Bind your love

di Styles95
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prefazione ***
Capitolo 2: *** Uno ***
Capitolo 3: *** Due ***
Capitolo 4: *** Tre ***
Capitolo 5: *** Quattro ***
Capitolo 6: *** Cinque ***
Capitolo 7: *** Sei ***
Capitolo 8: *** Sette ***
Capitolo 9: *** Otto ***
Capitolo 10: *** Nove ***
Capitolo 11: *** Dieci ***
Capitolo 12: *** Undici ***



Capitolo 1
*** Prefazione ***


I don't care what anyone says
'Cause you and I are bigger than this
And I'll be there just keeping my arms wind open
They can try to pull us apart
I'll fight them more, I'll cover your heart
Yeah, we can fly together, we can't be broke


Yeah, we can find love, just like that
We can fall hard, just like that
Yeah, we could do it all, just like that


And I like it when you call me, I will always find you
When you need me out, I'll come for you
And when you're lonely, I will find a way to
Guide you home to me, I'll come for you, come for you
I will bind your love, bind your love to me, me
I will bind your love, bind your love to me, me


Ooh, now I'm found, I'll never be lost
I'll stick with you no matter the cost
Whatever comes we'll figure it out, I know that
Ooh, you and I like Adam and Ever
You lit the fire growing in me
To changed my life, now there is no way to go back


Yeah, we can find love, just like that
We can fall hard, just like that
Yeah, we could do it all, just like that


And I like it when you call me, I will always find you
When you need me out, I'll come for you
And when you're lonely, I will find a way to
Guide you home to me, I'll come for you, come for you
I will bind your love, bind your love to me, me
I will bind your love, bind your love to me, me


(Bind your love to me, me
Bind your love to me)
Ooh, now I'm found, I'll never be lost
I'll stick with you no matter the cost
Whatever comes we'll figure it out, I know that


When you call me, I will always find you
When you need me out, I'll come for you
And when you're lonely, I will find a way to
Guide you home to me, I'll come for you


When you call me, I will always find you
When you need me out, I'll come for you
And when you're lonely, I will find a way to
Guide you home to me, I'll come for you, come for you
I will bind your love, bind your love to me, me
I will bind your love, bind your love to me, me
I will bind your love, bind your love to me, me
I will bind your love, bind your love to me, me

 

*AUTORE*
Questo primo capitolo non è altro che un introduzione, so che in genere si usa scrivere un'anteprima della storia ma volevo provare a fare qualcosa di nuovo. Il titolo della storia è "Bind your love" ed è anche il titolo di una delle canzoni di Cher Lloyd. Ho voluto mettere il testo perchè parla già da solo, credo che è facile capire il punto della storia, diciamo pure che il titolo fa da anteprima/introduzione alla storia vera e propria il cui primo capitolo pubblicherò a breve.
Voglio aprire la questione personaggi, tranne la band , il protagonisti sono di pura fantasia. In molti scrivono chi immaginano sia il protagonista ma usate la vostra fantasia, immedesimatevi come faccio io, leggere sarà più facile in questo modo.
Grazie per l'attenzione e spero che la storia vi piaccia, fatemi sapere scrivendomi oppure potete trovarmi su twitter (
https://twitter.com/_itspaola )

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Capitolo 2
*** Uno ***


Uno

E' una di quelle serate in cui l'umidità arriccia i capelli e il caldo ricorda perennemente come sia l'atmosfera in una sauna. Eppure non sembra fermare i ragazzi dal riempire i locali che fortunamente sono attrezzati di climatizzatori. Londra non è mai stata così calda , forse sarà colpa del riscaldamento globale. Non mi sembra di ricordare un luglio più caldo di questo in diciotto anni della mia vita.
Una mano sulla spalla mi risveglia dai miei pensieri, alzo lo sgaurdo dalla mattonella di cemento che stavo fissando incontrando gli occhi della mia migliore amica.
-Mi hanno chiamato gli altri, stanno arrivando. - mi dice Cait lanciando il telefono nella sua borsa, annuisco guardando la spalla della ragazza in fila d'avanti a me.Rimaniamo in questa posizione per quello che sembra essere un'ora , la fila non avanza e tutti iniziano a sbuffare. Maledetti locali!
Alla mia sinistra delle ombre attirano la mia attenzione facendomi voltare, vedo i miei amici finalmente arrivare. Joe si mette affianco a me lasciandomi un bacio casto sulle labbra facendomi un sorriso mentre Zoe, Clare e Lucas si uniscono al nostro gruppo dietro di Cait.
-Cait, che fine ha fatto la tua dolce metà?- chiede Lucas stuzzicando un pò la mia amica.
-Sta male!- risponde lei facendogli una smorfia affettuosa.
E' cosi da anni , non ricordo di essere uscita mai con persone di diverse , tranne da quanto al nostro gruppo si è aggiunto Joe, da meno di un anno per l'esattezza. Mi volto verso di lui trovando il suo sguardo già su di me, mi stringo a lui ignorando il terribile caldo di questa serata. Il suo profumo è diventato finalmente familiare, potrei riconoscerlo ovunque.
-Perchè non ci fanno entrare? - chiede esasperata Zoe facendosi aria con una mano. Sbuffano di nuovo tutti, persino qualche sconosciuto.
-Cosa facciamo per il tuo compleanno? - sento Lucas domandare a Clare attirando l'attenzione di tutti noi, Clare scuote le spalle.
-E' tra due mesi Lucas.. - interviene Zoe confusa
-Lo so ..era per fare conversazione.. - risponde il ragazzo facendoci ridere, si aggiusta il ciuffo castano con una mano mentre alza gli occhi al cielo.
All'improvviso la fila prende vita facendoci entrare nel giro di pochi secondi nel locale dal quale rimbomba già la musica. Le orecchie iniziano a fischiare fino a quando non si abituano ai decibel lasciandomi finalmente in santa pace. Camminiamo per la discoteca raggiungendo il piano superiore dove troviamo un tavolo libero e ci sediamo ordinando dei drink. La luce soffusa mi rende quasi impossibile leggere il menù , tutto intorno a me prende il colore blu per poi passare al viola e ritornare blu. Dopo aver litigato un paio di minuti con il menù riesciuamo tutti a ordinare qualcosa sperando che il cameriere abbia capito le nostre ordinazioni.
-Tutti a ballare ragazze!- esclama Cait prendendoci per mano e spingendoci verso la pista di ballo. Iniziamo a saltare su e giù seguendo il ritmo dei corpi intorno a noi. Il dj urla qualcosa al suo microfono che non riesco a capire ma tutti iniziano ad urlare , guardo Cait che scoppia a ridere con me lasciandosi trasportare dalla musica come se nulla fosse.
Due mani afferrano le spalle da dietro tirandomi indietro, vado a sbattare con la schiena al petto di qualcuno bloccandomi.
-Sei scappata! Balla con me! - la bocca di Joe mi sfiora le orecchie e posso avvertire il suo sorriso farsi strada sul suo viso
Mi volto trovando i suoi occhi castani a pochi centimetri dal mio viso, annuisco portando le braccia intorno al suo collo facendomi avvolgere dalle sue braccia coperte da una camicia rossa che gli fascia il corpo alla perfezione.

Due ore dopo, la metà dei miei amici sono ormai ubriachi persi. Lucas è al centro della pista scattenando risate da parte di tutti facendo mosse buffe pretentendo di saper ballare, le sue braccia volano ovunque , temo che possano staccarsi se continua cosi.Il locale sembra essersi riempito con il doppio delle persone, siamo tutti schiacciati ma a nessuno sembra interessare davvero.Joe mi indica il bagno per poi sparire tra le persone verso quella direzione.
Clare mi si para d'avanti con ancora in mano il suo terzo bicchiere, ha un fegato d'acciaio questa ragazza.
-Sai cosa possiamo fare? - mi chiede strascinandosi le parole in bocca.
-Cosa? - rispondo divertita.
-Potremmo noleggiare quella saletta con tutti i giochi gonfiabili per i bambini!- esclama alzando la mano libera verso il soffitto. I suoi occhi mi guardano come se avesse trovato la cura per il cancro.
-Ora?- le chiedo ridendo. Lei scuote velocemente la testa. -Quando allora?-.
-Al mio compleanno!- risponde toccandosi il petto. -Tra due settimane!... No , è tra un mese ...o due? Due! Ne sono sicura!-.
Scoppio a ridere levandole il bicchiere dalle mani. -Decidi domani, okay?-.
La vedo annuire mentre la spingo verso il tavolo per farla sedere e farle bere un pò d'acqua. Saliamo le scale facendo lo slalom tra varie coppiette decise ad accopiarsi proprio qui avanti a tutti. Ordino per Clare dell'acqua e veniamo raggiunte da Lucas che esausto si siede.
-Vai a divertirti , la tengo d'occhio io!- mi spinge via dal tavolo e inizia a parlare con Clare , dopo neanche due secondi lo sento ridere di cuore. Quella ragazza da ubriaca è esilarante.
Scendo le scale dopo aver individuato Zoe e Cait sul lato destro della pista e mi spingo tra la gente per raggiungerle. Qualcosa alla mia sinistra attira la mia attenzione, vedo una coppietta scherzare in un angolo, la mano del ragazzo finisce sul fianco della ragazza e piano piano scende verso il sedere. Rimango di sasso quando realizzo che il ragazzo è Joe. Sento la rabbia crescermi da dentro lo stomaco , vado verso di loro incrociando le braccia al petto aspettando di essere notata. Dopo qualche secondo il suo sguardo incrocia il mio, i suoi occhi sembrano quasi schizzare fuori dal viso.
-Ma che cazzo! - esclamo guardandolo con disprezzo. Mi volto verso la ragazza che ha un'espressione scioccata in viso.
-Non è come sembra!- cerca di difendersi Joe allontanandosi da lei e alzando le mani in alto.
-Ah no? E' cosa facevi? - chiedo scuotendo la testa.
-Io .. noi .. - inizia a balbettare cercando di trovare una scusa.
-Tu nulla Joe! Sei proprio uno stronzo! Come hai potuto! - esclamo sentendo la rabbia esplodere del tutto. -Pensavo di potermi fidare di te!- lo spingo sul petto ma lui afferra la mia mano attirandomi verso di sè.
-Scusa Cam! Sono ubriaco! Non so che stavo facendo... - cerca di scusarsi , a questo punto la sua amichetta va via umiliata. Scompare tra la folla con il viso scuro. Joe cerca di afferarmi ma lo allontano, non voglio proprio guardarlo in viso adesso. Sento gli occhi pungere come se potessero esplodere da un momento all'altro ma non voglio fargli vedere che piango per lui, stringo i denti e faccio finta di stare bene.
-Non è successo nulla! Te lo giuro!- continua lui cercando di farmi una carezza.
-Joe, basta! Per ora ..basta, lasciami da sola.. - lo spingo via cercando di andare il più possibile lontano. Cammino fino ad arrivare nella parte opposta dell'immenso locale , mi siedo ad una delle sedie del bar guardando il locale di fronte a me , da qui si vede letteralmente tutto. Sospiro aggiustandomi i capelli in modo esasperato. Tutte a me devono capitare..
-Che gentelman il tuo ragazzo!- qualcuno dice con sarcasmo alla mia destra.
-Già .. - rispondo con una risata che mi lascia l'amaro in bocca.
Mi giro per vedere chi sta parlando e rimango stregata da un paio di occhi verdi che mi studiano attentamente, sento l'adrenalina iniziare a girare nelle vene, è il verde più chiaro e più bello che ci sia. Passo a guardare il suo volto, ha delle labbra rosa piccole ma che sembrano essere le più morbide al mondo mentre la sua fronte è leggermente corruciata. È appoggiato al bancone con il viso sostenuto da una mano, il suoi capelli ricci e disordinati gli danno un tocco di mistero. Ma non è questo a lasciarmi senza parole, il suo viso mi sembra davvero familiare. Spremo le meningi fino a quando non vengo colpita dalla realtà.
-Oh mio..- scatto in avanti rischiando di cadere dalla sedia.
-Ti prego non urlare!- mi interrompe alzando una mano fra di noi, quasi a volersi difendere. -Piacere Harry!- allunga la mano verso di me presentandosi.
-Piacere , Cam ..piacere!- ripeto stringendogli la mano. -Scusa non volevo fare la figura di una squilibrata.. non avrei urlato comunque!- aggiungo scuotendo la testa. -Non sono sempre cosi, è una giornata no, immagino!- continuo a straparlare fino a quando non noto che sto ancora stringendo la sua mano. La lascio andare di scatto come se avessi avuto la scossa. -Scusa.. - ripeto scuotendo la testa mentre lo sento ridacchiare.
-Smettila di scusarti!- mi dice sorridendomi mostrando le sue famose fossette ai lati della bocca.
Mi guardo intorno notando come tutti sembrano ignorare che lui sia seduto qui, ho sempre pensato che fosse sembre attorniato da fans e paparazzi.
-Sei qui da solo? - chiedo voltandomi verso di lui.
-Ero qui con degli amici ma si è fatto tardi e sono andati via!- mi spiega alzando leggermente le spalle. -Credo che mi toccherà andare proprio a casa!- aggiunge chiudendo le labbra in una linea facendomi scappare un sorriso.
-Posso offrirti qualcosa? - mi chiede dopo qualche secondo di silenzio.
-No , grazie non vedo l'ora di andare a casa , ne ho avuto abbastanza per oggi!- rispondo alzandomi dalla sedia, lo vedo annuire. Lo saluto con la mano allontanandomi.
-Ah , Cam! - sento qualcuno chiamarmi. Mi giro rivedendo Harry dietro di me che mi guarda. Il mio nome non è mai suonato in modo così strano come in questo momento.-Dovresti proprio fargliela pagare a quello lì! - esclama serio.Annuisco ridendo per poi salutarlo.
Vedo le mie amiche vicino l'uscita , le raggiungo velocemente e alla mia vista si rilassano.
-Ti stavamo cercando!- esclama Zoe sollevata.
-Tutto okay! - rispondo. -Andiamo a casa!-.
-Joe?- mi chiede Lucas cercandolo con lo sguardo alle mie spalle.
-Lunga storia, credo sia andato a casa .. - rispondo velocemente mentre Cait inizia ad uscire seguita da tutti noi.
L'aria sembra essersi rinfrescata, faccio un respiro profondo schiarendomi le idee. Iniziamo ad allontanarci dal locale quando sentiamo degli schiamazzi e dei flash vicino alla discoteca. Mi volto vedendo una decina di uomini puntare delle macchinette fotografiche contro qualcosa. La testa di Harry spunta dalla porta deciso a raggiungere la macchina che lo sta aspettando nel modo più veloce possibile. Il suo sguardo incrontra velocemente il mio da lontano, la sua bocca si piega in un angolo facendomi un veloce sorriso, sbatto gli occhi un paio di volte convinta di averlo sognato ma lui è ormai sparito, nascosto dai flash.
-Chi è?- chiede Lucas.
-E' uno dei One Direction?- chiede Cait raggiungendo il mio fianco mentre i suoi occhi si strizzano verso la direzione di Harry.
Alzo le spalle aumentando il passo cercando di raggiungere la nostra macchina, sono davvero esausta e non vedo l'ora di dormire.
-Tua mamma non lavora nello stesso studio?- mi chiede Clare che sembra essere più lucida.
-Non proprio .. - rispondo.
Mi viene in mente il fatto che prima avrei potuto dirglielo, ma più ci penso e più sembra una cretinata, mia madre si occuppa delle pubbliche relazioni per la loro casa produttrice ma non credo li abbia mai visti. Scuoto la testa smettendo di pensare, mi siedo in macchina ignorando tutte le voci intorno a me, sono ancora troppo sconvolta da tutto, non pensavo potesse mai succedermi una cosa del genere. Più la vocina nella mia testa continua a dirmi che Joe è stata l'ennesima delusione più il cuore sembra farsi a pezzi. Appoggio la testa al finestrino mentre il mondo sembra continuare a crollarmi addosso.

 



*AUTORE*
Ecco il primo capitolo, spero vi piaccia! Fatemi sapere cosa ne pensate!
Passate a trovarmi su twitter https://twitter.com/_itspaola

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Capitolo 3
*** Due ***


Due

 Lascio che la mente segua il ritmo della macchina, i lampioni illuminano il quartiere ormai immerso nelle notte fonda. La luce di essi continua ad accecarmi e ogni flash corrisponde alla faccia di Joe vicino a quella ragazza. Vorrei che almeno mi chiamasse, un sms perfino ma nulla!
Cait guida canticchiando insieme alla radio, siamo rimaste solo noi in macchina dirette nel nostro appartamento in Notting Hill nel quale viviamo da un paio di mesi per seguire l'universita'. I lampioni non arrivo sulle case, i grandi palazzi colorati sono al buio e sembrano tutti tristemente uguali e spenti.
Un ragazzo che passeggia tranquilla sul marciapiede attira la mia attenzione e  mi fa venire in mente il mio incontro con il tanto famoso Harry.
-Comunque prima in discoteca , quello li seguito dai paparazzi era Harry styles!- dico voltandomi verso Cait.
-Harry? Styles? Dei One Direction? -. Gli occhi quasi verdi di Cait mi guardano attentamente. Annuisco vedendole spalancare la bocca -Come e' che sei cosi sicura?- chiede svoltando finalmente alla nostra via.
-Ci ho parlato,prima di ritornare da voi!-.
La macchina frena di botto, proprio d'avanti casa per fortuna. Cait mi guarda con gli occhi spalancati.
-Tu, cosa?- balbetta facendomi ridere.
Scendo dalla macchina afferrando le chiavi del portone, non vedo l'ora di sprofondare tra le mie coperte. Cait mi afferra un braccio voltandomi verso di lei per farmi parlare.
-Ci ho parlato dopo che ho visto Joe con quella..- spiego aprendo il pesante portone.
-Joe cosa? - mi interrompe Cait guardandomi preoccupata.
-Ho trovato Joe con una , a momenti si strappavano i vestiti! Sono andata li e lui ha iniziato a scusarsi, solite cazzate..- le spiego tutto sotto il suo sguardo attento. L'odore di casa mi invade le narici facendomi sentire al sicuro, mi siedo ad uno degli sgabelli della cucina con un bel bicchiere di acqua fresca.
-Stai bene?- mi chiede Cait guardandomi come se potessi rompermi da un momento all'altro ma ho promesso a me stessa con non succederà, non per lui. Annuisco facendole un mezzo sorriso.
-E quindi tu per ripicca sei stata con Harry Styles?- chiede Cait confusa.
 Scoppio a ridere facendola accigliare.
-No, non sono stata con Harry Styles.- la imito . -Ha visto tutto e mi voleva offrire un drink..gli avro' fatto pena ..-rispondo rendendomi conto di quanto devo essere sembrata un opera di bene per lui, quando sono diventata un'ente benefico?
-Hai accettato il drink?- indaga Cait con un sopracciglio leggermente alzato.  Scuoto la testa vedendo la delusione farsi strada nei suoi occhi.
-Ma Cam!- esclama Cait con le braccia al cielo.
-Ehy! Un po' di rispetto , stavo per ammazzare Joe due ore fa!- scherzo cercando di allegerire il peso che mi si e' posato sullo stomaco.
-E ora ? - chiede lei tornando seria e preoccupata per me.
-Nulla , sono qusi le cinque di mattina! Buona notte!- mi alzo diretta verso la mia stanza.
-E Harry Styles?- continua Cait curiosa.
-Giusto , Harry... avrei dovuto chiedergli un autografo!- commento dandole le spalle continuando a camminare.
-E Joe e' un coglione!-
-Lo so!- rispondo a mia volta. Sento lo stomaco rivoltarsi e la gola mi si chiude, faccio un respiro profondo costringendomi a essere forte per l'ennesima volta.
Il letto, nel centro della mia stanza e' piu' invitante del solito, mi cambio velocemente e mi stendo. Le vertebre sembrano finalmente rilassarsi, sul comodino la fotografia mia e di Joe splende sotto la luce della lampadina. Una scossa mista tra rabbia e delusione mi percuote il corpo, allungo la mano verso la cornice di legno e giro la fotografia in modo che sia lontana da miei occhi.
 Passo il resto della mia nottata a fare sogni strani su di lui in cui non fa altro che cercare di uccidermi. Usa di tutto: pistole, coltelli e persino matite appuntite.

Vengo strappata dalle grinfie dei miei sogni grazie a Cait . Si intrufula nella mia stanza per poi spalancare le persiane della finestra. Mi lamento nascondendo la testa tra lenzuola.
-Non fare la drammatica Cam!- esclama battendo le mani incitandomi. -E' tardi, sono le undici!-.
-E' l'alba!- rispondo controvoglia.
Sento il letto piegarsi quando Cait mi raggiunge sedendosi.
-Come stai?- mi chiede in tono dolce, non mi dimentico mai perchè è la migliore. Annuisco ancora nascosta dalle coperte. Sento la delusione ritornare , per un secondo sembrava tutto normale.
-Stavo bene fino a quando non mi hai svegliato.. - rispondo ridendo facendo finta che non sia mai successo nulla. La sua mano mi colpisce in testa in modo affettuoso.
-Ho fatto un sogno davvero strano sai...- inizia Cait.
Lascio andare le coperte rinunciando a dormire, guardo la mia amica ascoltandola sperando che mi distragga almeno per un pò.
-Ero ad un concerto e tutti spingevano ma io spingevo piu' di tutti, quando arrivo sotto il palco mi rendo conto che sono ad un concerto dei One Direction..- racconta Cait guardando il soffitto della mia camera. Mi alzo dal letto scuotendo la testa divertita, la mia concquilina nonchè la mia migliore amica è proprio impazzita. Come darle torto , scelgono questi ragazzi sempre piu' belli e pieni di  talento, persino il mio telefono ha qualche loro canzone nella playlist.
-Ora muoviti!- esclama Cait alzandosi. -Tesco ci aspetta!-.
Il sabato è il giorno della spesa, non ricordo neanche quando abbiamo stabilito questa ridicola regola ma ogni sabato cerchiamo di rispettarla.
-Wohoo!- urlo fingendomi entusiasta facendo ridere Cait.
Nel giro di venti minuti stiamo camminando per le strade del quartiere, il negozio per fortuna è vicino e ci andiamo facendo una passeggiata.
-Pensavo passassi la giornata con Dylan!- dico a Cait che è intenta a guardare una vetrina.
Come sente il nome del suo adorato ragazzo sembra riprendere coscenza, è proprio cotta.
-Sta ancora nel letto!- risponde facendo una smorfia. -Pensavo di passare da lui oggi se per te va bene!- aggiunge guardandomi di nuovo preoccupata.
-Cait.. non mi butterò dalla finestra e non mi taglierò le vene in bagno! Non per lui! - rispondo esasperata. -Quindi puoi smettere di preoccuparti per me! Mi guardi come se fosse morto il cane..Sto male , si! - ammetto sentendo il peso nello stomaco scivolare via. -Sto da schifo, pensavo fosse finalmente arrivata la mia fiaba sai? E poi lui ha deciso di rovinare tutto!- continuo a sfogarmi mentre Cait mi prende a braccetto.
-Spero non si faccia vedere, potrei prenderlo a calci!- esclama arrabbiata. Rido compiaciuta mentre finalmente entriamo da Tesco dove sono sicura perderemo almeno un'ora.


Il tavolo della cucina è ricoperto di buste della spesa, è quasi impossibile che due semplici ragazze abbiano portato tutte queste buse da sole per mezzo quartiere. Ne apro una per mettere il contenuto al suo posto, trovo tre confezioni di gelato. Guardo i diversi gusti : cioccolato, caffè e vaniglia.
-Cait, hai davvero intenzione di mangiarli tutti? - chiedo mostrandole le confezioni.
-Non sono solo per me.. - commenta guardondomi in modo fugace. -Sono post-delusione!- aggiunge senza voltarsi verso di me, all'improvviso sembra essere terribilmente presa a sistemare i pacchi di pasta nell'ordine perfetto.
Faccio un sospiro e mi avvicino a lei abbracciandola.
-Grazie.. - sussurro appoggiando la fronte sulla sua spalla. Le sue braccia ricambiano la stretta e all'improvviso mi sento esplodere.
-Oh ..Cam..- Cait mi accarezza i capelli mentre le mie lacrime iniziano finalmente a scendere. -Mi stavo proprio chiedendo per quanto tempo avresti continuato a fare la dura!- aggiunge Cait dondolandomi un pò.
-Quale apriamo?- chiedo ancora stretta nelle sua braccia.
-Cioccolato?-. Cait si scosta guardandomi in viso.
-Cioccolato!- ripeto ridendo.
Finalmente sento un pò di dolore scivolare via , proprio come hanno fatto le mie lacrime.


Come Cait si chiude la porta dell'appartamento alle sue spalle per raggiungere il suo ragazzo malato, io mi butto sul divano decidendo che non farò nulla per il resto della giornata.
Passo i primi venti minuti vedendo un programma in cui un tizio spiega come sia nata la sua ossesione per le bambole che l'hanno portato a fargli costruire una casa solo per loro. Rimango confusa e forse anche leggermente disturbata, cambio canale solo quando arrivo ad essere davvero disgustata. Passo a guardare un film con Jim Carrey , dopo cinque minuti ho già il mal di pancia per via delle risate. Mi sento leggermente cretina, sto ridendo da sola e d'avanti ad un televisore. Il mio cellulare inizia a squillare rovinando l'atmosfera. Sul display appare il nome di Joe, rimando pietrificata, volevo una sua chiamata ma ora ho paura dell'altro dolore che potrei provare. Ignoro il telefono alzando il volume della tv per evitare di sentire la suoneria. Joe chiama altre due volte ma faccio finta di nulla. Il cellulare squilla di nuovo, presa dall'esasperazione prendo il telefono ma sul display appare il numero di mia madre.
-Pronto? - rispondo sollevata di non dover affrontare Joe.
-Tesoro!- la voce di mia madre è più squillante del solito. -Come stai?- mi chiede.
-Bene , tu? Papà? - rispondo velocemente scegliendo di non dire nulla. Le piace Joe e lui ha già deluso me, non voglio che deluda pure mia madre.
-Oh , papà credo si sia beccato proprio l'influenza che gira adesso!- mi informa e mi viene in mente Dylan, saranno nella stessa situazione. -Ma non ti preoccupare, il dottore ha detto che si riprenderà in un paio di giorni!- continua mia madre.
-Oh , bene! Se volete che venga a casa ditemelo! - dico sicura di quanto a mia madre piaccia sentire queste parole da quando non vivo più con loro.
-Grazie Cam! Quindi.. - il suo tono si va all'improvviso misterioso.
-Quindi?-.
-Mi stavo chiedendo.. - inizia mia madre. - Martedì ho un matrimonio!- esclama mia madre.
-Di chi?- chiedo ora che ha catturato la mia curiosità.
-Il mio capo...doveva accompagnarmi tuo padre ..- risponde mia madre. Ci metto un secondo a realizzare le sue parole. Oh,no.
 -Verresti con me ? - riesco quasi ad avvertire la speranza nella sua voce.
-Ma mamma!- esclamo portandomi una mano sulla fronte. -Devi proprio andare?- chiedo sperando con tutta me stessa che cambi idea. L'ultima cosa che voglio è vedere una coppia felice appena sposata.
-E' il mio capo , Cam!- risponde. -E' importante!-.
-Ma non conosco nessuno .. E sarete tutti adulti!-. Sto davvero facendo leva sulla pietà.
-Sei adulta anche tu!- risponde dopo aver detto che ormai vivo da sola.
-Ma voi sarete ..troppo adulti per me!- esclamo dopo aver fatto fatica a trovare le parole.
-Puoi portare Joe se vuoi! Così non starai sola!-.
Ah , che fitta al cuore.
-Mh.. - non so più che dire a questo punto. -Okay , posso provare a chiederglielo!- mento.
-Grazie Cam! Sapevo di poter contare su di te!- mi manda un bacio dall'altra parte del telefono e chiudo la telefonata sbuffando sonoramente.
A questo punto sono di nuovo di mal'umore , spengo il televisore sbattendo poi il telecomando. Guardo fuori dal balcone alla sinistra del nostro divano, sempre essere spuntato il sole, proprio l'opposto del mio stato d'animo. Il telefono squilla di nuovo, alzo gli occhi al cielo totalmente esasperata da mia madre che sicuramente mi sta chiamando di nuovo, magari per informarmi che è un matrimonio che segue uno stupido dress-code, tipo tutti vestiti in nero o tutti in rosso.
-Pronto? - rispondo cercando di non suonare troppo infastidita.
-Cam!-.
Sento il cuore perdere un battito, forse due. La voce di Joe sembra far andare il telefono in fuoco, sento la gola seccarsi mentre lo stomaco si ribella.
-Cam?- ripete.
-Mi dispiace non sono al momento raggiungibile, lascia un messaggio dopo il bip! - esclamo nella maniera più meccanica che conosco. - Bip..! - aggiungo coprendomi il viso con la mano libera, mi sento così stupida!
-Cam, lo so che sei li .. - la sua voce sembra stanca e spenta, il Joe di cui mi stavo innamorando non è questo. Il suo modo di essere sempre così spensierato è ciò che mi aveva attirato di più.
Lascio andare il respiro che senza accorgermene stavo trattenendo.
-Mi dispiace Cam , sono stato così stupido! - esclama frustrato. -Ti prego parlami!-.
Chiudo gli occhi cercando di schiarirmi le idee.
-Ho rovinato tutto lo so! Ma dimmi che puoi perdonarmi..non lo so, vediamoci, prendiamo a schiaffi..fai qualcosa almeno!- continua, adesso sono certa che è quasi disperato.
Una parte di me si sente meglio, forse per lui sono davvero importante ma se lo ero non avrebbe dovuto baciare un'altra ragazza. Mi sento divisa in due, completamente confusa.
-Joe.. -il suo nome risulta amaro questa volta. -Devo andare ..-.
Chiudo la chiamata e sento di nuovo gli occhi pungere mentre le lacrime scendono. Mi alzo andando in cucina dove ricomincio a mangiare quel maledetto gelato, sarà un lunghissimo e tristissimo week-end.


