Ritorno dal passato

di LadyMerendina
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prefazione ***
Capitolo 2: *** Vita e Morte ***
Capitolo 3: *** La nuova vita di Hangie ***
Capitolo 4: *** 15 anni ***
Capitolo 5: *** Dichiarazioni d'amore. ***
Capitolo 6: *** La rottura ***
Capitolo 7: *** Fine del viaggio. ***
Capitolo 8: *** Di nuovo 15 anni.. ***
Capitolo 9: *** Visita inaspettata.. ***
Capitolo 10: *** Una notte magica.. ***
Capitolo 11: *** I primi esami ***
Capitolo 12: *** Una nuova amica per il Trio ***
Capitolo 13: *** Il momento della verità. ***
Capitolo 14: *** Una visita sgradita ***
Capitolo 15: *** Lezioni...d'Amore ***
Capitolo 16: *** La trappola ***
Capitolo 17: *** Segreti e bugie ***
Capitolo 18: *** Segreti Svelati ***
Capitolo 19: *** Tra Bene e Male ***
Capitolo 20: *** Un incontro imprevisto ... ***
Capitolo 21: *** Assedio ***
Capitolo 22: *** Finale . ***



Capitolo 1
*** Prefazione ***


Prefazione.

Cindy pensò che era giunto il momento di far riemergere la verità.

 

Angelica meritava di conoscere il suo passato. Ma non quello che Loro avevano creato quel giorno, quando praticamente la uccisero.

 

Il suo passato…VERO.

 

E ora la giovane ragazza, quasi quindicenne (per la seconda volta) di lì a pochi giorni, era lì. E la guardava con uno sguardo confuso e disperato.

 

Dieci minuti prima le era piombata in casa, come una furia. Era confusa, sì…disperata…non capiva i sogni che le affollavano la mente da qualche notte a quella parte.

 

Vedeva se stessa dentro una stanza in un castello…poi in mezzo a un cerchio con tutti intorno tanti uomini con il mantello ed i cappucci in testa…

 

E poi…in una caverna. Sì, era dentro una grotta illuminata dalla luce di quattro bacchette. Davanti a lei c’erano due figure che quella stessa notte aveva riconosciuto come Lucius Malfoy e Voldemort. E al suo fianco, che le teneva la mano…nientemeno che il suo peggior nemico!

 

“Cosa sono tutte quelle immagini che vedo? Io devo sapere!” la ragazza era in piena crisi “Ricordo che è iniziato tutto compiuti gli undici anni. Ho iniziato a vedere dapprima delle immagini molto strane…in cui vedevo una ragazza giovane davanti a me…e poi…un fascio di luce verde…”

 

“Tesoro, ora calmati…” cercò di dirle Cindy Mendel.

 

Ma lei no, doveva dirle tutto…aveva l’urgente bisogno di raccontarle ciò che vedeva.

 

“Poi ho cominciato a sognare di…lezioni…che mi venivano date da una persona che sentivo di conoscere…ma che ancora non ho capito chi fosse… E dopo…dopo sono cominciate queste visioni ad occhi aperti…esatto, anche quando sono sveglia vedo delle cose! Per esempio…che sono in una stanza lillà…e studio...e mi vedo anche con un ragazzo…ma non so chi è!”

 

Cindy allora si avvicinò alla ragazza davanti a lei. E le sorrise con fare rassicurante.

 

“Bambina mia, è giunto il momento che tu sappia chi sei realmente. E che tu conosca la verità. E soprattutto, perché vedi quelle cose.”

 

Intervenne allora un uomo. Peter, il marito di Cindy.

 

“Quello che tu vedi, non è altro..che il tuo passato.”

 

La ragazza scoppiò in una risata. “Ma questo è…altamente illogico! No, non ha un senso. Io non ci credo… Il mio passato è quello che ho vissuto con voi.”

 

“No, cara. Quello è ciò che Loro…e mi vergogno ad ammetterlo…anche noi, ti abbiamo creato facendoti credere che fosse vero.”

 

La ragazza scosse la testa. “Non ci posso credere…tu non puoi dire sul serio!”

“Cara, io e Cindy ci vergogniamo di aver fatto tutto questo, credimi!” disse Peter “Ma avevamo troppa paura di tuo padre…e dei suoi amichetti che lo seguivano come cagnolini! Lo ammetto, la verità è che siamo stati codardi…e così abbiamo fatto soltanto il suo sporco e spregevole gioco!”

 

“Ma sappi che noi lo abbiamo fatto SOLO per il tuo bene, tesoro. Tu sei il nostro angioletto. E noi volevamo che tu stessi bene, solo questo.”, disse Cindy sorridendo. Poi sospirò. “Beh, a questo punto possiamo andare.”

 

La giovane guardò la donna davanti a lei con sguardo confuso. “A-andare? Andare dove, scusa?”

 

Peter si alzò e diede la mano a sua moglie. “A casa, figliola.”

 

La ragazza lo guardò sbalordita. “Ma noi siamo già a casa!” esclamò.

 

Cindy le porse la mano scotendo il capo. “No, cara. Questa non è casa nostra. Vieni, dammi la mano.” vedendola ancora incerta, le sorrise con fare rassicurante “Fidati! Dammi la mano.”

 

La giovane ragazza sospirò esasperata, e prese la mano della donna. E in un lampo, i tre si Smaterializzarono!

 

Quando arrivarono a destinazione, la ragazza era a dir poco sconvolta. E guardò la donna davanti a lei. “Ma…c-come diamine hai fatto?! Tu sei una Babbana!”

 

Cindy tirò fuori la bacchetta magica, fece luce nella casa, e le sorrise. “Oh no, mia cara! Io sono una Strega, proprio come te.”

 

Peter ridacchiò. “Già. La migliore Strega che un uomo come me che crede nella Magia, potesse mai desiderare di avere per moglie.”

 

“Questo non è possibile. Cioè…è-è tutto senza senso! Ma come è mai possibile tutto questo? Non c’è un senso logico, diamine!” esclamò la ragazza.

 

Cindy scosse il capo ridendo. “Mamma mia, come sei diventata scettica! Prima eri una sognatrice nata, sai? E anche se le cose non avevano una ragione valida…tu ci credevi ugualmente, Hangie!”

 

Peter sospirò malinconico. “Eh sì. Eri proprio una persona speciale! E lo sei ancora…Angelica.”

 

La ragazza li guardò come se fossero impazziti. “Chi è Angelica?”

 

“Tu, sciocchina!” esclamò Peter “Cara, sbrigati. Altrimenti chiamerà il manicomio!” guardò poi sua moglie, intenta ad aprire tutte le finestre.

 

Cindy sospirò, esasperata dall’incredulità della giovane, e mise la bacchetta davanti a sé. “Vieni qui, per piacere.” Hangie obbedì senza protestare “Benissimo, e ora…preparati e viaggiare fra i tuoi ricordi. Sarà un viaggio lungo.”

 

Angelica chiuse gli occhi, lasciandosi pervadere completamente da quella tenera sensazione di caldo che la avvolgeva lentamente.

 

E così cominciò il suo viaggio…

 

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Capitolo 2
*** Vita e Morte ***


 

21 Marzo 1989.

 

“Peter, è nata! È una splendida bambina.”

 

Cindy uscì dalla stanza da letto di sua figlia Macy con un fagottino rosa in collo, portandolo in salotto dove stava aspettando suo marito, il padre della ragazza.

 

L’uomo si alzò, e guardò l’essere appena nato con un largo sorriso sul volto. Il suo cuore si riempì di gioia! La prese in collo e tornò in camera da letto.

 

“Figliola, è bellissima. È tutta sua madre.”, disse con gli occhi pieni di lacrime di commozione.

 

Macy, esausta, sorrise. “Beh…spero lo sia in tutto e per tutto. Perché se mai dovesse aver preso da suo padre…” la ragazza si morse il labbro. Aveva una faccia molto preoccupata.

 

Cindy entrò e anch’ella espresse la sua ansia. “Tesoro…tu lo sai che tua figlia ha preso i poteri di entrambi, non è vero? I suoi poteri saranno enormi, potenti…suo padre cercherà sicuramente di prenderla con sé.”

 

“Non permetterò a quell’essere schifoso di Tom di prendere mia figlia! Lei resterà con me, e crescerà come una Strega buona.”, esclamò determinata Macy.

 

“A volte mi chiedo come diamine hai fatto a innamorarti di quello lì.”, disse Peter con espressione truce. “Io l’ho sempre detto che era marcio dentro!”

 

Macy fissò un punto indefinito della stanza, tornando indietro col pensiero.

 

“Tom non è sempre stato così, lo sai. Quando lo conobbi, al primo anno, era un ragazzino buono e gentile…è questo che mi ha fatto innamorare di lui. Il fatto che sembrava diverso dagli altri ragazzi ambiziosi che conoscevo.”

 

Cindy annuì. “Quel ragazzino era bravo, all’inizio. È cambiato dopo, Peter. Ricordi? Quando lo conoscemmo la prima volta, era una persona garbata e generosa. È dopo che…” sospirò.

 

Macy scosse la testa. “Non serve pensarci ancora. È successo. Tom è cambiato. E non c’è niente al mondo che lo farà tornare quello di una volta. Ma mia figlia non sarà MAI come lui. Sarà, come ho già detto, buona. E quando compirà 11 anni, sarà iscritta alla migliore scuola che esista nel mondo magico…Hogwarts.”

 

Peter cullò la nipotina fra le braccia, sempre facendo attenzione e con fare delicato.

 

“Già. Mia nipote diventerà una grande Strega. Crescerà…i suoi poteri diventeranno potentissimi…e poi si farà tanti amici…fino a quando troverà la sua Anima Gemella, e s’innamorerà.”

 

Peter Mendel era Babbano. Quando scoprì che Cindy era una Strega, lo accettò subito: fin da bambino era sempre stato convinto che la Magia esistesse. E quand’anche sua figlia si scoprì dotata di poteri magici, la cosa non lo sconvolse affatto.

 

“Albus sarà contento di prendere la nostra piccolina sotto la sua ala. Vedrai, Macy, lui la proteggerà sempre. Soprattutto da suo padre.”, disse Cindy rassicurando sua figlia.

 

“Piuttosto.”, le interruppe Peter “Che nome diamo a questa bellezza?” con il dito le fece un po’ di solletico sul pancino e la bambina rise contenta.

 

Cindy guardò sua figlia. “Tu che dici, Macy? Che nome vuoi che abbia tua figlia?”

 

Macy guardò suo padre. “Papà. Portamela qui.” Peter si avvicinò al letto e posò la neonata fra le braccia di sua figlia. Lei sorrise. “Guardatela…è un angioletto! Ecco. Ora so che nome le darò.”

 

Poi la sollevò facendo attenzione a non farla cadere. La bambina sgambettò tutta contenta e rise.

 

“Ti chiamerai Angelica. Perché tu sei e sarai sempre il nostro angelo.” poi rise e abbassò le braccia aggiungendo “Beh, visto e considerato che forse qualcuno ti potrebbe prendere un po’ in giro per questo nome, vorrà dire che ti troveremo un diminutivo. Che ne dici di…Hangie? Eh? Ti piace?”

 

La bambina guardò la madre per un attimo: sembrava davvero che ci stesse pensando. E poi si mise di nuovo a ridere spensierata.

 

“Beh, direi che la risposta è piuttosto chiara!” rise Peter.

 

“Allora, così sia: ti chiamerai Hangie.”, sentenziò la moglie.

 

Sorrise poi alla figlia.

 

“Cara, ora però sarebbe meglio che tu e la bambina riposaste un po’. Non preoccuparti, noi saremo sempre di là. Se hai bisogno, chiama.”

 

La ragazza si sdraiò con la bambina ancora fra le braccia. “D’accordo. Mamma, papà. Grazie!”

 

“Non ringraziarci, figliola. Abbiamo fatto quello che dovevamo.”, rispose Peter.

 

E i due coniugi, guardando la figlia e la nipote chiudere gli occhi, sorrisero…e si chiusero la porta alle spalle.

 

***

 

E così la bambina crebbe bella e sana. Forte. E soprattutto, come tutti i bambini, molto vispa!

 

Oramai, benché fosse piccola, visto che aveva appena tre anni, aveva capito (o meglio intuito) di avere qualcosa di speciale. E usava così i suoi poteri per combinare guai. Sebbene questi “guai”, in effetti, si limitassero soltanto a sollevare gli oggetti per far arrabbiare sua madre e i suoi nonni.

 

Per il resto, Hangie cresceva come la bambina più buona e dolce del mondo.

 

“Hangie, adesso basta!”

 

Erano le 10 di mattina. Macy aveva messo la piccola a tavola, per darle la colazione.

 

Hangie, invece, si divertiva a sollevare il piatto, il bicchiere, il tovagliolo, e tutto ciò che aveva davanti! Era una vera birbante!

 

“Mamma! Mi daresti una mano, per piacere? Hangie non la smette di far levitare gli oggetti.”

 

Cindy entrò in cucina di corsa, ma appena vide la scena…scoppiò a ridere!

 

La giovane guardò la madre sbalordita.

 

“Mamma? Ti pare il momento di metterti a ridere? Hangie non se ne sta buona…ormai è mezz’ora che va avanti in questo modo! Io ti chiedo una mano per farla smettere, e tu che fai?, ridi!?”

 

La donna guardò sua figlia con un sorriso.

 

“Scusami, tesoro. È che mi sono ricordata…che quando eri piccola, tu eri esattamente come Hangie. Non appena vedevi qualcosa davanti ai tuoi occhi, tu ti mettevi a ridere, e sollevavi l’oggetto come se niente fosse!”

 

Per i primi secondi, Macy guardò la madre con uno sguardo severo, e scosse la testa. Ma poi, vedendola ridere, e guardando sua figlia che rideva quanto lei…si arrese, e tutte e tre si misero a ridere come matte!

 

In quel momento entrò il signor Mendel.

 

“Beh? Cosa avete da ridere così, tutte e tre?” si guardò intorno, e vide sua nipote che faceva levitare le cose, e anche lui irrimediabilmente si mise a ridere. “Eh! Tale e quale a sua madre!”

 

Le cose andavano bene. I Mendel erano una famiglia molto felice, Cindy e Peter avevano tutto ciò che si poteva desiderare: una figlia bellissima, e una nipotina splendida!

 

Era il 26 Aprile dell’anno 1992. Il giorno che la vita di Macy Mendel…si fermò. Per mano della persona che più di tutte odiava…e al tempo stesso amava.

 

***

 

Ore 23.00

 

Criiiick…

 

La porta dell’ingresso secondario, che si trovava in cucina, si aprì lentamente cigolando.

 

Finalmente ti ho trovata, Macy...nn mi posso sbagliare...questa è la tua aura magica…

 

Macy si svegliò di soprassalto. E i suoi occhi caddero sulla porta della stanza.

 

No...non è possibile...eppure... È la sua Aura magica, la riconoscerei dovunque! E' qui per portare via Hangie! Devo portarla via da qui.

 

La ragazza si alzò stando attenta a non fare il minimo rumore, andò alla culla della bambina, e la prese in collo. “Coraggio piccolina.” sussurrò “Ora dobbiamo andare via…”

 

“Non credo proprio, Macy.”

 

La sua voce provocò in Macy un brivido lungo la schiena...quella era la prova che le cose erano proprio cambiate: prima la voce di Tom Riddle le faceva battere il cuore…ora le gelava il sangue nelle vene.

 

La giovane si girò e lì, stanziato sulla porta della camera…vide lui. Il suo peggior incubo. Eppure era anche il ragazzo che, tanto tempo prima, l’aveva fatta innamorare…

 

“Cosa ci fai qui, Tom? Vattene. Fuori da casa mia!”, gli disse stringendo forte Hangie a sé “Non c’è niente di tuo, qui.”

 

Sul volto di Tom lampeggiò un vago ghigno. “Ti sbagli, tesoro mio. In questa casa c’è più di una cosa che mi appartiene…” La guardò con sguardo profondo.

 

E fu allora, che il cuore di Macy accelerò i battiti. Cosa…mi sta succedendo? Perché il mio cuore ha accelerato? Non posso credere che…

 

Macy decise di ignorare quel battito accelerato.

 

“Il nostro tempo è finito, Tom. Va via, ti prego. Non farmi usare i miei poteri contro di te, sai che non mi piace usarli sulle persone a cui tengo.” Quelle ultime parole le erano uscite così.

 

Tom si tolse finalmente il cappuccio che teneva in testa.

 

“Macy, guardami. Sono ancora il ragazzo di cui ti eri innamorata! Non sono tanto diverso da come ero prima. Ho sempre saputo di essere diverso da tutti gli altri…di avere un futuro nella Magia Oscura…”

 

“No!” urlò Macy. I suoi occhi iniziarono a divenire lucidi. “Non è vero! Tu non eri affatto cattivo, prima… E il ragazzo di cui mi sono innamorata…non sei tu. Tu non sei il Tom Riddle che amo!”

 

Tom abbassò la testa e strinse i pugni. Dopodiché la guardò di nuovo.

 

“Non costringermi a farti del male, Macy… Ti prego. Dammi la bambina, e me ne andrò. Non ti toccherò neppure con un dito, te lo prometto. Ti puoi fidare di me, lo sai.”

 

In quel momento entrarono i signori Mendel.

 

“Che ci fai qui, Tom?” gli disse Cindy guardandolo con rabbia “Ti conviene uscire immediatamente da questa casa, signorino. Altrimenti…” tirò fuori la bacchetta.

 

Tom sogghignò. “Cosa vorresti fare, Cindy? Uccidermi, forse? Lo sai che i tuoi poteri, benché tu sia più vecchia di me, sono nettamente inferiori ai miei.”

 

Peter lo guardò con odio. “Tu sei l’essere più disgustoso che abbia mai conosciuto, Tom Riddle! Va fuori dalla mia casa, subito!”

 

“Non puoi darmi ordini, Peter. Un Babbano non può pretendere di dare ordini al Signore Oscuro.”

Macy tornò alla culla, e vi rimise Hangie. E le sorrise. “Non preoccuparti, piccolina. La mamma non permetterà che quel signore cattivo ti faccia del male.”

 

“Io non sono un “signore cattivo”! Cavolo, sono suo padre!” urlò.

 

Macy tirò fuori la sua bacchetta, e gliela puntò contro. “Te lo ripeto, Tom: non costringermi a farti del male. Mia madre non potrà farti nulla, questo è vero. Ma conosci molto bene i miei poteri…e sai bene che sono al tuo pari.”

 

Tom scosse la testa. Abbassò la testa. E impugnò la sua bacchetta.

 

“Perché? Macy…noi tre potevamo essere una famiglia…la più potente che sia mai esistita nel nostro mondo. E invece tu, come al solito, vuoi rovinare tutto…”

 

“Cosa vuoi farle, Tom? Ricordati che c’è tua figlia in questa stanza!” gli urlò contro Cindy, assai spaventata per la figlia.

 

Tom guardò Macy, e lei, con gran stupore…vide che gli occhi del ragazzo erano lucidi.

 

“Sappi solo che ti amo, Macy Mendel. E ti amerò per sempre. Un giorno ci rincontreremo…amore mio.” Alzò la bacchetta…chiuse gli occhi… “Avada…Kedavra!

 

Un fascio di luce verde scaturì dalla bacchetta del giovane Tom Riddle…e andò a colpire in pieno la povera Macy.

 

La ragazza spalancò gli occhi dalla sorpresa…dopodiché fece un mezzo giro su se stessa…guardò per l’ultima volta la sua meravigliosa bambina…e si accasciò a terra.

 

Quella volta fu la sola in cui Tom Riddle, dopo tanti anni…pianse.

 

***

 

Cindy guardò la stanza di sua figlia, totalmente intatta, e il corpo della ragazza…lì davanti ai suoi occhi…steso per terra, pallido…

 

La prima cosa che fece fu di andare velocemente versò la culla di Hangie, che era scoppiata in un pianto dirotto e senza fine.

 

La prese in collo e cercò di calmarla.

 

“Shh. Buona, piccolina…non piangere…è tutto a posto…”

 

Ma dentro di lei, il suo cuore era a pezzi: in un attimo lei aveva perso una figlia, e sua nipote aveva perso la mamma.

 

Per chi fosse entrato in quella stanza, forse poteva sembrare che a Cindy Mendel non importasse niente della morte di sua figlia, o comunque poco. Ma non era esattamente così: stava malissimo! Ma prima di tutto, era una Strega. E ne aveva visti tanti morire così…

 

“Tesoro…prendi Macy. Domani chiameremo i nostri parenti e amici. Dobbiamo farle un funerale degno di lei.”, disse al marito.

Peter, mostrandosi forte, prese in braccio il corpo senza vita di sua figlia.

 

“Cosa diremo alla gente?”

 

Cindy ci pensò un attimo. “Diremo… Sì, diremo che é morta per un’emorragia interna derivata dal parto. E che si è estesa stanotte…portandola alla morte. Non sospetteranno: capita, a volte.”

 

Peter portò sua figlia in salotto, e la posò sul divano.

 

Poi tornò indietro, e vide la moglie uscire dalla loro stanza. Si affacciò. E lì, sul letto, vide la piccola Hangie che dormiva, stringendo forte il suo orsacchiotto regalatole da Macy.

 

“Ora dobbiamo pensare a lei. Non deve rimetterci a causa della scellerataggine di suo padre.” disse Cindy prendendo un profondo respiro.

 

Peter annuì e la strinse. “Hai ragione, amore. Angelica deve crescere spensierata e felice. Macy avrebbe voluto così.”

 

La piccola Hangie dormiva, abbracciata al suo Pucy, e neanche immaginava che la mattina dopo, la sua mamma non sarebbe stata lì, pronta a prenderla in collo e a farla giocare.

 

Perché la sua mamma, una ragazza di appena 22 anni…era morta.

 

E i suoi nonni temevano il giorno in cui la piccola Hangie, cresciuta, avrebbe scoperto che ad averle sottratto la sua adorata mamma…non era stato altro che suo padre.

 

 

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Capitolo 3
*** La nuova vita di Hangie ***


La bambina crebbe ancora, sempre più sana e più bella. Forte come non mai!

 

Mano a mano che cresceva, sua nonna le insegnava tutto quello che una Strega della sua età doveva sapere.

 

E a quasi undici anni, la bamb…ops, la ragazzina!, sapeva le tecniche di base per dei buoni incantesimi.

 

Eh già, perché la cara Angelica oramai aveva quasi 11 anni. E di lì a pochi giorni, la sua vita sarebbe cambiata ancora una volta.

 

***

 

Era il 21 Marzo 2000.

 

Ore 9:30.

 

“Hangie, tesoro! Su, alzati. C’è una lettera per te.”

 

La ragazza corse veloce in cucina: sapeva cosa c’era scritto nella lettera. E soprattutto chi la mandava.

 

“Finalmente! Sono loro, vero nonna? Mi hanno mandato la lettera per dirmi che…” Hangie prese un respiro. Era entusiasta!

 

Peter le porse la lettera con un sorriso. La ragazzina la prese…e urlò di gioia! Sulla busta vi era impresso lo stemma della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.

 

“Lo sapevo! È stata mamma a iscrivermi, non è vero?” loro annuirono, e lei sorrise. “La mamma ha sempre pensato alla mia felicità… Mi manca molto…”

 

Cindy si avvicinò alla nipote e la abbracciò. “Tua madre non avrebbe voluto che proprio oggi tu fossi così triste, tesoro.” si chinò e sorrise “Oggi compi 11 anni, cara! Sorridi!”

 

Peter però era cupo. E Cindy sapeva bene il perché.

 

“Hangie, ora ascolta. Io e tua nonna ti vogliamo dire una cosa.”

 

Peter si alzò e uscì dalla cucina.

 

Cindy posò le mani sulle spalle della nipote. “Non farti impensierire dalla sua espressione, lo sai che è una sua prerogativa essere sempre un pò negativo.”

 

E infatti Peter tornò tenendo in mano una lettera.

 

Si risedette, e Hangie si avvicinò a lui. Cindy si sedette andò accanto al marito.

 

“Angelica, oggi compi un’età in cui dovresti ancora essere senza pensieri…ma purtroppo la vita è stata spietata con te. Ti ha portato via la mamma quando eri ancora molto piccola, e a tutti noi manca molto. E quest’esperienza ti ha fatto maturare parecchio.”, le disse suo nonno Peter.

“Angelica, cara, tu sei una ragazzina molto matura per la tua età. E anche per questo siamo così tanto fieri di te. Ora…dovrai esserlo ancora di più.”

 

Peter porse a Hangie la lettera, che la prese confusa. La aprì, e cominciò a leggerla.

 

 

Cari Cindy e Peter. So che le parole che sto per dirvi, dette da me, vi sembreranno estremamente ipocrite. Ma sono la verità: io amavo Macy, e non avrei mai voluto farle del male. Il nostro era un grande amore...e lo testimonia la piccola Hangie.

 

È lei il motivo di questa lettera. Angelica è mia figlia. E su questo non transigo. E la voglio con me. È un mio diritto, e voi non potete negarmelo. Vi ringrazio già da ora, perché so che la crescete meglio di chiunque altro.

 

Come ho già detto, voglio Angelica con me. Però, per il momento no.

 

Verrò a prenderla a mezzogiorno del suo 11° compleanno.

 

Tom Riddle.

 

Lette quelle poche righe, Hangie sbottò.

 

“Mi rifiuto di credere che voi possiate permettere che mi porti via! Io non voglio andare con lui…ha ucciso la mamma!”

 

Cindy e Peter si aspettavano una reazione del genere. Specialmente visto che Hangie, come le sue parole dimostravano, SAPEVA cos’era successo.

 

E per l’esattezza, l’aveva ricordato appena 2 anni prima quando, in sogno, le era riapparsa la scena in cui suo padre uccise Macy con l’Anatema della Morte.

 

“Tesoro, noi non vogliamo certo che tu vada con lui!” le disse Cindy “Ma devi capire che abbiamo le mani legate, purtroppo! Noi siamo soltanto i tuoi tutori, nonché tuoi nonni. Ma lui…benché mi faccia orrore dirlo…è tuo padre. E ha tutto il diritto di portarti con sé dove, e quando più gli piace.

 

Peter sospirò. “Angelica, tu lo sai che noi detestiamo tuo padre per ciò che ha fatto. E sappiamo bene che anche tu provi lo stesso odio per lui. Ma la lettera è chiara: oggi tuo padre verrà qui, per portarti con sé.”

 

Hangie ancora non poteva crederci. Non è possibile… Come posso riuscire a vivere con l’assassino di mia madre? Come faccio a perdonarlo, benché sia mio padre?!

 

Poi le balenò in testa qualcosa. Un’idea di vendetta. La SUA vendetta.

 

“E va bene, andrò con mio padre. Ma non riuscirò MAI a perdonarlo per ciò che ha fatto! Anzi, ora vi dico cosa ho intenzione di fare, e già da ora sappiate che non riuscirete a fermarmi.”

 

“Qualunque cosa tu voglia fare, noi ti vogliamo bene e siamo dalla tua parte, Hangie.”, le disse con un sorriso suo nonno.

“Imparerò tutto quello che c’è da sapere…diventerò potente quanto la mamma…anzi, se riesco anche di più! E dopodiché…io la vendicherò. Ucciderò mio padre.”

 

Cindy guardò gli occhi di sua nipote, e improvvisamente si preoccupò.

 

Ha uno sguardo che non mi piace… Non vorrei che il lato oscuro trasmessole da suo padre venisse a galla. E soprattutto ora che starà per degli anni con lui…

 

“Io ti appoggio, nipote. Fallo fuori, quel farabutto. Vendica tua madre.”, disse invece Peter con uno sguardo colmo d’odio e di rabbia.

 

Cindy prese la mano della nipote. “Angelica, sappi che noi saremo sempre con te. Per qualsiasi cosa, chiama pure quando vuoi. Noi siamo qui per te.”

 

Hangie sorrise commossa. “Vi ringrazio, nonni cari! Ma ora voglio la mia torta…e il mio regalo! E se scopro che avete speso troppo, mi arrabbio! ”

 

Hangie non era una ragazza che chiedeva tanto. Era semplice, generosa. Sempre gentile con tutti, e pronta ad aiutare e ascoltare chi ne aveva bisogno.

 

Proprio come sua madre.

 

Peter batté le mani ridacchiando, e si alzò. “Ebbene…prima di tutto il tuo regalo, nipotina mia.”

 

Cindy sorrise.

 

Quando tornò, l’uomo aveva in mano un pacco lungo e fine. E sorrideva, sapendo che per Hangie quello sarebbe stato il regalo più bello che potessero mai farle!

 

“Ecco qua il tuo regalo. Sono più che sicuro…che andrà benissimo.”, disse.

 

Hangie lo prese fra le mani, eccitata. “Cos’è?”

 

“Beh…aprilo e lo scoprirai!” le disse la nonna “Sarà una bellissima sorpresa, per te.”

 

Hangie guardò i suoi nonni felice, e aprì il pacchetto… La gioia che si accese nei suoi occhi era indescrivibile. Lì, tra le sue mani, c’era una bacchetta magica!

 

“La riconosci? È...la bacchetta della mamma.”, le disse Cindy.

 

Hangie la guardò con i suoi occhioni marroni pieni di lacrime. “Era…era della mamma?”

 

Peter annuì. “Esatto. Legno di quercia, 12 pollici, e un pelo di unicorno.”

 

“Tua madre avrebbe voluto che la avessi tu, ne sono certa.”, le disse Cindy con le lacrime agli occhi.

 

Hangie abbracciò forte sia sua nonna che suo nonno, ringraziandoli di cuore. E i tre, insieme, si misero a tavola a mangiare la torta della nonna, torta preferita di Hangie. (E di Macy…)

 

***

Ore 12:00

 

La porta della cucina si aprì, ma senza sbattere. Lentamente, con calma, come se volesse farsi notare. E dalla porta entrò lui.

 

Tom Riddle.

 

Cindy si alzò. Non gli sorrise, ma nemmeno lo trattò particolarmente male.

 

“Buongiorno, Tom. Se puoi aspettare due minuti, Hangie arriva subito. È andata a prendere la sua valigia. Ci metterà poco.”

 

Tom annuì. “Non ho fretta, Cindy. Posso aspettare.”

 

“E allora potevi aspettare anche nel portarla via…”, mugugnò Peter “Hangie è ancora una ragazzina, cosa ti aspetti da lei?”

 

Tom accennò un piccolo sorriso. “Non mi aspetto niente, Peter. Voglio soltanto vivere con mia figlia, come è mio diritto.”

 

“E dimmi, era tuo diritto anche uccidermi la mamma…papà?” disse una voce dalla porta della cucina.

 

Tom gettò lo sguardo sulla ragazzina che aveva parlato…e per poco non gli prese un colpo!

 

Si avvicinò lentamente. “Oh mio Dio…assomigli tutta a tua madre. Siete due gocce d’acqua!”

 

Hangie avanzò e posò la valigia. Poi si legò i capelli.

 

“Non hai il diritto di nominare la mamma. Tu me l’hai ammazzata davanti agli occhi…e avevo soltanto tre anni!”

 

Tom strinse i pugni. “Se ricordi così bene quella notte, allora ricorderai sicuramente anche le nostre parole. Mi ci ha costretto lei…io amavo tua madre!”

 

Hangie scosse la testa. “Non dire le bugie, papà. Sei troppo cresciuto per dirle, non ti pare?” poi salutò i nonni con un sorriso e un abbraccio, prese la valigia, e andò alla porta.

 

Dopo si voltò. “Beh? Sei venuto per portarmi da te, no? E allora andiamo. Voglio imparare tutto ciò che devo sapere per essere una Strega brava come la mamma.”

 

Tom sorrise fra sé e sé. Lo sarai, piccola mia. Hai il sangue di Macy Mendel e del grande Voldemort che ti scorre nelle vene. Diventerai più potente di noi, credimi…

 

Dopodiché si voltò verso i signori Mendel, e chinò la testa a mo’ di saluto.

 

“Peter. Cindy. Non temete, potrete vedere Hangie quando volete. Io che non ho avuto i nonni, so quanto possano mancarti…specialmente alla sua età. Bene. Andiamo, Angelica.”

 

I signori Mendel li seguirono con lo sguardo fino a che furono in strada…e si Smaterializzarono.

 

Cindy piangeva, ma le rimaneva sempre un sorriso.

 

Buona fortuna…Angelica.

***

 

Il castello di Tom Riddle era immenso e imponente.

 

A prima vista sembrerebbe un castello dei film horror… pensò Hangie tremando un bel po’.

 

E non appena fu entrata, i suoi sospetti divennero reali: era un vero castello dark. Pieno di quadri che ritraevano Maghi Neri…pochissime fiaccole… Insomma, era oscuro e spaventoso.

 

Hangie li guardò uno a uno, e si fermò in particolare su un uomo con lo sguardo cattivo, la faccia che non prometteva niente di buono, e con in mano una bacchetta color faggio.

 

E mentre era lì ferma, all’improvviso sentì qualcosa strusciarle sui piedi…avvinghiarsi alle sue gambe…e salire piano…

 

Hangie si spaventò, e cacciò un urlo.

 

“Nagini, giù! Immediatamente!” urlò Tom correndo verso la ragazzina.

 

Hangie guardò in giù, e ai suoi piedi vide il più grosso serpente che avesse mai visto! E che la guardava con uno sguardo che pareva curioso.

 

“Oddio…” sussurrò lei “Questo è…è un Basilisco! Cosa ci fa qui un Basilisco?!” la ragazzina si voltò e guardò sconvolta suo padre.

 

Lui sorrise. “Lei è Nagini. Il mio Basilisco.”

 

Hangie rise ironica. “Ah! Il tuo…il tuo Basilisco?! Ma sei impazzito?? Tu lo sai che i Basilischi sono essere diabolici..e che mangiano gli esseri umani?!?”

 

Tom rise. “Certo che lo so! Però, non ti devi preoccupare. Nagini starà sempre alla larga da te, le dirò di non spaventarti più.” guardò il serpente, e le disse qualcosa.

 

Hangie rimase sbalordita. “Tu parli il Serpentese??”

 

Tom la guardò altrettanto sbalordito. “Ma per chi mi hai preso, ragazzina? Per un Mago come tutti gli altri? Io sono Voldemort. Il Signore Oscuro. Certo che parlo il Serpentese!”

 

Il Basilisco lentamente se ne andò strisciando, e Tom guardò con fierezza il suo bel serpentone personale.

 

“Eh sì…la cara Nagini…” poi guardò la figlia. “Ora vieni con me. Ti voglio presentare i miei fedeli e bravissimi seguaci.”

 

Hangie fece ancora una risata ironica.

 

“Ah! No, grazie…non ci tengo a conoscere i tuoi amichetti. E anzi, ne starò molto alla larga! E poi…devo sistemare la mia roba.” indicò la valigia.

 

Tom sospirò. Poi tirò fuori la bacchetta, e fece levitare la valigia. “D’accordo, seguimi. Ti porto in quella che, da ora in avanti, sarà la tua stanza.”

 

Attraversarono mezzo castello, e salirono due rampe di scale. E poi presero un corridoio con molte porte. Si fermarono davanti alla prima a sinistra.

 

“Eccola qui. Quella qui davanti è la mia stanza. Quando avrai bisogno…chiamami.”

 

Hangie aprì la porta, e più che una stanza…le apparse la cella di una prigione. Certo, la finestra era grande, bella…ma il resto!

 

“Per caso ci abitava un morto, qui dentro?”, disse sarcastica. Posò la sua valigia. E guardò suo padre dietro di lei. “È troppo buia…io non sono come te a cui piace l’oscurità.”

 

Quello sguardo…lo stesso di sua madre poco prima che…

 

Tom annuì. “Beh, ovviamente puoi apportare tutte le modifiche che vuoi. Tanto nessuno a parte te entrerà mai in questa stanza.”

 

“E vorrei ben vedere!” esclamò lei “Ci mancherebbe soltanto che la tua piccola amichetta mi entrasse la notte…e che magari mi ingoiasse in un sol boccone!”

 

“Te l’ho già detto, Angelica. Puoi stare tranquilla. Nagini non entrerà mai in questa stanza, né tantomeno ti girerà mai intorno.”, le disse Tom cercando di rassicurarla “E adesso, che a te piaccia o meno, verrai con me. Gli altri sanno che dovevi arrivare. Ti stanno aspettando.”

 

Hangie lo guardò dritto negli occhi.

 

Stava per rispondergli a tono, ma qualcosa la bloccò. Non sapeva esattamente cosa…ma quella cosa le impedì di ribattere.

 

Ma guarda se mi tocca anche conoscere i suoi amichetti deficienti!

 

Sospirò. “E va bene… Coraggio, sono pronta.”

 

Tom sorrise soddisfatto. “Bene! Sono contento che tu non abbia ribattuto. Avanti, seguimi.”

 

***

 

La sala in cui si erano riuniti i suoi seguaci era, se possibile, ancora più tetra. Con la sola differenza che c’erano un po’ più di fiaccole.

 

Quindi tetra, sì, ma non troppo.

 

“Amici miei. Vi ho riuniti qui, in questo giorno, perché voglio presentarvi la mia unica erede, colei che abiterà qui con me, e con alcuni di voi, per gli anni a venire. Mia figlia… Angelica. Vieni.”

 

Hangie entrò con passo sicuro, ma con dentro una paura matta. Mano a mano che procedeva verso il centro del grande cerchio formato dai seguaci del padre, si guardava intorno.

 

Ma tu guarda che facce… Sembrano tutti morti viventi! Anzi, peggio…paiono quei tanti assassini che a volte appaiono sul giornale… Mamma, proteggimi ti prego!

 

“Non essere timida, figliola. Sei l’erede del grande Voldemort…nessuno e niente ti farà mai del male, fidati.”, le disse Voldemort.

 

Quando fu al centro, Hangie prese un grosso respiro e disse: “I-io…beh, vorrei solo dire…che disapprovo quello che fate. M-ma…voglio i-imparare tutto quanto sulla Magia.”

 

In quel momento, si fece avanti un uomo alto, magro, biondo con un piccolo sorriso in volto.

 

“A nome di tutti noi, Angelica, ti diamo il benvenuto nella nostra grande famiglia. Tutti quanti noi Mangiamorte saremo al tuo servizio per qualunque cosa tu vorrai.”

 

Hangie si sforzò di sorridere. “Oh…la ringrazio, signor…”

 

“Malfoy. Lucius Malfoy.” disse suo padre “Lucius è il mio migliore amico. Ed io mi fido di lui nella maniera più completa. È il mio braccio destro. Guarda, quello lì è suo figlio.”

 

Lucius sorrise, e chiamò suo figlio lì accanto a lui. “Draco, vieni a presentarti ad Angelica.”

 

Hangie subito lo corresse. “Ehm…preferisco essere chiamata Hangie. Il nome Angelica…lo usava soltanto…mia madre…” la ragazzina fece uno sforzo per trattenere le lacrime.

 

Ma Tom notò i suoi occhi lucidi.

 

Oh Angelica… Perdonami, ti prego! Ho fatto un errore colossale, ho ucciso l’unica persona che abbia mai amato… Forse è vero quello che mi diceva Macy…che sono un mostro…

 

Draco avanzò accanto a suo padre.

 

E si inchinò.

 

“Felice di conoscerti, figlia di Voldemort.”

 

Hangie notò subito che Draco era un ragazzino della sua età. “Tu non vai a scuola?” gli chiese.

 

Draco fece una smorfia. “Non mi serve. Ho mio padre che m’insegna. E poi, la scuola non fa proprio per me. Lì è pieno di regole…e io detesto le regole.”

 

“Bene. Draco ha la tua età, come puoi notare. Studierete insieme, così che diventerete amici e un giorno, spero, andrete molto d’accordo…”, le disse Tom annuendo e guardando Lucius.

 

Hangie guardò prima suo padre, poi Lucius Malfoy, con la bocca spalancata dallo stupore.

 

Oh mio Dio… Ho capito cosa hanno in mente! Loro vogliono farmi sposare con Draco! È assurdo!

 

“Papà, non ci pensare neppure! Scelgo io chi amare, chiaro?!”

 

Lucius sogghignò. “Beh, ora capisco che dicevi il vero…quando hai affermato che tua figlia è un tipo sveglio. Draco, tu che ne dici? Ti piace…la tua promessa sposa?”

 

Draco abbassò lo sguardo e avvampò di colpo. “Io...s-sì. Bene. Se il tuo volere è che mi sposi con la figlia del Signore Oscuro… Per me sarà un grande onore.”

 

Hangie rimase a bocca aperta. “Non ci posso credere… E non dici niente? Ma scusa, tu lasci che ti scelgano loro chi devi amare?? Non ci credo…”

 

Tom guardò sua figlia con sguardo severo. “Hangie, ora basta. Tu e Draco siete promessi sposi da quando siete nati. Tu sei sua, e lui è tuo. E su questo non si discute, chiaro?”

 

Hangie guardò Draco…appena in tempo per vederlo che la guardava.

 

Cosa…? Perché mi guardava? Non è possibile che già provi qualcosa per me. Non mi conosce neanche!

 

Però…è carina. Vorrei soltanto che ci fossimo conosciuti in un altro contesto…

 

In realtà, a Draco piaceva Hangie da quando l’aveva vista arrivare, affacciato alla finestra. L’aveva subito colpito il suo sguardo determinato e il suo viso dolce…

 

“Bene. Signore, se vuole scusarci… A nome di tutti, le devo dire che purtroppo adesso abbiamo molto da fare. Al Ministero della Magia c’é subbuglio per le solite faccende ordinarie.”

 

Tom annuì. “Molto bene. Andate, miei seguaci. E portate un po’ di scompiglio nel mondo magico… Ma mi raccomando! Tutto in modo discreto. Non vorrei ricevere nuovamente la visita di quell’idiota di Silente!”

 

Hangie lo guardò sarcastica. “Ah! Albus Silente tu lo chiami un idiota? Caro mio, tu non lo conosci abbastanza. Albus Silente è il mago più potente di tutti i tempi! E ti sconfiggerà, un giorno…”

 

Beh, sempre che non ti abbia già fatto fuori io…caro padre.

 

“Non dire stupidaggini, figlia mia! Tu non sai chi sono io. Né quanto io sia potente. Ora, avanti, va nella tua stanza a riposarti. Da domani inizieranno i tuoi studi. E ti avverto che saranno duri.”

 

Hangie gli lanciò uno sguardo di sfida. “Non mi spaventano le difficoltà. Sono forte abbastanza per reggere gli sforzi più duri.” E detto questo, girò i tacchi e si allontanò.

 

Tom sorrise fra sé e sé.

 

Da domani dovrò essere più duro…non posso permettere che una ragazzina mi cambi. Sebbene sia mia figlia. Non preoccuparti, Macy. Mi prenderò cura di nostra figlia. Sempre.

 

 

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Capitolo 4
*** 15 anni ***


15 anni.

E quattro anni, Hangie fu sottoposta a lezioni molto dure e difficili, anno dopo anno e giorno dopo giorno…ma la ragazza non si spaventava, e soprattutto non si arrendeva.

 

Tom cercava di gestire nel migliore dei modi il ruolo di padre e maestro, e di farlo coincidere con quello di Signore Oscuro: mentre con Hangie era duro ma comunque paterno, con i suoi fedeli seguaci era spietato e meschino.

 

In quei quattro anni, non passò giorno in cui Draco e Hangie non litigassero! Non facevano altro che battibeccare e prendersi a insulti…demoralizzando sempre più i loro padri.

 

Lucius Malfoy camminava su e giù saletta personale di Voldemort.

 

“Ormai non fanno altro da quattro anni a questa parte!” esclamò spazientito “Litigano…si offendono…a volte combattono anche l’uno contro l’altro!”

 

“Sono adolescenti, Lucius! Vedrai che le cose miglioreranno. Draco ha quindici anni, ormai, e Angelica gli compirà tra pochi giorni. Ci sei passato anche tu, no? Prima ci si detesta e si litiga, e poi ci si innamora…”

 

Tom prese a fissare il fuoco davanti a sé, e i suoi ricordi si persero nel tempo…e tornò indietro, quando conobbe per la prima volta Macy…anche loro non facevano altro che litigare e combattersi!

Poi, un bel giorno…si scoprirono entrambi innamorati persi l’uno dell’altro!

 

“Tom? Ma mi stai ascoltando?”

 

Tom…anzi, Voldemort…si riscosse dai suoi pensieri.

 

“Oh…scusami Lucius, mi ero perso nei miei ricordi! Cosa mi dicevi?”

 

Lucius scosse il capo, sospirando.

 

“Dicevo che i tuoi seguaci sono stanchi di doversi nascondere. Vogliono uscire alla luce del Sole! E annunciare che il Signore Oscuro comanderà d’ora in poi il mondo magico, e che nessun Babbano o Mezzosangue avrà scampo!”

 

Tom si alzò con uno scatto, e scosse la testa.

 

“No! È ancora troppo presto. Prima di scoprirmi completamente, ho bisogno di sapere che ci sarà qualcuno a sostituirmi.”

 

“Vuoi aspettare che Hangie sia pronta?”

 

Tom annuì. “Però, la prima cosa a cui devo pensare…è a un modo per farla andare d’accordo con Draco. Altrimenti…poveri noi!”

 

Ma non sapeva che, molto presto, i due ragazzi lo avrebbero trovato da soli il modo per andare d’accordo.

 

E che sarebbe stato uno dei modi più belli che esistessero!

 

***

 

Arrivò nel frattempo il 21 Marzo. Era l’anno 2004.

 

“Uwan! Buongiorno Macy.”

 

Hangie si stiracchiò, alzandosi e andando verso la finestra dove, appollaiata, c’era una bellissima civetta color grigio-argento. La accarezzò, e Macy la becchettò affettuosamente.

 

Hangie guardò la sua stanza e sorrise soddisfatta di se stessa. Sì, in quei quattro anni aveva fatto un lavoro eccellente!

 

Le pareti erano lillà chiaro, con disegni di fiordalisi (i suoi fiori preferiti, come sua madre).

 

Alla finestra aveva messo delle tendine rosa, e il soffitto era azzurro chiaro, con delle nuvole bianche disegnate, a rappresentare il cielo.

 

L’unico modo per sentirsi libera, era di stendersi sul letto…e guardare quel cielo, sebbene finto, e rilassarsi.

 

Accanto alla finestra, un grande armadio con sopra disegnate delle farfalle di tutti i colori.

 

Lo aprì e ne tirò fuori un paio di jeans.

 

Poi aprì il primo cassetto, e tirò fuori un maglione azzurro a collo alto.

 

Dopodiché andò nel suo bagno personale, si lavò, si vestì, e infine si pettinò con una bella coda alta.

 

Tirata fuori la bacchetta esclamò “Gratta e Netta!”, e la stanza si rifece da sola, mentre lei andò a guardare fuori dalla finestra.

