Il quaderno color biscotto

di Kitiara_92
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prime conoscenze ***
Capitolo 2: *** Primi guai: Hidan ***
Capitolo 3: *** Quaderno color biscotto ***
Capitolo 4: *** Naruto e Hinata ***
Capitolo 5: *** Un ragazzo misterioso ***
Capitolo 6: *** Tradimenti ***
Capitolo 7: *** L'epidemia degli studenti che girovagano di notte ***
Capitolo 8: *** Litigi e nuvole ***
Capitolo 9: *** Temari, aiutami! ***
Capitolo 10: *** Yamanaka e cinema: pessimo abbinamento ***
Capitolo 11: *** Le amiche si riconoscono nel momento del bisogno ***
Capitolo 12: *** Ricatto ***
Capitolo 13: *** Biancheria intima e nuovi amori ***
Capitolo 14: *** Quello che succede quando si perdono le chiavi ***
Capitolo 15: *** Mistero-Uchiha ***
Capitolo 16: *** Sparizioni di quaderni ***
Capitolo 17: *** Ridammi quel quaderno Nara! ***
Capitolo 18: *** Voci che girano ***
Capitolo 19: *** Squadra-detective ***
Capitolo 20: *** Natale e sorprese! ***
Capitolo 21: *** Prima volta sugli sci ***
Capitolo 22: *** Un regalo originale ***
Capitolo 23: *** Ritorno al college ***
Capitolo 24: *** Furti d'auto ***
Capitolo 25: *** Brusca serata ***
Capitolo 26: *** "Furto" di quaderno ***
Capitolo 27: *** Voti non troppo felici ***
Capitolo 28: *** Qual è il modo migliore per disfarsi di una collana rubata? ***
Capitolo 29: *** Svolte ***
Capitolo 30: *** Perdere il controllo ***
Capitolo 31: *** Dubbi e decisioni ***
Capitolo 32: *** Amore, gelosia e scatole misteriose ***
Capitolo 33: *** Preparativi ***



Capitolo 1
*** Prime conoscenze ***


IL QUADERNO COLOR BISCOTTO

 

Prime conoscenze

 

Da sempre era stata una ragazza per natura allergica alle storie d'amore e anche l'amicizia o perfino i più semplici rapporti sociali non le erano mai interessati: alle elementari la chiamavano “quella strana” visto che se ne stava spesso e volentieri da sola, durante la ricreazione preferiva leggere per conto proprio piuttosto che giocare con gli altri bambini. Certo, aveva avuto anche lei la sua amica del cuore ma gli altri in generale non l'avevano mai interessata molto. Alle medie invece la chiamavano “secchiona”. Aveva legato con poche persone nella sua classe, provava disprezzo per i ragazzini infantili che sembrava non sarebbero mai cresciuti, per i professori invece era sempre stata la studentessa prediletta. Alle superiori le cose non erano cambiate molto ma il suo soprannome era diventato “la sexy ragazza di ghiaccio”: bellissima e totalmente inavvicinabile. Non aveva mai avuto un ragazzo sebbene in molti le avessero chiesto di uscire (chi non ci aveva provato o era troppo timido per farlo o apparteneva all'altra sponda), non aveva mai creduto nell'amore, per lei era una sciocchezza colossale. Per quanto riguardava le amiche ne aveva avuta qualcuna, tutte ragazze serie con la testa a posto ma dopo il liceo si erano perse di vista.

Quindi non capiva proprio perché, lei, che si era sempre tenuta il più lontano possibile da amiche, possibili pretendenti e persone in generale, improvvisamente, senza averlo voluto si ritrovò a fare il cupido personale a tutti coloro che, incasinati nelle loro assurde storie d'amore senza capo ne coda glielo avevano chiesto!

Eppure aveva ben altri pensieri per la testa che cercare di risolvere quelli delle altre persone, in primis il college: era al primo anno e voleva mantenere una buona media, non poteva proprio accettare voti inferiori alla lode! Pretendeva forse troppo? Assolutamente no! Lei era sempre stata la migliore a scuola a partire dalle elementari per proseguire alle medie e per finire alle superiori dove era uscita con il massimo. Perciò non poteva proprio perdere tempo con altro.

A quanto pareva però la vita sembrava volerle giocare qualche strano scherzo quell'anno: fossero stati problemi suoi poi! No, erano le altre persone che avevano deciso di eleggerla, per chissà quale motivo poi, il loro personale angioletto alato con tanto di frecce e arco! E la sua vita iniziò a cambiare proprio da quel maledettissimo primo giorno, seppur non se ne accorse subito (altrimenti sarebbe fuggita via di sicuro a gambe levate).




 

Temari attraversò l'enorme giardino della scuola, il suo passo era spedito e sicuro come sempre, qualche ragazzo le lanciò occhiatine di apprezzamento ma lei non ci fece caso e non degnò nessuno di uno sguardo. Entrò nell'edificio trascinando dietro di sé la pesante valigia e si fermò all'entrata per ammirare l'enorme atrio. Era davvero immenso ma non c'era da stupirsene visto che l'intera scuola lo era. Si spostò per far passare altri ragazzi, anche loro appena arrivati a giudicare dai bagagli che avevano con sé.

La sua attenzione venne catturata da una biondina tutta presa a insultare in tutti i modi possibili e immaginabili un ragazzo che senza volerlo aveva rovesciato per terra una delle sue innumerevoli valigie.

«Guarda che hai combinato incapace! Lì dentro ci sono tutti i miei vestiti e se per colpa tua si sono stropicciati o altro giuro che te li farò lavare e stirare tutti a te!» Temari la guardò con espressione critica. “E io che pensavo che il college fosse per gente matura” Pensò. A quanto pareva non era molto diverso dal liceo.

Prese un profondo respiro e poi decise di mettersi in cerca della segreteria, doveva consegnare dei moduli e farsi dare le chiavi della propria stanza, non sapeva ancora chi avrebbe avuto come coinquilina. La biondina che aveva urlato fino al quel momento fece prendere le proprie numerose valigie da altri ragazzi e si allontanò con loro lungo un corridoio. Temari si avvicinò alla piantina della scuola appesa al muro e cercò di capirci qualcosa. “Devo andare dritta, girare a destra poi a sinistra poi... uff! Servirebbe un navigatore” Si disse seccata.

«Serve aiuto?» Le chiese un ragazzo gentilmente. Lei si voltò:

«No grazie, ce la faccio da sola» Era abituata da sempre a cavarsela da sé in ogni situazione. Si allontanò incurante della delusione del ragazzo. Dopo venti minuti che girava per quei lunghi corridoi però prese in considerazione l'idea che forse non sarebbe stato male farsi dare una mano da qualcuno. Vide poco più avanti una ragazza con i capelli rosa intenta a leggere un foglio. “Che colore orripilante dei capelli” Pensò ma visto che era l'unica persona disponibile le si avvicinò.

«Scusa» La chiamò e la rosa alzò lo sguardo. Non era brutta in effetti peccato che il colore di capelli rovinava tutto. «Sapresti indicarmi dov'è la segreteria? Sono nuova...»

«Certo, è proprio la porta a sinistra in fondo al corridoio. Anche io sono nuova comunque, mi chiamo Sakura» Le tese la mano e Temari la strinse presentandosi a sua volta. «Ci vedremo sicuramente a qualche corso» Continuò Sakura «Io non conosco nessuno eccetto il mio ragazzo che però è un anno avanti a me, ho deciso di studiare qui anche per lui altrimenti non ci saremmo mai potuti vedere» Per Temari non c'era cosa più stupida da fare che scegliere il proprio percorso studio in base a quello del proprio fidanzato.

«Scusa» La interruppe «Devo proprio andare in segreteria adesso»

«Certo, ci vediamo in giro allora» Temari annuì e si allontanò in fretta. Stava rapidamente cambiando idea sul college, bambocci se ne trovavano anche lì. La segretaria era occupata a parlare con qualcuno, Temari aspettò con impazienza vicino alla porta. Il ragazzo che era prima di lei aveva perso nella borsa i moduli da consegnare e li stava cercando disperato. “Questo è il terzo cretino che incontro” Non poté fare a meno di pensare irritata. Dopo 15 minuti che aspettava entrò e superò il biondino, sbatté i fogli sulla scrivania e la segretaria sobbalzò. «Vorrei la chiave della mia stanza» Le disse.

«Nome?»

«Temari Sabaku no»

La segretaria cercò nel computer e poi le diede le chiavi.

«Stanza numero 123, devi tornare nell'atrio e andare al terzo piano»

«Grazie» Si voltò, l'altro ragazzo aveva finalmente trovato i moduli e le sorrise. Temari non ricambiò e uscì, solo allora si ricordò che avrebbe dovuto chiedere chi era la sua compagna di stanza. “Poco male, lo scoprirò da sola” Si disse.





 

La camera era abbastanza grande per due persone, un letto era vicino alla finestra e lei lo occupò subito visto che era arrivata prima. In un angolo vide l'altra valigia che aveva fatto portare prima per non ritrovarsi tutto il peso sulla strada. Aveva anche un armadio tutto per sé e due mensole dove decise di mettere i suoi libri. Poi c'erano una scrivania e un piccolo frigo, lo aprì, era vuoto. Andò a vedere il bagno, non era male neanche quello anche se non aveva la vasca ma solo un box doccia. “Che peccato, dovrò dire addio ai miei bagni rilassanti”. Tornò in camera iniziò a svuotare la valigia quando la porta si spalancò ed entrò la ragazza bionda che aveva visto nell'atrio accompagnata dai tre ragazzi che le portavano le borse.

«Ora potete andarvene» Disse la biondina ai tre dopo che ebbero poggiato le valigie a terra. Li fece uscire e chiuse la porta poi si voltò verso Temari che era impietrita. Non riusciva a crederci: tra tutti quelli che potevano essere proprio lei le doveva capitarle come compagna! «Il letto vicino alla finestra lo voglio io» Disse la biondina poggiandoci la propria borsa sopra.

«Non ci penso proprio, sono arrivata prima io» L'altra la ignorò e continuò:

«Mettiamo subito le cose in chiaro: non devi mettere le cose dalla mia parte di stanza, voglio metà del tuo armadio perché nel mio i miei vestiti non ci stanno, la sera si spegne la luce quando dico io e se russi mi sentirò autorizzata a buttarti giù dal letto. Tu non prenderai le mie cose senza chiedermele e dovrai tenere la stanza in ordine perché non sopporto la confusione, per le pulizie faremo a turno e non voglio in frigo schifezze come cioccolatini e dolci vari, se faremo così sono certa che andremo daccordo» Le sorrise e le tese la mano «Ino Yamanaka, piacere» Si presentò. Temari ci mise qualche secondo ad elaborare il tutto. Ma chi si credeva di essere quella?

«Senti un po', innanzitutto il letto l'ho scelto prima io quindi tu prendi l'altro, seconda cosa ti farai bastare il tuo di armadio e terzo non pensare di darmi ordini perché non sono una che ha molta pazienza!» Le prese la borsa e la lanciò nell'altro letto «E poi, io non russo!!!» Sbottò.

«Voglio il letto vicino alla finestra!» Ribatté Ino.

«E invece questo letto è mio» Temari ci si sedette sopra e incrociò le braccia senza alcuna intenzione di schiodarsi di lì. Ino la fissò adirata ma lasciò perdere e senza dire una parola andò a sistemare le proprie cose. Brontolò tutto il tempo.

«L'armadio è troppo piccolo, dove li metto tutti questi vestiti?» Ne aveva un'infinità.

«Potevi non portarne tanti» Ribatté Temari.

«Qualcuno ha chiesto la tua opinione per caso?» Chiese la biondina acidamente.

Temari non rispose, non aveva senso perdere tempo con lei. La sua nuova vita iniziava proprio bene con quella tipa lì, avrebbe preferito convivere con uno zombie, almeno sarebbe stato zitto!

«Ma perché fanno gli armadi così piccoli mi chiedo, non ci sta nemmeno il minimo necessario!» Si voltò verso Temari «A te è stato tutto?» Chiese.

«Certo, io non mi sono portata qui un intero negozio»

«Quello che ho è solo il minimo necessario» Ribatté Ino. Andò a vedere il bagno ed ebbe da lamentarsi anche lì «Avevo chiesto una vasca da bagno, non un box doccia»

«Tutte le stanze hanno il box, è per risparmiare spazio»

«Una vasca ci stava benissimo e poi era ciò che avevo chiesto»

«Vai a lamentarti allora, anche se dubito che servirà»

Ino la guardò stizzita

«Ma che problemi hai?» Le chiese.

«L'unico problema che ho è che pensavo che finalmente sarei stata tra persone adulte e mature e invece mi ritrovo come compagna di stanza una principessina che non fa altro che lamentarsi per le cose più stupide!»

Decisamente la loro convivenza non era partita per il meglio, dopo quelle parole Ino uscì dalla camera sbattendo forte la porta, offesa. Temari immaginò fosse andata a chiedere di cambiare stanza e quasi quasi sperava che l'accontentassero, anzi, senza il quasi. Poco dopo Ino tornò ancora più furibonda.

«Gente maleducata e priva di un minimo di educazione!» Sbottò.

«Hai detto la stessa cosa due volte» Le fece notare Temari.

«Oh, non rompere! Sono andata a chiedere che mi spostassero di camera ma non possono farlo. Credo proprio che dovremo stare qui insieme»

“Ma certo idiota, pensavi che ti accontentassero così?”

«Comunque come ti chiami?»

«Temari»

«Io sono Ino ma te l'ho già detto»

«Appunto» Temari si era fatta già un'idea su quella ragazza, era un suo vizio quello di inquadrare le persone in schemi ben precisi e Ino per lei era viziata, arrogante e irritante. A giudicare dal modo di vestire e da come si era comportata prima con i tre ragazzi doveva anche essere, quella che lei definiva, una mangiatrice di uomini. Non era brutta, anzi, era molto carina, aveva tratti che rispecchiavano la ragazza bella per eccellenza: capelli biondi, lunghi, lisci, occhi azzurrissimi, fisico da modella e portamento elegante. Mentre Ino riprendeva a sistemare le proprie cose Temari si distese sul letto a leggere un libro.

«Che leggi?» Chiese Ino dopo un po' e Temari ebbe la conferma che era davvero insopportabile.

Le mostrò la copertina e Ino fece una smorfia «L'autobiografia di Margherita Hack, che noia...»

«Scommetto che il massimo che leggi tu è “I love shopping”»

«Guarda che non è mica brutto»

«Se ti piacciono le sciocchezze no...»

Ino sbuffò

«Proprio tu mi dovevi capitare come compagna di stanza» Brontolò a bassa voce ma comunque abbastanza forte perché Temari potesse sentire.

«Potrei dire lo stesso» Le due non si parlarono più per il resto della giornata.

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Capitolo 2
*** Primi guai: Hidan ***


Primi guai: Hidan

 

Il giorno dopo Temari si svegliò di buon ora entusiasta di iniziare finalmente le lezioni, non aveva aspettato altro per tutta l'estate! Si svegliò prima di Ino e andò in bagno a prepararsi. Era piena di aspettative per quell'anno. Sorrise guardandosi allo specchio, anche se la prima giornata non era andata molto bene non doveva per forza essere lo stesso per la seconda.

Dopo qualche minuto Ino bussò alla porta.

«Sbrigati che devo andare anche io»

«Ho quasi finito» “Che scocciatrice, proprio una compagna così mi doveva capitare?” Finì di truccarsi, anche se non era mai stata interessata ai ragazzi amava essere sempre a posto. Uscì dal bagno.

«Era ora!» Esclamò Ino seccata. Temari non si preoccupò di aspettarla, raccolse la propria borsa e uscì dalla camera. Il corridoio era pieno di ragazzi, molti si erano appena svegliati e giravano in pigiama o mezzi nudi. La mattiniera pronta era solo lei. “Meglio così, troverò il bar vuoto” Si disse.

«Ehi bella» La chiamò qualcuno e lei alzò gli occhi al cielo. Ogni volta era la stessa storia quando arrivava in un posto nuovo! Attirava i ragazzi come api al miele e mica lo faceva apposta! Si voltò, due ragazzi più grandi le si avvicinarono. «Come ti chiami piccola?»

«Temari e quel “piccola” lo dici a qualcun altro» Rispose lei freddamente.

«Attento Hidan questa qua è tosta» Disse l'altro ragazzo dai capelli biondi.

«Lo sai che più toste sono e più mi piacciono Deidara, le belle puledrine è divertente domarle» Temari stava per andarsene ma Hidan le prese un braccio fermandola.

«Te ne vai di già piccina?»

«Non ho tempo da perdere soprattutto con un idiota come te»

«Ti conviene stare attenta a ciò che dici tesoro, con Hidan non si scherza» Disse lui e Deidara ridacchiò. Temari non si fece intimorire e con un movimento secco si liberò dalla presa.

«Nemmeno io sto scherzando» Sibilò fissandolo con disprezzo. No, non valeva la pena di perdere tempo con uno come lui e rischiare di rovinarsi l'intera giornata, si voltò e si allontanò.

Era sempre più convinta che in quel posto ci fossero solo idioti, sperò di incontrare anche qualcuno sano di mente. Arrivata al bar si sedette al tavolo più in disparte di tutti e si prese una colazione abbondante: cappuccino, toast e un budino al cioccolato bianco. Mentre mangiava continuò a leggere il libro di Margherita Hack e pian piano il bar cominciò ad affollarsi. C'erano studenti di tutti gli anni e tutti facevano un gran chiasso. Indossò le cuffiette per isolarsi da tutto e tutti e quando finì la colazione andò a cercare l'aula della prima lezione. Era la classe A12. “Non imparerò mai a orientarmi in questo posto” Pensò cercando di trovare un senso nella pianta della scuola. Ad un certo punto sentì una ragazza dietro di lei chiedere a un altro:

«Scusa, sai dov'è la stanza A12?» Si voltò e origliò la conversazione senza farsi notare.

«Certo, ci devo andare anche io, vieni» Seguì quei due che la portarono a destinazione e una volta in aula andò a sedersi nei primi banchi sicura che lì si sarebbero messi solo i “secchioni” e quindi le uniche persone con cui poteva andare daccordo. Invece la dea della sfortuna, sembrava averla presa di mira ancora una volta: vicino a lei si sedettero i due ragazzi che aveva seguito. Lei aveva i capelli castani raccolti in due chignon a cipolla e due occhi vivaci dello stesso colore, anche l'altro era castano e aveva il capo coperto dal cappuccio della felpa.

«Ehi, ciao, io sono TenTen»

«Io sono Kiba» Disse invece il ragazzo.

«Temari» Rispose lei senza guardarli aprendo il libro della Hack. Quei due però non sembrarono capire che voleva leggere in pace.

«Sei del primo anno, vero?» Chiese TenTen con tono allegro. No, proprio non capiva che l'unica compagnia che voleva in quel momento era quella di Margherita Hack.

«Mi sembra ovvio visto che questa lezione è solo per quelli del primo anno» I due non fecero caso al suo tono seccato.

«Sono così emozionata» Disse TenTen «Quasi non ci credevo quando hanno accettato la mia domanda di ammissione, pensavo di non avere voti abbastanza alti. Non vedo l'ora di iniziare le lezioni. A proposito Tem, posso chiamarti Tem, vero? Tu che numero di camera hai?»

“Santo cielo quanto parla” «La 123, comunque preferirei che mi chiamassi Temari, i diminutivi non mi sono mai piaciuti»

«Ok Temari! Oh, ecco Hinata! HINATA!!!» Strillò spaccandole quasi un timpano. Una ragazza dai lunghi capelli corvini e l'aria timida si avvicinò loro.

«C... ciao TenTen» Balbettò imbarazzata.

«Ti presento Kiba, l'ho incontrato prima e mi ha indicato la strada per venire fin qua. Questo posto è un vero labirinto,sarà difficile imparare ad orientarcisi. Lei è Temari invece, è nella stanza 123, pensa, proprio vicino alla nostra, noi siamo la 125» Temari già non la sopportava più.

Dopo poco vide arrivare anche Ino che fortunatamente si mise lontano da lei e poi Sakura, la ragazza che le aveva indicato la strada per la segreteria.

La lezione passò in fretta e Temari non seguì quasi niente per colpa di TenTen che non fece altro che parlare tutto il tempo con Kiba, era logorroica, non c'era altra spiegazione. Non appena l'ora terminò furibonda uscì dall'aula senza salutare nessuno e con l'unico desiderio di allontanarsi da quella locomotiva di parole alias TenTen e, appena superata la porta andò a sbattere contro un ragazzo.

«Guarda dove metti i piedi!» Sbottò chinandosi a raccogliere i libri che le erano caduti e lui nemmeno si degnò ad aiutarla.

«Questa è l'aula di statistica?» Le chiese con tono svogliato.

«Sì ma la lezione è appena finita» Rispose lei alzandosi e guardandolo. Ma da dove era uscito quello? Sembrava essersi appena alzato! Aveva un'espressione annoiata sul volto e quando sbadigliò, senza mettere la mano davanti alla bocca la fece andare su tutte le furie. Provò il forte istinto di tirargli un ceffone ma riuscì a trattenersi.

«Appena finita, davvero?» Chiese lui «Devo essermi svegliato troppo tardi» La ragazza lo fissò a bocca aperta, fra tutti lui era certamente il meno normale che avesse incontrato.

«Togliti dai piedi bradipo ambulante o farai arrivare tardi me alla prossima lezione»

«Veramente sei tu che mi sei venuta addosso e che mi stai tra i piedi» Replicò lui.

«Io ti sono venuta addosso??? Sei tu che non guardi dove vai! E ora togliti» Lui si spostò e lei si allontanò in gran fretta. Nemmeno quella giornata era partita bene, altro che college! Sarebbe dovuta andare a studiare da sola sulla luna!!!

 

 

 

 

Più tardi, verso l'ora di pranzo Temari si sedette in un tavolo appartato in giardino senza immaginare che quel tavolo fosse di proprietà altrui. Non che le sarebbe importato se l'avesse saputo, lo aveva scelto perché era l'unico libero e di mescolarsi con altre persone non le andava proprio. Doveva ammettere però che la mattinata era proseguita piuttosto bene e aveva fatto in modo di tenersi il più lontana possibile da TenTen, Hinata e Kiba. Stava andando tutto per il meglio quando Ino le si sedette di fronte.

«Ciao Temari»

«Che vuoi?»

«Come sei scorbutica, di un po', è una tua caratteristica naturale o lo sei solo con me?»

Temari si rese conto che forse stava un tantino esagerando, dopotutto lei era la sua compagna di stanza e se non trovavano un punto daccordo sarebbe stato difficile conviverci per il resto dell'anno.

«Ti serviva qualcosa?» Le chiese più gentilmente.

«Lo sai che hai combinato?» Temari corrugò la fronte: di che parlava quella ragazzina viziata? Di fronte alla sua espressione interrogativa Ino tutta contenta spiegò «Sei riuscita a diventare famosa in meno di 48 ore, lo sai?»

«In che senso?»

«Non lo sai, vero? Bhe, te lo spiego io. Il fatto che tu abbia scaricato Hidan stamattina in mezzo al corridoio davanti a tutti quei ragazzi ti ha resa famosa, nessuno ha mai osato tanto. Hidan è il figo dei fighi ed è anche un ragazzo poco raccomandabile. Pensa che l'anno scorso ha mandato in coma un ragazzino durante una lite ma è stato assolto da tutte le accuse, dopotutto la sua è una famiglia ricca e può tutto»

«Come sai tutte queste cose?» Chiese Temari sorpresa.

«Mi sono informata. E ti dirò di più, questo è il suo tavolo e della sua gang, faremmo meglio ad andarcene» Temari si accorse che parecchi le guardavano tra il preoccupato e il stupefatto. Scrollò le spalle.

«Non siamo alle medie, se ci sono bulli non mi interessa, questo posto ora è mio, chi prima arriva meglio alloggia» Proprio in quel momento arrivarono Hidan e i suoi tre compari: Deidara, il ragazzo biondo che aveva già visto quella mattina e uno dai capelli rossi e l'aria apparentemente tranquilla che Ino le disse chiamarsi Sasori. I tre si sedettero e le fissarono.

«E così dolcezza hai cambiato idea» Disse Hidan guardando Temari con le labbra piegate in un perfido ghigno.

«Qualcuno ti ha detto che puoi sederti?» Domandò lei in risposta.

«Si dia il caso che questo è il mio posto»

«Non mi pare ci sia scritto il tuo nome da nessuna parte» Replicò lei fissandolo senza timore. Non si era mai lasciata mettere i piedi in testa da nessuno, non l'avrebbe fatto con lui. Hidan si piegò in avanti di qualche centimetro mentre il suo ghigno si allargava in modo inquietante ma Temari non ci fece molto caso.

«Ti farò passare la voglia di fare la sbruffona, io quelle come te le sistemo per bene» Temari allora, assumendo uno sguardo sensuale avvicinò il proprio volto al suo fino ad arrivare a sfiorargli la punta del naso e sussurrò:

«Se pensi che l'avrai facile ti sbagli di grosso» Si alzò prendendo il proprio vassoio e si allontanò. Ino si affrettò a seguirla.

«Cavolo, quel tipo è uno schianto! Hanno ragione su di lui, chissà se potrebbe essere interessato a me...»

«Non hai detto che è uno poco di buono?» Domandò Temari.

«Sì ma ciò non vuol dire che non possa provarci. Dicono che a letto sia una bomba!» Temari fece una smorfia di disgusto, Hidan non l'attirava per niente.

«Tu sei fidanzata Temari?» Le chiese Ino.

«No»

«Non mi stupisce»

«Come scusa?»

«Con il caratteraccio che hai chi vuoi che ti voglia?»

Temari si fermò a guardarla infuriata.

«Senti un po' sottospecie di ochetta senza cervello, guardati allo specchio prima di offendere gli altri!» La biondina si tirò una ciocca di capelli dietro le orecchie per nulla offesa.

«Almeno a me i ragazzi mi vogliono. Comunque non volevo offenderti, la mia era una considerazione del tutto oggettiva»

«Grazie tante!»

«Devi ammettere che non hai un carattere facile» Fece Ino tranquilla. Temari non seppe cosa replicare, non aveva mai fatto molto caso al proprio carattere, erano gli altri che la infastidivano, se lei rispondeva male era colpa degli altri che erano degli idioti! Lei aveva sempre messo il dovere prima di tutto, si era rimboccata le maniche e aveva sudato per diventare quello che era, per arrivare dove voleva e ora quella biondina mangia-uomini le veniva a dire che era lei quella sbagliata!?! Infuriata Temari se ne tornò in camera senza rivolgerle più la parola e senza finire il pranzo che scaraventò senza tanti complimenti in un bidone della spazzatura.

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Capitolo 3
*** Quaderno color biscotto ***


Quaderno color biscotto

 

La prima settimana passò abbastanza tranquillamente, Temari imparò a orientarsi abbastanza bene nella scuola e organizzò le proprie giornate metodicamente così da evitare scocciatori vari: la mattina si svegliava presto, andava a fare una corsa sul campo di atletica, poi rientrava, si lavava e preparava e andava a fare colazione prima che Ino si svegliasse. Seguiva le lezioni e il pomeriggio andava o in biblioteca o in giardino a studiare lontano da chiunque potesse innervosirla.

Non aveva problemi per tutta la giornata eccetto la sera: rientrava sempre piuttosto presto, le piaceva andare a dormire verso le 10 in modo da riuscire ad alzarsi di buon ora al mattino, solo che una volta in camera si trovava costretta ad ascoltare le infinite chiacchiere della compagna di stanza che la teneva aggiornata su tutto ciò che accadeva nella scuola. Ma quella era l'unica pecca nelle sue giornate e Temari aveva imparato a sopportare abbastanza bene Ino.

E poi non si era più imbattuta in Hidan, altra cosa molto buona.

Entrò in classe, il professore Kakashi Hatake era un ritardatario nato e a volte si dimenticava perfino di dover far lezione, un vero peccato secondo Temari visto che era molto bravo. Quel giorno per l'appunto si dimenticò completamente dei suoi studenti e non si presentò in aula.

«Che perdigiorno» Temari si voltò verso la ragazza che aveva parlato, la “signorina confetto” la chiamava Ino per via dei suoi capelli rosa. «Questa è la seconda volta che non viene, dovremmo andarci a lamentare da Tsunade» Tsunade era la direttrice del college e Temari non l'aveva mai vista di persona.

«Di che ti lamenti Sakura? Abbiamo due ore libere» Disse Ino che si stava limando le unghie già perfette. «Possiamo approfittarne per svagarci un po', non credi?» Si accorse che Temari si era voltata verso di loro «Possiamo andare tutte e tre a cercare qualche bel ragazzo, ho fatto la lista dei migliori della scuola»

«Sono già fidanzata Ino, te lo sei dimenticata?» Fece Sakura. Temari si chiese quando quelle due fossero diventate amiche, le sembravano così diverse poi!

«Giusto, con Deidara... ma tu Temari sei libera, no?»

«Non ho tempo da perdere con queste cose» Rispose lei tagliente iniziando a raccogliere i propri libri. Se Kakashi non veniva sarebbe andata a chiudersi in biblioteca e a fare qualcosa di utile: amiche e pettegolezzi sui ragazzi non erano ammessi.

«Non essere noiosa Temari, per una volta tanto potresti anche stare in compagnia, non capisco perché hai già iniziato a studiare se siamo solo alla prima settimana»

«Perché non voglio ritrovarmi indietro Ino» Rispose la bionda stancamente e se ne andò.

La biblioteca era uno dei suoi luoghi preferiti: silenzioso e solitario con molti, molti libri. Si sedette a quello che era diventato il suo posto per eccellenza e aprì il libro di statistica immergendosi nella lettura. Si fermò solo quando dovette andare alla lezione seguente.

Lungo il corridoio incontrò Hinata.

«C...ciao Temari» Balbettò la ragazza.

«Ciao, sei anche tu da Sarutobi?» Chiese la bionda e Hinata annuì. Era una ragazza molto timida anche se gentile e premurosa, nonostante questo a Temari non andava molto a genio a causa della sua eccessiva insicurezza. Aveva sempre pensato che due delle qualità più importanti in una persona dovessero essere la determinazione e l'impegno che si utilizzavano per raggiungere i propri obiettivi. Chi si faceva mettere i piedi in testa dagli altri e poi magari si metteva a piagnucolare della propria inettitudine non avrebbe mai avuto niente dalla vita ed era anche giusto! Per questo Hinata non le piaceva molto, era troppo diversa da lei sotto quel punto di vista.

Ad un certo punto qualcuno finì addosso alla corvina buttandola a terra. Temari si affrettò ad aiutarla.

«Tutto ok?»

«S... sì, grazie...» Il ragazzo che l'aveva investita si proferì in mille scuse.

«Mi dispiace, ti ho fatto male? Non volevo davvero, scusami, scusami tanto» Temari lo aveva già visto, era il biondino che il primo giorno l'aveva fatta aspettare in segreteria, frequentavano anche qualche lezione in comune ma non ci aveva mai parlato.

«Non fa niente» Sussurrò Hinata tutta rossa in viso.

«Sicura di non esserti fatta male?» Insistette lui.

«S...sicura» Rispose lei. Temari infastidita le ricordò che dovevano andare, il ragazzo si allontanò in fretta e Hinata rimase a guardarlo incantata.

«Andiamo o no?» Sbottò Temari.

«C... certo!» La corvina si incamminò totalmente persa nel mondo dei sogni, una volta in aula le due si sedettero vicine e a loro si unì TenTen. “Avevo dimenticato che queste due fossero amiche” Pensò Temari sperando che non la distraessero come l'ultima volta. Proprio dietro di loro invece si erano messe Sakura e Ino. “Quando si dice la sfortuna...” Pensò.

Hinata d'un tratto sobbalzò e Temari, seguendo la direzione del suo sguardo individuò il biondino di prima.

«Che c'è Hinata?» Chiese TenTen.

«N... nulla, nulla» Ma Ino che aveva un udito acutissimo ed era anche piuttosto sveglia in quelle cose capì al volo.

«Stai guardando Naruto, vero?» Domandò. Temari non capiva proprio cosa ci trovasse di divertente nell'intromettersi negli affari degli altri e soprattutto come facesse a conoscere ogni ragazzo del college. «Naruto Uzumaki, il migliore amico del ragazzo più figo del primo anno: Sasuke Uchiha» Disse «Si conoscono dal liceo e sono diversi come il giorno e la notte, bisticciano sempre come due bambini ma sono davvero grandi amici, anzi, si considerano fratelli. Naruto è orfano e per un po' ha vissuto con Sasuke» Raccontò.

«Li conosci?» Chiese Sakura stupita.

«No, ho solo raccolto qualche informazione in giro, devo tenermi informata sui ragazzi» Rispose la biondina sorridendo con malizia. Hinata guardò Naruto e arrossì e Temari si voltò verso la cattedra cercando di non sentirle. Come aveva già detto non era interessata a quelle cose. Ino però a quanto pareva doveva essersi messa in testa di tirarla dentro in ogni caso.

«Temari, voltati e non fare l'asociale»

«Lo sai che queste cose non mi interessano Ino, vorrei seguire la lezione»

«La seguirai un'altra volta. Guardate qua» Aprì un quaderno dalla copertina beige chiaro.

«È il quaderno delle barbie?» Chiese TenTen ridacchiando.

«Che cavolo dici?»

«Rosa... dai, nessuno va in giro con i quaderni rosa!»

«Che hai contro il rosa?» Domandò Sakura stizzita. Ino spazientita esclamò

«Prima di tutto non è rosa, è color biscotto» Perfino Temari rischiò di mettersi a ridere di gusto.

«Biscotto?» Domandò TenTen fra le risate.

«Sì, esatto e credo che tu sia daltonica perché il biscotto non si avvicina minimamente al rosa, semmai al beige ma è comunque biscotto!»

«Calmati Ino, è che con questa luce non si vede un granché» Disse Sakura per mettere pace. Ino lo aprì, dentro c'era un lungo elenco di nomi «Qui ci sono tutti i nomi dei ragazzi della scuola, quasi tutti»

«Sei malata Ino» Disse Sakura e la bionda la ignorò.

«Potremmo dare una votazione a ciascuno di loro, vedete, c'è una colonna per ciascuna di noi, sarà divertente e ci aiuterà a conoscerci meglio»

«Conoscerci?» Ripeté Sakura dubbiosa.

«Certo, lo sai che si dice “dimmi con chi vai e ti dirò chi sei”. Se sapremo che ragazzi ci piacciono di più impareremo a conoscerci meglio» Ripeté Ino convinta di quella che per lei era una splendida idea.

«Non siamo alle medie Ino» Ribatté Temari scocciata.

«Infatti non si tratta di un gioco, è una cosa seria»

«Come faccio a dare voti se nemmeno li conosco?» Chiese TenTen.

«Ovviamente non puoi, è per questo che dovrai fare amicizia con loro» Temari pensò che quell'assurdità non serviva affatto a far sì che si conoscessero meglio, Ino voleva solo conoscere ragazzi nuovi e tirarle dentro lo stile di vita malato nel quale si trovava, altro che diventare amiche!

«Io ci sto» Disse TenTen.

“Ti pareva” Pensò Temari.

«Fantastico e voi?»

«Non posso dare votazioni ai ragazzi, sono fidanzata» Disse Sakura «Se il quaderno dovesse arrivare in mano a Deidara finirò nei guai, è un tipo geloso e non voglio farlo arrabbiare»

«Nessuno vedrà questo quaderno, solo noi ne saremo a conoscenza e per precauzione useremo dei falsi nomi: Sakura sarà “la signorina confetto”, Temari “la ragazza asociale”, TenTen “la logorroica” e Hinata “la timidona” mentre io sarò “dolceamore”, va bene?» Ma quanto era infantile? La guardarono tutte male.

«Io non sono logorroica!» Sbottò poi TenTen.

«E io non sono un confetto!»

«Hai i capelli rosa» Le fece notare Ino.

«Con questi nomi sta pur certa che a nessuno verrà in mente che siamo noi» Disse Temari sarcastica e Ino sorrise pensando di aver finalmente trovato qualcosa che le interessava.

«Metteremo le nostre iniziali allora» Disse e Sakura fu più daccordo. Ino batté le mani contenta. «Nelle prime quattro facciate ci sono gli studenti del primo anno» Spiegò «Inizieremo con questi, io ho già messo le mie votazioni, voi le metterete man mano che li conoscerete» Temari alzò gli occhi al cielo, era ancora in tempo per tirarsi fuori da quell'assurda situazione? Forse avrebbe dovuto scappare via veloce come l'istinto le gridava di fare, aveva la netta sensazione che quel quaderno sarebbe stato solo l'inizio di tutti i suoi problemi futuri.

 

 

 

 

 

 

 

Quella sera, quando entrò in camera vide con sgomento che il suo letto era occupato da Hinata e TenTen mentre l'altro da Sakura e Ino.

«Era ora Temari, ti stavamo aspettando» Disse la biondina in un modo stranamente inquietante prendendola per un braccio e costringendola a sedersi.

«Che succede?» Chiese Temari. In realtà no, non lo voleva sapere.

«Non fare quella faccia, stiamo parlando di quei bei fusti di ragazzi che vivono qui» Rispose Ino «E ora ditemi: chi avete conosciuto oggi di interessante? TenTen inizia tu» Ordinò. La castana raccontò che aveva conosciuto un ragazzo in palestra, era tutto iniziato quando lui le aveva tirato una pallonata in faccia.

 

TenTen stava girando senza una meta precisa nella scuola quando, entrata in palestra un pallone la colpì in piena faccia facendola ribaltare all'indietro. Subito un ragazzo dai capelli neri e le folte sopracciglia dello stesso colore le corse incontro e nella sua incredibile sbadataggine le pestò un piede e inciampò su di lei finendole addosso.

«Razza di imbranato che non sei altro! Togliti immediatamente!» Sbottò la poveretta infuriata. Lui si alzò all'istante mettendosi sull'attenti e TenTen si alzò.

«Come mai sei caduta?» Chiese lui lasciandola totalmente senza parole.

«Mi stai prendendo in giro, vero? Mi hai lanciato addosso il pallone!»

«Non l'ho lanciato, tu ti sei messa sulla sua traiettoria»

«Cosa? Razza di idiota, mi hai quasi spaccato il naso, lo sai?» Lui ridacchiò.

«Esagerata»

«Esagerata un corno! E poi che ci fai qua da solo?»

«Mi allenavo a calcio, voglio entrare nella squadra» Rispose lui allegramente.

«Con le pallonate che tiri ce la farai sicuramente...» Commentò TenTen a voce bassa «Comunque anche io sono nella squadra di calcio»

«Davvero? Non ti ho mai vista»

«In quella femminile» Specificò lei, ma da dove usciva quello svitato? «Sono entrata qui grazie alla borsa di studio per il calcio» Spiegò.

«Anche io ma prima di entrare nella squadra a tutti gli effetti devo superare un provino, ti va se ci alleniamo un po' insieme?» TenTen annuì, il calcio era la sua passione e non poteva dire di no a due tiri.

 

«Tu fai parte della squadra di calcio?» Chiese Ino allibita «È così poco femminile»

«È uno sport fantastico invece» Ribatté TenTen punta sul vivo.

«Come vuoi, ma chi era questo ragazzo alla fine?»

«Si chiama RockLee, è un tipo strano e sembra che viva in un mondo tutto suo ma è simpatico e davvero bravo a pallone. Gli darei 8 per il carattere e 5 per il fisico»

«Ma se è brutto» Protestò Ino. Anche lei lo aveva conosciuto e gli aveva dato 0. «Conosci anche Kiba, lui com'è?»

«Simpatico e gentile, 8 per il carattere e 7 per il fisico»

“Generosa la ragazza” Si disse Temari.

«Io gli ho dato 4 a tutto» Disse Ino pensierosa ma si rianimò subito «Tocca a te Sakura, chi hai conosciuto di bello?»

La rosa confetto arrossì leggermente.

«E...ecco, io...»

«Non dirmi che non hai conosciuto nessuno!» Sbottò Ino.

«Sono stata con Deidara tutto il pomeriggio, non ne ho avuto il tempo. Posso votare lui: 10 ovviamente a tutto»

«Io gli ho messo 3»

«Solo tre? Ma se è perfetto!!!«

«Ha la bocca storta» Ribatté Ino e poi si voltò verso Hinata «È il tuo turno » La corvina arrossì.

«E... ecco, non... non è andata molto... molto bene...» Rispose imbarazzata e cominciò a raccontare.

 

Hinata spiò il ragazzo nascosta dietro a un albero. Naruto era in compagnia di Sasuke, i due stavano litigando per chissà quale motivo e Naruto era così bello... Aveva i capelli biondi e due occhi azzurri che sprigionavano allegria e simpatia, un sorriso incantevole. Non osava avvicinarglisi però. “Maledetta la mia timidezza” Pensò. Ad un certo punto Sasuke si accorse di lei che si ritirò velocemente dietro l'albero super imbarazzata “Oh no, e ora che faccio? Che faccio?” Pensò disperata mentre i due si avvicinavano. Voleva scomparire, voleva che la terra la inghiottisse, che un buco nero la inghiottisse, qualunque cosa pur di sparire all'istante!

«Ciao» Si volò rossissima in volto come mai lo era stata. Naruto le sorrideva, lei non riuscì a rispondergli niente così rimase zitta maledicendosi mentalmente. «Tu sei la tipa che ho investito stamattina» Continuò lui «Com'è che ti chiami?»

«H...Hina...ta...» Sussurrò lei.

«Io sono Naruto, piacere Hata! Che nome strano poi che hai» La ragazza si sentiva morire «Ti ho vista a lezione» Continuò lui senza accorgersi dell'errore fatto e Hinata si risollevò un po'. L'aveva notata!! Era così felice che le veniva quasi da piangere. «Non sei l'amica della ragazza dai capelli rosa? Ho un favore da chiederti, me la faresti conoscere?» L'umore della ragazza sprofondò di nuovo sotto ai piedi. L'aveva notata sì ma non per il motivo che avrebbe voluto lei. Annuì lo stesso non sapendo proprio che fare e lui sorrise ancora di più. «Fantastico Hata! Allora ci si vede, ciao!» Lui e il suo amico si allontanarono lasciandola sola con una gran voglia di piangere.

 

Temari non sapeva se ridere o piangere da quel racconto, Ino e Sakura invece erano incredule.

«Perché vuole conoscermi?» Chiese la rosa preoccupata «Sono fidanzata, perché non glielo hai detto?»

«No, perché non gli hai detto una parola dico io!» Esclamò Ino. Hinata sospirò tristemente.

«Lasciatela in pace» Intervenne TenTen «Naruto poteva anche accorgersi che la stava mettendo in difficoltà, è colpa sua»

«Certo certo ma tu Hinata dovevi dire qualcosa! Potevi almeno chiedergli di uscire insieme» Esclamò Ino. Temari scosse la testa, ma come poteva pensare che doveva chiedergli di uscire se non arrivava nemmeno a parlargli? A quel punto Ino si voltò verso di lei «Tocca a te, spero che tu abbia qualcosa di più interessante di cui parlarci e non dirmi che sei stata tutto il giorno in biblioteca!»

«Daccordo, non te lo dirò» Rispose Temari.

«Sei un caso perso e pensare che se solo volessi avresti decine di ragazzi ai tuoi piedi!» Esclamò Ino.

«Sono io che non sono interessata a loro, non viceversa»

Ino la fissò inorridita

«Oh no! Sei dell'altra sponda, non me lo dire!»

«Che cavolo stai pensando? Non sono lesbica, semplicemente non mi interessa avere una storia con un ragazzo in questo momento!»

Ino tirò un sospiro di sollievo.

«Per fortuna, mi hai fatto prendere un colpo. Comunque non è necessario che tu abbia una storia seria con qualcuno, puoi anche divertirti e basta, ti ho detto che Hidan è una bomba a letto!»

«Lascia perdere quell'idiota»

«Come vuoi ma secondo me fai male. Per quanto riguarda il quaderno invece lo terremo a turno, potete scriverci quello che volete oltre ai voti»

«Resto dell'idea che sia infantile» Disse Temari.

«Per te tutto è infantile»

«Già, anche tu, soprattutto tu»

«Ragazze basta litigare» Intervenne Sakura «Il quaderno lo terrò io per prima, ok?» Ino glielo diede e la rosa lo infilò nella borsa. Temari non riusciva a credere che fossero tanto bambine, insomma, sembrava che nel corso della loro vita si fossero bloccate all'adolescenza! TenTen si alzò stiracchiando le braccia, era ora di andare a dormire, a una certa ora scattava il coprifuoco e un custode controllava che non ci fosse nessuno in giro.

«Ci vediamo domani ragazze» Disse.

«C... ciao...» Balbettò Hinata uscendo e Sakura invece fece un cenno con la mano. Una volta sole Temari sospirò di sollievo: era ora!

«Simpatiche,vero?» Chiese Ino. Temari non rispose, più che altro le trovava strane. Sakura, TenTen e Hinata: diverse come il cielo, il sole e la luna. In quanto ad assurdità però Ino le batteva tutte.

 

 

 

 

 

 

 

Angolo dell'autrice:

Scusate, non so proprio da dove mi sia uscito questo obbrobrio! ;)

Comunque volevo avvertire che a breve avrò un esame quindi non credo di riuscire ad aggiornare tanto velocemente, ma non preoccupatevi, la storia non finisce qui! :) Ciao a tutti, un bacio

Kitiara

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Capitolo 4
*** Naruto e Hinata ***


Naruto e Hinata

 

Le giornate procedevano bene, Temari adorava il college in generale e le materie di studio e non c'era niente che le poteva far sentire la mancanza di casa. Non che c'era molto di cui sentire la mancanza in fin dei conti. C'era un'unica pecca nella sua nuova vita ed erano quelle che erano diventate, senza che lei lo volesse, sue amiche. Cercava di stare con loro il meno possibile ma ogni giorno, puntualmente, se le ritrovava fra i piedi. Era come se avessero il potere di comparire all'improvviso al punto che Temari aveva iniziato a preoccuparsi ogni volta che doveva svoltare un angolo per il timore di trovarsi davanti i loro faccini tutti gioiosi. Erano troppo infantili per lei: gli interessi di Ino si dividevano tra moda e ragazzi, come se senza tutto ciò non avrebbe potuto sopravvivere; Sakura era una vittima inconsapevole del proprio fidanzato, Temari lo aveva capito ormai da un po' visto che per ogni cosa che faceva aveva bisogno dell'approvazione di Deidara; Hinata era piena di paranoie, riusciva ad arrossire per qualunque cosa, e, da eterna indecisa non sapeva mai cosa scegliere preferendo lasciar fare agli altri; TenTen, infine, parlava solo di sciocchezze e aveva la fissa del calcio ma su quello Temari non aveva nulla da ridire: lo sport era sempre utile e salutare.

Uscì in giardino per prendere una boccata d'aria fresca e si diresse verso il suo solito posto all'ombra ma vide Hidan in lontananza e, purtroppo, senza riuscire ad evitarlo anche lui la vide. “Non è possibile” Pensò seccata. Che poi non capiva perché lui non le dava tregua, tanto finiva sempre allo stesso modo: lui la innervosiva e lei lo insultava mandandolo poco carinamente a quel paese e finiva per restare di cattivo umore tutta la giornata. Ma quel pomeriggio non aveva alcuna voglia di farsi rovinare il resto del giorno da lui così si voltò e tornò dentro, rifugiandosi in un' aula. Sbatté forte la porta per l' irritazione e svegliò un ragazzo che stava dormendo appoggiato a un banco. Lo guardò accigliata mentre lui si stiracchiava e sbadigliava con una calma che avrebbe fatto saltare i nervi a chiunque. Ad un certo punto finalmente si decise a parlare e le chiese con voce assonnata:

«Scappi da qualcuno?»

«No, cercavo un posto tranquillo dove stare» Rispose lei continuando a guardarlo.

«Giusto, tu sei la seccatura solitaria...»

«Come?»

«Ti conoscono tutti per quello» Spiegò lui sbadigliando di nuovo. E non metteva neanche la mano davanti alla bocca il maleducato!

«Che vorresti insinuare?»

«Niente, solo che sei una seccatura incontentabile e inavvicinabile»

«Lo scocciatore sei solo tu» Il ragazzo si alzò sbadigliando per la terza volta rumorosamente. «Lo sai che è maleducazione?» Domandò lei a quel punto.

«Che cosa?»

«Sbadigliare senza mettere la mano davanti alla bocca» Rispose lei scocciata.

«Parla quella che mi ha svegliato con la delicatezza di uno yeti» Temari inarcò un sopracciglio.

«E ti pare normale mettersi a dormire in un' aula?»

«Se non c'è nessuno che mi possa disturbare sì» Rispose lui facendo un ghigno. Temari non seppe che cosa rispondere, meglio andarsene e lasciare che continuasse quel suo lungo letargo ma appena uscì dovette rientrare subito. Hidan l'aveva seguita ed era in corridoio ma per fortuna non l'aveva vista.

«Quindi scappavi davvero da qualcuno» Constatò il ragazzo.

«Non sono fatti tuoi» Ribatté Temari guardandosi attorno alla ricerca di una via di fuga. Tra pochi istanti Hidan sarebbe entrato e l'avrebbe trovata.

«Puoi nasconderti nello sgabuzzino» Disse il ragazzo accendendosi una sigaretta.

«Che idiozia»

«Fai quello che vuoi ma mi sembra che tu non abbia molta voglia di farti trovare o sbaglio?» Temari guardò lui e poi lo sgabuzzino in cui venivano tenuti degli oggetti per le lezioni. Era da sciocchi e lo sapeva ma tra fare la stupida e incontrare Hidan preferiva, per questa volta almeno, la prima. Fece appena in tempo a nascondersi perché poi lui arrivò.

«Ehi tu, hai visto una bionda?» Domandò seccamente al ragazzo. L'altro fece le spallucce.

«No, nessuno» Rispose annoiato. Hidan si guardò attorno e Temari per un attimo temette che avrebbe guardato anche lì dentro ma lui si limitò ad avvicinarsi all'altro ragazzo.

«Dammi una sigaretta» Era più un ordine che una richiesta ma l'altro tirò fuori dalla tasca il pacchetto senza protestare. Hidan se lo prese tutto e senza restituirglielo se ne andò. Temari uscì dallo sgabuzzino, il ragazzo stava ancora fumando e non sembrava affatto turbato da quello che era successo.

«Così è vero quel che si dice in giro, che ti ha presa di mira... ma non ti facevo una che si nasconde»

«Parla quello che si è fatto fregare le sigarette senza opporre resistenza»

«Sarebbe stata una seccatura attaccare briga con quello» Rispose lui con tono annoiato.

«Io non mi nascondo» Mise in chiaro Temari «Ma oggi non avevo voglia di litigare e farmi rovinare la giornata»

«A me sembri di cattivo umore lo stesso» Replicò lui soffiando fuori dalla bocca il fumo. Temari ne sentì la puzza e si innervosì più di quanto già non fosse: detestava il fumo. Le sigarette erano per i deboli, erano uno dei vizi più idioti che le persone potevano avere per di più facevano male.

«Potresti evitare di fumare in mia presenza?» Domandò acidamente, non le riusciva proprio di fare la carina con quel tipo.

«Ti da fastidio?»

«Molto»

«Allora continuo» Temari lo guardò allibita. Certo che nemmeno lui era il massimo della gentilezza!

«Lo sai che è vietato fumare dentro?» Domandò guardandolo inferocita.

Lui fece le spallucce, la cosa non gli importava un granché. Temari allora gli diede le spalle e aprì la porta per andarsene.

«Di solito si usa ringraziare» Disse il ragazzo fermandola.

«Per cosa dovrei ringraziarti?»

«Per non aver detto dov'eri nascosta» Temari si voltò.

«Potevi non farlo, non ho chiesto io il tuo aiuto»

«Come vuoi»

«Che idiota» Sibilò Temari.

«Mi chiamo Shikamaru veramente»

«Che idiota Shikamaru!» Sbottò allora lei e se ne andò sbattendo di nuovo la porta come quando era entrata.

 

 

 


 

Non andò in biblioteca ma direttamente in camera, aveva bisogno di un po' di relax e sperò ardentemente che non ci fosse Ino ma lei di solito a quell'ora era in giro con le amiche o con qualche ragazzo. Vide Hinata appoggiata proprio sulla sua porta con un'espressione sconfortata sul volto chiaro segno che qualcosa non andava.

“Se mi dice qualcosa prendo e mi butto giù dalla finestra” Pensò Temari avanzando lentamente verso di lei. Hinata alzò lo sguardo e accennò un sorriso che nulla aveva di allegro.

«Ciao Hinata, se cerchi Ino credo sia fuori» Disse sperando che fosse proprio la biondina viziata che volesse vedere. La corvina sospirò tristemente e senza dire nulla si spostò dalla porta per farla passare. Entrarono in camera e Temari cercò qualcosa nell'armadio dando le spalle all'altra. Non voleva parlare con lei, non voleva stare a sentire quello che aveva da dire, sempre che avesse da dire qualcosa visto che era quasi muta, e non voleva nemmeno guardare quell'espressione distrutta che chiedeva solo un po' di pietà. Così continuò a darle le spalle sperando che se ne andasse ma non accadde e alla fine dovette voltarsi per forza. Hinata piangeva.

“Tutto ma non questo” Pensò Temari facendosi prendere dal panico. Non le piaceva vedere le persone piangere, non sapeva mai come comportarsi. Per fortuna durò molto poco e Hinata si asciugò le lacrime frettolosamente.

«S... scusa Temari, io... non so cosa mi sia preso» Mormorò la ragazza. La bionda si costrinse ad essere gentile.

«È successo qualcosa?» Domandò ma nemmeno le interessava saperlo.

«I... io... ho visto...» Il resto Temari non riuscì a capirlo perché la voce della ragazza si affievolì sempre più fino a spegnersi.

«Cosa hai visto?» Ma perché aveva avuto la pessima idea di tornare in camera? E perché li non c'era Ino che di sicuro sarebbe stata ben più contenta di lei di occuparsi della povera, piccola Hinata?

«Non capisco perché...» Mormorò la corvina a voce bassa e poi sorrise tristemente «Scusa Temari, sicuramente tu hai altro da fare» Disse improvvisamente più sicura e a quel punto la bionda si sentì davvero egoista. Hinata non era Ino, Hinata era una persona gentile e a parte la timidezza esagerata Temari poteva definirla quasi normale perciò decise di provare ad aiutarla. In fondo non aveva mai negato un aiuto a nessuno. Si sedette sul letto e la guardò.

«Cosa c'è che non va?»

«I... io... non so... non so come fare...» Mormorò lei.

«Fare cosa?» Sarebbe stato difficile aiutarla se doveva tirarle fuori le cose con le pinze.

«Con... con i ragazzi... non... non sono molto brava» Temari capì al volo.

«È successo qualcosa con Naruto» Non era una domanda e dallo sguardo dell'altra capì di averci azzeccato.

«P... prima l'ho visto e... mi... mi sono» Si bloccò come impaurita «Temari, non lo dirai in giro, vero?» Lei scosse la testa. «Io... mi sono incantata a guardarlo...» Mormorò Hinata.

«Tutto qui?» Domandò Temari e la corvina scosse la testa.

«Ha la stanza proprio di fronte alla mia e di TenTen e... aveva la porta aperta e... era senza maglietta e... l'ho visto e... non sono riuscita a fare niente»

«Lui ti ha vista?»

«S... sì»

«E che ha detto?»

«Mi ha... sorriso, lui ha un sorriso... bellissimo e poi mi ha parlato un po' e poi... poi sono scappata» Temari era interdetta.

«Perché sei scappata?»

«Non sapevo cosa fare»

«Potevi parlargli anche tu»

«Penserà che sono... stupida»

“No, è stupido anche lui” Pensò Temari e scosse la testa cercando di rassicurarla. «Ma no, essere timidi non è mica un reato, anzi, a certi ragazzi piacciono le ragazze timide. La prossima volta che lo vedi cerca di dirgli qualcosa» Non capiva come potesse essere tanto complicato, lei non aveva mai avuto problemi simili. Con i ragazzi era sempre molto sicura, li mandava a quel paese e tanti saluti!

«I... io... non ho mai avuto un ragazzo» Mormorò Hinata con lo sguardo basso. Temari pensava che neanche ci avesse mai parlato con un ragazzo.

«Nemmeno io» Hinata la guardò stupita «Sorpresa, eh? No, non ne ho mai avuto uno né mi interessa averlo però non mi farei tutti i problemi che ti fai tu»

«Cosa... cosa dovrei fare?» Chiese Hinata.

“Sta davvero chiedendo consiglio a me?” «Prima cosa non è detto che tu e Naruto siete fatti per stare insieme, non lo conosci nemmeno. E seconda cosa devi cercare di scioglierti un po' e provare a parlargli»

«Io... non ce la faccio...»

«Tu lo pensi ma non è vero. Volere è potere: se vuoi una cosa allora non puoi aspettare che accada, devi andare e prendertela altrimenti significa che questa cosa non vale poi molto per te» Hinata annuì tornando a chinare lo sguardo. Temari non sapeva più cosa dirle, non era mai stata brava nelle questioni di cuore, non poteva mica diventare un'esperta tutta d'un tratto!

«Temari... vorrei... ecco... chiederti un favore...»

«Dimmi pure, se posso lo farò» Sperò di non pentirsi di quelle parole in futuro.

«Io... ecco... potresti conoscere un po' meglio Naruto... per me?» Quella non se l'aspettava proprio, ma da dove le venivano certe idee? Lei che doveva passare del tempo con quello svitato? Magari diventarne amica anche?

«Certo, se vuoi...» Si morse la lingua troppo tardi, il punto era che Hinata era così gentile che non si poteva dirle di no senza che un enorme senso di colpa ti schiacciasse sotto il peso di sette tonnellate. Hinata sorrise e le si avvicinò.

«Grazie Temari, sei una vera amica» Le disse più sollevata. Temari pensò che no, non lo era affatto, lei non voleva avere delle amiche, di quel genere poi... Quando era stata ammessa al college si era ripromessa di iniziare una vita nuova, diversa: niente perdite di tempo, niente infantilismi, niente di niente, solo sano e soddisfacente studio. A quanto pareva le cose non stavano andando come voleva però. Prima di andarsene Hinata prese dalla borsa il quaderno color biscotto.

«Me l'ha dato TenTen, lo devi tenere tu adesso» Le disse, lo teneva in mano come se fosse una cosa preziosa. Temari lo prese e annuì ma appena restò sola lo lanciò sul letto di Ino. “Per questa volta salterò il mio turno” Si disse mettendosi a leggere.

 

 

 

 

Quella sera arrivò Ino.

«Ciao Temari, scusa ma sono di fretta» Disse correndo in bagno.

«Dove vai?» Chiese Temari a voce alta.

«Ho un appuntamento» Temari non se ne stupì, Ino aveva appuntamenti tre sere sì e una no e mai con lo stesso ragazzo. O stava prendendo davvero sul serio il giochino sul quaderno della verità oppure, come lei riteneva più probabile, era semplicemente una sciupauomini. Ino uscì dal bagno completamente nuda, altra cosa che Temari non sopportava, non aveva un minimo di contegno eppure all'apparenza era una ragazza così fine. “All'apparenza” Pensò. Mai fidarsi delle apparenze. Si mise la minigonna senza mutandine.

«Chi è la vittima questa sera?» Domandò Temari non molto interessata.

«Uno dell'ultimo anno, mi porta al mare»

«A quest'ora?»

«Certo, è la cosa più bella la spiaggia al chiaro di luna con le onde che si infrangono sugli scogli»

«Troppo romantico per una che se la vuole spassare e basta» Ribatté Temari.

«Un uomo ti farebbe bene, forse la smetteresti di essere tanto acida»

«Forse anche tu diventeresti più intelligente se la smettesti di cambiarne uno ogni 24 ore» Ribatté Temari con un ghigno. Ino ignorò l'ultimo commento, prese la borsa e se ne andò. Temari riprese a studiare ben sapendo che per quella notte la compagna non sarebbe tornata. Come se partire per il mare così di punto in bianco fosse una cosa normale poi! Lei non lo avrebbe mai fatto.

Si addormentò verso mezzanotte con la faccia poggiata sul libro aperto e fece un sogno piuttosto strano: era con Naruto e lo stava minacciando con una pistola di mettersi con Hinata, poi arrivava Ino che le diceva di venire al mare con lei perché aveva qualcuno da presentarle, durante il tragitto investivano un gatto nero con la macchina. Si svegliò di colpo tremendamente confusa.

La sveglia trillava, erano le 5 del mattino. La spense e richiuse gli occhi. Stava di sicuro diventando una pazza anche lei, le sue amiche la stavano contagiando, quel sogno ne era la prova. Con uno sforzo estremo di volontà si alzò e andò a prepararsi per la solita corsa mattutina.

 

 

 

Angolo dell'autrice: ciao, scusate il ritardo ma sono super impegnata con lo studio! Prometto che cercherò di aggiornare almeno una volta alla settimana, grazie per la pazienza, alla prossima

baci

Kitiara :)

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Capitolo 5
*** Un ragazzo misterioso ***


Un ragazzo misterioso

 

I giorni passavano tranquilli e Temari non aveva ancora parlato con Naruto. Fosse stato per lei avrebbe benissimo lasciato perdere ma aveva fatto una promessa e non poteva tirarsi indietro. Così, quella mattina, una brutta mattina già di per sé visto che pioveva, arrivata in aula, invece di sedersi nei primi posti come al solito, andò negli ultimi dove si mettevano sempre Naruto e Sasuke. Ino la guardò interrogativa e dopo un po' venne a chiederle spiegazioni.

«Non ho dormito molto e non voglio che Sarutobi veda la mia faccia mezza addormentata mentre spiega» Mentì Temari. Era patetica come scusa e lo sapeva benissimo anche da sola ma Ino non insistette e tornò da Sakura. Temari aprì il libro e aspettò che Naruto e il suo amico arrivassero.

«Fammi vedere la tua faccia mezza addormentata seccatura» Si voltò a metà tra il seccato e il sorpreso, proprio dietro di lei era seduto Shikamaru.

«Che ci fai tu qua?» Domandò acidamente.

«Seguo la lezione, che altro ci dovrei fare?»

«E da quando frequenti questa lezione?»

«Dall'inizio dell'anno»

«Non ti ho mai visto» Obiettò lei.

«Lo so, sei sempre troppo presa da te stessa per poter accorgerti degli altri» Rispose lui guardandola con un ghigno. Ci godeva proprio a stuzzicarla ma Temari non era una che si faceva mettere i piedi in testa facilmente.

«O forse sei tu che prima ancora di riuscire ad entrare in aula ti addormenti in corridoio!»

«Non è mai successo, spiacente deluderti» Temari ricordò di quando l'aveva visto la prima volta: al termine della sua prima lezione a cui lui era arrivato alla fine e si erano scontrati sulla porta.

«Hai ragione, la strada per arrivare in aula è troppo lunga per te, resti direttamente a dormire nel letto tutta la mattina!» Esclamò e lui capì di cosa parlava.

«Il primo giorno non ho fatto in tempo perché ero appena arrivato a scuola»

«Ma se avevi la faccia di uno che si è appena svegliato!»

«Avevo dormito in corriera» Spiegò lui. In quel momento arrivarono Naruto e Sasuke e il biondo prese posto proprio vicino a lei.

Lasciò perdere Shikamaru e si voltò pensando a un modo per attaccare bottone. Non poteva nemmeno fingere di chiedergli una spiegazione sulla lezione perché invece di seguire lui disegnava volpi sul quaderno. “Mente malata” Pensò. «Ehm... scusa» Sussurrò e lui si voltò «Avresti una penna? La mia ha smesso di funzionare» Balla colossale e pessimo modo di iniziare una conversazione. Naruto le diede la propria penna.

«Tienila pure, tanto a me non serve. Tu sei Temari, vero?»

«Si, come sai il mio nome?»

«Lo sanno tutti!» Esclamò lui a voce alta facendo girare qualche ragazzo.

«Ah... bene» Fece lei seccata. Ino aveva ragione quindi a dirle che era diventata famosa. «Tu invece sei Naruto, vero?» Lui annuì. Temari non sapeva più come andare avanti, non poteva certo continuare a parlargli durante la lezione rischiando di disturbare gli altri, era meglio farlo in un altro momento, magari durante il pranzo. Invitarlo o meno? Non voleva mica che si mettesse in testa strane idee!

Fortunatamente fu proprio lui a trovare, inconsapevolmente, una soluzione al suo problema.

«Ti va se dopo pranziamo insieme? Anche con le tue amiche magari» Con un cenno indicò Sakura, Ino, TenTen e Hinata più avanti. Temari colse la palla al balzo.

«Certamente!» Perfetto, in compagnia forse Hinata sarebbe riuscita a sciogliersi un po'.

A fine lezione andò ad avvertire le altre. Hinata la guardò con un misto di preoccupazione e gratitudine mentre Ino iniziò a farle l'interrogatorio di terzo grado.

«Perché ti sei seduta con loro?»

«Te l'ho spiegato prima mi pare» Rispose Temari scocciata.

«Era una balla e lo so bene. Vuoi per caso fare colpo su Sasuke? O su Naruto?»

«Sei totalmente fuori strada Ino, ti ho detto che ero un po' stanca, non c'è niente di più»

«E lasciala tranquilla!» Intervenne Sakura venendole in soccorso. Andarono alla lezione seguente e sulla strada incontrarono Hidan, Deidara e Sasori. Sakura sorrise al suo fidanzato e lo baciò ma lui la spinse via in malo modo.

«Te l'ho detto un milione di volte che non voglio che mi stai così appiccicata di continuo!» La ragazza abbassò lo sguardo senza protestare.

«Scusa, hai ragione...» Mormorò dispiaciuta. Intanto Hidan si avvicinò a Temari.

«È da un po' che non ci si vede in giro, dove ti eri nascosta, eh?»

«Da nessuna parte Hidan, non sono una che si nasconde»

«Facciamo un giro più tardi?» Le mise un braccio attorno alle spalle e lei lo scansò in malo modo senza riuscire a trattenere una smorfia di fastidio.

«No grazie, sono impegnata» Rispose freddamente.

«Non puoi essere impegnata se ci sono io tesoro» Replicò lui con un tono così suadente a cui chiunque avrebbe ceduto. Lei però non era chiunque.

«Spiacente Hidan ma proprio perché ci sei tu io sono impegnata» Detto ciò si allontanò seguita dalle sue amiche.

«Che fortuna che hai» Disse Ino invidiosa «Corteggiata dal più bel ragazzo della scuola»

«Non la riterrei una fortuna e poi non mi sta corteggiando, sta solo cercando di portarmi a letto»

In quel momento videro fermo davanti al distributore del caffè un ragazzo, si fermarono a guardarlo, eccetto Temari che invece guardava loro perplessa. Va bene che era un bel tipo ma quella reazione da cagnoline con la bava alla bocca era esagerata!

«Chi è quello schianto?» Chiese Ino aggrappandosi al suo braccio.

«Strano che tu non lo sappia» Rispose lei cercando di liberarsi dalla sua ferrea presa.

«Deve essere nuovo, non l'ho mai visto ma è uno schianto» Aveva capelli neri, uno sguardo profondo, magnetico e penetrante... era alto e con un fisico ben scolpito: era perfino più affascinante di Hidan! Per Temari invece era un tipo qualunque, sicuramente più carino della media ma nessuno per qui dover sbavare dietro a quel modo.

«Non può essere nuovo, di certo è più grande di noi» Ragionò Sakura.

«Andiamo a conoscerlo» Disse Ino e tirando Temari per un braccio gli si avvicinò. Le altre tre le seguirono un po' imbarazzate soprattutto Hinata il cui unico desiderio in quel momento era fuggire via.

«Ciao» Salutò Ino con voce sensuale e assumendo un' espressione dolce e ingenua «Mi chiamo Ino e loro sono le mie amiche, siamo del primo anno e ci siamo perse, dovremmo raggiungere l'aula B8, potresti indicarci la strada?» Nessuno avrebbe detto no a un sorriso tale quale aveva lei in quel momento. Il ragazzo indicò alla propria destra.

«È proprio lì» Rispose.

“Questa è la peggiore figura di merda che io abbia mai fatto in tutta la mia vita” Pensò Temari. Ino invece non si scompose e si lasciò andare in una risatina.

«Non l'avevamo vista! Comunque grazie, tu sei?»

«Itachi» Rispose lui con voce profonda. Tutto di lui era affascinante e Ino rimase per qualche attimo a guardarlo incantata.

«Grazie Itachi, allora noi andiamo, ci si vede in giro» Entrarono finalmente in classe e lì Sakura le urlò su di tutto.

«Che figure ci fai fare, si può sapere?»

«Di che ti lamenti? Ora sappiamo il suo nome e per stasera saprò anche il resto» Disse Ino sicura.

«Potevi inventarti qualcos' altro per attaccare bottone, ci avrà preso per delle deficienti! Come hai fatto a non accorgerti che avevamo l'aula davanti?»

«Non mi è venuto in mente altro e poi una scusa vale l'altra» Temari andò a sedersi lasciandole litigare e un ragazzo le si avvicinò. Non lo aveva mai visto.

«Ciao»

«Ciao» Rispose lei senza alzare lo sguardo dal libro.

«Ecco... io... mi chiamo Chojuro» Disse lui. Temari lo guardò, sembrava un ragazzino spaurito, era alto, magro e goffo. Arrossì a vista d'occhio quando lei puntò lo sguardo su di lui.

«Ti serve qualcosa?»

«Io... volevo chiederti se ti va di pranzare con me dopo»

“Oh no, ricominciamo con gli scocciatori” Pensò Temari e riabbassò lo sguardo sul libro. «Sono impegnata a pranzo con delle amiche» Rispose.

«O... ok, non fa niente, sarà per la prossima volta» Temari non replicò e si dimenticò di lui non appena si allontanò. Intanto TenTen e Hinata le si sedettero vicino.

«Dove sono Ino e Sakura?» Chiese loro sperando che quelle due, Ino soprattutto, fossero state colpite da un improvviso malore e costrette a tornarsene a casa per il resto dell'anno. Era cattiva ad augurare tanto male a qualcuno? Ma lei non lo augurava affatto, ci sperava e basta.

«Stanno ancora litigando» Rispose TenTen «Sono peggio di due bambine quando ci si mettono, Ino si è messa in testa che vuole conoscere meglio Itachi e Sakura è ancora arrabbiata per la figuraccia di prima, a proposito, ho invitato a pranzare con noi anche Kiba e un suo amico, non ti dispiace, vero Tem?»

«Non chiamarmi Tem, comunque puoi invitare chi vuoi» A lei non importava di quel pranzo, ne avrebbe fatto volentieri a meno. Dopo un po' arrivarono anche Ino e Sakura.

«Qualcuno le dica che non voglio farlo!» Sbottò la rosa confetto.

«Fare cosa?» Chiese TenTen stancamente.

«La ragazza ponpon»

«Si dice cheerleader» Corresse Ino.

«È lo stesso, non voglio farla»

«Solo perché Deidara te l'ha proibito, possibile che devi obbedirgli in tutto? È il tuo ragazzo, non il tuo padrone!» Per una volta Temari era daccordo con lei.

«Lo so che non è il mio padrone ma non voglio scontentarlo!» Ribadì Sakura e la conversazione finì lì perché arrivò il professore.

 

 

 

 

 

 

 

A fine lezione visto che pioveva dovettero accontentarsi di mangiare al chiuso in mensa. La sala era piena di studenti tanto che trovare un posto libero si rivelò più difficile del previsto, per questo non appena lo adocchiò Temari ci si fiondò di corsa ma TenTen la fermò di colpo.

«Quello è riservato»

«A chi?» “Stai calma, stai calma, stai calma” Pensò intanto sentendo la propria irritazione salire pericolosamente.

«Al gruppo delle cheerleaders»

«Non mi interessa, non c'è mica il loro nome sopra» Era una cosa inconcepibile, non si potevano occupare dei tavoli anche quando non si era presenti! TenTen però la fece andare in un altro in mezzo alla sala nella confusione generale.

“Addio tranquillità” Pensò la bionda sconfortata mentre TenTen la trascinava per un braccio rischiando di farle cadere tutto il cibo dal vassoio. Lo diceva lei che quella ragazza era troppo esagitata per i suoi gusti. Per miracolo, e solo per miracolo riuscì ad arrivare con il cibo ancora indenne sul vassoio.

Ino, Sakura e Hinata si erano già sedute e dopo un po' arrivarono anche Kiba, Naruto, Sasuke e un altro ragazzo che solo Ino conosceva.

Si chiamava Neji, un tipo serio a prima vista, anche lui frequentava qualche lezione con loro ed era sempre seduto nei primi banchi.

Temari lanciò un'occhiata a Hinata fecendole capire che era il momento di fare qualcosa con Naruto, peccato che questo fosse presissimo da Sakura e le parlava tutto concitato.

Sasuke al contrario dell'amico se ne stava in silenzio ascoltando svogliatamente le sue chiacchiere e chiedendosi probabilmente come potessero uscire dalla sua bocca una tale mole di sciocchezze tutte insieme. Ino aveva ragione a dire che quei due erano diversi.

“Davvero un bel quartetto 'sti qua” Pensò Temari e facendo vagare lo sguardo sulla sala vide Hidan e i suoi. C'era anche Itachi con loro. Si voltò immediatamente dall'altra parte e intravide tra gli altri studenti Shikamaru seduto a un tavolo con un altro ragazzo. “Di bene in meglio” Pensò seccata nel ritrovarselo sempre davanti. Il primo aveva la solita aria annoiata, l'altro si stava abbuffando di patatine.

«Quelli sono Shikamaru e Choji» Le disse Ino accorgendosi che li stava guardando.

«Lo so, cioè, conosco solo Shikamaru, è uno stupido» Kiba si voltò.

«Shikamaru stupido? Non glielo puoi proprio dire questo, lo sai che ha un quoziente intellettivo pari a 200 o qualcosa di simile?»

«Non ci credo nemmeno se lo vedo all'opera» Rispose lei tornando a guardare il proprio piatto e inforchettando un pezzo di carne.

La sfortuna doveva esserlesi attaccata addosso però perché Hidan e i suoi amichetti vennero proprio al loro tavolo. Hidan si mise dietro Temari e poggiò le mani sul tavolo circondandola con le braccia. La ragazza si irrigidì. Ino invece aveva occhi solo per Itachi e Deidara si era messo al posto di Sakura prendendo la ragazza in braccio.

«Volete unirvi a noi?» Chiese Ino sorridendo mielosa al moro che scosse la testa.

«Sono solo venuto a salutare il mio fratellino» Rispose guardando Sasuke.

«Non sforzarti troppo» Rispose quello senza guardarlo. Ino li guardò sorpresa, non sapeva che quei due fossero fratelli ma in effetti si somigliavano molto.

Temari sentì la mano di Hidan poggiarsi sulla sua spalla e iniziare a scendere, la scostò malamente.

«Togliti» Anche se non poteva vederlo era certa che stesse sogghignando. Si sarebbe volentieri voltata per affrontarlo faccia a faccia ma lui la teneva inchiodata a quella sedia. Incrociò per caso lo sguardo di Shikamaru che la stava guardando e si sentì innervosire ancora di più, ma che avevano tutti quel giorno? «Hidan, togliti, non riesco a mangiare» Disse freddamente. Lui si chinò e le sussurrò:

«Ho fame anche io sai?»

«Allora vattene a pranzare!»

«Prova a indovinare qual è il mio cibo preferito» Bisbigliò lui solleticandole l'orecchio e Temari arrossì appena cosa che non le era mai successa. Hidan le accarezzò una guancia «Ci vediamo più tardi dolcezza» Si allontanò e Temari tornò a respirare normalmente. Nemmeno si era accorta di aver trattenuto il fiato tutto il tempo, si voltò verso TenTen.

