Il sogno

di Lily777
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Questa fic presenta due capitoli. Ero indecisa se dividerla o no in più parti, ma risultava troppo lunga per essere una one-shot.
È un mio vecchio ‘progetto’ che avevo abbandonato. L’ ho ripreso in mano un mesetto fa. Ecco il risultato di giorni e giorni passati davanti al computer a riflettere e fantasticare con la mia mente da depravata.
Il sogno che ho inserito nella storia l’ ho fatto davvero! È quello che mi ha dato l’imput per riprendere in mano la mia precedente idea. Poi, mentre davo un’occhiata alle 931 –e non scherzo- immagini dei Linkin Park che ho nel cellulare, ho trovato quella di un'intervista radiofonica dove Chester e Mike hanno cuffie sulla testa, microfoni in mano e, come sarà da me spiegato nel secondo capitolo, sono collocati su un divano verde mela molto piccolo. La cosa più bella da descrivere è la posizione in cui sono seduti: entrambi sono a gambe divaricate, la gamba sinistra di Chez e quella destra di Mike sono appiccicate. La mano destra del primo è situata sotto la sua coscia sinistra, così come la mano sinistra del secondo sta sotto la sua gamba destra. Sono sulla stessa traiettoria e, non sto scherzando, sembra proprio che si stiano sfiorando le dita... Inoltre Chester è voltato verso Mike e lo guarda con un mezzo sorriso, sembra incantato, mentre quell'altro fissa un punto indefinito della stanza ahah.
Beh... Mi sono accesa come una lampadina sull’albero di Natale. Lampeggiavo pure!
Ma la ciliegina sulla torta è stata la frase che ho trovato su un sito qualche tempo fa, " The best thing for me is that I have Mike in this band", è recente ed è davvero di Chester (piango)… Ho unito le tre cose e BAM! M’è venuto fuori ‘sto tema.
Ovviamente mentre rielaboravo il contenuto, dando vita a quello che ho immaginato, mi sono riempita di insicurezze… L’ho riletto e risistemato un centinaio di volte…
Ho cercato di lasciare il dovuto spazio alle riflessioni del cantante (dato che è lui a descrivere le vicende in tempo reale), per me fondamentali per poter comprendere i suoi comportamenti e lo svolgersi dei pochi eventi che ho inserito… Leggete e capirete!
A parte tutto, secondo me davvero Chester è una persona fragile, che indossa una maschera per apparire forte e sfrontato, ma che in realtà si intimorisce e si scoraggia quando si trova davanti a situazioni difficili. Come se non sapesse mai qual è la strada giusta da percorrere.
 Mi dà l’idea di un fiore in piena fase di fioritura che però ha bisogno di continuo affetto e attenzioni o rischia di appassire…
Mah… Non so, sembrerà a me. Tanto lo amo sempre e comunque!
Spero che la fic sia abbastanza gradevole e vi piaccia almeno un po’!
Un bacio, buona lettura!
P.S.: visto che è il nostro scaricatore di porto preferito a parlare, forse avrei dovuto aggiungere qualche imprecazione e parolaccia in più… Mmh…                                                                                                                                                                            
                                                                                                                                                                                      Dedicato a Black_in_Pain_. Ti adoro e grazie di tutto!


A svegliarmi è una mano che mi sta carezzando il viso leggera.
Sono steso sul letto a pancia in giù, il viso appoggiato sulle braccia piegate. Non apro gli occhi, voglio godermi questa sensazione di dolcezza che aleggia nell’aria. Non so dove mi trovo, ma non sono spaventato per ora.
Mi sento al sicuro, a casa.
Poi me lo chiedo: ma dove sono? Davvero sono tornato a casa? Non ricordo di essere andato a dormire… Ero nel secondo appartamento – la sede del gruppo- con Rob e Dave e stavamo spaparanzati sul divano mentre aspettavamo l’arrivo di Mike per parlare delle vendite del nostro nuovo album appena messo in commercio.
Già sedici anni di musica insieme… Mio Dio, come sono passati velocemente.
Ma quando mi sarei spogliato e disteso a letto?
La memoria mi gioca brutti scherzi.
Oddio sono invecchiato così tanto che già comincio a non ricordarmi anche le cose più fottutamente semplici! Ma soprattutto sto dialogando con me stesso, mi sto facendo un discorso mentale! Sono andato.
Magari mi hanno rapito gli alieni e stanno facendo esperimenti su di me! O no, se trasformano anche un solo centimetro del mio bel corpo –ottenuto con fatica e impegno- li trasfiguro io… A suon di bastonate!
Ma dubito che gli extraterrestri possano essere così delicati e dolci e soprattutto è impossibile  che abbiano un profumo così buono.
So a chi appartiene.
Solo Lui può avere un odore tanto inebriante. E non esagero.
Mi decido ad aprire gli occhi.
Non si vede quasi nulla, la stanza in cui mi trovo è buia e una figura scura continua a delineare il mio viso con le dita, poi notando che sono sveglio smette e sento che si avvicina. – Mike…- lo chiamo assonnato e con voce impastata. Il suo sorriso illumina la camera da letto e, come al solito, anche il mio cuore. Subito sfrega il naso col mio, mostrando il suo lato un po’ infantile.
- Ti sei svegliato finalmente!- Sussurra. E che risveglio!
Mugolo e accenno un sorriso, un gran mal di testa mi stordisce.
- Dove siamo…?- mormoro, sfregandomi il viso con una mano.
- Su una navicella aliena.- . Strabuzzo gli occhi, e lui comincia a ridere della mia reazione :- Dove vuoi che siamo Chez? Nel secondo appartamento! Ieri siamo rimasti insieme fino a tardi…- dice accarezzandomi dolcemente il fianco, allusivo – come fai a non ricordartelo…?-.
