Please Heart, Don't Lie

di Alison Cole
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap.1- Un nuovo inizio... un po' burrascoso ***
Capitolo 2: *** Cap. 2- Un incontro che mi stravolse la vita ***
Capitolo 3: *** Cap.3- Dalla padella alla brace! ***
Capitolo 4: *** Cap.4- Incontri e misteri ***
Capitolo 5: *** Cap.5- Spiegazioni e comportamenti strani ***
Capitolo 6: *** Cap.6- Incontro sul tetto ***
Capitolo 7: *** Cap.7- Scommessa ***
Capitolo 8: *** Cap.8- Gelosia ***



Capitolo 1
*** Cap.1- Un nuovo inizio... un po' burrascoso ***


Cap. 1- Un nuovo inizio... un po' burrascoso  

 

-Point's Raf

Sole mattutino sulla pelle, odore di caffè nell'aria e un lieve alito di vento che ti carezza il viso. Cosa ci sarebbe di meglio?

Aprii gli occhi lievemente, piano, in modo da non rimanere folgorata dai raggi di sole che entravano nella stanza come un fiume in piena, illuminandone ogni particolare.

Ruotai gli occhi intorno a me, cercando di memorizzare perfettamente la mia stanza, che non avrei rivisto per molto tempo.

Pareti dipinte delle sfumature del cielo, una scrivania di legno di ciliegio, un letto soffice come una nuvola, un armadio azzurro-cielo e le decorazioni degne di una camera da letto di una teenager.

Respirai l'odore fresco e dolce delle mie lenzuola.

Sono Raf, una Angel e oggi, dopo aver compiuto 15 astri, finalmente farò lo stage per diventare Guardian Angel, una dei servitori e controllori di Dio, e ottenere finalmente l'aureola Radiante.

Infatti, per ora, l'unica cosa che mi distingue dalle altre creature, sono le mie ali ricoperte di piume.

Un miagolio acuto e fastidioso mi tormentava da sopra le coperte.

“E va bene! Mi alzo Cocks, mi alzo” mi lamentai, rigirandomi nelle lenzuola.

Quegli urli strazianti si fecero più insistenti.

“Ho detto che mi alzo! Calma!” urlai scacciando le lenzuola e librandomi in volo. Sgranchii le ali e sbadigliai.

“Uffa! Perché non potevo partire un po' più tardi! Tipo... alle 3?” mi lamentai con Cocks, la mia gatta domestica alata.

“Ma ma miaaaaooo miao!” rispose lei.

“Si, si. So che devo essere là alle 1O... a proposito, che ore sono?” e così dicendo voltai la testa verso l'orologio fluttuante appena sopra il comodino. Mi scappò un lamento sorpreso. Erano già le 9!?

“Caz... ehm... Cavolo! Sono stra in ritardo!” urlai.

“MIAO!”

“COME CAVOLO FAI A DIRMI CALMA!??” e mi piombai in bagno.

Uscii come un razzo dopo pochi minuti, pronta, lavata e stirata (si fa per dire). Fissai il mio riflesso nello specchio grande, posto dietro la porta di camera mia, per controllare di essere perfetta.

Critica, guardai i miei occhi grandi e espressivi, azzurri come un cielo senza nuvole, con tonalità blu mare e turchese, i miei capelli dorati come un campo di grano e lunghi fino in vita, le mie ali soffici e grandi, sfumate d'azzurro e blu, un viso a forma di cuore e labbra carnose. Indossavo un top azzurro, un paio di pantaloncini in tinta, bracciali con le borchie e i miei amati stivali alti. Ah, e l'inconfondibile ciuffo rosso che spicca nella chioma dorata.

Bhè, forse ero carina, ma non mi reputavo sta gran bellezza. Mi allontanai dallo specchio e sistemai la stanza in due secondi.

Per fortuna la valigia l'avevo preparata il giorno prima.

L'afferrai al volo e mi precipitai in cucina. Diedi una pacca sulla testa della mia micetta, promettendola che ci saremmo riviste presto.

Uscii di casa a razzo, salutando a malapena i miei... poverini.

Per strada mi rammaricai di ciò. Non li avrei rivisti per molto tempo, e io come mi ero comportata? Salutandoli appena. Stupida! E stronza.

Oltre a irresponsabile. Infatti ero talmente presa dai miei pensieri che per poco non venni investita da uno in Vespa (un motorino con le ali, molto di moda tra i ragazzi) e così, scattai all'indietro, appena in tempo per evitare il peggio. Ma persi l'equilibrio e caddi di sedere.

“Ahi!” urlai.

Accidenti a loro... si prosperava una giornata nera.

Arrivata al portone di accesso per il mondo dei Terreni, trovai una fila interminabile, cosa che ovviamente aiutò molto, visto che ero già abbastanza in ritardo.

Al mio turno, però, mi tremavano le gambe... e ora? Avevo una fifa...

“Prima volta?” mi chiese cortesemente il guardiano, con un accenno di sorriso.

“Si...” dissi imbarazzata... Oddio, si notava così tanto?

“Su tranquilla, non è niente di che. Forza, e che le Alte Sfere ti assistano!”

“Ehm... Grazie!” e guardai oltre il portone. Ahaaaaaaaaa! Avrei dovuto lanciarmi da qui?

Ma non feci in tempo neanche a fare il segno della croce che sentii due mani spingermi da dietro e poi... il mondo iniziò a vorticare.

Stavo precipitando in un turbine di colori.

Ma chi è stato quel brutto stronzo!? Accidenti a lui! Che Dio ti maledica!

Non riuscivo a rallentare la caduta e pur sbattendo le ali al massimo (peraltro ormai allo stremo) non risolvevo un bel niente.

Per fortuna, all'ultimo, mi bilanciai abbastanza da atterrare dritta dritta... di culo.

Mi rialzai tutta dolorante. E con questo siamo a DUE!

Magari faccio un nuovo record... e un tram mi venne addosso a tutta velocità... ecco come non detto.

“AAAAAAAAAAAA! Non voglio morire! Devo ancora passare lo stage, avere l'aureola radiante, salutare i miei, avere un ragazzo, perdere la verg...” Ehm... dimenticate quello che stavo dicendo.

Mi misi le mani davanti preparandomi all'impatto che mi avrebbe ridotto a mangime per gatti. Ma, inaspettatamente, l'urto non arrivò mai.

Riaprii gli occhi un po' stordita e con un mal di testa allucinante per la tensione. Mi voltai e trovai il tram che continuava la sua corsa pazza senza intoppi. Mi aveva... trapassata? Sono come un fantasma?

E li, sentii una risatina stridula che, a quanto pare se la spassava alla grande. Una ragazza dai capelli mossi, neri, lunghi fino alla vita si stava piegando dalle risate e avrei giurato che aveva anche le lacrime agli occhi.

Dovevo avere una faccia così (o.o) perché veramente rimasi allibita.

La ragazza in questione era appollaiata a gambe incrociate sopra un palo spento della luce e mi guardava dall'alto con uno sguardo di superiorità.

Pallida, labbra rosse, occhi grandi e scuri con un'accentuazione viola.

Fece una capriola e... voilà! Eccola lì davanti a me con le braccia nude incrociate davanti al petto. Indossava una maglietta maniche corte nera, semplice, con sopra un giacchetto di jeans con le maniche strappate e aperto, anche se da chiuso non avrebbe coperto granché visto che arrivava a malapena all'ombelico, pantaloncini corti anch'essi strappati, calze a rete e degli anfibi aderenti neri che arrivavano fino al ginocchio.

Si spostò con noncuranza i lunghi capelli neri, mostrando la lunga ciocca viola-scuro che le ricadde di nuovo dove era prima, così, scocciata, li mise dietro l'orecchio.

Mi fece un sorrisetto, mostrando i lunghi canini bianchissimi.

Era alta e slanciata, e muoveva appena le ali diafane... viola-scuro... da Devil.

I Devil sono i nostri acerrimi nemici, il Male fatta persona e se noi Angel custodiamo la pace, loro creano solo scompiglio e discordia.

Alzò un sopracciglio.

“Allora, angioletto, ti do una dritta: finché sei in forma sempiterna sei COMPLETAMENTE INVISIBILE, come un fantasma”

E enfatizzò molto su 'completamente invisibile'.

Stronza, fu il mio primo pensiero.

Mi salì il crimine, cosa non naturale per un Angel... deve essere nella loro natura far arrabbiare così facilmente la gente. Alzai gli occhi al cielo. Non ci tenevo a essere presa in giro dalla prima Devil che mi passava davanti.

“Grazie Mille della dritta!” e girai i tacchi.

“Permalosa l'Angel, eh?” disse divertita.

“Ho un nome! Ed è Raf” dissi rigirandomi nella sua direzione, con uno sguardo truce.

“Oh, quale onore R-A-F! Io sono Kay!” e mi fece l'occhiolino.

Non la sopportavo già più. Avevo sentito parlare che i Devil erano dei gran rompi aureole, ma questa era peggio di una tortura cinese.

“Bene, ora sapresti dirmi dove dovrei presentarmi per lo stage?”

Almeno si sarebbe resa utile per qualcosa, oltre ad avermi stuzzicata per gli ultimi 5 minuti più stressanti della mia vita.

“Lo Stage? Forse sei ancora in tempo. Sai, in realtà è iniziato da una decina di minuti, ma se voli al massimo forse li raggiungi. Appena entri nell'atrio della scuola devi svoltare a sinistra e scendere le scale, prendi la prima a destra e la seconda a sinistra ed è fatta” e concluse con un sorriso soddisfatto.

In fondo in fondo, forse, non era così antipatica.

