To make you feel my love.

di Reika_Stephan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Primo giorno. ***
Capitolo 2: *** Determinato, invadente, fastidioso ma ADORABILE rompiscatole! ***
Capitolo 3: *** Metamorfosi ***
Capitolo 4: *** L'amore è nell'aria. ***
Capitolo 5: *** Epilogo. ***



Capitolo 1
*** Primo giorno. ***


Primo giorno.

Il cielo era nuvoloso quella mattina di Novembre e mi aspettavo di sentire la prima goccia di pioggia da un momento all’altro. Affrettai il passo perchè non avevo l’ombrello con me e non era il caso di arrivare fradicia il mio primo giorno nella nuova scuola.

Quando alla fine varcai l’entrata dell’istituto, la pioggia non aveva lasciato che qualche goccia sul cappuccio della mia felpa che abbassai guardandomi intorno. Avevo camminato fra quei corridoi il pomeriggio prima, insieme a mia madre, quando avevo incontrato la preside per discutere del mio trasferimento. Quest’ultima non aveva avuto nulla di cui obbiettare dato il mio buon rendimento scolastico, inoltre sosteneva che dato che le lezioni erano cominciate da poco più di due mesi, non avrei trovato nessuna difficoltà a mettermi in pari con il programma. Così ,consegnandomi l’orario delle mie lezioni, mi aveva augurato un buon anno scolastico.
Oggi era mercoledì e dovevo raggiungere l’aula di Chimica, che avevo alla prima ora. Prima che potessi pormi il problema di come orientarmi, una ragazza mi si parò davanti.
Era alta, aveva i capelli ricci lunghi e neri e mi fissava con due occhi di ghiaccio. Era un pò l’opposto di me che non ero tanto alta e avevo i cappelli lunghi, marroni, lisci ma scompigliati e gli occhi scuri.
'Buongiorno. Tu devi essere la nuova arrivata, io sono Christine. La preside mi ha chiesto di aiutarti ad ambientarti.'
'Grazie. Mi chiamo Rose, in realtà Roseanne ma lo odio. Insomma, piacere'.
Mi rivolse un enorme sorriso: 'Piacere mio, Rose. Ora, hai Chimica la prima ora vero?'
'Sì, infatti. Stavo appunto cercando l’aula giusta ma...'
'Ma non avevi idea di dove andare giusto?', mi interruppe lei: 'Beh, non preoccuparti. Sono qui per questo. Dunque da quella parte abbiamo ...'
Mi spiegò come trovare ogni singola aula, mi indicò il mio armadietto, dove depositai i miei libri, e infine mi condusse nell’aula di Chimica appena due secondi prima che la campanella suonasse. Lì molti si voltarono incuriositi ma l’arrivo dell’insegnante li distrasse abbastanza da permettermi di raggiungere un posto libero senza imbarazzo. Il professore in questione, era molto severo, dunque ringraziai il cielo di essere un asso in Chimica o sarebbe stato veramente terribile come primo giorno dato che mi fece una sfilza di domande, una dietro l’altra, per verificare la mia preparazione. Anche Christine seguì la lezione di Chimica e mi informò che seguivamo più di una lezione insieme perchè eravamo allo stesso anno.

Il resto delle lezioni passò tranquillamente anche se, quando Christine - dopo tre lezioni che avevamo seguito insieme - mi aveva salutato dicendo che doveva andare dalla parte opposta, mi ero fatta prendere un pò dal panico.
Tutta quella preoccupazione fu del tutto inutile visto che ricordavo perfettamente dov’erano le classi che mi aveva indicato prima delle lezioni e non feci alcuno sforzo a ritrovarle da sola.
Durante una delle lezioni che non condividevo con lei avevo perfino fatto amicizia con altre persone: Logan e Emily, il primo con i capelli ricci, scuri e con gli occhi verdi, fisico da atleta, la seconda con lineamenti delicati, capelli lisci corti e castani e con gli occhi scuri – due tizi pazzeschi che mi si pararono davanti, stringendomi la mano a turno e presentandosi : 'Piacere, Rose, piacere! Sai quando c’è un nuovo arrivato siamo sempre curiosi di scoprire chi è, e dopo averlo osservato decidiamo se farcelo amico oppure no!' disse Logan, che ricevette una bella gomitata da parte dell’altra, Emily : 'Così ci fai quasi sembrare due opportunisti! In realtà, questo idiota, voleva dire che osserviamo i nuovi arrivati per capire se possono esserci simpatici o no. Ti abbiamo osservato Rose, e siamo arrivati alla conclusione che diventeremo ottimi amici!'.
'Oh ', avevo detto , ancora un pò confusa, dato il loro eccessivo entusiasmo, 'capisco. Ma, ehm, permettete una domanda?'.
'Certo!', risposero in coro. 'Siete fatello e sorella o solo amici? O forse state insieme?' , loro scoppiarono a ridere:
'Chissà perchè ce lo chiedono tutti! Beh in effetti siamo un pò tutte le cose che hai detto! Siamo amici di infanzia, siamo cresciuti insieme come fratello e sorella e stiamo anche insieme!' -.
Poi Victoria, o Vick, come la chiamavo Emily e Logan, capelli neri, lunghi, occhi castani - una tipa un pò lugubre, che diceva sempre cose strane sul senso della vita e che quando gli parlavi sembrava riconettersi al mondo sopresa che qualcuno le rivolgesse la parola. Me la presentarono loro due, dicendo che era davvero un persona divertente e interessante e anche se la maggior parte degli studenti la pensava, evidentemente, in modo diverso, dato la sua indole solitaria, io ero daccordo con loro: parlare con lei era davvero divertente - e infine, Adam, Oliver e Christopher.
Erano tutti e tre compagni di squadra di football di Logan - che quando li vide mi trascinò praticamente da loro per presentarmi -, tutti con un fisico invidiabile. Adam avevi i capelli corti scuri e ricci, gli occhi ugualmente scuri, Oliver era biondo, occhi celesti, Christopher aveva i capelli neri disordinati, ma affascinati, gli occhi di ghiaccio, una tonalità che avevo già visto in Christine, che era sua sorella e che di fatto era insieme a loro.
Tornando alla presentazione, Logan mi trascinò da loro e – dopo avermi indicato il nome di ognuno - mi presentò dicendo: 'Ragazzi, lei è la nuova arrivata, Rose. In realtà si chiama Roseanne, ma preferisce così.'
Gli altri all’espressione "nuova arrivata", smisero di parlare e mi osservarono. Il primo a replicare fu Adam:
'Allora ha passato il test?', disse alludendo al fatto che quei due avevano l’abitudine di analizzare i nuovi arrivati e in caso positivo, farseli amici.
'Non è un test, Adam,' disse Emily, avvicinandosi con Vick, 'ma ci è simpatica! Anche Vick è daccordo, vero Vick?'
Quest’ultima si riscosse : ' Roseanne, ' disse lei, pronunciando per bene il mio nome completo, ' mi sembra una persona molto intelligente. Oh, ha smesso di piovere. Non trovate che la vita sembri molto più piacevole quando c’è il sole?'.
Emily sorrise: ' Visto? '
' Sono un pò invidioso, ehm, Rose, giusto? Se chiedo a Vick cosa pensa di me, mi risponde che sono un bravo ragazzo, ma davvero tonto e imbranato', disse Oliver guardandomi curioso. Adam intanto si era avvicinato a Christine che gli aveva preso la mano – per cui dedussi che tra lei e Adam c’era una relazione – e cominciarono a ridere dicendo : ' Lo sei! '.
Christopher - o Chris, come si faceva chiamare – mi studiava ancora, poi disse ilare:
' Allora Anne, come mai ti sei trasferita qui?'
Perplessa, elencai mentalmente i nomi di tutti i presenti, ma proprio nessuno si chiamava Anne. In più stava chiaramente guardando verso di me. Rose-anne.
Mai nessuno mi aveva chiamata così. A volte la mamma mi chiamava Rosy ma Anne mai.
' Ecco ... per ... per mia madre ... per il suo lavoro ... ci .... spostiamo spesso .. perchè mi chiami Anne? ', chiesi aggrottando le sopracciglia.
Lui scrollò le spalle : ' Mi piace così. Quindi cambi scuola di continuo? '
Ancora accigliata risposi : ' Sì. Ma questa volta mia madre conta di poter rimanere qui almeno fino a quando mi diplomerò. Odio trasferirmi. '
' E perchè questa volta dovrebbe essere diverso dalle altre? ', disse ghignando e rivolgendomi uno sguardo ch stava tanto per “Oh povera ingenua!”
Non capivo dove voleva arrivare, era comunque un problema mio, no?
' Gli hanno assicurato che questa volta non sarà così. Non l’avevano mai fatto, ergo: rimarrò qui per parecchio tempo ', risposi un pò indispettita: che ne voleva sapere lui?
Annuì poco convito, continuando a ghignare, mentre la campanella suonava: solo un’ora e sarei potuta tornare a casa.
Consultai il mio orario: Matematica. Ci separammo, ognuno diretto verso la propria aula. Io fui l’ultima, visto che dovetti consultare l’orario e con mio disappunto ricordai che l’aula in questione era anche abbastanza distante. Mi affrettai verso l’aula e quando arrivai, il professore mi sorrise ed esclamò: ' Oh, tu sei la nuova arrivata! Benvenuta! Non preoccuparti so che i primi tempi può essere complicato ricordarsi le aule, va pure a sederti!'

