Feeling myself

di Berny991
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


POV JOHANNA

Quella mattina mi svegliai di soprassalto per colpa di quella maledetta sveglia che non smetteva di fare quello stupido e ripetitivo rumore. Io e la mia compagna di stanza e il resto dei nostri compagni di classe quella mattina avremo iniziato il progetto di sociologia col professor Douglas. Dovevamo prestare aiuto a dei ragazzi e ragazze di un centro riabilitazione per autolesionisti. Ad ognuno di noi sarebbe stato assegneto un ragazzo o una ragazza a cui saremo stati affiancati per circa due mesi. Lei si era svegliata subito mentre io avevo ancora sonno , la sera prima eravamo state a una festa alla confraternita di mio fratello liam, che era finita piuttosto tardi. "JOHANNA JOHANNA! giuro che se non ti alzi ti butto un secchio d'acqua in testa!" mi urlò contro la mia cara amica juliet "mhhh" mugolai mettendomi il cuscino sopra la testa. Non che non avessi voglia di iniziare il progetto, ma ero davvero stanca. "Lo hai voluto tu" disse e poi non sentì più nulla. Alzai leggermente la testa per capire cosa volesse fare quando iniziò a prendermi a cuscinate senza pietà "Ti odio hahahahah" risi e poi presi il mio cuscino per iniziare a colpire anche io e iniziò una lotta coi cuscini "prendi questa!" esclamò lei colpendomi e risposi con un colpo più forte sulla schiena lei cercava di scappare inciampando poi sulle sue scarpe di ginnastica liasciate ai piedi del letto "hahahah non ce l'ha faccio!" mi piegai in due dalle risate per la scena davanti a me e dopo un po' rise anche lei. Le diedi una mano ad alzarsi "Dai adesso prepramiamoci che sennò facciamo tardi!" disse lei appena la tirai su. Annuì e presi degli abiti che avevo lasciato fuori la valigia che avevo ben preparato il giorno prima. Avremo abitato in un loft abbastanza grande per due mesi, poco lontano dal centro dove avremo dato una mano. Volevo davvero fare del mio meglio per aiutare quei poveri ragazzi a uscire da quel tunnel orribile che è autolesionismo. Io ci ero già passata e non era stato affatto facile uscirne, ho avuto bisogno di tutto l'aiuto possibile da parte dei miei amici e dalla mia famiglia. Conosco Juliet sin dall'elementari e sia io che lei eravamo vittime di bullismo, ma abbiamo affrontato la situazione in maniera diversa lei con la bulimia e io con l'autolesionismo, entrambe ne siamo uscite e ora stiamo benissimo, aiutare gli altri per noi è qualcosa di fantastico. "vado a fare la doccia" annunciai lasciando la stanza. Nella nostra università c'erano le doccie comuni ed era piuttosto imbarazzante che avremmo potuto trovarci un ragazzo, così noi ci alzavamo presto per essere sicure di non trovare nessuno. Camminai lentamente verso le doccie coi vestiti e la mia asciugamano in mano, guardandomi intorno prima di entrare nella stanza con i box doccia. entrai dentro uno di questi, chiudendo per bene la tendina blu scuro e iniziai a spogliarmi appongiando i miei indumenti in un appendino nell'interno della doccia per poi aprire il rubinetto e farmi una doccia calda e rilassante. Dopo ritornai nella mia stanza mi vestì e appena finito Juliet mi trascino fuori dalla stanza chiudendola a chiave, posiamo le nostre valigie nella macchina e partiamo diretti al centro riabilitazione "Dai johanna accellera siamo in ritardo!" mi incita la mia amica "se accellero ancora di più invece di dirigerci al centro ci dirigiamo al cimitero!" gli rispondo io dandogli un occhiata e lei sbuffa. Appena parcheggiamo scende in fretta e furia prendendo le valige correndo verso l'entrata "Ehy aspettami!!" le urlo io ma troppo tardi lei è gia entrata, prendo le mie vagile e corro in fretta e furia ma la vagilia che tenevo in mano cade e io ci inciampo di sopra ma invece di cadere a facciaa a terra cado in una morbida cosa alzo la testa e mi accorgo di essere sopra un ragazzo con i capelli ricci scompigliati "Oddio scusa scusa scusa!" dico io afferrandogli la mano aiutandelo a rialzarsi "no tranquilla sto bene tu ti sei fatta male?" e in quell'istante mi accorgo che a posto degli occhi ha due smeraldi verdi e mi ci immergo non distorgliendo lo sguardo rimanendo incantata per non so quanto tempo "emh...stai bene?"mi chiede lui con aria confusa "Oh si scusa sto bene grazie" rispondo abbassando lo sguardo diventando rossa come un peperone, lui accenna un sorriso e mi domanda : "Sei qui come nuova paziente o per qualche lavoro... o progetto, non so..." scossi la testa e risposi: "Ehm...per il progetto" ero ancora incantata dai suoi occhi così profondi "Tu che ci fai qua?" Nella mia mente speravo partecipasse anche a lui al progetto così che lo avrei potuto rivedere "Io... Ecco, vivo qui. Quindi tu sei una degli studenti che parteciperà al progetto e lavorerà con uno di noi!" Già e spero di lavorare con te, avrei voluto dire ma non lo faccio per non sembrare stupida. " Già" dissi timidamente " Quindi ci vedremo sicuramente ancora” sorrise mostrando delle fossette adorabili e io rimango ancora più incantata a guardare quel viso così angelico e genuino. Potrei giurare che stava per dire qualcosa ma ecco che il nostro momento viene interrotto da Juliet “JOHANNA! Muovi quel culo e vieni qua che stanno formando le coppieee!!” Proprio ora dovevi venire, vero Juliet? Te la farò pagare cara! “Si arrivooo!”urlo per farmi sentire da lei che si trova poco lontano da me. “Scusa devo andare...Ci vediamo” gli dico delusa di non poter continuare a conversare con lui. “Ciao” mi salutò e mentre stavo correndo verso la mia classe lo sentì urlare: “Mi chiamo Harry!” Mi voltai appena per fargli capire che avevo sentito e corsi via. “Chi era quel tizio con cui eri?” domandò Juliet “So solo che si chiama Harry e vive qui” risposi

