Broken

di Arya Destiny98
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Black umbrella ***
Capitolo 2: *** Something ***
Capitolo 3: *** Mr. L ***



Capitolo 1
*** Black umbrella ***





 

Harry Styles aveva sedici anni,era un bel ragazzo e aveva una voce stupenda. Nonostante tutto,però,non aveva mai baciato una ragazza. Non che gli mancasse la materia prima,anzi: praticamente tutta la popolazione femminile del suo liceo gli aveva chiesto almeno una volta di uscire. Spesso aveva accettato,sicuro che durante la serata si sarebbe sprigionato un chissà quale scoppio di ormoni  e lui sarebbe riuscito ad arrivare al dunque. Fino ad allora non c’era stato nulla da fare. Niente farfalle nello stomaco,niente batticuore e assolutamente nessuna voglia di attorcigliare la sua lingua a quella della ragazza che aveva di fronte.
“Per me sei gay.” disse Niall Horan,il migliore amico di Harry,quando quest’ultimo gli confessò come si sentiva. Niall era più grande di lui,quell’anno si sarebbe diplomato.“Bah”grugnì Harry poco convinto. “No, sul serio pensaci. Da piccolo volevi sempre baciare quel cercopiteco di Liam Payne.”ridacchiò Niall. “Adesso piantala. Mio padre potrebbe sentirci.”Era un caldo pomeriggio di fine agosto e i due amici erano mollemente stravaccati sul divano del salotto di Harry a giocare alla wii. “Guarda che se sei gay non me ne frega un cazzo,saresti comunque il mio migliore amico.”bofonchiò il più grande dopo aver sventolato un po’ il telecomando del videogioco. “Non sono gay.”sbuffò Harry mettendo fine alla conversazione.                
 
                                                                       *
Il primo giorno di scuola Harry era eccitato. Sentì una scossa di elettricità percorrergli  tutto il corpo che lo invogliò ad alzarsi dal letto prima del previsto. Si mise a preparare la colazione fischiettando allegramente. “Ehi ragazzo,come mai così di buonumore?”domandò suo padre entrando con passo strascicato in cucina. Harry si limitò a fare spallucce con un sorriso smagliante.                                       “Styles, frocio di merda,levati dalle palle!”Fu quella frase a bucare la sua piccola bolla. Liam Payne insieme a metà della squadra di football gli era appena sfrecciato davanti con il suo Suv nero,rischiando di investirlo. “Vaffanculo.”sibilò tra i denti. Strinse le spalline dello zaino e continuò a camminare verso la scuola.“Potter vieni qua!”lo chiamò Niall quando giunse in vista del portone principale. “Piantala con quel soprannome,Niall. Solo perché mi chiamo Harry.”sospirò annoiato, con un pizzico di rassegnazione. “Eddai mi diverto. Guarda,carne fresca!” Harry  spostò lo sguardo nella direzione indicatagli dall’amico. Un gruppetto di ragazzine,matricole per essere precisi,stava facendo il suo ingresso nel cortile. “Dio solo sa cosa vorrei fare alla biondina nel mezzo …”mugolò Niall con la bava alla bocca. Harry fissò le ragazze e si concentrò,quasi volesse autoimporsi di sbavare come lui. Fortunatamente la campanella li distrasse dalle loro fantasie. “Ci vediamo a pranzo,Potter!”lo sbeffeggiò un’ultima volta Niall. La giornata sembrò protrarsi in eterno. Harry cercò più volte di sentirsi come quando si era alzato,ma non fu più in grado di ritrovare quella sensazione inspiegabile. All’ora di tornare a casa iniziò a piovere,perciò decise che avrebbe preso l’autobus per non infradiciarsi. Sotto il tetto pericolante della pensilina provò a ripararsi dalla pioggia ghiacciata che gli inzuppava i ricci castani appiccicandoglieli alla faccia, riuscendo soltanto a bagnarsi ancora di più. D’un tratto smise di percepire le fastidiose goccioline. Aveva forse smesso?Alzando lo sguardo per controllare il cielo plumbeo si accorse di trovarsi sotto un ombrello nero. Il proprietario era un ragazzo poco più grande di lui,alto una decina di centimetri in più e con una sigaretta accesa fra le labbra piene. Harry aveva voglia di ringraziare lo sconosciuto,di interagire. Quando aprì la bocca, però,arrivò il bus, facendogli sprecare la sua unica chance.

