When Dreams Become Reality

di Aurock7X
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1st _ Closer to the edge ***
Capitolo 2: *** 2nd_ Escape ***
Capitolo 3: *** 3rd_ Where The Streets Have No Name ***



Capitolo 1
*** 1st _ Closer to the edge ***


Per un attimo tutte le voci frenetiche tacciono. O forse sono solo sovrastate dallo scrosciare d'acqua fredda che mi calma i nervi e mi sottrae alla tortura del caldo estivo di Los Angeles. Sono consapevole che sia solo un minuscolo frangente di tempo in cui posso pensare e ogni tanto lasciar sfuggire qualche verso dalle labbra e rivisitarlo per adattarlo meglio alla ritmica, e dove posso concedermi il lusso di lasciarlo incompiuto se non ho nessuna ispirazione. Purtroppo, se pur cercassi di godermi al meglio quel momento di pace, troppo presto sono riportato al mondo reale dal bussare di Emma alla porta del bagno per avvisarmi che tra un quarto d'ora ho l'intervista con la radio locale che come quasi ogni anno non manca a invitarmi ogni volta che esce un nuovo album. Finisco di sciacquarmi i capelli ed esco dal bagno con un asciugamano allacciato alla vita, con la mia assistente che, fresca come una rosa, subito mi porge una penna per firmare un documento che neanche ho voglia di leggere; scarabocchio sopra le mie iniziali e mi dirigo in camera indossando i primi abiti che ho sotto mano, ma fallendo nel trovare i miei occhiali che stamattina avevo lasciato sul comodino. Prendo Blackbarry, chiavi, un altro paio d'occhiali e sono pronto a uscire. Il tragitto in macchina dura poco e l'intervista è abbastanza concisa, basata più o meno sulle solite domande, ma per mia sfortuna la giornata no era ancora finita, dovevo ancora incontrare il nostro manager per discutere su alcuni dettagli legali. Quando finiamo, io e mio fratello che mi aveva raggiunto, erano le sette di sera, giusto in tempo per darsi una ripulita e andare a cena da mamma che ci aveva invitato come ogni sabato; ero felice di vederla, ogni volta, ma ero davvero distrutto, e davanti allo specchio del bagno cerco di dare un aria presentebile ai miei capelli con un po di gel e dopo essermi lavato la faccia faccio di nuovo uso degli occhiali per nascondere gli occhi arrossati e l'accenno di occhiaie. 
"Si dai, si puo fare" cerco di incoraggiarmi e con Shan di fianco ci incamminiamo verso casa di Costance che dista poco più di due isolati dalla nostra.
Appena arrivati ci accoglie l' odore di arancia tipico di casa sua e quando varchiamo la posta di ingresso subito vediamo mamma apparecchiare la tavola che non appena ci vede lascia perdere tutto e ci abbraccia come solo lei sa fare: è incredibile quanto riesce a tirarmi su di morale e scaldarmi il cuore con ogni suo piccolo gesto, esattamente come quando ero bambino, da li a quarant'anni non è cambiato niente e ne sono davvero grato. 
La serata trascorre tranquilla e io mi rilasso sprofondando nella poltrona in cucina vicino al tavolo, ascoltando mamma che ci parla del più e del meno e chiedendoci come va la pubblicazione di This Is War; più che altro è Shannon a rispondere alle sue domande, perchè, nonostante sia a mio agio, la stanchezza si fa sentire sempre di più e penso di essermi addirittura appisolato per qualche minuto. La conversazione si interrompe quando Shannon tira fuori il telefono per rispondere alla ragazza con cui si sta frequentando ed esce nel giardino a fumare. Rimaniamo soli io e mamma che sparecchia la tavola.
"chissà, forse è il caso che ti prendi una pausa, Jay?" Costance mi riscuote mentre mi stavo nuovamente appisolando sulla poltrona di cashmere.
"è che... non posso abbandonare tutto di punto in bianco, devo seguire gli eventi, potrebbe accadere di tutto e devo esserci"
"eppure Shan ha detto che le cose stanno andando bene, non t starai preoccupando troppo? a mio parere ti farebbe bene staccare la spina per un po... fare un viaggio dove vuoi, da solo e riprenderti"
taccio per un attimo riflettendo sulle sue parole. Vorrei tanto un break... ne ho bisogno 
"non lo so mamma, valuterò la cosa"
"ah bravo il mio tesoro! non voglio costringerti a fare niente ma ultimamente Jay ti vedo sempre a pezzi, è ora di riprendersi"
mi abbraccia e mi lascia un bacio sulla fronte e riprende a sparecchiare. Shannon intanto è rientrato con un sorriso a trentadue denti, chissà di cosa avranno parlato con la sua ragazza che credo si chiamasse Naomi
"ma dico sono l'unico a essere a pezzi?" penso tra me.
Forse davvero dovrei prendermi una pausa da tutto, magari andare in Francia, o in Italia, in qualche posto in mezzo al verde. Vedrò di parlarne agli altri domani, ora voglio solo dormire. Salutiamo mia madre che ci raccomanda di comportarci bene come fossimo due adolescenti che vanno al ballo della scuola e ci accompagna all' ingresso 
" dai Jay vedi di darti una ricaricata eh!"
"ok ma, grazie, ti voglio bene"
ed è vero, le voglio un bene dell' anima, mi ha sempre aiutato in tutto. Si, le darò retta anche stavolta, voglio rilassarmi e partire per il tour si settembre in forma. Speriamo solo che vada tutto bene.



