Mi chiamo Janet

di sweetlygirl
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** il trasloco ***
Capitolo 2: *** Un nuovo inizio ***
Capitolo 3: *** Il litigio ***
Capitolo 4: *** Incubo a Londra ***



Capitolo 1
*** il trasloco ***


Mi svegliai con le urla dei miei genitori, che come tutte le mattine litigavano. Mi alzai dal letto infastidita e andai in bagno senza farmi sentire, mi preparai e uscii di casa senza neanche salutare. Arrivata a scuola corsi in contro a Jasmine, la mia migliore amica. < Janeeet > corse verso di me abbracciandomi, come ogni mattina. Entrammo in classe e iniziammo la lezione. Dopo due ore venne la bidella e mi chiamò. Uscii di fuori e notai mia madre, andai verso di lei sorridendole e l’abbracciai. Aveva una faccia sconvolta, come se avesse pianto. < mamma che succede? > chiesi preoccupata. < ci trasferiamo > mi disse. Sbarrai gli occhi e indietreggiai < cosa dici? > alzai il tono di voce. < ti spiegherò tutto janet, ora dobbiamo andare > insomma, mi trascinò a casa e iniziammo a preparare le valigie. Finito il tutto chiamai Jasmine al cellulare e piangendo le raccontai tutto. Passai a casa sua per un saluto veloce, le promisi che ci saremmo riviste presto. Entrai in macchina dopo i tanti richiami di mia madre, salutai con la mano Jasmine e la macchina partì. Dopo due ore di viaggio arivammo, scesi dalla macchina e presi le valigie. < ci ospiterà un mio amico > disse mia madre trascinando la sua valigia e facendomi strada. Arrivammo davanti una casa, una villetta non troppo grande ma molto graziosa, sorrisi alla sua vista. Entrammo dal cancelletto ed io suonai il campanello. Aprì un ragazzo senza maglietta, moro occhi verdi, un vero schianto. Rimasi immobile e imbarazzata a fissarlo. < ciao Logan > disse mia madre entrando in casa. Lui la salutò poi si voltò verso di me guardandomi. < vuoi restare li per molto? > alzò il sopracciglio. Le parole non mi uscivano di bocca, così entrai senza dire nulla. Raggiunsi mia madre, quasi cadendo. La vidi abbracciata ad un uomo, il suo amico presumo… Ci presentammo e l’uomo, di nome Ryan mi mostrò quella che sarebbe stata la mia camera. Era una stanzetta niente male, aveva un letto ad una piazza e mezza molto comodo, una scrivania con sopra un computer di ultima generazione e tutto ciò che si possa trovare in una camera. Stanca mi sdraiai sul letto ed inviai un messaggio a Jasmine. - sono arrivata, sembra un bel posto qui - Essendo una ragazza molto curiosa uscii dalla mia camera per andare ad esplorare il resto della casa. Notai una porta con sopra un grosso cartello con su scritto NON ENTRARE! Ovviamente ero talmente curiosa che entrai e chiusi la porta alle mie spalle. Era una semplice stanza, molto bella, era di colore azzurro, i raggi del sole passavano attraverso le tende. Mi avvicinai al comodino dove c’erano delle foto. Una donna con in braccio un bambino molto piccolo. Sorrisi guardando quella bella foto. Sentii sbattere la porta e mi voltai di scatto. < non sai leggere? Eppure c’è un cartello bello grosso sulla porta > disse Logan arrabbiato venendo contro di me. < mi dispiace.. > dissi con aria da cucciola. < odio le persone che si intrufolano in camera mia > disse in modo freddo. < esci > contiuò. Feci come voleva lui e tornai in camera mia. Era ora di cena e tutti ci riunimmo a tavola. Mamma aveva preparato il mio piatto preferito, lasagna con funghi e salsiccia, avevo una gran fame. Iniziai a mangiare e Ryan iniziò a parlare. < allora ragazzi, vi siete conosciuti? > < veramente..> < no > disse lui senza neanche farmi finire di parlare. < e perché? > disse Ryan. < perché la signorina deve imparare a farsi gli affari suoi > disse alzandosi dal tavolo e andando dillà. Lo seguii sbuffando < Logan fermati > lo presi per il braccio spingendolo in camera < mi dispiace ok? Giuro che non farò mai più una cosa del genere > dissi sicura di me. < va bene tesoro > sorrise maliziosamente guardandomi < sei perdonata > aggiunse tornando in sala da pranzo. Finimmo di cenare e dopo una chiacchiera e l’altra andammo a letto. Il giorno dopo mi sarei dovuta preparare psicologicamente per affrontare la mia nuova scuola, per fortuna ero in classe con Logan. Era mattina, entrambi ci preparammo e andammo insieme a scuola. Era un bellissimo edificio, ma io volevo la mia scuola, i miei compagni e la mia migliore amica. Logan mi prese sotto braccio ed entrammo in classe. Scrutai i volti di tutti i miei compagni e ne notai uno particolarmente bello, James. Logan mi raccontò che quel tipo era un montato e che lui non ci andava d’accordo. Con chi capitai al banco insieme? Ovviamente con James. Mi sedetti e lo guardai, notai i suoi bei capelli castani raccolti in una cresta e i suoi occhi color nocciola, aveva le labbra carnose ed un piercing sul sopracciglio. < ciao, sono janet > gli dissi sorridendo. < james > disse guardandomi appena. Ero in un’altra città, in un’altra scuola e con nuovi compagni. Mi sarei dovuta abituare presto a questa nuova vita.

