Human

di maartii95
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap. 1 ***
Capitolo 2: *** Cap. 2 ***
Capitolo 3: *** Cap. 3 ***
Capitolo 4: *** Cap. 4 ***



Capitolo 1
*** Cap. 1 ***


So che l’amore è come le dighe: se lasci una breccia dove possa infiltrarsi un filo d’acqua, a poco a poco questo fa saltare le barriere.
E arriva un momento in cui nessuno riesce più a controllare la forza delle barriere.
Se le barriere crollano, l’amore si impossessa di tutto.
E non importa più ciò che è possibile o impossibile.
Paulo Coelho

 

 

 

 
Erano passati un paio di mesi e la città si stava lentamente riprendendo.
Dig e Lyla aspettavano il piccolo Andrew con ansia, Roy stava provando a ricomporsi dopo la rottura con Thea mentre Oliver, bè Oliver adesso si sentiva più libero, più spensierato. Aveva perso tutto, la madre, la sorella, la loro villa e l’azienda di famiglia anche se era deciso a riaverla. Arrow ormai in quei mesi era intervenuto pochissime volte. Finalmente la città si poteva rialzare felice, anche se erano morte tante persone,tutti sembravano propensi a ricostruirla.

L’unica persona che non stava bene era Felicity. Si sentiva una brutta persona a causa di quello che pensava, forse perché sperava che tornasse Slade e la prendesse in ostaggio così che Oliver andasse a salvarla. Erano brutti pensieri ma non riusciva a smettere di pensare a quella notte, quella notte di cui nessuno aveva più parlato, nessuno era inteso come Oliver. Dopo il rientro dall’isola sembrava che non fosse successo nulla per Oliver, ma quelle non erano le stesse idee di Felicity , lei avrebbe voluto parlare con il ragazzo, ma aveva paura di esporsi tanto da fargli capire i sentimenti che provava, ed era una cosa da evitare.
Come poteva lei, Felicity Smoak, IT girl, nerd fino al midollo, dichiarare i propri sentimenti a Oliver Queen? No, assolutamente no, non era possibile. Non voleva perderlo. Lui era la sua unica famiglia. Sua madre stava ancora a Vegas, ma i rapporti non erano dei migliori, mentre suo padre non aveva la più pallida idea di dove fosse. Le aveva abbandonate quando lei era ancora in fasce, e comunque anche se lui adesso fosse tornato, Felicity non l’avrebbe accolto a braccia aperte. Quindi la cosa che più si avvicinava a una famiglia era il Team e non voleva perdere anche loro a causa dei suoi sentimenti. Semplicemente avrebbe fatto finta di nulla, anche se le parole di quella notte rimbombavano ancora nelle sue orecchie e facevano battere il suo cuore.

Quello che la ragazza non sapeva e che non immaginava era però che Oliver si sentiva allo stesso modo.
Mentre lei si allontanava da lui per non aggravare la situazione, lui si avvicinava, le parlava ogni volta che ne aveva l’occasione e la sfiorava, la sfiorava spesso facendo finta di niente. Lui non capiva perché la ragazza lo respingesse e non si accorgesse dei suoi sentimenti. Più volte Dig, che aveva capito e che sapeva tutto, gli aveva consigliato di parlare a Felicity con il cuore, ma Oliver aveva paura che stando con lui l’avrebbero presa di mira, anche se la criminalità non era quasi più presente in città qualcuno poteva prendersela con lei e ferirla, farle del male, o peggio.  Aveva anche paura che la ragazza non ricambiasse i suoi sentimenti e che si rovinasse il loro rapporto.

Quando le aveva detto che la amava non l’aveva fatto per Slade, l’aveva fatto perché era quello che provava davvero, e da quel momento aveva provato in tutti i modi a farglielo capire, ma lei lo evitava.

Una notte Felicity si svegliò a causa di un incubo, sempre il solito: Slade la rapiva e metteva Oliver a scegliere tra lei e Laurel, e Oliver sceglieva Laurel, avrebbe sempre scelto lei.
Si alzò e si fece una doccia per lavare via il sudore causato dall’incubo. Si lavò bene i capelli e poi passò al corpo, che lavò con il sapone alla vaniglia, il suo preferito. Appena ebbe finito uscì e in accappatoio si diresse in cucina continuando a pensare all’incubo appena fatto. Sapeva che ormai non si sarebbe più addormentata, da quella notte lo sognava spesso, quasi tutte le notti come un promemoria, per cosa poi?
Per ricordarle che Oliver avrebbe sempre preferito altre donne a lei?

