Ricci Ribelli

di PewdieFan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Primo giorno? Vuol dire guai! ***
Capitolo 2: *** No. ***
Capitolo 3: *** Giusto? ***



Capitolo 1
*** Primo giorno? Vuol dire guai! ***


Aprii lievemente le palpebre e vidi vari raggi di sole filtrare dalla mia finestra, mi girai dolcemente e guardai l’orario sulla mia sveglia, erano le 7.35... PORCA BOMBA è tardissimo!!!
Mi alzai velocemente, ancora molto stonata dal sonno e corsi in cucina.
“Mamma perché non mi sei venuta a chiamare?!”
“Cara ormai hai diciasette anni, sei una donna, devi imparare a svegliarti da sola e soprattutto pettina questi capelli sembra che ti sei appena svegliata”
“E infatti lo sono! E per colpa tua arriverò tardi a scuola, il primo giorno!”
In fretta e furia mangiai un po’ di biscotti e mi diressi  in camera mia, indossai la divisa scolastica e velocemente mi lavai i denti. Cercai inutilmente di pettinarmi i capelli ma la spazzola si incastrò tra i folti ricci; nel frattempo i gemelli entrarono nella mia stanza
“Sembri una strega con quei capelli sorellina” disse Violet
Charlie continuò peggiorando la situazione
“Già, una brutta strega Pel di Carota!”
Quando mi chiamavano così perdevo le staffe, odiavo quel soprannome perché purtroppo era vero… quel nomignolo mi rappresentava perfettamente; avevo dei ricci ribelli color rosso ramato, occhi verdi e immancabilmente il mio viso era pieno di lentiggini.
“D’accordo piccoli scarafaggi, l’avete voluto voi!”
Mi girai e feci gli occhi da spettro, i gemelli scapparono via urlando… che soddisfazione!
Ogni volta che usavo quella tecnica per scacciar via quelle due pesti mi ricordavo quando ero una tredicenne e passavo le mie giornate con il mio migliore amico o meglio ex migliore amico… Avevo ancora un bellissimo ricordo di lui, tutte le avventure, i guai che combinavamo; a quei tempi mi ero presa una bella cotta per lui ma non dissi mai nulla perché ero troppo timida e avevo paura della sua reazione, insomma vedere un maschiaccio come me che si dichiarava gli avrebbe fatto solo venire ribrezzo... Dopo le medie si trasferì in un'altra città e da allora non ci siamo più parlati, ho provato qualche volta a richiamarlo ma lui non era mai in casa, probabilmente si dimenticò presto di me e cambiò pagina trovando nuovi amici… In fondo non aveva fatto nulla di male ma ogni volta che ci ripenso mi viene una fitta al cuore perché per lui non ero altro che la ragazzina di Oldmill Village che per 4 anni gli ha fatto compagnia…
I miei pensieri vennero interrotti dalla voce di mia madre che urlava
“Elena quante volte ti ho detto di non fare quella stupida smorfia! I gemelli sono terrorizzati e per giunta se non ti sbrighi perderai il bus!”
“Porca bomba, è vero!”
Lasciai perdere i capelli, presi lo zaino e uscii di casa. Corsi più veloce che potevo e ovviamente il bus mi passò davanti senza che io riuscissi a prenderlo
“Che sfortuna!”
Mi sedetti sulla panchina per aspettare il prossimo bus, sarei sicuramente arrivata in ritardo già mi immaginavo quelle due pettegole di Patty e Matty che ridacchiavano mentre la prof. mi rimproverava
“Signorina vuole un passaggio?”
Era Annie la mia migliore amica in compagnia del suo ragazzo David, stavano tutte e due sul suo motorino… erano davvero una bella coppia praticamente inseparabili, fin troppo… Ogni volta che uscivamo insieme mi sentivo sempre il terzo incomodo e alla fine di ogni serata dovevo sorbirmi quei due che si sbaciucchiavano come se dovessero dirsi addio per sempre… Forse ero un po’ gelosa di Annie lei era carina, educata e femminile la figlia perfetta per mia madre e inoltre aveva un ragazzo che l’amava da impazzire al contrario di me che non avevo mai avuto un ragazzo nonostante mancasse qualche mese ai miei diciott’anni…
“Allora Patata vuoi salire o no?” disse David scherzosamente
“Si, con piacere”
Arrivammo a scuola in orario, mi stava salendo la nausea,  vedere gli stessi volti per il quarto anno di fila era solo l’inizio di un lungo calvario…
David ed Annie si salutarono mentre io nel frattempo mi diressi in classe, aprii lentamente la porta non c’era nessuno ero addirittura arrivata prima della prof. Che sfigata pensai
Mi sedetti al mio solito posto aspettando che la campanella suonasse, non avendo nulla da fare presi un foglio ed iniziai a scarabocchiare, qualche volta mi piaceva disegnare soprattutto nei momenti in cui mi sentivo a disagio mi faceva sentire più libera e in qualche modo sicura.
“Carino il disegno, sembra una specie di cane a cui hanno tagliato la coda”
“Ehy, come ti permetti! E poi è un gat--”
Alzai lo sguardo e davanti a me c’era un ragazzo; lo osservai per qualche secondo, no, non poteva essere lui, era troppo alto e la sua voce era completamente diversa… Però i suoi occhi erano identici lo stesso color blu notte…
“Z-Zick?”
*****
Questa è la mia prima fanfiction su uno dei fumetti e cartone animato che ha accompagnato la mia infanzia, era da tanto che volevo scriverla ma non avevo mai tempo e soprattutto ispirazione >.< Cmq parlando della storia questo capitolo è molto introduttivo ma vi assicuro che dal prossimo le sorprese non mancheranno.
Lasciate una recensione con consigli, commenti, critiche o errori, ci vediamo al prossimo capitolo, a presto :P

