Il segreto della “studentessa più brillante della sua età”

di chialovegood
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'Inizio dell'incubo ***
Capitolo 2: *** Il segreto svelato ***
Capitolo 3: *** Parole non dette ***
Capitolo 4: *** Teach me how to love you ***
Capitolo 5: *** I'm by your side. ***
Capitolo 6: *** Forever is a long time ***
Capitolo 7: *** Nothing is impossible ***
Capitolo 8: *** Angeli e Diavoli ***
Capitolo 9: *** Winter in Love ***
Capitolo 10: *** Happy New Year’s Eve ***
Capitolo 11: *** . Tutti hanno bisogno di una seconda chance ***
Capitolo 12: *** Happy Ending ***



Capitolo 1
*** L'Inizio dell'incubo ***


Ero in ritardo. Il treno stava per partire.- quest’anno lo perdo veramente – continuavo a ripetermi. Salii in qualche modo mentre lanciavo la mia valigia all’addetto bagagli e cercavo di farmi spazio tra i genitori dei ragazzi del primo anno. Le porte si chiusero subito dopo di me. Mi guardai intorno stranita. --Eh si Granger,sei salita sulla carrozza dei serpeverde per bene.—Mi maledii per essere stata così ingenua. Cercai di passare inosservata da una carrozza all’altra quando sentii gridare alle spalle il mio nome. “Hei Hermione! Ancora con quel cespuglio al posto dei capelli? Cara mia madre dice che per te non ci sarà nulla da fare… Inutile dire quanto tu sia diventata grassa. Dubito che i ragazzi apprezzino solo l’intelligenza in una come te.”.Clarabella Scorn,senza ombra di dubbio. Generazione di serpeverde altolocati. Quella voce stridula fece zittire tutti. Come pensavo scoppiò la risata generale. Tirai un sospiro profondo. Pensai di schiantarla, ma mi resi conto che non valeva la pena complicarsi il rendimento scolastico per quella lì. Uscii dalla carrozza e cercai la cabina di Ron e Harry. Non ci misi molto. Incontrai Fred e George che pianificavano l’ennesimo scherzo per il primo giorno di scuola. Appena entrata in cabina Ginny mi saltò addosso come se non mi vedesse da secoli.
 “Hermione!!” gridò. I ragazzi scoppiarono a ridere.
“Pensavo che ti fosse successo qualcosa,che non volessi venire più a scuola a causa di mio fratello! Ron che diavolo hai fatto? Ti rompo il naso se ha fatto ritardo a causa tua. Herm ti ha fatto qualcosa? Eh?Dimmelo che lo uccido!”. Sembrava un disco rotto. Scoppiai a ridere anche io.
“ Ginny calmati non mi è semplicemente suonata la sveglia e mio padre non voleva svegliarmi vedendomi dormire così bene. Comunque. Buongiorno Harry”
“ ‘Giorno Herm.” Disse sbadigliando, Guardai Ron che aveva ancora gli occhi assonnati.
“Buongiorno Ronald” lo baciai sulla fronte e gli sedetti accanto. Mi sorrise e ricambiò il bacio.
Ginny stava accoccolata tra le braccia di Harry e iniziammo a parlare di come avevamo passato questi mesi dopo gli scontri. Harry si era trasferito definitivamente dai Weasley. Io e Ron avevamo passato due settimane tra le campagne toscane. Mi disse di voler passare del tempo insieme fuori dal mondo magico e non c’era niente di più romantico della Toscana. Ginny e Harry avevano passato la loro estate con i gemelli nel loro negozio, ed avevano passato alcuni giorni a Londra per un po’ di “terapia shopping” come diceva l’amica. Scoprii che Fred e George avevano deciso di dedicare del tempo alla scuola ma anche al negozio sotto consenso della professoressa McGranitt(o meglio la preside McGranitt).
Quando arrivammo a scuola Ron mi svegliò con un bacio a stampo dopo che mi ero comodamente appisolata sulla sua spalla. Sentii le mie guance arrossire e Ron mi sorrise. Abbassai la testa ma lui me la ritirò su guardandomi negli occhi. Mi baciò ancora, un bacio dolce ma passionale. Guardammo l’ora,non tardi, TARDISSIMO. Mi prese la mano e iniziammo a correre verso la sala grande. Riuscimmo a raggiungere Harry e Ginny al tavolo. Mentre camminavo di fianco a Ron mi sentii osservata. Mi voltai. Clarabella Scorn cercava di imitarmi generando la risata nel tavolo dei serpeverde. Mi strinsi nelle spalle. Volevo sparire. Ron non si accorse di nulla, ma c’era una persona che aveva notato tutto. La professoressa McGranitt salutò tutti gli studenti con il suo discorso di benvenuto, furono assegnate le case ai nuovi arrivati. Cenammo nella nuova,splendida sala grande. Non è cambiato nulla da allora
 
ANGOLO AUTRICE:
ciao a tutti!! ok,questo è il primo capitolo. come scrittrice non sono granchè però mi è venuta l'ispirazione e ho voluto mettermi alla prova. spero vi piaccia. credo di aggiungere un capitolo ogni duetre settimane(sempre che non mi venga il blocco dello scrittore). ripeto che non sono una scrittrice provetta. mi piace solo inventare storie basandomi su ciò che provo e vedo nella realtà di oggi. è anche un modo per far pensare. ovviamente non è lunghissimo come primo capitolo. è solo per darvi una prima idea su com'è la situazione.

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Capitolo 2
*** Il segreto svelato ***


La mattina dopo l’inizio delle lezioni Clarabella era accerchiata da un gruppo di ragazzi della sua stessa casa. Sembrava una di quelle dee greche che si vedono raffigurate nei quadri babbani. Aveva i capelli di un biondo che rifletteva i raggi del sole e due occhi  castani. Un corpo da urlo, i vestiti le cadevano a pennello e sembrava non avesse neanche un difetto. Non c’era ragazzo a scuola che non le facesse il filo. E ovviamente lei non faceva che farlo notare a tutta Hogwarts accompagnata dalla  cerchia di schiavette che le ronzavano intorno facendola sembrare una diva del cinema. Credo che mai nessuno avrebbe avuto la malsana idea di mettersi contro di lei, a meno che non volesse passare il resto dei suoi giorni torturato da quella sottospecie di Bellatrix Lestrange versione bionda.
Hermione un po’ la invidiava. --Chi non avrebbe voluto avere una vita come la sua?--,si diceva in quella testa tanto intelligente quanto bella.
 
 
E’ passata più di una settimana dall’inizio delle lezioni e per mia sfortuna sono in classe con Clarabella per le ore di pozioni,difesa contro le arti oscure,astronomia,erbologia e trasfigurazione. Sinceramente non sprizzavo gioia da tutti i pori,non mi andava di passare un anno scolastico con una serpeverde senza cervello come quella. Alla sera mi ritrovai a parlare in camera con Ginny.
“Hey rouge come stanno andando le lezioni?”
“Herm non me ne parlare! Sono indietro in storia della magia. Che poi siamo noi ad aver scritto la storia nell’ultimo decennio del mondo magico!”
Scoppiammo  a ridere entrambe.
“Herm mi chiedo come fai ad essere così bella e intelligente allo stesso tempo!”. Abbassai lo sguardo.
“Bella per niente. Intelligente a volte”. Sospirai,forse troppo forte. La rossa si avvicinò e mi guardò con occhi seri. “Hermione sei sicura che vada tutto bene?”
“Certo”,risposi sorridendo. Quanto odio mentire a Ginny.
“Se devi dirmi qualcosa dimmela. La tua migliore amica è qui per ascoltarti e a prendere a calci nel sedere qualcuno se proprio devo!”
“Grazie Ginny,ora dormiamo altrimenti non mi sveglierò in tempo per la lezione di Aritmanzia”
“ARITMANZIA?!? Con quell’antipatica della Vector? Mi sorprendi sempre Granger”
“Buonanotte Ginny” dissi stiracchiandomi sotto il piumone.
“Buonanotte splendore”,rispose. Dopo due minuti la piccola rossa stava già volando nel mondo dei sogni.
--SPLENDORE—
Quella parola mi risuonò in testa fino alla mattina seguente.
Come tutte le ultime due mattine mi ritrovai a correre per i corridoi per non fare ritardo per la mia lezione di aritmanzia. I corridoi erano quasi deserti se non per qualche fantasma che gironzolava qua e là.  Girai l’angolo per arrivare all’ala destra del castello dove mi aspettava la strigliata della Vector per l’ennesimo ritardo nella sua ora. Qualcosa mi urtò poco dolcemente. In due secondi mi ritrovai con il sedere per terra e gli appunti svolazzare per il corridoi. “Accio libri!” urlai. Feci solo in tempo a raccogliere i miei fogli, vedere una chioma rossa rialzarsi e farfugliare “scusa” in qualche modo.
Come ovvio mi beccai la ramanzina dalla professoressa e vidi togliere 10 punti alla mia casa per il modo “poco rispettoso” con cui entrai in classe.
A pranzo mi sedetti con Ginny sotto un ciliegio. Vedemmo passare Ron ed Harry che scommettevano su quante burrobirre riuscivano a bere prima di collassare a terra.
“Harryyyyyyy!” urlò Ginny da sotto l’albero. Subito le urlai contro. “Sei pazza? Ti avranno sentito fino a Londra!”.  Mi misi a ridere. “Capita!” rispose lei,come se mettersi a urlare come una scimmia urlatrice fosse la cosa più naturale del mondo. I ragazzi ci raggiunsero.
“Hey Ginny che ne dici di andare a prenderci qualcosa da bere?” disse Harry facendo alzare la sua ragazza che se ne stava bellamente sdraiata a leggere una rivista.
“E’ un problema  se vado Herm?” mi chiese Ginny.
“Tranquilla va pure”, Ron le fece intendere che voleva stare da solo con me.
Li vedemmo allontanarsi mano per la mano.
“Che cuccioli” dissi a Ron.
“Se mia sorella non fosse così logorroica,forse. Ma alla fin fine si completano l’un l’altro” rispose. Ci mettemmo a ridere. Mi immaginavo la rossa con due bambini in braccio e Harry a leggere la Gazzetta del Profeta su una poltrona con un gilet a quadri e una pipa in bocca.
Mi sedetti tra le gambe di Ron e iniziammo a parlare di come stava andando la scuola. Rimasi sorpresa di come i suoi voti si fossero alzati, d’altronde non era sempre stato un genio nelle materie extra. Da quando si era messo in testa di diventare Auror nessuno era riuscito a fargli cambiare idea. E come lui anche Harry si stava impegnando molto.
“Bhe tu che mi racconti Herm?” mi chiese mentre giocava con le mie mani.
“Nulla di che...” D’un tratto mi ricordai di averlo spinto per il corridoio quella mattina.
“Scusa per stamattina. Ero in ritardo a lezione e non mi sono neanche fermata.” Dissi baciandogli la guancia.
“E perché dovresti? Io ero dall’altra parte del castello a quell’ora”. Rispose lui un po’ perplesso.
 Rimasi a bocca aperta. Eppure ero sicura di aver visto proprio Ron. Quell’odore era il suo. Mi alzai di scatto. Baciai Ron sulla fronte e me ne andai correndo. Credo mi abbia preso per pazza in quel momento. E non ne aveva tutti i torti.
­--Eppure… Ero così sicura che fosse lui… Ragioniamo.  George oggi è al negozio…. Non mi rimane che Fred. Chi altro ha i capelli di quel bellissimo rosso a Hogwarts? — Mi tirai un pizzicotto. Dovevo piantarla di fantasticare sui capelli della famiglia Weasley e dovevo darmi una mossa.
Sapevo perfettamente dove trovarlo. Dovevo chiedergli scusa per come l’avevo spinto quella mattina e me ne ero andata senza neanche sapere se si era fatto male.
Entrai in sala comune, mi avvicinai al caminetto,sfoderai la bacchetta e dissi “ Weasley primo aprile apriti scherzo”.  Una mattonella si spostò e apparve inciso la scritta Weasley. Si aprì una porta.
–Grazie Ron— pensai. Entrai controllando che non ci fosse nessuno che mi avesse visto, impossibile, erano tutti a pranzo. Chiusi la porta e mi trovai in una specie di magazzino dove c’erano merendine marinare,fuochi magici e qualsiasi tipologia di scherzo. D’un tratto mi  apparve davanti al naso la tipica chioma rossa dei Weasley.
“Buongiorno Hermione” disse Fred senza neanche voltarsi.
“Tu.. Scusa come facevi a sapere che ero io?”
“Io sono il re di questo posto. So chi entra e chi esce. E poi il tuo profumo di camomilla si riconosce lontano un miglio.” Arrossii. Mi chiusi nelle spalle. Volevo sparire.
“Bhe,a cosa devo l’ onore di questa visita non autorizzata mia piccola Granger?”.
--MIA PICCOLA GRANGER?!?!?!--- Volevo ucciderlo.
“Ecco, vedi Ron mi ha insegnato la formula per entrare e bhe, dovevo chiederti scusa per stamattina… Sono scappata e non ho fatto in tempo a chiederti scusa”. Mi guardò stranito.
“Sono io a doverti chiedere scusa, dovevo essere a lezione ma stavo cercando delle caramelle vomitille per saltare astronomia”. Ridemmo insieme, Fred non era mai stato un genio in quella materia e George si divertiva a nascondergli le cose mentre era ai Tiri Vispi.
“Allora è tutto risolto no? Diciamo che la colpa è di tutti e due. Tu dovevi essere alla torre di astronomia mentre io dovevo far suonare la sveglia prima” Accennai un sorriso.
Fred per un attimo si fece serio.
“Ah poi dovevo ridarti questo”. Estrasse un foglio dalla tasca. Lo riconobbi subito. Un foglio del mio diario. Impossibile. Mi gelò il sangue nelle vene. Mi guardò. Abbassai lo sguardo.
“Dimmi che non l’hai letto”. Le lacrime iniziarono  a scendere da sole.
--Non ora Granger, non puoi essere così vulnerabile proprio ora cavolo!--
“Hermione… Era lì, non potevo farci  nulla. Però se vuoi..” . Cercò di avvicinarsi per asciugarmi le lacrime. Gli tirai uno schiaffo sulla mano per fermarlo. Non volevo compassione da nessuno, men che meno da lui.
“Sei un idiota!”
Non gli feci neanche iniziare  la frase successiva per tutta la rabbia e la vergogna che avevo in quel momento. Presi il mio foglio di diario dalle sue mani. Iniziai a correre,piangendo. Uscii da quel nascondiglio e tornai al dormitorio. Le lezioni ripresero ma non mi passò neanche per la mente di andarci. Soprattutto in quelle condizioni più che pietose.  Passai il resto della mia giornata a piangere nel letto. Ginny rientrò tardi, probabilmente era da Harry. Feci finta di dormire. Qualcuno aveva scoperto qualcosa di troppo.


 ANGOLO AUTRICE
Benritrovati a Tutti potterhead! Allora questo capitolo è un pò più lungo del primo. Dovevo pubblicarlo domani ma ho anticipato perchè non ce la facevo a tenervi sulle spine. Chissà cosa ci sarà scritto su quel foglio misterioso! 
Ringrazio chi ha recensito la storia, chi l'ha aggiunta alle storie da seguire e comunque a chi l'ha letta in generale! 
Al prossimo capitolo!
-lovegood

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Capitolo 3
*** Parole non dette ***


_FRED_
--Dannatissimo George dove diavolo hai nascosto le caramelle???—
Diavolo ancora una volta mi ritrovavo senza giustificazione per aver saltato l’ora della Cooper.
--Giuro che ammazzo George quando…--
SBAM!
Mi ritrovai con il sedere per terra e una ragazza che urlava qualche sorta di incantesimo per recuperare i suoi libri. Non la vidi proprio bene in faccia, ma riconobbi quell’odore che tanto mi piaceva.
Notai un foglio per terra. Una pagina di diario. Lo raccolsi. Su un angolo c’erano incise due iniziali: HG.
Sapevo perfettamente a chi apparteneva quel foglio. Hermione Granger.
Lessi:
“Forse la vita vuole mettere alla prova questa povera Grifondoro.
Giorno  394: scuola iniziata. Troppo tempo passato a studiare. Forse ha ragione Clarabella: non ci sarà mai speranza per una come me.. Mi domando come Ron abbia scelto una come me. Non ho nulla di speciale in fondo. Forse per pietà. No, Ron è troppo docile per fare una cosa del genere. So che non dovrei dirlo ma... Ho paura che scopra il mio segreto. Paura che possa vedere cosa ho fatto. E lasciarmi sola. Ho paura che Ginny mi lasci sola. Le ho anche vietato di entrare in bagno quando mi faccio la doccia. Non vorrei vedesse questi “incidenti di percorso” sui polsi. E le gambe. E la pancia. Vorrei essere migliore di ciò che sono. Forse non sono l’amica che si merita. Merita sicuramente di meglio.”
Sconvolto, sconcertato,allibito. Non avevo abbastanza aggettivi per descrivere ciò che provavo in quel momento. Eppure con George vinco sempre quando facciamo a gara per chi dice gli aggettivi più strani.
Volevo e dovevo fare qualcosa. Come diavolo avevo fatto a non accorgermi di nulla per così tanto tempo?
Solo ora capivo quelle felpe a maniche lunghe.
Solo ora capivo quegli occhi persi.
Solo ora capivo quanto avesse bisogno di aiuto.
E sapevo chi rincarava la pillola per cui Hermione aveva fatto una stupidaggine del genere.
--Farò finta di nulla,per ora. Meglio non farla preoccupare.— pensai.
Cavolo, ero in ritardo. Prima ora saltata. Ma c’era qualcosa più importante di cui occuparsi.
 
 
 _HERMIONE_
Erano passati circa due giorni da quella conversazione nella stanza segreta. Cercavo di evitare qualunque tipo di contatto visivo e fisico con Fred. Ogni qual volta cercava di attaccare discorso quando eravamo da soli trovavo sempre una scusa per andarmene o più semplicemente facevo finta di non sentirlo. Odiavo quella situazione, ma cercavo di non darlo a vedere.
Dopo aver passato la terza notte insonne continuando a pensare all’espressione di Fred mi diressi verso l’ala sinistra del castello dove mi aspettava l’ora di Incantesimi. Stranamente arrivai in anticipo e iniziai a leggere uno dei miei libri . Iniziata la lezione la professoressa iniziò a spiegare alcune fatture per distrarre e colpire lievemente. Ero in banco da sola quando ad un certo punto si sentirono dei passi veloci, quasi una corsa. La porta si spalancò e apparve un ragazzo piegato in due che cercava di riprendere fiato.  Quello strano soggetto alzò la testa. Credo che i miei occhi siano usciti dalle orbite. Non potevo crederci. Fred.
Sapevo perfettamente che le nostre ore non coincidevano. Primo perché aveva un anno in più di noi,secondo non eravamo mai capitati nella stessa classe.
“Weasley, alla buon ora. Pensavo ti fossi dimenticato del tuo nuovo orario. Vediamo, forse vicino alla signorina Granger le tue medie si alzeranno” disse la prof.
La fulminai con gli occhi. Sorrisi per cortesia, ma dentro ribollivo come un vulcano attivo.
Fred mi sorrise. Un sorriso stupendo, rassicurante.  Arrossii.  Distolsi lo sguardo. Passò tutta la lezione a guardarmi.  Il mio stomaco si stava ribaltando. Ero a disagio. Continuavo a non capire cosa stesse spiegando l’insegnante e non riuscivo a prendere uno straccio di appunto.
Continuò così per tutte le ore della mattinata. Me lo ritrovavo a quasi tutte le mie lezioni, e anche se non eravamo in banco insieme mi guardava.
--Chissà cosa gli passa per quella testolina rossa--, pensai.
“Signorina Granger! Signorina Granger! Le ho posto una domanda! Ritorni dal mondo dei sogni per la barba di Merlino!” .Credo che il professor Lumacorno mi stesse chiamando da cinque minuti abbondanti.
Mi risvegliai dai miei pensieri.
“Mi scusi professore . Non credo di sentirmi molto bene ultimamente.” Il mio sguardo si posò per un attimo su Fred.
“Visto che non si sente bene esca dall’aula e vada dalla professoressa McGranitt che la stava cercando”.
Perfetto. Cacciata dalla lezione di pozioni. E per di più la preside mi cercava. Meraviglioso. Giornata perfetta direi.
Entrai nell’ufficio della preside che stava prendendo un te e discutendo con il ritratto di Silente.
“Professoressa,scusi, mi cercava?” dissi, senza voler disturbare quella conversazione tra vecchi amici.
“Ah volevo proprio lei signorina Granger.” Mi offrì una tazza di the che rifiutai gentilmente.
“So che lei è molto legata ai Weasley dopo la battaglia ad Hogwarts”.
E ci risiamo. Potrò mai vivere un secondo senza quei rossi nei paraggi?
“Bhe si, io e Ronald ci siamo molto legati e bhe...”,non sapevo perché voleva sapere della mia relazione con Ron, d’altronde erano ammessi incontri tra studenti.
“Certamente Hermione, ma ti ho convocata per un altro dei fratelli Weasley. “
La guardai interdetta e continuò il suo discorso.
“Vedi, le medie dei tuoi voti sono molto alte e pensavo che non ti sarebbe dispiaciuto aiutare qualcuno che ha più difficoltà di te.”
“Bhe, certo. Sa che non mi tirerei indietro per aiutare Ginny nelle materie in cui ha problemi.” Si mise a ridere.
“Oh miss Granger credo che lei non abbia capito. La persona che lei dovrà aiutare a recuperare i voti è Fred, Fred Weasley. Per lei non sarà di certo un problema immagino.”
Era convinta che io avrei accettato, e non mi aveva neanche dato fattori di scelta con quelle parole.
Non ebbi altra scelta.
“Certamente professoressa McGranitt”. Altro sorriso di cortesia.
“Minerva, mi chiami Minerva miss Granger. Benissimo. Inizierete da domani. Credo che la stanza sulla terza torre vada più che bene per studiare. Non avrete nessuno che vi disturberà lì.”
Appunto. Era quello il problema. Nessuno si sarebbe intromesso nei nostri discorsi e avremmo potuto parlare di tutto. Ero terrorizzata all’idea che potesse tirare fuori l’argomento di tre giorni prima.
-- Magari l’avrà dimenticato—cercavo di mentirmi da sola. Impossibile che Fred avesse dimenticato.
Feci per andarmene quando mi fermò per l’ultima volta.
“Hermione non sarà un problema che Fred abbia l’orario simile al tuo,vero? Volevo facilitare le vostre ripetizioni. Così potrai studiare e insegnare a Fred allo stesso tempo”.
“Nessun problema profess... Minerva”. Ci mettemmo a ridere come due vecchie amiche.
Inizio a pensare che diventare presidi porti i professori a diventare dolci con gli studenti, ad eccezione della Umbridge.
Uscii dalla presidenza e tirai un respiro profondo.
--Perché proprio a una Grifondoro? E per giunta a me? Non poteva affidarlo a una Corvonero un compito simile?—
Infatti. Poco dopo, a pranzo, scoprii da Ginny che sua madre aveva parlato con la preside che le aveva concesso dei “corsi di recupero” per i gemelli. Scoprii anche che George era stato affidato a Luna. Dopo cena mi decisi finalmente a rivolgere la parola a Fred. Avevo rimosso quel giorno dalla mia vita, ma non totalmente.  Sapevo che era successo,ma non riuscivo a combattere la realtà, non volevo. Non sapevo che cosa dirgli. Non sapevo da dove incominciare. Così quando lo vidi avvicinarsi iniziai ad andare nel panico più di quanto non lo fossi già. Tirai un respiro profondo.
“Hei Hermione senti..” . Ancora una volta non gli feci finire la frase.
“Domani, ore 16.50 dopo la lezione di Pozioni. Porta astronomia,inizieremo da quella.” Mi sorpresi di me stessa. Ero riuscita a formulare una frase di senso compiuto.
“Oh certo. C’è solo questo? Nient’altro da aggiungere?”. Lo vedevo. Mi pregava con gli occhi di parlargli, di sfogarmi, di dirgli quello che mi frullava in testa. Cercava di trovare nei miei occhi un qualcosa di indefinito. Forse però era solo una mia impressione. Comunque non volevo parlarne ne ora ne mai.
“Nient’altro”. Sorrisi. E mi voltai.
 
 
In camera c’era Ginny che cercava di studiare astronomia.  Entrai in camera sbuffando e mi rintanai in bagno per una doccia calda.
“Hei Herm! Cos’è, è vietato salutare ora?”
“Scusa . Vado in doccia. Giornata pesante”
“Vuoi parlarne?”
Aprii l’acqua calda. Buttai i vestiti per terra e entrai. Non avevo affatto voglia di parlarne. Non volevo essere un peso per lei. E dovevo mentirle ancora. Non potevo dirle cosa era successo.
Non ero il tipo da agitarsi per nulla. Erano delle semplici ripetizioni. Entravo, studiavamo e ognuno tornava nelle rispettive camere. Non avevamo tempo di discutere. Eravamo solo compagni di studio.
Volevo dare un pugno a qualcosa. Dentro di me continuavo a rifiutare questa situazione assurda.
Tutti i miei muscoli si rifiutavano.
Ma c’era poco da fare.
L’indomani avrei affrontato la realtà.
E avevo paura. Tanta paura.
Sentii la porta aprirsi. Mi voltai verso la parete. Il vapore dell’acqua copriva parzialmente il mio corpo.
“Hermione è tre quarti d’ora che sei sotto lì. Va tutto bene?”.
Scampata per poco.
“Certo, scusami. Mi ero persa nei miei pensieri”.
Peggiore scusa del mondo.
“Oh... capisco. Herm.. devo dirti una cosa”. Mi stupii quando disse quelle parole. Non mi aveva mai parlato con quel tono serio. E sinceramente mi aspettavo che Fred le avesse detto qualcosa su quel giorno.
“Dimmi tutto Ginny”
“Bhe, ormai sono passati alcuni mesi da quando sto con Harry. Io lo amo ma ho paura di non concedermi abbastanza...”
Presi il mio lungo accappatoio verde e senza uscire dalla doccia lo indossai.
“Cos’è ti vergogni?” mi disse.
“No. Ormai ho quest’abitudine da quando vengo a dormire da te.. ma tornando al discorso di prima..”Non le sfuggiva proprio nulla a quella volpe.
“Dovrei fare il primo passo?” mi disse guardandosi i piedi. Era evidentemente spaventata da questa nuova situazione. Mi avvicinai abbracciandola.
 “Rouge. non devi pensarci troppo. Lui ti ama. E non fa altro che dimostrartelo. Quando vedrà che tu sei veramente pronta farà lui il primo passo”.
Non ero la migliore persona a cui chiedere per un problema del genere. D’altronde ero vergine anche io e non ero mai andata oltre il bacio con Ron.
“Forse hai ragione. Mi sto preoccupando prima del tempo.” Ci mettemmo a ridere.
“Bhe Herm io vado da Harry”. Disse. E fece per andarsene quando la fermai con un dito in aria.
“Signorina Weasley sono vietati incontri tra studenti dopo l’orario di coprifuoco!”
Mi guardò sbalordita. Poi iniziò a supplicarmi.
“Herm non puoi farmi questo! Il Prefetto Perfetto Granger è tornato signori e signore! Dai dai dai daiiii! Ti supplico!” si inginocchiò davanti a me.
“Ahahahahaha Ginny cara ci caschi ogni volta! Certo che puoi andare scema! Farò finta di non aver visto niente.”
Prese la sua borsa e si smaterializzò nell’unico posto in cui sapeva arrivare tutta intera senza perdere pezzi di gambe o braccia.
Restai sola.  Gironzolai per la stanza alla ricerca della mia camicia da notte. Me la infilai, quando il mio sguardo cadde sullo specchio.
Mi avvicinai.
Guardai dentro. Non vedevo nulla di bello nella persona riflessa. Eppure ero io. E io non mi piacevo.
 