Ecco, sapevo di non essere una persona fortunata anzi, avevo ormai da anni accettato il fatto di essere perseguitata dalla sfiga, ma non era possibile che in tutta l’aula, l’unico posto libero doveva essere proprio vicino a lui. Notai anche Adam e Christine, seduti vicini, agli ultimi banchi.
'Oh, Anne sei gentile a sederti qui accanto a me!',disse ghignando in quel suo modo odioso.
Alzai gli occhi al cielo: ' Se avessi avuto scelta, di certo non l'avrei fatto'.
' Andiamo Anne, mi conosci da meno di un’ora e già mi giudichi?'
' Non giudico nessuno, ma di certo la prima impressione che mi hai dato è quella di un’invadente rompiscatole'.
Represse una risata e commentò : 'Farò del mio meglio per farti cambiare idea '
'Sarei sorpresa se ci riuscissi, sono piuttosto convinta di quello che penso'
'Oh può anche darsi che tu abbia ragione, ma ci sono molti aspetti di me che non conosci, potrei riverlarmi molto più sopportabile di quanto sostieni, non credi?'
' Tutto può essere, ma neanche tu conosci me, cosa ti fa pensare che ti darò la possibilità di farti conoscere meglio?'
' Vick dice che sei intelligente e lei non sbaglia mai, dunque una persona intelligente non dovrebbe giudicare una persona prima di conoscerla davvero, no?'
Sorrisi, mio malgrado: 'Vedremo'.
Restava un invadente rompiscatole. Un determinato, invadente rompiscatole. Anche molto carino e affascinante con quei capelli più disordinati dei miei, e ... ma questo non centrava niente.

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Capitolo 2
*** Determinato, invadente, fastidioso ma ADORABILE rompiscatole! ***


Determinato, invadente, fastidioso ma ADORABILE rompiscatole!


Ora, lo so che la fortuna non è mai dalla mia parte ma perchè diamine doveva arrivare il diluvio universale proprio quando sono ormai fuori da scuola, a metà strada per arrivare a casa, a piedi e senza ombrello? Presi a correre poi, dopo una quasi mortale scivolata lasciai perdere e decisi che tanto valeva che mi bagnassi fradicia.
‘Anne!’
Cosa, come e perchè?!
Mi voltai.
Era a due centimetri da me, mi copriva col suo ombrello, ghignava come un idiota.
‘Grazie’, dissi sospettosa ‘che ci fai qui?’
‘Torno a casa, mi sembra ovvio’
‘E tua sorella?’
‘E' con Adam, dove abiti?’
‘Proprio lì!’ Dissi indicando casa mia che si intravedeva da lontano.
‘Lì?!’, disse incredulo ‘Oh, non ci credo!’, si fermò di scatto.
‘Che c'è che non va?’
Si passò una mano nei capelli, riprendemmo a camminare e sospirò:
‘Hai presente l'entrata sul retro? Dal giardino?’
Annuii sorpresa: ‘Come..?’
Mi interruppe: ‘Casa mia è un pò distante, ma quando mi va di stare per i fatti miei faccio una corsetta, arrivo davanti alla casa disabitata - che ora non potrò più chiamare così -, entro dal retro, mi arrampico sull'albero del giardino e me ne sto lì, on'oretta o due. Da piccolo cercavo di immaginare com'era la casa all'interno, più di una volta ho tentato di entrare ma era tutto ben chiuso. E' diventata un'abitudine ma ora.. Non posso crederci, abiti lì! Ho sempre pensato che un giorno l'avrei comprata, e ci avrei vissuto io, magari con una compagna o non so..’
 Ero sbalordita: aveva un volto così serio, così.. Tra il sorpreso e il deluso.
‘Immagino che dovrò rivedere le mie abitudini’, disse fingendo indifferenza.
Mi irritai e mi fermai di botto.
‘No. Non devi rivedere niente’.
Mi fissò sopreso : ‘Che vuoi dire?’
Mi fissai i piedi: ‘ Vieni pure. Mi madre non è quasi mai a casa, lavora fino a tardi, a volte torna il giorno dopo. Ha fatto riparare l'ingresso sul retro ma posso darti una copia delle chiavi, non mi darai fastidio seduto sull'albero.. Non mi piace l'idea di averti, quasi rubato un sogno o roba così..’, poi un'idea mi fece alzare la testa di scatto :
‘ Senti vuoi..’, mi bloccai a metà frase guardando la sua espressione: un misto di stupore, incredulità e sollievo - soprattutto sollievo -. Si aprì in un enorme sorriso, - il primo che gli vedevo, di solito ghignava - tanto radioso che mi fece arrossire e mi sorprese quando mi abbracciò di slancio
‘Grazie Anne, grazie!’ , ripeteva tenendomi stretta e dondolando sul posto.
Rossa dalla testa ai piedi- almeno quanto bagnata visto che l'ombrello non ci copriva più - e imbarazzata, gli diedi qualche pacca sulla spalla: 
‘Si, certo, di niente, adesso però staccati e raddrizza quell'ombrello!’
Lui rise: ‘Hai ragione, scusa! Siamo bagnati fradici adesso!’
‘ Ecco stavo dicendo - e ti prego, non abbracciarmi di nuovo, altrimenti cambio idea - ’ e gli lanciai un occhiata di avvertimento del tipo se-ci-riprovi-ti-ammazzo ‘stavo dicendo che adesso puoi vedere com'è..’, lui continuò a fissarmi confuso. ‘ Intendo dall'interno.. Hai sempre voluto vederla no? In effetti è bellissima, qualche ragnatela di qua e di là ed è piena di scatoloni, devo ancora sistemare e mia madre non ha mai tempo ma...’
‘ Davvero? Posso?’
Si stava trattenendo visibilmente dall'abbracciarmi un'altra volta. Era buffissimo con quell'espressione da ti-adoro-ma-meglio-che-sto-fermo.
Scoppiai a  ridere e quando ripresi fiato risposi: ‘Si, puoi. Andiamo sbrigati!’
Lui mi seguì e mi sorrise radioso. Mio malgrado non resistetti dal ricambiare il sorriso.
‘Hai una risata bellissima, Anne’  disse ghignando e quell'improvviso cambio di discorso mi sorprese ‘E il tuo sorriso, è anche meglio’.
Avrei detto lo stesso del suo.
Scacciai quel pensiero.
‘Non dovresti andare in giro sempre seria e imbronciata se hai un sorriso così’
‘Senti chi parla, stai sempre lì a sghignazzare!’
‘ E' solo con te che lo faccio, mi viene naturale.’
‘Il tuo sghignazzare mi irrita, quindi se non lo fai abitualmente dovresti evitarlo anche con me!’
‘Mi diverte troppo, è più forte di me’
Sbuffai : ‘ Avevo quasi dimenticato quanto riuscissi ad essere fastidioso’
‘ E' che la tua espressione irritata è adorabile, anche se il tuo sorriso è imbattibile’
‘ Se sorridessi anche tu più spesso, invece di sghignazzare e prendermi in giro potrei trovarti adorabile anch'io e magari sorriderei di più’ .
Ops.
‘Ooh! Quindi trovi adorabile il mio sorriso?’, disse trionfante.
‘Non ho detto questo’, negai imbarazzata ‘intendevo dire che sei snervante con tutti quei ghigni che ti porti dietro. Siamo arrivati!’
Lui distolse la sua attenzione da me e guardò la ex casa disabitata in cui fin da bambino sognava di entrare e sorrise di nuovo, al settimo cielo.
Adorabile, ammisi a me stessa, dannatamente adorabile.
 
