Save me from myself

di vas_happenin09
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Primo capitolo ***
Capitolo 2: *** Secondo capitolo ***
Capitolo 3: *** Terzo capitolo. ***
Capitolo 4: *** Quarto capitolo ***
Capitolo 5: *** Quinto capitolo ***
Capitolo 6: *** Sesto capitolo ***
Capitolo 7: *** Settimo capitolo. ***
Capitolo 8: *** Capitolo otto ***
Capitolo 9: *** Capitolo nove ***
Capitolo 10: *** Capitolo dieci ***
Capitolo 11: *** Capitolo undici ***
Capitolo 12: *** Capitolo dodici ***
Capitolo 13: *** Capitolo tredici ***



Capitolo 1
*** Primo capitolo ***


Capitolo 1

 

Avete presente il momento in cui butteresti tutto all'aria e te ne andresti per disperazione? Quel momento in cui non hai nessuno e l'unico che può asciugarti le lacrime, curarti le ferire e cullarti per farti addormentare sei tu stesso? È esattamente questo quello che sta passando. Ancora una volta non può contare su nessuno, solo su una bambina di cinque anni, troppo piccola ed innociente per metterla in mezzo in cose più grandi di lei.

Anche quel giorno stava camminando per quella strada quasi deserta, con le mani nelle tasche a pensare a tutti i casini in cui si era ritrovato senza neanche accorgersene, forse per le cattive compagnie, forse per la sua stupidità, fatto sta era sempre nei guai. Anche quel giorno camminava per quella strada che conduceva fino a casa sua, dove c'era una bambina dai lunghi campelli dorati ad aspettarlo, l'unico essere umano sulla terra che l'abbia mai amato davvero.

Con una estrema lentazza estrasse il telefono dalla tasca dei jeans e guardò l'orario, erano le cinque e trenta del pomeriggio e a quell'ora trasmettevano in tv il cartone animato preferito della sua bimba, non avrebbe di certo sentito la sua mancanza se si fosse fermato a fumare una sigaretta. Prese la strada per il parco rimponendo il telefono nella tasca mentre con l'altra mano prese il pacchetto di sigarette, portandone una alla bocca per poi accenderla. Si sedette sulla prima panchina che si trovò davanti e guardò i bambini giocare sullo scivolo o sull'altalena, continuando a fumare la sua sigaretta. Avvertì qualcuno che si sedette proprio sulla sua stessa panchina ma pensò che fosse uno dei soliti anziani con il loro giornale in mano che si sarebbero spostati in ben che non si dica per via del fumo, ma questa volta non sentì nessuno sbuffo e nessun giornale piegarsi in un gesto brusco ma bensì un leggero colpo di tosse volontario che attirò la sua attenzione. Girò lentamente il viso con aria quasi scocciata e si sorprese di chi vide, non se lo aspettava affatto ma riuscì a non farlo traparire. Rimase in silenzio a guardare la persona davanti a sé, aspettando qualche suo gesto o movimento e finalmente parlò.

-ehy.. posso?- fece un cenno con il capo verso la sua sigaretta per poi proseguire. -le mie le ho lasciate a casa..- disse quasi con imbarazzo, sembrava che lo stava pregando, che avesse davvero bisogno di farsi qualche tiro. Sempre con religioso silenzio porse la sigaretta al ragazzo davanti a lui, il quale la prese ringraziandolo con lo sguardo e se la portò alla bocca, facendo un lungo tiro prima di staccarla e ripassargliela, rilasciando il fumo in piccoli sbuffi.

-ti ringrazio, ne avevo bisogno- il ragazzo gli sorrise mostrando quei denti bianchi e perfetti, estremamente dritti e lucenti. In tutta risposta gli fece un cenno con il poco facendo l'ultimo tiro prima di buttare in terra la sigaretta e schiacciarla con il piede. Si alzò sistemandosi la magliatta pronto a tornare a casa ma non fece neanche un passo che il ragazzo sulla panchina parlò.

-io comunque.. sono Louis Tomlinson- il ragazzo lo guardò con un velo di speranza negli occhi, sperava solo di avvicinarsi a lui e diventare suo amico.

-e a me non interessa- rispose acido iniziando a camminare, Louis si aspettava una risposta del genere infatti si limitò ad alzare gli occhi al cielo sbuffando appena, seguendolo.

-tu come ti chiami?- gli chiese mentre lo affiancava, mettendosi le mani nelle tasche guardandolo con la cosa dell'occhio, ma il ragazzo non rispose. Non vedeva il motivo per cui doveva legare con un tipo come lui, erano completamente diversi e non si fidava di lui, tuttavia Louis ritentò di instaurare una specie di legame con il ragazzo, dopotutto non voleva far nulla di male, solo conoscere quel tipo che tanto lo affascinava.

-ma fai così con tutti? Non mi soprende vederti sempre da solo- bofonchiò louis guardandosi per un momento i mocassini che portava ai piedi, quel giorno aveva i suoi preferiti e gli spuntò un leggero sorriso solo guardandoli. Il ragazzo in tutta risposta si fermò di colpo avvicinandosi pericolosamente a lui, minacciandolo con lo sguardo.

-a te non deve interessare se sono da solo o con altre persone, ho degli amici e non ho bisogno di conoscere altre persone, mi sono piegato?- disse a pochi centimetri dal suo viso, con tono minaccioso. Louis lo guardò attentamente maledicendosi per quello che aveva appena detto senza riflettere, ma subitò pensò a quanto fossero belle le sue labbra così baciabili, a quanto lui stesso fosse bello e subito notò un velo di tristezza celata nei suoi occhi, probabilmente con quella frase aveva centrato il punto, lui era solo.

Dopo qualche istante che rimase a fissarlo, Louis annuì debolmente facendo qualche passo indietro mentre il ragazzo riprese a camminare più nervoso di prima, continuava a pansare a quello che aveva detto, si rese conto che eravo frottole, lui aveva assolutamente bisogno di conoscere nuove persone, aveva bisogno di avere almeno un amico su cui contore e imprecò mentalmente per essere così chiuso e impulsivo, sperò vivamente che il ragazzo lo seguisse ancora, cercando di parlare ancora con lui e così fu. Louis è sempre stato un ragazzo determinato, quello che voleva alla fine lo otteneva e voleva che quel ragazzo si fidasse di lui, voleva essergli amico, magari anche qualcosa di più.

-mi dispiace per quello che ho detto- mormorò Louis seguendolo velocemente, tornando ad affiancarlo per poi continuare a parlare. -io non so se sei davvero solo o no, volevo solo conoscere qualcuno- infilò le mani nelle tasche girando il viso verso di lui, accennado un sorriso.

-sono la persona sbagliata allora- si fermò davani a un palazzo per poi salire i tre scalini per arrivare al portone estraendo le chiavi dalla tasca. -e poi non credo che tu sia senza nessuno a questo mondo, Tomlinson- continuò girando appena il viso verso di lui, aprendo poi il portone. Louis non sapeva più come replicare, restò in silenzio davanti a quei tre scalini guardando il ragazzo entrare nel portone con un leggero sorriso sulle labbra e sorrise a sua volta quando la porta fu chiusa, incamminandosi verso casa. Nel frattempo il ragazzo salì al primo piano senza l'uso dell'ascensore guasto, aprì la porta entrando per poi richiuderla alle proprie spalle e si trovò una bellissima bambina davanti ai suoi occhi con le braccia incrociate al petto con su il broncio. Si avviciò al divano sul quale era seduta e si mise di fianco a lei sorridendo intenerito dalla sua espressione.

-che succede piccoletta?- passò una mano fra i suoi capelli biondi sorridendo.

-sei in ritardo Zayn- mormorò imbronciata la bambina e il ragazzo sospirò appena.

-lo so, ma sono stato fermato da un ragazzo- alzò appena le spalle appoggiando poi la schiena al divano e subito la bimba fece uno scatto verso di lui sedendosi sulle sue gambe.

-un nuovo amico? Me lo farai conoscere?- disse innocentemente la bimba sorridendo ampiamente, mostrando i dentini e Zayn non potè fare a meno di sorridere a sua volta.

-va bene Ash, un giorno lo incontrerai- le baciò la fronte avvolgendola con le braccia, stringendola al proprio petto. Ripensò a quel ragazzo tanto strano quanto bello, sperò di rivederlo un giorno perché era vero, era sempre solo a causa del suo carattere difficile.  


 

SALVE GENTE

Sono tornata con un'altra stroria, le altre ho perso il filo e non penso che riuscirò a continuarle.
spero che questa vi piaccia, ammetto di essermi impegnata leggermente di più.
beh che dire, vi ho incuriosito almeno un po'? 
non voglio anticiparvi nulla ma vi dico solo che i prossimi capitoli saranno un po' più lunghi.
spero recensirete in molti, un bacio a tutti.

p.s. qualcuno che sa fare i banner e mi da una mano? 
passate qui, merita! http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2383010&i=1  

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Capitolo 2
*** Secondo capitolo ***


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grazie a Smileess per il banner!

 

Capitolo 2

 

Non era vero che i soldi portano tristezza, solitudine e tutte le stronzate che dicono le persone, almeno per certi versi. I soldi possono portarti su brutte strade, come quella della droga e della prostituzione, possono farti incontrare persone che sono interessati solo al tuo conto in banca e non a quello che sei veramente, ma a Louis poco portava. Lui aveva una famiglia unita, non c'era segreti fra loro e anche se a volte le cose sono difficili da dire loro lo fcevano sempre. La famiglia Tomlinson condivideva tutto, segreti, sogni, desideri e si aiutavano l'un l'atro. Un esempio: quando Louis capì di essere attratto dagli uomini e non dalle donne era in giovane in età, avrà avuto una quindicina d'anni e non sapendo a chi rivolgersi, lo confidò a sua madre e quest'ultima lo disse al padre, per volontà del ragazzo. Il padre tuttosommato la prese bene, non si arrabbiò e lasciò a Louis via libera per mettersi con chi voleva e vivere la sua giovane vita; tutto il contrario di quello che accadde a Zayn, insomma. Suo padre non avrebbe mai accettato l'omosessualità del figlio, e questo Zayn lo sapeva bene, ma preferì fregarsene e stare con un ragazzo che credeva fosse speciale, credeva che sarebbero stati felici insieme. Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso.


 

Ancora una volta si dimenticò di puntare la sveglia e ancora una volta era in ritardo, questa volta non l'avrebbe passata liscia, specialmente con suo padre. Quando vide l'ora si alzò velocemente dal letto, buttando in aria le coperte in cui era comodamente avvolto e si fiondò in bagno. Si tolse il pigiama sentendo il freddo pizzicante della mattina ed entrò in doccia, aprendo subito il getto d'acqua calda per riscaldrsi, ma non abitando più lì girò la manopola nel senso opposto, aprendo l'acqua fredda. Al contatto con l'acqua urlò per lo stupore, tanto da far spaventare sua madre, la quale andò subito a bussare alla sua porta.

-tesoro, è tutto okay?- chiese la donna sulla quarantina, mentre il ragazzo chiudeva l'acqua.

-si mamma, ho solo aperto l'acqua gelida- urlò appena Louis, per farsi sentire da sua madre, la quale si lasciò sfuggire una risatina.

-quando tornerai?- abbassò di poco lo sguardo amareggiata, le mancava suo figlio ma era sempre impegnato e lo vedeva poco o niente.

-il week-end, come sempre- rispose mentre si insaponava velocemente il corpo, non poteva sprecare tempo, che tra l'altro non aveva.

-va bene boo, cosa ti faccio preparare per colazione?- sorrise istintivamente al quel nomignolo che gli avevano affibiato quando era più piccolo, lasciò da parte i ricordi e aprì il getto d'acqua, questa volta calda per poi rispondere a sua madre.

-oh niente, prenderò qualcosa quando sarò lì- si sciacquò velocemente ed uscì dalla doccia asciugandosi con l'accappatoio, correndo poi nella sua vecchia stanza mentre sua madre tornava giù in cucina con la domestica. Saltellò da tutte le parti per la sua stanza vestendosi, raccattando i suoi libri sparsi per il pavimento e li gettò nella sua borsa di pelle, scendendo velocemente le scale.

-sono in ritardo, ci sentiamo per telefono famiglia- sorrise mentre si infilava il cappotto, guardandolo la sua famiglia seduta al tavolo mentre facevano colazione. Stampò un bacio sulla guancia a ognuno, compresa la dolce domestica che conosceva sin da piccolo e corse in auto, partendo velocemente verso l'università. La scuola distava circa un'ora di macchina e se si sbrigava, sarebbe potuto arrivare in orario almeno quel lunedì mattina, anche se con il traffico che c'era dubitava di riuscire ad arrivare alle otto e un quarto davanti all'aula d'università prima del suo professore. Mentre sfrecciava sull'autostrada con la sua automobile blu notte, ripensava a quel ragazzo che vide circa tre giorni prima, si chiese se sarebbe riuscito a rivederlo e magari a stringerci amicizia, ci teneva tanto.

 

Con grande sorpresa del professore di economia riuscì ad arrivare esattamente alle otto e quattordici davanti all'aula ed entrò con passo trionfante, si sentiva un Dio della puntualità solo perché una volta tanto era riuscito ad arrivare in orario. Andò a sedersi al suo solito posto, vicino a un ragazzo che aveva conosciuto da poco, molto simpatico quanto bello, peccato fosse etero.

-buongiorno- esordì Louis sorridendo, tirando fuori il libro di economia, più che libro sembrava un mattone!

-'giorno- biascicò il biondino al suo fianco, aveva delle occhiaie che facevano paura.

-fatto le ore piccole?- mormorò una volta che il professore iniziò la sua lezione e il biondo annuì senza dare una risposta, così Louis continuò -Niall, se vai avanti così non reggerai per l'intero anno scolastico!- lo rimproverò aprendo il libro, andando alla pagina che indicò il professore, Niall in tutta risposta sbuffò appena mormorando un -lo so, Louis-.

 

A metà mattinata avrebbe voluto scappare, era solo lunedì e già non vedeva l'ora che arrivasse il sabato per tornare a riposare, ma non poteva. Si diresse verso un'altra aula per un'altra noiosa lezione, già pensava a come avrebbe potuto andar via, magari fingendosi morto. Scosse la testa al quel pensiero dandosi del cretino e seguì la lezione del professor Swerty, avrebbe preferito entrare in un gabbia di leoni affamati pur di non stare nella stessa aula con quel.. coglione? No, molto peggio, quel bastardo senza una coscienza che l'anno prima voleva sospenderlo inventandosi cose di sana pianta. Tuttavia riuscì a non impazzire per ogni frecciatina che gli mandava il professore e una volta suonata la campanella afferrò la sua borsa buttandoci dentro i libri e volò fuori dall'aula, tirando un respiro di sollievo quando realizzò che le lezioni erano finite e che poteva tornare alla sua tanto amata casa. Si avviò all'uscita verso il parcheggio e una volta arrivato montò sulla sua auto partendo, andando verso casa. Tirò giù il tettuccio dell'auto lasciando che il vento gli scompigliasse i capelli e si sentì libero, perché infetti lo era. Dopo qualche minuto di auto imboccò un vialetto e arrivò davanti al proprio cancello che aprì con il telecomando e parcheggiò nel garage. Richiuse il garage e il cancello salendo al pieno di sopra appoggiando il mazzo di chiavi sul tavolo, dove trovò anche un biglietto dalla sua domestica con scritto -sono in ospedale da mio figlio, tornerò in tempo per la cena sig. Tomlison.- aggrottòle sopracciglia leggendo e afferrò subito il telefono chiamandola domestica, la quale rispose dopo un paio di squilli.

-sig. Tomlison- rispose sorpresa vedendo il numero comparire sul display.

-Greta, quante volte devo dirti di chiamarmi Louis? Mi fai sentire vecchio- accennò una leggera risatina per smorzare la tensione che si poteva toccare con mano.

-hai ragione, scusami Louis. Perché mi hai chiamato? E' successo qualcosa?- iniziò a bombardarlo di domande come suo solito non appena il povero ragazzo la chiamava al telefono.

-no no, volevo solo sapere come stava tuo figlio, che cosa è successo?- chiese Louis con un velo di preoccupazione nella voce, andando a sedersi sul suo amato divano, portando la caviglia destra sul ginocchio sinistro.

-si è fatto male giocando a scuola, ha un braccio rotto ma nulla di grave Louis- il ragazzo sorrise notevolmente sollevato e la domestica, Greta continuò -tuttavia non riuscirà a fare tutto da solo a casa quindi, con il tuo permesso non sarò molto presente e dovrò trasferirmi da mio figlio- dise amareggiata la donna, sperando di non essere licenziata dal ragazzo, quest'ultimo si passò una mano fra i capelli pensando a una soluzione.

-potresti portarlo a stare qui da me, sarà molto più comodo per te!- propose Louis e la donna sembrò titubante, ma dopo vari tentativi di farle capire che non c'era problema e che non disturbavano, Louis riuscì a convicerla. Chiuse la chiamata e si alzò dal divano infilandosi di nuovo la sua giacca afferrando le chiavi di casa, inserì l'allarme ed uscì, intento a fare una passeggiata mentre aspettava che Greta e suo figlio, Liam uscissero dall'ospedale. Si guardava intorno camminando con le mani nelle tasche dei jeans mentre pensava a quegli occhi nocciola che tanto avrebbe voluto rivedere, voleva assolutamente risentire la sua voce e si decise ad avviarsi verso casa sua nella speranza di trovarlo in casa, anche se erano quasi le quattro e mezza del pomeriggio e aveva scarsa possibilità di trovarlo, si avvicinò al citofono di quel piccolo condominio e guardò i nomi, lo assalì un dubbio: come faceva a trovarlo se non sapeva né il suo nome, né il suo cognome? Provò a citofonare a tutti quanti e quelli che gli risposero dissero che aveva sbagliato, significava che non era in casa. Decise di aspettarlo seduto su quei tre scalini davanti al portone, avrebbe fatto di tutto per rivederlo. Passarono una quindicina di minuti e sentì la sua voce che si avvicinava e una risata dolcissima di una.. bambina? Appena lo vide lì davanti ai suoi occhi non potè fare a meno di sorridere, si alzò in piedi pulendosi i jeans e scese l'unico scalino che salì per avvicinarsi a lui, che era come pietrificato nel vederlo lì, non se lo aspettava proprio.

-hey!- prese parola Louis tutto sorridente guardandolo, notando i suoi tatuaggi sul braccio che lo rendevano ancora più bello.

-che ci fai qui?- rispose acidamente salendo gli scalini tenendo per mano la bimba dai capelli biondi, tanto dolce quanto bella.

-volvo sapere come stavi- si inventò al momento Louis, alzando subito dopo le spalle guardandolo.

-è un tuo nuovo amico, Zayn?- chiese la bambina tirandogli leggermente la manica della giaccia, guardando Louis con un enorme sorriso sulle labbra. Entrambi i ragazzi guardarono la bambina, portando poi lo sguardo sugli occhi dell'altro. Erano amici? Nessuno dei due lo sapeva, ma entrambi ci spevano.

 

SALVE GENTE

Allora, siamo al secondo capitolo, ancora non si capisce bene la trama però a me piace fare le cose con calma, se no avrei scritto subito "zayn incontra louis, parlano bla bla bla e poi si sposano", sicenramente non mi piacciono le storie così. non dico che ci metterò cento capitoli solo per far baciare qualcuno o comunque che la storia prenda un senso ma di sicuro non lo farò al secondo capitolo! 
penso sia il secondo capitolo più brutto nella storia dei secondi capitoli (?) 
scusate ma ho avuto poco tempo per scrivere ede ro anche senza fantasia, in compenso è più lungo del primo!
tuttavia voglio sapere che ne pensate, sia nel bene che nel male e spero che sarete in tanti a recensire.
sono aperta a qualunque tipo di consiglio e so accettare le critiche quindi fate pure, io vi aspetto!!

nei prossimi capitoli si parlerà molto di più della vita dei ragazzi (Zayn e Louis) e sto cercando un modo per far subentrare anche gli altri tre, se avete consigli ditemelo pure. ovviamente si parlerà anche della piccola Ashley, la bimba bionda di cui si parlanei due capitoli. okay, ho scritto troppo, rido.


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ecco il bellissimo Zayn! 

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la piccola e dolce Ashley

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ed infine, louis.


al prossimo capitolo, un bacione a tutti! 
 

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Capitolo 3
*** Terzo capitolo. ***



Capitolo 3

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Ha sempre sostenuto che pensare faceva male perché portava alla mente tanti dubbi, tante domande e talvolta anche tanti ricordi, belli o brutti che siano, che potevano far male, ma nonostante questo lo stava facendo. Era steso sul suo letto a una pizza, sopra il piumone che osservava il soffitto mentre cercava di non pensare più al passato, ma bensì al futuro perché tanto ormai il passato non si poteva cambiare in contronto al fututo, era tutto nelle sue mani, era tutto in base alle scelte che avrebbe preso. Ripensò ad Ashley, non si meritava tutto quello, era solo una piccola bambina innocente capitata nel momento sbagliato, fra le persone sbagliate. Si guardò un attimo intorno, guardò quelle quattro mura bianche e spoglie, i due armadi appoggiati ad una parete ormai malandati. Sentì qualcosa cigolare e portò lo sguardo sulla porta ormai aperta vedendo entrando una piccola biondina nel suo pigiamino con i fiorellini, con sottobraccio il suo orachiotto mentre si strofinava un occhietto ossonnata. Non potè fare a mano di sorridere guardandola e le fece cenno di avvicinarsi al letto mentre lei lo chiamava sottovoce.

-Zayn..- mormorò piano Ash, appoggiando l'orsacchiotto sul letto.

-che ci fai sveglia alle sei e mezza del mattino piccolina?- sussurrò con voce rauca ma dolce il moro, il quale portò una mano sulla sua guancia accarezzandola, notando che era umida

-h-ho fatto un brutto sogno..- balbettò lei tirando su con il naso cercando di non piangere più mentre continuava -e.. non ti arrabbiare,okay?- sussurrò con voce quasi impaurita, lasciando cadere qualche lacrima sulle guance.

-non mi arrabbierei mai con te- mormorò Zayn mettendosi a sedere, sentendo il letto cigolare.

-promesso?- lo guardò dal basso, passandosi le manine sugli occhi per asciugarli.

-promesso piccola, mi dici che è successo?- la guardò intenerito, passandosi una mano fra i capelli ormai scompigliati e la bambina balbettò prima di riuscire a farsi capire.

-ho fatto la pipì a letto..- Zayn le passò una mano fra i capelli dorati e si alzò mettendosi in ginocchio davanti a lei appoggiando le mani sulle sue guanciotte asciugandole dalle lacrime.

