Rialzarsi

di CastaDiva
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Ritorno inaspettato. ***
Capitolo 3: *** Reincontrarsi ***
Capitolo 4: *** Crollo ***
Capitolo 5: *** Nuovi punti di vista ***
Capitolo 6: *** Prima lezione ***
Capitolo 7: *** Sguardo al passato ***
Capitolo 8: *** Problemi tecnici ***
Capitolo 9: *** Inganni & segreti che escono allo scoperto ***
Capitolo 10: *** La strada per il successo ***
Capitolo 11: *** Qualcuno di importante ***
Capitolo 12: *** Poter uscire ***
Capitolo 13: *** Destini incrociati ***
Capitolo 14: *** Rivelazione ***
Capitolo 15: *** Intervista ***
Capitolo 16: *** Mamma ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Il movimento ipnotico della ventola posta sul soffitto mi provoca un senso di sonnolenza. Accanto a me il mio compagno di stanza sta blaterando qualcosa a riguardo del pessimo cibo che servono alla clinica. Non che me ne freghi molto del suo parere visto che ho le papille gustative perfettamente sane, almeno quelle, posso giudicare da me il sapore della sbobba che ci propinano. Sento distintamente la porta aprirsi, mi volto quel tanto che basta per vedere la sveglia posta sul mio comodino segnare le nove in punto. Che bello, l'ora del cambio dei pannolini.
<< Tenou-san, che novità vederti già sveglia >> 
Non c'è neanche bisogno che io mi sforzi di alzare il capo per guardare chi ha parlato. Ormai riconosco perfettamente il timbro del mio medico curante.
<< Dottoressa Mizuno, come mai qui di prima mattina? Pensavo che fossero entrate le infermiere per prendersi cura di noi invalidi >> 
<< Infatti ci sono anche loro >> dice lei sistemandosi gli occhiali, tic che a quanto pare succede ogni qual volta deve dare una notizia che di certo non sarà gradita. Iniziamo bene la giornata.
La sento schiarirsi la voce << Se mi facessi il piacere di degnarmi della tua attenzione avresti sicuramente notato che accanto a me c'è un'altra persona >>
Per niente colpita dal neanche troppo velato rimprovero mi alzo leggermente da letto. Vicino a lei c'è un ragazzo di una ventina d'anni circa tutto ingessato. Sicuramente sarà al suo primo giorno di lavoro, l'agitazione che circonda a sua figura è palpabile.
<< Lui è Mamoru Chiba, oggi inizia il suo praticantato sotto la mia guida >> spiega esaustiva lei << Insieme a me si prenderà cura del tuo caso >>
<< Mi sembra di aver specificatamente richiesto un medico donna >> affermo sprezzante.
<< Cosa che io sono >> replica impassibile << Questo non esclude però che io possa avere un attendente maschio, cosa che tra l'altro io ritengo necessaria. Sebbene tu sia una donna hai un fisico piuttosto imponente e mi sembra che l'abbia capito anche tu che non riesco a seguirti adeguatamente nella riabilitazione >>
Non posso certo negarlo. La dottoressa Mizuno è ineccepibile nelle diagnosi e nello scegliere gli esercizi migliori ma non sono stati rari i casi in cui ha dovuto richiedere ad un assistente di sollevarmi da terra ad ogni mia caduta. Questo non implica comunque che io accetti di buon grado di farmi assistere da quel novellino.
<< Se ti stai ponendo dei dubbi riguardo alla capacità di Mamoru-san... >> esordisce lei intuendo perfettamente i miei pensieri << Sappi che è uscito dall'università di Tokyo classificandosi come miglior studente del suo corso e la sua tesi sulla riabilitazione mediante esercizi acquo-ginnici è stata pubblicata su un'autorevole rivista medica, cosa piuttosto strabiliante per un ragazzo di una così giovane età. Ma del resto una clinica prestigiosa come questa di certo non prenderebbe sotto la sua ala uno sprovveduto. >>
<< Un novello genio della medicina riabilitativa >> affermo con un velo si scherno nella voce << Non potevate di certo lasciarvelo sfuggire >>
<< L'alta parcella che i degenti pagano per le cure è dovuta all'eccellenza della nostra clinica >> dichiara << E per mantenere quest'eccellenza cerchiamo sempre di assicurarci un adeguato ricambio generazionale tra i medici. >>
Bofonchio qualcosa di incomprensibile per poi distendermi nuovamente.
<< In ogni caso non sono venuta qui unicamente per presentarti Mamoru-san ma anche per parlarti di una nuova terapia riabilitativa >> spiega la dottoressa prendendo la mia cartella clinica dal letto << Ho analizzato attentamente il tuo caso e riflettuto su quanto mi hai detto giorni fa e la diagnosi è evidente. Soffri di sindrome dell'arto fantasma >>
<< Uao, che nome altisonante per... >>
<< Per indicare una persona che nonostante abbia perso un arto continua a sentirne la presenza >> concluse il medico. << Non è niente di grave sia chiaro ma questo disturbo compromette la tua riabilitazione. Equilibrio, tatto, tutto deve essere in un certo senso riprogrammato. >>
<< I medici siete voi, fate quel che vi pare. Tanto non avete bisogno del mio consenso giusto? >> domando brusca, sebbene sappia benissimo quale sarà la risposta.
<< I coniugi Meiou hanno già approvato la terapia che ho preparato >> spiega lei << Ho però voluto informarti di questo cambiamento >>
<< Non amo troppo i cambiamenti >> affermo sicura << Non portano niente di buono >>
<< Non è questo il caso, con questa mia terapia... >>
<< Ritornerò a camminare? >> le urlo contro in un moto di rabbia. << Potrò tornare a correre ad alti livelli o rimarrò un'inferma per il resto dei miei giorni ? Non me ne frega niente di riabilitazione o cose del genere, tanto ormai la mia vita è finita >>

Gentili passeggeri l'aereo è giunto all'aeroporto internazionale di Tokyo, vi preghiamo di allacciare le cinture e prepararvi all'atterraggio.
La voce del pilota mi fa lasciare il mondo dei sogni. Ho dormito per tutta la durata del viaggio. Niente male contando che il volo Vienna-Tokyo dura dodici ore. Ma del resto dire che ero stanca sarebbe stato un eufemismo, i traslochi non sono mai facili, figuriamoci quelli intercontinentali. Quattro anni. Quattro anni sono passati da quando lasciai il Giappone per andare a studiare il violino all'estero. E ora, per il mio debutto, i miei genitori hanno ritenuto che esordire nella mia madre Patria sarebbe stato perfetto. L'aereo atterra senza intoppi, in poco tempo scendo recandomi verso i nastri trasportatori in cerca dei miei bagagli. Mi sono portata appena due valige mentre il resto della mia roba arriverà tra una settimana. Una volta recuperato il mio bagaglio scruto l'orizzonte alla ricerca dei miei genitori, o qualcuno della servitù.  Inaspettatamente però ad attendermi trovo Rei, una mia veccia amica e kohai dei tempi delle medie. Le corro incontro per quanto mi è possibile dal peso delle valige.
<< Ecco che direttamente dal vecchio continente torna la Mozart dei nostri tempi >> scherza Rei abbracciandomi con calore.
<< Rei-san che sorpresa, cosa ci fai qui? >> le chiedo << E comunque Mozart era un pianista non un violinista >>
<< Appena ho saputo del tuo ritorno mi sono precipitata a casa tua e sono salita in limousine insieme a Hiroshi-san >> spiega lei indicando l'autista di famiglia per poi prendere una delle mie valige << Ma ora bando alle ciance, sali in macchina che mi devi raccontare parecchie cose. >>
<< Come se non avessimo parlato abbastanza via telefono in questi anni >> le dico seguendola all'interno dell'auto.
<< Oh, ma voi mettere parlarsi di persona rispetto ad essere a centinaia di chilometri di distanza? >> esclama lei dopo essersi seduta. Le sorrido. In tutti quegli anni salvo i miei genitori Rei è stata l'unico legame con questo Paese. Ci siamo conosciute a scuola, io ero al secondo anno mentre lei al primo. Entrambe eravamo, e penso che siamo tutt'ora, due persone piuttosto schive che si legano difficilmente alle altre. E sicuramente ci saremmo tranquillamente ignorate per tutta la durata del nostro percorso scolastico se una serie di eventi non ci avesse obbligato ad entrare in contatto. Il campo di allenamento della squadra di tiro con l'arco, di cui Rei era stata nominata capitano grazie al suo indiscutibile talento, era attigua al campo di nuoto della cui squadra io ero capitano. La sala di pittura era a fianco di quella di studio dei fenomeni paranormali, inutile dire che entrambe eravamo le presidentesse dei rispettivi club. In quanto confinanti i motivi di diatriba tra i nostri membri non mancavano di certo e ovviamente chi doveva appianare le divergenze eravamo noi due. A forza di incontrarci avevamo imparato a conoscerci e poco a poco era nata un'amicizia.
<< Terra chiama Michiru-san, terra chiama Michiru-san >> la sua mano davanti al mio volto mi riporta al presente. Fuori dal finestrino vedo la villa di famiglia, a quanto pare siamo arrivate. Do ordine al maggiordomo di trasportare i bagagli . Vengo a sapere che i miei genitori sono al lavoro, indi per cui insieme a Rei ci chiudiamo nella mia stanza per non essere disturbate.
<< Bene, ora che nessuno può sentirci spara, come sono i ragazzi austriaci ? >> mi chiede lei sedendosi ai piedi del mio letto.
<< Sono stata quattro anni in una delle più affascinanti capitali europee e tutto ciò che vuoi sapere è come erano i ragazzi? >> la schernisco leggermente. E dire che da un occhio esterno Rei sembrerebbe quel genere di persona a cui non importa niente delle relazioni con l'altro sesso, di pettegolezzi e cose simili e invece...
<< Oh andiamo vuoi farmi capire che in Europa hai fatto la suora per quattro anni? >> scherza lei.
<< Beh, trovare un fidanzato non era nei miei interessi >> replico io sedendole accanto.
<< Anche perchè il tuo cuore è occupato da Tenou-san >> afferma lei incapace di trattenersi dal ridere.
<< Ancora con questa storia... >> sbuffo io, e dire che ne era passato di tempo.
<< Scusami, ma devi concedere che vedere l'algida Michiru Kaiou perdere la testa per qualcuno è un evento piuttosto raro >> dichiara risoluta.
<< Perdere la testa, che esagerazione >> esclamo alzandomi dal letto piuttosto turbata, come del resto accade ogni volta che si rivanga quell'episodio.
<< Non è forse perdere la testa fare decine di disegni riguardanti una persona? Per non parlare poi dei blocchi da disegno riempiti completamente con riproduzioni dei suoi occhi >> mi ricordò.
<< Ammetto che quella ragazza mia aveva colpita >> confessai << Ma era appunto una ragazza ed inoltre il mio era un interesse puramente artistico. Non puoi negare che la sua figura fosse piuttosto affascinante >>
<< Non lo metto in dubbio, per farti perdere la testa doveva di certo esserlo. Dai, siete state appiccicate l'una all'altra per mesi, pensa che si cominciava a spargere in giro la voce che avevate un certo tipo di rapporto >> continua lei mentre io sospirando comprendo che non abbandonerà mai questa sua sciocca convinzione.

<< Ho sentito che questa mattina hai dato di matto >>
<< Maledette infermiere chiacchierone >> mugugno leggermente divertita mentre vedo lo sguardo di Setsuna accigliarsi. Quasi mi dispiace darle tutte queste preoccupazioni, a lei e alla sua famiglia. Ma del resto quella caduta in disgrazia sono io dunque ho anche tutto il diritto di comportarmi come mi pare.
<< Non hai il diritto di comportarti come ti pare >> proclama Setsuna. Maledetta lei e la sua capacità di poter leggere nel pensiero delle persone, in particolar modo nel mio. << Ci stiamo tutti preoccupando  e vogliamo riaverti presto a casa >>
<< E soprattutto smettere di pagare l'esosa parcella della clinica >> affermo cinicamente incurante di ferire in questo modo la mia amica cosa che a vederne il volto è riuscita perfettamente. Invece di strillarmi contro, come una qualunque persona normale farebbe, sento la sua mano stringere la mia. << Non posso comprendere come ti senti... >>
<< Appunto, non puoi >> la interrompo riuscendo a raggiungere vette di stronzaggine notevoli, come da anni non mi capitava più di fare. Penso però che Setsuna a causa dei nostri trascorsi si sia abituata a questo trattamento, la sua resistenza alla mia indisponenza è veramente encomiabile.
<< Cosa ne pensi della nuova terapia? >> mi domanda.
<< Cosa vuoi che ne pensi, mica sono un medico >> rispondo << Possono fare pure quello che vogliono, tanto ormai nulla tornerà come prima >>
La sua stretta intorno alla mia mano aumenta << Questo è solo un ostacolo, la tua vita non è finita. Ma prima di ricominciare il tuo corpo deve sistemarsi >>
<< E chi lo dice che è il mio corpo il problema? >> le chiedo voltandomi di scatto << Chi...chi lo dice che è la mia mente a non voler accettare la mia infermità e che il mio corpo agisce di conseguenza ? >> dico tutto d'un fiato andando con il braccio sinistro alla ricerca di un qualcosa ormai perduto per sempre. Quante volte svegliandomi la mattina cercavo di alzarmi dal letto, dimenticandomi che ormai potevo fare affidamento su una sola gamba, quante volte mi allungavo rendendomi conto solo all'ultimo che solo la parte destra del mio corpo raggiungeva il fondo del lettino ospedaliero. Quante volte nei miei sogni vincevo una corsa automobilistica per poi scendere dalla vettura e, sostenuta da entrambe le mie gambe, festeggiavo insieme al mio team?
<< Tu sei forte Haruka, supererai anche questo scoglio >> dichiara solenne Setsuna.
La guardo con un'espressione afflitta pensando a come sia inutile il suo volermi tirar su di morale. A che pro superare questo ostacolo se tanto la mia vita non tornerà più come prima?

Nuova storia iniziata a scrivere tra le pause delle altre due. Mi è venuta in mente di getto dopo aver letto Real, avrei dovuto aspettare ad iniziare a pubblicare ( visto che ho altre due storie in corso) ma il capitolo affollava il mio computer quindi è stato pubblicato XD

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Capitolo 2
*** Ritorno inaspettato. ***


<< Scusi, può ripetere? >> chiedo cortesemente alla segretaria scolastica. Intorno a me il mormorio delle studentesse decisamente colpite dal mio ritorno in quell'istituto. E dire che l'avranno sicuramente saputo con una settimana di anticipo.
<< Ha capito bene Kaiou-san >> mi dice la donna << E' vero che la scuola da lei frequentata a Vienna le ha fornito un bagaglio culturale idoneo con quello del nostro istituto ma purtroppo le mancano diversi punti riguardanti le attività extra-scolastiche. Non possiamo contare le sue esibizioni musicali in quanto rientrano nel suo percorso formativo del conservatorio. >>
<< E che ci posso fare io se in Europa non esistono i club o le squadre sportive? >> dichiaro irritata perdendo per un pò la mia proverbiale calma. Tutta la faccenda mi sembra un'enorme pagliacciata. Insomma, sono stata quattro anni in Europa frequentando in contemporanea il conservatorio e un'eccellente scuola superiore e nonostante questo non avrei le referenze necessarie per concludere gli studi in Giappone?
<< C'è qualche problema? >>
E' la voce della direttrice ad inserirsi nel mio battibecco con la segretaria.
<< In verità sì direttrice Ikeda >> dichiara questa << Nonostante Kaiou-san abbia delle ottime referenze le mancano anni di crediti ricevuti grazie all'iscrizione di un club scolastico. Anche se ha manifestato la sua intenzione ad entrare nella squadra di nuoto per gli anni precedenti non abbiamo niente >>
<< Capisco >> mormora mestamente la donna facendo segno alla sua sottoposta di spostarsi dal computer per poi prenderne il posto. La vedo muovere lentamente il mouse, sicuramente sta scrutando il mio curriculum. Come se ce ne fosse bisogno per sapere che sono una studentessa in grado di innalzare il prestigio dell'istituto. E forte di questa consapevolezza sono sicura che riusciranno a trovare una soluzione al mio problema.
<< Sarebbe un peccato farle perdere del tempo prezioso a causa di un cavillo burocratico, soprattutto vista la sua brillante carriera scolastica... >> esordisce la direttrice. Come volevasi dimostrare. << Però ho forse trovato una soluzione >> dichiara alzandosi << Mi segua Kaiou >>

Silenzio. Beato e sempre piacevole silenzio. Quella mattina Takeda, il mio compagno di stanza, avrebbe dovuto sostenere alcuni esami fin dal mattino. Risultato? La pace assoluta dentro le quattro mura che circondavano la camera. Oh amato silenzio, oh mio adorato, oh...
<< Tenou-san? >>
Oh cazzo.
<< Sei sveglia? Meno male, volevo parlarti di alcune cose riguardanti la terapia >> esordisce il giovane medico. Com'è che si chiamava? Ah, Chiba.
<< Come ho già detto siete voi i medici, fate come credete >> sbuffo io, ormai la pace se n'era andata ufficialmente.
<< Non sei una persona molto loquace >> constata lui alzando gli occhi dalla mia cartella clinica. << O almeno, quando non si parla di macchine >>
Lo guardo con una certa curiosità , cosa che ha sicuramente notato  << Sai, sin da bambino sono un appassionato di formula 1, un vero e proprio malato direi. Anche adesso nel mio monolocale il registratore mi sta salvando la gara del campionato juniores. >>
<< Quella che in cui avrei dovuto gareggiare >> affermo con una nota di amarezza. 
<< Sono sicuro che quando ti sarai ristabilita completamente ritornerai in pista >> dichiara il tirocinante sicuro << Credimi, nessuno è al tuo livello, devo ammettere che le gare si sono fatte parecchio noiose dal tuo stop, sebbene si dica che le agenzie di scommesse abbiano tirato un sospiro di sollievo visto che con te in pista il vincitore era scontato >>
Mi lascio sfuggire un ghigno divertito che però scompare subito non appena ritorno al presente. E al mio futuro lontano dalla mia passione << Non potrò mai tornare quella di un tempo >>
<< Nessuno può >> replica Chiba << Però non è detto che questo sia un male. Per quanto riguarda la gamba non so se lo sai ma non sono rari gli atleti che riprendono a praticare anche dopo un'amputazione. Di questi tempi poi la ricerca nell'ambito delle protesi ha fatto passi da gigante, soprattutto per quanto riguarda gli arti. >>
<< Niente può sostituire una gamba vera >> dichiaro dura. Sono stanca di tutte le persone che cercano di tirarmi su il morale.
<< So come ti senti... >>
<< Oh per favore, evitami le solite frasi scontate >> lo interrompo io. Questo Chiba mi sembrava troppo sveglio per tirare fuori la massima " so come ti senti" , a quanto pare mi sbagliavo. Per tutta risposta lo vedo levarsi il camice per poi iniziare a sbottonarsi la camicia.
<< Ehi, che stai facendo?! >> esclamo allarmata << Guarda che chiamo le infermiere, ho il bottone proprio a portata di mano, io... >>  mi blocco non appena ho una visione completa del suo torso nudo. << Ma tu... >> i miei occhi non possono fare a meno di guardarlo.
<< Te l'ho detto che comprendo come ti senti >> mormora lui toccandosi con il braccio sinistro,la protesi che sostituisce l'altro suo arto.
<< Come...come è successo? >> gli chiedo senza smettere di fissarlo.
<< Avevo otto anni e stavo tornando da una festa insieme ai miei genitori. Stavamo costeggiando una scogliera quando a un certo punto mio padre perse il controllo della macchina che cadde giù da un precipizio. Non so con esattezza quanto rimasi fuori all'agghiaccio sugli scogli, ti posso solo dire che quando mi risvegliai ero in un ospedale e i miei genitori erano morti. >> lo vedo sospirare per poi riprendere a raccontare << I medici mi dissero che fortunatamente ero stato sbalzato fuori dall'abitacolo prima dell'impatto, purtroppo però il mio braccio destro è rimasto incastrato per ore tra due scogli. Quando dei passanti videro le macerie e chiamarono l'ambulanza era già troppo tardi. >>
E' incredibile come questo racconto mi sia familiare. Sembra quasi strana una così grande similitudine tra le nostre storie personali, mi viene quasi da pensare che non è un caso il suo arrivo in clinica e la sua assegnazione al mio caso.
<< Come hai potuto vedere... >> esclama lui rivestendosi << Io più di tutti posso comprendere il tuo disagio. >>
<< Tu non hai dovuto rinunciare al tuo sogno a causa della menomazione >> affermo io.
<< E neanche tu dovrai farlo >> dichiara lui serio in volto porgendomi la sua mano.  << Hai la mia parola. >> 

Dopo aver percorso tutto l'edificio scolastico mi ritrovo insieme alla direttrice nella piscina al coperto. Alcune studentesse si stanno allenando, probabilmente sono i membri del club di nuoto.
<< Questa è Ami Mizuno, capitano della squadra >> spiega la donna ponendomi di fronte ad una ragazza. E' di corporatura minuta, corti capelli azzurri e occhi del medesimo colore. Ha un aspetto piuttosto insignificante in verità. Dopo le dovute presentazioni la direttrice venne subito al dunque.
<< Mizuno  cercava dei volontari per un progetto extra-scolastico inerente al nuoto infantile. Credo proprio che se lei partecipasse Kaiou , questo potrebbe tranquillamente sopperire ai mancati crediti >>
<< Ma io non ho le qualifiche adeguate. >> dico cercando di tirarmi immediatamente fuori. Cosa che tra l'altro è vero, sono una nuotatrice, non certo una maestra d'asilo.
<< Oh ma non ti devi preoccupare >> interviene Mizuno con gli occhi che le brillano, probabilmente felice di stare per inchiodare una povera disperata. << Serve solamente qualcuno che si occupi di assistere un'istruttrice qualificata. Nulla di troppo gravoso o complicato. >>
<< Io dovrei anche esercitarmi per i miei concerti >> faccio presente.
<< Si tratta solamente di qualche ora alla settimana.>> s'intromette la direttrice << Del resto non la proporrei mai per questo lavoro sapendo che potrebbe togliere del tempo prezioso alla sua carriera musicale. >>
Queste sue parole mi fanno capire che sono praticamente incastrata. << Va bene, farò questo progetto extra-scolastico >> dico arrendendomi. La direttrice mi lascia da sola con Mizuno spiegandomi che sarà lei a fornirmi tutti i dettagli. Mi invita a seguirla negli spogliatoi per avere maggiore riservatezza. Una volta arrivate la vedo estrarre un plico di fogli dal suo armadietto per poi porgermeli. 
<< Lì c'è scritto tutto ciò che devi sapere, dati, indirizzi, referenze recapiti telefonici...  >> esordisce << Comunque non devi preoccuparti, ci sarò anch'io con te per ogni questione puoi chiedere a me >>
<< Come sei arrivata a farti coinvolgere in un progetto del genere? >> le chiedo a bruciapelo.
<< Mia madre è uno dei medici che lavorano nella clinica Mugen >> mi risponde << Visto che sono a corto di personale mi ha chiesto di aiutarla. >>
<< Clinica Mugen... >> ripeto << Non ne ho mai sentito parlare >>
<< E' piuttosto recente. In origine era un semplice ambulatorio privato ma sei anni fa è l'intera struttura è stata rilevata dal professor Tomoe che l'ha ampliata e riconvertita a centro specialistico riabilitativo >> mi spiega << Mia madre già allora era uno dei più importanti medici in quel campo e due anni dopo la sua fondazione è stata assunta come medico di ruolo. >>
<< La dottoressa Mizuno!! >> esclamo congiungendo le mani << Ecco perchè il tuo cognome mi pareva familiare. Però mi sembra un controsenso, per quel che posso ricordare la dottoressa Mizuno si è sempre battuta per far ottenere l'assicurazione sanitaria gratuita ai poco abbienti, immaginavo che lavorasse in un ospedale pubblico, non in una clinica privata. >>
<< La clinica Mugen è molto diversa dallo stereotipo di struttura privata diretta da affaristi in caccia di denaro >> spiega lei << Parte delle parcelle pagate da persone facoltose viene utilizzata per poter curare chi non se lo può permettere o per borse di studio indirizzate a medici promettenti. E' per questo che mia madre ha deciso di accettare l'offerta del professor Tomoe. >>
<< Capisco >> dico semplicemente alzandomi dalla panca.
<< Puoi incominciare già da oggi >> mi informa seguendomi fuori dallo spogliatoio << Non ti preoccupare se non conosci la strada, mia madre mi verrà a prendere poco fuori da scuola, puoi venire con noi >>
Annuisco leggermente. << Va bene Mizuno-san >>
<< Chiamami pure Ami, visto che passeremo molto tempo insieme sarebbe strano chiamarci per cognome >> replica lei.
Camminiamo ancora un pò insieme prima di dividerci ed andare ognuna nella rispettiva classe.

<< Ehi Chiba, per quale motivo mi trovo qui? Avevi detto che prima di una settimana non avrei potuto fare la riabilitazione in acqua >> gli faccio notare. Ci troviamo nella piscina al chiuso che dovrebbe essere utilizzata per la riabilitazione. E' un ampio spazio con numerose vasche sprovvisto però di degenti. Infatti in giro si vedono solo mamme con appresso bambini di varie età.
<< Volevo farti vedere il posto per farti apprendere gradualmente la novità. Hai detto che non ti piacciono no? Beh, allora meglio dartele a piccole dosi >> mi spiega paziente mentre firma qualche foglio che gli fornisce un'infermiera.
Mi guardo intorno annoiata quando a un certo punto sento distintamente qualcosa afferrarmi la gamba. Se fossi stata ancora integra l'avrei scossa calciando quel disturbatore molesto ma visto che ero rimasta con un unico arto questo manteneva da solo il mio corpo in equilibrio. Devo dire però che questo limite al mio atteggiamento per una volta si rivelò provvidenziale. La sensazione fastidiosa arrivava infatti da una bambina che probabilmente non aveva neanche un anno tutta intenta a cercare di arrampicarsi sulla mia gamba.
<< Chibi-Chibi, non dar fastidio alla gente >> sento distintamente queste parole pronunciate da una biondina che tutta trafelata si appresta a prendere in braccio la bambina. 
<< Usako >> questa volta a parlare è Chiba che si precipita affianco alla ragazza << Cosa ci fai qui? >>
<< Volevo iscrivere me e Chibi-Chibi al corso di Fish eye-san  >> risponde lei <<  La mamma non può e io vorrei avere qualche bel ricordo con lei visto che ci separano tanti anni e a causa di ciò non avremo molto tempo per stare insieme >>
<< E' un buon proposito >> le concede Chiba. Tossisco leggermente per palesare la mia presenza ai due che sembrano essere rinchiusi nel loro mondo ovattato.
<< Oh giusto, Usagi ti presento Haruka Tenou, il mio primo caso >>
<< Piacere, Usagi Tsukino >> si presenta porgendomi la mano << Sei davvero fortunato ad avere il mio Momo-chan come medico >>
<< Assistente medico >> la correggo io non curandomi affatto di correggerla sul mio sesso. Del resto non mi dispiaceva essere scambiata per un maschio, dava molte interessanti opportunità. Anche se in questo caso se ben avevo compreso la relazione che intercorreva tra Chiba e questa ragazza avrei fatto meglio a tenere a freno gli ormoni. Non sembrerebbe ma sono una persona piuttosto corretta. Persa in queste mie riflessioni non mi accorgo dell'arrivo di un'altra persona.
<< Momo-kun, ma cosa abbiamo qui!! >> Un'avvenente donna di all'incirca una ventina d'anni si frappone tra me e il medico prendendoci entrambi a braccetto << A quanto pare qui c'è qualcuno che potrebbe scalzarti dal podio di miglior bocconcino della clinica >>
<< Fish eye-san, ma che sorpresa >> esclama Chiba con un'espressione piuttosto allarmata.
<< Oh, niente san siamo in confidenza noi due non è vero? >> domanda lei avvicinando il proprio viso al suo.
<< S...sì >> balbetta Chiba cercando di allontanarsi leggermente. E' evidente che queste attenzioni  non sono gradite o meglio, magari non lo sono quando di fronte c'è la sua ragazza. Che però a guardarla non sembra per niente intimorita o disturbata dell'atteggiamento della donna. A quanto pare si fida del suo fidanzato, molto maturo da parte sua, devo riconoscerlo. Se fossi stata al suo posto a quest'ora questa qui sarebbe in fondo alla baia di Tokyo con legato alle gambe un blocco di cemento. Mi tiro una manata in faccia a seguito di questo pensiero. Ma che idee mi vengono, devo smetterla di guardare il padrino prima di andare a dormire. 
<< Allora Momo-kun, non mi presenti il tuo amico? >> continua lei imperterrita.
<< Fish eye, Haruka Tenou >> si decide con le presentazioni Chiba riuscendo finalmente a staccarsi dalla sua presa << Sarà il primo soggetto a sperimentare la riabilitazione acquo-ginnica della clinica >>
<< Quale onore >> ironizzo con un leggero sorrisetto.
<< Oh, ma che faccino impertinente, sei proprio il mio tipo sai? >> fa lei mentre mi tocca il volto. Generalmente una donna che mi si approccia palesemente non mi crea problemi anzi, mi facilita di molto il lavoro, ma in questo caso c'è qualcosa che mi urta in questa Fish eye.
<< Mi dispiace ma a Tenou.-san manca qualcosa in grado di renderlo il tuo uomo ideale >> afferma Chiba non riuscendo a nascondere un sorriso. Ah bene, è così che stanno le cose, davanti fa l'amicone mentre invece...
<< Tenou-san è una donna >> esclama freddando la tizia.
<< Ehhhhh?! Una donna? >> strilla staccandomisi di dosso.
<< Ehhhhh?! Una donna? >> le fa eco Usagi prendendo il medico per una manica della camicia << Non voglio che tu curi una donna!! >>
<< Usagi, non è che posso decidere chi curare >> cerca di quietarla lui. Devo dire che non mi aspettavo una reazione del genere da parte sua. Prima era stata così  calma e posata quando una donna decisamente più attraente e mal disposta di me ha tentato di approcciarsi al suo Mamo-chan e invece ora dà di matto.
<< Che spreco, che spreco >> mormora afflitta Fish eye fissandomi costernata << Mai pensato a un cambio di sesso? >>
Mai pensato a un cambio di cervello? Vorrei rispondere ma l'ultimo briciolo di civiltà presente nel mio corpo mi fa desistere.
<< Accidenti che sbadata!! >> esclama lei guardando l'orologio da polso << Tra pochi minuti inizia la prima lezione del mio corso e io non sono ancora in vasca. Scusatemi ma devo proprio correre. >> detto ciò fila veloce come un fulmine negli spogliatoi lanciando da lontano diversi baci volanti. 
<< Mamo-chan, è entrata nello spogliatoio femminile >> asserisce la biondina con tono piatto.
Vedo Chiba sospirare << Gliel'abbiamo già spiegato ma a quanto pare non vuole proprio capirlo >>
Si può sapere di cosa stanno blaterando questi due?
<< Può pure considerarsi, vestirsi e truccarsi da donna ma il corpo è sempre quello di un uomo e dovrebbe evitare di darne la conferma alle clienti >> continua lui ma a questo punto ho finito di ascoltarlo. Corpo di un uomo, corpo di un uomo, corpo di...
<< Ehhhhh?! Un uomo? >> urlo sbigottita non riuscendo a contenermi.
<< Si può sapere cos'è tutta questa confusione? >> domanda la dottoressa Mizuno entrando dalla porta.
<< Niente di preoccupante Mizuno-san, ho solo voluto far vedere la struttura a Tenou e nel mentre ho incontrato la mia fidanzata e Fish eye >> spiega con dovizia Chiba.
<< Tsukino-san, che piacere vederti, come va la scuola? >> le domanda il medico avvicinandosi alla ragazza.
<< E' proprio la madre di Ami-chan, la prima cosa che vuole sapere è come va lo studio >> sospira amaramente lei.
<< Ah, a proposito di Ami, dovrebbe essere negli spogliatoio ora... >>
Un uomo, un uomo, com'è che sono l'unica che trova scioccante la cosa?
<< Alla fine è riuscita a trovare qualcuno che l'aiutasse con il progetto di nuoto infantile, è una ragazza appena tornata da un soggiorno-studio in Europa, Michiru Kaiou mi sembra >>
Quel nome blocca momentaneamente tutti i miei pensieri. Michiru Kaiou, Michiru Kaiou. No, chiunque ma non lei!!
<< Io torno in camera mia >> annuncio alzando i tacchi.
<< Aspetta, non ti ho ancora mostrato niente >> cerca inutilmente di fermarmi Chiba ma ormai sono già uscita dalla porta.

<< Suvvia ragazze, non mi sembra il caso di fare certe scenate >> afferma il tizio scuotendo la testa.
<< Fish eye- san, non gliel'hanno detto che questo è lo spogliatoio femminile? >> gli domanda Ami con tutta la naturalezza possibile mentre si copre gli occhi con una mano.
<< Cara, lo so benissimo >> replica lui offeso << Piuttosto, chi è la tua nuova amica? >>
<< Michiru Kaiou, è una mia sempai che mi aiuterà nel corso di nuoto infantile >> gli risponde.
<< Sei proprio carina sai? >> esclama avvinandosi per poi alzarmi leggermente il mento << Ma non pensare di rubarmi il ruolo di regina della piscina >>
Per niente intimorita da questa mia pseudo rivale replico alla sua provocazione.<< Per essere una regina bisogna innanzitutto essere una donna. Biologicamente.  >>
Vedo la sua espressione mutare. E' forse divertimento quello che vedo?
<< Sarà interessante averti in squadra >> afferma coprendosi finalmente le proprie vergogne con un asciugamano prima di dileguarsi nel bagno attiguo allo spogliatoio. Intanto noi ci cambiamo il più velocemente possibile per poi dirigerci in piscina.
Il mio corpo viene scosso da numerosi brividi non appena entro in acqua seguita immediatamente da Ami.
<< Niente è meglio che entrare in piscina dopo una giornata di scuola >> proclamo.
<< Peccato che non siamo qui per divertirci >> ribatte lei.<< Abbiamo comunque un pò di tempo prima dell'arrivo di Viluy -san >>
Non me lo faccio ripetere due volte iniziando a nuotare lentamente in giro per la vasca. Avrei voluto proporre ad Ami una piccola gara di velocità ma purtroppo ci troviamo nella piscina per bambini che è troppo bassa per muoversi troppo.
<< Ami-chan!! >> mi volto vedendo una ragazza avvicinarsi alla piscina tenendo tra le braccia una bambina.
<< Usagi-chan, alla fine hai seguito il mio consiglio >> dice Ami. La bionda annuisce vigorosamente << Spero che a Chibi-Chibi piaccia, in verità mia madre era piuttosto preoccupata, pensa che sia troppo piccola per imparare a nuotare >>
<< Non c'è nessun problema, nuotare per i bambini sotto l'anno d'età è ancora più naturale che camminare >> la rassicura la mia kohai. Mi avvicino lentamente alle due intente a parlare tra loro. La bionda si siede a bordo vasca lasciando scendere la bambina che curiosa ammira il proprio riflesso nell'acqua. E' così intenta nella sua osservazione che fa un leggero sobbalzo quando si accorge che mi sono avvicinata a lei.
<< Chi è questa bella bambina? >> chiedo accarezzandole una gambetta.
<< Lei è Chibi-Chibi la mia sorellina >> risponde per lei la ragazza bionda << E io sono Usagi. >>
<< Lei è Michiru Kaiou, una mia sempai che mi aiuterà con i bambini >> interviene Ami. 
<< Una tua sempai... >> ripete Usagi con un'espressione assorta << Non è forse il nome dell'amica di Rei-san che ha studiato in Europa? >>
<< Accidenti è vero!! >> esclama Ami congiungendo le mani.
<< Conoscete Rei-san? >> chiedo loro piuttosto stupita. Beh, non tanto per Ami, sapevo che era nella sua stessa classe ma piuttosto per l'altra ragazza che a vederla non sembrava proprio il tipo di persona che piace alla mia amica.
<< Ho conosciuto Rei-san più di un anno fa >> esordisce Usagi << Io e la mia famiglia eravamo andati al tempio gestito dalla sua famiglia per ricevere conforto dopo aver scoperto che mia madre aspettava il terzo figlio. Sai com'è, mia madre non è certo giovanissima e mio padre è l'unico che lavora, un terzo bambino è una bella spesa in più. >>
<< E scommetto che mentre i tuoi erano impegnati col nonno di Rei.san voi due litigavate >> ride Ami.
<< E' tutta colpa sua, aveva detto che sarebbe stata proprio una bella preoccupazione se fosse venuta fuori un'altra figlia tonta come me!! >> strilla la bionda strappandomi un sorriso. Sì, certi commenti acidi sono proprio da Rei. Rimaniamo a chiacchierare ancora un pò fino all'arrivo di Fish-eye, il quale indossava un costume di tipo olimpionico, probabilmente per mascherare meglio le forme, e una donna ( biologica) che vengo a sapere chiamarsi Viluy, responsabile del programma di incremento motorio mediante esercizi natatori. Lei si sarebbe occupata dei casi problematici insieme ad Ami mentre io sono stata assegnata a Fish-eye responsabile del programma di nuoto infantile.
<< E così stiamo insieme Hime >> afferma lei. Lui. Insomma, Fish eye.
<< Hime? >> ripeto, stupita dall'appellativo.
<< Certo, se io sono la regina della piscina tu sei la principessa >> dichiara << Sarei una sciocca a non riconoscere la tua regalità Hime >>
<< G... grazie >> dico piuttosto perplessa << Allora, il programma per oggi? >> chiedo cercando di cambiare repentinamente argomento.
<< Niente di troppo complicato, dobbiamo solo accogliere le piccole atlete e le loro accompagnatrici, dopo spiego loro lo svolgimento del corso, facciamo qualche esercizio iniziale e direi che per oggi siamo apposto >> spiega
Bene, un primo giorno poco traumatico penso. Mentre rifletto su ciò sento distintamente Fish-eye urlare verso qualcuno. << Momo-kun, che fine ha fatto la tua paziente? >>
Un medico, molto giovane, si avvicina alla piscina, distanziandosi quel poco che basta per non bagnarsi l'orlo dei pantaloni. Fa segno a Fish-eye di avvicinarsi. Li vedo parlare, il giovane medico che ogni tanto si guarda intorno per non farsi sentire.
<< Ho capito >> afferma a un certo punto la mia responsabile << Non ti preoccupare, il segreto è in buone mani. >>
<< Mi raccomando, te l'ho detto perchè mi fido di te >> dice lui allontanandosi.
<< La tua fiducia sarà ripagata tesoruccio >> dichiara Fish-eye lanciandogli un bacio volante, cosa che il giovane sembra non gradire troppo.

Corro a perdifiato nei corridoi, per quanto la stampella me lo consenta, e in poco tempo raggiungo la mia camera. La apro con forza non curandomi del fatto che magari così facendo farei sobbalzare dal letto Takeda. Oh, ma che cazzo mi viene da pensare, tanto quello è paralizzato, al massimo mi fa una statua a grandezza naturale da adorare come un idolo se riesco a smuovergli le gambe. In ogni caso a quanto pare non è neanche in stanza, meglio così, vorrà dire che rimarrò sola con i miei stupidi pensieri. A quanto pare però speravo troppo, infatti appena alzo le coperte del lettino sopra di esso trovo una bambina.
<< Apprezzo l'intenzione piccola, ma per far si che questo trucchetto funzioni con me dovrai crescere ancora un pochino >> affermo ridacchiando incurante di poter sconvolgere una così giovane mente.
<< Questo è il tuo letto? >> mi chiede titubante sgranando i suoi grandi occhi viola.
<< Indovinato, dunque se non ti dispiace... >>
<< Mi sto nascondendo >> dichiara lei.
Tsk, non molto diverso da quello che sto facendo io, mi ritrovo a pensare.
<< Beh, trovati un altro posto >> affermo scostando ancora di più il lenzuolo, interrompendomi di scatto non appena sento una voce alle mie spalle.
<< Hotaru-chan, finalmente ti ho trovata!! >> una donna con indosso un camice da medico si avvicina tutta trafelata. I sui capelli rossi sono incollati al volto a causa del sudore, a quanto pare deve aver cercato questa piccola peste in lungo e in largo. << Forza andiamo, hai degli esami da fare >> dice, prendendola per un braccio.
<< Non voglio farli, mi fanno male >> piagnucola lei. Vedo la donna sospirare per poi massaggiarsi le tempie << Lo so che fanno male ma sono indispensabili per aiutarti a guarire. >>
<< Voglio che sia il mio papà a farmeli >> dichiara la piccola portando le ginocchia al petto. Oh, ma non preoccuparti di sporcarmi il letto con le tue scarpe eh.
<< Il professor Tomoe non ha le qualifiche per fare questo tipo di esami >> cerca di spiegare lei << Potrebbe fare più danni che altro. >>
<< Il mio papà è un genio, lui sa fare tutto!! >> strilla la mocciosa ledendomi l'orecchio. Perfetto, come se non fossi già abbastanza menomata.
<< Ehi, marmocchia >> intervengo << Non sei un pò troppo cresciutella per essere ancora nella fase del papà idolo personale? >>
<< E tu chi sei? >> mi domanda indisponente.
<< Questa domanda la dovrei fare io visto che sei nel mio letto!! >> esclamo esasperata ponendomi al suo stesso livello.
<< Hotaru-chan, scendi immediatamente >> ordina la donna << Sei stata fin troppo scortese col signore >>
Di malavoglia questa scende. Vedo che ha qualche difficoltà ad assestarsi per terra, ma non è che la cosa mi interessi poi molto.
<< Mi scuso per l'inconveniente signor...? >> chiede la rossa una volta presa per mano la fuggitiva per assicurarsi di averla sotto controllo.
<< Haruka Tenou >> rispondo sfoggiando uno dei miei migliori sorrisi e cercando di mascherare il mio reale stato d'animo << E ho avuto il piacere di parlare con...? >>
<< Eudial, responsabile reparto ferite da ustioni >> si presenta lei arrossendo leggermente.
<< Eudial, per caso in un'altra vita mi hai rapito il cuore? >> flirto spudoratamente. Beh, ognuno ha il proprio modo di manifestare il proprio nervosismo no?
<< Io...beh...io >>
<< Eudial-san, cosa ti porta qui? >> chiede Chiba dalla soglia della  porta. La rossa si volta di scatto << E...ero venuta qui alla ricerca di Hotaru-chan, tolgo subito il disturbo >>. Tirandosi appresso la marmocchia l'attraente responsabile esce dalla stanza, lasciandomi sola con il giovane medico . << Potevi rimanere ancora un pò alle vasche >> mi dice questo.
<< Potevi evitare di svelare il mio sesso reale a qualcuno non indispensabile per la mia riabilitazione >> ribatto io. << Mi pare che i Meiou siano stati molto chiari quando hanno sottoposto il mio caso alla clinica  >>
<< Cristallini >> afferma lui << Ma concedimi che l'ho fatto per aiutarti. O avresti voluto Fish-eye sempre appiccicata come fa con me? >>
<< Sei perdonato >> esclamo all'istante scatenando una leggera risata da parte sua.
<< Ne sono grato >> sorride << Ora se non ti dispiace io andrei a sottoporre alcune mie ipotesi di cura alla direttrice >>
<< Prego >> gli concedo. Del resto rimanere sola era il mio proposito iniziale e quando finalmente questo si realizza mi lascio cadere sul lettino. La mia mente non impiega molto prima di tornare al motivo della mia agitazione. Michiru Kaiou, pensavo di averla dimenticata, che fosse storia vecchia. Del resto, se ne era andata dalla mia vita quattro anni fa. Quattro anni...chissà come sarà cambiata... Sicuramente sarà ancora più bella di prima. Mentre invece io... Stringo la mia coscia sinistra con forza. Se già allora avevo mille dubbi su di noi ora le cose erano peggiorate ulteriormente. O forse no, almeno adesso avevo la certezza di non potermici avvicinare ulteriormente.





Fine secondo capitolo!! Cerco sempre di limitare i dialoghi, inutilmente :( Che dire, vediamo se riuscite a riconoscere tutti i personaggi presentati finora XD Devo dire che nonostante la mole di dialoghi sono piuttosto soddisfatta di questo capitolo, ora è da vedere quale delle mie tre sailor-fic aggiornerò prossimamente XD. Va beh, alla prossima.

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Capitolo 3
*** Reincontrarsi ***


Una leggera brezza primaverile mi scompiglia i capelli.
<< Etchù >> Accidenti, non è proprio l'ideale dopo essere appena uscita dalla piscina, i miei capelli sono ancora umidi. Ami e sua madre farebbero bene a uscire dalla clinica prima che...
<< Michiru Kaiou? >> 
Alzo lo sguardo da terra incontrando quello di un giovane medico.
<< Sì sono io >> confermo.
<< Mamoru Chiba, sono l'assistente della dottoressa Mizuno >> si presenta lui << Purtroppo sarà costretta a rimanere ulteriormente alla clinica, mi ha dunque chiesto di accompagnare lei e la figlia alle rispettive case >>
Non devo avere una faccia molto soddisfatta visto come si affretta ad autoreferenziarsi.
<< Non si deve preoccupare, la mia guida è eccellente, mai un'infrazione da quando ho ottenuto la patente. Inoltre di certo non voglio rischiare di compromettere la mia carriera compiendo qualcosa di rischioso nei confronti della figlia del mio capo e una sua amica >>
Non è che io abbia molta scelta. Certo, potrei chiamare l'autista di famiglia ma non ho proprio voglia di farlo muovere se non costretta.
<< Mi vedo costretta accettare la sua proposta Chiba-san >>
<< Oh, ti prego, chiamami semplicemente Mam... >>
<< Mamoru-san!! >> Una bionda, probabilmente una dottoressa visto il camice, si avvicina a noi approcciandosi immediatamente a Chiba.
<< Mimete-kun, non dovresti aver già staccato a quest'ora? >> chiede lui osservando il proprio orologio da polso. E' fissato al polso sinistro, non se ne vedono molti di mancini.
<< Infatti ma ho sentito in refettorio che abbiamo ricoverato il famoso pilota Tenou, perchè sono sempre l'ultima a sapere le cose? >> strilla la bionda. << Ho cercato di saperne di più ma Kaolinite-san mi ha impedito di accedere al quarto piano >>
<< Questo perchè hai un eccessivo interesse per le celebrità Mimete-kun >> sospira Chiba.
<< Macchè >> sbuffa lei << In ogni caso ho saputo da Eudial-san che è un tuo paziente, me lo fai incontrare? >>
<< Assolutamente no >> si impunta il moro << La riservatezza è uno dei punti cardine della clinica, l'ultima cosa che vogliono i degenti sono fan infervorate. >>
Continuano a parlare per qualche minuto ma non presto loro ascolto. Tenou. Che sia... No, non è possibile, i due medici stanno parlando di questo Tenou al maschile, non è possibile. Va bene, è un cognome piuttosto raro ma se Chiba è il suo medico in cura saprà bene il suo sesso. Tenou...Questo nome mi riporta indietro nel tempo di quattro anni... e non posso fare a meno di toccarmi le labbra.

E' fredda la finestra contro la quale ho posato la mia fronte. O forse è' una semplice impressione dovuta al calore del mio corpo. Kaiou, Michiru Kaiou. Incredibile come il passato torni sempre a tormentarti. Quando poi guardare al passato è proprio l'ultima cosa che dovrei fare visto che niente potrà tornare come prima. Beh, non è che tra noi ci fosse qualcosa che dovesse ricomporsi. Emetto un leggero sospiro, sorridendo amaramente. E non posso fare a meno di toccarmi le labbra.
La luce del mattino filtra dalla finestra svegliandomi. La luce del mattino e la fastidiosa e assillante presenza di Setsuna.
<< Coraggio dormigliona, giù dal letto >> mi intima.
<< Ma i tuoi genitori ti pagano l'università perchè tu la frequenti o per venire qui a rompermi le scatole? >> mi lamento girandomi dal lato opposto.
<< Per entrambe le cose se proprio ti interessa, la benzina per arrivare alla clinica non me la regalano. >> ribatte prontamente lei scostandomi di malo modo le lenzuola.
<< Non ho dormito molto ieri notte >> cerco di giustificarmi.
<< Oh >> mormora semplicemente lei sedendosi sul letto << E lei chi è? >>
<< Che cos... non tutti i miei problemi sono riconducibili ad una donna. >> esclamo sedendomi di scatto << Come puoi ben vedere ho altro a cui pensare >>
<< Dalla tua reazione mi pare di capire di aver indovinato >> afferma Setsuna tranquillamente << Come si chiama? >>
<< Pensala pure come vuoi >> mi arrendo distendendomi nuovamente.
<< Sai, ieri la dottoressa Mizuno mi ha chiamato per spiegarmi gli esercizi a cui verrai sottoposta >> esordisce << Purtroppo una volta finito non sono potuta venire a trovarti perchè dovevo immediatamente correre in università. In ogni caso non è questo il punto. >>
<< Vedi di arrivarci in fretta o divento vecchia >> bofonchio.
<< Ci arrivo ci arrivo >> mi dice seccata. Se io sono un'amante della velocità, su strada e non, lo stesso non si può dire di Setsuna, la quale deve sempre, e dico sempre, impiegare miriade di giri e iperbole per esprimere un concetto.
<< Mi ha fatto vedere le referenze dei medici, è stata molto gentile, si è fermata pure oltre l'orario di lavoro. Ho anche visto le presenze di chi quel giorno aveva lavorato e non ti nego che sono rimasta piuttosto sorpresa quando ho scorto il nome di Michiru Kaiou tra le assistenti al corso di nuoto infantile. Pensa, poi uscendo sono pure riuscita scorgerla mentre saliva in macchina insieme alla figlia della dottoressa. >>
<< Ma dai, fanno anche nuoto infantile alla clinica? >> domando innocentemente.
<< Haruka... >> il tono della sua voce non è di un neanche troppo velato rimprovero << Mi vuoi far credere che la tua fuga dalla piscina al coperto è dovuta a una casualità e non perchè l'hai vista? >>
<< Se proprio lo vuoi sapere non l'ho vista, l'ho sentita solo nominare >> affermo seccata. << E non ho proprio intenzione di vederla >>
<< E' un vero peccato, è diventata proprio una bella ragazza >> replica Setsuna.
<< Sbaglio o avevi detto di averla vista appena? >> le ricordo.
<< Cara, un fondoschiena come quello è difficile che passi inosservato >> afferma lei sorprendendomi.
<< Setsuna, così mi fai venire dei dubbi sulla tua eterosessualità >> la canzono.
<< Ma tu sei una donna >>
Entrambe ci voltiamo verso la squillante voce che ha interrotto la conversazione ritrovandoci di fronte la bambina che ieri si era nascosta nel mio letto. Da quanto tempo era qui?
<< Certo che ti deve proprio piacere nasconderti qui >> biascico prima di emettere uno sbadiglio.
<< La conosci? >> mi chiede Setsuna alzandosi dal letto.
<< Ieri per sfuggire a una capo-reparto si è infilata nel mio letto >> le spiego << E sia chiaro, non è che mi dispiaccia trovare una dolce donzella ad attendermi sotto le coperte, ma ritengo che sia troppo giovane per stimolarmi >>
<< Vorrei ben vedere >>mormora Setsuna piegandosi sulle ginocchia al fine di raggiungere la stessa altezza della tappa << Come ti chiami? >>
La mocciosa la ignora bellamente preferendo venirmi affianco << Tu sei una donna >> ribadisce puntando il dito sul mio pigiama aperto che lascia intravedere il seno.
<< Sei proprio sveglia, attenta Setsuna che questa qui può rubarti il nobel >> scherzo abbottondomi la camicia. Se la bambina gironzolava per i reparti di sicuro qualcuno la starà cercando e reputo che fin troppe persone in questa clinica conoscano il mio segreto.
<< Perchè ti travesti da uomo se sei una donna?Sei come Fish-eye? >> domanda ingenuamente.
<< Ti prego di non accomunarmi a quella cosa >> esclamo, Setsuna che ci guarda divertita.
<< A quanto pare ti sei fatta una nuova amica >>
<< E tu chi sei? >> chiede a questo punto Hotaru come se solo in questo momento si accorgesse della sua presenza << Sei la sua fidanzata? >>
Entrambe ci affrettiamo a negare veemente.
<< Ehi, come ti è venuta in mente una cosa del genere? >> sbotto.
<< Fish-Eye è un maschio che si veste da femmina e gli piacciono i ragazzi, dunque a te che sei una femmina che si veste da maschio devono piacerti le ragazze >> afferma con logica disarmante.
<< Non fa una piega Haruka >> bofonchia Setsuna mascherando le sue risa con la mano << Comunque no, non sono la sua fidanzata ma sua sorella maggiore >> spiega 
<< La mia fastidiosa sorella maggiore >> preciso << E spero che adesso alzi i tacchi >>
<< Me ne vado. Certo che è sempre un piacere venirti a trovare >> afferma con scherno andando a prendere la giacca appesa accanto al mio letto << Mi raccomando, non creare problemi ai dottori ed esegui tutti gli esercizi >>
<< Sì mamma >> replico prontamente  per poi beccarmi un debole colpo in testa.
<< E tu signorina vuoi che ti accompagni nella tua stanza? >> propone ad Hotaru porgendole la mano.
<< Io non ho una camera, sono fuggita dagli esami di controllo >> le spiega mesta<< Oggi a scuola c'era la presentazione del progetto di classe ma non ho potuto partecipare perchè papà vuole che io faccia gli esami. Ma io sto bene, non ho bisogno di fare controlli continui >>
<< Sono certa che il tuo papà fa tutto questo perchè ti vuole bene. Sai, anche io assillo quella testona di continuo, è il mio modo per mostrare il mi affetto >>
<< Grazie tante Setsuna, ma ne faccio volentieri a meno dei tuoi rimproveri >> affermo scendendo lentamente dal letto. Mi allungo quel che basta per prendere le stampelle. Da quando la dottoressa Mizuno mi ha parlato della sindrome dell'arto fantasma mi ha levato la protesi che secondo lei invece che risolvere acuiva il problema. La conseguenza di questa decisione è che per muovermi in ospedale ora ho a disposizione o le stampelle o una sedia a rotelle che io ho neanche troppo garbatamente rifituato. Cosa urla al mondo handicappata più di una sedia a rotelle? E poi a dirla tutta ho ancora una gamba sana e sebbene la dottoressa si raccomanda ogni volta di non sforzarla troppo non ho la benchè minima voglia di lasciarla senza movimento. Ogni qual volta che scorgo le gambe di Takeda mi si gela il sangue, sono così raggrinzite che sembrano quelle di un vecchio. E se anche per una profana della medicina quale sono io è evidente che in ogni caso la mia gamba sana non raggiungerà mai quei livelli il solo pensiero di quelle gambe mi impedisce di lasciarla troppo a riposo.
<< Allora io vado >> esclama Setsuna riportandomi alla realtà. Vedo che sta tenendo per mano Hotaru, a quanto pare alla fine ha ottenuto la sua fiducia. 
<< Non correre troppo con la macchina >> mi raccomando, Setsuna che quasi inciampa tra le proprie gambe non riuscendo a trattenersi dal ridere.

Penso che mai come in questo momento io mi sia così sentita ridicola. Come una ladra mi aggiro per i corridoi della clinica Mugen cercando di non farmi vedere troppo. Quarto piano. Mi sembra di ricordare che Chiba e l'altro medico parlassero di quarto piano in relazione a Tenou. Ho già accennato al fatto che mi sento ridicola? Non solo ho saltato le prove di violino ( mentendo tra l'altro al mio maestro adducendo ad un problema scolastico) ma ora mi comporto anche come la più fissata delle fangirl in cerca del loro idolo. Ma sono consapevole di non poterci fare niente. Devo chiarire assolutamente la faccenda, devo sapere se Haruka si trova o meno in questa clinica, devo...
<< Michiru-san >>
Mi giro di scatto sentendomi chiamare, riconoscendo immediatamente la voce.
<< Mamoru-san, che sorpresa incontrarla qui >> mormoro piuttosto tesa, colta ormai in flagrante.
<< Beh, ci lavoro dunque non si può dire che sia una sorpresa. Tu piuttosto, oggi avevi per caso una lezione? >> mi chiede. Non indossa il camice quindi probabilmente stava attaccando a lavorare proprio ora. Che fortuna che mi è capitata!
<< No ecco io... ecco...ieri ho perso qualcosa e sono venuta qui per cercarla. >> mento, tra l'altro in modo orribile.
<< Dovresti allora andare a cercare negli spogliatoi, non nei piani dei degenti >> replica lui sogghignando, facendomi capire di aver facilmente capito che stavo mentendo.
Incrocio le braccia, i nostri occhi a fissarci per qualche minuto fino a quando Mamoru non fa la fativica domanda.
<< Per quale reale motivo sei qui? >>
<< Tenou >> rispondo immediatamente, tanto vale provare la sincerità ora. Che pensi pure che io sia una fan invasata.
<< Accidenti, pure tu >> mormora afflitto lui scuotendo il capo << Non bastavano le infermiere e le dottoresse >>
<< Non è come sembra >> mi affretto a ribadire << Non ho alcun interesse verso un pilota da corsa ma non ho potuto fare a meno di notare come il suo nome sia identico a quello di una mia vecchia amica >>
Vedo l'espressione del medico farsi incredibilmente seria. << Una tua amica? >> ripete.
<< Sì, Haruka Tenou >> confermo << Abbiamo frequentato per un anno la stessa scuola, ci siamo perse di vista quando mi sono trasferita a Vienna però... >>
<< Me la potresti descrivere? >> mi chiede impassibile, sono sinceramente colpita da questo cambio di atteggiamento. Ma non per questo demordo. << Non la vedo da molti anni. >> affermo.
<< Caratteristiche peculiari, dati personali, quelli difficilmente cambiano >> dice lui mentre prende una cartella clinica dalla valigetta che si stava portando appresso.
<< Ricordo che era molto alta, ora dovrebbe superare abbondantemente il metro e settanta. Aveva i capelli biondi e gli occhi verdi. Il suo compleanno è il ventisette gennaio e... >>
<< Basta, ho capito >> mi zittisce lui << Potresti seguirmi nel mio ufficio? >>
Annuisco e lo seguo lungo il corridoio fino a raggiungerne la fine. Da quel che ho capito girovagando per la clinica ogni caporeparto ha l'ufficio nel piano in cui sono situati i propri pazienti. Mentre apre la porta Mamoru fa cenno a un'infermiera di andare a chiamare la dottoressa Mizuno. Mi ritrovo così seduta ai lati della scrivania della donna, in attesa di non so cosa. 
<< Mi dispiace, avevo detto di seguirmi nel mio ufficio ma non specializzandi abbiamo soltanto una sedia riservata accanto alla scrivania del nostro referente >> esclama lui sistemando la propria giacca per poi indossare il camice.
<< Non fa niente, piuttosto gradirei sapere il motivo del nostro spostamento >> replico.
<< Questioni di privacy, come hai avuto modo di comprendere nella clinica dopo la riabilitazione ciò che più interssa ai clienti è l'anonimato assoluto. Soprattutto per i casi come Tenou. >> spiega.
<< Allora, si tratta di lei o no? >> esclamo perdendo un pò il controllo. 
<< Mamoru-san, per quale motivo mi hai fatto chiamare ? Oh, Kaiou-san, anche tu qui? >> dalla porta dell'ufficio arriva la dottoressa Mizuno che subito nota la mia presenza. Distoglie però per un attimo la propria attenzione da me per rivolgersi nuovamente al proprio specializzando. << Mamoru-san, per quale motivo oggi fai solo il turno pomeridiano? Ti sei perso tutti gli esercizi riabilitativi mattutini >>
<< Pensavo che la direttrice l'avesse avvisata. Questa mattina mi sono visto insieme a Viluy-san per discutere dell'imminente sessione di riabilitazioen acquo-ginnica. A quanto pare abbiamo ottenuto tutti i permessi necessari e le lezioni potranno iniziare prima del previsto. >>
<< Oh, buono a sapersi, bisogna subito dare questa notizia a.... >> la donna si blocca di colpo guardandomi negli occhi.
<< E' per questo che l'ho fatta chiamare >> sospira Mamoru sedendosi << A quanto pare conosce Tenou-san. E per conoscere intendo dire che è un'amica della signorina Haruka Tenou >>
Le labbra della dottoressa si dischiudono formando un'invisibile o. Se ne sta per qualche minuto in silenzio per poi esclamare << In ogni caso senza il suo permesso non possiamo farle incontrare nessuno che non sia un parente. Mi dispiace Michiru-san >>
<< Ma probabilmente lei non sa neanche che sono tornata!! >> E probabilmente mi ha dimenticata aggiunge una voce nella mia mente. << Vorrei solamente parlarle >>
<< Le parlerò di te >> mi promette Mamoru << Ma io non sarei fiduciosa, molti dei nostri pazienti rifiutano visite, soprattutto se di persone che non vedono da tempo. Sai, non vogliono vedere le loro facce stupite una volta che queste si rendono conto del cambiamento >>
<< Cambiamento? >> ripeto io senza capire.
<< Michiru-san, siamo una clinica riabilitativa >> mi spiega la dottoressa << I nostri clienti sono qui perchè hanno subito dei seri danni al proprio corpo. >>
Mi porto una mano sulla bocca, incapace di parlare. Ma certo, come ho fatto a non pensarci prima? Se Haruka si trova qui non è certo per un soggiorno di piacere ma perchè infortunata. Un pilota... Nella mia mente si affollano le peggiori immagini di incidenti visti nei vari telegiornali. Cosa ti è successo Haruka?
I due medici mi fanno uscire dall'ufficio, ancora scossa comincio a camminare come un automa in direzione dell'uscita. Sono arrivata al piano terra quando qualcosa mi ferma. Abbasso il capo incontrando la figura di una bambina.
<< Scusami >> le dico facendo per spostarmi ma questa mi blocca trattenendomi per la stoffa della gonna. Con tutta la pazienza di questo mondo le chiedo gentilmente di lasciarmi andare.
<< Sei un'amica di Haruka? >> mi chiede lei.
<< Sì >> confermo stupita << E tu come lo sai? >>
<< Ti ho sentito mentre parlavi col dottor Chiba >> risponde << Solo le amiche di Haruka sanno che è una ragazza, me l'ha detto Setsuna-san  >>
<< Setsuna-san? >>
<< Vieni >> esclama la bambina prendendomi per mano << Conosco il modo per arrivare nella stanza di Haruka senza farsi vedere dalle infermiere >> spiega trascinandomi con sè. << Ah, a proposito, il mio nome è Hotaru Tomoe. >>
<< Michiru Kaiou >> mi presento io seguendola.

<< Sì, ho capito. Sì la riabilitazione sta proseguendo bene, sì non creo problemi. Ma ci parlate ogni tanto con Setsuna? >> Mi stropiccio gli occhi con la mano libera. Possibile che non fosse sufficiente la costante presenza di Setsuna per tranquillizzarli? Ma del resto non posso dir niente, sono loro che pagano la clinica insieme allo sponsor, oltre al piccolo dettaglio che mi hanno mantenuto e accolto in casa loro da quando avevo quattro anni. << Ora vi lascio, con la riabilitazione riesco a fare i compiti di scuola solo a quest'ora. Statemi bene >> Chiudo la comunicazione per poi sdraiarmi.
<< Parlavi con i tuoi genitori? >>
<< Hotaru ancora qui? >> chiedo retoricamente senza usare alcun suffisso. Se non lo faceva lei tanto vale fare lo stesso.
<< Sì e ho portato una tua amica >> afferma lei.
<< Una mia amica? >> chiedo curiosa mettendomi a sedere. << E chi sarebbe mai questa mia... >> le parole mi si bloccano in gola non appena i miei occhi incontrano l'azzurro sconfinato dei suoi.


Fine terzo capitolo!! Avvenimenti pochi ma almeno è avvenuto il fativico incontro. Non avevo intenzione di aggiornare questa storia ma purtroppo ho dovuto riformattare il computer ergo tutto ciò che avevo scritto finora è andato perduto :'( . Dopo giorni di disperazione ho preferito iniziare tout cour un nuovo capitolo piuttosto che ricominciare tristemente a scrivere cercando di ricordare. Tristezza a palate. 

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Capitolo 4
*** Crollo ***


23 dicembre, quattro anni prima.

<< Haruka guarda!! >> la giovane ragazza trascina l'amica vicino alla vetrina interessata che come tutte le altre era allestita per l'imminente Natale. L'atmosfera era ben diversa da quella provata in Europa durante uno dei tanti viaggi compiuti insieme ai genitori, ma sebbene il periodo natalizio giapponese fosse decisamente meno magico di quello europeo quell'anno camminare per negozi si stava rivelando decisamente più appagante. E forse il motivo di ciò era da ricercarsi nella persona che la stava accompagnando.
La bionda si scompiglia leggermente i capelli per poi parlare << Non sei un pò troppo giovane per un set di trucchi come quello? Accidenti, c'è pure abbinata una crema per la prevenzione delle rughe. Michi, mi nascondi qualcosa? >>
<< Stupida >> ride l'altra tirandole una leggera gomitata << E' per mia madre >>
<< In genere non sono i figli a ricevere regali da parte dei genitori? >> domanda Haruka stringendosi nel cappotto. Ora che si erano fermate non c'era neanche il calore nato dal movimento a riscaldare il suo corpo in quel gelido pomeriggio invernale.
<< Quest'anno sono riuscita a racimolare qualche soldo con i miei concerti e volevo far loro un pensierino anche per ringraziarli per tutto ciò che han fatto con me >> spiega l'altra ragazza prendendo la bionda per mano al fine di portarla con sè all'interno del negozio. E Haruka inspiegabilmente a quel tocco sente il calore ritornare al proprio corpo.
<< Le serve altro signorina? >> chiede la commessa dopo aver preso la trousse sulla quale aveva messo gli occhi Michiru. La quattordicenne si guarda intorno scorgendo un piccolo e grazioso ciondolo in oro bianco. Dopo averlo preso tra le mani lo rigira tra di esse osservandone ogni particolare.
<< Ha un ottimo occhio signorina, appartiene alla nostra nuova collezione >> esordisce la donna << Guardi >> Dopo esserselo fatto consegnare lo apre mostrando agli occhi delle ragazze l'interno dello stesso formato da un piccolo specchietto nella parte superiore e uno scompartimento vuoto in quella inferiore. Inutile dire che gli occhi di Michiru già attratti dall'oggetto ora brillavano ancora di più, cosa che non era certo sfuggita ad Haruka, così come colse il cambiamento nell'espressione dell'amica quando la commessa enunciò il prezzo dell'oggetto.
<< Sarà per un'altra volta >> mormora tristemente Michiru seguendo la commessa al bancone lasciando Haruka indietro, un pensiero che le attraversava la mente.
<< Sono cinquemila yen signorina >> afferma l'addetta alla cassa dopo aver impacchettato il regalo.
<< Aspetti >> interviene la bionda << Aggiunga anche questo >>
<< Haruka, non posso permettermelo!! >> esclama l'altra ragazza cercando di fare opposizione.
<< Infatti mica paghi tu, è un mio regalo >> afferma Haruka prendendo mano al portafoglio.
<< Sbaglio o hai sempre detto che i tuoi soldi servono unicamente per soddisfare i tuoi vizi? >> le ricorda ironica Michiru.
<< Già e a quanto pare ho un vizio piuttosto dispendioso >> replica la bionda facendo notevolmente arrossire l'amica.
<< Com'è fortunata ad avere un fidanzato così premuroso >> si lascia sfuggire la commessa con aria sognante causando un ulteriore imbarazzo tra le due.

<< Non dovevi farlo >> afferma Michiru mentre insieme ad Haruka si stava incamminando verso la propria casa. Con la ressa di chi è in cerca degli ultimi acquisti sarebbe stato deleterio chiamare l'auto visto che già quelle presenti in strada si muovevano a passo d'uomo.
<< Saresti più credibile se non toccassi quel ninnolo ogni cinque secondi >> rise la bionda felice però che il suo regalo sia stato apprezzato.
<< Voglio mettere una nostra foto >> afferma Michiru stupendo non poco l'amica.
<< Hai quattordici anni, tieni il posto libero per il tuo futuro fidanzato >> replica secca la bionda allungando il passo, lasciando indietro un'attonita Michiru che di certo non si sarebbe aspettata un'uscita del genere. Dopo un momento di smarrimento la ragazza rincorse l'amica. Rimasero in silenzio per il resto del tragitto, fino a quando non giunsero sulla soglia della porta di casa Kaiou addobbata a festa per l'occasione.
<< Beh, siamo arrivate, passa una buona notte >> esclama Haruka facendo per andarsene.
<< Si può sapere perchè sei così lunatica? >> le domanda Michiru con un tono leggermente esasperato. << Prima passi un intero pomeriggio ridendo e scherzando con me, poi mi fai un regalo così meraviglioso e infine ti chiudi in un serrato mutismo. Certe volte è così difficile capirti... >>
<< Difficile? >> un sorriso divertito figura sul volto della bionda << Vuol dire che qualcosa riesci ad afferrare. >> avvicinandosi all'altra la sovrastò guardandola divertita dall'alto della sua altezza superiore.
Michiru annuisce << Hai paura, ma non capisco di cosa. >> affermò accarezzandola << E credimi, vorrei tanto saperlo. >>
Mai come in quel momento Haruka dovette fare affidamento a tutto il suo autocontrollo per non sbattere la ragazza contro la porta ed impossessarsi delle sue labbra, con probabilmente la possibilità che i suoi genitori arrivassero da un momento all'altro, se non veniva prima schiaffeggiata dalla giovane,
<< Haruka!Haruka! >>il continuo ripetere il proprio nome da parte di Michiru fa tornare la bionda alla realtà.
<< Ero sovrappensiero >> si giustifica.
<< L'avevo notato >> sospira l'altra amaramente. Se in quei mesi di conoscenza aveva compreso qualcosa è che impuntarsi non portava a niente con Haruka Tenou. Decide dunque di cambiare argomento, tanto per stemperare la situazione << Come posso ricambiare questo tuo regalo? Non ho abbastanza soldi per... >>
<< Che ne dici di un bacio? >> propone Haruka con tono scherzoso alludendo al rametto di vischio posto sulla soglia della porta mentre al contempo le avvicina la guancia. Mai si sarebbe aspettata ciò che nel giro di pochi secondi avrebbe combinato l'altra che sfiorandole il volto glielo sposta preferendo dedicarsi alle sue labbra. La bionda non sa dire per quanto tempo le loro bocche siano rimaste unite, fatto sta che per lei il tempo si era fermato, riprendendo a scorrere solamente quando Michiru si staccò.
<< Un bacio sotto il vischio non deve essere dato sulla guancia >> dichiara la giovane col fiato rotto, i respiri veloci e irregolari sia per riprendere fiato, sia perchè quell'azione non aveva scosso solo la bionda.
<< Buonanotte >> mormora meccanicamente Haruka fuggendo letteralmente verso il cancello.

Presente

<< Michiru... >> il suo nome è quasi un sussurro che esce dalle mie labbra. Per quale motivo si trova qui? Perchè, perchè perchè? Guardo con terrore la mia gamba. E' completamente esposta alla sua vista, impossibile che non la noti. E vedendo il suo sguardo attonito è chiaro che l'ha vista.
<< Haruka, come stai? >> si siede accanto a me, prendendomi per mano << Sei cambiata molto. >>
A me lo dice? Cazzo, ma ha uno specchio in casa? Se già a quattordici anni prometteva decisamente bene ora era una bellezza da mozzare il fiato. I capelli sono leggermente più lunghi da quello che ricordavo, sicuramente si è alzata, non certo quanto me ma di sicuro supera gran parte delle sue compagne di classe. Il suo corpo poi è decisamente maturato sotto tutti gli aspetti. Non che prima non fosse male ma è innegabile che ora le sue forme siano molto migliorate. Con rammarico ( e solo perchè non mi piace dare ragione a Setsuna, non per il fatto in sè) constato che effettivamente ha un fondo schiena quasi illegale. E non è neanche l'unica parte del corpo ad aver aumentato le dimensioni. Per quel che posso ricordare quattro anni fa indossava una seconda, una buona seconda per carità, ma nulla a che vedere con queste due bombe che ora si ritrova. E i suoi occhi... loro sono rimasti gli stessi, un mare profondo in cui è impossibile non perdersi.
<< Haruka ci sei? >> la sua voce prima distante a causa del mio soffermarmi sul suo corpo ora mi pareva cristallina.
<< Cosa ci fai qui, non mi pare che oggi i mocciosi abbiano lezione >> affermo duramente, forse anche più del dovuto. Del resto mica è colpa sua se mi ritrovo in questa situazione. 
<< Volevo vederti >> ammette con sincerità disarmante << Ieri ho sentito per caso il tuo nome detto da Mamoru-san e... >>
<< Chiba >> il nome di quell'omonculo detto quasi come un sibilo << Quello riesce a combinarmi solo guai >>
<< Perchè non sei felice di vedermi? >> sbotta lei alzandosi di scatto << Anche quattro anni fa... tu eri l'unica a non essere presente all'aeroporto. Ho aspettato, sperato, fino all'ultimo, fino a quando l'aereo non ha spiccato il volo. >>
<< Mi dispiace che la principessina sia stata delusa dal fatto che non vi era la corte al completo ad adularla mentre volava verso il suo brillante futuro oltre oceano >> ribatto acida alzandomi di scatto, ormai a forza dei miei scatti d'ira mi sono anche abituata tanto che adesso non barcollo neanche più. 
<<  Non hai risposto ad una delle mie tante telefonate, sei letteralmente sparita dalla mia vita >> afferma amaramente << Pensavo fossimo amiche >> La vedo toccarsi il petto, e ora che vedo meglio ha un rigonfiamento familiare. Troppo familiare.
<< Pensavi male >> replico sapendo di ferirla. Meglio così, meglio che mi lasci perdere. Lei è tornata in cerca di un'amicizia che io non posso darle, che non voglio darle.
Tra di noi cade un silenzio irreale, nonostante le mie cattiverie vedo che Michiru non da segno di andarsene. Darei qualunque cosa per farla sloggiare ma non ho voglia di ricoprirla di insulti. Anche perchè, sebbene lo detesti, la sua presenza qui mi piace, mi tranquillizza come ha sempre fatto. Pensavo che non avrei mai trovato qualcuno con cui essere così in sintonia. Neanche il mio rapporto, seppur forte, con Setsuna può dirsi forte e simbiotico come quello che avevo con lei. Di tanto in tanto le lancio uno sguardo, beccandola mentre si attorciglia i capelli con le dita, oppure mentre si stira invisibili pieghe sulla gonna. Sorrido appena cercando di non farmi vedere. E' palese il suo nervosismo. Devo riconoscerle che è stata piuttosto in gamba a giungere fin qui sprezzante delle regole ospedaliere. Ora che ci penso non è venuta da sola, dove diavolo è finita Hotaru? 
<< Hotaru? >> mormoro preoccupata, la mia reazione che a quanto pare risveglia anche Michiru. << Hotaru? >> ripeto. Dove diavolo è finita?La camera non è ampia e non mi sembra che sia uscita ma allora dove...
<< Haruka! >> il mio nome strillato come un lamento che esce da una Michiru palesemente scioccata mentre s'inginocchia per terra. Saltellando sulla mia gamba sana scosto le tendine del lettino di Takeda trovando a ridosso di esse il corpo esanime della bambina. 
<< Dobbiamo chiamare le infermiere >> affermo perentoria premendo il bottone di richiesta situato sopra il lettino. Faccio poi per sollevare il corpo della bambina ma la mia gamba mi tradisce non riuscendo a sollevare il suo, seppur esiguo, peso.
<< Faccio io >> dichiara Michiru prendendola per poi deporla sul materasso. Perfetto, battuta in forza fisica da una violinista. Potrò forse cadere più in basso di così?
Tempo pochi minuti e due infermiere irrompono nella stanza seguite da un dottore che dopo una leggera occhiata con celerità apre con forza la camicia di Hotaru, mostrando ai presenti il corpo martoriato della bambina. Michiru si porta una mano alla bocca scioccata, io non son da meno.
<< Ha una crisi respiratoria, dobbiamo intubarla >> dichiara perentorio il dottore. In breve nella stanza viene portata una barella su cui viene caricata Hotaru che sparisce dalla mia vista. Ancora scioccata mi accascio su una delle sedie per gli ospiti presenti nella camera. E' la prima volta che vengo toccata dalla consapevolezza di come tra le persone qui ricoverate siano presenti malati anche gravi. Non avevo mai avuto occasione di rifletterci, nel mio reparto trattano unicamente i problemi motori, il massimo dell'emergenza che può capitare qui è che qualche invalido caschi per terra scordandosi di non essere più normale. Cosa che tra l'altro mi capita quasi ogni giorno.
<< Dov'è l'hanno portata? >> la domanda di Michiru mi arriva lieve alle orecchie.
<< Nel reparto ustioni, lì sono attrezzati per le crisi respiratorie >> risponde Chiba entrando. Non sembra avere il migliore degli umori << E posso sapere cosa ci facesse qui? Così come te >>
<< Hotaru-chan mi ha accompagnato qui >> spiega lei ancora sotto shock. << Poi io e Haruka l'abbiamo persa di vista e quando l'abbiamo ritrovata era terra agonizzante >>
<< Stavate litigando? >> domanda lui.
<< Secondo te? >> ribatto sprezzante, il mio tono che chiarisce immediatamente la questione.
Chiba sbuffa visibilmente contrariato << Il vostro litigio deve averla agitata causandole il problema respiratorio >>
<< Che cos'ha Hotaru-chan? >> chiede debolmente Michiru.
<< Non dovrei parlarvene >> esordisce Chiba allentandosi i bottoni della camicia << Ma mi pare ovvio che avete avuto occasione per vedere il suo corpo. Beh, non conosco i dettagli ma a quanto pare quando era più piccola è stata vittima in un incendio.  >>
<< Quando aveva quattro anni Hotaru-san si trovava insieme ai genitori e alcuni collaboratori di questi in un laboratorio durante un esperimento... >>
Chiba si volta di scatto, dietro di lui è presente una donna che gli è pari in altezza, lunghi capelli rossi e beh, un bel seno prosperoso se devo essere sincera e non fa niente per nasconderlo. Non pensavo che in questa clinica facessero entrare anche le prostitute a richiesta dei degenti, poteva informarmi Setsuna.
<< Di..Direttrice Kaolinite >> balbetta agitato, mi diverte leggermente vederlo così impacciato, sembra un bambino appena beccato in fallo dalla propria madre. Un momento... Direttrice? Questa donna vestita come la più navigata delle battone sarebbe la direttrice?
<< Chiba, se non è a piena conoscenza dei fatti non si dovrebbe permettere di dare spiegazioni a chicchessia >> afferma secca la rossa  per poi rivolgersi a Michiru << Sono a conoscenza dell'identità della degente di questa camera, lei invece? >>
<< Michiru Kaiou >> risponde lei, immagino che oggi avrà dovuto presentarsi a parecchie persone.
<< Ah, una delle nostre volontarie. Il motivo per cui si trova qui? >>
<< Era venuta a trovarmi, Hotaru le ha fatto da guida e per questo la bambina si è sentita male in questa camera >> spiego per filo e per segno per evitare un altro interrogatorio.
<< Dunque era già a conoscenza del vostro segreto >> constata la direttrice << Meno male, fin troppe persone ne sono venute a conoscenza >>
Non posso che essere d'accordo con lei. Non è mica male questo grande capo, almeno dimostra di avere buon senso oltre che un corpo da paura.
<< Ritornando al discorso di prima... >>
<< Direttrice, è sicura di divulgare certe informazioni? >> s'intromette Chiba beccandosi di rimando un'occhiataccia da parte della donna. << Lei non stava facendo lo stesso? Meglio che sappiano la verità effettiva piuttosto che informazioni frammentate. Nel caso ne parlassero ad altri almeno si evita che nascano leggende come quella sul fatto che il professore abbia trasformato la figlia in un cyborg o che i malesseri della bambina siano causati da una possessione demoniaca >>  chiarito ciò tossisce leggermente per poi riprendere il discorso << Come ha già riportato Chiba Hotaru si trovava in questo laboratorio durante un esperimento. Da quel che mi ha raccontato il professore non era raro che la bambina si trovasse con loro, sua moglie non era del tutto favorevole ma lui voleva stare il più possibile con la bambina visto che a causa del lavoro erano rari i momenti liberi. Purtroppo durante un esperimento ci fu un cortocircuito che provocò un incendio che  imprigionò i presenti all'interno. Gli unici a sopravvivere furono il professore e sua figlia, purtroppo però lei non ne uscì indenne. Sul suo busto e sulle braccia ancora oggi sono presenti i segni di pesanti ustioni >>
<< Povera bambina... >> mormora afflitta Michiru sedendosi.
<< A seguito dell'incidente il professor Tomoe investì tutti i suoi risparmi nella costruzione di una clinica riabilitativa. >> continua a spiegare la direttrice << Ovviamente non avendone i requisti accademici non può amministrarla, dunque si limita ad esserne il proprietario mentre ha nominato me direttrice >>
<< Così il paparino si sentiva in colpa e ha deciso di espiare mettendo mano al portafogli >> affermo con noncuranza.
<< Haruka-sa... >> per la seconda volta in pochi minuti Chiba viene fermato dal parlare. Comincio veramente ad amare questa donna.
<< Riducendo ai minimi termini la questione direi che la sua affermazione è corretta >> dice questa << Il senso di colpa per non aver dato ascolto alla moglie ed aver causato così dei danni irreversibili alla figlia ha sicuramente contribuito al progetto della clinica ma io non vedrei la cosa con un'eccezione negativa. Oltre ad espiare e riparare alle proprie colpe il gesto del professore è stato d'aiuto a molte altre persone, tra cui lei. >>
Certo che le deve proprio piacere questo Tomoe, più che di una fidata subalterna queste sembrano le parole di una donna innamorata. 
Dopo aver fatto una mezza filippica a Chiba la direttrice esce dalla mia camera cosa che farà dopo poco lo stesso praticante dopo avermi fatto una testa tanta sviolinandomi i mille problemi che sarebbero potuti sorgere se Hotaru non si sarebbe ripresa. Io comunque non gli prestavo più di tanta attenzione, annuivo con una cadenza sufficiente per fargli credere di essere pentita e concorde con lui. Non devo essere stata troppo convincente vista la sua espressione una volta smesso di parlarmi.
<< Michiru-san... >> esclamò infine cambiando il soggetto della sgridata << E' meglio che ora se ne vada >>
<< Vorrei sapere come sta Hotaru-chan. >> obbietta lei.
<< Mi permetta di dirle che a causa del suo voler sapere lo stato di salute dei degenti non ha fatto altro che aggravarne le condizioni >> replica duro Chiba, con un tono tale da infastidire anche me. E' vero, volevo che Michiru se ne andasse, e per far si che ciò avvenisse ero stata anche crudele con lei ma non avrei permesso a nessun altro di ferirla.
<< Ehi Chiba... >> esordisco muovendomi verso lui.
<< Ha ragione >> concorda inaspettatamente Michiru cogliendomi in fallo << Se non le dispiace vorrei tornare un altro giorno a vedere la bambina, è anche una mia responsabilità capisce? >>
Chiba sembra rilassarsi di fronte a quella che pare proprio una resa incondizionata, tanto che anche il suo atteggiamento verso Michiru si fa più amichevole. << I nostri medici sono tra i più preparati del Giappone, può star pur sicura che nel giro di qualche giorno Hotaru-chan sarà di nuovo in giro a scorrazzare per l'ospedale e a quel punto sono certo che sarà lei a volerti rivedere >>
<< Spero proprio che sia così >> gli sorride lei.
<< Oh, naturalmente questo piccolo incidente non intaccherà la tua reputazione in ospedale, potrai tranquillamente svolgere il tuo compito di assistente di Fish eye-san, oltre che venire a visitare questa testona durante l'orario stabilito >>
<< Questo non sarà necessario >> afferma con durezza Michiru << Qualcuno mi ha fatto ben capire che la mia presenza non è che fonte di disturbo >> con queste sue ultime parole se ne esce dalla stanza seguita a breve distanza da Chiba, non prima di darmi un'ennesima occhiata di biasimo.