*AUTORE*
Ecco il secondo capitolo! Spero che sia di vostro gradimento e che non vi risulti noioso, il bello sta per venire!
Fatemi sapere cosa ne pensate! Mi trovate anche su twitter https://twitter.com/_itspaola

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Capitolo 4
*** Tre ***


Tre

Il fine settimana sembra volare.
Passo l'intera domenica arrotolata nelle mie coperte, senza fare nulla tutto il giorno. Piove interrottamente e allora non mi sento neanche  in colpa con me stessa per essere così pigra.
Lunedi mattina vengo svegliata da un uccellino che ha deciso di fare un concerto proprio sul rame di un albero che si appoggia alla mia finestra, passo la mattinata in sua compagnia fino a quando mia madre non mi chiama per chiedermi del matrimonio e non mi resta che dirle di si. Nel pomeriggio Cait sembra sparita, proprio quando sto per chiamare la polizia rientra in casa stringendo tra le braccia una confezione di pizza che sembra ancora fumare, sa decisamente come farsi perdonare.
Il giorno successivo la sveglia suona prestissimo, apro gli occhi mentre il cuore batte terrorizzato e mi servono un paio di minuti per ricordarmi che devo prepararmi per il matrimonio. Mi trascino in bagno decisa a fare iniziare questa lunga giornata.
-E se metto queste?- chiedo a Cait alzando un paio di tacchi color carne con dei cinturini pieni di  strass. Non sono molto alti ma sono i più comodi.
-Sono perfette!- risponde la mia amica alzando i pollici.
Guardo la mia immagine riflessa nello specchio della stanza: il vestito azzurro mi cade lungo i fianchi fermandosi poco prima del ginocchio, il corpetto è ricamato e brilla sotto la luce dei faretti.
-Finirà nel giro di pochi minuti!- esclama Cait ridendo, i suoi occhi catturano i miei nello specchio. Sbuffo alzando gli occhi al cielo, non riesco a credere che mi sia lasciata convincere cosi da mia madre.
-Non le hai ancora detto nulla?- .
Scuoto la testa mentre infilo le scarpe, non voglio pensare a lui adesso. Mi sposto in bagno per truccarmi mentre Cait mi segue appoggiandosi alla porta.
-Penso proprio che chiederà come mai ha deciso di non accompagnarti.. – commenta incrociando le braccia al petto.
-Sicuramente lo farà…E’ che lui le stava simpatico!- rispondo. Ricordo bene come mia madre fosse diffidente all’inizio, ho fatto di tutto perché lo conoscesse bene e alla fine l’aveva accettato. Per non parlare di mio padre che è esattamente come tutti i padri: geloso. Cait annuisce lasciandomi preparare, lascio i capelli sciolti lungo le spalle dopo che li ho arricciati leggermente sulle punte e faccio una piccola treccia su un lato della testa lasciando il ciuffo avanti gli occhi.
Mi guardo allo specchio per l’ennesima volta guardando il risultato finale, faccio un respiro profondo cercando un po’ di forza ed entusiasmo, se sono fortuna finirà nel giro di un paio di ore.


Sono appena le dieci quando raggiungo mia madre nella sua macchina parcheggiata sotto casa.
-Ma guardati tesoro sei bellissima!- esclama abbracciandomi velocemente. Ha i capelli raccolti in uno chignon ed indossa un vestito lungo color bordeaux che segue la linea del seno per poi cadere su i piedi, deve proprio tenerci molto a essere presente a questo matrimonio.
Allaccio la cintura mentre mia madre si immette nel traffico di Londra.
-Joe come sta?- mi chiede mia madre rompendo il silenzio.
-Bene..sta bene!- rispondo facendo una smorfia che per fortuna lei non nota.
-Come mai non è potuto venire? Speravo venisse, almeno avresti avuto più compagnia oggi!- esclama mentre usciamo dalla periferia, da qui la strada è fiancheggiata da immensi prati verdi che sono in netto contrasto con il solito cielo grigio di Londra. Mi giro verso mia madre che mi guarda in attesa di una risposta.
-Abbiamo litigato .. – inizio spostando lo sguardo. – Non abbiamo più parlato da venerdì.. -.
-Oh.. mi dispiace Cam!- la sua mano si ferma sul mio ginocchio in una stretta rassicurante. –Cosa è successo?- chiede voltandosi di nuovo.
-Mh..solite cose..ha tradito la mia fiducia! – rispondo sentendo la rabbia tornare.
-Ti ha chiesto scusa spero!- esclama mia madre leggermente infervorita anche lei.
-Si ma non so più che fare! – annuisco. –Non so se voglio perdonarlo…- aggiungo appoggiando la testa al finestrino.
Siamo in piena campagna, la macchina gira verso una villetta ottocentesca dove nel giardino è stato montato un gazebo bianco enorme. Le macchine sono parcheggiate dal lato apposto del gazebo e gli invitati si affrettano a entrare per festeggiare. Ci sono grandi vasi di fiori bianchi ogni cinquanta metri, sembra sia esplosa una bomba di gioia e felicità.
-Fai quello che ti senti, okay? – la voce di mia madre mi risveglia. Spegne la macchina dopo averla parcheggiata insieme alle altre e ci avviamo sotto il grande gazebo. Al suo interno sono stati sistemati dei tavoli rotondi con dei bellissimi centro tavoli di fiori colorati, sembrano tutti sorpresi, un pò come me. Il tavolo degli sposi è il più grande ed è completamente bianco, la tovaglia sembra interamente ricamata ma mia madre mi tira letteralmente verso il nostro tavolo allontanandomi da quello degli sposi.
Mi siedo dove vedo il segna posto con il mio nome, mia madre è alla mia destra. Il tavolo è in un ottima posizione, da questo angolo del gazebo riesco ad avere una vista perfetta sia sul tavolo degli sposi sia sulla pista da ballo arrangiata al centro.
Dopo qualche minuti gli ospiti sono tutti seduti e la musica si innalza facendo entrare gli sposi che sono stretti in un abbraccio, sono entrambi sulla quarantina. Capisco grazie ad una signora seduta al tavolo che la sposa si chiama Jade mentre l'ormai marito si chiama Matt.
Il vestito di Jade è bianco, lo strascico è lungo un paio di metri slanciandole il corpo avvolto in un vestito di raso che brilla sotto i faretti. Sembra emanare felicità che si affianca a quella di Matt coperto da un classico smoking nero.
 Mi viene spontaneo pensare che per fortuna il lieto fine esiste ancora, abbasso lo sguardo sospirando, mia madre sembra notarlo e mi accarezza il ginocchio in modo affettuoso, davvero materno.
 Gli sposi attraversano il gazebo raggiungendo il loro tavolo e sembrano tutti esulatare quando i camerieri iniziano a distribuirsi per i tavoli.

A metà del pranzo capisco che sulla strada del ritorno mi fermerò da mcdonald, le porzioni non sono meritano neanche di essere chiamate così, è tutto così raffinato che mi sento come un barbone in una gioielleria. Mi guardo intorno notando che sembrano tutti apprezzare, deve essere il mio palato ad avere qualcosa che non va.
-Non è poi così male, vero? - mi chiede mia madre facendomi un sorriso di incoraggiamento.
-Uh-uh.. - commento posando la forchetta.
-Un altro paio di ore, puoi farcela!- esclama ridendo notando la mia faccia disgustata.
Un cameriere sbuca alle mie spalle facendomi saltare sulla sedia, lo sento ridere mentre sostituisce il mio piatto con un altro pieno di verdure che sembrano bollite e accompagnate da del purè.
Tocco una delle verdure con la forchetta, si spiega sotto il tocco per quanto è molliccia , mi vengono i brividi al solo pensiero di mangiarla.
Assolutamente mcdonald quando esco da qui.
Passo il piatto a mia madre che alza gli occhi al cielo dandomi dell'esagerata, la musica di sottofondo cambia all'improvviso facendosi più forte. Gli sposi si alzano dal loro tavolo leggermente intimoriti da dover aprire le danze con il loro primo ballo.
Matt porge la mano a Jade che gli sorride afferrandola, si spostano al centro dove iniziano a dondolare seguendo il ritmo della musica. Il fotografo sembra impazzaire mentre gira intorno alla coppia scattando quante più foto gli è possibile. Matt prende il viso di Jade fra le sue mani baciandola delicatamente ricevendo un ovazione dal pubblico, il bacio si ripete ma in modo decisamente più passionale. Sento il vuoto nello stomaco tornare, mi alzo dirigendomi in bagno per cercare di calmarmi. Il viso di Joe continua a vorticarmi in testa anche una volta che sono in bagno e mi bagno i polsi con un pò d'acqua fredda. Vorrei davvero prenderlo a schiaffi in questo momento perchè mi fa sentire così debole e senza speranza. Faccio un paio di respiri uscendo dal piccolo bagno, sono tutti al centro a ballare insieme agli sposi, la musica cambia diventanto più veloce facendo cambiare andatura ai corpi che iniziano a saltellare ovunque.
Punto al mio tavolo decisa a sedermi per guardare tutti quando una mano mi afferra bloccandomi, mi giro trovandomi un ragazzo di circa sedici anni che mi fissa. Non ho mai visto dei capelli così rossi, ha il viso pieno di lentigini e la sua mano è ancora stretta al mio polso.
-Mh.. B-Balleresti con me? - mi chiede titubande.
Quasi mi strozzo con la mia stessa saliva, guardo verso mia madre sperando che mi venga a salvare ma sembra essere sparita.
-Un ballo solo! - insiste il ragazzino, noto solo adesso che è della mia stessa altezza e io non sono per niente un gigante, anzi.
-Mi chiamo Jake!- esclama lasciandomi il braccio mostrandomi la mano.
-Cam.. - rispondo afferrandogliela velocemente in modo distratto.
Mi spinge verso il centro della pista, quando mai ho accettato di ballare?
La musica sembra andare ancora più velocemente di prima, Jake inizia a ballarmi intorno in un modo che non riesco neanche a descrivere. Muove in fianchi nel modo più goffo che esista, le mani alzate verso l'alto mentre mi scruta con i suoi occhi marroni. Ora sono davvero imbarazzata.
Mi muovo assecondando il ritmo della musica, cerco di stare il più lontana possibile da lui ma se ne accorge e mi cinge la schiena con un braccio avvicinandomi, lo respingo cercando di non risultare maleducata. Lui mi sorride incoraggiato dal gesto che ha decisamente frainteso, sposto lo sguardo da lui cercando una via di fuga. I miei occhi su posano su un tavolo di fronte a me, ci sono seduti degli uomini vestiti elegantemente, sembrano avere tutti l'età dello sposo. Uno di loro si alza lasciando libera la visuale e io rimango a bocca aperta, Harry è seduto con le spalle al muro e con i gomiti poggiati al tavolo. Sembra immerso in una conversazione con qualcuno seduto affianco a lui, il suo sguardo incrocia il mio velocemente per poi rimbalzare di nuovo su di me per guardarmi, i suoi occhi si spalancano colto di sorpresa.
Jake mi prende una mano facendomi fare una piroetta, alzo gli occhi al cielo stanca di stare al suo gioco. Guardo di nuovo verso Harry ma lui non c'è più, mi rigiro verso Jake pronta a scappare via ma sento una mano toccarmi la spalla.
-Ti dispiace se ci penso io adesso?- la voce di Harry fa indietreggiare Jake. Il ragazzo mi fissa per qualche secondo per poi andare via.
-Qualcuno di noi deve essere uno stalker professionista!- esclama Harry divertito.
-Dovrei proprio chiamare la polizia allora!- rispondo stando al suo gioco.
Scuote la testa divertito, solo ora mi rendo conto di come è vestito, ha un cappello nero che è talmente grande da coprire i suoi capelli lunghi che sembrano toccargli le spalle. Ha una camicia con i primi tre bottoni lasciati aperti sul petto, dei tatuaggi spuntano da sotto la camicia. Vengo rapita dal più grande, una farfalla che è posata ad ali aperte sul suo stomaco.
Mi chiedo cosa significhi.
La musica cambia tornando lenta, Harry mi guarda con un sopracciglio alzato.
-Ti va di ballare?- mi chiede schiarendosi la voce e allungando una mano tra di noi. La prendo volentieri, la sua mano libera afferra il mio fianco, il suo tocco è così leggero che mi domando se devo essermelo immaginato. Poggio le mani sulle sue spalle coperte da un blazer nero come la camicia e i pantaloni, alzo lo sguardo verso di lui e incontro i suoi occhi, una strana sensazione si fa strada dentro di me, è come una boccata d'aria fresca.
-Allora, come mai sei qui?- mi chiede.
-Lo sposo è il capo di mia madre!- spiego alzando le spalle. -Tu?-.
-E' anche il mio capo!- risponde ridendo.
Giusto, domanda inutile! Mi schiaffeggio mentalmente.
-Di cosa si occuppa tua madre?- continua curioso. -Forse mi è capitata di vederla.. -aggiunge guardandosi intorno velocemente poi i suoi occhi tornano su i miei.
-Si occupa del PR ma non credo lavori per te!- rispondo con un'alzata di spalle. Il suo sguardo si fa all'improvviso un pò più duro e sembra irrigidirsi in qualche modo.
-Con me..- dice quasi in un sussurro. Lo guardo confusa mentre continuo a muovermi con lui seguendo la musica. -Lavorare con me, non per me.. - mi corregge con uno sguardo di scuse.
-Oh.. - non so bene come rispondere.
Mi ha lasciata spiazzata, ora mi sento terribilmente in imbarazzo
-Non mi piace quando dicono in quel modo.. - commenta guardando per terra.
Annuisco distrattamente pensando a qualcosa di intelligente da dire ma la sua mano afferra la mia facendomi fare una piroetta, scoppio a ridere presa alla sprovvista.
-Non pensavo ballassi!- esclamo quando torniamo alla posizione iniziale.
Scuote la testa ridendo. -Le mie capacità finiscono con quella piroetta Cam! Non chiedermi di fare altro!-  risponde sorridendomi mostrando le fossette.
Mi sento stranamente contenta quando sento il mio nome, pensavo non si ricordasse.
-Allora, tuo padre cosa fa invece? - mi chiede Harry.
-Hai presente quel bar in Camden che si trova di fronte la fermata della metropolitana?-. Annuisce dopo aver fatto mente locale velocemente. -E' di papà!- aggiungo proprio mentre la musica cessa.
-Quello grande, all'angolo?-. Adesso è il mio turno di annuire. -Oh, bello!- esclama.
Levo le mani dalle sue spalle e mi rendo conto che siamo gli unici rimasti al centro della pista, mi guardo intorno intimorita. Vedo Harry puntare qualcosa alle mie spalle.
-Vieni, ti presento una persona!- mi fa segno di seguirlo
Cammino dietro di lui osservandolo di nascosto, le sue spalle grandi vengono accompagnate da una vita sottile. Dondola mentre cammina, deve essere colpa delle gambe lunghe. Scuoto la testa divertita dai miei stessi pensieri.
Usciamo dal gazebo, il sole è nascosto dietro qualche nuvola e la temperatura sembra essersi abbassata.
-Come sta il tuo ragazzo? - mi chiede all'improvviso girandosi.
Faccio una smorfia, per un attimo me ne ero dimenticata.
-Oh..bene, se consideri che mi rifiuto di parlarci!- alzo gli occhi al cielo facendolo ridere.
Giriamo intorno al gazebo fino a quando non raggiungiamo il lato allestito per il bar, ci sono un paio di tavoli e l'erba è così morbida sotto i miei tacchi che ad ogni passo sprofondo.
Harry si ferma una volta che raggiungiamo un tavolo dove sono seduti un'uomo e un ragazzo che si voltano al nostro arrivo.
-Cam, lui è Niall!- esclama Harry indicando il ragazzo biondo seduto.
Allungo la mano a Niall che nel frattempo si è alzato per salutarmi.
-Piacere Niall!- esclama.
-Piacere.. - per un attimo mi perdo nei suoi occhi azzurri.
Harry mi avvicina una sedia, mi sedio e i miei piedi mi ringraziano.
-La mamma di Cam lavora nel reparto pubblicità. - dice Harry a Niall che annuisce verso di me.
-Ti stai divertento?- mi chiede quest'ultimo afferrando una bottiglia di birra dal tavolo.
-Abbastanza! - mento spudoratamente.
-Io sto morendo di fame!- esclama Niall torcendo gli occhi.
Rido notando il suo forte accento irlandese.
-Anche io!- rispondo scuotendo la testa. -Non ho mangiato nulla!-.
-Non vedo l'ora di tornare a casa per mangiare qualcosa!- aggiunge Niall mentre io scoppio a ridere.
-Non era così male.. -commenta Harry guardandoci attentamente.
Mi giro verso Niall che lo sta guardando con gli occhi spalancati, Harry ride lanciandogli un pezzo di carta per posare il suo sguardo su di me, distolgo lo sguardo imbarazzata.
-Cam!- la voce di mia madre mi fa saltare dalla sedia. Mi giro trovandola in piedi all'uscita del gazebo che mi guarda. -E' ora di andare!- mi fa segno con la mano di raggiungerla.
-Devo andare ..Ciao, è stato un piacere!- dico verso i due ragazzi che si sono alzati. Mi sento uno gnomo vicino ad entrambi.
Mi salutano e mi avvicino a mia madre che mi guarda divertita.
-Cosa?- chiedo incrociando le braccia al petto. Scuote la testa iniziando a camminare verso la macchina.

Prendo le chiavi dalla mia borsetta e quando entro in casa trovo Cait seduta sul divano con le gambe incrociate che legge un libro.
-Allora? Com'è stato?- mi chiede distrattamente quando si accorge di me.
Vado velocemente in cucina prendendo un paio di biscotti dopo aver tolto le scarpe. Torno da lei sedendomi sul divano, è totalmente immersa nella sua lettura.
-C'era Harry .. - dico vedendo la sua testa scattare verso di me. -E Niall..Niall Horan!- aggiungo.
-Racconta!- esclama chiudendo il libro mentre la curiosità si fa strada nei suoi occhi. Le racconto tutto divertendomi a guardare i suoi occhi spalancarsi ad ogni informazione.
Per fortuna lei è al mio fianco!

*AUTORE*

Spero che questo capitolo sia di vostro gradimento!
Fatemi sapere cosa ne pensate!

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Capitolo 5
*** Quattro ***


Quattro

Il venerdi mattina della stessa settimana, Cait ed io siamo sedute all'isola della cucina mentre facciamo colazione. La mia coinquilina beve del latte inzuppando di tanto in tanto dei biscotti al cioccolato mentre io bevo del thè, il mio stomaco non sembra accettare nulla la mattina.
Sento lo sguardo di Cait addosso mentre io fisso il mio telefono.
-E' troppo presto per questo.. - mi lamento.
-Sono le undici!- commenta lei divertita.
Rileggo il messaggio ricevuto, ormai l'ho imparato a memoria.

"Cam, dobbiamo parlare!
Usciamo. Stasera. Passo a prenderti alle 19!
Joe"
E' un invito o mi sta obbligando? E se non volessi?
Allontano il telefono per evitare che i miei occhi ricadino sul testo. Scuoto la testa mandando giu' il the'.
-Si e' pentito ..- mi dice Cait.
-Mh!- annuisco lentamente.
-Ti piace ancora Cam?- continua lei incrociando le braccia al petto. Il suo sguardo mi studia attentamente.
-Ovvio..come faccio a cancellare quasi un anno di sentimenti?- mi prendo la testa tra le mani. Mi piace ma ogni volta che ci penso mi viene spontaneo pensare che magari non fosse la prima volta, magari mi ha già tradita prima e io non ho mai notato nulla. -E' che non riesco a perdornarlo! Mi ha fatto sentire inutile! Pensavo di bastargli io!-.
-Odio sentirti dire questo Cam!- esclama Cait.
-E' l'unica spiegazione logica!- rispondo sfidandola.
-Non credo...non sei tu ad essere di meno o lui, succede tutto per un motivo no?- mi dice seria. -Forse tutto questo è stata un'esperienza che ti servirà per la vita, magari non era lui ad essere quello giusto, no?- mi domanda con un sopracciglio alzato. -Per fare un esempio! I matrimoni felici che durano, credi che quelle due persone stiano insieme da quando sono nati?-.
Apro la bocca per rispondere ma mi ferma.
-Impossibile!- esclama lei -Bisogna trovarla la persona giusta!-
Vorrei rispondere ma non so come, mi ha lasciato sbalordita.
-E per favore Cam, credi piu' in te stessa! Non ti chiudere nelle insicurezze, non hai nulla che non va!- aggiunge toccandomi una mano dolcemente.
Guardo la mia amica assorbendo le sue parole.
-Cambia corso di studi...- commento sentendomi in imbarazzo. I suoi studi in psicologia mi fanno sentire nuda ai suoi occhi.
Cait scoppia a ridere per poi andare a lavare la sua tazza.
Riprendo il telefono in mano decisa a rispondere. Se non vado morirò dalla curiosità ma se vado non so nanche se riuscirò a guardarlo in faccia senza prenderlo a pugni.
-Dammi retta..Vai!- esclama Cait poggiando le mani sulle mie spalle mentre guarda lo schermo del mio telefono.
-Se finisce a pugni gli dirò di sporgere denuncia su di te!- rispondo dopo un lungo sospiro, rispondo freddamente al messaggio mentre Cait ridacchia dietro di me.

"Ok.
A dopo.
C. "
-Quanti punti.. - commenta sempre più divertita la mia amica.
-Bene, sei hai finito di ridere di me vado a farmi una doccia!- le rispondo facendole una smorfia.
-Rido con te, non di te, amica mia!- urla Cait dalla cucina per farmi sentire da me che vago nei corridoi di casa nostra diretta alla doccia.

Il pomeriggio passa troppo velocemente e senza neanche rendermene conto sono seduta sul letto a scegliere cosa mettere. Guardo i jeans prendendoli al volo ma fermandomi un pò di più sulla maglietta da indossare. Dopo qualche minuto decido per una t-shirt bianca con una camicia rossa, infilo le converse e mi trucco velocemente.
Mi butto sul divano affianco a Cait che mi guarda attendamente squadrandomi da testa a piedi.
-Vado bene?- chiedo ridendo.
Annuisce dandomi un bacio sulla guancia. Proprio quando rivolge di nuovo la sua attenzione alla tv il citofono ci fa saltare su i nostri posti.
Mi alzo salutando la mia amica che è già immersa nella nuova puntata di "Pretty little liars".
Joe è appoggiato alla sua mini blu, jeans grigi e una maglia a maniche lunghe nera. Quando il suo sguardo incontra il mio mi fa un sorriso timido, lo saluto con la mano facendo il giro più lungo intorno alla macchina per evitarlo e mi siedo aspettando che mi raggiunga. Rimane qualche secondo fermo lì dandomi la schiena poi finalmente apre lo sportello con lo sguardo più fustrato che io gli abbia mai visto. Mi trattengo dal ridere e guardo fuori il finestrino.
Mette in moto la macchina e la radio prende vita facendoci sobbalzare.
Sta diventando sordo?
Mi copro le orecchie mentre lui abbassa il volume con una mano sul cuore.
-Scusa..c'era una canzone che mi piaceva.. - si scusa ridendo facendo allegerire la tenzione nel piccolo abitacolo.
-Che canzone era?- chiedo curiosa.
-Apologise dei One Repubblic.. - risponde mentre la macchina inizia a immettersi nel traffico delle strade di Londra. Il suo sguardo si sofferma sul mio per qualche secondo di troppo, alza la mano per  prendere la mia ma evito che accadda incrociando le braccia. La sua mano si ferma a mezz'aria per poi afferrare il volante sbuffando.
Vorrei urlargli che il suo sbuffare non cambierà le cose e nemmeno il fatto che si strava struggendo con una canzone come quella.
Rimaniamo in silenzio fino a quando non parcheggia di fronte un piccolo ristorante chiamato "Red Planet" e il nome spiega subito tutto, quando entriamo le tonalità dei muri e persino delle tovaglie è sul rosso. Mi guardo intorno studiando tutto, è un posto davvero carino, non l'avevo mai notato prima.
Una cameriera ci accompagna al nostro tavolo per poi prendere le nostre ordinazioni.
Joe si schiarisce la voce dopo un bel sorso d'acqua. Più i suoi occhi mi scrutano più vorrei tirargli l'acqua in faccia per poi abbracciarlo chiedendogli scusa.
Che confusione!
-Allora..- inizia Joe. -Come stai?-.
-Bene! La tua amichetta come sta ?- chiedo fingendomi interessata.
-Cam.. - risponde in un sospiro chiudendo gli occhi per poi aggiustarsi il ciuffo. -Non possiamo fare finta di nulla?- mi chiede sfacciatamente.
-Me ne vado!- mi alzo dalla sedia che striscia sul pavimento facendo girare metà del ristorante.
Dio, quando sono diventata così drammatica?
La sua mano mi afferra al volo. -Okay, messaggio afferrato, scusa. Siediti!-.
Mi risiedo volendo sprofondare totalmente imbarazzata.
Apre la bocca per continuare la conversazione ma il suo telefono squilla distraendolo. Lo guarda per qualche secondo rimanendo interdetto, risponde velocemente scrivendo qualcosa per poi rimetterlo sul tavolo. Rivolge lo sguardo di nuovo su di me ma il telefono risquilla e la scena si ripete.
Sto per protestare ma la cameriera ritorna con il cibo ordinato, lo stomaco sembra risvegliarsi e decido di poter aspettare prima di urlargli contro.
La pasta che ho ordinato è buonissima, avrei dovuto scoprire questo posto prima. Joe mangia in silenzio mentre alterna lo sguardo da me al suo telefono.
-Come va l'università?- mi chiede all'improvviso.
-Bene, ho ancora un paio di esami e poi ho finito per quest'anno.. A te il lavoro?- rispondo.
Annuisce alzandomi il pollice in segno di "okay".
-Mi dispiace Cam ..davvero, non avrei dovuto.. - dice prendendomi alla sprovvista. -Avevo bevuto troppo, davvero, scusa!- aggiunge passandosi una mano fra il ciuffo dei capelli, di nuovo.
Il suo telefono vibra per l'ennesima volta.
-Portami a casa Joe.. - mi alzo dalla sedia lasciandolo a bocca aperta, apre la bocca per rispondere ma qualcosa nella mia espressione gliela fa chiudere. Si alza e paga il conto, nel giro di qualche secondo siamo di nuovo in macchina.
Per tutto il tragitto rimaniamo in silenzio, non so cosa fare, sembra davvero dispiaciuto. Magari dovrei andargli incontro, è pur sempre il mio Joe.
La macchina si ferma d'avanti casa mia, Joe spegne il motore e si gira verso di me. Ci guardiamo per qualche secondo e la tensione diventa palpabile. Le sue mani mi afferrano il viso in un gesto disperato e le sue labbra si posano sulle mie in un semplice bacio a stampo. Il suo dannato telefono squilla ancora, allontano Joe di qualche centimetro spingendolo dal petto.
-Chi è al telefono? E' tutta la sera che squilla!- chiedo guardando attentamente i suoi occhi.
La mia domanda lo fa arretrare ancora mentre il suo sguardo cade sulle mie mani.
Ho una brutta sensazione.
-Cam.. -
-Oh mio Dio!- esclamo facendolo allontanare del tutto. -E' lei?- chiedo ma i suoi occhi mi hanno già risposto. Lo guardo con la bocca aperta mentre la delusione si fa strada dentro di me.
-Non so perchè ha il mio numero!- si difende. -Devo averglielo dato quella sera, non ricordo!- aggiunge cercando di afferrarmi le mani.
-Fanculo!- esclamo spingendolo via e scendendo dalla macchina. Lo sento imprecare sbattendo le mani sul volante.
Apro il portone il più velocemente che posso, senza voltarmi. Sono talmente arrabiata che non riesco neanche a piangere. Il mio telefono mi segnala l'arrivo di un nuovo sms, valuto l'idea di lanciarlo per terra ma poi il nome di mio padre mi ferma.


