All crazy for HYUGA!

di supersara
(/viewuser.php?uid=28302)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Scommessa ***
Capitolo 2: *** Piano d’azione numero uno: Rock Lee ***
Capitolo 3: *** Piano d’azione numero due: Shino e Kiba ***
Capitolo 4: *** Piano d’azione numero tre: Shikamaru e Choji. ***
Capitolo 5: *** Piano d’azione numero quattro: Sasuke ***
Capitolo 6: *** Uchiha... ***
Capitolo 7: *** Ultimo tentativo: Naruto ***



Capitolo 1
*** Scommessa ***


Scommessa
 

 
Osservavo serenamente le creature che si abbeveravano felici al lago. Questo piccolo angolo di paradiso era una meta ambita da tanti turisti avventurosi. Per anni aveva accolto centinaia di campeggi ed io mi divertivo ad osservare gli uomini mentre davano la caccia agli insetti o si nascondevano nel bosco. Tuttavia c’era un gruppo che da anni catturava la mia attenzione più di tutti gli altri.

Hanno cominciato a venire quando avevano circa dieci anni immagino. Erano uno squadrone di ragazzini, accompagnati da alcuni dei loro genitori e dai loro maestri. Eh già, maestri, perché il loro non era un campeggio normale, ma una sorta di ritiro spirituale che facevano sempre alla chiusura dell’anno di allenamento. Erano tutti atleti nel campo della arti marziali.

E di nuovo erano tornati, anche quest’anno. Come sempre mi sarei divertita tantissimo.


 
Minato continuava a parlare al telefono, senza nascondere la propria agitazione. Kushina, dal sedile del passeggero lo osservava minacciosamente di sottecchi.

“Mi spiace, Jiraiya-san, ma dovrà occuparsene lei per queste due settimane!” dal telefono si sentiva la voce dell’uomo che sbraitava disperato.

“Sono sicuro che se la caverà a meraviglia!” concluse Minato riagganciando il telefono e tornando a sorridere alla moglie.

“Cos’ha da lamentarsi? Praticamente fai tutto tu in azienda! Per un po’ di tempo che decidi di trascorrere con la tua famiglia fa tutte queste storie?” l’uomo gestiva una grande impresa di costruzioni insieme al suo socio, Jiraiya.

“Io ve l’avevo detto che potevate lasciarmi andare da solo! Sarei stato anche meglio!” commentò Naruto imbronciato dal sedile posteriore.

Kushina si voltò a guardare il figlio con fare minaccioso: “Naruto, dovresti essere contento di passare un po’ di tempo con noi! Guarda Sasuke, gli fa piacere che ci sia anche la sua famiglia! Giusto caro?”

Sasuke, seduto al lato destro di Naruto, teneva le braccia incrociate ed aveva la solita espressione di chi ce l’ha con il mondo, ma ormai era risaputo che quella era la sua solita faccia. Si limitò ad annuire per far contenta la rossa.

“Io invece sono felicissima di essere qui con voi, zietta!” Karin, seduta alla sinistra del cugino, aveva aspettato quel campeggio per tutta l’estate. Non vedeva l’ora di avere l’occasione per stare un po’ vicina al sua amato Sasuke.

“Tesoro della zia! Menomale che ci sei tu!”

Sasuke voleva vomitare. Era stato costretto ad andare in macchina con loro perché nel camper affittato da suo padre erano saliti Konan, Yahiko e Nagato, e con Itachi e Shisui erano al completo.

Fortunatamente per lui il viaggio era quasi finito.

Il bello del campeggio era proprio di dormire in tenda per la maggior parte delle persone, ma c’erano alcuni che non volevano proprio rinunciare alle comodità, come gli Uchiha, infatti Fugaku, che era stato costretto dalla moglie ad andare con i figli, aveva affittato un camper. Ma la famiglia Uchiha non era l’unica ad aver fatto questa scelta.

Hiashi era tutto concentrato sulla strada, mentre Yukino leggeva sorridente una rivista.

“Non mi aspettavo che decidessi di lasciare il lavoro per due settimane pur di passare un po’ di tempo con le ragazze” la donna rideva sotto i baffi. Se lo aspettava eccome, perché era stata proprio lei a stuzzicarlo.

FLASH BACK

“Perché non le accompagniamo in campeggio quest’anno?”

“Ho troppo lavoro, non posso assolutamente muovermi”

Yukino sorseggiò il suo caffè e sospirando disse: “infondo è meglio così. Sono grandi ormai, vorranno conoscere qualche ragazzo, fare le loro esperienze…”

Hiashi si era irrigidito, assumendo un’espressione indecifrabile.

“Quand’è il campeggio?”

FINE FLASH BACK

Scesero dalla macchina, scaricando tutto l’occorrente per montare le tende e raggiunsero il punto prestabilito.

Inoichi e Shikaku avevano appena finito di ripulire il campo, mentre i ragazzi si stavano divertendo ad assemblare la tenda (o meglio, Choji e Ino discutevano sul dritto e il rovescio della stoffa, mentre Shikamaru dormiva sotto una pianta).

Il maestro Kakashi andò ad accogliere i nuovi arrivati, indicando loro i posti in cui stanziarsi.

La sera, dopo qualche ora di lavoro, il campo era completamente allestito.

Kushina si era impegnata per tutto il pomeriggio a costruire un bel falò. Naruto le si avvicinò assieme a Sasuke.

“Mamma sei stata bravissima!” si complimentò.

“Ma dai, non ho fatto niente!” si pavoneggiò la rossa.

Un odore di salsiccia alla brace catturò le loro attenzioni. A pochi metri di distanza, Mikoto aveva assemblato un barbecue portatile ed aveva già iniziato a cucinare.

In un attimo tutti furono intorno alla mora, lasciando Kushina sola con il suo falò improvvisato. Persino suo figlio l’aveva tradita.

