Senza esitazione

di MysteriousSx
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ed io sorrido ***
Capitolo 2: *** Lo Street Night Club ***
Capitolo 3: *** Serata in discoteca ***
Capitolo 4: *** Io e Cody ***
Capitolo 5: *** Falso tradimento ***
Capitolo 6: *** Noah, innamorato di me? ***
Capitolo 7: *** Overdose ***
Capitolo 8: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Ed io sorrido ***


Odio la scuola.
Troppe regole.
E io odio le regole.
Preferisco la strada, anche a casa mia. Con papà che beve e mamma che a casa non c’è mai.
Questa è la terza scuola che cambio. Motivo: Sospensioni uguali a bocciatura immediata!
Per cosa ricevevo sospensioni? Droga.
Non volevo all’inizio, ma Matt, il ragazzo che quell’anno mi piaceva, è uscito con un’altra mentre stava con me. Ci sono caduta, e non so’ se c’è modo di uscirne.
I centri di disintossicazione non aiutano di certo. Regole anche lì.
Però ho promesso a me stessa che avrei smesso, una volta cominciata quest’altra scuola.
Beh, adesso non proprio. Forse tra un po’!
Ora, mi trovo qui davanti. E’ un edificio scuro, trascurato e i ragazzi che sono nel cortile fumano e si prendono a schiaffi l’un l’altro. Sembra divertente.
Se tutti trascurano tutti non c’è pericolo che qualcuno guardi una ragazza drogarsi.
Tutti, beh, quasi tutti gli studenti, indossano abiti trasandati. E io uguale. Indosso una felpa nera, aperta e sotto una canottiera bianca strappata verso la fine che figura un paio di occhiali da sole, e le mie gambe sono coperte da dei jeans scuri con buchi qua’ e là. Ai piedi indosso delle Nike bianche, sporche di fango, certo, ma con quelle posso come raccontare la storia della mia vita.
Il mio nome? Ve lo sarete certo chiesti, no? Ebbene, mi chiamo Isabella Mary Cratford. Già, lo so’, nome di battesimo disgustoso. Per questo, mi faccio chiamare Izzy. Lo considero come un nome d’arte.
Faccio un passo davanti a me. E poi un altro. E poi un altro. Nessuno che fa’ battute sceme su di me, ancora. E poi un altro, e un altro ancora, e un altro ancora…
-Ehi rossa, sei capace di stare in equilibrio, o barcolli sempre?- ho visto chi l’ha detto. Bruna, alta, grossa, nessuna possibilità di prenderla a botte. Barcollo per la droga, è uno dei suoi effetti.
-Il mio colore di capelli è arancione, daltonica!- le rispondo senza guardarla di nuovo. Forse non l’ho vista, ma di sicuro ho visto il pugno che mi è arrivato trenta secondi dopo che le ho detto quella frase. Ok, la mia faccia è bagnata di sangue. Mi devo assolutamente pulire. E subito.
Davanti a me, lì stesa a terra, vedo delle scarpe. Converse, a guardarle meglio, blu elettrico. Colore insopportabile.
-Ehi! Pensi ti serva, questo?- mi porge un fazzoletto, è un ragazzo. Tentenno per un momento e poi glielo strappo dalle mani borbottando un –Grazie!- ma il sangue mi finisce in bocca. Lo sputo e mi metto il fazzoletto sul naso sanguinante. Sollevo la testa e guardo il ragazzo: è di statura media, a differenza da gli altri, sembra che curi particolarmente il suo modo di vestire, visto che indossa una camicia bianca coperta da un maglione rosso e dei jeans color blu mare. I suoi capelli sono lunghi fino al collo, marroni e gli occhi dello stesso colore.
Mi tiro su. E continuo a camminare. Forse quel tipo mi segue. Sono così maleducata, non gli ho nemmeno chiesto come si chiama.
 
Fine della terza lezione. Intervallo, finalmente. Per tutte queste tre ore, mi sono dovuta alzare e recitare perché ho cambiato scuola. I professori di qui sono dei gran babbei. Ci hanno davvero creduto al fatto che ora sono qui perché mio padre si muove di continuo per lavoro. E mentre raccontavo questa storia, ridicola, tra l’altro, perché mio padre è disoccupato, sentivo alcuni dei miei nuovi compagni di classe, ridacchiare sotto banco. Non gli ho dato molto peso. Solo poche persone ho notato che non lo facevano, e una di loro, era il ragazzo che mi ha dato il fazzoletto stamattina. Non mi ci volle molto a capire chi era: si chiama Noah, ed è il primo della classe. Alla 2^ ora, il prof. di chimica l’ha chiamato su. Aveste visto come gli ha risposto. Parlava a macchinetta e non si fermava mai. 10 si è beccato, il secchione.
Mi appoggio al muro di fianco alla porta della mia nuova classe. Aspetto che il flusso di studenti della classe esca dall’aula. Cerco nelle tasche della felpa. Dannazione. Ho lasciato a casa il pacchetto di sigarette. Cavoli, mamma di sicuro le avrà trovate e buttate nel cesso. E’ lei che comanda a casa e secondo me vuole che sia tutto come lei desideri. Peccato, perché ha un marito ubriaco e una figlia drogata. Il suo mondo perfetto, creatosi nella sua mente, si è dissolto.
Noah esce per ultimo dall’aula, quasi d’istinto gli chiedo:
-Ehi, non è che hai una sigaretta?- lui si volta, e mi guarda. Ah, giusto. Uno che ha già un futuro prestabilito a Cambridge, non può permettersi di fumare. Ma, contro queste mie aspettative, lui mi risponde: -Certo- e tira fuori dalla tasca dei pantaloni il pacchetto, lo apre e me ne porge una. La prendo fissandolo negli occhi. Come cavolo fa’, uno del suo livello, a fumare?
-Il terzo piano è quello dove si radunano i fumatori. Io ci sto’ andando. Vieni con me, Isabella?
-Izzy… veramente…- gliel’ho detto quasi urlandolo. Odio quando qualcuno mi chiama Isabella. Che sciocca! Perché gli ho risposto così? Lui nemmeno lo sapeva…
-Izzy! Allora che fai? Vieni?
-Ovvio!- accenno un sorriso. E poi lo seguo.
 
Il terzo piano equivale ad un terrazzo di circa 50 m.
C’è molta gente che fuma qui. Bello. Nelle altre scuole, mi dovevo appartare in bagno per fumare. Qui è tutto più libero.
Per fortuna, l’accendino mi sono ricordata di prenderlo. Accendo la sigaretta che mi ha passato Noah, e fisso l’orizzonte. Bella città, Chicago. Grigia, fredda e nebbiosa. Perfetto, il mio ambiente.
La voce di Noah mi riporta alla realtà:
-Allora, qual è il vero motivo per cui ti sei trasferita qui?
Lo guardo. Non se l’è bevuta?
-L’ho detto…- dico, quasi scusandomi.
-Credi che me la sia bevuta la balla di tuo padre che si sposta per lavoro?
-Perché? Cosa ti spinge a pensare il contrario?
-I tuoi occhi, per esempio. Vacui, persi. Ti droghi, giusto?- detto questo, fa’ un tiro con la sigaretta.
Giusto, i miei occhi. E’ vero: gli occhi dei drogati sembrano persi. Gli rispondo:
-Dalle altre scuole mi hanno cacciato perché mi hanno beccata in bagno mentre sniffavo.
-Beh, non sei molto furba, allora…
-Erano troppo prestigiose e sempre sottocontrollo: impedivano a noi studenti anche di fumare, cosa avrei dovuto fare? Non ne posso fare a meno!- ok, questo gliel’ho urlato. E forse me ne pento… no, non me ne pento.
-Ma tanto tu cosa ne sai di com’è essere dipendenti da sostanze stupefacenti…
-Lo so’ perché lo sono stato anch’io…- fa’ un altro tiro. Davvero? Mi prende in giro, di sicuro.
-Mi stai prendendo in giro o cosa?- faccio un tiro anch’io.
-Già, è difficile da credere…
-No ti sbagli! E’ impossibile da credere! Come mai hai smesso?- faccio un altro tiro.
-Perché… non ne avevo più un motivo!- anche lui tira.
-Io non ci riesco! La cocaina ha preso il sopravvento nel mio corpo.- Wow, da dove mi è uscita questa frase così filosofica?
-Se ci provi, e ci riprovi alla fine ci riesci! Fidati di uno che l’ha fatto! Come mai hai incominciato?
-Il mio ex mi tradiva- non voglio aggiungere altro. Parlare di Matt mi fa’ venire il voltastomaco.
-Mi dispiace!-
-A me no! Matt è uno stronzo!- e tiro di nuovo. Poi lo fisso… e lui?
-Tu perché hai cominciato, invece?
-Per cercare di essere accettato!
Per cercare di essere accettato. Io di amici ne ho avuti parecchi, sempre anche durante il periodo che ho cominciato a drogarmi. Perché lo hanno fatto anche loro. Me li ricordo, ancora. Beth, Trent, Duncan, Gwen e Geoff… i miei migliori amici. Noi non cercavamo di essere accettati, cercavamo di essere giusti.
-Sai… ho iniziato a 15 anni. Nella mia classe c’erano tutti gruppi. Ed io non appartenevo a nessuno di questi. Per cercare di entrare in uno, quello più fico, per intenderci, dovevo cominciare. Ed ho iniziato con la cocaina. Mi hanno accolto come un eroe. E io mi sentivo tale. Dopo un po’, loro hanno iniziato anche a bucarsi, ed io dovevo fare uguale, se volevo continuare a stare lì. Ma dopo le prime due volte già ero dipendente al massimo. Andavamo a rubare per cercare i soldi che ci servivano, io ne avevo bisogno più di loro perché ero all’inizio. Ma una sera, è arrivata la polizia, loro sono scappati, io non riuscivo a stare al loro passo e così mi hanno preso. I miei genitori erano così delusi. E lo ero anch’io. Di quelli che credevo miei amici. Sono stato 3 mesi in un centro di disintossicazione ed, ora, eccomi qua.
Mentre racconta questa cosa, mi stanno salendo le lacrime. Io non mi sono mai spinta a rubare per la droga. Cercavo di controllarmi. Come potevo.
Ad un certo punto, nel terrazzo arrivò un ragazzo, molto agitato ma felice. Gridò:
-RAGAZZI, LA SCINTILLA HA COLPITO ANCORA!-
-Oh, cavolo, dove?- chiese Noah, emozionato.
-Sugli armadietti!
In men che non si dica, eravamo già tutti di sotto davanti agli armadietti. E c’era un graffito. “Scintilla” c’era scritto, circondato dalle scintille che emana il fuoco quando sta per accendersi.
-Ma chi è?- chiesi a Noah.
-E’ una graffitara!- mi rispose lui- La migliore di tutta Chicago!
-E tu la conosci?
-Tutti la conoscono! Frequenta ancora questa scuola!
Come “ancora”? Vuol dire che stava per essere cacciata?
 