«Dove sono andati Itachi e Deidara?» Chiese.

«Si sono allontanati un attimo fa, stai bene? Sei pallida come un cencio»

«Sto bene» Rispose. Mangiò in fretta e poi con una scusa se ne andò. Voleva allontanarsi da quel posto e da Hidan il più velocemente possibile. Attraversò quasi correndo il corridoio e gli altri studenti le lanciarono occhiate curiose ma lei ignorò tutti e andò a chiudersi in camera. Si buttò sul letto sprofondando la testa nel cuscino, che cosa le stava succedendo? Perché per un attimo si era sentita così vulnerabile davanti a Hidan? Non le era mai accaduto con nessuno, quel ragazzo le incuteva un senso di pericolo. Le tornò in mente ciò che aveva detto Ino sul fatto che aveva mandato un ragazzo all'ospedale. Era meglio se gli stava lontana, prima o poi avrebbe smesso di cercarla.

 

 

 

 

 

 

 

Temari rivide Ino solo quella sera quando la biondina entrò in camera strillando e facendole quasi prendere un infarto.

«Teeemari!!! Ho nuove notizie per te»

«Hai deciso di trasferirti altrove?»

«Non fare l'antipatica e ascoltami! Lo sai cosa si dice in giro?»

«No e sinceramente nemmeno mi interessa» Ma perché non la lasciava in pace almeno una volta ogni tanto? Cosa doveva: mettersi a pregarla in ginocchio e chiederle pietà con la testa cosparsa di cenere!?!

«Dovrebbe invece visto che ti riguarda in prima persona. Si dice che tu e Hidan state insieme» Temari si mise seduta di scatto e lanciò un urlo:

«COSA???»

« Proprio così, è vero o no?»

«Assolutamente no! Come puoi pensarlo? Dimmi da chi lo hai sentito che vado e lo predo a pugni!» Ino si sedette sul letto e si tolse le scarpe

«Si dice in giro, siete la coppia del momento»

«Ma non è vero!» Protestò Temari.

«Non dovresti lamentarti, capisco se si trattasse di un mostro con il naso storto ma Hidan è bello e portentoso» Temari si alzò, pensava di sapere chi avesse messo in giro quelle voci. «Dove vai?» Le chiese Ino ma lei non rispose e uscì dalla camera. Lo avrebbe preso a pugni, altroché! Nessuno si metteva contro Sabaku no Temari, nessuno! Incazzata nera si avviò verso la camera di Hidan e bussò violentemente alla sua porta. Lui le aprì.

«COSA CAZZO VAI A DIRE IN GIRO SU DI NOI, EH?» Gridò Temari furibonda.

«Cosa vado a dire?» Ripeté lui con un ghigno.

«ESATTO! NON FARMI PERDERE TEMPO!»

«Non so proprio di cosa tu stia parlando dolcezza»

«Vuoi forse farmi credere che non sei stato tu a mettere in giro la voce che stiamo insieme?» Sibilò Temari infuriata e lui si mise a ridere facendola incazzare ancora di più.

«Proprio no tesoro, non ho detto niente io»

«E dovrei crederti?»

«Credi a quello che vuoi, visto che sei qua però che ne dici di entrare e divertirci un po'?» Temari fece una smorfia di disgusto e un passo indietro.

«Fottiti Hidan, non sono un tuo giocattolo»

«Questo lo vedremo mia cara» Disse lui inquietante. Temari sentì di nuovo quella sensazione di pericolo farsi strada dentro di lei ma questa volta gli tenne ben testa.

«Stammi a sentire, non so cosa tu ti sia messo in testa ma io non sono una di quelle ragazze facili che vengono a letto con te al tuo primo schiocco di dita. Lasciami in pace e non venirmi più fra i piedi» Si voltò e mentre si allontanava lui le gridò dietro:

«È proprio quando si fa difficile che la sfida diventa più interessante dolcezza» Temari lo ignorò e tornò in camera sbattendo violentemente la porta. Vedendo che c'erano anche TenTen, Sakura e Hinata provò il forte istinto di spaccarsi la testa contro il muro.

«Tutto ok?» Chiese Ino guardandola.

«No, per niente, pensavo fosse stato Hidan e invece non è lui per niente!»

«Cerca di rilassarti, non è la fine del mondo. Ascolta me invece, stavo appunto raccontando di Itachi e Sasuke, ho scoperto delle cose. È vero, sono fratelli ma non sono in buoni rapporti»

«Perché?» Chiese TenTen

«Questo non lo so, però so che Itachi non è in buoni rapporti nemmeno con suo padre. A parte questo è sempre stato uno studente modello, borse di studio per i voti e bravo in tutti gli sport anche se non fa parte di nessun gruppo sportivo»

«Perché era con Hidan oggi?» Chiese Temari fra i denti ancora incazzata.

«Ora te lo spiego: fanno parte dello stesso gruppo»

«Una congregazione intendi?» Chiese Temari. Ino fece le spallucce:

«C'è chi dice di si ma nessuno sa bene questa cosa, si può solo intuire chi ne siano i membri perché ovviamente girano sempre in gruppo: Itachi, Deidara, Hidan, Sasori, poi ci sono Konan che è una ragazza del quarto anno e un tipo che si chiama Nagato e che si dice sia il “capo”. È una cosa molto misteriosa, non pensate?»

«Non sapevo che Deidara facesse parte di una cosa simile, non mi ha mai detto niente» Disse Sakura.

«Sei tu che sei troppo ingenua con lui» Ribatté Ino.

«Che intendi dire?» Chiese la rosa offesa.

«Niente, solo che ti fai comandare a bacchetta da lui senza protestare»

«Questo non è vero!» Sbottò Sakura infastidita.

«Magari le voci che girano non sono vere» Ipotizzò TenTen «Come non sono vere quelle che girano su Tem e Hidan» Per una volta Temari non si lamentò dell'uso del diminutivo e annuì.

«Ha ragione, non bisogna mai prendere troppo sul serio queste cose»

«Vorrà dire che mi informerò meglio» Decise Ino.

«Ho paura che potremmo finire nei guai» Squittì Hinata con vocina preoccupata e Ino scosse la testa facendo ondeggiare i suoi lunghi capelli biondi.

«Ma no, non ci sarà nessun guaio» Aprì il cosiddetto quaderno della verità e aggiunse un nome. «Comunque vi dirò che Itachi è salito in cima alla lista dei ragazzi più interessanti: voto 10 in aspetto. Per il carattere aspetterò ancora un po' invece. E ora... rullo di tamburi... ho una notiziona da darvi: HO FATTO IL PROVINO PER LE CHEERLEADRES!!!!» Strillò.

«Oh, e come è andato?» Chiese TenTen non poi così tanto interessata.

«Sono sicura che mi prenderanno, ho dato il meglio di me. I risultati però usciranno solo tra qualche giorno» Rispose Ino sorridendo.

«Tifiamo per te!» Esclamò TenTen.

Anche per quella sera il loro incontro era terminato, avevano fatto tardi e superato il coprifuoco ma le ragazze riuscirono a raggiungere le proprie camere senza essere viste da nessuno.

 

 

 

 

 

 

 

Angolo dell'autrice: non sono proprio brava nel terminare i capitoli: sorry! Spero di non avervi annoiati molto anche questa volta, ci si vede al prossimo :)

baci

Kit

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Capitolo 6
*** Tradimenti ***


Tradimenti

 

«Muoviti Ino o vado da sola» Disse Temari all'amica bussando alla porta del bagno. Un' altra cosa che non sopportava di lei era il tempo che perdeva a prepararsi.

«Sono quasi pronta Temari, quasi pronta, un po' di pazienza!» Fu la risposta un po' seccata della Yamanaka. Temari contò mentalmente fino a dieci, quel quasi pronta era già la terza volta che glielo ripeteva ma ancora non era uscita. Ci vollero altri dieci minuti perché Ino uscisse dal bagno e aveva due vestiti in mano:

«Rosa o bianco?» Chiese.

«Non ti sei ancora vestita???» Domandò Temari allibita. Ma perché aveva accettato di aspettarla, perché!?!

«Rosa o bianco, dimmi!» Insistette Ino scuotendoglieli davanti agli occhi.

«Ma che ne so io, uno vale l'altro!» Sbottò Temari. Ino osservò con aria critica gli abiti e alla fine ne scelse un terzo color viola. Temari tamburellò impaziente le dita sulla scrivania, quella biondina la stava facendo diventare matta. “Alla fine dell'anno sarò completamente schizzata” Pensò.

Qualcuno bussò alla porta e Temari aprì, erano TenTen e Hinata.

«Buongiorno ragazze!» Salutò la castana. Ino le lanciò un'occhiata critica.

«Ma tu non cambi mai pettinatura? Ti fai sempre quei noiosi cocon?» Le chiese infine arricciando il naso.

«Sono comodi e semplici» Fu la risposta piccata «E sbrigati, non sei ancora pronta!»

«Non iniziare anche tu come Temari adesso, una basta e avanza!» Esclamò Ino seccata «E poi nemmeno Sakura è ancora arrivata, qualcuno la vada a chiamare per favore!»

«Vado io» Disse Temari ben contenta di uscire di lì, Ino dopo un po' diventava insopportabile soprattutto di prima mattina quando era in piena fase “mi sto preparando”. Andò a chiamare Sakura che aveva la stanza al piano superiore, bussando alla camera aprì la sua coinquilina, una ragazza dai capelli rossi e un paio di occhiali. A pelle non sembrava molto simpatica e infatti...

«Cerco Sakura»

«È uscita» Rispose lei e le chiuse la porta in faccia.

Eh no, nessuno si poteva permettere di fare così con lei. Bussò di nuovo, questa volta con forza. La rossa le aprì e la fissò scocciata.

«Sai dove è andata?» Le chiese Temari con la voce che già le vibrava per la rabbia.

«No, non so dove è andata, ora puoi sgombrare?» Un ragazzo nudo fino alla vita comparve alle spalle della rossa: Sasuke. Temari capì di aver interrotto qualcosa che non avrebbe dovuto ma non si scompose.

«Grazie e comunque un po' di educazione non guasterebbe!» La ragazza le chiuse di nuovo la porta in faccia. “Ma che problemi ha la gente in questo posto?” Si chiese Temari supefatta.

Rifece il percorso all'indietro ma quando arrivò sulle scale si bloccò di colpo: Deidara stava baciando una ragazza e quella ragazza non era Sakura.

Ecco perché odiava gli uomini, erano tutti così: meschini e traditori! Incurante dei due iniziò a scendere e si fermò a qualche scalino di distanza da loro.

«Dov'è la tua ragazza Deidara?» Domandò e i due finalmente si staccarono.

«Chi si vede, la stronzetta di Hidan»

«Io non sono di nessuno, dov'è Sakura ti ho chiesto» Ripeté fermamente lei.

«E che ne so io» Riprese a baciare l'altra e a far scorrere le mani sul suo corpo, strinse i suoi seni e quella emise un gemito.

«Lo sa quello che stai facendo?» Chiese Temari senza riuscire a trattenere una smorfia di disgusto. Deidara mollò la ragazza e le disse di andarsene, quella obbedì come un cagnolino stampandogli un bacio sulla guancia. «Davvero disgustoso» Commentò Temari e lui ghignò.

«Che vuoi?»

«Ti ho chiesto se Sakura sa quello che fai in sua assenza»

«Io faccio ciò che voglio stronzetta, che vuoi che mi importi di quella stupida? Me la tengo solo perché è divertente vedere quanto mi lecca il culo»

«Quindi se glielo dicessi io non ti importerebbe immagino» Con una mossa fulminea Deidara la prese e la sbatté contro il muro. La ragazza sentì il suo fiato sul volto e il suo sguardo le fece salire un brivido lungo la schiena.

«Apri bocca e sei morta» Sibilò.

«Non ho paura di te» Ribatté Temari fissandolo coraggiosamente. Deidara strinse la presa sulle sue braccia iniziando a farle male.

«Non mettere alla prova la mia pazienza ragazzina. Parla e te ne darò così tante che alla fine sarai irriconoscibile»

«Non ho paura di te» Disse ancora Temari continuando a fissarlo.

«Deidara, che stai facendo?» Il ragazzo la mollò subito, Sasori si avvicinò loro «Lo sai che a Hidan non piace che si tocchino le sue cose» Temari inarcò un sopracciglio, le sue cose? Le sue cose? Da quando in qua lei era una cosa di proprietà altrui? Deidara le lanciò un'occhiata prima di andarsene.

«Ricorda ciò che ti ho detto: zitta o muori» Si allontanò e per qualche istante Temari rimase ferma dov'era a riprendere un po' di autocontrollo. Se Deidara pensava di spaventarla con una minaccia di quel genere si sbagliava di grosso, lei non aveva paura di lui né della sua gang. Tornò dalle amiche, Sakura non era ancora arrivata ma Ino era finalmente pronta.

«Dov'è confetto rosa?»

«Non so, non l'ho trovata»

«Andiamo al bar senza di lei allora» Scesero al pian terreno, il bar era pieno e dovettero far colazione in piedi.

«Ecco perché preferisco venire prima» Brontolò Temari.

«Buongiorno ragazze» Salutò Kiba avvicinandosi loro con Naruto e Sasuke. Avevano già fatto colazione ma le aspettarono per andare in aula.

«Qualcuno ha visto Sakura?» Chiese Ino. Naruto scosse la testa. «Sto iniziando a preoccuparmi, ci eravamo date appuntamento di fronte alla mia camera per venire a fare colazione insieme ma non si è presentata»

«Le hai dato appuntamento?» Domandò Naruto con fare malizioso.

«Cosa vai a pensare pervertito! Siamo amiche, mica altro!» Anche Temari si stava chiedendo dove fosse, forse aveva scoperto anche lei che Deidara la tradiva ed era andata a rifugiarsi da qualche parte a piangere. Ma se non lo sapeva invece doveva davvero dirglielo lei? Preferiva rimanere fuori dalle relazioni altrui per non rimanerne invischiata ma il comportamento di Deidara le dava tremendamente fastidio. Alla fine decise che per il momento non avrebbe detto niente ma avrebbe cercato di convincere Sakura a mollare il ragazzo. Andarono in aula e la trovarono lì. Ino andò da lei furiosa.

«Dove cavolo eri finita?»

«Scusate ma sono dovuta andare a parlare con un professore, avevo avvertito TenTen»

«Non è vero» Protestò la castana.

«Sì invece, ti ho mandato un messaggio» TenTen prese il cellulare e sorrise colpevole

«Ops...» Ino alzò gli occhi al cielo:

«Che distratta che sei» Si sedettero in terza fila mentre Temari preferì andare davanti.

«Ci abbandoni così?» Chiese TenTen dispiaciuta.

«Mi dispiace ma davanti seguo meglio» Rispose lei. E a dirla tutta non aveva voglia di stare con loro. Vicino a lei si sedette un ragazzo che cercò da subito di attaccare bottone.

«Ehi, è vero quello che si dice in giro? Che stai con Hidan?»

«No»

«Allora ti piacerebbe uscire con me?» Temari lo guardò incredula.

«Arrivi subito al punto vedo» Lui sorrise.

«Non mi piace perdere tempo» Spiegò.

«Bene, nemmeno a me quindi te lo dico senza girarci tanto intorno: no, non mi va di uscire con te» Il suo sorriso si spense.

«No?»

«No e ora vorrei seguire la lezione quindi o cambi posto o chiudi la bocca» Rispose lei e per il resto dell'ora non lo degnò più di uno sguardo.

 

 

 

 

 

A fine lezione andò da Sakura per cercare di capire se stesse bene ma la ragazza era tranquilla. “Forse è meglio non dirle proprio niente, in fondo non sono affari miei” Si disse.

«Domani è sabato ragazzi» Disse Ino «Vi vai di uscire un po' e andare a fare un giro da qualche parte?»

«Se non ci portate in giro per negozi per noi va bene» Rispose Kiba lanciando un'occhiatina a Hinata.

«Daccordo, vorrà dire che ci offrirete solo il pranzo e la cena» Accettò Ino allegramente. Lei e Temari poi dovettero andare a un'altra lezione che gli altri non avevano.

«Adesso scordatelo di andare in prima fila, voglio mettermi lo smalto e non posso farlo davanti al prof» Disse la biondina che aveva già tirato fuori tutto il suo kit di trucchi e quant'altro.

«Voglio mettermi davanti, adoro le lezioni di Sarutobi» Replicò Temari. Era uno dei professori migliori a suo parere, l'unica pecca era che fumava in classe ma non si poteva pretendere troppo.

«Ti siedi con me punto e basta!» Esclamò Ino. Temari non aveva alcuna intenzione di accontentarla e andò nella prima fila. Scontenta Ino la seguì.

«Ti odio» Le sibilò.

«Potevi metterti dietro»

«Sai una cosa? Credo proprio che lo farò!» Ma invece rimase lì ed ebbe pure il coraggio di mettersi lo smalto davanti al professore che però non le disse nulla. Dopotutto anche lui fumava in classe.

 

 

 

 

 

 

Ino le rimase appiccicata tutta la mattina e tutto il pomeriggio, solo sul tardi Temari riuscì a sfuggirle e si nascose in biblioteca. Aveva fatto male i conti però se pensava di potersene stare da sola.

«Ciao seccatura»

«Ciao idiota» Shikamaru le si sedette di fronte e aprì un libro. Temari gli lanciò un'occhiata veloce e decise di ignorarlo ma la sola sua presenza le dava fastidio.

«Ci sono tutti i tavoli vuoti, perché ti sei seduto proprio qui?» Gli chiese a un certo punto.

«Per infastidirti»

«E se volessi che te ne andassi?»

«Non lo farei, mi siedo sempre qua, è un posto comodo, vicino alla finestra e nascosto dalla bibliotecaria, posso anche fumare senza essere visto»

«Kiba mi ha detto che hai un QI superiore alla media» Disse Temari con noncuranza e lui fece le spallucce come se non non fosse poi una gran cosa. «In ogni caso io non ci credo, sei fin troppo apatico per poter avere un quoziente intellettivo tanto alto»

«Tu invece seccatura?»

«Io cosa?»

«Si dice che stai con Hidan»

«Fantastico, lo sanno proprio tutti!»

«Lo sapevo che non era vero, non sei tipa da stare con uno del genere» Temari sogghignò.

«Lo prendo come un complimento» Anche Shikamaru sogghignò.

«Sei fin troppo difficile» Disse «Non credo che nessun ragazzo sarebbe mai tanto pazzo da stare con te»

«Te l'ha mai detto nessuno che sei proprio stronzo?» Lui sbadigliò rumorosamente e chiuse il libro.

«Scacchi» Lesse Temari sulla copertina. Si accorse che lui la fissava come se il suo sguardo dovesse trapassarle la testa da una parte all'altra «Che c'è?» Gli chiese seccamente.

«Come mai te ne stai sempre da sola?»

«Potrei farti la stessa domanda» Rispose lei. Shikamaru si accese una sigaretta ignorando il cartello di divieto appeso al muro e l'espressione contrariata di Temari.

«Perché non posso dormire se un mucchio di gente attorno a me fa casino. Ma tu non sembri quel tipo di ragazza che ama la solitudine almeno all'apparenza»

«E come ti sembro all'apparenza?» Chiese allora Temari rivolgendogli un'occhiata che avrebbe incantato chiunque ma lui rimase totalmente impassibile.

«Egocentrica. Arrogante. Altezzosa» Rispose soffiando il fumo su di lei. La ragazza si sentì bruciare dentro. Arrossì di rabbia e nervosismo, chi l'avesse guardata avrebbe potuto pensare che la sua testa sarebbe esplosa di li a poco e si sarebbe preoccupato di scappare via veloce. Shikamaru no però, si limitò a fissarla con aria annoiata, del tutto indifferente alla rabbia che stava crescendo a dismisura dentro di lei.

«Tu non sei molto meglio!» Sbottò Temari alzandosi in piedi di scatto «Sei un arrogante presuntuoso! Pigro! Indolente! Un idiota!!!» In quel momento arrivò la bibliotecaria attirata dalle urla isteriche della ragazza.

«Non si può gridare qua dentro!» E poi vide Shikamaru con la sigaretta accesa in bocca, lui si affrettò a spegnerla ma la donna, una signora ormai già anziana, si arrabbiò lo stesso e li spedì entrambi fuori imprecando contro la maleducazione dei giovani. Temari offesa con Shikamaru gli diede le spalle.

«Che hai seccatura ora?»

«Non mi chiamo seccatura!»

«Ma è quello che sei» Replicò lui e con una flemma che assomigliava a quella di un bradipo in letargo si incamminò lungo il corridoio. Temari lo seguì senza dire una parola. Arrivarono fino alla stanza di lui, la numero 93, quarto piano. Temari lo osservò con curiosità. Quel ragazzo aveva qualcosa e non sapeva esattamente cosa, che la mandava in confusione. Probabilmente il fatto che era un idiota, pensò.

«Vuoi anche entrare o ti sei fermata per guardare la porta?» Le chiese Shikamaru. Temari incrociò le braccia.

«Figurarsi se voglio entrare!» Esclamò e si allontanò a passi pesanti. “Che figure del cavolo” Pensò, non sapeva nemmeno lei perché si fosse fermata. Quel ragazzo la infastidiva, era strano, apatico e sembrava che indispettirla lo divertisse. Anche se a dire il vero non era mai riuscita a vedere un minimo di cambiamento nella sua espressione annoiata. Era diverso dagli altri ragazzi, non le chiedeva di uscire, non scappava quando lo aggrediva come una bestia inferocita, non la guardava in modo malizioso e pieno di desiderio come gli altri uomini. Si accorse con sorpresa che quella cosa la infastidiva parecchio, più del resto. “Forse è gay” Pensò “Sarebbe uno spreco però” Si stupì da sola di quei pensieri assurdi. Ino e le altre la stavano davvero contagiando, non c'era altra spiegazione per quello che le stava accadendo. “Devo tornare in me prima di perdere completamente la testa” Si disse. Quando arrivò alle scale vide Hidan e Deidara e fece appena in tempo a nascondersi dietro la parete, ascoltò senza volerlo la loro conversazione.

«Stanotte» Stava dicendo Hidan «Lavoro pulito, mi raccomando. Il capo non perdonerà un errore come quello dell'altra volta»

«Non ci sarà nessun errore, non ti preoccupare»

«Non sono io a dovermi preoccupare, lo sai cosa succede a chi sbaglia» Deidara sogghignò.

«Lascia fare a me Hidan, questa volta quel vecchio non ci sfuggirà» Disse. I due si allontanarono e Temari rimase ferma dov'era senza nemmeno osare respirare.

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Capitolo 7
*** L'epidemia degli studenti che girovagano di notte ***


L'epidemia degli studenti che girovagano di notte

 

 

«Stanotte» Stava dicendo Hidan «Lavoro pulito, mi raccomando. Il capo non perdonerà un errore come quello dell'altra volta»

«Non ci sarà nessun errore, non ti preoccupare»

«Non sono io a dovermi preoccupare, lo sai cosa succede a chi sbaglia» Deidara sogghignò.

«Lascia fare a me Hidan, questa volta quel vecchio non ci sfuggirà» Disse. I due si allontanarono e Temari rimase ferma dov'era senza nemmeno osare respirare.

 

 

 

 

Non appena non sentì più i loro passi scese di corsa le scale e senza rallentare percorse tutto il corridoio. Solo quando arrivò in camera si fermò per riprendere fiato.

«Temari, che succede? Sembra che tu abbia visto un fantasma!» Le disse Ino.

«Ho sentito una cosa che non avrei dovuto sentire» Rispose Temari.

«Che cosa?» Temari la guardò incerta se parlare o meno. Ora che ci rifletteva sopra con più calma si rese conto che non sapeva esattamente ciò che aveva sentito, non sapeva di cosa Hidan e Deidara stessero parlando. Sul momento le era sembrato qualcosa di losco e pericoloso, le loro voci basse e cospiratorie le avevano fatto pensare a ciò. Non poteva esserne sicura però.

«Allora? Mi vuoi dire che succede?» Chiese ancora Ino curiosa.

«Niente» Non poteva dirglielo rischiando di metterla nei guai. Conoscendola, Ino avrebbe sicuramente cercato di scoprire qualcosa di più e se quei due erano pericolosi come si diceva allora era meglio starne alla larga il più possibile. Andò in bagno.

«Mi faccio una doccia»

«Non prima di avermi detto che succede!» Protestò Ino battendo la mano sulla porta ormai chiusa a chiave «Non puoi venire qui tutta trafelata, dirmi che hai sentito una cosa che non avresti dovuto sentire e poi lasciarmi a bocca asciutta! No, non puoi!» Temari non le rispose ed entrò nel box doccia. Aprì l'acqua regolandola sul getto freddo. Di solito la faceva calda, quasi bollente e trasformava il bagno in una stanza termale ma in quel momento aveva bisogno di congelare i bollori di cui si sentiva pervasa. Chiuse gli occhi, la voce di Ino era ora lontana, nemmeno sentiva più quello che diceva. Si isolò completamente dal mondo esterno lasciando che i pensieri scivolassero via dalla sua mente come l'acqua scivolava via dal suo corpo dandole quelle sensazioni di benessere e calma che tanto le servivano in quel momento.

Quando uscì dal bagno Ino era distesa sul letto con espressione imbronciata. Non le rivolse neanche un'occhiata e Temari capì che si era offesa ma la cosa non la toccò più di tanto. Aveva ormai capito che Ino non era una che se la legava al dito, le sarebbe passata presto. Si mise a letto e promise a sé stessa una cosa: non avrebbe mai raccontato a nessuno quello che aveva sentito quel pomeriggio, nemmeno a Ino. Non poteva rischiare di metterla nei guai.

«Spengo la luce?» Le chiese. La biondina si girò su un fianco dandole la schiena.

«Fa quel che vuoi» Borbottò. Temari allungò la mano sul comodino fino a raggiungere la lampadina e la spense. Non riuscì ad addormentarsi subito, le parole di Hidan continuavano a ronzarle in testa. Cosa volevano fare lui e Deidara quella notte? Avevano anche parlato di un capo quindi facevano davvero parte di qualcosa di misterioso. “Questa volta quel vecchio non ci sfuggirà”. Quale vecchio? Che cosa volevano fargli? Tormentata da quei pensieri non riusciva a prendere sonno.

Sentì il respiro tranquillo di Ino, lei sì che si era addormentata. Temari accese la luce e guardò la compagna di stanza avvolta nelle coperte, era tutta ranicchiata su se stessa come i bambini che hanno paura di stare soli al buio ma l'espressione del volto era serena. Si alzò e si mise addosso la vestaglia, una passeggiata all'aria aperta era quello che le serviva per calmarsi e prendere sonno. Uscì facendo attenzione a non svegliare Ino ringraziando che avesse il sonno pesante e troppo tardi si accorse di aver dimenticato le chiavi dentro. La porta era a chiusura automatica e senza non poteva aprirla. “Cazzo” Pensò spingendola. Niente da fare, era chiusa. Bussò allora, immaginandosi la faccia di Ino quando avrebbe scoperto che era rimasta chiusa fuori. Ma l'amica non sentì. Altro che ringraziare il suo sonno pesante! Sbuffò seccata. E ora che faceva? “Magari qualcuno è ancora sveglio” Si disse. Forse Sakura o magari TenTen. Provare a vedere non costava nulla. Ma guardando il buio e silenzioso corridoio, illuminato solo dalla tenue luce di qualche lampada le venne male a pensare di dover andare in giro da sola. Non c'erano nemmeno finestre perchè il corridoio aveva sia a sinistra che a destra le camere da letto.

Deglutì a stento. “Temari Sabaku no che ha paura del buio? Che non si dica mai!” Pensò incamminandosi. Bussò alla stanza di Hinata e TenTen ma non aprì nessuno. “Non sconfortiamoci, c'è sempre Sakura” Ma per andare da lei doveva salire al terzo piano, c'erano il corridoio, le scale, una altro corridoio... Gemette. Ma perchè era uscita senza le chiavi? Anzi, perchè era uscita e basta! Fece ancora qualche tentativo alla porta di TenTen ma poi sentì dei passi. Di sicuro era il custode che faceva il giro di ronda, l'avrebbe certo aiutata anche se sarebbe stato piuttosto imbarazzante spiegargli come era finita in quella situazione. Quando però sentì che i passi erano accompagnati da delle voci si sentì morire. “Hidan” Pensò. Hidan e i suoi compari. E lei era lì, sola e in vestaglia. Non che il modo in cui era vestita potesse importare molto dopotutto. Pensò velocemente a cosa fare: scappare? Certo, ma dove? Sentendo le voci farsi più vicine non pensò più e lasciò che fosse l'istinto a guidarla. Attraversò tutto il corridoio arrivando al piano terra, una volta lì si nascose in una classe e riprese fiato aspettando che i ragazzi passassero. Dopo poco li sentì.

«Saremmo già dovuti essere a metà strada, tu e le tue stronzate ci hanno solo fatto perdere tempo!» Disse Hidan. Temari si arrischiò a aprire la porta di uno spiraglio per guardarli.

«Sono solo 5 minuti, se non ti conoscessi bene direi che sei agitato» Replicò Deidara passandosi una mano fra i lunghi capelli biondi. “Ha proprio l'espressione da pazzo assassino” Pensò Temari vedendo i suoi occhi allucinati. Le venne in mente anche che potesse essere drogato. E Sakura stava con un tipo del genere?

«Fate silenzio e muovetevi. Il capo è fuori che ci aspetta« Questo era Sasori, il ragazzo dai capelli rossi e l'espressione pacifica. I tre si allontanarono e Temari decise di seguirli. Voleva vedere dove andavano e chissenefrega dei rischi che poteva correre! Uscì dall'aula e, silenziosa come un gatto uscì in giardino. Li vide oltrepassare i cancelli e avvicinarsi a un furgone dove c'erano altre 2 persone. Curiosa di guardarli meglio in faccia si avvicinò di più accucciandosi dietro un cespuglio da cui poteva avere una buona visuale e anche sentire ciò che dicevano. Uno era Itachi, l'affascinante ragazzo che faceva impazzire Ino. L'altra invece era una ragazza ma non riuscì a vederla in faccia. I 5 salirono sul furgoncino e proprio in quel momento qualcuno puntò su di lei la luce di una torcia.

«Che cosa stai facendo qui?» Sentì il sangue congelarlesi nelle vene, il furgone si allontanò e lei si voltò verso il custode che le puntò la torcia agli occhi. «Allora?» Insistette lui.

«Sono rimasta per sbaglio chiusa fuori dalla mia stanza» Rispose coprendosi gli occhi con un braccio «Può abbassare quella luce?»

«Credo che la direttrice non sarà per niente contenta di essere svegliata nel cuore della notte» Disse lui con un ghigno. Temari allarmata abbassò il braccio, voleva davvero portarla dalla direttrice? Rischiava di essere buttata fuori dalla scuola! Erano severissimi riguardo alle regole. Il custode la afferrò in malo modo per un braccio trascinandola dentro.

«So camminare anche da sola!» Cercò di opporsi la ragazza «Mi molli!» Sbottò. Luì ignorò completamente le sue proteste e continuò a trascinarla fino alla camera della direttrice. Bussò forte alla sua porta e dopo un bel po' una donna bionda dallo sguardo che non prometteva niente di buono aprì la porta. Se avesse avuto un mitra in mano si poteva essere certi che l'avevrebbe usato.

«Chi osa disturbarmi a quest'ora della notte?» Sibilò con il tono di chi era li li per spaccare la faccia a qualcuno. In vecchio custode tirò per il braccio Temari facendola avanzare.

«Questa ragazza signorina Tsunade. L'ho trovata che girovagava per il giardino in atteggiamento sospetto»

«Ma quale atteggiamento sospetto!!!» Sbottò Temari «Io non ho fatto niente!»

«Era nascosta dietro un cespuglio, probabilmente fumava erba o altro»

«Ma è impazzito? Non stavo facendo proprio niente! Se le inventa le cose!!!»

«Bisogna prendere provvedimenti immediati signorina Tsunade, se lasciamo che cose come queste accadono poi ne verrà fuori un'epidemia...»

«Mi stia a sentire razza di idiota che non è altro: non stavo fumando proprio niente io!»

«Io propongo di darle una punizione esemplare così da stroncare sul nascere azioni simili» Continuò il custode imperterrito.

«Non mi può punire per qualcosa che non ho fatto!» Ribattè Temari «Sono rimasta chiusa fuori dalla mia camera per sbaglio! Non è me che dovete punire! C'erano degli altri che...»

«Ah ahh!» Esclamò l'uomo «C'erano anche degli altri! L'ha sentita signorina Tsunade? L'epidemia è già cominciata!!!»

«MA CHE EPIDEMIA ED EPIDEMIA!» Gridò la donna «MI AVETE SVEGLIATA NEL CUORE DELLA NOTTE PER UNA SCIOCCHEZZA!»

«Ma signorina, questa ragazza è uscita dalla sua stanza dopo il coprifuoco, capisce?»

«CAPISCO SOLO CHE INVECE DI ESSERE NEL MIO LETTO SONO QUI AD ASCOLTARE LE TUE CHIACCHIERE ASSURDE!» Urlò Tsunade «TORNATENE AL LAVORO IMMEDIATAMENTE E LASCIAMI DORMIRE!!!» L'uomo obbedì scappando via veloce da quella furia di donna. Temari rimase sola con Tsunade aspettandosi che cacciasse in malo modo anche lei e l'avrebbe anche preferito a una ramanzina. La direttrice però la sorprese perchè non fece né l'una né l'altra cosa, anzi, la invitò ad entrare in camera.

«Siediti pure su quella poltroncina» Le disse e Temari obbedì preoccupata. “Ora vengo espulsa, ora vengo espulsa” Pensò “Oh no, ti prego, fa che non venga espulsa” «Dimmi cosa ci facevi fuori a quest'ora»

«Io... non riuscivo a dormire e ho sentito delle voci in corridoio» Mentì Temari «Così sono uscita per vedere chi fosse solo che ho dimenticato le chiavi in camera e sono rimasta chiusa fuori»

«E quindi hai pensato bene di fare una passeggiatina in giardino» Disse Tsunade scrutandola con occhio critico.

«Ho seguito dei ragazzi di nascosto» Spiegò Temari «E speravo di trovare qualcuno a cui chiedere aiuto ma non volevo farmi vedere da quei tipi»

«Perchè?»

«Ecco... erano...» Di solito non faceva la spia ma quella volta era davvero importante «Hidan, Deidara e Sasori» Quello spiegava perchè non aveva voluto farsi vedere «Li ho visti uscire dalla scuola ed ero curiosa di capire dove stessero andando così li ho seguiti, loro sono saliti su un furgoncino. C'erano anche Itachi Uchiha e una ragazza di cui però non so il nome, se ne sono andati e poi il custode mi ha scoperta e mi ha portata qui»

«Svegliandomi» Disse Tsunade fra i denti e Temari non seppe cosa dire. Osservò la direttrice che si era fatta pensierosa. “Dei e dee veri e non vi prego fate che non mi espelli” Pregò intanto Temari.

«Tu sai che ci sono delle regole da seguire, vero?» Domandò Tsunade dopo un po'.

«Sì...»

«E sai che una di queste regole dice che non si può uscire dopo il coprifuoco a meno che non si abbia un'autorizzazione scritta?» Temari annuì sconfortata. Ecco che si avvicinava la sua fine, era stato bello, quei giorni erano stati fantastici, amiche a parte, ma ora tanti saluti, se ne sarebbe tornata a casa. «Il college non è una passeggiata e anche se tutti voi studenti siete ormai più che maggiorenni dovete rispettare le sue regole. Per questa volta passi, sono stata giovane anche io in fondo e ne ho combinate di cotte e di crude ma che non si ripeta più, intesi?» Temari annuì estremamente sollevata, l'avrebbe abbracciata, baciata, si sarebbe prostrata ai suoi piedi per l'eternità... Ovviamente non fece niente di tutto ciò e si limitò ad alzarsi e ringraziarla «Ti chiamo Shizune, la mia assistente, ti riaccompagnerà lei in camera»

«Daccordo, grazie e... per quanto riguarda quei ragazzi?» Le chiese Temari. Le parve di vedere un'ombra di preoccupazione passare nello sguardo della donna ma fu solo un momento.

«Me ne occuperò io» Rispose. Temari annuì. Quando tornò in camera incredibile ma vero Ino non si svegliò. Aveva davvero un sonno pesante la principessina. Si distese sul letto ripensando a quello che era successo e piano a piano si addormentò.

 

 

 

 

Angolo dell'autrice: ecco qui il settimo capitolo! So che è un po' più corto degli altri ma spero vi sia piaciuto lo stesso. Il mistero pian piano si infittisce e Temari sarà sempre più decisa a scoprire di che si tratta (ma la conoscete, è testarda).

Giudizi e anche critiche (non troppi però ahaha! XD) sono sempre ben accetti, se avete errori da farmi notare o qualcosa non vi quadra dite pure XD

Alla prossima

Kit :)

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Capitolo 8
*** Litigi e nuvole ***


Litigi e nuvole

 

Il giorno dopo, colpa della notte passata quasi in bianco, si svegliò tardissimo. Non appena aprì gli occhi e vide l'ora si mise seduta di scatto come colpita da una scarica elettrica.

«INO!» L'urlo le uscì spontaneo e spaventò la biondina che uscì veloce dal bagno avvolta solo in un asciugamano.

«Che succede?»

«È tardissimo, ecco che succede! Perchè non mi hai svegliata?» Balzò giù dal letto e aprì l'armadio cercando in fretta e furia qualcosa, qualcunque cosa, da potersi mettere addosso. Ino si raccolse i lunghi capelli e andò davanti allo specchio.

«Ehi, calma, oggi è sabato, non c'è lezione» Temari si bloccò di colpo. Sabato. Si voltò verso l'amica che si stava cospargendo il viso di crema.

«Hai ragione, è sabato» Improvvisamente si sentiva una perfetta idiota.

«Ma certo! Stai bene? Mi sembri un po' fuori di testa stamattina» Temari, ancora un po' frastornata tornò a sedersi sul letto e fece mente locale. Quello che era successo quella notte l'aveva proprio scombussolata se non si ricordava nemmeno che giorno era! «Preparati, dobbiamo andare in centro città con gli altri»

«Cosa?» la voce le uscì quasi strozzata: uscire con gli altri? Perché? Chi l'aveva deciso? Quando? E con gli altri chi?

Ino si voltò e prese un profondo respiro.

«Tu studi troppo, ecco cosa succede quando non ti svaghi mai, guarda come ti riduci! Preparati e vedi di darti una mossa anche, tra un'ora e mezza dobbiamo andare»

«Io... non mi sento molto bene, credo che per questa volta passo» Mentì Temari sperando che non insistesse. Speranze vane ovviamente, la biondina le arrivò davanti e la fece alzare per poi spingerla in bagno. “Che palle” Pensò Temari mentre si lavava. Di solito passava i suoi fine settimana a studiare e i giri per i negozi non l'avevano mai attirata. Ma poi pensò che sarebbe stato un buon modo per distrarsi e stare lontana da Hidan e i suoi.

«Ci saranno anche Shikamaru e Choji» L'avvertì Ino mentre si truccava. A Temari andò quasi in storto il dentifricio.

«Perchè?»

«Sono amici di Naruto e visto che ho notato che li conosci anche tu li ho invitati» Conoscendola li aveva costretti secondo Temari.

«Veramente non li conosco, ho scambiato solo due volte qualche parola con Shikamaru e basta» Rispose Temari uscendo dal bagno.

«Più siamo e meglio è» Disse Ino «Qualcuno dovrà portarmi le borse» Aggiunse poi con un sorrisino furbo. “Avevo ragione allora, è una schiavista nata” Si disse Temari.

«Hai per caso... scoperto altro su Hidan e il gruppo di cui fa parte?» Chiese con finta noncuranza.

«No, perchè?»

«Ero solo curiosa, niente di che. Andiamo?» Ino annuì dandosi un'ultima occhiata allo specchio e facendo gli ultimi ritocchi. “Fissata e perfezionista” Pensò Temari intanto “E malata” Aggiunse poi.

 

 

 

 

Gli altri le stavano aspettando nell'atrio ma mancavano ancora Sakura, Shikamaru e Choji all'appello.

«Detesto quando la gente non è puntuale» Disse Ino con voce lamentosa.

«E quando mai tu sei puntuale?» Ribattè TenTen. Temari fece scorrere lo sguardo sui presenti, c'erano Naruto, Sasuke, Kiba, Neji e Hinata. Quest'ultima le sorrise timidamente e lei spostò lo sguardo altrove lievemente infastidita. Dopo qualche minuto arrivò Sakura.

«Eccomi qua, pronta per lo shopping!» Esclamò allegramente. Nessun segno che sapeva qualcosa sul tradimento di Deidara.

«Ehi!» Protestò subito Kiba «Avevamo detto niente negozi»

«Avanti Kiba, solo uno o due» Replicò Ino sorridendogli. Quando arrivarono anche Choji e Shikamaru poterono finalmente andare. Passando davanti alla porta d'ingresso incrociarono il custode che lanciò a Temari una gelida occhiata.

«Hai visto come ti ha guardata Tem?» Chiese TenTen una volta lontane «Sembrava che volesse polverizzarti»

«Che ne so io, non ci ho nemmeno mai parlato!» Ribattè la bionda. Eh sì, sapeva mentire proprio bene.

L'uno o due negozi che Ino aveva promesso a Kiba diventarono decine e per tutta la mattina non fecero altro che girare tra vestiti, borse e scarpe. Ino era una maniaca dello shopping e qualunque cosa le piacesse la prendeva senza farsi scrupoli per poi consegnare le borse strapiene ai ragazzi che si ritrovarono dopo breve tempo carichi di roba. Ora Temari capiva perchè li aveva fatti venire. Si avvicinò a Shikamaru.

«Come va?» Gli chiese vedendolo in difficoltà con la pila di scatole di scarpe che aveva in mano.

«Andrebbe meglio se mi dessi un aiuto» Rispose lui.

«Per due scatole...»

«Sette seccatura, sette scatole. Sapevo che non dovevo venire» Sbuffò.

«Perchè sei venuto allora?»

«Per Choji» Temari corrugò la fronte.

«Come sarebbe a dire? Non è abbastanza grande per andare in giro da solo?» In quel momento Shikamaru perse l'equilibrio e le scatole caddero a terra aprendosi e facendo rotolare fuori tutte le scarpe. Ino, arrivò veloce.

«Si può sapere che cosa combini? Raccogli subito tutto!» Ordinò e lui alzò gli occhi al cielo mentre Temari rideva. Il poveretto iniziò a raccogliere, lentamente, molto lentamente, le scarpe e a rimetterle al loro posto «Quelle vanno nell'altra scatola!» Strillò Ino indispettita. Tenten e Hinata, le uniche impietosite per quel povero ragazzo, andarono ad aiutarlo.

L'unico ad essersi salvato da quella tiranna di Ino Yamanaka era Neji che aveva mollato tutte le sue borse a Naruto. Perfino Sasuke non era riuscito a opporsi alla biondina e si trovava a trascinare due sacchi pieni di vestiti.

«Ora basta negozi, perchè non andiamo a mangiare qualcosa?» Chiese Kiba in tono supplichevole.

«Sono daccordo» Rispose TenTen capendo che i ragazzi non ne potevano più. Nemmeno lei a dire il vero. Andarono in un bar.

«Come puoi permetterti di comprare tante cose?» Chiese TenTen all'amica.

«Semplice, mio zio è ricco e visto che non ha figli mi compra tutto quello che voglio» Rispose la biondina con un sorrisetto. Chiacchierarono del più e del meno, anzi, per lo più era Ino che parlava, faceva domande e interrompeva gli altri neanche a metà delle loro risposte. Raccontò che si era iscritta a quel college solo perchè era il migliore in tutto lo stato ma le materie non le interessavano un granchè. Avendo uno zio ricco poteva permettersi tutto quello che voleva, al contrario i suoi lavoravano in una fioreria ed erano delle persone normali. Non aveva fratelli nè sorelle né voleva averli. Temari si distrasse ben presto da quell'infinita mole di parole che uscivano dalla sua bocca.

«Vado a prendere un'altra lattina di coca» Disse Sakura d'un tratto e Temari colse l'occasione al volo.

«Vengo anche io» Andarono al bancone e Temari si poggiò a quello mettendo in evidenza il seno prosperoso a cui il barista non potè fare a meno dare un'occhiatina non del tutto innocente. La ragazza non ci fece molto caso, compiaciuta però di riuscire sempre a suscitare un certo interesse negli altri. «Ino è estenuante quando ci si mette»

«Si, un po' lo è, immagino che per te poi sia peggio, è la tua compagna di stanza»

«È incontenibile, quando ha qualcosa da dire non può fare a meno che mettersi a parlare a ruota libera, a volte sembra quasi posseduta!» Sakura si mise a ridere.

«L'hai descritta bene!»

«Nemmeno la tua compagna di stanza è il massimo però. L'ho vista una volta e non mi è sembrata miss simpatia»

«Karin? No, non lo è affatto, è odiosa sotto tutti i punti di vista, non fa altro che studiare e comandare. Preferirei Ino mille volte» Disse Sakura appoggiandosi al bancone. Nessuna delle due aveva voglia di tornare al tavolo così rimasero lì.

«Con Deidara come va?» Chiese Temari d'un tratto e Sakura sorrise.

«Benone, lui è fantastico e lo amo da impazzire, non so come farei senza di lui!» Rispose subito, Temari non seppe perchè ma percepì qualcosa di non vero in quelle parole. Le tornò in mente ciò che aveva visto la sera prima. Più ci pensava e più si convinceva che quei ragazzi fossero pericolosi.

«Tutto ok?» Chiese Sakura.

«Si, certo»

«Non sembri molto felice di essere qui»

«Non sono una che ama la compagnia» Rispose Temari senza la minima paura di offenderla. Era abituata a dire la propria opinione sempre e comunque fregandosene di quello che gli altri potessero pensare. Sakura però non si offese.

«In realtà... ti ho mentito» Ammise la rosa «Le cose non vanno bene con Deidara» Quella per Temari era una bella notizia.

«Come mai?»

«Sento che ecco... si sta allontanando. Lo sento diverso da quando è iniziato il college come se qui fosse una persona completamente diversa» Spiegò Sakura tristemente.

«Forse lui non è quello che credevi, io lo mollerei» Le disse Temari schiettamente. Sakura la guardò confusa. «È un tipo pericoloso» Spiegò Temari senza accorgersi di stare ferendo l'amica «Frequenta una brutta compagnia e ti tratta male, nemmeno ti accorgi di quanto ne sei succube. Lascialo prima che ti rovini la vita»

«Che cosa ne vuoi sapere tu?» Temari alzò lo sguardo, Sakura era livida di rabbia «Che cosa ne vuoi sapere tu di Deidara? Non lo conosci nemmeno, non ti permetto di dire certe cose su di lui! Tu non sai proprio niente!» Temari la fissò incredula, cioè, lei stava cercando di aiutarla e quella le rispondeva così? «Fatti gli affari tuoi Temari che tanto è la cosa che sai fare meglio!» Sbottò Sakura per poi andarsene. Non tornò al tavolo dagli altri ma uscì dal bar diretta chi sa dove. Temari si sentì ribollire di rabbia, doveva farsi gli affari suoi quindi? Ebbene l'avrebbe fatto! Uscì anche lei dal bar e velocemente si diresse verso la scuola.

«Seccatura» Si sentì chiamare.

“No, lui no” Pensò Temari e facendo finta di niente aumentò il passo. Shikamaru però la raggiunse.

«Ehi, seccatura, aspetta un attimo»

«Che vuoi?»

«Dove stai andando?»

«Vado a studiare»

«Torni a scuola?»

«No, mi costruisco un nido su un albero e studio lì! Ovvio che torno a scuola!» Esclamò irritata.

«Sbaglio o sei un po' alterata?»

«Non sbagli affatto, ora posso andare o il terzo grado continuerà ancora per molto?»

Lui sogghignò

«Terzo grado?» A quel punto la ragazza si voltò a guardarlo in faccia.

«Davvero, che vuoi?» Gli chiese con un po' più calma.

«Vengo con te, Ino è snervante dopo un po'»

«Pensavo che considerassi anche me una seccatura» Obiettò Temari incrociando le braccia al petto e scrutandolo attentamente alla ricerca di qualche cambiamento in quell'espressione annoiata.

«Sì ma ormai ho preso gusto a infastidirti seccatura» Così proseguirono insieme ma non tornarono al college, passeggiarono fra le vetrine dei negozi senza fermarsi a nessuna e poi entrarono in un parco. Shikamaru si distese all'ombra di un albero e guardò il cielo.

«Che fai ora?» Domandò Temari.

«Guardo le nuvole» Rispose lui.

«E perchè le guardi?»

«È un passatempo rilassante» Rispose lui semplicemente. Temari lo fissò interdetta ancora in piedi, se pensava che si sarebbe messa lì anche lei ad annoiarsi si sbagliava di grosso. Il ragazzo non si accorse che il suo malumore stava tornando o forse fece finta di nulla finché lei non sbottò:

«E io che faccio qui nel frattempo?!?»

«Puoi guardare le nuvole anche tu» Rispose lui mentre un sorrisetto divertito gli si formava sulle labbra.

«Lo sai che in questo momento ho il forte istinto di prenderti a sberle?» Fece lei minacciosa. Shikamaru girò la testa puntando i suoi occhi scuri su di lei senza però dire niente. Forse era un po' preoccupato che lei mettesse in atto la minaccia ma se lo era non lo diede a vedere.

«Sei una vera seccatura» Le disse alla fine «Possibile che tu non riesca a stare zitta per 5 minuti di fila? Se a volte ti fermassi riusciresti a sentire ciò che dicono gli altri»

«Cinque minuti e poi ce ne andiamo» Acconsentì la ragazza e lui sbuffò tornando a guardare il cielo e le sue nuvole. Temari gli si sedette accanto, ma cosa ci trovava di tanto interessante in un'attività noiosa come quella poi?

«Sono già stufa» Si lamentò.

«Non è passato neanche un minuto»

«Tu fai altro nella vita oltre che dormire e guardare le nuvole?» Domandò Temari critica. Shikamaru capì che con lei vicino non sarebbe mai riuscito a sonnecchiare senza essere disturbato ogni 10 secondi.

«Sono attività rilassanti»

«Non sono attività, un'attività è un insieme di azioni svolte per un obiettivo, la tua perciò non è un'attività, è solo un'inutile perdita di tempo»

«Pignola»

«Nullafacente» Ribatté subito Temari che voleva avere l'ultima parola in ogni discussione. «Ora ce ne andiamo?» Chiese poi e lui non rispose chiudendo gli occhi rimpiangendo di non poter chiudere anche le orecchie. «Non ti metterai a dormire spero!»

«Figurati, con te in giro è impossibile» Temari si alzò e prese a camminare avanti e indietro. «Vuoi scavare una fossa seccatura?» Chiese Shikamaru dopo un po' senza però aprire gli occhi. Temari gli fece il verso e lui sorrise di nuovo. «Perché non vai a comprarti un libro? C'è una libreria proprio davanti al parco» Le suggerì lui. Temari stava per rispondergli male ma poi pensò che era una buona idea.

«Quando torno ce ne andiamo quindi non addormentarti» Lo avvertì per poi allontanarsi. Ovviamente fu inutile dirglielo visto che dopo due minuti lui si appisolò e sprofondò nel mondo dei sogni. Temari rimase via per un bel po', quando entrava in una libreria era difficile schiodarla di lì, era comunque sicura che Shikamaru non avrebbe sentito la sua mancanza. Dopo un'ora e mezza tornò al parco e non si sorprese affatto di trovarlo profondamente addormentato. Aveva le mani incrociate dietro la nuca e la bocca leggermente aperta. Russava appena. Gli si sedette a fianco e aprì il libro. Per quella volta, decise, non lo avrebbe svegliato.

 

 

 

 

 

Temari si tornò al college dopo l'ora di cena e trovò una Ino furibonda ad aspettarla in camera.

«Dov'eri finita, eh?» L'aggredì non appena aprì la porta, neanche fosse stata sua madre.

«Sono andata al parco a leggere un libro»

«Eri in compagnia, potevi stare con noi invece di andarti a nascondere come al solito!»

«Io non mi nascondevo, e quello che faccio non deve interessarti» Replicò Temari aprendo il frigo alla ricerca di qualcosa da mangiare. La mensa era ormai chiusa e lei non aveva cenato. Shikamaru si era svegliato troppo tardi per poter andare in un ristorante e riuscire a tornare al college prima dello scattare del coprifuoco.

«Non avrai mai amici se continui così»

«E chi dice che voglia averne?» Ino la guardò cercando di capire se stesse scherzando ma Temari diceva la verità, non le interessava avere amici, l'aveva sempre ritenuta una cosa non strettamente necessaria, si viveva anche senza, anzi, si viveva molto meglio senza.

«Anche Sakura se n'è andata» Disse Ino «Aveva un appuntamento con Deidara. Non credi che quel tipo sia un po' poco raccomandabile?»

«E da quando ti interessi di queste cose? Pochi giorni fa mi hai detto che andare a letto con Hidan non è niente di male ma nemmeno lui è un tipo raccomandabile»

«Però Sakura si fa trattare proprio male da quel tipo»

«Che ne sai? E poi se a lei va bene così non abbiamo alcun diritto di dirle qualcosa» Rispose Temari seccamente aprendo uno yogurt alla frutta.

«Anche Shikamaru se n'è andato oggi. Subito dopo di te»

«Forse si era stancato di fare il tuo facchino personale»

«Ahah! Divertente! Non è che invece eravate insieme?» Chiese Ino.

«No affatto, figurarsi se sto con un idiota come lui!» Non sapeva perché aveva mentito, probabilmente per non fare mettere strane idee in testa a Ino. Buttò via la scatoletta dello yogurt che non l'aveva saziata per niente. «Spegniamo la luce, sono stanca» Disse.

«Domani pomeriggio andiamo al cinema, vieni anche tu?»

«No, non ne ho voglia»

«Temari!»

«Ino, non rompere»

«Solo se vieni»

«Cazzo, sei insopportabile!»

«Ci vieni o no?»

«E va bene ma ora stai zitta e dormi!» Ino spense la luce e si mise sotto le coperte finalmente in silenzio.

 

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Capitolo 9
*** Temari, aiutami! ***


Temari, aiutami!

 

Correva perché l'aiutava a liberarsi.

A liberarsi di tutte quelle sensazioni negative che accumulava durante la giornata, la faceva sentire forte, veloce, imbattibile. Poteva svuotare la mente e non pensare più a nulla, solo e semplicemente a muovere le gambe. Aveva sempre avuto bisogno di scaricare le tensioni, anche a casa. E lì aveva trovato il luogo perfetto per farlo: il campo di atletica.

Si fermò dopo 45 minuti e si accorse che qualcuno la stava guardando da bordo campo. Le fu strano vedere che fosse proprio lui. Gli si avvicinò piegando le labbra in un ghigno sfrontato:

«Come mai un indolente come te è sveglio a quest'ora?»

«Colpa di Choji, si è svegliato presto con una gran fame e si è messo a ribaltare la camera alla ricerca di un pacchetto di patatine, così mi sono svegliato» Rispose lui, le mani affondate nelle tasche e l'espressione annoiata di sempre stampata in faccia.

«E hai deciso di fare una passeggiata in giardino» Fece Temari in chiaro tono derisorio.

«L'idea iniziale sarebbe stata quella di trovare un posto tranquillo dove dormire le poche ore che mi rimanevano ma poi ti ho vista qua» Rispose lui «Solo una mente malata come la tua può dirti di correre alle 5 di mattina» Aggiunse accendendosi una sigaretta.

«'Fanculo»

«Ce l'hai poi l'autorizzazione per usare il campo di atletica seccatura?»

«No ma a quest'ora non serve a nessuno quindi...» Temari fece un'alzata di spalle. Era tutta sudata e la maglia le si era appiccicata addosso come se fosse stato un suo secondo strato di pelle «Devo farmi una doccia» Borbottò leggermente turbata senza saperne il motivo.

«Allora vado a cercare il mio posto tranquillo» Disse Shikamaru «Ci si vede a lezione seccatura» Temari non rispose e tornò in camera. Ino ancora dormiva e la ragazza non si preoccupò di tenere spenta la luce, aveva appurato da un po' che il sonno pesante della compagna di stanza non l'avrebbe fatta alzare nemmeno se le avessero suonato una tromba vicino alle orecchie. La cosa sorprendente poi era che Ino si svegliava sempre, esattamente alla stessa ora ogni mattina: alle 7.00 precisa come un orologio svizzero. Non aveva mai capito come fosse possibile.

Si fece la doccia e quando fu pronta Ino si era appena svegliata.

«Vado a fare colazione» Le disse mentre la biondina andava in bagno. Al bar incontrò Tenten, non aveva voglia di mangiare con lei ma la castana le fece cenno di avvicinarsi.

«Ti alzi sempre così presto?» Temari annuì sedendosi al suo tavolo.

«E tu?»

«No, RockLee si è fiondato in camera mia e mi ha obbligata a giocare a pallone con lui»

«RockLee?» Domandò Temari non sapendo chi fosse e avendolo solo sentito nominare.

«Sì, se lo vedi lo riconosci subito, veste sempre in verde e ha due folte sopracciglia nere con i capelli a forma di scodella» Mitiche le sue spiegazioni, aveva sempre qualcosa di strano che le usciva dalla bocca. Capelli a forma di scodella: cosa mai voleva dire poi? Temari la vide guardare la porta del bar.

«Aspetti qualcuno?»

«No no» Dopo un po' entrò Neji che andò a ordinarsi un caffè. TenTen lo stava guardando insistentemente ma lui non si accorse di loro. La castana si lasciò sfuggire un sospiro e poi arrossì ricordandosi che Temari era proprio davanti a lei «Comunque dicevo che RockLee mi ha svegliata e... si, insomma, eccomi qua» Disse sorridendo e cercando di non far trapelare l'imbarazzo «Tu invece come mai ti svegli a quest'ora?»

«Mi piace far colazione quando non c'è nessuno» TenTen annuì lanciando un'altra occhiatina a Neji che si era seduto a un altro tavolo a leggere il giornale con il caffè davanti.

«Capisco... ehm... non ti dispiace se oggi ti tengo compagnia, vero?» Le chiese TenTen distrattamente continuando a guardare il ragazzo.

«No, tranquilla» In quel momento Neji, sentendosi probabilmente osservato alzò lo sguardo e le vide. TenTen si voltò di scatto mentre Temari gli fece un cenno di saluto a cui lui rispose con un altro semplice cenno, poi si rimise a leggere.

«Che figure» Mormorò TenTen tutta rossa in volto.

«Vuoi andare da lui?»

«No, assolutamente no, non sono mica venuta qui per fare colazione insieme a lui, nemmeno lo conosco, insomma, ci ho scambiato due parole ieri ma ecco... si, insomma, ecco... lasciamo perdere, ok?» Temari annuì non interessata a continuare quel discorso senza senso «Dici che ha notato la figuraccia?» Le chiese però TenTen.

«Quale figuraccia?»

«Quella di poco fa, lo stavo guardando!»

«Credo di si, potevi almeno salutarlo» TenTen gemette e si abbassò sulla sedia.

«Che cosa faccio?»

“Ma 'sta qua non può pensare a qualcos'altro?” Si chiese Temari «Non devi fare niente» Le disse ben intenta a chiudere il discorso una volta per tutte. TenTen si mordicchiò nervosamente il labbro lanciando occhiatine al ragazzo che continuava a leggere tranquillo.

«Tem...»

«Temari»

«Sì, scusa. Temari, secondo te, ecco... io sono... carina?»

“Ecco l'altra imparanoiata” Pensò Temari, sapeva già dove voleva andare a parare con quel discorso, forse doveva dirle subito che lei non era proprio la persona adatta a cui chiedere consigli, forse doveva mandarla da Sakura. «Certo» Rispose sperando che la conversazione terminasse.

«Dovrei andare a parlargli?»

«Se vuoi vai, se non vuoi non vai» Più semplice di così! TenTen la guardò confusa.

«E se poi non gli interesso?»

«Non lo puoi sapere se non ci provi»

«Hai ragione!» Esclamò TenTen alzandosi «Tem, ti dispiace se vado?»

«Fai pure» Per fortuna non era timida come Hinata. TenTen sorrise e la salutò per poi avvicinarsi a Neji. Temari finì di fare colazione in fretta e poi andò in biblioteca.

Incontrò proprio Hidan sulla strada, lui le si fermò davanti costringendola a fermarsi a sua volta.

«Ciao dolcezza»

«Hidan» Rispose freddamente.

«Dove vai di bello, eh?»

«Lontano da te» Rispose e fece per passare avanti ma lui la prese per un braccio e la spinse contro il muro ben intenzionato a farle capire una volta per tutte chi comandava.

«Nessuno sfugge da me piccina, lo sai?»

«Lasciami andare Hidan» Lui le si avvicinò tenendole ben ferme le braccia e le sfiorò le labbra.

«Tanto lo so che mi vuoi dolcezza, tu fai solo finta...» Premette il suo corpo contro di lei abbassando il volto sul suo collo. Temari chiuse gli occhi impietrita, il cervello le gridava di scappare ma scappare come se era bloccata? Sentì la sua mano appoggiarsi sulla vita e poi sotto la maglietta, muoversi lentamente verso l'alto. Come colpita da una scarica elettrica Temari riprese controllo di sé e gli mollò un ginocchiata tra le gambe. Hidan la mollò arretrando ed emettendo un gemito soffocato.

«Brutta troia... me la paghi questa» Ringhiò accasciandosi a terra sofferente. Temari lo guardò per un attimo non ancora del tutto ripresa da quello che era successo, quando Hidan si mosse, la paura le fece azionare le gambe e corse via veloce rifugiandosi finalmente in biblioteca. Fu la prima volta che sperò di trovare qualcuno che potesse aiutarla. Riprese fiato cercando di calmarsi e contò mentalmente fino a dieci.

«Temari?» La chiamò una timida vocina. Aprì gli occhi.

«Hinata!» Esclamò sollevata e le si avvicinò. La trascinò dietro dietro uno scaffale preoccupata che Hidan l'avesse seguita. Era il tipo da vendetta e lei poteva immaginare quello che le avrebbe fatto se l'avesse presa. Ma era soddisfatta di avergli tirato quella ginocchiata.

«Temari, tutto ok?» Chiese Hinata vedendola un po' pallida.

«Sì, tutto ok» Notò il libro che aveva in mano «Ti piace il fantasy?» le chiese cambiando argomento.

«Sì... ecco... sono storie inventate lontano dalla realtà di tutti i giorni» Temari annuì e sentendo la porta della biblioteca aprirsi e chiudersi si affacciò leggermente dallo scaffale per vedere chi fosse. Non era Hidan ma solo un altro ragazzo.

«Sicura che vada tutto bene?»

«Sì, ho solo avuto una specie di scontro con Hidan e non vorrei che mi avesse seguito, è talmente rompiballe...» Disse cercando di sdrammatizzare «Come va con Naruto?» Chiese poi cambiando di colpo argomento e Hinata arrossì.

«E... ecco...»

«Gli hai parlato?» La corvina scosse la testa abbassando lo sguardo.

«Ho... rinunciato. A lui piace Sakura» Mormorò.

«Cosa? Non devi rinunciare e poi Sakura sta con Deidara, non è interessata a Naruto!»

«Lo so ma... non saprei come fare» E poi Hinata le chiese quello che mai Temari avrebbe voluto sentirsi chiedere «Mi aiuteresti?» La guardò con un'espressione talmente dolce e speranzosa che dirle di no l'avrebbe di certo spedita all'inferno seduta stante.

«Hinata... io... non sono brava in queste cose» Cercò di spiegarle. Hinata abbassò lo sguardo tristemente.

«Daccordo, scusa...» Temari si sentì davvero ignobile in quel momento, una vera e propria stronza che avrebbe davvero dovuto marcire all'inferno.

«Non sono brava ma posso cercare di aiutarti» Le disse quindi e il sorriso che illuminò il volto di Hinata era pieno di gratitudine. “In che guaio mi sono cacciata” Pensò Temari sconfortata.

«TEEEEEEEMMMMMM!!!» Gridò una voce e subito dopo la bibliotecaria sussurrò

«Silenzio!»

«Scusi» Chi altri poteva essere se non l'insopportabile TenTen? Temari e Hinata si fecero vedere e la ragazza si avvicinò loro tutta trafelata, doveva aver corso per arrivare fin lì. «Ciao Hinata. Temari, ho bisogno del tuo aiuto immediato»

«Il mio aiuto?» Chiese la bionda incredula. Ma perché non andavano a chiedere aiuto a qualcuno che volesse davvero darglielo?

«Ho combinato... un disastro!» Esclamò TenTen seria il volto «Un vero disastro e credo che peggio di così non poteva andarmi» La bibliotecaria disse loro di fare silenzio «Ma tanto non c'è nessuno qua!» Ribatté TenTen esasperata. La bibliotecaria indicò l'unico ragazzo presente che stava studiando e ripeté loro di stare zitte.

«Forse è meglio se usciamo» Disse Hinata a quel punto. Non appena fuori dalla biblioteca TenTen iniziò a raccontare.

«Prima sono andata da Neji come mi hai consigliato di fare solo che ho fatto la figura dell'idiota» Spiegò.

 

 

 

 

Salutò Temari e si avvicinò a Neji con il cuore in gola ma riuscendo a nascondere bene ogni sorta di imbarazzo dietro ad uno smagliante sorriso.

«Ciao»

«Ciao» Rispose lui lanciandole una breve occhiata per poi tornare a guardare il giornale. Ma che aveva di tanto interessante più di lei poi?

«Ti dispiace se mi siedo? Se però vuoi stare da solo vado via, solo se non ti dispiace, non aver paura di offendermi, non mi offendo, non mi offendo mai io» Dopo quell'assurda serie di parole a cui il ragazzo non sapeva bene cosa rispondere TenTen si sedette. Lui riprese nuovamente a leggere mentre TenTen rimase in silenzio alla ricerca di qualcosa di interessante da dire. «Vieni anche tu al cinema oggi?» Gli chiese dopo un po'.

«No»

«Non ti piace il cinema?» Insistette TenTen.

«Non particolarmente» Fu la risposta. “Molto loquace” Pensò la ragazza con ironia.

«Ti disturbo? Forse vorresti leggere tranquillo...» Lui chiuse il giornale e finì di bere il caffè senza darle una risposta. TenTen tamburellò le dita sul tavolo nervosamente, non stava andando bene, no affatto. Cercò disperatamente qualcos'altro da dirgli o da chiedergli o da fare, qualunque cosa che non fosse stare lì a battere le dita su quel tavolo traballante! «Ti chiami Neji, vero?» Appena le furono uscite quelle parole si diede dell'idiota. Si erano presentati ieri, lo sapeva già come si chiamava! La sua stupida testa, che sembrava essere andata in tilt, però le disse di continuare lo stesso per quella strada. «Io sono TenTen, non so se te lo ricordavi»

«Me lo ricordavo» Disse lui scrutandola impassibile. TenTen invece guardava ovunque fuorchè lui, lo sapeva bene che stava facendo la figura della deficiente. “Trova un modo per rimediare” si ordinò. «Io... devo andare adesso, ciao» Disse quindi alzandosi di scatto. Senza aspettare una risposta si voltò e uscì dal bar, una volta in corridoio si mise a correre veloce senza guardarsi indietro con il solo pensiero di essere una vera deficiente.

 

 

 

 

 

«Ora capisci che disastro?» Temari in realtà non capiva, cioè, capiva che TenTen non aveva fatto una bellissima figura ma non era la fine del mondo.

«Che cosa faccio adesso?» Chiese loro TenTen. Ovviamente Hinata non sapeva che cosa consigliarle, anche lei era una maestra in quanto figuracce con i ragazzi e Temari invece non aveva la minima esperienza.

«Ormai è andata» Le disse perciò la bionda.

«Come “è andata”?» Chiese TenTen.

«Bhè, sì, quello che è fatto è fatto e a meno che tu non abbia una macchina del tempo non puoi tornare indietro e cancellare tutto» Disse Temari pratica come in tutte le cose.

«E quindi?» Insistette TenTen che a quanto pareva non voleva arrendersi tanto facilmente.

«Quindi niente. Puoi cercare di migliorare un po' le prossime volte» TenTen sospirò di sollievo.

«Quindi posso ancora risolvere le cose. Dimmi come»

«Mi hai per caso preso per una macchinetta distributrice di consigli?» Domandò Temari allibita.

«Oh, ti prego, aiutami! Io non so cosa fare!»

«Ti piace?» Chiese Hinata timidamente e TenTen arrossì.

«Neji? No, assolutamente no! È solo che... ho fatto una pessima figura ma NON mi piace» Mise le cose in chiaro. Temari alzò gli occhi al cielo, di solito non pregava mai ma questa volta avrebbe davvero invocato volentieri un miracolo che potesse tirarla fuori da quella situazione.

«Senti TenTen, mi dispiace ma io non sono brava in queste cose» Le disse chiaro e tondo e fu come parlare a un muro, la castana aveva già ripreso a parlare, parlare, parlare senza ascoltarla. «Perché non lo inviti al cinema allora?» Le chiese.

«È una splendida idea!» Esclamò TenTen «Sì, potresti proprio invitarlo al cinema, a me aveva detto di no ma non lo avevo invitato quindi forse non ha impegni e poi se siamo là avrò un'altra occasione. Mi sembra perfetto! Tem, grazie di cuore! Ora vado, ho un allenamento di calcio, ci vediamo questo pomeriggio al cinema!!!» Corse via prima che qualcuno potesse fermarla. Temari rimase a bocca aperta sconvolta. Hinata le sorrise.

«Se vuoi puoi chiedere a Naruto di invitare anche Neji visto che sono amici»

«Potresti farlo tu» Hinata arrossì di colpo.

«I... io?» Domandò. Temari annuì.

«Così ti farai vedere interessata a Neji e lo farai ingelosire» Spiegò Temari non del tutto convinta che funzionasse. Ma in fondo lei voleva solo liberarsi di quella faccenda. Hinata parve pensarci su ma poi annuì.

«Sono sicura che se ci sei anche tu riuscirò a parlargli» Le disse.

“Queste qua non capiscono proprio niente” Pensò Temari sconcertata. Almeno si era dimenticata di Hidan.

 

 

 

Angolo dell'autrice: volevo scusarmi per eventuali errori ma il correttore ortografico non funziona più e non so perché, ho cercato di controllare ma se ho mancato qualcosa non uccidetemi XD Il capitolo non è un granché, ho avuto poco tempo per farlo (è un periodaccio questo tra studio e... studio! XD)

Grazie a tutti quelli che continuano a seguire e grazie soprattutto a Chemical Marty, Unbreakable e Haku Kina che hanno sempre qualcosa di carino da scrivermi (è la prima volta che faccio leggere a qualcuno una mia storia quindi sono davvero contenta di sapere che possano piacere anche ad altri e non solo a me).

Un abbraccione,

Kit :)

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Capitolo 10
*** Yamanaka e cinema: pessimo abbinamento ***


Yamanaka e cinema: pessimo abbinamento

 

 

La tappa seguente fu in camera di Naruto. Hinata tremava come una foglia e non osava bussare così Temari lo fece al posto suo. Quando Naruto aprì rivolse loro un sorriso enorme e il cuore della corvina fece un balzo: sorrideva perché c'era anche lei?

«Ciao ragazze!» Salutò con la solita allegria che lo contraddistingueva.

«Ciao» Disse Temari e aspettò che Hinata parlasse. La corvina però non riusciva a spiccicare una parola e fissava come un ebete, tutta rossa in volto il ragazzo che aspettava che una delle due dicesse qualcosa. Passò un lungo minuto di silenzio, si stava facendo tutto un po' troppo imbarazzante così Temari si decise a intervenire.

«Hinata voleva chiederti un favore» Spiegò incitando la ragazza a dire qualcosa. La corvina si guardò i piedi, tutta rossa in volto sussurrò qualcosa che non si riuscì a comprendere.

«Come scusa?» Chiese Naruto «Puoi parlare un po' più forte?» Temari alzò gli occhi al cielo.

«Ti ha chiesto se potresti chiedere a Neji di venire al cinema oggi pomeriggio»

«Ahhh! Certo! Ehi, non sapevo che ti piacesse Neji! Ehi Sasu! Vieni un po' qui!» Temari lo avrebbe afferrato per il collo e sbattuto contro il muro fino a spaccargli quella testolina vuota che si ritrovava sulle spalle. Sasuke pigramente si affacciò alla porta della stanza «Neji ha fatto conquiste» Spiegò Naruto «Hata si è presa una cotta per lui!» Il moro guardò lui, poi Hinata che era sul punto di piangere e poi Temari che lanciava al biondo occhiate di fuoco come se la sua unica intenzione in quel momento fosse di incenerirlo.

«Tsk, testa quadra...» Fece e tornò in camera senza aggiungere altro. Naruto non capì quello che il moro aveva invece capito al volo e continuò tutto elettrizzato.

«Non preoccuparti Hata, costringerò Neji a venire anche se non vuole! E se sarò costretto lo rapirò e lo porterò di peso! Fidati di me!» A quel punto Temari non poté più resistere e, afferratolo per il colletto lo sbatté forte contro il muro mentre lui impallidiva.

«Prima di tutto lei NON si chiama Hata ma HINATA deficiente che non sei altro! E seconda cosa: osa dire a qualcuno che le piace Neji e giuro che ti stacco la testa e te la spacco in mille pezzi, CAPITO????» Finì con l'urlare. Naruto, bianco come un cencio annuì piano.

«D... daccordo...» Temari lo mollò e lui cadde a terra come un sacco di patate.

«Bene! Andiamo Hinata» La corvina la seguì dopo aver lanciato a Naruto un'occhiata dispiaciuta. «Quell'idiota!» Sbottò Temari guadagnando la strada a grandi falcate «Non esiste un idiota come lui! Non so come fa a piacerti, io fossi in te lo lascerei perdere» Hinata non disse niente, a lei Naruto piaceva proprio perché era così, non idiota, per lei era solo un po' ingenuo ma la trovava una cosa tenerissima.

Tornarono ciascuna nella propria camera ma ad aspettare Temari c'era una brutta sorpresa. Non appena aprì la porta sentì subito dei sospiri un po' troppo spinti ma, ancora troppo presa dalla demenza di Naruto non ci fece caso ed entrò tranquilla. Solo poi vide sul letto un ragazzo completamente nudo sopra Ino, anche lei totalmente nuda. Rimase impietrita dalla sorpresa e dal disgusto.

«Temari!» La voce di Ino la riportò alla realtà.

«Scusate, io esco subito» Tornò fuori in fretta richiudendo veloce la porta. Quella sì che era una figura di merda, altro che quelle di TenTen e Hinata. Stava per andarsene ma Ino aprì la porta, non sembrava affatto imbarazzata da ciò che era appena successo.

«Temari, se sapevo che tornavi così presto non avremmo fatto qua, non sei in biblioteca di solito a quest'ora tu?» Temari, le cui corde vocali avevano smesso di funzionare da quando era entrata nella stanza si limitò a scuotere la testa «Non ti preoccupare» Le disse Ino «Sasori non si scandalizza per cose del genere, anzi, mi ha pure detto di chiederti se vogliamo fare una cosa a tre» Temari avrebbe volentieri vomitato.

«G... grazie della proposta ma no... non mi va» Era proprio sconvolta se arrivava perfino a balbettare!

«Ok, allora io torno dentro, comunque tra poco abbiamo finito» Prima di tornare in camera le strizzò l'occhio «Tra l'altro ora so che voto dare al nostro Sasori in quanto a prestanza. Dovremmo fare anche una colonna che riguarda solo il sesso sul quaderno, che dici?» Temari no disse proprio niente e prese un profondo respiro per calmarsi. Non si era nemmeno accorta che quello era Sasori. “Tra Ino e Sakura non so chi se lo va a cercare peggio” Pensò “Che schifo”.

