Risurgent

di matildemazzocchi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo uno ~ Tris ***
Capitolo 2: *** Capitolo due ~ Tobias ***



Capitolo 1
*** Capitolo uno ~ Tris ***


Tre anni. Sono passati tre anni da quando c'è stata la querra dei GD ribelli contro il dipartimento. Tre lunghi anni rinchiusa in questa cella della Periferia aspettando di avere notizie di quando uscirò. Tre anni passati ad aspettare di rivederlo.
Lui.
Tobias.
Dopo che David mi aveva sparato non ero del tutto morta. Con tecniche avanzate erano riusciti a tenermi in vita, alcuni scienziati del Dipartimento che vivevano nella Periferia, i quali pensavano che il mio patrimonio genetico fosse troppo inestimabile. Dopo che le cure erano terminate mi hanno rinchiuso in questa cella logora di una parte della periferia sconosciuta al Dipartimento. E oggi sarebbe il giorno in cui dovrei essere liberata, e domani, scortata fino a Chicago. 
L'unica cosa che mi è permessa qui è andare tutti i giorni per cinque minuti al centro di controllo a controllare dei monitor su Chicago, sì, ci sono dei monitor anche qui, ma sono solo lo svago di alcuni a cui piace spiare la gente. 
Controllo sempre se Tobias è in giro, con Christina, Zeke o gli altri. Una volta, qualche mese fa, li ho visti fare la zip-line e c'era anche Tobias che è sceso con un'urna. Forse in tutto questo tempo è riuscito a vincere questa paura. 
Appena sono arrivata qua, dopo molti mesi passati in ospedale mi hanno detto che avevano fatto vedere il mio corpo ai miei amici e dopo l'avevano portato qua, mi hanno anche spiegato che avevano cremato un altro corpo e che quindi le ceneri che Tobias ha sparso durante la zip-line erano di uno sconosciuto. In questo momento mi trovo nella mia cella. 

Da dietro l'angolo a un certo punto arriva Don, il capo della polizia. Ha sempre avuto uno sguardo molto deciso, messo in evidenza dai capelli bianco latte. Oggi invece ha un che di spaventato con un velo di mistero in fondo. «È ora di andare» dice mentre io mi alzo dal mio letto e mi dirigo verso la porta dove Don mi sta aspettando, con passo veloce e deciso.
Quando esco dall'edificio la luce del sole mi abbaglia gli occhi, il caldo è essiccante. A pochi passi dalla porta c'è un furgoncino bianco giá messo in moto. Don mi fa salire e partiamo andando verso casa.

Passiamo davanti al Dipartimento, il quale non cura il nostro passaggio. 
Quando arriviamo in cittá Don tira fuori dal retro del furgone un astuccio da cui estrae una siringa: «È un rintracciatore.» allunga il braccio, fa per inserirmi l'ago nel collo ma io lo fermo dicendo «l'ultima volta che mi hanno iniettato un rintracciatore è stato per comandare un esercito che ha ucciso una comunità intera di persone!» sarcastica. Lui fa una smorfia e poi mi decido a chinare la testa per lasciare che me lo inietti. Ormai le punture non mi fanno quasi più male. 
Il resto della strada la facciamo a piedi, tutti i campi dei pacifici, fino allo Spietato Generale, poi Don si gira dicendomi che d'ora in poi ero libera e che il rintracciatore si attiva solo se mi allontano dalla città per più di 48 ore.
Sono a casa.
Subito mi dirigo verso il quartiere degli Intrepidi, mentre cammini vedo delle luci accese sull'Hancock e mi avvicino furtivamente. Entro dalla porta principale e mi dirigo con passo spedito verso la segreteria. «cerco Caleb Prior.» l'unico di cui effettivamente so il cognome. «caleb?» non è la voce della segretaria. Una voce che ho già sentito non conosco a chi appartenga. «Caleb non vive qui sta vicino al Millenium. Sei Tris vero? Io sono Mike piacere» «come sai chi sono? Per tutti io ero morta, come...» rispondo irritata «be', ecco, io fino a due mesi fa lavoravo nella periferia dove stavi tu e, insomma, avevi una certa fama in quel posto, eri sopravvissuta, eri ai livelli di Harry Potter» dice con una risatina. «be', dicevi che cercavi Caleb, no?» «ah sì, puoi accompagnarmi? Sono tre anni che non faccio un giro in città, faccio fatica a ricordare» dico con un finto sorriso. Ho veramente bisogno però di qualcuno che mi aiuti, troppi cambiamenti. «certamente» risponde ricambiando il sorriso.