Mentre Felicity pensava a queste cose e piangeva sola sul divano di casa sua, qualcuno la guardava da fuori, qualcuno che avrebbe voluto aprire la finestra e eliminare la distanza prendendola tra le braccia, stringerla fino a quando le lacrime non avessero smesso di scendere sulle sue guance. Qualcuno che per paura e codardia rimase fuori dalla finestra a guardarla piangere fino a quando, sfinita, si addormentò sul divano. Quel qualcuno era la persona di cui Felicity si era innamorata. Quello che le aveva detto di amarla e poi l’aveva trattata come si tratta una sorella.

Quel qualcuno era Oliver che quella notte, li davanti alla finestra di casa di Felicity capì che anche lui meritava di avere una persona con cui stare, una persona da amare e che lo amasse. E quella persona era la sua Felicity.
Andò via quando fece giorno, con la convinzione  che il giorno stesso avrebbe chiesto a Felicity un appuntamento.
 
 



Continua…
 

 


-Note dell’autrice (che autrice non è)
Heeeey! Sono tornata! Mese nuovo storia nuova no?
Spero che il primo capitolo vi piaccia e vi faccia venire voglia di leggere il prossimo!
Un bacio a tutti quelli che entreranno qua! Grazie ancora!
Ci si becca al prossimo!
Baci, Marti. <3

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Capitolo 2
*** Cap. 2 ***


Quando cerchi sinceramente l'amore, 
Lo trovi che ti sta aspettando.

-Oscar Wilde.







La mattina Felicity si svegliò con un forte mal di testa a causa del pianto della sera prima.

 Si alzò dal divano, fece colazione e si preparò lentamente.

Quella mattina sarebbe dovuta passare al covo per alcuni documenti che aveva lasciato li il giorno prima. Sperava con tutto il cuore di non incontrare nessuno.. sopratutto Oliver. 

Lui si sarebbe subito accorto che c'era qualcosa che non andava, i suoi occhi rossi e gonfi ne erano la conferma, la notte appena passata l'aveva distrutta, se pensava al sogno le venivano ancora i brividi e gli occhi lucidi.

"Felicity concentrati sulla guida." Disse a se stessa, non aveva bisogno di rischiare la vita anche durante la sua vita normale, già bastava doverla rischiare durante la sua doppia vita che svolgeva insieme a Dig, Roy e Oliver.. 

"Oliver.." 

Proprio mentre parcheggiava la macchina davanti al Verdant si accorse di lui, era seduto sopra il muretto del locale con dei fogli in mano. 
La ragazza scese dalla macchina e gli andò incontro. Sperava di non incontrarlo, invece era proprio li, sembrava che la stesse quasi aspettando.

"Ma cosa pensi Felicity? Ovviamente non sta aspettando te.. Ma con tutte le persone che ci sono in questa città proprio lui dovevo trovare questa mattina?!"

"Hey ciao, ti stavo aspettando. Questi devono essere i tuoi." Disse Oliver scrutandola con un sorriso dolce. "perchè hai questa faccia? E' successo qualcosa?"
 

Felicity abbassò la testa per impedirgli di vedere gli occhi. "No Oliver, tranquillo, ho solo un po' di mal di testa"

"Non fare lo stupido, sai benissimo cosa le sta succedendo. Ora tira fuori le palle e chiedile di uscire!"

"Grazie per avermi preparato i documenti, ora se mi vuoi scusare ho tantissimo lavoro da fare.. ci vediamo Oliver."

"MUOVITI OLIVER! STA ANDANDO VIA!"

"Felicity aspetta! Devo chiederti una cosa.." 

"Dimmi.."

"Ok, puoi farcela! E' Felicity, è la tua partner... ed e' la donna che ami! Su amico, puoi farcela."

"Emh.. io volevo chiederti se... Si insomma. Ti andrebbe di venire a cena con me questa sera? Solo io e tu.."

La ragazza alzò di scatto la testa e lo guardò negli occhi. Leggeva sincerità e paura. Lei era euforica, ma anche spaventata. Oliver che le chiedeva di uscire? pensava fosse un sogno.

 "Fel? cosa ne pensi? E' un si o un no?" 

"Sembra agitato" pensò Felicity "Ok, Oliver Queen, l'uomo di cui sono innamorata mi sta chiedendo di uscire con lui. ACCETTA FELICITY!"

"E' un si.. Si mi piacerebbe venire a cena con te, Oliver." 

Oliver si illuminò in un sorriso stupendo, che fece sorridere anche lei.

"Ok, ci vediamo più tardi qua al covo?" disse lui sempre sorridendo.
"Si, a più tardi." e con un sorriso felice si avviò verso la sua macchina.


Oliver si trovò fuori dal Verdan a sorridere come un cretino, non riusciva a smettere. Felicity aveva detto si e lui era la persona più felice del mondo. Lei era la persona con cui avrebbe voluto passare tutta la vita. Era la sua unica scelta. L'unica verità in tutta la sua vita. 

"Dio quanto la amo!"