 

 

 

 

Quel pomeriggio andarono tutti al cinema, anche Temari che ormai aveva acconsentito ad aiutare Hinata e TenTen anche se continuava a etichettare quelle due come “casi disperati”.

«Come mai quel broncio seccatura?» Chiese Shikamaru.

«Detesto i film d'amore» Ed era proprio un film d'amore quello che avevano deciso, anzi, Ino aveva deciso e nessuno era riuscito a farle cambiare idea anche se nessuno a parte lei voleva vederlo. Incredibile come quella ragazza riuscisse sempre ad essere tanto dispotica. Entrarono in sala e Shikamaru le si sedette vicino.

«Come mai mi stai sempre appiccicato?» Gli chiese Temari.

«Sei tu che mi stai appiccicata seccatura» Rispose lui svogliatamente.

«Ma se sei stato tu a sederti vicino a me!»

«Era il posto più vicino» Spiegò lui tranquillo. Intanto anche gli altri si erano sistemati. Ino era anche lei vicino a Temari mentre Choji si era messo accanto a Shikamaru con un enorme cartone di popcorn in mano. Hinata sedeva tra Kiba e Naruto che era vicino a Sakura e le parlava senza sosta, poi c'erano Sasuke, TenTen e Neji. Le luci si spensero e il film iniziò. Kiba sbadigliò:

«Già mi annoia e siamo solo al titolo» Disse. Ino lo fulminò con un'occhiata.

«Fa' silenzio Inuzuka!» Non ci volle molto per capire che solo Ino davvero interessata, Shikamaru aveva già chiuso gli occhi ed era lì lì per addormentarsi.

«Russi» Gli sussurrò.

«Ma se sono ancora sveglio»

«Al parco russavi» Spiegò Temari.

«Non è vero»

«Sì che è vero, ti ho sentito!»

«Sono un uomo seccatura, tutti gli uomini russano un po'»

«Ma tu russavi tanto» Scherzò Temari.

«Tze... seccatura. Lasciami dormire» Temari sorrise contenta di essere riuscita a infastidirlo una volta tanto. Guardò lo schermo, Kiba aveva ragione, quel film era noioso. Poi di sottofondo sentiva la voce di Naruto che parlava con Sakura, non si fermava mai se non per prendere il respiro ogni tanto. Le venne da ridere.

«Che c'è ora seccatura?»

«Niente, dormi» Poco più in là Neji aveva acceso il computer portatile infastidendo la gente che sedeva dietro ma lui se ne fregava altamente. E poi c'era Choji che per mangiare i popcorn faceva la confusione di dieci persone messe insieme. Rise di nuovo.

«Non sei molto normale seccatura» Disse Shikamaru voltandosi verso di lei.

«Non senti?»

«Sì, sento te che ridi e non mi lasci dormire»

«Ma no, gli altri» Temari non si accorse che intanto vicino a lei Ino si stava innervosendo.

«Gli altri cosa?» Domandò Shikamaru annoiato.

«Nessuno segue il film»

«E la cosa ti fa ridere?»

«Un pochino»

«Avevo ragione a dire che non sei normale»

«La volete piantare?!?» Sbottò Ino a quel punto «Temari, Shikamaru, state zitti e anche tu Naruto, e anche tu Choji, ma ti sembra il modo di mangiare?»

«Stà calma Ino, in fondo la colpa è anche tua» Disse Temari.

«E perchè mia?»

«Se ci lasciavi vedere il film che piaceva anche a noi non avremmo parlato»

«Sono certa che piacerebbe anche a voi se solo lo guardaste!» Ribatté Ino irritata.

 

 

 

Nel frattempo TenTen stava cercando in tutti i modi di attaccare bottone con Neji, cosa non facile visto che lui non l'aiutava affatto.

«Che cosa leggi di bello?» Gli chiese.

«Una tesi di dottorato sulla meccanica quantistica» Niente di più semplice insomma.

«Ah... bello!» Fece lei sbirciando la pagina piena di formule «Non ti piace il film?» Gli chiese.

«No»

«Pensavo che non venissi oggi, come mai hai cambiato idea?»

«Naruto mi ha costretto»

«Nemmeno a me piacciono i film romantici» Disse TenTen e lui non rispose. La ragazza non sapeva più cosa dirgli, sicura di infastidirlo ma voleva a tutti i costi parlargli. Mandò un messaggio a Temari e le chiese cosa fare, la suoneria della ragazza si sentì in tutta la sala e subito dopo si sentì Ino strillare:

«Temari, i cellulari si spengono in sala!»

«Ha ragione seccatura» Disse poi Shikamaru e TenTen sperò che Temari non se la prendesse con lei. Dopo poco le arrivò il messaggio di risposta: “Perchè non ve ne andate fuori invece di rompere?” Tenten si sporse verso Temari che però guardava il film con espressione imbronciata.

«Neji, ti va di uscire?» Chiese prendendo per buono quella specie di consiglio che le aveva dato l'amica. E le parve un miracolo quando lui annuì spegnendo il computer. Uscirono dalla sala e TenTen mandò un altro messaggio a Temari per ringraziarla. Di nuovo la suoneria e di nuovo Ino che protestava.

«Ancora? Metti almeno il silenzioso!»

«Ha ragione seccatura» Seguì la voce di Shikamaru.

 

 

 

Alla fine del primo tempo Temari uscì dalla sala per sgranchirsi un po' le gambe e andò in bagno.

Sakura la raggiunse.

«Temari, scusa, potrei parlarti un attimo?»

«Che vuoi?» Non perdonava facilmente chi la trattava male senza averne ragione poi.

«Volevo scusarmi, ieri mi sono arrabbiata con te ingiustamente, tu eri solo preoccupata per me in fondo»

Temari non seppe cosa dire. Daccordo, si era scusata ma restava il fatto che lei non perdonava facilmente, anzi, di solito non perdonava proprio. Sakura però non le lasciò il tempo di decidere cosa fare.

«Le cose tra me e Deidara non vanno molto bene ultimamente, per questo sono scattata in quel modo quando mi hai detto che dovrei lasciarlo. Io lo amo ma sto iniziando a pensare che forse lui non ama me»

«A me Deidara non piace perché è nella compagnia di Hidan. È vero che non lo conosco da quanto lo conosci tu, anzi, probabilmente non lo conosco affatto ma le persone con cui sta non sono proprio dei begli esempi da seguire»

«Mi stai dicendo che dovrei dire a Deidara di lasciare il suo gruppo di amici?» Secondo Temari non avrebbe mai accettato, era più probabile che Sakura stessa ne fosse tirata dentro.

«Senti, io non voglio fare la moralista né ti dico di fare quello che voglio, ognuno è libero di pensare con la sua testa, anche se di amore non mi intendo molto, anzi, non me ne intendo per niente, io non credo che Deidara ti ami. Ti sta solo sfruttando e in fondo credo che lo sappia anche tu visto che hai bisogno del suo permesso perfino per mettere il naso fuori dalla tua stanza. Non lo dico per offenderti o per farti rimanere male, lo dico per te, perché se continui così soffrirai e basta»

«Ma io... lo amo. È difficile lasciare qualcuno quando lo si ama... Hai mai amato qualcuno?»

«Io non credo nell'amore» Rispose Temari duramente. Sakura abbassò lo sguardo.

«Se invece mi sbagliassi? Se lui mi ama veramente?»

«Se è così lascerà i suoi amici per stare con te» Rispose Temari «Chiediglielo e vedi che cosa ti risponde». Sakura annuì. Dopodiché tornarono in sala, il film era già ricominciato e Shikamaru si era addormentato. Lo pungolò un po' con il dito per svegliarlo e lui borbottò qualcosa nel sonno. Temari allora gli soffiò forte nell'orecchio e questa volta lui sobbalzò svegliandosi. Non appena si rese conto che era solo lei sbuffò.

«Seccatura»

«Non si dorme al cinema»

«Nemmeno si parla» Ribatté lui seccato per quel brusco risveglio.

«Potete stare zitti almeno il secondo tempo?» Chiese Ino esasperata «E tu Choji, non l'hai ancora finito quel cartone?»

«No, ne ho preso l'altro»

«Così diventerai più grasso di quello che sei già!» Choji non disse niente ma ci rimase male.

«Grande tatto Ino» Sussurrò Temari.

«Ho solo detto la verità e poi senti chi parla di tatto!» Temari non se la prese.

 

 

 

Rientrarono al college per l'ora di cena, appena poco prima che la mensa chiudesse. Si sedettero tutti allo stesso tavolo, eccetto Sakura che si scusò con loro.

«Devo andare da Deidara» Disse e lanciando una veloce occhiata a Temari si allontanò.

«Dovremmo organizzare più spesso uscite come queste» Disse Ino allegramente.

«Ma niente film romantici» Replicò Kiba.

«No, ho capito che con voi è impossibile vederne uno» Disse Ino «Potremmo infiltrarci alla festa di qualche congrega»

«Noi ci abbiamo provato qualche sera fa» Disse Naruto indicando sé e Sasuke «Ma ci hanno buttati fuori subito»

«Colpa tua che hai sbandierato ai quattro venti che non eravamo dei membri» Disse Sasuke lanciandogli un'occhiataccia.

«Almeno ci siamo divertiti»

«Io non ci volevo andare, tu mi hai costretto e poi ci hanno pure buttati fuori per colpa tua»

«Ti lamenti tanto solo perché non sei riuscito a scopare quella biondina che hai incontrato»

«Non ce l'hai una ragazza Sasuke?» Domandò Ino curiosa.

«No» Ino sorrise e Temari sapeva cosa significava. “La puttanella ha scelto la sua prossima preda” Si disse. Doveva mettere le cose in chiaro con lei però: niente ragazzi in camera loro, che si cercasse un altro posto dove fare quelle porcherie! Shikamaru sbadigliò.

«Me ne vado a letto»

«Già stanco il bambino?» Lo derise Temari.

«Tu non te ne rendi conto ma è faticoso stare appresso a una seccatura come te»

«Va' a quel paese!» Quando Shikamaru se ne fu andato anche Temari si alzò.

«Vado anche io mi sa»

«Ok» Disse Ino che guardava fissa Sasuke. TenTen e Hinata seguirono Temari invece.

«Tem, grazie a te sono riuscita ad attaccare bottone con Neji» Disse TenTen quando furono lontane dalla mensa «Dopo che siamo usciti dal cinema siamo andati in un bar e lui mi ha perfino offerto da bere!»

«Bene, sono felice per te ma...»

«Non è tutto» La interruppe TenTen «Ho ancora bisogno dei tuoi preziosi consigli» “Ma quali preziosi consigli se non te ne ho mai dato neanche uno!” «Perché non riesco a capire se potrei piacergli. Lui è molto silenzioso e serio, non parla mai per primo e mi chiedo se è timido o se non mi sopporta»

«Non ti sopporta» Si lasciò sfuggire Temari.

«Dici?»

«No, scherzavo. Non posso sapere cosa gli passa per la mente»

«Domani mi sveglio presto e vado a fare colazione con lui così cerco di capire se gli interesso o meno» Decise TenTen.

“Bene, l'importante è che non stressi me” Pensò Temari. Arrivarono alle scale «Io salgo, devo fare un salto da Sakura, voi andate pure»

«Ok, ci vediamo domani a lezione!» La salutò TenTen sorridendo felice. Temari salì, era l'ultima cosa che doveva fare e poi sarebbe finalmente andata a letto. Non vedeva l'ora che quella giornata finisse. Bussò alla porta sperando che Karin non ci fosse.

«Chi è?»

«Sono io, Temari» Sakura aprì e a Temari venne un colpo quando la vide.

«Cosa hai fatto alla faccia?» Le chiese. La rosa la fece entrare e andò a sedersi sul letto. Aveva un brutto livido violaceo sulla guancia. «È stato lui: Deidara?» Chiese Temari arrabbiata. Sakura annuì trattenendo a stento le lacrime. «Quel bastardo!» Sbottò Temari «Andiamo da Tsunade, forza»

«N... no, Temari, sto bene, davvero...»

«Non stai bene! Guarda che livido che ti ha fatto! Cos'è, ti ha dato uno schiaffo? O un pugno?»

«Non lo so, non ricordo»

«Sakura, reagisci!» Esclamò Temari prendendole le mani. «Non puoi farti trattare così! Che cosa è successo? Avanti, dimmelo che poi vado e lo prendo a pugni io!» Sakura, con voce tremante iniziò a raccontare.

 

 

 

 

Bussò alla porta di Deidara sperando di trovarlo da solo e fortuna volle che fosse così.

«Non ti aspettavo piccola» Disse lui vedendola.

«Devo parlarti» Entrò in camera e prese coraggio «Mi serve una pausa» Buttò fuori tutto d'un fiato. Lui non capì subito.

«Una pausa da cosa?»

«Da noi, da te, dal nostro rapporto»

«Cioè vuoi rompere?» Chiese lui.

«Mi serve una pausa» Deidara la scrutò per qualche istante pensieroso poi le si avvicinò e le passò una mano fra i capelli.

«Cosa c'è che non va cucciola, eh?» Le chiese dolcemente «Se c'è qualcosa possiamo parlarne, lo sai che puoi dirmi qualsiasi cosa» Sakura sospirò.

«Non sei più lo stesso, da quando sono arrivata al college sei diverso. I tuoi amici poi non mi piacciono, anche Temari dice che non sono...»

«Temari?» La interruppe lui.

«Lei non c'entra, è una mia decisione, se ti allontanassi da loro almeno...»

«Perché ti fai influenzare da quella troietta, eh?» Chiese Deidara e questa volta il suo tono dolce era scomparso. Sakura scosse la testa.

«Non mi faccio influenzare, l'ho deciso io. Io non voglio più stare con te» Affermò decisa. Fu in quel momento che lui la colpì, tanto forte da buttarla a terra.

«Se pensi di potermi lasciare stronza che non sei altro ti sbagli di grosso, finché non lo decido io tu non te ne vai troia!» Sbottò. La stava per colpire di nuovo e Sakura si coprì con le braccia.

«Deidara! Fermo!» Sbottò una voce. Sakura alzò lo sguardo e vide Itachi e Hidan ma era stato Itachi a parlare. Il ragazzo si fece avanti frapponendosi tra lei e Deidara.

«Non intrometterti, non è affar tuo»

«Lasciala stare, vuoi che ti sbattano fuori?» Itachi tese la mano a Sakura e la aiutò ad alzarsi. Deidara lo guardò male mentre lui la accompagnava fuori. Sakura non osò dire una parola ancora troppo shokkata per quello che era successo.

«Dov'è la tua camera? Ti accompagno»

«Terzo piano» Fu tutto quello che riuscì a dire la ragazza. Itachi l'accompagnò fino davanti alla porta.

«Stai bene?» Le chiese.

«S... sì, grazie dell'aiuto» Sussurrò lei.

«Credo che dovresti stare lontana da lui. Non dire nulla di quello che è successo, se conosci Deidara è meglio che non lo fai»

«C... come?» Chiese Sakura confusa. Itachi però non aggiunse altro e se ne andò.

 

 

 

 

«Ecco come è andata» Mormorò Sakura.

«Deidara la pagherà, dobbiamo dire tutto a Tsunade» Disse Temari ben decisa ma l'amica la trattenne.

«Per favore no, non voglio che si sappia in giro e poi... quello che ha detto Itachi mi preoccupa»

«Ti vuole solo intimorire ma non devi permetterglielo»

«Promettimi che non lo dirai a nessuno Temari, per favore» La scongiurò Sakura. Temari annuì.

«Daccordo ma tu stai lontana da lui d'ora in avanti» E questa volta fu la rosa ad annuire. Temari rimase ancora un po' con lei finché non si fu calmata del tutto e poi tornò in camera. Ma proprio davanti alla sua porta, che parlava con Ino c'era Deidara.

«Non so dove sia Temari e anche se lo sapessi non te lo direi! Ora leva le tende!» Stava dicendo la biondina con voce alterata. Temari si nascose dietro l'angolo velocemente.

«So che è li dentro, fammi entrare immediatamente»

«O cosa?» Lui la spinse di lato entrando in camera. «Guarda pure, tanto non c'è, te lo avevo detto!» Il ragazzo dopo aver cercato uscì e Ino gli chiuse la porta in faccia. Temari deglutì a stento, e così ora Deidara ce l'aveva con lei. “Questa è l'ultima volta che mi metto in mezzo a situazioni del genere” Pensò.

«Eccoti qui finalmente» Sobbalzò sentendo quella voce. Si diede della stupida mentalmente, ma perché non se n'era andata?

 

 

 

 

 

Angolo dell'autrice: scusate il ritardo, ultimamente sono sempre di fretta. Lo so, lo so, capitolo orribile ma spero che sia lo stesso riuscita a strapparvi un sorriso leggendolo :) Al cinema è un miracolo che non li abbiano sbattuti tutti fuori dalla sala! XD

Per quanto riguarda il finale provate un po' a indovinare in chi si è imbattuta la nostra Tem (se potesse mi ucciderebbe per tutto quello che le sto facendo passare) XD

Un abbraccio

Kit

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Capitolo 11
*** Le amiche si riconoscono nel momento del bisogno ***


Le amiche si riconoscono nel momento del bisogno

 

 

 

«Eccoti qui finalmente» Sobbalzò sentendo quella voce. Si diede della stupida mentalmente, ma perché non se n'era andata?

 

Si voltò lentamente lanciando al ragazzo uno sguardo ostile e minaccioso, che solo provasse a toccarla e se ne sarebbe pentito, sentiva ancora la rabbia per come aveva osato trattare Sakura, rabbia che avrebbe usato senza esitazioni al minimo segno di minaccia.

Deidara dopo essersi ritrovato la porta chiusa in faccia da parte di Ino era venuto proprio veso di lei ignorando totalmente che fosse nascosta lì dietro l'angolo. E lei, distratta per un attimo dal pensare a come tornare in camera senza essere vista, si era fregata con le sue stesse mani. Deidara le si avvicinò con uno sguardo pieno di odio.

«Ti avevo detto di starne fuori troia»

«Sei tu a dover lasciare in pace Sakura» Ribattè lei, sostenendo fieramente il suo sguardo.

«Me la paghi questa stronza, nessuno si mette fra me e le mie cose»

«Sakura non è una tua proprietà!» Sbottò Temari ma lui, senza alcun preavviso, la colpì. L'urto fu tanto forte da buttarla a terra. Non sentì subito dolore, le ci volle qualche secondo per mettere a fuoco quello che era appena successo e cercò di tirarsi in piedi ma lui in un moto di rabbia cieca la colpì di nuovo questa volta con un calcio in pieno stomaco. Temari emise un lamento soffocato tentando di coprirsi con le mani.

«Non impicciarti mai più in affari che non ti riguardano!» Ad ogni parola le tirò un calcio, lei si rannicchiò sempre per schermirsi dai colpi ma non emise più alcun gemito non volendo dargli anche quella soddisfazione. Deidara continuò finché non sentì qualcuno avvicinarsi, un vociare ancora abbastanza lontano che però bastò a metterlo all'erta; si abbassò avvicinando il proprio volto a quello della ragazza.

«Ti ho avvertita stronza, la prossima volta sarà peggio» Si tirò su e lanciata un'occhiata attorno a sé se ne andò lasciandola sola. Temari si mise seduta a fatica e si strinse le mani sullo stomaco. Quando sentì anche lei che qualcuno si stava avvicinando si asciugò in fretta le lacrime cercando di assumere un' espressione distaccata.

«Serve aiuto?» Le chiese una delle due ragazze che inconsapevolmente l'avevano salvata.

«No, sto bene» Le due allora, dopo essersi scambiate uno sguardo perplesso, ripresero a parlare ed entrarono nella propria camera. Temari ebbe un singhiozzo. Odiava piangere, lei non piangeva mai, non poteva permettersi simili debolezze. Si alzò e appoggiandosi alla parete raggiunse la propria camera, bussò e Ino le aprì, vide subito che qualcosa non andava.

«Temari, cosa ti è successo?» Sorreggendola la accompagnò fino al letto. Temari sospirò di sollievo quando si distese. «Chi è stato Tem?» Chiese Ino guardandola atterrita.

«Che cosa?» Chiese lei con voce rauca.

«A farti questo! Non mi vorrai dire che te lo sei fatta da sola! Guarda come sei ridotta, vado a chiamare qualcuno»

«No aspetta» Temari riuscì a mettersi seduta «Non chiamare nessuno, sto bene, davvero, nessuno mi ha fatto niente»

«Come no?» Chiese Ino tornandole vicino «E che hai in faccia poi?»

«Sono caduta dalle scale» Mentì Temari in fretta «Ho colpito contro uno scalino. Davvero Ino, sto bene, non ti preoccupare» La biondina non sapeva se crederle o meno.

«Ma...»

«Sto bene, portami solo un po' d'acqua per favore» Ino obbedì muovendosi meccanicamente. Temari bevve qualche sorso approfittando di quella quella breve pausa per riprendersi un po' ma Ino tornò subito all'attacco.

«Dobbiamo chiamare qualcuno, non vedi che sei stravolta? Dove ti fa male?»

«Da nessuna parte, tra poco mi sarà passato, ne sono sicura, ora però lasciami riposare un po'» Riuscì a convincerla anche se non sapeva se avesse creduto alla balla della caduta. Si voltò prendendo lo specchietto. Aveva un leggero livido sotto l'occhio ma nulla di preoccupante, non si vedeva neanche tanto.

«Tieni questo» Si girò, Ino le tendeva una borsa del ghiaccio «Mettilo su quel livido, te lo sgonfierà»

«Grazie»

«Sicura di stare bene?»

«Sì, sicura»

«Se hai bisogno di qualcosa chiedimi pure, io sono qua» Temari annuì ringraziandola di nuovo. Le sembrava strano che avesse bevuto la storia della caduta ma o era così oppure voleva rispettare la sua decisione di non parlare.

 

 

 

 

La mattina seguente non andò a correre, la pancia le faceva ancora molto male e non aveva voglia nemmeno di andare a lezione così rimase a letto facendo finta di dormire finché Ino non la scrollò.

«Temari, è ora, te la senti di venire o stai ancora male?» Le chiese gentilmente. I sensi di colpa la obbligarono ad alzarsi, non poteva saltare un'intera giornata di lezione e nemmeno dare la soddisfazione a Deidara di aver paura di lui.

«Mi preparo in un attimo» Disse quindi. I dolori alla pancia erano atroci ogni volta che faceva un solo movimento ma si sforzò di non esternare il proprio malessere e andò in bagno. Guardandosi allo specchio notò che il livido non era affatto migliorato, anzi, era più scuro della sera prima. Tutti le avrebbero fatto domande, forse vedendo anche Sakura avrebbero pensato che si erano prese a botte a vicenda.

«Temari, tutto ok?» Chiese Ino dopo un po' che non usciva.

«Sì, ho quasi fatto, tu vai pure, io ti raggiungo tra un po'» Ma Ino rimase lì ad aspettarla e quando Temari uscì dal bagno le mostrò dei trucchi.

«Siediti qua» Le ordinò.

«Che intendi fare?»

«Tu siediti» Temari obbedì, troppo stanca per protestare. Ino si mise a lavorare sulla sua faccia con mano leggera ma sicura e alla fine, quando ebbe finito il livido era sparito. Temari si guardò allo specchio sorpresa. «Come vedi anche essere bravi truccatori è utile» Disse Ino sorridendo soddisfatta del proprio lavoro. Temari non sapeva cosa dire, quella ragazzina viziata la stava sorprendendo. Nonostante i suoi innumerevoli difetti la stava aiutando senza che lei glielo avesse chiesto e senza fare altre domande su quello che era successo. «Puoi ringraziarmi se vuoi» Disse Ino vivacemente.

«Sì, grazie...»

«Ora andiamo»

«Ino...» Per ringraziarla poteva almeno dirle la verità, di sicuro avrebbe voluto saperla. Però, mentre la biondina la guardava pensò che la verità sarebbe stato un pericolo per lei «Grazie davvero» Disse quindi. Ino sorrise.

«Figurarsi, mica potevo lasciarti andare in giro con quel brutto ematoma, no?» Così andarono insieme al bar. Sakura non si presentò a nessuna delle lezioni di quella mattina e quando andarono a cercarla in camera o non c'era o non volle loro aprire. “E se Deidara le ha fatto qualcosa?” Pensò Temari. Scosse la testa. Era più probabile che si fosse chiusa in camera e non volesse vedere nessuno. Temari andò da lei più tardi senza nessun altro, o almeno era questa l'intenzione, Naruto la fermò.

«Temari, aspetta un attimo, vai da Sakura?» Le chiese.

«Sì ma... dovrei parlarle in privato» Rispose lei sperando vivamente che anche con la sua testolina vuota capisse che non era il momento di seccare. Naruto annuì.

«Daccordo, voglio solo vedere come sta» No, ovviamente da lui non poteva pretendere tanto.

«Naruto, davvero, devo parlare con Sakura di faccende da donne, non credo che tu voglia stare a sentire parlare di mestruazioni e quant'altro»

«Figurarsi! Ma sono preoccupato per lei, è per caso ammalata?»

«Non lo so, può darsi» Rispose Temari al limite della pazienza.

«Posso chiederti una cosa? Anzi, due cose» Il ragazzo si grattò la testa lievemente imbarazzato e poi disse «Secondo te potrei piacere a Sakura?»

“Ecco un altro, da lui non me lo aspettavo proprio” «Non lo so e poi lei sta con Deidara, nessuno ti ha insegnato a non metterti in mezzo alle relazioni altrui?» Lui sbuffò:

«Quel tipo... Sakura si merita di meglio e Deidara è uno stronzo. Lo sanno tutti che va a letto con altre»

«Non sono affari tuoi Naruto, Sakura è abbastanza grande per fare le sue scelte. E poi ci sono tante altre ragazze libere che vorrebbero stare con te» Naruto sgranò gli occhi e le puntò il dito contro:

«Tu vuoi avere una storia con me????» Strillò e Temari avrebbe voluto ammazzarlo. Ma cosa si metteva in testa quell'idiota? «Ma certo! È così! Ecco perché ieri sei venuta da me con Hata, cioè Hinata! Volevi assicurarti che ci fossi anche io al cinema!!!»

«Veramente...»

«Temari, mi dispiace, non voglio ferirti ma a me piace Sakura» Continuò Naruto «Non che tu non sia una bella ragazza, anzi, hai tutti i requisiti che fanno di te una bella ragazza, ma Sakura è speciale, non che tu non sia speciale» Si affrettò ad aggiungere vedendo l'espressione sempre più incazzata di Temari «Ovviamente tu sei speciale, hai un bel viso, delle tette grandi, un bel cu...» Temari lo afferrò per i capelli e glieli tirò forte.

«Non capisci mai niente decerebrato! Tu non mi piaci e non mi potresti mai piacere, mettitelo bene in testa, sono stata chiara???» Lui annuì e Temari si allontanò furibonda. Era ancora arrabbiata quando bussò alla camera di Sakura.

«Sono io, fammi entrare» Ordinò in un tono a cui era meglio non disubbidire. Fu Karin ad aprirle.

«Che vuoi?»

«Sakura, è qui o no?»

«Sì» La rossa preferì andarsene piuttosto che stare lì a sentire le loro chiacchiere.

«Come stai Sakura?»

«Uno schifo!» Fu la risposta della rosa che era rintanata sotto le coperte. Temari la scoprì senza tanti complimenti e la fissò alterata.

«Che stai facendo?»

«Cerco di autosoffocarmi con il cuscino»

«Bel modo di reagire, davvero!» Sakura si tirò a sedere, aveva la faccia di chi non ha dormito niente, il livido le era diventato gigantesco. «Che ha detto Karin quando ti ha vista?»

«Niente, noi due non parliamo mai e io sono stata tutto il giorno a letto senza farmi vedere. Avrà pensato che ho la febbre»

«Per quanto pensi di restartene qua ancora?» Le chiese Temari duramente. Era sempre stata dell'idea che in quelle situazioni bisognasse essere decisi.

«Finché non morirò soffocata nel cuscino»

«Ma piantala di dire cazzate e alzati. Una boccata d'aria è quello che ti ci vuole, vuoi dare la soddisfazione a Deidara di averti in pugno? Cazzo, reagisci!»

«Non nominarlo. Sto ancora male, non credevo che avrebbe mai potuto fare quello che ha fatto eppure non posso fare a meno di amarlo»

«Appunto, una boccata d'aria è quello che ti ci vuole per schiarirti le idee, vedrai che dopo starai meglio»

«Io non credo» Sakura si rimise le coperte addosso «E poi non posso uscire con questo livido, che cosa penserà la gente?»

«E che t'importa di quello che pensano gli altri? A me non è mai interessato»

«Tu sei diversa»

«Senti, basta piangersi addosso. Alzati, vai in bagno a darti una lavata e sistemati il livido con un po' di trucco, se non va via mettiti degli occhiali da sole. Intanto ti racconterò una cosa divertente» Sakura, a fatica si tirò in piedi e si trascinò verso il bagno. Temari intanto le parlò di Naruto.

«Quel cretino si è preso una cotta per te, l'ho incontrato poco fa»

«Avevo già intuito di piacergli» Rispose Sakura «Ma non è il mio tipo, troppo sciocco» Secondo Temari quell'aggettivo era fin troppo gentile per uno come Naruto «Non mi sentirei neanche attratta da lui fisicamente» Continuò la rosa «Anche se è simpatico ma... non è il ragazzo che fa per me»

“Meno male” Pensò Temari, sarebbe stato difficile se quei due si fossero messi insieme, soprattutto per la povera Hinata. Sakura uscì dal bagno, si era messa degli occhiali da sole e del livido si vedeva solo una piccola parte. Andarono a fare una passeggiata nel parco cercando i posti meno affollati.

«Come ti invidio» Disse la rosa d'un tratto.

«Per cosa?»

«Non ti accorgi di come ti guardano quando passi? Quanto vorrei che i ragazzi si voltassero a guardare anche me» Temari sbuffò, lei non lo aveva mai trovata una grande cosa, anzi, l'aveva sempre trovata molto seccante. Non sapeva nemmeno esattamente cosa ci trovassero in lei, ve bene, era bella ma sapeva anche di avere un caratteraccio. Ma forse era anche il suo essere così inavvicinabile che la rendeva tanto desiderata.

«Finiresti per detestarlo, credimi»

«No, non penso, è sempre piacevole sapere di piacere agli altri»

«Vorrei ben vedere cosa faresti quando ogni ragazzo con cui parli invece di guardarti negli occhi ti fissa il seno o se ogni volta che passeggi si voltano per guardarti il fondoschiena!» Sakura rise.

«Almeno sai di essere apprezzata» Passeggiare all'aria aperta fece molto bene ad entrambe e Temari scoprì che Sakura non era poi così male. Era una ragazza seria e responsabile se si toglieva la storia con Deidara e capiva le persone molto bene. Le parlò della sua famiglia, non aveva né fratelli né sorelle ma le sarebbe piaciuto molto averne; dei suoi genitori invece, a quanto diceva, sua madre era una donna insopportabile.

«I tuoi invece?» Temari fece le spallucce, non le piaceva parlare di sé.

«Mio padre è un avvocato, molto spesso impegnato sul lavoro. Ho anche due fratelli più piccoli» Non disse nulla sulla madre e Sakura ebbe abbastanza tatto da non farle domande.

«Ino dice che vai a correre la mattina»

«Sì, mi rilassa»

«Non sei una che parla molto di sé, vero?»

«La mia vita non è granché interessante» Spiegò Temari eludendo il discorso. Ripensò a casa ma l'unica cosa a cui riuscì a pensare era che non voleva tornarci, aveva scelto quel college soprattutto per allontanarsi dalla famiglia. Chiudendo gli occhi e tornando con la mente alla sua casa le uniche immagini che riuscì a vedere furono mura bianche e fredde accompagnate da una grande solitudine.

«Temari, tutto bene?»

«Sì, certo, torniamo dentro? Sono un po' stanca» Sakura annuì scrutandola pensierosa e Temari apprezzò il rispetto per la sua riservatezza.

 

 

 

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Capitolo 12
*** Ricatto ***


Ricatto

 

 

I giorni passarono alla stessa maniera, Hidan rompeva, Ino rompeva, Shikamaru rompeva... A parte questo Temari era riuscita a tenersi fuori dai guai, se vedeva Deidara in lontananza ed era sola si affrettava a cambiare strada o avvicinarsi a qualcun altro ma lui non aveva più dato segno di volerle fare del male. Sakura lo aveva lasciato definitivamente e nonostante fosse in una fase di depressione mista a pentimento, cercava anche lei di evitare Deidara e tutto il suo gruppo. Hinata aveva fatto zero progressi con Naruto mentre questo era sempre più preso da Sakura che d'altra parte lo considerava solo come un amico ma questo lui sembrava non capirlo e non si arrendeva. TenTen invece si era innamorata perdutamente di Neji seppur lui non la considerasse minimamente, e procedeva le sue giornate tra lezioni, calcio e allenamenti con RockLee. Infine c'era Ino, l'unica che non correva dietro ad amori impossibili, aveva una storia con Sasori, una storia che però consisteva solo nel divertirsi insieme a letto e fare finta di non conoscersi la mattina dopo. Temari li aveva beccati altre due volte in camera, una all'inizio della “prestazione”, un'altra nel momento clou ed era stato davvero imbarazzante. In ogni caso Ino era l'unica che non le chiedeva consigli e questo era davvero un sollievo per Temari che tra Sakura, Naruto, Hinata e TenTen non sapeva chi fosse messo peggio. E tuttavia proprio quel giorno fu una persona del tutto inaspettata a chiederle una mano.

 

 

 

 

Questo avvenne proprio alla fine delle lezioni mattutine di quella piovosa giornata.

«Temari, vieni con noi a pranzo?» Le chiese Ino.

«No, devo andare in biblioteca, mangerò più tardi» Cercava sempre di evitare la compagnia se poteva e ormai gli altri si erano abituati a questo suo modo di fare poco socievole. Mentre si allontanava dal gruppo qualcuno la seguì senza che lei se ne accorgesse.

«Seccatura» Si sentì chiamare d'un tratto. Si voltò con un'espressione esasperata stampata sul volto.

«Rallenta un attimo, perché quando cammini devi andare avanti come un treno?»

«Mai pensato che sei tu a procedere come una lumaca?» Ribatté lei fermandosi per aspettarlo. Lui la raggiunse con calma, strascicava i piedi come se fosse lì lì per cadere in avanti e addormentarsi da un momento all'altro. «Che vuoi?» Gli chieste spazientita. Lo vide fare una smorfia come se ciò che stesse per chiedere gli costasse una fatica tremenda. «Allora? Non ho tutto il tempo del mondo!»

«Un favore» Borbottò lui tenendo lo sguardo chino. Temari lo guardò sorpresa. Lui che le chiedeva un favore? Questo sì che era strano, rise senza riuscire a trattenersi.

«Va bene, parla» Shikamaru si grattò la nuca e fece scorrere lo sguardo attorno a sé evitando accuratamente di guardare lei. Sembrava... imbarazzato. A disagio. Insicuro forse?

«Volevo solo... ecco... sapere qualcosa su Ino» Disse lui dopo un po' e si arrischiò a lanciarle un'occhiata nervosa.

«Che cosa?» Lui fece le spallucce:

«Ecco... qualcosa. Che so, cosa le piace, cosa non le piace, cose così» Temari lo scrutò cercando di comprendere il perché di quella richiesta. Ino era una persona talmente semplice da capire! Qualunque cosa le piacesse o non le piacesse te lo faceva notare anche se tu non eri minimamente interessato. Ma non ci volle molto per capirlo da sola.

«Non me lo dire: anche tu! No, da te non me lo sarei proprio aspettata!» E non sapeva perché ma la cosa le dava un certo fastidio. Anzi, la irritava oltremodo! «Io non sono una sfornaconsigli d'amore se non te ne fossi accorto!» Sbottò «Perché non imparate a gestirvi da soli queste cose una buona volta? Fai l'uomo, se vuoi provarci con lei provaci e basta!»

«Frena, frena seccatura, che hai capito? Non voglio provarci con lei, Ino è fin troppo seccante per uno come me» Temari lo scrutò cercando di capire se stesse dicendo la verità.

«Allora perché mi chiedi di lei?»

«Per un amico, tutto qui»

«E chi sarebbe questo amico?» No, la cosa la insospettiva troppo, non poteva essere un amico.

«Un amico che non conosci» Rispose lui velocemente «Visto che sei la sua compagna di stanza pensavo che avresti potuto aiutarlo» Aggiunse poi guardandola di sottecchi.

«Certo, semplicissimo visto che non so neanche chi è!» Ribatté lei sarcastica ma quella storia stava iniziando a incuriosirla. Non era da Shikamaru chiedere aiuto o sforzarsi di aiutare qualcun altro. «E poi che cosa vorrebbe? Ino non è tipa da storie serie, penso che anche tu lo sappia, lei è più da una botta e via, senza contare che ha gusti abbastanza precisi in fatto di ragazzi» Disse ricordando i voti che aveva dato sul quaderno.

«Lui non vuole una botta e via» Disse Shikamaru.

«È un bel problema»

«Già, gliel'ho detto anche io»

«Ma chi è?»

«Mi ha fatto promettere di non dirtelo»

«Non è che magari sei tu e ti vergogni?» Chiese Temari con un sorrisetto divertito.

«No, te l'ho detto, Ino non mi attrae minimamente. Allora, me la dai una mano o no?» Chiese seccato arrossendo appena. A quanto pare chiederle un aiuto gli costava davvero molto. Temari sospirò ma annuì, voleva scoprire chi era questo ragazzo a tutti i costi.

«Bene, allora... tu scopri i suoi gusti e poi riferisci» Disse Shikamaru e fece per andarsene ma lei lo fermò:

«Aspetta un attimo, voglio qualcosa in cambio!» Per una volta tanto voleva guadagnarci anche lei «Visto che non mi vuoi nemmeno dire chi è e io ti sto offrendo il mio aiuto allora voglio che d'ora in avanti mi porti ogni mattina la colazione in camera alle 7.00 precise» Lui sgranò gli occhi:

«Cosa? Stai scherzando, vero? Non sono il tuo servetto personale seccatura!»

«E poi voglio che per tutto il resto dell'anno tu lavi, stendi e stiri i miei vestiti e che in mensa mi fai trovare il mio piatto sul tavolo per quando arrivo»

«Non farò mai queste cose!» Sbottò lui arrabbiato.

«Allora non aiuterò te e il tuo amico invisibile. Ma ti avverto che sono l'unica a poterlo fare, Ino è la mia compagna di stanza e ha molta confidenza con me, mi racconta tutti i suoi segreti» Sogghignò malignamente «Se stai pensando di chiedere aiuto a TenTen o Sakura non funzionerà, loro non sono amiche di Ino quanto me» Aggiunse per non dargli nessuna via di scampo.

«Sei una tiranna, lo sai?»

«Affare fatto?»

«Una volta» Disse lui «Le cose che hai detto le farò una volta»

«Sei mesi» Contrattò Temari.

«Due giorni» Ribatté lui fissandola deciso.

«No, sei mesi o niente»

«Sei mesi sono troppi seccatura. Contando che quello che ti chiedo non è per me sono davvero troppi. E poi mi pare esagerato portarti ogni giorno la colazione in camera e stendere e stirare e tutto il resto! Già faccio fatica con i miei di vestiti, figurarsi i tuoi!»

«Sei mesi» Ribatté lei ostinata. Voleva vedere fin dove era disposto a spingersi.

«Una settimana» Tentò lui disperato.

«C'è una bella differenza fra sei mesi e sette giorni, facciamo tre settimane»

«Ma per favore! Dovrei stare tutto il mese dietro di te?»

«Allora una settimana ma dovrai obbedire a ogni cosa che ti chiedo» Shikamaru deglutì a stento. Non gli piaceva affatto quella storia.

«Va bene» Acconsentì «Una settimana»

«E farai tutto quello che ti ordino, si inizia da oggi»

«Bene» Fece lui seccato.

«Benissimo! Vai a comprarmi un gelato allora e portamelo in biblioteca»

«Non si può mangiare in biblioteca» Obiettò lui.

«Tu fallo e basta! Ti aspetto e vedi di non metterci un'infinità di tempo che ho molte altre cose da farti fare» Shikamaru gemette, ma in che guaio era andato a ficcarsi?

 

 

 

 

Pienamente soddisfatta del proprio genio maligno Temari si avviò verso la biblioteca. Era curiosa di sapere chi fosse il masochista che si era preso una cotta per Ino. Shikamaru non aveva poi moltissimi amici: c'era Naruto ma lui correva già dietro a Sakura quindi non poteva essere; Sasuke ma era poco probabile che volesse una storia seria; e poi c'era Neji. “Naaa, non si sono nemmeno mai parlati quei due” Si disse Temari. Kiba invece poteva essere, lui parlava spesso con Ino anche se il più delle volte era per deriderla. Altri non le venivano in mente. “Indagherò” Pensò. Qualcuno la afferrò per il braccio costringendola a fermarsi.

«Buon giorno dolcezza»

«Mollami Hidan» Disse subito lei.

«Che ci fai sola soletta in questo buio corridoio?»

«Non è affar tuo! Lasciami» Nonostante cercasse di non darlo a vedere era davvero agitata, si sentiva il cuore in gola.

«Come siamo nervosetti oggi. So io come addolcirti un po'» La spinse contro il muro e Temari per la seconda volta si sentì totalmente in trappola. Fortunatamente in quel momento passò di lì il professore Asuma e Hidan la mollò. Temari riacquistò la solita espressione distaccata ma il professore aveva già notato che qualcosa non andava.

«Hidan, non dovresti essere da Tsunade? So che voleva parlarti»

«Ci sono già stato un attimo fa» Rispose il ragazzo guardandolo in cagnesco. Asuma si accese una sigaretta e Temari capì che era il momento buono per andarsene.

«Io devo andare, arrivederci professore» Salutò e si allontanò, Hidan stava per seguirla ma Asuma lo fermò con la scusa di dovergli parlare. Temari intanto arrivò in biblioteca e si sedette al suo solito posto. Prese due respiri profondi cercando di calmarsi, non voleva neanche immaginare cosa sarebbe successo se Asuma non fosse intervenuto. Lo stomaco le faceva ancora male per i calci che Deidara le aveva dato. Si alzò la maglietta, aveva due brutti lividi ma in fondo non era nulla di grave. Tirando fuori dalla borsa i libri prese anche il quaderno di Ino. Era una sciocchezza stratosferica quella di dare i voti ai ragazzi. Lo aprì e diede un'occhiata ai nomi, Ino le aveva fatto promettere di inserire qualche numero. Neanche fossero state ragazzine delle medie davanti alle loro prime cotte adolescenziali!

«Eccomi qui seccatura» Chiuse il quaderno con un colpo secco.

«Hai fatto in fretta»

«Qualcuno me l'ha ordinato» Shikamaru si sedette pesantemente sulla sedia come se il tragitto dal bar fino alla biblioteca lo avesse stremato e le passò un cono ancora avvolto nella carta. «Che cos'è quello?» Chiese poi indicando con un cenno il quaderno.

«Il libro di matematica, ce lo hai anche tu»

«Non quello seccatura, quel quaderno rosa»

«Biscotto» Corresse lei distrattamente.

«Come?» Temari lo guardò.

«Biscotto, non rosa, è color biscotto» Shikamaru inarcò un sopracciglio e la guardò come si guardano i cretini. Temari mise il quaderno nella borsa e aprì il libro di matematica.

«È il tuo diario segreto?»

«Se avessi un diario segreto non lo terrei certo in bella vista. E ora preparati, devo dirti cosa devi fare ora»

«Ti ho appena preso il gelato»

«Devi fare tutto quello che ti dico, sono questi i patti! Ora tu andrai in camera mia, prendi i vestiti nel cesto della roba sporca e li porti in lavanderia, e dopo li metti a stendere. Ha capito?»

«Tze... tiranna» Disse lui alzandosi «Comunque mi aspetto che tu mi dica qualcosa su Ino» Temari sorrise fintamente dolce:

«Tu dimmi cosa vuole sapere il tuo amico e io ti risponderò» Shikamaru si voltò per andarsene «Non dimentichi qualcosa?» Lo richiamò Temari indietro. Gli lanciò le chiavi della stanza «Riportamele quando hai finito»

«Seccatura» Borbottò lui per poi andarsene.

 

 

 

 

 

Angolo dell'autrice: ecco qui il dodicesimo capitolo, spero vi sia piaciuto nonostante non sia successo molto anche se per il Nara solo andare a predere un gelato è fin troppo faticoso XD Vorrei ringraziare ancora tutti coloro che seguono la storia e in particolare RobbyHowl, Chemical_Marty, Haku Kina, Unbreakable, Baku, Rplush, Haruka Osakaki, spero di non averne dimenticato nessuno, che forse non lo sanno ma mi sostengono tantissimo e sono sempre fin troppo gentili :) Grazie mille, un abbraccio forte a tutti,

Kit

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Capitolo 13
*** Biancheria intima e nuovi amori ***


Biancheria intima e nuovi amori

 

 

Shikamaru girò le chiavi nella toppa, ma come aveva fatto a cacciarsi in un guaio del genere? Quella seccatura lo avrebbe sfruttato senza ritegno. Entrò in camera ma si bloccò di colpo vedendo Ino nuda che girava per la stanza. Richiuse in fretta la porta. “Cazzo” Fu l'unica cosa che riuscì a pensare. Ino dopo qualche secondo venne a riaprirgli, si era messa addosso l'accappatoio.

«Si può sapere che stai facendo!?!» Domandò e non sembrava imbarazzata per quello che era appena successo. Arrabbiata sì però, gli strappò le chiavi di mano «Dove le hai prese queste, eh?»

«Temari» Rispose lui ancora troppo sconvolto per poter pronunciare una frase di senso compiuto.

«Sai, non ho la facoltà di capire cosa stai dicendo con una sola parola quindi fai una frase completa, grazie!»

«Temari me le ha date, devo prendere i suoi vestiti sporchi e portarli in lavanderia» Rispose Shikamaru di fretta. Ino lo fissò sorpresa e poi socchiuse gli occhi a due fessure arrivandogli vicinissimo.

«Pensi che me la bevo? Temari non lascia toccare le sue cose da nessuno, figurarsi i suoi vestiti!»

Shikamaru non aveva immaginato che in quell'incarico fosse anche incluso scontrarsi con quella belva di Ino.

«Se non ci credi chiamala e chiediglielo»

«Certo che lo faccio, e subito anche!» Rientrò in camera e lui la seguì. Si guardò attorno soffermandosi sulle cose di Temari, per la maggior parte erano libri noiosi che non aveva mai visto prima.

«Temari, qui c'è un pervertito che vuole i tuoi vestiti» Shikamaru si voltò verso Ino che parlava al telefono e lo fissava seria come se fosse pronta ad assalirlo al suo più piccolo movimento «Il pervertito è Shikamaru» Disse Ino che poi annuì «Va bene Temari, volevo solo essere sicura che gli avessi dato il permesso, certo che sei strana, lasciatelo dire, i vestiti sono la cosa più sacra che si possa possedere, se non...» Si interruppe «Mi ha chiuso il telefono in faccia» Disse stupefatta.

«Quindi posso?» Chiese Shikamaru.

«Sì, fai pure» Si sedette sul letto a guardarlo mentre lui raccoglieva la cesta «Ma perché lo fai?»

«Quella seccatura mi ha costretto»

«Già che ci sei porta anche la mia cesta» Gli disse Ino alzandosi. Prima che potesse protestare gliela mise sopra quella di Temari. «Non farli cadere e ricorda che sono capi delicati. Se per caso li rovini me li dovrai ricomprare, intesi?» Quanto erano seccanti le donne... Non protestò solo perché sapeva che sarebbe stato inutile. Ino gli aprì la porta per farlo uscire, quelle due ceste pesavano un'esagerazione e a Shikamaru venne il dubbio che ci fossero delle pietre nascoste sotto gli abiti. Si incamminò a fatica verso la lavanderia, a metà strada incontrò Kiba e Naruto.

«Shikamaru, hai rubato in camera di una ragazza?» Chiese il castano. Più idioti di così non si poteva essere.

«No, devo portarli a lavare»

«Ti serve una mano?» Chiese Naruto.

“Ovvio che sì” Pensò Shikamaru «Magari...» Naruto prese la cesta di Ino.

«Ma sono davvero di una donna!!!» Esclamò mentre Kiba tirava su un reggiseno color rosa con tanto di pizzo. «Di chi sono?» Chiese interessato, sembrava che non avesse mai visto un reggiseno in vita sua.

«Ino e Temari, li sto portando a lavare»

«Te la sei spassata e ora ti hanno messo al lavoro» Tirò a indovinare Kiba prendendo anche un paio di mutandine «Che roba invitante che indossa... di chi è questa cesta?»

«Ino, mettili giù, ci prenderanno davvero per dei depravati se fai così» Andarono in lavanderia e Shikamaru rovesciò i vestiti di Ino in una lavatrice.

«Perché porti a lavare i loro vestiti? Non lo fai nemmeno con i tuoi perché è troppa fatica» Disse Kiba curioso mentre Naruto, che a quel punto dimostrava di essere davvero un depravato cercava nelle cose di Temari.

«Mi hanno costretto, non chiedermi di più e comunque» Aggiunse subito vedendo il suo sorrisetto malizioso «Non è come pensi»

«Non ci sei finito a letto quindi»

«No»

«Guardate qua!» Li chiamò Naruto tirando fuori dalla cesta un négligé trasparente di pizzo. «E secondo voi lo per chi lo mette questo?» Chiese il biondo aprendolo per bene. Shikamaru cercò di immaginarsi Temari con quella vestaglietta addosso e sentì un certo calore invaderlo verso il basso. Scacciò velocemente l'immagine dalla mente e prese il vestito rimettendolo nella cesta.

«Piantatela, se Temari viene a sapere quello che state facendo vi strangola»

«Hai paura Nara?» Domandò Kiba con un ghigno «O forse sei geloso?»

«Smettila di dire cazzate» Brontolò Shikamaru buttando i vestiti in un'altra lavatrice. L'immagine di Temari con quel completino che lasciava più cose viste che non gli tornò in mente prorompente. Eppure non era la prima volta che vedeva cose del genere, di donne ne aveva viste molte, era impossibile che ora si eccitasse anche solo fantasticando.

«Se ha una cosa così, io dico» Continuò Kiba «La indosserà certamente quando c'è qualcuno su cui fare colpo. Magari è proprio Hidan, forse sono già stati a letto insieme, che dite?»

«Adesso basta!» Sbottò Shikamaru «Ora una persona non può nemmeno indossare quello che vuole senza che voi iniziate subito con le vostre stupide fantasie erotiche! Magari ha un ragazzo o magari le indossa perché le piace, che ne sapete?» Kiba e Naruto si scambiarono un'occhiata perplessa.

«Perché ti scaldi così? Stavamo solo scherzando» Disse Kiba. Shikamaru si voltò dando loro la schiena. Già perché quella reazione? Ormai sapeva come erano fatti quei due, e non era certo la prima volta che facevano commenti spinti su qualche ragazza.

«Vedi di riprenderti un po' Nara, sei tutto rosso» Gli disse Kiba «Noi andiamo, ciao» Non li salutò preferendo rimanere rivolto verso la lavatrice che di certo non avrebbe potuto fare commenti ironici sul suo evidente imbarazzo.

 

 

 

 

Temari studiava con la musica sparata a tutto volume nelle orecchie senza immaginare minimamente cosa i ragazzi avevano trovato nella sua biancheria. Anzi, aveva dato quel lavoro a Shikamaru proprio perché era sicura di non aver nessun intimo da lavare e invece quel piccolo particolare le era sfuggito dalla mente. Qualcuno le poggiò una mano sulla spalla. Velocemente si tolse le cuffiette, Sakura si sedette vicino a lei. Dalla sua faccia capì subito che erano previsti guai, per lei purtroppo.

«Ho un problema» Disse infatti la rosa confetto. Temari con un sospiro chiuse il libro sapendo che sarebbe stata una cosa lunga, conoscendola non poteva essere altrimenti.

«Spero non si tratti di Deidara»

«È una cosa complicata» Mormorò la rosa. Vide il quaderno nella borsa di Temari e lo prese accennando un sorriso «Che strane idee che ha Ino»

«Non dirlo a me, sta cercando in tutti i modi di convincermi a mettere dei voti, nemmeno si rende conto di quanto sia infantile» Sakura la guardò caldamente:

«In fondo è un modo come un altro per confidarsi a vicenda, sono solo preoccupata se qualcuno oltre a noi lo leggesse. Sarebbe imbarazzante»

«Dimmi cosa c'è» Disse Temari cambiando argomento. Sakura sfogliò distrattamente il quaderno su cui la maggior parte dei voti segnati erano quelli di Ino.

«Si tratta di un ragazzo. Non Deidara, anche se sto ancora cercando di dimenticarlo, è un altro e non capisco cosa voglia. Sarà meglio che ti racconto dall'inizio però» Temari annuì girandosi completamente verso di lei.

 

 

«Deidara, lasciami in pace, non voglio più avere niente a che fare con te, lo capisci?»

«E io ti ho già detto che solo io lo decido quando una storia è finita o meno!» Ribattè lui. La teneva inchiodata contro il muro facendo pressione con il suo corpo «O forse la lezione dell'altra volta non ti è bastata?» Ringhiò arrabbiato. La ragazza cercò di spostarlo ma ottenne solo che lui stringesse di più la presa.

«Mi fai male» Gemette.

«Tu non mi pianti così, hai capito?» Sbottò lui strattonandola con violenza.

«Deidara» Una voce profonda che ormai lei conosceva lo fermò. Itachi camminò verso di loro e poggiandogli una mano sulla spalla lo spostò da lei «Stai esagerando come al tuo solito» Disse.

«Non intrometterti di nuovo! Che cazzo c'entri tu, eh?» Itachi non rispose e prese delicatamente Sakura per mano per poi guidarla fuori dall'aula mentre Deidara urlava.

«Questa me la paghi Itachi! Tu non hai alcun diritto...!!!» Sakura non sentì il resto delle sue parole; dopo che si furono allontanati abbastanza si fermarono e Itachi lasciò la sua mano.

«Stai bene?» Sakura sentì di potersi perdere in quelle iridi profonde.

«Si, grazie. Di nuovo»

«Parlerò con Deidara e gli dirò di lasciarti stare» Le disse lui. Sakura si sentì la bocca secca, era talmente bello e forte oltre che premuroso e gentile...

«Perché lo fai?» Gli chiese prima che se ne andasse «Perché mi aiuti?»

«Perché sei una brava ragazza e non meriti di soffrire per lui» Rispose lui lanciandole un'ultima occhiata.

 

 

Temari fissò l'amica attonita.

«Che cosa ne pensi?» Le chiese Sakura manco fosse un'adolescente alla sua prima cotta. Cosa voleva che pensasse? Che era una stupida che si stava di nuovo ficcando nei guai con un altro tipo poco di buono, ecco cosa pensava!

«Itachi è amico di Deidara, fanno parte dello stesso gruppo» Le disse scandendo bene le parole per ficcarle in testa quel semplice concetto.

«Lo so, lo so ma... è diverso»

«Perché ti ha aiutata? Non appena potrà si approfitterà di te, ci stai ricascando! Se proprio non puoi restare senza un ragazzo allora cercatene uno che non sia uno psicopatico!»

«Deidara e Itachi non sono psicopatici» Protestò Sakura offesa come se l'insulto fosse rivolto a lei. Temari alzò gli occhi al cielo:

«Non sei una bambina, lo dovresti sapere come sono quel genere di ragazzi»

«Vorrei che fosse semplice come dici tu ma sono confusa. Non posso ancora credere di come sia Deidara in realtà e anche se lo amo ancora sento una sorta di attrazione verso Itachi, come faccio?»

«Stai lontana da entrambi o finirà male. Se inizi una storia, anche solo di sesso, con Itachi farai arrabbiare Deidara anche più di quanto non lo sia adesso e non credo che Itachi avrà voglia di salvarti per sempre» Sakura annuì non molto confortata da quelle parole. Temari riaprì il libro considerando la conversazione conclusa. Sakura rimase lì e presa una penna scrisse qualcosa sul quaderno. La bionda la guardò curiosa.

«Ecco fatto» Disse l'altra e poi se ne andò. Temari girò verso di sé il quaderno, vicino al nome di Deidara sulla colonna di Sakura il 10 era stato cancellato, al suo posto le seguenti parole: sarà anche figo e bravo a letto ma con uno stronzo del cazzo così è meglio non starci. Le venne da ridere, Sakura aveva ragione era meglio se quel quaderno non lo leggesse nessuno. Lo rimise nella borsa e tornò a studiare.

 

 

 

 

 

 

Angolo dell'autrice: scusate il meeega ritardo ma nonostante avessi il capitolo pronto sono stata via tutto il finesettimana e non ho avuto modo di pubblicarlo. Shikamaru inizia a sentire un po' di gelosia, in realtà io non lo vedo affatto come un ragazzo che perde il controllo facilmente ma dovevo far vedere che poco apprezzava i commenti dei suoi amici XD fatemi sapere cosa ne pensate, saluti e baci,

Kit :)

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Capitolo 14
*** Quello che succede quando si perdono le chiavi ***


Quello che succede quando si perdono le chiavi

 

 

Era tardissimo, davvero, davvero tardi, in biblioteca aveva perso totalmente la concezione del tempo e questo era il motivo per cui ora si ritrovava a correre come una forsennata lungo il corridoio deserto sperando di non essere né vista né sentita da nessuno, soprattutto il custode. Arrivò davanti alla porta della camera sana e salva solo per rendersi conto di non avere le chiavi.

“Shikamaru” Pensò. Quel cretino si era dimenticato di riportargliele. Ora doveva tornare indietro e salire fino al terzo piano per farsele restituire! Rassegnata riprese a correre arrivando tutta trafelata davanti alla stanza del ragazzo. E poi era lei quella allenata? Quelle scale l'avevano quasi uccisa! “Se sta dormendo non mi importa, lo butto giù dal letto e se osa protestare gli mollo pure due ceffoni!” Non era mai stata una tipa manesca a dire il vero ma se perdeva la pazienza poteva anche diventarlo. Che poi non era solo colpa di Shikamaru, ma anche di Ino che se n'era andata a dormire senza nemmeno preoccuparsi di lei! Bussò alla porta e vedendo che non otteneva segni di vita iniziò a colpirla forte finché Choji le venne ad aprire.

«Temari?» Domandò il ragazzo incredulo.

«Ma va'! Dov'è Shikamaru?» Entrò senza aspettare di essere invitata spingendolo via con una spallata poco elegante. Shikamaru ovviamente era a letto e ovviamente dormiva. Lo scrollò forte mentre Choji la guardava allibito senza però osare proferir parola. Dopo vari tentativi andati a vuoto riuscì a svegliarlo.

«Temari?» Come l'amico anche Shikamaru la guardò come se fosse un alieno appena arrivato con tanto di navicella spaziale.

«Sì, proprio io! Cosa ti sei dimenticato oggi?» Chiese in tono minaccioso. Il poveretto la guardò confuso, aveva pur fatto tutto quello che le aveva detto: aveva portato a lavare i vestiti, glieli aveva stesi, glieli aveva stirati. Guardando la ragazza, che in quel momento sembrava più una feroce bestia pronta a staccargli la testa capì che ad una risposta sbagliata lo avrebbe davvero preso per il collo «Sveglia!» Sbottò Temari che aveva ormai esaurito ogni briciola di pazienza «La mia chiave!!! Non me l'hai restituita» Lui sbadigliò improvvisamente più tranquillo:

«Ah... se è per questo l'ho data a Ino» Si ributtò disteso sul letto ma Temari gli afferrò un braccio costringendolo ad aprire gli occhi, era livida di rabbia.

«A Ino l'hai data??? E per fortuna che hai un quoziente intellettivo pari a 200! Come pensi che possa entrare ora nella mia stanza senza la chiave?»

«Bussi e aspetti che Ino ti apra» Fu l'ovvia risposta.

«Ino ha un sonno pesante quasi quanto te e non si sveglia nemmeno se la buttassi giù quella porta!» Shikamaru sbadigliò di nuovo.

«Cosa posso fare io? Dovevi tornare prima in camera, non è colpa mia se stai sempre rinchiusa in quella biblioteca» Temari sembrò volerlo incenerire con lo sguardo.

«Tu ora trovi un modo per farmi entrare in camera: intesi?»

«Ma neanche per idea» Lui ora si rimetteva a dormire e a continuare il sogno sulle nuvole che stava facendo.

«TU DEVI FARE TUTTO QUELLO CHE DICO PER UNA SETTIMANA E ORA MI AIUTERAI! NON VOGLIO MA E NON VOGLIO NO!» Gridò la ragazza a quel punto. Shikamaru sospirò stancamente, ancora si chiedeva come aveva fatto a ficcarsi in una situazione così con quella vipera.

«E se dormissi qui per stanotte?» Azzardò. Temari sorrise, un sorriso che nulla aveva di allegro, era un sorriso spaventoso, sadico, agghiacciante e lo convinse che era meglio obbedire senza fare storie. «Ho capito, mi alzo» Choji ancora li guardava allibito ma per paura che Temari si scagliasse anche contro di lui quatto quatto andò a nascondersi in bagno.

«Muoviti che non voglio aspettare qui tutta la notte» Disse Temari mentre Shikamaru si vestiva. Osservò senza volerlo il suo corpo scolpito, sentì il cuore accelerare il battito e per un attimo, solo un attimo, desiderò trovarsi tra quelle forti braccia. Si voltò. Ma che cavolo stava pensando? «Sei pronto?» Chiese seccamente senza far trapelare quel momento di debolezza.

«Eccomi» Uscirono dalla stanza «Ma non so ancora cosa posso fare, non apro le porte magicamente seccatura»

«Sto aspettando che ti venga un' illuminazione intelligentone!» Shikamaru ci pensò su, in segreteria avevano sempre una copia di tutte le chiavi, potevano andare là e prenderla di nascosto. A Temari piacque come idea.

«Muoviamoci» Disse incamminandosi decisa «Ho fretta di andare a dormire»

«Figurati io che stavo già dormendo»

Faceva uno strano effetto l'edificio a quell'ora tarda, c'era un silenzio quasi inquietante. Non che lei avesse paura, figurarsi, era solo preoccupata di incontrare di nuovo il custode, era certa che Tsunade non avrebbe lasciato correre un'altra volta. Arrivarono alla segreteria senza problemi.

«Accidenti, è chiusa a chiave» Disse Shikamaru abbassando la maniglia.

«Fantastico!» Esclamò Temari al limite della pazienza «Fatti venire in mente altro allora»

«Puoi pensare anche tu»

«Sei stato tu a ficcarmi in questo pasticcio!»

«Potevi tornartene prima in camera!»

«Stai insinuando che è colpa mia adesso? Dovevi riportarle a me le chiavi e non darle a Ino solo perché era più vicina a te in quel momento! La colpa è tua e della tua pigrizia!» Shikamaru le mise una mano sulla bocca guardando il buio corridoio davanti a loro. Temari si spostò e stava per tirargli un sonoro ceffone quando sentì anche lei delle voci non molto lontane. Le riconobbe.

«Hidan...?» Shikamaru le lanciò un'occhiata e Temari lo prese per il polso incamminandosi.

«Che vuoi fare seccatura?» Sussurrò il ragazzo.

«Shhh!!!» Gli intimò lei. Uscirono in giardino e Temari guardò i ragazzi andare verso i cancelli. Questa volta voleva vederci chiaro e seguirli, Shikamaru però la fermò.

«Che intenzioni hai?»

«Andare a vedere che combinano, mi sembra ovvio!» Shikamaru scosse la testa, con quei tipi non c'era da scherzare e poi erano in superiorità numerica! In quel momento Hidan, Deidara e Sasori tornarono indietro. I due ragazzi rientrarono svelti nell'edificio ma vennero scoperti.

«EHI! VOI!» Sbottò Deidara. Temari e Shikamaru iniziarono a correre verso le scale mentre i tre li inseguivano.

«Seccatura, di qua» Shikamaru la tirò per un braccio verso sinistra facendola entrare nei bagni.

«Così siamo in trappola!» Sbottò lei.

«Shhh, non ci hanno visti entrare» La zittì Shikamaru e aveva ragione, i tre proseguirono lungo il corridoio.

«Secondo te ci avranno riconosciuti?» Chiese Temari.

«Non credo, era buio ed eravamo anche piuttosto lontani» Aprì la porta di uno spiraglio, la via era libera.

«Anche tutto questo è colpa tua» Sussurrò Temari.

«Giusto, sempre colpa mia e se ti lasciavo andare da loro facendoti scoprire sarebbe stato lo stesso colpa mia» Replicò lui con ironia. Temari lo ignorò e andò avanti. Ora non solo non poteva tornare in camera ma quei 3 pure li cercavano! Li sentirono di nuovo, stavano tornando indietro.

«Muoviamoci seccatura» Si allontanarono il più silenziosamente possibile ma i loro passi rimbombavano nel silenzio senza che lo volessero. Ma perché il custode ora non si faceva vivo e fermava quei tre deficienti? Temari stava iniziando a pensare che davvero la dea bendata l'avesse presa di mira, tutte a lei capitavano ultimamente!

«Eccoli!» Sbottò Deidara alle loro spalle. Shikamaru e Temari ripresero a correre e scesero nello scantinato. Cercarono di aprire una delle tante porte ma erano tutte chiuse.

«Lo sgabuzzino delle scope!» Sussurrò la bionda. Si infilarono in quello spazio angusto tra spazzoloni e scope varie.

«Ora sì che siamo in trappola» Fece Shikamaru seccamente. Erano appiccicati l'uno contro l'altra, quasi non si respirava. Sentirono le voci dei ragazzi dal corridoio:

«Dividiamoci e cerchiamoli, Deidara tu resta qui, questa è l'unica uscita che possono prendere» Questo era Hidan.

«Queste porte sono tutte chiuse» Disse Sasori «Saranno andati avanti nel corridoio» Passarono davanti allo sgabuzzino senza provare ad aprirlo.

«Shikamaru» Fece Temari piano.

«Zitta, c'è ancora Deidara lì fuori» La interruppe lui. Temari sentì il suo respiro tra i suoi capelli e un brivido le salì lungo la schiena. Cercando di allontanarsi un poco poggiò le mani sul suo petto ma fu una mossa sbagliatissima. Ebbe voglia di strappargli di dosso quella maglietta fine e sentire quei forti addominali che prima aveva solo potuto vedere. Quei pensieri la spaventarono e eccitarono allo stesso tempo. “Temari, calmati. Temari calmati e riprenditi, che cazzo stai facendo?” Cercò di regolarizzare il respiro e strinse la maglietta del ragazzo. “Autocontrollo” Pensò sforzandosi in tutti i modi di non perdere quel poco di lucidità che le era rimasta.

Faceva caldo. Molto caldo, se lo sentiva in tutto il corpo. Cosa sarebbe successo se si fosse appoggiata per un attimo su di lui? Il bisogno di stringerglisi addosso stava diventando impellente. Prese un respiro profondo e si fregò altamente di quello che lui avrebbe pensato, avrebbe trovato una qualche scusa più tardi. Lentamente si chinò in avanti fino a che non si ritrovarono di nuovo appiccicati. Se non fosse stata troppo presa da se stessa forse avrebbe notato che il cuore del ragazzo aveva preso a battere più veloce, che il suo corpo di era irrigidito, che il suo respiro si era fatto più pesante. Ma non se ne accorse e nascose il volto nel suo collo respirando il suo profumo maschile, le sfuggì un gemito.

«Seccatura...?» Veloce Temari gli mollò un pugno fra le costole. “Cazzo, che figura di merda” Pensò. In quel momento sentirono una voce e si immobilizzarono all'istante:

«E voi che fate qua?» Era il custode! «Tornate nelle vostre stanze immediatamente»

“Bastardo, a me mi hai portata dalla preside” Pensò Temari. Sentirono i passi dei tre ragazzi allontanarsi ma non osarono muoversi. Il custode controllò che tutte le porte fossero chiuse, compresa quella dello sgabuzzino. La aprì di uno spiraglio e senza guardare dentro poi la chiuse a chiave. Shikamaru e Temari rimasero impietriti ma non osarono fiatare. Aspettarono di non udire più i passi del custode per parlare.

«Ci ha chiusi dentro» Gemette Temari spostando una mano sulla maniglia. Non si apriva «Cazzo, e ora?»

«Lo chiedi a me? E stai ferma»

«Ahia, mi hai pestato un piede!»

«Tu l'hai pestato a me!»

«No, sei stato tu, ahi, anche l'altro!»

«Stai ferma seccatura» Tutta l'atmosfera di prima era ormai sparita. Temari muovendosi colpì Shikamaru allo stomaco.

«Piantala di tirarmi gomitate seccatura»

«E tu levati di mezzo deficiente!»

«Dove credi che possa andare? Questo spazio è minuscolo» Si fermarono ascoltando i propri respiri.

«Tra un po' soffoco» Gemette Temari ad un certo punto «Sento già che sta finendo l'aria»

«Siamo in uno sgabuzzino seccatura, non in una bara sotterranea. Non ti facevo così fifona comunque»

«E chi ha detto che ho paura?» Ribatté subito lei irritata.

«Mi sembrava che ne avessi, soprattutto quando mi hai abbracciato» Rispose lui con ilarità. Temari arrossì e ringraziò che fosse tutto buio. Ma proprio con quell'idiota doveva andarsi a ficcare in quel casino? Quasi quasi avrebbe preferito Hidan!

«Io non ti ho abbracciato... sono... caduta in avanti e mi sono aggrappata a te per non cadere» Mentì.

«Sè, come no» Fece Shikamaru. Mosse le braccia verso l'alto.

«Che fai?» Chiese subito Temari.

«Sto cercando la luce, mi pare di aver visto una catenella prima quando siamo entrati» Rispose lui. Aveva ragione, c'era in effetti una catenella, tirandola si accese una piccola lampadina. In questo modo Temari poté effettivamente vedere quanto lei e Shikamaru erano vicini, spostò la testa all'indietro allontanando almeno il volto.

«E ora che abbiamo la luce genio?»

«Ce l'hai un cellulare?» Chiese lui.

«Che vuoi, chiamare i pompieri per venirci a liberare?»

«Vuoi restare qui tutta la notte e aspettare che il custode ci apra domani?» Temari frugò nella borsa ma c'erano talmente tante cose che le cadde tutto per terra. Shikamaru sbuffò seccato mentre Temari si chinò per raccogliere gli oggetti. Se qualcuno avesse aperto la porta in quel momento avrebbe potuto pensare solo a una cosa. Temari scacciò il pensiero prima ancora di formularlo.

«L'hai trovato?» Chiese Shikamaru.

«Un attimo!» Si alzò di scatto scontrando la testa contro il mento del povero ragazzo. Rise «Ops, ti ho fatto male?» Domandò divertita.

«Cazzo, sì che mi hai fatto male. Ma cos'hai, la testa di cemento?» Shikamaru si massaggiò la mandibola.

«Guarda che mi hai fatto male anche tu, hai il mento appuntito» Gli mostrò il cellulare «Immagino tu non voglia chiamare i pompieri» Gli disse.

«No, chiamo Choji»

«Spero che tu sappia il suo numero a memoria perché non ce l'ho» Shikamaru annuì e Temari sgranò gli occhi «Stai scherzando, vero? Come fai a ricordartelo?»

«Dopo un po' di volte te lo ricordi seccatura e io e Choji ci conosciamo dalle elementari»

«Non lo sapevo. Che lunga amicizia» Commentò pensando che lei non aveva mai avuto un'amicizia che fosse durata tanto, anzi, a dire il vero probabilmente non aveva mai nemmeno avuto qualcosa che potesse considerarsi amicizia vera e propria. Passò il telefono a Shikamaru che chiamò l'amico.

«Choji, scusa se ti ho svegliato ma ci sarebbe un problemino»

«Chiamalo problemino» Borbottò Temari.

«Io e la seccatura siamo ecco... chiusi in uno sgabuzzino giù nello scantinato. Non è che ci verresti a liberare?» Temari alzò gli occhi al cielo. Quella situazione era sempre più assurda. Lei, Temari Sabaku no, chiusa in uno sgabuzzino pieno di scope e spazzoloni con l'imbecille di turno, nel bel mezzo della notte ad aspettare che un ciccione che nemmeno sembrava essere troppo sveglio venisse a liberarla. Assurdo. Patetico. Stupido. Ecco cos'era.

«Arriva adesso» Disse Shikamaru restituendole il cellulare.

«Come farà il tuo amico ad aprire la porta?»

«Immagino che prima prenderà la chiave»

«E dove se la segreteria è chiusa?»

«Non lo so ma fidati di lui, non è uno stupido» Temari sbuffò spazientita.

«E va' più in la»

«Se potessi lo farei volentieri ma lo vedi anche tu che questo posto è minuscolo! Pensi che a me piaccia starti appiccicato?» Temari si sentì punta sul vivo a quelle parole.

«Senti, facciamo una cosa finché non arriva Choji: stiamo zitti e fermi, ok? Non ci rivolgiamo la parola e non ci guardiamo!» Shikamaru alzò gli occhi al soffitto e Temari appoggiata con la schiena al muro emise uno sbuffo seccato. Guardò Shikamaru, ma come poteva essere tanto tranquillo in una situazione come quella? Scrutò con attenzione il suo volto, anche se non era al livello di Hidan o Itachi doveva ammettere che a suo modo aveva un certo fascino. Certo, i capelli tirati su in quel codino erano ridicoli ma aveva dei begli occhi: neri e profondi. Le labbra erano sottili. Era più alto di lei, la superava di tutta la testa praticamente. Fece scorrere lo sguardo sul suo corpo, quella maglietta era fin troppo sottile, ma perché se l'era messa poi? Chiuse gli occhi. “Temari, adesso basta, non so cosa ti stia succedendo ma è meglio finirla qui” Si ordinò mentalmente. Iniziò a ripetersi a mente ciò che aveva studiato muovendo piano le labbra per distrarsi e Shikamaru la guardò divertito. Nonostante fosse una seccatura era bella. Tutto di lei era provocante, dalle sue morbide curve, al suo modo di muoversi e camminare. Perfino la sua voce aveva quel non so che di sensuale. E poi lei era diversa dalle altre ragazze, il suo carattere insopportabile lo intrigava, era certo che sotto quella corazza si nascondesse ben altro. Fissò la scollatura del suo seno, da lì ne aveva una visuale perfetta. Ma perché portava magliette tanto attillate quella ragazza poi? Si costrinse a tenere le braccia immobili lungo i fianchi, era certo che lei non avrebbe apprezzato un approccio del genere, lo avrebbe come minimo evirato.

«Shikamaru, che cosa stai guardando?» Domandò Temari con tono minaccioso pronta a sferrargli un pugno.

«Niente, stavo pensando»

«E lo sguardo ti è caduto lì per sbaglio immagino!»

«Eh... già» Gli tirò un pugno fra le costole e lui soffocò un gemito.

«Guarda il soffitto pervertito» Gli intimò arrabbiata.

 

 

 

 

La sbatté contro il muro con forza ma senza farle male e lei, eccitata attorcigliò le dita affusolate tra i suoi capelli. Strinse le gambe attorno alla sua vita e lo baciò con foga. Era la prima volta che lo faceva in corridoio dove chiunque poteva sorprenderli. Ma era eccitante per quello. Ino si staccò dalla sua bocca e affondò il viso nel suo collo gemendo piano quando le dita di lui iniziarono a stuzzicarla più in intimità. D'un tratto il ragazzo si fermò di colpo e la fece scendere.