POV JULIET

Ero ansiosa di sapere chi sarebbe stata la persona a cui sarei stata affiancata per il progetto. Il professor Douglas stava già assegnando le coppie, arrivati al turno di Johanna il professore esclama: Payne Johanna Kate starà in coppia con... Styles Harry Edward!” Mi girò verso di lei e noto che ha un sorriso da ebete stampato in faccia. “Aaah qualcosa mi dice che è il ragazzo con cui stava flirtando prima!” scherzo e lei esclama sorridente “Sta zitta!” dandomi una gomitata e io barcollo leggermente, ms vado a sbattere contro un ragazzo che aveva un bicchiere di caffè versandomelo addosso “Ahiiii!” urlo per la bruciatura “Scusami non l’ho fatto apposta!” mi giro a guardarlo un ragazzo bellissimo capelli biondi con il ciuffo che gli ricadeva nella fronte, occhi color caramello mi incanto per due secondi a guardarlo fin quando interrompo il contatto visivo per squadrare la mia cara amichetta che sta ridendo come una matta di me “chiudi il becco!” le ordino ma lei ride ancora di più, mi giro rivolgendomi al ragazzo con cui mi sono scontrata “non scusarti è colpa di questa ragazza che non smette di ridere perchè mi ha spinto!” lui ride guardandoci e il professore annuncia “Juliet Winter sarà in coppia con..... Ross Lynch” muovo la testa a destra e a sinistra cercando di capire chi fosse il mio compagno “uh chi è? Chi è?” “Oddio sei tu?” chiede il rovesciatore di caffè “Sei tu Ross?”  domando “Si so...” dall’eccitazione con un gesto veloce della mano faccio volare il caffè dal bicchiere del ragazzo molto sexy e glielo butto addosso facendolo sussultare per il calore della bevanda nerastra sulla sua maglietta nera “Oddio scusa ma adesso siamo pari” rido facendo ridere anche lui. Ora che sapevamo quali sarebbero stati i nostri compagni il nostro progetto poteva avere inizio