-non è nulla di grave Ashley, può capitare- cercò di tranquillizzarla mentre le sorrideva dolcemente. -adesso ci diamo una sciacquata e ci cambiamo così poi verrai a dormire ancora un po' qui con me, va bene?- continuò lui parlandole con un tono di voce dolce, accarezzandole lentamente i capelli. La bambina sorrise ampiamente e annuì vigorosamente sporgendosi in avanti dandogli un piccolo bacino sulle labbra, come era solita fare. Al gesto, Zayn, rise piano alzandosi da terra e la prese per mano andando nel piccolo bagno dove le disse di spogliarsi e la bambina cercò di spingerlo fuori.

-faccio da sola Zayn, mi vergogno- il ragazzo rise a quell'affermazione ed uscì dal bagno andando nella stanza della bimba, dove iniziò a togliere i lenzuoli sporchi mentre aspettava che finisse di sciacquarsi le parti intime. Una volta raggruppati i lenzuoli li mise nella cesta dei panni sporchi e si sentì chiamare dal bagno, così aprì la porta senza pensarci e la bambina si coprì subito facendo ridere ancora una volta il ragazzo.

-non ti devi vergognare di me Ashley, chi pensi che ti cambiava i pannolini da piccola?- si avvicinò a lei prendendola in braccio cercando di fermare le risate.

-spero non tu- farfugliò la bambina facendosi prendere in braccio mentre assumeva un'aria imbronciata.

-e chi se no?- uscì la bagno spegnendo la luce portando poi la mano sulla pancia della bimba facendole il solletico, beandosi della sua splendida risata. Tornò in camera e la mise sul letto andando poi ad aprire l'armadio per prendere un altro pigiama. Nel frattempo la bambina si alzò in piedi sul materasso e quando Zayn le porse le mutandine le infilò velocemente, così come il pigiama e si fiondò sotto le coperte sorridendo. Il ragazzo piegò la testa di lato mentre la osservava con un sorriso sulle labbra e la seguì sotto le coperte, avvolgendola con le braccia stringendola al petto. Mentre Ashley si riaddormentò lui riprese a pensare, a viaggiare nella sua mente ed arrivò a pensare a due occhi azzurri come il cielo, ripensò al giorno prima a quando lo trovò sulle scale davanti al suo portone, a quando la sua piccola le disse di invitarlo dentro e lui rispose dicendo solo un "dobbiamo fare il bagno, verrà un altro giorno" solo perché non voleva che vedesse in che stato vivevano, si sarebbe dileguato in un secondo perché la famiglia Tomlison non era abituata a tutto questo, non sarebbero mai entrati in una topaia come casa sua e Zayn lo sapeva benissimo. Casa sua non si può definire proprio una topaia ma non è di certo una casa di lusso come quelle che vedeva di solito Louis. Il moro conosceva Louis molto più di quello che lui non sapeva, aveva sentito molto parlare di lui per questo rimase sbigottito quando lo vide lì, vicino a lui su quella panchina che cercava di fare conoscenza. Si chiese il perché di tutto quel interessamente nei suoi confronti, magari era solo una stupida scommessa che aveva fatto con i suoi amici, del tipo: chi si fa prima lo sfigato vince. A risvegliarlo dai suoi pensieri fu il suo telefono, quella maledetta sveglia che lo fece sobbalzare e che spense subito dopo. Sbuffò rumorosamente, non aveva dormito molto ed era stanco ma doveva assolutamente alzarsi! Abbassò lo sguardo verso la piccola Ashley e sorrise, se fosse stato per lui non l'avrebbe svegliata ma doveva andare all'asilo quindi iniziò ad accarezzarle i capelli sussurrandole all'orecchio che era ora di alzarsi e la bimba, dopo qualche minuto, aprì gli occhietti sorridendo assonnata.

-se non ci alziamo facciamo tardi princessa- le disse Zayn, alzandosi tenendola ancora fre le proprie braccia, Ashley sbadigliò ed annuì strofinandosi gli occhi con le mani chiuse a pugno.

-non voglio fare tardi- scosse la testa alzandosi, aggrappandosi alle spalle del ragazzo e con il suo aiuto scese dal letto andando in cucina. -mi prepari il latte?- chiese la bimba mentre Zayn si alzò e andò in bagno a fare i suoi bisogni, si lavò le mani e andò in cucina sorridendo ad Ashley.

-certo, lo vuoi sempre con il cacao o vuoi cambiare?- chiese il moro prendendo il latte dal frigo, mettendolo a scaldare in un pentolino.

-con il cacao!- battè piano le mani sorridendo ampiamente mentre aspettava il suo latte caldo.

 

Una volta fatta colazione si vestirono e uscirono velocemente per mano avviandosi verso l'asilo, nel quale Zayn lasciò la bambina baciandola sulla guancia e andò a lavoro. Lavorava in un negozio di abbigliamento, faceva il commesso e ogni santo giorno doveva subirsi i clienti che non facevano altro che dire "questo pantalone mi ingrassa" o "secondo lei mi sta bene? A mio marito piacerà?" e lui puntalmente si diceva in mente "non lo so signora, sono gay, come posso saperlo?". Era un negozio di alta moda e per sua fortuna la paga era buona così poteva mantenersi facendo un solo lavoro che gli permettava di passare del tempo con Ashley e di riuscire a portarla all'asilo senza dover pagare qualcuno. Quel giorno era di turno con un certo ragazzo di nome Harry, era un nuovo dipendente e l'avrebbe conosciuto quel giorno, sperava fosse almeno un po' più carino dell'ultimo suo collega, gay per giunta, che ci provava spudoratamente con lui. Quando arrivò si trovò un ammasso di ricci dietro la cassa, pensò subito fosse il nuovo ragazzo, a cui doveva spiegare tutto nel giro di trenta minuti, prima che il negozio aprisse alla clientela.

-tu devi essere Harry, giusto?- chiese quando si trovò davanti alla cassa, il ragazzo alzò il viso puntando i suoi occhi verdi su quelli marroni di Zayn e annuì sorridendo, mostrando le sue adorabili fossette ai lati della bocca.

-si esatto, tu sei Zayn, no?- chiese con voce rauca, Zayn dovette ammettere che era proprio un bel ragazzo, se fosse stato gay o bisex sarebbe stato perfetto.

-si, piacere di conoscerti- allungò una mano verso di lui e Harry gliela strinse sorridendo. Si misero subito a lavoro, Zayn gli spiegò dove poteva trovare le cose, i vari reparti, che compito aveva, come comportarsi coi clienti e una volta finito aprirono il negozio. C'era sempre un via vai di gente in quel negozio e la maggior parte erano ricconi, anche perché i capi costavano molto.

 

Dopo una breve pausa pranzo si sentì di nuovo la porta aprirsi e Zayn, che era dietro il bacone di spalle intento a sistemare alcune cose disse a gran voce "salve, posso esserle utile?" si girò velocemente sorridendo al nuovo cliente ma quel sorriso si spense quando vide due occhi azzurri che lo guardavano. Era Louis, in tutto il suo splendore che per la prima volta vide il suo sorriso e quasi svenne per quanto era perfetto.

-oh ciao Zayn, lavori qui?- chiese ovvio Louis, il moro si appoggiò al bancone guardandolo.

-si, come posso esserle utile?- chiese Zayn, cercando di essere il più cordiale possibile. Ma dov'era Harry quando si aveva bisogno di lui?

-non darmi del lei, mi fai sentire vecchio- fece una morfia guardandosi un po' intorno.

-sul posto di lavoro non posso signor Tomlison- era obbligato a dargli del lei e questo lo mandava fuori di testa.

-ho capito. Comunque stavo cercando un completo elegante, stasera ho una cena importante e non posso far brutte figure.- informò Zayn, al quale non interessava minimamente ma era pur sempre un cliente e doveva aiutarlo.

-mi segua- lo portò a vedere tutti i completi che avevano ma nessuno lo convinceva, stava per esplodere. All'ennesimo rifiuto Zayn sospirò piano passandosi una mano sul ciuffo pensando ad una soluzione.

-se vuole le posso mostrare pantaloni, camicie, cravatte, giacce separatamente e proviamo a creare un completo- disse a Louis, il quale cercava in tutti i modi di avvicinarsi il più possibile per sentire meglio il suo profumo, non poteva farne a meno.

-penso sia una buona idea- annuì sorridendo, seguendolo poi verso uno scaffale pieno di scatole con dentro, piegate perfettamente, camicie di ogni colore e taglio.

Dopo una buona mezz'ora riuscirono a trovare un completo adeguato per la serata di Louis e quando il giovane, a malincuore, se ne andò dal negozio, Zayn sospirò sollevato. Il cliente più difficile e bello che abbia mai avuto in vita sua.  
 

SPAZIO A ME

eccoci al terzo capitolo, che ne pensate? 
fa schifo pure questo, lo so, ma siate buone! 
stavo pensando a un modo per continuare la storia e non so se tenerla zouis o fare larry e ziam, niall è etero. 
oppure zarry e lilo.
aiutatemi! 
spero vi sia piaciuto il capitolo e spero che sarete in tante a recensire. (consigliatela anche a qualche amica se vi piace la storia, rido)
spero mi darete una mano anche nel mio dubbio esistenziale!

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harry e zayn, amo questa gif!




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io amo questo ragazzo!!




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e la piccola Ashley!




vi mando un bacio, al prossimo capitolo!

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Capitolo 4
*** Quarto capitolo ***


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Capitolo 4

 

Pausa pranzo. Ha sempre amato questa parte della giornata, fin da quando andava a scuola, fondamentalmente non perché si mangiava ma perché era un momento della giornata in cui riusciva a riposarsi per più di due minuti consecutivi. In realtà lui mangiava molto poco, anche se dal suo fisico non si direbbe, beh grazie a tanta palestra. Nel corso degli anni, sia quando c'era ancora suo padre sia negli anni successivi, l'unico interesse che aveva era andare ad allenarsi, diventare sempre più forte e agile, tutto questo per difendersi dal suo stesso padre, colui che ha contribuito a metterlo al mondo, sempre se era vero.

Era sempre in compagnia delle sue amate sigarette mentre era seduto sul marcipiede davanti al negozio in cui lavorava, guardava la gente passare, le macchine e iniziò a pensare. Pensava che ognuno di loro aveva un destino diverso, come lui stesso, e che magari un giorno si sarebbero trovati sullo stesso aereo per scappare da quella città fin troppo affollata. Si chiedeva cosa riservava il destino per ogni singola persona che vedeva e pensò ai loro cari, arrivò addirittura a pensare che magari potevano essere cugini lontani, o che discendevano dalla stessa famiglia. Non sapeva neanche lui perché stava pensando quelle cose in quel momento e si sentiva parecchio stupido. Quando finì di fumare la sua Marlboro rientrò in negozio andando negli spogliatoi, trovando un ricciolino che mangiava un panino più grosso di lui, accennò un sorriso andando ad aprire il suo armadietto e si spruzzò del deodorante per nascondere la puzza di fumo che lo avvolgeva, ai clienti poteva dal fastidio. Harry lo guardò tutto il tempo mentre mangiava, dato che non aveva nulla di meglio da fare e Zayn si sentiva osservato, si girò verso il ragazzo cogliendolo in fragrate e accennò una piccola risata.

-smettila di spogliarmi con gli occhi- disse richiudendo l'armadietto appoggiandosi poi con una spalla mentre lo guardava fisso negli occhi.

-non ti stavo guardando- cercò di fare l'indifferente ma il suo leggero rossore sulle gote lo tradiva.

-ah si, certo- disse sarcastico Zayn, trattenendo una risata. -come fai a mangiare tutta quella roba?- fece un cenno con la testa indicando il suo panino, storcendo le labbra in una piccola smorfia.

-ho gran appetito- alzò appena le spalle addentando di nuovo il suo mega panino con talmente tanta roba dentro che quasi esplodeva.

-oh lo vedo- annuì divertito staccandosi dall'armadietto aprendo la porta. -fra poco riapriamo- annunciò al suo collega uscendo dagli spoiatoi, facendogli capire che doveva darsi una mossa a finire di mangiare. Mentre metteva a porto alcune cose lasciate in giro da altri clienti ripensò a Louis, si chiese se dopo il giorno precedente sarebbe tornato in quel negozio, magari lo veniva a prendere per portarlo a casa, non se ne stupirebbe.

 

Mentre Zayn vagava nei suoi pensieri, un altro ragazzo con gli occhi azzurri e i capelli castani spettinati stava ancora dormendo nel suo appartamento, ormai tardi per andare all'università a seguire altre lezioni. La sera prima aveva fatto tardi, forse un po' troppo, e aveva bevuto il necessario per fargli venire un gran mal di testa che non riusciva a sopportare quindi, quando suonò la sua fastidiosa sveglia alle sette del mattino la spense e tornì a dormire dopo aver preso una pastiglia per fargli passare il dolore alla testa. Quandò si risvegliò si sentì già molto meglio e decise di alzarsi andando a farsi una doccia per rinfrescarsi. Era già ora di pranzo quindi pensò subito a cosa avrebbe potuto mangiare mentre usciva dalla doccia e, convinto di essere solo in casa, trovò Liam, il figlio della sua domestica, sul divano che guardava un film.

-che ci fai qui? Non dovresti essere a scuola?- aggrottò le sopracciglia avvicinandosi al divano, reggendosi con una mano l'asciugamano legato in vita.

-oggi non avevo voglia- rispose svogliatamente alzando le spalle, senza neanche guardarlo in faccia, anzi cercava di nascondersi. Louis non ribattè ma rimase a guardarlo per qualche istante, prese il mento del ragazzo poco più piccolo d'età di lui e gli girò il volto, notando un occhio nero.

-chi è stato?- domandò osservandolo, Liam scansò la sua mano sbuffando.

-ho sbattuto contro la porta- si inventò una scusa non credibile.

-e io dovrei crederci, no?- alzò un sopracciglio portando le mani ai fianchi, era come se fosse sua madre quando combinava guai. Il ragazzo, a corto di idee, sospirò e abbassò lo sguardo.

-è stato uno che credevo mio amico- mormorò torturandosi le mani, si sentiva a disagio.

-per quale motivo?- chiese a voce un po' più bassa guardandolo.

-è un po' lunga come storia- mormorò continuando a tenere lo sguardo basso, Louis si passò una mano fra i capelli ancora bagnati guardandolo.

-vado a vestirmi e poi ne parliamo, mh?- non fece neanche rispondere il ragazzo che andò in camera a vestirsi pensando a una spiegazione plausibile che gli avrebbe potuto dire Liam, non erano amici stretti, si saranno visti giusto una volta per sbaglio ma voleva aiutarlo, era comunque il figlio di una sua dipendente a cui lui teneva molto. Dopo neanche cinque minuti si ritrovò sul divano di fianco al ragazzo che non smise per un secondo di guardarsi le scarpe, evidentemente erano più interessanti in quel momento.

-non voglio stronzate- disse deciso Louis, l'altro sospirò annuendo appena, pronto a sputare la verità.

-vuoi tutta la storia o una sintesia?- mormorò l'altro, non sapendo davvero da dove iniziare.

-dimmi le cose essenziale che mi aiutano a capire il perché quel testa di cazzo ti ha ridotto così- appoggiò un braccio sullo schienale del divano mettendo la caviglia destra sul ginocchio sinistro piegandolo, mentre il ragazzo cercava le parole giuste.

-in pratica questo mio amico con un gruppetto di altri amici hanno sempre picchiato un ragazzo della loro età, avrà sulla ventina d'anni e mi portavano con loro, non potevo dire nulla se no avrebbero pestato anche me ma tutte le volte che se andavano cercavo di aiutare questo ragazzo in qualsiasi modo. Oggi mi hanno detto che lo prenderanno di sorpresa sempre nello stesso vicolo ma io mi sono rifiutato di andar con loro, anche per via del braccio rotto- alzò appena il gesso facendo un piccolo cenno con la testa per poi continuare -e mi ha tirato un pugno dicendomi che ero inutile- abbassò subito dopo lo sguardo come se fosse colpevole di qualcosa, ma alla fine fece solo la scelta migliore. Louis sospirò lievemente mentre lo guardava pensando a cosa poteva fare per sistemane le cose.

-sai come si chiama questo ragazzo?- lo guardò mentre si alzò dal divano, andando a prendere la sua giaccia attaccata all'attaccapanni e se la infilò velocemente.

-no, ma ammetto che non è niente male- arrossì appena per quell'affermazione mentre Louis accennò una lieve risata guardando il volto del ragazzo. -che vuoi fare?- continò poi Liam alzandosi a sua volta dal divano, raggiungendolo alla porta.

-mi porterai in questo vicolo- aprì la porta prendendo le chiavi della macchina ed uscì camminando velocemente verso la vettura e ci salì su aspettando il ragazzo, il quale salì poco dopo allacciandosi la cintura.

-ne sei convinto, Louis?- lo guardava con timore, non sapeva in cosa andava incontro, in confronto a Liam.

-ne sono convinto- annuì mentre usciva dal parcheggio e partì verso il vicolo, seguendo le indicazioni del ragazzo di fianco a lui. Erano circa le quattro del pomeriggio quindi non c'era molto traffico per strada ma comunque non ci misero poco ad arrivare, scesero dalla macchina sentendo alcuni rumori e corsero nel vicolo, trovando tre ragazzi avvinghiati ad un altro, il quale riceveva molti calci all'addome e agli arti. Intervennero subito facendoli smettere e li minacciarono di denunciarli e di sbatterli dentro usando come scusa il padre di Louis, grande uomo d'affari che aveva molti contatti con giudici corrotti. I tre si dileguarono quando Louis afferrò il telefono intento a chiamare il padre, alla fine erano solo ragazzini spaventati di finire dentro. Solo quando i ragazzi se ne andarono Louis posò lo sguardo sul ragazzo in terra, ricoperto del suo stesso sangue che appena faceva un minimo movimento gemeva di dolore, e lo riconobbe. Si accasciò velocemente di fianco a lui guardandogli le ferite e gli tirò i capelli all'indietro pensando a cosa fare, mentre Zayn cercava inutilemente di alzarsi. Louis gli prese un polso facendo in modo di fargli avvolgere il braccio intorno al proprio collo mentre avvolgeva il suo braccio intorno ai suoi fianchi e lo tirò su reggendolo, sospirando appena quando Zayn fece un verso di dolore. Con l'aiuto di Liam lo portò in auto facendolo sdraiare per come riusciva sui sedili posteriori, portandolo velocemente a casa sua per farlo stare più comodo. Quando arrivarono davanti al piccolo palazzo in cui abitava Zayn, lo presero di peso portandolo dentro.

-posso farcela anche da solo- mormorò scontroso Zayn, il quale si reggeva a Louis stremato. Sapevano tutti e tre che non ce l'avrebbe fatta da solo quindi lo portarono fin dentro casa, nonostante il moro fosse contrario. Louis lo adagiò sul letto togliendogli le scarpe mentre Liam andò a prendere del disinfettante e uno straccetto per ripulirlo dal sangue. Quando portò tutto l'occorrente Louis si sedette sul materasso vicino al moro, stando attendo a non fargli male e iniziò a medicarlo.

-dov'è la bambina?- chiese Louis guardando il suo viso che assumeva una smorfia di dolore.

-è all'assilo, devo andarla a prendere- mormorò cercando di alzarsi dal letto, ma fu trattenuto dalla mano di Louis premuta contro la sua spalla che lo fece tornare giù.

-andrò io a prenderla, tu riposati- rispose alzandosi dal letto, passando il cotone con il disinfettante a Liam, il quale prese subito il suo posto mentre Zayn sospirò rassegnato.

-non penso che te la daranno- mormorò Zayn sul punto di addormentarsi, stanco morto.

-farò in qualche modo- alzò appena le spalle infilandosi la giaccia. -come si chiama?- chiese sistemandosi le maniche mentre lo guardava.

-Ashley- mormorò prima di addormentarsi esausto. Louis sorrise appena guardando il moro prima di chiedere a Liam se poteva rimanere lì, così in caso si fosse svegliato avrebbe trovato qualcuno, quando il ragazzo acconsentì uscì di casa diretto verso l'asilo.   
 

SALVE

scusate per il grande ritardo ma ultimamente non sono riuscita a scrivere!
spero che vi piaccia, anche se a me non convince molto.
sto cercando un modo per far entrare nel "giro" anche Niall, scrivendo un po' di più su di lui ma ancora non ho avuto un'idea soddisfacente! 
spero recensirete in molti e mi siate sinceri.
scusate se ci sono errori ma è già tanto se sono riuscita a scriverlo!


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Louis like a boss, aria




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il bellissimo Zayn!




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ed infine, Harry!


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Capitolo 5
*** Quinto capitolo ***


Capitolo 5



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scusate per eventuali errori

Non pensava ci sarebbe tornato, non sapeva come funzionava e lì, le persone, non lo avevano mai visto quindi non sapeva come avrebbe fatto. Louis era in difficoltà, non entrava in un asilo da quando la sua sorellina più piccola non ci andava più, circa quattro anni, quindi non si ricordava come doveva fare per prendere la bambina, senza contare poi che i due non avevano nessun legame di parantela, non sarebbe mai riuscito a farsela dare per portarla a casa. Continuava a pensare alle parole che avrebbe potuto dire, tipo "hey, sono un amico di Zayn e mi ha chiesto di venire a prendere la bambina". No, non avrebbe mai funzionato. "hey, sono louis, chiamami stasera". Scosse la testa ad un pensiero tanto stupido, era lì per prendere Ashley, non per flirtare con.. delle ragazze. Si sentì stupido non solo per le parole che stava pensando, ma soprattutto perché pensava di dirle ad una ragazza. Quando sentì suonare una campanella si risvegliò dai suoi pensieri e vide tutti i genitori entrare in un salone pieno di giochi, decise di seguirli nonostante tutti lo guardassero come per dire "spero solo sia venuto qui per prendere la sorella", Louis era indeciso se intrpretarlo come un "speriamo non sia un pedofilo" o un "speriamo non sia padre così giovane". Non ci indugiò molto e sorrise venedo dei bambini uscire da una classe, riconobbe subito la bella Ashley, così diversa da Zayn ma alla stesso tempo così simile a lui. Si avvicinò alla bambina, la quale era molto sorpresa nel vedere il ragazzo ma sorrise lo stesso molto contenta. Quando la piccola si mise a correre nella sua direzione, Louis si piegò sulle ginocchia sorridendo e la prese in braccio quando gli saltò addosso.

-hey bella bimba, come stai?- chiese sorridente il ragazzo mentre la stringeva in un tenero abbraccio.

-tu sei il nuovo amico di Zayn! Che bello vederti!- la bambina battè le mani felice, sorridendo ampiamente.

