la mia storia,i miei hunger games,il mio amore

di Ale a7x
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Io sono Clove ***
Capitolo 2: *** La mia opportunità ***
Capitolo 3: *** Quale sarà la mia scelta? ***
Capitolo 4: *** La mietitura ***
Capitolo 5: *** La parata e l'allenamento ***
Capitolo 6: *** La sessione privata ***
Capitolo 7: *** Le interviste ***
Capitolo 8: *** L'arena e il bagno di sangue ***
Capitolo 9: *** La morte di Glimmer ***
Capitolo 10: *** La morte di Marvel e il Festino ***
Capitolo 11: *** Io e Cato ci ritroviamo ***



Capitolo 1
*** Io sono Clove ***


Capitolo 1: Io sono Clove. 
 
Mi chiamo Clove Kentwell, ho 16 anni e vivo nel distretto 2, a Panem. La mia storia inizia con sei coltelli e una spada. Molti anni fa, all'età di 6 anni, iniziai il mio allenamento al centro di addestramento. Mi svegliai stranamente entusiasta e, come era mio solito, andai a controllare la cassetta della posta dove trovai una lettera indirizzata a me. Corsi in casa e svegliai mio fratello pregandolo di leggermela.
“Cara Clove, io e i miei colleghi del centro di addestramento ti osserviamo mentre ti alleni da sola o con tuo padre, sembri portata per le armi da lancio e vorremmo darti l'opportunità di provare ad entrare nel nostro centro. Presentati domani alle 8:00 e farai la prova. Distinti saluti, Angus Hudson.”
Lo annunciai immediatamente ai miei genitori che, con uno sguardo fiero, mi dissero che mi avrebbero accompagnata al centro per assicurarsi che io dessi il massimo alla mia prova. Passai tutta la giornata ad allenarmi con mio padre in un giardinetto ricoperto di fiori colorati dove al centro si trovava una fontanella con dei piccoli pesci rossi e gialli. Andai a letto presto e il mattino seguente mi svegliai intorno alle 5:00. Mi andai a fare una doccia, mi vestii completamente di nero e raccolsi i miei capelli corvini in una coda di cavallo alta. Erano le 6:30, i miei genitori e mio fratello si erano appena svegliati e si stavano preparando. Le 7:15. Mancavano ancora 45 minuti, 45 minuti interminabili fino a quando mio padre mi chiamò dicendomi che era ora di andare. Arrivammo al centro intorno alle 7:58. Il signor Hudson mi venne subito incontro.
-Clove! Sei venuta, mi fa molto piacere. Vieni, sono già arrivati tutti.-
Entrammo in una grande sala piena di armi. Spade, lance, asce, coltelli... mi soffermai a guardare quei magnifici coltelli,
*Chissà se qualcuno, oltre a me, li userà.* Pensai.
Mentre li ammiravo notai un ragazzo che mi stava guardando. Era biondo, aveva due grandi occhi azzurri in cui ti perdevi e avrà avuto uno, massimo due anni in più di me. Mi andai a sedere su una panchina insieme ad altri ragazzi e notai che quel bambino continuava a guardarmi, finché il signor Hudson non esordì con un
-Buongiorno ragazzi. Vi abbiamo chiamato perché tutti voi eccellete in una modalità di combattimento, ma...purtroppo c'è sempre un ma...solo quattro di voi passeranno questa prova e accederanno al centro. Inizieremo immediatamente, Tyson Blain.-
Ci fu un susseguirsi di ragazzi molto bravi con determinate armi, ma a volte sbagliavano e perdevano dei punti preziosi. Nessuno scelse i coltelli. Hudson chiamò un certo Cato Hadley, il ragazzo biondo che mi guardava. Si mise in mostra accoltellando dei manichini con una spada affilatissima. Non sbagliò una mossa, colpì i manichini in tutti i punti mortali e dall'espressione di Hudson e dei suoi colleghi erano molto fieri di lui. Hudson, infine, chiamò il mio nome. Con passo svelto mi diressi verso la postazione dei coltelli. Tirai sei di quelle magnifiche armi, e feci centro con tutte e sei. Sia i giudici che i ragazzi erano impressionati dalla mia bravura e dalla mia precisione. Tornai al mio posto con un'enorme soddisfazione addosso e notai che Cato mi stava fissando, così mi voltai verso di lui e gli sorrisi. Finite le nostre prove ci portarono in una specie di sala d'attesa. Mi avvicinai al biondo e gli sorrisi.
-Ciao, io sono Clove...e tu?-
-Cato...sei stata molto brava con quei coltelli per essere così piccola.- disse lui sorridendo.
-Mio padre mi allena da quando ho 4 anni.- dissi sorridendo a mia volta.
Hudson ci chiamò, avevano deciso i quattro ragazzi che sarebbero entrati a far parte del centro.
-Bene ragazzi, siete stati tutti molto bravi ma, come vi ho detto precedentemente, solo quattro di voi verranno scelti.- Fece una breve pausa e poi continuò. -I migliori sono stati Isabelle Madden, Alexander Tanner, Cato Hadley e Clove Kentwell. Congratulazioni ragazzi!- disse applaudendo. 
 
 
-Angolo della scrittrice-
Ciao ragazzi,questa è la mia prima fanfiction che scrivo e spero che vi piaccia. Ho deciso di scrivere questa storia come se fosse proprio Clove a raccontare la sua vita prima e dopo gli Hunger Games. Mi piace l'idea che sia solo uno dei due personaggi a spiegare i suoi sentimenti,le sue emozioni e i suoi pensieri. Domani cercherò di pubblicare il secondo capitolo della storia e spero che vi piacerà :) (Scusate se il capitolo è molto corto,ma volevo iniziare con qualcosa di semplice)

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Capitolo 2
*** La mia opportunità ***


Capitolo 2: La mia opportunità

Non potevo crederci. Da quel momento in poi avrei potuto allenarmi al centro, e se mi facevo notare e diventavo sempre più brava avrei potuto allenarmi per gli Hunger Games. Per chi non lo sapesse, gli Hunger Games sono dei giochi dove 24 ragazzi, un ragazzo e una ragazza provenienti dai 12 distretti dai 12 ai 18 anni, vengono estratti o si offrono volontari per lottare e uccidersi a vicenda per sopravvivere, e solo uno vince. Questi giochi avvengono ogni anno dalla fine di una ribellione contro Capitol City, dove il distretto 13, il distretto del nucleare, venne raso al suolo.Tornando a me, ho sempre sperato di offrirmi volontaria ed essendo riuscita ad entrare al centro avrei avuto un piccola possibilità.
I primi giorni al centro furono molto duri. I ragazzi più grandi mi avevano preso di mira, essendo la più piccola. A volte mi picchiavano e mi mandavano in infermeria con dei brutti graffi,dei lividi e delle ferite. Ma un giorno, mentre mi stavano per picchiare, qualcosa in me cambiò. Ero piena di rabbia per tutto, per loro che mi picchiavano, per me stessa che non reagivo e per mio padre che cambiò atteggiamento riguardo i miei allenamenti, divenne severo e pretendeva molto da me e mi portava sempre allo stremo delle forze. A quel pensiero buttai a terra uno dei ragazzi e gli puntai un coltello alla gola. Stavo per affondare il coltello nella carne quando un ragazzo biondo mi tirò su di peso e mi portò lontano da quei ragazzi.

Continuavo a dimenarmi e a urlare

-LASCIAMI! LASCIAMI SUBITO!-

Ma non avevo nessun risultato, così smisi di divincolarmi e lui mi lasciò.

-Si può sapere che diavolo volevi fare?- mi urlò contro il ragazzo.

-Sono stufa di essere picchiata da quei quattro!- dissi continuando a dargli le spalle, per poi girarmi verso di lui. -Cato? Non avresti dovuto portarmi qua! Avresti dovuto lasciarmi tagliare la gola a quello!-

-Ti ho solo dato una mano. Non c'è di che, Clove!- mi disse lui in tono arrabbiato e ironico.

-Non ho bisogno del tuo aiuto, me la so cavare da sola. Ti saluto!-

Stava dicendo qualcosa, ma io mi ero già allontanata e non lo sentii.

 

Passarono 9 anni. Avevo compiuto 15 anni e, come al solito, mi stavo allenando con i coltelli. Ero diventata una ragazza sadica, fredda e senza cuore, e la cosa mi piaceva.