Eravamo entrati, gli avevo mostrato l'entrata, il salotto, la cucina, lo studio con una mini biblioteca, il bagno, il piano di sopra, la stanza degli ospiti, quella che era diventata di mia madre e la mia.
Lì, si era affrettato verso la finestra e l'aveva spalancata. Di fronte c'era il suo albero.
‘ Non sai quante volte ho provato ad aprirla da fuori. C'è uno spiraglio, lì all'angolo, ci spiavo dentro, e ogni volta immaginavo di vedere la stanza. In realtà non si vedeva niente. Questa sarebbe stata la mia stanza preferita’
Lo fissavo rapita: ‘Non sono mai stata in posto tanto a lungo da potermi fare dei veri ricordi, da potermi creare un posto.. insomma un sogno tutto mio’
Si voltò a guardarmi: ‘ Ora puoi. Ci sei dentro, alla casa dei sogni - almeno dei miei -. Falla diventare tua.’
‘ Questa stanza è, almeno un pò, degna della tua immaginazione?’
‘ E' bellissima, resto convinto che sarebbe stata la mia stanza preferita’
‘ Appena l'ho vista ho detto a mia madre che sarebbe stata la mia camera, mi ha catturata, e' così luminosa.. Odio l'idea di averti rubato un sogno’.
‘Magari invece di rubarlo puoi renderlo migliore, chissà! In fondo mi hai fatto entrare, se non fossi arrivata non avrei potuto, diciamo che sto condividendo il mio sogno con te e per ora non mi dispiace’
Gli sorrisi, ‘Un'altra stanza che mi affascina molto è lo studio’
‘ Sì, piace anche a me, chissà da quanto tempo quei libri sono lì! Questa casa era già disabitata quando sono nato e i miei si sono trasferiti in questo quartiere poco tempo prima e non ci abitava nessuno. So solo che chi ci abitava l'ha venduta ad un uomo che non e' mai venuto ad abitarci, anche se di tanto in tanto veniva a dare una ripulita e a controllare che fosse tutto a posto e poi.. L'hai comprata tu! E finalmente la vedo!’
‘Ti va di esplorare la libreria? Magari troviamo qualcosa di interessante..’
‘ Mi piacerebbe molto!’
 
La libreria era stracolma di favole e fiabe - doveva averci abitato un bambino -, di romanzi, enciclopedie.
A un certo punto ci accorgemmo anche che la libreria si apriva e ci ritrovammo in un salottino, con la finestra sbarrata, pieno di ragnatele.
Decidemmo di tenerlo per noi, era forte avere un ”posto segreto“. Non che fosse difficile nasconderlo a mia madre, che passava più tempo a lavoro che a casa.
Ripulimmo per bene il salottino e si fece tardi.
‘Mi sa che mi tocca andare, Anne!’
‘Certo, vai pure! A domani!’
‘Magari ti faccio una visitina più tardi, tieniti a portata d’orecchio, busserò alla tua finestra!’
Mi fece l’occhiolino e si avviò, io alzai gli occhi al cielo. Sogno o non sogno, avrei dovuto sopportarlo per parecchio tempo.
‘Anne!’, era all’altro lato della strada e svetolava le chiavi del piccolo cancello sul retro: ‘Grazie!’
Risi divertita e lo salutai con la mano. Già, dannatamente adorabile.

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Capitolo 3
*** Metamorfosi ***


Metamorfosi.

Chris, è ormai una presenza costante nella mia vita:
a scuola non mi molla un attimo, è sempre lì, pronto tanto a stuzzicarmi quanto a darmi una mano.
Viene spesso da me, sempre bussando alla finestra. Parliamo molto in quei momenti: di me, dei miei passatempi, degli amici che ho lasciato, di lui, della sua infanzia, della ”strage di cuori“ che fa ogni giorno..
'Hai sempre fatto quest'effetto? Un pò hai ragione, a volte sono davvero insistenti ed esasperanti', chiesi un giorno distesa sul mio letto, intenta a svolgere alcuni esercizi di matematica mentre lui se ne stava seduto sul davanzale, da cui era entrato.
'Lo puoi dire forte! All'inizio era divertente, mi vantavo ed ero felice di avere uno stuolo di ragazze alle calcagna ..'
'Tipico', commentai io continuando a studiare, lui ignorò il commento e continuò:
'e non posso negare che le ragazze non sono niente male, tutte ben messe, tutte piuttosto carine ..'
'Razza di pervertito', dissi scuotendo il capo, facendomi beffe di lui.
'.. ma poi, mi sono accorto che non era niente di serio. Insomma, mi guardano, ridono come delle oche fra loro, flirtano con me, se le incrocio la sera alcune mi fanno anche proposte indecenti e all'inizio era divertente ma nessuna mai che voglia parlare, che voglia conoscermi, nessuna mai che mi interessi sul serio e che mi incuriosisca un pò. Così, a lung'andare, sono diventate un fastidio, per lo più cerco di ignorarle.. una volta mi sono arrabbiato con una che mi stava molto addosso in quel periodo, le ho detto di lasciarmi in pace e lei è scoppiata in lacrime. Da allora le evito e a loro sta bene così'.
Gli sorrisi sorpresa: 'Senti, senti! Quindi in realtà hai un'animo nobile!'
Si strinse nelle spalle: 'Chiamalo come ti pare ma una volta ho visto mia sorella piangere per colpa di un idiota e, dopo averlo conciato per le feste, giurai a me stesso che non avrei mai voluto far piangere nessuno. E' una cosa orribile.'
Gli sorrisi ancora, poi abbassai lo sguardo: 'Se mio padre l'avesse pensata come te, le cose sarebbero diverse'.
Più di una volta mi aveva chiesto che ne era di lui, ma io avevo sempre sviato il discorso e lui non aveva insistito.
Quindi ora che ero stata io a nominarlo, lui mi studiava con curiosità.
'Perchè?', mi chiese cauto.
Sospirai: 'Beveva, molto. Mia madre voleva aiutarlo, ma lui non faceva altro che urlare e lei non faceva altro che piangere. E' stato così da quando avevo cinque anni. Poi, quando ormai ne avevo otto, mia madre mi portò via. E da allora mise tutta se stessa nel lavoro e abbiamo cambiato così tante case, città, che nemmeno me le ricordo tutte'.
'Perchè è così poco presente? Perchè non è qui con te? Passo molto tempo qui, eppure non l'ho mai vista..'
Mi scostai i capelli dal viso nervosamente: 'Te l'ho detto lavora molto e torna molto tardi. Mi compra di tutto, mi riempe di regali, così cerca di colmare il vuoto..'
Non riuscivo più a parlare e mi morsi il labbro.
Lui scese dal davanzale, mi strattonò facendomi alzare e mi strinse in un'abbraccio.
Nascosi il volto nell'incavo del suo collo e non riuscii più a trattenere le lacrime. Quando mi calmai lo guardai di sottecchi e cercai di sdrammatizzare:
'Adesso non vorrai prendere a pugni anche i miei genitori perchè mi hanno fatto piangere?'
Lui rise: 'No, ma si meriterebbero una ramanzina. Almeno tua madre. Tuo padre è meglio lasciarlo lì dov'è'.
Mi asciugò le lacrime: 'Anne, tu mi incuriosisci'.
Lo guardai perplessa.
'Allora, per quanto hai ancora intenzione di studiare? Andiamo a farci una passeggiata, muoviti!'