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


POV DI JULIET

Ora che sappiamo chi sono i nostri compagni, il progetto può avere inizio. Il professore ci dice che dobbiamo cominciare da quel momento, così ognuno di noi deve disfare le valigie nella stanza dove dormiremo. Io dormivo nella stessa stanza di Ross e Johanna dormiva in quella di Harry, tutti e due nella stessa stanza? Qui scoppierà qualcosa. “ti faccio vedere dove dormirai?” mi chiede il biondo, io annuisco mi sento un po’ in imbarazzo avremmo condiviso la stanza e sinceramente la cosa mi entusiasmava ma non mi sento a mio agio. Lo seguo lungo un corridoio il muro era bianco latte, i pavimenti hanno delle mattonelle sempre bianche lucide e un po’ scivolose “ Ecco siamo arrivati” dice aprendo la porta in legno laccato. Mi muovo lentamente verso l’interno della stanza, è abbastanza spaziosa e pulita, le pareti sono un azzurrino che va sul bianco il pavimento mattonelle banche, una porta nella parete mi fa intuire che li c’è il bagno,  ci sono due armadi abbastanza grandi due letti e al centro un comodino con una lampada, i copriletti sono accoppiati con il colore del muro,una scrivania vicino la finestra è abbastanza carina “qual’è il mio letto?” gli domando “oh emh il tuo è quello a sinistra ma se non ti va bene possiamo cambiare!” dice imbarazzato grattandosi la nuca, cerco di non ridergli in faccia per come risulta impacciato, mi limito a fargli un sorriso per rassicurarlo “questo letto va più che bene!” sorride pure lui sollevato e io comincio a sistemare le mie valigie, lui si siede nel suo letto e si limita a guardarmi mentre sistemo i vestiti nell’armadio “quindi ti chiami juliet..” cerca di aprire un discorso “si” confermo “juliet,come romero e juliet” io ridacchio e confermo di nuovo “si esatto tu invece ross, R come romeo” lui sorride “si, potremmo fare una bella coppia..cioè non in quel senso –si corregge- cioè come amici, come chip e chop o topolino e paperino o shrek e ciuchino! Non so cosa sto dicendo....” e si azzittice io scoppio a ridere e scuoto la testa “si ho capito cosa intendevi”, non dice più una parola per l’imbarazzo e allora rompo io il silenzio “qual’è la tua storia?” lui mi guarda confuso

“la mia storia?” “si la tua storia” chiedo sorridente, lui abbassa la testa e comincia a parlare “sono autolesionista da quando...” “oh no no la tua vera storia!” lo interrompo, voglio sapere chi è il vero lui, cosa gli piace fare, chi è lui. “scusami non riesco a non capirti” dice lui ancora più confuso di prima “la tua vera storia cosa ti piace fare, chi sei!”chiedo sempre con un sorriso confortante “sinceramente,non so nemmeno io chi sono” risponde di nuovo abbassando lo sguardo, lascio quello che stavo facendo e mi siedo vicino a lui nel suo letto “vuol dire che lo scopriremo insieme” gli dico non smettendo di sorridere nemmeno un momento, distoglie lo sguardo dal pavimento e mi guarda dritto negli occhi, per due secondi rimaniamo ipnotiziati uno nello sguardo nell’altro: “cosa ti piace fare?” chiedo, ci pensa per qualche secondo e poi mi risponde “mi piace suonare” un musicista, ora mi incuriosisce di più, che strumento suona? Compone canzoni? Da chi ha imparato a suonare? È bravo? “che strumento suoni?” domando “la chitarra, c’è l’ho qui se vuoi” non mi ero accorta che ci fosse una chitarra nella stanza, giro la testa intorno alla stanza alla ricerca dello strumento ma non lo vedo “dove la tieni?” “sotto a letto”

“fammi sentire qualcosa ti prego!” lo supplico e lui sorride a quella richiesta, si abbassa da sotto il suo letto ed esce una custodia blu e la posa sul letto, la apre e una chitarra acustica era posata lì, sorrisi ancora di più a quella vista e vorrei sentire lui che suona “dai suona!” lo incito, lui scuote la testa divertito e la prende insieme a un plettro “cara Juliet ti presento luna!” rido ha dato un nome alla chitarra “piacere luna!” dico ridendo trascinandomi pure lui, posiziona le dita nelle corde e comincia a suonare degli accordi, rimango incantata a guardarlo suonare un armonia così bella, era incentrato solo a suonare il suo viso era serio con il ciuffo biondo che gli ricadeva sul viso, vedevo che ci metteva anima nel suonare, le piace davvero tanto la musica, appena finito mi guarda, io mi rincompono subito cercando di nascondere la bava che stavo facendo guardandolo, “sei bravissimo!” mi complimento lui diventa leggermente rosso e mi ringrazia, “dovrei cambiarmi la maglietta visto che ancora è macchiata di caffè!” io rido e annuisco “anche io dovrei cambiare la mia” dico indicando il tessuto macchiato così mi alzo dal letto e mi dirigo alla valigia dove prendo una canotta rosa semplice, appena mi giro lui è senza maglietta io avvampo in un secondo imbarazzata però ha un bellissimo fisico addominali scolpiti copre tutto con una maglietta bianca “io..vado a cambiarmi in.. bagno” balbetto e lui annuisce, entro in bagno e mi cambio, Dio è così bello cosa ha portato a tagliarsi? I demoni scolpiscono sempre gli angeli migliori, voglio sapere di più di lui voglio che riesce a fidarsi di me. Esco dal bagno e lui ha un quaderno in mano lo sta leggendo e mangiucchia il tappo della penna, è sdraiato nel suo letto ed è così concentrato a leggere che non mi ha visto, che cosa è? Unaspecie di diaro dove scrive? Mi siedo nel letto vicino a lui e sobbalza chiudendo subito il diario e mettendolo dietro la sua schiena “cos’è?” domando curiosa “Niente di importante” dice infastidito e si alza mettendo il diario dentro un borsone nero sopra la scrivania, decido di non fargli più domande per non farlo innervosire ma quello che può scrivere in quel diario mi incuriosisce un sacco. Bussano alla porta e io mi alzo dal letto andando ad aprire, una signora sulla 50tina d’anni capelli castani con qualche filo bianco e indossa una camicia bianca con una targhetta con su scritto“Ellen Doroma” “tu sei quella che deve occuparsi di Ross Lynch?”