Una mattina il signor Hudson mi chiamò dicendo che voleva parlarmi in privato. Quando uscii vidi che con lui c'era anche un ragazzo alto e abbastanza muscoloso, Cato.

-Ragazzi, voi due siete i miei migliori allievi e vorrei darvi l'opportunità di allenarvi per gli Hunger Games...insieme.-

I miei occhi si illuminarono. Era quello che avevo sempre desiderato. Allenarmi per gli Hunger Games. Guardai per un attimo Cato, per poi tornare sul viso del signor Hudson ed annuire. Cato fece lo stesso. Il signor Hudson se ne andò e ci lasciò da soli.

-Io non voglio allenarmi con te, voglio solo partecipare agli Hunger Games e tornare al 2 da vincitrice, che sia chiaro. Quindi non sprechiamo tempo a cercare di essere amici ok?- dissi freddamente.

-Lo stesso vale per me, ma con una piccola differenza...sarò io a tornare al 2 da vincitore.- disse lui tornando agli allenamenti e senza darmi il tempo di replicare.

 

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Capitolo 3
*** Quale sarà la mia scelta? ***


Capitolo 3: Quale sarà la mia scelta?

 

L'indomani mattina il signor Hudson stava aspettando me e Cato fuori dal portone per portarci in un'arena dietro al centro. L'arena per allenarsi per gli Hunger Games. La mia arena.

C'era ogni tipo di arma,e i manichini erano tutti intorno alla stanza.

-Bene, d'ora in avanti vi allenerete qui e tra un anno, se la vostra allenatrice vi riterrà pronti, vi potrete offrire volontari. Ora andate a cambiarvi e poi tornate immediatamente qui a conoscere l'allenatrice.-

Annuimmo ed andammo nei nostri rispettivi spogliatoi. Quando uscimmo trovammo al centro dell'arena una donna con i capelli scuri legati in una coda bassa.

-Io sono Lavinia. Vi allenerò e vi renderò più forti e agili. Iniziate a farmi vedere che cosa sapete fare.-

Io e Cato ci avviammo verso la postazione dei coltelli e delle spade e facemmo vedere a Lavinia la nostra bravura. Ci fece un piccolo applauso e disse

-Bene ragazzi, vedo che siete molto bravi, ma in questo anno non ci concentreremo solo su quello che sapete fare, ma anche su quello che non sapete sia riguardante le armi sia sulla sopravvivenza. Oggi voglio che vi aiutiate, quindi tu, Clove, insegnerai a Cato ad usare i coltelli, mentre tu, Cato, insegnerai a Clove ad usare la spada.-

Non mi piaceva come idea, ma cosa potevo farci? Non volevo certo giocarmi l'opportunità che mi era stata offerta. Cercai di insegnare a Cato le basi sul lancio dei coltelli, ma lui se ne usciva sempre con qualche frase per farmi sapere che non riusciva ad usarli. Poi Cato spiegò a me come usare una spada. Mi dimostrai abbastanza brava, ma ogni errore, anche il più piccolo, era una “buona” scusa per correggermi e venirmi fin troppo vicino.
I giorni erano tutti uguali. Sveglia alle 6:00 del mattino, duro allenamento con mio padre fino alle 7:30, poi allenamento speciale al centro fino alle 13:00, pranzo, altro allenamento fino alle 20:00 e infine tornavo a casa dove mi aspettavano altre due ore di allenamento. Passarono i giorni, le settimane, i mesi, finché non mancarono solo due settimane alla mietitura. Avevo compiuto 16 anni, mentre Cato 18. Era il suo ultimo anno per potersi offrire volontario, anche se aveva qualche dubbio, proprio come me.
Quelle settimane furono le più dure di tutto l'anno. Lavinia voleva sempre di più da noi, e la stessa cosa la voleva mio padre. Mancavano solo tre giorni alla mietitura e ai miei Hunger Games. Più i giorni passavano e più io avevo ferite su tutto il corpo e sempre più dubbi.
*Davvero voglio rischiare di morire solo per far fiero mio padre?* pensai negli spogliatoi. Il pomeriggio, dopo aver mangiato, mi rintanai nel mio spogliatoio e scoppiai a piangere. Non so il motivo, ancora oggi non lo capisco. Forse la tensione, forse gli allenamenti, forse i dubbi o forse mio padre che mi continuava ad assillare, non lo so proprio. Fatto sta che ero da sola nello spogliatoio a piangere, o così credevo...

-Perché stai piangendo?- mi chiese una voce dietro di me. Cato, naturalmente.

Mi asciugai in tutta fretta le lacrime per poi voltarmi.

-Non sto piangendo. Io non piango MAI!- dissi con fermezza.

-Eppure...questa è una lacrima!- disse asciugandomi la guancia.

Gli tirai una sberla sulla mano.

-Non sono affari tuoi...e poi non dovresti essere nemmeno qui! Che cosa ci fai qui dentro?- gli chiesi urlando.

-Ti ho sentita piangere e sono entrato per vedere se avevi bisogno di compagnia.-

-Sto bene, e non ho di sicuro bisogno di te. Ora esci!-

Cato uscì sbattendo la porta e lasciandomi da sola, di nuovo. Mi presi cinque minuti per tranquillizzarmi e poi uscii. Cato stava scaricando la rabbia accoltellando dei manichini, mentre Lavinia era seduta a una scrivania e scribacchiava su un quaderno.

Andai alla postazione del tiro con l'arco, ero abbastanza brava e volevo vedere se riuscivo a centrare il bersaglio. Come pensavo, non ci riuscii, ma ci andai vicino. Ci allenammo tutto il pomeriggio e tornammo a casa.

Sulla via di casa notai che qualcuno mi stava seguendo. Aumentai il passo e mi nascosi dietro l'angolo, quando il personaggio passò, gli saltai addosso e gli puntai un coltello alla gola.

-Chi sei? Perché mi stai seguendo?- chiesi all'ombra che al buio facevo moltissima fatica a riconoscere.

-Ehi! Ehi! Tranquilla, sono io...sono Cato.-

Non avevo l'intenzione di togliere l'arma dalla sua gola, anzi, sapere che era Cato mi fece infuriare di più.

-Perché mi stai seguendo?-

-Hai dimenticato una cosa.- disse per poi ribaltare la situazione. Infatti ora era io ad avere un coltello puntato alla gola. -Hai dimenticato che io sono più forte di te, principessa?!-

Mi dimenai, ma Cato era davvero più forte di me, anche se non volevo ammetterlo.

-Non mi chiamare principessa! E lasciami immediatamente!- gli urlai contro.

-Ti chiamo come voglio. E comunque hai dimenticato questa.- disse allentando la presa e lanciandomi contro la mia felpa che evidentemente avevo lasciato al centro. Fece per andarsene, ma tornò indietro.

-Ci vediamo domani...principessa.- mi sussurrò all'orecchio per poi andarsene.

Presi la felpa e corsi subito a casa, mio padre mi avrebbe ucciso se arrivavo in ritardo all'allenamento.

Gli ultimi due giorni li passai come al solito. Allenamenti, allenamenti e ancora allenamenti.

La notte prima della mietitura non chiusi occhio, ripensando a quello che avrei fatto il giorno dopo. Mi sarei offerta volontaria oppure non lo avrei fatto? Dopo ore di riflessione feci la mia scelta...non mi sarei offerta volontaria.

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Capitolo 4
*** La mietitura ***


Capitolo 4: La mietitura


Mia madre mi svegliò intorno alle 7:00 di mattina, la mietitura ci sarebbe stata alle 9:00. Mi andai a fare una doccia e quando uscii trovai sul mio letto un vestito giallo che mi arrivava sopra il ginocchio. Misi il vestito e decisi di lasciare i capelli sciolti e mossi. Mi guardai allo specchio. Ero pronta per vedere un'altra ragazza essere mietuta.

Mi diressi verso la piazza intorno alle 8:30, mi registrai e mi misi accanto alle ragazze della mia età. Cercai tra i ragazzi lo sguardo di Cato, quando lo vidi lui mi stava guardando e senza accorgermene lo salutai con un sorriso che lui ricambiò. Arrivò Terry, l'accompagnatrice mandata da Capitol City che ogni anno estraeva i nomi dei due tributi.