“Grazie mille!” e mi fiondai immediatamente verso l'entrata della scuola che avevo scorto alle mie spalle.

Sembrava un edificio normale, la classica scuola terrena a due piani, se non fosse stato per le torri altissime e un po' sbilenche che si attaccavano all'edificio principale.

In pratica, una scuola di Sempiterni, sopra una semplice scuola Terrena.

Wow, allucinante... peccato che, ovviamente, i Terreni non riuscivano a vedere un accidenti di niente.

Si perdevano uno spettacolo, ehm... DIVINO.

 

 

 



Note dell'autrice:
Giorno! Questo è il primo capitolo (lol) e spero che vi sia un po' piaciuto (anche se non è successo nada).
Il prossimo è più movimentato (eheheh) con l'incontro tra Raf e Sulfus. La Tizia che sarebbe Kay (e si legge Kay!) è una dei nuovi personaggi. Infatti la storia è completamente diversa e il fatto che Raf è terrena, di sua madre, di Reina e Malakia e Bla Bla Bla... non ci sarà. Perché, come ho detto, è tutta un'altra storia. Continuate a seguirmi e non ammazzatemi per le figure di Bip che ho fatto fare a Raf (che non saranno le prime e ne le ultime, si l'ho fatta un po' più impacciata del solito). E commentate... non mangio! Lo continuo il prima possibile. Baci Alyx!

Modificato :)

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Capitolo 2
*** Cap. 2- Un incontro che mi stravolse la vita ***


Cap. 2- Un incontro che mi stravolse la vita

-Point's Raf

Volavo al massimo, allo stremo delle forze. Se fossi arrivata tardi il primo giorno non me lo sarei mai perdonato. Mi precipitai di colpo a sinistra, seguendo le indicazioni datemi da Kay, la Devil 'simpatica'(battuta sadica) che avevo incontrato all'entrata pochi minuti prima.

Nel mio percorso: urtai un paio di Angel, per poco sfondai un armadietto e rischiai di finire in braccio a un prof e ogni volta che combinavo un quasi-disastro bofonchiavo un “Scusa”, “Mi Perdoni”, “Permesso” imbarazzato.

Probabilmente, metà degli alunni dell'istituto che mi aveva vista non mi avrebbe mai rivolto la parola, pensando fossi senza qualche rotella.

Feci l'ultima svolta, come mi aveva indicato la Devil e... dove ero finita?

Non c'era nessuna commissione, nessun gruppo di accoglienza e neanche un Angel in vista nel lungo, caldo e semibuio corridoio in cui ero finita. QUELLA MALEDETTISSIMA DEVIL!!!

Iniziai a bollire come una pentola a pressione, rossa in volto.

Mi aveva fregato e ora non avevo neanche la più pallida idea di dove mi trovavo. Era un corridoio abbastanza oscurato, pieno di porte di legno scuro. Mi avvicinai a una di esse e vidi una targhetta con scritto due nomi. Sbirciai attraverso la serratura e notai che era una camera da letto. Capii subito: ero nelle camerate.

Vidi passarmi accanto una Devil, la quale mi squadrò come se fossi un alieno... o nel posto sbagliato. Ah. Quindi ero nelle camerate, per giunta quelle dei Devil, e non avevo la più pallida idea di come tornare indietro (già, non mi ricordavo da dove ero venuta)! Spero per quella Kay che si vada a far benedire, se no vedi come la benedico io appena la vedo, pensai frustata.

Misi atterra la valigia e mi ci sedetti sopra, portandomi le mani alla testa e rannicchiandomi.

Pensa Raf, magari non è così impossibile non perdersi in un posto immenso e totalmente nuovo..., mi auto-convinsi.

Mi scappò una risata amara.

La sveglia, il ritardo, la Vespa, il ragazzo che mi spinge, il tram, quella Devil, il fatto di aver già cominciato a far la figura della scema davanti a mezza scuola e ora ero addirittura smarrita nel territorio Devil...

Dio, se non ti sto simpatica e mi vuoi rovinare l'esistenza ti pregerei di ammazzarmi direttamente... ma che vado a pensare?!

Sbuffai.

Stavo praticamente per impazzire, quando due scarponi mi si pararono davanti. Alzai lo sguardo e i miei occhi sprofondarono in due occhi svegli, da gatto, color topazio fuso all'oro. Oddio. Sono meravigliosi... Mi riscossi da quella visione e definii chi avevo davanti. Labbra carnose, una capigliatura sparata, nera, dai riflessi quasi blu, spalle larghe e braccia robuste.

Sull'occhio destro era tatuata una stella rossa e mi guardava dall'alto con uno sguardo beffardo. In pratica avevo davanti il ragazzo più figo del mondo... ma, appena finita la nostra conversazione, avrei cambiato il 'figo' con 'stronzo'. E 'pervertito'.

“Allora angioletto, che ci fai tutta sperduta nella tana del lupo sola soletta? Perso il ciuccio?” disse con un ghigno.

Mi riscossi. Brutto...

Ero già incazzata, molto incazzata, e se mi voleva vedere FURIOSA ci stava riuscendo alla grande. Non mi faccio prendere per il culo DUE volte DI FILA da dei stupidi DEVIL.

 

-Point's Sulfus

Dire che era stata una giornata grandiosa era poco. Avevo sabotato la cerimonia di inizio anno modificando il microfono, tanto per cominciare. Quando si avvicinò il prof, infatti, inizialmente la voce risultò in falsetto, poi la abbassammo e infine la alzammo finché non divenne un insulso fischietto.

La cosa divertente fu la faccia incazzata che fece. Imperdibile.

Iniziò a sbraitare come un ossesso e saltare infuriato come uno scemo.

Poi arrivò il momento di dare il 'benvenuto' a quegli insulsi angioletti, così, di nascosto, ci infiltrammo nel comitato di benvenuto per gli Angel e lì, gli tirammo addosso una valanga di gavettoni.

Risultato: una massa di sfigati fradici. AHAHAHAH.

Inoltre, mi ero già guadagnato la stima dei 'nuovi' Devil (sono ripetente e molto famoso tra i ragazzi per i casini che combino, cosa degna di stima tra noi) e avevo già due gemelle pronte per un servizietto... sul sottoscritto. Eheheheh. Non poteva andare meglio.

Così, me ne stavo tornando in camera raggiante, quando vidi una sfigata di quelle Angel rannicchiata nel corridoio. Ok, era una cosa strana.

Nessuno di quei burattini da strapazzo avrebbe avuto il fegato di venire li. Pensai alla motivazione più logica. Si era persa. E era nuova sicuramente. Non l'avevo mai vista. Bene. Era ciò che mi ci voleva.

Chiudere la giornata in bellezza. Mi sarei divertito un mondo.

Mi avvicinai a lei, risvegliandola dai suoi pensieri. All'iniziò mi fisso sorpresa dritto negli occhi. I suoi erano di un azzurro talmente lucente che dovrebbero essere illegali e aveva sfumature blu, azzurro-mare, verde acqua... Wow.

Stupendi... Eh? Ma a cosa vado a pensare? Però per essere un Angel era proprio un bell'angelo. No. Basta smancerie, mi ordinai.

Mi venne voglia di stuzzicarla, e accendere un po' di fuoco in quegli occhi azzurro-cielo.

Feci un sorriso da stronzo e le dissi in tono arrogante:

“Allora angioletto, che ci fai tutta sperduta nella tana del lupo sola soletta? Perso il ciuccio?”

Questa divenne rossa in volto e, più di una fiammella, nei suoi occhi si accese un vulcano in piena eruzione.

Mi si avvicinò così tanto che c'era a malapena un centimetro di distanza tra i nostri visi.

“Senti stronzo! Ora non ti ci metti anche te chiaro? Ho avuto una giornata schifosa. Sono stata investita, spinta, presa per il culo e ora mi sono persa. E ora ci sei te che ti ci aggiungi?! Io ti prendo a pugni!” urlò incazzata nera.

Oh, quanto mi piaceva da incazzata. Non feci neanche una piega e sorrisi.

“Sai...-e mi avvicinai a un soffio da lei-...sei carina quando ti arrabbi”

Se prima la Angel era rossa, ora era viola. E non solo di rabbia.

Mi faceva impazzire.

“Brutto stronzo!” e alzò una mano, cercando di colpirmi in viso.

Temeraria la ragazza.

Le bloccai i polsi con le mani e la spinsi contro il muro.

Cercò di liberarsi, ma la tenni forte, finché non si arrese.

Aveva il fiatone e mi guardava in una maniera talmente spaesata e talmente rabbiosa che mi venne voglia di farla affannare per altri motivi.

Poi era veramente carina da arrabbiata.

“Allora Angelo Mio, arresa?” dissi con malizia.

“Primo: quel 'Mio' te lo puoi anche risparmiare, secondo: ho un nome e mi chiamo Raf, terzo: mollami immediatamente”

Raf... Mmmm, me lo sarei tenuto a mente.

“Bene, Raf. Io sono Sulfus. Piacere, Angelo. Per tua informazione:

Uno, stavi per violare il V.E.T.O., secondo il quale non puoi toccarmi, quindi ringraziami. Due, ti mollo solo quando voglio” e la guardai intensamente, con malizia. Lei girò la testa di scatto, di nuovo viola in volto. Iniziavo a goderci dell'effetto che facevano le mie parole.

Poi si rigirò, con uno sguardo truce.

“Il V.E.T.O.? E come mai te invece mi trattieni?” disse in tono arrabbiato.

“Semplice...-le sorrisi e mi avvicinai al suo orecchio-...se non noti, porto i guanti, Angelo Mio” e mi ritrassi sogghignando per il colorito della ragazza. Lei mi squadrò e poi fisso le mie mani.

