L'amore... solo problemi!

di Aelia
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ultimo giorno ***
Capitolo 2: *** Nuova scuola ***
Capitolo 3: *** Festa e litigi ***
Capitolo 4: *** Poca voglia e idioti ***



Capitolo 1
*** Ultimo giorno ***


Corsi velocemente le scale, ero in ritardo, per l'ennesima volta. Era l'ultimo giorno di scuola. Entrai con il fiatone in classe, dove, per fortuna, il professore non era ancora arrivato. Con il fiatone andai a sedermi al mio posto, vicino ad Ivory. Lei sbuffò  <<  Sei di nuovo in ritardo! Se il professore ti becca...  >>  <<  Si, ma non mi ha mai beccata  >> l'interrupi prima che cominciasse con una delle sue infinite paternali. Il professore entrò in quel momento, ci alzammo in piedi facendogli un lieve inchino di saluto, lui ricambiò con un cenno del capo <<  Sedetevi  >>. Ci sedemmo e anche il professore Hakigi. Aveva sui 35 anni, capelli neri lunghi fino alle spalle e occhi scuri e profondi. Lui ghignò <<  Bene, bene. Questo è l'ultimo giorno che passerete qui, che peccato, avrei voluto torturarvi un po' di più, ma scommetto che voi sarete felici di andarvene, vero?  >> Ivory che era la capoclasse si alzò in piedi <<  No, professore, anzi ci dispiace lasciare questo istituto  >>. Alzai gli occhi al cielo. Il professore ridacchiò <<  Sarei contento delle tue parole, se non sapessi che sono tutte balle >> Ivory stava per ribattere, ma li professore alzò la mano, fermandola <<  Piuttosto, signorina Masaaki, cosa ne pensa?  >> chiese a me. Io ghignai, mi piaceva alla follia il prof. Hakigi, era uno dei pochi con in cui potevi parlare sinceramente, anche usando parolacce, tanto le usava anche lui. <<  Professore, con tutto il rispetto, sono tre anni che mi tortura, perciò sono più che contenta di andarmene  >>  Lui scoppiò a ridere <<  Ma non è vero che io ho torturato solo lei!  >> Inarcai un sopraciglio <<  Ah no? La  prima settimana mi ha fatto un verifica di matematica sul nuovo programma e su quello fatto tre anni fa, solo a me. Lo ammetta che le sto sulle palle più degli altri  >> lo provocai <<  Ma è perché lei è una ragazza sempre dalla risposta pronta e mi stuzzica ed è una delle cose che più apprezzo di lei, inoltre di cosa si lamenta? In quella verifica ha avuto il massimo dei voti, quindi non ci sono problemi  >> concluse lui sorridendo. Sbuffai alzando gli occhi al cielo. <<  Oh su, avanti, lo  ammetta che un po' le mancherò  >> disse lui. Sorrisi <<  Mi mancherà solo per il suo carattere, non come professore, perché, anche se spiega bene, è il professore più stronzo che abbia mai avuto  >> finii con un amabile sorriso. La classe si mise a ridacchiare, compreso il professore <<  Mi accontento  >> disse <<  Piuttosto, in che liceo ha intenzione di andare?  >>. Scrollai le spalle <<  Non lo so, anche se mi sono arrivate delle proposte, sono indecisa  >> gli risposi  <<  Che scuole?  >> chiese lui curioso. <<  Rakuzan, Shouutoku, Kaijou , Seirin, Touou e Yosen  >>  le elencai. Il professore annuì <<  Sono tutte ottime scuole, eccellenti direi, ma se non sbaglio sono tutte scuole che hanno delle ottime squadre di basket, perciò suppongo che non l'abbiano chiamata solo per gli ottimi voti. Comunque se posso darle un consiglio , per quanto la riguarda credo che la scuola più adatta a lei sia il Rakusan. E' una delle migliori scuole di tutto il Giappone ed è molto impegnativa, ma lei che ha la media del dieci di tutte le materie, non avrà problemi. Inoltre ha la squadra liceale di basket più forte, perciò potrà continuare a fare la manager  >>  Scrollai le spalle <<  Non lo so, ci penserò su  >> In realtà avevo avuto la stessa idea, il problema era parlarne con mio padre. La giornata trascorse abbastanza tranquillamente, e dopo la cerimonia di chiusura, io me ne tornai a casa. Appena entrata in casa urlai <<  Papà? Ci sei?  >> . Lui sbucò dalla cucina << Sono qui tesoro, vieni è pronta la cena  >>. Dopo essere andata nella mia stanza e aver posato la cartella, mi cambiai e scesi giù a cenare. <<  Buon appetito  >> dissi a mio padre. Cominciai a mangiare le costolette che aveva preparato <<  Potresti fare il cuoco piuttosto che l’allenatore  >> gli suggerii. Lui rise, ma poi tornò serio <<  Allora, hai già deciso in che scuola andare?  >> M’irrigidii sul posto. Era arrivato il momento << Beh... in realtà una mezza idea ce l’avrei  >>gli confessai.  I suoi occhi s’illuminarono <<  Ah, si? Che scuola è?  >> Presi un profondo respiro <<  Il Rakuzan  >> Fu come se il tempo si congelasse, poi il suo sorriso svanì <<  Come?  >> Mio padre era Nakatani Masaaki,  il coach dello Shouutoku, perciò voleva che andassi in quella scuola, in tal modo potevamo lavorare insieme a basket. La mia scuola media era stata il Teikou, quella che aveva creato la generazione dei miracoli. Quest’anno erano arrivati dei tizi davvero scarsi, non erano la metà dei vecchi giocatori. Tuttavia, grazie al coach e alle mie strategie non avevamo perso nemmeno una volta. Tuttavia il mio obbiettivo era diventare medico e il Rakuzan dava un ottima preparazione. Mio padre continuava a non parlare e io mi stavo agitando sempre di più. Alla fine sospirò e mi sorrise <<  Se questa è la tua decisione, va bene. Lo sai che avrei voluto che venissi  allo Shouutoku, ma, per gli obbiettivi che hai, quella scuola è perfetta per te  >> Rimasi un attimo ferma dallo stupore, poi lo abbracciai <<  Grazie papà!  >> <<   Ma lo sai che noi saremo rivali? Se tu farai loro da manager e le nostre squadre si scontrassero, saremo rivali  >> disse contrariato <<  Ma si, papà, e poi non sono sicura di volerlo fare ancora, dovrò studiare molto e, anche se amo il basket, la mia priorità è uscire con degli ottimi voti. E poi, anche se fossimo rivali, non importa  >>. Lui alzò gli occhi. Dopo cena andammo a dormire. Il giorno seguente mi iscrissi allo Rakuzan.