Quell'anno era vestita dalla testa ai piedi di rosso, parrucca rossa, vestito rosso, scarpe rosse... Iniziò a parlare di quello che i distretti dovevano pagare per essersi ribellati al potere di Capitol City, poi esordì con un

-Bene, bene! Come sempre, prima le signore.- e si avviò verso una specie di un'ampolla di vetro con tutti i nomi delle ragazze. Estrasse un piccolo biglietto e lo aprì.

-Bene, vediamo chi parteciperà...Clove Kentwell!-

Il mio nome rimbombò nella mia testa.

*No...non può aver estratto il mio nome!* pensai in preda al panico e senza accorgermene mi stavo incamminando verso il palco con il mio solito sorriso sadico.

-Bene, ora i ragazzi.-

Ma prima di poter arrivare all'ampolla si sentì una voce profonda che conoscevo molto bene.

-Mi offro volontario come tributo!-

-Molto bene, quale è il tuo nome ragazzo?-

-Cato Hadley.- disse salendo sul palco senza staccarmi lo sguardo di dosso.

-Vi presento i tributi del distretto 2...Clove Kentwell e Cato Hadley!-

Io e Cato ci stringemmo la mano e due pacificatori ci scortarono all'interno del palazzo di giustizia dove avremmo avuto un'ora per dire addio ai famigliari e agli amici. Mi misi comoda su un divanetto rosso e aspettai l'arrivo dei miei genitori.

La porta si aprì, ma entrò solo mio fratello. Corsi ad abbracciarlo e restammo li per qualche minuto, poi io gli feci una domanda che mi assillava.

-Josh...dove sono mamma e papà?-

-Non sono voluti venire perché non ti sei offerta volontaria e hai fatto estrarre il tuo nome...dicono che si sentono traditi da te.

Mi staccai dall'abbraccio e lo guardai perplessa e rossa di rabbia.

-Traditi? Si sentono traditi da me perché ho paura di non farcela e di non riuscire ad uscire da quell'arena viva?-

Josh stava per rispondere, ma un pacificatore entrò nella stanza dicendo che il suo tempo era finito. Oltre a mio fratello non venne nessuno, così andai direttamente sul treno che mi avrebbe portata alla morte. Quando salii trovai Brutus ed Enobaria,i nostri mentori ed ex vincitori dei precedenti Hunger Games, che ci stavano aspettando seduti su un divanetto blu acceso. Mi accomodai sul divanetto davanti al loro e aspettai l'arrivo di Cato. Intanto iniziai a parlare con loro di alcune tecniche di sopravvivenza da utilizzare durante i giochi. Cato arrivò trenta minuti dopo tutto sorridente. Ci salutò e si mise accanto a me, per poi iniziare a parlare di strategie.

Il treno partì, e anche se Terry continuava a chiamarmi, io mi allontanai e andai all'ultimo vagone per vedere per l'ultima volta il mio distretto. Sentii dei passi avvicinarsi a me.

-Non tornerò di là, Terry.-

-Non sono qui ne per farti venire di là, ne altro...e poi, io non sono Terry.- Mi girai e vidi Cato.

-Che cosa vuoi?- Lui si avvicinò e si sedette vicino a me.

-Perché te ne sei andata?- Mi limitai a sospirare e ad indicare in direzione del distretto.

-Volevo vederlo allontanarsi.-

Restammo in silenzio per molto tempo, finché Terry ci venne a chiamare per farci sapere che era ora di vedere le mietiture degli altri distretti.

Dal distretto 1 si offrirono volontari una bella ragazza bionda, Glimmer, e un giovane bruno e muscoloso, Marvel. Dai distretti 3 e 4 vennero estratti ragazzi senza allenamento. Dal 5 un ragazzo bruno e una ragazza dai capelli rossi, che dava l'idea di essere furba come una volpe. Dai distretti 6,7,8,9 e 10 ragazzi impauriti e denutriti. Dall'11 vennero sorteggiati una ragazzina sui 12 anni di colore, Rue, e un ragazzo di colore alto e muscoloso, Thresh. Nel distretto 12 ci fu un grosso colpo di scena, venne estratta una bambina impaurita di 12 anni e, mentre si incamminava verso il palco, una ragazza bruna della mia età si offrì volontaria, Katniss. Il ragazzo, invece, era un biondino sui 16 anni impaurito, ma ben nutrito per essere del 12, Peeta.

-Quella Katniss sarà la prima ad assaggiare la lama dei miei coltelli!- dissi con un sorriso sadico.

Ci fu un attimo di silenzio, poi Terry esordì con un

-Siamo arrivati ragazzi!-

Guardai fuori dal finestrino e vidi che eravamo arrivati a Capitol City nel giro di quattro ore.


-Angolo della scrittrice-
Ciao ragazzi, scusate se questo capitolo è davvero noioso...sono consapevole che non sia molto bello, ma spero vi piaccia lo stesso :)

 

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Capitolo 5
*** La parata e l'allenamento ***


Capitolo 5: La parata e l'allenamento

 

Quando scendemmo dal treno una folla di capitolini ci acclamava e urlava i nostri nomi. Mi limitai a sfoggiare il mio solito sorriso sadico e a salutare, per poi entrare al centro immagine dove una squadra di Capitol City ci stava aspettando. La mia squadra era formata da tre donne, Catelyn, Eleanor e Kelly. Catelyn era vestita totalmente di viola, Eleanor di blu e Kelly di verde. Mi dissero che ero perfetta così come ero dato che provenivo dal distretto 2, così mi portarono in una stanza dove avrei incontrato il mio stilista. Entrò nella stanza e mi salutò baciandomi entrambe le guance.

-Io sono Jared, il tuo stilista.-

-Clove.- mi limitai a dire freddamente.

-Io e Bonnie, la stilista di Cato, abbiamo deciso di farvi vedere il bozzetto per i vostri abiti della parata.-

Mi passò un foglio su cui erano disegnate due armature greche dorate, con degli elmi da cui ai lati partivano due ali. Quello femminile aveva l'elmo chiuso, mentre quello maschile era aperto.

-Cosa ne pensi?-

-Non sono male.- dissi continuando con il mio tono freddo, ma avrei voluto far vedere che quei costumi mi piacevano davvero molto e che sarei stata davvero orgogliosa di poterli indossare.

-Stasera alla parata li indosserete e ti assicuro che sarete al centro dell'attenzione.-

Dopo l'incontro con Jared andai a pranzo, dove trovai già seduto a tavola Cato. Non parlai molto, ma notai che lui mi lanciava delle occhiate furtive a cui non diedi peso. Dopo pranzo mi ritrovai con il mio stilista per prepararmi per la parata. Raccolse i miei capelli corvini in una coda bassa, mi fece indossare l'armatura e l'elmo e poi passò al trucco. Mi stese un velo di fard, valorizzò i miei occhi con un ombretto dorato e del mascara e, infine, mi mise un rossetto rosso sangue sulle labbra. Ero ansiosa di vedere il risultato, di vedere come stavo vestita e truccata in quel modo. Jared scoprì lo specchio e io mi ammirai per diversi minuti. Ero fantastica.

-Ti piace?- chiese Jared.

-Il risultato è stupendo...avrò un sacco di sponsor vestita così.- dissi accennando un sorriso.

Uscii dalla stanza e andai verso il carro mio e di Cato, trainato da due cavalli neri come i miei capelli. Cato stava parlando con Bonnie, così lo aspettai accarezzando gli animali. Quando arrivò la parata stava per iniziare. Mi tenni stretta al carro per paura di cadere, ma Cato mi prese la mano che io ritirai immediatamente.

-E' per gli sponsor,Clove...avanti!-

A quelle parole presi la sua mano e salutammo Capitol City. I nostri volti erano ovunque, finché non arrivarono quelli del 12. Indossavano dei vestiti neri da cui partivano delle fiamme, sembrava stessero andando a fuoco. Ci avevano rubato la scena e di conseguenza i nostri sponsor. Quando rientrammo guardai Cato.

-Loro saranno i primi a morire!- dissi indicando Katniss e Peeta.

Cato annuì con un ghigno e io mi diressi verso l'ascensore. Andai in tutta fretta in camera mia, mi svestii ed entrai in doccia.

Mi stavano aspettando per la cena, Terry continuava a bussare alla porta.

-Terry lasciami fare una doccia in pace!! VATTENE!- urlai alla porta.

Mi vestii e con calma mi asciugai i capelli. Non avevo affatto voglia di mangiare. Mi stesi sul letto e iniziai a pensare a cosa era successo quel giorno.