Già, non so perché ma quella mattina li avevo messi come portafortuna. Erano di pelle morbida, neri e li usavo spesso per andare in moto. Quella Raf mi interessava sempre più, stranamente. Era così genuina, da sembrare 'quasi'… ingenua.

 

-Point's Raf

Oddio. Cosa ci facevo inchiodata al muro con questo Sulfus? Mi metteva in una suggestione che, non so come mai, non riuscivo a contrastare.

Non avrei potuto resistere a lungo.

Dovevo fare qualcosa, o non so cosa ne sarebbe stato di me. Questo fatto del V.E.T.O., poi, complicava le cose, e non potendolo neanche toccare, non sapevo cosa fare.

Inoltre, con quel mal di testa che mi era venuto appena avevo iniziato ad arrabbiarmi, non riuscivo a pensare con molta lucidità.

Mi venne un'idea geniale. Ma dovevo essere veloce.

Di colpo, cambiai espressione e gli sorrisi. Rimase un attimo spaesato.

Così, questa volta, mi avvicinai io al suo orecchio.

“Sei solo un pervertito e uno stronzo...-dissi-... e anche un po' stupido”

Così, prima che si rendesse conto, gli tirai un calcio nello stinco e afferrai la mia valigia dalla maniglia. Lui si ritrasse di scatto.

“Ahi, cazzo” e si rigirò verso di me con uno sguardo indecifrabile.

Ero già a distanza di sicurezza, così gli sorrisi.

“Bhé, bella chiacchierata ma devo andare. Addio, Sulfus

E così dicendo me la svignai il prima possibile da lì.


Note dell'autore:
Heila gente! Vedete ho aggiornato presto :) Beeene. Visto che sono scema e ho a cuore la storia vi ho disegnatooooo.... KAY! Eh, già. L'ho fatto TUTTO ieri pomeriggio. Anche se fa pena e magari fa schifo dite: Fa pocopoco schifo, non tanto. Grazie :)

Bhè spero vi piaccia il capitolo e che mi seguirete ancora :) Baci Alyx 
Ps. COMMENTATE... non sbrano... anzi vi riempio di baci :*

Modificato :)


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Capitolo 3
*** Cap.3- Dalla padella alla brace! ***


Cap. 3- Dalla padella alla brace!

 

-Point's Sulfus

La guardai allontanarsi di fretta finché non scorsi un'ultima volta la sua splendida chioma bionda. Quella Angel... mi aveva fregato come un deficiente. Provai un moto di stizza e tirai un pugno al muro.

“Maledetta...” ma subito mi ricomposi. Se pensava di essersi liberata di lui, non lo conosceva ancora. Un sorriso sfrontato mi si dipinse sulle labbra.

Oh, se si sarebbe pentita. Così, ancora pensieroso mi diressi verso la prima finestra aperta, mi lanciai nel vuoto e con uno sprint mi librai in aria, diretto sul tetto della scuola. C'era da divertirsi ora.

 

-Point's Raf

Accidenti a quel Devil! Per colpa sua ero in un mostruoso ritardo e avevo perso tutto il comitato di benvenuto. Così dovetti assorbirmi una ramanzina da Arkan, il preside della parte Angel della scuola. Mi spiegò in breve il programma degli studi, i nostri compiti, gli orari e mi diede una piantina dell'edificio. Mi dimostrò il nostro compito di Angel sui terreni e mi rivelò che avrei potuto agire, ovviamente, solo in forma terrena.

Detto questo, mi diede una catenina con una medaglietta a forma di coccinella.

“Ti servirà per trasformarti” mi spiegò.

Poi mi congedò, ma io, avevo un'ultima domanda.

“Cos'è il V.E.T.O.?” chiesi un attimo incerta sulla sua esistenza.

“Ah, è una legge. Ci impedisce di esporci, toccare o ostacolare un Devil...-mi sorrise-...ed è importante rispettarla”

Anche se sembrava molto severo, era sicuramente una persona splendida il signor Arkan: gentile, paziente e un po' paterno.

“Certamente” risposi e uscii, diretta al Sognatorio, gli alloggi degli Angel.

Accidenti, e se rincontro quel tipo? Non posso neanche tentare di ammazzarlo! Peccato, mi sta così antipatico... pensai.

Mi ritrovai in un lungo corridoio luminoso, azzurro e bianco, dove aleggiava un fresco profumo di gelsomino. Aspirai, riempiendomi i polmoni di quell'aria profumata e frizzante, e scorsi con aria sognate le porte azzurre e metallizzate, poste sui lati del lungo corridoio.

Ne trovai una con una targhetta argentata con inciso una scrittura elegante: Raf & Will.

Sorrisi. Eccola. Cercai la maniglia per entrare, ma mi ritrassi sconvolta.

Ma dove diamine era questa benedetta maniglia? Allungai una mano per cercare una specie di interruttore, quando la porta si aprì da sola, scivolando all'interno del muro. Wow, moderni.

Entrai e mi ritrovai in una camera spaziosa e luminosissima. A sinistra stava un letto dalle lenzuola verde-acqua, una scrivania e un comodino pieni di libri, carte e oggetti vari, una libreria e un armadio. Al centro della stanza prendeva spazio un tavolino con due seggiole mentre a destra, sopra una piattaforma rialzata, trovai un letto ancora da fare, una scrivania, un comodino e un altro armadio completamente vuoti.

Una porta chiusa stava in fondo a destra, verso la porta d'entrata e intuii fosse il bagno. Sulla parete affianco al letto, che era messo in orizzontale praticamente appiccicato al muro, notai una finestra aperta enorme, da cui entrava un profumo intenso di nuvole e rose. Sembrava di essere ancora a Angitown... che nostalgia. Mi mancava l'odore di nuvolette e nutella (crepes alla nutella, in pratica) appena preparate, la morbidezza del mio cuscino e la sensazione leggera e euforica che provavo sempre nelle mattinate calde e luminose che c'erano d'estate.

Posai la valigia e iniziai a sistemare la mia roba nella parte libera della stanza. Volevo scoprire chi sarebbe stata la mia nuova compagna di camera. Speravo fosse almeno lievemente gentile.

Finito, mi lanciai a peso morto sul materasso morbido appena sistemato. Sapeva di fresco. Strofinai il mio viso tra le lenzuola. Ero stanchissima. Così, senza accorgermene, mi addormentai. Tutto era buio, oscuro e freddo. Sentivo rumori, respiri, battiti di ali, e , inoltre, il mio sesto senso mi diceva che c'era qualcosa che non andava. Lo percepiva, ma non riuscivo a svegliarmi, come imprigionata. Mani, calde, forti, leggere come piuma. Una scossa mi trafisse ogni millimetro del mio corpo. Qualcosa mi tratteneva dall'aprire gli occhi. Finalmente, mi riscossi e mi alzai di scatto, con il cuore in gola.

Fuori ormai era quasi totalmente buio e probabilmente avrò dormito per tre ore. Sbadigliai e mi stiracchiai per bene. Qualcosa non andava.

Mi guardai in torno e rimasi allibita: la mia parte di camera era tutta a soqquadro, come se fosse passato un ciclone.

“Ma... ma... ma... come...?” Ero allucinata.

Poi, sentendo un po' di freddo mi guardai, e le mie gote si tinsero di un viola acceso. Il top che prima indossavo era alzato mostrando i seni contenuti nel reggiseno, ma... i... pantaloncini... erano... abbassati...

COSA DIAMINE ERA SUCCESSOOOOOOO!!???

 

-Point's Narratore

Lei stava male. Molto male. I Suoi poteri si affievolivano giorno dopo giorno, dando sempre più potere e dominio a coloro che L'avevano tradita, ingannata. Lei aveva dato vita a Tutto, Lei li aveva creati e guidati. Aveva inventato l'amore, il perdono, la gentilezza e l'adorazione. Aveva creato le Sue Schiere Celesti, aveva insegnato loro come comportarsi. Poi, c'era stato l'Universo, la Terra, si era occupata degli uomini.

Alcuni dei suoi angeli più fidati erano diventati la Sua Voce, il Suo Volere, le Sue Azioni, poi c'era stato il Traditore, Il primo. E poi ne seguirono altri, molti altri. E così la fiducia l'aveva uccisa. Nel profondo.

Sono Millioni di Anni che lei è li, che attende e aspetta che i Prescelti arrivino. E dopo la scossa d'avviso che le era pulsata in tutto il corpo, scuotendola, un sorriso dolce e tenero le si era dipinto sul Suo Volto. Finalmente, tutto sarebbe tornato come prima. Sarebbe tornata nei Suoi Regni e avrebbe rigovernato saggiamente e con dolcezza come all'ora... prima che il potere accecasse i Suoi Figli.

 

-Point's Sulfus

Ok,ok,ok. So già cosa pensate, umane pervertite da strapazzo.-.

Ero sul tetto e avevo appena finito di flirtare con un paio di ragazze.

Me ne stavo tornando indietro, quando vidi Raf, dormire placida nel suo letto. Così, pensai di vendicarmi per il calcio che mi aveva tirato.

Ma chi si crede di essere? Ho messo a soqquadro la stanza e poi... bhè... ricordandomi che era una ragazza piena di pudore volevo ehm... metterla in imbarazzo, ecco.

Solo che quando l'ho vista dormire, il mio istinto da Devil ha preso il sopravvento e per poco non le saltavo addosso. Ho dovuto usare tutta la mia forza di volontà. Sono pur sempre un ragazzo, per giunta Devil, e le si era alzata un po' la maglietta... e bhè diciamo che i pensieri che facevo non erano PER NIENTE casti, a dirla tutta.

