Il ritratto ricordato

di Ninechka
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo: Il mondo reale ***
Capitolo 2: *** 1: Un giorno normale..? ***
Capitolo 3: *** 2: Weiss Guertena ***



Capitolo 1
*** Prologo: Il mondo reale ***


Prologo: Il mondo reale
 

Erano oramai passati 8 anni da quello strano giorno.
Quel giorno di cui lei non ricordava quasi nulla. Sapeva di essere andata ad una mostra - di cosa, poi? - e di essere andata in un bar con la sua famiglia. Sentiva che qualcosa non quadrava, che le mancava qualche dettaglio di quella vicenda, eppure non sapeva darsi risposte. Nemmeno la sua famiglia le era granché d’aiuto.
 
E gli incubi che di tanto in tanto faceva, poi, non miglioravano la situazione.
Sognava di essere in una stanza grigia con due porte, una di fronte a sé e una alle sue spalle. Sentiva, poi, dei pesanti passi farsi sempre più vicini alla porta dietro di lei. La castana si voltava verso la porta e, intimorita, si rivoltava verso la porta “sicura” per poi correrci contro e chiudersela alle spalle.
Altra stanza, identica alla precedente, e quei passi pesanti ed opprimenti non accennavano a fermarsi. Così era costretta a correre verso la nuova porta, ma essa non si apriva, non importava quanta forza ci mettesse. E quei passi erano ancora più vicini, quasi sul punto di sfondare la porta. Era tutto finito, per lei? No, perché la porta che stava tentando di aprire prima, si era socchiusa. “Sono salva”, si diceva la ragazza, così la varcava senza neanche fermarsi a riflettere.
Ultima stanza, senza uscita. E come se non bastasse, aveva anche una statua senza testa con un vestito azzurro, una testa di manichino e un quadro con una donna terrificante che strisciava a terra a sbarrarle la strada. Si voltava verso l’uscita, volendo scappare.
Ma ovviamente la porta non si apriva.
 
Di tanto in tanto, nell’arco della giornata, le capitava di estraniarsi dall’ambiente in cui si trovava senza nemmeno rendersi conto. Semplicemente, la sua testa vagava, e le si presentavano strane scene senza né capo né coda davanti agli occhi a mo’ di flashback.
E non era l’unica stranezza: distrattamente, disegnava sempre un ritratto di un ragazzo con dei strani capelli accasciato a terra. Non sapeva chi fosse, ricordava solo che era un..ritratto. E lei lo ricopiava.
E piangeva alla vista delle rose. Nemmeno se ne accorgeva. Le lacrime scorrevano da sole, ed erano le persone che la circondavano a farglielo notare.
Eppure non soffriva di allergie.
Insomma, nemmeno fuori dal Mondo Fabbricato, la vita della “piccola” Ib le dava tregua.
Piccola per modo di dire, visto che aveva compiuto da poco il suo diciassettesimo compleanno.
 
Avevano contattato i migliori medici di ogni ramo - neurologia, cardiologia, persino psicologia - ma nessuno aveva saputo darle una sola risposta su quanto le accadeva. Solo una psicologa azzardò un’ipotesi fuori dall’ordinario: un blocco mentale. Ma la sorella Mary aveva subito demolito l’idea.
Solo che… Beh, era una risposta logica: in fondo, sentiva di aver perso qualcosa, di dover ricordare una vicenda dimenticata per chissà quale motivo.
Inizialmente si dimostrò scettica anche lei, guidata da Mary.
Ma ultimamente, quel dubbio le balzava spesso in mente.
 
Ed eccoci arrivati al tempo in cui si svolge la storia.
 
 


*Nina’s Corner*
Beh, salve a tutti e grazie per aver letto! ^u^ avrei voluto scrivere di più, sinceramente, ma avrei cominciato già a raccontare la storia… xD
Well, che ne pensate?? L’idea è quella di unire due dei possibili finali del gioco in uno solo, ossia “Together, Forever” e “Forgotten Portrait”. Spero l’idea vi piaccia!! ouo/
See ya!! <3

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Capitolo 2
*** 1: Un giorno normale..? ***


Capitolo 1: Un giorno normale..?