Ha iniziato a piovere. Numerose gocce cadono sul finestrino della macchina, poi l'arrivo della condensa che mi impedisce di guardare al di fuori. Curioso come la natura rispecchi il mio attuale stato d'animo, anche se ad esser sincera ho sempre ritenuto di avere un collegamento speciale con la natura, in particolar modo con il mare e le acque in generale.
<< Non dovresti prendertela troppo >>.
Mi giro a ricerca del volto di Mamoru che si era offerto di accompagnarmi a casa quando una volta usciti dalla clinica era scoppiato un acquazzone.
<< Te l'avevamo spiegato io e la dottoressa Mizuno che non era il caso di andarla a trovare. Immagino che già prima non fosse una persona troppo socievole, ma dopo il trauma deve essersi chiusa ancora di più in se stessa >> continuò.
<< E io come una sciocca non vi ho dato retta >> mormoro abbassando il capo. Sento distintamente Mamoru sbuffare per poi sentire la sua mano sui miei capelli << A volte quando sono coinvolte persone a noi care fatichiamo a mantenere il controllo, soprattutto voi donne sempre in preda ai vostri ormoni >>
La sua battuta riesce a farmi sorridere tirandomi leggermente sù il morale. Deve essersene accorto visto che mi sorride di rimando.
<< A breve Haruka-san prenderà parte a delle sedute di riabilitazione acquo-ginnica nella stessa piscina in cui si svolge il nuoto infantile. Non sarà tanto ma vedersi anche da lontano per poco tempo al giorno può farle rivalutare il proprio atteggiamento nei tuoi confronti così da accettare di incontrarti senza che vi scannate >>
Annuisco non sapendo cosa dire. Una cosa è certa, dopo questo spiacevole incidente l'ho notevolmente rivalutato. All'inizio pensavo fosse un giovane medico come tanti la cui gentilezza era solo un mezzo per ingraziarsi i superiori. Accompagnare la figlia del capo a casa, ascoltare pazientemente un'amica di questa, mostrarsi accondiscendente con i pazienti. A quanto pare però non c'è niente di meschino dietro a queste azioni, solo un'innata gentilezza e voglia di aiutare il prossimo. Guardandolo sotto questa nuova ottica Mamoru sembra proprio il principe delle fiabe.
<< Eccoci arrivati >> annuncia parcheggiando sul viale di casa mia << Se non ti dispiace io rimango in macchina >>
<< Figurati, e poi meglio che la servitù non veda che è stato un ragazzo ad accompagnarmi a casa, sai com'è genitori spesso assenti spie ovunque >> Vedo una leggera ed inspiegabile malinconia velargli gli occhi a seguito delle mie parole. Preferisco però non indagare oltre, al momento sono già abbastanza oberata coi miei problemi per andarmi ad impicciare di quelli altrui ed inoltre non sono mai stata una che si interessa delle disgrazie degli altri. O degli altri in generale. Effettivamente non sono mai stata la più socievole delle persone. Dopo esserci salutati corro più veloce che posso verso l'uscio di casa. Inutilmente visto che una volta arrivata sulla soglia della porta sono completamente fradicia, ecco la controindicazione nell'avere il solo giardino grande quanto una villa. Le cameriere in ogni caso sono solerte nel prendere la mia cartella e darmi degli abiti di ricambio informandomi che al piano superiore è già pronta la vasca ricolma di acqua bollente. Dopo aver dato loro disposizioni su dove voglio che sia portata la mia roba mi dirigo verso uno dei bagni di casa. Dopo essermi richiusa la porta alle spalle finalmente mi svesto dell'uniforme scolastica entrando con immenso piacere all'interno della vasca. Solo una cosa è rimasta a coprire il mio corpo, il ciondolo che quattro anni fa ricevetti come ragalo di Natale da Haruka. Da quel giorno non me lo sono mai tolto salvo quando devo andare a dormire. Mi viene da ridere al ricordo delle numerose costumiste che prima dei miei concerti si lamentavano del fatto di essere limitate nella scelta del mio vestiario dal fatto che non volessi mai separarmi da questo ciondolo. Me lo rigiro tra le mani per poi aprirlo. Lo specchietto posto nella parte superiore si appanna all'istante, nella parte inferiore invece è posta in bella mostra una foto mia e di Haruka, quando ancora eravamo amiche. Lo richiudo immediatamente, per oggi ne ho avuto abbastanza dei ricordi passati. Cullata dal calore dell'acqua la mia mente si libera di tutte le preoccupazioni della giornata e poggiando la testa sul rialzo chiudo gli occhi cercando di quietare almeno un pò l'uragano presente all'interno della mia anima.


Fine quarto capitolo!! Che dire, questa volta Michiru ha poca voce in capitolo visto che per la maggior parte ho trattato gli avvenimenti dal punto di vista di Haruka. Presente anche flashback natalizio, molto adatto al periodo dell'anno. Dopo questo capitolo è altamente probabile che aggiornerò l'altra mia sailor-serie visto che dopo la formattazione :'( mi sono decisa a riassemblare quel poco che mi ricordavo di aver scritto e dare a tutto un senso logico. Alla prossima!!


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Capitolo 5
*** Nuovi punti di vista ***


Il continuo suonare della sveglia si sparge all'interno della stanza ancora mantenuta nell'oscurità grazie alle tende che impediscono alla luce del mattino di entrare. Con fatica allungo un braccio col fine di interrompere quel suono molesto. Stropiccio gli occhi e nel mentre mi alzo dal letto. Sento distintamente una sensazione umida sulla mia guancia; me la tocco per poi osservarmi le dita leggermente bagnate. Guardo immediatamente il mio cuscino riscontrando un'evidente macchia . Anche la notte scorsa devo aver pianto, constato amaramente.
<< Oujo-sama, è sveglia? >> domanda fuori dalla porta una delle donne di servizio << La colazione è pronta, si sbrighi o arriverà in ritardo a scuola >>
<< Arrivo in un attimo >> rispondo andando nel bagno attiguo alla mia camera. Non impiego molto tempo per prepararmi ed il fatto di dover indossare la divisa scolastica diminuisce notevolmente il tempo che notoriamente spendo scegliendo l'abito da indossare. Dopo aver finito scendo al piano inferiore per la colazione, oggi in stile giapponese. Poco alla volta la cuoca sta cercando di farmi riabituare alla cucina orientale, con buoni risultati direi anche se devo ammettere di provare un pò di nostalgia per la colazione con cappuccino e cornetto.
<< Oujo-sama, i suoi genitori mi hanno riferito di dirle che domenica prossima intratterrà loro ed alcuni clienti importanti ad un'importante cena di gala >> spiega il maggiordomo avvicinandosi.
<< Dunque sono tornata in Giappone unicamente per permettere ai miei genitori di mettermi in mostra davanti ai loro soci in affari? >> domando beffarda posando la ciotola del miso.
<< Mi è stato concesso riferirle inoltre che alla cena sarà presente il direttore di un'importante casa d'asta di strumenti musicali , il quale sicuramente avrà diversi agganci nell'ambiente >> aggiunge lui neanche lontanamente colpito dal comportamento piuttosto polemico  che sto ormai tenendo da giorni. Da quando sono tornata dalla clinica per la precisione.
<< Fammi sapere tutti i dettagli quando tornerò da scuola >> ordino alzandomi da posto mentre una cameriera mi porge la cartella. Esco di casa e ad attendermi c'è il fidato autista che come sempre mi apre la portiera della limousine. Sospiro,un altro giorno sta iniziando.

Nove e mezzo. E' questa l'ora che viene mostrata dall'orologio a muro della mia camera. Decido di prepararmi, sono stata fin troppo tempo in pigiama.
<< Ehi, chi è Michiru? >>
<< Takeda, ti sei appena svegliato e già rompi le palle >> affermo io alzandomi.
<< E' da due notti che continui a ripetere questo nome nel sonno, ho bisogno di dormire anche io sai? >> replica lui.
<< Mi pare che tu dorma fin troppo >> esclamo io chiudendomi nel bagno interrompendo all'istante la discussione. Non voglio assolutamente che veda l'aspetto del mio volto sconvolto dalla sua rivelazione. Ammetto di averla sognata ogni notte ( e non sempre in modo casto) da quando l'ho rivista ma non avrei mai immaginato di aver anche invocato il suo nome nel sonno.
<< Accidenti!! >> getto con rabbia la parte superiore del mio pigiama per terra. Procedo a denudarmi completamente per poi infilarmi nella cabina della doccia. Per quanto il bagno sia provvisto anche di una vasca preferisco non utilizzarlo, ormai mi sono pure abituata a fare il fenicottero sotto la doccia. L'acqua scorre sul mio corpo liberandomi anche se solo momentaneamente da lei. Fin troppo momentaneamente visto che non faccio in tempo ad insaponarmi che la sua figura mi ritorna in mente. Avrei dovuto immaginarlo, è stato stupido da parte mia pensare che l'acqua riuscisse ad escluderla dai miei pensieri. Lei, che con l'acqua ha un rapporto oseri dire simbiotico. Ricordo bene come la sua figura si muovesse sinuosamente nella piscina della scuola, pareva una sirena tanto era a suo agio. Chissà ora come sarebbe, forse potrei anche vederla visto che da quanto ho capito è invischiata con il programma di quel travestito. Barcollo leggermente. Accidenti, non è proprio il momento adatto per immaginarmela in costume. Ma d'altro canto è anche comprensibile, sarò in questo manicomio da un mese in astinenza forzata da qualunque cosa abbia anche il minimo a che fare con la sfera sessuale e tra l'altro la clinca ha assunto responsabili una più attraente dell'altra. Beh, guardiamo il lato positivo, in quanto donna è ben difficile che si accorgano dei miei pensieri, il mio corpo non è esplicito come quello maschile. Chissà come fa Takeda, va bene che per quel che so è fidanzato però... Ah già, è paralizzato. Sarà per caso paralizzato anche lì?
<< Haruka-san, a quanto pare qualcosa di femminile ce l'hai anche tu >> mi urla il mio fastidioso coinquilino da fuori << Hai intenzione di restare dentro ancora per molto? >>
Esco dalla doccia infilandomi l'accappatoio. Non perdo tempo ad asciugarmi i capelli, con la temperatura alta di questi giorni insieme al fatto che siano corti non impiegheranno molto ad asciugarsi autonomamente.
<< Neanche quando mi lavo mi lasci in pace? >> lo aggredisco mentre trotto verso il mio letto.
<< Ti volevo avvertire che a momenti arriverà il mio medico >> m'informa, come sempre all'ultimo minuto.
<< Mi raccomando, la prossima volta dimmelo quando è sulla soglia della porta >> ironizzo chiudendo le tende attigue al mio letto per vestirmi. Uno degli aspetti che preferisco nel fingermi un uomo è il fatto di non dovermi truccare e imbellettare come tutte le mie coetanee e non. Dei jeans,una maglietta un paio di scarpe da ginnastica e sono pronta. Giusto in tempo visto che sento distintamente dei battiti provenire da dietro la porta.
<< Entri pure Esmeraude-san, il mio compagno di stanza se ne sta andando >> informa Takeda dal suo letto.
<< Chi ti ha detto che io debba uscire? >> replico io uscendo dalla tenda
<< Se non puoi fare a meno di assistere al mio controllo avrai un posto in prima fila insieme alla mia urologa >> afferma lui.
Urologa...Urologa...Ur...Oh cazzo!!
<< Penso che andrò a farmi un giro >> esclamo all'improvviso senza neanche perdere tempo per replicare alle risate che si sta facendo. Corro verso la porta aprendola d'impeto trovandomi di fronte la fantomatica urologa.
<< Buongiorno >> saluta lei cortesemente mentre io rimango imbambolata sulla soglia. Dire che la donna davanti a me è bellissima sarebbe un eufemismo. Lunghi capelli verdi ed occhi del medesimo colore, un vestito nero che lascia fin troppo scoperte le sue gambe ed il solito camice d'ordinanza che lo copre. E' decisamente più casta della direttice, non che ci voglia molto in effetti, ma il suo abbigliamento non può certo dirsi indicato per il mestiere che fa.Insomma dai, un'urologa che si concia così come può pensare di non far alzare il...
<< Posso entrare? >> mi domanda lei visto che non mi sto muovendo di un passo.
<< Sì certo >> acconsento facendomi da parte. << A dopo Takeda, divertiti >> saluto uscendo dalla stanza. M'incammino per il corridoio incerta su cosa fare. Andare a trovare Hotaru? Avevo sentito da voci di corridoio che si era ristabilita, rimanendo comunque confinata in pneumologia. Non che io mi senta in colpa, è stata lei a portare nella mia stanza Michiru obbligandomi a quella sceneggiata. Il ricordo di quel giorno mi brucia ancora. E non solo perchè da lì in avanti non ho avuto una notte tranquilla, ma soprattutto perchè ho praticamente bruciato ogni mia possibilità con lei. 
<< Ah, ma cosa vado a pensare >> esclamo dandomi un colpo in testa. Non è certo il fatto di essere menomata o scontrosa ( e tra l'altro lo ero anche prima e la cosa non sembrava disturbarla più di tanto) ad impedire qualunque cosa si spingesse al di là dell'amicizia ma al fatto che ho una ben più grande mancanza tra le gambe. In ogni caso è inutile oltre che deleterio continuare a pensare a lei, o a qualunque donna in generale, meglio non alimentare le mie fin troppo represse voglie. Peccato che evidentemente qualcuno lassù nel cielo ce l'abbia con me. Non faccio in tempo a formulare questo pensiero che una biondina niente male mi si scontra addosso. Troppo intenta a messaggiare col cellulare piuttosto che prestare attenzione a dove si cammina. Fortunatamente è piuttosto minuta e lo scontro tra noi due non pesa troppo sulla mia unica gamba.
<< Mi scusi, mi scusi!! >> esclama lei una volta presa situazione di quanto avvenuto. Non fa però in tempo a scansionarmi da cima a fondo che il suo volto immediatamente si imporpora. Buono a sapersi, a quanto pare anche senza un pezzo non perdo il mio fascino. Devo dire che non è male questa ragazzina. Avrà si è no qualche anno in meno di me, lunghi capelli biondi abbelliti con un vistoso fiocco rosso sul capo, due grandi occhi azzurri che... cavolo, mi fanno tornare nuovamente in mente lei!!
<< S...stai bene? >> mi chiede la ragazza vedendo che non proferisco parola.
<< Sì, sì, guarda solamente dove cammini la prossima volta gattina >> rispondo con uno dei miei classici sorrisi da seduttore doc che come previsto ha mietuto un'altra vittima.
<< Io mi chiamo Minako, Minako Aino >> si presenta lei << Mentre invece tu sei Haruka Tenou, il pilota vero? >>
Per un attimo rimango basita per poi riscuotermi << Esatto, come fai a conoscermi? Non mi sembri un'amante delle corse. >>
<< Ma del gossip e dello star sistem sì >> replica prontamente lei << Tempo fa si parlava di un tuo flirt con la famosa idol Natsume Yamamoto >>
<< Ah già >> borbotto. Il mio manager e quello della ragazza appartenevano alla stessa agenzia e dunque un giorno ci eravamo ritrovati entrambe nella sede centrale. Era bastato vederci insieme per montare il caso nazionale.  << Sono tutte dicerie, eravamo nello stesso posto per una mera coincidenza >> le spiego.
<< Effettivamente non siete una coppia ben assortita >> afferma sicura << Il tuo tipo ideale è sicuramente un altro. >>
<< Ah sì? >> le domando suadente bloccandole il passaggio con il mio braccio << E magari il mio tipo è bionda occhi azzurri che va a caccia di star in giro per le cliniche giapponesi? >>
La ragazza assume un'espressione perplessa per poi fare un piccolo salto sul posto << Oh, no non sono una fan così incallita, semplicemente stamattina ho avuto un piccolo incidente domestico e visto che mio padre lavora qui sono venuta a farmi fare una fasciatura >> spiega mostrandomi il dito steccato.
<< Oh, dunque è merito del caso il nostro incontro. >> affermo suadente alzandole il mento.
<< Tenou-san, frena gli ormoni >> mi ammonisce immediatamente Chiba apparendo da dietro la ragazza << E tu Minako-chan fila a scuola. >>
La biondina colta in fallo se la da letteralmente a gambe salutandomi con la mano.
<< Il solito guasta feste >> dico a Chiba una volta che Minako è scomparsa dalla nostra vista.
<< Scusa ma Minako-chan è un'amica di Usagi, non me la sento di lasciarla sotto le tue grinfie >> si giustifica lui sorridendomi << Comunque come hai potuto constatare le ragazze ti muoiono ancora dietro.  >>
<< Almeno quello >> replico amaramente. << In ogni caso, perchè mi stai appiccicato? >>
<< Ti stavo cercando per riferirti che domani ci sarà la prima lezione di riabilitazione in acqua. Ho già detto a Sestuna-san di procurarti un costume adeguato >> spiega Chiba << Vedi di non creare troppi problemi >>
<< Problemi io? Ma quando mai  >> ribatto ironica.
<< Quando fai finire la figlia del professor Tomoe ad esempio >> mi ricorda << E a proposito ora sta meglio, potresti andare a trovare. >>
<< Mi sorprendi Chiba, dopo quello che è successo vuoi ancora che vada da lei >> esclamo guardandolo negli occhi << Non ti ha strigliato a dovere la direttrice. >>
<< Hotaru-chan è sempre stata sola, da quando sono qui non ho visto un solo amico venirle a farle visita >> sospira lui incrociando le braccia << Anche se non sei l'ideale di amica che avrei voluto per lei penso sia salutare un contatto con un altro essere umano. Quindi ti prego, vai a trovarla  >>
<< Ci penserò >> esclamo dandogli la schiena << Ma non posso promettere che la mia influenza su di lei sarà buona. >>
<< Su questo ne ero certo >> afferma lui mettendomi una mano sulla spalla, il tono sollevato << Ora se non ti dispiace devo incontrarmi con Viluy-san per discutere della tua terapia >>
<< Un'altra donna, sinceramente mi sorprende la grande presenza femminile in questo ospedale, la tua lei non è gelosa? >> chiedo sinceramente incuriosita. A causa della noia mia fedele compagna da quando sono ricoverata è cresciuta in me quella caratteristica tanto femminile quanto irritante che è il gossip. Ho riscontrato che è vero quel che si dice, un ospedale non è altro che una piccola città con tutti i pettegolezzi che si porta dietro questa situazione. Saluto Chiba riprendendo il mio viaggio senza meta che a questo punto forse mi porterà in pneumologia.

<< Veloce, veloce ora in cadenza e... stop!! >> Miroku Kanzai, uno dei migliori maestri giapponesi mi fa segno di sistemare il violino nella custodia. A quanto pare le lezioni sono finite. Da pochi giorni ho ripreso a frequentare le lezioni private di violino anche se personalmente penso di aver raggiunto un livello per il quale l'esercizio personale sia più che sufficiente. Ma i miei genitori sono stati irremovibili, rinunciare agli insegnamenti di un maestro come Kanzai, che tra i suoi allievi annovera membri della famiglia imperiale, a loro dire sarebbe sciocco.
<< Kaiou ... >> esordisce con la sua voce ferma e roca << Non saprei cosa insegnarti, durante questi anni all'estero sei maturata in maniera incredibile >>
<< Non dica così >> dico, cercando si smorzare le sue lodi, benchè la pensassi esattamente come lui << Sono certa che un maestro come lei ha ancora molta saggezza da dispensare >> vedo un leggero sorriso appena accennato mostrarsi sotto ai suo folti baffi, inusuali per un giapponese.
<< La sua tecnica ormai è perfetta >> enuncia sedendosi, prendendo dal suo taschino della giacca un apposito contenitore da cui estrae una sigaretta. Fa per accenderla ma prima mi guarda negli occhi, cercando un tacito assenso per compiere l'azione. Vedendo che non mi oppongo estrae dalla tasca dei pantaloni un accendino. Dopo aver esalato la prima boccata di fumo riprende a parlare << Dicevo Kaiou , la sua tecnica è perfetta, quel che le manca è il sentimento, cosa che io purtroppo non posso insegnarle. >>
<< Sentimento? >> ripeto non riuscendo a comprendere.
<< Sì, sì, sentimento >> conferma lui annuendo ripetutamente con la testa << Le sue esecuzioni sono perfette ma sterili. Un ottimo virtuosismo tecnico che però rimane fine a se stesso. Kaiou, il suo modo di suonare mi ricorda i musicisti anziani ormai sul viale del tramonto che non sono più in grado di esprimersi. Ad essere franco persino i bambini delle elementari che sto seguendo sono migliori di lei su questo punto. >>
<< Per oggi abbiamo finito giusto? >> domando non riuscendo a mascherare la mia irritazione. Mai nessuno si era lamentato della mia musica, figuriamoci poi con un tono così saccente!!
<< Oh, allora vedo che riesce a provare qualche emozione. Bene bene >> afferma il maestro spegnendo la sigaretta nel posacenere << Se non le dispiace vorrei che rimanesse qui ancora per un pò. A momenti dovrebbe arrivare una mia giovanissima allieva e vorrei farle sentire un suo brano >>
Accetto di buon grado più che altro per vedere dove vuole andare a parare. Dopo una decina di minuti, passati nel silenzio più totale, dalla porta dello studio entra una bambina, dieci anni al massimo che mi guarda perplessa, seguita a breve distanza da una donna, probabilmente la madre.
<< Yukino-chan, puntuale come sempre >> esclama il maestro inginocchiandosi davanti a lei. << Pronta per una nuova lezione? >>
La bambina mi guarda timorosa da dietro la schiena dell'uomo.
<< Non  preoccuparti Yukino-chan, è un'altra mia allieva a cui volevo far sentire una tua bellissima esecuzione >> la rassicura lui rivolgendosi poi alla madre << Naturalmente se lei è d'accordo >>. Dopo aver avuto il permesso del genitore,e una volta che questa è uscita, la bambina si esibisce in alcuni esercizi preparatori per poi passare ad un pezzo vero e proprio. Un minuetto di Bach se la memoria non mi inganna. L'ascolto dall'inizio alla fine non riuscendo a comprendere il motivo che aveva portato il maestro a farmi assistere.
<< Bravissima Yukino-chan!! >> si complimenta lui applaudendo << Oggi hai avuto una bella giornata vero? >>
La bambina annuisce << Ho imparato a scrivere cinque nuovi Kanji, sono stata la più brava della classe >>
<< Bene, bene. >> annuisce Kanzai per poi prendere un foglio da sopra il tavolo che prontamente consegna alla bambina << Sei così brava che vorrei la tua presenza ad un mio concerto benefico. Ci saranno tanti altri bambini, solo i più talentuosi ovviamente. Vai un attimo a chiedere il permesso alla mamma mentre io parlo con Kaiou va bene? >>
La piccola prende in consegna il volantino, mi guarda perplessa per poi fuggire fuori dall'aula.
<< Un'ottima esecuzione, non c'è che dire >> borbotta il maestro tra sè.
<< In verità non comprendo tutta questa sua esaltazione >> affermo sprezzante << Mi è sembrato un minuetto come tanti altri, ha pure sbagliato qualche nota >>
<< Oh sì, ma del resto a quest'età non si può pretendere troppo >> esclama lui voltandosi verso di me.
<< Alla sua età ero in grado di riprodurre pezzi molto più complicati e senza il benchè minimo errore >> ribatto.
<< Già, Michiru-Kaio, l'enfant prodige della musica. Avevo molto sentito parlare di voi ai tempi, assistetti pure a qualche suo concerto. Dovetti riconoscere che nell'ambiente si diceva il vero, il vostro portamento, la vostra abilità non avevano nulla da invidiare ai musicisti più navigati >> spiega, la testa piegata all'indietro come a voler cercare lontani ricordi.
<< Eppure ora mi ritenete inferiore ad una bambina delle elementari >> gli faccio presente, ormai incurante di mostrare quanto la cosa mi abbia infastidito.
<< Sono sempre stato contrario allo sfruttamento dei bambini prodigio >> sospira sedendosi su una sedia << Certo, il loro talento va coltivato, ma lanciarli in pasto al pubblico con concerti dal vivo, estenuanti lezioni... I bambini devono prima di tutto fare i bambini. >>
<< Non vedo come questo centri con me >> affermo.
<< Centra centra >> ribadisce << A causa delle pressioni degli adulti non avete avuto il tempo di sviluppare un'emotività conforme all'età. Sa come facevo a sapere che per Yukino-chan è stata una bella giornata? Perchè il suo brano sprizzava felicità da tutti i pori, il suo braccio muoveva energicamente l'archetto rendendo i suoni chiari e veloci. >>
<< Sbagliando però più di un punto >> faccio notare.
<< Sbagliare, sbagliare, sbagliare!!! >> ripete Kanzai come un mantra alzando le braccia al cielo << Ecco il problema, sin da bambina le avranno imposto l'esecuzione perfetta, castrando ogni accenno di personalità. Il risultato è che lei è un'ottima macchina, ma una pessima violinista. >>
<< Me ne vado >> affermo dura prendendo la custodia del mio violino. Mi sono già fatta insultare per troppo tempo. Mi dirigo rapida verso la porta, aprendola di scatto. Quando sono sulla soglia sento le parole del maestro << Ritorni bambina >> mi urla << Ritorni bambina e avrà trovato la chiave per diventare la più grande >>

Pneumologia,pneumologia... E' da venti minuti che sto girovagando per i reparti cercando quello di Hotaru. Dopo essermene tornata in stanza salvo il pranzo ho passato il tempo a fare tutti i compiti arretrati. Quando sono arrivata a completare anche quelli di giapponese antico ho capito che la mia noia aveva raggiunto il limite. Tanto vale allora seguire il consiglio di Chiba mi sono detta. Beh, bell'idea del cazzo che mi è venuta in mente.
<< Haruka!! >> il mio nome, pronunciato con un suono che stridulo è dir poco, mi fa comprendere che dietro di me c'è la causa del mio viaggio.
<< Hotaru, a quanto pare anche tu non ami molto la reclusione in camera >> affermo girandomi.
<< Grazie >> e l'unica cosa che mi dice abbracciandomi alla sprovvista << Grazie. >>
<< D...di niente >> mormoro guardandomi in giro, le facce dell'infermiere che ridono del mio imbarazzo << Ora staccati però. >>
<< Andiamo in camera mia >> afferma prendendomi per il braccio, completamente sorda ad ogni mia resistenza e prima di rendermene conto mi ritrovo seduta sul suo lettino con lei affianco.
<< E così hai una stanza personale eh? >> constato vedendo la presenza di un solo letto << Raccomandata >>
<< Io preferirei dividerla con qualcuno, però mio padre non vuole >> mi spiega. << Da sola mi annoio >>
<< La solitudine è come la compagnia, dipende sempre da con chi stai >> affermo incrociando le braccia << E personalmente ritengo che la mia sola presenza sia fantastica >>
Devo aver detto qualcosa di buffo visto che Hotaru scoppia a ridere. Ripensandoci, è la prima volta che la vedo ridere.
<< Mi dispiace >> mi dice una volta interrotte le risa.
<< Eh? Di cosa? >> le chiedo sinceramente perplessa. Tecnicamente dovrei essere io a porgerle le mie scuse.
<< Di averti fatto litigare con la tua ragazza >> mi risponde con semplicità disarmante, tanto che per poco non cado dal letto.
<< Non è la mia ragazza!! >> strillo una volta stabilizzatami.
<< Però ti piace >> ribatte. Sul serio, come può dire in maniera così spensierata cose del genere?
<< Sei troppo piccola per queste cose, non capisci >> affermo sulla difensiva.
<< Ti sei arrabbiata perchè non volevi che la ragazza che ti piace vedesse il tuo corpo vero? >> mi domanda.
<< E'...è diverso >> mormoro. Generalmente ad un'altra persona in questo momento avrei scaricato la mia lunga lista di insulti, però non sono così pessima da attaccare una bambina, soprattutto quando le ho quasi causato un'arresto respiratorio.
<< Lo so che è così, ti capisco >> afferma guardandomi con i suoi grandi occhi viola. << Per me è lo stesso. >> 
La guardo non sapendo cosa dire. Fortunatamente ci pensa lei a continuare a parlare.
<< Nella mia classe c'è un ragazzo... Ren Ichinomiya >> esordisce, abbassando leggermente il capo nel nominare il suo compagno di scuola. << E' il rappresentante di classe, miglior battitore della squadra di baseball e miglior studente della scuola. E poi è un figo >>
Rido leggermente sentendo l'ultimo aggettivo affibiatogli, cercando però di non farmi a vedere.
<< Lui è carino e a fine anno durante lo spettacolo teatrale fa sempre il principe. Tutte le ragazze della nostra classe vogliono fare la principessa >> La voce prima cristallina di Hotaru si fa via via più bassa. << Un tempo avrei potuto farla pure io però... >> sotto i miei occhi comincia ad aprirsi la camicia mostrandomi il busto completamente nudo e coperto di ustioni  << Quale principessa ha un corpo del genere? >> mi chiede tra le lacrime. E non so come è possibile, non so per quale legge divina o quale contrappasso ha fatto si che io la stringa tra le mie braccia, accarezzandole il capo.
<< Perchè è dovuto capitare a me? >> mormora tra i singhiozzi mentre si stringe al mio corpo. E per la prima volta, dopo tanto tempo, mi rendo conto che il fato non è stato gentile con me. Ma con altri 'sto stronzo ci è andato molto più pesante.

Sfoglio con indolenza i miei spartiti. Tchaikovsky, Mozart,Strauss, tutti componimenti di difficile esecuzione che io sono in grado di suonare perfettamente. Ma a quanto pare per il maestro Kanzai questo non è abbastanza. Tornare bambina, cbe sciocchezza. Nessuno si è mai permesso di criticarmi e lui lo fa su una cosa tanto bizzarra. E' pur vero che io non mostro mai le mie emozioni ma del resto è così che mi hanno sempre insegnato.
Mi alzo dal letto andando a rovistare nei mei cassetti. Sono sempre stata molto ordinata dunque non mi meraviglio che i mei vecchi album da disegno si trovino esattamente nel posto che ricordavo. Ne prendo un paio portandomeli sul letto. Non sono mai stata una persona emotiva però quando disegnavo riuscivo a sfogare sulla carta tutti i miei pensieri e preoccupazioni. A differenza della musica i miei genitori non hanno mai ben visto quest'altra mia abilità. Del resto in società avere una figlia virtuosa del violino è motivo di vanto mentre una pittrice viene vista come una nullafacente. Per questo motivo pur avendone le capacità non ho mai preso lezioni con un maestro e guardando al risultato dei miei disegni devo dire che la mancanza di imposizioni ha reso il mio tratto molto libero ed espressivo. Forse non è del tutto campato in aria l'appunto fattomi da Kanzai. Sfogliando le pagine tra nature morte, scorci di paesaggi e disegni completamente astratti trovo anche numerosi ritratti. Di una persona in particolare.
<< Tsk, chissà perchè mi sono messa a ritrarre un'idiota del genere >> bofonchio pur riconoscendo che esteticamente Haruka è un soggetto di tutto rispetto. Alta, slanciata, quando ha i capelli mossi dal vento pare che possa spiccare il volo da un momento all'altro. Chissà come dev'essere stato duro per lei ritrovarsi menomata. E chissà per quale motivo poi, ora che ci penso non conosco niente della sua situazione eppure l'ho aggredita senza risparmiarmi. Certo, l'ho fatto per auto-difesa ma di fronte ad un'inferma è stato davvero stupido rivangare incomprensioni del passato. Stupido e fuori luogo, solo adesso me ne rendo conto.
<< Dovrei chiederle scusa? >>. Non faccio in tempo a formulare la domanda che sento qualcuno bussare alla porta.
<< Oujo-sama, c'è una vostra compagna di scuola al telefono >> m'informa una delle domestiche << Una certa Ami Mizuno. >>
<< Arrivo >>. Ami, chissà per quale motivo mi ha chiamato a casa. Qualcosa riguardante il programma di nuoto presumo, effettivamente dovrei darle il mio numero di cellulare. 



Fine quinto capitolo!! Finite le vacanze natalizie passate in relax assoluto ho finalmente deciso a riprendere a scrivere. Dunque beccatevi l'aggiornamento, il prossimo dovrebbe riguardare invece un'altra mia fic. Devo dire che la bontà natalizia non mi ha fatto molto bene visto che ci sono andata piuttosto pesante con la povera Hotaru. Continuate a seguirmi se volete sapere come continuerà la storia della bionda nella clinica piena di tentazioni e della violinista in preda a crisi artistiche XD Alla prossima.

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Capitolo 6
*** Prima lezione ***


" No, ma dico io, questo ti sembra un costume?" mi lamento con Setsuna alzando l'indumento che mi aveva comprato per la riabilitazione. Più che un costume sembra una muta da sub.
" Forse preferivi un bel bikini?" replica ironica lei incrociando le braccia al petto " E poi non pensare che l'abbia scelto alla leggera, ho chiesto a Chiba-san di poter parlare con il medico con cui farai la riabilitazione e questa mi ha detto che quella tipologia di costume è la più indicata. Ora comunque sbrigati, tra poco inizia la lezione e tu sei ancora in camera. "
Sbuffando sonoramente prendo le mie stampelle e mi appresto a camminare. Come se fosse la mia ombra Setsuna mi segue ad una distanza fin troppo ravvicinata così che per chi mi vede camminare per il corridoio sembro avere la scorta.
" Non provare lamentarti. " esclama intuendo i miei pensieri " Se tu fossi una persona ragionevole e pacata nei modi non dovrei farti da guardia carceraria ogni qual volta si prospetta una nuova esperienza."
" Una nuova spiacievole esperienza " la corressi io girandomi appena cosa che mi permise di guardare il suo volto cambiare in un'espressione maliziosa. Setsuna si avvicinò ulteriormente, quel tanto che bastava per non far udire da tutto il corridoio della clinica ciò che stava per dirmi. " Guarda il lato positivo, il medico che ti cura è molto carina, e so che avrà una bella assistente. Entrambe in costume da bagno ovviamente "
" Fantastico, effettivamente i miei ormoni avevano bisogno di un altro stimolo! " ironizzo aumentando l'andatura, sentendo le sue risate in sottofondo. Premo il tasto dell'ascensore, battendo ripetutamente il piede per terra. Possibile che con appena cinque piani da servire sia così lento ad arrivare? Finalmente si aprono le porte e davanti a me si mostra la schiena di un uomo intento a parlare con Chiba, anche lui dentro l'ascensore.
" Tenou-san, stai andando in piscina? Ero giusto venuto per ricordarti l'appuntamento" esclama il medico facendo segno all'altro di farmi entrare.
" Non ti preoccupare, ho già una balia " affermo indicando Setsuna. " Deduco che anche tu sarai presente". Chiba annuisce " Mi servono i risultati della riabilitazione per la mia tesi".
" Felice di essere la tua cavia" ribatto senza particolari emozioni mentre mi appoggio ad una parete dell'ascensore.
" Haruka, non essere sgarbata " mi ammonisce Setsuna per poi rivolgersi a Chiba " La prego di lasciar perdere la sua irruenza, il suo lavoro è molto apprezzato dalla mia famiglia "
" Ormai ci conosciamo da un pò, possiamo smettere di essere così formali " afferma lui sorridendole. 
" Vedo che sei un medico molto stimato " esclama l'uomo affianco a lui. Ora che lo vedo bene devo dire che somiglia molto a Chiba. Stessi capelli neri dal taglio corto e ordinato, stessi occhi blu, persino l'altezza e corporatura è simile.
" Oh, che sbadato. Setsuna-san, Ten-ou-san, questo è Blue Sapphire, seguivamo dei corsi insieme all'università. Ora lui lavora come consulente aziendale per suo fratello " spiega Chiba.
" Mentre il povero Mamoru-san è ancora invischiato con la sua tesi " sogghigna il tipo tirandogli una pacca sulla spalla. " Beh, spero che una volta diventato medico a tutti gli effetti tu possa mettere una buona parola con la direttrice "
" Dubito di riuscire ad avere una così grande influenza in poco tempo " replica il medico.
" Di cosa si occupa Blue-san? " chiese Setsuna. Non ho mai capito questa suo vizio di voler sapere tutto di tutti. Che cavolo ti frega di sapere i dettagli del suo lavoro?
" Conosce la Black Moon? " domanda lui di rimando.
"  Oh è quella nuova azienda che ha scalato i vertici della borsa di Tokyo vero? Se ne è parlato molto ultimamente, per la velocità di ascesa e soprattutto per la giovane età del suo presidente " risponde miss so tutto io. Santo cielo, ma quanto può durare un viaggio in ascensore?
" Quello è mio fratello Demand. Sotto suo consiglio mi sono iscritto ad economia, frequentando al contempo alcuni corsi di medicina per relazionarmi con l'ambiente e conoscerne il futuro. Secondo lui venire a contatto con futuri primari avrebbe giovato alla nostra azienda " spiega lui e giuro che adesso prendo a testate la porta dell'ascensore se non si apre immediatamente.
" E' piuttosto inusuale per un giovane creare una propria azienda, che tratta protesi mediche poi " constata Setsuna " A cosa è dovuto ciò? " Appena finisce di parlare l'ascensore raggiunge il piano indicato. Grazie al cielo!! Sfortunatamente Chiba e il suo amico ci seguono prolungando così questo strazio.
" Quando mio fratello frequentava l'università, scienze politiche per la precisione, seguì una conferenza della dottoressa Mizuno. Come sapete lei è famosa per battersi a favore di una sanità pubblica efficiente e a disposizione di tutti e nel giro degli anni questa sua convinzione ha fatto sì che si creassero numerosi dibattiti in merito, soprattutto nelle università. Mio fratello fu molto colpito dalla sua battaglia e dalle sue parole tanto da riuscire a credere in lei. Così finita l'università in barba alla propria laurea decise di creare un'azienda di protesi mediche sperando che, in un futuro in cui la sanità sia aperta a tutti, i nostri prodotti possano provvedere alla copertura nazionale." rispose lui.
" Non riesco a capire se il suo sia un gesto altruista o meno" mi lascio sfuggire. Visto che ormai è palese che non me li staccherò di dosso per un pò tanto vale fare l'acida.
" Mio fratello non è quel che si può definire un filantropo ma fintanto che i suoi profitti coincideranno con il bene delle persone sarò ben felice di seguirlo nella sua impresa " proclama solennemente l'amico di Chiba. Fin troppo per i miei gusti, non ho mai apprezzato troppo gli idealisti. In ogni caso ora è il momento per me di lasciarli, Setsuna inclusa. Sarà pure una piattola assillante ma almeno ha la decenza di non seguirmi nello spogliatoio. E a proposito di spogliatoio... In quale dovrei andare?

" Cosa vuol dire che dovrò sostituire Ami-san?" esclamo allibita. Quando la sera prima Ami mi aveva telefonato aveva parlato di un leggero cambiamento di programma, pensavo qualcosa riguardante gli orari, non di certo a questo!
" Credimi Hime, non è stata una mia idea " afferma Fish-eye che per inciso, non demorde dal cambiarsi nello spogliatoio femminile, mentre è intento a legarsi i capelli " Se vuoi una spiegazione devi chiederla a Mamo-kun, è stato lui a chiedere questo cambiamento a Viluy-san e a quanto pare lei ha accettato. Ah, ma come posso darle contro, avrei fatto lo stesso se me l'avesse chiesto un bocconcino come Mamo-kun. "
Mamoru-san? Per quale motivo ha fatto una cosa del genere? Mentre queste domande mi passano per la testa sento distintamente la porta del camerino aprirsi. Mi volto di stacco incontrando lo sguardo spaesato di Ami, evidentemente sorpresa nel vedermi scomposta rispetto i miei alti standard.
" Io non ne so niente " mette le mani avanti ancora prima che io possa esternarle una qualsiasi lamentela. " Sono rimasta sorpresa quanto te quando mi hanno riferito il cambio. Comunque è solo per una lezione, per il resto dei pazienti sarò io ad aiutare Viluy-san "
Non è questo il problema, avrei voluto dirle ma era inutile anche solo esternare una cosa del genere, anche perchè poi sarebbe dovuta conseguire una spiegazione del perchè mi stavo facendo tanti problemi.  E sinceramente non avevo voglia di spiegare che mi sarei trovata a disagio a lavorare insieme ad un degente maschio. Sì, perchè come se non bastasse il "caso speciale" è pure un ragazzo che sicuramente sarà felice di potermi guardare in costume. Come se non fossero sufficienti i ragazzi delle altre scuole che vengono ad assistere alle gare di nuoto e che da quando ho ripreso a frequentare si sono improvvisamente riscoperti amanti di questo sport. Mah, comunque è meglio smettere di lamentarmi, tanto l'unica conseguenza è farmi venire il sangue amaro. Inizio a cambiarmi , anche grazie alla ritrovata decenza di Fish-eye che esce dallo spogliatoio. 

A quanto pare mi cambierò nello spogliatoio femminile visto che quello maschile è occupato dai mocciosi del corso di nuoto infantile. Dico io, per quale motivo questi non si possono cambiare in quello delle donne? Han forse paura che vedere un paio di tette che non appartengono alle loro mamme li possa traumatizzare a vita? Sorpasso con decisone lo spogliatoio maschile, mentre mi accingo a raggiungere l'altro incontro Fish Eye che mi guarda con sguardo afflitto scuotendo la testa.
" Un vero peccato, un vero peccato"
Mai come in questo momento sono felice di essere nata con la vagina. Dopo questa mia aulica riflessione allungo il passo, arrivando finalmente alla meta. Abbasso la maniglia con l'intenzione di entrare ma rimango bloccata vedendo chi è presente all'interno.
" Oh merda!" non riesco neanche a trattenermi dall'esprimere in modo cristallino i miei pensieri. Ecco, se prima potevo sperare di svignarmela prima che mi vedessero ora ho gli occhi di quelle due puntati addosso.
" Haruka?"
Michiru, che santo cielo è senza la parte superiore della divisa, si avvicina nel modo più innocente possibile ma nella mia mente logorata da settimane di astinenza pare la più procace delle intrattenitrici. Come se non bastasse porta al collo il pendaglio che le regalai anni fa che neanche farlo apposta le cade perfettamente nell'incavo del seno. Beh, cadere è una parola grossa visto che viene sapientemente sostenuto da...
" Haruka cosa fai qui?" mi chiede tenendosi ora a debita distanza. Brava, ottima scelta.
" Riabilitazione " rispondo brevemente, la saliva mi impedisce di articolare frasi più lunghe.
" Capisco" mormora abbassando il capo. Anche se cerca di non farsi notare ho visto come il suo sguardo sia caduto sulla mia gamba mancante. La cosa non mi da neanche troppo fastidio, più lei sarà disgustata da me più mi starà lontana. E per la sua salute psicofisica farebbe proprio meglio a darsela a gambe molto velocemente.
" Anche io sono qui per lo stesso motivo, oggi sostituisco Ami-san con un degente " spiega indicando l'altra ragazza che a differenza sua è ancora completamente vestita.
" Oh, la figlia della dottoressa Mizuno vero?" improvviso andandole incontro. La somiglianza è palese ma anche se ho preso una cantonata almeno avrò creato una seppur esigua distanza tra me e Michiru. Curioso come pochi giorni fa ci stavamo scannando mentre ora cerco di evitare ogni contatto. E sembra che da parte sua ci sia la stessa intenzione.
" Sì sono io" conferma lei " Ami Mizuno. Avrei dovuto lavorare con te ma per qualche disguido Michiru-san mi sostituirà. Comunque non preoccuparti, sono certa che... "
" Che cosa?! " sia io che Michiru non perdiamo tempo per esprimere la nostra incredulità.
" Io avevo capito di dover lavorare con un ragazzo!! " esclama Michiru percorrendo la breve distanza che la separa dall'altra ragazza.
" Tenou-san è registrata in clinica come uomo " spiega Ami " Non so i particolari ma mia madre mi ha fatto ben capire che è meglio che il suo reale sesso sia conosciuto solo da poche e fidate persone e solo perchè queste sono indispensabili per il suo recupero motorio. Per cui ti pregherei di mantenere il segreto, ne va della credibilità della clinica "
A parte che non capisco come la fidanzata di Chiba e Hotaru ( ma questo in parte è colpa mia) siano indispensabili per il mio recupero, non mi è ben chiaro perchè deve essere Michiru a fare d' assistente al mio medico. 
" In ogni caso al momento è inutile perdere tempo a parlare tra noi " afferma la ragazza guardandosi l'orologio da polso " Meglio combiarci che siamo già in ritardo per le rispettive lezioni ".
Sebbene io non abbia la minima voglia di concludere così la questione non posso fare a meno di smettere di lamentarmi visto che a quanto pare Michiru è della stessa idea della figlia di Mizuno. Infatti questa inizia a spogliarsi come se niente fosse, e in fin dei conti è anche normale visto il luogo in cui si trova. Peccato che io debba correre immediatamente ai ripari prima di, come minimo, allagare lo spogliatoio con la mia bava.
" Se t'imbarazzi a cambiarti con noi laggiù c'è un camerino singolo " mi informa Ami indicandomi un piccolo cabinato monoposto.
" Grazie mille " ringrazio donando uno dei miei sorrisi migliori a questa ragazza che mi ha letteralmente salvato la faccia.

Con aria mesta raggiungo insieme ad Ami le piscine. Non mi sarei mai aspettata di trovare Haruka nello spogliatoio, nè che fosse lei il paziente misterioso di cui mi sarei dovuta occupare. 
" E così la conoscevi già " constata Ami.
" Sì " confermo " Tu che sei iscritta nella nostra scuola solo dalle superiori non lo puoi sapere ma anni fa, quando frequentavo l'ultimo anno delle medie, ci fu un incidente ad una scuola della nostra stessa prefettura. Un problema idraulico se ben ricordo, comunque il discorso è che tutto l'edificio non era agibile per cui trasferirono i vari studenti in altre scuole. E Haruka fu inviata nella nostra. Alla fine di quell'anno io me ne andai in Europa ed i nostri contatti si persero. " Evito di specificare che si persero per causa sua, non ho voglia di farmi compatire ulteriormente.
" In effetti non mi pareva proprio il tipo di ragazza che frequenta la nostra scuola " sorride " Dovevate essere molto unite se vi chiamate senza usare onorifici "
" A dire il vero la cosa ci è venuta naturale, non li abbiamo mai usati " le spiego. Effettivamente è piuttosto strano, fin dal nostro primo incontro non ho mai sentito il bisogno di creare della distanza tra noi due, come se la conoscessi da sempre. Chissà, forse in un'altra vita...
Insieme ad Ami mi immergo in piscina,tiro qualche bracciata per liberarmi dall'intorpidimento causato dall'acqua fredda per poi sedermi a bordo piscina, in attesa di Haruka.

Quattro anni prima.

Sebbene fosse ancora primavera quell'anno in Giappone l'estate stava già manifestando con prepotenza la propria presenza. Fortunatamente il grande plesso dell'Istituto Sophomore non era molto distante dalla baia di Tokyo, facendo sì che una leggera brezza marina riuscisse a circolare per le aule. Almeno c'era un aspetto positivo in quella giornata che, per Haruka, non era iniziata nel migliore dei modi. Non solo a causa del cambio d'istituto da tempo ormai si svegliava mezz'ora prima ma quel giorno, appena varcata la soglia del plesso scolastico, si era immediatamente imbattuta in un'anziana insegnante che aveva da ridire sul suo abbigliamento. E dire che la direzione della sua scuola era stata chiara, sebbene lei ed altre sue compagne avrebbero frequentato l'Istituto avrebbero continuato ad indossare le proprie divise. E allora perchè quella cornacchia aveva tanto da ridire? Lei aveva sempre indossato la divisa maschile e non avrebbe di certo smesso quel giorno per dar retta a lei. Benchè fosse riuscita ad averla vinta sul fatto dell'abbigliamento non poteva dirsi del tutto soddisfatta essendo diventata, sin dal suo arrivo, l'attrazione della scuola e quella diatriba battutina oltre a farà arrabbiare l'aveva messa ulteriormente sotto i riflettori. Non che le dispiacesse tutta quell'attenzione,da parte del gentil sesso specialmente, aveva ormai metabolizzato il fatto che le piacessero le ragazze, però da giorni quella sana curiosità si era tramutata ad una caccia al fenomeno da baraccone e questo non poteva sopportarlo. C'era poi un'altra cosa che le faceva saltare i nervi o meglio, una persona, Michiru Kaiou. Ad essere onesti non aveva mai avuto occasione di parlarle in quanto la bionda e le sue compagne di scuola erano state relegate in una classe tutta per loro e l'unico momento di contatto con le altre, salvo l'entrata e l'uscita dall'istituto, era durante la pausa pranzo. Pausa che comunque avveniva in una sala mensa in cui i due gruppi erano fortemente divisi, ognuno al limite della stanza. L'antipatia per quella ragazza era dunque puramente istintiva, e non causata da una conoscenza profonda o meno dell'altra. Probabilmente, la causa di questo attrito era da ricercarsi nella natura fortemente competitiva, nonchè egocentrica della bionda. Nella propria scuola, sebbene fosse aperta ad entrambi i sessi, Haruka era il perno verso cui ruotavano tutte le studentesse affascinate dalla sua figura di ragazza forte ed androgina. Haruka pensava dunque che in un istituto unicamente femminile la sua stella avrebbe brillato più che mai, non aspettandosi di dover dividere il palco con qualcuno. O meglio, dividere è una parola grossa in quanto era evidente come la parte regina, in quel teatro dell'assurdo, l'avesse la ragazza dai capelli acqua-marina mentre lei era relegata sullo sfondo. E per una come lei, che in contrasto al proprio carattere chiuso e riservato si nutriva dell'attenzione e delle lodi altrui tutto ciò era insostenibile. L'ecclettica Michiru, capitano e migliore atleta della squadra di nuoto, virtuosa del violino e della pittura. Un astro così brillante da offuscare quello della bionda.Dopo questa premessa è dunque comprensibile l'atteggiamento che Haruka ebbe quando Michiru le fece quella proposta.
Era l'ora di pranzo e come sempre Haruka si torvava in mensa, seduta con le sue compagne di classe. Beh, ad essere sinceri non è che stesse insieme a loro, semplicemente condividevano lo stesso tavolo assegnato dalla direzione dell'istituto. La ragazza aveva appena finito di pranzare e stava alzandosi per mettere a posto il proprio vassoio quando fu fermata dalla non di certo imponente figura di Michiru Kaiou.
" Posso andare ? " domandò Haruka vedendo come questa non muovesse un passo.
" Vorresti posare per un mio ritratto? " le chiese a bruciapelo l'altra ragazza lasciando l'altra attonita per qualche secondo.
" Prego? " Haruka pensò di non aver sentito bene.
" Trovo che tu sia un soggetto interessante, vorresti farmi da modella per un quadro, Haruka? " ripetè Michiru. Il loro breve scambio di parole non passò di certo inosservato in mensa, per quanto questa fosse ampia lo splendore metaforico che ricopriva le due ragazze era tale da risplendere ulteriormente una volta che queste erano vicine, al contrario di ciò che pensava Haruka.
" Non credo di essere troppo adatta nel ruolo di modella. " affermò Haruka alzandosi, sorpresa dalla sfacciataggine dell'altra che non solo le aveva fatto una richiesta del genere, ma aveva pure omesso ogni onorifico, come se si conoscessero intimamente da anni.  " Non vorrei certo infangare la tua reputazione " detto ciò sì alzò dirigendosi fuori dalla mensa, lasciando ferma sul posto la violinista. Immediatamente uno stuolo di ragazze avvicinò Michiru, chi per biasimare il comportamento della bionda, chi per chiederle che impressione le avesse fatto, chi semplicemente per poterle stare vicino al fine di vedere la sua reazione. Reazione che, ad un occhio esterno parve non arrivare. Come se niente fosse infatti Michiru abbandonò la mensa senza dare credito alle parole di chicchessia.
Prese la strada per il corridoio principale, chiedendosi dove fosse finita l'altra ragazza. Un sorriso increspò le sue labbra. Haruka non era l'unica i cui pensieri erano stati catturati da una nuova presenza nella propria vita scolastica. A differenza della bionda però Michiru non provava alcun astio verso l'altra anzi, ne era piacevolmente attratta. Certo, a difesa di Haruka bisogna dire che l'attenzione positiva di Michiru era in gran parte causata dalla consapevolezza di essere ancora, nonostante la presenza dell'altra, la stella indiscussa della scuola. Perchè c'è una cosa essenziale da sapere per poter comprendere appieno il carattere di Michiru Kaiou. Questa ragazza ha un ego pari, se non maggiore, a quello della bionda con la differenza che il suo è mascherato da una falsa modestia che pare così naturale e veritiera agli occhi altrui che solo pensare a Michiru come un'egocentrica affamata di lodi pareva un delitto. Questa farsa durava da così tanti anni che ormai era così radicata nella natura della ragazza che lei stessa non si rendeva conto di quanto falsa fosse la sua modestia. Come natura dimostra la co-esistenza di due api regine in un unico alveare avviene solo nel 3, 4 % dei casi, percentuale che scende ulteriormente nel caso i due animali non siano imparentati. Nella situazione di due api non legate da vincolo familiare, è unicamente la forte esigenza di una di esse ad avere un apporto a consentire la presenza dell'altra. E' dunque da ricercarsi unicamente nella tenacia figlia dell'esigenza di Michiru Kaiou se questa,con sfacciata ostinazione, fece sì che due api regine potessero essere complementari nel grande alveare che era il Sophomore.

L'aria che si respira nella stanza mi arriva rarefatta nei polmoni. Il cloro si sente tantissimo e per me che non ho mai amato piscine e affini la cosa viene percepita ancora di più. Cerco invano di far calare il girocollo della mia maglia al fine di respirare meglio. " Presto ci sarà un cataclisma, presto ci sarà un cataclisma"
" Se lo ripeti come un mantra è probabile che la cosa accada veramente "
Mi volto verso Setsuna-san che mi guarda piuttosto divertita.
" Sebbene sia stata una tua idea non sono ancora del tutto convinto " confesso " Ho paura che Tenou-san pianti una scenata memorabile quando si renderà conto di questo piccolo scambio "
" Sono qui proprio per questo " mi ricorda lei " Anche se probabilmente non sarà necessario, appena vedrà Kaiou-san in costume sarà già tanto se riuscirà a mantenere la mandibola attaccata alla testa, non riuscirà fisicamente a dare di matto. Fidati, conosco mia sorella "
Nonostante questa rassicurazione io però non riesco a rimanere tranquillo, esattamente come quando il giorno prima Setsuna-san ha proposto alla dottoressa Mizuno questo cambiamento. E poi un altra cosa mi disturba, il fatto di tramare alle spalle di Michiru-san. Sia chiaro, non mi sono mai fatto problemi con le inclinazioni di Tenou-san e vederla con una ragazza non mi creerebbe nessun disturbo. Però questo avvicinamento deve essere voluto da entrambe e consapevolmente, non per progetti esterni. Sono ancora raccolto in queste riflessioni quando sento un peso attorno al corpo, non troppo opprimente in verità, che mi riscuote.
" Momo-chan!! Che bello trovarti qui!! " esclama festante Usagi per poi staccarmisi di dosso per rivolgersi a Sapphire " E ci sei anche tu Sapphire-kun!! " strilla trotterellando intorno al mio amico.
" E' un piacere Usagi-san rivederti " saluta lui, garbato come sempre " Non cambi mai eh, sempre attaccata a Mamoru-kun "
" Non è vero, sono venuta qui per fare un corso insieme a Chibi-Chibi. " si giustifica Usagi.
" E dove sarebbe la tua sorellina? " chiedo intervenendo nella discussione.
" Beh, ora si trova con una mamma a cui ho chiesto di cambiarla perchè dovevo urgentemente parlare con un dottore " spiega lei ridacchiando.
" Usagi..." mormoro sconsolatto portandomi una mano al volto.
" Eddai Mamoru-kun, io sarei ben lieto di avere una fidanzata così attaccata a me " cerca di difenderla Sapphire " Non devi fartela sfuggire, fossi in te penserei già al matrimonio " A queste parole Usagi diventa paonazza e cerca di mascherare l'imbarazzo sul volto con le mani.
" Non scherziamo, Usagi fa ancora le superiori mentre io devo concludere l'università e cercarmi un lavoro " replico " Non ci sono proprio i presupposti per un matrimonio "
" Mamo-kun!! " strepita la mia fidanzata che come suo solito ha eliminato dal mio discorso tutta la parte logica memorizzando solamente il " questo matrimonio non s'ha da fare ". 
" Invece di parlare di me e Usagi perchè non ci concentriamo su di te?Sbaglio o sarebbe ora per te di accasarti? " gli faccio presente. Chi di matrimonio ferisce di matrimonio perisce mio caro. 
" Non me ne parlare, le sorelle di Petz mi danno il tormento " sospira lui " Ho cercato in tutti i modi di spiegare loro di volere prima che l'azienda abbia una stabilità tale da permettermi di pensare al futuro "
" Dunque la tua situazione non è poi diversa da quella di Mamoru-san " conviene Setsuna da dietro le mie spalle ricordandomi la sua presenza. E facendola scoprire a Usagi che arrabbiata mi scuote per la manica del camice " E lei chi è Mamo-kun? " domanda con un leggero fastidio nella voce.
" E' la sorella di Tenou-san " mi affretto a spiegare " E' qui per assistere alla sua prima sessione di riabilitazione " .Nonstatne tutto non pare pienamente convinta, fortunatamente la sua attenzione viene catturata da Fish-eye che la chiama a sè, la lezione dei bambini sta per cominciare. Nel mentre vedo entrare dalla porta che da sugli spogliatoi Michiru-san ed Ami-san le quali s'incamminano verso le vasche. A momenti dovrebbe dunque arrivare pure Tenou-san.
" Calmati" è un imperativo ciò che proviene dalle labbra di Setsuna " Se trasmetti sentimenti negativi come puoi pensare di aiutare qualcuno a risollevarsi? "
Sebbene io non sia in grado di quietarmi sono conscio che ha ragione. Chi meglio di me può comprendere che l'atteggiamento, anche del medico curante, persino dell'ultima delle infermiere, può avere un risultato positivo o meno sul paziente? Sospiro, nuovamente " Se pianta un casino dovrai vedertela tu "
" Mi pare di averlo già detto " mi sorride serafica lei. Non so se questa sua calma sia derivata da una conoscenza superiore, o da pura incoscienza. Forse entrambe.Fatto sta che questa donna, confermando la prima impressione che ebbi nei suoi riguardi, pare molto più matura rispetto agli anni che si porta. Anzi, più che matura direi consapevole, di quella consapevolezza propria dei grandi maestri di vita, la quale però nasce dopo innumerevoli anni ed esperienze. 
" Oh, ecco che arriva la star dello spettacolo " esclama la donna indicandomi Haruka in procinto di raggiungere la piscina.

Ridicola. Ecco come mi sento mentre cammino verso il mio patibolo. Ad attendermi vedo Michiru ( Ami probabilmente sarà andata dai mocciosi) più bella che mai con quel costume bagnato che pare una seconda pelle. 
Calma Haruka, calma!! Devi concentrarmi unicamente sulla riabilitazione, sì, devo concentrarmi solo su questo, e sulla tua futura vendetta su Chiba, quel maledetto.
" Così tu sei Tenou-san, piacere di conoscerti " 
Alzo lo sguardo da terra incontrando quello di una donna a me sconosciuta.
" Sono Viluy, il medico incaricato per la tua riabilitazione " si presenta lei che, casualità, ha pure l'aspetto di una modella. Occhi di ghiaccio, lunghi capelli di un biondo così chiaro da parere bianchi, un fisico mozzafiato. In effetti non erano abbastanza le strafighe in questa clinica.
" Su, entra in acqua " Mi esorta lei. Abbandono le stampelle a bordo vasca immergendomi. La piscina è bassa, tanto che sia io che Michiru riusciamo a toccare il fondo.
" Per iniziare è meglio una piscina in cui si tocca " mi spiega Viluy da fuori " E rimani vicino al bordo, per prima cosa devi imparare a stare in piedi.  "
Sebbene possa sembrare una cosa facile scopro come in realtà sia più complicato del previsto. La densità dell'acqua scombussola il mio precario equilibrio tanto che la maggior parte del tempo lo passo attaccata al bordo.
" Kaiou-san, aiutala reggendola per la vita, quando vedi che c'è una certa stabilità staccati leggermente " ordina il medico.
Se non facessi così tanta fatica a reggermi sulla mia gamba mi volterei di scatto per far vedere il mio volto contrariato a Viluy. Ho promesso a Setsuna di non piantare casini dunque posso solo far intuire ciò che penso. Ed in questo momento ciò che mi martella nella testa è voler star il più lontana possibile da Michiru. E avermela praticamente incollata addosso è quanto di più lontano dai miei piani. Non faccio in tempo a finire di formulare questo pensiero che sento distintamente due mai prendermi per la vita.
" Non ti preoccupare, ti tengo io " mi sussurra, il volto vicinissimo al mio orecchio. E il suo grande e sodissimo seno premuto contro la mia schiena. 
" Non tremare, non ti faccio cadere, riesco a reggerti benissimo " esclama lei con un tono leggermente risentito non capendo che il tremore non è minimamente causato dalla paura di cadere sul fondo ma di cadere in tentazione. 

Non si agita Haruka o meglio, non troppo, e questo lo reputo un fatto positivo. Pensavo che la scenata avvenuta giorni fa questa si sarebbe ripetuta ma inaspettatamente Haruka è fredda, quasi insensibile alla mia presenza e cerca di parlarmi il meno possibile. E la cosa mi ferisce ancora più degli insulti. Vorrei prenderla a schiaffi ma mi trattengo. Ripensando a come mi sono comportata giorni fa devo ammettere di essere stata un'egoista a lanciarle dietro le mie recriminazioni mentre lei stava in quelle condizioni. L'ho accusata di essersi completamente disinteressata a me ma non posso dire di non aver fatto lo stesso. Dopo quel giorno ho speso ore per cercare di documentarmi su cosa avesse fatto in questi quattro anni, a pensarci è piuttosto divertente, messa così sembravo proprio una delle mie fangirl che da sempre trovavo patetiche nella loro ossessione per me. Eppure dopo le prime informazioni trovate non sono riuscita a smettere. In poco tempo Haruka era riuscita a diventare l'astro nascente del Giappone dei motori il tutto nascondendo il proprio sesso. Immagino per una questione legata all'immagine, di certo non si vedono molte donne guidare le auto da corsa, nessuna famosa per il proprio talento ma piuttosto per il fatto di essere una donna che gareggia in un ambiente prettamente maschile. Conoscendo Haruka sarà stato questo il motivo del suo nascondersi. Non deve essere stato facile arrivare a certi livelli, e vedersi la carriera compromessa a causa di un incidente...
" Kaiou-san, non distrarti! " mi ordina Viluy riscuotendomi dai miei pensieri. " Accompagna Tenou-san a bordo vasca, adesso le faremo muovere entrambe le gambe "
Le porgo la mia mano per aiutarla ma Haruka si ostina a saltellare goffamente sulla gamba destra cercando di raggiungere il bordo. Sarebbe pure una scena divertente vederla così impacciata se non fosse che preferisce rendersi ridicola piuttosto che accettare il mio aiuto.
" Guarda,guarda, a quanto pare la mia presenza non era necessaria "
 mi volto in cerca di quella voce sconosciuta incontrando la figura di una donna sconosciuta.
" Sarai fiera di me Setsuna " le replica Haruka dimostrando di conoscerla. Anche piuttosto intimamente vista l'assenza di onorifici. Non posso negare che la cosa mi dia un pò fastidio visto che per quanto ne sappia sono sempre stata l'unica ad avere questo come dire, rapporto privilegiato. E' anche vero che sono passati quattro anni, mi sembra anche logico che si sia fatta nuove amicizie.
" Ora che hai visto che mi comporto bene puoi anche andartene " esclama Haruka dandole la schiena.
" Non ci provare, devo ancora parlarti " ribatte l'altra piegandosi sulle gambe per poterle parlare meglio " E poi la lezione è quasi finita giusto? " chiede, rivolta a Viluy. Questa guarda il proprio orologio da polso assumendo un'espressione stupefatta.
" Accidenti come passa il tempo, non me ne sono proprio accorta. E dire che sembrava avessimo appena iniziato "
" Tu centri qualcosa vero?" domanda Haruka con tono leggermente irritato.
" Come se potessi manipolare il tempo " ride la donna dandole un buffetto sulla guancia. Per fare qualcosa del genere devono essere molto in intimità, con me Haruka non si faceva toccare, ricordo bene i salti che fece quando innocentemente cercai di scostarle una ciocca di capelli dal volto. E' dunque questa persona così speciale per lei da renderla degna di toccarla? O forse ero solo io a non essere così importante? L'unica volta in cui vi fu un contatto fisico tra noi... Arrossisco ripensando alla vigilia di Natale di quattro anni fa.
" Tu devi essere Michiru Kaiou giusto? " mi domanda la sconosciuta inaspettatamente.
" Sì... " confermo senza troppo entusiasmo ricomponendomi " E tu sei... "
" Setsuna Meiou " mi risponde socchiudendo appena i suoi profondi occhi di un marrone così strano da sembrare rosso. Dopo avermi squadrato un sorrisetto divertito appare sul suo volto " Sono una persona molto speciale per Haruka "
" Sets...Setsuna!! " stilla Haruka voltandosi di scatto, forse troppo visto che sembra perdere l'equilibrio. Mi muovo immediatamente per stabilizzarla, riuscendoci. Per ringraziarmi dell'aiuto Haruka non trova di meglio che scostarmi da sè con veemenza.
" A...Abbiamo finito no? Posso andare? " domanda a Viluy che le conferma la fine della lezione. Haruka non perde tempo uscendo dalla vasca, Setsuna che le mette sulle spalle l'accappatoio, aiutandola poi ad alzarsi.
" Allora noi andiamo, è stato un piacere Michiru-san " mi saluta Setsuna e io non perdo tempo a ricambiare ma nonostante questa maschera di cortesia non penso di essere riuscita a celare del tutto la mia insofferenza verso la sua persona.

" Si può sapere cosa se ti è saltato in mente?! " stillo in mezzo al corridoio. Sono così infuriata che non mi sono neanche cambiata preferendo ritirarmi immediatamente nella mia camera.
" Oh, non sono forse speciale per te? Mi offendi " piagnucola fintamente Setsuna.
" Non potevi essere più ambigua di così " replico acida senza fermarmi.
" Non sottovalutarmi, potevo raccontarle che ti ho visto come mamma ti ha fatta " dice accarezzandomi i fianchi " Di come abbiamo fatto il bagno insieme "
" Avevo cinque anni ed è successo perchè siamo cadute in una pozza di fango e tua madre voleva pulirci il prima possibile!! " le ricordo mentre apro la porta della mia stanza trovandola vuota, Takeda sarà fuori a fare qualche esame. Ancora arrabbiata mi siedo sul letto guardandola storto. Per niente intimorita Setsuna mi si siede accanto sussurandomi sorniona. " Hai visto come Michiru-san mi ha guardata? Se avesse potuto mi avrebbe incenerita sul posto "
" Tu vaneggi "  ribatto. Come se fosse possibile tra l'altro. Michiru gelosa di Setsuna, quando mai, mi sorprende che un'idea tanto ridicola le sia venuta in mente.
" Comunque lasciando perdere Michiru-san, c'è un'altra cosa di cui devo parlarti " esclama Setsuna facendosi seria all'improvviso. " Lo sponsor ci ha fatto sapere che questo sarà l'ultimo mese in cui contribuirà alla retta della clinica a meno che non veda risultati tangibili "
" Non posso imporre al mio corpo la ricrescita di un arto per far felice lo sponsor " affermo.
" Questo è sicuro, come è anche probabile che non sarai in grado di ritornare in pista tra un mese " concorda lei " Però lo sponsor ha proposto di farti apparire in un'intervista in cui venga mostrato il tuo recupero. "
" Visto che come pilota ormai sono inutile vogliono guadagnare grazie ad un video strappalacrime in cui si parla della mia grande forza di volontà che mi fa superare le avversità eh? " domando ironica " Che lo sponsor vada a fanculo "
" Immaginavo avresti risposto così " sospira Setsuna alzandosi " E sono anche d'accordo con te, salvo le ingiurie ovviamente. Non ti preoccupare, troveremo il modo per pagare totalmente la retta. "
" Non dovete farlo, vi siete già dati troppo da fare. Mi farò mettere una protesi, finirò la scuola e in qualche modo mi cercherò un rognoso lavoro d'ufficio " 
" Non pensarlo neanche " afferma lei posando le mani sul mio ginocchio " Sei la mia sorellina e ti conosco fin troppo bene per non sapere che moriresti a passare tutta la vita dietro ad una scrivania. Fidati di me, di noi. Ce la caveremo "
Grugnisco qualche frase incomprensibile per poi sdraiarmi. Ho sempre odiato essere un peso per gli altri. Pensavo che grazie alla carriera di pilota di poter finalmente diventare indipendente e invece a causa di uno stupido incidente sono tornata a fare da zavorra a Setsuna e la sua famiglia. Praticamente nulla è cambiato da quando ero una mocciosa di quattro anni. Passa qualche minuto di silenzio nella stanza, nessuna di noi due vuole sprecare ulteriori parole per una situazione che non pare delle migliori. Sfortunatamente il silenzio viene interroto troppo in fretta a causa della porta della stanza aperta fragorosamente.
" Ehi, cosa sono quei musi lunghi, vengo a trovarti ed è così che ti trovo? " 
Non mi alzo neanche dal letto, è inconfondibile quella voce irritante, può appartenere ad una sola persona.
" Seya-kun, persino in clinica devi venire a rompermi le palle?"


Fine sesto capitolo!! Finalmente direi. Inizia la riabilitazione per Haruka e Michiru che non è cominciata nel migliore dei modi. La violinista ha avuto il suo primo contatto con la cognata e sono arrivati nuovi personaggi. Come si evolverà la situazione? Boh, mi inventerò qualcosa, alla prossima.

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Capitolo 7
*** Sguardo al passato ***


Seiya Kou non riusciva a fare amicizia facilmente con le altre bambine. Questa difficoltà non era causata da una ritrosia da parte di Seiya nel fare amicizia , nè dal fatto che fosse soddisfatta della sola presenza delle sorelle. Il problema, se così si può chiamare, è sempre stato il suo aspetto androgino, unito ad un atteggiamento decisamente mascolino che fece sì, fin dall'infanzia, che le altre bambine vedessero in lei l'ideale del fidanzato perfetto, piuttosto che quello di un'amica. Discorso simile per le sue sorelle gemelle Yaten e Taiki con la differenza che la prima era sì androgina, ma aveva un carattere fortemente femminile tanto da sembrare una primadonna a volte mente la seconda, sebbene avesse un aspetto ancora più mascolino di Seiya,non importava molto di dar amicizia e preferiva spendere il suo tempo al computer o a scrivere testi musicali piuttosto che con gli altri. Seiya era dunque l'unica, delle tre gemelle Kou, a soffrire di questa sua situazione. Fu dunque per lei un evento quando, iscrivendosi alle superiori, aveva incontrato Haruka Tenou. Ne aveva già sentito parlare grazie a sua sorella maggiore Kakyuu ma incontrarla dal vivo era un'altra cosa. In barba alle convenzioni Haruka andava a scuola indossando la divisa maschile, che tra l'altro le stava divinamente. Così come Taiki non le importava di fare amicizia, le bastava l'ammirazione di tutto il plesso scolastico. Sì, perchè l'ego già smisurato di Haruka necessitava di essere alimentato continuamente e se questo significava rinunciare ad avere dei sinceri rapporti d'amicizia beh, era un prezzo esiguo da pagare. Questo suo egocentrismo la rendeva cieca, rispetto alle altre ragazze, nei confronti di Seiya e per lei questo era fantastico. Nonostante la ritrosia della bionda Seiya iniziò a gravitarle attorno, più che altro il loro rapporto era un darsi vicendevolmente fastidio tramite battutine mirate o aizzando le proprie fangirl l'una contro l'altra. Grazie ad Haruka la più giovane aveva persino iniziato ad apprezzare le sue asfissianti ammiratrici visto che erano utili per sviare l'attenzione dalla bionda, cosa che questa non tollerava. Non è dunque strano che con la prolungata assenza di questa da scuola Seiya si sentì destabilizzata e, andando contro il parere delle proprie sorelle, quel giorno decise di andarla a trovare.
 