Così, le ho solo alzato un po' la maglietta e... e... ma perché balbetto dannazione. Comunque, dicevo, volevo metterla in imbarazzo, solo che quando le tirai su la maglia e giù i pantaloncini, in quella posizione che era poi, ho... iniziato a toccarle leggermente la pelle scoperta della pancia. Ma subito quella cazzo di scossa mi aveva fatto un male boia e tutta l'eccitazione se n'è andata carbonizzata. -.-”

Mi rifarò con le gemelle... dannata Angel! Esci dalla mia testa, dalla mia vita, e tornatene in paradiso. Però, che caso. E io che credevo che tutti gli Angel fossero degli sfigati. Al pensiero, sorrisi. 

 

 


Note dell'Autore:
Heila! Ok ora potete tirare verdura, sassi, e anche una sedia! Scusate il ritardo D:
Comunque volevo ringraziare coloro che seguono la mia storia, che la apprezzano e che fanno recensioni. 
Un grazie speciale vanno a due persone: 
LucySophie- Hai fatto la più bella recensione che una scrittrice possa mai desiderare Q.Q GRAAAAAZIEEEEEE! *fontana time*
Scusate ho un circo nell'occhio... E ti dedico la storia. Il prossimo lo faccio più lungo. Parola di Scout!

Katherine Stringes- Grazie di tutto. Del sostegno, dei consigli e della tua amicizia. Ti stimo molto come scrittrice e sei la mejo. Questo è dedicato anche a te <3 

E lo dedico a tutte voi che leggete. Grazie di <3 
Ok me ne vado. Fate una recensioneeee! Non mordoooo! *occhi da cucciola* *^*
Baci Alyx <3

Ps. ATTENZIONE! Sulfus pervy modalità: ON Ehehehehehehhehehehehehe

Modificato :)

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Capitolo 4
*** Cap.4- Incontri e misteri ***


Cap.4- Incontri e misteri

 

-Point's Raf
Dire che ero schioccata era ben poco. Mi tirai subito su i pantaloni con foga e iniziai ad abbassarmi la maglia, ma un particolare mi bloccò.

Vicino all'ombelico, alla mia destra, spuntava una specie di tatuaggio o di voglia di fragola a forma di stella... e questa? Da dove diamine arriva?

Accidenti, prima vado a letto, meglio è. Quella giornata era da dimenticare. -.-”

Tirai giù la maglia e mi guardai intorno. AL DIAVOLO!!!

La mia parte di stanza era un disastro!

“MA SOLO A ME CAPITANO QUESTE COSE!?” urlai disperata.

“Se trovo chi è stato... altro che a benedire....”

*Lo ucciderò a sangue freddo e farò degli ornamenti con le sue budella* disse una sua vocina interiore, sibilando.

MA che razza di pensieri erano? E questa voce demoniaca? O.O

Ero seriamente preoccupata. Sconsolata incominciai a rimettere in ordine un'altra volta. Mezz'ora dopo, il sole era calato, l'aria, prima tiepida, si era tramutata in un venticello gelido, che si insinuava nella stanza attraverso la grande finestra, e la stanza, finalmente, era in ordine.

Mi sistemai i vestiti e scesi nella mensa per mangiare un boccone.

Il mio stomaco iniziava a dare segni di protesta.

Volando a un centimetro dal pavimento, lungo i corridoi splendenti del Sognatorio, pensavo e ripensavo a quello che mi era appena successo.

Perché? E soprattutto, CHI? CHI era stato?

Volando spensierata, andai a sbattere contro qualcuno.

TI PAREVAAAAAAAA!!!

Ahi, ahi, che botta! Caddi rovinosamente a terra, come un sacco di patate.

Ero in completa auto-commiserazione, quando una mano, bella e forte, si stagliò davanti al mio viso. Alzai lo sguardo e rimasi basita.

Occhi caramello, lineamenti dolci, capelli corti, ciuffo alzato dalle sfumature ocra e oro. Due enormi ali bianche si stagliavano dietro di lui.

Sorrise. ODDIOOOOOOO *^*

Ma chi era questo bellissimo figlio di mamma? Complimenti a lei!

“Stai bene?” mi chiese candidamente.

“S-si” balbettai. Maledetta voce!

*Allora... ti piacerebbe fare la troietta con questo bel figo, eh Raf?* disse maligna la voce che avevo sentito circa mezz'ora prima.

Mi raggelai. Era come se una presenza estranea si fosse materializzata nella mia testa. Era inquietante.

'ZITTA!' le risposi.

Mi scrollai di dosso quelle domande e afferrai la calda mano, ancora tesa per me. Mi issai e, in un batter d'occhio, mi tirai su.

“Ehm, grazie mille!” sbiascicai, guardandomi la punta degli stivali.

Lui sorrise di nuovo, con aria disinvolta.

“Bhé, io sono Alex e sono del secondo anno di stage” disse presentandosi.

“Ah, eh, io sono Raf e faccio il primo anno” dissi, grattandomi la testa.

Iniziammo a incamminarci insieme.

“Vai verso la mensa? Sai, ci stavo andando anche io” spiegò.

Ma non lo stavo molto ad ascoltare, non ci riuscivo, non riuscivo neanche a pensare. Mi sa che ero anche arrossita.

“Scusami, lo stage è composto da tre fasi vero?” gli chiesi, per trovare un argomento che togliesse l'incredibile imbarazzo che provavo.

Mi fissò e sorrise di nuovo.

“Esattamente! E ogni parte dello stage ti aiuta a migliorare. E ad avvicinarti sempre più all'Aureola Radiante” concluse.

“Ah, si. Certo” commentai.

Eravamo arrivati nella mensa e chiacchierammo tutto il tempo, del più e del meno. Era facile parlare con lui, dopo aver superato l'imbarazzo.

A un certo punto, smise di parlare, e mi fissò dritto dritto negli occhi.

Mi sentii a disagio. Poi si riprese.

“Senti Raf, ultimamente sono successe delle cose strane?” mi chiese serio. E questo cosa significa?

“Bhé, in effetti si. Mentre dormivo è successo una cosa stranissima. Posso solo dirti che mi è comparsa una stella sulla pancia e sento una voce maligna nella testa” finii. Aspetta, ma perché glielo stavo dicendo?

Mi stava guardando intensamente.

Sospirai.

“Sono pazza?” dissi sconsolata.

Fece un sorriso tirato.

“No... purtroppo-mormorò appena-...comunque, sei innamorata di qualcuno? O comunque ti piace qualcuno?” continuò lui come se stesse parlando della cosa più naturale del mondo.

Mi potete spiegare perché mi fa sta domanda?

Ripensai un attimo a quel bastardo di Sulfus, e mi irritai subito.

*Oh, pensi a quel Diavolaccio? Proprio te Raf. Non me lo sarei aspettata da me stessa* disse la Voce. 'Chi sei?' le chiesi. *Te, semplice* rispose serafica.

“Raf?” mi risvegliò Alex.

“Ehm... si ecco. Non proprio” risposi evasiva.

“Mmmm... ok”

“E tu, invece?” chiesi distrattamente.

Sorrise.

“Si. Una ragazza fantastica. La conosco da molto, e la amo tantissimo”

Crac. Ecco che il principe azzurro era già occupato.

Si. Ero sfigata fino al midollo.

“Sai, è una ragazza fortunata” sentenziai.

“Grazie...-controllò l'ora-...Scusami ma devo andare. Magari ci sentiamo domani” propose.

“Sicuramente”

E mi diressi di nuovo in camera.

Wow. Avevo incontrato il ragazzo più bello del mondo. Ed era già bello cotto di un'altra. Pazienza.

*Tanto a te interessa il diavolaccio* canticchiò la mia 'amichetta'.

Diamine. 'Senti smettila. Sta zitta... ehm... cosa' le dissi mentalmente.

*Ho un nome cara la mia Raf. E poi non sono una COSA. Sono la tua Alter Ego. La tua parte Devil* disse contrariata.

La mia... parte Devil?

Lasciai cadere il discorso, perché, entrando in camera, andai addosso a una carinissima Angel.

Occhi verdissimi, capelli fino a metà schiena e due codine, qualche ciocca verde, ali dalle più varie sfumature del verde.

Aveva un'aria infantile e dolce.

“Oddio scusami tanto” dissi subito rialzandomi e porgendole la mano per aiutarla ad alzarsi.

“Oh, scusami tu. Non ti avevo vista neanche io” disse dolcemente.

Che tenera!

*Vorrai dire che schifo. Questa è peggio di un lecca-lecca. Mi fa venire una carie!* disse Lei, con disprezzo.

'Ma smettila' le dissi scocciata.

“Tu sei Raf?” chiese timidamente la ragazza lecca-lecca.

“Ehm si. Quindi sei tu la mia coinquilina? Will, giusto?”

“Esattamente! Piacere!” disse con un sorriso enorme, contagioso, perché mi fece alzare anche a me gli angoli della bocca.

Chiacchierammo, ridemmo e scherzammo per tutta la serata.

Era una ragazza splendida, simpatica, disponibile, paziente e gentile.

Il suo sorriso era stupendo e ci andavo d'accordissimo.

Scoprii i suoi gusti, cosa le piaceva, e come passava il tempo. Anche lei era al primo anno.

Un quella giornata da dimenticare, avevo incontrato una persona fantastica, che di certo non avrei dimenticato mai.

“Raf?”

“Dimmi”

Divenne rossa di colpo, imbarazzata.

“Vo-vorresti di-diventare la mia migliore amica?!” chiese tutto d'un fiato.

Rimasi a bocca aperta.

“N-non ne ho mai avuta una, per colpa della mia timidezza. Sei una persona fantastica e anche se ti conosco da poco, mi sembra di conoscerti da sempre. Mi trovo a mio agio con te” e avvampò di nuovo.

