Just a perfect dream

di CatWarrior
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 27 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 28 ***
Capitolo 29: *** Capitolo 29 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Andiamo in un piccolo paesino, dove il tempo è orribile (piove a dirotto) anche se siamo praticamente ad agosto. Adesso, entriamo in una piccola casetta gialla nella periferia, con un giardino pieno zeppo di fiori che combattono contro le grandi gocce d'acqua provenienti dal cielo.

In mezzo a loro, c'è addirittura un albero.

Un nespolo, per la precisione, che durante qualsiasi momento dell'anno si diverte a far cadere le sue grandi foglie secche ovunque.

Apriamo la porta: un gatto paffuto, bianco e nero, con un piccolo collare di velluto rosso, viene a salutarti ronfando e strusciandosi contro i tuoi stivali bagnati.

È Max, chiamato anche “l'usciere”, visto che vaga sempre attorno alla porta, controllando chi entra e chi esce di casa.

Dai un'occhiata in cucina: vedrai una donna intenta a preparare il pranzo, mentre un bambino si diverte a lanciare pallini di carta sul musetto dolce di Minou.

Minou è una gattina rossa, con un piccolo collare verde, che mangia tutto il giorno.

Entriamo furtivamente in camera. Milly, la più vecchia dei mici, è acciambellata sul letto, con tutto il suo pelo tartarugato ed il suo collarino giallo.

Una volta buttata la borsa per terra ed aver lanciato gli stivali bagnati altrove, puoi accendere il computer.

Beh, in realtà è già acceso, e ti aspetta sul tuo account di Efp. Ma prima di poter appoggiare un dito sulla tastiera, una voce squillante proveniente alle tue spalle, comincia ad irritarti.

«Dov'eri?»

«In giro.»

Non la vedi, ma riesci comunque ad immaginare la sua espressione fredda.

«Hai studiato? Hai i compiti per le vacanze, ricordi?»

«Si, ho studiato.»

Menti pure, tanto nessuno guarderà mai sotto il tuo letto, dove hai preventivamente nascosto i libri di matematica e fisica.

Sempre pronti ad aggredirti con le loro formule, quando meno te lo aspetti.

«Hai già acceso quel coso?! Se non è il computer, è il cellulare!»

Milly, silenziosamente solidale, si mette sulle tue gambe.

«Questa sera esco.»

«A chi hai chiesto il permesso?! E con chi esci?!»

«Mamma, sono stanca.»

Sbattile pure la porta in faccia e chiudi a chiave. Più che incavolarsi, non può fare.

Bene, adesso digita CatWarrior.

Perché proprio quel nome? Beh, i gatti sono fantastici. Non parlano. Non ti rimproverano. Non possono nemmeno scegliere al tuo posto. Sono gli amici perfetti.

E Warrior... Mi descrive alla perfezione: ribelle, indipendente, come i miei capelli!

Neri, lunghi fino alle spalle, inesorabilmente ricci. Già, non sono proprio capelli da pubblicità di balsami o shampoo, ma nessuna parte di me è l'esempio che tutti seguono, a partire da dentro.

All'altezza dell'anima.

Non sono la classica ragazza quattordicenne: non seguo le mode, e nemmeno le cattive abitudini.

Sono l'opposto della ragazzina che crede di essere una star del cinema, quella che viene lì e ti dice “Hey Elly, quando ti metti a dieta?”.

Primo, non sono affatto grassa, ma loro cercano invano di farmelo credere (peccato esistano gli specchi), e secondo, odio farmi chiamare così. Ho un nome stranissimo, di sole quattro lettere, bisogna storpiarlo così?!

Torniamo a noi... Amo leggere. Non fraintendetemi: non sono una gran studiosa, per niente.

Però leggo di tutto, qualsiasi cosa, ed amo molto scrivere.

Questo è un altro motivo di scherni, ma io gli ignoro tranquillamente, visto che credo che chi non legge, ha una scarsa cultura. Cosa scrivo? Fantasy, gialli, semplici storie d'amore, oppure fan-fic. Di cosa? Delle tmnt, ovviamente. Semplici tartarughe, cartoni animati, cose per bambini...? No, assolutamente.

Mi ritrovo molto in loro, perlomeno comprendo i loro problemi.

Trattati come mostri, anche se in realtà i veri mostri si aggirano dove meno credi: a scuola, a casa, tra i tuoi coetanei.

Efp è il sito che adoro, il luogo in cui mi rifugio: amo recensire, mi distrae da quello che ho attorno.

Squilla il telefono, e “Rachele” appare sullo schermo.

Non voglio, ma rispondo comunque.

«Pronto.»

«Elea, puoi venire ai giardini?»

«Sono tornata a casa cinque minuti fa e...»

«Elea. È urgente.»

«Arrivo, maledizione!»

Sbuffo e chiudo la telefonata.

Saluto Milly con una carezza sulla testolina, mentre mi infilo di nuovo i maledetti stivali di gomma. Esco senza farmi sentire da mia madre, solo dopo aver ricevuto un sorriso complice di mio fratello. Accidenti, quel bambino è uguale a Mikey, sono due gocce d'acqua riguardo al carattere!

Oltrepasso il cancello, senza nemmeno immaginare cosa mi sta aspettando.

Rieccomi con una fic!!! Non sarà lunghissima, vi avviso. Ditemi la verità: non mi credevate una tipaccia simile, eh? MUHAHAHAHAHAHA -nasconde il mitra assieme ai libri- ebbene, sono davvero così. E purtroppo, anche il tempo è realmente orribile :c fatemi sapere cosa ne pensate, nel frattempo un mega-abbraccio a tutti!!!!!!!!!

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


I giardini.

Un mucchio di alberi, cartelli grossi come case con sopra scritto “vietato calpestare il prato” o “vietato condurre cani all'interno del parco”.

Manco fosse il giardino della Reggia di Caserta!

Invece, è solo un pezzo minuscolo pieno di fango.

Finalmente ha smesso di piovere, ma al suo posto è arrivata la nebbia... Un'estate modello, non trovate anche voi?

Guardo verso le attrazioni per i bambini: gli scivoli e le altalene prive di marmocchi felici, in aggiunta a questo maledetto tempaccio, rendono il tutto degno di un'ambientazione per un film dell'orrore.

Il rumore del torrente che scorre poco lontano da qui, poi, è la ciliegina sulla torta.

Ma ciò che mi preoccupa, è quello che vedo sullo sfondo di questo tetro paesaggio: Rachele, assieme a Simone, sta dialogando ad alta voce con qualcun' altro.

Simone è un mio amico, piccolo e minuto, con occhiali enormi e carattere piuttosto mite.

E molto spesso, è vittima di angherie da parte dio gentaglia.

Aguzzo la vista: tre ragazzi, tra cui riconosco Alessio (il bulletto del paese, per intenderci...), stanno ridendo i modo agghiacciante.

No, non voglio grane oggi.

Sto per girare i tacchi, ma ecco la voce di Rachele che mi rimbomba nella testa, come la voce del grillo nella mente di pinocchio: «Come puoi abbandonarmi proprio adesso?! Come?! Che razza di amica sei?!»

Mentre penso a questo, le mie gambe cambiano da sole direzione, tornando indietro.

Maledizione, ma perché quando c'è da litigare o da risolvere qualcosa, chiamano sempre tutti me?! Manco fossi una poliziotta o una serial killer!

Vedendomi arrivare, gli sguardi dei due si illuminano, mentre io mi concentro più che altro su Alessio, affiancato da Fabio e da un altro che non conosco, e che sinceramente non voglio conoscere.

«Ah, perfetto! Avete chiamato anche la pazza!»

“La pazza”.

Beh, come aggettivo non mi dispiace affatto. Rende l'idea, non trovate?

«Ciao anche a te, Ale.»

Mi avvicino spavalda, fissandolo dritto negli occhi.

Sento il respiro di Rachele fermarsi dal terrore, e se per questo nemmeno io sono molto felice di essere qui. Nemmeno il mio metro e settantaquattro (eh già, sono anche più alta dei ragazzi... E questo non si rivela sempre un gran vantaggio) può qualcosa contro di lui, visto che molto probabilmente è armato.

«Che sta succedendo qui?»

Cerco di nascondere la mia ansia, e ci riesco molto bene, visto che le mani tremanti sono state infilate velocemente in tasca.

«Io ed il tuo amichetto sfigato stavamo solo parlando... E tu cosa vuoi?! Sei il suo avvocato?!»

Mi giro verso Simone.

E solo a quel punto, noto un occhio nero e la mancanza degli occhiali.

Sento la rabbia, mia amata consigliera, cominciare a sussurrarmi vari modi per provocare dolore fisico a quell'essere, ma mi trattengo.

«Alessio, ma cos'hai nella testa? Bruchi?»

Mi sorprendo di me stessa.

Di solito, sono molto più... Scortese, ma stranamente preferisco agire così. Forse per la remota idea di un coltello nelle tasche del maledetto.

Mi do della codarda, quando lui ricomincia a parlare.

«Attenta a come parli.»

La sua voce è fredda e minacciosa, ed una me stessa che non conosco riaffiora nuovamente.

«Altrimenti? Mi lanci il tuo pannolino usato addosso?»

La voce calma, uno strano umorismo non mio, e le risate di tutti (Fabio e l'altro compresi), lo fanno andare fuori di testa.

Mi tira uno schiaffo, e questa volta è lui a ridere.

Sento Rachele cominciare a gridare frasi poco carine, mentre i sui complici si avventano su Simone.

Non posso fare molto, a parte farmi venire in mente qualcosa, ed alla svelta.

Alessio, chino sul mio amico, ha il cellulare che sporge dalla tasca posteriore dei pantaloni.

Ed ecco l'idea.

Senza pensarci due volte, prendo il telefono e comincio a correre.

A scuola, non sono così veloce, ho la sufficienza tirata, in ginnastica. Ma quando c'è da scappare, posso fare concorrenza anche ad un ghepardo.

Mi volto: i tre mi stanno inseguendo, per fortuna sono riuscita nel mio intento.

Fortuna.

Sto definendo “fortuna” essere perseguitata dal peggiore dei peggiori, assieme a suo cugino ed un altro bell'imbusto, che se riescono a prendermi mi procurano un biglietto di sola andata per l'ospedale.

Il fango appiccicoso e gli stivali di gomma poi, non sono proprio il massimo per correre, ma non ho molta scelta.

Adesso sono abbastanza lontana dai giardini, gli altri dovrebbero essere al sicuro ormai.

… Sempre che abbiano avuto l'illuminante idea di andarsene da là.

Ora quella da salvare sono io.

Lascio cadere il cellulare rubato, e senza fermarmi mi volto.

Lo hanno raccolto, ma continuano a starmi dietro.

Perfetto, vogliono vendicarsi.

Vogliono prendermi.

Mentre guardo indietro, attraverso la strada, senza però arrivare mai dall'altro lato.

In pochi istanti, sono sdraiata sull'asfalto.

Vedo un paio di ruote, e dei piedi svelti che corrono verso di me.

Forse qualcuno sta urlando, ma ora come ora, non saprei dirlo con certezza.

Oh, perfetto.

Vedo una pozza rossa partire dalla mia testa.

Mi costringo a non guardare, spostando la mia attenzione sul tombino sotto l'auto.

Ma la vista si annebbia, e gli occhi si chiudono.

Ottimo, l'ultima cosa che ho visto prima di crepare, è la porta per le fogne.

Beh, in un certo senso, la porta di “casa Hamato”.







Povera me u.u investita da una panda u.u

Ma dico, se devo finire così, fa che almeno sia una Ferrari o una Lamborghini!!!!!

Beh, qui il sogno di molti si avvera XD

E tra poco, si avvera pure il mio....

Un abbracciorso gigante a tutti!!!

ps: mi sono dimenticata di dirlo nell'altro capitolo, ma per pelo “tartarugato”, si intende il pelo multicolor. Nel caso di Milly, abbiamo l'arancio, il nero ed il banco!
 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Ho ancora gli occhi chiusi.

Prima di aprirli, voglio usare gli altri sensi.

Ho un mal di testa incredibile, aggiunto alla nausea poi... Ma adesso è altro ciò che mi preoccupa.

Con la mano, sento sotto di me un tessuto ed una morbidezza inconfondibili: passo tre quarti della mia vita in un posto uguale, non potrei non riconoscerlo.

Un divano.

Sono sdraiata su un divano.

Quale malato di mente investe qualcuno, ed invece che portarlo all'ospedale lo porta a casa sua?!

Passiamo all'udito.

Uno scroscio lontano di acqua che scorre, che ricorda tanto il torrente vicino ai giardini, è accompagnato da voci meccaniche provenienti da un televisore.

Strano.

Riguardo all'olfatto, quello che si sente è bello e brutto insieme.

Bianco e nero.

Profumo e puzza.

Pizza e fogna?!

Mi costringo ad aprire un occhio, ed un urlo di gioia rimbomba dappertutto.

«È impossibile!»

Vicino a me, Donnie corruga la fronte perplesso.

Le mie grida hanno attirato anche gli altri tre, ma mi ripeto che è impossibile.

«È fantastico! Voi... Voi siete qui!»

Tiro uno sberlone a Michelangelo.

Probabilmente doveva essere una carezza, ma l'entusiasmo la ha modificata.

«Siete qui e posso toccarvi!»

Poi, mi siedo sconfitta.

«No, voi non esistete realmente. Siete cartoni animati, splendidi, ma comunque cartoni animati. E comunque, siete a New York. Lontano dall'Italia. Certo, è colpa dell'incidente, è solo un sogno.»

Ignoro gli sguardi perplessi e mi porto davanti uno specchio.

Beh, in realtà davanti al flipper di Raph, ma riesco comunque a vedermi.

Nessuna ferita.

Impossibile, io ho visto del sangue sull'asfalto.

Il mio, sangue.

«Un sogno.»

Mi volto verso di loro: sono come nella serie del 2012, solo che sono molto più... Reali.

Se è un sogno, è meraviglioso.

Il classico sogno che tutti hanno e che tutti vogliono vivere.

Il sogno perfetto.

«Secondo voi sono morta?»

Nessuno mi risponde, mentre Mikey si avvicina sorridente.

Butta a terra il suo videogame e mi abbraccia con tutte le sue forze.

«Mi stai già simpatica!»

Lo sento respirare, sento il suo calore, il suo battito cardiaco.

È vivo.

Troppo, per essere solo nella mia mente.

«Solo Dio sa quanto sono confusa adesso.»

«Siamo almeno in due...»

A rispondermi è Raffaello.

Già, Raffaello.

Il mio idolo è a pochi passi da me, e stranamente non gli sono ancora saltata al collo per riempirlo di baci.

Mi scappa quasi da ridere: trovo strano non aver ancora sfiorato Raph, mentre ignoro il fatto che mi ritrovo in una situazione assurda ed incredibile.

«Non sono impazzita, vero?! Oh no, non potrei sopportarlo!»

Mikey mi lascia andare, mentre Donnie comincia a dialogare con Leonardo.

«È in stato confusionale. Non mi sorprende, visto il grave trauma cranico che ha subìto.»

Leo mi guarda ed annuisce al discorso del fratello, mentre io sento la testa farmi più male di prima.

Sempre di più, comincio a credere che stia per esplodere!

Le gambe mi cedono, ora sono in ginocchio.

Raph mi sta prendendo in braccio.

Sto svenendo di nuovo.

Maledizione.





Io: NON VE LO ASPETTAVATE, EH?!

My bro: Ehm... In realtà...

Raph: Mongola, lo avevi già detto nell'introduzione!

Io: OVVIO, È OBBLIGATORIO! IO VOLEVO METTERE SOLO LA DEDICA!!!

My bro: E perché non lo hai fatto?

Io: PERCHÈ È VIETATO.

Raph: A chi la hai dedicata? *sorriso sexy*

Io: A tutti meno che a te u.u

My bro: anche a me?! *w*

Io: Ovvio!

Raph: *Se ne va sconsolato*

My bro: Prima di salutare 'sti poveri che hanno la pazienza di leggerti, non devi dire nulla?!

Io: CERTO!!! Una sola parola! FIDUCIA!!!

My bro: Fiducia in te?! *ride*

Io: Un bacione enorme a tutti e grazie!!! *picchia il fratello*

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Una parte di me vuole svegliarsi in un lettino d'ospedale.

L'altra, crede che questo sogno sia finito davvero troppo presto.

Cerco di vedere qualcosa, ma è notte.

Poi, mi torna in mente il mio adorato cellulare, con il quale posso fare luce.

Allungo la mano verso i pantaloni, ed automaticamente impreco notando che non c'è.

Il mio telefono.

L'unica cosa che andrebbe la pena salvare da una catastrofe, non c'è.

«Non dormi a quest'ora?»

Ah... Quella voce... Dovrebbe averla anche il mio prof di scienze, sicuramente prenderei voti più alti.

Aguzzo la vista nel vano tentativo di battere il buio, e sottolineo il “vano”.

«Sembri una rana con quegli occhi sgranati.»

«Riesci a vedermi?!»

«Quando sei un ninja devi vedere al buio, ne va della tua vita.»

Vero. Loro escono (e combattono) solo di notte.

«Beh, genio, io invece non sono un ninja!»

Sento sbuffare.

Una sedia che si sposta.

Dei passi, ed un “clik” di interruttore.

Ha acceso la luce, e si è riseduto sulla sedia accanto a me.

«Contenta?»

«È impossibile!»

Affondo la testa nel bracciolo del divano, trattenendo a stento le lacrime.

Solitamente non piango, preferisco arrabbiarmi, ma questa volta è diverso.

Provate a mettervi nei miei panni.

Non vi sentite dei malati di mente irrecuperabili, che non torneranno mai alla loro vita normale?

Vita normale...

Nel mio caso, quello schifo di vita normale.

«Prima la volevi accesa, adesso ti lamenti, che palle!»

«Non è per la luce...»

Sento la sua voce più vicina e comprensiva.

«Per cosa allora?»

«Per esempio, so tutto di voi.»

Ho ancora la faccia spiaccicata sul morbido mobile, e forse le mie parole non sono uscite molto comprensibili.

La sua risata me ne da la conferma.

«Non ho capito niente!»

Mi metto seduta, anche se non ne ho voglia.

«So qualsiasi cosa. Di te, dei tuoi fratelli. Tutto.»

«Certo...»

Mi guarda come se fossi una appena scappata dal manicomio.

«Non sto scherzando. Posso dimostrartelo, se vuoi...»

«Ti ascolto.»

Sta sorridendo scettico, ma tra poco cambierà sicuramente espressione...

«Iniziamo da Mikey. Si chiama Michelangelo, ha una passione per i videogiochi, i fumetti, ed ha un gatto di gelato dentro al freezer, che ha chiamato “ice-cream kitty”.»

Fine del suo sorrisino.

Ora sembra preoccupato.

«Odia la polka, è un divoratore di pizza, ha paura degli scoiattoli mutanti e si diverte a fare scherzi. Poi c'è Donnie, o Donatello, il cervello del gruppo, un vero e proprio genio, furbo e perfetto, creatore di retro-mutageno e macchinari vari, come ad esempio Metalhead. Ha una cotta per la cara e rossa April O'neil, ed ucciderebbe a bastonate il tuo migliore amico umano Casey Jones.»

Posso scommettere che la sua mano destra, quella che non riesco a vedere, si è posata su uno dei suoi sai.

«Poi c'è Leonardo. Il leader, il protettivo, il responsabile, quello che regge sul suo guscio il peso del mondo, pronto a sacrificarsi per chi ama. Aveva una cotta per Karai, o Miwa, o come diavolo la vuoi chiamare, tanto continuerò ad odiarla anche se decidesse all'improvviso di chiamarsi Barbie.»

Sta sorridendo.

Dopotutto, anche lui odia Karai, se ben ricordo.

Sembra comunque preoccupato, forse mi crede una spia del Foot Clan.

Oddio, spero proprio di no...

«E poi ci sei tu. Con il tuo carattere scontroso, con il bene enorme per i tuoi fratelli, con la tua passione per le moto, con Spike... Anche se adesso è diventato Slash.»

Il suo sguardo si rabbuia, ma solo per pochi istanti.

«Comunque, sei il mio leader, perfetto per me, testa calda quanto basta per renderti il mio compagno ideale.»

Scoppia a ridere, incrocia le braccia e lascia andare l'impugnatura della sua arma.

È un vanesio, gli è bastato qualche “complimento” per togliergli ogni dubbio.

«Non le mandi a dire, eh?»

«Perché dovrei? Dopotutto, sei un sogno. Potrei dirti o farti qualsiasi cosa, senza conseguenze, non accadrebbe proprio niente. Niente di importante, niente di serio, niente di... Vero.»

«Come fai ad esserne certa? Come sai che in realtà il vero “sogno” è questo e non la tua vita normale?»

Mi guarda curioso, con quegli occhi verdissimi.

Quant'è bello...

Seriamente, come faccio ad avere certezze?!

«Raph, non confonderla ancora di più.»

Leonardo sta sorseggiando una tazza di té, e me ne sta porgendo un'altra assieme ad un tenero sorriso.

Come rifiutare?

Allungo timidamente la mano, la prendo, ringrazio e comincio a bere.

Caldo. Anzi, bollente. Dolce, con una nota lontana di menta, assieme ad una o due gocce di limone.

Troppo per un sogno.

Le mani cominciano a tremare, e mi ritrovo costretta ad appoggiare il recipiente.

Leo e Raph si guardano in faccia perplessi, mentre il secondo mima un “è pazza” con la bocca.

Il leader mi si siede accanto, e mi appoggia una mano sulla spalla.

«Tutto bene?»

«No. Per niente.»

«Ti tremano le mani...»

«Ho paura.»

«Di noi? Non devi, siamo...»

«Voi? No, voi non mi spaventate affatto.»

Raph sta seguendo il discorso con lo sguardo, stando zitto ed ascoltando.

Guardo Leo: sembra pronto a comprendere qualsiasi cosa.

«Diciamo che io... Non sono esattamente di questo mondo.»

«Sei un'aliena?»

La sua voce suona scherzosa e fintamente preoccupata.

È incredibile come riesca a sdrammatizzare qualsiasi cosa.

È il fratello maggiore che tutti vogliono.

Mi scappa un sorriso, idem Raffaello.

«No. Cioè, in un certo senso si. Però no. Leo, è come se... Tu morissi, per poi risvegliarti in Space Heroes.»

Mi fissa, quasi spaventato.

Poi scuote la testa, come per dirsi che è una coincidenza, che io non conosco la sua passione per quel cartone.

Ma il fratello gli fa cambiare idea.

Si alza in piedi, si mette di fronte a me, ma guarda dritto dritto gli occhi oceano del leader.

«Sa tutto, Leo. Di April, di Karai, della pizza, di Metalhead, del gatto fragola e vaniglia che teniamo in freezer, di Spike, della polka, sa tutto!»

«Ah Raph, quasi dimenticavo... Hai paura degli scarafaggi.»

forse non respirano nemmeno.

Forse ho sbagliato a dire tutte quelle cose.

Adesso mi metteranno in gabbia, credendomi al fianco di Shredder. Una sua spia. Un'alleata del nemico.

Ma che sto dicendo? È solo un sogno, che problemi mi faccio?!

«Come sai...»

«Sono una vostra fan.»

«Cioè... Secondo te noi siamo cartoni animati?!»

«Si. Non offendetevi, ma voi lo siete davvero... Non so come, ma in seguito all'incidente mi sono risvegliata qui...»

Raph si è seduto.

Sembra molto confuso, mentre Leonardo sembra aver visto un fantasma.

«Come può essere?!»

«È possibile invece.»

Donnie è uscito dal mio laboratorio, ed ha il mio telefono in mano.

 

 

RIPETO, FIDUCIA!!!!! Non abbandonatemi! Tutto quello che vi sembra assurdo o senza spiegazione, verrà risolto prima o poi!!! XD Un abbraccio a tutti!

Piccolo ps: ringrazio con tutta me stessa, dalla testa alla punta della coda, tutti/e quelli/e che recensiscono, leggono, chi addirittura ha messo questo schifo nei preferiti, seguiti o da ricordare. Ringrazio chi mi ha messa tra gli autori preferiti (dov'è quella pazza??!! Eccoti là, non nasconderti!!!! TI DEVO ABBRACCIARE!!!), davvero, non so cosa farei senza tutti voi. Siete una delle poche cose belle della mia vita :)

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


 

«Che vuoi dire?!»