ANGOLO AUTRICE:
Ed eccoci qui con un nuovo capitolo della mia prima ff! Contenti di aver scoperto cosa c’era scritto sul foglio di diario della nostra piccola Granger? Bhè, in effetti sono stati scoperti particolari un po’..  delicati. In questa fan fiction ho voluto parlare di problemi  che si riscontrano al giorno d’oggi tra i giovani. Sinceramente non mi pento della scelta di parlare di sesso o autolesionismo. E Hermione rappresenta perfettamente l’immagine di quelle persone che possono sembrare forti fuori ma muoiono dentro. Per cui spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto e continuerete a seguire la storia che si farà molto interessante nei prossimi capitoli! Ringrazio chi ha recensito la storia, chi l’ha messa tra le seguite,preferite ecc. A lunedì prossimo!

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Capitolo 4
*** Teach me how to love you ***


Passai quella mattinata di lezione a chiedermi per quale motivo non andassi dalla McGranitt a rifiutare la proposta. Però avevo dato la mia parola. E soprattutto non volevo deludere le aspettative della signora Weasley sulla Prefetto Perfetto Granger. Anche Ginny confidava in me per alzare le medie scolastiche del fratello.(ma soprattutto per lasciarle la stanza vuota per tutto il pomeriggio visto che nessun professore sarebbe andato a controllare la nostra stanza).
 
Come ovvio ebbi metà delle lezioni insieme a Fred che continuava a cercare di attaccare un discorso ma la sottoscritta rimandava il tutto al fatidico pomeriggio delle ripetizioni. Non riuscivo e non volevo ammettere che ero impaurita all’idea di affrontare un discorso con lui. In cuor mio sapevo perfettamente che avrei detto qualcosa di sbagliato e che avremmo affrontato argomenti che avrebbero rovinato l’utopia di falsa serenità che mi ero creata attorno.
Stavo uscendo dalla lezione di Trasfigurazione quando qualcuno mi afferrò il braccio. Mi voltai per incenerirlo con gli occhi. Chiunque fosse aveva scelto la giornata sbagliata per afferrarmi da dietro le spalle senza il mio consenso.
Sentii odore di menta.
Mi voltai.
Era Fred. Quasi me lo aspettavo.
“Hermione ti prego ascoltami per due secondi almeno.”
 Si vedeva che mi pregava con gli occhi.
Notai che aveva dei bellissimi occhi. Li fissai per qualche secondo ma poi distolsi lo sguardo. Erano castani ma si vedevano delle sfumature di verde se li si guardava al sole. Chissà che colore avevano nei giorni di pioggia.
Non aveva ancora tolto la mano dal mio braccio. Sentii la stretta stringersi di più in cerca di una risposta. Quella stretta mi capovolse lo stomaco. Era quasi piacevole sentire un contatto con lui.
--No impossibile. deve essere uno sbaglio. Di sicuro.— pensai.
Strattonai il braccio per levare la sua mano. Lasciò la presa cercando di riprendere il discorso. Ovviamente non lo feci continuare a parlare.
“Hermione!” urlò per il corridoio.
Iniziai a camminare velocemente per il corridoio a testa bassa.
Sentivo che cercava di rincorrermi tra la fiumana di studenti.
A un certo punto mi afferrò la mano da dietro. Provai un tuffo al cuore, come se il tempo e il respiro di tutti si fosse fermati in quel preciso istante. Mi resi conto della situazione e non potevo permettere che l’emozione giocasse un brutto colpo alla mia razionalità. Cosa sarebbe successo se qualcuno ci avesse visti così.. intimi?
Mi voltai e gli mollai un ceffone dritto in faccia. Credo di avergli lasciato anche il segno delle cinque dita sulla guancia.
“Sc-scusami Fred! Io.. Io non volevo. Oddio scusami.”
Cercai di scusarmi in tutti i modi possibili. Non era da me reagire in quel modo. Gli avevo fatto veramente male ma non lo dava a vedere.
Sorrideva, e quelle fossette lo facevano risaltare in tutta la sua semplicità.
“Tranquilla. Ci vediamo dopo per ripetizioni. Devo portare astronomia giusto?” Si mise a ridere.
 Il solito Fred idiota.
“Si.. scusami tanto..” risposi non troppo convinta.
“Bhe almeno mi hai rivolto la parola Granger. A dopo.”
Mi sorrise e mi mandò un bacio con la mano.
Abbassai la testa. Ma presi quel bacio e lo infilai in tasca.
Come i bambini.
 Sapevo che non c’era nulla di buono in quello che stava succedendo.
 
Mi diressi verso la mia stanza ripensando a quello che era appena successo. Fred mi aveva solamente stretto il braccio e il mio corpo era entrato in fibrillazione. Per di più gli avevo tirato un ceffone bello e buono. Credo di aver usato tanta forza solo quando tirai un pugno a Malfoy al mio terzo anno.
Quando entrai in camera trovai Ginny e Harry nel letto, sotto le coperte che facevano la lotta, o almeno spero. Sapevo solo che la maglietta della mia compagna di stanza era per terra e ciò non era un buon segno.
“Ginny Weasley!” urlai. Una testa rossa si elevò dalle coperte.
“Hermione sei già tornata? No perché posso spiegarti! Non fraintendere la situazione! Noi non stavamo facendo quello che pensi tu! Lui ha iniziato a farmi il solletico e...” cercò di giustificarsi.
“Hei non scaricare tutta la colpa su di me!”
 Harry cercava di liberarsi dalla presa delle gambe della sua ragazza.
“Ok,Ok calmiamoci tutti. Non muovetevi, non vorrei vedere cose... bleah… solo al pensiero che il mio migliore amico e la mia migliore amica stavano... facendo la lotta. Certo, è questo che stavate facendo no? Prendo il mio libro e vado a ripetizioni”
Ero scioccata e inorridita a quei pensieri. Avevamo fatto quel discorso solo la sera prima e il giorno dopo me la ritrovavo nel letto con il suo ragazzo.
Audace la ragazza.
Presi il mio libro il più velocemente possibile e uscii coprendomi gli occhi.
Sentii Ginny che urlava “Buona fortuna Herm!”.
Eh già mi ci sarebbe voluta una buona dose di Fortuna Liquida. Non ero pronta per quell’incontro “ravvicinato” con Fred. Soprattutto dopo quelle sensazioni che mi aveva dato provare solo un contatto fisico con lui. Mi sentivo strana, come se dovessi dare l’esame della mia vita senza aver studiato niente.
Di cosa avremmo parlato?
Come sarebbe stata la sua reazione?
O forse no, non era né il luogo né il momento adatto per affrontare quel discorso.
O almeno così credevo.
 
Entrai nella “stanza-studio” che ci aveva assegnato la preside. Ero in anticipo di venti minuti, ma non restai sola per molto. Infatti Fred arrivò dopo dieci minuti dal mio arrivo. Ero sorpresa di vederlo arrivare in anticipo. Era pur sempre un Weasley, uno dei gemelli per giunta. Tanto meglio. Più tempo per studiare. O forse era un male perché sapevo che lui voleva parlare. Infatti non esitò a iniziare il discorso sedendosi di fronte a me.
E aveva ancora quel sorriso che mi fece venire la pelle d’oca.
“Allora Herm iniziamo?” disse con tutto l’entusiasmo che aveva in corpo.
 Io intanto mi ero imbambolata sui suoi occhi.
“Oh, si certo.. allora iniziamo dall’ultimo argomento di divinazione... le classificazioni.. pagina 489. Come mai tutta questa voglia di studiare?”
Ero abbastanza interdetta.
“Bhe con un’insegnante come te come si potrebbe essere annoiati?” mi guardò come se si aspettasse una strigliata sulla sua supponenza nei miei confronti.
Ma non lo accontentai.
Accettai la sfida in silenzio.
“Evitando la parte dei convenevoli. Dimmi come possiamo classificare la divinazione nel modo più semplice”
Si guardò spaesato.
“Fred non siamo venuti qui a tagliare le unghie ai nargilli. Siamo qui per studiare seriamente.”
Alzò gli occhi al cielo pregando in una maledizione e cercò di buttarmi lì una qualche risposta.
“Allora, per prima cosa possiamo dividerle in.. emh.. due gruppi.. la divinazione induttiva e quella intuitiva...?...”
Era una risposta un po’ incerta  ma almeno aveva risposto in modo esatto.
“Ti vedo preparato. Dimmi cosa si intende per Ailuromanzia e Alettriomanzia.”
Lo ammetto ero perfida quando qualcuno mi sfidava.
E se quel qualcuno era Fred Weasley raddoppiavo la mia crudeltà.
Gli stavo chiedendo cose improponibili.                                                                                              “Granger spero tu stia scherzando! Già non sono un genio in questa materia figurati se so cosa vuol dire Ailuro.. come diavolo era.”
Scoppiammo a ridere entrambi. Mi faceva stare bene quel ragazzo un po’pazzo dai capelli rossi. Così ridendo e scherzando era già passata mezz’ora.
Quando smettemmo di ridere calò un po’ di imbarazzo.
Fred cercò di dire qualcosa ma lo fermai.
“Non devi preoccuparti per me. Io sto bene.”
Gli sorrisi ma rimase serio lo stesso.
“Tu non stai bene Herm. Perché continui a mentire a te stessa e agli altri?”
“Fred lo sai meglio di me che non amo mentire. Ma non posso dire quello che ho fatto a Ginny, ad Harry, a George, a Ron..”
“Ma puoi dirlo a me”
 Mi prese la mano e iniziò a sfiorare le dita.
Mi guardava negli occhi e io guardavo la mia mano in quelle carezze angeliche.
“Fred io sono un casino.”
“Sai io sono il re dei casini. Li faccio ma poi so anche come risolverli. E io voglio mettere a posto questo splendido casino che ho davanti a me.”
Sapevo che quello che c’era nell’aria non avrebbe portato nulla di buono.
Ritrassi la mano.
“Hermione, voglio aiutarti.”
“Non potresti, anche volendo.”
“E invece posso”
Ribatté lui.
Come poteva capire, capirmi? Si mise di fianco a me.
“Hermione, ti racconterò una cosa che non ho mai detto a nessuno. Durante la battaglia contro Voldemort litigai con George. Tutti erano sotto pressione. Ognuno voleva che i propri cari stessero al sicuro. E io non volevo perdere la mia metà, la mia copia. Litigammo per due giorni. Gli dissi che non era pronto per combattere una battaglia così grande. Lui mi rispose che sapeva combattere meglio di me e che ero io quello che doveva stare al riparo. Gli diedi dell’idiota. Da quel momento non mi rivolse più la parola. Ero arrabbiato e distrutto dentro. Per due giorni non ci fu nessuno che completò le mie frasi, non c’era l’altro me. E mi sentii vuoto. Ma non sapevo che mi stavo autodistruggendo. Quella notte, quella della battaglia io e mio fratello ci ritrovammo a combattere sullo stesso fronte. Eravamo ancora arrabbiati l’uno con l’altro. Ma quando lui completò la mia frase, bhe,mi sentii rinascere. Trovai il coraggio per combattere e gli guardai le spalle mentre lui guardava le mie. Sembravamo in simbiosi. Avevamo una sincronia perfetta. Pensavamo con un cervello e con un cuore solo. Lui mi salvò la vita. Fermò il crollo del muro che mi avrebbe travolto. Lo guardai. Lo abbraccia forte. Sapevo di aver ritrovato la mia parte mancante. Da allora siamo ancora più legati. Nulla poté dividerci. Nemmeno la guerra. Per cui so come ci si sente soli, abbandonati e non completi.”
Quando finì di raccontare quella storia mi resi conto che non ero la sola ad aver provato dolore dopo la guerra o durante.
Ognuno aveva i suoi modi di affrontare il dolore e io avevo scelto la via più tortuosa, quella strada in cui ci ricadi perché ti porti dietro le cicatrici.
Fred aveva scelto la via più immediata. Si era ritorso contro questo dolore attraverso la rabbia nei confronti del fratello che marciva dentro il suo cuore.
“Io non lo sapevo.”
“Lo so, non ne ho mai parlato con nessuno. Quindi ora abbiamo qualcosa dell’altro che ci fa capire che non siamo soli”
“Grazie Fred.”
Non mi rispose.
Solo ora mi accorgevo che le nostre mani erano di nuovo intrecciate.
Mi guardò negli occhi poi il suo sguardo scese sulle mie labbra..
Una scossa vibrò lungo la mia schiena.
 I nostri respiri si fecero un po’ più pesanti.
Era come se noi fossimo gli unici al mondo, nessuno poteva interrompere quel momento.
Guardai le sue labbra.
Erano secche. Le avrei volute inumidire con un...bacio.
Non potevo. Al solo pensiero mi spaventai.
Presi il mio libro e uscii dalla porta.
“Hermione dove stai andando?” mi urlò da dentro la stanza.
Uscì correndo e mi fermò da dietro. Mi girai.
Eravamo vicini. Troppo vicini.
Alzai lo sguardo.
“Fred...noi. Tu, io non poss...”
In una frazione di secondo mi interruppe nel modo migliore, o peggiore, che potesse fare.
Ci stavamo baciando. Lui mi teneva il mento con una mano e con l’altra mi cingeva a sé.
Toccai il paradiso. Però dovetti tornare con i piedi per terra.
Non potevamo. Era stato un madornale errore. Un disastroso incidente.
Le sue labbra erano appiccicate alle mie. Il suo odore mi penetrò nelle narici.
Era così sbagliato ma non riuscivo a farne a meno.
Delle sue labbra, del suo odore, di lui.
Quando ci staccammo esitai. Quasi non mi reggevo in piedi, ma c’era lui a sorreggermi.
Sentii dei passi, ma al momento non ci feci caso.
In quel momento non mi interessava di dove ci trovavamo o di chi ci stava intorno.
Pensavo solo a me e a lui.
Uniti in quel bacio, dolce. Come le pesche d’estate.
Anche se era ormai era autunno inoltrato.
Appoggiai la mia testa sulla sua spalla. I miei occhi si riempirono di lacrime.
Che diavolo avevo fatto?
Lo allontanai con le braccia mentre cercava di stringermi nell’abbraccio più dolce possibile.
“Sei un idiota” gli dissi. Stavo singhiozzando.
“Hermione io..”
“Tu cosa? Non volevi? Ti dispiace? Cosa Fred?”
“Io ti..”
“Non finire quella frase. Non ti azzardare nemmeno a pensarla. Sono un essere spregevole”
Le mie gambe cedettero e mi ritrovai con le ginocchia a terra.
Fred si inginocchiò per afferrarmi ma gli feci segno di allontanarsi.
“Stammi lontano”
“Non lo sei. Ora calmati. È tutta colpa mia. Lo dirò io a Ron”
“No, non gli dirai nulla. Non deve sapere niente di quello che è appena successo. Promettimi che non gli dirai nulla, ti prego.”
“Va bene” mi aiutò a rialzarmi e prese il mio libro da terra.
“C-ci vediamo domani a lezione Fred”
“A domani..”
Non sentii neanche queste ultime parole. Non riuscivo a concepire quello che era appena successo. Il mio cervello era come morto. Mi diceva che ero una persona orribile e ciò che avevo fatto era un enorme sbaglio.
Il mio cuore diceva che dopotutto era quello che sentivo dentro. E un po’ lo volevo.
Entrai in camera. Ginny era sola, per fortuna. Era appisolata sul letto. Andai in bagno a lavarmi la faccia. Posai i libri per il giorno successivo nella mia borsa e mi buttai sul letto sbuffando.
“Che c’è Herm?” mi chiese Ginny curiosa come al solito.
“Secondo te è meglio seguire il cuore o il cervello?”
“Hei sei tu l’intelligentona qua dentro. A queste domande filosofiche dovresti rispondere tu.”
“Hai ragione. Gli antichi babbani credevano che il cuore fosse il cervello e che tutte le idee partivano da lì. Poi arriva  un certo Socrate che dice che l’uomo deve vivere secondo ragione e poi si scopre che cuore e cervello sono due cose diverse. Non troveremo mai una risposta al’ interrogativo:cuore o mente?”
“Giusto. Anche se in realtà non ci capisco molto di queste cose. Io ti dico solo una cosa: se non sei sicura segui l’istinto come gli animali, in fondo noi siamo questo. Segui ciò che ti senti nel profondo. Non del cuore, nel profondo del tuo animo e del tuo corpo. Come quando sei indecisa se prendere il gelato al cioccolato o quello alla fragola. Scegli seguendo lo stomaco. Credo che il ragionamento sia quello”
“Aristotele si starà rivoltando nella tomba dopo questa affermazione”
Ci mettemmo a ridere e per un momento dimenticai il bacio con Fred, quando Ginny mi disse:
“Hei Herm è ora di cena ormai, ci staranno aspettando in sala grande. Dai andiamo che così mi racconti la tua prima giornata da insegnante a quella capra di mio fratello!”
“Oh, Ginny non è che io abbia molta fame..”
“Piantala Herm! Andiamo su! È già la terza sera che non ti vedo mangiare, non mi vorrai far preoccupare?”
“No mavà tranquilla, andiamo rouge”
Ci ricomponemmo per bene e andammo in sala grande.
Al nostro tavolo c’erano Harry, George, Neville e Luna.
Notai che gli unici assenti all’appello erano Fred e Ron.
 
ANGOLO AUTICE:
Buongiorno lettori! Lo so che non ho pubblicato ma il mio pc è andato a farsi benedire! Quindi pubblico sia oggi che lunedì visto che chi riparava il mio computer ha deciso di riconsegnarmelo solo oggi. Anche questo capitolo è andato.. Fatemi sapere cosa ne pensate! Ringrazio i 500 lettori che hanno letto il primo capitolo e li invito ad andare avanti! Ringrazio di cuore chi ha recensito, aggiunto ai preferiti e quant’altro la mia storia!
A presto potterhead!
-lovegood

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Capitolo 5
*** I'm by your side. ***


 
Durante la notte prima di quella che sarebbe stata la giornata più orribile della mia vita non riuscii a chiudere occhio.
Non capivo il perché Ron e Fred non erano con noi a cena.
Potevo capire Fred, che non si sentisse a proprio agio a sedersi con me e il mio ragazzo (se potevo ritenerlo tale dopo l’”incidente”) nello stesso tavolo.
Ma Ron non avrebbe saltato un pasto per nessuna ragione al mondo.
Forse mi stavo facendo troppi film mentali. Era solo una casualità, di sicuro. Fred mi aveva promesso che non gli avrebbe detto nulla.
E Fred mantiene sempre le sue promesse, almeno spero...
Dopo quella notte passata a guardare il soffitto immaginando le ipotesi plausibili di quello che poteva essere accaduto la sera precedente mi convinsi che mi stavo preoccupando troppo e che era tutta un’assurda casualità.
Ginny non era in camera quando mi sveglia così decisi di scendere in sala grande da sola.
Quando entrai nella sala comune di Grifondoro mi sentii un po’ troppo osservata rispetto al solito.
Alcuni mi ignoravano guardandomi con  la coda dell’occhio, altri si voltarono al mio passaggio e alcuni mi guardarono come se fossi Voldemort in persona.
Strano.
I grifoni non mi avevano mai guardata così, che avessi qualcosa tra i capelli?
Che fosse successo qualcosa a Ginny?
Mi parve di sentire “Che sgualdrina”, ma fui sicura di essermi sbagliata.
Non avevo fatto colazione e sicuramente la mia mente mi stava giocando qualche brutto scherzo.
Entrai in classe e salutai la professoressa McGranitt.
“Allora Hermione com’è andata la tua prima lezione da insegnante di ripetizioni?” disse scherzando.
“Bene signora McGranitt. Ci sarà molto lavoro da fare.”
Dissi sorridendo, ripensando al fatto che il giorno prima avevamo fatto trenta minuti scarsi di lezione e il tutto si era colmato con un bacio nei corridoi.
Gli altri alunni entrarono in classe.
 Mancava Fred all’appello, infatti il banco vicino a me era vuoto, ora ci avevo preso l’abitudine.
Prima che arrivasse lui non me ne accorgevo nemmeno di chi fosse vicino a me.
Adesso ne sentivo la mancanza, sentivo l’assenza del suo odore.
Qualcuno aprì la porta appena la professoressa iniziò a spiegare. Sapevo perfettamente chi era, e lo aspettavo con ansia.
Mi girai di scatto con un grande sorriso sulle labbra come se dietro alla porta ci fosse una grande sorpresa di cui solo io potevo godere.
Ma quel sorriso non durò tanto,infatti appena Fred si avvicinò al mio banco notai che aveva qualcosa di strano, nascondeva il viso e sembrava stanco.
Appena seduto si scusò con la professoressa, ma non mi salutò.
“Fred cosa succede?” gli bisbigliai.
Si voltò e rimasi di stucco. Aveva un occhio viola.
“Mio dio Fred chi diavolo ti ha conciato così?”
Forse urlare nel bel mezzo della lezione non era una grandissima idea. L’insegnante mi guardò stranita.
“Tutto a posto signorina Granger?” mi disse.
“Certamente. Signora McGranitt potrei uscire un attimo con il mio compagno? Dovremmo discutere riguardo a una cosa..”
Non feci in tempo a finire la frase che Fred si alzò dalla sedia incazzato nero senza dire nulla e uscì. Guardai implorante la professoressa.
“Vai cara.” Mi sorrise.
Amai la preside in quel momento. Aveva capito tutto. Come se mi avesse letto nel pensiero e ci fossimo capite al volo.
Volai fuori dalla classe ma riuscii a cogliere la frase di Clarabella che diceva chiaramente alla sua amica,
“Guardala come corre dal suo amante. Li ho visti ieri come si baciavano in corridoio”
Prima di uscire dalla classe però dovevo regolare i conti.
 Fred mi aveva dato la forza di superare gli ostacoli che incontravo quando mi aveva raccontato quella storia.
“Furnunculus!” urlai contro quella vipera.
La sua faccia si ricoprì di bolle.
Guardai la professoressa McGranitt che mi fece un occhiolino e sorrise divertita come a dirmi che avrebbe fatto lo stesso se avesse potuto.
Si mise a urlare ma non avevo tempo da perdere con lei.
Dovevo seguire Fred e capire cosa fosse successo. Lo vidi correre per il corridoio e gli urlai contro.
“Fred aspetta!”
Corsi più veloce che potevo, inciampai più volte nella tunica e alla fine caddi a terra.
Si voltò e mi corse incontro.
“Hermione!”
“Fred cos’è successo? Chi diavolo ti ha conciato la faccia in quel modo?”
Mi guardò con quei suoi occhioni dolci mentre mi rialzavo.
“Guardati, sei caduta e pensi ancora a me”
“Io...”
“Sto bene tranquilla”
“No! Non stai bene! Guardati la faccia idiota!” gli toccai l’occhio.
“Ahi!”
“Scusa... Ti fa tanto male?” –Che domanda idiota Hermione..—
“Un po’..”
“Ora mi dici chi è stato”
“No, Hermione veramente lascia perdere.”
“Fred.. a me puoi dirlo.. ricordi?”
Gli presi la mano. Lui mi guardò come se fossi un’ aliena.
“Ecco.. Promettimi che non andrai in escandescenze come tuo solito”
“Promesso.. Hei!Io non vado mai in escandescenze!”
“Ahahahah ok scusa! Ecco.. Vedi ieri sera qualcuno deve aver detto a Ron che cose è successo e bhe.. si è infuriato e mi ha tirato un pugno. Io ho cercato di spiegargli ma non voleva sentirne allora abbiamo iniziato una bella rissa.. Abbiamo smesso solo perché sono arrivati Harry e George”
“IO LO AMMAZZO! Come ha potuto! Tu non c’entri nulla!”
“Hermione calmati non fa niente.”
“Fred.. Non puoi dire così. È colpa mia. Questa cosa l’ho iniziata io e la devo finire io.”
La prima ora era ormai finita e sapevo che ad ogni cambio d’ora Ron tornava in sala comune per prendere i libri.
Mi alzai e mi diressi verso la nostra sala comune lasciando Fred da solo.
“Hermione dove stai andando?”
“Devo regolare questa questione.”
 
