A song of snow in winter di Luna White (/viewuser.php?uid=566032)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Il treno ***
Capitolo 3: *** Incontri inaspettati ***
Capitolo 4: *** Ditemi che e solo un sogno ***
Capitolo 5: *** Primo giorno di scuola: I Parte ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
Non so quali sensazioni avevo provato quella notte forse tristezza,solitudine...paura. Non riuscivo bene a capirli in quel periodo sta di fatto che fu un periodo brutto per me....c'era sangue ,due corpi li per terra non si muovevano sentivo solo qualche respiro prima che...
una voce dolce...
-Si forte per me,non piangere davanti a nessuno promettimelo.-disse
per poi chiudere gli occhi e smettere di respirare,rimasi li senza dire nulla quando dalle mie guance scese una lacrima “te lo prometto” per poi allontanarmi lasciandoli li cercando aiuto.
Da quel giorno decisi che non ci sarebbe stata più nessun tipo di felicità nel mio cuore non poter sorridere "ridere" mio fratello dopo la notizia diventò freddo,impassibile è pensare che anche lui si divertiva come me ma ormai era solo un triste ricordo.
Un giorno pero decisi di chiudere gli occhi cosi nessuno avrebbe potuto vedere il colore che avevano ma mi accorsi poco dopo anche se li tenevo chiusi riuscivo a vedere perfettamente ogni cosa,non sapevo ,il perché ma forse ero speciale.
Mi chiamo Luna o 16 anni e vivo insieme a mio fratello da mia zia a Parigi e questa e la mia storia.
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Capitolo 2 *** Il treno ***
~ti ricordi la prima volta che ci siamo incontrate?
Avevamo preso lo stesso treno, mentre la bufera lo faceva fermare di continuo, ci aveva dato un occasione per conoscerci. Non credo molto al destino perché il mio lo scrivo da sola.~
Diversi anni dopo.
Il treno aveva frenato di nuovo, spaventando di poco i passeggeri, mentre il controllore li rassicurava.
Mi prese di sorpresa però una ragazza, finendomi addosso.
-Scusi, scusi - si inchinava ad ogni parola mortificata.
-Non fa niente-
Prendendo le sue valigie se ne sarebbe andata ma invece mi guarda.
-Mi scusi, e libero questo posto?-Sorrisi, facendola accomodare vicino a me.Mi accesi una sigaretta, tenendo di sott'occhio l'altra.
-Da fastidio se fumo?-le chiesi poco dopo ricevendo una risposta negativa
Il suo aspetto era come una modella:viso dolce,un pò sbadata nei movimenti ma pur sempre carina.Capelli come il grano ed occhi
azzurri.
Poi si era fermato il treno,suscitando in lei il motivo.
-Di nuovo - sospiravo, guardavo fuori dal finestrino.
-Cosa? -
-Il treno, si ferma di continuo - sospirai.
-Allora deve essere piuttosto una seccatura - sbuffava, tirando fuori il cellulare.
-C'è qualche problema - se si lamentava un motivo doveva esserci.
-Beh si, mi devo trasferire per un nuovo lavoro così non mi farò rispedire a casa - si batté poi una mano in faccia - che stupida, sto raccontando della mia vita a una sconosciuta-
-Ma che ti importa, continua pure tanto il viaggio continuerà un bel pò - avevo riso facendoglelo notare.
-E vero sta ancora nevicando.Beh allora ti racconto tutto - allegra, parlava facendomi ridere di tanto in tanto.
-A proposito mi chiamo Rose-fece presentandosi.
-Luna-
-Sai che sei la prima che conosco con questo nome? -
-Ma dai davvero?-le chiesi ironica.
Passarono cinque ore, nessuno delle due sembrava annoiarsi.Rose continuava a parlare così tanto si se che non aveva chiesto nulla su l'altra anche se conoscendola avrebbe evitato di parlarne.
Il treno era ormai arrivato a destinazione e i passeggeri erano scesi.
-Rose-urlava la donna, aspettandola all'uscita.
-Mi sei mancata-piannuculava l'altra, abbracciandola.-Sai ho parlato tutto il tempo con una persona - le disse, guardando il mezzo alla folla la cercava però senza successo.-Avrei dovuto darli il mio numero - si diede la colpa mentre l'altra rideva.
-Sei la solita-
~Eppure così diverse ci eravamo legate.Uno strano filo invisibile, che nessuno avrebbe mai potuto levare.~
Angoletto.
In generale seguo dolce flirt, personaggi ecc. L'ho scritta per fartela piacere, se volete metterò qualche disegno sui personaggi di "questa" storia.
Ditemi se ci sono errori, e un vostro parere nelle recensioni.Spero che vi piaccia quindi Buona lettura. L.
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Capitolo 3 *** Incontri inaspettati ***
Fuori dalla stazione.
Vidi una macchina nera,ne entrai all'interno chiudendo la portiera.
-Allora sorellina,com'è andato il viaggio?-mio fratello mise in moto il mezzo.
-Sono stata seduta per più di cinque ore a causa del maltempo,e stato abbastanza noioso-gli dissi,sprofondando nel sedile.
Annuì semplicemente,partendo ferso la destinazione.
Per tutta la durata del viaggio avevo pensato a Rose,al suo incontro e tutto sommato era stata piacevole la sua compagnia.
Gli avrei raccontato più tardi della ragazza.Ormai stanca, mi addormentai poco dopo.
Qualche ora dopo...