Senza pensarci troppo, mi fiondo dal divano al mio telefono.

«Piccolo mio!»

Mi stanno guardando in modo strano, ma loro non sanno cosa significhi questo piccolo oggettino per me.

Non si accende.

Non si accende! Perché?!

«Ha subito dei danni... Per ora lo ho rimontato, poi lo riparerò definitivamente sostituendo i componenti danneggiati.»

Una parte di me, è morta assieme al mio cellulare.

«Ma non è di quello che ti devi preoccupare...»

Tutti pendono dalle labbra del genio, mentre io sono troppo presa ad osservare il cadaverino meccanico tra le mie mani.

«Lei... Non è di questa dimensione. Non chiedetemi come sia possibile, eppure è così.»

Silenzio.

Non trattengo una risata.

Ed un'altra, un'altra ancora.

«Ma per favore! Teletrasporto?! Buchi neri?!»

Rido a crepapelle, non riesco a fermarmi.

«Certo! E magari, adesso mi ritrovo davanti Brad Pitt che mi invita a cena! Ditemi, Favij esiste anche qui?! Ovviamente, fa il benzinaio! E Lady Gaga? Ha aperto una pizzeria in fondo alla strada?!»

Non riesco a non dire cavolate.

Ne sparo una dopo l'altra, a raffica, fino a quando qualcuno non mi tappa la bocca.

Ed ecco che scoppio: inizio a piangere come una bambina di due anni, ed abbraccio il proprietario della mano.

Leo? Raph? Chi può dirlo.

Ah, perfetto.

Una crepa sul piastrone.

Mi sono avvinghiata al meno socievole dei quattro, eppure sento timidamente ricambiare la mia stretta.

Dovrei sentirmi meglio?

No, mi ricorda solamente quanto sia reale tutto questo.

«Che succede qui?»

La flebile vocina di Mikey.

Ma non mi giro, preferisco rimanere rintanata contro il collo di Raph, nella speranza che possa tramutarsi in mio padre da un momento all'altro.

«Mikey! Non dormi nemmeno tu?! Ma che vi prende questa sera?»

La domanda suona esasperata, e la risposta è talmente ovvia che se la può dare da solo.

Come possono dormire con una psicopatica/possibile alleata di Shredder in casa?!

«Come hai capito che non è... Di questo mondo?!»

«Dal suo telefono. Non lo ho riparato subito perché alcuni pezzi vanno interamente ricostruiti: sono di struttura semplice, ma sono praticamente impossibili da trovare in un cellulare.»

Che sta dicendo?! Certo, non è proprio l'ultimo modello, ma appartiene comunque all'ultimo secolo!

«È da considerarsi praticamente nuovo, vuoi dirmi che i componenti di ricambio sono già introvabili?!»

Mikey scoppia a ridere.

Leo sorride.

Raph non lo vedo, ma lo sento ridacchiare.

E Donnie, si è stampato una mano in faccia.

«Non intendevo dire quello...»

Sta per dire qualcos'altro, ma un mio lamento lo interrompe.

Un'altra fitta, per fortuna è durata poco.

«Guardate la mia fonte. Non ho un graffio, mi spiegate come è possibile?! Io ho visto il mio sangue sull'asfalto!»

«Eri ferita, ti ho curata io! Pensi che ti avremmo lasciata crepare dissanguata per strada?!»

Una cosa che odio quanto amo di Donatello, è la sua ,maledetta risposta pronta.

«D'accordo, allora spiegatemi dove mi avete trovata! Perché sono qui?!»

Gli sguardi cadono su Raph.

«Eri vicina ad un tombino, ti credevo morta...»

«Impossibile! Sono svenuta accanto ad un tombino, ma dall'altra parte del pianeta!»

Ed ecco un dubbio.

Com'è possibile che non mi sia venuto in mente prima?!

«Io sto parlando italiano, voi come fate a capirmi ed a rispondermi?!»

«Amanti della pizza e dell'Italia, mia cara!»

La risposta di Mikey non mi basta.

Non noto un minimo accento, e per quanto possano capire la mia lingua, sicuramente non possono parlarla così bene.

«Sappiamo qualche parola, ma il tutto viene facilitato da quello.»

Indica il mio orecchio destro.

Un piccolo apparecchio simile a quello che mettono le persone sorde, adesso è tra le mie mani.

«Oh cavolo. È fantastico! Sembra quello che usavano in Star Trek!»

«Can you wear it again, please?!»

«Eh?! Oh, certo... Non so come si rimette però!»

Mi guardano perplessi.

«Non... I can't... I don't...?! Why?!»

L'inglese non è il mio forte, ma la mia espressione è poliglotta: scoppiano tutti a ridere, mentre Donnie sbuffando mia aiuta a rimettere l'apparecchietto nell'orecchio.

Potrebbe tornarmi utile durante le interrogazioni.

«Grazie. Questo cosetto è fantastico! Sei un genio Donnie!»

«Signorina, noto con gioia che si è ripresa...»

Splinter.

Ecco chi stavo dimenticando.

 

Bella gente!!! Rieccomi, siete felici??? *prendono mitra e me lo puntano addosso*

Ringrazio in anticipo chi leggerà, recensirà (speriamo u.u) o chi tenterà di sopprimermi! :D Un abbraccio a tutti, e ripeto: fiducia!!! ;)

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Mi fissa con occhi dolci.

Si avvicina, e con la sua mano di topo mi asciuga l'ultima lacrima rimasta, ormai rappresa e sostituita da un sorriso.

«Donatello mi ha spiegato del suo incidente. Come si sente adesso?»

Splinter.

Dannatamente tangibile, perfetto in ogni dettaglio.

«Molto meglio, grazie. Suo figlio è un bravo medico.»

Vedo Donnie arrossire, mentre Mikey si mette in mezzo saltellando.

Saranno le quattro del mattino, eppure riesce lo stesso ad avere un'energia invidiabile.

Mi ricorda moltissimo il mio fratellino, se continua così mi fa morire di nostalgia...

«Tu i nostri nomi li sai già! Non siamo alla pari, voglio sapere il tuo!»

Sorrido di nuovo, e noto gli sguardi attorno a me abbastanza curiosi.

«Beh... Il mio nome è Elea. Si lo so, è strano e...»

«Strano e bellissimo!»

Mi stringe in abbraccio, con una tale forza da uccidermi, quasi.

«Mikey, non riesco a respirare!»

«Scusami! Ti piacciono i fumetti? E la pizza? I videogame?»

«Calmo! Comunque si, si e ancora si.»

I suoi occhi si illuminano, e mi sfodera un sorriso smagliante.

«Benissimo.»

La parola suona quasi inquietante, poiché detta con un tono di voce molto simile a quello di Smeagol del Signore degli Anelli.

«Signorina, sappia che qui è la benvenuta.»

«Grazie.»

«Bene. Notte gente!»

Raph si stiracchia, producendo un rumore sinistro con le ossa.

Mi guarda ed accenna un sorriso, ma dura meno di un istante.

«Credo che andrò anche io.»

Uno dopo l'altro, mi salutano e vanno a dormire, lasciandomi sola con Splinter.

Mi mette una mano sulla spalla, sorridendo, guardando male il povero divano

«Lei è un'ospite, non può dormire qui...»

«Come? Oh no, il divano è perfetto, grazie! Può darmi del “tu”?»

«Come preferisci. Comunque, anche se è inutilizzata da molti anni, credo di avere una stanza anche per te.»

Mi fa segno di seguirlo, e mi accodo senza ribattere.

Si ferma davanti ad una porta bianca, e la apre.

«È da tanto che non ci dorme più nessuno, ma mi sono sempre adoperato per tenerla pulita al meglio.»

Non posso crederci.

Un letto matrimoniale, con lenzuola colorate, pieno zeppo di peluche.

Attaccati alle pareti, molti disegni infantili.

Il soffitto è dipinto di azzurro.

Sono stati tralasciati alcuni spazi, che rimanendo bianchi disegnano delle simpatiche nuvolette.

«La vecchia stanza dei ragazzi?»

Mi volto verso il sensei, che con occhi sognanti si guardava attorno.

«Esattamente.»

«È stupenda, grazie. Prometto che non toccherò o rovinerò niente.»

Fa un leggero inchino, mi da la buonanotte e se ne va richiudendosi la porta alle spalle.

Accendo una piccola lampada sul comodino, voglio vedere bene i disegni.

Sono praticamente tutti firmati da Mikey, e devo dire che sono splendidi.

Disegnava benissimo già da bambino...

qui, per esempio, c'è un ritratto di Donnie.

Uno splendido sorriso senza un dente, che lo rende simpaticissimo...

Qui c'è Leo che dorme, quanto è carino!

… Cos'è quello?

Sotto la scrivania, un disegno fatto da Splinter.

Ci sono tutti e quattro, ancora bambini, che dormono insieme.

È un disegno bellissimo, non merita di essere dimenticato sotto ad un mobile.

Lo prendo e lo appoggio sul comodino, per poi spegnere la luce e dormire.

Chissà dove mi sveglierò domani...

 

Eccomi con un altro capitolo! Lo so, è piuttosto corto, ma si va a ritmi altalenanti: per esempio, il prossimo sarà più lungo :) Vi allego qui il “disegno di Splinter”, cioè un'immagine pucciosa rubata da internet XD Che ne pensate? Fatemelo sapere, grazie in anticipo a tutti!!!

 

 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Se Mikey ti vede abbracciata a Donzo, potrebbe ingelosirsi...»

 

Apro gli occhi: Raph è appoggiato allo stipite della porta, con le braccia incrociate, intento a sorridermi sadico.

 

«Donz... Donzo?»

 

Abbasso lo sguardo.

Tra le mie braccia, sto stritolando un panda di peluche.

Per la precisione, il giocattolo che Michelangelo teneva abbracciato nel disegno di Splinter...

Ha l'aria vecchiotta, un occhio è stato sostituito da un bottone di plastica, ed è pieno zeppo di rammendi e cuciture.

 

«Donzo? Beh, è carino... Mikey se ne farà una ragione.»

«Non parlavo del panda...»

 

Lo guardo perplessa, mentre lui dice un “lascia stare” seguito da una risata.

Prima di potergli rispondere, e non necessariamente in modo educato, Leo spunta alle sue spalle.

 

«Buongiorno! Oggi conoscerai ufficialmente April e Casey»

 

Raph lo guarda con la coda dell'occhio.

 

«Sanno che sono qui?»

«Certamente! Beh, in realtà non siamo entrati nello specifico... Abbiamo detto loro semplicemente che c'è un'ospite! E... Donzo?! Dove lo hai trovato?»

«Lì da qualche parte.»

 

Indico la miriade di peluche accampata sul bordo del letto.

 

«Che ore sono?»

«Le undici, mia cara! Tra mezz'ora saranno qui.»

«Ok... Perfetto... No, perfetto un cavolo! Solo trenta minuti?!»

 

Vi faccio una piccola sintesi di come sono conciata la mattina appena sveglia?

Ok, come volete... Sappiate che vi ho avvisati.

Capelli sparati in aria stile porcospino, filo di bavetta che cola da un angolo della bocca, occhi da pesce.

Si, esattamente: gonfi, rossi e tondi, come altro potrei definirli se non così?

 

«Solo mezz'ora?!»

 

Leo sgrana gli occhi, mentre Raph chiude la porta ridendo in modo cinico.

Solo pochi minuti...

Mi guardo attorno: c'è una sorta di piccolo specchio tondo appoggiato alla scrivania.

Beh, pensavo peggio.

Il filo di bava non c'è, nemmeno gli occhi da salmone appena pescato.

I capelli ovviamente, sono come sempre. Cioè disastrati.

I miei occhi cadono su un gattino di stoffa, che attorno al collo ha un nastro giallo.

Ed ecco l'idea.

Mi faccio una coda provvisoria, e ritorno davanti allo specchietto.

Occhi nocciola inumiditi dal sonno, sorrisino ebete, lentiggini e ricci trattenuti da un fiocchetto.

… Questa non sono io.

Questa è una di quelle bambine delle fiabe, come Cappuccetto Rosso o Riccioli D'oro.

Guardo i miei vestiti: maglia rosa e jeans, perfetti e privi di macchie... Strano.

Mi porto la maglietta al naso, sento profumo di sapone e noto un piccolo rammendo...

Mentre ero svenuta, mi hanno lavato e ricucito i vestiti.

Senza rendermene conto arrossisco, ma un altro dubbio mi si insinua nella testa: quanto cavolo sono rimasta svenuta, se mi hanno spogliata senza che me ne rendessi conto?!

Sento una vampata di calore uccidermi il viso, e mi costringo a pensare ad altro.

Per fortuna, la porta si spalanca.

 

«Sono già qui, e...»

 

Mikey smette di parlare, e si avvicina a grandi passi.

 

«Sei bellissima!»

 

Bellissima.

Ho solo legato i capelli con un nastro mezzo rovinato rubato ad un giocattolo.

 

«Vieni!»

 

Mi prende per mano ed inizia a correre.

Ho una fame tremenda, ma la curiosità di conoscere dal vivo Casey ed April mi fa dimenticare tutto il resto.

Eccoci qui.

Raph ed il suo amico sono stravaccati sul divano, Leo è a gambe incrociate sul pavimento, mentre Donnie parla imbarazzato con la giovane dai capelli rossi.

La tartaruga dalla benda arancio si schiarisce rumorosamente la voce per attirare l'attenzione, e come un gentiluomo mi accompagna tenendomi per mano.

 

«Ecco a voi mademoiselle Elea!»

 

Fa un leggero inchino, e tutti ridacchiano.

Poi tuta l'attenzione ricade inesorabilmente su di me.

È una cosa che odio: certo, nemmeno mimetizzarmi è tra le cose che preferisco, ma avere tutti i riflettori puntati contro è semplicemente orribile.

Leo mi guarda sorpreso, Donnie ha smesso di parlare con April per fare altrettanto, e non parliamo di Raph: mi fissa come Mikey fisserebbe una fetta di pizza.

 

«Ci... Ciao.»

 

Alzo la mano e faccio un altro sorriso ebete, mentre Casey si esibisce in un baciamano scherzoso.

 

«Piacere mio, mademoiselle!»

 

April lo spinge via e mi si para davanti.

 

«Donnie mi ha spiegato tutto. Mi dispiace moltissimo, ma sappi che se hai bisogno di qualcosa puoi contare su di me!»

«Oh, beh... Grazie!»

 

Si mette al mio fianco e comincia a squadrarmi da cima a fondo.

Prego perché non noti i rammendi.

 

«Perfetto! Torniamo subito! Casey, datti una mossa!»

 

Prende il ragazzo per mano e inizia a correre, solo dopo avermi salutata con un veloce gesto della mano.

Il mio stomaco intanto, dice quello che la mia voce si era dimenticata di dire, borbottando rumorosamente.

 

«Hai fame? Beh, è quasi mezzogiorno, è ovvio che hai fame!»

 

Il genio comincia a girare in tondo, nervoso, mentre Mikey lo bocca per un lembo della bandana.

 

«Calmo, fratello... I fornelli sono materia mia!»

 

 

Alé, si mangia!!! XD Eccomi con un altro capitolo, questa volta un po' più lungo. Grazie a tutti, chi legge recensisce eccetera, vi voglio un bene enorme!!!!! Bacioni!

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


 

Mikey mi ha cucinato di tutto... Diciamo che ho direttamente pranzato, in un certo senso.

 

Ora sono qui, stampata sul divano, intenta a seguire con gli occhi i vari spostamenti delle tartarughe di fronte a me.

 

Leonardo, è sparito nel dojo assieme a Splinter, Donnie si è buttato nel suo laboratorio, Raph è scomparso.

Michelangelo invece, si è seduto accanto a me.

 

«Allora, era tutto di tuo gradimento?»

«Ovviamente! Ho mangiato talmente tanto che che credo di poter scoppiare da un momento all'altro!»

«Vuoi fare una partita?»

 

Mi porge un joystik, mentre uno uguale è nell'altra mano.

Videogame.

 

Chiamatemi nerd, o come volete, ma sappiate che sono praticamente invincibile a quasi tutti i giochi.

Competitiva? No, mi va bene anche perdere.

Dipendente da tecnologia? Sì, molto.

E questo spiega anche il mio indirizzo di studi.

 

Prendo l'aggeggio elettronico con fare di sfida.

 

«Ci sto.»

 

Mi sorride furbo. Oh, ma non sa contro chi si è messo...

 

 

Stiamo giocando da più di un'ora: il gioco consiste nel guidare un'auto da rally, schivando vari ostacoli.

Chi arriva al traguardo tutto intero, vince.

 

«Non ce la faccio più! Non sento le dita ormai!»

«Ti stai arrendendo, donna?»

«Arrendermi? Mai!»

 

Donnie è uscito dal laboratorio, e si è seduto per guardare la partita.

Leo, appena tornato dalla doccia, copia il genio.

 

«Dai Elea, fagli vedere chi sei!»

«Siamo tutti con te!»

«Grazie per la solidarietà fraterna, ragazzi...»

 

Alla frase sofferta di Mikey, scoppiamo tutti a ridere.

 

«Questa non posso perdermela...»

 

Ecco anche Raph, e posso scommettere che c'è anche Splinter, lì da qualche parte.

 

Oh, siamo a pochi istanti dal traguardo. Un testa a testa. Tifo smisurato alle mie spalle.

L'arrivo è vicinissimo.

Ci siamo.

 

And the winner is...

 

Nessuno. La tv si è spenta.

 

Come è possibile?!

Mi volto verso Mikey: è più deluso di me, forse non sta nemmeno respirando.

Ed April ha la spina del televisore staccata in mano, mentre dietro di lei Casey sta tenendo uno scatolone.

 

«Scusate, ma era l'unico modo per avere la vostra attenzione.»

 

Versi annoiati rimbombano dappertutto, mentre io mi volto di nuovo verso il mio avversario.

Sfodero il mio sorriso migliore, e gli metto una mano sulla spalla.

 

«Oggi pomeriggio ho intenzione di distruggerti!»

 

Ricambia il sorriso. Anzi, scoppia direttamente a ridere, e mi batte il cinque.

 

«Tu distruggere me? Ma se stavo vincendo!»

«Non dire cavolate!»

 

April mi interrompe, rifilandomi lo scatolone in braccio.

 

«Provali. Se ti vanno, sono tuoi. Sono tutte cose che non mi piacciono o che non metto, altre sono nuove.»

 

Vestiti. Tanti, belli e colorati.

 

«Grazie! Non sai che favore mi stai facendo!»

«Tranquilla, te lo ho detto che su di me puoi contare!»

 

Suona un cellulare, e solo a quel punto mi ricordo del mio innocente e defunto telefono.

 

«Ciao papà! Si... No, sono al rifugio. Ok, come vuoi. Viene anche Casey... Si, va bene, a dopo.»

 

Chiude la telefonata sbuffando.

 

«Devo già andare, sono in ritardo... Comunque è stato bello conoscerti, e se vuoi ti veniamo a trovare anche domani...»

 

Sorrido.

Si comporta come se mi conoscesse da anni, invece mi ha vista per la prima volta meno di due ore fa.

 

«Certo, ne sarei felice.»

«Bene, allora ciao!»

 

Se ne va, trascinandosi dietro Casey, che mi saluta con un gesto della mano.

Fisso lo scatolone: senza pensarci troppo, lo prendo e corro nella stanzetta, per poi rovesciarne il contenuto sul letto.

 

Maglie, jeans, qualche pantalone corto, con aria vissuta ma comunque in ottimo stato.

Inoltre, c'è anche della biancheria nuova, assieme a dei calzini ancora imbustati.

 

Mi butto immediatamente sui capi che mi piacciono di più, ma ho qualche problema a chiudere i pantaloni. April in effetti è molto più magra di me, forse sono stata troppo ottimista...

 

Eppure, dopo una lunga battaglia, eccomi pronta: pantaloncini corti e neri, assieme ad una maglia a strisce orizzontali nere e fucsia.

 

Beh, sempre meglio della Cappuccetto Rosso di prima.

A proposito di rosso: nello specchietto sulla scrivania, vedo il riflesso di Raph appoggiato come al solito alla porta.

 

«Ehi.»

 

Sto sicuramente arrossendo, quindi chino il capo sul letto ricolmo di abiti.

 

 

Scusate eventuali errori, anzi se ne trovate avvisatemi perché non ho riletto... Sono di fretta e furia, mia mamma mi sta aspettando con i maledetti compiti, quindi sarò breve: grazie a tutti, vi voglio bene!!! :D

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


 

«Te li ha portati April?»

«Si... È stata gentilissima.»

«Ti stanno bene.»

 

Se Mikey volesse all'improvviso cuocere un uovo, penso che potrebbe farlo direttamente sulle mie guance.

 

Tossicchia e cambia discorso, mentre io arrossisco di nuovo come una scema.

 

«Sei ancora viva dopo tutto quello che Mikey ti ha mandato giù a forza?»

«Scherzi, vero? Tuo fratello cucina divinamente.»

 

Vedo il suo sguardo spostarsi verso la cucina, mentre sento dei passi veloci avvicinarsi.

 

«Lo pensi davvero?»

 

Il giovane arancio, con occhi sognanti, appare dal nulla.

 

«Come cavolo hai fatto a sentirmi?! Comunque si, adoro i tuoi piatti, caro Michelangelo Hamato!»

 

Ridacchiamo, mentre Raph ruota gli occhi sorridendo.

 

«Ah, tu si che te ne intendi di cibo! Dovresti assaggiare le opere d'arte del signor Murakami!»

 

Si guardano in faccia.

Praticamente stanno parlando con gli sguardi, un'intera conversazione silenziosa che solo loro possono capire.

 

«Ti prego, Raphie!»

«Non chiamarmi “Raphie”, e poi lo sai che non è una cosa che devi chiedere a me.»

«Beh, se ho anche te dalla mia parte, è cosa fatta!»

«Anche me?»

«Ne avevo parlato anche con Donnie.»

 

Li fisso perplessa.

 

«D'accordo, ma io non mi prendo nessuna responsabilità.»

 

Mikey si avvicina, con un sorriso degno dello Stregatto di Alice nel paese delle meraviglie.

 

«Dopo la ronda, se ti veniamo a prendere, vieni con noi a mangiare dal signor Murakami?»

«Non saprei... Non vorrei disturbare...»

«Ti prego-ti prego-ti prego-ti prego-ti prego-ti...»

«Ok, hai vinto, ma adesso taci!»

 

Mi abbraccia in modo soffocante, mentre il rosso ride alla scena.

Dietro di lui, Leonardo.

 

Michelangelo mi lascia andare per fiondarsi davanti al leader.

 

«Può venire anche lei questa sera?»

«Alla ronda?! Scordatelo, è troppo pericoloso.»

«Intendo dopo! Da Murakami!»

 

Ci pensa un po', per poi voltarsi verso Raph.

 

«Per una volta sono d'accordo con la testa di legno.»

 

Sospira, ed annuisce.

 

«Sì, credo che si possa fare. Ma al minimo segno di pericolo, torni a casa, d'accordo?»

«Va benissimo! Grazie Leo...»

 

Mikey incrocia le braccia.

 

«Dai, cosa vuoi che succeda di male?!»

 

 

 

Capitolo cortissimo, lo so!!! Non uccidetemi!! Piuttosto, avrei bisogno di un parere... Sabato partirò per le vacanze, e non credo che l'adorato computer mi seguirà.

Quindi... Preferite aspettare due settimane, oppure volete che aggiorni da cellulare? L'unico problema è quello dell'html... Fatemi sapere, intanto trovo un modo per portarmi il pc. Me lo legherò sulla schiena! XD Bacioni a tutti!!!

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


 

Stiamo risalendo da un tombino.

 

Hanno già fatto la ronda, e non hanno trovato nulla di male, fatta eccezione per due o tre Dragoni Purpurei che tentavano di aprire una saracinesca.

 

Siamo sbucati in un vicolo buio, e non c'è traccia di anima viva.

 

«Dovremmo salire sul tetto...»

 

Mi guardano come guarderebbero un' invalida.

Con chi credono di avere a che fare?!

 

«Bene, nessun problema.»

 

Mi avvicino ad una grondaia.

 

Dopo due balzi, sono già sul tetto, mentre io non avrò fatto nemmeno trenta centimetri.