ANGOLO AUTRICE:Ciao a tutte,spero che questo micro capitolo introduttivo vi abbia incuriosite. Ho intenzione di pubblicare un capitolo a settimana,forse anche due, dipende tutto dall'ispirazione. Le critiche sono ben accette, così come suggerimenti o consigli che secondo voi migliorerebbero la storia. Un bacio a tutte le Larry shippers :*


 

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Capitolo 2
*** Something ***




                               

Harry era bravo in molte cose: non se la cavava affatto male a scuola,sapeva preparare  il miglior pane di Londra ed era in grado di zittire una folla urlante con un semplice sorriso. Ma la cosa che preferiva fare in assoluto era cantare. Fin da piccolo aveva sempre amato come la voce di un essere umano potesse creare tali sinfonie. Il suo sogno era quello di formare una band e cantare davanti a milioni di persone. Il problema?Per cantare servivano canzoni e per sfondare servivano ottime canzoni. Harry non era mai riuscito a scriverne una. Tutte le volte che ci provava si ritrovava a fissare il foglio con sguardo vacuo, lottando contro la sua perpetua mancanza d’ispirazione. Quel giorno, dopo essere rincasato meno zuppo di quanto si aspettasse, ripensò al ragazzo dell’ombrello nero. Non  l’aveva visto bene in faccia, ma ricordava perfettamente il profilo affilato del suo volto e quelle labbra di un rosa per il quale numerose ragazze avrebbero volentieri ucciso. Improvvisamente gli venne un’assurda voglia di scrivere di quell’incontro, di mettere nero su bianco i pensieri che gli turbinavano sotto i ricci. “Ragazzo,vieni ad aiutarmi con la spesa!”Purtroppo l’urlo di suo padre lo riportò alla realtà. Caracollò giù dalle scale e prese in braccio due buste piene zeppe. “Papà,tu hai sempre voluto fare il panettiere?” chiese Harry ad un certo punto mentre metteva l’insalata in frigo. Suo padre si passò una mano fra i capelli e sospirò. “Beh,era quello che ero destinato a fare.” “La mia domanda era un’altra.”  “Che cosa vuoi che ti dica,figliolo?Che volevo fare l’astronauta?L’avvocato?La nostra famiglia fa il pane migliore di Londra da generazioni. Che altro avrei mai potuto sperare di ottenere?”Harry si sentì decisamente deluso dalla risposta del padre. Voleva dire che anche lui sarebbe rimasto inchiodato nel panificio per il resto dei suoi giorni?No,proprio non ci stava. Non che gli dispiacesse lavorare al forno,solo che lui era uno spirito libero. Necessitava di potersi esprimere in ogni modo possibile e la preparazione del pane non glielo permetteva. Andò a dormire con uno sgradevole peso sullo stomaco che lo accompagnò durante un sonno inquieto e costellato di incubi.
                                                                       *
“Styles,ti puoi fermare un momento?Ti devo parlare di una cosa.”Il professor  Gaf bloccò Harry prima che quest’ultimo potesse dileguarsi dalla lezione di educazione artistica. “Sì?”domandò ritornando al suo posto. “Harry tu sei uno dei miei studenti preferiti. Lo sai perché?” Harry scosse la testa. “Perché nonostante tu sia,scusami, poco portato per la mia materia ti impegni ogni secondo. Ti vedo che cerchi di buttare fuori qualcosa. Pensavo che forse avrei potuto aiutarti a tirarlo fuori,questo qualcosa.”Harry era completamente basito. Non gli era mai particolarmente piaciuta l’ora di arte,l’aveva scelta solo per i crediti extra. “Ehem … e come,signore?”azzardò,insicuro. “Vorrei che tu partecipassi al concorso di belle arti  che la St Mary’s organizza ogni anno a dicembre. Dovrai impegnarti molto,ma se riuscirai ad entrare nei primi dieci ti assicurerai una A nel mio corso.”Gli occhi avrebbero potuto cadergli per terra e mettersi a rotolare da tanto erano spalancati. Una A senza fare niente per tutto il secondo quadrimestre?! “Accetto volentieri professore. Non se ne pentirà”Uscì da scuola gongolante. “Ehi come mai così tronfio,Styles?Hai leccato per bene il culo a Gaf?”gli chiese una voce. Harry si voltò e si ritrovò faccia a faccia con Liam Payne e un altro paio di ragazzi. “Mi hai portato il compito di