, mi stai ascoltando?»
«Si. Doccia. Capito.''
Dean si alzò e il lenzuolo rimase sul letto. Il suo corpo nudo era completamente invaso dalla luce, l'uomo si girò verso la finestra e rivolse il volto alla luna.
«Perché mi fai questo?» sussurrò lentamente.
«Cosa hai detto?» intervenne la donna.
«Nulla.»
«Io vado.»
«Ok.»
La donna esitò un momento, si guardò intorno disorientata.
«Non mi saluti neanche?» disse infine, ma non ricevette risposta.
La forza che la bionda usò nel chiudere la porta fu tale che Dean sobbalzò, diede un ultimo sguardo alla grande sfera argentea e poi si getto sul letto, prendendo a sé il cuscino.

Dean Winchester e Castiel si addormentarono insieme.

Passarono ore prima che qualcuno si preoccupò di bussare alla porta di Castiel. Il ragazzo si svegliò, guardò l'orologio e lanciò un cuscino sul muro. Ma più il tempo passava più il rumore risultava ripetitivo, tanto da costringerlo a non ignorarlo.
«Castiel devi vedere questo!» alla porta c'era John «Guarda, proprio qui.» il commesso spinse sotto il naso di Castiel il suo android, si vedeva l'immagine di una parete ricoperta da una bruciatura.
«Ma hai visto? Pazzesco. Senza contare che ormai il muro del negozio è completamente rovinato. Non ti pare somigli ad un gruppo di ossa?»
«Ezechiele.» disse abbastanza ad alta voce l'angelo.
«Cosa hai detto?»
«Nulla, ora devo andare.»
Non era una semplice bruciatura quella sul muro del negozio A tu per tu, era il simbolo della rinascita. Ezechiele, uno dei profeti maggiori, veniva spesso rappresentato da delle ossa in un campo che successivamente tornano a rivivere grazie al soffio di Dio, impercettibile, da alcuni cristiani questo simbolo viene associato alla resurrezione della carne.

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