Ok.
Il mio cuore ha perso un battito.
Che cazzo sta dicendo questo?
Mi ha rifiutato.
Io, stufo di tenermi la mia maschera fatta di bugie e parole non dette, sentimenti repressi, sensazioni opprimenti… Io mi sono confessato. Mi sono liberato da tutto questo. Gli ho detto finalmente, dopo troppo tempo, quello che la mia anima celava, quello che provavo per lui e quello che pensavo davvero. E lui… Lui sembrava corrispondesse i miei sentimenti.
E ci siamo baciati.
Il bacio più bello della mia vita…
Poi lui mi ha rifiutato.
Ha detto che era una cosa troppo grande per noi, che non sarebbe mai riuscito ad andare avanti mentendo a sua moglie, a suo figlio e a portare questo enorme peso per sempre.
Enorme peso… L’amore è un fardello così eccessivo da sostenere per te?!
Anche io se è per questo sarei stato costretto a raccontar balle a Talinda. Ma per averti accanto avrei fatto questo ed altro.
Per la prima volta, questa nuova maschera l’avrei portata volentieri. Per quanto spessa e ‘enorme’ fosse stata.
Perché era una maschera che mi permetteva di essere finalmente completo. Felice. Di vivere quello che sentivo.
E invece a te non è bastato.
Il mio amore non bastava. Hai voluto tagliare tutto, sopprimere di nuovo a forza i miei sentimenti. Mi hai ricostituito, hai curato tutte le mie ferite. E poco dopo mi hai annientato come nessuno è mai riuscito a fare.
Ma fottiti Mike. Tu e le tue insicurezze e paure. Secondo te la mia scelta non è stata sofferta e piena di dubbi? Però io ho abbattuto il dannato muro che ci separava, anche se avevo timore che tu non mi ricambiassi.
Ti ho dato l’anima.
E tu dopo averla saggiata, dopo avermi illuso, hai gettato via tutto. La mia maledetta dichiarazione da marmocchio di undici anni, le mie dannate lacrime,i nostri sguardi, le tue labbra sulle mie… Tutto.
Sai cosa ti dico? Vivi pure nella menzogna. Non mi importa più. Tanto in qualsiasi caso inganni Anna, quando la stringi fra le braccia, quando la baci, quando le sorridi… Tutto fasullo, tutto artefatto. Sei finto. Come quello che hai detto a me.
Oh, ti detesto.
Ma sai qual è la cosa che mi fa più male di tutte?
Quella che lacera la pelle fino ad arrivare alle ossa?
Che almeno lei può averti. Anche se non la ami.
Può essere scaldata dalle tue braccia…
Fottiti anche tu Chester.
Tu, la tua incoerenza e i tuoi sentimenti.
Dopo tutto questo ragionamento, mi alzo a sedere e il mio sguardo da felice e confuso per il dolce risveglio, si trasforma in rabbioso e infastidito. Mike se ne accorge e mi guarda interrogativo.
E io sputo il rospo.:- Ma che cazzo stai a dire?!- esclamo spazientito. –Noi due insieme fino a tardi… Ma quando? Sei corso da tua moglie ieri sera. Come tutte le dannatissime sere Mike! Non raccontare stupidate per cercare di farti perdonare per avermi rifiutato! Tanto con me non attacca!- mi guarda sconvolto, stralunato. Apre la bocca, poi la richiude. Tranquillo, parlo io per te! – E non fare quella faccia da vittima! Qua l’unico che può farla sono io. E poi che ti viene in mente di accarezzarmi il viso, toccarmi il fianco… Sai che se poi mi accendo succede un casino! E tu non vuoi, tu hai la tua morale, la tua etica, tu non MI vuoi… Però mi illudi e mi sfiori quanto ti pare e piace! Ma lasciami in pace! Fanculo, dopo un po’ mi stufo anche io sai?- riprendo fiato. Sto ansimando, da tanta foga ho messo nel parlare.
Mi fissa ancora stranito.
Ma c’è o ci fa?!
È sveglio? O il cricetino nella sua testa ha smesso di lavorare?
Finalmente, dopo due minuti buoni di silenzio, apre la bocca e cerca di esprimersi :- Chester… - bisbiglia enigmatico -Ma ti sei fatto di qualcosa?-. Sgrano gli occhi e lo fulmino.
- Ma che…?- Mi prende di nuovo il viso fra le mani, mi fissa le pupille, mi passa un palmo sulla fronte, poi sul collo e io vado in tilt. Le sue mani su di me…
No, riprenditi.
Devi rimanere furioso.
- No! E non hai neanche la febbre!-
- Ma che stai farneticando?! Perché continui a toccarmi? Per quale motivo dovrei essere drogato o malato?!- Non capisco più nulla.
- Perché stai delirando! Stiamo insieme da otto anni e tu mi stai dicendo delle cose assurde che non stanno nè in Cielo nè in Terra!- dice con impeto.
Ok.
Questo è impazzito.
È lui ad essere andato, non io.
- Smettila di prendermi in giro- esclamo. Il mio cuore ha perso così tanti colpi che mi sa che oggi muoio.
Questa volta mostra un’espressione spazientita. - Ma che prenderti in giro e prenderti in giro! Sei scemo? Se vuoi mollarmi, dimmelo e basta invece di cercare scuse e creare queste farse. Non sei divertente!- detto questo incrocia le mani al petto e aggrotta le sopracciglia, poi mi dà la schiena.
Farse? Ma che diavolo…?
- Mike.- lo chiamo.
Non si muove.