-Ho deciso di non offrirmi volontaria, ma sono stata estratta per i giochi. Ho incontrato il mio stilista, mi sono vestita da soldato gredo e sono salita su una biga a salutare Capitol City per avere degli sponsor, ma quelli del 12 mi hanno rubato la scena.- dissi a me stessa sottovoce. -Proprio un giorno da dimenticare.- e a quel pensiero mi addormentai.

Mi svegliai con Terry che bussava alla mia porta dicendo che mi stavano aspettando per la colazione. Mi sedetti di fronte a Cato, e Brutus iniziò a parlare.

-Oggi inizieranno gli allenamenti. Saranno tre giorni duri e voglio, anzi pretendo, che facciate vedere quello che sapete fare. Quindi non pensate ai corsi di sopravvivenza o ad usare armi che non sapete maneggiare!- guardò Enobaria che continuò. -Dovete farvi notare dagli strateghi, ma attenti a non mostrare le vostre paure perché le userebbero nell'arena per il loro divertimento. Dovrete fare molta paura agli altri tributi, dovranno avere timore anche solo guardandovi. E' chiaro?-

Io e Cato annuimmo.

Brutus ed Enobaria ci accompagnarono nella stanza per l'allenamento. Eravamo i primi, seguiti da Marvel e Glimmer.

-So che saremo alleati...spero che siate bravi come noi!- disse Glimmer con una risatina odiosa. Non la degnai di uno sguardo e andai al centro dell'arena per aspettare Atala, il capo allenatore per gli Hunger Games, e gli altri tributi. Arrivarono tutti mezz'ora dopo, per ultimi quelli del 12. Atala iniziò a parlare.

-Bene,tra due settimane 23 di voi saranno morti. Uno di voi sarà vivo. Chi dipenderà da quanto bene prestiate attenzione nei prossimi tre giorni, in particolare a quello che sto per dire... In primo luogo, niente scontri con gli altri tributi, ci sarà tutto il tempo nell'arena. Ci sono quattro esercizi obbligatori, per il resto siete liberi. Il mio consiglio è quello di non ignorare le tecniche di sopravvivenza. Tutti vogliono prendere una spada, ma la maggior parte di voi morirà per cause naturali. Il 10% per infezioni, il 20% per disidratazione. L' assideramento uccide tanto facilmente come un coltello.- detto questo ci lasciò liberi di andare a distruggere i manichini.

Cato si diresse verso le spade, Glimmer verso il tiro con l'arco, Marvel verso le lance e io, naturalmente, verso i coltelli. Scelsi di usare tre manichini in movimento. Non per vantarmi, ma li centrai tutti con estrema facilità e precisione. Aumentavo di continuo la difficoltà, tanto che gli altri tributi si fermarono a guardarmi, alcuni sorpresi e altri impauriti.

*Brutus ed Enobaria saranno fieri!* pensai con un sorriso sadico.

La mattina passò e arrivo l'ora di pranzo. Noi favoriti ci sedemmo insieme a un tavolo, gli altri tributi se ne stavano in disparte da soli. Tutti tranne quelli del 12, loro mangiavano insieme e ridevano pure.

*Cosa avranno da ridere quei due?* pensai guardandoli con disprezzo per poi tornare a mangiare.
Tornai ad allenarmi con i coltelli e a spaventare i tributi che avevo attorno.
*Ti ucciderò 12... ti ucciderò!* Pensai mentre lanciavo un coltello dritto in testa di un manichino.

 

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Capitolo 6
*** La sessione privata ***


Capitolo 6: La sessione privata

 

I tre giorni di allenamento passarono e arrivò il giorno della sessione privata.

Eravamo tutti in una stanza ad aspettare che chiamassero il nostro nome. Uno stratega chiamò il nome di Glimmer attraverso un altoparlante. Lei, prima di andare a fare la sua prova, si rivolse a Cato.

-Devi assolutamente usare la spada o la lancia! Sei troppo bravo, riceverai di sicuro il punteggio più alto!- disse con il suo solito tono irritante da smorfiosetta.

Dopo 10 minuti venne chiamato Marvel, che mi fece l'occhiolino e notai che Cato lo stava squadrando dalla testa ai piedi.

-Cosa ci trovi in lui?- mi chiese all'improvviso.

-Di che stai parlando?-

-Avanti, lo sai! Di te e Marvel... Da quando abbiamo iniziato l'allenamento non fai altro che stare con lui, ridere e parlare con lui.- alzai un sopracciglio.

-Quale è il tuo problema? Non posso parlare con lui perchè a te da fastidio? Cos'è? Sei geloso per caso?- lui mi guardò, ma non rispose.

Venne chiamato il mio nome e mi affrettai ad andare a fare la mia prova.

La sala per la sessione privata era la stessa dove facevamo gli allenamenti, solo che era stata sgombrata e avevano lasciato solo le armi principali. Spade, coltelli, arco e frecce, lance e asce, e alcuni oggetti del corso di mimetica e di sopravvivenza.

-Clove Kentwell, 16 anni.- dissi sicura di me.

-Bene...facci vedere cosa sai fare.-

Mi avvicinai ai coltelli e ne presi sei, proprio come 10 anni prima per la mia prova per entrare al centro di addestramento. Ne lanciai tre di fila che centrarono la testa, il cuore e lo stomaco. Gli ultimi tre coltelli decisi di lanciarli insieme.

*Concentrati! Lo sai fare...Respira!* mi ordinai.

Feci un respiro profondo e li lanciai. Testa, cuore e cuore. Mi lasciai sfuggire un sospiro di sollievo e poi feci un inchino agli strateghi e uscii.

Quando Cato tornò aspettammo un'ora prima di poter vedere i nostri risultati.

Lo schermo si accese e apparve Caesar, il presentatore degli Hunger Games, che fece un breve discorso di apertura per poi svelare i risultati.

Apparvero i volti dei tributi uno alla volta con a finco i loto voti. Glimmer e Marvel ottennero un 9, io e Cato un 10, molto difficile da ottenere anche per un favorito. Gli altri tributi ottennero dei voti bassi, tranne quelli dell'11 e del 12. Thresh ottenne un 9, ma bisognava aspettarselo dato che era grande come un armadio, mentre Rue ottenne un 7. Peeta ricevette un 8, ma quello che mi fece infuriare fu il voto di Katniss, 11. Come poteva, lei, una del distretto 12 e non del gruppo dei favoriti, prendere un punteggio più alto del mio?

Mi alzai di scatto dal divano e corsi in camera mia sbattendomi la porta alle spalle. Iniziai a lanciare per aria tutto quello che mi capitava davanti, e urlavo per la frustrazione. Quando sentii bussare alla porta mi bloccai. Cato entrò e richiuse la porta, per poi venire a sedersi sul letto.

-Tranquilla...la uccideremo, vedrai.- disse con un tono stranamente dolce, per quanto si possa essere dolci parlando di uccidere una persona.

-Non ne dubito, ma come può aver preso un 11? Come può una stupida ragazzina del distretto 12 aver preso un punteggio più alto di me? Della ragazza dei coltelli?- dissi sedendomi al fianco di Cato.

-Non lo so...ma se al bagno di sangue riuscirai a prenderla ti lascerò l'onore di ucciderla, altrimenti il primo che la trova la uccide, siamo d'accordo?- disse mettendomi un braccio attorno alle spalle.

-Non preoccuparti, durante il bagno di sangue si ritroverà un coltello dritto nel cuore.- dissi con un sorriso sadico. -Forse è il caso che tu vada nella tua stanza, Cato- dissi guardandolo in quei suoi grandi occhi blu. Lui si alzò e mi salutò con un cenno della mano.

-Buonanotte, principessa.-

-Buonanotte.-

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Capitolo 7
*** Le interviste ***


Capitolo 7: Le interviste

 

La mattina mi svegliò la mia squadra di preparatrici.

-Svegliati cara, dobbiamo prepararti per l'intervista di stasera.- disse Catelyn.

Fu una mattina stressante per una come me. Odiavo dovermi truccare e acconciare i capelli.

*A cosa mi serve tutto questo,se tra un giorno dovrò uccidere e mi sporcherò con il sangue dei tributi che ho massacrato con i miei coltelli?* pensavo mentre Catelyn, Eleanor e Kelly continuavano a lavorare su di me. Quando finirono mi lasciarono in balia di Jared, che entrò con in mano un abito lungo arancione e senza spalline.

