I'm Happy Just To Dance With you

di Cloud394
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** We're playing those mind games together ***
Capitolo 2: *** She's got the devil in her heart ***
Capitolo 3: *** Do you want to know a secret ***
Capitolo 4: *** With The Beatles ***
Capitolo 5: *** Little Child Won't you Dance With me ***
Capitolo 6: *** And you know what I mean ***
Capitolo 7: *** Love was in your eyes ***
Capitolo 8: *** you are making me crazy ***
Capitolo 9: *** All My Loving ***
Capitolo 10: *** Lady Madonna ***
Capitolo 11: *** The kiss my lover brings, she brings to me ***
Capitolo 12: *** Please come on back to me ***
Capitolo 13: *** And I realise you're not coming back anymore ***
Capitolo 14: *** I'd realize that I love you more than any other guy ***
Capitolo 15: *** Sitting in an English garden waiting for the sun ***
Capitolo 16: *** had a smoke somebody spoke and I went into a Dream ***
Capitolo 17: *** Give Me Love, Give me Peace on earth ***
Capitolo 18: *** I fell in love with you Would you promise to be true ***
Capitolo 19: *** Just to dance with you is everything I need ***
Capitolo 20: *** You don't realize how much I need you ***
Capitolo 21: *** Dear Friend ***
Capitolo 22: *** In my life I love you more ***
Capitolo 23: *** Here, there and everywhere ***
Capitolo 24: *** Eleanor Rigby ***
Capitolo 25: *** I'm Happy Just To Dance With you ***



Capitolo 1
*** We're playing those mind games together ***


Paris  1963
Jaqueline è mia sorella gemella, ama ballare. Io odio ballare. Durante i suoi saggi di danza classica rimango folgorata dalla sua eleganza sopraffina, a suo confronto sono un sacco di patate che si muove tenebroso in una spoglia radura. Ho sempre pensato che ballare fosse meraviglioso; ma quando ho provato io mi sono sentita ridicola, tutte le ragazze ridevano, Jaqueline no. Lei mi ha sempre incoraggiata a non rinunciare.
Dopo qualche tempo  ho scoperto che amo disegnare. Da quando avevamo 10 anni io la disegno mentre balla e lei mi dedica ogni Natale un piccolo balletto. Oggi è 8 Ottobre, Jaqueline è uscita dal teatro di Parigi, aveva un saggio importante, ballando, facendo quello che amava, è andata via. Aveva problemi cardiaci da tempo, i nostri genitori le hanno sempre vietato di ballare, ma lei andava di nascosto. Nemmeno oggi mamma e papà lo sapevano. Io l'avevo scoperto, ma quando mi aveva sorpresa a fumare ci siamo promesse di non dire niente dell'altra ai nostri genitori, così abbiamo fatto questo patto. In qualche modo ci univa ancora di più, eravamo inseparabili. Io conosco tutto di lei e lei di me. Oggi però il letto di ospedale, la sua carnagione rosea e i capelli biondissimi ricadono sul materasso, le ciglia bionde sono chiuse e lei ha l'espressione angelica e serena,sorride.
Mia madre piange, mio padre la stringe e la consola, ma anche lui si lascia scivolare una lacrima. Io sono seduta sulla sedia di fronte a lei, la guardo, lei è la prediletta di casa, ci si aspettava il meglio. Io sono stata la ribelle, la ragazza scapestrata che odia le regole..in parole povere mi odiano; nonostante Jaqueline sia mia sorella siamo completamente diverse: io ho i capelli bruni e gli occhi verdi, testarda, non sopporto le ingiustizie. Sono la tragedia della famiglia, ma lotto per una buona causa...cosa che i miei non capiscono . Non riesco a guardarla così, esco e accendo una sigaretta. Cammino per  Champs-Élysées e mi guardo attorno, non ha senso più nulla..mi siedo su una panchina di marmo in piazza Charles De Gaulle, mi guardo attorno e piego la testa all'indietro tirando l'ultima boccata di fumo e soffiando contro il vento. Torno a casa.                           
-Ameliè, non ti preoccupare, non tentare di convincermi...ormai ho deciso. Londra è il mio futuro...No la rivoluzione ci sarà anche qui Ameliè, un giorno saremo veramente liberi! Adieu mon amie!- 
Chiudo la telefonata con Amelié.Preparo il grande borsone, ho già comprato il biglietto. -Tu non vai da nessuna parte.- mia madre parla, parla sempre, qualsiasi cosa faccia lei mi giudica -Devi Sposare Robert,per proseguire il posto di tuo padre nell'azienda di famiglia.-dice lei                                                        
-A Louis non piace fare quel lavoro?-rispondo 
-Louis ha un lavoro dignitoso- ribatte mia madre -Jaqueline doveva fare la stessa cosa allora?- dico -Anche per tua sorella avevamo previsto un lavoro privilegiato.-giustifica lei                                   
-Secondo te lei l'avrebbe fatto? Scommetto proprio che quello che hai previsto per lei lo prevedi ora per me, senti non facciamo tante storie: devo andare via, statemi bene addio.-dico freddamente -Eleanor!Eleanor! NON PARTIRAI, TE LO IMPEDISCO! NON PARTIRAI! - urla mia madre. Buttava tutto a terra, ha i capelli disordinati, in contrasto con il suo abbigliamento e comportamento sempre adeguato e perfetto, è davanti alla porta. -Spostati- dico                                                       
-Per l'amor di Dio tu non parti-mi urla                  
-Smettila di nominarlo! Sempre il tuo Dio, devi capire che non esiste nessun supereroe..- urlo a mia volta      
-Non bestemmiare! Brucerai all'inferno! Tu fai quello che dico io- lei mi tira uno schiaffo forte, ha la faccia rossa e i capelli bruni, come i miei, sul viso. I suoi occhi neri sono colmi di rabbia. Non ci vedo più, la mia di rabbia invece mi trascina in ciò che mi sembra giusto fare                                                        
-Mamma, spostati. ADESSO- urlo in preda alla rabbia                                                                
-Mai!- ribadisce lei, prendo  forte i polsi di mia madre e la sposto di peso urlando -IO FACCIO QUELLO CHE VOGLIO,NON DECIDI TU PER ME!- la sposto dalla porta, lei fa opposizione ma tiro ancora più forte fino a spingerla spalla a spalla. Riesco ad aprire la porta e scappo via veloce. Sono a Saint Denis, ho preso la metrò senza pagare il biglietto, anche se io soldi li ho..mi fermo ad un negozio di elettronica delle televisioni, trasmettono un programma, rimango incantata.                                              
-Carte Garçons anglais  John, Paul, George et Ringo : The Beatles, ils  chantent la nouvelle "Love me Do"-                                                                     
Resto fino alla fine della canzone, mi piace, mi piacciono come sono loro: Rivoluzionari. Mai visti cantanti maschi con i capelli così. Stanno fuggendo anche loro da qualcosa? Da qualcuno? Perché lo fanno? Forse sono come me, stanchi di questa oppressione, di questa perfezione. Se sono come me vogliono mostrare qualcosa al mondo? Anch'io voglio mostrare qualcosa al mondo: il coraggio e la libertà, e quest'ultima non esiste, se una persona di colore deve essere giudicata per il colore della pelle, oppure se un ragazzo sceglie cosa vuole farne della sua vita, degli stessi diritti; a casa, come a scuola, come nella vita. La mia camicetta azzurra è nei jeans a vita alta, guardo l'orologio sul mio polso. sono le 08.30 il mio aereo parte tra un ora, chiamo un taxi:                           
-Dove la porto?-mi chiede il tassista             
-Aeroporto  per favore-dico.
Salgo sull'aereo, sono seduta affianco ad un grasso uomo calvo che legge un giornale; ha un cappello da baseball che gli va stretto, due grossi porri all'angolo della bocca, porta una canottiera macchiata d'olio e i peli che spuntano dalla canottiera e da sotto il grosso braccio, io sono vicina al finestrino, è la quarta volta che salgo su un aereo...la prima volta che ci sono salita è stato mozzafiato, ero io sola con papà; Jaqueline stava male e Louis studiava per entrare all'università, mamma era rimasta a casa a prendersi cura di mia sorella, io ci tenevo tanto ad andarci così papà aveva deciso di portarmi con lui -Eleanor, siamo su un aereo, adesso voliamo sopra Parigi e andiamo a Londra - mi disse -Quindi vedremo casa da su, e salutiamo mamma?- dissi emozionata -Certamente- mi rispose 
-Visto che andiamo in cielo posso vedere la nonna?- gli chiesi 
-No..la nonna è più in alto! Ma quando passiamo tra le nuvole, farai una preghiera forte forte! Lei ti ascolterà- mi disse tenendomi per mano . Quando l'aereo partì in volo è stato panico, ma fu la sensazione più bella che avessi provato, papà mi teneva per mano. Arrivati ad alta quota il panorama era bellissimo, l'esagono che è la Francia mi sembrava minuscolo e verde, salimmo sù, nelle nuvole...pensai a mia nonna in quell'angolo di cielo e quelle nuvole candide e soffici, siamo stati lì per la maggior parte del viaggio, non staccavo gli occhi dal finestrino, nemmeno per accettare dall'hostess le mie caramelle preferite, scendemmo di nuovo e riuscii a vedere un enorme canale azzurro che ci divideva da quell'isola dalla forma allungata chiamata "Gran Bretagna" . Adesso però sono sola, persa in quell'angolo di cielo, così misterioso, così malinconico. Questa volta accetto le caramelle, ne mangio tre alla volta per nervosismo, lasciandole sciogliere sulla mia lingua. Il loro gusto forte pizzica sulla mia lingua, le mastico e le ingoio senza staccare gli occhi dal finestrino.

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Capitolo 2
*** She's got the devil in her heart ***


Londra è diversa dal 1949. Il traffico è enorme rispetto a quando avevo cinque anni, ho un po' di difficoltà ad orientarmi, ho alle spalle la stazione di King's Cross, non ho un posto dove dormire. Forse una panchina dell'Hyde Park mi ospiterà questa notte. Nella tasca ho un accendino, tre franchi e una sigaretta. La accendo, tiro una boccata di fumo e la espando per aria camminando per una strada di cui non conosco il nome. Porto una giacca lunga fino alle ginocchia la gente mi guarda in un modo storto; ho una camicia scollata fino a sopra il seno, è colorata, troppo per quelli che mi stanno guardando: come quella signora tarchiata, coperta fino al collo con un vestito che non lascia intravedere  un filo di pelle, i capelli grigi raccolti in uno chignon. La guardo tirando fuori il fumo e alzando un sopraciglio in senso di sfida, mi tolgo la giacca così da far intravedere anche le mie braccia e tutto il colore della camicia che porto, la saluto mettendo la lingua tra i denti e lei mi guarda con rimprovero e con un estremo scandalo nei miei confronti. La guardo male e dico sotto voce -nemmeno nel 1800- mi giro e continuo a camminare, la signora mi prede per un braccio con una stretta forte e mi stritola l'avambraccio, mi tira due schiaffi in faccia e  mi butta addosso la mia giacca. Arrabbiata la guardo e cerco di sfuggire alla sua presa, la donna parla urlando lamentandosi, non capisco l'inglese quindi non so cosa voglia dire, ma capisco che si sta lamentando di questa società, dei giovani e che mi stia facendo la ramanzina. Tiro il braccio cercando di mollare la presa, mi lascia e le sputo in faccia. Corro. Non ho mai mancato di rispetto un adulto, ne tanto meno uno sconosciuto, questa sensazione di libertà è bellissima:correre per le strade non mi piaceva più da tempo, ma adesso in quella corsa provo una libertà assoluta, una novità un'aria nuova che posso respirare da sola. Piove, sono tre giorni che dormo su una panchina, ho i capelli fradici. Il borsone mi crea calore ma ormai anche quello che contiene all'interno è fradicio, dormire su una panchina è la cosa più scomoda che potessi mai provare ripensando al mio letto a Parigi: un letto matrimoniale, con le coperte sfatte,le mura arancio, mi sentivo a casa nel mio disordine anche se ogni giorno Domilda mi rimproverava di sistemare almeno il minimo; aveva ragione, ma le regole non mi sono mai piaciute. Amavo la mia camera, ma l'attico era la cosa che adoravo di più, nella nostra villa da lì potevo vedere la Tour Eiffel, circondata da tutti i miei vizi potevo avere quello che volevo, adesso sono qui, con l'ultima sigaretta su una panchina sotto la pioggia. Questa è la vita vera, non i vizi, non i capricci, questo, si ha solo sé stessi. Decido di cambiare anche i soldi rimanenti, per trovare una camera e un lavoro. Non trovo facilmente una sistemazione ma in un quartiere malfamato riesco a mettermi in contatto con una ragazza che cerca una coinquilina. Entro in un condominio decadente, i calcinacci a terra e la ringhiera delle scale di legno sarà della fine dell'ottocento, lo stesso discorso per il marmo. Una piccola vecchina dai capelli neri e qualche striatura bianca, il suo volto è segnato da rughe e macchie, non riesco a scorgere i suoi piccoli occhi, ha la testa china. E' vestita di stracci; dal basso alza il suo sguardo contro i miei occhi, hanno la forma allungata e delle profonde rughe le sprofondano lungo gli occhi, il labbro inferiore che le cade un po' giù.

-Buongiorno signora, stavo cercando una ragazza, si chiama...ehm..- prendo un biglietto sgualcito e sciupato dove c'è scritto un nome, un indirizzo e un numero di telefono ,scritto con l'inchiostro sciolto di una penna nera -..Penny..Ranwell...abita qui?- la vecchina abbassa di nuovo lo sguardo e sussurra qualcosa, riesco a cogliere qualche parola, in questi giorni ho imparato qualcosa in più. Iniziamo a salire le scale. Arrivate al terzo piano ci fermiamo davanti ad una porta con la targhetta "Ranwell" la vecchia mi guarda, scende e si gira - Thank you...- dico ma lei continua a scendere le scale. Busso alla porta, da dentro si sentono delle urla, ma non delle urla di paura, sono due voci: una maschile e una femminile..ho capito. Non so se sia meglio bussare di nuovo oppure aspettare qui fuori; che situazione..aspetto due minuti e i due ricominciano ad urlare più forte,"senti mi dispiace però..io sto qua fuori e non voglio sentirli da dietro una porta mentre lo fanno" Busso forte per due volte. Le urla si fermano, parlano. La ragazza, avvicinandosi alla porta, urla -Si madonna mia, vecchia goditi la vita! Non si può fare niente qui...- apre la porta -non rompermi il..oh..tu sei..?- Penny ha dei riccioli biondo scuro, due grandi occhi azzurri con la forma da gatto, le labbra rosse e carnose e un delizioso naso all'insù, la pelle rosea chiaro. Penny è quel tipo di ragazza bellissima che nessuno gli resisterebbe, non è quel tipo di ragazza che fa di tutto per mettersi in mostra e che vien da odiarla, ma quel tipo che pur non volendolo si mette in mostra e che persino ad una ragazza eterosessuale vorrebbe baciare. Di fronte a me è coperta da un lenzuolo bianco trasparente che lascia intravedere tutte le sue forme. -ehm..la ragazza che aveva chiamato..- non sono molto a mio agio davanti a una ragazza nuda, ma la cosa che mi preoccupa di più è che nell'altra stanza c'è un ragazzo ..non vestito..non sono abituata a questo. Papà mi ha sempre insegnato il pudore, il senso di castità per una donna, che deve essere sempre a disposizione dell'uomo...ma cosa dico? Una donna al di sotto di un uomo?! Una donna è libera di fare quello che vuole e di fare sesso con chi vuole. -Eleanor Morel?-mi chiede -Sì..- rispondo -Ti avevo detto alle 18:00!- mi dice lei con aria di rimprovero -Sono le 18:00.- dico calma, lei si affaccia all'interno dell'abitazione per guardare l'orologio -ah..hai ragione..precisi, voi francesi..- mi dice facendomi entrare, incerta varco la porta -Ma come? Non eravate voi inglesi i precisi?-dico -Giusto anche questo.-dice lei chiudendo la porta -ehi culetto rosa,io ti aspetto.- dice una voce maschile infondo al corridoio -non ora,ho visite.- urla lei reggendo il lenzuolo legato sul seno, -Dai! Manda via la vecchia..- continua a urlare -Mi avevi promesso che alle 18:00 andavi via,è arrivata la ragazza che deve vivere qui con me,vestiti.- urla lei -è carina? Possiamo fare una cosa a tre..-Penny mi squadra -si è carina,ma ora no..fra qualche mese..forse possiamo fare qualcosa- la guardo sconcertata, lei ricambia con uno sguardo serio -Facciamo tra un po' va..ha un'aria troppo aristocratica- dice lei raggiungendo il ragazzo, mi  guardo le mani e i vestiti, sono gli stessi che non cambio da tre giorni, puzzo come la spazzatura, i capelli sono unti, ho le mani e il viso luridi, mi hanno anche rubato quei pochi soldi che mi rimanevano. Come potevo sembrare un'aristocratica?! Dal corridoio esce un ragazzo dai pantaloni larghi a strisce blu e verdi e un gilet verde con sotto una camicia bianca, è un ragazzo alto con i capelli come quelli di Elvis, marroni. Mi guarda con occhi ambra ammiccanti e si morde un labbro, Penny ha una fascia rossa che porta indietro i capelli,una maglia arancio e una minigonna rossa.- Penny non mi presenti la tua amica?-dice "Elvis" -perché queste cose formali uff...Eleanor Dan, Dan Eleanor- disse Penny, allungo la mano verso di lui, aspettando il suo bacio sulla mano, ma subito mi rendo conto di sbagliare e quindi la storco un po' come per stringerla nella sua. Dan guarda Penny -Hai ragione. E' proprio aristocratica,però non è male..quanto tempo ci vuole secondo te?-dice Dan, Penny mi guarda -Due mesi..-dice Penny, Dan si decide a stringermi la mano -Eleanor Morel hai detto? Non dimenticherò il tuo nome..e i tuoi occhi..-dice guardandomi intensamente -Danny aristocratica non vuol dire stupida...o forse si..ma non puoi farle la corte se sei appena venuto a letto con me. - disse a braccia incrociate -Mm..gelosa mi piaci..-dice Dan che incomincia a baciarla sul collo -dai vai..-dice lei senza muoversi. -Ci vediamo pollastrelle.- dice chiudendo la porta. -Io sono Penny Ranwell,questo è il soggiorno, dietro lo snack bar c'è il frigo con la cucina.- il soggiorno e la cucina sono un unico ambiente separate da uno snack bar, le pareti sono gialle e il soggiorno ha un tappeto arancio rotondo che ospita un divano e una poltrona di fronte ad un piccolo e basso televisore. Le due finestre si affacciano su un vicolo buio. Una chitarra è appoggiata sotto la finestra, Penny si siede sulla poltrona, avvicina il posacenere sul bracciolo, prende una sigaretta e l'accende. -cosa fai lì in piedi?Siediti.-mi dice facendo cenno con la testa al divano. Lascio il borsone per terra e mi butto a capofitto sul divano, stendo le braccia e le gambe anche se quest'ultime toccano il pavimento, erano giorni che non sentivo qualcosa di morbido -per l'affitto della camera almeno 500£ -dice -Cosa?!? Non ho nemmeno una sterlina-dico agitandomi -una aristocratica senza una sterlina?! Il colmo..-dice espirando una boccata di fumo, mi alzo -mi dispiace..ma non posso permettermelo.-prendo il borsone da terra -siediti.- mi dice -non posso altrimenti non trovo riparo per stanotte.-dico -siediti, ti sto prendendo per il culo, è gratuito questo posto è tutto mio.-fece lei tirando una boccata di fumo, allunga il braccio con il pacco di sigarette, ne prendo una, la accendo e tiro una boccata.-di solito le giovani donne aristocratiche non fumano..come mai tu...-mi chiese lei con la sigaretta quasi terminata tra le dita-Non si vede? Sono scappata.-dico io tirando una boccata di fumo -non è una novità..si sta così male nel lusso?-mi chiede lei -si sta meglio quando si è liberi.-dico io spirando il fumo dalla sigaretta.