Il sole si levava alto, in quella mattinata primaverile. Ma certamente Ib non aveva tempo da perdere ad ammirare il cielo sgombro di nuvole che scorgeva dalla finestra: doveva andare a scuola! Non ebbe nemmeno il tempo di uscire dal letto, che un turbine biondo quasi le scardinò la porta lattea, entrando con in vigore di un atleta prontissimo a gareggiare.
“Iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiib!! Su su, in piedi!! Il Festival Culturale ci aspetta!!” quasi strillò Mary, la sorella di Ib, con eccitazione mista a rimprovero: ci voleva poco ad emozionare Mary, specie se doveva essere la protagonista di qualcosa…
Ti aspetta” precisò Ib in un borbottio assonnato e pigro, “e poi, dobbiamo ancora finire i preparativi.”
“Appunto!! Datti una mossa: il gran giorno si avvicina!” cantilenò Mary mettendo poi in bella mostra i suoi 32 denti lattei con un sorriso entusiasta. E finalmente, si decidette a lasciare un po’ di privacy alla sorella.
 
Mary era davvero un’incantevole ragazza, la più bella del loro istituto. Lunghi e soffici capelli dorati contornavano il suo visino perfetto e non ancora del tutto maturo; gli occhi azzurri, poi, erano la ciliegina sulla torta, e il rosso della divisa scolastica non faceva che risaltarli di più. Era alta e slanciata, con forme non troppo accentuate, ma tutte al posto giusto.
Insomma: era strano che qualche ragazzo non le facesse il filo. Aveva tutti gli studenti ai suoi piedi, che fossero ragazzi ammaliati o ragazze adulanti non faceva differenza.
In più, adorava essere al centro dell’attenzione, tanto che era la rappresentate della sua classe e di tutti gli studenti. Forse non era altrettanto brava in qualche materia - o meglio, in quasi tutte -, ma popolarità e tutto il resto bastavano a compensare il tutto.
Era davvero difficile associare Mary ad Ib: erano sorelle, sì, ma totalmente diverse per aspetto quanto per carattere.
Ib aveva una cascata di lisci capelli color cioccolato, occhi rossicci e un viso piccolo non molto particolare. Era poco più bassa della sorella - dopo tutto, era più piccola di Mary di un anno -, magra e anch’ella con forme non molto risaltanti. Ma la differenza sostanziale era che Ib quasi non parlava. Non solo perché aveva i suoi problemi, ma anche perché non le interessava essere al centro dell’attenzione: le importava avere buoni voti, e ci riusciva benissimo senza particolari sforzi.
 
Finito di prepararsi e fare colazione, le ragazze uscirono, salutando loro madre.
“Aaaah~ che bella giornata!” sorrise Mary stiracchiandosi.
“Sì, infatti.” convenne Ib, con tono allegro. “Oggi cosa farai?”
“Beh, devo fare le prove per la recita, aiutare a decidere cosa far preparare al Club di Cucina, organizzare la scaletta degli eventi… Oh, e devo fare le prove con il Coro.” aggiunse infine la bionda, mentre continuava a spingere in basso l’anulare destro con l’indice sinistro per contare, il viso e il tono pensierosi. “Tu, invece?”
“Io..? Credo che aiuterò Makko a finire il suo dipinto.” scrollò le spalle Ib.
Nonostante avesse molti problemi, Ib aveva un’amica. Una sola, di nome Makko, una sua compagna di classe sempre pronta a sorriderle e accompagnarla nelle lunghe passeggiate che amava fare nei momenti di noia.
Makko era una ragazza energica ma straordinariamente tranquilla. Aveva corti boccoli rossicci ad accarezzarle il viso chiaro e con qualche lentiggine sulle gote. Aveva un sorriso splendente e generoso, vispi occhi nocciola, una corporatura poco più larga di quella di Ib e forme chiaramente più accentuate delle sue. Parlava tanto e non forzava mai la castana a parlare: le andava bene che l’ascoltasse; e Ib lo faceva con piacere. In più, erano entrambe iscritte al Club di Arte. Makko non era bravissima nello studio, ma Ib la aiutava più che volentieri: preferiva aiutare lei, che quella egocentrica di sua sorella.
“Quindi il tuo ritratto è già finito?” chiese Mary stupita.
“Sì, l’ho finito giusto ieri” sorrise Ib, “e spero che vada bene.”
“Beh, avrai sicuramente il mio voto, sorellina!” trillò Mary, abbracciandola.
“Grazie, Mary.” Ib ricambiò l’abbraccio pronunciando quelle parole: non era interessata a vincere la competizione del quadro più bello, veramente. Ma non poteva non ringraziarla, dopo tutto.
“Mary!!” urlacchiarono le due amiche/papere della bionda, correndole incontro.
“Sorellina, io vado!” sorrise Mary e, dopo essersi augurate una buona giornata, sparì alla velocità della luce tra il fiume di studenti impegnati.
 