 


Angolo Autore
Ciauuu
Qieso è il primo capitolo della mia fanfiction, ma le cose interessanti avverranno nei prossimi capitoli.
Mi raccomando, recensite!

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Capitolo 2
*** Nuova scuola ***


Le vacanze estive erano finite, era il primo giorno di scuola. E io stavo facendo tardi. << Ciao! >> salutai velocemente mio padre uscendo. << In bocca al lupo >> mi disse << Crepi >> urlai chiudendo la porta e correndo verso il bar dove mi dovevo incontrare con Ivory. Indossava la divisa del Rakuzan, la gonna scura e la camicia bianca con sopra la giacchetta dello stesso colore della gonna (la mia stessa divisa), aveva raccolto i capelli rossi in una coda alta e stava battendo il piede a terra dall’impazienza. << Ciao >> la salutai sorridendole. Lei mi fulminò con lo sguardo << E’ dalle 7:40 che ti aspetto! >> strepitò. Guardai l’orologio, le 7:45 << Si, e sono in ritardo di cinque minuti. Non rompere, tu l’altra volta che siamo uscite eri in ritardo di venti minuti >> replicai. Lei alzò gli occhi al cielo, dopo di che ci incamminammo verso la scuola. << Non vedo l’ora di vedere la scuola! Dicono sia bellissima, e poi finalmente incontrerò gente matura! Alle medie ci sono solo oche e ragazzi stupidi! >> disse lei tutto d’un fiato. Ridacchiai, sembrava una mitragliatrice. Finalmente arrivammo al Rakuzan. Era a dir poco enorme. C’era un gradissimo spazio verde, la sede era enorme, e aveva tre palestre, tutte e tre grandi, che contenevano una piscina, campo da basket, all’esterno il campo di pallavolo e calcio. Minchia. Entrammo dentro la scuola dove c’erano i senpai ad attenderci. Ci suddivisero in classi. Io e Ivory eravamo insieme. Andammo in classe. Ad aspettarci c’era il professore dirigente scolastico, il professor Rintao, che ci fece presentare, e ci fece visitare la scuola. Il primo giorno passò bene e, non appena tornata a casa, raccontai tutto a mio padre. Lui ridacchiò << Dalla tua descrizione mi sembra che ti piaccia >> dedusse. Io annuii, contenta della mia scelta. *** Rakuzan*** << Akashi >> chiamai il ragazzo che si stava allenando. Lui si volto verso di me << Si, che c’è coach Shiro Ganeeiji ? >> mi chiese. << Vieni un attimo con me >> gli dissi indicandogli il mio ufficio. Lui mi seguì. Mi sedetti sulla poltrona e feci sedere Akashi sulla sedia di fronte alla mia. << Quando sei andato a trovare il tuo vecchio coach delle medie, hai visto i giocatori, che ne hai pensato? >> gli chiesi << Non vinceranno mai nessuna nazionale, fanno pena, non capisco come il Teikou si sia potuto abbassare così tanto >> mi rispose lui. Come pensavo, avevo avuto la stessa sensazione anch’io quando li avevo visti. << Beh, mi dispiace contraddirti, ma hanno vinto una nazionale, e non hanno ancora perso una volta >> . Il suo sguardo si fece acuto << Impossibile, ho visto quella squadra con i miei occhi, facevano pena, e io non sbaglio mai >> . Annuii << Loro sì, ma la loro manager no. E’ grazie a lei se hanno sempre vinto. Era lei che gli preparava le tutte le strategie e gli dava informazioni sulle squadre avversarie. Un po’ come la vostra vecchia manager Momoi Satzuki, solo che lei è ancora più brava. Vedi questa ragazza è appena entrata in questa scuola, voglio che la convinci a farci da manager >> gli dissi. Lui ci pensò un attimo, poi disse << In che classe è? >> << Prima A, ma tanto domani lei e la sua classe verranno in palestra per vedervi e fare allenamento con voi, si chiama Yuki Masaaki >> gli risposi. Ogni anni facevamo giocare i primini con la squadra di basket, era un ottimo modo per invogliare i ragazzi ad iscriversi. Akashi annuì, dopo di che tornò ad allenarsi con il resto della squadra. La mattina seguente arrivai in tempo a scuola e il professore ci accompagnò in palestra. E ci suddividemmo negli spogliatoi. I ragazzi a destra e le ragazze a sinistra. Mi cambiai velocemente, fremendo dalla gioia. Amavo giocare a basket, non soltanto fare il manager. << Non vedo l’ora di incontrare la squadra di basket! Ho incontrato il capitano, Seijuuro Akashi, è bellissimo, poi con quegli occhi profondi ti fa sciogliere! Sono sicura che gli piacerò anch’io >> disse una ragazza con i capelli castani e gli occhi verdi. La