Sarah

di MysteriousSx
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Le stranezze di Izzy ***
Capitolo 2: *** Addio ***
Capitolo 3: *** Fuga dall'orfanotrofio ***
Capitolo 4: *** Stelle che esprimono pensieri ***
Capitolo 5: *** Vecchie conoscenze ***
Capitolo 6: *** Cody, ti ho trovato! ***
Capitolo 7: *** Sarah è mia figlia! ***
Capitolo 8: *** Mai più sofferenze ***
Capitolo 9: *** Domande... non poi così banali! ***
Capitolo 10: *** Verità negate ***
Capitolo 11: *** Ti voglio bene ***
Capitolo 12: *** Questo amore durerà per sempre ***
Capitolo 13: *** Pensieri di tutte le verità ***
Capitolo 14: *** Ma sarà veramente mio padre? ***
Capitolo 15: *** Vorrei che fossi mio padre ***
Capitolo 16: *** Mia figlia ***
Capitolo 17: *** La mia notte ***
Capitolo 18: *** 2 anni dopo... ***



Capitolo 1
*** Le stranezze di Izzy ***


Ehiii eccomi qua! *saltella* Ok, la smetto! Ok, è l'ennesima Cozzy che scrivo, ma vi prego non odiatemi per questo!! E' solo che è una coppia che mi da' l'ispirazione per scrivere. Ovviamente, non è l'unica *fa' l'occhiolino*! Comunque, anche questa FF è avvolta nel mistero e nei segreti *ulula come fanno i fantasmi*! Ok, ora basta! STO' DELIRANDO!
Comunque ve l'anticipo un po': allora *respira* siamo ad A Tutto Reality l'isola, nell'intervallo fra' la 6^ e la 7^ sfida (ovvero nei tre giorni che vengono dopo la 6^ sfida, quando i concorrenti possono fare quello che vogliono) e Gwen comincia ad avere dei sospetti verso Izzy, che da qualche giorno si comporta in modo assai strano... se volete scoprire il perchè, leggete e capirete! *occhiolino* Ciaoo dalla vostra MissNiceOwl289! ;) <3 Buona lettura!


Si capiva che Izzy era strana.
Cioè vabbè, era sempre Izzy. Ma ultimamente era più “Izzy” del solito. Se ciò era dovuto al fatto che si era messa con Cody, non lo so’.
Fatto sta’ che era davvero troppo strana.
Per esempio, stamattina, si è svegliata alle 6.00 perché doveva andare in bagno a vomitare.
Erano già passate 6 puntate e fra’ tre giorni ci sarebbe stata la 7^. Io sto’ cercando di rimettere a posto le cose con Trent, e sinceramente non voglio pensare ad Izzy.
Ma il fatto di stamattina, mi ha incuriosito, così ho deciso di seguirla.
E ho fatto bene: si sta’ dirigendo in infermeria. Che ci va’ a fare? Forse vuole capire perché ha vomitato, magari ha avuto un’indigestione e vuole capire da cosa è dovuta.
Ma non è così. Mi sono sbagliata completamente.
Izzy sta’ frugando tra gli scaffali. Ad un certo punto esclama:
“Eccolo! Ce l’hanno allora!”
“Che cos’è che hanno, Izzy?” dico io, intervenendo. Lei si gira e mi guarda preoccupata. Bene, l’ho smascherata.
“Gwen, da quanto sei qui?”
“Abbastanza!” rispondo io avvicinandomi “Si può sapere che combini?”
“Mah, niente di che! Volevo solo vedere se… se… se hanno le pasticche per il mal di testa!”
“Si, come no…”mi avvicino e le strappo la scatola che ha tra le mani.
La porto davanti ai miei occhi.
Oddio! E’ un test di gravidanza!
No, non può essere… insomma… le regole del reality non lo permettono… ma allora?
Cavolo! Il mio cervello si sta’ incasinando, devo farmi spiegare!
“E così queste sarebbero pasticche per il mal di testa, eh?”
“Ridammelo, Gwen!”
“Ma neanche per idea!” cerca di prendermelo, ma io sollevo la mano dove lei non può arrivare.
“Si può sapere cosa ti è successo? Ti ha dato di volta il cerv… ah, giusto! Il tuo cervello è già partito da un bel po’!”
“Dai finiscila, dammelo!”
“Eh no! O tu mi spieghi che è successo o io corro da Chris e gli spiffero tutto…”
La mia faccia assunse un ghigno malizioso. Adoro minacciare la gente!
“Ma che vuoi che sia successo?Eh? Penso che tu ci sia già arrivata, no? Smettila di fare queste domande del cazzo!”
Era davvero infuriata… la sua faccia era rossa di rabbia e i suoi occhi lanciano frecciate contro di me.
“Ma… tu non ne sei sicura, giusto?” domando.
“No, infatti lo devo verificare… se tu mi volessi ridare il test…”
“Ti ridò il test se mi dici quand’è successo…”
Izzy si gira, penso si sia calmata.
Tirò un paio di respiri profondi.
“E’ successo due volte…”
“Due volte? Due volte? Cioè tu e Cody…”
“No, la prima è stata con Owen!”
“Con Owen?”
“La smetti di ripetere quello che dico? Con Owen ci sono stata quando ancora non stavo con Cody…”
“E con lui, invece?”
“Con Cody è accaduto la sera dopo la 5^ sfida… ci eravamo messi insieme 2 giorni prima e poi quella sera… beh… è capitato!”
“Quindi se tu fossi incinta…”
“Si non saprei chi è il padre…”
“Beh… questo test indica anche da quanti giorni lo sei… quindi…”
“Sarà facile scoprirlo!”
“Esatto!”
“Mi aiuterai?”
“Certo!”
“Grazie, Gwen!”
 
Stiamo aspettando. Quel cavolo di test ancora non dice niente.
Izzy era agitata. Batteva i piedi sul pavimento. Si alzava, camminava avanti e dietro.
Il test diceva di aspettare 3 minuti. Ne erano passati 2. Forse sono più agitata io che Izzy.
E poi non riesco a capire perché la sto’ aiutando. Non siamo amiche, ne’ tanto meno nella stessa squadra.
Beh, non siamo amiche, ma potremmo diventarlo. Infondo, Izzy non è così male.
Il test che tengo tra le mani è vuoto. E sono passati 3 minuti. Quando ad un tratto, lo schermo vuoto si riempie con una faccina. Una faccina sorridente. Oddio, Izzy è incinta! E di una settimana… Cody…
“Ehmm… Izzy?” lei si ferma improvvisamente.
“Che c’è?”
“C’è che tra 9 mesi diventerai mamma!”
Si paralizza. È pietrificata!
“E il bambino è di Cody!”
Ora si siede. Vicino a me. Non passa molto tempo, che mi si butta addosso abbracciandomi, e piangendo. L’abbraccio anche io, non so’ perché. Forse… perché le voglio bene?
Sinceramente non lo so.
“Dai non fare così!”
“È una tragedia, capisci? Ho 16 anni, solo 16 anni…”
“Beh, potevate fare più attenzione!”
Eccola lì, la mia solita freddezza.
“Lo so’… sono una cretina…”
“No, che non lo sei!”
“Si, invece! Solo una cretina poteva combinare questo disastro!”
“Disastro? Izzy! Un bambino è la cosa più bella del mondo!”
“Si ma non alla mia età…”
 
“Allora, che pensi di fare?”
“Lo… lo voglio tenere!”
“Brava! Ora dobbiamo dirlo a Cody, dai andiamo! Ti accompagno…” comincio ad alzarmi ma Izzy mi prende il braccio e mi trattiene.
“No, non farlo ti prego!”
“Perché no? È il padre, deve saperlo!”
“No, che non deve! Perché noi faremo credere che il bambino è di Owen, vero?”
“E perché dovremmo farlo?”
Izzy mi guarda, poi appoggia la testa sulla mia spalla e mi dice:
“Sai tenere un segreto?”
“Ovvio, che sì…”
“Beh, allora… ho un po’ di segreti da raccontarti!”