-Un vestito? Stai scherzando spero, Jared.- dissi guardando con riluttanza il vestito.

-No, Clove. Durante le interviste bisogna essere al meglio. Bisogna far innamorare le persone per avere più sponsor, e questo è l'unico modo.- disse passandomi l'abito.

Sbuffai e mi feci aiutare a mettere il vestito e...i tacchi. Ho sempre odiato i tacchi, come si fa a lanciare i coltelli o ad uccidere una persona con quei cosi? E ora mi costringono a metterli per avere più possibilità di sopravvivere.

Jared mi accompagnò al piano terra, dove avrebbero avuto luogo le interviste e dove incontrai Cato con uno smoking nero. Eravamo i primi. Qualche minuto più tardi arrivarono quelli dell'1 e del 3, per poi essere seguiti dagli altri tributi. Ci mettemmo in fila e aspettammo l'inizio dello show.

Caesar fece la sua comparsa tutto sorridente. Quest'anno era vestito dalla testa ai piedi di blu. Orribile. Salutò il pubblico e iniziò a chiamarci uno alla volta partendo da Glimmer. Non sono stata ad ascoltare i miei alleati, non mi interessava quello che avevano da dire. Caesar chiamò il mio nome.

-Facciamo un enorme applauso per Clove, la ragazza dei coltelli!-

Presi la sua mano e guardai tutte le persone che c'erano in sala con un sorriso sadico.

-Allora Clove...parlaci di te, perchè ti chiamano la ragazza dei coltelli?-

-Semplice, perchè sono la migliore con il lancio dei coltelli. Riesco a centrare il bersaglio anche a 400 metri di distanza. Non sbaglio mai la mira e potrei ucciderti anche mentre stai scappando in preda al panico.- dissi con un tono glaciale.

-Beh devo dire che è rassicurante sapere di non averti contro.- disse lui con una risata. -Che tecnica utilizzerai durante questi giochi?-

-Non starò qui a rivelare la mia tecnica per avvantaggiare gli altri tributi, basti sapere che durante il bagno di sangue molti tributi moriranno per colpa di un coltello lanciato da me.-

Il segnale acustico suonò e tutti gli spettatori e i tributi erano shockati per la mia freddezza.

-Signori e signore, la ragazza dei coltelli!- disse Caesar per salutarmi, ed io uscii.

Infine Caesar chiamò Cato che parlò di quanto è pronto per questi giochi. Disse di essere un combattente, pronto alla lotta e determinato. Quando uscì mi si avvicinò.

-Bell'intervista.- disse senza guardarmi.

-Anche la tua.-

Stavamo guardando uno schermo per poter assistere alle interviste degli altri tributi.

La ragazza del 5 era misteriosa, Thresh era sfuggente alle domande di Caesar ed era molto forte, la ragazzina, Rue, era tranquilla e rispondeva con molta calma alle domande che le poneva Caesar.

Katniss era impaurita, ma cercava di scherzare con il presentatore. Infine toccò a Peeta.

Anche lui usò la tattica del simpaticone e gli riuscì alla grande. Fece tutto un numero con Caesar in cui fanno a turno per annusarsi. Poi il presentatore gli rivolse una domanda.

-Ci sarà qualche ragazza ad aspettarti al distretto?-

Scosse la testa. -No, nessuna.-

-Andiamo un bel tipo come te.-

-Beh, c’è una ragazza, ma non si è mai accorta di me- sussurrò il ragazzo del 12.

-Allora ti dico una cosa. Vinci, torna al tuo distretto e rubale il cuore.-

-Grazie, ma non credo che servirebbe a qualcosa vincere.- disse con un tono di voce molto triste

-E come mai no?- continuò Caesar.

-Perchè...Perchè lei è venuta qui con me.- disse guardando dritto in camera.

Ci voltammo tutti verso Katniss e vedemmo che lei non ci credeva, era stata una sorpresa anche per lei questa notizia. Ma che importava? Ormai tutti gli sponsor erano suoi.

-Questa Ragazza di Fuoco ci sta dando troppi problemi.- dissi guardandola con disprezzo.

-Avrà una bella sorpresa durante il bagno di sangue, e nemmeno i suoi sponsor potranno aiutarla.- disse Cato guardandomi. -Vieni andiamo a dormire.- disse prendendomi per un braccio e trascinandomi verso l'ascensore.

La sera non riuscii a dormire. Ogni tentativo di prendere sonno falliva, eppure sapevo bene che più dormivo e meglio sarebbe stato il giorno dopo nell'arena.

Dopo alcune ore mi alzai dal letto e andai nel salotto, dove con mia grande sorpresa vidi Cato che scrutava il panorama fuori dalla finestra.

-Non riesci a dormire neanche tu?- dissi all'improvviso.

Lui si girò e mi scrutò per un attimo come per mettere a fuoco chi ero.

-Già...Penso a domani, a come sarà l'arena, al bagno di sangue, al sangue dei tributi che ucciderò sulle mie mani e sul mio viso.- disse andando a sedersi sul divano.     -Tu come mai non dormi?-

-Per lo stesso motivo. Che arena speri ci sia?- dissi sedendomi accanto a lui.

-Le rovine del distretto 13. Mi affascinano fin da quando ero bambino.-

-Io spero sia un posto con dell'acqua.- dissi sospirando.

-Hai paura?-

-Io? Paura? Non ho paura di niente.- dissi guardandolo negli occhi.

-Io un po'...ho paura che tu ti possa fare del male.-

Rimasi in silenzio a scrutarlo per capire se quello che aveva detto era vero o stava solo scherzando, quando all'improvviso lui mi chiese una cosa inaspettata.

-Promettimi una cosa... Da quell'arena usciremo insieme oppure non usciremo.-

Mi presi dei secondi per poter assimilare quello che aveva appena proposto, per poi rispondergli.

-Insieme o nessuno. Te lo prometto.-

 

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Capitolo 8
*** L'arena e il bagno di sangue ***


Capitolo 8: L'arena e il bagno di sangue

 

Brutus ed Enobaria ci accompagnarono all'hovercraft che ci avrebbe portato all'arena e al bagno di sangue. Ci accomodammo sull'hovercraft dove un pacificatore ci mise un localizzatore. Il viaggio fu breve e ci portarono in una stanza dove avremmo incontrato per l'ultima volta il nostro stilista che ci avrebbe dato quello che avremmo indossato nell'arena.

Mi diede una giacca termica ed entrai subito nel tubo che mi avrebbe portata all'arena.

-Io so che potresti vincere, devi solo tenere gli occhi bene aperti, ragazza dei coltelli.-

Non risposi e aspettai pochi secondi prima che iniziassi a salire verso un cielo azzurro. Sentii una leggera brezza. Eravamo disposti alla stessa distanza dalla Cornucopia. L'arena era immersa nel verde. Sulla destra si trovava un bosco gigantesco mentre sula sinistra un laghetto.

Sessanta secondi. Il tempo che bisogna aspettare prima di dar inizio ai Giochi.

Mi concessi pochi secondi per guardarmi attorno. Incontrai gli occhi di Cato e gli feci un lieve sorriso che lui ricambiò. Accanto a me avevo il ragazzo del 5 e la ragazza del 9. Tornai a guardare dritto davanti a me ed eccoli li, dei magnifici coltelli che mi stavano aspettando per poter essere utilizzati. Li avrei usati per uccidere più tributi possibili.

Cinque. Quatto. Tre. Due. Uno. Ed ecco lo sparo del cannone che diede il via ai Giochi. Mi ritrovai a correre verso la Cornucopia, seguita da Cato. Riuscii a prendere i coltelli e iniziai ad uccidere dei tributi. Lanciai un coltello che uccide il ragazzo del 7, che in qualche modo era arrivato fino alla cornucopia. Quando ad un certo punto la vedo. La ragazza in fiamme sta lottando con il ragazzino del 9 per uno zaino arancione. Lancio un coltello dritto alla schiena del ragazzo che lo uccide per poi lanciarne un altro verso Katniss, ma lei si protegge con lo zaino e scappa verso il bosco.

Urlo dalla frustrazione e vado ad unirmi agli altri.

-Piccoletta, non sai nemmeno uccidere una ragazzina del 12?- mi chiese ironica Glimmer.

La buttai a terra e le puntai un coltello alla gola.