“si” rispondo prontemente “bene queste sono le carte, informazioni su di lui” mi da una cartelletta con dei fogli e dopo se ne va, io rientro nella stanza e apro la cartellina “chi era?” domanda il biondo avvicinandosi a me “una dottoressa credo, mi ha dato questa cartellina dove dice che ci sono informazioni su di te” dico sventolando l’oggetto che ho in mano “ah, sono i “problemi” che ho” mi da le spalle e si sdraia sul suo letto, leggo i foglietti dati dove dice che è autolesionista e bipolare, bene devo avere pasienza nei suoi cambi d’umore, menomale che non ne ha gia avuto ma devo essere pronta per le evenienze, poso la cartella e mi avvicino a lui “a te cosa piace fare?” mi domanda guardandomi “mi piace leggere” si amo leggere entrare in un mondo completamente diverso dal tuo e vivere mille avventure e mille personalità e magari imparo anche qualcosa dai personaggi “come mai hai deciso di fare questo progetto?” non voglio dirgli del mio passato, è una cosa segreta che sappiamo solo io e Johanna non vogliamo che gli altri ci etichettano come “le ragazze uscite da un centro riabilitazione” e li che ho capito che volevo lavorare qui e volevo che i pazienti si sentissero amati “mi piace aiutare la gente” rispondo “scommetto che la media si alza se porti al termine il lavoro” dice “si, ma non è per questo che ho accettato” rispondo subito ai dubbi che si era fatto in testa, lui annuisce e per un po’ c’è silenzio “non ti ho fatto visitare il posto ti va di fare un giro?” annuisco e insieme andiamo a visitare questo enorme palazzo.

JOHANNA’S POV

Juliet se n’è andata via con il biondo dimenticandosi completamente della mia presenza. Mi ero girata un attimo ed era sparita nel nulla “Allora... Pare che saremo compagni” il ragazzo riccio a ciu ero stata assegnata si presenta davanti a me “Già, credo proprio di sì” ridacchio “Bene, ti accompagno nella mia, cioè nella tua, cioè nella nostra camera... Insomma dove dormirai” “Ok,grazie” prendo le mie valigie e lo seguo lungo i corridoi infiniti di questo posto in cui abiterò per circa due mesi. Durante il tragitto lui è silenzioso e credo un po’ timido visto che si gira ogni tanto per farmi un sorriso e poi si rigira in fretta, ciò mi fa sorridere “Eccoci qua” mi dice aprendo la porta della stanza. Non è il massimo, non che mi aspettassi una stanza di un hotel a cinque stelle. Mi guardo intorno e noto le coperte bianche ben ripiegate nei due letti, un comodino comunicante e una piantana all’angolo, un armadio in legno e una cassettiera, sopra di essa ci sono alcune cornici con delle foto, suppongo siano foto di membri della sua famiglia. Ha una mensola dove si trovano alcuni libri tra cui: “Oliver Twist” di Charles Dickens, “Orgoglio e pregiudizio” di Jane Austen, l’intera saga di Harry Potter e un libro di nome “La fonte meravigliosa”che sinceramente non ho mai sentito prima d’ora “Ti piace leggere?” mi chiede all’improvviso dietro di me facendomi leggermente sussultare “Si e scrivo anche, ma... non sono molto brava...” faccio la modesta “Scrivere? Secondo me non sei così male magari qualche volta mi fai leggere cosa scrivi. Io sono un bravo lettore, però ti avverto sono un po’ duro con le critiche” ridacchia “ok, forse un giorno. Lontano. Molto lontano” dico e lui mi da un pugnetto sulla spalla “Andiamo!” Scuoto la testa ridendo e lui  all’ improvviso si ferma a guardarmi con sguardo malizioso prima di avvicinarsi, prendermi per i fianchi e poi buttarmi sul letto facendomi il solletico sui fianchi mentre io mi dimeno sghignazzando rumorosamente. I nostri visi sono molto vicini e per la prima volta ho l’occasione di notare veramente quanto sia bello. So che non dovrei pensare a cose del genere, ma le penso lo stesso “Smettila!” gli dico ma lui continua senza pietà a farmi il solletico e i suoi riccioli mi arrivano tutti in faccia. Ci fermiamo un attimo a guardarci e il mio cuore comincia a battere più velocemente “Jay! Ti devo dire una co....Oh non volevo interrompere questo momento, ecco...Vedo che avete da fare, quindi mi dileguo. A dopo!” e scappa via. Io e Harry scoppiamo a ridere imbarazzati e divertiti dalla situazione “Ehm.. . E’ meglio che vada a spiegare la situazione a Juliet, Sai poi lei si fa strane fantasie infondate quindi...” dico e lui si alza da me in modo da farmi andare da Juliet “A dopo!” mi congedo uscendo dalla stanza per seguire la mia amata pazza amica.