matematica, scarafaggio?”tuonò Liam con un ghigno. A Harry si mozzò il respiro. Cazzo,il compito!Tutto quel pensare al ragazzo dell’ombrello nero lo aveva distratto … “Senti io … te lo porto domani,ok?”farfugliò. “Non esiste, frocio!Mi serve adesso!”Liam lo prese per il colletto della camicia e lo sollevò da terra. Harry era sempre stato mingherlino per la sua età e l’altro ragazzo era proprio un colosso. “No … ti prego!”ansimò senza fiato. “Dammi quel compito,Styles!” “Non … non ce l’ho!” Liam lo lasciò e lui cadde pesantemente sull’asfalto. “Cosa cazzo vuol dire che non ce l’hai?!”Harry si alzò e gli lanciò uno sguardo carico di disprezzo. Da quando Payne aveva iniziato a pretendere che lui svolgesse tutti i suoi compiti di matematica aveva davvero preso ad odiarlo. “Che non ce l’ho!Devi smetterla con queste cazzate,io mi sono stufato!”gridò a pieni polmoni. Senza preavviso i due amici di Liam gli furono addosso e lo immobilizzarono. “Ah,Styles,nessuno ti ha insegnato che devi portare rispetto ai più grandi?”ridacchiò Payne in tono vellutato. La fronte di Harry si imperlò di sudore freddo mentre cercava con tutte le sue forze di divincolarsi dalla stretta. “Ora ti darò una bella lezione,così la prossima volta ti ricorderai chi è il capo qui.” Detto questo iniziò a picchiarlo:qualche potente cazzotto al viso, una valanga di calci al torace. Harry ormai era del tutto incapace di difendersi. “Ehi voi!Cosa diavolo credete di fare?!”Era la voce di Niall. Lui e un ragazzo dalla pelle olivastra che Harry non aveva mai visto prima, si fiondarono in suo soccorso. “Lascialo in pace,Payne, o ti farò pentire di essere venuto a scuola oggi.”ringhiò Niall premendo un dito accusatore sui pettorali palestrati del giocatore di football. Liam emise un verso di scherno, ma alla vista dei muscoli tesi del biondo decise che era meglio lasciar perdere. “D’accordo,Styles. La tua ragazza ti ha salvato per stavolta. Non credere che finisca qui.”I suoi scagnozzi liberarono Harry dalla presa e lo seguirono verso il Suv. “Harry,ce la fai a stare in piedi?”chiese Niall al suo migliore amico. Senza aspettare una risposta gli mise le mani sotto le ascelle e lo trasse verso di sé. “Ce la faccio.” bofonchiò Harry con voce stanca. Qualcosa di caldo gli colava dal labbro. Harry deglutì sapendo che era sangue. “Ti ringrazio.”aggiunse subito dopo. Se lui non fosse arrivato … non voleva nemmeno pensarci.  “Dovere,amico. Vieni,ti do un passaggio a casa.” Sulla Mercedes di Niall rimasero per un attimo in silenzio,poi Harry si accorse che il ragazzo moro che aveva intravisto durante il pestaggio li aveva seguiti in auto. “E tu chi saresti?”gli domandò. “Mi chiamo Zayn.” rispose lui. “L’ho conosciuto questa mattina, è nuovo in città. Sembra un tipo a posto.”precisò Niall con un sorrisetto. Finalmente giunsero di fronte a casa Styles. “Sei sicuro che non vuoi che venga con te?Potrei spiegare a Des …” “No,Niall, lascia fuori mio padre da questa faccenda, ok? Non voglio farlo preoccupare.”si affrettò ad interromperlo Harry. Papà si sarebbe sicuramente arrabbiato e non avrebbe fatto altro che metterlo ancora di più nei casini con Liam. Niall lo squadrò,ancora titubante, e alla fine cedette. “Okay.” Harry scese dalla macchina sentendo dolori ovunque. Grazie all’opera di chissà quale dio, Des Styles non era ancora tornato. Harry salì al piano di sopra per osservare i danni riportati davanti allo specchio:aveva il viso irrimediabilmente tumefatto,con gli occhi cerchiati di viola e il labbro spaccato. Si sbottonò la camicia e quasi gli si rivoltò lo stomaco alla vista dei lividi che gli ricoprivano l’addome. Sospirò tremolante,andando a sdraiarsi sul letto con molta attenzione per non subire le fitte che minacciavano di sopraffarlo,però non pianse. Harry non piangeva mai. Da quando,quattro anni prima, sua madre era morta aveva del tutto bandito le lacrime. Anche ora,nello sconforto totale, non se ne lasciò sfuggire nemmeno una. Non poté fare a meno di pensare che in lui si fosse rotto qualcosa di importante che lo aveva spinto a diventare così freddo e