«Che succede?» Gli chiese lei confusa e contrariata. Si voltò e vide un ragazzo cicciottello guardarli con una strana espressione.

«Choji!» Esclamò Ino dapprima sorpresa ma poi iniziò ad arrabbiarsi «Ci stavi spiando?»

«N... no» Rispose lui arrossendo imbarazzato.

«E allora che stavi facendo?» Domandò spazientita.

«Io... stavo andando da Shikamaru e Temari» Rispose lui timidamente. Ino corrugò la fronte senza capire.

«Andiamo da un altra parte Ino?» Domandò l'altro ragazzo imaziente. Ma Ino ormai era curiosa di sapere che cosa stava succedendo.

«Per stasera mi è passata la voglia, mi spiace, vattene a dormire» Disse senza rivolgergli uno sguardo. Quello la prese per un braccio.

«Come sarebbe a dire?»

«Sarebbe a dire che stasera non ho più voglia e se insisti non avrò voglia nemmeno le prossime sere!» Disse Ino guardandolo con espressione dura, non sopportava quando gli uomini volevano comandare, era lei che doveva decidere quando e dove fare sesso.

«Non hai intenzione di mollarmi per quel grassone, vero?» Ino perse totalmente la pazienza e sbottò:

«Prima di tutto non offenderlo, Choji è più gentile e dolce di te e seconda cosa sparisci dalla mia vista all'istante!» Quello rimase lì per qualche attimo a fissarla arrabbiato ma poi se ne andò. Ino si voltò verso Choji più tranquilla. Faceva quasi paura come riusciva a cambiare personalità in meno di due secondi, neanche fosse posseduta da qualche essere schizofrenico.

«Che dicevi di Temari e Shikamaru?» Domandò con un sorrisino che non prometteva nulla di buono. Sarebbe stato meglio non dirle nulla e Choji lo sapeva, sapeva bene che Shikamaru lo avrebbe linciato se avesse detto tutto a una pettegola come Ino. Ma lei lo guardava così insistente, con quello sguardo così dolce, fintamente dolce avrebbe detto Temari, però era incantevole lo stesso.

«Che sono intrappolati in uno sgabuzzino nello scantinato e devo andare a liberarli» Buttò fuori tutto d'un fiato.

«Che ci fanno in uno sgabuzzino nello scantinato?» Chiese lei sorpresa.

«Non lo so»

«Ma certo!» Esclamò Ino partendo con uno dei suoi soliti viaggi mentali «Temari ha finalmente seguito il mio consiglio! Però poteva anche scegliere un posto più comodo dove farlo, uno sgabuzzino non è il massimo» Choji scosse la testa ma non riuscì a dirle che non era come pensava perché lei si era già incamminata.

«Andiamo a liberarli Choji, sbrigati» Lo chiamò. Non vedeva l'ora di prenderli un po' in giro quei due.





Angolo dell'autrice: eccomi di nuovo qua dopo una luuunga attesa :) Capitolo dedicato completamente alla nostra protagoniasta e al suo prode cavaliere XD Spero che vi abbia divertito almeno un po' e vi ringrazio tutti quanti di essere arrivati a leggere fino a qui ma la fine è ancora abbastanza lontana (e io che ero partita con l'idea di chiudere con cinque capitoli, pensate un po'). Va bhè... ora mi dileguo e vi lascio all'attesa del prossimo, un abbraccio a tutti quanti,
vostra Kit :)

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Capitolo 15
*** Mistero-Uchiha ***


Mistero-Uchiha

 

Temari e Shikamaru erano ancora intrappolati in quel buco di sgabuzzino. La ragazza si sentiva agitata e non ne capiva il motivo, forse la mancanza d'aria, forse la stanchezza, forse la preoccupazione di essere scoperti... Fatto sta che tutto questo continuava ad agitarla e più si agitava più diventava nervosa e più diventava nervosa meno riusciva a stare ferma così infastidiva pure Shikamaru che invece di stare zitto la prendeva pure in giro facendola arrabbiare. E ogni volta che lei lo guardava per rispondergli a tono sentiva l'agitazione salirle nelle vene. Era tutta una ruota in cui le sue emozioni negative continuavano a montare incontrollabili.

«Perché sei così rossa seccatura?» Chiese il ragazzo con un ghigno. Temari lo mandò poco delicatamente a quel paese intimandogli di tacere. Ma sapendo di essere rossa e sapendo che lui la poteva vederlo chiaramente - cavolo, erano a un palmo dal naso! - arrossì ancora di più.

«Guarda verso l'alto» Gli ordinò Temari tra i denti cercando nel contempo di darsi un certo contegno. Lui fece un sorrisetto e alzò lo sguardo verso il soffitto lasciandole il tempo di tranquillizzarsi un pochetto.

«Mi è venuto un crampo alla gamba» Si lamentò Temari dopo un poco. Doveva muoversi assolutamente, non ce la faceva più ferma in quella posizione. «Cerca di spostarti un po' così libero la gamba» Shikamaru arretrò leggermente, di più non poteva e tutte le scope in bilico caddero fra di loro, nel tentativo di spostarle e ritrovare la più comoda posizione di prima il ragazzo inciampò su un secchio e cadde addosso a Temari bloccandosi in tempo con le mani contro il muro.

Lei si immobilizzò e si schiacciò contro la parete.

«Razza di... idiota!» Sbottò «Ti avevo detto di spostarti, non di finirmi addosso!»

«Come se l'avessi fatto apposta»

«Bhe, ora spostati!»

«Non posso, sono incastrato» Temari roteò gli occhi e quando tornò a guardare lui si rese conto che erano ancora più vicini, fin troppo vicini. Arrossì di nuovo e desiderò che quella maledetta luce si spegnesse. Tutta quell'agitazione le stava facendo davvero dei brutti scherzi.

Ad un tratto, non riuscendo più a reggersi sulle proprie gambe iniziò a scivolare verso il basso e Shikamaru l'afferrò per la vita con un braccio per non farla cadere mentre con l'altra si appoggiava al muro. Fu così che Ino e Choji li trovarono, vicini come due sanguisughe con le gambe attorcigliate l'un con l'altra, abbracciati e con i volti così vicini che le loro labbra quasi si sfioravano.

Ino sogghignò maliziosa:

«Ma guardatevi! Come siete carini lì insieme» Temari non ci pensò due volte e spinse con forza il ragazzo lontano da sé, lui la mollò senza volerlo e lei finì a terra con un tonfo.

«Tutto bene Temari?» Chiese Choji dandole una mano a mettersi in piedi e a farla uscire dallo sgabuzzino. Temari sospirò di sollievo, finalmente era fuori! Poi venne anche Shikamaru buttando a terra tutte le scope e gli spazzoloni facendo un casino che avrebbe potuto svegliare l'intera scuola.

«Che deficiente» Borbottò Temari.

«Oh, non vi preoccupate, il custode lo abbiamo visto in giardino» Disse Ino «E ora ditemi cosa ci facevate là dentro» Diede una leggera gomitata a Temari e le strizzò l'occhio con fare complice.

“Sta qua non ha capito proprio niente” Pensò la Sabaku frustrata. Lanciò un'occhiata a Shikamaru che aveva ripreso la solita aria da annoiato perenne.

«Torniamo nelle nostre stanze». L'unica cosa che le interessava era farsi una bella dormita e dimenticare tutto quello che era successo sperando che gli altri facessero lo stesso. Se pensava di poter stare tranquilla però si sbagliava di grosso: una volta in camera Ino volle sapere tutto nei minimi dettagli e dopo averglielo spiegato tre volte non aveva ancora capito, o forse più semplicemente non voleva capire perché era troppo presa da quello che la sua fervida immaginazione le diceva.

«Non ci credo che non sia successo niente, nemmeno un casto bacio?»

«No, Shikamaru non mi attrae minimamente. E te l'ho già detto una volta mi pare, io non sono come te che andrebbe pure con una larva gigante pur di soddisfare i propri istinti sessuali» Ino inarcò un sopracciglio offesa. Temari lo capì subito che se l'era presa e che voleva farla sentire in colpa con quello sguardo pungente ma il punto era che lei non si sentiva affatto in colpa. Non per aver detto una cosa vera.

«E gradirei che non raccontassi a nessuno di quello che è successo questa notte» Aggiunse senza un minimo di rimorso. Ino la fissò con odio.

«In questi momenti ti fai davvero detestare Temari, se non ti confidi con le amiche con chi lo farai? Non funzionerà per sempre tenersi tutto dentro, prima o poi avrai bisogno di sfogarti con qualcuno, spera che per allora avrai qualcuno disposto ad ascoltarti» Temari le diede la schiena mettendosi nel letto. Spense la luce senza nemmeno aspettare che Ino fosse a letto. La biondina però non protestò, evidentemente ne aveva abbastanza anche lei di discussioni per quella sera.

 

 

 

La settimana procedette come al solito fra lezioni e studio. Si stava avvicinando l'inverno e faceva sempre più freddo. Dopo l'incidente dello sgabuzzino Temari aveva fatto proprio come si era ripromessa: tabula rasa. Non aveva più pensato a ciò che era successo e aveva, anzi, fatto in modo di dimenticarsene completamente come faceva con tutte le cose più scomode della sua vita. Non si poteva soffrire se non si ricordava per cosa bisognasse farlo. Shikamaru d'altra parte sembrava aver fatto lo stesso perchè non aveva mai accennato a quella notte neanche una volta. Choji invece non aveva mai costituito un problema per Temari, sapeva che non era tipo che andava a dire in giro i fatti degli altri e poi, stupido com'era non avrebbe capito niente comunque. Che poi non c'era niente da capire, non era successo assolutamente nulla quella notte, era stato un incidente che poteva capitare a chiunque. Solo Ino si faceva troppi viaggi mentali ma stranamente anche lei non aveva detto in giro nulla e anzi, lei e Temari non si parlavano nemmeno più dopo quella sera. Ino si era offesa davvero e non aveva intenzione di avvicinarsi a Temari per prima perché pretendeva delle scuse; d'altra parte Temari non sentiva di dovergliele e stava molto meglio senza la sua stressante compagnia.

Le altre non capivano quale fosse il motivo del loro litigio e anche se avevano provato a fare da intermediarie per una riappacificazione non era servito proprio a niente. Se una delle due era in loro compagnia l'altra se ne andava, non c'era verso di farle stare insieme.

«Si può sapere cosa è successo fra di voi?» Le chiese Sakura per l'ennesima volta. Lei e Temari erano sugli spalti sopra il campo da calcio a vedere TenTen che si allenava. In realtà Temari non guardava, si era portata un libro per studiare. Non rispose alla domanda dell'amica che però fu distratta subito da qualcun altro.

Erano Sasuke e Naruto che guardavano anche loro gli allenamenti da bordo campo.

«Il fratello di Sasuke mi piace» Disse Sakura di punto in bianco «Ogni volta che lo vedo mi sento fremere dentro»

«Ti ricordo che fa comunella con Deidara, io gli starei lontana»

«Itachi non è come lui, mi ha salvata, ricordi?» Temari non poteva credere che ci stava ricascando di nuovo. «Mi ha offerto da bere qualche giorno fa, è un ragazzo davvero gentile e per bene» “No Sakura, non puoi ricascarci davvero” «Mi ha anche detto che mi darebbe ripetizioni private quando gli ho detto che in statistica non ci capisco una mazza» In quel momento Sasuke alzò lo sguardo su di loro e Sakura si voltò velocemente «Non guardarlo Temari»

«Che ti prende?»

«È uno stronzo»

«Che ti ha fatto?» Ecco, l'aveva fatto di nuovo, un'altra volta si era mostrata interessata a cose che non la riguardavano. “Perfetto” Pensò sarcastica. Sakura glielo raccontò.

 

Aveva appena passato un bel pomeriggio con Itachi, quel ragazzo era davvero adorabile, non solo si assicurava che lei non avesse più problemi con Deidara ma era anche gentile e molto molto galante. Quello sguardo poi... così profondo che avresti potuto annegarci dentro! La tirava su di morale parlare con lui, in quei momenti dimenticava che l'amore della sua vita l'aveva trattata così male. Fece una smorfia, doveva smetterla di pensare a Deidara come all'amore della sua vita, con lui aveva chiuso. Finito. Stop. Non c'era più niente.

«Sakura» Si bloccò di colpo e sorrise.

«Sasuke!» Esclamò. Aveva gli stessi occhi del fratello, così belli, così scuri, con qualcosa di segreto.

«Stai lontana da Itachi» Per un attimo temette di non aver capito. Lontana da Itachi? Dal suo Itachi? “Non è il mio Itachi” Si disse “Ma non sarebbe male se lo diventasse, oh no, per niente male...”

«Hai capito?» Insistette Sasuke. Tornò alla realtà.

«Sì, ho capito quello che hai detto ma non ho capito il motivo»

«Non preoccuparti del motivo» Replicò lui voltandosi. Sakura lo fermò prima che se ne andasse.

«Io sto con chi mi pare» Gli disse e Sasuke si fermò.

«Te ne pentirai» Avvertì con voce profonda. Era una minaccia? Sakura non sapeva dirlo.

«Dimmi perché dovrei farlo!» Esclamò andandogli davanti. Sasuke la fissò freddamente. Ora i suoi occhi non erano più come quelli di Itachi, erano gelidi, rigidi, distaccati.

«Lui è pericoloso» Sakura si mise a ridere: da dove usciva quella? Sasuke non parve gradire di essere preso in giro e l'afferrò per le braccia zittendola. «Se te lo dico è perché è vero. Tra l'altro faresti meglio a stare anche lontana da Deidara»

«Io e lui non stiamo più insieme»

«Meglio. Non sai chi sono quei tipi» La mollò e si allontanò.

«E chi sono?» Gli gridò dietro lei, lui si voltò e fece un ghigno.

«Sai, non so proprio cosa ci trovi Naruto di tanto interessante in una come te»

 

«Vedi? È uno stronzo!» Disse Sakura ma a Temari interessava ben altro. Sasuke sapeva qualcosa sul fratello. Doveva assolutamente scoprire di cosa si trattava.

«Temari, ci sei?» Chiese la rosa passandole una mano davanti agli occhi e facendola tornare alla realtà.

«Sì, scusa, devo andare adesso»

«E di Sasuke non mi dici niente?» Chiese Sakura ma lei si era già allontanata. L'idea era quella di raggiungere il ragazzo e chiedergli spiegazioni ma lui era sparito. C'era solo Naruto. Raccogliendo tutto il coraggio che aveva, sì, coraggio perché per passare del tempo con quell'idiota serviva solo quello, gli si avvicinò e gli chiese dove fosse Sasuke.

«È rientrato» Rispose il biondo «Come mai lo cerchi?»

«Devo chiedergli una cosa per una lezione» Naruto annuì non sospettando nulla. Si accorse che lui aveva in mano un mazzolino di margherite, se ne accorse perché gliele sventolò davanti. Dove le avesse prese, in quel gelido mese Temari non ne aveva idea.

«Sono per Sakura» Spiegò allegramente. Erano tutte spiegazzate, avessero regalate a lei una roba del genere avrebbe di sicuro massacrato di insulti il suo spasimante. Un regalo, se si faceva, doveva essere fatto bene.

«Sakura non è tipa da margheritine prese all'ultimo minuto»

«Ah no?» Chiese lui un po' deluso. Temari scosse la testa

«E poi quelle cose nemmeno si possono più definire fiori visto come li hai ridotti!» Naruto però era testardo e voleva portarglieli lo stesso. Temari aveva altro da fare che non fargli cambiare idea e si allontanò.

Rientrò a scuola chiedendo in giro di Sasuke ma non ottenne nessuna informazione utile. Poteva andare a cercarlo in camera quando d'un tratto lo vide assieme a quel pesce lesso di Shikamaru. Facevano proprio un bel duetto quei due: il bello e lo sgorbio, ovviamente lo sgorbio era Shikamaru. Con un mezzo sorriso soddisfatto per aver trovato finalmente un aggettivo adatto per quella specie di ameba sotto forma umana Temari si avvicinò ai due.

«Sasuke, ti dovrei parlare, puoi venire un attimo?» Shikamaru la guardò corrucciato

«Ciao anche a te seccatura»

«Non saluto gli incompetenti» Rispose lei senza guardarlo. Oh, eccome se aveva rimosso tutto quello che era successo in quello sgabuzzino, eccome! Fissò Sasuke intimandogli con il solo sguardo di muoversi, lui la seguì con un'alzata di spalle, si allontanarono un po' da Shikamaru che nell'attesa si accese una sigaretta e li guardò del tutto indifferente benché dentro di sé fosse abbastanza curioso. Visto che non era una che amava perdersi in troppe chiacchiere Temari arrivò subito al dunque.

«Hai detto a Sakura di lasciar perdere Itachi, perché?» Sasuke la guardò dapprima con stupore anche se riuscì a mascherarlo subito.

«La cosa non ti riguarda» Rispose e il tono gelido avrebbe fatto desistere chiunque ma lei, Temari Sabaku non era affatto chiunque.

«So che tuo fratello sta facendo qualcosa di losco e credo che lo sappia anche tu» Non riuscì a capire cosa pensasse Sasuke, se fosse irritato, spazientito o sorpreso non lo dava a vedere e Temari si sentì irritare proprio per questo. Odiava avere davanti persone impassibili, e non poter prevedere come avrebbero reagito a un determinato discorso. Lo fissò con insistenza in modo da fargli capire che non se ne sarebbe andata finchè lui non le avesse detto ciò che sapeva.

«Ciò che fa mio fratello non ti deve interessare» le disse lui dopo un attimo di silenzio. Serio, freddo, impassibile. Temari sentì di odiarlo in quel momento.

«Dove va la notte con i suoi amici?» Chiese ignorando la prudenza. In fondo Sasuke e Itachi erano fratelli e come poteva lei essere sicura che non gli avrebbe detto nulla?

«Te l'ho detto, lascia perdere, è meglio per tutti, credimi» Detto ciò si allontanò senza darle ulteriori spiegazioni. Shikamaru allora le si avvicinò:

«E così sei riuscita a far scappare anche l'Uchiha» Le disse.

«Stammi lontano Nara» Rispose lei seccamente incamminandosi, lui la seguì e Temari aumentò il passo apposta sperando che il ragazzo, vista la sua incredibile pigrizia, si fermasse. La tecnica non funzionò perchè anche lui aumentò il passo per starle dietro. Temari dapprima pensò di cacciarlo in malo modo ma alla fine decise che non valeva la pena sprecare fiato con lui e lasciò che la seguisse aspettando che si stancasse. Aumentò ancora di più il passo.

«Stai partecipando a una maratona di cui io non sono a conoscenza?» Le chiese lui d'un tratto.

«Ho fretta, non sei obbligato a seguirmi» Rispose lei senza guardarlo. Shikamaru la prese per un braccio facendola voltare.

«Che vuoi?» Lui indicò con un cenno qualcuno e voltandosi Temari vide Ino seduta su una panchina con il volto rigato di lacrime e gli occhi arrossati. La cosa la lasciò stupefatta e non si decise ad avvicinarsi, anzi stava per fare dietro front e andarsene ma incrociò lo sguardo di Shikamaru che la guardò perplesso. Che la ritenesse un'insensibile? Non le importava minimamente. E magari ora si metteva pure a farle la predica!

«E daccordo!»Sbottò infastidita «Vado!» Si voltò nuovamente verso Ino che però si era alzata e si stava allontanando, la raggiunse in fretta.

«Ehi, Ino!» La biondina si fermò e poi d'improvviso si voltò e scoppiando a piangere l'abbracciò. Temari si pietrificò, manco fosse avvolta dalle spire di un serpente! Ino prese a singhiozzare e Temari invocò mentalmente aiuto. Che doveva fare in una situazione come quella? Le battè piano una mano sulla spalla.

«Ehm... è successo qualcosa?» Le chiese. Ino annuì ma parlandò fra i singhiozzi Temari non capì niente. «Se la smetti di piangere forse potrei anche capire» Il massimo della delicatezza come al solitò. Spostò l'amica che le aveva sporcato di trucco la camicia bianca, leggermente infastidita le chiese che avesse. Ino si asciugò le lacrime.

«Mi... mi hanno... mi hanno chiamato... puttana!» Esclamò e si mise di nuovo a piangere.

“Che cavolo ti aspettavi?” Pensò Temari non molto sorpresa. In fondo era la stessa cosa che pensava anche lei. Ogni azione aveva delle conseguenze e Ino... bhè, non è che fosse una santerellina sotto quel punto di vista.

«Chi è stato?» Le chiese.

«Dei ragazzi... quelli della squadra di calcio» Balbettò la biondina. Temari si lanciò un'occhiata attorno e si accorse che alcuni le stavano guardando incuriositi.

«Ino, sarà meglio che andiamo in camera, qui stiamo attirando troppo l'attenzione» Passando vicino al gruppetto Temari lanciò loro un'occhiata inceneritrice:

«Bhè! Non siete capaci di farvi i fatti vostri? Girate al largo stronzi!» Sbottò. Andarono in camera e lì Ino si calmò un poco. Temari prese del gelato dal frigo e glielo diede, lei lo mangiava sempre quando era giù di morale.

«No... ingrassa» Mormorò però la biondina. Temari se lo scartò per sé senza tanti complimenti.

«Cerca di darti un po' di contegno, non sei mica una ragazzina!» La rimproverò. Ino la guardò ferita.

«Ti rendi conto di quello che hanno detto? Mi hanno umiliata!»

«Devi ammettere che una parte di ragione ce l'hanno» Disse Temari. Abituata come sempre a dire ciò che pensava non pensò mimimamente che poteva ferirla ancora di più e scatenò un'altra crisi. Ino, dopo averla guardata con gli occhi sgranati - e metteva quasi paura con tutto il trucco che le colava - si rimise a piangere disperata. Temari alzò gli occhi al cielo, ma chi gliela aveva fatto fare ad avvicinarsi a quella panchina? Avrebbe volentieri spaccato la faccia all'intera squadra di calcio pur di non sentire più quelle lagne.

«Non è per offenderti Ino ma tu vai con 20 ragazzi diversi alla settimana, cosa cavolo dovrebbe pensare la gente?»

«La gente dovrebbe farsi gli affari propri!» Sbottò la biondina con rabbia.

«Su questo ti do ragione ma visto che sappiamo benissimo che non è così allora ignora quegli stronzi e vivi la tua vita, possibilmente cercando di darti una regolata con i ragazzi»

«Anche tu mi ritieni una puttana?» Chiese Ino guardandola sofferente. Faceva proprio una gran pena.

«Sì. Sempre pensato» Rispose Temari schiettamente.

«Non vado a letto con tutti i ragazzi del college, solo con alcuni»

«Quanti fin'ora?»

«Uhm... cinque o sei. Ma ora mi trovo bene solo con Sasori e Deidara quindi sono calati a due!»

«Tu vai a letto con Deidara?» Chiese temari sconvolta «Sakura lo sa?»

«No e poi quei due si sono mollati, non sto facendo nulla di male. E poi... si parla tanto di puttana se una va a letto con uomini diversi ma se è un maschio a farlo allora non c'è nulla di male! Ho delle necessità anche io!»

«Potresti anche trovarti un ragazzo fisso» Disse Temari e rise dentro di sé. Lei che dava suggerimenti del genere a Ino? Assurdo!

«Credi che non vorrei? Non ho mai trovato nessuno, la storia più lunga che ho avuto è durata 3 settimane e poi lui mi ha stufata! Non è facile trovare un ragazzo che raggiunga tutte le mie aspettative»

«Mai venuto in mente che forse pretendi troppo?»

«No, mai» Ino tirò fuori da un cassetto un foglio, la sua bella lista delle caratteristiche che il suo ragazzo ideale doveva avere. Un'infinità.

«Perché deve per forza odiare il cioccolato?»

«Fa ingrassare»

«E deve per forza essere un esperto di karate?»

«Fa molto più macho» Rispose Ino sorridendo.

«E perché devono piacergli i film commoventi?»

«Perché piacciono a me!» Rispose Ino come se fosse la cosa più ovvia del mondo. Temari le restituì la lista.

«Buona fortuna allora» Ino si mordicchiò il labbro osservando il foglio.

«Dici che ho troppe pretese?» Chiese quasi timidamente.

«No! Figurarsi se una che vuole che il proprio ragazzo sappia stendere, stirare, lavare i vestiti ed essere contento di farlo abbia troppe pretese!» Fece Temari sarcastica.

«Forse dovrei cancellare alcune cose dalla lista»

«Forse dovresti buttarla via del tutto quella lista»

«Sei davvero seccante quando ti ci metti ma credo che lo farò»

«È già un gran passo avanti, vedrai che se abbassi le tue pretese scoprirai che esiste un intero mondo che prima non vedevi» Esclamò Temari distendendosi sul letto e aprendo il libro. Almeno una cosa era risolta.

«Non abbasso un bel niente io. Semplicemente d'ora in poi prima di uscire con qualcuno controllerò che sia il mio ragazzo ideale così non potranno più darmi della puttana» Aveva un sorriso soddisfatto sulle labbra come se da quel momento in poi per lei sarebbe iniziata una nuova vita.

 

 

 

 

Angolo dell'autrice: sono in ritardo spaventoso, lo so, mi dico sempre che devo aggiornare il sabato, mi ero ripromessa di fare così all'inizio ma poi ogni volta il finesettimana mi ritrovo piena di impegni e finisco per arrivare al lunedì con l'acqua alla gola!! Sono una frana in quanto a puntualità, non me ne vogliate XD in ogni caso spero che il capitolo vi sia piaciuto, forse Temari ansiosa non è il massimo, mi sa che sto uscendo un po' dal suo personaggio ;)

Ci si vede al prossimo aggiornamento, che spero vivamente sia sabato, mi devo appiccicare un promemoria sulla fronte mi sa XD buona settimana a tutti, saluti,

Kit :)

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Capitolo 16
*** Sparizioni di quaderni ***


Sparizioni di quaderni

 

 

Quel giorno aveva rifiutato almeno una quindicina di inviti da parte di ragazzi che l'avevano invitata a uscire e perfino qualche ragazza ci aveva provato. Aveva trovato tranquillità solo da qualche minuto sul retro del college, su una panchina. Tranquillità però, destinata a durare molto poco.

«Ciao» La salutò una voce allegra.

«TenTen» Fece Temari stancamente. Davvero, cosa aveva fatto di male nella vita per meritarsi tutto quello? Cosa aveva fatto di tanto sbagliato da dover sopportare quella tortura?

«Posso sedermi?» Chiese TenTen e senza attendere una risposta prese posto vicino a lei.

«Fa' pure» Borbottò Temari seccata. TenTen si torturò le mani con fare nervoso senza dire niente, a testa bassa si guardava le scarpe come se volesse dire qualcosa ma non ne avesse il coraggio.

«Sputa il rospo!» Sbottò Temari in malo modo. Se non poteva stare tranquilla tanto valeva rinunciarci.

«Si tratta di Neji»

“Potrei buttarmi da una finestra” Pensò Temari frustrata pensando che il suicidio era mille volte preferibile a quel martirio “O farmi investire da un treno”

«Non so come approcciarmi a lui» Continuò TenTen continuando a tormentarsi le mani.

“O magari mi butto in mare con una pietra legata al piede”

«Lui è diverso dagli altri ragazzi. Non è divertente...»

“E se pagassi un serial killer per uccidermi?”

«Non è simpatico, è sempre serio...»

“O magari mi butto con la macchina da un dirupo”

«Non l'ho mai visto sorridere. Forse non gli piaccio io, non so, forse sbaglio qualcosa...»

“Potrei mettermi in mezzo a una strada e farmi investire” Pensò Temari. Non era affatto male l'idea del suicidio se la vita consisteva nell'ascoltare i piagnistei altrui e dare consigli che non sapeva nemmeno lei.

«Siamo diversi, questo lo so» Diceva intanto TenTen «Ma quando gli sto vicino mi sento prendere... come dire... mi sento eletrizzata!»

“Un elettroshok!” Pensò Temari entusiasta di quell'idea.

«Non credo nemmeno che lui si sia accorto di me, di quello che provo. Non gliel'ho fatto capire, forse dovrei, che dici?» Chiese TenTen.

“E se mi do all'eremitismo?”

«Deve essere così!» Esclamò TenTen colta da un'improvvisa illuminazione «Deve essere per forza così! Ho deciso: lo inviterò a cena! È una splendida idea, grazie Tem! Grazie davvero del cosiglio!» L'abbracciò e poi corse via tutta felice. La bionda la fissò allontanarsi frastornata. Perfetto, ora riusciva a dare consigli pure senza aprire bocca: davvero perfetto, era una cosa che non le era mai successa. Stava per andarsene anche lei quando qualcun altro le si sedette vicino.

«Ehi dolcezza, che fai qui sola soletta?»

“Che un aereo precipiti e mi schiacci all'istante” Pregò Temari alzando gli occhi al cielo per l'esasperazione. Si costrinse a voltarsi verso il ragazzo.

«Hidan, lo sai che sei davvero insopportabile? Insomma, non sono certo la ragazza più bella dell'intero college, perché cavolo non te ne cerchi un'altra?»

«Perché mi piacciono le sfide difficili» Rispose lui con un sorrisetto e allungò un braccio poggiandoglielo sulle spalle. Temari non si spostò, rimase ferma a fissarlo cercando di imprimergli bene in testa quanto lo detestasse e quanto avrebbe voluto prenderlo a pugni.

«Non sono una sfida difficile, sono una sfida impossibile» Ribatté la ragazza.

«Niente è impossibile a questo mondo mia cara» Rispose lui avvicinando il volto al suo. Temari si sentì rabbrividire «Hai paura?» Sussurrò lui con un ghigno sulle labbra. Lei non si mosse, non voleva fargli vedere che aveva effettivamente paura.

«Fallo e ti mollo un pugno» Lo avvertì minacciosa.

«È una sfida?»

«No, è un avvertimento» Hidan le prese il volto tra le mani e la baciò. Temari cercò di spostarsi ma il ragazzo, più forte e grosso di lei la spinse distesa sulla panchina. Lo colpì con i pugni ma lui le prese i polsi bloccandoglieli. La guardò con un ghigno.

«Non mi pare che tu abbia molte possibilità» Le disse mentre lei, rossa in volto per la rabbia mista all'umiliazione si dimenava ancora.

«Mi metto ad urlare se non mi lasci!» Sbottò alla fine fermandosi.

«Non lo farai e sai perché? Perché tu non sei capace di chiedere aiuto a nessuno, sei troppo orgogliosa per farlo. È per questo che mi piaci» Hidan si abbassò su di lei solleticandole il collo con le labbra e Temari sentì di nuovo quel brivido salirle lungo la schiena. Chiuse gli occhi cercando di riprendere almeno in parte il controllo di se stessa. Hidan la leccò provocandole un moto di disgusto e nausea, scese arrivando alla fessura tra i seni, le sue mani si infilarono sotto la camicetta. Un momento: le mani? Non la stava tenendo più. Riprendendo di colpo il controllo Temari lo colpì forte spingendolo via, in realtà riuscì solo ad allontanarlo di qualche centimetro ma abbastanza da potersi liberare definitivamente di lui. Con un altro spintone lo spostò e cadde giù dalla panchina.

«Dove pensi di andare micetta? Ora che stavo iniziando a divertirmi!» Temari si rialzò e prese la propria borsa ma lui l'afferrò dall'altra parte e tirandola rovesciò a terra tutto il contenuto.

«Lasciami in pace!» Lui la prese per i fianchi bloccandola nuovamente.

«Ehi! Lasciala!» Disse una voce. Temari si scansò velocemente dalla ormai debole presa del ragazzo. Shikamaru le si avvicinò fissando Hidan freddamente.

«Non intrometterti» Gli sibilò Hidan.

«Vattene tu. Ho già chiamato i professori, saranno qui a momenti, ti conviene sparire in fretta» Hidan gli si avvicinò.

«Me la pagherai stronzo e tu» Si voltò verso Temari «Finirò un'altra volta quello che ho iniziato» Detto ciò si allontanò. Rimasero a fissarlo fino a che non scomparve alla vista, poi Temari si chinò a raccoglere le proprie cose cercando di non dare a vedere quanto fosse sconvolta e Shikamaru la aiutò.

«Lascia, faccio io!» Gli disse lei in malo modo strappandogli un libro dalle mani.

«Stai bene?» Chiese lui.

«Sì» Rispose senza guardarlo. Proprio quello lì doveva venire ad aiutarla! Proprio lui! Buttò alla rinfusa tutti i libri che aveva nella borsa e poi si rialzò. Shikamaru la prese gentilmente per un braccio.

«Dico davvero, stai bene?» le chiese di nuovo. Temari a quel punto lo fissò arrabbiata.

«Sto benone! E non ho certo bisogno del tuo aiuto! Ora se non ti dispiace dovrei andare a studiare!» Detto ciò si voltò e si allontanò a passo veloce. Shikamaru stava per seguirla ma poi pensò che era meglio lasciarla sola. E poi che gli importava di una seccatura? Era pure stato gentile e lei gli aveva risposto male! Si sedette sulla panchina e ripensando alla scena che aveva visto poco prima gli venne una certa rabbia. Perché poi? Temari non era nemmeno sua amica. Vide per terra un quaderno color beije chiaro, lo raccolse. Doveva essere di Temari, glielo avrebbe riportato più tardi, ora era meglio lasciarle sbollire la rabbia in tutta tranquillità.

 

 

 

Temari entrò in camera e sbatté forte la porta.

«Vuoi forse buttarla giù?» Le chiese Ino che seduta sul letto metteva in ordine delle foto in un album.

«Lasciami in pace!» Andò a chiudersi in bagno. Si guardò allo specchio che le riflettè un'immagine piuttosto pallida. Era davvero lei quella? Ritornò con la mente a pochi istanti prima. Aveva avuto paura. Aveva davvero avuto paura. Ma la cosa che le faceva più rabbia era Shikamaru. Lo odiava più di Hidan. Perché doveva essere lì proprio in quel momento? Perché l'aveva aiutata?

«Temari, tutto a posto?» Le chiese Ino.

«Sì, tutto ok» Mentì. Non stava male, stava bene. O almeno era quello che si diceva per convincersi.

«Sicura di strare bene? Sembravi stralunata poco fa» Temari si bagnò la faccia con acqua fredda e poi uscì dal bagno. Era di nuovo sé stessa.

«Tutto a posto tu che stai facendo?» Chiese poi cambiando argomento.

«Sistemo il mio album di fotografie»

«Chi sono quelli?»

«I miei ex» Temari scosse la testa. Ce n'era uno diverso per ogni foto. E poi Ino si lamentava per come la chiamavano? Se si fosse guardata da fuori probabilmente si sarebbe chiamata allo stesso modo.

«E perché lo sistemi?»

«È bello poter ricordare il passato a volte»

«Parli come una vecchia»

«Oh ma piantala! Dammi il quaderno invece, l'hai tenuto abbastanza direi e non capisco nemmeno perché lo vuoi sempre tutto per te visto che non ci scrivi mai niente»

«Non ci scrivo mai niente perché è infantile Ino» E poi non era del tutto vero. Qualcosa di suo c'era. Certo, era stata costretta a dare quelle votazioni ma c'erano. Lo cercò nella borsa e rimase un po' perplessa nel non trovarlo, era sicura di averlo messo lì. Ma forse si sbagliava, lo cercò tra gli altri libri e quaderni degli appunti. Non c'era. Ma doveva essere lì da qualche parte! Doveva! Insomma, non che le importasse poi molto averlo perso ma era una questione di principio!

«Forse ce l'ha ancora Hinata» Provò a dire anche se era certa che la corvina glielo avesse dato proprio il giorno prima. E lei lo aveva infilato nella borsa, poi non ricordava. Non le sembrava di averlo tolto.

«Vai a chiederglielo allora» Disse Ino «Mi serve»

«A cosa? Non puoi andare a prenderlo tu?»

«C'è l'elenco dei ragazzi lì dentro, voglio vedere se c'è qualcuno che abbia tutte le caratteristiche della mia lista. E comunque non posso andare a prenderlo, ho appena messo lo smalto nelle unghie dei piedi e si sta asciugando» Temari però non aveva alcuna intenzione di uscire e rischiare un altro incontro con Hidan. Con la fortuna che aveva ultimamente di certo si sarebbe scontrata con lui al primo corridoio.

«Glielo chiederò domani, non è mica una cosa urgente» Disse mettendosi sul letto e aprendo il libro. Fortunatamente Ino non insistette più.

 

 

 

Quella sera Temari non aveva voglia di uscire ma Ino la costrinse comunque. Andarono in aula mensa e purtroppo si sedettero al tavolo con Sakura e Hinata. Purtorppo perché lì con loro c'erano anche i ragazzi, compreso Shikamaru. Temari capitò proprio davanti a lui ma evitò di guardarlo e non lo salutò nemmeno.

«Di solito è educazione dire almeno un ciao» Disse lui tanto per stuzzicarla un po'. Temari strinse i denti. No, quella sera non era proprio in vena di rispondere a stupide battutine. Gli lanciò un'occhiata furibonda ma vedendo che lui manteneva la solita espressione apatica si infuriò ancora di più.

«Nemmeno tu hai salutato» Gli fece notare digrignando i denti.

«Punto per te seccatura» Disse Shikamaru stiracchiando le braccia e facendo uno sbadiglio enorme.

«Grazie per avermi mostrato per l'ennesima volta tutto il tuo apparato digerente Nara» Fece Temari visibilmente seccata.

«Voi due non litigate» Li rimproverò Ino. Temari si costrinse a stare zitta, con il bellissimo umore che aveva in quel momento avrebbe potuto benissimo trasformare le proprie mani in tenaglie omicide. Osservò di malavoglia gli altri al tavolo cercando acquietare il proprio malumore: il loro chiacchiericcio riuscì allo scopo solo in parte. Hinata cercava in tutti i modi di attaccare bottone con Naruto ma tutti i suoi tentativi venivano mandati in fumo dallo stesso ragazzo che non capiva gli sforzi della poveretta e parlava con tutti tranne che con lei. Sakura invece cercava di sopportare in silenzio le assurde advances di quello stesso ragazzo declinando con la pazienza di una santa tutti i suoi inviti ad uscire. Temari si accorse anche che Sasuke osservava la ragazza dai capelli rosa con insistenza, e con un sorrisetto stampato sulle labbra come se vederla in difficoltà lo divertisse un mondo.

“E io che pensavo che almeno lui fosse una persona seria” Pensò seccata. Almeno se ne stava zitto e non aumentava tutto il chiasso che già c'era. Infine c'era Ino che sembrava piuttosto alterata perché nessuno la calcolava un granché. Nessuno eccetto Choji ma la ragazza non sembrava minimamente interessata a lui. Temari fu colta da un dubbio: ma certo! Come aveva fatto a non pensarci prima? Era matematico dopotutto! A un amico di Shikamaru piaceva Ino, Choji era un amico di Shikamaru, a Choji piaceva Ino. Si voltò verso il Nara e lo guardò con soddisfazione. Lui corrugò leggermente la fronte.

«Perché quell'aria vittoriosa seccatura?» Domandò fingendosi non interessato. Lei sogghignò.

«L'ho scoperto ormai» Gli disse e con un cenno del capo indicò Choji e Ino seduti alla sua destra. Shikamaru rimase totalmente impassibile non dandole nemmeno la soddisfazione di essere riuscita a sorprenderlo. Che avesse preso un granchio? Ma no, ne era sicura! Choji guardava Ino allo stesso modo in cui Hinata guardava Naruto: un misto di ammirazione per la persona che si amava con tutto il cuore e rassegnazione perché tale persona non li avrebbe mai calcolati. Si sporse verso di lui:

«Il favore che mi hai chiesto è per lui, vero?» Gli chiese in un sussurro.

«Anche se fosse?»

«Allora è vero!» Esclamò Temari. Non seppe perché ma sentì un certo sollievo nello scoprire che non era lui l'ammiratore segreto di Ino. Shikamaru sbadigliò.

«Vieni con me seccatura» Le disse alzandosi. Temari prese il proprio vassoio e Ino si voltò.

«Dove andate?» Chiese sentendo odore di segreto.

«Devo dargli spiegazioni su una lezione, nonostante i suoi 200 Q.I è un po' tardo» Shikamaru le lanciò una bieca occhiata. Ma quanto era insopportabile da uno a dieci? Ino come al solito capì pani per pesci e fece un sorrisetto malizioso.

«Lezione di anatomia sessuale?» Chiese attirando l'attenzione anche degli altri. Naruto, l'idiota per eccellenza alzò il pollice verso Shikamaru:

«Vai così!» Esclamò.

«E piantatela di dire sciocchezze!» Sbottò Temari.

«Non vorrai dire che non c'è niente... e quando vi abbiamo trovati nello chiusi nello sgabuzzino delle scope? Eravate molto... intimi» Disse Ino mentre Temari cambiava colore passando dal rosso imbarazzo al viola rabbia con una rapidità spaventosa.

«Cosa cosa cosa?» Chiese Sakura «Perché io non ne so niente? Cosa facevate nello sgabuzzino?»

«Un bel niente!» Sbottò Temari «Siamo rimasti chiusi dentro per errore! Ino, tu sei morta, stanotte ti conviene cambiare stanza perché non credo che sarò padrona delle mie azioni!» Ino sorrise:

«Non preoccuparti Tem, non dirò niente a nessuno» Disse. Non appena Temari e Shikamaru si allontanarono Sakura si sporse verso l'amica:

«Racconta dài!»

«Ehm... non dovrei proprio...»

«Non farti pregare Ino!» La spronò Sakura.

«Uff! Non vorrei proprio far arrabbiare Temari ma... e va bene, vi racconto!» Non voleva fare altro d'altra parte «Qualche sera fa quei due hanno fatto una scappatella nel cuore della notte in giro per la scuola e... bhè... sapete che la fantasia non ha limiti! Hanno scelto lo sgabuzzino delle scope per fare... bhè, avete capito, no?»

«Che cosa?» Chiese Naruto che non voleva perdersi un particolare di quel discorso «Che cosa hanno fatto?»

«Scopare testa vuota» Rispose Sasuke svogliatamente.

«Solo che il custode li ha chiusi dentro senza accorgersi che erano lì. Allora hanno chiamato me e Choji per andare a liberarli»

«E siete andati?» Chiese Naruto.

«Ovvio, dopotutto Temari è mia amica, non potevo lasciarla là tutta la notte»

«Non mi pare che fosse in cattiva compagnia da quanto dici» Replicò il biondo sogghignando.

«Uno sgabuzzino non è poi tanto comodo!» Esclamò Ino seccata per le continue interruzioni «Fatto sta che siamo andati a liberarli e quando abbiamo aperto la porta» Sorrise maliziosa «Erano molto, molto vicini»

«Non so perché ma non credo molto a questa storia» Disse Sakura dubbiosa.

«Choji, tu eri con me, è vero o no quello che dico?» Domandò allora la bionda. Il ragazzo per poco non si soffocò con la coscia di pollo. Ino gli aveva appena rivolto la parola! Ma che faceva? Tradire il proprio migliore amico o dar corda alla ragazza che gli piaceva? No, non poteva tradire Shikamaru e ficcarlo in un mare di guai.

«Sì, è tutto vero» Disse e Ino sorrise vittoriosa mentre Sakura e Naruto sgranavano gli occhi.

«Quindi Temari ha davvero fatto sesso con Shikamaru nello sgabuzzino delle scope!!!!» Quasi urlò e i ragazzi ai tavoli vicino lo sentirono benissimo.

«Non urlare, sono cose private!» Lo sgridò Ino.

«Senti chi parla di cose private...» Fece Sakura ironica.

«Voi siete amici quindi non conta ma non deve per forza saperlo tutta la scuola, capito?»

«Credo che sia troppo tradi» Mormorò Hinata a voce bassa.

 

 

 

Temari trascinò Shikamaru fuori in giardino tirandolo per un braccio.

«Mi fai male seccatura» Si lamentò lui. La ragazza lo mollò voltandosi faccia a faccia.

«Io la ammazzo quella!» Sbottò «Sempre a dire in giro i fatti altrui! Sapevo che non dovevo fidarmi» Partì in una serie di insulti e maledizioni contro la ormai ex amica e ancora per poco compagna di stanza ancora in vita.

«È sorprendente quanto tu riesca ad essere così poco femminile anche quando parli» Le disse Shikamaru.

«Non dirmi che a te non infastidisce questa cosa!» Sbottò Temari di rimando. Ma a pensarci era ovvio che non lo infastidiva, se si diceva in giro che si era fatto una delle ragazze più belle e innavicinabili del college sarebbe stato solo un bene per lui «Lasciamo perdere» Disse cercando di riprendere un po' di autocontrollo cosa che in quei giorni si stava rivelando sempre più difficoltosa «Dimmi di Choji, è lui, vero?»

«Non dovrei dirtelo»

«Quindi è lui. Bhè, te lo dico chiaro e tondo, se non si mette a dieta e non impara un po' di educazione a tavola non avrà mai alcuna speranza con Ino»

«Ho pensato la stessa cosa» Ammise Shikamaru grattandosi la nuca. Quella faccenda era una seccatura, aveva accettato solo perché Choji era il suo migliore amico «Magari puoi dargli qualche dritta»

«Non mi hai ascoltata? È un caso senza speranza! A Ino non potrà mai piacere una persona che assomiglia più a un enorme pallone che a un ragazzo!» Esclamò Temari scocciata. Shikamaru si irritò un poco.

«Ha un sacco di buone qualità, se vi sforzaste di andare oltre le apparenze magari lo sapreste anche voi!»

«Ehi, perché parli al plurale? Stiamo parlando di Ino, io non sono come lei»

«Choji è un bravo ragazzo, è Ino che non lo merita, non il contrario» Disse Shikamaru sorprendendola un po'. Non aveva capito quanto amici fossero quei due «E comunque hai fatto una promessa, vedi di rispettarla»

«Certo, lo so!» Esclamò lei seccata ma non poteva mica fare avvenire un miracolo! Perché a Choji serviva solo quello, non era colpa del ragazzo, lui poteva anche avere tutte le qualità del mondo ma a Ino questo non interessava minimamente, le uniche due cose che la colpivano in un uomo erano la bellezza esteriore e la capacità a letto «Con quante ragazze è stato Choji fin'ora?» Domandò.

«Nessuna, è timido sotto questo aspetto»

«Lo immaginavo. D'ora in poi dovrà darsi una mossa e lavorare sulla sua sicurezza. Vedrò di aiutarlo come posso, mandalo da me domani»

«Che persona altruista» Fece il ragazzo sarcastico.

«Io non sopporto essere messa in mezzo a situazioni come questa, lo faccio solo perché un patto è un patto e va rispettato» Temari si voltò. Tornare in camera e buttarsi nel letto: ecco cosa voleva in quel momento. Letto, musica a tutto volume per estraniarsi dal mondo intero.

«Seccatura» La richiamò indietro Shikamaru.

«Che vuoi ancora?» Domandò lei bruscamente. Lui esitò un attimo o così sembrò alla ragazza:

«Mhm... nulla. A domani» Temari non gli rispose.

“A domani un corno” Pensò.

Se pensava che in camera sarebbe stata tranquilla si sbagliava di grosso. No, perché non appena ci mise piede dentro, non fece neanche in tempo a distendersi sul letto che sentì bussare alla porta. “Chiunque sia lo faccio a pezzi” Pensò alzandosi e aprendo. Quando vide TenTen con la faccia cadaverica però cambiò idea: forse era meglio se si prendeva a pugni da sola fino al dissanguamento totale.

«Ciao Tem» Salutò la ragazza mogia mogia.

«Non chiamarmi Tem» Fece la bionda a denti stretti. Era tanto difficile da capire? Tem, seccatura, dolcezza erano tutti soprannomi che odiava e odiare non è una cosa per cui fai salti di gioia. TenTen entrò in camera senza chiederle il permesso e si distese sul suo letto prendendo il suo cuscino e abbracciandolo.

«Ho fatto come mi hai detto e l'ho invitato a cena stasera» Mormorò TenTen.

«E ti ha scaricata. Pazienza, fattene una ragione e trovati un altro»

«Ha detto che è già impegnato» Disse TenTen senza ascoltarla.

«Non è la fine del mondo»

«Sì invece, lo sai chi è la stronzetta?»

«No»

«Nemmeno io ma di certo non è simpatica» Disse TenTen e in uno scatto d'ira lanciò il cuscino a terra.

«Ehi, vacci piano, quello è mio!» Esclamò Temari raccogliendolo. TenTen si mise seduta e la fissò diritta negli occhi con sguardo deciso.

«Dobbiamo scoprire chi è» Disse «Se è la sua ragazza Neji avrà di sicuro una sua foto in camera, devo vedere se è bella e quanto lo è»

«Fai pure, ora restituiscimi il letto però»

«Quindi verrai con me?»

«TenTen, ti è chiaro il concetto “non voglio avere nulla a che fare con questa stroia quindi sparisci”?» Chiese Temari a quel punto. Basta avera pazienza, basta cercare di risolvere casi senza speranza, basta amiche, basta problemi che non erano nemmeno suoi! TenTen la guardò in silenzio probabilmente cercando di capire se avesse sentito bene o no.

«Tem...»

«Temari!»

«Temari... ho bisogno di aiuto»

«Chiedi a qualcun altro»

«Non c'è nessun altro! Hinata non è brava in queste cose, di Ino non posso fidarmi perché ha la lingua troppo lunga e con Sakura non ho poi molta confidenza. Ci sei solo tu, non puoi abbandonarmi»

«Sarà l'ultima cosa che faccio, daccordo?» TenTen annuì tornando a sorridere.

«Grazie, sapevo che non mi avresti abbandonata!»

 

 

 

 

 

Angolo dell'autrice: eccomi qui con il sedicesimo capitolo XD le cose si sono incasinate un po': Temari ha perso il quaderno e casualmente Shikamaru ha trovato un quadernetto beije chiaro vicino alla panchina... mmm... ci sarà una qualche relazione fra le due cose? Chissà ;P

Per non parlare di Ino, pettegola fino in fondo, riuscirà mai a imparare a tenere la bocca chiusa? Io dico di no ;) Invece si è scoperto finalmente che a Choji piace Ino e poi... chi sarà la ragazza misteriosa dello Hyuga? E come faranno Temari e TenTen a scoprirlo?

Vi lascio con questi interrogativi e vi saluto, nemmeno questa volta sono riuscita ad aggiornare di sabato come volevo ma anche la domenica è un bel traguardo XD Un abbraccio,

Kit

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Capitolo 17
*** Ridammi quel quaderno Nara! ***


Ridammi quel quaderno Nara!

 

Era ormai arrivato l'inverno e mai come in quel momento Temari avrebbe desiderato essere a casa propria. Il college l'aveva delusa. L'aveva totalmente delusa. In realtà di per sé non aveva niente che non andava, erano quelle sue amiche, se così poteva chiamarle che la stavano facendo impazzire. E non solo loro. No, c'erano anche Hidan, non voleva reincontrarlo dopo quello che aveva cercato di fare, Shikamaru e Choji, seccanti come non mai, Naruto che ancora inisteva a chiederle come fare con Sakura. Come se potesse saperlo! “Una cosa alla volta” Pensò avvicinandosi a Choji. Gli sorrise gentilmente, poteva anche sforzarsi un po' con lui.

«Ciao»

«Ciao Temari» Non le sembrava così timido come lo descriveva Shikamaru. Forse perchè lei non era Ino. Parlarono un po' del più e del meno passeggiando nel giardino sotto il cielo pumbleo. Temari dovette ammettere che Choji era un bravo ragazzo: dolce, gentile, attento ai bisogni degli altri... era un tesoro e probabilmente Shikamaru aveva ragione, Ino non lo meritava.

«Nevicherà» Disse lui d'un tratto.

«Spero di no, non mi piace la neve» Lui la guardò con curiosità, la neve piaceva a tutti «Non sopporto il freddo» Spiegò lei «La neve ghiaccia le strade, se non guardi continuamente a terra rischi di scivolare... insomma, non è un granché»

«A me piace» Disse lui. Temari guardò il cielo coperto, faceva freddo. Rabbrividì.

«Vuoi rientrare?» Chiese Choji.

«No, possiamo stare anche qua» Rispose lei «Ora dimmi di Ino» Lo vide arrossire e cercare di nasconderlo al di sotto della sciarpa «Non dovresti vergognarti, immagino sia... normale provare certe cose per qualcuno» Disse incerta. A lei non era mai capitato.

«Non credo di avere molte speranze»

«Se parti così no che non le avrai!» Eppure sapeva cosa Ino pensava di lui, era scritto indelebile nel quaderno color biscotto, che poi tra l'altro che fine aveva fatto? Doveva ancora andare a riprenderlo da Hinata. Comunque Ino aveva espresso chiaramente i voti su ogni ragazzo, compreso Choji: gli aveva dato 1. Il lato positivo era che 1 non è 0, quello nagativo era che 1 è molto vicino allo 0.

«Non ho speranze» Borbottò Choji sconfortato «Perché sono troppo... troppo...» Non riuscì a dirlo.

«Robusto?» Gli venne in soccorso Temari.

«Sì, apprezzo la tua gentilezza»

«L'aspetto fisico non importa, nemmeno io sono miss sottiletta, ciò che conta è quello che hai dentro. Vai da Ino, devi mostrarti sicuro di te» Lui non parve molto convinto «Come te la cavi in algebra?» Gli chiese allora Temari.

«Bha, me la cavo» Più che altro grazie a Shikamaru che lo aiutava.

«Che ne dici di dare una mano a Ino? Potreste che so... studiare insieme qualche pomeriggio. Forse ti sentiresti più a tuo agio davanti a qualcosa di cui lei non capisce niente»

Peccato che nemmeno lui ci capisse niente ma accettò non trovando nulla di meglio.

«Ti ringrazio Temari»

«Figurati, adesso rientro, sto congelando...» Fece lei rabbrividendo. Aveva un'altra cosa da risolvere e in fretta possibilmente, anche se l'idea di entrare di nascosto nella camera di un ragazzo per rubargli la foto della fidanzata non la entusiasmava granché. Magari Tenten se ne era dimenticata! Magari aveva trovato un altro ragazzo! Magari aveva appurato che chiedere aiuto a lei non le avrebbe risolto le cose! Nonostante tutti quei magari se la ritrovò davanti come mise piede in atrio. Non si era dimenticata, non aveva trovato un altro ragazzo ed era ancora intenzionata a chiedere aiuto a lei.

«Facciamo in fretta» Disse Temari avanzando velocemente verso la camera dello Hyuga. TenTen la fermò facendole notare che primo non potevano entrare senza la sua chiave e secondo dovevano fare in modo che lui non entrasse in camera quando c'erano loro dentro. «Spero tu abbia già qualche idea» Fece Temari con un sospiro rassegnato.

«Certamente. Abbiamo bisogno di qualcuno che distrae Neji e nel frattempo gli rubi la chiave» Si guardò attorno e individuò la vittima designata «Lui!» Indicò Shikamaru che poveretto non c'entrava niente e stava solo parlando con Choji. Temari per poco non ebbe un infarto e fece abbassare il braccio a TenTen.

«Non indicarlo in quel modo!» Sbottò.

«Lui è perfetto, mentre distrarrà Neji tu prenderai la chiave» Disse TenTen.

«Perché non distrai tu Neji?»

«Non voglio avvicinarmi a lui per il momento» Rispose la castana «E poi Shikamaru ci aiuterà senza fare domande»

«Dici?»

«Ma certo! Dopotutto non negherà di farti un favore visto che state assieme»

«Se lo dici t... cosa?» Temari guardò l'amica con occhi sgranati «Cosa hai detto?» Doveva avere capito male, era così sicuramente.

«Ho detto che Shikamaru ci può aiutare» Rispose TenTen senza capire e Temari annuì sollevata. Per un attimo aveva capito un'altra cosa, le venne da ridere, no, non era assolutamente possibile, l'udito le stava giocando strani scherzi.

«Tem, tutto bene? Sembri un po' schizzata in questi giorni» Disse TenTen guardandola preoccupata e la bionda tornò seria ritrovando contegno.

«Tutto ok, chiediamo a Shikamaru allora» Prima iniziavano e prima finivano e prima TenTen l'avrebbe lasciata in pace. Si avvicinarono ai due ragazzi e TenTen spiegò brevemente la faccenda senza dire il perché le due volessero entrare in camera di Neji di nascosto.

«Perché dovrei farlo?» Chiese lui grattandosi la nuca e assumendo un'aria svogliata.

«Perché Temari te lo chiede per favore» Rispose TenTen. Lui lanciò un'occhiata a Temari.

«Davvero seccatura? Me lo chiedi per favore?» La bionda sbuffò.

«Figurarsi, il favore è per TenTen, io sono in questa situazione solo per causa sua. E poi se non sbaglio devi anche tu restituire un favore a me» Indicò con un cenno del capo Choji che mangiava patatine guardandoli senza capire nulla di quel discorso.

«Ho già fatto quello che volevi per una settimana seccatura, il patto era quello» Ribattè lui.

«E allora?»

«E allora niente» Temari si voltò verso TenTen

«Rinuncia» Le disse ma lei scosse la testa e pregò così tanto il ragazzo, portandolo così vicino all'esasperazione che lui alla fine dovette arrendersi.

«Che seccatura» Borbottò.

 

 

 

Mentre i due cercavano Neji camminando fianco a fianco i ragazzi attorno a loro si comportavano in modo strano. Li guardavano e già questo era abbastanza per infastidire Temari, alzavano il pollice verso Shikamaru come a dire “vai così” e le ragazzine invece sussurravano fra di loro tutte concitate. Temari non si capacitava più.

«Cos'hanno contro di te?» Chiese a Shikamaru immaginando fosse lui soltanto la fonte di tutti quegli strani comportamenti. Anche lui se n'era accorto e non sapeva che pensare.

«A proposito seccatura, l'altro giorno hai perso un quaderno in giardino»

«Impossibile, non perdo mai niente io» Ribatté subito lei.

«Ti era caduto e nella fretta non te ne sei accorta» Spiegò Shikamaru sbadigliando annoiato.

«Perché non me l'hai restituito?» Chiese allora Temari lanciandogli un'occhiataccia.

«Andavi troppo veloce e non mi andava di correrti dietro»

«Portamelo la prossima volta a lezione “signore re dei pigri”» Entrarono in biblioteca, Neji era spesso lì a studiare e furono fortunati a trovarlo. Prima di avvicinarsi si misero daccordo su come fare, non era mica semplice.

«Seccatura, ho un'idea migliore di quella di TenTen, va bene? Aspetta qua» Temari annuì e lo guardò allontanarsi. Lo sguardo le cadde per un secondo, un secondo, non di più sul suo fondoschiena. Lo spostò immediatamente.

“Temari, adesso basta, controllati” Si ordinò mentalmente. Dopo poco Shikamaru tornò, aveva le chiavi.

«Come hai fatto?»

«Gli ho detto che ho dimenticato una cosa in camera sua sulla scrivania»

«Oh...» Shikamaru scrollò le spalle con noncuranza.

«Ieri mi aveva chiesto aiuto con il computer e visto che me ne intendo gli ho dato una mano»

«Bene, dammi le chiavi allora» Shikamaru le tenne in alto.

«Perché?» Le chiese.

«Come sarebbe a dire?»

«Devo essere sicuro che non volete fare casini» Spiegò lui. Temari cercò di prenderle ma non ci arrivò.

«Non faremo niente e poi non è affar tuo»

«È anche affar mio visto che vi sto aiutando» Replicò lui. Temari sbuffò.

«Va bene. TenTen vuole scoprire chi è la ragazza di Neji»

«Neji non ha una ragazza»

«L'ha detto lui!»

«Naaa, te lo dico io che è single» Disse Shikamaru. Temari corrugò la fronte. E allora perché aveva detto a TenTen che era impegnato? In ogni caso aveva bisogno di quelle chiavi.

«Dammele!» Ordinò e lui continuò a tenerle in alto lontano dalla sua portata. Temari saltò ma lui le spostò e la ragazza gli cadde sul piede.

«Hai la grazia di un elefante» Si lamentò lui.

«E tu dammi quelle chiavi!» Ribattè lei. Shikamaru gliele lanciò e lei le prese al volo.

«Non combinate casini o dopo ci andrò di mezzo io»

«Non ti proccupare, te le tornerò quando avrò finito» Lo rassicurò la ragazza per poi allontanarsi.

 

 

 

TenTen agitata trafficò con la serratura cercando di aprire quella maledetta porta mentre Temari faceva da palo.

«Possibile che tu non sappia nemmeno aprire una porta?» Domandò la bionda dopo un po' e strappando le chiavi di mano all'amica ci pensò lei. Entrarono, e TenTen si stupì del perfetto ordine, camera sua era l'esatto contrario, non faceva nemmeno mai il letto la mattina considerandolo inutile visto che andava disfatto la sera. Temari chiuse la porta dietro di sé.

«Sbrighiamoci» Disse. TenTen annuì e iniziò a guardarsi intorno alla ricerca di quella foto.

«Sai» Fece Temari d'un tratto «Shikamaru ha detto che Neji non è fidanzato»

«Impossibile, mi ha detto che era impegnato» Ribatté TenTen aprendo l'armadio e mettendosi a frugare fra i vestiti.

«Sei sicura di aver capito bene?» TenTen tornò con la mente alla conversazione che avevano avuto.

 

Guardò il ragazzo che seduto a un tavolo in biblioteca studiava assorto. Raccolse tutto il coraggio che aveva e gli si avvicinò. Non si sedette e si limitò a dare un colpetto di tosse per catturare la sua attenzione. Quando lui alzò lo sguardo puntandolo su di lei TenTen si sentì morire. Ma perché era così serio? Perché le dava quella sensazione di gelo e brividi? Si sforzò di sorridergli ma fu sicura che quello che le venne fuori fosse più una specie di smorfia.

«Ciao» Lo salutò, aveva la bocca secca. Ma era normale che le facesse quell'effetto?

«Ciao» Rispose lui. Non era caloroso, non sorrideva, non c'era nulla che le desse la minima speranza che lui sì, fosse contento di vederla. TenTen si schiarì di nuovo la gola e spostò lo sguardo altrove, poteva guardare ovunque ma non i suoi occhi, erano quelli che la mettevano fortemente in imbarazzo.

«Stai studiando?» Gli chiese vergognandosi troppo di chiedergli di uscire. Ma perché non lo faceva lui? Dov'erano finiti i perfetti galant'uomini che facevano il primo passo?

«Sì» Rispose lui senza toglierle gli occhi di dosso. Ok, forse non era interessato e per questo non faceva il primo passo ma nel dubbio era meglio che ci provava lei. Se le andava male pazienza, non era la fine del mondo, ci avrebbe solo rimesso la propria dignità, il proprio orgoglio ne sarebbe rimasto ferito irrimediabilmente, probabilmente sarebbe rimasta depressa per qualche giorno e si sarebbe vergognata di vederlo per il resto della vita ma a parte questo poteva farcela.

«Ti piacerebbe uscire con me questa sera? Possiamo andare a cena fuori e rientrare prima del coprifuoco, che ne dici?» “Dì di sì, dì di sì” Pregò mentalmente.

«Sono già impegnato» Rispose lui.

«Ah...» Fu come se un masso pesantissimo le fosse caduto sulla testa schiacciandola con tutto il suo peso di mille tonnellate. Si sforzò di sorridere «Fa niente» Gli disse cercando di recuperare quel poco di dignità che le era rimasta. Ma come poteva aver pensato di poter piacere a un tipo come lui? E soprattutto come poteva aver pensato che lui fosse single? «Allora sarà meglio che ti lascio studiare» Così si voltò e si allontanò in fretta senza voltarsi indietro.

 

Temari, come ogni volta che sentiva storie come quelle, e ultimamente capitava più spesso di quanto desiderasse, rimase attonita. TenTen intanto riprese a cercare nell'armadio mettendo tutto in disordine. Cosa avrebbe pensato Neji vedendo quella confusione si poteva solo immaginare.

«Quel “sono già impegnato” può essere interpretato anche in altri modi, ad esempio come “ha già un impegno”» Disse Temari pratica come sempre. TenTen scosse la testa:

«L'ha detto con una tale freddezza!» Esclamò «Come se non volesse avermi fra i piedi»

“E chi mai vorrebbe averti fra i piedi?” Pensò Temari stancamente «Shikamaru ha detto che non è fidanzato, può essere che abbia ragione»

«E come faccio a scoprirlo?» Temari a quel punto sorrise:

«Facile, lo chiediamo a Ino»

«Io a quella pettegola non chiedo niente, non voglio che l'intero mondo sappia che mi piace Neji»

«Glielo chiederò io, va bene?» Chiese Temari allora e TenTen annuì riconoscente. Proprio in quel momento sentirono la chiave girare nella toppa. Si guardarono allarmate: qualcuno stava entrando e se non era Neji, non poteva essere lui, non aveva la chiave, poteva essere solo il suo compagno di stanza. TenTen si fiondò nell'armadio e si chiuse dentro mentre Temari si buttò sotto il letto imprecando per la solita sfortuna che continuava a perseguitarla. L'inquilino di Neji entrò in camera e si accorse subito che c'era un gran casino anche se non sembrò importargli molto. Temari pregò che se ne andasse, che figura avrebbe fatto se fosse stata scoperta lì sotto?

“Dopo ammazzo TenTen, è tutta colpa sua” Pensò. Si mise una mano sulla bocca per non far sentire il proprio respiro. Il cellulare iniziò a suonarle nella tasca, lo spense subito vedendo di sfuggita che era Ino a chiamarla, maledetta pure lei! Il ragazzo si fermò guardandosi attorno. Stava per abbassarsi a vedere cosa fosse stato quel rumore, mentre Temari già si vedeva a inventarsi delle spiegazioni assurde quando TenTen cadde fuori dall'armadio portando con sé abiti e scatole di scarpe. Il ragazzo si voltò sorpreso e TenTen divenne tutta rossa per l'imbarazzo. A Temari invece veniva da piangere.

«Tu... che ci fai qui?»

«Ahaha! Che sorpresa, eh?» Fece TenTen che non sapeva proprio cosa dire.

«Eri nell'armadio» Disse lui perplesso.

«Già, ero lì perché... perchè... cercavo una cosa» Temari sospirò amareggiata. Era una cretina, non si poteva dire altro di TenTen. Il danno però ormai era fatto, così uscì da sotto il letto e il ragazzo la fissò ancora più allibito. Dopotutto non capitava tutti i giorni che due ragazze comparissero così dal nulla.

«Temari?» La conosceva pure. Davvero fantastico, ora non sarebbe solo stata la ragazza di Hidan, no, ma anche la tipa che si nasconde sotto i letti degli altri per chissà quale motivo poi. Reputazione rovinata in meno di un nanosecondo «Perché eravate... qui?» Chiese lui. Non era un volto nuovo, a Temari ricordava qualcuno, una volta le aveva chiesto di uscire. Gli aveva detto no ovviamente, non si ricordava nemmeno il suo nome.

«Perché eravamo qui non ti deve interessare, ora ce ne andiamo. Ah, e se osi dire in giro quello che è successo te la farò pagare, sia chiaro» Lui sogghignò e incrociò le braccia acquistando un'aria strafottente e sicura. Si era ripreso in fretta dalla sopresa di un attimo prima.

«Facciamo una cosa: io non dico niente a nessuno se tu in cambio fai qualcosa per me» Temari assottigliò gli occhi. Che mai poteva volere da lei? «Uscirai con me domani» Poteva andarle peggio.

«Non uscirò mai con te»

«E io racconterò in giro che tu e la tua amica vi siete intrufulate in camera mia, anzi, andrò direttamente dalla preside, sai cosa dirà, vero? Potreste essere espulse» Questo no, Temari non poteva accettarlo, tutto ma non l'espulsione. Lei adorava il college! Anche se spesso pensava che non era vero e che era solo una gran seccatura non era vero! Il college le piaceva, l'idea di tornare a casa l'allarmò oltre ogni misura.

«E va bene ma a una condizione: che non si sappia in giro. Uscirò con te ma tu non dovrai dirlo a nessuno» Lui fece le spallucce.

«Ok» Acconsentì. Temari, schifata stava per andarsene ma all'ultimo ricordò che non sapeva nemmeno come si chiamasse. Glielo chiese.

«Kidomaru» Rispose lui. Uscirono e Temari urlò su di tutto a TenTen:

«È tutta tua la colpa!» Sbottò «Ora mi tocca uscire con quel deficiente e non ne ho nessuna voglia!»

«Scusa ma sei stata tu ad accettare di aiutarmi» Disse TenTen.

«Che bel ringraziamento, l'ho fatto per te!» Ribattè Temari. TenTen sorrise dolcemente:

«Lo so e infatti ti ringrazio, comunque un'uscita con quel tipo non sarà una catastrofe, no? Non lo dirà a nessuno e anche io manterrò il segreto, non ti preoccupare. Shikamaru non lo verrà a sapere» La rassicurò.

«Cosa c'entra Shikamaru adesso!?!» Sbraitò la bionda.

«Tutti i ragazzi sono gelosi, perfino uno apatico come lui» Rispose TenTen. Temari era allibita, ma perché stava dicendo tante cazzate? Cosa c'entrava Shikamaru? Perché mai avrebbe dovuto essere geloso? Decise di lasciar perdere prima di farsi prendere da una crisi di isteria.

«Finiamola qui, vado a tornare le chiavi a Shikamaru»

«Ok, tu ricorda di chiedere a Ino se Neji è fidanzato»

«Va bene, basta che poi non mi chiedi più nient'altro. E a proposito, prima che me ne dimentichi, Hinata dovrebbe avere il quaderno, se la vedi puoi dirle di portarlo a Ino?»

«Non ce l'hai tu?» Domandò TenTen.

«No, era Hinata l'ultima»

«Te l'ha restituito l'altro giorno, me lo ricordo perché c'ero anche io» Temari corrugò la fronte.

«Ma io non ce l'ho» Rispose sicura. Aveva cercato.

«Ce l'hai tu, te lo dico io Tem»

«Non chiamarmi Tem... oh no» Le venne in mente di colpo.

«Che cosa?» Temari guardò TenTen e come immagini di un film ripensò a quello che era accaduto il giorno prima: Hidan che l'aveva aggredita, Shikamaru che l'aiutava, i libri per terra... che poi Shikamaru non le aveva detto prima che aveva un suo quaderno? Non poteva trattarsi di quello. Chiuse gli occhi disperata.

«Tem, tutto ok?» Chiese TenTen con voce preoccupata. Temari annuì.

«Devo tornare le chiavi a Shikamaru» Disse e corse via senza aggiungere altro. Quante possibilità c'erano che lui avesse letto quel quaderno? Cercò di ricordare cosa ci avesse scritto esattamente, aveva dato qualche votazione, costretta sotto torchio da Ino, aveva anche fatto qualche annotazione e commento sui voti delle altre. Era sicura di aver scritto che Naruto era un idiota e di aver soprannominato Neji “lastra di ghiaccio”. Che voto aveva dato a Shikamaru? Non se lo ricordava proprio. “Merda” Pensò. Sapeva che quel quaderno non era una cosa seria ma Ino, maledetta quella biondina, ci aveva scritto delle cose su tutte loro. Aveva fatto un'identikit per ognuna di loro compreso numero di scarpe che portavano e numero di ragazzi con cui erano andate a letto.

 

 

 

Raggiunse la stanza di Shikamaru e bussò come una forsennata sulla porta.

«Apri maledetto!» Urlò. Shikamaru le aprì «Dov'è!?!» Sbottò lei entrando in camera e guardandosi attorno come un segugio alla ricerca della propria preda «Dov'è!?!» Urlò ancora voltandosi verso di lui. Se lo aveva letto poteva considerarsi morto.

«Se magari mi dici il soggetto della frase potrei anche aiutarti» Rispose lui annoiato. Temari fece due respiri profondi.

«Il mio quaderno, quello che avevo dimenticato» Disse lei allora con un po' più di calma.

«E serve urlare così?» Chiese lui avvicinandosi alla scrivania per prenderlo ma si fermò di colpo e la guardò pensieroso.

«Perché tanta agitazione?» Chiese sospettoso e Temari deglutì a stento. Se glielo chiedeva allora non l'aveva letto.

«Mi serve per studiare» Mentì. Shikamaru si accese una sigaretta.

«Davvero?»

«Sì»

«Quindi tu sei entrata in camera mia urlando come se ti avessi rubato qualcosa di prezioso mentre era solo un quaderno di appunti?» Chiese lui tranquillo. Temari maledì la propria impulsività.

«Esatto, quel quaderno mi serve. Restituiscimelo»

«Di cosa sarebbe quel quaderno?» Chiese lui.

«Di appunti, te l'ho detto. E mi serve per studiare, hai capito bradipo ambulante o sei lento anche a pensare?»

«A pensare sono piuttosto veloce in realtà»

«Allora restituiscimelo e muoviti che ho fretta»

«Le chiavi?» Chiese lui e Temari gliele diede. Shikamaru sogghignò, ora non aveva più niente con cui ricattarlo. «Me lo dai o devo aspettare ancora molto?» Chiese Temari seccata.

«Non ricordo dove l'ho messo»

«Allora cercalo!»

«Ora non mi va» Temari si sentì vicino all'esplodere.

«Allora lo cerco io» Decise sbrigativa avvicinandosi alla scrivania e aprendo un cassetto. Frugò fra i fogli mentre lui fumava tranquillo impuzzando tutta la stanza dell'odore di nicotina. Non trovandolo la ragazza cercò nella borsa, tra gli scaffali e ovunque le venisse in mente ma non c'era.

«Questa stanza è un cesso, si può sapere dove l'hai messo?»

«Non ricordo» Rispose lui.

«Vedi di fartelo venire in mente perché sto perdendo la pazienza!»

«Da quando tu hai pazienza seccatura?» Temari lanciò un grido di rabbia ed esasperazione che lo fece ridere. Lo guardò incredula: aveva riso? Rideva di lei? Quel cretino aveva il coraggio di ridere di lei in sua presenza? Ma una vocina le disse che era quasi carino senza quell'espressione mezza addormentata di sempre. La mise a tacere all'istante.

«Smettila! Mi stai innervosendo!» Sbottò.

«Quando ti arrabbi in questo modo diventi tutta rossa, lo sapevi?» Chiese lui.

Temari gli andò davanti, a un soffio dal volto.

«Voglio, esigo avere quel quaderno immediatamente» Sibilò fissandolo negli occhi. Lui le soffiò il fumo in volto.

«Non ricordo dov'è seccatura, mi pare che anche tu sia lenta a pensare visto che non comprendi concetti tanto semplici»

«Lo fai apposta» Ribatté lei incrociando le braccia «Non me ne vado finché non me lo dai» Erano arrivati a un punto di stallo, nessuno dei due aveva intenzione di cedere. Shikamaru fingeva, era certa che fingesse, di essersi dimenticato dove fosse quel quaderno, doveva aver capito che non era un quaderno di appunti o non avrebbe fatto tante storie.

«Daccordo» Disse lei d'un tratto «Non era mia intenzione ma a questo punto mi sa che dovrò passare alle maniere forti» Shikamaru la guardò curioso di scoprire cosa aveva in mente. Lei si guardò attorno poi avanzò decisa verso il letto e senza stante storie lo ribaltò materasso compreso per terra.

«Ehi, che fai?» Protestò Shikamaru allibito. Temari non rispose e spalancò l'armadio, iniziò a buttare fuori tutto quello che c'era dentro, vestiti, scarpe, tutto finì per terra. Shikamaru cercò di fermarla.

«Seccatura, basta!»

«Continuerò così finché non me lo ridarai. Pensa a quanto dovrai faticare dopo per mettere tutto in ordine» Disse lei con un sorriso sadico. Lo stava prendendo in contropiede, sapeva bene che il lavoro per Shikamaru era un tasto dolente. Visto che non ottenne risposta la ragazza andò alla scrivania e buttò a terra tutto ciò che c'era, poi svuotò i cassetti. Magari anche il quaderno sarebbe saltato fuori prima o dopo. Gli aprì la scatola con gli scacchi.