 

 

 

 

 

 

 

Spazio Autrici pandarìcornie che amano la pizza (viva pizzza!)

CIAO SIAMO FLAVIA E BERNADETTE E VOGLIAMO DIRVI GRAZIE A CHI HA LETTO IL NOSTRO CAPITOLO CI FAREBBE DAVVERO PIACERE SE COMMENTASTE E VOTASTE, PER DARCI LA SPINTA DI CONTINUARE PERFAVOREEE SE LEGGETE COMMENTATE POTETE RENDERE FELICI DUE RAGAZZE E ANDRETE IN PARADISO PER AVER FATTO UNA BUONA AZIONE RENDENDO FELICI NOI DUE! CON QUESTO VI SALUTIAMO CIAO!!!!  

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


POV DI JOHANNA

Sono appena uscita dalla stanza che dovrò condividere con Harry e sto cercando Juliet che è scappata a gambe levate per andare chissà dove. Sento una sorta di campanella suonare e mi arresto all'improvviso, deve essere il pranzo. Ora il problema è: dove diavolo è la mensa? I corridoi sono già vuoti e credo di essermi persa. Una donna con capelli castani,qualche filino bianco e una camicia bianca esce da una porta con una cartelletta in mano "Salve.Scusi per piacere potrebbe dirmi dove si trova la mensa?" dico "Si, certo. Secondo piano la prima a sinistra" mi risponde e dopo averla ringraziata scendo le scale in fretta per non arrivare in ritardo. Quando arrivo vedo già tutti seduti e cerco con lo sguardo Juliet. Dopo un po' di tempo la vedo, al tavolo all'angolo della stanza con Ross e... Harry! Stanno ridendo e i loro vassoi col cibo non sono neanche stati toccati. Mi avvicino al loro tavolo salutandoli e loro ricambiano e poi scoppiano a ridere e non so davvero il perchè. Harry mi fa posto accanto a lui e mi siedo mentre Ross sembra stia per sputare il suo muffin al cioccolato da quanto ride. "Ma si può sapere che succede?" chiedo leggermente alterata "La tua amica ti sta sputtanando niente di che" risponde Harry addentando il suo panino "Shh, non dovevi dirlo Henry!" dice Julie guardandolo con sguardo trucie "E' Harry" "E' uguale Henry!" Harry sbuffa ridacchiando "Quindi io non ci sono e tu fai del gossip su di me!" dico verso Juliet "Dettagli"risponde, guardo malissimo la mia amica che in risposta esce la lingua in modo infantile, stronza. "si può sapere di cosa precisamente parlavate?" Ross dopo essersi ripreso dallo strozzamento parla "che agli esami di terza media eri così nervosa che hai vomitato addosso al tuo professore di inglese" subito tutti scoppiano a ridere e Juliet sbatte il pugno sul tavolo per il troppo ridere, io vorrei solo prenderla per il collo e fargli sbattere la testa ripetutamente al muro, subito continua Juliet che racconta un'altra mia cosa imbarazzante "che hai la tua copertina che ti porti sempre dietro, che l'hai chiamata Tili e che non riesci a dormire se non ce l'hai vicina!" io divento tutta rossa e cerco di controllare i miei istinti omicidi, Harry interviene "io lo trovo adorabile che dormi con la copertina" divento subito più rossa di prima e cerco di non far uscire un sorriso da ebete sul mio viso. La faccia della spiona diventa maliziosa, se gli sguardi potessero uccidere saresti gia morta cara! "

ora vi dirò io qualcosa su Juliet. Lo sapevate che lei si ciuccia ancora il pollice? E poi lei..." dico con una faccia soddisfatta. Ho avuto la mia vendetta hihihihihi.

