Why'd you only call me when you're high? di divishome (/viewuser.php?uid=712537)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Motel ***
Capitolo 2: *** Ezechiele ***
Capitolo 1 *** Motel ***
D#1
MOTEL
La stanza scura odorava di sigarette e vodka, sulle pareti si potevano
vedere due toppe che probabilmente ricoprivano qualche foro di
proiettile, l'unico elemento vivace era il copriletto verde militare
adornato di pietre in plastica. Una TV senza cavi stava davanti alla
scrivania che pululava di fogli e cartine, sul muro di fronte una
miriade di foto e di ritagli di cronaca nera collegati da un filo rosso
che sembrava non avere fine.
La maniglia fece qualche giro
in senso orario per poi controvertere in senso antiorario e
spalancarsi. Come un tornado entrarono nella stanza un uomo di
media corporatura dagli occhi verdi e una ragazza più alta di
lui, con i capelli tinti di biondo. La frenesia li portò presto
ad inciampare nel letto, lei gli cadde addosso, rise e poi gli diede un
bacio, lo guardò negli occhi e chiamò il suo nome
prima di togliergli la maglietta. Le mani di lui, invece, decisero di
partire dal basso e si insinuarono tra le cosce di lei fino a toccare
il pizzo rosa delle sue mutandine, allora salirono per l'orlo della
gonna di jeans e la sbottonarono. Le mani di lei sopraggiunsero in
aiuto per poi slacciarsi il regisseno prima ancora di aver tolto la
maglia.
«Oh si!» disse lui con guardando il suo corpo con gli occhi di un bambino.
«Zitto e baciami, Dean Winchester!»
Quelle pareti ne avevano viste di
scene simili e quel pavimento aveva sentito la delicatezza di ogni
mutanda possibile. Rosse, castane, bionde, a Dean non importava. Anche
se bisogna dire che aveva un debole per le rosse, diceva che al posto
del sangue avevano lava. Ma quella ragazza bionda non era ''una botta e
via'', era la sua ragazza. Dean Winchester fidanzato, strano a dirsi,
molto strano.
Nel negozio sotto quel motel stava
entrando un ragazzo con un cappellino azzurro che faceva risaltare i
suoi occhi, si scaldò le mani ricoperti dai guanti in tinta
ideantica a quella del cappellino.
«Ciao John!»
John era il proprietario della linea di negozi A tu per tu
che da qualche tempo aveva invaso quasi tutta l'America. Aveva
ereditato quella fortuna da suo padre che così gli aveva
permesso di entrare in affari a soli ventun'anni, anche se John avrebbe
preferito passare le sue giornate tra anime e manga.
Il cassiere impacciato tirò su gli occhi dal fumetto di Devilman e salutò Castiel.
«Ho visto appena Dean salire»
Da quando Winchester aveva deciso di alloggiare in quella piccola cittadina aveva designato A tu per tu come suo negozio di fiducia per comprare la birra ed ogni genere di articoli.
«Adesso vado. In effetti oggi
sono qui per lui, tra qualche giorno è il suo compleanno e
volevo prendergli qualcosa di...» il ragazzo si interruppe alla
ricerca della parola perfetta.
«...speciale?» intervenne in aiuto John.
Castiel guardò i suoi piedi timidamente per poi rialzare lo sguardo e annuire.
«Mi dispiace, ma oggi c'è la chiusura anticipata. Mia nonna compie il suo centesimo compleanno».
«Vorrà dire che avrò più tempo per pensare» disse ridendo «Ci vediamo allora».
Il campanello della porta
suonò per un ultima volta e Cas entrò nel motel salutando
il proprietario intento a guardare qualche serie TV scadente.
Salì le prime rampe di scale
pensando a cosa organizzare per Dean e la seconda pensando a che scusa
usare per non farglielo scoprire. Illuminato da un'idea geniale
iniziò a correre verso la porta 220 con un ampio sorriso.
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Capitolo 2 *** Ezechiele ***
D#2
EZECHIELE
La camera 222, non era mai stata
così poco illuminata. Al centro della stanza c'era un tavolino,
sopra di questo un centrino che aveva il compito di coprire i bordi
mangiati dalle termiti. L'unica luce presente era quella della luna che
trapelava dai buchi delle tapparelle.
I gomiti di Castiel scivolarono sulle sue ginocchia e le mani affondarono nei suoi capelli.
Non c'era stato bisogno di parole,
l'intruso aveva semplicemente richiuso la porta e si era accasciato per
terra con la schiena appoggiata alla porta.
Poi ad un certo punto si
alzò, nessuno avrebbe saputo dire se quel gesto era dovuto al
crescere del suo pianto o al crescere dei gemiti degli amanti, ma
trovò la forza di farlo.
Barcollò per un po' verso la
sua stanza ed appoggio testa e pugno sul legno, stringendo gli occhi
nell'atto di non far uscire le lacrime. Prese la chiave dalla sua
tasca, là infilò come un ubriaco e un po' ubriaco lo era,
non che avesse bevuto, ma si sa: l'amore ha gli stessi effetti.
«Vado a lavoro.» disse la biondina rimettendosi la gonna.
Dean sembrava immerso nei suoi
pensieri. Era steso sul letto, una mano tirata indietro sulla nuca e
l'altra sul lenzuolo che copriva solo le parti intime.
«Ti conviene farti una doccia,
Dean.» proseguì la donna «Sai che non amo le persone
sudate. Dean, Dean, mi stai ascoltando?»
«Si. Doccia. Capito.''
Dean si alzò e il lenzuolo
rimase sul letto. Il suo corpo nudo era completamente invaso dalla
luce, l'uomo si girò verso la finestra e rivolse il volto alla
luna.
«Perché mi fai questo?» sussurrò lentamente.
«Cosa hai detto?» intervenne la donna.
«Nulla.»
«Io vado.»
«Ok.»
La donna esitò un momento, si guardò intorno disorientata.
«Non mi saluti neanche?» disse infine, ma non ricevette risposta.
La forza che la bionda usò
nel chiudere la porta fu tale che Dean sobbalzò, diede un ultimo
sguardo alla grande sfera argentea e poi si getto sul letto, prendendo
a sé il cuscino.
Dean Winchester e Castiel si addormentarono insieme.
Passarono ore prima che qualcuno si
preoccupò di bussare alla porta di Castiel. Il ragazzo si
svegliò, guardò l'orologio e lanciò un cuscino sul
muro. Ma più il tempo passava più il rumore risultava
ripetitivo, tanto da costringerlo a non ignorarlo.
«Castiel devi vedere
questo!» alla porta c'era John «Guarda, proprio qui.»
il commesso spinse sotto il naso di Castiel il suo android, si vedeva
l'immagine di una parete ricoperta da una bruciatura.
«Ma hai visto? Pazzesco. Senza
contare che ormai il muro del negozio è completamente rovinato.
Non ti pare somigli ad un gruppo di ossa?»
«Ezechiele.» disse abbastanza ad alta voce l'angelo.
«Cosa hai detto?»
«Nulla, ora devo andare.»
Non era una semplice bruciatura quella sul muro del negozio A tu per tu,
era il simbolo della rinascita. Ezechiele, uno dei profeti maggiori,
veniva spesso rappresentato da delle ossa in un campo che
successivamente tornano a rivivere grazie al soffio di Dio,
impercettibile, da alcuni cristiani questo simbolo viene associato alla
resurrezione della carne.
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