«No, quella no» Disse lui togliendogliela di mano in fretta. Temari salì sulla sedia per arrivare anche alle mensole più alte e rovesciare tutti i libri ma Shikamaru la prese e la tirò giù.

«Mollami!» Sbottò lei infuriata.

«Sta' ferma» Gli mollò un calcio e lui scivolò sul lenzuolo, cadde per terra trascinando anche lei. Temari si ritrovò sopra di lui ma non aveva alcuna intenzione di starsene ferma. Prima che potesse rialzarsi e terminare la sua opera distruttrice Shikamaru capovolse la situazione tirandola sotto di sé e bloccandole i polsi.

«Mollami ho detto!» Lui guardò la camera sconvolto «Lasciami, se non mi lasci...» Non era più una camera quella, sembrava ci fosse passato un tornado! «Shikamaru!» Abbassò lo sguardo su Temari.

«Lo sai che sei una seccatura? Adesso chi rimette tutto a posto?»

«Farò di peggio se non mi restituisci il quaderno!» Ribatté lei. Gli occhi le scintillavano ancora per la rabbia e Shikamaru provò l'istinto di baciarla. Quel broncio che le incurvava le labbra era così invitante... Percepì un'ondata di calore invaderlo in basso. Temari si accorse del cambaimento del suo sguardo e quando lui si avvicinò le guance le si imporporarono. Proprio in quel momento la porta si aprì.

 

 

 

 

Angolo dell'autrice: Temari si sta trasformando in una furia ogni giorno che passa di più, sono di sicuro le sue amiche la causa di tutto ciò ;) Sto uscendo forse un po' dal suo personaggio ma mi serve per motivi di trama, cercherò di non fare troppi cambiamenti, voi ditemi che ne pensate di questa Temari furibonda e anche un po' isterica :) Anche TenTen è un po' diversa da com'è in realtà ma me la sono sempre immaginata così. Fatemi sapere cosa ne pensate, e grazie a tutti quelli che hanno ancora abbastanza forza di volontà per andare avanti nella lettura XD un abbraccione,

Kit :)

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Capitolo 18
*** Voci che girano ***


Voci che girano

 

Temari sentì il proprio cuore accellerare il battito e arrossì quando lui avvicinò il volto. Provò l'istinto di afferrarlo e tirarlo verso di sé più in fretta ma la porta si spalancò di colpo e tutte le sue sensazioni sparirono altrettanto di colpo lasciandole solo un grande senso di sorpresa e imbarazzo verso i nuovi arrivati che altri non erano che Choji, Kiba e Naruto.

«Mi sa che abbiamo interrotto qualcosa» Consatò Kiba e Temari, rendendosi conto della posizione in cui si trovava spinse via Shikamaru che non si fece pregare e si alzò. Naruto sogghignò:

«Ah ma noi ce ne andiamo subito» Disse «Vero ragazzi?»

«Certo certo, contiunuate pure voi» Fece Kiba con lo stesso ghigno dell'amico. Solo Choji rivolse a Shikamaru uno sguardo di scuse. I tre uscirono chiudendo la porta.

«Ancora una volta è colpa tua!» Sbottò Temari.

«Colpa mia se tu sei un uragano sotto sembianze di donna?»

«Tu mi sei venuto addosso!»

«Sono caduto sul lenzuolo che tu hai buttato per terra» Ribatté lui.

«L'ho buttato perché tu non mi hai restituito il mio quaderno!» Al che Shikamaru non seppe cosa rispondere. Alla fine aveva ragione lei.

«Ti ho detto che non ricordo dove l'avevo messo» Cercò di giustificarsi.

«Bhè, ora te lo ricordi o devo continuare a cercarlo io?» Chiese lei minacciosa. Shikamaru scosse la testa e andò a prenderlo, era infilato dentro un altro quaderno «Vedi che te lo ricordavi?»

«Prima no» Rispose lui.

«Per fortuna so come rinfrescarti la memoria allora. Su, dammi qua» Shikamaru però lo aprì per guardarci dentro. Come un fulmine Temari gli balzò addosso e se lo prese.

«Non toccare più le mie cose Nara!» Sbottò e lui sbuffò. Aveva perso, doveva riconoscerlo, ma la guerra era appena iniziata. Anche un apatico come lui poteva diventare curioso e quel quaderno bhè, era interessante. Non gli era venuto in mente di leggerlo immaginando che fosse un semplice blocco di appunti ma ora era tutta un'altra faccenda. Temari aprì la porta con un sorriso di vittoria stampato sulle labbra.

«Buon lavoro Nara, ce ne vorrà per far tornare la camera come prima»

«Tze, seccatura» Borbottò lui e Temari uscì. Era contenta, dopotutto doveva ammettere che si era anche divertita e distruggere la camera del Nara... ora non le restava che godere nell'immaginarlo a rimettere tutto a posto.

 

 

 

Il giorno dopo era un bel giorno, per lo meno meteorologicamente, per ciò che si prospettava a Temari invece un po' meno. Almeno secondo lei. Doveva uscire con Kidomaru, il ragazzo non le andava a genio per niente, il solo fatto che l'avesse obbligata lo rendeva davvero arrogante e presuntuoso. Oltretutto era in ritardo: alla faccia del fatto che fosse la donna a doversi far desiderare! E invece nonostante si fosse premurata di arrivare con 10 minuti di ritardo, solo per dispetto, lui dopo 20 minuti ancora non era lì. Dopo un po' lo vide arrivare tutto tranquillo come se il fatto di averla fatta aspettare non lo toccasse minimamente. E allora perché cavolo le aveva chiesto di uscire insieme?

«Ciao Temari»

«Sei in ritardo» Gli fece notare lei.

«Lo so» Fu la risposta. Nemmeno si scusava, ma che razza di cavaliere era? Uscirono dal college e si incamminarono verso il centro città. Il silenzio fra i due stava iniziando a farsi un po' troppo pesante ma Temari non aveva alcuna intenzione di aprire per prima il discorso. Primo era di cattivo umore e non solo perché lui era arrivato tardi ma anche perché prima di andar via Ino le aveva fatto l'interrogatorio di terzo grado su dove andasse e con chi e alla fine lei le aveva dovuto dire la verità facendole giurare che non l'avrebbe detto a nessuno.

«Dov'è che ti va di andare?» Chiese lui d'un tratto.

«Decidi tu» Fu la risposta. Il patto era di uscire con lui, non di essere gentile.

«Ti va un caffè? Intanto mi parli un po' di te» Peccato che a lei non piacesse parlare di sé. Comunque entrarono nella caffetteria e si sedettero a un tavolo. E lei che avrebbe dovuto essere a lezione in quel momento! Altra cosa che contribuiva a peggiorare la giornata. Davanti a due caffè bollenti Kidomaru le chiese dove vivesse, se avesse fratelli o sorelle, come mai aveva scelto quel college e così via. Si accorse ben presto che Temari non aveva nessuna voglia di parlare.

«Lo dicevano che eri glaciale ma non pensavo così tanto»

«Mi hai costretta a venire qua» Gli fece notare lei piccata.

«Era l'unico modo che avevo per uscire con te, non avrei mai fatto la spia alla preside»

“Io questo qua prima della fine lo ammazzo” Pensò lei.

«Grazie per avermelo detto ora!» Esclamò. Lui sorrise.

«Vorrei tanto sapere cos'ha di speciale quel tipo con cui stai»

«Io non sto con Hidan, mettitelo bene in testa. Non so chi ha messo in giro voci del genere»

«Ma io non parlo di lui» Replicò Kidomaru «Quell'altro... non ha proprio niente di speciale» La ragazza non capì di cosa stesse parlando, ce n'era anche un altro adesso? Ok, doveva trovare il responsabile di queste voci, poi lo avrebbe fatto a fette.

«Di chi stai parlando? Io non sto con nessuno»

«Non vai a letto con Nara?» Per poco non le venne un infarto. Ok, avrebbe riservato atroci dolori a chiunque avesse messo in giro una voce del genere.

«No! Per niente! Io detesto quel ragazzo, dove l'hai sentito?»

«Si dice in giro»

«E che si dice?» Chiese lei irritata. Kidomaru la guardò perplesso come se credesse più a voci sconosciute che a lei.

«Si dice che lo facciate dappertutto e che una volta siete stati perfino beccati dal custode nello sgabuzzino delle scope a notte inoltrata. E si dice anche che siete due anime distruttrici, che quando scopate fate un casino»

«Chi te l'ha detto?»

«Sentivo dei tizi parlarne» Rispose lui. Temari era furibonda. Si alzò.

«Ehi, dove vai?»

«Torno al college, grazie per l'appuntamento, davvero splendido!» Rispose lei e se ne andò lasciandogli il conto da pagare. Chi doveva prendere a sberle? La risposta era facile, c'erano solo tre persone oltre a lei che sapevano di cosa era successo allo sgabuzzino delle scope e non era difficile dire chi l'avesse tradita delle tre. Ino gliel'avrebbe pagata cara, altro che amica! Quella poteva considerarsi morta!

 

 

 

Anche Shikamaru aveva scoperto quello che si diceva su di lui e Temari ma non aveva avuto la stessa reazione esagerata della ragazza, anzi, non si era minimamente scomposto. Troppa fatica. Immaginava anche chi fosse stato a raccontare in giro quelle cose che poi passando di bocca in bocca si erano gonfiate a dismisura. Qualcuno diceva perfino che avevano scopato anche nel letto di Tsunade! Fece una smorfia, quella non aveva proprio idea di chi se l'era potuta inventare. L'unica cosa seccante di quella faccenda era che i ragazzi avevano preso a fargli mille e mille domande su Temari, alcune fin troppo spinte... e le ragazze avevano iniziato a stravedere per lui perché ovviamente, se quella seccatura lo aveva scelto allora lui diventava direttamente un gran figo.

“Bha” Pensò continuando a camminare. E infine lo ammiravano per aver avuto il coraggio di fregare la ragazza a Hidan. Si chiese se la seccatura sapesse tutte queste cose. Probabilmente si sarebbe incazzata come tutte le volte che qualcuno diceva qualcosa di sbagliato. Ma tra tutte le ragazze che c'erano proprio con lei dovevano metterlo? Era seccante, dispotica, arrogante e voleva sempre aver ragione, anche quando aveva torto marcio. Per di più gli aveva distrutto la camera, ci aveva messo quattro ore per sistemare tutto. E a proposito di camere si diceva pure che era stata la loro forza distruttrice a ridurla così. Inutile provare a dire che lui di forza non ne aveva nemmeno un po' e che quello che era successo in camera era solo opera della seccatura. Quella voce comunque dovevano averla messa in giro Naruto e Kiba che li avevano trovati in un momento poco opportuno e come al solito avevano capito male. “Solo a Naruto può venire in mente che si può distruggere una stanza facendo sesso” Pensò “Che seccatura”. Che poi, l'unico motivo per cui quella mattina era uscito era cercare di recuperare il quaderno di Temari. Non che fosse curioso, no assolutamente, era troppo pigro per esserlo, lo voleva solo perché... bhè, daccordo, forse era un pochino curioso ma mica tanto. Perso com'era nei propri pensieri rischiò di finire a sbattere contro qualcuno, alzò lo sguardo quel tanto che bastava per vederlo in faccia: Hidan.

«Shikamaru Nara, vero?» Il ragazzo previde guai. Avrebbe dovuto aspettarselo, gli aveva fregato la ragazza facendogli fare la figura del fesso. Che poi non fosse vero era un'altra storia. Hidan non era solo, c'erano i suoi amici Deidara e Sasori con lui. Ed erano in un corridoio deserto. Shikamaru comunque mantenne l'espressione apatica di sempre.

«Ti stavo proprio cercando» Disse Hidan con un tono che non prometteva nulla di buono.

«Davvero?» Bastò uno schiocco di dita e Deidara e Sasori lo presero per entrambe le braccia bloccandogli ogni via di fuga. Hidan davanti a lui strinse la mano a pugno e poi lo colpì forte in pieno stomaco. Shikamaru gemette.

«Che hai ragazzino? Non riesci nemmeno a resistere a due colpi?» Domandò Hidan con un ghigno malvagio. Shikamaru strinse i denti con forza e la sua mente ricercò velocemente una via di fuga. Ma era bloccato dagli altri due e da solo non sarebbe riuscito a fare molto.

«Sai cosa succede a chi ruba le mie cose?» Domandò Hidan alzando di nuovo il pugno «Per questa volta ti darò solo un avvertimento, giusto per metterti bene in testa il concetto, la prossima però...» Non completò la frase ma non serviva. Shikamaru tuttavia non riuscì a rimanere zitto:

«Temari non è una tua proprietà» Ribatté fissandolo con decisione e Hidan scoppiò a ridere di gusto.

«Allora non ti è proprio chiaro» Disse colpendolo un'altra volta e facendolo piegare, sarebbe anche caduto se gli altri due non lo avessero tenuto per le braccia. «Credo che ci vorrà un po' per farti capire come stanno le cose» Disse Hidan. Proprio in quel momento Naruto e Sasuke passarono di lì e corsero ad aiutarlo.

«Lascialo!» Sbottò il biondo.

«Ma guarda, il fartellino di Itachi» Fece Hidan guardando Sasuke con quel ghigno odioso. Sasori mollò Shikamaru che ne approfittò per districarsi anche dalla presa di Deidara e allontanarsi. Naruto, istintivo come al solito stava per restituire il pugno a Hidan ma Sasuke lo fermò.

«Non è il caso testa quadra»

«Hanno picchiato Shikamaru!» Ribatté Naruto.

«Lascia perdere, non è niente» Disse questo.

«Cosa facciamo Hidan?» Chiese Deidara «Diamo una lezione a tutti e tre o no?»

«Per questa volta li lasceremo andare» Non appena si allontanarono Sasuke chiese a Shikamaru cosa fosse successo.

«Hidan si è convinto che io gli abbia rubato la ragazza... che seccatura» Si massaggiò la pancia dolorante. Certo che dava dei pugni davvero forti!

«Ed è vero?» Chiese Naruto.

«No, assolutamente no! Tu capisci sempre una cosa per un'altra!»

«Ma ieri stavate...»

«Non stavamo facendo niente di quello che tu pensi!»

«L'avevo detto che avevi capito male testa quadra» Fece Sasuke e Naruto gli lanciò un'occhiataccia e incrociò le braccia assumendo un'espressione infantile.

«Bhè, io comunque ho visto Temari con un tizio stamattina» Catturò benissimo l'attenzione di Shikamaru anche se questo riuscì a nasconderlo bene «Stavano andando a fare una passeggiata credo, secondo me era un appuntamento» Continuò Naruto.

«Secondo me hai visto male come sempre» Ribatté Sasuke.

«Ho visto benissimo!» Esclamò l'altro. Iniziarono a discutere, Sasuke lo prendeva in giro e Naruto si infervorava sempre più. Shikamaru se la svignò sapendo che avrebbero continuato così per un bel po' prima di rendersi conto di quello che stavano facendo. Chissà con chi era uscita quella seccatura poi, non che gli importasse ovviamente, lo stupiva solo il fatto che qualcuno avesse avuto il coraggio di invitarla. E lei aveva accettato poi? Di solito declinava tutti gli inviti e rifiutava ogni sorta di, per così dire, corteggiamento. E non è che lo sapesse perché la teneva d'occhio, assolutamente no, semplicemente le voci giravano. E giravano pure troppo. Alla fine decise che Naruto si era sbagliato, aveva visto Temari con un tizio qualunque e aveva confuso le cose, di sicuro quella seccatura non era uscita con nessuno. Continuò a pensarlo cercando di convincersi di ciò.

 

 

 

Temari intanto era appena tornata al college e si era fiondata alla ricerca di Ino che stranamente era introvabile. Le aveva mandato come minimo una ventina di messaggi sul cellulare pieni di parolacce e isterie e aveva provato a chiamarla senza successo. Tutto questo poteva dire solo una cosa: o si era nascosta da qualche parte per la paura, e faceva bene, oh si perché quando l'avrebbe trovata avrebbe desiderato non essere nata oppure era con qualche ragazzo a fare la troietta, cosa più probabile anche se aveva detto solo pochi giorni prima di avere smesso con la ninfomania. Invece, sorpresa delle sorprese non fu né l'una né l'altra. La pettegola spiona era in biblioteca con Choji che studiava. L'istinto fu più forte di quella vocina ragionevole che le diceva di lasciarli stare, chissà quanta fatica aveva fatto Choji per riuscire a convincere la biondina pettegola a passare un po' di tempo con lui. Entrò in biblioteca, dimenticandosi che quello era il tempio del silenzio e avanzò minacciosa verso la ormai ex amica che del tutto ignara giocherellava con una matita pensando a come svolgere un esercizio. Le arrivò davanti e urlò dando sfogo a tutta la rabbia che aveva in corpo:

«CHI CAVOLO TI HA DETTO DI INVENTARTI CERTE COSE SU ME E SHIKAMARU E DIRLE IN GIRO!?!» Inò sobbalzò e lanciò un urletto di paura ma vedendo che era solo Temari sospirò di sollievo.

«Che modi sono questi? Mi hai spaventata!» Esclamò arrabbiata.

«NON ME NE FREGA UN CAZZO SE TI HO SPAVENTATA! MEGLIO! INFAME! PETTEGOLA! TRADITRICE!» La bibliotecaria, arrivò di corsa a fermare quella sottospecie di burrasca alias Temari.

«Signorina, siamo in una biblioteca, non si urla!»

«LO DICA A LEI!» Temari indicò Ino che sgranò gli occhi.

«Io? Scusa ma sei tu che stai dando di matto Tem, io stavo studiando fino a che non sei arrivata»

«IO TI UCCIDO!» La vecchia la prese per il braccio e la trascinò fuori mentre Temari continuava a inveire contro Ino e a maledirla in tutti i modi possibili. Appena fuori dalla biblioteca però fu lei a sentirle di tutti i colori.

«Quello è un luogo di studio, conosci il significato della parola silenzio? Perché è così che devi stare lì dentro: zitta! Voi giovani siete tutti uguali, non avete il minimo senso dell'educazione ma ti avverto che questa è l'ultima volta che ti voglio vedere! Non entrerai mai più nella mia biblioteca, siamo intesi?»

«Vada a quel paese vecchiaccia!» Sbottò Temari e se ne andò pestando forte i piedi a terra. Aveva bisogno di sfogarsi, aveva bisogno di mettere le mani su qualcuno. Si fermò. Ma che stava facendo? Non era da lei perdere il controllo in questo modo. Doveva darsi una calmata prima di impazzire sul serio. Così cercò di analizzare la situazione più razionalmente: dicevano che lei e Shikamaru andassero a letto insieme e dicevano che ci andasse pure con Hidan. Ma in fondo che le importava di ciò che dicevano gli altri? Non le era mai interessato! “D'ora in avanti me ne fregherò, che la gente pensi ciò che vuole, probabilmente nessuno ha più una vita propria che deve stare a guardare quella degli altri” Si disse.

«Temari!» Si voltò, che tempismo! Aveva appena recuperato la calma che già qualcuno arrivava a rompere.

«Ciao Sakura» Rispose atona.

«Ti ho cercata ovunque!» Esclamò la rosa «Ti devo parlare»

«Non si tratterà di Itachi spero»

«Nì. Insomma, siamo usciti a bere un caffè insieme...»

«Sakura!»

«Che c'è?»

«Ci stai ricascando con la persona sbagliata» La rosa scosse la testa.

«Itachi non è come Deidara, è dolce e gentile» Temari scosse la testa rassegnata. Ma perché le persone non imparavano mai dai propri errori? «In ogni caso c'è una cosa che mi lascia perplessa» Continuò Sakura «Quando eravamo al bar Itachi ha ricevuto una telefonata, non so chi fosse ma mi è sembrata la voce femminile» Temari si fece interessata «Non ho idea di cosa parlavano ma mi ha dato l'impressione che fosse piuttosto segreto»

«Che hanno detto?»

«Itachi ha parlato di un lavoro, non so, mi dava l'idea di qualcosa di losco»

«Ecco perché ti dico che devi stargli lontana!» Esclamò Temari.

«Con me lui è gentile, la cosa che mi preoccupa è che sia ficcato in qualche brutto affare. Ho deciso che chiederò a Sasuke, lui deve sapere di cosa si tratta, dopotutto è suo fratello!»

«E nel frattempo starai lontana da Itachi»

«Ti ho detto che il problema non è lui!»

«Ti devo rivelare una cosa: una notte ho visto Itachi e i suoi amici, compresi Hidan e Deidara uscire di nascosto. Sono saliti su un camion e se ne son andati, non ho idea di dove ma anche io avevo sentito parlare quei due. Per questo ti dico che sono pericolosi, non credo che siano andati a una semplice festicciola» Sakura annuì, capiva molto bene, erano le stesse sensazioni che aveva anche lei ma Itachi non era un cattivo ragazzo, l'aveva aiutata e ormai lo conosceva.

«Dovremmo parlarne alle altre» Disse. Temari scosse la testa.

«No, non è il caso, non voglio metterle nei guai»

«Ma vuoi scoprire cosa c'è sotto, giusto?» La bionda si mordicchiò il labbro. Voleva saperlo, certo, era la parte impulsiva di lei che la spingeva a farlo mentre quella ragionevole bhè... era tutt'altra cosa. Come se avesse avuto due voci in testa di cui una le ordinava di lasciar perdere, che sarebbe stato pericoloso, che era meglio stare lontana da quel gruppo di malati di mente. Come ogni volta però prevalse l'istinto.

«Daccordo allora, vedremo di scoprire cosa c'è sotto!»

«Perfetto, allora ne parleremo con le altre, intanto io cercherò di scoprire qualcosa da Sasuke»

 

 

 

 

 

 

Angolo dell'autrice: imperdonabile!!!! Mai stata così in ritardo :$ Ma per farmi perdonare pubblicherò un altro capitolo lunedì così mi rimetto in careggiata ;) Prima di tutto auguro, seppur con graaande ritardo BUON NATALE a tutti quanti, spero l'abbiate passato bene :)

Scusate davvero per il ritardo della pubblicazione, non so nemmeno io com'è potuto succedere!! Comunque ora che ho un po' di giorni di vacanza mi tirerò avanti con i capitoli così speriamo di riuscire ad essere un po' più puntuale ^_^ Spero che il capitolo vi sia piaciuto, Temari è rimasta davvero 0_0 sconvolta da quello che può accadere quando girano troppo le voci, Ino d'ora in poi dovrà stare attenta ogni volta che andrà a dormire, non si sa mai che la sua dolcissima amica non nasconda un pugnale sotto il cuscino :P Un abbraccio a tutti,

Kit

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Capitolo 19
*** Squadra-detective ***


Squadra-detective

 

Si erano riunite come Sakura aveva voluto e se per Temari non erano altro che un gruppo di disperate, TenTen, dopo quella nuova serie di notizie le aveva etichettate come squadra-detective. Ino aprì il quaderno color biscotto e fece uno schema riassuntivo di quello che era successo.

«Non so se è bene scriverci queste cose» Mormorò Hinata rivelandosi la più saggia del gruppo «Qualcuno potrebbe leggerlo»

«E perché mai? Questo sembra un quaderno come tanti altri, l'importante è non lasciarlo in giro ma noi siamo persone intelligenti e non lo faremo» Alle parole di Ino Temari arrossì. Proprio vero: loro erano persone intelligenti e non l'avrebbero lasciato in giro, soprattutto lei. Fiera della propria opera artistica Ino mostrò il quaderno.

«Qual è la nostra prossima mossa?» Chiese TenTen a quel punto.

«Avvertiamo la preside» Rispose Hinata di nuovo saggiamente.

«Probabilmente lo sa già ma non fa niente» Replicò Temari con calma.

«Investigheremo per conto nostro» Decise Ino «La prossima volta che usciranno li seguiremo»

«Uhm... loro hanno un camioncino e noi siamo a piedi, a meno che tu non possegga una super velocità non vedo come potresti stargli dietro» Fece notare la rosa dubbiosa di un piano così poco promettente.

«Qualcuno ha una macchina?» Chiese allora la biondina. Le altre scossero la testa «Riformulo la domanda: qualcuno conosce qualcuno che abbia una macchina da prestarci?»

«Sasuke ce l'ha» Disse Sakura «Ma dubito ce la presterà, è così antipatico»

«Altri?» Chiese allora Ino.

«Neji» Disse TenTen «Ma nemmeno lui ce la presterà, almeno non credo»

«Allora faremo così: gliela prenderemo in prestito senza dirglielo» Decise Ino. Temari la fissò incredula, ma che le passava per la testa?

«Lo sai che rubare va contro la legge?»

«E tu conosci la differenza tra rubare e prendere in prestito?» Chiese Ino allora. Temari incrociò le braccia assumendo un'espressione saccente e recitò come a memoria:

«Rubare significa prendere di nascosto qualcosa che è di altri, sottrarlo illecitamente; prendere in prestito invece si fa quando chiedi e poi se sei autorizzato prendi»

«Daccordo signorina “ho imparato il vocabolario a memoria”, Vorrà dire che lo ruberemo e poi lo restituiremo, in fondo l'importante è non essere scoperti ma chi vuoi che vada in giro in macchina a quell'ora di notte?» Fece Ino.

«Non lo so, forse un sonnambulo?» Chiese Temari sarcastica alquanto seccata per tutte le idee strampalate che quelle quattro riuscivano ad avere nell'arco di due minuti.

«Un sonnambulo non si mette a guidare!» Ribattè Ino.

«Non litigate ragazze» Intervenne Sakura «Cerchiamo di andare daccordo fra di noi. Nemmeno a me sembra una buona idea rubare un'automobile, ma in effetti è l'unica possibilità che abbiamo»

«Quindi è deciso!» Esclamò Ino contenta annotando anche quello sul quaderno: furto di auto a Neji o a Sasuke. Non restava che decidere quando mettere in atto il piano e soprattutto come metterlo in atto. Rubare un'automobile non era mica cosa da poco ma TenTen disse che Temari era bravissima in quelle cose.

«Benissimo, vorrà dire che ci penserai tu» Accordò Ino che a quanto pareva si era autoeletta capo della loro bislacca combriccola.

«Non sono brava in queste cose, TenTen, che cosa dici?» Temari si stava nuovamente arrabbiando, i suoi nervi non avrebbero retto ancora per molto.

«Tu hai rubato le chiavi a Neji»

«Shikamaru le ha prese, non io» Precisò lei. Ma perché dovevano farla passare per una criminale? Ino allora, anima buona e altruista le disse che ci avrebbero pensato insieme, proprio un bel modo per tranquillizzarla... Temari si era già pentita di averle messe in mezzo, lei da sola sarebbe anche riuscita a cavarsela senza intoppi ma con quelle quattro era già un miracolo se riuscivano ad uscire dal college senza essere viste da nessuno.

«Prima di rubare l'auto dobbiamo scoprire quando Hidan e il suo gruppo hanno intenzione di uscire di nuovo» Disse Ino segnando in rosso i nomi dei ragazzi sul quaderno e collegandoli con una freccia alla scritta “pericolo” seguita da tre punti esclamativi ciascuno con una stellina al posto del puntino. Temari si trattenne dal farle notare, per l'ennesima volta da quando l'aveva conosciuta, che era un po' cresciuta per disegnini simili.

«Ma secondo voi cosa fanno?» Chiese TenTen.

«Molto bene, facciamo delle ipotesi!» Esclamò Ino pienamente immersa nello spirito da detective «Secondo me sono dei serial killer» Cominciò.

A quelle parole Hinata impallidì.

«La solita esagerata» Fece Sakura «Saranno dei ladri»

«Che idea poco emozionante» Commentò Ino «E poi non possono essere semplici ladri visto quello che Temari ha sentito dire loro»

«Parlavano di un uomo» Spiegò la bionda pensierosa «Hanno detto che non gli sarebbe fuggito. Bhè, non penso volessero solo rapinarlo» Mentre Temari parlava Ino prendeva appunti come una forsennata, quel quaderno si stava trasformando in una cosa davvero poco innocente «Comunque non ho sentito di omicidi ultimamente, se lo avessero fatto fuori i giornali ne avrebbero parlato»

«Io ho letto di un suicidio» Mormorò Hinata timidamente e anche un po' spaventata «Un uomo si è buttato sotto un treno nel cuore della notte però dicono che non avesse motivo per farlo» Abbassò lo sguardo «Forse non c'entra»

«Ma forse sì, come si chiamava quell'uomo?» Chiese Temari.

«Non... non ricordo»

«Ripesca quell'articolo Hinata, devo sapere giorno e ora precisa» La corvina annuì timorosa, ma solo a lei quella storia non piaceva per niente? Ino intanto continuava a prendere appunti.

«Immaginatevi cosa succederebbe se finisse in mano a Hidan» Scherzò TenTen facendole rabbrividire tutte quante. Temari fu la prima a riscuotersi:

«Hidan non è interessato a un quaderno di appunti» Disse «E neanche i suoi amici» Ino annuì.

«Giusto. Guardate qua» Mostrò ciò che aveva scritto: “potenziali serial killer? Ladruncoli da quattro soldi? Spie dell'FBI?”

«Ino, non è una sit-com» Disse Sakura «È una cosa seria, potremmo anche finire nei guai, Hinata non guardarmi così, in fondo è vero, accettando di fare questa cosa mi pare ovvio quindi sarebbe meglio che chi non se la sente lo dica subito. Lo dico per tutte e non è una cosa di cui vergognarsi» Probabilmente sarebbe stata la scelta più saggia da prendere. Nessuna di loro però si alzò, nemmeno Hinata.

«Allora è deciso e ora giuriamo» Disse Ino «Giuriamo che nessuna di noi racconterà ad altri di questa faccenda se non c'è un accordo unitario»

«Parli per te, vero?» Chiese Temari «Sei tu che vai a dire in giro le cose»

«Ancora per quella faccenda? Credevo fosse acqua passata ormai»

«Non lo possiamo dire a nessuno nessuno?» Chiese TenTen.

«Assolutamente no» Rispose Ino. Se volevano farlo dovevano essere tutte daccordo. Così promisero e si strinsero la mano per siglare il patto.

 

 

 

Passò qualche giorno, a breve sarebbero iniziate le vacanze invernali e le ragazze non avevano ancora messo in atto il loro piano. Tenevano d'occhio il gruppo costantemente sperando di sentire una parola di troppo che avrebbe potuto farle scattare ma nulla. Non avevano scoperto molto nemmeno sull'uomo che si era suicidato, vero che era accaduto la stessa notte in cui i ragazzi erano usciti e vero che sul giornale c'era scritto che non aveva avuto motivi per uccidersi, nessuna depressione, nessun problema in famiglia, niente che potesse far presagire un atto così estremo. Si chiamava Izumo Kamizuki ed era un uomo nella media o così era scritto sui giornali. Temari non sapeva cosa pensare e per il momento aveva accantonato la questione.

«Il freddo è arrivato tutto di botto» Si lamentò la Yamanaka «Io detesto infagottarmi nel bomber, mi fa tre volte più grande di quello che sono» Sbuffò e una nuvoletta di aria condensata le uscì dalla bocca «Per di più con l'umidità i capelli non stanno in nessun modo»

«Hai proprio ragione Ino, questi sono i problemi della vita» Fece Temari sarcastica.

«Cosa farai per le vacanze Tem? Dopodomani si torna a casa»

«Non ho programmi» Mai parole furono tanto fatali, la Yamanaka sorrise.

«Davvero? Io e le altre avevamo pensato di andare a sciare tutte assieme»

«Tu sai sciare?»

«No in realtà ma sarebbe bello passare le vacanze insieme. Mio zio ha una casa in montagna, sarebbe una fantastica idea, non pensi?» Chiese Ino con gli occhi che luccicavano. Temari scosse la testa.

«Non è per niente una bella idea»

«Lo so che il natale si passa con la famiglia, infatti pensavo di andare là per il 26 e restarci fino a capodanno. Ci pensi? Festeggeremo l'arrivo dell'anno nuovo insieme!» Era disgustosamente estasiata.

Era da tanto che Temari non festeggiava il capodanno. In realtà non festeggiava da tempo nemmeno il natale o la pasqua o un compleanno. A dirla tutta non ricordava nemmeno cos'era un festeggiamento di questo genere, forse non l'aveva nemmeno mai fatto. Ino congiunse le mani supplichevole.

«Che ne dici?» Che domande erano? La risposta era no. Sapeva però che non si sarebbe accontentata di un “non ne ho voglia” come risposta.

«Devo stare con i miei fratelli visto che è da un po' che non li vedo...» Buttò lì sicura che non ci potesse essere possibilità di replica a quello. E invece Ino la sorprese ancora:

«Invita anche loro!» Temari per poco non si mise a ridere a immaginarsi i suoi fratelli in mezzo a quelle oche «Non sapevo che avessi fratelli» Continuò Ino «Non parli mai di te. Quanti anni hanno?»

«Sono più piccoli, Kankuro ha un anno meno di me, Gaara due»

«Sono carini?» Chiese Ino. Temari corrugò la fronte:

«Che domande mi fai? Sono i miei fratelli»

«Hai una loro foto?»

«No» Rispose Temari.

«I tuoi invece?» Domandò Ino. Temari iniziò ad irritarsi, era sempre così quando doveva parlare di sé, non le piaceva, la faceva sentire diversa in un certo senso.

«Si sta facendo tardi e dovrei andare a prendere un libro in biblioteca prima che la vecchia chiuda» Disse e tornò in fretta dentro sapendo di aver lasciato l'amica più confusa che mai. E comunque non voleva andare con loro in vacanza, già doveva sopportarle tutto l'anno, almeno a natale voleva starsene per conto proprio. Aveva bisogno di disintossicarsi di tutte le cretinate che le mettevano in testa. Non sapeva però che quando Ino Yamanaka si metteva in testa una cosa allora quella cosa sarebbe stata e non sapeva che la biondina aveva già pensato a come incastrarla per benino.

Raggiunse la biblioteca proprio mentre la vecchia bibliotecaria stava chiudendo la porta.

«Un attimo, mi scusi, devo prendere un libro»

«Troppo tardi, ho il treno fra 20 minuti, non posso aspettare» Ribattè la vecchia acidamente.

«Solo 5 minuti, un minuto» Scongiurò Temari. Su cosa studiava poi?

«Se ti interessava tanto potevi venire prima!»

«Mancano ancora 5 minuti!»

«E mi stai facedo perdere tempo»

«Se invece di stare a parlare mi desse il libro sarebbe già libera di andare!» Sbottò allora Temari.

«Se il libro ti interessava davvero saresti dovuta venire a prenderlo prima! Facile piagnucolare ora, tanto non riapro, puoi metterti a strillare e continuare a lamentarti finché vuoi ma quella porta rimarrà chiusa fino al mio ritorno!» Detto ciò se ne andò.

“Vecchia bisbetica” Pensò Temari irritata. Era tutta colpa di Ino però che l'aveva trattenuta. Si voltò e si ritrovò davanti Hinata, sobbalzò involontariamente.

«Che fai qua?»

«Fuggivo» Rispose lei pacatamente.

«Da cosa?»

«Da Naruto»

«Perché?»

«Sono caduta davanti a lui» Hinata rossa in volto le disse che era scivolata su una pozzanghera ghiacciata.

 

Adorava quel ragazzo, lo adorava perché era bello da impazzire, perchè i suoi occhi erano più luminosi del sole, per la sua spensieratezza contagiosa e per il suo sorriso che avrebbe sciolto ogni cuore. Non era mai stata innamorata prima d'ora ma ora poteva dirlo con certezza: Naruto era tutto per lei. Anche se doveva accontentarsi di guardarlo da lontano. Era rassegnata, a lui piaceva Sakura, non era la fine del mondo anche se la faceva soffrire come un cane. Però le poche volte che le parlava era sempre molto gentile con lei, le sorrideva sempre. Persa com'era in quei pensieri non badò a dove metteva i piedi e scivolò su una lastra ghiacciata finendo a terra con un tonfo. Per fortuna che non c'era nessuno lì intorno...

«Hinata!» Altro che fortuna... Si voltò e vide Naruto correre verso di lei. Panico, imbarazzo e agitazione la assalirono tutti in una volta e così fece l'unica cosa che le venne in mente in quel momento: si alzò e scappò via dentro l'edificio mentre Naruto si fermava a guardarla perplesso.

«Hinata!» La richiamò ma lei continuò a correre fiché non vide Temari.

 

«Insomma... sei scappata» Fece Temari ridacchiando.

«Come al solito» Mormorò Hinata sconfortata. Naruto doveva pensare davvero male di lei. Temari si mise a ridere senza ritegno.

«Immagino la scena!» Esclamò mentre la corvina arrossiva di nuovo «Non prendertela, mi hai fatto tornare il bun umore e ti dirò che non sono in molti a riuscirci quando sono incazzata nera» Hinata sorrise leggermente anche se il pensiero della figuraccia bruciava ancora molto. Temari cercò di tranquillizzarla, non era la fine del mondo essere scivolati, va bene che poi scappando aveva peggiorato la cosa ma non credeva che Naruto l'avrebbe etichettata eternamente come “la ragazza più imbranata del secolo”, insomma, era imbranato pure lui! «La prossima volta ridici sopra, va bene?» Le disse e Hinata annuì:

«Ci... ci proverò» Squittì. In quel momento arrivò Naruto e Hinata si sentì svenire. Guardò Temari disperata e la bionda si sforzò con tutta sé stessa di rimanere seria. Intanto il ragazzo chiese a Hinata se stesse bene.

«S... sì, grazie...» Balbettò la corvina tenendo lo sguardo fisso a terra. Naruto però, che di intelligenza ne aveva ben poca continuò:

«Perché sei scappata in quel modo? Sembrava tu avessi visto un fantasma!» Esclamò ridacchiando come un scemo. Temari alzò gli occhi al cielo, quel ragazzo rappresentava perfettamente una delle due categorie degli uomini: quella degli idioti. L'altra era quella degli animali come Hidan e lei non sapeva proprio dire quale delle due fosse peggio.

«Naruto, perchè non accompagni Hinata in infermeria? Si è fatta male al braccio cadendo» Hinata la guardò allarmata ma Temari continuò «Avresti anche potuto aiutarla prima»

«Ma io stavo per farlo solo che...»

«Il fatto è che voi uomini siete lenti nell'agire» Lo interruppe Temari «Accompagnala, non vedi che ha la faccia di chi sta per svenire da un momento all'altro? E se lasci che cada di nuovo come prima te la vedrai con me, ti avverto» Dopo quelle parole Naruto era più confuso che mai ma si sentiva pure tremendamente in colpa. Accompagnò Hinata in infermeria chiedendole continuamente se stesse bene e dove aveva male, si offrì perfino di portarla in braccio ma lei, seppur a malincuore, declinò l'offerta ringraziandolo. Quella fu probabilmente la prima volta in cui Naruto si interessò un po' a lei e Hinata ne fu così felice che continuò la farsa del braccio che le faceva male anche con l'infermiera. Naruto rimase lì con lei mentre si metteva del ghiaccio sulla parte “dolente” e chiacchierarono un bel po'.

«Io vivo con i genitori di Sasuke, mi hanno “adottato”, sono davvero delle brave persone e mi chiedo da chi abbia ereditato Sasuke quel caratteraccio che si ritrova! A volte è davvero insopportabile, vuole sempre averla vinta su tutto e non sa accettare la sconfitta» Hinata lo ascoltava rapita senza togliergli gli occhi di dosso, manco le sue parole fossero oro colato. Era ciò che aveva sempre sognato. «Raccontami un po' di te ora» Disse lui dopo un lungo monologo. La ragazza cercò di farsi coraggio:

«E... ecco, non... non c'è molto da dire... vivo con mio padre e mia sorella e... bhè... nient'altro»

«Tua madre?»

«È morta quando ero piccola»

«Mi dispiace tanto» Disse lui improvvisamente serio.

«Oh ma è passato ormai... insomma, a volte sono ancora un po' triste ma sto bene» Non era esattamente vero, sua madre le mancava molto e suo padre non era mai riuscito a colmare quel vuoto, sembrava che nemmeno ci avesse provato, a dire il vero.

«Io non ho mai conosciuto i miei, sono morti in un incidente stradale, c'ero anche io in macchina e mi sono salvato per miracolo»

«Mi dispiace per i tuoi» Mormorò Hinata tristemente. Come poteva un ragazzo così solare avere un passato così triste alle spalle? Ma il suo sorriso riempiva di speranze anche lei, speranze che forse, un giorno, sarebbe riuscita ad essere felice anche lei.

 

 

 

 

 

Angolo dell'autrice: come promesso sono riuscita ad aggiornare!!! :) :)

Prima che mi dimentichi c'è una precisazione che devo fare e riguarda le età dei Sabaku. Mi sono ritrovata infatti un po' in difficoltà perché Temari sarebbe più grande degli altri ma qui ha la stessa età di Shikamaru e company. Però non potevo fare i suoi fratelli tanto più piccoli, ero perfino indecisa di far diventare Kankuro più grande di lei (ma non so se avreste apprezzato XD). Così ho deciso di metterli in scala. Non mi piace neppure così a dire il vero ma pazienza, non vedo altre soluzioni XD

Non pensavo che questa storia potesse piacere a così tanti di voi, siete tutti fin troppo buoni :) I prossimi 2 capitoli parleranno delle vacanze quindi ci sarà questo breve stacco dalla storia principale (non uccidetemi XD). E poi ci avvieremo verso la fine, resistete acora un po' XD, un abbraccio a tutti e BUON ANNO NUOVO!!

Kit :)

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Capitolo 20
*** Natale e sorprese! ***


Natale e sorprese!

 

L'aria di vacanze non le era mai piaciuta come quella volta. Temari trascinò le due valigie fuori dal vagone del treno appena arrivato nella sua città. Kankuro aveva detto che sarebbe venuto a prenderla ma non lo vide. Seccata per quel piccolo intoppo si incamminò da sola, dopo un attimo si sentì chiamare:

«Tem!» Si voltò e sorrise, eccolo lì il ritardatario. Suo fratello, un ragazzo poco più alto di lei con i capelli castani e un fisico che la maggior parte delle ragazze considerava mozzafiato le si avvicinò: «Ben tornata!» Non l'abbracciò ma non si scambiavano mai gesti d'affetto come quello. Le prese le borse «Quanto cavolo pesano?»

«Tutti muscoli inutili i tuoi, tanta fatica in palestra per niente alla fine» Lo prese in giro Temari in tono scherzoso. «Qui a casa come procede?» Chiese poi cambiando argomento.

«Al solito. Ma queste vacanze saranno migliori delle precedenti»

«Quali precedenti? Non abbiamo mai festeggiato il natale»

«Papà non c'è» Spiegò il ragazzo «Abbiamo casa libera da dopo il 26» Temari sentì una punta di sollievo ma le venne un sospetto:

«Mica hai intenzioni strane, vero? Feste o cose del genere: l'ultima volta che ci hai provato è finita male»

«Niente feste, ma almeno staremo meglio senza di lui fra i piedi, no?» Salirono in macchina e Kankuro sistemò le valigie nel bagagliaio. Temari intanto accese il riscaldamento. Forse suo fratello aveva ragione, quest'anno sarebbe andata meglio anche se meglio per loro non significava certo festeggiamenti o scambi di regali. Comunque a lei non era mai importato molto, il natale era una festa puramente commerciale che aveva perso ogni significato.

«Dov'è che va nostro padre?»

«Non so, comunque è per lavoro. È l'unica cosa che ci ha detto, sai, lui non parla molto» Ovvio che lo sapeva, ci aveva convissuto per 20 anni dopotutto! Era sempre stato un uomo molto severo, insensibile verso le necessità dei figli e non aveva mai dimostrato di provare nemmeno un minimo di affetto verso di loro. Non stava spesso in casa per impegni di lavoro ma quando c'era era da schifo: irrompeva il silenzio, a cena non si poteva dire una parola che era sempre pronto con le sue risposte taglienti, aveva sempre un motivo per prendersela con loro. Non si ricordava mai dei loro compleanni, non gli aveva mai fatto un regalo e non aveva mai permesso loro di divertirsi. Il natale, la pasqua, capodanno e altre giornate simili le avevano sempre passate in casa nella tensione più totale.

«È già partito o è ancora a casa?»

«Parte dopodomani» Rispose Kankuro. Rimasero un po' in silenzio e poi Kankuro le chiese com'era il college «Ammettilo, quanti cuori hai spezzato?»

«E piantala! Comunque ho conosciuto delle persone a dir poco insopportabili» Gli raccontò delle amiche e finì con il parlargli anche di Hidan. Con Kankuro aveva un rapporto aperto, non gli aveva mai tenuto nascosto niente.

«Quasi quasi faccio un salto là e gli do una lezione» Le disse non appena seppe che Hidan aveva cercato di farle del male «Possibile che vai a ficcarti sempre in 'ste situazioni del cavolo?» Era sempre stato protettivo nei suoi confronti, a volte in modo quasi insopportabile.

«Quando mai? Non è colpa mia se attiro gli uomini, non vado mica in giro tutta tirata per farlo apposta!»

Arrivarono a casa e non appena parcheggiarono l'auto in garage tacquero, tutta l'allegrezza del loro incontro si disperse di colpo lasciando posto ad un'improvvisa tensione. Era sempre così, non lo facevano apposta ma era come se quel posto emanasse un'aurea negativa da cui loro non sapevano difendersi. Temari prese due respiri profondi prima di entrare in casa. Non c'era nulla di cui preoccuparsi, probabilmente suo padre non sarebbe nemmeno venuto a salutarla. Entrarono, il corridoio freddo e buio aumentò quel vago senso di inquietudine che ormai era diventato come familiare per loro. Casa sua sembrava più un mausoleo che una casa vera e propria, era fredda, grande e silenziosa. Gaara, l'altro suo fratello venne a salutarla.

«Ciao Temari» Aveva i capelli rossi e lo sguardo di ghiaccio ma era solo apparenza. In realtà aveva davvero un cuore d'oro. Era sempre stato quello che aveva sofferto di più per quella situazione in famiglia e lei, doveva ammetterlo, non era mai riuscita a fare molto per aiutarlo. C'era stato addirittura un periodo in cui faceva finta che non esistessero, Kankuro e Gaara, come del resto loro facevano con lei. Ognuno stava per le sue e Temari ricordava bene quei giorni in completa solitudine. Poi le cose erano cambiate e adesso con i fratelli aveva un bellissimo rapporto, si pentiva però di non essere stata una brava sorella maggiore ma ormai era tardi per pensarci.

«Ciao Gaara, tutto bene?» Lui annuì.

«Tu?»

«Anche io, ho saputo la bella notizia» Gaara corrugò la fronte interrogativo «Papà se ne va» Il rosso sorrise:

«Già e Kankuro vuole approfittarne» La bionda si voltò verso il castano:

«Avevi detto di no!» Esclamò in tono di rimprovero. Lui sbuffò seccato:

«Lo so, lo so e infatti non faremo proprio niente, con voi due attorno è impossibile!» Temari salì in camera e il cellulare le vibrò nella tasca. Era Ino, ma possibile che non riuscisse a vivere senza di lei? Pazzesco! Spense il cellulare senza rispondere ma la prese una strana malinconia. L'allegro chiacchiericcio delle amiche, il calore della sua stanza al college, il fantomatico quaderno color biscotto con i loro segreti più reconditi... che le mancassero? No, non era possibile, non se ne parlava proprio! Prese dalla valigia il quaderno e lo aprì. “Che cosa stupida” Pensò guardando la pagina dove Ino le aveva scritto “buon natale” a lettere cubitali. Aveva seri problemi quella ragazza.

«Tem, ti sei già rinchiusa nella tua stanza appena arrivata?» Chiese Kankuro entrando seguito da Gaara.

«Le valigie non si svuotano da sole» Fece notare lei.

«Buon natale a chi?» Chiese Gaara leggendo la scritta di Ino e lei chiuse il quaderno con un colpo secco.

«A nessuno, solo scarabocchi»

«Temari ha un diario segreto!» Esclamò Kankuro «Hai un diario segreto comme le ragazzine, fammi vedere, da qua!» Cercò di prenderlo ma lei lo tenne ben lontana. Gaara li fissò rassegnato aspettando però il momento buono per intervenire. Temari si mise il quaderno sotto il sedere in modo che il fratello non lo prendesse.

«Eh no sorellina, ora sono ancora più curioso, forza, da qua!» Disse Kankuro ancora più deciso e la tirò in piedi mentre lei protestava e cercava di dargli dei calci. Gaara ne approfittò e prese il quaderno.

«Traditore!» Sbottò Temari ma senza rabbia. Tanto sapeva che alla fine glielo avrebbe mostrato comunque. E sì che aveva promesso a Ino di non farlo. Gaara però non lo aprì e glielo restituì.

«Uff, dovevi allearti con me» Si lamentò Kankuro ma non insistette più. Temari mise il quaderno in un cassetto della scrivania.

«Guai a voi se cercate di prenderlo!» Li avvertì sapendo comunque che non l'avrebbero fatto. Su quello non si poteva dire nulla, erano sempre stati rispettosi della sua privacy. Sorrise involontariamente pensando che aveva dei fratelli davvero meravigliosi. Kankuro la guardò con un cipiglio alzato:

«E ora che hai da ridacchiare?»

«Nulla nulla»

«L'aria del college ti fa male, sei strana» Su quel punto Kankuro aveva ragione, il college era malsano ma lei non era affatto strana!

 

 

L'ora di cena arrivò in fretta e Temari scese in sala da pranzo con un ormai famigliare senso di freddezza che aveva ogni volta che incrociava suo padre. Gli altri erano già seduti a tavola e stavano mangiando nel silenzio più tetro.

«Sei in ritardo» Non “bentornata” non “come te la sei passata al college”, no. Sei in ritardo. Ma non se ne stupì molto conoscendolo ormai abbastanza bene. Si sedette prestando attenzione a non far rumore nello spostare la sedia.

«Mi stavo lavando» Rispose con la freddezza che gli riservava sempre. La stessa freddezza con cui lui si rivolgeva a loro. Non era mai stato un buon padre, non ci aveva mai nemmeno provato. Temari non ricordava un solo momento bello con lui. Formale, distaccato, gelido, erano queste le parole che meglio lo definivano. Le uniche volte in cui gli aveva visto cambiare espressione era nei momenti di rabbia. Pretendeva molto da loro, non c'era però mai verso che fosse soddisfatto dei risultati raggiunti, neanche se questi fossero stati il massimo. Di conseguenza non c'era mai stata una parola di elogio, mai un sorriso che dicesse “sono fiero di te”. E se sbagliavi in qualcosa o i risultati che avevi non lo soddisfavano abbastanza allora te la faceva pesare. Non che li picchiasse, non aveva mai alzato un dito su di loro ma bastava lo sguardo per farti tremare da capo a piedi. E Temari poteva dire con sicurezza che lui era l'unico davanti a cui aveva davvero paura. Forse era insensato, non sapeva dirlo ma non poteva fare a meno che quella sensazione di terrore la invadesse ogni qualvolta sapeva di aver fatto qualcosa che a lui non sarebbe piaciuto. Anche per questo si era sempre impegnata al massimo in tutto ciò che faceva.

«Come ti trovi al college?» Le chiese d'un tratto ma dal suo tono distaccato lei intuì che non gli importava davvero saperlo.

«Tutto bene» Temari abbassò lo sguardo sul piatto cercando di concentrarsi su quello per allontanare almeno un po' la tensione che le attanagliava le viscere. Era zuppa di pesce tra cui calamari e polpi, due cibi che detestava. Ciò le fece ricordare una cosa successa quando era piccola: stessa zuppa. Non ne voleva sapere di mangiare e suo padre stranamente non aveva detto niente. Ricordava bene la soddisfazione di quella sera per essere riuscita per la prima volta a vincere contro di lui. Non sarebbe però stata tanto contenta se avesse saputo cosa la aspettava dopo: per tutto il mese seguente suo padre le aveva presentato, colazione, pranzo e cena la stessa zuppa. Trenta giorni in cui lei aveva perso la metà dei chili che aveva; certo, aveva dovuto mangiarla per forza, la fame era fame ma da quella volta non aveva più protestato. Ingoiò una cucchiaiata di quella brodaglia che ancora la disgustava. Di sicuro suo padre non si ricordava più di quell'avvenimento ma a lei era ancora bene impresso nella memoria.

«I tuoi fratelli ti hanno già informata che quest'anno sarò via per motivi di lavoro?»

«Sì, me l'hanno accennato»

«Bene. Sapete quali sono le regole mi pare» Temari si limitò ad annuire. Quando la cena finì, non si dissero altro, la ragazza andò a rifugiarsi in camera. Ino l'aveva chiamata cinque volte al cellulare e le aveva anche mandato un bel po' di messaggi. Non li lesse nemmeno e spense il telefonino in modo da non essere più disturbata. Passò il resto della serata a studiare o perlomeno a cercare di farlo. Si sentiva strana, come se sentisse che le mancava qualcosa. Non le era mai capitato prima.

 

 

Il giorno di natale arrivò in fretta. Non che fosse un giorno diverso dagli altri, nelle altre case forse sì ma la loro era sempre la stessa di sempre. Niente addobbi, niente albero, niente lucine colorate, niente canzoni allegre. Temari si distese sul letto e aprì sopra di sé il quaderno color biscotto. Non si ricordava che potesse annoiarsi tanto a casa, vero che non aveva mai avuto molto da fare ma di solito passava il tempo sui libri o faceva una bella corsa all'aria aperta. Ora, correre non poteva visto che aveva anche nevicato e di studiare non ne aveva proprio voglia. Le venne da pensare che al college non aveva di questi problemi, era sempre in compagnia, le sue amiche trovavano sempre il modo si passare il tempo anche per lei. Cambiò posizione mettendosi a pancia in giù e sfogliò il quaderno con una strana malinconia. La scrittura di Ino era la più bella e ordinata di tutte, sui suoi disegni senza senso però era meglio stendere un velo pietoso; quella di TenTen era piccola ma aggraziata, Hinata aveva invece una scrittura dal tratto leggero come se la ragazza non volesse farsi sentire nemmeno lì. Sakura era disordinata, difficile da capire, il tratto marcato rispecchiava una personalità forte e sicura. “Sto psicanalizzando modi di scrivere?» Si chiese Temari allucinata. Per passare un po' il tempo mise qualche voto nelle apposite caselle sui ragazzi correggendo alcuni che aveva già messo.

«Hidan: voto meno uno» Disse a voce alta «Shikamaru: voto zero» E poi vicino scrisse «Seccante, bradipo, flaccido e mezzo addormentato» Soddisfatta passò al prossimo. Non aveva mai fatto caso a quanto fosse piacevole giudicare gli altri in quel modo «Naruto: voto 2, cretino di turno» Disse scrivendo «Neji Hyuga voto 2: iceberg indistruttibile. RockLee voto meno otto per sentito dire, non lo voglio conoscere»

«Tem, che stai facendo?» Arrossì colta in flagrante.

«Io stavo solo studiando un po', sai com'è, mi piace prendermi per tempo»

«Ah» Kankuro lanciò un'occhiatina al quaderno «Va bene, allora ti lascio al tuo studio...» Uscì chiudendo la porta e Temari premette il volto contro il cuscino. Ma cosa cavolo le stava succedendo? Chiuse il quaderno e si mise a studiare veramente, si fermò molto più tardi, era quasi mezzanotte. Con un moto di sollievo per essere riuscita a non pensare più a quanto fossero belli i suoi natali guardò le lancette dell'orologio tichettare sempre più vicine allo scoccare dell'ora. “Buon natale Temari” Pensò dando l'ultimo saluto a quella noiosa giornata, più triste però delle altre. A mezzanotte chiuse il liro con un colpo secco. Ecco, il natale era passato anche per quell'anno. Nessuno le aveva fatto gli auguri. “Forse Ino si” Pensò guardando il cassetto della scrivania in cui il cellulare giaceva spento. Forse avrebbe dovuto controllare. Ma sapeva che l'avrebbe soltanto infastidita un augurio dell'amica o di chiunque altro. Buon natale cosa? Non c'era nessun buon natale!

 

 

 

Qualche giorno dopo l'atmosfera in casa si rilassò un poco, merito della partenza di loro padre. Seduta accanto al fuoco in salotto Temari sentì le voci dei fratelli provenire dal piano di sopra.

«So che lo hai preso tu!» Questo era Kankuro, il tono di voce era particolarmente irato. Non sentì la risposta di Gaara in quanto questo aveva un tono piuttosto basso ed era raro che urlasse. «Non sono stupide bambole, sono la mia collezione!!! Sai cos'è una collezione?» Sbottò Kankuro.

«VOLETE FARE SILENZIO?» Gridò Temari esasperata. Kankuro scese le scale seguito dal fratello.

«Che succede?» Chiese loro.

«Gaara ha preso uno dei miei burattini» Rispose Kankuro.

«Mi dici cosa dovrei farmene delle tue bambole scusa?» Fece il rosso però con un sorrisetto furbo. Temari alzò gli occhi al cielo:

«Ancora con quelle bambole Kankuro? Ma non sei un po' cresciuto?» Lo prese in giro.

«È la mia collezione, sai cos'è una collezione? E comunque non sono bambole ma burattini, non ci gioco mica!»

«Ti manca una presenza femminile, credimi» Disse Gaara e Temari si mise a ridere di gusto.

«Parla quello che non ha mai nemmeno parlato con una donna!» Sbottò il castano infastidito.

«Ehi, e io cosa sono scusa?» Chiese Temari.

«Tu non conti, sei nostra sorella» Suonò il campanello.

«Va ad aprire Kankuro» Ordinò la bionda.

«Va ad aprire Gaara» Disse Kankuro di rimando.

«Va ad aprire Temari»

«Certo che siete degli sfaticati! Kankuro, muovi il culo e vai!» Il ragazzo seccato andò alla porta. Temari intanto chiese a Gaara se avesse preso lui il burattino.

«Giuro di no ma so dov'è, non è colpa mia se Kankuro ha la camera che è un cesso e le cose non si trovano. Prova a suggerirgli di guardare sotto al termosifone» In quel momento Kankuro la chiamò. Temari non aveva alcuna intenzione di alzarsi, stava comoda lì, vicino al fuoco. Allora lui tornò in salotto:

«Ehi Tem, c'è una bella gnocca che chiede di te assieme a due tipi strani»

«Non li conosco, mandali via» Rispose lei svogliatamente. Ma chi cavolo doveva rompere in giorno di vacanze? Si costrinse ad alzarsi, seccata, e andò alla porta pronta a mandare via lei stessa quei scocciatori a calci. I fratelli la seguirono curiosi. La bella gnocca altri non era che Ino, le venne quasi un infarto a vedersela lì, sulla porta di casa. I tizi strani invece erano Naruto e Sasuke.

«Temari Sabaku!» Sbottò la biondina inviperita «Che fine ha fatto il tuo cellulare, eh?»

«Rotto, mi è caduto nel water e da allora non ha più dato segni di vita» Ino la squadrò cercando di capire se stesse mentendo o meno ma alla fine optò per lasciare perdere e l'abbracciò di colpo.

«Allora tanti auguri Tem, e questi...?»

«I miei fratelli»

«Non mi avevi detto di avere dei fratelli tanto fighi» A quelle parole Kankuro sorrise compiaciuto mentre Gaara si chiedeva da dove fosse uscita una tipa del genere. Ino si fece spazio spostando Temari.

«Fa come se fossi a casa tua» Borbottò questa infastidita. Dopo Ino entrarono Naruto, felicissimo di essere venuto a disturbare e Sasuke che se stava a casa era meglio per tutti. Ino si guardò attorno meravigliata:

«Che bella casa» Disse ammirata.

«Non mi hai ancora detto che ci fate qui» Disse Temari tenendo a bada l'istinto di spedirli fuori. Visto che Ino era troppo impegnata a guardarsi intorno e fare commenti che non interessavano a nessuno Temari rifece la domanda a Sasuke.

«Lo vorrei sapere anche io» Disse lui corrucciato, era stato il primo ad essere strappato da casa da quell'uragano alias Naruto Uzumaki che non si sa come era diventato suo amico, e costretto a portarli in macchina fino a lì. Il motivo però non lo sapeva.

«Naruto?» Domandò allora Temari. Il biondo fece un enorme sorriso:

«Per portarti in montagna con noi!» Temari lo fissò interdetta ma ancora più interdetto era Gaara. Kankuro invece chiacchierava con Ino che aveva già iniziato a fare la civettuola con lui.

«Di che cosa stai parlando? Io non ci vengo in montagna, l'avevo già detto a Ino chiaro e tondo!» Esclamò. Ora aveva finalmente capito l'idea della biondina ma venire fino a lì e cercare di rapirla era assurdo! A nessuna persona sana di mente sarebbe venuta in mente una cosa del genere! Gaara le si avvicinò:

«Tem, chi sono questi?» Chiese guardando Naruto che aveva preso a giocherellare con il portaombrelli facendolo battere contro il muro a intermittenza. Temari non sapeva se rispondergli che erano suoi amici o dire semplicemente la verità. Optò per la seconda:

«Degli svitati che frequentano con me il college» Sasuke le lanciò una strana occhiata, certo non contento di essere etichettato alla pari degli altri due come “svitato”. Nel frattempo Ino e Kankuro erano spariti. “Calma Temari, calma” Fortuna che non c'erano armi lì in giro o ne era sicura: avrebbe fatto una strage!

«Questa casa è un po' vuota» Disse Naruto «Vero teme?»

«La tua testa è vuota» Fu la risposta. Naruto infantilmente gli fece una linguaccia. Gaara si voltò verso la sorella e capì subito che era lì lì per esplodere.

«Vado a chiamare Kankuro» Disse sparendo anche lui. La bionda spostò Naruto dal portaombrelli

«Non è un giocattolo!» Sbottò.

«Eheh... scusa» Fece lui.

«KANKURO!» Gridò poi lei facendolo sobbalzare. Come una furia andò in salotto e lo trovò lì che parlava con Ino. Si avvicinò ai due «Ora me lo spieghi perché siete qui!» Ma a rispondere non fu Ino bensì il suo adorato, da quel momento però non lo era più, fratellino:

«La tua amica ci ha invitati tutti alla casa di montagna di suo zio»

«No!»

«Cosa no?»

«Non ci andremo. Ricordi cosa ha detto nostro padre?»

«A lui interessa solo che non facciamo casini qui in casa, se ce ne andiamo non lo verrà mai a sapere»

«Lo verrà a sapere perché glielo dirò io!»

«Non fare la guastafeste» Disse Kankuro. Temari lo capiva, sapeva che voleva cambiare d'aria, dopotutto era lei ad essere andata al college, lui e Gaara erano rimasti lì, era naturale che gli mancasse un po' di svago. Ma andare con Ino e le altre in vacanza... Kankuro non aveva la minima idea di quello che lo aspettava!

«Quando torna nostro padre?» Chiese. Kankuro sorrise, la vittoria in pugno:

«Tornerà verso il 6 o 7 gennaio»

«Ne sei sicuro?» Lui annuì. Temari si voltò verso Gaara:

«Cosa ne dici?» Il rosso sembrava voler dire solo: “io con questi pazzi non ci vengo in giro” e Temari pensò che aveva ragione.

«Almeno faremo qualcosa di diverso» Rispose seppur senza la minima convinzione. Ino prese Temari sottobraccio:

«Fantastico, ti aiuto a preparare le valigie! Dov'è la tua camera?»

«Partiamo subito?» Domandò la bionda incredula. Ma perché cose simili capitavano solo a lei?

«Certo! Siamo venuti qui per questo!»

«Un momento» Li interruppe Sasuke resosi conto che quell'idea strampalata riguardava anche lui «Chi ha detto che voglio venire?» Ino sorrise mielosa:

«Ormai sei qui e non ti permetteremo di tornare a casa mio caro, ti conviene fare buon viso a cattivo gioco»

«In macchina non ci stiamo tutti» Fece notare lui per farle cambiare idea.

«Proprio per questo ho appena chiamato Sakura, io e Temari andremo con lei» Pensava sempre a tutto Ino, non c'era ostacolo che non riuscisse a superare.

«Non ho preparato le mie valigie» Giocò l'ultima carta il ragazzo.

«Non temere teme, te le ho fatte io e sono già nel portabagagli» Disse Naruto. Sasuke sembrò volerlo uccidere ma Temari non vide quello che successe perché Ino la trascinò al piano di sopra. Sentì solo diversi rumori di botte e cadute. Non appena entrarono in camera Ino si guardò attorno con aria critica pronta a dare il suo giudizio su ogni minima cosa:

«Carina» Disse infine «Solo un po' vuota» Aggiunse poi voltandosi verso Temari che era ancora parecchio incazzata. E l'unica cosa che avrebbe voluto fare in quel momento era buttarla giù dalla finestra.

«Come sapevi dove abitavo?» Le chiese fra i denti mettendo tutta l'irritazione che aveva in quelle parole. Ino si sistemò sulla sedia accavallando le gambe e guardandola maliziosa. Quanto la detestava in quei momenti. Odiava le sorprese, odiava che gli altri decidessero per lei, odiava il fatto che riuscissero a incastrarla in cose che non voleva fare affatto. E Ino era riuscita in tutto questo tutto in una volta.

«Io so tutto mia cara e ora preparati, a momenti arriverà Sakura a prenderci» Era parecchio inquietante. Temari si mise davanti all'armadio e lo aprì «Ti aiuto» Si offrì Ino premurosa ma l'unica cosa che voleva era sbirciare tra gli abiti della Sabaku. Litigarono un po' su quello che andava messo in valigia, Temari arrivò anche a tirare contro all'amica una ciabatta. Non poteva scegliere dove passare le vacanze, non poteva scegliere con chi passare le vacanze, ora non poteva neanche decidere da sola le cose da portare via?

«A cosa mi serve il costume in mezzo alla neve???» Sbottò Temari d'un tratto.

«Non si sa mai nella vita cosa può servire, che carino questo completo intimo...» Ino lo ripose in valigia piegando perfettamente ogni cosa. Pian piano tutte le cose che c'erano nell'armadio finirono a riempire 4 valigie mentre Temari continuava a gridare istericamente «Vuoi darti una calmata? Non ti farebbe male un corso di yoga»

«E tu non toccare la mia roba! Quante cose pensi che mi servano per una settimana?»

«Questo è il minimo necessario Tem»

«Non chiamarmi Tem!»

«Daccordo, stai calma. E ora vai ad avvertire i tuoi che parti» Temari si bloccò di colpo. Avvertire i suoi? Suo padre non sarebbe stato affatto contento di sapere che tramavano di fuggire di casa a quel modo senza il suo permesso.

«Non serve avvertire» Disse pacatamente sicura che anche Kankuro e Gaara la pensavano come lei.

 

 

 

Angolo dell'autrice: per una volta tanto bisogna ringraziare la Yamanaka, bisogna dirlo :) Arrivata lei è tutta un'altra storia, ha riportato un po' di allegria e ce ne voleva proprio! :P Scusate se lascio un po' di cose in sospeso per il momento ma spero che quello che ho in mente vi possa piacere lo stesso. Forse Ino che “rapisce” Temari e i suoi fratelli è un po' azzardata ma non avevo idea di come costringerli ad andare in montagna per capodanno. Grazie a tutti quelli che seguono e un grazie speciale a: Sakura_Haruno_98, Rovo_Sama, Haku Kina, crazyfrog95, Unbreakable, Aiko_Nara, Shikacloud, ThoseRedEyes, RobbyHowl, baku, Haruka Osakaki, Chemical Marty che mi spronano sempre ad andare avanti con le loro belle parole :) un affettuoso abbraccio,

Kit

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Capitolo 21
*** Prima volta sugli sci ***


Prima volta sugli sci

 

Guardò in basso sentendo un lieve vuoto nello stomaco, l'aria fredda le pungeva il viso facendola rabbrividire e la lunga e ripida discesa bianca sembrava dirle: vieni, vieni giù, questa sarà la tua entrata per l'inferno. Un inferno gelido quello. Deglutì a stento senza osare chiudere gli occhi come se distogliere lo sguardo per un solo istante sarebbe bastato a farle perdere l'equilibrio e farla cadere in quella sottospecie di burrone innevato.

Ancora una volta ripensò a come fosse finita in quell'assurda situazione, non certo da sola. Era stata rapita: rapita e costretta a venire lì, a indossare degli scomodissimi scarponi strangolatori di piedi in cima a una lunga discesa che l'avrebbe portata fino all'inferno. L'aveva detto che non sapeva sciare? Qualcuno le passò a fianco alla velocità della luce divenendo una macchia indistinta di colore non appena la superò di qualche metro.

«Temari, sbrigati a scendere» Sentì dire da una voce squillante. Aveva paura forse? Lei, Temari Sabaku che aveva paura di una piccola discesa? Deglutì un'altra volta a vuoto, eccome se aveva paura. «Temari, si può sapere che stai facendo?» Ancora quella fastidiosa voce. Ino. Ino che l'aveva rapita e costretta a venire lì. Ino che le aveva fatto indossare quegli scarponi che se già non le avevano massacrato i piedi era un miracolo. «Temari!» Ino, la voce sempre più spazientita le si avvicinò e la scrollò. Ma che stava facendo quella pazza? Voleva anche buttarla giù adesso? Cercò di spingerla via ma improvvisamente si rese conto di essere distesa su un letto, al sicuro in una camera. Niente neve, niente scarponi strangolatori, purtroppo la sua rapitrice c'era eccome. «Era ora! Muoviti a scendere da questo letto! Dobbiamo andare a sciare» Temari non aveva neanche fatto in tempo a tirare un sospiro di sollievo che sentì il panico assalirla nuovamente.

«Io non ho le cose da sci» Disse, la bocca terribilmente secca.

«Ho l'attrezzatura da imprestarti visto che quest'anno ho preso tutto nuovo» Fu così che a Temari tornarono in mente gli scarponi strangolatori. Doveva forse dirle che non sapeva sciare? Ino però non gliene diede nemmeno il tempo e la mandò a fare colazione.

Erano arrivate lì nientemeno che la sera precedente, dopo che Ino l'aveva brutalmente rapita e per il momento erano solo loro sette: lei, i suoi fratelli, Ino, Sasuke, Naruto e Sakura. Aveva passato una serata a dir poco traumatica. Non era esagerata, no affatto, vedere tutti quanti che si ubriacavano e lei l'unica sobria (eccezion fatta per Gaara), avrebbe scioccato chiunque ed era stata una delle esperienze più brutte della sua vita. Soprattutto quando Naruto aveva vomitato davanti ai suoi occhi. Non sapeva se fosse stata peggio quella scena o vedere Ino e Kankuro fare uno spogliarello sopra il tavolo a ritmo di musica.

«Ciao seccatura» Una vena iniziò a pulsarle sulla testa: lui? Crecò di capire bene la situazione: non solo era stata rapita, contro la sua volontà, non solo Ino voleva trascinarla in cima a una montagna fredda e innevata costringendola poi a rischiare l'osso del collo con un paio di sci, no, mancava lui!

«Che ci fai tu qua?»

«Sono stato invitato per le vacanze, proprio come te»

«Io sono stata costretta a venire contro la mia volontà» Mise in chiaro lei guardandolo storto e Shikamaru sogghignò:

«Tutti siamo stati costretti se non te ne fossi ancora resa conto»

Temari si sedette a tavola riempiendosi la tazza di caffè fino all'orlo.

«Ecco perché sei sempre così nervosa» Le disse Shikamaru. Per una volta tanto lei ignorò la frecciatina e gli chiese quando fosse arrivato «Venti minuti fa. A proposito, bel pigiama» Temari abbassò lo sguardo sulla maglia, c'era un sole sorridente disegnato sopra con la scritta “I love summer”. Sembrava un pigama da bambini.

«Grazie» Rispose fra i denti. Si annotò mentalmente di buttare via quel pigiama e comprarne uno nuovo, ancora una volta la colpa andava a Ino che le aveva fatto tanta confusione nel preparare le valigie che quando aveva dovuto rifarle, nella fretta non aveva badato a quello che metteva dentro. Arrivò Hinata, anche lei era già pronta, aveva un giaccone bianco e già indossava il casco. Le diede un paio di scarponi:

«Ino mi ha detto di portarteli per vedere se ti stanno» Temari si oscurò in volto.

«Sono assassini strangolatori» Borbottò a voce bassa. Non aveva mai sciato in vita sua, la sola idea di cadere e rimanere sepolta sotto la neve la irritava a dismisura, odiava la neve, odiava il freddo, odiava ogni singola cosa la cui temperatura fosse più bassa dei 12 gradi.

«Credo che non verrò oggi, non sono in vena» Hinata parve dispiaciuta.

«Ci divertiremo» Provò a convincerla. Temari non vedeva quale fosse il divertimento nel scendere la pista da sci rotolando come una pallina.

«Non mi sento bene» Spiegò.

«Non è che non sai sciare seccatura?» Temari fulminò con lo sguardò Shikamaru.

«Io so sciare!» Esclamò «So sciare benissimo!»

«E allora perché vuoi restare a casa?»

«Che sappia sciare non vuol dire che mi piace. Io detesto la neve e il freddo, capito?»

«Ho capito che non sai sciare» Rispose lui. Temari non ci vide più dalla rabbia:

«Ti credi così saputello? Benissimo allora! Ti farò vedere quanto sono brava!»

«È una sfida seccatura?» Lei rimase un attimo basita, cosa intendeva per sfida? Shikamaru inclinò la testa di lato «Visto che sai sciare così bene facciamo una sfida. Chi arriva primo in fondo alla pista vince»

«Ci sto!» Ma cosa le diceva il cervello? Perché aveva accettato? E mentre si rimproverava da sola per quella stupida, stupidissima cosa arrivò Kankuro, anche lui si era appena svegliato e non aveva una bella cera.

«Ho un mal di testa tremendo» Si lamentò.

«Dopo quanto hai bevuto ieri sarebbe strano il contrario» Replicò Temari. Shikamaru guardò il ragazzo curioso, immaginò fosse un amico di Ino.

«Rinfrescami la memoria» Temari prese un profondo respiro:

«Hai fatto la lap dance sul tavolino del salotto con Ino» Innervosita dal suo disiteresse gli mollò una sberla sulla nuca facendogli andare di traverso il caffè «Ti sta bene idiota, così impari a fare cretinate con le ragazze!» Sbottò e alzandosi se ne andò in camera a prepararsi mentre Hinata le veniva dietro con gli scarponi. Shikamaru fissò il ragazzo che ora si massaggiava la nuca. L'idea che fosse un amico di Ino ora non lo convinecva più molto, aveva una certa confidenza con Temari o così gli era parso. Che fosse il suo ragazzo? Ciò avrebbe spiegato perché Temari si era arrabbiata tanto, era una scenata di gelosia. Ma da quando Temari aveva un ragazzo poi? Sentì un certo fastidio alla bocca dello stomaco ma non riuscì a dargli una motivazione.

 

 

E così eccola lì, il suo incubo si era avverato: era sulla cima di una montagna, a tremare per il freddo nonostante fosse ben coperta, con addosso un paio di scarponi che le stringevano i piedi. Vide Naruto cadere a terra:

«Ohi! Ma come si fa a stare su questi cosi?»

«Con un certo equilibrio che tu non possiedi» Rispose Sasuke.

«Dammi qualche dritta invece di prendermi in giro!»

«Tanto sei un caso perso» Detto ciò Sasuke si lanciò giù per la discesa a gran velocità. Temari sentì il panico aumentare, ma quanto era ripida?

«Forza ragazzi» Li incitò Ino.