Era tenerissima vederla così. Sorrisi.

“Certo”

“Come?” chiese incredula.

“Certo che divento la tua migliore amica. Anzi, ne sono felicissima” conclusi sorridendo.

“G-grazie!” disse Will con i lacrimoni e mi abbracciò. Ricambiai.

Bhé, forse non era andata tanto male.

*Mi viene da vomitare Raf* si lamento la Voce.

'Non mi rovinare il momento, lagnosa' risposi arrabbiata.

Ci staccammo e sorridemmo.

Poco dopo, andammo a letto.

 

Una stanza incolore. A tratti trasparente. Bianca. Non lo sapevo.

Ero nel Nulla assoluto.

“Hei Raf” disse una voce che in quelle ultime ore l'aveva tartassata.

“Tu” dissi. Mi voltai e rimasi allibita.

I capelli, gli occhi, il viso. Se non fosse stato per l'abbigliamento e per le ali da diavolo non ci sarebbero stati dubbi.

Ero lei. Raf. Me stessa.

“Ma...ma...” iniziai a balbettare.

“Sconcertata?...-disse con un sorrisetto-...Sono te. O almeno la parte cattiva. Mi avevi seppellita nel profondo e dimenticata, eh? Ma ora sono qui. Ah, sono maleducata. Mi chiamo Laf, diminutivo di Laphael” disse porgendomi la mano.

Non poteva essere me. No. Non ci credevo.

“Dovresti metterti in pace con te stessa. Cioè anche con me” disse ritraendo la mano.

“Non puoi essere me. Questo è solo un sogno”

“Mia cara. Da sveglia senti solo la mia voce, ma nel subconscio puoi vedermi come fossi un'altra persona, reale. Non è un sogno”

“Reale hai detto. Tu non sei reale”

“Oh si che lo sono. Ma tempo al tempo. Tra poco torneremo insieme. Così finalmente il ciclo si sarà spezzato, Lei tornerà e finalmente la libera scelta sarà disponibile per tutti”

“Che vai a blaterale?” urlai confusa.

“Lo capirai. Ora preparati per un nuovo giorno. E acchiappa quel bel figo di Sulfus. Tanto è destino” disse facendomi l'occhiolino.

“Ma che cavolo dici!?”

E tutto tornò nero.

 

 

 


Note dell'autrice:
Eccomi belle ragazze! Questo capitolo è dedicato in particolare a Ichigo 84. Grazie mille del sostegno e della tua amicizia. Sei una scrittrice fantastica. Lo dedico anche a LucySophie che segue la mia storia: grazie mille! ^^
E infine alla fantastica Katherine Stage. Sei una scrittrice straordinaria e sei molto disponibile oltre che a simpatica.
Grazie mille a tutte quante voi. <3 
Per tornare alla storia... scusate il ritardo, ma il prossimo lo faccio appena possibile, promessooo!
Vi è piaciuto questo capitolo? Deluse che Alex sia occupato? Troppo dolcina Will? E l'Alter Ego di Raf? Ma diffidate dalle apparenze. In realtà NULLA è come sembra MUAHAHAHAHAHHA *risata satanica* *faccia indemoniata*
*Coff coff* Ehm... mi dileguo. E please... RECENSITE! ;) Grazie <3
Baci vostra Alyx, la pazza <3

Modificato :)

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Capitolo 5
*** Cap.5- Spiegazioni e comportamenti strani ***


Cap.5- Spiegazioni e comportamenti strani


“Ah” mi svegliai di colpo, con il cuore in gola.

Cosa mi succedeva? Il giorno prima era stato il più strano della mia vita, e, da quando mi ero addormentata durante il pomeriggio, un sacco di cose non tornavano. Dovevo capire cosa era successo mentre dormivo.

Era di vitale importanza.

Sentii qualcuno mugugnare dall'altra parte della stanza.

Will si rigirò nel letto, poi ritornò a dormire placida.

Quella ragazza era un concentrato di dolcezza.

Mi faceva tenerezza. Guardai l'orologio sul comodino.

5:30 a.m. segnava l'orologio digitale sul piccolo display.

Era prestissimo. Mi rimisi a letto cercando di riaddormentarmi, ma i pensieri me lo impedirono.

Continuavano a intrufolarsi nella mia mente, suscitando domande su domande, senza né capo né coda.

Accidenti. Per tutte le aureole del mondo!

Mi alzai, scostando le coperte di lato.

Poggiai i piedi nudi sulle mattonelle fredde della stanza e, senza fare rumore, aprii lentamente la finestra, abbastanza da farmi passare.

Afferrai una felpa calda appoggiata a una sedia, affianco al letto, e uscii nel vento freddo della sera.

Volai fino al tetto, mi sedetti sulla ringhiera, con i piedi penzoloni, e mi riparai dal freddo con la felpa.

Tirai su il cappuccio, coprendo il mio capo dorato, e rimasi lì, sola con i miei pensieri, a guardare la luna.

Il silenzio era totale, e mi calmava quella quiete assoluta.

Chiusi gli occhi godendomi quella pace.

*Bella, vero? C'è una calma qui* disse Laf, stranamente con tono dolce.

'Sei tu...-dissi scocciata-...pensavo fossi sparita'

*Lo speravi? Scusami ma sono qui, viva e vegeta* ribatté lei, piccata.

'Scusami... è che... ammettilo. Questa cosa è strana. Senti, te che sai tutto, sai per caso cosa mi è successo mentre dormivo?' chiesi curiosa.

*Si e no. In teoria, io dovevo venire svegliata dalla violazione del V.E.T.O., ma prima che ciò succedesse non vedevo niente. Ero ancora dentro il tuo subconscio. Comunque il fatto che tu mi senta dentro te, è speciale. Cioè, solo tu, dopo la violazione, hai potuto risvegliarmi* spiegò lei.

Rimasi in silenzio un attimo. Quindi, quelle stranezze, se le sorbiva solo lei. Che bello!

'Aspetta, ma io non ho violato il V.E.T.O.! Non ho toccato nessun Devil! E poi perché solo io?' chiesi turbata. Non avevo toccato nessuno, a meno che quel 'Nessuno' avesse toccato me.

*Oh, si, invece. Quella bella stellina che hai sulla pancia ne è la conferma, cara Raf* disse lei cantilenando *E anche il Devil che ti ha toccato a quest'ora dovrebbe subire qualche problemino. Eheheheheeh* continuò sghignazzando.

'Problemino?' *Si. E lo noterai domani. Lo capirai peché... bhé... sarà strano!* rispose divertita.

Guardai la luna. Non sapevo come mai stesse succedendo a me, ma alla fin fine lo accettai. Doveva esserci un perché.

Non vedevo l'ora che iniziassero le lezioni.

Volevo scoprire chi era stato a toccarmi il prima possibile, anche se, una vaga idea, purché insensata, ce l'avevo.

Ero determinata. E mi sarei vendicata, anche se non erano pensieri di una Angel. Sorrisi.

Con Laf, avrei gustato la mia prima vendetta della mia vita.

Preparati, te la farò pagare amaramente, Devil da strapazzo.

 

Nella mensa aleggiava un odore squisito di Crepes, brioches, caffè, cioccolata e pane caldo.

Will mi trascinò per tutta la mensa, assaggiando un po' di questo e un po' di quello. Feci la colazione più buona del mondo, tra un sorriso e l'altro.

Will sembrava sapesse già tutto, dove trovare un tovagliolo, la posizione dei cibi, il giro che facevano gli addetti alle pulizie, il menù della settimana, e questo mi stupì.

Era anche lei al primo anno e già conosceva tutti. Mi chiedevo se fosse stata bocciata.

“Ehm... Will? Come mai conosci tutto di questo posto?” chiesi, senza potermi trattenere.

Mi squadrò un attimo e poi, sorrise.

“Semplice. Mio fratello è al secondo anno e quindi so tutto su tutti” mi rivelò sghignazzando.

Fiuu, meno male. Temevo il peggio, pensai.

“Comunque lo conoscerai presto...-aggiunse-...Ah, un secondo. Torno tra poco” disse improvvisamente, dirigendosi verso il cortile della scuola.

“Che le è preso?” borbottai.

Mi immersi nei miei pensieri, ritornando a pensare a Laf, Sulfus e la stella rossa apparsa sul suo ventre.

Poi...

“RAF!” e comparve una Will tutta agitata, che mi prese per il braccio e, a velocità super-sonica, mi trascinò per i corridoi.

“Siamo in ritardo! Dobbiamo sbrigarci” mi spiegò notando la mia faccia.

Arrivammo in classe in tempo per l'inizio delle lezioni e... per assistere all'esplosione della classe accanto.

“MA COSA?” urlai prendendo un colpo.

Uscì il professor Arkan dalla classe per vedere cosa era successo.

Quando rientrò, dietro di lui c'era un gruppetto di Devil, tutti mal messi, coi capelli scompigliati e i vestiti spiegazzati, per non parlare delle guance nere.

Arkan, stizzito, ordinò al gruppetto di sistemarsi nei banchi liberi.

Entrò anche una Devil alta, con capelli lunghi e viola, occhiali e ali viola-scuro. Aveva un sorrisetto arrogante, tipico della specie e un vestito lungo. Inoltre, sfoggiava le corna, le corna Radianti, cosa che mancava ancora agli stagisti Devil per diventare completi.

“Sono la professoressa Temptel, la preside della parte Devil” si presentò. “Noi Angel ospiteremo la classe Devil per le prossime lezioni, finché la classe dei Devil del primo anno non sarà stata 'sistemata'” spiegò Arkan, guardando storto la professoressa, come se la sua presenza lo infastidisse.