BAM!! Izzy è rimasta incinta di Cody! Ma secondo voi, perchè non vuole che lui sappia niente e come mai Gwen cerca di aiutarla, anche se non è sua amica? Le vuole davvero bene come lei stessa crede? E cosa ne sarà del bambino (o la bambina, chissà)? Quali sono i segreti che Izzy vuole confessare a Gwen? Per saperlo, aspettate il prossimo capitolo ;)! MissNiceOwl289 vi saluta *prende il volo* CIAOOOOO! <3

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Capitolo 2
*** Addio ***


Eccovi servito il secondo capitolo di Sarah. Godetevi la lettura, io spicco il volo. Baci, Ciaoooo! :)

Io ed Izzy, siamo sedute su una pietra in mezzo alla foresta del campo Wawanaqua.
-Non voglio che Cody sappia del bambino, perché non penso che lo vorrebbe.
-Beh, credo sia logico. Ma forse sarà così solo all’inizio. Cody mi sembra un ragazzo responsabile. Di sicuro ti aiuterebbe.
-Non è solo questo, è anche per il fatto che… non credo sappia fare il padre.
-Ma neanche tu sarai in grado di fare la madre, all’inizio. Imparerete entrambi con il tempo a fare i genitori!
-Io non credo, Gwen! Ti prego aiutami a tenere questa cosa nascosta! Sei mia amica, no?
Non lo so’. Sono sua amica? Penso di sì, sennò, perché la starei aiutando?
Cavolo, l’ultima cosa a cui pensavo, era di stringere un’amicizia ad uno stupido reality show.
Ero venuta per i soldi, solo per i soldi. Ed ho trovato un’amica.
-Certo che lo sono! E ti aiuterò di sicuro!
-Davvero? Grazie!!
-Di niente.
 
Il giorno dopo, però, Chris, aveva scoperto tutto! E il reality fu cancellato! Ma nessuno seppe il motivo. Tranne me e la mia amica!
Non vidi più Trent. Peccato! Sentivo che tra noi poteva nascere qualcosa.
Ma avevo promesso ad Izzy il mio aiuto, e così, la seguii nella sua città.
I mesi passavano e la pancia cresceva. E arrivavano tanti messaggi, sia da Cody che da Owen.
Izzy non aveva sistemato le cose con nessuno di loro. E non voleva. Ignorava i messaggi sperando che si dimenticassero di lei. In quel momento, le importava soltanto di suo figlio. Nient’altro.
Sua madre la cacciò di casa quando seppe della gravidanza, così io e lei ci trasferimmo in una nuova casa. La nostra amicizia si solidificava, di giorno in giorno. Avevamo comprato libri dei nomi, vestitini, biberon e giocattoli per bambini. Non sapevamo se era maschio o femmina. Izzy lo voleva scoprire al parto.
Il dottore da cui andavamo ogni mese ci diceva che era tutto apposto.
Ma Izzy partorì, al 7imo mese. Avevamo i cellulari scarichi, non potevamo chiamare nessuno. E così la aiutai io, che in quei 7 mesi avevo letto molte cose sul parto. E alla fine, nacque la piccola Sarah Gwen Anderson. Izzy le affibbiò il mio nome, perché l’ho aiutata in tutto, quando tutti se ne fregavano. Ed io ero commossa.
Sarah era bellissima: aveva pochi capelli arancioni sulla sua piccola testolina, e non appena aprì gli occhi, ritrovammo lo stesso colore di quelli di Cody!
Dopo pochi giorni di convivenza con la bambina però, Izzy fece una cosa che io non mi sarei mai aspettata: decise di darla ad un orfanotrofio.
-Perché lo fai? Pensavo volessi tenerla!- le dissi io
-Apri gli occhi, Gwen! Non sono capace a fare la madre. E non lo sarò mai- mi rispose lei, urlando
-Imparerai!
-No, non è vero! Sono una pessima madre! E’ meglio che l’adotti una persona che sappia come ci si comporta con i bambini!
Non volevo che Sarah andasse in un orfanotrofio.
Ero affezionata a lei. Mi si sarebbe spezzato il cuore.
Izzy la voleva dare in adozione, ma lo avrebbe fatto con le lacrime agli occhi. Perché Sarah le sarebbe mancata, e molto, ma in fondo, aveva ragione. Non possiamo mantenere una bambina. Non ne siamo capaci. E non abbiamo neanche abbastanza soldi.
 
Toronto, febbraio 2007.
Siamo davanti all’orfanotrofio. È  un edificio brutto, grigio e con le crepe al muro. Non mi va’ di lasciare Sarah in questo posto.
-Sei sicura di volerlo fare, Izzy?
Izzy regge la bambina in braccio. È  avvolta da una coperta rosa. E dorme.
-Credimi, Gwen. Farà male più a me che a te, ma è giusto così! Sarah deve stare con persone che sappiano prendere cura di lei. Non con due incapaci come noi.
Respiro. E poi soffio l’aria fuori.
-Andiamo allora!
 
Izzy ha completato tutti i moduli richiesti. Ma prima di lasciare Sarah ad un infermiera le dice:
- Per favore, quando sarà più grande per portarla, le può mettere questa catenina?- e si toglie dal collo la collana che gli aveva regalato Cody. Una catenina di metallo, con una piccola C che penzolava.
-Ma certamente!
-Grazie! Ciao, tesoro mio.- Izzy bacia Sarah sulla fronte. E dopo poco lo faccio anch’io.
La vediamo scomparire. E poi usciamo. Torniamo a casa,e ci mettiamo a piangere.
 

 

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Capitolo 3
*** Fuga dall'orfanotrofio ***


Mi rigiro la collanina, tra le mani.  La guardo e non trovo una spiegazione. Come mai proprio una C se io mi chiamo Sarah?
La faccio cadere sul mio petto e mi alzo dal letto. Vado allo specchio del bagno. Sono più bassa dei miei compagni, nonostante anche loro avessero 5 anni come me.
Ho i capelli arancioni, più tendenti al marrone all’inizio, ma color carota verso il fondo, che mi arrivano alla fine della schiena. Mi strofino gli occhi color oceano, e poi mi lavo la faccia.
Mi vesto, e scendo al piano di sotto per fare colazione. Oggi, è il giorno d’adozione.
Ma tanto io resterò per sempre qui!
Nessuno mi vuole adottare e non so’ nemmeno il perché!
Vorrei solo capirci di più sulla mia vita.
Arrivo a colazione e mi siedo vicino a Bezzy, la mia migliore amica. Ha 7 anni e sa’ già leggere e scrivere.
“Ciao, Sarah!”
“Ciao, Bezzy!”
“Risolto il mistero della C?”
“Non ancora… non c’è niente che puoi fare per aiutarmi?”
“Beh, no niente, purtroppo! Insomma perché l’infermiera te l’ha data proprio l’anno scorso?”
“Boh, forse perché prima non potevo tenerla…”
“E che ti ha detto, quando te l’ha data?”
“Che era da parte di una persona speciale…”
 
Arrivano i nostri potenziali “genitori”. E io mi sistemo sulle scale, anche stavolta.
Se venissi adottata, non capirò mai chi sono i miei veri genitori. Ma tanto non corro il rischi di vivere con un’altra famiglia: agli altri genitori sembro strana. Mi manca anche un dente davanti, ce l’ho dalla nascita! Chi adotterebbe mai una bambina così?
E poi i miei compagni mi dicono anche che sono pazza. Bah, che ci sarà mai di male a stare appesi a testa in giù dalla sbarra superiore del letto a castello?
L’unica amica che ho è Bezzy. Se oggi venisse adottata, resterò sola!
Vedo i genitori che si avvicinano a dei bambini e gli parlano o li fanno giocare con qualcosa.
Però ad un certo punto dalla porta compaiono due tizi strani insieme ad una ragazza.
Uno dei due ragazzi è alto e biondo e porta un cappello sulla testa. L’altro è basso con i capelli marroni e gli occhi color oceano. Non so’ perché, ma ho l’impressione di conoscerlo.
La ragazza invece, è bionda come il primo ragazzo, ha i capelli lunghi e gli occhi verdi, mentre lui ce li ha blu. Si tengono per mano. Saranno loro 2 a voler adottare uno di noi. Ma allora cosa ci fa’ con loro quell’altro ragazzo? La risposta non si fa’ attendere…
“Geoff, mi spieghi, perché se siamo noi a voler adottare un bambino, deve esserci anche Cody?”
“Ovvio! Perché è il mio migliore amico!”
“Ho capito ma…”
“Bridgette, siamo qui solo per vedere, oggi! E voglio che Cody mi aiuti a scegliere…”
“Secondo me non ha senso, ma fai come ti pare!”
Ad un certo punto mi sembra che quel “Cody” mi fissi. Io giro lo sguardo e guardo sopra di me dove sta’ appeso il lampadario di cristallo. Chissà come dev’essere dondolarsi lassù?
Cody, viene verso di me. Io arrossisco.
“Ciao!” mi dice.
“Ciao…” dico io, sempre arrossendo.
Mi sta’ fissando! Ma dov’è che l’ho già visto?
“Non vai a giocare con gli altri?”
Non gli rispondo. Cerco di capire cosa vuole da me.
Ad un certo punto mi sta’ per toccare il braccio con la mano, ma io mi allontano. Ma che vuole questo da me?
“Tranquilla non ti voglio fare niente!”
“E chi me lo dice?”
“Beh, io, no?”
Mi mordo il labbro. È un tic che ho da sempre.
“Che carina quella collana!”
Prendo la piccola C tra le mani e me la rigiro tra il pollice e l’indice.
“Come ti chiami? Caroline? Clove?”
“No! Mi chiamo Sarah!”
“E allora perché hai questa collana?”
“Non lo so…”
“Sai, una volta ne ho data una simile alla mia ragazza…”
Ora lo guardo.
“Ma non la vedo più da un secolo!”
“Come mai?”
“Lei… non si è più fatta sentire!”
“E a te manca?”
“Eccome!”
“Allora perché non provi a cercarla?”
“Beh, ci rivediamo tra 2 giorni con gli altri nostri amici in un campeggio qui vicino!”
“Bene! Così le puoi parlare…”
“Non credo sarà così semplice!”
E’ simpatico! Mi piace…
“Tu come ti chiami, invece?” gli chiedo io, prendendogli la mano.
“Mi chiamo Cody!”
“Piacere, Cody! Che ci fai qui comunque?”
“Aiuto un mio amico a cercare un bambino da adottare. Lui non è molto pratico in queste cose, ha bisogno di aiuto! Eheheh!
“Ahahah”
“Ehi Cody! Dobbiamo andare!” grida Geoff, il suo amico.
“Si arrivo! Ciao piccola!”
“Mi tornerai a trovare?”
“Ma certo!” e mi passa una mano tra i capelli.
 