Angolino autrice inesperta:
Salve a tutti i lettori che si sono sacrificati letto questo primo capitolo. é la mia prima fanfiction, quindi mi raccomando, recensioni a go go! tutto quello che volete, complimenti, critiche, minacce di morte ecc. non vi mangio tranquilli, oltretutto sono vegana come il nostro JJ u.u
cOOOOmunque, ho iniziato a scrivere la storia di impulso e non so ancora come andrà a finire, quindi sono aperta a tutto e tutti. Cercherò di aggiornare regolarmente ogni fine settimana, ma non escludo extra che ci potranno essere se ho molto tempo. d'accordo vi ho annoiati abbastanza, spero vi siate divertiti, alla settimana prossima!! 
Ciaociao, un bacione
Aury
 

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Capitolo 2
*** 2nd_ Escape ***


 
2nd _ Escape

Sento un rumore ovattato, da quello che posso capire proviene dalla porta. Cerco di districarmi  dalle lenzuola, fallendo miseramente; è troppo presto, sono ancora stanco da ieri sera, inoltre da quanto ricordo ho impegni solo dopo le undici, per oggi posso permettermi di dormire fino a tardi. La porta si apre e mi sorprendo, sentendo la voce, che sia mio fratello ad essere venuto a svegliarmi e non Emma come tutte le mattine. Gli faccio il medio come un bambino viziato troppo cresciuto e mi rigiro nel letto in una posizione migliore mentre sento Shannon insistere:
"Eh dai bro, ormai te dovrai pure alza! ti abbiamo lasciato dormire per un po, ma ade basta dai!" mi tratta esattamente come il suddetto bambino.
"Ma cazzo dici Shannon che saranno le sette del mattino, vaffanculo va!"
lo sento ridere di gusto, ma lo lascio perdere
"Guarda Jay'" mi chiama tra gli sghignazzi "sono le undici passate eh!"
Dio, quanto mi fa infuriare quando mi prende per il culo così.
" Jared non scherzo" si avvicina al mio letto e infila una mano sotto il cucino per prendermi il BlackBarry, lo accende e me  lo mette davanti alla faccia per farmi leggere sul display: 11:17
Cosa?! cazzo sono in ritardo per l'appuntamento con l' avvocato per le ultime cose del processo contro l' EMI! niente di importante, ma comunque necessario. Cazzo, quel tizio è in gamba, ma è una vipera, mi farà una testa cosi!
"Merda, potevi chiamarmi prima, anche tu!" impreco "dammi qua!" dico strappandogli il telefono dalle mani.
"te l'ho detto, volevamo farti dormire il più possibile" risponde quel deficente ancora ridendo e penso che il bambino sia lui ora, o forse il fatto è solo che i bambini in realtà sono due... 
Poi la sua scelta del plurale mi fa ricordare della mia assistente:
"E a proposito dov'è Emma quando serve?!"
"Dall'avvocato" mi risponde, per poi scoppiare a ridere ancora di più.
Questo mi coglie di sorpresa; non me l'aspettavo, mi lascia perplesso interrompendo la ricerca frenetica dei mie pantaloni, alquanto futile, dato che mi sono ricordato di averli gettati nei panni sporchi ieri. Vedendo la mia espressione Shan mi spiega:
"Hey, guarda che ci siamo accorti tutti che ultimamente non sei al massimo, visto che oggi hai una giornata pesante, Emma si è offerta per allergerirtela un pò"
"Oh... grazie"
"Ringrazia soprattutto lei quando torna" mi raccomanda Shan, per poi uscire dalla stanza e lasciarmi solo a prepararmi, dato che ormai, avvocato o no, è davvero tardi per restare a letto. Oggi mi aspetta una lunga giornata di prove per gli arrangiamenti nei concerti live che inizieranno tra circa tre mesi e editing e editing di Artifact.