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Capitolo 2
*** No. ***


Il ragazzo mi guardò stupito
“Ma cosa sei una specie di indovina?”
“COOSA?!”
“Io non credo di averti mai visto, come fai a sapere il mio nome?”
Non mi aveva riconosciuto, quella era la prova definitiva che mi aveva dimenticato…
In quel momento ero furiosa, avevo davanti a me il mio ex migliore amico che non vedevo da anni e l’unica cosa che mi veniva in mente era picchiarlo…
Gli urlai contro con tutto il fiato che avevo in gola
“Ah si! Se non ti conoscessi allora non saprei che hai una voglia a forma di formaggio sul fianco destro e che vuoi cambiare il tuo nome in Kevin perché pensi che sia figo! E che-- ”
Si avvicinò a me e mi scrutò per qualche secondo, la sua espressione cambiò immediatamente
“Elena?” disse sgranando gli occhi
“Ah almeno ti ricordi il mio nome…”
“Non posso crederci sei davvero tu?!”
“Se non sono ancora impazzita penso di sapere chi sono…”
In un attimo mi ritrovai avvolta nelle sue braccia, riuscivo a sentire il suo profumo era proprio come me lo ricordavo, quel forte odore di cannella mi portava alla mente tanti, troppi ricordi…
“Prima non mi riconosci e ora mi abbracci?” dissi con tono ironico
“Sei così cambiata che non ti avevo riconosciuto, scusami…” disse stringendomi ancora più forte
Rimasi davvero molto sorpresa che un ragazzo come lui, che a stento dimostrava il suo affetto, mi avesse abbracciato così improvvisamente dopo che non ci vedevamo da quasi 4 anni; di solito non lo faceva mai nemmeno quando partì si degnò di farlo e invece ora eravamo così vicini, qualcosa mi diceva che era cambiato… 
Improvvisamente sentii una voce fastidiosa e pungente davanti a noi
“Ragazzi non siamo in un parco, distaccatevi subito prima che vi scriva un richiamo il primo giorno!”
Zick lasciò lentamente la presa e senza accorgercene metà classe era già entrata e stava ridacchiando di noi soprattutto le due vipere…
“Ah, ma bene signorino Barrymore il vostro primo giorno in questa scuola e già vi fate riconoscere e lei signorina Patata si vada subito a sedere!”
“Si, Miss. Beldam” dicemmo in coro
Mi andai a sedere al mio solito posto mentre Annie stava venendo verso di me
“Chi era quel ragazzo? Non è che mi tieni nascosto qualcosa?” disse maliziosamente
“Mi spiace per te ma non ho proprio nascosto nulla, guardalo meglio e capirai chi è…”
Annie si girò e guardò attentamente il viso del ragazzo
“Non posso crederci, è Zick! E’ cresciuto bene il ragazzo vero Elena?”
“Che vuoi dire?”
“Dai hai capito cosa intendo, è diventato molto carino e prima vi stavate pure abbracciando!”
“Annie non so cosa ti sia messa in testa ma ti stai sbagliando di grosso… Eravamo amici una volta ma adesso siamo cresciuti e d’altronde io sono troppo incazzata con lui per--”
“Per fare cosa?” disse dandomi una gomitata
“Niente!” dissi un po’ imbarazzata
La prof. fece cenno di far silenzio e iniziò il suo discorso o meglio la sua predica di inizio anno
“Allora ragazzi innanzitutto bentornati, ora siete in quarto siete cresciuti non siete più dei ragazzini dovrete studiare ed impegnarvi per il vostro futuro!”
“Certo prof…” dicemmo tutti in coro
“Perfetto, sono contenta che siete tutti qui e prima che mi dimentichi vorrei presentarvi un nuovo alunno il suo nome è Ezeckiele Barrymore, alzati in piedi su non fare il timido e presentati”
Zick si alzò e molto impacciatamente si presentò alla classe
“Ehm Salve, mi chiamo Ezeckiele Barrymore ma preferisco esser chiamato Zick e mi sono trasferito da qualche giorno anche se da piccolo vivevo qui e---
Mentre Zick continuava a dire cavolate tutte le ragazze iniziavano a fare vari commenti
 “Ah com’è carino!”
“Si è vero è proprio un figo”
“Chissà perché stava abbracciando Patata prima”
“Forse si conoscono o peggio stanno insieme!”
Mi girai di scatto e risposi a quelle ochette
“Non sono la sua ragazza!!! E’ tutto vostro, la strada è libera, fate a gara a chi prima riuscirà a rubare il cuore di quel cretino” dissi furiosamente
Mi guardarono come se fossi un aliena e smisero di parlare dopo qualche minuto la lezione iniziò.
La mattinata passò lentamente, tutte quelle ore passate seduti ad ascoltare i nuovi professori che tentavano di sembrare simpatici ma sapevo che era tutta una farsa, da lì a poco ci avrebbero massacrato con i loro compiti e non ci avrebbero fatto respirare fino all’ultimo giorno…
Finalmente suonò la campanella dell’ultim’ora e mi avviai verso l’uscita, salutai Annie che doveva andare a casa del ragazzo e mi iniziai ad incamminare verso la fermata quando ad un certo punto sento qualcuno che mi tocca la spalla…
“Ehy stavo pensando dato che non ci vediamo da molto e abbiamo molto di cui parlare perché non andiamo a casa insieme in nome dei vecchi tempi?”
“No”
Mi voltai senza guardarlo negli occhi e continuai a camminare
*****
Rieccomi qui con un nuovo capitolo :) La nostra Elena sta trattando Zick molto male, dev'essere davvero molto arrabbiata ;P
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, lasciate una recensione con consigli, commenti, critiche o errori, ci vediamo al prossimo capitolo, a presto :P