Minato le sbucò dietro tutto contento dicendo: “Tesoro perché ti sei messa a fare quell’obbrobrio? Abbiamo il barbecue di Mikoto”.

La donna si voltò verso il marito con fare omicida, i capelli erano come smossi da un’aura demoniaca, sembrava lo spirito dell’antica volpe a nove code. Minato rise nervosamente mentre dalla bocca della donna usciva uno strozzato e ringhioso: “Uchiha…”

La serata trascorse in fretta, tra una risata e l’altra. I ragazzi si divertivano fra loro, mentre i genitori e i maestri avevano formato il loro gruppetto. Alla fine, come tutti gli anni passati, le ragazze andarono a dormire, mentre i ragazzi si incontrarono nella tenda di Sasuke e Naruto.

Erano tutti seduti in cerchio attorno ad una torcia e Kiba stava esponendo una sua idea.

“Ormai abbiamo sedici anni, non siamo più dei ragazzini, perciò da questo campeggio dovremmo tornare con una donna!”

“Con una donna dici?” fece Choji, che già era in difficoltà solo al pensiero.

“Io non ho voglia di mettermi a cercare una ragazza!” sbuffò Shikamaru.

“Avete paura per caso? Non siete in grado di conquistare una ragazza?” li sfidò Kiba.

“Certo che siamo in grado! Se ci impegniamo possiamo fare tutto!” affermò Rock Lee.

“Lasciatemi fuori da questa storia” fece Sasuke.

“Che c’è, Uchiha? Hai paura di essere battuto?”

“Dai Sasuke! Ci divertiremo!” lo incitò Naruto.

Il ragazzo sbuffò.

“Facciamo una gara: scegliamo una ragazza, e quello che riuscirà a conquistarla sarà il vincitore!” propose l’Inuzuka.

“Oh sì! Sakura-chan! Sakura-chan!” disse Lee tutto entusiasta.

“Ma così Sasuke avrebbe la vittoria in pugno!” disse Choji.

“Già, e vincerebbe anche se puntassimo a Ino o a Karin”

L’Uchiha ghignò soddisfatto, mentre gli altri sospirarono.

“…Che ne dite di Hyuga?” propose Shino, che era stato in silenzio fino a quel momento.

Ci fu un attimo di sgomento generale. Hyuga era la ragazza più silenziosa e riservata del gruppo, non si capiva mai casa stesse pensando, inoltre doveva essere davvero molto timida, perché ogni volta che cercava di intraprendere un discorso con qualcuno balbettava.

“Beh, io credo che Hyuga sia molto difficile da conquistare…è perfetta per noi!” Kiba era soddisfatto di quella soluzione.

“Io non posso partecipare, ho già una ragazza” disse Shikamaru cercando per l’ennesima volta di risparmiarsi un tale sforzo.

“Quella della scuola Suna? Non dirmi che hai paura di lei e dei suoi fratelli?”

“No che non ho paura! Ma…”

“Dai che non lo saprà mai nessuno!”

Il Nara sbuffò. Era costretto ad accettare.

“Allora è deciso! Da domani cominceremo la nostra corte a Hyuga!” mentre Kiba pronunciava quest’ultima frase con enfasi, Neji fece il suo ingresso nella tenda.

“Cosa dovete farmi?” non aveva capito la frase, aveva sentito solo pronunciare il suo cognome.

Il silenzio calò nella tenda. A pensarci bene, Hyuga era la cugina di Neji, perciò questo le escludeva dai loro piani. Senza contare che non potevano dirglielo.

“Emmm…niente, ci chiedevamo dove fossi finito!” mentì Shikamaru. Meglio non informarlo di nulla.




 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Piano d’azione numero uno: Rock Lee ***






Piano d’azione numero uno: Rock Lee


 
Erano fin troppo divertenti. Specialmente dopo essersi messi in testa una cosa del genere. Purtroppo non sono io la stagione degli amori, ma trovai interessante scoprire fino a che punto potevano arrivare.

Kakashi e Gai aspettavano con pazienza che tutti i ragazzi li raggiungessero. Dovevano inoltrarsi nel bosco e fare una prova di sopravvivenza che sarebbe durata solo una giornata, tanto per farli divertire.

Kushina diede a Naruto una grande baguette alla nutella.

“Ce n’è per tutti ragazzi” disse sorridendo “così potrete fare merenda!”

I giovani ringraziarono di cuore la mamma di Naruto, che aveva avuto una così bella idea.

Intanto dietro di lei era apparsa Mikoto, che aveva dato a Sasuke un’enorme ed elaborata crostata alla frutta, dall’aspetto succulento, fresco e limpido. Le pupille dei ragazzi si dilatarono e, senza aspettare l’ora della merenda, decisero di fare una seconda colazione con quell’invitante dolcetto appena fatto.

“Ah ah! Ma era per la merenda” rise Mikoto, soddisfatta per l’apprezzamento “oh beh, c’è la baguette di Kushina!”

La rossa sorrise nervosamente e dando le spalle alla mora assunse un’espressione rabbiosa mormorando: “Uchiha…”

Pochi minuti dopo i più giovani erano partiti e si erano sparpagliati per la prova.

La prima cosa da fare era cercare di accendere il fuoco.

Hinata si era rifugiata da sola sotto una grande quercia. Non era mai riuscita a far uscire neanche un po’ di fumo fregando due legnetti, quindi si era già rassegnata ad essere etichettata come la peggiore della prova. Non sperava di essere aiutata, anzi si sarebbe vergognata molto di ricevere l’aiuto di qualcuno. Era ancora ignara del fatto che, per un po’ di tempo, tutti sarebbero pesi dalle sue labbra.