_______Spazio Autrice________
Mi dispiace non aver inserito questo spazio nel primo capitolo ...ma me ne sono dimenticata :D..scusatemi! Volevo darvi il benvenuto nella seconda storia che ho scritto,voi direte "ma come?Hai pubblicato solo questa!" dovete sapere che la prima storia (A Beautiful Boy) l'ho scritta io,ma l'ha pubblicata la mia editor  Jennifer_Mockingjay perché non avevo un account EFP, anche questa storia è corretta da lei, che ringrazio infinitamente per questa possibilità. Dunque siamo arrivati al secondo capitolo, spero di pubblicarne almeno uno al giorno perché così non perdete per troppo tempo il filo della storia. Il titolo del primo capitolo è preso dalla canzone "Mind Games" di John Lennon mentre il titolo del secondo capitolo è preso dalla canzone "She's got the devil in her heart" dei Beatles quindi si, ne sono una fan accanita! :D
BUONA LETTURA! 
 


 

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Capitolo 3
*** Do you want to know a secret ***



-Ma come? Voi non siete liberi?- mi chiede lei con grande sorpresa, con la cenere che quasi le brucia la mano -credevi davvero che i ricchi o "aristocratici" come li chiami tu siano liberi?-la guardo tirando una boccata di fumo. -bhè si..avete tutti i soldi a disposizione per fare quello che vi pare..-dice lei -avremo anche i soldi ma i tuoi decidono cosa fare, cosa hai fatto e cosa farai, certo i ricchi non hanno vissuto la guerra come il resto della popolazione, però i più poveri hanno valori, hanno più libertà-dico. Lei mi guarda di sfuggita -hai un concetto strano di libertà tu..tu invece, credevi davvero che diventando povera si è liberi?! No cara mia..essere poveri significa sacrifici, per avere un tetto sulla testa, sfamare i propri figli. Sai cosa significa dormire per strada? Morire di fame?Uscire di casa con la paura che qualcuno ti venga addosso solo perché non puoi mettere quello che ti piace?-chiede lei arrabbiata -L'ho fatto fino ad adesso, io sono venuta qui per diventare indipendente, per capire che la vita reale non è fatta di castelli, di gioielli, di vizi e di tutto quello che si vuole! Ma anche di sacrifici, di rischi. Rimanere dentro una bolla per restare protetto è inutile, voglio affrontare la vita come mi si presenta, senza fare progetti, senza prevedere niente. Nella vita Mai dire Mai.-finisco la mia sigaretta -La vedi questa? Quando avevo 14 anni avrei giurato di non fumare mai in vita mia, di avere una mia villa con mio marito e dei figli, e invece, eccomi qua , 4 anni dopo con una sigaretta in mano, a Londra in una casa vecchia a parlare con te.-dico spegnendo la sigaretta nel posacenere -A 18 anni ti volevano sposata e con i figli?!-dice lei incredula, annuisco -Mi avevano inculcato questa cosa..mia sorella mi ha aiutata a capire che non era possibile una cosa del genere..-finisco -E tua sorella l'hai lasciata da loro?-mi chiede -No..lei è morta qualche giorno fa..-dico io giocherellando con la mia maglia, è la prima volta che lo dico, Jaqueline non c'è più..mia sorella gemella..l'unica che mi è rimasta accanto dall'inizio fin proprio alla fine...è andata via, volata..ed io sono rimasta sola. Ci fu qualche secondo di silenzio tra me e lei. -Dai te lo sei meritato, datti una lavata e ti faccio vedere una cosa.-mi dice Penny  sorridendo.
Sono tre giorni che non mi guardo allo specchio, ho delle profonde occhiaie sotto gli occhi gonfi e rossi, ho il viso a pezzi. Mi spoglio, rimango in biancheria a guardare il mio corpo, sono dimagrita qualche chilo, sono alta e magra ma del seno rigoglioso di Penny non c'è nemmeno l'ombra, porto una seconda. Ho 18 anni penso rimarrà così..ma non è un problema, essere guardata dai ragazzi non è di mio interesse, è di mio interesse quello di lottare per i diritti, per l'amore libero, per non essere al di sotto di nessuno. Mi spoglio della biancheria ed entro nella doccia; l'acqua fredda mi fa rabbrividire ma poi è come un getto rinfrescante, piacevole sulla pelle, acqua..mi mancava; dal soggiorno sento Penny che suona la chitarra "Do you want to know a secret" dei Beatles. Chiudo il rubinetto, mi rifugio in un asciugamano, arrotolo i capelli dentro un'altro asciugamano a mò di turbante.
Esco dal bagno legandomi l'asciugamano sul seno, Penny continua a suonare più o meno la discografia di Please Please Me. Mi affaccio -Vestiti elegante dolcezza-mi dice -Veramente io volevo fare una dormita ..- dico tristemente -Casa mia regole mie, vestiti bene- dice lei suonando alcuni accordi a caso -Perché dove andiamo?- dico, Penny solleva l' LP "Please Please Me" verso di me -li conosci vero?-mi chiede -Certo! I Beatles li adoro..- dico senza esitare -avrai anche tu questo LP a Parigi...i tuoi te l'hanno comprato.- mi dice -Ehm, non proprio..loro li odiano i Beatles, l'ho comprato di nascosto-dichiaro -Com'è, anche loro sono scomodi per il loro modo d vivere? Perfino dei musicisti così grandiosi?!- dice -Mio padre e mia madre dicono che fanno rumore, che sono degli inesperti e che hanno rovinato la musica. Ma io credo nei Beatles.-dico -Credono in Elvis?-mi chiede -Nemmeno..per loro i musicisti di oggi sono una massa di analfabeti..loro credono in Mozart, Beethoven, Bach.. che sono dei grandi, ma dubito che potrebbero liberarci da questa oppressione-dico -Maschi tremate! Le femmine son tornate! Rivoluzione femminista a suon delle chitarre di John e George! Del basso di Paul! E della batteria di Ringo!-dice lei quasi urlando rido -Tra un po' esce il secondo 33 giri lo sai? Tra meno di un mese penso che esca il..21-22 Novembre, due album in un solo anno..grandi!- dico -Lo so..-mi dice lei -Si chiamerà With The Beatles..mi sembra..-dico -Proprio per questo..mi serve "Please Please Me" autografato...visto che ti voglio fare un regalino..hai portato il tuo 33 giri?-mi chiede -Autografato?! Come?-chiedo incredula -Rispondi alla mia domanda..-mi dice fissando dritto davanti a lei -si ma è fradicio..rovinato..-dichiaro delusa - Non ti preoccupare te ne compro un altro io,quindi sbrigati a prepararti dobbiamo fare un salto al negozio che vende i 33 giri.-dice lei -grazie ma ce l'ho..-dico io -Silenzio, quello lo vendi, non possiamo fargli autografare un coso sgualcito.-mi dice lei arrabbiata -Mi spieghi come li facciamo ad autografare scusa? Firma falsa?!Dove li andiamo a trovare i Beatles tesoro!illuminami!-dico io innervosita -semplice..-Penny ha le braccia conserte, sembra così sicura di lei che apre di scatto gli occhi e finisce la frase-..li andiamo a trovare a casa loro!-.
 
 

________spazio autrice________
eccoci al'atteso (spero sia atteso) terzo capitolo! vi ringrazio per le splendide recensioni,ringrazio prima di tutto la mia editor :Jennifer_Mockingjay per le correzioni che fa, anche sotto il sole (quale sole?! ç.ç) e voi che seguite così animatamente la mia storia,vi abbraccerei uno ad uno!Spero che anche il terzo capitolo vi abbia appassionato come i precedenti;il prossimo sarà più dinamico! Il titolo è stato preso proprio dalla canzone  che suona Penny "Do you want to know a secret" dei Beatles appunto dell'album (se vi interessa) Please Please Me. che altro dire... Buona lettura!
ci si vede al prossimo capitolo ;D
 
 
 

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Capitolo 4
*** With The Beatles ***


-Uffa..non vedo un cavolo da qui!-dice Penny lamentandosi -cosa ti aspettavi? Che ci avessero lasciate passare come se fossimo la regina d'Inghilterra?-dico io aggiustandomi il vestito. Siamo al "Flat L"numero 57 di Green street, o più comunemente nota come: l'appartamento dei Beatles! Costretta dalla mia coinquilina ad indossare un vestito azzurro a pois, che arriva poco prima del ginocchio, ho una fascia verde che mi porta indietro i capelli come Brigitte Bardot's e le scarpe con il tacco. Penny ha i capelli sciolti e un vestito corto a minigonna arancio e delle scarpe con il tacco. Non amo indossare la gonna però devo ammettere che non sto male. Ho "Please Please Me" sotto il braccio e sono smossa dalla folla di ragazze che vuole entrare a fare irruzione, mi spingono e mi sballottolano avanti e indietro-CHE PALLEE!! ORA LE AMMAZZO QUESTE SE NON SI STANO ZITTE E FERME!- dice Penny gridando ma le ragazze continuano ad urlare imperterrite, ignorando completamente le lamentele di Penny -dovrebbe esserci un modo per entrare...- dice mettendo le mani sotto il mento, "fa che non pensi a qualcosa di impossibile ti prego ti prego ti prego" penso disperatamente -possiamo spingere correre fino alla porta..-disse lei -impossibile,è un'abitazione a più piani,sono quattro..sai almeno dove abitano?-chiedo -ehm..no..-mi risponde lei mangiucchiandosi l'unghia della mano sinistra, -dove hai il tuo 33 giri?-chiedo -Qui- dice mostrandomi una sacca quadrata -dammi anche il tuo così non lo perdi.-dice prendendo dalle mie mani l'LP, la ringrazio e lei mi sorride. Alzo lo sguardo,è notte fonda e noi siamo qui da prima del crepuscolo, sono stanca a quest'ora, vorrei solo essere nel mio letto a riposare, ma essere qui mi emoziona parecchio, nonostante le urla non avrei mai immaginato di poter stare sotto la casa di persone che con tutto il loro coraggio, volontà, non deve essere facile lavorare in mezzo a tanti schiamazzi Ringrazio lo stesso di essere qui, nonostante so che non riuscirò mai a incontrarli, mai a ringraziarli per tutto quello che fanno per me, non sapranno mai che la loro musica riesce a trasportarmi in mondo migliore, che riesce a rendermi felice, che li apprezzo per il loro modo di esprimersi e per la faccia tosta che hanno. Abbasso lo sguardo verso l'ultimo piano del Flat L, le luci delle finestre sono accese, continuo a fissare le finestre, da lì si affaccia un ragazzo, ha la camicia bianca, i capelli come una scodella, fuma una sigaretta e mi sta fissando. Ecco dove abitano i Beatles, al quarto piano, ma aspetta, uno di loro fissa Me. Il cuore prende il ritmo di una carrozza in corsa, mi fermo a riflettere, continuo comunque a fissarlo "siamo un sacco di ragazze,impossibile che stia guardando me" il mio cuore rallenta, forse avevo sperato che guardasse me, è un emozione grande, solo adesso mi accorgo che anche le altre ragazze urlano e si sbracciano. Penny salta e si sbraccia con entrambe le mani per farsi notare, urlano il nome del Beatle che si è affacciato,ma non riesco a capire chi sia e non riesco a capire nemmeno dalle voci delle fans.
23:30 hours
La folla è ancora qui, le screaming-girls non mollano la presa, nemmeno noi -Penny andiamo a casa?Per oggi non riusciremo ad incontrarli..facciamo un'altra volta..-dico distrutta -Eleanor,no. Non saranno, qui per molto tempo,John...-abbassa la voce -John ha un figlio ed è sposato, Ringo è sposato, Paul ha una ragazza-dice sussurrando -Quindi..tu vorresti far colpo su George?-chiedo -Mm..noo..cioè si..non lo so..-mi dice lei mangiandosi le unghie -lo faccio per te-dico, lei mi sorride e mi dà un bacio sulla guancia, ma proprio in quel momento che si sente una sirena, scendono dalla macchina e corrono verso di noi, hanno in mano dei manganelli e iniziano a picchiare sulla folla dei ragazzi all'esterno, noi siamo al centro della folla e le ragazze iniziano a scappare. Io perdo di vista Penny, vengo travolta dalla folla, il respiro mi si affanna, non riesco a respirare, il cuore mi batte all'impazzata. Cado a terra, vengo calpestata, schiacciata da persone, sento dei colpi sulla testa, dietro il collo sono sempre più forti e feroci. Cerco di difendermi dai colpi, ma si fanno sempre più forti e insopportabili, la vista mi sta annebbiando. Vedo solo quel poliziotto che continua a colpirmi, cerco di urlare, di andare via. Sto per svenire, mi tocco il lato del viso, guardo le mie dita: sangue. L'ultima cosa che vedo è un colpo che mi va dritto sul braccio.
Apro gli occhi leggermente, è tutto sfocato, cerco di reggermi la testa, sono sola, ancora una volta. Mi alzo piano per sedermi, mi reggo la testa, mi fa male.Sento le ossa spezzate, cerco di reggermi con una mano, ma scivolo. Dei ragazzi in nero si accorgono di me, "fantastico anche i violentatori ci volevano ora.." cerco di dimenarmi, pensavo non ci fossero stupratori con le mani così delicate. Sussurrano qualcosa, non riesco a capire quanti siano e cosa dicono, sento solo la parola "blood" pronunciata da tante diverse voci, svengo una seconda volta, il dolore alla testa è allucinante.
Sono sdraiata su un qualcosa di morbido, sento le lenzuola sopra il mio viso, il cuscino è morbido e soffice, sono in ospedale? "bè per capirlo dovresti aprire gli occhi Eleanor.." eseguo quello che mi sono ordinata di fare, apro leggermente gli occhi e la vista sfocata di una parete bianca prende a poco a forma, no..non sono in ospedale, lo capisco dall'armadio di legno di fronte a me e da una scrivania ricoperta di fogli sgualciti, altri appesi, bicchieri accartocciati, cestini ricolmi di carta, una chitarra classica, e appeso all'armadio un completo da uomo nero. No, non sono a casa mia -Buongiorno. - dice un ragazzo entrando nella stanza, si dirige verso la scrivania, vedo le sue spalle, Ha i capelli scuri è alto e magro, indossa un gilet sopra una camicia bianca, ha i pantaloni neri, legge un foglio e si gira, ha gli occhi bassi sul foglio, canticchia qualcosa tenendo il ritmo schioccando le dita, mi guarda negli occhi e mi sorride -dormito bene?-mi chiede.
 
 
_____spazio autrice _______
Salve ragazzi,forse avrei dovuto aggiungere che in questa storia si incontravano i Beatles,ma non potevo immaginare come si sarebbe evoluta,quindi..Yeah! Ringrazio la mia editor Jennifer_Mockingjay per il suo lavoro.Il titolo è preso dal secondo album dei beatles ossia "With The Beatles" per la loro "entrata in scena" quindi buona lettura e spero che questo capitolo vi sia piaciuto come i precedenti,arrivati a questo punto..che aspettate?! Recensite i capitoli su :* Ci si vede nel  quinto capitolo! :D

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Capitolo 5
*** Little Child Won't you Dance With me ***


Ha le sopracciglia sottili, occhi grandi e verdognoli ma con sfumatura ambrata, riesco a vedere l'intensità dei suoi occhi da qui. I capelli sono come gli altri Beatles, a differenza di Ringo lui non ha la frangetta, ma sono a ciuffo. Una specie di fusione tra ciuffo che gli copre la fronte ecco, ha un naso regolare un pochino all'insù, mi sorride mostrando un dolce segno delle labbra, non riesco a riconoscerlo per un momento. Poi lo capisco, quei grandi occhi, cari ragazzi, avete presenti quelle situazioni completamente impossibili come mm..non sò..l'uomo sulla Luna per esempio..oppure l'uomo nello spazio!? Bene questa è una di quelle, sono sul letto sotto le coperte e davanti a me ho Paul McCartney che mi guarda. -ehhmm....- sbiascico qualche parola incomprensibile, non è possibile, no..mi sbaglio..forse sono in coma e sto sognando, forse sono morta..ma Paul McCartney è vivo, forse sono in coma...ma posso provarlo..-ho..dormito bene..grazie signor McCartney- dico io -Signor McCartney? Ho forse un anno in più di te..-dice ridendo -Ho 18 anni..-dico alzando le lenzuola fin sopra il naso -quindi? Sono più grande di te di tre anni,chiamami Paul- dice sorridendomi. Si avvicina al letto e contemporaneamente tendendo la mano verso di me, ma io mi rifugio sotto le coperte, perché faccio così? Sto conoscendo forse l'uomo più famoso al mondo e faccio la timida che mi succede? Forse perché è una strana situazione? Paul si siede sul letto,-se fai così ne dimostri 18 in meno di me,non due- dice sorridendo. Tiro fuori la mano e la stringo nella sua mano tesa, ha la mano calda ed elegante, non posso non notare i calli sulle dita, che indicano ore e ore alla tastiera di una chitarra-Eleanor ...Eleanor Morel- dico con un filo di voce -sei francese?- mi chiede -si vengo da Parigi - dico -Come mai sei venuta a Londra?-mi chiede. Ma io lo ignoro, non voglio dargli tante spiegazioni, sarà anche Paul McCartney ma non lo conosco e raccontargli della mia vita non gli servirebbe a nulla, anche se questo è un sogno -Dove è Penny?- chiedo sollevandomi lentamente, ma lui mi prende per le spalle e mi spinge giù -dove vuoi andare? Non la vedi la ferita? devi stare a letto per almeno due giorni,hai preso una bella botta-mi dice lui -Dove è Penny- chiedo un'altra volta -chi è Penny?-mi chiede. Ecco se questa è la prova che non sono in coma, se l'avesse saputo non avrebbe chiesto, poi non so giustificare questo tremendo dolore alla testa..-Penny Ranwell..era con me questa notte,volevamo i vostri autografi..su Please Please me..-spiego con un filo di voce, lui ride, la sua risata è leggera un po' cattiva, ma molto dolce un po' come la sua voce, mentre canta..mentre parla..mi perdo un po' nella sua risata poi ritorno a puntar dritto sui suoi occhi-come speravate di averli?-mi chiede -..irruzione a casa vostra..-dico io abbassando lo sguardo -lo sapevate che abitiamo al quarto piano?-chiede Paul ridacchiando causandomi una rabbia contro di lui, gli lancio uno sguardo fulminante, lui mi guarda alzando un sopracciglio-la tua amica..Penny...è bionda?-mi chiede -biondo scuro..riccioli..- rispondo -occhi azzurri..abito arancione,giusto?- terminò lui -Sì..ma come..- rispondo senza finire, mi sorride mostrando i denti, si alza in piedi e spalanca la porta. Da essa esce una ragazza che a braccia aperte si tuffa su di me, mi stringe forte, la abbraccio a mia volta. Paul rimane fermo sulla soglia della porta, dal bagno nella camera affianco esce un Ringo Starr in vestaglia con la schiuma da barba sul volto, si affaccia alla porta e ci vide abbracciate, inizia a ridacchiare -Che scena strappalacrime, Paulie come fai a restare così serio?- disse Ringo ridacchiando, dando una gomitata sul braccio di Paul, anche lui ride. Scopro di sciogliermi alla sua risata, avendo ancora tra le braccia Penny che piagnucolava.
 