insensibile. Era rotto. Rotto,rotto,rotto. Si mise a girare per la casa come un’anima in pena senza sapere esattamente cosa pensare di se stesso,poi il telefono squillò. “Pronto?”Oddio la sua voce era davvero così rauca? “Salve, sono il responsabile del corso preparatorio alla competizione artistica della St Mary’s. Posso parlare con Harry Styles?” “Sono io.” “Oh,buongiorno Harry. Il professor Adam Gaf mi ha segnalato la tua iscrizione  e volevo la tua conferma.”La voce dall’altro capo della cornetta parlava talmente veloce che Harry quasi si perse. “Ehm … oh … il prof non mi aveva detto che c’era un corso.”bofonchiò pensando a quel tricheco di Gaf. Prima o poi gliel’avrebbe fatta pagare. “Ah,ero convinto che te ne avesse parlato. Per accedere ufficialmente alla gara devi prima passare un esame e il corso è stato creato appositamente per preparare i partecipanti.”Quella giornata andava di male in peggio per il povero Harry. “Mmm,va bene. E quando sarebbe?” “Tutti i giovedì dalle due alle sei del pomeriggio. Ci riuniamo nell’aula magna. Ti aspetto Harry,conto sulla tua presenza.”Il ragazzo si rese conto che giovedì sarebbe stato il giorno seguente e deglutì. “Ci sarò. Buona giornata.”salutò frettoloso. “A domani!”rispose la voce prima di riattaccare. Harry scivolò contro il muro arrivando a sedersi sul pavimento. Non solo l’indomani avrebbe dovuto affrontare le mille prese in giro che si sarebbero sollevate a causa della sua faccia multicolor, sarebbe anche stato obbligato a sfoggiarla davanti a una folla di sconosciuti. Fu questo che la mattina dopo gli rese ancora più difficile alzarsi dal letto. Suo padre non aveva spiccicato verbo sui suoi lividi e a lui andava bene così; purtroppo i suoi compagni non sarebbero stati altrettanto clementi. “Styles che hai fatto alla faccia?Troppo makeup?” “La prossima volta fai attenzione con il fard,raggio di sole” Harry non ne poteva più di quelle insinuazioni. D’accordo,non aveva mai baciato una ragazza ed era abbastanza sicuro che non lo attraessero nemmeno. Ma che bisogno c’era di rompergli così tanto le scatole?Magari era asessuale e non gli sarebbe mai piaciuto nessuno,che cazzo ne sapevano loro?! “Ehi Potter …” “Eh che cazzo BASTA!”urlò in faccia a Niall senza nemmeno rendersi conto di chi fosse. “Woa Harry, stai calmino.”Il suo amico alzò le braccia in alto in segno di resa. Harry sospirò. “Scusami. Sono arrivato al limite con questa gente,non li posso più soffrire.” “Tranquillo, so come ci si sente. Ignorarli e basta, Hazza.”Era da quando andavano alle elementari che Niall non tirava fuori quel nomignolo. Doveva essere proprio conciato male. “Sai,preferisco decisamente che mi chiami Hazza. Potter mi ha un po’ annoiato.”ridacchiò,lasciandosi scivolare lo stress di dosso. Aveva ragione Niall,bisognava lasciarli perdere. Anche Niall si aprì in un sorriso raggiante. “Perfetto.”   A fine giornata il buonumore aveva del tutto contagiato Harry,perciò si diresse nell’aula magna fischiettando allegramente. Che sarebbe mai stato un corso di educazione artistica?Sicuramente non avrebbe fatto nulla per la metà del tempo. Bussò e quando gli fu detto di entrare si sedette al primo banco senza guardare nessuno. “Bene,ora che ci siamo tutti – disse una voce stranamente familiare – possiamo cominciare la nostra lezione” Harry tirò fuori dallo zaino un foglio di carta e una penna senza troppo entusiasmo. “Il mio nome è Louis Tomlinson e sarò responsabile di voi per le prossime otto settimane. Voi però potete chiamarmi …” Harry si accorse che la voce del professore si era interrotta di colpo. L’aveva già sentita da qualche parte:nella cornetta del telefono il giorno prima. Alzò il capo e incontrò un paio di occhi azzurri,glaciali,che lo trafissero come una stilettata. Quello sguardo … Il prof non era altro che un ragazzo. Forse aveva tre,quattro anni più dei suoi studenti. Ma non fu questo a paralizzare il nostro Hazza:il prof occhialuto, che lo stava fissando con un’espressione di pura sorpresa,era il ragazzo dell’ombrello nero che aveva popolato i suoi pensieri per giorni. 
 