 – Dai. Non…Non mi sognerei mai di piantarti…- Ma quando avremmo deciso di stare insieme?! Lo prendo per la spalla e lo giro piano. Ha gli occhi lucidi.
Pensava davvero lo volessi lasciare e stava per mettersi a piangere! Dio non ci credo!
- Davvero non vuoi abbandonarmi...?- Mi sciolgo di fronte a questa visione. Altro che rimanere arrabbiato… Ora me lo riempio di baci!
Che poi… siamo fidanzati?
Da quando?!
Lui aveva detto no! Cioè… La mia dichiarazione e la nostra conseguente discussione mi sembrava risalissero a un po' di giorni fa.
Come è potuto passare tutto questo tempo?
E io dov’ero?
Perché non ricordo nulla?
Mike continua a guardarmi silenzioso. Sembra seriamente agitato per lo scatto di rabbia ‘per lui senza motivo ’ che ho avuto.
Siamo compagni… Lo siamo?
- Otto anni dici…- riprendo, pensieroso – Che stranezza. E io che pensavo fosse passato poco tempo dal nostro primo bacio… Sarò rimasto appisolato!- Sorrido per la mia stessa affermazione. Si, una dormitina durata otto anni!
Poi ritorno serio.
 - Ora che ti ho non ti lascerò più andare.- affermo, più per me che per lui.
Sorride. Il sorriso Shinoda.
Non posso crederci. Stiamo assieme. Mike mi ha scelto.
Mike è davvero innamorato di me.
Io… Posso abbracciarlo?
Posso stringerlo a me?
Posso…?
Sono davvero nella realtà?
Non mi dò il tempo di rispondere alle domande, gli prendo il viso e decido di provare a fare quello che desidero.
Dalla sua reazione capirò se quello che mi ha detto è vero o no.
Mi avvicino a lui.
Il tempo sembra essersi fermato.
Il cuore mi esplode nel petto. E lo sento…Batte forte anche il suo… Batte forte anche il suo.
Appoggio le labbra sulla sua guancia lentamente. Lui chiude gli occhi.
Ho la testa svuotata, il mio cervello ha fatto le valigie ed è partito per Teletubbilandia.
Ho davvero l'intenzione di riempirlo di baci.
Come ho sempre voluto fare.
Voglio mordergli le labbra.
Voglio assorbire il suo profumo.
Voglio sentire la sua pelle strusciarsi contro la mia.
Voglio lui.
Continuo il mio gesto percorrendogli l’intero lato destro del viso.
È come se lo accarezzassi con la bocca.
È fottutamente stupendo. 
Arrivo alle tempie, poi passo alla fronte, alla palpebra chiusa, al mento e infine gli guardo la bocca carnosa. Lo tengo con una delicatezza che non mi è consona, come se lui fosse fragile.
Ma sono io ad esserlo.
Parlo pianissimo :– Scusa se ti ho fatto preoccupare…- gli bacio l’angolo della bocca – devo aver fatto un incubo. – mi sembra l’unica spiegazione plausibile! -Ma sembrava così reale da farmi credere che la vera illusione fosse questa.-
Mike sussurra :- Tu mi ami Chester…- Ed è un’affermazione.
L’ha capito.
Ci crede.
Dio, fa che il tormento che pensavo di stare vivendo sia stata solo un’allucinazione. Ti prego, cancella tutto il resto e lasciami solo Mike e il suo amore, l’amore vero che lui nel mio incubo non provava…
- Si Mike. Non immagini quanto- bisbiglio roco.
- Allora andrà tutto bene.- Sorride nuovamente.
- Ma sta andando tutto bene... È  tutto perfetto…- voglio baciargli la bocca, avvolgerla con le mie labbra.
- Purtroppo ora non è tutto perfetto…- continua confondendomi,- ma lo sarà… Io ti amo davvero Chester. Non dubitarne mai.- detto questo si allontana un po’ da me, giusto per guardarmi negli occhi. I suoi sono illuminati da una luce splendida.
Una luce che comunica verità e sentimento profondo.
La gioia mi esplode nel petto. Lo contemplo, raggiante.
Non lo sono mai stato.
Ora grazie a lui, lo sono diventato.
Sono mutato in un Sole caldo che necessità della sua Luce per poter brillare: Lui.
Sto per prendermi l’unica parte del suo volto che mi manca, quando lui comincia ad allontanarsi.
Non si alza, non se ne va, non si muove, non fa nulla di tutto questo.
È proprio la sua figura che si sta stranamente opacizzando e distanziando.
Oh no…
Cerco di trattenerlo a me per le spalle, ma le mie mani affondano nel fumo. –No!!!- grido.
No… Era un fottuto sogno.
Comincio a singhiozzare. Non ce la posso fare senza di lui. Senza l’ amore che stava per darmi.
Non voglio tornare alla realtà, dove nessuno prova questo affetto nei miei confronti!
Mi sento così piccolo e debole, come se fossi tornato indietro al tempo in cui mi drogavo per superare la mia continua voglia di uccidermi, di porre fine a questa esistenza inutile. In quel momento avevo Mike che mi teneva ancorato alla vita.
Ora chi ho…?
- Chester!- sento sussurrare dall’immagine ormai lontana, - Non ti perdere proprio ora che sei arrivato così lontano! Rimani saldo, non lasciare andare nessun sentimento, credi sempre in quello che senti, devi perseguirlo, vivilo… E ricordati quello che ti ho detto…- e qui sento le sue iridi nere puntate su di me, mi danno un improvviso senso di calore e calma – io ti amo davvero.- sento il suo sorriso sulla pelle.
Mi ama davvero…? Nel sogno si, ma intendeva… nel mondo reale…? Lui mi Ama…?