Le mie domande sulla Scintilla rimasero appese nel mio cervello. Dopo scuola, verso le 3:00 del pomeriggio, Noah mi accompagna a fare un giro della città.
-OH, GUARDA!- mi urla all’improvviso
-Cosa?- gli chiedo io.
-SCINTILLA!- grida di nuovo lui. L’ha vista?
-Dove? Non la vedo!
-Lì dietro!- dice lui indicando un muro dall’altra parte della strada. Eccola.
Ci avviciniamo. Ha un felpa nera e il cappuccio le copre la testa. Ma distinguo delle ciocche rosse venire fuori. Ecco perché Scintilla: capelli rossi come il fuoco.
-Ciao, Zoey!- la saluta Noah. Allora è questo il suo vero nome: Zoey. Carino, mi piace!
-Ehi, Noah!- dice la ragazza levandosi il cappuccio. Ora la guardo. E’ proprio una bella ragazza. Ha i suoi capelli rossi legati in due codini, e con un fiore appena sopra l’orecchio destro. E’ abbastanza alta, molto magra. E sembra simpatica. Ora, sta’ abbracciando Noah.
-Quanto tempo che non ti vedo!- gli dice sorridendogli
-Già, in effetti è passata un’eternità! Come stai?
-Beh, potrei stare sempre meglio…
-Ci credo, con quello che passi.
All’improvviso si accorse di me.
-E lei chi è?- chiede al suo amico.
-Ah, lei è Izzy! Si è appena trasferita. Le stavo facendo fare un tour della città.
-Beh, non credo che ci sia molto da vedere- ridacchia.- Comunque, piacere! Io sono Zoey!- mi tende la mano, sorridendomi. Le sorrido anch’io e le rispondo stringendole la mano.
-Il piacere è mio! Bello il graffito!
-Oh, beh…- sta’ arrossendo – grazie!
-Come quello che hai fatto oggi a scuola!- dice Noah, mettendola a suo agio.
-Il preside si è infuriato?- dice lei con uno sguardo sia interrogativo che preoccupato.
-Parecchio… ma non sa’ che sei tu, tranquilla!- e poi le mette una mano sulla spalla. Non so’ perché ma, mi viene una fitta allo stomaco.
-Lo spero! Avete pranzato?- ci chiede.
-Beh, con quello che ci offre la mensa direi di no…- le dice Noah.
-Io non ho toccato cibo!- le dico io. Era vero. Ho toccato il polpettone che c’era sul mio piatto con una forchetta. Era molliccio. Bleah.
-Vi va’ di venire a pranzo da me, allora? Così io e Izzy potremmo conoscerci meglio!- mi sorride. Simpatica. Davvero simpatica.
-Se non ti creiamo disturbo… che ne dici, Izzy?
-Per me va bene! Anch’io ho voglia di conoscerti meglio.- le sorrido a mia volta
-Ok!- chiude la bomboletta di vernice rossa e la mette dentro una borsa da ginnastica, dove, ho intravisto, ce n’erano molte altre. E poi ci incamminammo verso casa sua.
 
La casa di Zoey era fra’ la 15esima e la 16esima. E’ modesta: ha due piani e il colore dell’edificio è arancione scuro. Ispira fiducia.
Zoey estrae un mazzo di chiavi dalla borsa e apre la porta molto piano.
-Mi raccomando: entrate piano e non fate molto rumore- ci dice entrando.
Facciamo come ci ha detto. Ma non capisco il perché.
Appena entriamo, ci accoglie un salotto molto disordinato poco dopo l’ingresso. C’erano vestiti sparsi a terra, CD, DVD, e all’angolo, una Tv. Semplice, ma abbastanza costosa.
La cosa che mi ha incuriosito è la presenza di tutine. Piccole tutine rosa, che si uniscono ai vestiti a terra, che sono sia da uomo, sia da donna. A parte le tutine, il disordine e il resto, questa casa comincia a piacermi. La mia camera sembra la copia sputata di questo salotto.
-Scusatemi davvero per il disordine!- ci dice Zoey sottovoce, quasi scusandosi.
-Tranquilla- le dico io facendole un sorriso- A casa mia è più o meno la stessa cosa!
Zoey sorride quasi tranquillizzata. Più a sinistra, vedo una parte della cucina. Disordine anche lì.
Oltre la cucina e il salotto, ci sono le scale che portano al piano di sopra. Sono a chiocciola e partono da appena sopra il divano.
Chissà com’è di sopra, mi domando.
 
Zoey ci fa’ accomodare sul divano e ci serve un bel pranzetto: tre pezzi di pizza, uno ciascuno, patatine fritte condite, ovviamente, con ketchup e maionese e tre aranciate. E’ andata a prendere tutto nella pizzeria qui a fianco e ha lasciato me e Noah ad aspettarla lì. Lui mi fissava. Tanto. E lo fissavo anch’io. Non ci siamo parlati molto, in quella situazione. C’era troppo imbarazzo. Stavamo sempre a fissarci. E a me piaceva. Molto.
Dopo pranzo, Zoey prepara il caffè accompagnato con dei biscottini al cioccolato che aveva fatto lei. A forma di cuore.
Stiamo per un po’ in silenzio, poi sono io che parlo per prima:
-Allora, da quanto fai graffiti?
-Beh, più o meno da sempre!
-Ha sempre avuto una passione per il disegno…- aggiunge Noah.
-E perché li fai?
-Mi aiuta a rilassarmi. Penso di aver dato un tocco di colore a questa città buia e grigia!- e mi sorride. Penso che, quel suo bel sorriso, abbia steso molti uomini.
-E come mai ti chiami Scintilla?
-Ehm, perché…-
Ma non fa’ in tempo a finire la frase, che la porta dell’ingresso si apre ed entra un ragazzo. Cavoli, è anche carino. E’ alto, con capelli neri e occhi marroni. Ed un bel fisico.
-Amore? Sono a casa!- dice il ragazzo. Zoey si alza e gli va’ incontro, abbracciandolo.
-Ciao, amore!- lo saluta e subito dopo gli da’ un bacio. Questa scena mi ricorda molto me e Matt quando stavamo insieme. E la cosa mi fa’ venire da vomitare.
-Amore, ti ricordi di Noah, no?- dice Zoey, indicando dalla parte di Noah.
-Si, certo! Come va’, amico?- gli stringe la mano.
-Alla grande, Mike! E a te, invece?
-Non c’è male! Parto per una trasferta, fra’ tre giorni!
-Wow! Vedrai che tanto lo vincete quel torneo Nazionale!
-Speriamo
-E lei invece…- Zoey comincia ad indicare me –E’ Izzy! E’ nuova a scuola!
-Ciao, piacere Mike!- mi dice lui, porgendomi la mano.
-Izzy, piacere!
Quindi Zoey abita con il suo ragazzo? A 17 anni? Ok, prendetemi pure per una romanticona ma, mi sembra molto dolce!
-Vado a cambiarmi! Così ne approfitto per vedere se la piccola si è svegliata!- dice Mike. La piccola?
-Ok, ti aspettiamo qui!- dice Zoey, baciandolo, poi, di nuovo.
Dopo che Mike, fu arrivato al piano di sopra, non riesco a trattenermi e le chiedo:
-Chi è “la piccola”?- Zoey mi guarda. Sembra imbarazzata. Oddio. Forse ho toccato un argomento di cui non le va’ di parlarmi?
-E’ nostra figlia!- mi risponde, sorridendomi.- Ha 5 mesi!
Lei e Mike hanno una figlia? Ecco perché vivono insieme.
 
Molte ore dopo, sono seduta sul mio letto della mia nuova casa qui a Chicago. Sto’ davanti al computer e chatto con Gwen, la mia migliore amica. Le parlo di Noah e di Zoey.
Lei è stupita, ma mi dice che le piacerebbe conoscerli.
Alle 11, chiudo il PC, lo tolgo dal letto e butto la testa sul cuscino. Sto’ anche per spegnere il cellulare, ma mi arriva un messaggio. E’ di Noah. Oggi pomeriggio gli ho dato il mio numero.
Mi ha scritto “Buonanotte! J”! Ed io sorrido.
 
 

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Capitolo 2
*** Lo Street Night Club ***


Et, voila'! Ecco a voi il secondo capitolo di: Senza esitazione, dove la nostra protagonista, Izzy, farà un incontro molto speciale... Buona lettura!

Da quando ero arrivata in questa nuova scuola, erano già passate 2 settimane. E Noah, era ufficialmente entrato nella lista dei miei migliori amici. Era un ragazzo fantastico, in tutti i sensi. E poi mi capiva. Era un ex drogato. Poteva capire come ci si sentiva.
E poi c’era Zoey. Anche lei era in quella lista. Simpatica, dolce intelligente, ma soprattutto… graffitara. I suoi graffiti erano meravigliosi. Le cose più belle che avessi mai visto.
Ma nonostante loro due, i miei vecchi amici mi mancavano. Soprattutto Gwen. La mia migliore amica in assoluto. Chattavamo spesso insieme, in queste settimane. Ha detto che mi sarebbe passata a trovare il giorno di Halloween. Di solito, in quel giorno, io e lei, facevamo maratone di film dell’orrore. Piacevano ad entrambe!
 