Rock Lee la vide mentre cercava di accendere il fuoco. Quale occasione migliore per conquistarla se non una prova di sopravvivenza? Le avrebbe mostrato la forza della sua giovinezza e l’avrebbe fatta tornare vittoriosa all’accampamento. Così Sakura-chan si sarebbe ingelosita e finalmente sarebbe caduta fra le suo braccia!

In un secondo le fu addosso.

“Hinata-chan! Ti serve del fuoco? Ci penso io!” fece strappandole i bastoncini dalle mani e cominciando a sfregarli alla velocità della luce.

E fuoco fu!

La Hyuga lo guadò a bocca aperta, non era abituata ad essere aiutata da un ragazzo, e a dirla tutta non era neanche mai stata così vicina ad un ragazzo.

Lee le porse i bastoncini fiammeggianti in maniera a dir poco teatrale.

“Gr…grazie” sussurrò lei arrossendo.

Il ragazzo le mostrò il pollice, sfoderando un sorriso sfavillante.

Intanto Kiba e Naruto stavano assistendo alla scena. Non potevano crederci, Lee sembrava esserci già riuscito!

Il moro, improvvisamente, cinse le spalle della ragazza ed indicò il sole.

“Questo piccolo fuoco è nulla confronto alla passione per te che mi arde dentro! Essa è pari soltanto al sole!”

Hinata gli scivolò dalle braccia, cadendo a terra svenuta e completamente rossa in volto.

“Hy…Hyuga…”

Ho sempre avuto una predilezione per quella ragazza dagli occhi bianchi, forse perché era quella con più paura, quella che pensava sempre troppo ed agiva sempre poco, pur di non sbagliare. Qualunque dialogo, qualunque rapporto, qualunque situazione, per lei era un prova di sopravvivenza. La debolezza del suo animo non le consentiva di vivere al meglio: inerzia, ecco cos’era Hinata.

“Direi che la prova è finita…” commentò con fare annoiano Kakashi.

La Hyuga era fra le braccia di Ten Ten, circondata dalle altre ragazze che guardavano in cagnesco Rock Lee.

Il ragazzo era stato etichettato come il vigliacco che aveva spaventato la piccola Hinata, provandoci spudoratamente. Neji, venuto a conoscenza del fatto, gli aveva suonato un bel pugno sulla testa, facendogli crescere un bernoccolo. Nessuno doveva osare attentate alla nobile casata degli Hyuga!
In realtà a Rock Lee non sarebbe importato più di tanto, la batosta gli era arrivata quando il maestro Gai gli aveva rifilato un deluso: “Da te non me lo sarei mai aspettato, Lee”.

Sulla strada del ritorno, gli altri ragazzi cercarono di consolarlo invano. Comunque il moro era fuori gioco, la sua possibilità l’aveva sprecata. L’atteggiamento di Hinata non aveva fatto altro che invogliare i ragazzi a vincere quella scommessa! Uno di loro sarebbe sicuramente uscito vincitore.

Una volta al campo, Hinata e Hanabi corsero dai loro genitori. La più grande abbracciò la mamma e le restò attaccata per diverso tempo.
Hiashi prese da parte la secondogenita per farsi spiegare cosa fosse successo.

“Ma niente! Uno ci ha provato con lei!” fece Hanabi con sufficienza.

Il padre si irrigidì, e teso come una corda di violino uscì dal camper. Poco lontano incontrò Neji.

“Zio, come sta Hinata?” fece il ragazzo.

L’uomo lo scrutò per un attimo, poi poggiò le mani sulle spalle del nipote e fece: “avrei tanto voluto avere dei maschi!” e se ne andò.

Neji lo guardò allontanarsi con un’espressione sconvolta. Prese il telefono e mandò un messaggio al padre.

Pà…lo zio non sta bene…

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Piano d’azione numero due: Shino e Kiba ***


Piano d’azione numero due: Shino e Kiba



 
Hinata e le altre ragazze stavano raccogliendo delle fragoline di bosco. Sarebbero state un’ottima merenda.

“Non riesco ancora a credere che Lee ci abbia provato così spudoratamente!” fece ad un tratto Ten Ten.

La Hyuga arrossì.

“Però se ci pensi, questa è la prima volta che un ragazzo si dichiara ad una di noi!” disse Ino entusiasta “questo potrebbe indurre gli altri a farsi coraggio!”

Tutte quante assunsero un’aria sognante mentre Hinata sperava soltanto che la lasciassero in pace. Era sempre stata timida ed insicura, quindi meno rapporti aveva con i ragazzi e meglio era per lei.

Ad un tratto una grande farfalla azzurra attraversò il prato, era enorme, grande quanto una mano. Tutte rimasero affascinate dalla sua bellezza.

L’animale andò a posarsi sulle dita di Shino, un loro compagno che era apparso all’improvviso facendole sobbalzare.

Erano tutte sorprese dal fatto che la farfalla restasse tranquillamente sulla mano del ragazzo.

“Ma come fai?” chiese Ten Ten.

Lui senza dire nulla si avvicinò ad Hinata e le poggiò l’animale fra i capelli. Tutte sgranarono gli occhi, continuava a restare ferma, muovendo leggermente le ali, sembrava un fermaglio.

“Ma è bellissima!” fece Karin con gli occhi languidi.

Hinata annuì, rossa in volto.

“Non sarà mai bella quanto te, Hyuga!” fece Shino senza mutare il suo tono di voce ambiguo.

Le ragazze sgranarono gli occhi un po’ incredule e un po’ invidiose, due dichiarazioni nel giro di due giorni! Ed anche se erano Shino e Rock Lee, erano comunque due corteggiatori!

Stranamente Hinata non svenne, ma restò diritta e tesa a guardare quasi con diffidenza il ragazzo che le stava davanti.

“Ti piacciono gli animali?” chiese lui speranzoso.