"Domani mi serve una mano al bar!
Chiedi pure a Cait!
Papà xx. "


Richiudo il telefono dopo una velocissima risposta. Apro la porta di casa lasciando borsa e cappotto sul divano e corro nella stanza di Cait, sta leggendo un libro ma come mi vede lo chiude facendomi spazio nel letto. Mi infilo nelle coperte con lei senza farmelo ripete due volte.


Raccolgo i capelli in una coda alta fermandoli con un elastico e mi guardo il piccolo grembiule nero legato alla mia vita.
Che vita triste la mia!
-Devo proprio metterlo tutte le volte?- mi lamento verso mio padre che è girato di schiena mentre finisce di preparare i piatti del piccolo ricevimento che nel giro di un paio di ore si svolgerà qui.
-E' una divisa Cam, solo perchè sei mia figlia non vuol dire che sei privilegiata!-.
Alzo gli occhi al cielo, quante volte ho sentito questa frase? Cento.
-Ma sono tua figlia e potrò avere qualcosa in più sulla paghetta vero? E' sabato e sto lavorando!-. Si gira per guardarmi, gli faccio un piccolo sorriso cercando di convincerlo.
-Ci hai provato!- esclama lui puntandomi il dito contro.
Si, ci ho provato.
Sbuffa andando via, torno al bancone iniziando a sistemare le tartine sui i vassoi. Prendo il telefono chiamando Cait che è terribilmente in ritardo, risponde dopo due squilli.
-Lo so, ho appena parcheggiato!- esclama con il fiatone.
-Papà ha detto che ti dimezzerà i soldi!- rispondo ridendo.
-Non è vero!- risponde ma la sua voce non arriva dal telefono, la porta di vetro dell'ingresso principale si apre mentre Cait fa la sua entrata trionfale. Le faccio la linguaccia.
-Dove è il mio bellissimo grembiule?- mi chiede appendendo la sua borsa vicino al bagno riservato al  personale. Le indico la stoffa nera appesa con la testa.
-Ecco, così si parla! Prendi esempio Cam!- esclama mio padre salutando Cait.
-Salve Mark!-.
-Sta solo cercando di comprarti!- rispondo facendoli ridere.
-Non vedo cosa ci sia di male nel farlo!- commenta mio padre facendomi l'occhiolino per poi andare via velocemente, così come era arrivato.
Cait sparisce in cucina dove mio padre la mette subito a lavorare. Finisco a sistemare i vassoi mentre gli altri ragazzi servono ai clienti, mi guardo in giro curiosando tra i clienti. Il sabato arrivano sopratutto ragazzi della mia età per un caffè veloce ma ci sono anche tanti turisti. La sala per il ricevimento è già stata allestita, guardo Cait sistemare le ultime cose come i centro tavola.
Sposto lo sguardo verso lo scaffale alla mia destra dove ci sono tutti i giornali, i quotidiani sono tutti pieni di cronaca nera. Mi spaventa leggere quante cose brutte succedano in un solo giorno. Un giornale di gossip attira la mia attenzione, in basso alla copertina vedo la faccia di Harry.
Mi avvicino dopo aver controllato che mio padre non sia nei paraggi, la faccia di Harry è affiancata da una ragazza con i capelli biondi e lunghi, sembra una modella.
Scuoto la testa girandomi velocemente per finire il mio lavoro ma con il gomito urto un vassoio facendo cadere una tartina nel lavandino.
-Merda!- esclamo prendendola al volo.
Apro il secchio dell'immondizia ma una mano mi blocca.
-Posso averlo io?-.
Mi volto per vedere a chi appartiene questa voce. Rimango scioccata.
Parli del diavolo..
-Harry!- esclamo.
-Cam!- ripete imitando il mio tono. -Ero serio, posso averlo?- mi chiede guardando la mano.
Annuisco allungando la mano verso di lui che afferra la tartina per poi infilarsela in bocca. Chiude gli occhi in modo teatrale dicendo che è fantastica. Alzo gli occhi al cielo ridendo.
Cait passa dietro di Harry facendomi segno verso di lui, alzo le spalle sempre più scioccata. Va via ridendo mentre mi fa segno di darci dentro, divento rossa e vorrei morire.
Harry si gira verso Cait alle sue spalle ma lei è già sparita.
-Allora.. -dico schiarendomi la voce. -Come mai qui?- chiedo cercando di fare conversazione e non di fare la figura della stupida.
-Ho organizzato la festa per un mio amico!- risponde indicandomi la sala allestita.
-Ah..- è tutto quello che riesco a dire.
Perchè mio padre non mi avverte mai?
-E pensare che pensavo la tua vita fosse sempre piena e invece sempre ingiro ti trovo!- esclamo pregando che rida alla mia battuta.
Mi si apre il cuore quando la sua risata si diffonde nel bar, le sue fossette vengono a farci compagnia e io sono sempre più contenta.
-Anche tu sei sempre ingiro però.. - risponde alzando un sopracciglio.
-Tuscè!- annuisco ridendo con lui.
-Harry!- mio padre spunta alla mie spalle. -E' un piacere averti qui!- aggiunge stringendogli la mano.
-Piacere mio, signore!- risponde educatamente lui.
Mi perdo del tutto il loro discorso, preferisco concentrarmi sul suo viso e su come sembra totalmente preso dalle parole di mio padre. Ha una maglietta grigia che gli evidenza le braccia su cui ci sono dei tatuaggi, troppi tatuaggi. Torno al suo viso e su come sorride a mio padre quando gli spiega che non poteva fare il sushi.
La cosa mi sembra senza senso ma resto a guardarli fingendomi interessata mentre studio Harry indisturbata. Un minuto dopo mio padre se ne va di nuovo e mi tocca ritornare con i piedi per terra.
-Lavori qui?- mi chiede sedendosi ad uno sgabello mentre guarda il grembiule.
-Gli do una mano ogni tanto. - rispondo pulendo il bancone. Cerco di tenermi impegnata in qualche modo. -Mi dispiace per il sushi comunque.. - commento senza saper bene cosa dire.
Scuote le spalle mentre mi guarda attentamente, mi sento imbarazzata sotto i suoi occhi verdi che mi studiano.
-Hai mai provato il sushi?- mi chiede poggiandosi al bancone con i gomiti.
-Mi piacerebbe, non ho il coraggio però! - ammetto scuotendo la testa.
-A Brighton c'è un ristorante fantastico. - dice mentre si prende le labbra tra due dita con fare deciso. -Devo andarci giovedì, vieni con me!-.
Cait sa benissimo cos'è il tempismo perchè passa dietro di lui e mi fa segno di si con la testa.
-Tutta quella strada per del pesce?- chiedo ridendo nervosamente.
-Vado per lavoro e poi andiamo a mangiare!- risponde indicandomi con un debole sorriso.
-Non hai una ragazza?- chiedo seria prima di riuscire a fermarmi.
Mi guardo interdetto, arriccia la fronte probabilmente pensando a cosa dire.
-Perchè mi chiedi questo?- risponde confuso.
Cerco con tutta me stessa di non guardare verso il giornalino alla mia destra ma fallisco miseramente. Segue il mio sguardo per poi ridere.
-Allora?- mi chiede subito dopo, sembra davvero divertito.
-Non lo so ...- mi vorrei prendere a pugni. -Devo studiare, mi dispiace!- rispondo guardandomi le mani. Cait entra nel mio campo visivo urlandomi un "cosa?" silenzioso.
Harry sembra voler rispondere qualcosa ma un signore si avvicina a lui dandogli una pacca sulla spalla, si salutano con la mano mentre si alza dalla sedia. Mi fa un debole sorriso seguendo quest'uomo nella stanza tutta decorata.
Mio padre mi mette di nuovo al lavoro e non ho più la possibilità di parlargli, neanche con Cait che lavora come me.
Dopo un paio di ore se ne vanno tutti, Harry spunta dalla porta con le braccia piene di fogli, mi saluta con la mano mentre io ricambio con un sorriso. Va via seguito da tre uomini che spariscono con lui nel traffico di Londra.
-Perchè hai detto di no?- .
Cait spunta alla mia sinistra.
-Non lo so ..-
Davvero , non lo so.


*AUTORE*

Ecco finalmente il quarto capitolo! Vi prometto che il bello sta per venire!
Continuate a leggere! Grazie per le recensioni!
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Capitolo 6
*** Cinque ***


Cinque

-Mi ricordi perchè siamo venute a vedere questo film?- chiedo aprendo la pesante porta dell'uscita. L'aria fresca mi colpisce dritto in viso e all'improvviso mi sento più sveglia di prima.
-Perchè era bello l'attore protagonista!- risponde Cait guardandomi con malizia, effettivamente ho notato la sua espressione quando è arrivata la scena in cui si toglieva la maglia. -E perchè è una bellissima storia d'amore!- aggiunge prendendomi a bracetto.
-Pff..- mi lamento con una smorfia.
Per qualche istante rimaniamo in silenzio, si sente solo il rumore delle nostre borse che sbattono al ritmo del nostro passo.
Ripenso al film appena visto, lei era la solita sfigata e lui il bello di turno. Ovviamente finiscono con l'innamorarsi e dopo tragiche (si fa per dire) vicende riescono a vivere felici e contenti la loro storia d'amore. Un classico, se Shakespear avesse vissuto in questo tempo avrebbe scritto di questo.
E' tutta una gran cazzata, succede solo nei film..Nella realtà ti ritrovi con il cuore in mano fatto a pezzi e il colpevole non sa neanche chiederti scusa.
-Cam..- mi chiama Cait con tono apprensivo. -E per questo che hai detto di no?- chiede fermandosi.
Mi guardo in torno, siamo completamente da sole e per strada c'è un silenzio inquietante. Il mio silenzio dever aver parlato però..
-Come?-.
-Mi hai capito Cam!- risponde lei incrociando le braccia al petto.
-Che intendi? Ho detto di no perchè..perchè..non lo so Cait!- rispondo esausta.
-E per Joe?- domanda.
Solo il suo nome mi fa ribollire di rabbia il sangue.
-Cosa? No, lui non c'entra niente!- rispondo rapidamente.
Una macchina sfreccia veloce sulla strada passandoci affianco, mi iniziano a venire i brividi.
-Sei hai detto di no perchè hai paura..- inizia Cait mentre il suo sguardo si ammorbidisce. -Non devi, sono cose che capitano, non succederà di nuovo come è successo con Joe..-.
-Cait!- le metto le mani sulle spalle. -Ho paura, si ma non di quello che è successo! Non voglio affezzionarmi a lui, capisco che ha il fascino e tutto ma non vuol dire nulla. Ci siamo incontrati per tre volte?- dico mentre penso a quello che è successo nelle scorse due settimane. -E' solo una persona come le altre e non lo conosco nemmeno, potrebbe essere un maniaco!- aggiungo alzando le mani verso il mio petto. Cait mi lancia un'occhiata di fuoco.
Si, ho esagerato.
-Harry è bello, okay, questo devo ammetterlo..Ma poi?- domando retoricamente. -Poi nulla, Cait! Perchè lui è un mondo totalmente diverso, e io sono questa!- esclamo indicandomi. -E' tutto quello che posso essere e non posso competere, non lo vedi? E se io vado oltre i miei limiti non riesco a tornare indietro, lo sai meglio di me..- mi giro incamminandomi verso la macchina.
Perchè io sono così: mangio troppo o sto del tutto a digiuno, dormo per quattordici ore di fila o passo la notte insonne. Mi innamoro duramente o odio profondamente, non so cosa sia il grigio, non lo mai saputo.
Cait mi segui fino alla macchina e ci sediamo in silenzio, una volta dentro mi sento di nuovo al sicuro e posso rilassarmi sul sedile. La macchina ruggisce sotto di noi ma Cait è ferma a fissare il volante.
-Nella vita bisogna avere il coraggio di rischiare..- commenta per poi guardarmi. Sto per rispondere quando lei mi interrompere. -Ascolta, non saprai mai il perchè delle cose se non le affronti!-.
-E cosa dovrei fare? Andare li con lui e farmi un nuovo migliore amico?- rispondo sarcastica.
-Perchè no? Si, è bello ma magari è antipatico, no?- insiste.
Sospiro pensandoci, magari è vero..oppure no!
-E si, ti conosco e so benissimo che sai quando il limite sta arrivando!- esclama iniziando a spingere la macchina per le vie di Londra che sono stranamente vuote per una domenica sera.
-Si bhè, non posso farci più nulla!- dico dandogliela vinta.
-Che vuoi dire?- mi chiede accigliandosi.
-Non so dove trovarlo, non ho il numero!- rispondo poggiando la testa al finestrino.
-Cam?-.
-Mmh.-.
-Tua madre lavora nella sua stessa casa discografica.. -.
Mi volto verso di lei e intrevedo quello che è un sorriso misto tra fierezza e malvagità.

Parcheggio la macchina nello spazio pubblico, chiudo gli occhi facendo un respiro profondo.
La voce della mia coscenza dice che sto facendo una cavolata e che devo aver perso qualche rotella.
Scendo dalla macchina avviandomi verso l'entrata dell'ufficio, non solo l'unica a quanto pare, altre quattro persone si avvicinano alla porta insieme a me. Hanno tutte l'aria di lavorare qui dentro, tutti vestiti di tutto punto, sono così professionali.
Scuoto la testa.
Ovviamente lavorano qui, è martedì pomeriggio, cos'altro potrebbero fare?
Mi avvicino alla reception, una ragazza con un top bianco e con le labbra tinte di rosso mi saluta.
-Come posso aiutarla?- mi chiede mentre mastica una gonna in modo disgustosamente evidente.
-Sono la figlia di Ariana Smith, posso parlare con lei?- rispondo cercando di non concentrarmi sulla sua gomma. -E' nel reparto del PR!- aggiungo quando vedo la sua espressione disorientata.
Mi guarda per qualche secondo per poi annuire e indicare una scalinata alla sua sinistra, non ho il tempo di salutarla che i suoi occhi sono di nuovo al computer sulla scrivania.
Pazienza, la mia educazione può andare a farsi un giro oggi.
Salgo le scale ricordandomi la strada per l'ufficio di mia madre, devo esserci venuta un paio di volte quando ero più piccola ma è tutto rimasto uguale. Le parete sono ancora tinte di bianco e l'arredamento è sempre più moderno, mi sembra di essere ad una stazione della NASA. Ci sono telecamere e bodyguard ovunque, è pazzesco, sembra quasi di essere in un film.
Mi fermo di fronte ad una grande sala con pareti di vetro, entro andando da mia madre che è impegnata a parlare con due sue colleghe. Stanno esaminando un foglio con delle scritte di una evento che si terra al più presto, sembrano davvero prese dal loro lavoro.
-Ehi, mamma! - esclamo sistemandomi la borsa sulla spalla. I suoi occhi scattano all'insù verso di me mentre un sorriso si fa strada sul suo viso.
-Cam!- risponde venendo ad abbracciarmi. -E' successo qualcosa?- chiede allarmata allontanandomi   per guardarmi bene in viso.
-No no.. - scuoto la testa mentre lei si rilassa. -Passavo per di qua quindi..-.
Sono davvero la peggior figlia del mondo.
I suoi occhi mi scrutano in silezio per qualche secondo. -Che ti serve Cam?- domanda con un sospiro. A quanto pare sono stata beccata!
-Si..ci stavo arrivando.. - commento stringendomi le mani mentre lei ridacchia. -Come va? Siete molto impegnate vedo.. - aggiungo guardando oltre la sua spalla.
Mia madre si poggia alla scrivania annuendo, ha l'aria di una che si sta divertendo molto.
-Okaaay!- dico quando vedo che non si sta bevendo il mio attegiamento. -Ti ricordi quei ragazzi con cui stavo parlando al matrimonio di due settimane fa?- chiedo mangiandomi le unghie.
-Quei due che fanno parte di quella band?- chiede visibilmente confusa. -Fanno parte di questa casa discografica, no?- aggiunge in cerca di una conferma. Vorrei risponderle che è lei a lavorare qui non io ma sto zitta, non sono nella posizione giusta per rispondere.
-Esatto!- rispondo quasi urlando. -Per caso, ne hai visto uno qui oggi?- chiedo pregando tutte le divinità presenti sulla faccia della terra.
-Mi pare di aver visto quello biondo.. - commenta una delle colleghe di mia madre senza neanche alzare lo sguardo dal suo computer.
Oh, stanno origliando tutti...
-Ci sta lui..hai tutto quello che ti serve?- mi domanda mia madre tornando dietro la sua scrivania.
-No..cercavo l'altro..- rispondo sottovoce parlando più con me stessa che con lei.
Harry non è qui, tutta questa strada per nulla. Mi aggiusto i capelli frustata, che cosa mi invento ora? Non so neanche dove andare a cercarlo!
Quando mi rendo conto che sono ancora nel centro della sala mi rianimo come colpita da un fulmine. Saluto mia madre e riprendo il corridoio che riporta all'entrata.
Mando un veloce sms a Cait, almeno lei mi darà un pò di conforto.

"Sai cosa? Avresti dovuto darmi uno schiaffo quando ho detto di no al bar.
Non riesco a trovarlo..maledetta enorme Londra! Cam x."

 
Forse il destino vuole questo, ho perso il treno nel momento in cui l'avevo di fronte, mi merito una bella punizione. Ma poi mi ritrovo a fare i conti con la mia coscenza, ho perso l'occasione di aver un nuovo amico,no? Tutto qui!
"Certo.." risponde scettico il grillo parlante
Rimetto il telefono nella borsa continuando a camminare verso l'uscita ma vado a sbattere contro qualcosa di duro, indietreggio incassando il colpo senza cadere a terra. Alzo lo sguardo incontrando due occhi verdi che mi guardando con un misto di preoccupazione e di sorpresa.
Ah bene, ho sbatutto contro Harry!
-Pensavo di aver sbattuto contro un muro.. - mi lamento toccandomi la testa.
-Stai bene?- mi chiede poggiando una mano sulla mia spalla.
Il suo tocco mi riporta con i piedi per terra.
Harry!
-Si si , tutto okay!- annuisco velocemente. -Tu?- chiedo di rimando ma mi rendo conto che è una domanda stupida, sono io a essere stata colpita.
-Bene.. - commenta lui trattenendo un sorriso con le labbra. -Come mai qui?- chiede indicando l'enorme edificio in cui ci troviamo.
-Mia madre!- esclamo indicando con il palmo della mano le scale dietro le mie spalle.
-Oh..- risponde incrociando le braccia al petto, il suo cappotto si stringe intorno alle sue braccia mettendole in evidenza, sembra che vada in palestra e anche molto direi.
Faccio un respiro profondo tornando a guardarlo negli occhi, ora o mai più.
-No.. -inizio cercando le parole. -Io..Io cercavo te ..-.
-Me?- ripete piegando la testa di lato. Nei suoi occhi si fa strada la curiosità, mi compiaccio con me stessa vedendo i suoi occhi brillare. Annuisco. -Perchè?-.
-Sai ..per il sushi..- rispondo sentendo il sangue salirmi sulle guance. -Se ti va sempre..- aggiungo guardandomi i piedi, inizio a chiedermi se sia stata una buon idea.
-Non dovevi studiare?- mi chiede ridendo. -Non vorrei distoglierti dai tuoi libri!- aggiunge alzando un sopracciglio mentre io alzo gli occhi al cielo ridendo con lui. -Giovedì alle 16? Ci vuole un'oretta per arrivare.. -.
-Perfetto!- esclamo annuendo. Interamente sto ballando a ritmo di qualche canzone house.
Punto dritto all'uscita cercando di non fare qualcosa di imbarazzante, cammino all'indietro allontanandomi da lui.
-Bene, a giovedì!- esclama lui sorridendomi.
-Come sei insistente.. - commento scherzando e quando l'intero atrio si riempe della sua risata non posso che battere il cinque a me stessa.
Lo saluto con la mano ed esco, sorrido a me stessa e quasi saltello verso la macchina. Quando sto per sedermi qualcuno mi chiama bloccandomi. Mi giro trovando Harry che corre verso di me.
-Dove abiti?- mi chiede poggiandosi con un braccio alla macchina, solo adesso mi rendo conto di quanto è alto. -Non posso venirti a prendere se non mi dici dove abiti!-.
Non ci avevo pensato, annuisco cercando un foglio o una penna nella borsa.
-Dammi il telefono..- mi dice Harry dopo qualche secondo. Lo guardo confusa per poi passarglielo, digita qualcosa poi il suo telefono squilla dalla sua tasca, solo un paio di volte.
-Mandami un sms con l'indirizzo!- mi ripassa il telefono per poi correre via.
Ho ancora il telefono in mano quando mi rendo conto che ha appena scritto il suo numero nella mia rubrica.

Il citofono suona rimbombando per tutta casa, Cait mi spinge verso la porta mentre cerco di fare mente locale su cosa potrei essermi scordata. La mia borsa pesa un accidenti, segno che forse ho davvero tutto quello che mi serve.
Apro il portone dopo aver fatto un respiro profondo, sto per passare un intero pomeriggio con Harry e i miei nervi stanno avendo la meglio. Mi ritrovo faccia a faccia con lui che mi saluta con un debole sorriso, lo seguo fino alla macchina notando come i jeans gli cadano bene su i fianchi seguendo le lunghe gambe, i capelli leggermente scompigliati dal vento. Si ferma avanti ad una ranger rover nera, salto letteramente sul sedile affianco a lui mentre lui si siede senza nessuna difficoltà.
Nel giro di pochi minuti siamo dentro il traffico mentre la radio ci tiene compagnia.
-Come è stata la tua mattinata?- mi chiede mentre continua a cambiare le marcie alla macchina.
-Noiosa, ho cercato di studiare mentre Cait si sentiva in vena di trasformare casa in una discoteca privata!- rispondo poggiandomi al finestrino ricordando come saltellava nel soggiorno.
-Cait?- chiede Harry girandosi verso di me per poi tornare sulla strada.
-La mia migliore amica, viviamo insieme!- spiego vedendolo annuire.-Tu cosa hai fatto invece?- chiedo curiosa, l'atmosfera così amichevole mi rilassa.
-Una runione!- risponde con un alzata di spalle.
Rimaniamo in silenzio mentre prendiamo l'autostrada, Harry canta sottovoce insieme alla radio, è una melodia dolce ed è una voce femminile quella che esce dalla casse e lui sembra cosi concentrato che mi metto ad ammirarlo di nascosto. I suoi occhi non fanno che balzare dagli specchietti alla strada mentre guida e muove la testa secondo il ritmo della musica.
La musica finisce e lo speaker inizia a parlare.
-Questa era la nuova canzone di Ariana Grande, direi di poter dire che Harry Styles ha fatto un ottimo lavoro, voi cosa ne pensate? Che sia basata su un esperienza personale?- .
Harry abbassa il volume bruscamente, la presa sul volante sembra più forte adesso, sembra turbato.
-E' una canzone davvero molto bella..- commento attirando la sua attenzione, si volta verso di me con lo sguardo ancora corruciato.
-Grazie – risponde mentre ci guardiamo per qualche istante in silenzio.
Arriviamo nel giro di un paio di ore a Brighton, la vista del mare mi fa venire voglia di tuffarmi, abbasso il finestrino facendo entrare l'odore della salsedine e sento già i capelli arricciarsi ma non mi interessa, questo odore mi rilassa troppo.
-Se il mare ti fa questo effetto a Los Angeles impazziresti!- mi dice Harry guardandomi divertito ma noto che anche il suo finestrino è abbassato, gli faccio la linguaccia continuando a godermi la vista del mare a pochi metri da noi.
Le strade sono trafficate e i marciapiedi sono impegnati dalle persone che passeggiano tranquille, sembrano tutti cosi rilassati che sembra che qui il mondo si sia fermato.
Raggiungiamo una casa di tre piani completamente bianca con un giardino immenso, i fiori sbocciati lo colorano di mille tonalità. Mi rendo conto che non siamo ancora nel centro, la città vera e propria sembra essere a qualche metro da noi.
Harry parcheggia, scendiamo dall'auto e ci avviamo verso la porta di entrata.
-Passiamo velocemente dal mio commercialista e poi andiamo a farci un giro!- mi dice Harry aprendomi la porta in modo galante.
E io che pensavo non esistessero più ragazzi così!
Dentro la casa è un vero e proprio ufficio, sembrano tutti indaffarati a fare qualcosa o persino a fare solo avanti e indietro. Harry punta ad una porta alla nostra destra, una volta aperta entriamo in una sala d'attesa con tanto di scrivania decorata con una bellissima segretaria.
La donna lo saluta come se fossero vecchi amici e gli fa segno di entrare nell'ufficio alle sue spalle, mi siedo su una delle poltrone mentre dico a Harry che lo aspetto qui.
-Faccio subito!- esclama sparendo dietro una porta di legno nero.
Dopo qualche secondo mi sento lo sguardo di qualcuno addosso, mi giro incontrando lo sguardo della segretaria con il mio, continua a fissarmi senza un minimo di educazione.
Esasperata prendo il telefono e chiamo Cait sperando che non sia occupata.
-Non mi starai chiedendo di venirti a prendere!- esclama lei rispondendo.
-Cosa? No!- rispondo ridendo. -Sto aspettando che finisca di parlare per lavoro. - spiego guardandomi le unghie.
-Allora sta andando bene questo appuntamento!- ride dall'altra parte del telefono.
-Cait! Non è un appuntamento!- rispondo attirando l'attenzione della segrateria e sono sicura che a questo punto sono diventata di tutti i colori.
Non lo è, punto e basta.
-Certo certo..se stasera non torni a dormire qui sarà tutto più chiaro!- continua Cait stuzzicandomi.
-Okay, ora stacco!- esclamo ridendo rimettendo il telefono in borsa.
Rimango qualche minuto a osservare le foglie muoversi sugli alberi, la segretaria non fa che battere qualcosa al computer e il rumore dei tasti inizia ad entrarmi nel cervello, proprio quando sto per chiederle di smettere Harry riemerge dalla porta nera.
-Fatto!- mi dice mentre mi alzo raggiungendolo facendogli un sorriso.

