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Cindy
pensò che era giunto il momento di far riemergere la verità.
Angelica
meritava di conoscere il suo passato. Ma non quello che Loro avevano creato
quel giorno, quando praticamente la uccisero.
Il
suo passato…VERO.
E
ora la giovane ragazza, quasi quindicenne (per la seconda volta) di lì a pochi
giorni, era lì. E la guardava con uno sguardo confuso e disperato.
Dieci
minuti prima le era piombata in casa, come una furia. Era confusa,
sì…disperata…non capiva i sogni che le affollavano la mente da qualche notte a
quella parte.
Vedeva
se stessa dentro una stanza in un castello…poi in mezzo a un cerchio con tutti
intorno tanti uomini con il mantello ed i cappucci in testa…
E
poi…in una caverna. Sì, era dentro una grotta illuminata dalla luce di quattro
bacchette. Davanti a lei c’erano due figure che quella stessa notte aveva
riconosciuto come Lucius Malfoy e Voldemort. E al suo fianco, che le teneva la
mano…nientemeno che il suo peggior nemico!
“Cosa
sono tutte quelle immagini che vedo? Io devo sapere!” la ragazza era in piena
crisi “Ricordo che è iniziato tutto compiuti gli undici anni. Ho iniziato a
vedere dapprima delle immagini molto strane…in cui vedevo una ragazza giovane
davanti a me…e poi…un fascio di luce verde…”
“Tesoro,
ora calmati…” cercò di dirle Cindy Mendel.
Ma
lei no, doveva dirle tutto…aveva l’urgente bisogno di raccontarle ciò che
vedeva.
“Poi
ho cominciato a sognare di…lezioni…che mi venivano date da una persona che
sentivo di conoscere…ma che ancora non ho capito chi fosse… E dopo…dopo sono
cominciate queste visioni ad occhi aperti…esatto, anche quando sono sveglia
vedo delle cose! Per esempio…che sono in una stanza lillà…e studio...e mi vedo
anche con un ragazzo…ma non so chi è!”
Cindy
allora si avvicinò alla ragazza davanti a lei. E le sorrise con fare
rassicurante.
“Bambina
mia, è giunto il momento che tu sappia chi sei realmente. E che tu conosca la
verità. E soprattutto, perché vedi quelle cose.”
Intervenne
allora un uomo. Peter, il marito di Cindy.
“Quello
che tu vedi, non è altro..che il tuo passato.”
La
ragazza scoppiò in una risata. “Ma questo è…altamente illogico! No, non ha un
senso. Io non ci credo… Il mio passato è quello che ho vissuto con voi.”
“No,
cara. Quello è ciò che Loro…e mi vergogno ad ammetterlo…anche noi, ti abbiamo
creato facendoti credere che fosse vero.”
La
ragazza scosse la testa. “Non ci posso credere…tu non puoi dire sul serio!”
“Cara,
io e Cindy ci vergogniamo di aver fatto tutto questo, credimi!” disse Peter “Ma
avevamo troppa paura di tuo padre…e dei suoi amichetti che lo seguivano come
cagnolini! Lo ammetto, la verità è che siamo stati codardi…e così abbiamo fatto
soltanto il suo sporco e spregevole gioco!”
“Ma
sappi che noi lo abbiamo fatto SOLO per il tuo bene, tesoro. Tu sei il nostro
angioletto. E noi volevamo che tu stessi bene, solo questo.”, disse Cindy
sorridendo. Poi sospirò. “Beh, a questo punto possiamo andare.”
La
giovane guardò la donna davanti a lei con sguardo confuso. “A-andare? Andare
dove, scusa?”
Peter
si alzò e diede la mano a sua moglie. “A casa, figliola.”
La
ragazza lo guardò sbalordita. “Ma noi siamo già a casa!” esclamò.
Cindy
le porse la mano scotendo il capo. “No, cara. Questa non è casa nostra. Vieni,
dammi la mano.” vedendola ancora incerta, le sorrise con fare rassicurante
“Fidati! Dammi la mano.”
La
giovane ragazza sospirò esasperata, e prese la mano della donna. E in un lampo,
i tre si Smaterializzarono!
Quando
arrivarono a destinazione, la ragazza era a dir poco sconvolta. E guardò la
donna davanti a lei. “Ma…c-come diamine hai fatto?! Tu sei una Babbana!”
Cindy
tirò fuori la bacchetta magica, fece luce nella casa, e le sorrise. “Oh no, mia
cara! Io sono una Strega, proprio come te.”
Peter
ridacchiò. “Già. La migliore Strega che un uomo come me che crede nella Magia,
potesse mai desiderare di avere per moglie.”
“Questo
non è possibile. Cioè…è-è tutto senza senso! Ma come è mai possibile tutto
questo? Non c’è un senso logico, diamine!” esclamò la ragazza.
Cindy
scosse il capo ridendo. “Mamma mia, come sei diventata scettica! Prima eri una
sognatrice nata, sai? E anche se le cose non avevano una ragione valida…tu ci
credevi ugualmente, Hangie!”
Peter
sospirò malinconico. “Eh sì. Eri proprio una persona speciale! E lo sei
ancora…Angelica.”
La
ragazza li guardò come se fossero impazziti. “Chi è Angelica?”
“Tu,
sciocchina!” esclamò Peter “Cara, sbrigati. Altrimenti chiamerà il manicomio!”
guardò poi sua moglie, intenta ad aprire tutte le finestre.
Cindy
sospirò, esasperata dall’incredulità della giovane, e mise la bacchetta davanti
a sé. “Vieni qui, per piacere.” Hangie obbedì senza protestare “Benissimo, e
ora…preparati e viaggiare fra i tuoi ricordi. Sarà un viaggio lungo.”
Angelica
chiuse gli occhi, lasciandosi pervadere completamente da quella tenera
sensazione di caldo che la avvolgeva lentamente.
Cindy
uscì dalla stanza da letto di sua figlia Macy con un fagottino rosa in collo,
portandolo in salotto dove stava aspettando suo marito, il padre della ragazza.
L’uomo
si alzò, e guardò l’essere appena nato con un largo sorriso sul volto. Il suo
cuore si riempì di gioia! La prese in collo e tornò in camera da letto.
“Figliola,
è bellissima. È tutta sua madre.”, disse con gli occhi pieni di lacrime di
commozione.
Macy,
esausta, sorrise. “Beh…spero lo sia in tutto e per tutto. Perché se mai dovesse
aver preso da suo padre…” la ragazza si morse il labbro. Aveva una faccia molto
preoccupata.
Cindy
entrò e anch’ella espresse la sua ansia. “Tesoro…tu lo sai che tua figlia ha
preso i poteri di entrambi, non è vero? I suoi poteri saranno enormi,
potenti…suo padre cercherà sicuramente di prenderla con sé.”
“Non
permetterò a quell’essere schifoso di Tom di prendere mia figlia! Lei resterà
con me, e crescerà come una Strega buona.”, esclamò determinata Macy.
“A
volte mi chiedo come diamine hai fatto a innamorarti di quello lì.”, disse
Peter con espressione truce. “Io l’ho sempre detto che era marcio dentro!”
Macy
fissò un punto indefinito della stanza, tornando indietro col pensiero.
“Tom
non è sempre stato così, lo sai. Quando lo conobbi, al primo anno, era un
ragazzino buono e gentile…è questo che mi ha fatto innamorare di lui. Il fatto
che sembrava diverso dagli altri ragazzi ambiziosi che conoscevo.”
Cindy
annuì. “Quel ragazzino era bravo, all’inizio. È cambiato dopo, Peter. Ricordi?
Quando lo conoscemmo la prima volta, era una persona garbata e generosa. È dopo
che…” sospirò.
Macy
scosse la testa. “Non serve pensarci ancora. È successo. Tom è cambiato. E non
c’è niente al mondo che lo farà tornare quello di una volta. Ma mia figlia non
sarà MAI come lui. Sarà, come ho già detto, buona. E quando compirà 11 anni,
sarà iscritta alla migliore scuola che esista nel mondo magico…Hogwarts.”
Peter
cullò la nipotina fra le braccia, sempre facendo attenzione e con fare
delicato.
“Già.
Mia nipote diventerà una grande Strega. Crescerà…i suoi poteri diventeranno
potentissimi…e poi si farà tanti amici…fino a quando troverà la sua Anima
Gemella, e s’innamorerà.”
Peter
Mendel era Babbano. Quando scoprì che Cindy era una Strega, lo accettò subito:
fin da bambino era sempre stato convinto che la Magia esistesse. E quand’anche
sua figlia si scoprì dotata di poteri magici, la cosa non lo sconvolse affatto.
“Albus
sarà contento di prendere la nostra piccolina sotto la sua ala. Vedrai, Macy,
lui la proteggerà sempre. Soprattutto da suo padre.”, disse Cindy rassicurando
sua figlia.
“Piuttosto.”,
le interruppe Peter “Che nome diamo a questa bellezza?” con il dito le fece un
po’ di solletico sul pancino e la bambina rise contenta.
Cindy
guardò sua figlia. “Tu che dici, Macy? Che nome vuoi che abbia tua figlia?”
Macy
guardò suo padre. “Papà. Portamela qui.” Peter si avvicinò al letto e posò la
neonata fra le braccia di sua figlia. Lei sorrise. “Guardatela…è un angioletto!
Ecco. Ora so che nome le darò.”
Poi
la sollevò facendo attenzione a non farla cadere. La bambina sgambettò tutta
contenta e rise.
“Ti
chiamerai Angelica. Perché tu sei e sarai sempre il nostro angelo.” poi rise e
abbassò le braccia aggiungendo “Beh, visto e considerato che forse qualcuno ti
potrebbe prendere un po’ in giro per questo nome, vorrà dire che ti troveremo
un diminutivo. Che ne dici di…Hangie? Eh? Ti piace?”
La
bambina guardò la madre per un attimo: sembrava davvero che ci stesse pensando.
E poi si mise di nuovo a ridere spensierata.
“Beh,
direi che la risposta è piuttosto chiara!” rise Peter.
“Allora,
così sia: ti chiamerai Hangie.”, sentenziò la moglie.
Sorrise
poi alla figlia.
“Cara,
ora però sarebbe meglio che tu e la bambina riposaste un po’. Non preoccuparti,
noi saremo sempre di là. Se hai bisogno, chiama.”
La
ragazza si sdraiò con la bambina ancora fra le braccia. “D’accordo. Mamma,
papà. Grazie!”
“Non
ringraziarci, figliola. Abbiamo fatto quello che dovevamo.”, rispose Peter.
E
i due coniugi, guardando la figlia e la nipote chiudere gli occhi, sorrisero…e
si chiusero la porta alle spalle.
***
E
così la bambina crebbe bella e sana. Forte. E soprattutto, come tutti i
bambini, molto vispa!
Oramai,
benché fosse piccola, visto che aveva appena tre anni, aveva capito (o meglio
intuito) di avere qualcosa di speciale. E usava così i suoi poteri per
combinare guai. Sebbene questi “guai”, in effetti, si limitassero soltanto a
sollevare gli oggetti per far arrabbiare sua madre e i suoi nonni.
Per
il resto, Hangie cresceva come la bambina più buona e dolce del mondo.
“Hangie,
adesso basta!”
Erano
le 10 di mattina. Macy aveva messo la piccola a tavola, per darle la colazione.
Hangie,
invece, si divertiva a sollevare il piatto, il bicchiere, il tovagliolo, e
tutto ciò che aveva davanti! Era una vera birbante!
“Mamma!
Mi daresti una mano, per piacere? Hangie non la smette di far levitare gli
oggetti.”
Cindy
entrò in cucina di corsa, ma appena vide la scena…scoppiò a ridere!
La
giovane guardò la madre sbalordita.
“Mamma?
Ti pare il momento di metterti a ridere? Hangie non se ne sta buona…ormai è
mezz’ora che va avanti in questo modo! Io ti chiedo una mano per farla
smettere, e tu che fai?, ridi!?”
La
donna guardò sua figlia con un sorriso.
“Scusami,
tesoro. È che mi sono ricordata…che quando eri piccola, tu eri esattamente come
Hangie. Non appena vedevi qualcosa davanti ai tuoi occhi, tu ti mettevi a
ridere, e sollevavi l’oggetto come se niente fosse!”
Per
i primi secondi, Macy guardò la madre con uno sguardo severo, e scosse la
testa. Ma poi, vedendola ridere, e guardando sua figlia che rideva quanto
lei…si arrese, e tutte e tre si misero a ridere come matte!
In
quel momento entrò il signor Mendel.
“Beh?
Cosa avete da ridere così, tutte e tre?” si guardò intorno, e vide sua nipote
che faceva levitare le cose, e anche lui irrimediabilmente si mise a ridere.
“Eh! Tale e quale a sua madre!”
Le
cose andavano bene. I Mendel erano una famiglia molto felice, Cindy e Peter
avevano tutto ciò che si poteva desiderare: una figlia bellissima, e una
nipotina splendida!
Era
il 26 Aprile dell’anno 1992. Il giorno che la vita di Macy Mendel…si fermò. Per
mano della persona che più di tutte odiava…e al tempo stesso amava.
***
Ore
23.00
Criiiick…
La
porta dell’ingresso secondario, che si trovava in cucina, si aprì lentamente
cigolando.
Finalmente ti ho trovata, Macy...nn mi posso sbagliare...questa è la tua aura magica…
Macy
si svegliò di soprassalto. E i suoi occhi caddero sulla porta della stanza.
No...non è possibile...eppure... È la sua Aura magica, la riconoscerei dovunque! E' qui per portare via Hangie! Devo portarla via da qui.
La
ragazza si alzò stando attenta a non fare il minimo rumore, andò alla culla
della bambina, e la prese in collo. “Coraggio piccolina.” sussurrò “Ora
dobbiamo andare via…”
“Non
credo proprio, Macy.”
La sua voce provocò in Macy un brivido lungo la schiena...quella era la prova che le cose erano
proprio cambiate: prima la voce di Tom Riddle le faceva battere il cuore…ora le
gelava il sangue nelle vene.
La
giovane si girò e lì, stanziato sulla porta della camera…vide lui. Il suo
peggior incubo. Eppure era anche il ragazzo che, tanto tempo prima, l’aveva
fatta innamorare…
“Cosa
ci fai qui, Tom? Vattene. Fuori da casa mia!”, gli disse stringendo forte
Hangie a sé “Non c’è niente di tuo, qui.”
Sul
volto di Tom lampeggiò un vago ghigno. “Ti sbagli, tesoro mio. In questa casa
c’è più di una cosa che mi appartiene…” La guardò con sguardo
profondo.
E
fu allora, che il cuore di Macy accelerò i battiti. Cosa…mi sta succedendo? Perché il mio
cuore ha accelerato? Non posso credere che…
Macy
decise di ignorare quel battito accelerato.
“Il
nostro tempo è finito, Tom. Va via, ti prego. Non farmi usare i miei
poteri contro di te, sai che non mi piace usarli sulle persone a cui tengo.”
Quelle ultime parole le erano uscite così.
Tom
si tolse finalmente il cappuccio che teneva in testa.
“Macy, guardami.
Sono ancora il ragazzo di cui ti eri innamorata! Non sono tanto diverso da
come ero prima. Ho sempre saputo di essere diverso da tutti gli altri…di avere
un futuro nella Magia Oscura…”
“No!”
urlò Macy. I suoi occhi iniziarono a divenire lucidi. “Non è vero!
Tu non eri affatto cattivo, prima… E il ragazzo di cui mi sono innamorata…non
sei tu. Tu non sei il Tom Riddle che amo!”
Tom
abbassò la testa e strinse i pugni. Dopodiché la guardò di nuovo.
“Non
costringermi a farti del male, Macy… Ti prego. Dammi la bambina, e me ne andrò.
Non ti toccherò neppure con un dito, te lo prometto. Ti puoi fidare di me, lo
sai.”
In
quel momento entrarono i signori Mendel.
“Che
ci fai qui, Tom?” gli disse Cindy guardandolo con rabbia “Ti conviene uscire
immediatamente da questa casa, signorino. Altrimenti…” tirò fuori la bacchetta.
Tom
sogghignò. “Cosa vorresti fare, Cindy? Uccidermi, forse? Lo sai che i tuoi
poteri, benché tu sia più vecchia di me, sono nettamente inferiori ai miei.”
Peter
lo guardò con odio. “Tu sei l’essere più disgustoso che abbia mai conosciuto,
Tom Riddle! Va fuori dalla mia casa, subito!”
“Non
puoi darmi ordini, Peter. Un Babbano non può pretendere di dare ordini al
Signore Oscuro.”
Macy
tornò alla culla, e vi rimise Hangie. E le sorrise. “Non preoccuparti,
piccolina. La mamma non permetterà che quel signore cattivo ti faccia del
male.”
“Io non sono un “signore cattivo”! Cavolo, sono suo
padre!” urlò.
Macy
tirò fuori la sua bacchetta, e gliela puntò contro. “Te lo ripeto, Tom: non
costringermi a farti del male. Mia madre non potrà farti nulla, questo è vero.
Ma conosci molto bene i miei poteri…e sai bene che sono al tuo pari.”
Tom
scosse la testa. Abbassò la testa. E impugnò la sua bacchetta.
“Perché?
Macy…noi tre potevamo essere una famiglia…la più potente che sia mai esistita
nel nostro mondo. E invece tu, come al solito, vuoi rovinare tutto…”
“Cosa
vuoi farle, Tom? Ricordati che c’è tua figlia in questa stanza!” gli urlò
contro Cindy, assai spaventata per la figlia.
Tom
guardò Macy, e lei, con gran stupore…vide che gli occhi del ragazzo erano
lucidi.
“Sappi
solo che ti amo, Macy Mendel. E ti amerò per sempre. Un giorno ci
rincontreremo…amore mio.” Alzò la bacchetta…chiuse gli occhi… “Avada…Kedavra!”
Un
fascio di luce verde scaturì dalla bacchetta del giovane Tom Riddle…e andò a
colpire in pieno la povera Macy.
La
ragazza spalancò gli occhi dalla sorpresa…dopodiché fece un mezzo giro su se
stessa…guardò per l’ultima volta la sua meravigliosa bambina…e si accasciò a
terra.
Quella
volta fu la sola in cui Tom Riddle, dopo tanti anni…pianse.
***
Cindy
guardò la stanza di sua figlia, totalmente intatta, e il corpo della ragazza…lì
davanti ai suoi occhi…steso per terra, pallido…
La
prima cosa che fece fu di andare velocemente versò la culla di Hangie, che era
scoppiata in un pianto dirotto e senza fine.
La
prese in collo e cercò di calmarla.
“Shh.
Buona, piccolina…non piangere…è tutto a posto…”
Ma
dentro di lei, il suo cuore era a pezzi: in un attimo lei aveva perso una
figlia, e sua nipote aveva perso la mamma.
Per
chi fosse entrato in quella stanza, forse poteva sembrare che a Cindy Mendel
non importasse niente della morte di sua figlia, o comunque poco. Ma non era
esattamente così: stava malissimo! Ma prima di tutto, era una Strega. E ne
aveva visti tanti morire così…
“Tesoro…prendi
Macy. Domani chiameremo i nostri parenti e amici. Dobbiamo farle un funerale
degno di lei.”, disse al marito.
Peter,
mostrandosi forte, prese in braccio il corpo senza vita di sua figlia.
“Cosa
diremo alla gente?”
Cindy
ci pensò un attimo. “Diremo… Sì, diremo che é morta per un’emorragia interna
derivata dal parto. E che si è estesa stanotte…portandola alla morte. Non
sospetteranno: capita, a volte.”
Peter
portò sua figlia in salotto, e la posò sul divano.
Poi
tornò indietro, e vide la moglie uscire dalla loro stanza. Si affacciò. E lì,
sul letto, vide la piccola Hangie che dormiva, stringendo forte il suo
orsacchiotto regalatole da Macy.
“Ora
dobbiamo pensare a lei. Non deve rimetterci a causa della scellerataggine di
suo padre.” disse Cindy prendendo un profondo respiro.
Peter
annuì e la strinse. “Hai ragione, amore. Angelica deve crescere spensierata e
felice. Macy avrebbe voluto così.”
La
piccola Hangie dormiva, abbracciata al suo Pucy, e neanche immaginava che la
mattina dopo, la sua mamma non sarebbe stata lì, pronta a prenderla in collo e
a farla giocare.
Perché
la sua mamma, una ragazza di appena 22 anni…era morta.
E
i suoi nonni temevano il giorno in cui la piccola Hangie, cresciuta, avrebbe
scoperto che ad averle sottratto la sua adorata mamma…non era stato altro che
suo padre.
La bambina crebbe ancora, sempre più
sana e più bella. Forte come non mai!
Mano a mano che cresceva, sua nonna le
insegnava tutto quello che una Strega della sua età doveva sapere.
E a quasi undici anni, la bamb…ops, la ragazzina!, sapeva le tecniche di base per dei
buoni incantesimi.
Eh già, perché la cara Angelica oramai
aveva quasi 11 anni. E di lì a pochi giorni, la sua vita sarebbe cambiata ancora una volta.
***
Era il 21 Marzo 2000.
Ore 9:30.
“Hangie, tesoro! Su, alzati. C’è una
lettera per te.”
La ragazza corse veloce
in cucina: sapeva cosa c’era scritto nella lettera. E soprattutto chi la
mandava.
“Finalmente! Sono loro, vero nonna? Mi
hanno mandato la lettera per dirmi che…” Hangie prese un respiro. Era
entusiasta!
Peter le porse la lettera con un
sorriso. La ragazzina la prese…e urlò di gioia! Sulla busta vi era impresso lo
stemma della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.
“Lo sapevo! È stata mamma a iscrivermi, non è vero?” loro annuirono, e lei
sorrise. “La mamma ha sempre pensato alla mia felicità… Mi manca molto…”
Cindy si avvicinò alla nipote e la
abbracciò. “Tua madre non avrebbe voluto che proprio oggi tu fossi così triste,
tesoro.” si chinò e sorrise “Oggi compi 11 anni, cara! Sorridi!”
Peter però era cupo. E Cindy sapeva bene
il perché.
“Hangie, ora ascolta. Io e tua
nonna ti vogliamo dire una cosa.”
Peter si alzò e uscì dalla cucina.
Cindy posò le mani sulle spalle della
nipote. “Non farti impensierire dalla sua espressione, lo sai che è una sua prerogativa essere sempre un pò negativo.”
E infatti Peter tornò tenendo in mano una lettera.
Si risedette, e Hangie si avvicinò a
lui. Cindy si sedette andò accanto al marito.
“Angelica, oggi compi un’età in cui
dovresti ancora essere senza pensieri…ma purtroppo la vita è stata spietata con
te. Ti ha portato via la mamma quando eri ancora molto piccola, e a tutti noi
manca molto. E quest’esperienza ti ha fatto maturare parecchio.”, le disse suo
nonno Peter.
“Angelica, cara, tu sei una ragazzina
molto matura per la tua età. E anche per questo siamo così tanto fieri di te.
Ora…dovrai esserlo ancora di più.”
Peter porse a Hangie la lettera, che la
prese confusa. La aprì, e cominciò a leggerla.
“Cari
Cindy e Peter. So che le parole che sto per dirvi, dette da me, vi
sembreranno estremamente ipocrite. Ma sono la verità: io amavo Macy,
e non avrei mai voluto farle del male. Il nostro era un grande amore...e lo testimonia la piccola Hangie.
È lei il motivo
di questa lettera. Angelica è mia figlia. E su questo non transigo. E la
voglio con me. È un mio diritto, e voi non potete negarmelo. Vi ringrazio già
da ora, perché so che la crescete meglio di chiunque altro.
Come ho già
detto, voglio Angelica con me. Però, per il momento no.
Verrò a
prenderla a mezzogiorno del suo 11° compleanno.
Tom Riddle.”
Lette quelle poche righe, Hangie sbottò.
“Mi rifiuto di credere che voi
possiate permettere che mi porti via! Io non voglio andare con lui…ha ucciso la
mamma!”
Cindy e Peter si aspettavano una
reazione del genere. Specialmente visto che Hangie, come le sue parole dimostravano,
SAPEVA cos’era successo.
E per l’esattezza, l’aveva ricordato
appena 2 anni prima quando, in sogno, le era riapparsa la scena in cui suo
padre uccise Macy con l’Anatema della Morte.
“Tesoro, noi non vogliamo certo che tu
vada con lui!” le disse Cindy “Ma devi capire che abbiamo le mani legate,
purtroppo! Noi siamo soltanto i tuoi tutori, nonché tuoi nonni. Ma lui…benché
mi faccia orrore dirlo…è tuo padre. E ha tutto il diritto di portarti con sé
dove, e quando più gli piace.
Peter sospirò. “Angelica, tu lo sai che
noi detestiamo tuo padre per ciò che ha fatto. E sappiamo bene che anche tu
provi lo stesso odio per lui. Ma la lettera è chiara: oggi tuo padre verrà qui,
per portarti con sé.”
Hangie ancora non poteva crederci. Non è possibile…
Come posso riuscire a vivere con l’assassino di mia madre? Come faccio a
perdonarlo, benché sia mio padre?!
Poi le balenò in testa qualcosa. Un’idea
di vendetta. La SUA vendetta.
“E va bene, andrò
con mio padre. Ma non riuscirò MAI a perdonarlo per ciò che ha fatto! Anzi, ora
vi dico cosa ho intenzione di fare, e già da ora sappiate che non riuscirete a
fermarmi.”
“Qualunque cosa tu voglia fare, noi ti
vogliamo bene e siamo dalla tua parte, Hangie.”, le disse con un sorriso suo
nonno.
“Imparerò
tutto quello che c’è da sapere…diventerò potente quanto la mamma…anzi, se
riesco anche di più! E dopodiché…io la vendicherò. Ucciderò mio padre.”
Cindy guardò gli occhi di sua nipote, e
improvvisamente si preoccupò.
Ha uno sguardo che non mi piace… Non vorrei che il lato
oscuro trasmessole da suo padre venisse a galla. E soprattutto ora che starà per
degli anni con lui…
“Io ti appoggio, nipote. Fallo fuori,
quel farabutto. Vendica tua madre.”, disse invece Peter con uno sguardo colmo
d’odio e di rabbia.
Cindy prese la mano della nipote.
“Angelica, sappi che noi saremo sempre con te. Per qualsiasi cosa, chiama pure
quando vuoi. Noi siamo qui per te.”
Hangie sorrise commossa. “Vi ringrazio,
nonni cari! Ma ora voglio la mia torta…e il mio regalo! E se scopro che avete speso troppo, mi arrabbio! ”
Hangie non era una ragazza che chiedeva
tanto. Era semplice, generosa. Sempre gentile con tutti, e pronta ad aiutare e
ascoltare chi ne aveva bisogno.
Proprio come sua madre.
Peter batté le mani ridacchiando, e si
alzò. “Ebbene…prima di tutto il tuo regalo, nipotina mia.”
Cindy sorrise.
Quando tornò, l’uomo aveva in mano un
pacco lungo e fine. E sorrideva, sapendo che per Hangie quello sarebbe stato il
regalo più bello che potessero mai farle!
“Ecco qua il tuo regalo. Sono più che
sicuro…che andrà benissimo.”, disse.
Hangie lo prese fra le mani, eccitata.
“Cos’è?”
“Beh…aprilo e lo scoprirai!” le disse la
nonna “Sarà una bellissima sorpresa, per te.”
Hangie guardò i suoi nonni felice, e aprì il pacchetto… La gioia che si accese nei suoi occhi era
indescrivibile. Lì, tra le sue mani, c’era una bacchetta magica!
“La riconosci? È...la bacchetta della
mamma.”, le disse Cindy.
Hangie la guardò con i suoi occhioni
marroni pieni di lacrime. “Era…era della mamma?”
Peter annuì. “Esatto. Legno di quercia,
12 pollici, e un pelo di unicorno.”
“Tua madre avrebbe voluto che la avessi
tu, ne sono certa.”, le disse Cindy con le lacrime agli occhi.
Hangie abbracciò forte sia sua nonna che
suo nonno, ringraziandoli di cuore. E i tre, insieme, si misero a tavola a
mangiare la torta della nonna, torta preferita di Hangie. (E di Macy…)
***
Ore 12:00
La porta della cucina si aprì, ma senza
sbattere. Lentamente, con calma, come se volesse farsi notare. E dalla porta
entrò lui.
Tom Riddle.
Cindy si alzò. Non gli sorrise, ma
nemmeno lo trattò particolarmente male.
“Buongiorno, Tom. Se puoi aspettare due
minuti, Hangie arriva subito. È andata a prendere la sua valigia. Ci metterà
poco.”
Tom annuì. “Non ho fretta, Cindy. Posso
aspettare.”
“E allora potevi aspettare anche nel
portarla via…”, mugugnò Peter “Hangie è ancora una ragazzina, cosa ti aspetti
da lei?”
Tom accennò un piccolo sorriso. “Non mi
aspetto niente, Peter. Voglio soltanto vivere con mia figlia, come è mio
diritto.”
“E dimmi, era tuo diritto anche
uccidermi la mamma…papà?” disse una voce dalla porta
della cucina.
Tom gettò lo sguardo sulla ragazzina che
aveva parlato…e per poco non gli prese un colpo!
Si avvicinò lentamente. “Oh mio
Dio…assomigli tutta a tua madre. Siete due gocce d’acqua!”
Hangie avanzò e posò la valigia. Poi si
legò i capelli.
“Non hai il diritto di nominare la
mamma. Tu me l’hai ammazzata davanti agli occhi…e avevo soltanto tre anni!”
Tom strinse i pugni. “Se ricordi così
bene quella notte, allora ricorderai sicuramente anche le nostre parole. Mi ci
ha costretto lei…io amavo tua madre!”
Hangie scosse la testa. “Non dire le
bugie, papà. Sei troppo cresciuto per dirle, non ti pare?” poi salutò i nonni
con un sorriso e un abbraccio, prese la valigia, e andò alla porta.
Dopo si voltò. “Beh? Sei venuto per
portarmi da te, no? E allora andiamo. Voglio imparare tutto ciò che devo sapere
per essere una Strega brava come la mamma.”
Tom sorrise fra sé e sé. Lo sarai, piccola
mia. Hai il sangue di Macy Mendel e del grande Voldemort che ti scorre nelle
vene. Diventerai più potente di noi, credimi…
Dopodiché si voltò verso i signori
Mendel, e chinò la testa a mo’ di saluto.
“Peter. Cindy. Non temete, potrete
vedere Hangie quando volete. Io che non ho avuto i nonni, so quanto possano
mancarti…specialmente alla sua età. Bene. Andiamo, Angelica.”
I signori Mendel li seguirono con lo
sguardo fino a che furono in strada…e si Smaterializzarono.
Cindy piangeva, ma le rimaneva sempre un
sorriso.
Buona fortuna…Angelica.
***
Il castello di Tom Riddle era immenso e
imponente.
A prima vista sembrerebbe un castello dei film horror… pensò Hangie
tremando un bel po’.
E non appena fu entrata, i suoi sospetti
divennero reali: era un vero castello dark. Pieno di quadri che ritraevano Maghi
Neri…pochissime fiaccole… Insomma, era oscuro e spaventoso.
Hangie li guardò uno a uno, e si fermò
in particolare su un uomo con lo sguardo cattivo, la faccia che non prometteva
niente di buono, e con in mano una bacchetta color faggio.
E mentre era lì ferma, all’improvviso
sentì qualcosa strusciarle sui piedi…avvinghiarsi alle sue gambe…e salire
piano…
Hangie si spaventò, e cacciò un urlo.
“Nagini, giù! Immediatamente!” urlò Tom
correndo verso la ragazzina.
Hangie guardò in giù, e ai suoi piedi
vide il più grosso serpente che avesse mai visto! E che la guardava con uno
sguardo che pareva curioso.
“Oddio…” sussurrò lei “Questo è…è un
Basilisco! Cosa ci fa qui un Basilisco?!” la ragazzina si voltò e guardò
sconvolta suo padre.
Lui sorrise. “Lei è Nagini. Il mio
Basilisco.”
Hangie rise ironica. “Ah! Il tuo…il tuo
Basilisco?! Ma sei impazzito?? Tu lo sai che i Basilischi sono essere diabolici..e
che mangiano gli esseri umani?!?”
Tom rise. “Certo che lo so! Però, non ti
devi preoccupare. Nagini starà sempre alla larga da te, le dirò di non
spaventarti più.” guardò il serpente, e le disse qualcosa.
Hangie rimase sbalordita. “Tu parli il
Serpentese??”
Tom la guardò altrettanto sbalordito.
“Ma per chi mi hai preso, ragazzina? Per un Mago come tutti gli altri? Io sono
Voldemort. Il Signore Oscuro. Certo che parlo il Serpentese!”
Il Basilisco lentamente se ne andò
strisciando, e Tom guardò con fierezza il suo bel serpentone personale.
“Eh sì…la cara Nagini…” poi guardò la
figlia. “Ora vieni con me. Ti voglio presentare i miei fedeli e bravissimi seguaci.”
Hangie fece ancora una risata ironica.
“Ah! No, grazie…non ci tengo a conoscere
i tuoi amichetti. E anzi, ne starò molto alla larga! E poi…devo sistemare la
mia roba.” indicò la valigia.
Tom sospirò. Poi tirò fuori la
bacchetta, e fece levitare la valigia. “D’accordo, seguimi. Ti porto in quella
che, da ora in avanti, sarà la tua stanza.”
Attraversarono mezzo castello, e
salirono due rampe di scale. E poi presero un corridoio con molte porte. Si
fermarono davanti alla prima a sinistra.
“Eccola qui. Quella qui davanti è la mia
stanza. Quando avrai bisogno…chiamami.”
Hangie aprì la porta, e più che una
stanza…le apparse la cella di una prigione. Certo, la finestra era grande,
bella…ma il resto!
“Per caso ci abitava un morto, qui
dentro?”, disse sarcastica. Posò la sua valigia. E guardò suo padre dietro di
lei. “È troppo buia…io non sono come te a cui piace l’oscurità.”
Quello sguardo…lo stesso di sua madre poco prima che…
Tom annuì. “Beh, ovviamente puoi
apportare tutte le modifiche che vuoi. Tanto nessuno a parte te entrerà mai in
questa stanza.”
“E vorrei ben vedere!” esclamò lei “Ci
mancherebbe soltanto che la tua piccola amichetta mi entrasse la notte…e che
magari mi ingoiasse in un sol boccone!”
“Te l’ho già detto, Angelica. Puoi stare
tranquilla. Nagini non entrerà mai in questa stanza, né tantomeno ti girerà mai
intorno.”, le disse Tom cercando di rassicurarla “E adesso, che a te piaccia o meno,
verrai con me. Gli altri sanno che dovevi arrivare. Ti stanno aspettando.”
Hangie lo guardò
dritto negli occhi.
Stava per
rispondergli a tono, ma qualcosa la bloccò. Non sapeva esattamente cosa…ma
quella cosa le impedì di ribattere.
Ma guarda se mi tocca anche conoscere i suoi
amichetti deficienti!
Sospirò.
“E va bene… Coraggio, sono pronta.”
Tom
sorrise soddisfatto. “Bene! Sono contento che tu non abbia ribattuto. Avanti,
seguimi.”
***
La
sala in cui si erano riuniti i suoi seguaci era, se possibile, ancora più
tetra. Con la sola differenza che c’erano un po’ più di fiaccole.
Quindi
tetra, sì, ma non troppo.
“Amici
miei. Vi ho riuniti qui, in questo giorno, perché voglio presentarvi la mia
unica erede, colei che abiterà qui con me, e con alcuni di voi, per gli anni a
venire. Mia figlia… Angelica. Vieni.”
Hangie
entrò con passo sicuro, ma con dentro una paura matta. Mano a mano che
procedeva verso il centro del grande cerchio formato dai seguaci del padre, si
guardava intorno.
Ma tu
guarda che facce… Sembrano tutti morti viventi! Anzi, peggio…paiono quei tanti
assassini che a volte appaiono sul giornale… Mamma, proteggimi ti prego!
“Non
essere timida, figliola. Sei l’erede del grande Voldemort…nessuno e niente ti
farà mai del male, fidati.”, le disse Voldemort.
Quando
fu al centro, Hangie prese un grosso respiro e disse: “I-io…beh, vorrei solo
dire…che disapprovo quello che fate. M-ma…voglio i-imparare tutto quanto sulla
Magia.”
In
quel momento, si fece avanti un uomo alto, magro, biondo con un piccolo sorriso
in volto.
“A
nome di tutti noi, Angelica, ti diamo il benvenuto nella nostra grande
famiglia. Tutti quanti noi Mangiamorte saremo al tuo servizio per qualunque
cosa tu vorrai.”
Hangie
si sforzò di sorridere. “Oh…la ringrazio, signor…”
“Malfoy.
Lucius Malfoy.” disse suo padre “Lucius è il mio migliore amico. Ed io mi fido
di lui nella maniera più completa. È il mio braccio destro. Guarda, quello lì è
suo figlio.”
Lucius
sorrise, e chiamò suo figlio lì accanto a lui. “Draco, vieni a presentarti ad
Angelica.”
Hangie
subito lo corresse. “Ehm…preferisco essere chiamata Hangie. Il nome Angelica…lo
usava soltanto…mia madre…” la ragazzina fece uno sforzo per trattenere le
lacrime.
Ma
Tom notò i suoi occhi lucidi.
Oh
Angelica… Perdonami, ti prego! Ho fatto un errore colossale, ho ucciso l’unica
persona che abbia mai amato… Forse è vero quello che mi diceva Macy…che sono un
mostro…
Draco
avanzò accanto a suo padre.
E
si inchinò.
“Felice
di conoscerti, figlia di Voldemort.”
Hangie
notò subito che Draco era un ragazzino della sua età. “Tu non vai a scuola?”
gli chiese.
Draco
fece una smorfia. “Non mi serve. Ho mio padre che m’insegna. E poi, la scuola
non fa proprio per me. Lì è pieno di regole…e io detesto le regole.”
“Bene.
Draco ha la tua età, come puoi notare. Studierete insieme, così che diventerete
amici e un giorno, spero, andrete molto d’accordo…”, le disse Tom annuendo e
guardando Lucius.
Hangie
guardò prima suo padre, poi Lucius Malfoy, con la bocca spalancata dallo
stupore.
Oh mio
Dio… Ho capito cosa hanno in mente! Loro vogliono farmi sposare con Draco! È
assurdo!
“Papà,
non ci pensare neppure! Scelgo io chi amare, chiaro?!”
Lucius
sogghignò. “Beh, ora capisco che dicevi il vero…quando hai affermato che tua
figlia è un tipo sveglio. Draco, tu che ne dici? Ti piace…la tua promessa sposa?”
Draco
abbassò lo sguardo e avvampò di colpo. “Io...s-sì. Bene. Se il tuo volere è che
mi sposi con la figlia del Signore Oscuro… Per me sarà un grande onore.”
Hangie
rimase a bocca aperta. “Non ci posso credere… E non dici niente? Ma scusa, tu
lasci che ti scelgano loro chi devi amare?? Non ci credo…”
Tom
guardò sua figlia con sguardo severo. “Hangie, ora basta. Tu e Draco siete
promessi sposi da quando siete nati. Tu sei sua, e lui è tuo. E su questo non
si discute, chiaro?”
Hangie
guardò Draco…appena in tempo per vederlo che la guardava.
Cosa…?
Perché mi guardava? Non è possibile che già provi qualcosa per me. Non mi
conosce neanche!
Però…è
carina. Vorrei soltanto che ci fossimo conosciuti in un altro contesto…
In
realtà, a Draco piaceva Hangie da quando l’aveva vista arrivare, affacciato
alla finestra. L’aveva subito colpito il suo sguardo determinato e il suo viso
dolce…
“Bene.
Signore, se vuole scusarci… A nome di tutti, le devo dire che purtroppo adesso
abbiamo molto da fare. Al Ministero della Magia c’é subbuglio per le solite
faccende ordinarie.”
Tom
annuì. “Molto bene. Andate, miei seguaci. E portate un po’ di scompiglio nel
mondo magico… Ma mi raccomando! Tutto in modo discreto. Non vorrei ricevere
nuovamente la visita di quell’idiota di Silente!”
Hangie
lo guardò sarcastica. “Ah! Albus Silente tu lo chiami un idiota? Caro mio, tu
non lo conosci abbastanza. Albus Silente è il mago più potente di tutti i
tempi! E ti sconfiggerà, un giorno…”
Beh,
sempre che non ti abbia già fatto fuori io…caro padre.
“Non
dire stupidaggini, figlia mia! Tu non sai chi sono io. Né quanto io sia
potente. Ora, avanti, va nella tua stanza a riposarti. Da domani inizieranno i
tuoi studi. E ti avverto che saranno duri.”
Hangie
gli lanciò uno sguardo di sfida. “Non mi spaventano le difficoltà. Sono forte
abbastanza per reggere gli sforzi più duri.” E detto questo, girò i tacchi e si
allontanò.
Tom
sorrise fra sé e sé.
Da
domani dovrò essere più duro…non posso permettere che una ragazzina mi cambi.
Sebbene sia mia figlia. Non preoccuparti, Macy. Mi prenderò cura di nostra
figlia. Sempre.
E
quattro anni, Hangie fu sottoposta a lezioni molto dure e difficili, anno dopo
anno e giorno dopo giorno…ma la ragazza non si spaventava, e soprattutto non si
arrendeva.
Tom
cercava di gestire nel migliore dei modi il ruolo di padre e maestro, e di
farlo coincidere con quello di Signore Oscuro: mentre con Hangie era duro ma
comunque paterno, con i suoi fedeli seguaci era spietato e meschino.
In
quei quattro anni, non passò giorno in cui Draco e Hangie non litigassero! Non
facevano altro che battibeccare e prendersi a insulti…demoralizzando sempre più
i loro padri.
Lucius
Malfoy camminava su e giù saletta personale di Voldemort.
“Ormai
non fanno altro da quattro anni a questa parte!” esclamò spazientito
“Litigano…si offendono…a volte combattono anche l’uno contro l’altro!”
“Sono
adolescenti, Lucius! Vedrai che le cose miglioreranno. Draco ha quindici anni,
ormai, e Angelica gli compirà tra pochi giorni. Ci sei passato anche tu, no?
Prima ci si detesta e si litiga, e poi ci si innamora…”
Tom
prese a fissare il fuoco davanti a sé, e i suoi ricordi si persero nel tempo…e
tornò indietro, quando conobbe per la prima volta Macy…anche loro non facevano
altro che litigare e combattersi!
Poi,
un bel giorno…si scoprirono entrambi innamorati persi l’uno dell’altro!
“Tom?
Ma mi stai ascoltando?”
Tom…anzi,
Voldemort…si riscosse dai suoi pensieri.
“Oh…scusami
Lucius, mi ero perso nei miei ricordi! Cosa mi dicevi?”
Lucius
scosse il capo, sospirando.
“Dicevo
che i tuoi seguaci sono stanchi di doversi nascondere. Vogliono uscire alla
luce del Sole! E annunciare che il Signore Oscuro comanderà d’ora in poi il
mondo magico, e che nessun Babbano o Mezzosangue avrà scampo!”
Tom
si alzò con uno scatto, e scosse la testa.
“No!
È ancora troppo presto. Prima di scoprirmi completamente, ho bisogno di sapere
che ci sarà qualcuno a sostituirmi.”
“Vuoi
aspettare che Hangie sia pronta?”
Tom
annuì. “Però, la prima cosa a cui devo pensare…è a un modo per farla andare
d’accordo con Draco. Altrimenti…poveri noi!”
Ma
non sapeva che, molto presto, i due ragazzi lo avrebbero trovato da soli il
modo per andare d’accordo.
E
che sarebbe stato uno dei modi più belli che esistessero!
***
Arrivò
nel frattempo il 21 Marzo. Era l’anno 2004.
“Uwan!
Buongiorno Macy.”
Hangie
si stiracchiò, alzandosi e andando verso la finestra dove, appollaiata, c’era
una bellissima civetta color grigio-argento. La accarezzò, e Macy la becchettò
affettuosamente.
Hangie
guardò la sua stanza e sorrise soddisfatta di se stessa. Sì, in quei quattro
anni aveva fatto un lavoro eccellente!
Le
pareti erano lillà chiaro, con disegni di fiordalisi (i suoi fiori preferiti,
come sua madre).
Alla
finestra aveva messo delle tendine rosa, e il soffitto era azzurro chiaro, con
delle nuvole bianche disegnate, a rappresentare il cielo.
L’unico
modo per sentirsi libera, era di stendersi sul letto…e guardare quel cielo,
sebbene finto, e rilassarsi.
Accanto
alla finestra, un grande armadio con sopra disegnate delle farfalle di tutti i
colori.
Lo
aprì e ne tirò fuori un paio di jeans.
Poi
aprì il primo cassetto, e tirò fuori un maglione azzurro a collo alto.
Dopodiché
andò nel suo bagno personale, si lavò, si vestì, e infine si pettinò con una
bella coda alta.
Tirata
fuori la bacchetta esclamò “Gratta e Netta!”, e la stanza si rifece da sola,
mentre lei andò a guardare fuori dalla finestra.
E
lì fuori, nel parco, seduto su un pezzo di tronco rimasto da un albero appena
potato, vide Draco…che suonava la chitarra!
E
oltre a suonare, stava anche canticchiando!
La
ragazza sorrise, e sentì il cuore battere…e quando Draco, sentendosi osservato, guardò in su, il
battito accelerò.
Hangie
con uno scatto si nascose. E mise una mano sul cuore.
Cos’è?
Perché sento il cuore che mi esplode? Ma cosa diavolo mi sta succedendo?!
Intanto,
seduto su quel tronco, Draco smise di suonare la chitarra.
Era lei…
Se sono
qui a suonare la chitarra, è anche per te Hangie. Perché ho finalmente capito
quello che provo. E vorrei tanto dirtelo…
Poi
il biondino sorrise.
E
riprese a suonare, e a cantare, guardando verso la finestra della ragazza.