inquadrai un attimo. Shorts mini, canottiera molto, ma molto scollata, e molto trucco, anche se dovevamo fare palestra. In una parola, troia, oppure sgualdrina, o battimarcapiedi, c’erano molti termini con cui indicarla. Uscimmo dallo spogliatoio e entrammo nella palestra dove c’era il campo di basket. Si stavano già allenando dei ragazzi. La squadra più forte tra tutte; il Rakuzan. Fermarono gli allenamenti e si diressero verso di noi. A capo di tutti stava il capitano, Akashi. Per un attimo il suo sguardo si fermò sul mio. Il mio corpo fu percorso da brividi. E’ vero, aveva degli occhi intensi e sembravano riuscire a leggerti l’anima, ma erano così freddi da farmi rabbrividire. Per un attimo ci fissammo in silenzio, cercando di penetrare ognuno nei pensieri dell’altro. Poi lui tornò a guardare l’intera classe e io mi sentii libera, senza il peso del suo sguardo. << Allora, benvenuti al Rakuzan, oggi giocherete e vi allenerete con noi. Vi presento la squadra: lui è il n 8 Nebuya Eikichi, centro >> era un tizio enorme dalla pelle scura, sembrava più un lottatore di wrestling << lui è il N 7 Hayama Kotarou , ala piccola >> aveva corti capelli biondi, gli occhi dorati e un sorriso stampato in faccia << lui è il n 6 Mibuchi Reo, guardia >> aveva i capelli e gli occhi neri e ci stava sorridendo cordialmente << lui è il n 5 Mayuzumi Chihiro, ala grande >> aveva i capelli e gli occhi castano chiaro, la sua espressione sembrava... vuota. << e infine io sono il n 4, il capitano, gioco nel ruolo di playmaker e sono Akashi Seijuurou >> concluse. Akashi aveva corti capelli rossi, come gli occhi, uno di un rosso più intenso, l’altro un po’ più chiaro. Ci divisero in cinque squadre da quattro, e in ognuna di esse ci andò una del Rakusan. Nella mia squadra c’eravamo io, Ivory, la troia di prima, che scoprii si chiamava Isba, un ragazzo di nome Rok e...Akashi. Mi allontanai leggermente da lui, mi metteva i brividi. Il primo che avremmo affrontato sarebbe stata la squadra di Mibuchi. Per la palla a due andammo io e un altra ragazza, Aiday. Il coach lanciò la palla. Piegai le ginocchia e mi lanciai verso la palla, riuscendo a prenderla per prima. Guardai un attimo i miei compagni. Ivory era scarsissima, se le avessi lanciato la palla l’avrebbe lasciata cadere per terra, Rok era troppo lontano, Isba sembrava stordita, in pratica l’unico a cui poteva darla era Akashi, solo che l’idea di averlo in squadra m’inquietava , comunque gli passai la palla. Appena l’ebbe ricevuta corse verso il campo avversario. Mi misi a correre anch’io verso il loro canestro. Akashi si trovò di fronte Mibuchi. Fece un passaggio che a mal’appena notai e mi ritrovai la palla tra le mani, cazzo, era velocissimo. Ero dietro la linea, perciò mi preparai a fare un canestro da tre punti. Saltai e lanciai la palla e, come previsto, entrò. Ivory mi corse incontro abbracciandomi << Sei incredibile! >> esclamò << Già! Sei fortissima! >> concordò Rok dandomi il cinque. << Bel tiro >> mi disse Akashi << Bel passaggio >> replicai. Vincemmo la partita per merito di Akashi. Io segnai qualche punto, ma vincemmo grazie a lui. << Siete incredibili! Ma non siete stanchi? >> chiese Ivory << Sono abituato a partite ben più faticose >> rispose Akashi << Stanchi!? Io mi sto divertendo da matti! >> esclamai con un sorriso a trentadue denti. Ivory alzò gli occhi la cielo << La solita >>. Vincemmo anche le partite seguenti, finendo primi, al secondo posto la squadra di Mibuchi, al terzo posto la squadra di Nebuya, al quarto posto Hayama, e per ultimo la squadra di Mayuzumi. << Beh, in un certo senso me l’aspettavo che saremmo arrivati primi >> disse Ivory. << Ovvio! C’era Akashi-kun ad aiutarci >> disse Isba prendendolo sottobraccio. Lui la guardò con uno sguardo così glaciale e ostile che notai da dov’ero che era rabbrividita dallo spavento, infatti si staccò immediatamente da lui. << Quello era ovvio, io mi riferivo a Yuki >> disse Ivory << Perché? > > domandò Rok curioso. << Beh, lei è molto, ma molto, competitiva, e non sopporta di perdere. Perciò se l’avversario non si può battere fisicamente, lei s’inventa delle strategie a dir poco incredibili pur di vincere >> gli spiegò. Akashi mi guardò << E’ un ottima cosa >> mi