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Capitolo 2
*** Un nuovo inizio ***


Con il passare del tempo riuscii a capire com'era James. Uno strafottente ragazzo montato, che voleva stare sempre al centro dell'attenzione. Nonostante lo odiassi, mi piaceva da morire. Tante ragazze gli andavano dietro e lui se le pomiciava tutte, non volevo dargliela vinta anche stavolta, per questo facevo finta che lui mi era indifferente. Un giorno però trovai molto complicato stargli alla larga. Era uno di quei lunghi giorni di scuola, mi ero offerta volontaria insieme ad altri compagni per ridipingere i muri di ogni classe. Quella mattina lui aveva combinato uno dei suoi guai, così la preside lo punì facendolo restare con tutti noi a dipingere i muri. Immersi il pennello nel secchio pieno di colore, avevamo scelto un giallo molto chiaro, iniziai a spennellare con cura il muro. Quella stanza era stata assegnata a me, sentii bussare alla porta, mi voltai e vidi James. Mi voltai nuovamente verso il muro sperando non restasse con me. < la preside ha detto che devo aiutarti > disse convinto venendo verso di me immergendo il pennello nel colore. < ce la faccio da sola > dissi in modo freddo. < tesoro, so benissimo che non vedevi l'ora di restare sola con me > disse con un sorriso sulle labbra. Ero irritata da lui, ma nello stesso tempo lo volevo con me < ti sbagli, zitto e lavora > risposi. Passarono una quarantina di minuti e finimmo di dipingere la prima facciata della stanza, ne mancavano solo tre. < sono stanco > disse sedendosi su uno dei banchi accantonati verso il centro. < riposati > dissi senza guardarlo. < janet vieni qui > disse con voce dolce. A quel punto posai il pennello e andai davanti a lui fingendomi scocciata. Avvolse le braccia attorno al mio bacino guardandomi negli occhi. Ovviamente avevo il cuore in gola ma feci finta di nulla. < james non rompere, non amoreggerai anche con me > dissi allontanandomi da lui. < non ce la fai a starmi vicino, ti piaccio troppo > rise. < non mi piaci per niente > urlai. Si avvicinò a me, mi prese per il braccio e mi intrappolò con le spalle al muro, ovviamente quello non dipinto. < se non ti piaccio non ti fa alcun effetto questo > sussurrò con le labbra a pochi centimetri dalle mie. Stavo per svenire ma non volevo dargliela vinta. < no james, no > lo allontanai, presi il pennello e ripresi a dipingere. Erano le 19.00 avevamo finalmente finito, sistemai la mia coda di cavallo che era ormai disfatta da un po. Uscimmo dalla scuola e James mi salutò con un dolce bacio sulla guancia. Tornai a casa, non cenai perchè mi addormentai subito. La mattina seguente mi svegliai alle 6.00 avevo tempo per farmi una doccia, difatti corsi velocemente in bagno. Finita la doccia, asciugai con cura i miei capelli, mi truccai e misi dei leggins neri con una maglia turchese. Presi lo zaino, e un succo di frutta che bevvi durante il tragitto per arrivare a scuola. Arrivai davanti scuola e vidi James circondato da cinque ragazze. Stavo morendo di gelosia ma mi fingevo indifferente come sempre. Nonostante l'attenzione delle tipe lui venne verso di me e mi salutò con un abbraccio. Entrai in classe e le prime tre ore di lezione passarono. Suonò la campanella della ricreazione, tutti si affrettarono ad uscire dalla classe. Rimanemmo solo io e James. < hei janet > disse venendo verso di me. < cosa? > risposi guardandolo. < sei cosi bella > accarezzò il mio viso. Nel frattempo Logan stava venendo verso la classe, ma notando solo me e l'altro all'interno si fermò a spiare. < grazie. > risposi con voce tremolante. Prese il mio viso tra le mani e avvicinò le labbra alle mie. Mi diede un bacio, un bacio dolce, che mi fece battere il cuore a mille. Non riuscii a staccarmi, anzi lo baciai a mia volta. Mi staccai poco dopo imbarazzata, non sapevo cosa dire. Lui sorrise, si voltò e uscì dalla classe. A quel punto notai Logan, era fermo li a fissarci. Sembrava affranto. Scosse la testa e se ne andò.