POV JULIET

Subito io sbianco e tutti scoppiano a ridere, ora l'ammazzo. Mi alzo dal mio posto e immediatamente metto mia mano destra sulla sua bocca "okay abbiamo capito ora sta zitta!" continua a parlare ma la sua voce è soffocata dalla mia mano, subito Ross interviene "No lasciala continuare voglio sapere!" Jay per liberarsi dalla mia mano la lecca e subito faccio una faccia disgustata asciugandomi sulla sua maglietta "Bleah che schifo joha!" Urlo e lei scoppia a ridere, gliela faró pagare! Ritorno al mio posto cercando di costringermi a mangiare, avendo ancora un po' di problemi a mangiare tutto, sono tentata a lasciare il cibo sul vassoio e non pranzare ma uno sguardo di rimprovero della mia amica mi stimola a mangiare tutto il panino, so che se non lo faccio mi ucciderebbe o qualcosa del genere così apro la bocca e metto il cibo in bocca, dandogli un morso e masticandolo. Sono troppo curiosa di conoscere loro, se staremo insieme deve essere un bene cominciare a conoscerci perció prendo parola "Beh io ho sputtanato di johanna, lei ha sputtanato di me, vi va di sputtarvi voi?" Cerco di essere più comica per alleggerire la tensione, anche se non sono molto brava, il primo ad aprire bocca è Henry che ha un sorriso che spuntano delle adorabile fossette "una volta ero andato in giro con un gruppetto di amici e....dovevo fare pipì e l'ho fatto in un cespuglio, mi hanno scattato la foto e l'hanno messa in rete....é stato molto imbarazzante" subito tutti scoppiamo a ridere per la confessione fatta dal riccio, dio deve essere stato molto imbarazzante ma tremendamente divertente chissà se gira ancora quella foto! Ross era diventato leggermente rosso dalle risate e ha la testa buttata all'indietro, Jay copriva la risata con la mano, io mi trattenevo la pancia dal ridere, potrebbe essere perfetto così a ridere come adolescenti felici, occhi verdi riapre bocca e subito arrestiamo le risate per sentire cosa ha da dire "e da bambino mettevo il reggiseno di mia madre" ricominciamo a ridere come matti e sento gli occhi bagnati per le troppe risate, rivolgo la mia attenzione al biondo accanto al me, voglio sapere anche io alcune sue cose imbarazzanti "Ross e tu?" I suoi occhi si incontrano con i miei azzurri e scuote la testa divertito "mi dispiace Winter ma non ti aspettare che mi sputtano" passa la mano sul suo ciuffo incasinandolo e noto che porta un anello con la sua iniziale, rimango un po' delusa che non voglia parlare di se "oh dai Ross lo abbiamo fatto tutti" lo incita a parlare Johanna che spera in un altro racconto per ridere, il suo viso sembra diventare leggermente più serio e capisco di non continuare a forzarlo o si arrabbierà sicuramente, ma si trattiene cercando di restare calmo facendo dei lunghi respiri "non mi va di raccontare i fatti miei" dice e prendendo un bicchiere d'acqua bevendolo tutto in un sorso, la campanella che è finita l'ora di pranzo suona e noi ci alziamo con i nostri vassoi a buttare le cartaccie, "cosa dovremmo fare ora?" Dico ai ragazzi, Henry risponde sistemando il capello di lana che aveva in testa "Ora abbiamo un'ora libera poi alle 4 dovremmo avere una seduta con lo psicologo dove ognuno dice i suoi problemi, una palla praticamente" Johanna sembra a studiare ogni minimo gesto che fa con le mani mentre parla e mi viene da ridere per l'espressione da ebete che sta facendo "Signorino Lynch, Signorina Winter" sento richiamare il mio nome e quello di Ross e subito ci giriamo in direzione da dove proviene la voce, è la stessa signora che aveva portato la cartella di Ross in stanza prima e si avvicina a noi "Ci sono i genitori di Lynch e vorrebbero parlare con lei" sento un "fantastico" sussurrato ironicamente, a me farebbe molto piacere conoscere i suoi genitori e curiosa a sapere cosa abbiano da dirmi "certo dove li trovo?" Domando e do un occhiata a Ross che sembra non piacere l'idea e sbuffa con le sopracciglia aggrottate, la signora davanti a me con un sorriso dice "vi accompagno io" e detto questo si incammina, con un gesto alla mano saluto il riccio e Joha mimando con le labbra "a più tardi" e loro annuiscono, Ross sembra non essere molto felice di vedere la sua famiglia così ne approfitto per parlare magari me lo dice cosa lo turba, metto una mano sulla sua spalla e muovo i pollici su e giu "tutto bene?"