Raggiungere l’aula di Arte con quel caos non fu semplice, ma almeno non fu vano: Makko era appollaiata lì, di fronte una tela ritraente una coppia intenta a stringersi alla luce di un lampione in una notte innevata.
“Makko, buongiorno.” salutò la castana con un sorriso ben più luminoso rispetto ai precedenti.
“Ah- Ib! Buongiorno a te!” sorrise radiosa la rossa, voltandosi subito dopo averla udita. “Hai dormito bene?” le chiese mentre Ib si appropriava di uno sgabello per sederle vicino.
“No. Di nuovo quell’incubo.” sospirò la ragazza. Essere le uniche persone in quell’aula era fantastico, in più Makko sapeva tutto: quel che sognava, quel che pensava…ogni cosa.
Makko scosse appena il capo. “No, così non va. Appena finisco e consegno questo - ed indicò la tela con un cenno del capo - usciamo da qui e andiamo in biblioteca. Così cerchiamo di capire chi è quel Ghe..ehm..”
Guertena, dici?” le suggerì Ib.
“Proprio lui!” annuì l’altra con vigore, facendo saltellare i ricci ramati come gli pareva.
“Ma Makko, ho scritto quel nome in uno di quei momenti..! Non so nemmeno se esiste!” provò a ribattere la castana.
“In questi casi, ogni gesto può essere fondamentale. Ogni singolo gesto.” scandì Makko guardandola con sguardo di fuoco. Ib non potè che sospirare: era praticamente impossibile fermare Makko; tanto valeva risparmiare le forze e darle corda. E a quel sospiro, il viso della rossa si riempì dell’orgoglio di un lottatore che ha sconfitto mille avversari.
 
Non ci volle molto per completare quella splendida opera, ci volle molto più tempo per consegnarla, invece, data l’enorme confusione nell’istituto. Ma comunque, dopo un tempo estenuante, riuscirono a uscire da scuola, tirando entrambe un enorme sospiro di sollievo.
“Chissà chi è questo Ghernegna..”
Guertena, Makko.” ridacchiò Ib.
“E’ lo stesso!!” sbuffò la rossa, per poi riprendere il discorso. “Magari è un modello!”
“Un..modello?” chiese l’altra, spaesata.
“Sì!! Pensaci: un modello francese con la passione per l’occulto, sparito misteriosamente, che s’imbatte in te e ti scaglia un incantesimo per farti dimenticare..!”
Ib non sapeva se riderle in faccia o altro. Ma mantenne la calma, anche se alcune risate furono inevitabili. “Guertena mi sembra un nome più spagnolo, che francese.”
“Meglio ancora!”
“Ma comunque..un modello che gioca a fare il maghetto, Makko?!” sghignazzò la castana.
“Che ne sai, tutto può essere!” rise l’altra, continuando poi a fantasticare su chi mai potesse essere quella persona, mentre raggiungevano la loro meta: la biblioteca.
 
 
*Nina’s Corner*
Finalmente ce l’ho fatta ad aggiornare! Scusatemi tanto per l'attesa, ma non avevo proprio ispirazione. ç_ç
Spero tanto di non avervi delusi. Aspetto le vostre recensioni~ bye! *^*

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Capitolo 3
*** 2: Weiss Guertena ***