Anche le passeggiate erano frequenti, spesso c'erano con noi anche gli altri, con cui avevo legato molto. Mi accorsi che Oliver stava sempre insieme a Vick, che la assecondava quando faceva discorsi strani, che cercava di capire i suoi ragionamenti e di prenderne parte.
A volte buttava a caso domande del tipo, 'Hai mai pensato di avere un fidanzato in futuro?', oppure 'Credi che io sia affidabile?', 'Ti fidi di me?' A cui lei rispondeva tranquillamente con 'Magari, potrebbe essere bello', 'Tu sei una persona affidabile, si', 'Sei una delle persone di cui mi fido di più'.Lui arrossiva sempre.
Quando lo feci notare a Chris, lui mi raccontò che Oliver si era invaghito di lei, che non lo ammetteva mai con loro però, che era da poco che faceva domande così precise perchè prima si limitava ad osservarla.
Logan e Emily erano i più comici: sincronizzati, divertenti, buffi e travolgenti.
Capivano sempre cosa mi passava per la testa, anche se non quanto Vick.
Una sera si pararono di fronte a me e Chris.
'Che c'è?', sbuffò lui.
'Voi due'. Disse Logan.
'Cosa?', chiesi io.
'Siete inaspettatamente'
'inspiegabilmente'
'e misteriosamente'
'molto uniti', dissero a turno.
Io alzai un sopracciglio: 'Che vorreste dire con questo?'
'Niente di preciso' disse Logan,
'Solo che è strano,' continuò Emily ' Visto che avete poche lezioni in comune e in una sola siedete vicini e ..'
' Christine ci ha detto che non parlate granché durante matematica', concluse Logan.
Christine li guardò, 'oh, ma non ve l'ho detto? Sparisce per ore! E quando torna, ogni tanto mi porta i saluti di lei!'
Adam accanto a lei rise: 'E a fine scuola vanno a casa insieme!'
'Oh è chiaro, adesso!' dissero in coro.
Io e Chris alzammo gli occhi al cielo e borbottammo, io: 'E allora?', e lui: 'Dove sta la grande scoperta?'
'Inoltre casa mia è di strada e quei due non fanno che sbaciucchiarsi, dunque io e Chris non possiamo fare altro che cercare di non vomitare', aggiunsi io ridendo.
'Oh, con questa vi ha tappato la bocca!', rise Chris mentre Adam e Christine ci facevano il verso e si fingevano offesi.
Logan rise e buttò lì: 'Vi va un gelato? Qual è il gusto preferito di Rose, Chris?'
'Al momento?', rise lui 'lo cambia ogni due giorni, ma ultimamente lo preferisce alla fragola'.
Lo aveva detto così, d'istinto. Perciò si sorprese quando tutti si misero a ridere e Oliver lo guardò di sottecchi: 'Vi conoscete bene eh?'
'Vick, Oliver ieri non ha fatto altro che parlarmi di te, sai?', dissi io vendicandomi.
Oliver arrossì, Vick alzò un sopracciglio: 'Come mai?'
'Vick tu come lo vuoi il gelato?', chiese lui in fretta.
E con questa domanda, la mente di Vick fu impegnata per una buona mezz'ora e Oliver ne fu molto sollevato.

Pian piano, passarono i mesi, insieme a chiacchierate dal davanzale - mi sembrava di conoscerlo da una vita e io non mi ero mai aperta così con nessuno - , giornate intere passate a leggere chiusi ”nella libreria“ - trovammo anche un diario di un certo Steve, che raccontava delle sue giornate in quella casa da adolescente, dell'incontro con Catherine, della loro bambina Jane. Dovevano essere i padroni di quella casa, ma non si firmava mai con il cognome, quindi non scoprimmo altro -, le passeggiate con lui - una volta mi costrinse a uscire di casa dalla finestra: così , mezza terrorizzata, imparai a scendere e salire l'albero del mio giardino-, e con gli altri.
Così mi accorsi che il mio rapporto con Chris, era in continua metamorfosi.
Ogni piccolo gesto, dalla battuta all'abbraccio, mi facevano riporre in lui sempre più fiducia. Sapeva ormai come tirarmi su, come stuzzicarmi, io capivo al volo quando era giù, quando voleva essere lasciato in pace, quando aveva bisogno di una strigliata.
Insomma ci capivamo.

Una sera mia madre tornò a casa alle undici - il che era stupefacente, dato i suoi standard -.
'Mamma! Sei qui!', esclamai scendendo le scale.
'Si, tesoro. Mi hai lasciato qualcosa da mangiare?'
'Si, mettiti comoda, te lo porto io'.
Corsi in cucina e dopo averle riscaldate, cacciai dal forno un pò delle lasagne che avevo fatto con Chris - era anche bravo ai fornelli, non l'avevo detto? -.
'Tieni, com'è andata oggi? Come mai a casa così presto?'
'Grazie. Tutto come al solito. Mi hanno concesso di tornare prima perchè lavoro sodo, volevano darmi una giornata di riposo domani..'
'Domani? Sarebbe perf..'
' ..ma non posso permettermela, ho tanto da fare. Così ho rifiutato e sono tornata in anticipo '.
Mi incupii: 'Fa tanta differenza una giornata in meno?'
Mia madre mi guardò ingoiando l'ultimo boccone: 'Certo, sai quanto ci tengo. Non darti pena, non sono stanca. Ora andrò a dormire così domani sarò più in forma che mai!'
'Domani tornerai al solito orario?', chiesi fredda.
'Credo di si. Buonanotte Rose, vai a letto anche tu, devi andare a scuola'.
'Certamente'.
Il giorno dopo era il mio compleanno, ed era domenica.
Avrebbe potuto passarlo con me e anche se non fosse stato il mio compleanno, avrebbe potuto passare una giornata con sua figlia.
Corsi nella libreria, afferrai il diario di Steve, e ci scrissi: io e Chris avevamo iniziato a farlo, a scrivere della vita, di adesso, in quella casa. Il patto era che ogni giorno uno di noi scriveva qualcosa. Nessuno dei due leggeva quello che scriveva l'altro. Quando il diario sarebbe finito, lo avremmo letto.
Conclusi il resoconto scrivendo:
” ..e ora esco di qui, e vengo da te a casa tua, mia madre non si accorgerà di niente figurati! Ho bisogno di te, porca miseria. Tu mi conosci meglio di lei. So che odi vedermi piangere, eppure solo con te ho il coraggio di farlo. Non mi sarai entrato dentro, nella testa, nel cuore, più del dovuto?
Ma che sia ringraziato il cielo! Si, hai capito bene, incontrare te è stata una delle cose migliori che mi sia capitate nella vita.
Tua, Anne.“

Era la prima volta che mi firmavo così, ma non ci pensai molto. Corsi in camera, mi infilai una felpa sulla maglietta e i mini pantaloncini che usavo come pigiama, le vecchie Converse e, invece di tornare di sotto, uscii dalla finestra e scesi dall'albero.

Raggiunta casa sua, tirai fuori il cellulare e lo chiamai.
'Anne?'
Quanto mi tranquillizzava solo ascoltare la sua voce?
'Chris..'
'Stai bene?'
'Si.. No..Ho bisogno di.. parlare con te'.
'Vengo subito da t-'
'Sono sotto casa tua. Nessun albero su cui arrampicarsi qui eh?'
Sentii la sua risata nervosa uscire dal telefono: 'Scendo subito'.

Quando uscì, aveva con se una coperta e guardava con disapprovazione la mia felpa neanche allacciata.
Ci sedemmo sul dondolo nel suo giardino e lui dopo avermi chiuso la lampo fino al mento, ci avvolse nella coperta.
'Che succede?' Gli raccontai tutto, piena di risentimento e piansi a dirotto sulla sua spalla per cinque minuti buoni.
'Anne', mi chiamò lui, asciugandomi la faccia con la manica della sua felpa.
'Lascia stare..' lo anticipai io, ' mia madre non se ne ricorderà e io non voglio dirglielo. Quando si accorgerà che mi ha delusa, le farò capire quanto'.
Lui annuì: 'Volevo dirti, buon compleanno'.
Mi diede un'abbraccio e io sorpresa, capii che era passata la mezzanotte.
Mi strinsi a lui e lo ringraziai, lui senza sciogliere l'abbraccio continuò:
'Senti, a casa dormono tutti, ti porto in un posto. Lascio un biglietto per avvisare che sono uscito presto di casa: visto che la domenica dormono fino a tardi, penseranno che mi sono alzato prima, così passo tutta la giornata con te. Magari poi più tardi chiamiamo anche gli altri'.
Annuii : 'Grazie'.

