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di Ragazza_timida
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Questa è la storia di una ragazza di nome Sara, una diciottenne che ha paura di rimanere a casa da sola con il padre perché abusa di lei e la picchia in continuazione. 
Sarà è una ragazza bellissima e con un carattere invidiabile. È dolce, sensibile e simpatica ma allo stesso tempo forte, dura e coraggiosa, ma l'unica persona in grado di renderla debole è il padre. 
Rick è un uomo cattivo, senza scrupoli, capace di maltrattare chiunque, anche sangue del suo sangue.
Anche se ha tutte quelle bellissime qualità, Sara non ha amiche e non riesce ad esporsi con gli altri, ma non è perché non ci riesca, ma perché ha paura di quello che il padre potrebbe fare alle persone a lei care. 
Vi starete chiedendo che fine abbia fatto la madre di Sara, giusto? Quella povera donna è morta, e non per cause naturali, ma si è suicidata. Megan (nome della donna) non ce la faceva più a sopportare quello che subiva dal marito per proteggere Sara. 
Ora che Sara è sola con quel mostro è costretta a vivere con la paura di fare la stessa fine di sua madre. Sara vorrebbe andare dalla polizia, la suo padre le ha promesso che se parlerà con chiunque delle sua condizione, lui ucciderà sia lei che la persona a cui l'ha spifferato. 
Sara sta aspettando l'aiuto di qualcuno, ma questo "qualcuno" ci sta mettendo troppo ad arrivare e lei sta perdendo le speranze che prima o poi sarà libera. Però un giorno incontrerà una persona che vorrà fare il possibile per lei, sacrificando anche la propria vita per proteggerla, ma questa persona misteriosa non è quella che Sara si aspettava.



 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Erano le sette e mezza del mattina quando la sveglia di Sara suonò svegliandola. Era lunedì e sarebbe cominciata un'altra settima interminabile di scuola, ma lei avrebbe fatto tutto il possibile pur di stare fuori di casa. Sarà si alzò di controvoglia dal suo bellissimo, comodissimo e caldissimo letto. Andò in bagno, dove si fece una doccia rigenerante.  Sconsolata guardava tutti i lividi e graffi che ricoprivano il suo corpo. Si vergognava troppo. Quando uscì dal bagno si avvicinò all'armadio. Siccome era pieno inverno, prese una felpa grigio scura con la scritta "HOPE" in nero, un paio di jeans e delle vans nere. Quando finì di vestirsi andò giù e, come sempre, non trovando la colazione pronta, prese una tazza dove ci versò del latte caldo con qualche goccia di caffè e poi afferò la scatola dei suoi cereali preferiti. Finito di mangiare, fece una tazza di caffè per il padre (era costretta a farlo) e gliela portò in camera. Sarà bussò alla porta della camera del padre. - Papà! Ecco il caffè - disse Sara. Rick (il "padre") aprì gli occhi e prese la tazza. Fece il primo sorso e disse - Troppo amaro! Non sei in gradi di fare neanche un caffè decente -. Sara abbassò la testa in segno di tristezza e lui continuò -Faremo i conti dopo, quando torno da lavoro-. Sara, sentendo quelle parole, pensò a quello che avrebbe passato un'altro pomeriggio a piangere dal dolore delle ferite che avrebbe avuto a causa della violenza del. 
Cinque minuti dopo Sara prese le sue cose e uscì di casa con le cuffie alle orecchie. La musica era l'unica cosa che la faceva stare bene. Nel momento in cui le metteva e premeva il tasto "play", il mondo era come se si fermasse e i suoi problemi non esistessero. 
Ogni mattina percorreva la stessa strada. Ci metteva dieci minuti ad arrivare a scuola. Arrivata,all'entrata notò che Oscar, il ragazzo di cui si era persa, stava ridendo, e quando lo faceva Sara andava in tilt. Con un movimento di testa ritornò nel mondo reale ed entrò in quell'edificio grigio, privo di colore. 
Sara andò vicino al suo armadietto per prendere i libri che le servivano quella mattina. Appena si girò andò a sbattere contro qualcuno. Sara alzò la testa e vide due occhi color nocciola che la stavano fissando. -Tutto apposto?- chiese il ragazzo mostrando i suoi denti bianchi. -S-sì- rispose Sara incredula di quello che stava succedendo. Il ragazzo fece un cenno con la testa per salutarla e se ne andò. Sara ritornò su i suoi passi ripensando a quello che era appena successo: aveva avuto una conversazione (se si poteva chiamare così) con Oscar, il suo Oscar. 