«Facciamo una gara?» Chiese Sakura. Così anche loro due scesero in picchiata. E man mano che gli amici partivano, veloci e sicuri, Temari si sentiva sempre più nervosa. Fu il turno di Kiba, poi di Neji e TenTen. Rimasero lì solo lei, Shikamaru, Kankuro, Hinata e Naruto. Quest'ultimo non riusciva a stare in piedi un secondo e la corvina, vincendo l'imbarazzo gli si avvicinò:

«Ti serve... un... un aiuto?» Balbettò arrossendo. Lui sorrise:

«Magari! Non ho mai sciato in vita mia!»

«Perché non ve ne andate sulla pista per bambini?» Domandò Temari stufa di vedere il biondo cadere di continuo. Avrebbe dovuto restare con Choji e Gaara al bar, quei due erano stati più furbi di lei. Naruto annuì:

«Forse hai ragione, meglio iniziare dalle basi. Però mi servirebbe che qualcuno mi insegnasse» Disse pensando a come convincere Sasuke a farlo. Hinata però si offrì volontaria.

«Davvero? Allora che aspettiamo? Andiamo!» A fatica il biondo si trascinò verso lo skylift. Temari lanciò un'altra occhiata alla pista e Kankuro le si avvicinò:

«Ehi Tem, andiamo anche noi di là?» Chiese indicando con un cenno la pista per bambini.

«Vacci tu, a me non serve!» Rispose lei lanciandogli un'occhiataccia.

«Ma non è meglio inizi...» La ragazza gli lanciò uno sguardo inceneritore, guai a lui se osava dire un'altra parola.

«Io scendo di qui, ora vai!» Kankuro un po' confuso si allontanò. Temari si voltò verso Shikamaru, adesso ogni timore era passato, in fondo che ci voleva? Aveva visto come facevano gli altri, era un gioco da ragazzi, bastava tenere gli sci paralleli e il resto sarebbe venuto da sé.

«Andiamo?»

«Io sto aspettando te seccatura» Rispose lui raddrizzandosi di fronte alla pista. Temari annuì.

«Bene, dai il via quando vuoi» Non avrebbe perso contro uno come lui. E così partirono, anzi, Shikamaru partì, lei rimase lì imbambolata. Poi gli sci iniziarono a muoversi da soli. “Sto andando” Pensò soddisfatta anche se si stava muovendo lenta come una lumaca. Però iniziò a prendere velocità abbastanza in fretta e con terrore si rese conto che non sapeva fermarsi. Strinse le racchette e le piantò nella neve, una si incastrò nello sci, perse l'equilibrio e finì a terra. Rimase lì stordita e non ebbe nemmeno il tempo di rialzarsi che qualcuno le finì addosso cadendo a sua volta.

«Razza di idiota, guarda dove vai!» Sbottò.

«Sei stata tu a cadermi davanti!» Ribattè l'altro che dopo essersi rialzato senza neanche aiutarla ripartì. Temari si tolse la neve di dosso, irritata, maledicendo Shikamaru, non l'aveva nemmeno aspettata! Raccolse lo sci che si era staccato nella caduta e se lo rimise. “Posso ancora farcela, non ho intenzione di perdere, dirò a Shikamaru che qualcuno mi è venuto addosso e mi ha fatta cadere così dovremo ricominciare” Pensò e si diede una piccola spinta con le racchette per ripartire. Di nuovo riprese velocità e andò dritta dritta verso un burrone, si vide già spiaccicata sul fondo, non riuscì a svoltare né a fermarsi, finì fuori pista e cadde di nuovo quando gli sci si incastrarono in una duna di neve un po' troppo alta. Adirata battè i pugni a terra «Lo detesto!» Sbottò. Con un enorme sforzo di volontà e vicinissima a una crisi di nervi cercò di rialzarsi ma non solo non ci riuscì, no, rotolò col sedere ancora più in basso. Aveva anche perso una racchetta. Cercò di togliersi li sci ma erano pieni di neve e non trovava i gancio, se si muoveva scivolava e se scivolava continuava a scendere per quel fuori pista. Le suonò il cellulare, si tolse i guanti e lo prese.

«Seccatura, dove sei?»

«Già al traguardo!» Rispose lei acidamente.

«Anche io ma non ti vedo»

«Non sono al traguardo razza di stupido! Un idiota mi è venuto addosso e sono finita fuori pista»

«Quindi ho vinto»

«Ti ho detto che un idiota mi è venuto addosso, la sfida non è valida, dobbiamo rifare!» Ribattè lei. Lo sentì sbuffare seccato «E ora vienimi a prendere» Gli ordinò.

«Cosa? E non puoi scendere da sola?»

«No perché... ho uno sci incastrato nella neve. Muovi il culo e vieni!»

«Va bhè... a che punto della pista sei?»

«All'inizio» Lo sentì ridacchiare e le diede su nervi ancora di più «Ti muovi o no?»

«Arrivo seccatura» Temari mise via il cellulare e aspettò. Quella era la giornata peggiore della sua vita. “Shikamaru si accorgerà che non so sciare” Pensò. Non voleva dargli la soddisfazione di aver avuto ragione, l'avrebbe presa in giro a non finire. Ancora una volta diede la colpa a Ino per tutto quello che le stava capitando, quella ragazza le portava jella, era così per forza.

 

 

Dopo un po' arrivò Shikamaru che non ebbe difficoltà a raggiungerla.

«Allora campionessa di sci, cosa è successo?» Le chiese derisorio.

«Te l'ho detto, un tizio mi è venuto addosso, potresti anche chiedermi come sto invece di ridacchiare ma vedo che non ti importa se mi sono fatta male» Rispose lei tutto d'un fiato. Cercò di alzarsi facendo leva su una racchetta, l'unica che le era rimasta. Shikamaru la aiutò a rimettersi lo sci.

«Non possiamo andare prima sulla pista normale?» Chiese lei.

«Perché mai? Una campionessa come te dovrebbe sapere andare ovunque» Rispose lui con un ghigno.

«Infatti è così» Di nuovo la bocca aveva parlato prima del cervello. Con entrambi gli sci ai piedi Temari iniziò a scendere per dietro, preoccupata cercò di fermarsi conficcando la racchetta nella neve e girò su sé stessa tutta piegata in avanti per poi cascare a terra un'altra volta. Shikamaru si mise a ridere. «Non è divertente!» Eslcamò lei.

«Hai uno strano modo di sciare seccatura»

«Vaffanculo» Lui la guardò, senza muovere un dito, cercare di rimettersi in piedi e ascoltò divertito tutte le sue imprecazioni contro di lui, Ino, la neve e qualunque cosa le venisse in mente, alla fine non potendone più gli ordinò di aiutarla.

«Credevo che a una campionessa dello sci come te non servisse aiuto» Disse lui. Temari lo fissò infuriata:

«E va bene Nara, hai vinto, non so sciare, sei contento ora?» Il ragazzo le tese una mano tirandola in piedi. Temari afferrò il suo braccio in una morsa ferrea per non cadere di nuovo «E adesso?» La voce le uscì come un basso ringhio.

«Adesso usciamo di qui» Rispose lui annoiato. Si tolsero gli sci e raggiunsero la pista a piedi.

 

 

Quando tornarono a casa Temari si sentiva tutta dolorante. Aveva sciato fino in fondo alla pista, ce l'aveva fatta alla fine seguendo pian pianino Shikamaru che la guidava con ampie curve per non farle prendere troppa velocità. Continuava a odiare altamente quello sport, grazie al fatto che Shikamaru alias Idiota con la I maiuscola non aveva fatto altro che prenderla per il culo tutto il tempo senza che lei potesse protestare per non essere abbandonata in mezzo alla pista. Ecco perché ora era di cattivo umore e l'unica cosa che voleva era starsene un po' tranquilla. Solo che arrivarono tutte insieme le sue amiche.

«Dov'è il quaderno?» Chiese TenTen. Temari glielo diede ben contenta di liberarsene. «Ho sciato con Neji» Continuò la castana «E poi siamo andati al bar insieme. Sakura, se non ci interrompevi sarebbe stato meglio, sai?»

«Scusa, non sapevo come liberarmi dell'Uchiha» Rispose la rosa.

«Tu e lui vi siete divertiti ieri sera» Fece Temari. Sakura sbuffò:

«Non ricordarmelo. Non so come è potuto succedere»

«Tutto è iniziato quando hai bevuto il primo bicchiere di vodka» Disse Temari «E il fatto che tu non mi abbia dato retta ha peggiorato le cose sempre di più»

 

Non era questa la serata che si aspettava. Non che si fosse aspettata poi molto, semplicemente aveva pensato che Ino non fosse instabile da organizzare una cosa come quella. Riuscì ad uscire dal salotto e allontanarsi da quel trambusto ma non raggiunse neanche la sua camera che Gaara la fece tornare indietro:

«Kankuro si sta dando alla pazza gioia con la tua amica, fermalo prima che combini qualcosa» Tornarono in salotto e Naruto le venne addosso abbracciandola. La puzza di alcol che lei sentì le fece fare una smorfia di disgusto sulle labbra, lo spinse lontano da sé e lui vomitò sul pavimento.

«Fantastico» Commentò mentre Gaara distoglieva lo sguardo «Portalo in bagno» Gli disse lei «Visto che siamo i due unici sobri cerchiamo di evitare che la serata degeneri» Lei avrebbe pensato a Kankuro e Ino. A proposito dei due li vide in piedi sul tavolo a ballare in modo improponibile togliendosi i vestiti a vicenda. Si affrettò a raggiungerli quando vide Sakura e Sasuke avvinghiati contro la parete in pieno scambio effusivo. La tentazione di lasciarli fare fu forte, in fondo l'unica responsabilità che aveva lei era sui suoi fratelli. “Davvero, mi faranno santa” Pensò cambiando direzione e raggiungendo la rosa. Li divise senza troppi complimenti:

«Sakura, è ora di andare a letto»

«A letto... si» Biascicò lei tornando con le labbra sul collo di Sasuke. Temari squadrò il ragazzo, non era sfatto come lei ma sicuramente un po' brillo doveva esserlo, o no? Afferrò Sakura per un braccio:

«Domani mi ringrazierai, a letto» Ordinò perentoria.

«La accompagno io» Si offrì Sasuke. No, non era brillo. Che stronzo però.

«Grazie ma hai già fatto abbastanza» Lo liquidò la bionda e trascinò Sakura in camera. La fece mettere a letto e quella crollò subito dal sonno. “Una è fatta” Ne mancavano altri due: Ino e Kankuro.

 

Sakura si coprì il volto con le mani:

«Ricordo a malapena tutto questo, Tem, non finirò mai di ringraziarti»

«Temari, non Tem grazie» Replicò la bionda «Che ti ha detto Sasuke oggi?» Chiese poi.

«Mi ha semplicemente fatto notare che potrei anche entrare a far parte del suo club di puttanelle, che schifo»

«Io ci sono stata con lui» Intervenne Ino «E vi dirò che non è affatto male, anzi... di esperienza ne ha eccome. È raro trovare amanti di quel livello»

«Non avevi smesso di farti tutti i ragazzi della scuola?» Chiese Temari.

«Infatti ci sono stata prima che prendessi questa decisione»

«Va bhè, voi come avete passato la giornata invece?» Chiese Sakura cambiando argomento. TenTen fece un sorriso a trentadue denti:

«Come ho detto sono stata tuuuutto il tempo con Neji. E per una volta tanto mi stava anche raccontando qualcosa di sé, poi sei arrivata e hai rovinato tutto»

 

Arrivarono in fondo pista e TenTen stava già per andare a prendere la seggiovia quando Neji cambiò direzione dirigendosi verso il bar.

«Non scii più?» Gli chiese la ragazza un po' tristemente pensando come al solito che non apprezzasse la sua compagnia.

«Ho voglia di qualcosa di caldo» Spiegò lui togliendosi gli sci. TenTen lo guardò senza sapere che altro dire ma lui la sorprese chiedendole se voleva accompagnarlo.

«Certamente!» Il calore del bar la invase piacevolmente, presero posto in un tavolino vicino a una finestra e ordinarono un caffè e una cioccolata calda. TenTen si riscaldò le mani tenendole sul bicchiere non accorgendosi che Neji la stava guardando insistentemente «Ci voleva proprio» Sussurrò lei.

«Che cosa?»

«Una bevanda calda. Scii bene a proposito»

«Anche tu» TenTen sorrise continuando a fissare il bicchiere. Poteva prendere come un complimento le sue parole? «Ho imparato a sciare quando avevo 8 anni» Spiegò «Mi è sempre piaciuto molto, si può dire che è una delle mie passioni dopo il...»

«Calcio» Terminò Neji. Lei lo guardò stupita:

«Sì, esatto»

«Sei brava anche a calcio»

«Grazie» Un momento, le aveva fatto un altro complimento? Però come faceva a sapere se era brava se non l'aveva mai vista? «Tu invece pratichi qualche sport?»

«Una volta facevo nuoto, ora vado in palestra per conto mio» Rispose lui.

«Anche io ho fatto nuoto!» Esclamò TenTen.

«C'è qualcosa che non hai fatto?» Chiese lui. In quel momento arrivò Sakura, sembrava di umore nero e si sedette al loro tavolo causando una forte irritazione in TenTen.

«Quell'Uchiha...» Fece la rosa afferrando la cioccolata di TenTen e bevendo un sorso.

 

Sakura era dispiaciutissima ma non sapeva nemmeno che Neji piacesse all'amica.

«E tu Hinata?» Chiese però TenTen tranquilla facendo capire che non era arrabbiata. La corvina divenne tutta rossa. Non voleva raccontare ma Ino e Sakura insistettero così tanto che alla fine dovette cedere.

 

Insegnare a Naruto era più difficile del previsto, lui si impegnava al massimo ma sembrava non essere portato per quello sport. Gli aveva già ripetuto molte volte che per iniziare sarebbe stato meglio andare a spazzaneve, non era servito, senza un minimo senso dell'equilibrio il ragazzo cadeva ogni momento.

«Questa sarà la volta buona» Disse Naruto preparandosi a scendere nuovamente. Hinata lo precedette mostrandogli le curve che doveva fare e arrivò giù prima di lui per poi accorgersi che era rimasto indietro caduto in mezzo alla pista dopo aver investito un bambino che ora in lacrime chiamava la mamma. Hinata sconfortata per non essere una brava insegnante si preparò per andarlo ad aiutare ma il ragazzo si rialzò da solo e riprese a scendere. Prese velocità e non riuscì a fermarsi, le finì addosso e caddero entrambi a terra, Hinata facendosi piuttosto male.

«Hinata, tutto ok? Ti ho fatto male? Mi dispiace, non volevo, gli sci andavano da soli e non riuscivo a frenare!» Intanto il bambino che prima lui aveva investito gli passò a fianco:

«Tornatene a casa imbranato!» Gli urlò e Naruto gli gridò dietro di farsi gli affari suoi. Girandosi di nuovo verso Hinata le tolse gli occhialoni dagli occhi «Tutto ok?» Insistette mentre lei arrossiva. La ragazza annuì piano «Dovremmo... alzarci» Sussurrò al che lui sorrise:

«Non sarò un caso perso?» Hinata sorrise a sua volta, un po' lo era ma nessuno nasceva imparato. Naruto continuava a fissarla senza più dire una parola e lei cominciò a sentirsi a disagio.

«Dovremmo davvero andare» Gli disse, questa volta con la voce più ferma. Il biondo si spostò e la aiutò ad alzarsi.

«Te l'ho mai detto che hai un sorriso fantastico?» Le disse per poi voltarsi e tornare verso lo skylift. Hinata lo fissò insieme sorpresa, imbarazzata e felice. Quella era la giornata più bella della sua vita. Naruto la chiamò, stava per salire, si affrettò a raggiungerlo sorridendogli di nuovo contenta come mai prima d'ora.

 

 

 

 

Angolo dell'autrice: direi che le cose stanno andando sempre meglio, eccezion fatta per Sakura e Sasuke su cui c'è ancora un po' da lavorare XD Capitolo bizzarro e un po' fuori dal normale, spero però che vi sia piaciuto lo stesso :) Ho dovuto ricontrollare veloce e spero non ci siano troppi errori, qualcosa mi sfugge sempre purtroppo. Grazie a tutti, buon rientro a scuola a tutti quanti, un abbraccio,

Kit :)

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Capitolo 22
*** Un regalo originale ***


Un regalo originale

 

Finalmente era la sera di capodanno, sera che avrebbero passato con una tradizionale grigliata fra amici e in seguito fuochi d'artificio. Hinata e TenTen sul terrazzo si stavano divertendo a fare le stelline come due bambine davanti ad un nuovo giocattolo, Sakura e Ino apparecchiavano la tavola piegando tutti i tovaglioli in modo che acquisissero la forma di un fiore, Temari invece era accoccolata su una poltroncina a guardare in silenzio i numerosi pacchetti regalo deposti sotto l'albero di natale.

«Impegnati un po' di più, fa almeno che dia l'idea di essere un fiore» Ino si stava innervosendo con l'amica i cui tovaglioli assomigliavano tutt'altro che a fiori.

«Perché dobbiamo piegare i tovaglioli se dopo li dobbiamo usare?» Chiese Sakura di rimando. Temari spostò lo sguardo su di loro pienamente daccordo con la rosa, motivo per cui si era rifiutata di aiutare Ino.

«Perché è natale e tutto deve essere festoso e perfetto»

«Natale era giorni fa, oggi è capodanno»

«Fa lo stesso. Impegnati e trasforma quegli obbrobri in stelle di natale o te le farò ingoiare»

«Sempre molto femminile quando parli» Fu il commento di Sakura, fin troppo paziente a sopportare le strane idee dell'amica. Ino però non aveva ancora finito di lamentarsi, il capodanno era una festa sacra per la biondina, rappresentava l'inizio di qualcosa di nuovo e per lei il proverbio “chi è felice a capodanno è felice tutto l'anno” era del tutto fondato. Che poi il proverbio non facesse esattamente così non era di alcuna importanza.

«Temari, invece di fare niente vai fuori e guarda se la griglia è pronta» La bionda uscì, il gelo la penetrò fin nelle ossa. I ragazzi erano in giardino ma gli unici attenti a non bruciare la carne erano Kankuro e Neji. Naruto scherzava con le stelline di capodanno fingendo di voler dar fuoco a Sasuke che lo minacciava con un forchettone di stare lontano, Choji invece guardava la carne con la bava alla bocca tenendo d'occhio i cuochi per poter sgraffignare qualcosa al momento più opportuno, Shikamaru aveva trovato un comodo posticino su cui star seduto e fumava una sigaretta in silenzio.

«Tra quanto è pronto?» Chiese Temari.

«Manca ancora un bel po'» Rispose Kankuro girando la carne.

«Non bruciarla, voglio mangiare roba decente» Lo avvertì Temari.

«Tranquilla sorellina, cosa vuoi che sia, siamo in due a controllare» Ma lei non si fidava nemmeno di Neji che sembrava piuttosto distratto da due ragazze sul terrazzo sopra di loro che ridevano mentre facevano le stelline. Ino li raggiunse, lo sguardo saettante non prometteva buone notizie:

«Manca il dolce» Annunciò «Chi è andato a fare la spesa e se lo è dimenticato?» Chiese poi.

«Sono state Hinata e TenTen, prenditela con loro» Rispose Sasuke «E poi chissene fotte del dolce»

«Si sono dimenticate anche lo spumante, questo almeno ti frega Uchiha?» Chiese Ino seccata. Si guardò poi attorno alla ricerca di qualcuno che non stesse facendo niente e che allo stesso tempo fosse abbastanza intelligente per andare in negozio e non dimenticarsi nulla «Temari, Shikamaru...»

«No» La interruppe la bionda che già aveva capito.

«Non so cosa tu voglia ma è no anche per me» Fece Shikamaru. Ino poggiò le mani sui fianchi e sorrise:

«Abbiamo bisogno del dolce, non si può festeggiare il capodanno senza il pandoro» La voce era ancora gentile seppur dava già i primi segni di impazienza «E ci serve anche lo spumante»

«Io posso fare a meno di entrambi» Rispose Shikamaru. Ino però guardava Temari che alla fine annuì:

«Va bene! Shikamaru alza le chiappe e muoviti» Ordinò. Lo afferrò per la spalla stringendogliela in una morsa d'acciaio finché lui non si decise ad andare. Il negozio non era tanto lontano, il problema era se fosse aperto o meno la sera di capodanno. Furono fortunati. Temari mise in mano di Shikamaru 4 pandori e 4 panettoni.

«Seccatura...»

«Che c'è?» Chiese lei con finta ingenuità.

«Devo portare tutto io o pensi di potermela dare una mano?» Chiese lui. La ragazza gli mostrò le tre bottiglie di spumante:

«Ho le mani impegnate Nara» Rispose per poi consegnargli un altro pandoro ricoperto di cioccolato.

«Ce ne servono davvero così tanti?» Chiese il ragazzo stancamente.

«È la tradizione» Rispose lei in un modo che era più da Ino.

«Vipera» Borbottò lui.

«Che hai detto?»

«Niente»

«Mi pareva di aver sentito una cosa ma sono certa di sbagliarmi, vero?» Lo fissò sfidandolo a rispondere. Lui la guardò a sua volta, no, non si sarebbe fatto vincere da una strega del genere.

«Ho detto che sei una vipera»

«Ma davvero? Di un po' Nara, cosa succederebbe se ora io ti spingessi e tu finissi contro quella pila di panettoni lì dietro? Prova a immaginare: il capodanno passato a riordinare e sai come si dice: chi lavora a capodanno poi lavora tutto l'anno» Shikamaru rimase zitto. Soddisfatta di quel silenzio che tanto sapeva di sconfitta Temari si avviò verso la cassa e dopo pochi istanti lui la seguì accorgendosi che non c'era nessuna pila di panettoni dietro di lui. Ovviamente dovette pagare e portare le borse della spesa che Temari gli aveva gentilmente consegnato. Camminarono in silenzio verso casa.

«Allora...» Iniziò il Nara dopo un po' con l'intento di fare una conversazione normale per una volta tanto «Cos'hai ricevuto di bello questo natale?» Non azzeccò minimamente l'argomento giusto, Temari si oscurò leggermente in volto.

«Niente»

«Giusto, Babbo Natale non arriva dai bambini cattivi» Disse lui senza accorgersi del suo cambio improvviso d'umore. Temari rimase in silenzio immersa nei propri pensieri e lui non capì il motivo di quell'improvviso malumore.

«Tu che hai ricevuto?» Gli chiese lei dopo un po'. Shikamaru scrollò le spalle:

«I miei mi hanno regalato un nuovo pc, i miei nonni soldi e i miei zii un biglietto gratuito per le terme» Che non avrebbe usato. Faceva fin troppo caldo in quei posti.

«Sei il cocco della famiglia» Lo prese in giro la bionda con un ghigno «Dì un po', il papino fa ancora finta di essere Babbo Natale per portarti i regali?»

«Ma figurati» Rispose lui seccato.

«A me sembri proprio il cocchino di mamma e papà» Insistette lei «Gli avevi chiesto i regali in una letterina? I bravi bambini fanno così»

«Piantala»

«La verità rode, eh?» Fece lei divertita.

«E tu invece?»

«Io cosa?»

«Cosa hai ricevuto?»

«Te l'ho detto» Rispose Temari seccamente. Shikamaru corrugò la fronte:

«Davvero non hai ricevuto niente? Ma i tuoi...»

«Noi non festeggiamo mai il natale» Temari non lo lasciò finire di parlare «È solo una festa di consumo dopo tutto, ha perso totalmente il suo valore»

«Sì, forse è vero ma alla fine è tradizione, un momento per riunirsi in famiglia» Era ciò che gli ripeteva sempre la madre, a lui a dire il vero non era mai importato. Nemmeno dei regali, ti costringevano a ricambiare e a scervellarti su cosa comprare. Una seccatura insomma «Quindi che fate il giorno di natale?»

«Niente, te l'ho già detto mi pare!» Rispose lei scocciata con il solo desiderio di cambiare argomento una volta per tutte.

«Sai, credo che non ti farebbe male festeggiare un po', sei talmente schizzata e arrogante che forse se lo facessi il natale ti addolcirebbe!» Temari si voltò verso di lui infuriata:

«Vuoi sapere perché non lo festeggio?» Sbottò costringendolo a fermarsi in mezzo al marciapiede «Lo vuoi davvero sapere?» Era arrabbiata, esplosa tutta d'un colpo «Io non festeggio mai il natale come non festeggio capodanno e qualunque altra stupida festa che la gente si inventa solo per dimostrare agli altri di essere dei grandi benefattori mentre in realtà sono tutti dei grandi ipocriti!» Alzò la voce arrivando quasi ad urlare «Vuoi sapere cosa ho fatto il giorno di natale? Niente! Me ne sono stata tutto il tempo in camera a studiare, a lavorare per il mio futuro! Che vuoi che mi importi del natale a me! Che vuoi che mi importi dei regali! Sono stronzate, tutte quante!» Shikamaru era ammutolito, non osò nemmeno fiatare «Ecco perché non festeggio il natale e mai l'ho festeggiato e mai lo festeggerò!» Temari si voltò e riprese a camminare a passo veloce lasciandolo lì con tutte le borse della spesa.

 

 

Quella sera, dopo aver mangiato la griglia, Neji era riuscito a non bruciarla pur essendo spesso e volentieri impegnato a guardare una certa persona dai strani concon castani, fecero i fuochi d'artificio. Quello fu il compito di Sasuke, Naruto e Kankuro ma anche Sakura si mise di mezzo e si preparò per accendere una fontana.

«Cosa pensi di fare con quella?» Le chiese Sasuke da dietro fissandola con un ghigno di superiorità.

«Una fontana, che altro dovrei farci?»

«Lascia fare a me» Suonava più come un ordine che una richiesta. Sasuke avanzò ma Sakura non si mosse impedendogli di raggiungere la fontana per accenderla.

«Sono capace» Gli disse fermamente, irritata da quel sorrisino sghembo che avrebbe voluto toglierli dalle labbra una volta per tutte «Che tu ci creda o no ho sempre fatto i fuochi a capodanno con i miei amici»

«Limitati alle stelline come le tue amiche là» Rispose lui indicando con un cenno del capo Hinata e TenTen. Per risposta Sakura gli diede le spalle e accese la fontana, poi si allontanò soddisfatta senza aggiungere altro. Temari aveva guardato l'intera scena immersa nei propri pensieri. Da quando era tornata a casa non aveva più rivolto la parola a Shikamaru ma ancora la tormentava ciò che gli aveva rivelato di sé. Se avesse potuto tornare indietro non l'avrebbe rifatto.

«Che cosa succede?» La voce di Gaara la ridestò, si voltò verso di lui seria in volto visto che motivo di sorridere non ne aveva.

«Non dovremmo essere qui, dovremmo essere a casa»

«Kankuro si sta divertendo» Fece notare il rosso lanciando un'occhiata al fratello che faceva fuori quello che era rimasto del pandoro assieme a Choji «Tu no?»

«No, preferirei essere a casa» Rispose lei seccamente «E poi mi sembra che nemmeno tu ti stia divertendo»

«Hai amici bizzarri» Disse lui senza dare una chiara risposta «Ma non sono male»

«Ti sbagli, sono la cosa peggiore che può capitarti e non sono miei amici» Sibilò e poi se ne tornò dentro casa a chiudersi in camera. Lei odiava le feste, la gente fingeva di esserti amica, si divertiva, si scambiava degli stupidi regali che somigliavano più ad un mero baratto che a doni veri e propri. Per questo non gliene importava, suo padre non glieli aveva mai fatti e i suoi fratelli non pensavano a queste cose. Qualcuno bussò alla porta.

«Fate finta che ci sia un cartello con scritto “vi eviro se entrate”» Rispose arrabbiata ma Ino entrò lo stesso:

«Che stai facendo?»

«Mi preparo per andare a dormire»

«Tra poco scocca la mezzanotte, dobbiamo essere tutti insieme e già non sta andando come volevo. Kiba ha aperto lo spumante senza aspettare e Choji e tuo fratello stanno finendo il pandoro!»

«I drammi della vita» Commentò Temari sprezzante.

«Non vorrai startene qui fino a domani? Ma lo sai che chi è triste a capodanno poi è triste...»

«Tutto l'anno, lo so, lo so» La accontentò solo per non doversi sorbire altre lamentele. Ino sorrise contenta:

«Sei felice di essere qua con noi?» Le chiese.

«Se potessi fermerei il tempo in questa serata» Fu la risposta dotata di una buona dose di sarcasmo. Ino non se la prese:

«Io invece sono felice di festeggiare con la mia migliore amica»

«Bene, dovrei farti le mie felicitazioni per caso?»

«Tem, stavo parlando di te» Disse la biondina sempre con quel sorriso ad addolcirle il volto. Temari corrugò la fronte ma Ino non le lasciò il tempo di replicare che raggiunse i ragazzi:

«Basta botti! Riservateli per dopo la mezzanotte!!» Esclamò. Temari si mise di nuovo in disparte limitandosi a guardare gli amici che si divertivano. Non vedeva Kankuro così felice da un mucchio di tempo, doveva ammetterlo. E anche Gaara che di solito non era a suo agio tra le persone aveva stretto amicizia soprattutto con Naruto. Guardò Ino correre a destra e sinistra tutta agitata consegnando calici a tutti quelli che non ne avevano, guardò Sakura che ancora bisticciava con Sasuke per chi doveva stappare la bottiglia di spumante, guardò poi Hinata che aveva occhi solo per Naruto esprimendo silenziosamente il suo desiderio di essere considerata da lui. C'era poi TenTen, aveva acceso una stella di capodanno a Neji e rideva di fronte alla sua buffa espressione piena di perlessità per quell'oggettino luccicante, come se non ne avesse mai tenuto in mano uno prima di allora. Erano davvero tutti felici, tutti eccetto lei. Perchè non riusciva a divertirsi? Forse per la discussione avuta poco prima con Shikamaru o perchè tutta quella felicità era lì proprio per ricordarle che per lei, tali festeggiamenti, non esistevano. Ma poi Ino le passò un bicchiere e la fece avvicinare agli altri. Iniziò il conto alla rovescia e allo scoccare della mezzanotte il tappo dello spumante fece il botto cadendo poco lontano, fu tutto un insieme di auguri e felicitazioni, Temari si ritrovò stretta nell'abbraccio di Ino e poi di Sakura e TenTen mentre Hinata le diede solo un timido bacio sulla guancia. Soffocata da tutta quella gente preferì svignarsela e non appena potè uscì sul terrazzo. L'aria gelida della sera fu un sollievo.

«Hai ragione, i festeggiamenti sono una seccatura» Chi altri poteva venire a rompere se non lui, l'eterno re dei pigri?

«Sei qui per farmi delle scuse?» In realtà Temari non voleva ritirare fuori l'argomento ma aveva idea che l'avrebbe fatto lui quindi perché non partire subito all'attacco? Shikamaru aspirò una boccata di fumo della sigaretta, Temari ne sentì l'odore pungente ed ebbe quasi voglia di assaggiarlo.

«Veramente le scuse le aspettavo io da te visto che mi hai lasciato con quattro sacchi della spesa in mezzo alla strada»

«Poverino» Che stronzo! Aveva pure il coraggio di lamentarsi, mr sensibilità pura proprio!

«Faceva fraddo» Rispose lui in tono annoiato.

«Hai preso il raffreddore? Vuoi che ti vado a prendere dei fazzolettini?»

«Ho dovuto chiamare un taxi» Continuò lui ignorando il suo tono sarcastico derisorio «Mi devi come minimo la metà di quanto ho speso» La ragazza si voltò verso di lui allibita, stava scherzando, vero? Lo scrutò cercando di capire se la stesse prendendo in giro o meno ma l'unica cosa che vide fu una faccia da mezzo addormentato:

«Fatica stare sveglio fino a mezzanotte, eh? Comunque non ti devo niente, anzi, se quel taxi ti avesse investito avrei pagato lui»

«Sei una seccatura» Tacquero osservando il buio della notte.

«Posso?» Chiese Temari dopo un po' accennando in direzione della sigaretta.

«Ti lamenti sempre quando fumo» Fece notare lui.

«E allora? Posso cambiare idea quando mi pare»

«Voi donne cambiate idea in continuazione» Shikamaru le passò la sigaretta ma una volta presa tra le dita Temari cambiò idea. Non valeva la pena intossicarsi i polmoni per un cattivo umore momentaneo. La spense stropicciandola sulla ringhiera.

«L'avevo detto che sei una seccatura»

«Mi dava fastidio» Spiegò lei con un'alzata di spalle.

«Posso chiederti una cosa seccatura?» Lei emise unaspecie di grugnito affermativo «I tuoi genitori dove sono?»

«Mia madre è morta, mio padre è sempre via per lavoro» Rispose lei. Lui non disse nulla e calò nuovamente il silenzio. Temari ascoltò distrattamente il vociare che veniva da dentro, a quanto pareva Naruto aveva combinato qualcosa perché c'era Sakura che urlavano qualcosa a proposito di non entrare in bagno senza prima aver bussato.

«Io rientro, fa freddo» Disse Shikamaru d'un tratto. Non appena non sentì più la sua presenza Temari si sentì pervadere da una spiacevole sensazione di vuoto alla bocca dello stomaco. Si morse il labbro inferiore fino a farsi male ma il disagio persistette. Perché? La domanda le rimase sospesa nella mente senza risposta. Perché, lei, che non aveva mai avuto bisogno di nessuno, ora sentiva quel bisogno di averlo lì accanto a sé? “Non è bisogno Temari, sei solamente stanca” Si disse. Si voltò per tornare dentro ma il suo sguardo le cadde su un piccolo pacchetto regalo contornato da un fiocco color beije chiaro. No, non era beije, color biscotto. E sotto esso un biglietto la cui scritta aveva una calligrafia frettolosa, poco elegante, buttata lì come senza pensarci, come se quelle due righe avessero costituito uno sforzo enorme. “Buon natale e felice anno nuovo seccatura” Le sfuggì un sorriso e si guardò attorno per vedere se quello scemo fosse lì intorno. Non vedendo nessuno prese il regalo e strappò via la carta quasi con violenza. Da quanto non le facevano regali? Le sembrava strano che fosse proprio Shikamaru il primo dopo tanto tempo. In quegli attimi di foga in cui la carta colorata cadeva a terra immaginò quello che poteva essere, forse un gioiello: “No, perché dovrebbe spendere tanto per me?” Forse un profumo “Non ne ha la forma!” Oppure un pupazzo “Ma se è duro e poi Shikamaru non è uno che regala pupazzetti alla prima che capita” Si disse. Quando anche l'ultimo pezzo del pacchetto scivolò a terra rimase un po' sconcertata nel trovarsi tra le mani una scatola di legno. Provò ad aprirla ma non funzionò. Allora cercò se ci fosse una serratura ma non trovò nessun buco e in ogni caso non aveva la chiave. Se la rigirò tra le mani più volte osservandola sotto la luce con la fronte corrugata provando con forza ad aprirla ma quando si rese conto che era impossibile andò su tutte le furie.

“Si è divertito a prendermi in giro!” Pensò “Scommetto che è nascosto da qualche parte qui intorno che se la ride sotto i baffi” Il solo pensiero la irritò oltremodo. Infuriata rientrò in casa, si fece largo fra la gente spingendo chiunque le venisse attorno mentre lo sguardo saettava di qua e di la come impazzito alla ricerca di colui che presto si sarebbe ritrovato nella fossa. Non vedendolo in giro salì al piano di sopra e arrivò davanti alla sua camera. Bussò, anzi, prese a pugni la porta:

«SHIKAMARU!» Gridò ma senza aspettare che aprisse si fiondò dentro spalancando la porta che sbattè contro il muro con un tonfo sordo.

«Temari!» TenTen scattò in piedi allontanandosi da Neji, le guance arrossate in un evidente imbarazzo che Temari però non notò «Sto cercando quell'idiota di Shikamaru, dov'è!?!» Sbottò furibonda.

«Hai sbagliato camera» Risose Neji con calma «È in quella qua a fianco» Temari uscì sbattendo nuovamente la porta e passò a quella seguente. Non bussò neanche questa volta limitandosi ad entrare e a fiondarsi verso il letto su cui se ne era stato fino a quel momento tranquillo Shikamaru. Ma come la vide arrivare, più simile a un toro pronto a prenderlo a cornate, il ragazzo scattò in piedi e cercò di scappare ma si ritrovò bloccato contro la parete senza via di fuga. Temari gli arrivò davanti e gli sbattè con forza la scatola contro il petto:

«Mi prendi in giro o cosa?» Sbottò e lo colpì di nuovo, ancora più forte. Era la volta buona che lo avrebbe preso a pugni, poco ma sicuro «Hai tre secondi per darmi una spiegazione convincente dopodichè ti conviene uscire e scavarti la fossa da solo!» Shikamaru pensò che la fossa aveva già iniziato a scavarsela dal momento in cui l'aveva conosciuta.

«È un regalo» Disse, non venendogli in mente niente di meglio.

«Due secondi» Sibilò Temari.

«Un regalo si accetta, no?»

«Un secondo» Era sempre più arrabbiata e lui stava iniziando a sudare freddo.

«Preferivi che non ti facessi niente?» Gli arrivò un pugno tra le costole, era forte per essere una ragazza.

«Tempo scaduto!» Sbottò lei preparandosi a colpirlo di nuovo, questa volta più in basso.

«Seccatura, Temari, aspetta, ma che ti prende?» La fermò lui mettendo le mani davanti a sé disperato.

«Che mi prende? CHE MI PRENDE???» Urlò lei «Mi prende che non solo mi hai insultata quando io ti ho raccontato qualcosa di me, no, ora ti diverti pure a prendermi in giro con questo stupido regalo da quattro soldi! Puoi tenertelo! Non lo voglio!» Lo costrinse a riprenderselo e poi se ne andò senza dargli il tempo di spiegargli. Shikamaru però, superata la paura iniziale, mise finalmente in moto i neuroni nel suo geniale cervellino e capendo quello che lei doveva avere pensato si affrettò a seguirla.

«Temari, Tem, aspetta» la raggiunse prima che si chiudesse in camera.

«Che vuoi ora?»

«Non ti sto prendendo in giro»

«E cosa significa quella scatola allora, eh?»

«È un regalo»

«Che razza di regalo è? Nemmeno si apre!» Ribattè lei già un po' più calma.

«In realtà si apre» Disse Shikamaru «Solo che devi scoprire come» Lei lo guardò spiazzata.

«Come sarebbe a dire?»

«Sarebbe a dire che non è una normale scatola, è una specie di rompicapo» La ragazza ancora non era certa che non la stesse davvero prendendo in giro:

«Perché mai dovrei scervellarmi su uno sciocco rompicapo?» Chiese quindi.

«Per scoprire cosa c'è dentro» Rispose lui semplicemente. Temari fissò la scatola incerta e poi tornò a guardare lui:

«Dentro c'è qualcosa?» Non si sarebbe stupita se dopo tanta fatica per aprirla fosse stata vuota. Shikamaru fece le spallucce:

«Per scoprirlo non ti resta che aprirla» Le disse tendendogliela. Temari la prese, era un regalo piuttosto strano, insomma, a chi mai poteva venire in mente un'idea del genere? Era per farla impazzire, ne era certa. La mosse vicino all'orecchio cercando di sentire qualche rumore che le confermasse che dentro ci fosse davvero qualcosa ma non sentì proprio nulla. Shikamaru sogghignò «Buon lavoro seccatura» Disse e se ne tornò in camera lasciandola totalmente senza parole.

 

 

Angolo dell'autrice: in ritardo come al solito, per di più non so se il prossimo sabato riuscirò ad aggiornare perchè sono piena di studio e i capitoli che mi ero proposta di preparare sono ancora chiusi nel cassetto della mia mente. Anche questo l'ho fatto un po' di fretta, non voglio nemmeno immaginare cosa ne è uscito fuori perché l'ho controllato velocemente XD è un po' lungo ma non volevo dilungarmi con un altro per raccontare di queste ehm... meravigliose vacanze, dal prossimo si torna al college!! :) Grazie a tutti per la pazienza, un abbraccio,

Kit :)

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Capitolo 23
*** Ritorno al college ***


Ritorno al college

 

Le vacanze erano finite e così si ritrovavano di nuovo insieme al college. Essendo periodo di esami erano tutti sommersi dallo studio, chi con più ansia, come Ino e TenTen che non avendo aperto libro fino a quel momento ora si riducevano all'ultimo minuto a fare quello che avrebbero già dovuto tra caffè e notti insonni, e chi invece più tranquillo come Sakura e Hinata che si erano sempre tenute al passo e quindi fare un ripasso generale non costituiva alcun problema. Temari in questo era la più tranquilla di tutte ed anzi, avendo già imparato tutti i libri a memoria non aveva alcun motivo di preoccupazione ed anzi, un po' si annoiava perché oltre alle ultime lezioni del primo semestre non aveva più nulla da fare. Doveva ammettere che aveva passato delle belle vacanze e lo stesso era stato per i fratelli che le avevano detto di invitarli più spesso con la sua compagnia, come se fosse stata una sua idea quella di andare in montagna a sciare! Nei giorni successivi a capodanno l'unica cosa che aveva imparato a fare era a scendere a spazzaneve giù per la montagna così piano che perfino i bambini la superavano sempre. Shikamaru si era assicurato di essere sempre al suo fianco in modo da poterla prendere in giro costantemente; una volta, presa dall'esasperazione lei gli aveva quasi conficcato una racchetta in un occhio ma almeno aveva smesso di infastidirla. Per altri invece le vacanze erano andate decisamente alla grande, e con questo intendeva parlare di TenTen e Neji che facevano coppia fissa dalla notte di capodanno. La castana poi le aveva raccontato quello che era successo fra i due nei minimi dettagli: lei che prendeva il coraggio e gli dava il proprio regalo di natale e lui che prendendola di sprovvista la baciava sotto il vischio. A suo dire era stato bellissimo e romanticissimo. Temari guardò la scatoletta di legno poggiata sul comodino, era ancora chiusa, non era riuscita a smuoverla di un millimetro. Non osava chiedere aiuto a Shikamaru però, non voleva abbassarsi a tanto. Ce l'avrebbe fatta da sola... prima o poi. C'erano delle volte in cui però avrebbe voluto prenderla a martellate. La curiosità mista a una buona dose di impazienza erano sempre state le parti di lei più preponderanti e ora quel piccolo rompicato la stava mettendo a dura prova. Voleva sapere cosa c'era dentro!

Si alzò e preparò la borsa, prese anche il quaderno color biscotto, ormai era diventato una compagnia abituale che passava di mano in mano fra tutte loro. Non si trattava più soltanto di dar voti ai ragazzi, era diventato una specie di legame che le univa anche se per Temari rimaneva lo stesso una cosa piuttosto sciocca. Uscì dalla stanza e si avviò verso la biblioteca dove incontrò Hidan e i suoi seduti ad un tavolo a studiare. “Ma guarda, anche loro a volte si comportano come normali studenti” Pensò andando a sedersi lontano senza più degnargli di un'occhiata. Contava sul fatto che fossero talmente impegnati che non le avrebbero rotto le scatole. Invece Deidara la vide e, da perfetto ficcanaso qual era, sussurrò qualcosa a Hidan che si voltò verso di lei e sogghignò. Temari abbassò lo sguardo sul libro irritata e valutò l'ipotesi di andarsene ma non voleva dare questa soddisfazione al ragazzo. Sarebbe stato come dire che l'aveva in pugno. Così quando lui si sedette di fronte a lei lo ignorò fingendo di non averlo visto.

«Allora dolcezza, non mi hai ancora detto come hai passato le vacanze»

«Non so se l'hai notato Hidan ma sto cercando di studiare e credo che tu debba fare lo stesso» Gli lanciò un'occhiata ostile, non si era dimenticata quello che lui aveva cercato di farle quel pomeriggio in giardino ma era certa che non l'avrebbe rifatto nel bel mezzo della biblioteca con tante persone presenti. Lui spostò la sedia mettendosi più vicino e lei represse a fatica il moto di disgusto quando lui le poggiò la mano sulla coscia massaggiando delicatamnte.

«Non vuoi sapere che ho fatto io?» Le sussurrò.

«Non sono interessata» Rispose lei mantenendo un tono indifferente eppure dentro di sé stava ribollendo. Lui spostò la mano un po' più su aumentando il suo fastidio e le avvicinò la bocca all'orecchio:

«Ho anche qualcosa per te, sai?»

«Immagino cosa» Si costrinse a stare ferma e non spostare la mano, sfidandolo con lo sguardo. Hidan non perse l'occasione e avvicinò ancora di più la mano a quella parte proibita di lei «Toglila subito» Gli sibilò lei minacciosa. Inaspettatamente lui obbedì lasciandola di stucco.

«Ho davvero qualcosa per te» Temari lo squadrò dubbiosa chiedendosi quale fosse il trucco «Non lo vuoi il mio regalo di natale?» Insistette Hidan.

«Non voglio niente da te»

«Cambierai idea quando lo vedrai. Vieni» Era un ordine e non una richiesta.

«Dovrei fidarmi a venire con te dopo quello che hai cercato di fare l'ultima volta?» Domandò lei in risposta.

«Non ti facevo così vigliacca tesoro» A quelle parole Temari scattò in piedi.

«Andiamo» Disse. Non aveva alcuna intenzione di entrare in camera sua e trovarsi così intrappola e lui, contrariamente a quanto lei si aspettava, non la costrinse a farlo. Entrò da solo e poco dopo tornò fuori con una scatoletta in mano. Non c'era pacchetto e Temari quindi vide subito che si poteva trattare solo di un gioiello ma qual era il trucco? Trattandosi di Hidan doveva per forza esserci un trucco. Lui le porse la scatola sogghignando e Temari la prese mantenendo un'espressione indifferente e distaccata. Lanciò un'ultima occhiata a Hidan che si stava pregustando fino in fondo la confusione di Temari. Perchè lo sapeva, dietro quell'apparente indifferenza si stava facendo mille domande sul perché di quel gesto così poco da lui. Temari aprì la scatola, dentro c'era un ciondolo d'oro con una grande pietra trasparente al centro. Era bella, appariscente, ma bella. Alzò lo sguardo su Hidan seria in volto:

«Dove l'hai presa?» Gli chiese, fredda.

«L'ho comprata» Non ci credeva, non ci credeva affatto. E lei non era ancora disposta ad accettare regali da lui, soprattutto regali rubati. Gliela tese:

«Riprenditela» Gli ordinò perentoria ma lui si limitò a fissarla con quel ghigno irritante che tanto la mandava in bestia «Ho detto di riprendertela» Ripetè Temari.

«Un regalo è un regalo dolcezza e va accettato sempre» Richiuse la porta dietro di sé e poi se ne andò senza aggiungere altro lasciandola totalmente basita.

 

 

Più tardi Temari si confidò con Ino e le mostrò il gioiello. La reazione non fu quella che si aspettava però.

«È bellissimo!!!» Esclamò la biondina estasiata correndo davanti allo specchio a provarselo. Si rimirò rigirandosi a destra e a sinistra emozionata come una bambina davanti a un giocattolo nuovo «Se non lo vuoi Tem puoi sempre darlo a me»

«È sicuramente rubato e non chiamarmi Tem! Io detesto i diminutivi»

«Secondo te il diamante è vero?» Chiese Ino ignorando totalmente le sue ragioni.

«Non lo so e non mi importa, non voglio finire nei guai per colpa di Hidan»

«Magari ha detto la verità e te l'ha comprato veramente»

«Non credo spenderebbe tutti quei soldi per me» Replicò lei. Bussarono alla porta e Ino andò ad aprire facendo sfoggio del gioiello sbottonandosi la camicetta sul davanti. Temari avrebbe voluto ucciderla: non era una cosa da sbandierare ai quattro venti dopotutto.

«Wow!» Era la voce di Sakura «Dove l'hai preso?»

«Oh, semplicemente uno dei miei tanti spasimanti ha voluto farmi un regalo» Rispose lei sorridendo mielosa per poi fare passare le amiche.

«Chi te l'ha regalato?» Insistette TenTen. A quel punto Temari si alzò:

«Non è suo, è mio, me l'ha regalato Hidan» Ino fece una smorfia come infastidita da quella piccola rivelazione. Temari spiegò anche alle altre quello che pensava e cioè che fosse un oggetto rubato a qualcuno e che tenerlo poteva costituire grossi problemi. Voleva liberarsene.

«A questo proposito» Iniziò Sakura «Non vi porto buone notizie. Ero con Itachi prima, non guardarmi così Tem, per favore, lui è diverso»

«Ci crederò quando lo appurerò con i miei occhi» Rispose lei incrociando le braccia.

«In ogni caso, ero con lui prima. Mi stava dando ripetizioni di statistica, è così bravo tra l'altro...»

«Arriva al dunque» La interruppe Temari seccata.

«Dicevo che quando ha finito me ne sono andata ma poi mi sono accorta che avevo dimenticato il libro e...»

«Puoi saltare i dettagli e arrivare al dunque?» Domandò Temari esasperata. Sakura la guardò storto:

«Sì» Rispose secca «Ora ci arrivo al dunque!» Prese un respiro «Sono tornata indietro e l'ho sentito che parlava con Sasori. A quanto pare hanno intenzione di fare qualcosa stanotte, se vogliamo agire questa è la volta buona per farlo» Ino annuì:

«Ottima idea il piano è lo stesso dell'altra volta, giusto?» Temari si chiese quale piano: rubare un'automobile non era un piano, era un'idiozia! Le altre però erano tutte convinte, eccezion fatta per Hinata che però era talmente remissiva da non riuscire ad esprimere le proprie opinioni.

«A chi la prendiamo l'auto?» Chiese TenTen. Ino sorrise, aveva già la risposta pronta e difatti...

«Neji»

«Cosa?» Chiese TenTen allibita e già aveva cambiato idea.

«Neji è perfetto, voi due state insieme, no? Quindi non ti sarà difficile entrare in camera sua e prendergli le chiavi di nascosto»

«Se mi scopre...»

«Non ti scoprirà, gliele metterai a posto domani, non si accorgerà di nulla. Datemi qua il quaderno ora» Ordinò Ino. Temari non si mosse lasciando che la biondina se lo prendesse da sola. Solo lei riteneva tutta quella faccenda un'assurdità? Si sarebbero ficcate nei guai, poco ma sicuro. Un conto era se ci andava di mezzo solo lei ma non voleva che per colpa sua poi pure loro finissero nei guai. Non che avrebbe provato sensi di colpa, era ovvio, semplicemente non voleva averle tra i piedi, sarebbero state un peso e basta. Ino si mise a scribacchiare sul quaderno su tutta qualla faccenda. Altra mossa stupida. Temari socchiuse gli occhi a due fessure fissandolo come se volesse incenerirlo.

«Lo brucerò quel quaderno» Sibilò. Ino alzò lo sguardo:

«Hai detto qualcosa Tem?» Chiese. La bionda nemmeno si era accorta di aver parlato a voce alta:

«No, niente» Rispose frettolosamente assumendo un'espressione distaccata.

«Allora diamoci da fare. TenTen, vai a prendere le chiavi. Sakura, io e te cerchiamo di scoprire qualcos'altro su Mr Tenebroso, Hinata, tieni questo, è il tuo turno» Le diede il quaderno «Non essere timida, puoi scrivere anche tu qualcosa, sai? Noi non ti mangiamo mica» La corvina arrossì e annuì balbettando un “grazie” poco udibile. Ino poi si voltò verso Temari «Tu... ecco... fa quello che vuoi»

«Hai un'alta considerazione di me» Rispose la ragazza piccata.

«Ci vediamo stasera fuori, vestitevi in nero» Disse Ino. Temari tirò un sospiro di sollievo quando rimase sola. Prese la scatolina che Shikamaru le aveva regalato e se la rigirò tra le mani. Non c'era niente dentro, ne era sicura, era tutta una presa in giro per farla arrabbiare. Di sicuro, se non soddisfava le sue aspettative gliel'avrebbe fatta pagare cara. Provò ad aprirla con scarsi risultati e stava per arrendersi un'altra volta quando spingendo la parte inferiore riuscì a muoverla un pochino. Si raddrizzò e spinse di più mentre magicamente la scatola cambiava forma fino a bloccarsi. Spinse ancora con tutte le sue forze ma non si mosse più di un millimetro. Estasiata per il risultato raggiunto però non si arrese e cercò altri meccanismi da fare scattare. Tirò, spinse, ci battè sopra, nulla di tutto questo ebbe alcun effetto e alla fine la scatola era ancora lì immobile e sembrava dirle “Tutto qua seccatura quello che sai fare?” Represse un grido di nervoso e la colpì con il cuscino:

«Ti odio!» Sbottò «Shikamaru ti odio!» Ad ogni parola colpì la scatola «Tu e i tuoi stupidi giochetti! Ti odio!» Smise di colpirla riprendendo fiato. Richiuse con un colpo secco la scatola. Non serviva prendersela così, un passo avanti seppur piccolo lo aveva fatto, prima o poi sarebbe arrivato anche il resto. Si alzò e andò a farsi una doccia quando, tutta insaponata, sentì bussare alla porta. “Se è Ino può anche morire là fuori” Pensò continuando a insaponarsi. La gente rompeva sempre nei momenti meno adatti. Di nuovo sentì bussare. Non doveva per forza andare ad aprire, chiunque fosse se ne sarebbe andato. Ma era insistente perché sentì bussare una terza volta. Di sicuro era Ino, solo lei era tanto seccante e di sicuro aveva dimenticato le chiavi.

«UN ATTIMO E ARRIVO!» Urlò aprendo poi l'acqua e sciacquandosi velocemente da tutto quel sapone. Uscì dalla doccia mettendosi l'accappatoio mentre quell'idiota che evidentemente non capiva cosa significasse “un attimo” continuava a bussare ritmicamente. Andò ad aprire mezza incazzata ma non c'era nessuno. “Che scherzi sono questi?” Si chiese sporgendosi nel corridoio e guardandosi attorno. O aveva avuto un'allucinazione? Sentì di nuovo quel bussare ma non proveniva da fuori. Confusa rientrò in camera lasciando la porta aperta. Poggiò l'orecchio alla parete, non era da fuori che proveniva quel rumore insistente, ma dalla stanza a fianco!!! Continuò ad ascoltare cercando di capire da cosa fosse dovuto e se fosse il caso di andare a prendere a pugni il responsabile abbassandosi in ginocchio per trovare il punto esatto su cui stavano battendo. Non si accorse che qualcuno entrò in camera e le si avvicinò per poi chinarsi a fianco a lei. Continuò ad ascoltare concentrata quando sentì dei gemiti accompagnare quel battere. Le sfuggì un suono indefinibile di disappunto comprendendo quello che stava accadendo nell'altra stanza. Gemiti e battiti, più chiaro di così! Il rumore di un respiro le giunse alle orecchie, corrugò la fronte e rendendosi conto che c'era qualcuno dietro si voltò di scatto mollando un pugno alla cieca ma colpendo l'individuo diritto sul naso. Quello cadde all'indietro imprecando:

«Cazzo... seccatura, sei impazzita o cosa?» Lei lo fissò allibita riprendendosi dallo spavento avuto:

«Sei impazzito tu!» Sbottò una volta recuperato l'uso della parola «Cosa pensavi di fare, eh maniaco!?!» Shikamaru si massaggiò il naso, una fortuna che non glielo avesse rotto, tirava di quelle manate che non avrebbe augurato a nessuno.

«Parla quella che si mette a spiare gli altri» Ribatté seccato.

«Io non stavo spiando! Credevo che qualcuno bussasse così sono uscita ma nessuno bussava e mi sono accorta che veniva dalla stanza accanto e... e...» Arrossì a dismisura accorgendosi che lui sogghignava come a dire “chi ci crede” e si infuriò. La sua faccia divenne una maschera di pura rabbia:

«Vuoi un altro pugno per caso?» Domandò alzando la mano e chiudendola. Shikamaru arretrò da seduto.

«Non ho detto niente» Le fece notare. Temari si alzò continuando a fissarlo in cagnesco, il ragazzo la paragonò alla dea della guerra e del massacro e non osò muovere un muscolo per paura di scatenare le sue ire. Ringraziò il fatto di essere ben allenato a mantenere un'espressione apatica e indifferente che nascondeva tutto il terrore che provava in quel momento. Terrore del tutto giustificato visto lo sguardo saettante che la ragazza gli stava rivolgendo, le labbra serrate in un modo alquanto minaccioso come se fossero pronte ad aprirsi per urlargli tutta la sua rabbia. Deglutì a stento: era una dea in accappatoio. Non potè fare a meno, non lo potè proprio, ma non ci tentò neanche, di abbassare lo sguardo dal suo volto fin sulle gambe leggermente divaricate, di cui l'accappatoio arrivava fino alle ginocchia. Per poi tornare a risalire e allora vide che l'espressione della ragazza si era fatta ancora più paurosa. “Di qualcosa” Si ordinò Shikamaru “Qualunque cosa andrà bene e sarà meglio di questo silenzio” Aprì la bocca ma non gli uscì alcun suono. Dov'erano finiti tutti i suoi neuroni? Temari si scrocchiò le dita:

«Posso solo immaginare cosa ti stia passando per la testa» Disse «Spero per te che io mi stia sbagliando e che la tua espressione è dovuta a qualcosa d'altro che non sia io» Shikamaru deglutì a stento. Quale espressione? Ma lui non era quello ben allenato a mostrarsi del tutto indifferente e disinteressato a ciò che gli capitava attorno? La sentì ringhiare, evidentemente stava aspettando che dicesse qualcosa solo che il suo cervello era del tutto scollegato. La paura, di sicuro era quella, gli impediva di riuscire anche solo a pensare una frase di senso compiuto. La sua testa sembrava aver preso una strada tutta sua ignara dei pericoli che gli avrebbe fatto correre e l'unica cosa che riusciva a pensare era “belle gambe” “è appena uscita dalla doccia” “prima era sotto la doccia” “ha solo l'accappatoio addosso”. E anche i suoi occhi avevano preso una direzione tutta loro perché non riusciva più a tenerli fissi sul suo volto ma continuavano a guizzare ovunque sul suo corpo. Dopo quello che parve un istante infinito Temari gli si avvicinò.

“Ora mi fa a pezzi” Gli disse una voce mentre l'occhio gli cadeva sulla scollatura divenuta più evidente quando lei si piegò in avanti.

«Shikamaru» Lo chiamò dolcemente. Alzò lo sguardo. Un attimo: cosa si era perso? Perchè gli stava sorridendo in modo così amabile? Lei gli prese il mento fra due dita sollevandoglielo «Shikamaru, mi senti, vero?» Era fin troppo gentile, doveva esserci un trucco «Sai cosa farai adesso? Tu alzerai il tuo fondoschiena e uscirai da questa camera» Continuò Temari con tono perfettamente calmo e gentile «Te ne andrai il più velocemente possibile perché non appena io mi sarò vestita verrò a cercarti e se vuoi sopravvivere credo che farai meglio a trovarti un nascondiglio molto, molto sicuro. Hai capito bene?» Gli sorrise e poi lo mollò allontanandosi. Shikamaru riprese fiato, le lanciò un'ultima occhiata e poi corse fuori chiudendo la porta dietro di sé.

 

 

 

 

Angolo dell'autrice: scusate il ritardissimo, sono imperdonabile!!! :( Studio e vari impegni mi riempiono tutta la giornata e arrivo la sera così stanca che, lo ammetto, nemmeno ho tanta voglia di mettermi a computer. Sorry sorry sorry!!!!! Spero che questo capitolo però mi faccia perdonare almeno un pochino :$ anche se è una schifezzella.. Tornando alla storia invece il college è ricominciato e assieme a quello anche i problemi (Hidan e compagnia bella). Le 5 protagoniste (non so come definirle, se pazze, squilibrate, folli o altro... XD) riusciranno a scoprire la verità? Poi Hidan ha regalato una collana a Temari... che stia tentando un'altra strada per avvicinarsi a lei? (sarebbe così strano se lo facesse? XD Forse un po' sì ;P). E con questo vi saluto, ci si rivede al prossimo, un abbraccio a tutti, vostra

Kit :)

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Capitolo 24
*** Furti d'auto ***


Furti d'auto

 

 

Faceva freddo. E non lo pensava solo perché era di natura una tipa freddolosa, no, l'aria era davvero gelida. Rabbrividì stringendosi nel cappotto il più possibile e cercando di non far battere i denti. Detestava la notte, detestava l'inverno e detestava le notti d'inverno. Qualcuno le sfiorò la spalla, si voltò di scatto ma erano solo TenTen e Hinata con le chiavi.

«Ce l'abbiamo fatta, Neji non si è accorto di niente, l'ho distratto con il mio charme» Disse la castana sorridendo pienamente soddisfatta di se stessa e della riuscita della sua piccola missione.

«Tu hai charme TenTen?» Domandò Temari ironica prendendole le chiavi di mano. Ino e Sakura non erano ancora arrivate ma Hidan e gli altri del suo gruppo erano già in strada.

«Vado a prendere l'auto, aspettatemi qui»

«Ti accompagno, non sai qual è...» Iniziò TenTen ma la bionda la fermò sul posto. Sapeva quale fosse l'auto, si era informata bene, nonostante Ino non le avesse dato nessun compito aveva preparato da sola il proprio infallibile piano. Perché di mettere in mezzo le sue amiche proprio non se ne parlava. Erano sciocche, immature, irresponsabili, non erano in grado di seguire qualcuno senza farsi scoprire «Appena loro partono io vengo a prendervi qui davanti» Disse loro per poi allontanarsi. Non avrebbe rischiato la propria pelle per loro, meglio soli che male accompagnati e quelle quattro rappresentavano solo una spina nel fianco. Salì in macchina, una bella porsche nera, perfettamente pulita e senza un solo graffio o ammaccatura. Certo, da Neji Hyuga che altro ci si poteva aspettare? Osservò il gruppo di ragazzi molto davanti a lei, non si decidevano a partire. Accese l'aria calda per cacciare quel freddo che la penetrava fin nelle ossa e si strofinò le mani mettendole poi sotto il sedere per evitare un precoce congelamento. Finalmente i ragazzi davanti a lei partirono, Hidan, Deidara, Sasori e Itachi. Se c'era qualcun altro non lo aveva visto. Aspettò un attimo giusto per mantenere una certa distanza e poi partì anche lei. Non si fermò davanti al cancello per tirare su le amiche “Mi dispiace ragazze ma in questa storia voi non c'entrate”. Poco male che nemmeno lei c'entrasse in realtà, le sue motivazioni per lasciarle indietro erano più che valide. Spense il cellulare in modo da non avere scocciatori indesiderati, probabilmente dopo le avrebbe sentite da Ino ma ora non voleva pensarci, voleva solo capire cosa stessero facendo Hidan e il suo gruppo di amici.

 

 

Quando videro l'auto di Neji passare loro davanti senza fermarsi le quattro ragazze ci rimasero proprio male. Ino, dopo un attimo di perplessità andò su tutte le furie:

«Quella... quella stronza!» Sbottò.

«Calma, forse ora torna indietro» Cercò di essere positiva TenTen.

«Non tornerà indietro e sai perché? Perché aveva già pensato tutto dall'inizio!» Sbottò Ino infuriata e rientrò nell'edificio a passi pesanti. Le altre si affrettarono a seguirla:

«Non credete che possa... capitarle qualcosa di brutto?» Chiese Hinata preoccupata.

«Le capiterà qualcosa di brutto non appena tornerà qua!» Rispose Ino arrabbiatissima. Si fermò, iniziò a camminare avanti e indietro per il corridoio sotto gli sguardi silenziosi delle altre. Ad un certo punto Sakura la costrinse a fermarsi:

«Sentite, perché non prendiamo l'auto di Sasuke e la seguiamo?»

«Ormai sono già lontani» Fece notare Hinata con voce pacata. Sicuramente la mossa più saggia sarebbe stata quella di avvertire la preside ma qualcosa le diceva che le amiche non sarebbero state daccordo. In ogni caso era concorde con loro: non potevano lasciare Temari sola con quegli individui. Sakura provò a chiamare Temari al cellulare:

«Credo l'abbia spento» Disse.

«Certo! Non vuole sentire quello che abbiamo da dirle!» Sbottò Ino sempre più infuriata, assomigliava terribilmente a una bomba a orologeria, sempre più pericolosa man mano che i secondi avanzavano.

«Che facciamo?» Chiese TenTen «Se succede qualcosa all'auto di Neji non so come farò a spiegarglielo»

«All'auto di Neji? E a Temari non ci pensi?» Ribattè Sakura.

«Certo ma penso anche all'auto di Neji, il mio fidanzato!»

«Sei davvero egoista TenTen, Temari potrebbe finire dei guai da un momento all'altro e noi non abbiamo modo di aiutarla!» Esclamò la rosa.

«Ora basta!» Sbottò Ino non potendone davvero più.

«Hai qualche idea?» Chiese Sakura. La biondina annuì:

«Sì, l'idea che ho è: torniamocene a dormire e di Temari chissenefrega! Non ci ha aspettate? Finirà nei guai? Bhé, se l'è andata a cercare dopotutto!»

«Come puoi parlare così?»

«Parlo così perché mi sto stancando di una che decide come se esistesse solo lei a questo mondo! Non ha mai tenuto conto delle nostre opinioni, mai! Quindi non vedo perché dovrei farmi in quattro per una persona egoista e senza cuore come lei!» Detto ciò Ino si allontanò tornando in camera propria. Sakura si voltò verso le altre.

«Direi che siamo a cavallo» Commentò ironica, non era disposta a lasciar perdere come la biondina.

«Credo che sia solo dispiaciuta» Mormorò Hinata «In realtà penso sia preoccupata»

«Temari non si è comportata un granché bene, le ho affidato le chiavi dell'auto e guardate che ha fatto!» Ribattè TenTen.

«Piantala di preoccuparti per una stupida auto e ora ascoltatemi: rubiamo l'auto a Sasuke» Decise Sakura «Non so come ma raggiungeremo Temari e quei pazzi» E da quella decisione nessuno l'avrebbe fatta desistere. Aveva già un piano ma serviva Ino. Fu solo grazie a Hinata, a cui nessuno sapeva dire di no, che la bionda accettò di collaborare.

Si radunarono tutte quante vicino alla camera di Sasuke e Naruto. Ino si lisciò la gonna e si sistemò i capelli prima di fare qualche passo verso la porta e bussare preparando il sorriso più seducente che conosceva. Le altre la guardavano da dietro l'angolo impazienti. La porta si aprì e sulla soglia comparve l'Uchiha, solo i boxer addosso e i capelli scompigliati che gli davano un'aria decisamente sexy. Squadrò la biondina che aveva davanti con espressione impassibile:

«Che vuoi?» La Yamanaka allargò il sorriso rendendolo più un ghigno che altro.

«Ho voglia» Rispose sensuale posandogli una mano sul petto. A guardarla muoversi in modo così provocante Sakura provò un pizzico di invidia. La rosa si morse il labbro a sangue vedendo Ino trascinare il ragazzo fuori dalla camera lungo il corridoio fino a sparire nell'oscurità. E all'invidia per l'amica si aggiunse un pizzico di gelosia nei confronti di Sasuke, com'era possibile? TenTen la riportò alla realtà, era il suo turno. Sakura prese un profondo respiro, quella era la parte del piano che detestava, si avvicinò alla camera e bussò. Cercare di ammaliare Naruto non era certo il suo più grande desiderio ma chi altro poteva farlo se non lei? Bussò ancora irritata perché nessuno veniva ad aprirle. Eppure il piano era stato suo, non aveva alcun diritto di lamentarsi se ora si trovava in quella situazione. Bussò per la terza volta giurando a sé stessa che se Naruto non si muoveva ad aprire avrebbe lasciato perdere tutto. Era nervosismo quello che sentiva? Per cosa poi non lo sapeva ma era nato tutto vedendo Ino portarsi via Sasuke. Si voltò verso le amiche, TenTen la spronò di bussare ancora mentre Hinata aveva la faccia di chi era preoccupato; se fosse per il timore di essere scoperti o per paura che Naruto fosse rimasto soffocato tra le coperte del piumone Sakura non sapeva dirlo. La rosa, perdendo ogni minimo di pazienza iniziò a colpire la porta a pugni:

«APRI IMBECILLE! NON SENTI CHE STO BUSSANDO DA MEZZ'ORA!?!» Quando ci voleva ci voleva! Comunque ottenne l'effetto sperato, Naruto aprì la porta e Sakura fece una smorfia di disgusto. Se Sasuke le era apparso affascinante e seducente anche appena alzato per il biondino non si poteva dire lo stesso. Prima di tutto le sbadigliò in faccia e l'aria che ne seguì non fu certo profumo di rose! Poi si stroppicciò gli occhi e la fissò come un ebete. E poi... se di Sasuke c'erano stati gli addominali, di Naruto c'era un pigiama deformato con tante volpi sonnecchianti su delle nuvolette azzurre. Sakura, davvero demoralizzata gli chiese se volesse venire a fare una passeggiata con lei.

«Ma è notte» La ragazza si impedì di rispondergli male e con uno sforzo enorme sorrise:

«Lo so ma c'è una bel cielo stellato stasera, non ti va di guardarla un po' insieme?» Naruto si grattò la nuca e sbadigliò di nuovo rumorosamente.

«Daccordo» Rispose infine «Mi cambio...» Prima che rientrasse Sakura lo afferrò per la mano:

«Non serve, e ora cammina» Ordinò perentoria trascinandolo via e assicurandosi di lasciare aperta la porta della camera. TenTen e Hinata si infilarono dentro mettendosi alla forsennata ricerca delle chiavi dell'auto. TenTen prese a cercare nei posti più improbabili, sotto il letto, sotto il materasso, negli armadi, manco stessero cercando una cassaforte segreta. Hinata invece andò subito al sodo trovandole appese a un gancetto al muro. Poi si perse a guardare le cose di Naruto con un po' di timore perché era come spiare. Era disordinato, molto disordinato: la scrivania era scomparsa sotto una montagna di cose tra cui diverse scatole di cibo; il letto era un ammasso di coperte e vestiti tanto che non si sapeva dove finiva l'una e iniziavano gli altri, e perfino le pareti erano tappezzate di poster privi di senso.

«Come fa Sasuke a conviverci?» Chiese TenTen «E come fai tu Hinata a voler stare con un tipo del genere, ti rendi conto che se vi sposate dovrai corrergli dietro con un'aspirapolvere tutto il giorno?» La corvina non seppe cosa rispondere, Naruto le piaceva per il suo carattere solare ma in effetti il fatto che fosse così disordinato costituiva un bel problema per lei che era quasi maniaca dell'ordine. Uscirono dalla stanza e corsero fuori, Sakura le stava già aspettando alla macchina.

«Naruto che fine ha fatto?» Le chiese TenTen.

«L'ho mollato da qualche parte, mi aveva davvero rotto, non faceva altro che sbadigliare e lamentarsi per il freddo e per il sonno e poi pretendeva che lo scaldassi con il mio corpo visto che non gli avevo permesso di cambiarsi. Assurdo, no?» Hinata invece era sollevata che non fosse successo niente fra quei due. Dopo un po' arrivò anche Ino, Sakura non potè fare a meno che guardarla storto.

«Che c'è?» Chiese la biondina.

«Come ti sei liberata di lui?»

«Gli ho dato buca, credo che non mi rivolgerà più la parola. Peccato, era un buon amante»

«Avevi smesso di farti tutti i ragazzi del pianeta» Le ricordò TenTen.

«Lo so, ma Sasuke rimane comunque un buon amante. Ora che abbiamo la macchina come raggiungiamo Temari?» Calò il silenzio, tutte guardavano Sakura interrogative aspettando da lei una qualunque risposta. La rosa, non sapendo che pesci pigliare sbottò:

«Io ho pensato la prima parte del piano, ora tocca a voi!»

«Sapevo che non potevi avere buone idee» Commentò Ino. Rimasero ferme in auto a pensare a una soluzione. Occorreva un miracolo a dir la verità. Avrebbero anche potuto girare a vuoto per la città, sperando, in qualche modo, di incontrare Temari e anche se assurda era l'idea che più si avvicinava a una soluzione. Sobbalzarono tutte quante quando la portiera dalla parte di Sakura si aprì di colpo. La rosa lanciò pure un urlo di sorpresa ritirandosi verso Ino che aveva invece già pronta la bomboletta al peperoncino per fermare l'aggressore. E invece non erano altri che Sasuke e Naruto, vestiti normalmente questa volta.

«Che modi sono questi!?!» Sbottò Sakura infuriata «Per poco non ci veniva un infarto» L'Uchiha le lanciò una bieca occhiata.

«Questa è la mia auto» Disse con uno sfondo di minaccia nella voce. Le quattro, completamente ammutolite non seppero trovare una scusa plausibile per quella situazione abbastanza imbarazzante.

«La stiamo solo prendendo in prestito» Disse TenTen con calma sporgendosi dal sedile dietro. Sasuke afferrò Sakura per un braccio costringendola a scendere.

«Mi fai male» Si lamentò la rosa mentre lui rudemente la spingeva via e si riprendeva le chiavi. Ino alzò gli occhi al cielo:

«Ci servono» Disse.

«Cosa cazzo volevate fare con la mia auto, eh?» Chiese il moro fissando Sakura e aspettandosi una risposta da lei. Ino si mise fra i due dividendoli:

«Ci serve e basta, a cosa non ti è dato sapere»

«Invece sì visto che è la mia auto» Naruto frattanto osservava la scena ancora mezzo assonnato. Sasuke sogghignò alzando le chiavi davanti al volto della biondina che cercò di prenderle ma lui le spostò subito lontano dalla sua portata.

«Ditemi che volevate fare e forse ve le darò»

«Non farlo Ino, non è minimamente corretto» Intervenne Sakura.

«Senti chi parla di correttezza» Replicò lui.

«L'abbiamo presa per una buona ragione» Rispose la rosa.

«Ditemela allora questa buona ragione» Le quattro si scambiarono delle occhiate tese ma alla fine si arresero, chissà, forse Sasuke e Naruto le avrebbero aiutate. Gli spiegarono tutto dal principio raccontandogli quello che volevano fare ma che Temari aveva deciso di fregarsene altamente di loro.

«Dobbiamo raggiungerla» Spiegò Sakura «Potrebbe essere in pericolo» Sasuke si limitò a fissarla impassibile:

«Non è un problema mio» Disse e fece per andarsene.

«Non possiamo abbandonarla, è nostra amica» Insistette Sakura «Tu abbandoneresti un tuo amico?»

«Fortunatamente non ho amici tanto stupidi» Sakura lanciò un'occhiata eloquente a Naruto e così lui aggiunse «A parte uno»

«Non ci aiuterai?»

«Ti ho già detto una volta di stare lontana da Itachi» Sasuke la tirò verso di sé parlandole a bassa voce «Non mi hai dato ascolto. Ti avevo avvertita che quelli sono pericolosi» La ragazza si liberò dalla sua presa fissandolo con determinazione.

«Temari è mia amica, a costo di raggiungerla a piedi io andrò da lei» Sibilò e gli diede le spalle incamminandosi lugo il marciapiede ben intenta a fare proprio quello che si era ripromessa. Anche se non sapeva quale fosse la direzione, anche se era lontano, anche se era sola. Sarebbe andata.

«Sas'ke» Lo chiamò Naruto «Aiutiamole» Il moro si voltò verso l'amico, per quanto lo conosceva non avrebbe smesso di insistere fino a una sua risposta affermativa. Lì erano tutti ben decisi ad andare a ficcarsi in un mare di guai, probabilmente Sakura sarebbe davvero andata a piedi.

«Daccordo» Acconsentì «Ma guido io»

«Come li ha seguiti Temari?» Chiese Naruto.