Sapendo bene che lei stava ascoltando.
Lo
so che la tua strada l’hai già disegnata,
ma
io ti ho messo in mano una gomma ed una matita.
Mi
ascolti o no?
Hangie
restò a bocca aperta: Draco…stava cantando e suonando…per lei!
Si
sporse un’altra volta dal vetro per guardarlo meglio.
Lui
la vide e sorrise.
Tu
dici che non si può,
tra
noi due mai…
Ma
non dire mai!
Perché
le regole,
non
sono oracoli.
La
ragazza si sentì invadere da un calore mai provato prima.
Rise,
felice, mentre guardava quel ragazzo seduto sul tronco…Draco Malfoy…e lo vedeva
in modo diverso, ora.
Draco ha
ragione. Sei solo una sciocca fifona, Hangie! Perché non vuoi deciderti a
lasciarti andare? Senza neanche conoscerlo!
In
fondo, sai,
certi
pericoli sono miracoli.
Per
lui, Hangie era proprio un miracolo…il suo
miracolo. E niente e nessuno glielo avrebbe mai portato via. Non adesso che il
destino lo aveva portato nella sua vita.
Su
vieni, dai,
dietro
a quel vicolo
c’è
un oceano,
respira
e vedrai:
il
nostro non è un mare di guai!
Sorrise.
Si faceva problemi inutili! Loro due erano destinati…e ciò era già per sé una
prova che il destino, qualunque esso fosse, aveva scelto di farli stare
insieme.
Hangie
ripensò a tutte le volte in cui si era presa con Draco…tutti quei litigi e le
incomprensioni…e tutte le volte in cui si erano ritrovati a combattere l’uno
contro l’altro, che fosse per studio…o che fosse per un ennesimo litigio!
E
piano piano, cominciò a capire…
Tutti
quei sentimenti…forti…che aveva sempre provato per il biondino, non erano odio.
Ora
finalmente so ciò che provo… Io sono innamorata di Draco! Io non lo odio
affatto! Io…lo amo. Se lui, come penso, prova lo stesso…
Hangie
si guardò allo specchio per controllare che fosse tutto a posto. Sì, era
abbastanza carina vestita così.
Poi,
tutta sorridente e allegra, si mise a fischiettare e a canticchiare delle
canzoncine d’amore…beh, tanto per restare in tema!, e scese le scale
saltellando, arrivando al piano di sotto e uscendo all’aria aperta.
E
quando si guardò intorno, lo vide.
Ma
in quel momento, da un’altra ala del castello uscì tutto di fretta Lucius
Malfoy.
Non
appena lo vide, Draco si alzò. “Che vuoi?”
Senza
pensarci due volte, Lucius tirò a suo figlio una bella botta, prendendolo per i
capelli.
“Tu
sei troppo…debole, Draco. Dovresti essere grato al Signore Oscuro! Ha accettato
di prenderti tra noi Mangiamorte, sebbene tu sia ancora troppo giovane. E tu in
cambio come lo ringrazi? Ti siedi qui e suoni questo stupido arnese!”
Draco
tentò di divincolarsi, senza successo.
“Smettila!
Non posso stare sempre ad allenarmi ventiquattro ore su ventiquattro!”
Lucius
lo tirò ancora di più per i capelli, guardandolo minaccioso.
“E
invece devi! Non sei altro che un pappamolle, Draco.” lo lasciò andare e gli
lanciò uno sguardo di disgusto “Mi vergogno di avere un fallito come te per
figlio. Nella tua vita non sarai altro che un perdente! Ricordatelo.”
Hangie,
che aveva assistito a tutta la scena da dietro una colonna, guardò Draco
stringere i pugni e tenere lo sguardo basso.
Sta
soffrendo. Lui non vuole esser così…è suo padre che lo costringe a essere
qualcosa che lui non vuole essere! E pretende pure di poterlo trattare così!
La
ragazza sospirò, e lo guardò di nuovo: indossava un paio di pantaloni a zampa
di elefante neri, che gli stavano veramente da dio! E poi un maglione rosso,
anche quello a collo alto.
Cercando
di non arrossire, uscì dal suo nascondiglio, e andò a passo spedito verso il
ragazzo.
“D-Draco?
Ehi…è tutto ok?”
Non
appena sentì la sua voce, il giovane sobbalzò.
“Oddio!”
poi si riprese dalla sua gaffe “Cavolo, scusa! Ti sarò sembrato un po’…”
“Eri
semplicemente sovrappensiero.”, sorrise lei posandogli una mano sul braccio
“Ehi. Non fare quella faccia triste, ok? Non dare ascolto a quello che ti dice
tuo padre, sai com’è fatto…tutto lavoro e niente svago.”
Sia
Hangie che Draco risero.
“Già…”
disse lui accennando a un sorriso “Questo è il suo ragionamento…”
“Ehm…Draco,
non è assolutamente vero ciò che ti ha detto poco fa. Tu non sarai mai un
perdente, fidati! Sei un Mago molto potente, e io so che arriverai
lontano, coi tuoi poteri. Non sei un fallito. E neppure un debole, o un…come ha
detto? Ah sì, pappamolle.”
Poi,
presa da uno slancio di affetto (o forse di più), si mise in punta di piedi, e
gli diede un piccolo bacio sulla guancia.
Draco
la guardò senza parole. Mi ha dato…un bacio sulla guancia…Sìììì!! Come vorrei che
fosse stato un altro tipo di bacio…
“G-grazie,
Hangie. Allora…ehm…hai dormito bene?”
Hangie
si mise una ciocca ribelle dietro l’orecchio, sorridendo.
“S-sì,
grazie! E tu? Hai fatto più brutti sogni?” si accorse della gaffe “Oh…ehm…ne ho
sentito parlare da mio padre…glielo ha detto il tuo.”
Draco
abbozzò un sorriso.
“Oh,
non devi preoccuparti. Mi fa piacere che tu sappia…qualcosa di me, ecco.”
Hangie
sorrise di nuovo.
“Oh,
grazie! Ecco, io…” sospirò prendendo il coraggio necessario “Draco, voglio che
diventiamo amici. Voglio dire… Io ho paura, Draco. Qui è tutto così oscuro…malvagio!
Abito qui da 5 anni, ma nonostante questo non mi sono ancora abituata… Benché
veda spesso i miei nonni, io…beh, a-a volte detesto essere la figlia di
Voldemort. E detesto la guerra e l’odio che spargono per il nostro mondo!”
Accortasi
che si era lasciata, forse, troppo andare col figlio di un Mangiamorte, essendo
lui stesso un Mangiamorte, lo guardò spaventata.
“I-io…”
Draco
la guardò e sorrise. Quanto è bella! Come vorrei che mi amasse come io amo lei…e
non solo perché siamo promessi…
Il
ragazzo si avvicinò.
“Non
devi temere di sfogarti con me.” sospirò “Senti Hangie, io non sono il ragazzo
che hai conosciuto in questi 5 anni. Quel ragazzo…è ciò che mio padre vorrebbe
che io fossi. Ma i-io sono diverso. Anch’io detesto l’odio e la guerra che tuo
padre e il mio, con tutti gli altri, spargono per il nostro mondo! E vorrei
tanto non essere costretto a essere ciò che LORO vogliono che io sia…”
Ha uno
sguardo così triste… Deve essere molto solo, in quella famiglia… Non stare
così, Draco! Sorridi ancora, amore mio…
Hangie
non pensò: si avvicinò ancora di più e lo abbracciò. Così…d’impulso.
“Ti
supplico, non smettere di sorridere Draco! Non sopporto di vederti triste. Io…”
d’improvviso, così come lo aveva abbracciato, si staccò. Ma che ho fatto…accidenti,
cosa penserà ora?!
“Tu
cosa?”
Hangie
si scosse dai suoi pensieri, incrociando il suo sguardo a un tratto serio.
Draco
si avvicinò e la prese delicatamente per le spalle.
“Tu
cosa, Hangie? Cos’è che volevi dirmi?”
Ma
Hangie riuscì a staccarsi, e senza dire una parola corse via.
“Hangie!
Aspetta, ti prego!” i richiami di Draco furono inutili, perché Hangie non si
fermò e continuò a correre.
Draco
sospirò sconsolato.
Hangie… Perché
non riesci ad amarmi? Io ti ho amato dal primo istante…e tu mi hai sempre
rifiutato… Ma questa sera io mi dichiaro…ho deciso.
E
con questi pensieri il biondino rientrò nel castello.
***
“Nonna!
Ho bisogno di parlarti.”
Hangie
quella sera compiva 15 anni, e sarebbe andata a cena dai suoi nonni, in quella
che lei considerava la sua vera casa; era corsa lì anche se erano soltanto le
11.30 di mattina.
Cindy
Mendel sorrise, mescolando la pasta.
“Bambina
mia, lo sai che puoi raccontarmi tutto. Avanti, ti ascolto!”
La
ragazza sospirò, sedendosi sulla cucina e facendo levitare una mela fino nella
sua mano, e addentandola. Poi sospirò.
“Dimmi
tutto, piccola mia. Cosa ti turba? Tuo padre ha fatto qualche altra cosa atroce
che ti ha sconvolta?”
Hangie
scosse la testa.
“No,
nonna. Stavolta papà non centra affatto. È una questione di cuore. Io…sono
sicura di essermi…perdutamente innamorata di un ragazzo!”
“Che
diamine, era ora! Hai 15 anni oggi, perbaccolina!” esclamò Peter ridendo sulla
porta “E dicci un po’, chi è il fortunato che possiede il tuo cuore?”
Hangie
guardò prima sua nonna e poi suo nonno…e sospirò rassegnata alla loro reazione.
“Draco
Malfoy.”
Cindy
e Peter si guardarono…ma al contrario di ciò ke pensava lei, sorrisero.
“Beh,
dopotutto…lui è sempre il tuo promesso sposo, no?” disse lei.
Hangie
sbottò.
“Sì,
ma non si tratta di questo! Vedi, lui… In questi cinque anni, mi sono sempre
presa con Draco. Abbiamo sempre litigato, abbiamo combattuto l’uno contro
l’altro…a volte per esercitarci, e a volte per dei litigi tra di noi… E non ho
mai capito cosa provavo realmente per lui. Almeno…fino ad oggi.”
“E
cos’è che provi, figliola?” le chiese Peter.
“Io
lo amo, nonno. Capite? Io ne sono innamorata! E oggi ho scoperto…che lui non è
quello che ho conosciuto fino ad oggi! Lui è diverso da suo padre, e pure dal mio…
Draco ha un cuore puro e buono, e vuole essere una brava persona.”
“E
allora? Non vedo dove sia il problema.”, disse Peter “Se tu lo ami, e lui è un
bravo ragazzo…”
Hangie
scosse il capo, sconsolata. “Nonno…io ho paura!”
Cindy
sorrise.
“E
di cosa hai paura, Angelica? D’amare? Non devi! Vedi, noi già conoscevamo
Draco. E sapevamo che non era come la sua famiglia. E sai perché non abbiamo
detto e fatto niente? Perché doveva scoprirlo da solo.”
Peter
sorrise incoraggiante.
“Va
da lui, bambina. Va, e amatevi! Perché è l’amore l’unica cosa che vi può
salvare dal male che vi circonda in quel mondo di oscurità e malvagità.”
Hangie
sorrise, adesso più serena.
“Grazie
di cuore, nonni cari! Davvero! Adesso so cosa fare. Sapete, ricordo…di quando
mamma mi diceva “ascolta sempre il tuo cuore, piccolina. Perché è il solo che
può dirti cosa è giusto e cosa sbagliato.”. Mamma mi proteggerà sempre.”
Abbracciò
i nonni, li salutò dicendo che si sarebbero visti la sera, e tornò in fretta al
castello di suo padre.
***
Ore
12:00.
La
Sala era gremita di gente, per lo più Mangiamorte. Erano tutti Maghi Oscuri.
Beh,
tanto i miei 15 anni li compio stasera alle 22. E stasera mi aspettano i nonni.
Perciò posso anche dargli questa piccola soddisfazione...
“Angelica,
oggi per te è un giorno importante. E per questo facciamo questa festa in tuo
onore. Perché i 15 anni sono importanti, per una Strega.”
Hangie
si sforzò di reggere il gioco e sorridere.
“Grazie
mille…papà. E ringrazio anche tutti quanti voi per questa festa…davvero.”
Il
suo sguardo si posò su Draco…e il suo cuore seguì di nuovo il vizio di
accelerare i suoi battiti.
Io ti
amo, Draco Malfoy. E stasera…ho deciso che mi dichiarerò.
Lui
la guardò sorridendo.
Stasera finalmente
saprai cosa provo realmente per te, Angelica Riddle. E non permetterò che tu mi
dica di no.
La
festa coi Mangiamorte fu alquanto… Beh, diciamo pure che non fu il massimo del
divertimento! Ma Hangie si sforzò di sorridere e far buon viso a cattivo gioco.
Finché
non arrivò la sera, e Hangie, contenta di andare dai nonni, lasciò la Sala per
salire in camera sua e prendere il suo orsacchiotto. Quella notte, voleva
dormire là.
Toc
toc.
“Avanti.”
“Hangie…vai
dai nonni?”
Era
Voldemort.
“Sì…papà.
Vado dai nonni. E stanotte ho intenzione di dormire lì. Non che mi disgusti
dormire qui…”
Tom,
stranamente, sorrise.
“Non
preoccuparti. Oggi è il tuo compleanno. Mi puoi chiedere tutto ciò che vuoi.
Per esempio, se tu desiderassi una nuova bacchetta magica, non devi far altro
che…”
Ma
Hangie lo interruppe guardandolo male.
“Ho
quella della mamma. E a me va più che benissimo questa, grazie.”
“Sapevo
che avresti risposto così…” si guardò intorno e (per la prima volta dopo
moltissimi anni) e rise! “Questa stanza è tale e quale a quella che aveva la
tua mamma quando aveva la tua età, sai? Esattamente così…”
Hangie
lo guardò confusa.
“Tu…ricordi
seriamente la stanza della mamma?”
Tom
guardò sua figlia e annuì.
“Ricordi…la
notte in cui…” decise di non finire la frase, ma di continuare come se lo
avesse fatto “Ricordi cosa ho detto a tua madre? Che io la amavo, e non le
avrei mai fatto del male…e soprattutto che poteva fidarsi di me.”
“Sì…ricordo
che dicesti queste cose. E che mamma disse che tu prima eri diverso, e che eri
cambiato dopo. Che intendeva?”
Tom
guardò sua figlia dritto negli occhi…ma gli mancò il coraggio.
Non
posso buttare tutto all’aria così! Mi sono costruito la vita che ho adesso…ho
dei seguaci al mio servizio che mi adorano… E questa ragazzina…è troppo…Lei!
“Il
passato è il passato. Non tornerò mai indietro. Preparati, andrai dai tuoi
nonni con la Polvere Volante.”
Voldemort
tornò a essere quello di sempre, uscendo dalla stanza con passo autoritario.
“Che
aspetti? Muoviti!”
Hangie
lo seguì, e all’improvviso sospirò…nel cuore una strana e inaspettata speranza…che
un giorno…suo padre si sarebbe finalmente aperto con lei.
“La
cena era squisita come sempre, nonna! Ma…la torta quando arriva?”
“Non
avere troppa fretta, signorina.”, rispose Cindy “La torta arriverà al momento
giusto. Adesso, dobbiamo darti il tuo regalo. Peter.”
L’uomo
si alzò e uscì dal salotto.
“Allora…per
i dodici anni mi avete fatto un Mantello dell’Invisibilità. Per i tredici il
cappello da Strega. Lo scorso anno la mia stupenda Nimbus 2001. E quest’anno?”,
chiese curiosa.
“Stavolta
ti abbiamo voluto fare un regalo molto speciale. Una cosa che ti donerà,
speriamo, un po’ di felicità. E serenità!”, le disse Cindy.
Peter
tornò con un pacchetto color dei fiordalisi, piuttosto grande. Lo posò sul
tavolo, e poi guardò sua nipote.
“Ecco.
Lo abbiamo conservato fino ad ora, perché pensavamo che non fossi ancora pronta
per…ricordare, ecco.”
Hangie
prese il pacchetto, se lo mise davanti sul tavolo, poi prese un grosso respiro…e
lo scartò lentamente, attenta a non rompere la carta da pacchi.
Il
pacco conteneva un enorme libro…anzi, per l’esattezza un album di fotografie…
Non
appena lo aprì vedendo la prima foto, Hangie sentì le lacrime salirle agli
occhi, il cuore stringersi in una morsa che le faceva malissimo…
“Queste…siamo
io e…la mamma…” disse piangendo.
Cindy
annuì.
“Questo,
è il giorno in cui sei nata. Vedi? Tua madre ha scritto un commento per ogni
foto. Leggi il primo che ha scritto.”
Hangie
si asciugò un po’ le lacrime, e lesse. “Non
appena ti presi fra le braccia, il cuore mi scoppiò di gioia! Voglio che tu
sappia cosa provo in questi momenti, perché non so se sarò lì vicino a te
quando vedrai queste foto. Molto probabilmente sarò…in un altro mondo… Ma tu,
mio piccolo angelo, tu sarai già grande. E sarai matura. Forte. Responsabile. E
ricordati che io sarò lì con te. Ci sarò sempre.”
“Tua
madre era una persona splendida. Proprio come te. Siete due gocce d’acqua, sia
nell’aspetto…che nel carattere.”, disse Peter tirando su col naso.
Hangie
non le guardò tutte. Solo le prime tre. Era un album molto grande, conteneva
tre anni di vita…gli unici tre anni che visse con sua madre.
E
intanto il tempo stava passando, o sfogliando quelle tre foto e commentandole,
oppure ridendo e scherzando coi suoi nonni per altre cose; e ogni tanto i due
chiedevano notizie degli avvenimenti che giravano intorno al castello di Lord
Voldemort ALIAS Tom Orvoloson
Riddle.
***
Ore
22:00.
“Tanti
auguri a te! Tanti auguri a te! Tanti auguri, cara Hangie… Tanti auguri a te!!”
“Coraggio…esprimi
un desiderio, tesoro.” disse sua nonna.
Hangie
guardò la torta: la sua torta preferita oltre a quella della nonna: quella al
cioccolato! E ovviamente era anche la preferita della madre…
Chiuse
gli occhi…e pensò attentamente al desiderio da esprimere…finché non lo trovò: Vorrei tanto trovare
il Vero Amore…e che mi dia la forza per lottare. Per sempre. E soffiò sulle
15 candeline!
I
suoi nonni applaudirono e gridarono felici.
In
quel momento qualcuno bussò alla porta della cucina, quella che dava sul
giardino.
“Vado
io.”, disse Cindy “Sì, chi é?”
La
donna aprì la porta…
“B-buonasera,
signora Mendel. Potrei parlare con Hangie, per favore?”
Lei
sorrise.
“Oh,
ma certo Draco! Vuoi che la faccia uscire?” lui annuì “Ok, allora aspettala
qui.” tornò di là “Hangie, c’è una visita per te. Ti sta aspettando fuori in
giardino, esci dalla porta della cucina.”
Hangie
la guardò curiosa, correndo subito a vedere chi era…immaginate la sua sorpresa
quando si trovò faccia a faccia col biondino che le faceva battere il cuore!
“Draco!
Che ci fai qui?”
Il
ragazzo le sorrise.
“Beh…volevo
solo vedere come stavi. Tutto…tutto bene, sì? La festa coi tuoi nonni va bene?”
“Oh,
sì, benone! Ho ricevuto un regalo speciale, quest’anno. Uno di questi giorni te
lo mostro, se ti va.”
Draco
annuì.
“Sarò
felice di vederlo.” si fece serio “Hangie, io sono qui per un motivo preciso.”
Il
biondino si frugò in tasca del giubbotto nero che aveva indosso, traendone fuori
una scatolina blu di velluto.
“Ecco.
Questo è…il mio regalo di compleanno…amore mio.”
Il
biondino deglutì, dopo averlo detto. Oddio…speriamo bene…
Hangie
non riusciva a credere ai suoi orecchi…e neanche ai suoi occhi non appena aprì
il cofanetto! All’interno c’era un anello d’oro, con un piccolo diamante grezzo
incastonato.
Ditemi
che non è un sogno…non è possibile…il mio desiderio si sta…avverando…
Hangie
sorrise raggiante.
“È
bellissimo, Draco…sul serio!” fece una piccola risatina “Sai…la prima volta che
ti vidi, in cerchio con gli altri…ho pensato che tu fossi come Loro. Per tutti
questi anni, ho sempre creduto che tu…che fossi come tutti quei Mangiamorte. Spietato.
Crudele. E con il cuore duro e…scuro.”
Lentamente
sentì il suo cuore accelerare, e il suo sguardo su di lei…
“Poi
ho aperto gli occhi…ho guardato meglio…e ho visto che non sei affatto come
Loro! Sei diverso…tu sei buono. Il tuo cuore è puro. E…sei un bravo ragazzo,
Draco. È che io…ho paura…amore…”
Draco
si avvicinò, prendendo il suo viso fra le mani, guardandola dentro agli occhi.
“Di
cosa? Cosa ti impedisce di amarmi?”
Fra
le lacrime, posando una mano sul viso vellutato di lui, carezzandolo
dolcemente, scosse la testa.
“Niente
m’impedisce di amarti, Draco. Io ti amo da sempre! Ho soltanto paura…di mio
padre! Perché non voglio più che mi trattino come futura erede di Voldemort. Io
sono diversa…non sarò mai e poi mai come lui.”
Draco
le sorrise accarezzandole i capelli.
“Io
so come ti senti, Hangie. So cosa significa essere l’erede di un Mago Oscuro…
Ma sai cosa ti dico? Che pure io sono stufo! Ma per il momento non voglio
rischiare. Lasciamo le cose come stanno, per ora. Ci stai?”
Hangie
lo fissò negli occhi…e in quel momento ci lesse tanto amore…per lei.
“Sì,
Draco. Però, non voglio nascondermi. Voglio amarti alla luce del Sole.”
“E
lo faremo! Perché non dovremmo? In fondo, non è quello che Loro vogliono? Io ti
amo, Angelica Riddle. E voglio poterlo gridare al mondo intero!”
Avvicinò
il suo viso a quello della ragazza, e le diede un piccolo bacio.
“Ti
amo anche io, Draco Malfoy. E lo grideremo al mondo intero che ci amiamo!”
E
stavolta fu lei ad avvicinare il viso a quello di lui…e a dargli un bacio. Ma
non fu un piccolo bacio come quello di Draco.
Fu
un VERO BACIO.
Draco
non poteva più fermare la corsa che il suo cuore aveva iniziato! Ma si impose
di darsi una calmata, anche perché doveva ancora darle l’altro regalo.
“Amore…c’è
ancora una cosa che voglio darti.”, le disse sorridendo.
Mise
una mano nell’altra tasca della giacca, e ne trasse fuori due piccoli
medaglioni.
Uno
era d’oro, con delle striature rosa sopra, e inciso proprio nel mezzo un cuore
con scritto, in azzurro, il nome di Hangie.
L’altro
era d’argento, le striature non erano rosa ma blu, e sempre nel mezzo si
trovava un cuore, dove dentro si poteva leggere ‘Draco’ scritto in rosso.
“Draco,
è…cioè…sono bellissimi!”
“Beh,
il mio buon gusto è ispirato dalla mia meravigliosa Musa personale. Sei tu. Con
te…sento che non rischio di affogare nell’oscurità che mi circonda. Sei la mia
forza. Il mio Angelo.”
Prese
fra le mani il ciondolo d’oro, e lo legò al suo piccolo collo.
“Sei
perfetta...”
Hangie
sorrise, e gli legò il suo al collo, sorridendo.
“Anche
tu lo sei, amore.”
Il
biondino prese fra le mani il suo ciondolo, e lo aprì: dentro c’era una cornice
vuota, da una parte, e dall’altra parte un cuore color dell’arcobaleno, da cui
l’arcobaleno (per Magia) usciva davvero!
E
non appena l’ebbe aperto, aveva iniziato a suonare una dolce melodia…una
melodia d’amore.
“Draco…tu
sei un Angelo!” e lo baciò.
Un
bacio colmo dell’amore che i due innamorati si erano appena dichiarati…colmo di
speranza…e di felicità! Ci avevano messo 15 lunghi anni per dichiararselo… Un
po’ a rilento, dite? Beh, come dico sempre io: meglio tardi che mai! ;-)
***
Il
giorno dopo, i due ragazzi andarono a Diagon Alley, dove si fecero fare una
piccola foto: usciti dal negozio, la inserirono dentro il medaglione.
Sopra
la foto, una scritta che appariva e spariva…in verde, il colore della speranza…
Voldemort
era riunito con tutti i suoi seguaci attorno a lui, pronto a fare uno di quei
discorsi che si preannunciavano molto ‘intensi’...
“Miei
cari amici e seguaci. Ogni volta che vi vedo qui…intorno a me…sentendovi così
tanto fedeli e fiduciosi nei miei confronti…quasi mi commuovo! Se non fosse che
sono il Signore Oscuro, il grande e potente Lord Voldemort…già sarei sciolto in
lacrime! Tale comportamento, tuttavia, non si addice tanto a me, quanto a voi.
Noi non abbiamo cuore per piangere… Chi mi sa dire il perché?”
Lucius
Malfoy fece tre passi avanti
“Perché
noi siamo la razza perfetta. Siamo dei Purosangue. Le nostre famiglie sono da
generazioni le più pure che esistano. E gente come noi, che vuole il potere
assoluto, non può permettersi un cuore.”
“Perfetto,
Lucius! Come sempre sei stato chiaro e freddo, e questo ti si addice
sicuramente, mio caro amico.” guardò gli altri “Nessuno…e niente, ci potrà mai
cambiare da come siamo adesso.”
Ma chi mai
sprecherebbe tempo per cambiarti? Io no di certo! Ho già capito da un pezzo che
non sei più recuperabile…papà.
“Porteremo
avanti le nostre idee! Saldi sui nostri principi! E quando saremo troppo vecchi
per mandare avanti la nostra causa, a farlo ci penseranno i nostri carissimi figli.”
Voldemort
alzò il braccio verso Hangie, appoggiata al muro in disparte, che guardava con
rabbia e disprezzo tutti.
“Scusa?
Non ho seguito bene il discorso…”
Voldemort
si avvicinò a sua figlia scotendo il capo.
“Eh…beata
gioventù! Un giorno di questi mi farai saltare i nervi, Angeli…”
La
ragazza si staccò dal muro e strinse i pugni.
“Ti
ho già detto più di una volta di non chiamarmi così. Non ne hai il diritto,
chiaro?”
Il
sorriso di Voldemort si spense.
“Non
osare mai più parlarmi con questo tono, chiaro? Sai che non mi piace affatto trattarti
male…Hangie. Tu sei la mia unica figlia. Voglio soltanto il tuo bene. Mi
dispiace sgridarti.”
Hangie
ebbe uno scatto d’ira.
“AH,
E’ COSI’?! VORRESTI FARMI CREDERE CHE TI E’ DISPIACIUTO ANCHE UCCIDERE LA
MAMMA!? Ti è dispiaciuto togliermi il suo affetto…le sue risate…i suoi
abbracci…le sue parole dolci….” gli occhi divennero lucidi e sentì il cuore
stringersi “Non sei altro che uno schifoso ipocrita.”
Lo
stesso scatto d’ira prese anche lui, che alzato il braccio le tirò uno
schiaffone.
“NON
ALZARE MAI PIU’ LA VOCE CON ME, SIGNORINA! E NON OSARE PIU’ NOMINARE QUELLA
PUTTANA DI TUA MADRE, CHIARO?!?”
Hangie
lo guardò con odio, dopodiché con uno scatto veloce tirò fuori la bacchetta
“E
TU NON TI PERMETTERE DI OFFENDERLA COSI’!! Ora ti faccio vedere io…”
Ancora
prima che pensasse all’incantesimo da scagliare, vide la bacchetta volarle via
dalla mano e schizzare dietro di lei.
Com’è
possibile? Ero sicura di essere pronta a battermi con lui…di poter almeno ingaggiare
una lotta ad armi pari…
Voldemort
aveva in mano la sua bacchetta, e la guardava minaccioso.
“Ti
avverto: non farmi perdere la pazienza. E non pensare di poter fare e dire
quello che ti pare.” mise via la bacchetta “Come punizione, d’ora in avanti vedrai
i tuoi nonni soltanto una volta alla settimana. E non si discute. Non hai
potere contro di me, signorina.”
Hangie
ormai era un fiume in piena, le sue lacrime scorrevano copiose senza più
fermarsi…alzò il capo, e lanciò un ultimo sguardo di odio al padre, quindi
corse via gridando “Accio bacchetta!”, e uscì correndo dalla stanza.
Draco
non aveva potuto fare niente: suo padre teneva un braccio davanti a lui.
“Lascia
che le dia una lezione. La ragazzina deve capire chi comanda.”: questo gli
aveva detto.
Oh,
Hangie…se solo trovassi il coraggio di ribellarmi! Potrei essere lì, al tuo
fianco. E invece… Ma
non appena la vide scappare via in quelle condizioni, non esitò a correrle
dietro, seguendola per tutto il castello, salì le scale, e arrivò in camera
sua.
Perché?!
Perché il destino vuole da me, che io diventi l’erede di uno spietato
assassino? No…non può essere questo il mio futuro… Non lo voglio!!
Hangie
aprì la porta sbattendola, e si buttò sul letto piangendo disperata e affranta,
e dopo neanche un minuto entrò Draco, chiuse la porta, e si mise accanto a lei.
“Hangie…”
La
ragazza sollevò la testa…vedendolo lì accanto…lui, l’unica persona che voleva
in quel momento…e si gettò fra le sue braccia.
Draco
la strinse forte a sé, carezzandole dolcemente i capelli.
Perché
la vita è così ingiusta con lei? Che male ha mai fatto per essere trattata
così?
“Non
piangere amore mio, ti prego. Dimentica le parole di quello schifoso di tuo
padre! Lui non ti conosce…non sa come sei dentro…non può dire niente contro di
te, sei una persona troppo speciale…e meravigliosa!”
Hangie
alzò la testa, guardandolo coi suoi occhioni pieni di lacrime.
“Quanto
sei dolce! Vorrei solo che anche i tuoi ti sentissero parlare così! Ma non credo
accetterebbero il fatto che tu sei diverso…che sei buono.”
“Beh…sai,
in fondo sono il loro unico erede…un poco potrei pure capirli…tuttavia sono stufo
di questa condizione forzata in cui mi hanno posto fin dalla nascita…”
Poi
il suo sorriso si fece più grande e sereno, e le asciugò delicatamente le
lacrime, dandole un piccolo bacio.
“Non
piangere più, adesso. Io sono qui con te, amore. E ci sarò sempre. Ti amo,
Angelica.”
Hangie
sorrise, alzandosi a sedere e sollevando il materasso, tirando fuori il suo
album di foto.
“Ricordi
che un mese fa ti dissi che ti avrei fatto vedere il regalo dei miei nonni di
quest’anno? Ecco…è questo.”
E
lo aprì.
Lentamente
lo sfogliò fino al punto in cui era arrivata il giorno prima, leggendo la
dedica di ognuna delle foto che passava sotto i loro occhi, finché non
arrivarono
alla nuova pagina.
“Oggi…ne
guarderò altre tre. E sicuramente…avrò bisogno di una spalla…”
Draco
le prese la mano e la strinse.
“Io
sono qui con te.”
Hangie
annuì, e girò…
Era
ancora piccola, doveva avere sì e no un anno: se ne stava seduta in cucina, sul
suo seggiolone di legno, e rideva come una matta! Davanti a lei, volavano gli oggetti
più svariati, dai soprammobili della cucina, al piatto e le posate con cui
doveva mangiare.
Hangie
scoppiò a ridere, benché piangesse., ancor di più quanto lesse la dedica sotto
la foto. “Angelica Riddle, eri una peste
senza speranze! Ogni volta che dovevi far colazione, la storia era sempre la
stessa: ti mettevi a far levitare tutto ciò che trovavi intorno! E mentre io mi
arrabbiavo, tu te la ridevi tutta contenta!” Hangie sentì il cuore
stringersi “Non sarò lì con te quando la
guarderai…credo che tuo padre avrà già fatto quello che lui chiama ‘lavoro’. Ma
sappi, che io ti voglio bene. Firmato…la tua mamma. Macy Mendel.”
Il
pianto di Hangie tornò disperato e triste…le lacrime caddero sulla foto, senza
però sciuparla.
“Me
la ricordo pochissimo, Draco! Ricordo…solo il suo profumo…sapeva sempre di
buono…di mamma… Era la persona più dolce e paziente del mondo. Dio, mi manca da
morire! Vorrei tanto che fosse qui…ma purtroppo non potrà…perché mio padre me
l’ha portata via...”
Oh,
Hangie…darei tutto quello che ho, anche di più, per vederti sempre col sorriso
sul volto…
“Tua
madre ti vede, amore…”
“Sì,
ma…non potrò più sentire la sua voce…non potrò più sentirla ridere…o sgridarmi
se sbaglio qualche cosa… E questo per colpa di mio padre! Lui è stato…spietato!
Non l’ha neppure guardata negli occhi…”
“Come
sarebbe a dire? Come fai tu a saperlo?”
La
ragazza tirò su col naso.
“Lo
so perché…” lo guardò e sospirò “Me l’ha uccisa davanti agli occhi, Draco. Io
ero lì, quella notte. Me ne stavo seduta dentro la mia culla…la mamma era
davanti a me per proteggermi…avevo tre anni. Mio padre…se ne stava lì, davanti
a lei…hanno discusso…lui le ha detto che poteva fidarsi…che non voleva del
male…che voleva soltanto me. Poi le ha detto…che l’amava…e che l’avrebbe
sempre amata….e dopo, lui…ha tirato fuori la bacchetta…h-ha abbassato lo
sguardo…e-e l’ha uccisa con l’Anatema Senza Ritorno.”
Il
biondino era sconvolto.
“Oh
santo cielo…te l’ha veramente uccisa davanti agli occhi??” lei annuì “Questo
non fa altro che affermare la mia teoria. Tuo padre è un vero mostro!”
Hangie
gli sorrise. Amore mio…l’unico che mi capisce…che sa cosa dirmi quando il
mio cuore soffre…il nostro amore é la mia grande forza… si avvicinò al
suo ragazzo, lo baciò, poi gli sorrise.
“Ti
amo, Draco.”
Adesso
era più serena, aveva asciugato le sue lacrime, guardando altre due foto
dell’album, poi lo aveva chiuso e rimesso sotto il materasso, per poi
abbracciare Draco e farsi qualche coccola.
Ma
dopo neanche dieci minuti…
“Draco!
Ehi, dove sei finito, figliolo? È l’ora dell’allenamento!”
Draco
sospirò.
“No…accipicchia…l’allenamento
con mio padre… Devo andare, amore. Se non mi alleno più si insospettirà. E
addio alla testa!”
Sorrise
dolcemente, si chinò e le prese il viso fra le mani.
“Tu
cerca di stare tranquilla, ok? E ricordati che ti amerò per sempre.”
E
la baciò.
Hangie
rise e si alzò, aprendogli la porta.
“Vai,
prima che ti stacchino davvero la testa! Io non voglio perderti, intesi? Ti amo
troppo. Senza di te…io non riesco a vivere, e tu lo sai.”
Il
ragazzo, già fuori dalla porta, rientrò per un minuto e la baciò con tutto
l’amore di cui era capace.
“Sono
il ragazzo più fortunato del mondo! Anche io senza di te non riesco a vivere,
amore mio.”
“Vai!!”
Hangie
lo spinse fuori con un gesto affettuoso, dopodiché sospirò e richiuse la porta
dietro di sé.
***
I
giorni passavano, e anche le settimane: Hangie e Draco continuavano ad
allenarsi, allenarsi, e ancora allenarsi…ininterrottamente!
E
intanto la loro bellissima storia d’amore andava avanti…erano però due amanti
che si nascondevano a tutti…questo non perché avevano paura che i genitori non
accettassero, ma perché temevano che li costringessero a fare cose che loro non
volevano.
Loro
complici, erano i signori Mendel, che oramai consideravano Draco come fosse loro
nipote, riempiendolo di complimenti e attenzioni!
Insomma,
la loro vita non poteva procedere meglio di così! Così presi dalla loro
felicità e dal loro amore, i due non potevano immaginare che il Signore Oscuro
e il suo braccio destro, avessero notato certi loro strani comportamenti…
Finché,
due settimane dopo, Draco si ribellò a suo padre…
“IO
NON UCCIDO PROPRIO NESSUNO!! E SAI IL PERCHE’, PAPA’? PERCHE’ MI FA SCHIFO
QUELLO CHE FAI…TU MI FAI SCHIFO! E ANCHE TUTTI GLI ALTRI!!” gridò in piena
rabbia “Non sarò mai come te, padre. Io sono diverso.”
Quello,
per Lucius Malfoy, fu un vero e proprio tradimento…guardò suo figlio con
altrettanta rabbia.
“Quella
ragazza…è lei che ti ha ridotto in questo stato! Bene…sai cosa ti dico? Vi darò
una bella lezione!”
La
sera stessa, Malfoy entrò nella stanza di Voldemort, colmo di disprezzo e
frustrazione.
“Signore,
ho le informazioni che voleva. A quanto pare, la vostra cara figliola vuole
diventare potente per uno scopo preciso…e cioè uccidervi.”
Voldemort,
in piedi contro il camino, strinse il pugno.
“Vuole
vendicare sua madre, è ovvio. Ma sebbene sia mia figlia…non posso fare
altrimenti…deve sparire. Per sempre.”
Perdonami!
Ma sei stata tu a portarmi a questo…tu hai voluto sfidarmi…tu mi hai preso in
giro! E adesso…è giunto il momento che tu capisca chi è il più potente…
***
Ore
22.00
“Hangie!
Sono io, apri! Presto!!”
La
giovane ragazza si svegliò di soprassalto, alzandosi in fretta e andando alla
finestra: lì in piedi, sulla scaletta creata dall’edera che si rampicava lungo
il castello, c’era Draco.
“Che
ci fai qui?”, gli chiese ridendo.
Draco
la prese per le spalle.
“Angelica,
dobbiamo andarcene subito. Mio padre è andato dal tuo, ho sentito tutto.
Voldemort ha raccolto delle informazioni…non mi chiedere come perché non ne ho
idea…ma ora sa che il tuo scopo è ucciderlo. E per quanto riguarda me, papà
dice che sono diventato diverso per colpa tua.”
“E…e
questo cosa significa?” un’idea le balenò in testa “Stanno venendo ad ucciderci…”
Draco
annuì.
“Dobbiamo
fuggire. Adesso. Non possiamo indugiare, amore mio. Fuggiremo e andremo a
Hogwarts, sono più che sicuro che Silente ci proteggerà. Non lascerà che ci
facciano del male.”
Hangie
annuì.
In
tutta fretta si vestì coi primi vestiti che trovò, indossò il mantello, e mise
in una borsa Pucy (il suo orsacchiotto) e il suo album di fotografie, prese la
bacchetta e si voltò.
“Possiamo
andare.” si arrampicò sulla finestra ma si fermò “Aspetta! I miei nonni non
sanno niente!”
“Non
preoccuparti, ci ho pensato io. Li ho avvertiti appena ho saputo tutto. Dammi
questi.”
Le
prese dalle mani la borsa con l’orsacchiotto di peluche e l’album, vi posò sopra
la mano, sussurrò qualcosa, ed essi sparirono.
“Dove
diavolo li hai mandati?!”, esclamò Hangie sbalordita.
“Al
sicuro dai tuoi nonni. Te li manderanno quando saremo a Hogwarts, sta
tranquilla. Ora sbrighiamoci, Hangie. È tardi, non c’è più tempo!”
La
aiutò a salire meglio sulla finestra, dopodiché scese prima di lei lungo la
scala e, una volta a terra, la aspettò e la prese in collo per aiutarla a
scendere gli ultimi scalini. Dopodiché si presero per mano, e iniziarono a
correre più forte che potevano! Ma per quanto potessero correre e sperare di
farcela, qualcuno li aveva avvistati dall’alto del suo castello. E la sua
espressione non prometteva nulla di buono!
Corri
pure quanto vuoi, Hangie. Non riuscirai mai a fuggire da me. Io sono tuo padre,
so sempre dove sei. E adesso…ti darò la lezione che meriti.
***
Si
guardò indietro, e vide due o tre Dissennatori che stavano per raggiungerli.
“Draco!
Sono dietro di noi!!”, era chiaramente spaventata.
“Continua
a correre! Non ti fermare per nessun motivo! Continua a correre!!” le gridò
Draco stringendole forte la mano.
I
due ragazzi trovarono una caverna, dove corsero a rifugiarsi, e siccome era
buia fecero l’Incantesimo per accendere le loro bacchette.
“Lumos!” sussurrarono.
“Cosa
facciamo, ora? Oramai sono troppo vicini, non possiamo più sfuggirgli! Lo sai
che Loro non falliscono mai...”
Draco
si guardò intorno, le lasciò un attimo la mano e si avvicinò alla roccia della
caverna.
“Qui.
Sta indietro. Bombarda!”
La
parte esplose, creando un piccolo varco che portava nel fitto della foresta.
“Non
ce la faremo mai, Draco! Siamo troppo… Voglio dire, in due ci percepiscono
meglio…ci troveranno immediatamente!”
“Lo
so. È per questo che ho fatto un varco. Tu adesso lo prenderai, e… Hangie,
ascolta!”
La
ragazza scosse la testa con convinzione.
“No!
Io non ti lascio qui. E soprattutto non da solo! Siamo una coppia…dobbiamo
stare sempre insieme…ci dobbiamo proteggere a vicenda…”
Iniziò
a piangere.
Draco
la baciò sulla fronte.
“Lo
so anch’io! Ma non abbiamo altra scelta Angelica, lo capisci? Lo hai detto
anche tu, in due ci percepiscono meglio! Ma se adesso ci dividiamo, si
troveranno in difficoltà.”
La
prese per la mano, e la aiutò a scavalcare quel piccolo varco. Poi le diede un
piccolo bacio.
“Ora
va, Angelica. E non azzardarti a tornare indietro, intesi? Va, stanno
arrivando!”
Hangie
piangeva come una bambina.
“Ma…io
non voglio lasciarti…non voglio perderti! Ricordi? Ce lo siamo promessi! Che
saremmo restati sempre insieme…che per nessuna ragione ci saremmo divisi… Siamo
forti solamente se siamo insieme, amore…io non voglio perderti…”
Draco
si chinò, perché la ragazza si era messa in ginocchio dietro alla roccia.
“Amore,
tu non mi perderai mai! Te lo prometto.”
Hangie
si strinse a lui.
“Ti
uccideranno, Draco! Non hanno pietà…loro seguono soltanto gli impulsi, lo sai
che ti uccideranno…”
Il
biondino sentì il viso bagnarsi di lacrime, e la strinse forte a sé.
“Non
temere, amore mio. Io non mi farò battere da loro. E poi, mio padre non sarà
così sciocco da farmi fuori, vedrai…”
Non
voglio che resti qui. Rischierebbe troppo. So bene che, sebbene sia suo figlio,
mio padre non avrà pietà…
Le
sorrise baciandole la fronte.
“Non
temere per me, sai che me la cavo bene in difesa. Faccio vedere loro i sorci verdi,
e poi vengo da te. Ci vediamo fra mezz’ora dai tuoi nonni. E una volta lì, ci
faremo prestare due scope, e ce ne andremo via…io e te. Lontano da questa vita
che non vogliamo e non abbiamo mai voluto.”
Hangie
guardò il ragazzo dritto negli occhi.
Oh
Draco. Credi forse che non sappia cosa ti succederà? so bene quanto tuo padre
sia spietato…non si farà scrupoli a farti del male…e neppure a…
“D’accordo,
amore mio. Vieni presto. Non voglio stare senza di te…” e dopo un bel bacio, si
calò nel varco.
La
mano di lei e quella di lui si strinsero l’ultima volta. Draco la guardò
scendere con un sorriso, ma con la morte nel cuore…sapeva che con molta
probabilità non l’avrebbe più rivista.
“Ti
amo, Angelica.”
Hermione
ricambiò il sorriso, anche lei con la morte nel cuore.
“Ti
amo anche io, Draco.”
Le
loro mani lentamente si strecciarono…i loro cuori vennero stretti in una morsa
letale di disperazione e tristezza…
Hangie
scese giù...
Ma
all’uscita del varco qualcuno la stava aspettando.
“Speravi
forse di scappare da me? Eh, Angelica…le illusioni fanno male, ricordalo
sempre.”
Hangie
guardò con determinazione la figura davanti a lei, e tirò fuori la bacchetta.
“Se
credi di spaventarmi, ti sbagli di grosso! Non mi fai alcuna paura…papà.”
La
guardò seria.
“Metti
via quella bacchetta, Hangie. Sai che non ti servirà a niente.” neanche un
piccolo sorriso sul suo volto “Puoi stare tranquilla, non ti farò del male. Io
e Lucius abbiamo pensato a un altro genere di…soluzione, per te e Draco.”
Hangie
scoppiò in una risata.
“E
sentiamo, cosa avete in mente, tu e il tuo amichetto? Ci murerete nel castello?
Ci sottoporrete alle Maledizioni Senza Perdono? Io sono forte!”
Deglutì.
Spero di
tutto cuore che non siano quello che hanno in mente…
“Hangie,
Hangie. Non ti serve a niente mostrarti forte…riesco a percepire la tua paura
nell’aria…” la guardò con rabbia “Vieni con me, avanti.”
Hangie
s’incamminò per tornare all’entrata della caverna, con suo padre che la
seguiva, attento che non fuggisse.
Lucius
Malfoy guardava il figlio con la stessa rabbia.
“Mi
hai molto deluso, Draco. Credevo fossi come i tuoi cugini…come tutta la nostra
famiglia…da generazioni! E invece…” sospirò “Beh, in fondo il Signore Oscuro ha
ragione. Non siamo così senza scrupoli da uccidere sangue del nostro sangue.