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Vago nell'opulento splendore di Versallies. Delle note si diffondono nella stanza, mentre il piccolo musicista  davanti a me fa correre le dita su tasti ingialliti e scheggiati di un pianoforte a coda malridotto e stonato; il bambino di spalle seduto sullo sgabello neanche tocca i piedi per terra, avrà all' incirca nove anni, eppure la facilità e la bravura con cui riesce a combinare una manciata di suoni per trasformarli in una melodia...angelica, oserei dire, nonostante le condizioni pietose dello strumento è strabiliante. Ad un tratto inizia a cantare:
"No warning sign, no alibi, we faded faster than the speed of light..."
Strano, la voce non sembra quella di un bambino.... ma cosa..?

Sussulto di dolore quando la mia coinquilina mi da una gomitata sul fianco:
"Dai, spegni quella dannata sveglia e alzati" farfuglia ancora mezza addormentata.
"Hey Nat! la delicatezza di un orso eh!"esclamo offesa
"scusa" biascica contro il cuscino per poi riaddormentarsi come una neonata
Spengo la sveglia del telefono che dopo tutto questo tempo era arrivata al ritornello di Alibi e lo stacco dal caricatore. Nonostante il risveglio non troppo delicato non riesco a tenere il broncio a una delle mie migliori amiche che in questi tre anni di convivenza è diventata tale; le rimbocco le coperte e mi alzo per prepararmi al mio ultimo giorno di lavoro come  barista al bar centrale di Perugia prima delle vacanze estive. 
Mentre finisco la colazione mi ritorna in mente lo strano sogno che ho fatto: a quanto pare mi sono sognata il mio cantante preferito da piccolo...assurdo, manca completamente di coerenza, di solito non faccio sogni commoventi di questo tipo, anzi non faccio sogni.... o almeno, ho smesso di farli, parecchio tempo fa, da quando mi sono dovuta accontentare di uno squallido lavoruccio da quattro soldi e mi sono dovuta trasferire da Fano con cui vivevo con mio padre, lasciando la mia famiglia e i miei amici, cercando si sopravvivere, buttando nel cesso tutti gli anni di superiori al linguistico e tutte le mie ambizioni; parlando così sembra che ce l abbia col mondo, in realtà vivo con la filosofia che noi siamo responsabili delle nostre scelte, quindi l' unica con cui dovrei infuriare e prendere a calci è me stessa.... e con chi ti illude di potercela fare.  Leto....
Adesso basta! rischio di fare tardi. Monto in macchina e mi avvio sperando di non fare troppo ritardo tra sveglie mancate, gomitate sul costato e pensieri sconvenienti. Mi aspetta una lunga giornata di lavoro tra lamentele e ordini impartiti senza troppa finezza.