-Ti giuro che se non stai zitta, la prossima volta non sbaglierò la mira e tu cadrai a terra esanime.-

Cato mi sollevo di peso.

-Smettetela. Abbiamo altro a cui pensare.-

Sentimmo 11 spari di cannone. 11 tributi che ci dividemmo noi favoriti e uno Thresh che riuscì a prendere un machete dalla Cornucopia e a scappare.

-E' ora di andare a caccia.- dissi guardando verso il bosco.

Prendemmo alcune armi e due zaini e ci incamminammo. Dopo ore che girovagammo trovammo il ragazzo del 12, Peeta. Mi sembrava strano. Perchè non era scappato quando ci vide?

Non ci pensai e gli saltai addosso bloccandolo a terra.

-Allora 12? Ultime preghiere?- dissi mentre stavo per affondare.

Qualcuno mi prende per il polso e mi blocca. -No. Non è ancora arrivata la sua ora. Lui può portarci da Katniss.- disse Cato.

-Si...si, io posso aiutarvi a trovarla.- disse Peeta supplicante.

-D'accordo...Ma fa un passo falso e ti giuro che ti faremo provare dei dolori che vanno oltre l’immaginabile e ti pentirai di averci mentito.- dissi con il coltello ancora puntato alla sua gola.

Quando mi alzai, Marvel prese Peeta per il colletto e tirò su di peso.

-Muoviti, e portaci dalla tua compagna.- disse Marvel spintonandolo.

Dopo aver trovato Peeta passarono non so quante ore, ma fece già buio e in quel momento vidi del fumo. Un tributo accese un fuoco per potersi riscaldare. Stupido da parte sua, con noi nei paraggi.

Indicai il fumo agli altri e iniziammo ad incamminarci silenziosamente verso quella direzione. Solo un ramo spezzato tradì il nostro arrivo, ma non ci importò più di molto. La ragazza dell'8 era nostra. Aveva il terrore dipinto in faccia, sapeva anche lei che sarebbe morta. Cato passò la sua spada a Glimmer, che con un colpo secco le trafisse il petto. La ragazza dell'8 fece il suo ultimo respiro e si accasciò accanto al fuoco, mentre noi ce ne andammo ridendo. Dopo poco notammo che il cannone non suonò.

-Biondina non sai nemmeno uccidere una stupida ragazzina indifesa?- urlai contro Glimmer.

-E' morta! L'ho uccisa io!-

-E lo sparo del cannone? Se è morta perchè non lo abbiamo sentito?-

-Smettetela...La finisco io.- disse Peeta.

Ci voltammo tutti verso di lui e lo guardammo andare dove avevamo accoltellato quella dell'8. Quando Peeta tornò, il cannone sparò.

-Torniamo alla Cornucopia.- dissi avviandomi verso essa seguita da Cato,Glimmer e infine Marvel che spintonava Peeta.

Il giorno successivo ci ritrovammo ancora nel bosco alla ricerca di Katniss o di altri tributi.

-Sicuro che sia passata di qui?- chiese Cato

-Sicurissimo. Era sua quella trappola per conigli.- disse Peeta in testa al gruppo con Cato che gli puntava la spada al fianco destro. Non trovammo nessuno per tutta la mattina, ma all'improvviso sento Cato urlare.

-Guardate!- disse indicando il bosco. Mi concedetti un secondo per guardare in direzione del dito di Cato e lo vidi. Il bosco stava andando in fiamme. Ma non era un incendio normale, sembrava concentrato su un unico punto.

-Scommetto che è Katniss la causa di questo incendio.- dissi pronta a correre. Continuammo a correre fino ad uscire dal bosco e ad arrivare in prossimità di uno spiazzo di acqua circondato da enormi rocce bagnate. Marvel richiamò la nostra attenzione urlando.

-ECCOLA! È LEI!-

Katniss Everdeen si era tuffata in acqua e appena ci vide usciì zoppicando per colpa di una bruciatura sulla coscia, ma ormai noi ce l'avevamo in pugno.

La ragazza in Fiamme stava per per morire in modo atroce.

 

 

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Capitolo 9
*** La morte di Glimmer ***


Capitolo 9: La morte di Glimmer

 

Katniss riuscì ad arrampicarsi su un albero.

-Bella mossa, Ragazza in Fiamme.- urlò Cato mentre Katniss continuava ad arrampicarsi.

Cato iniziò ad arrampicarsi a sua volta.

-Vai, Cato! Uccidila, Cato!- gli urlai. Ma un ramo si spezzò sotto il suo peso e cadde ai nostri piedi.

-Ci penso io!- disse Glimmer estraendo una freccia dalla sua faretra. Puntò verso l'alto e scoccò la freccia che mancò di un millimetro la testa di Katniss. Esasperato, Cato, tolse dalle mani l'arco a Glimmer e scoccò una freccia lui. Inutile dire che sbagliò mira.

-Forse dovresti lanciare la spada.- disse Katniss.

*Vuole fare la spiritosa? Vediamo se lo farà ancora con un coltello nel cranio.*

Stavo per lanciare un coltello, ma Peeta mi bloccò.

-Aspettiamola qui. Dovrà scendere prima o poi, o morirà di fame, e poi la uccidiamo.-

Lo guardammo per alcuni secondi e accettammo. Ci accampammo ai piedi dell'albero e accendemmo un fuoco.

La sera ci ritrovammo ad aspettare che Katniss scendesse dall'albero. Cato scaldava la sua spada nel fuoco, Marvel puliva le sue lance, Glimmer ridacchiava attaccata a Cato, mentre io uccidevo delle lucertole con dei coltelli pensando che fossero quell'oca di Glimmer.

Marvel fece il primo turno di guardia, e noi ci addormentammo appena poggiammo la testa a terra. Ma Marvel si doveva essere addormentato perchè la mattina fummo svegliati in un modo brusco.

Sentii un oggetto spaccarsi a terra e poi milioni di insetti iniziare a pungerci. Poi capii. Aghi inseguitori. Ibridi creati da Capitol City che con le loro punture possono farti patire l'inferno per il dolore e portarti anche alla morte.

Marvel era corso via urlando. Mi alzai di scatto urlando e corsi in direzione di Marvel, seguito da Cato e aveva buttato a terra Glimmer per salvarsi la vita.

Un ago inseguitore mi punse una volta di troppo sul collo, perchè caddi a terra e non riuscii ad alzarmi. Mi sentii sollevare e fui certa che fosse Cato. Urlava il mio nome.

-CLOVE! CLOVE, RESTA SVEGLIA!-

Non riuscivo a tenere gli occhi aperti. Era come se avessi dei pesi sulle palpebre. Poi all'improvviso sento l'acqua su tutto il corpo e grido dal dolore.

Cato mi aveva immerso nell'acqua.

-Avanti, Clove! Apri gli occhi! Resta sveglia!- lo sentii urlare.

Mi sentii posare la testa sulla riva dello spiazzo d'acqua mentre il corpo rimase immerso. Lentamente aprii gli occhi e vidi Cato correre in direzione del bosco. Lo sentii urlare contro qualcuno, e quando lo vidi tornare cercai di alzarmi per andare verso di lui, ma l'unica cosa che mi riuscì fu mettermi seduta per poi cadere stremata.

-Non sforzarti, Clove.-mi disse lui. -Glimmer è morta.-

-Peeta e Katniss?- chiesi indifferente a quello che mi aveva appena detto.

-Peeta l'ha fatta scappare, ma l'ho accoltellato alla gamba. Non vivrà molto con quel taglio.-

Feci un piccolo sospiro per poi cadere in un sonno tormentato da allucinazioni.

 

Vidi i miei genitori che mi scrutavano con disprezzo.

-Ci hai delusi davvero molto, Clove. Come hai potuto non offrirti volontaria? Come hai potuto farci questo torto?-

Io ero a terra piena di lividi. Probabilmente mi avevano appena picchiata. Non riuscivo a parlare e mi mancava il respiro.

-Hai disonorato la nostra famiglia con questo gesto!- Li vedo picchiarmi ancora e ancora. Darmi calci sulla testa, sullo stomaco, sulle gambe, e io non sono in grado di far nulla. Quando finirono mi lasciarono lì sul pavimento dolorante e piangendo.

 

Mi svegliai con un enorme sollievo. Aprii gli occhi e vidi che Cato mi stava guardando sorridendo.