Inizia a fare buio quando Harry ferma la macchina in un ampio parcheggio quasi deserto, scendo dalla macchina aspettandolo per poi incamminarci verso la spiaggia. Incontriamo un piccolo boschetto, la luce è così fioca che a stento riesco a vedere i miei piedi.
-Sai, si inizia così con gli omicidi.. -commento facendo ridere Harry che cammina al mio fianco.
-Hai molto fiducia in me vedo!- risponde divertito e penso che mi stia guardando ma non ne posso essere sicura per via della luce.
Tra noi cala il silenzio e il buio non aiuta, mi guardo in giro cercando di vedere ma gli alberi sono così alti da non far passare neanche un filo di luce.
-Harry?- lo chiamo per assicurarmi che sia ancora con me ma lui non risponde, allungo la mano cercando di toccarlo e quando mi rendo conto che è sparito vado nel panico.
Cerco di mettere in ordine i pensieri, decido di tornare indietro ma delle mani si poggiano su i miei fianchi facendomi saltare.
-Buh!- esclama Harry a due centimetri dal mio orecchio e non riesco a trattenermi dal lanciare un piccolo urlo facendolo ridere.
-Non farlo mai più!- dico mentre lo spingo via dal braccio.
-Non potevo non farlo!- si scusa mentre riprendiamo a camminare, si inizia a intravedere la fine del boschetto e il rumore del mare inizia a essere più forte.
-Questa me la paghi!- gli dico incrociando le braccia al petto. -Puoi starne certo!- aggiungo con aria di sfida.
-Non vedo l'ora!- risponde, il tone solenne come in una promessa.
Dopo qualche altro minuto arriviamo di fronte a quello che sembra essere un ristorante sulla spiaggia, ha le insegne luminose con la scritta "sushi" e il locale sembra pieno.
Questo posto deve essere davvero fantastico.
Entriamo e veniamo raggiunti da un cameriere che ci porta al nostro tavolo, ci sediamo vicino ad una vetrata che da direttamente sul mare, la luna è alta in cielo e il mare sembra argentato.
Adoro questo posto.
-E' bellissimo! - esclamo girandomi verso Harry che mi sorride. -Grazie!-.
Harry scuote la testa con un'espressione seria in volto. -Grazie a te..insomma hai lasciato i tuoi libri per essere qui..- commenta divertito. -Probabilmente fallirai il tuo prossimo esame però stai per assaggiare il sushi più buono d'Inghilterra quindi ... -aggiunge con un alzata di spalle mentre gli rispondo scuotendo la testa divertita, mi piace questo suo lato infantile.
-Occhio con le battute Styles! Sei ancora in difetto per prima!- lo avverto puntandogli un dito contro.
-Whoops!- esclama spalancando gli occhi mentre le fossette spuntano al lato della bocca.
Il nostro piccolo battibecco è interrotto dal ritorno del cameriere che ci porta i menù, inizio a sfogliarlo ma non ho idea di cosa tutte queste cose siano. Quando il cameriere viene a prendere l'ordine Harry ordina anche per me promettendo che non me ne sarei pentita, dalla sua bocca iniziano a uscire nomi strani che però il cameriere capisce al volo. Rimango in silenzio lasciandoli interagire mentre il mio sguardo va per l'ennesima volta al mare.
Questo posto mi piace davvero tantissimo.
Il cibo ci viene servito su un vassoio verde scuro che sembra fatto di marmo mentre tutti le pietanze sembrano essere più colorate del solito, Harry mi spiega con cosa siano fatte e alla fine decido di iniziare con una palla di riso avvolta da avocado e una avvolta dal del croccante.
Do un piccolo morso rimango scioccata dal sapore, avrei dovuto scoprire il mondo giapponese prima. Harry mi guarda in attesa.
-E' buonissimo..- commento con la bocca ancora piena. Annuisce felice iniziando a mangiare anche lui.
-Allora..- inizia attirando la mia attenzione. -Hai fratelli o sorelle?-.
Tutta questa situazione mi fa venir voglia di ridere, non so perchè mi diverte a vedere che vuole sapere di più su di me.
-Un fratello, lavora a Dublino!- rispondo mentre assaggio un gamberetto coperto da una strana crema gialliastra. -Tu?-.
-E' maionese Cam!- mi informa ridendo della mia espressione titubante.-Ho una sorella più grande, vive pure lei a Londra da qualche anno.-.
-Viveva con i tuoi prima?- chiedo curiosa.
-Con mia madre e il mio patrigno in Ceshire, non lo dice mai ma credo sia stato uno shock per lei che io sia andato via di casa prima di lei!- risponde divertito.
Lo guardo per qualche istante, la curiosità mi fa parlare prima che io riesca a bloccarmi.
-E per te com'è questo ...- non so bene come chiamarlo, non vorrei offenderlo in qualche modo. -Vivere questa .. situazione? Il successo è tutto..- dico evitando di guardarlo.
La sua bacchetta colpisce il mio piatto facendomi alzare lo sguardo, incontro il suo sguardo serio che studia il mio.
-Puoi chiedermelo, sai? Non mordo mica..- commenta sarcastico. Gli faccio un piccolo sorriso cercando di mandare via l'imbarazzo. -E' strano..è una sensazione strana, è travolgente ma se poi inizio a pensarci mi sembra che tutto possa scoppiare da un momento all'altro...-.
-Com'è che non sei ancora impazzito?- chiedo ridendo.
-Ho sempre cercato di prendere le distanze quando posso, diventa sempre tutto troppo ad un certo punto.. - risponde quasi distratto, vorrei poter entrare nella sua testa e decifrare tutto ma decido di non spingerlo oltre.
I miei occhi puntano un strano quadratino bianco coperto da una salsa verde, il verde però non è bello come quello degli occhi di Harry.
Rimango interdetta da i miei stessi pensieri e vorrei prendermi a schiaffi da sola.
-Cos'è quello?- chiedo indicando il quadratino.
Il suo sguardo segue il mio fino a raggiungere la strana pietanza, lo vedo confuso mentre si morde il labbro inferiore per poi allungare la bacchetta e assaggiarlo. Il suo viso sembra andare in fiamme mentre i suoi occhi si spalancano per la sorpresa, butta giù mentre si riempe un bicchiere d'acqua tossendo.
-Wasabi.. -mi informa con la voce roca.
Scoppio a ridere, scarto l'idea di assaggiare mentre prendo un altro gamberetto.
-Non è divertente..- dice Harry fingendosi offeso.
-Lo è ! Credo di aver avuto la mia vendetta.- rispondo mentre il suo viso è ancora rosso. -Stai bene?- chiedo mentre lui annuisce ridendo con me.
La nostra cena passa in fretta tra battute e racconti personali, mi rendo conto di quanto lui sia così misterioso visto da fuori ma quando inizia a parlare bisogna fermarlo anche se preferisce mantere la sua vita personale per sè, non posso biasimarlo. E' cosi costantemente sotto i riflettori che vuole tenere qualcosa per se ma mi meraviglio a scoprire quanto possa essere divertente.
Finita la cena chiede il conto a cameriere che ritorna quasi subito con un libretto di pelle con dentro lo scontrino, mi allungo per prenderlo e Harry afferra l'altra metà.
-No Cam!- dice tirando il libretto verso di sè.
-Perchè no?- chiedo tirando il conto verso di me.
-Perchè sono un gentleman, pago io!- risponde ritirando il libretto.
-Non devi!-.
-Voglio però!- esclama ridendo mentre il conto fa avanti e indieto fra di noi.
-Voglio pagare la mia metà!- dico tirando verso la mia parte ma lui scuote la testa. -Posso almeno vedere quant'è?- insisto quasi pregandolo.
-No, ora puoi lasciar andare!- dice tirando verso la sua parte.
-Però non è giusto..- commento senza mollare la presa, mi rendo conto che iniziano tutti a guardarci male.
-La prossima volta paghi tu, okay?- .
La prossima volta?
Rimango interdetta e lascio andare il libretto mentre lui esulta come un bambino.
Vuol dire che usciremo di nuovo?
Rimango in silenzio mentre lui prende la sua carta di credito per alzarsi a pagare, lo seguo come un cucciolo smarritto mentre lui mi fa l'occhiolino ancora contento di aver vinto.
Senza neanche rendermene conto ci ritroviamo a Londra, mi riaccompagna a casa che è ormai mezzanotte passata, scendo dall'auto facendo il giro dal suo lato del finestrino.
-Grazie ..per tutto!- gli dico appoggiando una mano sullo sportello.
-Prego!- sembra voler aggiungere qualcosa ma il suo telefono squilla catturando la sua attenzione. Lo saluto con la mano avviandomi dentro casa. Mi butto sul divano e dopo qualche secondo appare Cait che si appoggia allo stipide della porta della cucina con gambe e braccia incrociate, il suo corpo freme di curiosità.
-Wow è davvero tardi!- esclamo in modo esagerato. -Buona notte!- aggiungo vedendola ridere.
-Sei una pessima amica!- risponde sbuffando.
Le faccio la linguaccia mentre lei mi segue nella mia stanza.

*AUTORE*

Ecco un nuovo capitolo!
Grazie mille a tutti coloro che hanno recensito e che seguito/ricordato la mia storia!

Alla prossima!

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Capitolo 7
*** Sei ***


Sei


Tiro ancora una volta la gonna del vestito verso il basso, probabilmente andrebbe stirata un pò ma sono in ritardo e posso sempre dire che è così che è stata fatta.
Esco dalla stanza trovando Dylan steso sul divano, le braccia incrociata dietro alla testa e le gambe lunghe parallele al pavimento.
Lo osservo allungo fino a quando il suo sguardo non incontra il mio.
-Comodo? Sul mio divano?- chiedo incrociando le braccia al petto.
-Si, molto...Ne voglio uno anche io!- risponde guardandomi con aria di sfida. Scoppio a ridere sedendomi vicino a lui.
-Dove andate stasera?- chiedo guardando il suo abbigliamento quasi elegante. Un jeans nero e una camicia azzurra abbottonata fino al collo, sono curiosa di vedere cosa indossa Cait.
-A cena con i miei!- risponde strofinando le mani su i jeans in modo nervoso.
-Uh, il grande giorno!- esclamo vedendolo annuire preoccupato. -Tranquillo andrà tutto bene!-.
-Si, sempre se Cait non si sporcherà mentre mangia come è solita fare... - dice ridendo mentre io mi unisco a lui.
-Ehi!- esclama Cait dalla sua stanza dove sta chiaramente origliando. -E tu non dovresti stare dalla mia parte Cam?- aggiunge urlando per farsi sentire.
-Si, hai ragione!- rispondo per poi schiarirmi la gola. -Dylan, rompi il cuore alla mia amica e io ti rompo una caviglia!- gli dico in tono minaccioso puntandogli un dito sul petto.
-Ora va meglio!- dice Cait facendoci ridere.
-Io vado, divertitevi!- dico ad entrambi avviandomi verso la porta.
-Dove vai?- mi chiede Dylan mentre spegne la tv.
-Ho una cena dai miei con degli amici, sicuramente la vostra serata sarà più movimentata!- rispondo salutandolo e uscendo da casa.
Per l'ennesima volta il tempo è cambiato velocemente, stasera fa decisamente freddo. Mi stringo nel cappotto correndo verso la macchina dove accendo il riscaldamento al massimo, anche se sono sicura nel giro di pochi minuti suderò.
Il viaggio in macchina dura meno di quanto speravo, non so se sono pronta a essere tutta sorrisi finti e abbracci, trovo questa particolare famiglia troppo chiassosa. Sono amici dei miei da anni ormai, hanno due bambine che sono viziate come si vede nei film, cosa che non sopporto. Lea è troppo raffinata, sempre con la puzza sotto il naso a giudicare il prossimo mentre Sam, il marito, un pò lo compatisco. Non ho idea del perchè sia sposato con lei, lui è totalmente diverso: solare, gentile e divertente.
Scendo dalla macchina salendo sul portico di casa, sembra una vita fa quando vivevo qui, mi sento così adulta ora!
Entro senza bussare visto che ho ancora le chiavi, sento mamma e papà ridacchiare dalla cucina per poi zittirsi quando sento il rumore della porta.
-Cam? Sei tu tesoro?- chiede mia madre.
-No..Sono Christina, la tua figlia illegittima!- rispondo alzando gli occhi al cielo anche se ancora non mi posso vedere. Poso la borsa e il cappotto per poi entrare in cucina.
-Sei sicura di averla fatta con me?- chiede mio padre a mia madre poggiandosi al tavolo con le mani. -Sono quasi sicuro di aver notato la stessa ironia in Adam Sandler.. -aggiunge serio.
Li abbraccio entrambi per poi prendere un bel bicchiere d'acqua. Il tavolo è gia apparecchiato e il forno emana un delizioso odore di arrosto.
-Sam e Lea saranno qui tra venti minuti!- mi informa mia madre mentre continua a fare avanti e indietro per la cucina. -Cam, passa dalla nonna non appena puoi in settimana!- aggiunge e io annuisco prendendo nota mentalemente.
Ne approfitto per andare nella mia vecchia stanza, apro la porta fermandomi a guardare. E' tutto rimasto uguale, sembra che io viva ancora qui, l'unico indizzo a dire il contrario è il letto fatto e sistemato. Rido con me stessa per il mio disordine, sono un caso perso. Richiudo la porta tornando dai miei, mi siedo su uno degli gabelli dell'isola.
-Allora?- mi chiede mamma.
-Allora?- ripeto confusa, se vuole sapere qualcosa chiedesse e basta.
-L'università?- si inserisce mio padre.
-Tutto bene! Ho un'esame martedì!-.
-Joe?- mi chiede mamma con tranquillità, come se non avesse appena lanciato una bomba.
-Joe? Credo sia finita..- rispondo sperando che non arrivino altre domande. Mia madre mi guarda per qualche secondo mentre con mio padre sembra quasi sollevato di sentirmelo dire.
Non ha mai approvato, sarà per questo.
-E hai trovato quel ragazzo? Quello per cui eri venuti a trovarmi? - chiede mia madre.
-Quale ragazzo?- si intromette di nuovo mio padre.
Parlano di Harry, vero?
Proprio quando sto per rispondere suona il campenello, vengo proprio salvata dal citofono effettivamente.
-Vado io!- esclamo fin troppo contenta di allontanarmi da loro.
Cerco di scrollarmi di dosso il pensiero di Harry, in questi giorni ci siamo scambiati qualche sms divertente, niente di più. Aveva ragione Cait alla fine, è l'inizio di una amicizia!
Apro la porta trovandomi il sorriso di Lea a qualche centimetro del mio viso, non faccio in tempo a salutarla che mi stringe in un abbraccio. Rimango scioccata, non pensavo ci fosse tutto questo affetto nei miei confronti da parte sua.
-Come sei cresciuta!- esclama squadrandomi dalla testa ai piedi.
A quanto pare c'è ancora gente che si meraviglia di cosa acqua e pana siano capaci di fare.
La ringrazio per poi salutare Sam, il suo abbraccio è sicuramente più vero di quello di Lea. Saluto anche le sue figlie gemelle, crescendo sono ancora più uguali, più le guardo e più mi inquietano!
Non so neanche dire chi è Cathrine e chi Ashley, mi fanno un sorriso che ricambio velocemente, dovrebbero andare in giro con le etichette su i vestiti.
Faccio strada fino in cucina dove iniziano tutti i saluti di rito anche con i miei genitori.


Sono ancora le 20.30 e siamo solo a metà della cena, non sopporto che mia madre la prenda tanto alle lunghe semplicemente perchè ci sono degli ospiti. Una delle gemelle continua a fissarmi interrottamente, inizio ad avere quasi paura. Il discorso va avanti da mezz'ora su un posto in cui sono stati in vacanza il mese scorso, Lea non fa altro che parlare e mia madre annuisce, mi chiedo se davvero le stia dando retta o sta fingendo ma posso dire che nel secondo caso è davvero un'attrice nata.
Mi estraneo mezzo minuto dalla tavola pensando al libro che devo finire di studiare quando inizio a sentire le gemelle parlare ad alta voce come se discutessero tra di loro, alzo lo sguardo vedendo che una delle due ha un telefono in mano. Riesco a capire che stanno commentando qualcosa ma inziano a parlare sovraponnendosi.
-Buone!- esclama Lea facendomi saltare, urto la mia forchetta con la mano facendola cadere rumorosamente a terra. -Sono in quella fase adolescenziale!- aggiunge mentre mi piego. -Sai, la fase delle boy band! Come si chiamano quelli che vi piacciono?-
-One Direction!- esclamano all'unisono e io quasi cado dalla sedia mentre sono ancora piegata. Mi reggo sul gomito coscente del fatto che ho il sedere per aria. Quando torno su tutti mi guardano confusi e io mi sento le guance andare a fuoco.
-Cam, questi ragazzi non sono quelli del matr.. - inizia mia madre ma scatto in piedi stoppandola.
-E' suonato il forno! Non hai sentito? -dico indicandole la cucina, mi guarda in modo scettico per poi alzarsi e tirarmi con sè in cucina.
-Perchè non volevi farmelo dire?-.
Va dritto al punto mia madre!
-Perchè sono due ragazzine, non voglio che mi inondino di domande!- rispondo sottovoce per non farmi sentire.
-Solo per questo?- indaga mia madre studiandomi con lo sguardo. -O non vuoi dire altro?-.
-Cosa?-.
-Senti..non so in cosa ti stai cacciando ma secondo me dovrest.. - la azzittisco di nuovo alzando la mano tra di noi.
-Mamma, tanto per cominciare, conosco solo uno di loro, non tutte e cinque!- esclamo indignata.
-Cinque?- ripete lei.
-Si, sono cinque! Se non ti fidi puoi chiedere alle gemelle Olsen di là!- rispondo sarcastica.
Mia madre apre la bocca per dire qualcosa per poi scoppiare a ridere. Il forno squilla davvero questa volta e io tiro l'ennesimo sospiro di sollievo per questa sera.
E' la mia vita, so quello che sto facendo. A quanto pare si fida a farmi vivere da sola ma non si fida delle mie scelte!
Aiuto mia madre con i piatti per poi tornare al tavolo nella sala insieme agli altri. Mangiamo tutti immersi nel silenzio, la quite dura poco perchè le gemelle iniziano di nuovo con i loro ormoni impazziti. Parlano di una delle fidanzate, non riesco a capire se non piace come si veste o se non gradiscono il viso ma il discorso si fa più interessante quando iniziano a parlare di Harry.
-Dici che si farà un tatauggio presto?- dice una delle due.
-Chissene frega dei tatuaggi, è sexy da morire con questi occhi verde acqua!- risponde l'altra.
Vorrei intervenire dicendo che si tratta più di un verde malachite, nella sfumatura più profonda possibile ma mi mordo la lingua per stare zitta mentre mi prendo a schiffi mentalmente per aver fatto un pensiero del genere su di lui.
Siamo solo amici, giusto, solo amici!
Prendo il telefono dalla tasca e gli mando un sms, senza pensarci.

 "Non so se dovrei dirlo ma ho davanti a me due ragazzine che stanno parlando di quanto tu sia fantastico! Dovrei intervenire e dire quanto arrogante sei? Cam x."
Invio dopo aver inserito anche un emoticon che fa la linguaccia, questo riassume i nostri sms dalla sera in cui siamo andati a mangiare insieme.
Il telefono inizia a vibrare qualche minuto dopo e quando mi rendo conto che mi sta chiamando mi prende un colpo. Mi alzo scusandomi e mi allontano da orecchie indiscrete.
-Pronto?-.
-Perchè sono arrogante?- mi chiede direttamente, la sua voce è ancora più profonda e rauca al cellulare ma non mi sfugge il suo tono divertito.
-Oh bhè..non lasci che una donna possa pagare per se stessa!- rispondo stando al suo tono. -Abbiamo dei diritti anche noi, sai?-.
-Ah ora capisco tutto!- ride facendomi ridere con lui. -Questo si chiama essere galantuomini non arroganti!- aggiunge.
-E lo fai con tutte?- chiedo senza riuscire a fermarmi.
Mi porto una mano in fronte esasperata da me stessa.
-Lo faccio anche con gli amici e con mio padre..quindi è meglio dire "tutti"!- esclama ridendo.
Deve essere di buono umore oggi.
-La tua cena è buona come quella che ti ho offerto?- continua stuzzicandomi.
-Mia madre è un ottima cuoca quindi non posso lamentarmi!La tua?- chiedo a mia volta.
-Il wasabi deve avermi bruciato la lingua, non riesco a sentire più i gusti!- dice facendomi scoppiare a ridere per l'ennesima volta. -Scommetto che sei abbastanza compiaciuta dalla tua vendetta!- aggiunge.
-Non sai quanto!-.
-Devo andare..ci vediamo presto!- dice e la sua proposta è decisamente allettante, come amici..ovvio!
Ritorno in sala ancora divertita, mi accorgo che tutti mi fissano e mi rendo conto che il mio viso ha quasi preso fuoco.
Stupida telefonata!



Quando finalmente il professore dice di aver finito per oggi vorrei piangere dalla gioia! Il sole splende nel cielo, capita raramente e non voglio stare chiusa in quest'aula per non potermelo godere.
Esco di corsa respirando a pieni polmoni raggiungendo la macchina, prendo il telefono per chiamare Cait, magari possiamo andare al parco. Il telefono squilla facendomi sobbalzare, rimango interdetta quando vedo il nome di Harry seguito dal suo numero.
-Harry!- esclamo sorpresa.
-Cam!- esclama lui imitando il mio tono, cosa che fa spesso ho notato. -Che fai?- mi chiede.
-Uh.. sono appena uscita dall'università.. -rispondo leggermente confusa mentre guardo l'edificio alle mie spalle.
-Bene...ti va se ti raggiungo?-.
Ora sono davvero scioccata.
-C-certo!- esclamo balbettando. -Sono alla sede centrale!- lo informo per poi chiudere la telefonata dopo un "arrivo". Scendo dalla macchina puntando una panchina, mi siedo che sono ancora sotto shock ma non vedo l'ora che arrivi, cerco solo di non pensarci. Riprendo il telefono mettendomi a giocare a qualche stupido gioco come flappy bird, con il mio recordo di ventitrè decido che è ora di arrivare a trenta.
Dieci minuti e ventiquattro tentativi dopo, sono quasi arrivata a superare il ventinovesimo tubo quando un dito in più si unisce sullo schermo del telefono facendo fare un salto di troppo all'uccellino che si sfracella al suolo.
-Ma no dai!- esclamo voltandomi di scatto incontrando Harry che mi guarda con un sorriso soddisfatto stampato sul volto.
-Ciao anche a te!- ride sendendosi vicino a me. Gli sorrido mentre lui si guarda in giro, solo ora noto che ha i capelli raccolti in una coda alta per levare i capelli dagli occhi lasciando l'altra metà lungo le spalle.
-Harry, è un codino questo?- chiedo sporgendomi verso di lui mentre annuisce. -Perchè a te viene meglio che a me?- aggiungo, vorrei alzare una mano e toccargli i capelli ma cerco di stare ferma.
-Ehi! Per prima cosa è un codino da uomo!- risponde lui puntandomi il dito contro. -E' virile!-.
-Certo, certo.. - commento sarcastica
Apre la bocca per dire altro ma il mio telefono squilla interrompendoci. Leggo il numero di mia madre prima di rispondere.
-Pronto?-.
-Sei passata dalla nonna?- mi chiede irritata.
-Merda..- commento attirando l'attenzione di Harry. -Passo appena posso, pure adesso!-.
Stacco la telefonata alzandomi, Harry fa lo stesso guardandomi preoccupato.
-Tutto okay?- mi chiede.
-Devo passare da mia nonna, è stata poco bene..scusa..- mi passo una mano tra i capelli arruffandoli.
-Ti accompagno..se vuoi?- dice Harry e per la prima volta sembra incerto su cosa dire e fare.
-Sei sicuro?-.
Mi fa un sorriso prendendo le chiavi dalla tasca del cappotto. Noto che il suo macchinone è parcheggiato due macchine dietro la mia piccola autoritaria.
-Possiamo andare con la mia.. - indico il tettuccio bianco.
Il suo sguardo va dalla mia macchina a me per poi scuotere la testa, apre la macchina a distanza mentre ci sediamo ai sedili anteriori.
-Perchè no?-.
-Non so se mi sento molto sicuro.. - risponde cercando di trattenere un sorriso.
Lo guardo spalancando la bocca per poi aprire lo sportello sfidandolo, la sua mano vola sulla mia in meno di due secondi facendomi bloccare. E' come se avessi ricevuto la scossa mentre la nostra pelle  a contatto inizio a bruciare e qualcosa nel suo sguardo mi dice che anche deve aver avvertito la stessa cosa. Scuoto la testa velocemente schiarendomi le idee.
-Ecco perchè sei arrogante!- esclamo ridendo riferendomi alla chiamata di qualche giorno prima, lui ride mettendo in moto la macchina.
-Sono brava a guidare comunque.. - dico mentre mi infilo la cintura sbattendo i piedi come una bambina di cinque anni facendolo ridere.


La casa di mia nonna è sempre uguale, da quando ricordo non è cambiato un singolo oggetto, perfino ciò che si rompe, mio nonno lo aggiusta ed è di nuovo al suo posto.
Busso al suo appartemento con Harry al mio fianco che studia l'enorme palazzo al sud di Londra.
-Mi dispiace averti trascinato qui.. - gli dico voltandomi verso di lui che scuote la testa mostrandomi le fossette, vorrei poterle accarezzare ma la porta d'ingresso si apre facendomi sobbalzare, quasi come se fossi stata sorpresa a rubare.
-Nonna!- esclamo abbracciandola.
-Tesoro!-.
Ho sempre trovato divertente il fatto che ogni volta che vado a trovarla lei è sempre più bassa, mi da l'illusione che cresco mentre è alquanto impossibile.
I suoi occhi azzurri si fermano alle mie spalle per poi farsi strada un debole sorriso sul suo viso ormai coperto di rughe.
-Sei in compagnia vedo...- commenta ammiccando verso di me. Ottant'anni ormai ma il suo senso dell'umorismo è più giovane che mai. -Sei cambiato sai? Sei più alto ..John?- finisce la frase guardandomi per una conferma. Devo aver dimenticato che ha conosciuto Joe lo scorso Natale.
-No..lui non è ..si, io e lui siamo..è Harry, nonna!- farfuglio imbarazzata.
Fatemi morire, ora!
-Piacere!- esclama Harry allungando una mano verso mia nonna che gli da un colpetto per allontanarla mentre si allunga verso di lui per abbracciarlo.
Rido della faccia sorpresa di Harry che è praticamente il triplo in lunghezza rispetto a lei, è una strana combinazione verderli vicino.
Seguiamo la padrona di casa fino al soggiorno, mi butto sul divano incrociando le gambe. E' una specie di abitudine, mia madre non ha mai voluto che lo facessi perchè sporcavo il tessuto mentre a nonna non sembra importare molto.
-Il nonno è uscito!- mi informa sedendosi di fronte a noi. -Sai, giovanotto, mi ricordi qualcuno..- aggiunge guardando Harry che alza le spalle. -Vi preparo il thè!- annuncia poi mia nonna andando via.
Butto la testa all'indietro poggiandomi sulla spalliera del divano, inizio a sentire la stanchezza di questo lunga giornata all'università.
All'improvviso mia nonna torna da noi con un giornalino in mano.
-Sei tu vero?- dice dandolo a Harry che annuisce imbarazzato. -Non ho molto tempo da fare, mi piace il gossip..- si scusa mentre io ho le lacrime agli occhi dalla risate. E come è venuta mia nonna torna in cucina, lasciando Harry senza parole.
-Vorrei dire che è demenza senile ma il dottore dice che sta bene, solo qualche acciacco alle ossa!- spiego quando riesco a riprendere fiato. -Avresti dovuto verdere la tua faccia!- continuo.
Harry mi guarda divertito senza rispondere ma mi tira un cuscino che mi colpisce dritto in viso.
-Non l'hai fatto davvero!- esclamo sbalordita dal gesto.
-A quanto pare si!- risponde quasi sottovoce con aria di sfida.
 Afferro il cuscino dietro la schiena e lo colpisco a mia volta ma non riesco a mirare bene il viso, ci prendiamo a cuscinate fino a quando mia nonna non torna con il thè schiarendosi la gola per attirare la nostra attenzione.
Mia nonna mi guarda con un'espressione criptica che non riesco ad afferrare ma sono sicura che qualsiasi dubbio lei abbia glielo toglierà più tardi mia madre, quando spettegoleranno di me al telefono.
Mi sistemo i capelli, sono sicura di averli in tutte le direzioni dopo essere stata attaccata in quel modo da Harry. Afferro una tazza iniziando a sorseggiare il liquido caldo, i miei occhi tornano su di lui al mio fianco. I nostri sguardi si incrociano velocemente mentre contemporaneamente sorridiamo, passano così un paio di ore, tra sorrisi e racconti di mia nonna.
Usciamo dal palazzo che è quasi ora di cena, per strada non passa nessuno, saranno tutti con i piedi sotto il tavolo mentre io e Harry ci stringiamo nei cappotti, la temperatura è calata notevolmente.
Camminiamo in silenzio fino a quando non pesto qualcosa di viscido che stride sotto i miei piedi.
Mi fermo disgustata accendendo la torcia del telefono per vedere meglio al buio.
-Ti prego, fa che non sia cacca di cane..- mormoro tra me e me mentre mi piego a guardare il marcia piede seguita da Harry che guarda curioso con me.
-Era una lumaca!- esclama quando illumino il povero guscio ormai fatto in pezzi mentre il corpo sembra perdere un liquido biancastro.
-Che schifo..- commento illuminando la strada di fronte per evitare di pestarne un'altra. Vedo Harry prendere il suo telefono facendo luce, illumina i muri che sono paralleli al marciapiede, ci sono altre lumache che camminano li.
-Sono tantissime!- dice fermandosi a guardarle. Mi affianco a lui per guardare questi piccoli esserini andare a 5km/h sul muro. -Questi sono piccoli!- aggiunge puntando la luce in un punto.
-Sono cuccioli?- chiedo notando come la parola "cucciolo" suoni male affiancato ad una lumaca.
-Credo...sono minuscoli..- ripete quasi affascinato. Allunga un dito toccando il guscio. -Il mio dito è il doppio!-
-Non mi sorprende..- commento ricevendo una strano sguardo da lui. -Harry, probabilmente la tua mano è più grande del mondo intero!- spiego guardando la sua mano libera dal telefono.
-Dici?- chiede studiando la sua stessa mano.
Allungo il mio palmo per farlo toccare con il suo, le sua dita sono più lunghe di almeno cinque centimetri in più rispetto le mie.
-Quanti starbucks riesci a prendere con queste?- chiedo ridendo mentre la mia mano rimane stretta alla sua.
-Questa è una domanda un pò personale, non credi?- mi domanda cercando di trattenere un sorriso mentre le sue labbra tendono sempre di pù verso l'alto.
Rido allontanandomi da lui, la luce fioca illumina i suoi occhi in modo da farli brillare e inizio a sentirmi a disagio sotto il suo sguardo attento e divertente.
Lo aspetto vicino alla macchina dopo aver fatto lo slalom tra le lumache.
Quando mi ritrovo di fronte l'università rimango interdetta, mi viene in mente che sono senza macchina per poi vederla affianco al mio finestrino.
-Grazie, per essere venuto e per il passaggio!- dico girandomi verso Harry.
-Smetterai di ringraziarmi per tutto?- mi chiede all'improvviso serio.
-Sono solo educata..- rispondo mentre lui si rilassa di nuovo sul sedile. Lo saluto e mi allungo verso di lui baciandogli velocemente una guancia. Scendo per poi salire nella mia macchina, come mi siedo faccio mente locale di quello che ho appena fatto, mi vorrei prendere a schiaffi. Mi giro notando che Harry mi sta guardando chiaramente divertito. Dopo aver mimato un "grazie" dal posto di guida parte a tutta velocità mentre io mi trovo ad alzare gli occhi al cielo a quella che è la povere lasciata dalla sua partenza.