 
 
Mi ama…? I miei occhi si aprono lentamente. Mi bruciano un po’ a causa della luce che entra dalla finestra. Sono steso sul divano della sede della band. Mi passo le mani sul viso, tirandomi a sedere. Mi ero addormentato… Dove sono Dave e Rob? 
Lentamente e controvoglia mi alzo.
Mi sento leggero come l’aria. Anche se a pranzo ho mangiato come un bisonte… Strano.
Trovo un biglietto in cucina:“ Ehi Chez, noi torniamo a casa, Mike non si è fatto vedere! Per qualsiasi cosa chiama. Rob”.
Mi dirigo in bagno, apro il rubinetto e mi lavo per bene la faccia. ‘Meglio fare una doccia veloce visto che dopo devo partecipare ad un’intervista. E sono pure con Mike. Merda, proprio con quello dovevano mettermi?’ penso acido. Cerco di detestarlo,  ma in realtà sono felice di poter stare accanto a lui, anche solo per qualche ora.
Quando entro nel box doccia apro l’acqua e mi metto subito sotto il getto, dimenticandomi di aspettare qualche secondo perchè si scaldi.
Scatto, sgrano gli occhi e impreco, cerco di regolare la temperatura ma mentre il liquido gelato mi percorre la pelle, con il suo fluire affiorano anche delle immagini nella mia mente, come tante fotografie.
Immagini su immagini che mi tempestano la testa. La sensazione di leggerezza che provavo in precedenza viene sostituita dal peso dei flashback.
Il sogno.
Era davvero solo un sogno.
Mi ricordo tutto. Le carezze, i baci, le sensazioni, le parole. Le parole…
‘ Era solo una dannata illusione, una visione causata dal tuo pensare continuamente all’uomo che ti ha respinto. Cazzo riprenditi!’mi sgrida la mia coscienza.
Mi picchierei da solo.
Perché l’unica cosa a cui riesco a pensare è la frase che Mike ha pronunciato nel sogno: io ti amo davvero.
Se provasse davvero queste cose… Non mi avrebbe lasciato… No?
‘Non voleva, probabilmente si è accorto che gli facevi schifo, dato che sei un maschio, si è tirato indietro.
O, anche se sente qualcosa, non è un sentimento tanto profondo da permettergli di vivere tutte le difficoltà che sarebbero da affrontare se vi metteste segretamente insieme.’
Questo mio ultimo pensiero mi spegne dentro. Mi spezza.
Non mi ama seriamente.
È solo un’infatuazione che appassirà come i fiori in inverno.
 
 
Sto due ore sotto la doccia, quando esco sono ancora più contrariato e buio.
Mi asciugo con una lentezza unica, i bradipi sono più veloci.
Qualcuno all’improvviso mi chiama, facendomi sussultare. Guardo lo schermo del cellulare: è Mike.
ODDIO È MIKE!
Mi sento un colabrodo! Ma che vuole?! Che faccio?
Non voglio sentire la sua voce ora…
Alla fine, dopo la terza telefonata consecutiva che fa mi decido a rispondere a sto povero Cristo.
- Pronto…- Mi fulminerà come al solito per il fatto di non aver accettato subito la chiamata.
E invece no…
- Chester, dove sei?- esclama – siamo in ritardo, abbiamo un’intervista alle cinque, ricordi? Cioè fra meno di mezz’ora!- Sento la sua voce lontana. Dio perché non mi hai lasciato continuare il mio bellissimo sogno?
- Arrivo adesso- dico sospirando.
- Tutto bene? Vuoi… Vuoi che venga a prenderti?- chiede.
Meglio di no . Se vieni fino qui da solo, dopo tutto quello che la mia mente anormale ha partorito, non so come finirebbe.
Ho una gran voglia di baciarlo…
Fottiti Chester.
- Si tutto a posto- rispondo atono – non serve, ti raggiungo fra poco.- detto questo chiudo la comunicazione.
Mi vesto in fretta ed esco dall’appartamento. Subito un vento freddo che preannuncia tempesta mi punzecchia la faccia, mi stringo nella giacca. Entro in auto e parto.
Sono teso e ho la faccia da funerale. Che bella giornata.
Arrivo nel luogo dove si sosterrà il colloquio proprio un minuto prima che cominci. Per fortuna si terrà per radio, quindi nessuno avrà la possibilità di vedere il mio viso stanco e provato a parte la speaker radiofonica e Mike, ovviamente.
Non so che succede, ma appena lo vedo lì fuori dalla stanza che mi cerca con lo sguardo vado in blackout.
Chiudo gli occhi.
Partono delle immagini flash. Io che lo accarezzo con la bocca, io che gli bacio la palpebra, lui che mi guarda con quella luce negli occhi, il suo profumo, il suo palmo sul mio collo... Perché, cazzo, perché non ho avuto la possibilità di coccolarlo così almeno una volta?
- Chester...- mi sfiora la mano. Perché fai così?
Perché mi fai sperare Mike?
Riapro gli occhi.
Ha annientato il mio spazio vitale.
È troppo vicino. – Sicuro che vada tutto bene?-.

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Non dovresti chiedermelo.
Tu sei il meno adatto a farmi questa domanda, e lo sai.
Cosa ti aspetti che risponda?
Mi fisso sulle sue iridi scure. Vedo qualcosa. Non so.
Lui nota la mia confusione di fronte alla sua richiesta e il suo sguardo muta, mostra tristezza e senso di colpa.
L’unica cosa che fa è sorridermi. Non il sorriso Shinoda. Uno un po’ obbligato, meno sentito, ma che dona comunque un po’ di forza e riporta al presente.
Mi devo accontentare di questo.