" Ammettilo che sei felice di avermi qui!! "
Con il suo tono irritante Seiya si avvicina al mio letto. Non ho la minima intenzione di parlare con lei, non in questo stato. A scuola eravamo praticamente due rivali, io asso della velocità, lei della potenza. Io miglior atleta del team di corsa, lei capitano della squadra di football americano ( sì, gioca alla pari con i maschi la tipa ). Per tutta la durata della mia esperienza scolastica superiore ci siamo date battaglia per ogni cosa ma ora quei tempi sono finiti. Avevo già in programma di cambiare scuola per evitare di far collegare la mia identità di studentessa con quella di pilota. Anche se ora che i miei sogni sono sfumati la mia intenzione iniziale non è cambiata.
" Sto proprio impazzendo di gioia" replico sarcastica dandole la schiena " Quando te ne vai? "
" Cortese come al solito eh? " mi rinfaccia lei scuotendomi " E dire che ho dovuto penare non poco per trovarti ".
" Converrai anche tu la delicatezza della situazione e la necessità di riservatezza " interviene Setsuna, pacata come sempre " E a proposito di riservatezza, come hai fatto a trovarla? "
" Kakyuu-san, la ragazza che ti passa i miei compiti è sua sorella maggiore " rispondo al suo posto " Probabilmente le avrà detto che sono ricoverata in ospedale. Contando che lei sa della mia doppia-vita di pilota sarà stato facile per lei fare 2+2. "
" Esatto" conferma Seiya " Il resto l'ha fatto Taiki selezionando su internet gli ospedali più papabili per un tuo ricovero "
Vedo il volto di Setsuna accigliarsi, probabilmente non ha apprezzato questa "fuga di notizie" da parte di Kakyuu sebbene in fin dei conti non abbia creato problemi. Però lei è sempre eccessivamente scrupolosa e sospettosa e sebbene questo suo lato sia perfetto per salvaguardare la mia vita privata, dall'altro me la rende eccessivamente controllata.
" Allora, quando torni a scuola? " mi domanda Seiya sedendosi.
" Stiamo preparando i documenti per il cambiare istituto " le rispondo senza alcuna emozione " Quando, e se mi rimetterò, frequenterò la scuola privata Wakaba "
" Eh, perchè?? " strepita lei presa alla sprovvista " E io con chi litigherò? "
" Grata di sapere che il volermi a scuola è frutto di un sentimento altruistico " ironizzo io,pur essendo in un certo senso felice che qualcuno abbia bisogno di me. E della vera me, non dell'idealizzazione che hanno le mie fangirls.
" Ora è meglio che tu vada Seiya-kun, l'orario delle visite sta per finire, anche io sto per uscire " proclama Setsuna parandosi di fronte a lei.
" Tornerò!! " promette, o sarebbe meglio dire minaccia, Seiya puntandomi il dito contro. " Ah, e ascolta il nostro nuovo singolo " mi ordina.
Il loro nuovo singolo. Sorrido appena ricordando il giorno in cui vantandosi come non mai mi annunciò che lei e le sue sorelle avrebbero debuttato come idol. Peccato che la casa discografica le avesse prese per maschi e anche dopo che l'equivoco fu chiarito fu imposto loro di vestirsi come tali. Rido ancora ripensando a quanto l'avevo sfottuta una volta appreso questo particolare.
 Prima di accompagnarla alla porta Setsuna si abbassa fino a raggiungere il mio orecchio " Stasera discuterò insieme a mamma e papà, domani ti dico. "
" Dì ai tuoi di non preoccuparsi troppo di me, hanno già fatto abbastanza " replico con tono neutro.
" Non sono i miei Haruka, sono i nostri genitori " mi corregge con dolcezza accarezzandomi il capo " Pensavo che questo fosse ormai assodato "
" La convalescenza deve avermi riportato indietro nel tempo " affermo amaramente con un sorrisetto sarcastico. Di contro quello di Setsuna pare accigliarsi, conscia che la mia non era del tutto una battuta di spirito. Sospirando si congeda, portandosi dietro Seiya.
 
La clinca Mugen non era troppo grande. Ricavata da un piccolo plesso che in passato fu usato come ospedale d'emergenza in tempo di guerra era stata acquistata da Souichi Tomoe per una cifra irrisoria. Il professore aveva immediatamente apprezzato l'ubicazione dell'edificio posto fuori città e difficilmente raggiungibile se non adeguatamente istruiti sulla strada da percorrere. Rientrava perfettamente nel desiderio dell'uomo di creare un centro in cui i suoi pazienti sarebbero stati lontani da occhi indiscreti. Anche ora che la clinica aveva acquisito una certa nomea, rimaneva sempre un luogo ameno dove il caos della città, e le sue rumorose persone ,non intaccavano la bucolicità dell'edificio immerso nel verde,  in un certo senso selvaggio e inusuale se si pensa che a pochi chilometri ci fosse una delle metropoli più grandi del mondo. Questa premessa è doverosa per spiegare il motivo che ha portato Yaten Kou a vagare per i corridoi della clinica Mugen. Quando Seiya manifestò la sua intenzione di andare a trovare Haruka Taiki, che dall'alto del suo minuto di differenza rispetto alla seconda delle sorelle si considerava la maggiore delle tre, una volta appresa la difficoltà nel raggiungere la clinica impose a Yaten di accompagnarla. Ci sono molte qualità presenti i Seiya ma il senso dell'orientamento non è tra queste. Diversamente Yaten sarebbe stata in grado di trovare la strada di casa anche in una foresta fitta con un cielo senza stelle. A causa di ciò dunque la mezzana delle gemelle Kou si ritrovava a vagare per la clinica nell'attesa che Seiya uscisse dalla stanza della bionda. E fu durante questo girovagare che si scontrò con Michiru Kaiou. Mentre stava camminando persa nei suoi pensieri infatti non si accorse di una ragazza immersa nel suo mondo  e poco avvezza a guardare la strada davanti a sè. Lo scontro fu inevitabile.
 
" Sì può sapere dove guardi? "
Mentre mi massaggio il capo sento chiaramente le invettive di colei con cui mi sono scontrata.
" Potrei farti la stessa domanda " ribatto indispettita alzandomi, raccogliendo al contempo la sacca contenente il costume.
Vedo che sta per replicare ma ogni parola muore sul nascere quando vede arrivare Ami.
" Eccomi Michiru-san, scusa per il ritardo ma mi son dovuta fermare un attimo per parlare con Fisheye-san " esordisce Ami,fermandosi non appena si accorge della presenza della ragazza  " Oh, vi ho forse disturbato? "
" Affatto " rispondiamo all'unisono per poi squadrarci rispettivamente dalla testa ai piedi. La sconosciuta è una ragazza dai lunghi capelli trattenuti in una coda bassa,così chiari da parere bianchi. Gli occhi hanno un taglio quasi felino e sono di un verde brillante. Come altezza direi che è ai livelli di Ami ovvero piuttosto bassa per la sua età. Complessivamente direi che è una bella ragazza dal fascino androgino che viene messo ancor più in risalto dalla divisa maschile che porta. Sarebbe pure gradevole alla vista se non mi guardasse in modo torvo.
" Ami Mizuno, piacere di conoscerti. " esclama Ami porgendole la mano, cortese come sempre.
" Yaten Kou " si presenta lei non perdendo neanche per un istante la sua aria indisponente.
Non faccio in tempo a presentarmi a mia volta che Yaten mi prende la mano scrutandola per poi alzarmi impunemente la manica della maglietta.
" Che...che fai?! " esclamo ritirando immediatamente l'arto.
" Suoni il violino? " mi chiede a bruciapelo ignorando la mia domanda.
" Sì " confermo stizzita. Devo riconoscerle però che ha molto occhio se ha dedotto che suono semplicemente osservandomi il braccio. Faccio per chiederle da dove proviene questa competenza quando dietro di lei qualcuno urla il suo nome.
" Yaten "
Un'altra ragazza, anche lei con un aspetto decisamente androgino, corre per il corridoio fermandosi davanti a noi.
" Seiya è una clinica non una pista d'atletica " la sgrida la più bassa rabbiuandosi. " Mi pare di capire che la visita a Tenou-sempai è finita, possiamo andare ? "
Nell'udire il nome di Haruka la mia attenzione si fa immediatamente più ricettiva verso le due ragazze intente a battibeccare tra loro.
" Conoscete Haruka? " mi intrometto in un provvidenziale momento di silenzio. Le due si voltano verso di me dopo essersi scambiate una breve occhiata.
" F...forse " mormora la mora giocando con la propria coda " Comunque... con chi sto parlando? "
" Michiru Kaiou " rispondo rendendomi conto di non essermi ancora presentata.
" Kaiou? " Yeten salta sul posto visibilmente scioccata " Non è vero "
" Penso di sapere come mi chiamo " affermo irritata da come il discorso si stia allontanando dalla mia domanda iniziale.
" Three Light!! " esclama all'improvviso Ami catturando l'attenzione " Mi sembrava di avervi già visto da qualche parte, siete le Three Light. "
" Chi? " domando perplessa non capendo la sua uscita improvvisa.
" Non le conosci Michiru-san? Oh, ma è logico, hanno esordito da poco e tu sei appena tornata dall'Europa " dice Ami " Vedi sono... "
" Si può sapere da quando i corridoi della clinica sono diventati il vostro club del pettegolezzo? "
Ci voltiamo tutte incontrando lo sguardo arcigno della direttrice su di noi " Kaiou, Mizuno il vostro turno si è concluso da un bel pò, siete pregate di andarvene " Avanza leggermente intromettendosi tra me e Ami, trovandosi così di fronte a Yaten e Seiya. " Mentre voi due perchè siete qui ? "
" Sono venuta a trovare una mia sempai e mia sorella mi ha accompagnato. Sa, non sono molto brava con l'orient... "
" L'orario delle visite è finito dunque vale anche per voi il discorso fatto a Kaiou e Mizuno " afferma severa facendosi largo tra le due " E molto velocemente " aggiunge prima di sparire dietro un angolo.
 
" Quella frigida battona!! "
" Yaten calmati "
Dopo essere state richiamate dalla direttrice io e le altre siamo uscite immediatamente dalla clinica. Normalmente le avrei abbandonate al loro destino ma il fatto che conoscano Haruka mi ha fatto desistere da ciò facendomi rimanere insieme a loro, seduta su una panchina sotto ad un ciliegio in fiore. Un debole vento primaverile disperde i petali dei fiori nell'aria e devo fare non poca fatica per impedire che questi s'impiglino nei capelli. Per quanto io abbia sempre apprezzato la mia capigliatura mossa, decisamente inusuale per una giapponese, devo dire che è piuttosto difficile tenerla in ordine visto che basta un nonnulla per farmi apparire uno spaventapasseri e il vento non aiuta di certo a migliorare la situazione.
" Davvero mi regalate questi biglietti? "
Presa com'ero dai miei problemi d'acconciatura non mi ero resa conto di cosa stavano combinando Ami e le due sorelle e fu solo l'acuta voce di questa a destare la mia attenzione.
" Ma certo, siamo ancora agli esordi dunque la nostra casa discografica ci ha detto che se riusciamo a portare spettatrici in più ai nostri concerti guadagneremo ulteriori punti " spiega la mora.
" Sicure? Avrete sicuramente molte fan e... "
" Può essere ma i biglietti per un concerto sono comunque molto esosi, contando poi il prezzo di vitto e viaggio per delle debuttanti, sebbene amate, non è facile trovare spettatori non potendo contare su un ampio pubblico. Non conosco il loro gruppo ma deduco che siano delle idol dunque con un bacino d'utenza ampio ma con poca liquidità. " affermo entrando nel merito della discussione. Da parte mia non ho mai avuto problemi del genere visto che mi esibisco per un pubblico d'elitè che non ha certo mancanza di denaro e la voce di una nuova e giovane artista è abbastanza per far aprire ulteriormente portafogli straripanti.
" Oh, capisco... " mormora Ami inserendo i biglietti nella propria sacca " Vi ringrazio molto, le mie amiche impazziranno di gioia  "
" Però, te ne intendi di queste cose " constata Seiya avvicinandosi. Ora che la guardo meglio devo dire che in un certo senso assomiglia ad Haruka. Forse perchè a dispetto della sorella lei è più maschile sia nel portamento che nel parlato. Di certo l'aiuta l'altezza piuttosto elevata per una ragazza anche se penso che sia più bassa di Haruka.
Haruka,Haruka,Haruka... Mi massaggio le tempie sperando di schiarirmi la mente. Quante volte ho pensato a lei in questa giornata?
" Anche Michiru-san suona quindi immagino che è per questo motivo è così informata " esclama Ami rivolta alle due.
" Senti... " Timidamente Yaten cerca la mia attenzione, fin troppo timidamente rispetto all'irruenza che mi ha dimostrato prima " Sei stata per caso in Austria? "
" Sì " confermo stupita di come al di là del suo comportamento discutibile quella ragazza avesse delle intuizioni notevoli.
" Tieni " mi dice porgendomi un biglietto da visita. " Lì c'è l'indirizzo della nostra casa discografica, dovresti iniziare a cercarti anche tu un appoggio che vada oltre dei vecchi danarosi "
" Grazie " Nonostante la sua parlata non certo ortodossa comprendo come questa volta le sue intenzioni siano benevoli. Mi rigiro il biglietto tra le mani. Galaxia Record. La conosco, è una delle più famose case discografiche giapponesi. " Però non penso che la musica classica interessi ad una major del genere "
" Oh non credere " interviene Seiya " Di questi tempi sono molto in voga i mash-up e... Oh mio Dio Yaten ci sono arrivata!! " stilla guardando dritto negli occhi la sorella.
" Arrivata a cosa? " chiedo.
Il volto di Yaten intanto si sta facendo via via più paonazzo mentre nasconde parte del suo volto nella divisa. Vedendo la perplessità mia e di Ami Seiya si affretta a spiegare.
" Devi sapere che Yaten è una tua fan "
" Assolutamente no!! " strilla l'altra " Apprezzo una sua interpretazione tutto qui. "
" Penso che io e Taiki conosciamo quel brano a memoria " ride la mora. " Tu e la tua fissazione per la classica "
" Il problema siete voi due capre ignoranti che non andate oltre il pop/rock " esclama Yaten a quanto pare colpita nel vivo. " Dovreste solo essere grate del fatto che io riesca a creare un sound diverso dalla massa spaziando anche in altri generi "
" Dunque è vero ciò che scrivono, sei tu ad occuparti degli arrangiamenti " interviene Ami cercando di stemperare gli animi.
" Esatto, Yaten agli arrangiamenti, Taiki ai testi " conferma Seiya. " Io pubbliche relazioni con le fan " aggiunge con un sorriso smagliante " Se fosse per questa asociale e l'atra sua compare staremmo ancora a suonare in una bettola "
" Se non ci fossimo io e Taiki a quest'ora saresti una host invece che una cantante " ribatte la sorella alzandosi rovinosamente dalla panchina.
" In che occasione hai potuto ascoltare la mia musica? " le chiedo, sia per interesse personale sia per cercare di calmarla al fine di riuscire finalmente a ricavare qualche informazione su Haruka.
Yaten sbuffa, incrociando le braccia al petto e sedendosi nuovamente " Un tuo brano era presente nel disco tributo per i vent'anni dalla morte del maestro Kikugawa "
" Ah ricordo, avevo quattordici anni, chiesero a me e ad altri giovani musicisti di incidere un pezzo del suo repertorio " esclamo tornando con la memoria al passato. La richiesta della mia presenza per quel tributo era arrivata tanto inaspettata quanto gradita, sia perchè il mio talento era stato riconosciuto anche al di fuori della cerchia dei miei, sia perchè curiosa di venire a contatto con ragazzi con le mie stesse doti. Certo, sapevo già che non suonavano il violino in quanto l'album di tributo avrebbe spaziato attraverso l'ampia produzione di Kikugawa, e che per ogni strumento vi era un solo interprete,però le mie aspattive erano comunque alte. Non l'avessi mai fatto, mi ritrovai a dover condividere lo studio di registrazione con dei totali incompetenti,non scusabili dalla loro giovane età visto che tra l'altro alcuni erano più grandi di me. Gente che sbagliava anche gli accordi più elementari, ragazzi più interessati a tentare un approccio ben poco professionale piuttosto che concentrarsi sul proprio pezzo.
" Cosa ne pensi di quel disco? " le chiedo abbandonando i ricordi passati.
" Mah, fin troppo mediocre per essere un tributo ad un grande maestro " risponde Yaten calciando un sasso " Solo il tuo pezzo era degno di nota "
Un sorriso soddisfatto si dipinge sul mio volto, non che avessi bisogno di conferme. Tra noi cadde un certo silenzio e stavo per approfittarne quando apparve Setsuna alla guida di una macchina.
" Seiya-kun, tu e tua sorella avete bisogno di un passaggio? " chiese loro abbassando il finestrino della vettura.
" Magari grazie " rispose questa facendo segno a Yaten di muoversi. Le due sorelle così se ne andarono non prima di strapparmi la promessa che avrei chiamato la casa discografica.
 
" E così le avete dato il numero della vostra casa discografica " constatò Setsuna che nel viaggio di ritorno verso la casa delle ragazze non aveva perso tempo per chiedere loro cosa stessero facendo con Michiru " Non avete paura della concorrenza? "
" Lei è una solista classica, noi un gruppo pop, non ci sarà alcun problema " affermò Yaten senza distogliere lo sguardo dal finestrino.
" Già, e poi l'importante è che Yaten riesca a fare un mash-up con il suo idolo " rise,trattenendosi a stento Seiya.
" Smettila di dire idiozie!! " strepitò la sorella calciandola dando vita ad una serie di mosse di pseudo-lotta.
" Mi pare di capire che non abbia minimamente perso il suo fascino " disse con voce appena udibile Setsuna.
" La conosci da tempo? " domandò stupita Yaten­.
" Di fama " rispose sibillina la donna.
 

Era da una settimana che il pedinamento continuava senza interruzioni. Ovunque andasse nei limiti del perimetro scolastico Haruka si ritrovava, non si sa come, ad avere la presenza di Michiru costantemente vicino. Giusto durante le lezioni poteva scamparla ma ormai i corridoi e la mensa erano territorio nemico. Persino la sua amata pista d'atletica ( la scuola le aveva concesso di poter continuare gli allenamenti nel proprio plesso ) non era più zona franca.
" Adesso basta, si può sapere perchè continui a seguirmi? Ti ho detto che non faccio da modella per un tuo quadro " sbottò alla fine Haruka una volta che pure il suo luogo sacro era stato violato.
" Non mi sembra che ci sia una qualche regola che m'impedisca di seguirti " affermò Michiru, in modo pacato a differenza dell'altra, ma non meno autoritaria.
Piena di irritazione la bionda le si avvicinò quel tanto che bastava per svettare sopra la sua figura. Non che fosse difficile vista la considerevole differenza d'altezza tra di loro.
" Non è forse chiaro che la direzione della tua scuola ha imposto una divisione tra i nostri due gruppi? " domandò Haruka tronfia di essere dalla parte della ragione " Sai, mica vogliono che fanciulle di buona famiglia come voi s' inzzozzino con noi povere plebee. "
" Effettivamente hai ragione " convenne Michiru " Però... " la ragazza si premurò di dosare bene le parole al fine di renderle più incisive " Non ti è forse chiaro che io sono al di sopra di queste regole? "
Che faccia da schiaffi!!Fu il primo pensiero che emerse nella mente di Haruka. Sebbene però non ne sopportasse la sfacciataggine,che ai più sarebbe parsa totalmente inaspettata ma che da giorni ormai la bionda aveva compreso essere una componente ben presente nel carattere dell'altra,doveva ammettere che Michiru aveva ragione. Non solo tra gli studenti veniva portata sul palmo di una mano, ma pure tra gli insegnanti, fino ai dirigenti della scuola c'era chi avrebbe dato un braccio per accaparrarsi i suoi favori e di conseguenza quelli della potente famiglia Kaiou.
Era una cosa che Haruka non sopportava, forse in virtù alle sue vicissitudini personali di certo coadiuvate dalla sua natura fortemente indipendente. E proprio per questo non tollerava chi si facesse scudo di meriti non propri mascherandosi dietro al proprio cognome.
Quel che però non sapeva è che Michiru era persino più inflessibile di lei su questo punto. Chi più di lei era venuto a contatto con giovani inetti rampolli che si facevano grandi protetti dalla nomea della propria famiglia? Ragazze prive di qualsiasi talento che pavoneggiandosi marciavano in gruppo come oche nei più prestigiosi salotti della Tokyo bene? Tutta gente che nella propria mediocrità si aspettava da lei una medesima condizione, da parte sua però non pervenuta.
Non che lei non facesse fregio del proprio cognome ma a differenza loro questo non era un peso che gravava e al contempo proteggeva le spalle, un oggetto da mettere davanti a sè per giustificare il proprio essere no, per lei il cognome non era altro che un eco della sua persona, un blasone che arricchiva la propria essenza.
Grandi uomini d'affari, uomini di corte prima di governo poi, latifondieri di nobili natali. Sin da quando se ne possa avere ricordo nella sua famiglia il genio del singolo ha sempre arricchito la fama della casata e non il contrario. E lei non faceva eccezione se non che tra le persone che componevano il suo albero genealogico lei fosse la prima a spiccare in ambito artistico.
Di base, questo non sarebbe stato un pregio se Michiru fosse nata  maschio. In quanto tale avrebbe dovuto occuparsi di accrescere il blasone familiare mediante professioni che l'avrebbero dovuta vedere primeggiare nella società giapponese che conta,come la finanza o la politica ma essendo nata femmina, l'unica tra le sue parenti ad avere il cognome per nascita e non matrimonio, un'occupazione artistica che l'elevasse di fronte a tutte le altre ragazze,e al contempo impreziosisse l'albero genealogico di un campo ancora privo di esponenti era degno di attenzione soprattutto perchè anche un'ottima contropartita davanti ad un matrimonio combinato. Come ben si dice però, non è tutto oro ciò che luccica e negli anni a venire Michiru se ne rese conto.
Perchè, se da una parte i suoi genitori appoggiavano la sua carriera artistica, dall'altra frenavano l'ambizione della figlia. Le avrebbero sì permesso di frequentare un prestigioso conservatorio europeo visto che questo serviva per accrescerne l'abilità, ma essi limitavano le sue esibizioni, evitando di mostrarla al grande pubblico. Era altresì evidente dal fatto che una volta giunta all'età di diciotto anni non avesse ancora fatto il suo debutto sulle scene nonostante avesse tutte le carte in tavola per farlo.
Era proprio la crescita, o per meglio dire,nascita della fama della figlia sul grande pubblico che i genitori di Michiru volevano evitare. La riconoscibilità dal parte delle masse era generalmente apprezzabile ma pensando al futuro ruolo di moglie questa era dannosa in quanto una donna con maggiore visibilità del consorte non era ben vista nel loro ambiente e non solo. Inoltre la musica doveva essere un arricchimento, una dote in più atta a renderla ammirabile piuttosto che un lavoro vero e proprio. Difatti per i coniugi Kaiou era cosa lampante che una volta maritata la figlia si sarebbe dovuta occupare principalmente della prole e di sostenere il marito ed in secondo piano allietare l'alta società giapponese.
A riprova di questo loro progetto il fatto che nonostante Michiru fosse portata per il disegno in misura eguale per la musica questo suo talento non fu mai fatto coltivare in quanto sin da che se ne abbia il ricordo la musica è ritenuta un mezzo artistico aulico da seguire con disciplina e rigore mentre la pittura un passatempo per pigri inetti. Soprattutto se, come nel caso di Michiru, l'artista è  più interessato all'astratto piuttosto che al dipingere la realtà. Ma tutta questa verità ai tempi, e probabilmente in parte tutt'ora, era ancora sconosciuta alla ragazza che vedeva nel proprio talento un vanto riconosciuto ed apprezzato nella propria totalità e grazie ad esso veniva alimentato l' orgoglio, con picchi di superbia in rari casi, con cui si poneva verso chi non cadeva immediatamente vittima della sua persona.
Nel concreto, praticamente fino a quel giorno, unicamente con Haruka Tenou.
" Mettiamola così " sospirò la bionda ormai convinta di non poter proseguire in quel modo " Ti lancio una sfida, se vinco io mi lasci in pace, altrimenti sono tutta tua. "
" Sentiamo " esclamò Michiru incrociando le braccia al petto.
" Io, te un canestro e chi arriva per prima ai quindici " spiegò semplicemente Haruka " Mi sembra fattibile no? "
Un sorriso compiaciuto apparso sul volto dell'altra ragazza fece capire alla bionda che la sfida era stata accettata.
 
Incredulità. Questo era il sentimento preponderante nella testa di Haruka pensando al punteggio della gara in corso. Tre per lei mentre quella petulante ragazzina la stava surclassando con undici punti. E pareva pure molto soddisfatta di ciò!
" Pensi di avere la vittoria in tasca solo per un pò di vantaggio  eh? " le domandò con respiro affannato.
" Oh, no " negò lei rubandole per l'ennesima volta la palla per poi esibirsi in un lancio lungo che come da programma andò a canestro " Ero certa di vincere sin da quando mi hai proposto la sfida "
" Non pensavo che oltre al nuoto eccellessi anche nella pallacanestro " affermò la bionda che grazie alla sua altezza superiore aveva recuperato al volo la palla appena uscita dal cesto.
" In verità vado bene in tutti gli sport che ho provato, semplicemente il nuoto è quello con cui ho maggiore affinità " spiegò l'altra appropriandosi nuovamente del pallone. " Però non è la mia abilità ad avermi dato sicurezza quanto la certezza che tu sei pratica unicamente nella corsa " aggiunse per poi aggiudicarsi un altro canestro.
" Ma davvero? E da cosa l'avresti dedotto? " domandò sinceramente incuriosita Haruka. Quella breve, e umiliante, partitella le stava dando una inaspettata ed interessante immagine di Michiru.
" Innanzitutto è evidente come tu abbia scelto la pallacanestro unicamente perchè convinta che la tua altezza elevata e magari la velocità ti avrebbero avvantaggiata. " spiegò Michiru " Di base non è un'idea malvagia ma non hai messo in conto che la differenza di altezza ti avrebbe svantaggiato nel palleggio e nelle marcature. Non essendoci poi una squadra a sostenerti il vantaggio dell'altezza viene ridotto. Inoltre in quanto nuotatrice le mie spalle sono notevolmente più allenate rispetto a chi usa principalmente le gambe. La postura poi tra un corridore ed un cestista è completamente differente, non sai proprio come muoverti " concluse aggiudicandosi un altro punto.
" Ti ho sottovalutata " ammise la bionda " Sono stata troppo precipitosa nel porti la sfida "
" Mmm, non direi " affermò l'altra prima di guadagnare un altro punto " Ti ho tallonata per molto tempo, era logico che prima o poi avresti perso la testa "
" Oh, dunque avevi previsto tutto eh? " sbuffò Haruka stranamente non irritata di essere stata presa in giro fin dal principio.
" Non tutto " disse Michiru  rubandole la palla,arrivando a pochi centimetri dal volto dell'altra " Non pensavo fossi così gentile " affermò, tanto vicina che il suo respiro solleticava la pelle della bionda che per questo rimase imbambolata per qualche secondo, sufficiente per l'altra a guadagnare l'ultimo canestro.
" Ho vinto! " esclamò festante Michiru alzando le braccia al cielo.
" Complimenti " si congratulò Haruka dopo aver preso nuovamente coscienza di sè. Scioccata non per la sconfitta, prevedibile già dopo poco l'inizio, ma per la sua reazione alla vicinanza della ragazza. Poteva starle antipatica, sentimento che comunque si era in parte mitigato grazie alla sfida, ma non poteva negarne la bellezza, forse giusto troppo acerba per i suoi standard.
" Haruka, Haruka, non divagare " si auto-impose la ragazza rendendosi conto come la sua considerazione dell'altra stava troppo facilmente varcando limiti proibiti.
" Domani pomeriggio dopo le lezioni " esclamò Michiru venendole accanto.
" Non vuoi approfittare subito della mia disponibilità ? " chiese Haruka ironica.
" Preferirei non avere una modella sudaticcia " ribattè l'altra sorridendole " A domani " la salutò per poi andarsene con la sua solita leggiadria, cosa incredibile se si pensa dello stato in cui verteva la bionda che a mala pena si reggeva sulle gambe e con l'impellente necessità di farsi una doccia come si deve.
Fu grazie a questa sfida, o per meglio dire, disfatta unilaterale, che le due ragazze iniziarono ad avvicinarsi l'un l'altra.

 
Stupida Apple, osannata da mezzo mondo e forse di più e poi i suoi prodotti non valgono niente.
" Haruka, devi modernizzarti, non puoi continuare ad ascoltare musica con il walkman " mi aveva rimproverato Setsuna per poi regalarmi un ipod. Peccato che, sebbene io debba ammetterne la comodità di poter immagazzinare centinaia di canzoni, la carica di questo aggeggio sia risicatissima, neanche il tempo di farmi un giro per il giardino della clinica che 'sto coso reclama già elettricità. E' dunque con il migliore degli umori possibili che mi appresto a ritornare nella mia camera. Sto aprendo la porta quando sento la voce di Takeda chiamarmi.
" Ehi gran pilota, ci sono visite per te ".
Gran pilota, nomea ideata da Takeda che veniva utilizzata come un codice per dirmi " Ehi Haruka, qui c'è una persona sconosciuta quindi attenzione massima a non far scoprire il tuo sesso ". Praticamente l'idea più intelligente che ha avuto da quando lo conosco.
Entro aspettandomi di trovare un'altra infermiera o dottoressa strafiga. Con mio disappunto invece ad attendermi su una sedia c'è un uomo che vedendomi si alza per raggiungermi. Un bell'uomo ad essere onesta. Alto e dal fisico asciutto, corti capelli bianchi e due occhi di un blu intenso e ammaliante. Takeda capendo la piega che prenderà la situazione ha l'intelligenza di uscire dalla stanza trainandosi con la sedia a rotelle.
" Piacere, Diamond presidente della Black Moon " si presenta il tipo con leziosità una volta rimasti soli.
Black Moon? Non è forse quell'azienda di cui grazie a Setsuna ora conosco vita morte e miracoli?
 " Haruka Tenou " mi presento a mia volta.
" Ieri ha conosciuto mio fratello Blue ricorda? " domanda facendomi segno di andarci a sedere, offerta che declino. Preferisco stare in piedi quando qualcuno di potenzialmente irritante mi sta per intavolinare un discorso. Comunque i miei sospetti sono stati confermati
" Aveva detto di avere un fratello, però mi sembrava si chiamasse De..de... "
" Demand? Sì, effettivamente quello è il mio nome reale ma vista la somiglianza con Diamond e la brillante carriera che ho fatto molti han preso a chiamarmi in questo modo. Io l'ho semplicemente accettato " ride  " Ma ora basta parlare di me e veniamo al motivo del mio essere qui. Voglio essere il tuo sponsor. "
" Ne ho già uno grazie " rispondo secca mostrandogli la porta.
" Non per molto immagino. Solo uno stupido o un folle terrebbe sotto contratto un pilota che non corre " afferma lui tranquillo ignorando il mio invito ad andarsene.
" Dunque in quale delle due categorie rientri vista la tua proposta? " gli chiedo sinceramente interessata dalla piega presa dal discorso.
" Ovviamente un folle. Ma del resto follia e genialità vanno sempre a braccetto " risponde con un sorriso nuovamente tronfio di sè. " Ho intenzione di pagarti tutte le cure della clinica, oltre che fornirti di una protesi all'avanguardia. "
" In cambio ovviamente io sarò l'esempio perfetto per mostrare al mondo la qualità delle tue protesi " Non ho neanche bisogno di guardarlo in faccia o ascoltare una conferma per sapere che ho indovinato. " La tua proposta ti frutterebbe però solo se io tornassi a correre, cosa non certa. "
" Ho sempre amato le corse, fin da bambino " esordisce a questo punto lui con un discorso apparentemente senza senso. " L'unione di uomo e macchina che insieme si migliorano e sfondano record impossibili, lo trovo affascinante. Questa mia passione mi ha portato a guardare di frequente le gare e di interessarmi anche ai campionati minori. Ed è proprio lì che ti vidi, l'astro nascente delle quattro ruote giapponesi. Il pilota la cui famiglia è stata distrutta dalla velocità che ora la domina come un padrone con il suo cane. Fantastico. Purtroppo però come era prevedibile non sono stato l'unico imprenditore ad averti messo gli occhi addosso e non potevo certo sperare di poter competere con industria dagli introiti giganteschi. Poi però è avvenuto l'incidente. "
" Già, e io son diventato un qualcosa di cui bisogna sbarazzarsi per non influire sul bilancio aziendale " esclamo ironica.
" Tsk, quegli stolti pagheranno il fatto di non aver capito quanto l'ambizione e la voglia di rivalsa possono far rinascere un essere umano dalle proprie ceneri " afferma solenne " Ma a questo punto meglio per me. E' stata una fortuna che mio fratello ti abbia incontrato qui. Ovviamente non si è reso neanche minimamente conto della tua identità, almeno però ha una buona memoria e parlandomi del suo incontro con Mamoru-san ti ha menzionato, nome e cognome. Del resto immaginavo che dopo l'incidente ti avessero spedito in un posto discreto dunque mi è bastato fare utilizzare la materia grigia per collegare le due cose. " concluso di parlare Demand si alza dalla sedia venendomi vicino e porgendomi una cartella contenente un plico di fogli ed il suo biglietto da visita. " Immagino che tu abbia qualcuno che si occupa dei tuoi affari, chiamatemi a questo numero quando vi sarete consultati, da parte mia ho il contratto già pronto qui con me, a mio parere vantaggioso per entrambe le parti ma non mi faccio problemi a discutere eventuali richieste "
" Devo sembrare proprio disperato se dai per scontato che accetterò la tua offerta " esclamo amaramente.
" Assolutamente " nega lui venendomi ulteriormente vicino. Troppo vicino tanto che in nostri volti quasi si sfiorano " Semplicemente nessuna donna mi ha mai detto di no " sussurra suadente nel mio orecchio. La sua faccia divertita una volta che si scosta da me fa ben capire che la mia deve essere letteralmente sbigottita.
" Aspetto una tua chiamata " mi saluta dandomi la schiena, uscendo dalla stanza.
 
Nonostante fosse ormai giunto ad un'età in cui notoriamente l'essere umano ha acquisito delle certezze assodate riguardo alla vita Miroku Kanzai superata la soglia dei sessant'anni poteva contare le proprie sulle dita di una mano. Una di queste era l'importanza che aveva il sangue sulle caratteristiche umane. Certo, aveva sempre sostenuto che sia l'ambiente e la società avessero un'ampia se non tutta l'influenza necessaria a formare un individuo ma nel corso della sua vita si era reso conto di come il sangue a volte fosse la causale di comportamenti altrimenti inspiegabili e non solo colpevole di mere caratteristiche fisiche. Dunque, fermo di questa sua convinzione, quando una persona catturava il suo interesse ( cosa assai rara ) cercava di scoprirne il più possibile in merito alle origini. E per fare ciò nulla era meglio della nota passione del pettegolezzo così propria del genere femminile. In quanto persona di una certa fama Miroku Kanzai veniva sovente invitato a noiosi ricevimenti o serate per promuovere questo o quell'altro progetto umanitario ed era proprio in queste che riusciva a venire in contatto con le sue speciali fonti d'informazione, fonti di cui presto avrebbe fatto affidamento. Difatti in quei giorni una nuova presenza era riuscita a catturare il suo interesse. Sin dal primo sguardo, sin dalla prima nota che uscì dal suo violino Michiru Kaiou riuscì ad essere una delle poche persone degne della sua curiosità,dunque Kanzai accettò con gioia, appena una settimana dopo il loro incontro, l'occasione di partecipare ad una manifestazione per raccogliere fondi atti ad aiutare gli orfani.
Come suo solito il maestro si presentò in ritardo all'appuntamento prefissato per quel sabato sera. La serata si teneva nella hall dell'Hotel Hilton di Tokyo, un imponente grattacielo che spiccava nel seppur variegato skyline giapponese. Kanzai si ritrovò a pensare che sicuramente metà dei fondi raccolti sarebbero finiti per pagare l'esoso affitto del salone, come sempre. Ma del resto in queste manifestazioni la beneficienza non era che una facciata per mascherare, neanche troppo facilmente, una bieca mostra della propria disponibilità economica.
In ogni caso quella sera non era lì per perdersi nelle suoi continui biasimi interiori rivolti alla ricca società giapponese ma per cercare di scoprire qualcosa di più sulla sua nuova allieva. Appena entrato non gli fu difficile scorgere tra la modesta folla le solite comari intente a sparlare tra loro. Dopo i soliti saluti di convenevoli si diresse immediatamente verso di loro.
" Vediamo con chi parlo oggi " pensò tra sè mentre si avvicinava sempre di più, la vista che iniziava a dirgli chiaramente l'identità delle donne. In primo piano, vestita con un'improbabile mise glicine spiccava Eriko Hashimoto, moglie di un armatore, amante di molti. Di natura romantica la sua preferenza pettegola verteva sui vari flirt tra membri della società. Alla sua destra figurava Kazue Okada, sempre sobriamente vestita che per quella sera aveva optato per un austero tailleur beige. Moglie di un importante imprenditore operante nel settore delle telecomunicazioni tra tutte le sue informatrici era quella che stava ben attenta a distinguere le notizie certe dalle mere chiacchiere diffamatorie probabilmente a causa di una deformazione professionale derivata dal suo passato di annunciatrice della NHK. Fulgido esempio di imparzialità e correttezza, un'ottima fonte a cui Kanzai attingeva con piacere. Accanto a lei, intenta a sorseggiare un bicchiere di champagne, Hitomi Sato. Una delle poche donne divorziate, si manteneva grazie all'azienda siderurgica ereditata dalla famiglia. Donna forte ed indipendente poco avvezza alle chiacchiere ma ottima ascoltatrice. In quanto donna di mestiere una delle poche a poter fornire informazioni provenienti dall'altro sesso con cui si ritrovava a dialogare per questioni d'affari.Ultima, ma non per importanza, Homiko Takano. Sposata con un importante finanziere ( dall'ancora più importante patrimonio ) la Takano non mancava mai ad una serata di beneficienza, cosa che si aggiungeva ai motivi per i quali Kanzai non amava parteciparvi. Questa volta però la sua presenza era più che gradita in quanto era essenziale per lo scopo prefissatesi dal maestro. Difatti la Kanzai faceva parte di quella schiera di pettegole catalogabili nella categoria " diffamatrici ". Non che s'inventasse fandonie, per carità ( anche se ad onor del vero non mancava a volte di romanzare certi avvenimenti ) ma il suo interesse, o per meglio dire ossessione, era rivolto ad un soggetto mirato, ad una famiglia per la precisione, i Kaiou. Motivo di questa preferenza?

La Takano, da nubile Ikeda, nacque in una famiglia che a discapito del cognome assai comune poteva vantare un'origine aristocratica.
Come si concerne alle giovani ragazze di buona famiglia questa frequento l'allora migliore scuola di Tokyo, la congregazione delle sorelle Marianiste ( fondata secoli prima, ai tempi dell'apertura all'occidente del Giappone,dalla beata suor Maddalena d'Istria ) e fu proprio lì che ebbe come compagna di classe dalle elementari fino alla conclusione del ciclo di studi una giovane Asami*1 Sadayoshi, futura Asami Kaiou. Esiste un detto latino che recita “ Nomen Omen “ e nessuna locuzione può essere più adatta per descrivere l'allora giovane Asami.
Di una bellezza sfolgorante sin dalla tenera età questa spiccava su tutte le altre prima bambine poi ragazze, Homiko compresa la quale provava verso l'altra un viscerale sentimento d'inferiorità, presto trasformatesi in invidia. Per quanto Homiko cercasse di rivaleggiare ( mai apertamente vista la possibilità, quasi certezza di rendersi ridicola ) con Asami questa la batteva su tutti i fronti. Intelligenza, bellezza, talento.
Di una sola cosa era sprovvista la ragazza, un blasone famigliare. I Sadayoshi infatti appartenevano a quella giovane borghesia arricchitasi grazie alle imprese di ricostruzione post-belliche. Dei muratori che hanno avuto fortuna insomma. Ed è proprio su questo punto che Homiko si crogiolava quando la vita di tutti i giorni le dava l'ennesima riprova della grandezza dell'altra. Fu dunque uno shock quando, una volta che le ragazze raggiunsero l'età del debutto in società, Isoroku*2 Kaiou, rampollo della ben nota famiglia Kaiou le chiese formalmente di poter essere la sua fidanzata.
Isoroku era senza dubbio il giovane più ambito dalle ragazze dei tempi ( sorte che toccherà, inversamente, alla figlia anni dopo ). Nato quando il padre era arrivato a cinquantasei anni ( da qui il nome inusuale ) e la madre cinquantaquattro,ultimo dopo ben tre femmine la sua nascita era stata accolta come una grazia divina. Dopo tanto disperato cercare finalmente era nato il maschio che mancava al ramo principale dei Kaiou.
Inutile dire che se già normalmente le aspettative per un maschio erano alte su di lui ricaddero anni e anni di frustrazione e preoccupazioni accumulate dai genitori per non essere riusciti ad avere un degno erede. Nonostante il peso Isoroku fu un grado di sostenerlo.
Non solo ottenendo sempre ottimi voti nelle migliori scuole giapponesi, aggiudicandosi ogni anno il ruolo di capoclasse e negli ultimi anni dei cicli presidente del consiglio studentesco, capitano ogni anno della squadra di nuoto. Crescendo ed entrando nell'azienda di famiglia fu poi estremamente chiaro come fosse arrivato sulla scena un uomo che avrebbe dominato la scena giapponese per molti anni a venire.
Se i suoi cognati prima della sua nascita si sfregavano le mani in attesa di poter guidare il patrimonio dei Kaiou alla morte del patriarca,con la sua venuta furono costretti a rivedere in parte i propri piani. Consci però del fatto che il padre non avrebbe potuto influire troppo su di lui causa l'età avanzata vivevano comunque nella convinzione che una volta che Isoroku fosse entrato nel mondo del lavoro loro, in quanto più esperti avendo lavorato per le aziende di famiglia per anni, avrebbero potuto plagiarlo. Vana e stupida speranza, in quanto il Isoroku si dimostrò immediatamente un vero squalo che rimediava alla mancanza d'esperienza con l'irruenza e brama di successo propria di ogni giovane.
Come se non bastasse tutto questo gli fu fatto dono di una bellissima presenza nonchè una prestanza fisica decisamente inusuale per un giapponese. Il giovane infatti raggiunti i vent'anni poteva vantare la ragguardevole altezza di un metro e ottanta che lo aiutava a spiccare ulteriormente sui suoi coetanei, cosa che comunque avveniva lo stesso a causa del suo brillante carisma, tale da far provare ammirazione da parte del suo stesso padre,che già dalla nascita lo vedeva come un miracolo vivente e lo sosteneva in ogni sua decisione. Pure quella, decisamente inusuale,di voler sposare una figlia di arricchiti.
A suo dire, sarebbe stato da stolti ignorare questi nuovi ricchi in continua ascesa sul panorama giapponese e non, ripetendo così il medesimo errore avvenuto secoli addietro quando l'aristocrazia rifugiò dall'unirsi con la nascente borghesia cosa che col passare degli anni la costrinse a svendersi per riappropriarsi di un patrimonio adatto a stare in società. Del resto, sempre secondo lui, che differenza vi era tra un nuovo arricchito ed uno che lo è a causa della fortuna degli avi? Anzi, a parer suo queste nuove famiglie erano molto più degne di ammirazione visto che erano state in grado di sfruttare un'opportunità non vista dagli altri. Inutile dire che i Sadayoshi accolsero la richiesta della mano della figlia con estrema gioia consci che da quel momento la loro linea dinastica sarebbe stata per sempre connessa a quella di una delle più potenti ed influenti famiglie giapponesi.

Tornando ad Homiko questa faceva ovviamente parte della ragazze in età da marito che avevano puntato Isoroku ed il fatto che questo l'avesse snobbata per accasarsi con Asami non fece altro che accrescere ulteriormente la sua insofferenza verso di lei tanto che la rivalità ( unilaterale ) continuò anche con la nascita delle rispettive figlie con risultati ancora peggiori. Perchè se Homiko provava un sincero disprezzo per Asami lo stesso non si può dire di Akane Takano rispetto a Michiru anzi, questa provava una genuina ammirazione per la giovane Kaiou e soffriva delle aspettative materne totalmente irrealizzabili.
Su questo punto Kanzai poteva dire di avere un'esperienza diretta in quanto Akane è stata per anni una sua allieva. Una ragazza deliziosa priva però di un talento tale da renderla in grado di pensare ad un futuro da musicista, cosa che più volte il maestro aveva cercato di far capire alla madre, ottenendo però scarsi risultati.
Non appena le donne lo videro vicino lo salutarono con calore.
" Maestro Kanzai, è così raro averla in occasioni del genere " esordì Eriko
" Assolutamente " le diede corda Hitomi " A cosa è dovuta la sua eccezionale presenza? "
" Questa settimana ho avuto il piacere di tenere una lezione a Michiru Kaiou, immagino che la conosciate " rispose l'uomo volendo andare direttamente al sodo. Il leggero moto di stizza osservabile nello sguardo di Homiko gli fece capire di aver colpito nel segno " E' una ragazza molto interessante che ha portato una ventata di novità nella vita di un vecchio musicista e preso da questa nuova aria ho deciso di assaporare un pò di vita sociale "
" Dunque finalmente anche i Kaiou si sono arresi a mandare la figlia a lezione privata " non perse tempo a parlare Homiko. " Eppure pensavo che a quel genietto bastassero le lezioni del conservatorio "
" In verità come tecnica è superlativa, al livello dei migliori professionisti " affermò il maestro " Pecca unicamente di...una certa affettività diciamo. Per aiutarla però dovrei conoscerla un pò meglio, peccato che tra lei e la sua famiglia le occasioni di dialogo non sono molto ben accolte "
" Non faccio fatica a crederle " esclamò Eriko " Se ha preso dai suoi genitori è già un'impresa poterla vedere regolarmente. Mai viste due persone così allergiche alla mondanità. Pure mio marito oggi non è presente perchè si trova in viaggio d'affari ma sono comunque presente io a rappresentare la nostra famiglia. "
Invero, più che rappresentare la propria famiglia probabilmente Eriko accompagnava, o voleva farsi accompagnare, da uno dei suoi numerosi amanti e nonostante la cosa fosse palese ai presenti questi ebbero il buon gusto di lasciare questo pensiero per sè. Per quanto riguarda invece Isoroku ed Asami Kaiou di certo questi avevano una posizione tale da non necessitare di mere manifestazioni benefiche di facciata per ribadire il proprio strapotere economico anzi, da parte loro era pure una ( sicuramente non voluta ) forma di riguardo verso i presenti.
" Cosa vorrebbe sapere in merito ai Kaiou Kanzaki-san? " chiese Sato.
" Magari qualcosa inerente alle loro origini " rispose l'uomo.
" Non è facile, sono una famiglia piuttosto longeva " disse Okada sistemandosi gli occhiali da vista, tik che preannunciava la certezza che da lì a poco qualcuno avrebbe esaudito la richiesta d'informazioni. E come da programma fu Homiko ad esaudire quell'insolita richiesta. Dopo essersi schiarita la voce prese a raccontare il suo aneddoto.
 

Correva l'anno nono dell'era Taisho*3. Il Giappone si era ormai aperto completamente all'occidente. A seguito della Prima Guerra mondiale il prestigio giapponese era salito enormemente e questo aveva fatto sì che anche i commerci con l'occidente, in particolar modo Inghilterra e America, si fossero ulteriormente rafforzati. Ormai non c'era evento mondano o d'affari che non comprendesse qualche straniero. Se sul frangente del commercio questa unione portò ad innumerevoli vantaggi lo stesso non si può dire sul fronte umano. Le due culture facevano molta fatica ad unirsi, pure in un contesto che richiedeva la massima formalità come degli incontri d'affari. Molto diretti e poco avvezzi alla sottomissione, la comunicazione con gli stranieri non era delle migliori. Cosa ancora peggiore, soleva che questi ospiti portassero con sè la propria servitù. Niente d'ingombrante per carità, del resto non si poteva portare tutto l'apparato dei domestici in un viaggio trasatlantico, però se già era complicato rapportarsi con i padroni, figuriamoci con la servitù.

" Ci fu però qualcuno che riuscì perfettamente ad integrarsi con loro " affermò Homiko dosando le parole al fine di creare una maggiore suspance. Cosa che, vedendo i volti bramosi di parole delle interlocutrici, era perfettamente riuscita.

Chiyoko Kaiou*4  ai tempi era una ragazza nel pieno della propria adolescenza e bellezza. Persino tra gli stranieri ( generalmente poco attratti dalle bellezze orientali, troppo lontane dai loro canoni ) era molto apprezzata. Ultima figlia dopo due maschi era chiaro come il suo scopo fosse unicamente quello di merce di scambio con una famiglia influente in quanto la linea dinastica principale sarebbe stata quella del fratello maggiore.Il destino invece decise di darle una sorte differente.
Si trovava nella propria casa quando arrivò all'interno un nuovo socio d'affari del padre, un certo nobil uomo inglese la cui famiglia fece fortuna grazie all'importazione di the e l'idea di donare pezzi pregiati alla nobiltà così da farsi un nome tra coloro che contano*5
Era giunto da Hisao*6 Kaiou in quanto questi, a dispetto da quelli che davano del pazzo, aveva subito capito che quest'apertura ad occidente avrebbe portato gli stranieri , generalmente più aperti e curiosi verso le altre culture, a comprare oggetti ed alimenti ( quando possibile ) giapponesi.
Prima Hisao finanziò la spedizione giapponese all'Esposizione Universale di Londra al fine di vendere, successivamente, manodopera prodotta da artigiani da lui foraggiati cavalcando l'onda della moda dell'oggetto giapponese. Moda che inaspettatamente durò più del previsto a causa di quel nuovo movimento, l'Art Nouveau*7 , che prendeva a piene mani dall'estetica orientale al fine di creare un proprio stile. In seguito decise di comprare numerosi campi coltivabili a the decidendo di incentrare la produzione unicamente sul mercato estero.
Ed era proprio qui che entrava in gioco il socio inglese. Difatti Hisao sapeva bene che ancor più degli americani, gli inglesi erano dotati di un'altezzosa superbia che faceva loro pensare di essere i migliori al mondo. Dunque per commerciare con loro niente era meglio di un partner commerciale della stessa etnia.
In secondo luogo, al contrario di quanto ci si potrebbe aspettare da un popolo così fedele alla propria tradizione in materia di the, gli inglesi erano molto aperti ai sapori stranieri ma solo per quanto riguarda le materie prime. Il taglio e ancor più la distribuzione, dovevano avvenire nelle mani di gentiluomini britannici. Hisao dunque si limitava unicamente al lavoro di coltivazione e raccolta, lasciando il resto del lavoro al suo socio. I loro rapporti si erano fatti così fitti che ormai praticamente da quando Lord Hummel era sbarcato a Tokyo si recava sovente nella casa dei Kaiou, portandosi dietro il suo uomo di fatica di fiducia un certo Liam*8 O'Sullivan, un ragazzo irlandese cresciuto nelle varie tenute degli Hummel in giro per le colonie e per questo molto portato a rapportarsi con le altre culture. Educato come un inglese fin dalla tenera età dalle varie domestiche, erano persino riuscite a mitigare l'irruenza tipica della sua razza.
Ovviamente durante le lunghe contrattazioni d'affari tra il suo padrone ed il socio giapponese il giovane soleva sostare in attesa nell'enorme giardino di casa Kaiou cercando di non farsi vedere dalle domestiche che, il giorno della sua prima venuta, si erano allarmate vedendo uno sconosciuto dai capelli irti e rossi aggirarsi per la magione. E fu proprio in una delle sue attese che Liam conobbe la giovane Kaiou.
 Inizialmente anche lei intimorita dal suo aspetto inusuale, diverso persino da quello degli stranieri che era solita vedere, dopo poco cominciò ad apprezzarne la compagnia. Liam le raccontava di viaggi interminabili su navi enormi, di templi indiani e mucche che venivano venerate come divinità, di città marmoree, di potenti macchine a vapore. Le parlava dell'Irlanda,sua terra natia eppure mai vista con occhi maturi. Lei invece gli parlava della cultura giapponese, della sua arte e di come fosse la vita di una signorina di buona famiglia. Ben presto i loro incontri si fecero sempre più assidui in concomitanza con quelli del padrone di lui ed il padre di lei e la loro conoscenza, divenuta in seguito amicizia profonda, si tramutò in amore. Sebbene giovani entrambi non erano così sprovveduti da pensare che questo loro sentimento fosse nato sotto una buona stella. Dovevano stare cauti ma come è facile prevedere, questa dote non è propria di un'età così giovane.
Col crescere dei loro sentimenti era sempre più difficile accontentarsi di un rapporto blando e controllato, il loro stesso essere richiedeva di più. Fu così che in una calda notte di mezza estate approfittando di un viaggio d'affari del padre, e di un'uscita libera richiesta al proprio padrone da parte del ragazzo, i due riuscirono ad incontrarsi lontano da occhi indiscreti.
Dopo aver passato mesi a perlustrare il perimetro della casa dei Kaiou ormai Liam conosceva a menadito quel territorio e non fu difficile per lui entrare indisturbato, contando anche su un notevole aiuto dall'interno da parte di Chiyoko che si premurò di fare delle richieste insolite alle domestiche al fine di levarle dai loro giri abituali. Liam fu così in grado di accedere per la prima, ed unica, volta alle stanza private di lei. Sebbene quei nuovi luoghi fossero indubbiamente interessanti da ammirare il giovane non li degnò neanche di uno sguardo, preferendo concentrarsi sulla sua bellissima, in un certo senso, ragazza.
Quella notte di due amanti si concessero vicendevolmente, incuranti delle conseguenze. Conseguenze con non si fecero attendere nel presentarsi, una settimana dopo, attraverso continui conati di vomito da parte di Chiyoko. Non ci volle molto prima che la sua famiglia si rendesse conto a cosa era dovuta questa sua improvvisa condizione.
Non partì una scenata di dimensioni epocali giusto perchè la riservatezza doveva essere mantenuta al fine di evitare un probabilissimo scandalo. Hisao volle però sapere immediatamente chi fosse quel disgraziato che aveva insidiato la figlia. Da parte di questa non ci fu nessuna apertura, decisa a difendere con tutte le forze il proprio innamorato non proferiva parola. Non fu però complicato per suo padre ottenere le giuste informazioni, del resto Liam era diventato una presenza assidua nella residenza e le domestiche non impiegarono molto tempo a collegare i fatti.
A Liam fu severamente proibito di avvicinarsi alla dimora dei Kaiou, per poco gli affari con Lord Hummel saltarono. Questi si premurò di giurare che, appena rientrati in Patria, avrebbe abbandonato il ragazzo con figlio appresso, in quanto era stato deciso che a quel bambino indesiderato ci avrebbe pensato lui.
In un modo o nell'altro si riuscì a tenere segreta la gravidanza e a ridosso del parto la nave di Liam si apprestava per salpare. Ryann*9 O'Sullivan nacque in una piovosa giornata d'aprile, il cielo che pareva compatire quel povero piccolo ripudiato dalla sua stessa famiglia. Aveva gli occhi ancora chiusi Ryann quando un servitore dei Kaiou lo trasportò, raccolto in una coperta, all'albergo in cui alloggiava Liam con l'accortezza di non farsi vedere. Neanche il tempo di stare tra le braccia materne che il piccolo si apprestava a lasciare la terra Natia. Liam spese quasi tutto il denaro accumulato per premurarsi di avere nel viaggio per l'Inghilterra una nutrice che allattasse il piccolo in mancanza della madre naturale. Ora che aveva perso per sempre Chiyoko non avrebbe mai permesso che quell'unico legame tra loro scomparisse.
La ragazza invece appena ristabilitasi dalla gravidanza fu fatta immediatamente maritare con il figlio di un socio d'affari del padre. Matrimonio che però non durò a lungo in quanto Chiyoko morì pochi mesi dopo l'affissione dei rispettivi sigilli sul documento di matrimonio. Alcuni dicono per la troppa disperazione, altri per una malattia, alcuni arrivarono persino a mormorare quella parola che suonava come una condanna verso la sua famiglia " suicidio ".
Il bambino ed il padre invece riuscirono a sbarcare a Londra. Come promesso a Hisao Liam fu immediatamente licenziato ritrovandosi di fatto in mezzo ad una strada. Questo però non fu di certo un motivo per deprimersi, non poteva ora che doveva badare a Ryann.
Fortunatamente la comunità irlandese è sempre stata molto unita ed una volta che i suoi compatrioti vennero a conoscenza della sua storia non persero tempo ad accogliere tra loro quel ragazzo un pò vagabondo ed il suo figlio mezzo-sangue. Liam prese così a fare il garzone in vari pub londinesi con a capo un irlandese mentre il bambino veniva tenuto dalle madri e mogli dei suoi amici.
La storia si sarebbe potuta concludere così, con una giovane morta per il mal d'amore, un volenteroso straniero ed un piccolo bastardo. Ma il fato non aveva ancora finito di accanirsi ( o premiare, dipende dai punti di vista ) su di loro.
Un altro aspetto negativo dell'apertura ad occidente del Giappone era il proliferarsi delle malattie. Gli stranieri, abituati a viaggiare, avevano anticorpi molto più forti rispetto ai giapponesi indi per cui questo aspetto li toccò in maniera lieve. Ma dall'altra parte ci fu una strage, in particolar modo nelle famiglie dell'altra società, quelle che avevano maggiori contatti con gli occidentali. Hiroshi Kaiou, primo figlio di Hisao morì di tubercolosi a ridosso del venticinquesimo anno di età lasciando due figlie femmine. Suo fratello Nobu che di anni ne aveva diciannove lo seguì presto. Essendo ancora celibe non lasciò nessun erede. Delle figlie di Hiroshi solo Mei, la minore, sopravvisse, lasciando a Hisao, dieci anni dopo la nascita di Ryann , un'unica erede, femmina tra l'altro.
L'uomo si ritrovò così con le spalle al muro. O perdere il ramo principale della famiglia a favore di parenti lontani o passarlo attraverso un matrimonio ad un membro di un'altra casata. Proprio quando la disperazione stava iniziando ad annebbiargli la mente questa fu rischiarata dal ricordo di quell'unico nipote maschio ripudiato anni prima. Usando tutto il suo potere cercò informazioni inerenti al bambino e dopo mesi fu in grado di rintracciarlo grazie ai suoi contatti finanziari. Ryann era vivo ed in salute, scorrazzava per le vie di Londra insieme ad altri bambini figli del ceto popolare.
Da lì in poi la strada fu tutta in discesa, non fu difficile per un uomo del suo livello ottenere ciò che voleva anche a chilometri di distanza. Usando Lord Hummel come tramite fece sì che Liam, ed i suoi amici che si opposero al prelievo del bambino, fossero incarcerati e poi giustiziati in quanto appartenenti a quel nuovo gruppo rivoluzionario nato da pochi anni che reclamava l'indipendenza irlandese, l'I.R.A. Sebbene questi predicassero la loro innocenza non vi fu alcun dubbio in sede d'udienza su quale fazione avesse maggior credito di fronte al giudice. Del resto, come potevano solo sperare di vincere degli zoticoni irlandesi contro uno dei più rinomati Lord della corona?
Subito dopo l’esecuzione della condanna Ryann fu fatto imbarcare su una nave diretta in Giappone al fine d'incontrare i suoi unici parenti rimasti in vita. Rispetto al suo primo viaggio avvenuto anni prima questa volta l'esperienza fu decisamente più traumatica. Ai tempi non aveva nessuna coscienza di ciò che gli accadeva intorno ma ora sapeva bene che si trovava su quella nave, strappato da suo padre e i suoi amici perchè suo nonno, che non aveva mai visto in vita sua, aveva deciso che gli serviva come erede.
Passò il suo viaggio chiuso in un serrato mutismo, interrotto unicamente per le lezioni ( impartitegli da Lord Hummel) di lingua e cultura giapponese, meditando vendetta verso quell'uomo che gli aveva rovinato la vita.
Pioveva quando Ryann O'Sullivan rimise piede nel Paese che gli diede i natali. Ad attenderlo una carrozza inviata da Hisao. Insieme a Lord Hummel vi salì per recarsi nella dimora dei Kaiou. Nonostante non volesse ammetterlo, il paesaggio che il bambino vedeva al di fuori della carrozza lo stava affascinando.
Benchè la pioggia ne attenuasse la bellezza il suolo giapponese, ricoperto di fiori di ciliegio, aveva molto fascino, ben diverso dal grigiore causato dal carbone a cui era abituato a Londra.Non ci volle molto prima che la carrozza sostasse davanti ai cancelli della residenza dei Kaiou.
Una volta sceso, Ryann venne fatto camminare fino al salone principale ove ad attenderlo era presente il nonno, la cugina e la madre di questa.
Hisao non poteva credere alla fortuna che gli era capitata. Quel bambino, nonostante fosse un mezzo-sangue, mostrava pienamente la propria natura asiatica. Certo, gli occhi erano più grandi e aperti rispetto alla norma, la muscolatura era più pronunciata e il colore della pelle di un rosa vivace ma per il resto non sarebbe cozzato affatto affiancato a dei coetanei giapponesi. Anzi, questo suo distinguersi quel poco che basta lo avrebbe fatto positivamente spiccare sugli altri. Per quanto riguarda la sua pronuncia del giapponese, Hisao aveva già concordato con Asuka ( moglie del suo primo figlio) che da quel giorno il bambino sarebbe stato fatto passare come il gemello di Mei, fatto allontanare dal Giappone per preservarlo dalle epidemie così comuni e che ora che la situazione pareva essersi quietata era stato fatto tornare.
Quel piovoso giorno di marzo Ryann O'Sullivan sparì dalla faccia della terra per far posto ad Haruo Kaiou.*10

 
" Che storia! " esclamò Kazue " Però è abbastanza sorprendente per non essere di dominio pubblico " osservò dopo un momento di esitazione.
" I Kaiou hanno abbastanza influenza da mettere a tacere qualunque mala-voce " sentenziò Hitomi " Tenendo poi conto che gran parte delle famiglie presenti ai tempi sono cadute in rovina a seguito della Seconda Grande Guerra non mi sorprende se certe notizie siano sulla bocca di pochi. E poi chissà quante tra le famiglie rimaste devono la loro sopravvivenza a figli bastardi. "
" Quindi in definitiva tutto si riduce ad un “ se cado io mi porto dietro tutti voi “ " affermò Okada sistemandosi gli occhiali " Molto credibile "
" Beh, un conto è avere figli mezzo-sangue con inglesi o americani " esordì beffarda Homiko " Un altro è con degli irlandesi buoni solo ad ubriacarsi ed essere dominati dai vicini. Non credete anche voi? "
" In effetti... " mormorò appena Eriko.
" E ovviamente le cose non finiscono qui " sentenziò Homiko esibendosi in un sorriso a trentadue denti.
" Ce n'è ancora? " domandò perplessa Kazue.
" Si dice... " la voce della Takano si abbassò in concomitanza con l'avvicinarsi di un cameriere " Che Haruo Kaiou non amasse particolarmente la moglie scelta da suo nonno, tradendola sempre con donne di diversi Paesi. Pare poi che Isoroku sia in realtà figlio della sua ultima amante e non della madre ufficiale, del resto è impensabile una gravidanza in così tarda età non vi pare? In quanto unico maschio però è stato accolto in casa come figlio ufficiale della coppia. "
" Così sarebbe comprensibile anche l'insofferenza che Megumi Kaiou sembrava avere per il figlio " s'intromise Sato, di poco più vecchia di Isoroku più volte aveva avuto affari con il capofamiglia riscontrando questo fatto ai suoi occhi alquanto inusuale.
" Inoltre... " continuò Homiko " La giovane Michiru-san non è forse andata in Europa a studiare? Voi vi fidereste a mandare vostra figlia quattordicenne sola in un Paese straniero? "
" Vuoi forse dire che l'hanno mandata dalla sua vera nonna? " esclamò Eriko " Caspita, le sai proprio tutte tu "
La sua quantità d'informazioni è direttamente proporzionale alla propria ossessione, si ritrovò a pensare Kanzai che a quel punto poteva ritenersi soddisfatto delle notizie apprese. Con una scusa infatti si congedò dalle signore per poi andarsene dal ricevimento. E mentre percorreva la strada che l'avrebbe portato a casa pensò a come poter utilizzare queste nuove conoscenze.
 
 
*1 Bellezza del mattino
*2 Cinquantasei
*3 1920, in Giappone gli anni vengono contati attraverso “ periodi “ che comprendono gli anni di governo dei vari Imperatori.
*4 Bambina di mille generazioni
*5 Leggasi Earl Grey.
*6 Uomo dalla lunga vita
*7 In Italia questo movimento artistico è chiamato Liberty
*8 Guardiano
*9 Piccolo principe
*10 Uomo della primavera
Concluso il settimo capitolo!! Con un pò di ritardo devo ammettere XD. Capitolo incentrato principalmente  sul passato, in particolar modo di Michiru ( o per meglio dire della sua famiglia ) non sarò andata avanti con la storia ma penso che un capitolo del genere sia necessario. Boh, al massimo mi becco le vostre critiche XD Alla prossima!!

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Capitolo 8
*** Problemi tecnici ***


Gocce. Gocce di pioggia. A quanto pare il vento non è riuscito a smuovere fino in fondo le nuvole. In ogni caso quella che si sta prospettando essere una semplice pioggia primaverile, non dovrebbe impensierire più di tanto.
Levo la mia mano dal vetro, lasciando delle lievi impronte.
" Oujo-sama, ha chiamato Kanzai-sensei per avere la conferma della lezione di domani " mi informa la domestica da fuori la mia camera.
Sospiro alzandomi dalla sedia e guardando al programma donatomi dalla dottoressa Mizuno. A causa del cambio con Ami-san ho dovuto riscrivere tutti i miei impegni, comprese le lezioni con Kanzai ritrovandomi con una settimana che dire prima di impegni è un eufemismo.
" Sì, va bene per domani " confermo. Convinta che le comunicazioni siano finite faccio per tornare al mio precedente posto quando la cameriera parla nuovamente.
" Ah, è appena arrivato suo nonno "
Scatto immediatamente sull'attenti precipitandomi ad aprire la porta della mia stanza. Di fronte a me l'espressione più che perplessa della domestica.
" Che cosa? " domando inquieta
" La sta aspettando di sotto "
Mi precipito giù per le scale. Si può sapere cosa gli salta in mente? Fare un viaggio del genere alla sua età e con i suoi problemi di salute. Raggiungo il soggiorno con il fiatone, ad attendermi mio nonno che dimostra tutta la calma di questo mondo.
" Michiru, sei diventata veramente una bellissima donna " mi saluta raggiante.
" Nonno, cosa ti passa per la testa?! " lo aggredisco ancora sconvolta dalla corsa appena fatta. E' da anni ormai che a causa dei suoi problemi di salute sì è trasferito nella nostra casa di Fukuoka ed un viaggio fino a Tokyo è una follia.
" Mia nipote torna in Giappone dopo quattro anni e io dovrei rimanere inchiodato sulla mia poltrona?Giammai!! " proclama lui facendo la voce grossa " Piuttosto, dove sono i tuoi genitori? "
" Un viaggio di lavoro " rispondo vaga. " In America mi pare, papà doveva contrattare con alcuni fornit... "
" Ma almeno li hai incontrati dal tuo ritorno vero? " mi domanda inquisitorio lui, sapendo già la risposta visto che il suo volto non riesce a nascondere la disapprovazione nei confronti del figlio e la nuora. Sospirando si lascia cadere sulla poltrona " Non so veramente cosa passi per la testa di quei due, la figlia sta lontana per quattro anni e non si degnano di venirla a salutare al suo rientro. "
" Lo sai che il nostro rapporto non è mai stato... affettuoso diciamo " dico cercando di trovare una scusante, sia per loro che per me. Del resto, io stessa sono sollevata di non averli intorno, soprattutto...
" Allora, com'era l'Austria? " chiede a bruciapelo il nonno " Dicono che Vienna sia una delle città più belle d'Europa ".
Mi siedo accanto a lui e passiamo una buona mezz'ora a parlare del mio soggiorno a Vienna. Le mie giornate al conservatorio, le visite ai musei, parchi,tutto ciò che quella fantastica città mi ha potuto offrire.
" Capisco. Niente in confronto alla mia Londra però. " proruppe lui tronfio d'orgoglio  " L'hai visitata vero? "
" Durante le vacanze estive del mio secondo anno " confermo. I suoi occhi lucenti e curiosi a dirmi, pregarmi di andare avanti. Per quanti anni siano passati, l’amore che prova quella città è rimasto immutato." Ho fatto delle foto se vuoi vedere ".
" E me lo chiedi pure? " esclama alzandosi di colpo tanto che devo sostenerlo. Questi scatti improvvisi non fanno di certo bene alla sua salute ma così come l'indole, ormai era impossibile cambiare questi suoi atteggiamenti.
" Ho le foto in camera mia, se non ti dispiace aspettare le vado a prendere " lo informo deponendolo nuovamente sulla poltrona e facendo per andarmene verso la mia stanza. Quando mi trovai vicino all'uscita del salone lo udì distintamente.
" Non permetti ancora a nessuno di entrare nella tua stanza? "
Mi volto incontrando il suo sguardo preoccupato e... invecchiato tutto d'un tratto.
" Mi... mi passerà. E poi non è così grave vero? " sfoggio uno dei miei migliori sorrisi per cercare di fargli capire che è tutto a posto ma a guardare la sua faccia non devo essere stata molto convincente.
 
" Allora, che ne pensi di questa offerta? "
E' da ore ormai che la domanda di Haruka martella il cervello di Setsuna. Entrambe concordarono come quella proposta, così provvidenziale, sarebbe servita loro come il pane ma entrambe erano ben consce di trovarsi decisamente nella parte debole della contrattazione, quella che non può farsi troppi scrupoli nell'accettare e dunque anche quella destinata a cedere alle condizioni di chi è dall’altra parte.
" Ne parlerò con mamma, è un avvocato, saprà trovare meglio di noi i pro e i contro. " fu l'unica cosa che la donna riuscì a dirle sul momento. Si era fatta faxare il contratto da Haruka per poi tornare alla sua vecchia casa, consegnarlo con celerità il documento al genitore  che una volta preso in consegna si chiuse con questo nel suo studio.
Latika Mittal, da anni ormai era uno degli avvocati più affermati di tutta Tokyo e sebbene il suo campo di pratica fosse il penale era in grado di comprendere alla perfezione tutte le sfumature e clausole di qualunque contratto. Non ci volle infatti molto prima che questa concludesse di scrutare il documento.
Il bussare sul piano della porta avvisò Setsuna che la madre aveva finalmente finito. Questa entrò nella stanza con in mano il plico di fogli.
" E' un'offerta che non si può rifiutare " esordì.
" Il padrino ha fatto un buon lavoro dunque " replica Setsuna invitando la madre a sedersi accanto.
" Questo Diamond si accollerebbe ogni singola spesa e una volta che Haruka è guarita non chiederà alcun rimborso o diritto di percentuale sui guadagni della sua immagine " spiegò l'altra.
" Ma? " chiese Setsuna, conscia che non poteva essere tutto rose e fiori.
" L'accordo è vantaggioso per Haruka fintanto che recupera nei termini previsti dai medici della clinica " disse la madre " In caso di ritardi nel contratto è contemplato un risarcimento parziale mentre nel caso Haruka non riesca a risollevarsi... "
" Un risarcimento totale per le spese sostenute " sospirò l'universitaria. Non ci voleva certo un genio per intuire una cosa del genere. A conti fatti la natura di quel contratto era sì vantaggiosa, ma unicamente se Haruka si rimetteva completamente.
" Setsuna, sarò franca, non saremo in grado di pagare l'intera retta se non accollandoci dei debiti. " affermò sua madre con tono sommesso. Quella situazione non aveva stremato solo la bionda e lei, i suoi genitori parevano invecchiati di almeno dieci anni dal giorno dell'incidente. " Tu la vedi quasi ogni giorno, sei certa che sarà in grado di farcela? "
Setsuna si alzò dalla sedia andando a scrutare il paesaggio al di là della finestra. Grigio a causa della pioggia battente, perfetto per incorniciare la loro situazione. " Nel caso posso sempre smettere con l'università, non sarà molto ma il non pagare la mia retta e le spese per l'appartamento vicino alla facoltà aiuterà "
" Non ci pensare neanche, è del tuo futuro che stai parlando " esclamò l'altra donna scattando in piedi.
" Sto parlando del futuro di Haruka " strillò Setsuna a sua volta, atteggiamento inusuale per una persona posata come lei. " E al momento è lei quella che è messa peggio ".
Latika andò incontro alla figlia mettendole una mano sulla spalla come era solita fare quando qualcosa la impensieriva." Lo sai che voglio bene ad Haruka come ad una figlia, ma ciò non vuol dire che non debba preoccuparmi per te "
" Lo so mamma, lo so " mormorò Setsuna che comprendeva l'apprensione del genitore ma a sua volta non poteva fare a meno di preoccuparsi per la sorella. Sebbene ad uno sguardo esterno lei e Haruka potevano sembrare anaffettive ( entrambe sono quanto di più lontano da una persona che mostra le proprie emozioni, sia a gesti che a parole ) tra di loro vi era un fortissimo legame che prevaricava il sangue che non condividevano.
Ad interrompere il silenzio nato tra le due donne arrivò provvidenziale una chiamata al cellulare di Setsuna. Questa iniziò ad impensierirsi non appena lesse il numero della clinica sullo schermo. Cosa aveva fatto questa volta Haruka?
" Meiou " rispose attivando la chiamata. Dall'altro capo del telefono la dottoressa Mizuno che la informava che Haruka quel giorno non avrebbe sostenuto la sua seduta riabilitativa in acqua per chiari problemi fisici. Per una volta Setsuna potè tirare un sospiro di sollievo ed improvvisamente le venne un'idea.
" Se non le dispiace può darmi il numero dell'assistente che si occupa di Haruka?Kaiou-san, mi pare di ricordare. Vorrei avvertirla io stessa di non presentarsi in clinica "
Dopo qualche titubanza, dovuta a questioni di privacy, il medico accettò la richiesta concludendo poi la chiamata per tornare alla propria occupazione. Setsuna invece con un sorriso sornione si apprestò a chiamare la violinista.
" Hai in mente qualcosa vero? " le chiese la madre ben conscia della mente macchiavellica della figlia.
" Forse " disse sibillina lei componendo il numero.
 
" E poi indovina un pò? Mi sono ritrovato a dover pagare un intero guardaroba! "
Haruka stentava a trattenere le risate mentre Yosuke Meiou, suo padre adottivo, le stava raccontando le vicissitudini capitategli a causa della moglie, abile manipolatrice che per sua sfortuna aveva trasmesso questa simpatica qualità alla figlia.
" Possibile che non riesca mai a spuntarla? " si lamentò nuovamente scatenando in lei una nuova ondata di risate.
 
Yosuke Meiou era un uomo sulla cinquantina. Bassa statura,tanto da essere superato dalla propria figlia, tanto che Haruka ancora si chiedeva come una stangona come Setsuna sia potuta nascere da lui e sua moglie ( difatti anche Latika, sebbene superasse di poco il marito, non la si poteva considerare alta ) capelli da scolaretto e due fondi di bottiglia a fargli gli occhiali. Era parecchio lontano dal canone di bell'uomo eppure in vita sua aveva avuto molte fiamme prima di accasarsi, con una straniera per di più. Ma del resto, forse era la sua eccentricità a renderlo così appetibile al gentil sesso. O più probabilmente il fatto che a dispetto dei suoi titoli accademici avesse una mente molto manipolabile tanto che la sua vita ormai correva sul filo delle macchinazioni della moglie e la figlia.
" Haruka, quando torni a casa, non ne posso più di combattere da solo " piagnucolò Yosuke.
" Penso che dovrai stare senza di me ancora per un bel pò " gli rispondo laconica, come se tra l’altro la mia presenza avesse mai potuto risolvergli qualche problema.
" Non ti preoccupare tesoro, con un pò d'impegno tornerai come nuova " cerca di tranquillizzarmi  lui mettendomi una mano sulla mia unica gamba. " E così finalmente la casa riavrà  finalmente il giusto equilibrio tra maschi e femmine. Beh, più o meno ". aggiunge sorridendo e sebbene non sia dell’umore giusto non posso fare a meno di ricambiare il suo sorriso.
 