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"no, no vorrei un montaggio più dinamico qui.... per esempio sovrapponendo più momenti ma lasciando la canzone di sottofondo" Sto cercando di far capire le mie intenzioni all'editor seduto di fianco a me con il MacBook in mano per il motaggio di alcune scene del documentario, ma sembra proprio che dovrò sbrigarmela da solo dato che quest' imbranato non sembra all'altezza. Sono solo le quattro del pomeriggio e già mi fa male la testa... devo ancora parlare agli altri della mia proposta di fare un viaggio da solo per ricaricarmi. Avrei voluto farlo a pranzo ma ho pensato fosse meglio farlo questa sera dato che ci sarà anche Tomo. Mi alzo esasperato dal divano lasciando l'edior a se stesso chiedendomi perchè avessi scelto gente così poco competente... o forse sono io a chiedere troppo? Non importa le cose si devono fare al meglio, come pretendo, difficile o no. Vado in sala prove e mettendomi a tracolla Artemis mi unisco a mio fratello che sta sfogando la sua energia repressa su Christine; sembra proprio che io sia l'unico a non riuscire a compensare; inizio a suonare la canzone scelta da mio fratello e passiamo all'incirca un' ora a suonare le canzoni del primo album, rilassandoci e calmandoci entrambi, lasciando completamente perdere il lavoro ripensando ai vecchi tempi, quando i tour duravano pochi giorni, si viaggiava stretti insieme ad altre band di giovani ambiziosi e si poteva fare una passeggiata per Los Angeles senza rischiare che folle di fotografi e fan ti saltassero addosso. 
Il resto del pomeriggio passa relativamente veloce, tuffandomi a capofitto nella posta dei fan tra regali e lettere adulanti.



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Il resto del pomeriggio passa relativamente veloce, dopo aver apparecchiato, servito ai tavoli e goduto la mia ora di pausa pranzo, arrivando ormai alle quattro del pomeriggio; tra un'ora sarò libera di andare, sostituita da una mia collega, così avrò tutto il tempo per preparare i bagagli e partire domani mattina per Fano da mia madre dopo quasi sette anni che passo senza vederla: non abbiamo mai avuto un buon rapporto, ma dopo che ha insistito tanto al telefono per invitarmi nel suo agriturismo aperto da poco, penso che forse si meriti una seconda chance, non so se funzionerà, ma in caso contrario, non mi nuocerebbe e inoltre sarebbe bello poter riavere qualcuno in più della famiglia su cui fare affidamento... probabilmente non ci ho mai pensato, ma in fondo lei mi manca, seppur con tutti i suoi difetti, non posso fare finta di niente.
"Isabel, che fai lì impalata, muoviti che mi devi aiutare!" Matteo, il mio capo, mi riscuote bruscamente dai miei pensieri, così mi avvio insieme a lui per preparare una nouva mandata di gelato.


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Abbiamo appena finito di mangiare il gelato alla soia che Tomo ha portato da casa e sprofondiamo sui divani il pelle della sala a parlare davanti alla tv. Più tardi ci raggiunge anche Emma e Stevie; dato che ci sono tutti mi decido a parlare della mia idea agli altri, ribadendo che vorrei andare da solo e per questo motivo non so cosa potrebbe dire Shannon... ma per saperlo c'è solo un modo:
"Ehm, ragazzi ascoltate, è da un po che pensavo di fare un viaggio..."




 

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Capitolo 3
*** 3rd_ Where The Streets Have No Name ***


 

Dunque.... non so davvero come scusarmi, mi dispiace per queste attese mastrondontiche, ma purtroppo l'ispirazione non arriva sempre in orario,senza contare che con madri isteriche e professori pignoli avrò ancora meno tempo per scrivere :/ ma che la storia continuerà è sicuro, tranquilli!! :) Anyway,come sempre RECENSITE A GO GO ,buona lettura, alla prossima.

Provehito In Altum, Echelon!

 

 

 

 

 

3rd _ Where The Streets Have No Name*

 

Sono più di diciotto ore che non chiudo occhio tra uno scalo e l'altro, prima in Germania e poi a Roma, da dove infine raggiungerò Napoli. Dopo che, inaspettatamente, tutti hanno approvato la mia decisione e un intero giorno a pensare alla mia meta, all'improvviso arriva Emma con un opuscolo sull'Italia; mi ha colpito sin dalle prime immagini: campagne smisurate, boschi, l'Etna, i paesini sperduti in mezzo al verde con una manciata di case.... era quello che faceva per me, un posto dove riflettere e ritemprarmi; la sera stessa ho prenotato il volo con l'aiuto di Emma iniziando in mio tour per l'Italia da Napoli. Nonostante sia una pila esaurita, sono eccitato come un bambino che sta andando a Gardaland e devo faticare per non battere i piedi, seduto un morbido sedile di pelle color crema della prima classe, giusto per mantenere un minimo di contegno... in questi casi stanchezza e jetlag aiutano.