Almeno fino alla prossima visione…
Entriamo nella stanza dove c’è già la speaker che sta annunciando i nostri nomi. Ci sono altri deejays nella sede che ci stringono le mani energicamente, sono tutto sorrisi e inchini.
Mi fa strano essere così bramato da gente che neppure mi conosce.
Ci infilano delle cuffie, ci danno i microfoni e ci invitano a sederci su un sofà color verde mela un po’ consumato.
Ma la cosa più brutta è che è molto piccolo! Staremo incollati!
Fulmino tutti con un’occhiata, poi guardo allarmato Mike , che si è già seduto e attende che lo faccia anche io.
Sospiro.
Solo io provo questo stupido batticuore per una cosa tanto banale come il sistemarci molto vicini?!
Mi accomodo ma come da me osservato prima, devo stargli attaccato. Praticamente la mia coscia sinistra e la sua destra sono appiccicate.
Fantastico.
Cioè, a me non dispiace anzi… Solo che torna il problema del trattenersi.
Vorrei afferrargli la mano ma non posso. Insomma sono messo peggio di prima.
Voglio scappare via in questo momento. E per l’intervista che si arrangino!
Ma la fortuna vuole che appena faccio per alzarmi la ragazza esclama esultante e un po’ agitata .- Bene cominciamo!- Evvai…
Inizia ponendoci i soliti quesiti: perché abbiamo cambiato totalmente i testi delle canzoni e il modo di comunicare dal disco Meteora a Minutes To Midnight, da che gruppi prendiamo l’ispirazione, cosa vogliamo trasmettere con le nostre canzoni e con il nostro genere che varia di continuo – e a questa domanda Mike non la smetteva più di parlare... È assolutamente meraviglioso vedere quanto sia fiero della band e del lavoro che facciamo ogni anno per maturare sempre di più e non porci mai limiti, creare ciò che desideriamo e non seguire le etichette… Io non riuscirei a trovare persona più orgogliosa di sé e dei suoi compagni ed esperta in fatto di stile musicale e composizione- come è andato il mio progetto con gli Stone Temple Pilots, se penso di continuare il mio progetto in parallelo con i Dead By Sunrise…
Insomma, dopo un’ora e mezza passata a parlare di musica, quando il colloquio sembra finito, la speaker fa:- Dai, ho i due vocalist di una delle band più famose degli ultimi vent’anni, quindi voglio trattenervi ancora un po’, ponendovi  un’ ultimo importante quesito…-.
Alzo gli occhi al cielo.
Che domanderà ora? Magari chiederà come stanno le nostre consorti. Oddio sarebbe la cosa peggiore.
Manca solo che gli dica di che colore ho le mutande… Sono blu, contenta?
Ora posso andarmene?
- Riflettete attentamente ragazzi…- comincia.
Speriamo bene…
- Qual è per voi la cosa più bella? La cosa migliore che vi è capitata ? Non nell’ultimo periodo della vostra vita, in generale intendo.-
No.
Preferivo che chiedesse di Talinda.
Che cazzo rispondo ora…?
Con la coda dell’occhio guardo Mike di sfuggita, non sembra molto teso o nervoso, almeno non quanto me.
Beh, è ovvio.
Lui non mi ama.
Non sta pensando a quello che sto pensando io. Risponderà ‘ Anna e il mio figlioletto Otis ’, come è giusto che sia.
Perché è quello che prova, quello che sente.
Quello che dovrei provare anche io. Perché ho subito pensato a lui invece che a mia moglie e ai miei amati bambini?
Perché sono così sbagliato?
Ha ragione Mike.
I miei sentimenti sono errati. Sono scorretti e insensati.
Mento un’altra volta? Ricreo di nuovo la maschera che avevo finalmente distrutto? Quella formata da sofferenze e inganni?
“Credi sempre in quello che senti, devi perseguirlo, vivilo…”. Queste sono state le parole di Mike nel sogno.
Si, mi ha anche detto che sarebbe andato tutto bene… Invece guarda in che situazione sono: sto peggio di prima e il secondo vocalist del mio gruppo non sa più cosa fare con me!
Tutto solo per aver seguito il mio istinto e ciò che provavo.
Rimani saldo” mi ha sussurrato. Rimanere saldo, tenendo e curando i miei sentimenti? Anche se essi sembrano non essere corrisposti come vorrei?
A quale scopo…
“E ricordati quello che ti ho detto… io ti amo davvero.”  
Io ti amo davvero. Sincero. Spontaneo. Puro.
Mike, nella visione tu l’hai affermato. Avevi quella luce negli occhi… Ma nel mondo concreto?
Qui non stiamo vivendo una bella favoletta.
Qui siamo nella cruda realtà, dove ti spalano merda addosso, ti sputano in faccia, non ti regalano nulla se non hanno in cambio qualcosa.
È sempre andato tutto per il verso sbagliato, nella mia esistenza.
Poi sei arrivato tu.
Non mi hai mai chiesto niente in cambio.
Ora che ci penso mi hai dato la vita che desideravo senza chiedermi nessun favore. Mi pareva troppo strana, troppo anomala tutta questa tua bontà.
E invece sono io che non ho saputo goderne.
Che idiota.
Sono arrivato troppo tardi.
All’inizio pensavo ti comportassi così perché eri uguale a tutti gli altri, ti conveniva, ero il cantante perfetto, non volevi rischiare di perdermi. Per questo ti trattavo male.
Poi invece…
Sono diventato ingordo,  insaziabile del tuo affetto.
Più me ne davi, più mi mostravi il tuo animo e la tua dolcezza e più ne volevo.
Forse sono proprio io che ho preteso troppo.
Sospiro. Mi sembra di essere morto dentro.