Ora mi stavo guardando allo specchio. Si, mi piace come mi ero vestita: canottiera nera con degli strass d’oro sul bordo della scollatura e poco più in giù, e sulle gambe portavo i miei soliti jeans con buchi qua’ e là. Ai piedi avevo delle ballerine nere in tinta con la maglia. Avevo legato i capelli in uno chignon e mi ero anche truccata, cosa insolita da parte mia, per uscire la sera.
 
Lo Street Night Club, era il pub più frequentato dagli studenti di Chicago. Oggi era sabato sera, ed io l’avrei passato per la prima volta senza i miei amici, ma sarei comunque uscita.
Ero d’accordo con Noah, che mi sarebbe passato a prendere alle 21.00 in macchina.
 
 
Non parlammo molto durante il tragitto. Lui era vestito benissimo: indossava una camicia bianca, scollata e dei jeans scuri. Le scarpe erano delle Adidas, rosse.
Wow! Insomma era così… così…interessante, ecco!
Arrivammo al pub che erano più o meno le 21.15. Zoey ci avrebbe raggiunto dopo.
-Wow, Izzy! Stai benissimo!- mi disse lui quando scendemmo dalla macchina.
-Grazie!- gli sorrisi- Anche tu lo sei!
 
Il pub era molto carino: era tutto di legno e c’era un’atmosfera calda e abbastanza tranquilla. Le discoteche dove di solito mi portava Geoff, erano molto più incasinate.
 
Noah se n’era andato da non so’ quanto, in giro per il pub a cercare i suoi amici. Almeno io e Zoey avremmo potuto fare un po’ di “chiacchiere tra donne”:
-E tua figlia come si chiama?- le chiesi io, dopo gli aggiornamenti generali delle nostre vite.
- Amy!
-Accidenti, che bel nome!
-Davvero? Grazie… se guardi i miei graffiti, in fondo ci metto una firma: MAZ!
-MAZ?
-Sarebbero le iniziali di Mike, Amy e Zoey.
-Una trovata geniale, direi! E il nome chi l’ha scelto tra te e Mike?
-Lui! Appena l’ha letto, io ero al 3° mese, mi disse “Zoey, se sarà femmina, la voglio chiamare Amy!” –
-Quindi, non l’hai saputo fino al parto…
-No, volevamo che fosse una sorpresa…
-E i tuoi come hanno reagito?
Zoey si rabbuiò. Accidenti a me! Ma perché non imparo a chiudere questa boccaccia?
-I miei volevano che abortissi!
-Oh, cavolo! Mi dispiace!
-Sono andata a vivere con Mike per questo motivo. Nemmeno i suoi erano d’accordo, così abbiamo cambiato città  e casa!
-Beh, secondo me, avete fatto bene!
Continuammo a parlare delle nostre vite. Io le raccontai della mia città, dei miei amici, e del periodo in cui ho cominciato a drogarmi. E che ancora lo sto’ facendo. Lei non sembra scioccata da ciò, anzi sembra darmi supporto. Non so’ dov’era Noah, ma in quel momento stavo così bene con Zoey che non ci pensavo. Ad un certo punto Zoey, mi diede una gomitata:
-Ahi, perché l’hai fatto?
-Guarda laggiù!
Massaggiandomi il braccio, guardo dove guarda lei. C’è un ragazzo che mi fissa.
-Lo vedi? E’ Cody, ha la nostra età e sta’ nella mia classe!
-E perché mi fissa?
-Forse perché sta’ flirtando?
-Ma dai, con me? Ma tu sarai matta!
-Io sarò matta, ma tu sei arrossita!
Mi toccai le guancie e sentii che erano calde. Mannaggia!
-Ehi, sta’ venendo qui!-dico io preoccupata.
-Vorrà parlare con te…- mi dice Zoey, facendo un sorrisetto complice.
-O con te, non ci hai pensato?
Cody, si stava avvicinando. Lo sentivo.
-Ehi, Zoey! Anche tu qui?- chiese Cody appena arrivato.
-Ciao Cody! Ehh si! Ah conosci già Izzy? E’ nuova a scuola!- dice lei guardandomi. Io le lancio un’occhiataccia.
-No! Strano, di solito sono sempre informato! Piacere, Cody!- e mi tende la mano. Io gliela stringo, malvolentieri.
-Izzy!
-Beh, io vado a vedere dove si è cacciato Noah…- e detto questo Zoey si alza. Io la guardo preoccupata. Non voglio parlare con Cody. No, in verità non voglio parlare con la gente che ci prova con me.
Prima di andare, Zoey mi sussurra:- Guarda che lui non è come Matt…-
Non sarà come Matt, ma tanto gli uomini sono uguali in tutti i loro comportamenti. Cody mi continua a fissare. Oddio, devo ammettere che è carino: non è molto alto, ma ha quegli occhi color nocciola così belli e profondi, e i suoi capelli sono castano chiaro e sembrano morbidi. Forse non è così male come pensavo…
-E così, sei in classe con Zoey!- gli dico sorseggiando il mio drink.
-Già, e tu con Noah... vero?- mi chiede anche lui, sorseggiando.
-Come fai a saperlo?
-Mi aveva parlato di una ragazza nuova nella sua classe…
-Ah, e siete molto amici, tu e lui?
-Lo siamo da quando avevamo 3 anni! E’ il mio migliore amico, anche se non ci somigliamo affatto!
-Ah, davvero? E come mai?
-Beh, per esempio, lui si drogava e io alla droga non mi avvicino nemmeno!
E detto questo, sento che il mio corpo si sta’ gelando.
-Anzi, sono proprio contro l’uso di droghe! Infatti, non per vantarmi, eh, ma sono il presidente della campagna contro l’uso di droghe!
Ok, ora sono veramente, non imbarazzata, ma terrorizzata. Perché ogni volta che mi comincia a piacere un ragazzo, ci deve essere sempre qualcosa che non va’? Oddio, ho detto “comincia a piacermi”? No! A me Cody non piace, insomma lo conosco appena…
 
 
E invece, è proprio così: Cody mi piace, e anche tanto! Abbiamo continuato a parlare, di noi, della scuola, di quello che ci piace e di quello che non ci piace fare. Poi lui mi ha preso per mano e mi ha portato in mezzo alla pista per ballare. Ridevamo, ballavamo, scherzavamo. Stavo benissimo.
Intanto, si sono fatte le 2 del mattino. Ma noi continuiamo a ballare. Ad un certo punto lui mi abbraccia, facendomi rabbrividire. Poi mi guarda per pochi secondi, prima di chiudere gli occhi e avvicinando la sua bocca alla mia. Io non mi muovo, e lascio che mi baci. Dopo di che, gli dico:
-Ehm, adesso è meglio che vada, Zoey e Noah mi stanno aspettando!
-Ah, ok! D’accordo! Ci vediamo a scuola, lunedì?
-Certamente!- gli do’ un bacio sulla guancia ed esco.
 
 
Quella sera mi fermai a dormire da Zoey. Si sentiva sola: Mike aveva ancora la trasferta e quella sera Amy la teneva sua nonna, l’unica parente di Zoey che le stia stata vicino. Zoey mi disse che li aveva aiutati molto durante la gravidanza, quando invece i loro genitori non lo avevano fatto. Anche per questo, Zoey e Mike, si sono trasferiti qui a Chicago, perché la nonna di Zoey abitava qui.
Così ogni tanto se Zoey voleva uscire la sera, e Mike non c’era, oppure il contrario, lei teneva la piccola Amy.
Ero molto stupita da Mike: insomma, molti ragazzi se ne sarebbero fregati di avere un bambino, ma lui invece no. È stato sempre accanto a Zoey, e adesso sono una famiglia bene organizzata.
 
-Dormi?-mi chiede Zoey ad un certo punto.
-No…- dico io, sospirando
-Pensi a Cody?
-Si…
-Siete così carini insieme…
-Non voglio stare con lui!- cioè, lo volevo, ma… Cody si merita di meglio.
-Perché?
-Perché mi drogo e lui non lo sa. Poi la droga non la può nemmeno sentire nominare, come potrei stare insieme a lui. Dovrei continuare a mentirgli?
-No, dovresti dirgli la verità! Magari ti aiuterà come ha fatto con Noah…
-No, non lo farà!
-Sei pessimista…
-Senti, Zoey: non voglio un ragazzo! Ok?
-Ok! Ok!
Dopo una pausa, ricomincio a parlare:
-Ma tu come fai?
-A fare cosa?
-A stare senza Mike per così tanto tempo!
-Ah, ci sono abituata! Vedi, a Mike lo pagano quando va’ a fare queste trasferte oppure i tornei… io non lavoro, perciò è lui che porta a casa i soldi, non posso impedire che vada via…
-E quanto guadagna?
-Molto! Grazie a lui ci siamo potuti permettere questa casa! Però, ogni volta, mi manca da morire!
-Ma non vi sentite per niente?
-Si, ma lo posso chiamare solo in orari precisi e non parliamo più di tanto!
All’improvviso, mi sento dispiaciuta per Zoey e Mike. Non stanno quasi mai insieme, eppure si amano.
Poi,ad un certo punto, torno al bacio tra me e Cody. Lui è troppo buono, per stare con una disgraziata, drogata e bugiarda come me! Se ci mettessimo insieme, sarebbe peggio: dovrei continuare a mentirgli, e non voglio farlo perché non è una persona che merita di essere ingannata, e non voglio nemmeno confessargli che sono una drogata, perché non starebbe mai con me. E non proverebbe neanche ad aiutarmi, ne sono certa.
Sono solamente e semplicemente una persona orribile. E lui deve saperlo.
 