disse. Scrollai le spalle. << So che nella tua vecchia scuola facevi la manager di basket, hai intenzione di farlo ancora qui? >> mi chiese Akashi. Rimasi leggermente sorpresa, mi stava chiedendo di fare da manager alla sua squadra? << Beh...non ci ho ancora pensato >> gli risposi. << Beh, se vuoi posso farti da manager io >> gli propose languidamente Isba. Akashi la guardò dall’alto in basso e, senza neanche darle una risposta, se ne andò, tornando dai suoi compagni. Isba mise il broncio. Alzai gli occhi al cielo, dio santo che tonta! Facemmo ancora allenamento con il Rakuzan, dopo di che ci dirigemmo negli spogliatoi per cambiarci. Stavo per andarmene quando Akashi mi fermò. << Che c’è? >> gli chiesi << Al coach farebbe piacere se tu diventassi la nostra manager >> disse freddamente. << Te l’ho già detto, non sono sicura di volerlo fare >> gli ripetei << Perché? >> << Beh, fare la manager è un compito che richiede molto tempo, e temo che, se lo facessi, interferirebbero con il mio andamento scolastico. L’anno scorso non ho avuto problemi, ma il Rakuzan è molto più impegnativo >> gli spiegai. Lui mi guardò per un attimo con il suo sguardo freddo. Provai a vedere cosa c’era oltre, ma era impossibile capirlo, erano impenetrabili. << Facciamo così, tu ci farai da manager per due mesi, se la cosa funziona, continuerai a farlo, se no smetterai >> decise e fece per andarsene. << Aspetta! >> dissi trattenendolo per il polso. Fui scossa dai brividi non appena toccai la sua pelle, perciò lo lasciai subito << Non ti ho ancora detto sì o no >> gli feci notare. Il suo sguardo divenne più acuto, si avvicinò a me, finché il suo viso fu talmente vicino al mio da riuscire a sentirne il caldo respiro << Non era una richiesta. Era un ordine, e i miei ordini sono assoluti >>. Per un attimo mi sentii incantata dai suoi occhi. Non riuscivo a muovermi, ne tantomeno a parlare. << Cominciamo domani, vengo a prenderti io >> disse andandosene. Rimasi come un ebete a guardare sconvolta il punto in cui se n’era andato. << Yuki, dai muoviti, dobbiamo andare >> disse Ivory che era uscita dagli spogliatoi. Mi riscossi e rabbuiata andai a cambiarmi. << Che c’è? Sembri di cattivo umore >> << Niente >> borbottai e andai a cambiarmi. Durante le ore successive di algebra e inglese continuai a ripensare a quell’episodio. Non mi piaceva affatto Akashi, era decisamente troppo prepotente per i miei gusti, e prima non è che mi avesse trattato particolarmente gentilmente. Avevo deciso, l’indomani gli avrei comunicato la mia decisione, non avevo intenzione di farli da manager. Le ore finirono e io andai a casa mia con Ivory che mi accompagnava, dato che facevamo la stessa strada. << Che hai intenzione di fare oggi? >> mi chiese. Scrollai le spalle << Non lo so, penso che rimarrò a casa >> << Beh dato che non hai programmi, hai intenzione di venire con me ad una festa? >> mi chiese iper eccitata. Inarcai un sopraciglio, alquanto diffidente << Che festa? >> << Beh, un mio amico la organizza per i suoi sedici anni, e mi ha invitata. Ha detto che potevo portare chi volevo. Il ragazza si chiama Kise Ryota >> mi spiegò. Mi fermai di botto << Cosa? Kise Ryota?! >> . Si fermò anche lei e mi guardò confusa << Lo conosci? >>. Le lanciai un occhiataccia << Certo che lo conosco! Veniva nella nostra stessa scuola media, faceva parte della “ Generazione dei miracoli ”, poi è andato al Kaijou, ed è entrato nella scuola di basket della scuola, diventandone il giocatore più importante. E’ molto bravo a giocare, la sua specialità è quella di copiare le mosse altrui >> dissi tutto d’un fiato . Ivory mi guardò per un attimo confusa, poi mi sorrise << Si vede proprio che sei una manager >> Sbuffai << Comunque, hai intenzione di venire? >> chiese tornando sull’argomento principale. Ci pensai un attimo << Tanto non ho niente da fare, quindi va bene >> accettai. << Si! >> esultò battendo le mani dall’eccitazione << Allora vestiti sexy, così facciamo colpo su qualche ragazzo >> disse lei ammiccando. Mi misi a ridere, la solita maniaca << Ci puoi scommettere >> le dissi. -------------------------------------------------------------------------------- Angolo autore Ciauuuu! Ed ecco il secondo capitolo, spero che vi piaccia!