Il tempo ricomincia a fluire come prima. Ritorno sulla Terra, davanti a questa ragazza sfacciata e seduto affianco a Lui, su questo scomodo e sformato divanetto verde.
Apre la bocca per rispondere al quesito, di cui so già la risposta.
E io? La sputo fuori o no?
Prima di sentire quello che dice.
Maschera? Ballo di nuovo con Menzogna ed Inganno?
O rimango nudo?
“Io ti amo davvero.”
- La cosa migliore per me è che ho Mike in questa band.- Ecco.
L’ho detto.
Complimenti.
Tutta colpa di quel sogno.
Appena ci torno mi devo ricordare di picchiare Mike prima di farci l’amore.
Anzi, prima me lo bacio tutto per memorizzare ogni suo singolo tratto del viso, che poi glielo devo rovinare.
Cazzo l’ho detto!
Oddio ho detto quello che sentivo! Mi sono snudato! Alla radio, per giunta!
Non ho il coraggio di guardare la speaker, mi volto verso Mike attendendo la sua risposta.
Non so come l’abbia presa. Beh, è sorpreso, questo è certo.
Ma il suo animo com’è?
Penso che vorrebbe guardarmi, per vedere se scherzo o meno, ma non ne ha la forza. Forse, l’ha semplicemente presa come una GIGANTESCA manifestazione di amicizia.
Non vedo reazioni evidenti nel suo sguardo che tiene fisso dall’altra parte della stanza mentre risponde con un – grazie Chester! Anche tu sei molto importante per me,  infatti le cose migliori che mi sono capitate nella vita siete tu, i ragazzi della band, Anna e il piccolo Otis…- ecco.
Come avevo previsto. Indifferente. La donna riprende a parlare.
Succede una cosa.
Piccola.
Ma mi fa bloccare la circolazione del sangue.
Dall’inizio dell’intervista, per stare comodo mi sono sistemato a gambe leggermente divaricate, ho messo la mia mano destra sotto la coscia sinistra, vicino al ginocchio.
Ecco, sento che le mie dita vengono sfiorate.
Un tocco leggero, quasi impercettibile.
Mi accorgo che Mike, mentre dava l’ ultima risposta, ha cambiato posizione. Ha divaricato le gambe come me e ha messo la mano sinistra sotto la sua gamba destra, sulla stessa traiettoria della mia.
Mi giro all’istante verso di lui, completamente perso.
Non mi guarda.
Però sfiora di nuovo le mie dita con le sue.
E io muoio.
Cosa vuole dirmi con questo gesto?
 
 
L’incontro finisce, sono tutti contenti e ci chiedono l’autografo. Poi ci accompagnano all’uscita. Sono teso.
Non so che dire a Mike, l’ho messo in difficoltà è vero.
Ora mi sgriderà per essere stato troppo diretto.
Ma non può decidere per me cosa devo dire ai colloqui.
Ho fatto la cosa giusta, non me ne pento.
Appena siamo fuori dalla stanza lo sento sussultare.
O mamma ora mi picchia!
- Chez porca miseria sto morendo di mal di pancia! Accompagnami in bagno subito!-. Eh? accompagnarlo in bagno?!
- Cos’ hai, cinque anni?- domando perplesso. Lui nemmeno mi calcola. Chiede a una tipa dove siano i servizi igienici, agguanta il mio polso e corre per i corridoi di questa sede radiofonica, con me dietro che lo seguo esitante.
Cos’ è, devo entrare con lui nel cesso e reggergli la carta igienica?
Dopo pochi minuti troviamo ciò che cercava. Si infila con così tanto impeto che penso che stia veramente poco bene.
 – Mike, ma hai davvero tanto male…?- sussurro alle sue spalle mentre mi trascina in uno dei tanti piccoli e claustrofobici bagni.
- Oh si…- si lamenta lui.
 – Vuoi che chieda se ti preparano un thè? Sicuramente te ne fanno anche cento sapendo che è per Mike Shinoda, l’amico del famoso Chester Bennington!- non ribatte, ancora non si gira.
Improvvisamente mi molla il polso e chiude a chiave la porta del cesso.
Si.
Con violenza.
A chiave.
La porta.
Oddio.
Allora non è arrabbiato.
È INCAZZATO NERO!
Ora mi uccide.
Mi taglia in piccoli pezzettini. Li butta nel water. Ci piscia sopra e tira l’acqua.
Comincio a rivedere tutta la mia vita, mentre lui finalmente si decide a guardarmi negli occhi. Dai tira fuori il coltello…
Mi prende per le spalle e mi appoggia poco delicatamente sul muro a lato del WC.
Mi tiene fermo.
Ne ha di forza questo…
“Andrà tutto bene… “?!Sai dove te la ficco quella maledetta frase, filosofo dei miei stivali?!
Chiudo gli occhi aspettando che mi schiaffeggi. Non che sia un uomo violento, anzi, non l’ha mai fatto. Ma c’è una prima volta per tutto no…?
- Ma si può sapere perché hai detto una cosa del genere…?- mormora invece con voce strozzata.
Che?
Ma è scemo forte!
Altro che genio e genio.
Questo qua non è fornito neanche di un cricetino nel cervello, ha solo fumo.
- Per quale motivo?! – rispondo, sorpreso e indispettito. -Perché ti amo. Tu sei libero di indossare il tuo costume, ma io ho smesso ormai, mi dispiace.- e con questo faccio per lasciare il bagno. Mi ha trascinato fino a qui per dirmi questo?!
Come può chiedermi ‘perché’?!
Io posso dire tutto quello che mi pare e piace.
Odio che la gente mi controlli.
Io sono Chester Bennington, sarò pure sfrontato, egocentrico ed impulsivo, ma almeno non racconto cazzate e non mi faccio manipolare.