“S…si”

Dopo quella risposta affermativa, Shino tirò fuori dalla tasca uno scarafaggio e glielo avvicinò: “non è carino?”

La Hyuga gridò, così come tutte le altre e dopo un momento di panico, senza perdere tempo fuggirono a gambe levate, lasciando Shino solo con il suo scarafaggio.

“Perché gli insetti piacciono solo a me?”

Arrivò l’ora di pranzo, e Kiba decise che era arrivato il suo turno di agire. Lanciò uno sguardo d’intesa ad Akamaru, che si avvicinò alle ragazze con fin troppa nonchalance per essere un cane.

Tutte lo guardarono sorridenti, lui era la mascotte del gruppo ed erano affezionate a quella palla di pelo. Il cane si avvicinò ad Hinata e le diede la zampa. Lei divertita la prese ed Akamaru le poggiò la testa sulla mano.

“Ma quanto è carino!” fece Ino.

Kiba si avvicinò al suo cane e disse: “Akamaru, sempre a fare il cascamorto con le belle signorine, eh?”

Hinata arrossì per la centesima volta da quando era cominciata quella vacanza.

“È dolcissimo Kiba! Lo hai addestrato tu?” chiese Hanabi.

“Già, ma questo qui obbedisce solo a chi dice lui! Guardate: rotola!” Akamaru non si mosse.

“Rotola!” ripeté Hanabi senza ottenere nulla.

“Rotola, Akamaru!” fece Sakura, ma niente.

A quel punto tutti guardarono Hinata in attesa. Lei, imbarazzata, mormorò: “R…rotala”

Il cane si gettò a terra e cominciò a rotolarsi ovunque mentre Kiba gli faceva un occhiolino.

Tutti scoppiarono a ridere.

“Sembra che tu gli piaccia molto, Hyuga. Del resto piaci anche al padrone, quindi…” fece Kiba portandosi le mani sui fianchi.

“Ma cos’è tutta questa passione per Hyuga?” mormorò Ino all’orecchio di Sakura.

“Emm…grazie…” fece Hinata titubante.

Kiba le prese la mano e fece per tirarla verso di sé dicendo: “vieni, andiamo a lanciargli la palla, ti va?”

La ragazza stava per dire qualcosa, quando un gatto selvatico cadde proprio sulla testa dell’Inuzuka, suscitando la rabbia di Akamaru, che gli si lanciò addosso facendolo cadere.

Kiba si alzò con tutta la faccia sporca e graffiata e gridò con rabbia: “prendiamolo Akamaru!” e corse all’inseguimento mentre una grossa goccia di sudore freddo solcava la testa di Hinata.

Su un albero a pochi metri di distanza, Neji era soddisfatto di se stesso. Non poteva permettere che qualcuno ci provasse con sua cugina! La nobile stirpe degli Hyuga doveva restare pulita ed immacolata! La trovata del gatto era stata geniale.

La sera.

“Mamma!”

“Naruto!”

Madre e figlio si abbracciarono, contenti di rivedersi.

“Come è andata la giornata?”

“Benissimo! Abbiamo fatto anche una gara di velocità! Sono arrivato secondo!” fece fiero il biondo.

“Magnifico! E chi è arrivato primo?” chiese Kushina entusiasta.

“Sasuke!”

Silenzio…

“Naruto, io mi sono stancata di dirti che l’importante non è vincere ma è partecipare! Una volta tanto potresti anche arrivare primo!” sbroccò la donna.
Intanto dietro di lei era apparsa Mikoto, tutta sorridente.

“Naruto! Ho sentito che tu e Sasuke siete stati i migliori in velocità! Bravissimi!” si congratulò sincera.

Kushina strinse i pugni liberando la sua aura maligna e mormorò con astio: “Uchiha…”

Intanto le ragazze si erano radunate nella tenda di Ino e Sakura, tutte tranne Hinata.

“Qualcosa non va, sembrano essersi innamorati tutti di Hyuga! Ma perché noi non veniamo considerate da nessuno?” piagnucolò Karin.

“Mia sorella non ha fatto niente per piacere a qualcuno, anzi mi sembra triste per questa situazione a dirla tutta!” fece Hanabi.

“Non preoccupatevi ragazze, ci sono un po’ di maschi a cui piace, ma a noi cosa importa? Finché si tratta di Lee, Shino o Kiba non c’è da aver paura no?” le rassicurò Ino.

La bionda era la più esperta in fatto di uomini, o almeno così di dichiarava, quindi le altre non poterono far altro che fidarsi di lei.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Piano d’azione numero tre: Shikamaru e Choji. ***


Piano d’azione numero tre: Shikamaru e Choji.


 
Shikamaru si guardò nello specchietto che aveva portato il padre per farsi la barba. Si era tirato a lucido meglio che poteva, tanto valeva togliersi il dente e cercare di conquistare Hyuga il prima possibile! In realtà sperava di essere rifiutato, così non avrebbe avuto problemi. Se con la fortuna che si ritrovava, Hyuga si fosse innamorata di lui, si sarebbe ritrovato con due seccature anziché una! Ancora non riusciva a credere di essersi fatto incastrare da Temari.

FLASH BACK

Tre anni prima.

“Primo classificato, categoria delle forme, Nara Shikamaru, della scuola di arti marziali Konoha!”

Il ragazzo salì sul podio con poco entusiasmo. Per fortuna lo avevano fatto competere nel girone delle forme, e questo significava niente combattimenti. Purtroppo aveva vinto e si era classificato per le nazionali. Dannazione, altro tempo sprecato ad allenarsi.

Al secondo posto, sul podio, c’era una ragazzina bionda che lo osservava freddamente. Le aveva portato via la vittoria, quindi era normale che lo guardasse male.

“Hey tu!” lo chiamò.

“Dimmi” fece lui incerto.