-Ehi principessa,svegliati-Cercò di scuotermi facendomi svegliare.
-Che c'e?-la mia voce era ancora impastata dal sonno.
-Siamo arrivati-
La macchina si era fermata davanti ad un grande edificio.
Uscì quindi dall'auto,non sembrava di essere una casa ma più ad una scuola.
-E un università-confermò i miei pensieri l'altro,uscendo anche lui dalla vettura.
-Cosa ci facciamo qui?-gli chiesi,ci doveva pur esserci un motivo.
-Sarà la tua nuova casa-disse semplicemente.
-Cosa?-quasi urlai,non volevo crederci.
-Calmati-sospirò-ora entriamo dentro-mi trascinò per un braccio all'interno.
“Io vivere in una scuola?Scherziamo?”pensai,so che poteva essere altamente noioso passare gli anni su un banco e la confusione dei tuoi “compagni” ad ogni ora ma avrei preferito andarmene il più velocemente possibile.
Ci volle qualche minuto prima che ci fermammo davanti ad una porta con la scritta “Presidenza”
Mio fratello bussò alla porta,sentendo un “avanti” dall'altro lato girò la maniglia.
Mentre entravamo in quell'ufficio sentivo un profumo intenso simile alla vaniglia.
La stanza era molto luminosa,persino gli scaffali pieni di libri ai lati della stanza sembravano lucenti.
-Ma che piacere vedervi-
Vedi un'uomo seduto sulla scrivania,doveva avere all'incirca trent'anni,con i capelli biondi e gli occhi azzurri,sapevo più che bene chi fosse.
-Zio,la vedo in forma-replicò,sorridendogli.
Ci sedemmo sulle sedie davanti a lui.
-Finalmente posso rivedermi,siete cresciuti un po' troppo-rise appena.
-Sono passati solo dieci anni-disse l'altro come se fosse la cosa più naturale.
-Solo?-fece una faccia negativa-Devo ammettere che mi mancava le vostre facce correre per la casa-si riprese subito,sorridendo ai bei vecchi tempi.
-Io invece ricordo tutte le sgridate che mi davi-sbuffò mio fratello.
Prima,quando avevamo solo nove anni,eravamo una famiglia tutta unita in un unica casa,eppure anche se era piena di persone non era mai stata vuota.
-Comunque Luna-tornò a guardarmi serio-In questa scuola ci sono parecchi dormitori molto spaziosi,credo che per te non sia un problema-
-No,no-gli sorrisi,infondo era pur sempre mio zio non potevo mica lamentarmi.
-Bene e deciso,da stasera dormirai qui-il preside ne sembro felice che non ci fossero problemi.
“Da stasera? Avrei dovuto dormire qui,già da questa notte?"mi sentì a disagio pensandoci.
Fuori dalla mia nuova “casa”
Era il momento dei saluti adesso,mio fratello lavorava quindi non poteva mica restare a scuola no?pensando che non l'avrei potuto vedere mi rendeva triste.
-Ehi va tutto bene-capì come mi sentivo anche se la maggior parte delle volte nascondevo la mia tristezza.
Mi abbracciò cercandomi di rassicurarmi.
-Si si ho capito-gli dissi dopo qualche minuto.
Staccandomi da lui lo vidi sorridere.
-Vedi di fare la brava ok?-mi scompigliò i capelli come quando eravamo bambini.
-Lo sono-sbuffai,come se potessi combinare guai bah.
Salutandomi per l'ultima volta partì,scomparendo dalla strada e dalla mia vista.
-Perfetto,ora dove vado?-
Mi guardai intorno,non c'era nessuno ma pensandoci,se c'erano i dormitori ci sarà anche qualcuno.
Entrai di nuovo nella scuola trascinandomi la grande valigia,l'edificio sembrava grande come un castello. Accogliente e luminosa.
Camminavo per i corridoi,con la testa fra le mani mi chiedevo se ci fosse un uscita.
Avrei chiesto di sicuro allo zio di darmi la piantina della struttura se no mi sarei di sicuro persa.
Distraendomi dai miei stessi pensieri sbattei contro qualcosa,o meglio contro qualcuno.
-Ma guarda dove vai-rispose arrabbiato un ragazzo,riprendendosi dalla botta.
Alzai lo sguardi e con tutta me stessa avrei voluto non averlo mai incontrato.
Castiel. Si proprio lui:quel teppista dai capelli rossi che si diverte a far cadere le donne ai suoi piedi.
Ed ora era proprio davanti a me,che mi sgridava contro. Fu sorpreso però quando mi vide.
-Ma guarda un po',tu dei essere la nuova studentessa-fece un sorriso malizioso .”tipico di lui quando vede belle ragazze”
-Già-volsi lo sguardo da un altra parte per non guardarlo.
-Che ci fai qui tutta sola.Non dovresti passare per questo corridoio dopo le lezioni-mi rimproverò,come se rispettasse le regole.
-Cercavo solo i dormitori-mi difesi,non era colpa mia infondo.
-Ti ci porto io allora-si avvio dalla parte opposta da dove ero venuta.
Lo seguivo in silenzio,nessuno dei due accennava di aprir bocca,era fatto così.
Eravamo amici quando andavo alle superiori,scherzavamo per le stesse cose ed amavamo la stessa musica.Ma sapevo che le belle cose sono destinate a finire prima o poi.
Si!,era stato proprio per un incidente che mi ha rubato ogni mio amico ,ho dovuto cambiare tutto,dal carattere all'aspetto esteriore.Portavo persino un nome diverso,quello che dicessi al rosso e ai suo amici era solo un nome inventato.