Mi portò nel parco abbandonato, scavalcammo la recinzione e ci sdraiammo avvolti nella coperta a guardare le stelle.
Stretta a lui, sentii ancora una volta che il nostro rapporto stava subendo una metamorfosi:
non avrei voluto essere con nessun'altro, mi completava, mi faceva sentire bene.
Presi a fissarlo, poi gli ripertei una domanda che gli avevo fatto la prima volta che lo incontrai:
'Chris, perchè mi chiami Anne?'
Lui si voltò a guardarmi: era straordinariamente vicino.
'Quando ti ho visto la prima volta, mi hai incuriosito subito. E, come ti ho già detto, è difficile che qualcuna attiri la mia attenzione. Vick e Emily sono così bizzarre che avevo cominciato a pensare che trovare qualcun'altra che mi ispirasse altrettanta simpatia fosse impossibile. Così quando ti ho guardata e ho sentito qualcosa.. mi sono sorpreso e volevo conoscerti. Volevo vederti, felice, arrabbiata, infastidita, divertita. E quando Oliver ha detto il tuo nome, Roseanne, ho pensato che buffo, Rose, Rose-anne, Anne..', sorrise ' Anne. Era così.. perfetto ai miei occhi.. Così non ho resistito, volevo vedere la tua reazione e ti ho chiamata così. Poi, il fatto che secondo me ti si adattasse completamente, mi ha spinto a continuare a farlo'.
Quel discorso mi aveva fatto arrossire, così fissando il suo collo, invece che i suoi occhi risposi ridacchiando:
' Io la prima volta che ti ho visto, sono rimasta ipnotizzata dai tuoi capelli'.
Chris scoppiò a ridere e aggiunse: 'Non puoi giudicarli tu, che non tieni mai in ordine i tuoi'.
'Non li giudico, li trovavo affascinanti'.
'Quindi a.. com'era?.. invadente rompiscatole, dovremo aggiungere affascinate? Faccio progressi'.
'Sei riuscito a farmi cambiare idea già da tempo ormai, lo sai', contando sulle mani continuai: 'Per prima cosa, ho trovato adorabile il tuo sorriso..'
'A quei tempi lo negavi fortemente', rise lui.
'Poi, sei diventato il mio fastidioso, adorabile, affascinante e indispensabile confidente'
'Aggiungiamoci che condividiamo ormai la casa-sogno', rise ancora, contando insieme a me sulle mani.
'Poi..' arrossii, 'poi, non lo so, cosa sei adesso? Sei così, presente, così amico, così indispensabile, importante...'
Mi guardò:
'E tu, che prima eri solo curiosa e interessante, sei diventata una costante stupenda della mia vita. Sono contento che tu sia venuta qui'.
'Sono contenta di esserci'
'Anne' continuò lui, accarezzandomi la guancia 'Proprio qui, proprio adesso, sento che la mia visione di te cambia continuamente: è una continua..'
'Metamorfosi', conclusi io mentre lui posava le sue labbra sulle mie.
Ecco: fu in quel momento, che mi sentii completamente inondata da una sensazione di calore e felicità.
Lo sentivo mio. Ecco cos'era per me: mio. Era il mio conforto, la mia ancora di salvezza. Mi fidavo ciecamente, era così perfetto essere lì.

Mi aggrappai a lui, intrecciai le mani nei suoi capelli, approfondimmo il bacio, lui afferrò i miei fianchi, mi sfiorò la schiena sotto la maglietta, gli morsi il labbro e quando ormai avevo detto addio alla lucidità e al controllo, completamente inebriata da quella sensazione di perfezione, sentimmo qualcuno parlare, due ragazze:

'A quest'ora non ci sarà nessuno, qui. E comunque sono le due, dovremmo tornare a casa'.
'Dai, io dormo da te e tua madre non fa storie se torniamo tardi, casa tua è lontana riposiamoci un pò!'
'Non ce la fai a camminare, ma vuoi scavalcare? Dai torniamo a casa.....'

Io e Chris riprendemmo una posizione decente e io odiai quelle due che avevano avuto un tempismo pessimo.
'Proprio adesso..', borbottò Chris.
Io annuii con foga e lui soffocò una risata.
Alla fine, quelle due guastafeste, non riuscirono a scavalcare e se ne andarono, dunque le odiai ancora di più.
Incredibilmente e improvvisamente assonnata e troppo imbarazzata per riprendere quello che stavamo facendo, poggiai la testa sul suo petto e chiusi gli occhi. Lui mi strinse e ci addormentammo.

Quando riaprii gli occhi, rimasi estasiata nel vederlo dormire.
D'istinto, gli stampai un bacio sulle labbra e uscii da sotto le coperte stiracchiandomi.
Lui si stropicciò gli occhi e mi cercò con lo sguardo, poi mi sorrise.
'Buongiorno, Anne. Che ore sono?'
Afferrai il cellulare mentre lui si alzava e arrotolava la coperta.
'Le nove e un quarto'.
'Portiamo la coperta a casa tua, non voglio che i miei mi facciano domande'.
Annuii distrattamente, troppo presa a fissare i suoi affascinanti capelli di prima mattina.
'Andiamo', mi sorrise lui prendendomi la mano.

Quanto ci si può sentire di norma, stupidamente felici in momenti come questo?
Fatto sta che mi sentivo più felice di una bambina a Natale ed ero curiosa più che mai di scoprire quante altre stupende metamorfosi, poteva subire il mio rapporto con questo meraviglioso ragazzo, di cui ormai, mi resi conto, ero completamente innamorata.

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Capitolo 4
*** L'amore è nell'aria. ***


L'amore è nell'aria.

Dovrei essere ormai abituata al continuo mutare delle sensazioni che provo in sua presenza, ma chi si aspettava una cosa così?!
 
Arrivati a casa, Chris depositò la coperta sul mio letto e quando alzò lo sguardo e ci fissammo, ripercorsi mentalmente la sensazione di calore e di gioia che avevo provato a stare fra le sue braccia e non desideravo altro che tornarci.
E l'avrei fatto, e lo stavo per fare, e da quello che potevo intuire dal suo sguardo altrettanto bramoso, lui non stava aspettando altro: ma il campanello suonò.
 
Cominciai a pensare che la mia cara e affezionata sfiga, avesse deciso di perseguitarmi più assiduamente, oggi.
 
Quando spalancai la porta mi trovai davanti l'intera combriccola dei miei amici che urlava in coro: 'Auguri, Rose!', 'Buon compleanno!'.
 
Christine spiò dietro di me: 'Dato che mio fratello è uscito presto stamattina, ho pensato che fosse venuto qui, poi mi sono ricordata che oggi era il tuo compleanno e che quindi era sicuramente venuto a darti gli auguri'.
'Ehm.. si infatti è di sopra..'
Logan e Emily mi abbracciarono a turno, Vick esordì con un: 'Tanti auguri, Roseanne' e mi regalò anche un sorriso. Quanto a Oliver - quando si fu ripreso da quella visione - mi porse un pacco e disse 'Ti abbiamo portato un pensierino! Lo abbiamo scelto tutti insieme!'
'Chris non era con noi, dunque dovrà arrangiarsi', rise Adam.
Oh, mi aveva fatto il regalo più bello.
Mi aveva regalato conforto e... arrossii. 
Chris scese le scale proprio in quel momento: 'Anne? Oh, siete voi!'
Gli altri intanto, erano entrati e si guardavano intorno curiosi.
'Che dite, facciamo una torta?', chiesi entusiasta di poter festeggiare con qualcuno.
'Bell'idea!', urlò Chris e si avviò in cucina.
Vick innocentemente, senz'alcuna idea dell'ilarità che avrebbe innescato, commentò: 'Conosci bene questa casa Christopher, ti muovi in tutta autonomia'.
Logan scoppiò a ridere e urlò: 'Si! Seguiamo il padrone di casa, lui conosce la strada!'
Anche gli altri risero e Chris si limitò ad alzare gli occhi al cielo.
 
Un'ora dopo, la cucina di casa mia era inguardabile.
La torta era pronta e l'avevo ormai sistemata in frigo.
Oliver era imbronciato perchè non gli avevamo permesso di fare niente: quando io, ignara del pericolo, gli avevo messo tra le mani le uova, lui era inciampato - apparentemente nell'aria – e mi era toccato anche ripulire il pavimento.
Inutile dire che per il resto del tempo era stato costantemente sorvegliato. Per non parlare di quante volte in cucina era risuonato distintamente l'urlo: 'Oliver allontanati!'
Il suo broncio era scomparso solo quanto Vick - sotto nostra richiesta -, si era avvicinata a lui, con la farina sul naso e gli aveva chiesto se andava tutto bene.
 
'Mi piacerebbe vedere la tua stanza Rose! O è un privilegio di cui si può vantare solo Chris?', esclamò Emily.
Adam si inserì nel discorso e con aria falsamente innocente disse: 'Cosa facevate di sopra, prima che arrivassimo?'
Avvampai.
'Seguitemi!'
 