Il suo sguardo che prima era rivolto alle sue scarpe si incontra col mio per poi parlare "si tutto bene, solo che non ho tanta voglia di vedere la mia famiglia"

"E come mai?" Stento a chiedere

"Mi trattano come un malato mentale rinchiuso in un manicomio e da fottutamente fastidio" spiega con voce irritata passando la mano fra i capelli tirandoli leggermente all'insù prima che possa dire qualcosa che lo possa consolare la voce della dottoressa si fa sentire "eccoli li seduti su quel tavolo" indica un tavolo dove ci sono seduti ben 6 persone tra cui i genitori 3 ragazzi e una ragazza, la madre é un po' robusta potrà avere sui 50 anni capelli biondi e un sorriso caldo, il padre é molto alto e magro con i capello grigi, i ragazzi che dovrebbero essere i suoi fratelli, hanno gli stessi occhi di Ross color nocciola, uno ha i capelli biondi con la ricrescita castana, lo stesso la sorella che è molto carina, l'altro ha dei capelli a caschetto marroni con una leggera peluria nel mento e quello che sembra il più piccolo ha i capelli castani con la faccia tonda e indossa un cappello stile rap con su scritto "swag". Mi avvicino un po' nervosa a quel tavolo seguita da l'altro componente Lynch mi siedo di fronte ai genitori e mi presento "Salve sono Juliet Winter" porgo la mano a loro che la stringono volentieri, é la madre a parlare presentando la sua ciurma "io mi chiamo stormie, lui é mio marito Mark, loro sono i miei figli Riker- il ragazzo biondo sfodera un sorriso smagliante che quasi mi accieca per quanto siano bianchi i suoi denti- Rydel- la ragazza fa un cenno con la mano- Rocky- mormora un "piacere" il ragazzo moro- e il piccolo Ryland" finisce le presentazioni con il ragazzo col cappello e faccio un gesto con la mano salutandoli, Ross è seduto accanto a me con la schiena appoggiata allo schienale e le braccia conserte appoggiate al petto, sembra annoiato e sinceramente non ne capisco le motivazioni, è arrabbiato ma perchè? Gli parlerò più tardi, la voce di sua madre mi fa distogliere lo sguardo di lui riportando l"attenzione verso di se "vede signorina Winter..."

"Mi chiami Juliet" la interrompo con voce gentile,

"Juliet cara, vedi come sai mio figlio ha problemi a gestire la rabbia, ha il disturbo bipolare II, quindi qualche volta potrebbe perdere il controllo e....."

"Stai insinuando che potrei farle del male?" questa volta è la voce arrabbiata di Ross ha interromperla con sguardo di fuoco

"No tesoro non sto dicendo questo...."

"No invece stai dicendo che potrei perdere il controllo e cosa picchiarla? Ucciderla anche?" il padre interviene in difesa della moglie e io non so da che parte stare, Ross non mi sembra il tipo da picchiare qualcuno specialmente una ragazza ma sua madre non ha detto nemmeno questo

"Tua madre sta solo dicendo che quando ti arrabbi sei un po' pericoloso"

"La smetti di parlare di me come se fossi un cane o un fottuto hulk che diventa verde quando si incazza e fa "hulk spacca!"?" I fratelli si intromettono nella conversazione la prima a parlare è la sorella che prende le parti difensive del fratello "mamma Ross non è un animale sa controllarsi"

"Non tanto visto che una volta mi ha tirato un pugno facendomi l'occhio nero!" a parlare è Riker che come Ross ha il vizio di passarsi la mano sul ciuffo.

"Non ci vuole niente a fartelo un altro" sbotta alzando la voce e alzandosi dal suo posto con aria minacciosa, poggio la mia mano sulla sua spalla facendolo risedere lui sembra calmarsi un po' ma é comunque arrabbiato "visto non sa controllarsi" dice il tizio con i capelli stile gesù, Ross stringe le mani in due pugni facendo diventare le nocche bianche. É qui che decido di intervenire in difesa di Ross, stanno un po' esagerando e lo stanno portando solo ad arrabbiarsi di più "scusatemi lui é proprio qui in questo centro per essere aiutato a controllare il suo temperamento e di sicuro voi così non lo state aiutando, sapró io come comportarmi quando si arrabbierà grazie per essere venuti" detto questo cercando di essere più educata possibile, mi alzo subito mi imita Ross che spinge la sua sedia rumorosamete e si gira per andarsene "arrivederci é stato un piacere" il biondo comincia a camminare molto velocemente lungo il corridoio e io corro per raggiungerlo "Ross" lo richiamo ma lui non si gira le mani nelle tasche anteriori camminando velocemente, quando riesco a raggiungerlo ho un po' il fiatone, gli rimango al fianco senza dire una parola, se vuole parlare o lamentarsi sarà lui a farlo non voglio forzare a fare qualcosa che non vuole porterebbe solo che si incazzi anche con me, le sue sopracciglie sono aggrottare e la sua espressione pensierosa, fa dei lunghi sospiri forse per calmarsi, le sue gambe continuano a muoversi e con le sue anche le mie. Rimaniamo in silenzio per un po' fin quando il suo viso si gira verso di me con un sorriso malizioso in bocca e rompe il silenzio con voce scherzosa "allora ti ciucci ancora il pollice?"