“Mi scusi Arkan, ma i miei splendidi alunni, che sono molto più vivaci dei suoi, hanno fatto esplodere l'aula, per sbaglio” disse evasiva.

O apposta, pensai io.

I Devil iniziarono a inserirsi nei banchi vuoti, mischiandosi agli Angel.

“Non preoccupatevi, domani sistemeremo anche i posti”

Meno male. Era fastidioso stare così vicini a quelle serpi.

*Piano con le parole! Non tutte sono serpi* intervenne Laf.

Alzai gli occhi al cielo.

“Scusa, è libero?” mi chiese una voce familiare.

Mi voltai e trovai quei bellissimi occhi da gatto del giorno prima.

Anche con i vestiti scompigliati e i capelli spettinati, era stupendo.

Al posto del sorriso da sbruffone, c'era un sorrisetto tirato.

E la voce sembrava anche dolce. Ma chi era? Non poteva essere il Sulfus che aveva incontrato il giorno prima, quello che l'aveva aggredita e per poco molestata. Sgranai gli occhi. Sembrava aspettare una risposta.

“Ehm... si” risposi incerta.

Alla mia sinistra avevo Will, che mi guardava con occhi interrogativi, mentre, alla mia destra, Sulfus prendeva posto.

La vicinanza con lui mi metteva a disagio.

Sembrò notarlo. Mi fissò e poi sbuffò, innervosito.

“Senti non mordo, capito stupida Angel?” disse tra i denti.

Poi, sembrò ripensarci, e subito borbottò un 'Scusa', per poi girarsi dall'altra parte.

*Ecco scovato il nostro furbetto* bisbigliò Laf.

'Con comportamento strano intendi questo?' le chiesi.

*Più o meno* Rise.

I Devil facevano un casino assordante, rompendo le aureole e facendo in continuazione dispetti.

Mentre cercavo di rimanere attenta e prendere appunti, di sottecchi, sbirciai Sulfus. A differenza dei suoi compagni, stava quieto e rilassato, in apparenza, ma sembrava essere turbato dentro, come se qualcosa non andasse. Si, doveva essere stato lui. Me lo sentivo.

Dovevo parlargli, il prima possibile, e chiarire quella faccenda, facendo passare al secondo piano la sua terribile vendetta. Che ovviamente non avrei dimenticato facilmente.

********************

*Appare*
Note d'autore:
Heila! I'm here! Come va? Io sto da cani fisicamente, mentre psicologicamente, bhe, sono andata già da un po'!
Alllllllllllora? Vi piace? Spero di sii! Recensite che mi fa un piacere immenso! Grazie alla Mia Ichigo e a Kate che ci siete sempre. 
Siete uniche ^^ Bacini a voi e a tutti quelli che stanno leggendo <3
Vostra sclerata Alyx <3 

Ps. Se vi piace la S.A. (Special A) ho fatto una FF anche li, se interessa OVVIAMENTE! ^^ Mi dileguo ^^
*sparisce*

Modificato :)

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Capitolo 6
*** Cap.6- Incontro sul tetto ***


Cap. 6- Incontro sul tetto
 

“Will, senti, dopo ti spiego, ma ora devo parlare un attimo con una persona”

Mi guardò un attimo, poi un sorriso spiccò sulle sue labbra.

“Ti aspetto davanti ai giardini” sentenziò, per poi allontanarsi canticchiando.

Sorrisi. Era stupendo come fosse comprensiva.

Mi voltai appena in tempo per notare un Sulfus pensieroso uscire dall'aula. Non si accorse neanche della mia presenza, tanto che quando poggiai una mano sulla sua spalla, sussultò. I suoi occhi ebbero un guizzo, poi, dopo aver fissato le mie iridi, sembrò tranquillizzarsi.

“Ah, ciao” disse brusco, tornando il Sulfus di sempre.

“Dovremmo parlare” dissi diretta.

“Già” disse guardandosi intorno “Sul tetto?” propose.

Annuii. Sarebbe stato strano trovare un Devil parlare animatamente con una Angel, in mezzo al corridoio.

Uscimmo e salimmo a tutta velocità fino al tetto.

Atterrai sulle lastre che ricoprivano i tetto, finché non mi ritrovai Sulfus davanti a me. Partii in quarta.

“Allora, si può sapere che hai oggi? Ieri mi hai trattato da schifo e oggi sembri quasi un Angel. Per non parlare di quello che è successo ieri, in camera mia. Sei stato tu a metterla a soqquadro? Vero? E mi hai anche quasi spogliato! Perché? Non capisco come...” non finii che una mano mi tappo la bocca.

Sulfus mi fissò profondamente negli occhi e sentii una scarica passarmi lungo la colonna vertebrale. E non era solo a causa del nostro contatto.

“Vai troppo veloce per i miei gusti...-disse serio, incredibilmente serio-...sì, lo ammetto di essere stato uno stronzo cronico, ma d'altronde sono fatto così. Ieri sera, sono entrato è ho fatto un macello in camera tua per darti fastidio. Non mi è andata giù che mi hai lasciato lì, nel corridoio, come un demente” disse piano, allontanandosi da me.

Cos'era tutta questa sincerità?

Sembrò farsi la stessa domanda lui, perché fece una faccia strana, come stesse litigando con se stesso.

*Ah, vedi anche lui ha il tuo stesso problema. Sembra che l'angioletto lo stia strapazzando per bene* disse divertita Laf, comparendo all'improvviso.

'Angioletto?'

*Embhé, cosa credevi? Essendo un Devil è ovvio che dentro di se abbia un noioso Angel che lo preghi di essere gentile, dolce, e bla bla bla facendogli la predica e togliendo il divertimento*

Un Angel... dentro... la testa di Sulfus? La sua parte buona?

Era per questo che era così oggi?

Eravamo entrambi assorti nelle nostre 'conversazioni spirituali' quando decisi di riprendere in mano il discorso.

“ E questa?” gli chiesi iniziando ad alzare la maglia.

Si risvegliò di colpo e sembrò andare nel pallone vedendo il mio gesto, ma si tranquillizzò vedendo che lasciai scoperta solo una piccola parte della pancia. Sorrisi maligna.

“Cosa pensavi facessi?” dissi maliziosa.

Arrossì di colpo, stizzito.

“Non rompere. Ho visto di meglio, a differenza tua” disse di ripicca.

Mi sparì il sorriso e rimasi io piccata.

Poi mi accorsi che il mio atteggiamento era sbagliato.

Ero diventata maliziosa, lunatica e cattiva tutto d'un tratto.

*Ehehehehe* ridacchiò Laf.

'Non influenzarmi!' protestai.

“Comunque...-dissi cambiando discorso...-cos'è questa?” domandai indicando la stella, apparsa il giorno prima sulla pancia, affianco all'ombelico.

Sulfus la osservò e, senza dire una parola, si tolse il guanto che portava alla mano destra, il quale non avevo notato prima.

Mi mostrò la mano, stendendola davanti a me.

Una piccola stella rossa, una specie di voglia, era apparsa sul suo palmo, appena sotto l'indice.

Lo fissai. Era stato lui dunque.

“Perché?” gli chiesi.

Sembrò agitarsi.

“Io non centro con questo... ti ho semplicemente toccata lì, dove è apparsa la stella, e mi sono beccato una cazz...ehm... cavolo.... no! Stavo dicendo una cazzo di scossa che mi ha fatto un male del cazzo!” disse arrabbiato, ripetendo la parolaccia con enfasi.

Mi sa che a differenza mia, la sua esperienza con il nuovo 'coinquilino' lo rendesse molto suscettibile.

“Cosa significa?”

“Che abbiamo violato quel maledetto V.E.T.O., che, per la cronaca, non me ne frega un accidenti di niente...-disse-...io trasgredisco VOLENTIERI!”

“La senti anche tu?” gli chiesi.

“Cosa?!” chiese, preso in contropiede.

“La Voce” dissi.

Ci fissammo per un momento che sembrava interminabile.

Sgranò gli occhi.

“Si...” disse piano.

“Oh, allora è per questo che ti vedo così confuso! Il grande Sulfus tenuto a bacchetta da un angioletto che gli frulla in testa... che delusione” dissi malefica, con un sorrisetto stampato sulle labbra.

“E te sei acida tutto a un tratto per colpa di un Devil tentatore? Non sono cose degne di una Angel” sputò con cattiveria.

“Io non mi faccio influenzare” dissi rabbiosa.

“Allora sei stronza di natura?”

“Se vuoi che ti uccida adesso e faccia mangime per uccelli con le tue interiora, basta chiedere” dissi sprezzante, con aria superiore.

Stavo scivolando via, perdendo il controllo di me.

“E se vuoi che ti meni non fare complimenti, non faccio differenza di sesso”

“Brutto Stronzo! Non oserai toccarmi, testa da criceto rincoglionito! Sei solo un idiota, influenzato da voci interiori e confuso. Io, a differenza tua, sono più forte e consapevole di te” dissi rabbiosa.

I miei occhi si accesero di furia e divenni tesa come una corda di violino.

Era questo che faceva la rabbia? Si trasformava in furia e ti accecava, spegnendo il cervello e lasciando andare le parole, senza poterle più fermare.

Un incredibile mal di testa mi fracassò il cranio.

Appoggiai una mano sulla mia fronte, trovandola imperlata di sudore.

Sulfus mi fissò negli occhi. Mi sembrò allarmato e si avvicinò a me.

“Allontanati!” urlai, mentre scivolavo in un abisso di impotenza, alzando i pugni per colpirlo.

Mi afferrò i polsi, bloccandomi, e procurando a entrambi una scossa.

“Riprendi il controllo” mi intimò.