Le cinque ore passaro in fretta e quando suonò l'ultima campanella, che segnava la fine delle lezioni, Sara ritornò all'armadietto dove prese lo zaino e uscì da scuola. Nella strada di ritorno il suo passo stava rallentando perchè sapeva che sarebbe dovuta tornare a casa. Mentre camminava pensava ancora a Oscar. Lei immaginava che un giorno si sarebbe innamorata di lei è l'avrebbe salutarla da quel mostro di suo padre. Purtroppo arrivò a casa e si accorse che doveva cucinare e che il padre sarebbe tornato tra mezz'ora. Velocemente accese i fornelli e mise una pentola con l'acqua per poter cucinare la pasta. Intanto andò di sopra è si vestì in maniera più comoda. La pasta era pronta e all'improvviso si sentirono delle chiavi girare nella serratura e da lì Sara iniziò a tremare. Comparve Rick. Lanciò il cappotto sul divano e Sara fu costretta a metterlo apposto. Senza neanche salutarla si mise a tavola e iniziò a mangiare. Ad Ogni pranzo e cene c'era sempre un silenzio assordante, ma Sara ormai c'aveva fatto l'abitudine. Finiti di mangiare, Sara si mise a lavare i piatte mentre Rick si distese sul divano.
Tutto era tranquillo, ma all'improvviso Rick disse -Aspetta un attimo!-. A quelle parole Sara si irrigidì. -Noi abbiamo un conto in sospeso- continuò  Rick mentre andava verso Sara. La ragazza, con le mani ancore ancora nell'acqua, era terrorrizzata e chiuse gli occhi. Due secondi dopo Sara era distesa atterra. Quel bastardo le aveva tirato un pugno nel fianco. Rick cominciò a prenderla a calci e pugni e le gridava -Sei uguale a tua madre! Sei una merda-. Bello sentirsi dire quelle cose dalla persona che dovrebbe proteggerti e renderti la persona più felice di questa terra perché sei la sua piccola. 
Sara si alzò dolorante e andò di sopra in camera sua. Quando entrò si distese sul letto e iniziò a piangere. Pensava a tutti quegli anni in cui la madre la proteggeva del padre, prendendosi lei tutte quelle botte. Si sentiva il colpa. Credeva che se non avrebbe lasciato che la madre si mettesse in mezzo ogni volta, adesso sarebbe ancora viva. 
Sara aveva bisogni di aria. Allora decise di andare a fare una passeggiata al parco. Prese il cappotto, il berretto di lana e le sue amate cuffie. Rick stava dormendo e Sara ne approfittò.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Rick stava dormendo sul divano e Sara ne approfittò.
Doveva uscire da quella casa. Doveva fare qualcosa, non c'è la faceva più. Camminò per circa quindici minuti. Arrivata al parco si sedette su una panchina e cominciò a guardarsi in giro. Vedeva tutti quei bambini che correvano ed erano felici. Si poteva notare che il loro unico problema era quale cartone guardare alla tv. All'improvviso vide una bambina che camminava mano nella mano con il papà. In quel momento le scese una piccola goccia salata sulla guancia destra. Voleva solamente che tutto quell'inferno che stava passando finisse. Venne riportata alla realtà quando un ragazzo non molto alto, con un ciuffo biondo che non si sa come faceva a stare su e degl'occhi color oceano, quasi ci potevi annegare dentro, le chiese -ehi, tutto bene?-. Sara, asciugandosi disse -si si-. Non era per niente vero, ma Sara non velava passare dei guai con il padre. -si, certo- disse il ragazzo con aria da saputello. -comunque sono qui in veste di ragazzo pubblicità. Stasera c'è una festa al THE KING. Che ne dici di farci un salto. Ti divertirai.- il ragazzo fece un grande sorriso e Sara ne era ipnotizzata. -bho, non saprei. Ci devo pensare- disse lei. -ok, ma fai la scelta giusta- se ne uscì lui. Si salutarono e Sara ritornò ai suoi pensieri. 
Dieci minuti dopo ritornò a casa. Nel frattempo aveva deciso cosa fare quella sera -dai ci vedo. Devo divertirmi. Sono una ragazza di 18 anni e ne ho il diritto- affermò Sara tra sè e sè.
Erano le 20.00 e Rick chiamò Sara dal piano di sotto. Lei si precipitò da lui. -senti, adesso esco. Ho una cena di lavoro con dei colleghi. Tu che hai intenzione di fare?- le chiese. Sara timidamente gli rispose -avrei intenzione di andare ad una festa-. Il padre la guardò con uno sguardo che non era molto d'accordo con quello che le disse la figlia. Lui si avvicinò al viso di Sara e le disse -guai a te se succede qualcosa! Se no te la dovrai vedere con me-. Sara, impietrita da quello sguardo fece un cenno con la testa e se ne andò in camera di corsa. 
La festa sarebbe iniziata alle 22.00 e Sara si stava facendo la doccia. Quando finì, si mise l'intimo e decise cosa mettere: un paio di jeans stretti, un paio di tacchi neri e una camicetta vedo-non-vedo nera. Mentre si metteva i pantaloni, notò che il livido che le aveva procurato il padre era enorme e si intravedeva sulla camicia. Finito di vestirsi, si truccò (non molto pesantemente) e uscì di casa. Visto che la macchina l'aveva presa sua padre, le toccò andare a piede. Per fortuna non era molto distante, ci mise solo venti minuti. Quando arrivò notò che c'era una fila lunghissima e notandola sbuffò. All'improvviso vide che c'era quel ragazzo biondo che aveva incontrato al parco. Lui la riconobbe e lo vide parlare con l'omone grosso che c'era all'entrata. Il tipo si avvicinò a Sara e la invitò ad entrare saltando la lunghissima ed eterna fila. -ciao- gli disse al ragazzo. -ehi- rispose -hai fatto la scelta giusta- continuò. I due entrarono insieme.