Abbiamo in mente ben altro, per voi.”
Draco
lo guardò con aria di sfida.
“Non
vi permetterò di farle del male. Lei è l’unica cosa che ho al mondo.”
In
quel momento, entrò Voldemort, con la bacchetta puntata alla schiena di Hangie,
la quale però non dava il benché minimo segno di spavento.
“Hangie!
Perché non sei fuggita via?!”
“Mi
aspettava dall’altra parte…sapeva che sarei arrivata da lì.”, disse guardando
suo padre con rabbia “Lui sa sempre tutto…”
“Molto
bene, Tom. Siamo giunti al capolinea. Chi dice ai nostri cari figlioli cosa
faremo? Lo fai tu, o lo faccio io?”
“Lascio
a te l’onore, amico mio.”, rispose lui fissando sua figlia.
Il
biondo avanzò di due passi, e sogghignò.
“Ragazzi,
dovreste essere grati a noi…ai vostri padri…perché abbiamo deciso, per rara
bontà del nostro cuore…di risparmiarvi. Tuttavia, l’incantesimo che eseguiremo
su di voi sarà molto…complicato.”
Voldemort
prese la parola.
“Vedete,
ragazzi…quello che noi ora faremo, è di…cancellare la vostra memoria. Dopodiché,
manderemo indietro il tempo. Facendovi ripartire dagli undici anni. E il passato
che avrete…nelle vostre menti…come nel vostro cuore…sarà ciò che noi vi creeremo.
Tutto chiaro?”
Hangie
e Draco, che si erano precedentemente presi per mano, si guardarono sconvolti.
“Non
potete farlo! Questo è…contro ogni morale d’umanità! Nemmeno voi potete essere
così spietati…soprattutto con voi, i vostri figli!”
Lucius
la guardò con un falso sorriso.
“Giusto…
Ma sai cosa ti dico, Hangie? Che noi ce ne sbattiamo altamente di cosa ne
pensate voi. Lo faremo senza rimorsi!”
Il
mago alzò la bacchetta davanti a sé…e Voldemort fece lo stesso…
“Prima
di tutto…” disse quest’ultimo “Vi cancelliamo la memoria.”
Hangie
e Draco si voltarono l’uno verso l’altro, e presi dalla disperazione che si
sarebbero dimenticati l’uno dell’altro, si diedero un bacio profondo colmo
dell’amore che li invadeva…
“Un
giorno non lontano ci rincontreremo, Hangie. E ti posso assicurare, che verrà
anche il giorno in cui ci ricorderemo l’uno dell’altro…e ci vendicheremo.
Vedrai.”
“Lo
so, Draco.”
Un
altro bacio. Dolce. Passionale.
“Ti
amerò per sempre, Angelica Riddle. Il mio cuore sarà sempre tuo. Te lo giuro, amore
mio.”
“E
io amerò per sempre te, Draco Malfoy. Lo giuro. Avrai sempre il mio cuore,
amore..”
Tom
si fermò d’improvviso.
Il
suo cuore cominciò a pulsare terribilmente…a battere addirittura!..e a
diventare stranamente caldo…perché ricordi felici riaffiorarono nella sua mente,
veloci come una tempesta…
Lui
e Macy, in mezzo al giardino di casa di lei, che si giuravano amore eterno…
Le
stesse parole…gli stessi identici gesti… Io e Macy eravamo come loro…innamorati,
felici. Dove siamo finiti, poi?
Ma
non era più il tempo di pensare. No.
Perché
in quel momento, Draco e Hangie si accasciarono a terra, tenendosi per
mano…sopra di loro iniziò a crearsi un vortice che lentamente li stava
risucchiando…indietro…nel tempo e nello spazio…
I
due ragazzi vennero sollevati in aria, trasportati dentro al varco temporale
che era stato aperto…e la terra cominciò a tremare…i sassi ad alzarsi in aria…
Tom
vide i corpi addormentati dei due giovani entrare nel varco…vide il varco
stesso che lentamente si richiudeva…
Angelica aprì gli occhi…in testa aveva una grande
confusione…sentiva le gambe molli…e le girava incredibilmente il capo.
Non può essere! È mai
possibile che quella della visione…sia realmente io? Ma allora…io non mi chiamo
Hermione Granger, io sono…Angelica Ridde…
Sono la figlia di
Voldemort…
“Angelica. Cara, vieni a sederti sulla sedia. Sarai
esausta!”, le disse premuroso Peter.
La signora Mendel andò tutta di corsa alla cucina, tirò
fuori un bicchiere riempiendolo d’acqua, per poi porlo poi alla ragazza già
seduta al tavolo.
“Beh, è naturale. I viaggi nel tempo sono sempre faccende pesanti
da mandar giù. Capisco che tu sia stanca morta. Quindi…prima riposati un po’, e
poi…bè, risponderemo a tutte le tue domande.”
La ragazza era a dir poco sconvolta!
“È…è terribile! Perché? Perché il destino mi ha
punita…facendomi essere la figlia del più…del più spregevole dei Maghi
Oscuri?!”
La ragazza non voleva credere che nelle sue vene scorresse
il sangue di un sanguinario omicida!
Se ho il suo sangue
nelle vene…questo significa…che finirò per diventare come lui! No…non voglio
che accada!
Questo per me è il
quinto anno, è un anno importante! Non posso perdermelo per via di questa cosa.
Sì, però…come faccio a ignorare tutto?
Aveva gli occhioni ricolmi di lacrime, il suo viso era rosso
per lo sforzo causato dal viaggio nel tempo; guardò la donna davanti a lei
dritta negli occhi.
“Tu in realtà…sei mia nonna, giusto?” lei annuì “Cindy
Mendel…”
L’uomo accanto a lei annuì guardandola.
“Esatto, nipote. Lei è tua nonna, io sono tuo nonno Peter
Mendel. E tu non sei Hermione Granger. Tu sei Angelica Ridde, figlia di Macy
Mendel, nostra figlia, di cui fra l’altro possiedi la bacchetta.”
Hermione tirò fuori la sua bacchetta e la guardò a occhi
spalancati.
“Questa…è la bacchetta della mia mamma?”
Cindy annuì sorridendo, per lasciare poi la parola al marito.
“Insomma, come ti stavo dicendo, sei figlia di Macy…e di…”
la sua voce si spezzò.
Cindy guardò suo marito e gli sorrise.
“Non serve a niente evitare di dirlo…la cosa, purtroppo, è…e
sempre sarà così. E di Voldemort.”
Nel sentire quel nome, Hermione sussultò: non perché ne
fosse spaventata. Oramai, in cinque anni accanto a Harry Potter, ci era
abituata a sentire quel nome.
Il sussulto era perché quel nome le ricordava,
irrimediabilmente, come aveva appena detto la nonna, che lei…era la figlia di
Voldemort.
Sospirò.
“Beh…non ho molte domande da fare. Oramai mi è tutto chiaro.
Anzi…ho saputo molto più di quanto volessi sapere!” si alzò “Sono stanca…torno
al castello.”
Cindy sorrise.
“D’accordo. Sì, è molto meglio che torni al castello.
Silente sarà preoccupato. E immagino lo siano anche Harry, Ron, e Ginny.”
“Già! Da quando ho parlato loro dei miei strani sogni, non
fanno che preoccuparsi! Ma questa cosaio…non posso ancora dirgliela.”
Peter sospirò.
“Dipende tutto da te, Angelica. Quando ti sentirai pronta, racconterai
loro la verità. Prenditi pure tutto il tempo necessario.”
Hermione salutò prima il nonno e poi la nonna, sorridendo.
“Bene. Credo che da ora in avanti…vi chiamerò nonna e nonno.
Se non vi dispiace, ovvio! E poi bè sara meglio…che mi ci abitui…”
“Senza offesa, ma mi sento più nonno che padre. Il ruolo
paterno era riservato soltanto alla mia piccola Macy…”
“Non sono io la tua mamma. Anche se è come se lo fossi…”
La ragazza sorrise, malinconica, mise via la bacchetta, si
avviò alla porta, e si voltò.
“Vi saluterò gli altri. A presto!”
Cindy sospirò, sorridendo soddisfatta guardando suo marito.
“Bene! Adesso non mi sentirò più troppo in ansia. Starò più
tranquilla, ora che Hangie sa tutto.”
Lui assentì, annuendo.
“Già, anch’io. Spero solamente che tutti questi pensieri non
incidano sul suo studio…per lei è un anno importante, questo.” rise “Ma se è
come sua madre, non c’è affatto da preoccuparsi! Cindy, come faremo per il
regalo?”
“Aspetteremo questi pochi giorni che la separano dal suo
compleanno. Come cinque anni fa. Le daremo l’album per i suoi 15 anni.”
E così, i misteri erano stati svelati…finalmente Hermione
aveva scoperto il motivo di tutte quelle sue visioni e sogni…
…ora conosceva la sua verità identità…
…ora aveva ricordato il suo passato…
***
Non appena era tornata al castello, passato il quadro della
Signora Grassa attraversò la Sala Comune dei Grifoni in tutta fretta.
Harry, Ron e Ginny le chiesero “cosa è successo?” “come è
andata dai nonni?”.
Ma lei non rispose.
Non scese neppure a cena…rimase lì, a letto, nella sua
stanza…non facendo altro che ripensare a quel suo piccolo ‘viaggio’.
Non poteva evitare di pensarci, era naturale!
E quella notte, quando il dormitorio femminile dormiva, lei
se ne stava ancora sveglia, tenendosi le gambe contro il petto, guardando fuori
dalla finestra su dove era seduta.
È tutto così…strano! Io
sono Angelica Riddle…la figlia di Voldemort… Chi vorrà essermi amico, dal
momento in cui si saprà? Perché tanto, lo so, presto tutti sapranno la verità…
Si voltò e guardò Ginny.
“Dormi, Ginny…almeno così sarai salva da Angelica Riddle…”,
sussurrò.
Già, perché ormai pensava di essere tipo una bomba ad
orologeria…pronta ad esplodere da un istante all’altro, così come se niente
fosse.
Dopotutto, era la figlia di Voldemort no?!
Ci aveva pensato per tutta la sera, al suo passato…e quello,
pian piano, stava rientrando dentro di lei poco a poco…come se non fosse mai
sparito…e fosse sempre rimasto sempre lì, nascosto, in attesa del momento
giusto per riemergere.
Più pensava al suo passato…più quello prendeva forma…oramai
aveva capito tutto, sapeva di tutti quelli che erano stati nella sua vita.
Un solo particolare non le era ancora chiaro…
Una persona.
La ragazza continuava a vedere una persona accanto a lei…un
ragazzo…però, non riusciva proprio a metterlo a fuoco.
Lo vedeva lì, accanto a lei, quando suo padre e un altro
puntavano contro loro due le loro bacchette per l’Incantesimo….e non era la
sola scena in cui lo vedeva accanto a lei…e cosa più curiosa…
Sentiva di esserne innamorata.
Avevo un ragazzo…e ne
ero innamorata persa! E lui era innamorato perso di me, e di questo sono sicura. Ma allora…perché? Riesco a
sentire che era il Vero Amore! E allora perché…perché non riesco a ricordare chi
fosse?!
La giovane dapprima pensò che avrebbe dovuto chiederlo ai
suoi nonni…ma ripensò a ciò che le aveva detto sua nonna Cindy poco prima che
se ne andasse:
“Non preoccuparti se alcuni particolari non sono chiari. I
ricordi e tutto il resto torneranno molto più chiari e concreti il giorno del
tuo quindicesimo compleanno.”
Doveva aspettare. Il suo compleanno era fra meno di due
giorni. E allora, avrebbe saputo la verità.
Tutta la verità.
***
C’è chi, invece, ricordava già tutto…tuttavia se ne stava
zitto…per non affrettare le cose…
Non posso turbarla. Sebbene
oggi, quando è scappata via in quel modo… Sono più che certo di dove è andata…come
sono sicuro che i suoi nonni le hanno fatto ricordare…
Sapeva bene che, di lì a due giorni, la sua amata avrebbe
ricordato anche di loro due.
E sarebbero finalmente tornati quelli di prima.
Ormai Draco Malfoy doveva aspettare poco.
Da quando aveva compiuto i suoi, di 15 anni, si era
ricordato tutto di un botto: quando suo padre, il Mago Oscuro braccio destro di
Voldemort, lo aveva fatto entrare nel gruppo dei Mangiamorte.
Il giorno in cui Hangie era arrivata al castello…
Ah, sì. Quel giorno non lo scorderà mai! Il primo momento in
cui il suo sguardo si posò su di lei…il suo sguardo determinato che l’aveva
colpito…i quattro anni in cui il suo amore per lei era cresciuto di giorno in
giorno…
Ma soprattutto…quella sera…quando si erano dichiarati il
loro amore! Il giorno più bello di tutta la sua vita! Finalmente aveva il suo
cuore. Per sempre.
Tirò fuori i due medaglioni dalla tasca: quando sarebbe
stato il momento, li avrebbero entrambi indossati…di nuovo. E stavolta non se
li sarebbero tolti mai più.
Sì, ne era sicuro: fra meno di due giorno anche lei avrebbe
ricordato tutto! E lui allora l’avrebbe stretta forte fra le sue
braccia…sorridendole…e si sarebbero ritrovati, per non lasciarsi mai più.
No. Neppure Loro li avrebbero separati. Non glielo avrebbe
permesso! Non di nuovo!
Era
nel suo ufficio, seduto alla scrivania, riguardando dei documenti importanti
dell’Ordine della Fenice.
Toc
toc.
“Avanti,
la porta è sempre aperta.”, disse tranquillo continuando a leggere.
“Professor
Silente.”
“Oh,
buon giorno Minerva! Allora, mi porti delle novità sugli esami suppongo.”,
disse il preside allegro, posando alfine i documenti.
La
professore McGranitt sorrise.
“Esattamente,
Albus. Gli esami sono andati bene per tutti, nessuno escluso. Comunque, la
migliore allieva di questa sessione è stata…lei.”
Albus
alzò lo sguardo e sorrise.
“Proprio
come avevo previsto! Bene, avremo un ottimo motivo per la festa.” Si alzò.
“La
festa? Quale festa?”
Albus
rise.
“Tra
due giorni è il suo compleanno, ricordi? Come ben sai, proprio ieri Cindy le ha
rivelato la verità. Per cui, adesso, quella povera ragazza è sotto pressione…e
a dir poco scioccata!”
Minerva
sospirò.
“Eh
già…povera Angelica! Le ci vorrebbe proprio una distrazione!”
“Ed
è quello che noi le daremo, cara Minerva. Le organizzeremo una festa
spettacolare, con tanto di balli! Così magari…la aiuteremo anche a ricordarsi
del suo grande amore! E per lei sarebbe un bene…”
***
21
Marzo 2004!
Ore
13:00.
Era
giunta la fine del pranzo, quando Silente si alzò dalla sua sedia al centro
della tavola dei professori schiarendosi la gola.
“Ho
un annuncio importante dell’ultimo momento. Stasera, ci sarà una grande
festa…in onore della signorina Granger.”
Hermione
alzò la testa di scatto: non riusciva a credere alle proprie orecchie…una
festa…per lei?! E per quale motivo? Non voleva che tutta Hogwarts la
prendesse in giro…o che pensassero che aveva chissà quali rapporti stretti coi
professori, tanto che le organizzavano una festa…!
Albus
Silente sorrise.
“Hermione
Granger è la studentessa modello della nostra Scuola di Magia! E agli esami di
Trasfigurazione è arrivata prima. Per cui, d’accordo con la professoressa della
sua casa…le organizzeremo una bella festa di congratulazioni.”
Tutti
applaudirono.
Hermione
guardò il preside con un sorriso enorme e gli occhi colmi di lacrime di gioia e
commozione. Grazie professore…grazie di cuore!
“La
festa è fissata per stasera. Alle otto in punto le porte della Sala Grande
verranno aperte. E inizieranno i balli. Ah. Vorrei ricordare, inoltre, che
proprio stasera alle 22, Hermione compie 15 anni!”
Un
applauso partì nell’intera Sala Grande: tutti lì conoscevano, chi più chi meno,
la ragazza: la sua fama di studentessa modello la precedeva! Hermione arrossì,
soverchiata dalle pacche dei suoi migliori amici! Era felicissima! Rideva
felice guardandosi intorno, e continuò a guardare un po’ tutti, finché…il
suo
sguardo cadde su di lui.
Draco
Malfoy.
E
il suo cuore cominciò a battere peggio d’un tamburo…ancor peggio quando lui,
inaspettatamente, le sorrise!
Cosa…mi
sta succedendo? Non posso credere che…
No…la
verità ancora non le era dato saperla…non era il momento…
Tutto
sarebbe successo quella sera.
***
Ore
19:50.
“Hermione,
ti vuoi muovere?!”
Le
urla di Ginny arrivarono fino al bagno, dove si era chiusa la bella Caposcuola
dei Grifoni.
“Mi
vergogno troppo!”
Ginny
sospirò.
“Non
dire sciocchezze, Herm! Sei una ragazza bellissima già vestita da Strega…ti
immagini quanti ne stenderai, stasera, vestita da ballo?”
Entrarono
Harry e Ron.
“È
pronta o no?” esclamò Ron esasperato “Fra dieci minuti apriranno le porte!”
“Hermy!
Andiamo, esci! Sei la festeggiata, devi essere lì! Quando tutti saranno
entrati, tu dovrai passare in mezzo…ricordi? Muoviti!” le gridò Harry.
Era
il suo migliore amico in assoluto. L’avrebbe portata lui in Sala Grande, a
braccetto, dove insieme a lei avrebbe aperto le danze; lo aveva scelto lei come
cavaliere, poiché con lui si sentiva a suo agio.
Hermione
prese un grosso respiro.
Gli
altri tre restarono a bocca aperta…
Indossava
un vestito rosa, lungo, aveva i capelli raccolti dietro con tutti fiori, e
portava sul polso un braccialetto, anch’esso con un fiore.
Un
fiordaliso…
“Sei
un vero schianto, Herm!”, esclamò Ron a bocca aperta.
“Sul
serio…stasera ne farai schiantare… Farai innamorare tutti!” strillò Ginny
eccitata “Oh, non vedo l’ora di vedere le loro facce!”
Harry
rise e prese Hermione sotto braccio.
“Pensa
a quanto mi invidieranno…quando vedranno che sono io ad aprire le danze con
te!”
***
Draco
era nervoso e impaziente: non vedeva l’ora che le 22 scoccassero…per lui
sarebbe stata la vera rinascita. Insieme a lei.
Nessuno
e niente ci separerà mai più, d’ora in avanti. Parola di Draco Malfoy.
E
con questo pensiero, entrò trionfante nella Sala Grande.
***
Ore
20:05.
Hermione
entrò nella Sala Grande fra gli applausi di tutti: l’intera Hogwarts si era
voltata a guardare quella bellissima…anzi, stupenda…giovane che procedeva
lentamente verso il centro.
È
bellissima… Proprio come allora.
Stava
per raggiungere il centro della sala, quando i suoi occhi si fermarono sul
biondino…e il suo cuore cominciò a galoppare, come poche ore prima.
Se
lei era uno schianto…lui stava proprio da dio!
Indossava
un abito da sera blu, con tanto di mantello, e un fiore all’occhiello…
Ma
quello è…è un fiordaliso!
Improvvisamente,
ricordi soffusi cominciarono ad affollarle la mente…
Guardò
verso l’entrata e vide i suoi nonni sulla porta.
Peter
annuiva.
Cindy
invece stava dicendo qualcosa…che ben presto la giovane capì...
“È
giunto il momento di ricordare…”
Harry
la prese di sorpresa, facendola voltare verso di lui: erano al centro
dell’enorme sala, la banda stava per attaccare la prima canzone.
Era
un lento. “Remember me this way”:
parlava di una bellissima amicizia, come lo era la loro!
Every now and then
We find a special friend
Who never let’s us down.
Who understand it all,
Reach out each time you fall.
You’re the best friend that I’ve found!
Era
vero: in tanti anni, Harry Potter era l’unico vero amico che avesse mai trovato
(senza nulla togliere, ovviamente, a Ginny e Ron!).
E
per Harry era la stessa cosa.
I know you can’t stay,
A part of you will never ever go away…
Your heart will stay!
I
due giravano per tutto lo spazio a loro concesso, Harry la faceva roteare ed
entrambi ridevano e si divertivano come pazzi!
I’ll make a wish for you,
And I hope it will come true:
That life would just be kind
To a such gentle mind!
If you loose you way,
Think back of yesterday.
Remember me this way…
Uuuhhh…remember me this way.
Harry
avvicinò Hermione a sé, e le sussurro queste parole nell’orecchio…
“Se
la Guerra dovesse andare male…tieni bene a mente queste parole. Ti voglio un
bene dell’anima, Hermione Jane Granger. E te ne vorrò per sempre. Comunque
vadano le cose.”
Hermione
si staccò e lo guardò turbata.
“Harry…cosa…?
Cioè… Anche io ti voglio un bene dell’anima, Harry James Potter.” sorrise “Ma
non vedo perché…”
Harry
scosse la testa sorridendo, e tenendola per mano, allontanandosi, le sussurrò:
“Quando
non sarò a consigliarti o consolarti…o a parlare…ascolta questa canzone e io ci
sarò comunque.”
Hermione
sentì le lacrime agli occhi…perché le aveva detto quelle cose? Lui era, o no,
il Bambino Sopravvissuto? E se era sopravvissuto da piccolo…beh, voleva dire
che non sarebbe mai morto neppure in quella stupida guerra!
Harry…perché
vuoi farmi stare in ansia?
Lentamente,
il centro non fu più visibile da quanta gente vi si era addensata! Hermione
cercò uno sprazzo di libertà per uscire dalla calca, e andò a sedersi.
“Hai
ballato benissimo, Hermy! Tu e Harry siete due ballerini nati, dico sul serio!”
Ginny
era super entusiasta.
Hermione
le sorrise.
“Tu
non vai a ballare?”
In
quel momento arrivò di corsa Ron che porse la mano alla rossa.
“Posso
far ballare la mia adorata sorellina minore?” e sorrise.
“Ma
certo, Ronnie! Andiamo, coraggio!”
La
musica era cambiata, adesso la festa andava avanti a tutto rock and roll!! Si
divertivano tutti, nessuno si stancava di ballare…ed Hermione si rilassò…e
ripensò ai suoi nonni.
I
SUOI NONNI! Si alzò, avviandosi di fretta verso il fondo della sala.
“Le
piace la festa, signorina Granger?”
Hermione
si voltò imbarazzata.
“Oh
sì, tantissimo! La ringrazio…infinitamente…professor Silente.”
Albus
rise.
“Oh,
non mi ringrazi! Peter! Cindy! Cari, vecchi amici miei…vi sta andando tutto
bene, spero.”
Peter
sorrise stringendogli la mano.
“Meglio
di così non si può!”
Hermione,
invece, si avvicinò a sua nonna.
“Nonna…mi
spieghi perché, ogni volta che guardo Draco Malfoy, il mio cuore si trasforma
in un tamburo incessante?!”
Cindy
si mise a ridere.
“Oh,
tesoro! Ma ancora non ci sei arrivata?” sospirò “Beh, evidentemente non ti sono
ancora arrivati i ricordi. Sono le 21:30. Temo che dovrai attendere ancora una
mezz’oretta, cara.”
La
ragazza sbuffò.
Da
dietro di lei sentì arrivare Ron, che la prese per un braccio.
“Ehi,
tu! Dico a te, festeggiata! Dai, unisciti ai nostri balli pazzi e scatenati!
Andiamo!” e la trascinò via.
***
In
mezzo a tutta quella confusione, Hermione non si accorse del tempo che passava…fino
a che non scoccò l’ora.
L’orologio
a pendolo che si trovava nel salone suonò.
Erano
le 22 esatte.
Fu
allora che lo sentì…
L’aria
intorno a lei…fu come se fosse battuto il colpo di un grande gong…una grande
voragine si aprì dentro di lei…ma non la vide minacciosa, perché di solito una
voragine porta via le cose…
Quella
le stava portando qualcosa…
Il
resto dei suoi ricordi.
Quelli
erano gli ultimi pezzi che componevano il mosaico del suo passato…sprazzi di
immagini...la domanda che la tormentava stava per ricevere risposta finalmente…ora
avrebbe saputo…
L’immagine
del ragazzo che lei amava…a cui aveva donato il suo cuore per sempre…si fece
più nitida…
Sempre
di più…
Ancora
di più…
Finché…
Il
suo cuore fece un balzo enorme…
Era
Draco Malfoy.
Immediatamente,
sentì la necessità di sedersi: cercò con la mano una sedia libera, e vi
sprofondò senza fiato.
I
suoi nonni si avvicinarono di corsa, mentre alcuni smettevano di ballare.
Ci
siamo!
Si
avvicinò tra la folla…il ragazzo si avvicinò sempre più…
“Ha…Hermione!
Tutto bene, figliola?” le chiese Peter “Vuoi un po’ d’acqua, o qualcosa da
mangiare? Ti senti debole?”
Hermione
scosse la testa.
Com’era
possibile?
Che
genere di persona poteva scordarsi la sua Anima Gemella…la sua metà?!
Draco…
Cindy
le si avvicinò...poi sorrise felice.
“Era
ora! Hermione…adesso è tutto ok?”
La
ragazza la guardò sorridendo.
“Nonna,
il mio esilio è durato anche abbastanza, non credi? È il momento di tornare al
mio nome…Angelica.”
La
musica ripartì…e quella canzone…la riconobbe, sì…e le fece battere il cuore a
mille all’ora, e anche di più! Perché quella musica le stava riempiendo l’anima…e
tutto il resto…
La
nostra canzone? Ma certo, lui compie gli anni prima di me! Lui già ricorda...
“Posso
avere questo ballo…Angelica?”
Una
mano era tesa davanti a lei…e un volto molto più che familiare le stava donando
il più bello dei sorrisi…
E
lei, ricambiando quel sorriso, afferrò quella mano.
Draco
camminando sorrise, notando il suo sguardo dolce, ma anche un po’ arrabbiato.
E
sapeva bene il perché.
“Ops…scusa,
amore! Volevo dire…Hangie.”
I
due giovani, senza staccarsi un attimo lo sguardo di dosso, iniziarono a
camminare verso il centro della Sala, sempre con il sorriso sulle labbra…e
quando
lui
la strinse forte a sé…lei si sentì invadere da un calore enorme…aveva ritrovato
finalmente quel calore…
“Ben
ritrovato…amore mio.” gli sussurrò all’orecchio.
E
cominciarono a ballare…sulle note della loro canzone…
It’s amazing how you
Can speak right to my heart.
Without saying a word,
You can light up the dark.
“Sai,
io sono tornato molto prima di te. Ma tu questo già lo sai.”.
Hermione
rise.
“Ma
certo che lo so. Sei nato prima di me, già lo sapevo che saresti tornato prima.
Ma perché non me lo hai detto? Ci avrei messo
di meno a…”
I try as I may, I could never explain
What I hear when you don’t say a thing.
Draco
scosse la testa sorridendo.
“Non
potevo, temevo che la tua reazione sarebbe stata troppo… Insomma, volevo
lasciarti il tempo di ricordare da sola. Dovevi farcela da sola a tornare.”
Le
strinse forte la mano, e le fece fare una giravolta…
The smile on your face let’s me know that you need me.
That’s a truth in your eyes saying you never leave me.
E
quando tornò al suo posto, la strinse di nuovo a sé, sorridendole pieno
d’amore.
The touch of your hand say you catch me wherever I fall.
You say it best…when you say nothing at all!
Hermione
rise.
“Che
c’è?”
“Non
ricordo più il nostro ultimo ballo. Deve essere stato…sì, ora ricordo! È stato
poco prima che…”
Il
suo volto si rabbuiò.
Il
biondino, che non la voleva assolutamente vedere così, la strinse ancora di più,
avvicinandosi al suo orecchio.
“Ce
la pagheranno cara, amore.” la fece girare mentre lei riprendeva a ridere
spensierata “Adesso non pensarci. È la tua festa, Hangie. Divertiamoci!”
Il
biondino si fermò, mise la mano in tasca, e ne trasse fuori i due medaglioni,
che Hangie riconobbe subito.
Draco
prese il suo indossandolo, poi voltò Hermione e le mise al collo il suo.
Lei
sorrise commossa.
“È
il più bel regalo di compleanno che potessi farmi, Draco!”
Poi
si guardò la mano sinistra per un attimo, e sorrise, vedendo che nell’anulare c’era
l’anello di fidanzamento.
All alone I can hear, people talking out loud.
But when you hold me near you can drown out the crowd.
Try as I may, they could never define…
What’s being saying between your heart and mine!
Harry
osservava la scena a bocca aperta, come tutti del resto.
“Ma…Ginny!
Tu sai cosa…voglio dire…Herm non…” era a dir poco sbalordito!
The smile on your face let’s me know that you need me.
La
rossa scosse la testa.
“Non guardare me, Harry!”
That’s a truth in your eyes saying you never leave me.
“Ma
cosa diamine le è preso?!” esclamò Ron indignato “Sta ballando con il nostro
peggiore nemico! Io…non…non ci posso proprio
credere!”
The touch of my hand say you catch me wherever I fall.
Harry
lo guardò, e fece spallucce scotendo la testa.
Hermione…cosa
ti sta succedendo? Io non ti riconosco più! sembri quasi...un’altra persona!
You say it best…when you say nothing at all!
Hermione
si guardò per la prima volta intorno, scoppiando a ridere fra le braccia di
Draco.
“Ci
stanno guardando tutti a bocche aperte! Amore…loro ancora non sanno niente!
Chissà cosa penseranno…”
Draco
si unì alle sue risate.
“Molto
probabilmente, che siamo diventati pazzi!” poi sorrise “Oppure, magari la
semplice verità…che siamo innamorati persi l’uno dell’altra.”
Hermione
si scostò di poco, e lo guardò negli occhi. Il suo sguardo si perse in quello
del biondino, e il cuore le batteva fortissimo.
Oh amore
mio…ho aspettato tanto questo momento!
Draco,
indovinando quasi i suoi pensieri, si fermò., le prese il viso fra le mani, e
le sorrise dolcemente..
“Mi
sei mancata da morire, amore mio. Non ero completo…senza di te.”
“Nemmeno
io lo ero. Mi sei mancato anche tu…tanto…”
E
si baciarono.
Quello
fu il gesto che più sconvolse il resto della scuola! Tutti si unirono in grande
“ooh!”, ed erano tutti esterrefatti.
Harry
a quel punto era incapace di proferire parola. Io non ci posso credere…questa è la goccia che fa traboccare
il vaso. Hermione mi dovrà molte spiegazioni!
Hermione
e Draco si guardarono felici, e la bella Grifondoro si gettò al collo del
ragazzo che amava stringendolo forte.
“Ti
amo!” gli disse nell’orecchio.
Il
Serpeverde la strinse ancora di più, pronto a non lasciarla mai andare.
“Ti
amo anch’io, piccola mia.”
“Ehm
ehm.”
Un
colpo di tosse li fece sobbalzare.
“Harry…”
Il
moretto la guardò dritto negli occhi.
“Hermione.
Io… Senti, lo sai benissimo che ti voglio un gran bene. E sai anche che di me
ti puoi fidare. Per cui, se non ti dispiace spiegare…”
Hermione
scosse il capo.
“Harry,
no! Non devi pensare che non ti racconterò la verità, perché ora…te la dirò.” sospirò
“Vieni anche tu, Draco. Sarà meglio.”
Il
gruppetto, formato dai tre più Ron e Ginny, si allontanò dal centro della sala
mentre tutti si ributtavano nei balli.
Uscirono
fuori, e si fermarono sotto l’albero preferito del Trio Potter-Granger-Weasley.
A
quel punto, Hermione si voltò.
“Bene.
Ora vi dirò tutto. Sono pronta a scommettere, che dopo aver saputo la mia
storia, beh…” sorrise amaramente “Non mi vorrete mai più vedere né rivolgermi
la parola!”
“Non
preoccuparti, Herm. Qualsiasi cosa i nostri orecchi ascolteranno da qui ai
prossimi cinque minuti…ti vorremo sempre bene.”, la rassicurò Ginny con un
largo sorriso incoraggiante.
Hermione
respirò a fondo, cercando le parole giuste con cui cominciare…ma quali parole
potevano descrivere l’orrore che lei stessa provava per quella che era la
verità? Il suo passato?
“Beh…credo
che la farò breve.” disse “Quelli che avete conosciuto, in realtà non sono i
miei genitori. Ma i miei nonni. Lo so che all’inizio può sembrare strano, ma è
così. Vedete, circa 15 anni fa…anzi, 20 anni fa ormai, il 21 Marzo del 1989, in
una stanza a Londra, una giovane donna di nome Macy Mendel ha dato alla luce
una bambina, esattamente alle 22.”
“Era
la più bella bambina del mondo!” esclamò Cindy entusiasta
I signori
Mendel li avevano raggiunti.
Hermione
le sorrise.
“Ecco,
lei è Cindy Mendel. E suo marito invece si chiama Peter. Sono i genitori di
quella ragazza…di mia madre. Perché io…io non mi chiamo Hermione Granger. Proprio
no.”
“Cosa??
Come sarebbe a dire che…” Ron era smarrito e confuso “Ma…se non ti chiami così,
allora il tuo vero nome qual è?” la guardò sospettoso “Chi sei, tu, in realtà?”
Hermione
passò il suo sguardo su Harry. Sospirò, affranta.
“Angelica…Angelica
Riddle.”
Ginny
sbarrò gli occhi, completamente senza fiato.
“R-Riddle?
Oddio…ma allora tu sei…sei figlia di…” guardò Harry.
Il
ragazzo non sapeva come prenderla….guardò quella che credeva la sua migliore
amica, e si avvicinò.
“Tu…sei
la figlia di Tom Riddle? Di Voldemort?!”
Hermione
sentiva le lacrime pulsarle negli occhi Annuì e abbassò la testa.
Poi
strinse i pugni, e si mise definitivamente a piangere.
“Io…io
non avrei mai voluto…” lo guardò “Ma purtroppo, è ciò che sono. Credimi, Harry,
non provo piacere o…altro…dall’essere figlia di quel mago spregevole!
Soltanto…tanta rabbia. E tanta tristezza…”
Harry
la guardò per un attimo, poi sorrise e la abbracciò, accarezzandole la testa
con affetto.
“Hermy,
non preoccuparti. Io non ce l’ho con te, affatto! Non è colpa tua.”
“Beh…sai,
abbiamo una cosa in comune, anzi forse più di una!”
“E
cioè?”
“Prima
cosa…entrambi vogliamo Tom Riddle morto. Perché entrambi, lo odiamo con tutti
noi stessi.”
Ginny
la guardò dubbiosa.
“Ma…Hermy,
va bene che è malvagio e tutto il resto, però…è pur sempre tuo padre.”
Hermione
rise sarcastica.
“Tu
credi davvero che me ne importi qualcosa di lui, Ginny? No. Non mi importa di
lui. Niente di niente! E poi…” strinse i pugni “Ho un valido motivo per volerlo
morto. E cioè…la vendetta.”
“La
vendetta? E chi devi vendicare?” Ron si avvicinò.
La
giovine sentiva salire una grande rabbia e un odio immenso crescerle dentro…e
quasi divorarla….
“Mia
madre.” guardò Harry “Questa è l’altra cosa che abbiamo in comune, Harry. Non
sei l’unico a cui Voldemort ha ucciso la madre…”
Draco
si fece avanti sorridendo.
“Vuoi
che racconti io come è andata, amore? Te la senti di ricordare?”
Hermione
annuì.
“Avevo
tre anni. Era la notte del 26 Aprile del 1992. Me ne stavo nella mia culla,
tranquilla, e dormivo. A un tratto, mi vidi prendere fra le braccia da mia
madre. Poi entrò lui. Mi vide e sorrise. Mamma mi rimise nella culla,
sorridendo e cercando di tranquillizzarmi. Discussero…lui le disse che
l’avrebbe lasciata in pace, che non le avrebbe fatto del male, se lei gli
avesse consegnato…me.
Lei
non cedette. E dopo aver discusso ancora…lui prese la bacchetta…disse che
l’avrebbe sempre amata…chiuse gli occhi…e guardò da un’altra parte mentre…”
Il
pianto la fermò.
Draco
le si avvicinò.
“Ehi…so
che ricordare fa male. Ma devi farlo, se vuoi essere sincera con loro. Ce la
puoi fare.”
Hermione
finì la sua storia.
“Lui
alzò la bacchetta…e la colpì con l’Anatema Senza Ritorno…” pianse
ininterrottamente “Non la guardò neppure in faccia…me l’ha uccisa davanti agli
occhi…senza che potessi fare…niente…”
Harry
le si avvicinò e i due si strinsero forte, complici dello stesso dolore, e il
ragazzo si unì al suo pianto, ricordando la madre.
“È
stato terribile, lo so…io ti capisco. È stato come se una parte di te…”
“Ti
venisse strappata senza pietà.” concluse lei “Mia madre era tutto ciò che
avevo…lei era speciale, era…era la mia mamma.”
I
due restarono stretti in quell’abbraccio per due minuti interi, piangendo e
disperandosi della loro medesima angoscia.
Finché
Harry prese un respirone, ritirando indietro le sue lacrime. Poi sorrise, e
asciugò quelle della sua migliore amica col dito.
“Facciamoci
coraggio. Dobbiamo essere forti, Hermione. È vero, entrambi siamo stati privati
in modo brutale delle nostre mamme…ce le hanno uccise davanti agli occhi…ma ora…dobbiamo
unirci…e vendicarci.”
Hermione
annuì.
“Giusto.
Hai detto bene, Harry.” respirò “Bene. E ora…il resto della storia.”
.
La
ragazza raccontò di come per i suoi undici anni, suo padre l’aveva portata via
da casa…del suo primo giorno al castello…dei quattro anni di esercizi e lezioni…tutto
contornato dalle continue visite ai nonni, e dalle riunioni coi Mangiamorte. E
di tutte le sue emozioni in quei tempi.
“Ogni
volta che ero lì, vicino a loro, io mi sentivo…male. Erano pregni
di…cattiveria, e sadismo!” disse con faccia schifata “Io non mi sono mai
sentita a casa, in mezzo a loro. In quel castello era tutto buio…orribilmente
malvagio.”
Draco
assentì.
“Herm
ha ragione. Quel castello era sempre pieno di Male. I Mangiamorte erano sempre
lì, che andavano su e giù come se niente fosse. E poi Nagini…”
Hermione
sussultò. E raccontò il suo primo incontro con il Basilisco.
“Mi
sono sentita impietrire dal terrore, giuro! Era enorme…viscido…”
“Il
serpente personale di Voldemort. Io l’ho incontrato un paio di volte…e posso
dire che non è un bello spettacolo!” disse Harry ironico “Per niente!”
Ron
sospirò.
“Bene…se
questo è il tuo passato Herm…noi che ti vogliamo bene non possiamo fare altro
che accettarlo.”
“Per
fortuna! Temevo di perdervi per sempre… Non ce l’avrei mai fatta senza di voi,
ve lo assicuro.”
Poi
guardò Draco e sorrise.
Si
voltò di nuovo verso i suoi amici, e finì di raccontare. Esattamente di lei e
Draco: i due raccontarono di quando avevano capito di amarsi…di quella canzone
con la chitarra...della festa di compleanno…e della loro dichiarazione.
Harry
vide i ciondoli, e l’anello, dopodiché sorrise.
“Sono
davvero molto belli, Draco.”
Draco
sorrise.
“Grazie
mille, Harry. Se vuoi ti dico dove li ho comprati! Questo, ovviamente, per
quando ti deciderai a dichiararti.” E accennò, sorridendo, a Ginny.
Harry
arrossì di un botto.
Poi
venne la parte più dura: raccontarono di come i loro due padri, ognuno per i
suoi motivi, avevano deciso di ucciderli…ma che poi non ce l’avevano fatta,
decidendo di condannarli a un viaggio nel tempo…e all’oblio.
Hermione
e Draco si presero per mano.. I ricordi, a volte, fanno male…
I
ragazzi decisero di parlarne meglio il giorno dopo, poiché n quel momento era
in atto una festa.
La
festa continuava senza sosta, fra le risate e il divertimento generale.
Albus
si schiarì la gola, e si mise al centro esatto della sala guardandosi intorno
sorridente.
“Non
voglio rubarvi nemmeno un minuto, tranquilli. Abbiamo già urlato abbastanza
quando sono rintoccate le 22! Ma ora…vi chiedo di allontanarvi. Perché questa
canzone…questo ballo…deve essere esclusivamente loro.”
Indicò
Hermione e Draco. Poi accennò verso la banda.
“Prego.
Attaccate.”
Partì
una musica dolcissima.
Draco
si avvicinò alla sua amata porgendole la mano, lei sorrise, emozionata e
innamorata, e lo seguì.
Ora vi racconto una storia che
Farete fatica a credere,
perché parla di una principessa e
di un cavaliere che
in sella al suo cavallo bianco, entrò
nel bosco
alla ricerca di un sentimento che tutti
chiamavano amore.
I
due si abbracciarono stretti, e iniziarono a ballare quel bellissimo lento.
Hermione si appoggiava con la testa sulla spalla del suo ragazzo.
Prese un sentiero che portava
A una cascata dove l’aria
Era pura come il cuore di quella
Fanciulla che cantava,
e se ne stava coi conigli,
coi pappagalli verdi e gialli
come i petali di quei fiori che portava
fra i capelli.
Draco
allontanò un po’ la ragazza, e spuntò una piccola giravolta.
Il cavaliere scese dal suo cavallo
bianco
E piano piano le si avvicinò.
La guardò per un secondo, poi le
sorrise.
E pian piano iniziò a dirle queste dolci
parole:
Si
allontanarono tenendosi le mani…Draco prese a cantare insieme alla canzone…
Vorrei essere il raggio di sole che
Ogni giorno ti viene a svegliare
Per farti respirare e farti vivere di
me.
Vorrei essere la prima stella che
Ogni sera vedi brillare, perché
Così i tuoi occhi sanno che ti guardo
E che sono sempre con te.
Vorrei essere lo specchio che ti parla,
e che a ogni tua domanda
ti risponda che al mondo tu sei sempre
la più bella!
Na na na na na na na na na na…na na
na…na na na…
Na na na na na na na.
Hermione
lo guardò commossa. Oh, amore mio…ti amo più di ogni altra cosa al mondo…
Non
voglio perderti mai più, Angelica…sarebbe come morire davvero…senza di
te…
La principessa lo guardò
Senza dire parole,
e si lasciò cadere fra le sue braccia.
Il cavaliere la portò con sé,
sul suo cavallo bianco,
e man mano che andava,
le cantava intanto questa dolce canzone:
Ancora
una volta, il bel Serpeverde cantò, davanti a tutti, senza alcuna vergogna….poi
pure lei si lasciò trasportare in quel canto d’amore…
Vorrei essere il raggio di sole che
Ogni giorno ti viene a svegliare
Per farti respirare e farti vivere di
me.
Vorrei essere la prima stella che
ogni giorno vedi brillare, perché
così i tuoi occhi sanno che ti guardo
e che sono sempre con te!
Draco
finì la canzone da solo.
Vorrei essere lo specchio che ti parla
E che a ogni tua domanda
Ti risponda che al mondo tu sei sempre
la più bella!
Na na na na na na na na na na…na na na…
Na na na…na na na na na na na na!
Tutta
Hogwarts esplose in boati fatti di applausi e complimenti! C’era perfino chi chiedeva
il bis della loro canzone!!
Hermione
e Draco si riavvicinarono, baciandosi lì davanti a tutti, felici del loro
amore! Perché finalmente si erano ritrovati…e nessuno e niente, li avrebbe mai
più separati l’una dall’altro.
Finita
quella canzone, i due si misero a ballare insieme agli altri!
Era
una festa da sballo!
O
almeno…fino ad appena mezz’ora dopo!
***
Ore
00:30.
Le
candele si spensero di colpo….le enormi finestre della Sala Grande si
spalancarono e una forte folata di vento gelido si fece spazio fra gli studenti…a
un tratto era calato un silenzio tombale…l’intera scuola rabbrividì, e se ne
restò ferma; tutti si chiedevano “cosa succede?” Pensavano, forse, che fosse un
‘effetto speciale’ per la festa…ma poi…dalle finestre entrarono due o tre Mangiamorte…e
uno in particolare, quello più alto, attirò l’attenzione di Draco…ma prima che
il ragazzo potesse formulare anche un solo pensiero…ecco che l’immenso silenzio
si trasformò in un gran rumore di grida e scalpiccii. Gente che fuggiva da
tutte le parti, presa dal panico, professori che cercavano inutilmente di
tranquillizzare gli studenti…
Ma
quando entrò Voldemort in persona, l’intero corpo professori sferrò la propria
bacchetta! Voldemort avanzò lento, mentre i suoi seguaci, altrettanto
lentamente, lo stava ‘circondando’ per proteggerlo da eventuali attacchi.
Quando
sia lui che i suoi Mangiamorte si furono ‘sistemati’ nella loro posizione di
sfida, la folla della Sala Grande si era dimezzata: le persone che erano
rimaste, erano in preda al panico totale, ma tale panico li teneva immobili
nelle loro posizioni, perché alle volte il terrore riesce a non farti muovere…
Soltanto
un gruppetto se ne stava fermo, anzi, aveva assunto quasi la stessa posizione
di sfida del gruppo che aveva davanti: 3 di loro erano comunque più preoccupati
che ‘sprezzanti’, mentre in tre di loro, non era la preoccupazione che
sopravvaleva…ma soltanto la rabbia.
Non ci
credo…me lo fa apposta!! Ogni momento della mia esistenza…soprattutto quando è
un bel momento…viene sempre e irrimediabilmente rovinato da lui!
Voldemort
sogghignò.
“Vi
stavate divertendo alla grande, a quanto vedo. Credevo…che vi stesse
allenando.” guardò Silente con disprezzo “Benché sappiamo molto bene entrambi,
chi vincerà questa guerra. Non è vero, Albus?”