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Capitolo 3
*** Festa e litigi ***


Era quasi sera, e io mi stavo preparando per uscire. Indossavo un aderente abito blu scuro con ricamature di pizzo. Era molto corto, fino a metà coscia, e aveva una scollatura e cuore un po’ profonda. Il colore s’intonava al blu dei miei occhi. Lasciai i capelli neri, lunghi e ricci, sciolti che mi arrivavano quasi fino al fondoschiena. Mi misi una linea di eye-liner, del mascara, il rossetto rosso, e infine i tacchi, anch’essi blu, ed ero pronta. Suonò il campanello << Papà! Vai ad aprire, è Ivory >> gli dissi. Intanto io presi la mia giacchetta di pelle nera in caso facesse freddo e andai in salotto, dove papà aveva fatto accomodare Ivory. Indossava un corto vestito color pesca, che le stava benissimo, e i capelli erano raccolti in un’alta coda. << Sei bellissima! >> esclamai. Lei mi guardò sorpresa << Io? Ma ti sei vista? Sei una gnocca da paura! >>. Mi misi a ridere. Mio padre mi guardò e poi disse rabbuiato << Non è un po’ troppo corto il vestito? >> Alzai gli occhi al cielo. << No, papà, tranquillo >>. Lo salutai con un bacio sulla guancia << Dormo da Ivory, perciò non ti preoccupare >> e detto ciò ce ne andammo. Dopo aver camminato per u po’ arrivammo alla casa di Kise e bussammo alla porta. Venne ad aprirci il padrone in persona.<< Hei ciao! >> disse salutando Ivory e notandomi mi sorrise << E tu devi essere Yuki Masaaki, ho sentito parlare di te, e ti ho vista al Teikou, è un piacere conoscerti >> disse avvicinandosi e dandomi un bacio sulla guancia. Ricambiai e gli dissi << Piacere mio >> . Lui mi sorrise e mi prese per mano trascinandomi dentro << Venite, vi presento degli amici >>. Ci portò davanti a dei ragazzi che conoscevo benissimo << Ragazzi, loro sono Ivory e Yuki, invece loro sono...alcuni miei amici >> << Tetsuya Kuroko, Atsushi Murasakibara, Daiki Aomine, Taiga Kagami, Yukio Kasamatsu, Shintaro Midorima, Kazunari Takao, Tatsuya Himuro, Satsuki Momoi, manager e... Akashi >> dissi amareggiata, mentre mi accorgevo dell’ultima persona. Kagami mi guardò sorpreso << Come fai a conoscerci? >> Gli sorrisi << Beh, facevo la manager di basket al Teikou, e mi è sempre piaciuto come sport, perciò lo seguo molto >> Kise rise << Non è formidabile? >>. Mi trascinò e mi fece sedere proprio vicino alla persona che meno volevo, Akashi. Lui era alla mia destra, mentre Kise alla mia sinistra, e Ivory seduta vicino a Kise. Era una bella compagnia, e mentre gli altri ballavano, io rimasi seduta a rilassarmi. L’unica cosa a disturbare la mia tranquillità era Akashi seduto accanto a me, che mi rendeva un pezzo di legno da quanto ero rigida. Presi un profondo respiro e gli dissi << Ti devo parlare >>. Lui aggrottò le sopraciglia, non riuscendo a sentirmi a causa del fracasso. Sbuffai e spazientita, lo presi per mano trascinandolo nel balcone, lontano dal rumore. Lo lasciai subito perché, proprio come l’altra volta il suo tocco mi provocò delle scariche lungo tutto il corpo. Lui mi guardò indifferente, come sempre << Che c’è? >> mi chiese. << Non ho intenzione di farvi da manager >> gli dissi. Lui mi guardò per un attimo, poi mi si avvicinò. Io mi allontanai, fino a trovarmi contro la ringhiera, e non potei più allontanarmi. << Forse l’altra volta non hai capito. Non hai scelta, ubbidirai semplicemente a ciò che ti ho detto, e la discussione finisce qui >>. Adesso stavo cominciando ad arrabbiarmi. << Finisce qui un corno! Ma come ti permetti! Io faccio come mi piace e pare! E se ti dico che non mi va di farlo non lo faccio! >> gli urlai contro. Tiè! Beccati questo stronzo! Il problema era che adesso Akashi sembrava volesse uccidermi con lo sguardo, e minchia se faceva paura. Mi si avvicinò e il mio corpo rimase intrappolato tra la ringhiera e il suo corpo. Portai le mani sul suo petto per spingerlo via, ma mi prese per i polsi, impedendomelo. Sentii il cuore in gola quando il suo viso fu vicinissimo al mio. << Non m’interessa se sei d’accordo o no, farai ciò che voglio io >>precisò. La sua vicinanza mi faceva uno strano effetto, soprattutto averlo così vicino, le sue labbra quasi sfioravano le mie, e avevo lo strano desiderio di annullare quella poca distanza; e i suoi occhi sembravano un pozzo senza un fondo, come se mi stessero inghiottendo nell’abisso che erano. A causa del cuore che batteva all’impazzata e del suo respiro eccessivamente vicino al mio viso, mi sentii la testa girare. E nel momento in cui mi lasciò, abbastanza bruscamente, mi sentii mancare. Le mie gambe cedettero e caddi in avanti. Chiusi gli occhi, pronta a sentire l’impatto. Ma non arrivava. Aprii gli occhi, per trovarmi faccia a faccia con Akashi. Mi aveva presa prima che cadessi, ed ora ero tra le sue braccia, stretta contro di lui. << Grazie >> mormorai sorpresa. Ci fissammo per un attimo, senza dire niente. E mentre mi perdevo nei suoi occhi, fu come se mi sentissi attirata verso di lui. Non so se fu a causa mia o sua, ma la distanza tra di noi si riduceva sempre di più. << Hei, Yuki, dobbiamo andar... >> disse una voce che riconobbi, Ivory. Era ferma sulla