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Capitolo 3
*** Il litigio ***


Corsi dietro di lui e lo fermai per il braccio < Logan > si voltò verso di me e mi diede un forte schiaffo che mi fece indietreggiare. < troia > mi gridò contro andando poi via. Ero dispiaciuta per quel gesto, ma soprattutto non ne comprendevo il motivo. I giorni successivi Logan mi ignorava, nonostante le mie continue scuse. Passò un mese, tra pochi giorni saremmo dovuti partire per il viaggio di classe a Londra. Ero così felice, chiamai la mia migliore amica e ci parlai per svariate ore. Era sera e preparai con cura la valigia, il giorno dopo sarei dovuta partire. Logan passò davanti la porta della mia camera ed io lo seguii. Ignorai la scritta sulla porta di camera sua ed entrai. < ancora non ci siamo capiti? > mi disse in modo arrogante guardandomi. < no, voglio parlare con te > dissi avanzando verso di lui. Mi guardò con aria di indifferenza e si mise seduto < cosa vuoi? > alzò il sopracciglio. < fare pace.. > dissi con poca voce e sospirai. < come minimo devi fare tutto ciò che voglio > si alzò e venne di fronte a me. Avevo paura di lui in quel momento, avevo paura che potesse farmi male. < va bene > dissi annuendo. Sorrise maliziosamente e iniziò a baciarmi il collo tirandomi su la maglia. Sbarrai gli occhi, ero agitata, perciò mi allontanai. Mi spinse con forza sul letto e mi abbassò i pantaloncini. < Logan fermati!! > esclamai spaventata. Non avevo mai fatto nulla con nessun ragazzo. < stai zitta > disse schiacciandomi con il suo peso. Infilò una mano sotto la mia maglia toccandomi il seno e lo accarezzò. Mi abbassò gli slip con un sorriso da stronzo sul viso. < ti prego > dissi con le lacrime agli occhi provando a farlo scansare. In quel momento la porta di entrata di casa si aprì < siamo tornati > urlò mia madre entrando insieme a Ryan. Logan sobbalzò dal letto e mi tirò su i pantaloncini. < se provi a parlare sei morta > disse poi andando da Ryan e mamma. Mi asciugai le lacrime e corsi in camera mia per finire di preparare la valigia. Il giorno seguente saremmo dovuti partire, infatti mia madre ci accompagnò all'aeroporto. Ero felice, sarebbe stata una bella esperienza. Raggiunsi la prof e i miei compagni che salutai calorosamente. Salutai mia madre con un bacio sulla guancia ed un abbraccio. Passammo la dogana e salimmo sull'aereo. Mi sedetti vicino le mie amiche. Durante il viaggio i ragazzi ci facevano molti dispetti, guardai Logan che mi guardava con aria di possesso, feci finta di niente. James venne vicino a me e parlammo per tutto il viaggio. Mi resi conto che non era affatto come tutti dicevano. Qui il vero pericolo era il mio fratellastro Logan. Finalmente l'aereo atterrò, avevo bisogno di sgranchirmi le gambe. Tutti ci alzammo e scendemmo di li portandoci dietro le valigie. Andammo insieme alla prof che ci portò in albergo, fortunatamente alloggiavamo tutti insieme al Red Carpet, 4 stelle, uno degli alberghi più belli di Londra. Salimmo ognuno nelle rispettive camere per sistemare le valigie. Ero in camera con Jenny e Lola, due mie care amiche. Sentii bussare e corsi alla porta, la aprii e vidi Logan. Mi prese dal braccio facendomi uscire < cosa c'è? > dissi scocciata. < vedi di non fare la stupida, ti tengo d'occhio >. Alzai il sopracciglio e anuii, poi entrai in camera. Logan geloso? di me? tutto ciò mi rendeva felice. Dopo cena eravamo tutti molto stanchi, difatti salimmo nelle nostre stanze per dormire. Il giorno seguente sarebbe stato molto interessante.