Entrai in sala comune dove c’erano Ginny, Harry, Ron e alcuni Grifondoro.
Sbattei la porta entrando e i ragazzi si dileguarono come conigli. Sapevano cosa era successo la sera prima e vedere il prefetto Granger arrabbiata era come scatenare la terza guerra magica.
Ero furiosa e pronta a usare ogni tipo di fattura per fargliela pagare.
Trovai una forza che mai avevo avuto.
“RONALD WEASLEY COME HAI POTUTO?”
“Come scusa?”
“Come ti sei permesso?”
“Non gli ho fatto nulla”
Quell’idiota si permetteva anche di fare il supponente ora.
“Nulla? Un occhio nero è nulla per te?”
“Da quando ti interessa di Fred eh? Da quando vi vedete? E da quando vi BACIATE nei corridoi? No dimmelo perché questo pezzo me lo sono perso!”
“Tu cosa ne sai? Tu non ci sei stato come c’è stato lui! Brutto idiota!”
Mi avvicinai e gli tirai una sberla. Ginny e Harry mi guardarono sbalorditi.
“Herm..” disse Ginny guardandomi.
“Ginny... io non so cosa mi è preso.. “
“Lo so io che ti è preso! Miseriaccia tu non sei a posto!” ribatté Ron.
“A davvero? Tu non sai niente di me!” gli risposi.
“Io so tutto! Clarabella mi ha detto tutto! Ti ha visto! Non negare l’evidenza!”
“Zitto brutto idiota! Eri così impegnato a farti i fatti tuoi che non ti accorgevi nemmeno che stavo uno schifo per come mi giudicano gli altri!”
“A te non ti è mai importato di cosa gli altri pensano di te. Piantala di trovare giustificazioni”
Lo schiantai contro il muro.
“Perché tu invece lo sai non è vero?” gli risposi poco gentilmente.
Me ne andai con le lacrime agli occhi mentre Harry mi seguiva.
Mi nascosi da tutto e da tutti fino a quando non mi trovò sulle rive del Lago Nero.
“Hei Herm..” Disse stando bene attento a cosa diceva.
“Anche tu sei venuto a farmi la predica Potter?”
“No è che non pensavo che tu avessi tutta quella forza. Prima.”
“Già, non pensavo di averla neppure io”
“Sai che io non credo molto alle voci di corridoio ma non posso fare a meno di non chiedertelo... È vero che hai baciato Fred?”
“Io.. Bhe non posso mentire al mio migliore amico.. Si Harry. Puoi odiarmi se vuoi.”
“Io non ti odio Herm. Sei la più grande amica che si possa avere”
“Se certo..”
“Dico davvero. Non direi mai il contrario. Ti ricordi quando Bellatrix ti torturò a Villa Malfoy? Tu ti sei sacrificata per noi!”
“Io tengo a voi. A te, a Ginny, a Ron... A tutti voi.”
“Vedi? Non per questo devo odiarti”
“Sono stata stupida”
“Non se hai seguito il tuo cuore. Vedi non sempre bisogna seguire la razionalità”
“Non provo più nulla per Ron. Sì, gli voglio bene come amico. Forse quel bacio nella camera dei segreti è stata una cosa un po’ impulsiva..”
“Vedi? Però non te ne sei pentita! Ok, la vostra storia non è durata per tutta la vita ma ora hai capito cosa vuoi”
“Un altro Weasley?” ci mettemmo tutti e due a ridere.
“Giusto!”
“Hermione passione rossi”dissi.
Il sarcasmo mi usciva naturale.
“Posso farti un’altra domanda Herm?”
“Certo Harry.”
Avevo un po’ paura di tutte quelle domande.
“Ti importa davvero di cosa dice la gente di te?”
“Abbastanza..”
“Abbastanza da non mangiare?”
“Tu come..?”
“Hermione non ti vedo quasi mai a pranzo o a cena. E quando ci sei non mangi nulla. Ti vedo nei corridoi. Non hai più forze in quel corpo.”
“Me l’ha detto anche Fred..”
“Cosa provi per lui?”
“Io credo che sia l’unico a capirmi veramente. Tutti sono stati tristi, ma non così come lui. Lui mi ha fatto capire che non sono sola. Certo ci vorrà del tempo per farmelo capire, ma inizia a piacermi quest’idea di non dover affrontare tutto da sola. Sapere che posso confidare su qualcuno”
“Io ci sarò”
“Anche io!”
Ginny stava origliando dietro a un albero e ora se ne spuntava fuori così.
“Grazie ragazzi”
“Certo Herm che sei sorprendente!”
“Ginny!” la rimproverava Harry.
Ginny si sedette di fianco a me.
“Herm io sono con te. Qualunque scelta tu farai. Ovviamente Harry ha preso la Weasley migliore” disse facendo volteggiare i suoi capelli con una mano.
“Come farei senza di te rouge?”
“Senza di me? Oh bhe.. Non rideresti mai!”
“Ragazze, non voglio interrompere il momento bellissimo però ci sono delle lezioni da fare..”
“Giusto signor Potter e vedo anche che ha bellamente saltato la mia lezione!”
La professoressa McGranitt si trasformò dalla sua forma felina alla sua forma umana.
“Professoressa!” urlammo in coro.
“Buongiorno ragazzi. Per questa volta sarete giustificati. Sapete, è da circa due secoli che non si vedevano così tante storie d’amore interessanti come le vostre. Ovviamente c’è sempre in mezzo  Potter,Granger e un Weasley. Non cincischiate ora! A lezione!”
“Grazie Minerva!” urlai tornando in classe mentre si trasfigurava in un gatto.
“Da quando sei così in intimità con lei Herm?” mi chiese Harry sconvolto.
“Storia lunga!” gli risposi separandomi da loro per arrivare alla torre di astronomia.
 
Quando finimmo le lezioni io e Ginny ci accordammo di vederci per un caffè.
Uscita dalla lezione di pozioni stavo tornando in sala comune per posare i miei libri e per prepararmi ad un’altra lezione di ripetizioni.
Tra i corridoi incrociai Ron che mi guardava storto e cercava di corteggiare una serpeverde che non vidi nemmeno. Non ero gelosa.
Però era una cosa stupida.
Forse non sapeva accettare il fatto che non c’era mai stata molta alchimia tra noi. Litigavamo spesso e volentieri per piccole cose, a volte anche per futili motivi.
E ora se l’era presa a morte per un bacio.
È vero, non sarò stata nominata”Fidanzata dell’anno” ma forse era stato meglio così.
Una rottura era quello che mi serviva per ragionare un po’ su me stessa.
Girai l’angolo per attraversare il prato quando guardai Clarabella e la sua combriccola. Mi  fulminò con gli occhi e sfoderò la bacchetta verso di me.
“Impedimenta!” urlò lei.
“Stupeficium!” Ribattei e fermai l’incantesimo.
Ma prima che potesse ribattere lanciai un altro incantesimo.
“Aguamenti!”  sotto le sue scarpe apparve una chiazza d’acqua che la fece scivolare a terra.
“Tu stupida mezzosangue!”
“Fiera di esserlo!” ribattei.
Stavo per andarmene, avevo evidentemente vinto quella sua stupida sfida.
Ma mai abbassare la guardia.
“Ora basta! Locomotor Mortis!”
Sentii le mie gambe unirsi. Non sapevo cosa fare.
Non riuscivo più  a muovere un solo muscolo così caddi a terra e persi la bacchetta.
“E ora signorina Granger se permette vorrei finire il mio lavoro!” disse lei avvicinandosi a me.
“Non oseresti vipera!”
“Levicorpus”
Una forza invisibile mi prese la caviglia e mi girò a testa in giù. Tutte le sottoposte di Clarabella iniziarono a ridere divertite da quello spettacolo.
Non era possibile.
Mi sentivo morire dentro.
Ero diventata uno spettacolo da baracconi.
Intanto quella serpe continuava a farmi levitare come una palla da Quiddich.
Su e giù, su e giù. Mi venne quasi da vomitare. 
Ad un certo punto sentii una voce gridare il contro incantesimo.
“Liberacorpus!”
Caddi a terra con la schiena. 
“Hei brutta scema lasciala stare!” gridò il mio salvatore.
Guardai chi era. Fred.
Non mi aspettavo che sapesse un contro incantesimo per quella fattura.
“Oh guarda chi c’è il principe azz.. rosso della “bella” signorina Granger. Cosa vuoi Weasley? Non ti sono bastati i pugni di tuo fratello?”
“Zitta cagna che non sei altro!”
“Rimangiatelo subito!”
“Neanche tra un secolo!”
“L’hai voluto tu Fred Weasley! Stupeficium!”.
Sentii Fred che si schiantava contro il terreno. Cercai di rialzarmi ma non ce la feci.
Così iniziai a gattonare per recuperare la mia bacchetta.
“Tu! Brutta vipera bionda! Confundus!” Disse rialzandosi a fatica.
Per sfortuna di Fred quella streghetta da quattro soldi sapeva parare bene tutti i colpi così andarono avanti per un paio di minuti.
Ad un certo punto Clarabella fatturò Fred con un Pietrificus Totalus. Cadde a terra e la serpe si mise a ridere soddisfatta.
Dentro di me un fuoco di odio e rabbia incendiava tutto. Trovai la forza per alzarmi e le urlai con tutta la voce che avevo in corpo.
“Hei Clarabella. Cosa succederebbe se non avessi più  quel faccino e quel corpicino che ti ritrovi addosso?”
“Ancora in piedi Granger?”
“Sempre” chiusi gli occhi, mi concentrai e ripassai tutti gli incantesimi che conoscevo finché non trovai quello adatto.
Mi spuntò un sorrisino quasi malvagio sulle labbra.
“Engordio!” le urlai.
L’incantesimo la colpì in pieno, ma non successe nulla.
Per il momento.
“Tutto qui quello che sai fare? Eppure dicono che sei la studentessa più brillante della scuola”
“Lo vedremo”
“Insolente babbana! Conf..” non fece in tempo a lanciare l’incantesimo che le sue mani si ingrandirono. Così come le sue braccia, le sue gambe e la sua faccia.
Ogni sua parte del corpo si ingrandì.
Andai a spietrificare Fred che mi abbracciò calorosamente e si mise a ridere vedendo la situazione di Clarabella.
“Un po’ mi dispiace” dissi.
“Non dovresti.”
“Annullamentis” dissi e allungai la mia bacchetta nella sua direzione.
Ritornò come prima, ma quegli incantesimi avevano raggruppato un paio di studenti come pubblico. Anche dei serpeverdi.
Fred mi aiutò ad alzarmi quando a un certo punto fummo fermati da alcuni ragazzi.
“Hei Weasley perché non te la prendi con quelli della tua stazza al posto di toccare le nostre ragazze?” Non era nulla di buono quello che stava per accadere.
Così intervenni.
“Voi tornate nella vostra sala comune immediatamente!”
“Taci Prefetto perfetto Granger. Non stiamo parlando con te.”
“Hermione.. Levati per favore. Non voglio che tu sia coinvolta.”
“Fred..” non feci in tempo a dirgli nulla che uno dei tre si era già accanito su di lui.
Gli aveva tirato un destro che lo aveva steso a terra. Urlai dallo spavento.
“No! Fermi!”
“Hermione chiama Harry!”
Fred cercava di rialzarsi a gattoni.
“Va bene!”
Stavo piangendo a vederlo così.
“Cos’è hai bisogno di rinforzi? Non ti basta solo quella troietta?”
“Taci idiota!” e Fred gli tirò un pugno di risposta.
Iniziai a correre ma mi maledissi ad aver lasciato solo il ragazzo a cui mi ero così tanto affezionata.
Trovai Harry ma avevo così tanto fiatone che non riuscivo a parlare.
“Harry!..Fred!..Serpeverdi!.. Pugni!.. Corri,ora! Nel nostro corridoio!”
“Hermione! Cosa?”
“Va ho detto!” così si smaterializzò.
Ginny che era lì mi guardò stranita.
“Non ho tempo per spiegare andiamo!” e ricominciai a correre prendendola per la mano.
Non pensai a smaterializzarmi, non avevo le forze fisiche per farlo e Ginny non sapeva farlo ancora bene tra i corridoi di Hogwarts.
Arrivammo quando tutto era ormai quasi finito.
Sentimmo le voci di alcuni professori così le serpi se la diedero a gambe mentre noi ci smaterializzammo nella nostra camera.
Fred aveva una ferita sulla spalla e la faccia gonfia di pugni.
Harry accompagnò fuori Ginny che era abbastanza traumatizzata e gli chiesi di restare con lei fuori in sala comune.
Intanto presi la mia inseparabile borsetta e cercai delle pomate.
“Accio pomata!”
Gli misi il disinfettante sulla faccia per sgonfiare i bernoccoli e srotolai le garze senza riuscirci.
“Maledizione! Maledette garze!”
Non riuscivo a smettere di piangere. Era tutta colpa mia, ancora una volta.
Fred si svegliò preso da una fitta di dolore.
“Fred! Mio dio come stai? O-Ora ci sono qua io e-e andrà tutto a posto te lo prometto. Ok?”
Non riuscivo a smettere di piangere e le mie mani tremavano come foglie.
Mi voltai per prendere altre garze quando mi prese le mani e le mise sul suo cuore.
“Hermione.. Guardami.”
Mi voltai verso di lui. Allungò le mani per prendermi il viso.
Mi asciugò le lacrime. Era così bello avere ancora il suo profumo così vicino.
“Avvicinati” mi disse.
Avvicinai la mia faccia  al suo viso.
“Fred mi dispiace così tanto..”
“Shh.. zitta. Non fa niente” mi mise un dito sulle labbra e ne disegnò il contorno con i pollici.
Poi si avvicinò ancora di più, chiudemmo gli occhi insieme e mi baciò.
Una delle mie lacrime cadde sulla sua guancia.
Ci staccammo un attimo e leccò via la goccia.
“Hai le lacrime salate.. sarà perché negli occhi hai il mare..” e mi baciò ancora, e ancora, e ancora.
Non ne avevo mai abbastanza di quei suoi baci.
Così dolci e salati allo stesso tempo.
Come se fosse una contraddizione vivente. Un bacio amabile e passionale.
Tutto insieme.
E io amavo quel bacio.
Amavo lui, ma non potevo dirglielo perché avevo paura,tanta paura.
Ero stanca.
Lui riprese le forze e andò in bagno a sciacquarsi. Gli medicai la spalla.
Ma mentre lo facevo sentivo una passione irrefrenabile scorrere in me.
Lo volevo. Volevo fosse solo mio.
Esitai. Non riuscivo a toccare quella bellezza impalpabile.
Le farfalle mi logoravano lo stomaco.
Quando ebbi finito appoggiai la mia testa sulla sua spalla. Assaporai appieno il suo odore.
Lo abbracciai.
“Herm io ti..”
Non feci in tempo a finire di ascoltare quella frase.
Mi ero addormentata sulla sua schiena. Sentii che si girava e appoggiava la mia testa sul pavimento.
Si alzò mi prese in braccio e mi adagiò leggermente sul mio letto. Mi baciò leggermente le labbra, quasi a sfiorarle.
“Buonanotte mio dolce petalo di rosa” disse.
AUNGOLO AUTRICE:
Ed eccoci ritrovati come promesso! Sono sbalordita da tutte queste visite! Non pensavo di arrivare a certi traguardi e sono felicissima. Qualcuno odierà Ron. Ma tutto sommato sono felice anche di questo capitolo. E voi? Cosa ne pensate? Suggerimenti? Trovate qualcosa di sbagliato? Ditemi cosa vi piace e cosa no e farò in modo di accontentarvi tutti! 
Peace.
-Lovegood

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Capitolo 6
*** Forever is a long time ***


La mattina dopo fortunatamente era domenica. Mancavano poco più di due settimane alle vacanze invernali. Restai nel mio letto a guardare le foglie che cadevano lente dagli alberi. Adoravo quel tepore che si ha appena svegli, ancora sotto le coperte. Vediamo bene tutto quello che ci circonda ma il nostro corpo è ancora assopito dal sonno. Fosse stato per me sarei stata in quel tepore mattutino tutto il giorno. Sentii Ginny che era sotto la doccia così mi alzai e rifeci i letti. Mi ricordai che dal giorno prima non ci eravamo ancora parlate così appena l’acqua finì di scorrere mi avviai verso il bagno per darle il buongiorno.
“Ehi Ginny sono sveglia! Ti ho rifatto il letto”
Nessuna risposta. Si sentì un tonfo. Che fosse scivolata? Mi allarmai. Entrai in bagno velocemente aprendo la porta.
“Ginny ma che diavolo?.. Fred!”
C’era Fred mezzo nudo sepolto sotto una pila di asciugamani. Mi misi a ridere ma accorgendomi di come (non) era vestito uscii in fretta e furia con la faccia paonazza.
“Fred tutto bene?” gli chiesi aprendo di pochi centimetri la porta, giusto per sentire una risposta.
“Oh.. Em.. Hermione scusami.. Ho fatto cadere un po’ di roba e sono..”
“Si tranquillo non mi interessa come sei o non sei vestito.. rimetto a posto io..”
Il cuore mi batteva a mille. Il ragazzo che amavo era lì, semi nudo che cercava di non mettermi più in imbarazzo di com’ero già. Chiusi la porta e lo feci sistemare per bene. Mi guardai allo specchio. Il mio viso sembrava un pomodoro da quanto era rosso tendente al bordeaux.
Fred uscì con solo un asciugamano in vita e i capelli ancora bagnati che facevano scendere delle gocce d’acqua sulla schiena. Mi vennero i brividi. Non l’avevo mai guardato sotto questo aspetto. Era davvero un bellissimo ragazzo.
“Scusami Herm. Mia sorella doveva andare a prendermi dei vestiti ma A QUANTO PARE se n’è dimenticata.”
Non gli risposi ,sorrisi e basta. Ero seduta sul mio letto e lo fissavo come un’ebete.
Mi risvegliai quando mi accorsi che mi stava guardando con dolcezza. Nascosi l’imbarazzo sotto i capelli.
“Senti Herm... È un problema se resto a dormire qui? Per qualche notte”
Ma restaci tutta la vita.
“Sai con mio fratello in camera.. Non mi va di vederlo e lui mi ha tolto la parola”
“Certo.. Resta pure.. Puoi dormire..”
Nel mio letto
“… Per terra.. Se non è un problema”
“Certo” rispose.
Ma che diavolo mi prendeva? Non era il genere di ragazza che fa certi pensieri sui ragazzi.
Fred si sedette di fianco a me. Era ancora bagnato. Mi prese una mano e disegnò il contorno delle falangi con le sue dita. Mi strinse le mani e cercò il mio sguardo con i suoi occhi candidi, come quelli dei cerbiatti. I respiri si fecero pesanti e provai ancora quella sensazione che solo lui poteva darmi. Scostò i miei capelli e mi baciò sulla guancia. Tremai. Sentivo le farfalle nello stomaco e non sapevo per quanto mi sarei trattenuta prima di confessargli quanto lo amavo.
“Hermione..”
“Fred..”
Mi prese il viso tra le sue mani e mi baciò. Appoggiai le mie mani sul suo petto umido e ricalcai i suoi addominali. Mi stese sul letto delicatamente come si fa con un fiore pregiato. Non sapevo cosa fare. Ero spaventata e contenta allo stesso tempo. Non stavamo insieme, anche se avrei voluto tanto. Mi guardò negli occhi. Uno sguardo profondo. Si stese di fianco a me. Gli presi il viso tra le mani e lo baciai. Presi io l’iniziativa, ma non me ne pentii. Mi strinse a se e pensai che tutto ciò non era possibile. Era solo un bel sogno da cui la mamma mi avrebbe svegliato per andare a scuola. Invece no, era tutto reale. Quello che provavo per lui, quei baci, quelle carezze, i nostri corpi umidi che si univano in una cosa sola e le nostre mani intrecciate. Restammo a guardarci e a sorriderci per dieci minuti buoni, finché non arrivarono Harry e Ginny.
“Ehi Herm!”
Ci alzammo di scatto entrambi. Una Ginny sorridente ci stava squadrando dalla testa ai piedi mentre lo sguardo era perso come se avesse visto un troll e Harry se la rideva sotto i baffi. Il sorriso scomparve.
“A-Abbiamo interrotto qualcosa?” disse lui per rompere il ghiaccio.
“Noi.. non stavamo facendo nulla” disse Fred guardando la sorella.
Non si capiva bene se fosse arrabbiata, sorpresa, impazzita o se tra poco l’avrebbe schiantato al muro solo con lo sguardo. Poi attraversò molti stati d’animo.
 “Tu! Torcile solo un capello che ti ritroverai sotto due metri di terra in men che non si dica” Incazzata nera.
“Ti ho portato i vestiti scemo.” Indifferenza.
“Ommioddio state insieme?? Sono contentissima!!” Entusiasta.
“E ora? Se lei ha cambiato fidanzato vuol dire che rimarrò single anche io! Harry tu non mi lascerai vero?” Depressa.
Stava avendo una crisi d’esistenza prima del dovuto. La facemmo sedere sul letto e le diedi una tazza di the (corretta con un po’ di sedativo).
Mentre Fred si rivestiva in bagno Harry non faceva che ridersela sotto i baffi.
“Che hai da ridere?”
“Oh no, niente.”
“Piantala idiota! Non stavamo facendo niente”
“Non lo metto in dubbio Herm!”
Non si trattenne più e scoppiò a ridere. Alzai gli occhi al cielo.
“ È solo che mi fa strano vederti con lui.”
“Ma non stiamo insieme!”
“Ma ti piace..”
“Balle”
“Ma se eravate stesi sul letto e lui aveva solo un asciugamano in vita!”
“E quindi?”
“E quindi non dovresti fare certi pensierini..”
“Scusa?”
“Dormi pure nel mio letto” Disse lui imitando la mia voce.
“Harry! Avevi detto che non mi avresti più letto nel pensiero!”
“Scusa! Volevo sapere se stavi bene e ti ho beccata in flagrante, così mi sono incuriosito e…”
“E hai letto tutto quello che mi passava per la testa! Grazie mille!”
“Eddai qualunque ragazza farebbe quei pensieri su Fred!”
“Shhh!” gli tirai un calcio sugli stinchi. Fred era uscito dal bagno e non era il caso sapesse TUTTO quello che mi era passato per la mente a vederlo semi nudo.
Si sedette di fianco a me e mi dette un bacio sulla guancia. Arrossii mentre quell’idiota di Harry se la rideva ancora sotto i baffi ripensando a cosa avevo pensato io su Fred.
Decidemmo di lasciare Harry e Ginny in camera da soli per far riprendere quella mattacchiona mentre io e Fred andavamo a farci un giro sulle rive del Lago Nero.
Aveva detto “Noi” come se fosse la cosa più naturale del mondo. Rimasi un po’turbata. Non eravamo mai stati così “intimi” anche quando dovevamo fare delle commissioni per la signora Weasley.
Stavamo tranquillamente seduti mano per la mano quando notammo di non essere soli.
Due ragazzi in costume si stavano facendo il  bagno a qualche metro da noi.
Anche loro non ci misero molto a notare la nostra presenza. Non li avevo visti bene in faccia, ma appena il ragazzo si voltò notai una faccia famigliare che mi guardava storto.
Ron. E per giunta con una ragazza. Che gran cafone. Non mi interessava. Poteva fare tutto quello che voleva, lontano dai miei occhi però. Era una ragazza bellissima, capelli biondi, corpo perfetto e.. La faccia di Clarabella.
Ottimo modo per rincarare la pillola. Ron era furbo, molto furbo e sapeva quali tasti dolenti doveva schiacciare per far star male una persona. Si schizzavano l’acqua a vicenda e lui la prendeva sulle spalle con tutta la leggerezza di questo mondo.
“Possiamo andarcene se vuoi”
Mi disse Fred cercando di farmi distogliere lo sguardo da quella scena abominevole.
“Sto bene, tranquillo” gli sorrisi per farlo contento.
Mi baciò sulla guancia e mi accoccolai sulla sua spalla.
 Ad un certo punto successe qualcosa. Lei era aggrappata a lui, con le gambe intorno al suo busto. Lei mi guardò, si girò e baciò Ron. Mi sentii una fitta al cuore. Come se qualcuno avesse estirpato il mio cuore dallo sterno solo con le mani. E una lacrima non si fece attendere per cadere dritta sulla mia guancia.
“Herm, andiamo via”
“Si, ti prego andiamocene”
Ero con le lacrime agli occhi. Non ero gelosa, per niente. Ma nessuno aveva mai giocato così tanto con i miei sentimenti. E Ron si divertiva come un bambino, come se fosse padrone dei miei sentimenti e mi avesse appena condannato alla gogna. Glielo si leggeva negli occhi che era cambiato.
E lui che si era sempre preoccupato per tutti, ora era solo uno strafottente. È proprio vero: mai giudicare il libro dalla copertina.
Ritornammo in sala comune dove tutti i Grifondoro ci guardavano meno storti del solito, ma pur sempre indifferenti.
Io e Fred, NOI, passammo tutta la giornata insieme. Non ci dicevamo niente però era una bella sensazione. C’eravamo, l’uno per l’altro. E non ci importava di chi ci stava intorno. Dalla mattina non ci eravamo più baciati, o meglio, mi sentivo in imbarazzo a baciarlo davanti a tutta la scuola così facevo di tutto per evitarlo.
Fu il giorno più bello di tutta la mia vita. Finalmente, dopo tanto tempo, mi sentivo completa, non mi sentivo più sola. E io volevo urlarlo al mondo intero di quanto era felice, di quanto lo amavo. Ma avevo paura che lui non fosse convinto quanto me. Forse ero una delle sue cotte passeggere. Ero una delle tante. Non sarebbe stata la prima volta che Fred Weasley prendesse una cotta per una ragazza solo per una settimana. Non avevo il coraggio di dirgli quelle due paroline. Mi avrebbe preso per una stupida.
 
Quella sera Ginny decise di andare a dormire in camera di Harry, solo per sicurezza. Prima di andarsene però la mia migliore amica aveva proibito al fratello di dormire nel suo letto. Così aveva trasformato il suo letto in una scatola chiodata. Un po’ macabro.
A volte mi chiedevo se Ginny c’era o ci faceva. Era pur sempre suo fratello per la barba di Merlino!
Così io ero al calduccio sotto le coperte, mentre Fred cercava di dormire sul pavimento. Non riuscivo a prendere sonno. Mi giravo e rigiravo nel letto ma proprio non ce ne voleva di prendere sonno. Trovai la posizione più comoda che riuscii ad ottenere in quel letto che sembrava chiodato come fosse stata quella scatola che giaceva a pochi metri da me. Ero voltata verso Fred e lo guardavo nel buio. Ero rimasta così tanto sveglia che i miei occhi si erano abituati all’oscurità della stanza. Lo guardavo e sorridevo. Ad un tratto fui pervasa dalla tristezza. E se le voci che giravano per i corridoi erano vere? Se lui mi avrebbe lasciata veramente sola? Ne sarei morta.
Piccole lacrime mi solcavano il viso e non riuscivo a trattenere i singhiozzi. Fred si voltò verso di me e io mi voltai dandogli le spalle. Lo sentii alzarsi e venire in contro al mio letto.
“Hermione.. Stai piangendo.”
Mi asciugai velocemente le lacrime con le maniche della camicia e cercando di avere il mio solito tono di voce cercai una risposta.
 “... No.. Sto bene, torna pure a dormire.”
Avevo la voce rotta e tremolante.
“Piantala di dire stronzate.”
Alzò il piumone e entrò nel letto con me. Sentii il suo odore pervadere le mie lenzuola e la mia camicia da notte. Mi abbracciò da dietro. Restammo così per un po’ fin quando non ruppe quel bellissimo silenzio.
“Ora mi dici perché stavi piangendo?”
“Perché ho paura”
“Del buio? Ti ritenevo grande per certe cose ormai!”
Cercava di farmi ridere.
“È che ho paura di perderti. Tutti dicono che la tua è solo una cotta passeggera. E io non voglio rimanere sola.. Ancora”
“Herm guardami un attimo”
Mi voltai verso di lui nel buio della stanza. Mi accarezzava i capelli lentamente.
“Non lo farei mai per nessuna ragione al mondo.”
“Come faccio a saperlo?”
“Perché io..”
“Tu..” avevo il terrore di cosa stessa per dire.
“Io ti amo Hermione Granger. Con tutto me stesso. E non ti lascerei sola per nessuna ragione al mondo. Tu sei la mia Hermione.”
“Fred..” scoppiai di nuovo a piangere, stavolta per l’emozione.
“Che idiota. Sono stato precipitoso come al solito e ti ho fatta piangere..”
“No. Fred io.. Io ti amo e voglio fare l’amore con te!”
Silenzio. Sentivo il suo respiro. Mi maledissi. Come cavolo avevo potuto dire una cosa del genere? Maledetta la mia boccaccia.
Si alzò dal letto.
Ecco, l’avevo perso.
Attraversò la stanza e prese la sua bacchetta. Se ne sarebbe andato a dormire sul divano della sala comune come minimo.
Ma non uscì, farfugliò qualcosa e delle piccole candeline iniziarono a volteggiare per la stanza producendo una luce quasi opaca. Vidi la sua espressione dolce sul suo viso. Ritornò nel letto. Mi asciugò le lacrime.
“Hermione, non voglio più vederti piangere. Se stai male tu, sto male anche io”
“Ok.. ma... prima quello che ho detto”
“Quello che hai detto è la cosa più bella che mi abbiano mai detto”
“Io..”
“Tu hai detto di amarmi e di voler fare l’amore con me. Non si può chiedere di più dalla persona che si ama. Per me prima era solo sesso. Non ho mai incontrato una ragazza che volesse fare solo l’amore con me.”
Mi strinsi nelle braccia e lui mi avvolse con tutto il suo calore. Sapevo che non mi avrebbe lasciata per nessun motivo. Ora lo sapevo veramente, ne avevo la certezza assoluta. Mi lasciai andare a quegli attimi fatti di baci, carezze e sussurri alle orecchie. Mi stava baciando quando mi prese per i fianchi e mi misi a cavalcioni sul suo petto. I miei capelli gli cadevano sulla faccia e li spostava accarezzandomi il viso. Continuai a baciarlo. Non ero mai sazia dei suoi baci e di lui.
Mi tolse la camicia da notte. Cercai di coprirmi con le braccia.
“Non guardare..”
“Hermione.. Come non potrei guardare la creatura più bella del mondo?”
“Ma ci sono..”
“Quelli andranno via col tempo. Adesso vieni qua”
Mi trovai sotto di lui mentre mi baciava. Con le sue mani accarezzava i miei fianchi mentre tenevo il suo viso tra le mie mani. Iniziò a baciarmi il collo e dentro di me iniziò a scorrere una passione incontrollabile. Continuava a scendere. Baciò il collo, il petto, la pancia. Poi si spostò sui polsi. C’erano delle cicatrici e dei tagli ancora visibili. Iniziò a baciarli come se fossi un qualcosa di prezioso, quasi fossi fatta di cristallo.
“Fred.. non lì” Odiavo far vedere le mie debolezze.
“Scusa.. È solo che tu sei la cosa più preziosa che ho e voglio rimarginare questo brutto passato che ti ha portato via il sorriso”
Lo abbracciai con tutta la forza che avevo e per poco non cademmo a terra.
“Hermione.. Non farlo più. Ne usciremo insieme”
“Insieme?”
“Noi ce la faremo. Ti amo e non voglio ti succeda nulla.”
“Io e te..”
“Noi”
“Fred.. NOI.. Stiamo insieme?”
Attimo di silenzio. Ci stava pensando e non sapevo se era un buon segno o un cattivo segno.
“Non posso non amarti. Dipende tu cosa vuoi”
“Te”
“Vuoi essere la mia ragazza Hermione Granger?”
“Con tutta me stessa”
“Posso avere questo onore?”
“Piantala scemo” Ed ecco che ritornavo rossa come un peperone.
“Ehi.. Guardami. Non c’è niente di male ad amarsi. Non è mai morto nessuno ad amare. Io per te morirei”
“Fred non dirlo neanche per scherzo. Non ti farai mica ammazzare per me”
“No, Io vivrei in questo brutto mondo per te, solo se insieme a te”
“Io non ho più paura di amare”
“Starò vicino a te per sempre”
Per sempre.. che concetto enorme espresso in due parole. Come ti amo.
E io volevo ricambiare quel concetto enorme.
“Ti amo Fred.”
“Anche io.”
Ci addormentammo così. Abbracciati. In quel letto che vedette l’amore. Per la prima volta ero me stessa.
Per la prima volta amavo.
E non avrei mai smesso di amare quel ragazzo.
Quella notte facemmo l’amore.
Ma non come lo intendete voi.
L’amore, quello vero. Fatto di sguardi, parole e promesse.