porta e ci stava guardando meravigliati << Oh scusate, non volevo interrompervi >>. Mi allontanai di scatto da Akashi, e rossa in viso dissi << Non hai interrotto niente >> . Superai Akashi e Ivory, entrando dentro. Mi diressi verso la porta, decisa ad andarmene. << Hei, aspettami! >> disse Ivory correndomi dietro. Uscii dalla casa e l’aria fredda mi fece rabbrividire, nonostante avessi la giacca. << Che è successo? >> mi chiese << Niente >> borbottai, facendole intendere che non ero dell’umore per parlarne. Lei saggiamente lasciò stare, poi mi sorrise, felicissima << Ho incontrato un ragazzo bellissimo! >> esclamò lei. << Ah si? >> chiesi tutt’altro che interessata, i miei pensieri erano indirizzati altrove, più precisamente verso un ragazzo con i capelli rossi, che aveva manie di controllo e deliri di onnipotenza. << Si chiama Kagami, ed è bellissimo!! >> continuò lei. Quando sentii quel nome aggrottai le sopraciglia << Kagami Taiga? >> . Lei annuì sorridente << Sai che gioca a basket? Và al Seirin >> la informai. Lei alzò gli occhi al cielo << Ma dai! Non ha fatto altro che parlare di basket! Comunque ci vediamo dopo domani, usciamo insieme! >> . Rimasi un po’ sovrappensiero << Che c’è? >> mi chiese Ivory. Scrollai la testa << Niente, è solo che non me lo immaginavo un tipo così. Per quel che ne so, si è sempre concentrato solo sul basket. Niente ragazze, né altro, non si impegna neanche a scuola (infatti la sua retta è abbastanza bassa ) >>. Lei annuì << Infatti è così, l’ho convinto a uscire con me dicendogli che conosco un bellissimo posto per allenarsi a basket >>. La guardai incredula << E io che pensavo che fosse un uscita romantica! >>. Lei sorrise maliziosamente << Lo diventerà. Dopo che lo porterò nella palestra privata di mio zio e avrà giocato molto, si stancherà. Gli proporrò di andare da qualche parte a mangiare qualcosa,inizieremo a parlare, e una cosa tira l’altra, e lo farò innamorare di me >> esultò lei. Socchiusi gli occhi. Ma era pazza? Ma che razza di domande mi stavo facendo? Era ovvio che sì. << Non fantasticare troppo con l’immaginazione >> le consigliai. Lei sbuffò << Non ti preoccupare, andrà tutto secondo i miei piani >>. Alzai gli occhi al cielo. La mia migliore amica era pazza. Non appena andammo a casa di lei, ci cambiammo e, stanchissime, andammo direttamente a dormire.

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Capitolo 4
*** Poca voglia e idioti ***


<< Muoviti >> mi disse qualcuno scuotendomi. Aprii di malavoglia gli occhi, e vidi la faccia di Ivory << Che vuoi? >> le chiesi con la voce ancora impastata dal sonno. Lei sbuffò << Dobbiamo andare a scuola >>. Sospirai, che palle, io volevo dormire. Mi alzai controvoglia e mi misi l’uniforme. Preparai lo zaino e ci incamminammo. Ad un certo punto, camminando, mi venne in mente una cosa. Akashi non aveva detto che avremmo cominciato oggi a lavorare? Merda. Mugugnai al solo pensiero. << Che c’è? >> mi domandò Ivory << Tagliamo oggi? >> le proposi. Lei mi fulminò con lo sguardo << Ma che dici?! E poi siamo davanti alla scuola >> . In effetti aveva ragione. << Beh, non importa. Svoltiamo in quel angolino e non ci vede nessuno >> le dissi . << Cos’è che vorreste fare? >> ci chiese qualcuno da dietro. Mi voltai di scatto. Akashi. Ma porca merda! Quel ragazzo era onnipresente! << Sono il rappresentante d’istituto, e non è ammissibile che degli alunni del Rakuzan si comportino così. Dato che siete nuove stavolta la passate liscia, ma non voglio più sentire nulla del genere, è chiaro? >> ci domandò fulminandoci con lo sguardo. Ivory divenne rossissima << S –si, tutto chiaro >>. Akashi mi guardò, attendendo una mia risposta << Cristallino >> replicai. << Per caso ti sei dimenticata che avevamo un impegno oggi? >> mi chiese penetrandomi con lo sguardo. L’aveva capito, voleva solo provocarmi, stetti al gioco. << Cavolo! Me n’ero completamente scordata! Mi dispiace >> dissi fingendomi dispiaciuta. Lui inarcò un sopraciglio, capendo che lo stavo prendendo per il culo. << Alla fine delle lezioni ti aspetterò davanti alla tua classe >> e detto ciò ci sorpassò. Sospirai ed entrai anch’io. Le prime due c’era algebra, il professore ci aveva assegnati una marea di esercizi che ci avrebbero tenuti occupati per tutte due le ore, mentre lui se ne stava comodamente seduto sulla sua sedia a leggersi un libro. Era passata già mezz’ora da quando avevamo iniziato << Non ce la faccio più! Mi si stanno incrociando gli occhi con tutti questi numeri! >> esclamò a bassa voce Ivory per non farsi sentire dal professore. Scrollai le spalle, per me erano abbastanza facili. << Io sono all’esercizio 31, tu? >> mi chiese. << Esercizio 57 >> le risposi. << Che?! >> esclamò lei, attirando l’attenzione del professor Ramai, che le lanciò un occhiataccia. Ivory arrossì e disse << Scusi >>. Quando il professore tornò a leggere il suo libro Ivory mi disse << Come cavolo hai fatto? Hai fatto praticamente il doppio dei miei esercizi! >>. Sospirai annoiata << Primo, io sono molto più veloce di te a farli. Secondo, se tu non fossi stata così distratta a fantasticare sull’appuntamento