 

Due ore dopo ho finalmente appoggiato i piedi in suolo napoletano, contento di potermi sgranchire le gambe e ancor di più del fatto che da domani inizierà la mia vacanza tanto desiderata. Non faccio in tempo a chiedermi quanto spenderò di taxi in questo mese, che vedo la scritta “noleggio auto” proprio fuori dall' aeroporto. Mi avvio a grandi falcate verso un' Audi A1 che già avevo adocchiato da lontano . Per ora sta andando tutto bene, speriamo che continui così

 

o°§§§§°o

 

Sta andando tutto male. Non che io e la fortuna siamo mai andate a braccetto, ma da qui a finire l'olio della macchina con tutti i benzinai chiusi e due ore in mezzo alla strada a cercare un anima con un po d'olio dietro....in ogni caso, seppure in ritardo, arrivo nella villa che apparteneva a mio padre, dove ora, al posto della scritta “elettricista” è appeso un cartello di benvenuto con la scritta B&B sotto. Quando suono il campanello non ricevo risposta e devo aspettare un'altra mezz' ora seduta sulle scale tentando di contattare mamma, ma sentendomi rispondere solo la voce della segreteria fino a quando, finalmente, non avvisto la solita Peugeot argento percorrere il vialetto alberato: ci siamo Isa, sorrisi baci e abbracci... o perlomeno provaci! Il resto si vedrà.


 

 

2 settimane dopo

 

 

 

Sto bene. Sto davvero bene, è da tanto che non mi sentivo così rilassato, tranquillo, senza preoccuparmi di processi, discussioni, ritardi e crisi isteriche della mia povera Emma per gestire tutti i miei capricci. Nel mio tour turistico stò risalendo tutta l'Italia lungo la costa adriatica, alloggiando in piccoli agriturismi o alberghi cercando di dare meno nell'occhio possibile e finora sembra andare tutto bene tranne qualche eccezione, Napoli e Ancona, che sono praticamente le città più grandi in cui sono passato dato che sto cercando “percorsi alternativi”, chiamiamoli così.

 

Oggi sono arrivato a Fano, città situata sul lungo mare, con un centro urbano ottocentesco e la miglior pizzeria in cui abbia mai mangiato. Nonostante sia arrivato solo da una decina di ore, sono già tentato di fermarmi qui per il resto del mese, senza contare che andando più a nord non so se potrei godermi il sole come qui. Sdraiato di schiena su un asciugamano di tela, crogiolandomi nella melodia ritmata delle onde e qualche stridio di gabbiani che si avvicinano alla spiaggia abbellita dall'imminente tramonto, lentamente mi desto dal mio stato di dormiveglia e raccolgo le mie cose per tornare all'ennesima auto noleggiata. Un' Opel questa volta per trovare alloggio per la notte: sul navigatore imposto i dati della ricerca che in questi giorni di permanenza in Italia ho imparato le parole chiave, almeno nell'ambito della ristorazione!

 

Ne trovo uno che sembra vicino, perfetto per la mia povera macchina che segna la riserva. Mi avvio sperando di trovare un distributore per strada...e riuscire a comunicare col benzinaio soprattutto.

 

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Con mia grande sorpresa ho dovuto constatare  che mia madre sembra davvero cambiata; se all' inizio ero scettica ora mi sono ricreduta, sin da quando, scesa dalla macchina accostata al vialetto di breccia, mi è venuta incontro e mi ha abbracciato: non l' aveva mai fatto, neanche quando vivevo ancora con lei e il nostro rapporto  reggeva... E mi lasciò completamente spiazzata, con il mio borsone in mano e, seppure non avessi voluto, gli occhi bordati di lacrime. 
Ora, due settimane dopo il mio arrivo si è stabilita la routine giornaliera della tipica famigliola felice, un clima che da tempo mancava, con tanto di "sono tornata!" "cosa ti faccio per cena? " e "buonanotte amore". L'unico contro a tutto ciò è lo sforzo che fa mamma a tutte queste piccolezze che sa che per me sono così importanti e il comportamento da ragioniere nello svolgere le solite mansioni da casalinga, piano di sopra compreso, (dedicato agli ospiti), che l' ha sempre contraddistinta. 
Mi sono sistemata nella mia vecchia camera rimasta invariata, con tutti i miei poster torreggiati da una gigantografia dei Mars e mi miei ritratti attaccati alla porta. La cosa che più mi aveva colpito, appena varcata la soglia della stanza, ma di cui non mi ero affatto dimenticata, erano loro: Dark Leafs e Black Lady, le mie amatissime chitarre. 
Quando ancora vivevo qui suonavo con una piccola band di strada, che con il tempo ha acquisito sempre più importanza per me, ogni giorno provavamo nel garage con un vecchio amplificatore e un microfono riparato con il nastro adesivo... Eppure ci divertivamo come non mai. Poi è finito, tutto spazzato via da una sventata d aria gelida chiamata vita.
Ora, appena finito di fare la doccia, imbraccio la chitarra elettrica, Black Lady e dopo anni, suono Never Too Late**, dei Three Days Grace***, sfogandomi sull' amplificatore al massimo.