__Spazio autrice_____
Siamo giunti al quinto capitolo,quante scoperte..e chi non vorrebbe essere al posto di Eleanor o di Penny...
ringrazio Jennifer_Mockingjay (la mia editor ) per aver corretto il capitolo,il titolo viene dalla canzone "little child" dei Beatles,da With The Beatles. Spero che vi stiate appassionando e da adesso si entra nello svolgimento MOOOLTO LUNGO..quindi..Buona lettura e recensite :D

 

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Capitolo 6
*** And you know what I mean ***




-come stai?-mi chiede Penny analizzando la mia ferita, solo adesso mi accorgo di avere una fasciatura che va lungo la tempia, perché non me n'ero accorta? Forse ero troppo illuminata dal sorriso di Paul, cosa mi aveva fatto quel ragazzo? Mi sembra di non avere occhi che per lui, sbircio dietro la testa di Penny, Paul è sempre sulla soglia della porta, ma ora parla con George, anche lui appoggiato all'altro stipite della porta, si sente John urlare/cantare a squarcia gola dall'altra stanza, strimpella note a caso con la chitarra, lo riesco a vedere seduto sul divano cosparso di fogli, la voce urlante, ma nonostante ciò è armoniosa e soave, a quanto pare si stanno preparando per andare da qualche parte. Ringo esce per la seconda volta dal bagno in ghingheri e dalla porta d'ingresso entra Brian Epstein. -Ragazzi siete pronti vero?- dice chiudendo la porta, -John per favore,vatti a vestire siamo già in un ritardo supremo- dice Brian a John -Brian ho finito..si chiama "It won't be long" ..-dice John -John,per favore ci aspettano,dopo- dice Brian girando per la casa -OKAYY!!! YEESS!! YEAHHH!!- urla John senza alzarsi dal divano -Johnny per favore..-dice George raggiungendo John, gli prende la chitarra dal braccio -tesoro mi fai sentire unica..- dice John usando una voce in falsetto,George non resiste alla tentazione, si siede affianco a lui e inizia a suonare una canzone improvvisata, entrambi cantano in falsetto -John,George,per favore! Iniziate a scendere.- dice implorante Epstein ma i due continuano ignorandolo completamente, si affaccia nella camera dove siamo io ,Penny e Paul, lui continua ad appollaiarsi sullo stipite della porta -Paul almeno tu..-dice Epstein con gli occhi imploranti -scherzi vero? io da solo non scendo in mezzo a quelle pazze giù..-dice Paul infastidito, lo guardo, stando qui non ci avevo pensato,io sono una ragazza qualsiasi,come le screaming-girls che inondano loro casa di lettere,messaggi,quelle che lo infastidiscono ciò significa che anche noi lo infastidiamo, ovvio..anche noi siamo quelle ragazze pazze che farebbero di tutto per stare un secondo con loro. Questo lo avevo dimenticato. -Come stai?- mi chiede Epstein guardandomi negli occhi -meglio..grazie di tutto- rispondo io -Eleanor ha bisogno di due giorni di riposo, non si può alzare per il momento.-dice Paul;un attimo...aspetta..aspetta aspetta..si ricorda il mio nome? Ma cosa più strana si preoccupa per la mia salute?! Sgrano gli occhi verso di lui, ricambia il mio sguardo sorridendo appena -Non possiamo trasferirla in ospedale altrimenti tu..-dice Epstein -Ospedale? Non c'è ne bisogno il dottor Robert ha detto che deve stare ferma,mi sembra inutile spostarla.-dice Paul -ma tu dove dormirai?-chiede Epstein -sul divano se John non ci vomita di nuovo sopra.-dice Paul ridendo e guardando John che continua a cantare con George. John gli ricambia uno sguardo malizioso.-Ma chi stiamo aspettando?-chiede George -RINGO!-urla Epstein, lui si spaventa, si stava sistemando i capelli, guarda male Epstein -ci vogliamo muovere?! John,George,Paul,Ringo andiamo.- i quattro prendono i loro strumenti, Paul prende il basso appoggiato sotto la finestra, si avvicina al mio orecchio e sussurra -Gira su canale 24.-ci guardiamo e lui mi sorride -ragazze, non so se devo fidarmi di voi, quindi vi chiudo dentro a chiave, non affacciatevi per nessuna ragione state buone..mi fiderò di voi...-dice Epstein chiudendo per ultimo la porta d'ingresso e girando per tre volte nella toppa. -tutto questo charm che ha Paul per te..cosa gli hai fatto?-dice Penny guardandomi con malizia -io non gli ho detto niente.-dico -sarà..-dice lei -come mi hai trovata?-chiedo -avevi il mio numero di telefono in tasca-dice lei - quel vestito è fantastico, ha le tasche, a proposito...-mi tocco i vestiti, non ho un vestito, ho dei pantaloni bianchi, anche la mia maglia è dello stesso colore -Penny mi hai cambiata tu vero?-chiedo -quando sono arrivata eri già vestita così..-mi dice lei lentamente, sbianco, almeno, non lo so, ma ho un mancamento -ELEANOR CALMATI. Ti hanno solo cambiata non ti hanno sverginata..stai calma.-mi dice lei -scusami..-dico io, lei ride -tu non avevi qualche pensierino da dare a George?- chiedo io -lavori in corso-mi dice lei -e comunque Ringo non è sposato- continua lei -è fidanzato. Lascia perdere.-dico io -tu non stai lasciando perdere con Paul..-mi dice lei -non gli ho fatto nessuna proposta, lui nemmeno, mi sta solo conoscendo come amica,almeno penso ma credo che per lui io sia una come tante.- dico io -come amica ho un po' di dubbi..ti lascia il suo letto, ti sussurra nell'orecchio..non sembra un po' strano anche per uno che ti considera una qualunque?-mi chiede lei facendomi uno sguardo che lascia intendere altro -Penny,è fidanzato con Jane Asher,JANE ASHER! Per te io posso competere con JANE ASHER?! Poi non credo che adesso inizi a fare delle avance a una squattrinata sconosciuta-dico io -ma tu non sei squattrinata.-dice lei -ma io non dipendo più dalla mia famiglia, non ho più una famiglia, sono sola.- dico sistemandomi il cuscino -Non ho nemmeno un lavoro se proprio dobbiamo sottolineare questo fatto.-dico incrociando le braccia -ti aiuto io a trovarlo, che sai fare?-mi chiede Penny -te lo dico dopo, adesso vai ad accendere la tv e gira su canale 24, ci stanno i Beatles in diretta.- dico. Penny si alza e accende la tv vicino al letto che avevo completamente ignorato. Gira la manovella fino ad arrivare al canale 24 -Ladies and Gentlemen: THE BEATLES!- urla il presentatore -Precisa come un orologio svizzero-dice Penny guardandomi mentre nella televisione i Fab four iniziano a posizionarsi e le ragazze urlano imperterrite. John si avvicina al microfono -hello!- Paul si avvicina al microfono -one, two, three, four!- le chitarre iniziano a suonare, capisco cosa stanno suonando
 
Well, she was just seventeen,
And you know what I mean,
And the way she looked was way beyond compare.
So how could I dance with another
And I saw her standing there.

Sono disposti in fila, mentre Ringo è dietro su degli scalini che suona la batteria. Mentre suonano, muovono le gambe a ritmo, lentamente la telecamera si avvicina al viso di Paul, che si guarda intorno ma non punta mai i suoi occhi sulla telecamera, che poi si sposta su un Ringo Starr che muove i capelli a ritmo e ride, mentre John fa la seconda voce e George suona. Poi la telecamera riprende Paul e George e man mano torna a focalizzarsi su Paul che questa volta guarda dritto in camera e il mio cuore balza mentre alza le sopracciglia.
Well she looked at me, and I, I could see
That before too long I'd fall in love with her.
She wouldn't dance with another
since I saw her standing there.

poi si sposta su una fan bionda che si dimena scuotendo i capelli e saltella, poi la telecamera riprende sui quattro che si muovono ognuno in modo diverso ma seguendo lo stesso ritmo.
Well, my heart went boom
When I crossed that room
And I held her hand in mine.

poi riprende su Paul che guarda il pubblico, è un primo piano mentre canta, nonostante sia in tv il mio cuore inizia a martellare. Penny affianco a me prende a muoversi a ritmo e a suonare una chitarra invisibile, insieme ai Beatles scuote la testa, canta a squarcia gola e io canto insieme a lei, i Beatles finiscono di suonare e parte l'intervista. Gli occhi di Paul sono neri in tv, nonostante questo mi sciolgo, meraviglioso. Mi sono innamorata di una persona impossibile.
 
 
____spazio autrice____
chiedo scusa se ho pubblicato il capitolo con un giorno di ritardo,so che ci sono persone che ormai,la mia storia è diventata come una droga,questo mi rende felice *-* (mi sento una spacciatrice) ringrazio la mia editor Jennifer_Mocknigjay  per aver corretto questo capitolo,il titolo è preso dalla canzone I    saw her standing there, buona lettura aspetto lo vostre recensioni!
 

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Capitolo 7
*** Love was in your eyes ***


Sono girata sul lato sporgente del letto, ho la mano a penzoloni dal letto, sbatto con una cosa, è dura ma al tempo stesso è piacevole al tatto. Sono capelli..morbidi, apro leggermente gli occhi. È Paul, ha delle coperte addosso, la testa su di un ad un cuscino che è appoggiato al muro. Inizio ad osservarlo intensamente.Il suo modo di respirare, la sua espressione dolce di quando dorme. Non riesco a staccargli gli occhi di dosso, mi avvicino a lui per osservarlo meglio da vicino, ha i capelli spettinati davanti agli occhi, le ciglia folte chiuse. Ha un aria serena e sognante. Mi avvicino, gli tocco leggermente il viso. Il cuore prende a martellarmi nel petto al contatto della sua pelle morbida al tatto mi dà una sensazione strana, come se la sua pelle al contatto con la mia fosse una calamita. Mi vien voglia di accarezzargli ancora il viso, di sposargli quelle ciocche di capelli davanti agli occhi. Così faccio, dopo essere tornato "il Paul di sempre" mi soffermo con la mano sulla guancia, lo osservo con occhi sognanti, in quel momento avrei voluto stringerlo a me con una forza e con dolcezza per fargli sentire a quali velocità record il mio cuore viaggia quando lo ho al mio fianco. Mi sono concentrata troppo sui miei pensieri che solo adesso mi accorgo che i suoi occhi puntano sui miei, ci guardiamo. Io allontano la mano dal suo volto, ma lui la riprende, tiene stretto il mio polso sul materasso. Con un gesto veloce lo ritrovo sopra di me che mi tiene entrambi i polsi,poi arriva alle mie mani e interseca le sue dita tra le mie stringendole,il cuore mi batte all'impazzata, credo che lo senta anche lui attraverso le mani. È così vicino a me, i nostri corpi sono vicini, sento il suo profumo che mi inebria di lui, pagine, strumenti e fumo. Lo sento quando inizia a baciarmi sul collo sbottonandomi i bottoni iniziali sulla maglia,i suoi baci sono delicati ma decisi al contatto con la mia pelle è piacevole ma sento che il mio cuore potrebbe scoppiare da un momento all'altro quando man mano sento le due mani scendermi sulle braccia e percorrermi il corpo fino alla maglietta. Sento le sue mani sotto la maglia, che delicatamente arrivano alle mie costole poco prima del seno -McCartney..-dico con un filo di voce tra i sussurri. Lui si stacca dal mio collo e toglie le mani da sotto la maglietta. -Non credi..di correre un po' troppo..?- gli chiedo -Hai ragione..scusami.-dice lui, si siede sul letto a gambe incrociate -Ma tu e Jane..?-gli chiedo aspettandomi una risposta brusca, ma lui con calma risponde -Jane è una donna affascinante, però non siamo sposati, siamo solo fidanzati ma non è una cosa ufficiale, fin quando non saremo promessi o sposati possiamo fare quel che vogliamo- mi disse lui con un sorriso sottile-capisco..-sussurro io. Sento uno strano tripudio di sentimenti..mi sento la seconda scelta, lo guardo ancora negli occhi e mi manda un messaggio dolce, come posso odiare quest'uomo? Che con il solo sguardo mi fa tremare le gambe e l'anima, gli sorrido. Lui si avvicina a me e mi sistema una ciocca di capelli dietro l'orecchio, continua a guardarmi con occhi di desiderio, di affetto, quando mi guarda così mi sento protetta, l'ho imparato oggi -perché dormi sul pavimento?-gli chiedo
John ha vomitato sul divano-mi dice lui -capisco..che ore sono?-chiedo -Le 03:05.-mi risponde -Senti McCartney..- dico io mentre lui torna a dormire sul pavimento -Ma cosa fai? Il letto è abbastanza grande per due non c'è bisogno che tu ti sacrifichi così tanto..-dico quasi sussurrando, lui fa un sorriso, gli si marchia sul viso. Senza pensarci due volte, si getta sul letto al mio fianco, si mette sotto le coperte insieme a me. Sento la sua presenza affianco alla mia, mi sembra strano, inusuale, sono un po' a disagio, mi sdraio -buonanotte- gli dico dandogli le spalle, lui si avvicina al mio orecchio -Buonanotte Elean- mi sussurra dolcemente, prendendomi la vita e stringendomi. Appoggia la sua testa sulla mia spalla, sorrido e mi aggrappo al cuscino. La sua stretta mi dà calore, protezione e amore. Vorrei vivere per sempre in queste braccia, in questo suo sapore di carte, libri, fumo e profumo di strumenti che mi attira sempre di più. Sento scivolare delle lacrime dalle guance, mi ha chiamato "Elean", nessuno mi ha mai chiamato così, nessuno tranne due persone Paul e mia sorella che aveva preso fin da piccola il vizio di chiamarmi Elean. Io l'avevo chiamata Jakie, mia madre odiava i soprannomi, da quando ci aveva sgridato lei non mi ha più chiamato Elean davanti alla mamma, ma io continuavo a chiamarla Jakie anche davanti a lei provocandole furia, io non capivo perché non fossi libera di chiamare mia sorella a mio piacimento. Jaqueline era molto più rispettosa di me, forse questo non le avrebbe mai condotta a scappare e adesso trovarsi tra le braccia di un uomo, lei non l'avrebbe fatto, lei non ha paura, lei affrontava i problemi, io no.. ma se lei fosse stata nella mia situazione a questo punto avrebbe fatto la stessa cosa, per quanto io voglia bene a Jakie, lei non può capirmi, è stata seguita, educata a dovere; io ero una scorta, per questo non mi pento della mia scelta, Jaqueline affrontava i problemi perché qualcuno le aveva insegnato ad affrontarli. A me no, sono stata sola, lo sono sempre stata. Eppure adesso fra le sue braccia per la prima volta mi sembra di non essere così sola al mondo.
 ___spazio autrice___
giunti ad un capitolo un po' strano e misterioso,spero che abbiate un po' compreso che adoro buttare lì quando i sentimenti di Eleanor iniziano a muoversi,ringrazio come sempre la mia editor Jennifer_Mockingjay per la correzione anche del settimo capitolo,saluto le mie "fandrogatedellastoria" che ogni giorno mi assillano di scrivere un capitolo nuovo,poi ringrazio anche quelle persone che mi venerano :*ahaha senza di voi non continuerei grazie mille,il titolo del capitolo è preso dalla canzone dei beatles "The night Before" Buona lettura e recensite!:D

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Capitolo 8
*** you are making me crazy ***


la luce entra dalle tende,apro lentamente gli occhi. Senza farlo apposta la mia mano cerca l'altra parte del letto qualcosa,ma invano. Mi giro,l'altra parte del letto è disfatta,le lenzuola sono  arricciate con sopra un girasole e un foglietto:

Mi dispiace per ieri sera,sono stato troppo avventato. Spero di non averti spaventata. Volevo chiederti se ti andava di prendere una tazza di te al bar,offro io.
P.S. se al tuo risveglio non ci sarai,siamo andati a registrare,aspettami ti accompagno a casa.                                                                                                                                                                                                 
  Paul McCartney