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Capitolo 3
*** Giusto? ***


Un secco NO era la risposta che si meritava, dopo avermi dimenticato per tutti quegli anni ora sperava che come se nulla fosse ritornassi ad essere la sua migliore amica... Ma si sbagliava.
Continuai a camminare, era stata una giornata assurda e non mi sentivo affatto bene.
Ripensavo all’incontro con Zick e a quella strana sensazione che ho provato quando mi ha stretto forte a se; era come se tutta la mia rabbia nei suoi confronti in quel momento fosse svanita volevo solo che quell’ istante durasse per sempre…
All’improvviso vedo una luce avvicinarsi a me e tutto sembra rallentare, riesco a sentire solo una voce che grida il mio nome e poi il buio.
Apro gli occhi, mi ritrovo in una stanza a me familiare, le pareti blu, i poster tutto mi ricordava la camera di Zick.
Cerco di ricordare cosa mi fosse successo ma la testa mi scoppia e a malapena riesco ad alzarmi dal letto.
Mi incammino verso la cucina e vedo Greta e Zick seduti uno di fronte all’altro
“Zick, tesoro il tuo è stato un gesto davvero eroico ma poteva andarti molto peggio… Se la macchina non avesse rallentato non so dove potresti essere…” disse con le lacrime agli occhi mentre gli medicava le ferite
“Mamma ora sono qui e sto bene, non preoccuparti…”
Greta strinse il figlio a se in un tenero abbraccio materno, lo baciò sulla fronte e lasciò la stanza
Entrai silenziosamente, presi una garza e mi avvicinai a lui
“Barrymore passami il disinfettante…”
Zick sobbalzò, probabilmente non si era accorto della mia presenza
“E-Elena, finalmente ti sei svegliata! Come va la testa?”
“Non hai sentito cosa ho detto?” dissi guardandolo negli occhi
“Ehm, si certo ma non c’è bisogno che mi medichi, l’ha già fatto mia madre e poi ora sto meglio…”
“Se mi contraddici un'altra volta ti faccio ingoiare l’intera bottiglietta di disinfettante”
Il ragazzo per un momento fece una smorfia di terrore e mi passò il kit medico
Aveva diverse ferite sulle braccia e sul dorso, decisi di medicare quella che mi sembrava più grave…
Si creò una strana atmosfera di imbarazzo, io ero seduta sulle ginocchia mentre spargevo il disinfettante sul suo dorso, decisi di interrompere quel silenzio
“Ti ricordi quando eravamo piccoli e ogni volta che cadevi o ti ferivi io volevo a tutti i costi medicarti le ferite”
“Certo che mi ricordo… In quei momenti volevo scappare da te diciamo solo che non eri molto delicata e mi facevi  più male che bene”
“Ah si! Allora io cosa dovrei dire! Tu eri la persona più imbranata che conoscessi, cadevi o ti facevi venire un attacco d’asma praticamente ogni giorno e io ero costretta a portarmi il kit medico nello zaino per assicurarmi che il signorino qui presente non morisse!” dissi tirandogli un pizzicotto
“Ahia! Ehy Patata vuoi la guerra?”
Quella frase, era il nostro motto di guerra… In quel momento tutto mi ricordava la mia infanzia, le ore passate a ridere e scherzare con Zick, non eravamo più bambini eravamo cresciuti e nonostante ciò continuavamo a fare gli stupidi come quando eravamo piccoli…