Penso di non essere mai stata infuriata come in questo momento. A stento rispondo alle parole di Ami che dopo un pò comprende finalmente che non sono in vena di alcuna conversazione,l'unica cosa che voglio ora è incontrare Haruka.
Per assisterla ho dovuto posticipare la lezione con il maesto Kanzai e cosa ci ricavo? Che di punto in bianco appena uscita da scuola ricevo una chiamata da un numero sconosciuto scoprendo, dopo averla accettata, che l'interlocutore misterioso altri non è che quella Setsuna Meiou conosciuta a seguito della prima lezione con Haruka ,che mi informa che l'appuntamento di oggi sarebbe saltato senza darmi una minima spiegazione sul perchè.
Beh se pensava che accettassi di buon grado la cosa si sbaglia di grosso.
" Dottoressa Mizuno, lei non sa proprio nulla del motivo per cui la lezione è stata sospesa? "  chiedo a bruciapelo alla donna che mi sta accompagnando in auto alla clinica.
" Sul fronte della riabilitazione in acqua ho completamente delegato il caso di Tenou-san alla dottoressa Viruly. Se lei ha avallato senza alcun problema la richiesta di sospensione io non ho nè le competenze nè l'autorità per contestare una sua decisione " mi risponde lei senza degnarmi di mezzo sguardo. So di essere petulante ed inopportuna ma non posso farci niente.
Finalmente giungiamo nel parcheggio della clinica. La dottoressa Mizuno ci accompagna fino all'entrata per poi dileguarsi mentre io e Ami ci separiamo agli ascensori. Dopo aver raggiunto il secondo piano mi dirigo verso la camera di Haruka, sentendo delle voci provenire dall'interno segno che c’è qualcuno con lei.
E' strano, per tutto l'anno in cui siamo state amiche non l'ho mai vista in compagnia di qualcuno ed ora non la trovo mai da sola. La cosa, seppur senza un minimo di razionalità, mi infastidisce. Forse trovo che tolga quel senso di esclusività che aveva la nostra amicizia. Senza indugiare oltre apro la porta e davanti a me si presentano l'algida figura di Haruka, che non ha notato il mio arrivo, ed un uomo sconosciuto intenti a ridere di gusto.
" Ti giuro che sono lì lì per chiedere il divorzio! " proclama lui solenne.
" Addirittura " ride Haruka che pare essere molto in confidenza con quell'uomo.
Irritata entro nella stanza, la mia presenza ora non può essere ignorata ed infatti vedo che Haruka perde all'istante il sorriso irrigidendosi. Perfetto, a quanto pare sono proprio gradita.
" Cosa ci fai qui? " mi domanda perplessa " Non ti ha chiamato la dottoressa per dirti che la lezione è saltata? "
" Mi ha chiamato la tua amica Setsuna-san " rispondo marcando volutamente il nome di quella donna " E' stata molto gentile ma avrei gradito di più sapere il perchè di questa cancellazione "
" Haruka, è una tua amica? " chiede all'improvviso lo sconosciuto intromettendosi tra noi. Quasi mi ero dimenticata della sua presenza. Beh, non che sia difficile, non riesco proprio ad immaginare come Haruka abbia potuto conoscere un tizio così anonimo. Almeno Setsuna-san ha un aspetto ammaliante ed è circondata da un alone di mistero che ben si rapporta con la figura di Haruka, per quanto mi dia fastidio ammetterlo.
" Michiru Kaiou, l'assistente di Viruly-san " gli risponde Haruka
" Oh, quella Michiru Kaiou!! " esclama sorprendentemente lui " Non è forse quella ragazzina di cui parlavi sempre qualche anno fa? Oh, ma tanto ragazzina non è più... "
" Non parlavo sempre di lei!!" lo interrompe con veemenza Haruka arrossendo fin sulla punta delle orecchie assumendo così un'espressione assolutamente adorabile tanto da dissipare completamente le mie intenzioni bellicose. Anche lei deve essersi accorta di non avere una volto coerente con la sua immagine di " donna che non deve chiedere mai " difatti cerca ( senza alcun risultato ) di evitare di alzare lo sguardo per mostrare ulteriormente questo bellissimo lato di sè.
" Allora Haruka, mi vuoi dire perchè oggi non c'è lezione? " le domando in modo pacato.
" Ho...un problema fisico " borbotta senza guardarmi in volto.
" Eh?Che problema?Ti sei fatta visitare? " le chiedo preoccupata poggiando le mie mani sulle sue ginocchia. Al mio tocco la sento sussultare e conseguentemente alza lo sguardo per guardarmi.
" Non è niente di grave, solo sono impossibilitata ad entrare in acqua " spiega ancora più rossa in volto e vedendo come non riesco a comprendere si decide a svelare l'arcano mistero " Ho...ehm, le mie cose ".
Ci vuole un momento prima che io riesca a metabolizzare la notizia. Ma appena fatto non posso fare a meno di ridere, con Haruka che mi guarda indispettita per questa mia reazione ma santo cielo non posso proprio farne a meno.
" Felice di averti divertita " esclama lei offesa incrociando le braccia al petto.
" Non te la prendere dai " dico asciugandomi le lacrime uscite a causa del troppo ridere " Guarda che che comunque basta un semplice assorbente interno per ovviare questo problema "
" Io non mi ficco quel coso lì!! " strilla isterica dimenandosi.
Se quando ero entrata nella stanza ero fuori di me dalla rabbia ora il mio umore era radicalmente cambiato. Solo Haruka era in grado di trasformarmi in questo modo. Solo lei con la sua sola presenza era in grado di riscuotermi dall'apatia che caratterizzava la mia vita. Solo lei. Ed è sempre stato così.
 
" Abbiamo finito? "
Da una buona decina di minuti Haruka aveva iniziato a lamentarsi. Come promesso faceva da modella a Michiru ma per una come lei, abituata alla velocità e al non star mai ferma quel ruolo stava decisamente stretto.
" Sei lì da appena mezz'ora " replicò Michiru da dietro la tela. La bionda riusciva veramente ad avere la maturità di una bambina di cinque anni e se generalmente questo atteggiamento l'avrebbe scocciata ( anche se ad essere onesti mai nessuno aveva osato palesare un'insofferenza nei suoi confronti) nel suo caso la divertiva. Vedere la scorbutica Tenou comportarsi in modo così diverso dal suo solito apparire, il sapere che solo con lei riusciva a mostrare questo suo lato la gratificava.
" Pensavo che un genio come te potesse fare un ritratto in poco tempo " sbuffò la bionda contrariata.
" Le linee base le ho fatte ma devo ancora creare un'immagine che mi soddisfi " affermò convinta l'altra ragazza guardando corrucciata la tela " Voglio essere in grado di ritrarre il tuo spirito libero "
" Spirito libero? " ripetè Haruka ridendo " Non credi di esagerare? "
" E' così che ti vedo " ribattè immediatamente l'altra " Sei come il vento, una forza incontenibile che non può essere relegata in un luogo, ruolo o qualunque cosa ne limiti il percorso. Ed è per questa natura così diversa dal comune che sei così affascinante da attirare l'attenzione delle persone che ti incontrano. Me compresa ovviamente " aggiunse con un ampio sorriso.
La bionda fu decisamente spiazzata dalle parole della ragazza, così sincere e piene di ammirazione. Per natura lei era una persona riservata, poco avvezza a mostrare i propri sentimenti dunque si trovava sempre a disagio quando qualcuno le parlava con estrema franchezza, soprattutto quando riguardava lei. Anche se, ad onor del vero, fino a quel momento solo quattro persone l'avevano fatto ed esclusa Michiru le rimanenti appartenevano alla sua famiglia.
Malvolentieri Haruka resistette per un'altra mezzora. Non solo perchè era una persona d'onore e aveva dato la sua parola che avrebbe fatto da modella per il suo quadro ma anche perchè, e le era difficile ammetterlo a sua volta si sentiva attratta da quella ragazza tanto che, una volta esaurita la sua " pena " trovò naturale iniziare a frequentarla. Assistere alle sue gare di nuoto, a volte pure ai semplici allenamenti, era diventato piacevole, ormai Michiru era una presenza fissa sulla pista d'atletica e questa volta la cosa non le dispiaceva affatto. La bionda le aveva pure permesso di frequentare i box del proprio team, cosa che ancora faticava a permettere a Setsuna. Ma ormai era ufficiale, almeno per lei. Michiru l'attirava peggio di una calamita. Se la violinista aveva ammesso di essere affascinata alla libertà, concetto che Haruka sembrava incarnare perfettamente, la bionda era ammaliata dalla pacata tranquillità, da quei modi posati e gentili. Se Haruka era movimento, impeto, Michiru era stabilità e riflessione. Se Haruka rompeva gli schemi della società l'altra ne era il più brillante baluardo.
Non era però solo una mera questione di opposti che si attraggono no, conoscendola meglio la pilota comprese come ci fosse ben altro nella figura di lei. Sotto quell'aura di posata perfezione c'era un'animo passionale pronto ad esplodere alla minima folata di vento, come un mare tranquillo pronto a diventare burrascoso con l'arrivo della tempesta. Ed Haruka era quella tempesta.
 
 
Fine ottavo capitolo!! Molto corto ma del resto a causa delle continue interruzioni dovute a vacanze varie, elezioni europee ( molto utili per farmi una vacanza a casa dei miei, benedetto il giorno in cui non ho modificato il domicilio) ho passato più tempo al mare che accendendo il computer XD e visto che ormai avevo abbastanza perso il filo del discorso ho preferito limitarmi ad un capitolo breve. Va beh, spero di rifarmi col seguente. Alla prossima !!

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Capitolo 9
*** Inganni & segreti che escono allo scoperto ***


Secondo piano, terza stanza da sinistra. Ormai Mamoru Chiba conosceva a memoria l'ubicazione della stanza di Haruka tante erano le volte che aveva dovuta varcarla per i più disparati motivi. In quella attuale visto che a quanto pare la paziente ( sotto consenso del suo medico) non poteva sottoporsi alla riabilitazione il giovane tirocinante ne avrebbe approfittato per farle degli esami, pur essendo consapevole di tirarsi dietro l'antipatia della pilota.
" O la va o la spacca " si dette coraggio prima di entrare nella camera. Sorprendentemente però invece che una paziente accigliata si trovò una Haruka che dimostrava un ottimo umore. Al suo fianco un uomo sulla cinquantina intento a dimenarsi e a parlare di cose a lui sconosciute.
" Tenou-san, mi fa piacere vederti in forma " si congratulò il giovane tirocinante avvicinandosi.
" Oh giovanotto, non creda, è tutto merito mio " disse l'uomo a lui sconosciuto " Notoriamente in questo periodo del mese Haruka è ancora più scorbutica del solito "
" Problemi da donne? " chiese Mamoru.
" Problemi da donne " confermò l'altro.
" Ma prego, continuate a parlare di me eh, fate pure come se non ci fossi " intervenne Haruka. " Cosa vuoi Chiba? "
" Approfittare del tuo tempo libero per svolgere alcuni test psico-fisici " andò dritto al punto Mamoru mettendo immediatamente le mani avanti " Lo so che non ami questo genere di cose però... "
" Va bene " disse però sorprendentemente lei alzandosi dalla sedia " Cosa dobbiamo fare? "
Il tirocinante stentava a credere ai propri occhi. Quella ragazza così accondiscendente era la stessa che solo il giorno prima aveva piantato un casino immane per un semplice esame del sangue? Quale sorta di miracolo era avvenuto nel giro di ventiquattro ore per renderla così docile?
" Allora? ' Sti esami? " domandò spazientita Haruka riassumendo almeno in parte la propria verve.
" E..ero venuto solo per informarti preventivamente " rispose lui " Ora vado a prenotare le sedute, tornerò tra circa un'ora "
 
Haruka è sempre stata una persona solitaria e sicuramente la sua storia personale non l'ha aiutata ed essere più aperta agli altri. Dunque era piuttosto interessante per Yosuke assistere al relazionarsi della figlioccia con quella ragazza. Già anni prima aveva intuito che quella fantomatica Michiru Kaiou era speciale, mai la bionda aveva parlato in famiglia di qualcuno con così tanta foga ( sebbene non se ne rendesse conto ), mai con aria così sognante. Ricorda bene poi Yosuke come la partenza della violinista fosse stata un duro colpo, benchè Haruka non volesse darlo a vedere. Ora invece poteva dire che i suoi sentimenti fossero altalenanti, palese come, rispetto a  prima,  fosse  pienamente  consapevole di  ciò  che provava.
Era evidente dai suoi occhi che si illuminavano ogni qual volta posava lo sguardo sulla ragazza come Haruka fosse ancora innamorata di lei, così come era palese la paura che questo sentimento si portava dietro.
" Tenou-san, siamo pronti  per i test " annunciò Mamoru irrompendo nuovamente nella stanza rompendo il delicato ed idilliaco equilibrio che si era creato tra le due.
 
" Michiru-san, come mai qui? " domandò Chiba che dopo essere entrato bruscamente in camera, si accorge della presenza della ragazza. Non si immaginava di trovarla lì visto che Haruka non doveva fare il suo recupero e vedendola non sapeva se essere preoccupato o meno.
" Volevo solo sincerarmi della condizione di Haruka " rispose lei abbandonando gli occhi della bionda per rivolgersi al giovane medico " Mi ero allarmata inutilmente "
" Già, solo un piccolo imprevisto tipicamente femminile " le sorrise a questo punto Mamoru sentendo le su ansie andarsene. A quanto pare non vi era belligeranza tra le due, non in quel momento almeno.
" Per qualcuno però è un problema non indifferente " ribattè Michiru sorridendo a sua volta e l'uomo si ritrovò a pensare che il sorriso le donasse decisamente meglio rispetto all'espressione accigliata con cui era solito vederla.
" Su, continuate a prendermi in giro, tanto ormai pare che sia diventato lo sport nazionale" esclamò all'improvviso Haruka avvicinandosi al medico " Allora? Andiamo a fare 'sti test o no ?  "
" Meglio che colga l'attimo giovanotto prima che Haruka cambi idea " esclamò Yosuke prendendo la propria giacca posata sulla sedia per poi rivolgersi a Michiru " Signorina, credo che a questo punto lei sia di troppo, se non le dispiace potrei accompagnarla a casa visto che me ne sto andando "
" Va bene grazie " accettò la violinista, insolitamente ben disposta verso uno sconosciuto.
 
Quel giorno poteva dirsi proficuo per Michiru. Nonostante la lezione con Haruka fosse saltata l'atmosfera rilassata che si era creata con lei,così diversa rispetto a giorni prima, l'aveva messa di buon umore. Avrebbe voluto fermarsi per incontrare Hotaru ma la ragazzina in quel momento non si trovava alla clinica, una buona notizia in effetti visto che voleva dire che la sua condizione non si era aggravata.
" La vedo di buon umore signorina " disse l'uomo alla guida guardandola. Yosuke doveva ammettere che era una bellissima ragazza. Caratterialmente non la conosceva ( se non dai racconti di Haruka ) ma fisicamente poteva dire che era praticamente perfetta, alta ma non troppo, tratti delicati che ben si sposavano con la grazia dei suoi movimenti uniti ad un corpo adeguatamente formoso. Non c'era che dire, Haruka aveva buon occhio
" Diciamo che sono felice di avere una preoccupazione in meno " affermò lei voltandosi appena.
" Oh, è un'ottima cosa, una così bella ragazza non può avere il volto sfigurato da brutti pensieri " dichiarò lui prendendola alla sprovvista. Era abituata ai tanti, troppi, complimenti che riceveva da uomini e non ma questa era la prima volta, salvo suo nonno, che poteva avvertire la sincerità di quelle parole.
Stettero qualche minuto in silenzio ognuno perso nei propri pensieri. Michiru voleva saperne di più del rapporto dell'uomo con Haruka ma riteneva disdicevole porre una domanda così diretta ad un uomo nei fatti sconosciuto. Dall'altra parte Yosuke voleva saperne di più di quella ragazza che aveva rapito il cuore della sua figlioccia ma il suo istinto gli diceva che lei era esattamente come Haruka,  come un animale selvaggio che non si fida dell'uomo e se poteva già dire che a differenza di Haruka non mostrava le zanne per difendersi, presumeva invece che fosse più il tipo che svia dal discorso principale o si rinchiude in un serrato mutismo. Lui però doveva trovare una maniera per avere un contatto con lei. Chiederle il numero di telefono così all'improvviso era fuori discussione. Figuriamoci, magari veniva preso per un vecchio pervertito. Pensa Yosuke pensa, si ripeteva tra sè. Possibile che un grande conoscitore delle donne quale ti sei sempre vantato di essere non riesce a trovare la soluzione? All'improvviso l'illuminazione lo colse. Non era sicuro della riuscita di questa idea visto che si basava su eventi che non era certo fossero accaduti, ma era meglio tentare.
" Accidenti, mi sono dimenticato di telefonare a Setsuna prima di uscire dalla clinica " esclamò con tono fintamente tragico con la coda dell'occhio potè vedere come nel sentir nominare la figlia il corpo della ragazza al suo fianco sussultò leggermente. Ora l'amo era stato lanciato, doveva solo vedere se il pesce abboccava.
" Lei... conosce Meiou-san? " domandò Michiru non sapendo di provocare nell'uomo una felicità derivante dall'aver fatto centro. Come aveva sperato quella ragazza aveva incontrato Setsuna nel giorno in cui aveva preso parte alla prima lezione di recupero della bionda. Dunque giocare sulla primordiale difesa del territorio meglio conosciuta come gelosia femminile era stata una scelta più che azzeccata.
" Certo, è mia figlia " rispose lui sorridendo " Lei e Haruka si conoscono da quando erano bambine ed ora è praticamente una di famiglia, tanto che per me e mia moglie è naturale prenderci cura di lei.  " disse, omettendo molti dettagli essenziali, sperando che la violinista traesse le conclusioni più sbagliate possibile.
" Ah, capisco " mormorò la diciottenne " Haruka non mi aveva mai parlato di questo profondo legame quando eravamo insieme "
" Come sai è una persona riservata e più una cosa tocca la sua sfera privata più è restia a parlarne " disse l'uomo continuando ad infierire. Era però conscio che il teatrino non sarebbe andato avanti ancora per molto dunque decise di cambiare repentinamente argomento, cosa che tra l'altro avrebbe fatto nascere nuovi dubbi nella ragazza  " Ah, se mi dice dove abita posso accompagnarla a casa "
Michiru fu colta alla sprovvista ma fece modo di non darlo a vedere " Preferirei andare in un altro posto se non le dispiace, conosce il tempio Hikawa? "
" Ma certo. " rispose lui " E' dove io e mia moglie ci siamo sposati. Cerchi un conforto spirituale? "
" No " negò lei " Vado a trovare un'amica "
 
L'odore di disinfettante bruciava le narici. Essendo nei fatti la clinica Mugen un piccolo ospedale l'igiene era ovviamente un punto cruciale ma per Haruka in quella stanza si era decisamente superato il limite.
" L'altro giorno la direttrice ha fatto una lavata di capo agli addetti alle pulizie perchè a suo dire non erano state eseguite correttamente. A quanto pare si sono presi a cuore la questione " spiegò Chiba come a voler rispondere ad una sua tacita domanda. Per tutta la durata degli esami si era più volte grattato il naso, segno che anche lui aveva percepito quell'odore micidiale.
" Dunque non ha  il ruolo di direttrice solo perchè è la favorita del capo " si lasciò sfuggire con tono irriverente Haruka. La clinica era come una piccola città e le voci facevano presto a girare.
" Kaolinite-san ha polso, preparazione ed è un'ottima amministratrice " replicò lui finendo di scrivere le ultime cose sulla cartella della ragazza " E poi a differenza di quanto si dice nei corridoi il professor Tomoe non ha occhi che per la figlia. "
" Non è ricambiata dunque " sentenziò la bionda finendo di sistemarsi la camicia " Un vero peccato, ci sono parecchi uomini, e non solo, che pagherebbero per stare con una tettona del genere "
" E' da un pò che lo stavo notando " esclamò Mamoru posando la cartella sulla scrivania della stanza " Ma stai notevolmente aumentando le battute a sfondo sessuale e gli apprezzamenti... diciamo non molto ortodossi alle dottoresse ed infermiere "
" S...sono in un'età critica " rispose imbarazzata lei voltando appena lo sguardo, venendo decisamente colta in fallo da un'uscita del genere " Mi sembra normale no ? " esclamò poi ritrovando il proprio spirito, guardandolo fisso negli occhi.
" Infatti " convenne il giovane " Ed il fatto che qui ti sia preclusa qualsiasi attività sessuale ed al contempo tu abbia sotto gli occhi ogni giorno donne dall'indiscutibile bellezza spiega perfettamente il tuo linguaggio non esattamente galante. Clinicamente posso dire che è un buon segno.  " disse Mamoru omettendo però parte del suo pensiero. Aveva riscontrato infatti come quest'improvvisa carica sessuale fosse partita dal giorno della primo recupero in piscina e nella fattispecie, secondo lui, dal prolungato contatto avuto con Michiru. Anche oggi appena la ragazza era uscita questo atteggiamento da parte della pilota era riemerso.
Non che prima Haruka non facesse apprezzamenti ma questi erano più sul tono scherzoso, fatti per cercare una complicità con l'interlocutore piuttosto che sintomo di una frustrazione. Ultimamente la bionda era solita a sbalzi d'umore e ascoltando anche il suo compagno di stanza, era diventata decisamente più isterica. Era stato sincero prima, sebbene improvvisa questa scarica sessuale implicava che il suo corpo e la psiche stavano  ricominciando a sentire i bisogni in maniera tale che neanche l'apatia causata dall'incidente poteva placarli e dopo i bisogni primari non ci sarebbe voluto molto che anche le ambizioni, i sogni, in definitiva la voglia di vivere tornasse a far splendere gli occhi di una ragazza che per fin troppo tempo era ristagnata su un lettino d'ospedale.
Mamoru doveva riconoscere che l'intuizione di  Setsuna si era rivelata corretta ( nonostante tutt'ora non fosse pienamente d’accordo nel sfruttare l'avvenenza di una ragazza ignara ). Conscio di ciò, prese dal taschino del suo camice una penna per poi scrivere su un foglio trovato vacante sulla scrivania.
" Tieni " disse porgendolo ad Haruka una volta finito di scrivere " Sono gli orari ed i giorni in cui lo psicologo è disponibile. Avendo questa clinica un esiguo numero di pazienti sarebbe inutile averne uno fisso quindi per questo... "
" Non ho bisogno di uno strizzacervelli!! " sbottò stizzita lei interrompendolo " Almeno la mia mente è sana "
" Su questo non ho alcun dubbio, difatti ho parlato di psicologo, non psichiatra " spiegò calmo Mamoru che si aspettava una reazione del genere " E' però anche vero che certi traumi fisici hanno una forte influenza sulla psiche ed anche quando il fisico è ristabilito non è detto che lo stesso valga per la mente "
" Parla chiaro e tondo Chiba, qual è il problema ? " domandò dura Haruka prendendo con celerità le proprie stampelle, non voleva stare un minuto di più in quella stanza.
" Hai mai avuto rapporti sessuali? " chiese lui con tutta la calma del mondo. Meglio ostentare tranquillità con un soggetto che da lì a poco avrebbe perso le staf...
" Ma che cazzo di domanda è questa?! " strillò, come da programma, la pilota.
" La perdita di un arto rende di per sè insicuri nella vita " esordì lui appoggiandosi appena alla scrivania " In genere però chi non ha mai sperimentato una cosa ha meno problemi perchè appunto non sia ha conoscenza di questa con il proprio corpo integro. Nel fatto in specie, chi non ha mai avuto rapporti sessuali sarà magari intimorito dal fatto di mostrare il proprio corpo o di non essere all'altezza ma questi sentimenti non sono poi così diversi da quelli delle persone normodotate. Nel secondo caso si aggiunge però il fatto che magari la persona si auto-convinca di non essere più in grado di fare sesso, magari anche a causa di una prima esperienza disastrosa con il nuovo corpo, cosa che non è difficile che si verifichi tra l'altro. "
A seguito di queste parole la ragazza parve calmarsi. Fino a quel momento non aveva mai pensato a tutto ciò ed effettivamente ora che Mamoru gliel'aveva fatto notare, non aveva idea di come avrebbe potuto farlo. Beh, più o meno, la  parte superiore del proprio corpo era perfettamente sana dunque da quel lato era apposto ma per le altre cose... a pensarci alcune posizioni erano da rivedere, la spinta del bacino e poi...
" Non devi necessariamente metterti a pensare di questo ora  " esclamò Mamoru che aveva correttamente interpretato il suo silenzio " Anche perchè poi lo psicologo non ti può aiutare dal lato fisico ma da quello mentale, ad accettare che è normale essere spaesati "
" Per te come è stato ? " gli chiese la bionda ora decisamente più calma.
" Io ho perso il braccio che ero un bambino " rispose lui " E' stato molto più facile per me e a causa della giovane età non ho mai avuto problemi visto che comunque il braccio rispetto ad una gamba ha meno importanza. Credo. Beh, presumo...forse  " il medico iniziò ad impappinarsi pensando alla propria situazione rispetto a quella della diciottenne. Insomma, dalla sua parte poteva dire di sapere lo svolgimento di certe azioni ma dall'altra...solo qualche video visto durante i periodi più bui della sua adolescenza potevano schiarirgli le idee.
" E Usagi-chan invece? " domandò la bionda cercando di toglierlo d'impaccio.
Sul momento il tirocinante non capì dove volesse andare a parare l'altra, ma dopo poco comprese.
" Usagi è leggermente tonta " spiegò lui trattenendo a stento una risata " Anche dopo un pò che ci eravamo conosciuti non aveva ancora capito che il mio braccio sinistro era artificiale "
Entrambi si persero in una breve risata pensando alla bionda con i codini.
 
Il tempio shintoista Hikawa sorgeva su una collina obbligando i visitatori ad una notevole scalinata. Forse proprio per questo fatto, nonostante fosse l'unico tempio nelle vicinanze, era poco frequentato salvo per il primo dell'anno.
Con l'arrivo della primavera la scalinata era letteralmente ricoperta di petali rosa, probabilmente fiori di ciliegio. Michiru si stava apprestando a concludere la grande serie di scalini. Al suo arrivo ad attenderla la solenne figura del tempio. Ed un gatto bianco.
" Ma che carino " esclamò lei abbassandosi per accarezzarlo. Al tempio era normale trovare gatti randagi attirati dai numerosi volatili che si appollaiavano sugli alberi. Quante volte aveva visto Rei uscire dal tempio come una pazza furiosa brandendo una scopa per allontanare quegli animali da ciò che lei considerava i suoi coinquilini alati?
Quella ragazza aveva uno strano amore per gli uccelli e pareva essere ricambiata tanto che due corvi, da lei nominati Phobos e Deimos, erano ormai diventati i suoi animali domestici, tanto che arrivavano pure ad avvicinarsi per poi sostare sulle sue spalle ad un suo comando.
" Però tu non mi sembri un gatto selvatico " constatò Michiru mentre il felino, incurante delle sue parole continuava a reclamare carezze. Era un gattone decisamente in salute, nessun segno di lotta con altri gatti ed aveva una figura leggermente appesantita segno che veniva costantemente sfamato. Anche il pelo era ben curato salvo, lo notava solo in quel momento, una strana voglia a forma di mezzaluna sulla fronte.
" Bizzarro " disse la ragazza facendo per andare ma inaspettatamente il gatto le balzò addosso andando a posarsi sulle sue spalle. " Sei decisamente un gatto domestico "
Accompagnata dal felino Michiru entrò nell'abitazione dell'amica posta affianco al tempio. A quanto pareva il nonno di questa non era presente, nel caso avrebbe già ricevuto una proposta di lavoro come Miko al tempio. Mentre vagava per la casa in cerca dell'amica sentì alcuni mugolii provenire chiaramente dalla camera di questa. Titubante si mosse verso di essa mentre i rumori si facevano via via più forti. Arrivata sulla soglia della stanza fu colta dall'indecisione se bussare o meno.
" Meglio che me ne vada " pensò la violinista che sebbene priva di esperienza in campo amoroso non era così stupida da non comprendere chiari segnali. Peccato che il gatto non era della stessa opinione. L'animale infatti saltò dalle sue spalle lanciandosi letteralmente contro la stanza producendo un rumore ben udibile. Non contento, si mise a graffiare il delicato pannello scorrevole.
" Artemis!! " una voce nella stanza chiamò quello che evidentemente era il nome del gatto. All'improvviso il pannello venne spostato e davanti a Michiru apparve una ragazza a lei sconosciuta.
" S...salve " salutò questa con aria trafelata prendendo in braccio il gatto. " Stai per caso cercando... "
" Michiru-san " esclamò Rei arrivando alle spalle dell'altra ragazza.
" Rei...san " disse di rimando Michiru.
" Minako-san e Artemis " s'intromise la bionda.
 
Accadde all’improvviso. Haruka stava camminando per tornare nella sua camera quando un gatto, uscito chissà dove le saltò addosso rischiando di farla cadere. Fortunatamente il suo equilibrio era notevolmente migliorato in quei giorni e seppe reggersi benissimo con le stampelle. Passato il momento di pericolo il felino si posò sulla sua spalla, infischiandosene del fatto che poco prima stava per causare un serio problema. Haruka guardò l’animale. Era un gatto, o per meglio dire, una gatta nera dagli occhi scuri, sulla fronte una strana macchia che sembrava una mezza luna. La bionda non è mai stata una grande amante degli animali ma quel gatto aveva qualcosa che gliela faceva apprezzare.
Forse perché è una femmina? Scherzò fra sé la pilota.
“ Luna, dove sei? “ correndo trafelata davanti ad Haruka apparve una ragazza. Alta, molto alta, occhi di un verde splendente ed una coda a legarne la chioma bruna. Questa vedendo la bionda si fermò immediatamente prendendo al contempo fiato.
“ E’ tua questa gatta? “ domandò la diciottenne.
“ Sì “ rispose la più giovane arrossendo appena. Ora che guardava bene, quel ragazzo assomigliava al suo ex. “ Cioè no, la sto tenendo per un’amica. Doveva portarla dal veterinario ma si è scordata che oggi aveva un corso di nuoto infantile qui alla clinica.  Su Luna, vieni qui “ ordinò la ragazza ma la gatta non aveva la minima intenzione di obbedire. “ Eddai Luna!! “ continuò a pregarla “ Se ti vedono mi licenziano, non è consentito portare animali qui!! “
“ Facciamo così, vieni in camera mia insieme al gatto, se le infermiere o chicchessia la vedono dirò che è stata colpa mia. Nessuno si metterà contro ad un cliente pagante “ propose la bionda che vedendo la titubanza della ragazza si affrettò ad aggiungere “ Divido la camera con qualcuno, non ho intenzione di farti nulla di male e nel caso ci sono i pulsanti d’emergenza che chiamano immediatamente le guardie “
“ Ok “ rispose allora lei “ Ehm, non è che avevo dei dubbi su di te. E poi sei un bel ragazzo e… “
“ Capito, capito “ rise Haruka vedendo come si stava nuovamente emozionando.
La prima cosa che Haruka notò entrando nella stanza era il pannello divisorio posto davanti al suo letto. Strano, si disse, quando era uscita era certa che non fosse lì. Voltò appena lo sguardo verso Takeda vedendolo immerso nella lettura, decise di non disturbarlo.
Si avvicinò al pannello per spostarlo ed una volta che la visuale fu chiara…
“ Haruka-sempai, che piacere rivederti!! “ strillò Seya sdraiata sul suo letto “ Ti ho accolta con la mia posa più sexy “
“ Tu razza di idiota “ la bionda fece per aggredirla ma dietro di lei la bruna emise un grido assordante.
“ Ma… ma tu sei Seya delle three light!! “
“ La sola ed unica “ disse lei alzandosi dal letto “ E la mia energica fan si chiama? “
“ Makoto Kino “ rispose istantaneamente la bruna, solo in quel momento Haruka si accorse di non averle chiesto neanche il nome.
“ Sono una vostra fan e grazie ad una mia amica, Ami-chan ricordi? Ha detto di averti incontrata qui e che gli hai dato i biglietti per il concerto. Inizialmente non volevo crederci, io lavoro qui da mesi ormai e non ti ho mai visto dunque… ah sì, dicevo, vedrò sicuramente il vostro prossimo concerto “
“ Mi fa piacere “ le sorrise Seya abituata all’iperventilazione delle sue fan.
“ Cosa sei venuta a fare qui? “ domandò spazientita Haruka.
“ La tua amica Kaiou non ha chiamato la mia casa discografica, volevo sapere se hai il suo numero per contattarla, Yaten mi sta facendo una testa tanta “ spiegò lei.
“ Non ho il suo numero perché non è una mia amica, la clinica dovrebbe averlo visto che lavora con lei ma sicuramente non te lo daranno “ spiegò la bionda andandosi a sedere, Luna che ormai pareva aver preso permanentemente il possesso della sua spalla.
“ S… se vuoi posso procurartelo io “ intervenne Makoto “ Due mie amiche vanno a scuola con lei, ne sono sicura perché Rei-chan per settimane ci ha ripetuto che questa sua amica era una famosa violinista che ritornava ora in Giappone “
“ Ti ringrazio, mi salveresti e non scherzo “ affermò la cantante “ Mia sorella sta veramente diventando isterica con ‘sta Kaiou. Chiedimi qualunque cosa, non hai idea del favore che mi stai facendo “
“ Vorrei che venissi con me da Usagi-chan, è una tua grande fan e sarebbe felice di vederti “ disse la ragazza.
Sentendo il nome della sua padrona, Luna saltò dalla spalla di Haruka andando incontro a Makoto che la prese immediatamente in braccio onde evitare un’altra fuga. Doveva sospettarlo la diciottenne che solo una persona sarebbe stata così tonta da non ricordarsi due semplici impegni.
“ Dunque il favore sarebbe fare un piacere ad un’amica? “ domandò Seya “ Molto nobile da parte tua “ aggiunse con un sorriso smagliante.
La bionda dovette ammettere tra sé che Seya era portata quanto lei a flirtare con le ragazze. Certo, il suo era intenzionale mentre invece pareva che la più giovane lo facesse senza accorgersene. Forse era anche questo parte del suo fascino.
 
L'atmosfera nella camera della giovane miko era decisamente tesa. Minako si era offerta di preparare il tè dunque al momento solo Rei e Michiru erano presenti nella stanza, sedute l'una di fronte all'altra con il solo kotatsu a dividerle.
" Allora Michiru-san, cosa ti ha portato qui? " chiese la mora cercando di stemperare la situazione.
" Visto che negli ultimi tempi abbiamo avuto poche occasioni per stare insieme come due amiche sono voluta venire " rispose la più grande meccanicamente " Evidentemente avrei dovuto avvisare "
Il silenzio cadde nuovamente sulle due come un macigno, questa volta però non durò tanto visto che venne prontamente spezzato dal ritorno di Minako che portava un piccolo vassoio su cui erano poggiate tre tazze e una teiera, ai suoi piedi l'immancabile Artemis.
" Ragazze, il tè è pronto " annunciò sedendosi.
Ad una prima impressione Michiru poteva dire che quella ragazza era l'esatto opposto di Rei. Non solo per quanto riguarda l'aspetto, scura la sua amica, bionda quasi platino lei.
Rei in un certo senso le assomigliava. Aveva un carattere chiuso e poco avvezzo ad aprirsi agli altri ma quando succedeva mostrava la propria natura, solo ai più meritevoli in un certo senso. Su entrambe gravava il peso di un nome altisonante, sebbene i Kaiou fossero indiscutibilmente ad un livello superiore in quanto a fama gli Hino erano comunque una famiglia in vista, da sempre membri di spicco nella politica giapponese e così come la violinista, anche Rei doveva tenere un comportamento che non facesse sfigurare il suo cognome.
Minako invece dava l'impressione di essere una ragazza aperta, fin troppo rispetto gli standard giapponesi e priva di preoccupazioni. Che quello fosse un esempio del detto " gli opposti si attraggono " ?
" Come vi siete conosciute? " Michiru si maledisse mentalmente per quella che sembrava una tipica domanda " da genitore a cui viene presentato il ragazzo della figlia ". Beh, a parte l'inesistente vincolo di parentela tra lei e la mora effettivamente quella era la situazione.
" Quando ho cominciato a frequentare Usagi al di fuori del tempio sono venuta in contatto con le sue amiche. Ami che come ben sai si è anche iscritta alla nostra scuola, Makoto una ragazza che frequenta la stessa scuola di Usagi ed infine Minako. E' arrivata qualche anno fa da Londra insieme ai suoi genitori " spiegò Rei di tutta fretta senza riuscire a nascondere la propria tensione.
Londra eh? Pensò la violinista, dunque aveva intuito bene che la mancanza di riservatezza era indice di un sangue non, o non completamente, giapponese.
All'improvviso, senza che nessuno la interpellasse Minako fece un leggero inchino andando a toccare con la fronte il kotatzu.
" Il mio nome è Minako Aino, 17 anni. Sono nata a Londra da madre inglese e padre giapponese. Sono tornata in Giappone a seguito del lavoro di mio padre, un giornalista che è stato spostato da inviato estero al ruolo di vice-direttore, mia madre invece fa l'infermiera " esclamò facendo il verso alla tipica scena dell'incontro con i genitori.
" Minako, non c'è bisogno di fare questo cerimoniale " la sgridò la padrona di casa tirandola su per un braccio.
Michiru si ritrovò a riflettere che nonostante l'aria svampita quella ragazza era piuttosto acuta tanto si era comportata in quel modo plateale e poco consono alla situazione per stemperare l'atmosfera e far riacquistare a Rei almeno parte del suo carattere autoritario.
" Scusala, dopo tre anni non si è ancora abituata a come ci si comporta qui in Giappone " disse la mora.
" Figurati " replicò la violinista ora colta da un'altra curiosità " Come vi siete messe insieme ? "
Fu la bionda a prendere parola " Era una notte buia e tempestosa... "
" Minako, fa la persona seria!! " strillò Rei tirandole un leggero pugno in testa.
" Ma è iniziata veramente così " sbuffò l'altra assumendo un'espressione imbronciata " L'estate scorsa eravamo in vacanza al mare con le altre più la cuginetta di Usagi e come ogni vacanza che si rispetti ad un certo momento è toccata la prova di coraggio. Vicino allo stabilimento in cui alloggiavamo era presente una foresta e l'ultima notte decidemmo di percorrerla fino a raggiungerne la fine. Usagi e sua cugina erano insieme, Ami con Makoto ed infine io e Rei. La signorina qui presente " ho un ottimo senso dell'orientamento è impossibile perdersi con me " ci fece salire fino alle pendici della montagna e puntuale arrivò un temporale che immediatamente ci costrinse a cercare un riparo lontano dagli alberi. Fortunatamente trovammo una piccola grotta e lì ci riparammo. I nostri vestiti erano completamente fradici così ci siamo spogliate, abbiamo iniziato a parlare del fatto che sebbene fossimo delle bellissime ragazze fossimo ancora single, ci siamo consolate a vicenda su questo, da cosa nasce cosa e... "
" Ho capito " la interruppe Michiru non volendo sapere i più intimi dettagli della storia. " Le altre ragazze lo sanno? "
" No! " rispose con veemenza la mora tanto che il povero Artemis, che si era acciambellato sul letto di questa, saltò per lo spavento cadendo rovinosamente sul pavimento.
" Ehm, voglio dire... " esordì tossendo leggermente per riprendere il controllo di sè " Non è che stiamo proprio insieme... è più una relazione di convenienza ecco, finchè non troviamo un ragazzo.  "
" Usagi e le altre sono ancora troppo legate all'infanzia con il loro ideale di fidanzato-principe azzurro per poterci comprendere e sinceramente non vogliamo nessun biasimo da parte loro " spiegò Minako dando manforte all'altra ragazza.
" Sinceramente, se non ci avessi colto in fragrante l'avrei nascosto pure a te " ammise Rei " Non perchè ti reputo una ragazzina che pensa ancora alle favole, penso che tu non lo sia mai stata, però ecco, non ero certa che avresti accettato la natura della nostra pseudo-relazione "
" Non ho nulla in contrario al fatto che siate due ragazze " mise immediatamente le mani avanti la violinista " Però non sono del tutto favorevole ad una relazione senza sentimenti "
" Beh, non tutte hanno avuto la fortuna d'incontrare il principe azzurro come te ed Usagi " replicò Rei
" Haruka non è il mio principe azzurro!! " esclamò indispettita Michiru con un atteggiamento ben lontano dalla sua famigerata grazia.
" Io... " la mora tentava di parlare mentre al contempo cercava di trattenere le risate, cosa alquanto difficoltosa " Non ho mai menzionato Haruka "
Questa volta, fu Michiru ad avvampare sotto lo sguardo divertito dell'amica, curioso di Minako, totalmente incurante di Artemis.
 
 
 
Fine nono capitolo!! Alleluhia!! Mi scuso per l’eccessiva lentezza nel pubblicare ma d’estate la voglia di rimanere ore attaccata al computer mentre fuori ci sono quaranta gradi all’ombra è pari a 0. Proprio per questo motivo non sono certa della regolarità con cui verranno pubblicati i prossimi due capitoli. Portate pazienza e siate clementi. Ah, come avrete notato ho modificato la persona con cui scrivevo la storia. Dopo vari tentativi ho visto che con la terza facevo un lavoro migliore e con meno fatica, penso che poi modificherò i capitoli precedenti per adeguarli ai seguenti. Detto ciò, alla prossima.

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Capitolo 10
*** La strada per il successo ***


Quell'anno la stagione delle piogge pareva volersi protrarre ancora per molto. Stringendo con forza il manico del suo ombrello ( quel giorno oltre alla pioggia c'era pure un forte vento ) Haruka stava procedendo a falcate per raggiungere la scuola. Quello era uno dei rari ( rarissimi ) casi in cui avrebbe preferito indossare l'uniforme femminile. Guardando le immacolate gonne delle ragazze e poi i suoi pantaloni tutti fradici a ridosso delle scarpe, non potè fare a meno di sospirare.
" Non sai che sospirare fa andare via la felicità ? "
Michiru l'attendeva davanti all'entrata dell'edificio tenendo in mano un ombrello trasparente. Un'ottima scelta secondo la bionda, nulla doveva celarne la bellezza. Nonostante l'acquazzone nessuna goccia pareva aver intaccato la divisa della violinista, come se il tempo volesse evitare di far qualcosa che potesse minare anche un minimo la sua naturale eleganza.
" Anche la pioggia incessante fa andar via la felicità " ribattè Haruka avanzando all'interno della scuola , seguita dall'altra ragazza. Al loro passaggio le altre studentesse si scostavano come il mare di fronte a Mosè.
 Ormai la loro passerella mattutina era diventata un evento tale che i dirigenti scolastici nonostante avessero altamente scoraggiato l’amicizia tra le ragazze dei due diversi istituti, chiudevano un occhio per loro e non solo per il nome che si portava dietro Michiru, ma anche perchè effettivamente le due studentesse insieme fornivano uno spettacolo che gratificava la vista.
" Michiru-san "
Tra tutte le ragazze che frequentavano la scuola Haruka aveva presto imparato che solo una aveva l'ardire venire a parlare loro. Rei Hino, secondo anno delle medie, l'unica a non riferirsi a Michiru o a lei con tono referenziale.
" Le ragazze del tiro con l'arco si sono lamentate perchè durante gli allenamenti sentono quelle del nuoto che urlano in piscina " andò subito al sodo la mora.
" Non urliamo perchè ci piace " disse calma la violinista " Durante le vasche è impossibile sentire i suggerimenti delle più grandi se queste non urlano da fuori "
" Questo non toglie che per noi è impossibile mantenere la concentrazione durante la fase di mira se siamo sommerse dalle urla " ribattè Rei mantenendo anch'essa un'apparente stato di quiete. Haruka si chiese come fosse possibile questo atteggiamento da parte delle due ragazze anche se ( e questo la bionda non poteva saperlo ) il comportamento tenuto da Rei non era che il riflesso di quello della sua interlocutrice e qualora al suo posso vi fosse stato qualcuno di irascibile, o anche semplicemente poco posato, avrebbe agito di conseguenza.
" In ogni caso questo non mi sembra il luogo nè il momento adatto per parlarne " affermò Michiru " Direi di discuterne dopo le lezioni "
" Nessun problema " acconsentì Rei ormai abituata ai loro incontri pomeridiani dovuti ai dissapori dei rispettivi club. La mora così si congedò scendendo al piano inferiore ove erano situate le classi seconde.
" Mi dispiace ma dovrai attendermi per un pò " disse la violinista rivolta alla bionda una volta che Rei se ne era andata. Ormai loro due, salvo gli impegni dei rispettivi club ( quello di Haruka, atletica leggera, era stato praticante ricreato nella nuova scuola visto che vi erano state mandate quasi tutte le atlete ). Finite le lezioni passavano il pomeriggio assieme, vuoi nella biblioteca scolastica per prepararsi ad un imminente esame aiutandosi l'un l'altra ( Haruka peccava in giapponese antico mentre dall'altra parte Michiru era negata per la matematica ) vuoi semplicemente per uscire insieme in una Tokyo che offriva il meglio di sè ai giovani. A quel tempo, entrambe erano prive di quelli impegni che, anni dopo, le avrebbero costrette ad orari severi e una vita sociale misera.
Suonata la campanella che decretava la fine delle lezioni come promesso Haruka attese che l’amica concludesse di parlare con Rei. Nonostante la pioggia battente preferì aspettarla al di fuori dell'edificio scolastico protetta dal suo ombrello piuttosto che dalle mura della scuola. L'ultima cosa che voleva era dover sorbire più del dovuto gli sguardi carichi di biasimo degli insegnanti che la squadravano da capo a piedi a causa del suo abbigliamento maschile ed il suo aspetto androgino. Piuttosto una polmonite!
Dopo una quindicina di minuti la bionda sentì avvicinarsi qualcuno con passo veloce. Non pensava potesse essere Michiru, troppo aggraziata per qualcosa di così plebeo come affaticarsi nella corsa eppure a dispetto di ciò che credeva era proprio la ragazza dai capelli acquamarina colei che si stava muovendo verso di lei.
" Haruka, grazie per avermi aspettato " esclamò un pò affannata, avvicinandosi pericolosamente a lei. Non era difficile capire il perchè. La sua divisa era completamente fradicia e l'ombrello della bionda pareva per lei un riparo più che adeguato per proteggersi dall'acqua.
" Michiru, che diavolo è successo?! " strillò Haruka imbarazzata dalla situazione. A causa della pioggia la divisa dell'altra si era praticamente incollata alla pelle offrendo alla vista delle sue forme perfette che unite poi al colore predominante ( bianco) della maglietta era  facile immaginare in che stato di trasparenza si trovassero i suoi vestiti.
Pensa a qualcosa di poco sexy, pensa a qualcosa di orribile e scaccia la libido. Si ripetè mentalmente la bionda.
" Haruka? "
Una sauna piena di maschi sudati, Setsuna che si fa la ceretta...
" Haruka! " Al secondo richiamo infruttuoso Michiru scuotè il corpo dell'amica ricordandole la sua presenza. " Sarebbe meglio andare non credi? "
" Perchè sei ridotta così?! " domandò la bionda riprendendo almeno il controllo delle sue funzioni comunicative.
" Qualcuno deve aver preso il mio ombrello, così non ho potuto ripararmi " rispose la violinista con tono di ovvietà.
" Le avevo detto di venire con me " intervenne Rei apparendo affianco alle due ragazze, la divisa immacolata grazie alla protezione dell'ombrello " Ma non ha voluto sentire ragioni. Ha preferito bagnarsi tutta per farsi vedere in questo stato dalla sua Haruka " aggiunse assumendo un'espressione maliziosa che fece arrossire entrambe le ragazze.
" Rei-san!! "
Michiru era ormai abituata alle frecciatine riguardanti il suo rapporto della bionda da parte dell'amica ma questo non voleva dire che le accettasse di buon grado, soprattutto quando le insinuazioni erano dette di fronte a lei.
" Vi saluto, mio nonno mi aspetta " le lasciò la più giovane incamminandosi verso la fermata dell'autobus che l'avrebbe portata al tempio di famiglia ove prestava servizio.
Le due ragazze rimanenti invece andarono anch’esse alla fermata dell'autobus che però  le avrebbe condotte in città. Haruka non amava i mezzi pubblici. La inquietava stare su un mezzo di cui non aveva il pieno controllo e per questo non vedeva l'ora di prendere l'agognata patente. Ancora due anni e poi dritta in America in cui, grazie alla cittadinanza statunitense, avrebbe potuto guidare. Certo, per farlo in Giappone fuori dalle piste avrebbe dovuto attendere fino ai vent'anni ma meglio di niente.
L’autobus non era affollato, grazie al leggero ritardo causato dalle divergenze dei club, le due avevano evitato la ressa che si crea a fine lezioni. Anche il traffico, nonostante la pioggia, era scorrevole ed in breve tempo raggiunsero il centro città.
Appena scesero dal mezzo, incurante dei chiari segnali che le mandava il suo corpo, Haruka strinse a sè l'amica sorprendendola non poco.
" Andiamo in un negozio di abbigliamento, hai bisogno di cambiarti " disse la bionda evitando accuratamente di guardarla negli occhi. Era ben consapevole della bellezza del corpo dell'altra così come era conscia che non sarebbe passato inosservato agli sguardi dei ragazzi che passavano. Pensare a ciò che quelli potevano immaginare la disgustava e, stringendola a sè, guardò di sbieco praticamente tutta la fauna maschile che incontravano, cercando di far passar loro la voglia di guardare la violinista.
Fortunatamente, non dovettero camminare molto prima di trovare un negozio che rispecchiasse i gusti di Michiru che, neanche a dirlo, erano diametralmente opposti a quelli di Haruka.
In un qualsiasi altro momento questa avrebbe detestato rimanere con lei in un negozio, la violinista a differenza sua ( ovvero entrare, provare, pagare e poi uscire ) perdeva ore ed ore ad osservare miriadi di vestiti, biancheria intima e chi più ne ha più ne metta e guai se le commesse le suggerivano qualcosa!! Avrebbero solamente prolungato il supplizio. Quel giorno però la bionda fu grata di entrare in quel negozio la cui fauna esclusivamente femminile non avrebbe creato alcun pericolo di sorta. Come previsto però, Michiru impiegò un 'innumerevole quantità di tempo a visionare quanti più capi possibili benchè il camerino avesse un limite di sei vestiti indossabili obbligandola dunque a  provarne " solo " sei alla volta.
" Ok, vada per questi!! " esclamò trionfale lanciandosi verso il camerino mentre Haruka sprofondava ancora di più in una delle tante poltroncine adibite a far attendere comodamente gli accompagnatori delle malate di shopping. Purtroppo per lei però, Michiru non sembrava intenzionata a lasciarla riposare in pace, difatti dopo qualche minuto la chiamò.
" Haruka, vieni un attimo "
Lì, per lì la bionda pensò stesse scherzando. Va bene che tecnicamente era anche lei una ragazza ma il suo aspetto era tutto tranne che femminile ed il fatto che indossasse la divisa maschile non aiutava di certo. Le commesse di certo non sarebbero rimaste indifferenti se... Alzandosi da posto la ragazza dovette però constatare che delle commesse non vi era neanche l'ombra. Dov'erano finite?
" Haruka, ti vuoi sbrigare? "
Perplessa, la bionda andò verso i camerini entrando in quello di Michiru, trovandola solamente in intimo.
" Che... i vestiti Michiru!! " esclamò coprendosi gli occhi.
" Volevo ringraziarti per aver voluto venire a fare shopping con me " disse la violinista avvicinandosi terribilmente alla bionda, il corpo ancora bagnato che sfregava contro quello dell'altra.
" Di nulla ora se non ti dispiace... " Haruka cercò di scostare il corpo dell’altra ragazza dal proprio ma questa, a dispetto dell'apparenza esile, le strinse con forza i polsi bloccandola saldamente sul posto. Approfittando dello sbigottimento dell'amica Michiru allentò la presa per poi mettersi in ginocchio di fronte a lei, aprendo la zip dei pantaloni che con un movimento rapido fece calare sino alle ginocchia. Le sue mani percorsero le cosce, stuzzicarono i lembi dell'intimo della bionda fino a quando anche questo non fu fatto cadere. Non serviva molta fantasia per immaginare cosa da lì a poco sarebbe accaduto.
Michiru fece una leggera pressione per divaricarle le gambe insinuando il proprio capo nel mezzo. Il corpo di Haruka sentì un brivido quando la lingua dell'altra andò ad esplorarle l'intimità, prima delicatamente poi con maggior voracità. La bionda chinò il capo, gli occhi che non si staccavano dalla testa della violinista.
" Michiru... basta... " mugugnò con voce roca mentre l'altra alzò il volto mostrandosi agli occhi di Haruka con un aspetto più maturo di prima.
" Non è forse questo che volevi? " le domandò serafica con il sorriso sulle labbra facendo per alzarsi per andarle a parlare nell'orecchio " Non è quello che vuoi tutt'ora? "
Sudata,  sgranando gli occhi che vennero accolti dal buio della notte,  Haruka si svegliò. Uno sguardo  fugace alla stanza immersa nell'oscurità per rendersi conto di essere nel proprio letto nella clinica Mugen, la sveglia sul comodino ad indicare le quattro del mattino. La ragazza a fatica si alzò per andare in bagno. Avrebbe voluto farsi una doccia sia per rinfrescarsi sia per togliersi quel senso di " sporco " causato dal fatto di aver ( inconsciamente ) manipolato i suoi ricordi sul tempo passato con Michiru facendoli diventare il prequel di un film porno.
" Sono proprio senza speranza " esclamò sciacquandosi il volto nel lavandino. Nonostante la voglia, il bisogno di una doccia, non sarebbe stato corretto nei confronti di Takeda che se ne dormiva beato nel suo letto e non aveva certo bisogno di una levata mattutina causata dallo scroscio dell'acqua.  Decise dunque di rimandare ad un orario più consono per quella operazione. Comunque, sarebbe stato impossibile tornarsene a letto in quello stato e solo una cosa le venne in mente per placare il suo corpo. Schifando la sua debolezza Haruka fece scendere la propria mano all’interno dell’intimo cercando di non pensare alla violinista mentre sedava la propria voglia. Purtroppo, questo si dimostrò impossibile.
 
Michiru amava dormire. Ricaricare le energie dopo una settimana estenuante era fantastico. E per lei, i giorni appena trascorsi erano stati l'espressione stessa dell'intensità. Visto che Haruka era impossibilitata a sostenere la riabilitazione Michiru aveva raggruppato quanti più impegni possibili in quei giorni. Le lezioni di violino con il maestro Kanzai, il nuoto con la scuola, lo studio, era persino stata chiamata da quella ragazza, Seya, che l'aveva pregata di presentarsi alla propria casa discografica. Alla fine era pure riuscita a strapparle la promessa di un incontro con la sua manager per quella domenica,fortunatamente di pomeriggio cosicchè almeno avrebbe avuto tempo di riposare. Certo, questo se suo nonno si fosse deciso a smetterla di bussare alla sua porta.
" Nonno, è domenica! " biascicò con la voce ancora impastata dal sonno la ragazza.
" Non è un buon motivo per stare tutto il giorno a poltrire! " urlò lui da dietro la porta " Su, lavati e vestiti, andiamo al tempio a trovare il mio amico, saranno anni che non lo vedo "
Controvoglia Michiru abbandonò il suo letto, volente o nolente suo nonno sarebbe uscito e vista la sua età ed il suo stato di salute era meglio che ci fosse sempre qualcuno con lui.
 
" Coraggio Michiru, siamo quasi arrivati " aiutandosi con il bastone Haruo Kaiou stava lentamente percorrendo la scalinata che lo avrebbe portato al tempio. Michiru si ritrovò a pensare che questa era troppo irta e lunga per gli anziani e che se il tempio voleva attirare le persone di una certa età ( notoriamente i più assidui frequentatori di templi )avrebbe dovuto cercare una via alternativa.
Finalmente, dopo tanto camminare, i due arrivarono in fondo, immediatamente accolti dal sacerdote del tempio e nonno di Rei.
" Kaiou, finalmente ti sei deciso a farmi visita! " esclamò questo una volta avvistato il suo vecchio amico.
Michiru abbandonò immediatamente i due andando in cerca di Rei. Sinceramente, non aveva voglia di sentirli parlare di acciacchi o peggio ancora doversi negare alle continue richieste del sacerdote riguardo ad un lavoro part-time come miko.
Fortunatamente trovò immediatamente l'amica, intenta a spazzare via i petali di ciliegio dal terreno. Al suo fianco Minako che indossava la medesima divisa da miko della mora, in spalla l'immancabile Artemis.
" Michiru-san " la salutò Rei con un gesto della mano mentre Minako con aria assonnata spazzava svogliatamente il terreno.
" Anche a te tocca la levataccia eh? " scherzò la violinista.
" Ormai sono abituata e di mio non sono una dormigliona " replicò l'altra voltandosi " Minako invece... "
Mentre Rei pareva non risentire minimamente della levata mattutina, la bionda ciondolava bellamente e Artemis continuava a poltrirle addosso aiutato dai movimenti cullatori della sua padrona.
" Tuo nonno è finalmente riuscito ad incastrare una ragazza a fare da miko al tempio " sorrise Michiru " Anche se non mi sembra troppo felice. Per lo meno deve essere molto seria se viene qui sin dalle prime ore del mattino "
" In verità si trova qui perchè ha passato la notte da me. Anche se è vero che ormai vista la sua presenza assidua ha cominciato anche a lavorare al tempio, però non è una dipendente ufficiale e di certo per quanto fanatico mio nonno non la obbligherebbe mai a presentarsi la mattina presto qui " spiegò Rei guardando l'altra ragazza che cercava sostegno nell'albero di ciliegio, dopo aver constatato l'inutilità della scopa.
" Ah, allora Minako-san ormai è una di famiglia " sorrise sorniona Michiru. " Hai persino accettato la presenza di un gatto nel tuo tempio "
" A...affatto!! " replicò la miko intuendo subito il significato dietro quelle parole " Anche Usagi e le altre rimangono a dormire da me e scorrazzano liberamente per il tempio, Minako solo un pò più di loro. E poi Artemis è diverso dagli altri gatti, è così pigro che è più la paura che qualche uccello lo possa attaccare che il contrario . Piuttosto, invece di parlare di me, che mi dici di Haruka-san? " domandò iniziando abilmente il suo controinterrogatorio " Sbaglio o domani devi incontrare il tuo principe azzurro? "
" Ancora con 'sta storia, mi sono sbagliata. E solo perchè ogni volta cerchi di trovare un qualunque pretesto per vederci insieme " si difese la più grande. Al sentir nominare la bionda però un'altra ragazza uscì dal suo stato di apatia partendo immediatamente all'attacco. Senza alcun preavviso Minako si piazzò davanti a Michiru, avida di nuove informazioni. Giorni prima infatti dopo la gaffe della violinista questa adducesse ad una scusa per tagliare immediatamente la corda, e Rei era troppo rispettosa della privacy altrui per spifferarle qualcosa.
" Allora, allora, chi è questo Haruka ed in che rapporti sei con lui? " chiese la bionda. Michiru pensò a come fosse inquietante il fatto che,  sebbene si conoscessero da pochissimo,  la ragazza fosse già così interessata alla sua vita privata, decisamente una gossip girl all'ultimo stadio.
 
Mentre sorseggiava la sua tazza di the, Michiru non poteva fare a meno di guardare Minako scrutarla con occhi desiderosi di conoscenza. Le ragazze si erano spostate nella stanza di Rei per avere un pò più di privacy.
" Questo Haruka? " chiese la bionda poggiando la testa sui gomiti e assumendo un'espressione simile a quella di un bambino davanti ai regali di Natale sotto l'albero.
" E' complicato " disse la violinista. Era vero. Al mondo esistevano due Haruka Tenou, la studentessa amante dei motori imbattibile nella corsa a cui fu legata durante il suo secondo anno di medie, lo spericolato e promettente pilota ,astro nascente delle quattro ruote giapponesi, di cui Michiru non conosceva nulla, salvo il fatto che ora era menomato. A onor del vero, la ragazza doveva riconoscere che, nonostante il forte legame che credeva avere con la bionda, lei non sapeva nulla di lei. L'incontro con Setsuna, con il signor Meiou, erano aspetti della vita di Haruka a lei completamente sconosciuti fino a poco tempo prima. E questa consapevolezza la deprimeva.
" Scoppierai se ti tieni tutto dentro " esclamò Rei seduta sul proprio futon " E non provare ad uscirtene con la manfrina che ti basta suonare per scacciar via i pensieri. La musica può darti una valvola di sfogo ma i problemi rimangono sempre lì "
" Hai ragione " convenne amaramente Michiru abbassando il capo " Però c'è da considerare che non posso parlare apertamente della condizione di Haruka ".
Rei poteva comprendere questo aspetto. Ore dopo il giorno in cui Haruka e Michiru si erano reincontrate l'amica le aveva telefonato sconvolta per ciò che aveva scoperto.  La miko aveva fatto presto a collegare la bionda con la figura del giovane pilota fermato da un incidente durante una corsa, notizia che al momento dell'accaduto si era diffusa come una macchia d'olio nei notiziari sportivi che seguiva il nonno. Fu dunque lei a spiegare l'accaduto alla violinista ed insieme avevano concordato che se la bionda nascondeva il proprio sesso doveva essere per un buon motivo e che dunque non avrebbero dovuto farsi sfuggire nulla.
" Ho capito, non volete parlarmene " mise il broncio Minako " Rimanete pure con i vostri segreti però…  " allungando la mano andò a toccare il pendaglio che la più grande portava al collo. Aveva notato come questo fosse sempre presente e di certo non per una questione estetica.
“ Me l’ha regalato Haruka il Natale di quattro anni fa “ disse Michiru levandoselo dal collo, vedendo l’interesse della bionda.
“ Molto carino “ affermò la più giovane  prendendolo in mano “ Una mia amica inglese ne aveva uno simile e… “ con un tocco veloce la ragazza aprì il ciondolo rivelando la foto all’interno che ritraeva Michiru ed Haruka all’età di quattordici anni, una foto praticamente rubata alla bionda con la complicità di Rei, foto che dall’espressione Haruka non pareva aver apprezzato.
“  Minako!! “ con violenza la mora glielo strappò di mano ridandolo alla sua legittima proprietaria.
“ Ma quello è Haruka Tenou, il pilota!!” strillò la bionda alzandosi in piedi di scatto, facendo cadere malamente il povero Artemis che stava  ancora ciondolando sulla sua spalla. “ E’ lui il tuo ragazzo?! “
“ No, abbiamo solamente frequentato la stessa scuola per un anno “ spiegò la violinista reindossando il ciondolo. Esserne stata privata anche se per pochi secondi era stato uno shock per lei.
Sorda alla risposta della più grande Minako  cominciò a girare in tondo fantasticando sulla loro pseudo relazione quando all’improvviso in un lampo di consapevolezza  che placò la sua irruenza si fermò guardando alternativamente le altre due “ Ma voi due non andavate in una scuola per sole ragazze? “
 
" Allora, siamo arrivate? " domandò Haruka senza distogliere lo sguardo dal finestrino dell'auto.
" Non è che chiedendomelo ogni cinque minuti arriviamo prima " rispose Setsuna mentre svoltava verso una strada secondaria. Si era deciso di accettare l'accordo con Demand e la firma del contratto si sarebbe tenuta nel vecchio appartamento che un tempo era l'abitazione dei suoi nonni. Entrambe le parti avevano concordato che era meglio non mostrarsi troppo quindi sia l'ufficio della madre di Setsuna, sia quello dell'avvocato di Demand e del loro e la sede della sua azienda erano stati scartati a favore di un luogo più isolato. Per poter far presenziare la diretta interessata Setsuna aveva fatto una richiesta scritta di allontanamento momentaneo dalla clinica ma ora stava cominciando a pentirsi di questa scelta.
Fu facile trovare parcheggio visto il poco traffico per la via attigua all'appartamento dei suoi, più difficile sopportare Haruka che quel giorno sembrava essere scesa dalla parte sbagliata del letto. Setsuna aveva provato a farsi dire quale era il problema ma da parte dell'altra vi era un'assoluta indifferenza.
" Chissà se Mamoru-san mi saprà dire qualcosa " pensò la donna. Prima che la dottoressa Mizuno firmasse convalidando la richiesta di rilascio temporaneo, il giovane praticante le aveva chiesto di poter avere un colloquio una volta riaccompagnata la bionda in clinica e lei non aveva avuto alcuna remora nell'accettare.
Le due arrivarono davanti al palazzo dove era situato l'appartamento designato all'incontro. Fortunatamente questo era situato al primo piano e dunque erano poche le scale ( la dottoressa Mizuno era stata chiara, Haruka sarebbe stata anche in grado di sostenere una lunga scalinata, ma con fatica e vedendo come invece Setsuna non ne avrebbe risentito si sarebbe demoralizzata. Dunque il luogo doveva o essere munito di ascensore o in assenza di questo essere al massimo al secondo piano ). Si fermarono davanti alla porta dell'appartamento. Setsuna suonò il citofono, sua madre doveva essere già presente ed infatti dall'internò aprirono la porta. Demand insieme al suo legale erano già accomodati nella stanza che anni prima era lo studio di suo nonno. Come sempre il giovane imprenditore si dimostrò zelante, forse eccessivamente, di sicuro non cercava di mascherare il fatto di essere sicuro di sè e che la sua offerta sarebbe stata accettata senza pesanti modifiche. Diverso era invece l'atteggiamento del suo legale. Wiseman, questo era il suo nome, era un vecchietto rattrappito con vestiti che dimostravano un tenore di vita misera che sicuramente si discostavano da quelli che poteva tenere un uomo del suo calibro. Setsuna non lo aveva mai conosciuto di persona e anche sua madre, pur essendo avvocato, visti i diversi rami di competenza ne aveva solamente sentito parlare. Wiseman era noto per essere un uomo scrupoloso la cui abilità come avvocato era seconda solo alla capacità di accaparrarsi i migliori clienti. Il fatto che avesse scelto Demand, nonostante questo non sia un membro importante dell'industria giapponese era un'ulteriore conferma del potenziale del giovane. Rispetto a Demand manteneva un atteggiamento estremamente comporto, le mani incrociate tra loro, gli occhi chiusi a fossette a scrutare attentamente le persone presenti, era decisamente un comportamento guardingo e per questo più preoccupante. Se Demand ,con la sua convinzione di aver fatto un'offerta irrifiutabile avendo al contempo la certezza di star facendo un grande affare, sarebbe stato più propizio a dare concessioni ad Haruka, lo stesso non si poteva dire del grande avvocato che avrebbe vagliato ogni singola clausola battagliando per trovare la soluzione migliore per il suo cliente. Con queste premesse per Setsuna, sua madre e l'avvocato scelto per assisterle si prepararono ad un estenuante pomeriggio.
 
La sede della Galaxia record era un immenso grattacielo che svettava nella non di certo misera skyline di Tokyo. Michiru entrò venendo accolta da un freddo pungente causato probabilmente da un condizionatore tarato su una temperatura troppo fredda. Sul fondo dell'entrata, similmente alle Hall dei grandi alberghi era situata la segreteria generale. Quella Seya, le aveva detto che al suo arrivo lei sarebbe stata presente ma a quanto pare della cantante nessuna traccia. Michiru decise così di avanzare per chiedere delucidazioni all'addetta situata al di là del bancone della segreteria, magari questa sapeva la locazione di Seya.
Proprio quando stava per aprire la bocca per chiedere informazioni si sentì chiamare.
" Kaiou Michiru? "
La ragazza si voltò dovendo alzare gli occhi al cielo per poter guardare il volto di colei che l'aveva chiamata. Una ragazza alta, molto alta dai lunghi capelli castani legati in una coda. Se non avesse avuto indosso una camicia aperta che faceva chiaramente vedere la linea di un seno, l'avrebbe tranquillamente scambiata per un maschio.
" Sì, sono io " confermò la violinista.
" Taiki Kou, sono la sorella di Yaten e Seya " si presentò l'altra " Seguimi, la receptionist non sa nulla del tuo arrivo, prima di chiedere un colloquio al capo la nostra manager vuole incontrarti . Purtroppo le mie sorelle al momento sono occupate e non sono potute venire ad accoglierti ."
" Iniziamo bene " pensò Michiru mentre seguiva quell'energumena. Sul momento era difficile dirlo con esattezza ma le pareva che la ragazza fosse persino più alta è più massiccia di Haruka. Entrarono nell'abitacolo dell'ascensore e Taiki premette il bottone del decimo piano. Uscite, camminarono per un lungo corridoio, molto asettico a dire il vero, e decisamente vuoto ma questo forse a causa del fatto che non fosse un giorno lavorativo.
" Non ci tengo ad essere conosciuta come la vostra accompagnatrice " mise subito in chiaro la più grande fermandosi insieme all'altra davanti ad una porta.
" Non credo proprio che questa sia l'intenzione di Galaxia " esclamò un uomo dietro di loro " Siete troppo brava e troppo famosa tra la gente altolocata per farti fare da accompagnatrice, piuttosto è probabile che un mash-up con le three light che sono il gruppo del momento serva per farvi conoscere ai giovani. I ragazzi d'oggi non sono molto interessati alla musica classica dunque farvi esordire senza la giusta spinta sarebbe un azzardo . "
" Un nuovo manager? " chiese Taiki incuriosita dalla presenza e soprattutto dai ragionamenti dell'uomo. Per quanto rispetto alle sorelle fosse quella che passava più tempo in sede non l'aveva mai visto e sebbene vi lavorassero centinaia di persone un bell'uomo come lui di certo non sarebbe passato inosservato.
" No, in verità io... "
" Demand-san, cosa ci fai qui? "
A parlare fu una donna alta, i lineamenti severi che la facevano sembrare più grande rispetto alla sua età così come il tailleur verde scuro che ben si sposava con i capelli corti resi voluminosi dal taglio. Era appena uscita dalla porta attigua a quella di fronte a Michiru e Taiki.
" Sapphire è stato contattato all'ultimo minuto da dei clienti ed ha chiesto a me di venirti a prendere visto che dovevo passare di qua per andare a concludere un contratto " spiegò Demand.
" Contratto? Dunque c'è anche Wiseman con te? " domandò con aria stizzita la donna che non aveva mai visto di buon occhio quell'anziano avvocato che stranamente, nonostante il grande patrimonio e successi in carriera, si era proposto per curare i diritti di imprenditore misconosciuto quale era Demand agli inizi e per una cifra irrisoria  " In questo caso posso aspettare che Sapphire si liberi o al massimo prendere i mezzi pubblici  "
" La solita sospettosa Petz " rise lui spostando lo sguardo verso Michiru e Taiki " Mi dispiace di avervi fatto assistere a questo noioso intermezzo. In ogni caso le mie parole di prima sono vere Miss Kaiou, non sono un manager ma me ne intendo abbastanza di marketing e le consiglio di non partir così prevenuta " detto ciò portò la mano al taschino della giacca estraendone un biglietto da visita " Se ha bisogno di consigli... " disse con fare suadente porgendolo alla violinista.
" Santo cielo Demand è una ragazzina " esclamò irritata Pezzite strappandogli di mano il biglietto. " Ora, visto che non hai nulla da fare puoi anche andartene  "
" Vado, vado " facendo un cenno di saluto il giovane imprenditore se ne tornò sui suoi passi, dirigendosi verso i piani inferiori.
Un sospiro di sollievo uscì dalle labbra della donna che rivolse l'attenzione verso le due ragazze, in particolare verso Taiki.
" Taiki-kun, così questa sarebbe la famosa ragazza di cui Yaten-kun non fa che parlare? " chiese assumendo un'espressione più rilassata.
" Esatto " confermò lei aprendo finalmente la porta ed entrando nella stanza che pareva un camerino. Nonostante la grande quantità di spazio disponibile questa appariva minuscola a causa dei numerosi specchi, appendi-abiti e armadi presenti.
" Oggi avevamo una prova trucco e costumi in vista del concerto " spiegò Taiki a Michiru che insieme alla donna più grande era entrata dietro di lei.
" Petz!! " davanti a loro sbucò, da dietro un pannello che divideva la stanza a metà, una giovane  ragazza con una lunga treccia a legarne i capelli bianchi, la voce squillante a dimostrare un'età non ancora matura come se non fosse già chiaro dall'aspetto " Ti pare questo il modo di trattare Diamond? "
" Vero " le diede corda un'altra ragazza dietro di lei dai fulvi capelli neri che parevano avere delle sfumature di viola e dalla voce non meno acuta che però a differenza della precedente aveva una corporatura più formosa ed adulta  " Dovresti tenerti buono il tuo futuro cognato, e poi come fai a prendertela con un così gran figo? "
" Sapete che a Pezzite piacciono gli uomini seriosi come Sapphire " disse un'altra voce femminile da dietro il pannello. " Piuttosto, parlando di lavoro, Taiki-kun è lì? Perchè manca solo lei per le prove e vorrei andarmene a casa "
" Calaverite-san, sono qui " disse la diretta interessata spostandosi nell'altra metà della stanza " E ho anche portato la ragazza " aggiunse guardando la sedia dove la sorella minore era seduta. Per tutta risposta questa si alzò di scatto andando incontro a Michiru " Sei venuta alla fine " esclamò con gli occhi che parevano aver aumentato del doppio il proprio volume.
" E penso di starmene pentendo " pensò la più grande osservando il resto della camera. C'era sicuramente più spazio in quel lato occupato solamente da qualche specchio e poltroncine per sedersi, sulla parete un'altra porta, probabilmente la stessa dalla quale era prima uscita Pezzite.
" Yo, che piacere averti qui in questa gabbia di matte " salutò Seya spaparanzata su una poltrona. Indossava un completo...appariscente, un vestito a pezzi di lattex nero lucente che veniva completato da dei lunghi guanti ed altrettanto lunghi stivali del medesimo colore e tessuto. In volto un trucco leggero, i capelli raccolti nella sua caratteristica coda bassa. Ora che vedeva meglio, pure Yaten, ancora immobile davanti a sè, indossava i medesimi abiti.
Per nulla al mondo Michiru avrebbe messo una cosa del genere, sarebbe voluta scappare immediatamente da quella stanza ma la ressa di persone lì riunite le impediva qualsivoglia tentativo di fuga.
" Allora Petz, rimani ancora un pò con noi? " domandò la ragazza dai capelli scuri intenta a truccare Taiki mentre l'altra, quella con la treccia, le stava pettinando i capelli.
" Fintanto che Sapphire non viene a prendermi " sbuffò la donna appoggiandosi al muro " Oppure finchè voi non finite di lavorare "
" Dovresti deciderti a prendere la patente sorella " affermò Calaverite  mentre con il suo occhio allenato, tentava di farsi un'idea sulle misure della nuova arrivata. Con sommo sconforto dovette riconoscere che questa aveva un fisico non affiancabile a nessuna delle tre sorelle Kou e che dunque avrebbe dovuto crearle degli abiti su misura partendo completamente da capo e ancor peggio dover tirar fuori qualche idea decente per non farla sembrare un pesce fuor d'acqua quando si sarebbe esibita accanto a loro.
All'improvviso un forte rumore si udì nella stanza, la porta venne aperta con estrema foga facendo apparire una ragazza che per poco non inciampava nelle gambe lasciate distese da Seya.
Seiren, nome d'arte di Reiko Aya ( Michiru verrà poi a sapere che è la norma che anche i manager abbiano il loro pseudonimo ) era una donna dall'aria svampita ( cosa che rispecchiava pienamente il suo carattere ) molto attraente e con forme da modella ( carriera tra l'altro precedentemente intrapresa ma dovuta abbandonare a causa dell'estrema goffaggine ). La donna si presentò a Michiru come agente delle Three light per poi chiederle di seguirla in una stanza più idonea ad un colloquio. Michiru acconsentì immediatamente, più per la voglia di andarsene da quella camera soffocante piuttosto che l'intenzione di aver la possibilità di essere messa sotto contratto come artista.

Generalmente Setsuna era una persona placida. Vedeva il mondo e le situazioni che questo creava come fatti certi, dalle conseguenze irreversibili, il destino già scritto. Dunque preoccuparsi e disperarsi era un’operazione inutile da compiersi. Questo non vuol dire che la donna si crogiolasse in un brodo di vittimismo e rassegnazione anzi, era però in grado di accettare con filosofia anche le notizie più infauste. E fu dunque con questo stato d’animo che si apprestò a discutere con Mamoru . Quando l’aspirante medico le aveva chiesto di poter parlare aveva accettato partendo già dal presupposto che non vi sarebbe stato nulla di buono di cui parlare. Del resto, ogni volta la chiamavano per Haruka poteva sentire l’odore di guai lontano un miglio.
“ Scusa il ritardo Setsuna-san, un paziente mi ha dato dei problemi “ disse Mamoru entrando nella stanza. Forse alla ricerca di una maggiore credibilità l’uomo si sedette dietro la scrivania che ufficialmente apparteneva alla dottoressa Mizuno.
“ Figurati, sono appena arrivata “ replicò lei accavallando le gambe “ E come puoi vedere ho riportato Haruka in clinica sana e salva “
“ Ecco, visto che l’hai menzionata direi di andare subito al nocciolo della questione “ esordì lui “ Le ho consigliato di andare da uno psicologo “
“  Mi sembra un’ottima idea “  disse Setsuna “ Ed immagino che tu abbia voluto parlarmi per dirmi di convincerla ad andarci “
“ Perspicace “ le concesse lui alzandosi dal posto per andare ad aprire una teca di vetro da cui prese due bicchieri ed una bottiglia di liquore  “ Ma non solo per questo “ Svitò  il tappo facendone poi fuoriuscire il liquido ambrato che versò nei due bicchieri “ Ho idea che tu sia una persona che gradisce l’amaro “
“  Perspicace “ gli fece il verso la donna prendendo il bicchiere e portandoselo alle labbra, il calore generato dal liquore che le bruciava leggermente la gola, una pena che era ben felice di sopportare per un buon liquore . “ Qual è quest’altro motivo ? “ gli chiese una volta deglutito.
“  Il motivo per cui le ho suggerito lo psicologo…  “ esordì Mamoru posando il bicchiere sulla scrivania “ E’ perché ritengo che l’istinto sessuale di Haruka si sia risvegliando prepotentemente e che abbia bisogno che qualcuno l’aiuti a prendere coscienza della diversa fisicità che avrà d’ora in poi “
Setsuna annuì leggermente, capendo la situazione descritta dal giovane medico.
“  Sicuramente il fatto che in clinica ci siano molte belle donne ha influito ma non posso fare a meno di notare che il punto di svolta sia avvenuto con l’arrivo di quella ragazza, Kaiou Michiru. Direi che per aiutare la mia paziente, e al contempo essere onesto con una ragazza inconsapevole delle tue macchinazioni, che sia giusto che io sappia cosa c’è stato tra quelle due. Non penso che il motivo del cambiamento di Haruka sia dovuto unicamente al fatto che Michiru-san sia magari il suo tipo di ragazza ideale. “
“ Hai ragione, non è questo il motivo “ convenne la donna.  Però al contempo si rendeva conto di come fosse difficile spiegargli cos’era per Haruka quella ragazza.  Lei stessa ne aveva una vaga idea. Dire “ è stato il suo primo amore “ sarebbe stato oltremondo riduttivo per esprimere ciò che Michiru aveva causato nella bionda. Decise dunque di dirgli più che la storia le sue impressioni sulla vicenda.
“ Penso che Michiru-san sia stata la cosa più bella mai capitata ad Haruka. E che proprio per questo abbia paura di andare avanti rischiando di compromettere un rapporto che nei suoi ricordi passati è idilliaco “ spiegò “ Sai, credo che anche se non avesse avuto l’incidente la situazione con lei sarebbe stata  la medesima  “
“ Ha paura di un rifiuto “ constatò Mamoru.
“ Questo “ esordì lei “ Ma anche di ciò che comporta una relazione. Haruka la idealizza, a livelli quasi religiosi direi.  Anche il solo pensare a qualcosa di terreno, di carnale, credo la disgusti “
“ Però il suo corpo ed il suo subconscio la pensano diversamente “ esclamò il giovane “ Secondo quanto mi dice Takeda-san almeno “ concluse sorridendo “ Da parte di Michiru-san invece? “
“ Lei è decisamente più inconsapevole riguardo al rapporto che la lega con Haruka “ disse sicura Setsuna “ Ma una volta appresa la realtà delle cose, ho idea che sarà molto più propositiva di quella stupida. “
“ Ci aspettano tempi bui allora “ affermò Mamoru  bevendo un altro sorso di liquore, gesto immediatamente replicato dalla sua interlocutrice.
 
