Eucrasia di graciousghost (/viewuser.php?uid=655068)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** #0. Intro ***
Capitolo 2: *** #1. Melancholia ***
Capitolo 3: *** #2. Hypocrisis ***
Capitolo 4: *** #3. Moderatio ***
Capitolo 5: *** #4. Hysteria ***
Capitolo 1 *** #0. Intro ***
#0. Intro
All'amore non chiediamo di essere sempre felice, né giusto, né fedele.
La banalità non ci è mai appartenuta.
Non desideriamo l'eternità l'uno accanto all'altro, ci accontentiamo di brevi istanti di condivisione. Viviamo di attimi, ci rifugiamo nei ricordi e ci basta così.
Sapere che ogni cosa - un bacio, una storia - durerà un secondo, ci annienta d'un dolce tormento.
Per noi non c'è futuro, ma siamo umani e come tali vogliamo comportarci; godere d'uno sguardo – annegarci dentro – ci sembra appagante, sufficiente.
Non aneliamo all'infinito; è una parola troppo immensa e ci fa paura.
Chiediamo di essere unici, per il tempo per cui saremo destinati a essere.
«Quanto può sanguinare un cuore?»
«Fin quando non ci sarà più nulla per cui sanguinare».
«Fin quando non ci sarai più tu, allora».
All'amore non chiediamo di essere sempre felice, né giusto, né fedele.
All'amore chiediamo di completarci – trovare la simmetria perfetta al nostro animo.
Soffrire non ci spaventa; è essere soli ciò che davvero ci terrorizza.
Quello che tutti desideriamo, in fin dei conti, è equilibrio.
Tra i dondolii dei nostri umori, tra le oscillazioni dei nostri sentimenti.
«Credi che ci sia un motivo per cui continuiamo a stare insieme?»
«Non c'è mai stato».
[DoubleDrabble; 200 parole]
~Eucrasia
* * *
Note Autrice:
Questa storia nasce un po' per caso, per due motivi: una richiesta di una cara lettrice che mi sono sentita di "accontentare" e un avvenimento recente della mia vita di cui ho avvertito la necessità di scrivere.
Per spiegare meglio la scelta del titolo, cito da Wikipedia: Eucrasia (in greco "buona mescolanza"), in medicina antica greca, secondo la teoria umorale di Ippocrate e quindi di Galeno, indicava una giusta, armoniosa ed equilibrata mescolanza delle sostanze umorali del corpo umano, per un buon stato di salute. Galeno, in particolare, suppose un modello di struttura di elementi, caratteristiche, umori, organi e temperamenti, che verrà poi ripreso dalla psicologia. Secondo questo modello, una qualsiasi malattia insorgerebbe come sproporzione (detta discrasia, e che oggi ha assunto un significato medico completamente diverso) tra i quattro fluidi corporei, detti umori: flegma, sangue, bile gialla e bile nera
Come potete immaginare, ogni Drabble sarà incentrata su uno dei quattro umori e a dare voce ai "capitoli" si alterneraranno Hashirama e Madara.
Coming soon: Melancholia; Hashirama; bile nera.
Non mi sono mai messa in gioco così nel profondo e, mai come prima d'ora, spero di riuscire almeno a sfiorare il vostro animo.
Ayumu
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Capitolo 2 *** #1. Melancholia ***
Dal vetro opaco, guardi la tua immagine scolpita nella pietra; ti piacerebbe essere quell'uomo di roccia.
E pensi, sarebbe bello essere terra, immuni ai moti del cuore.
Passano gli anni e quel volto rimane identico a se stesso, non mostra i segni del tempo: le rughe non trovano eco nella tua effigie marmorea.
Passano gli anni e questo volto sfoggia ancora l'impronta del suo fuoco sulla corteccia; scorgi l'increspatura del legno ruvido che soccombe alla potenza della fiamma – siete voi che un tempo combaciavate.
Ciò che era – pietra – non può tornare ad essere – pelle.
Ecco, è questo che chiami malinconia.
[100 parole]
Sarebbe bello essere terra.
Sarebbe bello restare come siamo ora, per sempre.