ANGOLO AUTRICE:Ed eccomi qua più presto di quanto avessi previsto dato che ho avuto molto tempo libero. Beh che ne dite?Finalmente è entrato in scena Louis e anche Zayn ha fatto la sua comparsa :) Scusate se ho reso Liam il "cattivo del giorno" ma è essenziale che ci sia almeno un bullo a complicare la vita del nostro Harry. Grazie a MinRo12  per aver messo la mia storia tra le seguite anche con un solo capitolo,spero di guadagnarmi la fiducia che mi hai dato con i prossimi :)
Un bacio anche a tutti i lettori silenziosi e alla prossima. 

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Capitolo 3
*** Mr. L ***



“… voi potete chiamarmi Mr L” concluse il professore con un fil di voce. La maggior parte della classe non aveva fatto caso all’intenso scambio di sguardi tra di lui ed Harry Styles. Soltanto un ragazzo con dei grandi occhiali e la pelle olivastra lo aveva notato. “Tu e il prof vi conoscete? ”chiese Zayn ad Harry. Harry sussultò (non si era accorto di avere un compagno di banco) e si affrettò a fare di no con la testa. “Sembra proprio di sì invece” ridacchiò Zayn. Harry si sentì arrossire e cercò di tirarsi il colletto della camicia fin sopra al naso. “Bene. Siete ventiquattro e soltanto tre di voi saranno ammessi al contest artistico. Come tutti ben sapete questo concorso viene organizzato dalla St Mary’s ogni anno da cinquant’anni,quindi mi aspetto il massimo impegno. Domande?”Due mani scattarono in alto:una era quella di Zayn e l’altra, inaspettatamente ,era quella di Harry. “Tu con gli occhiali … il tuo nome?” “Sono Zayn Malik, signore. Volevo chiederle se ci sarà un esame finale prima del concorso.” Le teste dei ragazzi si voltarono verso Mr L in attesa. “Ottima domanda Zayn. Sì ci sarà un test di fine corso e sceglierò i tre che hanno ottenuto i risultati migliori.” Era il turno di Harry. Il rossore bollente non era ancora defluito dalle sue guance. “Tu sei … Harry Styles, vero?”chiese Mr L con una strana sfumatura nel tono. “S-sì. Quindi il corso non è solo preparatorio,ma è una competizione in sé,giusto?”A quella richiesta scattarono i bisbigli. Era un tutti contro tutti e la tensione stava andando alle stelle. “Esatto Harry.”confermò il professore. Le ore che seguirono furono una lunga spiegazione del lavoro che avrebbero dovuto svolgere in quella prima settimana. Il tema era ‘il volo ’:ognuno era libero di interpretarlo a suo piacimento,che fosse in una scultura o un bozzetto a matite colorate. Harry si sentiva completamente spaesato, sia a causa di Mr L ,sia per la sua mancanza di inventiva. Non ce l’avrebbe mai fatta da solo. “Buona fortuna,Harry. Se hai bisogno di una mano in qualsiasi momento non esitare a chiedere.”gli disse Zayn ammiccando e dandogli una sonora pacca sulla spalla al termine della lezione. “Grazie.”rispose distrattamente. Stava seguendo con lo sguardo i movimenti del prof che radunava le sue cose. In ogni sua mossa c’era un’insolita grazia,quasi come se gli oggetti che teneva in mano fossero fatti di vetro. Harry non poté che rimanerne affascinato. Troppo tardi si accorse di essere rimasto solo con il professore;tutti gli altri ragazzi se l’erano filata di gran carriera. “Che ci fai ancora qui?” domandò Mr L sbigottito. Harry sentì che le guance gli si stavano imporporando di nuovo. “Uh …  oh … ehem ...”balbettò incespicando nelle parole. Abbassò gli occhi sulle sue Converse bianche e sentì un nodo allo stomaco. “Ti