 

«Hai bisogno di aiuto?»

 

La frase di Raph suona giusto un po' sarcastica.

 

«No, grazie!»

«Sicura?»

«Certamente!»

 

Mettere una maledetta scala antincendio no, eh?!

 

Sono a metà strada, non posso mollare adesso.

Passetto dopo passetto, mi avvicino sempre di più alla meta.

 

Sento ridacchiare, ma piuttosto che apparire come la donzella che deve farsi prendere in braccio, scalerei da sola anche la Tour Eiffel.

 

Eccomi in cima.

Trattengo il respiro per non far capire che ho il fiatone, mentre loro ricominciano tranquillamente a correre.

 

Mi viene da piangere, ma li seguo comunque.

 

«Eccoci qui.»

 

Per fortuna, aggiungerei.

 

Scendere non è un problema, visto che la dannata scala antincendio questa volta c'è.

 

Entriamo.

Il signor Murakami si gira verso la porta con l'orecchio teso, ma poi si rilassa sospirando.

 

«Buonasera, tartarughe-san. E... Chi c'è con voi? April-san, sei tu?»

«Non esattamente, ma è un'amica.»

«Salve...»

«Oh, bene! Io sono Murakami, piacere di averti qui, cara...?»

«Oh, Elea.»

«Cara Elea-san!»

 

Ci sediamo, e cominciamo a parlare con quel simpatico signore.

Anche se è cieco, si orienta alla perfezione...

 

Dopo averci portato i piatti, si siede anche lui con noi.

 

«Sono contento che abbiate trovato una nuova amica.»

«Ancbe noif! È simpfaticiffima, e poif...»

«Mikey, inghiotti o non si capisce niente!»

 

Ridiamo, mentre l'anziano si gira verso di me.

Ma non lo noto, sono troppo presa a fissare Raph.

 

Non ha detto una parola, e come al solito segue i discorsi altrui con lo sguardo.

 

Mi scappa un sospiro impercettibile, che però basta ad attirare sia l'attenzione del rosso, sia quella di Murakami.

 

Abbasso gli occhi sul piatto, e comincio a mangiucchiare quelle delizie.

 

«Ti piace, Elea-san?»

 

Comincio a tossire dall'imbarazzo, forse mi è andato di traverso qualcosa.

Ma poi realizzo che si riferisce a quello che sto mangiando, non a quello a cui sto pensando, allora sfodero il mio sorriso migliore come se niente fosse.

 

«Certo! È un ottimo cuoco!»

«Dimmi un po', Elea-san... Come si comportano queste tartarughe con te?»

«Anche troppo bene. Mi hanno salvata, curata, ed ora mi stanno ospitando. Non so cosa farei senza di loro!»

«Sono dei bravi ragazzi, lo so... Michelangelo-san, mi descriveresti la vostra amica?»

«Oh, bef... È braviffima ai videogniofi, ama i fumettif, poif...»

«Mikey, non penso volesse sapere questo!»

 

Ridacchiamo, mentre il piccolo arancio si accuccia con il muso.

 

«Beh, Raphael-san, descrivila tu allora.»

 

Smetto di respirare, ma nascondo tutto buttando,mi nel piatto.

Imbarazzo totale? Certo, chissà cosa dirà!

 

«Ha i capelli ricci. Lunghi fino alle spalle, castani scuri, quasi neri. Poi...»

 

Alzo gli occhi: mi sta descrivendo senza guardarmi, va a memoria...

 

«Ha delle simpatiche lentiggini sugli zigomi, la bocca sempre piegata in un sorriso. Iridi color nocciola ti fissano sempre sospettose, ed in quella sinistra c'è una minuscola ed inspiegabile striatura color miele. Inoltre, ha un piccolo neo sotto l'occhio destro...»

 

Fossi in un cartone animato, sarei una palla bordeaux.

 

Tossicchia nervoso notando gli sguardi complici che si stanno scambiando Leo e Donnie.

Lo amo, lo amo, lo amo e lo amo, lo sposo, lo sposo, lo sposo e lo sposo!

 

Ma lo sguardo di Leonardo cambia.

Chiude gli occhi a fessura e smette di mangiare, girandosi di colpo verso l'entrata.

 

«C'è qualcosa che non va.»

 

 

Scusate se aggiorno di mattina, ma forse oggi pomeriggio non ci sono!

Ecco l'uomo dei miei sogni... Altro che il principe azzurro nel castello, evviva il mutante nella pizzeria!!! *W*

Grazie mille a chi mi sopporta, chi legge in silenzio e chi recensisce!!! Bacioni a tutti, orsacchiotti!!!

 

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


 

Corrono fuori, dicendomi di rimanere qui.

 

Comincio a camminare nervosa: non so per quanto posso obbedire, sapendoli in giro a combattere, mentre io qui a far nulla...

 

«Tutto bene, Elea-san?»

«No. Per niente.»

«Sei combattuta tra mente e...»

 

Smette di parlare e sorride sentendo la porta chiudersi.

 

Dove potranno mai essere?

 

Come arma di difesa, ho solo una scopa che prima si trovava nella cucina di Murakami.

 

Aguzzo l'udito: non sento niente, ma in compenso vedo un gruppo di piccioni che vola spaventato.

Ovviamente, mi dirigo da dove sono arrivati, vicolo dopo vicolo, fino ad arrivare in una stradina senza uscita.

 

Ora sì, che sento dei rumori metallici!

Guardo in cima all'edificio di fronte a me: un Kraang, con una shuriken in mezzo alla fronte, mi cade poco distante.

 

Comincio ad arrampicarmi per la grondaia, quando sento qualcosa avvinghiarsi alla caviglia.

È sempre il Kraang, che a quanto sembra non è ancora morto.

 

È disarmato e mezzo stecchito, quindi comincio a bastonarlo con il manico della mia dorata scopa, fino a quando non gli si stacca la testa e lo schifino rosa comincia a scappare impaurito.

 

Così impara!

 

Prendo la shuriken.

Sono brava con le freccette, credo che più o meno si la stessa cosa, quindi me la metto in tasca.

 

Mi infilo la scopa nella cintura, e riprendo la mia scalata.

Appena in cima, mi nascondo dietro ad una cupola di cemento con in cima un'antenna.

 

Donnie sta per attaccare uno dei tanti Kraang, che indietreggia sparando.

 

Ma bene, è a pochi centimetri dal bordo e non mi ha vista: non me lo faccio ripetere due volte, ed uso il manico della mia arma casalinga per farlo cadere all'indietro.

Il genio si precipita perplesso davanti a me.

 

«Che ci fai qui?!»

«Credevi davvero che sarei rimasta là ad aspettarvi?! Attento!»

 

Tiro la mia stellina.

Passa a pochi centimetri dalla tartaruga, ma colpisce in pieno il nemico alle sue spalle.

 

… Come cavolo ho fatto?!

 

«Dove hai imparato ad usarle?!»

«Ehm... Boh?»

 

Vengo interrotta da una scarica di fucile alieno.

 

«Resta qui, non muoverti!»

 

Va all'attacco.

 

Certo che vederli combattere dal vivo, è tutta un'altra cosa.

Dovessi descrivere il modo di combattere di ognuno di loro con una sola parola...

Beh, Leo è elegante.

Donnie preciso.

Raph forte, e Mikey... Furbo!

 

Stordisce il nemico saltellando all'impazzata di qua e di là, per poi dargli il colpo di grazia.

 

Guardo oltre la mia cupola in cemento: hanno vinto, ed il genio sta per svelare a tutti la mia presenza.

Ma ecco un ultimo Kraang, che si rialza davanti a me, pronto a sparare.

 

«Attenti!»

 

Prendo la scopa e gliela rompo in testa.

Ma non gli fa molto, visto che gira la testa di 180, indenne.

 

Mi torna in mente la bambina di un certo film, quando un sai si conficca nella sua testaccia di latta.

 

Cade a terra stecchito.

 

Ma lo sguardo di Raph, mi congela il sangue nelle vene: mi viene incontro furioso, recupera la sua arma e mi rimane a nemmeno trenta centimetri di distanza.

 

«Cosa ti è saltato in mente?!»

 

Mikey è mio complice, lo capisco dal suo sguardo.

Donnie è occupato a constatare il numero di nemici a terra, mentre Leo fissa in modo strano il rosso, che al momento sta prendendo il suo posto da “ramanziniere”.

 

«Non potevo restarmene a far niente!»

«Ah certo, allora te ne vai in giro con una scopa! Lo sai che ti è andata benissimo?! Potevano ucciderti!»

«Sempre meglio che restare immobili sapendovi in giro a combattere!»

 

Il suo sguardo cambia.

Sento un brivido lungo la schiena, devo capire se per paura o cos'altro.

 

È arrabbiato. Molto.

 

Sostengo il suo sguardo, ma mi ritrovo costretta a mettere le mani in tasca: tutte le volte che sono nervosa, tremano come due foglie.

 

«Comincio a capire perché ti ho ritrovata stesa vicina ad un tombino.»

«Beh, nessuno ti ha chiesto niente! Potevi anche lasciarmi lì!»

«Probabilmente sarebbe stata la scelta migliore!»

 

Leo si mette in mezzo.

 

«Calmi. Elea, hai sbagliato. Poteva davvero finire male. E Raph... Tu sei il primo a mettersi in questo genere di situazioni, quindi non sei in grado di rimproverare nessuno.»

 

Stringe i pugni, prende fiato e quasi ringhia.

 

«Andate entrambi al diavolo, fate come volete!»

 

Se ne va, da solo...

 

Cosa ho combinato?

 

 

 

Questo capitolo fa schifo, e sarà anche pieno di errori, visto che ho un sonno micidiale...

Scusatemi, ma mi cadono seriamente gli occhi! XD Vi abbraccio tutti, fatemi sapere cosa ne pensate (non uccidetemi!!!), ci sentiamo quando mi sveglio! Nott... Cioè, un bacione!!!

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Sono qui, seppellita tra i peluches, insonne...

Come potrei dormire? Continuo a chiedermi se ho sbagliato, o se Raph ha esagerato...

 

Non è morto nessuno, quindi non serviva reagire così!

 

Ma dopotutto, lui è fatto così. Ed è proprio questo che mi piace.

 

Guardo il piccolo orologio appeso al muro: è mezzanotte. Starà dormendo?

 

Forse dovrei parlargli.

Anche se le parole non sono mai state il mio forte.

 

Automaticamente mi alzo dal letto e cammino in punta di piedi per non far rumore, attenta al cigolio della porta ed allo scricchiolare del pavimento, fino ad arrivare davanti alla sua camera.

 

Prendo fiato, e comincio a bussare piano.

 

Sussulto quando sento una voce stanca rispondermi.

 

«Leo, vattene... Ma non dormi mai?!»

«Non sono... Non... Non importa.»

 

Lascio perdere e comincio ad andarmene.

 

Cosa mi è saltato in mente?!

 

È l'essere più scorbutico che esista, ed io vado a mezzanotte a scusarmi.

Zero possibilità, insomma!

 

Sento però la porta alle mie spalle aprirsi.

 

«Che vuoi?»

 

Scusa.

Una parola che non dico praticamente mai, e che faccio molta fatica a dire.

 

Maledetto orgoglio.

 

«Ecco... Io... Mi dispiace... Avrei dovuto obbedire. Sc... Scusami.»

 

Mi volto e ricomincio a camminare, quando mi sento prendere per un braccio.

 

Anche troppo forte, mi fa male.

 

«Poteva finire male.»

 

Eccolo che ricomincia.

Nemmeno mia mamma è così apprensiva, dannazione!

 

«Lo so...»

«La prossima volta fai quello che ti viene detto, ok?»

 

Inghiotto la voglia di prenderlo a pugni ed annuisco, sospirando.

 

Sento la stretta allentarsi. Per fortuna, il sangue aveva praticamente smesso di circolare!

 

«Anche... Cioè...»

 

Prende un respiro profondo, mentre io lo guardo curiosa.

 

Anche se so quello che sta per dirmi: qualcosa tipo “Hei, ho esagerato, scusa!”

 

...Pretendo troppo, forse?

 

«Ha ragione Leo... Io... Io sono l'ultimo che può fare un discorso del genere a qualcuno.»

 

Mi giro verso di lui, visto che prima la mia attenzione era rivolta al pavimento, e lo fisso bene.

 

Ora è lui quello che guarda per terra.

 

«E comunque... Non lo pensavo davvero.»

 

Sembra sempre più impacciato.

 

...Quel visetto da bambino pasticcione, mi fa venire voglia di farlo incasinare ancora di più.

 

«Non pensavi davvero cosa?»

 

Alza gli occhi.

 

Sembra sinceramente dispiaciuto. Vorrei sorridere e dirgli che va tutto bene, ma troppo tardi.

 

Mi ha incuriosita, e voglio sentire cos'ha da dirmi.

 

«Non ti avrei... Cioè, quando ho detto che la scelta migliore... Insomma... Non ti avrei mai lasciata per strada, ferita e... Sola.»

 

Scusate la mia incoerenza, ma non resisto.

 

Mi avvicino, e gli scocco un bacio sulla guancia.

 

«Scusa ancora e scuse accettate. Grazie di tutto, Raph.»

 

Probabilmente potrei mimetizzarmi con una bottiglia di passata di pomodoro, quindi mi giro all'istante e libero il braccio dalla sua mano impietrita (e tremolante? No, forse sono io che tremo) per rifugiarmi di corsa nella stanzetta.

 

Mi tuffo sul letto, e mi avvinghio al caro e vecchio Donzo, fissando il soffitto.

 

Come sarà stata la sua faccia?

 

Sorpresa?

Imbarazzata?

Schifata?

 

Non lo saprò mai...

 

Felice come pochi, e con ancora in mente quel piccolo momento “fluff”, mi rigiro tra le coperte e chiudo gli occhi.

 

 

 

Eccomi qui! È mattina? *guarda fuori dalla finestra*

Ancora?! Beh, allora aggiorniamo!

Capitolo cortino... Ma cosa ne pensate? Fatemelo sapere, intanto ringrazio e mando un abbraccio gigante a tutti!!!! :D

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


 

La porta si spalanca all'improvviso, svegliandomi.

Apro gli occhi.

 

«Mikey, che succede?»

«Guarda qua!»

 

Mi mostra un dvd.

Ah no, aspettate: è un videogame.

 

«Tomb Raider? Lo sai che sei spacciato, vero?»

«Alzati e cammina!»

«Non ho voglia...»

«Dai, ho fatto i biscotti!»

 

Non me lo faccio ripetere, e salto giù dal letto.

Mi sono accorta solo adesso che ieri mi sono addormentata con i vestiti addosso.

 

«Mi cambio ed arrivo...»

«No, no, no, no, no, no e no! Non puoi andartene in giro così, come se niente fosse!»

 

Gli faccio segno di girarsi, mentre io sostituisco la maglia con un top azzurro.

 

«Che intendi dire?»

«Scherzi?! Raph è furioso! Potrebbe ridurti la giornata uno schifo!»

«Esagerato... Dai, non è così antipatico!»

 

Sorrido e gli dico di voltarsi.

 

«Antipatico? No... Sadico, cinico e maledettamente vendicativo? Certo!»

«Ma figurati... Dopotutto, non ho fatto niente di male.»

 

Esco con spavalderia, mentre Mikey mi insegue implorandomi sottovoce di ignorare il rosso per un po'.

Arrivo in cucina.

 

Al tavolo, Leo e Donnie.

 

«Salve a tutti!»

«'Giorno.»

«Buongiorno!»

 

Mi siedo tranquillamente, mentre l'arancio si avventa sul forno.

Il genio appoggia la sua tazza di caffè, e comincia a parlarmi sottovoce.

 

«Un consiglio da amico? Oggi cerca di non dare nell'occhio, non combinare e soprattutto non parlare con...»

«Raph! Buongiorno!»

 

Leo si immobilizza, gli occhi di Donnie si riducono a due minuscoli puntini, mentre Mikey comincia a tossire.

 

«'Giorno a tutti. Cosa c'è nel forno, testa di legno?»

 

Gli sorrido ampiamente, e prendo la mia tazza di caffèlatte.

 

I tre si guardano in faccia perplessi, o forse spaventati, per poi fissarmi attoniti.

 

Il rosso sbadiglia e si stiracchia, sedendosi accanto a Leo.

 

«Che hanno?»

«A me lo chiedi? Avranno visto un fantasma!»

 

Ridacchiamo, mentre io affogo il mio sorriso cattivo bevendo.

 

Ecco Splinter, che compare sull'uscio.

 

«Buongiorno.»

 

Il genio posa in fretta la sua tazza sul tavolo e balza in piedi.

 

«Sensei, posso parlarti un attimo?»

 

 

 

 

 

Stiamo giocando a Tomb Raider.

 

È una versione multiplayer, dove io ovviamente interpreto Lara, mentre Mikey è una specie di samurai-lucertola.

 

Corpo a corpo? Beh, per ora preferisco sparargli, anche se riesce a bloccare tutti i colpi con una maledetta katana.

 

«Ti finiranno prima o poi quelle dannate munizioni!»

«Certo, poi passerò ad arco e frecce.»

 

lo sento mugolare dal nervoso, ma non si da per vinto.

 

«Booyakashaaaa!!!!»

 

Si fionda all'attacco, ma cade in una trappola.

 

Dalla sua parte dello schermo, compare a caratteri cubitali la scritta “game-over”, mentre io mi siedo sul divano.

 

«Voglio la rivincita!»

«Di nuovo?! È la terza volta!»

«Ogni tanto potresti anche farlo vincere!»

 

Ecco Leo. Al suo fianco, Raph.

 

«Mi arrendo, è imbattile!»

«Imbattibile? Ma per favore!»

«Se non mi credi, giocaci tu con lei!»

 

Non se lo fa ripetere due volte, e si avvicina scrocchiando le dita.

 

Leonardo si siede accanto a Mikey, mentre io comincio a giocare con Raph.

 

Questa volta uso le frecce: muovo il telecomando come una pazza, mentre lui si avvicina schivando la botola in cui era caduto Michelangelo.

 

Cambio arma, ma non serve a niente.

 

Prendo un pugnale, e lo lancio: gli passa a pochi centimetri dalla faccia.

 

Non ho intenzione di sbagliare di nuovo.

 

Lancio anche il secondo coltello, beccandolo in mezzo alla fronte.

 

Stessa scritta rossa di prima.

 

«Hai visto?! È imbattibile!»

 

Sta per dire qualcosa, quando il leader lo ferma e gli prende il telecomando.

 

«Che vuoi fare?»

«Provare, non si può?»

«Accomodati!»

 

Raph si siede accanto all'arancio, che lo guarda ridendo.

 

Prendo la coppia di pistole.

 

Sparo, ma lui schiva svelto e preciso, evitando le trappole, fino ad intrappolarmi contro al muro.

 

Nervosa, sfodero l'arco, visto che le munizioni sono finite.

 

Finisco anche le frecce, ed un colpo di katana mi trapassa.

 

Ora il game-over è tutto per me.

 

«E bravo Leo!»

 

Mikey spalanca la bocca sorpreso, mentre Donnie spunta dal dojo assieme a Splinter.

 

Regna il silenzio, fatta eccezione per la colonna sonora del videogame alle mie spalle.

 

«Donatello mi ha spiegato cosa è successo ieri.»

 

Oh cavolo.

Ecco la predica.

 

Sguardi accusatori cadono sul genio, mentre l'arancio mi si para davanti con le braccia spalancate, a mo' di scudo.

 

«Non ha fatto niente di male!»

 

Leonardo segue l'esempio del fratello, schierandosi al mio fianco.

 

«Sensei, non è accaduto nulla di grave.»

 

Il rosso lancia un'occhiataccia al viola, mentre sorride in modo tirato a Splinter.

 

«Leo ha ragione...»

 

Li adoro.

Mi sto commuovendo?

No, inghiotto e sorrido.

 

Il genio si spiaccica una mano in fronte, mentre il sensei riprende a parlare.

 

«Non è mia intenzione rimproverarla.»

«Ah no?»

«No. Vorrei, anzi, che tu imparassi il ninjitsu.»

 

Il suo muso di topo si tende in un sorriso, forse per la storia della scopa.

 

Sento numerosi respiri di sollievo, mentre ricevo un occhiolino amichevole da parte di Donnie.

 

«Sei d'accordo?»

«Certo che si! Ovvio, solo se non è di disturbo...»

«Oh, ma non sarò io ad insegnartelo. Ti affido a Leonardo.»

 

Oh cavolo.

 

 

 

 

Eccomi qui, micetti miei!!! Allora, questa volta è venuto un filo più lungo... Non chiedetemi come sia possibile XD

Volevo ringraziare tutti per la pazienza, specialmente le care LisaBelle, Leader, Conn, Serytia, Cartoonkeeper ed il caro LaLaLav che mi recensiscono sempre! Vi adoro, pucciosini!!!

Bacioni alla nutella a tutti quanti!

 

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


 

 

Oh, cavolo.

 

Allora, io sono la classica tipa che si spalma ore ed ore davanti al computer o alla televisione.

 

Muscoli pari a zero, che speranze ho?

 

Siamo nel dojo, e Leo tenta invano di farmi fare la seconda flessione.

Alla terza, cado come una foca.

Non che le foche cadono, ma la mia posa e la mia espressione attuali la ricordano tanto, una foca stanca!

 

Il mio sensei sospira arreso, mentre la fatica comincia a possedermi quasi completamente, fatta eccezione per lo stomaco.

 

«Riprova.»

«Leo, sono una causa persa, non credo che...»

«Riprova!»

 

Il tono di voce è cambiato.

 

No, ora non sembra un fratello maggiore, piuttosto assomiglia ad un maestro severo ed esigente.

 

Sento un pizzicore all'altezza dello stomaco, e non è affatto un buon segno: mi succede solo quando litigo, o quando mi sento sottopressione.

 

Ci riprovo, e questa volta arrivo a tredici piegamenti filati. Certo, non è un bel risultato, ma è sempre meglio della mia media.

 

Cioè uno.

 

«Alzati.»

 

Eseguo l'ordine.

Decisamente, il fratello maggiore è sparito.

 

«I nemici non sono galanti. Non guarderanno se sei un mutante o una ragazzina, cercheranno di ucciderti lo stesso.»

 

Rassicurante, ma purtroppo molto sensato.

 

«Non mi tirerò di sicuro indie...»

 

Non faccio in tempo a finire la frase, che vedo il suo braccio tendersi e rilasciarsi in un pugno.

Che schivo appena in tempo.

 

«Riflessi pronti: senza quelli sei spacciata. Dai, schiva.»

 

Non mi da nemmeno il tempo di realizzare, che un altro pugno è già in canna.

Mi scanso di nuovo, veloce ed attenta.

 

Certo, non sarò un ninja, ed il mio non sarà un paese con un tasso di delinquenza pari a quello di New York, ma tutti abbiamo i nostri problemi.

 

Ed Alessio, assieme alla sua piccola gang, è solo la punta di un iceberg gigantesco.

 

Anche qui ci sono grane come fumo, droghe, e cose simili.

Cose da cui sto lontana, ovviamente.

 

Ma dico, come fanno dei ragazzini di quindici anni ad immischiarsi in cose simili?!

 

Mi tornano in mente le parole di una canzone...

 

“Mischiare il mondo dei piccoli e quello dei grandi, causa i peggiori danni nei migliori anni: rende piccole vittime grandi bastardi.”

 

Parole sante.

 

Ma mentre penso a questo, un calcio ben assestato mi prende in pieno, facendomi cadere a terra.

 

Vedo la mano del leader tesa, pronta ad aiutarmi.

Ma il mio orgoglio è immenso, quindi preferisco alzarmi da sola.

 

«Va tutto bene?»

 

Annuisco.

 

Mi ha appena spappolato la milza, ma annuisco.

 

E rido.

 

Ha dichiarato guerra.

 

«Sto benissimo! Continuiamo?»

 

Sorrido in modo strano, come potrebbe fare un serial killer in un film horror prima di triturare la sua vittima.

 

Questa è l'altra parte di me: quella cattiva, che non conosco molto bene, quella che mi spaventa spesso ed altrettante volte mi salva da brutte situazioni.

 

«Dovrai imparare ad usare un'arma, quando avrai messo su un po' di massa muscolare.»

 

Cioè mai.

Comunque, ho le idee molto chiare riguardo questo argomento.