Capitolo 2: Weiss Guertena
 
La biblioteca era fortunatamente fresca e poco gremita, pronta ad accogliere Ib e Makko con l’ausilio della gentile donna occhialuta al punto informazioni. Oramai erano quasi entrate in confidenza, le tre, data la continua affluenza delle studentesse nella struttura.
“Buongiorno, ragazze!” le salutò Rin, la bibliotecaria.
“Buongiorno, Rin!” trillò Makko in risposta, accompagnata da un lieve “buongiorno” da parte di Ib.
“Cosa cercate, oggi? Ancora inglese?” chiese gentilmente la bruna occhialuta, con un dolce sorriso.
“No. Basta inglese.” borbottò Makko con tono stanco, e le altre due non poterono non ridacchiare: Makko era una frana in inglese!
“Ecco… cercavamo qualche libro su un certo Guertena.” esordì Ib, non molto certa di quello che stava dicendo: cercare un nome scritto a caso in una fase di pseudo-trans continuava a sembrarle una sciocchezza colossale. Ma comunque, la donna annuì e cominciò a digitare qualcosa al computer sotto al bancone.
“Chi è questo Guertena?” chiese perplessa Rin. “Non ne ho mai sentito parlare.”
“Non mi stupisc--“ cominciò Ib in un borbottio pigro, ma Makko le tappò prontamente la bocca con una mano.
“Ehm… l’abbiamo letto da qualche parte, ma proprio non ci ricordiamo dove! Stamattina ci è ritornato in mente e volevamo capire chi è, e-eheheh!” disse la rossa con un sorriso un po’ tirato. Rin la guardò leggermente dubbiosa, ma tornò a guardare lo schermo del computer e disse che sarebbe andata a controllare in magazzino. Le due ragazze annuirono e, una volta che la donna fu sparita, Makko potè liberare Ib. “Non puoi fare a meno di essere così negativa?!” rimproverò in un sussurro la rossa.
“Sai come la penso.” rispose l’altra con un sospiro, voltando poi il viso a guardare distrattamente le alte file di scaffali gremite di libri di ogni forma e colore, mentre la tensione cominciava a farsi sentire: non credeva ci sarebbero riuscite, ma se davvero avessero trovato il modo di capire cos’avesse tramite questo Guertena? E cos’avrebbero scoperto in seguito? Aveva una paura matta di scoprirlo: aveva sempre pensato, tra sé e sé, che se era una cosa da dimenticare, un motivo c’era; ma d’altra parte, odiava la sua condizione instabile, quindi voleva anche porvi una fine.
Non passò molto tempo prima che Rin tornò con due libri tra le lunghe ed affusolate braccia, facendo rimanere entusiasta Makko ed incredula Ib.
“Ecco qui cos’ho trovato.” sospirò la bibliotecaria posando i due tomi sul bancone di fronte alle ragazze. “Purtroppo non ci sono biografie su questa persona, ma sembra che in questi libri si accenni a lui. Mi spiace tanto, ma non ho trovato di meglio.” piagnucolò infine sistemandosi gli occhiali tondi.
“Ma figurati!! Anzi, sei stata fantastica!” esclamò Makko, mentre Ib sbirciava i titoli dei libri. “I tardi artisti”? “I tarocchi”? Ma che razza di uomo era, questo Guertena, per far parlare di sè in libri del genere?!
 
Erano sedute ad un tavolo, una di fronte all’altra, chine sui libri ormai da un’oretta buona. Nè uno sguardo, nè una parola volava tra le due, troppo concentrate a cercare tra le troppe parole dei libri il nome che le aveva condotte lì.
Ib aveva scelto di leggere “I tardi artisti”, mentre “I tarocchi” l’aveva volentieri lasciato a Makko, che sfogliava con pigrizia alcune pagine ritraenti i più famosi e ricercati tarocchi.
Tanti artisti, così come le loro opere, - recitava la pagina sotto gli occhi della castana - sono tutt’ora un mistero persino per gli studiosi. Weiss Guertena è un eclatante caso.
Ib quasi saltò sulla sedia: Guertena esisteva davvero! Ed era anche un pittore! La ragazza non riuscì a frenare i propri occhi, che schizzavano per le righe, assetati di risposte.
Di questo pittore non si conoscono nè storia nè periodo storico; sappiamo solo che la sua arte, bella e misteriosa, non era apprezzata all’epoca poichè fuori dagli schemi di allora; fu apprezzata diverso tempo dopo la scomparsa dell’artista, talmente tanto che un suo quadro, “L’uomo appeso”, veniva usato come tarocco, ed è tutt’ora introvabile.
Alcune voci circolavano su di lui: pare che fossero pochi i dipinti realizzati su una base di persone od oggetti reali; sosteneva, poi, che degli spiriti vivessero negli oggetti cari alle persone che li possedevano, e così valeva anche per le sue opere: pare fosse talmente dedito al suo lavoro da volervi impartire il suo stesso spirito.
“C’è riuscito fin troppo bene” disse aspramente una voce nella testa di Ib, e davanti agli occhi le apparve il viso di porcellana della sorella Mary. Poi buio.
 