-Però.Il preside non aveva detto che sarebbe arrivata una ragazza così carina-spezzo,quel momento di totale silenzio per po avvicinandosi di più a me.
-Non ti allargare,sono venuta solo per studiare musica-mi allontanai a mia volta,ribattendo che non mi interessava nessuno.
-Ci sarà da divertirsi.Mi chiamo Castiel-non riuscì a capire per cosa intendesse “divertirsi” ma non gli prestai ascolto.
Si fermò davanti a quello che sembrasse un dormitorio. Dove, dalle finestre si vedeva ancora la luce accesa.
-Luna piacere-sorrisi.
All'interno potei vedere alcuni ragazzi,e ragazze che chiacchieravano tra di loro.Alcuni mi guardarono come se avessero visto chissà quale bella ragazza (anche se io mi reputavo una ragazza normale)rimasero sorpresi quando videro il ragazzo che avevo accanto,forse scoraggiati o magari invidiosi,perché Castiel riusciva a far innamorare qualsiasi donna nelle suo vicinanze.Pensai subito ad Ambra,di come fosse divertente vederla urlare di gioia quando nei corridoi delle superiori solo per il rosso,che gli aveva solo detto un complimento.
-Siamo arrivati-lo fermai davanti ad una porta.
Indicava lo stesso numero che avevo sulla chiave,l'aprì.
-Beh,non merito un premio?-incrociò le braccia al petto,offeso.
-Quale premio?-entrai guardandolo sullo stipite.
-Che ne dici di un bacio?-il suo sguardo non prometteva bene.
Io tranquillamente gli chiusi la porta in faccia.
-Buonanotte Castiel-gli dissi dall'altra parte in modo che potesse sentirmi.
Per tutta risposta lanciò un insulto per il malo modo in cui mi ero comportata,ma non potei far altro che ridere.Non era cambiato di una virgola.
Rimasi meravigliata quando vidi l'arredamento che avevo davanti:le grandi pareti bianche erano state disegnate da vari fiori dal colore nero,le finestre abbastanza grandi da poter vedere il cortile avevano delle tende bianche.
Aveva uno stile abbastanza moderno,giocava sopratutto quest'ultimi colori,creando un contrasto tra di loro.
Infatti,quasi tutti i mobili avevano queste tonalità solo il pavimento era di un lucido beige.
Mi buttai sul letto. Era estremamente morbido,in confronto a quei letti ad una sola piazza che cigolavano sotto il tuo peso,invece quello in cui giacevo era quasi più grande di una piazza e mezzo.
Pensai all'incontro con il rosso,era stata una sorpresa per me rivederlo dopo ben tre anni.Sperai che non ci fosse anche “lui” rivederlo mi avrebbe fatto di nuovo ricordare e di sicuro non l'avrei voluto.
Ma non mi preoccupai,infondo, quante probabilità ci sono per incontrarlo nella stessa scuola,c'e n'erano molte università musicali sarebbe la cosa più assurda se me lo dovessi trovare davanti.
Mi addormentai ormai stanca,senza nemmeno accorgermene. Avrei pensato l'indomani alla valigia e chissà forse avrei di nuovo incontrato Castiel.
Di sicuro non mi avrebbe trattato molto bene dopo che lo avevo
“rifiutato”la sua proposta.
Credo che questo anno sarà il migliore che avessi mai avuto.
Angoletto
*si nasconde*si che bello e uscito un capitolo dopo natale.
Non o scuse lo so.Sono passati più di tre mesi ma un motivo per cui avete aspettato c'e.
La mia idea iniziale e andata in frantumi quando la mia fantasia non riusciva a trovarne un filo logico,così ho pensato e dico pensato (tre mesi gente) alla fine ho deciso di rimanere sul classico della "fantastica" scuola.
Ho dovuto modificare anche la trama della storia perché non spiegava na ceppa. :)
Per perdonarmi farò due o tre capitoli entro la settimana anche se dovrò stare seduta ore a correggere gli errori che di sicuro saranno anche su questo capitolo (pazienza,tanto sono io a farlo)
Gli scrivo più lunghi promesso,metterò colpi di scena e sorprese (si metti castiel nell'armadio e usalo come cuscino)Cosa sto dicendo? boh non lo so.
Mi sembra di aver detto tutto,con questo angolo durato tre ore,che nessuno fregherà "troppo" impegnati a leggere.
Fatemi sapere che ne pensate e naturalmente errori che ci sono.
Grazie a tutti dell'attenzione.
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Capitolo 4 *** Ditemi che e solo un sogno ***
~I pensieri in grigio sono i suoi ricordi.~
Non potevo ancora credere quando incontrai il rosso.Avevo deciso di chiudere quel capitolo della passato ma quando lo rividi dopo gli anni,stavano riemergendo, lasciandomi spazio tra i pensieri.
-Ehi principessa svegliati - Mi sussurrò all'orecchio.
-Lasciami dormire ancora un pò - ribattei infastidita.
Solo dopo spalancai gli occhi a quella voce rischiando quasi di cadere.
-T-tu! Che ci fai in camera mia?- lo rimproverai.
-Ti volevo dare il buongiorno - rispose tranquillamente.
-Lo vedo - sospirai - Ma potevi dirmelo più tardi-
-Non posso- Mi posò una mano sulla guancia - Sei così bella mentre dormi - ammise.