2 giorni dopo
Atterro sull’erba. Sono scivolata giù dalla finestra con il lenzuolo del mio letto. Non so’ che ora sia ma direi all’incirca mezzanotte. Mi sistemo lo zaino sulle spalle e mi incammino.
Voglio trovare i miei genitori. E, Cody forse potrà aiutarmi.

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Capitolo 4
*** Stelle che esprimono pensieri ***


Continuo a camminare, a camminare. Aspetta, quello è un bosco. Perfetto! Nessuno mi troverà mai qui!
Vado avanti per il bosco almeno per un altro pezzo. Poi mi fermo.
Scelgo un bell’albero e mi siedo. 
Accidenti, fa’ un freddo boia. Meno male che mi sono portata dietro sia una coperta che un piccolo cuscino. Mangio un panino che mi ero preparata, prima di dormire.
Dal punto dove sono, riesco a vedere le stelle.
Provo a contarle, ma non ce la faccio, sono troppe!
Mi metto ad osservarle e poi penso: “Mamma, papà. So’ che non mi volete nella vostra vita, però sono io che vi voglio nella mia. Voglio solo trovarvi, abbracciarvi. Solo questo! E poi, se voi vorrete, me ne andrò così come sono entrata. Perché non mi volete? Ho fatto qualcosa di sbagliato? Sono stupida? Brutta? Anzi, orrenda? Perché non mi volete bene?
Comunque sia, io vi voglio bene! Anche se voi non me ne volete. E ve ne vorrò sempre. Anche se forse non vi vedrò mai!”
E poi, fissando le stelle, mi addormento.

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Capitolo 5
*** Vecchie conoscenze ***


Geoff.
Me lo ricordo ancora. Era la persona più odiosa di tutto il resto del cast del reality. E lo è anche adesso. Andiamo, me ne sono liberata quando il reality è stato cancellato, e adesso devo ri-sorbirmelo, in un cavolo di campeggio estivo, solo perché lui voleva rievocare i bei vecchi tempi?
Secondo me, è una cosa stupida. Per Izzy, invece, è una tragedia. 
Rivedrà Owen, e il padre di sua figlia Sarah, Cody…

Stiamo facendo le valigie. Alla fine l’ho convinta a venire con me. Che, chiariamo, ci vado solo per rivedere Trent.

“Izzy, ma dov’è la mia maglietta con il teschio davanti? Ce l’hai tu?” chiedo esasperata.
“No, Gwen! Così come non ce l’avevo 5 minuti fa’ quando me l’hai richiesta” dice lei sbuffando.
“Non sei d’aiuto!”
“Ma perché cerchi proprio quella?”
“Perché… rivedrò Trent dopo 5 anni… voglio… essere perfetta!” dissi, sognando ad occhi aperti il momento in cui io e Trent ci saremmo rincontrati.
“Nel tuo stile…”
“Ovvio! Uff… ma dov’è finita?”sbuffo ancora.
“Perché non la cerchi sotto il letto?”
Metto una mano sotto il letto e tasto. Ma non trovo la mia maglia, bensì un sonaglino. Lo tiro fuori.
“Guarda che c’era…” dico a Izzy, facendole vedere il giocattolo.
Izzy lo guarda e poi scoppia a piangere.
“Sarah…” singhiozza tra le lacrime. 
“Abbiamo fatto bene!” dico quella frase con un dolore al petto. No. Non avevamo fatto bene. Ma se glielo dico, almeno la smette di piangere.
“Chissà…” dice asciugandosi le lacrime “Chissà… com’è adesso che è cresciuta… secondo te, assomiglierà almeno un po’ a Cody?”
“Ah, non ne ho idea! Visto che non è qui, ma in un’altra città e non siamo mai andate a trovarla nemmeno una volta…”
“Ehi, è arrivato il taxi! Dobbiamo andare…” singhiozza in ultima battuta Izzy per poi asciugarsi le lacrime e portare fuori la sua valigia.
Io e Izzy, dopo Sarah abbiamo deciso di rimanere a vivere insieme, tanto eravamo sole. E poi insieme ci divertivamo molto: facevamo maratone di film horror ogni mese, mangiavamo schifezze in quantità e uscivamo tutte le sere per andare a ballare. Se Sarah fosse rimasta con noi non avremmo potuto farlo… ma che dico? Stò forse pensando che abbiamo fatto VERAMENTE bene ad abbandonare Sarah? No… dico solo che senza una bambina a cui pensare è tutto più semplice.
Chiudo la porta della nostra casa a chiave, e scendo le scale del pianerottolo. Vedo da lontano, una massa di capelli arancioni che corre. Per un attimo penso che sia Izzy, ma è troppo bassa. Quando sono arrivata alla fine del vialetto, la riesco a distinguere, è una bambina. Ci sorpassa, e corre per prendere un autobus che stava per partire.
“NO, ASPETTA, ASPETTAAAAAA!!” sta’ gridando quella bambina.
Alla fine, l’autobus si ferma e aspetta quella ragazzina. Ma perché ha qualcosa di familiare?
Sale sull’autobus, e riesco a vederle il viso. Ha sul serio qualcosa di familiare…