#1.Melancholia
«Andiamo, Madara! Non dirmi che hai paura!»
«Io non ho paura!»
Il suono della tua risata si confonde tra il fuscio delle foglie che sollevate correndo.
È un rumore cristallino – puro – che sembra sia stato creato per amalgamarsi al suo borbottio sommesso; ti segue a pochi metri di distanza, non sa lasciarti solo.
«Mi dici che problema c'è?»
Ti fermi all'improvviso, dilaniato dall'incertezza; d'un tratto il tuo volto sereno – da bambino - si cruccia, lasci un piede sospeso a mezz'aria, sei in bilico nella luce rosata dell'alba.
«Sai che non possiamo», la sua voce da adulto ti riporta a una realtà che non puoi accettare.
Sbuffi, mentre ti avvicini al tuo migliore amico, possibile che lui sia così cieco da non vedere quello che siete?
A Madara non fa piacere quell'invasione del suo spazio privato; solleva un sopracciglio, perplesso, e indietreggia di qualche passo, soppesandoti con lo sguardo.
Ma non può sfuggire alla tua irruenza; gli posi una mano sulla guancia – la sua pelle scotta, sotto le tue dita.
«A me non sembra poi così sbagliato».
La pioggia batte ancora sui vetri, la superficie riflettente ti restituisce
un'immagine sbiadita, non ti riconosci in quei lineamenti nostalgici.
Sei l'uomo di pietra o quello di carne?
Ricordare ti annienta.
«Neanche a me».
[DoubleDrabble; 210 parole]
***
Note Autrice:
Mi scuso per il ritardo ignobile - passerò a rispondere alle vostre meravigliose recensioni il prima possibile, giuro - ma la connessione wifi non è stata dalla mia parte, ahimè.
La raccolta è ufficialmente cominciata: ecco qui un Hashirama nostalgico che ripensa a un piccolo momento (chiaro What If) che ha ritratto lui e Madara insieme, da bambini, scappati per un miracolo alla stretta sorveglianza dei genitori, magari.
Tanto per esplicitare ancora un po': spero sia chiaro che la prima scena raffigura Hashirama alla finestra, mentre contempla il suo volto scolpito nel monte degli Hokage. L'intera riflessione della Drabble parte appunto dal contrasto tra la pietra e la carne, purtroppo succube dei ricordi.
Mi auguro che vi sia piaciuta :)
Coming soon: Hypocrisis; Madara; sangue.
A presto,
Ayumu
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Capitolo 3 *** #2. Hypocrisis ***
Che
sensazione paradossale, per uno come te, non sentire più il
proprio
corpo, non è vero?
Distendi
le dita – ci provi - ma la tua
volontà non è sufficiente
a eseguire il gesto.
Riesci
a vedere la tua disfatta? Lo sai che di te rimangono solo macerie?
E'
stato il tuo delirio di onnipotenza a renderti cieco?
Ogni
respiro è affannoso, persino restare in vita ti costa fatica.
Ma tu
sei Madara Uchiha, sussurri il
tuo nome e lo disperdi
nel vento; sembra vuoto, privo del suo contrappeso ancestrale.
Neanche
la tua identità ti sembra più davvero tua; lui ti
ha rubato a te
stesso.
[105
parole]
Sei
solo un nome che vibra nell'aria.
Vana
ipocrisia che non vuole cedere.
#2.
Hypocrisis
Non
vorresti inabissarti nel ricordo, non ora che lui ti ha sconfitto
–
ora che si è dimostrato migliore di te,
per l'ennesima volta.
Ma in
quella grotta ghiacciata i pensieri rimbombano: scivolano dalle
pareti insieme alle piccole perle d'acqua e riempiono la tua
solitudine.
Oh, ma
non mentire.
Non
negare il caldo conforto di cui hai bisogno – adesso, come
allora.
Non ti
sei stancato delle tue bugie?
Ammettilo,
Madara.
«Ammettilo,
Madara».
Quella
discussione era nata quasi per scherzo, ma aveva fatto in fretta a
sfociare in un combattimento senza esclusione di colpi –
tutti al
cuore, ovviamente.