-si, mi chiamo Louis- il ragazzo la guardò sorridendo dolcemente, era così tenera quella bambina. -possiamo andare o..- lasciò la frase in sospeso volutamente e Ashley non tardò a rispondere.

-devo cambiarmi le scarpine- si guardò i piedi sorridendo mentre Louis la riposava in terra, incitandola ad andarsi a cambiare.

 

Non sapeva se fosse una pessima idea o no, ma decise di portar Ashley a mangiare un gelato, non voleva che tornasse a casa così presto e vedesse il suo amato Zayn conciato in quel modo, così la prese per mano e si incamminò con lei nella gelateria più vicina. Voleva sapere a tutti i costi quali rapporti legavano Ashley a Zayn, era curioso di sapere se fossero padre e figlia, o fratello e sorella. Era troppo curioso. Se lo avesse chiesto al ragazzo come minimo gli avrebbe risposto male, molto male.. ma l'innocente Ashley avrebbe sicuramente risposto.

-Ashley, dove sono i tuoi genitori?- chiese con un tono dolce, per pur sempre una bambina di cinque anni.

-non lo so, ho sempre vissuto con tanti bambini e poi con Zayn- rispose la bambina mentre mangiava il suo gelato al cioccolato, sporcandosi tutto il musino. A quell'affermazione, Louis, capì subito che erano morti o erano stati abbandonati e i bambini di cui parlava erano in un orfanotrofio, non poteva essere altrimenti.

-e ti piaceva stare lì?- guardò la bambina in modo dolce, pensando a delle domande dirette per scoprire qualcosa ma senza turbare Ashley.

-no.. c'erano delle donne cattive, quando facevo la pipì a letto mi picchiavano ma Zayn mi difendeva sempre e poi si metteva a dormire nel mio lettino dopo aver cambiato le coperte- la bambina assunse un'espressione triste mentre finiva di mangiare il gelato e Louis decide saggiamente di smetterla con le domande, doveva dimenticare quelle brutte cose e non ricordarle.

-ma adesso è tutto passato piccola- le scompiglò appena i capelli biondi sorridendole dolmente per poi pulirle il musino con un tovagliolo mentre sorrideva.

La partò al parco, giocò con lei tutto il giorno per non farle più pensare quelle cose orrende. La domanda però sporse spontanea: come si può picchiare un bambino indifeso?

 

 

-dove siete stati?- chiese subito Zayn quando i due entrarono in casa, era ancora debole ma non abbastanza per non pensare alla sua piccola Ashley.

-l'ho portata al parco- rispose tranquillamente Louis mentre la bambina correva sorridente da Zayn, il quale la prese subito in braccio.

-abbiamo anche mangiato il gelato, giocato nell'erba e insieme ad altri bambini con il loro aquilone!- continuò entusiasta Ashley, senza smettere di sorridere. Zayn, notando il bellissimo sorriso della bimba, non potè fare a meno di sorridere lui stesso, dandole poi un bacio sulla fronte.

-è stato un bel pomeriggio allora!- esclamò sorridendo mentre la poggiava sul letto e le faceva il solletico. Louis e Liam osservavano la scena sorridendo restando però in silenzio, non volevano rovinare un momento tanto dolce. Louis, guardando i due giocare, si chiese se fossero fratello e sorella o padre e figlia, di nuovo; Ashley non svelò questo piccolo mistero e Louis iniziò a ragionare. Le opzioni erano due: la prima. che era un irresponsabile e che da ragazzo aveva messo incinta una ragazza, la quale non si sentiva pronta per crescere la bambina da sola e decise di lasciarla a lui; la seconda era che erano fratello e sorella, ma gli parve strano. Ashley era bionda, occhi azzurri e carnagione chiara mentre Zayn era l'esatto contrario: moro, occhi marroni e pelle un po' più scura, sarebbe stato un po' improbabile. La sua attenzione fu richiamata quando la bambina urlò il suo nome invitandolo nel salotto per guardare un cartone tutti insieme, sorride dolcemente annuendo e si unì al resto dei ragazzi sul divano pronto a guardare uno splendido cartone in casa di uno splendido ragazzo di cui voleva assolutamente sapere di più.
 

Hey gente.

scusatemi!!
è molto corto e lo so ma è stato un periodo orribile!
anche se è l'ultima settimana di scuola sono piena di verifiche quindi
non ho avuto molto tempo.
ci saranno sicuramente molti errori ma dovete scusarmi!
questa storia poi non se la fila nessuno quindi non so se ne vale la pena
continuare a scrivere.
 va beh, se riuscirò ad andare avanti bene se no fa niente
tanto non se la caga nessuno.
un bacio.
 

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Capitolo 6
*** Sesto capitolo ***


Capitolo 6




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-

 


Erano passate due settimane da quando Louis entrò in casa di Zayn, da quando Liam incontrò Ashley e il ragazzo bello da far paura. In queste due settimane i due ragazzi non si videro per strada, non si mandarono sms per tenersi in contatto, niente di niente. Questo perché Zayn era troppo occupato con il lavoro, con la bambina, con le bollette da pagare, con i conti per arrivare a fine mese, con i soldi risparmiati per compare un auto che avrebbe dovuto impiegare in spese extra per la casa e con tutto il resto. Mentre Louis era troppo indaffarato con l'univerità, con cene importanti con i figli di papà della sua scuola, con lo studio che non gli lasciava un momento libero. Non si erano neanche scambiati i numeri di telefono quindi era impossibile sentirsi; l'unica compagnia che aveva Louis era Liam, il quale tornò a scuola il giorno dopo l'accaduto e quei ragazzi non gli diedero più fastidio. Liam era poco più piccolo di Louis, aveva 19 anni ma era molto più maturo di tutti i suoi compagni di classe, i quali sembravano essere stati allevati dalle scimmie in uno zoo, per questo aveva amici più grandi che non frequentavano la sua scuola, uno di questi era Harry Styles, un ricciolino dagli occhi verdi smeraldo non che collega di Zayn Malik. Liam e Harry, soprannominato Haz, avevano un rapporto splendido, erano come fratelli e si conoscevano da parecchi anni, si raccontavano tutto infatti Liam il primo a sapere che Harry aveva trovato lavoro e che il suo collega era un gran "pezzo di gnocco" così definito da lui stesso. All'universtà invece c'era un biondino irlandese, Niall Horan, il quale era un gran chiaccherone e molto simpatico.

L'unica compagnia di Zayn invece era la sua piccola Ashley, la quale era sempre più vivace e ogni tanto andava a casa di qualche sua amica per giocare insieme e di questo, il ragazzo, ne era molto felice, non voleva che la bambina crescesse sola al mondo, senza amici. Al lavoro invece c'era Harry, avevano tutti i turni insieme e iniziarono a scambiarsi più di un "ciao" al mattino, arrivarono anche al punto di pensare di andare a prendersi un birra insieme qualche volta.

 

-Zayn!!- si sentì chiamare a gran voce dalla stanza affianco e subito saltò giù dal letto correndo in bagno, pensando fosse successo qualcosa di grave.

-che succede?- si guardò intorno allarmato, appoggiandosi allo stipite della porta mentre la bambina dai lunghi capelli dorati era dentro la vasca che faceva il bagnetto con la sua paperella di gomma.

-mi insaponi i capelli?- chiese timidamente guardando la paperella gialla che aveva in mano, Zayn mi mise una mano sul petto sentendo ancora i battiti del suo cuore accellerato. Da come Ashley l'aveva chiamato pensava fosse successo qualcosa di grave ma fu sollevato di scoprire che in realtà voleva solo che le insaponesse i capelli. Zayn si misi in ginocchio davanti alla vasca tirandosi su le maniche della maglietta e dopo aver preso un po' di shampoo le insaponò per bene i capelli, stando molto attento a non farle finire la schiuma negli occhi.

Quando la bambina finì di farsi il bagno obbligò Zayn a portarla a fare una passeggiata e il ragazzo, dopo essersi arreso, le mise la giaccia e per mano andarono a farsi un giro al parco dove poco dopo si accomodarono su una panchina. Zayn estrasse dalla tasca il suo pacchetto di sigarette, non fumava mai davanti alla bambina ma il quel momento ne aveva davvero bisogno per rimanere sveglio, dato che sembrava uno zombie per quento era stanco.

-Zayn!- lo richiamò Ashley guardandolo arricando dolcemente il nasino. Il ragazzo la guarda portandosi fra le labbra la sigaretta e la accese coprendo con una mano la piccola fiamma.

-che c'è?- disse dopo aver fatto il primo tiro, la bambina si alzò in piedi sulla panchina guardandolo imbronciata, incrociando le braccia al petto.

-sai che non si fa- disse alludendo alla sigaretta, il ragazzo annuì facendo un altro lungo tiro prima di rispondere.

-vuoi provare?- si avvicinò a lei scherzosamente avvolgendole i fianchi con un braccio mentre lei si dimenava ridendo. Zayn buttò in terra metà sigaretta che gli rimaneva spegnendola e prese in braccio Ashley, mettendola sulle proprie gambe. Anche se avrebbe benissimo finito la sua sigaretta, quei pochi tiri gli bastarono per placare la sua voglia di dormire e naturalmente di nicotica.

-so che non si fa- annuì guardandola mentre la stringeva con dolcezza a sé per poi continuare -mi prometti che tu non lo farai mai? Me lo prometti piccola?- la guardò accennando un sorriso aspettando una risposta e la bambina gli porse il mignolino che lui strinse prontamente con il suo.

-promesso Zayn- annuì sorridendo la bambina mostrando i dentini da latte e il sorriso del ragazzo si ampliò guardandola, lasciandole poi un bacio fra i capelli.

-andiamo a casa che sta per iniziare il tuo cartone peferito, su- la incitò a scendere sorridendo e la prese per mano alzandosi dalla panchina, incamminandosi verso casa.

 

 

Era una serata tranquilla, Zayn e Ashley la stavano trascorrendo nella camera da letto seduti in terra a giocare con le barbie della bambina. Un po' imbarazzante per un ragazzo di 21 anni ma infondo avrebbe fatto di tutto pur di vedere la sua piccola sorridere quindi aveva accettato di giocare con lei. Zayn aveva una principessa che non sembrava tale, aveva i capelli ricci un po' arruffati, indossava un vestito che non richiamava proprio quello delle principesse, non era pomposo ma semplice. Non sapeva perhé ma gli ricordava Harry. Ashley invece aveva la bambola di una principessa bionda, con un vestito ampio e facevano finta di prendere il thè insieme.

-Zayn non mangiare tutti i biscotti!- brontolò Ashley dandogli un piccolo schiaffetto sulla mano.

-ma non li sto mangiando tutti!- replicò Zayn guardando la bambina mentre rideva appena. La loro solita lite per i biscotti fu interrotta dalla suoneria del cellulare di Zayn. Era molto strano che qualcuno lo chiamasse, le uniche telefonate che riceveva erano durante il giorno da parte dell'asilo di Ashley quando quest'ultima stava male o da parte del suo datore di lavoro per chiedergli di fare dei straordinari di poche ore, che lui non rifiutava mai. L'unica persona della sua famiglia che lo chiamava una volta al mese era sua zia paterna, solo per assicurarsi che avesse ancora un tetto sopra la testa per evitare di ospitarlo da lei, dato che era l'unica parete che avevano.

Zayn afferrò il telefono che si trovava sul letto, dove poche ore prima lo aveva lanciato lui stesso, e guardò il display. Numero sconosciuto. Non rispondeva mai ai numeri sconosciuti, non gli importava poi più di tanto sentire i ragazzi dei call center con i loro monolighi sulle nuove offerte telefoniche, oppure sentire anziane signore che non gli davano il tempo di dire che avevano sbagliato numero che già gli avevano raccontato per filo e per segno della loro giornata. Così anche quella volta non rispose, se fosse stata una cosa importante avrebbero richiamato, se invece come la maggior parte delle volte accadeva, non richiamava nessuno, tanto meglio. Zayn e Ashley ripresero a giocare quando il telefono del ragazzo riprese a suonare, guardò il display ma era di nuovo un numero sconosciuto.

-perché non rispondi? Sembra importante- la vocina di Ashley lo richiamò dai suoi pensieri, portando lo sguardo sul suo visino tanto innocente. Zayn annuì appena alle sue parole e accettò la chiamata aspettandosi qualche minaccia come poco tempo prima.

-pronto?- si schiarì la voce prima di rispondere e aspettò con ansia di capire chi ci fosse dall'altra parte.

-Zayn?- il ragazzo annuì a quella domanda anche se il suo interlocutore non poteva vederlo. Ci mise qualche secondo a riconoscere la voce anche se fin da subito pensò a lui, ma scartò l'idea dato che non aveva il suo numero.

-Louis?- aggrottò le sopracciglia chiedendo se fosse davvero lui, magari si sbagliava. La bambina sentendo quel nome balzò in piedi battendo le manine.

-è Louis?- chiese entusiasta guardando Zayn ma il ragazzo non rispose, era troppo attento a sentire la risposta del ragazzo.

-si ecco.. ciao- rispose quasi con timidezza, non riuscì a trattenere un mezzo sorriso sentento il suo imbarazzo nella voce.

-come fai ad avere il mio numero?- chiese tranquillamente il moro guardando la bambina che saltellava continuando a chiedere se fosse Louis al telefono.

-Liam.. l'ha preso mentre dormivi quando era a casa tua, voleva chiamarti ma alla fine non l'ha fatto- rispose, Zayn sentì un sospiro di sollievo e il rumore di un divano quando qualcuno ci si butta sopra.

-ah capisco- rispose soltando il ragazzo dalla pelle ambrata mordendosi poi un labbro. Non sapeva se fosse sollevato dal fatto che Liam non lo avesse chiamato o dispiaciuto, in fondo era un bel ragazzo e ci sarebbe uscito volentieri.

-è un brutto momento?- Louis sentiva della confusione e pensò fosse in compagnia di qualcuno.

-no, ma dammi un secondo per calmare Ashley- ridacchiò Zayn posando poi il telefono sul letto prendendo in braccio la bambina che sembrava esser diventata matta.

-Ashley!- alzò un po' la voce Zayn per farla smettere e Louis attese che qualcuno parlasse al telefono. Sentì dei mormorii, sentiva delle voci ma non capiva cosa stessero dicendo poi finalmente qualcuno riprese il telefono.

-Louis?- il ragazzo sorrise sentendo la voce della bambina e si passò una mano fra i capelli salutandola.

-sei in vivavoce- disse Zayn tenedo fra le braccia la bambina che si era comodamente seduta sulle sue gambe con il telefono in mano.

-quando verrai qui?- chiese teneramene la bambina mettendo su un dolcissimo broncio.

-quando Zayn mi dirà che posso venire- rispose Louis sorridendo appena e la bambina si girò verso di lui guardandolo con occhi dolci.

-quando entrambi avremo del tempo- annuì leggermente rispondendo alla domanda mai posta da Ashley, ma che stava per fare.

-domani lavori, Zayn?- chiese il ragazzo sperando vivamente in un no come risposta. Il ragazzo ci pensò per qualche secondo scuotendo leggermente il capo.

-no, il week-end non lavoro, perché?-

-perché domani è il compleanno di mia sorella, compie sette anni e pensavo che sareste potuti venire anche voi, se non avete nulla da fare ovviamente.- subito Ashley annuì vigorosamente sporgendo il labbro inferiore facendo il labbruccio più dolce che Zayn abbia mai visto.

-non so se è una buona idea, saremmo di troppo-

-la mia famiglia sarà più che felice di ospitarvi per il pranzo e poi Ashley e Jan potranno fare amicizia, no?- domandò retorico Louis, Zayn sembrò pensarci su mentre la bambina lo implorava di dire di si.

-se non è un disturbo per voi, verremo volentieri- si arrese il ragazzo al visino dolce di Ashley, poteva giurare si sentir Louis sorridere.

-vi passo a prendere domani mattina verso le undici- rispose prontamente il castano.

-d'accordo, grazie- ringraziò il ragazzo mentre si lasciava abbracciare da Ashley sorridendo intenerito. Ci fu qualche istante di silenzio prima che Louis augurasse la buonanotte ad entrambi e interrompesse la chiamata. Zayn ripose il telefono sul comodino prendendo Ashley in braccio.

-e ora si va a dormire principessa- sorrise posandola sul letto coprendola con le coperte, dandole un bacio sulla fronte.

-ti voglio bene Zayn- mormorò la bambina prima di dare un piccolo bacio sulle labbra al ragazzo, il quale sorrise rispondendo "anche io piccola", uscì dalla camera andando verso la sua dove si buttò sul letto, pensando alla conversazione con Louis; sarebbe stata una lunga giornata.  

 

SALVE GENTE

ho deciso di continuare a scrivere solo per le poche persone che seguono questa storia.
cercherò di scrivere il settimo capitolo il prima possibile 
ma vi avviso che il 15 luglio parto e prima del 15 agosto non mi farò viva
magari solo per vedere se qualcuno ha recensito la storia.
vorrei sapere che ne pensate di questo capitolo.
ho cambiato il nome alla sorella di Louis e sarà così per tutti gli altri famigliari
solo i ragazzi avranno i loro veri nomi e come si è potuto notare
lavori e numero dei componenti delle loro famiglie sono diversi.
sarà il mio terzo tentativo di far diventare una delle mie storie conosciute
ma ho fallito anche in questo. 
vi lascio dicendo che vendo un biglietto per il 29 dato che una mia amica non può più venire
se volete maggiori informazioni vi aspetto nei messaggi. 
spargete la voce per favore.
un bacio a tutte.

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Capitolo 7
*** Settimo capitolo. ***


Capitolo 7

scusate per eventuali errori

Erano in macchina da pochi minuti e già si sentiva come in trappola, quasi non riusciva a respirare nonostante il tettuccio della macchina fosse aperto. Non sapeva esattamente dove stessero andando, sapeva solo che sarebbe stato un lungo, lunghissimo pranzo. Ashley era nei sedili posteriori che guardava la strada affascinata dall'auto su cui viaggiava, era la prima volta che saliva su un'auto così.. lussuosa? Si, decisamente troppo lussuosa. In pratica se Zayn avesse voluto comprarne una uguale avrebbe dovuto impiegare tutto il suo stipendio per vent'anni, il che non non sarebbe stato fattibile. Zayn continuava a chiedersi perché aveva accettato di andare con Louis a pranzo con i suoi, non si conoscevano bene e sapeva che proveniva da una famiglia molto ricca quindi di conseguenza sarebbe stato fin da subito a disagio, per non parlare delle mille frecciatine che si aspettava da parte di suo padre non essere del loro stesso ceto sociale.

-sei nervoso?- la voce di Louis interruppe i suoi pensieri e si, era molto nervoso perché non sapeva cosa aspettarsi ma cercava di non darlo a vedere, di aspetto sembrava pur sempre un duro e da tale doveva essere forte e affrontare le situazioni anche più critiche a testa alta.

-dovrei esserlo?- portò lo sguardo su di lui con aria apparentemente calma, non sembrava agitato anche se in realtà lo era molto. E se in realtà stavano andando dai suoi amici per violentarlo insieme ad Ashley? Tutto è possibile, no? Anche se era un pensiero assurdo visto l'attaccamento di Louis nei confronti della bambina, Zayn non riusciva a non essere nervoso.

-penso di no- rispose Louis guardando la strada, sistemandosi poi gli occhiali da sole sul naso, riprendo a parlare -conoscendo i miei genitori ti faranno un po' di domande su Ashley e tu ovviamente non sei tenuto a rispondere, non è un interrogatorio- spostò per un istante lo sguardo su di lui accennando un sorriso per poi spostarlo di nuovo sulla strada. Al quel piccolo sorriso Zayn non poté fare a meno di rilassarsi un pochino, in quel piccolo gesto capì che si sarebbe messo in mezzo se la situazione sarebbe degenerata.

Dopo meno di un'ora Zayn e Ashley si trovarono davanti ad un castello, era la casa più grande che avessero mai visto in vita loro. La bambina rimase letteralmente a bocca aperta guardando quell'imponente edificio davanti a loro, si risvegliò dalle sue fantasie quando Zayn la prese per mano conducendola alla porta d'ingresso, con Louis che gli faceva strada ovviamente. Il primo pensiero del ragazzo fu “è sicuramente un condominio o un hotel, non può essere casa loro!”, anche se sapeva che la famiglia Tomlinson era ricca, non si immaginava vivessero in una casa del genere. Una volta davanti alla porta d'ingresso Zayn deglutì a vuoto, era molto nervoso e per quanto ne sapeva, i Tomlinson, sarebbero potuti essere delle carogne, solo interessate ai soldi. Quando la porta si aprì, si ritrovarono davanti una deliziosa signora con un grembiule bianco e un vestito nero, la classica divisa di una cameriera ma dal modo in cui Louis l'aveva abbracciata, il ragazzo ha capito fin da subito che non si trattava di una semplice domestica.

-Louis! Ci sei mancato tanto- sorrise ampiamente quando il ragazzo le stampò un bacio sulla guancia dopo quel tenero abbraccio, Zayn si sentiva in imbarazzo, cosa che non succedeva quasi mai, era più un tipo a cui scivolavano le cose addosso, in un certo senso apatico, ma solo esteriormente.

-mi siete mancati tanto anche voi Paula- sorrise il ragazzo entrando in casa, invitando anche i suoi ospiti a farlo. La più piccola fu subito accolta dalle sorelline di Louis a braccia aperte; Ashley era molto timida come bambina quindi si trovava in un evidente stato di imbarazzo e tendeva a nascondersi dietro Zayn mentre quest'ultimo salutava cordialmente i genitori del ragazzo che a primo impatto, non sembravano poi così avidi come se li aspettava. Il ragazzo si presentò anche alle sorelle di Louis e Zayn si aspettava che la più grande tra le tre sorelle, non gli togliesse gli occhi di dosso. Succedeva sempre quando conosceva nuove persone, le ragazze non smettevano di guardarlo fino a quando si stufava di avere tutte quelle attenzioni inutili e annunciava di essere gay così che le ragazze assumessero un atteggiamento meno assillante. In quel momento pensò se Louis fosse a conoscenza del suo orientamento sessuale, era un gay dichiarato fra i suoi “amici” ma considerandosi uno scarto della società arrivò alla conclusione che no, non ne era al corrente. Il contrario invece era per Zayn, sapeva bene che Louis fosse gay anche perché fece molto scalpore la notizia che l'unico figlio maschio di uno dei più grandi uomini d'affari fosse omosessuale.

Ashley richiamò la sua attenzione prendendogli una mano tirandolo verso il basso, costringendolo ad abbassarsi alla sua altezza così da parlargli senza farsi sentire.