«Con l'auto di Neji» Rispose Ino. Il biondo ridacchiò:

«Immagino quando lo verrà a sapere, dovremmo avvertirlo»

«No, meno sa di questa storia meglio è» Rispose Sasuke e TenTen era pienamente daccordo. In macchina ci stavano tutti un po' strettini. Ino si era piazzata a fianco a Sasuke e quindi aveva un bel posticino comodo tutto per lei ma gli altri dietro erano stretti come sardine. Hinata finì in braccio a Naruto visto che nè TenTen, fidanzata, né Sakura, improvvisamente allergica al ragazzo volevano avere quell'onore. La corvina si sentì svenire ma riuscì a rimanere sveglia sebbene non osò guardare Naruto nemmeno una volta. Così partirono.

 

 

 

 

Angolo dell'autrice: ecco qua! Temari è partita, i ragazzi stanno per farlo e chissà se riusciranno a raggiungere l'eroina solitaria e aiutarla :) Che altro dire... ringrazio tutti quanti per continuare a leggere e anche per le splendide recensioni che mi lasciate sempre, un abbraccio,

Kit :)

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Capitolo 25
*** Brusca serata ***


Brusca serata

 

Fermò l'auto in una via deserta e buia, poco distante dal camioncino dei ragazzi ma abbastanza lontano da non essere notata e spense i fari rimanendo in attesa ad osservare quello che sarebbe successo. Non aveva paura e non era agitata, anzi, era perfettamente calma e distaccata in quello che doveva fare. Quando li vide scendere si abbassò di poco sul sedile, precauzione inutile visto che non potevano vederla lo stesso con tutto quel buio ma meglio essere prudenti. Qualcun'altro si avvicinò al camion, non riuscì a distinguerli bene benché il suo sguardo si fosse ormai abituato all'oscurità quel tanto che bastava per riconoscere le persone. Li vide parlare e poi entrare in un garage lì a fianco. Aspettò che tornassero fuori ma non accadde. L'unica soluzione era seguirli.

Scese dall'auto e si avvicinò tenendosi rasente al muro, pronta a fuggire al minimo accenno di pericolo.

Man mano che camminava sentiva delle voci e delle risate, sembrava un gruppo di amici che si fossero radunati per una serata di divertimento e per un attimo pensò che forse aveva preso un granchio. Le sfuggì un sorriso, no, non poteva essere così. Hidan e i suoi loschi uomini erano pericolosi, non c'era alcun dubbio. Spiò nel garage, non vi trovò nulla di eclatante, solo un mucchio di scatoloni da imballaggio chiusi e i ragazzi continuavano a parlare ignari della sua presenza. Temari si arrischiò ad entrare nascondendosi dietro le scatole e girando attorno al perimetro del garage si avvicinò al gruppo di uomini ad una distanza sufficiente per sentire chiaramente ciò che dicevano.

«Su, iniziamo a caricare» Disse Deidara d'un tratto «Ho fretta di tornare a casa» A due a due sollevarono gli scatoloni e questo le fece pensare che fossero pesanti ma lei voleva sapere cosa contenevano.

Non era il momento, doveva aspettare. Sentendo una voce alla propria destra per poco non perse dieci anni della sua vita ma la donna che era appena arrivata non stava parlando a lei:

«Fate piano, dentro c'è roba fragile» Era mingherlina, l'aveva già vista una volta.

«Tranquilla Konan, sappiamo fare il nostro lavoro» Rispose Deidara. La donna si limitò a guardarli tutto il tempo, immobile come una statua di cera, seria, altera.

«Mi aspetto una paga migliore di quella dell'altra volta» Disse Hidan d'un tratto.

«Avrai quello che avrai» Rispose lei freddamante. Una donna sola tra quattro uomini della loro specie si sarebbe solitamente come minimo intimorita. Lei no, anzi, sembrava che fossero gli altri ad avere una speciale reverenza nei suoi confronti.

«Ci aveva promesso di più!» Sbottò Hidan non contento facendo qualche passo verso la donna che si limitò a fissarlo pungente, in silenzio «Hai capito o no!?!» Esclamò lui terminando la distanza che li separava. Ad un passo da lei, Konan gli puntò una pistola allo stomaco. Temari sgranò gli occhi stupefatta mentre Hidan si immobilizzava.

«È carica» Si limitò a dire lei in tono tranquillo «Torna al lavoro» Hidan la fissò per un lungo istante con odio per poi allontanarsi. Deidara gli diede una spintarella:

«Idiota»

Temari continuò a fissare la donna, era lei dunque il capo fra di loro. Si accorse che gli scatoloni stavano velocemente diminuendo, se stava lì l'avrebbero trovata di sicuro. L'uscita era fin troppo lontana, impossibile da raggiungere, erano tutti lì che passavano avanti e indietro. L'unica via che le rimaneva era la porta da cui era arrivata Konan solo che avrebbe dovuto passarle a fianco. “In che guaio mi sono ficcata” Ma era ancora calma. Sapeva che farsi prendere dal panico non serviva, doveva mantenere il sangue freddo se voleva uscire da quella situazione sana e salva. D'un tratto Itachi le si avvicinò troppo e la vide, si scambiarono una lunga occhiata, lui chiaramente sorpreso nel trovarla lì, lei che invece impallidiva di colpo. Il ragazzo tuttavia non disse niente e si allontanò prendendo un altro scatolone. Hidan venne ad aiutarlo ma mentre lo trasportavano fuori Itachi perse la presa.

«Cazzo! Stai attento!» Esclamò Hidan e Konan si avvicinò per controllare. Temari non perse l'occasione e si lanciò verso la porta, la sua unica salvezza, quella sbattè alle sue spalle mettendo in allerta tutti gli altri.

«Che cosa è stato?» Temari non si fermò e corse lungo quel corridoio buio benchè non avesse la minima idea di dove l'avrebbe portata. Improvvisamente le luci a neon si accesero e sentì i passi dei propri inseguitori alle spalle. Continuò a correre concentrando tutte le energie nelle gambe ma più andava veloce e più i suoi passi rimbombavano forte. Aprì un' altra porta e continuò ad andare avanti, possibile che quel posto non avesse un'uscita? Salì delle scale e continuò ad avanzare finché non si trovò davanti ad un muro: vicolo cieco. Era finita in un maledetto vicolo cieco! Si guardò intorno, il cuore le batteva a mille, ora c'era ben poco da stare calmi, se non trovava una via d'uscita l'avrebbero presa e poi, che le avrebbero fatto? La finestra catturò la sua attenzione, la spalancò di botto e senza neanche guardare a che piano fosse si buttò fuori. Appena in tempo perché poi i suoi inseguitori arrivarono sul corridoio. Temari cadde a terra e rotolò su un fianco sbucciandosi i palmi delle mani. Un dolore atroce le percorse la caviglia, lo ignorò e zoppicando si allontanò il più in fretta possibile cercando di raggiungere la macchina.

«ECCOLO LÀ: FERMATELO!» La voce di Deidara rimbombò sopra le altre. Temari non si fermò a controllare se la stessero effettivamente seguendo e nel caso, dove fossero esattamente, riuscì a raggiungere la macchina e ci salì sopra. La caviglia le lanciò un'altra fitta, strinse i denti e mise in moto, il solo pensiero che aveva era di allontanarsi e in fretta anche. Ingranò la retromarcia a tutta velocità e i ragazzi davanti a sé correrevano per raggiungerla, troppo tardi, uscì sulla strada principale, per poco non andò a sbattere contro un'altra auto che stava per girare nella via e si allontanò velocemente.

 

 

«Cosa sai esattamente degli amici di tuo fratello?» Chiese Sakura sospettosa. Non si fidava dell'Uchiha e temeva che avrebbe raccontato delle loro scoperte a Deidara. Lui non era come Itachi, Sasuke non le ispirava la minima fiducia.

«So quello che sapete voi» Rispose il ragazzo continuando a guidare. Non aveva senso però cercare una persona quando non avevano la minima idea di dove si trovava. TenTen continuava a cercare di rintracciarla ma il telefono risultava sempre spento.

«Cioè niente? Perché è questo che noi sappiamo»

«Strano che tu ti fidi più di mio fratello che di me, dopotutto, non sono io ad essere in compagnia di quei tipi» Rispose lui fissandola con un ghigno irritante. La stava stuzzicando apposta, ne era sicura. Incrociò il suo sguardo e tra tutte le rispostacce che era pronta a dargli non gliene uscì neanche una. Guardò altrove cercando di non mostrare il proprio disagio.

«Itachi non è come te» Disse piano, quasi un sussurro, intimidita soltanto nell'avere i suoi occhi scuri puntati addosso. Sasuke tornò a guardare la strada:

«Pensa ciò che ti pare» Rispose gelido.

Intanto Hinata era sempre più preoccupata, tanto che nemmeno la vicinanza di Naruto la metteva più in imbarazzo. Temari veniva prima di qualsiasi altro problema, anche del fatto di essere seduta sulle gambe di Naruto che le stringeva appena i fianchi con le mani.

«Non essere preoccupata, Temari è una tosta, non si fa mettere i piedi in testa facilmente» Cercò di tranquillizzarla il biondo. Hinata accennò un lieve sorriso, non si sarebbe perdonata se fosse accaduto qualcosa, era un po' anche colpa sua. Avrebbe dovuto immaginare ciò che Temari aveva intenzione di fare, ormai conosceva il suo carattere solitario e la tendenza a fare tutto da sola. Naruto inclinò la testa di lato osservandola pensieroso «Davvero, non stare in ansia» Le disse più dolcemente «Non sopporto vederti così» TenTen gli diede uno scappelotto sulla testa:

«Cosa stai dicendo? Siamo tutti preoccupati! Invece di blaterare sciocchezze come al solito vedi di darti da fare e trovare una soluzione!»

«Chiamiamo la polizia» Disse Hinata allora. Era la cosa migliore che potevano fare.

«Oh certo, così viene fuori che Temari ha rubato un'auto e se poi sta bene finirà nei guai per davvero» Fece notare Ino che era ancora abbastanza arrabbiata.

«Da soli non possiamo fare molto altro, sorvoliamo sull'auto rubata, non è necessario dirlo» Sakura chiamò la centrale. Quello che le dissero non fu affatto positivo. Era troppo presto per fare denuncia della scomparsa e benché lei provò in tutti i modi a spiegare che si trattava di persone pericolose continuarono a ripeterle che dovevano aspettare almeno 48 ore per sporgere una denuncia. Alla fine cercarono di rassicurarla dicendo che avrebbero fatto partire qualche indagine ma lei non ci credette molto.

«A questo punto non ci rimane altro da fare» Disse mettendo via il cellulare «Se non aspettare e sperare che torni presto» Fecero dietrofront tronando in direzione del college, sconfitti. Quando arrivarono di fronte ai cancelli scesero dall'auto ma rimasero lì fuori ad aspettare con la speranza che Temari tornasse.

«E se parlassimo con Tsunade?» Chiese Hinata che non era disposta ad arrendersi facilmente.

«Cosa può fare? Se nemmeno la polizia fa niente...» Fece Sakura turbata. Sasuke le sfiorò la mano con la propria, la ragazza lo guardò storto e lui si allontanò subito come seccato «Che c'è?» Chiese lei squadrandolo attentamente.

«Voi donne non fate altro che creare problemi» Rispose lui freddamente ma Sakura intuì che volesse dire inizialmente qualcos'altro. Non insistette, non le importava più di quel tanto.

 

 

La caviglia le faceva un male cane e faticava a schiacciare i pedali, si costrinse però a sopportare il dolore e andare avanti. Meglio viva e dolorante che fatta a pezzi da quei quattro. Tra l'altro perché Itachi non aveva detto niente a nessuno quando l'aveva vista? E le veniva pure il dubbio che lo avesse fatto apposta a far cadere lo scatolone per pemetterle di fuggire. Ma perché? Itachi non faceva forse parte di quel gruppo? Rallentò un poco assicurandosi di non avere nessuno dietro, sperava vivamente che non l'avessero riconosciuta ma era talmente buio che era impossibile. Dovette fermarsi, non riusciva più a guidare, il dolore stava diventando sempre più forte ogni volta che muoveva il piede. E ora che faceva? Non le piaceva quella strada buia e comunque a piedi non sarebbe arrivata da nessuna parte. Cercò di capire se si trattasse di una slogatura o se era rotta, a toccare faceva male ed era gonfia. Inutile, doveva proprio chiamare qualcuno. Certo che chiamare le amiche dopo averle abbandonate era di una bella faccia tosta e poi la sola idea di ammettere di aver bisogno del loro aiuto le faceva venire voglia di tornare a piedi da sola a costo di dover strisciare. Se avesse potuto avrebbe chiamato Kankuro ma era fin troppo lontano. Le venne addirittura in mente Shikamaru ma l'immagine del ragazzo alla guida di un'auto con la faccia mezza addormentata la fece scoppiare a ridere. Meglio lasciarlo nel letto al sicuro dove non avrebbe avuto incidenti per improvvisi attacchi di sonno! Accese il cellulare, le arrivarono una serie di messaggi di chiamate perse da parte delle amiche. Poi Hinata la chiamò. Con un sospiro rassegnato si obbligò a rispondere.

«Sì?»

«Tem, stai bene?»

«Certo»

«Dove sei? Quando torni?» C'era il panico nella voce dell'amica e a Temari dispiacque averla fatta preoccupare.

«Torno... eh...» Si lanciò un'occhiata alla caviglia «In realtà sono bloccata» Le spiegò la situazione e Hinata le disse di aspettare lì, Sasuke e Naruto sarebbero venuti a prenderla.

 

In seguito non fu un bell'incontro con le amiche. Ino l'attaccò da subito, arrabbiata e ferita non la lasciò nemmeno parlare:

«Come hai potuto? Devi smetterla di lasciarci sempre fuori da tutto quello che fai!» Un po' gridava e un po' cercava di riprendere il controllo senza per altro riuscirci «Ci hai lasciate qua! Non credevo fossi quel genere di persona che fa queste cose! Egoista! Ipocrita, bugiarda! Ecco cosa sei: un'arrogante presuntuosa! Che peccato che non ti abbiano scoperta quei tipi, ti sarebbe stato solo che bene! A te non interessa niente di noi, non ti è mai importato!» Prese respiro e prima che ricominciasse a sbraitarle conto, Temari, che di pazienza ne aveva ben poca e stava sempre più male a causa della storta alla caviglia andò su tutte le furie prendendosela con tutte loro.

«Hai ragione, non mi interessa affatto di voi» Rispose freddamente facendola ammutolire. Le parole le uscirono di bocca senza alcun controllo «Sempre a chiedermi consigli, sempre a riempirmi la testa con i vostri problemi di cui ve lo dico chiaro e tondo una volta per tutte: non me ne frega proprio niente! Ti chiamano puttana? Hanno pienamente ragione, è la prima cosa che ho pensato di te quando ti ho vista» La biondina spalancò la bocca ma non le uscì alcun suono. Temari non aveva però finito «Sei arrogante, fastidiosa e pettegola. Un'egoista viziata che ha tutto quello che uno potrebbe volere ma non si accontenta mai di niente!» Adesso, finalmente avrebbe detto la sua. Basta con tutta quella storia. Basta sorbirsi ogni giorno le sciocchezze di quelle bambine sotto sembianze di ragazze.

«Temari...» Iniziò Sakura incredula cercando di metterle un freno ma Temari non la lasciò parlare.

«Oh, giusto, che dire di te?» Finalmente si sarebbe liberata di loro «Sono stufa dei tuoi continui piagnistei, di sentire quanto sei innamorata di Itachi, quanto lui sia affascinante e quanto ti manchi Deidara! Sono cazzi tuoi e non me ne frega proprio niente se finirai piena di botte, chissà, forse la seconda volta imparerai qualcosa!» La rosa la fissò in silenzio con una strana espressione, non sembrava ferita né arrabbiata, solo delusa. Rassegnata forse. Temari si voltò verso TenTen:

«Sai che ti dico? Che come amica è meglio perderti che trovarti. Inizia con il crescere un po', smettila di fare la bambina. E soprattutto: smettila di stressarmi. Se hai problemi con Neji o con qualunque altro ragazzo dell'universo risolviteli da sola! Io non ho consigli da elargire in giro, a me non piace aiutare la gente!»

«Temari, stai esagerando ora» Fece Sakura tentando di fermarla prima che la situazione degenerasse ma Ino la zittì:

«Lascia che vada fino in fondo» Sibilò assottigliando gli occhi. Temari non se lo fece ripetere oltre ma voltandosi verso Hinata vide solo terrore nel suo sguardo, terrore che dicesse ad alta voce quanto Naruto le piaceva. Temari scosse la testa:

«Datti una svagliata Hinata, con la tua timidezza passi solo per una stupida» Non aggiunse altro e si voltò verso i ragazzi che avevano assistito alla scena in silenzio. Sasuke non sembrava minimamente colpito ma la mandibola di Naruto presto avrebbe toccato terra da quanto la sua bocca era spalancata. “Imbecille” Pensò Temari stizzita e lanciando in malo modo le chiavi dell'auto a TenTen rientrò nel college zoppicando per la strada. Era estremamente soddisfatta, dopo tanto tempo sentiva finalmente aria di libertà. Se erano intelligienti, Ino e le altre avrebbero smesso di cercarla. Se erano stupide avrebbe fatto loro una bella ripassatina di quella sera. Levarsele di torno probabilmente era la cosa più saggia che aveva mai fatto da quando era arrivata al college.

 

 

 

Angolo dell'autrice: questo capitolo non mi soddisfa molto, forse è quello che fin'ora mi ha lasciata più incerta e quando l'ho riletto ero tentata di cancellarlo e rifarlo da capo ma, un po' per pigrizia, un po' perché sono in ritardo con i tempi e un po' perché ero curiosa di sapere cosa ne pensavate voi ho deciso di lasciarlo. ;P

So che molti di voi speravano in un arrivo tempestivo di Shikamaru ed effettivamente avrei tanto voluto metterlo dentro ma mi sembrava fin troppo banale, fin troppo cliché e quindi ho lasciato perdere. Ma non preoccupatevi amanti dello ShikaTema, presto anche il Nara scoprirà cosa combina la sua pestifera Sabaku. :D

Il capitolo si è chiuso un po' duramente e Temari si è sfogata per benino, dite che riusciranno a fare pace? Vi lascio con questa domanda :) ci si sente alla prossima, un saluto a tutti,

Kit :)

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Capitolo 26
*** "Furto" di quaderno ***


Furto” di quaderno

 

Non si parlarono. Il giorno seguente Temari non scambiò una parola con le sue ormai ex amiche e non lo fece neanche quello dopo e nemmeno quello dopo ancora. D'altra parte nemmeno loro cercarono di avvicinarsi più alla ragazza, erano tutte ugualmente ferite e Temari non poteva che esserne più soddisfatta. Era riuscita a liberarsi di loro in soli 10 minuti, se avesse saputo che sarebbe stato così semplice lo avrebbe fatto prima.

Man mano che i giorni passavano, però, anche le altre perdevano sempre più affiatamento fra di loro. Sakura e Ino iniziarono a frequentare altre compagnie ciascuna per conto proprio, TenTen era sempre più presa dagli allenamenti e il pretesto valeva per non doverle vedere. Solo con Hinata mantenne un certo legame, inevitabile visto che erano in stanza assieme ma non era più come prima. A starci male più di tutte era proprio Hinata che oltretutto non riusciva a stringere nuove amicizie facilmente e quindi finì per trascorrere la maggior parte del tempo sola. Solo Naruto e Sasuke sapevano il motivo di quel distacco ma non ne avevano fatto parola con nessuno.

Nel frattempo le giornate miglioravano e faceva sempre meno freddo. Come ogni mattina al suo risveglio Temari puntò gli occhi sulla scatolina del mistero di Shikamaru, ancora tristemente chiusa sul suo comodino. Sbadigliò e provò ad aprirla. Aveva fatto 3 passi avanti soltanto riuscendo a spostare le sue parti ma ancora non arrivava ad aprirla. Era davvero propensa a chiedere la soluzione a Shikamaru ma l'orgoglio la frenava ogni volta. Si preparò e andò a fare colazione al bar. Incontrò Hinata, si scambiarono un cenno di saluto ma ognuna rimase per conto proprio. Un po' dispiaciuta Temari lo era ma scacciava sempre la malinconia ripetendosi che così stava meglio. Dopo un po' vide arrivare Naruto, le si avvicinò ordinando un caffè:

«Ciao Temari, come va?» Chiese con un enorme sorriso. Non c'era una volta i cui Temari lo vedesse serio.

«Alla grande» Rispose lei senza la minima enfasi. Il ragazzo lanciò un'occhiata a Hinata che fingeva di essere immersa nella lettura di un libro e di non averli notati quando invece aveva visto Naruto perfettamente.

«Perché non vai da lei?» Chiese Temari. Naruto tornò a voltarsi e si grattò la nuca un po' in difficoltà:

«Perché non ci vai tu?» Le chiese di rimando.

«Io?» Chiese Temari sbalordita e si mise a ridere «Perché io?»

«Perché Hinata è piuttosto triste da quando avete litigato» Temari si oscurò in volto e finì di bere il caffè tutto d'un sorso. Com'è che saltava fuori con quel discorso? Non voleva parlarne. Raccolse la borsa e lasciò i soldi del caffè sul bancone.

«Perché non vai a consolarla se ti preoccupa tanto?» Gli chiese freddamente per poi andarsene. Ora ci mancava pure che la gente le venisse a fare la predica! Entrò in aula, era la prima, prese posto in prima fila. Dopo un po' arrivarono i suoi compagni di corso. Ino si sedette in fondo con un gruppetto di amiche, fece finta di non vederla ma a Temari non diede alcun fastidio, anzi... poi arrivò Sakura e questa volta fu Temari a fare finta di niente. Non vide però Hinata e lo trovò piuttosto strano, lei di solito era sempre puntuale e non mancava mai. Ma che le importava in fondo? Aprì il quaderno di appunti scacciando dalla mente l'immagine della, ormai era diventata brava ad allontanare i crucci che la disturbavano. Con un tonfo qualcuno si sedette accanto a lei. Lo ignorò mettendosi a scarabocchiare nell'attesa che arrivasse il professore Hatake, come al solito in ritardo.

«'Giorno seccatura»

«Primo banco: non è un po' troppo per te Nara?» Si voltò verso di lui sogghignado.

«Ultimamente non ti si vede tanto in giro» Rispose lui svogliato.

«Ti manco?» Gli chiese lei poggiando il mento sulla mano e lanciandogli un'occhiata ammaliante. Lui spostò lo sguardo altrove.

«Come no...» Bonfonchiò e la ragazza rise. Poco dopo arrivò il professore. Temari era stranamente distratta però e continuò a lanciare occhiatine di nascosto al suo vicino di banco chiedendosi come mai si fosse messo proprio lì. Il tragitto fino alla prima fila non era troppo lungo e faticoso per lui?

«Mi devi dire qualcosa o continui a voltarti per un bizzarro tic nervoso seccatura?» Chiese Shikamaru dopo un po' facendosi pure sentire da Kakashi. Temari gli mollò un calcio:

«Zitto!» Sibilò.

«Hai aperto la scatola seccatura?» Chiese lui massaggiandosi la gamba. Temari sbuffò:

«Non ci penso nemmeno più» Mentì «Non so nemmeno dove sia finita»

«Sapevo che non ci riuscivi» Replicò lui.

«Io voglio un altro regalo da parte tua, quello te lo puoi riprendere!»

«Tu me l'hai fatto un regalo?» Chiese lui di rimando. Temari socchiuse gli occhi:

«Non vedo perché avrei dovuto»

«Non vedo perché dovrei fartene un altro» Kakashi si schiarì la gola catturando la loro attenzione. I ragazzi tacquero e lui proseguì con la lezione.

«Si capisce percé non hai una ragazza Nara, avresti fatto più bella figura con una scatola di cioccolatini!» Gli sibilò Temari dopo un po'.

«Si capisce perché non hai un ragazzo seccatura, chi mai vorrebbe convivere con una persona capricciosa come te?» Replicò lui «E per la cronaca non ho una ragazza perché la ritengo masochismo puro» Temari inarcò un sopracciglio perplessa «Tu invece?» Domandò poi lui.

«Io cosa?» Chiese lei seccamente.

«Perché nessun ragazzo»

«Perchè ritengo che voi siate la personificazione dell'idiotismo puro» Fu la risposta seguita da un sorrisetto saccente.

«Ciò significa che ti piacciono solo i ragazzi intelligenti?»

«Se ce ne fossero Nara» Rispose lei «E comunque 200 Q.I. non rendono automaticamente una persona intelligente» Aggiunse poi.

«Se stai pensando che possa provare interesse per una dispotica arrogante come te sei fuori strada» Ribattè lui veloce senza dare segni di imbarazzo. Kakashi arrivò loro davanti sorridendo e, poggiando le mani sui loro banchi consigliò loro di andare da un'altra parte a battibeccare come una coppia di vecchi sposati. I due ragazzi arrossirono e qualcuno nella classe rise. Non appena Kakashi si allontanò Temari mollò a Shikamaru una gomitata:

«È colpa tua! Che figure che mi fai fare!» Sussurrò.

«Sei tu che parlavi ad alta voce seccatura» Ribadì lui.

 

 

Hinata non era andata a lezione, subito dopo che Temari se n'era andata Naruto le si era avvicinato e si era messo a parlare con lei a ruota libera per poi trascinarla in giardino a fare una passeggiata. E così ora si ritrovava in compagnia del ragazzo di cui era follemente innamorata, felice al di sopra di ogni dire e assurdamente agitata. Mai un ragazzo le si era avvicinato! Mai le aveva chiesto di marinare la lezione con lui! Si sedettero su una panchina e Hinata cercò di nascondere il rossore che aveva sul viso volgendo lo sguardo altrove.

«Avevo proprio bisogno di una pausa!» Esclamò Naruto stiracchiandosi «Hinata, posso chiederti una cosa?» Lei annuì rivolgendogli un'occhiatina timida «Se sei tanto giù per aver litigato perché non vai da loro e cerchi di far pace?» La corvina non seppe cosa rispondere, abbassò lo sguardo tristemente «Scusa scusa scusa!» Esclamò Naruto «Non volevo intristirti ancora di più, se vuoi parliamo d'altro!»

«N...no, va bene» Rispose Hinata sollevando lo sguardo «Non mi hai intristita, anzi... mi fa piacere che tu, insomma, che tu...»

«Mi preoccupo per te!» Completò lui e la ragazza arrossì di nuovo. Davvero si preoccupava per lei? Non l'avrebbe mai detto. Sorrise dolcemente:

«Già» Mormorò.

«Quindi perché non ci vai?» Insistette lui.

«Perché... non credo che loro vogliano»

«Non lo puoi sapere finché non ci provi» Rispose lui prendendole la mano e Hinata si sentì rabbrividire piacevolmente «Credo che anche Temari sia piuttosto triste per questa cosa. È sempre sola e soli non è bello, io lo so bene»

«Non... non so cosa dirle»

«Puoi dire quello che vuoi» Rispose il ragazzo semplicemente «Quello che ti passa per la testa sul momento. A volte le persone riflettono troppo prima di parlare, dovrebbero essere tutti più spontanei»

«Come te» Disse lei sorridendogli. Naruto sorrise a sua volta:

«Eheheh... forse un po' meno di me» Ammise.

«Vorrei essere un po' come te» Rivelò Hinata a voce bassa, non seppe nemmeno lei con quale coraggio.

«Davvero?» Chiese Naruto sbalordito «E io che penso invece che tu sia già perfetta!» Esclamò per poi farla alzare «Camminiamo ancora un po', ti va?» Lei annuì più felice che mai. Cosa aveva voluto dire con quelle parole? Aveva qualche speranza con lui? Era questo che cercava di farle capire? Scosse la testa, Naruto non era tipo che faceva frasi enigmatiche, lui diceva quello che pensava sul momento e poi era innamorato di Sakura. Si mordicchiò il labbro nervosa, aveva bisogno del consiglio di un'amica. Che le avrebbe detto Temari? Datti una svegliata Hinata, con la tua timidezza passi solo per una stupida, le tornarono a mente quelle parole, l'avevano ferita profondamente, più che altro perché sapeva che erano cose vere. Non sarebbe mai riuscita a confessargli niente. Le tornarono in mente altre parole che le aveva detto: tu lo pensi ma non è vero. Volere è potere: se vuoi una cosa allora non puoi aspettare che accada, devi andare e prendertela altrimenti significa che questa cosa non vale poi molto per te. Era vero anche quello, era lei a dovere prendere in mano la sua vita una volta per tutte e vincere le sue paure. Finalmente decisa si voltò verso il ragazzo e come incrociò i suoi occhi tutto il suo coraggio sfumò in un istante. Tornò a guardare altrove sentendosi davvero, davvero stupida. Ma proprio davvero!

«Hinata, tutto ok?» Le chiese lui.

«Mipiacimoltosonoinnamoratadite» Buttò fuori tutto d'un fiato per poi arrossire come un peperone. Naruto corrugò la fronte:

«Cosa?» Le chiese non avendo capito. Hinata ammutolì e dopo un breve attimo di silenzio pose le mani davanti a sé come a volersi difendere da sé stessa e da lui:

«Niente... devo andare ora... ho... ho un impegno» Disse frettolosamente e ancora più veloce fuggì via.

 

 

La lezione era finalmente finita e Temari e Shikamaru ancora litigavano.

«Se tu la smettessi di innervosirmi...»

«Se tu non fossi così permalosa...»

«Se tu non offendessi di continuo...»

«Se tu non fossi così seccante...» Kakashi li fermò:

«Ragazzi»

«Scusi professore» Disse subito Temari «È colpa di questo cretino se non sono riuscita a seguire la lezione!» Shikamaru le lanciò un'occhiataccia.

«Non sono qui per rimproverarvi» Li rassicurò il professore «Capita a tutte le coppie di litigare ma questi problemi si risolvono meglio a letto, non so se mi spiego» Fece loro l'occhiolino mentre i due lo fissavano increduli «È solo un consiglio» Spiegò Kakashi per poi andarsene. Temari furibonda si voltò verso Shikamaru:

«Non osare dire niente!» Gli intimò minacciosa.

«Non ho detto niente infatti» Fece notare lui.

«Zitto ho detto!» Uscirono dall'aula e Temari si avvicinò alla macchinetta delle bibite per poi accorgersi che aveva lasciato il taccuino in camera «Shikamaru, hai spiccioli?» Lui inserì delle monetine nella macchinetta e prese una coca-cola.

«Volevo l'acqua!» Protestò lei.

«Infatti è per me» Rispose lui.

«Che stronzo» La ragazza si allontanò arrabbiata. Dopo poco lui la raggiunse e le mise davanti agli occhi una bottiglietta d'acqua «Ora non la voglio più, grazie!»

«L'ho presa per te, se non la bevi mi toccherà darla a qualcun altro perché non voglio portare pesi in più in giro» Temari gliela strappò di mano in malo modo.

«Rimani uno stronzo»

«Grazie Shikamaru per aver evitato che morissi di sete» Fece lui.

«Se aspetto te morirei davvero» Ribattè Temari. Per quel giorno le lezioni erano finite, si avviarono verso le camere camminando l'uno a fianco all'altra in silenzio. Ignorarono il chiacchiericcio di tutti gli altri studenti quando d'un tratto Temari vide Ino. Era assieme alle sue nuove amiche, non i staccava mai da loro da quando le aveva incontrate, peggio di una sanguisuga. Presto quelle ragazzine si sarebbero accorte di quale errore avevano fatto facendola entrare nel loro gruppo.

«Come mai avete litigato?» La domanda a Shikamaru uscì spontanea, Temari sentì una punta di irritazione pervaderla.

«Fatti miei, non credi?»

«Okay» Fu la svogliata risposta seguita da uno sbadiglio piuttosto rumoroso. Temari per un istante provò l'istinto di confidarsi con lui ma tornò in sé piuttosto in fretta. Arrivarono davanti alla sua camera, Shikamaru non fece complimenti entrando dopo di lei. La bionda comunque non diede segni di fastidio quindi lui, senza preoccuparsi, si sedette sul letto. Osservò la scatola sul comodino con aria svogliata.

«Credevo non sapessi più dov'era» Disse. Temari gli diede le spalle.

«L'ho trovata stamattina» Mentì.

«Stamattina mi hai detto che non sapevi dov'era» Specificò lui. Temari iniziò ad innervosirsi:

«Ma che ti importa poi? Sono fatti miei dove tengo le mie cose» Detto ciò andò in bagno. Shikamaru si guardò attorno annoiato. La ragazza non era ordinata, la sedia era ricoperta da una montagna di vestiti e la scrivania da un mucchio di carte e libri. A sua madre sarebbe venuto un infarto a vedere quella stanza. Il suo sguardo venne catturato da un quaderno. Lo riconobbe all'istante, di colori come quello non ce n'erano tanti in giro. Lanciò un'occhiata alla porta del bagno per assicurarsi che la seccatura fosse ancora dentro, poi si alzò e si avvicinò alla scrivania, attento a non far cadere niente sfilò il quaderno color biscotto da sotto gli altri. Velocemente se lo infilò in borsa e tornò a sedersi sul letto. Non stava mica rubando, eh! Era semplicemente un prestito, un prestito dettato dalla curiosità. E che lui considerasse la curiosità, come la maggior parte delle altre cose, una seccatura, non aveva la minima importanza. Temari uscì dal bagno:

«Sei ancora qui?» Sbottò. Lui non si mosse di un millimetro, limitandosi a fissarla in silenzio, cosa che la infastidì ancora di più «Dovrei studiare, mi serve il mio letto quindi fammi il favore di sparire dalla mia vista all'istante»

«Visto che lo chiedi così gentilmente credo che rimarrò qua a schiacciare un pisolino» Replicò lui.

«Forse non hai capito» Disse lei andandogli davanti minacciosa e lui si sentì tremare da capo a piedi, ciò nonostante non si mosse. In quel mentre la porta si aprì ed entrò Ino.

«Ciao Shikamaru» Salutò la biondina ignorando apposta la compagna di stanza. Il ragazzo si limitò ad un cenno della mano. Poi però iniziò a sentirsi un po' a disagio, era calato un silenzio tombale, carico di tensione e lui aveva la sensazione di trovarsi in mezzo a due bombe ad orologeria che sarebbero presto esplose. Fu questo a fargli cambiare idea e preferire andarsene.

«Se vedi Choji digli che lo aspetto in biblioteca per studiare» Gli disse Ino prima di andarsene.

«Ok» Dopo quella breve risposta Shikamaru defilò via. Temari finalmente prese possesso del proprio letto e aprì un libro. Di solito studiava in biblioteca ma ora che Ino ci andava spesso preferiva la solitudine della camera.

 

 

«Io non capisco, prima stavamo parlando tranquilli e poi lei d'un tratto è scappata» Naruto aveva appena raccontato a Sasuke, nonché suo migliore amico tutto quello che era accaduto con Hinata. Il moro lo ascoltava, o forse fingeva di ascoltarlo, guardandolo con espressione neutra.

«Avrai detto qualcosa che non dovevi» Disse liquidando così la faccenda. Naruto scosse la testa sicuro.

«No, stavamo parlando e lei di colpo è scappata. Mi stai ascoltando?» Sasuke, che aveva spostato lo sguardo altrove tornò a guardare lui.

«Non so cosa tu abbia detto per farla scappare così, di sicuro qualcosa hai fatto. Perché non vai e glielo chiedi?» Gli consigliò bevendo poi un sorso di caffè. Il bar era piuttosto affollato quel pomeriggio e anche piuttosto chiassoso ma non aveva alcuna intenzione di muoversi di lì per il momento.

«Perché non la trovo e non mi risponde al telefono» Sasuke scrollò le spalle tornando a volgere lo sguardo verso le vetrate che separavano il bar dal giardino.

«Prova di nuovo» Naruto si oscurò in volto.

«Bell'amico che sei, io ti chiedo aiuto e tu guardi altrove!»

«Ti ho detto come la penso» Rispose il moro stanco di tutte quelle lamentele «E poi» Aggiunse freddamente «Non vedo perché tu ti debba preoccupare tanto. È solo una ragazza» Tornò a guardare fuori.

«È una mia amica, una persona gentile e dolce» Ribattè Naruto infervorandosi «Se le ho fatto qualcosa vorrei capire cosa!»

«Ultimamente non fai che preoccuparti per lei» Constatò Sasuke.

«Naturale, ha litigato con le amiche ed è sempre sola. Mi dispiace per lei, mi dispiace vederla triste» Spiegò.

«Anche Sakura ha litigato con loro ma da lei non sei mai stato a sentire come sta» Disse Sasuke continuando a tenere lo sguardo fisso sulle vetrate. Naruto lo fissò come un ebete non sapendo bene come interpretare quelle parole e non sapendo nemmeno cosa rispondere. Sasuke gli lanciò un'occhiata veloce «Smettila, cambia per lo meno espressione»

«Perché mi chiedi di Sakura?» Il moro assunse un'espressione indifferente facendo una scrollatina di spalle.

«Visto che ti piace pensavo fosse più ovvio andare da lei che da Hinata, tutto qui» Rispose con finta noncuranza. Naruto di nuovo lo fissò come un pesce lesso.

«Ma Hinata è mia amica!» Ribattè Naruto «E mi stai ascoltando? Si può sapere cosa stai guardando?» Sì voltò verso la vetrata e vide Sakura. Stava camminando avanti e indietro per il marciapiede con un libro aperto fra le mani, ripetendo ad alta voce gli argomenti. Tornò a guardare Sasuke che ora guardava da tutt'altra parte. «Non mi dirai che...?»

«No Naruto, qualunque cosa tu stia per dire è sicuramente una cazzata» Lo interruppe Sasuke.

«Io ti parlo dei miei problemi e tu guardi Sakura?»

«Pensavo solo a quanto fosse ridicola in questo momento» Rispose il moro. Naruto corrugò la fronte, stava iniziando a capire. Al suo migliore amico piaceva la ragazza che piaceva a lui. Conoscendolo Sasuke non lo avrebbe mai ammesso e non si sarebbe neanche mai messo fra di loro. Comunque, tutta quella faccenda, che ad ogni persona normale avrebbe creato qualche fastidio, a lui non fece assolutamente niente. Non era geloso, non era arrabbiato, niente. Si grattò la nuca pensieroso. Sasuke non aveva mai avuto una ragazza fissa, era il tipico seduttore che le utilizzava solo per portarsele a letto e Sakura non si meritava di soffrire per un bastardo come lui. Perché lui era un vero bastardo, anche se era il suo migliore amico.

«Non farla soffrire» Gli disse.

«Di che stai parlando ora?»

«Di Sakura. È una brava ragazzae non si merita di soffrire, per uno come te poi! Senti, se vuoi andare da lei vai, io ora vado a cercare Hinata» Si alzò sorridendo «Chiederò a Kiba dove si è cacciata, lui la conosce abbastanza bene» Sasuke finì di bere il caffè, non sicuro di quanto fosse appena accaduto. Naruto gli stava forse lasciando campo libero? Tornò a guardare Sakura, non si era fermata un solo istante, aveva davvero qualche problema serio. Stava per andare da lei quando vide Itachi avvicinarlesi. Lei gli sorrise subito radiosa e lui le chiese qualcosa, poi lei scosse la testa. Dannazione non poter sentire! Itachi poi se ne andò e Sakura riprese a studiare. Sasuke incrociò le braccia seccato, detestava il fratello, da quando se n'era andato di casa per entrare a far parte di quel losco giro di trafficanti di droga. Non era sicuro di cosa si trattasse in realtà anche se nell'ultimo anno aveva cercato di informarsi il più possibile, comunque era certo che fosse qualcosa di sporco. Si alzò e uscì all'aria aperta. Sakura vedendolo gli lanciò un'occhiata poco amichevole, ce l'aveva con lui ancora perché aveva “approfittato” di lei in montagna.

«Che ti ha detto mio fratello?» Le domandò. La ragazza chiuse il libro con un colpo secco.

«Mi stai per caso spiando? O spii lui?» Sasuke la afferrò per un polso e iniziò a trascinarla lungo il giardino ignorando le sue proteste. Si fermò quando furono lontani dalla gente, dove nessuno poteva vederli.

«Ti avevo già detto che non dovevi parlarci con lui!» Sibilò mollandola. Sakura si massaggiò il polso.

«Stronzo»

«Ah, io sarei stronzo? Mi sto preoccupando che tu non finisca nei guai, lo capisci o no? Non ti è bastata l'ultima volta? C'era anche Itachi con quei tipi»

«Itachi è una brava persona, è tuo fratello, dovresti conoscerlo»

«Che ti ha detto poco fa?»

«Cavoli miei!» Esclamò lei irritata. Non la lasciò andare via, Sasuke la fermò afferrandola di nuovo.

«Cosa ti ha detto?» Insistette.

«Lasciami» Sibilò lei in risposta. Non aveva paura di lui.

«Tu dimmi che ti ha detto»

«Mi ha solo chiesto se sapevo qualcosa di Temari, ho detto di no, va bene? E poi mi ha detto che non devo impiacciarmi in cose che non mi riguardano, ora mi vuoi mollare?» Sasuke lasciò la presa e la guardò negli occhi. Sakura lo fissò a sua volta arrabbiata «Sei proprio uno stronzo. Itachi non è come tu pensi, lui non è una cattiva persona, dovresti aiutarlo invece di lasciarlo con quelli, sei suo fratello! E invece non te ne frega mai nulla di nessuno, sei un...» Sasuke le prese il volto fra le mani e la baciò di slancio. La rosa rimase pietrificata non credendo a ciò che stava facendo. Si ordinò di mollargli un pugno ma non appena lui le cinse la vita con un braccio, attirandola ancora più vicino a sé, si rese conto che non voleva assolutamente colpirlo. Dischiuse le labbra, permettendogli di entrare. Fu un bacio che nulla aveva di casto, Sasuke era appassionato, prorompente, il tipico uomo che sa bene quello che vuole e come ottenerlo. Il tipico uomo che piaceva a lei.

 

 

 

Angolo dell'autrice: finalmente sono riuscita a pubblicare! Questa volta sarò breve, mi scuso nuovamente per il ritardo e vi ringrazio tutti quanti per le bellissime recensioni che mi lasciate e per la vostra pazienza :) Un abbraccio,

vostra Kit :)

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Capitolo 27
*** Voti non troppo felici ***


Voti non troppo felici

 

Shikamaru camminò lungo il corridoio con passo lento e l'espressione svogliata stampata sul volto. Quando entrò in camera trovò Choji, e fin qui nulla di strano, che mangiava patatine da un enorme ciotola strabordante. E nemmeno questo risultava poi strano. La cosa assurda era che seduto vicino a lui, a mangiare patatine con lui c'era Ino Yamanaka. Sì, proprio Ino Yamanaka, l'eterna salutista. Coperto dalla perfetta espressione apatica riuscì a non dare a vedere la propria perplessità e senza neanche salutare si trascinò fino sul letto strusciando i piedi a terra e causando quanta più irritazione possibile nella biondina.

«Shikamaru, non si saluta?» Chiese Ino piccata. Lui lanciò un'occhiata compassionevole a Choji, ma come aveva fatto, e ancora se lo chiedeva dopo mesi che era accaduto, a perdere la testa per una seccatura simile?

«Ciao» Rispose con la solita svogliatezza. Si stese sul letto e trascinò la borsa vicino a sé tirando fuori il quaderno che aveva poco prima rubato a Temari. Ino gli lanciò un'occhiata alquanto strana ma pensando che fosse stizzita per la poca considerazione che le aveva rivolto fino a quel momento fece finta di niente. La biondina però guardava il quaderno e non lui, lo guardava con tanta insistenza che Shikamaru iniziò a sentire un certo disagio.

«Che c'è?» Finì per chiederle. Ino tornò alla realtà di colpo e lo sguardo guizzò su di lui velocemente, sorrise:

«Niente» Rispose per poi alzarsi e raccogliere le proprie cose «Io ora vado, grazie Choji, sei un vero tesoro» Il ragazzo si aprì in un enorme sorrisone e Shikamaru non potè fare a meno di pensare che fosse ormai spacciato. Condannato. Morto. Si era scavato la fossa con le proprie mani il suo buon Choji. Ino li salutò e se ne andò facendo tichettare i tacchi al suo passaggio.

Una volta soli Shikamaru sentì un moto di sollievo pervaderlo su tutto il corpo. Aprì il quaderno guardando Chji di sottecchi. Non gli importava del perché la Yamanaka fosse stata lì e solitamente nemmeno si impicciava negli affari degli altri. Tuttavia non poteva fare a meno che compatire il suo più caro amico per il guaio che si era andato a cacciare. Choji gli fece un enorme sorriso, era contento, lo si vedeva chiaramente.

«Vi ho interrotti in qualcosa?» Gli chiese Shikamaru pur dubitandone altamente.

«No, era solo venuta a restituirmi un libro e poi abbiamo un po' parlato» Rispose Choji senza togliersi quel sorrisone dalle labbra. Per un attimo taque come indeciso se continuare o meno «Era un po' abbattuta» Riprese poi «Non mi ha detto il motivo ma credo di averlo capito. Non so se hai notato ma ha litigato con Temari, non si parlano più» Il nome Temari catturò l'attenzione di Shikamaru «Sono riuscito a tirarla un po' su, mi ha detto che riesco sempre a farla sorridere, ci avresti mai creduto?»

«Sei totalmente fregato Choji» Rispose Shikamaru «Hai perfino diviso le patatine con lei!» Cosa che non era mai capitata con nessuno. Choji aveva una certa ossessione per le patatine, guai soprattutto a fregargli l'ultima che rimaneva nel pacchetto! L'amico si limitò a scuotere la testa:

«Se io sono fregato tu sei già nella tomba» Replicò «Passi sempre più tempo con Temari o sbaglio?» Shikamaru fece una smorfia e non rispose. Probabilmente però aveva ragione, se Choji si stava dirigendo senza possibilità di speranza verso la tela del ragno, lui ci era già finito incastrato da un bel pezzo. Per non pensarci tornò a concentrare la propria attenzione sul quaderno e Choji gli si avvicinò incuriosito.

«Che cos'è?» Non serviva un genio per capirlo, bastò dare un'occhiata alla tabella che Ino aveva costruito con i relativi voti.

 

 

Come uscì dalla stanza dei ragazzi Ino si sentì un po' agitata. Quando aveva visto il quaderno di Shikamaru si era presa un bello spavento pensando che fosse il suo. Ma non era possibile, esistevano un'infinità di quaderni uguali a quello e poi il suo era al sicuro nella sua stanza, anzi, ce lo aveva Temari che in quanto ad affidabilità era la persona più capace. Non c'era nulla di cui preoccuparsi quindi. Eppure il suo sesto senso continuava a dirle che qualcosa non quadrava. Si incamminò velocemente lungo il corridoio, doveva assolutamente vedere quel quaderno. Non sarebbe stata tranquilla finché non fosse stata certa di dove Temari l'aveva messo. Si fermò di colpo colta da un pensiero improvviso: non poteva chiedere a Temari. Aveva litigato con lei.

«Ino! Ehi, Ino!» La chiamò una voce. Si voltò e si vide arrivare veloce Naruto, ci mancava solo il biondino schizoide ora! «Hai visto Hinata?» Le chiese lui a bruciapelo. La tentazione di rispondergli male fu forte, ma come diamine faceva a pensare che potesse aver visto Hinata se non le parlava da giorni!?!

«No» Rispose secca.

«Sai dove possa essere?»

«No»

«Se la vedi puoi dirle che la cerco?» Lo sguardo di Ino si assottigliò. In un'altra occasione la curiosità le avrebbe fatto estorcere al malcapitato ogni informazione succosa che potesse interessarle ma non questa volta. Non voleva sentire niente che riguardasse Hinata, Sakura, TenTen e soprattutto Temari.

«Cercatela da solo Naruto, non posso sapere sempre tutto!» Esclamò per poi andarsene. Infastidita per quel contrattempo che le aveva fatto ricordare persone di cui si sarebbe volentieri dimenticata entrò in camera propria. Temari era in bagno, sentiva l'acqua correre. “Bene” Pensò e iniziò a frugare fra le cose della ex amica. Iniziò dai cassetti, non trovò niente, guardò poi sotto il letto, sotto il materasso perfino: nulla, del quaderno non c'era traccia. L'agitazione tornò a salirle nelle vene. “Calma Ino, forse c'è ancora qualche posto dove cercare” Spalancò l'armadio e ci ficcò la testa dentro “Che carina questa camicetta... no Ino, concentrati sulle cose importanti! Oh ma guarda questa giacchetta, com'è che Temari non l'ha mai messa?” Con la mano toccò qualcosa, la prese, era una piccola scatola blu, l'aprì e trovò dentro il gioiello che Hidan aveva regalato giorni prima a Temari.

Era un'ingiustizia, non si potevano regalare cose del genere a un'ingrata tale che non ti dava nessuna soddisfazione, nemmeno quella di indossarle! Prese la collana e se la mise al collo andando a rimirarsi allo specchio come la prima volta. Doveva ammettere che era perfetta con la sua carnagione chiara. Sentì l'acqua del bagno chiudersi, si affrettò a tornare all'armado e mettere tutto a posto ma non riuscì, nella fretta, ad aprire il gancetto della collana. Allora chiuse la scatola e la buttò tra i vestiti facendo poi in modo di nascondere il gioiello sotto la maglia. In quel momento Temari uscì dal bagno, si rivolsero una lunga occhiata rivale. Poi Ino, con assoluta noncuranza si mise sul proprio letto a mettersi lo smalto. Temari si guardò attorno con circospezione come fiutando qualcosa:

«Hai toccato la mia roba?» Domandò. Ma come aveva fatto a capirlo? Cos'era, leggeva nella mente anche? Ino comunque si limitò a una scrollatina di spalle:

«Perché avrei dovuto?» Domandò in risposta e Temari non insistette. Ino continuò a guardarla di sottecchi senza farsi notare. Dove poteva aver nascosto il quaderno? Sempre che ce lo avesse lei, non ne era mica sicura ora come ora. Forse l'aveva semplicemente bruciato, cosa non così impossibile conoscendo l'elemento. Ma Ino doveva esserne sicura, doveva sapere, quel quaderno l'avrebbe fatta finire in un mare di guai se capitava nelle mani sbagliate. Lasciò che le unghie si asciugassero, non poteva restare lì a rodersi il cervello per un problema che probabilmente neanche esisteva se non nella sua testa.

«Io esco» Annunciò e Temari non rispose. La Yamanaka lanciò un ultimo sguardo per la stanza, no, davvero doveva lasciar perdere prima di diventare completamente pazza. Uscì scordandosi della collana che aveva al collo.

 

 

 

Dolceamore

L'asociale

Sig.na confetto

Logorroica

La timidona

Sasuke Uchiha

10 figo quanto il fratello

4 perché carino lo è. Ma stronzo.

Ti detesto! Il contrario del fratello!

 

7

Naruto Uzumaki

6: stupido ma ha dei begli occhi

2 cretino di turno

5 un po' strano

 

10

Kiba Inuzuka

4c 4f

2 come sopra

 

8c 7f

7

Neji Hyuga

5 troppo silenzioso

2 iceberg indistruttibile

 

10 100 1000!!! ti amo quanto il calcio Neji!!!!

7

Hidan

9 gran figo

Meno uno: odio odio odio

 

3

 

Deidara

3c 3f

Lo stronzo. Punto.

10c 10f I love you ti detesto

0: chi fa soffrire i miei amici non è mio amico

 

Sasori

grande amante

ci ho mai parlato? 0

 

 

 

Itachi Uchiha

10 super figo pazzesco

0 cattiva compagnia

10, al contrario del fratello!

 

 

RockLee

0c 0f 000000: ZERO!!!

«8 per sentito dire, non lo voglio conoscere

 

8c 5f ottimo compagno di tiri a pallone

7

Shikamaru Nara

5 nulla di speciale...

0 Seccante, bradipo, flaccido, mezzo addormentato

 

 

7

Choji Akimichi

1 grassone 5 per simpatia

6 simpatico

 

 

7

 

 

Shikamaru e Choji si scambiarono un'occhiata perplessa davanti a quella lunga lista di nomi.

«Sanno come perdere tempo» Commentò Shikamaru osservando ciò che Temari aveva scritto di lui: seccante, bradipo, flaccido, mezzo addormentato. Voto zero ovviamente che era sempre meglio del meno 1 dato a Hidan ma pur di uno zero si trattava.

«Non credo che avrò molte speranze con Ino» Disse Choji aprendo un altro pacchetto di patatine più per consolazione che per fame. Shikamaru spostò lo sguardo sul riquadro della Yamanaka.

«Ti ha dato 5, hai più possibilità di me...»

«Mi aveva dato uno»

«Avevi comunque più possibilità di me» Replicò Shikamaru ancora allibito perché non pensava che Temari era una tipa da giochini simili. Guardò gli altri voti che aveva messo, il più alto lo raggiungeva con il 6 messo a Choji, il più basso arrivava a meno 8 dato a RockLee. Di certo non era una che si sprecava molto. In ogni caso quel quaderno era la prova palese che le ragazze del tutto normali non lo erano. La tabella continuava con molti altri nomi ma non erano ragazzi che conoscevano. Bisognava stendere un velo pietoso anche su quegli assurdi soprannomi che si erano date. Qualcosa gli suggerì che fossero tutte idee strampalate di Ino.

«Senti Choji, ti va se ci diamo al misoginismo?» Ma l'amico era piuttosto abbattuto in quel momento per poter sorridere a una qualche battuta. Shikamaru sfogliò le pagine, trovò diversi disegni e non seppe proprio dire chi potesse averli fatti. E lui che aveva pensato di trovare chissà quale segreto, tutta fatica sprecata averlo preso. Ma superata la metà trovò un titolo a lettere cubitali: squadra-detective. Lesse attentamente rimaendo sempre più sbigottito man mano che le parole fluivano davanti ai suoi occhi.

«Chooji...» L'amico, che era ancora in preda allo sconforto più totale lo guardò avvilito e Shikamaru gli mostrò il quaderno:

«Leggi un po'»

«Non voglio più leggere quello che c'è scritto lì sopra» Mormorò il ragazzo. Shikamaru chiuse gli occhi ragionando, cercando di trovare un senso a tutto quello. Perché le ragazze non avevano avvertito la polizia? “Sono donne Shikamaru” Si disse “Che ti aspetti da delle donne?” In ogni caso la faccenda era seria, doveva convincerle a parlare con qualcuno. Ma come dire che aveva rubato il quaderno? Lo avrebbero come minimo castrato. «Ehi Shika, lo sai che hanno rubato l'auto di Neji per seguire quei tipi?» Chiese Choji d'un tratto lasciando perdere il consolatorio pacchetto di patatine. Shikamaru aprì gli occhi e lesse quell'ultima parte a cui non era ancora arrivato. Quindi, oltre a scrivere in un quaderno qualunque che chiunque poteva leggere informazioni come quelle, erano pure andate a ficcanasare negli affari di quei tizi. Però non c'era scritto se avevano scoperto qualcosa.

«Che facciamo?» Chiese a Choji.

«Non so proprio» Rispose l'amico rituffandosi nel pacchetto di patatine con voracità, a quanto pare l'agitazione gli metteva fame «Vuoi una?» Chiese poi: affondare i problemi nel cibo era la cosa migliore per risolverli. Shikamaru fece un grosso sospiro ma poi ficcò la mano nel pacchetto. Così mentre sgranocchiavano entrambi patatine seduti sul letto pensavano a cosa era meglio fare a quel punto: dire alle ragazze che avevano scoperto le loro marachelle? Lasciare perdere con Ino che tanto lo considerava solo un grassone? Andare dalla polizia senza dire niente a Temari che di sicuro li avrebbe come minimo strangolati? Mettersi davvero a dieta e dire addio agli amati pacchetti di patatine? Insomma, era tutto un bel problema. Bussarono alla porta e sentirono la voce di Naruto provenire da fuori. Shikamaru preferiva di gran lunga fare finta che non ci fosse nessuno ma Choji era troppo educato per comportarsi così meschinamente con un amico. Fecero entrare Naruto che li guardò perplesso, perfino una testa quadra come lui doveva aver capito che qualcosa non andava, che poi non ci voleva molto davanti alle facce stralunate dei due.

«Tutto bene?» Chiese. Shikamaru sbadigliò riacquistando la sua perfetta espressione annoiata di sempre e si limitò ad annuire.

«Ti serviva qualcosa?» Chiese poi.

«No, volevo avvertirvi. C'è la polizia» Shikamaru si mise seduto di scatto mentre i suoi pensieri correvano a Temari. Si scambiò un'occhiata con Choji che era a bocca aperta dando bella mostra delle patatine masticate miste a saliva che non aveva ancora ingoiato. Naruto non capì quelle strane reazioni, erano troppo per due ragazzi di solito tanto calmi, soprattutto per uno come Shikamaru. «Stanno controllando alcune camere, non ho idea di cosa cerchino» Shikamaru chiuse il quaderno e lo ripose dentro un cassetto, nessuno ci avrebbe fatto caso vedendolo, di questo era certo. Uscirono e raggiunsero la gran folla di studenti che si era radunata fuori dalla camera di Temari e Ino dentro cui la polizia faceva le dovute ricerche. Tutto questo finché non arrivò Tsunade a far sloggiare i ragazzi:

«Tornate nelle vostre camere, non c'è niente da vedere, via!» Sbottò. Prima di allontanarsi Shikamaru vide Hidan con un perfido ghigno sulle labbra ed ebbe la sensazione che lui c'entrasse qualcosa in tutto ciò.

 

 

Angolo dell'autrice: mi scuso infinitamente per l'orribile schema sul quaderno che ho fatto ma con il computer sono abbastanza imbranata e non sono riuscita a fare di meglio :( Poi non ho nemmeno la pazienza di cercare e quindi dopo un'ora mi sono arresa e ho lasciato perdere, sorry... Avrete notato che non tutte le caselle sono riempite, questo perché le ragazze non conoscevano abbastanza bene i loro amici/compagni di scuola/conoscenti da poter dare un voto. Per il resto spero che il capitolo vi sia piaciuto anche se più corto degli altri, ringrazio tutti quanti che continuate a leggere e a spronarmi con le vostre recensioni e anche tutti i lettori silenziosi :) un abbraccio a tutti,

Kit :)

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Capitolo 28
*** Qual è il modo migliore per disfarsi di una collana rubata? ***


Qual è il modo migliore per disfarsi di una collana rubata?

 

Senza dire una parola e con il cuore che minacciava di fermarsi da un momento all'altro per la paura Temari guardò i due poliziotti buttare all'aria tutto ciò che c'era in camera alla ricerca di qualcosa che non le avevano detto ma di cui facilmente intuiva l'entità. Sapeva quali sarebbero state le conseguenze: accusa di furto e arresto davanti a tutta la scuola che già fremeva di curiosità fuori dalla sua porta.

E poi come spiegare che la collana non l'aveva rubata ma l'aveva ricevuta in regalo da Hidan? Perfido. Stronzo. Lo odiava come non aveva mai odiato nessuno in vita sua. Deglutì a stento vedendoli avvicinarsi all'armadio. Doveva correre ai ripari per quanto poteva farlo. Ma dire che possedeva quel gioiello non sarebbe stato come ammettere di avere la coscienza sporca?

La polizia frugò nell'armadio di Ino, quanto si sarebbe infuriata la compagna di stanza dopo tutta quella faccenda! Si avvicinò poi al suo e Temari cercò di stare calma, vie d'uscita non ce n'erano, l'unica cosa che poteva fare era fingere di non sapere niente.

Arrivò intanto Tsunade a mettere fine alla curiosità degli studenti che spiavano nella sua stanza mandandoli tutti via e si avvicinò a Temari.

«Mi dispiace per questo disguido ma stanno facendo solo un controllo» Le disse la preside come a volerla tranquillizzare. Come tirarono fuori la scatola dove aveva nascosto la collana dal suo armadio la ragazza si sentì morire ma riuscì a rimanere impassibile. Sarebbe uscita da quella situazione in un modo o nell'altro e avrebbe ammazzato Hidan con le sue stesse mani. Aprirono la scatola che però... era vuota. Temari non riuscì a nascondere la propria sorpresa e non riuscì proprio a capacitarsene. I poliziotti terminarono la perquisizione e non trovarono niente.

«Ve lo avevo detto!» Esclamò Tsunade con fare irritato «La signorina Sabaku è una ragazza per bene e non tiene oggetti rubati in camera sua!»

«Stiamo solo facendo il nostro dovere signora» La direttrice sbuffò dalle narici minacciosa come un toro pronto ad attaccare.

«Signorina, prego» Corresse «E in ogni caso non mi piace che veniate qua nel MIO istituto ad accusare ragazzi che non hanno fatto proprio niente»

«Abbiamo ricevuto una soffiata signora... signorina» Si affrettò a correggersi l'uomo davanti all'espressione minacciosa della donna «Vorremmo parlare con l'altra ragazza che alloggia qui adesso e anche con lei» Disse a Temari che annuì.

«Vi farò chiamare la signorina Yamanaka, andate pure nel mio ufficio» Acconsentì Tsunade. Passando lungo i corridoi Temari si sentì gli occhi di tutti puntati addosso, ecco che ora era diventata una criminale! A testa alta, fregandosene di quello che potessero pensare continuò a camminare con assoluta noncuranza con i poliziotti al seguito. Ma intanto pensava a cosa fosse meglio fare: mentire? Dire la verità? Ma quanto sarebbe finita nei guai facendolo? Sapeva cosa cercavano e chi aveva fatto la soffiata: Hidan. Quando si sedette sulla poltroncina della preside e i poliziotti chiusero la porta dell'ufficio decise di mentire. Non avevano trovato nulla, non potevano avere nulla contro di lei visto che effettivamente non aveva fatto mai niente di male; non c'era motivo di mettersi nei guai con le proprie mani.

 

 

Ino non sapeva niente di tutto quello che stava succedendo e stava anzi facendo una passeggiata in giardino tutta tranquilla non sapendo che Tsunade la stava cercando come una disperata per tutto l'edificio. Anzi, uscire all'aria aperta le aveva fatto bene, ormai il quaderno non la preoccupava più: Temari lo aveva nascosto bene, punto, non c'erano altre spiegazioni. Vide Choji correrle appresso e sorrise, era così adorabile quel ragazzo... Aveva qualcosa di diverso da tutti gli altri, lui la ascoltava davvero, non faceva finta e sapeva dirle sempre tante cose carine.

«Ehi Cho, ci siamo visti neanche un'ora fa, già ti manco?» Scherzò allegramente. Lui scosse la testa preoccupato.

«La polizia ha frugato nella tua stanza e ora sta interrogando Temari, Tsunade ti cerca, i poliziotti vogliono parlare anche con te» Ino sbiancò in volto tutta d'un colpo. Iniziò, per la paura a dare di matto:

«Me? La polizia? E perché? Io non ho fatto niente, io non ho fatto assolutamente nulla!» Strillò. Choji non sapeva cosa dire, era preoccupato pure lui «Non posso andare là, non parlerò con nessuno di niente, non mi incastreranno per cose che non ho fatto! Mi serve un avvocato, io non parlo senza il MIO avvocato! Che diritti hanno di perquisire la mia stanza? Che diritti?» Sbottò mentre il ragazzo cercava senza molto successo di calmarla. Ma Ino era impazzita e continuava a blaterare assurdità vicina a una crisi di pianto «Choji, cosa devo fare!?!» Esclamò d'un tratto.

«Perché sei così preoccupata?» Chiese lui pacato «Non hai fatto niente...»

«Appunto, io non ho fatto niente!» Ma la collana ce l'aveva lei, ce l'aveva al collo proprio in quel momento! Ricordò che Temari pensava fosse rubata «Perché è qua la polizia?» Chiese con voce tremante.

«Non lo so, stavano cercando qualcosa»

«Cosa?» Sbottò lei perdendo ogni calma.

«Non so» Era dispiaciuto.

«Sei totalmente inutile Choji!» Sbottò Ino con rabbia. E ora lei che faceva? Strinse la collana nascosta sotto la maglia quasi a volerla polverizzare tra le sue stesse mani. Non c'era altra soluzione: doveva liberarsene. Già, ma come? Non aveva molto tempo. Guardò Choji, era la sua unica speranza. «Cho, tu sei un fantastico amico» Iniziò il più dolcemente possibile e lui alzò lo sguardo senza capire quei repentini cambi di umore «Sei davvero, davvero fantastico e lo sai che potrai sempre fare affidamento su di me per qualsiasi cosa, vero? Vero Choji?» Insistette e lui annuì continuando a non capire bene. Ino sorrise: «Io ti voglio molto bene, più di quanto immagini e non voglio metterti nei guai, assolutamente...» Cercò di capire dallo sguardo del ragazzo come era meglio continuare «Se tu avessi bisogno di un aiuto o se fossi nei guai io ti aiuterei, lo sai, vero? Vero Choji?» Domandò in tono scongiurante e lui annuì di nuovo non trovando nessun senso in tutto quel discorso «Ma ora sono io che ho bisogno di te» Rivelò finalmente la biondina «E solo tu puoi aiutarmi Choji... posso contare solo su di te, tu sei l'unico di cui io mi possa fidare. Non ho mai conosciuto qualcuno come te» Lentamente si tolse la collana, il ragazzo iniziò a intuire il motivo di tutto quel discorso. Lei gli mise in mano il gioiello «Ho bisogno che tu lo nasconda per me in un luogo sicuro dove nessuno potrà vederlo, puoi farlo?» Cosa poteva dire? Era innamorato, non si poteva voltare le spalle alla persona che si amava. Contava su di lui, non poteva deluderla e non l'avrebbe fatto. Prese la collana:

«Conta su di me Ino» Lei sorrise meravigliosamente e lo abbracciò di slancio per poi dargli un bacio sulla guancia:

«Lo sapevo!» Esclamò «Sei un tesoro Choji. Mi raccomando, non farla vedere a nessuno e nascondila bene» Lo raccomandò prima di andarsene. Choji rimase, l'espressione un po' ebete sul volto, la collana stretta nel pugno della mano, senza avere la più pallida idea di cosa doveva fare adesso. Non intendeva rimangiarsi la parola data ma aveva la netta sensazione che quel gioiello costituisse un enorme problema. Si ripetè a mente quelle semplici regole che Ino gli aveva dato: nascondere la collana, non farla vedere a nessuno. Più semplice a dirsi che a farsi, in quel momento non gli veniva in mente neanche un nascondiglio che potesse considerarsi anche solo accettabile. Inutile, se non chiedeva aiuto a qualcuno avrebbe finito per peggiorare le cose che, una vocina gli diceva, erano già pessime. Shikamaru non lo avrebbe abbandonato, di questo era sicuro anche se un po' gli dispiaceva metterlo nei guai. Sapeva dove trovarlo, stava sicuramente aspettando che Temari finisse di essere interrogata fuori dall'ufficio di Tsunade. Fu proprio lì che lo trovò, sdravaccato su una sedia davanti alla porta chiusa, immobile com'era poteva benissimo essere scambiato per una statua, forse per quello nessuno gli aveva ancora detto di andarsene. Choji si lasciò cadere sulla sedia a fianco alla sua:

«Non è ancora uscita?»

«No»

«Per caso è entrata Ino?»

«Sì» Lo conosceva abbastanza da capire che era preoccupato e ora lui veniva lì ad aggiungere preoccupazioni su preoccupazioni, bell'amico che era!

«Credo di sapere cosa cercava la polizia» Sussurrò e gli mostrò la collana. Shikamaru, forse per la prima volta in vita sua sgranò gli occhi in un'espressione davvero sbalordita.

«Dove l'hai presa?» Choji la nascose in fretta in tasca.

«Me l'ha data Ino, mi ha detto di nasconderla»

«Bene...» Fece in Nara non sapendo che altro dire. Altro che seccatura quella, era un vero disastro! Ricomponendo la solita espressione annoiata si lasciò sfuggire uno sbadiglio mentre l'amico aspettava con pazienza che trovasse una soluzione. La calma era l'amica preferita di Shikamaru e questo lo sapeva ma ciò non gli impedì di farsi prendere da una certa agitazione soprattutto quando arrivò Tsunade che, lanciata loro un'occhiata ben poco amichevole entrò nel suo ufficio sbattendo con poca grazia la porta. «Dovremmo restituirla alla polizia se è questa che cercano» Choji deglutì a stento. Si era aspettato di meglio da lui. «Però prima vorrei parlare con Temari» Choji si rilassò un poco. «Non credo che controlleranno la nostra stanza» Choji annuì, aveva capito.

 

 

Temari osservò il poliziotto con fastidio, avevano appena smesso di interrogarla, semplici domande a cui lei aveva risposto solo “no” e “non so” chiedendosi continuamente dentro di sé se stesse facendo bene o male ma riuscendo a mantenersi sempre assolutamente impassibile. Ora il turno era spettato a Ino e Temari si era un po' allarmata, non riteneva che quella biondina sarebbe riuscita a non spiattellare tutto quanto ma dovette ricredersi. A parte il fatto che continuava a insistere che voleva un avvocato e che non aveva la minima idea del perché l'avesseo chiamata lì e di cosa stessero parlando, era piuttosto brava a mentire. Forse addirittura più di lei.

«Sono solo domande informali, non la stiamo accusando di niente» Il poliziotto era chiaramente esasperato.

«Qualche domanda a cui vi ho già risposto: non so nulla, devo inventarmele le cose?» Chiese la ragazza con stizza.

«Quindi non ha mai visto questo gioiello?» Le mostrarono una foto e Ino sbattè più volte le palpebre:

«Certo che l'ho visto, nei miei sogni però» Fu la seccata risposta. Temari alzò gli occhi al cielo, ma possibile che riuscisse ad esasperare perfino dei poliziotti? Allucinante. Una volta terminato l'interrogatorio le lasciarono libere, Temari e Ino non si rivolsero neanche un'occhiata e una volta fuori la Yamanaka andò per la sua strada. Temari invece fu fermata da Shikamaru.

«Sei qui a curiosare?» Domandò acidamente.

«Più o meno»

«Bhè, non c'è niente di interessante, quindi vai da qualche altra parte!» Esclamò lei incamminandosi. C'era solo un'altra persona che sapeva della collana, oltre a lei e le sue amiche e questa persona era Hidan.

«Seccatura»

«E lasciami in pace una buona volta!» Era fin troppo arrabbiata per poter dar retta a chiunque in quel momento.

«So della collana» Si fermò di colpo e voltandosi di scatto gli balzò addosso minacciosa spingendolo contro il muro:

«Cosa sai, eh?» Ringhiò «E come?» Shikamaru, un tantino spaventato per quell'improvvisa e inaspettata trasformazione le abbassò le mani, precauzione contro possibili colpi che quella pazza poteva lanciargli.

«Non credo che sia il caso di parlarne qui, in un corridoio dove chiunque potrebbe arrivare» La ragazza allora lo trascinò in un'aula vuota e si assicurò di chiudere la porta.

«Ebbene? Parla in fretta, sono piuttosto incazzata, ti avverto»

«Si nota...» Fece lui un tantino a disagio.

«Cosa sai?»

«Ino ha dato a Choji la collana»

«Ino ha dato a Choji... Ecco chi ce l'aveva! Quella ladra me l'ha rubata!»

«Non sei stata tu a rubarla?»

«No, me l'ha regalata Hidan, io non rubo, per chi mi prendi?» Temari iniziò a camminare avanti e indietro ragionando. Non era difficile capire cosa era successo.

«Te l'ha data per incastrarti? Ti deve odiare davvero tanto» Commentò Shikamaru.

«Gliela farò pagare»

«E come? È grande tre volte te»

«Dov'è la collana ora?» Temari cambiò repentimamente argomento voltandosi a guardarlo.

«Al sicuro. Vorrei che mi dicessi che succede»

«Non succede un bel niente!»

«Hai rubato l'auto a Neji per inseguire quei tizi nel cuore della notte, sei in possesso di una collana che non è tua, la polizia ti ha appena interrogata per un'ora, hanno buttato all'aria tutta la tua camera...»

«Un momento» Lo interruppe lei «Come sai della macchina di Neji?» Shikamaru si morse la lingua per quel piccolo errore commesso. Temari gli arrivò di fronte scrutandolo indagatoria, averla così vicina lo mandava totalmente in tilt.

«Lo so perché... ehm...» Ma perché quando si trattava di lei non riusciva mai a far funzionare correttamente i neuroni del suo proverbiale cervello? «L'ho... letto, diciamo...» Che seccatura tutta quella storia.

«Letto dove?» Lei sapeva già la risposta, glielo leggeva negli occhi e allora perché torturarlo in quel modo continuando a insistere..

«In un quaderno» Shikamaru deglutì rumorosamente, perfino in una situazione terribile come quella, terribile sì perché non sapeva come ne sarebbe uscito vivo, gli veniva voglia di chinarsi appena in avanti fino a sfiorarla.

«In un quaderno?» Ripetè lei con la voce che vibrava «E dimmi un po', come avresti fatto a leggerlo in un quaderno?» Non era solo arrabbiata, era furibonda e metteva paura. Tanta paura.

«L'ho solo trovato e non sapevo che era segreto, pensavo fosse un quaderno di appunti come un altro» Temari sorrise ironica, e lui pensava che se la beveva? Ma ormai il danno era fatto ed era inutile prendersela. «È pericoloso il gioco che tu e le tue amiche state facendo» Le disse Shikamaru tornando serio.

«Come se non lo sapessi da sola»

«Che cosa hai detto alla polizia?»

«Niente, cosa dovevo dire? Non so nemmeno se mi avrebbero creduta»

«Credi che sia stato Hidan a fare quella soffiata sulla collana?»

«Chi altri potrebbe essere? Ma ora vado da lui e lo ammazzo, anzi no» Sogghignò, aveva un'idea migliore.

 

 

Angolo autrice: enormemente in ritardo come al solito, chiedo umilmente perdono :$

Qual è il modo migliore per disfarsi di una collana rubata? Ovviamente consegnandola nelle mani del primo che ti passa davanti in quel momento -.- idea assurdamente assurda degna della mente assolutamente disinteressata della Yamanaka -.-

Shikamaru inizia finalmente a svegliarsi un po'! Ora lui e Choji sanno tutto ma come al solito Temari non può starsene buona buonina e accettare l'aiuto degli altri; quale sarà mai l'idea ingegnosa che le è venuta in mente a fine capitolo? Vi lascio con questa domanda. Vi ringrazio tutti quanti per le recensioni e per il fatto che siete ancora qui curiosi di sapere come finirà questa avventura, ci si sente alla prossima!

Vostra Kit :)

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Capitolo 29
*** Svolte ***


Svolte

 

Temari apettò la giornata seguente per entrare in azione. Finì di riordinare i libri sulle mensole e intanto Ino ordinava i vestiti. Da perfetta malata qual era li aveva portati tutti in lavanderia dopo che la polizia ci aveva frugato in mezzo, manco fossero portatori di un non si sa quale virus infetto! Nonostante ciò che era accaduto e lo spavento che avevano entrambe preso non si erano ancora parlate, nessuna delle due voleva fare il primo passo. Temari però non ne poteva più, doveva sapere. Si voltò verso la ragazza che canticchiava sottovoce e la fissò quasi con astio:

«Perché l'hai presa?» Si riferiva alla collana naturalmente. Ino non fece neanche la fatica di voltarsi e continuò a sistemare i propri vestiti.

«L'ho trovata e l'ho presa» Rispose come se fosse una cosa perfettamente normale.

«L'hai rubata a me!» Sbottò Temari e Ino a quel punto si voltò, il suo sguardo non prometteva nulla di buono se non un altro litigio.

«Se non l'avessi presa saresti nei guai fino al collo, dovresti solo ringraziarmi!»