serve uno strappo?” “Cosa?” “Ho detto – ripeté il prof con un sorriso – ti serve un passaggio a casa?” Harry ci rifletté un momento:le prepotenti gocce di pioggia che battevano sui vetri non lo rendevano per niente desideroso di tornare a casa in autobus. “Mmmm … se non le è di troppo disturbo …”sussurrò. Non aveva ancora avuto il coraggio di guardare Mr L . “Non preoccuparti,per me è un piacere.”disse quest’ultimo. Spense la luce e uscì dall’aula con un trotterellante Harry al seguito. Salirono sull’ auto,una Citroen rossa fiammante, e finalmente Harry si concesse una sbirciatina a Louis Tomlinson. Harry ricordava che qualche giorno prima il professore aveva un ciuffo ribelle e una barba leggera. Quel pomeriggio,invece, i capelli castani gli cadevano perfettamente lisci sulla testa,tenuti fermi da una bella dose di gel e l’accenno di barba era sparito. Sembrava un quindicenne. “Lei non è un po’ troppo giovane per fare il professore, Mr L?”chiese Harry in un impeto di curiosità. Il prof sorrise per la seconda volta e il cuore di Harry perse un battito. Che gli stava succedendo?! “In effetti sì. Mi sono diplomato a diciassette anni e ho conseguito la laurea triennale con un anno di anticipo. Lavorare nella tua scuola è uno stage prima della specialistica per me.” Quindi,se i calcoli di Harry erano esatti … “Ha davvero diciannove anni?!” ansimò. Alla vista della faccia scioccata del ragazzo, Louis scoppiò in una sonora risata. “Non pensavo che l’età contasse chissà quanto.”si giustificò con una mano fra i capelli. Harry cercò di contenere la sua espressione allucinata per non mettere Mr L in imbarazzo. “Che ti è successo alla faccia?”proseguì quest’ultimo facendosi serio. Harry si rabbuiò. “Sono caduto.”borbottò monocorde. Passarono un paio di minuti in cui Louis gli scoccò un’occhiata preoccupata e la macchina si fermò. Che fossero già arrivati?Harry non aveva nessuna voglia di scendere. “Cazzo,siamo imbottigliati nel traffico!”esclamò il più grande facendolo sobbalzare. Harry guardò fuori dal finestrino e vide una colonna di automobili che arrivava fino al centro della città. Ringraziò silenziosamente quel piccolo imprevisto che gli avrebbe permesso di godere della compagnia di Louis ancora per un po’. In mancanza di altre distrazioni si ritrovò a scrutare nuovamente il prof. La linea dritta del naso,le labbra piene,l’arco armonioso del collo … Tutto di Louis Tomlinson lo attraeva e lo faceva sentire come mai prima d’allora. Il suo cervellino sovreccitato lo portò avanti anni luce, in un futuro in cui le braccia forti del professore lo stringevano e le sue dita leggere lo accarezzavano. “Sai Harry, preferirei che mi dessi del tu d’ora in poi. Fuori dall’aula mi sembra così strano.”Si riscosse di colpo da quelle assurde (ma terribilmente allettanti) visioni e rimuginò sulla richiesta. Dargli del tu … Fuori dall’aula … Significava che avrebbero passato del tempo insieme anche al di fuori dell’ambiente scolastico?Al solo pensiero le sue viscere iniziarono a ballare la conga. “Uhm,d’accordo.”acconsentì. Chissà come, l’ingorgo si dissolse e il traffico riprese a circolare. Quando la Citroen si fermò, Harry capì di essere arrivato. Stava per salutare e scendere quando un pensiero inquietante gli sfiorò la mente. “Come faceva a … cioè come sapevi dove abito?”chiese. Fu la prima volta in cui vide Mr L in difficoltà. “Ehm … i professori hanno l’indirizzo di tutti gli studenti.”Sembrava una scusa inventata sul momento. E anche se fosse stata vera,tra ventiquattro indirizzi,come avrebbe fatto a memorizzare proprio quello di Harry? “Oh,capisco. Grazie del passaggio.”disse lui  tutto d’un fiato. Scese sul vialetto di casa Styles e corse precipitosamente alla porta. Non sapeva spiegare se tutta quella fretta fosse dovuta al diluvio o a quello strano presentimento che Louis gli stesse mentendo.