“Non darmi ordini” gli urlai, ma una scossa fortissima mi spezzò il respiro.

I miei occhi tornarono indaco, e caddi tra le sue braccia, facendo fatica a reggermi in piedi. Era una sensazione strana.

Avevo sentito un odio profondo, dentro, e ora che mi aveva consumato, ne sentivo il male.

Non era normale per me. Anche se mi succedevano un sacco di sfighe e a volte mi alteravo, non ero arrivata a tanto.

Quella rabbia era quasi nociva per me.

Mi sentii male. E non per le continue scosse che percepivo per il contatto con Sulfus. Mi sentivo male dentro.

Sulfus mi fece sedere a terra, delicatamente.

“Meglio?” chiese.

Annuii, facendogli scappare un sospiro.

“Non sapevi che la rabbia per voi Angel è praticamente come la criptonite con Superman?” mi chiese cercando di sorridere.

“Non proprio, visto che non l'avevo mai sperimentata” dissi imbarazzata.

“Scema” disse con un ghigno.

“Senti chi parla...” ribattei alzando gli occhi al cielo e gli tirai un pugnetto sul braccio, sorridendo.

Era incredibile come stavo bene con lui. Non so cosa stava succedendo, ma era di sicuro qualcosa di bello, perché mi sentivo bene.

*Tra rose e fior, nasce l'amor* cantilenò Laf.

'Ma devi venire sempre nei momenti meno appropriati?' la sgridai.

*Che ci posso fare? Sono così io!* disse in tono innocente.

'Se, se. Raccontala a qualcun altro'

Cercai di alzarmi, col sostegno di Sulfus, e pensai che quel angioletto dentro la sua testa non fosse male.

Almeno era più gentile del solito.

*Goditelo, perché, appena riuscirà a ignorare i commenti di quel rompi, tornerà stronzo e antipatico come sempre* disse Laf.

'Ah bene' commentai sarcastica.

Quando riuscii a rimanere in posizione eretta, Sulfus si scostò, improvvisamente scocciato.

“Ma che mi metto a fare..” sentii borbottare impercettibilmente.

Poi si rivolse a me, con il suo solito fare da figo.

“Ci si vede, Angelo. Ah, e per la cronaca, non sono per niente confuso e neanche rincoglionito, scema. Inoltre, la prossima volta che dormi con la maglia alzata, non sarò così fine” si mordicchiò il labbro inferiore, e così dicendo, se ne volò via.

Scossi la testa contrariata.

'Pervertito, stronzo e antipatico'

*Bhé, poteva andare peggio...*

'Zitta tu, che per colpa tua tra poco ci rimanevo secca'

*Non è colpa mia se ti sei infuriata. Hai fatto tutto da sola*

'Con una spintarella, eh?' le risposi alzando gli occhi al cielo.

Quella Laf era veramente brava a metterla nei guai.

'Ne vedremo delle belle' sbuffai.

 

***************************

Note d'autore:

Ciaooooooo! Oki, se volete uccidermi fatelo adesso o mai più... troppo tardi LOL
Coooomunque... vi piace il cappy? Il prossimo sarà un riassuntino veloce e poi ci sarà una parte molto... ehm... movimentata XD
Bene, recensite e alla prossimaaaa! Baaaciiii 
Vostra Alyx XD

Modificato :)

 

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Capitolo 7
*** Cap.7- Scommessa ***


Cap.7- Scommessa

 

Giravo tranquilla per i corridoi, dirigendomi verso il Sognatorio.

Quella prima settimana passata alla Golden School era stata leggera.

Non davano molti compiti e inoltre non ci avevano ancora fatto interagire con i nostri terreni.

Sbuffai.

Meno male, altrimenti avrei dovuto per forza vedere Sulfus, visto che condividevamo lo stesso terreno.

Era un certo Andrea. Biondo, occhi azzurri, alto e magro.

Insomma, niente male.

Dopo il nostro incontro sul tetto con Sulfus, ci stavamo quasi evitando.

Meglio così. Con lui mi sentivo a disagio.

Ero confusa. Un attimo prima era gentile, poi quello dopo era uno stronzo.

“Ah! Non ci capisco più niente!” mi lamentai.

“Cosa non capisci?”

Alzai lo sguardo di scatto, incontrando i verdi e dolci occhi di Alex.

“Ah...ehm...-cominciai imbarazzata-... ecco... niente. Lascia stare!” dissi sorridente, cercando di sdrammatizzare.

“Sembri pensierosa... Qualcosa ti turba?” chiese scrutandomi di sottecchi.

Ah, che premuroso. Come sua sorella d'altronde.

Già, sua sorella. Will. Era lui il famoso fratello di cui mi aveva parlato... che coincidenza, eh?

Scossi la testa.

“Non ti preoccupare sto bene... e poi dopo esco con Will, Urié e Dolce. Non potrei che esserne felice, no?” obbiettai.

Urié, una mia amica d'infanzia, e Dolce, sua compagna di stanza, erano saltate fuori pochi giorni prima.

Infatti ero stupita di non averle già incontrate dall'inizio dello Stage, visto che sapevo perfettamente che ci sarebbe stata anche Urié.

Loro spiegarono che avevano orari diversi dai nostri e che, inoltre, la loro stanza era spostata in un'altra ala del Sognatorio, diversa dalla nostra, per colpa di un qualche scherzo dei Devil che aveva fatto esplodere l'intera stanza.

“Così, siamo in capo al mondo” si lamentò Urié.

Da quel giorno, Will, Dolce, Urié e la sottoscritta, abbiamo fatto il possibile per vederci dopo le lezioni, creando un forte legame di amicizia.

Ero contenta di averle conosciute.

“Okok...-borbottò Alex, incerto-... comunque, come vanno gli studi?”

“Eh? B-bene... insomma sono appena iniziati quindi non c'è molto da dire...” commentai.

“Bene... e per ragazzi?”

Ragazzi, ragazzi, ragazzi, ragazzi... quella parola mi rimbombò nella testa.

Diventai rossa incandescente.

“M-ma cosa dici!? Non mi piace nessun ragazzo! E poi quelli che conosco sono solo dei deficienti complessati che un minuto prima ti insultano e quello dopo fanno i carini...” sputai arrabbiata.

“Mmm... quindi era questo il problema che non volevi dirmi...”

“EH?”

Accidenti. L'aveva fregata e raggirata.
Con quella faccia da angioletto eppure capace di simili azioni meschine...

“Dai, su con il morale...-disse sorridendo-... prima o poi sarà lui che dirà le stesse cose”

Lo guardai allibita.

“M-ma f-forse hai frainteso! A me questo tipo non piace!” dissi scuotendo la testa.

“Questo mi offende, Angelo” si intromise una terza voce.

Un brivido mi percorse la spina dorsale. Lui.

Ci mancava solo LUI!

Mi voltai lentamente e le mie ipotesi si rivelarono esatte.

Sulfus era appoggiato al muro con le braccia conserte, e mi guardava in un modo che avrebbe fatto arrossire anche il più rosso dei pomodori.

Divenni viola.

“Co-cosa ci fai qui?!” gli urlai contro.

“Mh? Non posso andare tranquillamente in giro per la scuola?” chiese lui con noncuranza.

Poi si voltò verso Alex, con uno sguardo truce.

“E tu saresti? Uno sfigato?” disse in malo modo.

“Mi chiamo Alex e sono molto amico di Raf” disse tenendogli testa e marcando il 'molto'.

Mi voltai verso di lui con un'espressione interrogativa, ma lui non ci fece caso. Sulfus sembrò innervosirsi.

“Ah, si? Immagino che sei il classico ragazzo gentile che le tratta da amico e poi cerca di farsele” disse sprezzante.

Alex sorrise.

“Brucia, vero? Quello che ha detto lei, intendo. Non le interessi” disse con fare angelico, che stonava completamente con ciò che aveva appena detto.

Sulfus mi fissò e mi raggelai in un istante.

La capacità di parlare, respirare, muovermi o semplicemente pensare erano svanite in una frazione di secondi.

Mi si avvicinò a falcate e, afferrandomi la maglia mi trascinò via.

“Andiamo” disse cupo.

Mi risvegliai di colpo.

“M-ma che diamine stai facendo?! Mollami!” urlai divincolandomi.

Lui si fermò, si avvicinò a me e strinse ancor di più la mia maglia.

“Se non stai buona ti strappo di dosso la maglia” disse maliziosamente.

Un altro brivido.

“V-vengo...” borbottai.

Mi trascinò per i corridoi della scuola, fino a portarmi davanti alla porta dell'aula sfida.

“Ma che...?”

“Ti piace?” mi interruppe lui.

“Che?!” sbraitai.

“Lui... ti piace?” ripeté.

Potevo sentire distintamente i battiti del mio cuore.

Tum,tum,tum... perché ero così nervosa?

Deglutii.

“Non sono affari che ti riguardano...” risposi cupamente.

Rimase a fissarmi per un attimo, poi sorrise maliziosamente.

“Bene, allora facciamo una sfida...-iniziò lui-... se vinci te, oltre ad avere la prima mossa domani, sul terreno, ti lascerò in pace e starò distante da te...”

“Ma...” commentai io.

“...ma, se vinco io, oltre alla prima mossa, mi dovrai un bacio” finì con un sorriso pieno di sottintesi.

Un... un... un... UN B-BACIO?!

Lo guardai allibita.

“Ma-m-ma-ma... c-che c-cavolo dici? Stai forse scherzando?” balbettai incredula.

“Serio come la morte”

Perché? Perché mi chiede una cosa del genere? Dove vuole arrivare?

Il suo scopo?

Strinsi i pugni.

“Paura?” “Eh?”