ANGOLO AUTRICE:
Ahhhhhhhh. Buon lunedì a tutti voi! Spero che vi sia piaciuto anche questo capitolo un po’.. hoot. Ma non avete ancora visto nulla!! Ron è diventato uno stronzo, lo so. Ma che ci possiamo fare? L’amore è cieco. Chissa! Natale è vicino e l’amore è nell’aria!! Si lo so, è luglio e io penso a Natale. Sono strana ma con sto tempaccio cosa posso farci?? Sembra di essere a Novembre! Cooomunque. Recensitemi, Piacetemi, Leggetemi, Condividetemi, Preferitemi! Ringrazio a chi ha recensito. Bellissime recensioni ^.^. E ribadisco che non pensavo che la storia arrivasse a certi livelli! Traguardi personali che si avverano. Non mi importa che 3000 persone la leggano e recensiscano (Anche se non mi dispiacerebbe mica eh!) Però sono felice così. Credo di star facendo un buon lavoro per la mia età e il tempo a disposizione. Ditemi cosa ne pensate! Forse è un pò più cortino come capitolo, lo so! T.T
Baci, a presto.
-Lovegood

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Capitolo 7
*** Nothing is impossible ***


Le vacanze di Natale erano alle porte e quasi tutti tornavano a casa dalle famiglie. I miei avevano deciso all’ultimo minuto di partire per una crociera per concedersi un po’ di relax. Avevo già programmato di stare a scuola con i pochi studenti che rimanevano per ripassare in vista degli esami di fine anno. Mancavano ancora quattro mesi abbondanti ma preferivo portarmi avanti(forse un po’ troppo). Come mio solito mi ero già fatta tutti i miei programmi mentali sugli orari e le suddivisioni delle materie se non mi fosse arrivata la “magnifica” notizia dalla signora Weasley che sarei stata ospite a casa loro per passare il Natale insieme ai ragazzi. Sembrava andare tutto liscio come l’olio e invece? E invece mi ritrovavo a passare il Natale in casa di Ron. Guardando i lati positivi Ginny era entusiasta e anche Fred non era da meno. Ovviamente mamma Weasley non sapeva cosa fosse successo in quelle settimane di tensione tra me, Fred, Ron e le conseguenti risse. Ma forse era meglio così. Nessuno sarebbe stato punito e avremmo passato un Natale apparentemente tranquillo.
“Herm non sei contenta di venire a stare da noi per le vacanze?”
“Certo Ginny, il problema sarà la convivenza con tuo fratello”
“Bhe basta che state lontani e non vi tiriate il bollito di mamma in faccia” interruppe George scherzoso.
Da quando io e Fred stavamo insieme ci trovavamo spesso in gruppo con le “Coppie fisse” formate dai nostri amici.
Oltre a noi c’erano Ginny e Harry, Neville e Cho e (udite udite) George e Luna.
Dopo la battaglia di Hogwarts, Neville e Luna si fidanzarono ma non durò a lungo. Neville conobbe meglio Cho che gli era stata affianco nel suo periodo di “Capo della Rivolta Studentesca” quando Piton era preside. Luna e George si fidanzarono dopo alcune ripetizioni (da quello che ci disse lei in realtà si erano messi insieme da circa un mesetto, ma in quell’occasione resero il tutto ufficiale) . Il gemello rimase stupito non solo dall’intelligenza della ragazza, ma da tutte le sue particolarità. Era bella, intuitiva, aggraziata e geniale nella programmazione degli scherzi (Qualità da non sottovalutare con George).
Così due o tre volte a settimana e durante il week-end ci ritrovammo  a parlare del più e del meno con loro.
L’ordine del giorno erano le vacanze di Natale. Io, Harry, che ormai aveva dimora fissa a casa Weasley, e Luna in quanto “ospiti onorari e fidanzati” avremmo pernottato lì per tutto il periodo delle vacanze mentre Neville e Cho sarebbero passati per la vigilia.
Decidemmo di andare a passare il capodanno tutti quanti alla casa in montagna di Luna che a detta sua era infestata di nargilli.
Eravamo invitati tutti, e quando dico tutti intendo anche Ron e la sua nuova fiamma Clarabella. L’idea sinceramente non mi allettava più di tanto ma mi facevo andar bene quello che c’era. D’altronde ogni coppia avrebbe avuto la sua camera dove passare la prima notte dell’anno in grande stile.
Quando fummo solo noi ragazze ci scambiammo opinioni su come vestirci e su cosa preparare da mangiare.
“Ragazze.. Sono già in agitazione per Capodanno” disse Ginny.
“Perché così tanto agitata G? Non è la prima volta che dormi con Harry no?” disse Luna. Avevo un presentimento su cosa sarebbe successo quella notte.
“Bhe in effetti.. Però è una cosa importante ragazze!”
“Non dirmi che..” Sulla faccia di Cho comparve un’espressione tra l’incredula e l’infarto.
“Eh già.. Harry aprirà la mia camera dei segreti a capodanno!”
“Ginny! Ti pare che siano cose da dire così alla leggera?” intervenni io.
“Bhe dai Herm anche tu ti sei data da fare con Fred quando sono andata a dormire nella stanza di Harry. Ammettilo. Vi ho trovati a letto insieme.” Ribatté Ginny.
Diventai paonazza.
“Noi non abbiamo fatto assolutamente niente! Abbiamo solo dormito insieme!”
“Senza camicia da notte..” intervenne Luna. Le faceva male stare con George.
“Pensatela come volete ma io sono ancora vergine!” un po’ mi vergognavo di esserlo. E la mia faccia divenne un po’cupa.
“Maddai Herm! Su con il morale! Non c’è da vergognarsi. Tutte qui lo siamo!” Disse Cho.
“Io lo sono” disse Luna.
“Anche io” disse Ginny.
“Per fortuna!” dissi scherzando.
“Bhe...” Cho interruppe le risate “Anche io e Neville a capodanno...”
“In effetti anche se prematuro anche io e George abbiamo deciso di fare il grande passo” disse Luna imbarazzata.
“Per la barba di Merlino! Tutte insieme nella stessa casa. E tu Herm?” Ginny mi guardò maliziosa.
Mi sentii male. Tutte che perdevano la loro verginità mentre io non ci pensavo nemmeno.
Sì, avevo detto a Fred di voler fare l’amore con lui ma non mi rendevo conto del coraggio che ci volesse per farlo veramente.
“Bhe.. Io e Fred non ne abbiamo mai parlato..”
“In effetti mio fratello è così stupido da prenderla sotto gamba come fosse una cosa da tutti i giorni”
“Tranquilla Herm lo sentirai tu quando sarà il momento di parlarne” Disse Luna.
Stimavo molto quella ragazza che tutti consideravano pazza. È vero che parlava di cose strambe, ma lei lo faceva con il cuore. La ammiravo perché lei era se stessa 365 giorni all’anno 24 ore su 24. Non aveva paura di niente ed era sempre sincera. Tutti noi le volevamo un gran bene e lei ricambiava con il suo grande cuore.
Volevo ragionare un po’ su questo argomento che per me era sempre stato considerato un tabù a causa dei miei genitori un po’ bigotti. Erano sempre stati flessibili all’idea di frequentare una scuola di magia ma su alcuni argomenti era proibito parlarne.
Andai in biblioteca per informarmi sull’argomento, ma non trovai molto. D’altronde quale alunno sano di mente andrebbe a cercare tra i libri di scuola qualcosa che parlasse della prima volta. Su alcuni libri di medicina trovai delle formule contraccettive e alcuni strumenti da usare per non avere “brutte sorprese”.
Però non c’era nulla sulla “pratica”. Ed era quello l’aspetto che mi preoccupava. Fred aveva già avuto molte storie prima di me e da quello che si diceva era anche abbastanza bravo, io invece ero solo alle prime armi.
 
Qualche giorno dopo salimmo tutti sull’espresso per tornare a Londra e da lì spostarci a casa Weasley. Io, Fred, Ginny e Harry trovammo una cabina un po’ isolata per restare un po’ in intimità, anche se Ginny continuava a squadrare da capo a piedi il fratello. Quando i due rossi si furono addormentati rimanemmo svegli solo io e Harry.
“Harry.. posso chiederti una cosa?”
“Immagino chi possa essere il soggetto”
“RON” esordimmo insieme.
“Tu ci hai parlato?” dissi.
“Certo che ci ho parlato, è cambiato da quando.. bhe.. hai capito”
“Sì, da quando gli ho tirato quel pugno non ci siamo più rivolti la parole e ora.. che si è messo con Clarabella..”
“Lo so, io non so che diavolo gli è preso”
“È tutta colpa mia”
“No Herm, non darti colpe che non hai.”
“Forse lui ci teneva troppo”
“O no, non ci teneva affatto. Dai siamo realisti, non parlavate se non di scuola e di Quiddich. E tu odi il Quiddich, Hermione”
“Già..”
“Non si è mai accorto di come stavi”
“Forse quella vacanza in Toscana è stata uno sbaglio. Sinceramente non mi sono divertita. Io pensavo di andare al mare, camminate sulla spiaggia al tramonto e invece? E invece abbiamo passato tre quarti della vacanza a visitare trattorie!  Ti rendi conto?”
“Molto romantico!”
“Forse dovevamo restare solo amici. Quelle gelosie erano solo inutili cottarelle di adolescenti stressati. Ho sempre fatto quello che voleva lui per farlo contento e per non rovinare la nostra pseudo relazione”
“Meglio che tu ci abbia dato un taglio no?”
“Magari meno radicale..”
“Lui adesso fa lo stronzo. È cambiato così tanto nell’ultimo mese. Ha rinunciato a diventare Auror e ha intenzione di dire a sua madre che vuole mollare la scuola per...”
“Per..?”
“Per sposare Clarabella”
Quelle parole gli morirono in gola.
“Io..”
“Hermione.. Mi dispiace tanto”
“No, non dispiacerti. È la sua vita. Libero di fare le sue scelte. Qualunque sia la strada che voglia intraprendere se lui sarà felice io sarò felice per lui. Non è più di mia competenza fargli da balia. Dovresti seguire il mio esempio Harry.”
“Ma vedi.. Ne abbiamo già discusso e bhè, lui è, era, il mio migliore amico”
“Era?”
“Si. Abbiamo litigato. Dandomi dell’idiota perché avevo solo i miei sogni da demente che tanto non si realizzeranno mai. Ha detto che essere il Prescelto e aver sconfitto Tu-Sai-Chi non vuol dire avere un lavoro assicurato.”
“Per Merlino. Stare con quell’arpia non deve avergli fatto molto bene”
“Già. Ha detto che non ti rivolgerà più la parola perché.. bhe sai.. lei è una SANGUEPURO e quindi..”
“Perché io sono nata Babbana non mi rivolgerà mai più la parola?”
“Esatto.”
“La cosa non mi sorprende. In realtà non mi sorprende più niente di quello che lo riguarda. Sinceramente non mi stupirebbe vederlo con il marchio nero ora come ora!”
Ridemmo per smorzare un po’ la tensione che si era creata con tutte quelle rivelazioni.
“Harry, vuoi dire che il Trio di Hogwarts si è sciolto.. per sempre?”
“Mi sa proprio di sì Hermione.”
“Quanti anni sono passati dalla prima volta che ci siamo incontrati!”
“Quando sei entrata avevo appena preso tutto il cibo che c’era sul carrello e non sapevo più dove mettermelo e mi stavo abbuffando di ciocco rane e tu ti sei presentata e ci siamo presentati io e.. Ron”
“Mi sembra solo ieri che indagavamo sulle origine della pietra filosofale, io che venivo pietrificata dal basilisco, salvavamo Sirius e Fierobecco, io che mi preoccupavo per te che dovevi affrontare il Torneo Tre Maghi. E poi la morte di Sirius, la Profezia, il Suo ritorno, la morte di Silente, Tonks, Lupin, Malocchio, Dobby. La guerra, il nostro vagabondaggio. Le torture di Bellatrix, la battaglia ad Hogwarts. Noi eravamo il Trio che passerà alla storia. Sembra che sia passato tutto così velocemente.  E ora?”
“Ora.. Andiamo avanti” Disse Harry con delle lacrime che gli scendevano sulle guance rosse. Avevo riportato alla mente ogni singolo momento. Belli e brutti. La morte di quelle persone che per lui erano fondamentali era una ferita ancora aperta, e la separazione con il suo migliore amico non era di molto conforto.
“Scusami, non dovevo parlarne.”
“No, è importante parlarne Herm. Se non parliamo di quegli eroi che sono morti nel quasi anonimato chi ne parlerà mai? Loro vivranno nelle nostre memorie per sempre e se ci costringiamo a non parlarne ce ne dimenticheremo e saranno solo un lontano ricordo. Loro erano la mia, la nostra famiglia e se ce ne dimentichiamo vuol dire che non ce n’è mai importato nulla”
“Harry.. Vieni qua” dissi allargando le braccia.
Non se lo fece ripetere due volte. Ci abbracciammo. Era da tanto che non lo abbracciavo così, come una mamma. Lui sembrava quasi uno scricciolo tra le mie braccia. Sentivo che singhiozzava sul mio pullover. Si era liberato di un grande macigno che gli pesava sulla coscienza da troppo tempo. Era un abbraccio caldo, dolce. Mi scese anche a me una lacrima per l’emozione. Ne avevamo bisogno. Dovevamo sfogare tutte quelle lacrime che la guerra non ci aveva permesso di versare. Non era quello il momento, ma ora sì che era il momento. Ora che tutto era finito.
Fred si svegliò e rimase un po’ sorpreso a vederci piangere abbracciati. Vedendo Harry così fragile intuì subito di cosa si trattava e mi cinse tra le sue braccia. Il tutto svegliò anche Ginny.
“Ehi ma che.. Harry amore..” E cinse Harry sulla schiena dicendogli parole dolci alle orecchie.. Sembravamo una di quelle famiglie che si vedono nelle pubblicità babbane.
Tutto perfetto se il treno non si fosse fermato di colpo.
Eravamo a Londra.
La signora Weasley ci aspettava ansiosa davanti alla porta di casa.
Rimase spiazzata nel vedere me e Fred mano nella mano e Clarabella(a nostra insaputa) e Ron abbracciati.
Credevo che avesse avuto la coerenza di non venire a casa Weasley mentre c’ero anche io, ma a quanto pare quell’arpia si divertiva un mondo a mettermi i bastoni tra le ruote.
“Mamma!”
“Ginny cara cos’è successo?”
“Vieni che ti spiego..”
Abbassai lo sguardo. Mi sentivo fuori luogo.
Ginny e sua madre si rinchiusero in cucina per quaranta minuti buoni mentre sistemavo la mia roba nella stanza di Ginny, visto che a decisione in comune Harry avrebbe dormito con Fred e Ron e Clarabella sarebbero stati da soli.
Quando uscirono dalla cucina la signora Weasley aveva un espressione tra lo stupito e la delusione. Si avvicinò e senza farsi sentire mi disse che potevo andare a sistemare la mia roba in camera di Fred e spostare quella di Harry nella stanza di Ginny.
Ero entusiasta. L’abbracciai di slancio e ricambiò con affetto.
“Sei quella giusta per Fred”
“Grazie signora”
“Chiamami mamma”
E mi sorrise.
Corsi da Ginny più felice che mai e mi aiutò a spostare le mie cose e quelle di Harry da una stanza all’altra.
Notammo che la signora Weasley guardava con un occhio di riguardo, quasi disprezzante, la nuova cotta di Ron.
“Herm. Mia madre farà un bel discorsetto a Ronald sul suo “deplorevole” comportamento. Dovevi vedere che facce faceva mentre le raccontavo tutta la storia!”
“Tutta la storia Ginny?”
“Solo le cose più importanti. Niente particolari. Tranquilla”
“Mi hai fatto prendere un infarto!”
“Dai Herm! Quella vipera la pagherà molto cara!”
“Rouge, non mi sembra il caso”
“Tranquillizzati.. Niente di troppo pesante”
E se ne andò ridendo sotto i baffi.  Avevo un po’ paura della crudeltà di Ginny e dei suoi scherzi. D’altronde aveva imparato tutto dai gemelli.
 
A cena calò l’imbarazzo generale. Ron aveva quell’aria da strafottente, quasi fosse un divo del cinema.
Come la sua tipa, tra l’altro.
Così, con il suo egocentrismo da prima donna Clarabella prese la parola.
“Allora signor Weasley, di cosa si occupa al ministero? Sa mio padre conosce il Ministro e sapendo che il padre del mio adorato Ronaldino lavora per il Ministero si voleva informare. Signora questo pasticcio di carne è ottimo lo sa?”
Oddio un’altra che chiamava Ron con un nomignolo idiota. Non la odiavo, ma mi dava su i nervi solo il sentirla parlare. Con tutta quella falsità addosso.
“Oh grazie Clarabella, cara. Ne vuoi ancora?”
“No, grazie. Rimango leggera. Sa la dieta.. Devo tenermi in forma, non vorrei sembrare una palla da Quiddich.”
Mi guardò con aria di sfida. Si stava palesemente riferendo a me. Fred lo notò, Ginny lo notò, Harry lo notò. Tutti lo notarono. Tranne Ron. Lui era indifferente. Anzi, accennò una risatina.
Smisi di mangiare. Mi era passata la fame. Me l’aveva fatta passare.
“Hermione, tutto bene cara?”
“Certamente signor...”
Mi venne un lampo di genio. Ero perfida, lo ammetto. Ma dovevo giocare con le stesse carte sporche di quella li.
“..Mamma”
Sorrisi e lei ricambiò con un bacio sulla guancia.
“Da quando ti fai chiamare mamma da lei, ma’?” esordì Ron.
La cosa sembrava turbarlo e non poco.
“Non sono affari tuoi.” Disse Ginny tirandogli un calcio sotto il tavolo.
“Ahia brutta scema!”
“Ronald Weasley! Non usare quel tono con me e con tua sorella signorino! Alla prossima te ne fili dritto in camera tua!”
“Certo mamma” Aveva quel tono odioso. Saccente all’ennesima potenza. Roba da prenderlo a sberle.
E scese di nuovo il silenzio. Fred mi strinse la mano sotto il tavolo per rassicurarmi.
E ancora Clarabella esordì con una delle frasi idiote, o almeno era quello che credevo.
“Bhe, mamma..” Fece riferendosi alla Signora Weasley.
“Signora Weasley per te Clarabella”
Wow. Qualcuno era riuscita a metterle i piedi in testa. Rimase letteralmente a bocca aperta. Le orecchie le divennero rossissime. E mi venne da ridere guardando Ginny che se la rideva sotto il tovagliolo.
“Certamente.. Come stavo dicendo Signora Weasley, immagino che Fred e Hermione le abbiano raccontato del piccolo incidente accaduto a scuola. Sa per poco non finivano in presidenza. Usare incantesimi di attacco senza la presenza di un professore a scuola è cosa proibita.”
Non ci potevo credere. L’aveva fatto veramente. Aveva spifferato tutto!
Ero furibonda.
Il signor Weasley rimase con la forchetta a mezz’aria mentre Ron se la rideva come un idiota.
La signora invece la fulminò con gli occhi, per poi passare a uccidere il figlio con lo stesso sguardo.
Harry, Ginny, George e Luna erano sconcertati, stupiti, arrabbiati e meravigliati allo stesso tempo. Su ognuno di loro c’eranoespressioni diverse ma tutti loro avrebbero ucciso quella canaglia se avessero avuto la possibilità.
Ero fuori di me.
Aveva oltrepassato ogni limite di sopportazione per quella sera.
Mi alzai incazzata come una iena. Sbattei il tovagliolo sul tavolo e scansai in fretta la sedia dietro di me.
Fred cercò di afferrarmi ma inutilmente.
“Hermione..”
“No Fred. Va tutto bene. Me ne vado a dormire. Per stasera è troppo.”
Stavo piangendo quasi in silenzio per non farmi vedere da quella schifosa.
“Sei una grandissima troia”
Fred si alzò e mi venne dietro.
“Fred torna a tavola! E non usare quel linguaggio!”
“No mamma. Quella è una grandissima puttana! E quell’idiota di mio fratello lo sa benissimo!”
“Scusa come hai chiamato la mia ragazza?”
“Sei sordo? È una troia puttana!”
“Io giuro che ti ammazzo!”
“Fatti avanti!”
E sentii Ron che si alzava e tirava un destro a Fred che cadeva contro il mobile dei piatti.
“Ora basta!” Gridò il signor Weasley.
Non avevo mai visto il signor Weasley arrabbiato.
Bhè, più che visto, sentito.
Origliavo dalle scale.
Da quello che capivo Harry teneva Fred e George teneva Ron.
Ginny imprecava contro Clarabella mentre Luna la tratteneva.
La signora Weasley intanto si avviava verso le scale, precisamente dove c’ero io.
“Hermione cara, basta piangere, vieni qua”
Aprii le braccia e io non me lo feci ripetere due volte. Sentivo il profumo di casa, di mamma e di protezione. Mi mancavano quegli abbracci. Mia madre era fredda e distaccata. Mai un abbraccio, mai un bacio.
“È tutta colpa mia. È tutta colpa mia. È tutta colpa mia...”
Continuavo a ripeterlo, come per convincere anche lei che tutto quel casino l’avevo creato io.
“Shh.. Tesoro non è colpa tua. È tutto ok.. Ora andiamo in camera. Sei stanca.. Andiamo, su”
Mi accompagnò in camera e mi rimboccò le coperte. Andai a letto vestita ma non fu un problema. Feci finta di dormire così se ne andò. Volevo rimanere sola.
Sentii Fred rientrare dopo dieci minuti.
“Fred..”
Stavo ancora piangendo.
“Hermione..”
“È tutta colpa mia”
“No..”
“Si..”
Sentivo che si stava spogliando, nel buio riuscivo a intravedere qualcosa. Era solo in boxer. Si mise dei pantaloncini e una canottiera e si stese di fianco a me.
C’era abbastanza spazio per tutti e due visto che era una piazza e mezza.
Mi baciò le labbra quasi a non volermi far male.
Mi attaccai a lui con tutto il mio corpo e lui si strinse ancora di più a me.
“Ti amo” dissi.
 Di slancio. Senza pensarci. Cavolo che idiota.
Ora se ne sarebbe andato nel suo letto e non volevo.
Piansi più forte. Stavo proprio singhiozzando.
“Anche io, però basta piangere. Me l’avevi promesso quella sera.”
Lui era ancora li. Con me. E mi abbracciava e mi baciava. E si ricordava.
“Non può essere colpa tua se ami. Okay?”
“Okay.”
Restammo così per un bel po’. Poi si addormentò. Vedevo nel buio i suoi capelli e le sue labbra.
“Mi mancherai”
Gli sussurrai nell’orecchio.
SPAZIO AUTRICE:
Eccoci ritornati Potterhead!!! Aaaallooora,  nuove coppie, tante lacrime e tante litigate. La nostra povera Herm cosa farà? Possibile che quella scema di Clarabella non si faccia i Caaaaiser suoi una buona volta? Sempre a mettere i bastoni tra le ruote ne? Comunque, spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto e continuerete a seguire la storia, a recensirla, a metterla tre i preferiti\seguiti. Ringrazio chi l’ha recensita positivamente e chi sta continuando a leggerla. ^.^
Alla prossima.
-Lovegood

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Capitolo 8
*** Angeli e Diavoli ***