­­­la sua scrittura è  un po' scarabocchiata ma leggibile,io la considero elegante e bella per un uomo. La porta si apre,guardo chi è stato, Ringo è appoggiato allo stipite della porta.-buongiorno,oggi è proprio una bella giornata!- dice lui entrando e aprendo le finestre: il cielo è blu e il sole splende,strano paesaggio per essere a Londra. Nascondo dietro di me il fiore e il foglietto -ha ragione signor Starkey- dico io sorridendo,lui si gira serio -darmi del "lei" e chiamarmi "signore" lo capisco perché sono un po' più grande di te,ma il cognome,evitalo ho un soprannome apposta,dammi del tu e chiamami Ringo- mi dice sorridendo -va bene Ringo hai degli occhi favolosi,Li adoro!-dico,lui gli spalanca per far mostrare il blu/azzurro dei suoi occhi alla luce del sole -Grazie- dice lui,suonano alla porta e Ringo va ad aprire. Entra una ragazza dai capelli castani,una maglietta arancione e i pantaloni larghi,porta due buste pesanti e stracolme di lettere oggetti,ha gli occhi piccoli a mandorla ma non è orientale,ha la frangetta,i capelli lisci che le arrivano alle spalle. -Freda avresti dovuto chiamarmi ti avrei dato una mano- le dice Ringo -con quelle lì sotto? Credimi saremmo morti entrambi-dice Freda ridendo -novità?-chiede Ringo -allooraa...-dice Freda poggiando le buste per terra,esce da esse le più svariate cose: fotografie,lettere,disegni,libri,coperte,un cuscino rimango ad osservare -questa è roba è di questa mattina,sui libri e lettere si vede per chi sono,su questo cuscino..vogliono che tu ci dormi per una notte..-dice Freda guardandolo,Ringo afferra il cuscino -spero sia almeno comodo..- dice Ringo appoggiandolo sul tavolo. -voi novità?-chiede Freda -veramente la scorsa notte abbiamo trovato una ragazza ridotta a sangue..-dice Ringo -Oddio,l'avete portata in ospedale?-chiese Freda allarmata. -No,altrimenti non c'è l'avrebbe fatta,fortunatamente il dottor Robert abita qui vicino,l'abbiamo portata da noi-risponde Ringo -Per l'amor del cielo,mi dispiace un sacco, ma sapete che rischio avete corso?! E se questa persona era inaffidabile?!-dice Freda -Non lo è- dice Ringo -come fai a dirlo?-dice Freda accigliata -perché ieri Brian l'ha chiusa dentro e non ha rubato nulla,poi chiedilo a lei: è qui.-dice Ringo. Freda si gira verso di me e si avvicina,mi sorride e mi tende la mano -Freda Kelly- dice lei sorridendo -Eleanor Morel- rispondo  stringendole la mano.-mi dispiace per quello che ho detto..-dice lei con il viso affranto,nonostante la forma sottile e a mandorla, i suoi occhi azzurri la  illuminano,-non  ti preoccupare mi sembra normale che tu ti preoccupi..-dico io,riflettendoci oggi è la giornata delle scuse?! Prima McCartney ora Freda. Dalla porta entrano George,John e Paul. George è il primo a varcare la soglia,appena la vede lui urla -FREDA!!!- e lei -GEORGE!!- i due si rincorrono in abbraccio emozionante,John mi guarda,poi mette la lingua sotto il mento e mi fa un espressione divertente,io rido e anche lui.Paul mi fa un leggero sguardo,mi sorride timidamente e io gli rispondo altrettanto ma poi distoglie lo sguardo. Decido di alzarmi dal letto,entro nel bagno con i vestiti ed esco,con il mio vestito a pois,solo mettendolo mi accorgo che è zuppo di sangue esco dal bagno,sento il rossore sul mio viso mente chiedo -avete qualche altro vestito..? ve lo renderò il problema è..- -Oh santa fede!-esclama Freda. John mi guarda e mi fà cenno  di seguirlo. Entriamo in una stanza disordinata,il letto disfatto,carte accartocciate mischiate ai vestiti,la stanza puzza di alcool e di sigarette,una chitarra è sul letto con un foglio avanti e una penna sopra il foglio scritto e scarabocchiato,ci sono alcuni disegni per la stanza altri appesi. John fruga in un cassetto e tira fuori un vestito viola -Metti questo,non importa tienitelo,a Cyn comprerò altro.-dice lui -Ma se è per tua moglie non ti preoccupare guarda..-dico io -Zuccherino,mettilo i soldi li ho per comprarne altri,tu adesso anche avendoli  non potresti andare a comprare uno ora.-dice John guardandomi -grazie infinite..- dico,mi giro per andarmene. -Eleanor.- sento chiamare,mi giro verso John  -Paul è mio.-dice John -ehm..- Cosa? suo? In che senso? Cioè Sono una coppia reale? Quindi quegli sguardi quando cantano sono perché sono una coppia? Allora perché voleva farlo con me ieri? Forse per non dichiarare la sua omosessualità,ma che problemi si fa? Io non faccio differenze,non me ne frega niente,ma Jane Asher? E' tutto un montaggio..penso -Eleanor,non farti tanti film,scherzo.- dice John ridendo. Devo avere un'espressione confusa e tormentata alle sue parole,per quello che ha detto,lo guardo con un espressione di insufficienza,ma lui mi ignora e riprende- Ascolta però,cerca di non giocare con lui. Ha tanto amore da dare ,quindi giocaci e divertiti.- dice sorridendomi. Non riesco a capirlo,forse non lo capirò mai,forse nessuno  ci riuscirà mai; ma non si può dire che non sia geniale e straordinario,come solo John Lennon può esserlo. -tranquillo Lennon,Tuo figlio Julian è bellissimo.-dico sorridendo e guardando la foto sul comodino che ritrae lui con un neonato in braccio.-ovviamente ha preso dal padre-dice con arroganza -Non ho dubbi John!- dico andando in bagno a cambiarmi. E' inusuale trovare persone così coerenti con se stesse,come appaiono loro sono,non indossano una maschera. esco dal bagno in ghingheri,prendo il fiore e il biglietto di Paul,il vestito lo metto nella busta. Al portone che si affaccia sulla strada mi aspetta un signore con gli occhiali da sole, un cappello e una giacca lunga;mi copre con un altra giacca lunga e mi abbassa il cappuccio, -ti accompagno a casa- dice sorridendomi e prendendomi il braccio,non riesco a capire chi sia per quanto piano mi ha parlato,nella fretta infilo il mio braccio al suo. Camminiamo silenziosi ignorati dalle ragazze ci facciamo largo fra la folla. D'un tratto mi cade il girasole di mano, lui lo raccoglie,ma piegandosi gli cadono gli occhiali proprio quando stiamo per uscire dalla folla,lo riconosco e oltre a me anche una fan,che urla il suo nome,mi prende la mano -CORRI!-mi urla Paul McCartney,la mia mano stretta nella sua,la presa è salda,forse davvero non sono sola. Penso correndo al suo fianco.
 
_______spazio autrice______
Salve lettori,ottavo capitolo è semplice,ma nonostante ciò vedo una strana consapevolezza,fate un po' voi...,spero di  aver soddisfatto le mie tossico dipendenti di questa storia che adoro e spero che anche voi adoriate,vi voglio bene tossiche siete voi che alimentate gli ingranaggi della mia mente malata ahahah,il titolo è preso dalla canzone "Honey Pie" dei Beatles,leggete e recensite!
Ci si vede al prossimo capitolo!

 

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Capitolo 9
*** All My Loving ***


6  Febbraio 1964
Siamo seduti per terra, lui è davanti a me che sorseggia un bicchiere di latte -Forse sei l'unico 21enne il quale la sua bevanda preferita è il latte.- dico -Il tè non mi fa impazzire e poi non sono di quei tipi che beve alcool per credersi figo. - dice lui lanciando un occhiata al cielo -Al giorno d'oggi non piace nemmeno ai bambini il latte..-dico ridacchiando -Resta comunque il fatto che è stato il primo alimento che abbiano ingerito.- dice Paul finendo di bere, sopra le sue labbra è rimasto del latte,si sta per pulire leccando il labbro superiore -aspetta- dico io prendendo un fazzoletto. Gli pulisco il latte sulle labbra, standogli così vicina sento il suo respiro e la forza dei suoi occhi contro i miei, il mio battito cardiaco aumenta di velocità. Guardo nei suoi occhi, certo in questi tre mesi ho imparato che gli occhi di Paul sono color nocciola. Mi stacco da lui -andiamo al parco?- -quando?- -adesso!- -siamo in piena Beatlemania e tu vorresti andare in un parco?!- -conosco un posto dove mi piacerebbe portarti..-dice sorridente, mi sciolgo -va bene-mette il cappotto, il cappello, la sciarpa e mi stringe il braccio. Entrambi abbiamo i cappotti lunghi ed eventuali camuffamenti -sicuro che non sia pericoloso?! Per te..magari Jane..-dico io -Te l'ho già detto, non le interessa, poi la vedo 24h su 24. Abito nella sua mansarda!-mi dice lui -Si ma per i giornali, le ragazze..-dico io -La sola cosa che mi preoccupa è che i paparazzi e le fan ti rapiscano, io non voglio stare sempre al chiuso! Solo 10 minuti, è un parco privato!-dice lui lamentandosi -va bene...-dico io guardandolo arrabbiata ma sorrido -e poi oggi è giovedì !-dice lui con una dolce vocina, io rido. Appena usciamo da casa entrano Penny e George, lei è appoggiata al suo braccio, entrambi ridono a crepapelle -Non è un po' presto per essere ubriachi? -dice Paul con voce tranquilla ed un espressione vuota -PENNY JOAN RANWELL DOVE DIAVOLO ERI ANDATA?!?!?! TI HO CERCATO TUTTA LA NOTTE!-dico in preda alla furia, possibile che non abbia pensato minimamente a me?! -Dai El, ero con George e poi sono tornata..-dice lei ridendo e urlando -Forse è meglio se usciamo un'altra volta..George hai qualcosa da dirmi?- dice Paul -L'ho incontrata e..-dice lui rosso in viso,lui non aveva bevuto tanto,ma puzzavano entrambi di alcool -NOOOO PAULIEEE ANDATE! ANDATE! C'è Joj con me.-dice lei aggrappandosi a lui -io non..-dico ma lei ci spinge fuori e sbatte la porta. Io e Paul ci guardiamo; la vecchietta, che ho scoperto che di cognome fa Edison, ci guarda e brontola qualcosa dandoci le spalle. Noi scendiamo le scale, prendiamo di corsa la macchina davanti a casa. -Hyde Park. -dice Paul,l'autista esegue -Hyde Park?!?!? Sarà affollatissimo..-dico io -fidati di me-dice lui facendomi l'occhiolino.
Scendiamo dalla macchina ed entriamo in un sentiero boscoso, lui mi stringe la mano, ci sediamo in un angolo nascosti. Lui mi sorride e mi guarda negli occhi, mi sciolgo come sempre; mi sembra di danzare nei suoi occhi nocciola che con il sole che gli va negli occhi gli da una sfumatura verde. Senza rendermene conto appoggio la mano sul suo viso, accarezzandolo dolcemente. Lui posa la sua mano sopra la mia e chiude gli occhi, li apre e punta su di me. Mi fa un sorriso dolce nel quale mi perdo, sorrido per non so quale ragione, anche lui lo fa. Con l'altra mano mi sistema i capelli dietro l'orecchio, poi rimane sul mio viso. Si avvicina a me, posa delicatamente la sua fronte sulla mia, chiude gli occhi. Riesco a distinguere le lunghe ciglia che gli contornano gli occhi, poi punta di nuovo sui miei di occhi, il cuore ha preso a correre già da tempo. Ho le mani sudate mentre lui le stringe nelle mie, fissa le mie labbra, mi sorride, mi guarda negli occhi e mi abbraccia forte. Un abbraccio stretto e dolce che mi riscalda dal freddo, mi stringe forte, mi sembra di sentire il suo respiro lento e regolare.
Close your eyes and I'll kiss you
Tomorrow I'll miss you
Remember I'll always be true
And then while I'm away
I'll write home ev'ry day
And I'll send all my loving to you

Canta soavemente e leggermente, poi la riconosco. È All My Loving, adoro quella canzone, parla di una persona che saluta la sua amata e le promette di essergli sempre vicino
I'll pretend that I'm kissing
The lips I am missing
And hope that my dreams will come true
And then while I'm away
I'll write home ev'ry day
And I'll send all my loving to you

 
All my loving I will send to you
All my loving, darling I'll be true


Promette di scrivergli, di amarla e di inviarle tutto il suo amore tramite lettere, perché lui va lontano, ci rifletto, inizio ad aver paura, cosa significa?
Close your eyes and I'll kiss you
Tomorrow I'll miss you
Remember I'll always be true
And then while I'm away
I'll write home ev'ry day,
And I'll send all my loving to you

 
All my loving I will send to you
All my loving darling I'll be true
All my loving, all my loving ooh
All my loving I will send to you


Sono ancora fra le sue braccia, ci stacchiamo,g li tengo le mie mani infreddolite, sono strette nelle sue, mi danno calore. Alzo lo sguardo i suoi capelli neri si muovono a ritmo di vento, come i miei; ma essendo più lunghi mi si scompigliano. -Cosa significa?-quando parlo si forma del fumo dal mio fiato,gli faccio questa domanda con un filo di voce, lui mi guarda dritto negli occhi, mi accarezza delicatamente i capelli con una tenerezza da farmi rabbrividire. Lo sento avvicinarsi, chiudere gli occhi, li chiudo anch'io e lascio che, mentre il mio cuore martella, lui posa le sue labbra sulle mie. Il mio cuore martella galoppa veloce nel mio petto,le mani si inumidiscono di più tenendole nelle sue. Sento il suo sapore di nuovo, strumenti, fumo, carta, latte. Il suo bacio è inebriante, dolce, delicato ma deciso. Il suo sapore mi inebria, è come una droga di cui ho bisogno. Riapro lentamente gli occhi, la prima cosa che vedo sono i suoi occhi che mi fissano decisi -cosa significa McCartney?-chiedo sussurrando, lui prende il pacchetto di sigarette, me ne offre una, la accetto. Lui le accende entrambe -Elean,domani parto per gli USA-dice soffiando il fumo dalle labbra.
 
____spazio autrice____
ecco,siamo arrivati al tour mondiale del 1964 dei Beatles,al nono capitolo yeah! il titolo è lo stesso della canzone "all my loving" dei Beatles.Ringrazio la mia editor Jennifer_Mockingjay per la correzione di questo capitolo, ringrazio le ragazze che mi incoraggiano sempre e ringrazio voi che leggete la storia ma non vi decidete a recensire! Forza!! Io via aspetto con ansia :*
Buona lettura
 

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Capitolo 10
*** Lady Madonna ***


Infiniti secondi di sospiri inondano la nostra distanza, sono al limite tra l'immensa felicità e l'estremo dolore. Ho dato il mio primo bacio alla persona che amo e per di più l'ho dato a Paul McCartney, l'anima viene pervasa dalla felicità, dsalla gioia, dall'allegria..ma al tempo stesso le sue parole mi logorano l'anima. Deglutisco -Quando.-dico boccheggiando -Domani- dice lui soffiando il fumo-Per quanto tempo?-chiedo -Forse un mese..-dice inspirando dalla sigaretta -cosa ne sarà di me e te?- dico sospirando e buttando fuori il fumo; Paul si gira di scatto -questo non cambierà niente Eleanor, ti giuro io ti prometto che ogni giorno ti scriverò e che non ti lascerò sola.-mi dice accarezzandomi il viso con la mano libera e guardandomi negli occhi, sorrido -non devi giustificarti, tu devi seguire i tuoi sogni. Sei un musicista eccezionale McCartney, fate sognare me e tutta la Gran Bretagna, adesso perché non far sognare gli Stati Uniti D'America?!-dico ridendo, lo so che non mi lascerà sola, sò che sarà al mio fianco nonostante i suoi frequenti concerti, registrazioni. Troverà sempre un po' di tempo per me. Sò già che quando girerà il mondo, lui tornerà da me. -ti chiedo solo una cosa...-dico io -qualsiasi cosa.-dice lui -questo giorno vorrei passarlo con te.-dico decisa, ma sento la mia voce tremare.
La tovaglia è brandita a lume di candela, Paul mi aiuta ad apparecchiare, non siamo vestiti eleganti, io ho addosso una maglia corta dalla quale si vede l'ombelico e i jeans a vita alta, lui ha una maglia a lupetto blu e i pantaloni neri. Ceniamo a casa mia con la tavola inbrandita di piatti vegetariani, nonostante la sua passione per il Pollo apprezza volentieri la cena. Siamo a casa mia, Penny è fuori come al solito, dopo aver cenato ci accomodiamo sul divano. Insieme cantiamo e inizia a comporre qualche canzone sul momento-McCartney, sai suonare la batteria?-chiedo appoggiata su di lui -certo che la so suonare.- dice lui con una certa arroganza -e il violoncello?-chiedo -il violoncello non ho mai provato.-dice lui -io lo so suonare-dico con allegria -Davvero? Dove hai imparato?- mi chiede -I miei genitori sono fissati con la musica classica, quindi quando avevo 5 anni mi hanno iscritto ad un corso di violoncello, violino, pianoforte e flauto traverso-gli racconto -quindi sei una polistrumentista, frequentare tutti quei corsi non costavano molto?-mi chiede lui -McCartney, vengo da una famiglia ricca-dico giocando con la sua mano -perché ora sei qui senza un soldo in mano? Ma a pensarci io non so niente di te..-dice lui. Inizio a raccontargli la mia storia. Al termine Paul prende ad accarezzarmi il viso,ad attorcigliarmi i capelli e mi bacia leggermente. Il mio cuore balza, ricevere quel bacio è rigenerante. Ne richiedo un altro e questa volta sono io a premere sulle sue labbra, lui mi abbraccia, prende il mio viso dalle mani, inizia a baciarmi delicatamente dietro l'orecchio tenendomi leggermente la testa. Mette la mano sulla mia pancia, faccio un balzo, si avvicina al mio orecchio e mi sussurra dolci parole che nei miei sogni più nascosti avrei sempre voluto sentire -Mi piaci davvero tanto- sorrido, le lacrime mi scendono dagli occhi senza volerlo. Lui me le asciuga e lentamente mi sfila la maglia, mi abbraccia forte, la lana del maglione mi prude sulla pelle, così gli tolgo anch'io il maglione assaporando di nuovo la sua pelle: strumenti, fumo e carta. Riprendiamo il nostro abbraccio, la mia pelle a contatto con la sua mi mette un energia strana. Quando mi prende in braccio e mi porta in camera da letto mi lascia lì delicatamente, ritorna su di me e mentre continua a baciarmi aspetto il domani, con il terrore della sua assenza al mio risveglio.