Mi spiazzarono quelle parole.Da quanto tempo era qui?
Mi scostai subito dal suo gesto guardandolo serio.
-Se sei ancora arrabbiato per ieri, mi dispiace-ricordai la sera prima.
-Ammetto che sono ancora arrabbiato ma ora che ti sei scusata ti perdono-
Tirai un sospiro di sollievo, vederlo incavolato diventava pericoloso.
-Beh ora alzati che sto morendo di fame- mi tirò dal letto.
Aprì uno delle mie valigie tirandone fuori una maglia e un leggins grigio scuro.
Lui invece era rimasto fermo, guardandomi.
-Aspetta fuori due minuti - cercai di spingerlo fiori dalla camera.
-Va bene ho capito-obbedì uscendo.
In cominciai a vestirmi.
Dovevo ancora abituarmi all'idea di essere qui,non ero più a casa.Adesso dormivo a due passi dalla scuola.
-Sentì, siccome non sai dove andare e la scuola è piuttosto grande posso farti da guida -mi disse dall'altro lato della porta.
Avevo bisogno di orientarmi per sapere dove dovessi andare e in quale classe mi avevano assegnata.
-Accetto solo perché sei l'unico che conosco in questa scuola con una mano mi sistemai i capelli bianchi.
E anche un mio vecchio amico
Dopo la colazione che fù imbarazzante per colpa degli sguardi d'invidia che mi lanciavano le ragazze per parlare con il rosso.
Iniziammo così la mia "esplorazione" con lui accanto. Spiegava ogni cosa con naturalezza lamentandosi però sui professori.
Mi fece sentire bene non trovandomi a disagio con lui. Passavamo spesso le giornate insieme nella vecchia scuola.-Quindi,ti piace la musica?-mi chiese, l'insegnamento di questo liceo era concentrato su questa materia.
-Sì.Non potrei farne a meno,e una parte importante di me - mi misi una mano al cuore, era tutto per me.
-Sai, in questi ultimi anni mi sono aggrappato alla mia chitarra come un disperato bisogno di sfogarmi, di poter gettare via tutto quel dolore che provavo - guardò il cielo da una grande finestra, tristemente. -Questo perché, da quando l'amica che sapeva vedermi diversamente dagli altri, sapeva ascoltarmi- gli face male, ricordandosi di ciò.
Senza aggiungere altro se ne andò lasciandomi sola, non provai a raggiungerlo sapevo già di voler stare solo.
-Cast...iel- era colpa mia se adesso non riusciva ad essere di nuovo sereno.
Se solo non vi avessi abbandonato
Tornarono in mente quei ricordi incancellabili.
-Ho sempre odiato le ragazze per come si comportassero - guardò davanti a sé fumando una sigaretta.-Pensavo che fossero interessate a me solo per essere un bel ragazzo, di fare il duro con loro - dalla bocca gli uscì il fumo.-Eppure, tu non mi consideri così. Ti attrae il modo in cui parli ora con te- si scompigliò leggermente i capelli.-Ma rimani in silenzio ad ascoltarmi, mi piace questo tuo lato - mi Sorrise.-Non voglio interromperti quando parli dei tuoi pensieri,o dubbi.Resterò accanto a te ascoltandoti tutte le volte che vorrai-ammisi.-Promettimelo-mi guardò serio.-Che ci sarai sempre quando avrò bisogno di essere almeno compreso-
-Te lo prometto-
Guardammo il tramonto senza dire una parola,seduti sul solito muretto contemplando il cielo.
Non ho mantenuto la promessa.
-Grazie -salutai il segretario uscendo dalla segreteria.
"Sezione L:Musicisti principianti" Anche se la parola principiante non mi ispirava insicurezza, avevo imparato a suonare il basso grazie al rosso (Cass che fa da professore, e chi se lo aspettava) incredibilmente attento ad ogni nota e corda che aveva quello strumento,imparando grazie a lui.
Uscì all'aperto camminando per quel grande parco verde.
Rimasi incantata dalla sua grandezza. Lo zio aveva lasciato un grande spazio aperto, non essendoci nemmeno case intorno.
Vivevo in una città con troppe edifici intorno a me facendomi sentire soffocata dalla mancanza di aria,invece ora potevo essere più libera di respirare.
Mentre camminai,attirò la mia attenzione un quaderno per terra, fermandomi, mi chinai per raccoglierlo notando, che assomigliava ad uno che avevo visto.
Allungai la mano per afferrarlo ma ne vidi un altra compiendo lo stesso gesto.
Alzai lo sguardo per vedere chi fosse la persona bloccandomi.
Vorrei che fosse un sogno.Vorrei potermi svegliare
-Ma dove ho la testa-si tocco il capo avendolo finalmente trovato (di sicuro non con te) -grazie - raccolse poi l'oggetto.
Rimasi immobile senza che dicessi niente, gli occhi rimasero fissi su di lui.
Non potevo credere che la persona che causò la mia intera scomparsa dalla vecchia scuola e da Cass adesso era davanti a me.
-Scusami devi essere la nuova arrivata - accorgendosi di me,mi porse la mano aiutandomi ad alzarmi.
Mi ripresi dallo shock.
-Sì - la mia voce fu così bassa che sperai che sentisse.
-Scusami non mi sono presentato. Mi chiamo Lysandre - fece un mezzo inchino.
Quel nome mi risuonò nelle orecchie come una melodia.
-Stai bene?-si preoccupò, non vedendomi parlare.
-Sì sì ora devo andare-risposi di fretta.