 

«I sai. Senza dubbio quelli.»

 

 

 

 

Sono arrivata al record di trenta flessioni di seguito.

 

«Basta così per oggi.»

 

Mi alzo in piedi, e noto qualcosa di diverso nei suoi occhi.

 

«Scusami, forse ho esagerato.»

 

“Forse”.

 

Ha uno strano senso dell'umorismo, non trovate?

 

Sorride ampiamente, in modo sincero.

 

«Sei stata brava.»

 

Ci fissiamo un po', per poi metterci a ridere.

 

«Brava? Testarda, ma brava no di sicuro!»

 

Scoppiamo a ridere di nuovo: lui è tornato il fratellone, mentre io non ho più la piccola vena omicida in testa.

O tartarughicida, non so se rende l'idea.

 

«Le armi imparerai ad usarla col tempo, e preferirei che anche Raph ti desse un'occhiata. Insomma, il re dei sai è lui, no?»

 

Lo dice con un ghigno dispettoso, ma io sono troppo felice per rendermene conto.

 

Esco, per intrufolarmi nel bagno.

Una doccia non me la proibisce nessuno.

 

Mi tolgo la maglia: accidenti, il calcio di Leonardo ha lasciato il segno!

 

Mi butto sotto l'acqua ghiacciata.

Non so quanto tempo sto lì.

 

Ore? Secondi? Giorni o minuti?

 

Beh, ne è valsa comunque la pena.

 

Esco come se niente fosse, ma un altro problema (piccolo, praticamente irrilevante!) si fa strada viscido come un serpente a sonagli.

 

Perfetto, l'asciugamano è rimasto intonso nella cameretta.

 

Ottimo! Vorrei dire una cosa, ma sono abbastanza educata da tacere!

 

Mi guardo attorno: un accappatoio.

Gigante e rosso, non faccio fatica ad immaginare di chi sia.

 

Lo infilo, e mi rendo conto che sembro un puffo imprigionato in una stoffa vermiglia, per poi aprire la porta.

 

E... Guardate un po' che fortuna! Il proprietario!

 

«Hei , ho preso questo... Non so di chi sia, ma l'asciugamano è rimasto nella stanzetta e... Raph? Mi stai ascoltando?»

 

Mi guarda.

Mi squadra dalla testa ai piedi, con un ghigno incontrollato sul volto.

Sento le guance cominciare a scottare dall'imbarazzo, ma faccio finta di niente.

 

«Raph!»

«Eh? Oh, beh... Boh!»

«Eh?»

«Cosa?»

«Come cosa?! Insomma!»

«Insomma che?!»

 

Sento una risata fragorosa alla mia destra.

Anzi, due: April e Casey.

 

«Che conversazione articolata!»

 

Il ragazzo appoggia un braccio sulle spalle del rosso, che lo guarda torvo.

 

«Ah... Diventano grandi così in fretta... Poi si sposano, e chi li rivede più!»

 

Ok, sarò in tinta unita con l'accappatoio, mentre Raph stende il suo amico con un pugno.

 

April mi viene incontro sorridente.

 

«Questa sera esci con me e Casey!»

«Come?!»

 

Arrossisco di nuovo, visto che il “come” lo ho detto in sincrono con Raphael...

 

«Certo! Vogliamo e dobbiamo conoscerti meglio!»

 

Come dirle che ho sonno?

Come dirle che ho male dappertutto?

… Come dirle di no?

 

 

Eccomi qui, cari micetti miei!!!

Allora, primo domani non aggiornerò sicuramente (sarò in viaggio :c), e forse non mi vedrete per una buona settimana, forse di più.

Ma sottolineo entrambi i “forse” ;)

 

Un abbraccio a tutti, ci sentiamo presto!!!

Bacioni, carissimi!!!

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


Stiamo camminando in una stradina secondaria, molto illuminata.

 

April mi sta sommergendo di domande, che sommate al mal di testa ed al sonno, sono perfette per passare la serata in pura tranquillità.

 

Casey invece, continua a ridere delle mie espressioni sofferenti ogni volta che la ragazza torna con un punto interrogativo sulla testa.

 

«Dici sul serio?!»

 

Annuisco stancamente, mentre lei si blocca.

 

«Quindi... Vieni da una sorta di mondo parallelo?!»

«Donnie ha parlato di “dimensioni” e non di “mondi”, ma penso che la cosa sia uguale. È probabile che sia così, oppure sto solo sognando.»

 

Guardo con calma una vetrina di un negozio di fiori, concentrandomi su delle margherite giganti, quando noto nel riflesso che i due adolescenti alle mie spalle si stanno guardando abbastanza perplessi.

 

«Tranquilli, non sono pazza.»

 

… Almeno credo.

 

Spero.

 

«Ma quindi... Io, Casey... I ragazzi, Splinter... Da te siamo cartoni animati?!»

«Giuro! E sono anche una vostra fan.»

«Wow...»

 

La vedo fissare sconvolta e meravigliata i cubetti di porfido per terra, mentre una vocina mi sussurra qualcosa all'orecchio.

 

«Dimmi un po'... Ma nel tuo mondo, io ed April... Insomma, nel cartone... April e Donnie...»

«Quell'episodio non è ancora uscito, o comunque non lo ho ancora visto. Non so dirtelo con certezza, mi spiace. Ma secondo me, dovresti dirglielo.»

 

Rimane immobile, basito.

 

«Come sai che...»

 

Un mio ghigno irrefrenabile lo zittisce, ma un urletto gioioso di April attira l'attenzione di entrambi su di lei.

 

«Guardate qui!»

 

Sta fissando una locandina di un film.

Beh, in effetti siamo davanti ad un cinema!

 

È scritta in inglese, ma l'immagine sullo sfondo rende l'idea...

anche troppo.

 

«Devo. Dobbiamo. Entrare. Subito!»

«Che roba è?»

«Esplosione di budella 5! Il miglior film horror del secolo!»

 

Rido.

Un po' per il titolo, ma soprattutto per la faccia pallida e molto preoccupata di Casey.

 

«April... Sei sicura? Insomma, io non ho problemi... Ma sai, voi siete ragazze, non saprei...»

 

Un'occhiataccia da parte della rossa lo ammutolisce.

 

Sospira arreso, mentre l'attenzione della ragazza torna su di me.

 

«E tu? Tu non hai paura come lui, vero?»

 

Indica sommariamente il ragazzo alle sue spalle, che sbuffa furioso ed annoiato.

 

… Mentre io realizzo un problema.

 

Per entrare, serve il biglietto.

 

Per il biglietto, servono soldi.

 

Ed io non ne ho.

Comunque, qui c'è il dollaro, non l'euro.

 

«Ehm... Ecco, io...»

«Tranquilla! Paga tutto lui!»

 

Il giovane sgrana gli occhi e sta per ribattere, quando April mi prende per un polso e mi trascina all'interno del cinema.

 

 

 

«È stato mitico! Avete visto quando quell'uomo gigante è finito addosso alla motosega?! E la ragazza tra le pale del condizionatore?!»

 

La giovane O'neil sta fantasticando per conto suo, visto che nessuno è in grado di ascoltarla.

 

Casey è ridotto uno straccio: si muove a fatica, quasi barcollando, mentre io ripenso all'unico colore che si è visto nel “film”.

 

Cioè il rosso.

 

E pensare che è il mio colore preferito! Anche perché mi ricorda ovviamente...

 

«Oddio, dieci chiamate perse!»

 

Dovremmo chiedere di chi?

No, tanto io credo di sapere di chi siano, mentre Casey se apre la bocca anche solo per rispondere rischia di vomitare...

 

April comincia a digitare velocemente dei numeri sulla tastiera del telefono, mentre io mi avvicino al ragazzo.

 

«Appena posso ti ridò i soldi del biglietto, tranquillo.»

«No, non fa... Niente. Prendilo come un regalo... Un regalo di benvenuta. Dimmi un po'... Il film ti ha spaventata?»

 

Credo che questa notte non dormirò.

Anzi, non dormirò per settimane, forse anni, ma non posso ammetterlo.

 

«Io?! Paura, io?! Stai scherzando, spero!»

 

Orgoglio traditore.

 

«E tu? Ti sei spaventato?»

 

Trattiene un conato e raddrizza la schiena, con un sorriso tronfio, e tira fuori il petto.

 

«Ma figurati! Non dire fesserie...»

«Nemmeno quando la mano della vecchia è finita nel frullatore?»

 

Cattiva? Forse un pochino.

 

La sua faccia torna di un colore verdognolo, mentre la mia attenzione torna all'unica persona uscita indenne da quel macello.

 

«No, Donnie... Si, Donnie... No... Si... No... Eravamo al cinema... Si, proprio quello... Io sto bene! Se ti interessa, anche gli altri! No... HO DETTO SI!»

 

Chiude la telefonata sbuffando.

 

«Che ore sono?»

«Le nove di sera... Beh, tra l'uscita di un'ora ed il “film” di un'ora e mezza...»

 

Guardo entrambi.

 

L'espressione da inguaribile geloso, e quella di chi ama farsi corteggiare tenendo tutti appesi ad un filo.

 

Si, starebbe bene insieme.

 

Ricordano il gatto e la volpe!

 

«Era il tuo fidanzatino?»

«Smettila, Casey...»

«Altrimenti? Non mi inviti al matrimonio?»

«Ti è piaciuta la scena in cui l'uomo cade sulla piastra bollente?»

 

Il ragazzo impallidisce di nuovo, mentre io non riesco a non trattenere una risata.

 

Beh, ho le ossa a pezzi, ho sonno (come sempre, d'altronde...), ma ne è valsa la pena.

 

Si, credo di aver trovato due nuovi amici.

 

Sorrido ai loro punzecchiamenti, ed insieme ci avviamo verso casa Hamato.

 

 

 

 

Non uccidetemi!!!!!

Vi prego! XD

Scusate il ritardo, Micetti miei, ma come vi ho già spiegato la macchina mi ha abbandonata sul più bello :C

Ed ora, anche mia mamma mi mette i bastoni tra le ruote... Continua a dirmi di studiare, visto che ho l'esame di matematica! -.-

Ma non mi arrendo, aggiornerò domani! Farò qualsiasi cosa, prometto!

 

Devo andare, vi abbraccio tutti, ma soprattutto un grazie sincero a chi legge, chi recensisce e chi addirittura ha messo sta roba tra i preferiti!

Vi adoro, Micetti!!!

 

Bacioni!!!!

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


La porta si spalanca all'improvviso, svegliandomi.

 

Mikey?!

 

«Che ci fai qui?!»

«Aiutami!»

 

Si fionda sotto al letto, ma il guscio gli impedisce di nascondersi.

 

Guardo l'ora: le otto del mattino.

 

«Mikey, che succede?!»

«Sono morto! Morto! Posso infilarmi con te sotto alle coperte?! Ti prego!»

«Come?! No, sei pazzo?! Sono in pigiama!»

 

Comincia a piagnucolare, mentre io mi metto seduta e la porta si riapre di nuovo.

 

Facendo entrare qualcuno leggermente furioso.

 

L'arancio si nasconde alle mie spalle, mentre osservo attentamente il rosso: ha della panna sulla mano e sulla faccia.

 

Conosco quel tipo di scherzo!

Mio fratello me lo fa spesso...

Mi mette della schiuma da barba sulla mano mentre dormo, per poi solleticarmi il naso...

E beh, il resto accade da sé.

 

«Dov'è quello scarafaggio?!»

«Non ci sono!»

 

Si avvicina, e solo a quel punto noto un mestolo nell'altra sua mano.

 

Situazione sgradevole, ma anche molto divertente!

 

Immaginatevi la scena: io seduta sul letto, con le gambe coperte ed il mio perenne sguardo sexy da pesce.

Alle mie spalle Mikey, piccolo piccolo, con due occhi da cucciolo che potrebbero essere usati per una campagna pubblicitaria contro l'abbandono di cani e gatti, e davanti a me Raph, furioso come pochi, che cerca di colpire il fratello con un cucchiaio di legno senza colpire accidentalmente me.

 

«Smettetela!»

 

Scatto in piedi, “scortando” il dispettoso alla porta, che naturalmente sfugge a gambe levate.

 

Blocco il suo inseguitore per i lacci della bandana e gli requisisco il mestolo.

 

«Sei pieno di panna!»

«Ma guarda, non lo avevo notato.»

«Aspetta...»

 

Mi guardo attorno.

 

Sul comodino, Donnie mi ha lasciato delle caramelle, un pacchetto di fazzoletti e dei tappi per le orecchie.

 

All'inizio non capii molto l'utilità di questi ultimi, ma...

 

Il russare di Michelangelo oltrepassa le pareti.

 

Prendo un fazzoletto.

 

«Vieni qui.»

 

Mi scappa da ridere, e lui non può non notarlo.

 

«Che ti prende, adesso?»

«Niente, è che mi sono ritrovata spesso nella tua situazione. Ho un fratellino terribile, sai?»

 

Ridacchia, mentre controvoglia si fa aiutare.

 

«A posto! Ora non hai più niente di dolce, puoi star tranquillo!»

«Che vorresti dire?!»

«Io? Niente, assolutamente!»

 

Mi fa un solito ghigno alla Raphael Hamato, mentre io mi abbandono sul letto pigramente.

 

«Hai un fratello?»

«Si... Non te ne ho ancora parlato?»

«No. Non parli mai di te.»

«Ah, vecchio difetto.»

 

Lo guardo.

 

È come suo solito a braccia conserte, con il guscio ed un piede appoggiati al muro, e fissa il pavimento.

 

«Non è che ci sia molto da sapere su di me... Ma se ci tieni...»

«Beh, mi pare il minimo. Tu sai tutto di me, io so solo il tuo nome.»

 

Ha ragione.

 

Sta mantenendo/tenendo in casa sua una che nemmeno conosce, solo per carità e gentilezza.

 

«In effetti...»

«Elea, alzati!»

 

La voce di Leo rimbomba fino a qui.

Cavolo, l'allenamento!

 

«Arrivo!»

 

Il rosso mi si avvicina con un ghigno in faccia.

 

Come vorrei saltargli al collo e riempirlo di baci... Invece lo ignoro alla grande.

 

«Beh, io voglio conoscerti come tu conosci me. Saremmo alla pari, no?»

 

Annuisco e ridacchio, mentre mi fiondo con la testa nello scatolone cercando un paio di pantaloni.

 

«Dopo la ronda andiamo a fare un giro, ti va?»

 

Oh mio Dio.

Oh cavolo.

Sia benedetto il Gumball!

 

I jeans li ho trovati, ma preferisco nascondere la faccia rossa ed il sorriso ebete ancora un po' dentro alla scatola.

 

Un appuntamento?!

 

«Si, per me va bene.»

 

La milza ed il cuore stanno ballando un tango, ma la mia voce apparentemente calma ed indifferente li nasconde benissimo.

 

«Per te va bene cosa?»

 

Mikey.

Oh certo, è stato così furbo da tornare... Per beccarsi un pugno di vendetta.

 

«Fuori bambini, mi devo cambiare.»

 

Mentre mi levo il pigiama, sento urla disperate oltre alla porta.

 

… Povero Michelangelo.

 

 

 

«Sei già stanca?!»

 

Trenta flessioni.

Stop.

 

«Ssssi.»

«Sembri un serpente!»

 

Mi sta uccidendo.

Lentamente, ma mi sta uccidendo.

 

«Basta soffrire! Voglio imparare ad usare i sai!»

 

Mi sorride furbo, e si schiarisce la voce.

 

«Il sensei ha detto che per te sarebbe meglio il bō.»

«Cosa?!»

 

Salto in piedi.

 

«No! Io ho scelto i sai!»

 

Scoppia a ridere, facendomi arrabbiare giusto un po'.

 

«Sto scherzando, volevo solo vedere come reagivi!»

 

Come reagivo, eh?

 

… Se la è cercata.

 

Sorrido sadica, mentre lui si fa all'improvviso serio quanto preoccupato.

 

Gli salto al collo, buttandolo per terra, e cominciamo a darcele come due mocciosi.

In modo giocoso e scherzoso, ma senza esclusione di colpi!

 

«Ah, e poi saremmo io e Mikey i bambini?»

 

Mi immobilizzo, un po' per la voce di Raph, un po' perché il leader mi sta stortando un braccio dietro alla schiena.

 

«Allora, chi è il più forte?»

 

Questa frase, detta con un filo di cinismo e di superiorità, l'accetterei a malapena dal rosso.

 

Ma da Leonardo, proprio no.

 

Gli faccio uno sgambetto tirandogli un calcio alla gamba, ma cadendo mi trascina con lui.

 

«Io!»

 

Ribalta la situazione, e mi ripete la domanda.

 

Comincio a divincolarmi invano, fino a quando Raph non ride sadico e Leo non mi lascia andare.

 

Alzo lo sguardo di ghiaccio, che zittisce il rosso, ma ecco che noto Casey all'entrata del dojo.

 

«Elea, posso parlarti un attimo?»

 

Il leader guarda perplesso il fratello, che per risposta mi fissa dubbioso ed un po' irritato.

 

Mi alzo annuendo al ragazzo, mentre spingo fuori le due tartarughe.

 

«Dimmi tutto.»

«Ehm... Ecco, io... Sai, la settimana scorsa, al cinema...»

 

È in imbarazzo.

 

Guance rosse, mani incapaci di stare ferme, respiro corto.

 

D'accordo, ho capito.

 

«Glielo vuoi dire?»

 

Sgrana gli occhi e tossicchia.

 

«Non... Cioè... Si, voglio dirglielo. Ma tu come lo sai?»

«Beh, non ci vuole un genio per capirlo.»

 

Lascia cadere le spalle e poi sospira, ormai scoperto.

 

«E non sai come fare?»

 

Nega col capo, sospirando di nuovo.

 

«Strano, non credevo che... Cioè, sei una fotocopia umana di Raph! Dov'è la tua “tostaggine”?»

«Si lo so! È che ho paura.»

«Stai tranquillo! Passeggiata al chiaro di luna, magari le prendi la mano, e poi le sussurri “April ti amo”. Fine dei problemi!»

 

Arrossisce violentemente.

 

«Che diavolo hai capito?! Volevo dire a Raph che... Al cinema... Insomma, in un momento particolare del film, molto avvincente, mi sono distratto e mi è caduto il suo T-phone!»

 

Insomma, si è spaventato ed ha scaraventato il telefono in aria.

 

«Allora sei stato tu!»

 

Il rosso spunta all'improvviso alle spalle dell'amico, infuriato.

 

«Tranquillo Raphie! Ha... Ha detto Donnie che si può aggiustare!»

 

Cominciano a rincorrersi, mentre a me sorge un dubbio.

 

«Raph, ci stavi spiando?!»

 

 

 

 

 

Buongiorno Micetti miei!

Scusate se sarò breve, ma sono nel bel mezzo di una noiosissima riunione di famiglia.... -.-

Vi abbraccio fortissimo, grazie a tutti!

Spero che il capitolo vi sia piaciuto, fatemi sapere :)

Bacioni! <3

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


Arrossisce di colpo, fermando il suo braccio pronto a stendere il povero Casey.

 

«Io?! Spiare voi?! Ma figurati!»

«E allora come mai sei qui?»

«Sono passato per caso davanti al dojo, ed ho sentito solo l'ultima frase di questo essere insulso!»

«Hei, fai pure come se non ci fossi!»

 

Il rosso ringhia e tende di nuovo il braccio.

 

«Lascialo stare.»

 

La mia voce suona stizzita ed irritata, anche se in fondo mi diverte la faccia ferita del caro Raphael...

 

«Che ti prende adesso?!»

«A me? Niente, solo che non mi piace essere spiata.»

 

Lascia andare il suo amico, che ovviamente se la da a gambe, e si avvicina minaccioso.

 

«Non. ti. stavo. spiando!»

«Certo.»

 

Mi giro ridacchiando, quando mi sento prendere per un polso e tirare indietro con forza.

Mi gira, ed io finisco spiaccicata contro di lui.

Il suo braccio è appoggiato sulla mia schiena, e mi stringe così forte da impedirmi di muovermi.

 

Il suo viso è a nemmeno cinque centimetri da me, ed il suo sguardo è tra l'inquietante ed il divertito.

 

Lo sta facendo apposta per farmi arrossire?!

 

«Non ti fidi di me?»

 

Me lo sussurra, facendomi correre un brivido lungo la schiena.

 

«No!»

 

Lo spingo via ridendo, ma non se la prende.

Anzi, sorride, mentre io mi incammino verso la doccia.

 

 

 

Esco dal bagno, trovandomi davanti Donatello.

 

«Ciao Donnie!»

«Ciao, come è andata con Leo?»

 

Annuisco con un sorriso tirato.

 

Forse troppo, visto che scoppia a ridere.

 

«È molto severo?»

«Leonardo?! È l'opposto di severo!»

 

Ride di nuovo.

Strano, sembra molto allegro!

 

«Ti vedo felice...»

 

Si guarda attorno sospettoso, mentre estrae il suo T-phone.

 

Poi mi fissa, con un'espressione gongolante, degna di un Gumball dispettoso.

 

«Guarda qui...»

 

È una chat.

 

Per precisione, una conversazione con April.

 

«Sono contentissima per te! Dove andate di bello?»

 

Sbianca e mi tappa la bocca, guardandosi di nuovo attorno, sospettoso.

 

«Non dirlo a nessuno! Diciamo che le uscite in “solitaria”, di notte, non sono permesse. Sono severamente vietate.»

«Che vuoi dire?»

«Possiamo uscire solo in gruppo. E se ce andiamo in giro da soli, dobbiamo avvisare. E sai cosa significa dire agli altri che esco con April? Mi sfotterebbero per settimane, specialmente Raph.»

 

Quindi...

Questa sera io ed il rosso usciamo di nascosto.

 

Perfetto.

 

Speriamo bene...

 

«Raph non dirà proprio niente, visto che lui esce con me...»

 

Forse ho sbagliato a dirglielo, eppure sento di potermi fidare.

Donnie mi incute più fiducia di Mikey, di Raphie ed anche di Leo.

 

Magari mi sbaglio, ma la vedo così.

 

«Davvero?!»

 

Mi fissa con occhi sgranati ed un sorriso simile a quello dello Stregatto.

 

«Si, ma queste cose rimangono tra noi, d'accordo?»

«Ovvio!»

 

Ci stringiamo la mano come due persone d'affari, mentre Raph spunta dal nulla.

 

Il genio mi fa l'occhiolino e si dilegua, mentre il rosso si guarda attorno e si avvicina.

 

«Ti piacciono le moto?»

 

Me lo domanda con occhi sognanti, come un bambino che ti chiede se ti piacciono le caramelle.

 

Questa parte di me non è molto femminile, me ne rendo conto, ma adoro le moto.

Le adoro.

 

Per esempio... Vi è mai capitato di veder passare un chopper rombante?

Sicuramente si, ma le reazioni dei passanti quali sono state?

Almeno una volta avrete sentito qualcuno lamentarsi del rumore “fastidioso” del motore, vero?

 

Ebbene, quando passa una moto di grande cilindrata a duecento chilometri orari, sento un brivido lungo la schiena!

 

«Abbastanza...»

 

Sa che voglio dire di più, infatti sfodera un ghigno niente male.

 

Sbuffo con aria superiore, come se fossi esperta di bolidi.

 

E beh, modestamente è così.

 

«Dipende dal tipo di moto di cui parli...»

 

Incrocia le braccia, e socchiude furbo gli occhi.

 

«Nightwatcher, ti dice niente?»

 

Wow.

Che c'entra Nightwatcher?

Non era nel film del 2007?!

 

Mi sto confondendo!

 

«Si, mi ricorda qualcosa...»

«Perfetto.»

«Hei, voi due!»

 

Mikey ci corre incontro.

 

«Torneo di Space Rally?»

 

Ci porge dei joystick.

 

Io e Raph ci scambiamo un'occhiata complice, per poi prendere gli aggeggi e filare davanti alla televisione.

 

… Lasciando Mikey un po' perplesso, visto che io indosso solo un asciugamano.

 

 

Dopo la ronda, no?

Bene.

Saranno qui a momenti! Manca solo un quarto d'ora, e non so cosa mettermi, mi pare ovvio!

 

Vediamo...

 

No... No..

Troppo colorato. Troppo serio. Troppo elegante. Troppo troppo.