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Capitolo 3
*** Serata in discoteca ***


Le cose in classe non andavano per niente bene!
Insomma, avevo già preso 2 materie nel primo semestre. Dovevo recuperare assolutamente durante le vacanze di Natale. Fortunatamente, Noah mi avrebbe fatto da tutor per fare le verifiche di recupero, una volta tornati a scuola.
Neanche sentimentalmente ero messa tanto bene. Avevo rotto con Cody il giorno dopo del bacio.
Lui continua a chiamarmi, ma io non rispondo, e, a scuola, cerco di evitare il più possibile il corridoio della sua classe.
Oggi è il penultimo giorno di scuola.
Arrivo in classe e scaravento lo zaino sul banco, come faccio sempre.
Noah si siede vicino a me, e subito dopo, in classe entra Marlene, chiamata anche “l’oca”, e dice (o meglio, strilla):
“RAGAZZI, ASCOLTATEMI BENE! ALLORA, DOMANI E’ L’ULTIMO GIORNO DI SCUOLA! IL CHE SIGNIFICA…”
“Che non ti dovremmo sopportare per 2 settimane?” dico io
La classe scoppia a ridere.
“STAI ZITTA, IZZY! DICEVO, CHE DOMANI SERA AL “WHITE NIGHT” CI SARA’ UNA FESTA DI FINE SEMESTRE. VI DO’ I VOLANTINI!” e poi, distribuisce, ad uno a uno, dei volantini.
Sapevo qualcosa del White Night: era la discoteca più trendy di Chicago. A Geoff sarebbe piaciuta molto. Bene, avevo bisogno di distrarmi dalla scuola, da Cody, da tutto quanto. Ci sarei andata di sicuro, domani sera. Mi volto e chiedo a Noah:
“Che ne dici? Ci andiamo?” mettendogli davanti alla faccia il volantino.
“No, non ci penso nemmeno!” dice lui sbuffando.
“E perché no? E dai, Noah! Ho bisogno di distrarmi, lo sai!”
“Izzy, quello è un postaccio! Ci gira la peggio gente!”
“Tipo drogati?” lo sfido.
“Ehmm si, ma non come te! Questi fanno di peggio! Si bucano anche!”
“Ah, ho capito! Tipo te, insomma!”
“Senti, lo sai che non voglio più parlare di quel periodo! E comunque, io non ci vado e non ci andrai nemmeno tu!”
“E chi me lo vieta? Tu?”
“Non voglio che ci vai, ok? Senti, fidati di me! Non fare sciocchezze!”
Rifletto un attimo. Poi dico:
“E va bene!”
 
Metto, per l’occasione, la maglia che mi ha regalato Gwen quando è venuta a trovarmi: nera con il disegno di uno scheletro. Mi tiro su le calze, e ci metto sopra i pantaloncini corti di jeans. Ai piedi infilo i miei stivaletti neri pieni di strass sul cinturino. Mi trucco e infilo orecchini pendenti e una collana lunga dalla quale pendeva un cuore rosso.
 
Prendo la macchina e passo a prendere Zoey e Mike. Vengono anche loro. Sono contenta di stare in compagnia. Non mi interessa se Noah non vuole che io ci vada al White Night. Lui non è mio padre, non decide per me.
Mike e Zoey erano a casa della nonna di lei. Stanno uscendo proprio in questo momento. Vedo Mike che accarezza la testolina della piccola Amy, in braccio a Zoey, e subito dopo le fa un po’ di solletico con il dito sulla pancia. Che scena tenera. Zoey, invece le da’ un bacio sulla fronte e poi la lascia fra le braccia della nonna.
“Ciao Izzy!” mi saluta Zoey sorridendo, non appena entra in macchina.
“Ciao Zoey, ciao Mike” saluto io.
“Ciao Izzy!” mi dice Mike, mettendosi la cintura.
“Dai, andiamo!” dico io.
“Aspetta, non passiamo a prendere Noah?” mi chiede Zoey.
“No, lui non viene!”
“E come mai?” domanda Mike.
“Non gli piace quella discoteca”
“Si, in effetti con noi non ci è mai venuto, vero Mike?” dice Zoey, appoggiando la testa sulla spalla del suo ragazzo.
“È vero, non ce l’ho mai visto. Chissà perché…” risponde lui, prendendo la mano di lei.
 
Arriviamo lì, poco dopo mezzanotte.
Subito mi reco verso il bar, e ordino un drink. Mentre lo bevo, mi guardo intorno. E’ un bel locale: è largo, le pareti sono viola e le colonne invece bianco. La pista da ballo era piena di studenti che si dimenavano in tantissimi balli, uno diverso dall’altro, come se ognuno, ballando, esprimesse la sua personalità. E poi cerano tanti tavolini e divanetti sparsi per la stanza.
Mi siedo su uno di questi divanetti bianchi di pelle e continuo a bere. Ad un certo punto vengono al mio stesso divanetto, un gruppo di ragazzi. Fingo di non guardarli, all’inizio. Ma una volta seduti, uno di loro comincia a parlarmi.
“Ehi, che ci fa’ una bella ragazza come te qui da sola”
Non rispondo subito.
“Mica sono sola…”
“Ah, dove l’hai lasciato il fidanzatino?” mi chiede un altro ragazzo.
“Non sono fidanzata! Sono con due miei amici… Voi, invece? Nessuna ragazza?”
“No! Se vuoi posso ballare con te, però!” mi dice quello che mi ha parlato all’inizio.
“Grazie, ma non ballo con la gente di cui non conosco nemmeno il nome…”
“Mi chiamo Billy! E tu, bellezza?”
“Isabella! Ma chiamami Izzy!”
“Come vuoi, Izzy! Allora che fai vieni a ballare?” e mi tende la mano.
“Perché no?” dico io prendendo la sua mano e lasciando il drink sul tavolino. Non vedo più ne’ Mike né Zoey, ma penso che non dovrei cercarli. Vorranno stare un po’ da soli, senza bambini e divertendosi.
 
Io e Billy balliamo per un bel po’. Non so’ forse mezz’ora oppure un’ora. È bello ballare così, senza impegno, senza niente. Scatenandosi e basta.
“Senti, ti va di sballarti un altro po’?” mi chiede Billy.
“Cioè?”
E a quel punto Billy tira fuori dalla tasca una siringa. Oddio, non sono mai arrivata al punto di bucarmi.
“Senti Billy, mi faccio, sì ma di coca e basta…”
“Un po’ di eroina non ti farebbe male…” e mi prende il braccio
“No senti non ne ho voglia…” replico ma lui mi ha già quasi puntato la siringa sulla vena.
 Ad un certo punto sento qualcuno che mi tocca la spalla. Mi giro e vedo Noah.
“Izzy, che cavolo fai?” mi chiede, sorpreso.
“Noah, guarda un po’ chi si rivede…” dice Billy.
Noah rimane a fissarlo. E dopo poco parla.
“Billy… cosa pensavi di farle?”
“Allora? Come te la sei passata in galera?”
“Bene! Ah ti ringrazio ancora per avermi sbattuto dentro, pezzo di merda!” dice Noah, cominciando a spingerlo.
“Pff, guardati! Sfigato eri e sfigato rimani! Solo tu potevi farti beccare dagli sbirri mentre ti bucavi!”
Poi Noah, guarda verso di me.
“Senti, non provare a raggirare anche lei…”
“Ma tu lo conosci?” mi chiede Billy.
“Si… è nella mia stessa classe…”
“Billy, lasciala stare!” gli ripete Noah avvicina dosi a lui e guardandolo minacciosamente.
“Non me lo puoi impedire, sfigato!”
“Ah tu dici? Toccala con un dito e ti ammazzo!”
Nessuno aveva mai preso le mie difese. Trovo carino il gesto di Noah. Forse, Billy avrebbe potuto veramente farmi del male. Ecco perché Noah non voleva venire qui. Perché cerano quelli del suo gruppo.
Interrompo i miei pensieri, quando vedo quei due cominciare a prendersi a botte. Cerco di separarli, ma ci pensano quelli del gruppo di Billy.
Io trascino via Noah, con il naso che gli sanguina. Ma dopo un po’, lui si libera dalla mia presa, mi prende per il braccio e mi porta verso il parcheggio.
“Sali e non fare storie!” mi dice facendomi salire sulla sua macchina.
Io salgo in silenzio. Ho paura di parlare.
Noah mi riporta a casa. Mi fa scendere dalla macchina senza neanche salutarmi e io mi reco verso casa mia. Vado in bagno, mi strucco, mi lavo i denti, infilo il pigiama, mi fiondo sotto le coperte e appoggiando, la testa sul mio morbido cuscino, provo a dormire.
Ma non ci riesco. Ho gli occhi aperti sul soffitto fino a quando non vedo il sole sorgere. Allora mi alzo e guardo l’alba, iniziando a versare qualche lacrima.

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Capitolo 4
*** Io e Cody ***


Dopo la serata in discoteca, io e Noah, alla fine, ci eravamo chiariti.
Erano passate le due settimane di vacanze, e io le avevo passate quasi tutte a studiare. A volte da sola e a volte con Noah.
Ora, sono di nuovo in classe per una noiosa ora di storia.
La prof ci stava spiegando la storia d’amore tra Antonio e Cleopatra.
Lui innamorato di lei, e lei faceva solo finta.
Questa situazione mi ricorda molto me e Cody.
Cody.
Non riesco nemmeno a pronunciarlo o a pensarlo, senza che mi vengano le lacrime agli occhi.
Noah se ne accorge.
“Izzy, che hai?” sussurra.
“N-Niente!” e mi asciugo gli occhi.
 