Arriviamo al campeggio dopo circa 3 quarti d’ora. Pago il taxista, e guardo il campo. Mmm, è messo molto meglio di Wawanaqua… ha tanti bungalow, tutti gialli, e anche spazi verdi, e un piazzale con delle casse intorno. E’ un campeggio attrezzato apposta per ragazzi! Devo ammettere che Geoff ha fatto una cosa giusta nella sua vita…
Ehi, ha proposito di Geoff… ora lo vedo. Cavolo, è cambiato parecchio. Certo, porta ancora quel ridicolo cappello verde sulla testa, ma ha un’aria molto più matura. Si tiene per mano con… Bridgette!
Ricordo che quando eravamo al campo, la consideravo simpaticissima. Però, sinceramente, ammetto che da quando conosco Izzy, non penso che ci sia ragazza più simpatica di lei. E poi, andiamo, ce la vedete Bridgette, la surfista amante dei delfini, che si guarda un horror? Una volta, al reality, avevo messo su “La madre” e lei non ha resistito i primi dieci minuti: si è messa davanti un cuscino e ci ha nascosto la faccia per il resto del film, sbirciando ogni tanto. Bridgette, rimane ancora una persona simpatica, ma Izzy è di sicuro la mia migliore amica, e nessuno la sostituirà mai.
Soprattutto, l’amicizia si rafforza se si deve condividere un segreto, ed io e lei ne condividevamo parecchi.
Appena ci vede, Geoff mi viene incontro e mi solleva da terra:
“Gwen, ah cavolo quanto mi sei mancata!”
“Geoff, mettimi giù se non vuoi che me ne vada!”
Geoff mi lascia andare e solleva Izzy.
“E tu come stai pazzoide?”
“B-Bene, anche se temo che un po’ della mia pazzia sia svanita…”
“Beh, certo…” e la rimette a terra “Ora abbiamo tutti ventun’anni! Siamo tutti un po’ più maturi!”
E detto questo le batte una mano sulla spalla.
Però Izzy, non lo guarda. Guarda il terreno. E io solo so’ il perché. Perché abbandonare una bambina senza assumersi le proprie responsabilità è da immature!
E poi, vedo qualcun altro avvicinarsi…
“Izzy…” dice piano, appena si avvicina. E’ Cody.
“Ciao, Cody! E’ bello rivederti…” e gli prende la mano.
“Perché sei sparita?” 
Mi allontano, ma non abbastanza da non sentire la conversazione.
“Perché… io… io non… volevo crearti problemi con Owen. Così ho cercato di non far soffrire nessuno dei due…”
“Ma… io e te… cioè stiamo ancora insieme vero?” e detto questo, Cody le prende entrambe le mani e le stringe.
Izzy esita un attimo prima di rispondere. Ma poi lo bacia.
“Certo che si!” dice sorridendo non appena si staccano.
“Ohh, meno male! Cominciavo a preoccuparmi…”
“Però… dovrò prima sistemare le cose con Owen!”
“Ci parlo io…”
“NO! Ti farebbe male!”
“Non mi importa! Sono stufo di giocare all’amante, Izzy!”
“Lo so’! Ma ci parlerò io! Owen potrebbe reagire molto male!” e poi Izzy e Cody si abbracciano.
Anche lui sembra più maturo. E’ più alto, ma mantiene comunque una bassezza minima. Gli è anche cresciuta un po’ di barbetta. Ma poca. Non ce lo vedo Cody con una barba.
Quindi, Izzy e Cody, stavano insieme segretamente? Sono amanti? Ma perché lei non mi ha detto niente?

Ci sto’ appunto riflettendo, quando sento qualcuno che mi tocca la spalla. Mi volto e mi ritrovo faccia a faccia con Trent. Oddio, è diventato… non bello stupendo. Con quella barbetta nera e i capelli allungati, e gli occhi verdi celati da occhiali da sole.
“Trent..” dico debolmente. Ero talmente emozionata, che non ho nemmeno pensato a cosa dirgli quando l’avrei rivisto.
“Ciao Gwen! Come va’?”
“Oh, ehmm, benissimo! E tu… tu invece? Sempre con il sogno di diventare un musicista?”
“Beh, si certo!” e mi sorride. 
“Ahhh, wow!”
Rimaniamo per un po’ in silenzio, poi lui mi chiede:
“Niente di nuovo nella tua vita?”
“No, non più di tanto… mi sono iscritta all’università d’arte contemporanea!” dico sognante.
“Fantastico! Mi ricordavo che avevi un certo talento per il disegno, e com’è? Difficile?”
“Bah, non più di tanto! E tu invece, qualche cambiamento?”
“Ehm, io mi sono fidanzato!”
Dice questa frase ed io mi gelo.
Ecco, lo sapevo, che non avrei avuto speranze. Cerco di sembrare naturale. Infondo, tra me e lui non c’è mai stato niente…
“Wow, sono contenta per te!”
“Grazie! Beh, vado a sistemare il mio bagaglio nel bungalow! Ci si vede stasera, a cena?” dice cominciando ad incamminarsi.
“Certo! A stasera!” Sollevo la mano e lo saluto. E poi piango.

Quella sera, siamo tutti riuniti davanti ad un falò ad arrostire marshmellow e parlando. Cody è andato a farsi una passeggiata con Geoff. Ad un certo punto, Courtney, “la saputella”, chiede:
“Ma secondo voi, perché avevano cancellato il reality?”
Io e Izzy ci guardiamo, complici e terrorizzate.
“Uff, e chi lo sa’!” dico io sbuffando “Magari, Chris non aveva abbastanza soldi per mandare avanti il programma o gli ascolti non erano abbastanza alti!” cerco di fare finta di non sembrare una bugiarda.
“Si, probabilmente sarà così!” mi da’ ragione Izzy.
“E’ probabile!” conferma Duncan.
Poi verso le 11, Cody e Geoff ritornano. Cody ha per mano una ragazzina. Con i capelli arancioni, come quelli di Izzy. Appena si avvicinano, la guardo. Ha degli occhi color oceano, e le manca un dente davanti. E’ la stessa che ho visto stamattina.
Sembra una bambina come le altre. Se non fosse per la somiglianza con Cody, e con Izzy. 
E poi per quella collanina che porta al collo, alla quale è appes
una C.

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Capitolo 6
*** Cody, ti ho trovato! ***


Oh, finalmente! Sono riuscita a prendere l’autobus. Non so’ di preciso dove voglio andare, solo il più lontano possibile dall’orfanotrofio, e da quella città. Già mi manca Bezzy.
Quando l’autobus fa’ la sua ultima fermata, scendo e mi ritrovo quasi vicino ad un campeggio.
Da dove mi trovo, individuo un ponte.
Perfetto. Posso passare la notte lì.
 
La sera arriva in fretta. E anche il freddo. Prendo un maglione dallo zaino e me lo infilo.
Il ponte è tutto grigio. E l’acqua sotto di lui scorre più o meno veloce. Mi alzo dal punto dove mi sono seduta e mi specchio nell’acqua.
Quando ero più piccola, volevo che qualcuno mi dicesse che ero carina, e che non c’era bambina più bella di me. Per tante volte, mi sono sognata in braccio a mia madre o a mio padre.
Peccato, che quel sogno non si avverava mai.
Non capisco nemmeno perché sono fuggita. Che speranze ho di ritrovare i miei genitori. Mi conveniva restare lì e aspettare che qualcuno mi adottasse. Avrei fatto meglio.
Continuo a guardare il mio riflesso. Quando Cody è venuto a trovarmi, non so’, ho avvertito questa somiglianza tra di noi. Chissà se lo ritroverò.
 
Ho iniziato a disegnare, da poco. Ho disegnato, me sopra un cavallo bianco, e vicino a me, ho disegnato due persone. Sono la mia mamma e il mio papà. O almeno come me li immagino io.
Mamma l’ho disegnata con i capelli arancioni, come i miei. E invece, papà è venuto più simile a Cody.
Fortuna che mi sono portata dietro i colori. Ma non la carta. E così ho disegnato sul muro del ponte.
 
Ho fame. Il mio stomaco comincia a brontolare. Mi metto seduta per non pensarci.
E poi ho chiuso gli occhi, e mi sono addormentata.
 
Vengo svegliata da una mano che mi scuote. Mi alzo di scatto e mi allontano di poco.
“Sarah, sono io. Cody!”
Mi avvicino e lo guardo. La luce della luna lo illumina. E’ lui. Cody.
“CODY! CODY! TI HO TROVATO!” gli vado incontro e lo abbraccio.
Lui aspetta un attimo. Poi però mi abbraccia anche lui. Mi sento al sicuro tra le sue braccia.
Mi hanno sempre detto di non parlare agli sconosciuti, ma di Cody, sento che posso fidarmi. Non è come gli altri.
“Che ci fai qui?” mi chiede, prendendomi in braccio.
“Sono scappata!”
“E come mai?”
“Voglio trovare i miei genitori?”
“Ma…”
“Si, lo so’ è impossibile. Ma sento che il mio posto non è in un orfanotrofio. E’ con loro, dovunque essi siano!”
“Sei intraprendente! Mi ricordi qualcuno…”
“Chi?” chiedo, curiosa.
“La mia ragazza…”
“L’hai poi trovata?”
“Si e abbiamo sistemato tutto!”
“Che bello sono contenta per te!” dico questo, e poi gli butto le braccia intorno al collo.
“Senti, non puoi restare qui! Ti va’ di venire in un campeggio con me e i miei amici?” mi propone.
“Ok, ci sto’! Però, tu mi darai una mano a trovare i miei genitori?”
“Ci proveremo, ok?” e mi porge la mano, come fa’ chi vuole che l’altro gli dia il cinque. Ed è quello che faccio io.
“Ok!”
Mi fa’ scendere e torniamo dal suo amico. Quello che è venuto qui con lui. Lo stesso che ho visto all’orfanotrofio. Geoff.
Faccio la sua conoscenza e Cody gli spiega chi sono e gli dice che mi porterà con se’ dagli altri.
 
Arriviamo al campeggio poco dopo. Vedo tutti gli amici di Cody.
Ma una, in particolare, attira la mia attenzione. Ho l’impressione di averla già vista. E’ una ragazza con i capelli arancioni, come i miei. E mentre mi guarda, gli occhi le diventano lucidi.