 

o°§§§§°o

 

Ho trovato il desiderato cartello del bed 'n breakfast dopo due giri della strada di campagna che meriterebbe piuttosto il nome di sentiero, dalle piante e le buche che ho trovato. Nonostante le impressioni iniziali tutt'altro che positive, una volta arrivato all' imponente villa con vista sul mare ho decisamente cambiato idea. Appena sceso dalla macchina mi accoglie una signora sulla quarantina snella e eccentrica, con i capelli ossigenati e un ciuffo blu che le ricade sulla fronte. Mi sta simpatica all' istante. Con un inglese esitante mi spiega la tariffa base e le spese aggiuntive per eventuali pranzo e cena; mentre mi fa salire le scale per assegnarmi la camera,  sento distintamente una chitarra che suona una canzone  che riconosco subito, dei Three Days Grace. Notando che mi fermo nelle scale a tendere l'orecchio, la signora si scusa subito dicendo che è sua figlia ospite qui per l' estate a suonare:
"le faccia i miei complimenti, suona molto bene" le rispondo scandendo le parole sperando che mi capisca. Lei annuisce cordiale e mi apre la porta della stanza,  una spaziosa camera matrimoniale con vista sul quel lungo mare che tanto mi ha catturato.  Mi lascia informandomi che la cena è alle otto se voglio unirmi, non farmi problemi e fare come a casa mia...  Per esserci appena presentati non male come prima accoglienza.

 

o°§§§§°o

 

"Isabel? Isabella!" mi sento chiamare da mia madre, insistente come al solito. 
"oh dimmi" le rispondo abbassando il volume 
''Isa smetti di suonare, è arrivato un ospite, straniero per giunta, che sta proprio sopra di te quindi niente baccano, non usare l amplificatore! "
" ah ok...  Aspetta, hai detto straniero? "
" si, inglese"
"wow, e te la sei cavata? Sei migliorata in inglese! " rispondo ridendo
" beh, in realtà si, ho fatto un corso" afferma orgogliosa come se avesse superato le sette fatiche di Ercole. 
"e chi è stò tipo? "
" mi devo ancora far dare i documenti ma si chiama Ger... Jared".

 

Sono le otto e mi preparo per cena vestendomi in maniera decente dato che ci sarà anche l'ospite arrivato poche ore fa. Mi siedo a tavola e vedo che mamma ha fatto del suo meglio per apparecchiare, persino i tovaglioli di stoffa!
"ok Isa vado a chiamarlo, almeno vi presentate e dopo mangiamo tutti insieme "
" d accordo... "
Cinque minuti dopo mamma scende le scale seguita da un uomo a testa china sul telefono scrivendo qualcosa: non so perché ma ha un aria familiare...
Quando finalmente mi arriva davanti alza la testa dal display e mamma ci presenta :
" Isa, Jared, Jared, mia figlia Isabella"
Non ho sentito più una parola da quando mamma ha aperto bocca... E non ne ho bisogno, perché conosco benissimo il misterioso straniero, niente di meno che Jared, si... Jared Leto. Cazzo, sto per cenare con... Jared Leto?
Che scherzo è questo?!

 

 

 

*E' un singolo del gruppo musicale irlandese U2, il terzo estratto dal quinto album “The Joshua Tree”(1987). I Mars hanno fatto una cover di questa canzone in acustico.

 

**Singolo dell'album “One X” Three Days Grace

 

***Gruppo alternative, metal, post-grunge canadese, formatosi nel 1992, Norwood

 

 

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