ℐahreszeiten.

di myosotiis
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** ℎerbst. ***
Capitolo 2: *** ѡinter. ***
Capitolo 3: *** ƒrühling. ***
Capitolo 4: *** ʂommer. ***



Capitolo 1
*** ℎerbst. ***


erbst.


 
L'insistente infrangersi delle goccie di pioggia contro la barriera di vetro, divisione corporea fra il dormitorio ed il campo d'allenamento.
Bellezza asiatica, delicata, un fiore di ciliegio impreziosito con morbidi petali rosei, dal carattere gelido, di pietra; gli occhi di falco si posarono delicatamente sulla visuale notturna della finestra, concedendo attenzione alle lacrime delle nuvole.
Il cadetto Mikasa Ackerman s'accingeva a consumare il meritato riposo notturno.
Una ciocca di capelli mori malcelava un'iride scura, socchiusa.
L'attento sguardo notò una figura alta, umana, che, appena giunta, giaceva immobile sotto il flusso della pioggia.
Lo sguardo dorato del cadetto Jean Kirschtein incontrò l'oscuro della donna.
L'uomo, ormai sciupato dall'esperienze della sua ignobile vita, nutriva futili speranze.
La donna, un fiore ormai secco, l'osservava, inerte, vuota.
Le labbra coralline, femminee, sibilarono parole con l'ultimo filo di voce rimanente dalla giornata d'allenamento trascorsa.
Il vetro rese segreto il suo sussurrare, la figura maschile non osò smuovere un singolo muscolo, mentre la femminile s'allontanava verso il suo letto.
Attimi di silenzio e pioggia, immersi nella sua disperazione ed avvilimento di non esser amato, come lui amava quella donna tanto bella quanto inaccessibile per lui.
Qualcosa di umido pungolò un suo occhio, scivolò sulla sua guancia, cadde inesorabilmente.
Una foglia rossiccia, ormai fradicia, cadde profondamente sul terriccio umido.

« Gute-nacht, Kirschtein. »











- note dell'autrice.
La JeanMika è una delle mie coppie het preferite. Per questo, mi son detta: perché non creare una raccolta su EFP sulle mie quattro coppie het favorite, paragonandole alle stagioni? Certo, forse non sarà una novità - sinceramente non ho controllato se una storia simile vi era già -, e spero di non aver scritto orrori come al mio solito.
Se vi è piaciuta e se vi va, lasciate pure una recensione. Aggiornerò al più presto possibile con la BertAnnie!


T e a r d r o p.

 

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Capitolo 2
*** ѡinter. ***


ѡinter.



Come mille leggiadre ballerine, i fiocchi di neve continuavano a volteggiare nell'aurea che sovrastava i capi dei cadetti sfiniti, in seguito all'allenamento quotidiano.
Non fioccava spesso, solo talvolta; le rare volte in cui la neve atterrava sul terreno, non riusciva a far altro che posarsi per scomparire qualche attimo dopo, inevitabilmente, accompagnata da un silenzio flemmatico, che l'avvolgeva persino nel momento della caduta.
Il ghiaccio, la neve, quello stesso silenzio, gli ricordava il cadetto Annie Leonhardt.
Ella, in un usuale silenzio, s'accingeva a rientrare nel dormitorio insieme agli altri, inserita in una folla che non le apparteneva; lupo solitario che si fingeva compagno di un branco, diretto ormai stanco verso la sua tana.
E lui, Bertholdt Fubar, non poteva far altro che scrutarla, osservarla, studiarla nel suo piccolo angolo di solitudine e nel suo piccolo mondo in cui nessuno poteva arrivare, distaccato dal branco.
Si chiedeva come avrebbe reagito se le avesse rivolto la parola.
Avrebbe voluto evitare di sbattere le palpebre, per poter osservare la bellezza nordica della ragazza forse per altri attimi.
I fili biondi raccolti in uno chignon che da lì a qualche minuto si sarebbe sciolto, gli zaffiri incastonati nelle sue iridi dedicati soltanto all'orizzonte, spenti.
Avrebbe voluto abbracciarla - minuta com'era poteva aver freddo.
Avrebbe voluto parlarle, capirla, cadere nei suoi pensieri quotidiani.
Avrebbe voluto dirle che adorava quella neve cristallina che instintivamente gli rimembrava la donna.
Avrebbe voluto dirle che l'amava.
Chinò il capo, continuando a camminare distaccato dai suoi compagni, un sibillo impercettibile si liberò dalle sue labbra, screpolate per via del freddo.


"Un tipo come me non potrà mai rivolgerle la parola." 












- note dell'autrice.
Nonostante la mia promessa di aggiornare presto, l'ispirazione non è venuta a trovarmi così in fretta come credevo, per questo ho aggiornato irrimediabilmente tardi-- spero che almeno apprezziate il capitolo da me pubblicato. Come sempre, se avete apprezzato e volete rendermi felici, siete liberissimi di recensire! Aggiornerò ancora con l'Auruo/Petra, abbiate ancora pazienza, e vi ringrazio in anticipo per la lettura!


T e a r d r o p.

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Capitolo 3
*** ƒrühling. ***


ƒrühling.