La camera del colloquio era decisamente più tranquilla rispetto alla precedente. All'interno erano presenti Michiru, Seiren ed un'altra donna. Crow ( pseudonimo di Akane Karasuma ) era anch'essa un'agente della Galaxia record. Alta, carnagione scura così come i capelli e gli occhi. Collega di Siren, nonostante tecnicamente fossero rivali ( benchè Siren non lo avesse ancora capito e che tutti all'interno della casa discografica le ritenessero piuttosto grandi amiche ) Crow faceva di tutto per aiutarla, forse perchè nonostante l'atteggiamento burbero e le parole sprezzanti aveva un gran cuore che la rendeva incapace lasciare l'altra al suo destino.
Il motivo di questa loro diatriba ( a senso unico ) era sicuramente da ricercarsi nei caratteri opposti delle due manager cosa che si rispecchiava anche nel loro aspetto.
" Allora, Yaten-kun mi ha fatto ascoltare alcuni tuoi brani che poi ho passato a Galaxia che ha trovato le tue interpretazioni interessanti " esclamò Siren " Però dovremmo sapere se sei in grado di comporre pezzi originali "
" Sì " rispose piacevolmente sorpresa Michiru alzando leggermente il busto dallo schienale della poltroncina. Nessuno le aveva mai chiesto una sua composizione, tutti richiedevano che suonasse i brani più famosi del repertorio classico. Beethoven, Strauss, Mozart, ottimi compositori certo, ma nessuno si era mai interessato a cosa fosse in grado di creare lei.
" Bene " disse la manager prendendo appunti su un block notes.
" Prima di andare avanti ti ricorderei che senza il permesso dei suoi genitori non puoi fare nulla  " intervenne Crow sedendosi affianco alla collega mettendo sul tavolino un plico di fogli per poi rivolgersi a Michiru  " Questo sarà ciò che i tuoi genitori dovranno leggere ed infine firmare in fondo per acconsentire allo sfruttamento della tua immagine e musica da parte della nostra azienda. Prima comunque vorremmo sentirti suonare, ho le chiavi della sala prove e ovviamente verrai fornita di un violino. Una volta a casa spedisci delle composizioni alla mia mail personale... " continuò la donna scrivendo il proprio indirizzo su un post-it applicato al plico. " Hai due settimane di tempo anche se penso che tu abbia già del materiale. "
" Ehi!! Il colloquio è mio!! " strillò Siren con aria imbronciata.
" Ritengo di essere più indicata per lei " rispose Crow tenendo a freno la voglia di urlarle dietro, non sarebbe stato decoroso mostrarsi irascibile davanti ad una possibile nuova artista da scritturare.
La manager , a ragione,  credeva che una come lei non fosse adatta a qualcuno come Michiru Kaiou che, ad un primo acchito, dava l'impressione di essere una ragazza molto rigida, atteggiamento che mal si sposa con il carattere di Siren, più adatta ad artisti alla mano come le Three light che più che un manager la vedevano come una svampita sorella maggiore. Crow poteva dire che già dal momento in cui le aveva detto di aver bisogno di una sua esibizione per poterne constatare l'abilità la violinista si sia sentita irritata di quella mancanza di fiducia e che una parola sbagliata della collega avrebbe sicuramente rischiato di non farla tornare più lì.
Akane poteva dire di non avere un intuito molto fine a differenza della sua rivale. La sua abilità come manager era più per la capacità organizzativa e l'assoluta dedizione al lavoro ma quella volta avrebbe potuto vantarsi di aver fatto centro.
Michiru infatti era molto risentita dal fatto di dover dimostrare di essere brava. Era la prima volta che qualcuno le poneva una prova del genere ( rendendola comunque curiosa verso questa novità ) e quasi non credeva che qualcuno avesse anche solo osato metterla in dubbio. Immediatamente però le passò per la mente l'immagine del maestro Kanzai, l'unico che aveva posto delle obbiezioni sul suo modo di suonare che ancora dopo numerose sedute si ostinava nel non riconoscere in lei la perfezione.
La violinista si alzò " Se volete mostrarmi dov'è la sala prove sarò lieta di mostrarvi la mia musica " disse, il tono pacato a mascherare un umore opposto.
" Come ti ho detto a lei ci penso io " esclamò Crow andando a prendere dalla scrivania le chiavi della sala prove " Tu controlla che il trucco e costumi delle Three light siano apposto. Le sorelle Ayashi ci hanno fatto un gran favore a venire qua di domenica, non vorrei essere obbligata a richiamarle per ulteriori prove. "
" Roger " rispose Siren trotterellando fuori dalla stanza.
 
“ Allora, allora, com’è andata? “
La voce squillante di Rei , al di là del telefonino, stava quasi per spaccarle un timpano.
“  Una delle manager, Crow mi pare, ha detto che musicalmente vado bene, pur  ammettendo di non intendersene di classica.  “ spiegò Michiru sdraiata sul suo letto, ricoperto di spartiti di ogni tipo.  Evitò di menzionare al fatto che, nonostante avesse detto di non essere un’esperta, la donna le aveva detto di riscontrare nella sua musica una mancanza di emozione che rendeva i suoi pezzi più un esame accademico che un’esibizione. Venendo a sapere però che lei studiava presso il maestro Kanzai, e che il loro rapporto d’insegnamento durava da meno di un mese si convinse che questo, a suo dire, difetto , venisse corretto a breve vista la comunque ottima tecnica di base che non necessitava di limature.
Nonostante il responso non fosse stato una bocciatura, anzi, e che Crow le avesse assicurato che avrebbe parlato di lei al suo capo e che l’avrebbe richiamata a breve, la cosa le bruciava. Sentiva come se il suo orgoglio fosse stato pesantemente ferito e ciò non fece altro che fomentare il suo già notevole ego.  Se prima non era certa di tutta quella storia della casa discografica, ora il suo spirito competitivo ( o per meglio dire, la sua vanità ) esigeva che lei venisse riconosciuta come esempio di eccellenza e avrebbe fatto sì che la Galaxia record la pregasse per diventare una dei suoi artisti.
“ E le Three light? Le hai viste ? “ domandò l’amica.
“ All’inizio, poi il mio colloquio si è protratto per troppo tempo e non ho avuto occasione di rivederle “ rispose la violinista.
“ Tenou, le Three light, perché io non ho nessuna conoscenza famosa? “ urlò una voce, che Michiru identificò in quella di Minako, in sottofondo.
“  Stai un po’ zitta che non sento “ brontolò la mora.
“  E’ ancora lì da te? “ si stupì Michiru guardando al di fuori della finestra che le mostrava l’oscurità della notte.
“ No, ti sto chiamando da casa sua “ rispose la miko.
“  Ma che carine, un giorno da una e uno dall’altra “ disse la più grande “ Spero per voi che i suoi genitori abbiano il sonno pesante come tuo nonno.  “ aggiunse ridendo.
“  Michiru!! “
La violinista dovette allontanare il telefonino dal proprio orecchio tanto era alto il volume dell’urlo della mora.
“ Ora vi lascio, meglio che vada a dormire, domani scuola e al pomeriggio la riabilitazione “ sospirò, la sua vita ormai oberata dagli impegni.
“ Sono sicura che il tuo bel principe ti farà scordare la stanchezza “ affermò Rei “ O almeno, ti stancherà in una maniera piacevole “ aggiunse con una nota di rivalsa.
“ Ma che simpatica “ esclamò Michiru per poi augurarle la buona notte e spegnere la chiamata. Rimasta sola scese dal letto per poi uscire dalla stanza.  Al di fuori di essa trovò suo nonno vestito  con il pigiama e pronto per andare a dormire “ Alla tua età non si dovrebbe andare a letto presto? “ gli chiese chiudendosi la porta alle spalle.
“  E tu? Non dormi? “ domandò di rimando l’anziano stringendosi nella propria vestaglia. Più passava il tempo e più il suo corpo pativa il freddo, pure durante i mesi estivi.
“  Stavo giusto andando “ rispose la nipote avanzando e facendogli un segno di saluto con la mano.
“  Quand’è che la smetterai di avere due camere da letto? “ le chiese l’uomo obbligandola quasi a voltarsi per guardalo in faccia.
“  Non c’è niente di male, la casa è grande, non si muore mica per una stanza in più “ affermò lei.
“ Non è la stanza in più il problema “ replicò lui assumendo un’espressione che lo faceva apparire invecchiato mentre Michiru ne aveva una che era lo specchio di quella che gli mostrò quella notte di quattro anni prima.






Alleluhia, un nuovo capitolo finalmente!! L'estate è ufficialmente finita e con l'autunno è tornata la voglia di scrivere. Ecco dunque il decimo capitolo, che a dir la verità è un pò una palla visto che le fantastiche due manco si vedono. Evvai. Però la ReixMinako mi sta piacendo sempre di più XD A momenti sembrano loro la coppia ufficiale XD. Va beh, speriamo bene per il prossimo capitolo, alla prossima!! 

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Capitolo 11
*** Qualcuno di importante ***


Un dolce odore di miele si stava insinuando all'interno della camera. Prima uno, poi entrambi gli occhi di Rei si aprirono mostrando alla sua vista la camera di Minako. La ragazza si stirò cercando di non scostare il lenzuolo che copriva il suo corpo completamente nudo. Colpì per caso con il braccio il muro ove erano fissate delle assi che sostenevano i ( pochi ) libri di Minako ed i suoi ( tanti ) peluche. Uno di questi piombò addosso alla mora che se lo rigirò tra le mani.
Un orsetto, un classico Teddy Bear che la guardava con i suoi occhi fatti di bottoni. Rei si mise seduta dando la schiena al muro, facendo attenzione di coprirsi con il lenzuolo. Osservava la stanza di Minako.
Sul lato sinistro un grande armadio ricolmo di vestiti all'ultima moda, affianco la toeletta sulla quale erano disposti, in disordine, trucchi vari.
Vicino alla porta una scrivania che invece di essere utilizzata per lo studio era ricoperta da giornali di moda ( che spesso intasavano anche il letto ), un piccolo cuscino per Artemis ( inutile visto che il gatto preferiva il letto della padrona ) un computer il cui modem era ricoperto da vari post-it. Sul lato destro una libreria piena per lo più di manga shojo, del genere scolastico/sentimentale che erano quanto di più lontano dalle letture abituali di Rei ma che invece erano il genere preferito della bionda, affianco la porta del bagno attiguo alla camera, in quel momento occupato dalla proprietaria.
Al centro della camera  un tavolino basso in vetro coperto anch'esso da riviste. Ed infine, nel lato in cui vi era in quel momento Rei, vi era il letto con ai piedi una cesta contenente giocattoli dell'infanzia ed affianco un comodino con all'interno giocattoli decisamente più adulti. Le pareti dipinte con un giallo pallido, un colore che ben si addiceva alla proprietaria della stanza in quanto esprimeva un naturale calore e spensieratezza. In definitiva, la camera della bionda era l'esempio perfetto della femminilità mentre la sua a mala pena sembrava la camera di una persona. Spoglia, per meglio dire essenziale, un futon, un tradizionale kotatsu, un armadio vecchio stile per i libri ed un comodino contenente i vestiti, niente orpelli ed oggetti inutili. Il tutto seguendo lo stile tradizionale giapponese, così come tutta la casa della miko. Insomma, si poteva affermare con certezza che le loro stanze fossero l'esatto opposto.
Mentre Rei era ancora seduta sul letto, Minako aprì la porta del bagno facendo confluire nella stanza vapore acqueo misto ad un forte odore di miele, probabilmente frutto dell'abnorme quantità di bagnoschiuma che la bionda utilizzava nella vasca.
" Oh, sei sveglia " constatò Minako sistemandosi l'asciugamano che conteneva la sua lunga chioma bionda " Il bagno ora è libero "
" L'ho notato " rispose la mora senza prestarle troppa attenzione.
" Ti vedo molto pensierosa " affermò l'altra sedendosi a sua volta sul letto.
" Stavo solo riflettendo su quanto le nostre camere fossero agli antipodi " spiegò la miko trascinandosi sulla sponda del letto in cerca dei suoi indumenti. Nonostante lei e Minako facessero sesso ormai da quasi un anno provava ancora imbarazzo a farsi vedere nuda e cercava di mostrarsi in quello stato il meno possibile.
" Dovresti prendere un nuovo mobile per la tua " affermò la bionda " Sia il tuo armadio che il comodino non possono contenere più nulla " sbuffò.
" Effettivamente a momenti ci saranno i saldi e vorrei comprare qualcosa di nuovo " convenne la miko mentre si infilava la biancheria.
" Oh sì, anche per quello " disse l'altra ragazza che già pregustava l'arrivo della corsa per la ricerca delle offerte più convenienti " Però io pensavo più al fatto che da te non ci sta nessuno dei nostri giocattoli ed ogni volta tocca a me portarli in borsa. Non puoi immaginare la paura quando una volta incontrai Usagi-chan per strada e... "
" Penso che ora mi farò una doccia " esclamò Rei alzandosi di scatto, rossa in volto, dirigendosi verso il bagno. Appena entrata si denudò completamente mettendo i propri indumenti sopra il lavabo. Sì gettò immediatamente sotto il getto d'acqua, senza aspettare l'arrivo dell'acqua calda. Il contatto gelido tra la sua pelle e le gocce d'acqua le causò un breve spasmo, controbilanciato quasi immediatamente dal rilassamento dei muscoli una volta che la temperatura si alzò. Rimase sotto il getto continuando coi suoi pensieri. Nonostante come elemento aveva sempre trovato più affine a sè il fuoco doveva ammettere che l'acqua aveva un effetto rilassante su di lei, ma questo del resto poteva dirsi della gran parte della popolazione umana. Rifletteva Rei, sulla sua pseudo-relazione con Minako. Era iniziata quasi per gioco, per sfizio, " finchè non incontriamo un ragazzo che ci piace perchè non stiamo insieme ? " le aveva proposto la bionda dopo la loro " disavventura " nella grotta. La miko non ricordava neanche perchè accettò, fatto sta che il tempo era passato e benchè entrambe avessero ricevuto inviti ad uscire da parte di numerosi ragazzi, li avevano rifiutati per un motivo o per l'altro, con la conseguenza che la loro relazione di convenienza ora pareva essere un vero e proprio fidanzamento.
" Ma a me non piacciono le donne " esclamò mentalmente Rei. Ne era sicura, nessuna ragazza l'aveva mai attirata in quel senso, al massimo aveva provato una forte ammirazione per qualche sua sempai ( tra le quali rientrava anche Michiru, ma dopo essere diventate amiche la mora si guardò bene dal rivelarle che un tempo la guardava alla stregua delle sue tante fangirl ). A lei piacevano i maschi, ne era più che certa.
" Perchè l'ultima volta ho rifiutato quell'Hirano? " disse.
" Perchè portava la divisa della Takei, una scuola a tuo dire di buoni a nulla " le ricordò Minako entrando nella doccia.
" Minako!! " strillò la miko voltandosi, coprendosi al contempo, per quanto possibile, le parti intime con le mani " Cosa ci fai qui? "
" Come pensi di lavarti senza shampoo e bagnoschiuma? " domandò l'altra indicando lo scompartimento dei prodotti da bagno completamente vuoto " Io non uso la doccia per cui li lascio sempre sul bordo della vasca " spiegò porgendoglieli.
" Grazie, ora puoi uscire " disse la mora dopo aver preso i flaconi.
" Perchè invece non facciamo la doccia insieme? " propose raggiante Minako chiudendo lo sportello.
" Ti sei già lavata ed inoltre non preferivi la vasca? " chiese Rei allontanandosi per quanto possibile nell'abitacolo.
" Un pò d'acqua in più non mi farà certo male " affermò la bionda " E poi se è con te anche la doccia è divertente "
La miko si girò cercando di mascherare il rossore al volto causato dalle parole di Minako. Vedendo come la discussione pareva essersi chiusa la bionda riprese dalle mani della mora il flacone dello shampoo facendone fuoriuscire un pò sulla propria mano, andando poi con l'altra a raccogliere i lunghi capelli dell'altra.
Il movimento rotatorio che faceva Minako sulla testa di Rei era oltremondo rilassante. Le dita si insinuavano tra i capelli andando a massaggiarle la cute. Rei era certa che nessun ragazzo avrebbe mai potuto avere un tocco del genere.
Concluso con il capo Minako passò al bagno schiuma che fece scivolare addosso al corpo dell'altra ragazza.
" Posso lavarmi da sola " borbottò questa ma lei non le prestò ascolto continuando a massaggiarle il corpo, scendendo sempre di più.
" Minako!! " urlò nuovamente la miko quando la bionda iniziò ad allungare troppo le mani. Oltretutto sentiva qualcosa di appiccicoso sul corpo " Che bagnoschiuma mi hai messo? "
L'altra ragazza le passò un piccolo flaconcino color porpora la cui etichetta recitava " Olio ai fiori di ylang ylang, per rendere infuocate tutte le vostre notti "
" Si può sapere cosa ti passa per la testa?! " strillò la mora facendo cadere sul fondo della doccia l'olio " Tua madre ha fatto la notte potrebbe venire da un momento all'altro e tu... "
" Mia madre quando torna a casa è stravolta, non avrebbe neanche la forza, oltre che la voglia di venire in camera mia " spiegò Minako mentre le posava dei baci sul collo.
" I..in ogni caso non abbiamo tempo, dobbiamo andare a scuola ricordi? " disse Rei cercando di farla ragionare. " Nella mia scuola non sono ammessi i ritardi e con una punizione il mio ruolo di capitano della squadra di tiro con l'arco salta . "
" Ok " mestamente Minako si allontanò dall'altra ragazza uscendo dalla doccia. Rei tirò un sospiro di sollievo, almeno per quanto riguarda i doveri di capitano la bionda prendeva le cose molto seriamente essendo lei stessa capo della squadra di pallavolo della sua scuola. Con il pericolo scampato la miko si apprestò a concludere la sua doccia.
 
La giornata che si stava prospettando non era delle migliori per Haruka. Il giorno prima Setsuna dopo un bell'interrogatorio ( di cui poteva metterci la mano sul fuoco, Chiba era coinvolto ) l'aveva quasi obbligata a prendere un appuntamento con lo psicologo e, ciliegina sulla torta, nel pomeriggio avrebbe avuto riabilitazione con Michiru. Non era dunque strano che fin dal mattino la bionda tenesse una faccia da funerale, cosa che il suo compagno di stanza non perse tempo a farle notare. Almeno, se c'era una nota positiva in quella giornata, era che Takeda avrebbe dovuto fare degli accertamenti in una struttura più attrezzata dunque fin dal primo mattino l'uomo era uscito dalla clinica Mugen e sarebbe tornato solo il pomeriggio del giorno successivo.
La mattina dunque diversamente dal solito l'aveva passata a poltrire in camera, finalmente libera da coinquilini molesti. Questo almeno fino all'ora del pranzo. Il suo stomaco stava già iniziando a brontolare quando la porta della stanza venne aperta facendo entrare all'interno un invitante odore.
Se c'era una cosa di cui Haruka non poteva lamentarsi era l'alta qualità della cucina della clinica. Stranamente però, invece della solita infermiera fu Makoto a varcare la soglia della porta scortando un carrello contenente vassoi e cibo.
Makoto era una studentessa delle superiori che lavorava part-time alla clinica ed in virtù del suo status di studentessa iniziava a lavorare solo nel pomeriggio preparando la cucina ed i suoi attrezzi, gli ingredienti per la cena ed infine cucinando quando questa era imminente. Oltre all'orario insolito dunque pure il ruolo era inusuale visto che per portare il cibo ai degenti vi erano delle ragazze specifiche.
" Ti hanno degradata? " scherzò Haruka sistemandosi intorno al tavolino della stanza.
In genere una camera d'ospedale sarebbe dovuta essere priva di qualunque mobile che ne limitasse la percorribilità sia per i degenti che il personale, soprattutto in caso di pericolo. Però la bionda e Takeda erano lì solo in virtù della riabilitazione e non correvano nessun pericolo o meglio, non più di quanto ne corresse una persona perfettamente sana. Dunque la loro era una stanza con tavolo e sedie ( utilizzate dalla pilota o dagli ospiti in quanto l'altro occupante si muoveva in sedia a rotelle ), un mobile con sopra adagiato un televisore e contenente videogiochi, un armadio che all'interno aveva il vestiario di entrambi, una camera ampia visto che entrambi gli ospiti potevano muoversi senza restrizioni ( Takeda necessitava di più spazio ).
" Una ragazza del servizio pasti si è ammalata dunque ieri mi hanno chiamata chiedendomi se ero disponibile a sostituirla " spiegò Makoto. La Clinica Mugen era fiscale per quanto riguardava i ruoli ma ancora di più riguardo alla segretezza. Il personale medico e non veniva accuratamente selezionato svolgendo anche dei test comportamentali. Avendo all'interno persone di una certa fama, nessuno voleva che certe notizie uscissero dal perimetro dell'edificio. Ovviamente, in sede di contratto, prima della firma finale del futuro dipendente veniva fatta sottoscrivere una clausola che faceva sì che, in caso di accertata causa di fuga di informazioni, il dipendente sarebbe stato immediatamente licenziato e su di lui sarebbe gravata una denuncia automatica.
Inoltre, il personale era diviso tra reparti e nessuno era autorizzato ad entrare in un altro al di fuori del proprio salvo permesso firmato dalla direttrice la quale era esente da questa limitazione insieme alla dottoressa Mizuno ( che ricopriva il ruolo di primario ) ed il professor Tomoe.
 Vedendo come funzionava la clinica, è facile immaginare che qualora un dipendente fosse stato indisponibile a lavorare, l'amministrazione era più propensa a chiamare qualcuno del medesimo reparto piuttosto che chiamare un dipendente assegnato ad un altro se questo era in grado di svolgerne la mansione. Makoto in quanto cuoca in verità sarebbe dovuta essere relegata alla cucina però l'entrata di questa era attigua al reparto dei degenti con problemi motori i quali avendo più libertà rispetto agli altri a volte giravano per i corridoi incontrando a volte gli addetti alla cucina. Dunque ciò aveva fatto di lei una candidata al posto e dopo alcune chiamate andate a vuoto rivolte ad altri era stata contattata.
" Ho dovuto fingermi malata per la scuola ma almeno guadagnerò qualcosina " disse la ragazza.
" Stai mettendo soldi da parte per qualcosa? " chiese la pilota stranamente amichevole ( il fatto che l'altra fosse una ragazza carina di certo aiutava ). Tutti i dipendenti che la bionda finora aveva visto o erano adulti o giovani praticanti, lei invece nonostante l'altezza notevole era chiaramente più giovane.
" Sì, il vitto settimanale " rise Makoto, una risata però non priva di una velata tristezza, cosa che non sfuggì allo sguardo attento dell'altra. Haruka già tempo prima aveva provato un interesse verso la ragazza. Niente di natura sessuale quanto piuttosto la sensazione di avere qualcosa in comune. La stazza fuori dagli standard di certo, se la bionda era alta Makoto le era inferiore di pochi centimetri. Era forse una mezzo sangue come lei? Del resto, da quanto poteva ricordare, solo Setsuna rivaleggiava con lei ed entrambe avevano un genitore straniero. Non era comunque una questione di fisico quanto piuttosto un medesimo atteggiamento. Sebbene l'avesse incontrata poche volte, e ci avesse parlato anche meno, aveva avvertito in lei una certa amarezza che abilmente mascherava dietro ad un sorriso, similmente a ciò che faceva lei con il suo atteggiamento da spaccona.
" Ho visto spesso una bella donna venire a trovarti, la tua fidanzata? " domandò la più giovane cambiando argomento. Non era il tipo che voleva farsi compatire dunque sebbene non avesse nulla di cui vergognarsi cercava di parlare della sua condizione il meno possibile.
" Chi, Setsuna? " esclamò Haruka leggermente sbigottita " No, no è mia sorella. Sorellastra per la precisione " aggiunse per fugare ogni dubbio riguardo al fatto che non si somigliassero per niente. " I suoi genitori mi hanno adottato che avevo tre anni ".
" Sei stato fortunato ad essere finito in una famiglia così premurosa " le sorrise Makoto.
" A rimanere orfano a tre anni ? " rise beffarda la bionda stupita dalle parole dell'altra, mettendosi preventivamente sul piede di guerra " Già, è una cosa che augurerei a chiunque " " Hai comunque trovato una nuova famiglia che ti vuole bene " affermò la più giovane, conscia di essere in ritardo con le consegne dei pasti ma incapace di lasciare le conversazione. " Una famiglia che ti ha voluto e con cui sei potuto crescere.  " " Facile parlare ma cosa ne vuoi capire tu?! " affermò a denti stretti Haruka.
" I miei genitori sono morti che avevo dodici anni " spiegò serafica Makoto " A questa età nessuna famiglia vuole adottarti ma almeno a quattordici anni i servizi sociali mi hanno concesso di andare a vivere da sola nell'appartamento in cui abitavo con la mia famiglia a patto che io riuscissi a mantenermi. L'affitto mensile lo pago con l'eredità lasciatami però per le bollette ed il cibo devo provvedere da me lavorando. Tecnicamente non potrei ma i servizi sociali non controllano, per loro sono un minore in meno da mantenere dunque meglio così "
“ Scusa “ disse la bionda rendendosi conto di come le sue parole possano aver ferito l’altra.
“ Figurati “ replicò Makoto  mettendosi nuovamente alla guida del carrello. “ Non posso dire di averlo superato ma non sono certo una che si deprime. Ho già avuto una bella botta dalla vita, dunque ora si può solo migliorare no? “ disse sorridendo,        questa volta in modo sincero.
“ Giusto “ le sorrise di rimando la pilota per poi soffiare sulla zuppa appena consegnata. La sincerità e pensiero positivo dell’altra l’avevano spiazzata, pensava di avere qualcosa in comune con lei ma, oltre all’infanzia accomunata dalla perdita dei genitori, erano molto diverse, quasi la invidiava, cosa che lei, orgogliosa com’era, non aveva mai provato per nessuno, nemmeno per persone che, oggettivamente, la superavano nelle più disparate cose.
“ Per quanto avrai il turno di pranzo ? le chiese.
“ Una settimana credo “ rispose la più giovane.
“ Spero di poter chiacchierare ancora con te allora “ disse suadente la pilota, ghignando leggermente al vedere l’altra imbarazzarsi per poi uscire dalla porta trascinando il carrello del cibo, carrello che fece sbattere più di una volta sulla soglia.
 
 
La campanella della fine delle lezioni mattutine salvò Michiru da una temutissima interrogazione di matematica. Per quanto lei eccellesse in praticamente tutto quella materia non le era mai andata giù. Ciò non vuol dire che avesse voti bassi, disdicevoli, non sia mai, però impiegava il doppio del tempio per imparare una nozione rispetto alle altre materie.
Come ad pausa ogni pausa pranzo Michiru uscì dall'aula per recarsi sulla terrazza. Notoriamente era preclusa agli studenti ma per lei gli insegnanti avevano fatto un'eccezione. Il fatto che fosse l'unica autorizzata ad andarci faceva sì che durante i pasti avesse la tranquillità e del tempo per se stessa. Purtroppo quel giorno ad attenderla fuori dalla classe vi erano un gruppo di ragazze che, ad una rapida occhiata, Michiru identificò come le sue compagne del nuoto.
" Dovremmo parlarti Kaiou-san " esclamò la più grande tra loro, un'energumena dalla folta chioma rossa che avrebbe decisamente figurato meglio nel club di karate che in quello di nuoto
" Per ogni problema riguardante la squadra c'è Ami-san che mi tiene informata " la liquidò la violinista cercando di farsi spazio per andarsene, le altre ragazze però non avevano la minima intenzione di demordere.
" Il capitano non è informata o meglio, non ha voluto sentir ragioni dunque abbiamo deciso di risolvere il problema alla radice " continuò la ragazza.
" Problema? " Ripetè perplessa Michiru.
" Questo fine settimana c'è il primo turno del torneo interscolastico di nuoto, indovina chi è nel gruppo titolare pur avendo saltato gran parte degli allenamenti? " spiegò una ragazza più giovane, probabilmente del secondo anno.
" E' Ami-san a decidere le ragazze del gruppo, non io "  affermò la violinista che non aveva la minima intenzione di starle a sentire un minuto di più.
" C'è qualche problema?  "
Dal fondo del corridoio apparve Ami,  avvertita da alcune compagne di Michiru che l'avevano vista fermarsi con le compagne del nuoto le quali non parevano avere atteggiamenti amichevoli.
" Per qualunque cosa riguardante la squadra " esordì il capitano " Dovete rivolgervi a me
" E' inutile parlare con te, sei sorda quando si tratta di lei " le ringhiò contro una ragazza assumendo poi un'espressione tra il divertito ed il maligno " Del resto c'era da aspettarselo, mai che parli di ragazzi o che mostri un minimo interesse verso di loro, forse non è stata solo una scelta dettata dalla qualità del nostro istituto se ti sei trasferita in una scuola di sole ragazze." la giovane si inumidì le labbra prima di lanciare l'attacco conclusivo all'altra " E poi come ti sei mostrata così interessata al ritorno di Kaiou...  "
A seguito dell'insinuazione Ami divenne rossa fino alle punte dei capelli abbassando il capo e distogliendo lo sguardo dalle sue interlocutrici. Al che Michiru si piazzò davanti alla più giovane con fare protettivo " Se avete dei problemi con me possiamo benissimo giocarci la presenza in squadra in una gara di nuoto. Domani pomeriggio sono libera se volete sfidarmi " esclamò sprezzante, certa di poter benissimo sconfiggerle tutte.
" Ci credi sceme? Sappiamo benissimo che sei la migliore " sbraitò la rossa " Però non ci spacchiamo la schiena con allenamenti su allenamenti e non è giusto che solo perchè ti chiami Kaiou tu abbia il posto assicurato pur non essendo quasi mai presente "
" Non è il mio nome ad avermi dato il posto " sentenziò Michiru " Ma per ciò che hai detto prima, sono la migliore "
Il chiasso che le ragazze stavano facendo in mezzo al corridoio richiamò l'attenzione di uno degli insegnanti che immediatamente intervenne per riportare la quiete. Sebbene le ragazze abbandonarono gli intenti bellicosi era chiaro che quella era solo una tregua e che presto sarebbero tornate all'attacco.
Rimaste sole Michiru propose ad Ami di pranzare insieme e dopo un'iniziale ritrosia la più giovane accettò di seguirla sulla terrazza della scuola.
" Che bel pranzo!! " esclamò la violinista guardando la disposizione del cibo nel bento di Ami. " Tua madre deve essere un'ottima cuoca "
" In realtà è la domestica che l'ha fatto " la corresse l'altra " Mia madre lavora tutto il giorno dunque è Akemi-san ad occuparsi dei miei pasti e di tener pulita la casa "
" Capisco " disse Michiru, abituata ad una vita seguita unicamente dai domestici.
Salvo quel breve preludio il pranzo si consumò in un religioso silenzio. Ami troppo timida per parlare, Michiru non abbastanza coinvolta per tirar fuori le parole dalla bocca dell'altra. Solo concluso di mangiare la più piccola proferì nuovamente parola.
" Tu saresti un capitano migliore "
" In questo caso si che le ragazze avrebbero motivo di lamentarsi con un capitano mai presente " rise la violinista " Dopo di me sei la nuotatrice migliore, sempre presente agli allenamenti e a tuo agio con tutte le scartoffie necessarie per far andar avanti il club. Sei perfetta per questo ruolo  "
" Non mi rispettano, come posso essere un buon capitano?! " strillò Ami stingendo con forza la propria gonna. " Tu invece hai saputo tenere loro testa, dovresti riprenderti il posto che ti compete "
" Sono stata capitano alle medie, a quei tempi praticamente erano i professori a gestire il tutto, ora non avrei il tempo per riprendermi il posto " affermò Michiru " E sinceramente neanche la voglia. Alle medie il club di nuoto era più il mio fan-club che una squadra dunque diventò automatica la mia carica di capitano sebbene io non abbia mai mostrato alcun interesse per loro "
" Sei una persona solitaria " scherzò la più giovane sentendosi però in un certo senso rincuorata. " Però anche io lo sono ".
All'arrivo di Michiru, aveva dato per scontato che in breve tempo questa avrebbe ripreso la carica per cui lei aveva tanto faticato ottenere, dimostrandosi sempre la migliore, costruendo un solido rapporto con i professori per far ottenere alla squadra notevoli vantaggi rispetto agli altri club. In verità gran parte delle sue compagne di squadra erano partite con l'idea del cambio di capitano, ed Ami era sicura che pure i professori avrebbero chiuso un occhio se Michiru avesse voluto, ma fortunatamente la violinista entrò nel club solo come membro saltuario senza nessuna pretesa di comando. Le ragazze dovettero presto abbandonare la loro fantasia. Tra l'altro, la ragazza era sicura che parte dell'ostilità mostrata dal gruppo non fosse altro che il risultato per il rifiuto della più grande al ruolo di capitano.
" Io non mi interesso delle altre persone, per scelta personale " la corresse la violinista che in vita sua praticamente aveva stretto rapporti d'amicizia solo con Rei ed Haruka " Dunque non mi interessa essere capo di un gruppo " Sono invece convinta che la tua sia solo una questione di timidezza ed insicurezza. Alle altre persone potrà sembrare che i nostri atteggiamenti siano i medesimi, ma in realtà son profondamente diversi. Con la tua eccellenza scolastica ed il suo essere scostante scommetto che in molti ti abbiano additata come una superba che non presta attenzione agli altri. Mentre invece i fatti parlano di una ragazza che quando le viene chiesto un aiuto in una data materia è sempre disponibile a dare una mano, anche al di fuori delle lezioni, che perde tempo per studiare nuovi metodi per aiutare le ragazze del nuoto nei loro difetti, che come capoclasse cerca sempre di creare un dialogo aperto tra alunni ed insegnanti "
A seguito delle parole di Michiru l'altra ragazza arrossì leggermente, incapace di staccare i propri occhi da quelli della più grande.
" Rei-san mi ha parlato di te " spiegò così la violinista le informazioni riguardo lei. " E vedendo come ti sei impegnata per farmi trovare un impegno extracurricolare per avere i crediti necessari al diploma posso dire di essere d’accordo con la sua visione di te "
" N...non ho fatto nulla di speciale, sei tu quella che fa grandi cose " affermò Ami " Il conservatorio a Vienna, macinare record su record nel nuoto, avere una mostra d'arte ad appena nove anni. Alle medie quando ti vidi alla finale regionale di nuoto, tutti sapevamo che avresti vinto sin da quando poggiasti i piedi sulla pedana "
" Non ti facevo una mia grande fan " esclamò piuttosto sorpresa Michiru cercando di scavare nella propria memoria. Ora che ricordava meglio, alle medie lei ( come nuotatrice singola ) e la sua squadra avevano ottenuto il piazzamento migliore tra le nuotatrici di tutta la regione, ma che da lì a ricordarsi di lei...
" Io ottenni il secondo posto " spiegò Ami vergognandosi leggermente, indecisa però se per il risultato oggettivamente buono, o per il fatto di essere arrivata seconda rispetto alla ragazza che aveva di fronte. " Facemmo pure una foto insieme per l'annuario dei partecipanti alla competizione "
" Non ricordo " disse semplicemente la più grande causando un leggero sorriso nell'altra che vedendo l'espressione perplessa della violinista si affrettò a spiegare.
" Normalmente qualcuno si sarebbe scusato di non ricordare il volto di una persona, benchè oggettivamente siano passati anni e noi eravamo poco più che ragazzine, tu invece no. Sei... interessante.  "
" Bel modo di definirmi " sorrise la violinista. Nonostante per sua stessa ammissione non provasse interesse per il resto del mondo, pareva che Ami cominciasse a rientrare in quella stretta cerchia di persone degne di nota. La ragazza pareva... comprenderla. Non di certo ad un livello quasi complementare come Haruka, nè ad un livello di esperienze e carattere comune come Rei, forse neanche lei avrebbe saputo spiegarlo a parole, forse con la musica o la pittura avrebbero potuto aiutarla a creare un qualcosa che spiegasse questo debole legame che stava nascendo. Un'altra cosa le venne però in mente, qualcosa che le avrebbe chiarito le idee.
" Non abbiamo mai nuotato insieme " esclamò. Era vero. Come capitano, Ami stava la maggior parte del tempo fuori dalle vasche a scrutare le movenze ed i risultati delle compagne, allenandosi per ultima. Come asso della squadra, Michiru partiva per prima in modo da fornire un esempio per le altre " Vogliamo andare? " propose Michiru porgendole la mano.
" Dove? " domandò Ami stringendo quel palmo nel proprio.
 
La piscina dell'Istituto Sophomore era ampia, ben al di sopra delle reali esigenze della scuola. Ora che all'interno si trovavano solamente Michiru ed Ami, questa sembrava ancora più grande.
" Non mi sembra una buona idea... " mormorò la più giovane mentre dall'altra parte Michiru si era già buttata. Quando, poco prima, la violinista era andata dal docente responsabile del club insieme a lei a richiedere le chiavi della palestra per un'esercitazione durante l'orario pomeridiano, questo aveva speso solo qualche minuto prima di rendersi conto da chi proveniva quella richiesta ed accettarla.
" Non mi sembra una buona idea saltare le lezione " continuò Ami sedendosi a bordo vasca.
" Paura di prendere solo 98 nel prossimo test? " scherzò Michiru che con un paio di bracciate la raggiunse mettendo le mani sulle sue ginocchia. " Entra "
Pur non subendo le medesime pressioni del professore, Ami seguì quella richiesta come un ordine, immergendosi in acqua. Tremò leggermente a causa dello sbalzo di temperatura.
Insieme alla più grande nuotò senza fretta, solo per rilassare i muscoli intorpiditi dal torpore dell'acqua. Ami non potè fare a meno di notare con quanta grazia Michiru eseguisse movimenti così meccanici ed immediati, frutto di anni di all'allenamenti.
" Ti va una gara? " propose la più grande quando entrambe raggiunsero il bordo vasca.
" Io e te? " mormorò Ami
" Vedi qualcun'altro? " domandò la violinista con tono di ovvietà.
Con un tacito assenso Ami si mise in posizione di partenza, presto seguita dalla seconda ragazza. Ad un cenno di Michiru partirono. Fu da subito un testa a testa, entrambe sorprese di vedere come l'altra riusciva a tenere il proprio ritmo. Arrivate vicino alla fine però Michiru staccò la più giovane, raggiungendo per prima la meta.
" Beh, era prevedibile " disse Ami
" Non hai neanche provato a battermi " ribattè ruvida la più grande.
" Un misero lago non potrà mai contrastare la forza del mare " dichiarò seria la più giovane sedendosi a bordo vasca. La violinista fu sorpresa da quelle parole e stava per ribattere quando improvvisamente arrivò Rei.
" Sirenette, è ora di uscire  " esclamò.
" E come mai sei venuta tu a dircelo?" chiese Michiru seguendo Ami fuori dall'acqua.
" Oggi portano i nuovi archi per il club dunque sono giustificata a saltare parte delle lezioni pomeridiane per accertarmi che il nuovo materiale non sia difettoso, visto che il nostro insegnante responsabile a mala pena sa come sia fatto un arco " spiegò la mora scostandosi i capelli " E visto che il club di tiro con l'arco è vicino alla piscina mi hanno mandato a chiamarvi "
" Se vuoi continuare a parlare possiamo vederci a casa mia " disse Ami alla più grande " Poi mia madre ci porterà in clinica "
" Va bene " acconsentì Michiru iniziando ad asciugarsi.
" Ehi voi due, mi state ascoltando?! " sbraitò Rei. La sua compagna di classe si incamminò verso lo spogliatoio senza risponderle, in quel momento era troppo concentrata nei suoi pensieri per permettere alla mora di invadere il suo spazio privato, anche solo per ricevere una risposta alla domanda posta.
" Si può sapere cosa è successo tra voi due? "sbuffò la miko una volta che Ami fu lontana da loro. Raramente l'aveva vista in quello stato e sempre per qualcosa che la preoccupava.
" Credimi se ti dico che ne so meno di te " disse la violinista mentre strizzava i suoi capelli intrisi d'acqua. In piscina era obbligatorio l'uso della cuffia, costrizione che Michiru aveva sempre mal sopportato e visto che non vi era nessuno a controllare aveva avuto l'ardire di entrare senza. A suo dire, quel pezzo di plastica stretto in testa le impediva di " sentire " l'acqua. Ai più poteva parere un capriccio dettato da un animo abituato ad ottenere tutto ciò che vuole, ma Rei poteva dire di comprenderla. Non con l'acqua, il fuoco era l'elemento con cui aveva un legame speciale, con cui rimaneva ore a meditare immobile nel silenzio del suo tempio di famiglia.
" Non è che Ami-chan ti ha fatto una dichiarazione? " chiese la miko. La voce che Ami potesse avere un interesse nascosto verso Michiru era da tempo uscita dalla cerchia delle ragazze del nuoto tanto che era arrivata alle orecchie della mora.
" Ma no, abbiamo parlato un pò del club e ci siamo fatte una nuotata " rispose la più grande avvicinandosi.
" Sì, in effetti Ami-chan non è una di quelle ragazzette che perdono tempo dietro ad un amore surrogato " affermò Rei  con convinzione " Le solite maldicenze "
" Nessuno mi aveva mai definito un surrogato " esclamò Michiru fintamente offesa.
" Sai cosa intendo " replicò la mora piccata che insieme all'altra entrò nello spogliatoio. Ami se ne era già andata. Corretta com'era per lei era già stato un grande evento trovarsi con Michiru a nuotare durante le lezioni ed ora che aveva ricevuto l'ordine di tornare in classe era filata alla velocità della luce. Dall'altro lato Rei e Michiru non si facevano troppi problemi a prendersela con comodo, certe che nessuno avrebbe alzato la voce contro di loro. Negli anni passati nell'istituto erano abituate ad usare il potere derivato dalle famiglie quel tanto che basta per non sembrare delle raccomandate ed al contempo permettersi certe libertà. " Siamo un istituto femminile e molte di noi prendono sbandate per altre ragazze, alcune poi riescono a formare una coppia e a giocare a fere le fidanzatine. Ma alla fine non è altro che un gioco inutile. " dichiarò Rei.
" Hai per caso un problema con Minako-chan? " domandò la più grande mentre si spogliava.
" C...come ti viene in mente questo?! " esclamò l'altra con voce stridula per poi quietarsi improvvisamente. Non aveva mai visto Michiru nuda, non ne aveva mai avuto occasione del resto. Era indubbiamente una bella ragazza, più bella di quel che ricordava. Del resto era cresciuta e così anche il suo corpo. Mentre le guardava il seno, veramente grande, a memoria poteva dire che solo Makoto poteva rivaleggiare con lei su questo punto. Istintivamente si portò le mani sul proprio e la sensazione, indice di un'evidente disparità di dimensioni, non era certo edificante.
" Il tuo seno è perfetto così com'è, sei una perfetta bellezza orientale "
Queste parole, dette tempo prima da Minako, le ritornarono in mente facendola immediatamente arrossire.
" Rei-san, sei ancora qui? " domandò Michiru, ormai completamente vestita, che con uno schiocco di dita riportò l'amica con i piedi per terra. " Sicura che con Minako-san vada tutto bene? "
" Sì, sì, tutto bene " rispose, con tono poco convincente, la miko. Michiru non aveva bisogno degli anni d'amicizia per sapere che l'altra nascondeva qualcosa. Rei non sapeva mentire e ne era conscia. Sospirò.
" Dovresti avere il coraggio di troncare una relazione basata unicamente sul sesso " sentenziò la più grande  " O averne ancora di più ed ammettere che la vostra non è una relazione basta unicamente sul sesso "
" Che ne sai tu della nostra relazione?! " esclamò irritata Rei.
" So solo che ti conosco abbastanza per dire che non avresti passato così tanto tempo con Minako-san senza provare qualcosa per lei " affermò la violinista " Posso capire un mese, due, presa dalla...foga diciamo, ma un anno... è troppo. "
" Tu non sai niente " strillò rabbiosa la mora, fortunatamente erano sole e le classi lontane dunque nessuno poteva sentirle. " E poi cosa parli a fare di sesso se non hai la minima esperienza? "
" Non sto parlando si sesso ma di sentimenti lo vuoi capire? " si infervorò la più grande di fronte all'animo non proprio quieto della miko " Devi far chiarezza con Minako-san "
" Cosa ne vuoi sapere tu di sentimenti? " esclamò Rei " Che esperienze hai mai avuto? Facile parlare dall'alto di una moralità rarefatta e non toccata dalla realtà " aggiunse sul piede di guerra. " L'unica volta che avresti potuto fare qualcosa è stato con Haruka-san e come è finita? Sei fuggita in Europa quindi non venirmi a parlare di chiarezza o affrontare le situazioni "
" Haruka non centra niente in questa storia!! " dichiarò ferma Michiru, perdendo per un attimo la sua abituale compostezza.
" Haruka-san, magari dovrei confidarmi con lei, di certo ha più esperienza di te " sorrise maligna la miko sapendo di cogliere un nervo scoperto nell'altra.
" Come ho già detto Haruka non ha nulla a che vedere con ciò di cui stavamo discutendo " affermò lapidaria la più grande alzandosi per poi dirigersi verso la porta dello spogliatoio " Quando ti deciderai ad affrontare la realtà fammelo sapere " disse, uscendo dalla stanza chiudendo con forza la porta dietro di sè.
 
La casa di Ami era una tipica villetta familiare. Costruita su due piani,il primo era occupato dal soggiorno, la sala da pranzo e la cucina, il superiore dalle camere, il bagno ed una stanza che un tempo fu lo studio del padre della ragazza. Questa raramente veniva aperta dopo il divorzio dei coniugi Mizuno. Fu proprio lì che Ami la portò. La stanza aveva un forte odore di chiuso, segno che era da molto che nessuno vi entrava. Passando un dito su un pezzo del mobilio Michiru potè constatare l'enorme quantità di polvere presente. Guardandosi intorno la ragazza poteva facilmente dire che si trattava di una stanza adibita alla pittura. Tante tele poggiate al muro, segni di colore rappreso sul pavimento, numerose tavolozze poggiate su un tavolino. Mentre la violinista scrutava la stanza Ami andò alla finestra, aprendola facendo così entrare nuova aria e rischiarando notevolmente l'interno.
" Perchè mi hai portato qui? " domandò la più grande coprendosi la bocca per mascherare la tosse causata dall'alzarsi della polvere.
" Per farti vedere questo " rispose Ami scoprendo un quadro che troneggiava al centro della stanza. Michiru rimase a bocca aperta quando vide l'immagine di lei da bambina impressa sulla tela.
 
 
Goro Mizuno sin da giovane aveva sempre avuto una sensibilità superiore ai suoi coetanei. Da bambino era molto riservato, crescendo la cosa non sembrava migliorare tanto da preoccupare i genitori che per lui sognavano un futuro dirigenziale prendendo in mano l'azienda che fu di suo padre. A causa della sua riservatezza Goro subiva passivamente tutto ciò che succedeva intorno a lui. Si iscrisse e frequentò le scuole scelte dai genitori senza battere ciglio, sposò la ragazza scelta per lui ad un miai, delegò alla moglie qualunque decisione riguardo alla figlia. In un solo contesto Goro poteva dirsi pienamente consapevole delle sue scelte, in un solo momento nessuno poteva sindacare su ciò che faceva. Quando dipingeva. Prediligeva la pittura che praticava durante i suoi rari momenti liberi. Sebbene le persone intorno a lui non apprezzassero questo hobby questo non era un problema fintanto che rimaneva limitato. L'unica che provava un certo entusiasmo per i lavori di Goro era sua figlia. Quando Ami entrava nello studio di suo padre rimaneva incantata per ore ( nonostante la madre non approvasse il suo " perdere tempo " ) a guardare il genitore dipingere. I soggetti preferiti dell'uomo erano attinenti al mondo acquatico. Dipinti di fiumi,laghi, creature marine o comunque soggetti astratti che vi si rifacevano.
" Sei molto indicata al nome di famiglia " affermò una volta Goro durante una seduta di pittura. La bambina ( allora 8 anni ) lo guardò con un'espressione perplessa. Con fare amorevole il genitore le accarezzò la testa per poi iniziare a spiegare " Sei una bambina tranquilla come le acque di un lago, calma e riflessiva, una fonte di sostegno che quieta i problemi altrui. "
La piccola lo ascoltava estasiata, rare le volte in cui il padre avesse parlato con lei francamente, in quanto preferiva lasciar lavorare la moglie.
" Purtroppo però vi sono anche dei difetti, come ad esempio il chiudersi nella propria solitudine senza aprirsi agli altri, rischiando così di non svilupparsi mai. Come ho fatto io per tutta la vita tra l'altro "
Sebbene giovane Ami poteva comprendere la profonda tristezza insita nelle parole del padre. Quel giorno Goro non andò oltre con le parole, la moglie rientrò obbligando la figlia ad uscire dallo studio per concentrarsi sui propri compiti. Ami non poteva sapere che quella sarebbe stata l'ultima chiacchierata aperta con il genitore.
Tutto cambiò una sera. L'intera famiglia era stata invitata ad una mostra riguardante i lavori dei figli dei vari appartenenti alla " società bene " di Tokyo. Goro non amava le serate mondane ma il fatto che la mostra trattava i dipinti ( seppure di bambini ) l'aveva incuriosito abbastanza da accettare di presenziare.
I lavori erano di chiara matrice infantile ma non per questo l'uomo non si ritenne soddisfatto. Ad essere sinceri, fu l'unico interessato alla mostra mentre le altre famiglie preferirono prendere questa come un'occasione per parlare di affari.
Goro stava girando per i pannelli quando ad un certo punto un dipinto lo colpì. Era diverso da tutti gli altri che, in modo impacciato o meno, ritraevano la realtà sotto il tratto di un bambino. Pur senza un'esperienza accademica alle spalle Goro poteva percepirlo, quel quadro era speciale. Tecnicamente non avrebbe sfigurato con quello di un adulto, cosa già di per sè eccezionale, ma oltre alla mera abilità manuale dentro quel dipinto vi era una ricercata sensibilità. Il quadro ritraeva un'astrazione di un delfino che usciva dai flutti di un mare sconfinato quanto lo spazio. Goro percepiva un'estrema voglia di libertà provenire da quel disegno.
" Oh, vedo un intenditore "
L'uomo si girò incontrando il volto di Haruko Sakuragi, proprietario della galleria che aveva affittato per quel ricevimento.
" Pensi, all'inizio non avevo neanche appeso il quadro pensando che fosse finito insieme agli altri per uno sbaglio. Ancora desso stento a credere che un simile dipinto sia opera di una bambina di nove anni " spiegò avvicinandosi all'altro uomo " Anche se devo ammettere che dopo aver saputo chi l'ha dipinto la sorpresa è scemata leggermente "
Seguendo l'indice di Sakuragi Goro posò lo sguardo su una donna. Corti capelli neri ed occhi del medesimo colore, non troppo alta. Sfoggiava un elegante abito bianco così come gli orecchini, probabilmente perle. Ai suoi piedi una bambina. Di aspetto molto diverso dalla madre, i capelli erano ondulati e di un originale color acqua marina, gli occhi azzurri ed indossava un abitino pieno di fronzoli.
" I Kaiou sono noti per avere delle doti eccezionali " continuò Sakuragi " Ma non pensavo che si distinguessero già in così tenera età. E poi dopo aver sentito la bambina suonare il violino non mi aspettavo che avesse un altro talento di tale portata. Da grande sicuramente diventerà la fanciulla più ambita dai rampolli di tutto il Giappone. Come se già il cognome non fosse un'ottima attrattiva "
Goro però non lo stava più ad ascoltare. Era troppo preso a guardare quella bambina e poi ancora il suo quadro. Quel giorno decise di dare una svolta totale alla sua vita.
 
" Mio padre abbandonò il lavoro, divorziando di conseguenza da mia madre. I miei nonni praticamente lo ripudiarono e lui andò a vivere come un eremita fuori in campagna, passando tutto il tempo a dipingere e mantenendosi con quel poco che riesce a vendere " spiegò Ami. " Mia madre non ebbe nulla da recriminargli e tutt'ora non ha niente in contrario che io vada a trovarlo o che lui torni a Tokyo per incontrarmi mentre io trovo che così come stanno le cose ora lui sia felice e di conseguenza va bene. "
Michiru era rimasta decisamente stupefatta dal racconto dell'altra. Diede un'ultima occhiata al dipinto che la ritraeva prima che Ami lo coprisse nuovamente con il telo.
" Tua madre sa che sono io la bambina del quadro? " domandò
" Penso lo abbia capito, del resto la somiglianza è lampante, e anche le date coincidono " rispose la più giovane " Comunque non devi preoccuparti, mia madre non è di certo il tipo che prova rancore verso una bambina, tra l'altro completamente ignara di quello che provocò. E poi come ho già detto prese bene il divorzio. Penso che non si siano mai amati veramente dunque per lei fu in un certo senso una liberazione  "
Entrambe stettero per qualche minuto in silenzio, utile per metabolizzare la situazione attuale.
" Tuo padre deve essere una persona eccezionale per abbandonare tutto per poter  fare ciò che ama " mormorò la più grande sentendo subito dopo una leggera risata provenire da Ami.
" Nessuno aveva mai parlato di " persona eccezionale " riguardo mio padre, un uomo che abbandona famiglia e lavoro per andarsene a fare l'artista solitario " chiarì la giovane " Nessuno tranne te. Ero certa che almeno tu lo avresti compreso. "
" Non hai appena detto che tu e tua madre... "
" Abbiamo preso atto della cosa senza recriminargli nulla, mia madre poi non l'ha mai amato dunque non ha sofferto. " disse Ami che iniziò a perdere la compostezza a favore del pianto " Io però ancora non riesco ad accettare il fatto che lui abbia preferito l'arte a sua figlia. Dunque ti prego, tu che lo comprendi dimmi come ha fatto.  " la ragazza si era portata entrambi i palmi delle mani a coprire il volto ormai invaso dalle lacrime. Michiru si trovava spaesata, non aveva idea che una ragazza così composta avesse un così pesante macigno sul cuore. Ma del resto, come poteva biasimarla visto che anche lei nascondeva i segreti più dolorosi dietro una maschera di perfezione?
A salvare la situazione intervenne la madre della più giovane o meglio, il rumore causato da questa quando aprì la porta principale. Immediatamente Ami si ricompose invitando Michiru a seguirla al piano di sotto dove la donna dopo aver sistemato la spesa le avrebbe portate alla clinica.
 
A dispetto della giovane età Hotaru Tomoe dimostrava un'intelligenza e sensibilità decisamente superiore alla norma. Sulla prima, era evidente l'impronta genetica dei genitori mentre la seconda era forse da ricercarsi nell'esperienza della sofferenza, sentimento così inusuale per una bambina ma purtroppo fortemente presente nella sua vita. Era durata appena una settimana la sua vita al di fuori della clinica, un attacco improvviso ( e leggero )durante una lezione aveva fatto sì che il padre la rinchiudesse di nuovo nell'edificio che ormai la bambina vedeva come la propria prigione. A nulla era servito l'intervento della dottoressa Mizuno che spiegava come era più che normale che un corpo abituato ad un ambiente asettico come quello di un ospedale si sarebbe trovato spiazzato nel mondo esterno e che per ovviare ad ogni problema bastava semplicemente iniziare ad uscire dall'ambiente della clinica così che il corpo si abituasse al cambiamento, e che il riportare Hotaru indietro non avrebbe fatto altro che azzerare i progressi ottenuti dal suo sistema immunitario. Tante belle e logiche parole ma niente sembrava smuovere la decisione del Professor Tomoe, decisione che costringeva la figlia ad una vita da eremita.
Hotaru stava quasi accarezzando il suo libro di testo di scienze, aperto la settimana prima ed ora inutile, quando sentì qualcosa solleticarle la pelle del braccio. Vide un piccolo gattino zampettare insicuro sopra il proprio corpo per poi mettersi placido a dormire sul suo libro, tenuto sulle gambe. Se l'avesse visto suo padre, od una delle infermiere, sarebbe successo il finimondo. Lei invece non aveva paura, non temeva il quantitativo di germi e parassiti che quel piccolo animale stava portando nella sua camera, era invece felice di essere a contatto con un essere vivente diverso dai soliti medici ed infermiere.
" Diana? Diana dove sei? "
Una voce infantile si udì nei corridoi, sempre più forte fino a quando una bambina dai codini rosa che la facevano sembrare un coniglietto non apparve di fronte alla porta, lasciata aperta, della stanza di Hotaru. Istintivamente questa nascose come potè il gattino tra le sue braccia, non ancora pronta per separarsi da quella creaturina. Da parte sua la bambina dimenticò per un istante la ricerca del gatto entrando nella stanza di quella che, per lei, era una bambina come le altre.
" Ciao " la salutò.
" Ciao " la imitò con timore Hotaru vedendola avanzare.
" Diana!! " esclamò festante l'altra vedendo la gattina al sicuro sul letto della degente. Questa aprì leggermente gli occhi constatando la presenza della sua padroncina per poi tornarsene a dormire.
" E' tua? " domandò la mora.
" Sì, è la mia gattina " confermò la bambina " Che non ha ben capito il fatto che è entrata di nascosto e quindi non deve fuggire da qui! " esclamò mostrando all'altra una borsa da dove probabilmente Diana era fuggita in un momento di distrazione della sua padrona. " Se Usagi scopre che l'ho portata mi ammazza, ma lei non capisce, Diana si annoia a stare con i suoi genitori, passano tutto il tempo a farsi le coccole mentre lei vuole giocare! "
" I suoi genitori? " ripetè Hotaru incuriosita dalla piega che aveva preso la situazione.
" Luna e Artemis. Luna è la gatta di Usagi mentre Artemis della sua amica Minako-chan . Da quando Usagi ha iniziato le lezioni di nuoto infantile insieme a Chibi-Chibi quando può Minako-chan si prende cura anche di Luna ed oggi avrebbe badato anche a Diana visto che volevo venire anche io qui ".
" Ehm, penso di aver perso un pò il filo del discorso " ammise Hotaru che era stata messa di fronte a nomi e legami completamente ignoti per lei.
"  Prima di spiegarmi, il tuo nome? " chiese.
" Ah! E' vero!! " la bambina fece un leggero inchino per poi presentarsi " Mi chiamo Usagi Tsukino ma tutti mi chiamano Chibiusa. Anche mia cugina ha lo stesso nome, così non si fa confusione. "
" Io sono Hotaru Tomoe " si presentò a sua volta lei mettendosi seduta sul bordo del letto, facendo attenzione a non infastidire Diana " E sono l'unica con questo nome " aggiunse sorridendo. " Allora, mi dicevi sui gatti, tua cugina e le sue amiche? " domandò curiosa Hotaru. Il timore provato con l'arrivo di Chibiusa era ora completamente scemato.
" Sì, dicevo... " esordì l'altra facendo mente locale " Io vengo ad Osaka ma da un pò vivo a Tokyo con i miei zii ed i miei cugini perchè i miei genitori lavorano all'estero. Anche se mia madre e mio padre sono lontani mi piaceva stare dallo zio Kenji e dalla zia Ikuko mio cugino Shinji che è un anno più grande di me e pure Usagi che fa le superiori, anche se con lei litigavo di continuo. Poi però è nata Chibi-Chibi e nessuno mi presta più attenzione, Usagi si è pure fissata con queste lezioni di nuoto da fare insieme a lei quando con me non voleva mai fare nulla e anche oggi se la zia non le avesse detto di portarmi mi avrebbe lasciata sola a casa. "
" Usagi non è mica una ragazza bionda con due gradi codini ? " chiese Hotaru che aveva già sentito quel nome pronunciato da Mamoru.
" La conosci? " domandò Chibiusa confermando all'altra la sua corretta intuizione.
L'altra annuì sorridendo " E' la fidanzata di Mamoru-san vero? " chiese conferma, che le venne immediatamente data " Ho idea che le lezioni di nuoto infantile non siano altro che un pretesto per incontrarlo. Mamoru-san ora a causa del praticandato non deve avere molto tempo libero da dedicare alla sua fidanzata. "
" Effettivamente è una cosa da Usagi " convenne Chibiusa pensando al comportamento abituale della cugina.
" Dunque non dovresti preoccuparti inutilmente no? " le fece notare Hotaru.
" Però è vero che Chibi-Chibi è il centro dell'attenzione " sbuffò l'altra bambina pestando i piedi, un pò irritata di essere stata corretta da qualcuno della sua età.
" Mi pare logico, è una bebè ed ha fisiologicamente bisogno di tante cure " spiegò la più grande con tono saccente " Anche per te deve essere accaduto lo stesso quando sei andata a casa dei tuoi zii visto che eri la più piccola e dovevi abituarti alla nuova famiglia "
" Mmm " Chibiusa prese a ricordare la situazione che si era creata quando arrivò per la prima volta a casa degli zii. Per Shingo divenne un'alleata nei dispetti e le prese in giro di Usagi, la zia Ikuko le faceva sempre i suoi piatti preferiti mentre lo zio le dava pieno controllo del telecomando. Usagi invece si lamentava del fatto che tutti in casa la favorissero dimenticandosi di lei, esattamente ciò che ora Chibiusa stava provando. " Forse hai ragione " ammise infine " Grazie per avermi ascoltata "
" Il piacere è tutto mio " disse Hotaru che andando indietro con la memoria non riusciva a ricordare quando aveva avuto una conversazione così lunga con qualcuno estraneo alla clinica.
Chibiusa dondolandosi sul posto guardò l'altra bambina. Non sembrava malata eppure si trovava lì. Forse era la figlia di una persona importante e magari per questo si trovava in una struttura del genere non essendo malata gravemente. Oppure come Minako uno dei suoi parenti lavorava lì. Le piaceva Hotaru, avrebbe voluto stare di più a parlare con lei.
" In che scuola vai? " le chiese
" Alla Infinity, prima media " rispose prontamente la degente.
Le labbra di Chibiusa formarono un silenzioso O con le labbra. La Infinity era una prestigiosa e famosa scuola privata. Una volta aveva sentito suo zio affermare che non sarebbe bastato il suo stipendio di un anno per pagarne la retta. Questa informazione fu una conferma del fatto che Hotaru doveva avere dei genitori importanti. Inoltre aveva detto che faceva la prima media, per cui aveva due anni più di lei. Tutto questo pareva dirle che sarebbe stato difficile creare un'amicizia solida. Da quando si era trasferita a Tokyo gli unici amici erano i suoi compagni di classe, ma era un'amicizia molto diversa e meno profonda di quella che vedeva in sua cugina e le sue amiche. Era una cosa che invidiava ad Usagi.
" Però non potrò andare a scuola per un tempo indefinito " continuò Hotaru con voce sommessa.
" Bene! " esultò festante Chibiusa abbassando  poi immediatamente l'entusiasmo rendendosi conto della gaffe appena fatta " Volevo dire, così ti verrò a trovare "
" Lo faresti sul serio?! " esclamò sobbalzando Hotaru, facendo quasi cadere Diana che si irritò non poco.
" Certo, quando Usagi verrà a lezione con Chibi-Chibi io verrò qui da te " disse la più piccola. Non aveva idea della felicità che le sue parole stavano dando all'altra.
 
 
Barcollando leggermente ( aveva da poco ripreso ad indossare la protesi ) Haruka si stava dirigendo alla piscina. Le sedute distensive con Viluy stavano dando i primi frutti, ora riusciva ad indossare la protesi per qualche ora senza provare poi un immenso fastidio. Quando entrò in piscina ad attenderla sulla soglia della porta ( tanto che per poco non la faceva cadere ) c'era Usagi con in braccio la sorellina.
" Ma che piacere rincontrare una così bella signorina " sorrise la bionda facendo un buffetto a Chibi-Chibi " E anche Usagi-san non è male " aggiunse.
" Spiritosa " disse Usagi facendole la linguaccia per poi assumere un'espressione sorniona, espressione che preoccupava non poco Haruka. " Oggi farai lezione anche con quella ragazza "
" Sì " rispose con finta non-curanza la più grande
" Ami-chan mi ha detto che è una famosa violinista " sussurrò Usagi mettendo una mano davanti alla bocca come se le stesse dicendo un gran segreto " Pare anche che farà un mash-up con le Three light "
" Buon per lei " replicò con finta non-curanza la pilota. Se non altro almeno per un pò Seya non le avrebbe rotto le scatole.
" E' proprio bella. " affermò Usagi guardando la violinista fare qualche bracciata per riscaldarsi.
" Anche tu non sei male Odango " scherzò Haruka toccandole i codini intrecciati in quella forma tanto strana. Era un mistero per lei come facesse la giovane ad inserire tutta la capigliatura all'interno della cuffia. E soprattutto come riusciva a farlo alla bambina visto che Chibi-Chibi condivideva con la sorella quella caratteristica bizzarra.
" Secondo me sareste una bella coppia " continuò la giovane ignorando la provocazione della pilota.
" Sì, se non per il fatto che siamo due ragazze " scherzò Haruka. Quattro anni prima sarebbe andata nel panico ad un'affermazione del genere, ora invece grazie ad anni di self-control ( indispensabile per chi come lei doveva nascondere una parte fondamentale del proprio essere ) riusciva a sostenerla. Ora, solo Setsuna ( ma con lei poteva permetterselo ) e Michiru ( non poteva assolutamente permetterselo ) riuscivano a coglierla in fallo.
" Dettagli,state comunque bene insieme " dichiarò solenne Usagi annuendo con la testa, imitata da Chibi-Chibi.
" Sarà " sorrise Haruka dandole un'altra pacca sulla testa, superandola per dirigersi verso la vasca. Non doveva coinvolgere Michiru nella sua vita e di certo le parole di Usagi non le avevano fatto cambiare idea. Però era felice di sapere che quella svampita non sarebbe mai stata disgustata da lei.

Nonostante fosse ancora nel periodo di apprendistato Zoisite era uno psicologo molto rinomato, soprattutto grazie al suo approccio che lo rendeva in grado di risolvere anche i casi più difficili. Da uno psicologo in genere ci si aspetta comprensione ma la tecnica dell'uomo era invece una lotta verbale con il proprio cliente in cui questo riuscisse infine a capire da solo i propri problemi mentre lui ne ricavava ( oltre al denaro ovviamente ) un sottile piacere nel vedere le difese dell'altra persona crollare una ad una a causa delle sue parole che andavano a colpire nel profondo. Quando Mamoru Chiba, suo compagno di università ora tirocinante presso la clinica Mugen gli aveva sottoposto il caso di Haruka Tenou, provò immediatamente un forte interesse per la ragazza tanto che diede la disponibilità immediata per qualunque orario questa avesse preferito. Ed ecco dunque che quel pomeriggio, nonostante fosse il suo giorno libero, si trovava alla clinica Mugen in una stanza in cui era presente un irreale silenzio. Chiba aveva avuto la brillante di donargli  un breve fascicolo in cui vi erano scritte le sue impressioni sulla paziente ed alcune informazioni sulla stessa, nulla di clinico ma solo storia personale, pervenuta in maggior parte dalla sorella adottiva. Prima dell'incontro Zoisite aveva avuto l'accortezza di leggerlo ed ora era curioso di vedere se poteva confermare la teoria del suo affascinante collega sul punto di rottura della pilota. Il fascicolo però aveva evidenziato un'interessante storia familiare che lo psicologo voleva chiarire prima di incontrare la paziente. Era dunque questo il motivo per il quale Setsuna Meiou si trovava in quel momento seduta di fronte a lui.
L'uomo era stato molto gentile facendola accomodare sulla sedia di fronte alla propria ed offrendole il caffè. Setsuna però era ben conscia che dietro quella maschera di gentilezza si nascondeva una persona subdola, il suo intuito non sbagliava mai. Non le piaceva quell'uomo. Era però conscia che una persona a modo e rispettosa non sarebbe mai stata in grado di aiutare Haruka, del resto, pure lei doveva spesso agire alle sue spalle per aiutarla.
" Vorrei che mi parlaste dell'adozione di Tenou-san " esclamò Zoisite. In genere non parlava per primo ma era conscio che quella donna era un osso duro dunque meglio assecondarla piuttosto che " giocare " con lei. D'altro canto, non era che un antipasto che serviva ad avvicinarlo alla portata principale, dunque meglio risolverla in fretta per poi concentrarsi su come " distruggere " la pilota.
Come previsto, il fatto di essersi esposto per primo rese più collaborativa Setsuna che iniziò a parlare.
 
Aveva cinque anni quando apprese che non avrebbe mai avuto un fratellino o una sorellina. Ai tempi era troppo piccola per comprendere concetti come " sterilità " ma i suoi genitori, con tutto il tatto possibile, le avevano spiegato che la mamma non poteva avere altri figli. Aveva dunque accettato l'idea di rimanere figlia unica quando, appena un anno dopo, i genitori la fecero sedere davanti a loro per darle la grande notizia.
Setsuna poteva vedere chiaramente come suo padre fosse agitato. Muoveva freneticamente le mani ed ogni momento si levava gli occhiali per pulirseli. Quando finalmente arrivò anche sua madre, desiderata in un'altra stanza per rispondere ad una telefonata, i due si decisero a parlare.
" Ti ricordi che tempo fa ti abbiamo detto che la mamma non poteva avere altri bambini? " chiese Yosuke mettendo la propria mano su quella della moglie. Nonostante fosse passato un anno dalla scoperta della sua infertilità acquisita la donna non aveva ancora superato del tutto la cosa.
" Sì " confermò la bambina.
" Bene " disse il padre prendendosi un minuto prima di riparlare. Sapeva che sua figlia era molto perspicace, persino troppo per la sua età ma non sapeva come avrebbe preso la notizia che stava per darle. Fu però sua moglie a toglierlo dall'impaccio.
" Due grandi amici di mamma e papà sono morti qualche mese fa " esordì la donna.
" Queste persone avevano una bambina che ora è rimasta sola " continuò Yosuke " La mamma di questa bambina era straniera dunque è difficile che una coppia decida di adottarla. "
" Perchè? " chiese la figlia perplessa, dondolando le sue gambine troppo corte per toccare terra.
" Vedi, i genitori vorrebbero un bambino che somigliasse loro, così anche se adottato potrà riconoscersi nei nuovi genitori " spiegò la madre cercando di lasciare fuori la figlia da concetti come il razzismo di cui era certa, vista la sua natura di mezzo-sangue, avrebbe presto fatto esperienza sulla sua pelle.
" Dunque è per questo che la volete adottare? " domandò allora la bambina " Perchè con noi non sarebbe diversa? "
I coniugi Meiou furono sorpresi dalla figlia. Le cose non stavano esattamente così ( il padre di Haruka era un grande amico di Yosuke e dunque per questo motivo voleva prendere in famiglia la figlia rimasta orfana ) però la domanda, detta con naturalezza, li faceva ben sperare riguardo all'accettazione da parte di questa della loro intenzione di adottare la bambina.
" A te farebbe piacere averla come sorellina? " chiese cauta Latika.
" Quanti anni ha ? " chiese Setsuna.
" Tre anni " rispose Yosuke " Quasi quattro "
" Ma è già grande " esclamò leggermente delusa lei che come logico si aspettava una neonata.
" Meglio così no? " intervenne la madre " Potrete giocare subito e poi non dovrai sorbirti i pianti notturni, l'odore dei pannolini, sarà molto meglio non avere un neonato in giro per casa "
L'uomo strinse la mano della moglie comprendendo come quella frase fosse dura da pronunciare per lei dopo tutta la fatica per avere un altro figlio, ma era un mezzo efficace per convincere Setsuna.
Dopo aver informato la figlia i coniugi dovettero attendere l'inizio del nuovo anno per poter accogliere la nuova arrivata. Setsuna non potrebbe mai dimenticare il giorno in cui Haruka entrò nella sua vita. Era un sabato e tutta la mattina l'aveva passata fantasticare su come sarebbe stato avere una sorellina, come se nei due mesi precedenti avesse fatto altro. Aveva visto Haruka solo in foto e ora fremeva dal poterla vedere in carne e ossa. Quando la bionda, in braccio a Yosuke, entrò in casa Setsuna fu folgorata da lei. Era una bambina bellissima, grandi occhi verdi velati però da un'evidente tristezza che le davano un'espressione che, unita ai folti capelli biondi e la carnagione pallida, la facevano sembrare una bambola di porcellana. Setsuna non capiva come qualcuno avrebbe potuto non volerla adottare.
La bambina si guardava in giro spaesata non prestando troppa attenzione a Setsuna e sua madre, preferendo rimanere saldamente incollata a Yosuke. La diffidenza non era l'unico, prevedibile, problema della piccola. A causa dello shock dovuto all'incidente si svegliava spesso la notte urlando e capitava sovente che si facesse la pipì addosso. Praticamente annullò i lati positivi che Latika aveva enunciato alla figlia in merito all'avere una sorellina cresciuta rispetto ad un neonato.
 Inoltre, la bambina per mesi dimostrò una forte diffidenza nei confronti suoi e della madre mentre Yosuke si aprì più facilmente grazie alle macchinine che l'uomo le aveva regalato dopo aver notato la crescente attenzione che nasceva in lei ogni qual volta le vedeva esposte nel negozio di giocattoli. Ricordò inoltre come il suo amico gli raccontasse che, sebbene avesse avuto una femmina, si ritrovava a giocare con lei con oggetti di gusto prettamente maschile,
 Latika all'inizio non apprezzò il regalo pensando che avrebbe potuto traumatizzare Haruka (  la donna cercava pure di portarla in giro in automobile il meno possibile ) ma invece questo fu molto  gradito. Nonostante l'auto e la velocità fossero la causa della morte dei suoi genitori, lei ne era attratta. Grazie a ciò quando la notte Haruka si svegliava in lacrime Yosuke, con la fiducia acquisita, riusciva a farla addormentare con sè sul divano, mentre prima vi era un'estenuante attesa che la piccola si riaddormentasse a causa della stanchezza del continuo piangere. Quando era preoccupata od in ansia correva tra le braccia dell'uomo senza così doversi urinare addosso.
Seguendo l'esempio del marito e vedendo i risultati ottenuti da questo Latika iniziò ad uscire con la bambina per brevi tragitti in auto in cui Haruka si divertiva ad indicare le vetture viste dal finestrino. Sfruttando questa sua inaspettata passione la donna cercò di insegnarle a riconoscere le macchine per marca, ottenendo un inaspettato successo. Questo " esercizio " fu molto utile perchè aiutò Haruka a parlare per un tempo abbastanza lungo mentre fino a quel momento si faceva capire a gesti o monosillabi. Nel giro di qualche mese fu in grado di parlare di nuovo come una bambina della sua età anzi, aveva persino un vocabolario più nutrito rispetto ai coetanei. A quasi un anno dal suo arrivo in famiglia si poteva dire che Haruka aveva pienamente accettato i coniugi Meiou come nuovi genitori e con ciò i postumi del trauma si fecero via via meno presenti. Un solo problema rimaneva, ovvero la completa indifferenza che Haruka provava verso Setsuna.
I coniugi Meiou durante tutto il primo anno a seguito dell'adozione furono seguiti da  Tatsuo Anno,uno psicologo affiliato ai servizi sociali che li aveva aiutati non poco a comprendere i comportamenti bizzarri della bionda, suggerendo loro le dovute contromisure. Più passavano i mesi e più le sedute iniziarono a diradarsi ed i due erano ormai convinti di poter gestire la situazione da soli. Prima di lasciarlo però, si consultarono un'ultima volta con lui in merito alla questione " Setsuna ".
Fu così che in una tiepida giornata d'aprile si ritrovarono nello studio dello psicologo .Dopo i saluti di rito ed un breve resoconto sulla situazione l'uomo ascoltò con attenzione il problema.
" Capisco " disse allontanandosi leggermente con la sedia dalla sua scrivania. Fece cenno ai Meiou di voler parlare con loro senza la presenza della bambina e questi la fecero uscire dalla stanza, affidandola alla supervisione della segretaria dell'uomo." In un certo senso posso dire che la cosa sia positiva. " esclamò lui una volta rimasto solo coi due.
" Positivo che Haruka non consideri minimamente sua sorella? " domandò ironica Latika.
" La bambina vi considera i propri genitori " esordì Anno " Vista l'età la sua mente ha sostituito il ricordo dei suoi genitori naturali con la vostra persona in modo da mantenersi il più equilibrata possibile. E' una cosa normale nei bambini piccoli che ancora non hanno ben chiara la personalità dei genitori ed andando avanti pure il ricordo del loro aspetto fisico scemerà. C'è un problema però nel vostro caso, la presenza della vostra figlia naturale. Paradossalmente per Haruka è lei ad essere l'elemento acquisito, quello estraneo al corpo familiare. Il fatto poi che sia di un'età superiore alla sua rende ancora più evidente questa cosa. "
" Cosa dobbiamo fare allora? " chiese Yosuke mostrandosi insolitamente spazientito. In quei mesi molte, troppe volte, aveva messo l'interesse di Haruka davanti a quello di Setsuna. Haruka era più piccola, aveva subito un grave trauma e dunque trovava comprensibile darle più attenzione ma ora, si rendeva conto che agli occhi di una bambina, questo comportamento logico per un adulto poteva sembrare un abbandono in favore della nuova arrivata ed era straziante vedere come Setsuna durante le occasioni familiari aveva iniziato ad isolarsi.
" Voi dovrete gradualmente smettere di tenere un atteggiamento di riguardo verso la più piccola ed incoraggiare attività di famiglia che comprendano entrambe " rispose lo psicologo " Vi avverto subito che non sarà facile, Haruka non gradirà il distacco e potrebbe ritornare ad avere parte degli atteggiamenti sostenuti in passato in quanto ricorderà che è grazie a questi che ha ottenuto tutta la vostra attenzione. Non dovrete assolutamente cedere, siete i suoi genitori e lei deve comprendere che il vostro amore non è una cosa che si acquisisce con i capricci. "
I due seguirono il suggerimento dello psicologo. Come previsto, inizialmente Haruka prese piuttosto male questo cambio d'atteggiamento da parte dei genitori ma questi furono inflessibili. Sapevano di star facendo il suo bene e anche quello di Setsuna che, benchè ancora non ricevesse alcun segno d'affetto dalla sorella acquisita, per lo meno aveva ritrovato quello dei genitori.
 