 

Idea.

 

Chiudo gli occhi e tiro fuori roba a caso.

 

… Maglia viola a maniche lunghe, con pantaloncini corti giallo fluo.

 

No, è decisamente meglio se guardo quello che faccio.

 

Giuro che la prima cosa che tiro fuori la indosso!

 

Oh no!

Questo no!

 

Un vestito, corto e color argento, pieno di brillantini!

Non lo indosserò mai, nemmeno sotto tortura!

 

Sento dei rumori.

Ah bene, sono tornati.

 

Richiudo lo scatolone imprecando, lasciando fuori solo il vestito odioso.

 

Lo so, finisco sempre alla solita maniera, ma...

 

Cavolo!

 

 

 

 

Scusate l'enorme ritardo!!!

Solo che ieri notte mi sono addormentata alle due, e questa mattina alle sei arriva mia mamma a dirmi che dovevo accompagnare la nonna a Milano -.-''

Volevo ringraziare, visto che asina come sono mi dimentico sempre di farlo, tutti voi, uno per uno!

Le dolcissime Cartoonkeeper, LisaBelle, DarkViolet, Conn, Ser Barbs e Leader, alla quale dedico (in ritardo, scusa!!!!) questo capitolo, visto che ha raggiunto da poco l'età adulta!

 

A proposito... Fuori le date dei compleanni!!!

Me le voglio segnare tutte!!!!!!!!!!!!!

 

Ringrazio anche chi mi legge, mi ha aggiunta tra i preferiti eccetera!

 

Vi adoro!!!

Bacioni!!!

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


Infilo di fretta il vestito, mi raccolgo i capelli con il nastro giallino del peluche, e mi siedo sul letto, in attesa.

 

Non sento nessun rumore, saranno andati a dormire ormai...

 

Sento bussare piano!

Era ora!

 

Spalanco la porta convinta, ma quando vedo che non si tratta di Raphael sono sul punto di svenire.

 

«Donnie?!»

«Esattamente! Lo so, non è me che aspettavi, e si vede – sei splendida.»

«Oh, beh, grazie...»

«Volevo solo dirti che April mi sta aspettando, e volevo augurarti buona fortuna!»

 

Sorrido, mentre lui alza la mano in segno di saluto.

 

«A domani!»

«Ciao Don, buona fortuna anche a te.»

 

Richiudo la porta e sospiro, spalmandomi di nuovo sul letto.

 

Quanto?

Un minuto?

Forse meno, e qualcuno colpisce piano la porta.

 

Spalanco.

 

Lo vedo, sta per dirmi qualcosa, ma la sua bocca aperta si trasforma in un ghigno appena vede l'odiato vestito, io arrossisco, lui tramuta il ghigno in un sorriso, io divento ancora più rossa, lui con una mano mi fa segno di tacere mentre l'altra prende la mia, comincia a camminare ed io gli vado dietro, e...

 

No aspettate, sono un po' nervosa?

 

Faccio un respiro profondo. Uno, due tre... Va meglio.

 

Anzi no! Ecco a voi l'iperventilazione appena vedo com'è vestito!

 

Ha una specie di tuta nera, aderente, che non lascia niente all'immaginazione!

 

Certo, di solito è praticamente “nudo”, ma messo così diventa dannatamente sexy.

 

Muscoli perfetti.

Sorriso furbo.

Occhi perennemente umidi, sempre accompagnati da una scintilla lontana di malinconia.

 

Ed ora, anche una moto.

 

Chi potrebbe resistere alle tentazione di riempirlo di baci?!

Nessuna, ma io devo!

Che nervi!

 

Vedere ma non toccare!

 

«Ecco qui la mia bambina...»

 

Mi mostra il bolide.

È fantastico.

 

Perfetto nei minimi particolari, nero metallizzato con inserti argento.

 

Volendo, siamo coordinati: Raph nero, io argento e la moto nera ed argento.

 

 

Comincia a spingerla silenziosamente , e dopo qualche condotto fognario arriviamo ai binari della metro.

 

«Ed ora?»

 

Mi indica le scale.

 

Come cavolo pensa di far salire quell'affare da una scalinata?!

Io facevo fatica a fare un gradino con il passeggino di mia cugina!

 

Vedendo la mia espressione perplessa, ridacchia e mi indica rampa accanto alla scala.

Tipo quelle per gli invalidi, insomma.

 

«Ah ecco!»

 

Scoppiamo a ridere entrambi, fino a quando non usciamo in superficie.

 

Notte fonda, luna piena, miliardi di stelle.

 

Si infila un casco e me ne porge uno uguale al suo.

 

...Anche in dimensioni, infatti è gigantesco!

 

Ridacchia e mi stringe i lacci sotto al mento.

 

«Sembri un pulcino con ancora un pezzo di uovo in testa, non so se rendo l'idea!»

 

Si siede sul bolide ed accende il motore, che pare ringhiare come una tigre pronta all'attacco.

 

«Sali?»

 

La sua voce suona ovattata a causa del casco, ma riesco comunque a cogliere un accento di puro entusiasmo.

Salgo senza farmelo ripetere due volte, ma...

 

Problema esistenziale, dilemma incredibile!

 

…Mi avvinghio a lui o metto le mani sulle maniglie posteriori?

 

Cuore e mente combattono, uno furbo e l'altra razionale, ma come dice sempre mia madre...

 

“Figlia mia, potrai rinascere anche duecento volte, ma volpe non la sarai mai!”

 

Perle di saggezza o frecciatine velenose?

 

Comunque, mi aggrappo alle maniglie.

 

«Ti avviso, questa la faccio volare!»

 

Devo avere paura?

Dopo aver provato l'interrogazione di fisica a sorpresa, posso anche tuffarmi dal terzo piano in un bicchiere vuoto senza fiatare.

 

«Ah, come vuoi... Ma non puoi dire di non essere stata avvisata!»

 

Corre. Accelera.

 

È la prima volta che salgo su una moto, nonostante la mia passione per loro.

E devo ammetterlo, è una bella sensazione.

 

Sopra, l'aria gioca con i capelli e con il vestito.

Sotto, il motore romba.

Davanti, un ragazzo che sta stretto nei panni dell'amico guida senza pensieri.

 

Una vocina però, comincia ad irritarmi l'orecchio.

 

“Abbraccialo! Muoviti! Che aspetti?!”

 

Maledetta vocina.

 

In un lampo, le mie mani si spostano dalle maniglie al suo piastrone.

L'idea del vestito non è stata il massimo, visto che non è lunghissimo, ma non me ne importa più di molto.

 

Mi avvinghio, appoggiando la testa sul suo guscio.

 

Ridacchia, sospira ed accelera.

 

Potrei vivere così!

 

Tenendolo abbracciato, soli ma insieme, senza una meta...

 

Senza una meta?!

 

«Raph!»

 

Urlo per sovrastare il rumore della moto.

 

«Dove andiamo poi?!»

«Fammi pensare!»

 

Accelera di nuovo.

Staremo andando a duecento all'ora, evitando macchine incazzate che suonano il clacson.

 

«Oh si! So dove portarti!»

 

Svolta di colpo a sinistra.

 

 

 

Ohi ohi, son di fretta!!

Se trovate errori, vi prego di avvisarmi!

Grazie a tutti, un abbraccio!!!!!!!

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


Central Park.

 

Per precisione, lo zoo di Central Park.

 

Abbiamo lasciato la moto contro al cancello, che abbiamo intenzione di scavalcare.

Lui passa senza problemi, io malamente e con un vestito corto.

 

«Ce la fai?»

 

Sono a cavalcioni in cima all'odiata ringhiera, ma non posso buttarmi giù.

 

«Si!»

«E allora muoviti!»

 

Soffro di vertigini-soffro di vertigini-soffro di vertigini-soffro di vertigini.

 

Lo ho detto che soffro di vertigini?

 

«Buttati, ti prendo io!»

 

Si certo.

Ed io mi fido.

 

«No grazie!»

 

Provo a muovere una gamba, ma mi sento scivolare da una parte subito dopo.

 

Mi avvinghio alla ringhiera come farebbe un koala ad un ramo, mentre sento lui ridacchiare.

 

«Beh? Sto aspettando!»

«È che... Ho paur... Cioè, no...»

«Buttati!»

 

Chiudo gli occhi e mi lascio andare, pregando in tutte le lingue che conosco di sopravvivere.

 

«Visto?»

 

Apro un occhio solo.

Sono qui, tra le sue braccia, con il viso a pochi centimetri dal suo.

 

Scendo indifferente, lisciando pieghe del vestito inesistenti.

… Ma in realtà sto arrossendo come un peperone maturo.

 

«Non c'è il custode?»

«Certo che si.»

«Ok, perfe... Come?!»

«Shhh... Così è più divertente!»

 

Mi prende per mano e comincia a correre.

 

 

Ecco un caro elefante, che ci guarda pigro da dietro le sbarre.

 

«È enorme!»

 

La bestiola immerge la sua lunga proboscide in acqua, per poi fare una doccia all'ignaro Raph.

 

Rido a crepapelle, mentre lui mi guarda annichilito e bagnato.

 

«Si vede che non gli è piaciuto il tuo complimento!»

 

Mi fissa con un sorriso strano, un misto tra un ghigno ed un sorrisino dolce, mentre sento la proboscide del mammifero appoggiarsi sulle mie spalle.

 

«Quanto sei carino!»

 

Occhioni nocciola mi squadrano dalla testa ai piedi, mentre il suo naso grigio mi accarezza come io farei con un gattino.

 

«Ha gli occhioni dolci! Guardali: non ricordano quelli di Donnie?»

«Quindi il nerd ha gli occhi dolci?»

 

Lo guardo con la coda dell'occhio.

 

«In realtà parlavo del colore. Comunque si, gli occhi di Donatello sono dolcissimi.»

 

Ha un'espressione un poco scocciata, ma maschera tutto con un ghigno mentre il caro animale mi fissa complice.

 

«Guarda che potrei dirglielo! Chissà, magari sposterebbe il mirino da April a te...»

«Ha gli occhi tondi, dolcissimi, curiosi ed indagatori. Sfumano dal rosso al nocciola, e sono sempre un po' arrossati e stanchi a causa delle ore spese a studiare invece che a dormire.»

 

Ora il ghigno non c'è più.

Devo decidere se sembra più arrabbiato, preoccupato o cos'altro.

 

«Poi c'è Michelangelo.»

 

Spalanca un occhio e ne socchiude un altro, facendo una smorfia ridicola.

 

«Quelli azzurrissimi di Mikey, sono pieni di vita! Guardarli ti regala energia... Sono come quelli di un bambino, vispi ed entusiasti. E poi ci sono quelli di Leo. Color dell'oceano, profondi, saggi, calmi, forti. Ti leggono dentro, raggiungono l'anima... Sembrano gli occhi di uno che ne ha passate tante, anche si tratta solo di un ragazzo.»

 

L'elefante si gira e se ne va, solo dopo essersi preso un'ultima coccola.

 

Ma io preferisco fissare l'animale che si allontana, piuttosto che incrociare gli occhi verdi che tanto amo.

 

«E poi ci sei tu.»

 

Sento il cuore accelerare, e forse sto arrossendo per cose che ancora non ho detto.

 

«Sono verdi, come la speranza. Sei un grande osservatore: non parli, tieni dentro ogni pensiero ed osservi gli altri. Sono sempre aggressivi, intimidatori, ma al contempo fragili. Perché dietro a quello sguardo da duro, vedo sempre una nota di solitudine che ti tartassa, un bisogno incondizionato d'amore... E molto altro ancora.»

 

Mi giro dall'altra parte, in preda ad un attacco di tachicardia, probabilmente seguito da infarto.

 

Mi sento prendere per mano.

Mi giro con la schiena contro la gabbia dell'elefante, mentre anche l'altra mano si avvinghia alla sua.

 

«Io fragile e bisogno d'amore?»

 

Me lo chiede con vece roca, profonda, mentre io arrossisco ma non cedo.

 

«Più che altro, ti senti solo. Questo spiega il tuo astio verso il mondo.»

 

Mi sorride e mi passa una mano tra i capelli, quando volta la testa di lato, guardingo.

 

«Qualcosa mi dice che tra poco conosceremo il custode.»

 

Senza lasciarmi ricomincia a correre, mentre io sono ancora intontita nel pensare a ciò che è appena accaduto.

 

 

 

Ecco a voi le giraffe.

Belle, alte, e mezze addormentate.

 

«Siamo qui per un motivo, ricordi?»

«Parlare della mia vita noiosa?»

«Esattamente.»

 

Mi siedo su una panchina, e lui accanto a me.

 

«Allora, vediamo... Amo i gatti, ne ho tre. Adoro le moto, leggere e scrivere, oh si, sono su un sito, “efp”, sul quale pubblico alcune fan-fiction, ovviamente su di voi. Non sono molto brava, però! Una cosa in cui invece mi arrangio abbastanza, è cantare. Amo cantare! Mi piacciono il rosso, il nero, il bianco, il viola e raramente il magenta. Non rosa confetto, sia chiaro! Il mio sogno nel cassetto è quello di aprire un negozio di fiori, bello e colorato.»

«Lo aprirai, stanne certa!»

 

Lo guardo perplessa.

 

«Come fai a dirlo con certezza?»

«Lo so e basta.»

 

Mi sorride, mentre io scatto in piedi.

 

«Dove scappi?!»

 

Mi prende per un braccio e mi fa risedere.

 

«Non avrai mica finito così?!»

«Uffa! Ho un fratello minore, Filippo detto “Fili”, di nove anni. Ho un terrore esagerato per i ragni, odio studiare ma ti rivolto un computer come un calzino, non ho molti amici. Sono una “reietta volontaria”, un'eremita.»

 

Scoppia a ridere, mentre io alzo gli occhi.

 

Il cielo fa quasi impressione da quanto è bello: nemmeno una nuvola, centinaia di stelle, la luna tonda e luminosa.

 

«Reietta tu?! Ma per favore!»

«Non reietta, ma reietta volontaria!»

 

Ridacchia e mi cinge le spalle con un braccio, alzando la testa verso la cara luna, che sembra sorriderci.

 

«E poi ti dico un'altra cosa, ma non ridere!»

«Giuro.»

«Parola di ninja?!»

 

Annuisce e sorride.

 

«A casa, sotto l'armadio, ho nascosto un bastone. Sto seguendo dei tutorial, e lo uso come fosse una specie di bō... Uccidendo spesso qualche mobile.»

 

Sta facendo dei respiri profondi.

Mi alzo, con un'espressione fintamente offesa.

 

«Non ho riso!»

«Si, ma vuoi farlo! Ammettilo!»

«Non è vero!»

«Muoviti!»

 

Comincio a camminare, mentre lui mi segue come un'ombra.

 

«Ferma.»

 

Si blocca, ed ecco a voi il custode.

Certo, con custode uno si immagina un nonnino con in mano una torcia ed i capelli bianchi, invece questo è un mega custode: alto, grosso ed armato di mazza!

 

«Corriamo?»

«Come vuoi!»

 

Ce la diamo a gambe, mentre l'orco ci insegue gridando minacce.

 

Arriviamo davanti al cancello.

 

Sto già pensando a come poterlo scavalcare, quando mi sento prendere per la vita e mi vedo volare oltre la recinzione.

 

Ci infiliamo i caschi e saltiamo in moto, quando ormai l'uomo ha già aperto l'inferriata.

 

«Parti!»

 

Ridendo come un pazzo accelera.

 

 

 

Stiamo imboccando il vicolo che porta alla metropolitana, quando succede l'imprevedibile: qualcuno si lancia davanti a noi.

 

Raph inchioda, ed io aguzzo lo sguardo riconoscendo i contorni di una figura femminile.

 

Una mano di lui si posa su un sai, mentre io mi sento trascinare via.

 

«Raphael!»

 

Il mio grido attira la sua attenzione, mentre Karai si svela alla luce di un lampione.

 

«Buonasera, Raph... Dove vai di bello?»

 

Lo sento ringhiare, mentre gli occhi della ninja si spostano su di me.

 

«E chi abbiamo qui? La cara O'neil?»

 

Si avvicina lentamente.

 

«Stalle alla larga, vipera!»

 

Non fa in tempo a finire la frase, che la presa del Bot alle mie spalle si rafforza e la punta della katana di Karai si appoggia al mio petto.

 

«Metti via i sai, non vorrai mica che si faccia male? April... Strano, non credevo che tra te e lei ci fosse qualcosa! Oh beh, buono a sapersi!»

 

Si avvicina ancora, rimanendo a pochi centimetri dal mio viso.

Ed a quel punto ne approfitto: le tiro una testata (ricordo che ho il casco), facendole sanguinare il naso.

 

Immediatamente dopo vedo un sai sfrecciare, colpendo in pieno il ninja dietro di me.

 

La ragazza però si tira in piedi di scatto, e sferra un colpo della sua arma, facendomi rotolare via il casco.

 

«E tu chi diamine sei?!»

 

Sentiamo in lontananza delle risate di mocciosi che si avvicinano.

 

La giovane mi lancia una strana occhiata, per poi sfuggire assieme al resto del Foot Clan sopra ad un edificio.

 

Il rosso mi guarda attonito.

 

«Non doveva vederti. Ora può riconoscerti.»

 

Lo scuoto un po', dicendogli di muoversi.

 

Annuisce e saltiamo in moto.

 

 

 

 

 

 

 

 

Eccomi qui!!!!!

 

Allora, ringrazio tanto Ser Barbs, LisaBelle, LaLaLav, Leader, DarkViolet92, Mizuriko, Conn, Cartoonkeeper, e la cara Lara, che non sentivo da tanto tempo!

 

Siete fantastiche!!! (fantastico per LaLaLav, che poi si offende) XD

 

Bacioni!!!!

 

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***


«Non ce la faccio più!»

 

Leo si spiaccica una mano in faccia.

 

«Dieci flessioni, quattro addominali, sette piegamenti. Come puoi essere già stanca?!»

 

Ho un sonno mortale.

Se solo sapesse che io e suo fratello siamo tornati all'una di notte!

Se solo sapesse che non ho preso sonno fino alle tre, visto che il nome “Raph” mi rimbombava in testa, accompagnato da un leggero batticuore (diciamo anche una tachicardia da infarto)!

… Se sapesse che quando Mikey si è messo a russare alle cinque, mi è venuto da piangere!

 

«È che ho un po' di sonno...»

«Te la senti di provare i sai? Certo, avremmo bisogno di quell'orso di Raphael...»

 

Donnie passa con una tazza di caffè davanti all'entrata del dojo, sbadigliando.

 

«Donnie, dov'è Raphie?»

«Sta ancora dormendo.»

 

Il leader si blocca, per poi guardarmi sospettoso.

 

«Sveglialo, abbiamo bisogno di lui per...»

«Come?! Sei pazzo?! Io non sveglio nessuno! Specialmente se poi rischio di diventare vittima di una scarica di mazzate!»

 

Detto ciò, si dilegua.

 

«Vado io...»

 

Mi alzo, e mi incammino verso la stanza del rosso.

 

Mi schiarisco la voce, e mi esibisco nella mia pura follia.

 

«Sei già sveglio oppure dormi?»

 

Per risposta, sento mugugnare oltre la porta.

 

«Giochiamo insieme dai!»

 

Sento ridacchiare.

 

«Da quando non ti vedo più, mi sento giù... Mi manchi molto, sai?»

«Sparisci, menestrella da quattro soldi!»

 

Non mi offendo, visto che lo dice con un tono mezzo divertito, oltre che impastato dal sonno.

 

«Noi siamo tanto amici... O forse no, ma cosa ti ho fatto mai?!»

 

La porta si apre, e vedo che è messo peggio di me: occhiaie, sbadiglio, occhi assonnati.

E ghigno.

 

«In che senso “o forse no”?»

 

Cavolo.

Avvampo, potrei mimetizzarmi in un campo di pomodori, ma non gli rispondo.

 

«Leo ti vuole nel dojo.»

«A quest'ora?!»

«Beh, sono quasi le dieci...»

 

Sbuffa e rientra un attimo, permettendomi di sbirciare in camera sua.

Lo ammetto, lo pensavo molto più disordinato.

 

Prende i suoi sai ed esce, sbadigliando ancora.

 

Entriamo nel dojo, solo dopo aver visto Donatello fissare attonito il fratello stranamente tranquillo e docile.

 

«Che vuoi Leo?»

 

Il leader mi indica con un cenno.

 

«Ha scelto i sai.»

 

Lo dice come se fosse una cosa strana, mentre vedo gli occhi di Raph illuminarsi.

 

«Seriamente?»

«Beh, a vederli sembrano comodi...»

«Non è esatto. Dipende molto da come li impugni.»

 

Mi passa una delle sue armi.

 

«Devi tenerlo così, altrimenti mentre combatti può caderti.»

 

Mette la sua mano sulla mia nel tentativo di farmi capire, mentre io arrossisco di nuovo.

 

Vedo Leo alzarsi e stiracchiarsi.

 

«Vi lascio, non vorrei disturbare...»

 

Allunga le braccia, facendo scrocchiare in modo sinistro la schiena, mentre il suo sguardo oceano si posa furbo sul rosso.

 

Raph non cascarci, ti prego.

 

È una prova per vedere come reagisci!

Digli che non disturba, chiedigli di rimanere!

 

«Come preferisci Leo.»

 

La riposta è indifferente, detta con un tono di voce calmo e pacato.

Mi scappa un sospiro di sollievo, mentre il leader si rilassa ed esce.

 

Nemmeno due secondi dopo, qualcuno si gira verso di me con un ghigno malefico.

 

«I sai, eh?»

 

Sa di minaccia.

Rivoglio Leonardo, subito!

 

 

 

 

Tre ore.

Non sento le braccia.

Nemmeno le gambe.

Nulla, questa volta nemmeno lo stomaco.

 

«Non sei andata male, ma devi tenerli con più forza, o puoi essere disarmata in un attimo.»

 

Annuisco, visto che le forze non mi bastano nemmeno per pronunciare un flebile “si”.

 

«Sei lenta, che diavolo di allenamento ti sta facendo seguire Leonardo?!»

«Lenta...? Do... Dovevi ved... Vedermi prima... Ora in conf... Conf... Confronto... Sono una... Sche... Scheggia...»

 

Ride sadicamente.

 

«Stanca?»

«Che...? Chi...? Io...? No... Ma fig... Figurati!»

 

Ride di nuovo.

 

Un fulmine arancio piomba nel dojo, correndomi incontro con entusiasmo.

 

«Lele! È l'una, tra poco arrivano Casey ed April con le pizze, vieni?»

«Per... Si... Cioè... Sonno... Doccia...»

 

Sgrana gli occhi e mi appoggia una mano sulla fronte.

 

«Ti senti bene?»

«Sss...»

«Penso che quello sia un “si”.»

 

Scoppiano entrambi a ridere, mentre le mie palpebre cominciano a sentirsi pesanti.

 

Mikey mi prende per mano e comincia a correre, ignorando le grida delle mie povere ossa.

 

April sta tenendo in braccio almeno dieci cartoni di pizza, mentre Casey tiene dei sacchetti pieni di bibite non identificate.

 

«Casey, stupido Casey! Aiutami!»

«La testa del genio spunta dal laboratorio, per poi fiondarsi in soccorso della rossa, guadagnandosi un sorriso a trentadue denti.

 

Il sensei (seguito da Leonardo) appare all'improvviso, attirato dal baccano, o più probabilmente dal profumo di pizza.

 

 

 

«Sto per esplodere!»

 

Mikey si è spiaccicato sul divano, solo dopo aver mangiato due pizze intere.

 

Splinter è tornato a meditare nel dojo, Casey si è seduto al fianco dell'arancio con una strana bottiglia in mano. Donnie ascolta con occhi sognanti i discorsi di April, mentre Raph prende un'altra bottiglia strana e si mette su una sedia accanto al divano.

Leo infine, accende la tv e si mette a guardare il suo “Space Heroes”.

 

Bottiglia molto strana.

Verde, con una marca di bibita dolce simile alla “Sprite”.

 

Eppure la Sprite è incolore.

Non è giallina.

Potrebbe essere normale, ma conoscendo Raph e Casey...

 

prendo una sedia e mi metto al fianco di Raphael, che per risposta mi sorride dolcemente allontanando la bottiglia dai miei occhi.

 

Vedo April fissarmi preoccupata: a quanto pare, lo ha capito anche lei.