-le sorelle di Louis mi hanno invitato a giocare nella loro stanza prima di pranzo, posso andare?- chiese teneramente la bambina, con quei suoi occhietti da cucciolotta che assumeva ogni volta che cercava di avere il consenso di Zayn su qualsiasi cosa. Il ragazzo alzò lo sguardo sulle due bambine che sorridevano ampiamente sperando un si da parte del ragazzo, il quale annuì.

-se non dai fastidio va pure, ma ricordati quello che ti ho detto- disse con un mezzo tono severo Zayn, in tutta risposta la bambina sorrise dolcemente abbracciandolo dandogli un piccolo bacio sulle labbra come era solita fare quando era felice. Il ragazzo si rialzò quando la bambina scomparve in una delle tante stanze insieme alle sorelline di Louis che avranno avuto sui sei e gli otto anni, notando che aveva gli occhi di tutti puntati addosso, come se quel piccolo bacio da parte della bambina equivalesse ad un abuso su un minore. La famiglia Tomlinson lo invitò ad accomodarsi nel soggiorno della loro splendida casa; il loro salotto era grande quanto tutto l'appartamento di Zayn, pensò fosse una follia.

-come hai detto di chiamarti, caro?- chiese la signora Tomlinson, di nome Jennifer, al ragazzo una volta che si era accomodato sul divano di pelle color panna nel loro immenso salotto, in mezzo tra Louis e Lindy, la sorella del ragazzo che avrà avuto circa sedici o diciassette anni al massimo. Era curioso come quei nomi fossero studiati alla perfezione in quella famiglia, in pratica si divideva in due: c'erano Luke, il padre del ragazzo, Louis e Lindy e poi ancora Jennifer, la madre, Jan e Jasmine più i vari secondi nomi che il ragazzo non era stato neanche a sentire, considerandoli di poco conto. Iniziò a pensare a quei nomi mentre si guardava intorno spaesato, al perché i signori Tomlinson avessero dato dei nomi ai loro figli con le loro stesse iniziali, magari c'era un motivo in tutto questo. Quando incontrò gli occhi confusi della donna si risvegliò automaticamente dai suoi pensieri dandosi da solo del cretino per la pessima figura appena fatta, così si schiarì la gola passandosi una mano sulla barbetta appena accennata rispondendo subito dopo.

-mi chiamo Zayn Malik, signora Tomlinson- accennò un sorriso guardando la donna poco distante da lui, sull'altro divano in pelle di fianco a quello su cui era seduto lui.

-e quanti anni hai Zayn?- si intromise subito dopo Luke, guardandolo attentamente, studiandolo con gli occhi, come se non si fidasse a pieno di lui. Beh come potrebbe? Era un completo sconosciuto piombato in casa sua grazie a suo figlio il giorno del compleanno di sua figlia più piccola.

-ne ho venti signore- rispose prontamente il ragazzo, incrociando le mani sul proprio grembo continuando subito dopo -a breve ne farò ventuno- gli occhi dell'uomo erano abbastanza sorpresi, magari si aspettava fosse più grande, o più piccolo, chi lo sa.

-non sei un po' giovane per avere una figlia, caro?- spostò lo sguardo sulla donna non appena fece quella domanda. Come poteva pensare che Ashley fosse sua figlia? Era più sorpreso che mai.

-ohw.. Ashely non è mia figli signora Tomlinson- rispose accennando un sorriso cordiale, passandosi una mano fra i capelli sistemandoli velocemente.

-beh non può essere tua sorella, siete completamente diversi!- la voce di Lindy si alzò di un ottava rispetto a quando lo aveva salutato sulla porta, Zayn quasi si spaventò di quella voce squillante sentendosi sotto pressione a tutte quelle domande, che riportavano alla mente molti ricordi.

-adesso basta con le domande!- sbottò Louis infastidito dal comportamento della sua famiglia, portò lo sguardo su di lui accennando un sorriso grato per essere intervenuto.

-si, scusaci Zayn- disse la madre mortificata, stava per continuare quando Paula la interruppe sul nascere annunciando che il pranzo era pronto e di recarsi in sala da pranzo. Zayn si alzò in un silenzio religioso seguendo i famigliare di Louis mentre quest'ultimo appoggiò una mano sulla sua spalla scusandosi ancora per la sua famiglia un po' troppo invadente.

 

Erano già alla seconda portata quando Ashley si sentiva già a casa grazie all'aiuto di Louis e delle sue sorelle con cui aveva legato fin da subito, facendola sentire parte della famiglia. Zayn invece stava un po' sulle sue, non sapeva se poteva fidarsi di quella famiglia e di certo non lo avrebbe fatto subito come un ragazzino ingenuo, era ormai un uomo e doveva badare ad una bambina, se si faceva ammaliare da occhi dolci e finte cortesie sarebbe stato un incosciente, un irresponsabile. Quando arrivò il secondo fece una lieve smorfia alla vista del cibo servito in un vassoio d'argento, era maiale. Essendo musulmano non mangiava maiale e si sentì a disagio quando lo rifiutò spiegando le sue motivazioni; il padre di Louis lo fissò studiandolo per la seconda volta e Zayn era quasi sicuro di non piacergli più di tanto ed era sicuro che la sua situazione era aggravata dal fatto che fosse musulmano perché si sa, i musulmani avevano tradizioni strane e magari temeva che il figlio fosse in pericolo, così come la bambina. La verità era che si, era musulmano, ma non era praticante, ci credeva a malapena in Dio dopo tutto quello che gli successe in vent'anni di vita, si aggrappò a quella religione solo per volontà del padre, non perché ci credesse davvero ma comunque non mangiava il maiale e faceva il ramadan tutti gli anni. Rifiutò categoricamente di portare con sé Ashley in questo baratro, avrebbe dovuto digiunare per tutto il giorno da grande e avrebbe dovuto indossare il Hijab quindi tagliò completamente fuori la sua bambina da questa tortura. Per la famiglia Tomlinson il legame tra Ashley e Zayn era del tutto sconosciuto, Lindy non poteva che essere molto curiosa osservando i due ridere ogni tanto fra le loro quando la bambina gli faceva qualche piccolo dispetto. Luke arrivò anche a pensare che l'avesse rapita quando venne a sapere che il ragazzo era musulmano, come se quelli della sua religione fossero tutti delinquenti, senza un briciolo di umanità o di cuore, ma si dovette ricredere quando vide la risata della bimba, più felice che mai. Guardava Zayn con occhi adoranti, come un se lo amasse più di sé stessa.

 

Dopo il dolce le bambine pregarono Luke di poter uscire in giardino a giocare un po' prima che le nuvole decidessero di buttar giù tutta l'acqua che avevano dentro, così tutti quanti uscirono facendo felici le bimbe. Quando Zayn si accorse di non aver più di fianco Louis entrò quasi in panico, si guardò un attimo intorno trovandolo un po' più distante con sua madre, parlavano e Louis arrossì violentemente abbassando il viso, lo trovò estremamente dolce. Tornò a guardare Ashley che giocava con le sorelline di Louis con i nuovi giochi che le furono regalati per il compleanno; loro riuscirono a comprarle una bambola grazie l'aiuto di Louis la mattina stessa, non voleva arrivare a mani vuote e la bambina ne fu entusiasta. Quando Luke iniziò a parlare era troppo tardi per Zayn, il quale aveva in mente di alzarsi dalla sedia per esterni che era vicino a quella del signor Tomlinson.

-frequenti l'università con mio figlio?- chiese l'uomo dai capelli castani e dagli occhi verdi, era tremendamente simile a Louis e gli era difficile non stare a fissarlo per quanto fosse bello come il figlio.

-no signore, non riuscirei a permettermela- rispose subito il ragazzo senza togliere lo sguardo dalla bambina che rideva a crepapelle insieme alle bambine per mano di Lindy.

-che fai nella vita allora?- chiese tranquillamente spostando per un momento lo sguardo verso le sue figlie.

-lavoro- rispose semplicemente il ragazzo alzando appena le spalle indifferente.

-vivi ancora con i tuoi genitori?- Zayn si sentiva osservato e a quella domanda abbassò lo sguardo sulle proprie mani comodamente poggiate sul proprio grembo, scuotendo successivamente la testa.

-no, vivo da solo con Ashley- si trattenne dal girarsi a guardarlo chiedendogli di farsi i fatti suoi e si limitò a rialzare lo sguardo sulla bimba ormai in piedi, che rincorreva Jan.

-e i tuoi genitori te lo permettono?- chiese stranito l'uomo, per un attimo pensò se Louis fosse in quella situazione, cioè che il proprio figlio vivesse con una bambina di cinque anni, da solo. Lui non lo avrebbe permesso, si sarebbe fatto carico della bambina per aiutare il figlio, per non fargli bruciare le tappe della sua vita perché si sa che a vent'anni i ragazzi preferiscono andare in giro per locali a divertirsi invece di restare a casa a leggere una fiaba a una bambina.

-non hanno potuto far niente al riguardo- rispose semplicemente il ragazzo, tralasciò il fatto che era solo al mondo e che i suoi genitori erano tre metri sotto terra, in un cimitero.

-non hai una vita semplice, vero?- l'uomo guardò l'espressione di Zayn, più serio che mai avendo già notato dei vari lividi sulle braccia del ragazzo nel momento in cui si alzò le maniche della felpa a pranzo, abbassandole subito dopo guardandosi intorno sperando di non essere guardato da nessuno.

-chi ce l'ha? Cerco di non lamentarmi della vita che ho, c'è chi è messo messo peggio signore- rispose sinceramente il ragazzo, torturandosi il labbro inferiore con i denti guardando davanti a sé.

-ma è tua sorella? Perché mia figlia ha ragione, siete completamente diversi ragazzo mio- sembrò amichevole in quel momento, appoggiò una mano sulla spalla Zayn guardando prima lui poi la bambina che oltre al sorriso non aveva niente in comune con il ragazzo. Decise di cambiare discorso notando il nervosismo del ragazzo, era una domanda azzardata.

-no, ma la prego, non parliamo di questo- Zayn finalmente si decise a girare il volto vero l'uomo sforzando di sorridere almeno un po', era a disagio e non aveva intenzione di parlare di Ashley con un completo sconosciuto. L'uomo in tutta risposta annuì osservandolo, assorto nei suoi pensieri chiedendosi il perché. Se non aveva nulla da nascondere, perché non voleva parlarne? 

 

SALVE 

eccomi qui con un altro capitolo.
alla fine ce l'ho fatto a scrivere!!
prima della metà di agosto non riuscirò ad aggiornare.
spero vi piaccia questo capitolo
ditemi cosa ne pensate eh!!
vi anticipo che nel prossimo capitolo il padre di Louis farà alcune cose
che a Zayn non piacciono per niente e ci saranno delle conseguenze.
okay basta così.
vi mando un bacione.


 

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Capitolo 8
*** Capitolo otto ***


Capitolo 8


Era sorprendente come in un modo o nell'altro riusciva a superare qualunque situazione, riusciva a pensare sempre positivo, anche se tanto positivo non lo era. La cosa che lo mandava avanti era il pensiero che prima o poi sarebbe uscito da quella situazione e che si sarebbe fatto due risate più avanti, quando avrebbe ripensato a quel momento e che le cose sarebbero tornate al loro posto, tutto si sarebbe sistemato. Se lo ripeteva giorno e notte ma le cose non miglioravano affatto, si faceva forza per la bambina ma sapeva che se non ci fosse stata lei, lui sarebbe stato tre metri sotto terra come i suoi genitori già da un pezzo, era l'unica cosa che lo teneva in piedi. Non poteva, anzi non voleva, mollare perché sapeva di essere l'unico punto di riferimento di Ashley e non aveva intenzione di abbandonarla, per niente al mondo.

Era ancora stortito dalla serata precendente quando sentì bussare alla porta di casa, strizzò gli occhi trovandosi un ammasso di capelli biondi sul braccio destro e qualche ciocca sul suo collo e una graziosa bambina dormire sul suo petto. Sorrise all'aria innocente di Ashley e con molta delicatezza la spostò dal proprio corpo adagiandola sul materasso, alzandosi poco dopo per andare a vedere chi fosse alla porta alle otto e trenta del mattino. Aprì la porta incurante del fatto fosse in boxer e con i capelli tutti spettinati, trovandosi davanti Louis tutto sorridente che vedendo il moro in quello stato si irrigidì. Il ragzzo spalancò appena gli occhi non pensando di trovarlo in quel modo mentre Zayn sbadigliò rumorosamente socchiudendo gli occhi.

-che ci fai qui?- domandò dopo essersi ripreso dallo sbadiglio, facendo riprendere anche Louis dal suo stato di trance in cui era entrato fissandolo.

-sono passato a vedere come stavate e per scusarmi ancora per il comportamento dei mie genitori- borbottò il ragazzo distogliendo lo sguardo dai numeri lividi sul corpo del moro, portandolo sui suoi occhi assonnati.

-alle otto e trenta? Di domenica per giunta- accennò una lieve risata guardandolo, spostandosi poi di lato facendogli cenno di entrare in casa.

-non volevo svegliarti, scusa- mormorò Louis in imbarazzo entrando in casa, andando ad appoggiare un piccolo vassoio coperto sul tavolino davanti alla tv. Zayn ridacchiò chiudendo la porta di casa, alzando le spalle facendo una piccola smorfia.

-non fa niente- si passò una mano fra i capelli osservandolo, piegando appena la testa di lato. Nonostate odiasse essere svegliato così presto la domenica mattina, non riusciva ad arrabbiarsi con Louis, quasi gli faceva piacere averlo in casa a quell'ora, anche se alla domenica non voleva esser disturbato da nessuno. Scomparì per vari minuti nella sua stanza andando a vestirsi, controllando anche se Ashley si fosse svegliata, ma dormiva come un angioletto e non volle svegliarla. Quando tornò in salotto trovò Louis comodamente seduto sul divano che lo aspettava e sorrise vedendo l'imbarazzo negli occhi del ragazzo.

-caffè?- domandò solamente quando era già andando in cucina e aveva preso la caffettiera. Louis lo raggiunge sedendosi al tavolo, rispondendo alla domanda con un semplice si. Il castano continuando a fissare Zayn, continuava a chiedersi come si procurasse tutti quei lividi e perché aveva un labbro spaccato, cosa succedeva nella vita di quel ragazzo? E chi era Ashley per lui? Era così attratto da lui che nonostante sapesse fosse uno sbaglio cercare di entrare nella sua vita, ce la stava mettendo tutta per farlo perché Zayn gli piaceva e si vedeva benissimo, se n'era accorta sua madre, Paula e forse anche suo padre che quel ragazzo gli piaceva tanto, ma a lui non importava se il suo corpo era costantemente ricoperto di lividi, se aveva una bambina da accudire tutto da solo e che probabilmente aveva vari problemi con alcune persone, lui lo avrebbe aiutato a qualunque costo.

-finito di farmi la radiografia, Tomlinson?- la voce divertita di Zayn lo riscosse dai suoi pensieri e si ritrovò ad arrossire abbassando il capo.

-io.. scusa- farfugliò in imbarazzo accennando un timido sorriso, sentì Zayn accennare una lieve risata mentre poggiava la tazza con il caffè davanti al suo naso, andando poi a sedersi dall'altro lato del piccolo tavolo.

-posso farti una domanda?- prese coraggio Louis, alzando lo sguardo su di lui, il quale stava soffiando sul suo caffè bollante, fece un cenno con la testa invitandolo a continuare.

-perché hai il labbro spaccato e sei.. ricoperto di lividi?- afferrò la sua tazza soffiandoci dentro continuando ad osservare il moro, che alla sua domanda alzò le spalle.

-ci sono persone a cui non sto particolarmente simpatico- Louis a quella risposta ripensò a quando lo aveva trovato in un vicolo con tre ragazzi sopra di lui che lo riempivano di calci e pugni, Liam non sapeva la motivazione di quelle aggressioni ma aveva intuito che c'era qualcosa che Zayn aveva fatto o detto in passato, che aveva scatenato la reazione di quei tre ragazzi.

-non voglio sembrare invadente ma ancora non capisco il perché- rispose Louis confuso, voleva davvero sapere qualcosa di quel ragazzo che tanto lo affascinava e voleva aiutarlo a venir fuori da quella spiacevole situazione.

-ci sono cose di me che è meglio non saperle, Louis- lo sguardo di Zayn passò dagli occhi di Louis a quelli di Ashley mezza addormentata che si strofinava l'occhietto con un pugno. Quando la bimba spostò lo sguardo verso Louis sorrise ampiamente facendo cadere a terra l'orsacchiotto che aveva in mano, andando ad abbracciarlo forte.

-che ci fai qui Louis?- chiese tutta contenta con voce squillante, mentre il ragazzo la prendeva in braccio facendola sedere sulle proprie gambe sorridendo.

-sono venuto a trovarvi- rispose semplicemente il castono, tralasciò il fatto che continuava a pensare al ragazzo e che non vedeva l'ora di rincontrarlo, moriva dalla voglia di risentire la sua voce. Era palesemente perso in quegli occhi nocciola.

-ti ho portato un regalo- continuò Louis una volta risvegliatosi dai suoi pensieri, porgendo alla bambina una busta. Ashley la aprì velocemente e sorrise nel vedere un bellissimo orsacchiotto, lo abbracciò subito ringraziando il castano che non smetteva di sorridere guardando la bimba. Quando sentì il suo telefono suonare, lo prese e si meravigliò di vedere nel display la foto di suo padre, pensava fosse a pescare con qualche suo amico, come ogni domenica mattina.

-papà?- rispose dopo aver chiesto scusa al ragazzo davanti a sé e aver messo giù la bambina.

-ciao Louis, dove sei?- chiese frettolosamente suo padre, sapeva che suo figlio non era molto mattiniero e pensava che chiamandolo lo avrebbe svegliato, invece era più che sveglio.

-a casa di Zayn, perché?- chiese confuso aggrottando le sopracciglia.

-vatte via, subito!- lo sentì urlare, tanto forte che dovette allontanare il telefono dall'orecchio, si alzò dalla sedia non riuscendo a capire il comportamento del padre e coprì con una mano il cellulare.

-c'è una stanza dove posso parlare in privato?- chiese quasi in imbarazzo e Zayn, cosciente del fatto che ovunque andasse sarebbe riuscito a sentirlo per via delle pareti sottili, gli indicò la camera da letto. Il ragazzo andò silenziosamente nella stanza prima di rispondere bruscamente al padre.

-si può sapere che ti prende?!-

-senti Louis, io ti voglio bene e lo sai ma non posso dirti nulla, dammi il favore di uscire da quella casa e basta!- l'ultima parte quasi la urlò, il castano però non aveva intenzione di ubbidire, se fosse stato per lui sarebbe rimasto in quella casa per il resto dei suoi giorni insieme a Zayn.

-voglio una motizione valida, papà- rispose seccato dal suo comportamento, sentì suo padre sbuffare.

-ho fatto delle ricerce su quel tipo e non- l'uomo non riuscì a finire la frase che suo figlio quasi urlò per la rabbia.

-Luke Jasper Edward Tomlison, come cazzo ti sei permesso a fare una cosa del genere? Non avevi il diritto di fare delle ricerche su Zayn, che ti è saltato in testa?!- urlò palesemente arrabbiato il ragazzo, non poteva credere che il padre avesse fatto una cosa del genere, era inconcepibile.

-volevo solo essere sicuro con chi uscivi e lui non è un tipo affidabile! ho scoperto che- fu interrotto di nuovo dal figlio, sempre piú infuriato.

-non voglio sapere cosa hanno scoperto i tuoi Sherlock, basta papà!- urlò Louis chiudendo poi la chiamata sospirando. Lo faceva ogni volta, tutte le volte che frequentava qualcuno il padre faceva delle ricerche per assicurarsi vada tutto bene ma non capiva che non faceva solo arrabbiare il castano. Sospirò pesantemente e si passò una mano fra i capelli uscendo dalla stanza, trovando Ashley davanti alla televisione e Zayn a lavare le tazze con cui avevano bevuto il caffè. si avvicinò alla cucina sedendosi al suo posto guardandolo.

-che stai facendo?- chiese Louis, appoggiando sul tavolo il telefono, mentre Zayn stava riponendo nel mobile le tazza ormai pulite.

-lavo le tazze, qui non c'è nessuna domestica che fa il lavoro al posto mio, Louis- rispose il moro acidamente, non gli andava giù il fatto che Luke avesse fatto delle ricerche su di lui, lo avrebbe preso a pugni.

-giusto.. è tutto okay?- Zayn si asciugò le mani con uno straccetto e  si girò verso di lui, serio piú che mai.

-è meglio che tu ne vada, Louis- il ragazzo aggrottò le sopracciglia guardandolo e sospirò alzandosi dalla sedia, senza replicare. -e non farti piú vedere in questa casa- continuò il moro indicando la porta d'ingresso.

-lí c'è una torta che abbiamo fatto io e Liam, è al cioccolato.. spero ti piacerà- mormorò in tutta risposta Louis, indicando il piccolo vassoio che aveva portato. Quando uscì dalla porta si ripeté mentalmente di essere forte, non poteva scoppiare a piangere come una ragazzina, doveva stringere i denti e andare avanti.. anche senza di lui.

***

Era un po' esagerato il suo comportamento e ne era consapevole ma era una specie di addio quello che Zayn gli aveva detto e non poteva accettarlo, non voleva. Erano due maledettissimi giorni che non mangiava, che non usciva di casa e che non andava all'università, in quel momento se ne fregava e usciva dalla sua stanza solo per andare al bagno, dato che per l'acqua si era attrezzato con una scorta di bottiglie sul suo comodino.

-Louis, posso entrare?- la voce di Liam lo risvegliò dai suoi pensieri su Zayn e si stringe maggiormente nella coperta borbottando un flebile 'si', serrando poi gli occhi. Quando entrò nella sua stanza un odore di chiuso e di vecchio lo investì, storse il naso richiudendo la porta e trovandosi completamente al buio; stava davvero esagerando. Scostò le tende facendo entrate la luce di quel poco solo che c'era in quel freddoloso novembre e aprì la finestra, non sarebbe riuscito a sopravvivere in quella stanza per piú di due minuti con quell'odore.

-smettila di piangerti addosso in quel modo, si può sapere cosa è successo? non mi parli da due giorni!- sospirò sedendosi sul bordo del suo letto, poggiando una mano sulla sua gamba. Come pensava non ottenne risposta e decise di insistere. -scommetto che c'entra Zayn, vuoi parlarne?- ritentò Liam. Louis si rigirò nel letto spostando la coperta dalla testa e borbottò guardandolo.

-mi ha detto che non vuole piú vedermi..- abbassò lo sguardo sul pavimento guardando il nulla, il suo sguardo era perso nel vuoto mentre si stringeva nelle spalle.

-e sai perchè?- chiese il piú giovane guardando il ragazzo nel letto.