" La situazione doveva essere pesante per lei " si lasciò sfuggure Zoisite che fino a quel momento aveva ascoltato impassibile il racconto della donna.
" Sapevo che Haruka aveva dei problemi e non la biasimavo " disse Setsuna " Non mi curavo di lei. Ma forse era questo il problema, non tanto il fatto che Haruka mi ignorasse, quanto piuttosto che io dopo aver riconosciuto che la mia sorellina non era perfetta come avevo sempre immaginato persi qualsiasi interesse verso di lei ed il suo ignorarmi non mi creava nessun fastidio anzi, per era meglio. "
" Una reazione piuttosto matura " esternò lo psicologo.
" Ma non in senso buono " sorrise la donna.
Quel colloquio non era altro che un preludio per qualcosa di più sostanzioso ed interessante e Zoisite lo sapeva, però cominciò a dispiacersi un poco di non poter approfondire la conoscenza dell'altra. Sin dall'aspetto riteneva Setsuna una persona degna di nota. Le sue chiare origini straniere la facevano spiccare tra gli altri, ed il suo fisico formoso e l'atteggiamento austero la facevano apparire più grande dei suoi vent' anni, caratteristiche che, sebbene non fosse amante di quello femminile, Zoisite apprezzava in entrambi i sessi.
" Allora, quando cambiò la situazione ? " chiese l'uomo lasciando perdere il proprio rammarico.
 
Come immaginato da Latika Setsuna sperimentò presto il razzismo. Era al secondo anno delle elementari e la sua classe per la fine dell'anno aveva ideato una recita scolastica in cui i bambini avrebbero recitato la favola di Biancaneve. Setsuna, in quanto alunna migliore della classe fu assegnato il ruolo della protagonista, quello in cui vi erano più battute da studiare e memorizzare. Il ruolo del principe fu assegnato invece a Yu Sato, non di certo uno studente del livello di Setsuna ma sicuramente il bambino più carino della classe, perfetto dunque per il principe. Yosuke, eletto a furor di popolo rappresentante dei genitori della classe ( nonostante da sempre la carica era assegnata ad una donna, ma il suo fascino verso il gentil sesso aveva colpito ancora ) si era ritrovato, nel mese antecedente alla rappresentazione, a partecipare ai lavori di costruzione degli scenari e pittura di questi, sperimentò persino il cucito quando dovette creare insieme alla maestra gli abiti per i bimbi. Avrebbe potuto rifiutarsi ( del resto, il suo ruolo di rappresentante non implementava questi servizi ) ma non se la sentì di rifiutare la richiesta d'aiuto della maestra proprio nel momento in cui si lussò due dita della mano destra in concomitanza con l'avvicinarsi della rappresentazione. Yosuke decise di portare anche Haruka ad aiutare. Sebbene ormai i due coniugi potessero stare tranquilli a lasciarla al doposcuola, se possibile preferivano ancora averla accanto a sè in quanto loro erano ancora la causa principale dei suoi progressi in campo umano. Inoltre, sebbene da lontano, la bambina avrebbe condiviso dei momenti insieme alla sorella. Beh, più che la sorella erano gli altri bambini ad essere galvanizzati dalla sua presenza. I maschi trovavano in lei uno strano ibrido con il corpo di una femmina ma un cervello " giusto ". Parlavano degli ultimi capitoli su Jump, della serie cult del momento e a volte, quando la maestra lo permetteva, per lo più per farli svagare dopo le prove, tiravano due calci al pallone. Per le bambine invece era un misto tra un bimbo piccolo da coccolare ed un principe da ammirare, Yosuke ancora ride al ricordo di quando a San Valentino Setsuna portò a casa numerosi cioccolatini datele dalle sue compagne per Haruka e di come questa, ignorando completamente il motivo del gesto, si sbaffò tutto il cioccolato delle scatoline indistintamente, senza neanche prestare attenzione ai nomi scritti sui biglietti. Meno divertente invece il conto che dovette pagare per ricambiare i regali durante il white day.
Un pomeriggio, quando mancava poco  meno di una settimana alla messa in scena della recita, la signora Sato volle venire ad assistere alle ultime prove. E fu in quel momento che apprese che il figlio avrebbe dovuto recitare insieme a Setsuna. La maestra provò in ogni maniera a spiegarle che la bambina era stata scelta per il ruolo in quanto  migliore della classe ma la donna pareva sorda ad ogni questione. Non si fermò neanche dal fatto che in quel momento fosse presente anche Yosuke, padre della bambina che stava cominciando a perdere la sua compostezza.  Da parte sua , Setsuna si sentiva mortificata ed era sul punto di piangere.  A salvare la situazione, il provvidenziale intervento di  Haruka che lanciò addosso alla donna un intero barattolo di vernice macchiandole irrimediabilmente i vestiti.
Il susseguirsi degli eventi successivi  fu molto confuso tra la signora che sbraitava contro “ le figlie bastarde di quell’uomo “ ed il bidello della scuola che con tutta la delicatezza possibile cercava di far uscire quella donna che si muoveva freneticamente annunciando denunce su denunce. Yosuke non ebbe cuore di sgridare Haruka, Latika una volta scoperto tutto arrivò addirittura a lodarla. Dal canto suo, Setsuna era rimasta perplessa, ma come le era sempre stato insegnato, per sapere una cosa bisognava chiedere o scoprire.
“ Perché hai tirato la vernice addosso alla mamma di Yu-kun? “ domandò allora alla sorella una volta rimaste sole.
“  Non ti stava prendendo in giro? “ chiese a sua volta Haruka non comprendendo il motivo di quella domanda. Latika si era complimentata con lei dunque non aveva sbagliato.
“ Sì, l’ha fatto “ confermò la maggiore “ Ed è per questo che le hai fatto quello? “
“ Sì, papà dice sempre che bisogna proteggersi in famiglia no? “ rispose la bionda.
 
“ Sia io che Haruka non siamo di certo due persone emotive “ affermò Setsuna, emozionata nel ricordare quell’avvenimento passato “  Lei mi aveva già accettato, solo che non lo esprimeva come la maggior parte dei bambini “
“ E questo cambiò la sua opinione su di lei? “ chiese Zoisite cercando di mascherare la noia. Non amava le storie di amore famigliare, preferiva il torbido, l’oscurità nel cuore delle persone. Perlomeno quel tedio gli era servito per comprendere la solidità del legame tra la sua futura paziente e la sorella e parte del carattere di Haruka.
“ Direi che è abbastanza. “ affermò l’uomo guardando il suo orologio da polso. “ E’ stato un piacere  “ disse, allungando la mano verso la donna che accettò di buon grado. Non persero tempo in ulteriori chiacchiere preferendo uscire dalla stanza per poi dirigersi ognuno in diverse direzioni. Il loro colloquio era stato proficuo, ma non di certo piacevole.
 
Niente sarebbe stato meglio di una bella immersione nell'acqua per risollevare la giornata di Michiru. Nonostante l'acqua fosse nella piscina della clinica, cosa che di certo non aveva il tempo per rilassarsi, la ragazza si sentì comunque sollevata. Viluy la guardava distrattamente da bordo vasca mentre, così come lei, attendeva l'arrivo di Haruka. Questa non si fece attendere molto e, dopo qualche parola spesa con il medico, si immerse riuscendo a raggiungere la violinista, facendo affidamento all'unica gamba che saltellava sul fondo basso della piscina, azzardando pure una piccola nuotata.
" Siamo migliorate vedo " constatò Michiru.
" Apprendo in fretta " replicò Haruka fermandosi di fronte a lei, tenendosi a debita distanza. " Chiba mi ha detto che se continuo così presto potrò lasciare la clinica e tornare solo per le lezioni settimanali. " La bionda evitò volutamente di menzionare la seduta psicologica obbligatoria e conseguente consenso dello psicologo necessario per farla uscire.
" Ma è fantastico " esclamò sinceramente felice l'altra. La prospettiva di saperla fuori dalla clinica però le creò presto nuovi dubbi. Fintanto che la ragazza rimaneva lì poteva farsi un'idea della sua vita attuale ma fuori? Dove avrebbe vissuto? A casa dei suoi probabilmente ma lei non sapeva nulla sul nucleo famigliare della bionda. Chi avrebbe frequentato? Sicuramente quella Setsuna Meiou che pareva avere un ruolo importante nella sua vita. Improvvisamente il litigio avuto con Rei tornò con prepotenza nei suoi pensieri facendole crescere un seme di gelosia che non sapeva neanche di avere.
" Allora, iniziamo la lezione? " domandò Haruka mettendosi eretta sulla sua unica gamba" Anche se non sembra sono una persona molto impegnata "
" Prima vorrei chiederti una cosa se non ti dispiace " disse la violinista avvicinandosi riducendo notevolmente la " distanza di sicurezza " che Haruka si era autoimposta.
" Parla " acconsentì la bionda preferendo il rischio di scoprirsi con le parole piuttosto che le azioni che sarebbero conseguite ad un'eccessiva vicinanza del corpo dell'altra.
" Hai fatto sesso con qualcuno? " domandò a bruciapelo Michiru.
Gli occhi della pilota aumentarono di volume per un momento che parve impercettibile prima che la sua mente riuscisse a formulare un pensiero. Perchè le aveva fatto una domanda del genere? Si sentiva forse minacciata e voleva conferme della sua sessualità? O peggio ancora era in vena di confidenze tra amiche e voleva dei consigli? Effettivamente alla sua età Michiru poteva aver avuto esperienze come anche no. L'idea, seppur momentanea e velocemente cacciata via, della ragazza tra le braccia di un uomo le diede un conato di vomito che Haruka riuscì a non palesare.
" Difficile qua in clinica con Chiba, Takeda e la dottoressa Mizuno che mi controllano ventiquattro ore su ventiquattro " rispose la bionda gettando tutto sull'ironia.
" Non intendo ora " specificò l'altra " Intendo dire se hai mai fatto sesso con qualcuno. "
Haruka si trincerò dietro un serrato mutismo, non sapendo come riuscire a cavarsela.
" Allora? " mogugnò la violinista non ricevendo nessuna risposta, assumendo un'espressione corrucciata che la pilota trovava oltremondo adorabile, la stessa espressione che la caratterizzava quando qualcosa non andava come voleva, come quando, mentre dipingeva, non riusciva a mettere su tela l'idea che aveva in mente. Una cosa comune per i pittori normali ma impensabile per un genio quale lei che si perdeva giusto qualche secondo per mostrare col suo volto la sua contrarietà a quella mancanza di perfezione. Haruka sapeva di essere una, forse l'unica persona ad aver visto quell'espressione, e la cosa le piaceva.
" Preferirei non parlarne Michiru " rispose la pilota allontanandosi nuotando. Non aveva però messo in conto la grande cocciutaggine dell'altra, la stessa che mostrò anni prima quando volle ritrarla in un quadro, cocciutaggine che non era certo scemata negli anni, anzi.
" Di questo come di tutto ciò che ti riguarda " si lamentò Michiru neanche troppo velatamente.
" Non sono mai stata una che parla dei suoi fatti privati e lo sai bene " disse la bionda.
" Già, ho potuto constatarlo personalmente " affermò l'altra ripensando a quel ( poco ) che aveva appreso in merito ad Haruka, cose che non si era mai premurata di dirle. Certo, anche lei non era certo la prima a parlare della propria vita privata ma era ben lontana dal nasconderla come pareva stare facendo l'altra " Immagino che con Setsuna-san... " si premurò di rimarcare bene con la voce il nome della più grande " Tu non ti faccia problemi a parlare "
" Non ne ho proprio bisogno, quella ha una specie di radar in grado di captare ogni cosa " dichiarò Haruka beandosi leggermente della palese gelosia dell'altra. Era però conscia che prima o poi avrebbe dovuto interrompere il gioco che la sorellastra aveva dato inizio che la gratificava ma faceva palesamente impazzire la musicista.
" Oggi ho litigato con Rei-san " esordì Michiru. Se voleva ottenere qualcosa dall'altra forse era meglio non essere dirette. " Mi ha detto che non ho nessuna esperienza in fatto di sentimenti "
" E' così ? " chiese Haruka con finta noncuranza. Voleva sapere se l'altra si fosse mai concessa a qualcuno, ma a differenza di Michiru non voleva assolutamente prendere la situazione di petto e chiederglielo.
" Per me ci si deve donare ad un'altra persona solo se questa è speciale " affermò sicura la violinista " Però comincio a credere che il mio modo di pensare sia anacronistico e fuori dal mondo "
" No " affermò la bionda fermandosi. " E' un modo meraviglioso di pensare ". Michiru è stata senza ombra di dubbio il suo primo amore. Con lei non scoprì la propria omosessualità ma con lei per la prima volta provò un immenso desiderio di possesso, di voglia di averla che ancora oggi a causa dell'intensità di quel sentimento non la lascia andare. La voleva, la vuole ancora oggi e per placare questa sua voglia negli anni la pilota si concesse a molte ragazze per placare i suoi bollenti spiriti, oltre che il vuoto causato dalla lontananza della violinista. Nessuna però poteva appagarla come Michiru. Solo la sua presenza la completava, il tempo passato insieme a lei volava, senza di lei sentiva come se una parte di sè fosse stata estirpata. Il voler stare insieme ormai però non era più possibile. Ormai il suo corpo le mandava chiari segnali, che non erano certo diminuiti dopo quei quattro anni anzi. Però non doveva assolutamente cedere. Amava Michiru e l'ultima cosa che avrebbe voluto era vederne il volto disgustato qualora avesse appreso ciò che si celava in lei. Per quanto doloroso, doveva tenerla lontana.
" L'ho fatto qualche volta " disse tutto d'un fiato " Ma niente di importante "
La delusione sugli occhi dell'altra era palese. Sembrava che a momenti si sarebbe messa a piangere.
" Credo che sia onorevole pensarla come te però non ho ancora incontrato nessuno di speciale e beh, sai com'è, gli ormoni " continuò la pilota.
" Io pensavo di essere speciale per te " mormorò afflitta Michiru. " Tu lo sei stata per me "
“  E allora, cosa vorresti  dire che dovremmo farlo insieme noi due?  “ scherzò Haruka rendendosi conto troppo tardi di ciò che aveva appena detto.  Il volto della violinista aveva preso letteralmente fuoco  al che anche lei si sentì imbarazzata facendo cadere un pesante silenzio.
 
“ Allora, come stiamo andando? “  Mamoru Chiba si fermò affianco a Viluy. Da lontano aveva visto come le due ragazze in acqua non muovessero un muscolo da parecchio tempo e si era leggermente allarmato.
“ Can you feel the love tonight… “ canticchiò la donna imitando Elton John.
“  Siamo una clinica non un luogo di incontri tra single “ borbottò alterato lui.
“  Calmati Chiba “ rise Viluy “ Tenou-san è molto avanti con il programma di recupero ed al massimo possiamo aumentare le sedute insieme. Ciò che le serve ora è un recupero psicologico e affettivo, cosa che quella ragazza sta facendo divinamente “
“  Ho già chiesto a Zoisite-san di prendere il suo caso, è un buono psicologo, Tenou-san non ha bisogno di un aiuto ulteriore “ la informò Mamoru
“ Ha bisogno di tutto l’aiuto possibile “ sentenziò lei “ Sinceramente non riesco a capire il tuo problema. La sorella di Tenou-san è d’accordo e non mi sembra che a quelle due dispiaccia passare del tempo assieme. Occorreva soltanto una spinta. “
“ Non mi piace ingannare le persone, tutto qui  “ sbuffò l’uomo irritato del fatto che nessuno pareva capirlo.
Spazientita, Rei camminava in circolo davanti all’entrata della clinica Mugen, sulla spalla Luna che sembrava non apprezzare molto i movimenti circolari della ragazza.
“ La farai vomitare se continui così “ esclamò Minako intenta a leggere una rivista di moda, seduta su una delle panchine del giardino.
“  Si può sapere perché Chibiusa-chan non ci ha lasciato Diana?! “ domandò la mora senza fermarsi.  “ Già Usagi l’altro giorno ha rischiato affidando Luna a Makoto, si vogliono far sbattere fuori quelle due? “
“  Ti stai preoccupando troppo, vedrai che andrà tutto bene “ affermò l’altra ragazza costretta suo malgrado a seguire Rei fino alla clinica visto che questa non aveva la minima idea di come raggiungerla.
Mentre se ne stavano a discutere su cosa era giusto fare, Makoto uscì dall’edificio, sorprendendosi di trovare le amiche lì fuori.  Neanche il tempo di chiedere loro perché fossero lì che Rei le si parò davanti.
“ Mako-chan, finalmente qualcuno che mi può aiutare  “ esordì agitata “ Sai mica come posso entrare senza farmi vedere ? “
Senza parlare Makoto alzò lo sguardo in cerca di delucidazioni da Minako, che non si fece attendere.
“  Vuole andare a recuperare Diana prima che succeda l’irreparabile “ spiegò facendole il verso.
“ Potremmo passare dalle cucine “ ipotizzò Makoto.
 “ Perfetto!! “ senza neanche darle il tempo per riflettere la miko depositò Luna sulle gambe di Minako per poi strattonare l’altra amica al fine di farsi fare da guida.
 
“  Finalmente!! “  sollevata Usagi si levò la cuffia riuscendo finalmente a far rifiatare i suoi capelli. La lezione era appena finita e, stringendo se stessa e Chibi-Chibi nell’accappatoio, cominciava ad asciugarsi.
“  Chibi-Chibi!! “  mugugnò la sorellina tirandole i lembi del costume.
“  Adesso la levo anche a te impaziente che non sei altro!! “ esclamò la sorella maggiore liberando la piccola che si esibì in un mugolio di gioia una volta tolta la cuffietta.
“  Usagi!! “
La bionda alzò la testa in direzione della voce che avrebbe riconosciuto tra mille, un mostro di ira e preoccupazione che neanche sua madre possedeva, ecco che Rei stava procedendo a falcate verso di lei.
“ Non dovresti tenere a bada Luna e Diana? “ le domandò immediatamente Usagi.
“  E tu non dovresti tenere a bada Chibiusa? Dov’è? “ chiese la miko guardandosi intorno.
“ L’ho persa di vista quando sono entrata “ ammise la bionda facendo spallucce.
“  Cosa vuoi dire che l’hai persa di vista?!  “ strillò Rei tanto che diverse persone presenti si voltarono nella loro direzione.
“ Direi di evitare di fare baccano “ disse Makoto poggiando una mano sulla spalla di Rei. Nonostante lei fosse la più grande di tutte era sicuramente la miko quella più esplosiva tra il loro gruppo e fortunatamente insieme ad Usagi anche la più minuta. La ragazza non avrebbe voluto neanche immaginare come sarebbe stato se il loro fisico fosse stato invertito.
“ Ehi, vi ricordate per caso di essere in una clinica ospedaliera? “
“ Appunto “  sospirò la bruna incontrando il volto di Haruka, appena cambiatasi, che svettava da dietro Usagi. Accanto, una ragazza che non aveva mai visto, una bellissima ragazza che non aveva mai visto.
“ Haruka-san!! “ esclamò festosa Usagi alzando la testa.
“ Chibi-chibi!! “ la imitò la sorella.
“ Ma questa qui non sa dire nulla oltre al suo nome? “ scherzò la pilota. Incontrare Usagi fu per lei una vera benedizione.  Con Michiru aveva passato la lezione in un silenzio tombale e anche nello spogliatoio ( Haruka a suo rischio e pericolo si cambiò in quello maschile, ma l’idea che il suo sesso venisse scoperto rispetto a quella di rimanere sola con la violinista dopo quello che era successo era molto più allettante )ed incontrare quella biondina svampita era l’ideale per stemperare la situazione e non dover necessariamente stare con Michiru a non parlarsi.
“  Beh no, non sa ancora parlare “ spiegò Usagi “ La sua prima parola è stata Chibi-Chibi e da allora non ha detto altro “
“ E io che pensavo di essere un tipo egocentrico  “ rise Haruka. Nel frattempo Rei si era quietata completamente. Non solo per aver rivisto Michiru, che non aveva neanche fatto un accenno di saluto, ma soprattutto per aver rivisto la bionda, ed averla vista per la prima volta con la protesi. La cosa era decisamente scioccante. Dopo aver abbandonato il chiacchiericcio con Usagi fu turno della pilota rivedere, dopo tanto tempo, Rei.  A dispetto suo i cambiamenti nell’aspetto dell’altra erano da imputare unicamente alla crescita. Una buona crescita a suo parere. In ogni caso non era certo il momento di perdersi in apprezzamenti verso il gentil sesso, la sua boccaccia l’aveva già messa abbastanza nei guai quel giorno.
“ Vi conoscete? “ chiese Makoto vedendo come l’amica era rimasta zitta ed immobile all’apparizione dei nuovi arrivati.
“ S…sì “ mormorarono Haruka e Rei all’unisono con titubanza.
“ Anni fa la scuola di Haruka ebbe dei problemi alle condutture per cui per un anno venne nella nostra.  “ rispose per loro Michiru.
“  Hai capito come si conoscono le persone famose? Mai che conoscenze del genere capitino a me “ sospirò afflitta Minako.
“ Minako?! “ bastò la tempestiva ed inaspettata presenza della bionda, insieme ai due gatti, per far riprendere a Rei il suo spirito “ Cosa ci fai qui con loro? “
“ Mi stavo annoiando “ si giustificò la ragazza “ Qua stavate facendo comunella escludendomi “
“ Hai idea di cosa succede se qualcuno vede i gatti? “  domandò la mora ad un passo da un’esasperazione. Possibile che tra tutte le sue amiche fosse l’unica con un minimo di raziocino.
“ Probabilmente vi caccerebbero e vi sarà recapitata una misura restrittiva “ rispose per lei Ami che, a differenza di Usagi, era andata subito a cambiarsi una volta conclusa la lezione ed una volta uscita dallo spogliatoio, visto il trambusto creatasi dalle vasche e, riconosciute le sue amiche, decise di intervenire. “ E farebbero bene, sapete quanti germi sono presenti nel pelo dei gatti? Anche se non sembra questo è un ospedale, le norme igieniche sono molto severe “
“ Esatto “ annuì la miko felice di avere qualcuno dalla propria parte.
“ Dunque sarebbe meglio per voi andarvene al più presto “ aggiunse Setsuna, vicino a lei Hotaru e Chibiusa sul cui capo troneggiava Diana.  Aveva da poco concluso il suo colloquio recandosi poi nella stanza della sorella per poterle parlare nuovamente dello psicologo. Non vedendola arrivare decise di andarla a recuperare, durante il tragitto incontrò Hotaru insieme all’altra bambina che girovagavano per i corridoio in cerca della piscina.
“ Santo cielo Setsuna, non ti si può lasciare un minuto che subito ti attacchi a dei bambini “ la prese in giro Haruka. Una delle doti, molto nascoste, della donna era la sua perfetta attitudine con i bambini, dove ce ne era uno, era certo che presto si sarebbe appiccicato a lei. Questa sua caratteristica era una cosa  per cui la bionda la prendeva in giro ogni qual volta che poteva.
“  Chibiusa!! “  esclamarono all’unisono Rei ed Usagi in una maniera non di certo festosa per cui la piccola si nascose dietro le gambe di Setsuna.
“  Tranquilla, erano solo preoccupate per te “ cercò di rassicurarla la donna.
“ Miao!! “  vedendo la presenza dei due genitori, ciondolanti sulle spalle di Minako, la gattina saltò dalla testa della padroncina fino ad agganciarsi con le unghie al braccio destro della bionda. Con prontezza Rei si mosse mettendo una mano sopra la bocca dell’altra ragazza per evitare qualsiasi gridolino dovuto ai graffi conseguenti all’azione di Diana.
“  A quanto pare Rei-san non ha perso il suo allarmismo “ constatò Haruka.
“ Già, con lei non si può mai stare tranquille, a volte è peggio di Ami-chan quando ci obbliga a studiare “ affermò Usagi.
“ Ehi! “ esclamò piccata la mora.
“ Ho detto a volte “ si giustificò Usagi.
“ Non sarei pedante se quando decidiamo di studiare insieme voi interrompete lo studio ogni cinque minuti per qualsiasi motivo. “ spiegò Ami che era timida ma quando si parlava di studiare diventava una vera e propria maestrina.
“  Vedi allora che ti sai imporre quando vuoi? “ le sussurrò Michiru all’orecchio.
Le chiacchiere tra le ragazze furono interrotte da Hotaru che iniziò a tossire. In quel momento le presenti volsero la loro completa attenzione sulla bambina fino a quel momento rimasta in disparte accanto a Setsuna.
“ Merda, un altro attacco!! “ esclamò allarmata Haruka che si mosse verso di lei ma Usagi come un fulmine andò quasi addosso alla bambina, facendo cadere Chibi-Chibi dalle proprie braccia, fortunatamente recuperata in extremis dalla pilota.
“ Oh mio Dio, Oh mio Dio stai bene? “ strillò preoccupata la bionda coi codini facendole dei colpetti dietro la schiena.
“ Sì… “ la tranquillizzò Hotaru allontanandosi leggermente “ Non sono abituata a stare con tante persone  “
“ Allora sarà meglio che ti riporti in camera “ disse Setsuna piegandosi sulle ginocchia per poter avere una visuale migliore della bambina.
“ No! “ rispose prontamente e con veemenza Hotaru  tanto da stupire le ragazze “ Non…non voglio stare da sola di nuovo “
“ Beh, non vuol dire che non ci rivedrai “ disse Usagi “ Io sono qui ad ogni lezione di nuoto infantile, se vuoi puoi venire anche tu. O è troppo grande? “ chiese rivolta ad Ami.
“ Per le lezioni sì, ma non ci dovrebbe essere nessun problema se rimane a guardare da bordo vasca “ rispose la ragazza “ Il corso non è per degenti quindi penso che nessuno si lamenterà “
“ Bene, ed una volta finito puoi nuotare come me e Chibi-Chibi “ affermò la bionda.
“ Chibi-Chibi!! “ strillò la bambina tra le braccia di Haruka sentendosi nominare.
“ Ehi, Hotaru-chan è amica mia, non tua e di Chibi-Chibi !! “ esclamò Chibiusa frapponendosi tra la cugina e Hotaru.
“  E non può essere anche amica nostra ? “ domandò Usagi sorprendendosi dell’uscita di Chibiusa.
“ Tu ce le hai già le amiche “ sentenziò la cuginetta mettendo il muso ed incrociando le braccia al petto.
“ Non mi pare ci sia una legge che limiti il numero delle amiche “ replicò la più grande imitando l’atteggiamento dell’altra alla perfezione. Da un occhio esterno, salvo per l’evidente fatto che Usagi era fisicamente più grande, sarebbe stato difficile dire chi, tra le due, fosse la bambina.
“ Coraggio piccole, basta litigare “  le sgridò Makoto con la stessa flemma con cui si trattano gli infanti.
“ Mi sembra di essere al circo “ sospirò Haruka che ancora teneva in braccio una Chibi-Chibi divertita dalla situazione creatasi.
“ Già “ convenne Michiru non abituata a tutto quel rumore, lei che raramente stava in compagnia con altre ragazze.
“ Con Usagi-chan questo è il minimo “ si lasciò sfuggire Ami , anche lei prima di conoscere l’amica passava le giornate cullata dalla quiete, similmente a Rei e Makoto che, per carattere o storia personale, erano sempre state ai margini della vita sociale, fino a quando non conobbero la biondina che sconvolse loro la vita.  Minako invece pur avendo anch’essa un carattere esuberante e per niente restia a farsi degli amici, trovò in Usagi la prima amica giapponese dopo essersi trasferita dall’Inghilterra, la prima che non si sentì intimidita dal suo atteggiamento aperto.  L’amicizia con le altre fu una semplice conseguenza di quella con lei. Ora, era il turno di Hotaru sperimentare quel piacevole uragano.
“  Ami-chan, non mettere brutte voci su di me, ci pensa già Rei!! “ piagnucolò la ragazza rendendosi poi conto che, tra tutte le persone presenti, oltre a Hotaru non conosceva neanche la persona vicino ad Haruka.
“  Ah, il mio nome è Usagi Tsukino “ si presentò ad entrambe.
“ Hotaru Tomoe “
“ Michiru Kaiou “ fecero a loro volta le due.
“ Oh, dunque tu sei l’amica violinista di Rei-chan ed Ami-chan  che farà un mash-up con le three lights “ esclamò Makoto.
“ Come l’hai saputo? “ domandò Michiru cercando di non far trapelare il proprio turbamento. Non voleva che strane voci circolassero sul suo conto, soprattutto visto che non era certa di accettare l’offerta della Galaxia record.
“ Non è un mistero che tempo fa le three lights siano state qui e ti abbiano incontrata. Le voci fanno presto a girare “ spiegò per lei Setsuna. L’aveva fatto per togliere d’impiccio una tra Ami e Rei che alle parole dell’amica avevano palesemente iniziato a sudare freddo, ma la sua affermazione non era del tutto campata in aria il che la preoccupava per quanto riguarda Haruka. Anche lei era venuta in contatto con Seya ed inoltre faceva il recupero con Michiru. Forse era veramente ora di tornarsene a casa e tornare solo per il recupero, la possibilità di una fuga di informazioni era alta e non c’era solo da nascondere il sesso della sorella ma ora anche la sua infermità, questa almeno fino al ritorno in pista. Inutile dire che per fare ciò doveva sollecitarla ad andare il più presto possibile a parlare con lo psicologo.
Vedendo il volto di Setsuna accigliarsi Haruka capì che ora era meglio sloggiare. Riconsegnò Chibi-Chibi alla sorella e, insieme alla propria salutò le ragazze.  Con un po’ di persuasione le due riuscirono pure a convincere Hotaru a seguirle, grazie anche alla promessa fattele da Usagi di incontrarsi nuovamente in piscina tra due giorni, a cui si era prontamente aggiunta Chibiusa sotto accordo di lasciare Diana alle cure di Minako.
Il resto delle ragazze si dileguò poco a poco. Usagi, ricordandosi di essere ancora in costume, volò verso lo spogliatoio insieme alla sorellina, una poco accondiscendente Chibiusa e Makoto che come da programma avrebbe dovuto attendere il padre della bionda al di fuori della clinica per poter essere accompagnata a casa. Rei e Minako si accorsero all’ultimo minuto che sì, la madre di Minako aveva acconsentito ad accompagnarle alla clinica visto che doveva andarci a sua volta per iniziare il turno, ma ora non vi era nessuno per portarle indietro.
“ Ehi, la stangona che ha portato Chibiusa e la sua amica avrà la macchina no? “ chiese la bionda, anche se era più un’affermazione che una domanda.
“ Non la conosciamo neanche!! “ esclamò basita Rei rimanendo però inascoltata visto che Minako corse direttamente fuori dalla piscina alla ricerca di Setsuna.
“  Ricordati di nascondere i gatti!! “ le urlò dietro la miko seguendola.
“ Potevano chiedere se mia madre aveva dei posti in più “  sospirò Ami portandosi una mano al volto.
“ Hai delle amiche molto esuberanti “ scherzò Michiru. Era stanca. La litigata con Rei, i problemi irrisolti di Ami, i nuovi problemi sicuramente nati con Haruka. Ora voleva solo tornarsene a casa per farsi una bella dormita, anche perché l’indomani dopo le lezioni l’aspettava una pesante lezione con il maestro Kanzai, senza dimenticare le composizioni che doveva scrivere per la Galaxia record. Da quando la sua vita era diventata così caotica e complicata?
Come al solito uscì per prima dalla clinica mentre Ami rimase all’interno per decidere il programma successivo del corso di nuoto infantile insieme a Fish eye.

Era grata del fatto che i giorni si stessero allungando. Mentre era seduta fuori, Michiru guardò il giardino della clinica, a come questo fosse poco illuminato e di certo non un buon posto per sostare una volta fatto buio. Non che in Giappone ci fossero chissà quali rischi visti i bassissimi indici di criminalità da strada. Diverso il discorso invece quando era in Europa con sua madre che si raccomandava ogni volta di non fare troppo tardi  a sole calato, anche se, ad onor del vero, Vienna non era  poi così pericolosa ma ben al di sotto degli standard giapponesi.  Era così sovrappensiero che quasi non si accorse dell’uomo che si sedette accanto a lei.
Dopo aver concluso il colloquio con Setsuna, prima di andarsene Zoisite decise di andare a parlare con Mamoru. Parlare con la sorella gli aveva fornito buoni spunti che voleva discutere con il medico praticante. Dopo aver finito, uscì dalla clinica trovando, a sua sorpresa, Michiru seduta sulla sua panchina. Non la conosceva di persona, però la descrizione di Mamoru era stata chiara, bella ragazza coi capelli acquamarina e profondi occhi blu, il fatto che oggi la sua futura paziente avesse la riabilitazione gli fece fare 2+2 in un baleno.  L’occasione era ghiotta. Mamoru non aveva scritto molto su di lei, era giusto appena menzionata ma questa mancanza di informazioni non fece altro che stimolare lo psicologo che vide nella scarsità un qualcosa da nascondere piuttosto che una poca importanza della ragazza nella vita della paziente.
“ Buon pomeriggio “ esordì.
Michiru si voltò di scatto, quasi infastidita dal venire disturbata. “ Buon pomeriggio “ fece a sua volta abbandonando all’instante la figura dell’interlocutore.
“ Sei tu Michiru Kaiou? “ chiese lui soprassedendo al fatto che la ragazza non lo avesse degnato di uno sguardo.  Non era certo un adone ma la sua bellezza androgina faceva molto colpo sul gentil sesso, nonostante questo non fosse il suo obbiettivo.
“ Sì “ confermò lei leggermente incuriosita dal fatto che conoscesse il suo nome. Che fosse un giornalista richiamato dalle voci inerenti al suo mash-up con le Three Lights? O peggio ancora qualcuno alla ricerca di Haruka?
Zoisite potè immediatamente dire che nello sguardo dell’altra leggeva una certa preoccupazione. Ovviamente dovuta al fatto che sapeva il suo nome. A scanso di equivoci decise di vuotare subito il sacco, aveva idea che quella ragazza al minimo sentore di pericolo sarebbe diventata sospettosa e poco restia a comunicare.
“ Sono il dottor Zoisite, psicologo “ si presentò “  Sto per occuparmi del caso di Tenou-san e sulla cartella clinica fornitami dal dottor Chiba è presente il suo nome, inerente ad alcune lezioni di recupero in acqua. “
A quelle parole la violinista si tranquillizzò notevolmente. Per poter constatare subito dopo che Haruka non le aveva neanche accennato ad uno psicologo, tra le tante altre cose che non le diceva.
“ Se non ti dispiace vorrei parlarti per un po’ “ disse Zoisite “ Sai, per sapere un po’ di più riguardo alla mia paziente “
“ Non penso potrò esserle di grande aiuto “ replicò calma lei “ Haruka non mi parla molto di sé “
“ Anche un qualcosa di piccolo può essere importante “ la tranquillizzò l’uomo che aveva già trovato nella mancanza di suffisso al nome della bionda qualcosa di interessante. “ Come vi siete conosciute? Mi pare di capire che non è stato qui il vostro primo incontro.  “
Prima di parlare Michiru guardò negli occhi l’uomo che le sorrise affabile.
“ Devo occuparmi di lei, lo so “ le disse, confermando il fatto di conoscere il sesso reale della pilota.
“ Quattro anni  fa, abbiamo frequentato il secondo anno delle medie insieme “ rispose Michiru “ Poi io mi trasferì all’estero e ci siamo riviste in clinica. “
“ Il motivo del suo espatrio? “ chiese Zoisite.
“ Affari personali che non hanno nulla a che vedere con Haruka “ sentenziò piuttosto dura la ragazza.
“ Perdonami, mi sono espresso male, volevo solo sapere se Tenou-san ha fatto qualcosa per rompere la vostra amicizia “ si giustificò lui “ Sulla cartella clinica c’è scritto che è una testa calda “ aggiunse. Mentiva. Haruka non centrava niente con la domanda precedente, voleva  invece saperne di più su di lei, su quella ragazza bellissima che da fuori sembrava il ritratto della tranquillità e compostezza,  quasi apatia, che però prima quando si era sentita in pericolo si stava ritirando mentre, con una domanda che l’aveva evidentemente toccata sul vivo,  aveva dimostrato un accenno di furia che l’uomo voleva decisamente far esplodere, doveva solo cercare il nervo giusto.
Intanto Michiru sembrava aver preso per buona la giustificazione di Zoisite ed era tornata alla calma di prima.
Un repentino cambio d’umore, constatò lo psicologo. Che la cosa fosse un insegnamento appreso per poter stare in società o vi è qualcos’altro sotto? Zoisite non l’aveva mai vista ma di certo non le era sconosciuto il nome Kaiou.  Quella ragazza doveva aver avuto sicuramente un’educazione rivolta al rapportarsi con gli altri molto rigida in virtù dei propri natali e dunque il medico non poteva ragionare come avrebbe fatto con una ragazza qualunque.
“  Il suo rapporto con Tenou-san comprendeva altre persone o facevate parte di un gruppo? “ chiese allora.
“  Eravamo solo noi due “ rispose la ragazza.
“  La causa di questo isolamento ? “ domandò lui.
“ Semplicemente entrambe non sentivamo il bisogno di un terza, o più persone “ affermò Michiru serafica.
“  Prima ti sei lamentata della mancanza di dialogo tra voi due “ ricordò lo psicologo adducendo alle parole dette poco prima “ Tu invece la rendevi partecipe della tua vita privata? “
“ Haruka non mi ha mai chiesto niente, né io l’ho mai resa partecipe di notizie eccessive su di me, ma se avesse voluto non mi sarei fatta alcun problema a dirle anche i miei fatti più personali “ rispose lei. “ Né gli avvenimenti più intimi “ aggiunse.
“  La considerava molto a quanto vedo “ disse Zoisite.  Aveva notato nelle ultime parole un’eccessiva risolutezza.  Sicuramente voleva rafforzare il concetto che il suo rapporto con Haruka era solido, forse a causa di una perdita di fiducia in proposito e volendo dunque trovarne conferma nelle proprie parole.  Tutto molto plausibile. Però che cos’erano quegli “ avvenimenti intimi “ che la ragazza avrebbe condiviso con l’altra? Era sicuro che Michiru non stava parlando per ipotesi, sarebbe stato controproducente al suo tentativo di auto-convincimento. Doveva indagare, e doveva farlo in fretta.
“ Tenou-san ha mai conosciuto i suoi genitori? “ le domandò.
“ No, mai “ rispose sbrigativa la violinista.
“ Loro sapevano che vi frequentavate? “ chiese “ Insomma, io sono consapevole del suo sesso ma ad un occhio ignorante è facilmente fraintendibile, immagino che si siano quanto meno incuriositi di sapere con chi passasse il tempo fuori dalla scuola “
Michiru impiegò qualche secondo prima di rispondere e la cosa non sfuggì a Zoisite.
“ Avevo semplicemente detto loro che avevo una nuova amica e si sono fidati “ rispose infine lei “ Del resto la mia scuola è esclusivamente femminile e sapere  che lei la frequentava  tolse loro ogni dubbio “
Quindi non ha mai dato occasione loro di incontrarsi eh? Lo psicologo fu in un certo senso rincuorato, almeno erano escluse tutte quelle banali e non interessanti situazioni legate ad un possibile coinvolgimento amoroso tra le due con conseguente scoperta da parte dei genitori.  Ma allora perché si era fermata a rispondergli? Mentre prima si era così affrettata a rispondere all’argomento genitori, forse per chiuderlo e passare ad altro? In quel momento l’uomo maledisse il fatto di aver così poche informazioni su di lei. La sua famiglia era in vista nel mondo dell’alta società non sarebbe stato difficile saperne di più su di loro, ma le informazioni gli servivano ora che aveva stabilito un contatto! Preso dalla smania di sapere Zoisite decise un azzardo che avrebbe potuto distruggergli la carriera. Non sapeva nulla di lei ma il fascicolo di Haruka era pieno di informazioni che probabilmente lei non era a conoscenza.
“ Ora le sembrerò un po’ invadente ma devi sapere che le persone  si avvicinano l’un l’altra in modo quasi esclusivo è perché sentono una certa affinità tra loro, principalmente per qualcosa inerente all’infanzia  “ esordì l’uomo “  Quella di Tenou-san  non è stata di certo facile, venire adottata dopo che i genitori sono morti. La tua invece? “
Anche questa volta Michiru non rispose subito ma per l’uomo fu facile comprendere come la cosa non fosse dovuta ad un qualche trauma ma al semplice apprendere una notizia così importante e personale sulla vita della pilota.
“ Dei miei parenti stretti solo mia nonna paterna è morta, quando avevo otto anni “ spiegò “ Ma non penso sia una cosa così traumatica, o almeno, è nella norma rimanere scossi dalla morte di un parente no?  “
“  Sicuramente “ convenne lui  “ Dunque hai sempre avuto una felice vita famigliare. “ lo psicologo rimarcò il sempre nonostante con la domanda di prima avesse fatto una domanda relativa unicamente all’infanzia. Se non era prima, il problema sarà necessariamente venuto dopo.  “  Visto che avevi una famiglia normalissima, come mai sei andata all’estero? “
“   Sono andata a Vienna per studiare in uno dei migliori conservatori d’Europa “ affermò lei, nuovamente in modo affrettato.  Zoisite era certo che stava ricordando e che voleva smettere, mentre lui invece voleva sapere.
Con un nuovo azzardo, questa volta di un tipo completamente differente, mise la propria mano sulla sua spalla, stringendola leggermente.
“ I tuoi genitori devono tenere molto a te “
Con celerità la violinista levo la mano dello psicologo da sé, in modo troppo violento tanto che, seppur lievi, rimasero dei graffi causati dalle sue unghie.
Cambio repentino d’umore  e reazioni violente improvvise, un allontanamento da casa. Zoisite gioì dentro di sé.  Avrebbe voluto sapere di più per essere più preciso e dare un’analisi definitiva, ma per questo c’era tempo. Si inumidì le labbra pronto ad annientare quella ragazza sotto il peso delle sue parole.
“ Chi in famiglia ha fatto degli abusi su di te?  “












Undicesimo capitolo!! Lo dedico al mio computer portatile ormai nel paradiso dei computer. Sono stati bellissimi questi anni con te <3 Da vero condottiero hai pure resistito fino a permettermi di trasferire la fic in un altro portatile prima di spegnerti per sempre. Addio <3 
Per quanto riguarda la storia, penso di aver fatto passi avanti per quanto riguarda la trama ( urrà!! ) anche se per la maggior parte del capitolo sono presenti le inner XD. A tal proposito ho fatto la prima rimpatriata ( se così si può dire ) tra tutte le guerriere, chissà se ne farò altre ( spero di no, sono troppe da gestire XD ). Alla prossima!! Ps: Mi sono accorta che è questo mese è un anno dal primo capitolo, auguri fic!!

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Capitolo 12
*** Poter uscire ***


Tic tac, tic tac, tic tac. Il pendolo dell'orologio ( vecchio regalo di suo padre ) scandivano il tempo e producevano l'unico rumore in una stanza che, sebbene la presenza dell'uomo sul tavolo intento ad usare il suo portatile, pareva vuota.
Il cigolio della porta creò un nuovo suono che andò ad unirsi a quello dell'orologio. Un rumore di passi, di scarpe che venivano tolte e pantofole infilate contribuì a creare una bizzarra sinfonia. L'uomo si mosse fino al soggiorno dove, con sua somma sorpresa, trovò il compagno incollato allo schermo del computer.
" Ancora lì? " domandò perplesso Kunzite vedendo che Zoisite non si era mosso da quando lui era uscito la mattina.
Senza ricevere alcuna risposto l'uomo si diresse in cucina per preparare qualcosa per sè ed il compagno che sicuramente non aveva ancora mangiato.
" Come mai sei tornato a quest'ora? " domandò il più giovane dopo una ventina di minuti, dando almeno segno di aver percepito la presenza dell'altro.
" Non c'era molto da fare al lavoro oggi " rispose lui senza distogliere l'attenzione dal wok dove stava saltando delle verdure " Per cui ho preferito rincasare prima piuttosto che starmene in ufficio a fare niente."
" Beh, se proprio non hai nulla da fare potresti aiutarmi no? " propose Zoisite chiudendo il computer.
L'altro uomo sorrise chiudendo il gas. Apparecchiò la tavola per due facendo segno al compagno di venire a mangiare.
L'appartamento dei due uomini era un ampio locale unico, il cui affitto veniva pagato per la maggior parte dal più grande. Kunzite aveva venticinque anni, alto, aitante e dai lunghi capelli albini. Lavorava per la Dark Kingdom, una delle più importanti holding del Paese. Era entrato nel ramo editoriale come redattore ed in breve tempo aveva scalato i vertici tanto che la presidentessa Beryl l'aveva voluto tra le sue fila, riconoscendone il valore. Inutile dire che il suo stipendio era notevolmente lievitato, per cui poteva permettersi di mantenere il compagno che era ancora alle prese con l'apprendistato da psicologo.
 " Mi puoi aiutare allora? " chiese nuovamente Zoisite. Il fatto che prima non si fosse negato gli dava buone speranze.
" In che modo? " domandò l'altro posando le bacchette " Ma soprattutto, cosa ci guadagno? "
" Mi pare di averti dato molto ieri sera " alluse il più giovane per niente intimorito dal tono dell'altro. Sapeva che, nonostante la loro relazione, la mentalità di Kunzite era basata sullo scambio di favori. Tu dammi qualcosa e avrai qualcos'altro da me. Gli piaceva quel suo modo di essere, non dava spazio a fraintendimenti o patemi inutili.
" Questo è sicuro " sorrise Kunzite " Qualcosa deve averti scosso per averti reso così " caloroso " ieri. Il favore ha qualcosa a che fare con quello? "
" Sì " confermò senza tanti giri di parole lo psicologo passandogli una stampa fatta al computer che ritraeva una ragazza " Michiru Kaiou, cosa sai trovarmi su di lei e la famiglia? "
"Kaiou eh? " mormorò il più grande guardando la foto " Una famiglia piuttosto in vista, in che guai mi vuoi far cacciare? E perchè proprio lei? "
Un sorriso beffardo si dipinse sul volto di Zoisite. Non potrà mai dimenticare la reazione che ebbe Michiru quando, sicuro di scioccarla, le aveva detto quella frase.
 
“ Chi in famiglia ha fatto degli abusi su di te?  “
 
Oh, scioccata lo divenne di sicuro, ma non come lui si era aspettato. Un chiudersi ermeticamente in se stessa, una reazione violenta come quella avuta prima quando l'aveva toccata no, Michiru all'udir quelle parole lo guardò con uno sguardo da gelare il sangue. I suoi occhi erano ghiaccio puro che fendevano la sua carne come i più coltelli più affilati. Lo avrebbe ucciso, sicuramente. Zoisite aveva dovuto alzarsi conscio di aver essere in pericolo e, con una scusa delle più banali, si era ritirato.
Aveva perso. Una ragazzina neanche maggiorenne lo aveva battuto. Dopo un primo momento di angoscia una notevole eccitazione era cominciata a salirgli. Quello sguardo, quella persona che l'aveva domato rendendolo una nullità, l'avrebbe distrutta. L'avrebbe scalfita pezzo per pezzo fino a che l'unica cosa che gli avrebbe rivolto sarebbe stata una supplica di farla finita, una preghiera di perdonarla per ciò che aveva fatto. L'avrebbe annientata o sarebbe perito nel farlo. Si eccitava al solo pensiero. Era la prima volta nella sua vita che provava del desiderio sessuale per una femmina, anche se era conscio che si trattasse di semplice desiderio di dominazione. O voglia di essere dominato. Sì, perchè nonostante gli rodesse ammetterlo, gli era piaciuto dal profondo dell'anima essere stato guardato in quella maniera. La sera, più volte si era concesso al suo compagno per placare il desiderio, mentre l'immagine di lei rimaneva costane nella sua mente.
 
" E' una ragazza molto interessante " disse semplicemente Zoisite.
" Questo sicuramente, basterebbe il minimo scandalo che col cognome che porta venderemmo milioni di copie delle nostre riviste, scandalistiche e non " gli concesse Kunzite.
" Che ne dici se ti dessi qualche dritta per far nascere questo scandalo? " propose lo psicologo sapendo che quella era una proposta più che allettante per l'altro. " In cambio voglio solo ogni informazione possibile su lei e la sua famiglia, anche quelle che sicuramente i Kaiou vi impediranno di pubblicare a suon di minacce. "
" Metterei a rischio la mia carriera se ti facessi sfuggire qualche informazione riservata " gli fece notare Kunzite.
" Lo stesso vale per me visto che per darti l'informazione devo contravvenire al segreto professionale " replicò il più giovane.
" Dimmi " disse l'altro accettando tacitamente l'accordo.
" Tenou Haruka " esordì lo psicologo " Al momento non ne so ancora molto ma pare essersi innamorato della giovane Kaiou, forse ricambiato, e la cosa sembrerebbe andare avanti da anni " decise di non sbugiardare il vero sesso della pilota primo perchè troppe informazioni avrebbero potuto comprometterlo, erano pochi a sapere il suo sesso reale e lui uno dei più sospettabili, in secondo luogo, il suo sesso aggiungeva del pepe alla vicenda ma non era fondamentale.
" Non mi sembra una grande bomba " affermò Kunzite picchiettando con le dita sul tavolo " Una cotta tra adolescenti, sarebbero una bella coppia da copertina lo ammetto ma niente di che. E' vero che ultimamente la ragazza ha subito un aumento di attenzioni a causa del suo paventato concerto insieme al gruppo idol del momento, ma niente di così esaltante e niente per cui rischiare di inimicarsi i Kaiou. Lui poi era molto seguito dalla stampa e dal pubblico ma prima del suo incidente. E' sparito da un bel pò ormai e di conseguenza l'attenzione è scemata. Ed infine, non si creano articoli con supposizioni.  "
Zoisite sorrise incrociando le braccia e accavallando le gambe " Effettivamente non sono stato molto chiaro, perdonami. " disse, non era da lui andare di fretta. " Come sai da un pò ho cominciato a lavorare come psicologo part-time nella clinica Mugen per ottenere i crediti necessari al conseguimento della laurea. Beh, ti ricordi che ti avevo detto di aver incontrato lì quel mio compagno di università, Mamoru Chiba? Anche lui sta lavorando lì e grazie a lui sono venuto a conoscenza del fatto che attualmente Haruka Tenou è un loro degente. "
" Una clinica riabilitativa eh? L'incidente deve essere stato duro. " constatò l'altro interessandosi alla vicenda. Tenou non era certo famosissimo e la sua notorietà era calata ma un bell'articolo strappalacrime sul suo recupero non sarebbe stato male, soprattutto per le ragazzine che amano quel genere di storie e sempre loro sono le prime ammiratrici del pilota biondo. Però Kunzite era certo che ci fosse dell'altro sotto, e non una semplice bottarella, il compagno doveva avere un bello scoop per volergli paventare uno scambio di favori.
" Ha perso una gamba " sentenziò Zoisite " Ha quasi concluso il percorso riabilitativo e serve un parere psicologico per farlo tornare a casa, ed è qui che arriva il bello. Chiba mi ha fornito delle informazioni riservate per potermi fare un'idea sul soggetto ed è lì che ho incontrato il nome di Michiru Kaiou, la ragazza si occupa di assisterlo in alcune lezioni di recupero in acqua. Nel pomeriggio sono riuscito a parlarle. I due sono stati insieme, come semplici amici, per un anno prima che lei partisse per l'Europa e lui poi esordisse tra i piloti junior. La cosa però mi puzza e oggi nel colloquio con Tenou-san cercherò di reperire informazioni sulla vera natura del loro rapporto anche se, per intuito personale, e tu sai bene che non mi sbaglio mai, posso affermare per sicuro che c'è del tenero tra quei due. "
Il più grande stette per qualche minuto in silenzio cercando di ricapitolare le informazioni ricevute.
" Effettivamente messa così è molto diversa la cosa " disse infine.
" Il giovane astro nascente dei motori giapponesi, costretto ad un drammatico stop a causa di un incidente in cui ne è uscito menomato è pronto a tornare grazie all'aiuto e l'amore della sua fidanzata che incurante del fatto che ora gli manchi un arto l'ha sempre sostenuto. Contemporaneamente lei, dopo essere tornata dall'Europa ed aver speso tempo per il recupero dell'amato è in procinto di far decollare la propria carriera. " romanzò Zoisite.
" Una storiella romantica al punto giusto per fomentare le ragazzine e che al contempo pare un lancio programmato per le rispettive carriere in grado di far nascere voci contro. " rise Kunzite. “ Inoltre a breve ci saranno i balli di ingresso in società, la figlia dei Kaiou sebbene non ufficialmente visto che è fuori età debutterà anche lei ed uno scossone nella sua vita privata potrebbe aprire a prospettive interessanti- “
" Fa loro delle foto facilmente equivocabili e trova un giornalista esperto che ricami la cosa ed eccoti un articolo che farà vendere copie su copie e, dulcis in fundo, ho idea che la loro storia sarà abbastanza lunga per scriverci sopra per un bel pò " suggerì lo psicologo.
" Prima di sguinzagliare il gatto ed il topo però voglio più certezze " affermò Kunzite alzandosi da tavola " Oggi hai la seduta con il ragazzo giusto? Vedi di confermare la tua teoria dell'innamoramento, per il resto ci penserò io. Il gossip rosa non deve essere accurato al cento per cento, ma almeno evitiamo di mettere insieme due che magari neanche si sopportano "
" Aspettati una mia chiamata entro il pomeriggio " disse Zoisite alzandosi a sua volta. Doveva prepararsi, a breve avrebbe avuto un incontro importante.
 
" Ferma "
Al suono di quell'imperativo  Michiru depose l'archetto del suo violino interrompendo la musica. Sapeva il motivo dietro a quell'ordine. Aveva sbagliato, e più di una volta. Era dura per lei ammetterlo, figuriamoci accettarlo, ma non era dell'umore giusto per suonare. Era ancora troppo nitido il ricordo del giorno precedente, di ciò che si erano dette lei e Haruka.
" Oggi andiamo spedite eh? " commentò sarcasticamente il maestro Kanzai versandosi un bicchiere d'acqua. Fece segno all'allieva se ne voleva anch'essa ma lei rifiutò.
" Deve esserle capitato qualcosa di notevole per averla scossa al punto da non riuscire a seguire perfettamente il tempo " constatò l'uomo una volta dissetatosi.
" Mi rincresce enormemente " si scusò mesta la giovane.
" Ma no, ma no, sono contento invece. " disse Kanzai che fino a quel momento, nonostante gli errori, non aveva aperto bocca " Lei dipingeva vero? " chiese poi, sorprendendo Michiru.
" Sì, quando ero piccola " rispose lei " Poi ho smesso per concentrarmi sulla musica relegando alla pittura una parte misera del mio tempo, negli ultimi anni poi l'ho completamente abbandonata.  "
" Lo immaginavo. " sussurrò l'uomo. In realtà, grazie alle sue conoscenze altolocate, era riuscito a reperire parecchie informazioni sulla sua giovane allieva. Un suo vecchio amico, Sakuragi, deteneva una nota galleria d'arte e gli raccontò di come, durante una banale mostra dei lavori dei figli delle famiglie più in vista, il quadro della figlia dei Kaiou suscitò più di un commento ammirato, persino da chi dell'arte aveva fatto un lavoro. Ammise inoltre che a fine serata volle comprare il dipinto della bambina. Certo, non avrebbe di certo potuto esibirlo con gli altri quadri della sua galleria, ma quel lavoro era ora appeso nel suo ufficio, e lì Kanzaki potè ammirarlo.
" Le dirò Kaiou, ho avuto modo di vedere uno dei suoi quadri grazie ad un mio amico e devo dire che sono stupefatto, secondo me dovrebbe seriamente pensare ad una carriera in parallelo come pittrice. "
" Non mi sono mai impegnata, nè ho mai studiato seriamente la pittura, è stato ed è solo un hobby. " affermò Michiru. I suoi genitori non le avevano mai prospettato la carriera di pittrice e lei non l’aveva ricercata, le piaceva avere una dote che non veniva mercificata ma rimaneva solo a suo uso e consumo
" E si vede " dichiarò lui facendola irritare leggermente. L'uomo però corse presto ai ripari iniziando a spiegare " Il quadro che ho visto era sentimentale. Non era certo la tecnica, seppur buona, a spiccare, ma ciò che il pittore aveva infuso all'interno del dipinto "
L'animo della ragazza parve quietarsi. Kanzai trattenne una risata e dentro di sè riscontrò come, se punta nell'orgoglio, Michiru riuscisse a mostrare facilmente le proprie emozioni, rabbia più che altro, che fosse un retaggio della sua discendenza irlandese? Del resto sono famosi per essere delle teste calde.
" Tutto questo cosa centra con il fatto che oggi io non ci stia con la testa? " domandò lei non riuscendo a cogliere il perchè di quella inutile divagazione.
" Centra centra mia cara " affermò lui prendendosi una libertà di lessico che sorprese l'interlocutrice " Sebbene tu abbia sbagliato, cosa che io non ritengo vero in parte, hai dimostrato personalità. Ora devi soltanto imparare ad unire il tuo stato d'animo con la musica. La tecnica ormai la conosci a memoria, è giunto il momento di piegarla al tuo volere. "
Michiru non parlò. La prima volta che il maestro le aveva parlato in quel modo, pensò che fosse fuori di testa. Poi però fu il turno della donna della Galaxia record che la criticò per l'impersonalità della sua musica. Potevano essere entrambi nel torto certo, ma non era forse Kanzai il maestro più famoso e ricercato dell'intero Giappone? E quella manager, se ricopriva quel ruolo in un'azienda importante come la Galaxia record di certo non era incompetente. Entrambi poi non si fecero alcun problema a farle delle critiche nonostante il cognome che portava, segno che credevano fermamente in ciò che le avevano detto e che non si sentivano intimiditi da possibili ripercussioni.
Da quanto tempo poi aveva smesso di provare piacere quando suonava? Pareva interminabile. Da che ne aveva memore, poco dopo aver manifestato la passione e l'abilità per la musica i suoi genitori le misero addosso svariati maestri che, come detto da Kanzai tempo prima, non fecero altro che renderla una macchina perfetta per poter esibire al pubblico il piccolo prodigio. Con la pittura invece, era stato tutto più facile e più bello, nessuna costrizione, poteva esprimersi come voleva. Questo almeno fino a quando, spaventata dalle sue stesse emozioni, smise di farlo. Erano passati quattro anni dall'ultima volta che prese un pennello in mano.
" E non voglio di certo che la stessa cosa accada con la musica " pensò la ragazza. Aveva impiegato troppo tempo per ricostruire la propria mente, non avrebbe rischiato di vanificare i propri sforzi, non ora. Il fatto di poter suonare meccanicamente e senza impegno o emozione era stata una manna dal cielo, un premio per tutti gli anni spesi a rendere la sua tecnica perfetta.
Adesso però il suo fragile equilibrio si era rotto e lei doveva ricostruirlo. Il primo problema era da ricercarsi nella causa dello stesso. Le parole dello psicologo? No, per quanto l'avessero colpita, non era stato lui la causa scatenante quanto piuttosto una spiacevole aggiunta. Il tutto era nato da Haruka e ciò che si erano dette in piscina. Dopo l'imbarazzo era sopraggiunto un senso di vuoto che ancora l'attanagliava. Doveva sistemare le cose.
 
 
Con un sorrisetto divertito ( che non sfuggì alla paziente ) Zoisite si preparò per la seduta. Aveva già abbastanza informazioni, la scelta era unicamente tra il gettare la bomba subito o divertirsi nel dare l'impressione ad Haruka di aver la situazione sotto controllo per poi sconvolgerla. Visto che la prima possibilità era utilizzata con le persone che gli causavano un misero interesse era facile immaginare quale strada avrebbe intrapreso l'uomo.
Erano ormai chiusi in quella stanza da cinque minuti e non una sola parola era stata detta salvo le presentazioni di circostanza. Zoisite aspettava che fosse Haruka a fare la prima mossa. Lei era una pilota, un'ex velocista, a suo parere un animo da guerriera. Era certo che non se ne sarebbe stata zitta per un'ora. Con questa consapevolezza il medico sfogliava svogliatamente il fascicolo datogli da Mamoru. In attesa.
Dall'altra parte Haruka scrutava. Di certo non si aspettava di trovarsi di fronte un uomo del genere. Pensava ad un anonimo ometto di mezza età con due fondi di bottiglia davanti agli occhi ed un atteggiamento impossibile. Invece si trovava un effeminato ( di una tipologia diversa da quella di Fish-eye, difatti lo psicologo benchè di lineamenti delicati e fraintendibili non celava il suo essere maschio ) di bell'aspetto ( per quanto per ovvi motivi questo punto non la toccasse minimamente ) con un atteggiamento impossibile.
" Allora, ti pagano per guardare i tuoi pazienti? " gli domandò sprezzante mentre un ampio sorriso apparve sul volto dell'uomo nel sentir le sue prime parole.
" Per ascoltarli " la corresse accavallando le gambe in una maniera troppo femminile " Ma per farlo ho bisogno che parlino. "
" Beh, non ho nulla di interessante da dirti, è stata Setsuna ad obbligarmi a venire qui " affermò la bionda incrociando le braccia al petto.
" Setsuna-san eh..." ripetè Zoisite andando a riprendere una pagina del fascicolo. Operazione inutile visto che aveva precedentemente parlato con la donna, ma questo Haruka non poteva saperlo e lui non aveva intenzione di farglielo capire. Non avrebbe fatto altro che renderla ancora meno collaborativa  " La tua sorella adottiva. Vedo che sei molto legata a lei per aver accettato di parlare con me . " decise di evitare i formalismi per parlarle. Lei non l'aveva fatto con lui e, per parlare con una persona come Haruka, era meglio assecondarne il tono per evitare di innervosirla.
" E' una rompiscatole e se non venivo mi avrebbe rotto l'anima all'infinito " disse Haruka " Oltre al fatto che se voglio uscire di qui devo avere la tua approvazione "
" Io penso invece che tu sia consapevole dei sacrifici che sta facendo per  te e che tu non la voglia disturbare più del dovuto "
" Sciocchezze " bofonchiò la bionda allontanando per la prima volta lo sguardo dal volto dell'uomo.
" Sarà... " sussurrò lui " In ogni caso finchè non avrai la mia approvazione non ti puoi muovere dalla clinica giusto? Dunque direi che per te è meglio collaborare "
Haruka diede un grugnito d'assenso.
" Bene " disse sorridente l'uomo " Che mi sai dire di Michiru Kaiou e del rapporto che hai con lei? "
" Cosa diavolo centra Michiru con me?! " strillò la pilota. Oltre alla veemenza, lo psicologo non si fece sfuggire la mancanza di suffisso, cosa fatta anche dall'altra ragazza.
" Mi è stato riferito che hai evidenti sbalzi d'umore in sua presenza " mentì l'uomo conscio però di aver detto qualcosa di credibile " Devo accertarmi le motivazioni dietro a questo comportamento e se questo è deleterio, una persona con un trauma come il tuo ed un periodo di recupero da seguire ha bisogno di avere la mente stabile. C'è da dire poi che nascondere il tuo sesso di per sè è già una grande fonte di stress, devo sapere a quali pericoli emotivi puoi incorrere con quella ragazza  "
" Tokyo è grande, probabilmente non la incontrerò più al di fuori della clinica " sentenziò Haruka " E se mi creerà problemi potrò sempre lamentarmi con il mio medico e levarla dalle lezioni di recupero "
" Vedo una certa reticenza a parlare di lei " constatò Zoisite scrivendolo sul suo taccuino " Dovrò tenerne conto "
" Siamo state compagne di scuola per un anno, in seconda media, tutto qui " disse la pilota.
" So per certo che il rapporto con lei non si limita solo a questo quindi direi di evitare di minimizzare le cose ed andare dritta al punto " chiarì lui per evitarle ogni possibile scappatoia.
" Setsuna ha proprio la lingua lunga " sussurrò a denti stretti Haruka. Non poteva sapere che quella consapevolezza nelle parole dell'uomo non derivava da un ipotetico dialogo con la sorellastra ma dal breve incontro che lo psicologo aveva avuto con Michiru. Zoisite era pronto ad usare tutte le sue possibilità per ottenere ciò che voleva, anche correre dei rischi.
" L'amore è quanto di più destabilizzante per una ragazza " affermò con fare amichevole e comprensivo " Anche per una che si finge uomo, anche per una che lo nega. "
" Non lo nego, è solo che non fa per me " dichiarò lei sembrando decisamente più fragile agli occhi dell'uomo. Trovava interessante quella discrepanza tra le due ragazze, Haruka che si faceva passare per un uomo aveva dei modi spesso rudi ed un'apparenza che seppur indiscutibilmente affascinante  metteva in soggezione,  aveva un'anima decisamente femminile la cui sfrontatezza nascondeva un carattere insicuro e fragile. Michiru dall'altra parte, elegante e aggraziata, dai modi pareva un'antica geisha giapponese remissiva ed accomodante che però poteva prendere il sopravvento con un solo sguardo e, Zoisite ne era sicuro, covava dentro di sè una determinazione quasi stoica.
" L'amore non fa per te o lei ? " domandò lo psicologo.
" C'è una qualche differenza? " chiese la paziente.
" Questo sarò io a giudicarlo " sentenziò l'uomo.
 
 
Quel giorno alla scuola media-superiore Taizai si sarebbero tenute le semifinali delle regionali scolastiche di nuoto. Da quando frequentava Michiru, Haruka assisteva ad ogni sua gara se gli impegni con la squadra di atletica leggera lo permettevano e lo stesso valeva per l'altra ragazza. Questo cambiamento nelle abitudini della bionda non era di certo passato inosservato a Setsuna che con un sorrisetto sornione la guardava dal sedile posteriore dell'auto. La ragazza frequentava un dopo-scuola aperto anche nel fine settimana, gli esami di ammissione per le università erano vicini e lei aveva puntato niente poco di meno che la Todai, la più prestigiosa università del Giappone.
" Ti piace così tanto guardarmi? " sbuffò la più giovane che a sua volta la osservava nel riflesso dello specchietto della macchina.
" Stavo solo pensando che è inusuale per te rinunciare a guardare una gara del motomondiale per andare a vedere quella di un'amica. Anzi, ad essere onesta è già un evento che tu abbia un'amica " rispose Setsuna.
" La gara la sta registrando papà dunque non c'è nessun problema " ribattè Haruka " E per il resto forse non lo sai ma a differenza tua sono molto popolare "
" Su questo non c'è dubbio " esclamò la più grande avvicinando il capo al sedile del passeggero " Ma c'è una bella differenza tra le tue tante ammiratrici di cui non ti importa nulla e questa ragazza che è in grado di farti rinunciare ad uno dei tuoi passatempi preferiti. "
" C'è solo una cosa che può modificare il comportamento di una ragazza " s'intromise Latika che fino a quel momento era rimasta in silenzio concentrata sulla guida.
" L'amore " esclamarono all'unisono madre e figlia.
" Finitela voi due " intimò loro Haruka girandosi, per quanto possibile dalla cintura di sicurezza, verso il finestrino. Non era in grado di dire quando i suoi famigliari si fossero resi conto della sua omosessualità, di certo, fu per lei un bel fastidio in meno non dover spiegare come e perchè non provasse alcun interesse per i ragazzi. In cuor suo però teneva un cruccio. Nonostante i coniugi Meiou l'avessero sempre considerata una di famiglia, non mostrando la benchè minima differenza di trattamento rispetto alla loro figlia naturale, Haruka si era ritrovata a pensare che forse questo loro accettare il suo essere omosessuale fosse stato facilitato dal fatto che comunque lei non era Setsuna.
Latika lasciò la figlia minore davanti alla scuola mentre con Setsuna si sarebbe diretta verso il dopo-scuola, raccomandando ad Haruka di non fare troppo tardi visto che le giornate cominciavano ad accorciarsi e nonostante non fosse il fulgido esempio dell'archetipo, non era comunque prudente per una ragazza uscire con il buio.
Un leggero vento scompigliò i capelli della bionda e questa si strinse nel suo cappotto. Presto l'inverno sarebbe arrivato e se ne cominciava già a sentire la presenza imminente. Poco dopo aver varcato al soglia della scuola Haruka si guardò intorno alla ricerca della palestra. Quando le gare si tenevano nell'istituto di Michiru la seguiva fin negli spogliatoi visto che le ragazze della squadra conoscevano il suo sesso e non urlavano isteriche quando la trovavano fuori dallo spogliatoio, anzi. Durante le trasferte però, per evitare le solite spiegazioni su come lei non fosse un maschio, preferiva andare direttamente sugli spalti. Mentre avanzava, vide due ragazzi correre verso il retro dell'edificio principale. Vista la loro età , con conseguente crisi ormonale, ed il fatto che di lì a poco si sarebbe tenuta una gara con belle ragazze in costume, non fu difficile per lei immaginare che quei due si stessero precipitando nella palestra, ragion per cui decise di seguirli. Quel che trovò dietro quel muro non fu però quel che si aspettava. Vi era un capannone malmesso, probabilmente utilizzato per contenere gli attrezzi di chi si occupava della manutenzione del giardino, e davanti ad esso quattro ragazzi seduti intorno ad un computer portatile, due dei quali erano quelli visti poco prima da lei. Appurato di essersi sbagliata stava per ritornare sui suoi passi quando le parole di quelli attirarono la sua attenzione.
" Allora, l'hai sistemata? " chiese il ragazzo posizionato davanti allo schermo, due grossi fondi di bottiglia a fargli da occhiali.
" Certo, terzo angolo in alto, piena visuale degli armadietti della squadra ospite " rispose  uno dei due ragazzi che Haruka aveva visto correre come se non ci fosse un domani.
" Perfetto!! " esclamò il quattrocchi che iniziò ad armeggiare con la tastiera. " Oh, a quanto pare le ragazze sono già dentro "
A queste parole gli altri tre si strinsero attorno allo schermo in trepida attesa mentre al contempo la bionda si avvicinò andando dietro le loro spalle, tanto quelli erano così assorti che avrebbe potuto camminare coi piedi di piombo e comunque non l'avrebbero sentita.
" Ehi Takagi,fai una zoomata su Kaiou " disse ad un certo punto uno di loro.
Al sentir nominare Michiru immediatamente il sangue ribollì nella testa di Haruka.
" Già, quella ne vale dieci di ragazze, guarda che tette " affermò un altro.
" Dai che si spoglia... "
Un coro fatto di ovazioni si udì in quel piccolo ritrovo, interrotto dal rumore di un pugno preso in pieno volto da uno dei ragazzi da parte di Haruka. Dopo un attimo di spaesamento il gruppo inveì contro di lei, forte del proprio numero.
La bionda però non era minimamente intimidita da loro anzi, non perse neanche tempo ad urlar loro contro preferendo alzare subito le mani. Nonostante fossero una contro tre ( l'occhialuto rinunciò subito a combattere ) Haruka riuscì abilmente a metterli al tappeto, pur subendo qualche cazzotto di troppo. Visti i suoi amici a terra l'unico sopravvissuto guardando il volto irato della ragazza preferì abbandonare il suo computer e dileguarsi. Questo fu immediatamente recuperato da Haruka che come una furia corse fuori dalla scuola per dirigersi verso la prima fermata dell'autobus nelle vicinanze.
 
Yosuke Meiou era intento a preparare il suo cerimoniale pre-gara. Birra ghiacciata, panino gigante, patatine e, vista l'assenza delle donne di casa, dopo esseri fatto la doccia era coperto solo da un accappatoio. Era nel bel mezzo della complessa opera di riempimento del panino quando sentì distintamente la porta di casa aprirsi per poi richiudersi con un tonfo. Subito dopo un rumore di passi veloci che si conclusero nella stanza di Haruka.
" La gara della tua amica è già finita? " domandò dalla cucina " La corsa non è ancora iniziata, vuoi venire a vedere? " Non sentendo nessuna risposta l'uomo alzò leggermente le spalle per poi ritornare alle sue faccende. Negli ultimi tempi Haruka stava diventando decisamente femminile. Aveva già subito i problemi dell'adolescenza con la prima figlia e, se l'esperienza insegna, meno ficcava il naso nelle faccende di una ragazza in crisi e meglio era.
Chiusa nella propria camera Haruka cercò freneticamente l'adattatore del proprio computer. Con uno scatto felino tornò sul proprio letto dove aveva lasciato il computer preso a quei ragazzi. L'adattatore combaciava. Ora, con il pieno di corrente ed il computer in funzione, la ragazza si apprestò a cercare il video incriminato. Voleva sapere cosa quelli avessero visto di Michiru. La sua Michiru. Una profonda gelosia si era impossessata del suo corpo tanto che le dita tremavano sulla tastiera rendendole difficoltosa la ricerca.
Finalmente riuscì a trovarlo. Non senza trepidazione Haruka fece partire il video che mostrò ai suoi occhi l'immagine dello spogliatoio femminile della Taizai, gremito di ragazze. Non fu difficile trovare Michiru. Lei spiccava su tutte. Mentre parlava con le compagne si sbottonava la camicetta bianca per poi levarsela ed adagiarla aggraziatamente dentro all'armadietto mostrando allo schermo il suo torso coperto solo dal reggiseno. Da qui l'immagine zoomò su di lei ed Haruka potè ricordare che fu in quel momento che attaccò i ragazzi. Dunque era certa che, sebbene la videocamera avesse continuato a registrare, quelli non avevano potuto vedere. Dunque avrebbe potuto benissimo chiudere il video, ma non lo fece. Le immagini mostrarono Michiru levarsi anche la gonna rimanendo solamente in biancheria intima. Mentre era intenta a parlare la ragazza si slacciò il gancio del reggiseno le cui spalline ricaddero sulle braccia, le coppe ancora sostenute da un seno piuttosto sviluppato per la sua età. Infine, fu il turno della biancheria di abbandonare il corpo della quattordicenne, non prima che la ragazza prendesse il costume dalla propria sacca. Come prima, il sangue di Haruka le ribolliva nelle vene e poteva dire che la temperatura corporea le si fosse alzata di almeno un grado, ma non di certo per colpa di quei ragazzi. L'unica " colpevole " era Michiru.
Quando Setsuna e Latika tornarono a casa trovarono un inusuale silenzio salvo il rumore della televisione. Nel soggiorno, Yosuke era intento a guardare i commenti post-gara e a mala pena si era accorto dell'arrivo di moglie e figlia.
" Haruka non è ancora tornata? " chiese la donna guardando l'orologio da polso. La bionda le aveva assicurato che finita la gara della sua amica sarebbe tornata dritta a casa. Per quell'ora avrebbe dovuto essere insieme al padre a discutere sulla corsa appena conclusa.
" E' tornata qui prima del previsto " rispose Yosuke abbassando appena il volume della televisione" Si è chiusa in camera e non è mai uscita, neanche per guardare insieme la partita "
Latika guardò negli occhi la figlia che comprese al volo. Si diresse nella propria camera per lasciare la cartella per poi andare a bussare alla porta della stanza della sorella.
Quando sentì bussare, Haruka era appena uscita dal bagno attiguo alla propria camera. In accappatoio, aprì, facendo entrare nella stanza Setsuna.
" Haruka... " la più grande con faccia sconfortata le fece segno di tornare in bagno. La bionda detestava asciugarsi i capelli e se la cosa era tollerabile d'estate di certo non era la stessa cosa nel periodo invernale.
Haruka obbedì, non aveva proprio voglia di stare a discutere si sedette ed attese che l’altra la seguisse. Setsuna l'aiutò,cercando di velocizzare quel procedimento che la sorella tanto detestava, nonostante i suoi capelli, corti e fini, impiegassero pochissimo per asciugarsi, decisamente meno del tempo che ogni volta perdevano lei e sua madre per convincerla ad utilizzare quel cavolo di asciugacapelli.
" Sai perchè sono qui? " chiese la più grande una volta spento il phon ed averlo inserito nel suo scompartimento.
" Per gongolare del fatto che sei la prima anche nella classe del dopo-scuola? " scherzò Haruka alzandosi, superando in altezza la sorella. Nonostante fosse più piccola di tre anni, l'aveva presto raggiunta ed in sesta elementare era diventata ufficialmente più alta di lei, cosa che, benchè non lo avrebbe mai ammesso, dispiacque un pò alla più grande che desiderava che Haruka rimanesse la sorellina piccola ancora per qualche anno.
" Non sono un'egocentrica come te " ribattè Setsuna seguendola nella camera. " Ha detto papà che sei tornata subito, cosa ne è stato della gara della tua amica?  "
" Niente di che, non mi andava più di vederla " rispose Haruka mentre prendeva dal proprio comodino il cellulare. Numerose chiamate perse, tutte dello stesso numero, il suo. Il giorno dopo almeno con lei avrebbe dovuto trovare una scusa convincente.
" Haruka, non prendermi in giro " la pregò la sorella sedendosi sul letto. Sapeva che qualcosa l'aveva sconvolta per obbligarla a cambiare così repentinamente programma, e l'unica cosa, o meglio, persona che le veniva in mente era quella ragazzina, Michiru Kaiou. Dopo che Haruka aveva accettato lei ed i propri genitori come nuova famiglia nessun altro era riuscito ad entrare in confidenza con lei. Forse la causa era da ricercarsi ancora nei traumi dovuti all'incidente, forse invece era semplicemente una persona schiva e solitaria di natura, come del resto lo erano loro e dunque questo fatto non li impensierì mai più di tanto. Tutto però era cambiato quando la bionda incontrò lei. All'improvviso faceva tardi a rientrare perchè andavano insieme in città, rinunciava al fine settimana per guardare le sue gare lei, che aveva sempre detestato i cellulari per timore di essere controllata costantemente si era ritrovata a non mollarlo quasi mai, scrivendo chissà quali messaggi e restando in attesa di una risposta che non si faceva mai tardare.
" So quanto è importante lei per te e... "
" No che non lo sai!! " l'aggredì Haruka. Nessuno lo sapeva, nessuno doveva saperlo, neanche Michiru, soprattutto Michiru. Lei era entrata di prepotenza nella sua vita contro la sua volontà , ed ora lei si ritrovava a lottare per evitare di perderla o, se non altro, evitare di farsi odiare da Michiru. Perchè Haruka era sicura che se mai avesse scoperto cosa provava per lei, cosa aveva fatto spinta dai suoi beceri e bassi istinti, si sarebbe sentita disgustata.
" Avrei tanto voluto nascere normale "  sussurrò a denti stretti la bionda in modo tale da spaccare letteralmente il cuore di Setsuna che, per la prima volta in vita sua, si ritrovò senza parole.
 