“Nessuno mi aveva mai battuto nelle forme. Ho deciso che da oggi in poi sarai il mio ragazzo!” gli comunicò senza troppi giri di parole.

“Eh? Cosa!?!” Shikamaru barcollò.

“Ho bisogno di un uomo che possa battere mio fratello, voglio che sia più forte di lui! E tu hai buone possibilità!”

“Aspetta un attimo, chi è tuo fratello?”

“Primo classificato, categoria combattimenti, Sabaku no Gaara, della scuola di arti marziali Suna!”

Temari indicò l’ombroso ragazzo che stava salendo al primo posto sul podio. Aveva lo sguardo perfido e glaciale, e per un attimo i suoi occhi minacciosi incontrarono quelli di un intimorito Shikamaru, che deglutii rumorosamente.

Una donna bionda continuava a scattare fotografie al tipo ombroso.

“Avanti amore mio, fammi un sorriso! La nonna dice che nelle foto che le mando sembri sempre tanto triste!” lo incoraggiò speranzosa.

Gaara si limitò a guardare male Shikamaru.

FINE FLASH BACK

Il Nara aveva acquistato una scatola di cioccolatini ad un chiosco. Aveva la vittoria in pugno! Quante donne sapevano resistere ai cioccolatini?

Hyuga era sola, sdraiata nel prato, e secondo i suoi calcoli se non c’erano persone intorno era più facile che non si emozionasse. Si avvicinò sempre più in fretta alla ragazza quando…

“Shikamaru!” un brivido lungo la schiena lo paralizzò. Non c’erano dubbi, era la sua voce.

“T…Temari?” la ragazza aveva le mani sui fianchi e lo osservava con una smorfia.

“Ma che stai facendo?”

L’ansia invase il corpo del povero Nara, che facendo appello a tutta la sua intelligenza cercò di trovare una soluzione. Alla fine le porse i cioccolatini dicendo: “Ti ho vista arrivare ed ho deciso di comprarti questi!”

Il volto della bionda si addolcì e prese la scatolina, cominciando a mangiare i dolci.

“Siamo venuti qui in campeggio con i nostri!” fece la ragazza con la bocca piena mentre veniva raggiunta da Gaara e da un altro tizio più alto.

“G…Gaara…” salutò Shikamaru.

Il rosso lo guardò malissimo e senza dire nulla si voltò e tornò da dove era venuto.

L’altro si avvicinò al Nara e gli porse la mano: “Kankuro, piacere!”

Il ragazzo gli prese la mano ed avvertì una stretta così forte che lo fece gemere mentre uno scrocchio riecheggiava nell’aria.

“È bello conoscere il ragazzo di Temari!” fece infine Kankuro, per poi andare a raggiungere Gaara.

Shikamaru si teneva la mano tutto spaventato.

“Tranquillo” disse la bionda andando ad appoggiargli una mano sulla spalla “lui è il fratello buono”

Menomale pensò Shikamaru.

Intanto Choji si era avvicinato ad Hinata, l’espressione impaurita e poco decisa. Lui non aveva mai corteggiato una ragazza, si vergognava, aveva quasi paura.

Quando le arrivò davanti lei alzò lo sguardo. Gli occhi erano grandi, di un colore particolarissimo, le labbra erano rosse come fragole, mentre la pelle chiara era leggermente arrossata dal sole preso in quei giorni. Il ragazzo arrossì vistosamente, causando imbarazzo anche a lei, che abbassò lo sguardo avvampando. Ormai temeva di continuo che qualcuno la corteggiasse.

“Hyuga!” fece Choji con voce tremolante.

“D…dimmi” rispose Hinata preparandosi al peggio.

L’Akimichi aveva preparato un discorso lungo due pagine, ma non ricordava neanche una parola, alla fine l’unica cosa che riuscì a dire, dopo mille esitazioni e paure fu: “ti amo!” in quello stesso momento era passato un aereo che con il suo rumore aveva coperto le parole del ragazzo.

La Hyuga si era tappata le orecchie per il fastidio.

“Come scusa? Non ho sentito” disse.

Choji da rosso divenne viola. Scappò via intimidito gridando: “non ce la faccio!!!”

Intanto al campo.

“Maestro Kakashi, le ho portato qualcosa di fresco da bere! Si sta impegnando tantissimo con i ragazzi, le sono davvero grata!” fece Kushina sorridente.

Kakashi prese il succo di frutta e cominciò a berlo di gusto.

“La ringrazio molto signora! Penso proprio che lei debba essere eletta miglior mamma del campeggio!”

La rossa sorrise soddisfatta. Era vero! Lei era la miglior mamma del campeggio! Era una super-mamma!

“Soltanto la signora Mikoto può batterla!” fece infine Kakashi superando la donna e tornando dai ragazzi.

Kushina rimase impietrita per un attimo. Di nuovo. Inevitabilmente. Ancora lei!

“Uchiha!!!”

Il cellulare dell’Hatake vibrò annunciando un nuovo messaggio.

Inviato da Nohara Rin:

“Sto venendo da te”
 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Piano d’azione numero quattro: Sasuke ***


Piano d’azione numero quattro: Sasuke.


 
“Questo campeggio è stato orribile! Si sono innamorati tutti di Hyuga mentre noi siamo state completamente ignorate!” fece Karin sconsolata.

“Che ti importa? Si vede che va di moda Hinata con le sue poppe stratosferiche…l’importante è che non ci sia cascato il mio Sasuke!” la consolò Ino.

“Il TUO Sasuke?” si alterarono all’unisono Sakura e Karin.

Intanto.

“Non posso credere che abbiamo fallito tutti così miseramente!” disse Kiba deluso.

“Noi abbiamo escogitato un sacco di piani, e sono andati tutti in fumo! Sotto a chi tocca, non credo che qualcuno dei rimasti possa farcela, a meno che non abbiate in mente qualcosa di sensazionale!” Shino si rivolse a Naruto e Sasuke.