-penso abbia sentito le cose che ho detto a mio padre.. sai cosa ha fatto quello stronzo?- finalmente alzò lo sguardo verso di lui e si poteva leggera nei suoi occhi tanta rabbia. -ha fatto delle ricerche su Zayn e io mi sono incazzato cosí tanto che gli ho urlato addosso, penso mi abbia sentito-  sospirò socchiudendo gli occhi, era davvero abbattuto.

-e perchè ti ha sbattuto fuori?- chiese stranito, se lo aveva difeso perchè se l'era presa?

-non lo so Liam, so solo che non vuole piú vedermi e a me piace tanto!- piagnucolò ricoprendosi con il piumone, che Liam gli strappò di dosso subito dopo.

-stando qui non risolverai nulla Louis! vai a farti una doccia e vai a chiedergli spiegazioni!- quasi urlò il piú giovane, il castano in tutta risposta mugolò ma poi si alzò e andò in bagno a farsi una doccia, doveva assolutamente parlare con Zayn.


SPAZIO A MEE

sono tornaaaaata!
volevo avvisarvi che ho pubblicato la storia anche su wattpad nel caso qualcuno volesse leggerla da lì.
scusate l'attesa!
spero ne sia valsa la pena!
un bacio

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Capitolo 9
*** Capitolo nove ***


CAPITOLO 9


I still feel your touch in my dreams. 

Forgive me my weakness, but I don't know why. 

Without you it's hard to survive. (1)

Anche quella mattina appena si svegliò afferrò il telefono e compose il numero del ragazzo che ormai sapeva a memoria, ma puntualmente non rispondeva mai. Dal giorno in cui Liam gli fece aprire gli occhi e lo fece alzare dal suo letto per dirigersi di nuovo all'appartamento di Zayn (anche se alla fine non ebbe il coraggio di andarci), era passata quasi una settimana. Non sopportava più quella situazione e doveva fare qualcosa, era completamente perso di Zayn e non aveva intenzione di farselo scappare.

I can't let you go

Want you in my life.(1*)

Decise che sarebbe andato al negozio dove lavorava per chiarire tutto, anche se probabilmente se la sarebbe fatta sotto e sarebbe tornato a casa. La sua paura era quella di essere rifiutato, di essere respinto dal ragazzo che già credeva di amare! Non lo conosceva molto ma era intenzionato a conoscerlo fino in fondo. Era già ora di pranzo e Louis uscì dall'Università per dirigersi nel negozio con un discorso già ben studiato in mente, aveva passato tutte le due ore di finanza a pensarci e si riteneva piuttosto soddisfatto del risultato, anche se sapeva benissimo che si sarebbe dimenticato tutto e avrebbe fatto la figura dell'idiota; per lui non era molto semplice dire ad un ragazzo che gli piaceva, soprattutto se una settimana prima lo aveva sbattuto fuori di casa. Con una grande forza di volontà uscì dall'auto e si avviò all'entrata del negozio, ma la porta era chiusa e su di essa c'era un cartello con scritto 'chiusi per pausa pranzo'. Guardò il cartello degli orari e notò che non avrebbero aperto prima delle tre del pomeriggio ed erano solo le due. Decise di aspettare lì, sperava che il ragazzo uscisse per fumare una sigaretta o prendere un po' d'aria cosí si sedette sul marciapiede e osservò le persone passare dall'altro lato della strada, mentre ripensò al suo discorso. Era pronto a tutto. 

Il negozio aprì alle tre e un quarto e il castano rimase deluso quando notò che il ragazzo che apriva la porta non era Zayn, ma un ragazzo ricciolino che lo fece entrare accennando un sorriso. Non sapeva che fare, si aspettava che aprisse il moro e sarebbe stato tutto più semplice, stava pensando di andarsene a gambe levate quando sentì il ragazzo parlare.

-come posso aiutarla?- Harry incrociò le mani dietro la schiena mentre guardava curioso il ragazzo davanti a sé, gli ordini di Zayn erano quelli di mandarlo via ma voleva sapere cosa lo aveva spinto ad aspettare per più di un'ora seduto sul marciapiede.

-io.. uhm, stavo cercando Zayn- accennò un lieve sorriso Louis mentre si guardava intorno, perché tutte a lui? Harry lo osservò e si chiese perché Zayn lo stesse evitando, era così bello.

-in questo momento non è qui, mi dispiace- accennò un sorriso dispiaciuto mentre Louis abbassò lo sguardo sospirando, passandosi poi una mano sul viso per pensare sul da farsi.

-sai dove posso trovarlo?- chiese ingenuamente, anche se sapeva che la risposta sarebbe stata un no, proprio come accadde. Ringraziò il ragazzo ed uscì velocemente dal negozio, salendo sulla sua costosa auto per dirigersi a casa sua. Era una situazione patetica. 

Quando Louis uscì dal negozio e partì con la sua auto, Harry fece un cenno a Zayn di uscire da dietro il bacone dove si era nascosto quando vide il ragazzo seduto sul marciapiede. Tirò un sospiro di sollievo mentre il ricciolo lo guardava male; avevano molta più confidenza da quando il castano era entrato in casa del moro e quest'ultimo aveva deciso di raccontargli cos'era successo con Louis, quando Harry non smetteva di fare domande sul suo pessimo umore. 

-non capisco perché lo eviti, ci tiene a te Zayn e anche se suo padre ha fatto quello che ha fatto non puoi penalizzarlo per un errore non suo- disse saggiamente Harry, per un momento pensò di aver convinto il moro.

-suo padre non vuole vedermi Haz, è già difficile andare contro a tutti gli omofobi che ci circondano, non ho voglia di andare contro anche a suo padre- scosse la testa sospirando mentre riponeva in alcuni scaffali gli indumenti lasciati in giro dai clienti prima della pausa pranzo. 

-fottitene di suo padre Zayn, come fa esattamente lui!- prese il ragazzo per un braccio fermandolo dal suo lavoro, costringendogli di guardarlo negli occhi e accennò un sorriso dolce, facendo poi un cenno con il capo. -vai a chiamarlo, ti copro per qualche minuto- il moro restò a guardarlo indeciso, dopo qualche istante annuì passandogli alcuni indumenti che aveva tra le mani e gli stampò un bacio sulla guancia facendolo ridacchiare.

-grazie Harry- mormorò andando poi a passo deciso nello spogliatoio afferrando il proprio telefono, trovando una chiamata persa da parte di Louis. Lo richiamò subito mentre si sedeva sulla panchina attaccata la muro, mordendosi il labbro leggermente nervoso; rispose dopo il secondo squillo.

-Zayn..- mormorò sorpreso, non si aspettava di certo una sua chiamata dopo tutte quelle che aveva ignorato.

-Louis.. mi dispiace per il mio comportamento in questi giorni- sospirò abbassando lo sguardo mentre aspettava una sua risposta, che non tardò ad arrivare.

-n-non.. preoccuparti Zayn, dove sei?- il moro spalancò leggermente gli occhi, che poteva rispondere? di certo non che era a lavoro da quella mattina e che si era nascosto dietro il bancone quando era entrato nel negozio.

-io.. sono appena arrivato a lavoro e devo scappare, Harry mi cerca! ci sentiamo stasera Lou- accennò un sorriso pensando alla sera stessa, non vedeva l'ora di risentirlo di nuovo.

sembri una ragazzina alla sua prima cotta, datti un contegno per la miseria! pensò. 

-va bene, buon lavoro- Zayn avrebbe giurato di sentirlo sorridere. Si salutarono e quando il moro tornò nel negozio non riusciva a smettere di sorridere! Andò dietro la cassa prendendo il vestito che una donna sulla cinquantina aveva scelto e lo osservò, spostando poi lo sguardo sulla donna.

-ottima scelta signora, questo colore le risalta gli occhi- sorride con dolcezza alla signora davanti a sé mentre la vedeva arrossire lievemente. Le porse il suo vestito in una busta mentre aspettava che lo pagasse; quando pagò la signora si avvicinò al ragazzo mettendogli in tasca una banconota dicendo -sei molto gentile tesoro- gli fece l'occhiolino e poi se ne andò. Zayn non sapeva se fosse una buona cosa, non gli era mai successo ma quando prese la banconota e notò che erano cento dollari spalancò gli occhi: bastava così poco per ottenere cento dollari in più? Di sicuro avrebbe riprovato. Riportò i soldi nella propria tasca facendo finta di niente. Per i ricconi che andavano a fare spese in quel negozio cento dollari equivalevano a due dollari per le persone comuni. 

A fine giornata Zayn invitò Harry a casa sua a mangiare una pizza, avrebbe offerto lui e ovviamente il ricciolo non rifiutò. Quel pomeriggio riuscì a fare ben 250 dollari facendo complimenti su complimenti a donne che compravano qualsiasi cosa, talvolta consigliando anche un paio di scarpe da abbinare a qualche vestito. Durante la settimana di assenza di Louis, il moro capì quanto ci tenesse a quel ragazzo, sperava di vederlo davanti la porta di casa sua quando tornava dal lavoro e che non si limitasse soltanto a delle chiamate la mattina, il pomeriggio e la sera. I primi giorni non rispose perché non voleva più incasinarlo con il padre, era meglio se non si sarebbero più visti ma gli mancava troppo. Il suo umore era stato a terra per tutta la settimana fino a quel momento e la parte migliore era che il giorno dopo sarebbe stato sabato e finalmente si sarebbe riposato dopo tutte quelle notti passato sveglio a pensarlo.  

Mentre camminava spensierato con Harry al suo fianco, ridacchiando e scherzando con lui come se si conoscessero da anni, spuntarono tre ragazzi dal solito vicolo che aveva ospitato il suo corpo ricoperto di sangue parecchie volte. Sbuffò alla vista Steav mentre ridacchiava con le altre due sanguisughe, aveva in volto un ghigno poco amichevole. I due ragazzi dovettero fermarsi davanti gli atri tre dal momento che bloccavano la strada.

-non rompere il cazzo, Jankis- sbuffò visibilmente scocciato. Sapeva che la sua prima regola con gli altri due era: non picchiarlo in pubblico e quando è con altre persone. Steav sapeva benissimo che se Zayn lo avesse trovato da solo lo avrebbe probabilmente ucciso prendendolo a pugni, sapevano entrambi che il moro era più forte nonostante fosse più piccolo rispetto a lui; motivo per il quale andava sempre in giro in branco. Steav Jankis aveva 23 anni ed era alto, poco più di Harry e guardava entrambi con un ghigno stampato in faccia. Ignorò il commento di Zayn e si passò una mano fra i suoi capelli biondi, mugolando piano mentre osservava i due ragazzi.

-Malik- fece un piccolo cenno con il capo che sarebbe dovuto sembrare un piccolo saluto, continuando poco dopo mentre spostava lo sguardo sul ricciolo. -è il tuo nuovo fidanzatino?- ammiccò scoppiando poi a ridere insieme ai suoi amici, Zayn gli sarebbe saltato al collo e avrebbe iniziato a riempirlo di pugni se solo non ci fossero stati gli altri due.

-sei geloso per caso?- alzò le sopracciglia ghignando mentre prendeva per un braccio Harry, il quale scoppiò a ridere molto divertito dal suo commento, trascinandolo poi con lui mentre superava i tre ragazzi.

-sei solo un frocio- rispose il biondo mentre lo guardava visibilmente irritato, Zayn in tutta risposta scosse la testa ridendo ancora più forte, girandosi poi verso di lui alzando le spalle.

-almeno io ho il coraggio di ammetterlo, al contrario di te Steav- piegò appena la testa di lato guardandolo, continuando prima che potesse rispondere. -e non dire di non esserlo perché si vede benissimo e inoltre, dai a me del frocio quando non ti ho mai visto con una ragazza- lo guardò aspettando una sua risposta, che come immaginava non arrivò. Sapeva benissimo che l'avrebbe pagata quando si sarebbero incontrati di nuovo, quando Zayn sarebbe stato da solo. Harry accennò una risata mentre insieme al moro tornavano a casa in assoluto silenzio, era un silenzio pesante. 

-chi erano quei tizi?- chiese Harry per spezzare quell'insopportabile silenzio, si accorse che Zayn stava fumando solo quando girò lo sguardo verso di lui. Il moro in tutta risposta alzò le spalle continuando a guardare davanti a sé, non era il momento di parlarne, ma Harry continuò ad aspettare una risposta che non arrivò.

-Zayn, dimmi chi cazzo sono!- quasi strillò fermandosi in mezzo al marciapiede, lo guardò fisso negli occhi e il ragazzo sbuffò, consapevole del fatto che prima o poi glielo avrebbe detto.

-è una storia lunga Harry, un giorno poi te la raccondeterò- tagliò corto Zayn, riprendendo subito dopo a camminare verso casa, ma il ragazzo non si diede per vinto e lo seguì.

-dimmi l'essenziale per capire che in guai ti sei messo- chiese il più piccolo mentre saliva quei tre scalini davanti il piccolo condominio dove Zayn abitava, quest'ultimo si passò una mano fra i capelli mentre con l'altra prendeva le chiavi di casa, aprendo il portone.

-la madre di Steav è la madre di Ashley- disse breve e conciso entrando dentro il condominio. Salì velocemente le scale per arrivare al primo piano ed entrò in casa con un Harry visibilmente sorpreso e confuso alle spalle. Trovò Ashley sdraiata sul divano che dormiva e la loro vicina, la quale le faceva da baby-sitter una volta ogni tanto, che guardava un programma alla televisione. La donna non accettava mai soldi da Zayn, diceva che le faceva piacere stare un po' con Ashley e che non doveva preoccuparsi, quindi salutò i due ragazzi sottovoce e tornò nel suo appartamento. 

-quindi non siete fratelli?- se ne spuntò fuori Harry guardando Zayn prendere in braccio la bambina e portarla nella sua stanza, lasciandola dormire. Chiuse la porta della stanzetta e andò sul divano, sprofondandoci dentro con un pensante sospiro.

-è complicato la questione, Haz- si passò la mano fra i capelli neri e sospirò, chiudendo gli occhi. Il ragazzo capì che probabilmente non sapeva se parlarne con lui o meno, così tentò di convincerlo.

-Zayn, io non ho molti amici qui e tu per me sei già importante, ti considero già mio amico e mi fido di te, tu dovresti fidarti di me- sospirò appena guardando il più grande mentre prendeva un respiro profondo -forse è perché passiamo tanto tempo insieme durante la giornata ma secondo me c'è già un rapporto di fiducia fra noi se mi hai raccontato di Louis e mi hai portato a casa tua- 

-ti ricordo che la prima volta che sei entrato qui dentro non ti aveva invitato nessuno!- aprì gli occhi puntandoli su quelli verdi del più piccolo, accennando una risata. Il riccio alzò le spalle ridacchiando e si sfilò le scarpe, incrociando le gambe sul divano mentre Zayn afferrò il telefono cercando nella rubrica il numero di una pizzeria.

-fammi ordinare due pizze e proverò a raccontarti qualcosa- sbuffò appena il moro portandosi il telefono all'orecchio, Harry sorrise soddisfatto. Mentre Zayn ordinava le pizze, il ricciolo aspettava ansioso e un po' preoccupato: quei tre ragazzi erano il doppio del moro, iniziò a pensare che probabilmente era in qualche giro di droga, o che il cliente era lui e non poteva piú pagarla.

me ne sarei accorto se lavoro si faceva qualche doseno?  pensò.

Si risvegliò dai suoi pensieri quando il moro buttò il telefono sul divano, di fianco a lui e diede voce ai suoi pensieri prima che il cervello lo fermasse.

-spacci droga?- Zayn alzò le sopracciglia girandosi a guardarlo.

-non spaccio droga Harry- accennò una lieve risata, scuotendo la testa. Non sapeva il perché di quella domanda e non gli interessa, era troppo occupato a pensare a un modo per raccontare tutto al ragazzo. 

-non.. non so da dove iniziare- mormorò il moro abbassando lo sguardo, non aveva mai raccontato della sua situazione a nessuno e si trovava in difficoltà, preferiva non parlarne. 

-puoi iniziare dicendomi dove sono i tuoi genitori- allungò una mano afferrando quella del moro, Zayn intrecciò le loro dita sospirando, stava combattendo una guerra contro sè stesso per riuscire ad aprirsi con lui. 

-mia madre è morta quando ero molto piccolo, si chiamava Norah.. so solo che era una bellissima donna- accennò un lieve sorriso quando Harry iniziò ad accarezzargli il dorso della mano con il pollice. Zayn prese coraggio e continuò dopo una manciata di minuti. 

-mio padre si è preso cura di me fino all'età di tredici anni. Ho capito di essere gay quando trovai una rivista di mio padre sotto il suo letto, ero disgustato da quello che vedevo ma pensai che forse lo ero solo perché non era cosa che approvavo, vendere il proprio corpo per soldi, ma poi iniziai ad essere attratto da un mio amico d'infanzia e non sapevo cosa pensare e cosa fare.- alzò lievemente le spalle tenendo lo sguardo sulla sua mano intrecciata a quella del riccio e accennò un sorriso amaro.

-così lo dissi a mio padre sperando che riuscisse a capire.. mi riempì di calci e pugni, mi urlò che ero contro natura, che non ero più suo figlio e che non voleva una checca in casa sua, ma avevo solo tredici anni, dove potevo andare? Iniziò a frequentarsi con la madre di quel tipo, Steav, poco tempo dopo rimase incita e decise di abbandonare la sua vecchia famiglia per stare con mio padre.. ma morì durante il parto.- Harry per tutto il tempo rimase in silenzio ad ascoltare, stringendo la sua mano mentre il moro teneva lo sguardo basso, perso nel vuoto. 

-è per questo che Steav ti da' sempre addosso?- riuscì a trovare la forza di sussurrare dopo qualche minuto di silenzio, avrebbe voluto stringerlo in un forte abbraccio ma non sapeva se era il caso. Zayn ignorò la sua domanda, ci sarebbe arrivato dopo.

-ho scelto io il nome Ashley, mio padre quando uscì dalla sala parto mi disse che era morta e che mi sarei preso cura io della bambina perché per lui ero donna, era quello il mio compito: accudire i bambini, preparargli da mangiare quando tornava a casa e stare zitto, non dovevo fiatare quando mi abbassava i pantaloni e mi prendeva a cinghiate, se urlavo mi picchiava ancora più forte.. diceva che doveva punirmi, che essere gay era una malattia e che prima o poi sarei guarito- per Harry quello era troppo, non poteva immaginare una vita come quella, lo abbracciò senza pensarci due volte e il moro chiuse gli occhi, si strinse forte al suo petto sospirando. 

-quel bastardo morì un anno dopo in una sparatoria, era un poliziotto. Io ed Ashley siamo stati mandati all'orfanotrofio ma anche lì siamo stati maltrattati, cercavo di proteggerla in tutti i modi e molte volte la facevo dormire nel mio letto anche se non volevano, lei aveva paura e non mi interessava se venivo picchiato, era un abitudine per me.- il riccio lo strinse ancora di più a sé confortandolo ma dovette alzarsi poco dopo per via del campanello che suonava, prese le pizze e pagò tornando poi sul divano vicino a Zayn, il quale continuava a guardare in terra, non lo aveva mai guardato negli occhi. Mise le pizze sul tavolino e gli passò una fetta, la pizza lo avrebbe tirato un po' su di morale. Zayn lo ringraziò e ne mangiò un boccone.

After all you put me through 

You'd think I'd despise you 

But in the end I want to thank you 

'Cause you made me that much stronger(2)

-quando sono uscito da quell'inferno mi trovai un lavoro e Steav iniziò a picchiarmi nel vicolo che hai visto oggi, dava la colpa a me perchè sua madre è morta, come se fosse colpa mia che sua madre andava a scopare con mio padre; se fosse da solo lo stenderei al tappeto ma loro sono tre e io uno solo- momorò con la bocca piena e quando ingoiò ne mangiò un altro pezzo, continuando poco dopo -tirai fuori la bambina da quell'istituto e diciamo che l'ho adottata, quindi se anche tu te lo stai chiedendo, non è mia figlia è solo la mia sorellastra- si alzò dal divano andando in cucina dove prese due birre, tornando subito dopo sul divano. Era sollevato del fatto che adesso qualcuno sapesse la sua storia, era come se si fosse tolto un gran peso dalle spalle, si sentiva decisamente meglio. 

-non voglio che Louis sappia tutto questo, per questo mi sono arrabbiato quando suo padre ha fatto delle ricerche su di me, non ne aveva il diritto- il riccio annuì comprensivo continuando a mangiare, anche lui aveva vissuto male la sua omosessualità a causa dei bulli a scuola ma non era minimamente paragonabile a quello che aveva passato il moro, se si fosse trovato nei suoi panni probabilmente si sarebbe suicidato, non era poi così forte come invece lo era Zayn. 

-hai mai avuto un ragazzo?- chiese il riccio continuando a mangiare la pizza, bevendo poi un sorso di birra. 

-si, uno solo ma quando sono entrato in orfanotrofio mi ha lasciato dicendomi che mi tradiva- rispose il moro mangiando come un animale, era davvero affamato. Decisero di cambiare discorso parlando di sport, di lavoro e di Louis, il punto debole di Zayn. Rimase un po' deluso quando non ricevette nessuna chiamata da parte di quel ragazzo, ma sapeva che si sarebbero sentiti il giorno dopo quindi si rilassò in compagnia di Harry, addormentandosi poi sul divano. 

(1)Continuo a sentire il tuo tocco nei mie sogni

Perdona la mia debolezza, ma non so perché

Senza di te è difficile sopravvivere

(1*) Non posso lasciarti andare

Ti voglio nella mia vita.

(Everytime we touch, Cascada)

(2) Dopo tutto quello che mi hai fatto, 

Penserai che ti disprezzo

Ma alla fine, voglio ringraziarti

Perché mi hai reso molto più forte. 

(Fighter, Christina Aguilera)

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Capitolo 10
*** Capitolo dieci ***


CAPITOLO 10


Non è mai bello svegliarsi con delle grida, soprattutto se sono di una ragazzina impaurita come nei film horror. Solo un idiota metterebbe una suoneria del genere ma, Zayn Malik, aveva quella suoneria. Non ricordava di averla messa e in effetti, non lo aveva assolutamente fatto ma comunque, il moro si svegliò di soprassalto cadendo dal divano sul quale stava comodamente dormendo. Afferrò il telefono ormai completamente sveglio e sbuffò quando Harry si svegliò con tutta la calma del mondo, scoppiando a ridere trovandolo con il culo in terra e la faccia bianca come quella di un cadavere per lo spavento. Era un fottuto stronzo. Guardò il display e un sorriso involontario gli si formò sulle labbra, dimenticando per un istante che il ricciolo continuava a ridere, immaginandosi la sua caduta. Rispose subito dopo essersi alzato da terra e aver lanciato un cuscino in faccia a Harry che smise di ridere.