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Capitolo 7
*** Sarah è mia figlia! ***


No.
Non è possibile.
Non può essere lei…
Oh, svegliati Gwen!
Certo che lo è!
Guardala…è Izzy in miniatura, con qualcosa di Cody nell’aspetto. Tipo gli occhi!
Istintivamente, guardo verso Izzy.
È diventata paonazza, non si muove.
Sembra che non respiri.
Bridgette si alza e dice:
“Geoff, ma chi è questa bambina?”
Ma invece del suo ragazzo, le risponde Cody:
“Lei è Sarah, è scappata da un orfanotrofio di una città qui vicino. Era sola a prendere freddo sotto un ponte: non potevamo lasciarla lì…”
“Si, hai ragione!” concorda Courtney “Ma non possiamo mica tenerla qui! Dobbiamo riportarla subito indietro! Non abbiamo alcun diritto di…”
“NO, IO NON VOGLIO TORNARE LI’” urla Sarah “Quel posto è bruttissimo e io poi non voglio essere adottata da nessuno: voglio trovare i miei genitori!”
A quelle parole, giro la testa di scatto.
Vuole trovare i suoi genitori!
E loro due sono entrambi qui…
“Si, ma noi non possiamo nasconderti!” ribadisce Courtney.
“E perché no?” si difende Cody
“Ma sei scemo o cosa?” dice Courtney.
“Ehi, non dargli dello scemo!” dice, arrabbiata, Izzy.
“Senti: non ti ci mettere di mezzo anche tu…” continua Courtney.
“OH, LA VOLETE PIANTARE TUTTI QUANTI?” interviene Geoff.
“Tu la pensi come Cody?”
“Si! Se è scappata ci sarà un motivo: e ce l’ha anche detto!”
“Ma non è una scusa per tenerla!”
“Quelli dell’orfanotrofio la verranno di sicuro a cercare!” dice Duncan, intervenendo a favore di Courtney.
“Ma non sapranno che è qui, se teniamo la bocca chiusa!”
“Finiremo in guai seri! Violeremo una delle leggi del nostro paese…”
“No! Non verrà violata nessuna legge!” dice Izzy, così all’improvviso che mi fa’ sobbalzare.
“Ma Izzy… è come se l’avessimo rapita!” ribatte Courtney.
“Dicevo… che non viene violata nessuna legge… se la bambina è con sua madre!”
Tutti la stiamo guardando.
Io non so cosa dirle.
L’ha detto!
L’ha rivelato!
Courtney aspetta ancora un minuto, e poi parla:
“Izzy che vuoi dire?”
“Voglio dire che… Sarah è mia figlia!”

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Capitolo 8
*** Mai più sofferenze ***


Non credo alle mie orecchie. L’ho cercata tanto. E ora eccola qui! La mia mamma è lei. Ed identica a me! Solo gli occhi sono diversi. E’ esattamente come l’avevo immaginata. “Mamma…” mormoro, e le lacrime mi salgono agli occhi. Ma cerco di trattenerle. “Scusami, Sarah…” mi dice lei. Il viso rigato tutto delle sue lacrime. “Scusa se ti ho abbandonata! Non avrei dovuto farlo! Ma sono stata costretta.” Prosegue lei scusandosi. La verità, a volte, arriva quando meno te lo aspetti. Perché è stata costretta? No! Non lo voglio sapere. Ora l’ho trovata! E questo mi basta. Ad un certo punto, non sento più il calore della mano di Cody, che abbandona la mia lentamente. Alzo il viso e lo guardo. Sembra agitato. E la cosa mi preoccupa. Sposto lo sguardo da lui, a mia madre. Sta’ ancora piangendo. E ora piango anch’io. Ma di felicità, non di tristezza. Non dovrò più tornare in quell’orfanotrofio. Mai più. Ora ho lei. “Mamma!” dico piangendo. Lei mi guarda e mi sorride. “MAMMA!” dico di nuovo, questa volta mentre le corro incontro per abbracciarla. Lei mi stringe e io le metto le braccia intorno al collo. Mi prende in braccio e io continuo a piangere. Sono troppo felice. Mi stacco da lei e la guardo, sempre abbracciandola, però guardandola negli occhi. “Io avevo paura che non mi volessi bene!” “No, tesoro! Certo che te ne voglio. È stato difficilissimo lasciarti in quel postaccio. Credimi. Ma adesso non ti lascerò mai più, te lo prometto!” E io l’abbraccio di nuovo. Non voleva abbandonarmi, l’ha fatto per un altro motivo, non perché non mi vuole bene. Sto’ così per un bel po’. Voglio godermelo questo abbraccio. Perché vale per tutti quelli che avrei potuto avere in questi cinque anni. E perché, finalmente, ho avuto una risposta ad una delle mie domande. La mia mamma mi vuole bene.

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Capitolo 9
*** Domande... non poi così banali! ***


Freddo.
Caldo.
Non so’ cosa provo.
Di certo, una sensazione di vuoto.
“Sarah è mia figlia”
Quella frase mi sta’ rimbombando nel cervello.
Lascio andare lentamente la mano di Sarah.
Izzy… Izzy è sua madre?
Ma come è possibile?
Aspetta…
Lei ha cinque anni…
E noi due cinque anni fa…
Io… potrei essere suo padre?
No, certo che no!
Me lo avrebbe detto.
Perché avrebbe dovuto tenerlo nascosto?
La mia bocca sta’ tremando…
E i miei occhi stanno per lacrimare…
Guardando la scena davanti ai miei occhi…
Sarah e Izzy abbracciate, entrambe in lacrime…
Ho bisogno di una spiegazione!
“Ehmm, Izzy, puoi spiegarci meglio?” chiedo. Ma perché faccio domande banali?
Lei mette giù Sarah e poi parla:
“Certo… è giusto che sappiate. Il vero motivo per cui A Tutto Reality è stato cancellato è stato perché Chris ha scoperto che io ero incinta. Così dopo, io e Gwen siamo andate a vivere insieme, e quando lei è nata l’abbiamo data ad un orfanotrofio, perché non avevamo abbastanza soldi per mantenerla e perché non ci sentivamo pronte… o meglio io non mi sentivo pronta…”
Gwen la guarda annuendo.
Io scrollo la testa e mi metto seduto, con la testa fra le mani.
“E il padre… chi sarebbe?” chiedo.
“Beh, mi sembra ovvio…” dice lei guardandomi.
Io?
“Il padre è… Owen! Visto che è l’unico ragazzo con cui sono stata!” e volta lo sguardo vero Owen.
Io la guardo.
No, no, no…
Owen no!
Tutto ma non lui!
E’ vero che Izzy c’è stata…
Ma… non me lo aveva mai detto che anche loro due l’avevano fatto.
Non è possibile.
Rassegnati Cody.
Ormai è così.
Non puoi farci niente se ti sei innamorato di una stronza.
Mi alzo e le vado vicino.
E poi le sussurro:
“Sei semplicemente una stronza!”
E poi me ne vado nel mio bungalow.
A piangere, finalmente.

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Capitolo 10
*** Verità negate ***


Eccomi qua! Scustemi tanto se non ho aggiornato ma ero a corto di ispirazione! Comunque ecco a voi, un nuovo, emozionante capitolo di Sarah! Buona lettura *prende il volo*