 

*AUTORE*

Ho aggiornato!
Spero che questo capitolo vi piaccia, mi sono divertita molto a farlo!
Grazie a chi segue/recensito la mia storia in questi capitoli!
Fatemi sapere che ne pensate!
Mi trovate anche su twitter https://twitter.com/_itspaola (scrivetemi pure se volete!)

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Capitolo 8
*** Sette ***


Sette

La calma è sempre apparente, purtroppo.
-Non usciamo insieme da settimane!- esclama Lucas irrompendo in casa.
-Lucas..- lo avverte Cait prima che lui possa peggiorare la situazione.
Mi sono seduta sul divano da solo cinque minuti, è stata la settimana più lunga della mia vita! Mi sembra di aver solo studiato e pulito la casa, ho il cervello stanco e la schiena a pezzi. L'unica cosa che vorrei fare è dormire per tre giorni di fila, non se ne parla di uscire.
-No, ora usciamo e basta!- continua Lucas mentre io e Cait facciamo finta di essere interessate alla televisione che sta mandando un telefilm decisamente scadente.
Lucas cammina fino al centro della stanza parandosi d'avanti lo schermo, incrocia le braccia al petto e ci lancia un'occhiataccia che ci farebbe prendere fuoco se potesse.
-Alzate i vostri sederi!- dice a denti stretti facendomi perdere la mia di serietà, sento le risate che stanno per affiorare.
 Se questo è il suo sguardo minaccioso stiamo messi davvero male.
-Una pizza!- dico alzandomi. -Niente di più!- lo avverto puntandogli un dito contro il petto.
-Ma io volev.. -.
-Tu nulla, una pizza e basta!- lo azzittisce Cait sparendo nella sua stanza sbuffando mentre Lucas si lancia sul divano con espressione soddisfatta.
Mezz'ora dopo siamo nel parcheggio di una pizzeria non molto lontana dal centro di Londra. Una graziosa cameriera ci indica il nostro posto lasciandoci i menù ma sono talmente stanca che non ho neanche la forza di aprirlo, ordinerò il solito.
-Cosa avete fatto in queste settimane in cui siete sparite?- ci chiede Lucas mettendo giù il menù di plastica.
-Studiato.- rispondo automaticamente.
-Lavorato e studiato!- dice conteporaneamente Cait.
-Tu, Lucas?- chiedo reggendomi il viso con una mano.
-Il solito...lavoro, studio, ragazze..- risponde con una certa nonchalance.
Sbuffo mentre Cait alza gli occhi al cielo divertita. -Mi ricordi perchè siamo amiche di questo pervertito?- mi chiede poi sporgendosi verso di me.
-Non ne ho la più pallida idea!- rispondo ridendo.
-E' perchè vi ho aiutato con quel compito di fisica al terzo anno!- esclama Lucas fiero di sè.
-Pff..quel compito l'avevi copiato dalla più brava della classe!- ribatto.
-Ma se non fossi stato così affascinante non sarei riuscito a prenderlo da lei!- controbatte.
Apro la bocca per rispondere ma dopo averlo guardato bene devo ammettere che, probabilmente, ha ragione. Lucas è certamente un bel ragazzo, non posso negarlo e senza di lui non avrei passato quel test quindi rimango in silenzio limitandomi ad alzare il bicchiere di coca-cola brindando al nostro amico e al mio diploma.
Solo quando la cameriera poggia la mia pizza fumante sotto il mio viso mi rendo conto che uscire è stata una gran bella cosa da fare, non avrei avuto questa bontà rotonda stando sul mio comodo divano.
-Ieri ho incontrato Zoe .. -inizia Lucas tra un boccone e l'altro. -Stava facendo shopping credo!- aggiunge buttando un sorso di birra giù con la pizza. -Credo si stia vedendo con qualcuno!-.
-Cosa te lo fa pensare?- chiede Cait curiosa.
-Un succhiotto gigante sul suo collo!-
-Wow..hai capito!- esclamo ridendo. - Ho sempre detto che fa finta di essere innocente!- aggiungo ricevendo una gomitata da Cait dritta nelle costole.
-Non hai chiesto chi fosse stato?- chiedo, ormai sono curiosa di sapere.
-Ho chiesto ma non mi ha risposto!- risponde Lucas accigliandosi.
-Deve essere un pezzo grosso allora..- scherza Cait mentre da il suo ultimo morso alla pizza.
La nostra serata si conclude solo dopo che abbiamo litigato su quale dolce prendere, apparentemente non si possono mischiare budino e tiramisù perciò finiamo con ordinare entrambi. Ho il vago presentimento che finiremo in ospedale per indigestione.
-Non riesco a muovermi...- commenta Lucas dopo aver pagato.
Siamo fermi d'avanti l'entrata della pizzeria, ci guardiamo come se stessimo per scoppiare all'improvviso e sono sicura che non sia un'esagerazione in questo caso.
-Sto per andare in coma da cibo!- esclama Cait facendoci ridere ma me ne pento subito, le risate mi scombussolano lo stomaco violentamente.
Rimaniamo fermi in quella posizione cercando di digerire il più in fretta possibile, due persone sul marciapiede opposto al nostro attirano la mia attenzione. Capisco che sono una coppia e quando passano sotto la luce del lampione i loro volti vengono illuminati e sento che sto per andare in shock. Joe e Zoe si tengono per mano ignari di noi, camminano parlando e ridendo come se stessero insieme da una vita.
-Cam?- .
Sento Lucas chiamarmi ma non riesco a distorgliere gli occhi da loro due.
-Cam!- esclama Cait toccandomi un braccio.
-Lucas.. pensi che Zoe non abbia voluto dirti con chi sta adesso?- chiedo voltandomi velocemente verso i miei due amici.
-Penso di si ..Perchè?- domanda con il tono leggermente preoccupato. -Stai bene, Cam?-.
-Sta uscendo con Joe ..- gli indico la coppietta dalla'altra parte della strada e li sento sussultare quando Zoe circonda il collo di Joe per poi baciarlo. Un bacio serio, profondo e che dura tanto, troppo. Ora sento che sto per vomitare davvero.


Parcheggio la macchina nel vialetto della mia vecchia casa, mia madre ha esagerato quest'anno con le decorazioni, la piccola scala del porticato è piena di lanterne e fiori che mostrano l'entrata mentre la porta è circondata di palloncini. Adora il suo compleanno ma questo è decisamente troppo, mi chiedo perchè mio padre abbia lasciato che trasformasse casa in una serra.
Prendo il mio regalo e i fiori di Cait che quest'anno non è potuta venire e mi avvio verso quella che sembra la casa delle barbie in una versione decisamente hippie.
Il soggiorno è già pieno di alcuni suoi vecchi amici, le sue colleghe, i vicini e perfino qualche amico d' infanzia con cui ha ancora rapporti.
Non faccio in tempo a levare il cappotto che vengo strette da due braccia possenti.
-La mia sorellina!- esclama Tyler dondolandomi.
-Pensavo non avresti fatto in tempo per quest'anno!- rispondo ricambiando l'abbraccio come posso per via dei fiori ancora stretti tra le mie mani.
-Ho voluto farle una piccola sorpresa!- mi spiega liberandomi le mani.
-Oh..i miei piccoli!-.
Mia madre ci abbraccia conteporaneamente facendoci quasi sbattere la testa l'uno contro l'altro, mio padre ci guarda da lontano scuotendo la testa in modo rassegnato.
-La casa è così vuota da quando non ci siete...- commenta mia madre e giuro di riuscire a vedere qualche lacrima di commozione nei suoi occhi. Tyler alza gli occhi al cielo dandole i fiori che mia madre annusa felicemente.
-Ringrazia Cait!- dice prima di scappare via in cerca di un vaso nel quale metterli.
Vado a sedermi sul divano dopo essere prima passata affianco al buffet, stringo tra le mie mani un gustoso piattino di plastica pieno di stuzzichini mentre nell'altra mano ho un bicchiere di coca-cola.
Vengo subito raggiunta da mio zio che inizia a farmi il terzo grado sulla scuola ma dopo dieci minuti un amico di mio padre inizia a parlare con lui di qualcosa successo in Malesia ma mi perdo nel discorso, la mia testa sembra giocare a ping pong tra le due persone con cui sono seduta. Prendo un sorso dal mio bicchiere ma quasi mi strozzo quando vedo uscire Joe dalla cucina con mio fratello. Salto dal divano correndo da mia madre che sta parlando con una sua collega, la tiro dal braccio e non fermo fino a quando non siamo in bagno.
-Che diavolo fai?- mi chiede con gli occhi spalancati.
-Io?- alzo la voce guardandola scioccata. -Mamma, Joe è qui!- esclamo con le mani al cielo.
-Ah si ...-.
"ah si.." ? Mi prende in giro?
-Mi sono dimenticata di dirtelo!- mi spiega con la calma più assoluta del mondo. -Mi ha chiamato per farmi gli auguri e allora lo invitato! Credo sia stata una scusa per avvicinarsi a te di nuovo..-.
A questo punto sono quasi sicura che mi sta uscendo il fumo dal naso e dalle orecchie.
-Mamma!- mi lamento poggiandomi al muro e coprendomi il viso con le mani.
-Su Cam, non fare la maleducata, ormai è qui!- mi dice dandomi un colpetto sulla spalla per poi andare via.
-Maleducata? Io? Va a letto con una delle mie migliori amiche!- borbotto tra me e me sbuffando.
Rimango qualche secondo in bagno, non sono neanche gelosa, credo che Joe mi abbia davvero deluso! E' rimasta solo la rabbia, non ha nemmeno aspettato un pò di tempo!
Non appena mi sono calmata, decido di uscire dal bagno ma ovviamente me lo ritrovo d'avanti che scherza con mio fratello. Tyler mi vede per poi spingerlo verso di me.
-Ecco Cam!- mi indica. -Joe ti stava cercando..- aggiunge quando siamo a pochi metri di distanza.
-Buon per lui...- commento.
-Si, è bello vederti pure per me!- esclama Joe.
-Oh, ti diverti eh?- chiedo fingendomi contenta per lui.
-Okay...qualcosa non va ...- commenta Tyler decisamente confuso.
-A me va tutto bene ...a  te Joe?-
Sento la tensione salire vertiginosamente.
-Andiamo a parlarne fuori Cam?-
La sua espressione si fa finalmente seria ed ora a divertirmi sono io.
-Meglio..- si intromette Tyler allontanandosi.
-Non ti sento da due settimane e mi aggredisci cosi?- mi chiede Joe quando vede che siamo rimasti da soli.
-Già, a proposito di queste due settimane ... - inizio incrociando le braccia al petto. -Di preciso, e solo per curiosità, con quante delle mie amiche sei uscito?- gli chiedo.
La sua faccia sembra attraversata da una strana ombra di consapevolazione. Mi poggia una mano sulla schiena costrigendomi a camminare, si ferma solo quando siamo sul piccolo terrazzino della cucina. Siamo soli, sono tutti dentro per via del leggere vento che si è alzato da stamattina.
-Come lo sai?- mi chiede senza troppi giri di parole.
-Vi ho visti ieri sera!-.
-Cam..-.
-Sai una cosa?- lo interrompo. -Non mi interessa con chi esci e cosa ci fai, non sei più affar mio e non voglio saperne niente! - esclamo sfogandomi. -L'unica cosa a farmi arrabbiare è che tu non abbia aspettato neanche un pò! E' come se tu avessi cancellato l'ultimo anno con me!-.
-Lo sai che questo non è vero!- risponde poggiandosi alla ringhiera.
Scuoto la testa amareggiata.
-E' capitato, eravamo in un locale ed è capitato!- mi sipega quando vede che non dico più nulla.
-E' questo spiega che non te ne è mai fregato nulla!- esclamo cercando di imporre il mio punto.
Joe respira profondamente cercando di calmarsi.
-Sei semplicemente gelosa invece..- dice facendomi voltare di scatto verso di lui. -Hai fatto la dura allontanandomi e ora vedi cosa hai perso!- esclama presuntuosamente.
Giuro che lo spingo giù dal balcone.
Lo guardo assorbendo le parole per poi scoppiare a ridere, di gusto.
-Io ti ho allontanato perchè avevi le tue mani su qualcun'altra!- rispondo puntandogli l'indice contro il petto. -O non ricordi nemmeno questo di quella serata?- chiedo acida.
-Sei importante per me, lo sei ancora anche se è andato tutto a puttane!- mi dice con lo sguardo corruciato.
-No, tu sei andato a puttane..- rispondo quasi in un sussurro che però lui sente per poi alzare gli occhi al cielo come risposta. -Non mi hai dimostrato quanto ero importante Joe.. - aggiungo con tristezza. -Lo sai anche tu!-.
Lo guardo negli occhi vedendo tutti i nostri momenti scorrerci dentro, se è vero che quello che non uccide fortifica questo allora ne è decisamente il caso.
Joe si alza dalla ringhiera venendomi incontro approfittando del mio momento di riflessione, la sua mano mi accarezza delicatamente la guancia, come era solito fare quando eravamo ancora un "noi". Poggia la fronte sulla mia cercando un contatto ma giro il viso guardando Londra all'orizzonte.
-Non andare via senza salutare mia madre..- gli dico ricevendo un piccolo segno di assenso da parte sua con la testa.
Rientra in casa senza dire una parole, rimango a guardare il cielo ricoperto da grandi nuvole.
Joe è stato un capitolo importante della mia vita, non posso negarlo e gli sarò sempre grata di avermi dato la forza di voltare pagina.
Tutte le emozioni che mi ha dato mi hanno fatto sicuramente crescere, sono me stessa anche grazie all'ultimo anno passato con lui. Chissà cosa sarei ora se lui non ci fosse stato ma ora è tempo di proseguire su strade diverse.
Tyler mi raggiunge dopo qualche minuto, mi circonda le spalle con un braccio.
-Che mi sono perso?- mi chiede dolcemente come se avesse paura di rompermi.
Scoppio a ridere posando la testa sulla sua spalla.
-Quanto tempo hai?- scherzo facendolo ridere.
-Dici che devo aspettare che facciano direttamente il film?- risponde stringendomi più forte.
Annuisco ridendo e per l'ennisima volta maledico il giorno in cui mia madre non ha comprato un dondolo da mettere qui fuori, sarebbe stato perfetto in momenti come questi.


Passo a rassegna di tutti i gusti disponibili, fuori ci sono meno di venti gradi eppure il mio stomaco oggi desidera un bel gelato.
-Non credo che il signore abbia tanto tempo ancora..- commenta Harry sottovoce nel mio orecchio. Gli rispondo con una gomitata, inizio a notare sempre di più la differenza di altezza, si è praticamente dovuto piegare per parlarmi nell'orecchio.
-Okay!- esclamo prendendomi le mani. -Tiramisù e nocciola!- dico al povero ragazzo che aspetta il mio ordine da un paio di minuti. Sembra festeggiare silenziosamente mentre mi porge la coppetta di plastica. Il mio stomaco inizia a dirmi di sbrigarmi. Vedo Harry avvicinarsi alla cassa ma lo fermo prendendogli un braccio.
-Questa volta tocca a me!- dico mettendomi tra lui e la cassa.
-Non esiste..- borbotta scuotendo la testa.
I capelli gli cadono lungo il viso per poi rifermarli con gli occhiali da sole tirati sulla testa.
-Me l'avevi promesso!-
Sbuffa alzando le mani in segno di difesa, prende il mio gelato per poi andare a sedersi su un tavolo fuori dalla gelateria.
Mi siedo di fronte a lui dove il mio gelato mi aspetta, noto che non ha ancora iniziato a mangiare, probabilmente stava aspettando che tornassi.
Che carino..
-Ti senti realizzata ora? - mi chiede alludendo al fatto che ho appena pagato anche per lui.
-Tranquillo, porterò questo segreto nella tomba con me!- rispondo facendogli un piccolo sorriso.
Il gelato è squisito, si scoglie sulla lingua lasciandomi il suo sapore dolce. Sento che potrei finirlo in pochi istanti.
-Cosa stavi dicendo prima?- dice Harry riprendendo il discorso che avevamo iniziato in macchina. -Ah si .. se non mi sbaglio hai detto testuali parole prima che ci fermassimo!- fa una pausa schiarendosi la voce. - "Cioè , ti rendi conto di quello che ha fatto?" ..si era così!-.
Gli tiro un calcio da sotto il tavolo per avermi fatto il verso, scoppia a ridere cercando di non sputare l'enorme cucchiaio di gelato che si è appena messo in bocca.
Il viaggio da casa mia fin qui, di ben quindici minuti, è stato pieno di insulti verso Joe da parte mia. Harry non ha fatto altro che ridere e annuire di tanto in tanto mentra ha ascoltato per tutto il tragitto in silenzio.
-Quindi non hai più sentito John?- mi chede, questa volta noto che però è più serio di prima.
-Joe..- lo correggo per poi annuire. -Davvero non riesco a credere che stia con Zoe!-.
-Dovresti cercarti dei nuovi amici!- scherza strappandomi un sorriso.
-Credo tu abbia ragione!-.
-Come sempre!- esclama facendomi l'occhiolino.
-Harry Styles! Stai forse ammiccando?- lo riprendo cercando di nascondere l'imbarazzo.
-E tu stai, forse arrossendo?- risponde pronto.
Sa decisamente quel che fa!
Gli tiro un'altro calcio facendolo sobbalzare sul posto.
-La prossima volta mi metto di fianco..- borbotta cercando di trattenere un sorriso ma le sue fossette lo tradiscono.
Apro la bocca per dire che troverei un modo per torturarlo ugualmente ma veniamo interrotti da una signora che si avvicina al tavolo chiedendo a Harry di fare una foto. Lui annuisce velocemente e da dietro la gamba della signora spunta una bambina con i capelli raccolte in due treccie lunghe e bionda. Penso abbia al massimo nove anni, sembra intimorita da Harry, lo guarda quasi di nascosto e io mi ritrovo quasi a sorridere pensando che la bimba non ha tutti i torti, Harry è così bello che guardarlo ti mette in soggezzione ma probabilmente lei a nove anni non comprende tutte queste emozioni perciò mi tiro uno schiaffo mentalmente per aver ammesso una cosa del genere a me stessa.
Harry si avvicina alla bambina che lo abbraccia con grande slancio.
-Ti stai divertento con la mamma?- le chiede.
-Si ..stiamo andando a comprare un gelato!-.
-Non mangiarne troppo o ti farà male la pancia!- esclama Harry facendo ridere la piccola. -Ma se ti piace, mangiane tanto ugualmente! La mamma si prenderà cura di te!- aggiunge Harry e vedo la mamma annuire in silenzio mentre guarda come me il piccolo incontro.
-Facciamo una foto, ti va?-.
Harry prende l'iniziativa e la bimba inizia a saltellare contenta, lui le fa posto sulle sue gambe e scattano un paio di foto.
Io ho finito il mio gelato mentre la bimba saluta Harry, torna dalla mamma prendendola per mano, se ne vanno ma prima di lasciarli andare Harry stringe la mano alla mamma che sembra notevolmente colpita. La piccola mi saluta timidamente con la mano cogliendomi di sorpresa, la saluto e si allontanano.
Mi rendo conto che non solo Harry e' una delle persone piu' belle che io abbia mai visto ma anche una delle piu dolci. Torna a finire il suo gelato mentre io osservo lui ma ovviamente vengo beccata.
-Tutto okay Cam?- mi chiede divertito. -Sembra che tu abbia appena visto il tuo Josh con un'altra tua amica!-.
Rido presa alla sprovvista, pensavo avrebbe detto "fantasma". Il suo modo di affrontare le cose che mi mette di buon umore, negli ultimi giorni quando sono con lui è sempre più difficile rimanere arrabbiata per qualcosa.
-Joe!- lo correggo.
-Comunque, davvero, dovresti cambiare amici! Tipi come me sono giusti per te!- esclama poggiando i gomiti sul tavolo.
-Molto autoironico!- scuoto la testa divertita.
Passare qualche ora con lui equivale a passare il tempo a ridere .
-Jim non aveva queste qualità vero?- mi chiede e io mi perdo velocemente nei suoi occhi, giusto il tempo di rendermi conto che ha sbagliato di nuovo.
-E' Joe..- dico sospirando ma poi mi rendo conto che Harry mi guarda sorridente e soddisfatto. -Lo fai apposta!- dico scioccata. Harry butta indietro la testa, spalanca la bocca e la sua risata mi investe come un carroarmato pronto ad andare in guerra.
-La prossima fan che si avvicina le racconto quanto tu sia antipatico in realtà!- scherzo mentre lui fa  il finto offeso.
-Capiranno subito che stai mentendo!- risponde con un'alzata di spalle.
Rido poggiandomi con i gomiti sul tavolo mentre noto che anche lui ha finito il suo piccolo spuntino.
-Succede spesso?- chiedo curiosa. -Le fan intendo..-.
-Alcuni giorni di più, altri di meno!- mi risponde in modo distratto. -Non è un problema, gli devo tutto quindi..- aggiunge aggiustandosi i polsini della camicia.
-E se un giorno non ti va?-.
Deve capitargli, per forza! E' umano, sono sicura che delle mattine si sveglia male e che abbia voglia di mandare tutti a quel paese.
-Capita..- ridacchia leggermente, forse un vecchio ricordo di questi mesi. -Ma ci vogliono due minuti per una foto, poi posso tornare ad essere arrabiato!- esclama allargando le lunghe braccia.
Annuisco pensandoci su, probabilmente impazzire se dovessi reggere tutta le pressione che lui sembra avere sulle sue spalle eppure lui sembra così ad agio.
Forse è vero che alcune persone sono nate per far parte di quello che è il suo mondo.
-Andiamo a fare due passi!- dice alzandosi riportandomi con i piedi a terra.
Lo imito seguendolo, le sue gambe solo il doppio delle mie e mi tocca fare i passi più lunghi cercando di stargli dietro, ma pure questo non sembra essere un vero e proprio sforzo.
Mi tocca decisamente tirarmi un altro schiaffo, chissa quanti ne avrò collezzionati fino a stasera.


 

*AUTORE*

Finalmente ho caricato un nuovo capitolo! Sono stata fuori casa per una piccola vacanza ma sono riuscita a scrivere!
Spero che questo capitolo vi piaccia, ho tante idee ma mi servono ancora un paio di capitoli per poter far partire davvero la storia!
Grazie a chi segue e a chi passa per lasciare una piccola recensione!
Potete trovarmi su twitte
r https://twitter.com/_itspaola ! Fatemi sapere cosa ne pensate!
Alla prossima!

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Capitolo 9
*** Otto ***


Otto

Mi risiedo al tavolo della cucina dopo aver rimesso l'acqua nel frigo mentre Cait mette i piatti sporchi nella lavastoviglie, il suo telefono inizia a suonare diffondento la suoneria.
-Pensavo l'avessi cambiata ..- commento mentre vedo il display illuminare il numero di Clare.
Si asciuga velocemente le mani per poi rispondere al telefono.
-Pronto?-.
Passa qualche istante in completo silenzio poi la voce di Clare arriva fino al mio orecchio distante, perchè urla quando parla?
-Tutto okay!- risponde Cait. -E' stata una settimana impegnativa... - aggiunge sedendosi sul bancone della cucina. -Lo so ... si, hai ragione..-.
Finisco di sparecchiare persa tra i miei pensieri, dopo qualche minuto Cait salta dal bancone piantandosi di fronte a me.
-Stasera?- chiede a Clare spalancando gli occhi.
La guardo cercando una spiegazione ma lei rimane in silenzio continuando la telefonata.
-Tutti..tutti nel senso tutti noi?-.
Questa telefonata inizia ad essere particolarmente strana e inquietante.
-I soliti?- insiste Cait toccandomi una spalla. -Da te, tra mezz'ora? Con tutti!- ripete per farmi capire. Annuisco velocemente accettando l'invito ma subito dopo capisco quello che intende Cait e il perchè mi stia guardando con gli occhi che potrebbero cascarle dall'orbite.
Con "tutti" ovviamente intende anche Zoe.
Cait chiude la telefonata mentre io continuo a pensare sul da fare.
-Se vuoi andare vai... - dico alla fine mentre Cait scuote la testa.
-Non vado senza te!- mi risponde incrociando le braccia. -E poi se non vieni lei lo capirà!-.
-Non credo mi importi!-.
Alla fine dei conti non sono io ad essere uscita con il suo ragazzo...tecnicamente non stavamo più insieme però avrebbe dovuto almeno parlarmene. E poi non credo Joe le abbia detto che sono a conoscenza di qualsiasi cosa stia succedendo tra di loro.
-Dai, ho già detto a Dylan di venirci a prendere!- esclama Cait spingendomi verso la mia camera.
Sbuffo dandogliela vinta ma se crede che uscirò da questa casa felice come un bambino il giorno di Natale si sbaglia, si sbaglia proprio di grosso.
Mezz'ora dopo mi ritrovo in macchina con Cait e Dylan, siamo bloccati nel traffico serale di Londra, non c'è cosa che odio di più. Veniamo affiancati continuamente dai grandi autobus rossi, sembra che l'aria venga a mancarmi, mi sento come un topo in trappola.
Sento Cait e Dylan chiacchierare su i sedili anteriori, li sento scherzare a proposito di qualcosa ma non gli presto attenzione, lascio che i passanti mi distraggano mentre fanno su e giù per i marciapiedi.
-Zoe? Quella Zoe?- chiede Dylan a Cait attirando la mia attenzione. -Ci sarà anche lei oggi?-
-Intendi quella con cui sta Joe ora? Si!- rispondo subito sedendomi al centro dei sedili posteriori facendo spuntare il mio viso fra i loro due sedili.
-Che bastardo comunque... - commenta mentre fa ripartire la macchina dopo che il semaforo diventa finalmente verde. -E lei che put..-.
-Ehi! È ancora nostra amica!- lo interrompe Cait dandogli uno schiaffo sulla gamba.
-Tua, non mia...- aggiungo stizzita.
-Comunque mi dispiace, meriti di più...- mi dice Dylan guardandomi con comprensione dalla specchietto retrovisore. Gli faccio un sorriso debole ma mi viene subito in mente che è la prima volta che lo vedo dopo che ho visto Joe e Zoe insieme.
-Ma tu come lo sai?- chiedo risporgendomi verso di lui. Vedo Dylan rimanere in silenzio per poi guardare verso Cait che se ne rimane in disparte cercando di fare finta.
-Cait! Non devi dirgli tutto..- la riprendo stancamente.
Non voglio la pena di nessuno.
-E' il mio ragazzo!- cerca di difendersi lei.
-Appunto, non devi sputtanarmi così!- mi lamento poggiando la schiena sul mio sedile.
-Tu non dici nulla a Harry?- mi chiede girandosi verso di me, mi sento scattare in avanti come pronuncia il suo nome.
-Chi è Harry?- chiede Dylan confuso.
-Noi siamo solo amici Cait! Non è la stessa cosa!- le spiego.
-Per ora.. - borbotta lei guardandomi attentamente.
-Non c'è nulla tra di noi!- esclamo cercando di difendermi.
Perchè bisogna ingigantire le cose? Ma sopratutto come siamo finiti a parlare di me e lui?
-Quante volte siete usciti? Sei?- insiste Cait.
Conosco il suo sguardo indagatore, non promette nulla di buono.
-Non c'entra siamo amici!- ripeto per l'ennesima volta.
-Io credo si chiami frequentarsi...e siete sempre soli!- aggiunge puntandomi il dito contro.
Considerando che sono io quella che ha rapporti con lui dovrei saperlo se è qualcosa di più, no?
-Effettivamente!- risponde Dylan unendosi a noi.
-Dylan!- lo riprendo ricevendo un'alzata di spalle da parte sua.
La macchina si ferma e mi rendo conto che siamo arrivati a destinazione, scendo avviandomi verso il portone di Clare.
-Ho intenzione di non rivolgervi più la parola.. - dico voltandomi verso Cait e Dylan alle mie spalle che scuotono la testa divertiti. -Sono seria ...e gradirei se questa cosa rimanesse tra noi!- aggiungo avvertendoli. L'ultima cosa che voglio è che tutti inizino a farmi domande su dove, come e quando ho conosciuto Harry. E poi non c'è nulla da raccontare!
Scuoto la testa cercando di schiarirmi le idee per poi suonare il citofono.