 

E lì fuori, nel parco, seduto su un pezzo di tronco rimasto da un albero appena potato, vide Draco…che suonava la chitarra!

 

E oltre a suonare, stava anche canticchiando!

 

La ragazza sorrise, e sentì il cuore battere…e quando  Draco, sentendosi osservato, guardò in su, il battito accelerò.

 

Hangie con uno scatto si nascose. E mise una mano sul cuore.

 

Cos’è? Perché sento il cuore che mi esplode? Ma cosa diavolo mi sta succedendo?!

 

Intanto, seduto su quel tronco, Draco smise di suonare la chitarra.

 

Era lei…

Se sono qui a suonare la chitarra, è anche per te Hangie. Perché ho finalmente capito quello che provo. E vorrei tanto dirtelo…

 

Poi il biondino sorrise.

 

E riprese a suonare, e a cantare, guardando verso la finestra della ragazza. Sapendo bene che lei stava ascoltando.

 

Lo so che la tua strada l’hai già disegnata,

ma io ti ho messo in mano una gomma ed una matita.

Mi ascolti o no?

 

Hangie restò a bocca aperta: Draco…stava cantando e suonando…per lei!

 

Si sporse un’altra volta dal vetro per guardarlo meglio.

 

Lui la vide e sorrise.

 

Tu dici che non si può,

tra noi due mai…

Ma non dire mai!

Perché le regole,

non sono oracoli.

 

La ragazza si sentì invadere da un calore mai provato prima.

 

Rise, felice, mentre guardava quel ragazzo seduto sul tronco…Draco Malfoy…e lo vedeva in modo diverso, ora.

 

Draco ha ragione. Sei solo una sciocca fifona, Hangie! Perché non vuoi deciderti a lasciarti andare? Senza neanche conoscerlo!

 

In fondo, sai,

certi pericoli sono miracoli.

 

Per lui, Hangie era proprio un miracolo…il suo miracolo. E niente e nessuno glielo avrebbe mai portato via. Non adesso che il destino lo aveva portato nella sua vita.

 

Su vieni, dai,

dietro a quel vicolo

c’è un oceano,

respira e vedrai:

il nostro non è un mare di guai!

 

Sorrise. Si faceva problemi inutili! Loro due erano destinati…e ciò era già per sé una prova che il destino, qualunque esso fosse, aveva scelto di farli stare insieme.

 

Hangie ripensò a tutte le volte in cui si era presa con Draco…tutti quei litigi e le incomprensioni…e tutte le volte in cui si erano ritrovati a combattere l’uno contro l’altro, che fosse per studio…o che fosse per un ennesimo litigio!

 

E piano piano, cominciò a capire…

 

Tutti quei sentimenti…forti…che aveva sempre provato per il biondino, non erano odio.

 

Ora finalmente so ciò che provo… Io sono innamorata di Draco! Io non lo odio affatto! Io…lo amo. Se lui, come penso, prova lo stesso…

 

Hangie si guardò allo specchio per controllare che fosse tutto a posto. Sì, era abbastanza carina vestita così.

 

Poi, tutta sorridente e allegra, si mise a fischiettare e a canticchiare delle canzoncine d’amore…beh, tanto per restare in tema!, e scese le scale saltellando, arrivando al piano di sotto e uscendo all’aria aperta.

 

E quando si guardò intorno, lo vide.

 

Ma in quel momento, da un’altra ala del castello uscì tutto di fretta Lucius Malfoy.

 

Non appena lo vide, Draco si alzò. “Che vuoi?”

 

Senza pensarci due volte, Lucius tirò a suo figlio una bella botta, prendendolo per i capelli.

 

“Tu sei troppo…debole, Draco. Dovresti essere grato al Signore Oscuro! Ha accettato di prenderti tra noi Mangiamorte, sebbene tu sia ancora troppo giovane. E tu in cambio come lo ringrazi? Ti siedi qui e suoni questo stupido arnese!”

 

Draco tentò di divincolarsi, senza successo.

 

“Smettila! Non posso stare sempre ad allenarmi ventiquattro ore su ventiquattro!”

 

Lucius lo tirò ancora di più per i capelli, guardandolo minaccioso.

 

“E invece devi! Non sei altro che un pappamolle, Draco.” lo lasciò andare e gli lanciò uno sguardo di disgusto “Mi vergogno di avere un fallito come te per figlio. Nella tua vita non sarai altro che un perdente! Ricordatelo.”

 

Hangie, che aveva assistito a tutta la scena da dietro una colonna, guardò Draco stringere i pugni e tenere lo sguardo basso.

 

Sta soffrendo. Lui non vuole esser così…è suo padre che lo costringe a essere qualcosa che lui non vuole essere! E pretende pure di poterlo trattare così!

 

La ragazza sospirò, e lo guardò di nuovo: indossava un paio di pantaloni a zampa di elefante neri, che gli stavano veramente da dio! E poi un maglione rosso, anche quello a collo alto.

 

Cercando di non arrossire, uscì dal suo nascondiglio, e andò a passo spedito verso il ragazzo.

 

“D-Draco? Ehi…è tutto ok?”

 

 

Non appena sentì la sua voce, il giovane sobbalzò.

 

“Oddio!” poi si riprese dalla sua gaffe “Cavolo, scusa! Ti sarò sembrato un po’…”

 

“Eri semplicemente sovrappensiero.”, sorrise lei posandogli una mano sul braccio “Ehi. Non fare quella faccia triste, ok? Non dare ascolto a quello che ti dice tuo padre, sai com’è fatto…tutto lavoro e niente svago.”

 

Sia Hangie che Draco risero.

 

“Già…” disse lui accennando a un sorriso “Questo è il suo ragionamento…”

 

“Ehm…Draco, non è assolutamente vero ciò che ti ha detto poco fa. Tu non sarai mai un perdente, fidati! Sei un Mago molto potente, e io so che arriverai lontano, coi tuoi poteri. Non sei un fallito. E neppure un debole, o un…come ha detto? Ah sì, pappamolle.”

 

Poi, presa da uno slancio di affetto (o forse di più), si mise in punta di piedi, e gli diede un piccolo bacio sulla guancia.

 

Draco la guardò senza parole. Mi ha dato…un bacio sulla guancia…Sìììì!! Come vorrei che fosse stato un altro tipo di bacio…

 

“G-grazie, Hangie. Allora…ehm…hai dormito bene?”

 

Hangie si mise una ciocca ribelle dietro l’orecchio, sorridendo.

 

“S-sì, grazie! E tu? Hai fatto più brutti sogni?” si accorse della gaffe “Oh…ehm…ne ho sentito parlare da mio padre…glielo ha detto il tuo.”

 

Draco abbozzò un sorriso.

 

“Oh, non devi preoccuparti. Mi fa piacere che tu sappia…qualcosa di me, ecco.”

 

Hangie sorrise di nuovo.

 

“Oh, grazie! Ecco, io…” sospirò prendendo il coraggio necessario “Draco, voglio che diventiamo amici. Voglio dire… Io ho paura, Draco. Qui è tutto così oscuro…malvagio! Abito qui da 5 anni, ma nonostante questo non mi sono ancora abituata… Benché veda spesso i miei nonni, io…beh, a-a volte detesto essere la figlia di Voldemort. E detesto la guerra e l’odio che spargono per il nostro mondo!”

 

Accortasi che si era lasciata, forse, troppo andare col figlio di un Mangiamorte, essendo lui stesso un Mangiamorte, lo guardò spaventata.

 

“I-io…”

 

Draco la guardò e sorrise. Quanto è bella! Come vorrei che mi amasse come io amo lei…e non solo perché siamo promessi…

 

Il ragazzo si avvicinò.

 

“Non devi temere di sfogarti con me.” sospirò “Senti Hangie, io non sono il ragazzo che hai conosciuto in questi 5 anni. Quel ragazzo…è ciò che mio padre vorrebbe che io fossi. Ma i-io sono diverso. Anch’io detesto l’odio e la guerra che tuo padre e il mio, con tutti gli altri, spargono per il nostro mondo! E vorrei tanto non essere costretto a essere ciò che LORO vogliono che io sia…”

 

Ha uno sguardo così triste… Deve essere molto solo, in quella famiglia… Non stare così, Draco! Sorridi ancora, amore mio…

 

Hangie non pensò: si avvicinò ancora di più e lo abbracciò. Così…d’impulso.

 

“Ti supplico, non smettere di sorridere Draco! Non sopporto di vederti triste. Io…” d’improvviso, così come lo aveva abbracciato, si staccò. Ma che ho fatto…accidenti, cosa penserà ora?!

 

“Tu cosa?”

 

Hangie si scosse dai suoi pensieri, incrociando il suo sguardo a un tratto serio.

 

Draco si avvicinò e la prese delicatamente per le spalle.

 

“Tu cosa, Hangie? Cos’è che volevi dirmi?”

 

Ma Hangie riuscì a staccarsi, e senza dire una parola corse via.

 

“Hangie! Aspetta, ti prego!” i richiami di Draco furono inutili, perché Hangie non si fermò e continuò a correre.

 

Draco sospirò sconsolato.

 

Hangie… Perché non riesci ad amarmi? Io ti ho amato dal primo istante…e tu mi hai sempre rifiutato… Ma questa sera io mi dichiaro…ho deciso.

 

E con questi pensieri il biondino rientrò nel castello.

 

***

 

“Nonna! Ho bisogno di parlarti.”

 

Hangie quella sera compiva 15 anni, e sarebbe andata a cena dai suoi nonni, in quella che lei considerava la sua vera casa; era corsa lì anche se erano soltanto le 11.30 di mattina.

 

Cindy Mendel sorrise, mescolando la pasta.

 

“Bambina mia, lo sai che puoi raccontarmi tutto. Avanti, ti ascolto!”

 

La ragazza sospirò, sedendosi sulla cucina e facendo levitare una mela fino nella sua mano, e addentandola. Poi sospirò.

 

“Dimmi tutto, piccola mia. Cosa ti turba? Tuo padre ha fatto qualche altra cosa atroce che ti ha sconvolta?”

 

Hangie scosse la testa.

 

“No, nonna. Stavolta papà non centra affatto. È una questione di cuore. Io…sono sicura di essermi…perdutamente innamorata di un ragazzo!”

 

“Che diamine, era ora! Hai 15 anni oggi, perbaccolina!” esclamò Peter ridendo sulla porta “E dicci un po’, chi è il fortunato che possiede il tuo cuore?”

 

Hangie guardò prima sua nonna e poi suo nonno…e sospirò rassegnata alla loro reazione.

 

“Draco Malfoy.”

 

Cindy e Peter si guardarono…ma al contrario di ciò ke pensava lei, sorrisero.

 

“Beh, dopotutto…lui è sempre il tuo promesso sposo, no?” disse lei.

 

Hangie sbottò.

 

“Sì, ma non si tratta di questo! Vedi, lui… In questi cinque anni, mi sono sempre presa con Draco. Abbiamo sempre litigato, abbiamo combattuto l’uno contro l’altro…a volte per esercitarci, e a volte per dei litigi tra di noi… E non ho mai capito cosa provavo realmente per lui. Almeno…fino ad oggi.”

 

“E cos’è che provi, figliola?” le chiese Peter.

 

“Io lo amo, nonno. Capite? Io ne sono innamorata! E oggi ho scoperto…che lui non è quello che ho conosciuto fino ad oggi! Lui è diverso da suo padre, e pure dal mio… Draco ha un cuore puro e buono, e vuole essere una brava persona.”

 

“E allora? Non vedo dove sia il problema.”, disse Peter “Se tu lo ami, e lui è un bravo ragazzo…”

 

Hangie scosse il capo, sconsolata. “Nonno…io ho paura!”

 

Cindy sorrise.

 

“E di cosa hai paura, Angelica? D’amare? Non devi! Vedi, noi già conoscevamo Draco. E sapevamo che non era come la sua famiglia. E sai perché non abbiamo detto e fatto niente? Perché doveva scoprirlo da solo.”

 

Peter sorrise incoraggiante.

 

“Va da lui, bambina. Va, e amatevi! Perché è l’amore l’unica cosa che vi può salvare dal male che vi circonda in quel mondo di oscurità e malvagità.”

 

Hangie sorrise, adesso più serena.

 

“Grazie di cuore, nonni cari! Davvero! Adesso so cosa fare. Sapete, ricordo…di quando mamma mi diceva “ascolta sempre il tuo cuore, piccolina. Perché è il solo che può dirti cosa è giusto e cosa sbagliato.”. Mamma mi proteggerà sempre.”

 

Abbracciò i nonni, li salutò dicendo che si sarebbero visti la sera, e tornò in fretta al castello di suo padre.

 

***

 

Ore 12:00.

 

La Sala era gremita di gente, per lo più Mangiamorte. Erano tutti Maghi Oscuri.

 

Beh, tanto i miei 15 anni li compio stasera alle 22. E stasera mi aspettano i nonni. Perciò posso anche dargli questa piccola soddisfazione...

 

“Angelica, oggi per te è un giorno importante. E per questo facciamo questa festa in tuo onore. Perché i 15 anni sono importanti, per una Strega.”

 

Hangie si sforzò di reggere il gioco e sorridere.

 

“Grazie mille…papà. E ringrazio anche tutti quanti voi per questa festa…davvero.”

 

Il suo sguardo si posò su Draco…e il suo cuore seguì di nuovo il vizio di accelerare i suoi battiti.

 

Io ti amo, Draco Malfoy. E stasera…ho deciso che mi dichiarerò.

 

Lui la guardò sorridendo.

 

Stasera finalmente saprai cosa provo realmente per te, Angelica Riddle. E non permetterò che tu mi dica di no.

 

La festa coi Mangiamorte fu alquanto… Beh, diciamo pure che non fu il massimo del divertimento! Ma Hangie si sforzò di sorridere e far buon viso a cattivo gioco.

 

Finché non arrivò la sera, e Hangie, contenta di andare dai nonni, lasciò la Sala per salire in camera sua e prendere il suo orsacchiotto. Quella notte, voleva dormire là.

 

Toc toc.

 

“Avanti.”

 

“Hangie…vai dai nonni?”

 

Era Voldemort.

 

“Sì…papà. Vado dai nonni. E stanotte ho intenzione di dormire lì. Non che mi disgusti dormire qui…”

 

Tom, stranamente, sorrise.

 

“Non preoccuparti. Oggi è il tuo compleanno. Mi puoi chiedere tutto ciò che vuoi. Per esempio, se tu desiderassi una nuova bacchetta magica, non devi far altro che…”

 

Ma Hangie lo interruppe guardandolo male.

 

“Ho quella della mamma. E a me va più che benissimo questa, grazie.”

 

“Sapevo che avresti risposto così…” si guardò intorno e (per la prima volta dopo moltissimi anni) e rise! “Questa stanza è tale e quale a quella che aveva la tua mamma quando aveva la tua età, sai? Esattamente così…”

 

Hangie lo guardò confusa.

 

“Tu…ricordi seriamente la stanza della mamma?”

 

Tom guardò sua figlia e annuì.

 

“Ricordi…la notte in cui…” decise di non finire la frase, ma di continuare come se lo avesse fatto “Ricordi cosa ho detto a tua madre? Che io la amavo, e non le avrei mai fatto del male…e soprattutto che poteva fidarsi di me.”

 

“Sì…ricordo che dicesti queste cose. E che mamma disse che tu prima eri diverso, e che eri cambiato dopo. Che intendeva?”

 

Tom guardò sua figlia dritto negli occhi…ma gli mancò il coraggio.

 

Non posso buttare tutto all’aria così! Mi sono costruito la vita che ho adesso…ho dei seguaci al mio servizio che mi adorano… E questa ragazzina…è troppo…Lei!

 

“Il passato è il passato. Non tornerò mai indietro. Preparati, andrai dai tuoi nonni con la Polvere Volante.”

 

Voldemort tornò a essere quello di sempre, uscendo dalla stanza con passo autoritario.

 

“Che aspetti? Muoviti!”

 

Hangie lo seguì, e all’improvviso sospirò…nel cuore una strana e inaspettata speranza…che un giorno…suo padre si sarebbe finalmente aperto con lei.

 

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Capitolo 5
*** Dichiarazioni d'amore. ***


Dichiarazioni d’amore.

Ore 20:00. Casa Mendel.

 

“La cena era squisita come sempre, nonna! Ma…la torta quando arriva?”

 

“Non avere troppa fretta, signorina.”, rispose Cindy “La torta arriverà al momento giusto. Adesso, dobbiamo darti il tuo regalo. Peter.”

 

L’uomo si alzò e uscì dal salotto.

 

“Allora…per i dodici anni mi avete fatto un Mantello dell’Invisibilità. Per i tredici il cappello da Strega. Lo scorso anno la mia stupenda Nimbus 2001. E quest’anno?”, chiese curiosa.

 

“Stavolta ti abbiamo voluto fare un regalo molto speciale. Una cosa che ti donerà, speriamo, un po’ di felicità. E serenità!”, le disse Cindy.

 

Peter tornò con un pacchetto color dei fiordalisi, piuttosto grande. Lo posò sul tavolo, e poi guardò sua nipote.

 

“Ecco. Lo abbiamo conservato fino ad ora, perché pensavamo che non fossi ancora pronta per…ricordare, ecco.”

 

Hangie prese il pacchetto, se lo mise davanti sul tavolo, poi prese un grosso respiro…e lo scartò lentamente, attenta a non rompere la carta da pacchi.

 

Il pacco conteneva un enorme libro…anzi, per l’esattezza un album di fotografie…

 

Non appena lo aprì vedendo la prima foto, Hangie sentì le lacrime salirle agli occhi, il cuore stringersi in una morsa che le faceva malissimo…

 

“Queste…siamo io e…la mamma…” disse piangendo.

 

Cindy annuì.

 

“Questo, è il giorno in cui sei nata. Vedi? Tua madre ha scritto un commento per ogni foto. Leggi il primo che ha scritto.”

 

Hangie si asciugò un po’ le lacrime, e lesse. “Non appena ti presi fra le braccia, il cuore mi scoppiò di gioia! Voglio che tu sappia cosa provo in questi momenti, perché non so se sarò lì vicino a te quando vedrai queste foto. Molto probabilmente sarò…in un altro mondo… Ma tu, mio piccolo angelo, tu sarai già grande. E sarai matura. Forte. Responsabile. E ricordati che io sarò lì con te. Ci sarò sempre.

 

“Tua madre era una persona splendida. Proprio come te. Siete due gocce d’acqua, sia nell’aspetto…che nel carattere.”, disse Peter tirando su col naso.

 

Hangie non le guardò tutte. Solo le prime tre. Era un album molto grande, conteneva tre anni di vita…gli unici tre anni che visse con sua madre.

 

E intanto il tempo stava passando, o sfogliando quelle tre foto e commentandole, oppure ridendo e scherzando coi suoi nonni per altre cose; e ogni tanto i due chiedevano notizie degli avvenimenti che giravano intorno al castello di Lord Voldemort ALIAS Tom Orvoloson Riddle.

 

***

 

Ore 22:00.

 

“Tanti auguri a te! Tanti auguri a te! Tanti auguri, cara Hangie… Tanti auguri a te!!”

 

“Coraggio…esprimi un desiderio, tesoro.” disse sua nonna.

 

Hangie guardò la torta: la sua torta preferita oltre a quella della nonna: quella al cioccolato! E ovviamente era anche la preferita della madre…

 

Chiuse gli occhi…e pensò attentamente al desiderio da esprimere…finché non lo trovò: Vorrei tanto trovare il Vero Amore…e che mi dia la forza per lottare. Per sempre. E soffiò sulle 15 candeline!

 

I suoi nonni applaudirono e gridarono felici.

 

In quel momento qualcuno bussò alla porta della cucina, quella che dava sul giardino.

 

“Vado io.”, disse Cindy “Sì, chi é?”

 

La donna aprì la porta…

 

“B-buonasera, signora Mendel. Potrei parlare con Hangie, per favore?”

 

Lei sorrise.

 

“Oh, ma certo Draco! Vuoi che la faccia uscire?” lui annuì “Ok, allora aspettala qui.” tornò di là “Hangie, c’è una visita per te. Ti sta aspettando fuori in giardino, esci dalla porta della cucina.”

 

Hangie la guardò curiosa, correndo subito a vedere chi era…immaginate la sua sorpresa quando si trovò faccia a faccia col biondino che le faceva battere il cuore!

 

“Draco! Che ci fai qui?”

 

Il ragazzo le sorrise.

 

“Beh…volevo solo vedere come stavi. Tutto…tutto bene, sì? La festa coi tuoi nonni va bene?”

 

“Oh, sì, benone! Ho ricevuto un regalo speciale, quest’anno. Uno di questi giorni te lo mostro, se ti va.”

 

Draco annuì.

 

“Sarò felice di vederlo.” si fece serio “Hangie, io sono qui per un motivo preciso.”

 

Il biondino si frugò in tasca del giubbotto nero che aveva indosso, traendone fuori una scatolina blu di velluto.

 

“Ecco. Questo è…il mio regalo di compleanno…amore mio.”

 

Il biondino deglutì, dopo averlo detto. Oddio…speriamo bene…

 

Hangie non riusciva a credere ai suoi orecchi…e neanche ai suoi occhi non appena aprì il cofanetto! All’interno c’era un anello d’oro, con un piccolo diamante grezzo incastonato.

 

Ditemi che non è un sogno…non è possibile…il mio desiderio si sta…avverando…

 

Hangie sorrise raggiante.

 

“È bellissimo, Draco…sul serio!” fece una piccola risatina “Sai…la prima volta che ti vidi, in cerchio con gli altri…ho pensato che tu fossi come Loro. Per tutti questi anni, ho sempre creduto che tu…che fossi come tutti quei Mangiamorte. Spietato. Crudele. E con il cuore duro e…scuro.”

 

Lentamente sentì il suo cuore accelerare, e il suo sguardo su di lei…

 

“Poi ho aperto gli occhi…ho guardato meglio…e ho visto che non sei affatto come Loro! Sei diverso…tu sei buono. Il tuo cuore è puro. E…sei un bravo ragazzo, Draco. È che io…ho paura…amore…”

 

Draco si avvicinò, prendendo il suo viso fra le mani, guardandola dentro agli occhi.

 

“Di cosa? Cosa ti impedisce di amarmi?”

 

Fra le lacrime, posando una mano sul viso vellutato di lui, carezzandolo dolcemente, scosse la testa.

 

“Niente m’impedisce di amarti, Draco. Io ti amo da sempre! Ho soltanto paura…di mio padre! Perché non voglio più che mi trattino come futura erede di Voldemort. Io sono diversa…non sarò mai e poi mai come lui.”

 

Draco le sorrise accarezzandole i capelli.

 

“Io so come ti senti, Hangie. So cosa significa essere l’erede di un Mago Oscuro… Ma sai cosa ti dico? Che pure io sono stufo! Ma per il momento non voglio rischiare. Lasciamo le cose come stanno, per ora. Ci stai?”

 

Hangie lo fissò negli occhi…e in quel momento ci lesse tanto amore…per lei.

 

“Sì, Draco. Però, non voglio nascondermi. Voglio amarti alla luce del Sole.”

 

“E lo faremo! Perché non dovremmo? In fondo, non è quello che Loro vogliono? Io ti amo, Angelica Riddle. E voglio poterlo gridare al mondo intero!”

 

Avvicinò il suo viso a quello della ragazza, e le diede un piccolo bacio.

 

“Ti amo anche io, Draco Malfoy. E lo grideremo al mondo intero che ci amiamo!”

 

E stavolta fu lei ad avvicinare il viso a quello di lui…e a dargli un bacio. Ma non fu un piccolo bacio come quello di Draco.

 

Fu un VERO BACIO.

 

 

Draco non poteva più fermare la corsa che il suo cuore aveva iniziato! Ma si impose di darsi una calmata, anche perché doveva ancora darle l’altro regalo.

 

“Amore…c’è ancora una cosa che voglio darti.”, le disse sorridendo.

 

Mise una mano nell’altra tasca della giacca, e ne trasse fuori due piccoli medaglioni.

 

Uno era d’oro, con delle striature rosa sopra, e inciso proprio nel mezzo un cuore con scritto, in azzurro, il nome di Hangie.

 

L’altro era d’argento, le striature non erano rosa ma blu, e sempre nel mezzo si trovava un cuore, dove dentro si poteva leggere ‘Draco’ scritto in rosso.

 

“Draco, è…cioè…sono bellissimi!”

 

“Beh, il mio buon gusto è ispirato dalla mia meravigliosa Musa personale. Sei tu. Con te…sento che non rischio di affogare nell’oscurità che mi circonda. Sei la mia forza. Il mio Angelo.”

 

Prese fra le mani il ciondolo d’oro, e lo legò al suo piccolo collo.

 

“Sei perfetta...”

 

Hangie sorrise, e gli legò il suo al collo, sorridendo.

 

“Anche tu lo sei, amore.”

 

Il biondino prese fra le mani il suo ciondolo, e lo aprì: dentro c’era una cornice vuota, da una parte, e dall’altra parte un cuore color dell’arcobaleno, da cui l’arcobaleno (per Magia) usciva davvero!

 

E non appena l’ebbe aperto, aveva iniziato a suonare una dolce melodia…una melodia d’amore.

 

“Draco…tu sei un Angelo!” e lo baciò.

 

Un bacio colmo dell’amore che i due innamorati si erano appena dichiarati…colmo di speranza…e di felicità! Ci avevano messo 15 lunghi anni per dichiararselo… Un po’ a rilento, dite? Beh, come dico sempre io: meglio tardi che mai! ;-)

 

 

***

Il giorno dopo, i due ragazzi andarono a Diagon Alley, dove si fecero fare una piccola foto: usciti dal negozio, la inserirono dentro il medaglione.

 

Sopra la foto, una scritta che appariva e spariva…in verde, il colore della speranza…

 

Io e te…per l’eternità.

 

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Capitolo 6
*** La rottura ***


La rottura.

Voldemort era riunito con tutti i suoi seguaci attorno a lui, pronto a fare uno di quei discorsi che si preannunciavano molto ‘intensi’...

 

“Miei cari amici e seguaci. Ogni volta che vi vedo qui…intorno a me…sentendovi così tanto fedeli e fiduciosi nei miei confronti…quasi mi commuovo! Se non fosse che sono il Signore Oscuro, il grande e potente Lord Voldemort…già sarei sciolto in lacrime! Tale comportamento, tuttavia, non si addice tanto a me, quanto a voi. Noi non abbiamo cuore per piangere… Chi mi sa dire il perché?”

 

Lucius Malfoy fece tre passi avanti

 

“Perché noi siamo la razza perfetta. Siamo dei Purosangue. Le nostre famiglie sono da generazioni le più pure che esistano. E gente come noi, che vuole il potere assoluto, non può permettersi un cuore.”

 

“Perfetto, Lucius! Come sempre sei stato chiaro e freddo, e questo ti si addice sicuramente, mio caro amico.” guardò gli altri “Nessuno…e niente, ci potrà mai cambiare da come siamo adesso.”

 

Ma chi mai sprecherebbe tempo per cambiarti? Io no di certo! Ho già capito da un pezzo che non sei più recuperabile…papà.

 

“Porteremo avanti le nostre idee! Saldi sui nostri principi! E quando saremo troppo vecchi per mandare avanti la nostra causa, a farlo ci penseranno i nostri carissimi figli.”

 

Voldemort alzò il braccio verso Hangie, appoggiata al muro in disparte, che guardava con rabbia e disprezzo tutti.

 

“Scusa? Non ho seguito bene il discorso…”

 

Voldemort si avvicinò a sua figlia scotendo il capo.

 

“Eh…beata gioventù! Un giorno di questi mi farai saltare i nervi, Angeli…”

 

La ragazza si staccò dal muro e strinse i pugni.

 

“Ti ho già detto più di una volta di non chiamarmi così. Non ne hai il diritto, chiaro?”

 

Il sorriso di Voldemort si spense.

 

“Non osare mai più parlarmi con questo tono, chiaro? Sai che non mi piace affatto trattarti male…Hangie. Tu sei la mia unica figlia. Voglio soltanto il tuo bene. Mi dispiace sgridarti.”

 

Hangie ebbe uno scatto d’ira.

 

“AH, E’ COSI’?! VORRESTI FARMI CREDERE CHE TI E’ DISPIACIUTO ANCHE UCCIDERE LA MAMMA!? Ti è dispiaciuto togliermi il suo affetto…le sue risate…i suoi abbracci…le sue parole dolci….” gli occhi divennero lucidi e sentì il cuore stringersi “Non sei altro che uno schifoso ipocrita.”

 

Lo stesso scatto d’ira prese anche lui, che alzato il braccio le tirò uno schiaffone.

 

“NON ALZARE MAI PIU’ LA VOCE CON ME, SIGNORINA! E NON OSARE PIU’ NOMINARE QUELLA PUTTANA DI TUA MADRE, CHIARO?!?”

 

Hangie lo guardò con odio, dopodiché con uno scatto veloce tirò fuori la bacchetta

 

“E TU NON TI PERMETTERE DI OFFENDERLA COSI’!! Ora ti faccio vedere io…”

 

Ancora prima che pensasse all’incantesimo da scagliare, vide la bacchetta volarle via dalla mano e schizzare dietro di lei.

 

Com’è possibile? Ero sicura di essere pronta a battermi con lui…di poter almeno ingaggiare una lotta ad armi pari…

 

Voldemort aveva in mano la sua bacchetta, e la guardava minaccioso.

 

“Ti avverto: non farmi perdere la pazienza. E non pensare di poter fare e dire quello che ti pare.” mise via la bacchetta “Come punizione, d’ora in avanti vedrai i tuoi nonni soltanto una volta alla settimana. E non si discute. Non hai potere contro di me, signorina.”

 

Hangie ormai era un fiume in piena, le sue lacrime scorrevano copiose senza più fermarsi…alzò il capo, e lanciò un ultimo sguardo di odio al padre, quindi corse via gridando “Accio bacchetta!”, e uscì correndo dalla stanza.

 

Draco non aveva potuto fare niente: suo padre teneva un braccio davanti a lui.

 

“Lascia che le dia una lezione. La ragazzina deve capire chi comanda.”: questo gli aveva detto.

 

Oh, Hangie…se solo trovassi il coraggio di ribellarmi! Potrei essere lì, al tuo fianco. E invece… Ma non appena la vide scappare via in quelle condizioni, non esitò a correrle dietro, seguendola per tutto il castello, salì le scale, e arrivò in camera sua.

 

Perché?! Perché il destino vuole da me, che io diventi l’erede di uno spietato assassino? No…non può essere questo il mio futuro… Non lo voglio!!

 

Hangie aprì la porta sbattendola, e si buttò sul letto piangendo disperata e affranta, e dopo neanche un minuto entrò Draco, chiuse la porta, e si mise accanto a lei.

 

“Hangie…”

 

La ragazza sollevò la testa…vedendolo lì accanto…lui, l’unica persona che voleva in quel momento…e si gettò fra le sue braccia.

 

Draco la strinse forte a sé, carezzandole dolcemente i capelli.

 

Perché la vita è così ingiusta con lei? Che male ha mai fatto per essere trattata così?

 

“Non piangere amore mio, ti prego. Dimentica le parole di quello schifoso di tuo padre! Lui non ti conosce…non sa come sei dentro…non può dire niente contro di te, sei una persona troppo speciale…e meravigliosa!”

 

Hangie alzò la testa, guardandolo coi suoi occhioni pieni di lacrime.

 

“Quanto sei dolce! Vorrei solo che anche i tuoi ti sentissero parlare così! Ma non credo accetterebbero il fatto che tu sei diverso…che sei buono.”

 

“Beh…sai, in fondo sono il loro unico erede…un poco potrei pure capirli…tuttavia sono stufo di questa condizione forzata in cui mi hanno posto fin dalla nascita…”

 

Poi il suo sorriso si fece più grande e sereno, e le asciugò delicatamente le lacrime, dandole un piccolo bacio.

 

“Non piangere più, adesso. Io sono qui con te, amore. E ci sarò sempre. Ti amo, Angelica.”

 

Hangie sorrise, alzandosi a sedere e sollevando il materasso, tirando fuori il suo album di foto.

 

“Ricordi che un mese fa ti dissi che ti avrei fatto vedere il regalo dei miei nonni di quest’anno? Ecco…è questo.”

 

E lo aprì.

 

Lentamente lo sfogliò fino al punto in cui era arrivata il giorno prima, leggendo la dedica di ognuna delle foto che passava sotto i loro occhi, finché non

arrivarono alla nuova pagina.

 

“Oggi…ne guarderò altre tre. E sicuramente…avrò bisogno di una spalla…”

 

Draco le prese la mano e la strinse.

 

“Io sono qui con te.”

 

Hangie annuì, e girò…

 

Era ancora piccola, doveva avere sì e no un anno: se ne stava seduta in cucina, sul suo seggiolone di legno, e rideva come una matta! Davanti a lei, volavano gli oggetti più svariati, dai soprammobili della cucina, al piatto e le posate con cui doveva mangiare.

 

Hangie scoppiò a ridere, benché piangesse., ancor di più quanto lesse la dedica sotto la foto. “Angelica Riddle, eri una peste senza speranze! Ogni volta che dovevi far colazione, la storia era sempre la stessa: ti mettevi a far levitare tutto ciò che trovavi intorno! E mentre io mi arrabbiavo, tu te la ridevi tutta contenta!” Hangie sentì il cuore stringersi “Non sarò lì con te quando la guarderai…credo che tuo padre avrà già fatto quello che lui chiama ‘lavoro’. Ma sappi, che io ti voglio bene. Firmato…la tua mamma. Macy Mendel.

 

Il pianto di Hangie tornò disperato e triste…le lacrime caddero sulla foto, senza però sciuparla.

 

“Me la ricordo pochissimo, Draco! Ricordo…solo il suo profumo…sapeva sempre di buono…di mamma… Era la persona più dolce e paziente del mondo. Dio, mi manca da morire! Vorrei tanto che fosse qui…ma purtroppo non potrà…perché mio padre me l’ha portata via...”

 

Oh, Hangie…darei tutto quello che ho, anche di più, per vederti sempre col sorriso sul volto…

 

“Tua madre ti vede, amore…”

 

“Sì, ma…non potrò più sentire la sua voce…non potrò più sentirla ridere…o sgridarmi se sbaglio qualche cosa… E questo per colpa di mio padre! Lui è stato…spietato! Non l’ha neppure guardata negli occhi…”

 

“Come sarebbe a dire? Come fai tu a saperlo?”

 

La ragazza tirò su col naso.

 

“Lo so perché…” lo guardò e sospirò “Me l’ha uccisa davanti agli occhi, Draco. Io ero lì, quella notte. Me ne stavo seduta dentro la mia culla…la mamma era davanti a me per proteggermi…avevo tre anni. Mio padre…se ne stava lì, davanti a lei…hanno discusso…lui le ha detto che poteva fidarsi…che non voleva del male…che voleva soltanto me. Poi le ha detto…che l’amava…e che l’avrebbe sempre amata….e dopo, lui…ha tirato fuori la bacchetta…h-ha abbassato lo sguardo…e-e l’ha uccisa con l’Anatema Senza Ritorno.”

 

Il biondino era sconvolto.

 

“Oh santo cielo…te l’ha veramente uccisa davanti agli occhi??” lei annuì “Questo non fa altro che affermare la mia teoria. Tuo padre è un vero mostro!”

 

Hangie gli sorrise. Amore mio…l’unico che mi capisce…che sa cosa dirmi quando il mio cuore soffre…il nostro amore é la mia grande forza… si avvicinò al suo ragazzo, lo baciò, poi gli sorrise.

 

“Ti amo, Draco.”

 

Adesso era più serena, aveva asciugato le sue lacrime, guardando altre due foto dell’album, poi lo aveva chiuso e rimesso sotto il materasso, per poi abbracciare Draco e farsi qualche coccola.

 

Ma dopo neanche dieci minuti…

 

“Draco! Ehi, dove sei finito, figliolo? È l’ora dell’allenamento!”

 

Draco sospirò.

 

“No…accipicchia…l’allenamento con mio padre… Devo andare, amore. Se non mi alleno più si insospettirà. E addio alla testa!”

 

Sorrise dolcemente, si chinò e le prese il viso fra le mani.

 

“Tu cerca di stare tranquilla, ok? E ricordati che ti amerò per sempre.”

 

E la baciò.

 

Hangie rise e si alzò, aprendogli la porta.

 

“Vai, prima che ti stacchino davvero la testa! Io non voglio perderti, intesi? Ti amo troppo. Senza di te…io non riesco a vivere, e tu lo sai.”

 

Il ragazzo, già fuori dalla porta, rientrò per un minuto e la baciò con tutto l’amore di cui era capace.

 

“Sono il ragazzo più fortunato del mondo! Anche io senza di te non riesco a vivere, amore mio.”

 

“Vai!!”

 

Hangie lo spinse fuori con un gesto affettuoso, dopodiché sospirò e richiuse la porta dietro di sé.

 

***

 

I giorni passavano, e anche le settimane: Hangie e Draco continuavano ad allenarsi, allenarsi, e ancora allenarsi…ininterrottamente!

 

E intanto la loro bellissima storia d’amore andava avanti…erano però due amanti che si nascondevano a tutti…questo non perché avevano paura che i genitori non accettassero, ma perché temevano che li costringessero a fare cose che loro non volevano.

Loro complici, erano i signori Mendel, che oramai consideravano Draco come fosse loro nipote, riempiendolo di complimenti e attenzioni!

 

Insomma, la loro vita non poteva procedere meglio di così! Così presi dalla loro felicità e dal loro amore, i due non potevano immaginare che il Signore Oscuro e il suo braccio destro, avessero notato certi loro strani comportamenti…

 

Finché, due settimane dopo, Draco si ribellò a suo padre…

 

“IO NON UCCIDO PROPRIO NESSUNO!! E SAI IL PERCHE’, PAPA’? PERCHE’ MI FA SCHIFO QUELLO CHE FAI…TU MI FAI SCHIFO! E ANCHE TUTTI GLI ALTRI!!” gridò in piena rabbia “Non sarò mai come te, padre. Io sono diverso.”

 

Quello, per Lucius Malfoy, fu un vero e proprio tradimento…guardò suo figlio con altrettanta rabbia.

 

“Quella ragazza…è lei che ti ha ridotto in questo stato! Bene…sai cosa ti dico? Vi darò una bella lezione!”

 

La sera stessa, Malfoy entrò nella stanza di Voldemort, colmo di disprezzo e frustrazione.

 

“Signore, ho le informazioni che voleva. A quanto pare, la vostra cara figliola vuole diventare potente per uno scopo preciso…e cioè uccidervi.”

 

Voldemort, in piedi contro il camino, strinse il pugno.

 

“Vuole vendicare sua madre, è ovvio. Ma sebbene sia mia figlia…non posso fare altrimenti…deve sparire. Per sempre.”

 

Perdonami! Ma sei stata tu a portarmi a questo…tu hai voluto sfidarmi…tu mi hai preso in giro! E adesso…è giunto il momento che tu capisca chi è il più potente…

 

***

Ore 22.00

 

“Hangie! Sono io, apri! Presto!!”

 

La giovane ragazza si svegliò di soprassalto, alzandosi in fretta e andando alla finestra: lì in piedi, sulla scaletta creata dall’edera che si rampicava lungo il castello, c’era Draco.

 

“Che ci fai qui?”, gli chiese ridendo.

 

Draco la prese per le spalle.

 

“Angelica, dobbiamo andarcene subito. Mio padre è andato dal tuo, ho sentito tutto. Voldemort ha raccolto delle informazioni…non mi chiedere come perché non ne ho idea…ma ora sa che il tuo scopo è ucciderlo. E per quanto riguarda me, papà dice che sono diventato diverso per colpa tua.”

 

“E…e questo cosa significa?” un’idea le balenò in testa “Stanno venendo ad ucciderci…”

 

Draco annuì.

 

“Dobbiamo fuggire. Adesso. Non possiamo indugiare, amore mio. Fuggiremo e andremo a Hogwarts, sono più che sicuro che Silente ci proteggerà. Non lascerà che ci facciano del male.”

 

Hangie annuì.

 

In tutta fretta si vestì coi primi vestiti che trovò, indossò il mantello, e mise in una borsa Pucy (il suo orsacchiotto) e il suo album di fotografie, prese la bacchetta e si voltò.

 

“Possiamo andare.” si arrampicò sulla finestra ma si fermò “Aspetta! I miei nonni non sanno niente!”

 

“Non preoccuparti, ci ho pensato io. Li ho avvertiti appena ho saputo tutto. Dammi questi.”

 

Le prese dalle mani la borsa con l’orsacchiotto di peluche e l’album, vi posò sopra la mano, sussurrò qualcosa, ed essi sparirono.

 

“Dove diavolo li hai mandati?!”, esclamò Hangie sbalordita.

 

“Al sicuro dai tuoi nonni. Te li manderanno quando saremo a Hogwarts, sta tranquilla. Ora sbrighiamoci, Hangie. È tardi, non c’è più tempo!”

 

La aiutò a salire meglio sulla finestra, dopodiché scese prima di lei lungo la scala e, una volta a terra, la aspettò e la prese in collo per aiutarla a scendere gli ultimi scalini. Dopodiché si presero per mano, e iniziarono a correre più forte che potevano! Ma per quanto potessero correre e sperare di farcela, qualcuno li aveva avvistati dall’alto del suo castello. E la sua espressione non prometteva nulla di buono!

 

Corri pure quanto vuoi, Hangie. Non riuscirai mai a fuggire da me. Io sono tuo padre, so sempre dove sei. E adesso…ti darò la lezione che meriti.

 

***

 

Si guardò indietro, e vide due o tre Dissennatori che stavano per raggiungerli.

 

“Draco! Sono dietro di noi!!”, era chiaramente spaventata.

 

“Continua a correre! Non ti fermare per nessun motivo! Continua a correre!!” le gridò Draco stringendole forte la mano.

 

I due ragazzi trovarono una caverna, dove corsero a rifugiarsi, e siccome era buia fecero l’Incantesimo per accendere le loro bacchette.

 

Lumos!” sussurrarono.

 

“Cosa facciamo, ora? Oramai sono troppo vicini, non possiamo più sfuggirgli! Lo sai che Loro non falliscono mai...”

 

Draco si guardò intorno, le lasciò un attimo la mano e si avvicinò alla roccia della caverna.

 

“Qui. Sta indietro. Bombarda!

 

La parte esplose, creando un piccolo varco che portava nel fitto della foresta.

 

“Non ce la faremo mai, Draco! Siamo troppo… Voglio dire, in due ci percepiscono meglio…ci troveranno immediatamente!”

 

“Lo so. È per questo che ho fatto un varco. Tu adesso lo prenderai, e… Hangie, ascolta!”

 

La ragazza scosse la testa con convinzione.

 

“No! Io non ti lascio qui. E soprattutto non da solo! Siamo una coppia…dobbiamo stare sempre insieme…ci dobbiamo proteggere a vicenda…”

 

Iniziò a piangere.

 

Draco la baciò sulla fronte.

 

“Lo so anch’io! Ma non abbiamo altra scelta Angelica, lo capisci? Lo hai detto anche tu, in due ci percepiscono meglio! Ma se adesso ci dividiamo, si troveranno in difficoltà.”

 

La prese per la mano, e la aiutò a scavalcare quel piccolo varco. Poi le diede un piccolo bacio.

 

“Ora va, Angelica. E non azzardarti a tornare indietro, intesi? Va, stanno arrivando!”

 

Hangie piangeva come una bambina.

 

“Ma…io non voglio lasciarti…non voglio perderti! Ricordi? Ce lo siamo promessi! Che saremmo restati sempre insieme…che per nessuna ragione ci saremmo divisi… Siamo forti solamente se siamo insieme, amore…io non voglio perderti…”

 

Draco si chinò, perché la ragazza si era messa in ginocchio dietro alla roccia.

 

“Amore, tu non mi perderai mai! Te lo prometto.”

 

Hangie si strinse a lui.

 

“Ti uccideranno, Draco! Non hanno pietà…loro seguono soltanto gli impulsi, lo sai che ti uccideranno…”

 

Il biondino sentì il viso bagnarsi di lacrime, e la strinse forte a sé.

 

“Non temere, amore mio. Io non mi farò battere da loro. E poi, mio padre non sarà così sciocco da farmi fuori, vedrai…”

 

Non voglio che resti qui. Rischierebbe troppo. So bene che, sebbene sia suo figlio, mio padre non avrà pietà…

 

Le sorrise baciandole la fronte.

 

“Non temere per me, sai che me la cavo bene in difesa. Faccio vedere loro i sorci verdi, e poi vengo da te. Ci vediamo fra mezz’ora dai tuoi nonni. E una volta lì, ci faremo prestare due scope, e ce ne andremo via…io e te. Lontano da questa vita che non vogliamo e non abbiamo mai voluto.”

 

Hangie guardò il ragazzo dritto negli occhi.

 

Oh Draco. Credi forse che non sappia cosa ti succederà? so bene quanto tuo padre sia spietato…non si farà scrupoli a farti del male…e neppure a…

 

“D’accordo, amore mio. Vieni presto. Non voglio stare senza di te…” e dopo un bel bacio, si calò nel varco.

 

La mano di lei e quella di lui si strinsero l’ultima volta. Draco la guardò scendere con un sorriso, ma con la morte nel cuore…sapeva che con molta probabilità non l’avrebbe più rivista.

 

“Ti amo, Angelica.”

 

Hermione ricambiò il sorriso, anche lei con la morte nel cuore.

 

“Ti amo anche io, Draco.”

 

 

Le loro mani lentamente si strecciarono…i loro cuori vennero stretti in una morsa letale di disperazione e tristezza…

 

Hangie scese giù...

 

Ma all’uscita del varco qualcuno la stava aspettando.

 

“Speravi forse di scappare da me? Eh, Angelica…le illusioni fanno male, ricordalo sempre.”

 

Hangie guardò con determinazione la figura davanti a lei, e tirò fuori la bacchetta.

 

“Se credi di spaventarmi, ti sbagli di grosso! Non mi fai alcuna paura…papà.”

 

La guardò seria.

 

“Metti via quella bacchetta, Hangie. Sai che non ti servirà a niente.” neanche un piccolo sorriso sul suo volto “Puoi stare tranquilla, non ti farò del male. Io e Lucius abbiamo pensato a un altro genere di…soluzione, per te e Draco.”

 

Hangie scoppiò in una risata.

 

“E sentiamo, cosa avete in mente, tu e il tuo amichetto? Ci murerete nel castello? Ci sottoporrete alle Maledizioni Senza Perdono? Io sono forte!”

 

Deglutì. Spero di tutto cuore che non siano quello che hanno in mente…

 

“Hangie, Hangie. Non ti serve a niente mostrarti forte…riesco a percepire la tua paura nell’aria…” la guardò con rabbia “Vieni con me, avanti.”