Hashirama
spillava ogni goccia del suo essere, e tu? Cosa ti impediva di
donarti a un altro essere umano?
«Non
fare la femminuccia, Hashirama. Non ho nulla da dire».
La tua
stilettata feriva più di una katana affilata.
«Ti
ho appena detto che sono innamorato di te ed è questa la tua
risposta?»
Vedevi
quanto fosse profondo lo squarcio che gli avevi causato?
«Oh,
andiamo. E' stato solo sesso, un bel
sesso. Ma si ferma lì».
«L'aria
di cui gonfi il tuo ego si svuoterà, prima o poi, e di te
non
rimarrà più nulla».
Nella
desolazione in cui sei crollato, troverai il coraggio di essere
sincero?
Ti
amo, bisbigli.
Suona
come una resa.
[DoubleDrabble;
210 parole]
***
Note Autrice:
Per questa
drabble ho poche cose da dire: si è aperta come la
precedente, con un Madara (post-battaglia alla Valle dell'Epilogo) che
ricorda un momento passato insieme ad Hashirama. Ho voluto ipotizzare
la scena del fatidico "Ti amo" che il Primo non ha timore di dedicare
all'Uchiha, ma che non si sente ripetere.
Madara non sa esprimere a parole la parte più intima di
sé, ma quando è ormai ridotto a nulla -
come gli aveva profetizzato Hahirama - riesce ad abbracciare il suo io
e a convivere con i suoi sentimenti, ma è ormai troppo tardi: questa volta
l'Uchiha si è lasciato sconfiggere dalla sua
emotività, nascosta sapientemente per anni.
Coming soon: Moderatio;
Hashirama; flemma.
A presto,
Ayumu
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Capitolo 4 *** #3. Moderatio ***
«Ti
manca, non è così?»
La pila di scartoffie
che ti ostini a riordinare appare meno temibile dello sguardo severo
dell'uomo che, impietoso, ti scruta.
Perché
Tobirama aveva voluto condividere l'empio fardello del tradimento?
Le sue mani salde
cercano di afferrare le tue, sfuggenti - non possono salvarti.
«A cosa ti stai riferendo?»
Sei spaventato dal tono di voce che assumi - non una singola inflessione colora le tue parole asettiche.
«La tua pacatezza è
pura menzogna».
Essere un Senju adesso
ti pesa; non vuoi più sottrarti agli eccessi fingendo moderazione.
Ma l'unico eccesso che
ti concedevi - lui
- è svanito - è
morto.
[105 parole]
Non sei un Dio,
sull'acqua non puoi
camminare.
Affoghi.
#3. Moderatio
«A cosa ti stai riferendo,
Madara?»
«Lei ti manca, in un
modo che non riesco a concepire, ma so che è così».
«Ti sbagli», ribatti fermo, prendendo il
suo volto tra le mani per costringerlo a guardarti. «Non ne sento più
l'esigenza», giuri.
Madara si scioglie in
una cinica risata, liberandosi dalla tua stretta - d'un tratto ti trovi
a stringere nient'altro che aria.
«Non recitare anche con me». Madara addita il vostro talamo
improvvisato, opportunamente nascosto nell'antro in cui un tempo vi
rifugiavate. La vostra infanzia è profanata dal peccato - adultero.
«A te tutto questo non potrebbe
mai bastare».
[100 parole]
Uomo di legno,
la tua anima
è persa
senza di lei.
Uomo di legno,
la tua anima
è vuota
senza di lui.
Uomo,
il legno non
può più proteggerti.
***
Note
Autrice:
Il mio
è un ritardo assurdo, me ne rendo conto. Spero solo che non
vi siate dimenticati di questa Raccolta e che l'attesa sia stata
ripagata - ma ne dubito xD
Qui si parla
di mancanze, di maschere che crollano, di Hashirama che è
pacato come un corso d'acqua, ma che dentro muore, dentro è vuoto.
Ho voluto
inserire - seppur non da protagonisti - due persone importanti per il
Primo, Tobirama e Mito. Non mi andava giù l'idea di
tagliarli completamente fuori dalla storia, ecco.