Lui
non si scompose, anzi sorrise.
“Beh,
questo lo dovrai decidere con Harry, mio caro. È lui il capo, qui. Non io.
Perlomeno in questa guerra.”
“Già.
Perciò, d’ora in avanti rivolgiti direttamente a me. A meno che tu non abbia
paura.”
Voldemort
scoppiò a ridere.
“Non
essere ridicolo, Harry! Perché dovrei temerti? Ho già ucciso tua madre,
ricordi?”
“Come
faccio a scordarmelo? Me l’hai uccisa davanti agli occhi!”
“Ah,
ma per lui è un’abitudine…o sbaglio?”, disse una voce.
Era
una voce inconfondibile. E Tom la riconobbe subito.
Non può…essere!
Questa è…è Lei!
“Credo
tu sappia che non è affatto un piacere rivederti…papà.”
Da
dietro le spalle di Harry apparve lei.
“Sei…sei
veramente tu, Hangie?”
Lei
rise sarcastica.
“Credevi
sarei rimasta nell’oblio ancora a lungo? Beh, ti sei sbagliato! Harry, come ho
detto, per lui è un’abitudine uccidere le madri…davanti agli occhi dei figli.
Non è vero?”
Voldemort
strinse i pugni.
“Ti
prego…smettila di torturarmi così…sai bene che amavo tua madre! Non le avrei mai
fatto del male. Lei mi ha costretto!”
Una
voce maschile si fece spazio nel silenzio del salone.
“Come
al solito, scarichi la tua colpa sugli altri! Noto, senza sorpresa, che non sei
cambiato per niente!”
Voldemort
guardò il fondo sala con un ghigno.
“Ma
senti…c’è anche il vecchio Peter! Dimmi un po’, come ha fatto a entrare a
Hogwarts…un Babbano, come te?
Cindy
Mendel si fece avanti.
“Perché
è con me. È la festa di compleanno di tua figlia, Tom. E tu, come era
prevedibile, sei riuscito a rovinare tutto.”
Voldemort
era stato colto impreparato.
Non
sapevo che ci fosse una festa in atto per il suo compleanno…
“Tu…riesci
sempre a intrometterti nella mia vita…e a rovinarla! SEI SOLTANTO UN FIGLIO DI
PUTTANA!!” urlò Hangie.
Era
piena di rabbia e odio verso suo padre, come anni prima.
Tom
non ci vide più: velocemente tirò fuori la bacchetta, e gliela puntò alla gola.
“Sta
molto attenta a te, Angelica. Lo sai che non devi far scattare i miei nervi. Mi
conosci…sono piuttosto suscettibile a volte.”
Harry
tirò fuori la sua, e la puntò contro lo stregone.
“Lasciala,
Tom. Immediatamente.”
“Lui
sa già chi sei, Hangie? Conosce il tuo passato?”
Ginny
si avvicinò.
“Certo.
Sappiamo tutto. E le vogliamo bene per ciò che é.”
Ron
tirò fuori la sua bacchetta.
“Harry
ti ha appena detto di lasciarla andare. Non hai sentito? Sei sordo, forse?!” e
la puntò anche lui contro Voldemort.
Lui,
di tutta risposta, scoppiò a ridere.
“Ma
bene! Ti sei fatta dei veri amici, eh Hangie? Molto brava, davvero. Tua madre
sarebbe…”
A
quel punto, l’ira di Hermione si scatenò funesta: tirò fuori la bacchetta e
gliela puntò addosso, lanciando uno sguardo agli altri due che sembrava dire “lui
è mio, lasciatelo a me.”
“Ti
ho detto…di non nominare mai più la mamma. Non sei neanche degno di pensare
a lei!”
Tom
mise a posto la bacchetta, così lei fece lo stesso: conosceva bene suo padre, sapeva
che se metteva via la bacchetta, era perché non voleva combattere. E per lei, al
momento, era meglio così.
“Ti
ho detto di fare molta attenzione a ciò che dici, Angelica.”, disse mantenendo
la calma.
“E
io ti ho già detto molti anni fa…di non chiamarmi così. Quel nome lo usava
soltanto mamma. Tu non ne hai il diritto. Sei soltanto un bastardo…”
Voldemort
perse le staffe: le si avvicinò, la guardò severamente pronto a mollarle un
ceffone, alzò quindi il braccio…lo riabbassò…ma una mano fermò il suo braccio.
Si voltò…
Draco
Malfoy gli stringeva con violenza il polso guardandolo serio.
“Non
osare metterle le mani addosso, Tom. Io non ti permetterò di farle ancora del
male…” glielo ributtò giù con uno strattone.
Poi
si avvicinò alla ragazza, e la strinse forte fra le braccia.
“Shh.
Va tutto bene ora, amore mio. Ci sono io. Nessuno ti farà più del male. Io ti
proteggerò sempre.”
Una
voce si alzò fra i tre Mangiamorte che erano con il Signore Oscuro.
“Draco…”
Il
biondino dei Serpeverde sospirò. Sapevo che era lui. Me lo sentivo.
Si
voltò verso il suo interlocutore. il suo sguardo era pieno di odio e disgusto.
“Salve
a te…padre.”
“Mi
fai schifo…mai avrei pensato che il mio unico erede…venisse su in questo modo.”
Lucius si toglie il cappuccio “Mi aspettavo di più…da un Malfoy!”
Hermione
allora intervenne.
“Draco
non vuole essere come te, Lucius. Tu gli fai schifo. E pure a me!”
Lucius
tirò fuori la bacchetta puntandola contro di lei.
“Non
rivolgerti mai più a me, signorina. Ringrazia il cognome che porti, sennò a
quest’ora…” inspirò profondamente.
Draco
si avvicinò a lui.
“Sennò
a quest’ora, cosa? Se provi anche solo a sfiorarla con un dito…ti giuro che
ancor prima di accorgertene…sarai morto.”
E
la protesse con il braccio.
Hermione
guardò verso suo padre.
“Farai
meglio ad andartene, padre. Voglio andarmene a dormire. Sono stanca morta…non
sono come te, che non fai niente dalla mattina alla sera, sai?”
Lo
guardò con sfida e determinazione.
Voldemort
scosse il capo, ridendo sarcasticamente.
“Hangie,
Hangie…sempre più uguale a tua madre. Non vorrei che il suo carattere prendesse
il sopravvento…” la vide scaldarsi di nuovo “Me ne vado, me ne vado.
Tranquilla. Dormi, che ti farà bene… Andiamo!”
Tornò
a grandi passi accanto ai suoi tre seguaci, che guardarono Harry con
superiorità.
Il
moro non fece una grinza. Hermione, Draco, e gli altri due del gruppo si
avvicinarono a lui.
“Ehi,
papà. Che non ti salti mai più in mente di farmi una cosa del genere, chiaro?
Altrimenti…sarà peggio per te. Sei avvertito.”
Tom
la guardò per un attimo senza dire niente. Poi, senza motivo, si mise a ridere.
“Sei
proprio ridicola, Angelica!”
Hermione
si arrabbiò e si mise ad urlare.
“TU
NON AVEVI IL DIRITTO DI CANCELLARMI LA MEMORIA!!”
“NON
MI URLARE CONTRO, HANGIE! IO SONO TUO PADRE!”
“SARAI
PURE MIO PADRE…MA UN GENITORE PENSA, PER PRIMA COSA, ALLA FELICITA’ DELLA
PROPRIA FIGLIA! TU INVECE NON C’HAI PENSATO!! PER CUI NON SEI AFFATTO UN BUON
PADRE, TOM RIDDLE! ANZI, SCUSA…VOLDEMORT!”
Si
calmò un poco ma stringeva ancora i pugni
“Draco
è la cosa più bella e speciale della mia vita…e tu me l’hai portata via, senza
pietà…e questo, papà, per tutti gli sforzi che potrai fare…non riuscirò MAI a
perdonartelo. Perché io amo Draco Malfoy. E lo amerò per sempre, perché il mio
cuore gli appartiene. Io gli appartengo… Mentre tu per me non sei
niente! E non lo sarai mai!”
Tom
fu colpito dal discorso di sua figlia…rimase senza parole…anche perché lui fece
lo stesso, identico discorso…per quanto riguardava Macy.
Per
l’altra cosa che lei aveva detto alla fine, per quanto gli facesse male al
cuore…non ci pensò neanche in quel momento….pensava alla prima parte del
discorso della figlia.
Abbassò
la testa. E per la prima volta dopo tantissimo tempo…chiese scusa.
“Mi
dispiace davvero molto, Angelica. Non avevo capito…scusami se non ho saputo
capire.”
E
si allontanò amareggiato.
***
Ore
01.00
“Beh…grazie
di tutto, professor Silente.” disse Hermione arrossendo “È stata una festa grandiosa!
Grazie a tutti!”
Albus
sorrise.
“Siamo
felici che ti sia divertita, Hermione. O forse, vista l’attuale situazione,
preferisci essere chiamata di nuovo…”
“Per
il momento no. Magari più in là…riuscirò a sentirmi chiamare ancora così.”
“Hermione,
tesoro. Questo è il tuo regalo.”, le disse sua nonna porgendole l’album.
Sentì
le lacrime agli occhi.
“Le
foto…mie e di mamma…” ripensò alla sera della sua fuga “Pucy! Dov’è?”
Peter,
aspettandosi quella domanda, tirò fuori il vecchio orsacchiotto da dietro la
schiena.
“Eccolo
qui, il tuo adorato Pucy. Mi ha confidato, in gran segreto, che non vedeva
l’ora di riabbracciarti!”
Hermione
strinse forte il suo piccolo orsacchiotto. Poi sorrise a Harry, che sfogliava
l’album.
“È
il peluche…che mi regalò mia madre, come regalo di battesimo. Ogni volta che lo
stringo…è come se abbracciassi lei…” sorrise “Ora andiamo a letto. È
tardissimo!”
Ginny
si avvicinò e la abbracciò.
“Sono
bellissime quelle foto, Herm. Mi hanno fatto commuovere tantissimo!” e pianse.
Harry
aveva appena finito di sfogliare l’album.
Sorrise
e la strinse forte.
“Qualunque
sia il tuo passato…il tuo presente…e il tuo futuro…lo affronteremo sempre
insieme, Hermione. Te lo prometto.”
La
ragazza si sentì rincuorata.
“Io
ti devo tantissimo, Harry! Non so davvero come ringraziarti…sei proprio un vero
amico.” E gli diede un bacio sulla guancia.
Ron
si avvicinò all’amica e, per la prima volta, la abbracciò di sua spontanea volontà.
“Io
ti vorrò sempre bene, Hermy. Chiunque tu sia in realtà.”
La
giovane lo guardò commossa, e anche a lui toccò il bacio sulla guancia.
“Grazie
davvero di cuore, Ronald! Ti voglio bene anche io, sempre.”
E
mentre lui saliva, seguito dalla sorella, ed Harry salutava il professor
Silente (i nonni di Herm se ne erano già andati), Hermione salutava il suo
amore.
Draco
le teneva la mano, l’altra posata sul viso, che ora accarezzava con dolcezza. E
le sorrideva, pieno d’amore per lei.
“Sono
così felice di averti ritrovata, Hangie. Non sai cosa ho passato in questi
cinque anni…é stato davvero orribile! Mi sentivo incompleto. Eppure sai che…nonostante
gli spezzoni di sogno che avevo…non riuscivo a ricordare niente. È stato
totalmente…”
“Devastante?
Anche per me.” rispose lei “Però, adesso siamo insieme…di nuovo. Niente e
nessuno ci porterà mai più via l’uno dall’altra. Lotteremo sempre per il nostro
amore.”
“Giusto.
Ti amo, Hermione Granger.”
“Ti
amo anche io, Draco Malfoy.”
I
due si diedero un bacio colmo di passione e amore! Harry scoppiò a ridere,
mentre Silente si sentì tremendamente in imbarazzo!
“Hermy?
È tardi, andiamo!”
“Arrivo,
Harry! Buonanotte, mio dolce principe.”
Lentamente,
il Serpeverde si allontanò, sorridendo a lei che sorrideva a sua volta a lui.
“’Notte
anche a te, mia piccola principessa.”
Quella
serata non sarebbe potuta andare meglio! Hermione e Draco si erano ritrovati
dopo 5 anni di incompletezza…Harry, Ron, e Ginny, avevano accettato l’amica per
chi era in realtà…
E
tutto era tornato come prima. Eccetto qualche cambiamento.
Adesso,
tutto dipendeva dalla guerra…e dalle sorti che essa avrebbe portato ai nostri
amati personaggi, che ora dormivano tranquilli e sereni nei loro letti.
Erano
passati ormai 2 mesi da quella festa, e tutto procedeva normalmente: la scuola
andava avanti con le lezioni, il gruppetto era più unito che mai, e tutti
oramai si erano abituati alla nuova coppia.
Era
ormai terminata la cena.
“Harry,
ce li hai cinque minuti per me?” era agitatissima, gli tirava la manica del
golf “Ti prego…è estremamente importante!”
Mamma,
che ansia!
Harry
la seguì senza fare obiezioni.
“Hangie,
perché così agitata? Non dirmi che è ancora per quello? Te l’abbiamo ripetuto
tante volte, ormai la verità ce l’hai detta, è tutto ok. Cos’ altro c’è?”
Hangie
arrossì.
“E-ecco, io…” lanciò uno sguardo a Draco Oddio, quanto sono
agitata!
Ma chi…?
Il
bel Cercatore del Grifondoro seguì lo sguardo dell’amica.
Sta
guardando Draco…
un pensiero gli balenò in testa Ah, forse ho capito!
Sorrise,
e prese il viso dell’amica nelle sue mani.
Lei
lo guardò con i suoi bei occhi ambrati: pareva piuttosto spaventata.
“Hangie,
calmati! So cos’è che ti fa agitare tanto.” accennò a Draco “Lui. Vero?”
Hangie
annuì, tirando poi un sospiro di sollievo.
Per
fortuna ha capito da solo. Mi sarei vergognata da morire a dirglielo!
“Harry…i-io
so di essere pronta per…f-fare l’amore con Draco, ma…ho paura! Ecco, io e
lui…stamattina ne abbiamo parlato. E lui mi ha detto che piuttosto che farmi
del male, lui…farebbe del male a se stesso.”
Harry
sorrise.
“E
allora cosa stai aspettando, scusa?! Hangie. Guardami. Draco è perdutamente
innamorato di te. E per te darebbe anche la vita! Io e Ron ci parliamo con lui,
sai? Ce lo ha detto lui chiaro e tondo.”
Hangie
lo guardò con i suoi bellissimi occhi ambrati.
“D-dici
sul serio? Vi ha davvero detto questo?” Harry annuì.
Hangie
sorrise felice.
Lo
sapevo…Draco morirebbe, piuttosto che farmi del male in qualche modo. Harry ha ragione,
cosa stai aspettando ancora? Ance tu lo desideri quanto lui desidera te.
La
Caposcuola dei Grifoni prese un respirone.
“Harry.
Stanotte non tornerò con voi.” sorrise felice “Perché io, stanotte…farò l’amore
col ragazzo che amo!”
La
ragazza gli diede un bacio sulla guancia, e dopodiché si allontanò verso gli
altri.
Harry
la guardò sorridendo, felice per lei.
“Sono
con te, Hangie.”
Va, Hangy.
Prendi tutto il tuo amore per lui…e donaglielo.
***
“Ehm…Draco?”
Il
biondo era fra alcuni dei Serpeverde del 7° anno, e rideva con loro.
Hangie
si avvicinò timorosa. E sorrise.
“Amore…possiamo
andare?”
Draco
sorrise.
“Ma
certo, principessa. Scusate, ci vediamo domani!”
La
prese per mano e corsero fuori dalla Sala, fino in giardino.
Lì
si baciarono con tutto l’amore possibile.
Coraggio,
Draco! Devi dirglielo…
Nel
momento in cui Draco la guardò negli occhi, Hangie sorrise, gli diede un bel
bacio, e gli prese le mani.
Poi
arrossì e abbassò lo sguardo.
Prendi
un bel respirone…
La
ragazza guardò negli occhi Draco sorridendogli.
“Draco.
Io…voglio fare l’amore con te. E voglio farlo stanotte…”
Fiù…è
andata.
Draco
le sorrise…un sorriso così dolce…e le strinse le mani.
“Anche
io voglio fare l’amore con te, Hangie. Questa notte. Vieni con me.”
Lei
annuì.
Draco
la prese per mano, guidandola dentro la scuola, e dirigendosi verso il
dormitorio dei Serpeverde, che (come del resto tutta la scuola tranne i
docenti) era rimasta in Sala Grande.
***
Il
dormitorio dei Serpeverde era, appunto, deserto.
Draco
lasciò la mano della ragazza per chiudere a chiave la porta, tirò fuori la
bacchetta, e con un semplice movimento fece apparire delle candele.
Oh,
Draco…
Hangie
sorrise.
“Aspetta.
Manca ancora qualcosa.”
Hangie
tirò fuori la sua bacchetta, e pronunciando un paio d’incantesimi, apparvero
fiori…e partì una canzone romantica.
Hangie
sorrise e poggiò la bacchetta sul comodino di Draco.
“Ecco.
Adesso è tutto perfetto.”
Si
avvicinò lentamente al suo amato e gli prese la bacchetta di mano posandolo
accanto alla sua.
Draco
la abbracciò da dietro.
“Ti
amo.”
Hangie
si voltò…lo guardò negli occhi…ed ogni sua paura svanì…perché lei lo amava da
morire…e lui amava da morire lei.
Non
c’era altro da dire.
“Ti
amo anche io.” gli disse sorridendo “Fai l’amore con me.”
Draco
le sorrise teneramente, baciandolo sulla fronte, dopodiché le sue labbra
premettero su quelle di lei, e la ragazza si strinse forte a lui approfondendo
il bacio. Lentamente, le labbra di Draco si spostarono sulla guancia di Hangie,
per poi scendere fino al collo.
Hangie
si lasciò andare completamente.
Bacia
davvero da dio…mi sta facendo impazzire…
Draco
si staccò dal collo della Grifondoro, sorrise guardandola negli occhi, e
lentamente le alzò il golf. La ragazza alzò le braccia, così che il golf si
tolse meglio. E finì a terra.
Toccò
a lei: Hangie si avvicinò ancora di più a lui, tirò giù la cerniera della sua
felpa...gliela sfilò, con l’aiuto di lui, e quella cadde a terra col golf.
Si
baciarono di nuovo, mettendo in quel bacio tutto il sostegno che volevano darsi
l’uno l’altro per affrontare quel passo insieme.
Draco
passò alla camicetta di lei...le sue dita si posarono sui bottoni, che si
tolsero immediatamente dall’asola…la baciò sul collo, con passione, mentre con
le mani le sfilava lentamente la camicetta, che cadde a terra assieme al golf e
alla felpa.
Hangie
gli tolse lentamente il golf rosso.
Si
avvicinarono, e si diedero un bel bacio, pieno d’amore e di passione.
Hangie,
forza! Prendi tu l’iniziativa per una volta…
Hangie
allontanò le sue labbra da quelle di Draco…e le sue mani scesero fino ai jeans
di lui…si posarono sul bottone che si sciolse subito dall’asola…e poi sulla
cerniera, che scese con facilità…
Draco
la baciò con ardore.
Dopodiché
la guardò, come a cercare una conferma, e lei gliela diede annuendo.
Le
mani di lui scesero fino ai pantaloni della ragazza…si posarono sulla cintura
che poi slegò lentamente…poi, con pazienza, tolse il bottone dall’asola…fece
scendere la cerniera…i jeans caddero.
Hangie
guardò nuovamente Draco negli occhi, il quale le sorrise teneramente.
Dopodiché
la prese in braccio.
“Vieni,
principessa…”
Hangie
si aggrappò al collo di lui, il ragazzo si avvicinò al letto e ve la posò
dolcemente sopra, mettendosi poi sopra di lei, tenendosi sui ginocchi per non
gravare col suo peso sul corpo della ragazza.
Le
mise i capelli dietro l’orecchio, e si chinò su di lei, baciandola con amore…le
sue labbra scesero fino al collo…sempre più giù…e poi si fermò. La circondò con
le sue braccia tirandola su, e le sue mani scivolarono lungo la schiena,
sganciandole il reggiseno.
Hangie
tornò a sdraiarsi attirandolo a sé, e si baciarono
Ci siamo…fra
poco tolgo il resto…speriamo soltanto di non fare qualcosa di sbagliato…pensò Draco.
Dopodiché
scese nuovamente fino al collo…la baciò con passione lungo tutto il collo…e
lentamente scese…quando le sue labbra si posarono sul suo seno, Hangie sospirò.
Draco
continuò a scendere…lungo la pancia…provocando i brividi della bella caposcuola
dei Grifoni…poi tornò sulla bocca di lei.
Hangie,
presa da quella passione, lo prese per le spalle…con le mani scese lungo la sua
schiena…fino ad arrivare alle mutande…e sentì che lasciavano lentamente la
pelle.
Le
loro labbra tornarono a unirsi…ancora una volta, Draco scese lungo il collo…sul
seno…scivolò sulla pancia dolcemente…e poi
arrivato
all’ombelico, si fermò. E la guardò.
“Posso
provare a…fare una cosa?” lei annuì sorridendo.
Draco
sorrise…e la sua lingua scivolò dentro quel piccolo ombelico…Hangie emette un
piccolo gemito.
Oddio…mi
sembra di impazzire…
Si
fermò, guardando le mutande della ragazza…e le sue mani finirono sotto quelle
mutandine rosa…l’elastico si sfilò con molta facilità…Hangie alzò le gambe, e
Draco le fece scivolare giù delicatamente.
Ora…erano
completamente senza veli.
Draco
si chinò sulla sua ragazza, carezzandole con tenerezza il viso.
“Sei
pronta?”
“Sì.”
poi lo fermò “Aspetta! Draco…ho paura!”
Mamma…ho
una tale fifa!
Draco
le baciò la fronte.
“Shh.
Calmati. Se non vuoi possiamo…”
Hangie
scosse la testa.
“Voglio
farlo, Draco. Però…potresti per favore tenermi le mani? È la sola cosa che ti
chiedo.”
Draco
la guardò e sorrise.
“Solo
questo? Non c’è problema, principessa.” le afferrò le mani e le strinse “E se
tu avessi bisogno di forza…o sostegno…stringi forte, ok? Non esitare.”
Lei
annuì.
Hangie
sentì Draco entrare dentro di lei...per non farle pensare troppo a ciò che
stava succedendo, il ragazzo la baciò con passione.
Hangie
sentì una piccola fitta di dolore…allora strinse forte le mani di Draco.
Draco
alzò lo sguardo su di lei, e la guardò preoccupato e ansioso.
“Ti
sto facendo tanto male?”
Hangie
lo guardò dolcemente.
“Tranquillo…vai
avanti, amore mio. E smettila di preoccuparti, ora passa.”
Poi
si alzò leggermente, e gli diede un piccolo bacio.
“Baciami,
Draco. Baciami ora.”
Il
bel Serpeverde non fece obiezioni. E premette le sue labbra su quelle di lei.
Le
loro labbra si intrecciarono, e non solo quelle...erano avvolti in un bacio
pieno di amore e di passione…Draco cominciò a scendere…le sue labbra sfiorarono
il collo di lei…Hangie trattenne il respiro…poi Draco si fermò sul suo seno…e le
labbra di lui scivolarono poi lungo la pancia.
In
quel preciso momento, Hangie si sentì invadere da un enorme senso di piacere…un
brivido che le scivolava addosso…e sapeva che Draco provava lo stesso.
La
melodia continuava a suonare, mentre i loro corpi erano intrecciati…e la bella
Grifondoro non pensò più al suo dolore…ma si concentrò sul suo amore per Draco.
Wow…mi
sembra di volare! Oddio…non mi ero mai sentita così…amata…e appagata…in tutta
la mia vita!
Draco
la baciò nuovamente con passione, e Hangie rise di felicità! Il ragazzo che
amava con tutta se stessa era lì con lei. E stavano facendo l’amore.
Draco
e Hangie erano, adesso, una cosa sola.
Un’unica
e preziosa entità.
La
musica svanì…le candele si spensero…e i due amanti, con un ultimo bacio, si
addormentarono.
***
Il
sole era appena sorto, i suoi caldi raggi entrarono dalla finestra, illuminando
il dormitorio dei Serpeverde.
L’alba
trovò i letti vuoti, tutti ancora fatti…tranne uno.
La
luce illuminò il fondo di un letto disfatto…e salendo su, scoprì un ragazzo e
una ragazza abbracciati, che ancora dormivano.
Quando
la luce del sole batté sui loro occhi, Angelica Riddle e Draco Malfoy li
aprirono con un sorriso.
La
notte prima era stata davvero…indimenticabile!
“Buongiorno,
principessa. Dormito bene?”
“Mai
dormito meglio!” esclamò lei felice “Stanotte è stato tutto…magico! Ho sempre
sognato una prima come questa…”
“È
stata indimenticabile…e unica. È stato tutto…perfetto. E tu eri bellissima,
amore mio.” disse Draco con un gran sorriso felice, e dandole un tenero bacio.
Non mi
separerò mai da lei. Mi farei uccidere, piuttosto!
Hangie
si accoccolò fra le braccia del suo amore.
“Sono
stata benissimo, stanotte. Hai fatto tutto così…dolcemente. E con tanto amore!
Non saprò mai come ringraziarti, Draco.”
Alzò
il viso e lo baciò con tenerezza.
“Io
lo so come puoi ringraziarmi.” sorrise “Amandomi, Hangie. Tu amami…e per me non
ci sarà ringraziamento più bello!”
Hangie
sorrise ancora più felice.
E
si stiracchiò.
“Uawn!
Forse sarebbe meglio alzarsi, non credi? Fra poco torneranno i tuoi amici, e se
ci trovassero…beh…” rise “Diciamo che non amo mostrare il mio corpo a tutti!”
Draco
posò la testa sul braccio, girandosi di lato.
Hangie
si teneva sui gomiti.
“Lo
sai che quando ti preoccupi…oppure ti arrabbi…diventi ancora più bella? Sei una
vera Dea, Hangie. Ti amo, principessa. E ti amerò per sempre.”
Hangie
si avvicinò posandosi anch’ella sul braccio. E sorrise felice.
“E
tu sei un vero dio…e inoltre sei molto fico! Ti amo…mio bellissimo principe! E
ti amerò…per sempre.”
E
si baciarono con tutto il loro amore.
“Hai
ragione, sai? È meglio se ci alziamo. O diventeremo un fenomeno da baraccone!
Mentre, invece, il nostro amore è una cosa seria…ed estremamente importante.”
Sorrise.
Entrambi si alzarono a sedere.
Hai
ragione, Draco. La nostra storia è importante. Nessuno e niente deve mai
metterlo in discussione.
E
così, uniti sia nel cuore che nello spirito e nel corpo, i due innamorati si
alzarono. E si prepararono ad affrontare una nuova giornata…sempre e comunque
assieme.
Quel giorno era importante per tutti, e forse il più
temuto…c’era l’esame di primo livello di Pozioni, con l’odioso professor Piton.
Oltre a quello di secondo livello di Incantesimi.
“Harry, buongiorno! Cosa posso fare per te?”
“Hermy…ho bisogno che tu mi faccia copiare l’esame
di Pozioni. Devi assolutamente aiutarmi, ti prego! Perché se non mi aiuti…come
puoi immaginare non lo passerò.”
La giovane lo guardò dapprima con sguardo duro, ma
poi sospirò.
“Harry…ma quando ti deciderai a metterti sotto nello
studio? Quest’anno dobbiamo assolutamente passare! Ne va del nostro futuro!” sorrise
“Ti aiuterò, non preoccuparti. Non posso certo lasciare nei guai il mio
migliore amico, non ti pare?”
Il moretto la guardò con gratitudine e la abbracciò
forte.
“Oh, grazie mille Hermione! Sei la migliore amica
che si possa avere.”
Un paio di braccia la presero alla sprovvista da
dietro, e la strinsero.
“Buongiorno, principessa.”
Hermione sorrise.
“’Giorno a te, amore. Come hai passato la notte?” si
voltò.
Lui le sorrise.
“Beh…direi piuttosto bene. Non dormivo così
tranquillamente da parecchio tempo, ormai.” la attirò a sé “Ma ora…veniamo a
noi…”
Il bacio del buongiorno fu profondo, bello, forte…il
più bel bacio di risveglio che una ragazza (o un ragazzo) possa desiderare!
Harry sorrise.
“Ehm ehm. Io non vorrei proprio disturbarvi…ma…ci
stanno aspettando.”
In quel momento, arrivarono di corsa Ginny e Ron.
“Ragazzi!” gridò quest’ultimo “Fatemi un piacere, non sbaciucchiatevi davanti a me!”
Ginny diede una pacca sulla spalla al fratello.
“Ron, finiscila!” poi salutò Harry con un sorriso
Lui le sorrise dolcemente.
“Ciao, Virginia.” le diede un piccolo bacio.
Il rosso Portiere dei Grifoni sbuffò.
“Mamma mia…”
“È una bella cosa, no?” disse una voce femminile,
che conoscevano bene, alle sue spalle.
Era la prima volta che sia Ron che gli altri la
vedevano, da quando era iniziato l’anno scolastico…e rimasero completamente a
bocca aperta: Luna era cambiata durante l’estate, si era fatta più donna, teneva
i capelli legati in una bella coda di cavallo. Era più magra, slanciata, i suoi
capelli biondi e i suoi occhi azzurri erano stupefacentemente belli.
Ronald avvampò di colpo.
“C-ciao, Luna! Come stai?”
Luna sentì il suo viso tingersi di un improvviso
rossore…aveva una mega cotta segreta per il bel Portiere, da anni! Ma lei era
molto più aperta a esprimere i suoi sentimenti.
“Tutto bene, Ron grazie! E tu? Sei cresciuto,
dall’anno scorso, sai? Sei diverso. In senso buono, naturalmente!”
“Beh…a-anche tu sei…cambiata. Devo dire che sei…più
c-carina.”
Ginny si avvicinò all’amica.
“Ciao Luna! Questa è la prima volta che ci
incontriamo da quando siamo tornate qui. Ma lo sai che ti trovo più bella? Ron
ha ragione, sei cambiata!”
“Oh, ti ringrazio Ginny! Anche tu sei una bella
ragazza. E poi, sei fortunata, ti sei beccata Harry Potter!”
In quell’istante, Hermione guardò il suo orologio
magico…e cacciò uno strillo indescrivibile!
“Sono le otto e cinque! Vi rendete conto che siamo
in ritardo per gli esami?!” si voltò verso Draco, lo prese per mano, e iniziò a
correre.
Harry alzò le spalle sospirando, e la seguì a ruota
con dietro Ron.
Luna restò lì, accanto a Ginny. La biondina aveva
un’espressione a dir poco sbalordita! Mentre la rossa rideva a crepapelle.
“Ahahahah!! Non ci far caso, Luna. È fatta così, lo
studio al primo posto! Anzi…era al primo posto. Adesso al primo posto
c’è Draco.”
“Tu sai?”
“I-io…non capisco…cosa dovrei sapere?”
Luna la guardò attentamente. Forsenon sa di cosa
parlo… Ma Hermione avrebbe dovuto dirglielo, visto che Ginny è la sua migliore
amica. Non spetterebbe a me, però…
“Ginny,
c’è una cosa che dei sapere…riguardo a Hermione. E anche su Draco. Loro due
sono…”
“Luna…tu
come caspiterina fai a saperlo?!?”
Luna non
c’era ieri sera nel giardino. Ne sono certa! Ma, allora…come sa di Draco e
Hangie?
Luna
sorrise.
“Ginny…mio
padre è un giornalista. Come credi che sappia tutte le cose prima che siano
scritte sui giornali? Non dirò a nessuno la verità. Saranno loro due a dirla,
al momento che riterranno più opportuno. Io ho sempre pianto per il loro
destino, sai? Mio padre mi ha raccontato la loro storia quando ero una bambina.
È il loro vero e grande amore, che mi fa credere nell’amore stesso.”
Ginny
la guardò impressionata.
“Sei
matura, Luna. “ le sorrise sinceramente “Senti. Questo pomeriggio, io e gli
altri ci ritroviamo al vecchio albero in riva al lago. Vieni anche tu. In
questo modo potrai dire la tua. Hermione e Draco ne saranno felici, vedrai!”
La
bionda non riusciva a credere che Ginny Weasley, la sorella di Ron e ragazza di
Harry Potter, le stesse offrendo la possibilità di entrare a far parte del loro
mitico gruppo!
“Verrò
con piacere. Grazie di cuore! Non sai che immensa gioia sarebbe esservi
amica…ho sempre sperato che un giorno succedesse…”
E
così le due giovani amiche, ridendo e scherzando come vere amiche del cuore, si
allontanarono a braccetto.
***
Ore
9:30.
Non ci
riesco…la mia testa non ne vuole sapere di stare concentrata! Fa come le pare!
Ma non posso certo permettermi di bocciare… Come diamine faccio?!
La
mente di Hermione, infatti, vagava negli eventi passati che l’avevano colpita…non
riusciva a pensare al suo compito! Era disperata, e non sapeva proprio come
fare.
Si
voltò indietro, e vide i suoi amici intenti a scrivere come dei treni…poi
guardò di nuovo il suo foglio…completamente bianco!
“Cavolo!”
sussurrò.
“Qualcosa
non va, signorina Granger?”, chiese la voce flautata del professor Vitious.
La
ragazza alzò di scatto la testa.
“Cosa?
Oh, no…va tutto bene professore, non si preoccupi. Va tutto…a meraviglia…”
Ma
dentro di lei c’era in atto una vera tragedia: non aveva mai lasciato in bianco
un compito…non ne aveva mai bocciato uno…quello era un dramma!!
Mentre
pensava disperatamente a come venirne a capo, a un tratto vide qualcosa che
volava in aria…atterrando proprio sul suo banco!
In
modo molto rapido, afferrò l’aeroplanino atterrato davanti ai suoi occhi. Lo
srotolò per vedere cosa c’era scritto.
Cosa c’è che non va, Angelica?
La
giovane sorrise, immerse la penna d’oca dentro l’inchiostro, e scrisse la
risposta. Poi rifece l’aeroplanino, si girò, e soffiò mandandolo dalla persona
che glielo aveva inviato prima.
L’aeroplanino
volò…leggero…e atterrò sul banco di Draco Malfoy.
Il
bel Serpeverde lo aprì con impazienza, e lesse…
Draco, non riesco a concentrarmi! Non
faccio che pensare a Loro…a noi che rischiamo la morte…
Mancano solo dieci minuti alla fine
dell’esame…e il mio foglio è bianco!
Il
giovane non esitò un attimo: trasse la bacchetta da sotto il mantello,
controllò Vitious, sfiorò il foglio e mormorò “Copis folio!” e in un attimo, il suo intero compito venne copiato
sul foglio a forma di aeroplanino.
Rimise
a posto la bacchetta, dopodiché prese l’aeroplanino fra le mani, scrisse qualcos’altro,
e vi soffiò sopra. Esso volò per l’aula, passò sulle teste degli studenti…fino
a posarsi sul banco della Caposcuola dei Grifondoro.
Non
appena vide cosa aveva fatto il biondino, la giovane restò meravigliata e
commossa allo stesso tempo.
Draco…
Sotto
all’intero compito copiato c’era scritto:
Ti amo. Per sempre.
Guardò l’orologio: mancavano soltanto cinque minuti!
Senza pensarci due volte, quindi, e sgridando se stessa per ciò che stava
facendo, mise il foglio dell’aeroplanino di carta sotto quello del suo compito,
e lo copiò con attenzione e a velocità impressionante.
Appena in tempo…
“Mi dispiace ragazzi, il tempo è scaduto! Dovete
consegnarmi il vostro compito.”
Vitious iniziò a ritirare i compiti, sorridendo e
incoraggiando coloro che avevano un’espressione incerta o preoccupata.
Alché, quando arrivò a Hermione, la guardò con un
sorriso più largo.
“Dia qui, signorina Granger. Non stia a
preoccuparsi, sono più che certo del suo risultato…sarà la migliore della
sessione, come due giorni fa. E come tutti i restanti esami.”
La giovine fece un piccolo sorriso, e non appena
Vitious passò, davanti a lei apparve Draco.
Le sorrise, si chinò e le diede un piccolo bacio
sulla fronte.
“Ehi. Cos’è quella faccina triste? Vedrai, andrà
bene! Non si accorgerà che i nostri compiti sono uguali. Hai il cervello che
galleggia in aria!” sospirò “Noi due dobbiamo parlare, Hangie. Ora.”
Hermione annuì, e sospirando si alzò. I due si
presero per mano, uscendo dalla scuola, e incamminandosi verso il portico.
Lei era ansiosa e ancora scossa per ciò che non era
riuscita a fare. Lui era più serio che mai, ma comunque tranquillo.
“Angelica. Cos’è che ti ha impedito di concentrarti?”
le chiese Draco arrivati a un dato punto e fermatisi per parlare.
Piccole lacrime iniziarono a bagnarle il viso.
“Non lo so…io…ho ripensato a tutto quello che abbiamo
vissuto…i miei ricordi sono tornati più nitidi di prima, e…i-io mi sono
sentita…male!”
Draco la strinse forte baciandole i capelli.
“Non piangere, ti scongiuro. Mi vuoi dire…” si
staccò, e la guardò negli occhi con un sorriso “Cosa c’è che ti turba? O ti
spaventa?”
Hermione tirò su col naso, e guardandolo disse:
“Loro, Draco. Mi fanno paura, più che di allora! Adesso sono più…potenti
e…uniti. E io ho il terrore che ci separino di nuovo…che ti portino ancora via
da me… Io non potrei sopportarlo, Draco. Non di nuovo!”
Il biondino prese il viso della ragazza fra le mani.
“No, non devi pensarlo! Non potranno più dividerci.
Io non glielo permetterò. E tu nemmeno dovrai permetter loro di portarmi via da
te. ”
Hermione con uno scatto si staccò dal ragazzo.
“Io…me lo sento…ci divideranno di nuovo!” lo guardò
mentre piangeva “Ragioniamo un attimo, Draco. Non riusciremo mai a batterli!
Loro sono troppo forti per noi, e…e senza contare che nel gruppo c’è…mio padre…tuo
padre…no, non ce la faremo mai…”
Draco si avvicinò velocemente e le prese forte le
mani.
“Hangie! Smetti di fare questi ragionamenti stupidi!
Da quando sei diventata così pessimista e negativa?! Non sei così! Siamo una
squadra, ricordi? Noi due ce la facciamo, insieme. Chiaro?!”
La ricciola guardò intensamente il bel Serpeverde. E
tirò su col naso.
“Sì…hai ragione. Perdonami se ho dubitato di noi
due. Se ho messo in dubbio la forza del nostro amore.” si avvicinò e lo abbracciò
forte.
Lui la strinse altrettanto forte.
“Non importa, amore. Io lo sapevo che non potevi
essere tu a dire quelle cose…che non potevi davvero pensarle. Vedrai, ce
la faremo di sicuro. Ci sono anche gli altri con noi, no? Abbiamo Harry
Potter!”
Asciugò le lacrime della ragazza. E lei sorrise.
Poi gli diede un bel bacio.
“Torniamo dagli altri, dai. Ci staranno aspettando
con impazienza. Vorranno sapere…come ti andata! Dirai che ti sei fatta passare
il compito?”
Hermione gli diede una botta sul braccio.
“Cretino!” alzò le spalle “Non so…forse lo dirò…in
fondo…sono i miei migliori amici. Capiranno.”
I due innamorati si presero per mano, e raggiunsero
gli altri.
NOTE DELL’AUTRICE:
Ringrazio BabyBaffy, bluefly, bribry85, excel sana,
fandracofiction, littledancer89, Love_doll, mikelina, Nika_chan01, Tanny,
titti6493; _Vergessenes Kind_ per avermi messo fra i loro preferiti! J
GRAZIE DI CUORE!!!
Bè, x il momento posterò soltanto altri 8 cap oltre
a questo…xkè devo scriverne altri…asp l’ispirazione…L
ma nn preoccupatevi, tornerò presto!
So ke nei prox cap vi sembrerà la solita storiella d’amore…tutti
baci e dichiarazioni…ma nn fatevi ingannare…è fatto apposta :P almeno così i
personaggi vengono un po’ distratti dalle loro sofferenze e dai loro problemi…
MI RACCOMANDO RECENSITE E FATEMI SAP CS NE PENSATE!!
SIA BRUTTE COSE KE CATTIVE! ;)
“Ehilà, ragazzi! Scusate se vi
abbiamo fatto aspettare.”
Draco lasciò la mano di Hermione,
e si arrampicò sull’albero per sedersi su un grosso ramo; la ragazza invece si
sedette accanto a Harry, appoggiandosi al tronco.
“Che è successo, Herm?”
Lei abbozzò un sorriso.
“Beh, so che la cosa che sto per
dirvi vi sconvolgerà un po’, ma… Oggi, per la prima volta in vita mia…mi sono
fatta passare un compito.”
Il silenzio fu rotto dal grido di
sorpresa di Ron.
“COSA?? Non ci credo… Herm, non
dovevi dirmelo. Così mi infrangi un mito! Quello della secchiona che non
copierebbe mai e poi mai un compito da nessuno. Che dramma…”
Ginny, seduta accanto a lui, gli
diede la solita pacca dietro la nuca.
“Smettila, Ron!” poi guardò
l’amica sorridendo “Non preoccuparti, Herm. La cosa non è poi così
sconvolgente.”
Harry sorrise.
“Ginny ha ragione. Io non faccio
altro che farmi passare i compiti, no? E sai anche il perché… Ho mille preoccupazioni
per la testa, e…non riesco a concentrarmi a sufficienza sullo studio.”
“Sì che lo so! Ma io non ero
abituata a farmi passare un compito…”
“Qualcosa ti preoccupa, Hermione?”
“Luna! C-ciao…ehm…non mi
aspettavo…”
La bionda fece subito cenno di allontanarsi,
imbarazzata.
“Oh, scusatemi! Non sarei dovuta
venire… Ho fatto uno sbaglio, vi chiedo umilmente scusa…”
Ginny allungò il braccio e la
fermò.
Poi le sorrise. “Non dire
stupidaggini, Luna! Ti ho invitata io. Per cui adesso rimani qui con noi. Non
hai niente di cui scusarti!”
Hermione sorrise.
“Ginny ha perfettamente ragione!
Non devi scusarti! Anzi, a noi fa piacere che sei qui. Era tanto che volevamo
invitarti. Harry?”
Il moro sorrise e assentì.
“È vero. Luna, non fa bene stare
da soli. Noi avevamo deciso già lo scorso anno di invitarti con noi…poi però è
successo tutto quello che è successo…e ci è passato di mente. Ma ci fa piacere
averti nel nostro gruppo. Giusto, Ron?”
Il ragazzo fece l’occhiolino
all’amico, facendogli cenno di invitarla a sedersi accanto a lui.
Il rosso avvampò.
“M-ma certo… Siediti qui, Luna.
Vieni.”
Draco sorrise e scosse la testa.
Ron era così impacciato con le ragazze! Beh, dopotutto anche lui anni prima,
con Her…Angelica scusate l’imprecisione, lo era stato…e parecchio!
“Perché non entri ufficialmente
nel nostro gruppo, Luna? Ci farebbe davvero tanto piacere. Parlo seriamente.”
Luna alzò lo sguardo verso il
Serpeverde, sorpresa ma contenta di quelle parole.
“Dici…sul serio?” guardò gli
altri che annuirono “Ne sarei onorata! Sul serio!”
Harry sorrise ancora una volta,
poi guardò la sua migliore amica.
“Dai, Herm. Confidati. Cosa c’è
che ti preoccupa?”
La Grifondoro sospirò.
Ma si ricordò improvvisamente
della presenza del “nuovo membro”: Luna.
Non che mancasse di fiducia nei
suoi confronti, sapeva che per le cose serie e importanti Luna era molto matura,
e teneva la bocca chiusa. La fermava il fatto che non voleva coinvolgere
un’ulteriore persona in una guerra spietata e crudele.
Ma Luna a sorpresa le sorrise.
“Oh, non devi preoccuparti di me.
Io so tutto. Vedi, mio padre come ben sai è giornalista. Adesso è il direttore
del Cavillo, è vero, e per molti è un
visionario. Ma ci fu un tempo in cui era bravo, eccome! E oltre a
questo…conosceva tua madre.”
Hermione si staccò dal tronco
avvicinandosi alla ragazza.
“Tuo padre…conosceva la mia
mamma?”
Luna annuì.
“Erano buoni amici, ai tempi
della scuola. Quando ero bambina, mi raccontò tutto di lei…e di te. So chi è
tuo padre, Hangie. Non ti devi preoccupare di nasconderti a me. Perché io sono
dalla tua parte da quando ho tre anni! Scusa…volevo dire dalla vostra
parte. Sì, perché so anche di voi due. Te e Draco. La vostra storia d’amore è
stata la mia favola preferita, quando ero piccola! Siete stati coraggiosi! Vi
ammiro tanto!”
Draco sospirò.
“Beh, a dirtela tutta, i nostri
padri erano d’accordo sul fatto che stessimo insieme. D’altronde, eravamo
promessi sposi ancor prima che nascessimo!”
“Già… Ma purtroppo, non
accettarono che noi volessimo stare dalla parte del Bene. Noi per loro non eravamo
altro che…delle bamboline! Dovevamo succedere a loro quando sarebbe giunto il
momento. Ma noi non lo accettammo. E così…fecero quello che tu già sai.”
Hermione sentì il cuore
stringersi…la rabbia che le montava dentro come un uragano…sempre più…
Un paio di braccia che la presero
da dietro fermarono in tempo la probabile esplosione. Draco era sceso in fretta
dall’albero, si era seduto dietro di lei, e l’aveva abbracciata da dietro.