Senza che potesse replicare me ne andai il più velocemente possibile da lui.
Quando raggiunsi la porta della mia camera,per l'agitazione non riuscì ad inserire la chiave nella toppa.Presi un respiro profondo "Calma,non poteva essere lui, avrai immaginato" cercai di convincere me stessa,eppure era reale.
ra davvero quel ragazzo.
Riuscendo finalmente ad aprire la porta, mi rinchiusi all'interno, abbandonandomi su di essa, toccando il pavimento.
Perché l'ho incontrato, se solo non avessi visto quel quaderno forse non sarei rimasta ad incrociare quegli occhi.
Quegli occhi che mi sembrarono più spenti e vuoti.
.....
-Ho incontrato una ragazza questo pomeriggio -gli disse al suo migliore,fissando poi il piatto davanti a lui.
-Intendi quella nuova?-rispose l'altro, mangiando.
-Sì, ma andava di fretta - notò il suo strano comportamento.
-Te l'ho detto che devi cambiare aspetto-lo rimproverò l'altro
-Scordatelo,mi sembrava che anche lei non passa di certo inosservata-si ricordò del suo aspetto bizzarro.
-Sarà, ma domani ti vesti come dico io-puntualizzo.
-Va bene rosso - rise,vedendolo ringhiare a quel soprannome.
-Il preside ha confermato che farà la nostra sezione,avrò un passatempo durante le lezioni.-parlò poco dopo,sfregandosi le mani all'idea.
-Sei sempre il solito - sospirò
Eppure gli sembrò che quella ragazza assomigliare a lei.
..............................................
Buonasera come va?
Stanno venendo a galla alcuni ricordi e rivelazioni che di sicuro qualcuno non avrà compreso nel capitolo scorso.
In quanti di voi si saranno chiesti: Ma cosa e successo veramente? Perché da grandi amici che erano,ora sono solo sconosciuti?
Non dirò niente,scriverò ogni capitolo in modo che ad ogni passo si avvicini di più alla verità.
Ditemi se vi e piaciuto così potrò incominciare il prossimo e postarvelo.
Arrivederci. L.
Ehi *si guarda intorno* nel prossimo capitolo metterò la copertina della storia,così saprete com'è Luna ma sarete voi a deciderlo se recensite. |
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Capitolo 5 *** Primo giorno di scuola: I Parte ***
Una nuova giornata inizia,il sole solca il cielo limpido e
gli uccellini cinguettano come ogni mattina. Ad interrompere
però quella perfetta atmosfera e il suono fastidioso della
sveglia che irrompe nella stanza. Pigramente la mano si posa su di
essa,spegnendolo. Gli occhi si aprono lentamente e mettono a fuoco il
soffitto bianco sulla propria testa. Il corpo rigido cerca in qualche
modo di alzarsi ma senza successo,inerme dalle forze,rimane nella
stessa posizione senza muoversi.
A ricordarmi della sera precedente non
c'era niente da stupirsi. In un momento di profondo abbandono e di
tristezza,mi aveva privato delle forze che possedevo,lasciandomi solo
una testa più pesante e delle lacrime scomparse.
Non potevo
rimanere lì perché era il primo giorno di scuola
e sapevo perfettamente che non avrei ceduto alla tentazione di
fregarmene ma solo di aver una bella impressione sui
professori.
Nonostante i miei voti ottimi nelle materie e la buona
educazione da "ragazza modello" amavo possedere un carattere abbastanza
menefreghista,dall'essere cinica e senza troppi problemi se una persona
non mi andava tanto a genio. Tra un lato buono e altruista e quello
poco galante ma sfacciato,prelevavano su di me. Due aggettivi
così diversi ma che parevano abbinarsi perfettamente tra di
loro.
So che svegliarmi la mattina presto sarebbe stato uno sfizio.
Sarebbe stata più ad una rottura di scatole per quanto
alzarsi quando potevi benissimo poltrire nel tuo letto e rifugiarti nei
sogni.
Senza pormi troppi problemi e con il tempo che scorre
velocemente,decido di godermi i primi cinque minuti sotto il getto
d'acqua calda. Il contatto con essa trascina via i miei pensieri della
sera passata è alquanto brutti dal ricordare. Lascio che il
grande macigno venga liberato e il corpo ne rimane più
leggero. Il deprimermi non mi era mai piaciuto. Benché
sapessi della situazione creatosi e delle sue conseguenze,l'abbattermi
non era tra le mie opzioni. Mi ero rialzata così tante volte
dalle batoste incassate nel corso degli anni, da non scalfirmi
più di tanto,anche sapendo che quest'ultima aveva maggiore
intensità delle altre.
Passato lo step della
doccia,arrivò ad osservarmi allo specchio e quel che
riflette la mia immagine mi lascia piuttosto sorpresa ma abituata a
vederla: I capelli tinti di
bianco,colpiscono a primo impatto. Mi
chiedo ancora come abbia scelto quel assurdo colore ma pensandoci, la
mia era stato un gesto di cambiamento. Una dimostrazione di quello che
potevo essere realmente e non quello di una ragazza per bene e voluta
da tutti.
Gli occhi di un blu particolare:cambiavano di sfumature a
seconda della luminosità . Erano stati ereditati da un padre
il cui rimanevano di lui solo dei ricordi sfumati. Saper di possedere
una caratteristica famigliare,era un segno di profondo orgoglio e
rispetto. Gli avrei amati così come avevo amato l'uomo che
mi aveva cresciuta.