-pronto?- cercò di sembrare disinvolto e indifferente mentre si buttava sul divano sotto lo sguardo attento del castano. 

-Buongiorno Zayn- il moro sorrise a quelle parole, che gli stava succedendo? Da quando sorrideva per un buongiorno? Anzi, da quando gli davano il buongiorno?

-'giorno Louis- rispose guardandosi le mani leggermente in imbarazzo, non era abituato a tutto questo. Accennò una risata quando Harry scimmiottò il suo buongiorno a Louis facendolo sembrare ridicolo. Anche se lo era.

-dormito bene?- chiese Louis sorridendo come un ebete mentre Liam, di fianco a lui, si tratteneva dal ridere. Sembrava un po' una scena di quei film americani quando due innamorati si chiamao al telefono e non smettono di sorridere come degli idioti finché il proprio fratellino minore non lo distrae e lo fa arrabbiare. Zayn si focalizzò sulla domanda: aveva dormito bene? Assolutamente no. Harry non faceva altro che tirargli ginocchiate nella schiena ed era abbastanza sicuro di avere qualche livido a causa sua, non ricordava quando si erano addormentati ma se non fosse stato troppo stanco per sbatterlo fuori, lo avrebbe fatto!

-bene.. diciamo e tu?- lanciò un'occhiataccia al ricciolino che scoppiò a ridere mormorando "che posso farci se mi agito nel sonno?" e Zayn scosse la testa. 

Devo ricordarmi di non farlo più dormire in questa casa, pensò.

-benissimo!- esclamò Louis sorridendo, passandosi poi una mano fra i capelli continuando -mi dispiace se ieri sera non mi sono fatto sentire- 

-non preoccuparti- alzò le spalle Zayn, come se Louis riuscisse a vederlo. Ci furono qualche istanti di silenzio, davvero troppo imbarazzante mentre il castano pensava a formulare una frase di senso compiuto; voleva assolutamente vederlo e per sua fortuna, essendo sabato, forse riusciva a convincerlo.

-senti Zayn, oggi vado alle terme con un mio amico, magari potresti venire con noi, se vuoi portati anche tu un amico- Louis socchiuse gli occhi e se ne accorse solo quando li riaprì sentendo la voce tremolante del ragazzo.

-alle ter-me?- si irrigidì il moro al solo pensiero di andarci: non ci aveva mai messo piede ma sapeva che non gli sarebbe piaciuto.

-si, alle terme.. dove ci sono piscine idromassaggio, sauna e via dicendo- esitò Louis, aveva come l'impressione che quel posto non gli piacesse poi così tanto.

-ohw.. n-non posso- scosse la testa sotto lo sguardo scioccato del ricciolo: cosa diavolo significava che non poteva?! 

-come mai?- chiese Louis dispiaciuto, aveva davvero tantissima voglia di vederlo.

-perché..- esitò, stava pensando a una scusa credibile ma era agitato, non voleva andarci! -perché non saprei dove lasciare Ashley!- esclamò Zayn annuendo con vigore, cercando di convincere anche sé stesso che era solo quello il motivo. Louis sospirò sollevato, aveva la soluzione.

-la può tenere Liam! Ha ancora il braccio ingessato e non può venire, baderà a lei- sorrise speranzoso, Liam era già d'accordo con lui, anzi era stato proprio lui a dare l'idea a Louis.

che culo, eh? pensò Zayn, passandosi una mano fra i capelli.

-n-non posso comunque- era nel panico più totale, non sapeva cosa rispondergli.

-ohw.. perché?- chiese dispiaciuto, lo voleva assolutamente incontrare, se alla fine non sarebbe riuscito a convincerlo sarebbe andato a casa sua. 

-m-mi è morto il gatto..- esclamò aggrottando poi le sopracciglia, si passò una mano fra i capelli guardando verso il basso, sentendo Harry ridacchiare.

-non sapevo avessi un gatto- si accigliò Louis girandosi a guardare Liam per chiedere conferma, in tutta risposta alzò le spalle confuso almeno quando il castano. Perché faceva così?

-uh beh, l'ho preso lo scorso week-end ma.. è finito sotto un autobus stamattina- rispose tranquillo, come se nulla fosse e questo fece capire a Louis che era balla, quale padrone parlerebbe della morte del proprio gatto con così tanta tranquillità?

-non ne sembri dispiaciuto- Louis alzò le sopracciglia guardandosi le unghie soddisfatto quando sentì Zayn balbettare qualcosa di sconnesso e accennò una risata zittendolo. -vengo a prenderti fra mezz'ora, porta un costume da bagno! A dopo.- non lo lasciò rispondere che attaccò il telefono e si alzò dal divano soddisfatto, sorridendo al suo complice che lo seguì in cucina per posare la tazza di caffè ormai vuota sul ripiano della cucina. Andarono a cambiarsi mentre parlavano da una stanza all'altra: più che altro era Louis che parlava freneticamente, tentando di calmare la propria agitazione. 

Nel frattempo, in un piccolo appartamento, Zayn si stava disperando. Si infilò le mani fra i capelli e li stringe così forte che quasi se li strappò. Harry rimase per qualche istante a fissarlo, pensando a una motivazione per giustificare il suo comportamento. Si schiarì la voce prima di parlare e attirare la sua attenzione.

-sta arrivando?- chiese quasi in un sussurro che fece girare Zayn nella sua direzione e annuire, letteralmente sconvolto. -e che ha detto?- chiese stupidamente, sa già cosa gli ha detto.

-che devo portarmi un costume da bagno- rispose in un mormorio il moro, spostando lo sguardo sul pavimento. 

-cos'è che ti sconvolge tanto, Zaynie?- chiese il riccio, portando una mano sulla spalla del ragazzo davanti a lui che sospirò.

-il dover indossare un costume da bagno, per esempio- Harry aggrottò le sopracciglia confuso: aveva fatto tutto quello spettacolino per un costume?

-e tu hai fatto tutto questo solo per un costume?- diede voce ai suoi pensieri accarezzandogli lentamente una spalla, non aveva idea di come si confortasse una persona ma per Zayn ci avrebbe provato. Quando il moro annuì alla sua domanda, pensò che fosse uscito di testa, ma questo non lo disse. -ma è una motivazione stupida Zayn! E poi davvero credevi che Louis fosse così stupido da credere alla tua storia del gatto? Neanche tua sorella ci avrebbe creduto!- lo guardò ovvio ma la reazione di Zayn lo lasciò ancora più confuso. Si alzò di scatto dal divano sbuffando, puntandogli un dito contro, minaccioso.

-non chiamarla più così! Soprattutto davanti a gli altri- esclamò il moro guardando un Harry più che sconvolto e confuso. Quest'ultimo si alzò dal divano allargando appena le braccia con fare teatrale.

-perché? siete fratellastri!- Zayn lo guardò scuotendo la testa, andando poi in cucina passandosi una mano fra i capelli. Nessuno doveva sapere che erano fratelli perché poi tutti avrebbero fatto troppe domande del tipo: ma siete troppi diversi per essere fratelli e stronzate varie. 

Harry lo guardò spalancando appena gli occhi rincorrendolo e lo fermò da un braccio facendolo voltare verso di sé. -cioè fammi capire, erano tutte stronzate quelle di ieri sera?- non sapeva se essere arrabbiato o deluso. 

-non erano stronzate idiota, era la verità!- esclamò Zayn guardandolo, liberandosi dalla sua stretta mentre Harry pensava al perché della sua reazione.

-perché fai così allora?- gli chiese confuso, sedendosi su una sedia davanti al tavolo. Quel ragazzo era un enigma vagante. Quando diede voce i pensieri che fece poco prima, il riccio lo guardo come se la risposta fosse ovvia.

-basta dire che siete fratellastri- il moro scosse la testa, sapeva che non riusciva a capire ed era anche normale, era un ragionamente tutto suo ma aveva un senso. 

-Ashley mi chiederebbe cosa significa e dovrei parlarle dei suoi genitori ed è troppo piccola!- in quel momento Harry capì e annuì dandogli ragione, ma aveva ancora una domanda.

-quindi lei sa il rapporto che c'è fra di voi?- chiese guardandolo mentre nel fratteppo preparava il caffè, dimenticandosi completamente di Louis e del suo arrivo a breve. Il moro alzò le spalle accendendo il fornello, passandosi una mano fra i capelli.

-penso che sappia che siamo fratelli, ma non ha mai fatto domande- rispose semplicemente prima di sentirsi chiamare dall'altra stanza, segno che Ashley si era svegliata. Andò nella stanza della bambina trovandola seduta ai piedi del letto che piangeva, stringendo al petto il peluche che gli aveva regalato Louis la settimana prima. Si avvicinò velocemente al letto e si abbassò alla sua altezza, portò un dito sotto il suo mento e alzò delicamanete il suo visino per guardarla.

-che succede piccoletta?- chiese con tono dolce, asciugando poi una sua lacrima con il pollice. Detestava vederla piangere, il suo visino angelico era troppo bello per vederlo rigato dalle lacrime. Ashley tirò su con il naso e si passò una mano chiusa a pugno sugli occhietti, strofinandoli.

-io.. ho f-fatto la pipì a letto- mormorò piano abbassando lo sguardo sulle proprie manine e Zayn tirò un sospiro di sollievo, pensava fosse successo qualcosa di più grave.

-sono cose che capitano a volte, Ashley- la rassicurò sorridendole. Le accarezzò i capelli e la invitò ad andarsi a sciacquare nel bagno. Lei annuì e si tolse i pantanoli del pigiama insieme alle mutandine sporche e ne prese un paio pulite dal cassetto, dirigendosi poi nel bagno. Zayn stava togliendo i lenzioli bagnati quando sentì un urlo della bambina e una porta sbattere, sicuramente quella del bagno. Aveva già un'idea di quello che era successo ma corse comunque verso il bagno, spalancando la porta, facendo così urlare di nuovo la bambina.

-che è successo?- chiese con il batticuore, mentre la bambina tentò di spingerlo via e richiuse la porta con un "vai via" urlato da Ashley. Notò Harry dietro di lui solo quando si girò e sussultò per la sorpresa di vederlo lì. 

-tu c'entri qualcosa?- lo guardò assottigliando lo sguardo, incrociando le braccia al petto. Quando il ragazzo annuì avrebbe voluto prenderlo dal colletto della maglia e sbatterlo al muro, ma si trattenne sapendo già che non era successo nulla di che.

-diciamo che forse l'ho vista passare e l'ho salutata- alzò le spalle guardando il moro e furuno interrotti da un campanello che suonava. -lei si è messa a urlare perché non se lo aspettava di trovarmi lì, ma sta tranquillo Zaynie, non sono un pedofilo né tanto meno etero- continuò comunque a parlare e gli fece l'occhiolino trattenendo una piccola risata. Zayn scosse la testa ridacchiando e andò ad aprire la porta, trovando un Louis tutto sorridente e Liam al quanto divertito dall'espressione dell'amico.

-hey Zayn- lo salutò Louis, snobbando il riccio. In realtà non si era neanche accorto della sua presenza, era troppo occupato a guardare il suo sogno erotico. Tuttavia si accorse della sua presenza quando accennò un colpo di tosse, palesemente finto, e portò lo sguardo su di lui, accigliandosi subito.

-tu sei quello del negozio!- esclamò guardandolo mentre Zayn chiudeva la porta d'ingresso e salutava Liam, leggermente imbarazzato dalla situazione.

-uhm, ciao anche a te- accennò una risata guardando il castano, porgendogli poi una mano -io sono Harry, tu devi essere Louis.. Zaynie mi ha parlato molto di te- spostò lo sguardo sul moro sorridendo sfacciato mentre quest'ultimo spalancava gli occhi e lo guardava male. 

Brutto stronzo che non sei altro. L'unico pensiero che formulò Zayn. Louis spalancò appena gli occhi, non se lo aspettava di certo.

Zaynie? Ma tutta questa confidenza? Fu invece il pensero di Louis, che tossì appena, imbarazzato.

-oh, piacere di conoscerti Harry- sorrise afferrando la sua mano, stringendola -lui invece è..- quando il ricciolo spostò lo sguardo su Liam spalancò gli occhi, interrompendo Louis.

-Liam?- sorrise dolcemente avvicinandosi a lui, abbracciandolo subito dopo e lasciando gli altri due sorpresi. 

-vi conoscete?- domandò Louis, piegando appena la testa di lato. Si, si conoscevano e bene anche.

-diciamo che è uno dei miei migliori amici quindi si, ci conosciamo- accennò una piccola risata il ricciolo mentre stringeva fra le braccia il castano, il quale arrossì violentemente. Succedeva tutte le volte che Harry lo abbracciava, ma il ricciolino sapeva che era un ragazzo timido e quindi non se ne curava del motivo per il quale arrossiva sempre, lo trovava tenerissimo ma comunque non c'era bisogno di imbarazzarsi. Gli altri due rimasero sorpresi ma fecero spallucce, Zayn poi andò a controllare la bambina e quando fu pronta la portò in salotto, dicendole che per quel giorno sarebbe rimasta con Liam. 

La cosa che Zayn non aveva calcolato però era che lui, non essendo un amante dell'acqua, non aveva nessuno costume da bagno. Quando lo disse, tralasciando il fatto che detesta le piscine, Louis sorrise soddisfatto e prese dalla borsa due costumi, alzando lievemente le spalle.

-dalla tua reazione mi era chiaro che non ami molto le piscine e quindi ne ho portati due in più- il moro sorrise appena annuendo pensando che sarebbe morto molto presto. 

Dopo alcune raccomandazioni a Liam, i tre ragazzi partirono per andare a prendere Niall, l'amico che sarebbe dovuto andare insieme a Louis. La strada non era molta ma per tutto il tempo rimasero zitti, Harry troppo in imbarazzo per parlare, Zayn troppo agitato per rendersi conto del silenzio imbarazzante e Louis troppo impegnato a pensare a uno Zayn mezzo nudo per curarsi del fatto che nessuno parlava. Quando un biondino salì in macchina con un sorriso a trentadue denti, i tre ragazzi si rianimarono salutandolo. Se prima Harry era in imbarazzo per il silenzio, all'arrivo di Niall lo era per la sua vicinanza. La macchina di Louis non era un furgone, non era una macchina enorme, era bella ma non abbastanza grande da ospitare tre persone sui sedili posteriori. Harry cercava in tutti i modi di non fissare Niall, il ragazzo era affascinante e se avesse avuto il coraggio avrebbe iniziato a parlare con lui, ma sapeva già che Zayn e Louis si sarebbero isolati e che lui sarebbe rimasto con il biondino. Si obbligava a guardare fuori dal finestrino cercando di pensare a qualcosa da dire, ma non sapeva proprio come iniziare un discorso. Pregava solo che andasse tutto bene quel pomeriggio.

 

***

Sapeva che sarebbe stato difficile combattere la sua paura più grande, affrontare un trauma infantile che pensava di non superare mai, ma non pensava sarebbe stato così imbarazzante. Ci mise più di dieci minuti per restare in costume, datogli da Louis, e immergersi della piccola vasta idromassaggio. Era in imbarazzo, non si faceva mai vedere da nessuno in quello stato, il massimo che si toglieva davanti a delle persone era la maglietta. Si trovava di fianco a Louis che non gli toglieva gli occhi di dosso, continuava ad osservarlo in tutta la sua bellezza rischiando di far crescere una grossa erezione nel suo costume azzurro. Erano tutti e quattro in silenzio, Niall era rilassato contro il bordo della vasca, Zayn e Harry in imbarazzo che si guardavano cercando conforto nello sguardo dell'altro e Louis, beh lui era occupato a studiato il corpo del moro. Poco dopo, per fortuna, Niall decide si rompere il ghiaccio iniziando a parlare con gli altri tre, cercando di mettere a loro agio Harry e Zayn, era chiarissimo che quello non era un posto in cui andavano abitualmente e non voleva farli sentire fuori luogo. 

Restarono in quella vasca il tempo necessario affiché i due ragazzi si rilassassero e poi andarono a farsi una sauna. Per Louis non era d'aiuto guardare Zayn con un asciugamano avvolto ai fianchi, immaginandoselo nudo, per sua fortuna era di spalle. Doveva smetterla o si sarebbe messo in imbarazzo da solo. Gli osservò i fianchi stretti e magri, era così magro che riusciva a vedergli la spina dorsale e solo in quel momento si accorse di vare cicatrici sulla schiena, era certo fossero vecchie. Aggrottò le sopracciglia avvicinandosi a lui ed entrarono nella stanza, andando a sedersi vicino a lui dall'altra parte della stanza rispetto Harry e Niall. Rimase in silenzio per qualche istante guardando davanti a sé e quando prese coraggio si girò verso di lui mormorando -perché hai delle cicatrici sulla schiena? Cosa ti è successo?- 

Zayn spalancò gli occhi guardando verso il basso, non sapeva che sentirsi lusingato per il fatto che Louis lo abbia osservato così bene da vedere delle cicatrice che quasi non si vedevano più, o nervoso per il semplice motivo che il castano pretendeva una risposta a tutti i costi.

-ho avuto un passato difficile- mormorò piano alzando le spalle, intrecciando le mani sul proprio grembo. 

-cosa ti è successo Zayn?- ripetè Louis, voleva sapere, non gli piaceva tutto quel mistero -e non provare a dire "niente", mi hai sbattuto fuori da casa tua solo perché temevi che mio padre mi avesse detto qualcosa riguardante il tuo passato- continuò subito dopo, continuando ad osservarlo. Zayn sospirò appena chiudendo gli occhi per un breve istante, che doveva rispondere adesso? 

-mio padre mi picchiava- decide di essere diretto e conciso, rispondendo solo alla domanda che gli aveva fatto. In fondo era quello che voleva sapere. 

-ed era questo che volevi tenermi nascosto?- domandò poi il castano. La domanda sorgeva spontanea: chi farebbe mai un casino assurdo per un motivo così frequente? La metà dei suoi amici venivano picchiati dal padre, chi per un motivo e chi per un altro. 

-si, penso- tentennò Zayn. In realtà c'erano alcune cose che non aveva raccontato a nessuno, neanche ad Harry. Voleva essere etichettato per il delinquente gay di turno. Louis insistette, se era riuscito a farsi dire alcune cose su suo padre, non molte ma era sulla buona strada, sarebbe riuscito a capire il motivo per il quale si comportava così. Ne era (quasi) certo.

-fai schifo a mentire, sai?-Louis accennò una lieve risata guardandolo, alzando un sopracciglio. -sei per caso uno spacciatore? o qualcosa di simile? Posso e voglio aiutarti- continuò subito dopo tornando serio. Zayn invece si girò verso di lui alzando le sopracciglia leggermente divertito.

-perché mi chiedete tutti se spaccio? Ho la faccia da spacciatore per caso?- si misero a ridere entrambi, anche se non c'era molto su cui ridere. 

-no ma voglio solo sapere cosa ti è successo. In un modo o nell'altro lo verrò a sapere e vorrei fossi tu a dirmelo. Conosco mio padre e non mi mollerà un attimo finché non mi dirà cosa ha trovato sul tuo conto.- Louis lo osservava mentre Zayn pensava a cosa rispondergli, non sapeva se dicendogli la verità lo avrebbe allontano o no, era l'unica persona che si interessava un minimo a lui e di sicuro non voleva perderlo. Alla fine decise di parlare.

-mio padre era un poliziotto e un suo collega era un suo caro amico d'infazia, erano soliti a bere una birra nel nostro soggiorno, quindi lo conoscevo anche io. Quando mio padre morì, andai in un orfanotrofio e tentai di fuggire varie volte. Un volta fuori rimasi coinvolto in una rissa e la polizia mi prese, ma grazie a questo amico di mio padre riuscii a non finire dentro per aggressione.- Louis lo ascoltò attentamente guardandolo, annuendo lievemente e quando finì rimase abbastanza sorpreso. 

-perché non volevi dirmelo?- chiese senza neanche pensarci, che razza di domanda era?

-mi pare abbastanza ovvio- 

-ti importa così tanto il parere della gente?- chiese il castano mordendosi l'interno della guancia.

-non della gente- mormorò piano.

solo il tuo. 

Questo però non lo disse, non voleva sembrare una ragazzina di tredici anni alle prime armi. 

 

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Capitolo 11
*** Capitolo undici ***


CAPITOLO 11


Stavano finalmente tornando a casa, dopo aver mangiato qualcosa per pranzo avevano deciso che sarebbe stato il caso di tornare. Zayn era rilassato contro il sedile, lo sguardo fuori dal finestrino mentre pensava a come era possibile che si trovasse in una macchina così costosa in compagnia di tre ragazzi, ormai suoi amici, quando fino a qualche mese prima era tanto se interagiva con i suoi colleghi. Il viaggio fu più corto di quello che ricordava e senza neanche rendersene conto si trovò davanti l'appartamento di Niall, il quale salutò tutti con un grande sorriso sul viso ricordando l'appuntamento a casa sua per la sera stessa, che lui ovviamente non aveva sentito. Dopo neanche una decina di minuti, nei quali Harry non fece altro che ripetere a Louis di invitare a casa di Niall anche il suo migliore amico, si ritrovarono davanti casa del ricciolino. 

Quando rimasero loro due da soli, Louis e Zayn, in completo silenzio, il moro pensò che fosse diretto verso casa sua, ma quando imboccò una strada secondaria nella direzione opposta, aggrottò le sopracciglia visibilmente confuso.

-dove stiamo andando?- chiese con un filo di voce, guardando la strada davanti a sé per cercare di capire dove fossero diretti, l'unico problema era che Zayn non c'era mai stato in quella strada, ne aveva alcun motivo per andare in quella direzione.

-voglio portarti in un posto- rispose semplicemente il castano, sorridendo lievemente senza togliere gli occhi dalla strada. Zayn era nervoso: aveva visto centinaia di film in cui il protagonista porta la ragazza con cui si frequenta in un posto sperduto per stuprarla e ucciderla, ma aveva visto altrettanti film in cui il ragazzo portava la tizia in un posto romantico, dove poterle dire tutti i suoi sentimenti senza essere interrotto da qualcuno. Non sapeva se essere più preoccupato per il primo o per il secondo pensiero. Alla fine optò per il secondo. Sarebbe stato molto imbarazzante. 

Poco dopo arrivarono davanti un grande edificio chiuso, il primo pensiero di Zayn fu: è un luogo abbandonato dove tortura le sue vittime. 

E il secondo: devo smetterla di guardare certi film. 

Louis nel frattempo parcheggiò e scese dall'auto con tutta la tranquillità del mondo. Zayn si guardò intorno riluttante, confermò a Louis che non c'era mai stato con il suo atteggiamento e il castano sorrise, ci sperava tanto. Afferrò il borsone posato precedentemente nel bagagliaio e sorrise al moro, facendogli un cenno si seguirlo. Fecero il giro dell'edificio e Louis buttò oltre un grande cancello chiuso il borsone, arrampicandosi poco dopo sulle ringhiere.