“Buona Angelica, non agitarti. Te
l’ho detto, ce la pagheranno molto cara per ciò che ci hanno fatto. Vedrai.”
Il biondo si appoggiò al tronco,
e lei si sedette fra le sue gambe posandosi contro di lui.
“Non posso…sopportare l’idea che,
per tutti questi anni…ogni volta che ti vedevo…che litigavamo, o altro…io non
mi sono mai minimamente ricordata di noi due…nemmeno una volta. E mi fa
male…tanto male!”
Draco la strinse forte contro il
suo petto.
“Non ci devi pensare, amore mio.
Non è colpa tua. Né mia. Gli unici colpevoli sono i nostri padri…spietati e crudeli
a tal punto da strapparci via l’uno dall’altra, in modo…brutale. E d’altronde,
neppure io in questi anni ho mai sospettato…o capito…di noi due.”
Ginny aveva le lacrime agli
occhi.
“Io lo trovo così…ingiusto! È
molto più che crudele… Hanno cancellato il vostro amore! E questo è un atto
imperdonabile!”
“Già. Se ami qualcuno, nessuno ha
il diritto di portartelo via…di togliertelo…perché se lo fa, il tuo cuore…che è
con l’altra persona…si rompe in mille pezzi, e…è difficile, poi,
riassemblarli.” disse Harry.
“Belle parole, amico mio!
Complimenti!” gli disse Draco ridendo.
Harry sorrise. “Grazie, Draco.”
“Beh, Harry ha pienamente
ragione. Quando trovi la tua Anima Gemella, non devi lasciarla andare mai più.
Per niente e nessuno a questo mondo. Ma la devi tenere stretta a te…forte…in
modo tale, che nessuno e niente può portartela via.”
Tutti si voltarono verso Ron.
Il rosso arrossì. “Beh…questo…è
ciò che penso io…”
Luna lo guardò estasiata,
osservando il suo rossore improvviso e sorridendo.
“Sei un ragazzo sensibile, Ron. E
questo di solito piace molto ad un ragazza…” e arrossì a sua volta.
Hermione lo notò e scoppiò a ridere.
“Oh, ragazzi! Perché non provate
a uscire insieme?”
Il rosso guardò di sottecchi
Luna, poi si schiarì la voce e la guardò.
“Ehm…Luna. Senti, non è…che…tu…
Insomma, ti andrebbe di venire a Hogsmeade con me questo weekend?”
Il cuore della biondina cominciò
a martellare come impazzito. Quelle parole le avevano fatto sentire le farfalle
nello stomaco…un rossore sul viso… Insomma, era innamorata!
“P-parli seriamente, Ron? Mi
farebbe davvero tanto piacere!”
Stavolta fu Ron a sentire quegli
strani “sintomi” che poco prima aveva provato la giovine Corvonero.
“Hai...hai detto di sì? V-verrai
con me a…a Hogsmeade?” lei annuì “Bene! Vedrai…ci divertiremo molto.”
Che carini… Sono fatti per stare
insieme, sono così simili! Pensò He…Angelica.
In quel momento suonò una
campanella.
Harry guardò stupito verso la
scuola, che cominciava a riempirsi.
“Ma…le lezioni sono finite!
Perché la campanella sta suonando?”
La voce della McGranitt svelò il
mistero.
“Studenti di Hogwarts. Il preside
ha deciso che è giunto il momento che siate al corrente della situazione. Come
ben sapete, presto ci sarà una guerra. Per cui siete pregati di riunirvi in
Sala Grande, dove lui stesso vi spiegherà tutto quanto.”
Hermione guardò Draco.
“Non vorrà mica svelare anche la
mia vera identità??”
Mentre gli altri si alzavano,
Draco sorrise.
“Tranquilla.”
Dopodiché si alzò a sua volta e
le porse la mano aiutandola ad alzarsi.
“Andrà tutto bene, Angelica.
Fidati. Se Silente ha deciso di rivelare la tua vera identità, sarà perché è
sicuro che la scuola debba sapere tutta la verità. E ha ragione, lo sai.”
“Dai ascolto a Draco, bambina
mia.”
“Nonna! Che ci fai qui? Nonno, ci
sei anche tu? A cosa devo questa visita?”
Peter accennò al castello.
“Beh…nipote mia, ci hai visto
giusto. Il caro Albus intende dire tutto quanto riguardo a questa
guerra.”
“E con questo, intendiamo anche…il
fatto di svelare chi sei realmente, tesoro.” aggiunse Cindy.
Hermione li guardò spaventata.
“Ma…i-io non sono ancora pronta!
Non me la sento di… Mi odieranno tutti quanti! E non interesserà a nessuno se
io non voglio essere come Lui…per loro ci sarà soltanto il fatto che sono
figlia di Voldemort. E che quindi sono…feccia.”
Draco la voltò verso di lui e la
guardò seriamente.
“Non azzardarti mai più a dire
una cosa del genere, chiaro?! Non sei affatto feccia, Angelica! Non lo sei, né
ti ci faranno diventare loro. Ti è chiaro?”
“Ma…i-io…”
“Hermione…anzi, Angelica.
Smettila.”
La ragazza alzò lo sguardo verso
il suo migliore amico che le si avvicinava.
Le sorrideva.
“Harry…non ce la faccio…”
“Sì, che ce la fai. Tu sei un tipo forte. E
anche molto cocciuta! Angelica, devi avere fiducia. Credere in te stessa. Io ho
dovuto affrontare i giudizi di questa scuola ancor prima di te. Ma come vedi ne
sono uscito. Ne uscirai anche tu. Vedrai!”
La ragazza si gettò al collo di
Harry e lo strinse forte.
“Ho paura…”
“Hermione. Beh…anzi no…Angelica.
Noi ti staremo accanto per tutto il tempo. Non devi preoccuparti, saremo lì.”
disse Ginny.
“Giusto! Siamo una squadra, e per
questo motivo resteremo uniti. Nel bene e nel male.”
Hermione sorrise. “Grazie Ron!”
“Beh, che stiamo aspettando?
Andiamo, ci staranno aspettando.”, disse Luna sorridendo “Coraggio, Angelica!
Ce la faremo.”
La bella Grifondoro si asciugò le
lacrime e guardò verso la scuola.
Poi prese un bel respiro.
“Fatti coraggio, Angelica…”
sussurrò a se stessa incoraggiandosi.
Quando entrarono in Sala Grande,
tutti gli sguardi si posarono su di loro.
Harry c’era abituato, e un po’
anche gli altri.
Ma stavolta Hermione si sentiva
diversa…era diversa.
Silente alzò lo sguardo per
guardare i ragazzi appena entrati. E sorrise.
“Oh, molto bene. Ben arrivati!
Stavo appunto dicendo che non sarò io a spiegare le cose. Ma una persona…che si
trova in fondo alla sala. E che pregherei di avvicinarsi.”
Hermione guardò la Sala Grande.
Tutti gli sguardi erano fissati su di lei…o quantunque non fosse stato così,
fra non molti minuti gli occhi di tutti sarebbero stati puntati proprio su di
lei.
La ragazza sentì la sua mano
intrecciarsi con un’altra.
“Ce la possiamo fare, amore.
Coraggio…un bel respiro…e poi andiamo.”
La sua voce l’aveva
tranquillizzata. Come sempre. L’aveva fatta sentire sempre serena, protetta.
Le si avvicinò Harry che le
sussurrò un incoraggiamento nell’orecchio.
“Noi vi veniamo dietro. Qualunque
cosa succeda…ricordati che non devi mai vergognarti né colpevolizzarti di
niente. Ok?”
La ragazza annuì.
Dopodiché guardò avanti a
sé…chiuse gli occhi…prese un bel respiro…e li riaprì.
Ed eccoli, che partivano verso il
tavolo dei professori.
Passo sicuro.
Testa alta.
Finché non arrivarono a
destinazione.
Tutti e sei si voltarono.
E lì, davanti a loro, c’era
Hogwarts intera che li osservava con curiosità e un po’ di sospetto.
Silente superò il tavolo e
raggiunse i ragazzi.
“Bene, sono contento che abbia
accettato di venire signorina Granger. Ora, vi prego di restare in silenzio.
Perché sto per raccontarvi una storia molto, ma molto bella. Ma triste allo
stesso tempo.
Quindici anni fa…anzi…scusate, la
vecchiaia fa brutti scherzi!” gli studenti risero “Come stavo dicendo…venti
anni fa, una giovane ragazza di nome Macy Mendel dette alla luce una bambina. E
qui con noi a testimoniare il fatto, ci sono due persone. I signori Mendel. E
loro vi potranno confermare tutto.”
I due, non molto lontani dal
preside, annuirono.
Silente sorrise.
“Sua madre mi contattò la sera
stessa e mi disse “è la bambina più…meravigliosa del mondo!” Era molto felice.
La voglio chiamare Angelica. Perché io la considero il mio piccolo, grande
angelo.”
Fra gli studenti si levò una voce
che fece una domanda…
LA domanda.
“E il padre? Lui cosa disse?”
Il Preside sospirò affranto.
“Questa è una domanda lecita.
Vedete…il padre, purtroppo, non era lì come ci si aspetterebbe. Lui era
impegnato in… ben altre faccende, se così si può dire. Vorrei potervi dire io
stesso il suo nome…ma non spetta a me farlo. Ma a sua figlia. Sì, perché Angelica
in questo momento è qui. Accanto a me.”
Albus Silente si girò verso la
Caposcuola dei Grifoni, e le sorrise incoraggiandola.
“Su…ce la puoi fare.”
Lei annuì.
Mamma…stammi vicina, ti supplico…
La ragazza prese un bel respiro,
e si fece avanti.
“Ciao a tutti. Lo so…che può
sembrare s-strano, tutto questo. Ma è la pura, e semplice verità. Questi due
signori…non sono i miei genitori. Ma i miei adorati nonni! E-e io…non mi chiamo
affatto H-Hermione Granger. La mia vera identità è…”
Deglutì impaurita.
Draco le si avvicinò prendendole
la mano.
“Ce la puoi fare, piccola.”
Lei guardò tutti quegli studenti
che la guardavano curiosi, in attesa di sapere il resto.
E lei non tardò a farglielo
sapere.
“I-io… Io mi chiamo Angelica. S-Sono
Angelica…Riddle. Mio padre è Tom Riddle. Meglio conosciuto come…V-Voldemort.”
Un grosso mormorio si levò
improvvisamente dagli studenti, che adesso la guardavano con disgusto.
Angelica sentì gli occhi pulsare
terribilmente.
Sento i loro sguardi addosso…sono di
disgusto! Mi odiano tutti…lo sento…
A quel punto, intervenne il
preside.
“Silenzio! Pregherei tutti quanti
voi, di cessare questo mormorio. Se avete delle constatazioni da fare…o delle
domande…potete farlo senza problemi, ad alta voce.”
Le voci si levarono rabbiose dai
tavoli.
“Come ha potuto far entrare la
figlia di Voldemort a Hogwarts?!”
“Quella lì non dovrebbe stare fra
noi! Ci ucciderà tutti!”
“Chi ci dice che non lavora come
spia per conto di suo padre?”
“NO!!”
Hangie non riuscì più a
trattenersi.
La sua rabbia…il suo dolore…la
sua angoscia…si accumularono fino a invaderla totalmente…e la fecero esplodere.
“Io non lavoro per Voldemort! Mi
fa schifo essere sua figlia!! Io lo odio molto più di quanto lo odiate voi.
Lui…ha ucciso la mia mamma…davanti ai miei occhi! E avevo solo tre anni… Voi
non potete neanche immaginare quanta rabbia…e quanto odio…mi siano cresciuti
dentro in tutti questi anni. L’unica cosa che mi ha fatto andare avanti…era il
pensiero della vendetta.”
“Angelica è buona quanto me e
voi.” intervenne Harry “Oramai vi conosco tutti…e so che la cosa che vi riesce
meglio è quella di giudicare…offendere…e ferire…chi vi sembra diverso da voi.
Ma non è questo il caso. Perché Hangie…lei è…la ragazza più dolce e buona al
mondo. E voi la conoscete, in fondo al cuore sapete che ciò che dico è vero.”
“Hangie, continua.”
La ragazza si voltò indietro,
verso Ginny.
“Cosa? Dovrei…i-io non posso…”
“Sì, che puoi. Avanti. Racconta
loro tutto quanto.”
Hangie guardò nuovamente i suoi
compagni che la guardavano male. Che la facevano sentire sporca e malvagia.
“O-ora vi…racconterò la mia
storia. E-e…se alla fine vorrete ancora insultarmi…beh…fate pure.”
“Ma dato che confido molto in
questa scuola, e so che vi si trovano persone ragionevoli…sono convinto che la
storia della povera Angelica vi commuoverà, così come ha commosso me…e tutti
gli altri che l’hanno ascoltata o vissuta.”, disse Silente.
Hangie ringraziò il preside con
un sorriso.
Poi iniziò il suo racconto.
La notte in cui suo padre, Tom Riddle
alias Voldemort, le aveva ucciso la madre davanti agli occhi.
Come era cresciuta assieme ai
suoi nonni, benché le mancasse molto la sua mamma.
Poi raccontò dei suoi 11 anni:
quel giorno in cui la sua vita quotidiana cambiò, poiché suo padre evocò il
diritto di tenerla con sé, e la portò nella sua casa tetra…
Gli anni passati coi Mangiamorte.
I brevi incontri con il Basilisco
Nagini.
In mezzo a tutto questo, raccontò
anche le sue emozioni…lo schifo che provava…la rabbia e il dolore che la
invadevano…
“Nonostante questo, però, ho
continuato ad allenarmi…tutti i giorni…per ore, e ore. Mio padre è malvagio,
questo è vero. Ma posso assicurarvi che l’ho usato bene…ho appreso tutto quello
che mi servirà per batterlo...e ucciderlo.”
E dopo si lanciò nel racconto di
loro due.
Lei e Draco.
I due ragazzini che si guardavano
sospettosi…che si odiavano…litigavano in continuazione…e non trovavano il modo
di andare mai d’accordo!
Disse che i loro padri li avevano
promessi l’uno all’altra ancor prima che nascessero, e che quella decisione le
sembrò inaccettabile perché la trovava troppo crudele.
E svelò anche la vera natura di
Draco, e sua: che loro odiavano i rispettivi padri, che avrebbero dato tutto
quanto in loro possesso per essere nati da padri diversi!
“Io voglio scegliermi da sola il
mio destino. Ed esso non è quello…che mio padre vorrebbe per me. Io sono buona
come voi, credo nella giustizia. Nell’Amore. Nell’Amicizia. Nel trionfo del
Bene. Ho vissuto tanti anni in quel castello, è vero. Nel covo del nemico.
Però, mai e poi mai tutto quell’odio mi ha pervaso. E non permetterò mai che
ciò accada.”
La Sala Grande restò silenziosa.
A quanto pare il racconto era
stato veramente scioccante.
E in fin dei conti…chi non lo
troverebbe scioccante?
Hangie era sempre più agitata e
in ansia.
E si contorceva le mani in attesa
di qualche risposta…un grido di rabbia…di sostegno…qualsiasi cosa!
Quest’attesa mi fa impazzire… Perché
nessuno dice niente? Perché se ne stanno tutti quanti zitti? Mamma, ti prego
aiutami…ho paura…
Intanto, anche Draco pensava fra
sé e sé.
Forse dovrei dire qualche cosa. Non
so…per aiutare i loro pensieri. Far sì che Angelica non rimanga ferita dalle
loro eventuali parole. Ma cosa posso dire?
A un tratto, tutta la scuola si
alzò in piedi.
Tutti e quattro i tavoli.
Hangie temette il peggio…era
diventata un pochino pessimista!
Ecco. lo sapevo. Ora se ne vanno…oppure
peggio…mi lanciano addosso qualche incantesimo!
Ma le cose non andarono affatto
così.
Anzi!
L’intera scuola esplose in un
boato…di applausi!
Hangie non riusciva a credere ai
suoi orecchi…e ai suoi occhi.
“Ma cosa…?”
Silente sorrise, e
inaspettatamente si unì a quell’applauso improvviso.
E con grande sorpresa della
ragazza, pure gli altri professori!
“Grazie…grazie a tutti…”
Draco strinse forte Hangie
sorridendo.
“Hai visto? È andata bene!”
Hangie tirò un sospiro di
sollievo, felice di com’erano andate le cose.
Una figura
incappucciata a cavallo di una scopa si avvicinò alla finestra del dormitorio.
Una voce viscida
sussurrò “alohomora!”.
La finestra si
aprì.
Bene. È qui. Posso
sentire il suo odore di sporca Mezzosangue nell’aria...
Criiick!!
La Caposcuola
dei Grifoni si svegliò non appena sentì il rumore della finestra che si apriva.
Attenta a non
fare rumore a sua volta, prese la bacchetta da sotto il cuscino.
Qualcuno è entrato
dentro al dormitorio!
Pensò che era meglio
non svegliare gli altri: in quanto Caposcuola dei Grifondoro,
era una sua responsabilità proteggere il resto del dormitorio.
Lentamente si
alzò dal letto…alzò la bacchetta davanti a sé pronta a difendersi…
Stava camminando
all’indietro…quando andò a sbattere contro qualcosa.
O peggio…
Contro qualcuno.
“Ma bene…vedo
che non abbassi mai la guardia, signorina Riddle. Questo è un punto a tuo
favore, in fondo…”
No… non ci posso
credere!
Angelica cercò
di rimanere calma e non fargli sentire la sua paura.
“Come ha fatto
ad entrare, signor Malfoy?”
Lui sorrise nel
buio.
“Domanda
inutile, non ti pare? Ti ricordo che sono un Mangiamorte...nonché braccio
destro del Signore Oscuro. Ops, scusa. Per l’esattezza…di
tuo padre. E per me non ci sono porte…o finestre…che possano restare chiuse.”
La ragazza si
voltò impugnando la bacchetta contro l’uomo.
“Sì, so che lei
è il braccio destro di mio padre, e un amico fidato. Allora, mi tolga una curiosità…perché non lo chiama col suo vero nome? Cos’è…ha
paura, forse?”
“Se fossi in te
non sarei così arrogante, signorina. Dovresti essere grata...del fatto che tu
sia ancora qui, viva, a parlarmi. Anzi, devi ringraziare il tuo sangue.”
Angelica mantenne
il suo portamento fiero, cercando di non far trapelare la sua paura.
“Oh, immagino. E
mi dica…cosa la porta qui, se è lecito saperlo?”
Lui la guardò
senza perdere il suo sorrisetto.
“Brava, così va
meglio. Vedi…il fatto è che, benché forse non mi crederai, non mi piace
uccidere la gente…per motivi personali.”
“Beh…mi scusi
tanto se faccio fatica a crederle, signor Malfoy. Mi risulta che lei e mio…” sussultò “…padre, siate i Mangiamorte più spietati, di tutti gli altri.”
Lucius Malfoy
guardò la ragazza con uno sguardo sarcastico e schifato.
Però…bisogna
ammettere che la ragazza ha fegato. Non a caso è figlia di Tom!
“Beh…hai
ragione. Ma resta il fatto che sono qui…per un motivo preciso. E, data la tua
nota intelligenza, puoi ben immaginare qual è. Oppure no?”
Lei scosse la
testa.
“No, signore. Mi
dispiace, non ne ho la minima idea.”
Lui rise
sommessamente, per non svegliare gli altri.
“Beh, devo
ammettere che mi aspettavo di più, dalla figlia di Tom. E…colei di cui mio
figlio si è invaghito.”
La ragazza lo
guardò con rabbia.
“Devo
contraddirla, Malfoy. Il sentimento che c’è fra me e Draco, non è una semplice
cotta, o un’infatuazione. È amore. Un amore vero. Mi spiace tanto che lei non
riesca a capirlo.”
A quel punto, il
Mangiamorte perse la pazienza.
“Tu devi lasciar
perdere mio figlio, sono stato chiaro?! Lui appartiene a me, e a Lord
Voldemort. E tu non sei altro che…”
Ma si fermò.
Angelica abbozzò
un sorriso e gli si fece più vicina.
“Lo dica pure,
avanti. Una presuntuosa ragazzina…questo voleva dire, non è così? È vero. Sarò
anche presuntuosa. Ma sono molto migliore di lei, signor Malfoy.”
Il suo tono era
sprezzante.
A quel punto,
l’uomo tirò fuori la bacchetta e gliela puntò contro.
Era pieno di
rabbia e odio nei confronti della Grifondoro.
“Ti pentirai
molto amaramente di avermi sfidato! Adesso non ci sono i tuoi amici a
difenderti, né tantomeno il tuo caro padre. Anzi, lui sarà lieto di vederti a
terra! Vediamo…cosa sai fare.”
Alzò la
bacchetta in aria e…
“Crucio!”
Nello stesso
istante Angelica gridò “Protego!”, e lo scudo la protesse dalla
Maledizione Cruciatus.
Lucius sogghignò
guardandola negli occhi.
“Però…sai
difenderti bene, vedo…”
Lei rise
sarcastica. “Beh…sono la figlia di Voldemort, lo ha detto pure lei!”
Angelica alzò la
bacchetta contro di lui, e stava per pronunciare un incantesimo quando…Malfoy, inaspettatamente, rimise a posto la sua
bacchetta.
Ma, stranamente,
stava sogghignando.
“Puoi abbassare
la bacchetta. Non intendo più combattere. Ero venuto…per cercare di
convincerti. Però, a quanto vedo…non ci sono riuscito. Beh, come dire? Mi
arrendo!”
Scoppiò a ridere
e si allontanò.
Fa sul serio…se ne
sta veramente andando…
La ragazza si
lasciò convincere del fatto che l’uomo se ne stesse andando davvero…
Ma, purtroppo,
commise un colossale errore!
Nel momento in
cui riabbassò la bacchetta, soddisfatta di se stessa, e si voltò…
“Ah, dimenticavo
una cosa…”, disse Malfoy.
Angelica si
voltò mentre l’uomo le lanciava uno sguardo di rabbia, e poi…
“Imperio!”
La ragazza vide
un fascio di luce rossa…e un attimo sentì la testa vuota…leggera…
Poi una voce…
La voce di
Lucius Malfoy.
“Molto bene, signorina
Riddle. Adesso sei in mio potere. Avrei potuto benissimo ucciderti…ma non
voglio sporcarmi le mani. Sarai tu stessa a ucciderti. Ovviamente sotto
mio ordine.”
La povera
ragazza dei Grifoni non riusciva a pensare…a reagire…era totalmente sotto il
potere del Mangiamorte, che ora rideva soddisfatto.
“Molto bene.
Noto con piacere che non provi neanche a reagire. Brava, soffrirai di meno. Seguimi. Scendiamo in sala comune.”
Angelica seguì
Malfoy giù per le scale, fino al piano di sotto Il fuoco era spento, e la sala
comune deserta e fredda.
In quel momento,
nel dormitorio, una ragazza dai capelli rossi si svegliò.
Mi è sembrato…di
sentire la voce di Angelica…
La ragazza si
alzò dal suo letto, avvicinandosi a quello dell’amica…e lo vide vuoto.
“Angelica?”,
sussurrò.
Nessuna
risposta.
Forse è scesa giù in
sala comune.
Questo
presupposto veniva dal fatto che spesso la Caposcuola, non riuscendo a dormire
per svariati motivi, scendeva giù sedendosi nella sua poltrona davanti al
fuoco, a pensare.
La rossa,
allora, attenta a non far rumore per non svegliare gli altri, uscì dal
dormitorio e scese giù nella sala comune.
E lì, al centro,
vide…
Angelica? Ma cosa
sta facendo? si
nascose dietro il muro, e guardò di nuovo l’amica. Ha uno sguardo strano…comese…
Scese di un paio
di scalini, e non appena vide chi c’era davanti a lei…un
lampo le passò per la testa, e la scioccò.
LuciusMalfoy!!!
Oddio…no! Devo fare qualcosa…
Il suo sguardo
si posò sulla porta del dormitorio maschile.
Harry! Devo
avvertire Harry…eRon…eDraco!!
Era la prima
volta che si Smaterializzava…e aveva paura di non farcela.
Ma quando vide Angelica
con gli occhi vacui…e Malfoy che sogghignava…
Chiuse gli
occhi, si concentrò…
Aperti gli
occhi, si ritrovò nel dormitorio maschile!
Ce l’aveva
fatta!
Intanto, nella
Sala Comune…
Lucius si mise a
girare intorno a Angelica, sempre ridendo ironico.
“Beh, in effetti
non saresti neanche tanto male… Resta il fatto che sei una traditrice. Cerca di
capire…mio figlio si merita di molto meglio. E tuo padre è rimasto deluso.”
La mente della
povera Angelica era completamente vuota…senza pensieri…e senza la benché minima
reazione…
Lucius sorrise
soddisfatto.
“Molto bene. La
nostra piccola conversazione è finita. Adesso è giunto il momento che la tua
vita finisca, non concordi? Saresti solo un peso, per Draco.
Prima o poi ti scaricherebbe per una ragazza cento volte migliore di te…e tu ne
soffriresti. Meglio evitare, non sei d’accordo? E poi, te l’ho già detto, tuo
padre ti vuole…morta.” sogghignò.
“Cosa devo
fare?”, disse Angelica con voce soffusa e debole.
“Apri la
bacheca…e prendi in mano la spada di Grifondoro. Muoviti!”
La ragazza
obbedì: si avviò con passo lento verso la bacheca di vetro che si trovava in un
angolo della sala comune…e prese in mano la spada di Godric Grifondoro.
Lucius continuò
a sorridere malignamente.
“Bene…davvero
molto bene. E ora…impugnala per bene...e ucciditi.”
Al piano di
sopra…
“Harry! Ron!
Svegliatevi, presto!!”
I due ragazzi,
sentendo la voce di Ginny, si svegliarono di botto.
Harry si alzò
velocemente a sedere.
“Amore…cosa
c’è?”
“Ginny! Perché
mi hai svegliato così presto?” le chiese Ron “E-e…perché sei così agitata?”
Ginny si mise a
piangere, spaventata.
“Angelica…Malfoy…”
“Draco? Che è
successo, hanno litigato?”, chiese Ron.
Lei scosse la
testa piangendo violentemente.
“NO! Non
Draco…sto parlando di suo padre! PRESTO!”
Harry a quel
punto era sveglissimo.
“Cosa succede,
Virginia? Che centra…”
Ginny a quel
punto scoppiò a piangere a dirotto, come una fontana.
“LUCIUS MALFOY
E’ DI SOTTO!! HA POSTO ANGELICA SOTTO LA MALEDIZIONE IMPERIUS! Credo che…che
voglia farla suicidare!!”
Harry e Ron si
alzarono di tutta fretta dal letto e tirarono fuori le bacchette.
Corsero verso la
porta…
“Coraggio, Riddle…fa
come ti ho detto. Ammazzati! ORA!”
Angelica impugnò
la spada per l’elsa…
I tre ragazzi
iniziarono a correre ancora più veloce…
Sollevò la
spada…
I tre si
precipitarono sulla porta…
La puntò verso
il suo petto…
“ANGELICA!!
NOOO!!!!”
Harry alzò la
bacchetta verso la spada…
“Expelliarmus!”
Lucius Malfoy
tirò fuori la sua bacchetta, rimessa a posto.
Ron guardò il
Mangiamorte con rabbia e odio.
“Malfoy,
lasciala stare!”
Lui ringhiò di
rabbia verso il rosso.
“Non me ne andrò
senza aver ucciso questa sporca Mezzosangue.” puntò la bacchetta verso la spada
caduta a terra “Accio spada!” e una
volta che l’ebbe avuta tra le mani…la lanciò verso Angelica!!
Harry si lanciò
gridando verso l’amica.
La spada roteò
per aria…si avvicinò pericolosamente a Angelica…
“NOOO!!!”
Harry si lanciò
in avanti, cercando di intercettare la spada…
Ma non riuscì a
far sì che non colpisse la ragazza!
La spada la
colpì proprio vicino al cuore!!
Ginny si lanciò
verso l’amica a terra, in lacrime.
“ANGELICA!!”
Harry cadde a
terra con l’amica tra le braccia.
Ron invece puntò
la bacchetta verso Lucius…che però sparì subito.
In pochi
secondi, la sala comune dei Grifondoro si riempì degli studenti, e arrivarono
di corsa anche i professori, guidati da Silente.
I Grifondoro
iniziarono a correre per tutta la scuola…
La voce
dell’attacco di Malfoy a Angelica girò per tutta Hogwarts…
E arrivò alla
Casa dei Serpeverde.
“Non è
possibile…come ha fatto ad entrare?!”
Il
chiacchiericcio si sparse anche fra gli studenti della Casa sotterranea.
“Che succede,
qui? Perché tutta questa confusione?”
Il biondino si
fece largo fra i vari studenti che si accalcavano verso l’uscita.
“Insomma…qualcuno
mi dice cosa è successo?”
Mentre passava
fra due ragazzine di prima, sentì finalmente cos’era successo…
“Hai sentito?”
“No, mi sono
appena svegliata. Che è successo?”
“Lucius Malfoy è
entrato nel dormitorio femminile dei Grifondoro!”
“Noo…e cosa è
successo?”
“Una studentessa
è rimasta ferita gravemente!”
Draco sentì il
cuore che accelerava…sempre di più…
Andò verso
l’uscita con tutti gli altri, cercando di sapere il nome della ragazza.
Fa che non sia
lei…ti prego…
“Ehi! Fermi!
Dico a voi, di prima…vi ho detto di fermarvi!”
Due ragazzini di
prima si fermarono al suo ordine.
Lui si avvicinò
col cuore a mille…
“Chi è? Qual è
il nome…d-della ragazza ferita?”
Loro lo
guardarono, spaventati dalla reazione che sapevano avrebbe avuto.
Uno dei due si
fece coraggio…
“Si tratta…di Angelica.”
Il cuore di
Draco si fermò completamente.
“No…”
Iniziò ad
allontanarsi mentre le lacrime gli rigavano il viso.
“Non è
possibile…no…”
Andò a sbattere
contro qualcuno, ma non se ne curò.
Finché non sentì
la voce di un ragazzo di Serpeverde, troppo a posto per esserlo. Blaise Zabini.
“Draco!”
“Dov’è? DOV’è ANGELICA?!”
Il ragazzo era
in ansia, vedendo l’amico così, ma mantenne la calma.
“L’hanno portata
in Infermeria. Draco…”
Ma non fece in
tempo a dire nulla, perché il biondino partì come un razzo.
Verso
l’Infermeria.
Non riusciva più
a pensare…la sua mente era in preda alla disperazione…
Angelica… Ti prego,
non morire! Angelica!!
Intanto,
nell’Infermeria, la Maledizione Imperius era svanita lentamente, e Angelica
sebbene in preda al delirio, a qualcosa riusciva a pensare…
Anzi, aqualcuno.
Draco…amore mio,
dove sei? Non mi lasciare…corri da me, ti prego…
La porta
dell’Infermeria sbatté violentemente.
“ANGELICA!!”
Harry andò
incontro all’amico, piangendo.
“Draco,
finalmente! Angelica…”
Il biondino
corse verso il letto attorno a cui erano riuniti i professori e alcuni
studenti.
“Angelica…amore
mio…”
Le si avvicinò
prendendole la mano e baciandogliela.
“Amore…ti prego,
non lasciarmi. Ho bisogno di te, principessa! Sei il mio angioletto, sai che senza
di te non posso vivere…ti prego reagisci, non mollare!”
È lui! Oh, amore…sei
venuto da me…
Gli occhi di Angelica
si aprirono lentamente…
“Dra…Draco…”
Lui le strinse
forte la mano, e si chinò su di lei baciandole la fronte.
“Sono qui.
Angelo mio, sono qui, vicino a te…non ti lascio…”
Ron guardò Draco
con rabbia.
“Draco…io non ce
l’ho con te. Ma lo sai chi è stato? Eh?!”
Lui annuì, con
lo sguardo ricolmo di odio.
“Sì…lo so. È
stato mio padre! Ma la pagherà molto cara…devi credermi.”
Angelica tossì e
gridò subito di dolore.
“Fa male!!
Aiutatemi…qualcuno mi aiuti…sto male…”
“Non si deve
agitare, signorina Riddle. Vedrà…la rimetterò a nuovo.”, disse Madama Chips.
Il professor
Silente sorrise alla ragazza.
“Angelica…non
agitarti, non fai che peggiorare la tua situazione. E dimmi, piuttosto…ricordi
cosa è successo questa notte?”
Angelica chiuse
gli occhi per ricordare…
“Sì… Verso le
tre h-ho…sentito un rumore. Una finestra c-che veniva aperta. A-allora ho
tirato fuori la mia bacchetta…mi sono a-alzata…e ho scoperto che dentro a-al dormitorio era entrato…LuciusMalfoy.”
Parlare le
costava uno sforzo notevole.
La McGranitt
guardò il preside con uno sguardo implorante.
“Albus…non
potremmo rimandare il…”
Angelica scosse
la testa.
“No! Io…voglio
raccontare tutto…o-ora. Allora, io e…il signor Malfoy, abbiamo…discusso. Mi ha
detto c-che dovevo…lasciar perdere Draco, e…e che mio…padre…mi vuole morta,
perché…è deluso. Mi considera…una traditrice.”
Il biondino in
questione strinse il pugno libero.
“Lurido
bastardo…”
“Io ovviamente
non…non ho accettato quello che mi stava chiedendo. E lui si è arrabbiato.
Quando stavo…per… I-io ho alzato la mia bacchetta…per lanciargli un
incantesimo. Ma lui ha rimesso…la sua a posto. E-e io…sono stata una stupida!
Dovevo immaginarlo che…c-che quello era uno sporco
trucco…s-solamente per farmi abbassare l-la bacchetta! E così…mi ha lanciato la… la Maledizione Imperius.”
Prese un respiro
e cercò di lottare contro il dolore.
“Da questo
momento…n-non ricordo…più niente. Non ho memoria…di ciò c-che è accaduto.”
Ginny
intervenne.
“Io ho sentito
la voce di Angelica. Così mi sono alzata, e…quando non l’ho vista nel suo
letto, io ho…pensato di scendere giù in sala comune. E lì ho visto…”
“Cos’hai visto,
Ginny?”, le chiese il professor Lupin.
Lei tirò su col
naso.
“Ho visto Lucius
Malfoy…e lì davanti c’era Angelica…con lo sguardo perso nel nulla… E così ho
capito. Era sotto la Maledizione Imperius. E mi sono Smaterializzata nel
dormitorio maschile. Harry e Ron erano gli unici…che potessero fare qualcosa.”
“Sì, è arrivata
nel dormitorio…e non appena ci ha avvisati di ciò che
stava succedendo al piano di sotto, noi siamo corsi ad aiutare Angelica.”,
disse Ron piangendo.
“Già… Ma
purtroppo, quel farabutto di Malfoy ci ha presi alla sprovvista. E dopo aver
lanciato l’Incantesimo d’Appello sulla spada di Grifondoro…l’ha lanciata contro
Angelica.”, disse Harry.
Draco strinse
forte la mano della sua ragazza.
“Oddio…è tutta
colpa mia…”
Improvvisamente,
sentì la mano della ragazza che stringeva forte la sua.
“No…amore
mio…non è colpa tua. I-Io ti amo…non piangere ti prego…ho bisogno di te…n-non puoi
andare…ho bisogno di te…”
Draco non
riusciva a smettere di piangere.
“Cosa intendi?”
Angelica si mise
a piangere ininterrottamente.
“Non mi lasciare…lo so c-che adesso stai pensando di lasciarmi…p-per non mettermi ulteriormente in pericolo. Non
farlo…t-tisupplico…senza
di te n-non ce la faccio a vivere! Resta con me, Draco…non mi puoi lasciare. E
poi, a-abbiamo già affrontato questo tipo di pericolo, n-no? Draco…sei l-la mia forza…la mia
aria…tu…”
Draco non la
fece finire.
Le diede un
bacio pieno d’amore.
Poi le sorrise
carezzandole dolcemente i capelli.
“Io non ti
lascio, Angelica. Né ora, né mai. Perché senza di te non posso vivere, lo sai.
Io ti amo da morire, principessa. Credi davvero che potrei mai lasciarti? No.
Tranquilla!”
Madama Chips si
avvicinò con un sorriso d’incoraggiamento.
“Signorina Riddle…devo
disinfettare la ferita. E richiuderla. Coraggio, non le farò tanto male.”
Angelica, che era
odino fobica (l’odinofobia è la paura del dolore), tremò di paura.
“Io…ho paura!
Draco…resta qui…non andartene, amore…tienimi la mano…ti scongiuro!”
Il ragazzo
sorrise e si mise a sedere dietro di lei, sul letto.
“No, che non me
ne vado. Io non ti abbandono, Hermy. Resterò con te, lo giuro.”
Lei sorrise, più
tranquilla.
“Harry. Ron.
Ginny. Luna. Voi resterete qui, non è vero?”
I quattro
ragazzi annuirono con un sorriso.
Angelica prese
un grosso respiro, e guardò la professoressa infermiera.
“Madama
Chips…esegua pure.”
“Così la voglio,
signorina Angelica. Forte. E determinata a farla pagare a suo padre, e a quel…”
Lanciò uno
sguardo a Draco, che sorrise.
“Può dirlo,
Madama Chips. Io odio mio padre…lo infami pure quanto vuole, quel verme!”
Lei annuì
ridendo.
“Finalmente è
rinsavito, signorino Malfoy! Non ci speravo più… Menomale che si è innamorato
della nostra signorina. Lei, sì, che la aiuterà sempre. Il vostro amore…salverà
entrambi.”
I due ragazzi
sorrisero stringendosi forte la mano.
E
l’operazione iniziò…
***
“Ecco
fatto! Adesso, signorina Riddle, tutto quello che deve fare è riposare.
Mi raccomando, non si deve sforzare, sono stata chiara? Riposo assoluto.”
Poi guardò il
biondino seduto accanto alla ragazza.
“Signorino
Malfoy, mi affido a lei perché la ragazza rispetti l’ordine. E anche a voi.”,
disse poi a tutti gli altri amici intorno al letto.
“Ci conti,
Madama Chips.”, rispose Ron.
“Vedrà…Angelica
non si muoverà neppure di un millimetro!”, aggiunse Ginny con un sorriso.
“Noi la serviremo
in tutto e per tutto. Giusto, Draco?”, disse Luna.
Il ragazzo annuì
con un largo sorriso.
“Giustissimo, Luna.
Non si preoccupi…la mia principessa resterà ferma a letto per tutto il tempo
necessario alla sua guarigione.”
Alché si
avvicinò Harry, che prese l’altra mano della sua migliore amica.
“Madama Chips,
deve stare tranquilla. Angelica Riddle rimarrà a letto…ferma…a riposare. E di
sicuro non protesterà neppure una volta. Dico bene, Hangie?”
La ragazza, che
si stava lentamente addormentando per la stanchezza, annuì sorridendo.
“Agli ordini,
capo!”
La presa sulla
mano di Draco lentamente si allentò…
“Amore…resterai
qui, vero?”
Draco guardò
l’infermiera con uno sguardo supplichevole.
“Se Madama Chips
me lo consente…”
Angelica si
voltò verso la donna.
“Oh…la prego,
Madama Chips…gli permetta di restare…”
Madama Chips
sospirò.
“Beh…se il
preside è d’accordo…non vedo perché non potrebbe restare qui.”
Silente si
strinse nelle spalle.
“Non ci sono
problemi, per me. Resta pure quanto vuoi, Draco.”
Il ragazzo
sorrise contento.
“Vi ringrazio!
Mi sistemo nel letto accanto, amore. Se mi vuoi…sono qua.”
Lei scosse
lentamente la testa.
“No…qui…dormi
nel mio letto, Draco. Voglio…sentirti vicino…”
Il biondino
scosse la testa sorridendo.
“E va bene, Hangie.
Resterò nel tuo letto…sempre che Madama Chips non si scandalizzi troppo.”
La donna li
guardò e se ne andò sbuffando.
Draco e gli
altri scoppiarono a ridere, mentre il ragazzo s’infilava sotto le coperte
accanto alla sua adorata fidanzata.
Angelica si
voltò sul fianco sano, e si accoccolò contro di lui.
Sorrise, felice.
Mi sento già molto
meglio, così…fra le braccia del mio Draco.
Silente notò il
sorriso della ragazza, e sorrise a sua volta.
“Noto con
piacere, che adesso va molto meglio…vero, Angelica?”
Draco abbassò lo
sguardo…e sorrise.
Poi la strinse
non troppo forte, per non farle male, baciandole i capelli e accarezzandoglieli
con dolcezza.
“Ti amo, Angelica.”
“Ti amo anche
io, Draco. Tanto.”, rispose lei.
“Beh…direi che è
l’ora di andare. Che dite? Meglio lasciare Angelica riposare…tra le braccia del
suo adorato Draco.”, disse Silente uscendo dall’Infermeria.
Tutti gli altri,
pian piano, lo seguirono.
Mentre si
allontanavano, auguravano tutti buona guarigione alla ragazza, con un sorriso,
e inoltre si raccomandavano tutti che si riguardasse.
Angelica e Draco
rimasero da soli.
Il ragazzo le
diede un piccolo bacio e le sorrise.
“Dormi,
angioletto. Io resto qui…non me ne vado, sta tranquilla. Dopotutto…ho sonno
anche io!”
Lei rise.
“Beh…è naturale.
Tutta questa confusione ti avrà fatto dormire poco!”
Si accoccolò
ancora di più contro di lui, fra le sue braccia. E gli prese la mano
stringendola forte.
“Buonanotte…ghirotto!”
Lui rise.
“Ghirotto? Osi
forse dire che sono pigro?”
Lei annuì.
“Oh, sì. Eccome
se lo sei!”
I suoi occhi
lentamente si chiusero…
Lui sorrise
carezzandole con amore i capelli.
“Hai proprio
ragione! Buonanotte anche a te…micietta.”
Dopo
quattro giorni, Angelica uscì dall’Infermeria come nuova.
“Angie!!!”
Ginny
si buttò al collo dell’amica.
“Come
ti senti? È tutto a posto?”
Lei
sorrise.
“Sì,
Ginny. Grazie, sto bene.”
“Ciao
Her…Angie.” Ron sorrise “Scusami! Mi devo abituare a chiamarti col tuo vero
nome, ma…non ci metterò tanto!”
Hangie
rise.
“Oh,
non ti devi angosciare così! Vedrai, col tempo ci farete l’abitudine. Lo so, all’inizio
sarà difficile, ma vi prego…di non trattarmi in modo diverso.”
Harry
sorrise, e la abbracciò.
“Nessuno
di noi ha mai neanche lontanamente pensato di trattarti in modo diverso,
Angelica. Noi ti vogliamo bene. Non ti abbandoneremo mai, e questo ricordatelo
sempre.”
“Ci
state trattando in modo meraviglioso, vi ringrazio.”, disse una voce dietro di
loro.
Il
biondino si avvicinò con un largo sorriso.
“Io
temevo che Hermione…anzi, Angelica…avrebbe perso i suoi amici, e che sarebbe
stata male. Ma fortunatamente, voi le volete ancora bene!”
“Beh,
vogliamo bene anche a te.”, disse Luna alzando le spalle.
Draco
le sorrise.
“Ti
ringrazio, Luna! È una bella cosa, quella che hai detto.”
In
quel momento suonò la campanella.
Ron
tirò un sospiro di sollievo.
“Menomale…anche
le lezioni, per oggi, sono finite!”
“Ron,
ti ricordo che abbiamo gli esami.”, disse Angelica scotendo il capo.
Ron
sospirò.
“Oh,
beh…perlomeno, ha mantenuto il suo caratterino irascibile!”
Hangie
gli tirò una botta sulla spalla.
E
gli fece una linguaccia.
“Molto
spiritoso, Ronald! Davvero una bella battuta!”
Draco
si allontanò dal gruppetto.
“Coraggio,
ragazzi. Andiamo a riposare un po’. Ci troviamo dopo, ok?”
Baciò
appassionatamente la sua ragazza sorridendole.
“A
più tardi, principessa.”
“A
dopo, amore”
***
“Accidenti!
Mi sono scordata che domani la McGranitt interroga! E non ho aperto neppure un
libro, in tutti questi giorni!!”
Ron
fissò la sua migliore amica a bocca aperta.
“Hangie…ma
lo sai che con questa frase mi hai totalmente sconvolto!? Non puoi dirmi una
cosa del genere…così!”
Angelica
scoppiò in una risatina.
“Suvvia,
Ronald! Non crederai mica che mi piaccia studiare tutto il giorno? Niente
affatto! Più sto lontana dai libri…meglio passa la mia giornata.”
Detto
questo si alzò dalla sua poltrona in sala comune.
“Sì,
certo. Lo studio è molto importante per formare il carattere di una persona.
Però, ci sono anche altre cose…molto più importanti.”
“E
una di queste è l’amore, giusto?” intervenne Harry.
“E
soprattutto un biondino di nostra conoscenza…che inizia con la D.”
Angelica
fece una piccola linguaccia.
“Se
non sbaglio anche tu hai la tua distrazione ‘personale’. Inizia con la G…è una
delle due mie migliori amiche…e guarda caso, sta arrivando!”
La
porta del dormitorio dei Grifondoro si aprì.
“Ragazzi,
siete ancora chiusi qui? Fuori c’è un sole che spacca le pietre! E il tempo è
semplicemente…meraviglioso.”
Baciò
con passione il suo ragazzo, che ricambiò.
Angelica
scosse la testa, e corse su per le scale a rimettere i libri.
“E
ora? Visto che persino Angelica si è stufata di starsene rinchiusa qui, sui
libri…che si fa?”
“Io
vado dal mio ragazzo.”, disse la voce della Caposcuola da in cima alle scale.
Ron
si alzò.
“Beh,
se non ti dispiace vengo con te.”
“Ma
certo! È naturale, visto che anche la tua ragazza è di Serpeverde.”
Ron
avvampò di colpo.
Angelica
scoppiò a ridere.
“Andiamo,
su!”
“Noi
vi aspettiamo fuori, ok?”