Non so perché presi quella decisione. Avevo bisogno di ragionare, da sola. Volevo stare lontana da quella vipera. Ero arrivata al culmine della sopportazione umana. Non ne potevo più.
Mi alzai prima di tutti. Cercai di uscire dal letto senza svegliare Fred ma era cosa impossibile visto che mi teneva sotto il suo braccio muscoloso. Sul comodino del letto c’era la mia bacchetta.
“Accio bacchetta” dissi sussurrando. Ma non dovetti usarla.
Fortunatamente Fred si spostò un pochino.
Giusto quel poco per sgattaiolare fuori senza usare la magia.
Presi la mia borsetta e ci buttai dentro i vestiti e un libro. Mi vestii in fretta e scesi le scale senza fare rumore. Prima però dovevo vedere se qualcuno era sveglio. Feci un rapido giro di legimentis in tutte le stanze. Non in quella di Ron. Avevo troppa rabbia repressa. Andai in cucina e con un colpo di bacchetta rimisi a posto il macello della sera precedente. Non avrei dovuto farlo ma non sopportavo di vedere tutto quel disordine. Materializzai un pezzo di carta e scritti
“Scusate ma vado.
Scusa Ginny, non sono stata una buona amica.
Scusa Harry, ero al limite.
Scusa Luna, non sono mai stata pronta.
Scusa George, non ho mai capito i tuoi scherzi.
Scusate “mamma” e “papà” ma non ero abbastanza per voi.
Scusa Fred, non sono abbastanza capace di amarti e non credo di essere abbastanza per te.
Scusa Clarabella, non posso essere così perfetta.”
Pensavo di aver finito, ma aggiunsi anche una scusa per Ron.
“Scusa Ron, troverai quella giusta.”
Aggiunsi la mia firma.
“A voi.
Hermione Granger”
Non sapevo dove andare. Non sapevo cosa volevo fare. Avevo paura e volevo solamente scappare da tutto. Magari sarei andata dove nessuno mi avrebbe giudicato. Impossibile. Non esiste il paradiso in terra. Presi la mia borsa, feci levitare il foglio sul tavolo e mi diressi verso la porta.
Avevo la mano sulla maniglia.
Guardai un’ultima volta la casa e la foto di famiglia sull’uscio.
“Ferma” Disse qualcuno alle mie spalle.
Non so chi fosse ma ero felice. Non avevo veramente preso quella decisione. Era una cosa istintiva, non razionale. E io non seguo cose non razionali.
Mi voltai.
Ron mi stava guardando dal quarto gradino delle scale.
Che fortuna..
Mi sembrava scortese non rispondere.
“Che vuoi?”
“Non andare”
“Perché?”
“Perché so che tu non sei così. Uscita da quella porta non sapresti dove andare.”
Aveva ragione, ma in quel momento lo odiavo per cui tutto quello che diceva erano stronzate.
Grandissime stronzate.
“Tu non sai proprio niente di me”
Presi la via della porta ancora una volta e feci per andarmene.
“Balle.” Disse lui.
“Non sai e non sapevi niente”
“Non me ne hai dato l’occasione.”
“Questa ci mancava”
“Fammi spiegare..”
“Credo di averne avute abbastanza di spiegazioni non credi? LEI la prima di tutte”
“Lei chi? Clarabella? Arriveremo anche a quel punto.”
“Non voglio parlarti”
“Io si.”
Sentivo che non usava quel tono strafottente che aveva nell’ultimo periodo. Era sincero. Ma non dovevo abbassare la guardia. Il diavolo prima fa il dolce e poi ti uccide. Però lo ascoltai. In fondo volevo una spiegazione, anche se non lo davo a vedere.
“Ti do venti minuti Weasley. Non uno di più, non uno di meno”
“Certo. Basteranno. Carino il biglietto sul tavolo.”
“Non fare umorismo.”
Ci sedemmo sulle poltrone e iniziò.
“Da quando ci siamo messi insieme..”
“Lo so cosa è successo. Non partire dalle calende greche.”
“Zitta un attimo. La nostra storia l’hai vista dal tuo punto di vista. Fammi raccontare dal mio”
Mi sentii egoista. Non ci avevo mai pensato, o meglio pensavo non gli importasse più di tanto se stavo bene o se avevo un diavolo per capello quando stavamo insieme. Cercavo di non darlo a vedere, e di non parlarne.
“Continua”
“Stavo dicendo, da quando ci siamo messi insieme mi hai escluso dalla tua vita. Non nel senso che non mi parlavi, ma hai smesso di mandarmi sentimenti ed emozioni. Mi sembravi una statua di marmo. Fissa. Con quel sorriso di porcellana scolpito in faccia e niente che traspirasse dagli occhi.”
Lo ammetto, quando voleva Ron sapeva essere un poeta.
“Io..”
“No Hermione. Non cercare giustificazioni. Lo sai meglio di me che è così. Pensi che non sappia fare un Legimentis? Che non capisca quello che avevi negli occhi?  Credi che non vedevo il dolore represso dentro di te? Le lacrime mai versate e i polsi coperti?”
“Non volevo tu vedessi. Non volevo tu ti preoccupassi per una cosa stupida”
“Stupida, Hermione? Tu la chiami stupida una cosa del genere?”
“Si”
“Santi maghi! Non è così. E se volevi vivere nel tuo mondo di belle favole allora hai sbagliato tutto. Credevo che la guerra fosse servita anche come crescita.”
“Il mio mondo di favole? Il mio Mondo come lo chiami tu, era un inferno! Ho Obliviato i miei genitori e ho impiegato settimane a ritrovarli! Ho mollato tutto per te e per Harry! Vi sono sempre stata accanto, nel bene e nel male. Ho perso alcuni amici e parenti a Londra! Ho dovuto nascondere i miei genitori e fagli perdere tutti i miei ricordi. I nostri ricordi!”
“Lo so. E mi dispiace non esserci stato abbastanza. Di non averne mai parlato apertamente. Forse le cose sarebbero andate diversamente.”
“Forse.”
Mi bruciavano gli occhi.
“Hermione..”
“Sto bene”
“Quante balle. Quante volte hai ripetuto questa frase.”
“Troppe volte”
“Eccessivamente direi. Perché non mi hai mai detto nulla?”
“Non volevo essere un peso.”
“Sei una stupida.”
“Perché non me l’hai mai chiesto?”
“Perché avevo paura”
“Ron Weasley che ha paura di qualcosa? Domani potrebbe finire il mondo!”
La sua faccia si fece seria.
“Avevo paura di te.”
“Di me?”
“Esatto. Di come questo piccolo fiore delicato potesse appassire da un momento all’altro. Di come potevi reagire. Avevo paura che mi abbandonassi.”
“Non l’avrei mai fatto.”
“Non puoi saperlo.”
“Mi dispiace. Mi sento egoista.”
“Non lo sei Herm, non lo sei.”
Lo guardai sconvolta. Era da tanto che non sentivo la sua voce chiamarmi così. Sentii la nostalgia salire. Ora non volevo più scappare. E sorrisi.
“Scapperai ancora?”
“Non lo so.”
“Quindi… Fred eh? Bella croce ti sei scelta.”
“Mai come la tua!”
“Lei non è così male..”
“È solo il diavolo fatta donna!”
Stavamo ridendo come due bambini.
E forse stavamo facendo un po’ troppo casino per quell’ora.
“Che ne dici di buttare quel foglio?”
“Forse sarebbe il caso.”
Mi alzai e stracciai quel brutto foglietto.
Sentii Ron alzarsi. Pensavo se ne sarebbe tornato in camera. E invece no.
Il suo alito che sapeva di fresco mi accarezzò il collo. Le sue labbra si appoggiarono sulla mia clavicola. Ma non sentii niente. Solo un brivido alla schiena che mi portò solo brutti ricordi.
“Che ne dici di un ripassino.. Hermione”
E lo disse con malizia. Il diavolo pretendeva l’anima della sua vittima incauta. Restai immobile. Non riuscivo a muovere un solo muscolo in tutto il mio corpo. Come fossi pietrificata.
Allungò le sue mani sui miei fianchi e ne ricalcò i punti all’altezza del seno e dei fianchi.
Una lacrima mi scese sulla guancia. Tremavo e sudavo freddo.
Mi faceva schifo.
“No.. Povera piccola Hermione.. Non fare così.. Va tutto bene”
E la sua mano si infilò sotto la mia felpa.
Fredda. Gelata come il ghiaccio. No, non poteva essere Ron quello.
“NO..”
Provai a formulare quella semplice sillaba, ma mi morì in gola.
“Si.. LE brave alunne dicono sempre di si.. Vero signorina Granger?”
“Mi fai schifo”
“Tu menti!”
Prese i miei polsi e mi girò nell’altro senso. Ora eravamo faccia a faccia. E io no, non lo guardavo. Era un essere ripugnante.
“Guardami”
“No”
“Guardami!”
La sua mano gelida passò dal polso al mento. Solo con la punta delle dita aveva spostato il mio sguardo e il mio volto dritto verso di lui.
“Lasciami”
“No. Adesso che ti ho non ti lascerò più.”
Si avvicinò pericolosamente alle mie labbra. Serrai la bocca per non farlo entrare. Non volevo nessun’altro che non fosse Fred.
“Aprile Herm. Eddai. Come una volta”
“Stronzo”
Non avessi mai detto quella parola.
Di scatto mi infilò la sua lingua nella mia bocca e cercavo di respingerlo con tutte le mie forze ma era troppo pesante per i miei esili muscoli.
Gli morsicai la lingua. E la sua faccia mi fece ridere.
“Insolente!”
E mi tirò uno schiaffo. Caddi sul bordo del tavolo mentre con una mano serrava il mio polso vicino alla mia nuca.
“Lasciami stare o mi metto a urlare.”
“Non lo farai. Silencio”
Aveva imparato dei nuovi incantesimi.
Non riuscivo a proferire parola.
Lui intanto guardava avido il mio corpo. Come se fosse una droga. Cercò di baciarmi ancora ma gli tirai un calcio dritto dritto nelle parti basse che lo fece urlare.
“Ahia! Cazzo!”
Mollò la presa e io ne approfittai per scappare su per le scale sentendo la porta di qualche stanza aprirsi.
Ero salva. Per fortuna.
Stavo piangendo e mi accasciai a terra. Ancora non riuscivo a dire niente.
Ginny e Fred passarono di li e si spaventarono vedendomi a terra.
“Hermione!”
“Herm!”
Indicavo la gola. Cercavo di fargli capire qualcosa.
Nessuno dei due sembrava capirci qualcosa di tutti quei gesti.
Indicavo la bacchetta di Fred.
La prese e indicai la tempia. Feci cenno di provare con un Legimentis indirizzato a me. Avrei spiegato tutto col pensiero.
Fred formulò l’incantesimo.
“Legimentis”
E io “parlai”
Fred ascoltami bene. Formula questo incantesimo “Loqueris” verso la mia gola!
Allora capì tutto.
“Calma Hermione. Ci sono qua io adesso.”
E mi stampò un bacio sulla fronte.
“Eddai Fred!”
Ginny non sembrava in vena di scambi amorosi.
“Ok.. Scusa. Allora com’era..? Ah si! Loqueris!”
Puntò la bacchetta verso la mia gola e sentii un formicolio alle corde vocali.
“Posso.. Posso parlare!”
“Si! Cosa è successo’ Abbiamo sentito qualcuno urlare!” mi disse Ginny.
“Ron. Lui.. abbiamo parlato. Pensavo avessimo fatto pace e invece..”
“E invece..” disse Fred con tono molto serio e alquanto incazzato.
“E mi ha baciato. Due volte. La prima gli ho morso la lingua e la seconda gli ho tirato un calcio. Per questo ha urlato.”
“Che cosaa?”
Le palle degli occhi di Ginny per poco non toccavano terra.
“Giuro che lo uccido con le mie mani! Fosse l’ultima cosa che faccio!”
“No Fred!”
Urlammo in coro io e Ginny, vedendolo partire in quinta verso le scale.
Ormai era fatta.
“Ginny va a chiamare i tuoi e Harry, George.. Tutti!”
“Ce la farai da sola?”
“Si”
E iniziò a bussare a tutte le porte, salendo e scendendo dalle rampe di scale della Tana.
Io intanto scesi di sotto.
Vidi Fred che lanciava una zuppiera in testa al fratello che si riparava sotto il tavolo.
“Bastardo!”
“La tua tipa non si è mossa di un millimetro!”
“Balle!”
“BASTA!” urlai.
Fred si fermò con un bicchiere in mano e Ron uscì dal suo rifugio.
“Io me ne vado.”
“Hermione aspetta.”
“No Fred. Ho già causato troppi problemi in questi due giorni.”
“Sei uno stronzo Ron!” E gli tirò un bicchiere dritto in faccia. Che ovviamente si ruppe e Ron iniziò a sanguinare dal naso.
Uscii dalla porta lasciandola aperta.
Ero sfinita.
Però iniziai a correre.
E Fred dietro di me.
Corsi giù per la collina. Le mie maledette All Star mi facevano scivolare e inciampare nei sassi. Riuscii in qualche modo ad non ammazzarmi e a mantenere l’equilibrio. Finché non ci sono scivolata veramente su quella fottuta ghiaietta.
Da quello che so feci un bel capitombolo.
E stranamente non mi feci niente. Qualche graffio aggiunto ai precedenti. Nulla di grave infondo.
Fred mi stava sopra e Harry stava scendendo.
“Ti amo Herm. Non ti lascerò mai andare. Questo è poco ma sicuro. Non importa quanto lontano vorrai andare. Io ti starò sempre dietro”
“Non voglio più scappare Fred”
E mi addormentai tra le sue braccia calde.
Non c’era più il freddo di quelle mani estranee.
 
 
Quando mi svegliai ero nel mio letto e c’era un magico silenzio.
Forse ero diventata sorda. Era improbabile che in quella casa regnasse un tale silenzio. Cercai di alzarmi dal letto. Avevo una felpa troppo grande per la mia taglia e i leggins a fiori di Ginny. Mi ricordo che li aveva messi un giorno per andare a correre. Il risultato era stato catastrofico: tornò con il fiatone e la faccia paonazza. Da quel giorno non ha più preso certe idee.
Uscii dalla camera con passo felino. Manco fossi stata una ladra. Ma volevo vedere cosa succedeva di sotto.
Passai davanti alla camera di Ron. Era semi aperta e avevo paura solo a guardarne il pomello.
“Che ne dici di un ripassino Hermione?”
“Nessuno può sentirti”
Mi sembrava di avere quelle mani gelate sulla faccia e il suo alito sul collo.
Sobbalzai.
Lui era lì dentro. Sentivo il suo respiro. E c’era qualcuno con lui. Un respiro troppo delicato per essere un ragazzo. Guardai attraverso lo specchio. Clarabella era sopra Ron, gli teneva il ghiaccio sulla fronte e lo baciava. Lui allungava quelle mani gelide su tutto il suo corpo, come aveva fatto con me qualche ora prima. Provavo solo ribrezzo.
Decisi che guardare quello spettacolo penoso non era il massimo e mi diressi verso le scale. C’era solo Ginny con Luna seduta al tavolo.
Scesi tutti i gradini come una bambina di tre anni. Appoggiavo un piede e poi l’altro sullo stesso gradino. Le gambe mi tremavano.
Ginny alzò lo sguardo e mi sorrise.
“Ehi dormigliona”
“Buongiorno Herm” Luna era bellissima. L’inverno le faceva risaltare i capelli biondissimi. Le tirai un sorriso pieno d’affetto.
“Buongiorno ragazze”
“Come stai?” Tirai un occhiata torva al tavolo. “Ok, meglio sto zitta”
Ginny si alzò e mi preparò una tazza di latte. La bevvi tutta quanta. Avevo gli occhi persi. Continuavo a rivedermi quelle immagini davanti. Mi scese una lacrima. Non me ne resi neanche conto.
“Herm.. È tutto finito adesso” Disse Luna.
“Lo so” non avevo voglia di parlare e rispondevo a monosillabi.
Ginny ritentò a prendere parola.
“Hermione. I miei sono andati via ieri sera. Sono andati dai miei nonni su in Galles. Gli serviva un po’ di vacanza. Quando tornano ci penserò io a..”
“No, i tuoi non lo devono sapere. Sto bene, succede. Troveremo una soluzione”
Guardavo nel vuoto e neanche credevo a quello che dicevo.
“Dov’è Fred?”
Volevo vederlo. Sentire il suo odore.
Luna e Ginny si guardarono con complicità.
“Bhè? Che c’è? Mica è morto? Vero?”
“No”
“E allora dimmi dov’è. Lui, Harry, George. Dove cavolo sono?”
“Loro..”
“Mica sono andati in America!”
“Sono giù dalla collinetta, vicino allo stagno. Herm non ci andare.”
“Veramente Hermione. Non dovresti”
E se lo diceva Luna potevo anche ascoltarla. Ma la curiosità e la tristezza erano troppe.
“Vado”
E me ne uscii dalla porta. Riuscii a scorgere un’ultima frase di Ginny.
“Se li scopre si arrabbia. Non vuole che loro f…”
Scesi dalla collinetta e mi avviai verso lo stagno.
Harry, George e Fred erano avvolti da una nube di fumo. Odiavo il fumo. Cosa più inutile non c’era.
E sì, mi arrabbiai quando scoprii che un Grifondoro fumava.
Ma ora non me ne preoccupavo più di tanto.
George fece un cenno agli altri due che spensero alla velocità della luce le sigarette.
“Herm..” George si guardava le scarpe.
“Herm..” Harry si rigirava le dita.
“Herm..” Fred cercava di non guardarmi negli occhi e guardava le rane.
Manco fossi stata la Santa Inquisizione e loro fossero stati maghi. (Ok, lo erano ma vabbè).
“Ho bisogno di parlarti”
“Arrivo” Fred porse il pacchetto a Harry.
“Quelle tienile”
“Come?”
“Tienile”
I ragazzi si guardarono stupiti.
Se le infilò in tasca e ci incamminammo lontano dagli altri due.
Arrivammo in un piccolo spiazzo dopo il piccolo boschetto vicino alla Tana.  Fred cercò di attaccare discorso.
“Stai bene?”
“Per niente”
“Ne vuoi parlare?”
“Non lo so.”
“Hermione. Mi dispiace”
“È tutta colpa mia”
“No, lui è uno stronzo”
“Lo so, pensavo fosse cambiato. Ma in una notte non si cambia”
“Perché sei scesa in cucina?”
“Volevo andarmene”
“Cosa?”
“Volvo scappare. Vi avevo lasciato un biglietto. Lui è sceso. Abbiamo chiarito. Avevo deciso di restare. Finché lui..”
“Immagino”
“È stato orribile Fred. Pensavo salisse in camera per tornarsene a dormire. Invece mi toccava con quelle mani di ghiaccio e soffiava il suo alito sul mio collo”
“Mi dispiace. Io stavo dormendo, o meglio mi sono svegliato quando non ti ho visto più nel letto. Poi ho sentito le urla.”
“Devo avergli fatto male. Un bel calcio dritto sulle palle.”
“Lo sai che mio fratello è un coglione”
Mi tornò subito il sorriso sulle labbra. E lui ne assaggiò il sapore con le sue. Sapeva di fumo.
“Non ti mollerò mai più”
“Non mi staccherò più da te”
“I miei..”
“Lo so. Ginny me l’ha detto.”
“Come ti ha detto che eravamo qui”
“Già..”
Gli misi una mano in tasca. Tirai furi  pacchetto e accendino. Aprii quello strano coso fatto di cartone. Lo scrutai un po’.
Era un pacchetto bianco e blu e c’era scritta la marca in argento.
“WINSTON”
Ne tirai fuori una. La passai a Fred. D’altronde l’avevo interrotto mentre se ne fumava una.
Tese la mano per riprendersi il pacchetto ma feci una cosa che forse non si aspettava.
Ne presi una per me. Poi gli ripassai il pacchetto. Si accese la sua e gli fregai l’accendino dalle dita. Provai un paio di volte ad accendere quel marchingegno che sembrava impossibile da usare.
Fred si mise a ridere.
“Dai lascia fare a me. La vuoi veramente? Sai la prima è sempre forte”
“Chi ti dice che è la prima?”
“Non sai usare l’accendino”
“Uff..”
Con un colpo di pollice accese quel piccolo coso blu e ci misi sopra la sigaretta, appoggiai leggermente le labbra al filtro.
“Devi aspirare. Vedi?”
Prese la sigaretta in bocca, consumò la cenere davanti che si fece più rossa. Tolse le labbra dal filtro, tirò un gran sospiro e uscì una boccata dritta davanti a lui.
Così lo imitai.
Mai cosa fu così sbagliata.
Misi la sigaretta in bocca, tirai su dal filtro, spostai la sigaretta e presi un gran respiro.
Un bruciore mi lacerava la gola. Iniziai a tossire. Del fumo uscì a scatti dalla mia bocca. Fred non smetteva di ridere.
“Cought.. Che.. Cazzo.. Hai.. Da.. Ridere!.. Cought cought”
“Non fa per te! Fidati”
E mi diede due pacche sulla schiena. Il fumo uscì e ritornai a respirare normalmente.
“Come diavolo fai?”
“Abitudine”
“Che schifo”
“Quindi ti faccio schifo?”
Quel suo sorrisetto malizioso mi fece sentire appagata d’amore e al tempo stesso un po’ indignata.
Avevo voglia di giocare e mi sentivo stranamente leggera e audace. 
Spensi la sigaretta su un sasso e mi voltai a guardarlo fisso negli occhi.
Mi avvicinai al suo orecchio e glielo mordicchiai un po’ sulla punta.
“Non potrei mai”
“Hermione.. Se fai così..”
“Se faccio così.. cosa?”
Spense la sigaretta quasi del tutto consumata.
Mi stesi sopra di lui con una gamba in mezzo alle sue.
“Tu..”
“Io..”
“Mi lasci finire una frase senza ripeterla?”
“Continua”
Iniziai a baciargli il collo alternando piccoli morsi.
“Tu potresti pentirtene..”
“E perché mai?”
“Perché non è questo il luogo..”
“Non stiamo facendo niente di male”
“Si però…”
“È divertente”
“Come prego?”
“Fred Weasley un uomo razionale. Questa mi è nuova. A te che piace giocare… Vuoi giocare con questa ragazza?”
“Tu vorresti giocare con me e tutto quello che mi ribolle dentro?”
“Esattamente.. Dettami le regole”
“Lo vuoi veramente?”
“È come una sigaretta se non la provi non puoi sapere se ti piacerà o no. E io sono la tua sigaretta.”
“Allora sarai il mio vizio”
Iniziammo a rotolare sull’erba ricoperta di brina.
Ridevamo e ci baciavamo. Non ero mai stata così tanto innamorata e felice.
Finimmo che lui stava sotto e io sopra di lui. La mia testa era appoggiata sul suo petto. Sentivo che riprendeva fiato. Lo guardavo e lui guardava me. Mi sorrise e nascosi il mio viso timido sotto la mia felpa enorme.
“Che fai ti nascondi sotto la mia felpa?”
“La tua cosa?”
“La mia felpa”
“Posso tenerla? L’ho trovata stamattina addosso ed è così comoda”
“Certo. Lo so che l’hai trovata, te l’ho messa io quella felpa”
“Tu cosa?”
“Che potevo fare? Lasciati piena di terra?”
“Poteva essere un’idea!”
“Eddai..”
“Quindi tu mi hai vista.. Nuda?”
“Sinceramente mi sarebbe piaciuto, ma avevi il reggiseno”
“Dai scemo!”
Gli tirai un pugno sul petto. Mi aveva vista senza niente, era la seconda volta che mi vedeva, e al solo pensiero impazzivo. Ripensai alla conversazione con le ragazze. Volevo parlarne. Ma mi interruppe prima che potessi anche solo pensare alla frase che stavo per formulare.
“Dai andiamo. Dobbiamo andare a preparare le valigie”
Mi aveva preso alla sprovvista.
“E dove dobbiamo andare scusa?”
“A casa di Luna.”
“Ma tra tre giorni è Natale! Dovevamo andarci per Capodanno a casa sua”
“Dopo oggi andremo da lei stasera. Lei e George dovrebbero essere già partiti. Stava giusto per andarsene quando sei arrivata.”
“Fred..”
“Dimmi tutto”
“Devo dirti una cosa. È una decisione importante.”
Guardai un punto imprecisato del suo maglione.
Si tirò su con le spalle. Eravamo faccia a faccia, a gambe incociate.
“Piccola..”
E a quel piccola mi vennero i brividi. Sì, avevo fatto la scelta giusta.
 
ANGOLO AUTRICE:
Alura miei piccoli nargilli.. Com’è? Ve piasa? Ok, torno a fare la persona normale..
Comunque..
In questo capitolo si scopre che*rullo di tamburi*..
Ron è il solito rincoglionito!
Bhè lo sapevate già, ma vi giuro che non ce l’ho con lui. Ce l’ho con Clarabella e se continuerete a leggere scoprirete anche il perché!
Fred e Hermione sono sempre più cucciolosi e in questo capitolo lei è un po’ più.. Hooot.. Ma pur sempre dolce.
Quindi fatemi sapere cosa ne pensate!
Ringrazio Fremiona_Tirivispi per le continue recensioni e anche tutti gli altri che hanno recensito i capitoli precedenti.
Aggiungetemi ai preferiti\seguiti\piaciutimi e tutto quello che volete. Anche sul muro della cameretta va bene eh!
Alla prossima!
-Lovegood
 
 
 
 
 

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Capitolo 9
*** Winter in Love ***


E a quel piccola mi vennero i brividi. Sì, avevo fatto la scelta giusta.
 
Forse era troppo presto.
“Fred.. Se non ne vuoi parlare è ok..”
“No.. Voglio parlarne. Sei sicura di volerne parlare tu?”
“Si, credo di si.”
“Perché proprio ora?”
“Le altre…”
“Ma non è importante cosa fanno le altre”
“Beh, si visto che a capodanno..”
“Cosa succede a capodanno?”
“Succederà che le ragazze lo fanno. E noi..”
“Le ragazze? Tutte? Ginny compresa?”
“Esatto.. Ma non vedo dove sta il problema..”
Mi faceva ridere. Aveva una faccia troppo buffa. Il pensiero che la sorella potesse “diventare grande” l’aveva allibito.
“O santi maghi..”
“Fred non è una cosa tanto grave..”
“Lo è!”
“Eddai è grande ormai!”
“Si ma resta comunque la mia sorellina”
“Cosa volevi? Che si rinchiudesse in un monastero di clausura per il resto della vita?”
“Beh no però..”
“Però..”
“Preferivo che aspettasse”
“Non mi sembra tu abbia aspettato..”
“Hermione..”
“Dai è vero. Non fa niente. Se sei contento così va bene. Avrai avuto le tue buone ragioni”
“E tu le tue..”
“Per far che?”
“Per.. Dai hai capito”
“Fred..”
“Sì?”
“Sono vergine!”
“Cazzo!”
“Non sei per niente sveglio!”
“Io pensavo che.. Almeno le basi..”
“Le basi?”
“Sai pensavo fossi arrivata in terza base con..”
“No.”
“Scusa..”
“Fa niente.”
“Quindi tu..”
“Esatto..”
“E io..”
“Sei il primo”
Pensavo si agitasse di più, o fosse sorpreso. Invece era felice. Così storsi un po’ il naso per capire il motivo di quella sua gioia.
“Che hai Herm?”
“Perché sei felice?”
“Perché è una cosa meravigliosa!”
“Emm.. Potresti spiegarmi?”
Davvero non mi capacitavo di tutta quella felicità.
“Io sono il primo per te… Vuol dire che nessuno ha mai assaporato il tuo profumo e non ha mai toccato quella pelle candida”
“Adesso la fai sembrare una cosa perversa”
“Non capisci?”
“Em.. No?”
“Sono il primo! E Hermione Granger non capisce una nozione così semplice. Potrei morire ora.”
“E quale sarebbe?”
“L’amore.”
E mi afferrò in un bacio. In quel momento appresi tutto. Lui sarebbe stato il mio insegnante. E io la sua alunna.
Però dovevamo ancora parlare seriamente.
“Fred.. Possiamo parlare seriamente ora?”
“Si certo. Scusami”
“Noi.. A capodanno..”
“Non dobbiamo mica farlo per forza quel giorno se non vuoi. Mica si deve avere una data precisa”
“Lo so.. Ma.. Ti andrebbe di passare la serata solo con me?”
“Ne sarei onorato”
“Però..”
Mi tremava un po’ la voce. Avevo paura. Non sapevo niente sull’amore e tutto quello che ne conseguiva. Almeno, non dell’amore vero.
“Non avere paura. Io ci sono.”
“Grazie”
Ora non avevo più paura. Ma tremavo di freddo. Avevo tutti i capelli umidi e come minimo avrei preso un raffreddore. Ma non aveva importanza. La mia medicina ce l’avevo davanti agli occhi.
“Forse è meglio andare.”
“Si!”
 