-che cazzo fai Louis?- sbottò il moro guardandolo, più preoccupato del fatto che avrebbe potuto farsi male che essere scoperti. Non sarebbe stata la prima volta.

-tu seguimi e basta Malik- rispose il castano senza perdere il sorriso e poco dopo fece un piccolo salto, ritrovandosi con i piedi per terra e davanti al moro, dietro il cancello. Zayn scosse la testa, non aveva nessuna intenzione di spezzarsi il collo per chissà quale assurda idea. 

-dai Zayn, fallo per me- lo pregò Louis guardandolo, gli occhi da cucciolo bastonato. Il moro sbuffò alzando gli occhi al cielo, sapevano entrambi che non sarebbe riuscito a dir di no. Infatti, dopo pochi istanti, Zayn era sul cancello e lo scavalcò con con tale facilità da lasciare Louis con un sopracciglio alzato. Il moro notando la sua espressione accennò una risata alzando appena le spalle. 

Dopo pochi minuti erano già dentro grazie alle chiavi di Louis e Zayn si ritrovò davanti una grande piscina, fin troppo grande per i suoi gusti. se fosse stato da solo sarebbe entrato in panico dopo neanche due secondi, ma cercò di darsi un contegno. 

-perché siamo qui Louis?- chiese in un sussurro il moro, visibilmente sorpreso e scioccato. 

-mi è sempre piaciuto questo posto- Louis posò il borsone in terra guardandosi intorno e si tolse le scarpe, prima di essere fermato da Zayn.

-possiamo andar via?- chiese mordicchiandosi un labbro, troppo nervoso per chiedergli come faceva ad avere le chiavi di quel posto.

-perché hai paura dell'acqua, Zayn?- chiese il castano, ignorando la domanda del ragazzo. Si svestì rimanendo con il costume che aveva volutamente lasciato su una volta usciti dalla spa. Il moro lo guardò come paralizzato, scuotendo poi la testa.

-non ho paura- rispose portando le mani nelle tasche dei jeans e si avvicinò a delle panche poste contro il muro, proprio di fronte alla piscina divisa in corsie. Louis lo seguì poggiando il borsone ai piedi della panca e si sedette vicino al moro, notando il suo sguardo perso nella distesa d'acqua davanti a loro. 

-direi che sei terrorizzato, Zayn- rispose in modo dolce il castano, poggiando una mano sul suo ginocchio per confortarlo. In effetti il ragazzo aveva davvero paura dell'acqua. Nonostante avesse una vasca nel bagno di casa sua, non si era mai sdraiato lì immerso da acqua e bagnoschiuma. Non voleva rivivere quelle brutte emozioni che aveva provato all'età di tredici anni. Non voleva dirgli che quando il padre scoprì che era gay, riempì la vasca di casa sua e lo tirò per i capelli, facendogli mettere la testa dentro per secondi interi. Non lo aveva mai detto a nessuno, non trovava un motivo valido. Ma lo fece lo stesso, perché Louis aveva questo effetto su di lui, riusciva a farsi dire tutto con la sua sconfinata dolcezza e Zayn non riusciva a tenersi tutto dentro. Il castano lo ascoltò attentamente, tenendo la mano sul suo ginocchio che stringeva delicatamente. Ora capiva il perché aveva paura. 

-ti fidi di me Zayn?- chiese Louis in un sussurro. Il moro alzò lo sguardo verso il suo viso, con un sopracciglio inarcato e tanta confusione in testa.

-che hai in mente, Tomlinson?- il castano prese la sua mano facendolo alzare, accennando un dolce sorriso. Adorava il modo in cui diceva il suo cognome. Il moro continuò subito dopo essersi alzato -non entrerò in quella piscina- disse con tono fermo, non ne aveva nessuna intenzione. 

-andiamo in quella per i bambini, l'acqua ti arriverà alle ginocchia- lo rassicurò sorridendo dolcemente, trascinandolo davanti alla piccola piscina, invitandolo con lo sguardo a spogliarsi. Il castano sospirò spostando lo sguardo sulla piccola piscina davanti a lui. Era davvero piccola, poteva farcela! Si tolse i vestiti lasciandoli sul pavimento, avvicinandosi alla piscina. 

-non devi aver paura Zayn, ci sono io qua con te- mormorò Louis quando lo affiancò, poggiando una mano dietro la sua schiena sorridendo appena. Si sedettero sul bordo immergendo solo le gambe, riuscendo a già a sentire il fondo della piscina, non era pericoloso. 

-tu sai nuotare, no?- chiese il moro, girando lo sguardo verso il castano per cercare una conferma e quando Louis annuì, tirò un sospiro di sollievo che provocò una leggera risata da parte del ragazzo. Il castano si immerse nel acqua poco profonda, sedendosi tranquillamente sul fondo, afferrò la mano del moro e lo trascinò lentamente vicino a sé, senza dire una parola. Il moro si fece tirare, si sedette vicino a Louis stringendogli con forza la mano.

-non è tanto diverso dalla vasca idromassaggio di oggi- mormorò il castano, sorridendo rassicurante a Zayn, il quale annuì appena respirando a fondo. -tranquillo Zayn- continuò subito dopo, accarezzando con il pollice il dorso della sua mano. Il moro si rilassò sorridendo appena, mordicchiandosi poi il labbro inferiore. Rimasero in quella piscina a parlare del più e meno, a ridere come due bambini senza un vero motivo fino a quando non decisero di tornare a casa, dove trovarono Ashley sdraiata su Liam con la testa poggiata sul suo petto, entrambi addormentati. 

Tre giorni dopo, il lunedì mattina, Louis era entrato nel negozio in cui lavorava Zayn e rimase a fissarlo mentre aiutava un cliente con un abito elegante. Quando il cliente se ne andò si avvicinò alla cassa sorridendogli, salutandolo con fare dolce, come suo solito. Harry, dall'altro lato del negozio, non aveva nessuna intenzione di perdersi la scena fra i due ragazzi, così rimase ad osservarli nascosto dietro un manichino. Louis si appoggiò al bancone con le braccia, guardandosi un po' intorno alla ricerca di qualcosa.

-stavo cercando qualcosa di elegante per un appuntamento galante, è questa sera e non ho ancora trovato nulla, tu hai buon gusto quindi sono venuto qui- alzò semplicemente le spalle il castano, tornando ad osservare il moro. Zayn non sapeva se sentirsi geloso per il fatto che Louis sarebbe uscito con un'altra persona, o lusingato per via della sua affermazione 'tu hai buon gusto'. 

-perché non provi a guardare nel tuo armadio? Sono più che sicuro che troverai qualcosa- alzò le sopracciglia Zayn, guardandolo fisso negli occhi. 

Era geloso. Louis sorrise fra sé pensando di avere una qualche possibilità con il ragazzo.

-Non sai la prima regola per un ricco? Mai mettere un vestito più di una volta se puoi comprarne altri.- disse quasi indifferente, guardando il moro quasi con un ghigno. Zayn fece un piccolo verso di disgusto alzando gli occhi verso l'alto, tornando poi a guardare Louis.

-che regola insensata- disse soltanto, uscendo poi da dietro il bancone dirigendosi verso un paio di completi esposti. -cercavi qualcosa di preciso, Tomlinson?- si girò verso di lui alzando un sopracciglio. Louis si guardò intorno, illuminandosi davanti ad un completo nero con la camicia bianca, un classico. 

-penso che questo andrà bene- alzò le spalle indicandolo, sorridendo in direzione del moro. 

-taglia?- chiese il ragazzo dirigendosi di nuovo verso il bancone per vedere al computer se in magazzino era presente la taglia richiesta. Louis squadrò dalla tasta ai piedi il moro, piegando appena la testa di lato.

-la più piccola che avete penso che andrà benissimo- rispose semplicemente, leccandosi le labbra mentre osservava uno Zayn tutto concentrato sul pc. Il moro aggrottò le sopracciglia e alzò lo sguardo su di lui accigliato.

-Louis, non è per offenderti, ma non penso che sia la tua taglia- lo guardò alzando entrambe le sopracciglia mentre il castano fingeva stupore. Era davvero un bravo attore.

-mi offendo invece! Stai forse dicendo che sono grasso?!- esclamò guardandolo, cercando di non ridere all'espressione di Zayn. Era mortificato, lui non intendeva quello.

-no, hai capito male! La taglia più piccola equivale a quella per un anoressico e tu non lo sei, non ti vedo scheletrico- si affrettò a dire, temendo che il castano si fosse offeso. -adesso ne vado a prendere un modello così vedrai tu stesso- continuò subito dopo, dirigendosi in magazzino a prendere il completo richiesto da Louis e glielo mostrò, piegando appena la testa di lato aspettandosi un "avevi ragione". Louis però prese il pantalone del completo e lo osservò, facendo il giro del bancone per avvicinarsi al moro e appoggiò il pantalone su i fianchi di Zayn, lasciandolo confuso e sorpreso.

-che stai facendo?- mormorò a Louis, guardandosi intorno sperando che nessuno li stesse guardando, notando poi Harry nascosto dietro dei manichini che li stava fissando con insistenza. Poco dopo il castano spostò il pantalone dai suoi fianchi e tornò davanti al bancone, sul quale poggiò la propria carta di credito.

-lo dicevo io che era perfetta- esclamò sorridendo. Zayn non fece domande, non voleva sapere perché prese un completo di una taglia che non gli sarebbe mai stata. -tu che fai stasera?- chiese il castano, sperando che non avesse nessun impegno. 

-penso che mangerò con Harry e Ashley- rispose semplicemente Zayn, imbustando il vestito del castano mentre quest'ultimo effettuava il pagamento. Quando glielo porse però, non lo prese, afferrò solo la sua carta di credito.

-allora ti vengo a prendere alle otto, Malik e indossalo- con un cenno della testa indicò il vestito e con un sorriso lo salutò uscendo dal negozio, lasciando il moro pietrificato dietro il bancone. 

-sbaglio o ti ha appena regalato quel vestito?- la voce di Harry interruppe i suoi pensieri e sussultò quando se lo ritrovò davanti. Quand'era arrivato davanti al bancone?

-credo di avere un appuntamento- mormorò il moro, guardando il ricciolo come se avesse appena visto un fantasma. Harry in un istante andò dietro il bancone abbracciando Zayn, sorridendo raggiante.

-sono felice per te Zayn, finalmente qualcuno ha presa l'iniziativa!- esclamò il ricciolo, sciogliendo l'abbraccio e dando una pacca sulla spalla al moro. 

-e Ashley? a chi la lascio?- chiese ovvio, passandosi un mano fra i capelli. 

-resterà con me- alzò le spalle Harry, sorridendogli con dolcezza. Zayn alzò gli occhi verso l'alto trattenendo un sorriso, riprese a lavorare senza dare una risposta, ma tanto sapevano entrambi come sarebbe andata a finire. 

Nel frattempo, quando Louis uscì dal negozio tirò un sospiro di sollievo. Ce l'aveva fatta. Tornò velocemente a casa con la sua auto e appena entrò si rese conto di quanto fosse nervoso all'idea di uscire con il moro.

-come mai così nervoso?- la voce di Liam lo fece sobbalzare, si portò una mano al cuore per lo spavento e lo raggiunse sul divano, sul quale si stava guardando un cartone animato. 

-tu non dovresti essere a scuola?- chiese Louis alzando un sopracciglio. Il gesso al braccio lo aveva tolto, non poteva più usarla come scusa. 

-preferivo guardare i cartoni- rispose semplicemente, alzando le spalle. Non era un attore così bravo, lo sapeva?

-che succede questa volta, Liam?- chiese il castano, non facendosi abbindolare dalle sue menzogne e dai suoi piccoli sorrisi. -mal d'amore?- chiese poco dopo, notando il suo guardo abbassarsi verso il pavimento. -è per via di Harold?- chiese quando non ricevette risposta. Liam alzò di scatto il capo portando lo sguardo su Louis, arrossendo vistosamente.

-no, ma che dici?- mormorò in imbarazzo, aveva fatto centro. 

-si vede lontano un chilometro che ti piace, Payne.- alzò le sopracciglia portando una mano fra i suoi capelli, scompigliandoli con gesti veloci. -da quanto va avanti?- chiese incrociando poi le braccia al petto, avvicinandosi un po' di più al castano.

-da quando lo conosco- rispose semplicemente e sapevano entrambi che era molto tempo. 

-perché non provi a dichiararti?- chiese ingenuamente, dallo sguardo del riccio sembrava ricambiare. 

-perché non è interessato a me- rispose semplicemente, abbassando lo sguardo sul pavimento, sospirando lievemente.

-stronzate! Hai visto come ti guarda?- chiese retoricamente, facendogli alzare lo sguardo mettendogli due dita sotto il mento. -stasera verrai con me da Zayn e terrai la bambina con Harry, sono sicuro che ci sarà anche lui- gli sorrise dolcemente, scompigliandogli di nuovo i capelli.

-quindi ti ha detto di si?- chiese Liam rianimandosi dalla sua depressione amorosa, sorridendo ampiamente felice per il suo amico. Beh, erano amici, no? 

-più o meno- annuì il castano, accennando una lieve risata. -ma non so se riuscirò ad aspettare fino a stasera, vorrei già tornare al negozio!- esclamò quasi disperato, facendo ridacchiare Liam. 

-vai all'asilo da Ashley, lo incontrerai lì per puro caso- alzò le spalle ridendo il castano, guardando Louis illuminarsi al sentire quelle parole.

-sei un genio Liam!!- gli diede un bacio sulla guancia sorridendo e quando si accorse che non mancava molto all'uscita dei bambini da scuola, si alzò e si precipitò fuori di casa per incontrare casualmente Zayn davanti l'asilo.

Quando arrivò notò che i bambini erano già usciti dalle loro classi e che i genitori aveva già preso i loro figli, l'unica che rimaneva vicino alla maestra era Ashley. Dove si era cacciato Zayn?

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Capitolo 12
*** Capitolo dodici ***


CAPITOLO 12


Da quando Ashley andava a scuola, Zayn non fece mai un ritardo. Con la pioggia, con la neve, anche se gli facevano male tutte le ossa del corpo, era sempre andato a prendere la bambina in perfetto orario. Per questo la maestra si insospettì quando non lo vide, era molto strano. Louis, notando fin da subito l'assenza di Zayn, si avvicinò all'insegnante e la rassicurò dicendole che era venuto lui per la bambina e lei confermò che lo conosceva, che era un amico del moro. 

La bambina andò con il castano, un po' spaesata non vedendo il suo punto di riferimento, Zayn. Louis la rassicurò dicendole che il moro era rimasto a lavoro per un contrattempo, ma in realtà non sapeva cosa pensare, era fin troppo preoccupato. La portò a casa sua, dove Greta le preparò un'ottima merenda a base di biscotti al cioccolato e si mise a giocare con il figlio sul divano. Nel frattempo Louis prese il telefono di Liam e cercò il numero di Harry, era sicuro che quel riccio sapesse dove si era cacciato Zayn. 

-hey Leeyum- una voce bassa e roca lo distolse dai suoi pensieri, facendolo ridacchiare.

-ciao Harry, sono Louis- 

-oh, ciao Louis- rispose quasi deluso nel sentire la voce acuta del castano e non quella di Liam. -come mai mi hai chiamato?- chiese subito dopo accigliato.

-sai per caso dove si è cacciato Zayn?- chiese passandosi una mano fra i capelli, sedendosi sul proprio letto matrimoniale sperando con tutto il cuore che la risposta fosse affermativa.

-è uscito dal negozio una trentina di minuti fa per andare a prendere Ashley- rispose tranquillamente, alzando le spalle mentre usciva dal negozio, il suo turno era finito da un pezzo ma un cliente fin troppo esigente lo costrinse a rimanere. 

-non c'era fuori dall'asilo, Ashley è con me- rispose ancora più preoccupato. Se non era rimasto a lavoro, dove poteva essersi cacciato?

-magari è andato a casa e si è addormentato sul divano- ipotizzò il riccio, alzando appena le spalle mentre infilava la mano libera in tasca, stringendosi nelle spalle per il freddo. -andrò a controllare- continuò poco dopo camminando per la strada, la stessa pochi giorni prima aveva persorso insieme a Zayn. E fu proprio lì che lo vide, nello stesso vicolo che aveva ospitato fin troppe volte risse ai danni del moro, era proprio lì per terra, agonizzate mentre cercava di muovere qualche arto per farsi notare in qualche modo ma quello che otteneva erano solo gemiti di dolore. Harry si pietrificò sul posto. Non sapeva perché aveva buttato uno sguardo al vicolo, forse al ricordo delle parole di Zayn gli venne spontaneo e non si sarebbe mai immaginato di trovarlo lì in quello stato.

-l'ho trovato Louis, è ridotto male- mormorò terrorizzato, chiudendo poi la telefonata con il castano, isterico e spaventato almeno quanto Harry. Il riccio corse subito in soccorso di Zayn, chiamando un'ambulanza dicendo che era urgente, spiegandogli quello che vedeva e quello che presumeva fosse successo. Passò una mano fra i capelli di Zayn, ancora sveglio con gli occhi succhiusi e i muscoli contratti, mentre tremava per il freddo pungente, probabilmente. Si tolse il giaccione per metterlo sul suo corpo, sussurrandogli parole incoraggianti mentre aspettava con ansia l'ambulanza e quando arrivò lo caricarono su, portandolo con urgenza al pronto soccorso più vicino. 

Mentre Harold si occupava di Zayn, Louis era così nervoso che quasi si strappava i capelli per quanto li stringeva in due pugni ben chiusi. Quando il riccio chiuse la chiamata, senza dire cosa fosse successo al moro, urlò il nome di Liam preso dal panico e lanciò il telefono sul letto, camminando nervosamente avanti e indietro. Il ragazzo corse immediatamente nella stanza del castano, temendo gli fosse successo qualcosa.

-che succede?- quasi urlò quando spalancò la porta della camera di Louis.

-Harry l'ha trovato, ha detto che è ridotto male- mormorò cercando di trattenere le lacrime, ma era troppo nervoso per riuscire a farlo. Liam si avvicinò al castano, avvolgendolo fra le sue braccia per farlo calmare, ma servì solo a farlo scoppiare definitivamente in lacrime. Cercò di calmarlo mentre Louis si stringeva al suo petto, aveva bisogno di scaricare la tensione in qualche modo. Quando sentì suonare il telefono si staccò di scatto, andando a prenderlo dal letto, leggendo subito il messaggio. 

-è Harry, dice che sono al pronto soccorso- singhiozzò Louis, alzando lo sguardo sul castano davanti a lui, visibilmente spaventato. 

-va da lui, resto io con la bambina- gli fece cenno con la testa Liam, accennando un lieve sorriso per incoraggiarlo. Louis annuì titubante, non voleva essere di troppo e aveva paura di vedere in che stato era conciato Zayn. Pensava non ce l'avrebbe mai fatta, sarebbe caduto in mille pezzi. Ma comunque si fece forza e corse come un disperato al piano inferiore, prese il cappotto e salì in auto per andare verso l'ospedale. 

Quando arrivò corse così velocemente che temeva di aver perso un polmone nel tragitto. Si trovava in sala d'attesa insieme ad Harry, con lo sguardo fisso nel vuoto, mille domande per la testa e il cuore che batteva fin troppo forte, forse per l'ansia che provava. Controllò l'orario per la decima volta da quando era arrivato e notò che erano passati solo una trentina di minuti ed era preoccupato, iniziò a pensare che forse lo avevano portato in sala operatoria per qualche emorragia interna. Solo dopo pochi minuti si ricordò dell'appuntamento che aveva con il moro e che doveva assolutamente chiamare il ristorante per disdire la prenotazione. Mandò un messaggio a Liam con il numero del ristorante, chiedendogli se poteva chiamare lui, non aveva nessuna voglia di parlare. Non parlava neanche con Harry, il quale era seduto vicino a lui e si guardava intorno, più spaventaso di quello che poteva sembrare. L'unica cosa che disse Louis era stata "dov'è Zayn?" e dopo la risposta di Harry "lo stanno visitando", non parlò più. 

Dopo un paio di ore, Harry e Louis riuscirono a entrare nella stanza di Zayn. I medici lo visitarono, gli medicarono tutte le ferite e gli fasciarono il polso destro. I due ragazzi non riuscirono ad entrare subito nella stanza perché Zayn aveva bisogno di riposo e dovettero aspettare, ma quando entrarono il cuore di Louis riprese a battere normalmente, tirò un sospiro di sollievo quando notò che il moro stava bene. Era un po' ammaccato, ma stava bene. 

Louis si sedette silenziosamente sulla sedia di fianco al letto e rimase a fissare il moro ancora sdraiato sul letto che dormiva. Ispezionò il suo corpo avvolto nella coperta, come se volesse accertarsi che fosse tutto intero e che respirasse ancora. Inevitabilmente abbassò lo sguardo dai suoi occhi chiusi alle sue labbra, sembravano così morbide e invitanti che lo avrebbe baciato in quel preciso istante, anche se era presente Harold. Aveva avuto così tanta paura di perderlo che solo Dio poteva saperlo, Harry gli aveva soltanto detto che lo aveva trovato in un vicolo, ricoperto di sangue e che era ridotto piuttosto male, avere paura era lecito. 

Soltanto qualche ora più tardi Zayn si svegliò, confuso e frastornato, ma l'importante era che riaprì gli occhi. Si guardò un attimo intorno mettendo a fuoco le persone che aveva davanti e quando li riconobbe accennò un sorriso, tornando a rilassarsi.

-Zaynie!- esclamò Harry, sorridendo felice nel vedere il suo amico sveglio. 

-Haz- mormorò Zayn, così piano che quasi non riuscì a sentirlo nemmeno lui. Louis rimase a fissarlo, non sapendo cosa dire o cosa fare. Nella stanza cadde un silenzio imbarazzante, fin troppo. Zayn spostò lo sguardo sul castano e accennò un sorriso, restando a guardarlo. Harry capì che era arrivato il momento di togliere il disturbo e quando se ne andò, con una scusa talmente banale che anche Ashley avrebbe capito che voleva lasciarli da soli, Louis si schiarì la voce passandosi una mano fra i capelli.

-come ti senti?- chiese guardando gli occhi del moro, mordendosi il labbro inferiore.

-non benissimo- mormorò Zayn, tentando di mettersi seduto sul letto ma ogni volta che accennava un movimento gemeva dal dolore e ben presto abbandonò l'idea. 

-se non volevi uscire con me bastava dirlo, invece di farsi ridurre con così, Zaynie- scimmiottò il soprannome affibiatogli da Harry. 