Restammo in camera mia a chiacchierare per una buona mezz'ora.
Più tardi, mentre mangiavamo la torta, che avevo portato di sopra, Oliver fece cadere il suo piatto.
Niente di straordinario - a parte la mortificazione di lui, a dir poco esagerata - finché Chris non si tagliò con un vetro.
'Fammi vedere', ordinai io.
Mentre esaminavo l'innocuo taglietto ed esordivo 'basta metterci un cerotto, è una sciocchezza!' e Chris mi rimbeccava dicendo: 'Te l'avevo detto!', mi resi conto di quanto fossimo vicini.
Alzai lo sguardo per mezzo secondo e lui fece lo stesso, così ricordai di quando, la sera prima lui mi aveva guardato in quel modo e ricordai, soprattutto, quello che era successo dopo.
Io avvampai.
Lui - che evidentemente stava pensando lo stesso -, si allontanò di qualche spanna e si alzò in piedi.
'Mi metto un cerotto e torno'.
'Ma quella coperta non è la nostra?', disse Christine, 'eppure fino a ieri sera era a casa..'
 
Ringraziai mentalmente la sfiga, che era talmente dolce, che non mi abbandonava mai.
 
Chris annuì.
Io non guardai dalla sua parte per mascherare l'imbarazzo.
'E perchè è qui?', continuò lei.
Chris si strinse nelle spalle.
Emily alzò un sopracciglio: 'A che ti serviva la coperta stamattina? Non le avrai mica rifilato quella come regalo di compleanno?'
Chris parve offeso e aprì bocca per replicare ma Vick, quella cara e brillante ragazza, sempre con innocente e pura curiosità domandò: 'Christopher, da quanto sei qui? Hai gli stessi vestiti di ieri'.
 
Tutti guardarono Chris.
Chris ci rifilò un: 'Non voglio morire dissanguato' e uscì dalla stanza.
 
Tutti a quel punto, fissarono me.
 
Presi a raccogliere i frammenti del piatto, evitando di incontrare i loro sguardi.
 
Poi Vick esordì: 'Mi sembri molto scombussolata oggi Roseanne.'
 
Ignorando le risatine represse di tutti gli altri risposi: 'Sto benissimo, Vick', e scesi al piano di sotto per buttare i frammenti del piatto.
 
'Sei scesa a scaricare i nervi?', disse ilare Chris, dietro di me.
'Potrei dire lo stesso a te, razza di codardo' risi io in risposta e voltandomi.
Lui mi mostrò l'indice della sua mano destra, ben incerottato: 'Dovevo curare la mia ferita!'
Mi venne da ridere: 'Sai, avresti dovuto cambiarti!'
'Non ne ho avuto il tempo, dovevo correre da te! E comunque, dovremmo dirlo a loro.. Sono nostri amici, no?'
Sorrisi: 'Ci sto!' e corsi di sopra con lui al seguito.
Un attimo prima di rientrare in camera lui mi afferrò un braccio, io mi voltai e lui si avventò, letteralmente, sulle mie labbra.
Sorpresa, risposi al bacio che desideravo da quando le nostre labbra si erano staccate la sera prima.
Gli gettai le braccia al collo, lui mi teneva il viso tra le mani.
Quando ci separammo, lui mi guardò sorridendo mortificato: 'Scusa, non ho resistito'.
Io per tutta risposta gli diedi un bacio a stampo e rientrai nella mia stanza.
 
Lì, Emily e Logan, ci guardavano con gli occhi ridotti a due fessure.
'Dovrete rispondere alle nostre domande', disse lui.
'Senza obiezioni', aggiunse lei.
'Va bene', rispondemmo noi in coro.
'Come?', chiesero loro sorpresi.
'Risponderemo!', dissi io.
Gli altri ci fissavano attenti.
'Perchè Chris, indossa gli stessi vestiti di ieri?'
cominciò Emily.
'Non ho avuto il tempo di cambiarmi' disse lui.
'Ieri sera sul tardi, l'ho chiamato perchè dovevo sfogarmi. Problemi con mia madre', conclusi io.
'Quindi Chris è venuto qui ieri sera?', chiese Logan.
'In realtà quando l'ho chiamato ero io, sotto casa sua' corressi.
'E così io ho preso la coperta, sono uscito e abbiamo parlato' disse lui.
'Questo però non spiega perchè la coperta è qui.. A meno che non te la rifilata veramente come regalo di compleanno', disse Emily.
'Non le ho regalato la coperta!', disse Chris indignato 'non volevo presentarmi a casa con quella, altrimenti i miei avrebbero fatto domande su domande per sapere dove avevo passato la notte!'
Logan sbatté le palpebre, 'non sei tornato a casa stanotte? Oh, ma certo! Ecco il perchè dei vestiti!'
Tutti gli altri assunsero un'espressione sbalordita - a parte Vick, che lo aveva già capito quando aveva chiesto a Chris dei vestiti, probabilmente -.
'Siamo andati al parco abbandonato, abbiamo parlato e ehm..' dissi in fretta.
'Alla fine ci siamo addormentati! Siamo tornati qualche attimo prima che arrivaste voi' concluse lui.
'Tutto qui?', chiese Adam sospettoso.
 
Io e Chris abbassammo lo sguardo in sincrono.
' A grandi linee..', dissi imbarazzata.
Non parvero convinti.
 
'E va bene, c'è un'altra cosa. Insomma,' esclamò Chris ' mi sono innamorato di Anne!'
 
Questa, non me l'aspettavo.
 
'Davvero?', chiese Oliver sorridendo.
'Ah, lo sapevo!', disse Christine annuendo.
'Finalmente lo hai ammesso!', continuò Adam.
'Non avevo dubbi!' dissero in coro Emily e Logan.
'Anche tu provi qualcosa per Christopher, Roseanne?', chiese Vick.
 
Tutti si voltarono, Chris mi fissava curioso.
'Ecco.. si.. anch'io', annuii.
Chris mi rivolse un enorme sorriso, finché gli altri non si misero a prenderlo in giro e arrossì.
 
'Allora vi lasciamo soli!' disse Emily alzandosi.
Gli altri la imitarono, ridendo sommessamente. Vick si avvicinò e mi sussurrò: 'Quando hai tempo, mi piacerebbe parlare con te, Roseanne. Vorrei dirti una cosa'.
'Certo Vick, ti chiamo appena posso!', risposi sorpresa.
Non sapevo proprio cosa aspettarmi.
Di solito parlava francamente davanti a tutti, se voleva dirmi qualcosa.
 
Quando chiusi la porta e mi voltai, Chris mi abbracciò.
'Devo raccontare un paio di cosette al vecchio Steve!'
Risi: 'Anch'io!'
'Però prima devo darti il tuo regalo!'
'Regalo?'
Annuì e mentre salivamo le scale, tirò fuori un pacchetto dalla tasca.
Mi sedetti sul mio letto, lo aprii e ci trovai una collana. Vi pendeva un ciondolo a forma di piuma, con su scritto:
 To make you feel my love
 Chris
'L'ho comprato qualche sera fa.. Non sapevo se per il giorno del tuo compleanno sarei riuscito a chiarire, a dirti quello che sentivo. Ma mi ha colpito subito, l'ho preso e ci ho fatto scrivere la dedica col mio nome', disse a testa bassa.
'Per farti sentire il mio amore', tradussi sorridendo, ' è perfetta', alzai lo sguardo: 'Nessuno mi ha fatto sentire tanto bene, tanto a casa come fai tu. Ho passato una vita intera senza mai creare dei legami duraturi, neanche in famiglia mi sono mai sentita veramente felice. Mia madre pensa più al suo lavoro che a me, anche se so che mi vuole bene, che lo fa per non pensare. Lo fa perchè vuole darmi tutto, quando invece basterebbe un abbraccio. Poi sono arrivata qui e ho trovato te. Tu mi fai sentire, come non mi sono mai sentita. Anzi, vorrei riuscire a fartelo sentire, come me lo fai sentire tu, il mio amore. E' perfetta, grazie'.
Chris mi sorrise e mi agganciò la collana al collo.
Poi io mi alzai sulle punte e lo baciai.
Lui mi abbracciò e ricambiò il bacio.
Intrecciai le dita nei suoi capelli, lui mi prese in braccio.
Risentii quel calore, quella gioia incontrollata, quel senso di meraviglioso smarrimento.
Senza sapere come, mi ritrovai distesa sul letto, lui accanto a me che mi baciava dolcemente e mi sfiorava la schiena facendomi venire i brividi.
Lo guardai negli occhi, mi persi in quel ghiaccio pieno di calore e amore.
E seppi nuovamente che ero perdutamente innamorata di lui e che mi fidavo di lui completamente.
Così mi abbandonai alle sensazioni, non pensai più, facevo quello che sentivo e in quel momento, sentivo solo di volerlo amare.
Gli sfilai la felpa, e lui si disfò della mia maglietta. Le Convers erano già abbandonate sul pavimento, accanto ai suoi jeans.
Mi tolse i pantaloncini e ci avvolgemmo nel lenzuolo.
Lui lo tirò su fino alla testa, nascondendoci al mondo.  
 