 

Hangie s’incamminò per tornare all’entrata della caverna, con suo padre che la seguiva, attento che non fuggisse.

 

Lucius Malfoy guardava il figlio con la stessa rabbia.

 

“Mi hai molto deluso, Draco. Credevo fossi come i tuoi cugini…come tutta la nostra famiglia…da generazioni! E invece…” sospirò “Beh, in fondo il Signore Oscuro ha ragione. Non siamo così senza scrupoli da uccidere sangue del nostro sangue. Abbiamo in mente ben altro, per voi.”

 

Draco lo guardò con aria di sfida.

 

“Non vi permetterò di farle del male. Lei è l’unica cosa che ho al mondo.”

 

In quel momento, entrò Voldemort, con la bacchetta puntata alla schiena di Hangie, la quale però non dava il benché minimo segno di spavento.

 

“Hangie! Perché non sei fuggita via?!”

 

“Mi aspettava dall’altra parte…sapeva che sarei arrivata da lì.”, disse guardando suo padre con rabbia “Lui sa sempre tutto…”

 

“Molto bene, Tom. Siamo giunti al capolinea. Chi dice ai nostri cari figlioli cosa faremo? Lo fai tu, o lo faccio io?”

 

“Lascio a te l’onore, amico mio.”, rispose lui fissando sua figlia.

 

Il biondo avanzò di due passi, e sogghignò.

 

“Ragazzi, dovreste essere grati a noi…ai vostri padri…perché abbiamo deciso, per rara bontà del nostro cuore…di risparmiarvi. Tuttavia, l’incantesimo che eseguiremo su di voi sarà molto…complicato.”

 

Voldemort prese la parola.

 

“Vedete, ragazzi…quello che noi ora faremo, è di…cancellare la vostra memoria. Dopodiché, manderemo indietro il tempo. Facendovi ripartire dagli undici anni. E il passato che avrete…nelle vostre menti…come nel vostro cuore…sarà ciò che noi vi creeremo. Tutto chiaro?”

 

Hangie e Draco, che si erano precedentemente presi per mano, si guardarono sconvolti.

 

“Non potete farlo! Questo è…contro ogni morale d’umanità! Nemmeno voi potete essere così spietati…soprattutto con voi, i vostri figli!”

 

Lucius la guardò con un falso sorriso.

 

“Giusto… Ma sai cosa ti dico, Hangie? Che noi ce ne sbattiamo altamente di cosa ne pensate voi. Lo faremo senza rimorsi!”

 

Il mago alzò la bacchetta davanti a sé…e Voldemort fece lo stesso…

 

 

“Prima di tutto…” disse quest’ultimo “Vi cancelliamo la memoria.”

 

Hangie e Draco si voltarono l’uno verso l’altro, e presi dalla disperazione che si sarebbero dimenticati l’uno dell’altro, si diedero un bacio profondo colmo dell’amore che li invadeva…

 

“Un giorno non lontano ci rincontreremo, Hangie. E ti posso assicurare, che verrà anche il giorno in cui ci ricorderemo l’uno dell’altro…e ci vendicheremo. Vedrai.”

 

“Lo so, Draco.”

 

Un altro bacio. Dolce. Passionale.

 

“Ti amerò per sempre, Angelica Riddle. Il mio cuore sarà sempre tuo. Te lo giuro, amore mio.”

 

“E io amerò per sempre te, Draco Malfoy. Lo giuro. Avrai sempre il mio cuore, amore..”

 

Tom si fermò d’improvviso.

 

Il suo cuore cominciò a pulsare terribilmente…a battere addirittura!..e a diventare stranamente caldo…perché ricordi felici riaffiorarono nella sua mente, veloci come una tempesta…

 

Lui e Macy, in mezzo al giardino di casa di lei, che si giuravano amore eterno…

 

Le stesse parole…gli stessi identici gesti… Io e Macy eravamo come loro…innamorati, felici. Dove siamo finiti, poi?

 

Ma non era più il tempo di pensare. No.

 

Perché in quel momento, Draco e Hangie si accasciarono a terra, tenendosi per mano…sopra di loro iniziò a crearsi un vortice che lentamente li stava risucchiando…indietro…nel tempo e nello spazio…

I due ragazzi vennero sollevati in aria, trasportati dentro al varco temporale che era stato aperto…e la terra cominciò a tremare…i sassi ad alzarsi in aria…

 

Tom vide i corpi addormentati dei due giovani entrare nel varco…vide il varco stesso che lentamente si richiudeva…

 

E poi…

 

…il buio.

 

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Capitolo 7
*** Fine del viaggio. ***


Fine del viaggio.

 

Angelica aprì gli occhi…in testa aveva una grande confusione…sentiva le gambe molli…e le girava incredibilmente il capo.

 

Non può essere! È mai possibile che quella della visione…sia realmente io? Ma allora…io non mi chiamo Hermione Granger, io sono…Angelica Ridde…

Sono la figlia di Voldemort…

 

“Angelica. Cara, vieni a sederti sulla sedia. Sarai esausta!”, le disse premuroso Peter.

 

La signora Mendel andò tutta di corsa alla cucina, tirò fuori un bicchiere riempiendolo d’acqua, per poi porlo poi alla ragazza già seduta al tavolo.

 

“Beh, è naturale. I viaggi nel tempo sono sempre faccende pesanti da mandar giù. Capisco che tu sia stanca morta. Quindi…prima riposati un po’, e poi…bè, risponderemo a tutte le tue domande.”

 

La ragazza era a dir poco sconvolta!

 

“È…è terribile! Perché? Perché il destino mi ha punita…facendomi essere la figlia del più…del più spregevole dei Maghi Oscuri?!”

 

La ragazza non voleva credere che nelle sue vene scorresse il sangue di un sanguinario omicida!

 

Se ho il suo sangue nelle vene…questo significa…che finirò per diventare come lui! No…non voglio che accada!

Questo per me è il quinto anno, è un anno importante! Non posso perdermelo per via di questa cosa. Sì, però…come faccio a ignorare tutto?

 

Aveva gli occhioni ricolmi di lacrime, il suo viso era rosso per lo sforzo causato dal viaggio nel tempo; guardò la donna davanti a lei dritta negli occhi.

 

“Tu in realtà…sei mia nonna, giusto?” lei annuì “Cindy Mendel…”

 

L’uomo accanto a lei annuì guardandola.

 

“Esatto, nipote. Lei è tua nonna, io sono tuo nonno Peter Mendel. E tu non sei Hermione Granger. Tu sei Angelica Ridde, figlia di Macy Mendel, nostra figlia, di cui fra l’altro possiedi la bacchetta.”

 

Hermione tirò fuori la sua bacchetta e la guardò a occhi spalancati.

 

“Questa…è la bacchetta della mia mamma?”

 

Cindy annuì sorridendo, per lasciare poi la parola al marito.

 

“Insomma, come ti stavo dicendo, sei figlia di Macy…e di…” la sua voce si spezzò.

 

Cindy guardò suo marito e gli sorrise.

“Non serve a niente evitare di dirlo…la cosa, purtroppo, è…e sempre sarà così. E di Voldemort.”

 

Nel sentire quel nome, Hermione sussultò: non perché ne fosse spaventata. Oramai, in cinque anni accanto a Harry Potter, ci era abituata a sentire quel nome.

Il sussulto era perché quel nome le ricordava, irrimediabilmente, come aveva appena detto la nonna, che lei…era la figlia di Voldemort.

 

Sospirò.

 

“Beh…non ho molte domande da fare. Oramai mi è tutto chiaro. Anzi…ho saputo molto più di quanto volessi sapere!” si alzò “Sono stanca…torno al castello.”

 

Cindy sorrise.

 

“D’accordo. Sì, è molto meglio che torni al castello. Silente sarà preoccupato. E immagino lo siano anche Harry, Ron, e Ginny.”

 

“Già! Da quando ho parlato loro dei miei strani sogni, non fanno che preoccuparsi! Ma questa cosa  io…non posso ancora dirgliela.”

 

Peter sospirò.

 

“Dipende tutto da te, Angelica. Quando ti sentirai pronta, racconterai loro la verità. Prenditi pure tutto il tempo necessario.”

 

Hermione salutò prima il nonno e poi la nonna, sorridendo.

 

“Bene. Credo che da ora in avanti…vi chiamerò nonna e nonno. Se non vi dispiace, ovvio! E poi bè sara meglio…che mi ci abitui…”

 

“Senza offesa, ma mi sento più nonno che padre. Il ruolo paterno era riservato soltanto alla mia piccola Macy…”

 

“Non sono io la tua mamma. Anche se è come se lo fossi…”

 

La ragazza sorrise, malinconica, mise via la bacchetta, si avviò alla porta, e si voltò.

 

“Vi saluterò gli altri. A presto!”

 

Cindy sospirò, sorridendo soddisfatta guardando suo marito.

 

“Bene! Adesso non mi sentirò più troppo in ansia. Starò più tranquilla, ora che Hangie sa tutto.”

 

Lui assentì, annuendo.

 

“Già, anch’io. Spero solamente che tutti questi pensieri non incidano sul suo studio…per lei è un anno importante, questo.” rise “Ma se è come sua madre, non c’è affatto da preoccuparsi! Cindy, come faremo per il regalo?”

 

“Aspetteremo questi pochi giorni che la separano dal suo compleanno. Come cinque anni fa. Le daremo l’album per i suoi 15 anni.”

E così, i misteri erano stati svelati…finalmente Hermione aveva scoperto il motivo di tutte quelle sue visioni e sogni…

 

…ora conosceva la sua verità identità…

 

…ora aveva ricordato il suo passato…

 

***

 

Non appena era tornata al castello, passato il quadro della Signora Grassa attraversò la Sala Comune dei Grifoni in tutta fretta.

 

Harry, Ron e Ginny le chiesero “cosa è successo?” “come è andata dai nonni?”.

 

Ma lei non rispose.

 

Non scese neppure a cena…rimase lì, a letto, nella sua stanza…non facendo altro che ripensare a quel suo piccolo ‘viaggio’.

 

Non poteva evitare di pensarci, era naturale!

 

E quella notte, quando il dormitorio femminile dormiva, lei se ne stava ancora sveglia, tenendosi le gambe contro il petto, guardando fuori dalla finestra su dove era seduta.

 

È tutto così…strano! Io sono Angelica Riddle…la figlia di Voldemort… Chi vorrà essermi amico, dal momento in cui si saprà? Perché tanto, lo so, presto tutti sapranno la verità…

 

Si voltò e guardò Ginny.

 

“Dormi, Ginny…almeno così sarai salva da Angelica Riddle…”, sussurrò.

 

Già, perché ormai pensava di essere tipo una bomba ad orologeria…pronta ad esplodere da un istante all’altro, così come se niente fosse.

 

Dopotutto, era la figlia di Voldemort no?!

 

Ci aveva pensato per tutta la sera, al suo passato…e quello, pian piano, stava rientrando dentro di lei poco a poco…come se non fosse mai sparito…e fosse sempre rimasto sempre lì, nascosto, in attesa del momento giusto per riemergere.

 

Più pensava al suo passato…più quello prendeva forma…oramai aveva capito tutto, sapeva di tutti quelli che erano stati nella sua vita.

 

Un solo particolare non le era ancora chiaro…

 

Una persona.

 

La ragazza continuava a vedere una persona accanto a lei…un ragazzo…però, non riusciva proprio a metterlo a fuoco.

Lo vedeva lì, accanto a lei, quando suo padre e un altro puntavano contro loro due le loro bacchette per l’Incantesimo….e non era la sola scena in cui lo vedeva accanto a lei…e cosa più curiosa…

 

Sentiva di esserne innamorata.

 

Avevo un ragazzo…e ne ero innamorata persa! E lui era innamorato perso di me, e di questo  sono sicura. Ma allora…perché? Riesco a sentire che era il Vero Amore! E allora perché…perché non riesco a ricordare chi fosse?!

 

La giovane dapprima pensò che avrebbe dovuto chiederlo ai suoi nonni…ma ripensò a ciò che le aveva detto sua nonna Cindy poco prima che se ne andasse:

 

“Non preoccuparti se alcuni particolari non sono chiari. I ricordi e tutto il resto torneranno molto più chiari e concreti il giorno del tuo quindicesimo compleanno.”

 

Doveva aspettare. Il suo compleanno era fra meno di due giorni. E allora, avrebbe saputo la verità.

 

Tutta la verità.

 

***

C’è chi, invece, ricordava già tutto…tuttavia se ne stava zitto…per non affrettare le cose…

 

Non posso turbarla. Sebbene oggi, quando è scappata via in quel modo… Sono più che certo di dove è andata…come sono sicuro che i suoi nonni le hanno fatto ricordare…

 

Sapeva bene che, di lì a due giorni, la sua amata avrebbe ricordato anche di loro due.

E sarebbero finalmente tornati quelli di prima.

 

Ormai Draco Malfoy doveva aspettare poco.

 

Da quando aveva compiuto i suoi, di 15 anni, si era ricordato tutto di un botto: quando suo padre, il Mago Oscuro braccio destro di Voldemort, lo aveva fatto entrare nel gruppo dei Mangiamorte.

 

Il giorno in cui Hangie era arrivata al castello…

Ah, sì. Quel giorno non lo scorderà mai! Il primo momento in cui il suo sguardo si posò su di lei…il suo sguardo determinato che l’aveva colpito…i quattro anni in cui il suo amore per lei era cresciuto di giorno in giorno…

 

Ma soprattutto…quella sera…quando si erano dichiarati il loro amore! Il giorno più bello di tutta la sua vita! Finalmente aveva il suo cuore. Per sempre.

 

Tirò fuori i due medaglioni dalla tasca: quando sarebbe stato il momento, li avrebbero entrambi indossati…di nuovo. E stavolta non se li sarebbero tolti mai più.

 

Sì, ne era sicuro: fra meno di due giorno anche lei avrebbe ricordato tutto! E lui allora l’avrebbe stretta forte fra le sue braccia…sorridendole…e si sarebbero ritrovati, per non lasciarsi mai più.

 

No. Neppure Loro li avrebbero separati. Non glielo avrebbe permesso! Non di nuovo!

 

Hermione Granger (anzi, Angelica Riddle) e Draco Malfoy sarebbero tornati insieme.

 

E stavolta per sempre.

 

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Capitolo 8
*** Di nuovo 15 anni.. ***


Di nuovo 15 anni.

Era nel suo ufficio, seduto alla scrivania, riguardando dei documenti importanti dell’Ordine della Fenice.

 

Toc toc.

 

“Avanti, la porta è sempre aperta.”, disse tranquillo continuando a leggere.

 

“Professor Silente.”

 

“Oh, buon giorno Minerva! Allora, mi porti delle novità sugli esami suppongo.”, disse il preside allegro, posando alfine i documenti.

 

La professore McGranitt sorrise.

 

“Esattamente, Albus. Gli esami sono andati bene per tutti, nessuno escluso. Comunque, la migliore allieva di questa sessione è stata…lei.”

 

Albus alzò lo sguardo e sorrise.

 

“Proprio come avevo previsto! Bene, avremo un ottimo motivo per la festa.” Si alzò.

 

“La festa? Quale festa?”

 

Albus rise.

 

“Tra due giorni è il suo compleanno, ricordi? Come ben sai, proprio ieri Cindy le ha rivelato la verità. Per cui, adesso, quella povera ragazza è sotto pressione…e a dir poco scioccata!”

 

Minerva sospirò.

 

“Eh già…povera Angelica! Le ci vorrebbe proprio una distrazione!”

 

“Ed è quello che noi le daremo, cara Minerva. Le organizzeremo una festa spettacolare, con tanto di balli! Così magari…la aiuteremo anche a ricordarsi del suo grande amore! E per lei sarebbe un bene…”

 

***

21 Marzo 2004!

 

Ore 13:00.

 

Era giunta la fine del pranzo, quando Silente si alzò dalla sua sedia al centro della tavola dei professori schiarendosi la gola.

 

“Ho un annuncio importante dell’ultimo momento. Stasera, ci sarà una grande festa…in onore della signorina Granger.”

 

Hermione alzò la testa di scatto: non riusciva a credere alle proprie orecchie…una festa…per lei?! E per quale motivo? Non voleva che tutta Hogwarts la prendesse in giro…o che pensassero che aveva chissà quali rapporti stretti coi professori, tanto che le organizzavano una festa…!

 

Albus Silente sorrise.

 

“Hermione Granger è la studentessa modello della nostra Scuola di Magia! E agli esami di Trasfigurazione è arrivata prima. Per cui, d’accordo con la professoressa della sua casa…le organizzeremo una bella festa di congratulazioni.”

 

Tutti applaudirono.

 

Hermione guardò il preside con un sorriso enorme e gli occhi colmi di lacrime di gioia e commozione. Grazie professore…grazie di cuore!

 

“La festa è fissata per stasera. Alle otto in punto le porte della Sala Grande verranno aperte. E inizieranno i balli. Ah. Vorrei ricordare, inoltre, che proprio stasera alle 22, Hermione compie 15 anni!”

 

Un applauso partì nell’intera Sala Grande: tutti lì conoscevano, chi più chi meno, la ragazza: la sua fama di studentessa modello la precedeva! Hermione arrossì, soverchiata dalle pacche dei suoi migliori amici! Era felicissima! Rideva felice guardandosi intorno, e continuò a guardare un po’ tutti, finché…il

suo sguardo cadde su di lui.

 

Draco Malfoy.

 

 

E il suo cuore cominciò a battere peggio d’un tamburo…ancor peggio quando lui, inaspettatamente, le sorrise!

 

Cosa…mi sta succedendo? Non posso credere che…

 

No…la verità ancora non le era dato saperla…non era il momento…

 

Tutto sarebbe successo quella sera.

 

***

Ore 19:50.

 

“Hermione, ti vuoi muovere?!”

 

Le urla di Ginny arrivarono fino al bagno, dove si era chiusa la bella Caposcuola dei Grifoni.

 

“Mi vergogno troppo!”

 

Ginny sospirò.

 

“Non dire sciocchezze, Herm! Sei una ragazza bellissima già vestita da Strega…ti immagini quanti ne stenderai, stasera, vestita da ballo?”

 

Entrarono Harry e Ron.

 

“È pronta o no?” esclamò Ron esasperato “Fra dieci minuti apriranno le porte!”

 

“Hermy! Andiamo, esci! Sei la festeggiata, devi essere lì! Quando tutti saranno entrati, tu dovrai passare in mezzo…ricordi? Muoviti!” le gridò Harry.

 

Era il suo migliore amico in assoluto. L’avrebbe portata lui in Sala Grande, a braccetto, dove insieme a lei avrebbe aperto le danze; lo aveva scelto lei come cavaliere, poiché con lui si sentiva a suo agio.

 

Hermione prese un grosso respiro.

 

Gli altri tre restarono a bocca aperta…

 

Indossava un vestito rosa, lungo, aveva i capelli raccolti dietro con tutti fiori, e portava sul polso un braccialetto, anch’esso con un fiore.

 

Un fiordaliso…

 

“Sei un vero schianto, Herm!”, esclamò Ron a bocca aperta.

 

“Sul serio…stasera ne farai schiantare… Farai innamorare tutti!” strillò Ginny eccitata “Oh, non vedo l’ora di vedere le loro facce!”

 

Harry rise e prese Hermione sotto braccio.

 

“Pensa a quanto mi invidieranno…quando vedranno che sono io ad aprire le danze con te!”

 

***

Draco era nervoso e impaziente: non vedeva l’ora che le 22 scoccassero…per lui sarebbe stata la vera rinascita. Insieme a lei.

 

Nessuno e niente ci separerà mai più, d’ora in avanti. Parola di Draco Malfoy.

 

E con questo pensiero, entrò trionfante nella Sala Grande.

 

***

Ore 20:05.

 

Hermione entrò nella Sala Grande fra gli applausi di tutti: l’intera Hogwarts si era voltata a guardare quella bellissima…anzi, stupenda…giovane che procedeva lentamente verso il centro.

 

È bellissima… Proprio come allora.

 

Stava per raggiungere il centro della sala, quando i suoi occhi si fermarono sul biondino…e il suo cuore cominciò a galoppare, come poche ore prima.

Se lei era uno schianto…lui stava proprio da dio!

Indossava un abito da sera blu, con tanto di mantello, e un fiore all’occhiello…

 

Ma quello è…è un fiordaliso!

 

Improvvisamente, ricordi soffusi cominciarono ad affollarle la mente…

 

Guardò verso l’entrata e vide i suoi nonni sulla porta.

 

Peter annuiva.

 

Cindy invece stava dicendo qualcosa…che ben presto la giovane capì...

 

“È giunto il momento di ricordare…”

 

Harry la prese di sorpresa, facendola voltare verso di lui: erano al centro dell’enorme sala, la banda stava per attaccare la prima canzone.

 

Era un lento. “Remember me this way”: parlava di una bellissima amicizia, come lo era la loro!

 

 

Every now and then

We find a special friend

Who never let’s us down.

Who understand it all,

Reach out each time you fall.

You’re the best friend that I’ve found!

 

Era vero: in tanti anni, Harry Potter era l’unico vero amico che avesse mai trovato (senza nulla togliere, ovviamente, a Ginny e Ron!).

E per Harry era la stessa cosa.

 

I know you can’t stay,

A part of you will never ever go away…

Your heart will stay!

 

I due giravano per tutto lo spazio a loro concesso, Harry la faceva roteare ed entrambi ridevano e si divertivano come pazzi!

 

I’ll make a wish for you,

And I hope it will come true:

That life would just be kind

To a such gentle mind!

 

If you loose you way,

Think back of yesterday.

Remember me this way…

Uuuhhh…remember me this way.

 

Harry avvicinò Hermione a sé, e le sussurro queste parole nell’orecchio…

 

“Se la Guerra dovesse andare male…tieni bene a mente queste parole. Ti voglio un bene dell’anima, Hermione Jane Granger. E te ne vorrò per sempre. Comunque vadano le cose.”

 

Hermione si staccò e lo guardò turbata.

 

“Harry…cosa…? Cioè… Anche io ti voglio un bene dell’anima, Harry James Potter.” sorrise “Ma non vedo perché…”

 

Harry scosse la testa sorridendo, e tenendola per mano, allontanandosi, le sussurrò:

 

“Quando non sarò a consigliarti o consolarti…o a parlare…ascolta questa canzone e io ci sarò comunque.”

 

Hermione sentì le lacrime agli occhi…perché le aveva detto quelle cose? Lui era, o no, il Bambino Sopravvissuto? E se era sopravvissuto da piccolo…beh, voleva dire che non sarebbe mai morto neppure in quella stupida guerra!

 

Harry…perché vuoi farmi stare in ansia?

 

Lentamente, il centro non fu più visibile da quanta gente vi si era addensata! Hermione cercò uno sprazzo di libertà per uscire dalla calca, e andò a sedersi.

 

“Hai ballato benissimo, Hermy! Tu e Harry siete due ballerini nati, dico sul serio!”

 

Ginny era super entusiasta.

 

Hermione le sorrise.

 

“Tu non vai a ballare?”

 

In quel momento arrivò di corsa Ron che porse la mano alla rossa.

 

“Posso far ballare la mia adorata sorellina minore?” e sorrise.

 

“Ma certo, Ronnie! Andiamo, coraggio!”

 

La musica era cambiata, adesso la festa andava avanti a tutto rock and roll!! Si divertivano tutti, nessuno si stancava di ballare…ed Hermione si rilassò…e ripensò ai suoi nonni.

 

I SUOI NONNI! Si alzò, avviandosi di fretta verso il fondo della sala.

 

“Le piace la festa, signorina Granger?”

 

Hermione si voltò imbarazzata.

 

“Oh sì, tantissimo! La ringrazio…infinitamente…professor Silente.”

 

Albus rise.

 

“Oh, non mi ringrazi! Peter! Cindy! Cari, vecchi amici miei…vi sta andando tutto bene, spero.”

 

Peter sorrise stringendogli la mano.

 

“Meglio di così non si può!”

 

Hermione, invece, si avvicinò a sua nonna.

 

“Nonna…mi spieghi perché, ogni volta che guardo Draco Malfoy, il mio cuore si trasforma in un tamburo incessante?!”

 

Cindy si mise a ridere.

 

“Oh, tesoro! Ma ancora non ci sei arrivata?” sospirò “Beh, evidentemente non ti sono ancora arrivati i ricordi. Sono le 21:30. Temo che dovrai attendere ancora una mezz’oretta, cara.”

 

La ragazza sbuffò.

 

Da dietro di lei sentì arrivare Ron, che la prese per un braccio.

 

“Ehi, tu! Dico a te, festeggiata! Dai, unisciti ai nostri balli pazzi e scatenati! Andiamo!” e la trascinò via.

 

***

In mezzo a tutta quella confusione, Hermione non si accorse del tempo che passava…fino a che non scoccò l’ora.

 

L’orologio a pendolo che si trovava nel salone suonò.

 

Erano le 22 esatte.

 

Fu allora che lo sentì…

 

L’aria intorno a lei…fu come se fosse battuto il colpo di un grande gong…una grande voragine si aprì dentro di lei…ma non la vide minacciosa, perché di solito una voragine porta via le cose…

 

Quella le stava portando qualcosa…

 

Il resto dei suoi ricordi.

 

Quelli erano gli ultimi pezzi che componevano il mosaico del suo passato…sprazzi di immagini...la domanda che la tormentava stava per ricevere risposta finalmente…ora avrebbe saputo…

 

L’immagine del ragazzo che lei amava…a cui aveva donato il suo cuore per sempre…si fece più nitida…

 

Sempre di più…

 

Ancora di più…

 

Finché…

 

Il suo cuore fece un balzo enorme…

 

Era Draco Malfoy.

 

Immediatamente, sentì la necessità di sedersi: cercò con la mano una sedia libera, e vi sprofondò senza fiato.

 

I suoi nonni si avvicinarono di corsa, mentre alcuni smettevano di ballare.

 

Ci siamo!

 

Si avvicinò tra la folla…il ragazzo si avvicinò sempre più…

 

“Ha…Hermione! Tutto bene, figliola?” le chiese Peter “Vuoi un po’ d’acqua, o qualcosa da mangiare? Ti senti debole?”

 

Hermione scosse la testa.

 

Com’era possibile?

 

Che genere di persona poteva scordarsi la sua Anima Gemella…la sua metà?!

 

Draco…

 

Cindy le si avvicinò...poi sorrise felice.

 

“Era ora! Hermione…adesso è tutto ok?”

 

La ragazza la guardò sorridendo.

 

“Nonna, il mio esilio è durato anche abbastanza, non credi? È il momento di tornare al mio nome…Angelica.”

 

La musica ripartì…e quella canzone…la riconobbe, sì…e le fece battere il cuore a mille all’ora, e anche di più! Perché quella musica le stava riempiendo l’anima…e tutto il resto…

 

La nostra canzone? Ma certo, lui compie gli anni prima di me! Lui già ricorda...

 

“Posso avere questo ballo…Angelica?”

 

Una mano era tesa davanti a lei…e un volto molto più che familiare le stava donando il più bello dei sorrisi…

E lei, ricambiando quel sorriso, afferrò quella mano.

 

Draco camminando sorrise, notando il suo sguardo dolce, ma anche un po’ arrabbiato.

 

E sapeva bene il perché.

 

“Ops…scusa, amore! Volevo dire…Hangie.”

 

I due giovani, senza staccarsi un attimo lo sguardo di dosso, iniziarono a camminare verso il centro della Sala, sempre con il sorriso sulle labbra…e quando

lui la strinse forte a sé…lei si sentì invadere da un calore enorme…aveva ritrovato finalmente quel calore…

 

“Ben ritrovato…amore mio.” gli sussurrò all’orecchio.

 

E cominciarono a ballare…sulle note della loro canzone…

 

 

It’s amazing how you

Can speak right to my heart.

Without saying a word,

You can light up the dark.

 

“Sai, io sono tornato molto prima di te. Ma tu questo già lo sai.”.

 

Hermione rise.

 

“Ma certo che lo so. Sei nato prima di me, già lo sapevo che saresti tornato prima. Ma perché non me lo hai detto? Ci avrei messo di meno a…”

 

I try as I may, I could never explain

What I hear when you don’t say a thing.

 

Draco scosse la testa sorridendo.

 

“Non potevo, temevo che la tua reazione sarebbe stata troppo… Insomma, volevo lasciarti il tempo di ricordare da sola. Dovevi farcela da sola a tornare.”

 

Le strinse forte la mano, e le fece fare una giravolta…

 

The smile on your face let’s me know that you need me.

That’s a truth in your eyes saying you never leave me.

 

E quando tornò al suo posto, la strinse di nuovo a sé, sorridendole pieno d’amore.

 

The touch of your hand say you catch me wherever I fall.

You say it best…when you say nothing at all!

 

Hermione rise.

 

“Che c’è?”

 

“Non ricordo più il nostro ultimo ballo. Deve essere stato…sì, ora ricordo! È stato poco prima che…”

 

Il suo volto si rabbuiò.

 

Il biondino, che non la voleva assolutamente vedere così, la strinse ancora di più, avvicinandosi al suo orecchio.

 

“Ce la pagheranno cara, amore.” la fece girare mentre lei riprendeva a ridere spensierata “Adesso non pensarci. È la tua festa, Hangie. Divertiamoci!”

 

Il biondino si fermò, mise la mano in tasca, e ne trasse fuori i due medaglioni, che Hangie riconobbe subito.

 

Draco prese il suo indossandolo, poi voltò Hermione e le mise al collo il suo.

 

Lei sorrise commossa.

 

“È il più bel regalo di compleanno che potessi farmi, Draco!”

 

Poi si guardò la mano sinistra per un attimo, e sorrise, vedendo che nell’anulare c’era l’anello di fidanzamento.

 

All alone I can hear, people talking out loud.

But when you hold me near you can drown out the crowd.

Try as I may, they could never define…

What’s being saying between your heart and mine!

 

 

Harry osservava la scena a bocca aperta, come tutti del resto.

 

“Ma…Ginny! Tu sai cosa…voglio dire…Herm non…” era a dir poco sbalordito!

 

The smile on your face let’s me know that you need me.

 

La rossa scosse la testa.

 

“Non guardare me, Harry!”

 

That’s a truth in your eyes saying you never leave me.

 

“Ma cosa diamine le è preso?!” esclamò Ron indignato “Sta ballando con il nostro peggiore nemico! Io…non…non ci posso proprio credere!”

 

The touch of my hand say you catch me wherever I fall.

 

Harry lo guardò, e fece spallucce scotendo la testa.

 

Hermione…cosa ti sta succedendo? Io non ti riconosco più! sembri quasi...un’altra persona!

 

You say it best…when you say nothing at all!

 

Hermione si guardò per la prima volta intorno, scoppiando a ridere fra le braccia di Draco.

 

“Ci stanno guardando tutti a bocche aperte! Amore…loro ancora non sanno niente! Chissà cosa penseranno…”

 

Draco si unì alle sue risate.

 

“Molto probabilmente, che siamo diventati pazzi!” poi sorrise “Oppure, magari la semplice verità…che siamo innamorati persi l’uno dell’altra.”

 

Hermione si scostò di poco, e lo guardò negli occhi. Il suo sguardo si perse in quello del biondino, e il cuore le batteva fortissimo.

 

Oh amore mio…ho aspettato tanto questo momento!

 

Draco, indovinando quasi i suoi pensieri, si fermò., le prese il viso fra le mani, e le sorrise dolcemente..

 

“Mi sei mancata da morire, amore mio. Non ero completo…senza di te.”

 

“Nemmeno io lo ero. Mi sei mancato anche tu…tanto…”

 

E si baciarono.

 

 

Quello fu il gesto che più sconvolse il resto della scuola! Tutti si unirono in grande “ooh!”, ed erano tutti esterrefatti.

 

Harry a quel punto era incapace di proferire parola.  Io non ci posso credere…questa è la goccia che fa traboccare il vaso. Hermione mi dovrà molte spiegazioni!

 

Hermione e Draco si guardarono felici, e la bella Grifondoro si gettò al collo del ragazzo che amava stringendolo forte.

 

“Ti amo!” gli disse nell’orecchio.

 

Il Serpeverde la strinse ancora di più, pronto a non lasciarla mai andare.

 

“Ti amo anch’io, piccola mia.”

 

“Ehm ehm.”

 

Un colpo di tosse li fece sobbalzare.

 

“Harry…”

 

Il moretto la guardò dritto negli occhi.

 

“Hermione. Io… Senti, lo sai benissimo che ti voglio un gran bene. E sai anche che di me ti puoi fidare. Per cui, se non ti dispiace spiegare…”

 

Hermione scosse il capo.

 

“Harry, no! Non devi pensare che non ti racconterò la verità, perché ora…te la dirò.” sospirò “Vieni anche tu, Draco. Sarà meglio.”

 

Il gruppetto, formato dai tre più Ron e Ginny, si allontanò dal centro della sala mentre tutti si ributtavano nei balli.

 

Uscirono fuori, e si fermarono sotto l’albero preferito del Trio Potter-Granger-Weasley.

 

A quel punto, Hermione si voltò.

 

“Bene. Ora vi dirò tutto. Sono pronta a scommettere, che dopo aver saputo la mia storia, beh…” sorrise amaramente “Non mi vorrete mai più vedere né rivolgermi la parola!”

 

“Non preoccuparti, Herm. Qualsiasi cosa i nostri orecchi ascolteranno da qui ai prossimi cinque minuti…ti vorremo sempre bene.”, la rassicurò Ginny con un largo sorriso incoraggiante.

 

Hermione respirò a fondo, cercando le parole giuste con cui cominciare…ma quali parole potevano descrivere l’orrore che lei stessa provava per quella che era la verità? Il suo passato?

 

“Beh…credo che la farò breve.” disse “Quelli che avete conosciuto, in realtà non sono i miei genitori. Ma i miei nonni. Lo so che all’inizio può sembrare strano, ma è così. Vedete, circa 15 anni fa…anzi, 20 anni fa ormai, il 21 Marzo del 1989, in una stanza a Londra, una giovane donna di nome Macy Mendel ha dato alla luce una bambina, esattamente alle 22.”

 

“Era la più bella bambina del mondo!” esclamò Cindy entusiasta

 

I signori Mendel li avevano raggiunti.

 

Hermione le sorrise.

 

“Ecco, lei è Cindy Mendel. E suo marito invece si chiama Peter. Sono i genitori di quella ragazza…di mia madre. Perché io…io non mi chiamo Hermione Granger. Proprio no.”

 

“Cosa?? Come sarebbe a dire che…” Ron era smarrito e confuso “Ma…se non ti chiami così, allora il tuo vero nome qual è?” la guardò sospettoso “Chi sei, tu, in realtà?”

 

Hermione passò il suo sguardo su Harry. Sospirò, affranta.

 

“Angelica…Angelica Riddle.”

 

Ginny sbarrò gli occhi, completamente senza fiato.

 

“R-Riddle? Oddio…ma allora tu sei…sei figlia di…” guardò Harry.

 

Il ragazzo non sapeva come prenderla….guardò quella che credeva la sua migliore amica, e si avvicinò.

 

“Tu…sei la figlia di Tom Riddle? Di Voldemort?!”

 

Hermione sentiva le lacrime pulsarle negli occhi Annuì e abbassò la testa.

 

Poi strinse i pugni, e si mise definitivamente a piangere.

 

“Io…io non avrei mai voluto…” lo guardò “Ma purtroppo, è ciò che sono. Credimi, Harry, non provo piacere o…altro…dall’essere figlia di quel mago spregevole! Soltanto…tanta rabbia. E tanta tristezza…”

 

Harry la guardò per un attimo, poi sorrise e la abbracciò, accarezzandole la testa con affetto.

 

“Hermy, non preoccuparti. Io non ce l’ho con te, affatto! Non è colpa tua.”

 

“Beh…sai, abbiamo una cosa in comune, anzi forse più di una!”

 

“E cioè?”

 

“Prima cosa…entrambi vogliamo Tom Riddle morto. Perché entrambi, lo odiamo con tutti noi stessi.”

 

Ginny la guardò dubbiosa.

 

“Ma…Hermy, va bene che è malvagio e tutto il resto, però…è pur sempre tuo padre.”

 

Hermione rise sarcastica.

 

“Tu credi davvero che me ne importi qualcosa di lui, Ginny? No. Non mi importa di lui. Niente di niente! E poi…” strinse i pugni “Ho un valido motivo per volerlo morto. E cioè…la vendetta.”

 

“La vendetta? E chi devi vendicare?” Ron si avvicinò.

 

La giovine sentiva salire una grande rabbia e un odio immenso crescerle dentro…e quasi divorarla….

 

“Mia madre.” guardò Harry “Questa è l’altra cosa che abbiamo in comune, Harry. Non sei l’unico a cui Voldemort ha ucciso la madre…”

 

Draco si fece avanti sorridendo.

 

“Vuoi che racconti io come è andata, amore? Te la senti di ricordare?”

 

Hermione annuì.

 

“Avevo tre anni. Era la notte del 26 Aprile del 1992. Me ne stavo nella mia culla, tranquilla, e dormivo. A un tratto, mi vidi prendere fra le braccia da mia madre. Poi entrò lui. Mi vide e sorrise. Mamma mi rimise nella culla, sorridendo e cercando di tranquillizzarmi. Discussero…lui le disse che l’avrebbe lasciata in pace, che non le avrebbe fatto del male, se lei gli avesse consegnato…me.

Lei non cedette. E dopo aver discusso ancora…lui prese la bacchetta…disse che l’avrebbe sempre amata…chiuse gli occhi…e guardò da un’altra parte mentre…”

 

Il pianto la fermò.

 

Draco le si avvicinò.

 

“Ehi…so che ricordare fa male. Ma devi farlo, se vuoi essere sincera con loro. Ce la puoi fare.”

 

Hermione finì la sua storia.

 

“Lui alzò la bacchetta…e la colpì con l’Anatema Senza Ritorno…” pianse ininterrottamente “Non la guardò neppure in faccia…me l’ha uccisa davanti agli occhi…senza che potessi fare…niente…”

 

Harry le si avvicinò e i due si strinsero forte, complici dello stesso dolore, e il ragazzo si unì al suo pianto, ricordando la madre.

 

“È stato terribile, lo so…io ti capisco. È stato come se una parte di te…”

 

“Ti venisse strappata senza pietà.” concluse lei “Mia madre era tutto ciò che avevo…lei era speciale, era…era la mia mamma.”

 

I due restarono stretti in quell’abbraccio per due minuti interi, piangendo e disperandosi della loro medesima angoscia.

 

Finché Harry prese un respirone, ritirando indietro le sue lacrime. Poi sorrise, e asciugò quelle della sua migliore amica col dito.

 

“Facciamoci coraggio. Dobbiamo essere forti, Hermione. È vero, entrambi siamo stati privati in modo brutale delle nostre mamme…ce le hanno uccise davanti agli occhi…ma ora…dobbiamo unirci…e vendicarci.”

 

Hermione annuì.

 

“Giusto. Hai detto bene, Harry.” respirò “Bene. E ora…il resto della storia.”

.

La ragazza raccontò di come per i suoi undici anni, suo padre l’aveva portata via da casa…del suo primo giorno al castello…dei quattro anni di esercizi e lezioni…tutto contornato dalle continue visite ai nonni, e dalle riunioni coi Mangiamorte. E di tutte le sue emozioni in quei tempi.

 

“Ogni volta che ero lì, vicino a loro, io mi sentivo…male. Erano pregni di…cattiveria, e sadismo!” disse con faccia schifata “Io non mi sono mai sentita a casa, in mezzo a loro. In quel castello era tutto buio…orribilmente malvagio.”

 

Draco assentì.

 

“Herm ha ragione. Quel castello era sempre pieno di Male. I Mangiamorte erano sempre lì, che andavano su e giù come se niente fosse. E poi Nagini…”

 

Hermione sussultò. E raccontò il suo primo incontro con il Basilisco.

 

“Mi sono sentita impietrire dal terrore, giuro! Era enorme…viscido…”

 

“Il serpente personale di Voldemort. Io l’ho incontrato un paio di volte…e posso dire che non è un bello spettacolo!” disse Harry ironico “Per niente!”

 

Ron sospirò.

 

“Bene…se questo è il tuo passato Herm…noi che ti vogliamo bene non possiamo fare altro che accettarlo.”

 

“Per fortuna! Temevo di perdervi per sempre… Non ce l’avrei mai fatta senza di voi, ve lo assicuro.”

 

Poi guardò Draco e sorrise.

Si voltò di nuovo verso i suoi amici, e finì di raccontare. Esattamente di lei e Draco: i due raccontarono di quando avevano capito di amarsi…di quella canzone con la chitarra...della festa di compleanno…e della loro dichiarazione.

 

Harry vide i ciondoli, e l’anello, dopodiché sorrise.

 

“Sono davvero molto belli, Draco.”

 

Draco sorrise.

 

“Grazie mille, Harry. Se vuoi ti dico dove li ho comprati! Questo, ovviamente, per quando ti deciderai a dichiararti.” E accennò, sorridendo, a Ginny.

 

Harry arrossì di un botto.

 

Poi venne la parte più dura: raccontarono di come i loro due padri, ognuno per i suoi motivi, avevano deciso di ucciderli…ma che poi non ce l’avevano fatta, decidendo di condannarli a un viaggio nel tempo…e all’oblio.

 

Hermione e Draco si presero per mano.. I ricordi, a volte, fanno male…

 

I ragazzi decisero di parlarne meglio il giorno dopo, poiché n quel momento era in atto una festa.

 

“Su, ributtiamoci in pista!”, esclamò Ron.

 

 

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Capitolo 9
*** Visita inaspettata.. ***


Visita inaspettata.

Ore 00:00.

 

La festa continuava senza sosta, fra le risate e il divertimento generale.

 

Albus si schiarì la gola, e si mise al centro esatto della sala guardandosi intorno sorridente.

 

“Non voglio rubarvi nemmeno un minuto, tranquilli. Abbiamo già urlato abbastanza quando sono rintoccate le 22! Ma ora…vi chiedo di allontanarvi. Perché questa canzone…questo ballo…deve essere esclusivamente loro.”

 

Indicò Hermione e Draco. Poi accennò verso la banda.

 

“Prego. Attaccate.”

 

Partì una musica dolcissima.

 

Draco si avvicinò alla sua amata porgendole la mano, lei sorrise, emozionata e innamorata, e lo seguì.

 

 

Ora vi racconto una storia che

Farete fatica a credere,

perché parla di una principessa e

di un cavaliere che

in sella al suo cavallo bianco, entrò nel bosco

alla ricerca di un sentimento che tutti

chiamavano amore.

 

I due si abbracciarono stretti, e iniziarono a ballare quel bellissimo lento. Hermione si appoggiava con la testa sulla spalla del suo ragazzo.

 

Prese un sentiero che portava

A una cascata dove l’aria

Era pura come il cuore di quella

Fanciulla che cantava,

e se ne stava coi conigli,

coi pappagalli verdi e gialli

come i petali di quei fiori che portava

fra i capelli.

 

Draco allontanò un po’ la ragazza, e spuntò una piccola giravolta.

 

Il cavaliere scese dal suo cavallo bianco

E piano piano le si avvicinò.

La guardò per un secondo, poi le sorrise.

E pian piano iniziò a dirle queste dolci parole:

 

Si allontanarono tenendosi le mani…Draco prese a cantare insieme alla canzone…

 

Vorrei essere il raggio di sole che

Ogni giorno ti viene a svegliare

Per farti respirare e farti vivere di me.

 

Vorrei essere la prima stella che

Ogni sera vedi brillare, perché

Così i tuoi occhi sanno che ti guardo

E che sono sempre con te.

 

Vorrei essere lo specchio che ti parla,

e che a ogni tua domanda

ti risponda che al mondo tu sei sempre la più bella!

Na na na na na na na na na na…na na na…na na na…

 

Na na na na na na na.

 

Hermione lo guardò commossa. Oh, amore mio…ti amo più di ogni altra cosa al mondo…

 

Non voglio perderti mai più, Angelica…sarebbe come morire davvero…senza di te…

 

La principessa lo guardò

Senza dire parole,

e si lasciò cadere fra le sue braccia.

Il cavaliere la portò con sé,

sul suo cavallo bianco,

e man mano che andava,

le cantava intanto questa dolce canzone:

 

Ancora una volta, il bel Serpeverde cantò, davanti a tutti, senza alcuna vergogna….poi pure lei si lasciò trasportare in quel canto d’amore…

 

Vorrei essere il raggio di sole che

Ogni giorno ti viene a svegliare

Per farti respirare e farti vivere di me.

 

Vorrei essere la prima stella che

ogni giorno vedi brillare, perché

così i tuoi occhi sanno che ti guardo

e che sono sempre con te!

 

Draco finì la canzone da solo.

 

Vorrei essere lo specchio che ti parla

E che a ogni tua domanda

Ti risponda che al mondo tu sei sempre la più bella!

Na na na na na na na na na na…na na na…

 

Na na na…na na na na na na na na!

 

Tutta Hogwarts esplose in boati fatti di applausi e complimenti! C’era perfino chi chiedeva il bis della loro canzone!!

 

Hermione e Draco si riavvicinarono, baciandosi lì davanti a tutti, felici del loro amore! Perché finalmente si erano ritrovati…e nessuno e niente, li avrebbe mai più separati l’una dall’altro.

 

Finita quella canzone, i due si misero a ballare insieme agli altri!

 

Era una festa da sballo!

 

O almeno…fino ad appena mezz’ora dopo!

 

***

Ore 00:30.

 

Le candele si spensero di colpo….le enormi finestre della Sala Grande si spalancarono e una forte folata di vento gelido si fece spazio fra gli studenti…a un tratto era calato un silenzio tombale…l’intera scuola rabbrividì, e se ne restò ferma; tutti si chiedevano “cosa succede?” Pensavano, forse, che fosse un ‘effetto speciale’ per la festa…ma poi…dalle finestre entrarono due o tre Mangiamorte…e uno in particolare, quello più alto, attirò l’attenzione di Draco…ma prima che il ragazzo potesse formulare anche un solo pensiero…ecco che l’immenso silenzio si trasformò in un gran rumore di grida e scalpiccii. Gente che fuggiva da tutte le parti, presa dal panico, professori che cercavano inutilmente di tranquillizzare gli studenti…

Ma quando entrò Voldemort in persona, l’intero corpo professori sferrò la propria bacchetta! Voldemort avanzò lento, mentre i suoi seguaci, altrettanto lentamente, lo stava ‘circondando’ per proteggerlo da eventuali attacchi.

Quando sia lui che i suoi Mangiamorte si furono ‘sistemati’ nella loro posizione di sfida, la folla della Sala Grande si era dimezzata: le persone che erano rimaste, erano in preda al panico totale, ma tale panico li teneva immobili nelle loro posizioni, perché alle volte il terrore riesce a non farti muovere…

Soltanto un gruppetto se ne stava fermo, anzi, aveva assunto quasi la stessa posizione di sfida del gruppo che aveva davanti: 3 di loro erano comunque più preoccupati che ‘sprezzanti’, mentre in tre di loro, non era la preoccupazione che sopravvaleva…ma soltanto la rabbia.