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Capitolo 4
*** Incubo a Londra ***


Era mattina, uno spicchio di luce entrava dalle persiane abbassate della finestra, aprii un occhio e sorrisi. Realizzai di stare a Londra quindi mi alzai urlando per svegliare le mie compagne e corsi in bagno. Dopo dieci minuti ero già pronta, scesi giù lasciando indietro le mie compagne. Il mio stomaco stava prontolando, così andai a fare colazione. C'erano due grandi tavoli pieni di cose da mangiare, dalle torte, ai cornetti, dagli affettati, al pane più delizioso. Mangiai qualcosina insieme a James, tra noi due si stava instaurando una bella amicizia. Eravamo tutti sazi e pronti per affrontare la giornata, usciti dall'albergo la prof tirò fuori una specie di mappa con tutte le tappe da visitare. La prima tappa era un lussuoso museo, era enorme, non avevo mai visto un edificio tanto bello. All'entrata James si mise al mio fianco, ci stava decisamente provando.. Ero lusingata perchè era davvero un bellissimo ragazzo. La guida si fermò di fronte ad un quadro che raffigurava una specie di natura morta, ci spiegò molto di quel quadro. Mentre parlava però io ero distratta, stavo guardando Logan, ripensavo a quel giorno, se non fossero arrivati mamma e Ryan avrei perso la verginità, per colpa sua. I miei occhi si riempirono di odio in quel momento, ma James mi prese per mano e l'odio si affievolì. Mi girai verso di lui e i nostri sguardi si incrociarono, gli sorrisi. Continuammo con la visita del museo per un'altra ora e mezza. Eravamo tutti stanchi così ci fermammo in un parco. Faceva caldo e tutti ci sedemmo sotto l'ombra di possenti alberi. Non so perchè ma in quel momento ero sola, Logan avanzava verso di me, il mio cuore batteva all'impazzata ma facevo finta di nulla. < Janet, stasera verrò in camera tua > era molto sicuro di ciò che stava dicendo.. < non ci pensare proprio > risposi alzandomi per allontanarmi. Mi bloccò per il braccio e avvicinò le labbra al mio orecchio. < la tua verginità sarà mia > sussurrò per poi voltarsi e andarsene. Logan mi piaceva, e anche tanto.. ma non avevo intenzione di fare nulla con lui, era cattivo. Era giunta la sera, dopo cena ognuno come sempre salì nelle rispettive camere. Le mie amiche erano li con me, tranquille. Squillò il telefono di Lola, lei rispose, dopo aver attaccato prese la mano a Jenny e senza dirmi una parola la portò via. L'angoscia iniziò a prendere il possesso sul mio corpo, mi misi sul letto, con le spalle al muro e le ginocchia attaccate al mio petto.. sembrava un film horror. Ad un tratto la maniglia della porta si abbassò, ed essa si aprì cigolando. Era lui, porca miseria.. non stava scherzando. Chiuse la porta a chiave e si avvicinò al letto. < se non te ne vai mi metto ad urlare > dissi piano con la voce tremolante. < se urli ti massacro di