E’ già passata mezz’ora. E a me sembra sia passata un’ora, invece.
Mi sto’ quasi per addormentare sul banco, quando sento bussare alla porta.
Sollevo la testa per vedere chi è.
La porta si apre.
E me lo ritrovo davanti.
Cody.
Mi copro la testa con il cappuccio. Ma chi me l’ha fatto fare di mettermi al primo banco, proprio oggi?
Cody, dopo aver chiesto il permesso, entra in classe.
“Scusi, prof, potrei dire una cosa importante ad una persona?”
Nasconde qualcosa dietro la schiena.
Ha una mano dietro la schiena.
A chi dovrà chiedere questa cosa così importante?
“Certo, vuoi chiamarla fuori?”
“No, no! Posso dirla anche qui…”
All’inizio penso stesse parlando di Noah. Oppure deve dire qualcosa a qualcuno che è iscritto alla sua associazione contro la droga. Quindi non posso essere io! Di tutte le 26 persone che ci sono in questa classe, di sicuro non vorrà parlare con me! Io che gli ho spezzato il cuore, che l’ho fatto soffrire… MA CHE DICO? Cody è un bel ragazzo, chissà quante ragazze avrà avuto, non si farà mica abbattere da una che ha conosciuto in un pub. Probabilmente si sarà già fidanzato.
Comunque sia, metto la testa, coperta dal cappuccio, nascosta tra le braccia incrociate.
Ma che aspetta a dire questa cosa?
Sento dei passi.
Quasi vicino a me.
Più vicino.
Ancora più vicino.
Chino poco la testa e vedo le scarpe di Cody vicino al mio banco.
Oddio…
Mi scansa un po’ la braccia e guarda il libro di storia che ci sta’ sotto.
“Mmm, Cleopatra, eh? Sai tu ci somigli veramente, Izzy…”
Non mi muovo.
Respiro abbastanza male.
“Guarda che lo so’ che sei tu! Solleva quella testa, dai…”
Piano, piano, alzo debolmente la testa abbastanza da guardarlo in faccia.
“In che senso ci somiglio?” gli chiedo, sussurrando.
“In che senso, dici? Dunque… vediamo… dai l’illusione a tutti quelli che baci che vuoi stare con loro, e poi li liquidi il giorno seguente? Mi sa’ di si! In QUESTO siete simili, tu e lei…”
Ho capito il suo piano.
Vuole umiliarmi pubblicamente.
Beh, che lo faccia pure.
Non mi faccio mettere sotto da nessuno.
Dopo che l’avrà fatto, lo prenderò a pugni.
“Ho capito il tuo gioco! Vuoi umiliarmi per quello che ho fatto, vero?  Beh, ne hai tutto il diritto, sono stata una persona orribile!”
“Si, sei stata veramente un mostro…”
Gli devo dare ragione.
Per forza.
Non voglio più innamorarmi. Di nessuno.
Questi sono i casini in cui si ritrovano gli innamorati, che fanno di tutto per non far soffrire l’altro.
Io sono innamorata di Cody, e non voglio farlo soffrire. Ma dopo questa umiliazione, giuro che non mi innamorerò più di nessuno.
“Però… sei uno dei più bei mostri che abbia mai visto!”
Sto’ per piangere, ma lo guardo.
Uno dei più bei mostri che io abbia mai visto?
Ma da dove gli è uscita?
E’ così che rimorchia tutte le ragazze con cui sta’?
Spero di no!
Poverette…
“Mi dici, che vuoi?” chiedo, ormai sull’orlo della disperazione. Perché mi dice tutte queste cose?
Lui non mi risponde.
Si guarda intorno.
“A-ah!” esclama. E si dirige verso la fine della classe. Evito di guardarlo.
Poco dopo, sento lo stridere di una sedia quando viene trascinata.
Cody la mette vicino al mio banco e poi ci sale sopra.
E poi, da dietro la schiena, tira fuori una rosa. Non è come le altre, è arancione con delle sfumature di rosso in cima.
Oh, no…
Forse ho capito che vuole fare…
E la cosa non mi piace per niente!
Per niente!
“IZZY, HAI PERFETTAMENTE RAGIONE! SEI STATA ORRIBILE! QUALUNQUE ALTRO RAGAZZO A QUEST’ORA TI AVREBBE MANDATA A QUEL PAESE…”
Ti prego…
“Beh, quel ragazzo, però non sono io…”
Non lo fare…
Mi porge la rosa.
Io continuo a guardarlo. Anzi a fulminarlo.
“Tu mi hai fatto innamorare di te, già dal primo sguardo!”
Sento la classe, che intorno a me, comincia a ridere.
Vorrei incenerirli.
“So’ che mi hai detto di sparire dalla tua vista, ma non ce la faccio! Penso a te praticamente 24 ore al giorno. Sai che, per questo, non riesco neanche più a mangiare…”
“Cosa a te insolita…” dice Noah, ridendo.
“Infatti” gli risponde Cody “Izzy…” mi mette la rosa sul banco “Ti amo!”
Ti amo.
Ti amo…
Non sentivo più quella parola da un bel pezzo.
Ha un suono bellissimo. Dolce, romantico… tutto…
La classe ride.
Ma io non la sento.
Guardo Cody.
Nei suoi bellissimi occhi blu.
Belli quando sorride. Ma anche quando è dispiaciuto.
Com’è adesso.
Ho detto che non volevo farlo soffrire.
Ma stiamo soffrendo entrambi.
L’uno senza l’altra.
Io amo Cody.
E allora perché non provarci?
Perché sono sicura che mi darà un’altra delusione?
Perché sarò io a dargli una delusione quando saprà che mi drogo?
Sta’ aspettando una risposta…
Ma io non so’ che dire.
Lo amo, lo amo davvero!
E allora perché farsi domande sul futuro?
Perché preoccuparmi del futuro?
Se anche lui mi ama come dice, allora mi accetterà per come sono!
E sono sicura che lui mi ami veramente.
Ha gli occhi di un cane bastonato.
E io sto’ per piangere, di nuovo.
Affronteremo la nostra storia insieme…
Un passo alla volta…
Insieme…
Io e lui…
E’ quello giusto!
Lo sento!
Forza allora, Izzy, buttati…
E’ un salto nel vuoto, ma sei con lui…
Aggrappati a lui per non finire in quell’oceano!
Ti ama… veramente…
E tu ami lui… veramente!
Buttati…
BUTTATI!
Mi alzo dal banco, e salgo sulla sedia.
Lo guardo.
Gli prendo la mano.
Lui mi guarda, ritrovando un briciolo di speranza.
“Prova a spezzarmi il cuore, e la sofferenza sarà peggiore… credimi!”
“Non lo farei mai… al massimo, soffrirei più di te!”
Questa fu una frase… che mi diede la forza di baciarlo.
Stavolta, è molto meglio del bacio nel pub.
Sono sincera.
Sono sicura.
Non soffrirà per colpa mia!
Lo giuro!
Mi guarda un po’ sconcertato.
E quando io, mi stacco, lui si morde il labbro, e poi mi bacia, stringendomi.
La classe applaude.
Non li sento.
Non sento niente.
A parte il battito del cuore di Cody.
Ed il mio.
Cuori che battono all’ unisono.
Una coppia perfetta.
Quando ci stacchiamo, gli sorrido strofinandogli la mano sui capelli. Poi mi stringo a lui.
Sono sicura.
Lo amo, e voglio solo lui!
“Ci vediamo all’intervallo?” mi sussurra per poi, subito dopo, baciarmi la guancia. Tenero.
“Certo” gli rispondo io, e poi lo bacio a stampo sulla bocca.
Scendiamo dalla sedia, con gli occhi di tutta la classe puntati contro di noi.
E tutti in piedi. Ad applaudire.
Cody esce.
Tutti continuano ad applaudire.
Tranne uno.
Che è seduto al suo posto.
E non mi guarda.
Non è felice per me.
Il mio migliore amico.
Noah.
 
Quella sera, io e Cody abbiamo cenato all’America Graffiti.
Non ci ero mai venuta, ma venirci per la prima volta, e poi con Cody, è una cosa assolutamente fantastica.
“Perché Noah, non ci ha parlato oggi secondo te?” gli chiedo, mangiando il mio panino.
“Ahhh, non preoccuparti! E’ sempre stato un po’ geloso di me!”
“Sicuro che sia solo per questo?”
“Ma si dai, sta’ tranquilla!” e poi mette una mano sopra la mia, che era appoggiata al tavolo.
“Ok, se lo dici tu…” gli prendo la mano e gliela stringo.
 
Dopo cena passeggiamo un po’ per la Chicago notturna.
E’ molto bella.
Le mie spalle sono sotto il braccio di Cody. E io sono appoggiata a lui.
Dopo un po’ mi viene da chiedergli una cosa… che finora non avevo mai pensato…
“Ehi Cody…”
“Dimmi…”
Prendo fiato.
Respiro.
“Senti, perché stasera non dormi da me? Ho casa libera…” e poi gli rivolgo un sorrisetto malizioso.
“Dormire?” mi chiede sorridendomi anche lui, in quel modo malizioso. E’ troppo bello quando fa’ così…
“Sai che intendo…”
Lui si ferma improvvisamente.
E mi si para davanti.
Mi prende per le spalle. E mi guarda negli occhi. Poi mi abbraccia.
E mi sussurra ad un orecchio:
“Sei sicura? Guarda che non c’è fretta…”
“Sicurissima!” gli dico, baciandogli teneramente la guancia.
“Ok, allora!”
 
Arrivammo a casa mia verso le 11.
Papà, come al solito, era in giro ad ubriacarsi.
E mamma a non so’ quale convegno.
Eravamo io e lui.
Il mio Cody.
Che, fra’ poco, sarebbe  stato completamente mio!
Apro la porta, che cigolò come al solito.
Entro per prima, assicurandomi che non ci sia nessuno.
Perfetto.
Come stabilito.
Mamma fuori.
Papà fuori.
Solo io e lui!
Prendo la sua mano e lo faccio entrare.
Poi chiudo la porta.
Ma non accendo la luce.
Riesco a vederlo lo stesso.
Cominciamo a baciarci. Intensamente.
Ma io mi stacco.
E lo trascino in camera mia.
E dopo chiudo la porta a chiave.
 