 

Mi annuisce complice, mentre con occhi da cerbiatta si riporta davanti a Donatello.

 

«Donnie, come va con la ricostruzione di Metalhead?»

«Bene! Ho dei nuovi progetti, con varie aggiunte e migliorie!»

«Elea studia elettronica a scuola. Magari può darti una mano!»

 

Non sto capendo molto, ma siccome la ragazza mi fa un occhiolino mi adeguo al suo gioco.

 

«Si, è vero. Posso aiutarti, se vuoi.»

«Davvero?!»

«Certo! Anzi, perché non mi fai vedere i progetti?»

 

April si illumina, mentre il viola scatta in piedi.

 

«Oh, si! Avrei bisogno di una mano... Sono un po' tanti!»

 

Tutti ignorano la richiesta d'aiuto del genio.

Incrocio le gambe e porto lo sguardo su Leo.

 

«Non lo aiuta nessuno?»

 

Nada. La ragazza storce il naso scocciata, mentre io mi correggo.

 

«Avrebbe bisogno di due braccia forti!»

 

Raph e Casey stanno per fiondarsi nel laboratorio, ma vengono entrambi trattenuti, uno per la bandana e l'altro per i capelli.

 

Leonardo non ci pensa due volte ad accodarsi al viola, mentre la rossa mi fa un altro occhiolino complice.

 

«Mikey, dove hai messo la bottiglia dell'aranciata?»

«Oh? Tranquilla, vado a prendertela io.»

 

L'arancio si alza e si dirige verso la cucina, mentre i nostri sguardi si tramutano in omicidi e tartarughicidi.

 

Strappo la bottiglia dalla mano di Raph e la porto direttamente in pattumiera, mentre lui rimane immobile: sorpreso, arrabbiato, attonito.

 

April annusa il liquido giallino per assicurarsi di non sbagliare, per poi tirare una sberla al caro Jones.

 

Il rosso salta su furioso.

 

«Che vi prende?!»

«Birra? No aspetta, era succo di frutta quello?»

 

I due si guardano in faccia preoccupati, mentre Donnie e Leo spuntano dal laboratorio con una ventina di rotoli di carta ed un pc.

 

Me la sono cercata?

 

… Forse si.

 

 

 

 

 

*angolo felino*

 

Buongiorno Micetti miei!!!!!!

Scusate il ritardo, ma vengo da un esame di riparazione (orale e scritto) di matematica!!

Che per fortuna ho passato, altrimenti mia mamma mi avrebbe impedito di scrivere durante tutto il periodo scolastico ^^''

Un anno senza di voi, come avrei fatto?!

 

Allora, non faccio ringraziamenti individuali perché ho fatto fin troppe figure di lettiera (visto che tutte le volte dimentico qualcuno – memoria di gatto ubriaco)

 

Ma sappiate che vi amo tutti!!!! Mi siete mancati, anche se non vi ho sentiti per soli tre (o forse di più? Boh) giorni!!!!

 

Dedico il capitolo alla cara Ser Barbs, che è stata così gentile da non uccidermi! ^///^

 

Ci sentiamo presto, cari miei!!! <3

 

Bacioni dalla vostra neko rompiscatole!

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Capitolo 21
*** Capitolo 21 ***


Siamo ancora nel laboratorio.

È da più di un mese che ci stiamo lavorando, ma ne è valsa la pena.

 

Giusto per informarvi, nel caro calendario è stata strappata anche la pagina del trenta settembre.

 

In sostanza, ecco a voi l'autunno.

 

Due mesi che sto lontana dalla mia famiglia, dalla mia casa, dal mio mondo.

 

Ma non mi lamento. Va bene così.

 

Io ed April siamo praticamente diventate due sorelle, e Mikey è come un fratello dispettoso.

Ho stretto una grande amicizia e complicità con il genio, e Leonardo è come un padre: protettivo e severo, ma anche amorevole.

Casey si confida spesso con me, mi chiede consigli, e Raph...

 

Beh...

Arrossisco sempre più spesso.

E lui è sempre più… Non saprei come definirlo.

 

Come si può definire un ragazzo che è sempre gentile, pronto a proteggerti da qualsiasi cosa, che fa valere le sue idee pur rispettando le tue, che quando non sei esattamente felice ti sussurra battute all'orecchio, che lancia frecciatine ai fratelli quando si avvicinano troppo...

Come si può definire un ragazzo che più che un amico, è un vero e proprio complice? Uno con cui le parole non servono, basta solo uno sguardo e ti capisce, ti ascolta quando parli...

Uno che durante gli allenamenti ti tratta come una bambolina di cristallo, attento a non sfiorarti nemmeno anche se tu magari vuoi combattere, e se per caso ti tocca con un poco di forza trasale e comincia a sommergerti di parole, preoccupato, spaventato, imbarazzato.

Come...

 

No aspettate, vi sto forse annoiando?

 

 

Torniamo a noi.

 

Metalhead è stato completamente ricostruito, migliorato, è diventato un gioiellino!

 

… Ora dovremmo solo attivarlo.

 

Prendo il telecomando e lo passo a Donnie. Gli tremano le mani: non sta più nel guscio!

 

«Dai, Don! Ormai è fatta!»

 

Gli sorrido, mentre lui preme il pulsante d'accensione.

I nostri quattro occhi stanchi si spostano automaticamente sul robot, che però non da il minimo segno di vita.

 

Schiaccia di nuovo.

 

Non succede niente.

 

«No, riprova...»

«Elea, io...»

«Riprova!»

 

Si incupisce e sospira, per poi premere un'ultima volta ed appoggiare il dispositivo sul bancone.

 

Niente.

 

Si volta arreso e triste, quando gli occhi di Metalhead cominciano a brillare di una luce azzurra intensissima!

 

«Donnie!»

 

Si gira sorpreso, mentre il caro ammasso di fili ed acciaio comincia a muoversi goffamente.

 

Il genio sorride e si mette in ginocchio, con lo sguardo di uno che sta per scoppiare a piangere di gioia.

Il ninja di ferro si attiva completamente, per poi correre tra le braccia del suo creatore.

 

È una scena molto dolce: sembrano padre e figlio che si ricongiungono dopo tanto tempo passato senza vedersi... Beh, in un certo senso è proprio così, no?

 

«Metalhead!»

 

Restano avvinghiati per almeno un'ora, quando il robot si gira verso di me.

Si avvicina, e mi porge la sua mano di ferro, che stringo con un sorriso.

 

Lo ammetto, per un secondo ho creduto che mi avrebbe chiamata “mamma”.

 

«Ciao. Io sono Metalhead. Identificati per favore.»

 

Dimenticavo.

Tra le migliorie, gli abbiamo aggiunto la capacità di parlare per conto suo, ovviamente con la voce di Donnie.

È quasi come se potesse pensare da solo.

 

«Certo, mi chiamo Elea.»

«Piacere di fare la tua conoscenza Elea.»

 

Donatello si asciuga una lacrima fuggiasca e scoppia a ridere, per poi abbracciarmi felice.

 

«Grazie.»

«E di cosa? Abbiamo rimontato una cosa creata da te, io non ho fatto niente!»

«Niente?! Ma dai! Sono settimane che ci stai dietro! Cioè, passi tutta la mattina a cucinare con Mikey ed a allenarti con Leo, il pomeriggio impari ad usare i sai con Raph ed esci con April e Casey, mentre la sera la passi qui con me nel laboratorio! Come fai a non essere stanca?!»

 

Gli devo dire dei litri di caffè che bevo di nascosto, oltre quelli che prendo con lui?

«È un piacere stare con voi, ogni secondo della giornata.»

 

Mi sorride teneramente e scioglie l'abbraccio, mentre io noto il leader ed il rosso fare capolino dalla porta.

 

Il primo guarda divertito il fratello al suo fianco, che a sua volta guarda truce il viola.

 

Ma poi per fortuna, l'attenzione ricade sul caro robot, che lentamente raggiunge i due Hamato appena arrivati.

 

«Metalhead?!»

«Ci siete riusciti davvero?! La testa di latta funziona!»

 

Donnie fulmina con lo sguardo Raph, mentre il caro “testa di latta” punta un mitra proprio sul rosso, che deglutisce perplesso.

 

«Calmo, stavo solo scherzando!»

 

Scoppio a ridere, mentre Mikey compare alle spalle dei fratelli.

 

«Lo avete rimontato?!»

 

Appena vede il robottino, sfodera un sorriso e da una pacca sulla spalla a Donatello.

 

«E bravo genio!»

«Non è stato solo merito mio, anzi! Senza di lei non ci sarei mai riuscito!»

 

Mi becco quattro sorrisoni, mentre Metalhead rinfodera la sua arma e comincia ad andare a zonzo per la casa.

 

«Siete stati bravi.»

 

Leonardo lo dice tossicchiando, mentre lo sguardo di Don si illumina.

 

«Lo pensi davvero?»

«Si, ma non ti agitare!»

 

Ridacchio, mentre lo sguardo un po' rattristato del genio mi squadra dalla testa ai piedi.

 

«Leo, solo per questa sera... Può venire anche lei alla ronda?»

 

Smetto di respirare.

 

Certo, modestamente sono molto migliorata nel combattimento, ma venire alla ronda... Non saprei.

 

Il leader mi guarda serio, poi si rilassa ed annuisce.

 

«D'accordo, ma solo questa volta, ok?»

 

 

 

 

 

 

 

*angolo del gatto*

 

Per questa volta si va di corsivo!

Lo trovo elegante! *W* Anche le faccine vengono storte!!! :D

Ignoratemi, sto impazzendo.

Troppi compiti, troppo stress (“Dear Jack”, chi deve intendere intenda! XD)

Allora, il capitolo non è il massimo, ed è pure corto, ma voglio consolarvi...

Mancano solo 6 capitoli per arrivare al traguardo!!!!

Poi smetterò di rompervi! XD

Allora, ci provo... E questa volta non voglio dimenticare nessuno...

Se dovesse succedere, oltre che a fare una figura di lettiera, avete il permesso di fucilarmi!

Ringrazio prima di tutto LaLaLav, l'unico ragazzo!

Ed ora, le dolcissime/fantastiche/meravigliose:

Mizuriko (che prima o poi mi inviterà in una certa spa che non vedo l'ora di visitare *W*),

Aiko, che è stata così gentile da passarmi qualche patatina al McDonald's,

NightWatcher/ la mia fantastica Ane, la mia sorella riccia Ser Barbs, la pucciosa e divertentissima Cartoonkeeper, la mia sorella gemella LisaBelle, la tenera DarkViolet92, ed ultima ma solo nell'elenco, la cara e dolcissima Conn!!

Ho ricordato tutti?

Voglio una medaglia! Mi accontento anche di una scatola di croccantini!!!

 

Bacioni!!!!

 

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Capitolo 22
*** Capitolo 22 ***


 

Donnie mi ha dato una sorta di soprabito.

 

È lungo fino a metà coscia, nero, completo di cappuccio e tasche.

 

Mi ha dato anche una decina di shuriken, ed ovviamente un paio di sai.

 

Inoltre, mi ha legato attorno al viso una bandana nera, che mi lascia scoperti solo gli occhi.

Top e pantaloncini neri completano il tutto.

 

 

«Sei pronta. Mi raccomando, stai attenta, se sei in pericolo o se hai bisogno di qualsiasi cosa, urla ed io...»

«Donnie, stai tranquillo, ti prego!»

 

Mi guarda e mi sorride teneramente, appoggiandomi una mano sulla spalla.

 

«Se potessi vederti... Sei così diversa dalla prima volta che ti ho vista! Due mesi. Solo due mesi... Sei cresciuta, sia in altezza, sia qui.»

 

Mi indica il cuore, e mi sorride di nuovo.

 

«Don, sei un vero amico.»

«Lo so!»

 

Mi abbraccia, per poi trascinarmi fuori dalla stanzetta.

 

 

Ora siamo su un tetto.

Niente di strano purtroppo, nemmeno quegli schifosi dei Purple Dragon!

 

Uffa!

 

… Ma ecco qualcosa., finalmente.

 

Vedo Leo alzare una mano, intimandoci di tacere e di non muoverci.

 

Si sporge dal cornicione, Mikey e Donnie aspettano alle sue spalle, mentre Raph mi sta dietro come un'ombra.

Apprensivo?

Giusto un po'.

 

«Raph, allontanati di qualche centimetro. Sento il tuo fiato sul collo.»

«Credevo ti piacesse la mia compagnia!»

 

Mi giro verso di lui.

Uno dei suoi soliti ghigni.

 

«Se ti aspetti che stia per dire qualcosa tipo “adoro la tua compagnia”, ti sbagli di grosso.»

«Lo immaginavo.»

 

Sospira e si avvicina ai suoi fratelli, quando lo prendo per i lacci della bandana e lo riporto al mio fianco.

 

«Fermo qui.»

«Perché?»

 

Sbuffo irritata.

 

«Adoro la tua compagnia.»

 

Ridacchia.

 

Mi metto accanto a Mikey: sotto di noi Karai, ed un bel po' di bots.

 

«Che facciamo?»

«Tu niente. È meglio se resti qui.»

 

Annuisco, quando succede l'imprevedibile: l'arancio inciampa in un non so cosa e mi cade addosso, spingendomi giù dal palazzo.

Sento una mano di Leo stringermi il polso, mentre l'altra mi tappa la bocca per impedirmi di urlare.

 

Ma la mia fortuna è infinita.

 

Una shuriken esce dalla tasca del mantello e cade.

 

Un flebile tintinnio, che però basta per attirare l'attenzione del nemico...

 

Cavolo!

 

Il leader sguaina una katana e salta, seguito da Donnie e da Michelangelo, che nel frattempo si è preso uno sberlone dal rosso.

 

Anche Raffaello si butta, ed a quel punto salto anche io, facendomi prendere dal genio.

 

Prendo i sai.

 

«Ah, bene! Leo, cominciavo a sentire la tua mancanza! E chi c'è qui? April, o la simpaticona col casco?!»

 

Tre bocche si spalancano incredule.

Raph ringhia, mentre io abbasso il cappuccio.

Scoperta per scoperta, tanto vale stare comodi.

 

«Ah, la riccia! Ce l'hai un nome, motociclista?!»

 

Un pugno nello stomaco mi avrebbe dato meno fastidio.

Il leader si volta glaciale verso il rosso, che abbassa lo sguardo.

 

«Datti una calmata, Karai. Piuttosto, che fai di bello qui, nel cuore della notte?!»

«Faccio una passeggiata!»

 

La ninja scoppia a ridere, e parte all'attacco, naturalmente contro Leonardo.

 

È strano.

 

Combattono, con eleganza, rabbia, passione, ed una briciola di divertimento.

 

Già.

Leo, quando combatte contro di lei, cambia.

Sembra quasi rilassato.

 

Mikey si è buttato nella mischia, mentre Don ed il rosso sembrano due genitori apprensivi.

 

Il primo, mentre trucida il nemico, mi fissa pronto ad aiutarmi in qualsiasi momento.

Il secondo invece, mi sfreccia accanto, parando colpi diretti a me che forse nemmeno noto più di un po'.

 

Ho preso di mira un bot.

 

Non so perché proprio quello, ma mi sta più antipatico degli altri.

 

«Vieni qui, faccia da schiaffi!»

 

Tiro una shuriken.

 

Ma come si sa, non tutte le ciambelle escono col buco.

Lo manco di almeno dieci centimetri.

 

Il bot si avvicina a grandi passi, e quando sto per lanciare un'altra stellina, un sai mi passa accanto per atterrare il mio nemico.

 

«Raph!»

 

Mi volto di scatto, per ritrovarlo a due passi da me.

Anzi.

A due respiri.

 

Sembra un reduce di guerra, con quegli occhi malinconici quanto aggressivi, accompagnati da un background di battaglia.

 

«Non è un gioco.»

«Grazie, fino a lì c'ero arrivata anche io!»

 

Mi passa oltre e recupera il sai, mentre io mi dirigo verso Mikey.

 

Tiro un'altra shuriken, che questa volta va a segno.

L'arancio mi sorride ed alza il pollice, quando sbianca e trasale.

 

«Attenta alle spalle!»

 

Non faccio nemmeno in tempo a voltarmi, che Karai mi butta giù dall'edificio con un calcio, ma stranamente mi segue.

 

Sotto di noi, una vetrata gigantesca.

 

Metto le braccia davanti al viso nel tentativo di rendere meno doloroso lo schianto, ma l'atterraggio non è comunque molto piacevole.

 

Mi alzo, mezza dolorante.

 

Siamo in una sorta di magazzino vuoto, che come unica fonte di luce ha una lampadina bianca appesa ad una parete.

 

Qualche metro davanti a me, le mani insanguinate e graffiate della ninja tengono salde una katana.

 

Guardo le mie.

 

Mani e braccia sono tutte un po' tagliuzzate, e forse ho un taglio sulla guancia, visto che brucia da impazzire.

 

 

Attacca.

 

Corre tra i numerosi pezzi di vetro per terra ed affonda la sua arma più volte, riuscendo però a scalfire solamente l'aria tra noi.

 

Senza dubbio è molto più brava di me, ha più esperienza eccetera, ma Leo mi ha insegnato fin troppo bene come schivare colpi di katana.

 

«Chi sei?!»

 

Non rispondo.

 

«Da dove vieni?!»

 

Continuo a non rispondere, saltando di qua e di là.

 

Si ferma, ansimante.

 

«Qual'è il tuo nome?»

«E tu? Lo sai qual'è il tuo?»

 

Mi guarda perplessa.

 

«Che vuoi dire?!»

«Credi davvero di chiamarti “Karai”? Convinzione errata!»

 

Ringhia ed attacca di nuovo.

 

Raph mi ha spiegato come fare: sfodero i sai.

 

Un trucco che usa spesso con il leader.

 

Devo riuscirci.

 

O almeno provarci.

 

 

 

 

 

 

*angolo del gatto*

 

 

Eccomi qui!!!

Allora, lo so, questo capitolo non è il massimo.

E molto probabilmente è pieno di errori, ma credo di avere una scusa decente:

a parte che ho un mal di testa incredibile, ma ecco... Si, sto litigando con mia mamma mentre scrivo ^^

Sta bussando (buttando giù la porta) e gridando, visto che annoiata mi sono chiusa a chiave in camera per non sentirla.

 

Se notate errori, ripetizioni, o cose simili, se mi avvisate fate un grande favore :)

 

Grazie a tutti, ci sentiamo presto!

Bacioni dalla vostra neko!

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Capitolo 23
*** Capitolo 23 ***


 

Piede sinistro e mano sinistra indietro, piede destro e mano destra avanti.

 

Arriva la lama.

 

La mano destra si alza, incastrando nel sai la punta della katana, mentre l'altra intrappola nell'altro sai il polso nemico.

 

Ora si carica il peso sul piede sinistro, mentre con quello destro si fa leva sull'avversario, spingendolo e ribaltandolo dall'altra parte, disarmandolo.

 

Tutto questo in pochi secondi.

 

Mi guardo attorno.

 

Ci sono riuscita!

 

Non so come, ma Karai è a terra disarmata, che mi fissa truce!

 

«Chi sei?! Rispondimi!»

«Chiamami pure CatWarrior!»

 

Frase teatrale, ma ci sta!

 

Non credete?

 

… No, vero?

 

Peccato, la frase ad effetto mi piaceva!

 

Comunque, quella saprà il mio nome solo quando sarò o sarà morta.

 

Mi guarda come si guarda un'ebete, mentre Leonardo si lancia tra noi.

 

Sguaina la sua katana contro la ragazza, che tenendosi il braccio ferito dai pezzi di vetro per terra, si rialza.

 

«Non finisce qui.»

 

Con qualche salto, raggiunge il soffitto ed esce.

 

Il leader mi prende per la vita e salta, per poi appoggiarmi come una bambola sull'edificio dove eravamo prima.

 

Mi controlla, prendendomi per i gomiti e fissandomi le braccia.

 

«Sei ferita.»

«No...»

 

Mi guarda truce, mentre Donnie grida come una ragazzina correndomi incontro.

 

«Che ti ha fatto?!»

 

Mikey mi spunta alle spalle ed impallidisce, mentre Raph spinge via il genio fissandomi apprensivo.

 

Mi mette una mano sul viso, constatando a questo punto il taglio che ho, visto che al suo tocco (anche se è il più delicato possibile) sento la pelle bruciare.

 

Mi ritraggo sbuffando, anche perché questo non è il momento migliore per arrossire.

 

«Non è niente!»

 

Tento di risultare il più tranquilla possibile, ma il rosso si mette una mano sulla fronte e nega col capo.

 

«Non dovevamo portarti con noi. Karai...»

 

Il leader spintona il fratello.

 

«A proposito di Karai! Come la conosce?!»

 

Mi indica con un gesto veloce della mano.

 

Sto per intervenire, quando il viola mi fa segno di tacere e mi prende per mano, portandomi fino al cornicione su cui mi costringe a sedermi.

 

Mikey ci zampetta dietro, e si siede al mio fianco.

 

«Fammi vedere.»

 

Gli allungo le braccia,, ma la mia attenzione è tutta per i due litiganti dall'altra parte del palazzo.

 

«Non è grave, non sono tagli profondi, e per fortuna non ci sono nemmeno schegge di vetro.»

 

Stranamente, la voce di Donatello suona molto più lontana rispetto a quella del leader e del rosso.

 

Devo e voglio sentire quello che si dicono.

 

«Non solo te ne sei andato in giro senza avvisare! Ma ti sei pure trascinato dietro lei, che non sa difendersi!»

 

Raph stringe i pugni.

 

Sto per alzarmi, ma Michelangelo mi trattiene.

 

Le parole di Leonardo corrono veloci e senza freni, mentre il fratello incassa e tace.

Non è giusto.

Non ha fatto niente di male. Io sto bene. Lui pure.

Non è morto nessuno, siamo solo usciti qualche volta per conto nostro.

 

Niente di grave.

Eppure, il leader non sembra del mio stesso parere.

 

«Troviamo un'amica, e la prima cosa che fai è cercare di metterla in pericolo?!»

 

Un tonfo al cuore.

 

Cerco lo sguardo di Raffaello.

 

È torbido, furioso, pronto a ribattere.

Perché allora non agisce?!

 

Sento le guance avvampare per la rabbia.

 

Mi alzo in piedi, ed ignorando i richiami di Donnie, mi metto al fianco del rosso.

 

«Leo che ti prende?! Stai esagerando!»

«Esagerando? È lui che non si rende conto di quello che hai rischiato questa notte.»

«Leonardo! Sono io che gli ho chiesto di uscire molte volte! Non puoi prendertela solo con lui!»

«Lascia stare. Non intrometterti.»

 

Il rosso lancia un'occhiataccia al fratello e si volta, pronto ad andarsene.

 

«Dove stai andando?!»

 

Si rivolta annoiato.

 

«Leo, tu chi sei per giudicarmi? Sono io o sei tu quello che si fila il nemico?! Che per di più, è anche la nostra sorellastra! È la figlia di Splinter!»

«Raph! Finitela!»

 

Donnie si avvicina seguito da Mikey, mentre il leader incrocia stizzito le braccia.

 

«Karai lasciala stare! Che tra tanti difetti, almeno qualcosa di buono lo ha!»

«Seriamente? Per esempio cosa?!»

«È leale. Ed ha un onore.»

 

La conversazione sta degenerando.

 

Tutto questo per qualche uscita in moto.

 

Mi metto in mezzo ai due.

 

«Mi state stancando! Finitela!»

«Karai leale?! Ma sei ubriaco?!»

 

Il rosso mi prende una mano e mostra il mio braccio al fratello.

 

«Guarda! La ha attaccata alle spalle!»

«Però si conoscevano già! E questo è colpa mia?!»

«Non cambiare discorso! Ti ostini a difendere quella vipera!»

«Non è cattiva, è solo cresciuta nel posto sbagliato.»

«Ah certo, perché adesso non metti di mezzo anche qualche metafora?! Splinter Junior!»

 

Mikey si mordicchia nervosamente un labbro, mentre Don cerca invano di prendere parola.

 

«È questo che ti da fastidio, vero?! Il fatto che il sensei abbia scelto me e non te!»

«Cosa c'entra adesso?!»

«C'entra! Sai una cosa?! Saresti potuto essere anche un buon leader, se non avessi questo carattere!»