Zick si alzò dalla sedia e mi iniziò a solleticare sul collo; il solletico era il mio punto debole non riuscivo a resistere, stavo ridendo così forte che per sbaglio mi aggrapai a lui e cademmo sul pavimento; eravamo così vicini da poter sentire il rumore dei nostri respiri… Ci guardavamo negli occhi in silenzio come se tutto attorno a noi non ci fosse, eravamo solo io e lui…
La ragione mi diceva di spostarmi da lui ma il mio corpo non riusciva a muoversi, le nostre labbra si stavano quasi sfiorando ma non potevo permettere che accadesse una cosa del genere, non ero innamorata di lui… Giusto?
Spostai dolcemente il viso di Zick e tutti e due rimanemmo seduti sul pavimento
“Zick, quella macchina mi avrebbe sicuramente investita e io probabilmente non sarei qui a parlare con te, grazie, mi hai salvato la vita…” dissi evitando il suo sguardo
“La prossima volta anziché stare con la testa tra le nuvole, pensa a guardare la strada stupida…”
“E’ colpa tua se ero così distratta, ti rendi conto di come ti sei comportato? In questi anni non ho mai avuto tue notizie e ora ti comporti normalmente facendo finta che questi 4 anni non siano mai passati, io non ti capisco?!”
“Scusami…”
“Non mi interessano le tue scuse, hai idea di quanto io sia stata preoccupata e di come mi sia sentita?”
“Allora cosa vuoi che ti dica?!”
“Voglio sapere il perché mi hai abbandonato come se non contassi nulla…”
“Non c’è nessun perché, è successo e basta”
Lo osservai meglio e vidi che iniziava a toccarsi il braccio, era segno che mi stava mentendo, perché non voleva dirmi la verità?
Forse quello non era il momento adatto, decisi di lasciar perdere
“D’accordo ma non credere di passarla liscia Barrymore, io sono ancora arrabbiata con te anzi ho 4 anni di rabbia in eccesso quindi dovrai darti da fare per riconquistarti l’ambito ruolo di migliore amico”
“Si signore, capitano! Farò del mio meglio!”
“Ecco, stai già facendo progressi… PORCA BOMBA! Sono già le otto mia madre sarà furiosa, io devo andare Zick”
Ci alzammo dal pavimento e mi accompagnò alla porta portandomi lo zaino e il cellulare
“Oh no, ci sono più di sette chiamate perse, a casa mi aspetterà Hitler…”
“Ahaha, dai non essere pessimista, potresti dire che sei venuta a farmi visita e che il cellulare si era scaricato e poi mia madre parlerà con lei, vedrai che non ci saranno problemi”
“Grazie Zick, ci vediamo domani a scuola”
Mi voltai e iniziai ad incamminarmi verso casa fin quando non sentii una mano che afferrava la mia
“Mi sei mancata…” disse molto imbarazzato
“Anche tu…”
Ci sorridemmo a vicenda e mi lasciò la mano
In fondo quella giornata non era stata poi così orribile…
*****
Ecco a voi il terzo capitolo! Finalmente Elena e Zick si stanno avvicinando, ma Elena è ancora arrabbiata con lui chissà cosa aspetta al povero Zick >.<
Se il capitolo vi è piaciuto lasciate una recensione con consigli, commenti, critiche o errori, ci vediamo al prossimo capitolo, a presto :P

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