Continua a tenermi bloccato.
Fai un bel respiro Chester.
Un altro.
Inspiro. - Lasciami andare.- . Espiro.
Non cede.
Perché vuole sempre controllarmi?!
Detesto quando fa così!
Fa sembrare un errore tutto quello che penso e dico!
- Lasciami Mike! Voglio uscire da questo fottuto bagno, lasciami!- comincio a scaldarmi.
Non molla.
– Smettila, lo so cosa pensi! Non puoi sempre decidere per me quello che devo raccontare nelle interviste, sui giornali, in tv, sul Red Carpet! Finiscila! Tu potrai enunciare il falso quanto vuoi, ma non puoi pretendere che lo faccia anche io!- comincio a dimenarmi. Porca merda ora sono io a volerlo uccidere!
Perché deve sempre andare a finire così?!
Io volevo solo poterlo stringere a me e invece continuo a scuoterlo per farlo spostare.
- Chester. Cazzo, facevi prima a dire che mi ami!- esclama.
- Se vuoi la prossima volta posso essere più esplicito!- sibilo. Sono davvero spento.
Non gli importa neanche quello che ho detto. Ho praticamente ammesso in diretta che lui è tutto per me!
E invece non ha valore, perché è sempre e solo quello che conta per lui:il non esporsi, il non sbagliare, il non sbilanciarsi.
Sempre e solo quello.
- Non capisci nulla! Se tu sarai sempre così diretto…- mi guarda negli occhi, i miei sono due fessure di rabbia e indignazione – non potremo mai vivere nulla insieme.-
Smetto all’istante di muovere tutti i muscoli.
Cosa sta dicendo?
- Tutti si insospettiranno perché tu fai dichiarazioni troppo… Dolci. Troppo profonde. Una volta hai persino confessato che mi amerai fino alla morte!- ghigno ripensandoci – Ecco perché io cerco di controllare sia te che me.-
E anche se fosse? Se dichiarassi all’universo che siamo fidanzati? A lui che frega? Può dire che è tutto una stupidata, una balla e finisce lì!
- Non vivremo comunque mai niente assieme Mike. – e sa che non mi riferisco alla band. Mi continua a guardare, impenetrabile.
- L’hai voluto tu o sbaglio? Tu non mi ami sul serio. Sennò affronteresti di tutto pur di starmi accanto.- sorrido amaro -È qualcosa di leggero e passeggero che si spegnerà con il tempo. Non hai bisogno di gridarlo al mondo intero. Il tuo animo non è tormentato quanto il mio. Perciò non venire a dettar legge e a dirmi ‘ste stronzate! Mi hai portato in un cesso solo per ribadirmi questi concetti?- Basta sono stufo. Mi rifiuto di stare qui un secondo di più.
Ma lui ancora.
Non.
Molla.
- Che ne sai tu…- sussurra impercettibile – che ne sai di quello che provo!- alza la voce e arriva quasi ad urlare. Sgrano gli occhi.
Staremo spaventando tutti quelli che sono venuti in bagno per fare i loro bisogni.
Arrivano, sentono due che si stanno sbranando. Escono.
- Ma che cazzo vuoi da me ancora?!- tuono.
- Non permetterti mai più di insinuare che quello che provo è superficiale!- grida ancora.
 Rimango frastornato.
- Merda, stai zitto, smettila di sputare sentenze! Io ti ho allontanato solo perché non volevo fare soffrire altre persone. Di quello che vuoi, sarò un codardo, ma non posso farci niente. È quello che ho ritenuto giusto fare in quel momento! Mi dispiace, non puoi immaginare quanto mi dispiaccia per come ho agito. Ma lo sai, sono Mike Shinoda e se non rifletto sulle cose fino alla morte non ne combino una giusta! Mi avevi detto che mi amavi e io ho agito d’istinto, non me l’aspettavo! Poi mi sono tirato indietro perché non avevo idea di come gestire la situazione. Non mi sono accorto di aver fatto peggio comportandomi così. Ho di nuovo ferito la persona a cui tenevo di più. E poi in questi giorni di lontananza da te mi sono reso conto che mi mancavi come non è mai successo! E mi sono domandato come potessi continuare a passare anche un solo minuto senza di te Chester. Stavo morendo. Come posso farti capire che quello che sento mi sta facendo esplodere l’anima da 16 anni?! – Lo guardo. Mi guarda. Comunica troppe cose con una sola espressione.
Deglutisco. Non riesce a stare senza di me?
Gli mancavo?
-Come posso crederti davvero? Avevi detto che ero la cosa più importante e poi mi ha mollato…- Ma che sto dicendo?
Non dovrei saltare di gioia in questo istante? Cioè ha appena affermato con rabbia – che di solito non gli appartiene- che davvero mi ama.
Si, come aveva detto in quella visione che mi ossessiona.
Però non mi basta… Vero?
Non mi basta perché ho paura.
Ho il terrore, il panico che mi lasci di nuovo solo, che mi abbandoni portandosi via la sua Luce. E questa volta non resisterei.
Allora per una volta la percorro io la strada più semplice, scappando via da tutto questo.
Davvero deve finire così?
Che schifo. Voglio sotterrarmi.
Mike mi rivolge uno sguardo sconfitto.
Mi lascia le spalle.
Stringo forte gli occhi.
Sblocco la porta del bagno.
La apro.
Corro via.
 
 
Sono in macchina.
Sono fermo in macchina.
E mi tengo la testa fra le mani.
E tremo.
Come un bambino.
Vorrei tornare in quel maledetto cesso e baciarlo.
Invece sono qua, per colpa delle mie fottute angosce, con l’auto ancora parcheggiata davanti alla sede radiofonica e tremo.