" I mesi successivi cercai di comportarmi con Michiru come se nulla fosse accaduto e, salvo qualche caduta, posso dire di aver retto " sentenziò la pilota " Alla fine dell'anno scolastico lei se ne andò in Europa, non ci vedemmo più ma posso dire di non aver infangato il nostro rapporto. "
" Devo dire che sono colpito " ammise Zoisite sincero " Non pensavo mi avvenimenti così personali nel dettaglio, ero pronto a lottare un pò di più "
" Ciò che provavo per Michiru appartiene al passato " sentenziò la bionda, omettendo però di dire che la figura della violinista era ancora l'assoluta protagonista dei suoi sogni, soprattutto poi dopo averla reincontrata. Ma del resto, la cosa non era importante, Michiru era una bella ragazza e non bisognava per forza considerarla l'amore della vita per fare certi sogni su di lei.
" Se raccontare di lei mi farà uscire di qui... " continuò " Tanto vale parlare. "
" Bene, direi che abbiamo finito " dichiarò lo psicologo allungandosi dalla sedia per prendere un plico di fogli posti su un tavolino.
" Di già? " domandò Haruka visibilmente sorpresa.
" Sei una persona che non ama aprirsi agli altri e ciò che mi hai detto è piuttosto personale " chiarì l'uomo " Ciò sta ad indicare una ferma risolutezza nell'uscire dalla clinica e visto ciò dubito che tu sia così debole da andare in crisi per una ragazza, per quanto importante per te. Non ho bisogno d'altro. Anche se non sembra non sono un chiacchierone ficcanaso e quando ritengo che un paziente abbia uno stato mentale soddisfacente non mi metto a spulciare nella sua vita privata "
" Uao, perfetto allora " esclamò Haruka alzandosi dalla sedia. Forse lo aveva giudicato male, al momento, era diventato il suo medico preferito, chiaro, conciso e che soprattutto se ne fotte della sua vita privata. " Quando potrò uscire di qui? "
" Non posso dirti i tempi burocratici della clinica " rispose lui alzandosi a sua volta " Oggi stesso compilerò il modulo di rilascio a cui dovrò allegare una spiegazione argomentata del perchè della mia scelta. Penso di riuscire a consegnare il tutto entro la fine dell'orario lavorativo se non ci sono altri casi credo che la clinica ti permetterà di uscire già domani pomeriggio "
" Bene " dopo averlo salutato, Haruka uscì dalla stanza decisamente più sollevata di quando vi entrò in precedenza. Tutto stava andando secondo i piani, e lo stesso pensava l'uomo. Quando la ragazza fu fuori, prese dalla tasca della propria giacca un cellulare con cui si premurò di avvertire Kunzite delle novità.
 
Haruka uscìra oggi pomeriggio dalla clinica.
Questo breve e conciso messaggio era arrivato pochi minuti prima sul cellulare di Michiru che ora si stava dirigendo alla clinica nella Mercedes guidata dall'autista di famiglia. Era stata una pena per lei non uscire immediatamente dalla classe in cui si trovava nel momento in cui aveva ricevuto il messaggio, appena suonata la campanella di fine lezioni si era fiondata nel cortile e, cellulare alla mano, aveva chiamato l’autista.  Fortunatamente aveva buona memoria ed era in grado di ricordarsi la strada da indicare all'uomo che, come istruito, non fece domande sul luogo in cui la giovane padrona voleva essere portata.
 La violinista non poteva sapere chi le avesse inviato quel messaggio ma aveva un'idea di chi poteva essere stato. Setsuna Meiou quella misteriosa quanto irritante donna che gravitava intorno alla pilota. Forse l'aveva fatto per ridere di lei? Di come Haruka ormai l'ignorasse? Logorata da questi pensieri la ragazza arrivò vicino alla clinica. Diede l'ordine all'autista di fermarsi poco prima di entrare nel perimetro, era meglio non farsi vedere eccessivamente visto che tecnicamente lei non doveva neanche trovarsi lì  in quanto quel giorno non c'era lezione. Cercando di mantenere un profilo basso entrò nell'edificio dirigendosi quasi meccanicamente verso il reparto dove era collocata la camera di Haruka. Lì, nel corridoio adiacente alla stanza, reincontrò Demand, intento a chiacchierare con una donna dai capelli verdi e dai vestiti piuttosto succinti, che pendeva dalle sue labbra. Anche l'uomo parve accorgersi di lei tanto che abbandonò l'interlocutrice per venirle incontro.
" Che piacere rivederla Miss Kaiou " le sorrise lui con fare ammaliante appoggiandosi appena al muro " Quale evento l'ha portata qui?  Forse ha ripensato alla mia proposta di darle consigli? "
" Stavo andando nella camera di una mia amica " le rispose fredda la ragazza per niente intenzionata ad intrattenersi con l'uomo e sperò che le sue parole fossero  chiarificatrici del fatto che non voleva perdere tempo con lui.
Un forte rumore, e seguente imprecazione all'interno della stanza posta poco più in là di Demand, salvarono Michiru da una conversazione che non voleva assolutamente sostenere. La violinista si precipitò all'interno trovando Haruka che inveiva contro Setsuna.
" Potresti essere più delicata? " strillava la bionda mentre si accertava che il suo portatile non avesse nessun graffio.
" Se prima del mio arrivo avessi messo già le cose in valigia come ti avevo raccomandato... " esordì la donna raccogliendo la spina dell'alimentatore in cui era inciampata " A quest'ora eravamo già in macchina ed il tuo computer non avrebbe rischiato nulla "
" Come mi mancherà il tuo disordine " sorrise Takeda, immobile sul suo letto mentre assisteva a quella divertente diatriba. Fu il primo ad accorgersi della presenza di Michiru, le due sorelle troppo intente a bettibeccare tra l'oro. " Buon pomeriggio " la salutò con un cenno della mano " Cercava qualcuno? "
Sentendo l'uomo, sia Haruka che Setsuna si voltarono verso la porta inconttando la figura della ragazza. Il volto delle due non mostrò altro che stupore, entrambe ignare del perchè lei si trovasse lì.
" E così è vero che te ne vai " mormorò sommessa la violinista, dopo l'arrabbiatura iniziale ora nella sua voce e nel suo animo vi era solo rassegnazione.
La bionda guardò la sorella ma nei suoi occhi vi lesse solamente lo specchio della propria perplessità, per la prima volta, ne era certa, lei non centrava niente. Setsuna lentamente si avvicinò al letto di Takeda e questo, capita la situazione, si fece aiutare dalla donna a mettersi sulla sedia a rotelle ed una volta sistemato uscirono dalla stanza, premurandosi di chiudere la porta dietro di loro. Per quanto riguarda Demand, oltre ad Emearulde che era ripartita all'attacco ci pensò Setsuna a farlo rimanere fuori dalla camera per lasciare le due ragazze libere di chiarirsi.
Rimasta sola con Michiru, Haruka riprese a sistemare la propria valigia con falsa incuranza verso l'altra.
" Allora? " esclamò la violinista seccata per il suo comportamento. In un certo senso la situazione era ironica, lei, adulata e ammirata da tutti non riusciva ad ottenere l'attenzione dell'unica persona di cui bramava la considerazione. Michiru, sempre perfetta, ed in virtù di ciò creava un naturale effetto magnetico sugli altri ora si trovava affannata dalla corsa fatta per raggiungerla, disordinata nella sua divisa quasi sfatta e con i capelli che stavano risentendo del suo umore, accaldata dalla fatica e dalla frustrazione. Se avesse avuto uno specchio di fronte si sarebbe scandalizzata, però al suo posto ora vi era Haruka, la schiena di Haruka che non dava nessun segno di voltarsi per notarla.
" Si può sapere perchè mi tratti così? " domandò adirata la violinista " Pensavo che tra noi le cose si stessero sistemando, invece a volte sembriamo tornate vicine come prima, altre mi tratti come se non fossi mai tornata dall'Europa "
" Non potremmo mai tornare allo stesso rapporto che avevamo in passato " esclamò la pilota girandosi di scatto. " E' passato troppo tempo e troppe cose sono cambiate. Tu sei andata in Europa per la musica mentre io ho iniziato con le gare. Ora tu sei ad un passo dal debutto mentre io devo ricominciare da capo. Devo ricostruire me stessa Michiru, non il nostro rapporto "
" Ti aiuterò, non devi escludermi dalla tua vita per poter ritornare quella che eri " obbiettò Michiru.
" Aiutarmi? " ripetè la bionda con una risatina ironica " Michiru, hai una minima idea di com'erano le cose? Flash news, la mia vita non si è fermata quattro anni fa, sono andata avanti anche senza di te. Cosa nei sai tu di come ero? "
" Non è colpa mia se hai rotto tutti i contatti con me " le rinfacciò l'altra serrando i pugni tanto da farsi quasi male, stava per perdere il controllo e lo sapeva.
" Scusa, ma non sono una da relazioni a distanza " la schernì nuovamente Haruka chiudendo con un gesto secco la propria valigia. " Tu hai deciso di andartene, hai fatto la tua scelta ora accetta le conseguenze "
" Io sarei rimasta se tu avessi voluto " dichiarò Michiru " Quando però ti dissi che i miei genitori volevano mandarmi a Vienna non battesti ciglio. "
" Oh beh, una ragazzina di quattordici anni avrebbe avuto molta voce in capitolo. Ed in ogni caso non vedo perché la mia opinione avrebbe dovuto contare di più di quella dei tuoi genitori.  " disse la bionda che ricordava bene il giorno in cui l'altra glielo disse. Il giorno in cui il loro rapporto cambiò per sempre, ma non come avrebbe voluto lei. La pilota posò la valigia a terra allungandone la maniglia per poterla portare meglio e mosse i primi passi verso la porta, cercando di oltrepassare l'altra ragazza.
" Tu eri l'unica che mi avrebbe potuto far rimanere in Giappone, l'unico motivo per non scappare " disse in modo meccanico, senz'anima, la violinista, con un tono che Haruka mai le aveva sentito e proprio per questo si fermò per guardarla " Ed ora, il ricordo di te mi spinge a pensare a cose che non vorrei, a cose che pensavo di aver dimenticato, a cose che vorrei dimenticare... " Michiru iniziò a tremare portandosi le mani sulla testa.
" O...oi, Michiru stai bene? " le chiese la pilota toccandole appena il braccio. Voleva allontanarsi da lei ma la crisi che stava avendo l'altra aveva mandato all'aria ogni suo proposito.
" Ho bisogno di te Haruka " mormorò con le lacrime agli occhi la violinista scattando fino a legare l'altra in un abbraccio. Le mani di Michiru cinsero la schiena della bionda in modo serrato dandole appena lo spazio per respirare, la testa incollata al suo petto. Haruka non aveva neanche il tempo per pensare a come quella posizione così stretta fosse un pericolo per lei e l'intenzione di ignorare Michiru, era troppo scioccata per il comportamento anomalo dell'altra. Conosceva la violinista e di certo quello non era un subdolo piano per legarla a sè, la sua dignità non lo avrebbe permesso, piuttosto l'avrebbe presa a pugni. No, quella non era la Michiru che con ostinazione e superbia si era inserita dentro la sua vita.
“ Tu sei  la persona più importante. “ mormorò Michiru prima che il suo corpo cedette, fortunatamente sostenuto dalla bionda che se la ritrovò svenuta tra le braccia.
 
 
 
 
 
 
Fine del dodicesimo capitolo!! Scritto pure piuttosto velocemente devo dire. Dopo aver speso l’undicesimo a levarmi di torno i personaggi secondari ( mi sono accorta poi che era di una lunghezza disarmante mamma mia XD ) ecco un capitolo quasi interamente incentrato sulle due protagoniste ed anche il prossimo penso sarà così. Che dire, alla prossima e Buon Natale.

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Capitolo 13
*** Destini incrociati ***


 Mamoru Chiba si poteva considerare un uomo fortunato. La prima parte della sua vita non era certo stata delle migliori, la perdita dei genitori e dell'arto superiore in un incidente, un'infanzia spesa in orfanotrofio senza nessuno ma ora, un chissà quale Dio che tempo prima lo aveva beffato, gli stava ridando tutto e con gli interessi. Una brillante carriera davanti a sè, una ragazza un pò tonta, ma che amava con tutto il suo cuore ricambiato. L'unico suo cruccio era che, al momento, il tirocigno non gli dava molto tempo per vedere Usagi visto che lo obbligava a rimanere in clinica fino ad un orario inoltrato ed i genitori della ragazza, a suo dire giustamente e dunque non si era mai opposto a tale decisione, non volevano che la bionda stesse fuori oltre un certo orario. Tokyo era generalmente sicura ma l'apprensione non era mai troppa. Quel giorno però avrebbe staccato sin dal mattino. La sua paziente principale, Haruka Tenou, sarebbe partita il pomeriggio presto mentre gli altri degenti che aveva in cura erano occupati con visite specialistiche. La dottoressa Mizuno gli aveva detto senza tante cerimonie che piuttosto che stare a ciondolare nel corridoio era meglio che si prendesse il resto della giornata libera. Stava dunque indossando la giacca pesante, chiavi e casco della moto in mano quando sentì qualcuno bussare freneticamente alla porta dell'ufficio.
" Avanti " disse lui mentre cercava di agganciare la zip della giacca. " La dottoressa Mizuno in questo momento è impegnata con un paziente e... "
" Stavo cercando te "
La voce familiare di Setsuna gli arrivò alle orecchie con un tono allarmato tanto che l'uomo si girò immediatamente verso di lei. Era pallida in volto ed ansimante. Mamoru le si avvicinò prendendola per il polso. Un battito decisamente accelerato.
" Non sono io a stare male " esclamò la donna interrompendo il contatto, pur sapendo che quella dell'altro era una semplice deformazione professionale " Michiru-san è svenuta. Si trova nella stanza di Haruka. "
" Che cosa? " l'uomo non fece in tempo a metabolizzare la notizia che già si stava spogliando per reindossare il camice e poi, seguito da Setsuna, corse fino alla stanza della bionda. Lì vi trovò, disposti come se fossero ad un capezzale, Haruka, Takeda, Demand e l'urologa di Takeda Emeraulde che erano stati, loro malgrado, coinvolti nella faccenda.
Mamoru si fece strada in mezzo a quel nutrito gruppo per poter visitare Michiru che era stata deposta sul letto della pilota. Prese la piccola luce da taschino del camice per poterla esaminare meglio. In entrambi i bulbi oculari vi era dilatazione, la pulsazione era stabile sebbene rallentata rispetto alla norma, comunque una condizione compatibile con lo svenimento. Il fatto che Michiru stesse fisicamente bene non era però un motivo per allentare la tensione. Fortunatamente Setsuna aveva avuto la prontezza di spirito e l'intelligenza di venire a chiamare lui piuttosto che chiedere aiuto indiscriminatamente al personale della clinica. Non solo la presenza di Michiru lì quel giorno non era contemplata, ma di certo sarebbe volata qualche testa se dalla clinica fosse fuggita la notizia che la figlia dei Kaiou si era sentita male in quel luogo.
" Che diavolo è successo qui? " domandò Mamoru esasperato, con un tono troppo duro rispetto a ciò che voleva ma che mostrava perfettamente la sua preoccupazione.
" Non ne ho idea, prima stavamo parlando e subito dopo sviene tra le mie braccia " si giustificò Haruka visibilmente allarmata dalla situazione creatasi. Quando la ragazza era svenuta, per poco non andava a farle compagnia. Fortunatamente Demand da oltre la porta l'aveva sentita gridare aiuto e, come Setsuna, la sua mente fu subito pronta ad agire e la fece tacere prima che mezzo mondo venisse a sapere cosa stava succedendo. Dopo di che prese la violinista tra le braccia deponendola sul letto, sicuro che presto sarebbe arrivato qualcuno, avendo visto partire Setsuna.
" Che tu sappia era molto affaticata ultimamente ? " chiese il giovane medico provando a giocarsi la carta del crollo fisico, nonostante il corpo della ragazza non ne mostrasse segno alcuno anzi, sembrava l'esempio virtuoso della salute.
" Non mi pare " disse Haruka confermando la sua impressione.
" Potrebbe essere un crollo psicologico. " ipotizzò una voce maschile dietro di loro. Zoisite entrò nella camera chiudendosi la porta dietro. " Direi che è meglio " disse, per poi raggiungerli. Sapeva di dover rimanere il più estraneo possibile alla situazione ma quando aveva visto Mamoru e Setsuna correre a perdifiato nel corridoio non aveva potuto resistere. Si mise davanti al letto sul quale una Michiru incosciente pareva come addormentata. Indifesa. Avrebbe potuto farle di tutto che lei non avrebbe potuto opporsi. Zoisite però si guardò bene dal compiere una qualunque azione, sia perchè circondato da delle persone, sia perchè le sue guerre le combatteva con la mente e non per mezzi fisici.
" Zoisite-san, come mai qui? " chiese Mamoru .
" Ti ricordo che condividiamo una paziente, sebbene la mia esperienza con Tenou-san si può dire breve e conclusa. " rispose lui con un sorriso affabile che rivolse anche alla pilota " Avevo timore che potesse esserle successo qualcosa, soprattutto perchè la firma sul documento di idoneità al rilascio è la mia. "
" Cosa ti fa pensare al crollo psicologico? " domandò allora Chiba, rassicurato dalla spiegazione sensata data dall'altro.
Zoisite squadrò per bene il gruppo lì raccolto. Vi erano presenti sia la sua paziente che la sorella e per entrambe doveva badare bene a ciò che avrebbe detto. C'era poi quell'uomo sconosciuto, quel bell'uomo sconosciuto a suo dire, che ad una prima impressione poteva dire essere uno molto sveglio che non avrebbe sloggiato tanto facilmente  Dell'infermo sulla sedia a rotelle e della vamp che sbavava vicino al bel tipo poteva evitare di impensierirsi ma era meglio averli fuori dai piedi. Meno persone sapevano del suo coinvolgimento e meglio sarebbe stato. Mamoru, vedendolo titubare invitò Emeraulde e Takeda ad uscire, consapevole che gli altri non avrebbero messo un passo.
" Mi è capitato di parlarle " esordì lo psicologo una volta che i due furono fuori e cercando di evitare di dimostrare una qualsiasi intenzionalità nelle sue parole " Fu il giorno in cui mi diedi il fascicolo di Tenou-san, la trovai seduta su una panchina del giardino. Devo dire che la sua bellezza mi affascinò e così mi avvicinai. "
" Non ti vedo molto come uno che va dietro alla bellezza femminile sinceramente " esternò Haruka interrompendo il racconto dell'altro.
" Non nego la mia omosessualità così come non nego di provare attrazione per una persona indipendentemente dal suo sesso. Ovviamente in ambito femminile non vi è nessun coinvolgimento sessuale dietro ma una sincera curiosità verso qualcuno che suscita il mio interesse. " spiegò lui cercando di essere il più chiaro possibile. Chiusa la questione, riprese da dove si era interrotto.
" Chiacchierammo del più e del meno ma, come è prevedibile, ad uno psicologo non sfuggono certi particolari. Nella fattispecie, ho riscontrato una certa diffidenza nel parlare della sua famiglia. "
" Michiru è sempre stata una persona molto schiva, di certo non si mette a sviolinare la storia della sua vita ad uno sconosciuto. Non vedo alcun problema nella sua ritrosia  " obbiettò Haruka contrariata. Le dava fastidio sapere che qualcuno stava parlando della violinista in maniera da addurne una presunta conoscenza. Seppur lo avesse spesso negato, sentiva di avere un rapporto particolare con lei che neanche l'amicizia della ragazza con Rei poteva eguagliare. Certo, non si erano viste per parecchio tempo ma dubitava che fosse cambiata al punto da aprirsi con qualcuno che non conosceva. Per quanto lei ne sapesse, solo ora si rendeva conto che oltre a tenerla a distanza, proiettava su di lei una personalità vecchia di quattro anni.
" Mentre lei ha fatto di tutto per avvicinarsi alla nuova me.  "
Constatò amaramente la bionda.
" Che sia una persona riservata non lo nego ma per altre domande che le porsi mi rispose semplicemente senza darmi un appiglio per continuare la conversazione mentre sulla famiglia troncò subito tutto sul nascere " spiegò lo psicologo evitando di menzionare il fatto che le altre domande erano in merito al loro rapporto. " Per di più quando incalzata si è dimostrata violenta nei miei confronti, un nonnulla certo, semplicemente scacciò in malo modo la mano che avevo posto sulla sua con fare amichevole, ma quella reazione è sintomatica di un disagio più profondo ".
" Potresti essere più chiaro? " chiese Setsuna fino a quel momento muta ed intenta ad osservare il susseguirsi degli eventi. Non le piaceva l'intervento dell'uomo in tutta la faccenda e pur non avendo alcuna prova, sapeva che avrebbe creato loro problemi, il suo istinto non l'aveva mai tradita. Al contempo però era in quel momento un' irrinunciabile fonte di informazioni riguardo la violinista e vedendo l'immobilità del rapporto tra lei ed Haruka, era ora che questa avesse una bella scossa. Per troppo tempo la sorella l'aveva volutamente ignorata quando invece avvicinarsi nuovamente a quella ragazza avrebbe potuto giovare immensamente sulla sua situazione.
" Ho idea che nell'arco della sua vita, abbia subito violenza da parte di uno, forse più di un familiare. Non posso dire però con certezza se sono state violenze ripetute o una singola ma rilevante occasione. Personalmente sono più propenso alla seconda ipotesi per vari motivi. " enunciò lo psicologo.
A quelle parole sia Mamoru che Haruka per poco non si sentirono mancare. Il primo per una sorta di estrema empatia, la seconda per ciò che la legava alla ragazza.
" E questo come avrebbe a che fare con il suo crollo di oggi? " domandò allora Setsuna che, per quanto colpita,  non poteva permettersi di perdere lucidità. Haruka ormai era andata e qualcuno doveva mantenere la mente a posto per analizzare le parole dell'uomo. Sperando che la pilota non desse in escandescenze mettendogli le mani addosso.
" Penso possiate confermare come per Kaiou-san sia importante il rapporto con Tenou-san." disse lo psicologo " Seguendo la mia ipotesi, durante la loro breve interazione Kaiou-san deve essersi molto legata, tanto da collegare l'amicizia con Tenou-san con l'atto di violenza. Ed è proprio questo che mi fa pensare al singolo atto, il fatto che il tempo passato insieme sia stato breve, troppo per compensare anni di sopprusi.. Inoltre,  ho idea di credere che il suo soggiorno in Europa sia stato un modo per allontanarla dalla famiglia. Può essere che rendendosi conto che il legame con Tenou-san si sarebbe reciso una volta concluso il periodo scolastico insieme, abbia avuto un comportamento violento verso la persona che l'ha ferita, altro punto che mi fa sostenere la tesi del singolo caso. Una persona abituata alla violenza non si ribella facilmente, se non in modo plateale, cosa che difficilmente anche i Kaiou avrebbero potuto nascondere. Dopo quell'episodio, i genitori avranno ritenuto opportuno allontanarla e dopo quattro anni hanno pensato che tutto si fosse sistemato, magari in Europa l'hanno pure fatta curare lontano da occhi indiscreti. Ci sono tante variabili e la mia ignoranza sul caso non mi permette di fare una diagnosi appropriata sul suo stato mentale al momento. Comunque, tornando ad oggi, così come tempo prima Kaiou-san deve aver avuto uno sfogo di rabbia causato dallo stress del trauma, unito alla paura dell'abbandono, lo stesso si deve essere ripetuto oggi. Non avendo però probabilmente a disposizione la causa del suo male, l'ira si è rivolta verso il corpo stesso che per difendersi è andato come in black out. "
" Mi sembra una teoria plausibile seppur le basi della stessa si reggano a loro volta su delle ipotesi senza alcun riscontro " esternò Setsuna, incapace di sostenere una qualsiasi obbiezione per lo stesso motivo riscontrato dallo psicologo. Non sapeva nulla di Michiru e lo stesso, sebbene in una maniera più catastrofista, era certa stesse pensando Haruka. Setsuna non conosceva la violinista ma sapeva di che pasta era fatta la sorella. Il suo voler tener lontana la ragazza aveva molteplici spiegazioni. Le ricordava un passato felice, ma questo era il minimo. Ne era innamorata, e questo era per un grosso problema. Anni prima era persino arrivata al punto di accettare la cosa, tanto da arrivare a prendere la decisione di confessarle il proprio amore ma l'allontanamento di Michiru fu visto dalla sorella come un rifiuto nonostante l'altra ragazza fosse completamente ignara dei suoi sentimenti ed intenzioni. Il risultato fu che ora Haruka negava fermamente ciò che provava, ancora scottata da quel fatto. E per finire, era certa che ora Haruka non si sentisse alla sua altezza. La grande violinista, la divina pittrice, la nuotatrice senza rivali, la bellissima Michiru Kaiou. Lei invece era Haruka Tenou, l'invalida. Quattro anni fa la bionda vedeva la loro disparità di talenti come una sfida, certa che un giorno anche lei si sarebbe fatta valere sul campo e sebbene non avesse ancora trovato i motori sulla sua strada, aveva nell'atletica il suo motivo di rivalsa. Ora invece la sfolgorante figura di Michiru, diventata ai suoi occhi ancora più brillante, non faceva che oscurarne la misera esistenza. E' facile immaginare dunque quanto le parole di Zoisite l'avessero colpita. Sapere quale dramma avrebbe potuto pesare sulla psiche della violinista l'aveva scombussolata. Setsuna sapeva quanto la sorella potesse sembrare una persona anafettiva, lei stessa non si era resa conto quanto contasse per lei fino al giorno in cui prese le sue difese contro quella madre che la denigrava. Haruka non legava con troppe persone ma verso le poche degne del suo affetto dimostrava una protettività fuori dal comune e Setsuna era certa che anche Michiru rientrasse in quella ristretta cerchia ed il fatto di averla sempre pensata felice ed al sicuro, si era scontrato quel giorno contro una terribile possibilità facendo sì che l'animo protettivo della bionda si fosse risvegliato prepotentemente, aspetto che strideva con il suo volerla lontana creando una battaglia interiore che ne sfiniva l'animo.
Dentro a quella stanza in cui nessuno si azzardava più ad aprire bocca, un mugolio strozzato annunciò che la violinista stava riprendendo i sensi, Michiru aprì gli occhi non rendendosi inizialmente conto della situazione. Immediatamente Mamoru le si avvicinò per controllare nuovamente il suo stato di salute.
" Che cosa è successo? " domandò la ragazza turbata, guardandosi intorno.
" Hai avuto un crollo nervoso " rispose Zoisite percependo immediatamente l'ostilità da parte della violinista quando questa registrò la sua presenza. L'uomo cercò di non farci caso per evitarsi dei problemi. " Dovresti trovare un modo per sfogare le tue emozioni, altrimenti questo non sarà un caso isolato. "
" So cavarmela benissimo da sola grazie " replicò acida la ragazza mettendosi a sedere sul letto ancora leggermente intontita. Le sue parole, dette in seguito a ciò di cui si era discusso prima furono un ulteriore peso per  parte dei presenti.
" In ogni caso per il momento è meglio tu stia in compagnia di qualcuno " affermò risoluto Mamoru " Qui in clinica non puoi stare quindi dovresti chiamare casa  per... " l'uomo smise di parlare rendendosi conto di stare per consigliarle di farsi venire a prendere dalla famiglia ma, a seguito della discussione di prima, qualcosa dentro di lui lo bloccò. Questa interruzione fu colta da Michiru che lo guardò stranita. Si sentiva inquieta, tutta quella gente lì riunita, quell'uomo, Mamoru che pareva agitato, c'era decisamente qualcosa che non andava ed il fatto che fosse stata inerme in quella stanza così satura di persone la innervosiva.
" Può venire con noi "
La voce di Haruka richiamò l'attenzione della violinista che si voltò verso di lei. Ora ricordava meglio, era svenuta tra le sue braccia. E la cosa non fece altro che aggiungere l'imbarazzo al tumulto di sensazioni spiacevoli che provava.
La bionda se ne stava appoggiata con la schiena al muro della stanza, le braccia incrociate al petto. Sembrava tranquilla, indifferente a quello che stava succedendo ma dentro di sè aveva più di un conflitto. Era ancora restia ad avvicinarsi all'altra ragazza ma con tutti i dubbi nati dalle ipotesi di Zoisite non poteva lasciarla andare.
" Mi pare un'ottima idea " intervenne Demand mettendo una mano sulla spalla della pilota per poi rivolgersi a Setsuna " Io vi aspetto all'autodromo. "
La donna gli fece un segno del capo mentre abbassandosi andava a prendere il portatile della sorella rimasto a terra.
" Autodromo? " ripetè Haruka, un leggero guizzo di felicità ad animarle la voce.
" Prima di andare a casa volevamo portarti a fare qualche giro " le rispose la sorella " Demand-san voleva vederti all'opera ed ho ritenuto che ritornare in pista anche per poco ti sarebbe piaciuto ".
" Sicuro, cosa stiamo aspettando? "
Con un moto di vitalità assente ormai da mesi, Haruka prese per mano una sorpresa Michiru correndo verso l'uscita della stanza.

L'abitacolo dell'Honda di Setsuna non era mai stato così stretto come in quel momento. Mentre la donna, sorniona, sedeva comodamente al posto del guidatore, Michiru e Haruka erano appiccicate nei sedili posteriori a causa della roba che la bionda doveva riportare a casa. Se la cosa rincuorava la violinista che dopo l'inquietudine precedente riusciva a sentire un senso di tranquillità e protezione vicino all'altra, Haruka cominciava a rendersi nuovamente conto di non poter stare troppo vicino a lei perchè in grado di provare le medesime sensazioni e la cosa, per quanto piacevole, non era tollerabile.
" Allora, hai fatto pace con Rei-san? " chiese la pilota cercando di stemperare la situazione, ricordandosi il dialogo avvenuto poco tempo prima, maledicendosi poco dopo ricordandosi a cosa portò.
" Non è così facile, è passato troppo poco tempo per sanare un litigio del genere " sorrise Michiru dell'ingenuità ed evidente imbarazzo dell'altra. " E poi, prima di parlarle devo per lo meno avere le idee chiare con me stessa, se non altro per evitare di perdere la calma come l'altra volta. "
" Tu che perdi la tua compostezza? Avrei voluto vederlo. " disse sinceramente colpita la bionda.
" Ne hai avuto modo oggi no? " le ricordò l'altra " Prima che svenissi. Dio, chissà che aspetto orribile avevo " sospirò con biasimo.
" Ma no, sei sempre bellissima, in qualunque situazione " affermò Haruka spostandole una ciocca di capelli dietro all'orecchio ed arrossendo inevitabilmente per il gesto tanto che con uno scatto ritirò immediatamente la mano, con in sottofondo la risatina divertita della sorella. Da quel momento, nessuna delle due parlò.
Arrivarono presto a destinazione ed Haruka si fiondò fuori dalla vettura per staccarsi dell'altra ma anche per poter finalmente riassaporare " l'aria di casa ". I motori le erano mancati, parecchio, sentiva di essere tornata finalmente nel suo mondo. Di contro, Michiru si trovava spaesata in un ambiente prettamente maschile, unicamente maschile visto che in mancanza di gare non erano presenti le varie fidanzate/mogli dei piloti o le note " ombrelline" .  Gli uomini lì riuniti erano poi ben diversi da quelli che era solita frequentare, uomini altolocati sempre in giacca e cravatta che mai si sarebbero abbassati a lavori di fatica, uomini che rischiavano di macchiarsi solamente con la cenere delle sigarette o con qualche goccia di un alcolico buttato giù tutto di un sorso. Opposti a coloro che invece si mostravano davanti a lei con le mani sporche di grasso, intenti a sistemare vetture con addosso pesanti tute. Vedeva come Haruka invece si sentisse pienamente a proprio agio, sebbene quelli le lanciassero occhiate stranite. Per loro fu una sorpresa non indifferente rivedere, come se nulla fosse successo, Tenou girovagare per i box dopo mesi di assenza e soprattutto accompagnato da una bellezza non indifferente, benchè la bionda si fosse completamente dimenticata di lei, troppo occupata a marciare verso il suo box.
" Qua " esclamò Demand alzando un braccio in aria. Era dalla firma del contratto che l'uomo frequentava assiduamente il box per familiarizzare con la squadra ed al contempo informare loro sullo stato di salute di Haruka ed il suo recupero. Non era stato semplice convincere dei navigati professionisti ad attendere in un limbo il suo ritorno, altri team li avevano corteggiati e qualcuno era pure riuscito a strappare alcuni componenti dalla squadra. Demand però giunse giusto in tempo per convincere i capisaldi del team a rimanere, promettendo ingenti somme in caso di mancata ammissione nel gran premio dell'anno corrente. Sebbene rincuorati in parte dallo stipendio assicurato, non fu però questo il motivo principale della loro fedeltà. Da anni ormai il Giappone non riusciva a far nascere un pilota autoctono in grado di sfidare a testa alta il mondo in sella ad una vettura giapponese. Da troppo tempo le case automobilistiche giapponesi erano obbligate a mettere sotto contratto stranieri che vedevano in loro solo un trampolino di lancio verso case più blasonate e famose. Con Haruka però, era arrivato finalmente un pilota in grado di far risalire la situazione e tutti gli addetti ai lavori erano galvanizzati. Purtroppo, l'incidente avvenuto mesi prima spense la speranza di molti ma la prospettiva di un grande ritorno, volto a far definitivamente spiccare il volo ad Haruka ed il suo team, riaccese gli animi.
" Tenou, finalmente!! "
Hiroshi Nakano, capo costruttore, si pulì in fretta le mani ricoperte di grasso per dare una sonora pacca sulle spalle della bionda. Era un uomo basso e tarchiato, evidentemente vicino al pensionamento, cosa che avrebbe fatto se non fosse spuntata lei. Entrato nel team come semplice addetto alle gomme, nell'arco della sua carriera aveva scalato i vertici fino a divenire il fulcro dell'intera squadra. A seguito degli anni spesi nei box, lui più di tutti fu il primo ad esaltarsi quando la bionda calcò per le prime volte le piste. Dopo anni di sudditanza straniera, finalmente aveva trovato un pupillo giapponese, per quanto pettegolezzi indiscreti adducessero ad una non confermata origine mista. Su di lui non fu neanche necessario l'intervento di Demand, era certo che il suo ragazzo sarebbe tornato, glielo doveva dopo averlo obbligato a rimandare la pensione.
" Ho tenuto a lucido la bambina per parecchio tempo " esordì " Non sai che pena non poterla modificare ma senza tu a darmi indicazioni avevamo tutti le mani legate. Ora che sei tornato però ci metteremo subito al lavoro, mi dispiace dirtelo ma ti toccheranno parecchi straordinari, le altre squadre non ci hanno certo aspettato. "
" Posso iniziare sin da subito, dov'è la mia tuta? " chiese Haruka galvanizzata dalla situazione.
" Calmo, urge prima una riunione tecnica " la quietò Demand invitandola a seguirlo, insieme a Nakano, nella saletta adibita alle riunioni. " Bisogna fare il punto della situazione ed inoltre c'è una cosa che ti devo far provare. "
" Tsk, che palle " bofonchiò la bionda che sebbene apprezzasse pure la teoria non vedeva l'ora di tornare in pista.

In tutto quel contesto, Michiru era il fulgido esempio di ciò che si definisce " pesce fuor d'acqua ". Le persone, gli odori, l'ambiente, tutto le era estraneo ed il fatto che Haruka non fosse lì con lei non le rendeva facile ambientarsi.
" Non è un posto adatto ad una signorina eh? "
La violinista si girò incontrando un ragazzino che era seduto ai margini della squadra, intento a pulire gli attrezzi. Era molto giovane, probabilmente uno studente delle medie, aveva però un modo di porsi che lo faceva sembrare più maturo rispetto all'età che mostrava, così come la tuta che ne ingrossava una figura decisamente edile a vederne il collo niveo, privo di muscolatura e pomo d'Adamo, dettagli che risaltavano subito all'occhio di un'osservatrice attenta come Michiru.
" Anche per me il primo impatto non fu dei migliori " continuò lui " Qua sono il più piccolo ed il mio unico lavoro è portare il caffè quando richiesto o pulire gli attrezzi. Oh, però Nakano-san mi ha detto che anche io sono indispensabile e che quando avrò l'età per lavorare seriamente sulla macchina avrò alle spalle già dell'esperienza sulla vita nel box, cosa che mi sarà utile. Inoltre Nakano-san a volte mi insegna i fondamentali e poi... "
" Sei... piuttosto spigliato. " disse Michiru rimasta fino a quel momento ad ascoltarlo in silenzio.
" Nah, più che altro non ho gente con cui parlare senza che mi prendano per un bambino inetto dunque sto sfruttando un pò la situazione " rise lui alzandosi da posto. In piedi, raggiungeva in altezza il seno della violinista " Mi chiamo Shingo Tsukino " si presentò.
" Tsukino? " ripetè Michiru squadrandolo meglio. I capelli erano biondi, simili a quelli di Usagi, gli occhi erano però verdi. Si poteva dire che li accomunava anche la parlantina ma questo era troppo poco per una parentela certa. C'era da dire però che il cognome che entrambi portavano non era dei più comuni.
" Sei parente di una certa Usagi Tsukino? " chiese la violinista, più per avere una conferma delle sue impressioni che per un reale interessamento.
" Immagino che ti riferisca a quella tonta di mia sorella " rispose lui assumendo un'espressione contrariata che lo faceva tornare ad avere un atteggiamento più consono per la sua età. Abbassò il capo squadrando Michiru " Non sembri una delle sue amiche, sei... diversa. "
" Non lo sono infatti "  disse la violinista, benchè era certa che dopo il loro breve incontro Usagi la considerasse già un'amica. " Ho però avuto modo di conoscerla "
Shingo stava per ribattere quando le parole gli morirono sulla bocca, rendendolo muto. Un suono di tacchi battenti si udì nelle vicinanze dei due, un suono che si interruppe affianco alla violinista. La figura di Setsuna svettava sul giovane coprendola completamente con la propria ombra.
" Shingo-kun, oggi sei di turno al lavoro? " chiese gentilmente.
" S..sì, ora torno ai miei compiti " balbettò lui che dopo un leggero inchino corse dalla parte opposta dei box.
" L'hai intimidito " constatò Michiru.
" Così sembra " la donna si girò tornandosene sui suoi passi. Fu naturale per la ragazza seguirla. " Penso che la sua ritrosia nell'avermi vicino nasca da qualcosa di completamente diverso dalla paura " esordì Setsuna, certa di avere l'altra affianco " Devo dire che la cosa non mi dispiace, meglio che ricordandosi di me eviti di fare quattro chiacchiere con suo padre riguardo ad argomenti che non gli competono. "
Vedendo come l'interlocutrice paresse non capire la donna si spiegò meglio " Kenji Tsukino, il padre di Shingo-kun, è un giornalista. Vorrei che la stampa non si intromettesse troppo nella vita di Haruka, soprattutto in un momento delicato come questo. "
" Tieni molto a lei " constatò la ragazza che non riusciva a mascherare la sua ritrosia nel starle accanto.
" Come ti sembra questo posto? " domandò Setsuna evitando accuratamente di dare seguito all'affermazione dell'altra. Presto le avrebbe svelato la reale relazione che intercorreva tra lei e la pilota, ma non ora. Voleva tenerla ancora un pò sulle spine per testarne le reazioni.
Si sedette su un muretto dal quale vi era una perfetta visione della porta oltre la quale Haruka era entrata per la riunione e questo fatto non sfuggì a Michiru.
" E' un mondo diverso da quello a cui sono abituata, direi opposto " rispose la ragazza rimanendo in piedi " E' informale, rumoroso... " evitò accuratamente di dire il termine " sporco " sebbene questo, più di tutti, gli si addicesse.
"  E' il mondo di Haruka " affermò sicura la più grande guadagnandosi una gelida occhiata da parte dell'altra. Tra le due nacque un duello fatto di sguardi, il blu dell'oceano che sembrava in tempesta di Michiru,  contro le braci ardenti della donna che seppur priva di animosità non le era seconda in fermezza. Setsuna sapeva che l'indisponenza della violinista nei suoi confronti era frutto dell'incomprensione nata per causa sua e non la biasimava dunque anzi, era rincuorata dal profondo attaccamento di Michiru verso la sorella e proprio per questo, doveva testarla. Doveva sapere, nei limiti del possibile,  quale fosse la natura di quella ragazza che anni prima aveva sconvolto la vita della sorella ed ora stava per farlo nuovamente. Doveva farlo perchè ormai i destini di quelle due ragazze si erano intrecciati irrimediabilmente.


Fine tredicesimo capitolo!! Un pò corto ( ed arrivato in ritardo ) ma almeno è arrivato. Si ringrazia il mio computer per aver cancellato la bozza obbligandomi a rifare quasi tutto il lavoro. Spero di pubblicare il prossimo prima del previsto, per compensare questo ritardo. Sul capitolo, che dire, è breve ( riscritto più volte XD ) ma se non altro porta un grosso cambiamento, Haruka fuori dalla clinica ed i problemi di Michiru che iniziano a venire a galla. Sperando che nella sua brevità vi piaccia, alla prossima!!

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Capitolo 14
*** Rivelazione ***


 La nuova protesi era pesante,tanto che rendeva difficoltosa la camminata. Ricoperta di un freddo metallo,luccicava alla luce del sole.
"E' solo il primo prototipo" la rassicurò Demand che stava scrutando attentamente come si comportava la pilota. Finita la riunione con Nakano,Demand aveva fatto entrare uno dei suoi uomini che aveva portato con sè una potesi progettata dalla sua azienda,dopo aver chiesto cortesemente al capo officina di uscire per spiegare la situazione corrente al resto dei meccanici.
"Stai un attimo fermo" fu l'ordine perentorio dell'uomo,che inginocchiandosi di fronte a lei, stava iniziando a palparle la coscia.
"Ehi, che fai?!" esclamò stizzita Haruka.
"Devo accertarmi che la tua coscia riesca a reggere il peso" spiegò lui  tastando con più forza. Sbuffò. "Potevi dirmelo prima che era una donna"
"Non mi sembrava corretto dirtelo senza metterla al corrente della cosa Rubeus" chiarì Demand,seduto su una delle numerose poltrone presenti nella stanza.
"La struttura di una protesi da uomo e da donna è diversa,mi toccherà modificare più del previsto" si lamentò l'altro alzandosi per poi passare una mano nei corti capelli rosso cremisi.
Crimson Rubeus lavorava per la Black Moon sin dal giorno della sua fondazione. Anche lui come Mamoru aveva condiviso il periodo universitario con il più giovane dei fratelli. Sebbene non ne avesse certo l'aspetto anche lui era un medico,specializzato in protesi ortopedica. A differenza di Chiba però, non scelse la strada della cura ai degenti quanto piuttosto alla ricerca nel perfezionamento delle componenti. L'inesperienza dovuta alla giovane età veniva bilanciata da un talento fuori dal comune e soprattutto da un'inventiva rara per un giapponese,così come era inusuale la sua prestanza fisica per i canoni della propria nazionalità. Alto,robusto,capelli rossi e modi strafottenti,nessuno lo avrebbe preso per un purosangue.
"Voglio solo correre,non andare ad una sfilata di moda" ribattè Haruka che provava per lui un'antipatia a pelle,probabilmente causata dalla similarità del carattere.
"Non ti preoccupare non è mia intenzione farti diventare una bambolina" esclamò lui sedendosi "Però dovrò modificare l'assetto per renderlo idoneo ad una donna che per natura ha meno forza fisica,anche un idiota lo riuscirebbe a capire."
"Come mi hai chiamato?" la pilota stava per andargli a stampare un bel pugno sul muso ma la protesi le creò uno sbilanciamento nell'equilibrio ed evitare di cadere sul pavimento divenne il suo obbiettivo principale.
"Ah, ovviamente essendo totalmente ignorante in fatto di motori mi dovrai rendere conto di ogni problema o necessità che riscontrerai. Ho già in mente qualche idea in proposito ma dovrò ricalcolare tutto visto che non sono stato informato preventivamente del  reale sesso della mia cliente" continuò a parlare Rubeus completamente incurante della difficoltà che stava avendo la bionda. "Comunque vedi di tenere il mio prototipo,quello nuovo sarà a grandi linee simile e come peso sarà in ogni caso superiore alla protesi a cui sei abituata."
"I tuoi dipendenti li scegli sempre così stronzi?" domandò Haruka a Demand che stava assistendo divertito alla piccola diatriba tra i due,sebbene questa fosse portata avanti unicamente dalla ragazza visto che Rubeus non era minimamente interessato.
"Li scelgo per le loro capacità e Rubeus è tra i migliori" dichiarò l'uomo sicuro "Come te del resto."
L'esternazione di Demand parve calmare la pilota ed in ogni caso non vi fu più alcuno spazio per discutere visto che Nakano si fece sentire bussando da dietro la porta. Ottenuto il permesso,l'uomo entrò con una faccia che non presumeva nulla di buono.
"C'è qualche problema?" chiese preventivamente Demand.
"Sì" sospirò l'uomo, in modo tale che i suoi folti baffi si alzarono leggermente,spinti dal suo respiro. "Oh ma niente che riguarda la macchina" si affrettò a specificare "I ragazzi sono su di giri per quella nuova ragazza che è arrivata. Santo cielo,dopo mesi ritorna il nostro pilota titolare e l'unica cosa che cattura la loro attenzione sono due belle gambe."
"Michiru!!" esclamò Haruka ricordandosi della presenza dell'altra.
"Anche tu Tenou,capisco voler avere vicino la fidanzata in un momento delicato come questo ma vorrei che rimanessi concentrato sui motori " sbuffò Nakano da sempre contrario alla presenza femminile nei box tanto che aveva vietato l'accesso alle mogli dei dipendenti salvo rare emergenze. Tollerava solamente Setsuna in quanto la sua presenza era obbligata dalla sua funzione di manager della sorella. "Donne e motori sono un mondo inconciliabile, ricordatelo ragazzo" dichiarò mentre Demand e Rubeus si trattenevano dal ridere.
Haruka trovò Michiru e Setsuna ancora intente a sostenere la loro battaglia psicologica tanto che neanche si accorsero del suo arrivo fino a quando questa,nel tentativo di raggiungerle,cadde rovinosamente per terra,palesando la sua presenza.
"Leggiadro come tuo solito" la schernì Setsuna scendendo dal muretto per andare ad aiutarla a sollevarsi "Nuova protesi ?"  
"Sarei più stabile se avanzassi saltellando sulla mia gamba rimasta" polemizzò la bionda sostenendosi al corpo della sorella.
"Già e sempre con una gamba sola pensi di riuscire a guidare?" le fece presente Setsuna che si aspettava questa poca collaborazione da parte dell'altra. Haruka era un'impaziente,voleva tutto e subito e se ciò non accadeva,subentrava il vittimismo e la negatività. Tutto questo processo era già stato affrontato per quanto riguardava il recupero,ora toccava al tornare ai livelli di guida  pre-incidente. Se non altro, a donna era più ottimista su questa seconda sfida in quanto il suo amore e talento per le quattro ruote l'avrebbero resa meno ardua.
"Perchè ti sei precipitato qui?" chiese Michiru ricordandosi all'ultimo di dover utilizzare il maschile quando si trovavano in pubblico.
"Perché?" ripetè adirata la bionda "Perché qualcuno qui sta facendo perdere la concentrazione alla squadra,concentrazione che dovrebbe essere rivolta unicamente alla mia macchina"
"E la colpa sarebbe mia?!" esclamò la violinista arrabbiandosi a sua volta per il tono dell'altra e per il fatto che ancora non si staccasse da Setsuna. Aveva davvero bisogno che quella stangona le facesse da stampella o provava piacere a vederla rodere di gelosia? Conoscendo il tipo,sicuramente era la seconda opzione.
"Certo che la colpa è tua,questi qui vedono una ragazza bellissima e perdono completamente la testa,hai una minima idea di cosa possa  immaginare un uomo... " Haruka si zittì immediatamente rendendosi conto che per la seconda volta in meno di un'ora le aveva fatto un complimento sul  suo aspetto fisico.
"Non riesci più a resistere eh?" le sussurrò all'orecchio Setsuna schernendola.
Dall'altra parte,Michiru era combattuta dalla felicità nel constatare come Haruka l'avesse gratificata con quell'apprezzamento,alla rabbia provata dall'aver visto nuovamente un gesto d'intimità tra quelle due.
"Direi che è ora di testare la macchina" esclamò la pilota cercando di levarsi d'impaccio.
"Assolutamente no ragazzo,prima ti rimetti in sesto e poi monti sulla bambin " decretò Nakano che l'aveva seguita fuori dalla sala riunioni. Il suo sguardo si spostò su Michiru e mentalmente sperò con tutto il cuore che quella bella ragazza non destabilizzasse troppo il suo pupillo "Non voglio che ti ferisca ulteriormente o peggio ancora che tu metta in pericolo il frutto di mesi di lavoro. E poi quel Rubeus mi ha detto di assicurarmi che tu sia in grado di camminare con la nuova protesi prima di farti salire sulla macchina dunque al momento questo posto per te è off-limits,concentrati solo te stesso. "
"Ma io..." Haruka tentò debolmente di protestare ma il capo-meccanico era categorico. Con la coda tra le gambe,fu obbligata a lasciare i box dovendosene tornare a casa. Il suo umore divenne di conseguenza nero e fu impossibile parlare con lei per tutta la durata del tragitto. Se non altro fu facile evitare certi imbarazzi causati dalla vicinanza di Michiru la quale era stata nuovamente fatta salire sull'auto di Setsuna che si stava dirigendo verso casa. Avrebbe dovuto opporsi ma l'idea di vedere con i propri occhi dove vivesse Haruka ( e Setsuna ) era troppo grande.

L'appartamento in cui viveva la famiglia Meiou era situato fuori città in una palazzina che conteneva una decina di inquilini circa,più che altro famiglie che vi abitavano da generazioni. Ogni appartamento aveva a disposizione un ampio balcone che i proprietari personalizzavano a seconda della loro personalità. C'era il " fumatoio " del piano nove,riempito di posacenere e dalle pareti ingrigite,c'era il deposito del terzo piano,utilizzato per mettere oggetti ormai in disuso ma a cui la padrona di casa era troppo affezionata per buttare. Quello dei genitori di Haruka poteva rientrare perfettamente nella categoria del giardino improvvisato. Numerosi vasi contenenti le più disparate varietà di fiori ne adornavano i bordi mentre all'interno vi erano i vari prodotti adibiti alla loro cura che Latika utilizzava scrupolosamente per mantenere in salute le sue piante che più di una volta erano state fonte di distrazione dallo studio intenso dei casi che le erano stati affidati.
Haruka entrò meccanicamente nel palazzo ed in egual maniera prese l'ascensore mentre indietro Setsuna cominciava a farsi carico della sua roba. In tutto questo Michiru era interdetta sul da farsi. Di sicuro non si sarebbe messa a sfacchinare  ma anche stare lì senza far nulla e non essendo propriamente un'ospite non le rendeva chiaro il da farsi.
"Seguila,ci penserà mio padre a portare con me la roba.Siamo all'ultimo piano." le disse Setsuna levandola d'impiccio. Michiru seguì alla lettera le indicazioni entrando velocemente nella palazzina.
Così come la struttura che l'ospitava,l'appartamento dei Meiou era modesto. Un ampio soggiorno adiacente alla cucina,tre camere da letto ed un solo bagno,ben diversa dalla magione in cui risiedeva la violinista. Sebbene arredata in stile occidentale all'ingresso facevano mostra numerose scarpe ed alcune ciabatte,segno che la famiglia manteneva l'uso di cambiarsele per camminare in casa. Con molta stizza,Michiru si levò le sue andando a prendere le pattine che più le sembravano avere uno stato migliore.
La sala principale era piena di foto di famiglia,principalmente delle due figlie e Michiru si perse nel guardare le istantanee che le mostravano Haruka da bambina,  purtroppo accompagnata  spesso da Setsuna che,con quelle testimonianze,si dimostrava una presenza assidua nel corso della sua vita.
"Eppure mai che me l'avesse menzionata" pensò la ragazza amaramente. Il guardare le foto però,le fece nascere nuovi dubbi sulla figura di Haruka. Tempo prima Yosuke le aveva accennato al fatto che la bionda e Setsuna si conoscessero sin dall'infanzia e che per loro era quasi una figlia acquisita ma Haruka avrà di certo avuto dei genitori naturali. E allora perché nelle foto del diploma elementare,le prime gare vinte,era presente solo Yosuke ed una donna che probabilmente,vista la somiglianza con Setsuna,era la moglie? Se hanno tante foto della figlia,dove sono quelle con i genitori di lei? Quante cose le stava nascondendo Haruka? Presa dalla brama di sapere si diresse verso la stanza di questa e,non sapendone l'ubicazione,sperò di trovarla al primo colpo.

"Hai fatto un bel colpo tesoro" Yosuke,prendendo un grosso scatolone,si complimentò con la figlia "Fino a quando pensi che rimarrà? Insomma,i suoi genitori saranno preoccupati,li avete avvertiti che..."
 "La cosa è più complicata del previsto" disse la figlia chiudendo a chiave l'auto. Molte cose non le tornavano. "Non ho idea di come abbia saputo che Haruka sarebbe uscita ed inoltre mentre tornavamo dall'autodromo ho avuto l'impressione di essere seguita. Ho fatto letteralmente il giro del mondo prima di essere sicura di non essere pedinata ed arrivare qui."
"Sei troppo sospettosa,come tua madre"  la rimproverò l'uomo iniziando a camminare verso casa. "Comunque,rimane per cena? Se è così devo fare bella figura,devo andare a fare la spesa non posso mica farle mangiare ciò che avevo in mente per noi soli"
"Perché cosa volevi farci mangiare di così improponibile?" chiese la figlia ridendo,affiancandolo all'interno dell'ascensore.
"Roba normale, banale" rispose lui "E' la prima fidanzata che mi porta in casa una figlia,voglio fare bella figura." proclamò solenne.

Dopo aver sbagliato due volte stanza finalmente Michiru trovò la camera di Haruka. La bionda era sdraiata supina sul letto,intenta a leggere un plico di fogli dategli da Nakano,contenenti i vari aspetti e problemi della macchina.
"Tenuta delle gomme sulla lunga distanza..." mormorava la pilota assorta nella lettura.
Visto che Haruka la stava ignorando,di nuovo,Michiru spese il suo tempo a guardare la stanza. Aveva un arredamento decisamente minimale,toccando la scrivania con un dito se lo ritrovò coperto di polvere segno che da quando era stata ricoverata nella clinica nessuno aveva toccato la sua stanza,cosa confermata anche dalla puzza di chiuso che al momento veniva mitigata dall'aria proveniente dalla finestra spalancata precedentemente da Haruka. Questo fatto dava modo di pensare alla violinista che la famiglia avesse un alto rispetto per la sua privacy,cosa che del resto pensò essere essenziale per convivere con la bionda. Sulla parete vi era uno scaffale dove spiccavano i numerosi premi vinti nelle gare di atletica e quelli delle prime gare sui kart. Ovviamente tutti primi posti,anche nel caso la ragazza avesse raggiunto altre posizioni da podio,il suo ego non le avrebbe mai permesso di dar sfoggio ad un piazzamento misero come il secondo o il terzo.
"Una camera carina" esclamò per cercare di attirare l'attenzione di Haruka,senza aver però successo. Spazientita,si mise a cavalcioni sul suo corpo levandole i fogli dalla faccia scoprendola addormentata. Per poco non si mise a ridere nel constatare come,per quella volta, 'ignorarla da parte di Haruka fosse completamente giustificato. La giornata doveva essere stata stancante per lei dopo mesi passati senza lasciare la clinica. Si alzò guardandosi nuovamente intorno in cerca di una coperta da poter mettere sopra il corpo dell'altra. Facendo attenzione a non far troppo rumore, per non venir scoperta mentre rovistava nella stanza altrui,aprì l'armadio trovando ciò che cercava. Stava per deporre la coperta sul suo corpo quando,colta da chissà quale guizzò,se la mise sulle spalle per poi sdraiarsi affianco alla figura della pilota che istintivamente l'abbracciò per la vita. Michiru alzò leggermene il braccio destro per coprire il corpo dell'altra ragazza con la coperta dopo di che anche lei si assopì.

L'immensa dimora dei Kaiou si mostrava agli occhi di Miroku Kanzai in tutto il suo splendore. Un'enorme villa in stile occidentale che esibiva ricchezza senza al contempo essere pomposa,cosa che l'uomo apprezzava moltissimo. Troppe volte aveva visto i "nuovi ricchi" esibire in modo sfacciato il loro denaro,fortunatamente i Kaiou avevano una fama tale per cui il solo nome era motivo di sfoggio e dunque non erano necessari ulteriori suppellettili.
Con riverenza,il maestro fu fatto entrare attraverso l'ampio cancello della porta principale. Con la propria auto guidò fino a fermarsi allo spiazzo del giardino,ad attenderlo Haruo Kaiou che in assenza del figlio faceva le vesti di padrone di casa. Nonostante cercasse di non darlo a vedere,era palese il suo essere inquieto per la visita dell'uomo.
"Non c'è motivo per essere tesi" disse Kanzai pacato "Non mi avete forse detto che la strada è libera?".
"Michiru cena da un'amica quindi non ci scoprirà però non mi piace fare le cose alle sue spalle" spiegò Haruo facendogli strada attraverso la casa. Conosceva solo di fama l'altro uomo ma si fidava. Del resto,era l'unico che in tanti anni gli aveva mai fatto domande riguardo alla nipote interessandosene sinceramente e non per convenienza. Come d'accordo,l'aveva immediatamente chiamato non appena era stato sicuro che Michiru sarebbe stata lontana per parecchio tempo e finalmente,ora gli impegni del maestro erano coincisi,facendo sì che si potesse presentare alla villa.
I due salirono l'ampia scalinata che li avrebbe portati ai piani superiori ed anche qui Kanzai non potè fare a meno di riscontrare la ricchezza della famiglia,gli era pure parso di vedere qualche Mondrian attaccato alle pareti del primo piano.
"Ecco,questa è la stanza di Michiru, la prima almeno" enunciò il più anziano fermo davanti alla porta della camera "Penso sia qui che tenga i disegni passati."
"Allora entriamo" disse il maestro premendo sulla maniglia.
La camera,non essendo stata utilizzata quel giorno,era avvolta nell'oscurità. Kanzai si premurò di andare a scoprire le tende,facendo così entrare la luce. I domestici avevano l'ordine tassativo di non entrare nelle stanze private della famiglia se non sotto richiesta verbale e dunque,come da imposizione, nessuno si occupava di tenere in ordine la camera. Michiru era comunque una ragazza molto metodica ed ordinata,non fu dunque difficile per i due uomini trovare il luogo in cui custodiva i suoi dipinti. Ciò che immediatamente saltò all'occhio del maestro erano i numerosissimi dipinti che ritraevano una giovane ragazza bionda. Gli sembrava una creatura del cielo,leggera e libera di volteggiare nelle pennellate delicate del dipinto. Era evidente come quel soggetto fosse caro alla sua studentessa,non solo per l'enorme quantità di disegni ma sopratutto per come erano realizzati,traspariva ammirazione affetto ed una certa attrazione percepibile dai numerosi bozzetti di occhi presenti.
"Cercava il suo sguardo" si lasciò sfuggire Kanzai avanzando tra i dipinti,scrutandoli uno dopo l'altro.Fu verso fine che trovò ciò che stava cercando. Gli ultimi lavori erano tavole cupe,dalle pennellate violente e secche. Erano completamente astratti e non vi si riscontrava alcuna figura umana.
"Uno sfogo di rabbia" mormorò il maestro ed Haruo accanto a lui non potè fare a meno di annuire.
"Non sembrano neanche fatti dalla stessa persona" continuò Kanzai che dalla bellezza dei primi era passato ad opere cariche d'angoscia. Voltò le tavole cercando una qualsiasi datazione ma non era uso di Michiru segnare cronologicamente i propri lavori.
"Ha cominciato ad essere irrequieta verso la fine dell'ultimo anno delle medie" disse il più anziano intuendo le motivazioni dietro al gesto dell'altro."So solo questo,non mi ha mai parlato di cosa le è successo e lo stesso mio figlio e mia nuora."
Le mani di Kanzai fremevano stringendo con forza i dipinti.Poteva solo minimamente comprendere cosa ci fosse dietro di loro ma quel poco che percepiva non gli piaceva. Si era interessato  siceramentea Michiru grazie al suo talento ed ora quest'interesse si era tramutato in apprensione. Continuò a scorrerli fino a quando i suoi occhi non ricaddero su una figura familiare.
"E' lei,la musa del vento" esclamò "E' tornata". I dipinti angosciosi si erano fatti da parte e la figura femminile di prima era nuovamente la protagonista. Dalla tenuta del colore l'uomo poteva dire che i disegni erano recenti e anche la mano che li aveva eseguiti si era dimostrata più matura nel tratto. "Lei sa per caso di chi si tratta?" chiese rivolto ad Haruo.
"L'unica amica di mia nipote che conosco è Rei,figlia del ministro Hino" rispose l'anziano "La sua figura è molto diversa dalla ragazza ritratta dunque dubito che sia lei,mi dispiace".
"Devo trovarla" sentenziò Kanzai. Se già nei primi disegni aveva avvertito qualcosa di speciale in quella giovane ora ne era certo,lei era il perno fondamentale su cui ruotava la psiche della sua studentessa e forse trovandola, sarebbe poi statp in grado di vedere cosa provocò l'oscurità di quegli inquietanti dipinti che solo quella creatura del cielo pareva avere il potere di rischiarare.

"Uhm..." un mugolio soddisfatto uscì dalle labbra di Haruka ancora immersa nel sonno. Fuori,il sole era calato e con esso la temperatura che era scesa facendola rabbrividire leggermente benchè coperta da una pesante coperta. Si accoccolò sul letto trovandolo più confortevole e morbido del solito. Solo quando avvertì dei rumori sospetti accanto a sè si decise ad aprire gli occhi riscontrando,con stupore,la figura di Michiru appiccicata o meglio,era lei che le era praticamente addosso avendo poco prima affondato il volto nel suo seno. Si scostò con forza sbilanciandosi, cadendo dunque sul pavimento portando con sè la coperta ed i fogli che stava leggendo prima di addormentarsi. La caduta infine causò un rumore abbastanza forte da svegliare anche l'altra ragazza.
"Haruka stai bene?" domandò allarmata questa una volta accoratasi della debacle della bionda.
"Perché stavamo dormendo insieme?"chiese di rimando l'altra aiutandosi con il bordo del letto per alzarsi.
"Ti eri assopita e così mi sono sdraiata accanto a te" rispose la violinista guardandosi intorno in cerca di un qualsiasi orologio "Quanto tempo è passato?"domandò,ricordando di non aver informato casa del suo rimanere per così tanto tempo fuori.
"Non deve mai più accadere una cosa del genere"sentenziò Haruka sedendosi sul letto "Mai più"
Irritata dalle parole dell'altra,Michiru la fece cadere sulla schiena,salendovi poi sopra bloccandole così i movimenti.
"Che diavolo stai facendo?!"strillò la bionda per niente intimidita dalla figura che la stava sovrastando. Le gambe della violinista la stringevano sui fianchi,le sue braccia tenevano ferme le proprie,le unghie quasi a conficcarsi nella carne. In tutta quella situazione lei...si stava eccitando. Vederla sopra di sè con fare dominante le inebriava i sensi e la rendeva grata dell'essere nata donna perché al contrario,in quel frangene il suo grado di eccitazione sarebbe stato molto visibile.
"Cosa stai facendo tu piuttosto" ribattè la violinista "Prima mi ignori,poi fai la gentile con me,poi mi ignori nuovamente il tutto in un ciclo insano. Ho sempre pensato che fossi una persona schiva ma capace di slanci d'affetto,ma qui si sta sfiorando la bipolarità."
Haruka si rendeva conto che l'altra aveva ragione. Il suo comportamento da quando si erano reincontrare era stato la sagra dell'incoerenza ma del resto cosa poteva fare? Quando finalmente si era decisa a tenerla lontana da sè, ecco che la situazione si ribalta completamente, a causa dei dubbi insinuatele nella testa dallo psicologo in merito alla situazione familiare non certo idilliaca della violinista. Per il suo bene voleva prima tenerla lontana ma adesso non voleva lasciarla andare.
"Ehm,ehm,mi dispiace interrompervi ma la cena sarebbe pronta" esclamò Setsuna appoggiata allo stipite della porta. Le ragazze si voltarono all'unisono verso di lei che aveva una faccia palesemente divertita. Ricomponendosi,la seguirono nella sala senza fiatare.

Dopo l'imbarazzio iniziale,si poteva dire che Michiru stava facilmente familiarizzando con i Meiou. Questi le chiedevano curiosi ogni aspetto della sua vita,lodandola per i suoi risultati in ambito artistico e sportivo insomma,era abituata a quel genere di conversazioni. Sedeva al lato destro del tavolo avendo Haruka e Setsuna di fronte a sè,i due genitori posti ai due capi. Yosuke l'aveva già conosciuto dunque la sua curiosità era relativa mentre invece era più attenta ad osservare Latika. Come carnagione era simile alla figlia e le due si assomigliavano ( fortunatamente per Setsuna )anche un pò, sebbene la madre avesse tratti più duri ed un'altezza decisamente inferiore. Michiru,così come tanti altri,si chiese da dove potesse aver preso Setsuna la sua proverbiale altezza visto che entrambi i genitori ne difettavano. La parlantina di Yosuke fu il collante perfetto per la conversazione mentre invece Latika e la figlia si limitavano a poche frasi ponderate. Tra tutti,quella che non biascicava parola, limitandosi a mangiare, era Haruka.
Fu all'arrivo del dolce che finalmente la violinista espresse ciò che si domandava sin da quando aveva messo piede in quella casa.
"Come avete conosciuto Haruka?"
"Suo padre era un mio collega,un amico." rispose Yosuke "Hanzo,un tipo veramente fuori di testa,per i canoni giapponesi almeno. Amato dagli studenti ed osteggiato dagli altri professori,dovette cambiare parecchie università prima di comprendere che il sistema scolastico giapponese non faceva per lui. A malinquore si trasferì in America dove incontrò la madre di Haruka."
"Una studentessa di vent'anni più giovane di lui." s'intromise Latika che ai tempi a differenza del marito non fu molto concorde con la scelta dell'uomo. Anche tra lei e Yosuke vi era una notevole differenza di età ma lei era sicuramente una donna matura,adatta anche ad un uomo più grande. Ashley invece,questo era il nome della ragazza,era la classica belloccia californiana di belle speranze che si era innamorata del proprio professore. Non avrebbe scommesso un centesimo sulla loro relazione e come di consueto non si fece problemi a riferirlo ad Hanzo. Tra loro due non incorreva chissà quale rapporto ma suo marito ci teneva a lui e questo le bastava per renderlo importante. Come sempre Hanzo non diede retta a nessuno e nel giro di appena un anno si era sposato con quella ragazza,andando persino contro i genitori di lei che di fatto,la diseredarono. La loro vita matrimoniale si potè dire comunque felice. Hanzo finalmente aveva trovato un lavoro stabile,lei studiava per prendere il dottorato quando si accorse di essere incinta. Riuscì giusto a discutere la tesi prima che Haruka venisse al mondo. Sebbene i dubbi di Latika fossere aumentati all'idea di quella giovane che aveva tra le mani una bambina così piccola le cose si risolsero per il meglio. Haruka era una bambina tranquillissima che non dava nessun problema se non il dover badare ai suoi bisogni fisiologici. Hanzo si prodigava a raccontare di come,a dispetto di tutti i coetanei,la figlia lo facesse dormire tranquillamene la notte. Arrivò pure a vantarsi quando,con l'arrivo dei primi dentini,la piccola trattenesse palesemente il dolore cercando di non piangere,dando prova di una forza di volontà straordinaria per qualcuno della sua età. La loro vita proseguì felice per qualche anno fino al giorno del tragico incidente. Stavano tornando tutti e tre da una conferenza tenuta da Hanzo quando un'auto sulla corsia opposta alla loro sbandò,travolgendoli. Solo Haruka riuscì ad uscirne incollume.
"Decidemmo dunque da adottarla e divenne così un membro della nostra famiglia"concluse l'uomo.
Michiru era rimasta senza parole. Non si aspettava una storia così tragica,benchè conclusa nel migliore dei modi. Ora si spiegava il perché delle numerose foto di Haruka in giro per la casa e la mancanza di un qualsiasi ritratto in compagnia dei suoi genitori naturali. Non ultimo,finalmente si rese conto del reale rapporto che legava Haruka e Setsuna,vergognandosi non poco per l'atteggiamento che aveva avuto con lei. E' vero,non erano sorelle di sangue ma era evidente come il suo fosse semplice amore fraterno. Tutta la famiglia si stava dimostrando molto attaccata a lei,non poteva che riconoscerlo.
"Direi che potreste smetterla di parlare di me ora" esclamò la bionda entrando finalmente nel discorso "Capisco di essere interessante ma a tutto c'è un limite"
"Suvvia è il tuo primo giorno a casa,non essere così musona e poi abbiamo ospiti" disse il padre.
"Appunto perché abbiamo ospiti evita di metterla in imbarazzo" intervenne Latika che sapeva quanto la verve di suo marito spesso causasse dei problemi alla figlia minore.
"Io? Metterla in imbarazzo e perché mai?!"esclamò stupefatto l'uomo mettendo il broncio quando la moglie e la figlia lo fulminarono all'istante con lo sguardo,zittendolo.
Michiru non riuscì a farsi sfuggire una risata venendo così scrutata da tutta la famiglia.
"Ho fatto qualcosa di divertente?"chiese Yosuke.
"No è solo che trovo la vostra famiglia molto unita a dispetto di un elemento non certo socievole come Haruka" rispose lei.
"Ehi!!" esclamò la bionda punta sul vivo.
"Effettivamente ce lo dicono in molti che lo siamo,pur non essendo tutti legati dal sangue" spiegò Setsuna "Molti ammettono che non riuscirebbero ad avere un amore familiare per qualcuno estraneo al proprio nucleo"
"L'amore non ha nulla a che fare con i legami genetici" affermò sicura Michiru "Io e mio padre siamo consangunei ma lui non ha mai provato affetto per me e di conseguenza vi è una reciproca indifferenza"
Le parole della ragazza colpirono profondamente i presenti,mettendo in allerta Haruka e Setsuna.
"Indiscutibilmente però ama sua moglie che geneticamente è un'estranea" continuò.
"Come puoi essere così impassibile?" si lasciò sfuggire Haruka che non riusciva a comprendere come qualcuno potesse essere così tranquillo nell'affermare di non essere amato da un genitore.
"Può sembrare strano per qualcuno cresciuto circondato dall'amore dei genitori,per me è la normalità e non mi pesa giuro"spiegò serafica "Con gli anni ho compreso come il nostro rapporto fosse semplicemente diverso dalla norma. L'affetto poi l'ho comunque ricevuto da mio nonno e dopo di lui Rei che è diventata la mia migliore amica. Provando l'affetto anche io a mia volta ho visto nascere in me il medesimo sentimento verso di loro."
"Ha una sua logica" disse Latika che pur ritenendo la sua condizione fuori dalla norma,apprezzò la lucidità di pensiero che la ragazza stava dimostrando "Il provare incondizionatamente affetto verso i propri familiari è un imprinting che riceviamo sin dalla nascita e se questo non avviene il bambino non subirà questo condizionatamento. Sinceramente è rincuorante sapere che la tua affettività si sia semplicemente tramutata in una forma di dare e ricevere piuttosto che scomparire del tutto."
La violinista non potè fare a meno di sentirsi tranquillizzata dalla presenza della donna ed in misura minore anche della figlia. Se Haruka e Yosuke parevano ancora perplessi,loro due avevano mantenuto la calma preferendo analizzare la situazione piuttosto che inquietarsi di un qualcosa che andava contro i loro normali concetti di vita o peggio ancora porle domande per cercare una spiegazione a qualcosa che non rientrava nel loro vissuto. Con loro sentiva di poter essere sincera,che non l'avrebbero mai giudicata.Cominciava a capire come mai Haruka stesse così bene con loro, il carattere delle due donne ben si concigliava con qualcuno di schivo e poco propenso al dialogo come lei. In generale però poteva dire di stare bene con tutta la famiglia Meiou,cosa che,fino al giorno prima pensando a ciò che provava per Setsuna,non avrebbe ritenuto possibile.
"Una cosa però non mi torna" disse Setsuna poggiando sul tavolo il cucciaino con cui aveva tranquillamente finito di mangiare il suo dolce. L'attenzione dei presenti si era ora rivolta  a lei "Per quanto io ne sappia dai racconti di Haruka,sei stata tu a volerle diventare amica ad ogni costo e la cosa mal si coniuga con l'atteggiamento che dici di avere. Sia chiaro,non intendo la mera curiosità per una persona di fascino come effettivamente è lei..."
A quelle parole la bionda non potè fare a meno di gonfiare leggermente il petto sia per una forma di vanità intrinseca,sia per i complimenti ricevuti da Setsuna che era sempre avida nel darli. Cosa che la fece immediatamente tornare allo stato di allerta perché quando la sorella modificava il suo atteggiamento lo faceva unicamente per uno scopo.
"Il tuo modo di approcciarti ad Haruka anni fa è  indicativo di una persona in cerca di un qualche legame con lei cosa che,come ho detto,va contro ciò che mia madre poc'anzi ha definito un rapporto basato sul dare e ricevere."
"Hai ragione" convenne la ragazza "Con lei è stato diverso e non lo so spiegare. Semplicemente mi sono resa conto di amarla ancor prima che lei ricambiasse i miei sentimenti."
Haruka impiegò un nano-secondo per rendersi conto delle parole della violinista, arrossendo di conseguenza. Michiru invece spese più tempo nell'accorgersi come quelle parole indicassero un sentimento ben delineato che finalmente rispecchiava quella moltitudine di situazioni ed atteggiamenti che aveva nei riguardi dell'altra,dall'attaccamento alla gelosia provata nei confronti di Setsuna ed anche lei sentì le guance divampare fino a quando l'imbarazzo iniziale non fece spazio alla gioia della scoperta.




Fine quattordicesimo capitolo!! Che dire, passi da gigante, almeno dal punto di vista di Michiru. Direi che da questo momento la fic avrà più pepe tra la vita al di fuori della clinica e i problemi che sicuramente queste due si causeranno. Penso che ne succederanno delle belle e spero che questo vi faccia piacere. Alla prossima!!

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Capitolo 15
*** Intervista ***


Per una famiglia come quella dei Kaiou la privacy era sacra. Il minimo scandalo avrebbe potuto compromettere operazioni milionarie. Anche la sicurezza aveva la sua grande importanza, mettere le mani su un membro della famiglia e farsi pagare un riscatto voleva dire sistemarsi per la vita propria e delle generazioni future. Per questo motivo, pur essendo la loro residenza conosciuta così come il numero di telefono, vi erano numerosi procedimenti da seguire prima di mettersi in contatto con loro. La linea telefonica della residenza veniva prima fatta passare per la dependance della servitù, dove il capo maggiordomo si premurava di ascoltare per primo l'interlocutore chiedendone l'identità e le richieste scegliendo, a propria discrezione, se passare la chiamata o meno. Le uniche eccezioni a quel procedimento erano la linea fissa privata dell'ufficio del padre il cui numero era noto solo ai suoi soci più stretti ed il cellulare che la madre regalò a Michiru quando questa si trovava a Vienna, cellulare che la ragazza era certa avrebbe dovuto tenere segreto una volta che i suoi genitori fossero tornati. Fu proprio contro questo sistema che, per la seconda volta, si scontrò Setsuna. Il giorno precedente, quando dovette informare la permanenza di Michiru per la cena, dovette attendere ben mezz'ora attaccata alla cornetta prima che la servitù riuscisse a confermare la sua identità e la credibilità delle sue parole ed anche in quel caso non le fu passato il nonno della ragazza ma semplicemente le dissero che il messaggio gli sarebbe stato recapitato. Questa volta invece la situazione era ben più grave e la donna doveva assolutamente parlare con Michiru.

Il gatto ed il topo potevano essere considerate la migliore fotografa e giornalista dell' Animal, nota rivista scandalistica appartenente alla linea editoriale del Dark Kingdom. Il loro nome in codice aveva una duplice natura. Chuuko Nezu era una donna piccola, molto piccola, facilmente fraintendibile per una bambina agli ultimi anni delle elementari. Grazie alle sue dimensioni ridotte poteva infilarsi in ogni anfratto riuscendo così a cogliere i momenti salienti e/o imbarazzanti delle persone che pedinava, scattando loro foto compromettenti che sarebbero state poi il lasciapassare per gli articoli della sua collega, Nyanko Suzu. Nyanko era una donna sveglia e dalla penna tagliente, qualità che venivano controbilanciate da una notevole pigrizia, doveva venir stimolata dalle foto della sua socia per far sì che le venisse la voglia di scrivere. Entrambe poi avevano una cadenza particolare nella voce che le faceva assomigliare agli animali con cui condividevano il nome ed alcune caratteristiche. Nonostante la loro indiscutibile stravaganza le rispettive qualità facevano sì che fossero molto stimate e, tra tutto il personale, erano le uniche che potevano vantare un forte legame con il direttore della rivista.
"Allora? Come sono andate le vendite dell'ultimo numero  nya?" chiese Nyako sedendosi sulla scrivania del capo che quel giorno aveva deciso di trattenersi di più al lavoro.
"Ottime, proprio come avevo sperato. Il tuo articolo ovviamente è stato la punta di diamante che ha permesso questo successo. " rispose Kunzite grattando sotto al mento della donna, un gesto inusuale tra due persone adulte che però la gratificava, tanto che pareva fare le fusa. "Anche le foto di Nezu-san sono fantastiche."
"Anche in quelle ho contribuito nya" esclamò la donna "Chuuko è così bassa che non era in grado di centrare bene l'obbiettivo, ho dovuto prenderla sulle spalle ed eravamo su un albero nya!"
"Ciò non toglie che le foto le abbia scattate io nezu" intervenne il topo entrando dentro la stanza, seguita dal capo-redazione.
"Ace-kun, i meriti vanno anche a te" disse Kunzite alzandosi dalla scrivania che era di proprietà dell'altro "Peccato tu non sia riuscito a seguirle con la macchina oltre l'autodromo"
"Quella donna alla guida si è accorta della mia presenza ed è riuscita a seminarmi" si scusò dispiaciuto l'altro "Piuttosto capo,dovrebbe ringraziare chi ci ha dato la soffiata"
"Già, è stato un ottimo colpo, ce ne fossero di informatori del genere nezu" esclamò Chuuko andando a sedersi sulla sedia di Ace, costringendolo a stare in piedi. Per quanto sia lei che Nyako fossero sue dipendenti, Ace non era mai riuscito a farsi rispettare sia per l'età inferiore, sia per un'evidente mancanza di polso. Si può dire però a sua discolpa che le due parevano ascoltare unicamente Kunzite e chiunque altro al posto di Ace non avrebbe avuto dei risultati diversi.
"Non vi preoccupate, in un certo senso l'informatore ha ottenuto un giusto compenso" assicurò l'uomo uscendo dalla stanza.