I raggi del sole mi fanno aprire gli occhi.
O forse è il respiro di Cody, che dorme accanto a me.
Non so’ quale dei due sia.
Mi giro sul lato di Cody e lo guardo.
E’ così tenero quando dorme.
Gli bacio il naso, cercando di non svegliarlo.
E poi suona il campanello.
Mi fa’ venire un colpo.
Subito, guardo verso Cody, per assicurarmi che non si sia svegliato.
Poi mi siedo sul letto.
E mi vesto con la prima cosa che mi capita a tiro, tra tutti i vestiti gettati a terra.
Neanche a farlo a posta, mi infilo la maglia di Cody.
Poi esco dalla mia camera, richiudendo la porta, per non cercare di svegliarlo.
Mi dirigo verso la porta.
E la apro.
E mi ritrovo davanti Noah.
Mi guarda come se avesse visto un alieno.
“Ciao…” gli dico io cercando di sembrare naturale. “Che ci fai qui?”
“Avevamo detto di vederci per le 10 per studiare, ricordi?”
“Ah, già scusa ma mi sono scord…” non faccio in tempo a parlare che lui mi interrompe.
“Non ti preoccupare. Rimandiamo ad oggi pomeriggio se ti va’…”
“Si, ok, d’accordo!” dico sistemandomi i capelli.
“Allora a dopo… a proposito, salutami Cody!” mi dice, andandosene.
Io lo guardo scomparire.
Poi torno in camera.
E Cody si è svegliato.
“Buongiorno!” mi dice.
“Buongiorno, amore!” gli dico io.
Ma ho la sensazione che Noah, mi nasconda qualcosa!
 

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Capitolo 5
*** Falso tradimento ***


Stanotte, verso l’una, vengo svegliata da un violento bussare alla porta.
E poi, sento una voce disperata che chiama il mio nome.
Mi alzo, involontariamente, dal letto e vado verso la porta.
Fuori piove.
Anzi, diluvia.
Infatti, oggi la scuola è rimasta chiusa per evitare un allagamento.
E non ho potuto nemmeno vedermi con Cody!
Apro la porta e vedo una Zoey bagnata fradicia, con il viso rigato di lacrime.
“Zoey, ma che ti è successo?”chiedo, preoccupata.
“Mike mi sta’ tradendo!” risponde lei piangendo.
“Cosa?”
Mike che la tradisce?
E’ impossibile!
La ama alla follia, farebbe di tutto per lei.
E’ impossibile!
“Dai, entra, finirai per bagnarti ancora di più!”
Zoey entra piano piano in casa mia.
Vorrei che in questo momento fosse in uno stato migliore.
Non con 4 bottiglie di whiskey sparse a terra, e con la cucina che fa’ veramente schifo con quei piatti che nessuno si cura di lavare.
Ma Zoey non sembra farci caso.
Poveretta, è troppo scossa!
La faccio sedere in camera mia, e dopo poco le porto una tazza di the’ caldo e un asciugamano.
Lei beve, e io la osservo.
Forse sarà che, da quando sto’ insieme a Cody, vedo tutto rose e fiori, ma sul serio, non mi sembra possibile che Mike la tradisca.
Ama lei e anche sua figlia.
E tra loro non ci sono segreti.
Non come me e Cody.
Con me che gli sto’ ancora nascondendo il fatto che mi drogo.
Non lo faccio perché non voglio rovinare quello che c’è tra noi.
Però una cosa l’ho rovinata. E senza e volerlo.
Ed è stata la mia amicizia con Noah.
Non ci siamo parlati più, dal giorno in cui è venuto a casa mia.
Non so’ perché non mi vuole più parlare.
Non so’ cosa gli ho fatto.
“Allora… dimmi che è successo!”
Lei solleva lo sguardo dalla tazza di the’ e mi guarda, con gli occhi traboccanti di lacrime.
“Ecco… io e Mike stavamo dormendo, poi, poi…” e ricomincia a piangere “Poi… mi ha vibrato il cellulare… e… c’erano delle foto….  di… di Mike e di una bionda… sembravano… essere molto intimi!” e detto questo crolla: si copre la faccia con le mani e piange a più non posso.
E io non so’ cosa dirle.
Le metto una mano sulla spalla.
“Dai Zoey, tranquilla! Sono sicura che ci sarà una spiegazione…”
“E quale? E’ da tempo che si comporta molto stranamente: mi ha chiesto una mia sera perché doveva andare non so’ dove, non mi vuole mai dire dove va’, rientra tardi a casa… io non so’ più cosa pensare Izzy!”
“Magari... va’ dai suoi amici!”
“Si ma perché non me lo vuole dire?”
“Questo non lo so!”
“Ecco lo vedi che non c’è che una sola spiegazione: lui mi tradisce con un’altra.”
“Dai, su, non saltiamo subito alle conclusioni… vediamo… chi ti ha mandato le foto?”
“E’ una mia compagna di classe, si chiama Heather”
“Bene, ascolta: ho un’idea!” esclamo.
“Quale?”
“Chiediamo a questa Heather di incontrarci per farci spiegare queste foto e dove le ha prese.
Poi tireremo le somme! Ci stai?”
Le tendo la mano.
Lei tentenna ma poi me la stringe.
“Ci sto!”
 
Abbiamo dato appuntamento a Heather in un parco al centro di Chicago.
Siamo sedute su una panchina.
Zoey tiene in braccio Amy e la sta’ cullando per farla addormentare.
Io sto’ fissando gli alberi di fronte a me, ciucciando la lampo della mia felpa.
Quando Amy si addormenta, Zoey la appoggia piano sulla carrozzina.
“Zoey!”
E’ una voce che viene da dietro di noi.
Mi volto e vedo una ragazza con i capelli neri avvolti in un codino e gli occhi color carbone.
Sicuramente, Heather.
Zoey si volta di scatto.
“Ciao Heather! Vuoi sederti qui?”
“Va bene!”
Heather si siede tra me e Zoey.
“Heather, volevo chiederti….” comincia Zoey, ma Heather la interrompe.
“Dove ho preso le foto?”
“Ecco… si!”
“Vedi, ero in quel pub con alcuni miei amici. Poi vedo entrare Mike con questa tipa, e sembravano conoscersi da tempo…”
Zoey è titubante.
“Così ho pensato che potrebbe essere… si insomma… la sua amante, da come si comportavano…”
“Oh davvero?” dico intervenendo, io “E non hai pensato che potevi anche non scattarle quelle foto?”
“Volevo che Zoey lo sapesse…”
“Ma sapere cosa? Quelle foto non provano niente!”
“Ah sì? E allora perché dopo che sono usciti si sono abbracciati?”
Ora non so’ davvero cosa dire.
“Heather… è successo nient’altro dopo quell’abbraccio?”
“Beh, ecco… si! Si sono… baciati!”
Zoey si paralizza.
E io anche.
Mike non può averla tradita per davvero.
Li ho visti insieme.
Nessuno può fermare il loro amore.
“Io te l’ho detto, Zoey! Ora sta’ a te decidere cosa fare!” dice Heather, per poi andarsene.
 
 
Siamo a casa di Zoey, ora.
Lei sta’ affogando il suo dolore nel gelato.
E io sto’ pensando.
Sembrava affidabile.
Per davvero.
E invece no.
Ho chiamato Cody e Noah, prima.
Infatti adesso sento bussare alla porta.
“Izzy, apri tu, per favore?”
“Certo!” mi alzo e vado ad aprire la porta.
Vedo davanti Cody, e dietro Noah.
“Ciao…”
“Ciao!” mi dice Cody, abbracciandomi.
“Come sta’?” chiede Noah, come fregandosi di salutarmi. Non lo capisco. Perché fa’ così?
“Come vuoi che stia? Sta’ male, no? Come pensi che ci senta ad essere traditi? Ah, già! Tu non lo sai…”gli dico malamente, quasi rispondendo al suo tono provocatorio.
“Ti sbagli, lo so!” mi dice bruscamente, entrando in casa. Poi va’ da Zoey e l’abbraccia.
“Lo vedi come fa’?” dico a Cody, arrabbiata nera
“Lascialo stare! E’ sempre stato così! Mi fidanzo io, e lui è invidioso!”
“Ma va’ avanti da un bel po’, Cody! Non penso sia per invidia. Gli ho fatto qualcosa io, ne sono certa.”
“Prova a parlargli dopo, allora!”
“Ci proverò!” gli dico, dandogli un piccolo bacio sulla guancia. Non mi azzardo a fare di più, per non ferire ulteriormente Zoey.
Cody si avvicina a lei.
“Ehi, dai basta piangere!” le dice sorridendole debolmente.
“Scus… scusatemi tanto! E’ che… è che… oddio non ce la faccio….”  e detto questo, Zoey ricomincia a piangere, appoggiandosi alla spalla di Noah.
“Io… io mi fidavo, e lui… e lui ha buttato via tutto! Tutto! Il nostro amore, nostra figlia!”
Alla parola “figlia” esplode.
Non ho mai sentito qualcuno piangere così tanto.
Mi sento male per lei.
Vorrei dirle qualcosa, ma non so’ cosa!
Non sono mai stata brava a dare consigli.
 