 

Non ci credo…me lo fa apposta!! Ogni momento della mia esistenza…soprattutto quando è un bel momento…viene sempre e irrimediabilmente rovinato da lui!

 

Voldemort sogghignò.

 

“Vi stavate divertendo alla grande, a quanto vedo. Credevo…che vi stesse allenando.” guardò Silente con disprezzo “Benché sappiamo molto bene entrambi, chi vincerà questa guerra. Non è vero, Albus?”

 

Lui non si scompose, anzi sorrise.

 

“Beh, questo lo dovrai decidere con Harry, mio caro. È lui il capo, qui. Non io. Perlomeno in questa guerra.”

 

“Già. Perciò, d’ora in avanti rivolgiti direttamente a me. A meno che tu non abbia paura.”

 

Voldemort scoppiò a ridere.

 

“Non essere ridicolo, Harry! Perché dovrei temerti? Ho già ucciso tua madre, ricordi?”

 

“Come faccio a scordarmelo? Me l’hai uccisa davanti agli occhi!”

 

“Ah, ma per lui è un’abitudine…o sbaglio?”, disse una voce.

 

Era una voce inconfondibile. E Tom la riconobbe subito.

Non può…essere! Questa è…è Lei!

 

“Credo tu sappia che non è affatto un piacere rivederti…papà.”

 

Da dietro le spalle di Harry apparve lei.

 

“Sei…sei veramente tu, Hangie?”

 

Lei rise sarcastica.

 

“Credevi sarei rimasta nell’oblio ancora a lungo? Beh, ti sei sbagliato! Harry, come ho detto, per lui è un’abitudine uccidere le madri…davanti agli occhi dei figli. Non è vero?”

 

Voldemort strinse i pugni.

 

“Ti prego…smettila di torturarmi così…sai bene che amavo tua madre! Non le avrei mai fatto del male. Lei mi ha costretto!”

 

Una voce maschile si fece spazio nel silenzio del salone.

 

“Come al solito, scarichi la tua colpa sugli altri! Noto, senza sorpresa, che non sei cambiato per niente!”

 

Voldemort guardò il fondo sala con un ghigno.

 

“Ma senti…c’è anche il vecchio Peter! Dimmi un po’, come ha fatto a entrare a Hogwarts…un Babbano, come te?

 

Cindy Mendel si fece avanti.

 

“Perché è con me. È la festa di compleanno di tua figlia, Tom. E tu, come era prevedibile, sei riuscito a rovinare tutto.”

 

Voldemort era stato colto impreparato.

Non sapevo che ci fosse una festa in atto per il suo compleanno…

 

“Tu…riesci sempre a intrometterti nella mia vita…e a rovinarla! SEI SOLTANTO UN FIGLIO DI PUTTANA!!” urlò Hangie.

 

Era piena di rabbia e odio verso suo padre, come anni prima.

 

Tom non ci vide più: velocemente tirò fuori la bacchetta, e gliela puntò alla gola.

 

“Sta molto attenta a te, Angelica. Lo sai che non devi far scattare i miei nervi. Mi conosci…sono piuttosto suscettibile a volte.”

 

Harry tirò fuori la sua, e la puntò contro lo stregone.

 

“Lasciala, Tom. Immediatamente.”

 

“Lui sa già chi sei, Hangie? Conosce il tuo passato?”

 

Ginny si avvicinò.

 

“Certo. Sappiamo tutto. E le vogliamo bene per ciò che é.”

 

Ron tirò fuori la sua bacchetta.

 

“Harry ti ha appena detto di lasciarla andare. Non hai sentito? Sei sordo, forse?!” e la puntò anche lui contro Voldemort.

 

Lui, di tutta risposta, scoppiò a ridere.

 

“Ma bene! Ti sei fatta dei veri amici, eh Hangie? Molto brava, davvero. Tua madre sarebbe…”

 

A quel punto, l’ira di Hermione si scatenò funesta: tirò fuori la bacchetta e gliela puntò addosso, lanciando uno sguardo agli altri due che sembrava dire “lui è mio, lasciatelo a me.”

 

“Ti ho detto…di non nominare mai più la mamma. Non sei neanche degno di pensare a lei!”

 

Tom mise a posto la bacchetta, così lei fece lo stesso: conosceva bene suo padre, sapeva che se metteva via la bacchetta, era perché non voleva combattere. E per lei, al momento, era meglio così.

 

“Ti ho detto di fare molta attenzione a ciò che dici, Angelica.”, disse mantenendo la calma.

 

“E io ti ho già detto molti anni fa…di non chiamarmi così. Quel nome lo usava soltanto mamma. Tu non ne hai il diritto. Sei soltanto un bastardo…”

 

Voldemort perse le staffe: le si avvicinò, la guardò severamente pronto a mollarle un ceffone, alzò quindi il braccio…lo riabbassò…ma una mano fermò il suo braccio. Si voltò…

 

Draco Malfoy gli stringeva con violenza il polso guardandolo serio.

 

“Non osare metterle le mani addosso, Tom. Io non ti permetterò di farle ancora del male…” glielo ributtò giù con uno strattone.

 

Poi si avvicinò alla ragazza, e la strinse forte fra le braccia.

 

“Shh. Va tutto bene ora, amore mio. Ci sono io. Nessuno ti farà più del male. Io ti proteggerò sempre.”

 

 

Una voce si alzò fra i tre Mangiamorte che erano con il Signore Oscuro.

 

“Draco…”

 

Il biondino dei Serpeverde sospirò. Sapevo che era lui. Me lo sentivo.

 

Si voltò verso il suo interlocutore. il suo sguardo era pieno di odio e disgusto.

 

“Salve a te…padre.”

 

“Mi fai schifo…mai avrei pensato che il mio unico erede…venisse su in questo modo.” Lucius si toglie il cappuccio “Mi aspettavo di più…da un Malfoy!”

 

Hermione allora intervenne.

 

“Draco non vuole essere come te, Lucius. Tu gli fai schifo. E pure a me!”

 

Lucius tirò fuori la bacchetta puntandola contro di lei.

 

“Non rivolgerti mai più a me, signorina. Ringrazia il cognome che porti, sennò a quest’ora…” inspirò profondamente.

 

Draco si avvicinò a lui.

 

“Sennò a quest’ora, cosa? Se provi anche solo a sfiorarla con un dito…ti giuro che ancor prima di accorgertene…sarai morto.”

 

E la protesse con il braccio.

 

Hermione guardò verso suo padre.

 

“Farai meglio ad andartene, padre. Voglio andarmene a dormire. Sono stanca morta…non sono come te, che non fai niente dalla mattina alla sera, sai?”

 

Lo guardò con sfida e determinazione.

 

Voldemort scosse il capo, ridendo sarcasticamente.

 

“Hangie, Hangie…sempre più uguale a tua madre. Non vorrei che il suo carattere prendesse il sopravvento…” la vide scaldarsi di nuovo “Me ne vado, me ne vado. Tranquilla. Dormi, che ti farà bene… Andiamo!”

 

Tornò a grandi passi accanto ai suoi tre seguaci, che guardarono Harry con superiorità.

Il moro non fece una grinza. Hermione, Draco, e gli altri due del gruppo si avvicinarono a lui.

 

“Ehi, papà. Che non ti salti mai più in mente di farmi una cosa del genere, chiaro? Altrimenti…sarà peggio per te. Sei avvertito.”

 

Tom la guardò per un attimo senza dire niente. Poi, senza motivo, si mise a ridere.

 

“Sei proprio ridicola, Angelica!”

 

Hermione si arrabbiò e si mise ad urlare.

 

“TU NON AVEVI IL DIRITTO DI CANCELLARMI LA MEMORIA!!”

 

“NON MI URLARE CONTRO, HANGIE! IO SONO TUO PADRE!”

 

“SARAI PURE MIO PADRE…MA UN GENITORE PENSA, PER PRIMA COSA, ALLA FELICITA’ DELLA PROPRIA FIGLIA! TU INVECE NON C’HAI PENSATO!! PER CUI NON SEI AFFATTO UN BUON PADRE, TOM RIDDLE! ANZI, SCUSA…VOLDEMORT!”

 

Si calmò un poco ma stringeva ancora i pugni

 

“Draco è la cosa più bella e speciale della mia vita…e tu me l’hai portata via, senza pietà…e questo, papà, per tutti gli sforzi che potrai fare…non riuscirò MAI a perdonartelo. Perché io amo Draco Malfoy. E lo amerò per sempre, perché il mio cuore gli appartiene. Io gli appartengo… Mentre tu per me non sei niente! E non lo sarai mai!”

 

Tom fu colpito dal discorso di sua figlia…rimase senza parole…anche perché lui fece lo stesso, identico discorso…per quanto riguardava Macy.

Per l’altra cosa che lei aveva detto alla fine, per quanto gli facesse male al cuore…non ci pensò neanche in quel momento….pensava alla prima parte del discorso della figlia.

 

Abbassò la testa. E per la prima volta dopo tantissimo tempo…chiese scusa.

 

“Mi dispiace davvero molto, Angelica. Non avevo capito…scusami se non ho saputo capire.”

 

E si allontanò amareggiato.

***

 

Ore 01.00

 

“Beh…grazie di tutto, professor Silente.” disse Hermione arrossendo “È stata una festa grandiosa! Grazie a tutti!”

 

Albus sorrise.

 

“Siamo felici che ti sia divertita, Hermione. O forse, vista l’attuale situazione, preferisci essere chiamata di nuovo…”

 

“Per il momento no. Magari più in là…riuscirò a sentirmi chiamare ancora così.”

 

“Hermione, tesoro. Questo è il tuo regalo.”, le disse sua nonna porgendole l’album.

 

Sentì le lacrime agli occhi.

 

“Le foto…mie e di mamma…” ripensò alla sera della sua fuga “Pucy! Dov’è?”

 

Peter, aspettandosi quella domanda, tirò fuori il vecchio orsacchiotto da dietro la schiena.

 

“Eccolo qui, il tuo adorato Pucy. Mi ha confidato, in gran segreto, che non vedeva l’ora di riabbracciarti!”

 

Hermione strinse forte il suo piccolo orsacchiotto. Poi sorrise a Harry, che sfogliava l’album.

 

“È il peluche…che mi regalò mia madre, come regalo di battesimo. Ogni volta che lo stringo…è come se abbracciassi lei…” sorrise “Ora andiamo a letto. È tardissimo!”

 

Ginny si avvicinò e la abbracciò.

 

“Sono bellissime quelle foto, Herm. Mi hanno fatto commuovere tantissimo!” e pianse.

 

Harry aveva appena finito di sfogliare l’album.

 

Sorrise e la strinse forte.

 

“Qualunque sia il tuo passato…il tuo presente…e il tuo futuro…lo affronteremo sempre insieme, Hermione. Te lo prometto.”

 

La ragazza si sentì rincuorata.

 

“Io ti devo tantissimo, Harry! Non so davvero come ringraziarti…sei proprio un vero amico.” E gli diede un bacio sulla guancia.

 

Ron si avvicinò all’amica e, per la prima volta, la abbracciò di sua spontanea volontà.

 

“Io ti vorrò sempre bene, Hermy. Chiunque tu sia in realtà.”

 

La giovane lo guardò commossa, e anche a lui toccò il bacio sulla guancia.

 

“Grazie davvero di cuore, Ronald! Ti voglio bene anche io, sempre.”

 

E mentre lui saliva, seguito dalla sorella, ed Harry salutava il professor Silente (i nonni di Herm se ne erano già andati), Hermione salutava il suo amore.

 

Draco le teneva la mano, l’altra posata sul viso, che ora accarezzava con dolcezza. E le sorrideva, pieno d’amore per lei.

 

“Sono così felice di averti ritrovata, Hangie. Non sai cosa ho passato in questi cinque anni…é stato davvero orribile! Mi sentivo incompleto. Eppure sai che…nonostante gli spezzoni di sogno che avevo…non riuscivo a ricordare niente. È stato totalmente…”

 

“Devastante? Anche per me.” rispose lei “Però, adesso siamo insieme…di nuovo. Niente e nessuno ci porterà mai più via l’uno dall’altra. Lotteremo sempre per il nostro amore.”

 

“Giusto. Ti amo, Hermione Granger.”

 

“Ti amo anche io, Draco Malfoy.”

 

I due si diedero un bacio colmo di passione e amore! Harry scoppiò a ridere, mentre Silente si sentì tremendamente in imbarazzo!

 

“Hermy? È tardi, andiamo!”

 

“Arrivo, Harry! Buonanotte, mio dolce principe.”

 

Lentamente, il Serpeverde si allontanò, sorridendo a lei che sorrideva a sua volta a lui.

 

“’Notte anche a te, mia piccola principessa.”

 

Quella serata non sarebbe potuta andare meglio! Hermione e Draco si erano ritrovati dopo 5 anni di incompletezza…Harry, Ron, e Ginny, avevano accettato l’amica per chi era in realtà…

 

E tutto era tornato come prima. Eccetto qualche cambiamento.

 

Adesso, tutto dipendeva dalla guerra…e dalle sorti che essa avrebbe portato ai nostri amati personaggi, che ora dormivano tranquilli e sereni nei loro letti.

 

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Capitolo 10
*** Una notte magica.. ***


Una notte magica.

 

Erano passati ormai 2 mesi da quella festa, e tutto procedeva normalmente: la scuola andava avanti con le lezioni, il gruppetto era più unito che mai, e tutti oramai si erano abituati alla nuova coppia.

 

Era ormai terminata la cena.

 

“Harry, ce li hai cinque minuti per me?” era agitatissima, gli tirava la manica del golf “Ti prego…è estremamente importante!”

 

Mamma, che ansia!

 

Harry la seguì senza fare obiezioni.

 

“Hangie, perché così agitata? Non dirmi che è ancora per quello? Te l’abbiamo ripetuto tante volte, ormai la verità ce l’hai detta, è tutto ok. Cos’ altro c’è?”

 

Hangie arrossì.

 

E-ecco, io…” lanciò uno sguardo a Draco Oddio, quanto sono agitata!

 

Ma chi…?

 

Il bel Cercatore del Grifondoro seguì lo sguardo dell’amica.

 

Sta guardando Draco… un pensiero gli balenò in testa Ah, forse ho capito!

 

Sorrise, e prese il viso dell’amica nelle sue mani.

 

Lei lo guardò con i suoi bei occhi ambrati: pareva piuttosto spaventata.

 

“Hangie, calmati! So cos’è che ti fa agitare tanto.” accennò a Draco “Lui. Vero?”

 

Hangie annuì, tirando poi un sospiro di sollievo.

 

Per fortuna ha capito da solo. Mi sarei vergognata da morire a dirglielo!

 

“Harry…i-io so di essere pronta per…f-fare l’amore con Draco, ma…ho paura! Ecco, io e lui…stamattina ne abbiamo parlato. E lui mi ha detto che piuttosto che farmi del male, lui…farebbe del male a se stesso.”

 

Harry sorrise.

 

“E allora cosa stai aspettando, scusa?! Hangie. Guardami. Draco è perdutamente innamorato di te. E per te darebbe anche la vita! Io e Ron ci parliamo con lui, sai? Ce lo ha detto lui chiaro e tondo.”

 

Hangie lo guardò con i suoi bellissimi occhi ambrati.

 

“D-dici sul serio? Vi ha davvero detto questo?” Harry annuì.

 

Hangie sorrise felice.

 

Lo sapevo…Draco morirebbe, piuttosto che farmi del male in qualche modo. Harry ha ragione, cosa stai aspettando ancora? Ance tu lo desideri quanto lui desidera te.

 

La Caposcuola dei Grifoni prese un respirone.

 

“Harry. Stanotte non tornerò con voi.” sorrise felice “Perché io, stanotte…farò l’amore col ragazzo che amo!”

 

La ragazza gli diede un bacio sulla guancia, e dopodiché si allontanò verso gli altri.

 

Harry la guardò sorridendo, felice per lei.

 

“Sono con te, Hangie.”

 

Va, Hangy. Prendi tutto il tuo amore per lui…e donaglielo.

 

***

“Ehm…Draco?”

 

Il biondo era fra alcuni dei Serpeverde del 7° anno, e rideva con loro.

 

Hangie si avvicinò timorosa. E sorrise.

 

“Amore…possiamo andare?”

 

Draco sorrise.

 

“Ma certo, principessa. Scusate, ci vediamo domani!”

 

La prese per mano e corsero fuori dalla Sala, fino in giardino.

 

Lì si baciarono con tutto l’amore possibile.

 

Coraggio, Draco! Devi dirglielo…

 

Nel momento in cui Draco la guardò negli occhi, Hangie sorrise, gli diede un bel bacio, e gli prese le mani.

Poi arrossì e abbassò lo sguardo.

 

Prendi un bel respirone…

 

La ragazza guardò negli occhi Draco sorridendogli.

 

“Draco. Io…voglio fare l’amore con te. E voglio farlo stanotte…”

 

Fiù…è andata.

 

Draco le sorrise…un sorriso così dolce…e le strinse le mani.

 

“Anche io voglio fare l’amore con te, Hangie. Questa notte. Vieni con me.”

 

Lei annuì.

 

Draco la prese per mano, guidandola dentro la scuola, e dirigendosi verso il dormitorio dei Serpeverde, che (come del resto tutta la scuola tranne i docenti) era rimasta in Sala Grande.

 

***

Il dormitorio dei Serpeverde era, appunto, deserto.

 

Draco lasciò la mano della ragazza per chiudere a chiave la porta, tirò fuori la bacchetta, e con un semplice movimento fece apparire delle candele.

 

Oh, Draco…

 

Hangie sorrise.

 

“Aspetta. Manca ancora qualcosa.”

 

Hangie tirò fuori la sua bacchetta, e pronunciando un paio d’incantesimi, apparvero fiori…e partì una canzone romantica.

 

Hangie sorrise e poggiò la bacchetta sul comodino di Draco.

 

“Ecco. Adesso è tutto perfetto.”

 

Si avvicinò lentamente al suo amato e gli prese la bacchetta di mano posandolo accanto alla sua.

 

Draco la abbracciò da dietro.

 

“Ti amo.”

 

Hangie si voltò…lo guardò negli occhi…ed ogni sua paura svanì…perché lei lo amava da morire…e lui amava da morire lei.

 

Non c’era altro da dire.

 

“Ti amo anche io.” gli disse sorridendo “Fai l’amore con me.”

 

Draco le sorrise teneramente, baciandolo sulla fronte, dopodiché le sue labbra premettero su quelle di lei, e la ragazza si strinse forte a lui approfondendo il bacio. Lentamente, le labbra di Draco si spostarono sulla guancia di Hangie, per poi scendere fino al collo.

Hangie si lasciò andare completamente.

 

Bacia davvero da dio…mi sta facendo impazzire…

 

Draco si staccò dal collo della Grifondoro, sorrise guardandola negli occhi, e lentamente le alzò il golf. La ragazza alzò le braccia, così che il golf si tolse meglio. E finì a terra.

 

Toccò a lei: Hangie si avvicinò ancora di più a lui, tirò giù la cerniera della sua felpa...gliela sfilò, con l’aiuto di lui, e quella cadde a terra col golf.

 

Si baciarono di nuovo, mettendo in quel bacio tutto il sostegno che volevano darsi l’uno l’altro per affrontare quel passo insieme.

 

Draco passò alla camicetta di lei...le sue dita si posarono sui bottoni, che si tolsero immediatamente dall’asola…la baciò sul collo, con passione, mentre con le mani le sfilava lentamente la camicetta, che cadde a terra assieme al golf e alla felpa.

 

Hangie gli tolse lentamente il golf rosso.

 

Si avvicinarono, e si diedero un bel bacio, pieno d’amore e di passione.

 

Hangie, forza! Prendi tu l’iniziativa per una volta…

 

Hangie allontanò le sue labbra da quelle di Draco…e le sue mani scesero fino ai jeans di lui…si posarono sul bottone che si sciolse subito dall’asola…e poi sulla cerniera, che scese con facilità…

 

Draco la baciò con ardore.

 

Dopodiché la guardò, come a cercare una conferma, e lei gliela diede annuendo.

 

Le mani di lui scesero fino ai pantaloni della ragazza…si posarono sulla cintura che poi slegò lentamente…poi, con pazienza, tolse il bottone dall’asola…fece scendere la cerniera…i jeans caddero.

 

Hangie guardò nuovamente Draco negli occhi, il quale le sorrise teneramente.

 

Dopodiché la prese in braccio.

 

“Vieni, principessa…”

 

Hangie si aggrappò al collo di lui, il ragazzo si avvicinò al letto e ve la posò dolcemente sopra, mettendosi poi sopra di lei, tenendosi sui ginocchi per non gravare col suo peso sul corpo della ragazza.

 

Le mise i capelli dietro l’orecchio, e si chinò su di lei, baciandola con amore…le sue labbra scesero fino al collo…sempre più giù…e poi si fermò. La circondò con le sue braccia tirandola su, e le sue mani scivolarono lungo la schiena, sganciandole il reggiseno.

Hangie tornò a sdraiarsi attirandolo a sé, e si baciarono

 

Ci siamo…fra poco tolgo il resto…speriamo soltanto di non fare qualcosa di sbagliato…pensò Draco.

 

Dopodiché scese nuovamente fino al collo…la baciò con passione lungo tutto il collo…e lentamente scese…quando le sue labbra si posarono sul suo seno, Hangie sospirò.

Draco continuò a scendere…lungo la pancia…provocando i brividi della bella caposcuola dei Grifoni…poi tornò sulla bocca di lei.

Hangie, presa da quella passione, lo prese per le spalle…con le mani scese lungo la sua schiena…fino ad arrivare alle mutande…e sentì che lasciavano lentamente la pelle.

 

Le loro labbra tornarono a unirsi…ancora una volta, Draco scese lungo il collo…sul seno…scivolò sulla pancia dolcemente…e poi

arrivato all’ombelico, si fermò. E la guardò.

 

“Posso provare a…fare una cosa?” lei annuì sorridendo.

 

Draco sorrise…e la sua lingua scivolò dentro quel piccolo ombelico…Hangie emette un piccolo gemito.

 

Oddio…mi sembra di impazzire…

 

Si fermò, guardando le mutande della ragazza…e le sue mani finirono sotto quelle mutandine rosa…l’elastico si sfilò con molta facilità…Hangie alzò le gambe, e Draco le fece scivolare giù delicatamente.

 

Ora…erano completamente senza veli.

 

Draco si chinò sulla sua ragazza, carezzandole con tenerezza il viso.

 

“Sei pronta?”

 

“Sì.” poi lo fermò “Aspetta! Draco…ho paura!”

 

Mamma…ho una tale fifa!

 

Draco le baciò la fronte.

 

“Shh. Calmati. Se non vuoi possiamo…”

 

Hangie scosse la testa.

 

“Voglio farlo, Draco. Però…potresti per favore tenermi le mani? È la sola cosa che ti chiedo.”

 

Draco la guardò e sorrise.

 

“Solo questo? Non c’è problema, principessa.” le afferrò le mani e le strinse “E se tu avessi bisogno di forza…o sostegno…stringi forte, ok? Non esitare.”

 

Lei annuì.

 

Hangie sentì Draco entrare dentro di lei...per non farle pensare troppo a ciò che stava succedendo, il ragazzo la baciò con passione.

 

Hangie sentì una piccola fitta di dolore…allora strinse forte le mani di Draco.

 

Draco alzò lo sguardo su di lei, e la guardò preoccupato e ansioso.

 

“Ti sto facendo tanto male?”

 

Hangie lo guardò dolcemente.

 

“Tranquillo…vai avanti, amore mio. E smettila di preoccuparti, ora passa.”

 

Poi si alzò leggermente, e gli diede un piccolo bacio.

 

“Baciami, Draco. Baciami ora.”

 

Il bel Serpeverde non fece obiezioni. E premette le sue labbra su quelle di lei.

Le loro labbra si intrecciarono, e non solo quelle...erano avvolti in un bacio pieno di amore e di passione…Draco cominciò a scendere…le sue labbra sfiorarono il collo di lei…Hangie trattenne il respiro…poi Draco si fermò sul suo seno…e le labbra di lui scivolarono poi lungo la pancia.

 

In quel preciso momento, Hangie si sentì invadere da un enorme senso di piacere…un brivido che le scivolava addosso…e sapeva che Draco provava lo stesso.

 

La melodia continuava a suonare, mentre i loro corpi erano intrecciati…e la bella Grifondoro non pensò più al suo dolore…ma si concentrò sul suo amore per Draco.

 

Wow…mi sembra di volare! Oddio…non mi ero mai sentita così…amata…e appagata…in tutta la mia vita!

 

Draco la baciò nuovamente con passione, e Hangie rise di felicità! Il ragazzo che amava con tutta se stessa era lì con lei. E stavano facendo l’amore.

 

Draco e Hangie erano, adesso, una cosa sola.

 

Un’unica e preziosa entità.

 

La musica svanì…le candele si spensero…e i due amanti, con un ultimo bacio, si addormentarono.

 

***

Il sole era appena sorto, i suoi caldi raggi entrarono dalla finestra, illuminando il dormitorio dei Serpeverde.

 

L’alba trovò i letti vuoti, tutti ancora fatti…tranne uno.

 

La luce illuminò il fondo di un letto disfatto…e salendo su, scoprì un ragazzo e una ragazza abbracciati, che ancora dormivano.

 

Quando la luce del sole batté sui loro occhi, Angelica Riddle e Draco Malfoy li aprirono con un sorriso.

 

La notte prima era stata davvero…indimenticabile!

 

“Buongiorno, principessa. Dormito bene?”

 

“Mai dormito meglio!” esclamò lei felice “Stanotte è stato tutto…magico! Ho sempre sognato una prima come questa…”

 

“È stata indimenticabile…e unica. È stato tutto…perfetto. E tu eri bellissima, amore mio.” disse Draco con un gran sorriso felice, e dandole un tenero bacio.

 

Non mi separerò mai da lei. Mi farei uccidere, piuttosto!

 

Hangie si accoccolò fra le braccia del suo amore.

 

“Sono stata benissimo, stanotte. Hai fatto tutto così…dolcemente. E con tanto amore! Non saprò mai come ringraziarti, Draco.”

 

Alzò il viso e lo baciò con tenerezza.

 

“Io lo so come puoi ringraziarmi.” sorrise “Amandomi, Hangie. Tu amami…e per me non ci sarà ringraziamento più bello!”

 

Hangie sorrise ancora più felice.

 

E si stiracchiò.

 

“Uawn! Forse sarebbe meglio alzarsi, non credi? Fra poco torneranno i tuoi amici, e se ci trovassero…beh…” rise “Diciamo che non amo mostrare il mio corpo a tutti!”

 

Draco posò la testa sul braccio, girandosi di lato.

 

Hangie si teneva sui gomiti.

 

“Lo sai che quando ti preoccupi…oppure ti arrabbi…diventi ancora più bella? Sei una vera Dea, Hangie. Ti amo, principessa. E ti amerò per sempre.”

 

Hangie si avvicinò posandosi anch’ella sul braccio. E sorrise felice.

 

“E tu sei un vero dio…e inoltre sei molto fico! Ti amo…mio bellissimo principe! E ti amerò…per sempre.”

 

E si baciarono con tutto il loro amore.

 

“Hai ragione, sai? È meglio se ci alziamo. O diventeremo un fenomeno da baraccone! Mentre, invece, il nostro amore è una cosa seria…ed estremamente importante.”

 

Sorrise. Entrambi si alzarono a sedere.

 

Hai ragione, Draco. La nostra storia è importante. Nessuno e niente deve mai metterlo in discussione.

 

E così, uniti sia nel cuore che nello spirito e nel corpo, i due innamorati si alzarono. E si prepararono ad affrontare una nuova giornata…sempre e comunque assieme.

 

 

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Capitolo 11
*** I primi esami ***


I primi esami.

“Hermione! Ehi, Herm! Fermati…”

 

Quel giorno era importante per tutti, e forse il più temuto…c’era l’esame di primo livello di Pozioni, con l’odioso professor Piton.

Oltre a quello di secondo livello di Incantesimi.

 

“Harry, buongiorno! Cosa posso fare per te?”

 

“Hermy…ho bisogno che tu mi faccia copiare l’esame di Pozioni. Devi assolutamente aiutarmi, ti prego! Perché se non mi aiuti…come puoi immaginare non lo passerò.”

 

La giovane lo guardò dapprima con sguardo duro, ma poi sospirò.

 

“Harry…ma quando ti deciderai a metterti sotto nello studio? Quest’anno dobbiamo assolutamente passare! Ne va del nostro futuro!” sorrise “Ti aiuterò, non preoccuparti. Non posso certo lasciare nei guai il mio migliore amico, non ti pare?”

 

Il moretto la guardò con gratitudine e la abbracciò forte.

 

“Oh, grazie mille Hermione! Sei la migliore amica che si possa avere.”

 

Un paio di braccia la presero alla sprovvista da dietro, e la strinsero.

 

“Buongiorno, principessa.”

 

Hermione sorrise.

 

“’Giorno a te, amore. Come hai passato la notte?” si voltò.

 

Lui le sorrise.

 

“Beh…direi piuttosto bene. Non dormivo così tranquillamente da parecchio tempo, ormai.” la attirò a sé “Ma ora…veniamo a noi…”

 

Il bacio del buongiorno fu profondo, bello, forte…il più bel bacio di risveglio che una ragazza (o un ragazzo) possa desiderare!

 

Harry sorrise.

 

“Ehm ehm. Io non vorrei proprio disturbarvi…ma…ci stanno aspettando.”

 

In quel momento, arrivarono di corsa Ginny e Ron.

 

“Ragazzi!” gridò quest’ultimo “Fatemi un piacere,  non sbaciucchiatevi davanti a me!”

 

Ginny diede una pacca sulla spalla al fratello.

 

“Ron, finiscila!” poi salutò Harry con un sorriso

 

Lui le sorrise dolcemente.

 

“Ciao, Virginia.” le diede un piccolo bacio.

 

Il rosso Portiere dei Grifoni sbuffò.

 

“Mamma mia…”

 

“È una bella cosa, no?” disse una voce femminile, che conoscevano bene, alle sue spalle.

 

Era la prima volta che sia Ron che gli altri la vedevano, da quando era iniziato l’anno scolastico…e rimasero completamente a bocca aperta: Luna era cambiata durante l’estate, si era fatta più donna, teneva i capelli legati in una bella coda di cavallo. Era più magra, slanciata, i suoi capelli biondi e i suoi occhi azzurri erano stupefacentemente belli.

 

Ronald avvampò di colpo.

 

“C-ciao, Luna! Come stai?”

 

Luna sentì il suo viso tingersi di un improvviso rossore…aveva una mega cotta segreta per il bel Portiere, da anni! Ma lei era molto più aperta a esprimere i suoi sentimenti.

 

“Tutto bene, Ron grazie! E tu? Sei cresciuto, dall’anno scorso, sai? Sei diverso. In senso buono, naturalmente!”

 

“Beh…a-anche tu sei…cambiata. Devo dire che sei…più c-carina.”

 

Ginny si avvicinò all’amica.

 

“Ciao Luna! Questa è la prima volta che ci incontriamo da quando siamo tornate qui. Ma lo sai che ti trovo più bella? Ron ha ragione, sei cambiata!”

 

“Oh, ti ringrazio Ginny! Anche tu sei una bella ragazza. E poi, sei fortunata, ti sei beccata Harry Potter!”

 

In quell’istante, Hermione guardò il suo orologio magico…e cacciò uno strillo indescrivibile!

 

“Sono le otto e cinque! Vi rendete conto che siamo in ritardo per gli esami?!” si voltò verso Draco, lo prese per mano, e iniziò a correre.

 

Harry alzò le spalle sospirando, e la seguì a ruota con dietro Ron.

 

Luna restò lì, accanto a Ginny. La biondina aveva un’espressione a dir poco sbalordita! Mentre la rossa rideva a crepapelle.

 

“Ahahahah!! Non ci far caso, Luna. È fatta così, lo studio al primo posto! Anzi…era al primo posto. Adesso al primo posto c’è Draco.”

 

“Tu sai?”

 

“I-io…non capisco…cosa dovrei sapere?”

 

Luna la guardò attentamente. Forse non sa di cosa parlo… Ma Hermione avrebbe dovuto dirglielo, visto che Ginny è la sua migliore amica. Non spetterebbe a me, però…

 

“Ginny, c’è una cosa che dei sapere…riguardo a Hermione. E anche su Draco. Loro due sono…”

 

“Luna…tu come caspiterina fai a saperlo?!?”

 

Luna non c’era ieri sera nel giardino. Ne sono certa! Ma, allora…come sa di Draco e Hangie?

 

Luna sorrise.

 

“Ginny…mio padre è un giornalista. Come credi che sappia tutte le cose prima che siano scritte sui giornali? Non dirò a nessuno la verità. Saranno loro due a dirla, al momento che riterranno più opportuno. Io ho sempre pianto per il loro destino, sai? Mio padre mi ha raccontato la loro storia quando ero una bambina. È il loro vero e grande amore, che mi fa credere nell’amore stesso.”

 

Ginny la guardò impressionata.

 

“Sei matura, Luna. “ le sorrise sinceramente “Senti. Questo pomeriggio, io e gli altri ci ritroviamo al vecchio albero in riva al lago. Vieni anche tu. In questo modo potrai dire la tua. Hermione e Draco ne saranno felici, vedrai!”

 

La bionda non riusciva a credere che Ginny Weasley, la sorella di Ron e ragazza di Harry Potter, le stesse offrendo la possibilità di entrare a far parte del loro mitico gruppo!

 

“Verrò con piacere. Grazie di cuore! Non sai che immensa gioia sarebbe esservi amica…ho sempre sperato che un giorno succedesse…”

 

E così le due giovani amiche, ridendo e scherzando come vere amiche del cuore, si allontanarono a braccetto.

 

***

Ore 9:30.

 

Non ci riesco…la mia testa non ne vuole sapere di stare concentrata! Fa come le pare! Ma non posso certo permettermi di bocciare… Come diamine faccio?!

 

La mente di Hermione, infatti, vagava negli eventi passati che l’avevano colpita…non riusciva a pensare al suo compito! Era disperata, e non sapeva proprio come fare.

 

Si voltò indietro, e vide i suoi amici intenti a scrivere come dei treni…poi guardò di nuovo il suo foglio…completamente bianco!

 

“Cavolo!” sussurrò.

 

“Qualcosa non va, signorina Granger?”, chiese la voce flautata del professor Vitious.

 

La ragazza alzò di scatto la testa.

 

“Cosa? Oh, no…va tutto bene professore, non si preoccupi. Va tutto…a meraviglia…”

 

Ma dentro di lei c’era in atto una vera tragedia: non aveva mai lasciato in bianco un compito…non ne aveva mai bocciato uno…quello era un dramma!!

 

Mentre pensava disperatamente a come venirne a capo, a un tratto vide qualcosa che volava in aria…atterrando proprio sul suo banco!

 

In modo molto rapido, afferrò l’aeroplanino atterrato davanti ai suoi occhi. Lo srotolò per vedere cosa c’era scritto.

 

Cosa c’è che non va, Angelica?

 

La giovane sorrise, immerse la penna d’oca dentro l’inchiostro, e scrisse la risposta. Poi rifece l’aeroplanino, si girò, e soffiò mandandolo dalla persona che glielo aveva inviato prima.

 

L’aeroplanino volò…leggero…e atterrò sul banco di Draco Malfoy.

 

Il bel Serpeverde lo aprì con impazienza, e lesse…

 

Draco, non riesco a concentrarmi! Non faccio che pensare a Loro…a noi che rischiamo la morte…

Mancano solo dieci minuti alla fine dell’esame…e il mio foglio è bianco!

 

Il giovane non esitò un attimo: trasse la bacchetta da sotto il mantello, controllò Vitious, sfiorò il foglio e mormorò “Copis folio!” e in un attimo, il suo intero compito venne copiato sul foglio a forma di aeroplanino.

Rimise a posto la bacchetta, dopodiché prese l’aeroplanino fra le mani, scrisse qualcos’altro, e vi soffiò sopra. Esso volò per l’aula, passò sulle teste degli studenti…fino a posarsi sul banco della Caposcuola dei Grifondoro.

 

Non appena vide cosa aveva fatto il biondino, la giovane restò meravigliata e commossa allo stesso tempo.

 

Draco…

 

Sotto all’intero compito copiato c’era scritto:

 

Ti amo. Per sempre.

 

 

Guardò l’orologio: mancavano soltanto cinque minuti! Senza pensarci due volte, quindi, e sgridando se stessa per ciò che stava facendo, mise il foglio dell’aeroplanino di carta sotto quello del suo compito, e lo copiò con attenzione e a velocità impressionante.

 

Appena in tempo…

 

“Mi dispiace ragazzi, il tempo è scaduto! Dovete consegnarmi il vostro compito.”

 

Vitious iniziò a ritirare i compiti, sorridendo e incoraggiando coloro che avevano un’espressione incerta o preoccupata.

 

Alché, quando arrivò a Hermione, la guardò con un sorriso più largo.

 

“Dia qui, signorina Granger. Non stia a preoccuparsi, sono più che certo del suo risultato…sarà la migliore della sessione, come due giorni fa. E come tutti i restanti esami.”

 

La giovine fece un piccolo sorriso, e non appena Vitious passò, davanti a lei apparve Draco.

 

Le sorrise, si chinò e le diede un piccolo bacio sulla fronte.

 

“Ehi. Cos’è quella faccina triste? Vedrai, andrà bene! Non si accorgerà che i nostri compiti sono uguali. Hai il cervello che galleggia in aria!” sospirò “Noi due dobbiamo parlare, Hangie. Ora.”

 

Hermione annuì, e sospirando si alzò. I due si presero per mano, uscendo dalla scuola, e incamminandosi verso il portico.

Lei era ansiosa e ancora scossa per ciò che non era riuscita a fare. Lui era più serio che mai, ma comunque tranquillo.

 

“Angelica. Cos’è che ti ha impedito di concentrarti?” le chiese Draco arrivati a un dato punto e fermatisi per parlare.

 

Piccole lacrime iniziarono a bagnarle il viso.

 

“Non lo so…io…ho ripensato a tutto quello che abbiamo vissuto…i miei ricordi sono tornati più nitidi di prima, e…i-io mi sono sentita…male!”

 

Draco la strinse forte baciandole i capelli.

 

“Non piangere, ti scongiuro. Mi vuoi dire…” si staccò, e la guardò negli occhi con un sorriso “Cosa c’è che ti turba? O ti spaventa?”

 

Hermione tirò su col naso, e guardandolo disse: “Loro, Draco. Mi fanno paura, più che di allora! Adesso sono più…potenti e…uniti. E io ho il terrore che ci separino di nuovo…che ti portino ancora via da me… Io non potrei sopportarlo, Draco. Non di nuovo!”

 

Il biondino prese il viso della ragazza fra le mani.

 

“No, non devi pensarlo! Non potranno più dividerci. Io non glielo permetterò. E tu nemmeno dovrai permetter loro di portarmi via da te. ”

 

Hermione con uno scatto si staccò dal ragazzo.

 

“Io…me lo sento…ci divideranno di nuovo!” lo guardò mentre piangeva “Ragioniamo un attimo, Draco. Non riusciremo mai a batterli! Loro sono troppo forti per noi, e…e senza contare che nel gruppo c’è…mio padre…tuo padre…no, non ce la faremo mai…”

 

Draco si avvicinò velocemente e le prese forte le mani.

 

“Hangie! Smetti di fare questi ragionamenti stupidi! Da quando sei diventata così pessimista e negativa?! Non sei così! Siamo una squadra, ricordi? Noi due ce la facciamo, insieme. Chiaro?!”

 

La ricciola guardò intensamente il bel Serpeverde. E tirò su col naso.

 

“Sì…hai ragione. Perdonami se ho dubitato di noi due. Se ho messo in dubbio la forza del nostro amore.” si avvicinò e lo abbracciò forte.

 

Lui la strinse altrettanto forte.

 

“Non importa, amore. Io lo sapevo che non potevi essere tu a dire quelle cose…che non potevi davvero pensarle. Vedrai, ce la faremo di sicuro. Ci sono anche gli altri con noi, no? Abbiamo Harry Potter!”

 

Asciugò le lacrime della ragazza. E lei sorrise.

 

Poi gli diede un bel bacio.

 

 

“Torniamo dagli altri, dai. Ci staranno aspettando con impazienza. Vorranno sapere…come ti andata! Dirai che ti sei fatta passare il compito?”

 

Hermione gli diede una botta sul braccio.

 

“Cretino!” alzò le spalle “Non so…forse lo dirò…in fondo…sono i miei migliori amici. Capiranno.”

 

I due innamorati si presero per mano, e raggiunsero gli altri.

 

NOTE DELL’AUTRICE:

Ringrazio BabyBaffy, bluefly, bribry85, excel sana, fandracofiction, littledancer89, Love_doll, mikelina, Nika_chan01, Tanny, titti6493; _Vergessenes Kind_ per avermi messo fra i loro preferiti! J GRAZIE DI CUORE!!!

 

Bè, x il momento posterò soltanto altri 8 cap oltre a questo…xkè devo scriverne altri…asp l’ispirazione…L ma nn preoccupatevi, tornerò presto!

So ke nei prox cap vi sembrerà la solita storiella d’amore…tutti baci e dichiarazioni…ma nn fatevi ingannare…è fatto apposta :P almeno così i personaggi vengono un po’ distratti dalle loro sofferenze e dai loro problemi…

 

MI RACCOMANDO RECENSITE E FATEMI SAP CS NE PENSATE!! SIA BRUTTE COSE KE CATTIVE! ;)

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 12
*** Una nuova amica per il Trio ***


Una nuova amica per il Trio.

Ore 15.00

 

“Ehilà, ragazzi! Scusate se vi abbiamo fatto aspettare.”

 

Draco lasciò la mano di Hermione, e si arrampicò sull’albero per sedersi su un grosso ramo; la ragazza invece si sedette accanto a Harry, appoggiandosi al tronco.

 

“Che è successo, Herm?”

 

Lei abbozzò un sorriso.

 

“Beh, so che la cosa che sto per dirvi vi sconvolgerà un po’, ma… Oggi, per la prima volta in vita mia…mi sono fatta passare un compito.”

 

Il silenzio fu rotto dal grido di sorpresa di Ron.

 

“COSA?? Non ci credo… Herm, non dovevi dirmelo. Così mi infrangi un mito! Quello della secchiona che non copierebbe mai e poi mai un compito da nessuno. Che dramma…”

 

Ginny, seduta accanto a lui, gli diede la solita pacca dietro la nuca.

 

“Smettila, Ron!” poi guardò l’amica sorridendo “Non preoccuparti, Herm. La cosa non è poi così sconvolgente.”

 

Harry sorrise.

 

“Ginny ha ragione. Io non faccio altro che farmi passare i compiti, no? E sai anche il perché… Ho mille preoccupazioni per la testa, e…non riesco a concentrarmi a sufficienza sullo studio.”

 

“Sì che lo so! Ma io non ero abituata a farmi passare un compito…”

 

“Qualcosa ti preoccupa, Hermione?”

 

“Luna! C-ciao…ehm…non mi aspettavo…”

 

La bionda fece subito cenno di allontanarsi, imbarazzata.

 

“Oh, scusatemi! Non sarei dovuta venire… Ho fatto uno sbaglio, vi chiedo umilmente scusa…”

 

Ginny allungò il braccio e la fermò.

 

Poi le sorrise. “Non dire stupidaggini, Luna! Ti ho invitata io. Per cui adesso rimani qui con noi. Non hai niente di cui scusarti!”

 

Hermione sorrise.

 

“Ginny ha perfettamente ragione! Non devi scusarti! Anzi, a noi fa piacere che sei qui. Era tanto che volevamo invitarti. Harry?”

 

Il moro sorrise e assentì.

 

“È vero. Luna, non fa bene stare da soli. Noi avevamo deciso già lo scorso anno di invitarti con noi…poi però è successo tutto quello che è successo…e ci è passato di mente. Ma ci fa piacere averti nel nostro gruppo. Giusto, Ron?”

 

Il ragazzo fece l’occhiolino all’amico, facendogli cenno di invitarla a sedersi accanto a lui.

 

Il rosso avvampò.

 

“M-ma certo… Siediti qui, Luna. Vieni.”

 

Draco sorrise e scosse la testa. Ron era così impacciato con le ragazze! Beh, dopotutto anche lui anni prima, con Her…Angelica scusate l’imprecisione, lo era stato…e parecchio!

 

 

“Perché non entri ufficialmente nel nostro gruppo, Luna? Ci farebbe davvero tanto piacere. Parlo seriamente.”

 

Luna alzò lo sguardo verso il Serpeverde, sorpresa ma contenta di quelle parole.

 

“Dici…sul serio?” guardò gli altri che annuirono “Ne sarei onorata! Sul serio!”

 

Harry sorrise ancora una volta, poi guardò la sua migliore amica.

 

“Dai, Herm. Confidati. Cosa c’è che ti preoccupa?”

 

La Grifondoro sospirò.

 

Ma si ricordò improvvisamente della presenza del “nuovo membro”: Luna.

Non che mancasse di fiducia nei suoi confronti, sapeva che per le cose serie e importanti Luna era molto matura, e teneva la bocca chiusa. La fermava il fatto che non voleva coinvolgere un’ulteriore persona in una guerra spietata e crudele.

 

Ma Luna a sorpresa le sorrise.

 

“Oh, non devi preoccuparti di me. Io so tutto. Vedi, mio padre come ben sai è giornalista. Adesso è il direttore del Cavillo, è vero, e per molti è un visionario. Ma ci fu un tempo in cui era bravo, eccome! E oltre a questo…conosceva tua madre.”

 

Hermione si staccò dal tronco avvicinandosi alla ragazza.

 

“Tuo padre…conosceva la mia mamma?”

 

Luna annuì.

 

“Erano buoni amici, ai tempi della scuola. Quando ero bambina, mi raccontò tutto di lei…e di te. So chi è tuo padre, Hangie. Non ti devi preoccupare di nasconderti a me. Perché io sono dalla tua parte da quando ho tre anni! Scusa…volevo dire dalla vostra parte. Sì, perché so anche di voi due. Te e Draco. La vostra storia d’amore è stata la mia favola preferita, quando ero piccola! Siete stati coraggiosi! Vi ammiro tanto!”

 

Draco sospirò.

 

“Beh, a dirtela tutta, i nostri padri erano d’accordo sul fatto che stessimo insieme. D’altronde, eravamo promessi sposi ancor prima che nascessimo!”