___spazio autrice___
Arrivati al decimo capitolo è un po' corto mi dispiace..ma è uscito così,spero vi piaccia e recensite! Ringrazio la mia editor Jennifer_Mockingjay e abbraccio tutte le mie tossiche di questa storia,vi adoro! Il titolo è preso dalla canzone "Lady Madonna" dei Beatles,buona lettura. :D
 

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Capitolo 11
*** The kiss my lover brings, she brings to me ***


 
Ho il viso schiacciato sul cuscino, apro leggermente gli occhi sorridendo. Vuoto. Rimango delusa, ma alzo lo sguardo: al suo posto una rosa rossa e un biglietto.
Buongiorno dolcezza, mi dispiace non averti salutato,ma nessuno sapeva che fossi qui. Verso le 5:00 sono andato via, ti ho lasciato qualcosa,segui i petali.
MACCA
Dei petali di rosa scendono dal letto per continuare nella stanza successiva. Tolgo le lenzuola dal letto,per coprire la mia nudità, seguo i petali. Arrivano fino allo snack bar, una busta con un foglietto. Un'inutile ondata,di una specie di terrore mi fa tremare le mani Lo apro:
So che sorridi, che gioia sarebbe osservarti adesso! Mi inonda il cuore di felicità! Elean, apri lentamente la busta dopo aver letto questo biglietto, spero che queste sorprese ti piacciano..dopo averla aperta continua a seguire i petali.
MACCA
Apro delicatamente la busta; sgrano gli occhi, mi faccio prendere dalla felicità. Prendo i due oggetti per i bordi: sono gli LP di "Please Please Me" e di "With the Beatles", autografati da tutti e quattro;vicino alla firma di John, c'è anche uno smile che indica un bacio. Rido. Inizio quasi ad urlare, appoggio delicatamente gli LP sullo snack bar e seguo i petali. Mi portano dietro la cucina, su un bicchiere di latte c'è scritto "BEVI" sorseggio e noto una custodia e una busta. Apro la busta
Mia cara, mi mancherai davvero in questi giorni, spero sarà lo stesso per me, spero che questo regalo ti faccia sempre ricordare quanto sei importante per me. Mi piaci.
MACCA
P.S. Accendi su canale 2.
Sento di esplodere dalla felicità,le mani riprendono a tremare, è una collana è di perle bianche, leggere. Cerco di non emozionarmi troppo, mi sembra di poter essere la persona più felice del mondo..mi sembra di poter toccare il cielo con un dito e che forse la felicità esiste. Accendo la tv su canale 2, la mia allegria frena quando vedo Paul McCartney e Jane Asher avvinghiati l'uno all' altra.
 
___spazio autrice__
mi scuso per non aver pubblicato ieri..ma era festa e mi scuso anche per i capitoli così corti...(soprattutto questo) ringrazio la mia editor  Jennifer_Mockingjay per la correzione di questo capitolo,ringrazio tutti coloro che mi sostengono e che sostengono la mia storia,il titolo è preso dalla canzone "And I love her" dei Beatles, RECENSITE E BUONA LETTURA!

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Capitolo 12
*** Please come on back to me ***


Rimango di ghiaccio davanti alla tv, fisso lo schermo stringendo il bicchiere. Loro continuano l'intervista, sono abbracciati e guardano sullo schermo, sorridono. Le lacrime mi inondano gli occhi, non voglio sentire cosa dicono, ricaccio le lacrime indietro. Il microfono è passato a lui, stringo ancora il bicchiere alla mano "mi ha detto lui di cambiare canale me l'ha detto lui" guardo con rabbia il televisore, quando riprende il microfono in mano non resisto, le lacrime mi scendono veloci, urlo parole pesanti su di lui e lancio il bicchiere sul tavolo che si frantuma in mille pezzi. Mi metto ad urlare sempre più forte, mi lascio cadere a terra in preda ad una crisi isterica. Inizio a piangere ed urlare, mi rannicchio su me stessa "Deficiente! Deficiente! Deficiente! Lo sapevi! Lo sapevi che stava con lei! Ora inizi a fare queste storie?! Avresti dovuto aspettartelo,colpa tua! E' colpa tua! Tu hai cominciato! TU COLPA TUA!" mi dico nella mia mente. È colpa mia, mia, mia! Mia e solo mia! Devo morire, voglio morire, non merito nulla, sono io il problema, il mondo sarebbe migliore. Rido urlando con le lacrime agli occhi. Non creerei problemi alla mia famiglia, Jaqueline sarebbe viva se non fosse per me Louis non sarebbe andato così lontano, mio fratello sarebbe diventato medico invece è un avvocato, così disse mamma: era colpa mia, sempre colpa mia, solo colpa mia. Anche adesso sono io la causa di tutto. Rido piangendo, urlo dalla disperazione, un tonfo. È il mio pugno che colpisce ripetutamente il muro, non sento dolore solo voglia di restare sola. Io sono sempre sola. Continuo a colpire e il sangue inizia a sgorgare dai colpi che dò, sento dei passi veloci arrivare verso di me ma continuo imperterrita.
-ELEANOR! Oh Cristo, cosa stai facendo?- urla lei, io continuo a piangere -lasciami stare..io devo morire..non lo merito...sono una fallita..una fallita..-dico continuando a colpire -Eleanor ti prego smettila, Dan per favore..questa è impazzita- dice urlando -una fallita..fallita..- continuo imperterrita a ripetere sempre la stessa frase, la stessa che mi ripeteva mio padre da quando ho compiuto 15 anni; una fallita,aveva ragione...Dall'altra parte Dan mi tiene ferma, Penny mi abbraccia, mi tranquillizza. Continua a parlarmi all'orecchio, vuole che le dica il motivo del mio stato, ma la ignoro.
Mi sveglio nel mio letto, non ho vestiti addosso, ho solo una fasciatura alla mano destra che mi ricorda cosa è successo. Penny si trucca, intanto Dan la abbraccia da dietro e cerca di baciarle il collo, lei si lamenta ma lui imperterrito continua. Mi siedo sul letto coprendomi con le lenzuola, esamino la mia ferita, ho freddo ma cerco di ignorarlo. Dan si accorge che mi sono svegliata, lascia Penny e si avvicina a me, si siede sul letto. -Buongiorno parigina- mi dice avvicinandosi a me, non rispondo. Lui mi accarezza il viso -come stai?-mi chiede sussurrando al mio orecchio, sento il suo respiro sul viso-meglio- rispondo io con un filo di voce, inizia a baciarmi lungo il collo e leccarmi. Voglio allontanarmi ma non ne ho la forza-dimmi..come mai sei impazzita?- dice lui staccandosi dal mio collo e posandosi sulla mia clavicola per fare un succhiotto-storia lunga -rispondo -se dovete farlo allora chiudete la porta-dice Penny sbattendola e chiudendoci dentro. Dan ride, mi accarezza il viso -sei proprio carina.-dice lui alzandosi e tornando da Penny, continuando quello che stava facendo -El vieni con noi in spiaggia?- mi chiede lei -Ma Londra non è sul mare..-dico io-ci facciamo un viaggetto,preparati.-dice lei -no..non me la sento..-dico io guardando le lenzuola e rannicchiandomi. Penny viene nella mia camera, butta sul letto un reggiseno, slip, un pantaloncino di jeans a vita alta e una maglia verde -vai in bagno, fatti una doccia e vestiti- dice lei -per forza?-dico io -per forza.- -non sentirò freddo?- -ti do' delle calze color carne e una giacca basta che ti sbrighi.-dice lei tirandomi le coperte e io le tiro per coprirmi. È una lotta alla "tira la fune" che vince lei e io mi copro rannicchiandomi, lei ride e getta sul pavimento le lenzuola-vestiti, siamo già in ritardo- prendo le lenzuola, mi copro ed entro in bagno con il pensiero costante che quella di Penny sia un'idea stupida e inutile ma al tempo stesso sia la cosa più emozionante in cui lei possa coinvolgermi.
 
____spazio autrice_______
 il capitolo è più lungo,spero vada bene.. saluto  tutti voi che leggete la mia storia,che diventerete presto come le mie tossico dipendenti preferite.. Ahaha lo spero! :D ringrazio la mia editor Jennifer_Mockingjay per la correzione anche del 12 (mi sembra di parlare del distretto 12 di Panem),Il titolo è preso dalla canzone "I need You" dei beatles,dal disco Help! Scritta da George Harrison. Ci vediamo nel 13 (e non parlo del distretto) RECENSITE E BUONA LETTURA!

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Capitolo 13
*** And I realise you're not coming back anymore ***


Cosa mi sarei aspettata stando con loro? Niente, dietro il furgoncino sono rannicchiata in me stessa, mentre davanti Dan e Penny cantano a squarciagola "Please Mister Postman" rifatta dai Beatles. Sentendo la voce di Paul nel coro mi viene un colpo e comincio a disegnare dei cerchi invisibili sul pavimento del furgoncino di Dan, le damigiane di birra mi circondano. La BBC mette almeno 3 volte al giorno una canzone diversa dei fab four, questo mi rende felice ma al tempo stesso triste. Arriviamo a Brighton, ci abbiamo messo un'ora. Dan parcheggia sulla spiaggia, sul quale c'è un falò e dei ragazzi con delle casse e radio ad alto volume che ballano intorno al fuoco. Ragazzi coloratissimi, con i pantaloni larghi danzano a ritmo di "Misery". Scendiamo dal furgone; io, Dan e Penny scarichiamo le damigiane sulla spiaggia e una mandria di ragazzi applaudono e urlano, corrono ad aiutarci a scaricarle. Mi spingono in spiaggia. Mi tirano e iniziamo a fare un cerchio intorno al fuoco, saltelliamo intorno ad esso come in un rito degli indiani d'America. Cantano e corrono attorno, ho alla mia destra una ragazza con i capelli riccissimi, gli occhi grandi, pelle scura; dall'altra parte una ragazza con i capelli lisci, occhi a mandorla, di origini cinese. Quanto l'altra fosse di origini africane. Entrambe avevano una fascia sottile che le cingeva la testa come una corona. La ragazza cinese ha le trecce, trovarsi tra due gruppi etnici così diversi mi mette felicità, sembra davvero che siamo tutti uguali, che possiamo vivere sempre così anche nella società dove inglesi, africani, cinesi, francesi, norvegesi, inuit, ricchi, poveri..possono vivere tutti in allegria...e in pace.
Finito questo rito tutti iniziano a ballare. Sorrido guardandoli, mi siedo sulla sabbia, prendo la chitarra e suono delicatamente sulle corde. Sembra accordata, la prendo, non capisco da che parte devo tenerla, la giro due volte tra le braccia -Hey che stai combinando? - alzo lo sguardo, mi accorgo che la voce proviene da un ragazzo dai capelli lunghi castano chiaro -sei mancina? - mi chiede lui sedendosi accanto a me -veramente no..-rispondo io -la mano sinistra deve fare gli accordi, mentre la destra pizzica le corde-dice lui ridendo -oddio pensavo il contrario..-dico cambiando mano, cerco di fare un accordo come lo facevo sul violino ma è diverso, esce male e il ragazzo ride -non hai mai suonato una chitarra, ma volevi provarci è così?-dice lui fissandomi, annuisco senza guardarlo -dammi, ti suono qualcosa.-dice lui suonando con velocità e delicatezza la chitarra, mi prendo un attimo per scrutare il suo viso: i tratti definiti,i capelli dorati con la luce del fuoco e gli occhi azzurri - qual è la tua canzone preferita?-mi chiede -non lo so ancora..qualcuna dei Beatles.-dico io, lui prende a suonare " All my Loving". Tra le tante, proprio quella doveva scegliere? Nonostante il ricordo di Paul, suona in un modo soave e canta con voce rauca, lo aiuto a cantare e mi ritrovo ad asciugarmi gli occhi alla fine della canzone -tutto ok?-mi chiede -si tutto bene, sei bravissimo a suonare.-dico io -non dirmi che ti sei commossa? Allora vuol dire che sono al livello di Paul McCartney. - dice lui ridendo,"bhe per quanto bravo potresti essere non ci arrivi al suo livello" vorrei dirgli, ma preferisco evitare-non ti ho detto come mi chiamo, piacere Maxwell Hamilton - dice stringendomi la mano -Eleanor Morel- dico guardando l'oceano e rivolgendo il mio pensiero alla persona che si trova oltre la Cornovaglia e oltre l'oceano Atlantico. Spero che anche lui mi rivolga almeno un respiro, per quanto sia grande la nostra distanza.
_____spazio autrice___
uno dei pochi capitoli "sani" ahaha eccoci al 13esimo ringrazio Jennifer_Mockingjay per la correzione (ormai avrete capito chi è, e se non l'avete capito leggete i precedenti spazi autrice) saluto le mie amatiiissime tossiche <3 vi voglio bene,il titolo è preso dalla canzone di Ringo Starr "Photograph"  RECENSITE  E BUONA LETTURA!
 

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Capitolo 14
*** I'd realize that I love you more than any other guy ***


La festa continua e io mi ritrovo a ballare con Maxwell, nonostante le sue mani grandi e la sua apparente incapacità di ballare, danza divinamente, al mio contrario. Quindi per non farmi notare lo imito -per favore basta!- dico ridendo affannosamente -cosa?! la festa è appena iniziata!Prendine uno!-mi offe una tanica di birra, nonostante io fumi, la birra non l'ho mai assaggiata, non mi aveva mai incuriosito né interessato, ma pensando che potrebbe essere un occasione, accetto. Maxwell beve tutto in un sorso. Ne do' uno anche io, al sapore arriccio il naso, ma alla seconda boccata svuoto il bicchiere. Lui mi sorride, iniziamo a chiacchierare-di dove sei?-mi chiede – Londra, tu?-dico – anch'io, perché non ti ho mai visto alle rivolte?-mi chiede lui -perché non partecipo.-rispondo io -e come mai?-chiede lui -perché quando le organizzate io vado a lavorare..-dico rassegnata -che lavoro fai?-mi chiede -violinista, ma come riserva..-rispondo -e non puoi partecipare?-mi chiede con voce beffarda -sai com'è..faccio le prove mattina e sera, nonostante non sia di ruolo-rispondo fulminandolo-vorrei sentirti un giorno..-dice lui, mettendomi un braccio intorno alla vita
03:28
Il fuoco ha ancora qualche fiamma accesa, alcuni fumano gettati sulla sabbia, altri sono in cerchio a suonare con la chitarra qualche canzone, altre coppie invece sono entrate nelle tende a fare quello che vogliono fare. Un po' come Dan e Penny che si sono rintanati nel furgoncino che solo adesso,mi accorgo che è dipinto con decorazioni psichedeliche. Le altre coppie pomiciano sulla spiaggia. Io e Maxwell siamo nel gruppo con la chitarra, cantiamo qualche canzone. Quando lui mi prende per un braccio, prende un'altra chitarra e mi porta vicino la riva del mare, dove sento le onde buttarsi dolcemente sulla riva-tu non sei inglese.-dice mentre fa una pausa tra un accordo e l'altro-hai indovinato, sono francese, abitavo a Parigi.- dico io tutto d'un fiato -Come mai sei venuta a Londra?-chiede lui -Storia lunga...-dico sospirando, pensando alla mia famiglia ai miei amici Amèlie, Sophie, mia madre, mio padre, mio fratello Louis e infine Jaqueline..la mia Jakie che mi manca ogni giorno di più. -Se ti va di raccontare...-mi dice afferrandomi il viso -no..tranquillo..-dico infastidita, ma lui non ci fa caso-io sono scozzese, mi sono trasferito a Londra per la rivoluzione.-dice lui con aria sognante-sei ambizioso e anche coraggioso.-dico riflettendoci -Grazie, ma tu non sei da meno..partire dalla Francia per andare a Londra... è una bella sfida, qualunque sia stata la ragione deve averti comportata a delle scelte coraggiose e sagge. Brava, e oltre a quello sei anche affascinante-dice prendendomi il viso tra le mani, è vicinissimo a me, sento la sua mano reggermi la testa delicatamente e ingarbugliarla tra i miei lunghi capelli castani, sento il suo respiro addosso. Sento per poco il flebile sussurro delle sue labbra sulle mie.
 