botte > disse poggiando un ginocchio sul letto, gattonò verso di me.. < non lo faresti mai > continuai sicura di me.. perchè ero sicura che non lo avesse fatto. Sorrise senza rispondere, mi prese dalle gambe tirandomi sotto di lui. Mi spogliò contro la mia volontà, lasciandomi in intimo. Stava per spogliarmi del tutto, ma riuscii a dargli una gomitata sulla bocca e scappai da sotto di lui. Raggiunsi la porta ma la chiave non c'era.. mi misi con le spalle attaccate alla porta, le mie gambe tramavano. Lui si alzò con una mano davanti alla bocca e mi raggiunse < ti farò pentire di avermi fatto questo > mi tirò uno schiaffo tanto forte da farmi cadere a terra, mi colpì con una raffica di calci nello stomaco. Iniziai a piangere, ero li indifesa, lo supplicavo di smettere.. lui rideva e ad ogni mia supplica i colpi si facevano sempre più forti. Dopo svariati minuti di botte mi prese per i capelli tirandomi sul letto. Si slacciò i pantaloni, tirandolo fuori. Iniziò a baciarmi, ma io non avevo le forze di reagire, entrò dentro di me, sentii un dolore fortissimo e urlai piangendo sempre di più. Mi tappò la bocca spingendo senza alcuna pietà, lo sentivo gemere e ridere nel mio orecchio. Passò qualche tempo, che a me sembrava un'eternità, si tirò su, si sistemò, fece lo stesso con me e uscì dalla camera. Era mattina, mi guardavo allo specchio. Non avevo segni evidenti sul viso, ma avevo molti lividi sul corpo, decisi così di mettere un paio di jeans lunghi nonostante il caldo che c'era. Scesi giù nell'ala ristorante ma non mangiai nulla. Non riuscivo a parlare, ero rimasta sconvolta. La giornata passò, andammo come sempre a vedere i tanti bei posti di Londra. Per il giorno seguente la prof avrebbe voluto portarci al mare. Come avrei fatto? oh no.. tutti avrebbero visto i miei lividi.. cosi inventai di essere indisposta e quel giorno rimasi in albergo. Credevo di essere sola, ma James fece apparizione nella mia camera. < sorpresa > disse socchiudendo la porta della mia camera. Venne a sedersi vicino a me. Le parole non mi uscivano di bocca, così mi limitai a sorridere. < che hai Janet? > mi chiese notando la mia pelle pallida. Mi alzai tirandomi giù i pantaloni. Il suo sguardo si posò sulle mie gambe piene di segni, si alzò di scatto iniziando a sbraitare e a farmi domande. Non raccontai nulla a James, ma riuscii a parlare nuovamente. La settimana era già finita, eravamo tutti in aeroporto con le nostre valigie tristi perchè dovevamo lasciare quello splendido posto. Il viaggio fu più lungo rispetto a quello dell'andata. Mentre ero sull'aereo ripensavo a quella scena pietosa. Dopo numerose ore arrivammo nella mia città, senza salutare nessuno mi sbrigai per tornare a casa. Ero stanchissima, appena toccai il letto mi addormentai in un sonno profondo.

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