Ci incamminammo verso la Tana. Vedevo i suoi capelli rossi in contrasto con tutto quel bianco e quel grigio e pensavo non esistesse creatura più bella.
C’era ancora della neve sugli alberi e sul prato.
Iniziammo a fare a palle di neve. Sembravamo due bambini. E ridevamo come due bambini.
Non c’è cosa migliore dell’amore.
“Eddai Fred! Così torno a casa tutta bagnata!”
“Ci sarò io a scaldarti”
Era ritornato il vecchio Fred di sempre. Sembrava non pensasse più a Ronald e a tutto quello che era successo alla mattina.
Immersa nei miei pensieri non mi accorsi che mi aveva preso di peso come un sacco di patate.
“Mettimi giù scemo!”
“Perché dovrei?”
“Perché di si! Se scivoli e cadi ti ammazzo io se non sei già morto!”
“Così mi offendi!”
“Sarà il male minore quando scenderò di qua!”
“Cosa vorresti fare scusa?”
Sposarti sarebbe un’idea.
“Lasciarti come minimo! Mettimi giù dai!”
“Come vuole principessa.”
Si sentiva che era offeso. E il suo sguardo non mentiva. Al solo pronunciare la parola “Lasciarti” ci era rimasto veramente male.
Eravamo faccia a faccia. All’incirca. Era più alto di me e io cercavo di rimettermi a posto la felpa impregnata di neve. Poi alzai lo sguardo e vidi quegli occhi stupendi che quasi piangevano.
“Ti amo Fred Weasley.”
Lo dissi così. Fu la prima cosa che mi passò per la testa vedendo quello spettacolo.
Restò interdetto.
“Ma tu hai detto..”
“Che ti amo”
Allora il sorriso gli ritornò spontaneo e iniziò a farmi il solletico.
“No dai fermo Fred!”
Mi piegai in due dalle risate che non riuscivo a trattenere. Si accovacciò su di me, scostò i capelli e sentii il suo respiro nelle orecchie. Non era più quel vento freddo della mattina. Questo era caldo come il vento del sud.
“Ti amo Hermione Granger”
Cercò le mie mani mentre mi baciava il collo.  E vagava sul mio corpo con le sue mani calde e volevo che non ci fossero stati tutti quegli strati tra di noi.
“Fred..”
Una mano scese lungo tutta la felpa e cercava di alzarla. Iniziò ad alternare i baci ai morsi.
“Fred.. “
Si spazientì un po’ e allora cominciò a dare solo morsi. Ma non poteva. E non sapevo come dirglielo. Non riuscivo a dire niente se non il suo nome.
“Fred..”
Alla terza volta smise.  Mollò la presa e mi si piazzò davanti scocciato.
“Uffa ma cosa c’è?”
“Guarda dove siamo!”
Eravamo ormai arrivati a destinazione e dalla finestra si affacciò un Harry curioso che se la rideva alla grande.
“Per Merlino! Potevi dirmelo subito!”
“Sai com’è era un po’ difficile! Non mi facevi parlare!”
“Non ti facevo parlare o non ci riuscivi perché eri..”
“Fred Weasley!”
Mi chinai e formai una bella palla di neve corposa. Di quelle che se ti arrivano fanno male.
Cercò di correre verso la porta che magicamente si aprì da sola. Lanciai con tutta la forza che avevo.
Fred entrò ma la palla colpì in pieno viso qualcun’altro.
Quel qualcuno che aveva aperto la porta.
Sempre quel qualcuno emise un urlo di rabbia e dolore.
Un urlo riconoscibile a miglia di distanza.
Avevo preso in pieno viso Clarabella che ora stava accovacciata dolorante.
Mi misi a ridere entrando in casa. La scavalcai. O meglio, scavalcai lei e quell’ammasso di stronzaggine del suo ragazzo che l’aiutava a rialzarsi.
Lui mi tirò un occhiata omicida e io ricambiai con una grossa risata.
Lei seppe dire solo “Stronza” e io ricambiai con “Ho preso dalla migliore”.
Fred mi guardò stupito.
“Che c’è? Non posso essere un po’ acida anche io?”
Si mise a ridere anche lui.
“Ti prego non essere sempre così però!”
“Hermione!”
Una bionda e una rossa urlarono felici di vedermi.
“Che diavolo hai fatto?” Mi chiese Ginny preoccupata.
“Niente di che. Mi sono ripresa le mie rivincite.”
Brillavo come di luce propria. Ed ero felice, veramente felice.
Andai a preparare le valigie per il nostro “trasloco”.
 
Credo di averci messo ore a preparare la mia valigia. Avevo cose essenziali e cose carine. Poi avevo i nuovi vestiti che mia madre mi aveva comprato. Un’anticipazione del regalo di Natale. Erano cose stupende. Leggins, jeans, magliette, felpe, gonne, camice e vestiti. Alcuni estivi e altri invernali. Mai avrei pensato che mia madre potesse avere buon gusto, e soprattutto il mio! Alla fine partii con due valigie piene zeppe grazie a qualche incantesimo. Partimmo senza salutare Ronald e la sua ragazza. Ci smaterializzammo davanti alla casa in montagna di Luna. Una bellissima villa, che rispecchiava le cascine e le baite che avevo visto in Svizzera una volta. In legno e sassi a vista. Aveva un giardino immenso. Con piante di ogni tipo e un’immensa voliera. Pensavo che lei e suo padre non si potessero permettere una cosa del genere ma mi spiegò che sua nonna l’aveva lasciata in eredità a lei. Solo che loro erano fissati nel vivere in semplicità. E di certo quella casa era l’opposto dei loro bisogni. Però a lei piaceva andarci in inverno. Dove non c’era quasi nessuno se non qualche escursionista una volta ogni tanto. Era lontano dalla cittadina ed era immersa nel verde (in estate probabilmente).
Era un posto romantico e semplice.
Te credo che tutti volessero passarci la loro prima notte.
All’interno la casa non era da meno. C’erano tantissime camere.  Enormi e bellissime.
Quando entrai nella mia camera ( e di Fred) restai fulminata da tanta bellezza. Era perfetta. Una grande finestra che dava una vista spettacolare sulle montagne innevate dava spazio a un balcone ottocentesco. C’era un armadio bianco a tre ante. Il letto a baldacchino in legno e lenzuola di seta. Sul muro si muoveva un murales in bianco e nero. Delle bambine a lezione di danza classica vestite interamente di bianco, perfette con il loro tutù guardavano il vuoto. Al centro della stanza una bambina provava dei passi di danza e continuava a cadere, ma continuava anche a rialzarsi. I suoi occhi brillavano di passione. Guardò fuori dalla finestra disegnata sul fondo e vide che un bambino la guardava affascinato da tanta bellezza. Lei incominciò l’esercizio da capo. Gli unici passi che riconobbi furono due fouettè, un arabesque e delle piroette. Il numero finì con un grand jetè ad almeno mezzo metro d’altezza. Quella bambina era sudata, stanca e le tremavano le gambe dal dolore ma aveva ancora il sorriso sulle labbra.
Era una stanza unica. Anche Fred rimase senza parole quando entrò.
 
In quanto a Natale fu una giornata memorabile. Credo di non essermi mai divertita tanto. Meglio gli amici che quelle pallosissime cene dai parenti in cui non si fa altro che parlare di quanto sia buono il tacchino e di quanto siano cresciuti i nipoti. Al mattino i ragazzi uscirono per delle commissioni, mentre noi ragazze diventavamo matte in cucina. Alla fine preparammo un pasto italo-inglese. Zuppa inglese, verdure grigliate, carne lessa e dolce alla crema. La cucina era un disastro. Abbiamo avuto un po’ di problemi con il mixer durante la preparazione del dolce. La nostra idea di partenza era di fare un pandispagna e farcirlo ma a quanto pare abbiamo cambiato i nostri piani per qualche “incidente di percorso”. C’era scritto qualche uovo e zucchero quanto basta. Non abbiamo calcolato le dosi e beh.. il mixer è esploso. Mangiammo ciò che avevamo cucinato con le nostre manine e i ragazzi sembravano apprezzare. Certo non volevano rischiare di essere schiantati da Ginny.
Tutti sentivano che però mancava qualcosa. Finché George non aprì bocca.
“Ehi ragazzi manca qualcosa!”
“Non dirmi che non sei ancora sazio dopo tutto quello che hai mangiato!” Gli rispose la sorella.
“Ma va scema! Manca un albero! Che Natale è senza albero?”
“Scusate. Provvederò subito.” Disse Luna con tutta la calma del mondo. Agitò la bacchetta e in un batter d’occhio si materializzò in mezzo all’enorme salotto.
“Che ne dite se l’addobbiamo?” proposi. Era da secoli che non addobbavo alberi. I miei me l’avevano proibito quando il nostro vecchio gatto si arrampicò e lo fece cadere vicino al camino.
Intorno a noi addobbi e palline si materializzarono a mezz’aria. Quel pomeriggio lo passammo tra risate, battute e addobbi dorati. Non pensavo che stare con gli amici significasse anche questo. Dentro di me ardeva un calore mai provato. Ed era il 25 Dicembre. Dopo cena iniziò a nevicare. E restai imbambolata davanti alla finestra tra le braccia di Fred sentendo il suo odore sempre più vicino.
“Hermione è tardi. Non sarebbe meglio andare a dormire?”
“Dai Fred non fare mia madre!”
“Guarda l’orologio.”
Lessi l’ora: 3.25
Ormai tutti erano a letto.
“Ok, forse è un po’ tardi”
“Andiamo”
Mi prese per mano come i bambini e mi accompagnò fino al letto. Andai in bagno a raccogliere i capelli. Pensavo di mettermi lì il pigiama ma lo dimenticai in camera. Tornai in camera e lo raccolsi dal letto.
Fred si stava mettendo una canotta. Aveva caldo anche in inverno.
“Che stai facendo? Non ti cambi?”
“Si, in bagno.”
“Che c’è? Ti vergogni?”
“No ma..”
“Ma..”
“Mi fa strano.”
“Cosa? Cambiarti davanti a me?”
“Em.. Si”
“Hermione dai!”
Cercò di avvicinarsi a me, ma lo scansai. Non so bene il perché ma non volevo svestirmi davanti a lui.
“Ho paura.”
“Di cosa..”
“Che non ti piaccia”
“Che cosa?”
“Quello che vedi”
“Non..”
“Sul serio.”
“Mi piace”
“Come fai a dirlo?”
“Ti ho vista, per ben due volte mi pare” e aggiunse quel tono un po’ malizioso.
“Dai scemo! Ho capito. Non  vado in bagno ma almeno girati”
“Hermione.. Non sono un bambino dell’asilo”
“Girati. Mi devo cambiare”
“E va bene!”
Iniziai a togliermi quegli immensi strati di vestiti che avevo addosso. Tolsi le ciabatte e sfilai i pantaloni. Adesso era il momento più “delicato”. Ero completamente svestita.
Stranamente Fred non si sentiva più. Che si fosse addormentato?
Presi la camicia da notte. Sentii solo che qualcosa si muoveva dietro di me, pensi che si fosse rigirato nel letto. Mi infilai la camicia da notte nuova che mia madre mi aveva comprato (Tutta di seta!). Aveva un corpetto con dei lacci sul davanti e un fiocco sul di dietro già allacciato. Le maniche a tre quarti di un delicato color panna. Strinsi il corpetto fino alla giusta misura e ci feci un fiocco.
Notai che fuori stava ancora nevicando e approfittando del sonnellino di Fred mi avviai verso la grande finestra.
Restai in piedi a godermi quello spettacolo in silenzio, con il mio respiro come sottofondo.
Di nuovo le coperte si spostavano.
I fiocchi cadevano in diagonale contro la finestra e il balcone. Mi allungai quasi per toccarli, ma qualcosa mi afferrò.
Mi scostò i capelli e sussurrò alcune parole all’orecchio.
“Sei stupenda”
La sua voce risuonò per la stanza come un’eco.
La voce di Fred. Del mio Fred.
“Grazie..”
“Delicata come la neve..”
Slacciò il fiocco che avevo sulla schiena con molta delicatezza. Cercai la sua mano nel buio e la strinsi.
Mi baciò il collo. Partì dal lobo e arrivò fino alla scapola. Mi schiacciai contro di lui. Il mio rifugio, la mia nuova casa. Mi accompagnò lento fino al letto. Sciolse il nodo fatto sul corpetto e assaporò la mia pelle. Quella pelle che non ha mai visto nessuno prima. Ma sa che non è ancora il tempo. Non voglio affrettare tutto.
Il mio corpo si irrigidisce, ma si china al passaggio di quelle dita magiche. Quello che c’era adesso non c’è più. E lui è lì, a guardarmi in questa notte innevata.
“Sei stupenda”
Arrossisco nel buio e lui mi sorride.
Mi bacia e mi accarezza i capelli, nessuna durezza.
Passa una mano sulle mie gambe e mi irrigidisco.
La toglie d’istinto e mi rilasso.
“Non c’è fretta”
“Io..”
“È tutto ok, non devi. Devi volerlo veramente.”
“Mi dispiace.. Ho rovinato tutto”
“No, non potresti mai.”
“Io..”
“Shh..”
“Ti amo”
“Anche io”
Mi alzai. Rimisi la mia camicia da notte mentre mi guardava in controluce. Quelle ombre lasciavano immaginare tutto, ma una cosa traspariva chiaramente: il suo sorriso mentre mi guardava.
“Sei stupenda”
“Fred..”
“Vieni qua”
Mi accoccolai sotto le coperte, ricoperta dalle sue braccia.
Guardai fuori dalla finestra, nevicava ancora. Poi mi girai verso di lui. Mi guardava e sorrideva ancora.
“Buonanotte Fred”
“Buonanotte angelo mio”
E ci addormentammo così, cullati dal rumore dei nostri respiri.
 ANGOLO AUTRICE:
Bentornati nargilli!! Allora , lo so che non pubblico da sue settimane e vi prego di non lapidarmi per questo, ma come tutti i cristiani sono andata al mare.
Per cui torniamo alla grande con questo capitolo che spero vi piacerà.
Ringrazio per le recensioni e le visualizzazioni che continuano ad aumentare!
Ho in pentola anche un Dramione a due mani, ma non spoilero nulla per ora!
Baci.
-Lovegood

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Capitolo 10
*** Happy New Year’s Eve ***


“E da allora sono perché tu sei,
e da allora sei, sono e siamo,

e per amore sarò, sarai, saremo”                       -Pablo Neruda


31 Dicembre
Si respirava nell’aria di casa Lovegood un’emozione strana. Agitazione, felicità, paure.
Ginny continuava a guardare l’orologio e a ticchettare le dita sul tavolo.
Cho e Luna passarono la giornata in terrazza a meditare.
George e Neville passarono la giornata in salotto raccontandosi del più e del meno.
Harry cercava di calmare la sua ragazza alquanto isterica.
Io e Fred restammo in camera per tutta la mattinata.
Sapevamo cosa sarebbe successo quella sera dopo i fuochi d’artificio. E non volevamo stare in mezzo ai ragazzi che sembravano dovessero affrontare i M.A.G.O. più difficili della storia.
Dopo una doccia decisi di passare a vedere la voliera sul retro della casa.
Era un edificio immenso. Tutto in vetro e in acciaio dorato. Ricordava molto la Royal Ballet School di Londra. L’unica differenza era che vi erano molte gabbie per rapaci e uccelli aperte. Con un incantesimo mi ritrovai catapultata in una specie di piccola foresta fatta di alberi e siepi intrecciate tra loro con rami molto spessi su cui stavano appollaiati gli uccelli. Alcuni gufi e barbagianni volavano indisturbati. C’erano anche un astore e delle aquile. Più in basso invece scorsi alcuni uccelli tropicali. Pappagalli, Jacamar dalla coda rossa, Agapornis inseparabili (detti così per definizione) e un sacco di uccelli tropicali dai nomi strani. Mi ricordo di averli studiati tutti su dei libri presi in biblioteca da bambina. Un giorno un gufetto si era affacciato alla finestra di camera mia e iniziai a studiare  i nomi degli uccelli più belli e colorati. Ad un certo punto notai che qualcosa volava verso di me e alzai di scatto il braccio per farlo planare su di esso. Un bellissimo e maestoso uccello si posò delicatamente sulla mia felpa. dal suo piumaggio arancione e bianco lo riconobbi subito. Non avevo mai visto un esemplare da vicino. Un magnifico Uccello del paradiso. Simbolo di vicinanza a Dio e distacco dal mondo secondo le leggende. Tentai di avvicinare una mano al suo piumaggio e per prima cosa si scostò un po’ per la paura. Poi mi diede fiducia e mise la sua testa sotto il palmo della mia mano.
“Agape” disse qualcuno alle mie spalle.
Mi voltai. Luna mi sorrideva e mi guardava.
“Come scusa?”
“L’uccello che hai sul braccio. Lei è Agape”
“Le si addice”
“Meravigliosa non credi?”
“Si. È un bellissimo esemplare”
“Il suo nome significa…”
“Amore” la interruppi. Lo dissi automaticamente. Il greco antico mi aveva sempre affascinato.
“Esatto.”
“Come mai hai scelto questo nome Luna?”
“Non lo so.. In realtà perché credo che se le leggende su questo uccello sono vere allora rappresenti l’amore”
“Il distacco dal mondo sarebbe l’amore?”
“In un certo senso. Quando si è innamorati in fondo ci si stacca dal mondo no? Stacchi il cervello e non capisci più niente”
“In effetti il ragionamento non fa una piega.”
“Il mio bisbisbisnonno diceva che quando trovò l’amore della sua vita, cioè la mia bisbisbisnonna, un Uccello del paradiso sorvolò la loro testa la prima volta che si incontrarono.”
“Che storia romantica”
“Esatto. Da piccola mi immaginavo che un uccello del genere sarebbe venuto a bussare alla mia porta e a dirmi che aveva trovato quello giusto per me. Invece è arrivato un gufo contro la mia finestra, e di conseguenza una chioma rossa è spuntata dalla mia porta. Buffo no?”
“Immagino che la chioma rossa fosse..”
“George. Esatto”
Iniziammo a ridere.
Che personaggio Luna. Così pacata e dolce. Una sognatrice. Mi fa tenerezza ogni volta che ci parlo.
Poi mi venne un’idea.
“Luna sei agitata per stanotte?”
“Un po’, ma nel senso buono. Sono esperienze nuove che cambiano il modo di vedere la vita”
“Devo chiederti un favore”
“Certamente..”
“Stasera potrei usare questa voliera? Con Fred intendo.. Vorrei organizzare una cena..”
“Eh… In realtà è già stata occupata..”
“E da chi?”
Ero sorpresa. Nessuno userebbe una voliera per passarci la prima notte dell’anno. Sapete.. Tutti quegli sguardi addosso..
“Segreto della padrona di casa..”
E se ne andò. Salutandomi con la mano mentre usciva repentina dalla porta principale.
E ora?
Dovevo trovare un’idea migliore della voliera. Avrei organizzato la camera. Bhè, sarebbe stata carina anche una cena sul balcone della nostra stanza.
Una lettera mi arrivò dietro le spalle e fece volare via Agape.
Era di Fred.
                                                         
Solo chi cerca trova.
Troverai una lettera in camera.
Dove il sole spicca e riflette l’immagine di una ragazza stupenda.
Inizia la tua caccia cara Herm.
Con amore, Fred.
 
Mi misi a ridere.
Quell’idiota aveva organizzato una caccia al tesoro per me.
Ecco come avrei passato il tardo pomeriggio.
Erano ormai le cinque e il sole stava ormai scemando verso il fondo valle.
In poche ore sarebbe apparso il solito tramonto rossastro.
E poi sarebbero comparse le stelle.
Mi avviai verso la camera e notai che non c’era nessuno in casa.
Tutti scomparsi, letteralmente. C’ero solo io in quell’enorme casa.
Un biglietto sul tavolo.
Cara Herm,
Fred ci ha costretto ad andarcene da questa casa.
Per cui auguri nella tua caccia.
Avremmo voluto aiutarti ma niente.
Ci rivedremo tra due giorni.
I ragazzi hanno organizzato diverse caccie al tesoro in luoghi diversi del paese.
Galles, Luna
Londra!!, Ginny
Cina, Cho
Auguri!
Le ragazze”
 
E così tutti se ne erano andati.
Non so se era un bene o un male.
Però era romantico.
Al solo pensiero che Harry, George e Neville avessero organizzato una cosa del genere mi veniva da ridere.
Quei ragazzi che non facevano altro che ridere e scherzare ora organizzavano delle romanticherie per le loro ragazze.
Aprii la porta della camera e mi trovai investita da un profumo buono.
Odore di fragole.
Era inverno inoltrato e lui aveva pensato alle fragole, il suo frutto preferito.
Era un odore che mi piaceva.
Respirai con tutto il fiato che avevo.
Pensai al biglietto successivo.
 “Dove il sole spicca e riflette l’immagine di una ragazza stupenda”
Bhè semplice, la finestra.
Fred non aveva una mente tanto contorta da scegliere posti strani come nascondiglio.
Una collanina con un cuore d’argento pendeva dalla finestra.
Come previsto sulla finestra sventolava un post-it giallo.
 
“Mi troverai se il tuo cuore seguirai.
Ora andrai
dove con gli occhi hai imparato.
351 è l’indizio. Occhi neri e “pelle” rossa.
Risorge da sé.
Un po’ come te.”
 
Dove con gli occhi ho imparato..
La biblioteca!
Luna aveva una biblioteca piena di libri dove ci avrei passato la giornata a leggere se avessi potuto.
Occhi neri…
Pelle rossa…
Risorge da se stesso..
L’unica cosa che mi venne in mente fu la fenice.
Ricordo di aver visto Fanny risorgere dalle ceneri una volta nell’ufficio di Silente.
Mi avviai per il corridoio.
Ancora odore di fragole.
Abbassai il pomello della porta della stanza e quando l’aprii fui investita da un nuovo odore.
Odore di libri. Libri vecchi e libri nuovi. Un odore irresistibile per una lettrice come me.
Questa volta non sapevo dove cercare l’indizio successivo.
Ci saranno stati migliaia di libri stipati in quella stanza con le parete alti, con centinaia di scaffali.
Al centro del tavolo da lettura levitava un libro.
Lessi il titolo:
“La grande enciclopedia degli animali fantastici”
Ricordo di averlo letto tutto un paio di volte.
Aprii alla pagina scritta da Fred.
351.
Sulla sinistra l’immagine di una fenice in volo e sulla destra la descrizione.
C’era un particolare in risalto.
 
Le lacrime di fenice sono l'unico antidoto noto al veleno di Basilisco. Le lacrime possono anche recuperare una persona perfino in punto di morte, mentre il canto della fenice accresce il coraggio dei buoni e accende la paura nel cuore dei malvagi. Possono anche lasciare messaggi esplodendo in fiamme per riapparire da qualche altra parte e lasciandosi dietro un'unica piuma d'oro della propria coda.
 
Qualcosa volò dietro le mie spalle e mi voltai di scatto per la paura.
Una grande fenice stava volando davanti ai miei occhi e mi consegnò un biglietto.
 
