Alagaesia 20 anni dopo...

di Roku
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un nuovo nemico ***
Capitolo 2: *** Battaglia ***



Capitolo 1
*** Un nuovo nemico ***


Alagaësia
venti anni dopo…
 
 
 
Un nuovo nemico
La battaglia procedeva ormai da ore… i Varden erano partiti in vantaggio, ma avevano subito molte perdite…
Jololin vibrò un altro colpo e un altro Vraun cadde a terra sgozzato, altri due gli corsero addosso, ma Jololin, scagliando una lancia presa da terra, li trafisse entrambi prima che lo raggiungessero.
Jololin montò a cavallo, impugnò la falce e facendola roteare ai lati del destriero, prima a destra e poi a sinistra, falciò Vraun ovunque li vedesse.
Sembrava che la battaglia stesse per finire, ma all’improvviso il rumore di un esercito in marcia seguito subito dal suono di un corno da guerra spezzò la foga della battaglia…
Una miriade di nemici sciamò nel campo di battaglia, ma non erano solo Vraun, c’erano anche urgali e kull, tutti schierati pronti a fronteggiare i Varden.
Davanti ai nemici, a guidarli, c’era un’esile figura: era alta e snella, portava vestiti scuri con striature bianche. I capelli neri gli ricadevano sull’occhio sinistro lasciando visibile solo quello destro che era d’un colore strano: viola scuro.
Egli pronunciò qualcosa e subito tutti i cadaveri a terra sparirono lasciando spazio per uno scontro frontale.
Il mago (perché era un mago), pronunciò qualcos’altro e dopo pochi attimi un enorme drago Grigio gli atterrò a fianco con un rumore simile a tanti scudi frantumati. Il corno nemico suonò ancora e tutti i nemici partirono alla carica.
Jololin comprese la gravità della situazione e ordinò a tutti i Varden la ritirata.

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Capitolo 2
*** Battaglia ***