Siamo tutti seduti intorno al tavolo di vetro del salotto, io affianco a Cait, Dylan alla sua destra, Lucas, Zoe e poi Clare. Manca solo Joe, mi chiedo quale scusa abbia rifilato ai nostri amici per non poter essere qui come al solito.
Lucas aveva ragione, il succhiotto di Zoe è davvero enorme, evito di incontrare il suo sguardo ma una parte di me spera che lei trovi il coraggio di dirmi il tutto, è l'unica cosa che dovrebbe fare se si ritiene ancora mia amica.
-Facciamo un gioco?- esordisce Lucas attirando la nostra attenzione.
-Tipo?- chiede Clare accendendo la radio da mettere come sottofondo alle nostre chiacchiere.
-Verità o penitenza?-
Si alza un coro di eccitazione, ci sediamo tutti meglio pronti a dare del nostro meglio. Dopo qualche istante decidiamo di seguire il giro dalla sinistra di Lucas, Dylan annuisce preparandosi.
-Verità!- esclama pronto. -Per le penitenze dovrei essere almeno brillo!- aggiunge facendoci ridere.
-Tra quanto le nozze?- gli chiede Lucas ammiccando verso Cait che arrossisce.
-Pff, scontato!- protesta Clare alla poca originalità di Lucas.
-Sarete invitati, tranquilli!- li riassicura Dylan decidendo di non rispondere direttamente alla domanda. Sembrano tutti soddisfatti della sua risposta perciò andiamo avanti.
-Tocca a me!- dice Cait. -Verità anche per me!-.
-Rovinate la serata!- dice Lucas alzando gli occhi al cielo.
-Okay.. -inizia Clare socchiudendo gli occhi pensando alla domanda da fare. -Devi dirci chi tra i presenti puzza!- esclama alla fine generando risate tra i presenti.
-Lucas!- risponde Cait. - Il tuo ego inizia a sudare!-.
Lucas fa il finto offeso per qualche secondo per poi unirsi alle risate. Il suo sguardo si posa poi su di me, è il mio turno ma Lucas inizia a guardarmi con intesa, ho capito benissimo cosa vuole.
-Verità..- .
-Bene..- commente lui strofinandosi le mani. - Descrivici un bacio che ti è piaciuto particolarmente!- mi dice facendomi di sfuggita l'occhiolino, Cait al mio fianco scuote la testa guardandolo con rimprovero.
-Bhè... Di sicuro non quelli con Joe!- inizio sentendo gli occhi di tutti addosso. -Un bel bacio su una stradina al buio e di sera sarebbe stato perfetto!- aggiungo guardando dritto a Zoe che inizia a tossire strozzandosi con la sua stessa saliva. Mi guardano tutti confusi tranne Lucas e Cait che sanno perfettamente di cosa parlo. Ora tocca a Clare ed è costretta a chiamare sua mandre dicendole di essere incinta, siamo tutti piegati in due dalle risate mentre lei cerca di non farla svenire in diretta. Quando tocca a Zoe, Lucas mi guarda di nuovo con intesa e io mi preparo alla bomba che sta per esplodere.
-Verità!- esclama lei.
-Oh, finalmente dovrai dirci chi ti ha fatto quell'enorme segno sul collo!- dice Lucas incrociando le braccia al petto. Zoe diventa di tutti i colori mentre si fissa le unghie smaltate di blu.
-Mi sono bruciata con la piastra...- balbetta cercando di inventare una scusa. - Non è stato nessuno!- aggiunge.
-Hai messo la testa nel formo per esserti scottata così!- esclama Lucas scatenando l'ilarità di tutti ma credo di essere l'unica a non ridere.
Il gioco va avanti per un altro paio di giri, Dylan è costretto a cambiare vestiti con Cait, Lucas ha dovuto dichiararsi ad un numero sconosciuto, io ho dovuto bere due litri d'acqua in un minuto mentre Zoe e Clare si sono scambiate le scarpe. In tutto questo tempo Zoe non ha fatto altro che guardarmi di nascosto, inizio a spazientirmi, sembra di essere all'asilo.
-Verità!- esclama Zoe quando è nuovamente il suo turno.
-Okay...descrivici il tuo ragazzo tipo!- le ordina Clare ignara della bomba appena lanciata.
Zoe ci riflette per un attimo guardando il soffitto, potrbbe fare a meno di tutta questa scenata e rispondere direttamente alla domanda.
-Non so...- inizia. -Fisicamente?- chiede a Clare che annuisce velocemente. -Oh bhè..occhi chiari e capelli scuri!- esclama senza neanche pensare.
L'opposto di Joe quindi, lo fa apposta?
-Perchè non la smetti?- le dico prima che io riesca a fermarmi, Cait mi prende un polso cercando di stopparmi. -So benissimo di te e Joe quindi puoi iniziare a dire la verità!- esclamo con più cattiveria nella voce di quella che avevo programmato.
Zoe sembra rimanere scioccata dalla mia accusa ma nel giro di pochi minuti mi guarda pronta ad attaccarmi come ho appena fatto io.
-Cam, se sai già tutto, sai anche di aver fatto male a lasciarlo andare!- risponde incrociando le braccia al petto.
-Lasciarlo andare?- ripeto scattando in piedi. -E' uno sporco traditore Zoe! E lo ha fatto a due metri da me!- arrivo quasi ad urlare.
-Pff!- sbuffa Zoe quasi ridendo. -Non ti amava!- mi dice con un sorrisetto compiaciuto.
-Oh certo! Ama te dopo ..quanto? Due giorni?- chiedo sarcastica. -Cresci e scendi dal tuo castello, se non riesci a vedere che con te si sta solo divertendo peggio per te!-
Mi giro puntando verso la porta d'ingresso, non ho intenzione di stare qui dentro un minuto di più.
-Cam!- mi corre dietro Cait.
-Tranquilla, prendo la metro, resta qui se vuoi!- le dico per poi uscire di corsa senza darle il tempo di potermi rispondere.
Mi ritrovo a camminare da sola per le strade del Westminster Bridge, non ho idea di come sono arrivata qui ma sono fortunata di non trovarmi in un quartiere di periferia tutta sola, è così tardi ma le strade sono ancora piene di turisti. Mi fermo ad appoggiarmi su un muretto, una serie infinite di coppiette mi passa affianco superandomi, sembra che la sorte sia molto ironica anche oggi. Una folata di vento mi fa rabbrividire e senza neanche pensarci mi ritrovo con il telefono stretto tra le mani, compongo il suo numero velocemente.
-Pronto?-.
La sua voce rauca mi risveglia, non avrei dovuto chiamarlo.
-Cam? Tutto okay?- domanda Harry.
-Ehy...scusa il disturbo..- rispondo cercando di guadagnare tempo. -Possiamo vederci?-.
-Ora?-.
Perchè l'ho chiamato? Devo essermi fumato il cervello! Che cosa voglio ottenere da tutto questo?
-Si..-.
Non avrei dovuto chiamarlo!
-Dove sei? Sei a casa?- mi chiede ma solo ora mi rendo conto che sembra essere immerso da persone che parlano ad alta voce, come se si trovasse in un locale.
-Sono sotto il London eye...ma sei occupato... vero?- rispondo passandomi una mano nei capelli. Ecco perchè non avrei dovuto chiamare. -Lascia perdere..- aggiungo velocemente.
-Sto arrivando!-.
Non faccio in tempo a controbbattere che ha chiuso la telefonata. Mi giro ritrovandomi faccia a faccia con il Tamigi, è così nero che mette paura, forse è questa la vera storia dietro il mostro di Lochness. Scuoto la testa, inizio a delirare, più cerco di non pensare e più mi sento arrabbiata con Zoe e con quello che ha detto, sembra che alla fine il cattivo sia io.
Non so quanto tempo è passato ma quando mi giro vedo Harry venire verso di me, digita qualcosa sul telefono in modo veloce per poi metterlo in tasca.
-Ehy!- esclama quando è a due metri da me. Spalanca le braccia stringendomi a lui, il suo corpo sembra emanare calore meglio di un termosifone.
-Ciao..- rispondo con ancora il viso nascosto dalle sue braccia.
Mi lascia andare e mi ritrovo con un Harry del tutto elegante.
-Oddio..- commento portandomi la mano a coprirmi la bocca. -Stavi facendo qualcosa di importante?- chiedo ammirando il suo blazer e la sua camica con tanto di sciarpa in tinta.
-Era solo una cena ..- risponde scrollando di spalle. -Di beneficenza.- aggiunge.
-Ti prego dimmi che prima di venire qua avete almeno donato un milione di sterline!- esclamo sentendomi davvero in colpa. Ha appena lasciato il lavoro perchè ho litigato con Zoe!
Ride annuendo e un pò del senso di colpa va via.
-Allora?- mi chiede sedendosi sul muretto alle mie spalle. -Si può sapere cosa ci fai tutta da sola qui? Non dovresti andare in giro da sola a quest'ora!- esclama mentre la sua espressione diventa seria all'improvviso.
-Okay, papà..?- scherzo facendo ammorbidire il suo sguardo almeno un pò.
-Sono serio!-
Ridacchio sedendomi affianco a lui mentre lui scuote la testa contrariato per poi saltare giù dal muretto e parandosi di fronte a me facendomi segno di seguirlo. Inizia a camminare allontanandosi, scendo dal muretto di malavoglia, mi sono appena seduta del resto! Faccio una piccola corsetta raggiungendolo, quando mi affianco a lui si gira verso di me con un sorriso soddisfatto.
-Sei fuori forma!- esclama prendendo in giro il mio quasi fiatone.
-Zitto.. -.
Okay che sono pigra ma lui non si rende conto che con le sue gambe fa il doppio dei miei metri.
Cammina per poi fermarsi avanti la zona del parco allestito con le giostre, ormai non c'è quasi più nessuno, del tutto normale se consideriamo che è quasi l'una del mattino.
-Non sei un pò grande per questo?- scherzo indicando i finti cavalli.
-Si infatti!- risponde. - Andiamo lì!- mi indica una delle attrazioni più alte. Ci sono delle sedioline colorate appese ai dei tentacoli che le fanno dondolare oltre che girare.
Harry ha l'eccitazione negli occhi e non mi sento di dirgli che ho paura di non aver ancora digerito la torta mangiata da poco.
La giostra è illuminata ma è ferma, ci avviciniamo alla biglietteria facendo saltare il proprietario sul suo posto.
-Ragazzi, ormai è l'orario della chiusura!- ci dice mettendo via un giornalino tutto sgualcito che spero non sia uno di quelli come playboy.
-Per favooooore!- lo prega Harry facendomi ridere, ci tiene particolarmente.
Il signore ci guarda entrambi per qualche secondo studiandoci a vicenda per poi darcela vinta, Harry esulta e io non riesco a credere che abbia vent'anni.
Dopo aver scelto una sediolina gialla, veniamo assicurati con una sbarra, guardo istintivamente a terra e non sembra poi così alto, ho affrontato cose peggiori.
-Puoi tenerti a me se hai paura!- mi dice Harry quando tolgo lo sguardo da sotto di noi.
-Aah..era questo il tuo intento?- scherzo scuotendo la testa.
-E che ci sarebbe di sbagliato?- risponde pronto.
A parte me con lui, di sbagliato non c'è nulla effettivamente.
Vorrei trovare qualcosa di simpatico da dire ma più lo guardo più negli occhi e più perdo il filo, è troppo vicino in questo momento, maledetta giostra e maledetto Harry.
Apre la bocca per dire qualcosa ma veniamo spinti in avanti per poi spiccare il volo all'improvviso.

Alzo gli occhi al cielo mentre Harry sembra ridere con le lacrime agli occhi.
-Ne ho un'altra!- esclama sedendosi di profilo per guardarmi in faccia.
-No!- risponde scuotendo la testa.
-Toc toc!- insiste bussandomi con un dito sulla clavicola.
-No...- ripeto seria.
Mi ha appena raccontato cinque barzellette, una peggio dell'altra ma lui sembra trovarle sempre più interessanti, non credo abbia mai riso così tanto.
-Toc toc!- ripete più deciso di prima.
-Chi è?- rispondo dandogliela vita.
-Nessuno!-.
-Nessuno chi?- non ha assolutamente senso.
Harry non risponde, si gira dall'altra parte incrociando le braccia al petto. Mi guardo in giro confusa e ci metto qualche secondo a capire che è proprio quella la battuta.
Nessuno...già.
Sospiro rumorosamente mentre lui ricomincia a ridere, è assurdo. Si poggia una mano sullo stomaco  mentre io mi limito a guardarlo, mi lascio scappare un sorriso, quando ride sembra illuminarsi di una luce del tutta nuova. Mi schiarisco la gola guardando altrove mentre lui ritorna serio.
-Sei terribile!- gli dico portandomi le ginocchia al petto per poi poggiarci la testa.
-Me lo dicono in tanti..- scherza annuendo facendomi ridere. Mi scappa una sbadiglio e mi giro a guardare l'orologio sul Big Ben, sono quasi le due e mezza.
-Ti accompagno a casa!- mi dice Harry alzandosi dalla panchina. -E' stata una lunga giornata e credo che lo stomaco si sia tutto rigirato dopo quella cosa..- aggiunge indicando l'enorme giostra.
Effettivamente quella cosa ci ha sbattuti in tutte le direzioni possibili e immaginabili, per un attimo ho anche pensato che il padrone l'abbia fatto apposta per vendicarsi.
Camminiamo parlando del più e del meno fino alla macchina ma una volta iniziato il tragitto di ritorno tra di noi cala una strano silenzio. Harry sembra pensare intensamente ad un qualcosa che gli fa corrucciare la fronte, pagarei per sapere quello che sembra consumargli il cervello. Lo lascio fare limitandomi a stare in silenzio, alla fine lui non sembre neanche notarlo per quanto è concentrato.
Quando siamo arrivati ferma l'auto sotto casa mia lasciandola in moto, come fa sempre.
-Grazie mille!- dico quasi in un sussurro vedendolo poi annuire.
- Stai bene?- mi chiede alla improvviso facendomi bloccare. Suona strano, sembra la classica domanda da fare a fine serata ad un ubriaco.
- Certo ...- rispondo interdetta. -Perché me lo chiedi?-.
Riesco a intuire che sta soppesando le parole, comune se cercasse le parole giuste.
- Quando mi hai chiamato sembravi abbastanza scossa..- risponde grattandosi leggermente la testa.
- E' tutto okay, Harry! La situazione era diventata un pò troppo pesante per me in quella stanza! - lo assicuro. La verità è che al momento quello che è successo sembra cosi stupido e privo di senso, prima di due secondi fa non ricordavo neanche cosa fosse successo con Zoe
 -Tu invece? Sei rimasto in silenzio per tutto il tragitto!-.
Tanto vale giocarsi questa carta.
- Stavo solo pensando..- le fossette appaiono velocemente.
-A...?- insisto ridendo cercando di non risultare invadente.
- A tante cose..cose a cui è troppo tardi per pensarci!- risponde mordendosi leggermente il labbro inferieriore fissando la strada di fronte a se. Tra di noi cala di nuovo il silenzio, prima che la situazione peggiori è meglio andare via. Prendo la borsa voltandomi verso di lui.
-Scusa ancora per la cena!-.
-Cam, se lo ripeti ti spingo fuori dalla macchina!- esclama cercando di trattenere un sorriso. Annuisco alzando le mani in segno di difesa.
-Buonanotte!- gli dico avvicinandomi istintivamente ma lui sembra fare lo stesso sporgendosi verso di me, balzo all'indietro senza sapere cosa fare, mi sento imbarazzata da morire mentre lui scoppia a ridere.
-Okay.. fai tu!- esclama porgendomi una guancia. Gli do un piccolo bacio per poi volare fuori dalla macchina, sono così imbarazzata che non voglio neanche girarmi a guardarlo.
-Buonanotte!- esclama per poi sgommare via.
Rientro in casa cercando di scrollarmi questa strana sensazione che si è annidata nello stomaco, come metto piede in casa vengo assalita da Cait.
-Sono le due e mezza del mattino!- esclama visibilmente preoccupata mentre Dylan appare da dietro le sue spalle. -Con quale metro sei venuta che ci hai messo quasi due ore? Da Dublino?- mi chiede facendomi ridere di cuore. -Ridi? Cam, stavo per chiamare la polizia!- insiste con le mani al cielo.
-Si è scaricato il telefono e non mi sono resa conto del tempo.. - mi scuso abbracciandola, deve essersi presa uno bello spavento.
-Dove sei stata?- mi chiede dopo che si è calmata. -Eri con lui..- aggiunge incrociando le braccia al petto, credo volesse domandarmelo ma che poi abbia cambiato idea.
-Ero in giro!- risponde lasciandole un pò di dubbio. -Buonanotte!- esclamo avviandomi nella mia stanza.
-Si, si stanno frequentando..- commenta Dylan verso Cait. Credo l'intento fosse quello di non farsi sentire ma ha fallito miseramente.
-Dylan!- lo riprendo facendolo saltare prima di chiudermi la porta alle mie spalle.


 

*AUTORE*

Ecco un nuovo capitolo!
Spero sia di vostro gradimento! Fatemi sapere cosa ne pensate!
Potete contattarmi anche su twitter https://twitter.com/_itspaola

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Capitolo 10
*** Nove ***


Nove


Ci sono dei momenti in cui la televisione è particolarmente interessante, tipo quando la tua migliore amica non fa altro che essere il tuo grillo parlante.
-Ammettilo!- mi ripete per l'ennesima volta distraendomi dal fisico di Zac Efron appena inquadrato dal regista, che merita un oscar solo per questo.
-Ammettere cosa?- chiedo distrattamente mentre bevo il mio caffè.
-Che ti piace!- esclama alzando le mani al cielo.
-Chi? Zac? - indico lo schermo sorpresa. -Certo che mi piace, Cait hai visto che addominali?-.
Di tutta risposta, Cait poggia la fronte su una mano scuotendola sconsolata.
-Lasciami almeno dire una cosa!- esordisce di nuovo alla carica. -Ieri quando sei tornata avevi un sorriso che partiva da un orecchio all'altro...cosa è successo per farti sorridere così?-.
Spengo la tv perchè ormai è un caso perso, Cait è in modalità battaglia e non accetta perdere. Faccio un respiro profondo appoggiandomi allo schienale della sedia.
-Cosa può mai essere successo?- alzo gli occhi al cielo.
-Vi siete baciati?- mi chiede senza troppi giri di parole. A quelle parole sento un piccolo tonfo nello stomaco. In cuor mio sento che la domanda più adatta sarebbe stata perchè avrebbe mai dovuto baciarmi.
-...No..- .
-Non mi sembri molto convinta... - commenta studiandomi attentamente.
-Che differenza fa?- chiedo esasperata. -Convinta o meno non è successo nulla! Mi mette di buon umore, tutto qui!- aggiungo alzandomi dalla sedia.
-Avresti voluto!- continua lei con un sorriso compiaciuto. - Ti sei tradita da sola!- mi indica con l'indice.
Mi volto dandole le spalle e mentre borbotto vado a sedermi sul divano riaccendendo la tv, Zac Efron è ancora li che mi aspetta ed è ancora senza maglietta. E' come aver fatto tombola.
Dopo neanche dieci minuti il campanello suona rovinando la mia quiete pomeridiana, proprio quando il famoso abbiocco dopo pranzo stava per arrivare a farmi compagnia. Vengo raggiunta da un furioso Joe che mi guarda fumando di rabbia.
-Ma che diamine di problema hai?- mi urla contro, Cait ci raggiunge un secondo dopo scusandomi con me per non essere riuscita a trattenerlo.
-Ciao Joe, la porta per uscire è la stessa da cui sei entrato!- gli dico alzando il volume, non ho proprio voglia dei suoi drammi in questo momento. La nostra storia è finita e per quanto mi riguarda è tutto.
-No, devi stare a sentirmi!- insiste parandosi d'avanti al televisore, sbuffo guardandolo finalmente in viso. -Perchè hai detto quelle cose a Zoe?-.
-Cosa avrei detto a Zoe da farti piombare in casa mia con quell'espressione?- chiedo studiandolo, se fosse un drago sputerebbe fuoco.
Cerco di non ridere complimentandomi con me stessa per la mia immaginazione molto fervida.
-Sei seria Cam?- a questo punto sembra sbalordito. -Le hai detto che sto giocando con lei!- esclama poi sbattendo i piedi per terra.
E' la verità, tutta questa scena per nulla.
Mi alzo dal divano ritornando i cucina per prendere un bicchiere d'acqua. Joe mi segue con lo sguardo scuotendo la testa.
-Non dirai nulla?- mi chiede acido.
-Sei tu ad essere venuto a casa mia, se volevo dirti qualcosa sarei venuta io da te!- gli rispondo con tono calmo poggiandomi con i gomiti sul bancone centrale. Sento Cait soffocare una risata mentre sta chiaramente facendo finta di sistemare dei panni appena lavati.
Joe mi fissa per qualche secondo in silenzio.
-No davvero Cam, che problema hai?- mi ripete in tono più serio e triste. -Non ti riconosco più..-.
-Joe, probabilmente non mi hai mai conosciuta davvero!- rispondo pronta. -Se stai con una come Zoe non potevo piacerti io!-.
Io e lei siamo come due poli opposti, siamo come il nero e il bianco, dubito che a chi piaccia il salato da un momento all'altro possa anche piacere il dolce.
-Quindi sei gelosa!- esclama Joe.
-No, fraintendi! Sono andata avanti!-.
Cait da dietro Joe mi mima con la bocca "con Harry" ricevendo come mia risposta uno sguardo truce che le fa battare la ritirata.
-Vorrei almeno che ti scusassi con lei!- mi dice Joe con un pò di impeto.
Deve aver assunto qualche droga prima di venire qui.
-Scusa?- ripeto scioccata. -Per cosa? Perchè voglio che apra gli occhi?- chiedo indignata.
-Non hai diritto di dire questo!- a questo punto mi sta di nuovo urlando in faccia.
-Si invece! Perchè penso di conoscerti abbastanza bene!- controbatto. -E se pretendi anche tu delle scuse perchè ti sto facendo perdere il giocattolo della settimana puoi andare al diavolo Joe!- gli urlo contro facendolo indietreggiare. -Puoi provare anche con Clare se vuoi, o con Cait ma in questo caso dovrai vedertela con Dylan!- aggiungo con tocco di acidità.
-Uh..no, grazie per l'offerta Cam!- risponde Cait sarcastica ricevendo un'occhiataccia da Joe.
Ci guardiamo per qualche istante con lo sguardo carico d'odio poi il mio telefono inizia a squillare, Cait allunga la mano porgendomelo.
-E' per te!- ovviamente, è il mio telefono quello che squilla. -E' Harry!- aggiunge con la voce forte e chiara. Ah, ecco qual è il suo piano!
-Chi è Harry?- mi chiede stizzito Joe incrociando le braccia al petto.
Ora è lui a essere geloso?
-Pronto?- rispondo dandogli le spalle.
-Ehi... sono io!- esclama Harry dall'altra parte. -Che fai?-.
-E' questo il tuo piano quindi?- mi chiede Joe tornando all'attacco. -Vuoi davvero ignorarmi?-.
-Credo sia meglio se vai...- gli risponde Cait indicandogli la porta.
-E' James?-
Non riesco a trattenere un sorriso. John, Jim e ora James.
-Harry..- dico ridendo, Cait mi guarda scuotendo la testa con aria superiore, mi giro afferrando un bicchiere di carta per poi colpirla sulla spalla.
-Ti chiamo più tardi, okay? Se hai da fare non fa nulla!- mi dice scusandosi.
-No, no, è andato via! Tranquilo!- mi affretto a dire. -E' una lunga storia e sprecheremo tempo anche solo a parlarne quindi...-
Ho deciso che d'ora in poi non parlerò più di lui, sono stanca anche solo a pronunciare il suo nome e poi chi si crede di essere per entrare così in casa mia?
-Oh, bene!- esclama Harry.
-Bene?- ripeto confusa ridacchiando.
-Si, cioè...nel senso.. - si schiarisce la gola. -Spero tu sia vestita, sto passando a prenderti! Tra quindici minuti sono li!-.
Non faccio in tempo a risponde che ha chiuso la telefonata, fisso lo schermo del telefono che ovviamente non risponderà al posto suo.
-Uno..due..tre.. - Cait inizia a contare dietro le mie spalle. -Quattro ...cinque...sei...-.
Oddio, sto sprecando tempo, ho solo quindici minuti per rendermi decente per uscire con lui.
-Sette...otto..-.
-Merda!- esclamo saltando sul posto e lanciando il telefono sul divano.
-Ed ecco che Cam "siamo solo amici" corre nella sua stanza per rendersi il più sexy possibile per il suo "solo amico" !- esclama facendo la telecronaca delle mie azioni  per poi iniziare a ridere da sola. -Ovvio! Ti vedo fare questo anche quando usciamo con Lucas!-.
La ignoro finendo di preparami, il sole è nascosto dalle nuvole e la temperatura si è decisamente abbassata rispetto stamattina. Infilo una maglietta a maniche lunghe per poi afferrare la giacca. Proprio quando finisco di truccarmi il citofono squilla, Cait mi segue con lo sguardo dalla cucina mentre scuote la testa divertita, la saluto velocemente e prima che possa accorgemene mi ritrovo d'avanti a due bellissimi occhi verdi.