“Un colpo di sole?! Inventane un’altra!” sbraitò una voce femminile in lontananza.
“Non è una scusa!! E’ davvero andata così!” ribatte un’altra voce, mentre il nero si trasformava gradualmente in rosso. Poi le palpebre riuscirono a schiudersi, ed Ib potè riconoscere il lampadario del soggiorno di casa sua.
Si trovava distesa sul comodo divano di casa sua, con qualcosa di umidiccio - un fazzoletto, forse? - sulla fronte.
“Ib! Tesoro...” la chiamò sua madre, che le stava accanto con viso preoccupato. Poco dopo accorsero Makko e Mary. Ecco chi strillava.
“Mamma...” chiamò con un filo di voce la castana, mentre la sorella l’abbracciò subito dopo.
“Oh Ib, come stai?! Ero così preoccupata...” piagnucolò, stringendola. Ib non riuscì a ricambiare l’abbraccio non per mancanza di forze, ma perchè sentiva un’inspiegabile odio cieco verso di lei.
“Non respiro, Mary.” la liquidò, anche se un pò a malincuore: perchè mai provava un così brutto sentimento per lei? Era sua sorella, in fondo...
“Ib...” chiamò timidamente Makko, che stava un pochino in disparte con viso teso: poteva assistere quante volte le pareva ai suoi mancamenti, non ci si sarebbe mai abituata. L’amica le sorrise debolmente e le porse la mano, per invitarla ad avvicinarsi, e così fece, abbracciandola brevemente. In tutto questo, gli occhi di Mary erano freddi e sospettosi.
“Ib? Sorellina.” chiamò lentamente, e tutte spostarono i loro occhi sulla bionda a braccia conserte. “Dove sei svenuta?” chiese, e le parve di scorgere un piccolo scatto di timore da parte di Makko.
“Non me lo ricordo” mentì Ib, “ricordo solo un gran caldo.”
“Visto?!” sbottò la rossa, con una nota d’astio nella voce.
“Mh. Allora non dovresti uscire, oggi. Vero, mamma?” chiese retoricamente la bionda.
“Sarebbe meglio evitare, in effetti. Vuoi riposarti in stanza, tesoro?” disse con dolcezza loro madre, carezzando una morbida guancia della castana.
“Sì. Ma vorrei anche Makko, con me.”
“Ovviamente. Non l’avrei mandata a casa sua: è ancora spaventata.” sorrise la donna, guardando Makko che intanto era arrossita.
Mary fissava in silenzio, pensando a qualcosa.
 
“Mi dispiace, Makko. Non volevo spaventarti.” disse Ib con voce leggera, sdraiata su un fianco a guardare l’amica seduta vicino a lei.
“N-non ci pensare” disse lei, imbarazzata “piuttosto, stai ancora male?”
“No. Mi pulsa solo un pò la testa.” confessò la castana a voce bassa. “Piuttosto, mi è successa una cosa strana.”
“Ossia?” chiese l’altra, curiosa e sorpresa, mantenendo lo stesso tono di voce dell’amica.
“Te lo dico stasera. Hai preso i libri?”
“Sì, certo.”
“Benissimo. Torna a casa, stasera vedrò di convincere mamma a farmi dormire da te. Lì potremo parlare.”
La riccia annuì, stringendo in automatico la borsa a tracolla - che ancora teneva indosso - che conteneva i libri della biblioteca.
 
Rimasta sola nella sobria stanza, Ib si sdraiò di pancia all’aria, i capelli sparpagliati, braccia e gambe spalancate sul morbido letto, gli occhi scarlatti ad esaminare il soffitto della sua stanza. Ora poteva finalmente fare mente locale.
Dunque, Guertena era un pittore strano, apprezzato solo una volta morto. Le sue opere sono definite “belle e misteriose”, e voleva che un pezzo del suo spirito risiedesse in ognuna di essa.
Quella voce. Quell’amara voce che aveva commentato quest’ultima cosa. Era la sua, senza dubbio, ma con una tonalità che non le apparteneva più da troppo tempo. Sè stessa bambina le aveva confermato, in qualche modo, quanto letto, e le aveva fatto apparire la Mary di tanti anni prima davanti agli occhi. Perchè?
E perchè Mary era così..strana? Non era mai stata fredda nemmeno con chi detestava. Eppure, poco prima...
Sentiva di non potersi fidare di lei, e paura ed odio ciechi rivoltili. Un altro “perchè?” che rimaneva senza risposta. E solo ora cominciava a notare come ogni volta che Ib cercasse - e riuscisse - di ricordare, Mary si mostrava totalmente diversa dal solito. Come mai? Sembrava quasi non volesse che ricordasse. Ma perchè sua sorella dovrebbe desiderare questo?
Ib fece un lungo e pesante sospiro. Troppe domande e nessuna risposta. Ma qualcosa le diceva che dormire da Makko l’avrebbe aiutata.
 
 
*Nina’s Corner*
Eeeeeccomi qui~ come sempre, ci ho messo decenni, eheheheh-- non uccidetemi çuç’ Allora, le cose scritte nel libro le ho prese proprio da alcuni libri del gioco, solo che ho rielaborato i concetti per farci delle frasi di uno stesso discorso uwu Ebbene, vi è piaciuto il capitolo?? *^* spero tanto di sì! XD
Colgo l’occasione di ringraziarvi per le recensioni che mi lasciate e-- ah, sì! Ho notato solo qualche giorno fa che ci sono altre persone che hanno messo questa storia tra le preferite e tra le seguite. Oh mio dio che bello!! ç//u//ç vi ringrazio tantissimo!! T//u//T  detto questo, posso finalmente lasciarvi andare uwu <3 see ya~ *^*

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