“Beh,
veramente…Ginny, io e Draco pensavamo di…starcene un po’ da soli…”
Harry
sorrise.
“Non
preoccuparti, Hangie. Ci vediamo più tardi.”
Ginny
fece un occhiolino all’amica e ammiccò.
“Dimmi
un po’, Hangie…cosa farete oggi?”
La
ragazza sorrise.
“Abbiamo
una lezione…”
Ron
la guardò a dir poco stupefatto.
“Ma
oggi non è giorno di lezioni! Che diavolo vai blaterando?”
Angelica
gli fece l’occhiolino.
“Lo
so, ma…è una lezione molto…molto particolare.”
***
Toc
toc.
“Sì,
avanti. Chi è?”
Angelica
si avvicinò al biondino seduto su una sedia a lucidare la sua scopa.
Ed
iniziò a fargli un piccolo massaggio.
“Beh,
magari…una ragazza bisognosa d’amore…”
Draco
lasciò a terra la sua scopa, e si rilassò sotto gli effetti di quel massaggio.
“Sei
bravissima…dove hai imparato a fare i massaggi così bene?”
Angelica
sorrise fra sé e sé.
“Me
l’ha insegnato mia cugina. È una massaggiatrice eccellente.”
Poi
girò intorno alla sedia, e si fermò davanti al bel Serpeverde.
Si
chinò…e gli diede un bel bacio.
“Buongiorno
principessa.”
“Pronto
per la nostra lezione?”
Draco
la guardò curioso.
“Lezione?
Pensavo che oggi non ci fosse nessuna…”
“Oh,
infatti. Questa è una lezione speciale. Io sarò l’insegnante…e tu l’alunno.”
Draco
era sempre più sorpreso.
“Ah
sì? E ditemi…professoressa…a cosa devo questa lezione speciale?”
Angelica
tornò da lui, e si sedette sulle sue ginocchia.
“Ricordi
che un mesetto fa? Quando litigammo, perché dicesti che era meglio se non mi
avessi dichiarato i tuoi sentimenti? Dicesti…che il motivo era tuo padre. E che
non volevi mettermi in pericolo.”
Draco
sospirò.
“Sì,
ricordo. Ammetto che forse sono stato avventato, però…in fondo…lo penso anco…”
Un
bacio fermò le sue parole.
“Shh.
Non dire altro. È per questo che ho deciso di fare questa lezione speciale.”
La
ragazza si alzò dalle sue ginocchia.
“Che
aspetti? Andiamo!”
Draco
sospirò e si alzò dalla sedia, seguendola.
Poi
si fermò.
“Ehi,
ma…ancora non mi hai detto la cosa più importante. Lezione di cosa?”
Angelica
si avvicinò a lui…
E
gli prese la mano.
E
sorrise.
“Già,
scusa! Sono…lezioni d’amore.”
E
lo baciò.
“Forza,
muoviti!”
Draco
la guardò con un sorriso.
Sì,
insegnami come amare…soltanto tu puoi farlo, angelo mio.
***
La
Stanza delle Necessità, come Angelica si aspettava, era vuota, e tutto era
esattamente come lei lo aveva preparato e lasciato il giorno prima: le pareti
erano azzurre, con nuvole bianche dipinte sul soffitto. C’era un piccolo divano
in fondo alla stanza, e tutto intorno fiori, e candele a mezz’aria; il tocco di
Angelica, erano i palloncini a forma di cuore che svolazzavano di qua e di là
per tutta la stanza, che fecero sorridere Draco.
“Beh?
Che ne dici di come l’ho sistemata?”
Il
biondino fece un giro per osservarla meglio, e scoppiò a ridere.
“Amore,
è…bellissima. Proprio come te.”
Le
si avvicinò e la abbracciò forte per poi darle un bel bacio colmo d’amore.
La
ragazza gli sorrise, poi si staccò.
“Ehi.
Dobbiamo fare lezione, ricordi? Da bravo amore, mettiti seduto sul divano.”
Il
ragazzo obbedì.
“D’accordo,
ci sono. Cominci pure, professoressa.”
Angelica
lo guardò e gli fece una piccola linguaccia, prima di sistemarsi sulle sue
ginocchia.
“Ehi,
ma…io credevo che avremmo fatto lezione. Lo sa come si chiama, questo? Abuso su
un proprio alunno!” e rise.
“No
è affatto vero! Certo, che facciamo lezione. Iniziamo subito.”
Si
sistemò meglio a sedere sulle sue ginocchia, e sorridente iniziò la sua lezione
d’amore.
“Allora...
Primo. Amore, significa rispetto. Non devi offendere, o ferire, una persona che
dici di amare, non pensi? Fino a qui tutto chiaro, credo. E poi, bè poi…ci
vuole fiducia. Reciproca. Se ami una persona, devi fidarti di lei per tutto
quanto. Non escluderla da niente.”
“Io
non affatto intenzione di…”
“Silenzio
in aula. Devo ancora finire di spiegare. Signorino Malfoy, è pregato di
starsene zitto e farmi finire. Altrimenti…nota disciplinare.”
Draco
guardò la sua ragazza ridendo. Poi fece finta di essere dispiaciuto.
“Ha
ragione professoressa, mi scusi.”
Angelica
annuì soddisfatta.
“Benissimo,
così va meglio. Dove eravamo rimasti? Ah, sì. Rispetto e fiducia. Ma non sono
le uniche cose che ci devono essere in amore.”
Lentamente
iniziò a slacciargli i bottoni della camicia.
“Quando
stai con una persona, non devi soltanto essere suo amante…ma anche suo amico.
Intendo un amico sincero. Il dialogo è la chiave dell’amore, e ricordalo
sempre.”
Draco
annuì guardandola dritto negli occhi.
“Ogni
volta che ci sarà un problema…anche il più stupido...parliamone, ok? Perché io
non voglio…che fra noi ci siano segreti. Sei d’accordo?”
Draco
vide gli occhi della ragazza insicuri, pieni di insicurezza.
Le
prese improvvisamente il viso fra le mani, e le fece un bel sorriso.
“Sono
più che d’accordo, amore mio.”
E
le diede un bel bacio sulla fronte.
“Draco.
Ascoltami bene. Non dire mai più le cose che hai detto quel giorno, ok? Io non
ho paura di loro. Cioè…sì, un po’… Ma tu sei la mia forza. Se ci sei tu, con
me, io sono certa che riuscirò a batterli. E potremo finalmente stare
insieme…ed essere felici.”
Il
ragazzo la guardò e le accarezzò dolcemente i capelli.
“Perdonami
per quelle parole, principessa. Non accadrà più una litigata come quella, te lo
posso promettere. Saremo sempre uniti. Insieme…per sempre.”
Lei
gli diede un piccolo bacio, sorridente.
Il
suo sguardo si posò sul petto del ragazzo.
Era
da mozzare il fiato!
Era
vero che avevano già fatto l’amore, ma…ogni volta che lui la sfiorava…la
baciava…o la accarezzava con quella dolcezza tipica di Draco…lei si sentiva in
paradiso.
La
faceva stare bene. Le faceva sentire di essere protetta, al sicuro.
Sorrise.
“La
nostra lezione è finita. Adesso non sono più la professoressa…e tu non sei più
l’alunno.”
Draco
capì immediatamente le intenzioni della ragazza.
Sorrise
anche lui.
“Beh,
allora…io avrei un’idea sul cosa fare…”
Le
sue dita si posarono sui bottoni della camicetta di lei, e delicatamente iniziò
ad aprirli uno dopo l’altro…lentamente…
“Draco…e
se entrasse qualcuno?”
Lui
avvicinò il naso ai suoi capelli ricci e annusò a fondo il suo profumo…
“Lo
sai che non è possibile…lo sai molto meglio di me…”
“Ma…”
Draco
sorrise e gli venne in mente il modo più dolce per convincerla…
Lui
conosceva molto bene il suo punto debole…
Iniziò
a baciarla sul collo…
Dolcemente…
Angelica
tirò un sospiro…erano giorni che non si sentiva così appagata…
Oddio…lo
sa che il collo è il mio punto debole…vorrei smettere, ma…mi sento così bene…
Draco
sentì che la ragazza si stava pian piano abbandonando fra le sue braccia…
Lasciati
andare…così…
“Sapevo
che avresti ceduto. Il collo è il tuo punto debole…vero, amore? Non
preoccuparti, qui non ci disturberà nessuno.”
La
ragazza si abbandonò sempre di più fra le braccia del suo amato…
Lasciò
che la sollevasse in piedi…
Poi
tirò giù la cerniera della gonna…e lentamente gliela sfilò…
La
bella Grifondoro gli sfilò la camicia…la sfilò lentamente da spalle e
braccia...
Poi
Draco fece scivolare le sue mani dietro la schiena della ragazza...e le slacciò
il reggiseno.
Quello
ricadde a terra mischiandosi con gli altri vestiti.
Draco
allora la baciò.
La
prese in braccio portandola verso il divano.
Ve
la posò delicatamente.
Angelica
si tirò su a sedere e lo guardò intensamente.
Abbassò
lo sguardo e le sue mani si posarono sui pantaloni di lui.
Slacciò
lentamente la cintura…
Tirò
giù la cerniera e tolse il bottone dalla sua asola…
I
pantaloni caddero a terra.
Angelica
prese le sue mani e lo portò giù.
Poi
lo baciò.
E
togliendo gli indumenti intimi…fecero l’amore.
Proprio
lì, su quel divano.
E
si addormentarono felici, l’una nelle braccia dell’altro.
Pure
in un castello di nostra conoscenza, a pochi chilometri di distanza.
Voldemort
era seduto sulla sua poltrona davanti al fuoco acceso.
“Dimmi,
mio fedele amico. È tutto pronto?”
Dall’ombra
spuntò il viscido braccio destro del Signore Oscuro.
“Sì,
mio Signore.”
“E
tu, come ti senti?”
“Beh,
sono contento…ovviamente. In un modo o nell’altro, era naturale che il mio
erede sarebbe tornato da me. Da noi.”
Voldemort
sorrise.
“Bene.
Avrei voluto farlo in un altro modo, ma… L’unico con cui possiamo riuscire, è
colpirlo nel suo punto debole.”
“Già…tua
figlia.”
Un
piano ben congeniato, il loro.
E
fra poco ne verrà svelata la trama.
***
Ore
16:00.
“Harry!
Per caso hai visto in giro Hangie? Non riesco a trovarla da nessuna parte.”
Lui
fece finta di nulla.
“No,
Draco. Non vedo Hangie da…ieri, mi pare. Sì, era ieri sera a cena. Ginny, tu
dormi nella stessa stanza.”
La
rossa scosse la testa.
“Mi
spiace! Purtroppo neanche io l’ho vista. Ieri sera, io e Luna siamo state in
biblioteca fino a tardi per studiare. Sai, Piton quando ci si mette…” sospirò
“Comunque, appena ho visto il letto ci sono ‘caduta’ sopra, e mi sono
addormentata!”
Dove può
essere andata? si
chiese Draco.
Nessuno
sapeva che Angelica, senza dire niente (a parte a Harry), se n’era andata dai
suoi adorati nonni.
Aveva
bisogno di pace…starsene lontana dalle domande dei suoi compagni su come fosse
abitare nel castello di Riddle…com’erano i Mangiamorte visti da vicino…
Inoltre,
doveva pensare a una proposta fattale dal Preside.
L’unici
a saperlo erano Silente ed Harry.
E Tom.
Aveva
creato un collegamento con il camino del Preside.
C’era
riuscito soltanto quella volta, ma contava di riuscirci ancora.
Così
aveva saputo della ‘gitarella’ di Angelica.
Non
aveva capito dove sarebbe stata tutto il giorno, ma l’importante, per lui, era
sapere che non era nel castello. E soprattutto che Draco non sapeva dove fosse.
E
che era in ansia.
***
Draco
era nel suo dormitorio. Era appena rientrato, voleva cambiarsi per la cena.
Sbang!
La
finestra del dormitorio fu spalancata da un bel Gufo Reale.
Ciak.
Il Gufo di Draco Malfoy.
“Ciak!
Sono già le otto di sera! Com’è che rientri a quest’ora? Dove sei stato
finora?”
Il
Gufo aveva nel becco un messaggio arrotolato.
“Chi
mi scrive?”
Srotolò
il pezzo di carta e lesse.
Il
sorriso del biondino si spense improvvisamente.
Divenne
rosso di rabbia.
Corse
verso il suo baule, tirò fuori la sua scopa e volò fuori dalla finestra.
Sul
pavimento, il biglietto aperto…
Ho preso la tua
amata Angelica.
Se vuoi
rivederla, vieni alle 21 sotto il salice vicino al castello del Signore Oscuro.
Tuo padre
Lucius Malfoy
***
Arrivò
sotto il salice alle 21 in punto.
“Padre!
Vieni fuori! Se le hai torto anche un solo capello, io…”
“Mi
uccidi?”
La
voce viscida di Lucius Malfoy lo precedette mentre sbucava da dietro il salice.
“Dov’è
Angelica?”, chiese Draco furioso.
“Oh,
è…in giro, credo. Non sappiamo dove, esattamente. È via da stamani.”
Non è
possibile…
Lucius
sorrise maligno alla faccia sconvolta del figlio.
“Ti
abbiamo teso una piccola trappola…e adesso, cosa credi di fare?”
Draco
gli puntava addosso la bacchetta.
“Tornare
a Hogwarts.”
Un
paio di braccia prese il ragazzo da dietro.
“Lasciatemi
andare! Cosa volete farmi?!”
Voldemort
uscì da dietro un albero.
“Oh,
non preoccuparti. Non c’è bisogno di urlare così. Noi non ti faremmo mai del male.”
Lucius
Malfoy tirò fuori la bacchetta.
Si
avvicinò.
Prese
nella mano il braccio destro del figlio.
Lui
scosse la testa.
“No!!”
Riuscì
a liberarsi e a puntar loro la bacchetta contro.
“Non
mi riavrete con voi! Mai!”
Voldemort
sorrise maligno.
“Vedi,
Draco. Temo che tu non abbia alternative. Perché io, sebbene sia mia figlia…le
farò del male, se tu non accetti.”
Avevano
toccato il suo punto debole.
Non
posso permetter loro di far del male ad Angelica…ha già sofferto abbastanza.
Devo proteggerla.
“E
cosa dovrei fare, per voi? Tornare a vivere al…”
“Oh,
no. No, no.” rispose Tom scotendo la testa “Tu non devi far altro che far la
spia per me…nei confronti di Albus Silente.”
Draco
sospirò con un mezzo sorriso.
“Lo
immaginavo!”
Mise
via la bacchetta.
E
si avvicinò allungando il braccio verso il padre.
“Avanti.
Ma sia chiaro. Lo faccio solamente per proteggere Angelica.”
Tom
sorrise.
“Ma
certo! Tu sei pazzo di mia figlia, vero Draco? Speriamo che un giorno vi sposerete.”
Draco
rise ironico.
“Certo
che ci sposeremo, un giorno. Ma non per mandare avanti i vostri sporchi scopi!
Ci potete mettere la mano sul fuoco.”
Tom
lo guardò con rabbia.
Lucius
invece gli si avvicinò con la bacchetta puntata.
Afferrò
il suo braccio.
E
risvegliò il Marchio Nero del ragazzo.
Cavolo…brucia!
In
fin dei conti, il marchio era impresso più o meno a fuoco.
Non darò
loro alcuna soddisfazione. No, non farò veder loro che provo dolore.
Li
guardò con aria di sfida.
E
quando il padre ebbe finito il suo ‘lavoretto’, ritirò fulmineo il braccio.
“Ora
posso andare?”
Tom
annuì.
“Certamente.
Nessuno ti costringe a restare, credimi. Ricordati…spia Silente per conto
nostro. È il tuo compito.”
Draco
lo guardò con odio.
“Beh…non
mi avete lasciato altra scelta, mi pare. O sbaglio?”
Il
biondino vide la sua scopa volare verso di lui.
“Il
tuo destino è questo, Draco. Non me ne vorrai, spero?”, disse Tom con un finto
sorriso.
Draco
scosse il capo.
“Mi
fai soltanto schifo, Tom.”
E
con queste parole d’odio e uno sguardo di rabbia verso suo padre, tornò in volo
verso la scuola.
Ieri
sera ho fatto una cosa tremenda…come farò a nasconderla ad Angelica? Draco camminava
nel corridoio, andando nell’aula di Trasfigurazione.
Due
ore più tardi, i Serpeverde avevano lezione di Pozioni con i Grifondoro.
E
il biondino non sapeva cosa fare con la sua ragazza.
Angelica
ha il dono dell’Empatia. Sicuramente, se vede che sono strano, mi leggerà nel
pensiero…vedrà i miei ricordi…e scoprirà tutto.
Doveva
assolutamente provarci: non poteva permettere che ad Angelica fosse fatto del
male. Sì, Draco doveva tenere un atteggiamento normale.
Sarebbe
stato difficile…ma provarci non costava niente.
***
Ma
un’altra persona era in agitazione, quella mattina.
I nonni
hanno ragione…devo agire prima che la guerra incomba. Ma come posso fare una
cosa del genere? Sì, è vero che sarebbe soltanto una recita…ma…non so se posso
farcela!
Due
ore la separavano dal suo incontro con il suo ragazzo.
Draco è
il solo che può arrivare a capire…mi leggerà negli occhi, e scoprirà tutto!
Lei
non poteva permetterlo. Doveva assolutamente tenerlo all’oscuro del suo
progetto. Altrimenti le avrebbe senz’altro fatto cambiare idea, e lo sapeva
molto bene!
Ce
l’avrebbe messa tutta. Provarci non le sarebbe costato nulla.
***
Ore
10:30.
“Amore!
Mi sei mancato tanto!”
Angelica
si gettò al collo di Draco tutta sorridente.
Lui
la strinse forte e la baciò.
“Dove
sei stata, ieri? Mi hai fatto stare in ansia, lo sai?”
Angelica
sentì il cuore battere.
Devo
distogliere lo sguardo…mi serve una scusa…una qualunque…
Fece
finta di guardare verso il tavolo insegnanti.
“Oh…sono
stata fuori con una mia amica…ehm…di Tassorosso. Abbiamo studiato un po’ in una
biblioteca, giù al paese.”
Perché
non mi guarda?
“Che
hai, amore? Qualcosa non va?”
“No!
Dimmi di te, piuttosto. Mi hanno detto che ieri sera sei rientrato tardi. Che
hai fatto, a quell’ora della sera?”
E ora
che faccio… I nostri occhi non si devono incrociare, altrimenti capirà. Come…?
Fece
finta di aggiustare la briglia della cartella.
“Io?
Niente…mi sono fatto un giro qui nei dintorni…volevo provare la scopa. Sai, me
l’hanno dovuta riaggiustare… Ehm…”
Angelica
sorrise.
“E
va bene, adesso?”
Draco
la guardò.
“C-Cosa?”
“La
scopa. Hai detto che…”
Draco
rise.
“Oh,
sì! Va che è una meraviglia! Grazie.”
Hangie
piegò la testa di lato: era il segno che le erano venuti dei dubbi. Faceva
sempre così.
“Draco…c’è
qualcosa che non va?”
Lui
alzò le spalle.
“No.
Perché dovrebbe esserci qualcosa che non va? È tutto ok! Davvero.”
Le
diede un piccolo bacio ed entrò in aula.
Non mi
convince… Draco ha qualche cosa che lo preoccupa. Ne sono certa.
Draco
strinse i pugni.
Maledetti!
Per colpa loro devo mentire ad Angelica…e non l’avevo mai fatto prima… Non mi
piace doverle mentire!
“Signorina
Riddle. Ci vuol fare l’onore di entrare in aula, o preferisce restare qui fuori
impalata?”
La
voce viscida di Piton arrivò da dietro di lei.
Angelica
fece un piccolo balzo.
“Professor
Piton. Nessuno le ha detto che non si arriva alle spalle di una ragazza?” la Grifondoro si voltò e lo guardò diritto
negli occhi. “Non per criticarla, ma si potrebbe pensare che con questo gesto…stia
designando una vittima da colpire… Non le sembra?”
Piton
la guardò e inspirò profondamente.
“Beh…le
chiedo scusa se l’ho spaventata, signorina Riddle.”
Ed
entrò in aula, con Angelica al seguito.
La
ragazza notò il banco accanto a Draco vuoto…ma girò. E si sedette accanto a
Harry.
“Ehi,
ciao! Come stai?”
Lei
gli diede un bacio sulla guancia.
“Tutto
ok, grazie. Tu?”
“Bene.
Dimmi, com’è andata ieri dai tuoi nonni? Ci hai pensato bene? Sei mancata tutto
il giorno!”
“Avevo
bisogno di tempo per riflettere, Harry. Ho deciso, di accordo coi nonni, che
farò come avevo già deciso. Beh, ovviamente studierò per gli esami…ma la
maggior parte del tempo…mi concentrerò sul mio obiettivo.”
Lui
sorrise.
“No
problem. Conta su di me.” accennò a Draco “Qualcosa non va, fra voi due?”
Lei
si strinse nelle spalle.
“Temo
che qualcosa lo tormenti…però…sento che rifiuta di aprirsi con me. E non
l’aveva mai fatto prima.” sospirò “Non voglio usare i miei poteri su di lui. A
meno che non sia strettamente necessario.”
Harry,
a sua volta, sospirò.
“Beh,
mi sembra naturale. Tu lo ami. E non viene ‘spontaneo’ usare i propri poteri
sulla persona che ami.”
Le
diede un bacio sulla guancia. E sorrise.
“Io
sono dalla tua parte, Angelica. Sempre. Qualsiasi cosa accada in futuro.”
“Silenzio!
Cominciamo la lezione.” li interruppe Piton “Aprite il libro a pagina
centocinque.”
***
Il
giorno dopo, i due ‘piccioncini’ erano sempre più distaccati l’uno dall’altro. Certo,
si lanciavano i soliti sguardi dolci…
Ma
qualcosa era cambiato…il loro rispettivo segreto li stava man mano
allontanando.
All’ora
di pranzo, Hangie decise di prendere un panino e andarsene fuori sotto i
portici, a pochi passi dalla discesa che portava a casa di Hagrid.
Era
uno dei suoi posti preferiti, perché vi regnava una gran pace! L’aria era
leggermente più calda, perché lì soffiava il vento dal Sud, dove la temperatura
era sempre un po’ più alta. E non ci andava praticamente mai nessuno.
“Disturbo?”
“Volevo
giust’appunto mandarti un piccolo messaggio, Harry. Siediti…fammi compagnia.”
I
due presero a mangiare i loro panini.
“Harry…posso
farti una domanda?”
Lui
annuì.
“Come…voglio
dire, com’è che ci si sente…quando devi portare dentro di te un segreto…che non
puoi condividere con la persona che ami…perché, altrimenti, la metteresti in
serio pericolo?”
Harry
fece un mezzo sorriso.
“Vuoi
sapere se mi sento come te?”
“Non
puoi mica saperlo, come mi sento io!”, esclamò lei.
Harry
rise.
“Oh,
invece sì Angelica! Credimi! Ti senti distrutto…il mondo ti sembra più…grigio
del solito. Intendo…considerate le continue guerre che avvengono tra Bene e
Male. E quello che ti fa cadere sempre di più, è…il non poter condividere ciò
che provi con la persona che ami. Perché devi proteggerla.”
Angelica
annuì.
“Beh,
se questo è ciò che provi…ora ti capisco perfettamente, Harry. Poiché è
esattamente così…che mi sento io in questo preciso momento…”
Harry
la abbracciò: i due erano molto legati, si sentivano come fratello e sorella. Sapevano
di appartenere a due famiglie diverse, ma in un qual senso, era come se nelle
loro vene scorresse lo stesso sangue, che li legava; in fondo erano Mezzosangue
entrambi.
“La
pausa pranzo è finita. Ah, Silente dice che non dobbiamo andare alle lezioni, nel
pomeriggio. Perché la maggior parte del corpo insegnante è fuori Hogwarts.”
“Saranno
da Sirius, probabilmente. Alla sede dell’Ordine.”
“Vieni
dentro?”
Lei
scosse la testa, sorridendo.
“Resto
un altro pochino qui…non mi va di rientrare adesso.”
Il
ragazzo le diede un piccolo bacio sulla fronte, e si incamminò.
“Harry.”
“Sì?”
“Grazie.”
Il
ragazzo si limitò a sorridere. E rientrò nella scuola.
Angelica
rimase lì, seduta, a pensare.
Draco…lo
so che c’è qualcosa che ti tormenta…perché non mi vuoi dire cos’è? Sto male, se
non mi parli! Ci siamo sempre detti tutto…e adesso? Cosa c’è che ti turba così
tanto?
Proprio
non riusciva a capire cosa ci fosse che non andava per Draco. E come
biasimarla? D’altronde, se lo avesse scoperto, sarebbe andata su tutte le furie
senza dubbio alcuno.
***
Un’altra
persona era fuori, in quel momento. Un biondino di nostra conoscenza.
Ogni
volta che la vedo, mi viene voglia di raccontarle la verità…ma non posso farlo.
È mio dovere proteggerla da ogni male. Ha già sofferto troppo.
Camminava
su e giù lungo il cortile interno della scuola, chiedendosi cosa avesse la sua
amata. E non gli passava neanche per la testa che progetto avesse in mente la
Caposcuola dei Grifoni. E se l’avesse saputo, sarebbe stato senz’altro peggio.
Cosa ti
passa per la mente e per il cuore, amore mio? Se tu non mi parli…io sto male! Siamo
sempre stati amici, oltre che amanti…non ci siamo mai fatti problemi a parlare.
Che cosa è cambiato?
Il
biondino sospirò. Guardò in direzione dei portici verso le serre…e decise di
farsi una girata verso quelle parti.
***
Hangie
guardò il cielo, e sospirò. Inizialmente le parve quasi una sciocchezza…ma poi guardò
di nuovo in su.
“Bè…ciao.
Lo so che è da tantissimo, che non ti parlo. E mi dispiace, sul serio! Come di
sicuro saprai, ho avuto un po’ di problemi. Oh beh, diciamo…che parlare di
‘problemi’ non è esatto.”
È la sua
voce… Angelica è qui.
Draco
la vide lì vicino, seduta. Pensò di avvicinarsi e farle una sorpresa…Ma ci
ripensò. E si appoggiò alla parete accanto, che lo copriva alla vista della
ragazza, ma che gli faceva sentire cosa lei diceva.
Sapeva
che non era educazione ascoltare le conversazioni fra una persona e il Signore,
ma sperava così di scoprire il suo problema.
Angelica
sospirò.
“Ecco,
i-io…non so cosa fare! Draco..non mi parla…a malapena mi guarda…e io ci sto
male! C’è qualcosa che lo tormenta. E tu sai certamente, di cosa si tratta. Ti
prego…dammi un segno! Un segnale! Qualunque cosa!
Ti
supplico…qualsiasi cosa…che mi aiuti a…capire! Draco ha un problema. E comincio
a sospettare che non sia neanche tanto insignificante. Non so cosa fare per
aiutarlo…”
Si
mise a piangere.
“Vorrei
soltanto che mi parlasse di nuovo! Abbiamo sempre parlato di tutto…qualunque
problema avessimo…o io, o lui...noi due ne parlavamo. Ho paura che…per qualche
motivo…m-mi ami di men…”
“NO!”
Draco
fece un salto in avanti e la raggiunse.
“Ma…tu
che ci fai qui?”
Il
ragazzo si avvicinò, le prese il viso tra le mani, e la baciò con amore. Lei lo
guardò con gli occhi pieni di lacrime.
“Non
devi più dire, né pensare, una cosa del genere. Chiaro?”
“I-io…
Non mi parli più, Draco! Cos’altro avrei dovuto pensare, scusa?!”
Draco
scosse la testa.
“Pure
tu non mi parli più, se è questo il problema!”
Hangie
si staccò da lui.
“Non
sei l’unico ad avere problemi, sai? Anzi, ti do una notizia che ti sbalordirà…non
sei al centro del mondo, Draco Malfoy!”
Draco
la guardò stupefatto.
“Ah,
è così eh? E allora sai cosa ti dico? TIENITI PURE I TUOI PROBLEMI DENTRO,
COSI’ POI TI FARANNO SCOPPIARE, E ALLORA, FORSE, SARAI PIU’ CONTENTA!”
“ABBASSA
IL TONO! NON PUOI ALZARE LA VOCE CON ME, CHIARO?!”
Draco
le si avvicinò, e la strinse forte fra le braccia.
“Perdonami,
principessa. Non volevo urlarti contro a questo modo. Io non so…cosa diavolo mi
sia preso…davvero!”
Hangie
lo baciò.
“Angelica,
cosa c’è che non va? Dimmelo. Io sono dalla tua parte, lo sai!”
Lei
gli carezzò il viso.
“E
io sono dalla tua! Parlami anche tu. Che hai?”
Draco
sorrise.
“Beh…la
cavalleria esige che sia sempre il ragazzo a dover fare il primo passo. Perciò…”
scosse la testa “Io non volevo, Angelica. Mi devi credere! Mio padre mi ha scritto
un biglietto, due sere fa…mi disse che ti avevano presa, e che dovevo farmi
trovare al salice vicino al castello…”
“Ma
io non sono stata catturata!”
Draco
rise sarcasticamente.
“Infatti!
Era una schifosa trappola…sai come sono fatti.”
Angelica
si avvicinò.
“Cosa
ti hanno detto, Draco?” gli mise un dito sotto al mento per guardarlo negli
occhi “Ehi. Io ti amo, Draco. E lo sai benissimo. Qualsiasi cosa sia.”
Draco
riabbassò la manica, e tentò di avvicinarsi a lei.
“Angelica…aspetta…i-io
ti posso…”
“Cosa??
Spiegare, forse? Come hai potuto cedere ai loro ricatti?!”
Draco
si avvicinò, e lei invece si allontanò.
Ti
prego, non odiarmi Angelica. Non lo sopporterei mai!
“Ti
credevo veramente diverso, Draco! Io ti ho difeso, con loro…ho…perfino
perso la memoria, per proteggere il nostro amore!”
Draco
si fermò.
“E
io ho perduto la mia libertà…per proteggere te!!”
La
ragazza lo guardò.
“Cosa…che
cosa hai detto?”
Draco
si avvicinò.
“Hanno
minacciato…anzi, per la precisione…tuo padre, ha minacciato
di…ucciderti. ‘sebbene sia mia figlia, sono pronto a ucciderla, se tu non
accetti la nostra condizione’. Questo ha detto. Io dovevo proteggerti,
Angelica. Hai già sofferto abbastanza! Io non potevo permettere…che tu
soffrissi ancora.”
Amore
mio…
Angelica
si avvicinò e lo strinse forte.
“Oh,
Draco! Ma perché non me ne hai parlato subito? Perché te lo sei tenuto dentro?”
Lui
scosse la testa.
E
le carezzò dolcemente il viso.
“Non
volevo perderti, amore mio. Temevo che…saputa la verità…tu…”
“Io
non ti lascerò mai, Draco. Mai. Dovrebbero togliermi la vita!”
Sei così
dolce… La mia piccola principessa…
Questa
volta fu lui che la baciò.
“Mi
hanno chiesto di…spiare Silente…per conto loro.”
Lei
sospirò.
“Me
lo sarei dovuto aspettare… Dovremo avvisare il Preside, Draco.”
Lui
annuì.
“E
tu? Che segreto hai?”
Angelica
si allontanò. E gli diede le spalle.
“Beh…io…
Ieri non sono stata con una Tassorosso giù in paese a studiare. Alla biblioteca
ci sono andata, sì, ma…”
Sospirò
e si voltò verso di lui.
“Ci
sono stata coi nonni. Ho trovato un libro antico, in cui vi è scritto che…già
una volta un potente mago oscuro fu sconfitto da uno della sua stessa famiglia,
che…si infiltrò nelle schiere nemiche. E facendo la spia per conto della
schiera a cui realmente apparteneva, quella del Bene…ne causò la distruzione.
Del mago oscuro, intendo.”
E con
questo…non intenderà mica…?
Draco
capì al volo.
“È
troppo rischioso, Angelica. E tu lo sai bene. Tuo padre non crederà un solo
istante che tu ti voglia schierare dalla parte del Male, e dei suoi principi. È
troppo furbo. Non ci cascherà mai!”
La
giovane sospirò.
“Per
questo devo provarci, Draco! Proprio perché lui non ci crederà mai. Vedi, non
so ancora come, ma…son quasi certa che sarà proprio concedendogli il beneficio
del dubbio…che la mia missione riuscirà.”
Mio
padre pian piano si renderà debole…e potrò iniziare ad attaccare indisturbata
le sue schiere.
Draco
la guardò.
Quella
determinazione nei suoi occhi…è un fuoco che brucia da tanto di quel tempo…
Sospirò
rassegnato. Dopo si avvicinò e la abbracciò, guardandola dritta negli occhi.
“D’accordo,
Hangy. Se tu sei sicura di riuscire, in questa impresa…io sarò al tuo fianco,
sempre. E comunque.”
Hermione
gli sorrise.
“Tu
non sarai mai da solo, Draco. Ti amo.”
Lui
sorrise.
“Ti
amo anche io, Angelica. Tu sei il mio angelo, lo sai, vero?”
Lei
annuì.
E
si baciarono.
Draco
la guardò sorridendo.
“Noi
ce la faremo, vedrai. Il nostro amore ci darà la forza necessaria…per superare
ogni ostacolo.”
“Già.
Ma soltanto se noi ci crediamo fermamente…e con tutti noi stessi…riusciremo a
farcela. Insieme. Per sempre.”
Lui
la baciò sulla fronte.
“Per
sempre.”
Hangie
si gettò fra le sue braccia.
“Stringimi
forte, amore mio.”
Lui
sorrise e la circondò con le braccia, stringendola forte a sé.
“Non
c’è bisogno neppure di dirlo!”
L’amore
ti da forza! E tanto, tantissimo coraggio!
Hangie
sospirò.
“Rientriamo?
Che dici?”
Draco
le prese la mano stringendola.
“Ma
sì! Rientriamo, va.”
Il
loro segreto era ormai svelato. E si spera solo che le cose vadano sempre bene,
per i due innamorati….
“Miei
prodi Mangiamorte. Finora il vostro lavoro è stato eccellente. Sono molto fiero
di voi.”
Voldemort,
alias Tom Riddle, si stava congratulando coi suoi
seguaci nel Salone del Castello Nero. L’atmosfera nel gruppo era come al solito
glaciale. L’aria era fredda, in quel castello intriso di tenebre e male.
L’odore che si respirava in quella particolare stanza era di pura malvagità, di
puro sadismo…
E
l’apice era LUI.
“Come
saprete, qualche giorno fa il figlio di Lucius è tornato al mio servizio. È pur
vero che gli abbiamo teso una piccola, ed innocente, trappola…che
lo abbiamo anche ricattato…ma fatto sta, che adesso abbiamo qualcuno che potrà
spiare Silente da parte nostra. E farci sapere tutto ciò che fa.”
“Mi
pare molto da te, studiare le mosse dell’avversario. Ottima strategia…papà.”
Una
voce familiare.
Non è
possibile…non può essere lei…
Tom
si girò verso la porta del Salone.
Lì,
in piedi stagliata contro la poca luce del Sole che filtrava attraverso il
vetro della finestra…c’era…
“Ange…Hangie!”
Hangie
avanzò fra i Mangiamorte, guardandoli con rabbia.
“Vedo
che non è cambiato granché. Tu stai sempre fisso in casa a…incitare
i tuoi ‘guerrieri’, se così si possono chiamare.”
Lui
sorrise.
“Mi
pare la cosa più ovvia da fare, non credi? A cosa devo questa tua visita, mia
cara figliola? Motivi particolari ti spingono a ritornare in un luogo che tu
tanto odi?”
Lei
si strinse nelle spalle.
“Oh,
beh…sai…a scuola non ci insegnano granché, in quanto a difesa personale. Vorrei
che tu mi facessi da maestro. Sei un Mago Oscuro, è vero. Ma sei pur sempre uno
dei migliori, questo va ammesso.”
Tom
annuì.
“Sono
felice che tu me lo abbia chiesto. Lo faccio molto volentieri. E vedrai…che col
tempo andremo d’accordo, figlia mia.”
Lei
rise.
“Oh,
certo! Come no.” si allontanò “Io vado nella mia stanza, se non ti dispiace.”
Lui
scosse la testa.
“Nient’affatto.
È tua. Lo sarà sempre.”
Angelica
volse un altro sguardo al padre facendo un cenno col capo. Poi, con un sorriso
di soddisfazione sul volto, si allontanò.
“Lucius.
Vieni qui.”
Il
Mangiamorte fidato si avvicinò al capo.
“Dimmi,
Tom.”
Lui
accennò col capo alla figlia appena uscita.
“Voglio
essere sicuro che sia tornata davvero. I suoi poteri mi saranno molto utili.
Prepara la Pozione dell’Abbandono. Io vedrò se più tardi mia figlia gradirà una
tazza di the caldo…”
Lucius
sorrise maligno.
“Molto
bene. Sarà fatto, Tom.”, e si allontanò.
Un
Mangiamorte intervenne.
“Ma…mio
Signore. Scusi se mi permetto…”: era Peter Minus. Alias Codaliscia. “Angelica…vogli dire, Hangie…è-è
pur sempre vostra figlia. La Pozione dell’Abbandono serve a far abbassare le
difese, e…poter così eseguire la Maledizione
Imperius…sulla persona che l’ha bevuta. Cosa vuole farle fare?”
Tom
sorrise.
“Oh,
non preoccuparti.” si fece serio “Io non farò mai del male ad Angelica. Io amo
mia figlia. Le farò soltanto assumere un tipo di carattere più…consono,
alle sue origini. Me la vedo già, mentre a scuola si atteggia a regina di tutta
Hogwarts…o mentre parla ai suoi vecchi amici con
malignità! E per quanto riguarda il suo grande amore per Draco, beh…diminuirà.”
Codaliscia
avanzò.
“M-mi
scusi ancora…m-mio Signore Oscuro…p-però la pozione non funzionerà affatto, sul
cuore della ragazza. Amerà ugualmente Draco Malfoy.”
Tom
rise.
“Lo
so, Peter! Certo, lei lo amerà ancora. Ma sarà troppo presa da se stessa…per
accorgersene.”
“E…i suoi amici?”
“Harry
e gli altri penseranno che Angelica sia davvero cattiva…e la abbandoneranno.
Sì, so cosa stai per dirmi. Harry ha un carattere nobile e fiero, che non
abbandona mai gli amici e coloro che ama. Però…lei è mia figlia. Non
appena la vedrà comportarsi così…come odia me…odierà senz’altro anche lei.”
La
sera stessa, Tom offrì a sua figlia una tazza di the caldo: lei lo bevve senza sospettare
niente. Sapeva che suo padre era capace di mettere qualcosa nella tazza di una
delle sue vittime, ma…era pur sempre suo padre.
Il
suo vero obiettivo era tentare di recuperare il suo cuore. Così si fidò, e bevve.
Tom
eseguì la Maledizione Imperius e le disse come avrebbe dovuto comportarsi. Uscì
dalla stanza con la tazza vuota in mano…e guardò il fondo…improvvisamente, il cuore gli si strinse.
Non
ci fece caso, e andò a letto.
Appena
ebbe chiuso gli occhi…cadde in un sonno strano…quando
aprì gli occhi, si trovò sdraiato su un prato.
Eccolo
qui. Farabutto…bastardo…
Si
alzò. E davanti a lui c’era…
“Macy?”
Lei
lo guardò con odio e rabbia.
“Sì,
Tom. Sono io. Ti ho portato qui con i miei poteri. Sei nel mondo degli
Spiriti.”
Lui
si guardò intorno.
A
un tratto gli arrivò una specie di ondata che lo mandò a sbattere contro un
albero lì vicino.
“COME
CAZZO HAI POTUTO FARLO?! ANGELICA E’ TUA FIGLIA, TOM! TUA FIGLIA!! NON HAI
AVUTO PIETA’ NEMMENO PER LEI!”
Tom
non si alzò.
“Macy, io…n-non … I poteri di
nostra figlia sono fortissimi! Mi potrebbero servire per…”
“Per
cosa? Eh?! Vincere la tua stupida guerra? Dillo, avanti!” lo guardò seria “Angelica
è tua figlia. Tua figlia. Non puoi pretendere da lei ciò che non vuole
essere!”
La
donna era seria e decisa.
Tom
si alzò.
“E
va bene…va bene! Hai ragione, ok?! Le toglierò l’incantesimo…appena la vedrò.”
Lei
scosse la testa.
“Non
preoccuparti. Ho già avvisato Albus. Ci penserà lui a mia figlia.”
Finalmente
Tom la guardò negli occhi, e vide uno sguardo che gli fece male al cuore.
“No.
Ti prego Macy…non guardarmi così…”
“Così,
come?”
“Questo
è… Non lo sopporto! Lo leggo nei tuoi occhi…ti faccio schifo! E hai ragione,
d’accordo?! Ma non guardarmi più così…”
Macy
annuì.
“Va
via, ora. Non ti voglio avere ancora davanti agli occhi.”
Tom
tentò di avvicinarla.
“Macy,
ascolta…”
“Vattene.”
“Mi
manchi…” disse lui sincero “Dico sul serio! Non so andare avanti senza di te
nel mio mondo…”
Lei
pianse.
“Dovevi
pensarci prima, Tom. Mi hai uccisa tu, non lo ricordi?”
“IO
LO RIMPIANGO OGNI GIORNO!! TI AMAVO, MACY! E TI AMO ANCORA!”
“ANCHE
IO TI AMAVO, TOM! MA SEI CAMBIATO!!”
“E
ora? Non mi ami più? Eh?”
Macy
lo guardò confusa.
“Non
lo so…io non lo so, davvero. Ma credo…che sì, ti amo
ancora.” chiuse gli occhi.
Dietro
Tom apparve un varco magico.
La
guardò.
“Macy…ti
prego, aspetta un attimo. Non mandarmi via…non ancora…”
Tienimi
con te, amore mio…non lasciarmi più andare via…
Lei
scosse la testa.
Non
posso tenerlo ancora qui...averlo davanti mi fa battere il cuore fortissimo…
Tom
fu risucchiato lentamente da quel vortice.
“Macy,
io ti amo! Sei libera di crederci oppure no…ma ti amo.”
Lei
si avvicinò per afferrargli la mano, e, improvvisamente, fra le lacrime, lo
baciò.
La
mano di lui si posò sul viso di lei.
Un
bacio dolce.
Poi
lei gli sorrise come non faceva da tanto tempo.
“Lo
so, Tommy. Credimi…lo so bene…”
E
più rincuorato, e forse anche un po’ diverso, Tom Riddle sparì.
***
Angelica
Riddle camminava per i corridoi di Hogwarts con passo sicuro, lanciando sguardi
di sfida alle ragazze, e di seduzione ai ragazzi, che incrociava. Quella
mattina era uscita per andare a scuola molto presto, e purtroppo suo padre non
aveva fatto a tempo per toglierle l’incantesimo.
Harry
si fermò.
“Angelica!
Cosa stai facendo?”
Lei
lo guardò dall’alto in basso, con superiorità.
“Non
si vede? Cammino.”
“Ma…sei
strana…”
Lei
rise.
“Strana?
Io faccio come mi pare, chiaro?”
Lui
la guardò sbalordito.
“Ma…ma cosa stai dicendo?? Fino a ieri, ciò che dicevo, per
te contava molto!”
Lei
gli rise in faccia.
“Non
farmi ridere, Potter! Tu non vali un fico secco!”
Lo
superò continuando a ridere.
Ma cosa…?
“Ehi.
Ehi! Ti vuoi fermare un attimo, per favore?”
Lei
non sembrava ascoltarlo, così lui affrettò il passo.
“Angelica!”
Le
prese il polso, e la voltò…
Nel
preciso istante in cui guardò dentro ai suoi occhi, la sua cicatrice bruciò. Si
allontanò da lei.
“Ma
che…che cosa ti è successo?”
In
quel momento arrivarono tutti gli altri del gruppetto.
“Harry,
che ti succede?”, gli chiese Ginny.
Poi
guardò l’amica: era vestita in modo poco…ecco…diciamo non consono alle sue
abitudini e ad una studentessa.
“Ma
dico…Angelica, sei diventata matta? Come cavolo ti sei conciata?” si avvicinò “Dai,
vieni. Non fare tanto la principessa, ora! Non l’hai mai fatta, non è da te!”
Ma
Hangy la spinse via.
“Stammi
alla larga, piccola Virginia.”
La
rossa guardò l’amica stupita.
“Hangie,
ma…cos’hai?”
“Non
sembri tu!”, esclamò Ron girandole intorno: era stupefatto! “Angelica, ma
perché sei così…cattiva, oggi? Tu non sei così!”
“Ciao,
ragazzi! Che succede, qui?”
Ron
andò verso l’amico.
“Draco…guarda
Angelica. Ti sembra lei, per caso?!”
Angelica
tirò fuori la bacchetta e gliela puntò addosso.
“Ehi!
Bada a come parli alla Regina di Hogwarts.”
Ginny
rise.
“La…Regina
di Hogwarts? Ma che dici?”
Questa
non è Angelica!
Draco le si avvicinò
con un atroce sospetto.
Luna
intervenne.
“Secondo
me…non è lei. Deve essere senz’altro…sotto controllo.”
Draco
la prese per le spalle.
“Guardami
negli occhi, Angelica. Guardami negli occhi!”
Il
suo sguardo lo fece indietreggiare.
No!
“Lurido
bastardo!”
“Che
succede? Che cos’ha, Draco?”, chiese preoccupato Harry.
“Tom
ha…”
“Le
ha propinato una Pozione dell’Abbandono.”, disse una voce anziana alle loro
spalle.
“Professor
Silente!”, esclamarono tutti in coro.
“Il
Professor Piton vi ha già spiegato cos’è, quindi non perderò tempo a ripeterlo.
Posso soltanto dire, che dopo la pozione ha effettuato su Angelica la
Maledizione Imperius. E che ora lei…è sotto il suo pieno controllo.”