Il ragazzo non aveva idea delle cose che sarebbero successe più avanti.. Avrebbe passato momenti stupendi, ma anche momenti di totale pazzia, paura e disperazione... Ma questo era solo l'inizio della loro storia.




Continua...








-Note dell'autrice.

Hey! scusate l'assenza, ma dopo il SDCC e tutti gli spoiler usciti sono entrata in crisi.. non sapevo più cosa scrivere.
Ora sono tornata, a pochi giorni dall'inizio della terza stagione. Sono tornata con questo piccolo capitolo, ma non picchiatemi, è un capitolo di passaggio per prepararci a tutto quello che succederà tra Oliver e Felicity.

Ora vi lascio, spero che questo mini-capitolo vi faccia venire voglia di leggere il prossimo, e che non vi schifi tanto ahahah 

Un bacio e grazie a tutti!


-Marti. <3

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Capitolo 3
*** Cap. 3 ***


Lo sa come si fa a riconoscere se qualcuno ti ama? Ti ama veramente, dico?
Credo che sia una cosa che ha a che vedere con l’aspettare. Se è in grado di aspettarti, ti ama.
A.Baricco




Verso l'ora di pranzo Felicity ricevette un messaggio da Oliver:
"Spero ti piaccia l'italiano. Passo a prenderti io alle 19.00. 
Non vedo l'ora."

La ragazza lesse e rilesse il messaggio tantissime volte. non poteva ancora crederci, sarebbe uscita insieme ad Oliver.. Non stava più nella pelle. Andò in camera e cercò il vestito più bello che avesse e le scarpe più eleganti. Doveva essere perfetta per quella serata.

Prese il telefono e rispose ad Oliver:
"Amo l'italiano. Ti aspetto, anche io non vedo l'ora."


Si fece un bagno lunghissimo rilassando corpo e mente. Si asciugò e mise una crema alla vaniglia, asciugo i capelli e li sistemò per la serata. Fece un trucco semplice ma d'effetto, mise il vestito, le scarpe ed era pronta.

Erano le 18.30 quando le squillò il telefono

"Hey Fel, scusami ma farò un po' di ritardo, ho avuto dei problemi con uno spacciatore qua in città e sono rimasto ferito, ma niente di preoccupante"

"Oliver tranquillo, non saresti tu se non fossi in ritardo, è una delle tue qualità" Disse ridacchiando.

Oliver sorrise al telefono e continuò a parlare "Ok, dammi dieci minuti in più e sarò da te. Prometto."

"Tranquillo davvero" replicò la ragazza "Posso aspettarti, ora però vai a prepararti!"

"A dopo Fel."

"A dopo Oliver"


Dopo la chiamata si sentiva un po' meno in colpa "arrivare in ritardo al nostro primo appuntamento, bella mossa Oliver!" 

"Se non fosse per questo maledetto taglio che non smette di sanguinare!" 

Lo disinfettò ,ci mise una garza sopra e andò a prepararsi, doveva fare più in fretta possibile, anche se un leggero mal di testa si stava facendo strada in lui. Ma non ci fece caso, era più eccitato e spaventato all'idea del suo primo appuntamento con Felicity.
Non voleva deluderla, anzi avrebbe fatto di tutto per farla felice.
Non l'avrebbe più voluta vedere piangere, per nessun motivo.

Alle 19.00 era ufficialmente pronto, e stava uscendo da casa quando si sentì leggermente mancare "sarà un calo di zuccheri? tutta questa eccitazione non fa bene a nessuno!" disse a se stesso.

Salì in macchina e si diresse a casa della ragazza. Salì le scale e bussò alla sua porta, che fu subito aperta dalla ragazza. 
Quando la vide rimase di sasso. Quanto poteva essere bella? Non aveva mai visto niente del genere, mai aveva visto una ragazza così spettacolare. 

"Hey, sei... sei stupenda"

Lei sorrise imbarazzata "Grazie Oliver, anche tu lo sei."

"Andiamo?" 

Felicity annuì e Oliver la prese per mano e la condusse alla sua macchina, le aprì lo sportello e la fece sedere. Poi fece il giro e si sedette anche lui.

In macchina parlarono del più e del meno.

Quando arrivarono al ristorante, un ragazzo li fece accomodare al loro tavolo, e prese le loro ordinazioni.
Mangiarono e continuarono a parlare.
Parlarono dell'isola, parlarono della famiglia di Felicity. 
Parlarono del team e di tante altre cose, fino a quando Oliver ebbe un forte mancamento e diventò tutto buio per lui.

Non capiva più nulla di quello che gli stava succedendo, compiva le azioni ma era come se non fosse lui a farle, e fu in quel momento che le cose iniziarono a peggiorare.





Continua...