 
Arrivano, ad un certo punto, le 7 di sera.
Nessuno di noi ha parlato.
Abbiamo solo ascoltato il dolore di Zoey.
Abbiamo sentito le sue lacrime.
Ma nessuno di noi ha voluto parlarle.
E questo perché nessuno di noi sa’ cosa dirle.
Perché nessuno di noi, questo dolore, l’hai mai provato sulla propria pelle.
Ad un certo punto, guardando Noah, mi accorgo di una cosa.
I suoi occhi.
Rossi, persi, vacui…
Gli occhi di un drogato.
Non  è possibile.
Forse è solo una mia impressione… ma no! Conosco quegli occhi. Sono i miei. Son quelli di tutti quelli come me.
E’ solo che non voglio che ci sia ricascato. Non lui… il mio migliore amico… colui che aveva giurato di non ricaderci mai più…
La porta si apre con il rumore di chiavi nella serratura.
E poi entra Mike.
Un Mike sorridente. Che io adesso vorrei prendere a calci.
“Ehi!” ci saluta.
“Ehi”? Ma non ha visto la sua ragazza come sta’? E’ davvero un cretino.
“Levati quel sorriso dalla faccia, Mike, prima che te lo faccia ingoiare!” dice Cody, aggressivo.
Accidenti, mi piace troppo quando si arrabbia.
“Perché? Che è suc… ehi, amore, che hai?” dice lui avvicinandosi a Zoey.
“STAMMI LONTANO!” urla lei, così forte che fa’ svegliare Amy. Infatti, poco dopo, sentiamo i pianti della bambina dal piano di sopra.
“Ci penso io!” dice Noah, andando di sopra.
Quando mi passa accanto, gli guardo la tasca dei pantaloni. Perché da lì, gli si intravede una bustina. Ci scommettevo. Cocaina. Noah ha ricominciato.
Devo fare qualcosa! Ma prima di tutto, devo pensare a Zoey.
“Amore che hai?”
“CHE HO? CHE HO? TU… TU SEI UN BASTARDO!” dice questo cominciando a picchiargli i bracci!
“Ahia! Basta smettila! Mi dici che ti prende?”
“Tu… mi hai tradito!”
“Cosa?”
“Oh, andiamo! Non fare finta di non saperlo!” gli dico io.
“Ma non è vero! Non è vero assolutamente!”
“Ah si? E che mi dici di queste?” dice Zoey, facendogli vedere le foto.
Mike le guarda con uno sguardo pensieroso. Forse sta’ per confessare…
Ma invece inizia a ridere.
“Ma cosa ridi? Lo trovi divertente?” dice Cody con tono di rimprovero.
“Lei… lei è mia sorella, Dawn!” dice lui, sorridendo.
Zoey lo guarda senza capire. I suoi occhi sono ancora pieni di lacrime. Se è uno scherzo, giuro su me stessa che lo ammazzo.
“Tua… tua sorella?” chiede Zoey incredula “Davvero?”
“Certo! Certo che è vero! Come hai avuto queste foto?”
“Me le ha mandate Heather! E allora come spieghi il fatto che lei dice di avervi visto mentre vi baciavate?”
“Ti ha detto una bugia! Potrei baciare mai mia sorella?” le dice lui avvicinandosi.
Quindi Heather ha detto tutta una balla?
E come mai?
Mmm… non mi importa. Ciò che conta è che Mike non ha tradito Zoey.
“Oddio, amore scusa! Scusami se ho dubitato di te mi dispiace davvero tanto!” dice Zoey abbracciandolo. Lo ama. E lui ama lei. Non ci sono più dubbi.
Nessuno di noi se ne dovrà far venire più in futuro.
Ora, però, il mio problema è un altro… e si chiama Noah.
 

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Capitolo 6
*** Noah, innamorato di me? ***


Conosco le abitudini di un drogato.
Ci si vede di notte, e mai di giorno.
E, visto che siamo in una grande città, ci si incontra nei vicoli bui ed isolati.
Sono in macchina e aspetto.
Aspetto che Noah cada nella mia trappola.
Esce di casa verso l’una, sale in macchina e parte.
Non mi ha visto. Bene!
Parto poco dopo di lui, con il cuore a mille.
Devo salvarlo! Non deve finire come me…
Si ferma dopo un quarto d’ora.
E io accosto dietro di lui.
Scende e si avvia verso quello che presumo sia il suo spacciatore.
Aspetto accostata dietro al vicolo.
E quando esce da lì, lo blocco:
“Che avevi intenzione di fare?”
Lui mi guarda sorpreso ma poi risponde.
“Che cavolo ci fai qui?”
“Dimmi perché? Non eri quello che aveva chiuso per sempre con quella roba?”
“A te che importa?”
“Mi importa di te! Sei il mio migliore amico!”
“Vengo sempre dopo di Cody, però, vero?”
“Ma che dici? Certo che no! C’è una bella differenza: tu sei il mio migliore amico e lui il mio ragazzo!”
“Ma per te conta di più lui!”
“Allora lo vedi che non mi conosci: metto sempre in primo piano gli amici che i ragazzi!”
“Con me non l’hai fatto… te la sei dimenticata la nostra amicizia! Eravamo amici, entrambi con una storia tremenda alle spalle! Ma poi è arrivato Cody, e tu hai scordato tutto!”
Non è vero.
Da quando mi sono messa con Cody, l’avevo notato il cambiamento di Noah.
Ma non gliel’ho mai detto.
“Quindi: se io per te non conto più niente, neanche tu lo sei! E allora non impedirmi di fare questo!”
“Ti droghi perché non siamo più amici come prima?”
“Mi drogo perché sono innamorato di te!”
Quelle parole mi vengono addosso e mi appesantiscono come se all’improvviso avessi il piombo in corpo!
Noah, è innamorato di me?
Non è possibile!
“Co- come?” chiedo, tremando.
“Si, va bene l’ho ammesso! E guarda, non voglio che ci pensi… lo so che ami Cody! Fai finta che io non ti abbia detto niente!” e detto questo, se ne va’.
Lasciandomi sola.
Sola.
Non ho più il mio migliore amico.
 
Ho appuntamento con il mio spacciatore a mezzanotte e mezza.
Ho i soldi.
Sono giusti.
1000 dollari per 1 kg di cocaina.
È quello che fa’ un prezzo più basso di tutti gli altri.
Adesso è mezzanotte e un quarto.
Ho ancora l’ansia addosso dopo la mia discussione con Noah di tre giorni fa’.
E poi lo vedo arrivare.
Niall Samuelson, conosciuto qualche mese fa’!
Mi fa’ un certo effetto, prendere la droga da sola.
Di solito, ci andavo insieme a Geoff e agli altri, per evitare che si creassero delle risse.
Ma non fa’ niente!
Me la so’ cavare benissimo anche da sola!
“Izzy!”
“Ciao, Niall!”
“Ce li hai i soldi?”
“Si…” li cerco nelle tasche dei jeans e alla fine li trovo e glieli do’ “Sono giusti!” esclamo.
Lui li conta, per sicurezza. E poi dice:
“Me ne servono ancora, portameli, fra’ una settimana, altri 500!”e detto questo, sta’ per andarsene, ma io lo fermo.
“Ehi, aspetta! Avevamo un patto: 1000 per un kilo. E ora me la dai, hai capito?”
“Ma chi ti credi di essere per dirmi quello che devo, o non devo fare, eh, principessina?” detto questo, comincia a toccarmi le spalle.
“Lasciami andare e dammi la roba!”
“Altri soldi, senno’ non se ne fa’ niente!”
“Eh, no, brutta testa di cazzo!” e adesso gli urlo. Lo so’ che è rischioso, ma un accordo è un accordo
“Adesso mi dai la roba, hai capito?”
“Come mi hai chiamato? Tu non ti devi permettere di chiamarmi così!” e detto questo, mi spinge violentemente a terra.
Sento la schiena che mi brucia. Non riesco ad alzarmi. E sento che lui si sta’ avvicinando per picchiarmi. Devo difendermi, devo…
“E tu, invece, non ti devi permettere di trattarla così!” è la voce di Noah.
Appena gliel’ha detto, gli molla un cazzotto sulla guancia che lo fa’ cadere. Ma Niall si rialza facilmente, e i due cominciano a prendersi a botte.
Guardo Noah: si batte bene, per essere così piccolino.
Non voglio intervenire: è la prima volta che qualcuno si batte per me.
E mentre guardo Noah, sento lo stomaco contorcersi, e il cuore che comincia a battere.
Ecco perché mi dava così fastidio che abbracciasse Zoey, ecco perché mi stava a cuore che lui non facesse la mia stessa fine… lui mi piace.
Noah ha la meglio, e Niall finisce a terra.
“Vieni, dai andiamo!” mi dice e poi mi offre la mano.
Questo mi ricorda il primo giorno che l’ho conosciuto.
Quando mi ha offerto la sua mano per farmi alzare da terra, quando mi ha offerto un fazzoletto, quando mi ha offerto la sigaretta.
“Credevo non ti importasse più di me…”
“Non è vero! Certo che mi importa di te!”
Mi prende in braccio e mi porta lontano da quel vicolo.
Aggancio le mani al suo collo, e sento il suo profumo.
E’ dolce, e mi fa’ sentire protetta.
Lui, mi fa’ sentire protetta.
Mi porta in un parco, un po’ più lontano di lì.
Mi fa’mettere a sedere su una panchina e riamiamo abbracciati.
Dopo poco, però, io lo guardo negli occhi, e lui fa’ lo stesso.
E insieme, li chiudiamo e ci baciamo.
 