Il locale era molto affollato, si vedeva che era famoso. Il ragazzo disse all'improvviso -comunque io sono Niall- e le porse la mano. -Sara- rispose. La ragazza cominciò a guardarsi in torno e notò una persona a lei molto familiare. C'era Oscar. Lei rimase lì a fissarlo e Niall se n'era accorto. -chi è?- le chiese alzando su e giù le sopracciglia. -nessuno- rispose Sara imbarazzata. -vai a ballarci insieme- le disse Niall. -stai scherzando spero- rispose Sara con gli occhi spalancati. -per niente! Dai suuu!!- disse Niall prendendo Sara sotto un braccio e portandola in pista accanto a Oscar. Sara ballava di spalle a Oscar e di fronte a Niall. Ad un certo punto il tipo si gira e vede Sara. -sei quella ragazza con cui mi sono scontrato l'altro giorno?- le chiese Oscar. Sara era sbalordita che si fosse ricordato di lei. -si- gli rispose con un accenno di risata. -piacere Oscar- le disse. -Sara-. -ti va di ballare?- gli chiese Oscar -o sei impegnata con lui?-. -no no, fai pure- gli rispose Niall facendo l'occhiolino a Sara. Niall si allontanò notando che i due avevano iniziato a ballare. 
Anche se Niall se n'era andato, continuava a guardare quei due. Non sapeva il perchè, ma quella ragazza lo attirava. Le dava la sensazione di proteggerla. Voleva starle accanto. Mentre continuava a fissarli, vide che Oscar prese Sara per mano e la portò fuori dal locale. Notava che c'era qualcosa di strano dallo sguardo di Oscar. 
Sara era molto felice di ballare con il tipo che le piaceva da tempo. Quando la prese per mano divenne tutta rossa e lo seguì. Si ritrovò fuori dal locale. -dove andiamo?- chiese Sara non sapendo dove la stesse portando. Oscar si girò all'improvviso e incominciò a baciare delicatamente Sara. All'iniziò lei non era rigida con il corpo ma poi si lasciò andare. Il baciò divenne meno casto e Oscar cominciò a premere troppo contro il corpo di Sara che ormai si trovava schiacciata tra il muro e Oscar. -perchè mi stai baciando- gli chiese Sara. -perchè ne ho voglia! Non scopo da due giorni. Sono in astinenza-. Sara ,sentendo quelle parole, lo tirò via. -che cazzo fai- disse Oscar perplesso. -non sono una troia!- esclamò Sara. Fece per girarsi quando lui le prese il braccio e la spinse contro il muro. -ero sicuro che ti piacessi- disse lui cominciando a baciarla sul collo. -non pensavo che fossi così-. -così come?- le chiese. -un lurido porco- le rispose Sara cercando di liberarsi. Oscar, sentendo quello che disse Sara, cominciò a baciarla  violentemente e cercando di sbottonare la camicetta. Sara faceva tutto il possibile per liberarsi, ma non poteva vincere contro di lui. La camicetta era tutta aperta e Sara rimase con il reggiseno fuori. -sei messa bene- esclamò Oscar fissando il suo seno. -aaaaaa- Sara trillò dal dolore. Oscar le aveva morso il seno fortissimo in modo che le restasse il segno. -che cazzo fai!- disse Niall spuntando di colpo. -minchia vuoi! Lei lo merita è una puttana- disse Oscar. -non è vero- disse Niall. Gli occhi di Niall erano diventati azzurro scuro dalla rabbia. Oscar, vedendo che Niall gli aveva risposto indietro, scaraventò Sara a terra per picchiare il biondo. Niall, vedendo Sara in quelle condizione corse subito verso il cretino che le aveva fatto quello. Uno, due, tre pugni e Oscar fu pieno di sangue sul volto. Si alzò ed entrando si girò verso di Niall dicendogli -me la pagherete- e se ne andò. Niall aiutò Sara ad alzarsi. -tutto bene?- le chiese. -si- le disse Sara. Niall continuò a guardare Sara e lei si guardò. Si era accorta che la camicetta era aperta. Sara era imbarazzatissima. Niall aveva notato tutti quei lividi. -che cazzo ti sei fatta?- le chiese preoccupato prendendole la  la pancia. -niente. Lascia stare.- le rispose Sara chiudendosi la camicetta. -dai forza, ti accompagno a casa- disse Niall. Sara incrociò le braccia ed entrò nel locale con dietro Niall che le stava attaccato. 
Ormai erano usciti dal locale e  Niall le chiese -dove abito? Se vuoi andiamo in macchina-.   -Non abito molto distante. Possiamo arrivarci a piedi in venti minuti-. I due incominciarono a camminare. 

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