-Note dell'autrice 
Ebbene si, sono tornata con un nuovo capitolo, e ovviamente non sarei io se non vi lasciassi col dubbio! Ahahahah non odiatemi per questo.. Nel prossimo capitolo vedremo tutto quello che succederà (secondo me, ovvio xD) durante la puntata. 
A proposito, -11!!!!!! Can't waittttttt!!!
Anyway, ci becchiamo al prossimo capitolo! tanto amore per voi che mi seguite e recensite! Grazie tante davvero!

Un bacione.


-Marti.



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Capitolo 4
*** Cap. 4 ***


Il dolore spesso scava buchi nel cuore, da lì fai passare solo amore.
E’ questo cio’ che ti salverà.

Stephen Littleword

 
 
 
 
Oliver si sentiva come se non fosse lui a comandare il suo corpo,non capiva nulla, non ricordava nulla.. e nessuno.
Si trovò a girare per la città senza una meta, vestito da Arrow.
Non ricordava nulla prima del buio, non ricordava se era solo o in compagnia. Tantomeno ricordava come ci era arrivato in quel ristorante in cui si trovava prima del buio.
Fino a quando vie una persona che conosceva bene, passeggiare al buio nella città. La sua parte pazza e irrazionale prese una freccia e la posizionò nell’arco. Prese la mira e scoccò la freccia. 
Lui non voleva colpire la sa amica, ma non riusciva a controllare se stesso dal compiere quelle azioni.

Tutto davanti a lui scoppiò e iniziò a bruciare. La ragazza era a terra, stava sanguinando, ma lui continuava a non capire perché avesse provato ad uccidere la ragazza di cui era innamorato.

Corse da lei e la prese tra le sue braccia.. non sapeva cosa fare, non poteva portarla all’ospedale, così la portò al covo.
Tra le lacrime e urla, furioso con se stesso, cercò di medicarla ma sembrava che ogni suo movimento fosse inutile.
Tutto quello che faceva per salvare la ragazza era inutile, non riusciva a migliorare la situazione.

Le attaccò gli elettrodi sul petto per monitorare il suo battito cardiaco. Ricordava ancora quando lei l’aveva fatto con lui.. aveva sentito le sue dita che gli attaccavano gli elettrodi anche in fin di vita.

Provò a rianimarla ma niente, non c’era più battito. La ragazza era morta.

Le sue cure non erano state abbastanza veloci. Era tutta colpa sua se lei era morta.
La persona di cui era innamorato era morta. Per colpa sua che aveva causato l’esplosione. Per colpa sua che non era riuscito a salvarla. Per colpa sua che la amava e non era riuscito a proteggere la sua felicità.

Si sedette sulla sedia vicino al tavolo dove era sistemata la ragazza e pianse.
Pianse tutte le sue lacrime.
Pianse per la ragazza.
Pianse per la madre.
Pianse per tutte le persone che erano morte a causa sua..
 
Fino a quando un nuovo giramento di testa gli fece perdere nuovamente i sensi.
 
Si trovò al covo con il completo grigio che aveva messo per uscire con Felicity.
 
“Felicity!”
 
Ma la ragazza non era più sul tavolo che aveva usato per operarla..
 
Si alzò dalla sedia e la cercò nel covo, ma lei non era li. Allora usci fuori, salì sulla moto e si diresse a casa della ragazza.
Mentre guidava verso casa pensava.. non poteva essersi mossa da sola.. lei era morta! Era morta per colpa sua!
Arrivò alla casa della ragazza e da fuori vide le luci della casa accese. Salì le scale e bussò alla porta con tutta la forza che aveva.

“Arrivo!! Non c’è bisogno di buttare giù la porta!”

Quella voce.

Come poteva essere lei?!

Quando Felicity aprì la porta lui la guardò senza parlare.

“Come fai ad essere qua?! Ti ho vista morire”

“Morire? Che dici? Mi hai riaccompagnato a casa dopo che sei stato male poco fa al ristorante Oliver.” Lei si avvicinò e le mise la mano sulla guancia “Oliver, credo che tu abbia avuto delle allucinazioni.”

Oliver capì che Felicity aveva ragione, allora tra le lacrime che gli scendevano sul viso per la paura di averla persa e per la felicità di averla davanti ancora viva, la prese per il fianchi e la baciò.La baciò con tutta la tenerezza e l’amore di cui era capace.

Felicity mise le mani sul collo del ragazzo, lo spinse dentro casa sua e chiuse la porta.
 
 
Continua..
 
 
 
-Note dell’autrice.
 
Ciao a tutti! Sono tornata con il nuovo capitolo, aggiorno di fretta. Ancora grazie a tutti quelli che stanno seguendo la storia! Grazie davvero! Scusate per il ritardo, ma ho avuto tanti problemi..
Ci becchiamo al prossimo capitolo!
Baci.
-Marti.
 

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