Quest’ultimo si alzò e disse pacato: “siete troppo noiosi”

Lo videro avvicinarsi ad Hinata, che era in piedi in un prato. Erano faccia a faccia.

Nello stesso momento erano giunte sul posto anche Karin, Sakura e Ino.

Silenzio di tomba.

“Che intenzioni avrà?” chiese Naruto.

“Non sarà che…” mormorò Karin preoccupata.

Hinata osservava Sasuke, solo la sua presenza l’aveva fatta arrossire. Era il ragazzo più ambito della scuola, ma a le non era mai interessato, anzi le incuteva timore. L’unica cosa che voleva era essere lasciata in pace.

“Hyuga, tu mi piaci molto. Vuoi essere la mia ragazza?”

Karin svenne mentre Sakura ed Ino scoppiarono in lacrime.

“Accidenti a lui! Questo era il suo grande piano!?!” sbroccò Naruto.

Hinata non trovava la forza per parlare. Non voleva, no! Perché si erano fissati tutti con lei? C’era soltanto una persona che le piaceva, l’unica che non si era fatta a vanti!

Finalmente trovò la forza per parlare.

“Uchiha…io…” cominciò a dire con vece flebile.

“SASUKE!!!” un grido disperato riecheggiò per tutto il lago.

Fugaku raggiunse il figlio a tutta velocità. Il ragazzo si rese conto solo in un secondo momento che era seguito da Itachi e da…

“Zio Madara?”

“Moccioso! Hai visto Obito?” fece lo zio senza preoccuparsi troppo di salutare.

“Obito? No! Perché è qui?”

Hinata li osservava senza capire bene cosa stesse accadendo.

“Madara” fece Fugaku “raccontaci cosa è successo!”

Il fratello maggiore sbuffò “è successo tutto stamattina…”

FLASH BACK

Il telefono squillava da quasi mezz’ora ormai.

Hashirama uscì dal bagno con i capelli insaponati e lo spazzolino fra i denti, bagnando tutto il pavimento.

“Madara!” sbiascicò senza togliere lo spazzolino dalla bocca “perché non rispondi?”

L’Uchiha da sotto le coperte mormorò un “mmmpf” a mo’ di orso in letargo.

Il Senju alzò la cornetta e fece “pronto?”

“Hashirama finalmente! Sono disperata!” la donna al telefono era Izanami Uchiha, sorella minore di Madara, Izuna e Fugaku.

“La ragazza di Obito è scappata per andare dal suo ex in campeggio al lago Furiyusaki! Lui l’ha seguita! Ho paura che possa commettere una pazzia! Ti prego, vai con Madara a prenderlo!” pianse la donna al telefono.

Hashirama guardò Madara, che aveva ben due cuscini sulla testa e un piede che usciva fuori dal letto. Non sembrava molto interessato.

“Ci pensiamo noi Izanami!” la rassicurò il Senju.

FINE FLASH BACK

Sasuke alzò un sopracciglio incredulo, così come Itachi.

“E tu hai accettato di venirlo a cercare?” chiese Fugaku stupito.

“Quell’idiota di Hashirama mi costretto! Ha cominciato a dire che per me Obito era come un figlio e…”

“Obito per te è come un figlio?” lo interruppe il fratello minore sempre più esterrefatto.

“Ma quale figlio! Io li detesto tutti i vostri marmocchi! Dal primo all’ultimo! Per questo mi sono messo con Hashirama! Niente piccoli Uchiha rompi coglioni!”

“Grazie zio…” fece Itachi.

Hinata si fece coraggio e si avvicinò all’orecchio di Sasuke mormorando: “T…tuo zio è gay?”.

Sasuke annuì sconfitto.

“Beh, adesso la cosa principale è trovarlo! Se dovesse succedergli qualcosa non me lo perdonerei mai!” disse Fugaku solennemente.

“Povero Obito, dobbiamo aiutarlo!” fece Itachi.

“Sentite, cerchiamolo soltanto per dovere verso la famiglia, ma non ci ammazziamo più di tanto, infondo non è certo un nostro problema se quel deficiente ha le corna, no?” Madara non era affatto contento di trovarsi in quella situazione, voleva solo risolverla il prima possibile.

Sasuke annuì convinto alle parole dello zio. Finalmente qualcuno che la pensava come lui.

Dopo aver avvertito anche gli altri campeggiatori, cominciarono le ricerche di Obito. Kakashi era sparito da un po’, nessuno sapeva dove fosse né se fosse al corrente di quanto accaduto.

Dopo ore di ricerche vane, giunse la sera. Madara era sfinito, sperava di trovarlo, dargli una botta in testa, buttarlo nel cofano e riportarlo alla madre, e invece gli toccava dormire pure in tenda! Senza contare che quell’idiota di Hashirama, che era andato a cercare il suo nefando nipote, non si era ancora fatto vivo.

Improvvisamente il Senju apparve all’orizzonte, con l’aria soddisfatta di qualcuno che aveva risolto una situazione.

Fugaku e Madara lo raggiunsero immediatamente.

“L’hai trovato?” chiese il maggiore.

“Si!” rispose Hashirama pieno di sé.

“E dov’è?” fece Madara speranzoso.

“Ora vi racconterò tutto…”

FLASH BACK

“Obito! Sei ancora in tempo per fermarti! Vieni a casa con me!”

“Zio Hashirama, Rin è la mia compagna, e chi abbandona i propri compagni è feccia della peggior specie! Devo trovarla e chiarire con lei! A costo della vita!”

Partì la musichetta di sottofondo a tipo Gladiatore.

“Allora vai, figliolo! Dimostra le tue ragioni e prendi ciò che è tuo!”