Harry
strinse i pugni.
“Bastardo!
Come ha potuto?! È pur sempre sua figlia! Dovrebbe amarla, no?”
Silente
sorrise.
“Beh,
la ama. A modo suo. Ma Tom, purtroppo, momentaneamente è più interessato ai
poteri di Angelica…che al suo amore di figlia. La vede come un’arma. Contro di
me. Te. E Hogwarts.”
Ron
si avvicinò alla ragazza. E la strattonò.
“Angelica
Riddle! Svegliati immediatamente! Non ti sei mai fatta mettere i piedi in testa
da nessuno…non iniziare adesso!”
Luna
si avvicinò.
“No,
Ron…fermati! In questo modo non risolvi nulla. Angelica è intelligente, e
sveglia. E soprattutto…molto più furba di tutti quanti noi. Vero, Angelica?”
La
ragazza le fece un piccolo occhiolino.
Ginny
scosse la testa e pianse.
“Oh,
Angelica…cosa ti ha fatto quello stronzo? Amica mia…”
Ron
abbracciò sua sorella.
Harry
le si avvicinò e la abbracciò.
“Oh,
ti prego Angelica…reagisci! Non permettere che tuo padre la abbia vinta…ti
scongiuro…”
Ma…è
Harry!
La
mente di Angelica era rinchiusa dentro quella ‘cattiva’. E stava pian piano
riemergendo. La pozione l’aveva fatta addormentare per un po’. Ma ora si stava
risvegliando.
Cosa è
successo? Ricordo soltanto mio padre…il the…che aveva un sapore stranamente
dolce…
Un
‘fulmine’ le passò in testa.
Un momento! Cosa
c’era in quel cazzo di the?!
“Il
padre le avrà fatto credere che fosse dolce per via del dolcificante.”, disse
Draco.
Silente
notò lo sguardo della ragazza.
“Guardate
i suoi occhi…la sua mente si sta risvegliando… Draco, provaci tu adesso. Sono
più che sicuro…che la ‘risveglierai’ dalla trance in cui si trova la sua
mente.”
Draco annuì. E la
strinse forte.
“Principessa…mi
senti, vero? Io so che la tua mente mi sente. Risvegliati, avanti.
Reagisci! Ci siamo promessi di non cedere al loro potere, te lo ricordi?”
Draco…amore mio! Oddio, mi sento…così
tanto stanca, e appesantita…perché??
I
suoi occhi si chiusero…i ricordi vagarono alla sera
prima: suo padre che le porge il the. Lei che sorrideva con aria di sfida, e lo
beveva. E poi…prima di addormentarsi…il
suo sguardo che cadeva per un secondo sulla tasca del mantello di suo padre…
E
quella strana boccetta.
Cosa
c’era scritto su quell’etichetta?!
Mise
meglio a fuoco l’etichetta e…
Pozione
dell’Abbandono.
Angelica
sentì la rabbia montare dentro di lei come una marea incontrollabile!
Farabutto!!
Riaprì
gli occhi…
Vide
Draco…
Nessuna
reazione iniziale.
D’improvviso…
Le
labbra di lui sulle sue…dolcemente…
E
la sua mente si liberò!
“Angelica!”
La
ragazza pianse stringendosi fortissimo al ragazzo.
“Oh,
amore…mi dispiace tantissimo! Non potevo immaginare che…”
Pianse
e si allontanò.
“Io
mi sono fidata, capisci?! Sapevo bene che era capace di cose del genere,
m-ma…credevo fortemente che su di me…su me, che sono sua figlia…n-non lo
facesse.”
Il
suo pianto disperato fece avvicinare Harry.
“Tuo
padre la pagherà cara.”
“Angelica.
Se posso permettermi…vorrei spezzare una lancia a suo favore.” intervenne
Silente “Tuo padre, a modo suo…un modo tutto
particolare, a dire il vero…però, ti ama. Tanto. E ti vuole bene. Fidati delle
mie parole. Io lo conoscevo anche prima di…”
Sospirò
affranto.
Angelica
sorrise e annuì.
“Lo
so, le credo. Scusatemi, ma…ora devo andare là. Da sola.”
***
La
finestra della camera da letto di Tom Riddle si spalancò, lui ancora nel suo
letto.
“Ma
cosa…?”
Angelica
entrò con la scopa, e atterrò avvicinandosi con rabbia.
“COME
CAZZO HAI POTUTO, PAPA’?! MI FIDAVO DITE…CREDEVO CHE UNA COSA DEL
GENERE SUDI ME NON L’AVRESTI MAI FATTA!”
piangeva “Sono soltanto i miei poteri che ti interessano..? Sei mio padre…io…sono tua figlia…”
Tom
dimenticò completamente di essere Voldemort, e si alzò dal letto con uno scatto
per avvicinarsi alla figlia: le si inchinò davanti tenendola per le spalle.
“No!
Angel…Hangie. Scusa. Ascoltami, tesoro. Io ho una
posizione particolare da mantenere, i miei seguaci contano su di me, mi devono
vedere sempre rigido…ecostante…mi
capisci? Cioè…no, so perfettamente che non mi
capisci. Tu non approvi per niente ciò che faccio. Ma perlomeno…tiprego…prova a capire…ti
prego.”
L’espressione
del giovane era di una tristezza, e una malinconia indecifrabili. Per un minuto
i due restarono a guardarsi negli occhi, e Angelica percepì una grande
solitudine, attraverso i suoi occhi….il suo sguardo
era intriso di nostalgia…dirimpianti…la
ragazza non riusciva a credere che quello fosse lo sguardo di suo padre....
“Beh…tu sai perfettamente che sono in pieno disaccordo coi
tuoi pensieri. La tua filosofia di vita è sbagliata, papà! Le persone, che
siano Babbane, Mezzosangue, o Purosangue, meritano
tutte di vivere tranquillamente, e in pace fra loro! Non siamo affatto diversi
gli uni dagli altri, non lo riesci a capire? Non riesci a vederlo?!”
Tom
sospirò.
“Hangie.
Vedi, quello che tu non riesci a capire, è che se io, con l’aiuto dei Mangiamorte, non faccio qualcosa adesso, il nostro
mondo cadrà in un baratro! Ciò che dici non ha logica, ascoltati! I Mezzosangue
e i Babbani, non possono restare nel nostro mondo,
loro non sono come noi.”
Hangie
si staccò violentemente dal padre. La sua ira era ben leggibile nei suoi occhi,
e nel suo viso improvvisamente colorato d’un rosso molto acceso.
“ANCHE
NOI SIAMO MEZZOSANGUE, PAPA’!!! Te ne sei forse dimenticato? Tuo padre era un Babbano. E anche nonno Peter lo è. Persino mamma era
Mezzosangue. Ma tu l’hai amata comunque, no?”
Tom
strinse i pugni, mentre il suo cuore a un tratto faceva un enorme balzo, così
grande che sarebbe potuto benissimo uscirgli dal petto…ma
oramai sapeva controllare i suoi sentimenti.
“Amo
ancora tua madre, Hangie. Lo so che ti sarà difficile crederlo…maio…non ho mai smesso di amarla. E anzi, ti dirò una
cosa. Neanche lei ha smesso di amare me.”
“Come
fai a saperlo?! Sei un Veggente, per caso??”
“No.
Lo so perché…io l’ho vista.”
Il
cuore di Angelica spiccò un salto, un salto grandissimo ma leggero…
“Tu…hai visto la mamma? Come…perché…dove,
quando??”
“Questa
notte. Tua madre mi ha portato coi suoi poteri nel Regno degli Spiriti. Ha
visto ciò che avevo fatto…e mi ha portato lì per
convincermi a sciogliere l’incantesimo. Credimi, rivederla è stato…non si può spiegare, figliola. Mamma è bella come sempre…ed è determinata, come lo è sempre stata
d’altronde!”
Per
Hangie fu come togliersi un peso dal cuore: sapere che sua madre, in fondo, non
l’aveva persa per sempre, che lei era molto vicina, che poteva addirittura
parlare con lei! Ma da una parte, fu anche un duro colpo…sua
madre non l’aveva mai portata nel Regno degli Spiriti. Mai, in tutti quegli
anni.
Sapere
che era morta era sempre stato un dolore fortissimo e profondo, ma in fin dei
conti era anche stato una sorta di fonte di coraggio, per la ragazza: in tutti
quegli anni, se non altro, aveva sempre affrontato la vita essendo convinta che
non avrebbe mai potuto sapere cosa ne pensava sua madre. Però, in quel momento,
sapere che lei invece c’era, che l’aveva sempre vista anche nei momenti più
duri e cupi, e che non l’aveva mai chiamata a sé nei sogni…anche
pure per consigliarla…la faceva sentire peggio.
Come
se l’avesse abbandonata.
Si
sedette sul letto di suo padre, cercando di non pensarci.
“Senti…piuttosto…i miei ricordi sono tutti presenti, ormai.
Ma ce ne sono alcuni estremamente vaghi. Come, per esempio, la tua storia.
Voglio dire, della tua infanzia e adolescenza so tutto. I miei ricordi si
confondono dopo la notte…in cui Harry è sopravvissuto.”
Tom
si sedette accanto a sua figlia.
“Bene.
Quella notte pensavo di ucciderli tutti. Ma, come ben sai, è sopravvissuto un
bambino. Quel pargoletto sembrava del tutto incolume ai miei immensi poteri.
Provai di tutto, ma…sopravvisse.” sospirò “E alla
fine, io mi ridussi allo stato vegetale. Non ero morto, no. Ma ero pressoché
uno spirito. Errante, e senza pace. Ero condannato ad una vita dannata. Per
anni mi sono rifugiato nelle fogne, o nei boschi, possedendo i corpi degli
animali che trovavo nel mio cammino. L’animale più resistente è stato un
serpente.”
A
Hangie scappò una risatina.
“Strano…”
Anche
Tom rise, mentre finiva di raccontare.
“Quel
serpente visse 5 anni. Dopo quello, non trovai più nessun animale che durasse
così a lungo. Il massimo era 1 anno, per gli animaletti che vivevano nel bosco.
Pochi mesi per i topi che trovavo nelle fogne. Finché, e questo te lo dovresti
ricordare, circa 4 anni orsono trovai l’unicorno nella Foresta Proibita. E
possedei il professor Raptor.”
Hangie
annuì.
“Ecco,
sì…ora ricordo. Al mio 2° anno, tu t’impadronisti di Ginny…e riportasti in vita il Basilisco. Poi ci fu la fuga
di Sirius. E l’anno scorso…”
“L’anno
scorso sono tornato. Dopo che io e Lucius…ecco…facemmo
quel che abbiamo fatto…io per qualche tempo regnai
ancora sui Mangiamorte, e sul Regno Magico in
generale. Poi, da quella notte successe il fattaccio. Tua madre mi lasciò molto
tempo prima che…ammazzassi i Potter.”
Hangie
strinse i pugni: era pur vero che aveva chiesto lei a suo padre di raccontarle
di nuovo le cose, ma lo aveva appena sentito nominare l’assassinio brutale e
orrendo dei genitori del suo migliore amico…e questo
era difficile da tollerare. Persino x lei.
“Tua
madre…era la migliore amica di Lily. Lo sapevi?”
Hangie
sorrise.
“Lo
so. Io e Harry abbiamo scoperto delle fotografie, a casa di…”
tacque x nn dire il nome di Sirius
“Ehm…comunque, c’erano delle fotografie di loro due.
Erano molto unite, vero?”
Fu
il turno di Tom di sorridere.
“Erano
come sorelle. Quelle due erano veramente inseparabili!” rise “Ti assicuro, che
niente e nessuno riusciva a divederle! Alle volte discutevano. Ma mai una volta
si sono divise.”
Era
strana, come scena, a vederla da fuori: il terribile Voldemort, il Signore
Oscuro temuto da tutti, appariva in quel momento come un giovane di 27 anni,
come in realtà era. Nessuno si sarebbe mai aspettato di poterlo vedere mentre
parlare tranquillo e sereno con sua figlia! In quella stanza, per la prima
volta dopo anni e anni, finalmente si sentiva del calore.
Per
Tom era una strana sensazione…
Non
provavo calore umano da tanto di quel tempo… Mi ero
dimenticato che fosse così bello, e così piacevole…
Anche
per Hangie la situazione era piuttosto strana. Ma stava fin troppo bene.
Quante volte ho sognato un momento così…chiacchierare
con mio padre tranquillamente…
Ma
quel magico momento, purtroppo si ruppe presto! I due si alzarono quasi
contemporaneamente, ricordando di essere, se non esattamente nemici, ma
quantomeno avversari, in una guerra che ben presto si sarebbe avventata su di
loro e sul Regno Magico. Perché ormai i loro rapporti sembravano essersi
dissolti nell’aria. Angelica sperava sempre di riuscire a redimere suo padre…ma
non era ancora il momento di pensarci.
“Io…devo tornare al castello.”
Tom
le porse la scopa posata contro il muro, e dopo che la figlia ci fu salita, le
sorrise debolmente.
“Ci
vediamo…Hangie.”
Quando
la ragazza fu volata fuori dalla finestra, in direzione di Hogwarts,
Tom guardò il cielo: il suo sguardo era tornato ad essere lo stesso di sempre…ma se si guardava da molto vicino, si poteva
scorgere un piccolo velo…un velo di lacrime. Lacrime
amare, ma dolci allo stesso tempo.
Un giorno…quando questa maledetta guerra finirà…finalmente
saremo una famiglia. Te lo prometto, Angelica. E tu, Mindy…io
ti farò tornare in vita, te lo giuro! Saremo felici…come
tanto tempo fa…
Almeno
quella notte, il grande Mago Oscuro di tutti i tempi avrebbe lasciato da parte
la parte più scura e dura del suo cuore, e si sarebbe lasciato cullare da sogni
pieni di amore e dolcezza…
Note
dell’autrice: Ciao a tutti quanti voi!!! Scusatemi se nn
sono entrata in scena prima…ma finché mikybikinn m’ha spiegato cme fare, nn sapevo cme scrivervi alla fine d un cap…
;-P
Ho
notato ke ci sn solamente 3
recensioni…L questo mi è
dispiaciuto molto…vi prego fatemi sapke ne pensate…sennò poi nn so cmecontinuare…mikybiki
è una grande amica, m’ha già dato i suoi suggerimenti…adesso
tocca a voialtri!!! J fatemi sapere,
datemi dei suggerimenti, o ditemi cosa nn vi piace e cs invece amate, di qstaff! JJ
Ringrazio
chi mi ha messo fra i preferiti:
-BabyBaffy;
-baby_birba;
-bluefly;
-bribry85;
-cla81;
-DANINO;
-dolce kikkina;
-excel sana;
-fandracofiction;
-flavia93;
-Hoshi_chan;
-Kukina;
-lady
marty;
-lallina_89
-littledancer89;
-mikelina;
-Nika_Chan01
-pometina94;
-Tanny;
-titti6493;
-virgy_lycanthrope;
-_Vergessenes Kind_
E anke ai 2 ke mi seguono:
-mikybiky (ke ringrazio ancora d cuore x
i suggerimenti e i consigli! J )
-liven
(kiunque tu sia, grazie :D)
Mi
raccomando, tt voi, recensite!! Fatemi sapere sia critikeke commenti benevoli :D sn aperta a tt ;-)
Angelica,
invece, passò tutta la notte a pensare a lei…a sua
madre. Al perché non l’aveva mai chiamata nel Regno degli Spiriti. Del perché
si fosse allontanata, sebbene potesse starle vicino. Non riusciva a trovare
risposta. Per tutto il giorno seguente questi pensieri arrovellarono la sua
mente: la ragazza si sentiva come una stanza con le finestre spalancate,
impossibilitate a richiudersi, e attraverso le quali entrava dell’aria fredda,
più che fredda, gelata…
L’abbandono
è un sentimento troppo forte da descrivere, e purtroppo è anche uno dei più
cupi e negativi che esistano. E per una come Angelica, provare un sentimento così…
“Ehi.
Hangie, che hai oggi?”
La
ragazza non sentì neanche il suo ragazzo che la chiamava.
“Angelica?
Ehi…tutto bene, tesoro?”
Finalmente,
dopo quasi 15 ore a pensare sempre le stesse cose, il flusso dei suoi pensieri
fu interrotto dalla Sua voce. L’unica voce che probabilmente aveva la
possibilità d’inserirsi nella rete fitta dei pensieri dalla giovane.
La
voce di Draco.
“Cosa?
Sì…stobene…non ti
preoccupare, amore.”
“Dalla
tua faccia non si direbbe!”, le disse Ginevra avvicinandosi.
Si
avvicinarono anche Ron e Harry, assieme a Luna, e il primo dei 3 si mise a
girare intorno all’amica, come se fosse quasi la reincarnazione di un
avvoltoio.
“Ron,
che…? Ronald Weasley! Cosa
diavolo stai facendo??”
Il
ragazzo si fermò a guardarla negli occhi.
“Abbiamo
fatto 6 ore, dico…6 ore!!, di lezioni. E tu, non hai prestato attenzione
neanche ad UNA! Non hai neppure preso gli appunti! Non è da te!! Né da HermioneGranger…né da Angelica Riddle. Ci DEVE essere qualcosa che non va!!”
Il
gruppetto scoppiò a ridere! Ma il colpo era stato sferrato, ed Angelica non
poteva ( e non voleva) più fingere con loro che tutto fosse come prima, che non
ci fosse qualcosa che non andava.
Uscirono
fuori, andando sotto il loro albero, il loro preferito per la pace che dava
inspiegabilmente ogni volta che ci si avvicinavano, e la ragazza spiegò come si
sentiva, e cosa era successo la notte prima da suo padre.
“Capite?
Mamma poteva portarmi da lei in qualsiasi istante…potevavedermi…parlarmi…darmi dei consigli…o
che so io!! E invece lei non l’hai mai fatto! Mi ha…abbandonata.”
Harry
scosse la testa.
“Non
penso sia così. Anche io, saputo da Silente che i miei sono nel Regno degli
Spiriti, e che potevano chiamarmi…vedermi…eparlarmi…in qualsiasi istante…non
l’hanno mai fatto, beh, mi sono sentito ferito. Molto. Poi ho capito che, se
non l’hanno fatto, è perché probabilmente ancora non era tempo di farlo.”
Angelica
sospirò.
“Bè,
Harry…io non sono forte come te. Cioè…sì,
probabilmente penserete che per sopportare quello che ho sopportato io per 15
anni, forte lo sono eccome! Sì. È vero anche questo. Ma io ho bisogno di
parlare con mia madre! Ci sono troppe cose in ballo, e io non ho idea di come
affrontarle! Lei DEVE aiutarmi. È uno dei suoi doveri di madre.” Si alzò “E se
lei non mi chiama a sé, bè…a questo punto sarò IO ad
andare nel Regno degli Spiriti.”
Il
gruppetto gli andò dietro, preoccupato.
“Cosa…e come pensi di andare nel Regno degli Spiriti? Eh?”
le chiese Ginny “Angelica, sto parlando con te? Mi
dici come hai intenzione di entrarci??”
Lei
si voltò.
“Fra
non molto avrete la risposta, Ginevra.”
Il
gruppetto proseguì a passo svelto, rientrando nel castello e affrettando sempre
di più il passo: gli studenti, i fantasmi, e tutti gli abitanti che si
trovavano nel castello, li guardava con espressione fra l’interrogativo,
chiedendosi il motivo di tanta fretta, e anche un po’ indifferente, perché in
fondo non interessava a molti quello che Potter e il suo gruppetto facevano,
ormai.
Arrivarono
fino al piano dove c’era…
“Silente??”
esclamò Harry “Vuoi chiedere a Silente di mandarti nel Regno degli Spiriti?? Hermione…cioè, Angelica…oh,
insomma, sai benissimo che non accetterà mai!”
Angelica
rise.
“Silente
non mi può proprio rifiutare una cosa di questo genere! Anche perché sono
sicura che lui SA che mia madre era molto più vicina di quanto io credessi. E
non me lo ha detto. È in grosso debito con me…”
Toc
toc.
“Entrate.
Angelica, non devi credere che tua madre non abbia voluto vederti, o parlarti.
La faccenda ha una spiegazione.”
Silente
era sempre così: non aspettava neanche che la gente entrasse, salutasse, e si
accomodasse, semplicemente lui iniziava a parlare dal momento in cui qualcuno
bussava alla porta! (salvo quando parlava, spessissimo, da solo!).
“Ecco.
Allora me lo spieghi, per piacere.”
“Angelica.
Tua madre avrebbe voluto chiamarti nel Regno degli Spiriti, praticamente ogni
singola notte della tua vita, da quando se n’è andata! Ma la ragione ha
prevalso sul suo istinto materno, e lei ha preferito aspettare un po’. Che
fossi più grande. Perché in quel caso avresti potuto capire meglio molte cose.”
Sorrise
Non
ti rifiuterò di poter andare da lei. Ma non sarai tu ad andare da lei, sarà tua
madre stessa a portarti da lei. Adesso sei grande abbastanza per affrontare
questo viaggio. E per riuscire a parlare con lei con la ragione degna della tua
età.”
Ron
guardò Silente incantato.
“Wow… Beh, Angelica, allora stanotte rivedrai tua madre! Da…quanti anni è che non…?”
“Tanti…12
anni per l’esattezza. Però…” guardò gli altri “Io non
so… Beh, non la vedo da molto…
Professore. Non è che gli altri potrebbero venire con me? Solo stavolta…”
Silente
sorrise.
“Beh…credo che sia una domanda più che lecita, Angelica. Non
ci sono problemi.”
I
ragazzi si alzarono, e uscirono in silenzio. Per tutto il tragitto verso la
Sala Grande, nessuno di loro disse una parola. Quel silenzio era così intenso,
che faceva paura…infatti, quando passarono di fronte
agli insegnanti, loro li guardarono stupefatti. Non si era mai visto quel
gruppo in silenzio. E la cosa lasciava alquanto stupiti.
“Hangie.”
Harry
finalmente ruppe il ghiaccio mentre salivano per le scale. Anche gli altri si
fermarono.
.
“Sì,
Harry?”
“Ecco…tu sei veramente sicura…vogliodire…vuoi davvero che noi veniamo con te, stanotte? È
tua madre. Non la vedi da quando avevi 3 anni. Non vuoi restare da sola con
lei?”
Lei
scosse la testa.
“Non
stavolta. Ancora non me la sento…non me la sento proprio…so che è mia madre, ma non la vedo da troppo tempo…”
Luna
le sorrise.
“Ci
saremo noi, Angie. Tranquilla.”
A
mezzanotte, il gruppetto era riunito nella Sala Comune dei Grifondoro,
quando a un tratto si aprì un varco, un varco temporale, lo riconobbero
immediatamente. E da quel varco venne fuori una specie di serpente fatto di
particelle d’aria…che li circondò…e
li strinse come in un cappio…e con una forza
straordinaria li trascinò dentro al vortice…
“Oh
mamma…ohmamma…oh mamma!!!”
“Ron!”
gridò Draco “Calmati, non è niente!!”
Viaggiarono
per almeno 10 minuti, fino a che il serpente li posò delicatamente per terra,
slegandoli dal ‘cappio’, e ritirandosi dentro al vortice, che si richiuse. Nel
momento esatto in cui il rumore del vortice sparì, una voce parlò:
“Angelica…”
La
ragazza riconobbe a pelle quella voce dolce e lieve…la
stessa voce che le cantava la ninna nanna per farla addormentare…e
che cantava con lei le canzoncine da bambini. La stessa voce che, in quel
momento esatto, le aprì una voragine dentro…e le
lacrime le inondarono il viso…
“Mamma…”
E
la vide: era a pochi metri da loro…dalei… Le sue gambe, senza che lei le controllasse,
iniziarono a correre.
“Mamma!!”
E
si lanciarono fra le braccia della donna, che la accolse e la strinse forte a
sé. Un abbraccio di gioia e dolore, di pianto e risate, un abbraccio pieno
d’amore e di nostalgia, di due persone che erano state strappate l’una
dall’altra in modo violento e ingiusto, e che adesso finalmente potevano riabbracciarsi.
“Oh,
bambina mia, quanto mi sei mancata…”
“Anche
tu!! Mamma…”
La
donna la scostò, e asciugò le lacrime a se stessa e alla ragazza.
“Oddio,
ma quanto sei cresciuta! Sei diventata bellissima…veramente
stupenda. Silente e i nonni, mi hanno raccontato tutto quello che hai fatto,
sai? E anche io ho visto qualcosina, da qui. Lo so che ce l’hai con me,
Angelica.”
La
ragazza sospirò.
“Non
ce l’ho con te, mamma. È solo che…iovorrei… Perché, se potevi portarmi qua e parlarmi, e
vedermi, non lo hai fatto? Voglio dire, in 15 anni non l’hai mai fatto…”
Macy sorrise.
“Angelica.
Non potevo chiamarti. Vedi, qui funziona in un certo modo. Nel Regno degli
Spiriti, quando arrivi non hai nessun genere di potere. Neanche il più piccolo.
Devi superare delle prove, una specie di gara a livelli. Ti spiego meglio.
Quando
arrivi, vieni subito portato nella Zona Bianca. È una zona dove vivono gli
spiriti per i primi tempi. Mentre sei lì, devi superare delle prove, appunto,
per poter passare alla Zona Verde. E lì, riacquisisci qualche potere. Passando
nella Zona Gialla, i tuoi poteri, quelli che avevi in vita, ti sono tutti
restituiti. E dopodiché entri qui, nella Zona Rossa. Dove hai dei poteri in
più, dati dal Consiglio. Non posso spiegarti in cosa consistono le prove,
perché ogni volta che passi alla Zona successiva, le tue memorie vengono
rimosse.”
Il
racconto che le fece sua madre, la affascinò molto. E fece restare a bocca
aperta anche il resto del gruppetto, rimasto lì dove il vortice l’aveva fatto
atterrare. A quel punto, era giunto il momento delle presentazioni.
“Voglio
che tu conosca i miei amici. Venite.” i 5 si avvicinarono “Ecco. Loro sono
Ginevra e Ronald Weasley.”
“Piacere
di conoscerla.”, disse Ron.
“Molto
piacere!”, disse Ginny.
“Oh,
piacere mio ragazzi. Conoscevo i vostri genitori. Hanno frequentato la mia
scuola. Erano un paio d’anni sopra di me. Ehi, ma tu…”
disse a Luna “Assomigli tanto a una ragazza con cui avevo stretto amicizia. Era
di Corvonero.”
“Susie…era mia madre. Sono Lunatica Lovegood.
Luna, per gli amici. Mio padre mi ha parlato, di lei, sa? Per me è un vero
piacere conoscerla, signora Macy.”
Macy sorrise.
“Oh,
chiamatemi Macy, per favore! E così tu sei la figlia
di Susie? Ah, l’avessi vista…siete
identiche! Due gocce d’acqua!”
“Grazie!”
Angelica
sorrise, e prese la mano di Harry.
“Lui…è il mio migliore amico. È…”
“So
chi sei.” Macy gli strinse vigorosamente la mano “Io
ti devo ringraziare, Harry Potter. So che non è dipeso da te, ma comunque lo
hai fermato.”
“Beh,
non del tutto.”
“Sono
onorata di fare la tua conoscenza, credimi.”
Lui
sorrise amichevolmente.
“Anche
io sono molto contento, di conoscerla. Hermione…Angelica,
cioè…è la mia migliore amica. Mi ha parlato molto di
lei. Ho visto le vostre foto, e…bè, sono contento di conoscerla,
ecco.”
Mentre
lui parlava, Angelica si era spostata, ed era andata a prendere la mano del
biondino di nostra conoscenza. Lui le sorrise, e i due avanzarono verso Macy.
“Mamma.
Ti presento DracoMalfoy.
Noi due stiamo insieme, e…”
Macy sorrise, e gli
strinse la mano.
“Sono
onorato di fare la sua conoscenza, Macy. Mi creda,
Angelica mi ha parlato così tanto di lei, che mi sembra di conoscerla da
sempre!”
“E
io sono felicissima di conoscere te, Draco. Io so
cosa avete passato. So tutto quanto. Ciò che tuo padre vi ha fatto, è stato
veramente orrendo. E visto che siamo qui… Non sarebbe
compito mio, ma sento di doverlo fare. Ti prego di accettare le mie scuse da
parte di Tom. Anzi…Voldemort. È stato veramente
malvagio! Non credevo che potesse arrivare a tanto. Fare una cosa così orrenda
a sua figlia…a carne della sua carne…
Non lo pensavo possibile, perché per lui il sangue è sempre stato importante, e
ero convinta che al sangue del suo sangue avrebbe portato rispetto.”
Draco scosse la
testa.
“Non
è sua la colpa. Purtroppo mio padre, e il padre di Angelica, ormai non possono
fare a mano di fare del male al mondo. Il male si è mischiato così tanto al
loro sangue…che temo di non poterli vedere in modo
diverso da ciò che sono adesso.”
La
donna, assieme al gruppetto, dimenticò per un po’ certi discorsi troppo tristi,
e si fecero una lunga e piacevolissima passeggiata per tutta la Zona Rossa: era
un posto veramente incantato! Immensi prati verdi…cavalli
che galoppavano liberi allo stato brado…le aquile e i
falchi che volavano tranquilli nel cielo… La
temperatura era piuttosto mite, calda con qualche folata di vento leggero, con
le foglie che si alzavano dall’erba, o si staccavano dai rami, per andare a svolazzare
intorno alle persone, portando un senso di contatto profondo con la Madre
Natura! E le persone! In quel posto si respiravano serenità e felicità, non
c’era la benché minima traccia di tristezza, malinconia, né altri sentimenti
negativi e cupi.
Il
gruppetto si fermò sotto un Salice Piangente, un albero estremamente
particolare: era alto, ma non come tutti i Salici, il suo tronco era forte,
resistente, i rami grandi, tanto che una persona ci si poteva anche sdraiare
tranquillamente e dormirci! E le foglie! Le foglie si stagliavano dai rami,
fino a ricadere come una cascata, toccando terra, e creando uno spiazzo enorme
fra loro e il tronco.
Si
fermarono lì a fare un piccolo picnic. Lì era giorno, ed era giusto l’ora di
pranzo; continuarono a ridere e scherzare, a parlare delle lezioni a scuola,
dei problemi di tutti i giorni…cose del tutto normali
e allegre!
Angelica,
però, dopo un po’ si ritirò su uno dei rami più grandi dell’albero, e vi si
sedette appoggiandosi al tronco. I suoi amici al principio non si
preoccuparono, ma quando videro che la ragazza non scendeva, e anzi la
sentirono sospirare tristemente più d’una volta, allora si alzarono. Harry e Draco addirittura salirono per avvicinarsi un po’ di più
alla ragazza, all’amica.
“Angie. Che hai?”
Draco le si sedette
accanto.
“No…tranquillo, niente. Non ho proprio niente…”
“Angelica.
Non mi puoi mentire, lo sai. Io lo sento quando mi stai dicendo una menzogna.
Dimmi la verità.”
Harry
sorrise.
“Due
galeoni per i tuoi pensieri.”
“Due
galeoni?” rise “Harry, non penso che i miei pensieri, in questo momento,
valgano così tanto!”
Ron,
Ginny, Luna, e Macy,
salirono per raggiungere gli altri tre: Luna e Ginny
si sedettero sul ramo vicino, Ron si appoggiò al tronco, vicino alle due
ragazze, e la madre della ragazza si sedette sullo stesso ramo della ragazza,
seduta di fronte alla figlia.
“Stai
pensando a lui, non è vero? A quello che ha fatto.”
Angelica
sospirò, e annuì.
“Come… Perché mi ha fatto una cosa del genere? Lo so che è
un Mago Oscuro, e che il suo unico scopo nella vita è di seminare il panico, e
il male, per il regno magico. Sono a conoscenza delle sue idee. Ma…sono sua figlia!! Questo per lui non conta niente?!?!
Per quanto malvagi si possa essere…come si può fare
una cosa così alla propria figlia?”
“Papà
non è stato così sempre. Avresti dovuto vederlo, a scuola! Era un ragazzo…era straordinario! Era Cercatore nella squadra dei Serpeverde. Era un fenomeno a volare! E a scuola era un
vero genio! Beh…ovviamente eravamo in concorrenza,
all’inizio. Né a lui né a me, piaceva avere un rivale. Non ambivamo ad essere i
primi a tutti i costi, ma soltanto ci dava fastidio che ci fosse qualcuno bravo
quanto noi.”
“Un
po’ come te, prima di ricordare chi sei in realtà.” disse Ron “Mamma mia! Non
ho mai conosciuto nessuno più studioso di te! Era una specie di ossessione!”
La
ragazza rise.
“Già!
Lo ricordo fin troppo bene! Avevo il terrore di non essere all’altezza di Hogwarts…”
“Cosa
è successo, dopo?” chiese Luna.
Macy sorrise.
“Beh,
piano piano iniziammo a conoscerci. E senza
accorgercene, diventammo grandi amici. Più ci frequentavamo, più ci volevamo
bene. E poi, beh…come accade in questi casi…ci innamorammo. Passavamo le giornate insieme, senza
lasciarci neanche un attimo. Ricordo quanto ero triste quando dovevo tornare
nel dormitorio! Non ero del tutto me stessa, quando mi separavo da lui…”
“Perché
il mio cuore restava con la ragazza che amavo.”
Quella
voce, la Sua voce, li fece tutti sobbalzare sia dalla paura, che dalla
sorpresa. Sapevano bene che con un paio d’Incantisimi,
si poteva arrivare nel Regno degli Spiriti. Ma non si aspettavano di vederci
Tom Riddle.
Si
affrettarono a saltare giù dal Salice.
“Tom!”
“Quando
tornavo giù nei Sotterranei, io praticamente nemmeno dormivo. Perché pensavo a
te. Sempre. Ogni singolo istante in cui ero lontano da te, tu occupavi sempre i
miei pensieri. Non riuscivo a vivere, lontano da te. Eri diventata la mia linfa
vitale, Macy. Io ti amavo così tanto…ti
amo così tanto! Non ho mai smesso di amarti, mai!”
Prima
che la giovane donna potesse rispondere, Tom salutò i sei ragazzi intorno a
lei.
“Signorine.
Ronald.”
Luna,
Ginevra, e Ron, lo guardarono con odio, ma non poterono evitare di usare un
minimo di civiltà e rispondere con un cenno del capo.
“Draco. È sempre un piacere rivederti. A tuo padre, e a noi
tutti, manchi molto.”
Draco sbuffò.
“Oh,
certo! Immagino quanto possa mancare a mio padre…”
“Harry.”
“Tom.”
Lo
sguardo che si lanciarono i due, emanava un’intensità che avrebbe potuto
benissimo tagliare l’aria…un’occhiata affilata più
d’un coltello. L’atmosfera che aleggiava nella Zona, fortunatamente non fu
intaccata dalla presenza di Lord Voldemort.
“Angie. Sono felic, sai?
Finalmente siamo tutti e tre insieme. Riuniti, come dovrebbe essere. Come una vera…”
“Non
ti azzardare! Noi non siamo affatto una famiglia! Tu la mamma me l’hai uccisa…davanti agli occhi… Avevo
solamente tre anni, papà!! Come hai potuto?! E vogliamo parlare di ciò che mi
hai fatto?! Abbiamo chiarito, è vero. Ma io ancora non riesco ad accettarlo.
Non riesco…a capire.”
Quando
le lacrime iniziarono a solcarle il viso, Tom si avvicinò fulmineo a lei, come
la sera prima, inginocchiandosi davanti, e con le dita asciugandole le lacrime.
“No…shh, non piangere, bambina mia. Mi dispiace! Sul serio!
Perdonami, figliola…so d’aver compiuto un gesto
abominevole! Io non avrei mai dovuto farti bere quel the. Fino all’ultimo
secondo ero incerto, sulla porta, pensando a che orrenda cosa stavo per farti!
Ma poi…l’ho fatta. Scusami.”
Angelica
non seppe com’era stato possibile, ma si ritrovò ad abbracciare suo padre. Lord
Voldemort, in quel momento, non era più Lord Voldemort. Era Tom Riddle. E stava stringendo forte sua figlia, la stava
consolando, le stava chiedendo perdono, si stava comportando come dovrebbe
comportarsi un vero padre.
Nel
vederli così, abbracciati, Macy non poté fare a meno
di piangere dalla commozione: quante volte aveva sognato, o anche solo immaginato,
una scena così! E quante volte, poi, i suoi sogni, le sue speranze, di poterla
vedere, si erano dissolti in aria.
Tom
si alzò, per guardarla.
“Oh,
Macy…ti scongiuro, non piangere.”
Provò
ad abbracciarla, ma lei indietreggiò, allontanandosi da lui.
“No.
Tom… Non sai quante volte ho sperato di vedere una scena del genere! Tu…e tua figlia…nostrafiglia…che vi abbracciate in modo sincero…come
padre e figlia… E adesso che lo vedo…vorrei
tanto che non fosse mai accaduto!”
“Come..?
Perché?”
“Perché
adesso starò peggio che mai! Perché so che non succederà più. Fra non molto
tempo, tu farai la guerra a Hogwarts. Io l’ho visto.
Ho dato uno sguardo nel futuro. Ho visto…distruzione…violenza…tanto,
tanto male…e morte! E ne sarai TU il fautore! Non ti
fermerà niente, Tom. Niente e nessuno…”
Quelle
parole, per Angelica, furono il colpo al cuore più grande della giornata. In
quell’abbraccio, la giovane ragazza aveva visto un sacco di speranze…un
sacco di possibilità…e l’opportunità di poter
cambiare le cose. Aveva visto sua madre tornare fra i vivi, loro due, e suo
padre, che finalmente diventavano una famiglia… Tutti
sogni distrutti da quelle parole.
L’impatto
fu fortissimo, tanto che le sue gambe cedettero, e la ragazza cadde in
ginocchio a terra. Non sentì dolore. Perché il dolore più grande, quello che
aveva dentro, in quel momento la rendeva immune agli altri dolori.
E pianse…gettò fuori tutta la sua disperazione…la
sua tristezza…
“Angelica!”,
gridarono.
“No…no, perché…perché???!!!!
Perché deve andare così?!?!” guardò suo padre chino davanti a lei “Che
differenza c’è?! Eh?! Prova a guardarti intorno, papà. Qui ci sono anche
Mezzosangue. Osservali bene. Attentamente. Che differenze vedi, fra te e
loro?!?! Eh?! Non ci sono differenze, papà!! Lo vuoi capire??”
Tom
ascoltò le parole di sua figlia, ma non riusciva ad accettare ciò che gli stava
dicendo. Si limitò a sospirare, e a guardarla negli occhi inginocchiandosi di
nuovo di fronte a lei.
“Ti
prego…ti supplico, calmati. Non piangere così… Oh, bambina mia…cosa non
darei per poterti vedere sorridere di nuovo!”
Macy abbracciò sua
figlia, tranquillizzandola.
“Shh.
Bimba, tranquilla. Andrà tutto bene. Vedrai che non accadrà niente. Il futuro
può cambiare.” Le sorrise guardandola “Te lo ricordi? Ti dissi, una volta, che
siamo noi a costruirci il nostro futuro. Non gli altri.”
“Ma…ma papà distruggerà tutto ciò per cui vivo! Distruggerà Hogwarts…ucciderà le persone a cui voglio bene…il mio mondo! Come faccio a stare tranquilla??” lo
guardò “A te resterà il tuo stupido mondo di Purosangue. E a me?? Che cosa
resterà, a me?? Papà…per cosa vivrò, io…se tu distruggerai tutto quanto?”
Il
suo discorso lo spiazzò totalmente. All’improvviso, tutte le cose per cui aveva
lottato in tanti anni, tutto il piano che aveva tirato su per distruggere
tutto, per creare il Suo mondo ideale, stavano lentamente dissolvendosi…stavano
per esser distrutti pian piano dalle parole di una ragazza. Di sua figlia.
“Io…”
“Quando
poco fa mi hai abbracciata…io ho visto tutto. Tutto
quello che ho sempre desiderato, in fondo al mio cuore. Hogwarts
salva. I miei amici, e tutte le persone che amo, finalmente fuori pericolo. E poi…noi tre. Io, te, e mamma, finalmente insieme. Come una
vera famiglia. E ho sentito di volerlo, questo futuro! Di volerlo con tutta me stessa…!”
I
ragazzi non sapevano bene cosa dire. A parte Harry e Draco:
quest’ultimo andò da Angelica, la tirò su, e la strinse forte a sé. E Harry,
invece, si avvicinò a Tom. Era la prima volta che Harry Potter e Lord Voldemort
erano così vicini, e non avevano in mano la loro bacchetta, per combattere.
“Voglio
soltanto dirti una cosa. Hai fatto molte cose orrende, in tanti anni. Ma non è
mai troppo tardi, Tom. Le cose possono sempre cambiare. Le persone, posso
sempre cambiare. Non è tardi, neanche per te. Pensaci bene. Ormai il mondo è
cambiato. Ed essere un Mezzosangue, non significa non essere degni di studiare
la Magia. Non hai visto, in passato? I matrimoni fra Purosangue e Babbani, sono stati il mezzo per salvare la Magia. Se non
ci fossero stati, molto probabilmente non ci sarebbero rimasti più Maghi. E a
quest’ora il Mondo della Magia si starebbe dissolvendo.”
“Mio
padre…” intervenne Ron con coraggio “Dice sempre, che
se non esistessero i Mezzosangue, anche noi Maghi Purosangue saremmo quasi
estinti.”
Ginevra,
fra lo stupore di tutti, e di Tom stesso, si avvicinò a lui. E sorrise.
“Io
lo so, che in realtà sei diverso. Lo so che il tuo cuore non ha smesso di
battere. O di amare. Quando ci siamo scritti sul tuo diario, ho capito che tu
in realtà non hai mai smesso di credere nel Bene. Soltanto, che il Male ha
sopravalso. Ma non è tardi!”
Persino
Luna intervenne:
“Io
sono convinta…che una seconda chance vada data a
tutti quanti. Buoni e Cattivi. Anzi. Specialmente ai Cattivi. Perché non c’è
nessuno che nasca cattivo. Tutti nascono buoni. E il Bene, nel cuore, resta
sempre. Nel più profondo di noi stessi, il Bene c’è. Sempre, e comunque.”
“Ha
ragione Luna.” disse Draco “Ma è mai possibile che
tu, e anche mio padre, non riusciate proprio a cambiare? Io penso che ci sia
una possibilità…”
Tom
rimase spiazzato: lui e quel gruppo erano sempre stati nemici…o
meglio, con Harry nemici, e con gli altri (eccetto Angie,
e anche Draco) non c’aveva mai neanche parlato,
prima! Perché adesso, invece, sì?!
Alché…parlò Lei.
“Tom.
Questi ragazzi…hanno ragione. Perfettamente ragione.
E tu, dentro di te, lo sai. Non ha senso la guerra che stai facendo da anni!
Non lo capisci? Se non ci fossimo ‘mischiati’, diciamo così, coi Mezzosangue…saremmo estinti. È stata la cosa migliore da
fare. E tu, ormai, dovresti rassegnarti all’idea. E mettere fine a questo ciclo
di violenza.”
Tom
Riddle era stato veramente messo ko. Tutto ciò che
gli restava da fare, era tornare a casa sua…e
pensarci sul serio. Pensare se aveva davvero senso continuare…o
se la cosa migliore da fare era metter fine a tutto.
Prima
di andarsene, però, s’inginocchiò ancora una volta davanti a sua figlia. Le
posò una mano sul viso e le sistemò i capelli dietro l’orecchio, dopo averle
asciugato le lacrime.
“Bambina
mia…ti prometto che…farò
avverare il tuo sogno. Saremo una famiglia.”
“È
una promessa?”
Lui
sorrise e annuì. E Angelica lo abbracciò di slancio, senza pensarci troppo.
“Grazie,
papà.”
Tom
si alzò, e salutò con un cenno della mano il gruppetto di ragazzi, che stavolta
ricambiò il saluto più amichevolmente. Erano speranzosi. Speravano che Lord
Voldemort cambiasse. Che fosse Tom Riddle che alla
fine avrebbe sopravvaluto.
Dopodiché
si avvicinò a Macy e, senza che lei potesse
indietreggiare e sfuggirgli, la afferrò, la strinse a sé, e la baciò con amore
e passione. Erano anni che non si baciavano così. Anche Macy
cedette e lo baciò con trasporto.
Poi
le prese il viso fra le mani, e rise felice.
“Staremo
insieme. Di nuovo.”
Lei
pianse.
“Mi
avevi giurato che niente e nessuno, ci avrebbe MAI divisi! Hai permesso al male
d’insinuarsi dentro di te…di portarti via da me e di…non amarmi più… Perché mi hai
fatto questo, tesoro mio? Perché mi hai uccisa? Io…io
lo sai come sono fatta! Ti dissi che ti odiavo, ma…non
era vero! Tu mi conosci meglio di qualsiasi cosa…avresti
dovuto accorgerti che stavo mentendo…”
Lui
le baciò i capelli, versando lacrime. Lord Voldemort stava PIANGENDO.
“Amore
mio…perdonami…ti prego, perdonami…
Me ne sono reso conto dopo, l’ho capito dopo…in quel
momento non so cosa mi sia preso, io…io non mi
controllavo! È stato un incidente, un terribile incidente! Da quel giorno, io…non ho più dormito. E non ho fatto che sognare quella scena…tutte le notti…epiangere… Mi manchi così tanto, Macy…”
Macy lo guardò
dritto negli occhi.
“Fermati.
Te ne prego, fermati, fino a che sei in tempo! Non voglio vederti morire…non sopporterei di vederti morire, sarebbe un dolore…troppo grande! Torna da me…”
Lui
la baciò di nuovo.
“Tornerò.”
Si
allontanò da lei, le loro mani però non si lasciarono fino a che l’Incantesimo
che aveva fatto per essere lì non svanì. Le loro mani si strinsero fin
all’ultimo momento…e anche quando lui sparì, fu come
se quelle due mani fossero rimaste l’una dentro l’altra.