«Almeno io non assecondo il nemico!»

 

È colpa mia.

 

Stanno litigando per colpa mia.

 

Se solo non fossi venuta alla ronda...

 

«Perdonatemi. Non voglio che litighiate. È tutta colpa mia.»

«Colpa tua?!»

 

La parole di Raph ricordano tanto un ruggito di un leone furioso.

 

Mi alza il viso con una mano e mi fissa truce.

 

«Non pensare nemmeno che sia colpa tua, altrimenti mi tocca ammazzarlo di botte!»

 

Con un cenno del capo indica il fratello, mentre Donnie finalmente riesce a parlare.

 

«Ora calmiamoci tutti.»

 

Mikey, con un sorriso tirato, da una pacca sul guscio del genio.

 

«Ha ragione! Dopotutto non è successo niente di grave! Chissà, magari Karai aveva il ciclo! Forse è per questo che è così nervosa, oggi!»

 

Il viola si spiaccica una mano in faccia, mentre a me sfugge un sorrisino.

 

«Dai, questa era divertente!»

«Quello che la testa di legno sta cercando di far capire, è che la colpa non è di nessuno.»

 

Ringrazio con gli occhi Donnie per le sue parole.

 

«Quindi, possiamo tornare a casa?»

 

Guardo i due Hamato maggiori.

 

Si scambiano sguardi carichi d'odio.

 

Raph si allontana di un passo, per poi voltarsi ed iniziare a camminare.

 

«Raphie, torna indietro!»

«Tra un anno, forse!»

 

Il viola sbuffa arreso, e mi prende per mano.

 

Leo si volta indifferente e si dirige verso il rifugio, mentre Mikey lo segue a ruota.

 

«Donnie...»

«Si?»

«Tornerà, vero?»

 

Ridacchia e mi scompiglia i capelli.

 

«Certo che si! È normale routine! Domani cenerà con noi, puoi scommetterci!»

 

Gli sorrido.

 

«Grazie Don. E speriamo che tu abbia ragione...»

 

Guardo un'ultima volta alle mie spalle, ma l'unica cosa che vedo è solo la luna piena.

 

 

 

 

 

 

 

*angolo felino*

 

 

Buon pomeriggio, Micetti miei!!!

 

Eccomi qui, quasi puntuale!

 

Domani non so se potrò aggiornare, visto che sarò rinchiusa dalla parrucchiera, ovviamente contro voglia! Non voglio tagliare i capelli!!!!!

 

Parrucchiera: “Ma dai, è solo una spuntatina!”

Io: “Aiuto, mi rasa a zero!”

P: “Che esagerazione!”

Io: “AIUTOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!”

 

Scusate, sclero delle 17! XD

 

Ringrazio di cuore tutti per le recensioni fantastiche e divertenti che mi fate, vi voglio bene!!!

Un grazie di cuore anche a chi ha messo la storia tra i preferiti o chi si limita a leggere in silenzio! <3

 

Ah, si, quasi dimenticavo!

Spero che l'immagine si riesca a vedere!

 

Praticamente sarei io in assetto da battaglia, o come dice Lara, in versione “pupa/figa” XD

 

Si dovrebbe già vedere nell'immagine, ma a scanso di equivoci, vi do il link del sito nel caso qualcuno volesse “dare vita” ad un suo personaggio! Lo consiglio a tutti, perché è ricco di particolari!

 

Si tratta di www.rinmarugames.com

 

ps: il taglio sulla guancia è quello che mi sono fatta nel capitolo precedente cadendo sulla vetrata! XD Bacioni, Micetti miei!!!!

 

 

 

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Capitolo 24
*** Capitolo 24 ***


Sono cinque giorni che non si fa sentire.

 

Ieri hanno tentato di trovarlo seguendo il segnale rilasciato dal suo T-phone, ma...

C'era il telefono, di Raph però, nemmeno l'ombra.

 

Io e Mikey siamo seriamente preoccupati, mentre Donnie cerca invano di pensare a dove potrebbe essersi cacciato suo fratello.

 

Persino Casey ha provato a cercarlo, ma senza successo...

 

 

Ora siamo qui, come se niente fosse, in silenzio.

 

Casey ed April sono seduti sul divano assieme all'arancio, il genio è su una sedia ed io sono sull'amaca, assorta nei miei pensieri.

 

Fin dall'inizio mi piaceva.

 

Beh, mi pare ovvio! Alzi la mano chi non lo trova fantastico!

 

Ma ora... Si, credo di essermi innamorata.

 

 

È sempre a difendermi dalle ramanzine di Leo, mi salva dalle lezioni di fisica di Don, si mette in mezzo quando gioco con Mikey, quando esco con April storce il naso, quando invece viene anche Casey mi sommerge di parole tipo “ascolta sempre e solo April”, o anche “ignora qualsiasi cosa proponga di fare quel ragazzo”.

E stare al suo fianco tutti i giorni, abbracciarlo quando andiamo in moto, sentirlo parlare bene di me quando crede che non ci sia, vederlo sorridere di nascosto quando i suoi fratelli si scambiano attenzioni, il suo sguardo...

 

Si, ignoratemi, sono andata.

 

Questa mattina ho sentito Donnie e Casey parlare da soli in cucina.

Non volevo origliare, infatti ho capito ben poco del loro discorso, ma mi è bastato.

 

 

«Non lo so, ma comincio a preoccuparmi. Qualche volta è stato fuori più a lungo, ma non ha mai superato i due giorni... Comincio a pensare che... Ecco, magari ha incontrato i Kraang, o Karai.»

«Spero proprio di no! Anzi, non dirlo nemmeno!»

 

 

Mi mordo un labbro, mentre gli occhi cominciano a pizzicare.

 

Sposto lo sguardo altrove, ed a questo punto vedo Splinter e Leonardo parlare nel dojo.

Quest'ultimo annuisce, saluta il sensei ed esce, parandosi infine davanti alla tv.

 

«Questo scherzetto è durato anche troppo. Dobbiamo trovarlo. April, vieni anche tu.»

 

Mi rendo conto della mia inutilità, ma non mi lamento.

Tanto so già cosa fare.

 

Il leader si gira verso di me, un po' a disagio.

 

«Lele, tu...»

«Io resto qui nel caso dovesse tornare.»

 

Lo dico nel modo più sereno possibile, mentre lui sospira sollevato.

 

«Bene, allora andiamo.»

«Quando?!»

«Ora.»

 

 

 

 

Non tornerà.

Ed io di sicuro non starò qui ad aspettarlo.

 

Gli altri sono già usciti, mentre Splinter sta meditando nel dojo.

 

Prendo il mio caro soprabito e lo indosso, mettendomi in tasca qualche shuriken.

Non si è mai troppo prudenti.

 

Ovviamente prendo anche i miei adorati sai, che infilo nella cintura, ed infine mi lego la bandana attorno al viso.

 

Alzo il cappuccio e mi volto, facendomi scappare un urlo.

 

«Dove stai andando?»

 

Non me lo chiede in modo severo, piuttosto in modo dolce e quasi divertito.

 

«Sensei, io... Ecco... Vorrei cercare Raffaello. È colpa mia se non è tornato.»

 

Aggrotta la fronte e tende le orecchie, appoggiandomi una zampa sulla spalla.

 

«Colpa tua?»

«Si, sensei. È colpa mia se lui e Leonardo hanno litigato.»

 

Ridacchia e sorride.

 

«Se credi davvero che sia colpa tua, hai il permesso di andare.»

«Grazie!»

 

Lo abbraccio.

Forse non se lo aspettava, ma non mi sembra poi così dispiaciuto!

 

«Non fare tardi. Vado a meditare un altro po'.»

 

Mi sorride un'altra volta, per poi incamminarsi verso il dojo.

 

No, seriamente: non ha tentato di fermarmi?!

 

Non me lo faccio ripetere!

 

Meglio sbrigarsi, prima che cambi idea!

 

 

 

 

 

Corro e corro, ignorando i polmoni che minacciano di esplodere.

Corro sui tetti di New York, su cui ovviamente sono salita grazie ad una grondaia... Ma che resti fra noi!

 

Il cappuccio in questo momento mi torna utile.

 

Non solo protegge la mia identità già scoperta da Karai, ma cela anche gli occhi rossi.

 

Perché?

Beh, sono preoccupatissima! Continuano a rimbombarmi in testa le parole del genio: potrebbe aver incontrato i Kraang, o Karai...

 

Ah, perfetto!

Ci mancava il temporale!

Adesso manca solo che...

 

 

Aspettate. Mi sento osservata.

 

Mi guardo attorno, ma la pioggia è talmente fitta che non fa vedere un bel niente.

 

Ricomincio a correre, per poi arrivare ad un cornicione.

Faccio un piccolo salto, raggiungendo la scala antincendio sotto di me.

 

Riprendo la mia corsa, quando mi sento bloccare contro al muro.

 

Non verrò uccisa qui!

 

Vi prego, non su una scala!

 

Vedo un sai premermi sulla gola, ed automaticamente mi parte un sospiro di sollievo.

 

«Raph, mollami, cretino!»

 

Mi volta e rinfodera il sai, togliendomi il cappuccio.

 

«Che ci fai qui?!»

 

L'espressione aggressiva scompare all'improvviso.

«Stai piang...»

 

Lo interrompo con una sberla.

 

Ringhia nervoso, e mi blocca i polsi contro al muro, avvicinandosi pericolosamente.

 

«Cosa ci fai in giro da sola?!»

«Secondo te, genio?! Ti stiamo cercando!»

 

La voce mi si spezza involontariamente quando noto sul suo braccio sinistro un taglio profondo.

 

«Che ti è successo?!»

 

Sospira, e mi sorride.

 

«Scommetto che sei uscita di nascosto.»

«Ti ho chiesto cosa hai fatto al braccio!»

 

Ridacchia e mi leva la bandana, che scivola sul collo diventando una specie di foulard.

 

La luna alla sua sinistra è finalmente uscita dalle nubi grigie, anche se la pioggia continua a bagnarci con insistenza.

 

«Kraang, non è niente.»

 

La stretta ai polsi rallenta.

 

«Non è niente?! Voi uomini dite sempre così! Cosa ti è saltato in testa?! Sparire per giorni! Non è niente. Ti si stacca un braccio?! “Non è niente!”, ti carbonizzi una gamba?! “Tranquilla, sto alla grande!”, ti infili la testa nel...»

«Ho capito!»

 

Ridacchia di nuovo.

 

«Hai capito?! Non penso proprio! Per capire bisogna avere almeno un neurone! Ero preoccupata!»

«Preoccupata per me?»

 

Me lo chiede quasi sorpreso, facendomi imbestialire!

 

Gli tiro un pugno sul piastrone per protesta, facendomi solo male.

 

«Sei uno stupido! Mi fai riempire di nervoso! Vorrei riempirti di botte! Prendo una mazza da baseball e...»

 

Vengo interrotta da qualcosa di magico.

 

Una cosa dolce, appena accennata, solo per zittirmi.

 

Le sue labbra sulle mie, le sue braccia attorno alla mia schiena...

Io sono congelata dal vento d'autunno e dalla pioggia, mentre lui sembra appena uscito da un forno.

 

Un secondo.

 

Uno, unico e meraviglioso.

 

Forse sono riuscita a toccare il cielo.

 

Si allontana di colpo e mi lascia andare, arrossendo violentemente.

 

Inciampa in se stesso, cadendo e finendo col guscio sulla ringhiera della scala.

 

Goffo ed impacciato, raro per un ninja.

 

«Sc... Scusami! Io, io non dovevo! Non so cosa... Cosa mi sia preso, io...»

 

Qualcuno salta su qualche rampa più in su della nostra.

 

È Leonardo, con al seguito gli altri.

 

«Raph, io... E tu che ci fai qui?!»

 

 

 

 

 

 

 

*angolo felino*

 

 

 

Eccomi qui!

Eh già, siccome piove... Niente parrucchiera!!! XD

 

Innanzitutto, mi congratulo con la dolce Aiko, che a quanto pare aveva ragione!!

 

Ma la domanda è... Vi è piaciuto?

 

Non saprei, questo è il capitolo che ho rifatto almeno quindici volte... Non mi piaceva mai il risultato, e sinceramente non mi piace nemmeno ora!

 

Ho il terrore di non aver soddisfatto le aspettative altrui, come si suol dire!

 

Magari vi aspettavate un po' più di romanticismo, vero? XD

 

Allora, vediamo... Ringrazio di cuore LisaBelle (piccola domanda: non è che per caso abbiamo la stessa parrucchiera?! XD), Conn (mega-storia? Così mi fai sentire importante immeritatamente!! *W*), Aiko (dimmi un po'... Dove la nascondi la sfera di cristallo? XD), Cartoonkeeper (alla quale prima o poi troverò un nomignolo simpatico!! :D), Mizuriko (mi dimentico sempre di chiedertelo!!! Posso chiamarti Mizu? Pleaseee :D), e l'immancabile Ser Barbs (una vagonata di calci nelle chiappette? Posso darti una mano? XD)!

 

Allora, ci sentiamo domani, almeno spero...

Visto che... Che... RICOMINCIA LA SCUOLAAAA!!!! D:

Bacioni a tutti, e grazie mille! :D <3

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Capitolo 25
*** Capitolo 25 ***


Apro gli occhi.

Otto del mattino.

 

Ieri sera... Non capisco.

Leonardo ovviamente mi ha sgridata, mentre suo fratello mi ha baciata.

 

Eppure... Poi mi ha ignorata tutto il tempo, fino al rifugio, per poi dileguarsi in camera sua.

 

Che si sia pentito? Che magari si sia accorto di non provare niente per me?

 

No, non posso nemmeno pensarlo.

 

Mi alzo stancamente e raggiungo lo scatolone dei vestiti.

Tolgo le fasciature alle braccia, ormai le porto da una settimana.

 

La pelle è arrossata, con solo uno o due tagli ancora visibili, mentre quello sulla guancia lascerà il segno. Almeno questo è quello che sostiene Donnie.

 

 

Apro la porta.

 

Mi trascino fino alla cucina, dove il genio, Mikey e Leonardo, stanno già facendo colazione.

 

«Ciao Lele!»

 

Il sorriso di Michelangelo potrebbe illuminare a giorno una stanza buia, mentre la faccia impassibile di Leo sarebbe capace di spegnere un incendio.

 

Infine, il sorrisino di Donatello riesce a regalarmi un po' di tranquillità.

 

«'Giorno a tutti...»

 

Prendo una tazza di latte e mi siedo accanto a Mikey.

 

Fisso la sedia vuota di fronte a me.

 

Almeno ieri nessuno ci ha visti. L'unico lato positivo che riesco a trovare è questo.

 

«Oggi è il sette ottobre!»

 

L'arancio si alza felice e strappa un'altra pagina del calendario.

 

«Già... Due giorni al mio compleanno...»

 

Forse quello peggiore della mia vita, oserei aggiungere.

 

«Come come come?»

 

Dovrei averlo solo sussurrato, ma all'orecchio vigile e curioso di Donnie non scappa mai niente.

 

«Mi è sembrato di sentire “compleanno”!»

«No, ti sbagli.»

 

Michelangelo mi si para davanti.

 

«Compleanno?! Quando?!»

 

Sento gli occhi di tutti puntati addosso.

 

«Ehm... Il nove.»

 

Leonardo mi sorride, mentre gli altri due si scambiano uno sguardo complice e furbo.

 

Ed a quel punto, compare Raffaello sull'uscio della cucina.

 

Appena mi vede si immobilizza, io idem.

 

«Hei Raph! Lo sai che Lele fa gli anni dopodomani?!»

 

Non risponde al fratello, è troppo impegnato a guardarmi negli occhi.

 

Don e Leo si fissano perplessi.

 

Dopo dieci minuti di silenzio pesante, il viola si alza ridacchiando.

 

«Sembri sveglio! Quanto hai dormito questa notte?!»

«In effetti... In effetti molto poco.»

 

Mi guarda di nuovo ed arrossisce, per poi tossire e stiracchiarsi, sparendo infine alla vista di tutti.

 

«Ma che gli prende?»

 

Donnie lo chiede a me.

 

«E che ne so?! Sarà stanco!»

 

Mi alzo e porto la tazza nel lavandino, ignorando gli scambi di sguardi tra fratelli.

 

Esco tranquillamente dalla cucina, ma sbatto contro qualcuno.

 

Alzo gli occhi, incrociandone altri due, verdi e spiritati.

 

Sta per andarsene, ma una mia domanda stizzita lo ferma.

 

«Per caso, e dico solo per caso... Mi stai evitando?!»

«Cosa?! No, perché?!»

 

Sbuffo e lo scanso, dirigendomi verso la sala, ma mi sento bloccare per un polso.

Mi volto verso di lui.

 

«Allora?!»

«È che ieri...»

 

Sospira, e la stretta scivola dal mio polso alla mano.

 

«Insomma...»

 

Vedo tre teste sorprese e curiose spuntare da dietro la porta, intente a spiare.

 

Vedendo il mio sguardo scocciato scivolare alle sue spalle, si gira perplesso.

 

Quando nota i fratelli ringhia, sfodera un sai e li fissa minaccioso, tanto che Qui Quo e Qua spariscono all'improvviso.

 

«Dobbiamo parlare.»

 

Lo prendo per un braccio e me lo trascino dietro.

 

Apro la porta della stanzetta e lo faccio entrare, richiudendo poi per evitare occhiate curiose.

 

«Mi devi una spiegazione.»

 

Arrossisce appena, e sospira, stringendo i pugni con forza.

 

«Lo so.»

«Bene, sto aspettando.»

 

Stringe la mascella, poi sbuffa, mentre io incrocio le braccia.

 

«Non dovevo baciarti, mi rendo conto di aver sbagliato.»

 

Mi sento morire.

Avevo ragione.

Deve aver capito cosa prova realmente per me.

Cioè nulla.

 

«Perché?»

 

Ci sorprendiamo entrambi: la mia domanda è uscita rotta, con una nota di magone trattenuto, mentre gli occhi cominciano ad appannarsi.

 

Mi guarda, sorpreso e perplesso.

 

«In che senso “perché”?!»

«Perché dici di aver sbagliato?!»

 

La risposta è ovvia, ma voglio che sia lui a darmela.

 

Si alza di scatto e si avvicina, mentre io arretro di un passo.

 

«Io credevo... Credevo che tu fossi arrabbiata! Che ti facessi schifo, che mi odiassi!»

«Che stai dicendo?! Perché dici queste cose?!»

 

Si siede rassegnato sul letto.

 

«Beh, forse perché sono un mutante.»

 

Il tono è strafottente, sul suo viso c'è un ghigno, ma gli occhi non mentono.

 

Tutto cambia.

 

Il magone ed il peso sullo stomaco scompaiono, mentre io mi inginocchio davanti a lui, appoggiando i gomiti sulle sue gambe, il viso parallelo al suo.

 

«Guardami.»

 

Gira lentamente la testa verso di me, ma gli occhi guardano ancora in basso.

 

«Raph, guardami.»

 

Finalmente mi guarda.

 

«Credi davvero che io sia arrabbiata con te?!»

«Cioè... Non ti ha dato fastidio?!»

«Stupido.»

 

Mi spingo con la testa in avanti di qualche centimetro, e rimedio al fraintendimento.

 

Non se lo aspettava.

 

Sussulta, ma poi mi abbraccia e ricambia il bacio con passione.

 

Metto un braccio attorno al suo collo, mentre le sue mi cingono la schiena.

 

Si alza e mi prende in braccio.

 

«Quindi adori la mia compagnia.»

«Non ho detto questo!»

«Allora la ami!»

«Mettimi giù!»

«Solo quando mi risponderai!»

 

Guardo quelle due saette verdi che si ritrova al posto degli occhi.

È felice, almeno così sembra.

 

Felice a causa mia.

 

Mi suona così strano!

 

«Amo te e la tua compagnia...»

 

Mi appoggia ridendo.

 

«Ah, davvero?»

«Penso di si.»

 

Mi mette una mano sul viso.

 

«Credo di amarti.»

 

Me lo dice con un sussurro, ma un gridolino alla nostra sinistra attira l'attenzione di entrambi.

 

 

La porta è aperta, e Mikey ci indica mezzo divertito e mezzo sconvolto.

 

Oh, cavolo.

 

 

 

 

 

 

*Angolo felino*

 

 

Sono semplicemente stremata.

Secondo giorno di scuola, nella mia “calma” e “ordinata” classe!

Ve lo ho detto che sono l'unica femmina nella mia sezione?! ._____:

 

Oggi ho fatto la prima figura di lettiera con la nuova prof di matematica, tanto che l'avevo scambiata per una bidella...

 

Prevedo votacci! XD

 

Allora, grazie alla scuola non credo che aggiornerò tutti i giorni, ma farò del mio meglio! :)

 

Mancano solo quattro capitoli, e poi chi si è visto, s'è visto!

 

O forse no? Mmmmm, no, non ve lo dico!

 

Bacioni, ringrazio tanto chi mi recensisce!!! Vi adoro, tanto tanto tanto!!!

Famiglia virtuale!*W*

 

Ringrazio ovviamente anche chi legge in silenzio :)

 

Bacioni dalla vostra neko rompiscatole!!!! :)

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Capitolo 26
*** Capitolo 26 ***


«Fermati, scarafaggio!»

 

Michelangelo corre come una scheggia, raggiungendo il divano e nascondendosi alle spalle di Leonardo.

 

Raph si avvicina, ma viene bloccato dal leader.

 

«Che succede?»

«Ho beccato Elea e Raphie...»

«Oh, non ci provare!»

 

La testa del genio spunta dal laboratorio, curioso come pochi.

 

«Li ho visti mentre...»

 

Prolunga la tortura, creando aspettative nel blu, nel viola...

… Ed in Splinter, in April ed in Casey, che sono comparsi ora dal nulla.

 

«Si stavano per baciare!»

 

Basta.

Sprofondo nel pavimento, mentre un braccio qualunque afferra un collo qualsiasi, e quattro bocche rasentano il pavimento dalla sorpresa (Splinter si limita a sorridere ed a sparire nel dojo).

 

Casey mi si avvicina con fare teatrale.

 

«Perché lui e non me?!»

 

April lo spinge via.

 

«Perché non me lo hai detto?! Certo, qualcosa sospettavo, ma non me ne hai mai parlato!»

«Ecco appunto, perché non ti sei presa Casey?»

 

La frase di Donnie mi fa scoppiare a ridere, mentre Leo sorride furbescamente.

 

«Così eliminava la concorrenza?»

 

Il genio diventa rosso come un peperone, mentre le urla di Michelangelo vengono ignorate.

 

«Possiamo cambiare argomento?»

 

Il giovane Jones ed il viola si scambiano un'occhiata complice.

Cosa strana...

 

Ed ecco che parte il coro.

 

«Bacio! Bacio! Bacio!»

 

Divento minuscola, potrebbero scambiarmi per una Barbie un po' cicciottella e disordinata.

 

Raph smette di tirare pugni al fratello, per poi fissarmi con occhi sgranati.

 

«Baciatevi o questa sera cucina April!»

 

La rossa tira uno sberlone in testa a Casey, mentre l'idea della cucina che va a fuoco comincia a farsi strada nella mia testa.

 

Spavalda prendo il rosso per i lembi della bandana e me lo avvicino.

Mi fissa truce.

 

«Non pensarlo nemmeno.»

 

Faccio spallucce e lo bacio, mentre delle risate e degli schiamazzi rimbombano dappertutto.

 

«Dobbiamo festeggiare!»

 

Mikey corre ai fornelli, intento a preparare chissà cosa.

 

 

 

 

 

 

Nove ottobre.

Questi ultimi giorni sono stati fantastici: Raph mi fa sentire bene, anche con piccole cose.

Ogni giorno che passa, mi innamoro di più.

 

April ha voluto sapere tutti i dettagli da due mesi a questa parte, mentre gli animi della famiglia sono andando calmandosi.

 

Addirittura, il leader ed il rosso si sono scordati del loro litigio.

Meglio così.

 

Comunque, oggi compio ufficialmente quindici anni!

Questa mattina mi sono guadagnata un numero infinito di baci, abbracci ed auguri da parte di tutti.

 

 

Sono le otto di sera.

Mi incammino verso la cucina, pronta a sedermi a tavola per mangiare qualche nuova creazione di Mikey, ma...

 

Non c'è nessuno.