FINE FLASH BACK

Madara era curvato in avanti con la bocca aperta e le braccia che gli erano letteralmente cascate. Fugaku aveva un tic all’occhio che non accennava a fermarsi. Dopo interminabili istanti di silenzio si voltò leggermente verso il fratello e capì che presto sarebbe scoppiato l’inferno.

Il più grande lo guardò senza cambiare espressione, così che Fugaku si decise a dire qualcosa per evitare il peggio.

“Madara…” cominciò, ma venne interrotto dal fratello.

“Stavolta lo ammazzo…”

Hashirama sgranò gli occhi e cominciò a scappare da dove era venuto mentre il suo amatissimo (?) compagno lo inseguiva con intenzioni poco rassicuranti.

“L’ho fatto per lui! Ha bisogno di parlarle!”

“Hashirama, io ti ammazzo! Sei troppo stupido per vivere!”
 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Uchiha... ***


Uchiha…



 
I ragazzi erano seduti in riva al lago a guardare le stelle. Erano preoccupati per la sparizione del maestro Kakashi e per lo strambo cugino di Sasuke.

“Ormai il campeggio è quasi finito, speriamo che riescano a ritrovare Obito. Non mi va di restare qui a cercarlo…” fece Sasuke.

“Già immagino…comunque si può dire che la scommessa l’abbiamo persa tutti, nessuno è riuscito a conquistare Hyuga” disse Kiba sconsolato mentre accarezzava Akamaru.

“Manco ancora io! Domani mi farò avanti e vi sconfiggerò tutti!” comunicò Naruto.

Gli altri lo guardarono poco convinti. Di sicuro non aveva speranze.

Dei passi alle loro spalle li fecero voltare. Era Kushina.

“Ragazzi, ho pensato di portarvi delle coperte, avrete freddo qui fuori” fece sorridendo.

“Grazie signora, ma ce le aveva già portate la mamma di Sasuke” la informò Shikamaru.

La rossa, senza dire una parola, si irrigidì e fece dietrofront mormorando un diabolico: “Uchiha…”

Intanto nel bosco…

Fugaku, Madara, Hashirama, Itachi e Shisui avevano circondato Obito.

“Avanti cugino, lascia perdere!” lo incitò Itachi.

“Mai! Io la amo! La troverò e le parlerò! E se davvero non vorrà più stare con me allora io…mi ammezzerò!” il ragazzo pronunciò l’ultima frase con le lacrime agli occhi.

“Madara di qualcosa!” fece Hashirama rivolto a compagno, che probabilmente aveva maggiore influenza sul nipote.

“Ma figurati se si ammazza quell’imbecille! Non ha le palle” non era esattamente il tipo di incitamento che il Senju si aspettava, anzi, Madara tendeva a distruggere quel poco di autostima che una persona poteva conservare.

“Mi ammazzo davvero se Rin mi lascia!”

“Non dire così!” intervenne Fugaku.

“Obito, nessuno vorrebbe stare con un piagnone come te! Anche io se fossi stato la tua ragazza ti avrei mandata a quel paese! Se ti prendo giuro che ti aiuto ad ammazzarti!” sbroccò l’Uchiha maggiore esasperato.

Il ragazzo corse verso Shisui e lo gettò a terra, aprendosi un varco e fuggì via.

Silenzio…

“Zio, dovevi fare lo psicologo…” commentò Shisui.

I cinque cercarono di raggiungere il ragazzo, ma era già sparito nel nulla. Decisero di dividersi per riuscire a trovarlo il prima possibile.

Madara era arrabbiatissimo, si era ripromesso, nel caso in cui lo avesse preso, di farlo pentire d’essere nato. Hashirama cercava di calmarlo il più possibile, ma niente da fare. Il peggio arrivò quando, per sedersi sul tronco di un albero a riposare, schiacciò un riccio. Decisamente non era la giornata giusta per l’Uchiha.

Intanto, Obito aveva raggiunto un punto della foresta in cui gli alberi erano meno fitti, e quello che aveva trovato lo fece infuriare. Rin e Kakashi stavano assemblando un grande tavolo di legno ed avevano alle spalle un’enorme tenda da campeggio.

“Allora è proprio come pensavo!” gridò ferito.

I ragazzi si voltarono verso di lui. L’Hatake sgranò gli occhi, mentre Rin sobbalzò chiedendo: “cosa ci fai qui?”

“Mi chiedi cosa ci faccio qui!?! Hai anche il coraggio di chiedermelo!?!” le fece lui avvicinandosi con rabbia.

Lei anche si avvicinò a lui, sembrava furiosa.

“Non saresti dovuto venire!” sbroccò lei.

“Sei una traditrice!!!” Mentre le sputava addosso quelle parole, l’Uchiha spostò lo sguardo su Kakashi, che con una faccia disperata gli faceva silenziosamente segno di no con la testa ed incrociava le braccia formando un X. Il moro alzò un sopracciglio, non capendo cosa stesse cercando di dirgli.

Kakashi gli indicò un grosso festone attaccato da un albero ad un altro con scritto sopra “buon compleanno Obito!”.

In un attimo fu tutto chiaro. Lo aveva liquidato per andare da Kakashi solo per allestire il luogo in cui voleva fargli una festa a sorpresa. Per questo gli aveva detto di non seguirla! Non era scappata da Kakashi!

“Traditrice?” fece Rin con fare minaccioso.

L’albino si portò le mani alla testa in segno di disperazione.

“S…solo perché non mi hai detto niente ah ah ah ah…” la risatina nervosa gli morì in gola “sei stata così dolce a farmi una sorpresa…”

“Ora non è più una sorpresa, idiota!” fece lei tirandogli un pugno sulla testa.

In quel momento arrivarono Itachi, Shisui e Fugaku, con quest’ultimo che gridava verso il nipote: “Obito! Non fare pazzie!”.