 
Una lieve e soave melodia penetrava delicatamente nelle sue orecchie: l’armoniosa voce della donna proveniva dal giardino.
La minuta donna raccoglieva i suoi morbidi e brevi capelli rossicci in una coda per comodità, in seguito s’accovacciò alla ricerca dei primi germogli di primavera. Le sue rose erano sbocciate e, Petra Ral, ammirava i nuovi boccioli, con la soddisfazione di una madre premurosa.
I suoi lineamenti morbidi gli ricordavano una di quelle rose che s’accingevano a sbocciare in tutta la loro eleganza e delicatezza.
Petra era una rosa primaverile, delicata e fragile, ma bella ed elegante.
Le circostanze erano state così dure con l’ombra che l’ammirava da lontano, senza il coraggio di farsi avanti per lei. Auruo Bossard non riusciva ad essere sé stesso con lei, non riusciva a farsi amare dalla donna che tanto bramava.

“Questa volta non lo imiterò”.

Quando sospirò per imprimersi il dovere di comportarsi come il vero Auruo farebbe con Petra, riuscì ad udire ed intravedere, dal sottile vetro della finestra del castello, una voce maschile fin troppo familiare conversare con lei. Il Caporale.
Petra amava Levi.
E questa era la triste realtà che Auruo non avrebbe mai voluto affrontare.
Forse la donna riusciva a vedere in lui virtù che altri non immaginavano; forse dietro quello sguardo truce v’era un cuore che Petra aveva inquadrato.
Nella loro conversazione Petra fu scossa da un vivace rossore sulle sue morbide gote; quel rossore faceva male. Quei sorrisi così spontanei erano coltellate. Quegli occhi sì brillanti nell’ammirare un qualcun altro al di fuori di Auruo originavano lividi nel cuore di quest’ultimo.
Quelle imitazioni non bastavano a parer il suo amato.
L’uomo rimase in silenzio, troppo orgoglioso per far scivolare via quelle lacrime in quel luogo scoperto.












 
- note dell'autrice.
Di nuovo in ritardo, com'è giusto che sia, haha. /sarcasmo
Ho scritto questo capitolo di getto, senza pensarci troppo su, infatti non so proprio commentare ciò che ho appena prodotto. Comunque sia, mi auguro ancora che ogni mio capitolo sia di vostro gradimento, e ripropongo l'invito a lasciarmi una recensione (positiva che negativa), perché come ben sapete, mi farebbero piacere. Grazie per la lettura, a presto!

T e a r d r o p.

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Capitolo 4
*** ʂommer. ***


ʂommer.



L’ombra di una chioma verdeggiante nascondeva il suo capo rasato dal cielo azzurro.
Il dì era appena iniziato, ma alcune nuvole nascondevano una porzione di sole, lasciando rilassare il ragazzo che chiuse gli occhi inevitabilmente, cercando di assaporare quel momento di pausa dall’arduo allenamento quotidiano.
Il caldo tipico estivo che avanzava, brutale.
Il cadetto Connie Springer era solo, contro il tronco di un albero, lasciandosi sfuggire un lieve sospiro udendo i fiatare pesanti di alcuni soldati come lui.
Quando udì una voce femminile accanto a lui, istintivamente si scostò più alla sua sinistra, facendo spazio alla figura ben da lui conosciuta: Sasha Braus.
Schiuse una delle palpebre, osservando l’altra sedersi accanto a lui, sgranocchiando qualcosa, a cui Connie non badò molto: ciò che gli interessava era semplicemente lei, il suo viso, i suoi occhi, il suo sorriso.
Avrebbe voluto averla sempre al suo fianco e vivere felice, stanco di lasciarsi tradire dai suoi compagni. Non voleva abbandonare anche lei: come sarebbe sopravvissuto?
Il ragazzo non perse l’occasione per far ridere la ragazza di fianco con una delle sue idiozie.
Amava la sua risata, il suo modo di fare, il suo nascondere la nostalgia, la debolezza e la disperazione dietro un’apparente spensieratezza e solarità — l’amava.
La sua musa, la sua speranza, la sua felicità, il suo Sole.

“Non voglio perderti, non voglio perdere la fiducia in te, non voglio abbandonarti.
Ma tu, ti prego, non abbandonarmi.”

Non ebbe mai il coraggio di dirle quelle parole: la paura di svegliarsi senza di lei accanto era troppa.
Ma il sole brillava in un sorriso, splendente, illuminando le sue iridi dorate e le sue labbra sottili.
Ed il sole rischiarì il cielo, liberandosi dalle nuvole, illuminando l’ambiente, i cadetti, Connie, Sasha, la loro vita.












 
- note dell'autrice.
E siamo giunti all'ultimo capitolo della mia raccolta q__q !
Spero vivamente sia piaciuta a tutti, questo piccolo progetto che avevo in mente è stato concluso ed io... sono stranamente /quasi/ soddisfatta del mio lavoro. Suppongo di aver fatto del mio meglio per interpretare alla perfezione tutti i personaggi su cui mi sono concentrata — e spero di avere idee per scrivere qualche strana raccolta dedicata anche allo yuri od allo yaoi di Shingeki no Kyojin. Ringrazio tutte le visite ricevute in questo lungo periodo (davvero, non so come ringraziarvi) e tutti coloro che hanno letto e che mi hanno seguito. Anche a coloro che hanno recensito e— anche a quelli che lo faranno, ovviamente.
Spero che anche quest'ultimo capitolo sia stato di vostro gradimento, e buon proseguimento di giornata a tutti!

T e a r d r o p.

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