 

“Già… Ma purtroppo, non accettarono che noi volessimo stare dalla parte del Bene. Noi per loro non eravamo altro che…delle bamboline! Dovevamo succedere a loro quando sarebbe giunto il momento. Ma noi non lo accettammo. E così…fecero quello che tu già sai.”

 

 

Hermione sentì il cuore stringersi…la rabbia che le montava dentro come un uragano…sempre più…

 

Un paio di braccia che la presero da dietro fermarono in tempo la probabile esplosione. Draco era sceso in fretta dall’albero, si era seduto dietro di lei, e l’aveva abbracciata da dietro.

 

“Buona Angelica, non agitarti. Te l’ho detto, ce la pagheranno molto cara per ciò che ci hanno fatto. Vedrai.”

 

Il biondo si appoggiò al tronco, e lei si sedette fra le sue gambe posandosi contro di lui.

 

“Non posso…sopportare l’idea che, per tutti questi anni…ogni volta che ti vedevo…che litigavamo, o altro…io non mi sono mai minimamente ricordata di noi due…nemmeno una volta. E mi fa male…tanto male!”

 

Draco la strinse forte contro il suo petto.

 

“Non ci devi pensare, amore mio. Non è colpa tua. Né mia. Gli unici colpevoli sono i nostri padri…spietati e crudeli a tal punto da strapparci via l’uno dall’altra, in modo…brutale. E d’altronde, neppure io in questi anni ho mai sospettato…o capito…di noi due.”

 

Ginny aveva le lacrime agli occhi.

 

“Io lo trovo così…ingiusto! È molto più che crudele… Hanno cancellato il vostro amore! E questo è un atto imperdonabile!”

 

“Già. Se ami qualcuno, nessuno ha il diritto di portartelo via…di togliertelo…perché se lo fa, il tuo cuore…che è con l’altra persona…si rompe in mille pezzi, e…è difficile, poi, riassemblarli.” disse Harry.

 

“Belle parole, amico mio! Complimenti!” gli disse Draco ridendo.

 

Harry sorrise. “Grazie, Draco.”

 

“Beh, Harry ha pienamente ragione. Quando trovi la tua Anima Gemella, non devi lasciarla andare mai più. Per niente e nessuno a questo mondo. Ma la devi tenere stretta a te…forte…in modo tale, che nessuno e niente può portartela via.”

 

Tutti si voltarono verso Ron.

 

Il rosso arrossì. “Beh…questo…è ciò che penso io…”

 

Luna lo guardò estasiata, osservando il suo rossore improvviso e sorridendo.

 

“Sei un ragazzo sensibile, Ron. E questo di solito piace molto ad un ragazza…” e arrossì a sua volta.

                                                                                      

Hermione lo notò e scoppiò a ridere.

 

“Oh, ragazzi! Perché non provate a uscire insieme?”

 

Il rosso guardò di sottecchi Luna, poi si schiarì la voce e la guardò.

 

“Ehm…Luna. Senti, non è…che…tu… Insomma, ti andrebbe di venire a Hogsmeade con me questo weekend?”

 

Il cuore della biondina cominciò a martellare come impazzito. Quelle parole le avevano fatto sentire le farfalle nello stomaco…un rossore sul viso… Insomma, era innamorata!

 

“P-parli seriamente, Ron? Mi farebbe davvero tanto piacere!”

 

Stavolta fu Ron a sentire quegli strani “sintomi” che poco prima aveva provato la giovine Corvonero.

 

“Hai...hai detto di sì? V-verrai con me a…a Hogsmeade?” lei annuì “Bene! Vedrai…ci divertiremo molto.”

 

Che carini… Sono fatti per stare insieme, sono così simili! Pensò He…Angelica.

 

In quel momento suonò una campanella.

 

Harry guardò stupito verso la scuola, che cominciava a riempirsi.

 

“Ma…le lezioni sono finite! Perché la campanella sta suonando?”

 

La voce della McGranitt svelò il mistero.

 

“Studenti di Hogwarts. Il preside ha deciso che è giunto il momento che siate al corrente della situazione. Come ben sapete, presto ci sarà una guerra. Per cui siete pregati di riunirvi in Sala Grande, dove lui stesso vi spiegherà tutto quanto.”

 

Hermione guardò Draco.

 

“Non vorrà mica svelare anche la mia vera identità??”

 

Mentre gli altri si alzavano, Draco sorrise.

 

“Tranquilla.”

 

Dopodiché si alzò a sua volta e le porse la mano aiutandola ad alzarsi.

 

“Andrà tutto bene, Angelica. Fidati. Se Silente ha deciso di rivelare la tua vera identità, sarà perché è sicuro che la scuola debba sapere tutta la verità. E ha ragione, lo sai.”

 

“Dai ascolto a Draco, bambina mia.”

 

“Nonna! Che ci fai qui? Nonno, ci sei anche tu? A cosa devo questa visita?”

 

Peter accennò al castello.

 

“Beh…nipote mia, ci hai visto giusto. Il caro Albus intende dire tutto quanto riguardo a questa guerra.”

 

“E con questo, intendiamo anche…il fatto di svelare chi sei realmente, tesoro.” aggiunse Cindy.

 

Hermione li guardò spaventata.

 

“Ma…i-io non sono ancora pronta! Non me la sento di… Mi odieranno tutti quanti! E non interesserà a nessuno se io non voglio essere come Lui…per loro ci sarà soltanto il fatto che sono figlia di Voldemort. E che quindi sono…feccia.”

 

Draco la voltò verso di lui e la guardò seriamente.

 

“Non azzardarti mai più a dire una cosa del genere, chiaro?! Non sei affatto feccia, Angelica! Non lo sei, né ti ci faranno diventare loro. Ti è chiaro?”

 

“Ma…i-io…”

 

“Hermione…anzi, Angelica. Smettila.”

 

La ragazza alzò lo sguardo verso il suo migliore amico che le si avvicinava.

 

Le sorrideva.

 

“Harry…non ce la faccio…”

 

 “Sì, che ce la fai. Tu sei un tipo forte. E anche molto cocciuta! Angelica, devi avere fiducia. Credere in te stessa. Io ho dovuto affrontare i giudizi di questa scuola ancor prima di te. Ma come vedi ne sono uscito. Ne uscirai anche tu. Vedrai!”

 

La ragazza si gettò al collo di Harry e lo strinse forte.

 

“Ho paura…”

 

“Hermione. Beh…anzi no…Angelica. Noi ti staremo accanto per tutto il tempo. Non devi preoccuparti, saremo lì.” disse Ginny.

 

“Giusto! Siamo una squadra, e per questo motivo resteremo uniti. Nel bene e nel male.”

 

Hermione sorrise. “Grazie Ron!”

 

“Beh, che stiamo aspettando? Andiamo, ci staranno aspettando.”, disse Luna sorridendo “Coraggio, Angelica! Ce la faremo.”

 

La bella Grifondoro si asciugò le lacrime e guardò verso la scuola.

 

Poi prese un bel respiro.

 

“Fatti coraggio, Angelica…” sussurrò a se stessa incoraggiandosi.

 

 

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Capitolo 13
*** Il momento della verità. ***


Il momento della verità.

Quando entrarono in Sala Grande, tutti gli sguardi si posarono su di loro.

 

Harry c’era abituato, e un po’ anche gli altri.

 

Ma stavolta Hermione si sentiva diversa…era diversa.

 

Silente alzò lo sguardo per guardare i ragazzi appena entrati. E sorrise.

 

“Oh, molto bene. Ben arrivati! Stavo appunto dicendo che non sarò io a spiegare le cose. Ma una persona…che si trova in fondo alla sala. E che pregherei di avvicinarsi.”

 

Hermione guardò la Sala Grande. Tutti gli sguardi erano fissati su di lei…o quantunque non fosse stato così, fra non molti minuti gli occhi di tutti sarebbero stati puntati proprio su di lei.

 

La ragazza sentì la sua mano intrecciarsi con un’altra.

 

“Ce la possiamo fare, amore. Coraggio…un bel respiro…e poi andiamo.”

 

La sua voce l’aveva tranquillizzata. Come sempre. L’aveva fatta sentire sempre serena, protetta.

 

Le si avvicinò Harry che le sussurrò un incoraggiamento nell’orecchio.

 

“Noi vi veniamo dietro. Qualunque cosa succeda…ricordati che non devi mai vergognarti né colpevolizzarti di niente. Ok?”

 

La ragazza annuì.

 

Dopodiché guardò avanti a sé…chiuse gli occhi…prese un bel respiro…e li riaprì.

 

Ed eccoli, che partivano verso il tavolo dei professori.

 

Passo sicuro.

 

Testa alta.

 

Finché non arrivarono a destinazione.

 

Tutti e sei si voltarono.

 

E lì, davanti a loro, c’era Hogwarts intera che li osservava con curiosità e un po’ di sospetto.

 

Silente superò il tavolo e raggiunse i ragazzi.

 

“Bene, sono contento che abbia accettato di venire signorina Granger. Ora, vi prego di restare in silenzio. Perché sto per raccontarvi una storia molto, ma molto bella. Ma triste allo stesso tempo.

Quindici anni fa…anzi…scusate, la vecchiaia fa brutti scherzi!” gli studenti risero “Come stavo dicendo…venti anni fa, una giovane ragazza di nome Macy Mendel dette alla luce una bambina. E qui con noi a testimoniare il fatto, ci sono due persone. I signori Mendel. E loro vi potranno confermare tutto.”

 

I due, non molto lontani dal preside, annuirono.

 

Silente sorrise.

 

“Sua madre mi contattò la sera stessa e mi disse “è la bambina più…meravigliosa del mondo!” Era molto felice. La voglio chiamare Angelica. Perché io la considero il mio piccolo, grande angelo.”

 

Fra gli studenti si levò una voce che fece una domanda…

 

LA domanda.

 

“E il padre? Lui cosa disse?”

 

Il Preside sospirò affranto.

 

“Questa è una domanda lecita. Vedete…il padre, purtroppo, non era lì come ci si aspetterebbe. Lui era impegnato in… ben altre faccende, se così si può dire. Vorrei potervi dire io stesso il suo nome…ma non spetta a me farlo. Ma a sua figlia. Sì, perché Angelica in questo momento è qui. Accanto a me.”

 

Albus Silente si girò verso la Caposcuola dei Grifoni, e le sorrise incoraggiandola.

 

“Su…ce la puoi fare.”

 

 

Lei annuì.

 

Mamma…stammi vicina, ti supplico…

 

La ragazza prese un bel respiro, e si fece avanti.

 

“Ciao a tutti. Lo so…che può sembrare s-strano, tutto questo. Ma è la pura, e semplice verità. Questi due signori…non sono i miei genitori. Ma i miei adorati nonni! E-e io…non mi chiamo affatto H-Hermione Granger. La mia vera identità è…”

 

Deglutì impaurita.

 

Draco le si avvicinò prendendole la mano.

 

“Ce la puoi fare, piccola.”

 

Lei guardò tutti quegli studenti che la guardavano curiosi, in attesa di sapere il resto.

 

E lei non tardò a farglielo sapere.

 

“I-io… Io mi chiamo Angelica. S-Sono Angelica…Riddle. Mio padre è Tom Riddle. Meglio conosciuto come…V-Voldemort.”

 

Un grosso mormorio si levò improvvisamente dagli studenti, che adesso la guardavano con disgusto.

 

Angelica sentì gli occhi pulsare terribilmente.

 

Sento i loro sguardi addosso…sono di disgusto! Mi odiano tutti…lo sento…

 

A quel punto, intervenne il preside.

 

“Silenzio! Pregherei tutti quanti voi, di cessare questo mormorio. Se avete delle constatazioni da fare…o delle domande…potete farlo senza problemi, ad alta voce.”

 

Le voci si levarono rabbiose dai tavoli.

 

“Come ha potuto far entrare la figlia di Voldemort a Hogwarts?!”

 

“Quella lì non dovrebbe stare fra noi! Ci ucciderà tutti!”

 

“Chi ci dice che non lavora come spia per conto di suo padre?”

 

“NO!!”

 

Hangie non riuscì più a trattenersi.

 

La sua rabbia…il suo dolore…la sua angoscia…si accumularono fino a invaderla totalmente…e la fecero esplodere.

 

“Io non lavoro per Voldemort! Mi fa schifo essere sua figlia!! Io lo odio molto più di quanto lo odiate voi. Lui…ha ucciso la mia mamma…davanti ai miei occhi! E avevo solo tre anni… Voi non potete neanche immaginare quanta rabbia…e quanto odio…mi siano cresciuti dentro in tutti questi anni. L’unica cosa che mi ha fatto andare avanti…era il pensiero della vendetta.”

 

“Angelica è buona quanto me e voi.” intervenne Harry “Oramai vi conosco tutti…e so che la cosa che vi riesce meglio è quella di giudicare…offendere…e ferire…chi vi sembra diverso da voi. Ma non è questo il caso. Perché Hangie…lei è…la ragazza più dolce e buona al mondo. E voi la conoscete, in fondo al cuore sapete che ciò che dico è vero.”

 

“Hangie, continua.”

 

La ragazza si voltò indietro, verso Ginny.

 

“Cosa? Dovrei…i-io non posso…”

 

“Sì, che puoi. Avanti. Racconta loro tutto quanto.”

 

Hangie guardò nuovamente i suoi compagni che la guardavano male. Che la facevano sentire sporca e malvagia.

 

“O-ora vi…racconterò la mia storia. E-e…se alla fine vorrete ancora insultarmi…beh…fate pure.”

 

“Ma dato che confido molto in questa scuola, e so che vi si trovano persone ragionevoli…sono convinto che la storia della povera Angelica vi commuoverà, così come ha commosso me…e tutti gli altri che l’hanno ascoltata o vissuta.”, disse Silente.

 

Hangie ringraziò il preside con un sorriso.

 

Poi iniziò il suo racconto.

 

La notte in cui suo padre, Tom Riddle alias Voldemort, le aveva ucciso la madre davanti agli occhi.

 

Come era cresciuta assieme ai suoi nonni, benché le mancasse molto la sua mamma.

 

Poi raccontò dei suoi 11 anni: quel giorno in cui la sua vita quotidiana cambiò, poiché suo padre evocò il diritto di tenerla con sé, e la portò nella sua casa tetra…

 

Gli anni passati coi Mangiamorte.

 

I brevi incontri con il Basilisco Nagini.

 

In mezzo a tutto questo, raccontò anche le sue emozioni…lo schifo che provava…la rabbia e il dolore che la invadevano…

 

“Nonostante questo, però, ho continuato ad allenarmi…tutti i giorni…per ore, e ore. Mio padre è malvagio, questo è vero. Ma posso assicurarvi che l’ho usato bene…ho appreso tutto quello che mi servirà per batterlo...e ucciderlo.”

 

E dopo si lanciò nel racconto di loro due.

 

Lei e Draco.

 

I due ragazzini che si guardavano sospettosi…che si odiavano…litigavano in continuazione…e non trovavano il modo di andare  mai d’accordo!

 

Disse che i loro padri li avevano promessi l’uno all’altra ancor prima che nascessero, e che quella decisione le sembrò inaccettabile perché la trovava troppo crudele.

 

E svelò anche la vera natura di Draco, e sua: che loro odiavano i rispettivi padri, che avrebbero dato tutto quanto in loro possesso per essere nati da padri diversi!

 

“Io voglio scegliermi da sola il mio destino. Ed esso non è quello…che mio padre vorrebbe per me. Io sono buona come voi, credo nella giustizia. Nell’Amore. Nell’Amicizia. Nel trionfo del Bene. Ho vissuto tanti anni in quel castello, è vero. Nel covo del nemico. Però, mai e poi mai tutto quell’odio mi ha pervaso. E non permetterò mai che ciò accada.”

 

La Sala Grande restò silenziosa.

 

A quanto pare il racconto era stato veramente scioccante.

 

E in fin dei conti…chi non lo troverebbe scioccante?

 

Hangie era sempre più agitata e in ansia.

 

E si contorceva le mani in attesa di qualche risposta…un grido di rabbia…di sostegno…qualsiasi cosa!

 

Quest’attesa mi fa impazzire… Perché nessuno dice niente? Perché se ne stanno tutti quanti zitti? Mamma, ti prego aiutami…ho paura…

 

Intanto, anche Draco pensava fra sé e sé.

 

Forse dovrei dire qualche cosa. Non so…per aiutare i loro pensieri. Far sì che Angelica non rimanga ferita dalle loro eventuali parole. Ma cosa posso dire?

 

A un tratto, tutta la scuola si alzò in piedi.

 

Tutti e quattro i tavoli.

 

Hangie temette il peggio…era diventata un pochino pessimista!

 

Ecco. lo sapevo. Ora se ne vanno…oppure peggio…mi lanciano addosso qualche incantesimo!

 

Ma le cose non andarono affatto così.

 

Anzi!

 

L’intera scuola esplose in un boato…di applausi!

 

Hangie non riusciva a credere ai suoi orecchi…e ai suoi occhi.

 

“Ma cosa…?”

 

Silente sorrise, e inaspettatamente si unì a quell’applauso improvviso.

 

E con grande sorpresa della ragazza, pure gli altri professori!

 

“Grazie…grazie a tutti…”

 

Draco strinse forte Hangie sorridendo.

 

“Hai visto? È andata bene!”

 

Hangie tirò un sospiro di sollievo, felice di com’erano andate le cose.

 

 

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Capitolo 14
*** Una visita sgradita ***


Una visita sgradita.

 

Ore 3:00.

 

Una figura incappucciata a cavallo di una scopa si avvicinò alla finestra del dormitorio.

 

Una voce viscida sussurrò “alohomora!”.

 

La finestra si aprì.

 

Bene. È qui. Posso sentire il suo odore di sporca Mezzosangue nell’aria...

 

Criiick!!

 

La Caposcuola dei Grifoni si svegliò non appena sentì il rumore della finestra che si apriva.

 

Attenta a non fare rumore a sua volta, prese la bacchetta da sotto il cuscino.

 

Qualcuno è entrato dentro al dormitorio!

 

Pensò che era meglio non svegliare gli altri: in quanto Caposcuola dei Grifondoro, era una sua responsabilità proteggere il resto del dormitorio.

 

Lentamente si alzò dal letto…alzò la bacchetta davanti a sé pronta a difendersi…

 

Stava camminando all’indietro…quando andò a sbattere contro qualcosa.

 

O peggio…

 

Contro qualcuno.

 

“Ma bene…vedo che non abbassi mai la guardia, signorina Riddle. Questo è un punto a tuo favore, in fondo…

 

No… non ci posso credere!

 

Angelica cercò di rimanere calma e non fargli sentire la sua paura.

 

“Come ha fatto ad entrare, signor Malfoy?”

 

Lui sorrise nel buio.

 

“Domanda inutile, non ti pare? Ti ricordo che sono un Mangiamorte...nonché braccio destro del Signore Oscuro. Ops, scusa. Per l’esattezza…di tuo padre. E per me non ci sono porte…o finestre…che possano restare chiuse.”

 

La ragazza si voltò impugnando la bacchetta contro l’uomo.

 

“Sì, so che lei è il braccio destro di mio padre, e un amico fidato. Allora, mi tolga una curiosità…perché non lo chiama col suo vero nome? Cos’è…ha paura, forse?”

 

“Se fossi in te non sarei così arrogante, signorina. Dovresti essere grata...del fatto che tu sia ancora qui, viva, a parlarmi. Anzi, devi ringraziare il tuo sangue.”

 

Angelica mantenne il suo portamento fiero, cercando di non far trapelare la sua paura.

 

“Oh, immagino. E mi dica…cosa la porta qui, se è lecito saperlo?”

 

Lui la guardò senza perdere il suo sorrisetto.

 

“Brava, così va meglio. Vedi…il fatto è che, benché forse non mi crederai, non mi piace uccidere la gente…per motivi personali.”

 

“Beh…mi scusi tanto se faccio fatica a crederle, signor Malfoy. Mi risulta che lei e mio…” sussultò “…padre, siate i Mangiamorte più spietati, di tutti gli altri.”

 

Lucius Malfoy guardò la ragazza con uno sguardo sarcastico e schifato.

 

Però…bisogna ammettere che la ragazza ha fegato. Non a caso è figlia di Tom!

 

“Beh…hai ragione. Ma resta il fatto che sono qui…per un motivo preciso. E, data la tua nota intelligenza, puoi ben immaginare qual è. Oppure no?”

 

Lei scosse la testa.

 

“No, signore. Mi dispiace, non ne ho la minima idea.”

 

Lui rise sommessamente, per non svegliare gli altri.

 

“Beh, devo ammettere che mi aspettavo di più, dalla figlia di Tom. E…colei di cui mio figlio si è invaghito.”

 

La ragazza lo guardò con rabbia.

 

“Devo contraddirla, Malfoy. Il sentimento che c’è fra me e Draco, non è una semplice cotta, o un’infatuazione. È amore. Un amore vero. Mi spiace tanto che lei non riesca a capirlo.”

 

A quel punto, il Mangiamorte perse la pazienza.

 

“Tu devi lasciar perdere mio figlio, sono stato chiaro?! Lui appartiene a me, e a Lord Voldemort. E tu non sei altro che…”

 

Ma si fermò.

 

Angelica abbozzò un sorriso e gli si fece più vicina.

 

“Lo dica pure, avanti. Una presuntuosa ragazzina…questo voleva dire, non è così? È vero. Sarò anche presuntuosa. Ma sono molto migliore di lei, signor Malfoy.”

 

Il suo tono era sprezzante.

 

A quel punto, l’uomo tirò fuori la bacchetta e gliela puntò contro.

 

Era pieno di rabbia e odio nei confronti della Grifondoro.

 

“Ti pentirai molto amaramente di avermi sfidato! Adesso non ci sono i tuoi amici a difenderti, né tantomeno il tuo caro padre. Anzi, lui sarà lieto di vederti a terra! Vediamo…cosa sai fare.”

 

Alzò la bacchetta in aria e…

 

Crucio!

 

Nello stesso istante Angelica gridò “Protego!”, e lo scudo la protesse dalla Maledizione Cruciatus.

 

Lucius sogghignò guardandola negli occhi.

 

“Però…sai difenderti bene, vedo…”

 

Lei rise sarcastica. “Beh…sono la figlia di Voldemort, lo ha detto pure lei!”

 

Angelica alzò la bacchetta contro di lui, e stava per pronunciare un incantesimo quando…Malfoy, inaspettatamente, rimise a posto la sua bacchetta.

 

Ma, stranamente, stava sogghignando.

 

“Puoi abbassare la bacchetta. Non intendo più combattere. Ero venuto…per cercare di convincerti. Però, a quanto vedo…non ci sono riuscito. Beh, come dire? Mi arrendo!”

 

Scoppiò a ridere e si allontanò.

 

Fa sul serio…se ne sta veramente andando…

 

La ragazza si lasciò convincere del fatto che l’uomo se ne stesse andando davvero

 

Ma, purtroppo, commise un colossale errore!

 

Nel momento in cui riabbassò la bacchetta, soddisfatta di se stessa, e si voltò…

 

“Ah, dimenticavo una cosa…”, disse Malfoy.

 

Angelica si voltò mentre l’uomo le lanciava uno sguardo di rabbia, e poi…

 

Imperio!

 

La ragazza vide un fascio di luce rossa…e un attimo sentì la testa vuota…leggera…

 

Poi una voce…

 

La voce di Lucius Malfoy.

 

“Molto bene, signorina Riddle. Adesso sei in mio potere. Avrei potuto benissimo ucciderti…ma non voglio sporcarmi le mani. Sarai tu stessa a ucciderti. Ovviamente sotto mio ordine.”

 

La povera ragazza dei Grifoni non riusciva a pensare…a reagire…era totalmente sotto il potere del Mangiamorte, che ora rideva soddisfatto.

 

“Molto bene. Noto con piacere che non provi neanche a reagire. Brava, soffrirai di meno. Seguimi. Scendiamo in sala comune.”

 

Angelica seguì Malfoy giù per le scale, fino al piano di sotto Il fuoco era spento, e la sala comune deserta e fredda.

 

In quel momento, nel dormitorio, una ragazza dai capelli rossi si svegliò.

 

Mi è sembrato…di sentire la voce di Angelica…

 

La ragazza si alzò dal suo letto, avvicinandosi a quello dell’amica…e lo vide vuoto.

 

“Angelica?”, sussurrò.

 

Nessuna risposta.

 

Forse è scesa giù in sala comune.

 

Questo presupposto veniva dal fatto che spesso la Caposcuola, non riuscendo a dormire per svariati motivi, scendeva giù sedendosi nella sua poltrona davanti al fuoco, a pensare.

 

La rossa, allora, attenta a non far rumore per non svegliare gli altri, uscì dal dormitorio e scese giù nella sala comune.

 

E lì, al centro, vide…

 

Angelica? Ma cosa sta facendo? si nascose dietro il muro, e guardò di nuovo l’amica. Ha uno sguardo strano…come se…

 

Scese di un paio di scalini, e non appena vide chi c’era davanti a lei…un lampo le passò per la testa, e la scioccò.

 

Lucius Malfoy!!! Oddio…no! Devo fare qualcosa…

 

Il suo sguardo si posò sulla porta del dormitorio maschile.

 

Harry! Devo avvertire Harry…e Ron…e Draco!!

 

Era la prima volta che si Smaterializzava…e aveva paura di non farcela.

 

Ma quando vide Angelica con gli occhi vacui…e Malfoy che sogghignava…

 

Chiuse gli occhi, si concentrò…

 

Aperti gli occhi, si ritrovò nel dormitorio maschile!

 

Ce l’aveva fatta!

 

Intanto, nella Sala Comune…

 

Lucius si mise a girare intorno a Angelica, sempre ridendo ironico.

 

“Beh, in effetti non saresti neanche tanto male… Resta il fatto che sei una traditrice. Cerca di capire…mio figlio si merita di molto meglio. E tuo padre è rimasto deluso.”

 

La mente della povera Angelica era completamente vuota…senza pensieri…e senza la benché minima reazione…

 

Lucius sorrise soddisfatto.

 

“Molto bene. La nostra piccola conversazione è finita. Adesso è giunto il momento che la tua vita finisca, non concordi? Saresti solo un peso, per Draco. Prima o poi ti scaricherebbe per una ragazza cento volte migliore di te…e tu ne soffriresti. Meglio evitare, non sei d’accordo? E poi, te l’ho già detto, tuo padre ti vuole…morta.” sogghignò.

 

“Cosa devo fare?”, disse Angelica con voce soffusa e debole.

 

“Apri la bacheca…e prendi in mano la spada di Grifondoro. Muoviti!”

 

La ragazza obbedì: si avviò con passo lento verso la bacheca di vetro che si trovava in un angolo della sala comune…e prese in mano la spada di Godric Grifondoro.

 

Lucius continuò a sorridere malignamente.

 

“Bene…davvero molto bene. E ora…impugnala per bene...e ucciditi.”

 

Al piano di sopra…

 

“Harry! Ron! Svegliatevi, presto!!”

 

I due ragazzi, sentendo la voce di Ginny, si svegliarono di botto.

 

Harry si alzò velocemente a sedere.

 

“Amore…cosa c’è?”

 

“Ginny! Perché mi hai svegliato così presto?” le chiese Ron “E-e…perché sei così agitata?”

 

Ginny si mise a piangere, spaventata.

 

“Angelica…Malfoy…”

 

“Draco? Che è successo, hanno litigato?”, chiese Ron.

 

Lei scosse la testa piangendo violentemente.

 

“NO! Non Draco…sto parlando di suo padre! PRESTO!”

 

Harry a quel punto era sveglissimo.

 

“Cosa succede, Virginia? Che centra…”

 

Ginny a quel punto scoppiò a piangere a dirotto, come una fontana.

 

“LUCIUS MALFOY E’ DI SOTTO!! HA POSTO ANGELICA SOTTO LA MALEDIZIONE IMPERIUS! Credo che…che voglia farla suicidare!!”

 

Harry e Ron si alzarono di tutta fretta dal letto e tirarono fuori le bacchette.

 

Corsero verso la porta…

 

“Coraggio, Riddle…fa come ti ho detto. Ammazzati! ORA!”

 

Angelica impugnò la spada per l’elsa…

 

I tre ragazzi iniziarono a correre ancora più veloce…

 

Sollevò la spada…

 

I tre si precipitarono sulla porta…

 

La puntò verso il suo petto…

 

“ANGELICA!! NOOO!!!!”

 

Harry alzò la bacchetta verso la spada…

 

Expelliarmus!

 

Lucius Malfoy tirò fuori la sua bacchetta, rimessa a posto.

 

Ron guardò il Mangiamorte con rabbia e odio.

 

“Malfoy, lasciala stare!”

 

Lui ringhiò di rabbia verso il rosso.

 

“Non me ne andrò senza aver ucciso questa sporca Mezzosangue.” puntò la bacchetta verso la spada caduta a terra “Accio spada!” e una volta che l’ebbe avuta tra le mani…la lanciò verso Angelica!!

 

Harry si lanciò gridando verso l’amica.

 

La spada roteò per aria…si avvicinò pericolosamente a Angelica…

 

“NOOO!!!”

 

Harry si lanciò in avanti, cercando di intercettare la spada…

 

Ma non riuscì a far sì che non colpisse la ragazza!

 

La spada la colpì proprio vicino al cuore!!

 

Ginny si lanciò verso l’amica a terra, in lacrime.

 

“ANGELICA!!”

 

Harry cadde a terra con l’amica tra le braccia.

 

Ron invece puntò la bacchetta verso Lucius…che però sparì subito.

 

In pochi secondi, la sala comune dei Grifondoro si riempì degli studenti, e arrivarono di corsa anche i professori, guidati da Silente.

 

I Grifondoro iniziarono a correre per tutta la scuola…

 

La voce dell’attacco di Malfoy a Angelica girò per tutta Hogwarts…

 

E arrivò alla Casa dei Serpeverde.

 

“Non è possibile…come ha fatto ad entrare?!”

 

Il chiacchiericcio si sparse anche fra gli studenti della Casa sotterranea.

 

“Che succede, qui? Perché tutta questa confusione?”

 

Il biondino si fece largo fra i vari studenti che si accalcavano verso l’uscita.

 

“Insomma…qualcuno mi dice cosa è successo?”

 

Mentre passava fra due ragazzine di prima, sentì finalmente cos’era successo…

 

“Hai sentito?”

 

“No, mi sono appena svegliata. Che è successo?”

 

“Lucius Malfoy è entrato nel dormitorio femminile dei Grifondoro!”

 

“Noo…e cosa è successo?”

 

“Una studentessa è rimasta ferita gravemente!”

 

Draco sentì il cuore che accelerava…sempre di più…

 

Andò verso l’uscita con tutti gli altri, cercando di sapere il nome della ragazza.

 

Fa che non sia lei…ti prego…

 

“Ehi! Fermi! Dico a voi, di prima…vi ho detto di fermarvi!”

 

Due ragazzini di prima si fermarono al suo ordine.

 

Lui si avvicinò col cuore a mille…

 

“Chi è? Qual è il nome…d-della ragazza ferita?”

 

Loro lo guardarono, spaventati dalla reazione che sapevano avrebbe avuto.

 

Uno dei due si fece coraggio…

 

“Si tratta…di Angelica.”

 

Il cuore di Draco si fermò completamente.

 

“No…”

 

Iniziò ad allontanarsi mentre le lacrime gli rigavano il viso.

 

“Non è possibile…no…”

 

Andò a sbattere contro qualcuno, ma non se ne curò.

 

Finché non sentì la voce di un ragazzo di Serpeverde, troppo a posto per esserlo. Blaise Zabini.

 

“Draco!”

 

“Dov’è? DOV’è ANGELICA?!”

 

Il ragazzo era in ansia, vedendo l’amico così, ma mantenne la calma.

 

“L’hanno portata in Infermeria. Draco…”

 

Ma non fece in tempo a dire nulla, perché il biondino partì come un razzo.

 

Verso l’Infermeria.

 

Non riusciva più a pensare…la sua mente era in preda alla disperazione…

 

Angelica… Ti prego, non morire! Angelica!!

 

Intanto, nell’Infermeria, la Maledizione Imperius era svanita lentamente, e Angelica sebbene in preda al delirio, a qualcosa riusciva a pensare…

 

Anzi, a qualcuno.

 

Draco…amore mio, dove sei? Non mi lasciare…corri da me, ti prego…

 

La porta dell’Infermeria sbatté violentemente.

 

“ANGELICA!!”

 

Harry andò incontro all’amico, piangendo.

 

“Draco, finalmente! Angelica…”

 

Il biondino corse verso il letto attorno a cui erano riuniti i professori e alcuni studenti.

 

“Angelica…amore mio…”

 

Le si avvicinò prendendole la mano e baciandogliela.

 

“Amore…ti prego, non lasciarmi. Ho bisogno di te, principessa! Sei il mio angioletto, sai che senza di te non posso vivere…ti prego  reagisci, non mollare!”

 

È lui! Oh, amore…sei venuto da me…

 

Gli occhi di Angelica si aprirono lentamente…

 

“Dra…Draco…”

 

Lui le strinse forte la mano, e si chinò su di lei baciandole la fronte.

 

“Sono qui. Angelo mio, sono qui, vicino a te…non ti lascio…”

 

Ron guardò Draco con rabbia.

 

“Draco…io non ce l’ho con te. Ma lo sai chi è stato? Eh?!”

 

Lui annuì, con lo sguardo ricolmo di odio.

 

“Sì…lo so. È stato mio padre! Ma la pagherà molto cara…devi credermi.”

 

Angelica tossì e gridò subito di dolore.

 

“Fa male!! Aiutatemi…qualcuno mi aiuti…sto male…”

 

“Non si deve agitare, signorina Riddle. Vedrà…la rimetterò a nuovo.”, disse Madama Chips.

 

Il professor Silente sorrise alla ragazza.

 

“Angelica…non agitarti, non fai che peggiorare la tua situazione. E dimmi, piuttosto…ricordi cosa è successo questa notte?”

 

Angelica chiuse gli occhi per ricordare…

 

“Sì… Verso le tre h-ho…sentito un rumore. Una finestra c-che veniva aperta. A-allora ho tirato fuori la mia bacchetta…mi sono a-alzata…e ho scoperto che dentro a-al dormitorio era entrato…Lucius Malfoy.”

 

Parlare le costava uno sforzo notevole.

 

La McGranitt guardò il preside con uno sguardo implorante.

 

“Albus…non potremmo rimandare il…”

 

Angelica scosse la testa.

 

“No! Io…voglio raccontare tutto…o-ora. Allora, io e…il signor Malfoy, abbiamo…discusso. Mi ha detto c-che dovevo…lasciar perdere Draco, e…e che mio…padre…mi vuole morta, perché…è deluso. Mi considera…una traditrice.”

 

Il biondino in questione strinse il pugno libero.

 

“Lurido bastardo…”

 

“Io ovviamente non…non ho accettato quello che mi stava chiedendo. E lui si è arrabbiato. Quando stavo…per… I-io ho alzato la mia bacchetta…per lanciargli un incantesimo. Ma lui ha rimesso…la sua a posto. E-e io…sono stata una stupida! Dovevo immaginarlo che…c-che quello era uno sporco trucco…s-solamente per farmi abbassare l-la bacchetta! E così…mi ha lanciato la… la Maledizione Imperius.”

 

Prese un respiro e cercò di lottare contro il dolore.

 

“Da questo momento…n-non ricordo…più niente. Non ho memoria…di ciò c-che è accaduto.”

 

Ginny intervenne.

 

“Io ho sentito la voce di Angelica. Così mi sono alzata, e…quando non l’ho vista nel suo letto, io ho…pensato di scendere giù in sala comune. E lì ho visto…”

 

“Cos’hai visto, Ginny?”, le chiese il professor Lupin.

 

Lei tirò su col naso.

 

“Ho visto Lucius Malfoy…e lì davanti c’era Angelica…con lo sguardo perso nel nulla… E così ho capito. Era sotto la Maledizione Imperius. E mi sono Smaterializzata nel dormitorio maschile. Harry e Ron erano gli unici…che potessero fare qualcosa.”

 

“Sì, è arrivata nel dormitorio…e non appena ci ha avvisati di ciò che stava succedendo al piano di sotto, noi siamo corsi ad aiutare Angelica.”, disse Ron piangendo.

 

“Già… Ma purtroppo, quel farabutto di Malfoy ci ha presi alla sprovvista. E dopo aver lanciato l’Incantesimo d’Appello sulla spada di Grifondoro…l’ha lanciata contro Angelica.”, disse Harry.

 

Draco strinse forte la mano della sua ragazza.

 

“Oddio…è tutta colpa mia…”

 

Improvvisamente, sentì la mano della ragazza che stringeva forte la sua.

 

“No…amore mio…non è colpa tua. I-Io ti amo…non piangere ti prego…ho bisogno di te…n-non puoi andare…ho bisogno di te…”

 

Draco non riusciva a smettere di piangere.

 

“Cosa intendi?”

 

Angelica si mise a piangere ininterrottamente.

 

“Non mi lasciare…lo so c-che adesso stai pensando di lasciarmi…p-per non mettermi ulteriormente in pericolo. Non farlo…t-ti supplico…senza di te n-non ce la faccio a vivere! Resta con me, Draco…non mi puoi lasciare. E poi, a-abbiamo già affrontato questo tipo di pericolo, n-no? Draco…sei l-la mia forza…la mia aria…tu…”

 

Draco non la fece finire.

 

Le diede un bacio pieno d’amore.

 

Poi le sorrise carezzandole dolcemente i capelli.

 

“Io non ti lascio, Angelica. Né ora, né mai. Perché senza di te non posso vivere, lo sai. Io ti amo da morire, principessa. Credi davvero che potrei mai lasciarti? No. Tranquilla!”

 

Madama Chips si avvicinò con un sorriso d’incoraggiamento.

 

“Signorina Riddle…devo disinfettare la ferita. E richiuderla. Coraggio, non le farò tanto male.”

 

Angelica, che era odino fobica (l’odinofobia è la paura del dolore), tremò di paura.

 

“Io…ho paura! Draco…resta qui…non andartene, amore…tienimi la mano…ti scongiuro!”

 

Il ragazzo sorrise e si mise a sedere dietro di lei, sul letto.

 

“No, che non me ne vado. Io non ti abbandono, Hermy. Resterò con te, lo giuro.”

 

Lei sorrise, più tranquilla.

 

“Harry. Ron. Ginny. Luna. Voi resterete qui, non è vero?”

 

I quattro ragazzi annuirono con un sorriso.

 

Angelica prese un grosso respiro, e guardò la professoressa infermiera.

 

“Madama Chips…esegua pure.”

 

“Così la voglio, signorina Angelica. Forte. E determinata a farla pagare a suo padre, e a quel…”

 

Lanciò uno sguardo a Draco, che sorrise.

 

“Può dirlo, Madama Chips. Io odio mio padre…lo infami pure quanto vuole, quel verme!”

 

Lei annuì ridendo.

 

“Finalmente è rinsavito, signorino Malfoy! Non ci speravo più… Menomale che si è innamorato della nostra signorina. Lei, sì, che la aiuterà sempre. Il vostro amore…salverà entrambi.”

 

I due ragazzi sorrisero stringendosi forte la mano.

E l’operazione iniziò…

 

***

 

“Ecco fatto! Adesso, signorina Riddle, tutto quello che deve fare è riposare. Mi raccomando, non si deve sforzare, sono stata chiara? Riposo assoluto.

 

Poi guardò il biondino seduto accanto alla ragazza.

 

“Signorino Malfoy, mi affido a lei perché la ragazza rispetti l’ordine. E anche a voi.”, disse poi a tutti gli altri amici intorno al letto.

 

“Ci conti, Madama Chips.”, rispose Ron.

 

“Vedrà…Angelica non si muoverà neppure di un millimetro!”, aggiunse Ginny con un sorriso.

 

“Noi la serviremo in tutto e per tutto. Giusto, Draco?”, disse Luna.

 

Il ragazzo annuì con un largo sorriso.

 

“Giustissimo, Luna. Non si preoccupi…la mia principessa resterà ferma a letto per tutto il tempo necessario alla sua guarigione.”

 

Alché si avvicinò Harry, che prese l’altra mano della sua migliore amica.

 

“Madama Chips, deve stare tranquilla. Angelica Riddle rimarrà a letto…ferma…a riposare. E di sicuro non protesterà neppure una volta. Dico bene, Hangie?”

 

La ragazza, che si stava lentamente addormentando per la stanchezza, annuì sorridendo.

 

“Agli ordini, capo!”

 

La presa sulla mano di Draco lentamente si allentò…

 

“Amore…resterai qui, vero?”

 

Draco guardò l’infermiera con uno sguardo supplichevole.

 

“Se Madama Chips me lo consente…”

 

Angelica si voltò verso la donna.

 

“Oh…la prego, Madama Chips…gli permetta di restare…”

 

Madama Chips sospirò.

 

“Beh…se il preside è d’accordo…non vedo perché non potrebbe restare qui.”

 

Silente si strinse nelle spalle.

 

“Non ci sono problemi, per me. Resta pure quanto vuoi, Draco.”

 

Il ragazzo sorrise contento.

 

“Vi ringrazio! Mi sistemo nel letto accanto, amore. Se mi vuoi…sono qua.”

 

Lei scosse lentamente la testa.

 

“No…qui…dormi nel mio letto, Draco. Voglio…sentirti vicino…”

 

Il biondino scosse la testa sorridendo.

 

“E va bene, Hangie. Resterò nel tuo letto…sempre che Madama Chips non si scandalizzi troppo.”

 

La donna li guardò e se ne andò sbuffando.

 

Draco e gli altri scoppiarono a ridere, mentre il ragazzo s’infilava sotto le coperte accanto alla sua adorata fidanzata.

 

Angelica si voltò sul fianco sano, e si accoccolò contro di lui.

 

Sorrise, felice.

 

Mi sento già molto meglio, così…fra le braccia del mio Draco.

 

Silente notò il sorriso della ragazza, e sorrise a sua volta.

 

“Noto con piacere, che adesso va molto meglio…vero, Angelica?”

 

Draco abbassò lo sguardo…e sorrise.

 

Poi la strinse non troppo forte, per non farle male, baciandole i capelli e accarezzandoglieli con dolcezza.

 

“Ti amo, Angelica.”

 

“Ti amo anche io, Draco. Tanto.”, rispose lei.

 

“Beh…direi che è l’ora di andare. Che dite? Meglio lasciare Angelica riposare…tra le braccia del suo adorato Draco.”, disse Silente uscendo dall’Infermeria.

 

Tutti gli altri, pian piano, lo seguirono.

 

Mentre si allontanavano, auguravano tutti buona guarigione alla ragazza, con un sorriso, e inoltre si raccomandavano tutti che si riguardasse.

 

Angelica e Draco rimasero da soli.

 

Il ragazzo le diede un piccolo bacio e le sorrise.

 

“Dormi, angioletto. Io resto qui…non me ne vado, sta tranquilla. Dopotutto…ho sonno anche io!”

 

Lei rise.

 

“Beh…è naturale. Tutta questa confusione ti avrà fatto dormire poco!”

 

Si accoccolò ancora di più contro di lui, fra le sue braccia. E gli prese la mano stringendola forte.

 

“Buonanotte…ghirotto!”

 

Lui rise.

 

“Ghirotto? Osi forse dire che sono pigro?”

 

Lei annuì.

 

“Oh, sì. Eccome se lo sei!”

 

I suoi occhi lentamente si chiusero…

 

Lui sorrise carezzandole con amore i capelli.

 

“Hai proprio ragione! Buonanotte anche a te…micietta.”

 

Lei sorrise.

 

E lentamente…si addormentarono.

 

 

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Capitolo 15
*** Lezioni...d'Amore ***


Lezioni…d’amore.

Dopo quattro giorni, Angelica uscì dall’Infermeria come nuova.

 

“Angie!!!”

 

Ginny si buttò al collo dell’amica.

 

“Come ti senti? È tutto a posto?”

 

Lei sorrise.

 

“Sì, Ginny. Grazie, sto bene.”

 

“Ciao Her…Angie.” Ron sorrise “Scusami! Mi devo abituare a chiamarti col tuo vero nome, ma…non ci metterò tanto!”

 

Hangie rise.

 

“Oh, non ti devi angosciare così! Vedrai, col tempo ci farete l’abitudine. Lo so, all’inizio sarà difficile, ma vi prego…di non trattarmi in modo diverso.”

 

Harry sorrise, e la abbracciò.

 

“Nessuno di noi ha mai neanche lontanamente pensato di trattarti in modo diverso, Angelica. Noi ti vogliamo bene. Non ti abbandoneremo mai, e questo ricordatelo sempre.”

 

“Ci state trattando in modo meraviglioso, vi ringrazio.”, disse una voce dietro di loro.

 

Il biondino si avvicinò con un largo sorriso.

 

“Io temevo che Hermione…anzi, Angelica…avrebbe perso i suoi amici, e che sarebbe stata male. Ma fortunatamente, voi le volete ancora bene!”

 

“Beh, vogliamo bene anche a te.”, disse Luna alzando le spalle.

 

Draco le sorrise.

 

“Ti ringrazio, Luna! È una bella cosa, quella che hai detto.”

 

In quel momento suonò la campanella.

 

Ron tirò un sospiro di sollievo.

 

“Menomale…anche le lezioni, per oggi, sono finite!”

 

“Ron, ti ricordo che abbiamo gli esami.”, disse Angelica scotendo il capo.

 

Ron sospirò.

 

“Oh, beh…perlomeno, ha mantenuto il suo caratterino irascibile!”

 

Hangie gli tirò una botta sulla spalla.

 

E gli fece una linguaccia.

 

“Molto spiritoso, Ronald! Davvero una bella battuta!”

 

Draco si allontanò dal gruppetto.

 

“Coraggio, ragazzi. Andiamo a riposare un po’. Ci troviamo dopo, ok?”

 

Baciò appassionatamente la sua ragazza sorridendole.

 

“A più tardi, principessa.”

 

“A dopo, amore”

 

***

 

“Accidenti! Mi sono scordata che domani la McGranitt interroga! E non ho aperto neppure un libro, in tutti questi giorni!!”

 

Ron fissò la sua migliore amica a bocca aperta.

 

“Hangie…ma lo sai che con questa frase mi hai totalmente sconvolto!? Non puoi dirmi una cosa del genere…così!”

 

Angelica scoppiò in una risatina.

 

“Suvvia, Ronald! Non crederai mica che mi piaccia studiare tutto il giorno? Niente affatto! Più sto lontana dai libri…meglio passa la mia giornata.”

 

Detto questo si alzò dalla sua poltrona in sala comune.

 

“Sì, certo. Lo studio è molto importante per formare il carattere di una persona. Però, ci sono anche altre cose…molto più importanti.”

 

“E una di queste è l’amore, giusto?” intervenne Harry.

