Träumerei

di HayatoGokkun
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Edward ***
Capitolo 2: *** Sogni. ***



Capitolo 1
*** Edward ***


Miranda lasciò cadere la sua testa all'indietro, appoggiandosi allo schienale della sedia in plastica bianca, che emise un suono simile ad un lamento in risposta al gesto improvviso della ragazza.
La sedicenne sospirò, guardando il soffitto azzurrognolo della sua stanza, tamburellò con due dita sulla plastica della sedia, mentre i suoi occhi passarono velocemente dal soffitto al lampadario spento. Si raddrizzò sulla sedia, volgendo lo sguardo alla porta chiusa, completamente coperta di poster e disegni che le spediva per posta la sua amica Samantha.

Samantha era la penfriend di Miranda.
Quest'ultima era sempre stata portata per le lingue, motivo per cui, i suoi insegnanti, la avevano inserita in una sorta di gemellaggio con una scuola Statunitense. L'avrebbero messa in contatto con una studentessa di lì e le due si sarebbero scambiate delle lettere.
All'inizio, Miranda non era particolarmente entusiasta di parlare casualmente con una persona straniera, senza alcuno scopo e senza avere qualcosa in comune con quella persona.
Poi, però, scoprì di avere molte cose in comune con la ragazza.
A quanto pare, entrambe avevano un grande amore per tutto quello che era orientale.
A partire dalla cucina, fino ad arrivare agli anime, passando per la musica.
Sostanzialmente, l'unica differenza tra Miranda e Samantha era che la Statunitense sapeva disegnare.
Samantha aveva sempre un motivo per sorridere, i suoi grandi occhi verdi mettevano allegria sin dal primo sguardo e le sue lentiggini sembravano poste sulle guance al solo scopo di renderla più simpatica a chi la guardasse. Il suo viso, inoltre, era perennemente circondato da delle disordinatissime ciocche ricce di un rosso acceso e vivace, come la sua personalità.
Miranda non era solo la sua penfriend, era la sua più cara amica, la sua Mandy.
Lei, invece, era l'esatto contrario di Samantha, non parlava molto, sorrideva solo quando era strettamente necessario, ad una prima indagine poteva sembrare fredda ma, se si fosse indagato di più, sarebbe venuta fuori una ragazza meravigliosa, piena di qualità.
Ma, soprattutto, dimostrava affetto ad una sola persona: Sam.

Il suono del campanello strappò Miranda alle sue distrazioni, riportandola alla realtà.
Si alzò con riluttanza dalla piccola sedia in plastica e camminò lentamente fino all'ingresso, dove era posta una grande porta di legno, dipinta in bianco.
La ragazza sbuffò, sciogliendo la coda di cavallo che teneva legati i suoi capelli, lasciandoli cadere sulle spalle, poi aprì la porta.
Quelli che vide furono un paio di smeraldi, incorniciati da una massa di capelli di un rosso vivo. Sul viso dell'ospite, splendeva il più bel sorriso che Miranda avesse mai avuto la gioia di vedere.

"Mandy!"

Samantha spalancò le braccia in direzione della sua cara amica, la quale si lanciò fra esse senza esitazione.

"Sam, finalmente!"

Era raro vedere Miranda così felice. Sua madre, che adesso stava in piedi dietro di lei, con le braccia incrociate ed un grosso sorriso dipinto sul volto, lo sapeva bene.
Samantha era l'unica in grado di far sorridere sua figlia, si poteva persino osare dire che fosse la sua prima vera amica.
La donna si avvicinò verso le due sedicenni, porgendo una mano in direzione della rossa, che la strinse, accompagnando il gesto con uno dei suoi meravigiosi sorrisi.

Samantha sistemò i suoi bagagli in un angolo della camera di Miranda, in cui era stata posta una brandina, su cui Sam avrebbe dormito per la durata delle vacanze di Natale.
Era la prima volta che le due si vedevano di persona, erano così eccitate da riuscire a malapena a trattenere tutte quelle emozioni.
Si sedettero sul letto di Miranda e rimasero in silenzio per un po'.
Miliardi di pensieri attraversarono la mente della mora. Preoccupazioni, desideri, ricordi delle lettere più belle ricevute dalla rossa. Voleva abbracciarla e dirle quanto fosse felice di poterla finalmente vedere di persona, quanto ansiosamente avesse aspettato quel momento, ma appena aprì la bocca, tutto quello che ne uscì fu un leggerissimo gemito, quasi impercettibile, come il lamento di un animale selvatico che si sente in pericolo di vita.
Samantha scoppiò in una fragorosa risata, rompendo il silenzio quasi imbarazzante che era calato in quella stanza.
Miranda sorrise lievemente, volgendo uno sguardo quasi timido verso la sua amica.
Un po' la invidiava. Quanto avrebbe voluto essere come lei, essere capace di sorridere in qualunque momento, portando il sorriso anche sul volto degli altri.

"Ah!"

Ancora una volta, fu Samantha a spezzare il silenzio.

"Stavo per dimenticarlo. Guarda un po' cosa ti ha portato la tua cara Sammie!"