Alzai lo sguardo verso di lui.

“Hai... paura?” mi chiese.

“I-io...-iniziai deglutendo-...accetto!” urlai.

Lui spalancò gli occhi, per poi tornare serio e sorridermi maliziosamente.

“Bene... cominciamo”

 

 

Ero a terra. Non era possibile... avevo perso.

No, no, no, NO! Non ci posso credere!

Come avevo potuto perdere... avevo messo tutta me stessa...

Eppure...

Chiusi gli occhi e sospirai.

“Allora...-iniziò Sulfus, avvicinandosi a un millimetro dalle mie labbra-... mi devi un bacio” disse con voce roca.

Io arrossii improvvisamente.

“E-ehm...”

Lui mi fissò, poi scoppiò a ridere, allontanandosi.

“Non qui... non ancora...” disse mordendosi il labbro.

Lo fissai incredula.

“Ci si vede” disse sorridente e uscì dall'aula sfida.

“Ma-ma... c-cosa...” mormorai, senza riuscire a formulare una frase di senso compiuto.

*AHAHAHAH RAF! Ora si che alla prima occasione quello ti molesta!* commentò sarcastica Laf.

'ZITTAAAAAA!' le urlai contro.

Perché? Perché tutte devono capitare a me?!

***************

Note dell'autore:
Ho modificato i cappy precedenti :) Ho cambiato solo alcune cosette, tipo il fatto che Sulfy era troppo dolce nel cap precedente e quindi... eheheh ho aggiunto un paio di cose. Magari quello 6 leggetelo (la parte finale sul tetto).
Ed ecco ora quello nuovo (Yeee!) 
Spero sia di vostro gradimento! Ciauz! :)
Vostra Alyx ^o^


 

 

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Capitolo 8
*** Cap.8- Gelosia ***


Cap.8- Gelosia

 

Il vento che ti scompiglia i capelli, un silenzio placido scosso solo dai rumori della città, una luna piena che illumina timidamente il paesaggio stante e la serenità del momento.

Era bellissimo.

Ero seduta sulla ringhiera del parapetto, con una gamba a penzoloni, mentre l'altra, stretta al petto, mi sorreggeva la testa.

Su un grattacielo altissimo, uno dei più alti, circa 300 metri d'altezza, a circa 1 Km dalla scuola (che in volo si percorrevano in 2 minuti), stavo ragionando sugli ultimi avvenimenti di quella settimana decisamente... strana.

Ispirai il vento fresco e frizzante di inizi Ottobre, dondolando la gamba libera avanti e indietro. Avevo trovato quel posto, definito dalla sottoscritta “il mio piccolo rifugio”, pochi giorni prima e, notando che ormai il tetto della scuola era un luogo decisamente “frequentato”, decisi di trasferire il mio pensatoio lì sopra, su un grattacielo da cui riuscivo a vedere il sole sorgere dal mare, a appena 100 metri dal palazzo, e godermi le sfumature arancioni e oro tingere il cielo e le nuvole passeggere.

Oro... come i suoi occhi.

Mi colpii la fronte con il palmo della mano.

“Accidenti! Perché si intrufola sempre nei miei pensieri?” mi lamentai ad alta voce.

*Mah, chi lo sa... forse perché sotto-sotto ti piace? O perché nell'ultima settimana ti ha fatto veramente impazzire il suo essere geloso? O magari per il fatto che ci tiene tanto a baciarti e dopo la scommessa sei TOTALMENTE in sua balia?* disse beffante una Laf saccente.

Mi sentii arrossire.

'Zitta tu...-la rimproverai-...non è vero'

Ma chi vado a prendere in giro... Laf aveva ragione.

Era stata veramente una settimana piena di emozioni.

 

Stavo parlando normalmente con Alex, come facevo ogni mattina durante la pausa. Mi stava rivelando che sia Angel che Devil, durante il corso dell'anno, scoprono di avere poteri particolari.

Per esempio, lui ha scoperto una spiccata abilità nel controllo dei venti, e si vantava che, se avesse voluto, avrebbe potuto creare persino un tornado. Io gli scherzai sopra, stuzzicandolo un po' e strappandogli un broncio, che mi fece piegare in due dalle risate.

Stavo per dirgli che era buffo, quando mi sentii abbracciare da dietro.

Le mani di un ragazzo si posarono su di me delicatamente, cercando di non toccarmi direttamente. Un odore buono, frizzante, dolce e fresco, mi inebriò le narici. Sulfus.

Alex scattò come una molla, facendo un sorrisetto sarcastico.

Guarda chi si vede, il re dei Devil... o dovrei dire il re degli scaricati” lo punzecchiò. Per la seconda volta, rimasi allibita da come potesse essere improvvisamente così... così... irritante. Non era da lui.

Sentii Sulfus muoversi dietro di me e contrarre i muscoli.

Sorrise, poi, si avvicinò piano alla mia guancia, a pochi millimetri, permettendomi di sentire il suo fiato caldo soffiarmi sul viso.

Le mie gote si tinsero di porpora.

Come? Non lo sai? Abbiamo fatto una sfida, scommettendo che se avesse vinto lei, l'avrei lasciata stare, ma se vincevo io, avevo il diritto a un suo bacio... e WOW... ho vinto! Sorpreso?” disse con un sorrisetto, gustandosi l'occhiataccia che gli rivolse Alex.

Lui si rivolse a me.

Raf, è vero?”

Lo guardai negli occhi, poi abbassai lo sguardo e annuii.

Mi sembrò di vederlo sorridere, ma fu solo una breve impressione, perché subito tornò serio.

Quindi se mi vuole scusare...” e così dicendo, Sulfus mi prese dalla maglia e mi trascinò via, come l'ultima volta.

Non feci neanche resistenza.

Non voglio che stai con lui” disse semplicemente.

Non voglio” ripeté.

Lo guardai lasciarmi la maglia, e spingermi contro la parete del corridoio deserto in cui mi aveva portato.

Schiacciò il suo corpo contro il mio, facendomi provare una sensazione di imbarazzo e pressione incredibile.

Non respiravo, non ci riuscivo più, il cuore non batteva... che mi succedeva?! Avvampai.

C-che diavolo fai?” gli urlai contro.

Lui si avvicinò piano, abbattendo di volta in volta la distanza tra i nostri visi. Mi fissò in una maniera strana, forse un po' dolce, ma decisamente pieno di un fuoco interiore.

Si fermò a un millimetro dalle mie labbra.

Non so quanto ancora resisterò...” disse con voce roca.

Mi sentivo strana... ero tesissima, e, più che farfalle, nello stomaco avevo delle vespe assassine.

S-sulfus...” balbettai.

Non stargli vicino, o la prossima volta...-e scese giù, verso il mio collo, con le labbra a un soffio dalla mia pelle-... non so se riuscirò a fermarmi” concluse lui, staccandosi da me.

Avevo il respiro affannato, le guance in fiamme e i vestiti scompigliati...

Mi guardò malizioso e si mordicchiò il labbro.

Ci si vede, Angelo Mio” e se ne andò, lasciandomi sola con il cuore ancora a mille, il suo profumo addosso e mille complessi che vorticavano nella mia mente.

 

Accidenti a lui! Mi aveva braccata.

Dopo quel episodio, ogni volta che lo incontravo, mi sentivo avvampare e me la davo a gambe levate. Mi sentivo a disagio. Inoltre, ogni volta che cercavo di parlare con Alex, Sulfus compariva, facendomi perdere il coraggio di parlargli.

Possibile che Sulfus sia... geloso? Che... forse... provi qualcosa... per me?

O vuole solo rovinarmi la vita e impedirmi di stare in santa pace?

Sospirai di nuovo.

Non riuscivo a trovare una risposta certa.

Quel ragazzo era troppo complicato da essere capito.

Guardai il vuoto sotto di me.

Avevo voglia di...

Mi sporsi in avanti, sempre più, finché... non mi lasciai andare.

Precipitai, con il vento che mi sferzava i capelli, e il cielo che si allontanava sempre più.

Era una sensazione... meravigliosa.

Mi sentivo libera. Caddi, mentre il suolo si faceva sempre più vicino.

Chiusi gli occhi e, a pochissimi metri, spalancai le ali, appena in tempo.

Presi il volo, salendo più in alto possibile, su, su, sempre più su.

Risi. Di cuore.

Lì non avevo Devil da evitare, Angel da calmare, o compiti da fare... ero solo... me. Solo me.

Me e il cielo.

Dopo vari volteggi e giravolte, atterrai delicatamente di nuovo sul tetto.

Il sole era ormai sorto, illuminando di sfumature ocra e arancione il cielo terso, sospeso sopra la città.

Era ora di tornare.

“Che scatole... Eppure è così bello qui sopra...” mi lamentai.

Scossi la testa e a tutta velocità tornai in camera.

Will dormiva ancora placida nel suo letto.

Meglio così. Mi diressi in bagno per sistemarmi e dopo una decina di minuti ne uscii pronta, lavata e stirata.

'Bene, e ora prepariamoci per una nuova giornata estenuante'

******

Note dell'autrice:

Heilla bella gente! Come state? ^o^ 
Qui non male AHAHAH
Bene ecco un nuovo cappy! Recensite eh? Così capisco se vi piace o meno :)
So già cosa dirà la nostra cara Nena.... -_-"
E Anche la Ele... che probabilmente faranno la faccia MOD Pervy e mi faranno commenti OSCENI!
Ah... che vergogna....
No ok la smetto! Scherzo ovviamente! ^-^ Vi voglio tanto bene in realtà!
E ringrazio chiunque segui questa story!
Baci dalla vostra scrittrice da trapazzo!
By Alyx *o*

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