che avrei con Kagami, ne avresti fatti un po’ di più >> conclusi facendole l’occhiolino. Lei arrossì << Si nota così tanto che sto pensando a lui? >>. Annuii << Altroché >>. Lei sospirò con la testa fra le nuvole. Le due ore passarono, ce ne aspettavano altre quattro; scienze, inglese, geografia e letteratura. Mentre all’ultima ora la prof ci introduceva qualche autore, sperai con tutta me stessa che l’ora non finisse. Non volevo incontrarlo. E, manco lo facessi apposta, la campanella suonò. Uscii fuori dall’aula, pronta a svignarmela. Stavo per dirigermi verso l’uscita, quando sentii una mano posarsi sulla mia spalla. Cavolo! Sapevo chi era. Mi girai per averne conferma. Akashi. << La vuoi smettere di scappare? >> mi disse quest’ultimo. Sbuffai. E che palle! << Vieni >> mi disse, cominciando a camminare. Lo seguii, mantenendomi comunque a debita distanza. << Dove stiamo andando? >> gli chiesi. << Aula video >> mi disse. Camminammo fino a trovarci in una sala dove c’erano diverse sedie e un enorme tv. << Ho preso questo video di una partita del nostro prossimo avversario, il Seiho >> mi spiegò mettendo un dvd. Mi sedetti accanto ad Akashi e osservammo la partita. Alla fine il risultato era stato a favore del Seiho, 69 a 15. Mi stiracchiai quando la partita finì. << Che te ne pare? >> mi chiese Akashi. Ci pensai un attimo << È una squadra che basa il suo gioco su una difesa incredibilmente efficace, pressante e sfiancante. Tra i suoi membri non ci sono dei veri talenti ma ogni giocatore usa le basi delle antiche arti marziali per ridurre al minimo l'affaticamento muscolare riuscendo così ad effettuare un forte pressing per tutta la durata della partita. La maggior minaccia è la matricola Tomoki Tsugawa, il n 10, ala grande della squadra. Riesce a mettere una pressione incredibile al giocatore che deve difendere e gli piace farlo soffrire, è abbastanza sadico >> gli spiegai. Lui mi guardò un attimo stupito. << Penso che tu e i giocatori principali potete anche non giocare, basteranno le matricole >> continuai. Lui mi fissò senza dire niente. Mi preoccupai un po’, per caso c’era qualcosa che non andava? << Si, sono d’accordo >> disse infine. Mi rilassai. << Allora io vado >> e feci per andarmene. << Aspetta, domani c’è la partita alle 15:00, vedi di venire >> mi ordinò. Sbuffai << Non potresti chiedermelo gentilmente? >> borbottai. Lui inarcò un sopraciglio, come se avessi fatto la domanda più stupida del mondo. Alzai gli occhi al cielo << Ci sarò >> lo rassicurai, e detto ciò, me ne andai. Tornai a casa, mio padre non c’era, stava allenando la sua squadra per la Winter cup. Buttai la cartella da una parte e mi sdraiai sul letto. Cosa potevo fare? Beh, dato che alla Winter cup avrebbero partecipato mole squadre forti, potevo anche cominciare a guardare qualche loro partita. Se non sbaglio nello stesso complesso c’erano due campi, in cui si sarebbero svolte due partite, una del Kaijou e l’altra del Touou, contemporaneamente. Mi alzai e dopo essermi messa qualcosa di più comoda della divisa scolastica, ossia jeans neri e una maglia con le righe orizzontali bianche e rosse, uscii, andando dove c’erano le partite. Appena entrata lo trovai pieno di gente. Mi sedetti in uno dei pochi posti liberi, accanto a un gruppo di ragazzine che urlavano a squarciagola di amare Kise. Oh mio dio. La partita comiciò. Osservai attentamente i giocatori per tutta la durata della partita, in particolare Kise, era lui la vera minaccia. Buttai uno sguardo anche alla squadra del Touou, ma Aomine non giocava. Come previsto vinsero le partite il Touou e il Kaijou. Mentre le squadre rientravano negli spogliatoi Kise mi notò e mi salutò con la mano, gli sorrisi e ricambiai il saluto. Le ragazze di fianco a me scattarono << Conosci Kise-kun?! >> << Sei la sua ragazza?! >> << Ce lo presenti? >> mi domandarono a raffica. Rimasi paralizzata.<< Ehm... scusate, ma devo andare >> e me la filai. Purtroppo la gente si era ammassata sui portoni, perciò ci impiegai un bel po’ ad uscire. Intanto, poco lontano dall’uscita, trovai della gente che si ammassava attorno a qualcuno. Vidi che a fatica ne uscivano tre persone. C’era Aomine che urlava a tutti quanti << Levatevi dalle palle! >>. Poi c’era Kise che diceva << Fateci passare, per favore >> e infine Kasamatsu, che stava dietro a quei due. Kise mi vide e mi venne incontro << Yuki! Mi fa piacere che sei venuta a vedere la nostra partita >> << Bella partita, complimenti per la vittoria, a entrambi >> mi congratulai. Lui mi sorrise << Grazie mille! Senti noi stiamo andando a mangiare in un chiosco, vuoi venire con noi? >> mi chiese. << Certo >> accettai. Stavamo andando, quando sentimmo qualcuno urlare << Aomine-kun! Aspetta! >> era Momoi che ci stava correndo dietro. Quando ci raggiunse aveva il fiatone << Perché... non mi avete … aspettata? >> chiese tra un fiatone e l’altro. Kise la guardò confuso << Non sapevo che saresti venuta con noi >>. Lei si corrucciò << Avevo detto ad Aomine di dirvelo >>. Tutti guardammo lui. Aomine scrollò le spalle << Devo essermene dimenticato >> << Idiota! >> gli urlò Momoi. Lui