Il viso,dal colorito biancastro,accennava ad un
piccolo naso e delle labbra secche. La loro evidenza lasciavano
intravedere le leggere occhiaie,non badandoci più di tanto.
La pelle diafana ricordava tanto le giornate fredde di Londra,le
nevicate in cui duravano settimane e quell'ambiente così
incolore da farmi ricordare il tempo trascorso nell'infanzia, la mia
città natale vissuta da bambina.
Non presto a guardare i
vari tatuaggi che incorniciano il mio corpo. Quella era stata un altro
dei miei cambiamenti:descrivere le mie storie su immagini inchiostrate,
in modo da ricordarmi sempre di chi sia io.
Per quanto riguarda
l'abbigliamento non avrei dovuto scegliere un abbinamento adatto. La
scuola predisponeva delle divise come quelle di un college. L'idea
però di indossare una minigonna non era a mio favore e
naturalmente non l'avrei mai indossata,cambiandola semplicemente con un
paio di jeans neri. La mia femminilità era poco
scontata,trovandomi a mio agio con i vestiti più comodi e
sopratutto da non evidenziarmi come una "ragazza dalla giovani vesti" e
per di più, si noterebbero i continui tatuaggi presentati
sulle gambe. Indossato quello,passo ad una camicia bianca. Pur non
volendo usare la divisa femminile,dovetti per forza possedere qualcosa
con quei due colori. Ed infine ma non meno importate un gilet nero
sbottonato e senza maniche con lo stemma della scuola.
Una volta pronta
controllai l'ora ad accertarmi che non fossi in ritardo,sorprendendomi
della puntualità e della restante mezz'ora rimanente prima
dell'inizio delle lezioni. Tranquillamente afferrò lo zaino
con all'interno pochi materiali,alcuni libri da studio ed il mio
inseparabile quaderno. Poi uscì,chiudendomi la porta alle
spalle.
Il corridoio era invaso dalle moltitudini di voci presenti.
Ragazzi e ragazze di ogni età e distinzione. L'unico
elemento a renderli comuni era la divisa. Erano tutti alle prese con
l'affrettarsi prima del suono della campanella. Altri
invece,chiacchieravano tranquillamente tra loro. Al mio passaggio
però,non poterono mancare gli sguardi sfuggenti della mia
figura. Non tanto le ragazze nel tentativo di truccarsi ma
più i ragazzi che mandavano qualche commento e fischio
appena udito. Non mi fece intimidire ma ad accennare un lieve sorriso
per la loro ignoranza.
Mi ero adattata a quell'ambiente e alla
grandezza di quell'edificio. Grazie a Castiel,avevo memorizzato gran
parte del posto,ricordandomi dei posti più importanti e la
classe in cui sarei dovuta stare fino all'ultimo giorno di scuola. Tra
la marmaglia di studenti e dei professori affaccendati con le loro
tracolle,mi sentivo differente dagli altri. Non tanto per la soggezione
in cui mi mettevano gli sguardi di tutti ma per le mie
caratteristiche:l'abbigliamento,i miei capelli e il fatto di
essere una nuova studente di discussione per quanto la "famosa nipote
del preside." Essere al centro dell'attenzione non era tra le mie
qualità preferite ma la cosa sarebbe poi passata dopo un
paio di settimane.
Esistevano anche degli armadietti nell'istituto,un
modo più comodo per portarsi dietro i libri senza fare un
andata e ritorno dai dormitori. Passai per di lì. Gli
innumerevoli armadietti in ferro battuto,occupavano gran parte dei muri
laterali del corridoio principale. In poco tempo trovai il mio ed
inserì la password non che "235". Inserì al suo
interno i libri portatomi dietro e richiusi l'anta,rimettendo il
lucchetto al suo posto.
"Guardate un po' che bella ragazza."
Fischiettò uno alle mie spalle,discutendo con i suoi amici.
Udì le loro parole e lentamente mi voltai per guardarli
meglio. A vederli non erano niente di speciale:solita aria da
scorbutici, muscoli in tutta la loro evidenza, capigliature impastati
di gel e sopratutto,una faccia da prendere a schiaffi.
"Hai proprio ragione è davvero carina."
Cinguettò un omaccione alla sua destra. Quel trio mi
ricordò quello di Ambra. Per quanto fosse bello a livello
estetico, rimaneva stupido.
"Che ne dici se viene a fare un giro con noi? Sono sicuro
che ti divertirai." Rispose il biondo,non che il capo del gruppetto di
galli. Prima ancora che potesse afferrami la mano per trascinarmi
chissà dove,un braccio mi circonda le spalle.
"Taylor meglio se metti giù le tue luride zampe."
Riconoscevo perfettamente quella voce e ne fui grata che Castiel fosse
uscito nel momento più opportuno.
"Cass,non mi avevi detto che era una tua preda. Hai sempre
un buon gusto con le ragazze vecchio mio." Il rosso era riconosciuto
per la sua fama di conquistatore e da ammaliatore delle donne. Non mi
stupiva di certo della sua indole e del suo discreto successo.
"E tu sai benissimo di non doverle toccarle. Andiamo." Per
quanto il suo modo di spiegare fosse come una sua
proprietà,non lo trovai un problema. In quel momento era
solo una scusa per levarselo dai piedi. Finita la discussione,mi
trascina il più lontano possibile da quel gruppo.
"Devono stare sempre in mezzo hai piedi questi idioti. Sta
attenta la prossima volta" borbotta tra se,avvertendomi a riguardo.