“Lei è Fanny, la conosci.
Ora ti porterà al luogo finale della nostra avventura.
Smaterializzarsi è facile ma arriverai fino a qua?
Torna a casa piccola Fanny,
Herm ti seguirà”
 
Lessi ad alta voce tutto il messaggio, magari anche Fanny era curiosa di sapere cosa diceva.
Quando lessi l’ultima frase esplose, proprio come diceva il libro, e si lasciò dietro una piuma della coda che cadde a terra.
La raccolsi, sono estremamente rare da trovare, e mi diressi verso la porta.
Tornare a casa?
Ad Hogwarts?
No, è troppo lontano..
Casa, casa, casa…
Ma certo! Fred ti amo!
E solo ora capivo la frase di Luna.
Corsi in fretta e furia dalle scale e spalancai la porta.
Corsi con tutta la forza che avevo nelle gambe.
A un certo punto mi bloccai. Mi guardai addosso e mi misi a ridere.
Era ora di cena ormai e se Fred aveva organizzato una cena presentarsi in felpa e leggins militari non sarebbe stato molto carino.
Mi smaterializzai in camera.
Ancora profumo di fragole.
Il letto era avvolto in delle tendine di velluto bianco e rosso.
Decisi di non guardare per non rovinarmi la sorpresa da sola.
Aprii l’armadio.
Sapevo quale vestito avrei messo, l’avevo portato giusto per quell’occasione speciale.
Un vestito verde acqua con il corpetto nero e lo scollo a cuore. Aveva la chiusura con dei lacci di seta sulla schiena.
Presi un paio di collant ma dopo il terzo rotto decisi che era meglio evitare.
Calzai le mie Platoe nere con tacco 10 e misi un cardigan di lana color panna.
Stavo quasi bene.
Un filo di cipria sul naso, una riga di matita nera e il gioco era fatto.
“Pettinai” i capelli con uno chignon altro e lasciai delle ciocche sciolte.
Con un colpo di bacchetta feci volare un po’ di brillantini sopra la mia testa e dei leggeri cristalli si formarono all’attaccatura dell’elastico.
Mi smaterializzai davanti alla voliera.
Il cuore mi batteva a mille.
Aprii titubante la porta e vidi quello spettacolo afrodisiaco.
Gli alberi erano spariti, o meglio, erano stati rimessi in  perfetto ordine a formare un ambiente un po’ appartato e libero.
 Un vialetto di piccoli alberelli portava a un tavolo per due.
Gli uccelli volavano sopra di me, ma un incantesimo li faceva volare solo fino a una certa altezza.
Il cielo era buio e privo di nuvole, le candele per terra facevano luce.
Fanny apparve davanti a me e si appollaiò sul mio braccio.
“Fanny!” gridai di gioia.
Un altro biglietto stava sul tavolo apparecchiato per due.
Tutt’intorno c’erano candele profumate e petali di rose.
“Sei arrivata?
Ben lo spero
Ora accomodati
e vedrai la magia.
Son vicino te lo giuro,
ma aspettare dovrai.
Son sicuro
Non te ne pentirai”
 
Fred che faceva il poeta era un immagine che nessuno si sarebbe aspettato.
Mi sedetti e neanche averlo fatto apposta una melodia iniziò a suonare.
Riconobbi subito quella musica.
O’ Children.
La ballai con Harry nel nostro periodo di vagabondaggio.
E una lacrima scese senza neanche chiedere il permesso.
“Santi maghi Fred..”
“Speravo ti sarebbe piaciuta..”
Mi voltai di scatto e lo vidi.
In giacca camicia e.. jeans.
Non si sarebbe messo un completo neanche a morire.
Gli sorrisi e mi alzai.
“Fred.. Non dovevi”
“È stato divertente..”
“Pensavo che gli altri sarebbero rimasti”
“No.. noi ragazzi abbiamo organizzato tutto”
“Come ti è venuto in mente di usare Fanny?”
“Merito della McGranitt”
“È tutto splendido qui”
Si avvicinò e mi cinse la vita.
“Sei bellissima Hermione”
“Gr-Grazie..”
“Grazie a te”
Scostò una ciocca di capelli e mi baciò leggermente le labbra.
Mi accompagnò alla sedia e mi fece sedere. Lo guardai interrogativa.
“Che c’è?”
“Fred Weasley un gentiluomo?”
“Esattamente Miss Granger”
Intrecciammo le nostre mani sul tavolo.
Ci versammo del vino e brindammo.
“A cosa brindiamo precisamente?” chiesi.
“A noi”
“Sai che non reggo l’alcool vero?”
“Lo so, sarà una serata divertente”
“Ah.. Ah.. Ah.. Molto”
“Eddai rilassati..”
“Io non sarò mai rilassata”
“Vuoi mangiare invece di parlare? Io sto morendo di fame”
“Ecco il gentiluomo che è sparito dopo dieci minuti.”
Aveva preparato della pasta alla carbonara (molto inglese eh) e delle zucchine con pesce gratinato.
“Hai veramente preparato tutto tu?”
“Si!”
“Se certo e io sono Tosca Tassorosso”
“Eddai.. Il pesce gratinato l’ha preparato mia madre”
“Ah ecco.”
“Herm”
“Si?”
“Rilassati”
“Ok scusa..”
Iniziai a giocherellare con la forchetta mentre guardavo il tramonto ormai impercettibile che scemava a fondo valle.
Alzai lo sguardo e vidi le stelle. Così mi incantai a naso in sù.
“Herm tutto ok?”
“Si.. Stavo pensando”
“A che cosa?”
“A noi..”
“E cosa pensavi?”
“Che ne abbiamo passate tante, ma il cielo è sempre quello”
“Che c’entra il cielo?”
“Non lo so, ma mi ha fatto pensare da quando siamo arrivati qua, le stelle si vedono benissimo rispetto a Hogwarts”
“Non so che dire..”
“In che senso..?”
“Sei una ragazza stupenda Herm, in tutto quello che fai.”
“Ma che c’entra ora?”
“Che anche se pensi alle stelle sei stupenda, come loro”
“Ma le stelle sono belle al buio”
“Ma tu sei diversa”
“Perché?”
“Perché sei la Luna e il Sole, bella di notte, splendente di giorno. Sei un fenomeno unico”
Stavo per rispondere ma qualcosa mi interruppe.
Sentii un fruscio d’ali e qualcosa appollaiato sulle mie spalle.
“Vai via stupido uccellaccio!”
Mi voltai e vidi Agape che cercava di mordere Fred.
“Fred ma che cavolo fai?”
“Lo mando via no? Ahia!”
“No lascia.. Faccio io”
Aprii il braccio e l’uccello svolazzò su di esso.
“Scusa Herm, pensavo di averli chiusi tutti”
Disse massaggiandosi il dito.
“Tranquillo. Io e questa bellezza abbiamo già fatto conoscenza oggi”
“Come scusa?”
“Non è vero Agape?”
L’uccello annuì come se avesse capito tutto.
“Herm ti sei messa a parlare con gli uccelli adesso?”
“Maddai Fred è un bellissimo uccello”
“Si che mi ha quasi squartato un dito”
“Come la fai lunga… Rilassati”
Usai le sue stesse parole contro di lui.
“Fai umorismo adesso?”
“Ahahah .. Tranquillo adesso la piantiamo..”
Accarezzai la testa di Agape, alzai il braccio e si librò in volo.
“Che strano uccello però, non ne avevo mai visto un’esemplare così”
“È un uccello del paradiso. Razza stupenda. Per alcuni simboleggia la vicinanza a Dio, per altri.. l’amore”
“E per te?”
“Per me rappresenta il distacco dalla realtà, quindi l’amore come mi ha detto Luna”
Prese la bacchetta, la puntò in aria e si attivò qualcosa.
“Guarda Herm”
Alzai lo sguardo e iniziò un magnifico spettacolo.
Fred aveva portato dei fuochi d’artificio dai Tiri Vispi Weasley.
Danzavano nel cielo ed erano tutti colorati.
Finito ci avviammo verso l’entrata della casa.
“Grazie della bellissima serata Fred. Mi sono divertita un mondo”
“Grazie di essere venuta, in tacchi per giunta”
“Non fare lo scemo”
“Domanda… Come hai fatto a cambiarti?’”
Domanda di riserva?
Non potevo certo dirgli che avevo visto quasi tutto il lavoro che aveva fatto in camera.
“Bacchetta, Fred. Bacchetta”
L’alcool stava circolando e rispondeva da solo.
Non avevo bevuto molto, un bicchiere di vino, ma bastava. Mi sarebbe passata in una mezzoretta di calma.
Mi guardò e si fermò un attimo.
Mi alzai un pochino fino a raggiungergli l’orecchio.
“Che ne dici se.. ci spostiamo in camera?”
Audace come non mai.
“Herm.. Tu..”
“Io..”
Gli morsi un orecchio.
“Tu sei sicura di star bene?”
“Mai stata meglio”
“Andiamo”
Non era tanto sicuro, si vedeva, ma mi accompagnò lo stesso in camera.
Arrivammo davanti alla porta della camera.
“Chiudi gli occhi”
“Perché? Tanto ho già..”
E mi bloccai. Dovevo dare un freno alla mia lingua.
“Che hai detto?”
“No niente.. Ho detto che dovevo andare a sciacquarmi la faccia.. Sai per l’alcool”
“Ok, ma adesso chiudili”
Misi le mani sopra gli occhi ed entrai a tentoni.
C’era lui che mi guidava e questo bastava a fidarmi.
A un certo punto ci fermammo.
“Aprili”
Aprii gli occhi e vidi il letto come l’avevo visto qualche ora prima, ma Fred teneva il velluto scostato.
Sul letto c’erano petali di rose rosse, bianche e rosa.
“Wow.. Fred è… È stupendo.”
“Herm.. devo chiederti una cosa..”
“Dimmi..”
“Vuoi fare l’amore con me? Stanotte?”
“Io..”
“Se non vuoi è ok..”
“Io..”
Non sapevo cosa dire.. Ero spaventata e felice che me lo avesse chiesto.
“Io..”
Poi presi la decisione più importante della mia vita.
“Io.. Io ne sarei veramente felice Fred”
“Ti amo Herm”
“Ti amo anche io”
Mi prese dai fianchi e mi fece volteggiare in aria.
Mi appoggiò delicatamente sul letto e gli sorrisi. Accese le candele disposte sul pavimento e mi sorrise ancora.
Iniziò a baciarmi le guance e poi disegnò il contorno delle mie labbra con le dita. Pose le sue labbra sulle mie e mi travolse in una melodia senza fine.
Labbra che danzano con altre labbra.
Lingue che cercano quelle dell’altro.
Mani che si stringono e accarezzano mondi nuovi.
Nuove curve, nuovi spigoli.
Iniziai a baciargli il collo mentre riprendeva fiato.
Mise le mani sulla mia schiena e iniziò a slacciare il nodo di seta che divideva i nostri corpi.
Io gli sbottonai la camicia e accarezzai quella pelle che sapevo ormai mia.
E alla fine restammo così, nudi. Senza sapere cosa fosse il peccato originale. Senza vergogna. C’era solo amore.
Lui navigò sul mio corpo con le sue mani e fremevo al suo passaggio.
Quando arrivò il momento ero sicura, sicura che era lui quello giusto. Agape ne era stata la conferma quella sera, ma non mi basavo di certo sulla storia d’amore di un uccello.
“Sei sicura Herm?”
“Si.”
“Rilassati.. Farà un po’ male..”
“Non.. Non fa niente.”
“Dimmi se ti faccio male ok?”
Mi preparò a quell’entrata brusca.
Ma avevo paura.
Le cose nuove mi fanno sempre paura.
“Herm.. Se non ti rilassi farà ancora più male..”
Annuii con la testa.
“Guardami negli occhi.. Se ti faccio male sei autorizzata a mollarmi un ceffone ok?”
“Non lo farei mai”
“Ora io conto fino a tre e al quattro spingo ok?”
“Ok.. Ma mi sembra una cosa stupida..”
“Fidati..”
E io mi fidavo di lui.
Si avvicinò al mio orecchio e mi baciò il collo.
“Uno..”
Un altro bacio.
“Due..”
Un altro ancora.
Entrò piano al due, senza contare il tre e il quattro.
Spinse.
E gemetti dal dolore.
Stritolai con una mano il lembo del lenzuolo mentre infilzavo le unghie dell’altra nella sua spalla.
“Scusa..”
“Non.. non fa niente..”
“Non volevo..”
Dovevo calmarmi. Alla fine era piacevole.
“Sto bene..”
“So che ti fa male.. Adesso passa.. Promesso.”
Promesso.
“Ti amo Herm”
“Ti amo Fred”
Facemmo l’amore, e non ci stancammo mai dei baci dell’altro, delle mani dell’altro.
Era un continuo inseguirsi tra i petali e le lenzuola.
Quella notte durò tante, tante ore.
Mentre in paese si festeggiava noi facevamo l’amore.
Quando finimmo, per modo di dire, eravamo stesi abbracciati l’uno all’altro.
“Stai bene?”
“Si.. Credo di si”
“Herm.. Guarda.. Le stelle ci guardano”
“Lo so.. Loro ci guardano sempre”
Mi baciò e si infilò sotto le coperte. Alzò il piumone e mi ci infilai come un gatto.
Avevo i capelli scompigliati e le gambe che mi tremavano, ma vicino a me c’era lui. E questo bastava.
ANGOLO AUTRICE:
Scusate il giorno di ritardo ma come sapete, ieri, 1 settembre siamo tutti partiti per Hogwarts!
No ok, scherzavo. Anche quest’anno la mia lettera non è stata erroneamente mandata… T.T
Comunque, spero vi sia piaciuto anche questo capitolo. Commentate, recensite, buttate il pc nella spazzatura dopo averla letta se non vi è piaciuta.. ^.^
A Lunedì prossimo Piccoli nargilli!
-Lovegood
 

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Capitolo 11
*** . Tutti hanno bisogno di una seconda chance ***


PREMESSA: in questo capitolo ho aggiunto il testo di una canzone da “Il principe d’Egitto” vi consiglio di ascoltarla quando la canta Hermione. So che non c’entra molto con Harry Potter, ma mi sembrava la canzone giusta per esprimere il suo senso di malinconia. Grazie.  
 
Non so se fu più traumatico il primo giorno dell’anno o il ritorno dei ragazzi.
Mi svegliai sola nel letto.
Mi alzai e andai a guardarmi allo specchio della camera.
Avevo una nuova luce negli occhi e mi sentivo invincibile.
Indossai il soprabito e scesi a fare colazione.
Fred stava combattendo contro una padella di rame.
“Buongiorno Fred”
“Buongiorno Herm..”
E una padellata gli arrivò dritta in testa.
Sfoderai la bacchetta prima che potesse frantumargli la faccia.
“Arresto momentum!”
“Ahia..”
“Fred è tutto ok?”
“Credo..”
“Fa vedere”
Cercai di allungarmi per vedere se sopra alla nuca c’erano ferite ma i venti centimetri di altezza che ci separavano erano un grande ostacolo.
“Sei bassa infermiera Granger…”
Il suo tono malizioso era il miglior buongiorno di sempre.
“Piantale scemo e fammi vedere”
Ma a quanto pare il paziente stava molto bene visto che mi alzò di peso e mi portò fino al tavolo.
Mise una mano dietro la mia nuca e fece combaciare le nostre fronti. Eravamo naso a naso e sentivo che il suo respiro si univa al mio.
“Stai bene Herm?”
“Si”
“Vieni qua”
“Ma noi siamo già..”
Non mi fece finire la frase e mi baciò con dolcezza, poi con più passione.
“Em. Em”
Una testa rossa stava sull’uscio della porta della cucina.
Fred si staccò da me e si guardò i piedi un po’ imbarazzato senza alzare lo sguardo.
“George.. Non pensavo che voi sareste…”
Alzò la testa e quello che vedemmo non fu lo spettacolo previsto.
“Ronald?” Disse lui.
“Ronald?” Dissi io ancora più stupita di lui nel vedere il fratello.
L’espressione di Fred si rabbuiò.
“Embhè? Tua madre mi ha cacciato di casa”
“Ti ricordo che è anche TUA madre!”
“Senti non ho voglia di discutere”
“E la tua.. Il tuo seguito?” continuò il rosso.
“Chi? Clarabella? Storia lunga. Dove posso mettere la mia roba?”
Disse il suo nome come se avesse detto “Voldemort”.
“Vieni.” Dissi io rompendo quel silenzio.
“No Herm vado io.”
“Se così gli tirerai un’altra padella in faccia? Ce la faccio”
“Ma lui..”
“Vieni Ronald”
I due rossi si guardarono in cagnesco mentre salivo le scale.
“Toccala e sei morto Ron”
E il fratello gli fece un occhiolino veloce.
Salimmo al secondo piano della casa.
“Terza stanza sulla sinistra.”
Sembravo quasi una segretaria.
“Hei senti..”
“Che c’è?”
“Mi dispiace”
“Per cosa?”
“Per quello che è successo prima che partiste”
“Dispiace anche a me, ma a quanto pare non ti è mai interessato.”
“Clarabella ha usato un filtro d’amore”
Sputò fuori così la verità senza giri di parole e rimasi scioccata.
“Clarabella cosa?”
“Esattamente. Ha usato un filtro d’amore e ha cambiato il mio carattere con non so quale maledetta fattura”
“Molto bene.”
Ero fredda e acida. C’ero caduta una volta nella tana del lupo, ora non ci sarei più cascata.
“Perché fai così?”
“Perché? Ron mi stai chiedendo veramente il perché? Hai giocato con i miei sentimenti, il mio umore, LA MIA VITA!”
“Scusa..”
“Ormai le scuse non mi servono più.”
Mi voltai e cercai di andarmene, ma mi trattenne per la mano.
Il suo corpo non era più freddo, era caldo come una volta, come prima di Clarabella.
“Herm aspetta..”
“Non credo che noi abbiamo altro da..”
E mi baciò sulla guancia.
Mi prese tra le sue braccia e riconobbi il suo calore, il suo odore.
Era Ron, il mio vecchio amico Ron.
“Mi dispiace così tanto”
“Ron..”
“Io.. mi faccio schifo”
E per la prima volta lo vidi piangere.
Grosse lacrime gli solcavano la faccia e mi accarezzavano il collo.
Il lupo era diventato un agnellino.
Era tornato la persona dolce di sempre.
“Shh.. Va tutto bene. Ora scendiamo a prendere una bella tazza di the ok?”
“Ok. Ci puoi parlare tu con Fred?”
“Ci parlerò io.”
“Grazie Herm”
“A me bastava che tornavi il Ron di un tempo”
 
Prima che Ron scendesse dovevo far ragionare Fred.
Così lo feci sedere e cercai di iniziare da qualche parte un discorso sensato.
“Fred.. Tuo fratello..”
“Ti ha toccata? Lo ammazzo giuro!”
“No, fammi finire. Lui è tornato come prima.”
“Che intendi dire?”
“Che Clarabella gli ha rifilato un filtro d’amore e qualche fattura”
“Che stronza.”
“Si, ma non è questo l’importante. Non c’è più il Ron strafottente e bastardo. È tornato a essere il solito Ronald un po’ sbadato. Dolce, e che non farebbe male a una mosca. È distrutto. Ha pianto tra le mie braccia!”
“Oh.. Capisco, ma non può cambiare tutto da un giorno all’altro.”
“Lo so, e ci metterai del tempo. Tutti ci metteremo del tempo, ma dobbiamo dargli una seconda chance”
“Si ma..”
“Fred è tuo fratello! Per Merlino! Tutti quegli anni a giocare a Quiddich da bambini? A litigare e farvi gli scherzi? Quelli non contano nulla? Dimmelo guardandomi negli occhi”
“Herm..”
“Giura che non contano più nulla.”
“No, contano. E gli vorrò sempre bene a mio fratello”
“Anche io te ne voglio Fred”
La voce di Ron risuonò dall’ultimo scalino.
Eccolo lì, il solito Ronald. Camicia a quadri e pantaloni sporchi. Capelli arruffati e occhi marroni, profondi come pochi.
“Ron..”
Fred si alzò dalla sedia e andò ad abbracciare il fratello.
Sorrisi compiaciuta.
Presi tre tazze da thè e ci versai in ognuna un po’ di liquido marroncino.
Un odore di caldo e di limone avvolse tutta la cucina.
Ci sedemmo, ci furono un paio di sorrisi e calò un po’ di imbarazzo.
Il primo a prendere la parola fu Ron.
“Mi dispiace”
“Puoi raccontarmi cosa è successo?” disse Fred curioso.
“Bhe.. Quando scoprii che Clarabella mi rifilava un filtro d’amore la lasciai e la cacciai di casa.”
“E allora perché mamma ti ha cacciato comunque?”
“Non mi ha cacciato. Me ne sono andato. Avevo bisogno di stare solo per un po’.”
“E perché sei venuto qui?” continuò Fred incalzante.
“Non lo so, non sapevo dove altro andare. Avevo bisogno dei miei VERI amici”
“Ron.. Perché tutto questo è iniziato?” chiesi con una voce da mamma premurosa.
“Quando.. Bhe si.. Quando è iniziato tutto questo casino, di te, di lui, di voi.. Clarabella vi ha visti nel corridoio e me lo è venuta a dire. All’inizio non ci credevo. Pensavo stesse bluffando come suo solito per ripicca. Poi mi fece vedere i suoi ricordi e vidi quella scena.”
“Io..”
Non sapevo cosa dire. Doveva esserci stato veramente male.
“No, è ok. Ero fuori di me, e dopo aver… picchiato Fred cominciai a pensare che se mi fossi messo con lei ne saresti morta. Così iniziai a fargli la corte, a stuzzicarla. E così successe, sinceramente? Non provavo niente. Era.. Era solo sesso.”
“Santo Dio Ron..”
“Lo so Fred, cercai anche di lasciarla. Lo feci, ma lei era ostinata. Sentivo che mi usava e, anche se io la usavo allo stesso modo, vedendo che tu stavi male avrei smesso. Lei invece continuò per giorni, fin quando non persi la testa per lei. Pensavo fosse normale, che infondo, anche se l’avevo usata, me ne ero comunque innamorato. Solo qualche giorno fa, per puro caso, quando l’effetto della pozione sparì e lei non era in casa, scoprii i filtri. C’era anche un biglietto con un incantesimo. Probabilmente quello che lei usava per farmi cambiare il carattere. Dentro di me c’era sempre una parte che si ribellava, ma era sempre soppressa dalla pozione e dall’incantesimo.”
“Ora capisco quel giorno..”
Ed era vero, quel giorno probabilmente l’effetto della pozione stava svanendo, ma l’incantesimo sul carattere dominava ancora sul suo corpo. Era per questo che lui si era imposto, il suo carattere e i suoi istinti l’avevano costretto e volermi, perché Ron mi voleva ancora, ma come qualcosa di corporale che solo Clarabella poteva dargli.
“L’hai raccontato a mamma?”
“Lo farò, quando torneremo alla Tana”
 
Era ormai notte quando scesi le scale per uscire in voliera.
Non riuscivo a dormire così pensai di fare un salto da Agape.
Entrai in salotto e mi diressi verso la finestra, il posto più lontano dalle camere, per cui i ragazzi non mi avrebbero sentito smaterializzarmi.
CRACK.
Degli uccelli volarono via e dei gufi fecero strani versi.
Si vedevano le stelle anche da dentro l’immensa voliera.
Fanny stava dormendo indisturbata in una grande gabbia d’oro.
“Agape! Agape dove sei?”
Qualcosa volò di fianco a me e mi voltai per lo spavento. Un piccolo uccello nero per il buio e dagli occhi argentati camminava verso di me.
“Dai salta su, andiamo a farci un giro fuori”
Allungai il braccio e salì sopra. Presi il fischietto e un po’ di mangime prima di uscire dalla porta.
“Resta sempre vicino a me ok?”
L’uccello annuì e volò sopra di me seguendomi nel mio cammino.
Mi stesi in un piccolo tratto di prato in cui non c’era la neve e mi accoccolai lì a guardare le stelle.
Presi ad accarezzare la testa di Agape.
Intonai la ninna nanna che mi cantava la mia tata da piccola. Con un tono un po’ più malinconico dell’originale.
“Non devi piangere mio dolce amor,
il fiume ti cullerà.
Fa che il mio canto ti resti nel cuor,
così insieme a te crescerà..
Fiume che scorri gentile per me,
e grazie a te lui vivrà
conosci un luogo che libero è
Fiume conducilo là..”
Hai una bellissima voce Herm”
Ron stava dietro di me e mi sorrideva al chiaro di luna.
“Ron, non volevo svegliarti..”
“No, non riuscivo a dormire, e vedo di non essere il solo.. Posso sedermi?”
“Certamente”
“Di chi è questo uccello?”
“Di Luna.. Si chiama Agape”
“Agape.. Amore”
“Vedo che le mie lezioni di greco sono servite a qualcosa”
“Non le ho mai scordate..”
Gli sorrisi, era dolce, come un bignè alla crema.
Agape volò via, verso la voliera, probabilmente spaventata dalla quella presenza nuova.
“Mi sei mancato, manchi a tutti”
“E Harry, lui come sta?”
“Male. Pensava che tu fossi il suo migliore amico”
“L’ho abbandonato”
“Ron..”
“Si?”
“Il trio… esiste ancora?”
“Non lo so Herm.. Non lo so.. Lo vorrei tanto.”
“Anche io”
Alzai lo sguardo. Tante piccole stelle ci guardavano da lassù.
“Bellissime non credi?”
Disse Ron notando la mia assenza nella conversazione.
“Già, qui si vedono benissimo”
Ero fissata con le stelle.
Tutti eravamo stati incantati da quello spettacolo del cielo.
Mi vennero i brividi di freddo.
“Hai freddo Herm?”
“Un po’.. Forse è meglio che rientri..”
“E perderti questo spettacolo? Vieni qua.. Ho la coperta..”
Un po’ scettica mi avvicinai a lui e mi accoccolai sotto il suo braccio.
“Meglio grazie..”
Ci fu un po’ di imbarazzo e di silenzio.
Mi sembrava abbastanza normale, comunque c’era sempre stato tra di noi un po’ di imbarazzo.
“Lo ami?”
Sempre diretto.
“Si”
“Sono felice..”
“Lo dici sul serio?”
Si alzò e mi porse la mano per aiutarmi ad alzarmi.
“Certamente”
Agape ci seguì fino alla porta ed entrò con noi.
Ci accoccolammo sul divano a parlare e a ridere senza fare rumore.
Ci addormentammo così, a riscaldarci con i nostri corpi quasi abbracciati. Io piccola piccola e lui con un braccio sulle mie spalle.
 
“Mi spiegate cosa diavolo state facendo?”
Un Fred con le mani sui fianchi ci guardava interrogativo.
Agape stava sulla sua spalla come se volesse accusarci e rimanerne fuori.
“Oddio scusa Fred.. Non pensare che io..”
“Cosa dovrei pensare Ronald Weasley!”
“Okok calmiamo gli animi. È chiaro che c’è stato un grande malinteso.”
“Malinteso? Amore mio sai che ti amo, ma questo è una dichiarazione di condanna a morte bella e buona”
Fred quando voleva sapeva essere molto drammatico ed eccessivamente teatrale.
“Fred perfavore.. Ci siamo semplicemente addormentati sul divano”
Cercai di convincerlo ma era impassibile.
“Abbracciati!”
“Faceva un freddo del diavolo!” rispose Ron.
“Potevi benissimo andartene nel tuo letto e Hermione nel suo”
“Abbiamo parlato fino a tarda notte” dissi io ripensando a tutti i discorsi e anche alle lacrime versate la notte precedente.
“E di cosa sentiamo? Dei nargilli e degli gnomi?”
A quella accusa sbottai.
“No! Piantala! Stavamo parlando della guerra ok? Dei miei genitori; e di tutte quelle persone che sono morte per salvarci. Che hanno combattuto per degli ideali! Stavi per morire anche tu, pezzo di idiota! Possibile che siate tutti così insensibili?”
Corsi su per le scale e mi rinchiusi in camera. Non avrei aperto quella porta neanche se fosse cascato il mondo. Mi buttai sul letto e piansi sul cuscino per un po’, poi iniziai a guardare il soffitto e a pensare cosa sarebbe successo se non avessi baciato Fred, se non avessi mai ricevuto la mia lettera per Hogwarts. Se non avessi conosciuto tutte quelle persone che sono morte per la pace e per il bene.
Dovetti dare un freno ai miei pensieri quando sentii qualcuno che si smaterializzava e la voce di Ginny che risuonava per tutta la casa.
“Ronald Weasley! Giuro che io ti ammazzo! Come ti sei permesso a venire qui? Chi ti ha autorizzato?”
“Ginny calmati” gli sussurrava Harry per calmarla.
“No! E dimmi dov’è quella stronza! Io ammazzo anche lei!”
Prese una lampada e cercò di tirargliela in faccia. Nessuno aveva bacchette a portata di mano, tranne me.
“Arresto momentum”
La lampada si fermò a mezz’aria e tutti gli sguardi puntarono verso di me.
“Herm! L’hai visto? Non dici niente?”
“Non c’è assolutamente niente da dire Ginny. Quello che era da risolvere è stato risolto. Ora calmati”
Avevo un tono severo e così si calmò un po’, sedendosi sul divano.
“Potete spiegarci?”
George e Luna si erano riparati dietro una colonna mentre Neville e Cho si erano spostati dietro al divano.
“Certo George, sedetevi”
Fred li fece accomodare e andai a preparare del the per tutti.
Raccontammo tutto quello che era successo dall’inizio, di Clarabella, del filtro, di come fu cacciata di casa, del ritorno dei signori Weasley.
“Bhe, direi che è tutto no?”
Ron cercava delle risposte negli sguardi di ognuno.
“Che troia” fu l’unico commento di Ginny.
“Mi dispiace ragazzi, di aver combinato questo casino”
Nessuno proferì parola.
Ron mi guardò e capii che cosa stava per fare.
Si alzò.
“Ron perfavore”
“Starò bene Herm. Vado a prendere le mie cose in camera.”
“Dove andrai?” chiese Harry preoccupato.
“Non lo so, ci rivedremo a scuola”
Si avviò per le scale.
George e Luna si guardarono. Lei gli sorrise con un sorriso da mamma.
George si alzò e gli andò incontro.
“Senti.. Non andare.”
“Ma George..”
E il gemello abbracciò il fratello minore, che ricambiò di slancio.
“Vedi Ron, qui ti vogliamo bene” disse Luna.
“Esatto” si aggregarono Neville e Cho in coro.
Mancavano solo due persone, forse le più importanti e testarde.
Ginny mi guardò, io gli sorrisi.
“Ginny… È pur sempre tuo fratello..”
“Ciò non cambia niente.. Ci sono fratelli che si sono ammazzati. Prendi..”
“Rouge, guardami negli occhi e dimmi la cosa peggiore che lui abbia mai fatto, prima di questo.”
“Bhe.. Ci fu una volta, da bambini, eravamo dai nonni e lui mi mise del mangime per i polli in testa cosicché dovetti andare a lavarmi i capelli. Usai uno shampoo che diceva –I tuoi capelli brilleranno al sole-. In realtà ci aveva messo dentro del colorante giallo fluo e quando uscii dalla doccia i miei capelli assomigliavano a un segnale stradale. Mamma mi tagliò tutti i capelli, ci volle un mese di magia prima che tornassero normali..”
Ron aveva la faccia colpevole e i gemelli se la ridevano sotto i baffi ripensando a quel piccolo scherzetto, poi George si fece più serio. Probabilmente gli era venuta in mente qualche malsana idea.
“Ginny.. Ti ricordi come andò a finire quella storia? Voglio dire, se non sbaglio ti fece qualcosa per farsi perdonare..”
Ginny ci pensò un po’ su e poi ricominciò con un sorriso nostalgico.
“Già.. Ron spese tutta la sua paghetta mensile per prendermi un biglietto per la partita delle Girls Tigers”
“La tua prima partita di Quiddich..”mormorò Ron.
“Te lo ricordi?” chiese perplessa.
“Si, tengo ancora quel biglietto nel portafogli”
Ron tirò fuori il suo portafogli e ne estrasse una cartolina tutta consumata e ormai giallastra.
“Oh Ronald..”
Ginny saltò in braccio a Ron che affondò la testa tra i capelli della sorella.
Ora era venuto il momento più difficile.
Harry. 
Harry guardò me, poi guardò Ron. Aveva gli occhi lucidi.
“Senti Harry.. Mi dispiace, per tutto quello che ho detto e fatto”
Harry guardò l’amico e vidi nei suoi occhi che lui ricordava tutto quello che avevano passato insieme.
“Ron”
I due amici si abbracciarono come vecchi compagni che avevano combattuto e vissuto la Guerra insieme.
Il Trio era rinato.
Harry allungò le braccia e mi strinsi tra i miei due ometti.
A quel puntò ci fu un abbraccio di gruppo e mi sentii soffocare.
Fred con il suo solito acchito prese la parola per primo.
“Bhe ragazzi sapete che io non amo molto queste smancerie all togheter.. quindi.. che ne dite di uno spuntino? Ho un certo languorino allo stomaco per cui…”
“Fred Weasley sei sempre il solito! Peggio di Ronald!”
Ginny ritornò quella di sempre.
Tutto era tornato normale.
 