-Da quanto sono rimasta incosciente?- chiesi sorridendogli a mia volta.

-Tre giorni. Io mi sono svegliato per primo e ho trovato questo paracadute.- disse indicandomi un oggetto di metallo che scintillava. -C'era una pomata me la sono messa e poi l'ho messa a voi.-

-Grazie.- dissi mettendomi seduta.

Vidi qualcuno uscire dalla cornucopia e feci un balzo in piedi.

-Tranquilla, Clove. Lui è Blake, il ragazzo del 3. Ha promesso di riattivare le mine per proteggere le nostre provviste.- disse Cato mettendomi una mano sulla spalla.

Passai la mattina affilando i miei coltelli e osservando quello del 3 armeggiare con i cavi delle mine.

-Ecco. Ho finito.- disse allontanandosi da piccole montagnette che si erano formate per il dissotterramento delle mine.

-Anche uno stupido saprebbe che c'è qualcosa di strano guardandosi in giro.-dissi alzandomi e guardando la trappola delle mine.

-Bisogna trovare un modo per camuffare il trucco. Ad esempio potremmo prendere altra terra e formare delle finte montagnette che solo noi sappiamo non essere pericolose. Formiamo una specie di strada per arrivare fino alle scorte senza rischiare di saltare in aria.- disse Blake.

Facemmo come aveva suggerito il ragazzo del 3, ci mettemmo a fare delle montagnette che solo noi sapevamo non essere pericolose e devo ammetterlo...Il risultato era strepitoso, nessuno si sarebbe accorto della differenza. Ci mettemmo a mangiare, quando ad un certo punto vidi del fumo nel bosco. Mi alzai in piedi e iniziai a correre verso il bosco, seguita da Marvel e da Cato che aveva lasciato il ragazzino del 3 a fare da guardia alla Cornucopia.

Quando arrivammo, il fuoco era accesso e abbandonato. Subito un secondo pennacchio di fumo salì verso il cielo poco più avanti. Cato e Marvel stavano per rimettersi a correre, ma io li bloccai.

-Fermi! Ci stanno prendendo in giro! Questo falò è troppo grande per essere stato usato da un tributo per riscaldarsi o cucinare qualcosa. Ci stanno distraendo da qualcosa.-

Feci appena in tempo a finire la frase che si sentì un'esplosione poco lontano da noi. Alla Cornucopia. Arriviamo alla Cornucopia in pochi secondi e vediamo uno spettacolo orribile. Tutte le nostre provviste sono saltate in aria.

-Che è successo?- gridò Cato rivolto a Blake.

-Non...Non lo so.- disse lui indietreggiando.

Cercò di scappare, ma Cato lo afferrò e gli girò il collo. Si sentì un rumore di ossa spezzate e poi il corpo del ragazzo del 3 cadde a terra. Cato urlò per la frustrazione e calciava le macerie dei nostri averi. Quando ad un certo punto si sentirono delle grida.

-KATNISS! KATNISS, AIUTAMI!-

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Capitolo 10
*** La morte di Marvel e il Festino ***


Capitolo 10: La morte di Marvel e il Festino 

 

-Vado io!- disse Marvel mentre correva verso il bosco e verso quelle urla.

-Cato...se è stata Katniss a fare tutto questo sarà di certo morta. Nessuno potrebbe sopravvivere a un'esplosione del genere.- dissi avvicinandomi con cautela a Cato.

-E il cannone? Il cannone non ha sparato!- disse lui girandosi di scatto.

-Non lo avremo sentito per colpa dell'esplosione. Vieni, andiamo a controllare che cosa è rimasto intatto.-

Controllammo tutte le macerie, ma riuscimmo a trovare solo un machete, qualche pezzo di carne secca e una spada. Tutto il resto venne distrutto. Sentimmo due spari di cannone e vedendo che Marvel non tornava decidemmo di andare a controllare che cosa fosse successo. Arrivammo in uno spiazzo in mezzo agli alberi e trovammo i corpi di Marvel con una freccia conficcata nella gola e il corpo di Rue, la bambina del distretto 11, con una lancia nello stomaco.

-Marvel è un'altra vittima di quella stupida Ragazza in Fiamme. La sua vita deve essere stroncata ora!- dissi in preda alla rabbia.

Ci allontammo per dare la possibilità all'hovercraft di prendere i corpi di Marvel e di Rue e tornammo alla Cornucopia.

-Siamo rimasti in 6...sono stati uccisi 18 tributi. Forse è il momento di sciogliere la nostra alleanza, non credi?- chiesi a Cato sedendomi con la schiena appoggiata alla Cornucopia.

-Si... forse hai ragione.-

Mi alzai e stavo per andare verso il bosco quando si sentì il suono che precede un annuncio. Mi bloccai e alzai la testa verso l'alto per sentire Claudius.

-Attenzione tributi, attenzione. La precedente regola, che permetteva a un solo partecipante di vincere è stata… sospesa. D’ora in poi potranno essere proclamati due vincitori purché provenienti dallo stesso distretto. L’annuncio non verrà ripetuto.-

Mi voltai verso Cato e, senza accorgermene, corsi ad abbracciarlo.

-Ora non dovremo preoccuparci di dividerci.- disse lui guardandomi negli occhi.

Io annuii e poi successe una cosa inaspettata. Cato mi baciò. Rimasi spiazzata per qualche secondo, ma poi ricambiai il bacio.

-Faccio io il primo turno di guardia.- dissi per allontanarmi e per poter pensare a quello che avevo appena fatto.

Cato si addormentò e io rimasi vicino al fuoco con in mano i miei coltelli.

*Cato mi ha baciata e io ho ricambiato il bacio...Noi dovremmo essere delle macchine senza cuore e senza sentimenti, non persone che amano.* pensai.

Dopo due ore di guardia svegliai Cato e mi addormentai appena appoggiai la testa sul terreno.

La mattina mi svegliai con il suono che precedeva un annuncio. Raggiungo Cato, e mi siedo accando a lui.

-Attenzione tributi, attenzione. Domani all’alba ci sarà un festino nei pressi della Cornucopia. Non è un’offerta di poco conto; molti di voi hanno disperato bisogno di qualcosa e noi intendiamo essere… ospiti generosi. L’annuncio non verrà ripetuto.-

-Vado io! Ci allontaniamo dalla Cornucopia e ci nascondiamo al limite del bosco e aspettiamo- dissi voltandomi verso Cato.

-Va bene. Aspettiamo fino a stasera e poi ce ne andiamo.- disse lui alzandosi.

Passammo la giornata andando a caccia di tributi, ma si erano nascosti molto bene.

Aspettammo l'alba nascosti al confine del bosco.

-Io penso a Katniss... tu tieni lontano Thresh ok?- chiesi guardandolo nei suoi occhi blu.

-Tranquilla. Te l'ho già detto, non permetterò a nessuno di farti del male.- mi disse lui dandomi un bacio per poi correre via alla ricerca di Thresh.

Aspettai circa un'ora prima di vedere qualcosa muoversi vicino alla Cornucopia. Un tavolo nero si alzò da terreno mostrando quattro zaini con i numeri 2, 5, 11 e 12. Preparai i miei coltelli e aspettai che Katniss uscisse dal bosco.

Vidi di sfuggita un chioma rossa prendere lo zaino con contrassegnato il numero 5 e scomparire nel bosco. Katniss uscì dal sottobosco poco secondi dopo, pronta per prendere il suo piccolo zaino.

Uscii dal mio nascondiglio e lanciai un coltello in direzione della testa di Katniss che riuscì a schivare. Scoccò una freccia che mi colpì il braccio sinistro. Mi concessi pochi secondi per controllare la ferita per poi lanciare un altro coltello che le colpì la fronte, sopra il sopracciglio sinistro e la ferita iniziò a sanguinare. Scoccò un'altra freccia che finì lontano da me. Mi buttai addosso a lei e la bloccai le braccia con le ginocchia per non farla muovere.

-Dov'è il Ragazzo Innamorato, 12? Ancora in giro?- chiesi sarcastica e con il mio solito sorriso sadico.

-Adesso è là fuori! Da la caccia a Cato!- disse divincolandosi.- PEETA! PEETA!- urlò.

Mi guardai intorno, ma non vedendo nessuno tornai a guardare Katniss. Le tirai un pugno sulla trachea che le mozzò il fiato.