I Varden correvano veloci, ma i loro nemici erano ben armati: nelle ultime file continuavano a morire soldati colpiti da dardi sibilanti o da giavellotti acuminati.
I Varden Continuavano a correre finché Jololin vide che la strada terminava con un precipizio profondo 10 iarde.
“Fermi!”-Gridò Jololin- I Varden si arrestarono di colpo e ormai due erano le possibilità: o morire lasciandosi cadere, o morire combattendo… non ci volle molto per decidere e all’unisono tutti i Varden si girarono pronti a combattere fino all’ultima cozzata di spada.
Jololin passò in prima fila e parlò: “ Varden! Oggi sarà un giorno rosso, ma non temeremo! Molti di noi cadranno, altri si feriranno e altri ancora piangeranno i compagni perduti, ma non temeremo! Potrebbe essere l’ultima volta che vediamo l’alba ma non temeremo! Combattiamo, non per la gloria, non per l’oro o le terre, ma per le nostre vite e per quelle dei nostri cari, vi chiedo, siete con me in questa fredda mattina!?”
E tutti i Varden gridarono all’unisono: “Si!”
“E allora serrate i ranghi e suonate il nostro corno!”
I nemici avanzavano guidati dal mago sopra il suo drago che prese il volo raggiungendo un punto sovrastante i due fronti di battaglia.
Cominciò la battaglia: i Varden erano schierati a punta di freccia con due uomini in prima fila, quattro in seconda, sei in terza e via così fino a formare venti file di uomini a cavallo armati di una spada corta e di una lancia insieme a uno scudo esagonale di legno bronzato. Il tutto sommato a quattro stregoni del Du vrangr Gata.
Jololin passò in prima fila cavalcando un molosso nero, sguainò la spada e gridò a gran voce: “ Per la nostra vita! Combattiamo!
I Varden cominciarono a correre contro i Vraun che fecero lo stesso a un ruggito del drago.
Il drago prese quota a una velocità pazzesca per le sue dimensioni e finito di elevarsi si gettò in picchiata contro i Varden. Si vedeva già del fumo uscire dalle sue fauci pronte ad esalare un fiume di fuoco rosso che avrebbe ucciso molti Varden. Il drago aprì le fauci e in quel preciso istante, un attimo prima che soffiasse, il drago fu colpito al fianco da un altro drago verde velocissimo. Il colpo fu tale che sbilanciò il drago e la fiamma finì in alto mancando completamente i Varden.
Subito un esulto fra i Varden e grida di gioia si sentirono ovunque: “Arya e Fìrnen sono con noi!”
La gioia e la sorpresa furono tali da incoraggiare e rinvigorire i Varden che spronarono i cavalli, Jololin ormai a sole cinque iarde dai Vraum gridò:”Morte!” E in quell’istante i due fronti collisero in un clamore di spade e scudi frantumati.
Jololin avanzava fra le schiere nemiche cavalcando e falciando con la spada una volta a destra e una volta a sinistra, ma all’improvviso si trovò davanti due Kull e un Urgali. I Kull uccisero il cavallo di Jololin aprendogli il petto con due giavellotti mentre l’urgali scagliò un’ascia contro Jololin che la parò con lo scudo che però si spezzò.
I due kull e l’urgali tutti e tre armati di mazze ferrate si avvicinarono a Jololin. Lui aveva l’elmo, l’armatura, la spada e un paio di pugnali legati alla cintura. Si tolse l’elmo mostrando i lunghi capelli castano ramato e la corta barba giovanile. I kull e l’urgali risero fra loro, ma Jololin non mosse un ciglio. Con la mano sinistra libera e con la destra impugnante la spada, fece cenno ai tre di andargli in contro. Essi si guardarono e l’urgali caricò Jololin con un urlo spaventoso che però non ebbe alcun effetto su di lui.
L’urgali alzò il braccio con la mazza ferrata stretta in mano pronto a vibrare il colpo, ma Jololin sfruttò quel momento scagliando uno dei due pugnali dritto al femore dell’urgali che cadde per terra schiamazzando dal dolore. Subito Jololin lo finì con una stoccata alla testa.
Restavano i due kull…  Essi avanzarono in due questa volta e come l’urgali prima di loro, alzarono le braccia per colpire Jololin con le mazze ferrate, ma Jololin con una rapida capriola all’indietro schivò morte certa facendo si che le due mazze cozzassero fra loro spezzandosi. Così Jololin tempestivamente tagliò la testa a un kull con la spada e lanciò l’altro pugnale dritto alla gola dell’altro kull.
Poi recuperati i pugnali Jololin si gettò nella battaglia.
Nel frattempo nel cielo sprazzi di luce incandescente coloravano il freddo di quella mattina.
Fìrnen e il drago grigio continuavano a mordersi e a graffiarsi cercando di destabilizzare ognuno il volo dell’altro, ma nessuno prevaleva.
Il drago grigio era più grande di Fìrnen ma Fìrnen era molto più agile e mentre i due draghi erano impegnati a combattere Arya tentò un attacco magico e pronunciò: “ Heita Vindr!” L’aria attorno al drago grigio cominciò a scaldarsi fino a mostrare un alone gigantesco. Il drago emise un rauco ruggito di dolore quando le sue ali cominciarono a prendere fuoco, ma subito il mago con un oggetto luccicante tenuto in alto pronunciò una frase e l’incantesimo di Arya si spense senza lasciare danni ai nemici…
“Sa usare la magia!” –disse Fìrnen-
“Ho notato” – rispose Arya-
“Usa il Nome dei Nomi, così posso arrostirlo per bene senza rischi per noi!”
Arya lo pronunciò e subito Fìrnen esalò una vampata accecante di fuoco rosso ardente che però fu deviata ai lati del drago senza bruciarlo. Sgomento Fìrnen riprovò e riprovò tre volte, ma ogni volta il risultato era lo stesso…
Allora il mago con una tenebrosa risata parlò: “Sciocchi! La vostra magia non può niente contro la mia, tanto meno bloccarla”.
Il flusso di pensieri fra Arya e Fìrnen si riempì di terrore.
“Arya usa la Dauthdaert, è l’unico modo”
Arya ci rifletté e tramite il flusso di pensieri, lei e Fìrnen elaborarono un piano d’azione.
 