 

“E soprattutto un biondino di nostra conoscenza…che inizia con la D.”

 

Angelica fece una piccola linguaccia.

 

“Se non sbaglio anche tu hai la tua distrazione ‘personale’. Inizia con la G…è una delle due mie migliori amiche…e guarda caso, sta arrivando!”

 

La porta del dormitorio dei Grifondoro si aprì.

 

“Ragazzi, siete ancora chiusi qui? Fuori c’è un sole che spacca le pietre! E il tempo è semplicemente…meraviglioso.”

 

Baciò con passione il suo ragazzo, che ricambiò.

 

Angelica scosse la testa, e corse su per le scale a rimettere i libri.

 

“E ora? Visto che persino Angelica si è stufata di starsene rinchiusa qui, sui libri…che si fa?”

 

“Io vado dal mio ragazzo.”, disse la voce della Caposcuola da in cima alle scale.

 

Ron si alzò.

 

“Beh, se non ti dispiace vengo con te.”

 

“Ma certo! È naturale, visto che anche la tua ragazza è di Serpeverde.”

 

Ron avvampò di colpo.

 

Angelica scoppiò a ridere.

 

“Andiamo, su!”

 

“Noi vi aspettiamo fuori, ok?”

 

“Beh, veramente…Ginny, io e Draco pensavamo di…starcene un po’ da soli…”

 

Harry sorrise.

 

“Non preoccuparti, Hangie. Ci vediamo più tardi.”

 

Ginny fece un occhiolino all’amica e ammiccò.

 

“Dimmi un po’, Hangie…cosa farete oggi?”

 

La ragazza sorrise.

 

“Abbiamo una lezione…”

 

Ron la guardò a dir poco stupefatto.

 

“Ma oggi non è giorno di lezioni! Che diavolo vai blaterando?”

 

Angelica gli fece l’occhiolino.

 

“Lo so, ma…è una lezione molto…molto particolare.”

 

***

Toc toc.

 

“Sì, avanti. Chi è?”

 

Angelica si avvicinò al biondino seduto su una sedia a lucidare la sua scopa.

 

Ed iniziò a fargli un piccolo massaggio.

 

“Beh, magari…una ragazza bisognosa d’amore…”

 

Draco lasciò a terra la sua scopa, e si rilassò sotto gli effetti di quel massaggio.

 

“Sei bravissima…dove hai imparato a fare i massaggi così bene?”

 

Angelica sorrise fra sé e sé.

 

“Me l’ha insegnato mia cugina. È una massaggiatrice eccellente.”

 

Poi girò intorno alla sedia, e si fermò davanti al bel Serpeverde.

 

Si chinò…e gli diede un bel bacio.

 

“Buongiorno principessa.”

 

“Pronto per la nostra lezione?”

 

Draco la guardò curioso.

 

“Lezione? Pensavo che oggi non ci fosse nessuna…”

 

“Oh, infatti. Questa è una lezione speciale. Io sarò l’insegnante…e tu l’alunno.”

 

Draco era sempre più sorpreso.

 

“Ah sì? E ditemi…professoressa…a cosa devo questa lezione speciale?”

 

Angelica tornò da lui, e si sedette sulle sue ginocchia.

 

“Ricordi che un mesetto fa? Quando litigammo, perché dicesti che era meglio se non mi avessi dichiarato i tuoi sentimenti? Dicesti…che il motivo era tuo padre. E che non volevi mettermi in pericolo.”

 

Draco sospirò.

 

“Sì, ricordo. Ammetto che forse sono stato avventato, però…in fondo…lo penso anco…”

 

Un bacio fermò le sue parole.

 

“Shh. Non dire altro. È per questo che ho deciso di fare questa lezione speciale.”

 

La ragazza si alzò dalle sue ginocchia.

 

“Che aspetti? Andiamo!”

 

Draco sospirò e si alzò dalla sedia, seguendola.

 

Poi si fermò.

 

“Ehi, ma…ancora non mi hai detto la cosa più importante. Lezione di cosa?”

 

Angelica si avvicinò a lui…

 

E gli prese la mano.

 

E sorrise.

 

“Già, scusa! Sono…lezioni d’amore.”

 

E lo baciò.

 

“Forza, muoviti!”

 

Draco la guardò con un sorriso.

 

Sì, insegnami come amare…soltanto tu puoi farlo, angelo mio.

 

***

La Stanza delle Necessità, come Angelica si aspettava, era vuota, e tutto era esattamente come lei lo aveva preparato e lasciato il giorno prima: le pareti erano azzurre, con nuvole bianche dipinte sul soffitto. C’era un piccolo divano in fondo alla stanza, e tutto intorno fiori, e candele a mezz’aria; il tocco di Angelica, erano i palloncini a forma di cuore che svolazzavano di qua e di là per tutta la stanza, che fecero sorridere Draco.

 

“Beh? Che ne dici di come l’ho sistemata?”

 

Il biondino fece un giro per osservarla meglio, e scoppiò a ridere.

 

“Amore, è…bellissima. Proprio come te.”

 

Le si avvicinò e la abbracciò forte per poi darle un bel bacio colmo d’amore.

 

La ragazza gli sorrise, poi si staccò.

 

“Ehi. Dobbiamo fare lezione, ricordi? Da bravo amore, mettiti seduto sul divano.”

 

Il ragazzo obbedì.

 

“D’accordo, ci sono. Cominci pure, professoressa.”

 

Angelica lo guardò e gli fece una piccola linguaccia, prima di sistemarsi sulle sue ginocchia.

 

“Ehi, ma…io credevo che avremmo fatto lezione. Lo sa come si chiama, questo? Abuso su un proprio alunno!” e rise.

 

“No è affatto vero! Certo, che facciamo lezione. Iniziamo subito.”

 

Si sistemò meglio a sedere sulle sue ginocchia, e sorridente iniziò la sua lezione d’amore.

 

“Allora... Primo. Amore, significa rispetto. Non devi offendere, o ferire, una persona che dici di amare, non pensi? Fino a qui tutto chiaro, credo. E poi, bè poi…ci vuole fiducia. Reciproca. Se ami una persona, devi fidarti di lei per tutto quanto. Non escluderla da niente.”

 

“Io non affatto intenzione di…”

 

“Silenzio in aula. Devo ancora finire di spiegare. Signorino Malfoy, è pregato di starsene zitto e farmi finire. Altrimenti…nota disciplinare.”

 

Draco guardò la sua ragazza ridendo. Poi fece finta di essere dispiaciuto.

 

“Ha ragione professoressa, mi scusi.”

 

Angelica annuì soddisfatta.

 

“Benissimo, così va meglio. Dove eravamo rimasti? Ah, sì. Rispetto e fiducia. Ma non sono le uniche cose che ci devono essere in amore.”

 

Lentamente iniziò a slacciargli i bottoni della camicia.

 

“Quando stai con una persona, non devi soltanto essere suo amante…ma anche suo amico. Intendo un amico sincero. Il dialogo è la chiave dell’amore, e ricordalo sempre.”

 

Draco annuì guardandola dritto negli occhi.

 

“Ogni volta che ci sarà un problema…anche il più stupido...parliamone, ok? Perché io non voglio…che fra noi ci siano segreti. Sei d’accordo?”

 

Draco vide gli occhi della ragazza insicuri, pieni di insicurezza.

 

Le prese improvvisamente il viso fra le mani, e le fece un bel sorriso.

 

“Sono più che d’accordo, amore mio.”

 

E le diede un bel bacio sulla fronte.

 

“Draco. Ascoltami bene. Non dire mai più le cose che hai detto quel giorno, ok? Io non ho paura di loro. Cioè…sì, un po’… Ma tu sei la mia forza. Se ci sei tu, con me, io sono certa che riuscirò a batterli. E potremo finalmente stare insieme…ed essere felici.”

 

Il ragazzo la guardò e le accarezzò dolcemente i capelli.

 

“Perdonami per quelle parole, principessa. Non accadrà più una litigata come quella, te lo posso promettere. Saremo sempre uniti. Insieme…per sempre.”

 

Lei gli diede un piccolo bacio, sorridente.

 

Il suo sguardo si posò sul petto del ragazzo.

 

Era da mozzare il fiato!

 

Era vero che avevano già fatto l’amore, ma…ogni volta che lui la sfiorava…la baciava…o la accarezzava con quella dolcezza tipica di Draco…lei si sentiva in paradiso.

La faceva stare bene. Le faceva sentire di essere protetta, al sicuro.

 

Sorrise.

 

“La nostra lezione è finita. Adesso non sono più la professoressa…e tu non sei più l’alunno.”

 

Draco capì immediatamente le intenzioni della ragazza.

 

Sorrise anche lui.

 

“Beh, allora…io avrei un’idea sul cosa fare…”

 

Le sue dita si posarono sui bottoni della camicetta di lei, e delicatamente iniziò ad aprirli uno dopo l’altro…lentamente…

 

“Draco…e se entrasse qualcuno?”

 

Lui avvicinò il naso ai suoi capelli ricci e annusò a fondo il suo profumo…

 

“Lo sai che non è possibile…lo sai molto meglio di me…”

 

“Ma…”

 

Draco sorrise e gli venne in mente il modo più dolce per convincerla…

 

Lui conosceva molto bene il suo punto debole…

 

Iniziò a baciarla sul collo…

 

Dolcemente…

 

Angelica tirò un sospiro…erano giorni che non si sentiva così appagata…

 

Oddio…lo sa che il collo è il mio punto debole…vorrei smettere, ma…mi sento così bene…

 

Draco sentì che la ragazza si stava pian piano abbandonando fra le sue braccia…

 

Lasciati andare…così…

 

“Sapevo che avresti ceduto. Il collo è il tuo punto debole…vero, amore? Non preoccuparti, qui non ci disturberà nessuno.”

 

La ragazza si abbandonò sempre di più fra le braccia del suo amato…

 

Lasciò che la sollevasse in piedi…

 

Poi tirò giù la cerniera della gonna…e lentamente gliela sfilò…

 

La bella Grifondoro gli sfilò la camicia…la sfilò lentamente da spalle e braccia...

 

Poi Draco fece scivolare le sue mani dietro la schiena della ragazza...e le slacciò il reggiseno.

 

Quello ricadde a terra mischiandosi con gli altri vestiti.

 

Draco allora la baciò.

 

La prese in braccio portandola verso il divano.

 

Ve la posò delicatamente.

 

Angelica si tirò su a sedere e lo guardò intensamente.

 

Abbassò lo sguardo e le sue mani si posarono sui pantaloni di lui.

 

Slacciò lentamente la cintura…

 

Tirò giù la cerniera e tolse il bottone dalla sua asola…

 

I pantaloni caddero a terra.

 

Angelica prese le sue mani e lo portò giù.

 

Poi lo baciò.

 

E togliendo gli indumenti intimi…fecero l’amore.

 

Proprio lì, su quel divano.

 

E si addormentarono felici, l’una nelle braccia dell’altro.

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Capitolo 16
*** La trappola ***


La trappola.

L’inverno imperversava ancora su Hogwarts.

 

E non solo lì.

 

Pure in un castello di nostra conoscenza, a pochi chilometri di distanza.

 

Voldemort era seduto sulla sua poltrona davanti al fuoco acceso.

 

“Dimmi, mio fedele amico. È tutto pronto?”

 

Dall’ombra spuntò il viscido braccio destro del Signore Oscuro.

 

“Sì, mio Signore.”

 

“E tu, come ti senti?”

 

“Beh, sono contento…ovviamente. In un modo o nell’altro, era naturale che il mio erede sarebbe tornato da me. Da noi.”

 

Voldemort sorrise.

 

“Bene. Avrei voluto farlo in un altro modo, ma… L’unico con cui possiamo riuscire, è colpirlo nel suo punto debole.”

 

“Già…tua figlia.”

 

Un piano ben congeniato, il loro.

 

E fra poco ne verrà svelata la trama.

 

***

 

Ore 16:00.

 

“Harry! Per caso hai visto in giro Hangie? Non riesco a trovarla da nessuna parte.”

 

Lui fece finta di nulla.

 

“No, Draco. Non vedo Hangie da…ieri, mi pare. Sì, era ieri sera a cena. Ginny, tu dormi nella stessa stanza.”

 

La rossa scosse la testa.

 

“Mi spiace! Purtroppo neanche io l’ho vista. Ieri sera, io e Luna siamo state in biblioteca fino a tardi per studiare. Sai, Piton quando ci si mette…” sospirò “Comunque, appena ho visto il letto ci sono ‘caduta’ sopra, e mi sono addormentata!”

 

Dove può essere andata? si chiese Draco.

 

Nessuno sapeva che Angelica, senza dire niente (a parte a Harry), se n’era andata dai suoi adorati nonni.

 

Aveva bisogno di pace…starsene lontana dalle domande dei suoi compagni su come fosse abitare nel castello di Riddle…com’erano i Mangiamorte visti da vicino…

 

Inoltre, doveva pensare a una proposta fattale dal Preside.

 

L’unici a saperlo erano Silente ed Harry.

 

E Tom.

 

Aveva creato un collegamento con il camino del Preside.

 

C’era riuscito soltanto quella volta, ma contava di riuscirci ancora.

 

Così aveva saputo della ‘gitarella’ di Angelica.

 

Non aveva capito dove sarebbe stata tutto il giorno, ma l’importante, per lui, era sapere che non era nel castello. E soprattutto che Draco non sapeva dove fosse.

 

E che era in ansia.

 

***

 

Draco era nel suo dormitorio. Era appena rientrato, voleva cambiarsi per la cena.

 

Sbang!

 

La finestra del dormitorio fu spalancata da un bel Gufo Reale.

Ciak. Il Gufo di Draco Malfoy.

 

“Ciak! Sono già le otto di sera! Com’è che rientri a quest’ora? Dove sei stato finora?”

 

Il Gufo aveva nel becco un messaggio arrotolato.

 

“Chi mi scrive?”

 

Srotolò il pezzo di carta e lesse.

 

Il sorriso del biondino si spense improvvisamente.

 

Divenne rosso di rabbia.

 

Corse verso il suo baule, tirò fuori la sua scopa e volò fuori dalla finestra.

 

Sul pavimento, il biglietto aperto…

 

Ho preso la tua amata Angelica.

 

Se vuoi rivederla, vieni alle 21 sotto il salice vicino al castello del Signore Oscuro.

 

Tuo padre

 

Lucius Malfoy

 

***

 

Arrivò sotto il salice alle 21 in punto.

 

“Padre! Vieni fuori! Se le hai torto anche un solo capello, io…”

 

“Mi uccidi?”

 

La voce viscida di Lucius Malfoy lo precedette mentre sbucava da dietro il salice.

 

“Dov’è Angelica?”, chiese Draco furioso.

 

“Oh, è…in giro, credo. Non sappiamo dove, esattamente. È via da stamani.”

 

Non è possibile…

 

Lucius sorrise maligno alla faccia sconvolta del figlio.

 

“Ti abbiamo teso una piccola trappola…e adesso, cosa credi di fare?”

 

Draco gli puntava addosso la bacchetta.

 

“Tornare a Hogwarts.”

 

Un paio di braccia prese il ragazzo da dietro.

 

“Lasciatemi andare! Cosa volete farmi?!”

 

Voldemort uscì da dietro un albero.

 

“Oh, non preoccuparti. Non c’è bisogno di urlare così. Noi non ti faremmo mai del male.”

 

Lucius Malfoy tirò fuori la bacchetta.

 

Si avvicinò.

 

Prese nella mano il braccio destro del figlio.

 

Lui scosse la testa.

 

“No!!”

 

Riuscì a liberarsi e a puntar loro la bacchetta contro.

 

“Non mi riavrete con voi! Mai!”

 

Voldemort sorrise maligno.

 

“Vedi, Draco. Temo che tu non abbia alternative. Perché io, sebbene sia mia figlia…le farò del male, se tu non accetti.”

 

Avevano toccato il suo punto debole.

 

Non posso permetter loro di far del male ad Angelica…ha già sofferto abbastanza. Devo proteggerla.

 

 

“E cosa dovrei fare, per voi? Tornare a vivere al…”

 

“Oh, no. No, no.” rispose Tom scotendo la testa “Tu non devi far altro che far la spia per me…nei confronti di Albus Silente.”

 

Draco sospirò con un mezzo sorriso.

 

“Lo immaginavo!”

 

Mise via la bacchetta.

 

E si avvicinò allungando il braccio verso il padre.

 

“Avanti. Ma sia chiaro. Lo faccio solamente per proteggere Angelica.”

 

Tom sorrise.

 

“Ma certo! Tu sei pazzo di mia figlia, vero Draco? Speriamo che un giorno vi sposerete.”

 

Draco rise ironico.

 

“Certo che ci sposeremo, un giorno. Ma non per mandare avanti i vostri sporchi scopi! Ci potete mettere la mano sul fuoco.”

 

Tom lo guardò con rabbia.

 

Lucius invece gli si avvicinò con la bacchetta puntata.

 

Afferrò il suo braccio.

 

E risvegliò il Marchio Nero del ragazzo.

 

Cavolo…brucia!

 

In fin dei conti, il marchio era impresso più o meno a fuoco.

 

Non darò loro alcuna soddisfazione. No, non farò veder loro che provo dolore.

 

Li guardò con aria di sfida.

 

E quando il padre ebbe finito il suo ‘lavoretto’, ritirò fulmineo il braccio.

 

“Ora posso andare?”

 

Tom annuì.

 

“Certamente. Nessuno ti costringe a restare, credimi. Ricordati…spia Silente per conto nostro. È il tuo compito.”

 

Draco lo guardò con odio.

 

“Beh…non mi avete lasciato altra scelta, mi pare. O sbaglio?”

 

Il biondino vide la sua scopa volare verso di lui.

 

“Il tuo destino è questo, Draco. Non me ne vorrai, spero?”, disse Tom con un finto sorriso.

 

Draco scosse il capo.

 

“Mi fai soltanto schifo, Tom.”

 

E con queste parole d’odio e uno sguardo di rabbia verso suo padre, tornò in volo verso la scuola.

 

 

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Capitolo 17
*** Segreti e bugie ***


Segreti e bugie.

Ieri sera ho fatto una cosa tremenda…come farò a nasconderla ad Angelica? Draco camminava nel corridoio, andando nell’aula di Trasfigurazione.

 

Due ore più tardi, i Serpeverde avevano lezione di Pozioni con i Grifondoro.

E il biondino non sapeva cosa fare con la sua ragazza.

 

Angelica ha il dono dell’Empatia. Sicuramente, se vede che sono strano, mi leggerà nel pensiero…vedrà i miei ricordi…e scoprirà tutto.

 

Doveva assolutamente provarci: non poteva permettere che ad Angelica fosse fatto del male. Sì, Draco doveva tenere un atteggiamento normale.

Sarebbe stato difficile…ma provarci non costava niente.

 

***

 

Ma un’altra persona era in agitazione, quella mattina.

 

I nonni hanno ragione…devo agire prima che la guerra incomba. Ma come posso fare una cosa del genere? Sì, è vero che sarebbe soltanto una recita…ma…non so se posso farcela!

Due ore la separavano dal suo incontro con il suo ragazzo.

Draco è il solo che può arrivare a capire…mi leggerà negli occhi, e scoprirà tutto!

 

Lei non poteva permetterlo. Doveva assolutamente tenerlo all’oscuro del suo progetto. Altrimenti le avrebbe senz’altro fatto cambiare idea, e lo sapeva molto bene!

Ce l’avrebbe messa tutta. Provarci non le sarebbe costato nulla.

 

***

 

Ore 10:30.

 

“Amore! Mi sei mancato tanto!”

 

Angelica si gettò al collo di Draco tutta sorridente.

 

Lui la strinse forte e la baciò.

 

“Dove sei stata, ieri? Mi hai fatto stare in ansia, lo sai?”

 

Angelica sentì il cuore battere.

Devo distogliere lo sguardo…mi serve una scusa…una qualunque…

 

Fece finta di guardare verso il tavolo insegnanti.

 

“Oh…sono stata fuori con una mia amica…ehm…di Tassorosso. Abbiamo studiato un po’ in una biblioteca, giù al paese.”

 

Perché non mi guarda?

“Che hai, amore? Qualcosa non va?”

 

“No! Dimmi di te, piuttosto. Mi hanno detto che ieri sera sei rientrato tardi. Che hai fatto, a quell’ora della sera?”

 

E ora che faccio… I nostri occhi non si devono incrociare, altrimenti capirà. Come…?

Fece finta di aggiustare la briglia della cartella.

 

“Io? Niente…mi sono fatto un giro qui nei dintorni…volevo provare la scopa. Sai, me l’hanno dovuta riaggiustare… Ehm…”

 

Angelica sorrise.

 

“E va bene, adesso?”

 

Draco la guardò.

 

“C-Cosa?”

 

“La scopa. Hai detto che…”

 

Draco rise.

 

“Oh, sì! Va che è una meraviglia! Grazie.”

 

Hangie piegò la testa di lato: era il segno che le erano venuti dei dubbi. Faceva sempre così.

 

“Draco…c’è qualcosa che non va?”

 

Lui alzò le spalle.

 

“No. Perché dovrebbe esserci qualcosa che non va? È tutto ok! Davvero.”

 

Le diede un piccolo bacio ed entrò in aula.

 

Non mi convince… Draco ha qualche cosa che lo preoccupa. Ne sono certa.

 

Draco strinse i pugni.

Maledetti! Per colpa loro devo mentire ad Angelica…e non l’avevo mai fatto prima… Non mi piace doverle mentire!

 

“Signorina Riddle. Ci vuol fare l’onore di entrare in aula, o preferisce restare qui fuori impalata?”

 

La voce viscida di Piton arrivò da dietro di lei.

 

Angelica fece un piccolo balzo.

 

“Professor Piton. Nessuno le ha detto che non si arriva alle spalle di una ragazza?”  la Grifondoro si voltò e lo guardò diritto negli occhi. “Non per criticarla, ma si potrebbe pensare che con questo gesto…stia designando una vittima da colpire… Non le sembra?”

 

Piton la guardò e inspirò profondamente.

 

“Beh…le chiedo scusa se l’ho spaventata, signorina Riddle.”

 

Ed entrò in aula, con Angelica al seguito.

La ragazza notò il banco accanto a Draco vuoto…ma girò. E si sedette accanto a Harry.

 

“Ehi, ciao! Come stai?”

 

Lei gli diede un bacio sulla guancia.

 

“Tutto ok, grazie. Tu?”

 

“Bene. Dimmi, com’è andata ieri dai tuoi nonni? Ci hai pensato bene? Sei mancata tutto il giorno!”

 

“Avevo bisogno di tempo per riflettere, Harry. Ho deciso, di accordo coi nonni, che farò come avevo già deciso. Beh, ovviamente studierò per gli esami…ma la maggior parte del tempo…mi concentrerò sul mio obiettivo.”

 

Lui sorrise.

 

“No problem. Conta su di me.” accennò a Draco “Qualcosa non va, fra voi due?”

 

Lei si strinse nelle spalle.

 

“Temo che qualcosa lo tormenti…però…sento che rifiuta di aprirsi con me. E non l’aveva mai fatto prima.” sospirò “Non voglio usare i miei poteri su di lui. A meno che non sia strettamente necessario.”

 

Harry, a sua volta, sospirò.

 

“Beh, mi sembra naturale. Tu lo ami. E non viene ‘spontaneo’ usare i propri poteri sulla persona che ami.”

 

Le diede un bacio sulla guancia. E sorrise.

 

“Io sono dalla tua parte, Angelica. Sempre. Qualsiasi cosa accada in futuro.”

 

“Silenzio! Cominciamo la lezione.” li interruppe Piton “Aprite il libro a pagina centocinque.”

 

***

 

Il giorno dopo, i due ‘piccioncini’ erano sempre più distaccati l’uno dall’altro. Certo, si lanciavano i soliti sguardi dolci…

Ma qualcosa era cambiato…il loro rispettivo segreto li stava man mano allontanando.

 

All’ora di pranzo, Hangie decise di prendere un panino e andarsene fuori sotto i portici, a pochi passi dalla discesa che portava a casa di Hagrid.

Era uno dei suoi posti preferiti, perché vi regnava una gran pace! L’aria era leggermente più calda, perché lì soffiava il vento dal Sud, dove la temperatura era sempre un po’ più alta. E non ci andava praticamente mai nessuno.

 

“Disturbo?”

 

“Volevo giust’appunto mandarti un piccolo messaggio, Harry. Siediti…fammi compagnia.”

 

I due presero a mangiare i loro panini.

 

“Harry…posso farti una domanda?”

 

Lui annuì.

 

“Come…voglio dire, com’è che ci si sente…quando devi portare dentro di te un segreto…che non puoi condividere con la persona che ami…perché, altrimenti, la metteresti in serio pericolo?”

 

Harry fece un mezzo sorriso.

 

“Vuoi sapere se mi sento come te?”

 

“Non puoi mica saperlo, come mi sento io!”, esclamò lei.

 

Harry rise.

 

“Oh, invece sì Angelica! Credimi! Ti senti distrutto…il mondo ti sembra più…grigio del solito. Intendo…considerate le continue guerre che avvengono tra Bene e Male. E quello che ti fa cadere sempre di più, è…il non poter condividere ciò che provi con la persona che ami. Perché devi proteggerla.”

 

Angelica annuì.

 

“Beh, se questo è ciò che provi…ora ti capisco perfettamente, Harry. Poiché è esattamente così…che mi sento io in questo preciso momento…”

 

Harry la abbracciò: i due erano molto legati, si sentivano come fratello e sorella. Sapevano di appartenere a due famiglie diverse, ma in un qual senso, era come se nelle loro vene scorresse lo stesso sangue, che li legava; in fondo erano Mezzosangue entrambi.

 

“La pausa pranzo è finita. Ah, Silente dice che non dobbiamo andare alle lezioni, nel pomeriggio. Perché la maggior parte del corpo insegnante è fuori Hogwarts.”

 

“Saranno da Sirius, probabilmente. Alla sede dell’Ordine.”

 

“Vieni dentro?”

 

Lei scosse la testa, sorridendo.

 

“Resto un altro pochino qui…non mi va di rientrare adesso.”

 

Il ragazzo le diede un piccolo bacio sulla fronte, e si incamminò.

 

“Harry.”

 

“Sì?”

 

“Grazie.”

 

Il ragazzo si limitò a sorridere. E rientrò nella scuola.

 

Angelica rimase lì, seduta, a pensare.

Draco…lo so che c’è qualcosa che ti tormenta…perché non mi vuoi dire cos’è? Sto male, se non mi parli! Ci siamo sempre detti tutto…e adesso? Cosa c’è che ti turba così tanto?

 

Proprio non riusciva a capire cosa ci fosse che non andava per Draco. E come biasimarla? D’altronde, se lo avesse scoperto, sarebbe andata su tutte le furie senza dubbio alcuno.

 

***

 

Un’altra persona era fuori, in quel momento. Un biondino di nostra conoscenza.

Ogni volta che la vedo, mi viene voglia di raccontarle la verità…ma non posso farlo. È mio dovere proteggerla da ogni male. Ha già sofferto troppo.

 

Camminava su e giù lungo il cortile interno della scuola, chiedendosi cosa avesse la sua amata. E non gli passava neanche per la testa che progetto avesse in mente la Caposcuola dei Grifoni. E se l’avesse saputo, sarebbe stato senz’altro peggio.

 

Cosa ti passa per la mente e per il cuore, amore mio? Se tu non mi parli…io sto male! Siamo sempre stati amici, oltre che amanti…non ci siamo mai fatti problemi a parlare. Che cosa è cambiato?

Il biondino sospirò. Guardò in direzione dei portici verso le serre…e decise di farsi una girata verso quelle parti.

 

***

 

Hangie guardò il cielo, e sospirò. Inizialmente le parve quasi una sciocchezza…ma poi guardò di nuovo in su.

 

“Bè…ciao. Lo so che è da tantissimo, che non ti parlo. E mi dispiace, sul serio! Come di sicuro saprai, ho avuto un po’ di problemi. Oh beh, diciamo…che parlare di ‘problemi’ non è esatto.”

 

È la sua voce… Angelica è qui.

Draco la vide lì vicino, seduta. Pensò di avvicinarsi e farle una sorpresa…Ma ci ripensò. E si appoggiò alla parete accanto, che lo copriva alla vista della ragazza, ma che gli faceva sentire cosa lei diceva.

Sapeva che non era educazione ascoltare le conversazioni fra una persona e il Signore, ma sperava così di scoprire il suo problema.

 

Angelica sospirò.

 

“Ecco, i-io…non so cosa fare! Draco..non mi parla…a malapena mi guarda…e io ci sto male! C’è qualcosa che lo tormenta. E tu sai certamente, di cosa si tratta. Ti prego…dammi un segno! Un segnale! Qualunque cosa!

Ti supplico…qualsiasi cosa…che mi aiuti a…capire! Draco ha un problema. E comincio a sospettare che non sia neanche tanto insignificante. Non so cosa fare per aiutarlo…”

 

Si mise a piangere.

 

“Vorrei soltanto che mi parlasse di nuovo! Abbiamo sempre parlato di tutto…qualunque problema avessimo…o io, o lui...noi due ne parlavamo. Ho paura che…per qualche motivo…m-mi ami di men…”

 

“NO!”

 

Draco fece un salto in avanti e la raggiunse.

 

“Ma…tu che ci fai qui?”

 

Il ragazzo si avvicinò, le prese il viso tra le mani, e la baciò con amore. Lei lo guardò con gli occhi pieni di lacrime.

 

“Non devi più dire, né pensare, una cosa del genere. Chiaro?”

 

“I-io… Non mi parli più, Draco! Cos’altro avrei dovuto pensare, scusa?!”

 

Draco scosse la testa.

 

“Pure tu non mi parli più, se è questo il problema!”

 

Hangie si staccò da lui.

 

“Non sei l’unico ad avere problemi, sai? Anzi, ti do una notizia che ti sbalordirà…non sei al centro del mondo, Draco Malfoy!”

 

Draco la guardò stupefatto.

 

“Ah, è così eh? E allora sai cosa ti dico? TIENITI PURE I TUOI PROBLEMI DENTRO, COSI’ POI TI FARANNO SCOPPIARE, E ALLORA, FORSE, SARAI PIU’ CONTENTA!”

 

“ABBASSA IL TONO! NON PUOI ALZARE LA VOCE CON ME, CHIARO?!”

 

Draco le si avvicinò, e la strinse forte fra le braccia.

 

“Perdonami, principessa. Non volevo urlarti contro a questo modo. Io non so…cosa diavolo mi sia preso…davvero!”

 

Hangie lo baciò.

 

“Angelica, cosa c’è che non va? Dimmelo. Io sono dalla tua parte, lo sai!”

 

Lei gli carezzò il viso.

 

“E io sono dalla tua! Parlami anche tu. Che hai?”

 

Draco sorrise.

 

“Beh…la cavalleria esige che sia sempre il ragazzo a dover fare il primo passo. Perciò…” scosse la testa “Io non volevo, Angelica. Mi devi credere! Mio padre mi ha scritto un biglietto, due sere fa…mi disse che ti avevano presa, e che dovevo farmi trovare al salice vicino al castello…”

 

“Ma io non sono stata catturata!”

 

Draco rise sarcasticamente.

 

“Infatti! Era una schifosa trappola…sai come sono fatti.”

 

Angelica si avvicinò.

 

“Cosa ti hanno detto, Draco?” gli mise un dito sotto al mento per guardarlo negli occhi “Ehi. Io ti amo, Draco. E lo sai benissimo. Qualsiasi cosa sia.”

 

Draco prese coraggio.

 

Alzò il braccio destro, e lentamente….lo scoprì…

 

 

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Capitolo 18
*** Segreti Svelati ***


Segreti svelati.

Angelica indietreggiò.

 

“No…non può essere, non ci credo…”

 

Draco riabbassò la manica, e tentò di avvicinarsi a lei.

 

“Angelica…aspetta…i-io ti posso…”

 

“Cosa?? Spiegare, forse? Come hai potuto cedere ai loro ricatti?!”

 

Draco si avvicinò, e lei invece si allontanò.

 

Ti prego, non odiarmi Angelica. Non lo sopporterei mai!

 

“Ti credevo veramente diverso, Draco! Io ti ho difeso, con loro…ho…perfino perso la memoria, per proteggere il nostro amore!”

 

Draco si fermò.

 

“E io ho perduto la mia libertà…per proteggere te!!”

 

La ragazza lo guardò.

 

“Cosa…che cosa hai detto?”

 

Draco si avvicinò.

 

“Hanno minacciato…anzi, per la precisione…tuo padre, ha minacciato di…ucciderti. ‘sebbene sia mia figlia, sono pronto a ucciderla, se tu non accetti la nostra condizione’. Questo ha detto. Io dovevo proteggerti, Angelica. Hai già sofferto abbastanza! Io non potevo permettere…che tu soffrissi ancora.”

 

Amore mio…

Angelica si avvicinò e lo strinse forte.

 

“Oh, Draco! Ma perché non me ne hai parlato subito? Perché te lo sei tenuto dentro?”

 

Lui scosse la testa.

E le carezzò dolcemente il viso.

 

“Non volevo perderti, amore mio. Temevo che…saputa la verità…tu…”

 

“Io non ti lascerò mai, Draco. Mai. Dovrebbero togliermi la vita!”

 

Sei così dolce… La mia piccola principessa…

Questa volta fu lui che la baciò.

 

“Mi hanno chiesto di…spiare Silente…per conto loro.”

 

Lei sospirò.

 

“Me lo sarei dovuto aspettare… Dovremo avvisare il Preside, Draco.”

 

Lui annuì.

 

“E tu? Che segreto hai?”

 

Angelica si allontanò. E gli diede le spalle.

 

“Beh…io… Ieri non sono stata con una Tassorosso giù in paese a studiare. Alla biblioteca ci sono andata, sì, ma…”

 

Sospirò e si voltò verso di lui.

 

“Ci sono stata coi nonni. Ho trovato un libro antico, in cui vi è scritto che…già una volta un potente mago oscuro fu sconfitto da uno della sua stessa famiglia, che…si infiltrò nelle schiere nemiche. E facendo la spia per conto della schiera a cui realmente apparteneva, quella del Bene…ne causò la distruzione. Del mago oscuro, intendo.”

 

E con questo…non intenderà mica…?

Draco capì al volo.

 

“È troppo rischioso, Angelica. E tu lo sai bene. Tuo padre non crederà un solo istante che tu ti voglia schierare dalla parte del Male, e dei suoi principi. È troppo furbo. Non ci cascherà mai!”

 

La giovane sospirò.

 

“Per questo devo provarci, Draco! Proprio perché lui non ci crederà mai. Vedi, non so ancora come, ma…son quasi certa che sarà proprio concedendogli il beneficio del dubbio…che la mia missione riuscirà.”

 

Mio padre pian piano si renderà debole…e potrò iniziare ad attaccare indisturbata le sue schiere.

 

Draco la guardò.

Quella determinazione nei suoi occhi…è un fuoco che brucia da tanto di quel tempo…

 

Sospirò rassegnato. Dopo si avvicinò e la abbracciò, guardandola dritta negli occhi.

 

“D’accordo, Hangy. Se tu sei sicura di riuscire, in questa impresa…io sarò al tuo fianco, sempre. E comunque.”

 

Hermione gli sorrise.

 

“Tu non sarai mai da solo, Draco. Ti amo.”

 

Lui sorrise.

 

“Ti amo anche io, Angelica. Tu sei il mio angelo, lo sai, vero?”

 

Lei annuì.

 

E si baciarono.

 

Draco la guardò sorridendo.

 

“Noi ce la faremo, vedrai. Il nostro amore ci darà la forza necessaria…per superare ogni ostacolo.”

 

“Già. Ma soltanto se noi ci crediamo fermamente…e con tutti noi stessi…riusciremo a farcela. Insieme. Per sempre.”

 

Lui la baciò sulla fronte.

 

“Per sempre.”

 

Hangie si gettò fra le sue braccia.

 

“Stringimi forte, amore mio.”

 

Lui sorrise e la circondò con le braccia, stringendola forte a sé.

 

“Non c’è bisogno neppure di dirlo!”

 

L’amore ti da forza! E tanto, tantissimo coraggio!

 

Hangie sospirò.

 

“Rientriamo? Che dici?”

 

Draco le prese la mano stringendola.

 

“Ma sì! Rientriamo, va.”

 

Il loro segreto era ormai svelato. E si spera solo che le cose vadano sempre bene, per i due innamorati….

 

 

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Capitolo 19
*** Tra Bene e Male ***


Tra bene e male.

Il giorno dopo…

 

“Miei prodi Mangiamorte. Finora il vostro lavoro è stato eccellente. Sono molto fiero di voi.”

 

Voldemort, alias Tom Riddle, si stava congratulando coi suoi seguaci nel Salone del Castello Nero. L’atmosfera nel gruppo era come al solito glaciale. L’aria era fredda, in quel castello intriso di tenebre e male. L’odore che si respirava in quella particolare stanza era di pura malvagità, di puro sadismo…

 

E l’apice era LUI.

 

“Come saprete, qualche giorno fa il figlio di Lucius è tornato al mio servizio. È pur vero che gli abbiamo teso una piccola, ed innocente, trappola…che lo abbiamo anche ricattato…ma fatto sta, che adesso abbiamo qualcuno che potrà spiare Silente da parte nostra. E farci sapere tutto ciò che fa.”

 

“Mi pare molto da te, studiare le mosse dell’avversario. Ottima strategia…papà.”

 

Una voce familiare.

 

Non è possibile…non può essere lei…

Tom si girò verso la porta del Salone.

 

Lì, in piedi stagliata contro la poca luce del Sole che filtrava attraverso il vetro della finestra…c’era…

 

Ange…Hangie!”

 

Hangie avanzò fra i Mangiamorte, guardandoli con rabbia.

 

“Vedo che non è cambiato granché. Tu stai sempre fisso in casa a…incitare i tuoi ‘guerrieri’, se così si possono chiamare.”

 

Lui sorrise.

 

“Mi pare la cosa più ovvia da fare, non credi? A cosa devo questa tua visita, mia cara figliola? Motivi particolari ti spingono a ritornare in un luogo che tu tanto odi?”

 

Lei si strinse nelle spalle.

 

“Oh, beh…sai…a scuola non ci insegnano granché, in quanto a difesa personale. Vorrei che tu mi facessi da maestro. Sei un Mago Oscuro, è vero. Ma sei pur sempre uno dei migliori, questo va ammesso.”

 

Tom annuì.

 

“Sono felice che tu me lo abbia chiesto. Lo faccio molto volentieri. E vedrai…che col tempo andremo d’accordo, figlia mia.”

 

Lei rise.

 

“Oh, certo! Come no.” si allontanò “Io vado nella mia stanza, se non ti dispiace.”

 

Lui scosse la testa.

 

“Nient’affatto. È tua. Lo sarà sempre.”

 

Angelica volse un altro sguardo al padre facendo un cenno col capo. Poi, con un sorriso di soddisfazione sul volto, si allontanò.

 

“Lucius. Vieni qui.”

 

Il Mangiamorte fidato si avvicinò al capo.

 

“Dimmi, Tom.”

 

Lui accennò col capo alla figlia appena uscita.

 

“Voglio essere sicuro che sia tornata davvero. I suoi poteri mi saranno molto utili. Prepara la Pozione dell’Abbandono. Io vedrò se più tardi mia figlia gradirà una tazza di the caldo…”

 

Lucius sorrise maligno.

 

“Molto bene. Sarà fatto, Tom.”, e si allontanò.

 

Un Mangiamorte intervenne.

 

“Ma…mio Signore. Scusi se mi permetto…”: era Peter Minus. Alias Codaliscia. “Angelica…vogli dire, Hangie…è-è pur sempre vostra figlia. La Pozione dell’Abbandono serve a far abbassare le difese, e…poter così eseguire la Maledizione Imperius…sulla persona che l’ha bevuta. Cosa vuole farle fare?”

 

Tom sorrise.

 

“Oh, non preoccuparti.” si fece serio “Io non farò mai del male ad Angelica. Io amo mia figlia. Le farò soltanto assumere un tipo di carattere più…consono, alle sue origini. Me la vedo già, mentre a scuola si atteggia a regina di tutta Hogwarts…o mentre parla ai suoi vecchi amici con malignità! E per quanto riguarda il suo grande amore per Draco, beh…diminuirà.”

 

Codaliscia avanzò.

 

“M-mi scusi ancora…m-mio Signore Oscuro…p-però la pozione non funzionerà affatto, sul cuore della ragazza. Amerà ugualmente Draco Malfoy.”

 

Tom rise.

 

“Lo so, Peter! Certo, lei lo amerà ancora. Ma sarà troppo presa da se stessa…per accorgersene.”

 

E…i suoi amici?”

 

“Harry e gli altri penseranno che Angelica sia davvero cattiva…e la abbandoneranno. Sì, so cosa stai per dirmi. Harry ha un carattere nobile e fiero, che non abbandona mai gli amici e coloro che ama. Però…lei è mia figlia. Non appena la vedrà comportarsi così…come odia me…odierà senz’altro anche lei.”

 

La sera stessa, Tom offrì a sua figlia una tazza di the caldo: lei lo bevve senza sospettare niente. Sapeva che suo padre era capace di mettere qualcosa nella tazza di una delle sue vittime, ma…era pur sempre suo padre.

Il suo vero obiettivo era tentare di recuperare il suo cuore. Così si fidò, e bevve.

 

Tom eseguì la Maledizione Imperius e le disse come avrebbe dovuto comportarsi. Uscì dalla stanza con la tazza vuota in mano…e guardò il fondo…improvvisamente, il cuore gli si strinse.

Non ci fece caso, e andò a letto.

 

Appena ebbe chiuso gli occhi…cadde in un sonno strano…quando aprì gli occhi, si trovò sdraiato su un prato.

 

Eccolo qui. Farabutto…bastardo…

 

Si alzò. E davanti a lui c’era…

 

“Macy?”

 

Lei lo guardò con odio e rabbia.

 

“Sì, Tom. Sono io. Ti ho portato qui con i miei poteri. Sei nel mondo degli Spiriti.”

 

Lui si guardò intorno.

 

A un tratto gli arrivò una specie di ondata che lo mandò a sbattere contro un albero lì vicino.

 

“COME CAZZO HAI POTUTO FARLO?! ANGELICA E’ TUA FIGLIA, TOM! TUA FIGLIA!! NON HAI AVUTO PIETA’ NEMMENO PER LEI!”

 

Tom non si alzò.

 

Macy, io…n-non … I poteri di nostra figlia sono fortissimi! Mi potrebbero servire per…”

 

“Per cosa? Eh?! Vincere la tua stupida guerra? Dillo, avanti!” lo guardò seria “Angelica è tua figlia. Tua figlia. Non puoi pretendere da lei ciò che non vuole essere!”

 

La donna era seria e decisa.

 

Tom si alzò.

 

“E va bene…va bene! Hai ragione, ok?! Le toglierò l’incantesimo…appena la vedrò.”

 

Lei scosse la testa.

 

“Non preoccuparti. Ho già avvisato Albus. Ci penserà lui a mia figlia.”

 

Finalmente Tom la guardò negli occhi, e vide uno sguardo che gli fece male al cuore.

 

“No. Ti prego Macy…non guardarmi così…”

 

“Così, come?”

 

“Questo è… Non lo sopporto! Lo leggo nei tuoi occhi…ti faccio schifo! E hai ragione, d’accordo?! Ma non guardarmi più così…”

 

Macy annuì.

 

“Va via, ora. Non ti voglio avere ancora davanti agli occhi.”

 

Tom tentò di avvicinarla.

 

“Macy, ascolta…”

 

“Vattene.”

 

“Mi manchi…” disse lui sincero “Dico sul serio! Non so andare avanti senza di te nel mio mondo…”

 

Lei pianse.

 

“Dovevi pensarci prima, Tom. Mi hai uccisa tu, non lo ricordi?”

 

“IO LO RIMPIANGO OGNI GIORNO!! TI AMAVO, MACY! E TI AMO ANCORA!”

 

“ANCHE IO TI AMAVO, TOM! MA SEI CAMBIATO!!”

 

“E ora? Non mi ami più? Eh?”

 

Macy lo guardò confusa.

 

“Non lo so…io non lo so, davvero. Ma credo…che sì, ti amo ancora.” chiuse gli occhi.

 

Dietro Tom apparve un varco magico.

 

La guardò.

 

“Macy…ti prego, aspetta un attimo. Non mandarmi via…non ancora…”

Tienimi con te, amore mio…non lasciarmi più andare via…

 

Lei scosse la testa.

Non posso tenerlo ancora qui...averlo davanti mi fa battere il cuore fortissimo…

 

Tom fu risucchiato lentamente da quel vortice.

 

“Macy, io ti amo! Sei libera di crederci oppure no…ma ti amo.”

 

Lei si avvicinò per afferrargli la mano, e, improvvisamente, fra le lacrime, lo baciò.

La mano di lui si posò sul viso di lei.

Un bacio dolce.

Poi lei gli sorrise come non faceva da tanto tempo.

 

“Lo so, Tommy. Credimi…lo so bene…”

 

E più rincuorato, e forse anche un po’ diverso, Tom Riddle sparì.

 

***

 

Angelica Riddle camminava per i corridoi di Hogwarts con passo sicuro, lanciando sguardi di sfida alle ragazze, e di seduzione ai ragazzi, che incrociava. Quella mattina era uscita per andare a scuola molto presto, e purtroppo suo padre non aveva fatto a tempo per toglierle l’incantesimo.

 

Harry si fermò.

 

“Angelica! Cosa stai facendo?”

 

Lei lo guardò dall’alto in basso, con superiorità.

 

“Non si vede? Cammino.”

 

“Ma…sei strana…”

 

Lei rise.

 

“Strana? Io faccio come mi pare, chiaro?”

 

Lui la guardò sbalordito.

 

Ma…ma cosa stai dicendo?? Fino a ieri, ciò che dicevo, per te contava molto!”

 

Lei gli rise in faccia.

 

“Non farmi ridere, Potter! Tu non vali un fico secco!”

 

Lo superò continuando a ridere.

 

Ma cosa…?

“Ehi. Ehi! Ti vuoi fermare un attimo, per favore?”

 

Lei non sembrava ascoltarlo, così lui affrettò il passo.

 

“Angelica!”

 

Le prese il polso, e la voltò…

 

Nel preciso istante in cui guardò dentro ai suoi occhi, la sua cicatrice bruciò. Si allontanò da lei.

 

“Ma che…che cosa ti è successo?”

 

In quel momento arrivarono tutti gli altri del gruppetto.

 

“Harry, che ti succede?”, gli chiese Ginny.

 

Poi guardò l’amica: era vestita in modo poco…ecco…diciamo non consono alle sue abitudini e ad una studentessa.