____spazio autrice____
Capitolo 14! ringrazio la mia editor,ma sappiate che è colpa sua se non ho potuto mettere in tempo il capitolo 13...vi saluto,il titolo è preso dalla canzone " No Reply" dei beatles RECENSITE E BUONA LETTURA
 

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Capitolo 15
*** Sitting in an English garden waiting for the sun ***


Lo respingo allontanandomi da lui, lui mi guarda piegando la testa, io gli sorrido. Lui si riavvicina ma mi scosto da lui facendogli di no con la testa. Si allontana da me -scusami..-dice lui reggendosi la testa con la mano. Gli poggio la mano sulla spalla – Hamilton, non ti preoccupare..non potevi saperlo..-dico sorridendo, lui scosta le mani dal viso e riesco a vedere il rossore che gli inonda le guance, mi viene da ridere ma mi trattengo -è solo che sei così carina..- dice accarezzandomi il viso ma io mi scosto da lui, puntando lo sguardo altrove -hai un fidanzato?-mi chiede -bhe.. più o meno..- dico con un filo di voce -Ci mancherebbe..sono stato uno stupido,avrei dovuto già capirlo.. chi è questo ragazzo?-mi chiede spostandomi una ciocca dietro l'orecchio, non so cosa rispondergli, ho una tale confusione in testa..nessuno si è mai interessato a me e adesso? Ben due persone di cui uno sconosciuto e un'artista internazionale, questa cosa è irreale, io sto sognando. Ma ho provato mille volte a svegliarmi, le sensazioni sono vere, no. Questo non è un sogno; e io devo rispondergli. Gli dico Paul McCartney..no..non ci crederà mai..ma è la verità! Non voglio mettere a repentaglio la vita di Paul -Non lo conosci..-rispondo cercando di essere più sincera possibile, ma non conoscere Paul McCartney di questi tempi..è come non conoscere Elvis.. -non posso conoscere tutta Londra, magari se lo sento nominare capisco che non ho nessuna chance quando lo vedrò- dice lui scostandosi i capelli che gli arrivano fino alle spalle, sapevo che avrebbe insistito ora cosa gli dico?! -si chiama..-dai Eleanor un nome inglese, un nome inglese maschile; non ne so molti, io sono francese -si chiama...Desmond!- dico tutt'un fiato. Desmond?! che nome è?! Ci sono un sacco di nomi inglesi più comuni e tu che dici? Desmond! -Desmond?-dice lui con l'espressione storta, perfetto..non ci credo io figuriamoci qualcun'altro -Desmond Jones!- mi affretto a dire -Odio quel ragazzo..ma non stava con Molly?- dice lui, è il colmo. Lo conosce anche?! -si sono lasciati..-dico io -ma non erano sposati?-mi chiede lui -sposati?- -si..e con due figli.-dice lui -Forse sono due persone diverse Desmond non ha figli..-dico io.
-Dovremmo andare..-dico io guardando il furgoncino -aspetta..dimmi almeno dove abiti-mi chiede lui, esito ma alla fine gli do' il mio indirizzo. -Spero di rivederti a qualche concerto o sciopero!-dice lui sorridendomi -a quello dei Beatles, stanne certo che ci sarò!-gli faccio cenno con la mano lui ricambia con l'occhiolino. Dan è sobrio ma Penny è ubriaca fradicia, è dietro con me che vomita estenuante tutto quello che ha bevuto. Anch'io non sono sobria, ma mantengo bene l'alcool dopo quelle bugie che ho raccontato, accendo una sigaretta che ho trovato in tasca, tiro la prima boccata, è strana, non è come le solite sigarette, ha qualcosa in più. È molto più rilassante, mi sembra di essere così felice, non ho problemi, mi sembra di volare, inizio a ridere e inizio a pensare che sono la persona più felice della terra -Danny, accendi la radio..-dico in preda alle risate, è il tizio della BBC che parla -che palleee!! Voglio la musica! Voglio ballare! Voglio il rock 'n' roll!-dico ridendo urlando e continuando a fumare volendone sempre di più, urlo e rido mentre Penny si soffoca nel suo vomito, rido ancora di più guardandola, anche lei mi sembra felice, quando mi guarda con i capelli davanti agli occhi, sporca di vomito, prende un panno e si pulisce. Poggia la testa sul furgone in viaggio, accende una sigaretta simile alla mia e iniziamo a ridere insieme, dire che sono felice è poco, quando parte alla radio "I Wanna Be Your Man" entrambe ci alziamo e iniziamo a ballare, ridendo e cadendo ma continuiamo entrambe a ridere. Sono seduta quando finisco la mia sigaretta, mi sento triste come se non dovessi essere più felice, mi accorgo che non ne ho fumata solo una ma dieci, mi accorgo che ne ho altre nell'altro pacchetto sostituite alle mie classiche, "ma quando ne ho fumate tutte queste?" solo quando finisce Penny di fumare la sua, ci guardiamo serie. In quel momento mi accorgo che non erano sigarette quelle che abbiamo fumato, apro il pacchetto, prendo la sigarettaa e la analizzo. È fatta a mano, la cartuccia non è perfetta come le sigarette di fabbrica, qualcosa esce fuori alla fine dello spinello, non è tabacco; è erba. Abbiamo fumato degli spinelli, alzo lo sguardo preoccupato verso Penny,lei mi volge il suo. Entrambe scoppiamo a ridere nello stesso momento.
____spazio autrice____
salve ragazzi,eccoci al 15° capitolo,ieri (7 Luglio) non ne ho pubblicato il capitolo perché l'altro ieri ne ho pubblicati due,volevo prendermi una pausa anche perché era il compleanno di Ringo (*-* 74 anni auguri *^*)il titolo è preso dalla canzone "I am the walrus" dei Beatles.Rringrazio la mia editor,saluto le mie tossiche e ci vediamo nel capitolo 16! BUONA LETTURA E RECENSITE!
 

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Capitolo 16
*** had a smoke somebody spoke and I went into a Dream ***


L'erba mi solletica il viso, spalanco gli occhi: sono in una prateria circondata da boschi, il cielo è blu e mi accorgo di non essere in Inghilterra, però è molto famigliare. Mi metto seduta, affianco a me un uomo con i pantaloni bianchi, una maglia viola larga con decorazioni arancio, sembra essere tornato dall'india. Paul mi sorride, mi catapulto tra le sue braccia, rimaniamo così per un po' -perché non mi hai scritto?-gli sussurro, lui preme le labbra sulle mie, quando riapro gli occhi al posto di Paul avanti ho Maxwell. Mi alzo, indietreggio e colpisco le spalle a qualcosa. Mi giro: sbianco, il battito cardiaco aumenta, sudo freddo, mi allontano dalla persona alla quale sono andata a sbattere. Mio padre. Sento la sua voce forte e decisa ,ferma e rigida come sempre. Vedo il suo volto roseo, testa ad uovo e capelli biondi che gli coronano la testa, i suoi occhi, fermi su di me, gelidi come li ricordavo, verdi smeraldo come i miei, ma glaciali, con quel freddo che solo guardandomi provocano dolore, rivedo me bambina, dovevo imparare a fare a maglia, ma io come al solito non ubbidisco, la rivedo, sulla mia schiena, sulle mie braccia: la ferita che mi dava la sua cintura, ogni volta che disubbidivo, se arrotolo la maglietta sulla spalla riesco a vedere la cicatrice che la sua fibbia mi lasciava, continuava a sgridarmi -Sei inutile! Una nullità, non farai nulla nella vita, rifiuto! Impara ad essere responsabile! No, devi imparare a essere coerente, dove vuoi andare disegnando, mh che stupidaggine, metti la testa a posto Eleanor, altrimenti il futuro non esiterà..ma che dico..tu non hai futuro!- disse strappando con furia i miei disegni, avevo 11 anni - Rock 'n' Roll?! Cos'è un nuovo modo per mandare a puttane il genere umano?! Una grande stupidaggine, Eleanor devi imparare a non dare corda a queste evanescenze-disse buttando nel camino acceso il mio vinile di Elvis Presley . Libertà? Non esiste. Noi comandiamo. Le sue frasi mi tornano alla mente come tutte le situazioni in cui sono emerse -BASTA!!-urlo d'un fiato -CHE CAZZO VUOI? SONO USCITA DALLA VOSTRA VITA! MI AVETE ROTTO LE PALLE! SONO PADRONA DELLA MIA VITA! SONO STANCA BASTA! BASTA!BASTA!- urlando mi sveglio, mi rigiro su me stessa, mi alzo e mi siedo sulla finestra. Mi accoccolo su di essa piangendo in silenzio, osservando quel vaso accanto alla porta della mia camera.
08:00
Dopo quel sogno non ho chiuso occhio, nella posta di oggi nemmeno una lettera di Paul, ormai sono passati giorni dalla sua partenza, l'ho visto anche all' Ed Sullivan Show. Il Regno Unito non so come è riuscito a collegarsi agli Stati Uniti, stava bene, non sembrava malato..allora perché?! Mi rannicchio su me stessa mentre Penny fa entrare Maxwell che si accomoda accanto a me. -Eleanor..- lo ignoro, mi prepara la colazione -vestiti- faccio un mugolio, guardo la tv, scorrono immagini sulla guerra del Vietnam -che grande idiozia..la guerra-dico sussurrando -allora vestiti, dobbiamo fare una rivolta oggi-dice Maxwell sorridendo.
 
____spazio autrice __
scusate il ritardo,il titolo è preso dalla canzone "A Day in the life" dei Beatles (la mia preferita),ringrazio Jenifer_Mockingjay  per la correzione,Grazie mille per le vostre recensioni!!  Continuate recensite e buona lettura ci vediamo nel prossimo capitolo!
 

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Capitolo 17
*** Give Me Love, Give me Peace on earth ***


La piazza e stracolma di gente colorata, grandi cartelli denunciano la guerra in Vietnam con frasi "La guerra è il male del mondo" " Fate l'amore non fate la guerra". Lo penso anch'io. Siamo al centro della folla, li guardo, sono uniti loro insieme; mi giro verso Maxwell, mi dice parole che non capisco, ma sorrido, anche lui ride e mi abbraccia di scatto, mi sento a disagio ma le sue braccia possenti mi catturano, per non essere spinta mi aggrappo a lui. Con l'orecchio sul suo petto riesco a sentire il suo cuore martellare, al contrario del mio, ma sento quella scarica lungo la schiena che mi fa attrae a lui, sono confusa. Vorrei staccarmi ma il mio corpo mi ordina di non farlo, sono impotente. Mi allontano da lui e quando succede sento le sirene della polizia "di nuovo no.." penso terrorizzata. Maxwell mi prende saldamente per la mano, con l'affanno nella corsa, tra le spinte, la folla di corsa, riusciamo ad uscirne. Ci sono due poliziotti e noi siamo abbastanza vicini da sentire la loro conversazione
-Deficienti...sono qui per farsi ammazzare...-dice uno -Scott, non hai capito? La guerra è libertà, questi stanno dicendo cazzate, non sanno nemmeno cos'è la guerra-dice l'altro, Maxwell si gira e ancora con la mano stretta nella mia -forse lei non sa cosa vuol dire guerra,bene la illuminerò io:morte, distruzione, desolazione, terrore. Ecco cos è la guerra.-dice lui convinto, il poliziotto lo guarda da capo a piedi -cosa ne può sapere un ragazzetto di..mmh..18 anni, di guerra?- dice lui guardandolo e stringendo gli occhi -Ho 22 anni signore, ho studiato marketing ed economia politica, so cos'è la guerra. Ho studiato per conoscere, forse lei deve imparare a rivedere i suoi obiettivi: mi spiega come si sentono tutte quelle persone che mandano i propri parenti a morire? Però devono farlo loro se la guerra non li tocca, non hanno bisogno di altre distruzioni nella loro vita signor poliziotto.- Maxwell ha una calma irrefrenabile, sembra solido ma gli leggo negli occhi che vorrebbe saltare addosso a quel poliziotto e riempirlo di pugni., -Hamilton..ti prego lascia stare..-dico con un filo di voce, sono terrorizzata, so cosa mi hanno fatto l'altra volta, non voglio che riaccada né a me nè a qualcun altro. Il poliziotto preso dalla foga -il mondo non deve cambiare per voi bambini che volete la pace! PACE! Cos'è una nuova droga?-dice lui tirando piano un martello dalla custodia -Hamilton..per favore..-dico tirandogli il braccio -No, la pace non è una droga, la pace è realtà-dice Maxwell, il poliziotto picchia con il martello sul braccio di Maxwell, urla. Cade a terra intorpidito da dolori che continua ad infliggergli il poliziotto, rimango di pietra, non riesco a muovere un muscolo e quando mi accorgo che sta venendo picchiato -MAXWELL!- urlo, gli faccio da scudo davanti al poliziotto, picchia sulla mia mano e tento di fermare il getto con entrambe le mani, il poliziotto mi guarda negli occhi, ferma la pressione del martello -per questa volta chiudo un occhio, solo perché gli hai consigliato di andare, vi è andata bene, andate altrimenti vi arresto-dice lui con disprezzo. Mi avvicino a Maxwell e lo raccolgo da terra da sotto la spalla e e in quel momento il poliziotto ci sputa addosso dicendo -stupidi Hippie..-io lo fulmino con lo sguardo, la rabbia mi pervade, ma Eleanor, sangue freddo, ricorda cos'è successo la volta scorsa..
Lo porto a casa, gli medico le ferite, lui mi guarda con il labbro insanguinato e mi sorride, poi sente dolore e si mette il ghiaccio sul labbro con l'altra mano -ahah ti avevo detto di stare fermo..e poi non sono un'infermiera sexy a quale devi far colpo..-dico ridacchiando -hai ragione ho già fatto colpo su di te..-dice lui alzando entrambe le sopracciglia con l'incapacità di alzarne solo una e mentre ci prova penso costantemente a Paul, che non mi ha scritto, non mi scrive. Mi rende ansiosa, preoccupata, triste. A questi pensieri il mio viso assume uno stato d'animo malinconico, che Maxwell sembra non notare, fingo di ridere cercando di mascherare questa tormentata malinconia -e poi sei così sexy non c'è bisogno che lo neghi- dice lui guardandomi -non l'ho mai negato-dico ridendo continuando a fasciargli la mano -mi faresti per sempre da infermiera?- mi fermo su i suoi occhi azzurri maliziosi, stringo gli occhi in due fessure -attento a come parli con me Hamilton.-dico io -chiamami per nome..come prima..-dice lui sussurrando -non ci riesco, non sono abituata..-dico con gli occhi bassi -ti prego..voglio sentire pronunciare il mio nome con la tua voce, dalle tue labbra..mi piace come lo fai.-dice lui sussurrando, alzo lo sguardo, i suoi occhi sono pieni di amore, lo vedo, lo sento, ma non sono ricambiati. Nonostante la mia costante voglia di saltargli addosso da un momento all'altro- mi piaci davvero tanto Eleanor.-dice guardandomi dritto negli occhi, il mio cuore martella nel petto, non so cosa rispondergli. Sento tremare, non voglio dargli un dispiacere, non voglio rispondergli..sempre se questa sia una domanda, proprio nel momento in cui i miei pensieri viaggiano alla velocità della luce e inizio a parlare -sono fidanzata...- suona il campanello. Mi reco ad aprire alla porta, all'improvviso la rivedo, all'improvviso è lì, faccio un balzo per la sorpresa, la persona entra e chiude la porta, guardo il calendario. Oggi è 22 Gennaio 1964.
___spazio autrice___
capitolo più lungo! Evviva! ringrazio Jennifer_Mockingjay per le correzioni,per le vostre recensioni,saluto le mie lettrici appassionate,come spero faccia parte anche colui che sta leggendo,il titolo del capitolo è preso dalla canzone "Give me Love (Give me Peace on Earth)" di George Harrison. Ci si vede Buona lettura e recensite! 
 

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Capitolo 18
*** I fell in love with you Would you promise to be true ***


Mi abbraccia e inizia a baciarmi  accarezzandomi il viso, le sue labbra hanno sempre lo stesso sapore, che adoro. -Mi sei mancata..-dice guardandomi negli occhi, ricordo bene i suoi occhi nocciola, mi fanno ancora tremare. Gli prendo una ciocca di capelli; le emozioni combattono dentro di me, questa volta voglio dare ascolto al mio cervello: -perché non mi hai scritto, mi sono sentita quella da una botta e via...-dico con un filo di voce -posso spiegarti-dice lui alzando la voce -vieni con me- lo prendo per mano e lo trascino in camera da letto in modo che Maxwell  non ci senta, almeno lo spero..visto che le pareti sembrano fatte di carta da parati. -Su avanti spiega. Poi cosa fai?! mi dici di accendere la Tv  quando tu stai avvinghiato alla Asher...- la rabbia repressa mi prende la voglia di strozzarlo, ma non posso, non avrei mai voluto né il mio cuore né il mio cervello. -ti ho detto di accendere la tv perché suonavamo All my loving, quella canzone mi fa letteralmente pensare a te, mi dispiace averti causato tutto questo..non volevo farti soffrire-dice lui con un fil di voce, la sua voce è triste e seria, è seduto sul letto reggendosi la testa,calla fine delle sue parole mi guarda, gli credo. Gli voglio credere, non importa che menta, per stare con lui devo saperlo sopportare. -le lettere invece?-chiedo -le ho qui,in USA ci tempestavano di persone che analizzavano la camera nei minimi dettagli, la città non poteva permettermi di inviare lettere..ti chiedo scusa, Jane..l'ho fatto anche per lei, non voglio metterla in cattiva luce..-dice lui -Jane... certo, io sono la puttanella con cui ti fai quando ne hai voglia eh? Il passatempo personalizzato di Paul McCartney è così?-dico, le lacrime iniziano a salirmi agli occhi non voglio pensarlo, ma è così. -non è così Eleanor.. Lei mi ospita, nonostante tutto le voglio bene..-dice Paul  -ma questo non giustifica il fatto che io sia una seconda scelta per te..-dico, lui si avvicina a me e mi stringe -sei importante per me, sono serio, questi giorni ho pensato a te, non te ne andavi dalla mia mente, per questo sono venuto qui appena tornato..non sono riuscito a mantenere una promessa, per questo sono un fallimento-dice lui guardando in basso, gli prendo il viso-certo che tu sei davvero dolce, a parte quella volta..-dico io ridacchiando -ero ubriaco, il fatto che non abbia fatto storie è stato molto strano-dice lui accarezzandomi il collo -Abbassa la voce, di là c'è un mio amico.-dico ridacchiando -amico? Chi è?-mi chiede con una strana agitazione -calmati mister geloso, no non puoi conoscerlo..gli ho detto che ti chiami Desmond Jones e che sei ufficialmente fidanzato con me-dico vietandogli di passare -che cosa meravigliosa,e va bene,sarò Desmond Jones che assomiglia a Paul McCartney, ma un nome più carino no?- dice lui, gli faccio la linguaccia e lui mi risponde altrettanto scoprendo piccole rughe sotto gli occhi e sulle labbra, ridacchio immaginando l'espressione di  Maxwell quando incontrerà Desmond McCartney o Paul Jones.
 
-chi è alla porta?-mi chiede con la fascia a penzoloni dal braccio -ehmm..- dico riprendendo a fasciargli il braccio -vi ho sentiti un po' che parlavate..mi pareva fosse una voce famigliare-dice lui 
-è che ...-dico con sospiro di voce, dalla porta esce Paul appollaiato, Maxwell sbianca, gli occhi gli si spalancano. Guarda me, poi ritorna su Paul balbetta qualcosa di incomprensibile -ma..ma..quello non è Paul McCartney?!-dice lui sbalordito - Paul McCartney?! Magari..molti dicono che ci assomiglio veramente tanto.. comunque no, sono Desmond Jones -dice guardandomi con una faccia preoccupata, non è molto bravo a recitare, scoppio a ridere in silenzio quando  mi guarda -non ci credo.-dice Maxwell  -Va bene sono Paul  McCartney.- dice Paul -sei serio?- chiede -non mi credere se vuoi-dice ridendo; Maxwell si alza, all'improvviso un'espressione seria gli inonda il viso, dura -sono un tuo ammiratore, ringrazio te e Lennon perché continuate a scrivere canzoni così meravigliose.-dice stringendogli la mano, prende un foglio -posso avere un autografo?- nonostante questa sua dichiarazione sembra serio e triste, Paul lo guarda, abbozza un sorriso e autografa il foglio -grazie mille-dice Maxwell -ora è meglio che vada..Eleanor ti devo dire una cosa in privato potresti venire un secondo di là?-mi chiede Maxwell -No rimani pure qua, devo tornare dai ragazzi per il film, ciao. Elean noi ci vediamo sta sera-dice Paul sorridendomi, ricambio il sorriso e sento la porta chiudersi. Questo per me è un momento felice, abbiamo chiarito, non  mi sono mai sentita più leggera di così -Eleanor..non esiste nessun Desmond Jones è vero?-mi chiede serio Maxwell, lancio il mio sguardo sul pavimento-vero..- dico con un filo di voce, mi sento colpevole, avrei dovuto dirlo..dopotutto l'avrebbe scoperto prima o poi..-anzi il tuo ragazzo è Paul McCartney giusto?-dice Maxwell serio, scavando nei miei occhi. Io fisso i suoi  azzurro chiaro, sento la sua determinatezza dagli occhi e la tensione sulla pelle -ci frequentiamo solo..ci divertiamo..-dico io -e tu ne sei innamorata è vero?- chiede lui con la stessa espressione, non ci avevo pensato, ma io amo Paul nonostante tutto questo?  - sì. - dico per la prima volta a qualcuno, fiera della mia risposta decisa. - Eleanor, non devi permetterti più di vedere quell'uomo-dice con voce ferma e occhi di ghiaccio.
 