'Chris, credo... credo proprio di amarti, tanto. Non, non abbandonarmi.'
'Non ti lascerò, Anne. Sarò con te, ti amo', sorrise 'ho sempre detto che è la casa dei sogni. Non credevo che si potesse essere così felici!'
'Oh, vorrei tanto conoscere Steve. Ci siamo trovati grazie a questa casa!'
 
Mentre ce ne stavamo nella libreria a scrivere a turno sul diario di Steve, il campanello suonò di nuovo.
C'era un pacco per me.
'Da parte di chi è?', mi chiese Chris quando tornai da lui.
'Di sicuro è da parte di mia madre, se ne sarà ricordata adesso..'
Lo aprii, era un vestito bellissimo e doveva essere altrettanto costoso.
Dentro c'era un biglietto:
Buon compleanno, Rose.
Questo è un vestito all'ultima moda,
ti starà benissimo.
Vorrei che lo indossassi stasera,
ceneremo insieme per festeggiare.
Ti farò venire a prendere,
c'è un ristorante vicino a dove lavoro.
Non potrò rimanere a lungo,
ma non potevo non passare almeno
un pò di tempo con te, oggi.
Ti voglio bene,
mamma.
 
'Tipico!'
'Non mi dispiacerebbe vederti con questo vestito però!', disse lui.
Risi: 'Vieni, devo provarlo! Stasera io e questo vestito affronteremo mia madre e le faremo una bella ramanzina!'
 
Durante la cena dissi a mia madre che quando mi aveva detto di aver rinunciato a quel giorno libero, mi ero sentita più sola che mai. Le dissi che da quando mi aveva portata via da mio padre, mi ero sentita trascurata. Che ero felice perchè non dovevamo più soffrire, ma che non mi aveva permesso di condividere la mia felicità con lei.
Lei pianse, mi abbracciò e mi chiese scusa.
Mi spiegò che all'inizio non faceva che lavorare per dimenticare il dolore che gli aveva provocato mio padre e che poi non aveva più pensato a fare altro e poi mi promise che da quel momento in poi, sarebbe stata più presente.
'Sai mamma, dobbiamo ringraziare una persona perchè mi ha dato la forza di parlarti con franchezza..'
'Davvero?'
'Sì. Vedi, tranquillizzata dal fatto che avremmo passato qui tutto il tempo fino al mio diploma, mi sono lasciata più andare alle amicizie. Ho conosciuto delle persone splendide, te li farò conoscere tutti, se...sarai a casa qualche volta'.
‘Oh, tesoro..qui i miei colleghi, non facevano altro che dirmi che lavoravo troppo e che non ce n'era bisogno.. io non capivo, avevo sempre lavorato in quel modo. Avevo dimenticato, che lavoravo così tanto solo per non pensare e che ormai non ne avevo più bisogno. Ti prometto che non succederà più. Inoltre mi hanno offerto una promozione: il mio superiore, lo sai, è ormai anziano, è vedovo e non ha figli. Cercava da tempo qualcuno a cui affidare l'azienda e ha scelto me. Sai che era un mio vicino di casa, che mi ha vista crescere e che si fida di me. Con quel posto che ho tanto sognato, non farò altro che lavorare quanto basta. Senza esagerare, semplicemente con passione. Tornerò a orari decenti e resterò a casa più spesso'.
'Grazie mamma, sono felice per te!'
'Allora,' disse lei sorridendo 'mi dicevi di questa persona che dovrei ringraziare..'
'Oh sì, ecco lui si chiama Chris. Christopher, in realtà. Lui mi è stato molto vicino in questa faccenda che mi mancava la tua presenza e mi ha dato tanti consigli, mi dava coraggio. Abbiamo passato tanto tempo insieme e alla fine ci siamo innamorati..'
'Dici sul serio?!' esclamò mia madre ricominciando a piangere, 'stavo iniziando a pensare di averti privato delle dovute esperienze adolescenziali, con tutta questa storia dei trasferimenti! Oh, un'altra cosa! Quello che mi hanno offerto, è ovviamente un posto fisso! Voglio dire, viaggerò ogni tanto, se sarà necessario, ma avrò così tanti dipendenti, che sono anche miei cari amici, per via di tutti gli spostamenti, che non dovrò più fermarmi da qualche parte così a lungo da dovermi trasferire lì! Qui c'è la sede dell'azienda vera e propria! Rimarremo qui!'
'Oh, mamma! Ma è stupendo!', dissi piangendo insieme a lei.
'E dimmi, lui com'è? E' bello? Ha la tua età?'
'Si, è.. Oh, ma lo conoscerai presto! Quando vuoi! Viene molto spesso a casa!'
'Fantastico! Che ne dici di domani? Dovrò solo dire al vecchio James, che accetto il lavoro e che voglio tornare a casa per festeggiare con te! E tu lo inviti! Magari anche i tuoi amici, ti va bene? Cucino io!'
'Mi piacerebbe tanto!'
'Sono contenta, tesoro! Oh, sembri così felice!'
'Lo sono! E adesso ancora di più!.. Mamma?'
'Si?'
'Sei sicura di voler cucinare?'
'Oh, sono un pò arrugginita, ma con un bel libro di ricette andrà tutto bene!'
'Ce ne sono alcuni, nella libreria dello studio a casa!'
 
La sera stessa chiamai Chris e gli raccontai tutto, mi sorprese quando mi chiese nervosamente: 'Sei sicura che piacerò a tua madre? E se poi gli sto antipatico?'
Io avevo riso e gli avevo assicurato che mia madre lo avrebbe preso in simpatia anche fosse stato inguardabile e noioso, dato che avevamo recuperato il nostro rapporto grazie a lui.
Poi chiamai gli altri. Quando chiamai Vick, le dissi di venire la mattina presto così avremmo potuto parlare come mi aveva chiesto.
 
Vick arrivò puntuale come un orologio.
'Di cosa volevi parlarmi?', chiesi non appena ci fummo sedute sul divano.
'Ecco, ho pensato molto a chi chiedere consiglio, tra voi ragazze.Si tratta di una cosa che non mi è mai successa.A Emily è successo da tanto e mi sembra una cosa ormai, assolutamente naturale. A Christine avrei potuto chiederlo, ma visto che a te è capitato da molto poco, ho pensato che potessi aiutarmi meglio'.
'Ti aiuterò Vick, ma non ho ancora capito a cosa ti riferisci.'
'Vedi, ultimamente ho cominciato a pensare e a provare cose strane. Insomma, quando vedo e parlo con.. una persona .. mi sento felice e vorrei passarci più tempo insieme. Ho cominciato a vedere tutti i suoi pregi, e i suoi difetti mi sembrano molto dolci. Secondo te, che l'hai provato da poco, questo è amore?
Non volevo nasconderlo agli altri ma volevo prima essere sicura e poi essere sincera come lo siete stati tu e Christopher'
Mi trattenni da spalancare la bocca dalla sorpresa. Era così dolce quel suo discorso che per poco non l'abbracciai.
'Vick, io credo che tu stia cominciando a voler molto bene a questa persona e che sta nascendo pian piano un pò d'amore. Lo conosci da tanto?'
'Si, ecco... è Oliver.. Lui è sempre tanto gentile con me.. Io prima lo vedevo solo come una bravo ragazzo, imbranato ma che ammiravo. Ora vedo molte più cose, ma non so come comportarmi..'
Presi le sue mani : 'Ascoltami, la prima cosa che devi fare è parlare con Oliver. Digli che ti senti diversa insieme a lui, felice. Digli che vuoi passare più tempo con lui, e digli anche che non ti è mai successo e che quindi non sai bene come comportarti e che hai quindi bisogno del suo aiuto'.
'E se lui non vorrà aiutarmi?'
'Credimi, andrà tutto bene. Fidati di me'.
Annuì: 'Va bene, grazie'.
'E ora vuoi venire con me? Devo comprare una cosa!'
 