 

«Ragazzi? Ci siete?»

 

Sussulto quando mi sento abbracciare.

 

«Raph, dove sono gli altri?»

«Mmm... Non te lo dico!»

 

Mi lega qualcosa attorno agli occhi e mi carica in spalla.

 

«Che fai?!»

«Niente!»

 

Comincia a camminare.

 

«Se non mi dici dove stiamo andando, ti riempio di pugni!»

«Che paura! La scalatrice di grondaie mi romperà una scopa in testa!»

 

Tiro qualche manata sul suo guscio, mentre lui scoppia a ridere.

 

Lo sento saltare.

Devo preoccuparmi?

 

«Se non me lo dici sbircio!»

«Non ci provare!»

 

Sento un rumore metallico ed una ventata di aria gelida sulla pelle.

 

«Siamo in superficie?»

«Non preoccuparti.»

«Ti pizzico la coda se non mi rispondi!»

«Che noiosa!»

 

Mi mette a terra e mi ritira su, questa volta in stile sposa, per salvare il suo codino.

Lo sento saltare di nuovo.

 

«Eccoci qui.»

«Qui dove?!»

 

Apre una porta che cigola, mentre qualche risata sommessa mi arriva all'orecchio.

 

Mi mette a terra e mi leva la benda dagli occhi.

 

Siamo da Murakami.

Appesi alle pareti una decina di festoni, qua e là un palloncino colorato.

 

Attorno al tavolo, ci sono tutti.

Il posto a capotavola è vuoto, assieme ad un altro appena attaccato.

Subito dopo ci sono Leo, Donnie e Mikey, che indossa un cappellino a punta colorato.

 

Dall'altro lato, ci sono April, Casey, Murakami e... Splinter?!

 

Sgrano gli occhi, mentre il rosso comincia a spingermi verso il posto a capotavola.

 

«Buon compleanno!»

 

Arrossisco e sorrido, inutile dirlo!

 

«Grazie a tutti! Sensei...»

«L'eccezione che conferma la regola.»

 

Ricambio l'occhiolino, mentre Murakami si alza in piedi.

 

«Tanti auguri, Elea-san! Io e Michelangelo-san abbiamo fatto una cosa per te!»

 

L'anziano sparisce nella cucina, tornando con una torta al cioccolato gigantesca.

 

 

 

 

 

 

 

*angolo felino*

 

Scusate l'enorme ritardo!

 

È che la scuola non risparmia proprio nessuno XD

 

Giusto per consolarvi un po', sappiate che mancano solo tre capitoli! Countdown, Micetti miei! XD

 

Spero tanto vi sia piaciuto :) Nel frattempo, un bacione ed un grazie gigante a tutti voi!!!!

 

*torna ad imbottirsi di nutella, stordendosi con Drumming Song*

 

 

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Capitolo 27
*** Capitolo 27 ***


Il rosso si siede al mio fianco, mentre April mette sul tavolo una decina di pacchetti.

 

«I ragazzi mi hanno dato la “lista della spesa” ed i soldi, mentre io ho pensato a procurarli. Quello dorato è il mio.»

«Quello con la carta verde è da parte mia!»

 

Mi si inumidiscono gli occhi, mentre con voracità mi avvicino tutti i regali.

 

«Ah, guardatela... Adesso si mette a piangere.»

 

Mi giro stizzita, incrociando due occhi verdi che sembrano tanto strafottenti, ma in fondo si stanno divertendo.

 

«Ah, io? Vogliamo parlare di te?»

 

Tutti cominciano a scambiarsi sguardi e ridacchiano, mentre l'interessato sembra sorpreso.

 

«Io?! Ma quando?!»

«Ti intenerisci per ogni cosa.»

«Per esempio?»

«Per esempio, ti ho visto quando guardavi Mikey che si avvinghiava a Donnie piagnucolando dopo aver visto un film assieme.»

 

Ops.

Vedo Michelangelo arrossire, mentre il viola sostiene a fatica un sorrisetto dolce della giovane O'neil.

E Raph tossicchia.

 

«E che avrebbe fatto?»

 

Leo lo chiede con una nota di curiosità, molto nascosta dalla sua calma invidiabile.

 

«Beh, per un pelo non si comm...»

 

Il rosso mi tappa la bocca con una mano, facendo quasi cadere la sedia per la velocità con cui è saltato in piedi.

 

«Perché non apri i regali?!»

 

Parte una risata comune, mentre io faccio spallucce e prendo un pacchetto dalla carta color mattone, morbidissimo.

 

«Quello è da parte mia.»

 

Un regalo da parte di Leo.

Speriamo non sia noioso.

 

«Mi ha fatta dannare per trovarla.»

 

Scarto.

È una felpa.

Una felpa fantastica, la cui fantasia è composta da una miriade di gatti stilizzati e colorati ammassati tra loro.

 

La infilo immediatamente, inutile chiederlo, per poi avvicinarmi al leader.

 

«Grazie Leonardo! È fantastica, mi piace un sacco!»

 

Lo abbraccio e gli do un bacio sulla guancia, mentre lui non riesce a nascondere un sorriso.

 

Mi avvicino un qualcosa di familiare ricoperto da una carta argentata con i pois rosa, ed apro.

 

«Donatello, io...»

 

Rimango immobile davanti al mio cellulare, integro e funzionante.

 

«...Tu?»

«Io... Ho intenzione di sposarti!»

 

Saltello da lui e lo soffoco in un abbraccio.

 

«Grazie Donnie! Grazie! Hai riparato una parte della mia anima che credevo perduta!»

 

Scoppiano tutti a ridere, mentre il viola tenta di respirare a fatica.

 

«Ho... Dofut... Aff...»

 

Lo lascio andare, mentre lui da uno o due colpi di tosse ridendo.

 

«Ho dovuto resettare la memoria...»

«Non importa, è perfetto comunque!»

 

Scocco un bacio anche a lui, mentre Raph rotea gli occhi.

 

Prendo tranquillamente una scatola, ignara del suo contenuto, ed apro.

 

«Una... Una pistola?!»

 

Tre quarti del tavolo sgrana gli occhi terrorizzato.

Casey invece, si atteggia da “bad boy”, mettendo un braccio sulle spalle di April e ridacchiando.

 

«Sapevo che ti sarebbe piaciuta.»

«In effetti è bellissima, e credo che potrà tornarmi utile!»

 

Come se fosse un regalo normale, lo appoggio accanto al mio telefono...

… Ignorando gli sguardi preoccupati che mi aleggiano attorno.

 

Mi avvicino ed abbraccio anche lui.

 

«Non so se...»

 

Leo indica l'arma un po' confuso, mentre io prendo un libro.

 

Ha degli ideogrammi giapponesi sulla copertina accanto a delle scritte normali, ed automaticamente il mio sguardo si posa su Splinter, che sorride ed annuisce.

 

Casey impallidisce davanti allo spessore della “Storia del Giappone”.

 

«Grazie, sensei.»

 

Ricambio il sorriso e lo abbraccio.

Non se lo aspettava, ma lo sento ridacchiare.

 

«Grazie mille! Prometto di leggerlo tutto!»

 

Mi lancio su una busta dalla carta dorata, e la scarto con fretta.

Una borsa bianca con sopra l'ombra occhiuta di un gatto.

 

«April, la adoro!»

 

La strozzo con le braccia, per poi prendere la borsa e mettermela a tracolla.

 

«Ed ecco a voi, la sfilata felina!»

 

Prendo la ragazza per mano e comincio a camminare, mentre lei ride a crepapelle e gli altri mi guardano come si guarda una matta appena scappata dal manicomio.

 

«Ecco a voi una splendida felpa Gattoni, accompagnata da una borsa Mici!»

 

Ed ecco che imbatto in uno scatolone gigante.

 

Apro curiosa, e quello che vedo è...

 

Beh, senza dubbio particolare.

 

Lo prendo e lo poggio sul tavolo, mentre Donnie strabuzza gli occhi.

 

«Li in mezzo ci sono le provette che non trovavo!»

«Provette, cucchiai, acqua, sapone, ventilatore miniaturizzato, una calzino, una forchetta, una macchina per macinare il caffè, un tappo di deodorante ed un portachiavi!»

«Mikey, noi non usiamo i calz...»

«Dettagli!»

«Ma che cos'è?!»

«Domanda acuta, mia bella April... Ecco a voi, il Bolletor-3000!»

 

Mi scappa da ridere, specialmente per le facce altrui.

 

«Gira la manopola!»

«...Quale?»

«Quella!»

 

Prendo la manopola dell'ex macinino da caffè e la giro.

 

Non chiedetemi come sia possibile, ma da una provetta bucata escono delle bolle di sapone.

 

«È illogico!»

«Pff, secchione!»

 

Il viola e Raph si spiaccicano in faccia una mano, mentre gli altri sospirano arresi.

 

«A me piace!»

 

Gli occhi azzurri di Mikey illuminarsi, mentre la bambina che è in me riaffiora all'improvviso.

 

Comincio a girare la manopolina ad una velocità pazzesca, rendendo la stanza una specie di vasca da bagno gigante.

 

Figuratevi la faccia di Splinter!

 

Casey comincia a scoppiarle una ad una, subito imitato da April e dall'arancio.

Donatello, timidamente, scoppia quelle a lui più vicine esattamente come Leonardo.

 

Persino il sensei con la punta della coda ne scoppia qualcuna.

 

Una bolla arriva sul naso del Signor Murakami, che per risposta sorride.

 

Raph invece, è come al solito immobile a fissare gli altri.

Approfittando della distrazione altrui, appoggio la mano sulla sua.

Si volta con un mezzo sorriso, mentre io gli punto un dito contro una delle tante bollicine, che scoppia con aria superiore.

 

Prende il Bolletor-3000 e me lo punta addosso.

 

...Non credevo che fosse possibile girare qualcosa così velocemente.

Sembro un pupazzo di sapone!

 

Vorrei vendicarmi, quando Murakami sparisce in cucina per poi tornare con una scopa di acciaio, lucida e perfetta, con sopra un fiocco rosso.

 

Cominciano tutti a ridere, mentre io non so se imitarli o se inaugurare l'arma casalinga sulla testa di qualcuno.

 

«Elea-san, questa è per te!»

 

La prendo, mentre un piccolo pacchetto mi compare magicamente davanti.

 

Mi volto verso Raphael, che arrossisce e tossicchia, mentre gli occhi di April scartano il regalo al mio posto, anche se lei ne conosce già il contenuto.

 

«Oh, ma guarda guarda...»

 

Arrossisce ancora di più, mentre io mi siedo in braccio a lui, giusto per metterlo in imbarazzo.

 

«Vediamo un po'...»

 

Sciolgo il fiocchetto dorato e tolgo il coperchietto.

 

Una collana.

 

Una catenina in argento, che per ciondolo ha un sai del medesimo materiale.

Nello tsuba della piccola arma c'è un brillantino, accompagnato da una scritta.

 

Per sempre.

 

La rossa mi fissa con un sorriso degno di un Darwin di Gumball, con le mani intrecciate sotto al mento.

 

«E sai una cosa? Lui ne ha una uguale... Inoltre, la ha voluta lui scritta in italiano!»

 

Me lo dice con un tono di voce simile a quello di Smeagol ed il suo tesssoro...

 

Mi giro verso di lui.

 

Mi perdo nei suoi occhi, mentre allontano la scatolina da sguardi curiosi.

 

Mi avvicino pericolosamente.

 

«Non...»

 

Lo interrompo con un bacio, mentre un “aaww” rimbomba per la stanza.

 

 

Si, un compleanno fantastico, che ricorderò per sempre.

 

 

 

 

 

*angolo felino*

 

 

Rieccomi qui!

Questo capitolo non è il massimo e me ne rendo conto, ma non uccidetemi! XD

Mancano due capitoli! MUHAHAHAHAH!!!

 

Allora, tentiamo i ringraziamenti individuali. *deglutisce terrorizzata*...

 

Leostory (davvero tra poco fai gli anni anche tu? Oh, dimmi la data che me la segno!!!! :D), Ser Barbs (anche tu una Florence-fan? *w* Una fan-art per il compleanno? Ti adoro sorella riccia!!!), NightWatcher (Ane-san! E chi non lo trova sexy? C: XD), Conn (oh si, l'idea del matrimonio mi piace un casino!!! XD), DarkViolet92 (grazie mille, sei sempre gentilissima :D), Cartoonkeeper (Mikey-PinkyPie è il top! XD comunque ti ho tenuto da parte una fetta di torta!), LisaBelle (tranquilla gemella!!! Ne ho tenuta una fetta anche per te! XD), Lara (ormai abbiamo appurato che Never let me go e Drumming song le amiamo, cara sorella Florence! :D), e... Uuuuu, che bello! Una nuova recensione! Esme123, grazie mille per la recensione e piacere di conoscerti! :)

 

Ok, credo di aver finito di rompervi per oggi!

 

Bacioni dalla vostra neko rompiscatole!

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Capitolo 28
*** Capitolo 28 ***


 

«Partitina?»

 

Una cosa molto simile a “Just Dance” mi si para davanti, ma annuisco comunque.

 

Anche se ballare non è proprio il mio forte.

Anzi, faccio proprio schifo.

 

«Prego signorina, a lei la scelta!»

 

Sono tutte canzoni che non conosco, quindi ne scelgo una a caso.

 

«Ah, ti sei cacciata in un bel guaio!»

 

La musica parte, ed io e Mikey con lei.

 

Mi sento un po' ridicola: una scatola di sardine chiusa in questo momento è molto più sexy ed agile di me.

Ma non mi do per vinta, anche se Michelangelo è un ballerino nato!

 

«Non ce la faccio più!»

«Sei già stanca? Io ho appena cominciato!»

«Sbruffone.»

 

Fine! Ecco i punteggi!

 

«Una sola stella?!»

«Cinque stelle per moi, madame!»

 

Mi spiaccico sul divano.

 

«Questo genere di giochi non fa affatto per me!»

 

L'arancio scoppia a ridere, mentre io mi alzo e mi dirigo verso la stanzetta.

 

Mi precipito davanti allo specchietto tondo: sono conciata uno straccio! Sudata, spettinata, più del solito intendo.

 

«Hei.»

 

Mi volto.

Lui è li, appoggiato al muro come suo solito.

 

Mi avvicino e lo abbraccio.

 

April aveva ragione riguardo ai ciondoli uguali. Il mio viene sfoggiato ovunque, mentre il suo rimane tra il petto ed il piastrone, ma nonostante questo Mikey continua a non darli pace, perseguitandolo con strane battutine!

 

«Come stai?»

«Io bene! Tu? Sembri appena uscita da un forno!»

«In realtà, arrivo ora da una partita con tuo fratello.»

 

Ridacchia sadico.

 

«Te la sei cercata! Questa sera vieni, allora?»

 

Ronda!

Certo, ho bisogno di un maglione pesante oltre che al mio fidato soprabito: dicembre è alle porte!

 

«Certo, devo dare una lezione a Karai, ricordi?»

 

Ridacchia.

 

«Non la nominare nemmeno! E poi stalle alla larga!»

«Va bene mamma.»

 

Mi accarezza i capelli e sorride.

 

«Sono stato chiaro?»

«D'accordo...»

 

 

 

 

 

Freddo, freddo ed ancora freddo!

 

Per la cronaca, sono riuscita ad atterrare due Purple Dragons, con gran soddisfazione del mio sensei Leo!

 

«Che ne dite se dopo prendiamo una pizza?»

«Mikey, pensi solo a mangiare?!»

«Non è colpa mia se ho fame, genio!»

«Zitti.»

 

Il leader si blocca all'improvviso.

 

«Che succede?»

«Taci.»

 

Si mette una mano sulla tempia e riapre gli occhi all'improvviso, sguainando una katana.

 

Subito dopo, una risata isterica di ragazza esplode alle nostre spalle.

 

«Ancora voi?!»

 

Lei. Lei, e tre quarti di Fottut... Ops, Foot Clan.

 

Impugno i sai.

 

«Ah, ma che bel promemoria!»

 

Allude alla mia cicatrice, mentre un ammasso di bot ci attacca.

 

Maledetta vipera.

 

Combatto al mio meglio, eppure i quattro Hamato mi squadrano di continuo, come se fossi fatta di porcellana!

 

...Continua a guardarmi.

Combatte con Leonardo, ma fissa me.

 

Anche io percepisco qualcosa.

L'esigenza di vederla sanguinante a terra, forse.

 

Mi guardo attorno.

 

Donnie e Mikey sono ad almeno trenta metri da me, mentre Raph sta giocando a chi muore per primo con una decina di bot dalla parte opposta del palazzo.

 

Guardo l'edificio di fronte al mio.

È un blocco di cemento abbandonato, con finestre minuscole ed un mega portone di metallo.

 

Probabilmente è un vecchio magazzino abbandonato.

 

Cade a pezzi, è fatiscente, ed alla sua sinistra c' una crepa larga trenta centimetri.

 

Ed ecco l'idea più stupida della mia vita.

 

Cerco i suoi occhi da pantera, che ovviamente incrocio subito, e salto sulla scala antincendio sotto di me.

 

Comincio a correre, ignorando i richiami di Leo.

Mi volto solo un istante per assicurarmi che lei mi stia seguendo, ed è esattamente così.

 

Mi giro di lato ed entro dalla crepa, dove un guscio di tartaruga non può passare.

 

Non è una buona idea, per niente, sento già il desiderio di uscire ma ormai è troppo tardi.

 

Lei è li, con una katana pronta a tagliare.

 

Salto su una delle tante tubature di cemento che ci sono qui, allontanandomi il più possibile.

 

«Dove scappi?!»

 

Lancio tre shuriken, che si infrangono contro la lama nemica.

 

«Mi devi delle spiegazioni!»

«Che vuoi dire?»

«Mesi fa, mi hai chiesto se ero scura o meno del mio nome. Perché?!»

 

Non posso dirglielo.

Altererei troppo questa dimensione, la mia esistenza la ha già stravolta abbastanza.

 

Salto su un altro tubo.

 

Mi levo la bandana, che in questo momento mi da solo fastidio, e la butto a terra.

 

Attacca, saltando sulla tubatura, ma la scanso e mi butto a terra.

 

Lei si esibisce in una capriola che io posso solo sognare di fare, piombandomi ad un metro di distanza.

 

La lama tenta di affondarmi, ma i sai la bloccano appena in tempo.

 

Schivo e basta, non sono al suo stesso livello, quindi mi limito alla difesa.

 

Salto e salto ancora, ricordandomi una lepre, mentre le nostre armi scintillano battendosi tra loro.

 

Ma ecco la fine dell'incontro.

 

Il portone di ferro si spalanca con un tonfo, rivelando Raph.

 

Pochi secondi di distrazione. Quanti? Due, tre?

 

Sento freddo al centro dello stomaco, e non mi sorprendo più di un po' quando vedo la katana della ragazza mezza insanguinata.

 

Cado in ginocchio, sentendomi all'improvviso molto pesante.

I rumori si fanno lontani.

 

Karai lascia andare la sua arma con occhi pentiti, quando un nunchaku la colpisce alle spalle, facendola cadere a terra priva di sensi.

 

Alzo lo sguardo.

Sono sdraiata tra le braccia del rosso, intento a gridare qualcosa mentre una lacrima solitaria gli riga una guancia.

 

Alle sue spalle Leonardo, con gli occhi lucidi e lo sguardo attonito.

Donatello si precipita, spostando il leader e chinandosi al mio fianco: mi mette una mano sotto al collo, mi tasta il polso ed alza la maglietta.

 

Lo vedo chiudere gli occhi con rabbia, mentre nega col capo.

 

Mikey compare per ultimo, impietrito e sconvolto, mentre l'abbraccio di Raph si fa più forte quanto lontano, e le palpebre si chiudono lentamente.

 

 

 

 

 

*angolo felino*

 

Buongiorno, Micetti miei!

Come va?

Scusate se aggiorno in mega ritardo, ma la scuola.... Beh, abbiamo cambiato gli orari -.- esco tutti i giorni alle due ed il venerdì alle quattro, considerate poi che ho un'ora di pullman! XD

Ma non mi lamento, visto che abbiamo un compagno nuovo.... *sorrisino malefico*

 

Penultimo capitolo, gente! Ancora uno e poi arrivederci! Come farò senza di voi? :C

 

Allora un bacione a tutti, vado a studiare... Che? La massa volumica? E che roba è?! Mah...

 

Bacioni dalla vostra neko rompina :)

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Capitolo 29
*** Capitolo 29 ***


 

 

*angolo felino 1*

 

 

Questo capitolo lo ho scritto ascoltando una delle versioni di “Just a dream”.

Per comodità, se volete ascoltarla vi metto qui il link: https://www.youtube.com/watch?feature=player_detailpage&v=lsj_3c8mA3M

 

Buona lettura! XD

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ci sono, più o meno.

 

Un colpo di tosse che non riesco a controllare mi costringe ad aprire gli occhi.

 

È completamente buio, ma riesco comunque a percepire dei fili fastidiosi impiantati nel braccio.

 

Mi strappo via i vari cavetti e mi alzo dal letto scomodo, raggiungendo un filo di luce che trafila da dietro una tenda, che tiro senza troppe cerimonie.

 

Il sole illumina appieno la camera in cui mi trovo, che è indubbiamente quella di un ospedale.

 

Mi guardo attorno.

 

Un dubbio orribile comincia a farmi male, mentre la porta si apre all'improvviso.

 

È un'infermiera, che mi guarda attonita.

 

«È impossibile! Dottore, si è svegliata!»

 

Corre fuori, ed io mi porto un dito all'orecchio.

 

Nessun apparecchio elettronico in grado di tramutare l'americano nella mia lingua.

 

Il magone comincia a possedermi, e la mia mano scivola fino al collo.

 

Nessuna collana.

 

La porta si riapre con forza, facendo arrivare un uomo vestito di bianco con dietro l'infermiera di prima.

 

«Stai tranquilla. Abbiamo già avvisato la tua mamma, sarà qui a momenti! Ora risiediti sul lettino per favore.»

 

Le mie gambe cominciano a strisciare, mentre le lacrime scendono copiose ed inarrestabili.

 

«Fidati, andrà tutto bene.»

«Siamo in Italia?»

 

I due adulti si scambiano uno sguardo preoccupato, mentre la donna sfodera un sorriso falso e mi guarda impietosita.

 

«Certo che sì, piccolina!»

 

Mi sento morire.

 

Mi abbandono sul letto e ricomincio a piangere, ignorando le frasi che mi girano attorno.

 

Ho solo un'immagine in testa, e fa male.

 

Perché sarà una cosa che rivedrò mai più.

 

Tutta la famiglia Hamato, April, Casey... Niente.

 

Solo aria ed immaginazione.

 

Un sogno ben riuscito.

 

La mia mente si sofferma su due splendidi occhi verdi, ed a quel punto mi sento come uno specchio infranto.

 

Credo che la mia vita ora sarà diversa.

 

Si, purtroppo, molto diversa da prima.

 

 

 

 

 

 

 

 

*angolo felino 2*

 

 

Ed eccoci alla fine!!!

 

Allora, ringrazio tutti quanti con il cuore.

 

Senza di voi, penso che questa storia sarebbe rimasta incompiuta in un angolo del mio computer, sola soletta.

 

Quindi, un grazie sentito a tutte voi, siete tante sorelline! Facciamo un appello? Ma si, perché no?

 

Tutte, ma proprio tutte! Dal capitolo uno in poi!

 

 

LisaBelle99, Cartoonkeeper8, NightWatcher96, LaraPink777, Ser Barbs, DarkViolet92, Uccello del Tuono, Mary Kilary the Hedgehog, Tigre Rossa, Zalia_tmnt, Leostory, Luna865, Mizuriko, Aiko Hamato, Esme123, I LOVE RAPH, e ultima ma non ultima, Charliex Hamato!

 

Ci siete tutte? Ah no, dimenticavo il maschietto! ^^ LaLaLav, alias Simone XD

 

Ma quanti siete? *si commuove*

 

 

 

Un grazie a tutti, detto col cuore!!!!!

Sia a chi ha recensito, chi mi ha messa tra i preferiti, o chi mi ha semplicemente letta!

 

GRAZIE! :D

 

 

Un piccolo ps: sono al capitolo 8 del sequel, che molto probabilmente si intitolerà “Stronger” :)

 

Bacioni! :*

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