___spazio autrice___
scusate il ritardo della pubblicazione del capitolo,ma in questi giorni ho avuto da fare,vi avviso che verso fine luglio vado in vacanza e pure la mia editor che lo è già, quindi...non so quando pubblicherò il prossimo capitolo..  ringrazio Jennifer_Mockingjay per la correzione,il nome del capitolo è preso dalla canzone dei Beatles "If I fell", BUONA LETTURA E RECENSITE!
 

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Capitolo 19
*** Just to dance with you is everything I need ***


-Come dici scusa?!-dico io spalancando gli occhi -non puoi stare con un uomo già fidanzato!-dice lui urlando -a me va bene, per te qual è il problema?-dico arrabbiata, cerco di frenare la voglia di sgozzarlo e di ammutolirlo ma non so cosa mi frena. -Qual è il problema?! E quando vorrai una persona solo per te?! Poi chi te lo dice che non le abbia già?!- dice lui -questo problema non ti riguarda assolutamente!-dico io -Non mi riguarda assolutamente?! Spero tu stia scherzando! Quello vuole farti cadere nella sua trappola!-dice urlando -COSA!? Vuole farmi cadere nella sua trappola?! Ma ti ascolti quando parli?! TU! TU CHE GLI HAI STRETTO LA MANO! TU CHE HAI IL SUO AUTOGRAFO, GLIEL'HAI CHIESTO!- urlo presa dalla rabbia, odio le persone contraddittorie, significa che sono false e in questo momento insultarlo  è quello che vorrei fare.. -lo apprezzo come artista, non di certo come persona, è tutta TV quella che fanno..-dice lui fissandomi con i suoi occhi gelidi -ti posso assicurare che non è vero quello che dici, loro sono sempre loro stessi.-dico ferma con gli occhi sui suoi, non voglio distogliere lo sguardo, è simbolo di debolezza e di sottomissione e non è più mia intenzione di esserlo-chi te lo dice che lo siano?-mi chiede -li conosco, molto meglio di te. Non riesco come possa interessarti la mia vita sentimentale, tu che mi conosci da qualche giorno! Forse quello inaffidabile sei tu..-dico nera senza dar peso alle parole -Sono quello inaffidabile?! E' possibile che tu non l'hai capito?! Bé senti questa: Mi sono innamorato di te! -dice lui con un rossore che gli inonda il viso e le guance, metto le braccia conserte, sollevo un sopracciglio, con queste parole mi vien ancora di più da strozzarlo,nonostante so quanto sia stato difficile dirlo,però non riesco a ragionare al meglio -ah si?! Ti  innamori così presto delle persone..wow-dico ironizzando malignamente, ogni delusione del suo viso mi provoca piacere e soddisfazione, la sua espressione delusa e i suoi occhi tremanti mi fanno pentire di aver detto quelle parole. Lui prende il giubbotto -senti ti dirò una cosa: ...-dice lui mettendoselo -Vaffanculo.- dice sbattendo la porta. Mi mordo il labbro e mi siedo sulla sedia, chiudo gli occhi e sono una stronza.
 
A casa dove abitavano tutti insieme è rimasto solo George che sta traslocando, gli altri due invece di aiutarlo, tirano fuori gli strumenti, perfino la batteria di Ringo. I due che strimpellano a caso non si curano di George che si accinge a chiudere i cartoni e Penny che lo aiuta - Penny mi passi quella maglia?- dice George allungando la mano -possibile che tu debba mettere gli abiti per ultimi?- dice Penny andando affianco a lui-in qualche modo mi dovrei anche vestire..-dice George alzando lo sguardo, Penny  lo guarda negli occhi e scoppiano a ridere per non ho capito quale motivo. Sono seduta a terra a guardarli suonare -Dove avete preso quegli strumenti..la batteria soprattutto..-dice Penny la porta si apre -eccoti la risposta.-dice Paul guardando la porta-cos è? Vi sono mancato?- dice John alzando le sopracciglia e guardando Paul sopra gli occhiali alla "Buddy Holly", Paul abbassa lo sguardo sorridendo e riprende la sua chitarra classica, li guardo entrambi e scoppio a ridere, John mi guarda e poi distoglie lo sguardo per lasciar passare una donna bionda con in braccio un bambino piccolo con gli occhi a mandorla identico a John, Paul gli si avvicina subito e Cynthia glielo lascia tra le braccia. -Hey Jules!- dice lanciandolo in aria. Cynthia chiede all'intero gruppo -Jane e Maureen?-sedendosi affianco a me, al nome di Jane abbasso lo sguardo, Jane doveva esserci al posto mio. Inizio ad esaminarmi le mani avendo un po' disagio della presenza della moglie di John, alla sua domanda tutti sono in silenzio mentre George e Penny sussurrano a bassa voce -Maureen dovrebbe arrivare fra un po' insieme a Freda...-dice Ringo girandosi verso Cynthia - e Jane Paul?- Paul prende a giocare con il piccolo Julian -aveva da fare..-dice senza staccare gli occhi da Julian -Tu sei?- fa a me facendomi un enorme sorriso da cui le si formano rughe intorno agli occhi -ehm..-dico con un filo di voce -è una mia parente francese, non parla perfettamente l'inglese , però non sa tutto perfettamente-dice Paul lanciandomi uno dei suoi sguardi dolci e adorabili che solo lui sa fare. -Il mio nome è Cynthia Lennon..qual è il tuo?-dice ripetendomi lentamente -Cyn è francese non stupida-dice John alzando lo sguardo e ridendo, sua moglie gli lancia uno sguardo truce, ma Lennon non ci da peso e riprende a strimpellare -Eleanor Morel- dico stringendole la mano,distoglie lo sguardo dal mio per guardare l'orologio, -oddio è così tardi?! Io devo scappare!-dice Cynthia quasi strappando Julian dalle braccia di Paul -così presto?- -si, Paul devo fare la visita a Julian- -mi lasci Julian?- -John, ti ho detto che devo fargli fare la visita, se te lo lascio la visita la faccio io?! Ciao a tutti- dice Cynthia  chiudendo la porta -che donna..-dice George, John guarda George con un sopracciglio alto -...tua cugina..-dice finendo la frase guardando Paul, che a sua volta lo guarda a braccia conserte. Ringo suona la batteria come per terminare la frase di George. -adesso dovete farvi perdonare-dice avvicinandosi a me e tendendo la mano per aiutarmi ad alzarmi, adoro sempre di più questi ragazzi, guardandoli non smetteranno mai di fare musica -ma se sta ridendo! -dice Ringo indicandomi con una bacchetta -John, prendi il mio basso perché io offro di ballare a questa signorina, Penny prendi la  chitarra di John,non me la giocate questa dovete farvi perdonare- dice Paul -cosa c'entro io?-dice John guardando Paul -dammi una mano..- dice Paul sussurrandogli .John inizia a suonare alcune note di una nuova canzone che non ho mai sentito e gli altri lo seguono. Paul mi prende per la vita, appena George inizia a cantare ci stacchiamo e iniziamo a ballare
 
Before this dance is through 
I think I'll love you too
I'm so happy when you dance with me
 
I don't wanna kiss or hold your hand
If it's funny try and understand
There is really nothing else I'd rather do
'Cause I'm happy just to dance with you
 
I don't need to hug or hold you tight
I just wanna dance with you all night
In this world there's nothing I would rather do
'Cause I'm happy just to dance with you
 
Just to dance with you
Is everything I need
Before this dance is through
I think I'll love you too
I'm so happy when you dance with me
 
If somebody tries to take my place
Let's pretend we just can't see his face
In this world there's nothing I would rather do
'Cause I'm happy just to dance with you
 
Just to dance with you
Is everything I need
Before this dance is through
I think I'll love you too
I'm so happy when you dance with me
 
If somebody tries to take my place
Let's pretend we just can't see his face
In this world there's nothing I would rather do
I've discovered I'm in love with you
'Cause I'm happy just to dance with you
 
Io odio ballare, ma fra le sue braccia mi sento così leggiadra a danzare, forse perché entrambi non sappiamo farlo, perché entrambi nonostante tutto ci sentiamo soli. Forse è questo che ci unisce , sono felice come non mai, come se avessi ritrovato la felicità in un istante, ma so che questo è l'ultimo momento per essere finalmente felici, io e lui -io e te.-sussurro al suo orecchio quando termina la canzone.
-Certo che essere un Beatle...te la giochi bene questa carta con le ragazze..-dice Ringo alla fine della canzone e i presenti ridono,me compresa.
 
 
___spazio autrice___

Non è l'ultimo capitolo della storia,ma fra' un po' io vado in vacanza e non credo di poter scrivere..mi scuso per il ritardo e ringrazio la mia editor Jennifer_Mockingjay che sta in vacanza e la assillo per poterla correggere. :D però nonostante tutto recensite! buona lettura!

 

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Capitolo 20
*** You don't realize how much I need you ***


il 10 Luglio 1964 esce "A Hard day's night", ieri siamo andate  a comprarlo è decisamente interessante,ovviamente con il loro autografo. Mi manca quello di Ringo perché abbiamo avuto l'autografo come le altre fan, non ci sembrava giusto nei loro confronti. Ieri eravamo a Dorchester  per farci firmare gli LP  e le occhiate tra me e Paul non potevano mancare, anche con la presenza mozzafiato di Jane Asher, con la sua chioma rossa tirata su e il suo vestito lungo a mono spalla esaltavano ancora di più la sua figura. Una dea a nostro confronto che avevamo pantaloncini e maglie sgualcite solo per essere lì. Oggi invece siamo in fila per vedere "A Hard Day's night". Davanti a noi c'è molta gente quindi dovremmo aspettare molto per la visione del film -Penny mi sa che dobbiamo aspettare il secondo spettacolo..- dico -Significa che aspetteremo..- mi risponde lei con aria assorta -cosa c'è? Sei anche triste?! Cosa c'è di meglio di apparire nel film dei Beatles!-dico sbalordita -il fatto è che..-dice lei -cosa?-     -che piacerebbe anche a me stare al suo fianco durante queste cerimonie..- -cerimonie di che genere?- -première..insomma ci siamo capite..- -ci arriverai ma adesso cosa vuoi di più?! sei già una modella, ora anche attrice! Non vedo l'ora di vedere "Penny Ranwell" nei titoli di coda-dico ridendo, i suoi occhi azzurri mi guardarono -mi sa che non vedrai proprio "Penny Ranwell"- dice ridendo -e perché?-         -perché è un soprannome, io mi chiamo Patricia Boyd- dice lei ridendo -scusami allora cosa c'entra Penny Ranwell ?!- -Sui giornali do' il mio nome reale, ma nella vita non mi va di essere riconosciuta- -è la tua faccia che si riconosce Pattie..perché non me l'hai mai detto?- -perché altrimenti l'avresti detto in giro..- -e tu pensi che vado a dire in giro come ti chiami?ahaha- la guardo, in effetti i boccoli glieli ho visti poche volte in tutto questo tempo e i suoi capelli biondi le cadono sulle spalle, è elegante e bella come sempre. Finalmente ci chiamano per vedere il film. Io e lei ci guardiamo e sorridiamo,nonostante siano passati mesi da quando ci siamo conosciute ci sentiamo più unite che mai ,tante cose ci hanno accumunato tante cose ci hanno unito e chissà se sarà per sempre così.
1965
-un altro film?-dico sedendomi sul divano con i pop corn in mano -non vi sembra un po' presto? Adesso avete finito A Hard Day's night!-dico rendendo un pop corn -Honey sono passati come minimo sei mesi dall'ultimo film, i fan sarebbero entusiasti per un secondo film, per questo lo stiamo girando-dice Paul stringendomi il braccio intorno alle mie spalle, sbuffo prendendo una manciata di Pop Corn e mettendomeli in bocca -Honey non ti strozzare!-dice lui allontanandomi il braccio -McCartney ho fame- -non chiamarmi per cognome- -tu non chiamarmi Honey- -perché non mi hai mai chiamato per nome?- non voglio rispondere a questa domanda, nella mia famiglia chiamarsi per nome significa avere uno stretto legame con degli uomini soprattutto ,è quello che vorrei con Paul, ma nella mia mente lo chiamo continuamente per nome mentre le mie labbra non vogliono saperne di pronunciare il suo nome -James, piantala- -Honey quello è il mio primo nome, mi devi chiamarmi con il secondo è Paul P-A-U-L - -Dai che inizia!- ma lui mi prende il viso e preme le sue labbra contro le mie, sento il suo respiro piacevole sotto la mia mano, le sue labbra hanno il sapore dei prati, sempre leggiadre sulle mie. Ci stacchiamo e ci guardiamo per pochi ma interminabili secondi negli occhi, mi sembra di perdermi nel suo sguardo, mi sorride e io mi getto su di lui che mi stringe forte. Si sente la musica del film che inizia, lui mi sussurra all'orecchio una cosa che mi fa ridere e subito dopo gli dico -shh che nemmeno io voglio vederlo questo film!- -e meno male..-gli tiro una cuscinata in faccia, ma dall'inizio del film lui mi stringe e insieme ingurgitiamo pop corn. È un film horror, avendone terrore mi aggomitolo in lui che mi stringe, ecco perché voleva vederlo, per non dare a vedere che voleva un po' di coccole, anche se non sembra. Paul McCartney è un tenero, romantico e dolce, anche se in un modo tutto suo; forse è questo che voleva prima di riprendere a viaggiare per il film e per i suoi concerti successivi.
Anche se Paul mi manca molto, questa volta ricevo le sue lettere anche se non molto frequentemente. Stranamente la mia vita ha preso un verso giusto, una via giusta e felice, anche se non ho rivisto Maxwell da quel giorno, mi manca molto, ma sono molto orgogliosa per dargliela vinta e chiedergli scusa. Anche perché ho ragione io. Sono sola e passeggio per l'Hyde Park, ritrovo quella panchina dei tenebrosi e meravigliosi ricordi, cammino per il parco e mi sembra che l'aria sia allegra e che finalmente anche io lo sia; non fin quando la figura famigliare di mio fratello maggiore mi afferra per le braccia e mi chiude in macchina.
 
___spazio autrice___
chiedo scusa per il ritardo,spero che il capitolo 20 vi sia piaciuto e che possiate recensire,spero di inserire più capitoli possibile prima di partire,il titolo è preso dalla canzone di George Harrison "I need You"  ringrazio Jennifer_Mockingjay per la correzione recensite e buona lettura! :D
P.S. il titolo del capitolo 19 è preso dalla canzone "I'm Happy Just to dance with you" titolo anche della storia
 

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Capitolo 21
*** Dear Friend ***