ANGOLO AUTRICE:
buongiorno maghetti!
Allora ho messo un’infinità di tempo per scrivere questo capitolo e chiedo umilmente perdono.
Spero che vi sia piaciuto questo ritorno di Ronald. In fondo sappiamo tutti che è un mollaccione e non farebbe mai male a una mosca anche se ha la sensibilità di un cucchiaino.
E il ritorno dalle vacanze non è dei migliori per Ginny e Harry.
Ma ragazzi, questa saga ci ha insegnato a dare a tutti una seconda possibilità.
Comunque, ringrazio chi ha recensito la storia, chi l’ha aggiunta ai preferiti e chi l’ha buttata via. ^.^
Spero che continuerete a seguire la storia, anche se non è un granché a mio parere.
Un abbraccio.
-Lovegood

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Capitolo 12
*** Happy Ending ***


Quando tornammo alla Tana qualche giorno dopo la Signora Weasley accolse tutti calorosamente e abbracciò il figlio come fece il padre al figlio prodigo. 
Ci fu una grande cena dove tutti parlarono dei vecchi ricordi d’infanzia e il Signor Weasley insistette per ritirar fuori alcuni album di foto dei figli e del matrimonio.
Vidi tutti i fratelli Weasley da piccoli e non mi risparmiai sul commentare quelle di Fred e del suo primo bagnetto.
Quando fummo soli, in camera, non risparmiai a Fred neanche un colpo.
“Fred ma quanto non eri carino con il farfallino al collo?”
“Piantala Granger, non sei divertente..”
“Eddai un po’ di vita.. Rilassati Weasley”
“Vuoi un po’ di spirito Herm?”
“Cosa..?”
Non feci in tempo ad aprire bocca che mi saltò addosso sul letto e iniziò a farmi il solletico schiacciandomi due costole.
“No Fred.. Sai.. Che.. Soffro.. Il.. Solletico..”
Non riuscivo più a smettere di ridere e non riuscivo a respirare.
“Fermati!”
“Devi dire la parolina magica!”
“Perfavore”
“No l’altra!”
“Ti prego!”
“Non ci siamo proprio!”
E aumentò il ritmo delle dita.
Non ce la facevo più, probabilmente sarei scoppiata.
“Dille e ti lascio libera giuro!”
Non sapevo proprio quale fosse finchè non mi venne in mente qualcosa che potesse funzionare.
“Giuro che ti lascio se non la smetti!”
“C’hai provato Granger ma non ci casco stavolta!”
“Uff.. Ma qual è! Ahi!”
“Facile facile.. Due paroline..”
E dirlo prima che voleva sentirsi dire QUELLE due paroline no?
“Ti amo Fred”
Smise di solleticarmi la pancia e si avvicinò pericolosamente alla mia faccia.
“Anche io Herm”
Mi stampò un bacio sulle mie labbra secche.
Passai la lingua per inumidirle e feci due occhi da gattina sperduta.
“Herm! Tu mi vuoi morto!”
E fece finta di svenire di fianco a me.
Mi alzai sulle braccia e lo guardai.
Mi venne un sorrisino malefico.
Fred teneva gli occhi chiusi e così mi affrettai a salirgli sulla pancia in modo da tenergli le gambe ferme.
“Serve un po’ di rianimazione non credi?”
Portai le mani sul suo petto.
Aprii gli occhi di scatto e prima che potesse dire qualunque cosa gli strizzai i capezzoli per vendicarmi del solletico.
Quello che ne seguì fu un urlo di puro dolore che probabilmente gli frantumò le corde vocali.
“Shh! Soffri in silenzio o farai invidia a Clarabella con questi acuti!”
Al nominare quel nome smettemmo di ridere, era come un dissennatore, portava via la felicità.
E questo lo capii dagli occhi di Fred.
“Scusa.. Potevo evitare”
“No, non è per quello.. Stavo pensando..”
“A cosa?”
“A come fargliela pagare”
“Fred non mi sembra il caso. Adesso un Prefetto si mette a fare scherzi..”
“Ma non devi farlo tu..”
“Si ma..”
Pensai a tutto quello che mi aveva fatto, a come aveva rovinato la mia esistenza, e ci riflessi un attimo.
“Herm.”
“No lo farò, mi ha rovinato l’esistenza fin troppo. Ora è tempo di regolare i conti..”
“Ma il tuo incarico..”
“Hei l’hai detto tu che non devo pensare troppo a quello che faccio.”
“Si ma io non intendevo..”
“Domani organizzeremo tutto nei dettagli”
Sembravo quasi un generale di un esercito.
Passai la notte a pensare a quale tipo di fattura avrei potuto lanciarle ma non era abbastanza. Ci voleva qualcosa di più grosso, che le facesse capire di smetterla di sentirsi Dio.

La mattina dopo parlai a Ginny della mia idea.
“Non vedo l’ora di fargliela pagare a quella stronzetta”
“Ginny niente di eccessivo, deve essere una specie di rieducazione, niente di troppo punitivo.”
“Sarà una condanna esemplare..”
Non mi stava ascoltando. Era partita con i suoi film mentali di morte o qualcosa di simile, era un po’ inquietante.
A noi si aggiunsero Harry, George e Ron.
Luna era troppo buona per certe cose.
Neville e Cho se ne tirarono fuori, in fondo a loro non aveva niente di male, ma ci diedero il loro sostegno morale.
Così progettammo il nostro schema d’attacco.

Quando tornammo dalle vacanze i nostri uomini volevano partire all’azione, ma bisognava aspettare. Saremmo stati troppo prevedibili con una mossa troppo affrettata.
Clarabella ci stava a debita distanza con il suo gruppetto di cagnoline costantemente alle calcagna.
Era quasi impossibile trovarla sola o isolata dalle sue “fans”.
Però arrivò il giorno perfetto.
Un sabato pomeriggio libero per tutti.
Tutti erano in posizione, Clarabella si trovava esattamente al centro del chiostro della scuola.
Ron si avvicinò e fece finta di caderle addosso rovesciandole il caffè sul suo completo firmato Chanel.
“Ma che diavolo fai pezzo di idiota?”
“Oddio scusa non ti ho vista!”
“Come fai a non vedermi? Eppure un vestito così non passa inosservato! E poi guarda! Oddio che macchia!”
“Faccio io non ti preoccupare”
Clarabella era priva di bacchetta e questo fu un punto a nostro vantaggio.
Ron sfoderò la bacchetta e la diresse sul completo Chanel.
“Riddikulus!”
Il vestito si trasformò in un vestito lungo e verdastro con una pelliccia rossa ai bordi, ricordava quasi la zia di Neville.
In testa i capelli erano sparati in aria e il trucco era colato sulla faccia.
Al collo portava un furetto che si rivelò vivo dopo qualche secondo.
La ragazza urlò disgustata e corse verso il corridoio dove una montagna di studenti la guardarono scompisciandosi dalle risate.
Io e gli altri bloccammo sia le scale che le porte. 
Per cui quell’arpia fu costretta a passare in Sala Grande davanti agli occhi di tutti.
Nessuna delle sue “amiche” la volle aiutare conciata in quel modo e priva di bacchetta scappò verso Ron in cerca di aiuto.
“Muoviti a riportarmi come prima!”
“Per..”
“Perché se no ti ammazzo!”
“Non credi che dovresti essere più gentile?” ringhiò Ginny.
“Tu, stupida Weasley!”
“Non sei nella posizione di dettare legge” dissi io.
“Abbiamo anche il Prefetto Granger adesso! Pensa cosa direbbe la preside a questo riguardo..”
“Non è un tuo problema” disse Fred alle mie spalle.
“Voi dovete riportarmi com’ero prima!” 
“Non credo proprio” dissero George e Harry in coro.
“Ridatemi il mio vestito!”
“Perché?” disse Ginny.
“Perché ve lo ordino”
“Ma non ti vergogni?” disse Ron.
“Non ti sei nemmeno pentita di quello che ci hai fatto?” dissi io.
“Io.. Io..” Clarabella era senza parole, era stata messa davanti all’evidente sconfitta.
“Delle scuse sarebbero gradite” ringhiò Ginny di nuovo.
“Mi scuso..”
Clarabella aveva le lacrime agli occhi, e questo mi bastava. Non volevo farla soffrire, aveva imparato la lezione. Ad ogni azione corrisponde una reazione.
Sfoderai la bacchetta.
“Finite Incantatem”
“Granger..”
“Vattene.” Dissi fredda. 
Ma non potei rimanere indifferente a lei. Qualche minuto dopo la raggiunsi nel bagno delle ragazze di Mirtilla Malcontenta.
“Buongiorno Hermione era da tanto che non ti vedevo..”
“Buongiorno Mirtilla.. Una ragazza è venuta qui per caso?”
Gli spuntò un sorrisetto sulla faccia.
“Si.. Proprio là, terzo bagno..”
Una serie di singhiozzi proveniva da una porta semi socchiusa.
“Cosa vuoi Granger? Farti baffo di me ancora?”
“No. Sono qua per parlare.”
“Direi che hai già detto tutto”
“Tu mi hai portato a questi estremi”
“Lo so.”
“Perché non ti sei mai fermata?”
“Non lo so, io ho sempre fatto tutto quello che volevo”
Strano che si aprisse con me.
“Perché hai fatto quello a Ron?”
“Divertimento? Noia?”
“Ma un po’ di umanità ce l’hai?”
“Certo! E piantala di puntare il dito verso di me!”
“Puntare il dito? Ma ti rendi conto che in tutti questi anni la mia vita è stata un inferno a causa dei tuoi commenti?”
“Io non.. Non pensavo che tu ci rimanessi tanto male. Nel senso, sapevo che eri forte e quindi mi divertivo a prenderti in giro.”
“Divertimento eh?”
“Esattamente. È quello che si aspetta la gente da me.”
E a quell’affermazione rabbrividii. Possibile che la gente pensasse che Clarabella fosse solo una stronza senza cuore? Bhe in effetti aveva la faccia da so-tutto-io ma mi hanno insegnato a non giudicare il libro dalla copertina.
Clarabella smise di piangere e uscì dal gabinetto. Aveva gli occhi gonfi, il mascara colato e i capelli scompigliati. 
Stava per andarsene quando la trattenni.
“Aspetta, non andare. Tu hai bisogno di parlare.”
“Certamente, ma non con te”
“E con chi altro? Con le tue seguaci? Con quelle che prima ti hanno rinnegata solo perché avevi i capelli un po’ troppo arruffati?”
“Bhe..”
“Quelle ti sparlano dietro peggio di un incantesimo Parlantina” 
Si sedette su un lavandino e mi rivolse un sorriso timido.
“Dimmi cosa vuoi sapere Granger”
“Dimmi tu per cosa vuoi essere ascoltata.”
“Io non mi metto mica a nudo con una come te”
“Una come me?”
“Certo, una..”
“Mezzosangue. Clarabella quelle distinzioni di sangue non esistono più da quando abbiamo sconfitto Lord Voldemort. Pensavo ti tenessi aggiornata”
Le scappò un risolino.
“Si ma io sono una sanguepuro e..”
“E i tuoi genitori ti hanno sempre educata così e blablabla.. Roba già sentita un miliardo di volte”
“Si, ormai i miei genitori dovrebbero capire che se non fosse stato per i Babbani la razza dei maghi si sarebbe estinta”
“Appunto”
“Comunque siamo troppo diverse”
“E perché?”
“Perché tu sei Hermione Granger..”
“Bhe fino a prova contraria questo è il mio nome di battesimo..”
“Non in quel senso. Tu sei la strega più brillante di Hogwarts”
“E quindi?”
“E quindi io e te non avremmo mai potuto andare d’accordo. Io sono Clarabella Scorn, figlia degli Scorn, antica famiglia di purosangue Serpeverdi”
“Non arrivo al punto”
“Tu.. Non sarai mai come me.”
“Oh.. Bhe ma non capisco da dove partano i tuoi pregiudizi”
Ci fu un attimo di silenzio. La bionda ci pensò su un attimo e mi rispose.
“In effetti non lo so neanche io. Forse.. “
“Forse..”
“Forse sei meglio di me e ti invidio. Ecco l’ho detto. Contenta?”
WOW. Se questo è un sogno non svegliatemi. Mai avrei pensato che lei invidiasse me.
“Ma io.. Non ho nulla di speciale”
“Nulla? Corpo perfetto, stai simpatica a tutti, spontanea, pagella impeccabile..”
“Ma tu hai detto..”
“Si lo so, ho sempre criticato il tuo aspetto, i tuoi modi di fare, era per invidia.”
“Wow..”
“Sinceramente vorrei essere te. Sei sempre amata e sei sempre circondata da amore”
“Bhe tu hai un sacco di amiche”
“Tutte false, una peggio dell’altra. Mi vengono dietro per i ragazzi e per le ville di mia proprietà. Non perché pensano che sono simpatica. Io detto le leggi e loro eseguono”
“Ma non credi che una vita così sia una vita brutta, non vorresti amicizie vere?”
“Si, ma non saprei gestirle. Io davanti agli altri voglio apparire sicura.”
Ginny fece capolino dalla porta dell’entrata.
“Herm, tutto ok? Clarabella..”
“Bene Granger. Io non dirò niente alla preside del piccolo incidente di oggi. L’ha passata liscia per stavolta Prefetto Granger.”
“Clarabella..”
“Non c’è altro da dire”
E uscì dal bagno.
“Ma che caratterino.. Comunque che ti ha detto Herm?”
“Niente Ginny, abbiamo chiarito. Non ci darà più fastidio”

Ma nel mio cuore sapevo che lei non era così acida. In realtà lì sotto c’era un cuore che voleva essere capito e amato da qualcuno di sincero.
Ron ci aveva provato, ma era una cosa fisica. Chissà, magari un giorno l’avrei vista camminare mano nella mano al ragazzo giusto per lei.
E allora avrei visto un sorriso più vero e degli occhi meno ghiacciati.

Per tutto il resto dell’anno scolastico Clarabella non mi infastidì più, evitava di far fare commenti alle sue “amiche” e ogni tanto mi lanciava qualche occhiata, ma a volte anche qualche sorriso.
Non era cambiata di una virgola, sgorbutica sempre, ma meno saccente. A quanto pare era ancora della sua idea, essere accettata per come non era veramente; indossando una maschera.
A quanto pare non riuscivo ancora a fare miracoli, non potevo cambiare la gente.
Io però ero cambiata. 
Io ero felice.
Pur sempre ansiosa, ma felice.
E c’era chi mi ricordava di esserlo.
Io e Fred stavamo ancora insieme quando ci diplomammo.
Superai tutti gli esami con il massimo dei voti e anche Fred grazie a qualche ripetizione riuscì ad uscire dalla scuola senza che la signora Weasley lo uccidesse.
Ron riprese a inseguire il suo sogno e insieme a Harry proseguirono i loro corsi di studio per diventare Auror.
Ora solo all’idea di un matrimonio gli venivano i conati di vomito.
Ginny scelse la carriera di medimaga.
E che ci crediate o no, a distanza di anni le coppie rimasero le stesse e iniziammo ad andare in vacanza insieme. 

Ormai eravamo grandi, i tempi della scuola ci sembravano così lontani, ma non eravamo cambiati di una virgola. Più alti, più vecchi e più maturi (si fa per dire). 
E si, i Weasley restavano i soliti ragazzini.
E a distanza di anni non smettevano di farsi scherzi l’un l’altro.
Io e Fred ci siamo trasferiti nell’appartamento sopra il negozio a Diagon Alley.
Ho deciso che avrei proseguito la mia carriera al Ministero della Magia portando avanti la campagna per i diritti degli elfi domestici.
Poi un giorno successe, me lo ricordo ancora come fosse ieri.

Mi alzai di malavoglia, avevo un gran malditesta e Grattastinchi non ne voleva sapere di andarsene sul suo puff a dormire.
Fred era già uscito come tutte le ultime mattine, lessi il suo solito messaggio sul tavolo.
“Buongiorno amore mio, sono al negozio con George per un incontro con degli investitori
Ci vediamo stasera, passo a prendere cinese e giappo. Per te va bene? So che sono i tuoi preferiti”

Mi misi la solita divisa; gonna, camicia e giacca. Mi smaterializzai direttamente nel mio ufficio. Non avevo voglia di avere contatti umani, ma c’era chi ci aveva già pensato al mio malditesta.
Sul tavolo c’era una tazza di caffè e una brioches al cioccolato con granella. Un bigliettino scritto velocemente diceva:
“Alla dormigliona che non è ancora in ufficio.
Noi andiamo a Londra per dei controlli.
Buona giornata.
Ron e Harry.
P.S: Il CAPO è di cattivo umore, noi ti abbiamo avvisato!”


Perfetto
La giornata si prospettava molto, troppo lunga.
La mia assistente entrò, come al solito senza bussare. 
“Buongiorno signorina Granger”
“Buongiorno Lavanda”
Esatto, Lavanda Brown è la mia assistente.
“Sono arrivate quelle corrispondenze via gufo che mi chiedeva ieri.”
“Benissimo. Ho qualche appuntamento importante per oggi?”
“Avrebbe quella riunione con il Ministro nel suo ufficio alle undici e due visite per maltrattamenti da parte di creature magiche; un ippogrifo e un centauro.”
“Grazie mille. “
Appoggiai le dita sulla nuca e mi massaggiai le tempie per alleviare il malditesta.
Riguardai i punti della riunione con il CAPO, era una cosa abbastanza semplice. 
Dovevamo discutere su alcuni punti riguardo i finanziamenti del C.R.E.P.A.  e alcune scartoffie.
Le undici meno venti.
Mi diressi verso l’ufficio del capo, arrivata davanti alla porta tirai un grande sospiro per prepararmi.
Bussai.
“Avanti” disse una voce da dentro.
“Signore. Avevamo quella riunione per i finanziamenti e le carte legali per quei processi..”
“Prego signorina Granger, si accomodi.”
Chiusi la porta e andai a sedermi.
L’aria che tirava in quell’ufficio non era per niente buona.

Dopo un’ora uscii da quel maledetto ufficio con il doppio del malditesta e due ore di straordinari per quella sera.
Andai nel mio ufficio e sbattei la porta dietro di me.
“Tutto bene signorina?”  mi chiese Lavanda preoccupata.
“Si, dovrò stare qui per due ore di straordinario stasera. Se hai voglia vai pure a casa appena stacchi. Non stare qui. Se non sbaglio stasera c’è la luna piena”
Da quando Lavanda era diventata un lupo ci siamo molto avvicinate, non di molto, ma non la odio più.
E quella sera doveva stare rinchiusa alla Tana con la signora Weasley.
Non era semplice per lei, nessuno dei suoi parenti l’aveva accettata in casa dopo l’accaduto.
Io potevo solo darle un lavoro e aiuto per quello che valeva.
“Grazie Hermione”
Mi sorrise dietro i suoi grandi occhiali e quei capelli ancora indomabili.
Come ovvio per me non ci fu una pausa pranzo decente.
Gufi che continuavano ad arrivare, strillettere di chi si lamentava per questo e per quello e gente che entrava senza neanche bussare.
Erano le cinque del pomeriggio, dovevo ancora avvertire Fred che non ci sarei stata per la nostra cena e qualcuno mi cercava al primo livello, con urgenza.
Il che non presagiva nulla di buono.
Dal corridoio si udiva una voce di donna che mi sembrò molto familiare.
“Signor Ministro lei non può permettere una cosa di questo genere! Centauri nella mia proprietà! Inammissibile”
Possibile che la gente si faccia così tanti scrupoli per dei centauri?
“Signora.. Lei può capire benissimo che i centauri vanno trattati con rispetto, loro non sono cattivi e..”
“E sono esseri molto intelligenti.” Finii la frase. Una chioma bionda si voltò verso di me e fu impossibile non riconoscerla. Clarabella. Mi venne un mezzo infarto nel vederla in quella circostanza. Era accompagnata da un uomo con capelli corvini e occhi azzurri molto più alto di lei, che aveva una faccia molto gentile e simpatica. Non sembrava la ragazza che avevo conosciuto a scuola. Nei suoi occhi qualcosa era cambiato..
“Lei è la signorina Granger.” Spiegò il ministro poi continuò. “Lavora all’ufficio Regolazione e Controllo delle Creature Magiche.”
L’uomo che accompagnava Clarabella mi fece un cenno di saluto mentre lei mi guardava sconcertata.
“Granger.. Quella Granger? La stessa Hermione?”
“Esattamente Clarabella..”
“Signorina Granger.. Vi conoscete?”
Mi spuntò un sorriso ricordando i tempi della scuola.
“Diciamo che abbiamo avuto dei trascorsi signor Ministro, saprò come gestire la cosa, seguitemi nel mio ufficio. Vi faccio preparare una tazza di thè dalla mia segretaria. Ti ricordi di Lavanda Brown, Clarabella?”
“Certamente.. Se mi volete scusare signor Ministro..”
“Certamente Signora.. Signor Dowson..”
“Arrivederla Signor Ministro” disse l’uomo con una stretta di mano.
Accompagnai i miei ospiti nel mio ufficio e li feci accomodare nella saletta del mio ufficio. Chiesi a Lavanda se ci poteva portare del the caldo e mi accomodai.
“Quindi.. A cosa devo la vostra visita, signori?”
“O Hermione cara, mi ha fatto molto piacere rivederti. Ricordo come se fosse ieri la nostra ultima conversazione.”
In effetti me ne ricordavo anche io. Era cambiata impercettibilmente da allora. Ma ora era molto evidente che non fosse più la stessa.
“Anche io Clarabella, vedo che ti sei anche sistemata… Molto lieta signor Dowson.”
“Molto lieto signorina Granger, vede mia moglie mi ha parlato molto di lei. Di come sia cambiata la sua visuale di vita”
“Ne sono onorata, molto, ma preferirei passare subito a questioni burocratiche. Vede ho due ore di straordinari che mi aspettano. Sicuramente ci incontreremo per un the per parlare dei tempi della scuola Clarabella.”
“Ne sarei felice, vedi Hermione.. oggi stavo uscendo per andare a far compere e ho visto alcuni centauri vicino al mio giardino e credendo che volessero rubare gli ho urlato contro, sai meglio di me come sono fatta, poi vedendo quel povero bambino ferito volevo aiutare, ma tu sai anche quanto siano scorbutici i centauri se gli si fa un torto. Per cui si sono messi a rovinarmi tutto il prato, qualcuno dovrà pur pagare, non credi?”
Ascoltavo esterrefatta. Non aveva ancora passato un insulto ai centauri, doveva essere cambiata molto. 
“In effetti questi essere ci procurano non pochi problemi, soprattutto in questa stagione di caccia. Il modo in cui ti sei relazionata è sicuramente il meno propenso però vedremo cosa possiamo fare, ci dovrà essere uno scambio equo”
“è quello che volevo anche io cara.”
“Vedrò cosa posso fare, manderò subito una corrispondenza a un centauro che mi è amico, nella loro comunità non sono accettate simili barbarie per motivi futili. Vi farò avere un incontro a cui sarò lieta di partecipare. Vedrai che si risolverà tutto. Tu devi solo fare una cosa”
“E cioè?”
“La tua casa è in campagna no?”
“Esatto”
“Benissimo, da quei boschi passano molti centauri, sono sicura che un po’ di cibo e un po’ di acqua lasciata lì per le emergenze non gli dispiacerà affatto nei periodi più freddi”
“Grazie cara”
“Di nulla. Se volete scusarmi, avrei bisogno di un’aspirina visto che ho ancora due ore da passare sulle scartoffie di là”
“Signorina lei dovrebbe andare a casa, è molto stanca” disse il marito.
“A quanto pare il Ministro ha deciso così”
“Ci parlerò io Hermione, è amico dei miei genitori”
Mi sorpresi, lei che aiutava me? Mi sorrise, e vidi un sorriso vero e occhi felici. Anche suo marito era felice di aiutarmi, doveva aver trovato quello giusto.
“Grazie signori, grazie infinite”
Poco dopo ricevetti un biglietto dal Ministro con scritto che potevo andarmene grazie al mio contributo dato a due dei più importanti finanziatori del Ministero e che avevano lasciato una cifra perspicua  per i finanziamenti del C.R.E.P.A. 

Così mi smaterializzai a casa dove appena entrata, Fred mi aspettava davanti a un tavolo per due, addobbato con fiori e candele.
“Amore.. Cosa stai facendo in piedi con quel mazzo di fiori?”
“Sto facendo la cosa migliore che mi sia venuta in mente in vita mia”

ANGOLO AUTRICE:
Ben ritrovati piccoli nargilli! So di essere stata assente, colpa della scuola! Ho avuto zero tempo per scrivere e mi dispiace un sacco! Comunque non temete! Siamo quasi giunti alla fine di questa storia, mi emoziono anche un po’. I nostri due piccioncini sono cresciuti.. e Fred sta per organizzare qualcosa di grosso!
Non vi spoilero nulla, anche se forse dovreste aver già capito tutto….
Ringrazio chiunque abbia letto e recensito la storia!
Alla prossima!
-Lovegood

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