La Ranger Rover avanza piano nel traffico di Londra, mi appoggio con un gomito sul poggia braccia di pelle nera guardando verso Harry.
-Quindi..Joe?- mi chiede guardandomi in modo veloce per poi tornare a guardare la strada.
-Joe?- ripeto. -Allora sai come si chiama!-.
-Ho finito i nome con la "j" ! - mi spiega ridendo. -Posso inizia con la "m", se vuoi!-.
-Al diavolo Joe! E anche tutti i nomi con la "m" o con la "j"!- rispondo con una scrollata di spalle, lo vedo annuire sempre più concentrato sulla strada. -Dove mi porti di bello?- chiedo curiosa.
-Devo comprare delle cose!- risponde prendendo una via secondaria di Piccadilly. - Speravo nella tua compagnia!-.
-Cose? Nulla di illegale spero!- dico prendendolo in giro.
-Non credo che dei vestiti vengano chiamati così!- risponde scuotendo la testa.-Grazie per la fiducia, comunque!- aggiunge guardando verso di me.
-Andiamo a fare shopping!- esclamo contenta saltellando leggermente sul sedile.
-Così lo chiamate voi ragazze..- commenta Harry scrutando la strada per un posto libero per parcheggiare. Si gira verso di me allungando un braccio sul mio sedile, rimango interdetta per qualche istante ma solo quando lui gira il viso verso dietro mentre la macchina continua a camminare mi rendo conto che sta solo facendo retromarcia. All'improvviso mi sento così stupida che vorrei scappare via anche se lui sembra non aver notanto nulla.
-Pronta?- mi chiede spegnendo la macchina.
-Certo!- allungo le mani afferrando la borsa e saltando giù dal mio posto atterrando sull'asfalto. -Ho solo una domanda!- dico raggiungendolo sul marciapiede. -Non hai, che ne so, una ragazza per questo tipo di cose?- chiedo evitando di guardarlo in viso per via dell'imbarazzo.
Cammino facendo finta di cercare qualcosa nella borsa ma non ricevo nessuna risposta, mi giro a guardarlo e incontro i suoi occhi già su di me. La sua espressione è leggermente divertita ma continua a non rispondere mentre mi studia per bene, all'improvviso si avvicina ad una porta aprendola facendo segno di entrare. Non avevo neanche notato il negozio tanto ero presa da lui.
-Lo prendo come un no... - borbotto entrando sotto il suo sguardo attento.
Non sono mai stata in questo negozio, ci sono scarpe ovunque e di tutti i tipi possibili e immaginabili. Il forte odore di pelle mi entra dritto nelle narici facendomi venire il mal di testa.
Harry inizia a parlare con un commesso che lo saluta affettuosamente come se fossero amici da sempre, mi avvicino ad un paio di tacchi che mi pregano di comprarli. Sfioro il tessuto argentato che si piega sotto il mio dito, sembrano comodissime nonostante il tacco di almeno dodici centimetri, l'unico difetto è il colore che non mi convince molto.
-Cam!-.
Mi volto sentendomi chiamare, Harry mi fa segno di raggiungerlo per poi voltarsi. Seguo il suo enorme cappello andando in fondo al negozio dove si possono misurare le scarpe. Mi siedo affianco a Harry su uno dei divanetti dove lui sta provando degli stivaletti marrone chiaro molto simili a quelli neri che indossa adesso. Incrocio le gambe sul divanetto poggiandomi sulle mie mani mentre lui si alza in piedi e guarda i piedi allo specchio per poi voltarsi verso di me.
-Questo colore chiaro o questo più scuro?- mi domanda mostrandomi la stessa scarpa ma di colore più scuro.
-A te quale piace di più?- indago.
-Non lo so ...entrambi!- risponde piegando la testa da un lato. -Credo che prenderò entrambi!- aggiunge poi facendomi ridere.
-Mi piace il cinturino!- dico toccando il metallo ferro sulla scarpa per poi guardare il piccolo tacco. -Quanto sei alto?- chiedo mentre lui si risiede togliendosi la scarpa. -1.80?-.
-Credo, forse qualcosa di più.. -risponde leggermente confuso.
-Ti serve davvero il tacco?- prendo la scarpa girandola fra le mani.
-Sono tutte così!- esclama. -Ma non mi dispiace, mi piacciono così! Dovresti prenderle pure tu però!- aggiunge facendomi la linguaccia.
-Ehi!- lo spingo via alzandomi mentre il commesso ci fa segno di seguirlo alla cassa. -Non sono così bassa, sono di altezza normale!- mi difendo sentendolo ridacchiare.
-Sono sempre più alto però!-.
-La tua altezza non è normale! Cosa mangiavi da piccolo?- aggiungo scuotendo la testa sentendolo ridere di più.
-Questione di genetica!- risponde ferio.
-Genetica? Potresti essere un mostro per quanto ne so!-.
Un mostro con dei bellissimi occhi verdi, ma non è questo il punto.
-Solo invidia!- esclama con un sorriso a trentadue. -Vorresti avere queste gambe!- aggiunge allungando una gamba verso di me. I jeans neri di oggi sono davvero stretti.
-Questo è vero!- esclamo ridendo mentre il commesso interrompe il nostro piccolo battibecco.
Subito dopo, entriamo in uno dei negozi probabilmente più costosi di tutto il quartiere, attraversiamo l'enorme entrata di vetro con stampato su il marchio di fama internazionale.
-E' un piacere rivederti!- esclama una commessa bionda con il cartellino del nome che indica che si chiama Ella. Harry la saluta con una stretta della mano mentre sfocia uno dei suoi sorrisi. Lo sguardo di Ella passa poi su di me salutandomi, ricambio con la mano leggermente impacciata.
-Spero vada tutto bene! Siete molto carini, vi faccio i miei auguri!- aggiunge poi guardando entrambi, Harry annuisce mentre io quasi mi strozzo con la mia stessa saliva. Ella ci fa segno di seguirla tra gli scaffali, afferro Harry dall'avambraccio facendolo fermare.
-Perchè non lei hai detto che non stiamo insieme?- chiedo sottovoce per non farmi sentire da lei.
-Non vuoi essere vista con me?- risponde divertito dalla mia reazione. Balbetto cercando di trovare una frase di senso compiuto ma lui parla prima di me. -Non mi disturba affatto...E poi è solo una vecchia conoscenza, non lavora per la televesione, non credo gli interessi molto quello che faccio!- annuisco mentre lui continua a seguira la ragazza. Il reparto femminile alla mia sinistra attira la mia attenzione, un vestito bianco con la gonna di pizzo colpisce il mio sguardo, ha un piccolo centurino nero all'altezza della vita e vorrei davvero comprarlo e portarlo a casa con me ma questo posto costa più o meno quanto l'affitto di due mesi. Harry spunta alle mie spalle afferrando un vestito azzurro.
-Questo ti starebbe meglio.. - commenta quasi in un sussurro, il suo braccio sinistro tiene alto il vestito mentre mi sfiora le spalle. Mi sento intrappola ma non è una sensazione poi così sgradevole, specialmente perchè il suo corpo emana calore e lo stomaco sembra attorcigliarsi. Mi volto verso di lui ritrovandomi a pochi centimetri dal suo petto e dalla sue labbra che sembrano più rosse di due minuti fa.
-Trovato qualcosa?- chiedo schiarendomi la voce e cambiando discorso.
Alza il braccio destro mostrandomi varie t-shirts e maglioncini mentre riappende il vestito che mi ha mostrato, mi allontano da lui ritornando a respirare e punto ai camerini che sembrano stare solo al terzo piano. Dopo tre rampe di scale, di quelle di marmo pesanti, le gambe iniziano a fare male e la vista di un bel divanetto rosso fuoco mi fa gioire. Mi siedo come se avessi persorso a piedi Londra- Parigi negli ultimi tre giorni, vedo Harry ridacchiare per poi chiudersi un una delle cabine.
Non ho neanche il tempo di ammirare il soffitto fatto di specchi che la porta della cabina si riapre.
-Come mi sta?- mi chiede indicando una t-shirt gialla mentre si guarda allo specchio alla mia sinistra. Ha le braccia completamente scoperte mettendo in mostra i tatuaggi, non credevo fossero davvero così tanti, per non parlare poi dei muscoli sotto di essi.
-Bene!- esclamo fin troppo convinta. -Mi piace il colore ma non sta bene con i tuoi occhi...- commento in un momento di coraggio mentre vorrei che il pavimento sotto di me crollasse all'improvviso. -Prova la rossa!- aggiungo cercando di fare l'indifferente.
Annuisce tornando nella cabina, lascia la porta aperta e si sfila la maglia, rimango a bocca aperta. L'ha fatto apposta? Mi appoggio il mento su una mano mentre passo a rassegna di tutti i tatuaggi ormai scoperti fino a quando non incrocio il suo sguardo attraverso lo specchio dove sul suo viso c'è  l'ombra di un sorriso soddisfatto. Abbasso lo sguardo guardando la mochette bianca sotto i miei piedi, perchè fa così caldo ora?
Ovviamente la maglia gli sta benissimo e dopo essersi guardato allo specchio rientra nella cabina per provare dei jeans, sento il cuore perdere un battito, non ha intenzione di spogliarsi avanti a me, vero? Solo quando chiude la porta dietro di se ritorno a respirare, guarda un pò in che condizioni mi sono ridotta!
Dieci minuti e cinque maglioni dopo, la sessione di streap tease è officialmente finita e io vorrei sprofondare sempre di più. Mi avvio verso le scale per tornare al primo piano quando Harry mi afferra da un polso.
-C'è l'ascensore..- commenta girandosi. Avrei voluto notarlo prima considerando che salendo ho quasi perso un polmone, stupide scale.
-Le scale vanno bene!- insisto senza ottenere risultati  quando mi rendo conto che cosa implicherebbe l'ascensore. Non so se voglio rimanere chiusa in una scatola di due metri quadrati con lui. Mi appoggio con la schiena alla parete mentre le porte si chiudono lasciandoci da soli e in silenzio, la cosa che odio di più.
Harry, che ha le mani libere grazie alla commessa che probabilmente è già alla cassa per via delle scale, si sistema affianco a me con le mani poggiate sul corrimano di ferro dietro la nostra schiena.
L'ascensore non si è ancora mosso, il tempo sembra essersi fermato mentre una strana tensione sembra liberarsi in queste piccole quattro mura. Sento lo sguardo di Harry su di me e quando trovo il coraggio di guardare lui mi sta ancora guardando. Vorrei trovare qualcosa di divertente da dire ma la lentezza dell'ascensore e le sue labbra mi stanno facendo impazzire.
Nel momento in cui rivolgo lo sguardo alle porte d'accaio, lui si sposta di fronte a me lasciandomi sorpresa, tento di fare un passo indietro ma sono già con le spalle al muro. Mi si chiude lo stomaco e mando a quel paese tutti i buoni propositi di comportarmi bene. I suoi occhi verdi sono fermi su i miei mentre si avvicina sempre di più, solo pochi centimetri ci separano ora. Con una mano mi accarezza i capelli e io sto probabilmente prendendo fuoco.
-Cam?- la sua voce è così bassa da farmi venire i brividi.
-Mmh...? - la voce non mi esce dalla gola, rimane bloccata li mentre lui fa un altro passo, il suo cappello mi tocca la fronte e mi affretto a levarlo di mezzo, siamo un passo troppo in la per tornare indietro ora. La sua mano arriva sulla mia nuca facendomi alzare il viso verso di lui e nel momento in cui il suo labbro superiore sfiora il mio labbro inferiore le porte si aprono rumorosamente facendoci allontanare di scatto.
Mi porto una mano sul cuore che sta battendo all'impazzata, Harry è il primo ad uscire aspettandomi  poi sulla soglia, gli passo il cappello in silenzio avvicinandomi all'uscita per prendere aria mentre lui paga. Sorrido a me stessa deducendo che non ha una ragazza, questa è una risposta più che chiara visto che ha sempre trovato il modo per non rispondere. L'aria fresca riesce a schiarirmi le idee, le sue labbra si sono poggiate solo un mezzo secondo sulle mie che mi sembra di aver sognato tutto eppure non riesco a smettere di nascondere un sorriso soddisfatto che cerco di nascondere quando lui ritorna al mio fianco.
Il viaggio di ritorno passa velocemente e in silenzio, ci scambiamo varie occhiate e quando la macchina si ferma nella familiare via di casa non ho voglia di scendere. Harry schiarisce la voce con qualche colpo di tosse per poi guardarmi.
-Grazie per essere venuta con me!- esclama anche se non sembra molto convinto, annuisco iniziando a mangiucchiare l'unghia del pollice destro.
Scendo dall'auto per poi avvicinarmi al suo finestrino, il suv è così alto che ci ritroviamo con il viso alla stessa altezza, anche se lui è seduto e io sono in piedi sul marciapiede.
-Senti... - poggio la mano sul finestrino ormai abbassato, mi guardo in giro nervosamente, non so neanche cosa dire onestemente.
Harry alza un sopracciglio poggiando il gomito vicino alla mia mano sostenendosi il viso.
-Perchè non rimani?- chiedo velocemente. -Cait credo sia fuori con il ragazzo...o comunque torna tardi.. - aggiungo passandomi una mano fra i capelli. -Possiamo ordinare una pizza!- parlo senza freno spero di non morire asfissiata se continuo così. -Cioè...puoi rimanere anche se ci sta Cait, non credo sia un problema..voglio dire, se a ti va di restare! Magari sei impegnato stasera!-
 Sento la macchina spegnersi e prima che il messaggio sia arrivato al mio cervello, Harry salta giù dalla macchina sorridendomi.
-Io la voglio con doppia mozzarella!- esclama indicandomi la porta con un cenno della testa.


 


 

*AUTORE*

Finalmente ho aggiornato!!
Questo capitolo non finisce qui, il prossimo capitolo sarà una specie di continuazione!
Spero di aggiornare prima rispetto a questa volta! Inoltre, posso assicurare che stanno per arrivare anche il resto della band!
Spero che sia di vostro gradimento!
Ho trovato delle foto che illustrano come immagino la casa di Cam e Cait, così è più facile immaginare il tutto!
Cucina:http://static.designmag.it/designmag/fotogallery/625X0/53057/cucina-piccola-con-tavolo.jpg
Soggiorno:http://lh5.ggpht.com/-td5G3uhNauA/UY4wJTgpIJI/AAAAAAAAKKQ/uY9RofBZ30w/case-e-interni---46-mq---cottage-al-%25255B13%25255D.jpg?imgmax=800


Venite a trovarmi su twitter e ditemi cosa ne pensate! https://twitter.com/_itspaola

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Capitolo 11
*** Dieci ***


Dieci


Faccio strada fino a quando non siamo nel corridoio dell'entrata per chiudere la porta alle mie spalle. E' così strano vederlo in casa mia, tre settimane fa non avrei mai pensato che potesse succedere. Ci leviamo le scarpe lasciandole all'entrata nella piccola scarpiera, questa piccola mania di Cait mi ha ormai contaggiato.
-Okay, questa è il soggiorno!- dico indicando il grande divano grigio. -La cucina!- accendo la luce mostrando la stanza. -Queste due sono le stanze da letto e quello il bagno!- finisco indicando la porta centrale lasciata leggermente aperta. Harry annuisce assorbendo ogni dettaglio.
-Non è come le case di mtv però..- commento scherzando poggiandomi sul bancone della cucina in cui siamo ritornati.
-Mi piace!- risponde Harry sorridendo. -E credo mi piaccia anche questa foto!- esclama correndo verso la libreria vicino al divano. Alza in alto la cornice mostrandomela, mi si chiude lo stomaco, ha preso l'unica foto che avrei dovuto nascondere.
-No!- mi lamento prendendomi il volto fra le mani. -Mettila via!-.
Harry si avvicina ridacchiando, guardo la mia faccia nella foto sperando di morire all'istante. E' una foto di gruppo di qualche anno fa, la mia faccia è completamente stralunata, conseguenze di una notte passata in bianco dopo una festa, l'unica dove io abbia davvero esagerato. Nella foto facciamo tutti una faccia buffa, il che rende tutto ancora peggio.
-E' imbarazzante!- esclamo cercando di prendergliela dalle mani.
-E' imbarazzante per te, non tanto per me!- risponde Harry allungando il braccio in alto, non ho speranze di poterlo raggiungere in questo modo.
-Questa me la paghi!- lo minaccio incrociando le braccia al petto. -Devo ricordarti l'ultima volta che volevo vendetta che cosa è successo?- gli chiedo con un sopracciglio alzato.
Harry spalanca gli occhi dandomi la cornice dorata. -Mi brucia ancora la lingua..-  commenta mettendo il broncio, una piccola ruga si forma nella fronte e mi iniziano a pizzicare le dita per quanto vorrei poterlo toccare proprio li. Rido sorpassandolo per tornare in cucina ma a metà strada mi ricordo di aver lasciato la foto li, torno indietro prendendola dal ripiano dove Harry la sta ancora fissando. Lo spingo via dal braccio sentendolo ridere mentre metto la foto al sicuro  nella mia stanza. Mi cambio velocemente indossando i pantoloni del pigiama, ringrazio Dio che non sia quello con gli orsacchiotti, sarebbe stato tremendo.
Harry è seduto su uno degli sgabelli della cucina che digita qualcosa al telefono, quando entro nella stanza alzo lo sguardo su di me studiando il mio abbigliamento.
-Cosa? Sto più comoda così!- mi guardo i pantoloni cercando di capire se sono sporchi o cosa.
-Voglio anche io il mio pigiama ora..- dice poggiando i gomiti sulla superficie di marmo.
-Avresti dovuto comprare anche quello allora.- scherzo cercando di non pensare alla cifra che ha speso per un paio di scarpe praticamenti uguali.
-Ah no, io dormo con i boxer.- risponde con un sorrisetto sul viso.
No, lo spogliarello di qualche ora fa mi è bastato, potrei non reggere in questo momento, è già abbastanza strano vederlo nella mia cucina, figuriamoci mezzo nudo!
-Non ci pensare.. - borbotto rossa in viso. -Visto che hai il telefono li ordina la pizza.- gli dico cercando di schiarirmi le idee.
-Come la vuoi?- mi chiede prendendo il telefono per poi portarselo all'orecchio.
-Doppia mozzarella anche con me.- da quando lo ha detto la mia mente non fa che pensare a quello, ho già l'acquolina in bocca.
-Facciamo una maxi allora...- commenta Harry quasi come se stesse parlando con se stesso.
-Non so se voglio dividere una pizza con chi mi ha deriso per una foto!- esclamo facendogli una linguaccia, ridacchia fino a quando non inzia a parlare con uno degli addetti della pizzeria. Mi fermo a guardarlo , sono quasi sicura che le lampadine al neon della cucina gli facciano gli occhi ancora più chiari di quello che sono.
 E' decisamente bello, dannazione a lui.
Il suo sguardo incontra il mio e rimaniamo a fissarci per tutta la chiamata, stranamente è meno in imbarazzante di quanto potrebbe sembrare. Finita la chiamata mi lascia da sola per andare in bagno e finalmente prendo un pò d'aria nei polmoni, prendo il cellulare scrivendo a Cait.

"Rimani da Dylan?"

Aspetto la sua risposta torturandomi la pellicina dell'indice della mano destra, non ricevo nessun messaggio, probabilmente è troppo presa da lui. Harry ritorna in cucina legandosi i capelli e puntando dritto al frigo nell'angolo.
-Fai come stessi a casa tua!- scherzo sedendomi sul bancone della cucina, incrocio le caviglie dei piedi che penzolano. -Se cerchi qualcosa di alcolico hai sbagliato posto comunque...-.
-Sono astemio.- risponde Harry prendendo una bottiglia d'acqua. Lo guardo con un sopraciglio alzato squadrandolo dalla testa ai piedi, scoppia ridere sedendosi affianco a me, le sue gambe toccano quasi il pavimento a differenza delle mie. -Okay, magari no. - ammette.
-Già. - dico sarcastica osservando l'acqua nelle sue mani.
-Parli come se aveste una scorta sotto il divano comunque. -
-No. - scuoto la testa velocemente. -Abbiamo tutto nel primo ripiano della libreria!- aggiungo ridendo indicando il piccolo scomparto. Harry mi guarda incredulo.
-Forse è il caso di venire a controllarti ogni tanto. -
-Questa è solo una scusa per bere gratis. - rispondo spingendolo via senza farlo muovere di un centimetro.
-Forse si. - risponde con un'alzata di spalle.
-Non eri astemio?- chiedo prendendo la bottiglia dalle sue mani.
-Ehy!- esclama allungandosi verso di me per riafferarla.
-E' mia!- rispondo allontanando il braccio allungandelo dietro la mia schiena. Mi guarda con aria di sfida per poi  allungarsi verso di me, mi ritrovo con il suo viso sulla mia spalla che cerca di afferrare la bottiglia dietro la mia schiena, il mio naso tocca la sua guancia, al contatto si gira verso di me trovandosi a pochi centimetri dalle mie labbra. Sorrido involontariamente spostandomi leggermente indietro per vedere la sua reazione, un tuono improvviso rimbomba dal cielo facendomi urlare e saltare verso Harry che mi afferra da un fianco mentre inizia a ridere. Mi porto una mano sul cuore, ho davvero temuto che il tetto crollasse.
-Smettila!- dico a Harry colpendolo sul petto, scendo dal bancone avvicinandomi verso la finestra. Ha iniziato a piovere a dirotto, quasi non si vede la strada per quanta acqua sta scendendo. Harry si avvicina a guardare per poi borbottare qualcosa su questo tempo di cacca, così da lui definito.
-Stai bene?- mi chiede poi serio in viso.
Oddio, devo aver fatto la figura della schiappa.
-Si si .. è stato all'improvviso. - spiego mentre il battito torna normale.
Passano altri dieci minuti in cui rimaniamo in piedi d'avanti alla finestra della cucina semplicemente a parlare, a conoscerci meglio. Mi sembra di avere l'impresione di sapere tutto di lui solo perchè è sulla bocca di tutti ma in realtà non so davvero nulla.
-Quindi stai finendo gli studi?- mi chiede ad un certo punto incrociando le braccia al petto.
-Si anche se non ho ancora capito bene cosa fare. - annuisco cercando di non pensare ai libri da studiare per gli esami. -Basta che non ci sia matematica!- aggiungo ridendo strappandogli un sorriso. Apro la bocca per chiedergli cosa studia ma scoppio a ridere da sola.
-Perchè ridi?- mi chiede scrutandomi bene.  Scuoto la testa mentre penso che non sarà facile verderlo come una popstar ma sono più che disposta a imparare se significa passare tempo con lui. -Dai, dimmelo!- insiste Harry.
-Stavo per chiederti cosa studi. - rispondo scuotendo la testa e nascondendo il viso poggiando la mano sul naso. Mi toglie la mano dal viso ridacchiando con me.
-Credo che avrei scelto economia. - mi risponde scrollando le spalle.
-Non sembri il tipo da fare economia. -.
-No? Allora è un bene che faccio quello che faccio!- esclama ridendo.
-Giusta osservazione...- commento.
Veniamo interrotti dal citofono che suona, mi avvio verso la porta ricordandomi della pizza ma Harry mi supera bloccandomi in cucina.
-Faccio io!- mi dice facendomi segno di rimanere ferma. -Non protestare, non servirà a nulla. - aggiunge andando via. Sbuffo rumorosamente sicura di farmi sentire da lui.
Lo sento chiacchierare con il fattorino per poi dirgli di andare piano vista la pioggia, il tempo è peggiorato ancora di più, quasi che mi sento leggermente in colpa per averlo fatto guidare con tutta quest' acqua sull'asfalto.
-Non dovevi.- dico quando ritorna con la scatola della pizza che sembra fumare. Il mio stomaco fa una capriola preparandosi a gustarla tutta. Harry alza gli occhi al cielo posando la pizza sul marmo.
-Un'altra parola e mangio tutto io!- mi avverte con un sopracciglio alzato. Alzo le mani in segno di difesa mimando un "grazie" con la bocca, mi lancia un altro sguardo torvo che mi fa battere ritirata.

Il cartone della pizza è ormai vuoto sul tavolino di legno del soggiorno, mi appoggio con la schiena al divano che si piega morbido dietro di me, la risata di Harry riempe l'aria e io non so se è la pizza o lui a farmi sentire così bene dopo così tanto tempo.  Le sue gambe lunghe arrivano dall'altra parte del tavolino, inizio a chiedermi se uscirà da lì senza far volare via tutto.
-Spero che tu abbia almeno cento film tra cui scegliere. - dice alzandosi, con mio stupore il tavolino rimane fermo al centro della stanza, puntando il porta dvd affianco la tv per poi esaminare tutti i titoli. Rimane in silenzio per qualche minuto con dei dvd in mano, rimango a guardare le sue spalle poggiando il mento sulle ginocchia, sembra riempire la stanza con il corpo e il suo carisma.
-Avete una notevole collezione di cartoni... - commenta girandosi stringendo tra le mani il dvd di "Frozen", se lo rigira tra le mani leggendo poi la trama.
-Mai visto?- chiedo alzandomi da terra.
-No. - risponde continuando a guardare la copertina.
-Mettilo!- esclamo sedendomi sul divano.
Inserisce il disco prendendo i telecomandi, si siede affianco a me afferrando la coperta dalla tastiera del divano coprendoci entrambi.
-Quante volte lo hai già visto?- mi chiede con la testa piegata di lato. -La verità..-.
-Solo un paio. - rispondo ridendo. -Non lo so neanche a memoria!- mi difendo con una mano sul cuore. -Al contrario, com'è possibile che tu non l'abbia visto?- chiedo
-Non mi anticipare nulla!- esclama in quello che dovrebbe essere un tono minaccioso. Con quella faccia non è proprio terrificante, non gliel'ha mai detto nessuno?
-E comunque non ho così tanto tempo libero. - risponde guardandomi.
-E sentiamo, cosa fai nel tuo tempo libero?- incrocio le braccia al petto provocandolo.
-Passeggiate al mare, leggo poesie, vado a cavallo, mi piace dormire d'avanti il fuoco..- si tradisce ridacchiando mentre io alzo gli occhi al cielo.
-Sei mai serio?- scuoto la testa rassegnata.
Rido annuendo e tirandomi la coperta fin sotto il mento, le luci sono quasi tutte spente, solo la lampanda nell'angolo è rimasta accesa dando alla stanza un'atmosfera soffusa. Fuori continua a piovere mentre tra il corpo di Harry e la coperta io raggiungo la temperature perfetta.
Anna canta ad Elsa di giocare e sento Harry borbottare qualcosa sul fatto che non è la magia a essere pericolosa sei lei salta da una parete all'altra del castello, rido in silenzio godendo la sua espressione confusa.
Come sempre, alla scena della morte dei genitori sento gli occhi riempirsi di lacrime e la musichetta triste non mi aiuta a mandare giù il magone in gola. Harry si agita dal suo posto voltandosi verso di me.
-Cam, che diamine di film stiamo vedendo?- mi chiede scosso. -E' iniziato da dieci minuti e già piangono tutti!- aggiunge indicando lo schermo.
-Fidati di me, ne vale la pena. - rispondo indicando lo schermo. Annuisce meno convinto di prima  ritornando a guardare lo schermo, rimane in silenzio mordendosi il pollice.
Seguo il film in silenzio fino a quando non sento Harry ridacchiare all'apparizione del pupazzo di neve, in questo momento il film non mi sembra più così bello se comparato alla sua risata.
 
Qualcosa mi afferra la spalla sollevvandomi, sono quasi sicura di sognare fino a quando non apro gli occhi e mi ritrovo nelle quattro mura del mio soggiorno. Mi guardo intorno confusa fino a quando non noto qualcuno al mio fianco, balzo per aria quando vedo Harry che cerca di levarsi la maglia.
-Che fai?- chiedo quasi sottovoce.
La sua testa spunta da sotto la maglia che lo ha lasciato mezzo nudo, mi guarda spalancando gli occhi.
-Ti ho svegliato?-.
Si.
-No, tranquillo. - mento. Guardo il televisore che è fermo in stand by, mi rendo conto solo ora che ci siamo addormentati mentre guardavamo "Frozen". -Che ore sono?-.
-Tre e mezzo del mattino... - risponde Harry tirando fuori il cellulare della tasca dei jeans.
Mi cadono gli occhi sul suo petto, su i suoi tatuaggi. I fianchi sono ricoperti da due foglie che si allungano fin quasi al petto raggiungendo una farfalla al centro dello stomaco e sopra di essa due uccellini, proprio su i pettorali.
Richiama la mia attenzione schiarendosi la gola, al meno al buio della stanza non si vede il mio viso arrossire sfiorando il colore del fuoco.
-Perchè..- non riesco a finire la frase, quando alzo gli occhi su i suoi mi blocco.
-Fa caldo, tra e te e la coperta addosso non riuscivo a respirare. - mi spiega divertito.
-Non ti stavo addosso... - rispondo anche se non ne sono del tutto convinta.
-Lo eri. - controbatte pronto facendomi ridere. Alzo gli occhi al cielo poggiando un gomito sul divano per potermi girare e guardarlo dritto in viso.
-Mi dispiace, sembra che ti ho rapito!- esclamo con una mezza risata.
-Mi piace stare qui. - dice in tono serio.
-Buono a sapersi...- commento mentre mi scappa un sorriso che cerco di nascondere con la mano.
-Perchè sorridi?- mi chiede facendomi sorridere ancora di più. -Guarda che non mi piaci tu, sto ancora cercando di avere quella bevuta gratis!- aggiunge indicando con il mento la libreria con le bottiglie di alcol nascoste.
-Idiota.- sbuffo facendolo ridere.
-Magari, dico magari, non sei così male. - ritorna di nuovo serio guardandomi dritto negli occhi avvicinandosi, i suoi capelli sfiorano il mio gomito poggiato sul bordo del divano.
-Va bene cosi, non mi stai neanche simpatico!- rispondo con un'alzata di spalle. -Siamo pari!-.
Rimaniamo in silenzio a fissarci, forse fin troppo tempo, mi mordo in labbro inferiore mentre i suoi occhi mi stanno letteralmente facendo impazzire, di nuovo tutto sembra tornare come in ascensore. Questo pomeriggio sembra passato da una vita. Harry si allunga verso di me e sono indecisa se allontanarmi o vedere quale sarà la prossima mossa. Sento un pò di ansia crearsi nello stomaco.
-Ti è piaciuto il film?- chiedo all'improvviso quando i nostri nasi quasi si sfiorano.
-Me lo stai chiedendo davvero?- scherza per poi tornare sulle mie labbra con lo sguardo. -Chissene frega del film Cam...- aggiunge serio con la voce più bassa di prima.
-E' un cartone. - lo corrego sorprendendolo.
-Stai davvero parlando ancora?- mi chiede ironicamente.
Vorrei controbbattere ancora ma mi zittisce baciandomi, le sue labbra si poggiano sulle mie in modo  gentile per un bacio casto, si allonta guardandomi in viso mentre avrei voluto che durasse di più.
Quando il mio cervello realizza quello che è appena successo il cuore parte all'impazzata, mi sento imbarazzata da morire, mi sento un bambina e con lui che continua a fissarmi è peggio. Poggio la fronte sulla sua spalla coprendomi il viso.
-Che fai?- mi chiede ridacchiando.
-Smettila di guardarmi in quel modo!- esclamo nascondendo il viso.
-In quale modo?-.
-Lo sai che intento!- insisto alzandomi dalla sua spalla.
Harry scuote la testa divertito passandosi poi una mano fra i capelli. Non so bene a cosa ci porta tutto questo adesso.
-A che pensi?-
Studio la sua espressione di nuovo seria, è così bello, perfino nella penombra della stanza.
-Sono successe tante cose in poche settimane... - commento sospirando. Sembra assurdo da dire ma lui sopratutto ha cambiato tutto, o forse devo ringraziare Joe.
Forse succede tutto per un motivo.
-Stai pensando a lui?- continua Harry come se potesse leggermi nel pensiero.
-Si ma non come pensi tu!- rispondo pronta. -E' da cattivi dire che sono abbastanza contenta di quello che è successo? Di quello che fatto?-.
-Nessuna ragazza lo merita. - dice accigliato.
La sua frase mi fa riflettere, nessuno se lo merita eppure succede. Il mondo sarebbe un posto migliore se tutti la pensassero come lui.
-Come fai a dire sempre la cosa giusta?- gli chiedo scherzando.
Apre la bocca per rispondere ma dalla porta arriva un gran vociare, la porta d'entrata si spalanca e rimango di sasso di fronte alla scena a cui sto assistendo.
Cait e Dylan entrano in casa che si stanno ancora baciando, come hanno fatto ad aprire la porta che hanno le mani praticamente l'uno addosso all'altro?
-Hai i popcorn?- chiede Harry con la voce più alta di come avesse programmato.
Cait e Dylan si staccano l'uno dall'altro guardandoci con un misto di imbarazzo e shock mentre io non so se ridere o vergognarmi con loro.
-Oddio.. - commenta Cait con una mano in gola.
Li saluto con la mano mentre lei prende per mano Dylan per poi correre nella sua stanza rossa in viso. Harry ridacchia mentre io mi lascio coinvolgere.
Mi alzo dal divano e noto dalla finestra che sta ancora piovendo anche se più leggermente di prima.
-Resti qui?- chiedo a Harry che è ancora seduto sul divano.
-Se tu vuoi. - annuisco osservandolo sul mio divano, non mi dispiacerebbe vederlo qui più spesso. -Posso dormire tranquillamente qui con questa coperta!- scherza saltellando sul posto.
-No, non puoi dormire li, domani ti faranno male tutti i muscoli. -
Non è molto ospitale poi.
-Il mio letto è abbastanza grande. - dico facendogli segno di alzarsi.
Mi lascio sfuggire un'ultima occhiata ai suoi addominali leggermente pronunciati per poi aprire la porta della mia stanza. Entra guardandosi intorno studiando la stanza e poi il letto,non dice una parola mentre io mi infilo sotto le coperte, lui rimane fermo in piedi.
-Cosa?- chiedo sedendomi.
-Hm... posso levare i jeans?- mi chiede grattandosi la nuca. -Non è molto comodo dormire così, ho bisogno di respirare anche io... -scherza.
-Non ne avresti bisogno se non fossero così stretti. - annuisco stendendomi e cercando di non guardare verso la sua direzione.
-Ehy!- si lamenta della mia puntualizzazione ma non può darmi proprio torto.
Il materasso si piega sotto il suo peso e rotolo involontariamente verso di lui, forse non è poi così grande come credevo. Mi allungo spengnendo la luce dal mio comodino e siamo di nuovo immersi nel buio profondo della notte.
Mi giro sul fianco sinistro ma non è la mia solita posizione, non riesco a stare così per più di un minuto, mi giro sul fianco destro ma sono troppo vicina a Harry per sentirmi a mio agio. Credo che lui sia sdraiato con la pancia verso il soffitto ma è difficile da dire senza la luce. Mi giro imitando la sua posizione ma è più scomoda di prima, mentre decido cosa fare sento due mani afferrarmi da un fianco facendomi girare a sinistra, il braccio di Harry mi stringe la vita mentre la mia schiena è contro il suo petto, mi si ferma il respiro.
-Meglio?- mi chiede con le labbra all'altezza del mio orecchio.
-Meglio.- ripeto come conferma.
-Bene.- .
-Bene. - ripeto di nuovo.
-Dormi!- mi dice con il tono divertito.
-Prima tu.. -.
-Cam!-
-Harry!- ride quando ripeto il suo tono e il suo petto vibra contro la mia schiena. Mi da un bacio su i capelli e finalmente riesco a chiudere gli occhi abbandonandomi ad un sonno profondo stretta tra le sue braccia maggiormente ricoperte di tatuaggi.