                                                                               *
Una volta a letto Harry non pensava più alle stranezze di Mr L. l’unica cosa che riuscisse ad avere in testa erano i sentimenti che lo assalivano quando c’era lui nei paraggi. Non ci era abituato, erano cose insolite. Dopotutto forse Niall aveva ragione,forse Harry Styles era omosessuale. Allora perché non aveva mai sentito niente di simile?Perché non aveva mai neanche contemplato seriamente l’idea di  baciare un ragazzo,prima di conoscere Louis?Sì,d’accordo,da piccolo gli era successa una cosa con Liam Payne,ma … Nel momento esatto in cui formulò quella riflessione, vide se stesso baciare il professore. E quello fu l’inizio della fine.
                                                                            *
Niall Horan era sdraiato sul suo letto ad ascoltare la musica. Quel giorno il suo migliore amico non lo aveva chiamato:si scrivevano via Facebook o per messaggio ogni pomeriggio e il non averci parlato lo faceva preoccupare. Che quel cazzone di Liam Payne gli fosse saltato addosso di nuovo?Se solo ci avesse provato Niall gli avrebbe spaccato il muso. Lui ed Harry erano amici fin dai tempi delle elementari,quando giocavano ai Power Rangers sotto gli sguardi attenti della madre di Harry. Anne gli era sempre piaciuta e lo trattava come un secondo figlio. Dopo la sua morte Harry non era stato più lo stesso e la medesima cosa si poteva dire di Niall. Quell’esperienza li aveva,se possibile,resi ancora più uniti. Il cellulare del biondo squillò e lui rispose,troppo sollevato per controllare chi lo stesse cercando alle dieci di sera. “Ciao Harry mi hai fatto preoccupare.” “Ehm Niall sono io, Zayn.”rispose l’ultima persona che si aspettava lo chiamasse. “Oh,scusami. Che cosa c’è?” “Ti volevo parlare di Harry, appunto.”disse Zayn con voce tesa. “Che gli è successo?Sta bene?” “Sì tranquillo sta benissimo.” Niall  riprese a respirare. “Ma credo che ti stia nascondendo qualcosa.”aggiunse Zayn. Nascondendo qualcosa?Harry? “Figuriamoci,Zayn!Io e lui siamo come fratelli,ci diciamo tutto.” “Ah, allora tu sapevi che conosce Mr L?” “Chi?”Niall non aveva mai sentito quel nome prima. “Mr L,il nostro supervisore al corso di belle arti. L’ho visto salire sulla sua auto dopo la lezione.” “Oh no io … non ne sapevo nulla.”bofonchiò Niall. Cominciava a sentirsi infastidito dal comportamento di Zayn. Perché s’impicciava?!Che c’entrava lui? “Capisco. Beh allora una cosa è certa: Harry Styles ha un segreto”. 

 

ANGOLO AUTRICE:Sono consapevole del fatto che sono circa 248264728437 anni che non aggiorno.Chiedo perdono, purtroppo sono stata risucchiata da quell'inferno altrimenti detto terza liceo.Mi farebbe molto piacere sapere cosa pensate della storia, così deciderò se continuarla o lasciar perdere.Un bacio, e grazie a tutti :)P.S. Vi lascio delle foto di come mi immagino i ragazzi in questa storia, mi ci sono impegnata u.u






 

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