"Dubito mi avrebbero fatto qualcosa,come minimo un occhio
nero se lo sarebbe guadagnato-Sbeffeggio io tranquillamente mentre
questo mi guarda con un sorrisetto divertito.
"Temeraria la ragazza ma ricorda che loro sono in tre e tu
in uno"
Mi fece notare ed io prontamente gli risposi alla sua
osservazione. "Potrei sempre chiamare la mia fidata guardia del corpo.
Vedo che qui ti rispettano in molti." Ritrovarmi in simpatia con lui
doveva ritenersi un vantaggio.
"Aveva provato a ritenersi superiore a me e alla fine ha
passato una giornata all'ospedale." Racconta fiero
dell'accaduto.
"Felice di essere tra le tue grazie." Alzo le mani
all'insù come un segno di sicurezza.
"Io penserei piuttosto a come non farsi odiare dalle
ragazze." se la ride lui guardando loro intente ad incenerirmi con gli
occhi.
"Vorrà dire che passeranno una giornata
d'ospedale se provano a fare le sgualdrine." Rispondo con
naturalezza,senza timore per qualche ochetta del cavolo.
"Anche se sei la nipote del preside sei uno sballo." Sorride
l'altro.
Castiel era l'unico che conoscevo in quella scuola. Un ragazzo
dall'aria da duro ma dal cuore buono. Trattava il suo carattere
prepotente come una sorte di riconoscimento,un avvertimento di chi si
ritrovavano difronte,un lupo in mezzo alle pecore. Il mio modo
tranquillo nel discutere con lui,era dovuto al fatto della precedente
esperienza. Conoscevo il suo carattere e i suoi gusti,sapevo quanto
odiasse gli aggettivi infantili ma più di ogni altra cosa,la
sua preziosa chitarra. Guai a chi tentasse di metterci le mani
sopra,non ne sarebbe uscito tanto illeso. Oltre questo,dietro quella
maschera da duro,si nascondeva un corpo fragile dilaniato da ferite.
Una persona generosa quanto buona. Un ottimo amico in poche parole.
***
"Scusa"
Percorrevamo i lunghi corridoi appena lucidati.
Sotto lo sguardo di alcuni presenti mentre eravamo intenti a discutere
fra di noi.
"Scusa per ieri,non volevo andarmene." Il suo tono pentito
mi ricordarono della sua fuga lo scorso giorno. Scuotei la
testa.
"Non fa niente,grazie per avermi mostrato la scuola." Una
leggera pacca sulla spalle ed un sorriso lo fecero tornare di
buonumore.
Quella conversazione viene interrotta dal suono della
campanella. Ci affrettammo a raggiungere la nostra
classe,sorprendendomi del fatto che il mio vecchio amico avesse la mia
stessa classe. Per quanto sollevata della cosa mi balenava un dubbio
alquanto brutto,un pensiero da augurarmi non tanta gioia.
La classe era
come tutte le altre. Bianca e spoglia ad eccezione dai banchi e dagli
altri elementi scolastici. Molti ragazzi ne erano presenti e ne
sarebbero stati i futuri compagni. Il brusio regnante viene placato
dalla mia entrata. Molti occhi sono puntati su di me,stringo di
più lo zaino nel placare quel moto di timore è
nel tentativo di restare calma.
"Lu vieni qui." Mi urla Cass infondo
all'aula,negli ultimi banchi proprio come si doveva aspettare da lui.
Visto il suo richiamo,oltrepasso tranquillamente le altre
persone,sedendomi al banco difronte al suo e poggiando lo zaino su di
esse.
"Agitata eh?" Nota il mio leggero lato di tensione.
"Niente affatto,anche se preferirei meno sguardi." Nego le
sue parole con nonchalance. Non badavo a quanti fossero ma per il mio
modo di studiarmi.
"Il tuo arrivo ha provocato tanto scalpore e il fatto di
presentarti così ti rende più esposta."
commenta,spiegandomi la situazione. Cose che sapevo di
già è che avrei dovuto abituarmici.
Ognuno prende
il proprio posto. Mi ritrovo ad essere accanto ad un ampia finestra dal
quale posso vedere il parco sottostante. Alla mia destra si siede una
ragazza,non la degnai di uno sguardo,guardando piuttosto il cielo
azzurro.
A così iniziò la lezione,il professore
non aveva niente di particolare:uomo di 45 anni,sposato e dai capelli
grigi e scompigliati. Un classico di ogni scuola.
Aperto il registro
della classe,comincia a richiamare per cognome i vari studenti. So che
dirà anche il mio è come di consueta abitudine mi
chiederà di presentarmi. Ammetto di sentirmi sotto pressione
anche se nella classe non ci sono molti compagni, quindici dovrebbero
essere,un numero abbastanza ridotto.
Castiel non è di certo
d'aiuto visto che se la ride dietro di me e dopo un colpetto sulla
spalla e un "buona fortuna" prendo un respiro profondo,avrei dovuto
mettere in pratica ciò che avevo cambiato di me,un lato
molto maturo e menefreghista,differente dalle galline circostanti
è più sociale con i ragazzi.
"Luna White" Ed
eccolo il suo richiamo alla mia identità,mi alzo dalla mia
posizione,decisa e composta proseguo verso la cattedra in legno su cui
ridere il professore poi mi rivolto agli altri,i mille occhi puntati su
di me ma di cui mi è indifferente,in quel momento ci sarei
stata solo io e la mia voce a fare l'eco.