sbuffò << Quante storie! Adesso sei qui, no? Perciò non ci sono problemi, e adesso andiamo a mangiare >> . Momoi sospirò pazientemente e ci dirigemmo tutti al bar. << Tra poco ci raggiungeranno anche Midorima e Takao >> ci informò Kise. Momoi si accorse che c’ero anch’io << Ah, ciao, tu sei la ragazza che era venuta alla festa di Kise, Yuki, giusto? >>. Annuii << Si, piacere di conoscerti Momoi >> << Piacere mio >> << A proposito, non ti ho più vista dalla festa. In che scuola vai? >> mi domandò Kise. Sorrisi leggermente, chissà come avrebbero reagito? << Vado al Rakuzan >> Si fermarono di colpo. << Cosa? Al Rakuzan? Nella stessa scuola di Akashi >> disse Momoi. Annuii. Kasamatsu mi osservò per un attimo << Tu sei la loro manager, è per questo che eri venuta a vedere la partita >> dedusse. Annuii anche sta volta. Kise s’imbronciò << E io che pensavo che fossi venuta per me >>. Scoppiai a ridere e gli feci l’occhiolino << Ero venuta anche per te >> dissi scherzosamente. Lui mi mise un braccio intorno alle spalle e mi strinse a sé << Lo sapevo! >> esclamò contento. Rimasi un attimo stupita, quel ragazzo era proprio ingenuo. Kasamatsu gli tirò uno schiaffo sulla testa << Stava scherzando idiota! >> gli urlò contro. Kise mi lasciò e si massaggiò la testa, e mettendo il broncio disse << Quanto sei cattivo >>. Ridacchiai a bassa voce. << Siamo arrivati >> ci annunciò Momoi. All’entrata c’erano Midorima e Takao. Midorima teneva in mano uno scorpione di argilla << Cos’è quella roba?! >> esclamò schifata Momoi, nascondendosi dietro ad Aomine. << Non è ovvio? E’ il mio oggetto fortunato di oggi >> . Momoi rabbrividì << Fanno schifo! >> esclamò << Ehi! >> mi offesi. << Che c’è? >> << Lo scorpione è il mio segno >> m’imbronciai. << Ah, scusa...è solo che mi fanno paura >>. Midorima mi guardò male << Che c’è? >> gli chiesi << Sei dello scorpione? Che brutto segno, è all’ultimo posto in classifica >> disse amareggiato. Come...brutto segno? Lo scorpione? Ma se era il migliore di tutti! << Come scusa? >> gli chiesi con un finto sorriso sulle labbra. << La classifica dei segni ha detto che ieri e oggi lo scorpione è all’ultimo posto >> mi spiegò. In effetti non aveva mica torto. Tralasciammo l’argomento e entrammo dentro al chiosco. Era un posto molto carino e accogliente. << Hei, ma ci sei anche tu! >> esclamò Kise salutando un suo amico. Mi voltai per vedere chi era...Kagami... e vicino Ivory. Io e lei ci guardammo un attimo in silenzio. Kise gli invitò a mangiare con noi e loro accettarono, così ci ritrovammo tutti nello stesso tavolo, avvolti da un silenzio imbarazzante. << Allora Kagami >> cominciò Kise << non sapevo che avessi la ragazza ! >>. Ivory, che era vicina a me, divenne rossa << Eh? Lei non è la mia ragazza >>. Kise li guardò con uno sguardo investigativo << Ah, ho capito! Questa è un’uscita romantica! >>. Oh mio Dio! Quel ragazzo era un idiota. Intanto Ivory rischiava di morire dall’imbarazzo. << Ma va! Ti sembra?! >> esclamò Kagami. Ivory ci rimase un po’ male. Scherzavo, era Kagami quello idiota. << Ci siamo allenati nella palestra dello zio di Ivory e, dato che avevamo fame, siamo venuti qui a mangiare >> spiegò Kagami. << Chi se ne frega! Mangiamo >> disse Aomine cominciando a ordinare. Poco dopo ci furono serviti i piatti. << Come vanno gli allenamenti? >> chiese Momoi per spezzare il silenzio. Kise fu il primo a rispondere << La mia squadra si sta allenando tantissimo! Sono sicuro che vinceremo contro tutti >> Kagami rise << Ma non farmi ridere! Sarà il Seirin a vincere! >> << Smettetela di urlare così >> li rimbeccò Midorima << e comunque sarà lo Shuutoku a vincere >> aggiunse << Infatti! >> lo appoggiò Takao. << Si, certo, come no! Sarò io a vincere! >> esclamò Aomine << Te lo sogni! >> replicò Taiga << Guarda che ti ho già battuto all’ Interhight , non puoi battermi! >> << Ti batterò alla Winter cup! >> gli promise Kagami. Aomine ghignò << Bene, non vedo l’ora che arrivi >> Dopo di che tornarono a discutere su chi avrebbe vinto. Ridacchiai. Quell’edizione della Winter cup sarebbe stata molto interessante. Finimmo di cenare e, dopo aver salutato tutti, io e Ivory ci dirigemmo verso casa. << Uffa! >> esclamò lei << mi avete rovinato il piano per conquistare Kagami >> si lamentò, imbronciandosi. Mi trattenni dal riderle in faccia << Vedrai che avrai un’altra possibilità >> la rassicurai. Arrivai a casa, mio padre aveva già preparato da mangiare, ne sentivo il profumino. Andai in cucina dove lo trovai indaffarato a sistemare la tavola. << Ciao papà >> lo salutai dandogli un bacio sulla guancia << Ciao tesoro, come è andata la giornata? >> mi domandò. Una volta seduti gli raccontai che ero andata a vedere la partita e che a scuola andava tutto bene. Lui stette un attimo in silenzio << Suppongo che tu sia andata a osservare le partite perché hai accettato di diventare la manager del Rakuzan >> dedusse. Io annuii, lui sospirò << Allora saremo avversari alla Winter cup >> << Si e ti batterò >> lo provocai. Lui sbuffò << Non penso proprio >>. Risi e lo abbracciai.

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