Il prossimo
capitolo sarà perfettamente speculare a questo e
sarà il conclusivo.
Coming soon: Hysteria; Madara; bile gialla.
Vi saluto con
affetto,
Ayumu
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Capitolo 5 *** #4. Hysteria ***
I passi del
giovane Uchiha riecheggiano inquieti nel nascondiglio che condividete;
la sua furia ha un nome preciso - Kakashi.
Obito continua a sibilare quelle sillabe, a denti stretti e con i pugni
chiusi.
A volte, più spesso di quanto non vorrebbe, a quel nome
nefasto ne affianca un altro - Rin.
Rin: gli squarcia le labbra, gli mozza il respiro.
Sei silenzioso; proprio non vorresi paragonare il tuo dolore che pare
centenario a quell'infatuazione tanto puerile.
Basta poco a scatenare le tue fiamme: l'ennesimo sussurro, quello di
troppo, e Obito assaggerà la tua isteria.
[95 parole]
Un tempo ardevi, Uchiha.
Ma il fuoco s'è spento, rimangono le braci.
#4.
Hysteria
«Cosi
ci trovi da ridere, Senju?»
Hashirama
mascherò un principio di risata con un colpo di tosse,
tentando di ricomporsi. «È solo, sai... la tua
faccia. Quando ti arrabbi».
«E che diavolo vorrebbe dire?»
I
bambini che Madara stava rimproverando, perché troppo
rumorosi a quell'ora della sera, approfittarono del momento di
distrazione del loro carnefice per darsela a gambe. L'Uchiha non parve
nemmeno accorgersene.
«T'incupisci così tanto per una cosa da niente».
«Quei mocciosi avrebbero potuto far del male a qualcuno».
«Non dirmi che ti preoccupavi dell'incolumità
degli anziani di Konoha! Non sarà che li trovavi,
semplicemente, fastidiosi?»,
suggerì Hashirama, incapace di mantenersi serio.
«Di certo trovo te incredibilmente fastidioso».
[110
parole]
* * *
Vorresti prendertela con Obito
- sentirti vivo, nell'unico modo che conosci -, ma quel ricordo tanto
vivido ti trattiene. Ti pare quasi di sentire la risata appena
accennata di Hashirama - te la prendi per niente -, riecheggiare come
un'eco lontana e filtrare tra l'umidità delle pareti.
La tua isteria si
placa, il bruciore che hai nel petto s'acquieta.
Uomo delle fiamme,
anche il tuo di dolore ha un
nome.
Uomo delle fiamme,
nel rosso che ti cola dal
petto non riconosci il volto dell'amico di sempre?
Uomo delle fiamme,
spegniti,
muori,
con lui.
«Solo
fino alla prossima volta, Hashirama».
[100
parole]
***
Note Autrice:
Non mi aspettavo che ci avrei
messo tanto, onestamente. Questa conclusione giaceva impolverata tra i
documenti del pc da tantissimo tempo, ma non mi pareva sufficientemente
degna a
chiudere la raccolta. Credo di non aver mai voluto porre la parola fine a questa storia, scriverla
è stata
una sfida e portarla a termine m’è parso
difficilissimo. In parte credo sia dovuto
al fatto che la situazione personale che mi ha spinto a scriverla
s’è
modificata nel corso dei mesi, dunque ho avvertito una sorta di
distacco
emotivo da questa storia. Solo per un po’. Ma, in
realtà, ho provato a parlare
di sentimenti universali che possano arrivare a toccare un
po’ tutti; non credo
di esserci riuscita fino in fondo, ma va beh. Ci ho provato. Non
vorrei dire nulla per
appesantire ulteriormente questo capitolo; scrivetemi pure le vostre
suggestioni e sarò lieta di parlarne con voi.
Spero non vi siate dimenticati di
questa raccolta, nonostante i millenni che mi ci sono voluti per
scriverla.
Spero che la conclusione vi sia parsa quella giusta,
anche se, in effetti, sono la prima a dubitarne.
Spero di ritrovarvi, da qualche altra parte,
perché le vostre parole di stima mi hanno fatto bene al
cuore, sul serio.
Con affetto,
Ayumu
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