“PERCHE’ NON MI HAI DETTO NIENTE?” grida Owen.
Li sto’ sentendo bisticciare da più di 1 ora.
Non perché voglia ascoltare i loro discorsi, s’intende, ma perché ho paura per l’incolumità di Izzy.
Sarah sta’ seduta sul letto e dorme.
E’ proprio uguale a Izzy, non c’è dubbio.
Ma questa balla che ha detto lei, e cioè che è figlia di Owen, mi ha fatto proprio girare le scatole.
Poteva finalmente confessare tutta la verità, e invece ha raccontato un’altra bugia.
Non ho più visto Cody, ma suppongo che voglia stare da solo.
E ne avrebbe anche tutte le ragioni.
Sento bussare alla porta, così la vado ad aprire, e mi ritrovo davanti Trent.
“Ciao, Gwen!”
“Ciao… entra!” gli dico titubante.
Trent entra dentro il bungalow e fissa il letto di Izzy, con sopra Sarah.
“L’avresti mai detto? Izzy con una bambina?”
“No, non mi sarebbe mai parso possibile!”
“Già neanche a me!” e, detto questo, si siede sul mio letto.
“Tu quindi sapevi tutto?”
“Si, ma le avevo giurato che non avrei parlato con nessuno!”
“Mi racconti dal principio?”
E così mi lancio in un racconto che parte dal reality e finisce all’orfanotrofio.
Trent non mi interrompe e fa’ cenni con la testa.
E poi, ad un certo punto, quando finisco di raccontarglielo, lui mi bacia.
Rimango paralizzata.
Ma poi, lui si stacca.
“Scusa!”
“No, niente, figurati!”
“È che, sai, quando eravamo nel reality, avevo giurato a me stesso che prima o poi ti avrei baciato.”
“Ah, wow, ehm, ok non fa’ niente! Non devi scusarti! Facciamo finta che non sia successo…”
“Si, d’accordo, è meglio…”
Ad un certo punto, la porta si spalanca ed entra Izzy, stranamente, felice e rasserenata.
“Com’è andata?” le chiedo d’istinto, senza curarmi che nella stessa stanza c’era Trent e che io e lui c’eravamo appena baciati…
“Bene, tutto bene! Mi ha perdonata! Non è fantastico?”
“No, Izzy! No che non lo è! E tutte e due sappiamo il perché…”
Izzy volge il suo sguardo su Trent.
“Ah, ok! Io vi lascio sole! Ehm, Gwen?” dice Trent quando ormai ha già raggiunto la porta.
“Si?” gli chiedo.
“E’ tutto apposto, allora? No?”
“Si, certamente!” gli dico sorridendogli.
No, no che non era apposto.
Io lo amo, lo amo ancora!
Come può essere apposto se lui non mi vuole più?
Smetto di pormi questi interrogativi, e torno a pensare ad Izzy.
“Perché l’hai detto! Sarah non è sua figlia!”
“L’avevamo stabilito, al reality, ricordi?”
Si, me lo ricordo…
 
*Flashback*
 
 
 
“Allora, che pensi di fare?”
“Lo… lo voglio tenere!”
“Brava! Ora dobbiamo dirlo a Cody, dai andiamo! Ti accompagno…” comincio ad alzarmi ma Izzy mi prende il braccio e mi trattiene.
“No, non farlo ti prego!”
“Perché no? È il padre, deve saperlo!”
“No, che non deve! Perché noi faremo credere che il bambino è di Owen, vero?”
“E perché dovremmo farlo?”
 
*End of  flashback*
 
“Izzy, era una stupida promessa che ci siamo fatte 5 anni fa, quando ancora non sapevamo cosa fare!”
“Non importa! Me l’hai promesso e quindi vale ancora!”
“Ma perché? Dimmi il perché Izzy!”
“Perché Cody è ancora un bambino! Non ha idea di come si faccia il padre!”
“Neanche tu ce l’avevi! E adesso che ti è scattato qualcosa in quel tuo minuscolo cervellino, decidi che tu sei una brava madre e Cody non lo può diventare?”
“Si comporta ancora come un bambino! E poi Owen avrebbe scoperto tutto… e ti immagini cosa sarebbe successo? Mettiamo caso che io abbia detto che Cody è il padre… allora avrei dovuto spiegare un mucchio di cose ad Owen, che si sarebbe infuriato e se la sarebbe presa con lui, e magari gli avrebbe anche fatto del male…non capisci? Cerco anche di proteggerlo…”
Ora collego tutto: Cody e Izzy sono amanti. Lo erano da quando c’era stato A tutto reality.
Owen non sa’ niente.
Se Izzy avesse detto che Sarah è figlia di Cody, Owen avrebbe capito tutto della loro relazione.
E se la sarebbe presa con lui, di sicuro.
Izzy ha ragione!
Lasciamo le cose come stanno…
 
 

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Capitolo 11
*** Ti voglio bene ***


Mi sbatto la porta dietro le spalle, per poi gettarmi sul letto.
Inizio a versare lacrime a tutto spiano.
Mai, mai avrei pensato di piangere per una ragazza.
E invece lo sto’ facendo.
Non so’ quanto passa.
Forse mezz’ora.
Forse un’ora.
Sinceramente, non mi importa più niente del tempo.
Può passare tranquillamente, come il resto del mondo.
Il mondo può continuare ad andare avanti, io, invece, mi voglio fermare.
Voglio smettere di vivere.
Perché vivo soffrendo.
E la morte sembra l’unica via, adesso.
E’ veloce, rispetto a questa sofferenza che, invece, scorre lenta.
Sento la porta aprirsi e poi chiudersi.
Non mi volto per vedere chi è.
Ma poi, sento una piccola mano calda che mi tocca la spalla.
“Cody, perché piangi?” mi chiede Sarah.
Mi metto a sedere sul letto asciugandomi il più possibile le lacrime.
“Per… per una cosa che ho perso!”
“E cos’è?”
“Sei… sei troppo piccola per capire, ancora! Un giorno, forse, certe cose ti sembreranno più chiare.”
“Ho capito, non vuoi dirmelo…”
“Ecco, non è che non voglia… è che non voglio più pensarci, quindi se non ne parlo è meglio!”
“Ok! Allora, forse, conosco un modo per tirati su!”mi dice, sorridendomi.
“E qual è?”
“Alzati!” mi ordina e poi si alza e lo stesso faccio anch’io!
“E’ un gioco che facevamo sempre all’orfanotrofio, quando qualcuno di noi era triste!” mi spiega, e dopo mi prende le mani.
“Dobbiamo girare in tondo, prima piano e poi cominciando ad aumentare la velocità, tenendoci sempre le mani, però con gli occhi chiusi e fidandoci dell’altro!”
“Ok!”
“Però non è così semplice…”
“E perché no?”
“Perché devi pensare intensamente alla cosa che ti rende triste, e poi trasformarla nella tua mente, in qualcosa che ti rende felice. E dopo devi dirlo ad alta voce. Poi io farò la stessa cosa, e dopo continuiamo sempre così… hai capito?”
“Si, ho capito!”
“Allora chiudi gli occhi!”
Cominciamo a girare in cerchio, entrambi con gli occhi chiusi.
Io penso ad Izzy, a quello che ha detto poche ore fa’.
E poi lo trasformo…
“Cioccolato!” dico
“Farfalle!” risponde lei.
“Ehmm… mare!”
“Cielo!”
“Film d’azione!”
“Fiori!”
Andiamo avanti per un buon quarto d’ora.
E io non mi sono mai sentito così bene con qualcuno.
Come se tra me e Sarah ci fosse una sintonia.
Quando ci fermiamo io la prendo e le comincio a fare il solletico.
“Ahahahahahah dai Cody smettila!”
“No, no! Prova a fermarmi!”
E lei poi mi morde la mano!
“Ehi, così non vale, sei disonesta!”
“La vita va’ così, è giusta e sbagliata!”
“Dove l’hai sentita questa frase?”
“Ce lo diceva sempre la nostra tutrice, all’orfanotrofio…” mi risponde lei, per poi sbadigliare,e subito dopo crollare sul mio letto.
Non la sveglio. Non voglio.
Anzi, mi metto accanto a lei e l’abbraccio.
Non mi importa se lei è figlia di Owen.
Sento che c’è qualcosa che ci lega.
Qualcosa che non può essere spezzato semplicemente da un legame di sangue.
Prima di addormentarmi, le sussurro all’orecchio:
“Ti voglio bene! E te ne vorrò sempre, qualunque cosa succeda…”

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Capitolo 12
*** Questo amore durerà per sempre ***


Dopo aver riportato Sarah da Izzy, la mattina dopo, mi avvio verso il lago del campeggio.
Rimango lì, a guardare il sole che si rispecchia sull’acqua.
Penso a ieri sera.
Voglio bene a Sarah. Come vorrei essere suo padre…
Sento dei passi dietro di me, ma non mi volto.
“Credi non riuscire a sopportare tutto questo?” è la voce di Gwen.
“Che vuoi?” le chiedo, girandomi.
“Voglio capire perché stai così…”
“E secondo te? Tanto l’ho capito che sai tutto di me e Izzy…”
“Si, lo so’! Me l’ha detto! Ma devo capire qual è il tuo problema!”
“Il fatto che la mia ragazza ha una figlia, per esempio…”
“Senti, Izzy ha fatto delle enormi cavolate, e su questo siamo d’accordo. Ma lei ama te e non Owen. E anche se non sei il padre di Sarah, non devi per questo dare la colpa a Izzy! Quello che conta è che lei ama te!”
“Si, ma non è solo questo… è il fatto che non mi ha detto niente…”
“Cosa credi? Che essere madre a 16 anni fosse una bella cosa? Che fosse di una grande facilità?”
“No,certo! Ma l’avrei aiutata…”
“Davvero?”
“Certo, io la amo!” lo dico guardando il lago. Pensando a me e a lei.
E quanto saremo perfetti come famiglia, io, lei e Sarah.
Cosa che non saremo mai.
La amo ancora, anche se mi ha mentito.
Anche se Sarah non è mia figlia.
E giuro, che le starò vicino! Sempre….
“E’ molto dolce!”mi dice Gwen, alzandosi. “Beh, io vado…. Sarah deve fare la conoscenza di un po’ di persone… vieni anche tu!”
“Dopo, prima devo fare una cosa…”
 