Chris arrivò a casa prima di mia madre.
'Mi ha chiamata, arriverà a momenti'
'Davvero?', rispose lui passandosi nervosamente la mano nei capelli.
Scoppiai a ridere: 'Dai, non è mica la fine del mondo!'
'Sei nervoso, Christopher?' chiese Vick.
'Certo che no!' disse lui, fingendosi tranquillo.
'Sono a casa!'
'Oh eccola!', sorrisi.
'Oh, per la miseria è già qui! Dovevo prepararmi mentalmente!' disse isterico.
'Forza scendiamo!' dissi ridendo.
 
Mia madre era in cucina, cercava un grembiule.
'Mamma?'
'Tesoro, quei libri di ricette di cui parlavi...oh! Ma sono già qui!'
'Solo loro due! Lei è Victoria, noi la chiamiamo Vick!' dissi in modo eloquente: avevo già parlato a mia madre di tutti, insistendo sul loro carattere e sui loro nomi, così che se li ricordasse.
'Oh, ciao Vick, sono molto contenta di conoscerti!'
Vick gli strinse la mano sorridendo.
'E lui è, ehm.. Chris'
Mia madre lo studiò per bene: 'Oh, caro ragazzo! Sono contenta di conoscere anche te! Ti ringrazio per tutto quello che hai fatto per la mia Rose, sei davvero un bel ragazzo, mia figlia ha buon gusto!'
'Mamma!', dissi io imbarazzata.
'E' un piacere stare accanto ad Anne, davvero', disse lui sorridendo.
'Come l'hai chiamata?' , disse mia madre continuando a sorridere.
Lui arrossì: 'Ecco io.. Anne.. La chiamo Anne..'
Mia madre rise: ‘ Allora, Rose quel libro di ricette?’
‘Oh, si! Chris ti ricordi mica dove lo abbiamo visto?’
Mia madre rise di nuovo, ma poi si mise subito a conversare con Vick.
 
Qualche ora dopo avevo presentato tutti i miei amici a mia madre e avevamo gustato una cenetta coi fiocchi.
Mia madre era rimasta deliziata da Emily e Logan e non faceva altro che ridere con loro che gli raccontavano ogni episodio più imbarazzante accaduto a noi altri.
Oliver ruppe un vaso di mia madre, che io avevo sempre odiato e mentre lo ringraziavo di cuore, Vick lo chiamò:
'Oliver, vorrei prendere un pò d'aria, mi accompagni?'
Uscirono in giardino.
Mi sentivo nervosa io, per loro.
Li vedevo benissimo, ma non sentivo cosa Vick diceva esattamente.
Però la trovai così bella, mentre fissava un punto del prato, sorrideva delle sue parole e arrossiva.
E la faccia di Oliver passò chiaramente da un'espressione confusa a una sorpresa, poi incredula e poi emozionata.
Quando lei concluse il suo discorso e lo guardò inclinando un pò la testa, in attesa di una sua risposta, Oliver le prese la mano e lessi chiaramente il labiale mentre diceva:
'Sarò felicissimo di aiutarti a far evolvere il nostro rapporto. Ci speravo tanto, in realtà'.
A quel punto però mi allontanai, perchè mi sentivo tanto una spiona.
 
'Chris?'
'Anne, tutto bene?'
'Si, però voglio darti una cosa. Vieni con me'.
Lo presi per mano e lo portai nella libreria, dove avevo lasciato il pacchetto che avevo comprato insieme a Vick.
'E' per te.'
'Per me?Che cos'è?'
'Aprilo!'
Lui lo scartò e aprì la scatolina. Dentro c'era una bracciale, sul ciondolo a forma di piuma c'era scritto:
To make you feel my love
Anne
'Ho pensato, che sarebbe stato carino.. Per farti sentire anche il mio, d'amore, ovunque tu sia...'
Lui mi attirò a se con un braccio e mi baciò con passione.
'Ti amo, Anne. Davvero, non riuscirei a immaginare nessun'altro con me in questo momento'
Poi scoppiò a ridere. 'Perchè ridi?'
'Ti ricordi quando mi dicesti, la prima volta che entrai in casa tua, che odiavi pensare che mi avevi quasi rubato un sogno?'
'Si, eri così estasiato da questa casa, la adoravi.. E' incredibile quanto tempo è passato da allora e quante cose sono successe..'
'E ti ricordi anche, quello che ti risposi io?'
Ci pensai un attimo: 'Oh, che magari non l'avrei rubato, ma l'avrei reso migliore..'
'Esatto, ed è stato così: adesso sogno questa casa, io e te, una vita insieme. E' un sogno migliore'
Sorrisi estasiata: 'E magari un giorno qualcun'altro abiterà qui, e troverà il diario dove due innamorati hanno scritto della loro vita e di come hanno creato una famiglia sotto questo magico tetto'
'E dobbiamo anche cercare Steve, o sua figlia Jane! Magari li inviteremo al matrimonio', rise lui.
'Assolutamente!' risposi ridendo con lui.
'E chi saranno i testimoni? Oh, Emily e Christine si farebbero la guerra!'
'Opterei per Vick e Oliver a questo punto. Gli altri, compresi Logan e Adam, ovviamente, faranno le damigelle!'
Chris scoppiò a ridere: 'Oh, sarebbe perfetto! Ma Vick e Oliver non sono ancora una coppia! Dobbiamo cercare di..'
'Vick mi ha confessato due cosette, stamattina! E ha anche parlato con Oliver! Non vedo l'ora di vedere il loro rapporto evolversi!'
'Sai cosa credo?', disse lui abbracciandomi
'Cosa?'
'Che l'amore è nell'aria in questa casa! E' davvero la casa dei sogni!'
 

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Capitolo 5
*** Epilogo. ***


Epilogo.

 
Quella era davvero la casa dei sogni per me, perchè da quando ero andata a viverci e avevo cominciato a sognare un futuro migliore, avevo realizzato - superando le eventuali difficoltà - ogni mio più importante sogno.
Forse il fatto di crederci davvero in quei sogni, di credere davvero di poter fare tutto sotto quel tetto mi ha aiutata a combattere per realizzarli.


Io, Chris e i miei amici abbiamo passato un anno pieno di emozioni prima di diplomarci.
Ora, Vick studia per diventare psicologa e ci riuscirà, ne sono certa. Convive con Oliver che invece lavora nell'azienda di famiglia.
Christine e Adam si sono sposati da poco e attualmente sono in viaggio di nozze.
Emily e Logan abitano non molto lontano da casa mia e beh, loro sono sempre gli stessi, uniti ancora di più dalla gravidanza di lei che darà alla luce due gemelle.
Mia madre ha conosciuto un uomo, Ryan.
Lo adoro! E' così divertente, buffo e ama mia madre alla follia.
Io e Chris ci siamo sposati e abbiamo un figlio di un anno di nome Steve.
Viviamo nella nostra casa, mia madre ne ha comprata un'altra nelle vicinanze, dove vive con Ryan.
Chris si è dimostrato un valido collaboratore di mia madre e lavora con lei.
Io mi dedico alla scrittura che è sempre stata la mia passione.
Oh! Dopo molte ricerche e varie chiacchierate con gli anziani del quartiere, siamo riusciti a trovare Jane, la figlia di Steve - il figlio dei primi proprietari della nostra casa -.
Lei ci ha raccontato di quanto suo padre amava quella casa e che poi però si era trasferito a Parigi, luogo di origine dei suoi genitori.
A quei tempi mancava solo un mese al nostro matrimonio, così abbiamo potuto invitare solo Jane e la sua famiglia ma non Steve e Catherine.
In compenso, abbiamo scelto come meta del viaggio di nozze proprio Parigi, siamo andati a trovare Steve e sua moglie e gli abbiamo regalato il diario.
Lui, si è emozionato nel ritrovare ricordi della sua casa d'infanzia e lesse in un giorno tutto quello che noi avevamo scritto proseguendo il suo racconto.
Il giorno del nostro ritorno a casa, ce lo restituì chiedendoci di custodirlo in casa nostra, continuare a scrivere e conservarlo per un eventuale generazione futura.
Quando nacque Steve - il nostro bambino e suo omonimo -, vennero a trovarci e pianse quando seppe come lo avevamo chiamato.
Prima di tornare a Parigi, ci confessò che aveva un pò abbandonato la sua passione per l'intaglio - di cui aveva parlato nel suo diario -, ma che ultimamente aveva deciso di riprendere con quell'arte per farci un regalo da appendere nella nostra camera.
Era un tavoletta di legno, con su inciso: 
 To make you feel my love
       Anne & Chris

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