 

“Ma dico…Angelica, sei diventata matta? Come cavolo ti sei conciata?” si avvicinò “Dai, vieni. Non fare tanto la principessa, ora! Non l’hai mai fatta, non è da te!”

 

Ma Hangy la spinse via.

 

“Stammi alla larga, piccola Virginia.”

 

La rossa guardò l’amica stupita.

 

“Hangie, ma…cos’hai?”

 

“Non sembri tu!”, esclamò Ron girandole intorno: era stupefatto! “Angelica, ma perché sei così…cattiva, oggi? Tu non sei così!”

 

“Ciao, ragazzi! Che succede, qui?”

 

Ron andò verso l’amico.

 

“Draco…guarda Angelica. Ti sembra lei, per caso?!”

 

Angelica tirò fuori la bacchetta e gliela puntò addosso.

 

“Ehi! Bada a come parli alla Regina di Hogwarts.”

 

Ginny rise.

 

“La…Regina di Hogwarts? Ma che dici?”

 

Questa non è Angelica!

Draco le si avvicinò con un atroce sospetto.

 

Luna intervenne.

 

“Secondo me…non è lei. Deve essere senz’altro…sotto controllo.”

 

Draco la prese per le spalle.

 

“Guardami negli occhi, Angelica. Guardami negli occhi!”

 

Il suo sguardo lo fece indietreggiare.

No!

“Lurido bastardo!”

 

“Che succede? Che cos’ha, Draco?”, chiese preoccupato Harry.

 

“Tom ha…”

 

“Le ha propinato una Pozione dell’Abbandono.”, disse una voce anziana alle loro spalle.

 

“Professor Silente!”, esclamarono tutti in coro.

 

“Il Professor Piton vi ha già spiegato cos’è, quindi non perderò tempo a ripeterlo. Posso soltanto dire, che dopo la pozione ha effettuato su Angelica la Maledizione Imperius. E che ora lei…è sotto il suo pieno controllo.”

 

Harry strinse i pugni.

 

“Bastardo! Come ha potuto?! È pur sempre sua figlia! Dovrebbe amarla, no?”

 

Silente sorrise.

 

“Beh, la ama. A modo suo. Ma Tom, purtroppo, momentaneamente è più interessato ai poteri di Angelica…che al suo amore di figlia. La vede come un’arma. Contro di me. Te. E Hogwarts.”

 

Ron si avvicinò alla ragazza. E la strattonò.

 

“Angelica Riddle! Svegliati immediatamente! Non ti sei mai fatta mettere i piedi in testa da nessuno…non iniziare adesso!”

 

Luna si avvicinò.

 

“No, Ron…fermati! In questo modo non risolvi nulla. Angelica è intelligente, e sveglia. E soprattutto…molto più furba di tutti quanti noi. Vero, Angelica?”

 

La ragazza le fece un piccolo occhiolino.

 

Ginny scosse la testa e pianse.

 

“Oh, Angelica…cosa ti ha fatto quello stronzo? Amica mia…”

 

Ron abbracciò sua sorella.

 

Harry le si avvicinò e la abbracciò.

 

“Oh, ti prego Angelica…reagisci! Non permettere che tuo padre la abbia vinta…ti scongiuro…”

 

Ma…è Harry!

 

La mente di Angelica era rinchiusa dentro quella ‘cattiva’. E stava pian piano riemergendo. La pozione l’aveva fatta addormentare per un po’. Ma ora si stava risvegliando.

 

Cosa è successo? Ricordo soltanto mio padre…il the…che aveva un sapore stranamente dolce…

Un ‘fulmine’ le passò in testa.

Un momento! Cosa c’era in quel cazzo di the?!

 

“Il padre le avrà fatto credere che fosse dolce per via del dolcificante.”, disse Draco.

 

Silente notò lo sguardo della ragazza.

 

“Guardate i suoi occhi…la sua mente si sta risvegliando… Draco, provaci tu adesso. Sono più che sicuro…che la ‘risveglierai’ dalla trance in cui si trova la sua mente.”

 

Draco annuì. E la strinse forte.

 

“Principessa…mi senti, vero? Io so che la tua mente mi sente. Risvegliati, avanti. Reagisci! Ci siamo promessi di non cedere al loro potere, te lo ricordi?”

 

Draco…amore mio! Oddio, mi sento…così tanto stanca, e appesantita…perché??

 

I suoi occhi si chiusero…i ricordi vagarono alla sera prima: suo padre che le porge il the. Lei che sorrideva con aria di sfida, e lo beveva. E poi…prima di addormentarsi…il suo sguardo che cadeva per un secondo sulla tasca del mantello di suo padre…

E quella strana boccetta.

 

Cosa c’era scritto su quell’etichetta?!

 

Mise meglio a fuoco l’etichetta e…

 

Pozione dell’Abbandono.

 

Angelica sentì la rabbia montare dentro di lei come una marea incontrollabile!

 

Farabutto!!

 

Riaprì gli occhi…

 

Vide Draco…

 

Nessuna reazione iniziale.

 

D’improvviso…

 

Le labbra di lui sulle sue…dolcemente…

 

E la sua mente si liberò!

 

“Angelica!”

 

La ragazza pianse stringendosi fortissimo al ragazzo.

 

“Oh, amore…mi dispiace tantissimo! Non potevo immaginare che…”

 

Pianse e si allontanò.

 

“Io mi sono fidata, capisci?! Sapevo bene che era capace di cose del genere, m-ma…credevo fortemente che su di me…su me, che sono sua figlia…n-non lo facesse.”

 

Il suo pianto disperato fece avvicinare Harry.

 

“Tuo padre la pagherà cara.”

 

“Angelica. Se posso permettermi…vorrei spezzare una lancia a suo favore.” intervenne Silente “Tuo padre, a modo suo…un modo tutto particolare, a dire il vero…però, ti ama. Tanto. E ti vuole bene. Fidati delle mie parole. Io lo conoscevo anche prima di…”

 

Sospirò affranto.

 

Angelica sorrise e annuì.

 

“Lo so, le credo. Scusatemi, ma…ora devo andare là. Da sola.”

 

***

 

La finestra della camera da letto di Tom Riddle si spalancò, lui ancora nel suo letto.

 

“Ma cosa…?”

 

Angelica entrò con la scopa, e atterrò avvicinandosi con rabbia.

 

“COME CAZZO HAI POTUTO, PAPA’?! MI FIDAVO DI TE…CREDEVO CHE UNA COSA DEL GENERE SU DI ME NON L’AVRESTI MAI FATTA!” piangeva “Sono soltanto i miei poteri che ti interessano..? Sei mio padre…io…sono tua figlia…

 

Tom dimenticò completamente di essere Voldemort, e si alzò dal letto con uno scatto per avvicinarsi alla figlia: le si inchinò davanti tenendola per le spalle.

 

“No! Angel…Hangie. Scusa. Ascoltami, tesoro. Io ho una posizione particolare da mantenere, i miei seguaci contano su di me, mi devono vedere sempre rigido…e costante…mi capisci? Cioè…no, so perfettamente che non mi capisci. Tu non approvi per niente ciò che faccio. Ma perlomeno…ti prego…prova a capire…ti prego.”

 

L’espressione del giovane era di una tristezza, e una malinconia indecifrabili. Per un minuto i due restarono a guardarsi negli occhi, e Angelica percepì una grande solitudine, attraverso i suoi occhi….il suo sguardo era intriso di nostalgia…di rimpianti…la ragazza non riusciva a credere che quello fosse lo sguardo di suo padre....

 

Beh…tu sai perfettamente che sono in pieno disaccordo coi tuoi pensieri. La tua filosofia di vita è sbagliata, papà! Le persone, che siano Babbane, Mezzosangue, o Purosangue, meritano tutte di vivere tranquillamente, e in pace fra loro! Non siamo affatto diversi gli uni dagli altri, non lo riesci a capire? Non riesci a vederlo?!”

 

Tom sospirò.

 

“Hangie. Vedi, quello che tu non riesci a capire, è che se io, con l’aiuto dei Mangiamorte, non faccio qualcosa adesso, il nostro mondo cadrà in un baratro! Ciò che dici non ha logica, ascoltati! I Mezzosangue e i Babbani, non possono restare nel nostro mondo, loro non sono come noi.”

 

Hangie si staccò violentemente dal padre. La sua ira era ben leggibile nei suoi occhi, e nel suo viso improvvisamente colorato d’un rosso molto acceso.

 

“ANCHE NOI SIAMO MEZZOSANGUE, PAPA’!!! Te ne sei forse dimenticato? Tuo padre era un Babbano. E anche nonno Peter lo è. Persino mamma era Mezzosangue. Ma tu l’hai amata comunque, no?”

 

Tom strinse i pugni, mentre il suo cuore a un tratto faceva un enorme balzo, così grande che sarebbe potuto benissimo uscirgli dal petto…ma oramai sapeva controllare i suoi sentimenti.

 

“Amo ancora tua madre, Hangie. Lo so che ti sarà difficile crederlo…ma io…non ho mai smesso di amarla. E anzi, ti dirò una cosa. Neanche lei ha smesso di amare me.”

 

“Come fai a saperlo?! Sei un Veggente, per caso??”

 

“No. Lo so perché…io l’ho vista.”

 

Il cuore di Angelica spiccò un salto, un salto grandissimo ma leggero…

 

Tu…hai visto la mamma? Come…perché…dove, quando??”

 

“Questa notte. Tua madre mi ha portato coi suoi poteri nel Regno degli Spiriti. Ha visto ciò che avevo fatto…e mi ha portato lì per convincermi a sciogliere l’incantesimo. Credimi, rivederla è stato…non si può spiegare, figliola. Mamma è bella come sempre…ed è determinata, come lo è sempre stata d’altronde!”

 

Per Hangie fu come togliersi un peso dal cuore: sapere che sua madre, in fondo, non l’aveva persa per sempre, che lei era molto vicina, che poteva addirittura parlare con lei! Ma da una parte, fu anche un duro colpo…sua madre non l’aveva mai portata nel Regno degli Spiriti. Mai, in tutti quegli anni.

Sapere che era morta era sempre stato un dolore fortissimo e profondo, ma in fin dei conti era anche stato una sorta di fonte di coraggio, per la ragazza: in tutti quegli anni, se non altro, aveva sempre affrontato la vita essendo convinta che non avrebbe mai potuto sapere cosa ne pensava sua madre. Però, in quel momento, sapere che lei invece c’era, che l’aveva sempre vista anche nei momenti più duri e cupi, e che non l’aveva mai chiamata a sé nei sogni…anche pure per consigliarla…la faceva sentire peggio.

Come se l’avesse abbandonata.

 

Si sedette sul letto di suo padre, cercando di non pensarci.

 

Senti…piuttosto…i miei ricordi sono tutti presenti, ormai. Ma ce ne sono alcuni estremamente vaghi. Come, per esempio, la tua storia. Voglio dire, della tua infanzia e adolescenza so tutto. I miei ricordi si confondono dopo la notte…in cui Harry è sopravvissuto.”

 

Tom si sedette accanto a sua figlia.

 

“Bene. Quella notte pensavo di ucciderli tutti. Ma, come ben sai, è sopravvissuto un bambino. Quel pargoletto sembrava del tutto incolume ai miei immensi poteri. Provai di tutto, ma…sopravvisse.” sospirò “E alla fine, io mi ridussi allo stato vegetale. Non ero morto, no. Ma ero pressoché uno spirito. Errante, e senza pace. Ero condannato ad una vita dannata. Per anni mi sono rifugiato nelle fogne, o nei boschi, possedendo i corpi degli animali che trovavo nel mio cammino. L’animale più resistente è stato un serpente.”

 

A Hangie scappò una risatina.

 

Strano…

 

Anche Tom rise, mentre finiva di raccontare.

 

“Quel serpente visse 5 anni. Dopo quello, non trovai più nessun animale che durasse così a lungo. Il massimo era 1 anno, per gli animaletti che vivevano nel bosco. Pochi mesi per i topi che trovavo nelle fogne. Finché, e questo te lo dovresti ricordare, circa 4 anni orsono trovai l’unicorno nella Foresta Proibita. E possedei il professor Raptor.”

 

Hangie annuì.

 

“Ecco, sì…ora ricordo. Al mio 2° anno, tu t’impadronisti di Ginny…e riportasti in vita il Basilisco. Poi ci fu la fuga di Sirius. E l’anno scorso…

 

“L’anno scorso sono tornato. Dopo che io e Lucius…ecco…facemmo quel che abbiamo fatto…io per qualche tempo regnai ancora sui Mangiamorte, e sul Regno Magico in generale. Poi, da quella notte successe il fattaccio. Tua madre mi lasciò molto tempo prima che…ammazzassi i Potter.”

 

Hangie strinse i pugni: era pur vero che aveva chiesto lei a suo padre di raccontarle di nuovo le cose, ma lo aveva appena sentito nominare l’assassinio brutale e orrendo dei genitori del suo migliore amico…e questo era difficile da tollerare. Persino x lei.

 

“Tua madre…era la migliore amica di Lily. Lo sapevi?”

 

Hangie sorrise.

 

“Lo so. Io e Harry abbiamo scoperto delle fotografie, a casa di…” tacque x nn dire il nome di SiriusEhm…comunque, c’erano delle fotografie di loro due. Erano molto unite, vero?”

 

Fu il turno di Tom di sorridere.

 

“Erano come sorelle. Quelle due erano veramente inseparabili!” rise “Ti assicuro, che niente e nessuno riusciva a divederle! Alle volte discutevano. Ma mai una volta si sono divise.”

 

Era strana, come scena, a vederla da fuori: il terribile Voldemort, il Signore Oscuro temuto da tutti, appariva in quel momento come un giovane di 27 anni, come in realtà era. Nessuno si sarebbe mai aspettato di poterlo vedere mentre parlare tranquillo e sereno con sua figlia! In quella stanza, per la prima volta dopo anni e anni, finalmente si sentiva del calore.

 

Per Tom era una strana sensazione…

Non provavo calore umano da tanto di quel tempo… Mi ero dimenticato che fosse così bello, e così piacevole…

 

Anche per Hangie la situazione era piuttosto strana. Ma stava fin troppo bene.

Quante volte ho sognato un momento così…chiacchierare con mio padre tranquillamente…

 

Ma quel magico momento, purtroppo si ruppe presto! I due si alzarono quasi contemporaneamente, ricordando di essere, se non esattamente nemici, ma quantomeno avversari, in una guerra che ben presto si sarebbe avventata su di loro e sul Regno Magico. Perché ormai i loro rapporti sembravano essersi dissolti nell’aria. Angelica sperava sempre di riuscire a redimere suo padre…ma non era ancora il momento di pensarci.

 

Io…devo tornare al castello.”

 

Tom le porse la scopa posata contro il muro, e dopo che la figlia ci fu salita, le sorrise debolmente.

 

“Ci vediamo…Hangie.”

 

Quando la ragazza fu volata fuori dalla finestra, in direzione di Hogwarts, Tom guardò il cielo: il suo sguardo era tornato ad essere lo stesso di sempre…ma se si guardava da molto vicino, si poteva scorgere un piccolo velo…un velo di lacrime. Lacrime amare, ma dolci allo stesso tempo. 

Un giorno…quando questa maledetta guerra finirà…finalmente saremo una famiglia. Te lo prometto, Angelica. E tu, Mindy…io ti farò tornare in vita, te lo giuro! Saremo felici…come tanto tempo fa…

 

Almeno quella notte, il grande Mago Oscuro di tutti i tempi avrebbe lasciato da parte la parte più scura e dura del suo cuore, e si sarebbe lasciato cullare da sogni pieni di amore e dolcezza…

 

 

 

 

 

Note dell’autrice: Ciao a tutti quanti voi!!! Scusatemi se nn sono entrata in scena prima…ma finché mikybiki nn m’ha spiegato cme fare, nn sapevo cme scrivervi alla fine d un cap… ;-P

 

Ho notato ke ci sn solamente 3 recensioni… L questo mi è dispiaciuto molto…vi prego fatemi sap ke ne pensate…sennò poi nn so cme continuare…mikybiki è una grande amica, m’ha già dato i suoi suggerimenti…adesso tocca a voialtri!!! J fatemi sapere, datemi dei suggerimenti, o ditemi cosa nn vi piace e cs invece amate, di qsta ff! JJ

 

Ringrazio chi mi ha messo fra i preferiti:

 

-BabyBaffy;

-baby_birba;

-bluefly;

-bribry85;

-cla81;

-DANINO;

-dolce kikkina;

-excel sana;

-fandracofiction;

-flavia93;

-Hoshi_chan;

-Kukina;

-lady marty;

-lallina_89

-littledancer89;

-mikelina;

-Nika_Chan01

-pometina94;

-Tanny;

-titti6493;

-virgy_lycanthrope;

-_Vergessenes Kind_

 

E anke ai 2 ke mi seguono:

-mikybiky (ke ringrazio ancora d cuore x i suggerimenti e i consigli! J )

-liven (kiunque tu sia, grazie :D  )

 

Mi raccomando, tt voi, recensite!! Fatemi sapere sia critike ke commenti benevoli :D sn aperta a tt ;-)

Bacioni dalla vostra KINDERBUENA89 J

 

 

 

 

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Capitolo 20
*** Un incontro imprevisto ... ***


Un incontro imprevisto…

Angelica, invece, passò tutta la notte a pensare a lei…a sua madre. Al perché non l’aveva mai chiamata nel Regno degli Spiriti. Del perché si fosse allontanata, sebbene potesse starle vicino. Non riusciva a trovare risposta. Per tutto il giorno seguente questi pensieri arrovellarono la sua mente: la ragazza si sentiva come una stanza con le finestre spalancate, impossibilitate a richiudersi, e attraverso le quali entrava dell’aria fredda, più che fredda, gelata…

L’abbandono è un sentimento troppo forte da descrivere, e purtroppo è anche uno dei più cupi e negativi che esistano. E per una come Angelica, provare un sentimento così…

 

“Ehi. Hangie, che hai oggi?”

 

La ragazza non sentì neanche il suo ragazzo che la chiamava.

 

“Angelica? Ehi…tutto bene, tesoro?”

 

Finalmente, dopo quasi 15 ore a pensare sempre le stesse cose, il flusso dei suoi pensieri fu interrotto dalla Sua voce. L’unica voce che probabilmente aveva la possibilità d’inserirsi nella rete fitta dei pensieri dalla giovane.

La voce di Draco.

 

“Cosa? Sì…sto bene…non ti preoccupare, amore.”

 

“Dalla tua faccia non si direbbe!”, le disse Ginevra avvicinandosi.

 

Si avvicinarono anche Ron e Harry, assieme a Luna, e il primo dei 3 si mise a girare intorno all’amica, come se fosse quasi la reincarnazione di un avvoltoio.

 

“Ron, che…? Ronald Weasley! Cosa diavolo stai facendo??”

 

Il ragazzo si fermò a guardarla negli occhi.

 

“Abbiamo fatto 6 ore, dico…6 ore!!, di lezioni. E tu, non hai prestato attenzione neanche ad UNA! Non hai neppure preso gli appunti! Non è da te!! Né da Hermione Granger…né da Angelica Riddle. Ci DEVE essere qualcosa che non va!!”

 

Il gruppetto scoppiò a ridere! Ma il colpo era stato sferrato, ed Angelica non poteva ( e non voleva) più fingere con loro che tutto fosse come prima, che non ci fosse qualcosa che non andava.

Uscirono fuori, andando sotto il loro albero, il loro preferito per la pace che dava inspiegabilmente ogni volta che ci si avvicinavano, e la ragazza spiegò come si sentiva, e cosa era successo la notte prima da suo padre.

 

“Capite? Mamma poteva portarmi da lei in qualsiasi istante…poteva vedermi…parlarmi…darmi dei consigli…o che so io!! E invece lei non l’hai mai fatto! Mi ha…abbandonata.”

 

Harry scosse la testa.

 

“Non penso sia così. Anche io, saputo da Silente che i miei sono nel Regno degli Spiriti, e che potevano chiamarmi…vedermi…e parlarmi…in qualsiasi istante…non l’hanno mai fatto, beh, mi sono sentito ferito. Molto. Poi ho capito che, se non l’hanno fatto, è perché probabilmente ancora non era tempo di farlo.”

 

Angelica sospirò.

 

“Bè, Harry…io non sono forte come te. Cioè…sì, probabilmente penserete che per sopportare quello che ho sopportato io per 15 anni, forte lo sono eccome! Sì. È vero anche questo. Ma io ho bisogno di parlare con mia madre! Ci sono troppe cose in ballo, e io non ho idea di come affrontarle! Lei DEVE aiutarmi. È uno dei suoi doveri di madre.” Si alzò “E se lei non mi chiama a sé, bè…a questo punto sarò IO ad andare nel Regno degli Spiriti.”

 

Il gruppetto gli andò dietro, preoccupato.

 

Cosa…e come pensi di andare nel Regno degli Spiriti? Eh?” le chiese Ginny “Angelica, sto parlando con te? Mi dici come hai intenzione di entrarci??”

 

Lei si voltò.

 

“Fra non molto avrete la risposta, Ginevra.”

 

Il gruppetto proseguì a passo svelto, rientrando nel castello e affrettando sempre di più il passo: gli studenti, i fantasmi, e tutti gli abitanti che si trovavano nel castello, li guardava con espressione fra l’interrogativo, chiedendosi il motivo di tanta fretta, e anche un po’ indifferente, perché in fondo non interessava a molti quello che Potter e il suo gruppetto facevano, ormai.

Arrivarono fino al piano dove c’era…

 

“Silente??” esclamò Harry “Vuoi chiedere a Silente di mandarti nel Regno degli Spiriti?? Hermione…cioè, Angelica…oh, insomma, sai benissimo che non accetterà mai!”

 

Angelica rise.

 

“Silente non mi può proprio rifiutare una cosa di questo genere! Anche perché sono sicura che lui SA che mia madre era molto più vicina di quanto io credessi. E non me lo ha detto. È in grosso debito con me…

 

Toc toc.

 

“Entrate. Angelica, non devi credere che tua madre non abbia voluto vederti, o parlarti. La faccenda ha una spiegazione.”

 

Silente era sempre così: non aspettava neanche che la gente entrasse, salutasse, e si accomodasse, semplicemente lui iniziava a parlare dal momento in cui qualcuno bussava alla porta! (salvo quando parlava, spessissimo, da solo!).

 

“Ecco. Allora me lo spieghi, per piacere.”

 

“Angelica. Tua madre avrebbe voluto chiamarti nel Regno degli Spiriti, praticamente ogni singola notte della tua vita, da quando se n’è andata! Ma la ragione ha prevalso sul suo istinto materno, e lei ha preferito aspettare un po’. Che fossi più grande. Perché in quel caso avresti potuto capire meglio molte cose.” Sorrise

Non ti rifiuterò di poter andare da lei. Ma non sarai tu ad andare da lei, sarà tua madre stessa a portarti da lei. Adesso sei grande abbastanza per affrontare questo viaggio. E per riuscire a parlare con lei con la ragione degna della tua età.”

 

Ron guardò Silente incantato.

 

Wow… Beh, Angelica, allora stanotte rivedrai tua madre! Da…quanti anni è che non…?”

 

“Tanti…12 anni per l’esattezza. Però…” guardò gli altri “Io non so… Beh, non la vedo da molto… Professore. Non è che gli altri potrebbero venire con me? Solo stavolta…

 

Silente sorrise.

 

Beh…credo che sia una domanda più che lecita, Angelica. Non ci sono problemi.”

 

I ragazzi si alzarono, e uscirono in silenzio. Per tutto il tragitto verso la Sala Grande, nessuno di loro disse una parola. Quel silenzio era così intenso, che faceva paura…infatti, quando passarono di fronte agli insegnanti, loro li guardarono stupefatti. Non si era mai visto quel gruppo in silenzio. E la cosa lasciava alquanto stupiti.

 

“Hangie.”

 

Harry finalmente ruppe il ghiaccio mentre salivano per le scale. Anche gli altri si fermarono.

.

“Sì, Harry?”

 

Ecco…tu sei veramente sicura…voglio dire…vuoi davvero che noi veniamo con te, stanotte? È tua madre. Non la vedi da quando avevi 3 anni. Non vuoi restare da sola con lei?”

 

Lei scosse la testa.

 

“Non stavolta. Ancora non me la sento…non me la sento proprio…so che è mia madre, ma non la vedo da troppo tempo…

 

Luna le sorrise.

 

“Ci saremo noi, Angie. Tranquilla.”

 

A mezzanotte, il gruppetto era riunito nella Sala Comune dei Grifondoro, quando a un tratto si aprì un varco, un varco temporale, lo riconobbero immediatamente. E da quel varco venne fuori una specie di serpente fatto di particelle d’aria…che li circondò…e li strinse come in un cappio…e con una forza straordinaria li trascinò dentro al vortice…

 

“Oh mamma…oh mamma…oh mamma!!!”

 

“Ron!” gridò Draco “Calmati, non è niente!!”

 

Viaggiarono per almeno 10 minuti, fino a che il serpente li posò delicatamente per terra, slegandoli dal ‘cappio’, e ritirandosi dentro al vortice, che si richiuse. Nel momento esatto in cui il rumore del vortice sparì, una voce parlò:

 

Angelica…

 

La ragazza riconobbe a pelle quella voce dolce e lieve…la stessa voce che le cantava la ninna nanna per farla addormentare…e che cantava con lei le canzoncine da bambini. La stessa voce che, in quel momento esatto, le aprì una voragine dentro…e le lacrime le inondarono il viso…

 

Mamma…

 

E la vide: era a pochi metri da loro…da lei… Le sue gambe, senza che lei le controllasse, iniziarono a correre.

 

“Mamma!!”

 

E si lanciarono fra le braccia della donna, che la accolse e la strinse forte a sé. Un abbraccio di gioia e dolore, di pianto e risate, un abbraccio pieno d’amore e di nostalgia, di due persone che erano state strappate l’una dall’altra in modo violento e ingiusto, e che adesso finalmente potevano riabbracciarsi.

 

“Oh, bambina mia, quanto mi sei mancata…

 

“Anche tu!! Mamma…

 

La donna la scostò, e asciugò le lacrime a se stessa e alla ragazza.

 

“Oddio, ma quanto sei cresciuta! Sei diventata bellissima…veramente stupenda. Silente e i nonni, mi hanno raccontato tutto quello che hai fatto, sai? E anche io ho visto qualcosina, da qui. Lo so che ce l’hai con me, Angelica.”

 

La ragazza sospirò.

 

“Non ce l’ho con te, mamma. È solo che…io vorrei… Perché, se potevi portarmi qua e parlarmi, e vedermi, non lo hai fatto? Voglio dire, in 15 anni non l’hai mai fatto…

 

Macy sorrise.

 

“Angelica. Non potevo chiamarti. Vedi, qui funziona in un certo modo. Nel Regno degli Spiriti, quando arrivi non hai nessun genere di potere. Neanche il più piccolo. Devi superare delle prove, una specie di gara a livelli. Ti spiego meglio.

Quando arrivi, vieni subito portato nella Zona Bianca. È una zona dove vivono gli spiriti per i primi tempi. Mentre sei lì, devi superare delle prove, appunto, per poter passare alla Zona Verde. E lì, riacquisisci qualche potere. Passando nella Zona Gialla, i tuoi poteri, quelli che avevi in vita, ti sono tutti restituiti. E dopodiché entri qui, nella Zona Rossa. Dove hai dei poteri in più, dati dal Consiglio. Non posso spiegarti in cosa consistono le prove, perché ogni volta che passi alla Zona successiva, le tue memorie vengono rimosse.”

 

Il racconto che le fece sua madre, la affascinò molto. E fece restare a bocca aperta anche il resto del gruppetto, rimasto lì dove il vortice l’aveva fatto atterrare. A quel punto, era giunto il momento delle presentazioni.

 

“Voglio che tu conosca i miei amici. Venite.” i 5 si avvicinarono “Ecco. Loro sono Ginevra e Ronald Weasley.”

 

“Piacere di conoscerla.”, disse Ron.

 

“Molto piacere!”, disse Ginny.

 

“Oh, piacere mio ragazzi. Conoscevo i vostri genitori. Hanno frequentato la mia scuola. Erano un paio d’anni sopra di me. Ehi, ma tu…” disse a Luna “Assomigli tanto a una ragazza con cui avevo stretto amicizia. Era di Corvonero.”

 

Susie…era mia madre. Sono Lunatica Lovegood. Luna, per gli amici. Mio padre mi ha parlato, di lei, sa? Per me è un vero piacere conoscerla, signora Macy.”

 

Macy sorrise.

 

“Oh, chiamatemi Macy, per favore! E così tu sei la figlia di Susie? Ah, l’avessi vista…siete identiche! Due gocce d’acqua!”

 

“Grazie!”

 

Angelica sorrise, e prese la mano di Harry.

 

Lui…è il mio migliore amico. È…

 

“So chi sei.” Macy gli strinse vigorosamente la mano “Io ti devo ringraziare, Harry Potter. So che non è dipeso da te, ma comunque lo hai fermato.”

 

“Beh, non del tutto.”

 

“Sono onorata di fare la tua conoscenza, credimi.”

 

Lui sorrise amichevolmente.

 

“Anche io sono molto contento, di conoscerla. Hermione…Angelica, cioè…è la mia migliore amica. Mi ha parlato molto di lei. Ho visto le vostre foto, e…bè, sono contento di conoscerla, ecco.”

 

Mentre lui parlava, Angelica si era spostata, ed era andata a prendere la mano del biondino di nostra conoscenza. Lui le sorrise, e i due avanzarono verso Macy.

 

“Mamma. Ti presento Draco Malfoy. Noi due stiamo insieme, e…

 

Macy sorrise, e gli strinse la mano.

 

“Sono onorato di fare la sua conoscenza, Macy. Mi creda, Angelica mi ha parlato così tanto di lei, che mi sembra di conoscerla da sempre!”

 

“E io sono felicissima di conoscere te, Draco. Io so cosa avete passato. So tutto quanto. Ciò che tuo padre vi ha fatto, è stato veramente orrendo. E visto che siamo qui… Non sarebbe compito mio, ma sento di doverlo fare. Ti prego di accettare le mie scuse da parte di Tom. Anzi…Voldemort. È stato veramente malvagio! Non credevo che potesse arrivare a tanto. Fare una cosa così orrenda a sua figlia…a carne della sua carne… Non lo pensavo possibile, perché per lui il sangue è sempre stato importante, e ero convinta che al sangue del suo sangue avrebbe portato rispetto.”

 

Draco scosse la testa.

 

“Non è sua la colpa. Purtroppo mio padre, e il padre di Angelica, ormai non possono fare a mano di fare del male al mondo. Il male si è mischiato così tanto al loro sangue…che temo di non poterli vedere in modo diverso da ciò che sono adesso.”

 

La donna, assieme al gruppetto, dimenticò per un po’ certi discorsi troppo tristi, e si fecero una lunga e piacevolissima passeggiata per tutta la Zona Rossa: era un posto veramente incantato! Immensi prati verdi…cavalli che galoppavano liberi allo stato brado…le aquile e i falchi che volavano tranquilli nel cielo… La temperatura era piuttosto mite, calda con qualche folata di vento leggero, con le foglie che si alzavano dall’erba, o si staccavano dai rami, per andare a svolazzare intorno alle persone, portando un senso di contatto profondo con la Madre Natura! E le persone! In quel posto si respiravano serenità e felicità, non c’era la benché minima traccia di tristezza, malinconia, né altri sentimenti negativi e cupi.

Il gruppetto si fermò sotto un Salice Piangente, un albero estremamente particolare: era alto, ma non come tutti i Salici, il suo tronco era forte, resistente, i rami grandi, tanto che una persona ci si poteva anche sdraiare tranquillamente e dormirci! E le foglie! Le foglie si stagliavano dai rami, fino a ricadere come una cascata, toccando terra, e creando uno spiazzo enorme fra loro e il tronco.

Si fermarono lì a fare un piccolo picnic. Lì era giorno, ed era giusto l’ora di pranzo; continuarono a ridere e scherzare, a parlare delle lezioni a scuola, dei problemi di tutti i giorni…cose del tutto normali e allegre!

 

Angelica, però, dopo un po’ si ritirò su uno dei rami più grandi dell’albero, e vi si sedette appoggiandosi al tronco. I suoi amici al principio non si preoccuparono, ma quando videro che la ragazza non scendeva, e anzi la sentirono sospirare tristemente più d’una volta, allora si alzarono. Harry e Draco addirittura salirono per avvicinarsi un po’ di più alla ragazza, all’amica.

 

Angie. Che hai?”

 

Draco le si sedette accanto.

 

No…tranquillo, niente. Non ho proprio niente…

 

“Angelica. Non mi puoi mentire, lo sai. Io lo sento quando mi stai dicendo una menzogna. Dimmi la verità.”

 

Harry sorrise.

 

“Due galeoni per i tuoi pensieri.”

 

“Due galeoni?” rise “Harry, non penso che i miei pensieri, in questo momento, valgano così tanto!”

 

Ron, Ginny, Luna, e Macy, salirono per raggiungere gli altri tre: Luna e Ginny si sedettero sul ramo vicino, Ron si appoggiò al tronco, vicino alle due ragazze, e la madre della ragazza si sedette sullo stesso ramo della ragazza, seduta di fronte alla figlia.

 

“Stai pensando a lui, non è vero? A quello che ha fatto.”

 

Angelica sospirò, e annuì.

 

Come… Perché mi ha fatto una cosa del genere? Lo so che è un Mago Oscuro, e che il suo unico scopo nella vita è di seminare il panico, e il male, per il regno magico. Sono a conoscenza delle sue idee. Ma…sono sua figlia!! Questo per lui non conta niente?!?! Per quanto malvagi si possa essere…come si può fare una cosa così alla propria figlia?”

 

“Papà non è stato così sempre. Avresti dovuto vederlo, a scuola! Era un ragazzo…era straordinario! Era Cercatore nella squadra dei Serpeverde. Era un fenomeno a volare! E a scuola era un vero genio! Beh…ovviamente eravamo in concorrenza, all’inizio. Né a lui né a me, piaceva avere un rivale. Non ambivamo ad essere i primi a tutti i costi, ma soltanto ci dava fastidio che ci fosse qualcuno bravo quanto noi.”

 

“Un po’ come te, prima di ricordare chi sei in realtà.” disse Ron “Mamma mia! Non ho mai conosciuto nessuno più studioso di te! Era una specie di ossessione!”

 

La ragazza rise.

 

“Già! Lo ricordo fin troppo bene! Avevo il terrore di non essere all’altezza di Hogwarts…

“Cosa è successo, dopo?” chiese Luna.

 

Macy sorrise.

 

“Beh, piano piano iniziammo a conoscerci. E senza accorgercene, diventammo grandi amici. Più ci frequentavamo, più ci volevamo bene. E poi, beh…come accade in questi casi…ci innamorammo. Passavamo le giornate insieme, senza lasciarci neanche un attimo. Ricordo quanto ero triste quando dovevo tornare nel dormitorio! Non ero del tutto me stessa, quando mi separavo da lui…

 

“Perché il mio cuore restava con la ragazza che amavo.”

 

Quella voce, la Sua voce, li fece tutti sobbalzare sia dalla paura, che dalla sorpresa. Sapevano bene che con un paio d’Incantisimi, si poteva arrivare nel Regno degli Spiriti. Ma non si aspettavano di vederci Tom Riddle.

Si affrettarono a saltare giù dal Salice.

 

“Tom!”

 

“Quando tornavo giù nei Sotterranei, io praticamente nemmeno dormivo. Perché pensavo a te. Sempre. Ogni singolo istante in cui ero lontano da te, tu occupavi sempre i miei pensieri. Non riuscivo a vivere, lontano da te. Eri diventata la mia linfa vitale, Macy. Io ti amavo così tanto…ti amo così tanto! Non ho mai smesso di amarti, mai!”

 

Prima che la giovane donna potesse rispondere, Tom salutò i sei ragazzi intorno a lei.

 

“Signorine. Ronald.”

 

Luna, Ginevra, e Ron, lo guardarono con odio, ma non poterono evitare di usare un minimo di civiltà e rispondere con un cenno del capo.

 

Draco. È sempre un piacere rivederti. A tuo padre, e a noi tutti, manchi molto.”

 

Draco sbuffò.

 

“Oh, certo! Immagino quanto possa mancare a mio padre…

 

“Harry.”

 

“Tom.”

 

Lo sguardo che si lanciarono i due, emanava un’intensità che avrebbe potuto benissimo tagliare l’aria…un’occhiata affilata più d’un coltello. L’atmosfera che aleggiava nella Zona, fortunatamente non fu intaccata dalla presenza di Lord Voldemort.

 

Angie. Sono felic, sai? Finalmente siamo tutti e tre insieme. Riuniti, come dovrebbe essere. Come una vera…

 

“Non ti azzardare! Noi non siamo affatto una famiglia! Tu la mamma me l’hai uccisa…davanti agli occhi… Avevo solamente tre anni, papà!! Come hai potuto?! E vogliamo parlare di ciò che mi hai fatto?! Abbiamo chiarito, è vero. Ma io ancora non riesco ad accettarlo. Non riesco…a capire.”

 

Quando le lacrime iniziarono a solcarle il viso, Tom si avvicinò fulmineo a lei, come la sera prima, inginocchiandosi davanti, e con le dita asciugandole le lacrime.

 

No…shh, non piangere, bambina mia. Mi dispiace! Sul serio! Perdonami, figliola…so d’aver compiuto un gesto abominevole! Io non avrei mai dovuto farti bere quel the. Fino all’ultimo secondo ero incerto, sulla porta, pensando a che orrenda cosa stavo per farti! Ma poi…l’ho fatta. Scusami.”

 

Angelica non seppe com’era stato possibile, ma si ritrovò ad abbracciare suo padre. Lord Voldemort, in quel momento, non era più Lord Voldemort. Era Tom Riddle. E stava stringendo forte sua figlia, la stava consolando, le stava chiedendo perdono, si stava comportando come dovrebbe comportarsi un vero padre.

Nel vederli così, abbracciati, Macy non poté fare a meno di piangere dalla commozione: quante volte aveva sognato, o anche solo immaginato, una scena così! E quante volte, poi, i suoi sogni, le sue speranze, di poterla vedere, si erano dissolti in aria.

 

Tom si alzò, per guardarla.

 

“Oh, Macy…ti scongiuro, non piangere.”

 

Provò ad abbracciarla, ma lei indietreggiò, allontanandosi da lui.

 

“No. Tom… Non sai quante volte ho sperato di vedere una scena del genere! Tu…e tua figlia…nostra figlia…che vi abbracciate in modo sincero…come padre e figlia… E adesso che lo vedo…vorrei tanto che non fosse mai accaduto!”

 

“Come..? Perché?”

 

“Perché adesso starò peggio che mai! Perché so che non succederà più. Fra non molto tempo, tu farai la guerra a Hogwarts. Io l’ho visto. Ho dato uno sguardo nel futuro. Ho visto…distruzione…violenza…tanto, tanto male…e morte! E ne sarai TU il fautore! Non ti fermerà niente, Tom. Niente e nessuno…

 

Quelle parole, per Angelica, furono il colpo al cuore più grande della giornata. In quell’abbraccio, la giovane ragazza aveva visto un sacco di speranze…un sacco di possibilità…e l’opportunità di poter cambiare le cose. Aveva visto sua madre tornare fra i vivi, loro due, e suo padre, che finalmente diventavano una famiglia… Tutti sogni distrutti da quelle parole.

L’impatto fu fortissimo, tanto che le sue gambe cedettero, e la ragazza cadde in ginocchio a terra. Non sentì dolore. Perché il dolore più grande, quello che aveva dentro, in quel momento la rendeva immune agli altri dolori.

E pianse…gettò fuori tutta la sua disperazione…la sua tristezza…

 

“Angelica!”, gridarono.

 

No…no, perché…perché???!!!! Perché deve andare così?!?!” guardò suo padre chino davanti a lei “Che differenza c’è?! Eh?! Prova a guardarti intorno, papà. Qui ci sono anche Mezzosangue. Osservali bene. Attentamente. Che differenze vedi, fra te e loro?!?! Eh?! Non ci sono differenze, papà!! Lo vuoi capire??”

 

Tom ascoltò le parole di sua figlia, ma non riusciva ad accettare ciò che gli stava dicendo. Si limitò a sospirare, e a guardarla negli occhi inginocchiandosi di nuovo di fronte a lei.

 

“Ti prego…ti supplico, calmati. Non piangere così… Oh, bambina mia…cosa non darei per poterti vedere sorridere di nuovo!”

 

Macy abbracciò sua figlia, tranquillizzandola.

 

“Shh. Bimba, tranquilla. Andrà tutto bene. Vedrai che non accadrà niente. Il futuro può cambiare.” Le sorrise guardandola “Te lo ricordi? Ti dissi, una volta, che siamo noi a costruirci il nostro futuro. Non gli altri.”

 

Ma…ma papà distruggerà tutto ciò per cui vivo! Distruggerà Hogwarts…ucciderà le persone a cui voglio bene…il mio mondo! Come faccio a stare tranquilla??” lo guardò “A te resterà il tuo stupido mondo di Purosangue. E a me?? Che cosa resterà, a me?? Papà…per cosa vivrò, io…se tu distruggerai tutto quanto?”

 

Il suo discorso lo spiazzò totalmente. All’improvviso, tutte le cose per cui aveva lottato in tanti anni, tutto il piano che aveva tirato su per distruggere tutto, per creare il Suo mondo ideale, stavano lentamente dissolvendosi…stavano per esser distrutti pian piano dalle parole di una ragazza. Di sua figlia.

 

Io…

 

“Quando poco fa mi hai abbracciata…io ho visto tutto. Tutto quello che ho sempre desiderato, in fondo al mio cuore. Hogwarts salva. I miei amici, e tutte le persone che amo, finalmente fuori pericolo. E poi…noi tre. Io, te, e mamma, finalmente insieme. Come una vera famiglia. E ho sentito di volerlo, questo futuro! Di volerlo con tutta me stessa…!”

 

I ragazzi non sapevano bene cosa dire. A parte Harry e Draco: quest’ultimo andò da Angelica, la tirò su, e la strinse forte a sé. E Harry, invece, si avvicinò a Tom. Era la prima volta che Harry Potter e Lord Voldemort erano così vicini, e non avevano in mano la loro bacchetta, per combattere.

 

“Voglio soltanto dirti una cosa. Hai fatto molte cose orrende, in tanti anni. Ma non è mai troppo tardi, Tom. Le cose possono sempre cambiare. Le persone, posso sempre cambiare. Non è tardi, neanche per te. Pensaci bene. Ormai il mondo è cambiato. Ed essere un Mezzosangue, non significa non essere degni di studiare la Magia. Non hai visto, in passato? I matrimoni fra Purosangue e Babbani, sono stati il mezzo per salvare la Magia. Se non ci fossero stati, molto probabilmente non ci sarebbero rimasti più Maghi. E a quest’ora il Mondo della Magia si starebbe dissolvendo.”

 

“Mio padre…” intervenne Ron con coraggio “Dice sempre, che se non esistessero i Mezzosangue, anche noi Maghi Purosangue saremmo quasi estinti.”

 

Ginevra, fra lo stupore di tutti, e di Tom stesso, si avvicinò a lui. E sorrise.

 

“Io lo so, che in realtà sei diverso. Lo so che il tuo cuore non ha smesso di battere. O di amare. Quando ci siamo scritti sul tuo diario, ho capito che tu in realtà non hai mai smesso di credere nel Bene. Soltanto, che il Male ha sopravalso. Ma non è tardi!”

 

Persino Luna intervenne:

 

“Io sono convinta…che una seconda chance vada data a tutti quanti. Buoni e Cattivi. Anzi. Specialmente ai Cattivi. Perché non c’è nessuno che nasca cattivo. Tutti nascono buoni. E il Bene, nel cuore, resta sempre. Nel più profondo di noi stessi, il Bene c’è. Sempre, e comunque.”

 

“Ha ragione Luna.” disse Draco “Ma è mai possibile che tu, e anche mio padre, non riusciate proprio a cambiare? Io penso che ci sia una possibilità…

 

Tom rimase spiazzato: lui e quel gruppo erano sempre stati nemici…o meglio, con Harry nemici, e con gli altri (eccetto Angie, e anche Draco) non c’aveva mai neanche parlato, prima! Perché adesso, invece, sì?!

Alché…parlò Lei.

 

“Tom. Questi ragazzi…hanno ragione. Perfettamente ragione. E tu, dentro di te, lo sai. Non ha senso la guerra che stai facendo da anni! Non lo capisci? Se non ci fossimo ‘mischiati’, diciamo così, coi Mezzosangue…saremmo estinti. È stata la cosa migliore da fare. E tu, ormai, dovresti rassegnarti all’idea. E mettere fine a questo ciclo di violenza.”

 

Tom Riddle era stato veramente messo ko. Tutto ciò che gli restava da fare, era tornare a casa sua…e pensarci sul serio. Pensare se aveva davvero senso continuare…o se la cosa migliore da fare era metter fine a tutto.

Prima di andarsene, però, s’inginocchiò ancora una volta davanti a sua figlia. Le posò una mano sul viso e le sistemò i capelli dietro l’orecchio, dopo averle asciugato le lacrime.

 

“Bambina mia…ti prometto che…farò avverare il tuo sogno. Saremo una famiglia.”

 

“È una promessa?”

 

Lui sorrise e annuì. E Angelica lo abbracciò di slancio, senza pensarci troppo.

 

“Grazie, papà.”

 

Tom si alzò, e salutò con un cenno della mano il gruppetto di ragazzi, che stavolta ricambiò il saluto più amichevolmente. Erano speranzosi. Speravano che Lord Voldemort cambiasse. Che fosse Tom Riddle che alla fine avrebbe sopravvaluto.

Dopodiché si avvicinò a Macy e, senza che lei potesse indietreggiare e sfuggirgli, la afferrò, la strinse a sé, e la baciò con amore e passione. Erano anni che non si baciavano così. Anche Macy cedette e lo baciò con trasporto.

Poi le prese il viso fra le mani, e rise felice.

 

“Staremo insieme. Di nuovo.”

 

Lei pianse.

 

“Mi avevi giurato che niente e nessuno, ci avrebbe MAI divisi! Hai permesso al male d’insinuarsi dentro di te…di portarti via da me e di…non amarmi più… Perché mi hai fatto questo, tesoro mio? Perché mi hai uccisa? Io…io lo sai come sono fatta! Ti dissi che ti odiavo, ma…non era vero! Tu mi conosci meglio di qualsiasi cosa…avresti dovuto accorgerti che stavo mentendo…

 

Lui le baciò i capelli, versando lacrime. Lord Voldemort stava PIANGENDO.