Rin alzò un sopracciglio, c’era qualcosa che non andava. Il suo ragazzo aveva iniziato a sudare freddo, se avesse scoperto che aveva dubitato di lei allora sarebbe stata davvero la fine. Guardò lo zio con aria di supplica.

Itachi notò lo striscione per aria e sgranò gli occhi incredulo.

“Pazzie?” fece la ragazza.

Itachi intervenne prima che potesse succedere qualcosa di spiacevole: “Si! Pazzie d’amore! Perché appena ha scoperto della festa a sorpresa per il suo compleanno, non ha resistito ed è voluto venire a ringraziarti!”

“Ma chi glielo ha detto?” chiese lei incrociando le braccia indispettita.

“Io!” rispose Itachi.

“E come facevi a saperlo se non ho ancora avvertito nessuno?”

Itachi non riuscì a reggere la situazione, e passò la bandiera: “me lo ha detto Shisui!”

Il ragazzo sobbalzò portandosi istintivamente le mani davanti al volto.

“Ma non avevo avvertito neanche lui!” fece Rin esasperata “chi te lo ha detto Shisui!?!”

“Io” si sacrificò Kakashi per il bene comune.

Obito lo guardò con gli occhi languidi che si riservano soltanto al miglior amico del mondo, mentre la sua ragazza voleva ammazzarlo.

“Beh, l’importante è che è tutto a posto no?” cercò di mettere pace Itachi.

In quel momento arrivarono anche Hashirama e Madara.

“Oh! Allora lo hai capito finalmente che hai le corna! Ha fatto bene la tua amichetta a mettertele!” le parole dell’Uchiha più grande generarono il panico.

Silenzio…

“Pensavi che ti stessi tradendo?” chiese Rin con un tono fin troppo calmo.

“Beh…io…” balbettò Obito facendo un passo indietro.

Rin prese il martello che aveva usato per montare il tavolo.

Il ragazzo scappò a gambe levate con lei dietro che urlava: “torna indietro!!!”













SSS
Salve ragazzi! Grazie per essere giunti fin qui! 
Questa fiction è giunta alla fine, il prossimo infatti sarà l'ultimo capitolo, intitolato: "Ultimo tantativo: Naruto"
Grazie ancora a tutti *-*

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Ultimo tentativo: Naruto ***


Ultimo tentativo: Naruto


 
Il tempo in loro compagnia è terminato fin troppo presto, ma forse il bello doveva ancora venire. Quella ragazza così fragile ed insicura era triste, perché l’unica persona che davvero avrebbe voluto, non si era fatta ancora avanti.

Ultimo giorno.

I ragazzi avevano deciso di fare un bagno al lago e per loro fu il momento migliore. L’acqua era fresca, potevano giocare, farsi dispetti e soprattutto…

“Ragazzi, non ci sono dubbi su chi sia la star di questa giornata…” fece Kiba a bocca aperta.

Gli altri annuirono silenziosi mentre Hinata, nel suo bikini bianco, mostrava involontariamente un balcone che richiamava l’attenzione di tutti loro.

La ragazza si era appartata in un angolo. Era l’occasione che Naruto stava aspettando. Le si avvicinò con un sorriso a trentadue denti stampato in faccia.

“Ciao, Hinata-chan!” cominciò.

Lei alzò lo sguardo, mostrando gli occhi inondati di lacrime al biondino, che sobbalzò emettendo un grido di sorpresa.

Essere l’oggetto dell’interesse di qualche ragazzo le aveva regalato una speranza. Lei si vergognava, aveva paura, ed averli tutti addosso era stata dura, ma aveva pregato con tutte le sue forze che ciò potesse attirare la sua attenzione.

“Hinata-chan, perché piangi?” chiese lui sedendo al suo fianco.

La Hyuga si asciugò gli occhi arrossendo.

“Sc…scusa Naruto-kun” sussurrò “è che in questi giorni mi è sembrato che ce l’avessero tutti con me…scusami, sono una stupida…” le uscirono altre lacrime pensando alla stupidità della sua spiegazione. Davvero ricevere tutte quelle attenzioni la faceva stare male?

Per Naruto in quel momento era tutto meno che stupida. Ripensò al modo in cui avevano deciso di giocare con i suoi sentimenti, senza neanche considerare il fatto che avrebbero potuto ferirla. Non era stato affatto bello da parte loro, e lo stupido era lui ad accorgersene soltanto in quel momento.

Quel ragazzo aveva un cuore grande, forse era il migliore fra tutti loro. E fu proprio lui a decidere che non ci sarebbe stato nessun vincitore.

“Perdonami Hinata-chan, lo stupido sono io!” fece il ragazzo profondamente pentito.

Lei sgranò gli occhi non capendo a cosa si stesse riferendo.

Lui si alzò e le porse la mano, per aiutarla ad alzarsi.

Il cuore di Hinata cominciò a battere all’impazzata. Afferrò con imbarazzo la mano di Naruto e si alzò.

“Andiamo a fare un bagno! Ti va?”

Lei annuì sorridendo ed insieme si diressero verso il lago.

Quel giorno, Naruto decise di non provare a conquistare Hinata, ma si ripromise di farlo in un'altra occasione, perché davvero ne valeva la pena.

La ragazza, dal canto suo, ci restò un po’ male. Tutto sommato avevano fatto un passo avanti però.

Il biondino aveva la competizione nel sangue, e mi sono chiesta più volte cosa avrebbe fatto se avesse conosciuto i sentimenti di Hinata. Forse pur di vincere avrebbe calpestato anche lui quel fragile cuore.

I miei dubbi vennero dissipati quando l’anno seguente tornarono al lago insieme. Si erano fidanzati e sembravano felici. Chissà se le aveva raccontato della scommessa.














 
 
 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2738356