L'atmosfera nell'ufficio della direttrice della Galaxia record era pesante. Crow camminava in cerchio cercando di placare la propria rabbia mentre la sua collega se ne stava tranquillamente seduta su una delle poltroncine mantenendo la sua solita aria da sprovveduta. Diamond e Setsuna avevano preferito rimanere in piedi appoggiati al muro parlando fittamente tra loro mentre le dirette interessate della situazione creatasi sostavano immobili sulle due sedie poste davanti alla scrivania della direttrice.
"Per quanto tempo dobbiamo ancora aspettare?" chiese spazientita Haruka causando un moto di rabbia nella manager dai capelli bruni.
"La direttrice è molto impegnata, aspetteremo anche tutto il giorno se fosse il caso" esclamò gettandosi sulla poltroncina affianco alla collega prendendo tra le mani  per l'ennesima volta la pietra o meglio, il giornale dello scandalo, Animal che quel giorno aveva in copertina niente poco di meno che le due ragazze lì sedute ritratte in una foto facilmente equivocabile e, come se non bastasse, oltre alla copertina vi era un ricco articolo a due pagine dove si paventava una loro relazione.
Finalmente dopo una buona  mezz'ora di ulteriore attesa Galaxia si mostrò entrando nell'ufficio senza guardare in faccia a nessuno. Con stizza lanciò a Michiru una carta di credito premurandosi di spiegare solo quando la ragazza la guardò perplessa.
"Voi due oggi andate in giro a fare compere, tutto spesato da Animal. In cambio loro voglio delle foto informali e finito ciò andrete nella loro sede per farvi un'intervista in cui racconterete per filo e per segno come è nata la vostra storia. Ovviamente ora concorderemo tra noi la versione fornire alla rivista"
"Ehi un momento!!" esclamarono all'unisono Crow ed Haruka che si guardarono con sfida negli occhi, ognuna senza voler lasciare la precedenza all'altra.
"Animal è una rivista rivale, perché concediamo un'intervista esclusiva di una nostra artista?" chiese Siren approfittando della situazione di stallo tra le altre due.
"Ottimo Siren, vedi che riesci a fare qualcosa di intelligente!!" gioì Crow mentalmente quando la collega pose al capo la medesima domanda che lei stessa avrebbe voluto fare.
"Ormai Animal ha fatto lo scoop" rispose Galaxia sedendosi sulla propria poltrona "Tanto vale fare uscire sulla loro rivista qualcosa di calcolato prima che si inventino frottole controproducenti per noi"
"Potremmo fare uscire l'intervista sulla nostra rivista associata invece che su Animal"esclamò la mora non capendo come il suo capo volesse incrementare le vendite di un'azienda rivale.
"Così sembrerebbe agli occhi dei lettori che la loro relazione non sia altro che una trovata pubblicitaria per lanciare le rispettive carriere" spiegò la donna "Cosa che a questo punto adesso faremo ma la cosa così sarà meno plateale"
"Ehi scusa ma vorrei avere una qualche voce in capitolo" esclamò Haruka irritata di come quella donna stesse decidendo tutto.
"Devo concordare con il mio assistito"si intromise Demand leggermente risentito di come fosse stato lasciato da parte durante il processo decisionale.
"Non spenderò troppe parole con lei Demand-san visto che mi sembra un uomo intelligente da capire questo semplice concetto" disse Galaxia facendo una doverosa premessa "Voi siete sicuramente più avvantaggiati dalla situazione creatasi, Tenou avrà pure il potenziale per fare successo ma al momento è ancora dipendente dall'infortunio ed il Granpremio è alle porte, anche se si rimettesse in sesto per tempo dubito possa ottenere grandi risultati fin da subito e tutto questo nella poco probabile ipotesi che la macchina sia pronta. Insomma, senza questa " spintarella " di Animal sarebbe rimasto sullo sfondo del mondo della Formula 1 per minimo un anno, cosa non certo favorevole per lo sponsor. Nel nostro caso invece basta anche solo il cognome della ragazza per creare clamore, non avevamo certo bisogno di spinte ulteriori che anzi, potrebbero mal concigliarsi con i progetti che avevamo in mente."
Sebbene Demand concordasse appieno con l'analisi della donna e trovasse il suo piano vantaggioso non gli piaceva dover partecipare passivamente agli eventi. Era comunque abbastanza maturo per prendere atto che qualunque sua obbiezione non avrebbe fatto altro che inasprire i rapporti con persone che ormai, giocoforza, sarebbe stato costretto ad frequentare. Maturità che purtroppo non era ancora presente nella sua protetta che irosa si alzò dalla sedia e con fatica si precipitò fuori dalla stanza, seguita da Michiru.
"Haruka fermati!!" la violinista non dovette penare più di tanto per arrestare la corsa dell'altra ancora non abituata alla nuova protesi che a causa della corsa ora le faceva un male cane "Senti, capisco come tutto questo possa non piacerti però..."
"Tu non capisci niente!!" le urlò in faccia la bionda tirando poi un pugno contro il muro "Sto sputando sangue da mesi per ritornare quella che ero, ho mentito sul mio sesso proprio perché volevo che si parlasse solo delle mie gesta ed ora mi ritrovo costretta a questa messinscena con la brillante prospettiva che sarà l'unica cosa per cui verro calcolata"
"E allora impegnati ancora di più per recuperare"ribattè Michiru stringendosi al corpo dell'altra "Ritorna l'Haruka Tenou sprezzante egocentrica e superba che non avrebbe mai badato a cose del genere perché certa del proprio valore. L'Haruka Tenou indomabile che ho dovuto tallonare per settimane anche solo per un cenno d'assenso."  L'Haruka Tenou di cui mi sono innamorata, avrebbe voluto aggingere la ragazza  ma si trattenne in virtù  del fatto che non era il caso scombussolare ulteriormente una già alterata Haruka.
La pilota sorrise leggermente alla non tanto velata recriminazione dell'altra, cosa che indusse la violinista a continuare.
"Non sei sola, c'è la tua famiglia, ci sono io... " mosse la sua mano per accarezzare il volto della bionda ed entrambe percepirono un brivido quando sentirono rispettivamente la pelle dell'altra sulla propria "E credimi, non permetterò mai che tu venga sfruttata, tengo troppo a te"
Ormai le parole erano superflue tra le due. Haruka pareva essersi calmata mentre Michiru non era in grado di esplicare con il parlato ciò che provava in quel momento. Alzò allora il proprio volto per raggiungere quello dell'altra ragazza fino a quando le loro labbra non si sifiorarono, pronte per unirsi.
" Di là vi stanno aspettando" esclamò Setsuna palesando la propria presenza. Alla vista delal sorella e rendendosi conto di cosa stava per succedere, Haruka staccò dal proprio corpo l'altra ragazza precipitandosi verso l'ufficio di Galaxia. Michiru invece rimase interdetta sul posto per poi guardare Setsuna che sfoggiava un sorriso sornione. Il fatto di aver saputo il legame di parentela che le univa aveva diminuito notevolmente l'astio che provava nei suoi confronti che ora era però ritornato vedendo come se la stesse godendo per averle interrotte.
La violinista stava per andare dietro Haruka senza degnare di un ulteriore sguardo la donna quando questa le si parò davanti.
"Puoi pure mettermi il muso per avervi interrotte" esordì "Tieni però presente che conosco bene quella testa bacata, se vi foste baciate avrebbe fatto di tutto per allontanarsi da te, anche mettendo a rischio la sua carriera visto che a quanto pare d'ora in poi dovrete fingere di essere una coppia felice"
"Non vedo perché dovrebbe farlo" ribattè Michiru ancora guardinga nei confronti dell'altra. Alla sua reazione, la donna scoppiò a ridere.
"Ti devo ricordare quanto hai dovuto penare anche solo per avvicinarla?"disse. Setsuna aveva bene in mente quando negli anni passati la sorella si lamentava di quella sfrontata ragazzina che non le dava pace " I cambiamenti la spaventano e quando questi avvengono l'unica sua soluzione è correre, scappare."
"Cosa devo fare allora?"esclamò esasperata la violinista per cui era già un lavoro non da poco chiarire i propri sentimenti senza dover mettere in conto le possibili reazioni dell'altra.
"Sii meno egoista e dalle i suoi tempi" disse semplicemente la più grande.
Nonostante la neanche tanto velata critica, Michiru non si ritenne offesa. Per la prima volta si rese conto di come Setsuna non fosse una rivale od un ostacolo ma un'alleata su cui fare affidamento.

Dopo aver speso gran parte della giornata a fare shopping nei negozi più "in" di Tokyo le due ragazze, seguite rispettivamente da Setsuna e Crow in vesti di menager, si apprestavano a sostenere l'intervista per Animal.
A dispetto della costrizione a cui erano state sottoposte, Michiru poteva dirsi soddisfatta. Aveva fatto grandi comperem cosa sempre gradita, ed aveva potuto passare molto tempo insieme ad Haruka senza che questa potesse lamentarsi. Per l'altra invece era stata una specie di supplizio. Non solo la protesi le faceva un male cane, cosa per cui si sarebbe veemente lamentata con quel progettista da strapazzo ma Michiru aveva fatto di tutto per farle perdere il lume della ragione. Passi il chiederle consigli su quale dei centinaia di vestiti aveva addocchiato ( come se lei ne capisse qualcosa, un abito per lei valeva l'altro gli unici pareri interessati da parte sua avrebbero riguardato unicamente il corpo ) le stesse meglio ma pure la biancheria intima!! In ogni caso ora le capitava un compito ancora più gravoso, la dannata intervista che avrebbe dovuto sostenere di fronte a quelle due irritanti tizie che parevano essere uscite da un cartone animato. La più piccola, la fotografa, stava sgranocchiando dei pezzi di formaggio tenuti da uno stuzzicadenti mentre la più grande, che doveva essere la giornalista, stava sistemando dei fogli, probabilmente contenenti informazioni raccimolate su di loro e le domande per l'intervista.
"Allora, siete pronte nya?" chiese Nyanko azionando il registratore che teneva nella tasca della giacca. Le due fecero un segno d'assenso e l'intervista cominciò.
"Iniziamo con la prima domanda, anche se più che domanda è una richiesta di conferma ed è rivolta ad entrambi, è vero che state insieme?"
Fu Haruka la prima a parlare "Diciamo che con il vostro articolo avete affrettato i tempi... " esordì, come da concordato con Galaxia. Dovevano cercare di dare il meno possibile l'idea di un qualcosa di precostruito e l'ammettere di essere state forzate a venir fuori a causa dell'articolo di Animal era un punto fondamentale. "Io e Michiru ci conoscevamo da tempo e solo ultimamente è nato un certo interesse."
"Guarda caso in concomitanza con la nascita delle rispettive carriere" avrebbe voluto dire la giornalista ma si morse la lingua preferendo rimanere in ascolto. Zoisite era stato molto chiaro riguardo al carattere iroso della bionda e di come dovesse giocarsi bene le proprie carte. Se voleva fare delle domande o uscite provocatorie questo sarebbe dovuto avvenire solo all'ultimo altrimenti vi era il rischio di far saltare tutta l'intervista. La donna poi volse l'attenzione verso l'altra giovane. Anche nei suoi riguardi doveva tenere un profilo basso all'inizio, a dire di Zoisite poteva essere ben peggiore di Haruka.
"Il fatto di formare una coppia non pensate che possa compromettere le rispettive carriere nya?" chiese ancora."Si sa, un'idol fidanzata ha un appeal molto inferiore rispetto ad una single e molte delle supporter di Tenou-san sono ragazze che non penso prenderanno bene che il loro pilota favorito sia già impegnato"
"Io non sono una idol nè ho intenzione di diventarlo" esclamò Michiru con un tono decisamente meno accomodante di quello usato prima dalla bionda e rubandole di fatto l'opportunità di rispondere "E' vero che tempo fa è girata la voce di un mio coinvolgimento nel concerto delle Three-light ma ciò non significa che io voglia intraprendere la loro medesima strada. Il violino è la mia vocazione e la musica classica è il meglio per esprimere le mie doti."
Crow mentre ascoltava le parole della sua assistita non potè fare a meno di preoccuparsi del tono tenuto da questa. Aveva fatto bene a ribadire la sua estraneità al mondo delle idol ma era stata troppo schietta cosa che avrebbe potuto essere tacciata di snobbismo dalle giovani lettrici, acquirenti principali di Animal.
"Sento un certo astio nelle sue parole, qualcosa contro le idol nya?" chiese la giornalista cercando di portarla verso qualche frase compromettente in modo da confermare le preoccupazioni di Crow. 
"Assolutamente, semplicemente preferisco un altro tipo di carriera, più incline ai miei gusti." rispose la violinista.
"Dunque preferisce un pubblico colto rinchiuso un un teatro piuttosto che uno stuolo di ragazzine in uno stadio nya."continuò Nyanko cercando sempre di cogliere in fallo la ragazza.
"Dunque asserice che le giovani che seguono le idol non sono istruite quanto chi segue i miei concerti" ribattè Michiru sfruttando l'insinuazione dell'altra a proprio vantaggio, risultando molto meno sprovveduta di quel che poteva sembrare in un primo momento. Era vero che non era mai stata intervistata ma per anni aveva avuto modo di venire in contatto con importanti uomini del mondo industriale e politico che venivano a casa sua per trattare con il padre e dunque fin dall'infanzia era stata educata all'arte della conversazione per evitare di far sfigurare la famiglia. "Uno dei miei propositi è avvicinare i giovani alla musica classica e la collaborazione con le Three-light è un'ottima occasione per far conoscere un tipo di musica giudicata troppo in fretta per vecchi o sorpassata."
"Bene" esclamò la donna che sebbene non fosse riuscita a farle dire ciò che voleva aveva quantomeno confermato il suo rapporto lavorativo con le Three-light cosa che se non altro le avrebbe dato spunti per un' intervista di conferma alle tre ragazze. Che quello fosse senza dubbio una aspetto positivo per Animal lo stesso valeva per la Galaxia record che aveva concordato con la violinista di confermare qualunque domanda relativa al mash-up in modo da fare pubblicità anche per vie non collegate all'azienda.
Se la giornalista poteva dirsi appagata a metà, lo stesso non si poteva dire di Crow stupita  e soddisfatta dalla freddezza con cui la ragazza si era destreggiata in quel breve scambio di battute. Sicuramente quello era un aspetto positivo ma le sue risposte calcolate peccavano di spontaneità risultando troppo artificiose, cosa che invece non valeva per la bionda che sembrava molto più naturale ma in merito Akane era certa che l'altra ragazza non sarebbe riuscita a sbrigarsela così in scioltezza di fronte ad un palese attacco, cosa tra l'altro confermata dall'uscita che fece ore prima nell'ufficio di Galaxia. In ogni caso era evidente come i pregi di una bilanciassero i difetti dell'altra, anche se creata in extremis per rimediare ad un articolo di Animal quella coppia avrebbe potuto fruttare molto bene. 
"Passiamo ad un'altra domanda nya" esordì la giornalista dopo qualche minuto perso a riordinare gli appunti "Precedentemente Tenou-san ha detto che vi conoscevate da tempo, dove è avvenuto il primo incontro?"
Anche questa volta fu Michiru a rispondere "A causa del mio soggiorno all'estero mi mancavano dei crediti riguardanti l'attività extrascolastica per potermi diplomare dunque la mia scuola mi ha inserito in un progetto di nuoto infantile, cosa che è poi saltata perché mi hanno scambiato con un'altra ragazza nel corso di recupero degenti. Tralasciando i particolari, praticamente dal dover curare tanti bambini sono passata ad un solo bambinone. E non posso dire con certezza chi faccia più capricci"
"Spiritosa" replicò una fintamente offesa Haruka.
"Cosa vi ha colpito di più nell'altro?" domandò Nyanko.
"Senza dubbio il culo" rispose immediatamente la pilota beccandosi un colpo in testa da parte dell'altra ragazza e causando delle risa nella fotografa, invero, erano più squitiii che risate. Anche Setsuna non potè fare a meno di mostrare una smorfia divertita a seguito della battuta ( ma neanche troppo lontana dalla verità ) della sorella.
"Gli occhi prima di tutto" disse invece Michiru seriamente "In tutta la mia vita non avevo mai visto occhi come i suoi. Ricordo di aver speso ore a tentare di ritrarli sul mio blocco da disegno, non riuscendoci"
"Tsk, la solita sentimentale" mormorò la bionda arrossendo leggermente e voltando il capo per non incontrare il suo sguardo.
"Tenou-san, ora che state insieme avremo occasione di vedere la sua fidanzata ai box a tifare per lei?" domandò la donna questa volta riferendosi espressamente ad una delle due.
"E' fuori discussione, il capo dei meccanici ha una politica di zero donne nei box" spiegò la bionda "Se fossi un pilota affermato potrei anche impormi ma al momento non sono nessuno e dunque devo stare alle regole imposte da lui."
"Lei però possiede un nome non indifferente nya "affermò Nyanko rivolgendosi a Michiru "Penso che volendo potrebbe fare pressioni"
"Potrei sicuramente ma non ho la minima intenzione di farlo" dichiarò con fermezza al violinista "Se in futuro sarò presente nei box è perché Haruka avrà sfondato come pilota non per la mia famiglia, cosa che tra l'altro sono certa che accadrà."
"Ha molta fiducia in lui nezu" constatò Chuuko che, finito lo spuntino, iniziava ad annoiarsi.
"L'ha detto la sua collega, ho un nome non indifferente" fece presente Michiru "Secondo lei seglievo come fidanzato un mediocre?Haruka è un genio dei motori ed appena recupererà dall'infortunio diventerà il pilota giapponese più titolato anzi, il pilota più titolato tra tutti quelli presenti e passati."
"Un fidanzamento di interesse quindi?" si intromise Nyanko vedendo una nuova possibile breccia per destabilizzare la giovane.
"Certo che no" negò fermamente Michiru irritata e senza nessun proposito di nascondere quel suo stato d'animo. Di natura già permalosa, stava scoprendo come il mettere in discussione il suo sentimento verso l'altra ragazza fosse la cosa che più la faceva alterare. "Mi sono innamorata di Haruka sin dal primo momento che l'ho visto nonostante non me ne sia resa conto in un primo momento e... " La violinista venne interrotta nel suo parlare dalla mano di Haruka posta sulla propria bocca.
"Penso vada bene così Michiru" disse questa completamente paonazza in viso sia per l'imbarazzo sia perchè l'atteggiamento altezzoso e severo di Michiru la stava eccitando terribilmente.
Crow e Setsuna, che stavano per intervenire, non poterono che costatare quanto l'azione della pilota fosse stata un bene in quanto l'atmosfera ed il tono dell'intervista si stava facendo decisamente pesante.
"Rimanendo alla facenda del suo nome, come l'ha presa la sua famiglia questo fidanzamento?"chiese Nyanko decisa ormai a giocare tutte le proprie carte per ottenere quante più informazioni rilevanti possibili.
La domanda fece nascere in Sestuna un campanello d'allarme. Per troppo tempo infatti aveva notato come l'intervista vertesse più sul compromettere le due ragazze piuttosto che sul promuoverle. Il fatto che Michiru fosse sotto contratto ( cosa non totalmente vera in quanto la violinista non era ancora ufficialmente un'artista della Galaxia record ) presso un'azienda rivale non giustificava questo accanimento. Era stato Animal a scoprirle e dunque a prendersi il merito dello scoop. Svilirle in quel modo una relazione nota al pubblico grazie a loro voleva dire sminuire il proprio lavoro. Inoltre era certa che i piani alti della rivista si fossero resi conto del potenziale attrattivo che formavano quelle due sulla massa. Tutto quel sabotare dunque sarebbe stato motivato solo se sotto ci fosse stato qualcosa di ancora più grosso.
"Che si siano resi conto del reale sesso di Haruka?"
Fu il primo pensiero a balenare nella sua mente ma fu immediatamente scartato. Se lo sapevano perché non fare subito lo scoop? O anche nel caso avessero voluto aspettare che Haruka diventasse più famosa per poter così avere un risalto maggiore perché al momento piuttosto che cercare in ogni modo di lanciarla stavano cercando uno scontro?No, l'obbiettivo non era Haruka e la cosa fu confermata dalla domanda di Nyanko. Che Michiru avesse un segreto riguardante il proprio passato ormai per lei era noto, che anche loro ne fossero venute a conoscenza?
"La mia famiglia era all'oscuro ma credo che ora ne siano al corrente anche loro" rispose tranquilla la violinista.
"Pensa che siano felici della sua scelta?"domandò la giornalista.
"Le mie scelte riguardano unicamente me e non devo rendere conto di questo a nessun'altro" fu categorica la ragazza che come Setsuna si era accorta di come l'intervista stesse pericolosamente cercando di intrufolarsi nella sua vita privata. Si aspettava che avrebbero colto la palla al balzo per carpire informazioni riguardanti la sua famiglia vista lì importanza e la poca propensione a mostrarsi al pubblico. Se lo aspettava ma ciò non vuol dire che le faceva piacere o che le avrebbe assecondate.
"Direi che per oggi basta così" sentenziò Setsuna in comune accordo con Crow.
"Vorrei solo qualche anticipazione sulle rispettive carriere se non vi dispiace" disse la donna ormai certa che non sarebbe più riuscita a ricavare niente dalle parole delle due ragazze. Questa volta entrambe non ebbero problemi a rispondere con dovizia di particolari alla giornalista e, dopo le foto di rito fatte da Chuuko, si congedarono dalla redazione.

Dopo essere salite sull'auto di Setsuna le ragazze raggiunsero la Galaxia record per lasciare Crow che avrebbe fatto un accurato resoconto dell'intervista al suo capo. In seguito, si decise di accompagnare Michiru a casa per poi andare nello studio legale di Wiseman in cui le due sorelle avrebbero discusso delle strategie future con lui ed il suo cliente.
"Che giornataccia" sospirò la bionda poggiando la nuca contro il sedile.
"E non è ancora finita" le diede corda la sorella mentre si apprestava a parcheggiare di fronte alla cancellata della villa dei Kaiou.
"Potete lasciarmi qui, entro da sola" disse la violinista uscendo dalla vettura.
"Ti accompagno" si offrì Haruka uscendo anch'essa "Per lo meno sulla soglia della porta"
Michiru si stupì della proposta della pilota anche se ormai avrebbe dovuto avere il callo con gli slanci di gentilezza e/o interesse dell'altra. Le due varcarono così il cancello della residenza sotto lo sguardo severo dell'addetto alla sicurezza che scrutò da capo a piedi la bionda.
"Anche l'ultima volta che sono venuta qui mi guardò in cagnesco" sussurrò alla violinista  "Ce l'ha con me?"
"Fa così con tutti, il suo lavoro del resto è quello di controllare chi entra in casa" rispose Michiru tranquillizzando l'altra ragazza. Impiegarono circa cinque minuti per riuscire a raggiungere la casa a causa dell'enormità del giardino che, Haruka non poteva saperlo, si estendeva anche dietro l'edificio.
"Eccomi arrivata." sentenziò Michiru facendo una leggera giravolta per mettersi di fronte alla pilota.
"Sembra di essere tornate indietro nel tempo" disse la bionda sorridendo leggermente "Cos'era, Natale l'ultima volta che ti avevo accompagnata qui?"
"Era il 23 dicembre" rispose prontamente l'altra.
"Già" ricordò Haruka guardandosi intorno "A parte il clima pare una replica perfetta."
"Non esattamente" la corresse la violinista avvicinandosi a lei "Qui ho dato il mio primo bacio" le disse accarezzandole la guancia. Ricordava bene la raccomandazione di Setsuna riguardo l'avere pazienza ma tutta quella situazione era troppo simile ad uno dei momenti più belli, se non il più bello della sua vita. Gli occhi di Haruka poi non accennavano a staccarsi per un secondo dai suoi obbligandola a compiere quel gesto.
"Ai tempi eri un pò più bassa" rise Michiru alzandosi sulle punte e unendo le proprie labbra con quelle dell'altra. Questa volta però la pilota non riuscì a reprimere le proprie pulsioni e dunque spinse l'altra ragazza contro la porta, causandole un rantolio che mischiava la sorpresa per il gesto ed il leggero dolore causato dal colpo subito. Senza badare a ciò, Haruka premette il proprio corpo contro quello della violinista mentre con la propria lingua si insinuava nella sua bocca rendendo il bacio molto più passionale. Pur scioccata, Michiru non aveva la benché minima intenzione di rompere quel piacevole iddilio che si stava creando, anzi, diede libero spazio alla lingua di Haruka di vagare nella propria bocca e, per quanto poteva, cercava di contraccambiare tutta quella foga. Rabbrividì leggermente quando sentì la gamba dell'altra insinuarsi tra le proprie con il ginocchio che andava a strusciarsi contro la sua intimità da cui sentiva provenire un immenso e piacevole calore. Entrambe non sarebbero state in grado di dire come e quando si sarebbero fermate, fatto sta che questo avvenne a causa del capo maggiordomo che, aprendo la porta, fece cadere le due ragazze sull'uscio, una sopra l'altra sotto lo sguardo perplesso e severo del domestico.
















Fine del quindicesimo capitolo?Un pò corto pure questo e gli avvenimenti  sono molto risicati ma direi che ho concluso in bellezza neh?Nel prossimo capitolo vedrò di inserire più situazioni. Alla prossima!!
 

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Capitolo 16
*** Mamma ***


Dal finestrino posto sulla sua sinistra la donna era in grado di vedere la luce del Sole rischiarare il cielo. Accanto a lei il figlio ancora profondamente addormentato.
"Speriamo che non patisca il jet-lag" pensò accarezzandogli i capelli. Il viaggio da Vienna a Tokyo era lungo e difficile persino per un adulto, figuriamoci un bambino. Poteva sempre lasciarlo a casa con i suoi genitori  ma quando Heinz aveva sentito che lei andava in Giappone aveva immediatamente voluto aggregarsi per poter così rivedere la sorella. La donna si sdraiò come meglio poté con l'intenzione di riprendere sonno. Mancavano ancora quattro ore prima dell'atterraggio.

Con movimenti gravi l'anziano posò la cornetta del telefono. In quei giorni Haruo Kaiou pareva invecchiato di almeno dieci anni. Lentamente si mosse verso la propria stanza, i servitori  intenti a girovagare per casa, lui era troppo stanco ed aveva deciso dunque di ritirarsi nella sua camera. Da molto tempo si riteneva stanco.
Si sedette sulla poltrona della stanza, facendosi cadere su di essa tanta era la pesantezza che portava sulle spalle. Non sapeva se aveva fatto la scelta giusta ma di certo non poteva non intervenire in qualche modo. Gettò la testa all'indietro ed iniziò a ricordare.

Puro amore. Questo è ciò che aveva provato Harou Kaiou quando per la prima volta tenne la nipotina tra le braccia. Era avvolta in un fagottino azzurro, inusuale per una femmina ma perfetto per lei, che con i suoi capelli ed il drappeggio della stoffa pareva una piccola sirenetta uscita dalle spume marine. Da quel che aveva notato sin da quando Michiru era entrata in famiglia nessuno pareva curarsene salvo i domestici ed unicamente per mantenerla in vita.
"Sono i primi tempi, cambieranno" lo rassicurava la moglie la cui salute andava sempre peggiorando, cosa che non la rendeva in grado di gestire una bambina così piccola. Haruo decise così che finché il figlio e  la nuora non avessero deciso di fare i genitori sarebbe stato lui ad occuparsi della bambina. Cosa non semplice visto che per tutta la vita si era preoccupato unicamente degli affari della famiglia mentre la cura e l'educazione dei figli era ad appannaggio della moglie. Impiegò una settimana prima di riuscire a mettere un pannolino come si deve, sotto lo sguardo divertito delle domestiche che trovavano inusuale che uno dei loro padroni si abbassasse ad un lavoro così poco appagante. Ancora di più inusuale però era la totale noncuranza dei genitori della bambina che non accennava a diminuire col passare del tempo. Era la norma in un ambiente come quello dei Kaiou che fosse la servitù ad occuparsi degli aspetti meno gratificanti della cura di un bambino ma i genitori quanto meno erano presenti nei momenti più belli. Le coccole, i primi passi, le prime parole. Tutti aspetti che furono vissuti unicamente da Haruo e le balie. Tanto era il menefreghismo dei genitori, tanto l'affetto del nonno per la bambina cresceva a dismisura. Per lui era innegabile il fatto che rivedesse nella nipote la sua stessa esperienza di vita, anche lei sradicata dalla terra natia e portata in un Paese straniero per volere di una famiglia in cerca della continuazione dinastica. Il fatto che lui fosse più grande mentre Michiru era inconsapevole della situazione non mitigava la sua empatia. Oltre a quello, un'altra era la differenza sostanziale tra i due. Haruo era arrivato in Giappone per diventare il futuro capofamiglia dei Kaiou vista l'assenza di eredi maschi per linea diretta, una cosa che ai tempi era indispensabile. Nonostante la motivazione non affettiva poteva dire che suo nonno e la zia che gli aveva fatto da madre gli avevano voluto bene. Un bene misto a riverenza per il suo futuro ruolo e lui ne era ben consapevole ma non poteva che fagli piacere l'interesse che dimostravano.
"Si può sapere perché ti comporti in questo modo?" aveva sbottato al compimento del primo anno d'età di Michiru quando il figlio e la moglie non si erano presentati alla piccola festa informale che lui aveva organizzato.
"E' piccola, per lei la nostra presenza al suo compleanno è ininfluente"gli aveva risposto il Isoroku senza togliere lo sguardo dai documenti che stava visionando. "E poi da quand'è che ti interessi dei membri della tua famiglia?Mi pare che hai sempre messo il lavoro al primo posto" continuò lui, senza alcuna nota di biasimo o recriminazione nella voce. Il compito dell'uomo era sempre stato quello di occuparsi degli affari di famiglia e Isoroku, così come le sorelle e suo padre prima di lui, avevano accettato la cosa senza farsi troppi problemi.
"Ho sempre pensato prima al lavoro vero" affermò Haruo "Ma quando era possibile ho sempre cercato di essere presente. Tu invece ignori sistematicamente quella bambina e Asami è ancora peggio di te"
Nel sentire nominare il nome della consorte il più giovane mostrò un debole segno d'interesse nella conversazione attraverso il sopracciglio che si alzò in maniera tale da sembrare quasi una squadretta ed un leggero movimento della mascella.
"Lo sai che per Asami non è facile"disse guardando per la prima volta negli occhi pieni di consapevolezza del genitore. La risposta a tutte le sue domande e preoccupazioni poteva era presente in quella breve frase. Sconsolato, l'anziano uscì dallo studio del figlio. A risollevargli l'umore una barcollante Michiru ancora non del tutto abituata all'andatura bipede. Con un sorriso tirato Haruo la sollevò da terra per tenerla in braccio e questa la gratificò con uno dei suoi tanti sorrisi sdentati. Quel giorno Haruo promise a se stesso che qualunque cosa fosse successa, per la nipote ci sarebbe sempre stato.


Michiru allungò le gambe da sotto il letto il che causò il contatto con una estranea al proprio corpo. Dopo un momento di smarrimento si ricordò che la sera prima Rei era venuta a dormire a casa sua. Era la prima volta che un'amica passava la notte da lei. Il giorno prima però la mora si era precipitata a casa sua. Anche lei come praticamente il resto della popolazione giapponese era venuta a conoscenza della sua relazione con la pilota ed aveva voluto delle spiegazioni. Quello però non era che un mero pretesto capitato al momento giusto e Rei aveva colto l'occasione per riappacificarsi con l'amica.
"Sei sempre la solita dormigliona" l'apostrofò la mora quando finalmente Michiru aprì gli occhi.
"E tu la solita mattiniera" ribattè la più grande mettendosi seduta per poi guardare la finestra. Le tende chiuse non erano in grado di celare completamente la forte luce che proveniva dal di fuori.
"Sono le dieci" la informò Rei.
"Ho ancora sonno" si lamentò l'atra ritornando sotto le coperte "Abbiamo parlato fino alle due ieri sera"
"Avevamo molto da dirci" disse la più piccola. Stettero per qualche minuto ancora sotto le coperte riordinando le idee riguardo ciò di cui avevano discusso la sera precedente. La mora non riuscì a non sorridere ripensando a come Michiru finalmente aveva ammesso di essere innamorata di Haruka.
"Alla buon ora!" le aveva detto per poi sorbirsi parole su parole riguardo alla questione del finto fidanzamento. Non c'era nulla da dire, quelle due dovevano sempre complicarsi la vita.
"E per quanto riguarda il tuo di fidanzamento?" le aveva chiesto l'amica.
Ed ecco dunque la prima nota dolente. Se Michiru aveva finalmente messo il cuore in pace con i suoi sentimenti, lo stesso non poteva dire lei. Il rapporto con Minako era ben lungi dall'avere una definizione e più il tempo andava più vedeva come la cosa andava stretta, ad entrambe.
"Se mio padre venisse a sapere che frequento una ragazza mi ucciderebbe" disse Rei con tono ironico ma che comunque disegnava una situazione reale.
"Il mio non ha alcun interesse verso di me e visto che Haruka si finge uomo non penso che la cosa creerebbe problemi all'immagine della nostra famiglia"
La mora non fu più di tanto colpita da quell'affermazione. O meglio, provava sempre un senso di disagio ogni qual volta  l'altra menzionasse il suo non-rapporto con il padre ma ormai poteva dirsi abituata, non le aveva mai chiesto niente in merito. Sin da bambina poteva dire di avere un certo sesto senso e questo le diceva che non doveva assolutamente cercare di intromettersi nella vita dell'amica pena una chiusura furiosa ( come del resto era successo giorni prima ma quella volta era troppo arrabbiata per dar credito alle sue sensazioni ). Quando, e se Michiru si sarebbe sentita pronta a parlare lei, sarebbe stata lì per ascoltarla.
Quel giorno le due amiche avevano deciso di dedicarlo completamente al relax. Dopo il clamore seguito all'intervista la Galaxia record aveva detto a Michiru di evitare di farsi vedere in pubblico visto che sicuramente tutti i paparazzi del Paese sarebbero stati a caccia di un qualsiasi momento da immortalare. Fortunatamente, per quanto la sua abitazione fosse nota, nessuno aveva avuto l'ardire di piazzarsi al di fuori di essa avendo il rischio di inimicarsi i Kaiou che non avrebbero speso cinque secondi prima di mandare in rovina l'intera testata giornalistica di un qualunque fotoreporter messosi vicino alla loro casa. Michiru però non era certo così ingenua da non pensare che i fotografi si fossero posizionati lungo il percorso che portava alla villa per cui per evitare qualsiasi problema era rimasta in casa, decisa a rimanerci il più a lungo possibile salvo impegni inderogabili quali la scuola o le lezioni di recupero di Haruka. Per quanto riguarda Kanzai, il maestro non aveva avuto nulla in contrario a far lezione a domicilio e Michiru ne era stata davvero grata. Dopo il quasi fidanzamento con Haruka tutto le sembrava più bello e positivo, persino in pensiero del ritorno dei suoi genitori a casa per fare il punto sulla situazione non la impensierieva, non più di tanto almeno.

"Che palle!!" con un moto di stizza Haruka gettò sul pavimento la rivista di motori che stava leggendo. Da quando era uscita l'intervista i suoi movimenti erano costantemente tenuti sotto controllo tanto che Setsuna era praticaemente diventata un genio nel districarsi tra le vie di Tokyo pur di seminare i paparazzi che la pedinavano. Era uscita dalla clinica per avere più libertà ed ora si ritrovava nuovamente in gabbia. Se non altro almeno aveva potuto riniziare a frequentare il mondo delle corse. Ruben aveva modificato la sua protesi e pur non trovandosi in una situazione ottimale poteva dire che questa era sensibilmente migliorata.
"Haruka vedi di sopportare"  intimò Setsuna sullo stipite della porta. Quei giorni nonostante l'università la sorella si era nuovamente trasferita nella casa dei genitori per starle vicino. O meglio, per stare vicino al padre e alla madre che dovevano convivere con una Haruka più irritabile del solito.
"Stai andando da qualche parte?" domandò la bionda vedendola vestita di tutto punto "Vengo anche io"
"Devo solamente andare a prendere un collaboratore del mio professore all'aeroporto" spiegò la donna muovendosi verso la scarpiera "Sarà un viaggio noioso in cui tra l'altro ci alterneremo nel parlare tra il tedesco ed il giapponese."
"Adoro imparare nuove lingue"mentì spudoratamente la ragazza tanto da non riuscire a trattenersi lei stessa dal ridere.
"Puoi venire" le concesse  Setsuna. I paparazzi non sapevano ancora dove vivesse e con un pò di accortezza non ci sarebbe stato nessun problema. Stavano rischiando ma senza dare ad Haruka un pò di aria esterna le possibilità che questa si mettesse nei guai uscendo per conto proprio sarebbero aumentate vertiginosamente.

"Quando arriva questo dannatissimo aereo?" chiese nuovamente Haruka.
"Ancora dieci minuti" rispose la sorella guardando il tabellone dei voli. Si trovavano nello spazio dedicato agli arrivi. Haruka indossava una giacca in pelle con un berretto e degli occhiali da sole a coprirne per quanto possibile il volto così da celarne l'identità.
"Fa un caldo bestiale" si lamentò la bionda aprendo la giacca ed allungandosi il colletto delle maglietta con un dito.
Setsuna cercò di estraniarsi dalle lamentele della sorella tornando alla lettura del suo libro. Di tanto in tanto vedeva la gente lanciare loro occhiate curiose ma poteva dirsi tranquilla. Del resto lei non sembrava affatto una giapponese ed insieme ad Haruka sembravano una coppia di stranieri in attesa di un loro connazionale  ( cosa in un certo senso vera ) piuttosto che una quasi star in incognito e la sua quasi manager.
Lo speaker annunciò l'arrivo del volo da Vienna ed immediatamente Setsuna si alzò in piedi facendo segno alla bionda di seguirla. In un tempo relativamente breve numerose persone uscirono dall'Hub e la donna si mise a squadrarle una per una facendo attenzione di tenere ben in vista il cartello con su scritto il nome del docente che doveva recuperare.
"Fraulein Meiou?" Un ometto basso e tarchiato si avvicinò alle due, accompagnandosi con una donna avvenente ed un bambino che dava l'idea di essersi appena svegliato tante erano le volte che sbadigliava
"Herr Meinz" Setsuna raggiunse l'uomo abbassando il cartello per poi porgergli la mano come segno di benvenuto. Haruka era invece stata rapita da quella donna sconosciuta. Lunghi boccoli biondi ad incorniciare un viso di porcellana, dimostrava un'età decisamente più giovane rispetto a quella scritta sul passaporto, occhi di un azzurro chiarissimo, quasi di ghiaccio, labbra carnose. Se non fosse stato per il corpo decisamente da pin-up quella donna poteva essere scambiata per una bambola vivente. La sua attenzione fu però distolta dalla sua figuraa causa del bambino che insistentemente tirava la gonna della donna, obbligandola ad interrompere il contatto visivo con la pilota.
"Kuesti sono mei amici, li ho inkontrati durante volo" disse Meinz indicando madre e figlio "Loro stare cercando luogo preciso kua in Giappone e mi kiedevo se voi potevate aiutare"
"Naturalmente" disse Setsuna "Prima però direi di andare in auto" suggerì prendendo uno dei bagagli dell'uomo. Lo strano gruppo si mosse così verso la vettura di Setsuna e mentre lei ed il professore parlavano di chissà quali cose scientifiche, Haruka camminava affianco alla donna, dopo essersi anche offerta di portare le valige visto che questa si occupava già di quelle del figlio.
"Marlene Hegel" disse lei cogliendo si sorpresa la ragazza ancora intenta a fissarla.
"E' il mio nome" spiegò la donna "Lui invece è Heinz, mio figlio. Siete state molto gentili a volerci accompagnare"
"Di nulla" replicò la bionda notando come a differenza dell'uomo  lei  parlasse perfettamente il giapponese.
Caricarono le valige in auto  dopo di che madre e figlio si misero insieme ad Haruka nei sedili posteriori mentre Setsuna giudava ed il professore si accomodava nel sedile del passeggero.
"Dove dovete andare voi due?" chiese la donna al volante.
Marlene estrasse dalla borsa il portafoglio che fu a sua volta aperto per poter far fuoriuscire un biglieto su cui probabilmente era scritto il luogo dove si sarebbero dovuti recare. Setsuna pensava al nome di qualche albergo o al massimo la via dove abitava un qualche conoscente invece quando lesse il nome di quella strada si stupì non poco. Ci era passata solo una volta ma la sua memoria poteva dirsi fotografica e dunque quel nome era ben impresso nella sua memoria
"Prima di accompagnarvi dovrei portare il professore in università" spiegò la donna cercando di temporeggiare. Così come Haruka prima, ora era lei che scrutava la donna seppur con ragioni diammetralmente opposte.
"Ma certo, nessun problema" disse Marlene non cogliendo le perplessità dell'altra donna. Intanto, il bambino guardava fuori dal finestrino con aria sognante mentre Haruka trovava che l'interno della vettura fosse molto più interessante in quel momento.

Era ufficiale, non aveva idea di cosa stava succedendo. Dopo aver accompagnato quel barilotto austriaco all'alloggio datogli in prestito dall'università, si erano recate a casa portandosi dietro Marlene e suo figlio. Ora la donna era chiusa nell'ufficio di sua madre a parlare insieme a Setsuna mentre lei rifletteva su quanto stesse succedendo in camera sua, sdraiata sul letto.
Il rumore di qualcosa che era caduto però la fece scattare con una molla e trovò ai piedi del suo mobile dei trofei  il bambino intento a recuperere da terra uno dei suoi tanti premi.
"Non si toccano le cose in casa d'altri" l'ammonì la ragazza prendendo l'oggetto dalle mani del piccolo e riponendolo al suo posto.
"Fai le gare in macchina?" gli chiese questo evidentemente incuriosito
"Facevo, al momento sono in una specie di vacanza" rispose lei andando nuovamente a sedersi. Vedeva con la coda dell'occhio come Heinz non smettesse di fissarla. Era un bel bambino. Piuttosto alto per la sua età che secondo la bionda non doveva essere superiore ai sette/otto anni, corti capelli castani ed i medesimi occhi della madre così come le labbra carnose che lo facevano quasi sembrare una bambina.Per quanto gliene potesse fregare, poteva dire che una volta cresciuto sarebbe diventato un ragazzo bellissimo.
"Cos'ha la tua gamba?" le chiese lui toccandole la protesi."Cammini in modo strano"
"Hai un buon occhio per essere un marmocchio" constatò Haruka alzando il pantalone fino ad arrivare all'altezza del ginocchio, mostrandogli così la protesi. Il bambino sgranò gli occhi come prospettato dalla ragazza ma la sua reazione fu invece diversa da come se l'era immaginata.
"Che figo, un automail!!" esclamò ammirato andando a toccare la protesi.
"Ehi, piano piano!!" cercò di quietarlo Haruka compeltamente presa alla sprovvista dal suo entusiasmo.
"Heinz, non essere avventato" lo rimproverò la madre che aveva assistito alla scena da fuori. La bionda alzò lo sguardo incontrando nuovamente quello dell'altra donna. Questa entrò senza tanti complimenti nella stanza, ai piedi ancora le scarpe col tacco dimentica, o forse ignara, di come in Giappone si usasse levarle sull'uscio della porta principale. Setsuna era appena uscita di casa intimando a lei ed il figlio di rimanere lì.
"Mamma guarda, un automail come quello di Ed!!" continuò a strillare Heinz.
"Heinz, lo sai che ore sono?" chiese la donna abbassandosi per raggiungere l'altezza del bambino. Questo la guardò con sguardo perplesso, evidentemente non comprendeva dove volesse arrivare la madre.
"Ho guardato la programmazione televisiva giapponese" esordì la donna tenendolo sulle spine "Sulla TBS stanno mandando in onda le repliche di Full..." neanche il tempo di completare la frase che il bambino si precipitò nella soggiorno per reclamare il possesso del telecomando. I genitori della bionda furono più che felici di lasciarlo libero di guardare ciò che voleva, dopo i melodrammi di Haruka e la serietà di Setsuna era bello avere in casa un piccolo terremoto come Heinz.
"Ma prego, fai pure come se fossi a casa tua" ironizzò Haruka mentre l'altra chiuse la porta della stanza.
"Haruka Tenou giusto?" chiese retoricamente lei raggiungendola sul letto.
"Mi perdoni per non essermi presentata adeguatamente" cantilenò la ragazza con fare suadente.
"Perdono concesso Haruka" replicò scherzosa l'altra. La pilota non si stupì più di tanto della mancanza dell'onorifico. Per quanto quella donna parlasse perfettamente la sua lingua rimaneva sempre una straniera, poco avvezza agli usi giapponesi. Quel tono nella voce però, quella punta di ironia non poté fare a meno di farle tornare in mente la sfacciataggine di un'altra persona.
"Parlate molto bene il giapponese" esclamò la pilota volendo fare conversazione per voler conoscere un pò di più quella misteriosa donna che tanto pareva attirarla. Non sapeva dirsi il motivo. Sicuramente era bella, pur essendo palesemente più grande di lei. Normalmente non si sarebbe messa nei guai per un'avventura con una donna sposata e con prole a seguito ma agli ormoni  non si comandava, soprattutto dopo il periodo di magra della clinic ed in più ora grazie alllo pseudo fidanzamento con Michiru di certo non sarebbe potuta andare in giro per Tokyo ad insidiare giovani donzelle. Quando aveva deciso di affermarsi come pilota aveva messo in conto che avrebbe dovuto dare una frenata alle sue conquiste ma non immaginava che quel momento sarebbe giunto così presto.
"Ed ecco quindi che la prospettiva di una straniera sconosciuta diventa ancora più allenttante" riflettè la bionda.
"Io e Heinz lo abbiamo studiato per quattro anni con una madrelingua"spiegò lei accavallando le gambe in modo palesemente ammiccante. "Anche se io in più ho vissuto a Kyoto per un pò quindi avevo una buonissima infarinatura."
"Complimenti all'insegnante allora"disse Haruka che non si era di certo fatta sfuggire lo spettacolo di quelle lunghissime gambe.
"Haruka Tenou..." ripeté la più grande " Re del vento lontano, direi molto indicato" affermò accarezzandole i capelli in una maniera che irrimediabilmente portò alla memoria della ragazza lei.
"Non è possibile che pensi sempre a Michiru anche in questi momenti!!" si maledì Haruka.
"Perché una così bella ragazza si nasconde sotto abiti maschili?" chiese la donna con una steccata che era certa di infliggere alla pilota che infatti rimase immobile stupita..
"Oltre all'ottimo giapponese tu e tuo figlio avete anche un bell'occhio" affermò la bionda dopo essersi ripresa
"Ovvio, sono una pittrice, devo saper cogliere ogni dettaglio" replicò Marlene "Ed Heinz deve aver preso da me"
Una pittrice. Haruka avrebbe voluto ridere. A quanto pare aveva un debole per le artiste.
"Tu saresti un ottimo soggetto per un quadro" continuò la donna sfiorandole la guancia, scendendo fino al collo.
"Vorresti farmi da modella?" dissero all'unisono e questa volta fu la più grande a stupirsi di quell'inattesa sincronia.
"Credimi, è come un dejà-vu" disse Haruka prendendole la mano per togliersela dal corpo "O forse una maledizione che mi tormenta" aggiunse amaramente.

Per l'ennesima volta Setsuna si stava scontrando con il muro che divideva i Kaiou dal resto del mondo. Da un'ora ormai se ne stava fuori dal cancello della villa chiedendo insistentemente di poter entrare per parlare con Michiru.
"Glielo ripeto, è di vitale importanza" si impuntò davanti ad una delle guardie esterne. Quando ormai pareva aver perso ogni speranza il cellulare le squillò.
"Setsuna-san?" chiese la voce al di là della cornetta con tono preoccupato. La ragazza aveva visto le numerose chiamate perse della donna, a causa del fatto che  prima si trovava insieme a Rei nella sala hobby della casa,avendi dimenticato il cellulare in camera. "E' successo qualcosa ad Haruka?"
"Potrebbe"rispose la donna non sapendo come spiegare l'intera situazione per telefono. Nè se poteva farlo "Ho bisogno di vederti, adesso"
Michiru riattaccò la chiamata e nel giro di pochi secondi arrivò la comunicazione di far entrare Setsuna all'interno della residenza. Questa salì  sulla sua auto avanzando oltre il cancello della villa.

Quel viaggio si stava prospettando grandioso come aveva sperato. Aveva preso l'aereo, aveva conosciuto un pilota con un'automail ed ora stava guardando i suoi cartoni preferiti sulla televisone di casa Meiou. E la giornata non era ancora finita!!
"Vuoi la merenda Heinz?" chiese Latika porgendogli un tramezzino simile a quello dato al marito intento a leggere un libro sulla poltrona.
"Grazie signora" disse lui sfoderando un grande sorriso. La donna si sedette sul divano accanto al bambino, scrutandolo. La figlia se ne era uscita di fretta senza darle troppe spiegazioni sull'identità di quegli ospiti. Sembrava turbata.
"Tu e la tua mamma da dove venite Heinz?" domandò Latika cercando di capire un pò di più ciò che stava succedendo.
"Vienna" rispose lui senza togliere lo sguardo dallo schermo.
"E come mai siete in Giappone?" chiese nuovamente lei.
"Latika, lascia in pace il bambino" l'ammonì il marito che per quanto condividesse le preoccupazioni della consorte non approvava il terzo grado che stava facendo ad Heinz.
Costretta alla ritirata, si alzò dal divando facendo per andarsene nel suo studio per lavorare quando la porta di casa si aprì facendo entrare Setsuna, seguita da altre due persone.
Incuriosito dal rumore che proveniva dall'entrata, Heinz distolse per qualche secondo lo sguardo dal televisore per poi venire immediatamente catturato da una figura.
"Michiru!!" strillò scendendo dal divano per andare di corsa verso di lei.
"Heinz, ma che diavolo..."
Il bambino si lancio addosso a lei abbracciandola sotto lo sguardo perplesso dei coniugi Meiou e di Rei che aveva voluto accompagnare l'amica a casa di Haruka.
"Cosa sta succedendo Setsuna?" sussurrò Latika all'orecchio della figlia.
"Un casino, ecco quello che sta succedendo" rispose lei appendendo le chiavi della macchina ad un gancio fissato sul muro. "Dov'è la madre?"
"Con Haruka" rispose l'altra che si stava preoccupando vista l' inspiegabile, e decisamente inusuale, foga della figlia.
Senza dare troppe spiegazioni si levò le scarpe ed andò verso la camera della sorella sperando che questa non avesse fatto uno dei suoi soliti casini. Spalancò la porta trovando davanti a sé la scena delle due bionde ad un passo dal baciarsi. Con foga avanzò verso la sorella dandole una sonora sberla sulla guancia.
"Ma che cazz..."
"Credimi, presto mi ringrazierai" affermò per poi guardare il volto di Marlene,decisamente divertita dalla situazione. Non sapeva? Sapeva? Se sapeva perché comportarsi in quella maniera ma anche se non avesse saputo, era il modo di comportarsi in casa d'altri con una ragazza della stessa età di sua...
"Mamma?" Michiru aveva seguito Setsuna cercando al contempo di scrollarsi Heinz di dosso. Poteva immaginare che la donna fosse lì vista la presenza del fratello ma perché entrambi si trovavano in Giappone?In casa di Haruka per giunta.
"Mamma?"ripeté la pilota guardando alternativamente Michiru e Marlene. La somiglianza effettivamente c'era sia nel corpo che in certi atteggiamenti ora spiegabili però..."Cazzo, volevo portarmi a letto sua madre!"
"Che diavolo sta succedendo qui?" esclamò Rei, ultima a giungere dentro la stanza, tra tutte quella che ci stava capendo meno.

Quattro anni prima.
Vienna le si mostrava sotto una pioggia scrosciante. Di certo il tempo stava creando un buon parallelismo con il suo umore, pensò Michiru. Era in attesa all'aeroporto qualcunoche  la venisse a prendere. In mezzo a lei stuoli di persone parlavano una lingua a lei sconosciuta facendola sentire ancora più sola.
"Perché sono venuta fin qui?" si domandò alzando gli occhi al cielo.
"Michiru?Michiru!!" il suo nome pronunciato, urlato, in mezzo alla sala catturò la sua attenzione. Si incamminò verso quella donna che stava girovagando tra la gente alzando un braccio per farsi notare.
"Qui" urlò, sperando che la donna si ricordasse qualche vocabolo giapponese " Sono qui!!"
La bionda si avvicinò velocemente a lei, quasi correndo. Quando furono una di fronte all'altra l'abbracciò con trasporto, con un calore ben diverso da quello a cui abituata in Giappone.
"Michiru, come sei diventata grande!"esclamò la donna tastandole le spalle "Ma che sciocca, l'ultima volta che ti ho vista eri in fasce, certo che sei cresciuta."
Per sua fortuna, Michiru poté constatare come nonostante gli anni di lontananza, la donna ricordasse il giapponese.
"Lascia che ti aiuti" si offrì portandole parte delle valige. Era stata informata del fatto che il resto del carico sarebbe giunto via posta. Durante il viaggio che le avrebbe portate verso l'appartamento della donna Michiru si espresse in monosillabi nonostante l'altra cercasse  di farla parlare. Le cose non andarono meglio quando entrarono nell'appartamento. Era un locale molto ampio e di lusso e del resto anche dall'esterno si poteva vedere come il palazzo dove era ubicato fosse molto prestigioso.
"Heinz è ancora a scuola ma tra un pò lo andrò a prendere" spiegò la più grande mentre le faceva vedere la stanza che le aveva riservato. Era un'ampia camera con bagno personale attiguo, piuttosto spoglia in quanto il suo ruolo era quello di stanza per gli ospiti. La donna rise  "Oggi non hai idea della scenata che mi ha fatto, voleva assolutamente accompagnarmi a prenderti"
"Heinz?" ripeté Michiru perplessa.
"Tuo padre non ti ha detto niente?!" esclamò l'altra condividendo la sua sorpresa "Heinz è mio figlio, ha tre anni ed ora si trova alla scuola materna"
"Oh, allora sei sposata" constatò la ragazza che pensava che per quel  ( lungo )soggiorno austriaco avrebbe dovuto condividere gli spazi unicamente con lei.
"Beh, il fatto che io abbia un figlio non vuol dire che sia sposata, o che stia con qualcuno attualmente" disse la donna con una risatina isterica. "E...e poi i figli sarebbero pure due no? " Non le era mai importato dell'opinione degli altri sul suo stile di vita ma su Michiru voleva fare una buona impressione. Se non altro da quando era nato Heinz si era decisamente calmata, un bambino aveva bisogno di continue attenzioni e se ai tempi non si era sentita pronta ad abbandonare il proprio stile di vita per Michiru, ora era abbastanza matura per farlo per il suo secondogenito.
"Almeno tuo padre ti ha detto come mi chiamo?" le domandò sconsolata la più grande.
La violinista annuì " Marlene Hegel"

"Volevo scoparmi sua madre, volevo scoparmi sua madre, volevo scoparmi sua madre..." Haruka continuava a ripetersi la frase nella testa come se fosse un mantra. Come aveva predetto Setsuna, le era grata per quello che le aveva fatto, interrompendola. Ora si trovavano tutte chiuse in camera sua. Lei, la sorella, Rei, Marlene, Michiru ed il bambino seduto sulle sue gambe.
"Direi di fare delle presentazioni come si deve" esclamò Setsuna rompendo il muro di silenzio che si era creato. "E direi che dovrebbe essere lei ad iniziare" aggiunse invitando Marlene a farsi avanti.
"Non c'è molto da dire, mi chiamo Marlene Hegel e sono la madre di Michiru." disse la donna
"Cosa ci fai qui?" domandò nuovamente la figlia
"E' troppo giovane per essere sua madre!"obbiettò Haruka
Le due ragazze si guardarono negli occhi dopo aver parlato all'unisono, tutto sotto lo sguardo divertito della donna.
"Grazie per il complimento" disse Marlene alla bionda "Anche se in effetti è vero, sono molto giovane per avere una figlia di diciotto anni. Ma del resto l'ho avuta che ne avevo quindici"
"Mamma" l'ammonì Michiru prendendola per il braccio "Non è il caso di sbandierare ai quattro venti i nostri fatti privati".
"I vostri fatti privati ora riguardano anche noi" intervenne Setsuna "Sarò franca, qualunque scandalo ti colpisca ricadrà anche su di noi. La stampa ci attanaglierà ed il segreto di Haruka sarà in gravissimo pericolo. Dunque se non ti dispiace potresti... " la donna stava per mettere una mano sulla spalla della violinista quando questa la scacciò con violenza guardandola con occhi carichi di odio.
"I miei fatti privati rimangono miei" sentenziò con un tono che non ammetteva repliche. Se prima appariva scombussolata dalla situazione ora ne aveva preso atto e cercava di difendersi con tutte le sue forze.
"Forse sarò sembrata dura" esordì Setsuna ritirando la mano, registrò però mentalmente il gesto dell'altra riscontrando un'analogia con la medesima reazione, che a dire dello psicologo, Michiru aveva avuto con lui quando l'aveva sfiorata dopo averle fatto domande riguardanti la sua famiglia. "Non siamo qui per giudicarti o farti del male ma solo per comprenderti ed aiutarti. Siamo una grande famiglia ormai" affermò sfoggiando uno dei suoi rari e sinceri sorrisi. Niente sarcasmo, niente sotterfugi, non quella volta.
"Ha ragione" intervenne Rei cercando di dare manforte a quella donna sconosciuta che però le sembrava affidabile.
"No" sentenziò Marlene alzandosi dal letto, assumendo per la prima volta un'aria austera ed intimidatoria propria del suo ruolo di genitore che deve proteggere la figlia. Mise entrambe le mani sulle spalle di Michiru, tranquillizzandola all'istante. Quel repentino cambio di atteggiamento da parte delle due stupì persino Setsuna che non ebbe il tempo di prendere in mano la situazione.
"Ora gradirei sapere il nome di un albergo in cui io ed i miei figli possiamo soggiornare" affermò per poi volgere lo sguardo verso Rei " Saresti così gentile da tornare alla villa dei Kaiou per informare il nonno che purtroppo mi vedo costretta a declinare la sua offerta di ospitalità e che fino all'arrivo dei genitori Michiru starà con me? Sarebbe inoltre necessario che si faccia una valigia con l'occorrente per qualche giorno"
"C..certo" rispose la mora che ormai era più che sicura di essersi infilata in una situazione più grande di sé.
"Bene" le sorrise la donna che fece segno al figlio di avvicinarsi "Ora se non vi dispiace io me ne andrei. Sareste così cortesi da chiamarmi un taxi?"

Non era stato facile riuscire a prendere la camera. Pur essendo Michiru sua figlia biologica sulla carta d'identità questo non risultava ed in Giappone la maggiore età si raggiungeva a vent'anni, dunque sarebbero stato necessario il permesso di un tutore. La richiesta di una camera matrimoniale poi, pur con la presenza di un bambino, poteva apparire piuttosto inusuale ed il cognome che Michiru si portava dietro avrebbe potuto far squillare parecchi telefoni nelle redazioni della città. A quel problema fortunatamente pensò Rei. Fu lei ad indirizzarle ad un hotel di fiducia in cui il padre era solito soggiornare in vista di incontri la cui esistenza non era data sapere e fu lei, dopo aver detto loro di attenderla nell'atrio, a fare il check in mostrando semplicemente la sua carta d'identità.
"Mio ha sempre detto a me ed al nonno di venire qui in caso di emergenza"spiegò prima di dileguarsi. L'albergo era situato parecchio in periferia ma nonostante il luogo non di certo esclusivo in cui era stato costruito, gli interni erano molto lussuosi ed anche il personale dimostrava una professionalità d'alto livello. Il ristorante era situato in un ambio salone la cui  grande capienza era  controbilanciata da un esiguo numero di tavoli distanziati notevolmente gli uni da gli altri, in modo tale che i vari ospiti non potessero ascoltare, anche per caso, i discorsi degli altri. Pur avendo nove piani poi, l'albergo disponeva di poche stanze in quanto ve ne erano appena tre per piano.
"Non si può negare che tengano alla privacy degli ospiti" constatò la donna mentre insieme ai figli seguiva il facchino che stava portando le loro valige in camera.

La vasca da bagno era così colma che l'acqua usciva dai bordi bagnando l'intero pavimento. Aprendo la porta, Marlene si trovò davanti ad un vero e proprio allagamento.
"Siete proprio fratelli" scherzò, iniziando a spogliarsi "Anche Heinz non può fare a meno di trasformare il bagno nel suo parco acquatico personale"
Michiru gettò il capo sott'acqua senza dire una parola. Le piaceva essere completamente immersa nell'acqua, la faceva sentire protetta. Sua madre entrò nella vasca cercando, per quanto possibile, di non far traboccare ulteriormente l'acqua, le gambe andarono ad intrecciarsi con quelle della figlia riscuotendola giocoforza dal suo isolamento.
"Bentornata nel nostro mondo" la salutò Marlene con un sorriso quando l'altra emerse da sott'acqua.
"A volte mi pare che il mio mondo sia un altro" replicò la figlia poggiando un braccio sul bordo della vasca. "Uno decisamente meno complicato" pensò
"Già, il tuo mondo fatto di musica, pittura ed una bella bionda" scherzò la donna giocherellando con il boccolo che le ricadeva sul volto, l'unico sfuggito dalla morsa della pinza che teneva legati il resto dei capelli.
"La bella bionda non fa parte del mio mondo"sorrise amaramente Michiru "Per quanto io mi sforzi neanche nelle mie fantasie riesco a catturarla"
"Ti ricordi l'ultima volta che abbiamo fatto il bagno insieme?" le chiese la madre cambiando argomento.
Una smorfia divertita apparve sul viso della giovane "Mi avevi preso alla sprovvista"
"I giapponesi sono troppo rigidi" dichiarò la donna.
"Anche in Europa madre e figlia adolescente non fanno il bagno insieme" le fece presente Michiru "Sopratutto la notte stessa in cui incontri per la prima volta la figlia che non ti aveva mai visto"
"Dettagli" disse Marlene facendo un gesto di noncuranza con la mano. Il suo volto apparentemente distante si modificò presto in un'espressione furba poco prima di dare una stilettata alla figlia "Con la tua Haruka invece il bagno lo faresti subito e non solo"
"Mamma!!" esclamò scioccata la violinista tirandole un calcio, con la conseguenza di far uscire ulteriore acqua dalla vasca. 
"Se non altro non rischi di rimanere incinta" continuò la donna incurante della sua reazione, cosa che trasformò quel bagno a due in una grottesca guerra di schizzi.
Una volta che entrambe si furono quietate uscirono dalla vasca coprendosi con gli asciugamani forniti dall'albergo. Raggiunsero la zona notte, occupata da un lettino singolo dove Heinz stava ronfando e da un letto matrimoniale dove avrebbero dormito madre e figlia. 
Dopo essersi asciugata Marlene fece cadere l'asciugamano per terra, rimanendo completamente nuda. Nonostante le due gravidanze, la donna manteneva un fisico perfetto.
"Non hai ancora imparato cos'è il pudore?" l'ammonì la figlia che al contrario si premurò di coprirsi alla svelta. Fortunatamente il fratello era addormentato, anche se dubitava che la madre si limitasse in sua presenza.
"Ho un bel corpo e non lo nascondo" esclamò fiera la donna mettendosi sotto le coperte, seguita a breve dalla ragazza che una volta sistemata spense la luce attigua al letto, ad illuminare la stanza solo le luci della città.
Se c'era una cosa di cui geneticamente Michiru non poteva difettare era l'amor proprio. Tanto vanitosa era la madre, tanto superbo era il padre la cui unica differenza rispetto alla donna era il non palesare il proprio ego.
"Ed immagino che se non fosse arrivata Setsuna-san non l'avresti nasconsto neanche ad Haruka" ironizzò la ragazza che di certo non era così sprovveduta da non capire il perché dell'agitazione di Setsuna e la paralisi totale di Haruka a seguito della scoperta della loro parentela.
Marlene sorrise appena ricordando la scena ,si alzò leggermente dal letto sotto lo sguardo perplesso della figlia. Si allungò fino a raggiungere il comodino su cui era sistemato il ciondolo che Michiru portava sempre al collo e che si era levata per farsi il bagno. Tornò alla posizione iniziale ed aprì il gioiello facendo apparire la foto che custodiva. A causa del buio non poteva vederla bene ma la sua memoria bastava per colmare le lacune della vista.
"L'ho riconosciuta sai?" disse la donna "Appena l'ho vista intendo"
"Ciò non cambia quello che ho detto prima" fece presente Michiru leggermente infastidita del fatto che la madre toccasse il suo prezioso tesoro.
"Era molto attratta da me" continuò Marlene ignorando palesemente la figlia, volendo essere lei a dirigere il discorso.
"L'ho capito questo" replicò Michiru con tono duro non capendo perché sua madre gongolasse così tanto per aver quasi sedotto la ragazza di cui lei era invagghita. La donna era solita pavoneggiarsi delle proprie conquiste ed era abbastanza libertina da concedersi a chiunque l'aggradasse senza limiti imposti dalla morale, aveva giusto diminuito le sue frequentazioni per poter curare meglio il figlio. Michiru sapeva bene com'era la madre ma ciò non vuol dire che accettasse di buon grado che questa ci avesse spudoratamente provato con Haruka.
"E sai perché?" domandò retoricamente Marlene facendo oscillare il giondolo tenendolo la catenella con due dita "Perché le ricordavo te"
"Oh  allora non mi preoccupo, nel caso facesse, o tu facessi qualcosa poco dopo scapperebbe" esclamò ironica Michiru scatenando una risata nella madre.
"Sei troppo impaziente Michiru" l'ammonì "Se continui ad attaccarla otterai solo che lei scappi il più velocemente possibile"
Quelle parole erano troppo familiari per lei, anche Setsuna glielo aveva spiegato ma proprio non riusciva a comprendere la ritrosia di Haruka.
"Perché è così difficile cercare di avvicinarla?" si lamentò la ragazza.
"Questo devi chiederlo alla diretta interessata, non a me" rispose la madre "Da quel poco che mi pare di aver capito siete due cocciute che si vogliono impuntare di fare le cose senza mettere in conto i desideri dell'altra. Siete due muri che continuano a scontrarsi, ferendosi a vicenda."
Il discorso della donna non faceva una piega come dovette amaramente constatare Michiru.
"Dobbiamo proprio parlare" esclamò, risoluta.


Benchè intenzionata a chiarirsi con la pilota, c'era un altro ostacolo che Michiru doveva superare. Chiusa insieme alla madre ed il nonno nell'ufficio di suo padre, la ragazza si apprestava a discutere  in merito all'articolo uscito su Animal. Erano lei, sua madre ed il nonno chiusi nello studio dell'uomo in attesa che questo si palesasse. Il livello di quella discussione si stava dimostrando oltremondo impersonale già dall'origine con loro seduti di fronte alla sua scrivania in attesa, come se fossero gente giuta lì per parlare di affari. Ma del resto, quando si parlava della sua famiglia vita privata e lavoro erano strettamente collegati. L'ufficio di Isoroku rispecchiava la sua personalità. I colori scuri erano prevalenti, il mobilio sebbene ad un occhio inesperto apparisse semplice era composto dai migliori materiali disponibili sul mercato. Il pezzo più pregiato era sicuramente la libreria che benchè come numero non potesse rivaleggiare della ben più fonita biblioteca che avevano in casa, come qualità non temeva confronti. Testi originali di svariati argomenti nelle più disparate lingue facevano sfoggio sulle mensole pronti ad essere letti per diletto personale o per ricerche in merito a qualche lavoro. Dopo una buona decina di minuti spesi nell'attesa, il capo-famiglia si mostrò ai presenti entrando con passo sicuro e posizionandosi dietro la sua scrivania.
"Tua moglie non vuole essere presente?"chiese con tono leggermente ironico Marlene che sebbene avesse visto quella donna sono due volte in quasi vent'anni poteva dire con certezza di non apprezzarla.
"Asami non ha intenzione di immischiarsi" disse lui chiudendo sul nascere qualsiasi discorso in merito alla moglie.
"Immischiarsi, che brutto termine" constatò a voce bassa la donna. Se anni prima avesse saputo che la figlia sarebbe cresciuta in quel clima anaffettivo non l'avrebbe mai lasciata con i Kaiou. Ma del resto ora non era il tempo dei rimpianti e delle recriminazioni.
"Andrò dritto al sodo senza tanti preamboli" esclamò Isoroku prima di gettare sulla scrivania il numero incriminato di Animal "Non sono così ingenuo o stupido da credere che un articolo scritto su un giornale di questa risma possa anche solo avere un briciolo di verità. Dunque prima di tutto vorrei la tua versione Michiru"
"Haruka, il ragazzo nella foto, non è il mio fidanzato" esordì lei decidendo di nascondere il reale sesso dell'altra "A causa del mio studio all'estero non avevo abbastanza crediti per diplomarmi in Giappone così ho dovuto seguire un corso di riabilitazione per ottenere crediti extra. La fotografa mi ha immortalato prima di uno di questi. Haruka è un pilota in erba mentre io avevo già dei contatti con la Galaxia record, sebbene nulla di vincolante. Abbiamo deciso in fretta per evitare che si creasse un caos ancora più grande"
"O per meglio dire vi hanno imposto" esclamò il padre "Comunque ho chiesto la tua versione aspettandomi che mi dicessi la verità." L'uomo mise una mano all'interno della propria giacca estraendo diverse foto che posò in bella vista sulla scrivania. Il soggetto ritratto, con stupore ed indignazione da parte di Michiru, era Haruka. Prendendo una delle foto tra le mani e potendo così osservarla da vicino, poteva dire, guardando all'aspetto della bionda, che queste non fossero recenti.
"Avevo deciso quattro anni fa di investigare su questa ragazza" spiegò il genitore "Era quantomeno insolito il tuo interesse verso un'altra persona."
"Così come il vostro verso la mia" ribattè Michiru sprezzante.
"Tornando ad oggi..." continuò l'uomo, senza prestare la minima attenzione alla neanche tanto velata recriminazione della figlia "E' chiaro che il tuo pilota e questa ragazza siano la stessa persona. Sono troppo simili ed è già inusuale che ti leghi profondamente ad una persona, figuriamoci due. Posso immagianre che il suo cambio di sesso sia una strategia per evitare delle possibili discriminazioni ed ad essere sincero hanno mascherato bene la cosa. Se io non avessi investigato tempo prima non mi sarei mai aspettato che fosse una femmina, nè ci sono tanti modi per riscontrarlo, non ad un livello superficiale almeno. Ciò che voglio chiederti però è questo, cosa provi realmente per lei?E tanto per mettere le cose in chiaro, mi è stato riferito che giorni fa vi siete "intrattenute" in uno scambio d'effusioni molto spinto sulla porta di casa"
A quelle parole Michiru stette in silenzio, osservando le reazioni della madre ed il nonno. La prima se la rideva cercando di non sembrare troppo palese, il secondo aveva un'espressione indecifrabile.
Prima di parlare della sua situazione sentimentale, se così si poteva chiamare, voleva chiarirsi con Haruka ma a quanto pare avrebbe dovuto farne a meno. Troppe erano però ancora le incognite per dare una risposta esaustiva. Decise così di dire semplicemente la verità senza tanti fronzoli.
"Come ho detto non stiamo insieme però lei mi piace" ammise " Così come è vero che sono intenzionata ad avere un futuro nella musica ma su questo punto mi pare di aver sempre capito che non vi è alcun problema"
"Affatto" confermò il padre "Fintanto che il tuo comportamento rimane ineccepibile puoi intraprendere la strada che preferisci. Così come non ho alcuna obbiezione riguardo al sesso di chi decidi di amare. Però i problemi ci sono e bisogna trovare una soluzione e per farlo devo parlare con questa ragazza. Non è corretto, nè è il mio stile, fare progetti senza che tutti i diretti interessati siano informati.  Quindi Michiru, vedi di combinare un incontro tra noi e lei al più presto" dichiarò chiudendo di fatto la discussione.
"La nostra presenza qui a cosa è servita?" chiese Marlene che durante quel breve scambio di parole le era sembrato essere lì solo come spettatrice e lo stesso poteva dirsi di Haruo.
"Come ho già detto non mi piace fare progetti senza i diretti interessati" spiegò serafico lui alzandosi da posto "Rimarrò a Tokyo per un pò, quando la ragazza è disponibile dimmelo"
"Posso stare da lei mentre voi siete qui?"chiese Michiru con aria sommessa.
"Certamente" rispose Isoroku dopo un momento di interdizione.
Uno ad uno uscirono dalla stanza. Michiru poteva dirsi in un certo senso soddisfatta del risultato. Come prospettato, suo padre non aveva avuto nessun problema riguardo al sesso di Haruka, nè aveva avuto da ridire sul suo desiderio di fare la musicista. Certo, il fatto che volesse incontrare Haruka in tempi brevi non aiutava il loro rapporto, se la pilota era così sfuggente ora figuriamoci quando si sarebbe trovata di fronte suo padre. Ciò che la preoccupava maggiormente era invece la reazione di suo nonno. Marlene squadrandola con la coda dell'occhio pareva aver capito che doveva lasciare nonno e nipote da soli a chiarirsi e dunque aumentò il passo andando alla ricerca del figlio.
Entrambi però esitavano a dire la prima parola. Haruo si poteva dire scioccato. Era felice che la nipote avesse qualcuno a cui tenesse. Viste le condizioni in cui aveva vissuto era preoccupato del fatto che non riuscisse a trovare nessuno con cui legarsi e dunque su quel punto poteva dirsi sollevato. Di certo però non si sarebbe aspettato che il destinatario delle attenzioni di Michiru sarebbe stata una ragazza.
Ai suoi tempi quel tipo di relazioni erano inusuali ed osteggiate ma oggi le cose parevano essere cambiate, pure troppo velocemente per lui e quelli della sua generazione. In ogni caso era inunfluente il suo pensiero in merito, gli era bastato vedere lo sguardo determinato della nipote per rendersi conto che, esattamente come suo padre, avrebbe fatto qualunque cosa per la persona che amava, anche rinunciare a tutte le altre persone, lui compreso se non avesse accettato quella ragazza. Dunque non c'era bisogno di parole ma solo di accettare come si erano messe le cose.

"Va bene, ci vediamo tra due giorni".
Setsuna chiuse la conversazione. Posò il cellulare sul proprio comodino per poi alzarsi dal letto. Andò verso la camera della sorella, la porta chiusa a chiave che le impediva di entrare. Bussò ripetutamente fino a quando Haruka non aprì la porta. Era avvolta nell'accappatoio, le punte dei capelli ancora bagnate.
"Ti chiudi in camera quando fai la doccia e non quando vuoi intrattenerti con una donna?" la schernì Setsuna entrando.
"Grazie per ricordarmi quel bel momento" replicò la sorella tamponando i capelli con un asciugamano. "Volevi qualcosa?"
"Dopo domani dobbiamo andare alla Galaxia record per discutere di un viaggio di lavoro" spiegò la più grande "Ci sarà anche il padre di Michiru-san"
"Che bella notizia" esclamò ironica la bionda buttando sul letto l'asciugamano.
"Non sei curiosa di sapere quanto assomigli alla figlia?" domandò Setsuna con un sorrisetto divertito "Con Marlene-san la cosa ti ha colpito parecchio"
"Di certo con lui non corro nessun pericolo di sorta" ironizzò Haruka lasciando per un momento la camera per andarsi a vestire nel bagno. La sorella le lasciò tutto il tempo necessario mentre lei era occupata con i suoi pensieri. Non credeva che il fatto di essere una figlia illegittima fosse il problema di Michiru ma di certo quella nuova scoperta non semplificava la situazione. Poteva essere tranquilla sul fatto che la cosa non avrebbe colpito Haruka, del resto i Kaiou erano riusciti a mantenere il segreto per anni e lei lo era venuta a sapere solo grazie alla donna e solo perché questa l'aveva ritenuta degna di saperlo, forse Michiru doveva averle parlato di lei o comunque di Haruka, in ogni caso il problema non sussisteva.
"Ti stai ancora scervellano per comprendere come venire a capo del segreto di Michiru eh?" indovino la pilota rientrando nella stanza.
"Dovresti parlarle" disse la più grande.
"Perché io?" si lamentò veemente Haruka.
"Perché in ogni caso ci devi parlare per mettere il punto sulla vostra pseudo-relazione" spiegò Setsuna mettendo le carte in tavola "Vuoi continuare a saltare addosso a qualunque ragazza o donna le assomigli o finalmente l'affronterai?E per affrontarla non intendo dire metterle la lingua in bocca e poi scappare come se nulla fosse accaduto."
"Ma chi... la gente è troppo chiacchierona" affermò la pilota. Doveva però riconoscere che la sorella aveva ragione, ormai lei e Michiru erano arrivate ad un punto cruciale e doveva scegliere se allontanarla per sempre o farsi coraggio e confessarle i suoi, ancora non del tutto chiari,sentimenti.
"E poi una cosa non esclude l'altra" pensò Haruka, c'era sempre l'eventualità che fosse Michiru ad allontanarla una volta che lei avesse fatto un passo significativo.
"Hai ragione Setsuna" esclamò, ormai decisa "Vediamo di chiudere i giochi"



Fine sedicesimo capitolo!!Ormai siamo in dirittura d'arrivo, quanto meno per quel che riguarda la non-relazione delle magnifiche due. Piano piano il passato di Michiru si sta mostrando e forse nel prossimo capitolo chiuderò definitivamente la questione. Che dire allora, alla prossima!!


 

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