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Capitolo 2
*** Capitolo due ~ Tobias ***


Mi sveglio intorno alle 10:00 del mattino. Ora che ho un lavoro che comprende solo le ore dopo il meridiano mi chiedo che senso abbia svegliarsi così presto. Un po' dopo le 10:30 sento bussare alle porta: Caleb. «wow! Caleb calmati che cosa c'è?» vedo con lui una ragazza bionda che sembra Cara «be...ri...ce...» balbetta «cosa?» poi si appoggia al muro e la ragazza si gira. Beatrice. Ecco cosa voleva dire. Tris si volta. Io mi butto sulla poltrona alle mie spalle. Vedo il corpo fragile di Caleb svenire. «Dio Santo! Sembra che non abbiate mai visto una persona che doveva essere morta davanti a voi» dice sarcastica riferendosi a Evelyn e ad Amar per me. Dopo poco mi lancio verso di lei e le butto le braccia al collo e lei fa lo stesso mi stringe talmente forte che mi scricchiolano le ossa. «Ti sono mancata o hai fatto baldoria?» dice sorridendo «si decisamente, ho fatto un sacco di party e ho incontrato certe ragazzine.. Oh ma andiamo stai scherzando?!» ridiamo insieme. Tre anni atroci sono stati questi. Senza lei. Finalmente rivedo i suoi capelli biondi, i suoi occhi azzurri. Pensavo che non l'avrei mai più rivista. Sapevo che non l'avrei più rivista eppure ce l'ho qui davanti agli occhi. «quanto vuoi farmi aspettare per un bacio? C'è la fila o cosa?!» «mmmh...» esito un attimo e poi ci baciamo. Il respiro dopo è come un pupazzo di neve visto dagli occhi di una bambina, come il primo respiro quando si nasce, come un bacio con la persona che si ama e che si pensava morta. «credo sia ora di pensare a Caleb...» che è ancora disteso a terra svenuto. Dopo aver aiutato Caleb a riprendersi ci siamo seduti in salotto e abbiamo parlato un po' degli ultimi tre anni. «Quindi la guerra non è ancora finita in poche parole.» dico con tono leggermente stressato «Esattamente! Dobbiamo combattere ancora» Dice Tris quasi entusiasta. Intorno all'ora di pranzo arriva Evelyn che sempre la mattina si fa un giro in città. «Oh Cristo Santissimo!» è la prima cosa che dice quando entra, e anche l'unica. «Buongiorno anche a te Evelyn!» dice Tris con un leggero sorriso in faccia. Evelyn si accascia sull'altra poltrona sul lato opposto della stanza, mettendosi le mani sulla faccia. «Tre anni fa tu eri... è una moda adesso morire e ripresentarsi dopo due o tre anni?!» dice Evelyn. «Sì, direi proprio che è diventata una moda all'ultima tendenza!» dice poco dopo Tris guardandomi e poi spostando di nuovo lo sguardo su Evelyn. La sera io ho dormito sul divano lasciando che Tris dormisse in camera mia, Evelyn aveva trovato una casa non lontano da qui di conseguenza si sarebbe trasferita a breve in modo tale da lasciare la camera libera che sarebbe stata trasformata in una grossa dispensa se non fosse tornata lei. Certo, la dispesa non mi sarebbe servita a tanto comunque come possibile immaginare. Credo che porterò il letto di Evelyn in camera mia unendolo al mio in modo tale da trasformarlo in uno matrimoniale, per farci stare anche Tris.

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