Che faccio quindi?
Veramente le cose prima o poi andranno meglio?
Ora che mi sono allontanato, che ho seguito quello che la mente mi diceva di fare?
Davvero tutto migliorerà?
Mi sto sgretolando lentamente.
Qualcuno bussa sul mio finestrino oscurato.
Non sblocco la sicura nelle portiere dell’auto.
Non la smette di battere.
Allora mi decido a farlo.
Mike spalanca lo sportello.
Non voglio che mi veda nello stato in cui sono adesso.
- Ti prego… Vattene.- mormoro con ancora il viso premuto contro i palmi. Basta, lasciami in pace una volta per tutte.
C’è un secondo in cui tutto sembra sospendersi. In cui sembra che se ne sia davvero andato.
Poi diventa tutto veloce.
Entra di scatto. Abbassa lo schienale del mio sedile al massimo, fino a che non mi ritrovo quasi disteso, richiude la portiera e si stende su di me.
Lui si stende su di me.
Oddio…
Sento il suo corpo premermi addosso.
Il suo calore.
Il suo profumo si espande nell’abitacolo.
Ora siamo io e lui.
Vetri oscurati. Mondo reale svanito.
Non esiste altro se non noi due.
Sono ancora nella stessa posizione, solo che il cuore ora sta scoppiando.
Cosa ha intenzione di fare?
Mi prende i polsi, li sposta a lato del mio viso.
Sono così debole che non oppongo neanche la minima resistenza.
Tenendoli ben saldi spinge le sue labbra sulle mie.
E rimane così.
Mi molla i polsi. Apro gli occhi gonfi e arrossati. E vedo che li ha nelle mie stesse condizioni.
Ha pianto…? Perché?
Mi osserva, cerca dentro di me.
Poi si stacca.
Rimango agganciato alle sue iridi nere.
- Non voglio andare avanti un minuto di più senza poterti abbracciare e stringere a me.- bisbiglia turbato. – Non voglio essere il tuo veleno. Voglio darti forza, diventare il tuo sostegno.-
Vedi com’è?
Mi costruisce, mi demolisce e poi mi forgia di nuovo. Mi modella.
- Mi dispiace per come ti ho fatto sentire. Sono un idiota. Sono stato troppo impegnato a nascondermi, come al solito, invece di capire quello che veramente conta.
Io non resisto senza di te. Rinuncio a tutto se è necessario. Basta solo che tu mi stia affianco Chester.- continua da questa vicinanza assolutamente proibita.
Non ci credo…
Abbandonerebbe tutto per me? Realmente?
Mi osserva. Mi guarda intensamente, sembra un adolescente davanti al suo primo grande amore.
Esattamente quello a cui somiglio sempre io quando si tratta di lui.
Eccola.
La Luce nei suoi occhi… La vedo! Quella che comunica verità e sentimento profondo. Quella che pensavo di non trovare mai… Eccola lì.
Questo momento è così intenso…
Non resisto più.
Mi ama davvero.
È un’affermazione la mia. Inghiotto a vuoto.
Gli prendo il viso fra le mani. È sorpreso.
Abbiamo entrambi il batticuore. Proprio come due ragazzini.
Gli bacio lentamente la guancia. Come nel sogno. Solo che sono nella realtà ed è anche meglio.
Lo accarezzo con le labbra, mi imprimo tutti i suoi lineamenti.
Chiude gli occhi.
Continuo, gli sfioro le palpebre, entrambe le guance e arrivo all’angolo destro della sua bocca carnosa.
Ho paura che possa svanire di nuovo. Mi stacco un attimo. Ha ancora gli occhi serrati.
Aspetta.                                                                                       
Aspetta solo me.
Allora mi prendo quello che nella visione mi era sfuggito, la cosa che desideravo e desidero di più.
Sono nel mondo reale ora?
Gli avvolgo le labbra  con le mie.
Le lecco, le sagomo, le curo.
Mi perdo.
Muoio.
Potrò averlo adesso? Quando mi manca potrò cercarlo, prenderlo, stringerlo?
Continuo il mio gesto finché lui non apre la bocca e mi porge la lingua, che intreccio volentieri con la mia con improvvisa passione. Mi cerca, mescoliamo i nostri rispettivi sapori, assorbo il suo, lo incido nella mente.
Le mie mani finiscono fra i suoi capelli neri, le sue sotto la mia maglia. Si infila nel poco spazio disponibile fra me e il sedile e le passa sulla mia schiena, che lambisce e massaggia dolcemente.
Mi dona se stesso, mi accarezza. Mi trasmette quello che sente. Mi arriva all’anima.
Diventa tutto più veloce, più viscerale. Dannatamente meraviglioso…
Mi ha scelto.
 
 
- Mi ami…- sussurro separandomi appena per riprendere fiato, dopo un bel po’ di minuti.
- Si.- risponde, avvolgendomi la guancia con la mano - non immagini quanto.-
- Allora… Andrà tutto bene.- lo dico io.
Lo sento, ne sono certo. Per la prima volta.
Mi stringe protettivo a sé e sorride.
Il sorriso Shinoda.
– Ora che ti ho non ti lascerò più andare.- mormora.
Sono Sole ora.
- Oh, non te lo permetterei in ogni caso- lo avvolgo con braccia e gambe e gli mordo il labbro inferiore per farglielo capire. Ridacchia e torna a baciarmi, questa volta con dolcezza.
Era lui che doveva fare il primo passo, aggiustare le cose.
Ma solo io potevo crederci,accettarlo, immergermi in questa certezza.
Fidarmi di lui e del mio amore di nuovo, pienamente.
Si.
Da ora andrà tutto bene.
 

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