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Capitolo 7
*** Overdose ***


Quel bacio dura da un sacco di tempo…non so’ dire quanto.
Ma sto’ bene.
Sto’ benissimo.
Poi, all’improvviso, nella mia mente, comincia a venire sfocata, un’immagine confusa.
Poi si fa’ ancora più nitida… e ancora di più… è Cody!
Cosa sto’ facendo?
Io ce l’ho già un ragazzo!
Ma… Noah ed io….
Sto’ tradendo Cody!
Sto’ tradendo tutto quello che c’è tra noi!
Quindi mi stacco.
“Che c’è?” mi chiede Noah.
“C’è che non va bene… io… non voglio tradire Cody!” gli sparo tutto d’un fiato.
Lui ci sta’ pensando, lo vedo.
“Scusa Noah! Non avevo intenzione di illuderti così…”
“No, scusami tu! Hai ragione: Cody non si merita questo!”
“Già…”
“Però… tu adesso devi scegliere… o me o lui! Sappi che se sceglierai lui… io ti giuro che non scomparirò dalla tua vita… rimarrò il tuo migliore amico, per sempre!”
Sono contenta che mi dica così!
Ma… scegliere?
Io non sono mai stata capace di prendere una decisione…
Ora devo farlo…
Non sono mai stata capace di uscire dalla droga… posso scegliere tra due ragazzi?
“Dammi del tempo…”
“Ok… come vuoi!”
“Adesso vado a casa!”
“Va bene! Ci vediamo a scuola domani…”
“Si… certo!”
E scappo.
Ma so’ che scappare non mi aiuterà a risolvere i miei problemi!
Corro a casa e mi butto a piangere sul letto.
Prendo a pugni il cuscino. Mi devo sfogare.
Cody o Noah?
E’ difficile!
E’ impossibile!
Sono innamorata di entrambi!
Non ce la faccio a scegliere.
Cody è dolce e affettuoso… ma Noah ed io abbiamo esperienze simili… e poi Cody non mi aiuterebbe mai ad uscire dalla droga! Con Noah sarebbe tutto più facile…
Chiamo Gwen.
E’ sempre stata brava a dispensare consigli.
Quando mi risponde le spiego in breve il mio problema…
“Che devo fare?” le chiedo, infine.
“Prova a fare una lista dei loro pregi e difetti…”
“Già fatto! Non ci riesco!”
“Allora… tu sei proprio sicura che Cody ti lascerebbe se sapesse della droga?”
“Più che sicura! Non la può nemmeno vedere! Pensa se scopre che la sua ragazza la prende…”
“Io penso che se lui ti ama davvero… ti apprezzerà per quello che sei! E riguardo a Noah… forse hai ragione a dire che potreste vivere più facilmente, visto che siete simili… non lo so’ Izzy! Non so’ davvero che dirti!”
“Va bene! Non importa! Grazie comunque!”
“Figurati!”
Chiudo la telefonata.
E riprendo ad urlare e prendere a pugni il cuscino.
“PERCHE’ L’AMORE DEVE FAR SOFFRIRE?” grido su tutte le furie.
Poi vado verso il mio cassetto.
Prendo la siringa… non ho mai preso l’eroina… ma devo uscire da questa realtà, almeno per qualche ora.
Me la inietto nel braccio.
Urlo disperata.
Fa’ male. Malissimo!
Ma non quanto quella scelta.
La getto via, quando è finita.
Continuo ad urlare, ed urlare, finché non sentirò più la mia voce.
E poi arriva.
Mi viene da vomitare… e infatti, vomito.
Mi metto le mani sulla pancia e continuo ad urlare.
Mi sento male.
Come se non sentissi più il mio corpo.
E poi arriva il nulla.
Il buio.
Non sento più niente, e non vedo più niente.
Il mio cervello ha smesso di funzionare.
 
Il resto è confuso.
Mia madre che torna a casa, mi vede e urla.
I miei che litigano.
E poi mamma che prende il mio cellulare.
Cody che arriva per primo.
E poi Noah, Mike e Zoey.
Il suono dell’ambulanza.
Cody che continua a tenermi la mano quando siamo dentro.
L’ospedale, l’aria che mi mancava… la sala operatoria… e poi di nuovo il nulla.
Ma sento ancora il calore della mano di Cody.
I dottori gli avranno detto in che stato sono: overdose.
E lui non se n’è andato.
Non mi voleva lasciare andare in sala operatoria, voleva restare con me.
Ricordo ancora il suo pianto, prima che mi portassero dentro.
Mi ama, nonostante tutto.
E in quello stato di incoscienza, finalmente decido.
Cody.
 
Apro gli occhi, e non vedo che immagini sfocate.
Ma la mano di Cody c’è ancora, la sento.
E gliela stringo.
“E’ sveglia!” dice qualcuno, che io ricordo bene. Geoff. E’ venuto fino a qui…
“Piano, non urlare!” gli dice Duncan.
“Non litigate, ragazzi!” dice Beth.
“Si, non la fate spaventare!” concorda Trent.
Ci sono tutti.
I miei amici.
Sono venuti fino a qui, per me.
Gli voglio bene. A tutti loro.
I miei occhi riescono a decifrare anche le facce di Noah, Mike e Zoey.
Cerco di parlare…
“Eh… ehi!” dico. Quella voce che mi esce dalla bocca non sembra la mia.
“Izzy!” dice Gwen. Ora distinguo tutto perfettamente.
“Ci- ciao ragazzi!” dico di nuovo, stavolta più convinta.
“Ehi tutto ok, amica?” mi dice Geoff.
“Ma che domande fai?” dice Beth. “E’ appena uscita da un overdose!”
“Ho capito, era per essere gentile…”
“Così non sei d’aiuto, Geoff!” dice Trent
“Comunque, va’ tutto bene!” rispondo a Geoff con un sorriso.
Poi il mio sguardo va’ alla mia destra… e vedo Cody che dorme.
“E’ rimasto sempre qui!” mi dice Zoey.
“Si, non si è mai mosso!” conferma Duncan.
“Deve tenere molto a te!” dice Trent.
Sono estasiata.
Mi ama.
Veramente.
Guardo poi, Noah.
Mi sorride.
“Lui!” riesco a sbiascicare. Lui annuisce e poi mi viene ad abbracciare, dicendo “Sono felice per voi!”
“Grazie!” gli dico.
E sono sincera.
Finalmente ho capito: Cody è quello giusto. Ne ho la conferma.
“Ehi, svegliati, amico!” gli dice Duncan scuotendolo.
Lui si sveglia e piano piano apre gli occhi.
Quant’è tenero.
Ora capisco perché lo amo così tanto: è diverso da me, e questo può rendermi migliore.
“Izzy, ti sei svegliata!” esclama. Sul viso ha dipinta la gioia. La stessa che si dipinge sul mio quando dice quella frase. Poi mi accarezza il viso.
“E’ meglio se li lasciamo soli!” dice Gwen.
Infatti tutti se ne vanno dalla stanza. E ci lasciano soli.
L’ultima espressione che vedo sul viso di Noah è solo di comprensione.
Sono contenta di essere ritornata la sua migliore amica.
“Mi dispiace, ti ho raccontato un mucchio di balle!”
“Non importa. L’importante è che tu stia bene!” e poi mi bacia la guancia.
“L’ho fatto solo perché non volevo che tu mi lasciassi!”
“Non ti avrei mai lasciato! Ti avrei aiutato!”
Lo avrebbe fatto! LO AVREBBE FATTO! Quanto sono stata stupida.
“Davvero?”
“Certo! Tengo troppo a te! Ti amo!”
“Anche io!” gli dico sorridendo.
E poi ci baciamo.
Ed è il primo bacio sincero che gli do’.
Mai più bugie.
Solo verità.
Solo io e Cody.
D’ora in poi tutto sarà perfetto.
Lo so’, perché ho lui. E lui è perfetto. E lo amo, esattamente com’è!

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Capitolo 8
*** Epilogo ***


Sono passati 10 anni…
Ed io sono uscita finalmente dalla droga.
Dopo quella bella “gita” in ospedale, ho capito che stavo buttando via la mia vita.
Che ho avuto paura di morire.
Così, quando sono uscita, Cody mi ha portato in un centro di disintossicazione.
Ci sono rimasta.
Anche se odio le loro regole e ho avuto 2 crisi.
La disintossicazione è durata per 3 anni.
Cody veniva a trovarmi tutti i giorni.
E quando sono uscita, mi ha chiesto di sposarlo.
Ma prima di tutto, ho dato gli esami finali di scuola.
Con l’aiuto di Noah.
Dopo il matrimonio, io e Cody siamo andati a vivere insieme.
E ora io sto’ aspettando un bambino.
La mia vita è migliorata. Di più di quanto mi aspettassi.
Ora vado nelle scuole a parlare della mia esperienza.
I ragazzi mi ascoltano, e io faccio del mio meglio per fargli capire che è sbagliato gettarsi nella droga per affrontare i propri problemi. Perché è continuando a vivere che si superano le difficoltà!
Adesso lavoro come medico.
Ho fatto l’università e l’ho conclusa 2 anni fa.
Poi oggi, dopo essermi svegliata e aver fatto colazione con Cody, entrambi sentiamo il rombo di un’auto.
Devono essere i nuovi vicini.
Entrambi usciamo.
E dalla macchina, vedo uscire Noah.
Quando Cody mi ha parlato di disintossicarmi, l’ha proposto anche a lui, così siamo andati insieme ed insieme ne siamo usciti.
Cody ed io salutiamo lui, sua moglie e il loro bambino di 2 anni e mezzo.
Questa è la dimostrazione che dopo la droga, si può ricominciare da capo.
Avere una nuova vita.
Ed io e lui ci siamo riusciti.
Lui mi sorride.
Ed io anche.
E’ la vita stessa che porta via i problemi, perché si affrontano solo affrontando questa.
Si può cambiare, si può continuare a vivere.
Sì, però io continuo ancora ad odiare le regole.
 
When the days are cold
And the cards all fold
And the saints we see
Are all made of gold

When your dreams all fail
And the ones we hail
Are the worst of all
And the blood’s run stale

I want to hide the truth
I want to shelter you
But with the beast inside
There’s nowhere we can hide

No matter what we breed
We still are made of greed
This is my kingdom come
This is my kingdom come

When you feel my heat
Look into my eyes
It’s where my demons hide
It’s where my demons hide
Don’t get too close
It’s dark inside
It’s where my demons hide
It’s where my demons hide

When the curtain’s call
Is the last of all
When the lights fade out
All the sinners crawl

So they dug your grave
And the masquerade
Will come calling out
At the mess you made

Don’t want to let you down
But I am hell bound
Though this is all for you
Don’t want to hide the truth

No matter what we breed
We still are made of greed
This is my kingdom come
This is my kingdom come

When you feel my heat
Look into my eyes
It’s where my demons hide
It’s where my demons hide
Don’t get too close
It’s dark inside
It’s where my demons hide
It’s where my demons hide

They say it’s what you make
I say it’s up to fate
It’s woven in my soul
I need to let you go

Your eyes, they shine so bright
I want to save their light
I can’t escape this now
Unless you show me how

When you feel my heat
Look into my eyes
It’s where my demons hide
It’s where my demons hide
Don’t get too close
It’s dark inside
It’s where my demons hide
It’s where my demons hide

 

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