«Non toccare più le mie cose!» Esclamò Temari tanto per avere l'ultima parola e uscì dalla stanza. La collana ora era nelle mani di Shikamaru e Choji che non volevano restituirgliela. Ora che ci pensava avevano anche il quaderno! Poco importava visto che l'avevano già letto tutto “Che voto avevo dato a Shikamaru?” Ecco, stava di nuovo impazzendo, non si poteva pensare a cose tanto insulse in un momento come quello. Nella sua veloce e incontrastabile camminata si imbattè in Itachi. Fece per passare avanti, non era lui che voleva vedere in quel momento. Tuttavia il ragazzo le prese delicatamente il braccio in un'esplicita richiesta di fermarsi. Lo guardò interrogativa ma lui le fece cenno di seguirlo. Dopo un attimo di incertezza Temari obbedì; andarono in un posto appartato, lontano dagli altri studenti. Studenti che dopo ieri le stavano attorno più che mai curiosi di scoprire il perché di tutta quella confusione; se inizialmente la conoscevano come “ragazza di Hidan” ora la sua nomea si era trasformata in “la ragazza-fuorilegge di Hidan”. Osservò Itachi con un'espressione imperscrutabile, chi li avesse visti avrebbe potuto pensare che stavano facendo una gara di impassibilità.

«Cosa vuoi?» Gli chiese brusca.

«Il gioiello» Temari non cambiò espressione, non si fidava più di nessuno, tanto meno di lui.

«Non so di cosa parli»

«Chi te l'ha dato?» Ma come faceva a non saperlo? Forse era un trucco.

«Non ho nessun gioiello, la polizia si è sbagliata»

«È stato Hidan, vero? Non avrebbe dovuto»

«Perché mi hai aiutata quel giorno?» Chiese allora Temari cercando anche di sviare il discorso in una direzione meno problematica. Itachi ci mise un attimo a rispondere.

«Meglio se stai fuori da questa faccenda»

«Ci sono già dentro e non ci sono finita perché lo volevo» Ribattè lei. Lo guardò indagatoria «Chi sei tu?» Gli chiese scrutandolo pensierosa. Itachi non rispose né cambiò espressione. Un gruppo di studenti si avvicinò. Aspettarono che passassero e fossero fuori da portata d'orecchio prima di continuare.

«Devi ridarmi quel gioiello, se lo tieni ancora finirai nei casini»

«Ci sono già nei casini. Perché dovrei fidarmi di te?»

«Dovresti farlo» Temari scosse la testa arretrando di un passo:

«Non ho nessun gioiello» Disse e se ne andò. Non aveva motivo di fidarsi di Itachi, non aveva più fiducia in nessuno e il solo fatto che Shikamaru tenesse quel gioiello la preoccupava più del dovuto. Lui voleva che lo consegnasse alla polizia, se lo faceva sarebbe finita nei guai perché nessuno le avrebbe creduto. Doveva risolvere anche quel problema e sperava che l'idea che aveva funzionasse, anche se era un'idea da disperata ma d'altra parte non si trovava lei stessa in una situazione disperata?

 

 

Ino aveva ricevuto un messaggio da Sakura, la ragazza voleva parlarle, più che una richiesta era sembrato un ordine senza possibilità di rifiuto. Quando arrivò al luogo dell'appuntamento vide che c'erano anche TenTen, Hinata, Sasuke e Naruto. “Ma che rimpatriata” Pensò con sarcasmo. Non era dell'umore adatto per un pomeriggio in compagnia anche se immaginava di cosa volessero parlarle.

«Temari?» Chiese Sakura. Ino fece le spallucce:

«Che ne so...»

«Avevo scritto anche a lei, non ha risposto però»

«Forse non ha letto il messaggio» Provò Hinata timidamente. Naruto annuì sorridendole:

«Probabile!» La corvina arrossì in volto e abbassò lo sguardo imbarazzata.

«Non avrà voluto rispondere» Disse invece Ino schiettamente «E non lo avrei fatto neanche io. Che volete?»

«Parlare. Cosa voleva la polizia? In giro si dice che sia per un gioiello»

«O perché avete ucciso qualcuno» Aggiunse TenTen. Ino le scoccò un'occhiata poco amichevole:

«Perché sono qui?» Chiese indicando con un cenno della nuca Sasuke e Naruto.

«Per il nostro stesso motivo. Ora rispondi alla domanda, si tratta di quella collana che Hidan tempo fa ha regalato a Temari?»

Ino si mordicchiò il labbro in difficoltà ma alla fine vuotò il sacco. Non ce la faceva più, tutta la tensione che aveva accumulato la rendeva facilmente arrendevole.

«Sì» Fu una liberazione «Ma non l'hanno trovata, ce l'avevo io quando hanno buttato all'aria la stanza»

«Ora dov'è?» Insistette Sakura.

«L'ho data a Choji, ora ce l'ha Shikamaru ma non vuole ridarmela. Non ho ben capito se si sia messo daccordo con Temari ma non ho più alcuna intenzione di mettermi in mezzo un'altra volta» Era davvero stanca di tutta quella faccenda, stanca nel senso che aveva paura e la solitudine di quei giorni non faceva altro che aumentare il terrore che la polizia venisse a prenderla per portarla in prigione. Scoppiò a piangere a dirotto senza riuscire più a trattenersi, lo aveva fatto fin troppo. Hinata l'abbracciò:

«Andrà tutto bene» Cercò di rassicurarla.

«Grazie... ragazze, scusatemi, in questo periodo non mi sono comportata un granché bene. Mi dispiace tanto» Era sincera, non aveva mai avuto delle vere amiche in vita sua, dalle medie alle superiori erano state solo qualcuno con cui condividere qualche pettegolezzo ma nessuna di cui potersi fidare veramente. E ora che le aveva trovate aveva rovinato tutto.

«Nessuna di noi si è comportata bene» Disse Sakura dispiaciuta «Mettiamo da parte i rancori, dobbiamo lavorare insieme per uscire da questa situazione»

«Potreste anche lasciar perdere tutto» Intervenne Sasuke «Voi non siete in nessuna situazione, è Temari che è nei guai» La rosa gli lanciò un'occhiataccia.

«Temari è nostra amica»

«Non è qui mi sembra»

«Non ha importanza. Ino, tu sei daccordo?» La biondina annuì, certo che sì che era daccordo. Temari le mancava, nonostante tutto non poteva dire che quei giorni erano stati rose e fiori.

«Allora è deciso. Per prima cosa andiamo da Shikamaru a farci ridare la collana, poi ce ne libereremo così nessuno ne saprà più nulla» Disse Sakura.

«E dove la mettiamo?» Chiese Naruto.

«La butteremo in mare, nessuno la troverà mai. Sarà un segreto che porteremo nella tomba!» Sasuke la guardò perplesso, gli sembrava una mossa affrettata.

 

 

Quando Hidan raggiunse la propria stanza trovò davanti alla porta, con braccia conserte e gambe accavallate Temari. Sulle labbra le aleggiava un sorrisino estremamente sexy e lo sguardo era stranamente provocante. Stranamente perché con lui non aveva mai atteggiamenti simili. Le si avvicinò con aria baldanzosa.

«Hidan» Disse lei, il tono sicuro e deciso che contrastava tanto con quell'apparente sensualità.

«Non pensavo di trovarti qua dolcezza...» Temari si raddrizzò senza però spostarsi dalla porta impedendogli di passare oltre, cosa che per altro lui non aveva intenzione di fare «Sapevo di dovermi aspettare una mossa del genere» Continuò la ragazza e man mano che continuava anche il tono era più provocante «Deluso di non essere riuscito a fregarmi?»

«A dire la verità ci contavo. Sei troppo sveglia per farti trovare impreparata»

«Mi hai messa alla prova per caso?»

«Era un avvertimento» Il ragazzo sogghignò curioso di sapere fin dove voleva arrivare. Ormai la conosceva e sapeva che c'era qualcosa sotto quel suo sguardo seducente. Temari si sporse verso di lui senza però toccarlo.

«La vuoi?» Gli soffiò in volto.

«Che cosa?»

«La collana» Fu la risposta sussurrata.

«Cos'è: stai cercando di incastrarmi?» Temari sorrise.

«Forse» Scosse la testa con fare divertito «In realtà no. Ho una proposta da farti» Disse tornando ad assumere il solito tono deciso e lontano dalla sensualità di poco prima.

«Sentiamo»

«Entriamo in camera?» Gli chiese lei. Hidan la scrutò pensieroso, strano che lo volesse, aveva sempre cercato di stare alla larga da lui il più possibile. Aprì la porta e la fece passare per prima, quando entrarono lui chiuse a chiave tanto per vedere la sua reazione. Ancora una volta si sorprese, Temari non sembrò preoccupata ed anzi, si mise a sedere sul letto guardandolo ammiccante.

«Hai paura che scappi?»

«Precauzione contro indesiderati visitatori» Rispose lui «Qual è la proposta?»

«Di lasciarmi in pace» Rispose lei «Niente più guerra, finiamola qui»

«Interessante. Cosa me ne verrebbe in cambio?» Chiese lui.

«Ciò che fai mi incuriosisce, ho seguito te e i tuoi amici una volta» Lo vide irrigidirsi e sorrise soddisfatta «La prossima potrei accompagnarvi»

«Quindi avevo ragione: vuoi incastrarci»

«Potrei, certo, ma credi davvero che sarei disposta a rischiare così tanto? So bene che non si scherza con voi e a cosa andrei incontro se vi tradissi»

«E perché mai» Disse Hidan venendole vicino e poggiando le mani sul letto senza lasciarle via di fuga «Perché mai dovrei fidarmi di te?» Temari sogghignò lasciando che la distanza fra i loro volti si riducesse ancora.

«Sai come si dice: se non puoi sconfiggerli... unisciti a loro» Hidan rise, davvero divertito. Non sapeva ancora se fidarsi o meno.

«Ti sei arresa quindi gattina? Ma perché mi possa fidare avrei bisogno di una prova» La ragazza gli pose il dito sulle labbra impedendogli di baciarla:

«Non ancora Hidan, una donna deve essere conquistata. Io non sono una fra le tante e non voglio esserlo. Se mi vuoi dovrò essere l'unica»

«Lo sarai»

«Provamelo» Temari lo spostò e andò verso la porta, una volta lì si voltò verso di lui e tese la mano «Chiavi» Ordinò e Hidan si avvicinò e le aprì, lasciandola andare.

 

 

Trovare il luogo dove si era rifugiato Shikamaru era più difficile del previsto ma si sapeva che il Nara era un asso nel trovare nascondigli dove riposare in santa pace. Così si erano divisi, TenTen e Hinata erano insieme e stavano perlustrando l'esterno ma incontrarono qualcun altro. La castana sorrise, come ogni volta che lo vedeva, Neji però non sembrava dell'umore adatto e si fermò davanti a loro fissando TenTen con espressione severa.

«Hai rubato la mia auto» Il sorriso della ragazza le si gelò sulle labbra.

«C... come?» Domandò temendo di non avere sentito bene.

«Hai rubato la mia auto» Ripetè lui. TenTen si scambiò un'occhiata con Hinata che era preoccupata quanto lei. Tentò invano di correre ai ripari.

«Neji, ma figurarsi se vado in giro con la tua auto, come ti è venuta in mente una cosa simi...»

«Me l'ha detto Temari» Le due ragazze rimasero sbalordite, tra tutte le persone non si erano aspettate proprio lei.

“Stronza” Pensò TenTen. Tuttavia non trovò niente da dire, era ammutolita, delusa e anche arrabbiata.

«Quando pensavi di dirmelo?» Chiese Neji con quel suo tono glaciale che non riservava possibilità di perdono «O forse non avrei mai dovuto scoprirlo?» Insistette lui, anche il suo sguardo era di ghiaccio e TenTen non riuscì a sostenerlo.

«Mi dispiace» Mormorò «L'avevo detto alle altre che non era una buon idea»

«Hai dieci secondi per dirmi che cavolo sta succedendo»

«Temari non te l'ha detto?» Chiese allora TenTen irritata. Si era fidata di quella stronza, per quale motivo l'aveva tradita così? E perché proprio in quel momento? Altro che cercare di aiutarla!

«Mi ha soltanto detto che stai facendo cose pericolose, ora voglio sapere di cosa si tratta»

«Non sto facendo cose pericolose» Ribattè, l'ultima cosa che voleva era mettere nei guai anche lui, erano già in troppi in quella faccenda «Ti ha mentito» Lui non le credette nemmeno per un secondo.

«Se è così allora possiamo anche finirla qua» Disse e se ne andò. La ragazza lo guardò fino a quando non rientrò nell'edificio, scacciò le lacrime e si voltò verso Hinata.

«Dammi un buon motivo per continuare ad aiutare Temari» La corvina non sapeva cosa dire.

«Credo che dovremmo parlare con lei prima di saltare a conclusioni affrettate» Rispose alla fine.

«Spero per lei che abbia una valida spiegazione» Ma in ogni caso come avrebbe sistemate le cose con Neji?

 

 

Angolo dell'autrice: scusate il ritardo con cui aggiorno ultimamente ma gli ultimi capitoli sono i più ostici e devo stare attenta a non dimenticarmi nulla e non lasciare niente in sospeso :)

Eccoci qua quindi, sono successe un po' di svolte: le ragazze hanno deciso di mettere una pietra sopra alla brutta litigata fatta con Temari; Temari si è messa in testa di allearsi con Hidan (cosa mai avrà in mente questa volta?); e Itachi sembra sempre di più nascondere qualcosa.

Vi ringrazio tutti quanti come sempre lettori, recensori per continuare a seguirmi con tanta rioluzione, un caldo abbraccio,

Kit :)

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Capitolo 30
*** Perdere il controllo ***


Perdere il controllo

 

 

Temari si avvicinò a Neji sedendosi accanto a lui e gli sorrise con fare ingenuo.

«Ciao» Lo salutò.

«Ciao» Rispose lui senza quasi nemmeno guardarla. La ragazza gli chiuse il libro facendolo voltare verso di sé. Doveva avere tutta la sua attenzione.

«Devo parlarti a proposito di TenTen»

«Ti ascolto» Neji le piaceva come persona, era uno che arrivava subito al dunque senza perdersi in smancerie inutili. Certo, forse era fin troppo glaciale ma questo gli avrebbe permesso di arrivare dove voleva. Comunque non era lì per parlare del suo futuro.

«Si tratta di TenTen, si sta ficcando in un mare di guai» La guardò senza capire e Temari, sapendo che aveva catturato tutta la sua attenzione andò avanti «Dovresti tenerla d'occhio, fare cose del genere è pericoloso»

«Quali cose?» Chiese allora lui.

«Cose losche con delle persone poco raccomandabili. Se continuerà così non ne uscirà bene» Non lo faceva per cattiveria, aveva deciso di liberarsi di tutte le sue vecchie amiche, di provare a tenerle, ancora una volta, fuori da quella faccenda «Per farti capire quanto sia presa ti svelerò una cosa: ha rubato la tua macchina una volta. Si crede una spia, un'eroina, che ne so io... ma se è arrivata a rubare a te per seguire degli individui che è meglio lasciar stare a dove pensi che potrà arrivare?»

«Perché me lo stai dicendo?» Chiese allora Neji.

«Perché non mi va che si metta in mezzo a cose che non la riguardano» Si alzò «Se vuoi aiutarla allora convincila a lasciare perdere tutto quanto. Non ha la minima idea di che persone siano quelle che si sta mettendo contro» Fu l'ultima cosa che disse prima di andarsene.

 

 

Non l'aveva fatto per cattiveria ma per levarsela di torno. Lei era la prima, adesso restavano le altre. Solo che si imbattè in Shikamaru prima che in loro. Poco male, aveva qualcosa anche per lui.

«Seccatura, ti cercavo, credo che dovresti...»

«Restituire la collana alla polizia, lo so, stavo venendo a chiedertela per farlo»

«Ah sì?»

«Sì, hai ragione, questa cosa è troppo grande per me, dire tutto alla polizia è la cosa migliore» Shikamaru la scrutò attentamente.

«Tu che mi dai ragione, è un momento da ricordare questo»

«Sono anche capace di ammettere i miei sbagli. Dammi la collana ora» Aveva fretta di levarsi anche lui di torno. Shikamaru però non era stupido e aveva intuito che dietro quell'arrendevolezza improvvisa ci stava dell'altro.

«E va bene, andremo insieme alla centrale» Acconsentì. Quello era un colpo basso, Temari si sforzò di sorridere.

«Non vorrei disturbarti e metterti in mezzo inutilmente. Ci andrò da sola»

«Ma tu non hai la macchina»

«Prenderò un taxi»

«O forse nemmeno ci andrai alla centrale, vero?» Ribatté lui.

«Ti ho detto che ci andrò, non farmi perdere la pazie...» Furono interrotti dall'arrivo di Chizune.

«Temari Sabaku, c'è tuo padre che ti vuole vedere» La ragazza impallidì un poco, aveva pensato a tutti meno che a lui. Shikamaru la guardò con curiosità, di suo padre aveva solo sentito parlare ma non lo aveva mai conosciuto di persona. A quanto aveva capito dalle poche cose che Temari gli aveva detto non doveva essere un tipo molto paterno. La bionda annuì:

«Vengo subito» Disse, la voce le uscì in poco più che un soffio e Shikamaru ne rimase sbalordito. Quindi Temari, la fantomatica donna inarrestabile aveva paura di qualcosa? O meglio qualcuno? Decise di andare con lei, fu uno strano istinto protettivo quello che gli ordinò di seguirla.

«Che vuoi?» Gli chiese la ragazza con fare irritato vedendoselo dietro.

«Non abbiamo finito il nostro discorso» Rispose lui tranquillamente. Temari lo fulminò con lo sguardo:

«Abbiamo finito in realtà, tu hai detto che mi porterai la collana e io la restituirò alla polizia» Lui la fissò incredulo:

«Veramente io ho detto...» Nulla da fare, era inutile discutere con lei. Arrivarono in camera, il signor Sabaku era lì che aspettava la figlia e intanto ispezionava ogni singolo dettaglio della stanza. Shikamaru lo scrutò attentamente, somigliava molto a Gaara, stessi capelli rossi, stesso sguardo freddo. Quando i loro occhi si incrociarono non lesse altro che ostilità.

«Padre» Fu il saluto glaciale e forse un poco apprensivo di Temari.

«Dobbiamo parlare» Disse lui «In privato» Aggiunse poi scoccando un'occhiata avversa a Shikamaru che capì di essere di troppo. Temari si voltò verso di lui e lo fece uscire dalla stanza.

«Tutto bene?» Non riuscì a non chiederle il ragazzo e lei annuì chiudendo poi la porta e lasciandolo fuori. Temari si voltò verso il padre che se ne stava in piedi di fronte a lei con sguardo altero. Un vago senso di inquierudine la pervase, se era giunto ad arrivare fin lì doveva avere saputo quello che era successo. Sicuramente era stata Tsunade a dirglielo, sicuramente la preside lo aveva fatto a fin di bene ma ciò nonostante in quel momento Temari non potè fare a meno di odiarla.

«Non serviva che venissi, è tutto a posto» Gli disse.

«Credevo di avere una figlia responsabile, non una stupida poco di buono» Rispose lui glaciale. Quelle parole la ferirono più di quanto non sarebbe stata disposta ad ammettere «A causa tua ho dovuto rimandare un importante viaggio d'affari e forse a causa tua non riuscirò a concludere un importante investimento. La gente parla, le notizie si diffondono e l'ultima cosa di cui ho bisogno è di una figlia che mi metta i bastoni fra le ruote» Non era venuto lì per lei, per assicurarsi che stesse bene e questo lo aveva immaginato già da sola tuttavia che lo dicesse tanto apertamente le faceva capire quanto poco importante fosse per lui.

«Si è trattato di un malinteso, la polizia ha sbagliato completamente persona»

«Sono tentato di riportarti a casa» Quelle parole l'allarmarono parecchio, non poteva farlo, nonostante tutto lei adorava il college! «Non ti ho educata per crearmi casini o per andartene a zonzo con i tuoi amici» Lo guardò confusa, a cosa si riferiva adesso? «Pensavi che non sarei venuto a sapere dove siete andati questo inverno tu e i tuoi fratelli?»

«Come?» Fu tutto ciò che riuscì a dire.

«Chi era quel ragazzo fuori?»

«Solo... un mio compagno di corso. Nessuno di importante» Il padre le si avvicinò e la afferrò per un braccio:

«Ora prestami attenzione perché non lo ripeterò una volta di più» Sibilò «Non ho intenzione di rovinarmi la reputazione a causa tua. Non ci saranno più uscite con gli amici, non ci saranno amici né tantomeno ragazzi con cui fare la puttana. Non mi creerai più fastidi, è chiaro?» Temari annuì silenziosamente «Alla prossima mossa sbagliata torni a casa. Ricorda che se sei qui è solo per una mia generosità, posso toglierti la retta quando voglio» Fu l'ultima cosa che disse. Uscì dalla stanza e lanciata un'occhiata glaciale a Shikamaru se ne andò. Temari si sedette sul letto e il ragazzo fece capolineo dentro la camera.

«Ancora qui?» Lo aggredì lei con rabbia. Non ce l'aveva con lui a dire la verità ma la frustrazone era davvero troppa. Shikamaru dal canto suo avrebbe davvero preferito svignarsela ma qualcosa lo tratteneva lì anche se era davvero una seccatura. Così le si avvicinò e si sedette di fianco a lei. Lo sguardo cadde sulla scatolina ancora chiusa sul comodino, gli sfuggì un sorriso.

«Ancora niente?» La ragazza seguì il suo sguardo per capire di cosa parlasse.

«È solo una stupida scatola chiusa. Non ci sai fare con i regali»

«Sei tu che non ci sai fare con i regali seccatura» Replicò lui «Tuo padre era preoccupato?» Chiese poi.

«Oh, certo. Preoccupato che gli avessi rovinato il viaggio d'affari» Fu l'amara risposta. Shikamaru prese la scatola e se la rigirò fra le mani mentre Temari lo osservava con curiosità aspettando che dicesse o facesse qualcosa. Visto che non accadde niente si decise a parlare lei.

«Me la restituisci la collana o no?»

«No finché non mi dici quello che vuoi fare»

«Te l'ho detto»

«Sappiamo entrambi che hai mentito, perché rigirarsi attorno? Non andrai alla centrale, vuoi fare qualcos' altro»

«Anche se fosse?»

«Chi gioca tanto con il fuoco finisce per scottarsi»

«Che uomo saggio» Commentò sarcastica. Shikamaru la guardò negli occhi, erano troppo vicini, solo adesso se ne accorse «Hai ragione» Disse lei d'un tratto «Non voglio riportarla alla polizia, sarebbe troppo problematico spiegare come e perché ho quella collana e non credo che mi crederebbero facilmente. Per di più ho già mentito una volta, nemmeno questo posso spiegarlo» Si alzò di scatto e si avviò verso la porta «Se non vuoi darmi quella collana sarà peggio per te Nara, ti avverto»

«Cosa intendi fare, venire a prendertela tu?»

«Abbiamo già appurato una volta che se voglio qualcosa me lo prendo e basta. Poi tu hai anche altro che mi appartiene: il quaderno. Lo rivoglio, se non me lo darai tu verrò a prenderlo io» Avvertì.

«Fai pure» Rispose Shikamaru fin troppo tranquillo. Temari socchiuse gli occhi indagatoria, di sicuro li aveva nascosti bene entrambi e non sapeva quanto sarebbe servito smontargli la camera questa volta. Doveva riavere le proprie cose ad ogni costo e con ogni metodo. Sogghignò e assumendo l'espressione più sensuale che le riuscisse gli si avvicinò.

«Non funziona seccatura» Si affrettò a dire lui capendo al volo le sue intenzioni.

«Ne sei certo Shikamaru? Io vedo un certo rossore qui...» Gli sfiorò con le dita il lobo dell'orecchio e giocherellò qualche secondo con il cerchietto «E qui...» Aggiunse poi scendendo con la mano sul collo. Il ragazzo si sentì rabbrividire piacevolmente.

«Non... non funziona» Ripetè cercando di convincere più sé stesso che lei. Temari esultò euforica dentro di sé, aveva la vittoria in tasca, non serviva neanche sforzarsi molto con lui! Ma quando si avvicinò ancora e sentì il suo fiato sul volto qualcosa iniziò ad andare per il verso sbagliato. Cominciò a sentire caldo, molto caldo, il respiro le si fece più corto e provò l'inarrestabile tentazione di mettere fine a quei pochi centimentri che li dividevano. “Torna in te Temari” Si ripetè come una cantilena ma non funzionò a molto se non a farla scaldare ancora di più. Sentì il braccio del ragazzo cingerla, non ebbe nemmeno il pensiero di divincolarsi, si accostò a lui ancora di più, quasi con slancio fino a che i loro nasi non si fiorarono l'un con l'altro. Si rendeva conto che l'intera situazione era assurda, sbagliata, assolutamente inopportuna però... però non voleva che si fermasse. Per affievolire il disagio giocherellò ancora con il suo orecchino senza rendersi conto di quali emozioni provocasse nel ragazzo. E a dire il vero nemmeno le importava. Sentì la sua mano sulla nuca tirarla gentilmente verso di lui, lo lasciò fare, lasciò che le sfiorasse le labbra, prima leggero, come a volerle chiedere il permesso, poi più deciso, più sicuro e ancora lo lasciò proseguire. La strinse di più, la sua presa divenne quasi soffocante, le tolse il respiro e dovette aprire la bocca per riprenderlo ma forse era solo una scusa perché approfondisse di più quel bacio. Si lasciò andare completamente, per la prima volta in vita sua si abbandonò del tutto a qualcuno con la sensazione che fosse tutto ciò che desiderava in quel momento. Lui.

Improvvisamente però Shikamaru si staccò e la allontanò da sé. Temari lo guardò confusa, cosa c'era che non andava adesso? Un attimo dopo la realtà la colpì tutta d'un colpo come una doccia gelata, rabbia e imbarazzo insieme la invasero interamente, aveva perso il controllo, l'aveva perso e non se n'era resa conto. Shikamaru la guardava tranquillo e ciò la fece andare in bestia ancora di più.

«Che cosa hai fatto!?!» Sbottò e la voce le uscì così stridula che faticò a riconoscerla come propria.

«Io? Hai fatto tutto da sola» Rispose lui. Temari cercò di recuperare un po' di contegno:

«Io non volevo questo! Sei stato tu a... a...» Ma era diventata improvvisamente come Hinata ora? «A baciarmi!» Buttò fuori. Era sconvolta, totalmente sconvolta. Non sarebbero dovute andare così le cose, con Hidan non erano affatto andate così!

«Sei stata tu a saltarmi addosso seccatura, il resto è stata tutta una conseguenza» Rispose il Nara tranquillo e lei ebbe la sensazione che fosse addirittura divertito. Stronzo. Non c'erano altre parole per descrivere lui e quello che aveva fatto. Stronzo e punto. Temari lo fissò incredula, per una volta tanto era anche a corto di parole.

«Io non ti sono saltata addosso, tu ne hai approfittato» Non intendeva lasciargliela vinta.

«Intendi dire che non volevi provare a farti dare il gioiello con le tue arti subdole?» Arti subdole? Ma di che cosa stava parlando quel cretino?

«Hai travisato le cose» Obiettò lei decisa. Shikamaru fece le spallucce.

«Come preferisci ma sappi che con me certe cose non funzionano» Si avviò verso la porta e Temari si spostò in fretta di lato per lasciarlo passare. Lui uscì lasciandola ancora stordita. Ma come era potuto accadere? Lei, Temari Sabaku che perdeva il controllo. E a dire il vero non era nemmeno la prima volta che succedeva. Non con lui. Altro che avere la vittoria in tasca, le cose si erano capovolte senza che lei se ne accorgesse!

 

 

Shikamaru si allontanò in fretta dalla camera della seccatura, non aveva desiderato altro da dopo che si erano divisi. Forse lei non si era accorta delle conseguenze del suo gesto e non si trattava solo del terrore puro che gli era venuto quando aveva capito di che razza di atto suicida aveva appena compiuto. Così era fuggito. Esatto, se l'era svignata. Forse non era stata la cosa più virile che potesse fare ma in quel momento non gli era venuto in mente altro. Era stata lei ad iniziare però, non aveva alcun diritto di fargliela pagare, ciò che aveva fatto lui era stata solo una diretta conseguenza di ciò che lei aveva cominciato. Perché diavolo si era spostato poi? Questa si chiamava idiozia pura, sì, era proprio un cretino di primo livello. Avrebbe almeno potuto vedere fin dove lei si sarebbe spinta e invece... invece no. In ogni caso per quella giornata non voleva più avere a che fare con altre seccature, l'unica cosa che avrebbe fatto sarebbe stata mettersi a letto, fingere di avere un febbrone da cavallo e non parlare più con nessuno per i prossimi tre mesi.

«Shikamaruuuu!!!» Ecco, aveva detto che non voleva più avere seccature? La fortuna come al solito non era dalla sua, la voce squillante di Ino Yamanaka era probabilmente una delle ultime che avrebbe voluto sentire in quel momento. Si voltò e gemette, non c'era solo lei, no, erano tutte e quattro al completo: Ino, Sakura, TenTen, e Hinata.

«Shikamaru, tu hai qualcosa che mi appartiene» Cinguettò la biondina.

«No, non direi»

«Sì invece, che fine ha fatto la collana che io ho dato a Choji?»

«Non è tua, è di Temari. Anzi, a dire il vero non è neanche sua» Ino si fece seria.

«Shikamaru, dammela» Ordinò perentoria. Shikamaru sospirò, aveva già fatto una battaglia contro la seccatura numero uno, non poteva farcela di nuovo anche contro di loro.

 

 

Angolo dell'autrice: come al solito in ritardo, spero però di essermi fatta un pochino perdonare con questo capitolo. Finalmente, con grande attesa di tutti, Shikamaru e Temari si sono baciati!! Che dire, mancano davvero pochi capitoli per il finale, nel frattempo vi ringrazio per essere sempre qui con me a spronarmi ad andare avanti. Un abbraccio forte a tutti,

Kit.

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Capitolo 31
*** Dubbi e decisioni ***


Dubbi e decisioni

 

 

Ino osservò con desiderio il gioiello che aveva fra le mani, buttarlo nel canale davanti a sé le sembrava uno spreco bello e buono. Insomma, tra un po' di anni nessuno se ne sarebbe più ricordato.

«Ti sbrighi?» Chiese Sakura spazientita. Era notte fonda e tutto ciò che voleva, tutto ciò che tutti loro volevano era tornarsene nel proprio dormitorio.

«Stavo pensando...» Iniziò la biondina ma Sakura fermò la conversazione sul nascere:

«Non pensare, buttala via e che non se ne parli più»

«Ascolta la mia idea prima» Ino lanciò un'occhiata fugace ai ragazzi che le aspettavano alla macchina, erano abbastanza distanti da non poter sentire niente «Se la tenessimo?»

«Ecco perché le persone ti considerano poco intelligente» Ino si offese.

«Fare un'azione impulsiva come questa ti sembra intelligente invece?»

«Eri daccordo» Le fece notare Sakura.

«Potremmo incastrare Hidan, Temari ne verrebbe fuori e tanti saluti» Disse però Ino nascondendo bene il fatto che quel gioiello le piaceva talmente tanto che lasciarlo andare le avrebbe spezzato il cuore. Sakura riflettè, non era una cattiva idea in fondo, certo, era molto rischioso ma se ci riuscivano nessuno avrebbe nutrito più sospetti per Temari.

«Va bene ma la collana la tengo io» Ino fece per protestare ma Sakura fu più veloce di lei «O così o la butti nel canale»

«Non ti fidi di me ciuffo rosa?» Chiese Ino irritata.

«No, non molto» Ino non vide altre soluzioni e le diede il gioiello certa che prima o dopo avrebbe trovato il modo di recuperarlo. Sakura finse soltanto di buttarlo, certa che gli altri non sarebbero stati daccordo con quel cambio di programma improvviso «E non chiamarmi più ciuffo rosa» Disse poi a Ino che si limitò a voltarle le spalle e a raggiungere i ragazzi.

«Avete fatto?» Chiese Shikamaru in tono svogliato e la bionda annuì sorridendo.

«Non dovremo più preoccuparcene, torniamo al college» Disse scambiandosi un'occhiata complice con Sakura.

 

 

Shikamaru si chinò su di lei. Gli passò le mani sul torace nudo per poi allacciargli le braccia attorno al collo e tirarlo ancora più vicino a sé. Non le bastava, voleva sentirlo di più, voleva assaporare ogni singola parte di lui. Unì le labbra con le sue e lasciò che quelle mani calde e grandi scivolassero sul suo corpo, dalla vita, sempre più su. Brividi di piacere le solleticarono la pelle sotto il suo tocco sicuro, sentì la voglia aumentare ad ogni bacio, ad ogni sospiro...

Temari si svegliò di colpo tutta sudata e con il respiro affannato, le ci volle qualche istante per mettere in ordine le idee e rendersi conto di essere in camera propria e che Shikamaru non era lì con lei. “Cazzo” Pensò. Come le era venuto in mente al destino di farle fare un incubo del genere? Imprecò fra sé e sé e poi si alzò accorgendosi che era piuttosto tardi, Ino era già uscita e quello era un caso più unico che raro. Afferrò la sveglia che chissà per quale motivo non aveva suonato ed ebbe la tentazione di lanciarla fuori dalla finestra per poi rendersi conto che quella che non l'aveva caricata era solo lei. Rimettendola a posto urtò la scatolina che Shikamaru le aveva regalato, altra cosa che gli ricordò il ragazzo e l'incubo. Non poteva mica chiamare sogno una cosa del genere! Andò a farsi una doccia veloce e ghiacciata relegando in un angolino della sua mente quello che era successo quando sentì bussare alla porta.

“Sempre nei momenti meno opportuni” Pensò irritata vestendosi in tutta fretta. Se era Ino che aveva dimenticato le chiavi, poco ma sicuro l'avrebbe presa a calci.

E invece era Hidan, fu così inaspettato che si dimenticò quasi del suo piano per incastrarlo e per poco non lo mandò via in malo modo. Riuscì a trattenersi in tempo e gli sorrise mentre lui le sfiorò i capelli bagnati.

«Eri sotto la doccia?»

«Avevo appena finito» Rispose lei e le ci volle un bel po' di autocontrollo per non allontanargli la mano.

«Peccato non essere venuto un po' prima allora»

«Sarà per la prossima volta» Disse Temari per poi pensare “Non avverrà MAI!”

«Ci conto»

«Mi cercavi?» Cambiò argomento la ragazza e lui abbassò la mano.

«Sì, ho parlato con gli altri della tua proposta»

«E...?»

«Non si fidano molto, non più di quanto mi fidi io» Sogghignò ma Temari si finse del tutto indifferente «Abbiamo deciso di metterti alla prova»

«E come?»

«Verrai con noi stasera e ci aiuterai in un lavoretto»

«Cosa dovrei fare?»

«Questo lo scoprirai a tempo debito»

«Mi sta bene» Hidan le prese il mento fra le l'indice e il pollice.

«Non deludermi gattina» Soffiò e poi si chinò su di lei a baciarla. Temari si spostò un po' troppo in fretta e il ragazzo la guardò con una strana luce negli occhi, per un attimo temette di aver buttato tutto all'aria.

«Credo che entro stasera dovrai diventare un po' più remissiva» Le disse e poi, con quel ghigno stampato sulle labbra e prima di alllontanarsi aggiunse «Quasi dimenticavo, vestiti in modo provocante» Temari si chiese cosa avesse voluto dire con quelle parole, diventare più remissiva. Cosa le avrebbero fatto fare? O cosa loro le avrebbero fatto, forse non era altro che un inganno di Hidan, valeva la pena rischiare così tanto? Si voltò e si impietrì vedendo Hinata che la guardava immobile, la ragazza aveva visto tutto. Dopo un attimo di esitazione la corvina si avvicinò:

«Temari, cosa stai facendo?» La voce era preoccupata e Temari percepì anche una nota di ostilità, o si sbagliava?

«Non sono affari tuoi» Rispose freddamente. Non aveva mai visto Hinata con un'espressione così decisa però.

«Ho sentito quello che vi siete detti e ti prego di non farlo, non andare con lui stasera»

«Non farmelo ripetere di nuovo: sono affari miei»

«Ancora non ti rendi conto di quanto sia pericoloso?»

«Adesso ascoltami bene» Disse Temari «Tu ora te ne vai e ti dimenticherai di tutto quello che hai sentito e visto, non sarà pericoloso per me ma per te sì se non lo farai» Rientrò in camera senza lasciarle il tempo di ribattere. Ebbe la sensazione che tutto le stesse sfuggendo dalle mani, prima Shikamaru che la baciava, poi Hidan che le diceva quelle cose, poi Hinata che la scopriva.

“Non mi importa quanto possa essere pericoloso, quanto posso rischiare” Sarebbe andata fino alla fine, avrebbe concluso quella faccenda in un modo o nell'altro.

 

 

Hinata tornò indietro correndo. Dentro di lei era tutto in tumulto e agitazione, per Temari perché nonostante avessero litigato e nonostante lei dicesse di non volerle avere fra i piedi, era certa che il legame che le univa non si fosse ancora spezzato del tutto. Correndo come una forsennata riuscì a frenare appena in tempo quando vide Naruto e Sasuke uscire da un'aula, un attimo prima di finire loro addosso. Il biondo le rivolse un sorriso caloroso ma Hinata era ancora troppo presa da ciò che aveva scoperto per sentirsi in imbarazzo:

«Avete visto Sakura e Ino?» Chiese e non balbettò neppure. Naruto annuì:

«Stiamo andando da loro adesso, sai, per parlare... ci aspettano in aula mensa» Hinata si incamminò prima di loro a passo svelto e i due presto faticarono a starle dietro. I due ragazzi capirono che qualcosa non andava ma decisero di aspettare di parlare anche con gli altri. Shikamaru e Choji erano già al tavolo ma delle ragazze non c'era traccia. Hinata si sedette e iniziò a tormentarsi le mani mentre Naruto la guardava di sottecchi senza dire niente.

Passò il tempo e le ragazze non arrivavano, Sasuke iniziò a innervosirsi, la puntualità non era una prerogativa delle donne. Shikamaru invece era lì solo perché Ino lo aveva obbligato ma avrebbe preferito di gran lunga tornarsene in camera propria a dormire o trovare un albero in giardino sotto cui riposare. Choji si allontanò qualche attimo e quando tornò aveva con sé un pacchetto di patatine.

«Non eri a dieta?» Chiese Shikamaru svogliatamente. Il ragazzo fece le spallucce, gli ci sarebbero voluti mesi per dimagrire quel tanto che bastava per essere considerato apprezzabile dalle ragazze e non era nemmeno certo che ciò gli avrebbe dato qualche possibilità in più con Ino. E poi non poteva vivere per mesi senza i suoi pacchetti di patatine, sarebbe stato come dire a Shikamaru di rinunciare al suo riposino pomeridiano.

«Hinata, che cos'hai?» Chiese d'un tratto Naruto vedendo la ragazza tanto pallida. La corvina avrebbe preferito aspettare che fossero tutti per non doversi ripetere più volte ma il biondo era impaziente di sapere e lei non aveva cuore di farlo preoccupare oltre.

«Sono... andata da Temari perchè... perché non l'avevo vista a lezione» Mormorò «Ero preoccupata» Spiegò. Era incredibile come l'argomento “Temari” avesse catturato l'attenzione di tutti: Shikamaru aveva drizzato le orecchie come aveva sentito il suo nome, Sasuke era interessato non per la ragazza di per sé ma per tutto il casino che le girava attorno, Choji la riteneva un'amica ormai mentre Naruto, bhè, Naruto sembrava pendere dalle labbra di Hinata qualunque cosa dicesse! «Stava parlando con Hidan» Spiegò la corvina imbarazzata per tutta quell'attenzione «Non... non ho ben capito ma credo che si sia messa daccordo con lui»

«Daccordo per fare cosa?» Chiese Shikamaru.

«Non lo so, non l'hanno detto» Era difficile da spiegare e tutti quegli occhi che la guardavano non la aiutavano per niente, ma dov'era finita tutta la sicurezza di prima? Prese un respiro profondo per calmarsi e spiegò «Hidan le ha proposto di fare qualcosa per questa sera, non ha detto cosa ma lei ha accettato»

«Cioè Temari ora sta con quei tizi?» Chiese Choji seppur l'idea non lo convincesse molto.

«O è così o sta semplicemente facendo il doppio gioco» Disse Sasuke. In quel momento arrivarono le ragazze.

«Scusate, è colpa di TenTen, come al solito» Disse Ino.

«Mia?» Chiese la castana sbalordita.

«Tua sì, sei tu che non volevi venire»

«Scusa tanto se stavo cercando di trovare un modo per risolvere con Neji visto che mi ha mollata per colpa vostra!» Esclamò TenTen irritata. A volte Ino era insopportabile.

«Novità?» Chiese Sakura sedendosi e Naruto annuì.

«Hinata ha scoperto che Temari stasera ha un incarico da portare a termine per conto di Hidan» Sasuke corrugò la fronte, da quando il suo amico sapeva spiegarsi così bene senza fare tanti giri di parole come al suo solito? La notizia lasciò le tre ragazze più perplesse che mai.

«Ma non è possibile!» Esclamò poi Ino «Conosco Temari e vi assicuro che non sopporta Hidan più di quanto io non sopporto il grasso sui fianchi» La guardarono allibiti e Choji mise via il pacchetto di patatine.

«Ottimo paragone» Commentò Sakura ironica.

«Era per dire che Temari non farebbe mai qualcosa di losco con quei tipi» Spiegò la biondina «Sei certa di quello che hai sentito?» Chiese poi a Hinata e questa annuì sicura «E che altro hanno detto? Qualunque particolare può essere utile» La spronò Ino e la corvina ricordò il bacio che i due si erano scambiati. Non sapeva quanto potesse essere importante e forse era meglio se lo teneva per sé. Scosse la testa:

«Non hanno detto altro» Rispose. Era meglio così, probabilmente Ino aveva ragione, Temari non stava davvero collaborando con Hidan, e difatti l'aveva vista spostarsi quasi subito da lui. Ascoltò a malapena quello che gli altri concordavano, persa com'era nelle proprie preoccupazioni captò solo qualche parola: seguire Temari, scoprire che cosa aveva intenzione di fare Hidan. Ma poi Ino ebbe un'altra delle sue assurde idee.

«Che ne dite di fare lo stesso gioco di Temari?» Chiese guardandoli uno alla volta con superiorità come se il capo di tutta la combriccola fosse proprio lei. Non li lasciò parlare e andò avanti a spiegare «Sakura conosce Itachi, potrebbe giocare con lui la stessa carta che Temari ha giocato con Hidan» La rosa la guardò scettica, a volte non capiva se Ino fingeva di essere così stupida o se lo era veramente.

«Come se fosse abbastanza sexy da far perdere la testa a mio fratello» E non capiva nemmeno se Sasuke ci tenesse così tanto a fare lo stronzo o se semplicemente fosse nato così. Lo guardò malissimo ma lui si limitò a fare un sorrisetto di superiorità.

«Itachi non vuole che mi vada a ficcare in casini come questi, mi ripete continuamente di starne fuori» Disse continuando a guardare Sasuke in cagnesco.

«Non importa, era solo un'idea» Si misero daccordo per il ritrovo di quella sera ma poi videro Temari entrare in mensa e andare a sedersi al tavolo di Hidan. Per non destare sospetti si divisero ma Sakura fermò Ino prima che se ne andasse.

«Voglio che mi restituisci il quaderno»

«Ce l'ha Temari»

«Bene, tu sei la sua compagna di stanza, trovalo e portamelo»

«Perché?»

«Perché lo voglio bruciare, ecco perché, siamo nei guai fino al collo e io non voglio avere altri motivi per peggiorare la nostra situazione»

«È solo uno stupido quaderno e nessuno ci farà mai caso» Ribatté Ino ma vedendo l'espressione dell'amica si arrese e promise che lo avrebbe cercato. Ancora una volta.

Sakura si voltò, al tavolo erano rimasti solo Hinata, Naruto e Sasuke ma mentre i primi due parlavano per conto proprio il moro la fissava con sguardo pensieroso. C'era stato un bacio fra di loro, un bacio e non ne avevano più parlato. Lei lo riteneva solo lo sfizio di un ragazzo che si divertiva a illudere le sue prede fingendo un interesse in realtà non vero. Ma lei non era tanto stupida da cadere nella sua trappola. Raccolse la propria borsa.

«Io vado» Disse e Sasuke si alzò.

«Vengo con te»

«Credo di riuscire a trovare la strada verso la mia camera anche da sola»

«Infatti non dobbiamo andare là» Rispose lui con un fantastico ghigno sulle labbra.

 

 

Angolo dell'autrice: eccomi di nuovo qua, non ho ancora mollato, non vi preoccupate, voglio arrivare fino alla fine di questa storia :) Ricapitolando: Sakura e Ino hanno deciso di tenere il gioiello: sarà un bene? Temari sta iniziando ad avere dubbi su Hidan e compagnia bella: avrà ragione? E nel frattempo tutti gli altri si stanno organizzando per non lasciarla sola ad affrontare i tutti quei guai :) Sperando di riuscire ad aggiornare presto vi lascio con queste domande e vi auguro un buon finesettimana, alla prossima,

Kit :)

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Capitolo 32
*** Amore, gelosia e scatole misteriose ***


Amore, gelosia e scatole misteriose

 

 

C'era chi diceva che le ragazze amavano fare le crocerossine, più stronzo era un uomo e più loro ci stavano dietro pensando di poterlo cambiare; l'amore, dicevano, era la forza più grande al mondo, in grado di trasformare anche il più crudele e raccapricciante fra gli uomini.

Niente di più falso. Temari sapeva che ognuno era ciò che voleva essere, non erano gli altri a cambiarti, non era uno stupido e insulso sentimento a farlo nè semplici parole moralistiche. E su Hidan Temari era sicura, nessuna donna, neanche la più determinata sarebbe riuscita a renderlo diverso. Più stava in sua compagnia e più il disgusto che provava nei suoi confronti aumentava a dismisura ma doveva resistere.

Così non fece nulla per aiutare il povero ragazzetto incappato nelle grinfie di quel mostro, gli era finito addosso per sbaglio urtandolo e macchiandogli la camicia con il succo alla pesca, all'inizio aveva cercato di scusarsi, poi aveva tentato di scappare ma ora sembrava essersi arreso del tutto davanti a quell'armadio grande due volte lui. Dopo il terzo pugno Temari si decise a fare qualcosa e si frappose fra i due poggiando una mano sul petto di Hidan.

«Lascialo in pace, è solo uno stupido ragazzino» Gli disse. Non pensava che lui l'avrebbe ascoltata tanto facilmente ma fu proprio così. Mentre si allontanavano Hidan lasciò scivolare il suo braccio attorno alla vita di Temari che lo lasciò fare reprimendo il disgusto e l'inquietudine.

«Ho la sensazione che tu mi nasconda qualcosa» Le disse d'un tratto «Sappi che se avessi l'intenzione di tradirmi le conseguenze non sarebbero le più piacevoli» Al che Temari sogghignò:

«Come se non lo sapessi ma non temere, non ho intenzione di farlo» Era curiosa di sapere dove l'avrebbe portata quella sera ma doveva tenere a freno l'impazienza ancora un po' «Spero invece che non sia io ad essere tradita da te»

«Che intendi zuccherino?» La bionda si fermò e lo fece voltare verso di sé. Lo fissò negli occhi con tutta la determinazione che possedeva.

«Posso fidarmi?» Gli chiese, seria in volto e lui sogghignò ancora.

«Non lo trovi strano? Entrambi non ci fidiamo l'uno dell'altra ma entrambi cerchiamo di avvicinarci di più» Temari non replicò, non lo trovava affatto strano. Lui non aspettava che il momento di portarla a letto mentre lei non voleva altro che trovare un modo per incastrarlo. Era per questo che aveva deciso di rischiare così tanto, guadagnare la sua fiducia e quella dei suoi amici sarebbe stato il primo passo. Dopo si sarebbe vendicata.

 

 

Osservò il soffitto bianco sopra di sé per poi volgersi lentamente verso Sasuke, disteso accanto a lei su quel letto dalle chiare lenzuola. Posò una mano sul suo petto nudo avvicinandosi di più e inspirò a fondo. Alla fine ce l'aveva fatta, era riuscito a portarla a letto. Immaginò che per l'indomani si sarebbe dimenticato di lei come per tutte le altre ragazze con cui era stato ma non le importava. O meglio, ora non le importava, voleva assaporare ogni istante di quella tranquillità. Sasuke le accarezzò i capelli e lei sentì dei brividi, chiuse gli occhi adagiandosi su di lui. I minuti passarono nel più completo silenzio, nessuno dei due sentiva la necessità di dire qualcosa.

«Perché tu e Itachi non andate daccordo?» Chiese Sakura dopo un po' e lo sentì irrigidirsi «Non sei costretto a rispondere se non vuoi»

«Non gliene è mai fregato niente di me» Rispose glaciale «Quindi non vedo perché per me non dovrebbe essere altrettanto»

«Io credo che lui tenga a te» Replicò Sakura accoccolandoglisi ancora più vicino. La sua reazione brusca però la spaventò: Sasuke la spinse via in malo modo e si alzò rimettendosi i boxer. Lo guardò seccata, era riuscito a rovinare un momento perfetto ma che importava? Sarebbe successo lo stesso prima o dopo, non faceva alcuna differenza. Tuttavia iniziò a sentirsi molto in colpa per quello che avevano fatto, era una stupida. Una stupida come tutte le altre ragazze che erano state con lui, sedotte e abbandonate. Sasuke andò in bagni e lei si rivestì giurando a sé stessa che una cosa del genere non sarebbe mai capitata di nuovo. Quando il ragazzo uscì dal bagno lei era già lì della porta pronta ad andarsene.

«Se tenesse a me non se ne sarebbe andato» Sakura si voltò sorpresa.

«Forse sei tu che l'hai allontanato» Replicò.

«Pensa quello che vuoi allora» Disse lui freddamente e Sakura esitò. No, lei conosceva Itachi e non era un cattivo ragazzo, era certa di non sbagliarsi. Non c'entrava niente che stesse in compagnia di persone come Deidara e Hidan, era diverso da loro.

«Lo stronzo qui sei solo tu. Come ti comporti, quello che fai... spero che ora sarai soddisfatto di avermi portata a letto. Alla fine ci sei riuscito, bhé, d'ora in poi mi lascerai in pace, non voglio nemmeno che tu mi rivolga la parola» Detto ciò se ne andò sbattendo la porta. Corse fino in camera e una voltà lì si chiuse in bagno e scoppiò in un pianto dirotto.

 

 

Hidan l'accompagnò fino in camera, camminavano mano nella mano come due fidanzati, strano per entrambi, quasi assurdo. Ma quando Temari vide già da lontano Shikamaru proprio fuori dalla sua stanza ad aspettare mollò Hidan di colpo anche se lui continuò a tenerla stretta del tutto indifferentemente. Shikamaru si voltò verso di loro, indugiò quache istante sulle loro mani unite per poi spostare lo sguardo su Hidan. Non era né ostile né gelosa, la sua espressione era quella di sempre: apatica e indifferente. Ma perché avrebbe dovuto essere diverso poi? Una volta davanti alla porta Temari si voltò verso Hidan sorridendogli:

«Grazie per avermi accompagnata» Lui lanciò un'occhiata a Shikamaru che se ne stava in silenzio appoggiato alla porta della camera senza nemmeno guardarli.

«Se vuoi posso tenerti compagnia ancora un po'»

«Non serve, voglio riposare, immagino che stanotte si faranno le ore piccole» Non appena se ne andò Temari si voltò seccata verso Shikamaru.

«Cosa ci fai qui?»

«Sono venuto a chiederti che intenzioni hai» Rispose lui tirando fuori dalla tasca l'accendino e una sigaretta. Se la mise sulle labbra spenta e la ragazza indugiò a guardarla per un lungo istante. Dopo un attimo lui l'accese «Dov'è che vai stanotte?» Domandò lui con finta noncuranza. Temari spostò immediatamente lo sguardo e aprì la porta della camera.

«In giro» Rispose entrando e Shikamaru la seguì.

«Sai, io odio il fumo» Disse Temari piccata.

«Stai con quelli e ti preoccupi di una sigaretta?» Chiese Shikamaru di rimando.

«Io non sto con quelli» Rispose lei fissandolo seccata, certa che lo facesse apposta a darle fastidio. E aveva pure baciato quella bocca puzzolente!

«Non ci stai ma un attimo fa eri con Hidan e stasera tornerai con Hidan»

«Non sono affari tuoi questi e spegni la sigaretta!» Gliela strappò brutalmente dalle labbra buttandola via. Shikamaru prese un respiro profondo e borbottò qualcosa che lei non sentì ma che intuì comunque: seccatura. Il ragazzo andò in direzione del letto e ci si distese sopra senza fare complimenti incurante dello sguardo omicida di Temari che seguiva ogni suo movimento. Prese fra le mani la scatola che le aveva regalato e sorrise sardonico mentre la ragazza davanti a lui si incupiva sempre di più.

«Mi hai riportato la collana per caso?» Gli chiese.

«No, quella collana non esiste più» Rispose lui.

«Che intendi dire?»

«Che l'ho data a Ino»

«Dovevi darla a me non a lei! Avevi detto...»

«Io non avevo detto proprio niente» La interruppe lui.

«Avevamo fatto un accordo»

«Quale accordo? Io ricordo solo che tu mi sei saltata addosso e ti sei fregata con le tue stesse mani»

«E perché l'hai data a lei?» Chiese Temari infastidita dal ricordo di ciò che era successo.

«Forse Ino ha saputo darmi qualcosa di più rispetto a te» Rispose lui. Non era la verità ma era curioso di vedere la reazione. Temari lo fissò imbambolata per qualche istante cercando di capire cosa si nascondesse dietro quella frase ambigua.

«Tu e Ino avete...» Si schiarì la gola «Avete fatto... cos'è che ti avrebbe dato?»

«Io non mi faccio gli affari tuoi chiedendoti di te e Hidan e tu non ti fai gli affari miei chiedendomi i me e Ino» Rispose lui. Temari annuì incrociando le braccia.

«Ottimo!» Esclamò «Perché tanto non mi interessa. Il quaderno invece ce l'hai ancora o anche quello faceva parte del tuo accordo con Ino?» Chiese poi acidamente.

«Ce l'ho ancora»

«E non intendi restituirmelo»

«E non intendo restituirtelo» Affermò lui. Temari lo fissò infuriata, a dire la verità era certa, quasi certa, che tra lui e Ino non fosse accaduto proprio nulla. Va bene che la Yamanaka non diceva mai no a servizietti simili ma i suoi partner erano sempre di prima categoria e Shikamaru... bhé, lui non era certo la personificazione del bel fustone!

«Hai intenzione di restare qui ancora per molto?» Gli chiese cercando di usare un tono indifferente ma di nuovo la domanda le uscì acida.

«Un po'» Rispose lui chiudendo gli occhi e non passò molto tempo che si appisolò. Temari gli si avvicinò pronta a fargli prendere lo spavento più terribile che avesse mai avuto in tutta la sua vita. Sogghignò, così imparava a dormire sul suo letto, così imparava a fare accordi così vergognosi con quella stronza della Yamanaka! Gli mise delicatamente le cuffie dell'mp3 sulle orecchie programmandole a volume massimo. Che gli venisse pure un infarto a quel fredifrago traditore! Arretrò di un passo e premette il pulsante di accensione.

Shikamaru spalancò gli occhi di colpo facendo un sobbalzo seguito da un immediato urlo strozzato e si tolse le cuffie dalle orecchie. Temari si mise a ridere di gusto e lui la fissò frastornato prima di rendersi conto di quanto era successo.

«Allora anche tu scatti di tanto in tanto!» Esclamò la ragazza con le lacrime agli occhi. Per la prima volta lui si ritrovò imbarazzato e impacciato, totalmente colto di sorpresa e ancora mezzo tramortito.

«Lo sai che persone sono morte a causa di cose come queste?» Chiese poi ancora allibito per la mente perversa di quella ragazza. Temari continuò a ridere.

«Ma dai! Cuoricino debole!» Esclamò. Shikamaru ebbe davvero voglia di strangolarla con quelle cuffiette, non era stato uno scherzo divertente e non ci trovava niente da ridere.

«Tu hai qualche problema serio seccatura, non so se sono manie omicide oppure idiotismo puro ma in ogni caso fatti curare!» Temari a quel punto smise di ridere.

«Non ti sarai offeso?» Domandò.

«Sono quasi morto, non offeso, morto! La differenza è notevole!» Ribattè lui e Temari si mise di nuovo a ridere. Shikamaru si arrese, aveva una concezione del divertimento troppo assurda perché capisse quanto fosse stato traumatico.

«Non fare quella faccia, la parte dell'incazzato non ti si addice Shikamaru» Disse Temari avvicinandoglisi. Le era tornata l'allegria. Si sporse verso di lui con un sorrisino malizioso «Non te la sarai presa veramente?»

«No, tanto so che ormai sei fatta così» Rispose il ragazzo lanciandole un'occhiata truce «Sclerotica» Aggiunse. Temari non si offese e, andando alla porta gliela aprì.

«Questa è l'uscita, spero che ti sarai reso conto che dormire in camere altrui non è né saggio né prudente» Gli disse. Shikamaru ingoiò la rispostaccia che gli sorse subito sulla punta della lingua e le andò di fronte avvicinando il volto al suo fino a sfiorare i loro nasi. Era già rosso per la figura poco virile di poco prima perciò non si preoccupò ulteriormente dell'ulteriore imbarazzo. Vide però che Temari aveva assunto uno sguardo freddo e ostile.

«No Temari, non è dormire in camere altrui che è pericoloso e fatale. È dormire con te che è dannatamente azzardato e accattivante» uscì senza aggiungere altro e lei richiuse la porta soddisfatta di sé stessa, della propria vittoria. Si sedette sul letto e prese la scatola muovendo i suoi meccanismi fin tanto che le riusciva. La scrutò attentamente ancora da più vicino e fu così che trovò una linguetta minuscola infilata in uno spazio ristretto tra due aste di legno. Delicatamente la liberò spingendo indietro i due blocchetti e la tirò. Si sentì un sonoro CLICK che la fece sobbalzare. Euforica sollevò il coperchio della scatola impaziente di scoprire il tanto atteso contenuto. Lo osservò per un lungo istante in silenzio poi senza toccarlo, lentamente, come se fosse un tesoro prezioso e fragile lo tirò fuori sollevandolo per la catenella. Guarò ancora una volta il condolo a forma di cervo in legno. Non era una cosa preziosa, anzi, era molto semplice e i cervi non erano nemmeno i suoi animali preferiti ma la fece sorridere. Si rese conto che tutta quell'aspettativa per una collanina di quel genere era spropositata e in un'altra occasione forse sarebbe andata su tutte le furie, questa volta invece se la mise al collo e andò a guardarsi allo specchio. Non era neanche un granché bella, era la prova che Shikamaru non sapeva fare regali a una ragazza ma ciò che contava era il pensiero e in quel momento le sembrava il regalo più bello del mondo. Certamente non lo avrebbe ringraziato. Figurarsi! Lei non ringraziava nessuno, di certo non Nara, gli avrebbe anzi detto quanto fosse rimasta delusa per una roba del genere anche se, effettivamente, non era affatto vero.

 

 

Angolo dell'autrice: davvero non so più come scusarmi per i continui ritardi a pubblicare ma tra lo studio, gli esami e altro non sono riuscita a fare prima. Sono un vero disastro ma spero di essermi fatta perdonare almeno un po' con questo capitolo XD Tra Sakura e Sasuke sta nascendo qualcosa, la scatoletta ha finalmente rivelato il suo contenuto (niente di eclatante purtroppo XD) e ci si avvicina sempre più alla fatidica sera dove tutto sarà compiuto. Alla prossima (sperando che non ci metta troppo a pubblicare), un grande saluto, vostra

Kit :)

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Capitolo 33
*** Preparativi ***


Preparativi

 

 

Era successo di nuovo e questa volta non c'era Temari a consolarla. Aveva ragione Sakura a dirle che una volta bollata in un modo era difficile togliersi quel marchio di dosso. Si stava ripetendo ciò che era già successo al liceo: Ino Yamanaka, la ragazza facile. Solo che ora i suoi appellativi erano diventati ancora più indelicati. Non lo trovava giusto, perché mai bisognava fare queste differenze fra i sessi? Un uomo era ritenuto più figo, più interessante e maturo se il numero delle ragazze con cui era stato era alto. Una donna invece doveva preservarsi pura e ingenua perché altrimenti chi la voleva più! Per Ino Yamanaka era una cosa inconcepibile e per un certo verso razzista, anche le donne avevano delle necessità in fondo. Lanciò una lattina di coca cola con il piede facendola finire contro la gamba di qualcuno.

«Scusa Choji» Disse «Non ti avevo visto» Forse lui era l'unico che non la vedeva come la puttanella del college. Stava leggendo un libro e pensò che forse voleva starsene tranquillo ma stare sola le avrebbe fatto pensare a ciò che era successo poco prima «Ti dispiace se ti tengo compagnia?» Gli chiese quindi. Lui scosse la sedia e le fece posto sulla panchina. Sedendosi la ragazza notò con un certo divertimento che quello che effettivamente stava leggendo era ben lontano da un manuale scolastico «“I segreti del fare colpo”. Chi è la fortunata?» Lui arrossì e nascose goffamente il libro fuori dalla sua vista.

«Nessuno...» Rispose imbarazzato.

«Non hai bisogno di un libro per essere apprezzato» Gli disse però lei sorridendo «Credo invece che potrei averne bisogno io» Riuscì a prenderglielo «Chissà che non valga anche per le donne»

«Tu non hai bisogno di un libro» Replicò lui.

«Ovviamente no, e poi queste cose sono solo stupidaggini, i segreti per fare colpo se vuoi te li svelo io» Ino si mise a sfogliarlo senza reale interesse mentre Choji aspettava che gli dicesse quali fossero questi fantomatici segreti.

«E quindi cosa bisognerebbe fare?» Le chiese il ragazzo visto che non parlava più. Ino alzò lo sguardo interrogativa, i suoi pensieri erano di nuovo volati a ciò che era successo un attimo prima. «Per... per piacere» Spiegò lui arrossendo di nuovo e lei sorrise affettuosamente e un po' tristemente.

«Non credo di essere la ragazza giusta per dirlo» Rispose abbassando lo sguardo e lui capì che fosse accaduto qualcosa. Pensò però che fosse preoccupata per Temari «Comunque non hai bisogno dei consigli di uno stupido libro, sei perfetto così come sei» Continuò la ragazza tornando ad assumere uno sguardo deciso «Se qualcuna non ti considerasse sarebbe pazza» Lo guardò pensierosa, in effetti Choji era proprio un bravo ragazzo, diverso da tutti quelli con cui era stata, ed erano molti, davvero molti. Vero che non era bello e che in quanto a fisico aveva molto su cui lavorare, che aveva delle guance troppo tonde e che era un po' tontolone ma era anche gentile, dolce, sensibile e forse questo era più importante di ogni altra cosa. Lei invece era bella, sì, ma cosa restava dopo il bel faccino? Niente, ecco la verità. Choji comunque si meritava tanta felicità e una ragazza a fianco che lo amasse.

«Facciamo una cosa» Gli disse «La prossima volta che vedi questa ragazza mi devi promettere una cosa»

«Uhm... cosa?» Chiese lui incerto.

«Che ti farai avanti, sono certa che non ti dirà di no»

«Non sai nemmeno chi è» Mormorò lui.

«Ma so chi sei tu. Se quella ragazza ti dice di no è una stupida, credimi» Disse Ino allegramente «Io non lo farei» Aggiunse poi e Choji la guardò sorpreso.

«Ah no?» Chiese. Ino scosse con decisione la testa certa che in quel modo lo avrebbe aiutato a prendere più sicurezza. Era sempre stata convinta che non tentare nemmeno era sbagliato per principio, indipendentemente dal risultato.

«No, sono certa che quella ragazza sarà molto felice» A quel punto Choji pensò di farsi avanti ma ancora gli mancò il coraggio. Non era sicuro di come fare. «Sai, tu mi metti di buon umore» Continuò lei tranquilla senza accorgersi di tutte le speranze che gli stava dando «Sei l'unico che mi ascolta veramente» In quel momento però Choji ascoltava solo per metà, la sua mente era divisa tra il chiederle di uscire o buttarsi avanti e baciarla. E nessuna delle due era facile. «L'unico che pensa cose cattive. Le persone sono crudeli a volte» Ora che aveva iniziato a parlare a ruota libera chi l'avrebbe fermata più! Invece non fu così «La gente dovrebbe farsi gli affari propri» Ino si alzò «Devo andare, ho promesso a Sakura di portarle una cosa, e se non lo faccio quella è capace di infuriarsi e diventare una belva, ci vediamo stasera, ciao» Lo baciò sulla guancia mandandolo in estasi e se ne andò di nuovo con il buon umore.

 

 

Sakura era già furibonda a dire il vero ma non con Ino bensì con se stessa. Fu così che si sedette al tavolo con Naruto e Hinata infischiandosene altamente del fatto che forse e solo forse i due avrebbero desiderato starsene da soli.

«Ciao Sakura, com'è andata con Sasuke?» Chiese il biondo spiazzandola del tutto. La ragazza prima lo guardò allibita, poi arrossì per l'imbarazzo e infine passò alla fase rabbia omicida. Contro Naruto che era così idiota, contro Sasuke che aveva raccontato quelle cose in giro, contro l'intero mondo!

«Puoi dire al tuo amico che la prossima volta può anche evitare di rivolgermi la parola!» Ringhiò. Hinata li guardava senza capire ma accorgendosi che l'amica era vicina a diventare un sadico killer assetato di sangue e vendetta si affrettò a intervenire.

«Vi va se andiamo a prendere un gelato?» Il suo tentativo di cambiare discorso e alleggerire la tensione fallì miseramente.

«No grazie» Fu la gelida risposta.

«Che è successo?» Chiese Naruto.

«Chiedilo al tuo amico visto che ti racconta sempre tutto!» Sbottò lei di rimando.

«In realtà non mi racconta sempre tutto ma che ha fatto?» Naruto non voleva a tutti i costi impicciarsi ma semplicemente aiutare Sakura visto che sapeva quanto Sasuke potesse essere stronzo. E sì che lo aveva anche avvertito di comportarsi bene con lei.

«Niente, sono io la stupida che va dietro ai ragazzi sbagliati ma questa è l'ultima volta, non voglio più nessuno! Mai più» Hinata le prese la mano per confortarla e nel contempo guardò Naruto che per una volta pensò bene di restarsene zitto.

«Non pensarci» Disse la corvina «Può anche darsi che vi siate capiti male» Anche se non sapeva quello che era successo esattamente.

«Giusto!» Esclamò Naruto a quel punto «Quano si tratta di sentimenti Sasuke è un imbranato totale ma ti assicuro che tiene a te come non ha mai tenuto a nessun altra. Qualunque cosa abbia fatto sono sicuro che non voleva» Sakura lo guardò pensierosa.

«Te l'ha detto lui che tiene a me?»

«No, ma lo conosco quindi puoi fidarti» Sakura però non aveva mai trovato quel biondino molto affidabile, si voltò verso Hinata che le sorrideva rassicurante. Nemmeno lei era molto affidabile se si trattava di Naruto.

«Allora... ci andiamo a prendere un gelato?» Domandò per cambiare argomento. Per un po' voleva accantonare Sasuke e tutto ciò che lo riguardava.

 

 

La ricerca del quaderno era ricominciata. Scaffali, armadio, cassetti, Ino buttò all'aria tutto quanto approfittando dell'assenza di Temari. Dopo un po' però si vide costretta ad arrendersi. Non aveva trovato niente ed era tardi, doveva ancora fare una doccia e prepararsi. E se magari aveva il tempo di mangiare qualcosa per cena prima di iniziare la missione-salvataggio-Temari lo avrebbe fatto molto volentieri. In quel momento però tornò la compagna di stanza che di fronte al casino in cui Ino aveva ridotto la camera rimase senza parole. La biondina fece finta di niente affrettandosi a raccogliere una rivista e a leggerla fingendo di non sapere assolutamente nulla del perché era tutto tanto in disordine. Temari le strappò di mano il giornale.

«Che cosa hai fatto!?!» Sbottò. Inutile mentire, meglio ribattere a tono.

«Se lo vuoi proprio sapere cercavo una cosa mia»

«E la cerchi nella mia roba?»

«Sì perché tu me l'hai presa» Temari socchiuse gli occhi cercando di mantenere almeno apparentemente un po' di calma. E invece non ci riuscì affatto perché presa da un impulso improvviso le lanciò la rivista in piena faccia.

«Ahia! Ma sei impazzita?»

«Cosa ti da il diritto di guardare tra la mia roba? Eh? Cosa ti da il diritto di ridurmi la stanza in questo modo? Io ti ammazzo, ti ammazzo sul serio!» Ino iniziò ad avere paura e corse verso la porta del bagno fermandosi prima di entrare.

«Cercavo il quaderno» Squittì «È mio, l'idea di crearlo è stata mia» Temari afferrò il cuscino e glielo lanciò addosso mentre Ino si riparò dietro la porta.

«FUORI DA QUESTA CAMERA!»

«Metti giù quella lampada!!!» Strillò Ino terrorizzata.

«FUORI! VAI FUORI!» La biondina corse verso la porta mentre Temari la seguiva «Non tornare più se non per prendere la tua roba e andartene!»

«E il quaderno?» Chiese Ino.

«Non fare la finta tonta, so benissimo che Shikamaru l'ha dato a te!» Ino spalancò la bocca per ribattere ma si ritrovò la porta della stanza sbattuta contro. In corridoio nel frattempo erano arrivate un bel po' di persone a curiosare a cosa fossero dovute quelle urla.

«Siete capaci di farvi gli affari vostri?» Domandò Ino stizzita e si incamminò verso la camera di Shikamaru certa che avrebbe castrato qualcuno. Di solito lei era una persona tranquilla ma quello era un periodaccio. A dire il vero era tutta colpa degli altri se ultimamente era così irritabile, si guardava allo specchio e quasi non si riconosceva più nemmeno lei! In primis era colpa di Temari. L'aveva contagiata con quel suo caratteraccio. E che dire di Sakura poi? Se voleva quel quaderno poteva benissimo prederselo da sola! Non poteva mica fare sempre tutto lei! Per non parlare di tutta la gente che la insultava senza sapere niente su di lei. Aveva smesso di fare sesso da ben 3 mesi, possibile che dovessero ancora chiamarla in quel modo? Le venne da piangere ma si trattenne e bussò alla porta di Shikamaru certa che a quell'ora fosse in camera a schiacciare il suo solito riposino pomeridiano.

“Ho bisogno di una pausa” Pensò. Gli esami che aveva fatto non erano andati un granché, anche quello non era colpa sua. Non poteva pensare a tutto. «Ciao Shika» Salutò quando lui le aprì e cercò di sfoggiare un bel sorriso cordiale sebbene fosse infuriata anche con lui. Sì, proprio lui perché aveva osato prendere e sicuramente leggere quel quaderno che non gli apparteneva!

«Ino...» Bonfonchiò il ragazzo grattandosi la nuca con faccia mezza addormentata.

«Stavi dormendo?» Chise lei.

«No, studiando»

«Immagino la fatica, eh?» Fece lei sarcastica. Shikamaru sospirò.

«Che c'è Ino?»

«Dammi il quaderno»

«Quale...»

«Il mio quaderno Nara!» Tutta la calma svanì in un istante. Shikamaru prevedendo il pericolo fece un passo indietro per richiudere la porta ma Ino ci mise di mezzo il piede e la spalancò con una spinta sbattendogliela sul naso. E poi si diceva che le donne non erano forti... La biondina entrò in camera e si guardò attorno indagatoria come un segugio che cerca la sua preda.

«Ebbene?» Domandò e lui sospirò.

«Smettila di sbuffare! Il quaderno Nara!» Il ragazzo aprì un cassetto e glielo diede.

«Comunque fossi in voi toglierei tutto ciò che riguarda Hidan» Le disse. Ino lo fulminò con lo sguardo mentre lui tranquillo si accendeva una sigaretta.

«So da sola quello che devo fare» Disse piccata.

«Va bene»

«E comunque non avresti dovuto leggerlo!»

«Ok» Shikamaru non aveva voglia di continuare il discorso, doveva tornare a studiare, i libri aperti sul letto lo stavano aspettando. Ino seguì il suo sguardo sofferente.

«Stavi davvero studiando» Constatò stupita.

«Già, a volte anche io mi impegno»

«Credevo stessi dormendo»

«Magari» Non ci riusciva stranamente, quando chiudeva gli occhi vedeva Temari e Hidan insieme e la cosa gli dava il nervoso. Forse i libri non erano la soluzione più felice per distrarsi ma tenere in moto la mente gli permetteva di non pensare a Temari e a tutto ciò che la riguardava. Ino decise finalmente di andarsene.

«Ci vediamo stasera, ricordatelo» Gli disse prima di uscire con il quaderno custodito gelosamente sottobraccio. La biondina tornò verso camera propria, non esisteva proprio che Temari la buttasse fuori! E poi voleva fare un ultimo tentativo con lei, se la convinceva a lasciar perdere Hidan le cose sarebbero state risolte almeno in parte.

 

 

Quella sera

Temari si guardò allo specchio un'ultima volta: abito nero con paillettes, schiena scoperta, gambe nude, gonna così corta che bastava piegarsi di due centimetri in avanti per dar mostra di tutto il lato B, stivali a tacco alto, neri e lucidi. Tutto ciò che le mancava erano un frustino e un bel paio di manette rosse, poi avrebbe potuto fare buona compagnia in qualunque bordello. Fece una smorfia e si sedette sul bordo della vasca, non poteva uscire in quelle condizioni senza neanche sapere dove stava andando. Non che fosse del tutto impreparata: qualcosa se l'era comprata nell'evenienza... Un bel storditore elettrico nuovo di zecca. Se Hidan avesse fatto un passo falso lo avrebbe sistemato a dovere. Alzò lo sguardo con nuova decisione, non poteva tirarsi indietro all'ultimo. Raccolse la borsa e si alzò, quando uscì dal bagno Ino la fissò con la bocca aperta.

«Che c'è?» Domandò Temari malamente. La biondina richiuse la bocca e si coprì il volto con la rivista che stava leggendo.

«Niente, niente» Rispose in uno squittio. Temari esitò, di nuovo incontrò la propria immagine allo specchio messo sulla parete. Avrebbe fatto sbavare Hidan come chiunque altro. Sperava però che Hidan fosse abbastanza possessivo con lei da non lasciarla in mani altrui.

«Io esco» Avvertì «Non aspettarmi alzata» Non che servisse dirlo. Si mise addosso un lungo cappotto coprente e uscì. Non c'era quasi nessuno in giro e anche lei avrebbe dovuto essere in camera a quell'ora. Hidan la stava aspettando in atrio con Itachi e Deidara.

«Eccoti qui gattina, iniziavo a pensare che avessi cambiato idea» Temari sfoggiò il ghigno più sicuro e incantevole che aveva.

«Ancora dubbi tesoro?» Domandò. Lui indugiò con lo sguardo sul cappotto chiuso.

«Hai seguito il mio consiglio dolcezza?» Lei aprì il cappotto e gli diede bella mostra di sé, Deidara fece un lungo fischio di apprezzamento, Hidan le si avvicinò e le circondò la vita con il braccio.

«Era proprio quello che volevo»

«Andiamo» Disse Itachi a quel punto scoccando a Temari un'occhiata gelida. Lei lo ignorò totalmente, se non voleva averla lì era comunque troppo tardi.

 

 

Angolo dell'autrice: e finalmente inizia l'azione! Cosa riserverà la serata a Temari? I suoi amici riusciranno a tirarla fuori dai guai? E Choji troverà il coraggio di dichiararsi a Ino? Sakura e Sasuke invece sapranno perdonarsi a vicenda? Vi lacio con queste domande e vi auguro un buon finesettimana, alla prossima,

Kit :)

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