Busso alla sua porta per 3 volte.
Aspetto con l’ansia e pensando a cosa dirle.
Ma prima che possa farlo, la porta si apre.
“Ciao…”
“Ciao!” le dico io “Posso… posso parlarti?”
“Certo, entra!”
Titubante, entro dentro. Sarah sta’ ancora dormendo. Sorrido vedendola.
Sento ancora, quell’affinità che c’era ieri.
Mi domando se sono io che desidero che sia mia figlia e allora me la immagino, o è vera…
“Che… che mi devi dire?” dice lei tremando.
“Voglio… farti sapere che io ci sono! Ti amo, e lo farò sempre, sempre, anche se tu un giorno non lo fossi più di me. Anche se Sarah non è mia figlia. Ti amo!”
Lei mi guarda. Dopo poco, i suoi occhi diventano lucidi. Vado lì vicino, e le asciugo le lacrime che ha iniziato a versare. Poi, l’abbraccio.
Lei ricambia, ma continua a piangere.
“Mi… mi dispiace.”
“Non è colpa tua. E’ successo”
“No, non è vero! Hai ragione tu, sono una stronza. Non mi merito un ragazzo come te.” Si asciuga le lacrime “Tu sei buono, dolce, altruista… sei perfetto! Perché stai con me?”
“Te l’ho detto! Non m’importa se non sei perfetta, se hai fatto degli sbagli, se mi hai mentito, io ti amo.”
Izzy si stacca e mi guarda. Le asciugo, ancora una volta, le lacrime.
“Mi piaci di più quando sorridi…”
Lei sorride. E poi mi bacia.
Sono sicuro.
La amo! Nonostante gli errori, le bugie, nonostante tutto.
Perché amare significa accettare i difetti dell’altro, fargli capire che ci sei, ma soprattutto… essere capaci di perdonare i suoi errori. Ed è ciò che ho fatto io.

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Capitolo 13
*** Pensieri di tutte le verità ***


Certo che non lo è!
Ma io non posso dirti niente.
Lo vorrei tanto fare, ma non posso.
Mi dileguo con una scusa e me ne vado.
Non so’ neanche dove.
So’ solo che la verità, mi sta’ uccidendo.
Perché devo ancora tacere, tacere, tacere.
Vagabondando, urto qualcosa, o qualcuno.
“Oddio, scusa!”
“Niente”.
Trent. Ma perché me lo ritrovo sempre tra i piedi?
“Ciao, Trent!”
“Ehi, allora… come va’?”
“Bene, bene… e tu?”
“Bene!”
Questo silenzio è decisamente imbarazzante.
“Senti… io devo dirti…” comincia a balbettare, Trent.
“Si, già lo so’!” gli rispondo, evitando il suo sguardo.
“Noi non…”
“Non possiamo stare insieme!”
“Gia’… volevo… volevo che fosse chiaro…”
“Tranquillo, ti sei spiegato benissimo!”
Me ne vado con questa freddezza.
Eccola’ lì, la mia solita freddezza, che non mi abbandona mai. Mai!

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Capitolo 14
*** Ma sarà veramente mio padre? ***


“E io sono Lindsay!” mi tende la mano e io gliela stringo.
“Piacere!”
“Bene, hai conosciuto tutti mi sembra!” mi dice mamma. “E adesso…” dice, prendendomi la mano e trascinandomi vicino ad un ragazzo alto e grassottello.
“Lui… lui è tuo padre!”
Mio padre?
Me l’ero immaginato diverso.
E’ biondo e ha gli occhi neri.
E allora come mai io ho gli occhi azzurri?
Boh, sarà un caso!
 
Owen… cioè, mio padre, mi ha chiesto molte volte a cosa volessi giocare.
Ma io giochi che mi proponeva non mi piacevano per niente.
Ora, mi sto’ avviando per il campeggio in cerca di movimento.
Vedo Gwen, da sola al lago. Le vado incontro.
“Ehi!” le dico.
“Ciao, Sarah! Vieni, siediti!”
Mi siedo vicino a lei.
“Allora, hai conosciuto Owen, a quanto pare!”
“Si…”
“E come l’hai trovato?”
“Boh, non lo so’! Non mi viene da chiamarlo papà. È strano?”
“No che non lo è! Lo hai appena conosciuto, è assolutamente normale che ancora tu ti debba abituare a chiamarlo papà…”
“Io però… può sembrare strano ma… non penso che lui possa essere mio padre!”

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Capitolo 15
*** Vorrei che fossi mio padre ***


Vado via dal lago.
Mi sta’ mettendo tristezza.
E vado nel posto dove sto’ più bene al mondo. La casetta di Cody.
Lui è dentro, lo vedo dalla finestra, e sta’ guardando un foglio.
Spingo la porta ed entro.
“Ciao!” gli dico sorridendo.
“Ehi!” mi risponde lui, mettendo via quel foglio.
“Che leggevi?” gli dico, mentre lui mi prende in braccio e mi fa’ sedere sulle sue ginocchia.
“Niente di che!” mi risponde lui.
Poi lo abbraccio. La mia testa è appoggiata sul suo petto.
Mi sento al sicuro. Protetta.
Vorrei restare così per sempre, abbracciata a lui.
Vorrei che nulla si frapponesse fra me e lui, fra questa nostra amicizia.
Vorrei… vorrei…
“Vorrei che tu fossi mio padre!” gli dico.
Lo sento che si divincola.
Come se lo avessi scosso.
“Cosa dici? Tu ce l’hai già un padre…”
“Ma non sei tu!” detto questo, lo stringo più forte.
Lui non apre bocca.
Mi sa’ tanto che ho detto qualcosa di sbagliato.
“Anche io lo vorrei…” dice poi.
E poi mi abbraccia.

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Capitolo 16
*** Mia figlia ***


“Anche io lo vorrei…” le sussurro, e poco dopo l’abbraccio.
Perché?
Perché dev’essere così?
Perché Owen dev’essere il padre legittimo di questo angioletto, e non posso esserlo io?
Io, che le voglio bene più di qualunque altra cosa al mondo!
Per questo, prima che lei arrivasse, stavo leggendo qualcosa che mi potrà far diventare suo padre.
Spero solo che Courtney, che ne capisce più di chiunque altro, mi possa aiutare.
Io e Sarah, restiamo abbracciati per così tanto tempo, che non so’ più quanto è passato.
“Posso dormire qui, stanotte?” mi chiede.
“Ma… non vuoi stare con i tuoi genitori, stasera?”
“Owen, non è mio padre…”
“Certo che lo è!”
“E chi lo dice?”
“Beh…” ecco, adesso vaglielo a spiegare, Cody.
“Tu ami la mia mamma, vero?”
Oddio!
Questa non me l’aspettavo.
E adesso?
“Si… ma cosa centra?”
“Se tu la ami, e lei ama te… allora perché io non posso essere tua figlia?”
Perché sei troppo intelligente per esserlo, penso.
Cavoli, fosse veramente così facile.
“Perché… non sono cose che decidiamo io e te. Sono cose che succedono e basta.”
“E perché, sono andate contro a me e a te, queste cose?”
“Non lo so… davvero… vorrei che non ci fossero andate contro!”
 
La tengo con me per tutta la sera. E me la godo.
Ci mangiamo tutte le schifezze più possibili ed immaginabili.
Poi ci spariamo 2 film… ok, cartoni animati, con i quali io faccio un salto nella mia infanzia.
Ci piacciono le stesse cose, abbiamo una passione sfegatata per il cioccolato… ci piacciono gli stessi cartoni animati.
Lei si addormenta verso le 11, dopo che le ho raccontato una favola.
Non la voglio riportare da Izzy e da Owen.
Voglio tenerla qui. Con me. Per sempre.
Ci vogliamo bene.
Come padre e figlia.
 