Dicendo ciò, la rossa porse un disegno all'amica.
Raffigurava un uomo sui vent'anni, i lunghi capelli biondi raccolti in una treccia, a cui sfuggiva qualche ciocca dorata qua e là, i grandi occhi verdi ricordavano vagamente quelli di Sam, indossava un gilet color champagne, un paio di pantaloni dello stesso colore e una camicia di un bianco limpido.

"Ed!"

Edward era un personaggio che Samantha e Miranda avevano creato insieme e quest'ultima ne era particolarmente legata, aveva persino insistito per renderlo più simile possibile alla sua cara Sam, per avere sempre un po' di lei con se. Guardandosi intorno, in quella stanza, si potevano vedere disegni di quell'uomo posti sulla scrivania, attaccati dietro alla porta, sul muro, anche incorniciati e posti sul comodino.

Miranda prese il disegno dalle mani dell'amica, ringraziandola con uno di quei suoi rarissimi sorrisi.

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Capitolo 2
*** Sogni. ***


Caro Diario,
Giuro che se anche solo un'altra persona mi dice
"Certo che sei proprio seria! Cioè, non sorridi mai!"
Sbotto e le rispondo male. Molto male.
E l'ho fatto, oh, se l'ho fatto.
Le ho urlato in faccia "Certo, brutta zoccola, è colpa tua!".
Okay, probabilmente adesso sarò etichettata come strega per il resto della mia carriera scolastica, ma ho le mie ragioni, okay? Lo giuro.
Che poi, voglio dire, come puoi anche solo avvicinarti al pensiero che io possa sorridere avendo te come compagna di banco. Tu, che starnazzi come un'oca, sbavando dietro ai classici funghetti alla moda, coi capelli e i vestiti finocchiati che, Dio mio, mi viene la nausea. Mi manca quasi il buon vecchio "L'uomo deve puzzare".
Anche ammetttendo che io possa nutrire un filo di interesse nel funghetto in questione, tu, cara mia, me lo faresti perdere tutto subito, con i tuoi sospironi da grande amore.
Menomale che domani è l'ultimo giorno di scuola.
Sam dice che poi mi mancherà, ma io ne dubito. Fortemente.
Va beh. Domani, comunque, andiamo al luna park. Ci sono i fuochi d'artificio. Non so esattamente per cosa si dovrebbero fare i fuochi d'artificio il ventidue dicembre, ma non importa, visto che, di solito, hanno i colori degli STARISH.
E c'è Sammie.
Quindi va bene
.

Quella notte, nel cielo, miliardi di piccole stelle splendevano davanti agli occhi di Samantha e Miranda. Le facevano sentire piccole, insignificanti, nient'altro che due minuscole formiche in un universo infinitamente grande.
Nessuna delle due poteva splendere come una di quelle stelle, in alcun modo.
La forza e la bellezza di quegli astri così lontani, eppure così vicini, aveva avvolto le due adolescenti in un vortice di emozioni, che non davano cenno di volersi fermare.
L'erba fredda del prato immenso che aveva accolto i loro corpi, ora stesi e immobili, rivolti al firmamento, sembrava aver accettato la loro presenza come parte di sé, assumendo, solo per loro, la forma più confortevole, quasi per abbracciarle, con il suo manto umido.

Samantha rotolò su un fianco, finendo per posare il suo sguardo sul profilo perfetto dell'amica, che fissava le stelle con insistenza, quasi stesse cercando disperatamente qualcosa.
Si avvicinò a lei, posandole il mento su una spalla.

"Mandy"

Disse la rossa, con l'allegria di una a cui è appena morto il cane.

"Se potessi avverare un desiderio, solo uno, quale sarebbe?"

Miranda tacque per un po'. Poi si mise a sedere, con le gambe incrociate. Alzò il mento, tornando a guardare il cielo.

"Vorrei smettere di fare figure del cavolo."

Disse, in tono inquietantemente serio.

"Scherzi, spero."

"Assolutamente no. Ora ti racconto una cosa. Era primavera, camminavo con l'unica che mi va a genio di classe mia, per le stradine di questo buco di città. Ad un certo punto indico un albero e urlo 'I ciliegi sono in fiore!'"

"E quindi?"

"Eh, avevo indicato un albero di mimose."

Samantha la fissò per un po', silenziosa. Poi, però, scoppiò a ridere.

"E in quell'esatto momento è passato anche un gruppo di una quindicina di persone, che conosco tutte. Mio Dio."

"Dai, sul serio, un desiderio. Uno solo."

"Vorrei la menopausa."

"Miranda!"

La rimproverò Sam, ridendo. Poi si mise a sedere anche lei.

"Okay, okay, un desiderio? Uhm... Penso che sarebbe fighissimo se Edward fosse una persona reale. Sai, in carne ed ossa. E capelli, ovvio. Non riesco ad immaginarmelo calvo."

Samantha sorrise leggermente, appoggiando la testa su una spalla della sua amica.

"E tu? Cosa vorresti?"

Chiese, questa volta, Miranda.

"Io vorrei solo che tutti i desideri della mia Mandy diventino realtà."

Fu la risposta della rossa, pronunciata quasi come una promessa solenne.

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