 

“Amore mio…perdonami…ti prego, perdonami… Me ne sono reso conto dopo, l’ho capito dopo…in quel momento non so cosa mi sia preso, io…io non mi controllavo! È stato un incidente, un terribile incidente! Da quel giorno, io…non ho più dormito. E non ho fatto che sognare quella scena…tutte le notti…e piangere… Mi manchi così tanto, Macy…

 

Macy lo guardò dritto negli occhi.

 

“Fermati. Te ne prego, fermati, fino a che sei in tempo! Non voglio vederti morire…non sopporterei di vederti morire, sarebbe un dolore…troppo grande! Torna da me…

 

Lui la baciò di nuovo.

 

“Tornerò.”

 

Si allontanò da lei, le loro mani però non si lasciarono fino a che l’Incantesimo che aveva fatto per essere lì non svanì. Le loro mani si strinsero fin all’ultimo momento…e anche quando lui sparì, fu come se quelle due mani fossero rimaste l’una dentro l’altra.

Macy salutò Angelica, e gli altri 5, che dovevano tornare nel mondo dei vivi.

 

“Angelica. Ricorda sempre di non lasciarti mai dividere da chi ami. La strada per redimere tuo padre, e per farlo tornare da noi, non è a fine, purtroppo! Ci sarà da fare molto. E nel frattempo lui, e soprattutto Lucius Malfoy, tenteranno di tutto per dividervi. Tu e lui siete fatti l’uno per l’altro. Io lo so. Non lasciatevi dividere. Mai.

 

I ragazzi tornarono nel Regno dei Vivi.

E quella notte, Angelica finalmente non sognò più suo padre avvolto da una luce oscura: sognò lei, lui, e sua madre, insieme. Tutti e tre assieme come una vera famiglia. E l’ultimo pensiero che formulò fu:

 

ti riporterò a casa, papà. Dovessi esaurire tutte le mie forze…saremo una vera famiglia. Come è giusto che sia.

 

 

 

 

 

 

Note dell’autrice: Salve a voi, lettori e lettrici! Finalmente sono riuscita a scrivere, e a postare, un nuovo cap! io spero sul serio che vi piaccia!! Forse non mi è venuto bn cm gli altri…ma ce la sto mettendo tta! Intanto voi datemi suggerimenti! RECENSITE!!!! VI PREGO!!! Ke siano critike, o meno, RECENSITE!! JJ

 

Premetto ke le notizie sulla gioventù di Tom Riddle, le ho pensate sul momento. Perdonatemi, se non vi dovessero piacere LL L

 

Ringrazio ancora d cuore ki m’ha aggiunto tra i preferiti!! E anke fra i seguiti!!! GRAZIEEE!!!!!!!! J

 

Bacioni la vostra KinderBuena89!! J

 

 

 

 

 

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Capitolo 21
*** Assedio ***


Assedio.

La notte di Angelica passò nel migliore dei modi: i suoi sogni non furono turbati da niente, e da nessuno. Era forse la prima volta dopo tanti giorni che riusciva a dormire e sognare, senza che ansia o tristezza le affollassero la mente.

Purtroppo per lei, però, le cose stavano per peggiorare…e se ne sarebbe accorta molto presto!

 

Hogwarts era immersa nel caos abituale della mattina: gli studenti correvano di qua e di là, si scontravano su e giù per le scale, chi aveva scordato i libri, chi saltava le lezioni. E nel mezzo i professori, chi usciva per fare compere perché non aveva lezione, e chi invece le aveva, e si avviava alla propria classe.

 

“Hangie! Oddio, mi devi aiutare!”

 

“Che c’è, Ginny?”

 

La rossina era agitatissima.

 

“Non ho studiato per Ruf!! Non so come fare! Ho pensato di saltare le lezioni, ma…sarei da sola tutto il giorno…”

 

Hangie sospirò.

 

“Ok. Ora calmati, Virginia. Ehi, ragazzi!”

 

La giovane rintracciò fra la folla pure gli altri membri del gruppetto.

 

“Sì, amore?”

 

“Riportate i libri. Oggi saltiamo le lezioni. Ci concediamo un giorno di svago, per conto nostro.”

 

Il volto di Ron si accese, e non se lo fece ripetere due volte: fece dietro front, e corse su nel dormitorio, seguito a ruota da Harry, e dietro ancora Luna e Draco. Quando tornarono, il gruppetto si nascose dietro l’enorme statua all’ingresso e, appena i professori furono tutti fuori vista…sgattaiolarono fuori, dirigendosi a Hogsmeade!

 

“Bene! cosa volete fare, ragazzi?”

 

Luna si strinse nelle spalle.

 

“Hai proposto tu di sgamare. Dicci tu dove ti piacerebbe andare, noi ti seguiamo a ruota!”

 

Hangie ci pensò su un paio di minuti.

 

Beh…non saprei! Che ne dite di un giro per negozi…e poi a Diagon Alley?”

 

La proposta fu accettata da tutti: il gruppetto passò tutta la mattinata per i negozi, i ragazzi aspettarono al pub a chiacchierare di Quidditch e altre cose da maschi; le tre ragazze, invece, passarono da un negozio all’altro, provando vestiti e facendosi foto, ma senza alla fine comprarne manco uno! Una mattinata molto divertente!!!

Nel pomeriggio, toccò a Diagon Alley: prima di tutto, passarono alla Gringott per verificare alcune cose, ognuno controllando che tutto fosse a posto nel proprio conto bancario; dopodiché andarono a trovare il signor Ollivander.

E come ciliegina sulla torta: a casa dei nonni di Angelica.

 

“Angelica, cara! Oh, che sorpresa!”

 

“Ciao, nonna!!”

 

Peter si alzò dal divano, e fece accomodare il gruppetto.

 

“Venite, entrate pure! Qui siete sempre i benvenuti, tutti voi! Allora, abbiamo ricevuto la tua lettera.”

 

Cindy si sedette sul bracciolo accanto a sua nipote.

 

“Come sta?”

 

“Oh, la mamma sta benone! È…bellissima! Proprio come la ricordavano i miei occhi da bambina! E anche meglio!! Poi, come vi ho detto, è arrivato papà. Ed era…diverso.”

 

Cindy sorrise.

 

“Quando ho letto cosa ha detto, e che ti ha abbracciata…il modo in cui lo hai scritto fa trapelare tutta la sua sincerità! E mi sono commossa! Mi ha ricordato tanto il Tom Riddle di una volta…

 

Beh…” intervenne Peter “Se davvero è così…allora io sono felice per te, e per tua madre. Ma ricorda, bambina. Presta sempre molta attenzione.”

 

“Certo, nonno. Grazie.”

 

Il resto del pomeriggio lo passarono dai Mendel: Cindy preparò una gustosa torta al cocco, e dopodiché restarono anche a cena, perdendosi in risate e scherzi! Era stata una giornata meravigliosa!! Si erano divertiti tantissimo!

E quando pensavano che il pomeriggio fosse il più bello di quel periodo…una sorpresa ancora più bella…dalla porta dell’ingresso entrò Macy!!!!!

 

“Mamma. Papà. Sono a casa!”

 

I due si fiondarono verso la figlia, la abbracciarono fortissimo, e scoppiarono in un pianto di gioia che non si frenava più!! Anche Angelica corse ad abbracciare sua madre, al colmo dell’euforia!!

 

Ma…com’è possibile??”

 

“Mi hanno concesso di tornare in vita. In realtà, avrei dovuto tornare in vita fra 2 mesi. Vedete, lassù i benefici non sono chiari nemmeno a me. Ma non tutti possono tornare in vita. Penso che solamente gli Spiriti d’Oro possano farlo.”

 

Ron la guardò curioso.

 

“Che cosa sono gli Spiriti d’Oro?”

 

“Nel Regno degli Spiriti, esiste una sorta di piramide gerarchica. Alla base ci sono gli Spiriti di Marmo, a seguire gli Spiriti di Bronzo e di Ferro, gli Spiriti d’Argento, e infine gli Spiriti d’Oro. A seconda del comportamento che uno Spirito tiene durante la sua ‘vita’ nel Regno, può salire di un grado. Quando si arriva nel Regno, per i primi 5 anni siamo Spiriti di Marmo, e dopodiché si viene promossi al livello superiore.”

 

“E in che modo, esattamente, avviene il passaggio?”, chiese Harry.

 

“Beh, ve l’ho detto. A seconda del tuo comportamento. In parole povere, più mantieni un comportamento ligio alle regole, includendo anche certe azioni, più in fretta sali di grado. Perché non basta essere sempre corretti e dar retta alle regole, devi pure renderti utile nella comunità del Regno. E così facendo, riesci a conquistare le simpatie del Regno, e far sì che gli altri ti riconoscano il diritto di passare al ‘livello successivo’.”

 

Il racconto aveva lasciato tutti senza fiato, persino i signori Mendel. Benché Cindy fosse una Strega, certi dettagli non li conosceva neanche lei. L’unico Mago a conoscere tutto, era Albus Silente.

Dopo che ebbero ascoltato il racconto, passarono a discorsi più ‘leggeri’.

Fu veramente una giornata straordinaria!!!

Ma purtroppo, è risaputo che ad ogni momento di pura felicità e spensieratezza…ne corrisponde uno di pura tristezza, orrendo per la maggior parte delle volte. E questo lo fu veramente…

Peter era in cucina, ad aggiustare manualmente il lavandino (voleva rendersi utile senza la Magia di sua moglie!), quando a un tratto entrò volando una Strillettera.

 

“Cindy! Macy! Ragazzi!”

 

Le due donne, con al seguito i sei ragazzi, accorsero in cucina, chi fermandosi sulla porta, chi invece entrando direttamente in cucina. La Strillettera veniva dalla Scuola. E la voce di Silente…diede loro la notizia più orribile dell’ultimo periodo:

 

Hogwarts è sotto assedio.

Angelica, tuo padre ha attaccato il castello con un esercito di almeno un milione fra Mangiamorte, Troll, e altre Creature Magiche. Fra non molto saremo fatti tutti prigionieri.

Ho spedito, dietro alla Strillettera, le tue cose, e quelle dei tuoi 5 amici.

Andate via immediatamente! Non tornate a scuola. Non tornate nel Dormitorio. E non voglio assolutamente che entriate dalla Torre Nord. Spero di esser stato chiaro.

 

Silente

 

Quelle parole furono, per Angelica, un vero pugno allo stomaco.

 

Non…non può essere…” si voltò “Mamma, non… Papà aveva promesso che sarebbe tornato da noi! Che saremmo stati una vera famiglia! E ora…?”

 

Macy si avvicinò a sua figlia, già in preda a ira e lacrime.

 

“Tesoro. Ehi. Ascoltami bene. Sono sicura che tuo padre non è del tutto in sé. Vedrai, ci sarà una spiegazione. Ora, tu resta qui ok? Io andrò là, e…

 

“No. Ah, no! Pretendo che questa cosa me la spieghi di persona. Deve guardarmi negli occhi…e darmi le sue ragioni. Ma dubito fortemente che siano minimamente valide.”

 

Cindy uscì, tornando con un barattolo.

 

“Prendete la Metro Polvere. Secondo camino a destra. È quello dei Tre Manici di Scopa.”

 

Harry, Draco, Luna, e anche Ginny, presero una manciata senza pensarci due volte. L’unico ancora indeciso era, come al solito, Ron. Li guardò per dire qualcosa…ma poi sospirò, prese una manciata di Polvere Magica, e seguì gli altri.

La prima ad andare fu Macy.

Angelica.

Harry.

Draco.

Luna.

Ginny.

E infine Ron.

Cindy e Peter presero la scopa di Cindy, per non intasare troppo la Metro Polvere.

 

Il castello era avvolto nel più completo silenzio. Intorno vi regnava soltanto silenzio e buio. Le fiaccole erano quasi del tutto spente, la loro luce era molto fioca. L’atmosfera di allegria e vitalità che trasmetteva tutti i giorni, sembrava essersi dissolta come per incanto. E come se non bastasse, era freddo. I fiori nei vasi della Sala Grande erano gelati. E questo poteva significare solamente una cosa…c’erano in giro dei Dissennatori.

Si avviarono verso i Dormitori sotterranei, così da poter risalire fino alla Torre Nord, usando le gallerie sotterranee.

 

“Oh mamma…” sussurrò Ron “Dove sono finiti tutti quanti?”

 

“Molto probabilmente saranno già tutti prigionieri.”, rispose Draco “Solitamente non ci mettono molto a creare delle prigioni.”

 

Hangie assentì.

 

“Per lo più utilizzano gabbie. Gabbie enormi. Dove fanno entrare un gruppetto di persone, e chiudono i lucchetti con l’incantesimo più potente che conoscono. È così che agiscono i Mangiamorte. Sono veramente crudeli. Senza pietà. Ma questo non c’è bisogno che ve lo dica, già lo sapete.”

 

A far loro luce, le loro 7 bacchette, tutte accese. Macy era a capo della fila indiana, con al seguito Angelica, Harry, Draco, Virginia, Luna, e Ron a chiudere. Il rosso, che stranamente negli ultimi dieci minuti non aveva fatto altro che imprecare per la paura, pareva molto più calmo, e più determinato ad andare fino in fondo alla loro missione. Erano ormai entrati nelle gallerie sotterranee.

 

“Se Tom ha fatto del male a qualcuno, io giuro che…

 

“Harry.” lo riprese Ginny “Questa è una cosa che riguarda, ancor prima di te, Angelica. Quindi queste minacce evitale, per il momento.”

 

“Hai ragione, scusa amore.”

 

Hangie sorrise.

 

Ginny, Harry. Inutile discutere su questo. La rabbia è giusto che sia mia quanto vostra. Mio padre non sta facendo del male soltanto a me. Ehi!” si fermò “Fermatevi. Vedo due luci, laggiù! Ma sono piccolissime…

 

“Sono due bacchette…”, sussurrò Luna.

 

Harry si girò.

 

“Presto! Spegnete le bacchette!”

 

7 “nox” sussurrati, e le 7 piccole luci che li guidavano si spensero. Le altre due, invece, proseguivano spedite verso di loro, e si avvicinavano sempre di più. Tutti e 7 erano pronti con le bacchette ben salde nella mano destra, in caso di necessità avrebbero sparato il primo incantesimo che veniva loro in mente.

Ma quando le due lucette furono praticamente a 1 cm da loro…e tutti e 7 stavano per sparare un incantesimo…una voce familiare fermò la mano sia di Macy che di Harry.

 

“Non vorrai attaccare la tua migliore amica?”

 

Le 7 bacchette si riaccesero, una dopo l’altra…

 

“Non ci credo…Lily!!”

 

Le due si abbracciarono, parlando a bassa voce, ma quando Macy si scansò…

 

Harry…

 

“Mamma. Papà.”

 

Fu l’abbraccio più bello del secolo!! I tre Potter di nuovo insieme! Harry era al pieno della gioia. In cuor suo sapeva che, in una situazione del genere, avrebbe dovuto preoccuparsi prima di tutto a Hogwarts…ma la sua felicità era così grande!! Erano i suoi genitori! E lui non li vedeva da 14 anni!!

Ma la realtà tornò presto a bussare, e il gruppetto solito, con i due nuovi componenti, Lily e James che chiudevano la fila, ripresero la marcia per la galleria.

 

“Angelica. Abbiamo saputo tutto quanto.” sussurrò James “Conoscevo tuo padre. Alle volte, quando capitava, ci scambiavo qualche parola. Nei suoi giorni ‘migliori’. Ricordo che era un tipo molto intelligente. Estremamente sveglio. Se non si fosse diretto verso il Male, sarebbe diventato uno dei più grandi Auror del suo tempo!”

 

Lily annuì.

 

“Oh, sì! Tom è sempre stato molto furbo. Ti posso assicurare, che avendo visto il vostro incontro, e avendo captato tutta la sua sincerità…sicuramente una spiegazione ci sarà. Ne sono convinta.”

 

Beh…me la dovrà dare direttamente. Non me ne andrò fino a che non mi darà la sua motivazione per questo gesto orrendo e, oserei dire, spropositato. E senza senso!”

 

Si fermarono dentro una sorta di grossa scavata nella galleria. Più che una grotta, una specie di rientro. Era già un’ora che camminavano senza fermarsi. Avevano bisogno di 10 minuti di riposo.

 

“Qualcuno ha un’idea?”, chiese Ron “Non possiamo certamente andare avanti a camminare così…senza meta! Qualcosa dobbiamo farla. Ma cosa..?”

 

Draco camminava su e giù.

 

Beh…forse potremmo usare un incantesimo, per capire dov’è esattamente Tom. E dove si trova il resto dell’esercito.”

 

“Bella idea!” disse Ginny “Ma poi?”

 

Angelica si alzò di scatto dalla roccia su cui era seduta.

 

“Io ho un’idea sul ‘dopo’! Ci dividiamo. E prendiamo l’aspetto dei Mangiamorte. Uno dopo l’altro. Arriviamo loro davanti. E nei primi secondi che saranno sicuramente spiazzati…li Schiantiamo.”

 

Harry assentì.

 

“Ottima idea! Perlomeno mettiamo fuori gioco i Mangiamorte. Saranno sicuramente un terzo dell’esercito…

 

“Bene. Mi pare che un buon piano ce lo abbiamo.” disse Luna “Mettiamo fuori combattimento i Mangiamorte. E poi ci occupiamo dei 3 o 4 Troll che si è portato dietro.”

 

Macy era d’accordo.

 

“Io, Lily, e James, ci occuperemo dei Giganti. Voi siete perfettamente in grado di occuparvi di Mangiamorte e Troll da soli. Poi ci ritroviamo nella Torre Nord. Nella Stanza Rossa. È la prima a destra delle scale.”

 

“Sì.” disse James “Mi pare un buon piano.”

 

“Puoi scommetterci che lo è, Ramoso.”

 

Dall’ombra apparsero due uomini, sorridenti nonostante la situazione. Erano Sirius e Remus.

 

“Ragazzi! Che bello rivedervi!”

 

I tre si abbracciarono fraternamente.

 

“Ragazzi. Io e Sirius ci occupiamo dei Dissennatori a guardia del Castello. Ce ne sono 10.”

 

Gli altri si trovarono d’accordo con loro.

 

“A dopo!”

 

Il gruppo si divise: Sirius e Remus si avviarono verso l’esterno del castello; Lily, Macy, e James, dopo aver eseguito un incantesimo per individuare i Giganti, si Smaterializzarono; Harry, Draco, e Ron, dopo aver individuato i Mangiamorte assieme alle ragazze, si affrettarono a raggiungerli per eseguire il piano; le tre ragazze andarono insieme.

Il piano era iniziato, la loro missione era di metter fuori gioco più esercito possibile, per poi, arrivati a Tom, avere più possibilità di riuscire a liberare il castello.

Il piano prese un’ora buona: alla fine si ritrovarono tutti nel posto concordato. Gli ultimi a rientrare furono Sirius e Remus.

 

Remus aveva un’aria soddisfatta.

 

“I Dissennatori sono fuori gioco. Abbiamo creato un incantesimo abbastanza potente, indirizzandoli verso una zona dove loro sperano di trovare delle persone a cui sottrarre energia positiva.”

 

“Quegli idioti ci sono cascati come pere!”, rise Sirius.

 

“I Giganti erano 4. Tutti ko.” disse Macy “Non ci daranno fastidio per almeno un paio d’ore.”

 

James e Lily assentirono.

 

“Dobbiamo soltanto trovare il ‘punto centrale’ dell’esercito, in tempo prima che si risveglino.” disse lui.

 

“Per il momento, comunque, siamo coperti.”, disse lei.

 

Le ragazze fecero rapporto prima dei ragazzi.

 

“Abbiamo messo fuori gioco un bel po’ di Mangiamorte. Io 5.”

 

“Io 4. Niente di più semplice.”, disse Luna.

 

“Io ne ho fatti fuori soltanto 3.” disse Ginny “C’ho messo di più perché uno di loro s’era insospettito, ha sentito un rumore. Ma poi è andato tutto liscio.”

 

La missione era giunta a buon punto.

 

“Adesso.” Sirius tirò fuori la bacchetta “Dobbiamo vedere dov’è Tom col resto dei suoi seguaci.”

 

L’incantesimo funzionò immediatamente: Tom si trovava nella Torre Est. E lì, con lui, dovevano esserci almeno un terzo dei suoi seguaci. Non era niente di così difficile.

 

“Bene. E ora cosa facciamo?”, chiese Ron.

 

Angelica saltò giù dal tavolino su cui era seduta, e mettendo la bacchetta nella tasca posteriore dei jeans, si avviò alla porta.

 

“Semplice. Andiamo da lui.”

 

E aprì la porta della stanza.

 

 

 

 

 

Eccomi qua!!! Mi disp d’aver tardato così tanto!! Ero a fare degli esami a Roma!! xDDD

Ma appena tornata ho iniziato a scrivere qst 20° cap, e l’ho immediatamente postato!! J spero tanto ke vi piaccia!!! Mi raccomando, se volete RECENSITE!!! JJ

Vostra kinderbuena89

 

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Capitolo 22
*** Finale . ***


Finale…

“Hangie, ti vuoi fermare?!”

 

Draco le afferrò il polso, costringendola a fermare la sua marcia, e a voltarsi.

 

“Che c’è??” disse la ragazza, scocciata.

 

“Angelica, ragiona! Cosa credi di fare? Eh? Vuoi andare lì, in mezzo a un terzo dell’esercito di tuo padre, e sperare che non ti venga fatto nessun male! Ma ti rendi conto che non sarai al sicuro??”

 

Angelica sbuffò.

 

“Tu mi conosci bene, Draco. Sai perfettamente che non mi fanno paura. Nessuno di loro. Che tirino pure fuori le loro bacchette…o che provino ad attaccarmi…sono certa che non una singola persona, o Creatura Magica, oserà neanche sfiorare la figlia di Lord Voldemort. Non ho ragione, mamma?”

 

“Perfettamente.” rispose Macy “Come figlia di Voldemort, ci si aspetta che, in un modo o nell’altro, Angelica gli succeda. Non le sarà fatto del male.”

 

James sospirò.

 

Beh…detto questo, cosa stiamo aspettando? Andiamo.”

 

Il gruppo riprese la marcia verso la Torre Est, attraversando senza alcun timore i corridoi del castello. Sapevano che il resto dell’esercito non si sarebbe mosso da dove si trovava. Il loro obiettivo era, prima di tutto, proteggere il loro Signore Oscuro. E, seconda di poi, controllare che i prigionieri non facessero scherzi.

 

Nella Torre Est…

Cinque Grosse gabbie erano state costruite con la magia, ed ora erano sospese in aria: in una c’erano esclusivamente i professori; nelle altre 4, c’erano i membri dell’Ordine della Fenice, incluso Silente. Gli studenti, inclusi i prefetti, erano stati legati al muro con grosse catene, estremamente resistenti, che soltanto un incantesimo scagliato da un mago potente avrebbe potuto spezzare. Ma Silente, l’unico in quella stanza in grado di farlo, ovviamente, non aveva la bacchetta. Tutte le bacchette erano state confiscate, e messe in un grosso recipiente.

 

Albus Silente, e tutta Hogwarts, sono miei prigionieri. Finalmente nelle mie mani. Non trovate che sia un giorno grandioso?”

 

Lord Voldemort camminava lento, con le braccia dietro la schiena, passando da gabbia a gabbia, e controllando anche le catene degli studenti, sebbene sapesse che era impossibile che qualcuno di loro le rompesse.

Nessuno di loro era forte come lui (tranne Silente).

 

“Mio signore…

 

Lucius Malfoy, come al solito, era sempre in prima fila.

 

“Le volevo far sapere che condivido a pieno la sua allegria, per la riuscita del nostro piano. Tutti sono sotto il nostro controllo. Abbiamo Hogwarts in pugno. Molto presto avremo anche l’interno Regno Magico ai nostri piedi.”

 

Tom era particolarmente pessimista, su questo aspetto.

 

“Mio caro Lucius…ho qualche dubbio, ancora. Temo che la missione prenderà molto più tempo del previsto…

 

Una voce giunse dalle gabbie.

 

“Tom. Quello che stai facendo non porterà a niente.”

 

Il giovane scoppiò a ridere.

 

“Mi chiedevo quanto ci avresti messo a parlare, Albus!” lo guardò “E quindi, secondo te, sto facendo tutto questo per niente?”

 

“Esattamente. Ma quello che mi sfugge, come d’altronde mi è sempre sfuggito, è…perché stai facendo tutto questo, Tom?”

 

“Sì, spiegalo anche a me...papà.”

 

Le cose stavano così: Tom Riddle, all’apice del suo potere, fece un patto con il capo del Regno Infernale, perché lo aiutasse a mantenere il potere. Il patto era che Mortimer (questo il suo nome) avrebbe mandato le Forze Infernali verso Tom, con un incanto potente, che le avrebbe fatte entrare dentro Tom.

Ma il Signore Oscuro, dopo che nel Regno degli Spiriti aveva capito che la cosa più importante era la sua famiglia, si recò da Mortimer, scindendo il loro ‘contratto’; il furbo capo degli Inferi, però, diventato molto avido, e sperando in una parte del potere che Tom avrebbe ottenuto, aveva mandato le Forze Infernali…ancora una volta…dentro Tom.

Ma sentendo la voce di sua figlia…qualcosa si smosse…

 

Angelica si avvicinò a suo padre.

 

“Voglio che mi guardi negli occhi. E che tu mi dica, perché hai rinunciato alla nostra famiglia. Mi avevi promesso che avresti rinunciato a questa guerra. Che saresti tornato da me…da noi. Guardami dritto negli occhi, papà. E dammi una spiegazione.”

 

L’emozione piacevole che Tom provò al suono della voce di sua figlia, fu inghiottita purtroppo dalle Forze Infernali che erano dentro di lui!

 

“Io? Darti una spiegazione? E perché? Tu sei mia figlia, non c’è bisogno che tu abbia una spiegazione, perché un giorno tu mi succederai. Un giorno, il mondo che sto costruendo sarà tuo. E tu ne sarai il capo.”

 

Angelica non capiva, suo padre sembrava esser tornato il cattivone della situazione. Come anni fa.

 

“Ma col cavolo! Mi spieghi cosa ti è successo??”

 

Macy si staccò dal gruppetto solito, e si avvicinò a sua figlia, per poi proseguire verso di lui.

 

“Tom.”

 

Questa volta, la scossa dentro al ragazzo fu molto più forte: un conto era la voce della figlia…un contro era la voce della ragazza che amava…e le stesse Forze Infernali a stento riuscivano ora a controllare il suo corpo.

 

Macy..?”

 

“Sì, Tom.” sorrise lei “Ti prego, cosa ti sta succedendo? Avevi fatto una promessa. Io speravo tanto che…tu parlassi sul serio… Io e Angelica ti aspettiamo da tanto tempo…

 

Il corpo di Tom era in lotta, una lotta che all’esterno nessuno poteva vedere…perché era interna. Era il cuore, che stava lottando per liberarsi dalla nebbia fitta che lo attorniava, la nebbia delle Forze Infernali.

E mentre lui stava affrontando l’inizio di questa lotta, James, Sirius, Remus, e Lily, stavano formulando incantesimi non verbali, restituendo le bacchette ai professori nella gabbia.

 

“Hangie.”

 

“Sì, Draco?”

 

“Le gabbie. Non riusciamo ad aprire il lucchetto. L’unico che può farlo è tuo padre.”

 

“O Silente.” disse Harry “Silente è l’unico, a parte Tom, che può riuscire a spezzare l’incantesimo dei lucchetti.”

 

Ginny le si avvicinò.

 

“Anche quello delle catene è troppo forte, per noi!”

 

In quel momento, un paio di Mangiamorte attaccarono i genitori di Harry: iniziò il combattimento fra i quattro, e poi uno dopo l’altro anche Sirius, Remus, e i professori. La loro, era l’unica gabbia che Harry, grazie al suo immenso potere, era riuscito ad aprire.

Le altre 3, e le catene che tenevano prigioniera il resto di Hogwarts, nessuno di loro era riuscito ancora a aprirle.

 

“Hangie. Tu e Harry potreste unire i vostri poteri.” intervenne Luna “Sono certa che riuscirete ad aprire i lucchetti rimanenti.”

 

I due amici si guardarono.

 

“Harry?”

 

“Proviamo.”

 

Tom era ancora intento a lottare contro se stesso per riuscire a fermarli. E i suoi seguaci che erano con lui, erano nel pieno della battaglia contro i membri adulti del gruppetto, e i professori.

 

“BOMBARDA!!!”, gridarono i due in coro.

 

Una dopo l’altra, le tre gabbie finalmente si aprirono, i membri dell’Ordine ripresero le bacchette con l’Incantesimo d’Appello, e dopo toccò agli studenti che, liberati dalle loro catene, corsero a prendere le proprie, per poi unirsi alla battaglia o, sotto ordine dei Prefetti e dei Caposcuola, andarsi a rifugiare dietro le rocce più grandi. Alcuni studenti erano troppo inesperti per combattere.

 

“WOW!” esclamò Ron “Perfetto!! Adesso Hogwarts è di nuovo libera, fantastico!”

 

Ma per Angelica non era ancora tutto perfetto. Le mancava da portare a termine la sua missione più importante: far rinsavire finalmente suo padre. E non era la sola che doveva affrontare suo padre: anche Draco Malfoy, ora davanti a suo padre, faccia a faccia, era pronto a fronteggiarlo.

 

“Ti sei ridotto male, Draco.”

 

“Sono messo molto meglio di te…padre.”

 

“Potevi essere un grande Mago Oscuro. Un eccellente Mangiamorte. Se non fosse stato per lei.” indicò Hangie “È stata lei a farti il lavaggio del cervello. Mi fai soltanto pena. Un figlio come te, è molto meglio perderlo.”

 

Le parole di Lucius ferirono molto suo figlio: tutto ciò che aveva fatto, da bambino, era stato fatto per compiacere lui, suo padre, e per renderlo fiero di lui…

Poi, Angelica era entrata nella sua vita, rischiarando il buio nel quale era avvolto. La ragazza era stata la sua salvezza, il loro amore la luce che lo aveva portato fuori dalla strada del Male.

 

“Draco è molto più uomo di lei, signor Malfoy.”, lo difese la ragazza.

 

Poi guardò suo padre.

 

“Papà. Cessa l’attacco…ti prego…basta con questa stupida guerra! Basta con la violenza, e il sangue! Tutto ciò che stai facendo, e che hai fatto, e che vuoi fare…non porterà a nulla!! Ti rendi conto che hai sprecato la tua vita intera, per niente?!? Perché non mi guardi negli occhi??”

 

Prima che Tom rispondesse, si avvicinò Macy. La donna aveva percepito, appena entrata nella Torre, che qualcosa in Tom decisamente non andava. Gli si mise davanti, e lo guardò negli occhi…e capì.

 

“Tuo padre non può risponderti, Angelica. Non è in sé.” sbuffò “Tom. Ti sei fatto incastrare da Mortimer!! Lo sai perfettamente che non è il tipo da accettare una rescissione di contratto!”

 

Harry la guardò con l’espressione di chi non capiva di cosa lei stesse parlando.

 

Scusi…chi è Mortimer?”

 

Prima che Macy glielo spiegasse, la precedette nella spiegazione Silente: il Preside di Hogwarts spiegò loro tutto ciò che concerneva il patto che Mortimer e Tom avevano fatto, in cosa consisteva, etc…

I ragazzi, al contrario degli adulti che già qualcosa lo sapevano, ne restarono completamente stupefatti.

 

Oh…mamma!” esclamò Ron “Ma…questo è orribile!”

 

“Oh, sì. Ci puoi scommettere!”, rispose Luna.

 

Ginny guardò Macy.

 

“È arrivato a tanto…pur di mantenere il potere?”

 

“Il potere è tutto ciò che ha sempre cercato.”, disse Harry “Beh…almeno da quando si è volto al Male, intendo.”

 

“Il Signore Oscuro non cederà mai. Noi abbiamo l’obiettivo di regnare sul Mondo della Magia. E ci riusciremo! Dico bene, mi signore?”, chiese Lucius.

 

Ma Tom Riddle non lo ascoltava.

 

Papà…non dargliela vinta…ti prego!!” Hangie si avvicinò

 

Sirius la fermò.

 

“Non ti avvicinare troppo, Angelica. Può essere pericoloso.”

 

Sirius intende dire, che tuo padre sta lottando per uscirne.” disse Remus “Stargli troppo vicino, adesso, potrebbe metterti in serio pericolo. Devi fare attenzione.”

 

“Può farcela. Ce l’ha fatta l’altro giorno…può farcela di nuovo.”, disse Lily.

 

James sospirò.

 

“Beh, sicuramente. Ma ci deve credere lui…o non ne verrà mai più fuori.”

 

“Tom.” gli disse Macy avvicinandosi “Ti prego… Amore mio, tu puoi combatterlo. Sai di potercela fare. Sei più forte di lui! Non lasciarmi di nuovo…

 

La lotta dentro Tom continuava sempre più intensa: il giovane stava cercando di liberarsi delle Forze più potenti che esistessero nel Mondo Magico…e non era una cosa tanto facile! E difatti, purtroppo le Forze Infernali la stavano avendo vinta ancora una volta…e la situazione stava tornando esattamente come era al principio.

 

Lucius ha ragione. Il nostro obiettivo sarà portato avanti. Il Mondo Magico sarà nostro.”

 

“No!!!” scoppiò a piangere Hangie “Ti prego…papà…me lo hai promesso!! Tu mi hai promesso che saresti tornato da noi!! Che saresti tornato…da me. Nn farmi questo…ti prego, ho bisogno di te…

 

La lotta di Tom riprese: il giovane, a quelle parole, ebbe come un fulmine, che lo trapassò. Il cuore iniziò a fargli male, molto male, iniziò a stringersi sempre di più…poi a riallargarsi…poi a ristringersi di nuovo…era un processo molto doloroso! Neanche uno come lui si meritava così tanto dolore!

Macy, legata a lui da sempre con un legame molto forte, si rese subito conto di quanto l’uomo che amava stesse soffrendo, e le lacrime presero a rigarle il viso.

 

“Amore mio, ti prego…non mollare, non mollare…puoi farcela! Ti prego…non mi lasciare, Tom…non lasciarmi di nuovo, io ti amo e…ho bisogno di te! Voglio stare con te…vivere la vita che abbiamo sempre sognato…con nostra figlia…ti prego…

 

“Ci siamo.” disse Silente “Si sta risvegliando.”

 

E finalmente…la voce di Tom. Il Tom quello originale. Il suo cuore si era finalmente liberato dall’oscurità, ed era finalmente libero!

Il ragazzo, caduto precedentemente in ginocchio, si alzò, e s’avvicinò a Macy. I due si guardarono per un momento…uno sguardo così intenso da far sentire a disagio persino la loro figlia…e poi si gettarono l’uno fra le braccia dell’altra.

 

“Non piangere, Macy. Adesso è finito…è tutto finito, amore mio! Sono tornato.”

 

Macy lo guardò per un minuto interno, carezzandogli il viso con delicatezza, come se avesse paura che svanisse da un momento all’altro! E dopo tanto tempo si baciarono. Un bacio pieno di amore, pieno di passione, di nostalgia e voglia di amare, di amarsi, di non lasciarsi mai più…

 

“Angelica.”

 

Papà…

 

L’abbraccio fra padre e figlia fu ancora più intenso e forte del precedente! Mai si erano abbracciati in quel modo, mai i due avevano pianto di gioia insieme. Era una scena da far venire i brividi! Finalmente, dopo anni e anni, si erano ritrovati. Erano avvinghiati pronti a non mollarsi più. Erano finalmente padre e figlia!

 

“Non lasciarmi più…

 

Tom, fra le lacrime, sorrise, e asciugò le lacrime di sua figlia.

 

“Mai più, tesoro mio. Tuo padre non ti lascerà mai più. D’ora in avanti, io e te faremo un sacco di cose. Eh? Abbiamo tanto di quel tempo da recuperare, bambina mia… Vedrai, ora saremo felici. Finalmente!”

 

Lei sorrise.

 

“Sì! Saremo finalmente una vera famiglia.”

 

“Saggia scelta, Tom. Io lo sapevo che, alla fine, il tuo cervello sarebbe tornato a ragionare nel modo giusto.”

 

La scena a cui i presenti assistettero, fu veramente una delle più memorabili e impensabili: Tom Riddle si avvicinò a Silente, gli sorrise…e gli strinse amichevolmente la mano!! E Silente sembrava tranquillissimo, come se quello a cui stava stringendo la mano non lo avesse tenuto prigioniero fino a poco prima!

 

Wow…certo che il mondo è davvero strano!”, esclamò Ron “Da non credersi!”

 

“Il Bene ha trionfato. Non ne avevo dubbi.”, sorrise contenta Luna.

 

Ginny, inaspettatamente, si avvicinò a Tom. E gli porse la mano…

 

“Ben ritrovato, Tom.”

 

“Anche a te, Ginevra.”, le sorrise lui.

 

James, Sirius, e Remus, lo salutarono cordialmente, stringendogli la mano uno dopo l’altro.

 

“Tom. Spero che in futuro le cose andranno meglio.”, disse il primo.

 

“Contaci!”

 

Beh…magari se senti il bisogno di sfogarti…trova un modo che non faccia male alla gente.”, disse il secondo.

 

Tom sorrise.

 

“Oh, non preoccuparti Sirius. Ho capito la lezione, credimi.”

 

“Tom. Ben tornato fra i Buoni.”

 

“Grazie, Remus.”

 

E dopo di loro, si avvicinò Lily. Lei lo aveva conosciuto meglio di loro, c’aveva parlato più spesso, e in fondo era stato il fidanzato della sua migliore amica.

 

“Ciao, Tom.”

 

“Lily, io… Ho compiuto un gesto realmente imperdonabile. Uccidere te e James, è stata…una delle cose più orribile che abbia mai fatto in vita mia! Spero che, un giorno, riuscirete a perdonarmi.”

 

Lily sorrise.

 

“Sono fiduciosa. Prevedo un futuro alquanto roseo.”

 

Dopo che Lily ebbe stretto la mano a Tom, un’altra persona gli si avvicinò. Era una scena molto più impensabile e memorabile di quella con Silente.

Harry Potter in persona, si avvicinò all’oramai ex Lord Voldemort, suo nemico giurato…e gli strinse la mano!! Gli sorrise!! E ciò che fu ancor più incredibile, l’ex Lord Voldemort sorrise a Harry Potter…e gli strinse la mano!!

I due acerrimi nemici, che si erano combattuti per 15 anni, che si erano odiati, avevano tentato di distruggere l’altro, si erano fatti guerra continua, e tutto il resto che già sappiamo…adesso…si stringevano la mano. E si trattavano in modo CIVICO!!

 

“Harry. So che ciò che ti sto per chiedere, equivale all’impossibile ma…credi sia possibile…seppellire l’ascia di guerra?”

 

Harry guardò Angelica, e i due si sorrisero.

 

Beh…io credo di sì. Sono convinto che, col tempo, riusciremo a dimenticare. E poi, in fondo sei pur sempre il padre della mia migliore amica, giusto? E dato che la vedrò tutti i giorni, anche d’Estate, vedrò anche te. Di conseguenza, ce la metterò tutta.”

 

Tom sorrise a sua figlia.

 

“Credimi se ti dico, Harry, che nonostante tutto, non avrei potuto chiedere amico del cuore migliore, per mia figlia. Anche quando ero…beh, lo sai…ho comunque sempre pensato che tu sia un grande Mago. Degno erede dei tuoi genitori! Ce la metterò tutta pure io, perché il nostro rapporto vada pian piano migliorando.”

 

In mezzo a tutti quei saluti, e a quelle strette di mano, una persona era rimasta da una parte, stupefatta e a dir poco allibita…

 

“Mio Signore! Ma cosa sta facendo?! Ha stretto la mano a degli sporchi Mezzosangue! Si sta mischiando con loro!”

 

Tom sospirò, e si voltò.

 

Lucius. Basta. Non ne posso più di sangue, violenza, guerre…non ne posso più di vedere morti su morti! Mia figlia mi ha fatto capire, che non ha senso alcuno fare distinzioni. Ti ricordo che io stesso sono un Mezzosangue, Lucius. Per cui adesso basta, anche tu deponi l’ascia di guerra. È un consiglio da amico.”

 

“Padre.”

 

L’uomo si voltò verso suo figlio, che adesso gli stava davanti.

 

“Padre, Tom ha ragione! Prima di replicare…guardati un attimo intorno. Soltanto un attimo. Guardali, padre. Sono come noi. Il sangue non dev’essere motivo di guerre! Guarda loro…quelli che definisci Mezzosangue…e poi guarda noi. Che differenze vedi?”

 

Per la prima volta nella sua vita, Lucius Malfoy stava davvero guardando con occhi e mente aperta. Stava seriamente pensando alle parole di suo figlio, e di quello che, in fondo, non era soltanto il suo Signore, ma anche (sebbene mai lo avrebbe ammesso) il suo migliore amico di una vita.

 

“Signor Malfoy.”

 

Angelica gli si avvicinò con un sorriso.

 

“Lo vede? Non ci sono differenze! Siamo tutti uguali. Perché ucciderci a vicenda? Che senso ha? Glielo dico io…nessuno. Perché non importa se entrambi i nostri genitori sono essere magici, o se sono entrambi Babbani, o se sono un Mago e una Babbana. O un Babbano e una Strega. Lo vede pure lei: non c’è alcuna differenza.”

 

Dopo il discorso di Tom, Draco, e Angelica, c’era una sola persona che poteva riuscire a convincere del tutto Lucius Malfoy.

 

Lucius, posso permettermi di riferirti due parole?”

 

“Certo, Silente. Faccia pure.”

 

“Perfetto! Ascoltami bene. Come sicuramente già saprai, secoli orsono esistevano, al mondo, solamente Maghi e Streghe. Il loro sangue era puramente magico. Ma col tempo, nel nostro mondo si sono inseriti anche i Babbani, che si sono avvicinati sempre di più al nostro mondo. Tu li disprezzi tanto e, come sempre hai affermato, li vorresti tutti quanti morti. Ma, pensaci bene…se non ci fossimo mischiati coi Babbani…a quest’ora neanche saremmo qua. Ci saremmo estinti. E sai che è la verità. Riflettici.”

 

L’espressione dura di Lucius Malfoy, quella seria e impassibile che aveva tenuto per tutta l’adolescenza, e per tutta l’età adulta, piano piano si dissolse. La sua maschera si frantumò in piccoli frammenti. Il suo volto d’improvviso si fece più umano. E la sua voce cambiò: ora sembrava anch’essa più umana.

 

Avete…tutti ragione.”

 

Draco non riusciva a credere alle proprie orecchie, e neanche ai propri occhi…

 

“Draco, non sono sempre stato così. Come mi hai conosciuto fin dalla tua nascita. Quando ero bambino, fino a che non entrai nel periodo dell’adolescenza, anche io la pensavo come te. Come voi. Fu mio padre…con la sua severità…la sua durezza…le sue sciocche convinzioni…a trasformarmi nel mostro che sono stati per tutti questi anni. Ma adesso…mi sono stancato. Ho passato la mia vita a comportarmi esattamente come lui. Mi sono trasformato nel mostro che LUI era. Ora basta!”

 

Tom sorrise, e gli batté una pacca amichevole sulle spalle.

 

“Bravo, Lucius! Così ti voglio sentir parlare! Adesso anche tu hai tanto da recuperare, con tuo figlio. Avete tanto da dirvi.”

 

Lucius si avvicinò al figlio e, per la prima volta in 15 anni, lo abbracciò! E non fu un abbraccio glaciale, ma fu un vero abbraccio, colmo d’affetto e di rimpianto per non averlo mai fatto prima. E anche Draco, dopo il primo minuto di smarrimento e incredulità, si lasciò andare dentro quell’abbraccio.

 

“Mi dispiace! Perdonami, figlio mio…non sono stato il padre che avrei voluto essere. Ho sbagliato tutto, lo so! Ma, se me ne dai l’opportunità, ti giuro…che recupereremo tutto quanto.”

 

Draco annuì.

 

“Certo, papà! Senza dubbi!”

 

“Angelica. Draco.” disse Tom “Io e Lucius…bé…speriamo tanto che, un giorno…col tempo…riuscirete a perdonarci, per ciò che vi abbiamo fatto. È stato un atto orrendo, quello di…insomma, ecco…lo sapete.”

 

“È tutto a posto, ora.”, disse Angelica.

 

Draco assentì.

 

“Vi abbiamo perdonato. Da un po’.”

 

“Molto bene! Direi che le previsioni, per il futuro, sono più che rosee. E serene.” sorrise Silente “Io propongo di recarci tutti quanti in Sala Grande. E di farci preparare una bella cenetta. Dopodiché, ognuno avrà la serata libera, da passare dove gli pare. Ditemi un po’, dove vi piacerebbe andare, per tutta la sera e tutta la notte?”

 

Un coro partì da tutti gli studenti: “HOGSMEADE!!”

 

Silente rise.

 

“Penso che la decisione sia più che apprezzata da tutti quanti. Per ciò…Hogsmeade sia! Io, personalmente, mi unirò ai miei studenti. Sono convinto che gli altri professori saranno del mio stesso avviso. Ovviamente, è invitato anche l’Ordine!”

 

Silente si avviò così verso l’uscita dalla Torre Est, seguito a ruota dai professori, Caposcuola e Prefetti che guidavano le proprie Case benché, almeno per quella sera, l’ordine non interessasse loro molto!; dopo vennero i membri dell’Ordine della Fenice; subito dopo di loro, Lucius che chiacchierava tranquillamente con i 3 Malandrini e Lily; le 3 coppiette (Ron&Luna, Harry&Ginny e, ovvio, Angelica/Hermione&Draco); infine, per ultimi, Tom e Macy Riddle.

 

Le guerre ci sono tutti i giorni, e le tempeste alle volte possono spazzare via i sogni, le speranze, i progetti di tutti. Ma se ci si crede con tutti se stessi, se si lotta con tutte le proprie energie per un mondo migliore, e per la pace, alla fine si ottiene tutto ciò che si vuole! E il Sole, come in questo caso, torna a splendere, più radioso e caldo che mai!!

 

 

 

 

 

 

Ebbene sì, qst è l’ultimo cap della mia storia L già a scriverlo mi fa sentire d’un triste… LL

Ma non dovete temere: x gli appassionati d qst storia, annuncio ke sto lavorando al seguito JJJ quindi, al più presto spero d postare il 1° cap d qst seguito (approssimativamente a fine sett).

Spero ke qst racconto v sia piaciuto!!!! E mi raccomando, app potete RECENSITE!!!! JJ FATEMI SAP SE VI è PIACIUTA!!! E CS INVECE NN V’E’ PIACIUTO!!! J accetto critiche e suggerimenti J

A presto!!!!

 

La vostra KINDERbuena89 ;)

 

PS: ringrazio mikybiky per le sue correzioni ;) nn so cosa farei senza i suoi preziosi consigli grazie!!! JJJ

 

 

 

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