-non anche tu, ti prego- quasi implorò il castano, trattenendo una risata. Chiedere a Harry di non chiamarlo in quel modo era una battaglia persa, ma forse con Louis aveva qualche speranza di farlo smettere.

-perché Harry può chiamarti così ed io no?- chiese Louis, alzando un sopracciglio mentre lo guardò accigliato. 

-ti sembra il momento adatto per essere geloso di un ricciolino che ci sta fissando?- chiese leggermente divertito, piegando la testa di lato mentre tratteneva una risata. Louis lo sguardò confuso.

che significa "ci sta fissando"? pensò il castano. 

Quando si girò verso la porta notò Harry poco distante, con le mani nelle tasche mentre guardava ogni singola mossa dei due ragazzi, sorridendo come un ebete. Trattenne una risata tornando a guardare Zayn, scuotendo appena la testa.

-penso di no- rispose poco dopo, allungando una mano verso il suo braccio, sperando di non fargli male. -posso sapere cosa è successo?- mormorò, quasi come se avesse paura a sapere la risposta. Zayn alzò le spalle facendo un smorfia, spostando poi lo sguardo altrove con tutta l'aria di uno che non avrebbe parlato. -voglio solo sapere se è stato mio padre o qualcuno mandato da lui- farfugliò abbassando lo sguardo sulle proprie mani, si sentiva in imbarazzo e in colpa per il padre. -ne sarebbe capace- mormorò infine, sospirando sentendosi colpevole.

-non è stato lui- disse Zayn, dopo aver riportato lo sguardo sul ragazzo di fianco a lui. Louis si rianimò subito, alzando lo sguardo sugli occhi sul moro e si accigliò.

-quindi lo conoscevi- affermò osservandolo. Zayn sbuffò alzando gli occhi verso l'alto, consapevole che ogni cosa che avrebbe detto, sarebbe stata usata contro di lui.

-è stato Steav con i suoi amici- mormorò passandosi una mano sul viso, socchiudendo gli occhi per un istante mente Louis si alzò di scatto dalla sedia su cui era seduto e si portò una mano fra i capelli, stringendoli in un pugno.

-io lo sapevo!- esclamò, o meglio, ringhiò imprecando. Abbassò il capo coprendosi il viso con le mani, doveva trattenersi, non poteva mettersi ad urlare in un ospedale! Afferrò il proprio telefono componendo velocemente il numero di suo padre sotto lo sguardo attento e confuso del moro: che intenzioni aveva? Quando il padre rispose al telefono, sopreso che suo figlio lo avesse chiamato dopo la grande discussione che ebbero, sospirò pesantemente buttandosi sulla sedia.

-ho bisogno di un favore- disse senza neanche salutare il padre, era ancora arrabbiato.

-di che si tratta?- rispose il padre sospirando, avrebbe dovuto immaginare che gli servisse qualcosa.

-dovresti usare i contatti che hai per sbattere dentro tre ragazzi- disse solamente, furente di rabbia. Come avevano osato toccare il suo Zayn?

E da quando è tuo, LouisSi disse in mente.

-non posso sbattere dentro ragazzi a tuoi piacimento solo perché non hanno voluto scoparti, figliolo- rispose con un finto tono bonario, pensando davvero che il motivo fosse quello.

-per quanto la mia vita sessuale è attiva, non si tratta di questo papà- disse con tono duro, contraendo la mascella cercando di calmarsi. Sentiva lo sguardo divertito e confuso di Zayn addosso. -perseguitano Zayn- disse al padre ancor prima che riuscisse a chiedergli di nuovo di cosa si trattasse. Il padre scoppiò in una grossa risata che fece infuriare ancora di più Louis. Che aveva da ridere?

-non spenderò il mio tempo per quel delinquente, che si arrangi- rispose con nonchalance. 

-come lo hai chiamato?- chiese a denti stretti, alzandosi dalla sedia. Probabilmente se fosse stato davanti a suo padre gli avrebbe dato un pugno. Lui non conosceva Zayn. 

-non è necessario Louis, lascia stare- disse il moro, notando che Louis stava per scoppiare dalla rabbia. In risposta il castano scosse la testa accennando una risata sarcastica.

-se non vuoi denunciarli tu, lo farò io! La prossima volta dove dovrò venire a trovarti? Al cimitero? Oh no caro mio- esclamò spostando lo sguardo sul viso di Zayn, il quale lo guardò senza replicare. Tornò subito dopo a prestare attenzione al telefono, il padre aveva smesso di ridere, probabilmente confuso dalla sua affermazione. Non pensava fosse così grave la situazione. 

-quel delinquante come lo chiami tu, ora è in ospedale con un polso slogato e ferite in tutto il corpo, con una bambina di cinque anni a casa ad aspettarlo. Se non farai qualcosa tu, lo farò io a nome tuo- lo minacciò il castano, passandosi una mano fra i capelli, passeggiando nervosamente per la stanza. 

-non capisco perché fai tutto questo per lui, non lo conosci affatto e non penso che ti porterà a letto solo per tutte queste premure che hai- rispose con disinteresse il padre, comodamente seduto sulla sua poltrona in pelle, con i piedi sulla scrivania del suo ufficio. Louis avrebbe voluto urlare, tirare un pugno al muro, o meglio a suo padre.

-finiscila cazzo! Non vado a letto con le prime persone che mi capitano a tiro, non faccio come te, papà.- rispose sprezzante Louis, con un piccolo ghigno sul viso. 

-non avrai nulla da me- rispose secco Luke, il padre di Louis.

-Luke Anthony Tomlinson, sei un vero stronzo- disse il castano prima di chiudere la telefono e reprimere un urlo. Zayn si schiarì la gola guardando Louis a disagio.

-non è necessario che litighi con tuo padre per colpa mia- disse Zayn passandosi una mano fra i capelli, sospirando leggermente. 

-è lui che è troppo ottuso per capire la situazione- scosse la testa il castano, tornando a sedersi sulla sedia di fianco al letto.

-dov'è Ashley?- chiese dopo qualche istante di silenzio. 

-è con Liam a casa mia- rispose Louis, alzado lo sguardo sul moro, accennando un sorriso. -mi dispiace se hai dovuto assistere a quello spettacolino osceno- disse poco dopo, mortificato. 

-è tutto okay- rispose Zayn, allungando una mano verso di lui nel tentativo di prendergli la sua. Quella notte Louis la passò nella stanza del moro e dormì vicino a lui con un adorabile sorriso sulle labbra. 

 

La mattina successiva, dopo che Louis dovette subirsi una ramanzina da parte dell'infermiera per il fatto che non poteva rimanere a dormire con un paziente, tornò a casa con la splendida notizia che Zayn sarebbe stato dimesso nel pomeriggio. Nonostante fossero le undici del mattino, quando entrò in casa tutti stavano ancora dormendo. Andò a nella stanza degli ospiti dove Liam dormiva da più di un mese e lo trovò con Ashley sotto le coperte, che dormivano beatamente. Notò che la bambina aveva in viso tracce di lacrime asciutte e pensò subito a Zayn, non lo vedeva da più di ventiquattro ore e sicuramente era la prima volta per lei. Andò anche nella camera riservata a Greta, la sua domestica, aprì lentamente la porta solo per vedere se era in casa e la trovò ancora sotto le coperte che riposava. Lei appena lo vide si alzò, sorpresa dalla sua presenza. 

-Signor.. Louis- lo chiamò in segno di saluto, rossa in volto. -perdonatemi se sono ancora a letto, ma ieri sera la piccola non faceva altro che piangere chiedendo del suo amico e abbiamo fatto fatica a farla addormentare- si scusò subito, guardandosi le mani imbarazzata. 

-non preoccuparti Greta, torna a riposarti- le fece cenno con il capo di tornare a letto, sorridendole incoraggiante. Uscì subito dopo che la donna lo ringraziò. In fondo se lo meritava, non rientrava nelle sue mansioni occuparsi di una bambina, eppure lo aveva fatto senza discutere. 

Quando si fece ora di pranzo, Louis uscì per andare a comprare delle pizze e quando tornò tutti svegli. Ashley era sotto il tavolo della cucina che piangeva e Liam con sua madre che cercavano di calmarla. Che era successo? 

-Che cosa è successo?- chiese Louis poggiando le pizze sul tavolo.

-Adesso non mi vorrete più- disse Ashley piangendo, nascondendo il viso nelle gambe che portò al petto. Louis aggrottò le sopracciglia, che stava dicendo? Si abbassò andando sotto il tavolo, mettendosi nella stessa posizione in cui erano Liam e Greta.

-perché non dovremmo più volerti, piccola?- chiese dolcemente il castano, spostando poi lo sguardo su Liam al suo fianco. 

-ti arrabbierai- scosse la testa con l'intezioni di non parlare. Louis promise che non si sarebbe arrabbiato e alla fine Ashley parlò. Aveva bagnato il letto mentre dormiva con Liam. Il castano la costrinse ad uscire da sotto il tavolo dicendole che non c'era nessun problema e che poteva capitare. La fecero calmare e Greta la aiutò a cambiarsi, improvvisando un vestito con una camicia di Louis. Non aveva nessun cambio e Louis non poteva entrare in casa di Zayn senza chiavi. Più tardi, quando Zayn fu dimesso, Louis lo portò a casa, facendolo sistemare e infine andò a prendere Ashley portandola a casa. Quando la bambina vide Zayn le si illuminò il viso e corse ad abbracciarlo, facendolo gemere dal dolore. 

-perché sei vestita così?- chiese Zayn guardando la sua bambina, sistemando con una mano i suoi capelli biondi. 

-questa notte ho fatto la pipì- mormorò la bambina dispiaciuta. Zayn la abbracciò forte dicendole di scusarsi con Louis. Il castano disse che non era successo niente e si sedette sul divano, vicino al moro. 

-se ti dico una cosa non ti arrabbi?- mormorò la bambina a Zayn, cercando di non farsi sentireda Louis. Il ragazzo la incoraggiò a parlare, mordendosi il labbro inferiore. -questa notte posso dormire con Liam? Mi sono innamorata!- mormorò, coprendosi poi la bocca con le sue manine arrosendo. Zayn scoppiò a ridere scuotendo la testa divertito, promettendole che ci avrebbe pensato, poi la spedì in camera sua a cambiarsi. Rimase solo con Louis, sentiva il suo guardo insistente addosso e decise di voltarsi verso di lui. Si guardarono per alcuni istanti, uno che sprofondava negli occhi dell'altro e si sorridevano come degli idioti, pensando alle stesse cose: entrambi morivano dalla voglia di baciarsi e se non fosse stato per l'enorme desiderio di Louis, probabilmente lo avrebbero ai fatto. Il castano si avvicinò velocemente a Zayn, posando le labbra sulle sue mentre chiudeva gli occhi. Le sue labbra erano morbide come se le immaginava, si sentiva in paradiso e il moro era il suo angelo. Zayn invece non aveva mai sentito dei sentimenti del genere mentre baciava una persona. Era forse questo l'amore? Come poteva saperlo, lui ci sperava e basta. 

Si baciarono dolcemente per vari minuti, il cuore a mille e le famose farfalle nello stomaco, fino a quando non sentirono Ashley fare un verso mentre si copriva gli occhi dicendo "non si fanno queste cose" e corse poi in camera sua disgustata, come ogni bambino della sua età avrebbe fatto. I due ragazzi si staccarono quel tanto che bastava per guardarsi negli occhi, accennando una leggera risatina divertita per il comportamento di Ashley e rimasero a guardarsi, dicendosi con gli occhi quanto era stato bello quel tanto atteso bacio.

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Capitolo 13
*** Capitolo tredici ***


CAPITOLO 13


Non poteva crederci. Era così assurdo per uno come lui. 

Ho baciato Louis

Questo è quello che si ripeteva in continuazione Zayn da ormai due settimane. Non riusciva ancora a rendersene conto. La sera in cui tornò a casa dall'ospedale, dopo quel fantastico bacio, passarono il resto della serata davanti alla tv tutti e tre insieme, abbracciati sul divano come se fossero una famiglia felice. Quando pensò una cosa del genere rabbrividì. Era solo un misero bacio, non poteva permettersi di pensare a una famiglia felice. 

Con grande sollievo di Louis, dopo qualche giorno riuscirono ad avere il loro appuntamento galante. Zayn con il completo costoso compratogli da Louis non si sentiva a suo agio, ma lo mise comunque. Sorrise al ricordo di quella serata fin troppo movimentata. 

Erano andati al ristorante con la macchina di Louis, il quale era vestito elegantissimo, il gel nei capelli e un luminoso sorriso sulle labbra. 

-ho notato che non hai messo la gravatta- disse Louis mentre osservava Zayn davanti a sé, seduto al loro tavolo. 

-non era nel mio stile- disse indifferente il moro, accennando un sorriso. Louis inarcò un sopracciglio visibilmente divertito.

-perché, questo è il tuo stile?- chiese sarcastico il castano, trattenendo una piccola risata nascondendosi dietro il calice di viso che teneva in mano.

-in effetti no, ma sapevo che ti avrebbe fatto piacere se lo avessi indossato- si stringe nelle spalle sorridendo sincero, distogliendo lo sguardo dal castano davanti a lui.

-hai comunque messo la tua solita giaccia- disse il castano, inarcando appena le sopracciglia sorridendogli con dolcezza.

-non vado da nessuna parte senza questa giacca- disse con nonchalance, riportando lo sguardo sugli occhi del ragazzo davanti a lui.

-è molto carina, mi piace- confessò Louis, con un luminoso sorriso sulle labbra.

Grazie a quella cena iniziarono a conoscersi meglio: Louis gli raccontò di quando era piccolo, di quando si divertiva a far impazzire Paula, o di quando facevano i biscotti al cioccolato. Zayn ascoltò interessato alle cose che aveva da dire e una volta finita la cena tornarono a casa, dove non mancò il bacio della buonanotte. 

A distanza di due settimane erano cambiate molte cose: Louis e il padre quasi non si parlavano, i tre ragazzi che tormentavano Zayn furono denunciati e il moro non volle neanche sapere che fine avessero fatto, a lui bastava non vederli più in giro. In città si sparse subito la voce che il figlio gay di uno dei più grandi uomini d'affari di quel tempo si stesse frequentando con un ragazzo, così Zayn dovette subirsi i soliti "porta i miei saluti a Luke Tomlinson, giovanotto", sul posto di lavoro. Al moro però non interessava più di tanto, avrebbe fatto di tutto per avere Louis al suo fianco. Ormai i lividi erano guariti quasi del tutto e non aveva difficoltà a muoversi, il polso non aveva riportato gravissimi danni e nonostante tutto si reputava fortunato: poteva andargli peggio.

Il compleanno di Louis era alle porte e Zayn non sapeva proprio cosa regalargli. Pensò che il regalo migliore sarebbe stato l'approvazione di suo padre e ritrovare il rapporto che avevano prima, così quando il castano si presentò a casa sua, alla prima occasione sbirciò nel suo telefono e si mandò il numero del padre, con la sola intenzione di parlarci. Non sapeva come sarebbe andata a finire ma tanto non aveva nulla da perdere. Doveva convincere Luke che non era un buono a nulla,ovviamente prima della festa di compleanno del figlio a casa sua. 

Quando il moro avviò la telefonata per poco non entrò ne panico, non sapeva cosa dire né come comportarsi. 

-pronto?- rispose Luke, il padre il Louis, con voce autoritaria. Sembrava voler dire "hai due secondi per dirmi cosa vuoi o riattacco". 

-salve signor Tomlison, sono Zayn Malik, si ricorda di me?- rispose ritubante il moro. Quando sentì un piccolo verso di disgusto, sapeva che stava per riattaccare. -aspetti signore, la prego!- si affrettò a dire, passandosi una mano fra i capelli.

-che cosa vuoi, ragazzo? Sono abbastanza impegnato- disse con freddezza Luke, seduto comodamente nel suo ufficio a guardare la schermata del suo pc. 

-vorrei parlare di suo figlio.. e di me- disse semplicemente, deglutendo la saliva in eccesso mentre camminava nervosamente avanti e indietro nel salotto di casa sua. -non so perché mi reputa un buono a nulla, un delinquente ma non lo sono. Se pensa davvero che lo sia solo perché mi prendo cura di mia sorella e lavoro sodo per darle da mangiare, beh penso che abbia qualcosa che va.- continuò senza neanche prendere una boccata d'aria. Parlava senza neanche pensare, perché se l'avrebbe fatto non sarebbe riuscito a dire tutte le quelle cose. 

-quando si è adolescenti è normale fare degli errori, anche lei li avrà fatti ma non per questo sua moglie non l'ha sposato e non le ha donato i suoi figli. O mi sbaglio?- disse Zayn respirando profondamente, era come se si fosse tolto un enorme peso dallo stomaco. 

-sai ragazzo, la prima volta che ti ho visto ho pensato che fossi un tipo apposto, adesso non so proprio cosa pensare di te- disse Luke, passandosi una mano fra i capelli ben pettinati. 

-potrebbe darmi una possibilità- disse subito il moro. -le dimostrerò che genere di uomo sono-continuò dopo un attimo di silenzio. Zayn si morse la lingua, pensò di aver azzardato un po' troppo. Sentì l'uomo prendere un respiro profondo e solo quando Luke parlò, si accorse di aver trattenuto il fiato.

-ci vediamo a casa mia per il compleanno di Louis, Malik- detto questo, chiuse la telefonata. Zayn rimase per qualche istante a guardare il vuoto e sorrise quando capì di avere una possibilità. 

Sapeva che come regalo di compleanno non sarebbe bastato, ma sarebbe stata una festa migliore senza litigi tra il ragazzo e il padre solo per colpa sua. Non aveva la più pallida idea di cosa avrebbe potuto regalargli, era un ragazzo ricco che avrebbe potuto avere tutto ciò che voleva e Zayn non aveva così tanti soldi da spendere per fargli un regalo in grande. Optò per qualcosa di semplice e della sua portata, o meglio, del suo stile: gli comprò una giacca di pelle nere, una simile a quella che aveva lui; si ricordava di un piccolo commento d'apprezzamento su quella giaccia.

Il giorno della vigilia di Natale si ritrovò a casa dei genitori di Louis, con una grande tavola imbandita di così tanto cibo che avrebbero potuto sfamare i bambini del terzo mondo. I giorni precedenti si occupò di prendere i vari regali di natale per le bambine e le donne della famiglia Tomlinson, non poteva arrivare a mani vuote, così dovette portare due buste piene di regali. Era il primo anno che passava la vigilia con qualcuno che non fosse Ashley, non sapeva esattamente come funzionassero certe feste.

Lui ce la mise tutta per cercare di fare bella figura con il padre di Louis, voleva a tutti i costi andare d'accordo con lui ma non era semplice, soprattutto se Luke faceva di tutto per stuzzicarlo e provocarlo. Pensò che fosse solo un modo per vedere a come reagiva a certe provocazione e per un momento sperò che la smettesse. 

Dopo cena Louis aprì i suoi regali del compleanno e per fortuna apprezzò molto il regalo di Zayn, il quale fu molto sollevvato dalla reazione del castano. Quando aprì tutti i suoi regali, le bambine furono mandate a dormire con la scusa che poi Babbo Natale non sarebbe mai arrivato. Anche Ashley andò con le gemelline, la madre di Louis e le sue sorelline riuscirono a convincere Zayn a rimanere per la notte, così Ash si fece prestare un pigiamino e si infilò nel letto di una delle bambine. Subito dopo il moro prese in disparte Jennifer, la madre delle bambine, e le disse che quando Ashley dorme molto spesso bagna il letto, per avvisarla di ciò che le signore delle pulizie avrebbero trovato la mattina dopo. 

Gli adulti rimasero a parlare per un po', mentre sistemavano i regali per le bambine sotto l'albero e una volta che finirono, si diedero la buonanotte prima di salire ognugno nelle loro camere. Zayn sarebbe dovuto andare in quella degli ospiti, ma Louis lo trascinò in camera sua, chiudendo la porta la chiave. Non riuscì a dire neanche una parola che subito Louis lo spinse contro la parete di fianco alla porta e lo baciò, con così tanta dolcezza che si sorprese persino lui stesso. 

Zayn non potè fare altro che ricambiare il bacio, poggiando le mani sulle guance del ragazzo davanti al suo corpo. Solo con quel bacio si urlarono quanto si amavano, si fecero molte promesse che non sapevano se sarebbero riusciti a mantenerle. 

-era tutta la sera che volevo farlo, scusa- mormorò Louis contro le labbra del moro, quando si staccarono quel tanto che bastava per riuscire a riprendere fiato.

-non scusarti, Lou. Volevo farlo anch'io- rispose Zayn, tenendo gli occhi chiusi mentre accarezzava le guance del castano. Louis strofinò la punta del naso contro quello del moro, con un ampio sorriso sulle labbra.

-ci ho pensato tanto Zayn e sono arrivato alla conclusione che non mi importa di quello che dice mio padre, vorrei che tu fossi il mio ragazzo- mormorò Louis, poggiando la fronte contro quella di Zayn con un lieve imbarazzo. Era la prima volta che si dichiarava a qualcuno e non aveva la più pallida idea di come fare. 

-sarei più che felice di esserlo, Louis- mormorò Zayn, sorridendo con dolcezza alla vista di un Louis imbarazzato. Il castano lo guardò con gli occhi accesi di uno strano luccichio, probabilmente era la speranza di avere quel ragazzo fra le proprie braccia per i mesi avvenire, o per tutta la vita.

Passarono tutta la notte ad amarsi, fregandosene dei genitori di Louis e senza pensare che magari non fossero fatti l'uno per l'altro, a loro interessava godersi quel momento insieme. A loro importava solo di essere felici per una volta e se per esserlo dovevano andare contro a tutto e a tutti, lo avrebbero fatto. Insieme. 

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Vi chiedo scusa per il ritardo! 

So che è un finale affrettato e orribile, so che non vi ho neanche avvisato che questo sarebbe stato l'ultimo capitolo, ma fino a qualche giorno fa pensavo di scriverne un altro di capitolo.

Ho chiuso in modo frettoloso questa storia perché non ho molto tempo per scrivere e non mi sembrava corretto nei vostri confronti lasciarvi senza un finale. Lascerò a voi il compito di ussare la fantasia e di concludere per bene la storia, pensate che dureranno quei due insieme? o pensate che si lasceranno? Se vi va fatemelo sapere.

Penso che scriverò delle OS in futuro, vi farò sapere. 

Chiedo scusa per eventuali errori, non ho riletto il testo e sicuramente qualche errore c'è! 

Buon Natale (anche se in ritardo) e buon anno!!

p.s. vorrei tanto sapere che ne pensate della storia, se volete lasciate un piccolo commento. 

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