Vengo strappata dai miei sogni dall'eccessivo caldo e da un raggio di sole che mi colpisce dritto in un occhio. Maledette finestre senza quelle stupide tende che mia madre mi ripete di comprare.
Cerco di nascondere la faccia ma mi rendo conto che sono poggiata su qualcosa che non è proprio morbido come il mio adorato cuscino. Alzo lo sguardo notando che ho il viso sul petto di Harry, mi fermo a guardare il suo profilo illuminato dalla luce del mattino, sembra dormire beato ma voglio assolutamente vedere i suoi bellissimi occhi.
-Stai fissando..- parla facendomi trasalire.
Da quanto è sveglio? E' inquietante così immobile.
-Sto guardando!- mi difendo.
-Cosa guardi di preciso?- mi chiede aprendo leggermente l'occhio sinistro per sbirciare verso di me.
-La tua stupidità.- scherzo vedendo un sorriso debole apparire mentre anche l'altro occhio mi fa compagnia del suo bellissimo verde brillante.
-Ouch.. Dormito bene?-.
-Si ma ora inizio a sudare...perché sei così caldo?- mi lamento spostandomi verso il mio cuscino, il suo braccio destro mi stringe facendomi rimanere al suo fianco.
-Grazie! Non sei niente male neanche tu sai?- mi fa l'occhiolino mentre io cerco di ignorarlo e riesco finalmente ad alzarmi dal letto.
-Cosa vuoi per colazione?- gli chiedo mentre lui porta entrambe le braccia dietro la schiena, la coperta scivola via mostrando tutti i disegni sulla pelle.
-Aspetta, ho capito bene? Mi porti la colazione a letto?- i suoi occhi si spalancano.
-Hai capito male infatti, alza il sedere ora!- gli tiro un dito del piede ancora coperto dal piumone mentre prendo un elastico dalla scrivania per dare un senso ai miei capelli.
-Ci riuscirò prima o poi ...- commenta serio con aria di sfida.
-Non vedo l'ora di scoprirei come farai.- lo stuzzico ormai dalla porta.
-E io non vedo l'ora di fartelo scoprire.- risponde guardandomi, per un attimo ho come l'impressione che stiamo parlando d'altro, gli lancio un'ultima occhiata per poi dirigermi verso la cucina.
Cait e Dylan sono già svegli nonostante la nottata brava che hanno fatto, mi scoppia da ridire solo pensato alle loro facce. Sono seduti a fare colazione e chiacchierano del più e del meno.
-Buongiorno!- esclamo alle loro spalle facendoli saltare.
Mi salutano entrambi mentre io metto a fare l'acqua per il thè sperando che anche a Harry vada bene, apro lo stipo per le tazze quando mi sento osservata. Cait e Dylan mi guardano attentamente.
-Si?- chiedo confusa.
-Si?- ripete Cait sbalordita. -Non mi dirai nulla?-.
-Non c'è nulla da dire in realtà. - rispondo voltandomi verso di loro.
-Hai visto  la mia maglia?-.
Harry entra in cucina scalzo, con solo i jeans in vita che non sono neanche abbottonati del tutto. Cait lo squadra dalla testa ai piedi per poi girarsi verso di me con gli occhi spalancati. Dylan ha più o meno la stessa espressione ma credo sia per i tatuaggi.
Vista così può sembrare tutt'altro effettivamente.
-Sul divano credo. - rispondo vedendola poi penzolare giù da un bracciolo insieme alla coperta sotto  la quale ci siamo addormentati.
-Ciao a tutti.. - dice prima di voltarsi verso il soggiorno.
-Non è come pensate!- esclamo sotto voce a Cait che mi sta ancora fissando mentre Dylan segue con lo sguardo Harry che torna in cucina per poi presentarsi ai miei amici.
-Scusa per ieri, pensavamo di essere soli. - si scusa Dylan leggermente imbarazzato.
-Tranquillo, ti capisco!- scherza Harry facendo strozzare Cait con il latte. Dylan le da qualche colpo sulla spalla mentre lei borbotta qualche profonità e sulla mancanza di privacy. Harry mi guarda divertito mentre gli passo il suo thè che afferra volentieri.
I due maschi chiacchierano di una squadra di calcio che hanno in comune ma dopo una mezz'oretta Harry dice che deve assolutamente andare per una runione di lavoro.
-Grazie per tutto, per ieri .. per tutto!- dico quando siamo da soli alla porta.
Mi saluta dandomi un bacio sulla fronte per poi andare via, non so bene cosa succederà ora, alla fine era solo un bacio quello di ieri. Nulla di importante, no?
Ritorno in cucina doveva Cait e Dylan si zittiscono al mio arrivo, potrebbero essere meno ovvi di così? Non credo.
-Se non mi racconti cosa è successo ti ammazzo!- mi minaccia Cait con la curiosità che le fuoriesce da ogno poro della pelle.
-Come diamine sei finita con lui?- mi chiede conteporaneamente Dylan.
Sembra che Harry non ha fatto solo colpo su di me, divertita dalla faccia del povero Dylan inizio a raccontare tutta la storia a Cait che sembra davvero sul punto di ammazzarmi.


 

*AUTORE*

Nuovo capitolo! Spero vi piaccia almeno tanto quanto è piaciuto scriverlo a me!
Le cosa stanno finalmente prendendo la loro piega!
Fatemi sapere cosa ne pensate!
Mi trovate anche su twitter
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Capitolo 12
*** Undici ***


Undici

Allungo la mano afferrando il coltello dal bancone per poi affondarlo nel limone, il succo esce all'improvviso finendomi in un occhio, cerco di strofinarlo ma la situazione peggiora. Mio padre passa dietro di me guardandomi preoccupato.
-Odio questo lavoro...- commento facendomi aria nell'occhio ha appena smesso di lacrimare. -Non è neanche un lavoro!- esclamo poi irritata.
Mio padre ritorna alla sua postazione mentre io continuo a litigare con le fette di limone al bancone del bar, sento i clienti chiacchierare e ridere mentre mangiano e bevono, l'orologio sulla parete indica che è solo poco dopo l'ora di pranzo e io vorrei già essere nel mio letto, nonostante sia sabato.
Continuo a immaginare la vibrazione del telefono nella tasca posteriore dei jeans, credo di averlo controllato almeno venti volte nell'ultima ora.
Continuo a lavorare cercando di non pensare a nulla e sopratutto di non pensare a due sere fa, di non pensare a lui, ai suoi occhi e alla sue labbra rosa. Poso il coltello prima di targliarmi un dito, sospiro rumorosamente poggiando le mani sul bancone bianco di marmo.
Solo un messaggio in due giorni e sto impazzendo!
Qualcosa mi colpisce la testa per poi cadere con un tonfo sul pavimento di legno del bar, neanche un secondo dopo accade la stessa identica cosa. Mi giro di scatto ritrovandomi Harry che gioca con le bustine di zucchero, abbasso lo sguardo trovando vicino ai miei piedi quelle che mi ha appena lanciato.
Perchè continua ad apparire quando meno me lo aspetto?
-Mi ricordi quanti anni hai?- chiedo ridendo e avvicinandomi.
-Tre. - risponde con una scrollata di spalle.
Cerco di stamparmi la sua immagine nel cervello per quando andrà via, indossa una camicia gialla che ha lasciato aperta sul petto come il suo solito, mi chiedo come faccia a non morire di freddo. Il mio sguardo passa sul suo braccio dove noto un nuovo tatuaggio. Mi avvicino allungando la mano sul suo braccio poggiato sul marmo.
-E' nuovo?- chiedo sfiorando il disegno di quello che sembra una sirena, sembra essere ancora in rilievo sulla pelle.
Harry sorride soddisfatto. -Dimmi Cam, li hai imparati a memoria vero?- mi fa l'occhiolino e quando mi rendo conto che allude al fatto che devo averlo fissato parecchio l'altra notte sento il sangue salirmi sul viso. Gli lancio sul petto una bustina di zucchero facendolo ridere.
-Presuntuoso!- esclamo alzando gli occhi al cielo. -Non ti vedo da due giorni ma almeno ora so che sei stata chiuso in una stanza con un tatuatore. -aggiungo incrociando le braccia al petto.
-Ti sono mancato?- chiede alzando un sopracciglio mentre una ciocca di capelli gli cade sul collo formando un boccolo perfetto.
-Sei insopportabile oggi, sei già stato avvertito?- cerco di nascondere un sorriso che mi spunta spontaneamente sul viso. Vedo che sta per rispondere ma veniamo interrotti da un ragazzo che alla sua sinistra si schiarisce la voce per attirare la nostra attenzione, faccio silenzio aspettando che chieda ad Harry di fare una foto ma il suo sguardo si ferma su di me.
-Posso avere una cioccolata calda da portare via?-
Ritorno alla realtà nel giro di pochi istanti, maledetto Harry, mi ero dimenticata di essere a lavoro. Annuisco scusandomi per poi correre a prendere un bicchiere in cui versare la bevanda calda che per fortuna non richiede molto tempo da preparare. Ritorno dal ragazzo portando il bicchiere mentre lui mi porge una banconota da cinque sterline.
-Scusa se ti ho fatto aspettare. - mi scuso per l'ennesima volta mentre prendo il resto da dargli.
-Tieni pure il resto. - mi interrompe. -Non ti preoccupare, è stato un piacere!- esclama alzando la cioccolata e facendomi l'occhiolino, mi trattengo da spalancare la bocca e gli faccio un sorriso.
-Goditi la cioccolata. - rispondo salutanto.
-A presto ... come ti chiami?- mi allunga la mano da sopra il bancone e vorrei scoppiare a ridere. Ci sta provando o mi sbaglio? Non è neanche male ad essere onesta.
Apro la bocca per rispondere ma Harry si schiarisce la voce attirando l'attenzione. Il suo sguardo si ferma sul ragazzo che sembra minuscolo rispetto a lui in questo preciso istante e decisamente meno attraente ora che Harry è rientrato nella mia visuale.
-Ciao. - il ragazzo batte la ritirata lasciandoci soli.
-Lo hai spaventato... - commento ridendo ma il suo sguardo rimane serio.
-Ci stava provando con te. - dice con lo sguardo accigliato facendo rispuntare la ruga sulla fronte.
-Se anche fosse?- lo punzecchio un pò ancora incrudele che fosse così effettivemente.
-Non mi piace. - il suo sguardo mi trafigge come una lama mentre sento lo stomaco chiudersi e ridursi ad una noce.
Che vuol dire che non gli piace? E io che ci posso fare poi?
Rimango a guardarlo cercando qualcosa da dire, una mano si posa sulla mia spalla riportandomi con i piedi a terra.
-Harry? Giusto?- chiede mio padre verso di lui.
Harry annuisce scattando in avanti stringendo la mano di mio padre per salutarlo.
-Come va?- gli chiede mentre io sono impegnata a fissarmi i piedi continuando a ripensare alle sue parole.
-Tutto bene, grazie!- risponde mio padre e riesco ad immaginare un sorriso compiaciuto sul suo viso. -Come mai da queste parti? Lavoro?- gli chiede poi lanciando un'occhiata veloce verso di me.
-Si ... no, cioè ... - Harry si schiarisce la gola. -Posso rubare sua figlia solo per questa volta? Ha finito il suo turno?-.
E ora con chi esce? Prima mi fa questa sparata con quel tizio della cioccolata e ora se ne va? Alzo lo sguardo verso di lui e noto che mi sta già guardando, così come mio padre.
Ah già, parla di me.
Mio padre mi guarda leggermente preoccupato mentre io sono davvero imbarazzata, per lui, per Harry, per tutto onestamente. Annuisce dopo averci lanciato un'ultima occhiata che non riesco a decifrare, saluta Harry e sparisce nella cucina.
-Andiamo da qualche parte?- chiedo slacciandomi il grembiule nero dalla vita.
-Voglio farti vedere una cosa.- risponde annuendo.
Prendo il cappotto e la borsa dagli appendini togliendo l'elastico dai capelli lasciando che cadano lisci lungo le spalle. Harry mi sta già aspettando vicino la porta d'entrata ma afferro un bretzel dal bancone per poi raggiungerlo, apre la porta facendomi uscire per prima. L'aria fredda mi fa rabbrividere nel mio cappotto in cui cerco di stringermi il più possibile, camminiamo per qualche metro finchè non arriviamo alla macchina. Mi siedo iniziando a mangiare ma noto che mi guarda con un'espressione sofferente.
-Cosa?- chiedo dopo aver finito di masticare.
-No in macchina... - borbotta guardandomi.
-Ma dai!- esclamo ridendo ma lui è serio. Lo guardo per qualche secondo dando un altro morso
al bretzel, lo vedo sbuffare e alzare gli occhi al cielo.
-Fai il bravo!- dico ridendo. -Puoi averne un pezzo!- aggiunge allungando la mano verso di lui, non se lo fa ripetere due volte che quasi mi morde un dito.
-Non hai anche da bere?- mi chiede mentre si immette nel traffico.
-Pensavo non si mangiasse qua dentro. - rispondo scuotendo la testa mentre l'abitacolo si riempe della sua risata.

La macchina si ferma di botto mentre sto mandando un sms, alzo lo sguardo verso di Harry vedendo il suo sguardo preoccupato, guardo cosa lo preoccupa così tanto e la bocca mi si spalanca.
-Ma che .. - non riesco a finire la frase mentre guardo almeno cinquanta ragazze ferme d'avanti ad un cancello. Alcune fanno foto, parlano al telefono o sembrano impegnate a scrivere qualcosa.
Harry afferra il suo telefono dal cruscotto per poi portarselo all'orecchio mentre supera velocemente il cancello facendo poi manovra.
-Sono bloccato!- dice al telefono mentre parla con chissa chi. -Non posso entrare da li. - risponde guardando velocemente verso di me. -Vengo da dietro. -. Lancia il telefono nel posto di prima mentre si sistema i capelli nervosamente.
-Dove siamo?- chiedo cercando di non irritarlo di più. Il suo viso scatta verso di me e ho quasi paura di aver detto qualcosa di sbagliato ma poi i suoi occhi si ammorbidiscono come se si fosse appena ricordato della mia presenza.
-Volevo portarti alle prove ... ci hanno pensato pure loro però. - ride in modo sarcastico. -Volevo farti vedere quello che faccio, non so.- aggiunge poi voltandosi verso la strada.
Poggio la mano sulla sua mentre cambia la marcia per poter attirare la sua attenzione, si volta verso di me sorpreso, i suoi occhi verdi mi fissano confusi.
-Mi piacerebbe molto. - gli dico seria, mi risponde con un sorriso che fa spuntare le fossette e mi rendo conto che mi è partito il battito cardiaco.
Mi riappoggio al sedile cercando di convincermi che il cuore andava a questo ritmo già da prima che lui mi guardasse. La mia autoconvinzione va avanti fino a quando non passiamo dal retro di questo palazzo attorniato da fan. Non appena Harry spegne la macchina veniamo raggiunti da due uomini che credo facciano parte del loro team.
Scendo dalla macchina seguita da Harry che saluta i due signori per poi passarmi un cartellino con il suo nome e dietro il logo della band.
-Se dovessero chiederti qualcosa. - mi spiega passando la corda colorata di stoffa morbida attorno al mio collo. Il pass di cartoncino duro si ferma sul mio petto nascosto tra i capelli. -Sanno essere abbastanza antipatici questi qui!- esclama facendosi sentire da i due che sbuffano divertiti stando al suo gioco.
La sua mano si poggia sulla mia schiena facendomi segno di incamminarmi verso l'entrata, qualche metro dopo superiamo un muretto che ci fa scoprire dalle ragazze al cancello che iniziano ad urlare e a chiamarlo anche solo per una foto, i flash delle macchinette dei paparazzi sembrano impazzire quando Harry entra nel loro raggio visivo. Mi giro su me stessa per chiedere cosa fare ma noto Harry sorridere verso le ragazze salutandole, il sole gli illumina il viso facendo brillare i suoi occhi, la sua camminata spedita e veloce lo fa sembrare ancora più slanciato e attraente, decido di stare zitta e di non rovinare questo momento perchè lui è troppo bello per essere reale. Mi affretto verso l'entrata e una volta dentro le orecchie iniziano a fischiare per via delle urla.
Nel giro di pochi minuti inizio a non capire più nulla, non so dove sto andando e Harry non è più al mio fianco. Mi ritrovo in una stanza a dir poco enorme piena di fili che sono poggiati sul pavimento, cerco di seguire con lo sguardo a cosa sono collegati ma mi perdo con gli occhi per quanto sono intrecciati. Su un lato della stanza ci sono dei cinque microfoni sorretti da delle aste nere ed è proprio li che Harry riappare magicamente, parla con un altro uomo e mi indica. Mi ritrovo seduta con questo sconosciuto di cui ho già dimenticato il nome.
-Funziona?- chiede una voce che rimbomba nella stanza facendomi notare le enormi casse ai lati del palco improvvisato. La voce è di una ragazzo moro con un leggero accenno di barba che viene subito raggiunto da un altro ragazzo castano, i suoi capelli sono notevolmente più corti. Li osservo per qualche secondo fino a quando non realizzo chi mi trovo di fronte. Mi siedo meglio cercando di assorbire tutto ciò che mi ritrovo di fronte, mai mi sarei immaginata di assistere alle loro prove.
Quando tutti e cinque i ragazzi sono pronti la musica inizia ad uscire dalle casse invadendo la stanza, ci sono almeno venti persone qua dentro: tutti concentrati verso di loro.
Le note mi entrano in testa quasi subito e dopo la terza volta, la seconda volta il biondo di nome Niall conosciuto al matrimonio ha fatto ridere tutti starnutendo al momento del suo assolo, inizio a ricordare le parole del ritornello che mi ritrovo a canticchiare con loro.
L'atmosfera è così bella e carica di emozioni che vorrei tirar fuori il cellulare e fare un video ma ho letteralmente paura che il gigante alla mia destra mi prenda a schiaffi. Rimango a guardarli, uno ad uno, quando cantano sembrano immersi in un altro mondo. Harry è talmente concentrato che quella sua ruga adorabile si forma sulla fronta e mi ritrovo a puntare i piedi per terra per paura di non riuscire a fermarmi dall'alzarmi per andare da lui.
La musica termina e i ragazzi si dileguano dal palco lasciandomi con la voglia di chiedere un bis, mi alzo cercando con lo sguardo Harry sperando che non mi abbia lasciato qui.
-Ehi!- .
Una voce alle mie spalle mi fa trasalire, scatto girandomi all'indietro.
-Ciao!- . Mi ritrovo a pochi centimetri da due occhi blu che mi fissano curiosi.
-Ciao.. - rispondo incerta.
-Sei qui per una foto?- mi chiede incrociando le braccia al petto.
-No..è venuta con me, Louis!- Harry riappare alle mie spalle facendoni trasalire per l'ennesima volta in pochi minuti.
-Bhè.. la foto non mi dispiacerebbe...- commento con una scrollata di spalle. -Piacere Cam!- allungo la mano verso Louis che afferra ricambiando la stretta.
-Piacere, Louis!- risponde per poi andare via con un gesto della mano.
-Allora?- mi chiede Harry con gli occhi che brillano. -Com'era?-.
-Meglio di youtube!- esclamo ridendo. -Bravi e la canzone è stupenda, scritta da voi?- chiedo sinceramente curiosa. Il testo è davvero stupendo, una di quelle ballate che vorresti ballare sotto la pioggia stretta alla persona che più ami al mondo.
Harry si lancia in una descrizione dettagliata della stesura del testo avvenuta qualche mese fa a cui hanno collaborato tutti e cinque per poi passare alla musica. Più parla e più mi sento affascinata, ha qualcosa nel modo in cui lo fa che attira ogni cellula del mio corpo, potrei stare a sentirlo per ore.


-Sono io!- urlo entrando nel soggiorno in cui sono cresciuta.
La testa di mia madre spunta dalla cucina salutandomi con un sorriso, la raggiungo sedendomi sul bancone della cucina ricevendo occhiate storte da mia madre che come sempre non vuole vedermi seduta vicino ai fornelli della cucina.
-Mi sorprende vederti sveglia alle dodici di domenica mattina. - mi dice mentre controlla la temperatura del forno. - Sei qui per darci una brutta notizia?-.
Alzo gli occhi al cielo. Quanta drammaticità in questa donna!
-Non potrei essermi svegliata in un orario giusto per una volta?-
Il suo sguardo mi inchioda al mura mentre il suo sopracciglio forma un arco perfetto.
-Okay, magari Cait mi ha buttato giù dal letto... - commento sconfitta facendola ridere.
-Almeno ora posso stare tranquilla. - dice. -Apparecchia la tavola!-.
Mi armo di una tovaglia pulita e di buona volontà iniziando a distribuire posate e bicchieri per tutta la tavola al centro della stanza. Una volta finito mi butto sul divano fissando il soffitto ma una volta alzata la testa un giornalino mi cade sul naso finendo sul mio grembo. Lo afferro notando che è un giornale di gossip. Sfoglio le pagine fino a quando non trovo il bellissimo di viso, saltello sul posto mettendomi a leggere mentre mia madre si siede affianco a me in silenzio.
L'articolo è davvero stupido, insinuano che lui abbia una relazione con una ragazza e che hanno addirittura le prove, avranno sicuramente fatto qualche fotomontaggio. Alla fine della pagina hanno messo questa prova indiscutibile e all'improvviso mi si gela il sangue. Metto a fuoco la foto cercando di dirmi che è uno scherzo, sull'immagine ci siamo noi vicino alla sua macchina.
Lo sa Harry di queste foto?
Sicuramente si...dovrei chiamarlo?
Lui è bellissimo come sempre, i capelli sciolti sulle spalle e la camicia che lascia poco all'immaginazione, io al contrario non mi piaccio per nulla, un lamento mi è esce dalla gola.
-Che hai?- mi chiede mia madre.
-Devo mettermi a dieta.. e devo prendere un paio di jeans nuovi...- rispondo continuando a cercare tutti i minimi difetti.
-Che problema hai ora?- sbuffa divertita.
-Questi jeans mi fanno un sedere enormi!- esclamo mostrando la mia immagine. Mia madre guarda la foto per poi alzare gli occhi al cielo. Riprendo il giornalino ma me lo strappa dalle mani, guarda la copertina e poi mi guarda con gli occhi spalancati.
-Che diamine ci fai su questo giornale?- mi chiede scioccata.
-Ecco...- inizio a cercare qualcosa da dire quando mio padre spunta dal suo ufficio interrompendoci.
Ci sediamo al tavolo pronti per pranzare, quando sono arrivata a metà del mio piatto di pasta mio padre si schiarisce la voce dopo aver bevuto un pò d'acqua.
-Com'è andata ieri?- mi chiede con un tono molto diplomatico.
Alzo lo sguardo incontrando i suoi occhi attenti.
-Bene!- esclamo sentendomi sotto interrogatorio. -Sono uscita con Cait, per l'una stavamo a casa..- li informo ficcandomi un boccone in bocca per evitare altre domande. Mio padre sbuffa spazientito.
-Intendevo ieri pomeriggio. -.
-Perchè cosa è successo ieri pomeriggio?- chiede mia madre curiosa.
-E' andata via prima.. - inizia a spiegarle mio padre per poi essere interrotto di nuovo da lei.
-Perchè? Non stavi bene tesoro?- mi guarda allarmata.
-Oh no, stava molto bene!- esclama sarcastico mio padre.
-Non sei un pò grandino per queste battutine?- borbotto scuotendo la testa.
-Mi stai dando del vecchio?- mi risponde facendomi ridere.
-Ma si può sapere che è successo ieri?- richiede mia madre sempre più confusa.
Il caos, il caos più totale.
Rimango qualche istante a guardare mio padre ridere e mia madre impazzire dalla curiosità per poi decidermi a svuotare le tasche.
-Mamma, non è niente di che! Hai presente le foto del giornare?- la vedo annuire velocemente. -Ecco, ero con lui ieri pomeriggio.- spiego senza troppi giri di parole.
-Ma lui non è quello di quella band?- mi chiede con gli occhi spalancati. Annuisco guardandomi le unghie in modo nervoso, odio il terzo grado.
-State insieme?- mi chiede all'improvviso mio padre con lo sguardo duro.
-Cosa?- arrivo quasi ad urlare. -Siamo amici. - rispondo sentendo le guance andare a fuoco, forse l'intero viso mi sta andando a fuoco. La strana sensazione delle sue labbra sulle mie mi fa ribollire il sangue nelle vene e sento di non poter stare più seduta su questa sedia.
-Guarda quanto è rossa!- esclamo mio padre dando una gomitata a mia madre che lo rimprovera con lo sguardo.
-Okay se il dolce non c'è io andrei!- dico alzandomi ma ricevo solo delle risate come risposta.

Mi rigiro nel letto terribilmente infastida da uno strano ronzio nella stanza, agito la mano vicino l'orecchio cercando di fare andare via il moscerino che probabilmente mi ha scelto come vittima. Lo strano rumore continua nonostante tutto, mi alzo mettendomi seduta. Sono immersa nel buio della notte, la sveglia segna le tre e mezza del mattino e quello strano ronzio continua a farmi impazzire. Passa qualche istante prima che mi renda conto che è il mio telefono a squillare, devo averlo lasciato acceso quando mi sono addormentata. Non riconosco il numero ma rispondo prima che la chiamata finisca.
-Pronto?- la mia voce suona rauca per colpa del telefono.
-Cam? Ti ho svegliata?-.
Rimango interdetta a fissare il vuoto con il telefono appiccicato all'orecchio.
Per quale maledetto motivo Harry mi sta chiamando nel cuore della notte? E' ubriaco?
-Harry?- domando confusa.
-Oddio, è notte fonda a Londra!- esclama come se stesse parlando da solo. -Mi dispiace, scusa!-.
-Dove sei?- chiedo adesso che mi sono ormai svegliata.
-In America.- .
Devo aver dimenticato la velocità con cui si viaggia ora perchè altrimenti non mi sembrerebbe strano che se una persona sparisce per un giorno si possa poi trovare dall'altra parte del mondo, letteralmente.
-Oh...- .
-Mi dispiace, chiamami quando sarà giorno. - mi propone scusandosi.
-Sarà notte da te poi. - rispondo facendo due calcoli a mente.
-Giusto!- esclama ridendo.
-Senti, ormai mi hai svegliato, dimmi il perchè e facciamo prima!- dico senza fare troppi giri di parole. Ci deve essere un motivo se mi ha chiamato, ora voglio saperlo.
-Devo parlarti e non vorrei farlo al telefono ma so qui... - inizia a parlare nervosamente, inizio a mordicchiarmi un unghia mentre sento che una certa tensione mi sta riempendo lo stomaco...

....CONTINUA....


* AUTORE *
Nuovo capitolo finalmente, aggiornerò prestissimo!
Grazie a chi segue e a chi recensisce!

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