Il drago grigio aveva preso quota, il mago alzò una mano e pronunciò un incantesimo al quale un tornado si formò sul campo di battaglia e con una forza spaventosa strappò via la vita a tanti Varden…
Vedendo questo, Arya e Fìrnen si sentirono ribollire dentro e senza esitazione attuarono il piano pensato.
Arya impugnò la Dauthdaert e Fìrnen scattò in alto verso il mago e il suo drago…
Veloci come fulmini i draghi si avvicinano guardandosi dritti nei grandi occhi, un lampo illumina il cielo per pochi istanti e inizia a piovere. Arya e Fìrnen sanno cosa fare, sono determinati e pronti all’azione, l’energia freme nei loro corpi, le loro menti unite sono lucide e attente ad ogni movimento del nemico.
Ripensano alla morte che questo mago sta infliggendo ai Varden e l’odio sale, la forza aumenta, l’energia è al culmine, pronta ad essere liberata.
Fìrnen ruggisce e Arya con un agile balzo si stacca dalla sella impugnando la Dauthdaert, Fìrnen si abbassa e il drago col mago passa in mezzo ai due.
Fìrnen serra fra i denti la coda del drago destabilizzandogli il volo, Arya ancora in volo, lancia un attacco mentale al mago che cerca di non cadere di sella mentre il suo drago cerca di liberarsi dalla presa di Fìrnen e allo stesso tempo cerca di respingere l’attacco di Arya, ma è troppo…
Arya arriva sul dorso del drago e gli conficca la Dauthdaert nel collo e poi alla base del cranio mettendo fine ai suoi lamenti.
Il drago cominciò a precipitare sempre più velocemente. Il mago respinse Arya dalla sua mente, ma il dolore che provava era troppo straziante per far contrattaccare. Il tornado che stava devastando il campo di battaglia cessò.
Fìrnen chiamò Arya col pensiero e lei rimontò in sella con abile balzo.
Il drago grigio arrivò a terra con un tonfo fortissimo.
Arya e Fìrnen raggiunsero la carcassa del drago in cerca del mago: era là, inginocchiato che respirava affannosamente guardando con occhi rossi dalle lacrime, il suo drago che giaceva immobile col cranio fracassato…
Arya gli entrò nella mente di nuovo e sentì malinconia, tristezza, dolore profondo, era come se fosse davanti ad Ellesmera e la vedesse distrutta e decadente, senza gioia, senza luce, senza vita…
Andò ancora più affondo e scovò una mente molto vecchia, piena di esperienze vissute in tempi molto lontani, in una terra simile ad Alagaesia ma diversa per abitanti e struttura del terreno.
Scavò ancora di più ma non riuscì ad andare avanti, chiese l’aiuto di Fìrnen ma nonostante questo, c’era un muro invalicabile nella mente del mago.
All’improvviso un sentimento nuovo balenò in quel contatto: cattiveria, rabbia, odio.
Il mago respinse fuori dalla sua mente Arya e Fìrnen senza alcuna fatica, si alzò e con gli occhi rossi fuoco e una voce cupa e tonante gridò: “ Non sapete cosa avete fatto, io e i miei fratelli torneremo presto e a quel punto mi vendicherò su di te ,elfa, uccidendo il tuo drago! Ve lo giuro!”
Arya gli corse addosso per colpirlo con la spada, ma il mago era già sparito e insieme a lui la carcassa del suo drago.
 
Gli ultimi Vraun rimasti scapparono e i Varden vinsero la battaglia seppur con molte perdite…
Il sole ormai era sorto da un’ora, ma l’aria era ancora fredda, Jololin insieme a due uomini si avvicinò ad Arya e Fìrnen.
“Grazie Regina Arya e grazie a te Fìrnen”-disse Jololin
“Non ringraziare Jololin, per i Varden ci saremo sempre”-rispose Arya e Fìrnen annuì con un piccolo ruggito.
Insieme si riunirono a quel che restava del contingente dei Varden e partirono per raggiungere Bullridge.

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