POV JOHANNA

Ross e Juliet se n'erano andati dopo che la dottoressa li aveva chiamati per andare a incontrare i genitori di Ross. Due mani mi cingono la vita e so che appartengono a Harry "Hey, vuoi venire in un posto con me?" questa frase mi ricorda un libro che ho letto una volta, solo che la protagonista poi viene stuprata dal ragazzo. Non credo sia il caso di Harry, ma bisogna essere prudenti "Dove mi porti?" chiedo " Sorpresaa!" dice con un sorriso giocoso sulle labbra, è carino ma più guardo i suoi occhi e più vedo la tristezza che si nasconde dietro i suoi smeraldi; sembra un ragazzo solo che ha voglia di mostrare a qualcuno il suo posto speciale, così non esito a seguirlo "allora andiamo" mette in mostra le sue adorabili fossette, mi prende per mano e usciamo da una porta a spinta che va sul cortile. Sul suo viso si forma un'espressione eccitata mentre inizia a correre trascinandomi con lui, la luce del sole tocca le nostre pelli, la strada è ricoperta da mattonelle arancioni delle colonne sono posizionati accanto alla strada,l'aria è fresca ma il sole la riscalda. A un certo punto si ferma e siamo entrambi col fiatone, lui semplicemente ride in un modo così genuino che non avevo mai sentito in nessuna persona "eccoci qua" allarga le braccia facendo un giro su se stesso e si avvicina ad un albero molto alto dove sul ramo più robusto c'è una casetta un po' malandata ma che deve essere molto speciale per lui "Vieni sali" mi invita Harry, una scaletta mal ridotta è posizionata davanti all'albero, non sembra essere sicura e se si spezza e cado? Farei una figura di merda e poi ne soffrirebbe il mio sedere "tranquilla non si spezza"sembra leggermi nel pensiero mi incoraggia a salire un po' esitante comincia a mettere i piedi sulla la scaletta piccolo rumore del lei si sente e io comincio a spaventarmi scendendo di nuovo dal quell'aggeggio mortale.Harry ride per il mio gesto mettendo le mani nelle tasche dei suoi jeans neri "ci sono salito su questa scaletta per un anno e non è successo niente quindi tranquilla sali casomai se cadi ti prendo io" ridacchia io arrossisco è rimasto il piede sul gradino questa volta prendo coraggio e comincio a salire su quella scaletta di legno molto pericolosa e che mi sta facendo cagare sotto, finalmente riesco a salire tutti i gradini è un po' dentro questa piccola casetta di legno il tetto è un po' malandato in legno sembra mangiato dalle tarme questa casa potrebbe avere all'incirca 10 anni ed è danneggiata dalla pioggia capisco cosa ci trovi di tanto speciale, è la calma che c'è intorno e il panorama che si vede, il mare di Los Angeles e i grattacieli, di notte sarebbe un paradiso questo paesaggio con le stelle che brillano. dietro di me tanto i passi di Harry che è salito "Ti piace piace?" chiede come un po' di preoccupazione nella sua voce, annuisco lui si siede per terra e mi invita a fare lo stesso, ha le gambe piegate le braccia intorno ad esse e mi guarda con sguardo curioso, io incrocio le mie fissandolo con un sopracciglio rialzato "Cosa?" chiedo "Nulla. Sei la prima che porto qui, è il posto dove passo la maggior parte del mio tempo, a leggere e a pensare. So che non è un granché ma..." lo interrompo "No è perfetto,credimi. Magari potremmo aggiustarla insieme"

"Davvero lo faresti?" gli si illumina lo sguardo "Certo, Harry" e lui mi abbraccia ringraziandomi anche se non ho fatto nulla di speciale "Ti va di giocare ad un gioco?" mi domanda, annuisco "Giochiamo a 'Preferiresti'?

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