La porta che cigola, mi sveglia.
Mi sono addormentato vicino a Sarah.
Vedo Izzy sulla porta.
Mi alzo.
“Allora era qui, lo immaginavo!” mi sussurra ed io mi avvicino a lei.
“Si… scusa se non ti ho avvertita. Ti sarai preoccupata…”
“No, in realtà pensavo fosse con Owen. Le piaci molto, sai?”
“Si, lo so! Solo che non sono niente per lei…”
“Cioè?”
“Io… a me… a me piacerebbe essere il padre di questa piccoletta!” glielo dico così, a bruciapelo.
Lei non parla.
China la testa. La vedo, anche se è molto buio.
“Tranquilla… so’che non è possibile!” le dico, prendendole la mano.
“Non è vero…”
Non è vero?
Che vuol dire?
“Che… che stai dicendo?”
“Che ti ho raccontato un sacco di bugie, Cody. Che avrei dovuto dirti tutto dall’inizio. Che avrei dovuto lasciare Owen già dal reality. Che avrei dovuto dirgli di noi. Cosa che ho fatto stasera…”
“Tu… hai fatto… cosa? Ma sei impazzita?”
“Tranquillo! Gliel’ho spiegato che andava avanti da molto tempo, anche se non ci siamo mai sentiti, e lui… ha capito, e mi ha detto che lui aveva già capito da un pezzo che io non lo amavo più!”
Ecco… mi sono tolto un peso.
Io ed Izzy possiamo essere finalmente una coppia a tutti gli effetti.
“Per quanto riguarda Sarah… lui ha detto che non si sente pronto a fare il padre!”
“Davvero?” calma Cody, respira. “Giusto appunto, volevo dirti…” tiro fuori quel foglio di prima e glielo metto tra le mani.
“Che cos’è?”
“E’ una richiesta del tribunale… vorrei essere considerato il padre legittimo di Sarah!”
“Cody…”
“Lo so’ che non sarebbe come se fossi il padre naturale, ma…”
“Cody, io non…”
“Dai, pensaci! Potremo essere una famiglia!”
“Lo siamo già!”
“Cosa?” perché non capisco al volo.
“Sarah… non è mai stata la figlia di Owen…”
“Eh?” accidenti, perché non capisco?
“Cody… Sarah è tua figlia!”
Mi sento la testa che gira.
I miei pensieri vanno dal primo incontro con Sarah, a questa sera.
Poi tornano indietro di 5 anni, a Wawanaqua, quando ho rinunciato alla cotta che avevo per Gwen, per mettermi con Izzy. Quella sera, quella bellissima sera, in cui… l’abbiamo fatto.
Quella sera…
5 anni…
Tutto combacia!
Sono il padre di Sarah!
Sarah è mia figlia!
Sarah è mia figlia!
Abbraccio Izzy, e la tengo stretta a lungo.
“Perché non me lo hai mai detto?”
“Avevo paura che non saresti riuscito a fare il padre, come non ci sono riuscita io quando lei è nata. Così ho inventato la balla che Owen era suo padre. E poi era lui l’immaturo.
Avrei dovuto capirlo fin dall’inizio che avevate quel rapporto che non si può spezzare. Un legame che solo un padre con una figlia può avere. Avrei dovuto capirlo che avresti fatto tutto per lei!
Stasera, ho detto anche a Owen la verità! Voglio avere una famiglia con te, Cody!”
Ho capito.
Aveva ragione a considerarmi un immaturo.
5 anni fa’, sarei scappato come un vigliacco.
Ma ora… ora sono maturo. Sono padre. E sarò un padre responsabile. E magari anche un marito…
“Cody… è il mio papà?”
Sarah ha sentito tutto.
Meglio, sarebbe stato difficile spiegarglielo.
“Si, tesoro! Lui è il tuo papà!” le dice Izzy, con le lacrime agli occhi.
“Non è un’altra bugia vero?”
“No, stavolta no, piccola mia!” le dico io.
“Sei il mio papà?”
“Si, lo sono!”
“Che bello!” dice lei, per poi saltarmi al collo.
Ora sto’ piangendo anch’io.
“E’ il giorno più bello della mia vita!” dice di nuovo lei. “Lo sapevo! Lo sapevo che eri tu!”
La continuo ad abbracciare.
La tengo stretta a lungo.
Mia figlia.
 
 

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Capitolo 17
*** La mia notte ***


Gliel’ha detto!
Gliel’ha detto!
Finalmente le è tornato il cervello!
Non dovrò più mentire.
Corro come una pazza per il campeggio.
Pazza di gioia.
Gioia per loro tre, che potranno essere finalmente una famiglia.
Corro al lago, e urlo.
Urlo a chi può sentirmi.
Urlo al mondo.
Urlo di felicità.
“Gwen sei tu?”
E’ Trent.
Trent… devo riprendermelo.
Ci amiamo.
Lui lo sa’.
Noi due lo sappiamo.
Gli corro incontro e lo abbraccio.
Lui aspetta un attimo, ma poi mi bacia.
E rimaniamo così, a baciarci, per tanto, tanto tempo.
Non mi interessa più del tempo.
Sono libera.
Libera dalle bugie, dai pensieri, da tutto.
E ora voglio godermi me stessa.
Perché io sono Gwen, e sono libera.
Quando ci stacchiamo, Trent mi chiede:
“Mi vuoi sposare?”
Aspetto.
Trent mi vuole?
Trent mi vuole!
Questa notte la ricorderò per sempre.
La notte in cui mi sono liberata.
La notte, in cui ho detto a Trent:
“Si!”

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Capitolo 18
*** 2 anni dopo... ***


2 anni dopo…
 
Mi guardo allo specchio.
Il vestito da sposa mi sta’ benissimo.
Già, ma non è adatto ad una pazzoide.
Perché, ehi, anche se ho 24 anni, sono sempre io. Izzy, la stessa Izzy che voi conoscete.
A Gwen, il vestito, sta’ ancora meglio che a me.
Ho fatto bene a scegliere di sposarmi il suo stesso giorno.
Era stata lei ad avermelo proposto.
E a me quella proposta mi piacque subito.
“Allora, come mi sta’?”mi chiede lei, distraendomi dai miei pensieri.
“Ehmm… bene!”
“Non stona un po’ con il mio tono dark?”
“Ma scherzi? Tanto qui tutti ti conoscono! Ti sta’ benissimo, credimi!
“D’accordo, mi fido di te!”
“Izzy…” questo è Cody. Ma ancora non ha capito che vedere prima la sposa, porta sfiga?
“Ehi, ehi, fuori, tesoro! Porta male vedere prima la sposa! Non riesci a trattenerti, per altri dieci minuti?”gli dice Gwen.
“Uff…. e va bene! D’accordo, ma Sarah voleva stare qui con voi!”
“Va bene, lei puo’ entrare, tu fuori, Anderson!”
“Stai calma, eh, Gwen! Sei troppo agitata!” dice lui, e dopo chiama Sarah “Tesoro, dai puoi venire!”
Sarah entra, e io ancora non posso fare altro che rimproverarmi per averla abbandonata.
Ma ora non ci penso più.
Ora, io, lei e Cody saremo finalmente una famiglia.
“Allora come sto’, mamma?” mi chiede lei. Sette anni, ed è ancora più bassa dei suoi compagni di classe.
“Stai benissimo, amore, come sempre!”
“Lo dice anche papà, ma solo per farmi smettere di chiederlo ogni volta!”
“Sai com’è tuo padre! E’ sempre stufo di tutto!”
Poco dopo, io e Gwen, stiamo per entrare in chiesa.
I miei genitori non sono venuti.
Non fa’ niente.
Non mi hanno mai accettato per quella che sono.
E allora, neanche a me interessa se loro vengono o no.
Prima di entrare, sussurro a Gwen:
“Sei pronta?”
“Io sì, e tu?”
“Si, facciamolo!”
Sono le stesse parole che ci siamo dette prima che io partorissi.
Entriamo in chiesa.
E dopo un’ora, io e Cody, e lei e Trent, siamo diventati ufficialmente marito e moglie.
La famiglia Anderson si è finalmente formata.
E magari… ci sarà anche un nuovo arrivato…
Bene, credo di aver detto tutto.
Questa è la mia storia.
E ora, sto’ per scrivere il mio futuro.
Il mio nome è Izzy Anderson.
E sono finalmente, una persona matura.

Grazie a tutti per aver seguito questa fanfiction.
Siete delle persone fantastiche.
Siete voi che mi avete dato l'ispirazione per scrivere.
E ve ne sarò sempre grata.
Qui è MissNiceOwl289, e vi dice grazie.
Grazie di avermi sostenuta.
Grazie di essermi stati vicino.
Grazie di aver seguito questa fanfiction.
Ciao, baci *prende il volo*

 
 
 

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