-Bugiarda! E' quasi morto. Cato l'ha ferito. Probabilmente l'hai legato su qualche albero mentre tenti di tenerlo in vita. Cosa c'è in quel grazioso zainetto? La medicina per il Ragazzo Innamorato? Peccato che non l'avrà mai.-

Aprii la giacca dove avevo riposto tutti i miei coltelli e ne scelsi uno piccolo e con la lama curva.

Mi avvicinai al suo viso e la guardai negli occhi. Mi faceva pena in un certo senso.
-Ho promesso a Cato che se ti avesse lasciata a me, avrei offerto al pubblico un bello spettacolo.- Katniss cercò di disarcionarmi, ma senza successo.

-Lascia perdere, 12. Ti uccideremo. Come abbiamo fatto con quella tua patetica, piccola alleata... come si chiamava?  Quella che saltava sugli alberi? Rue? Be', prima Rue, poi te, e poi penso che lasceremo semplicemente che la natura si occupi del Ragazzo Innamorato. Che te ne pare?- dissi guardandola e spingendo il mio peso verso di lei. 

-Allora, da dove iniziamo?- le asciugai il sangue che le usciva dalla ferita con la manica della giacca. 

-Penso che inizieremo dalla bocca...non ne avrai più bisogno quando sarai morta. Vuoi mandare un ultimo bacio al Ragazzo Innamorato?- dissi ridendole in faccia. 

Lei per tutta risposta mi sputò in faccia.

-Bene...allora incominciamo.-

Stavo per tagliare le labbra di Katniss quando qualcuno, anzi qualcosa, mi prese per il polso e mi tirò su di peso. Un ragazzo di colore mi stava tenendo per il colletto contro la Cornucopia e mi teneva sospesa a trenta cm da terra.

-L'hai uccisa tu? Hai ucciso tu quella ragazzina?- mi urlò contro Thresh.

-No! Non sono stata io!- dissi in preda al panico.

-Hai detto il suo nome! Ti ho sentita! L'hai uccisa tu? L'hai fatta a pezzi come stavi per fare con questa ragazza?- 

Ero terrorizzata. Avevo paura di stare per rischiare di morire. Anzi ero certa che stavo per morire. Vidi il masso grosso come una pagnotta che Thresh aveva in mano, così urlai.

-CATO! CATO!-

Thresh mi colpì violentemente la testa con quel masso e io caddi a terra immersa nel dolore.

-CLOVE!- sentii in lontananza. Era troppo lontano per poter venire ad aiutarmi. Sentii Thersh parlare con Katniss e risparmiarle la vita.

*Perchè hai salvato lei e a me hai spaccato la testa e mi hai lasciato morire in agonia?*

-Clove...No!- sentii Cato inginocchiarsi accanto a me e prendermi tra le braccia. 

-C-Cato...-dissi con il respiro pesante e con un lacrima che mi scese lungo la guancia.

-Clove, andrà tutto bene vedrai. Gli sponsor manderanno qualcosa.- 

-Non succederà...Il pubblico vuole vedere i tributi morire...- dissi sentendo che il mio corpo mi stava abbandonando.

-Chi è stato, Clove?-

-Thresh...- sentii che mi mancavano pochi secondi. I miei respiri si facevano sempre più pesanti. -Ti amo, Cato...Vinci per noi.- dissi con un ultimo respiro.

Sentii Cato rispondere. -Ti amo anche io, Clove...Ti prego non mi lasciare.- Si formò un sorriso sul mio volto e gli occhi si chiusero per sempre.


-Angolo della scrittrice-
Non sapete quanto ho pianto scrivendo questo capitolo ;( Domani ne pubblicherò un altro (e ultimo capitolo) dove ci sarà un colpo di scena, se così possiamo chiamarlo. Spero che vi piacerà

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Capitolo 11
*** Io e Cato ci ritroviamo ***


Capitolo 11: Io e Cato ci ritroviamo

Non so cosa successe dopo, ma vidi il mio corpo a terra e Cato accanto ad esso. Cato stava piangendo per la mia morte. Lo vidi alzarsi ed asciugarsi le lacrime per poi allontanarsi per permettere all'hovercraft di portare via il mio cadavere.
Seguii Cato e lo vidi addentrarsi in un campo di grano enorme. Il nascondiglio di Thresh. Lo vidi in lontananza mentre stava affilando il suo machete. Cato si avvicinò a lui in silenzio e alzò la sua spada. 

-L'hai uccisa! Hai ucciso l'unica ragione per cui io sorridevo! E ora io ucciderò te per questo!- disse lui rabbioso.

-Se lo meritava... ha ucciso una ragazzina!- disse Thresh alzandosi di scatto.

-NON E' STATA LEI! E' stato Marvel. E anche se fosse stata lei? Siamo agli Hunger Games! Qui ci si uccide a vicenda!- sbottò Cato e gli accoltellò una gamba facendolo cadere a terra. 

-Per Clove!- disse per poi tagliargli la testa e far risuonare lo sparo del cannone per tutta l'arena. Dopo aver ucciso Thresh, Cato vagò per l'arena. Dopo circa due ore si sentiì un altro cannone sparare e il cielo si scurì all'istante. Gli strateghi avevano qualcosa in mente. Si sentirono dei guaiti e Cato iniziò a correre verso la Cornucopia. Riuscì ad arrampicarsi su di essa appena in tempo, perchè degli ibridi con le sembianze di lupo stavano rincorrendo i due del 12 che riuscirono a salire sulla Cornucopia. Notai che gli ibridi avevano le caratteristiche di noi tributi morti. Ne scorsi uno biondo con degli occhi chiari, Glimmer. Uno col pelo rosso, la ragazza del 5. E ne vidi uno piccolo, nero e con gli occhi verdi. Erano le mie caratteristiche. Quell'ibrido ero io. 

Cato e i ragazzi del 12 stavano lottando, quando ad un certo punto Cato riuscì a prendere Peeta in una morsa, mentre Katniss gli puntò una freccia addosso.

-Avanti, tira... Moriamo tutti e due, e tu vinci!- disse Cato mentre teneva Peeta in una morsa più stretta al collo dato che si dimenava. Lei rimase immobile a fissarlo.

-Avanti, io... sono morto comunque...Lo ero fin dall'inzio, io... me ne rendo conto adesso!-

-Cato...non dire così.- dissi, ma lui non si accorse della mia presenza

Lei era impaurita, se avesse tirato Cato avrebbe tirato giù l'innamorato con lui, ma se non lo avesse fatto lo avrebbe strozzato.

-Che significa? E' questo che vogliono eh?!- disse avvicinandosi al bordo. Lei provò a mirargli il viso.

-Ah, no, no, no! Potrei ancora farlo, uccidere ancora una volta, è l'unica cosa che so fare per riempire d'orgoglio il mio distretto... non che cambi niente!-

In quel momento Katniss fece scoccare una freccia che lo colpì alla mano e Peeta lo spinse giù, non sapevo cosa era successo, sapevo solo che gli ibridi gli stavano strappando pezzi di carne dal corpo, e l'armatura che ci avevano mandato gli strateghi tramite il festino ora stava solo rallentando quella tortura. Quelle orride bestie lo avevano portato nel corno. 

Implorava la morte, urlava suppliche. Cato riuscì ad arrivare alla bocca della Cornucopia ad implorare che Katniss lo uccidesse ponendo fine a quell'agonia. Katniss scoccò  una freccia che lo colpì in testa e si sentì risuonare il cannone. Dopo un minuto lo vidi accanto a me e lo abbracciai e lo baciai.

Mi chiamo Clove Kentwell, ho 16 anni e li avrò per sempre. La mia storia ebbe inizio con sei coltelli e una spada ed ebbe fine con un ragazzo di colore e una masso grosso come una pagnotta. Sono morta durante i 74° Hunger Games e mi sono ricongiunta con il mio unico vero amore. Abbiamo vinto. Abbiamo vinto perchè siamo insieme e non ci lasceremo mai. 


-Angolo della scrittrice-

Questa è un po' la mia idea di come è la morte. Per me l'anima continua a "vivere" seguendo i suoi cari per stare sempre accanto a loro aspettandoli dall'altra parte per vivere insieme per l'eternità. 
Spero che vi piaccia questo ultimo capitolo :)
Vi chiedo scusa se le frasi escono dalla pagina, ma non so come metterle a posto. Ci ho provato e riprovato, ma niente

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