Macy salutò
Angelica, e gli altri 5, che dovevano tornare nel mondo dei vivi.
“Angelica.
Ricorda sempre di non lasciarti mai dividere da chi ami. La strada per redimere
tuo padre, e per farlo tornare da noi, non è a fine, purtroppo! Ci sarà da fare
molto. E nel frattempo lui, e soprattutto LuciusMalfoy, tenteranno di tutto per dividervi. Tu e lui siete
fatti l’uno per l’altro. Io lo so. Non lasciatevi dividere. Mai.”
I
ragazzi tornarono nel Regno dei Vivi.
E
quella notte, Angelica finalmente non sognò più suo padre avvolto da una luce
oscura: sognò lei, lui, e sua madre, insieme. Tutti e tre assieme come una vera
famiglia. E l’ultimo pensiero che formulò fu:
ti
riporterò a casa, papà. Dovessi esaurire tutte le mie forze…saremo
una vera famiglia. Come è giusto che sia.
Note dell’autrice: Salve a voi, lettori
e lettrici! Finalmente sono riuscita a scrivere, e a postare, un nuovo cap! io spero sul serio che vi piaccia!! Forse non mi è
venuto bn cm gli altri…ma
ce la sto mettendo tta! Intanto voi datemi
suggerimenti! RECENSITE!!!! VI PREGO!!! Ke siano critike, o meno,
RECENSITE!! JJ
Premetto ke
le notizie sulla gioventù di Tom Riddle, le ho
pensate sul momento. Perdonatemi, se non vi dovessero piacere LLL
Ringrazio ancora d cuore ki m’ha aggiunto tra i preferiti!! E anke
fra i seguiti!!! GRAZIEEE!!!!!!!! J
La
notte di Angelica passò nel migliore dei modi: i suoi sogni non furono turbati
da niente, e da nessuno. Era forse la prima volta dopo tanti giorni che
riusciva a dormire e sognare, senza che ansia o tristezza le affollassero la
mente.
Purtroppo
per lei, però, le cose stavano per peggiorare…e se ne
sarebbe accorta molto presto!
Hogwarts era immersa nel
caos abituale della mattina: gli studenti correvano di qua e di là, si
scontravano su e giù per le scale, chi aveva scordato i libri, chi saltava le
lezioni. E nel mezzo i professori, chi usciva per fare compere perché non aveva
lezione, e chi invece le aveva, e si avviava alla propria classe.
“Hangie!
Oddio, mi devi aiutare!”
“Che
c’è, Ginny?”
La
rossina era agitatissima.
“Non
ho studiato per Ruf!! Non so come fare! Ho pensato di
saltare le lezioni, ma…sarei da sola tutto il
giorno…”
Hangie
sospirò.
“Ok.
Ora calmati, Virginia. Ehi, ragazzi!”
La
giovane rintracciò fra la folla pure gli altri membri del gruppetto.
“Sì,
amore?”
“Riportate
i libri. Oggi saltiamo le lezioni. Ci concediamo un giorno di svago, per conto
nostro.”
Il
volto di Ron si accese, e non se lo fece ripetere due volte: fece dietro front,
e corse su nel dormitorio, seguito a ruota da Harry, e dietro ancora Luna e Draco.
Quando tornarono, il gruppetto si nascose dietro l’enorme statua all’ingresso
e, appena i professori furono tutti fuori vista…sgattaiolarono fuori,
dirigendosi a Hogsmeade!
“Bene!
cosa volete fare, ragazzi?”
Luna
si strinse nelle spalle.
“Hai
proposto tu di sgamare. Dicci tu dove ti piacerebbe andare, noi ti seguiamo a
ruota!”
Hangie
ci pensò su un paio di minuti.
“Beh…non saprei! Che ne dite di un giro per negozi…e poi a DiagonAlley?”
La
proposta fu accettata da tutti: il gruppetto passò tutta la mattinata per i
negozi, i ragazzi aspettarono al pub a chiacchierare di Quidditch
e altre cose da maschi; le tre ragazze, invece, passarono da un negozio
all’altro, provando vestiti e facendosi foto, ma senza alla fine comprarne
manco uno! Una mattinata molto divertente!!!
Nel
pomeriggio, toccò a DiagonAlley:
prima di tutto, passarono alla Gringott per
verificare alcune cose, ognuno controllando che tutto fosse a posto nel proprio
conto bancario; dopodiché andarono a trovare il signor Ollivander.
E
come ciliegina sulla torta: a casa dei nonni di Angelica.
“Angelica,
cara! Oh, che sorpresa!”
“Ciao,
nonna!!”
Peter
si alzò dal divano, e fece accomodare il gruppetto.
“Venite,
entrate pure! Qui siete sempre i benvenuti, tutti voi! Allora, abbiamo ricevuto
la tua lettera.”
Cindy
si sedette sul bracciolo accanto a sua nipote.
“Come
sta?”
“Oh,
la mamma sta benone! È…bellissima! Proprio come la
ricordavano i miei occhi da bambina! E anche meglio!! Poi, come vi ho detto, è
arrivato papà. Ed era…diverso.”
Cindy
sorrise.
“Quando
ho letto cosa ha detto, e che ti ha abbracciata…il
modo in cui lo hai scritto fa trapelare tutta la sua sincerità! E mi sono
commossa! Mi ha ricordato tanto il Tom Riddle di una volta…”
“Beh…” intervenne Peter “Se davvero è così…allora
io sono felice per te, e per tua madre. Ma ricorda, bambina. Presta sempre
molta attenzione.”
“Certo,
nonno. Grazie.”
Il
resto del pomeriggio lo passarono dai Mendel: Cindy
preparò una gustosa torta al cocco, e dopodiché restarono anche a cena,
perdendosi in risate e scherzi! Era stata una giornata meravigliosa!! Si erano
divertiti tantissimo!
E
quando pensavano che il pomeriggio fosse il più bello di quel periodo…una sorpresa ancora più bella…dalla
porta dell’ingresso entrò Macy!!!!!
“Mamma.
Papà. Sono a casa!”
I
due si fiondarono verso la figlia, la abbracciarono fortissimo, e scoppiarono
in un pianto di gioia che non si frenava più!! Anche Angelica corse ad
abbracciare sua madre, al colmo dell’euforia!!
“Ma…com’è possibile??”
“Mi
hanno concesso di tornare in vita. In realtà, avrei dovuto tornare in vita fra
2 mesi. Vedete, lassù i benefici non sono chiari nemmeno a me. Ma non tutti
possono tornare in vita. Penso che solamente gli Spiriti d’Oro possano farlo.”
Ron
la guardò curioso.
“Che
cosa sono gli Spiriti d’Oro?”
“Nel
Regno degli Spiriti, esiste una sorta di piramide gerarchica. Alla base ci sono
gli Spiriti di Marmo, a seguire gli Spiriti di Bronzo e di Ferro, gli Spiriti
d’Argento, e infine gli Spiriti d’Oro. A seconda del comportamento che uno
Spirito tiene durante la sua ‘vita’ nel Regno, può salire di un grado. Quando
si arriva nel Regno, per i primi 5 anni siamo Spiriti di Marmo, e dopodiché si
viene promossi al livello superiore.”
“E
in che modo, esattamente, avviene il passaggio?”, chiese Harry.
“Beh,
ve l’ho detto. A seconda del tuo comportamento. In parole povere, più mantieni
un comportamento ligio alle regole, includendo anche certe azioni, più in
fretta sali di grado. Perché non basta essere sempre corretti e dar retta alle
regole, devi pure renderti utile nella comunità del Regno. E così facendo,
riesci a conquistare le simpatie del Regno, e far sì che gli altri ti
riconoscano il diritto di passare al ‘livello successivo’.”
Il
racconto aveva lasciato tutti senza fiato, persino i signori Mendel. Benché Cindy fosse una Strega, certi dettagli non
li conosceva neanche lei. L’unico Mago a conoscere tutto, era Albus Silente.
Dopo
che ebbero ascoltato il racconto, passarono a discorsi più ‘leggeri’.
Fu
veramente una giornata straordinaria!!!
Ma
purtroppo, è risaputo che ad ogni momento di pura felicità e spensieratezza…ne corrisponde uno di pura tristezza,
orrendo per la maggior parte delle volte. E questo lo fu veramente…
Peter
era in cucina, ad aggiustare manualmente il lavandino (voleva rendersi utile
senza la Magia di sua moglie!), quando a un tratto entrò volando una Strillettera.
“Cindy!
Macy! Ragazzi!”
Le
due donne, con al seguito i sei ragazzi, accorsero in cucina, chi fermandosi
sulla porta, chi invece entrando direttamente in cucina. La Strillettera
veniva dalla Scuola. E la voce di Silente…diede loro
la notizia più orribile dell’ultimo periodo:
Hogwarts è sotto assedio.
Angelica, tuo padre ha attaccato il
castello con un esercito di almeno un milione fra Mangiamorte,
Troll, e altre Creature Magiche. Fra non molto saremo fatti tutti prigionieri.
Ho spedito, dietro alla Strillettera, le tue cose, e quelle dei tuoi 5 amici.
Andate via immediatamente! Non tornate a
scuola. Non tornate nel Dormitorio. E non voglio assolutamente che entriate
dalla Torre Nord. Spero di esser stato chiaro.
Silente
Quelle
parole furono, per Angelica, un vero pugno allo stomaco.
“Non…non può essere…” si voltò
“Mamma, non… Papà aveva promesso che sarebbe tornato
da noi! Che saremmo stati una vera famiglia! E ora…?”
Macy si avvicinò a
sua figlia, già in preda a ira e lacrime.
“Tesoro.
Ehi. Ascoltami bene. Sono sicura che tuo padre non è del tutto in sé. Vedrai,
ci sarà una spiegazione. Ora, tu resta qui ok? Io andrò là, e…”
“No.
Ah, no! Pretendo che questa cosa me la spieghi di persona. Deve guardarmi negli
occhi…e darmi le sue ragioni. Ma dubito fortemente
che siano minimamente valide.”
Cindy
uscì, tornando con un barattolo.
“Prendete
la Metro Polvere. Secondo camino a destra. È quello dei Tre Manici di Scopa.”
Harry,
Draco, Luna, e anche Ginny, presero una manciata
senza pensarci due volte. L’unico ancora indeciso era, come al solito, Ron. Li
guardò per dire qualcosa…ma poi sospirò, prese una
manciata di Polvere Magica, e seguì gli altri.
La
prima ad andare fu Macy.
Angelica.
Harry.
Draco.
Luna.
Ginny.
E
infine Ron.
Cindy
e Peter presero la scopa di Cindy, per non intasare troppo la Metro Polvere.
Il
castello era avvolto nel più completo silenzio. Intorno vi regnava soltanto
silenzio e buio. Le fiaccole erano quasi del tutto spente, la loro luce era
molto fioca. L’atmosfera di allegria e vitalità che trasmetteva tutti i giorni,
sembrava essersi dissolta come per incanto. E come se non bastasse, era freddo.
I fiori nei vasi della Sala Grande erano gelati. E questo poteva significare
solamente una cosa…c’erano in giro dei Dissennatori.
Si
avviarono verso i Dormitori sotterranei, così da poter risalire fino alla Torre
Nord, usando le gallerie sotterranee.
“Oh
mamma…” sussurrò Ron “Dove sono finiti tutti quanti?”
“Molto
probabilmente saranno già tutti prigionieri.”, rispose Draco “Solitamente non
ci mettono molto a creare delle prigioni.”
Hangie
assentì.
“Per
lo più utilizzano gabbie. Gabbie enormi. Dove fanno entrare un gruppetto di
persone, e chiudono i lucchetti con l’incantesimo più potente che conoscono. È
così che agiscono i Mangiamorte. Sono veramente
crudeli. Senza pietà. Ma questo non c’è bisogno che ve lo dica, già lo sapete.”
A
far loro luce, le loro 7 bacchette, tutte accese. Macy
era a capo della fila indiana, con al seguito Angelica, Harry, Draco, Virginia,
Luna, e Ron a chiudere. Il rosso, che stranamente negli ultimi dieci minuti non
aveva fatto altro che imprecare per la paura, pareva molto più calmo, e più
determinato ad andare fino in fondo alla loro missione. Erano ormai entrati
nelle gallerie sotterranee.
“Se
Tom ha fatto del male a qualcuno, io giuro che…”
“Harry.”
lo riprese Ginny “Questa è una cosa che riguarda,
ancor prima di te, Angelica. Quindi queste minacce evitale, per il momento.”
“Hai
ragione, scusa amore.”
Hangie
sorrise.
“Ginny, Harry. Inutile discutere su questo. La rabbia è
giusto che sia mia quanto vostra. Mio padre non sta facendo del male soltanto a
me. Ehi!” si fermò “Fermatevi. Vedo due luci, laggiù! Ma sono piccolissime…”
“Sono
due bacchette…”, sussurrò Luna.
Harry
si girò.
“Presto!
Spegnete le bacchette!”
7
“nox” sussurrati, e le 7 piccole luci che li
guidavano si spensero. Le altre due, invece, proseguivano spedite verso di
loro, e si avvicinavano sempre di più. Tutti e 7 erano pronti con le bacchette
ben salde nella mano destra, in caso di necessità avrebbero sparato il primo
incantesimo che veniva loro in mente.
Ma
quando le due lucette furono praticamente a 1 cm da loro…e
tutti e 7 stavano per sparare un incantesimo…una voce
familiare fermò la mano sia di Macy che di Harry.
“Non
vorrai attaccare la tua migliore amica?”
Le
7 bacchette si riaccesero, una dopo l’altra…
“Non
ci credo…Lily!!”
Le
due si abbracciarono, parlando a bassa voce, ma quando Macy
si scansò…
“Harry…”
“Mamma.
Papà.”
Fu
l’abbraccio più bello del secolo!! I tre Potter di nuovo insieme! Harry era al
pieno della gioia. In cuor suo sapeva che, in una situazione del genere,
avrebbe dovuto preoccuparsi prima di tutto a Hogwarts…ma
la sua felicità era così grande!! Erano i suoi genitori! E lui non li vedeva da
14 anni!!
Ma
la realtà tornò presto a bussare, e il gruppetto solito, con i due nuovi
componenti, Lily e James che chiudevano la fila, ripresero la marcia per la
galleria.
“Angelica.
Abbiamo saputo tutto quanto.” sussurrò James “Conoscevo tuo padre. Alle volte,
quando capitava, ci scambiavo qualche parola. Nei suoi giorni ‘migliori’.
Ricordo che era un tipo molto intelligente. Estremamente sveglio. Se non si
fosse diretto verso il Male, sarebbe diventato uno dei più grandi Auror del suo tempo!”
Lily
annuì.
“Oh,
sì! Tom è sempre stato molto furbo. Ti posso assicurare, che avendo visto il
vostro incontro, e avendo captato tutta la sua sincerità…sicuramente
una spiegazione ci sarà. Ne sono convinta.”
“Beh…me la dovrà dare direttamente. Non me ne andrò fino a
che non mi darà la sua motivazione per questo gesto orrendo e, oserei dire,
spropositato. E senza senso!”
Si
fermarono dentro una sorta di grossa scavata nella galleria. Più che una
grotta, una specie di rientro. Era già un’ora che camminavano senza fermarsi.
Avevano bisogno di 10 minuti di riposo.
“Qualcuno
ha un’idea?”, chiese Ron “Non possiamo certamente andare avanti a camminare così…senza meta! Qualcosa dobbiamo farla. Ma cosa..?”
Draco
camminava su e giù.
“Beh…forse potremmo usare un incantesimo, per capire dov’è
esattamente Tom. E dove si trova il resto dell’esercito.”
“Bella
idea!” disse Ginny “Ma poi?”
Angelica
si alzò di scatto dalla roccia su cui era seduta.
“Io
ho un’idea sul ‘dopo’! Ci dividiamo. E prendiamo l’aspetto dei Mangiamorte. Uno dopo l’altro. Arriviamo loro davanti. E
nei primi secondi che saranno sicuramente spiazzati…li
Schiantiamo.”
Harry
assentì.
“Ottima
idea! Perlomeno mettiamo fuori gioco i Mangiamorte.
Saranno sicuramente un terzo dell’esercito…”
“Bene.
Mi pare che un buon piano ce lo abbiamo.” disse Luna “Mettiamo fuori
combattimento i Mangiamorte. E poi ci occupiamo dei 3
o 4 Troll che si è portato dietro.”
Macy era d’accordo.
“Io,
Lily, e James, ci occuperemo dei Giganti. Voi siete perfettamente in grado di
occuparvi di Mangiamorte e Troll da soli. Poi ci
ritroviamo nella Torre Nord. Nella Stanza Rossa. È la prima a destra delle
scale.”
“Sì.”
disse James “Mi pare un buon piano.”
“Puoi
scommetterci che lo è, Ramoso.”
Dall’ombra
apparsero due uomini, sorridenti nonostante la situazione. Erano Sirius e Remus.
“Ragazzi!
Che bello rivedervi!”
I
tre si abbracciarono fraternamente.
“Ragazzi.
Io e Sirius ci occupiamo dei Dissennatori
a guardia del Castello. Ce ne sono 10.”
Gli
altri si trovarono d’accordo con loro.
“A
dopo!”
Il
gruppo si divise: Sirius e Remus
si avviarono verso l’esterno del castello; Lily, Macy,
e James, dopo aver eseguito un incantesimo per individuare i Giganti, si
Smaterializzarono; Harry, Draco, e Ron, dopo aver individuato i Mangiamorte assieme alle ragazze, si affrettarono a
raggiungerli per eseguire il piano; le tre ragazze andarono insieme.
Il
piano era iniziato, la loro missione era di metter fuori gioco più esercito
possibile, per poi, arrivati a Tom, avere più possibilità di riuscire a
liberare il castello.
Il
piano prese un’ora buona: alla fine si ritrovarono tutti nel posto concordato.
Gli ultimi a rientrare furono Sirius e Remus.
Remus aveva un’aria
soddisfatta.
“I
Dissennatori sono fuori gioco. Abbiamo creato un
incantesimo abbastanza potente, indirizzandoli verso una zona dove loro sperano
di trovare delle persone a cui sottrarre energia positiva.”
“Quegli
idioti ci sono cascati come pere!”, rise Sirius.
“I
Giganti erano 4. Tutti ko.” disse Macy “Non ci
daranno fastidio per almeno un paio d’ore.”
James
e Lily assentirono.
“Dobbiamo
soltanto trovare il ‘punto centrale’ dell’esercito, in tempo prima che si
risveglino.” disse lui.
“Per
il momento, comunque, siamo coperti.”, disse lei.
Le
ragazze fecero rapporto prima dei ragazzi.
“Abbiamo
messo fuori gioco un bel po’ di Mangiamorte. Io 5.”
“Io
4. Niente di più semplice.”, disse Luna.
“Io
ne ho fatti fuori soltanto 3.” disse Ginny “C’ho
messo di più perché uno di loro s’era insospettito, ha sentito un rumore. Ma
poi è andato tutto liscio.”
La
missione era giunta a buon punto.
“Adesso.”
Sirius tirò fuori la bacchetta “Dobbiamo vedere dov’è
Tom col resto dei suoi seguaci.”
L’incantesimo
funzionò immediatamente: Tom si trovava nella Torre Est. E lì, con lui,
dovevano esserci almeno un terzo dei suoi seguaci. Non era niente di così
difficile.
“Bene.
E ora cosa facciamo?”, chiese Ron.
Angelica
saltò giù dal tavolino su cui era seduta, e mettendo la bacchetta nella tasca
posteriore dei jeans, si avviò alla porta.
“Semplice.
Andiamo da lui.”
E
aprì la porta della stanza.
Eccomi qua!!!
Mi disp d’aver tardato così tanto!! Ero a fare degli
esami a Roma!! xDDD
Ma appena
tornata ho iniziato a scrivere qst 20° cap, e l’ho immediatamente postato!! J
spero tanto ke vi piaccia!!! Mi raccomando, se volete
RECENSITE!!! JJ
Draco
le afferrò il polso, costringendola a fermare la sua marcia, e a voltarsi.
“Che
c’è??” disse la ragazza, scocciata.
“Angelica,
ragiona! Cosa credi di fare? Eh? Vuoi andare lì, in mezzo a un terzo
dell’esercito di tuo padre, e sperare che non ti venga fatto nessun male! Ma ti
rendi conto che non sarai al sicuro??”
Angelica
sbuffò.
“Tu
mi conosci bene, Draco. Sai perfettamente che non mi fanno paura. Nessuno di
loro. Che tirino pure fuori le loro bacchette…o che
provino ad attaccarmi…sono certa che non una singola
persona, o Creatura Magica, oserà neanche sfiorare la figlia di Lord Voldemort.
Non ho ragione, mamma?”
“Perfettamente.”
rispose Macy “Come figlia di Voldemort, ci si aspetta
che, in un modo o nell’altro, Angelica gli succeda. Non le sarà fatto del
male.”
James
sospirò.
“Beh…detto questo, cosa stiamo aspettando? Andiamo.”
Il
gruppo riprese la marcia verso la Torre Est, attraversando senza alcun timore i
corridoi del castello. Sapevano che il resto dell’esercito non si sarebbe mosso
da dove si trovava. Il loro obiettivo era, prima di tutto, proteggere il loro
Signore Oscuro. E, seconda di poi, controllare che i prigionieri non facessero
scherzi.
Nella Torre Est…
Cinque
Grosse gabbie erano state costruite con la magia, ed ora erano sospese in aria:
in una c’erano esclusivamente i professori; nelle altre 4, c’erano i membri dell’Ordine
della Fenice, incluso Silente. Gli studenti, inclusi i prefetti, erano stati
legati al muro con grosse catene, estremamente resistenti, che soltanto un
incantesimo scagliato da un mago potente avrebbe potuto spezzare. Ma Silente,
l’unico in quella stanza in grado di farlo, ovviamente, non aveva la bacchetta.
Tutte le bacchette erano state confiscate, e messe in un grosso recipiente.
“Albus Silente, e tutta Hogwarts, sono miei prigionieri.
Finalmente nelle mie mani. Non trovate che sia un giorno grandioso?”
Lord
Voldemort camminava lento, con le braccia dietro la schiena, passando da gabbia
a gabbia, e controllando anche le catene degli studenti, sebbene sapesse che
era impossibile che qualcuno di loro le rompesse.
Nessuno
di loro era forte come lui (tranne Silente).
“Mio
signore…”
LuciusMalfoy, come al solito, era sempre in prima fila.
“Le
volevo far sapere che condivido a pieno la sua allegria, per la riuscita del
nostro piano. Tutti sono sotto il nostro controllo. Abbiamo Hogwarts in pugno.
Molto presto avremo anche l’interno Regno Magico ai nostri piedi.”
Tom
era particolarmente pessimista, su questo aspetto.
“Mio
caro Lucius…ho qualche dubbio, ancora. Temo che la
missione prenderà molto più tempo del previsto…”
Una
voce giunse dalle gabbie.
“Tom.
Quello che stai facendo non porterà a niente.”
Il
giovane scoppiò a ridere.
“Mi
chiedevo quanto ci avresti messo a parlare, Albus!”
lo guardò “E quindi, secondo te, sto facendo tutto questo per niente?”
“Esattamente.
Ma quello che mi sfugge, come d’altronde mi è sempre sfuggito, è…perché stai facendo tutto questo, Tom?”
“Sì,
spiegalo anche a me...papà.”
Le
cose stavano così: Tom Riddle, all’apice del suo
potere, fece un patto con il capo del Regno Infernale, perché lo aiutasse a
mantenere il potere. Il patto era che Mortimer
(questo il suo nome) avrebbe mandato le Forze Infernali verso Tom, con un
incanto potente, che le avrebbe fatte entrare dentro Tom.
Ma
il Signore Oscuro, dopo che nel Regno degli Spiriti aveva capito che la cosa
più importante era la sua famiglia, si recò da Mortimer,
scindendo il loro ‘contratto’; il furbo capo degli Inferi, però, diventato
molto avido, e sperando in una parte del potere che Tom avrebbe ottenuto, aveva
mandato le Forze Infernali…ancora una volta…dentro Tom.
Ma
sentendo la voce di sua figlia…qualcosa si smosse…
Angelica
si avvicinò a suo padre.
“Voglio
che mi guardi negli occhi. E che tu mi dica, perché hai rinunciato alla nostra
famiglia. Mi avevi promesso che avresti rinunciato a questa guerra. Che saresti
tornato da me…da noi. Guardami dritto negli occhi,
papà. E dammi una spiegazione.”
L’emozione
piacevole che Tom provò al suono della voce di sua figlia, fu inghiottita
purtroppo dalle Forze Infernali che erano dentro di lui!
“Io?
Darti una spiegazione? E perché? Tu sei mia figlia, non c’è bisogno che tu
abbia una spiegazione, perché un giorno tu mi succederai. Un giorno, il mondo
che sto costruendo sarà tuo. E tu ne sarai il capo.”
Angelica
non capiva, suo padre sembrava esser tornato il cattivone
della situazione. Come anni fa.
“Ma
col cavolo! Mi spieghi cosa ti è successo??”
Macy si staccò dal
gruppetto solito, e si avvicinò a sua figlia, per poi proseguire verso di lui.
“Tom.”
Questa
volta, la scossa dentro al ragazzo fu molto più forte: un conto era la voce
della figlia…un contro era la voce della ragazza che amava…e le stesse Forze Infernali a stento riuscivano ora a
controllare il suo corpo.
“Macy..?”
“Sì,
Tom.” sorrise lei “Ti prego, cosa ti sta succedendo? Avevi fatto una promessa.
Io speravo tanto che…tu parlassi sul serio… Io e Angelica ti aspettiamo da tanto tempo…”
Il
corpo di Tom era in lotta, una lotta che all’esterno nessuno poteva vedere…perché era interna. Era il cuore, che stava lottando
per liberarsi dalla nebbia fitta che lo attorniava, la nebbia delle Forze
Infernali.
E
mentre lui stava affrontando l’inizio di questa lotta, James, Sirius, Remus, e Lily, stavano formulando
incantesimi non verbali, restituendo le bacchette ai professori nella gabbia.
“Hangie.”
“Sì,
Draco?”
“Le
gabbie. Non riusciamo ad aprire il lucchetto. L’unico che può farlo è tuo
padre.”
“O
Silente.” disse Harry “Silente è l’unico, a parte Tom, che può riuscire a
spezzare l’incantesimo dei lucchetti.”
Ginny le si avvicinò.
“Anche
quello delle catene è troppo forte, per noi!”
In
quel momento, un paio di Mangiamorte attaccarono i
genitori di Harry: iniziò il combattimento fra i quattro, e poi uno dopo
l’altro anche Sirius, Remus,
e i professori. La loro, era l’unica gabbia che Harry, grazie al suo immenso
potere, era riuscito ad aprire.
Le
altre 3, e le catene che tenevano prigioniera il resto di Hogwarts, nessuno di
loro era riuscito ancora a aprirle.
“Hangie.
Tu e Harry potreste unire i vostri poteri.” intervenne Luna “Sono certa che
riuscirete ad aprire i lucchetti rimanenti.”
I
due amici si guardarono.
“Harry?”
“Proviamo.”
Tom
era ancora intento a lottare contro se stesso per riuscire a fermarli. E i suoi
seguaci che erano con lui, erano nel pieno della battaglia contro i membri
adulti del gruppetto, e i professori.
“BOMBARDA!!!”,
gridarono i due in coro.
Una
dopo l’altra, le tre gabbie finalmente si aprirono, i membri dell’Ordine
ripresero le bacchette con l’Incantesimo d’Appello, e dopo toccò agli studenti
che, liberati dalle loro catene, corsero a prendere le proprie, per poi unirsi
alla battaglia o, sotto ordine dei Prefetti e dei Caposcuola, andarsi a rifugiare
dietro le rocce più grandi. Alcuni studenti erano troppo inesperti per
combattere.
“WOW!”
esclamò Ron “Perfetto!! Adesso Hogwarts è di nuovo libera, fantastico!”
Ma
per Angelica non era ancora tutto perfetto. Le mancava da portare a termine la
sua missione più importante: far rinsavire finalmente suo padre. E non era la
sola che doveva affrontare suo padre: anche Draco Malfoy,
ora davanti a suo padre, faccia a faccia, era pronto a fronteggiarlo.
“Ti
sei ridotto male, Draco.”
“Sono
messo molto meglio di te…padre.”
“Potevi
essere un grande Mago Oscuro. Un eccellente Mangiamorte.
Se non fosse stato per lei.” indicò Hangie “È stata lei a farti il lavaggio del
cervello. Mi fai soltanto pena. Un figlio come te, è molto meglio perderlo.”
Le
parole di Lucius ferirono molto suo figlio: tutto ciò
che aveva fatto, da bambino, era stato fatto per compiacere lui, suo padre, e
per renderlo fiero di lui…
Poi,
Angelica era entrata nella sua vita, rischiarando il buio nel quale era
avvolto. La ragazza era stata la sua salvezza, il loro amore la luce che lo
aveva portato fuori dalla strada del Male.
“Draco
è molto più uomo di lei, signor Malfoy.”, lo difese
la ragazza.
Poi
guardò suo padre.
“Papà.
Cessa l’attacco…tiprego…basta
con questa stupida guerra! Basta con la violenza, e il sangue! Tutto ciò che
stai facendo, e che hai fatto, e che vuoi fare…non
porterà a nulla!! Ti rendi conto che hai sprecato la tua vita intera, per
niente?!? Perché non mi guardi negli occhi??”
Prima
che Tom rispondesse, si avvicinò Macy. La donna aveva
percepito, appena entrata nella Torre, che qualcosa in Tom decisamente non
andava. Gli si mise davanti, e lo guardò negli occhi…e
capì.
“Tuo
padre non può risponderti, Angelica. Non è in sé.” sbuffò “Tom. Ti sei fatto
incastrare da Mortimer!! Lo sai perfettamente che non
è il tipo da accettare una rescissione di contratto!”
Harry
la guardò con l’espressione di chi non capiva di cosa lei stesse parlando.
“Scusi…chi è Mortimer?”
Prima
che Macy glielo spiegasse, la precedette nella
spiegazione Silente: il Preside di Hogwarts spiegò loro tutto ciò che
concerneva il patto che Mortimer e Tom avevano fatto,
in cosa consisteva, etc…
I
ragazzi, al contrario degli adulti che già qualcosa lo sapevano, ne restarono
completamente stupefatti.
“Oh…mamma!” esclamò Ron “Ma…questo
è orribile!”
“Oh,
sì. Ci puoi scommettere!”, rispose Luna.
Ginny guardò Macy.
“È
arrivato a tanto…pur di mantenere il potere?”
“Il
potere è tutto ciò che ha sempre cercato.”, disse Harry “Beh…almeno
da quando si è volto al Male, intendo.”
“Il
Signore Oscuro non cederà mai. Noi abbiamo l’obiettivo di regnare sul Mondo
della Magia. E ci riusciremo! Dico bene, mi signore?”, chiese Lucius.
Ma
Tom Riddle non lo ascoltava.
“Papà…non dargliela vinta…ti
prego!!” Hangie si avvicinò
Sirius la fermò.
“Non
ti avvicinare troppo, Angelica. Può essere pericoloso.”
“Sirius intende dire, che tuo padre sta lottando per
uscirne.” disse Remus “Stargli troppo vicino, adesso,
potrebbe metterti in serio pericolo. Devi fare attenzione.”
“Può
farcela. Ce l’ha fatta l’altro giorno…può farcela di
nuovo.”, disse Lily.
James
sospirò.
“Beh,
sicuramente. Ma ci deve credere lui…o non ne verrà
mai più fuori.”
“Tom.”
gli disse Macy avvicinandosi “Ti prego…
Amore mio, tu puoi combatterlo. Sai di potercela fare. Sei più forte di lui!
Non lasciarmi di nuovo…”
La
lotta dentro Tom continuava sempre più intensa: il giovane stava cercando di
liberarsi delle Forze più potenti che esistessero nel Mondo Magico…e
non era una cosa tanto facile! E difatti, purtroppo le Forze Infernali la
stavano avendo vinta ancora una volta…e la situazione
stava tornando esattamente come era al principio.
“Lucius ha ragione. Il nostro obiettivo sarà portato avanti.
Il Mondo Magico sarà nostro.”
“No!!!”
scoppiò a piangere Hangie “Ti prego…papà…me lo hai promesso!! Tu mi hai
promesso che saresti tornato da noi!! Che saresti tornato…da
me. Nn farmi questo…ti prego, ho bisogno di te…”
La
lotta di Tom riprese: il giovane, a quelle parole, ebbe come un fulmine, che lo
trapassò. Il cuore iniziò a fargli male, molto male, iniziò a stringersi sempre
di più…poi a riallargarsi…poi
a ristringersi di nuovo…era un processo molto
doloroso! Neanche uno come lui si meritava così tanto dolore!
Macy, legata a lui
da sempre con un legame molto forte, si rese subito conto di quanto l’uomo che
amava stesse soffrendo, e le lacrime presero a rigarle il viso.
“Amore
mio, ti prego…non mollare, non mollare…puoi
farcela! Ti prego…non mi lasciare, Tom…non lasciarmi di nuovo, io ti amo e…ho
bisogno di te! Voglio stare con te…vivere la vita che
abbiamo sempre sognato…con nostra figlia…tiprego…”
“Ci
siamo.” disse Silente “Si sta risvegliando.”
E finalmente…la voce di Tom. Il Tom quello originale. Il suo
cuore si era finalmente liberato dall’oscurità, ed era finalmente libero!
Il
ragazzo, caduto precedentemente in ginocchio, si alzò, e s’avvicinò a Macy. I due si guardarono per un momento…uno
sguardo così intenso da far sentire a disagio persino la loro figlia…e poi si gettarono l’uno fra le braccia dell’altra.
“Non
piangere, Macy. Adesso è finito…è
tutto finito, amore mio! Sono tornato.”
Macy lo guardò per
un minuto interno, carezzandogli il viso con delicatezza, come se avesse paura
che svanisse da un momento all’altro! E dopo tanto tempo si baciarono. Un bacio
pieno di amore, pieno di passione, di nostalgia e voglia di amare, di amarsi,
di non lasciarsi mai più…
“Angelica.”
“Papà…”
L’abbraccio
fra padre e figlia fu ancora più intenso e forte del precedente! Mai si erano
abbracciati in quel modo, mai i due avevano pianto di gioia insieme. Era una
scena da far venire i brividi! Finalmente, dopo anni e anni, si erano
ritrovati. Erano avvinghiati pronti a non mollarsi più. Erano finalmente padre
e figlia!
“Non
lasciarmi più…”
Tom,
fra le lacrime, sorrise, e asciugò le lacrime di sua figlia.
“Mai
più, tesoro mio. Tuo padre non ti lascerà mai più. D’ora in avanti, io e te
faremo un sacco di cose. Eh? Abbiamo tanto di quel tempo da recuperare, bambina
mia… Vedrai, ora saremo felici. Finalmente!”
Lei
sorrise.
“Sì!
Saremo finalmente una vera famiglia.”
“Saggia
scelta, Tom. Io lo sapevo che, alla fine, il tuo cervello sarebbe tornato a
ragionare nel modo giusto.”
La
scena a cui i presenti assistettero, fu veramente una delle più memorabili e
impensabili: Tom Riddle si avvicinò a Silente, gli sorrise…e gli strinse amichevolmente la mano!! E Silente
sembrava tranquillissimo, come se quello a cui stava stringendo la mano non lo
avesse tenuto prigioniero fino a poco prima!
“Wow…certo che il mondo è davvero strano!”, esclamò Ron “Da
non credersi!”
“Il
Bene ha trionfato. Non ne avevo dubbi.”, sorrise contenta Luna.
Ginny,
inaspettatamente, si avvicinò a Tom. E gli porse la mano…
“Ben
ritrovato, Tom.”
“Anche
a te, Ginevra.”, le sorrise lui.
James,
Sirius, e Remus, lo
salutarono cordialmente, stringendogli la mano uno dopo l’altro.
“Tom.
Spero che in futuro le cose andranno meglio.”, disse il primo.
“Contaci!”
“Beh…magari se senti il bisogno di sfogarti…trova
un modo che non faccia male alla gente.”, disse il secondo.
Tom
sorrise.
“Oh,
non preoccuparti Sirius. Ho capito la lezione,
credimi.”
“Tom.
Ben tornato fra i Buoni.”
“Grazie,
Remus.”
E
dopo di loro, si avvicinò Lily. Lei lo aveva conosciuto meglio di loro, c’aveva
parlato più spesso, e in fondo era stato il fidanzato della sua migliore amica.
“Ciao,
Tom.”
“Lily,
io… Ho compiuto un gesto realmente imperdonabile.
Uccidere te e James, è stata…una delle cose più
orribile che abbia mai fatto in vita mia! Spero che, un giorno, riuscirete a
perdonarmi.”
Lily
sorrise.
“Sono
fiduciosa. Prevedo un futuro alquanto roseo.”
Dopo
che Lily ebbe stretto la mano a Tom, un’altra persona gli si avvicinò. Era una
scena molto più impensabile e memorabile di quella con Silente.
Harry
Potter in persona, si avvicinò all’oramai ex Lord Voldemort, suo nemico giurato…e gli strinse la mano!! Gli sorrise!! E ciò che fu
ancor più incredibile, l’ex Lord Voldemort sorrise a Harry Potter…e
gli strinse la mano!!
I
due acerrimi nemici, che si erano combattuti per 15 anni, che si erano odiati,
avevano tentato di distruggere l’altro, si erano fatti guerra continua, e tutto
il resto che già sappiamo…adesso…si stringevano la
mano. E si trattavano in modo CIVICO!!
“Harry.
So che ciò che ti sto per chiedere, equivale all’impossibile ma…credi sia possibile…seppellire
l’ascia di guerra?”
Harry
guardò Angelica, e i due si sorrisero.
“Beh…io credo di sì. Sono convinto che, col tempo,
riusciremo a dimenticare. E poi, in fondo sei pur sempre il padre della mia
migliore amica, giusto? E dato che la vedrò tutti i giorni, anche d’Estate,
vedrò anche te. Di conseguenza, ce la metterò tutta.”
Tom
sorrise a sua figlia.
“Credimi
se ti dico, Harry, che nonostante tutto, non avrei potuto chiedere amico del
cuore migliore, per mia figlia. Anche quando ero…beh,
lo sai…ho comunque sempre pensato che tu sia un
grande Mago. Degno erede dei tuoi genitori! Ce la metterò tutta pure io, perché
il nostro rapporto vada pian piano migliorando.”
In
mezzo a tutti quei saluti, e a quelle strette di mano, una persona era rimasta
da una parte, stupefatta e a dir poco allibita…
“Mio
Signore! Ma cosa sta facendo?! Ha stretto la mano a degli sporchi Mezzosangue!
Si sta mischiando con loro!”
Tom
sospirò, e si voltò.
“Lucius. Basta. Non ne posso più di sangue, violenza, guerre…non ne posso più di vedere morti su morti! Mia
figlia mi ha fatto capire, che non ha senso alcuno fare distinzioni. Ti ricordo
che io stesso sono un Mezzosangue, Lucius. Per cui
adesso basta, anche tu deponi l’ascia di guerra. È un consiglio da amico.”
“Padre.”
L’uomo
si voltò verso suo figlio, che adesso gli stava davanti.
“Padre,
Tom ha ragione! Prima di replicare…guardati un attimo
intorno. Soltanto un attimo. Guardali, padre. Sono come noi. Il sangue non dev’essere motivo di guerre! Guarda loro…quelli
che definisci Mezzosangue…e poi guarda noi. Che
differenze vedi?”
Per
la prima volta nella sua vita, LuciusMalfoy stava davvero
guardando con occhi e mente aperta. Stava seriamente pensando alle parole di
suo figlio, e di quello che, in fondo, non era soltanto il suo Signore, ma
anche (sebbene mai lo avrebbe ammesso) il suo migliore amico di una vita.
“Signor
Malfoy.”
Angelica
gli si avvicinò con un sorriso.
“Lo
vede? Non ci sono differenze! Siamo tutti uguali. Perché ucciderci a vicenda?
Che senso ha? Glielo dico io…nessuno. Perché non
importa se entrambi i nostri genitori sono essere magici, o se sono entrambi Babbani, o se sono un Mago e una Babbana.
O un Babbano e una Strega. Lo vede pure lei: non
c’è alcuna differenza.”
Dopo
il discorso di Tom, Draco, e Angelica, c’era una sola persona che poteva
riuscire a convincere del tutto LuciusMalfoy.
“Lucius, posso permettermi di riferirti due parole?”
“Certo,
Silente. Faccia pure.”
“Perfetto!
Ascoltami bene. Come sicuramente già saprai, secoli orsono esistevano, al
mondo, solamente Maghi e Streghe. Il loro sangue era puramente magico. Ma col
tempo, nel nostro mondo si sono inseriti anche i Babbani,
che si sono avvicinati sempre di più al nostro mondo. Tu li disprezzi tanto e,
come sempre hai affermato, li vorresti tutti quanti morti. Ma, pensaci bene…se non ci fossimo mischiati coi Babbani…a
quest’ora neanche saremmo qua. Ci saremmo estinti. E sai che è la verità.
Riflettici.”
L’espressione
dura di LuciusMalfoy,
quella seria e impassibile che aveva tenuto per tutta l’adolescenza, e per
tutta l’età adulta, piano piano si dissolse. La sua
maschera si frantumò in piccoli frammenti. Il suo volto d’improvviso si fece
più umano. E la sua voce cambiò: ora sembrava anch’essa più umana.
“Avete…tutti ragione.”
Draco
non riusciva a credere alle proprie orecchie, e neanche ai propri occhi…
“Draco,
non sono sempre stato così. Come mi hai conosciuto fin dalla tua nascita.
Quando ero bambino, fino a che non entrai nel periodo dell’adolescenza, anche
io la pensavo come te. Come voi. Fu mio padre…con la
sua severità…la sua durezza…le
sue sciocche convinzioni…a trasformarmi nel mostro
che sono stati per tutti questi anni. Ma adesso…mi
sono stancato. Ho passato la mia vita a comportarmi esattamente come lui. Mi
sono trasformato nel mostro che LUI era. Ora basta!”
Tom
sorrise, e gli batté una pacca amichevole sulle spalle.
“Bravo,
Lucius! Così ti voglio sentir parlare! Adesso anche
tu hai tanto da recuperare, con tuo figlio. Avete tanto da dirvi.”
Lucius si avvicinò al
figlio e, per la prima volta in 15 anni, lo abbracciò! E non fu un abbraccio
glaciale, ma fu un vero abbraccio, colmo d’affetto e di rimpianto per
non averlo mai fatto prima. E anche Draco, dopo il primo minuto di smarrimento
e incredulità, si lasciò andare dentro quell’abbraccio.
“Mi
dispiace! Perdonami, figlio mio…non sono stato il
padre che avrei voluto essere. Ho sbagliato tutto, lo so! Ma, se me ne dai
l’opportunità, ti giuro…che recupereremo tutto
quanto.”
Draco
annuì.
“Certo,
papà! Senza dubbi!”
“Angelica.
Draco.” disse Tom “Io e Lucius…bé…speriamo tanto che,
un giorno…coltempo…riuscirete
a perdonarci, per ciò che vi abbiamo fatto. È stato un atto orrendo, quello di…insomma, ecco…lo sapete.”
“È
tutto a posto, ora.”, disse Angelica.
Draco
assentì.
“Vi
abbiamo perdonato. Da un po’.”
“Molto
bene! Direi che le previsioni, per il futuro, sono più che rosee. E serene.”
sorrise Silente “Io propongo di recarci tutti quanti in Sala Grande. E di farci
preparare una bella cenetta. Dopodiché, ognuno avrà la serata libera, da
passare dove gli pare. Ditemi un po’, dove vi piacerebbe andare, per tutta la
sera e tutta la notte?”
Un
coro partì da tutti gli studenti: “HOGSMEADE!!”
Silente
rise.
“Penso
che la decisione sia più che apprezzata da tutti quanti. Per ciò…Hogsmeade sia! Io, personalmente, mi unirò ai miei
studenti. Sono convinto che gli altri professori saranno del mio stesso avviso.
Ovviamente, è invitato anche l’Ordine!”
Silente
si avviò così verso l’uscita dalla Torre Est, seguito a ruota dai professori,
Caposcuola e Prefetti che guidavano le proprie Case benché, almeno per quella
sera, l’ordine non interessasse loro molto!; dopo vennero i membri dell’Ordine
della Fenice; subito dopo di loro, Lucius che
chiacchierava tranquillamente con i 3 Malandrini e Lily; le 3 coppiette (Ron&Luna, Harry&Ginny e,
ovvio, Angelica/Hermione&Draco); infine, per
ultimi, Tom e MacyRiddle.
Le
guerre ci sono tutti i giorni, e le tempeste alle volte possono spazzare via i
sogni, le speranze, i progetti di tutti. Ma se ci si crede con tutti se stessi,
se si lotta con tutte le proprie energie per un mondo migliore, e per la pace,
alla fine si ottiene tutto ciò che si vuole! E il Sole, come in questo caso,
torna a splendere, più radioso e caldo che mai!!
Ebbene sì, qst
è l’ultimo cap della mia storia L
già a scriverlo mi fa sentire d’un triste…LL
Ma non dovete temere: x gli
appassionati d qst storia, annuncio ke sto lavorando al seguito JJJ quindi, al più presto spero d postare il 1° cap d qst seguito
(approssimativamente a fine sett).
Spero keqst racconto v sia piaciuto!!!! E mi raccomando, app potete RECENSITE!!!! JJ FATEMI SAP SE VI è PIACIUTA!!! E
CS INVECE NN V’E’ PIACIUTO!!! J accetto critiche e suggerimenti J
A presto!!!!
La vostra KINDERbuena89 ;)
PS:
ringrazio mikybiky per
le sue correzioni ;) nn so cosa farei senza i suoi
preziosi consigli grazie!!! JJJ