"Mi chiamo Luna,sono la
nipote del preside e pregherei a tutti di non far commenti su
quest'ultimo.
Sono una qualunque studente senza niente di speciale.
Grazie."
Detto questo me ne ritorno tranquillamente al mio posto
è ciò che dissi era stato capito perfettamente
per il silenzio causato dalle mie parole.
"Spero che tu possa trovarti
a tuo agio. Adesso aprire tutti il libro a pagine tre."
Dopo le due ore
di matematica ed a un mio amico lamentoso per tutto il tempo suona la
tanto agognata campanella per la ricreazione. Velocemente la classe si
svuota e anch'io seguo la mandria all'uscita.
"Discorso fantastico
signorina White. Sei l'ultima speranza della classe."
Un finto battito
di mani in modo scherzoso da parte di Cass che riesce a farci qualche
battuta.
"Grazie grazie,modestamente ero tentata di mandare tutti a
quel paese ma mi sono trattenuta per la mia gentilezza." Ribatto con un
tono fiero.
"Secondo me li avresti traumatizzati,sei la nipote del
preside devi essere tutta perfetta e studiosa."
"Mi sorprendo da te,tu
che sembri quello alla prima fuga dalle lezioni per andare a fumare. Il
mio fascino ti fa questo effetto?" Me la rido io.
"Diciamo che la mia
indole da conquistatore di donne sa riconoscere le qualità
di una ragazza e quali qualità..." Mi guardò per
un breve istante per poi ispezionarmi come se fossi una preda tra le
sue mani
"Più che conquistatore sembri invece il badboy
dei poveri." Me la risi io facendogli una linguaccia,il suo tentativo
di rimorchiarmi era fallito miserabilmente.
"Ma sentila,mi stai prendendo per il culo?" Chiese lui
ironicamente offeso.
"No,scherzi?" Continuai a sorridere ingenuamente,avanzando
di pochi passi rispetto a lui. "Sto solo dicendo che sotto sotto tu sia
scarso con le donne." Lo provocai. Sapevo che trattare su qualcosa in
cui riusciva bene in modo provocatorio risultava alquanto un rischio.
"Ah si? E tu che ne sai? Da quanto ne so,nessuna donna si e
lamentata delle mie attenzioni" Mi fece notare lui,etichettandosi come
un oggetto di desiderio per le ragazze.
"Proprio nessuna non direi caro." Lo guardai dall'altro in
basso. "A quanto parte non sei abbastanza attraente per la
sottoscritta." Lo canzonai altrettanto e sapevo che mettere altro fuoco
su di lui era un rischio alto. Continuai quindi ad avanzare di qualche
passo,sorpassandolo di poco.
"Se ti prendo ti faccio vedere io se non sono attraente."
Allungò le mani per potermi afferrare cercandomi di prendere
ma non ci riuscì.
Io che ero poco distante da lui avevo previsto la sua mossa
di volermi prendere così incominciai a correre mentre avevo
lui alle calcagna che velocemente mi seguiva. Nei vari corridoi che
attraversavamo,le moltitudini di persone si giravano nella nostra
direzione a guardare quei due scalmanati ventenni che se la correvano
per la scuola.
Non sapevo dove stavo andando ma questo non mi importava,ne
del fatto che avessimo molti occhi puntati su di noi,ne mi importava se
qualche professore ci avesse rimproverato anche se dubitavo di
quest'ultimo visto che rientravamo nell'orario della ricreazione. Ed in
quel breve momento,in quella situazione così divertente mi
fece tornare ai tempi di una bambina spensierata. Risentire quel
sorriso che dal volto non voleva andarsene e al ricordati che i tuoi
modi da piccola peste non erano cambiati affatto.
***
Dopo aver impiegato tutto il tempo a correre, quando
tornammo in classe con la ricreazione terminata da qualche minuti, i
residui del fiatone si facevano sentire. Prima di aprire la porta
cercai di rimettere a posto i ciuffi albino fuori posti e di
aggiustarmi il colletto della camicia.
Anche il rosso fece lo stesso lamentandosi per essere stato
sconfitto nella corse e non essere stato in grado di acciuffarmi.
"Vieni qui." Gli dissi per poi alzarmi di poco e sistemarli
un capello fuori posto.
Bofonchiò un grazie per poi sospirare e guardare
la porta di classe.
Per nostra fortuna non trovammo il professore
così ci sedemmo ognuno ai propri posti, ascoltando i
gruppetti che si erano formati all'interno della classe.
"Oddio davvero? Adesso abbiamo lui? Sono abbastanza bella?"
Tra questi cinguetto una ragazza, sistemandosi i boccoli biondi mentre
un'altra si sistemò il rossetto sulle labbra.
"Spero che guardi dalla mia parte e così bello."
Fantasticò ancora la bionda.
"Sei la più bella della classe.
Guarderà solo te." La complimento l'amica.
Curiosa di scoprire chi fosse questo misterioso professore
mi allungai in avanti per sussurrare a Castiel.
"Ma di chi stanno parlando?" Gli indicai le oche con un
cenno.
"Adesso vedrai." Se la rise lui ma prima che potessi
aggiungere qualcos'altro la porta si aprii.
Se avessi saputo chi fosse stato, sicuramente sarei uscita
da quella stanza ancora prima che mettesse piede. Quando rividi
l'ultima persona che i miei occhi non volevano incrociare, era ormai
troppo tardi per darsi alla fuga.
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