La macchina parte, Louis è affianco a me serio, con la chioma rossiccia a fissare l'orizzonte. Lui è l'unico con i capelli rossi in famiglia, l'unico oltre a papá a portare gli occhiali. Isuoi occhi neri sono fermi sull'orizzonte dritto su se stesso come se avesse ingoiato un manico di scopa, nonostante le miliarde di volte quando lo vedevo curvo sui libri. In vita mia l'ho visto in sole queste due posizioni.
-perché mi fai questo?-
Ho la testa girata verso il finestrino a guardare le nuvole alleggiare leggiadre nel cielo azzurro. Al suo contrario io sono stravaccata nel sedile, mi reggo la testa con una mano aspettando una sua risposta che non arriverá ma
-Sono passati due anni, io ho quasi 20 anni e tu adesso mi riporti a casa?! Sono adulta porca puttana- dico senza guardarlo negli occhi con estrema asprezza, le sue sole parole sono
-Non dire parolacce- il suo sguardo fermo non riesco a decifrarlo
-Perché? Louis tu sei un ragazzo, tu puoi capirmi! Le ingiustizie a scuola, sul lavoro! Devi aver voluto la libertá! Tu vuoi la libertá! Sei giovane, non sei come quei due stronzi dei nostri genitori- dico piena di rabbia -Dovresti essere grata ai nostri genitori per l'educazione ricevuta e per la tua esistenza, abbi rispetto- dice lui con una strana calma, ma con una voce sprezzante
-Me ne infischio di quei due coglioni- dico con rabbia
-Eleanor Victoire! Smettila, tutte queste cose che dici..sono solo fandonnie! Solo fantasie di una ragazzina! "Libertá!" "Libertá"! Bhè cara sorellina la libertá NON ESISTE! E tu..bhè Jaqueline non c'è più...dovresti pensare al futuro della famiglia-dice lui freddo
-Al futuro della mia famiglia?! Intendi la stessa famiglia che mi picchiava?! La stessa famiglia che non ha mai creduto in me?! Del padre di cui ho le cicatrici sulla schiena?! Della madre di cui da piccola non ho nemmeno un ricordo?! Bhé ti ricordi di Madleine la domestica?! La nostra cara "madre" mi ha lasciato che mi crescesse lei, ti ricordi quanto la maltrattava solo perché era di colore?! Ti ricordi perchè l'ha licenziata?Perché era nera!- dico con rabbia impetuosa che mi invade dentro
-Adesso le dici queste cose? Invece di scappare due anni fa, avresti dovuto dirle quando Jaqueline è morta, invece cosa hai fatto?! Sei scappata! Ecco cosa hai fatto! E tu ti ritieni coraggiosa?! Tu vuoi la libertá?! Bene i fatti dovresti affrontarli e non scappare da codarda come hai fatto.- anche se il suo tono è calmo, le sue parole mi lasciano spiazzata, non posso contraddirlo, so che ha ragione e so che non posso ribattere quello che ha detto. Tuttavia non mi pento di essere andata a Londra, ho trovato persone che sanno accettarmi, persone che amo. Penso a Pattie, Paul, Dan, Ringo, George, John e Maxwell..anche se non ci parliamo più mi manca..
Nel viaggio che trascorriamo regna il silenzio, scendiamo dalla macchina. Eccola, casa mia..no..casa dei miei genitori.
Mia madre è seduta dietro la scrivania, capelli castani dritti e perfetti sulle spalle, con i suoi vestiti grigi
-Siediti- mi dice indicandomi la sedia con i suoi occhi che trafiggono, la guardo con sfida e mi stravacco sulla sedia, poggiando la gamba sul bracciolo nonostante io abbia la minigonna
-come sei cresciuta.- mi dice,  prendo le sigarette dalla borsa. Ne prendo una, la metto tra le labbra ea accendendo con l'accendino 
-Giá sono diventata proprio una puttana non vedi?-  dico ridendo e ispirando del fumo soffiandolo in aria
-spegni quella sigaretta- dice secca, io le spiro il fumo in faccia
-Sono cresciuta mamma- dico ridendo, lei mi ignora
-Eleanor, domani sposerai Monsieur Lantrene..-
-..visto che non so fare un cazzo oltre che vestirmi da troia e scopare, quindi è meglio che mi abbandoni da un vecchio ricco depravato così soddisfo le sue esigenze sessuali e mi faccia mettere incinta una trentina di volte finchè non avrò un figlio maschio, i miei giorni li passerò ad accudire i miei figli e a scopare, fin quando non morirò di crepa cuore per poi andare in un centinaio di gironi dell'inferno giusto?- dico ridendo -Monsieur Lantrène è una persona deliziosa dovresti..-
-Monsieur Lantrène è un cinquantenne depravato, che da quando era piccolo si masturba e non ha avuto nemmeno una donna in vita sua quindi ha chiesto ai Morel di sposare sua figlia perché è una nullafacente e per di più troia, non si può fare sono fidanzata- dico stringendo la sigaretta tra le dita
-Non parlare così a tua madre e in questa casa non si fuma.- dice mio padre irrompendo nella stanza e prendedomi il polso, prendo la sigaretta nell'altra mano e mi libero dalla sua presa ferrea
-Tu sposerai Lantréne fine della storia. Come sei vestita?- dice. Guarda la mia maglia larga, scollata e colorata in modo psichedelico, mi alzo dalla sedia
-Vaffanculo siete delle merde!- dico alzandomi e alzando il dito medio destro, mio padre mi afferra il posto
-Tu ragazzina sei solo una troietta egoista, ma non sei nessuno, tu dipendi da me, tu sei di mia proprietá- dice stritolandomi il polso, punto il suo sguardo di ghiaccio,mi fa male, mi sta facendo male, i suoi occhi mi ricordano i miei incubi peggiori, mi salgono le lacrime agli occhi, no non posso permettermi di piangere
-No, io sono di nessuno- a queste parole mi sposta nel ripostiglio delle scope nel quale c'è una sola e piccola finestra. Passano alcune ore e all'improvviso sento dei passi
-Louis! Louis! Louis! Sei tu? Ti prego! Ti prego!- busso senza sosta alla porta con le lacrime agli occhi, l'odore è devastante e soffro di claustrofobia, non riesco a respirare, sento delle chiavi girarsi nella toppa, lui entra e inizia a far spazio tra le scope, spalanca la finestra rompendo i cardini, io sono raccolta in me a piangere in silenzio, respiro affannosamente. Louis mi guarda, si siede affianco a me e sento le sue braccia che mi circondano e appoggio la testa sulla sua camicia bianca continuando a piangere, il suo abbraccio è rigenerante. Iniziamo a piangere entrambi, nessuno della mia famiglia mi aveva abbracciato, solo Jackie
-Per questo sono scappata..io senza Jackie non ce la faccio Lu..lo sai anche tu..si lo sai..sono razzisti, sono ...- dico tra i singhiozzi
-..sono delle merde, trattavano anche me così..anche Jackie..-dice lui
-Come? Jackie?! E tu?! E perchè..?-dico guardandolo tra le lacrime
-perché sono così? Non lo so..perché ci trattano così? Non so nemmeno questo.. perché io seguo le loro regole, ho paura, tu non hai altra scelta, tu non sai piegarti, tu puoi solo scappare, ma non sei coraggiosa. Jackie lo era, Elean, anche io credo nella libertá lo so cosa dicono quei Beatles, cosa dice quel Lennon. Io gli credo, l'amore ci può salvare- detto questo rimango incredula, mi mette la giacca addosso e mi prende in braccio, sento che corre, sento l'aria, sento un urlo, Louis corre, mi mette giù. Mi scopro, siamo alla stazione di Parigi, ci abbracciamo di nuovo, una sensazione bellissima, ritrovare un fratello. Mio fratello. Un urlo ci distrae, Louis si gira, l'uomo preme il grilletto sulla pistola puntata su di me. Il proiettile parte, mio fratello si mette davanti e cade all'indietro su di me. Il sangue gli macchia il completo, il vuoto mi circonda, mi sembra di cadere. Lui è fra le mie braccia, mi sorride, mi dice un ultima parola in inglese "Love". Sono disperata, una donna ha chiamato l'ambulanza, so che non c'è niente da fare, gli bacio sulla fronte e scappo via, non voglio abbandonare mio fratello ma sono costretta a farlo.
Sono tre giorni che piango su quella panchina nascondendomi, vorrei essere morta io, ma sono viva, spezzata due volte. C'è qualcosa per cui vale la pena vivere? Certo Paul. Mi avvicino alla cabina telefonica, entro, compongo il numero che so a memoria, avvicino il telefono all'orecchio. Passano alcuni secondi dall'altra parte della cornetta, sento la voce che  sembra di non sentire da secoli.

___spazio Autrice___
Capitolo 21! Sono in vacanza, farò di tutto per scriverli ma non so se riuscirò  a pubblicarne con
regolaritá, il titolo è preso da una canzone di Paul McCartney dedicata a John Lennon il titolo della canzone è "Dear Friend" come il titolo del capitolo. Ringrazio Jennifer_Mockingjay e le nostre adorabili liti ahah, recensite e buona lettura!

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Capitolo 22
*** In my life I love you more ***


I suoi occhi sono così vicini ai miei da poter notare la sfumatura verde intorno alle pupille, le ciglia così lunghe e folte, e le sue labbra piccole e non troppo carnose, hanno sempre lo stesso sapore chitarra, fogli e marijuana. È da qualche settimana  che ha iniziato a fumare erba, ma questo sembra non averlo turbato o cambiato, pur fumando insieme canne sembriamo sempre più in sintonia, forse per l'assassinio di Louis che mi ha letteralmente spezzato il cuore, ora ci ritroviamo ogni sera io e lui, con una sigaretta in una mano e un boccale di birra nell'altra. Gli mordo un labbro, ci prendo sempre più gusto e inizio a leccargli le labbra per finire in un bacio appassionato, non riesco a staccarmi da lui, sono completamente soggiogata, mi sembra di essere persa senza di lui, si stacca da me e mi fa vedere un libro
-Il Giovane Holden? L'ho letto quando avevo 11 anni..-dico sorridendogli
-è il libro preferito di John, l'ho letto anch'io ma non mi ha appassionato, mi ha consigliato di rileggerlo..- dice spolverando la copertina
-quando dici "consigliato da John'' intendi "mi ha costretto a rileggerlo perché temo per la salvezza della mia vita"..- dico prendendogli il libro. Si mette dietro di me e iniziamo a sfogliare la prima pagina, leggiamo la prima pagina del primo capitolo, la seconda invece non viene presa in considerazione, il suo respiro è fiondato sul mio collo. Sprofonda il naso nel mio collo aprendomi la camicia, che pian piano mi sbottona. Non riesco in altro che essergli succube, rieccomi, sono in reggiseno di fronte a lui, ancora una volta sento la sua pelle dietro la schiena che si stringe nella mia. Sento il reggiseno staccato, la delicatezza dei suoi baci sul collo, le sue mani che scivolano sul seno per scendere sulle costole e accarezzandomi la pancia, rieccole le sue mani nei miei pantaloni. Rieccoci io e lui soli, pur rimanendo vicini, ascoltanto il respiro sinuoso e quasi affannoso dell'altro, pur avendo bisogno di lui , rimaniamo soli nella nostra solitudine, anche se lo sento nella mia pelle, anche se lo sento dentro di me, dentro la mia anima, parte di me.  Anche sentendomi con lui ancora una persona sola, rimaniamo rinchiusi nella nostra sofferenza, nella nostra solitudine.
Rimaniamo abbracciati sotto le lenzuola leggere sulla pelle, le sue braccia mi stringono con delicatezza sulla schiena, mi accarezza i capelli fissandomi con estrema dolcezza. Sento all'improvviso una strana tristezza nel suo sguardo, la pesantezza del suo modo di guardarmi mi turba
-Cosa c'è McCartney?- dico accarezandogli il viso e sorridendogli, Paul mi stringe a lui, un abbraccio così forte da riuscire a sentire il battito irrequieto del suo giovane cuore, la sua pelle calda e morbida, il suo odore, per me una seconda droga.
-Eleanor..è tanto tempo io e Jane ..- sono confusa, non so se essere felice o triste, le sue parole mi confondono, il mio cuore balza da una parte all'altra come la inesattezza della sua frase non ancora terminata che scaturisce in me emozioni contrastanti e un flusso infinito di pensieri.
-i giornalisti ci chiedono quando io e lei be ecco..ci sposassimo..ci fanno complimenti, il problema è che siamo così contrastanti e terribilmente diversi- dice Paul con voce tremante ma piena di convinzione. Sentire Paul McCartney insicuro è irreale e impossibile.
-cosa vorresti dirmi?- dico serenamente
-il fatto è che stavo pensando di farlo.. non sicuramente, ci ho pensato, l'ho ritenuta come possibilitá..- dice con lo sguardo basso
-è normale..bè stai con lei da tanto tempo..io non ti ho mai vietato di stare con lei..non ti ho mai chiesto di stare con me..- ho lo sguardo basso, il cuore mi batte forte. No non voglio, ma infondo non gliel'ho mai chiesto.. a noi andava bene, a me andava bene...a quanto pare no ...
-meglio che mi vesto- dice alzandosi dal letto. Si veste, mi bacia e va via.
Passano cinque minuti e sono a piangere e urlare
-Cogliona! Deficiente! Tu ci tieni a lui! Tu lo vuoi per te! Tu lo vuoi al tuo fianco! Odio Jane Asher! Vaffanculo!- piango e urlo più che posso, non riesco a controllarmi, mi alzo e dò un pugno alla porta, sfondo il vetro della finestra  dove mi sono rintananta a piangere. Alla vista del sangue perdo il controllo, un solo nome nella mia mente 'Louis' ricomincio a strillare, Dan entra mi e abbraccia, ma mi dimeno e lo picchio, mi prende in braccio, mi agito. Mi porta in bagno, inizio a picchiarlo, a urlare e strillare come un'ossessa, mi posa con delicatezza nella vasca da bagno e inizio a graffiarlo, sono impazzita, Dan prende la doccia e mi getta addosso l'acqua ghiacciata. Sono zuppa
-Scusami..- dice Dan con il soffione della doccia gocciolante puntato su di me, ha fatto la cosa più giusta  e intelligente dell'ultima ora.
-Hai fatto più che bene..- dico, lui si aggiusta il ciuffo che gli cade sugli occhi
-di nuovo coso?- fa lui -giá, ti trovi sempre al momento giusto- dico ridendo. 
-Be diciamo che non ti gira sempre nel verso giusto..- dice bevendo l'ultimo sorso di thè che gli ho preparato -Nemmeno a te visto che sei stato lasciato dopo la quarta ragazza che chiedi di sposarla, hai provato con gli uomini?- chiedo ridacchiando
-Tu ridi, ma ci ho provato anche con loro. Sono bisex- dice Dan
-E come ti è andata?- dico sorseggiando -bene ma ti ricordo che non posso sposare un uomo.-dice guardando in basso -se lo ami puoi convivere. Perché c'è qualcuno che ti piace?-
-Smettila con quegli occhi sbrilluccicanti, si ma io voglio sposarmi..-
-Semplice vai in America.-
-In america c'è la segregazione razziale e io devo sposare lì un uomo?! Immagina-
-Non ci sará più una segregazione, e un giorno ci sará un presidente degli USA nero, stanne certo-
-Si certo come no..Martin Luther King è un grande, ma non può fare miracoli..-
-Scommettiamo?- dico con sfida
-Cosa vuoi scommettere?-
-Mm..Se ci sará prima di morire tu devi offrirmi ogni sera una birra, se perdo io devi farlo tu.-
-d'accordo, ma se uno di noi muore prima dell'altro?-
-a quel punto al vincitore morto l'altro vivo gli porterá un pacco di marshmellows, se quello vivo vince, be dai figli si farà dare qualcosa- gli stringo la mano -affare fatto-
-Eleanor vai da un medico è da un po' che stai così male-
-Penny io sto bene- dico tra i conati di vomito
-Va bene chiamami Penny, fatti vedere sei tutta rossa. Senti ti porto io-dice Penny. Siamo all'improvviso al medico di Penny, mi invita ad entrare e titubante entro nella stanza.
-Allora che hai?!- mi chiede Penny -Niente- dico mentendole -ho solo un po' di intossicazione alimentare-
-Bevi troppo.-
-Si devo ridurre- anzi eliminarle..penso finendo la frase
-stasera devo vedermi con Maxwell, accompagnami a casa-
-okay-

Ore 20:00
Abbraccio Maxwell
-Non ci vediamo da un po eh?- dico
-già, da quando mi hai chiamato e sono venuto a prenderti a Parigi, dopo tutto quello che è successo..come stai?- dice Maxwell
-Bene anche se oggi sono andata dal medico- non lo dovevo dire..
-cos'hai?-
-intossicazione alimentare..-ci sediamo in un ristorante e iniziamo a discutere di tutto. Quando arriva al dolce Maxwell mi prende le mani e un porta anello
-lo so che ami Paul, ma lo sai che non durerá e su questo non voglio biasimare le tue scelte, non ti giudicherò se dovessi rifiutare- finisce con gli occhi illuminati e che gli trapelano di emozioni. La sua voce è tremante.
-Rifiutare cosa?- dico fingendo di far finta di niente
-Eleanor, mi vuoi sposare?- dice Maxwell. Ripenso a Paul, la persona che amo, inarrivabile. Ripenso al percorso che ho fatto da quando sono arrivata a Londra, sono quasi 4 anni, ne ho passate tante. Amo Paul, ma Paul deve sposare la persona che ama, so che quella non sono io, o forse si, ma lui è pieno di dubbi e di incertezze anche se non lo vuole dar a vedere. Adesso io ho bisogno di certezze e sicurezza, adesso devo pensare al mio futuro. Senza pensarci due volte gli rispondo
-.-

___spazio autrice___
Misteri risolti, alcuni no.. secondo voi cosa succederà? Scrivetemelo nelle recensioni, il capitolo è preso dalla canzone 'In my Life' dei Beatles! Ringrazio Jennifer_Mockingjay per la correzione e ci vediamo nel capitolo 23. Recensite e buona lettura!

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Capitolo 23
*** Here, there and everywhere ***


**Avviso**
Vi chiedo di leggere anche lo spazio autrice. E' importante, grazie e buona lettura :)


-TI SPOSI CON MAXWELL HAMILTON?!- urla Paul sbattendo la porta di casa, chiudo la rivista che stavo leggendo,  oggi è 26 Marzo, ancora nessuno sa cosa mi ha detto il medico due mesi fa, ho una paura che mi terrorizza,  rivelare ciò che mi succede. Cosa mi capiterá.. la sua voce arrabbiata  mi squarcia il cuore che mi si stringe dentro, mi lacera l'anima, vorrei dirgli tutto quello che mi succederá, non voglio preoccuparlo, non voglio che si occupi lui di questa cosa.. ho lo sguardo basso e cerco di evitare il suo, triste misto ad una rabbia infinita
-Quando?- mi chiede
-Ieri me l'ha chiesto- gli rispondo
-No quando vi sposate- mi dice lui con rabbia
-Ad Agosto..- rispondo io, lui si siede sul divano e si regge la testa, ho  sempre lo sguardo basso, ho paura anche a guardarlo negli occhi,  perché? È difficile, ho paura di guardarlo e amarlo ancora di più di quanto io non lo ami giá.. -Perché..- lui si tiene la testa, la sua voce tremante, in quel momento lo guardo, la sua voce è spezzata, lui con tutta la mia incredulitá si copre gli occhi con le mani
-pensavo andasse tutto bene, pensavo fosse perfetto per noi tutto questo.-dice Paul
-tutto questo non mi basta più- dico con fermezza, i suoi occhi si scontrano con i miei
-adesso ho bisogno di sicurezze, ho bisogno di una stabilitá, di una persona che mi ami e che io ami, che ci diamo fiducia l'un l'altra e che uno sia solo dell'altro,  non voglio essere un'amante. Voglio essere tua- mi sfugge
-cioè essere amata da una persona, che ami solo me- dico pentendomi di quello che ho detto
-È per Jane? È perchè mesi fa ti dissi che vorrei sposarla?! No, non voglio sposarla, lei non è per me, lei non mi ama come vorrei, io non la amo come vorrei! Lei non è te! Io amo te-dice urlando in preda a una crisi, ha gli occhi lucidi,  le sue parole mi prendono alle sprovvista, mesi fa le sue parole mi avrebbero fatta sognare, lo faccio anche adesso,ma la rabbia fa giocare il lato peggiore di me.
-Allora perché stai con lei?! Se mi ami così tanto perchè non ci sono io al tuo fianco?! Perché hai pensato di fare a lei la proposta di matrimonio invece che a me?!- sono in lacrime, fra un po' penso di avere una crisi isterica, di pazzia come mi succede ultimamente spesso, lui rimane in silenzio a guardarmi
-Cos'è? Ho preso un nervo scoperto?! Sono tutte bugie le tue, sono solo il tuo passatempo, aveva ragione Maxwell!- gli urlo contro
-Cosa ti avrebbe detto quello?!- dice lui urlando
-Diceva che ti saresti stancato, che sono il tuo giochino,  infatti è così, me lo stai dimostrando, fingi fingi,  perchè non hai mai lasciato Jane se mi ami?! Perché ti faccio comodo, perchè sono una delle tante! Perché sono una stupida di cui prendersi gioco, un'ingenua, bhè il tuo caro "Giochino" ha bisogno di qualcuno, ha bisogno di una famiglia. Ha bisogno di qualcuno di serio, che non mi considera un giochino!- dico urlando tra le lacrime
-Non me l'hai mai detto! Non so cosa hai nella testa! Non so cosa vuoi, a te andava bene, non me l'hai mai detto!-mi risponde lui urlando
-Mi sembra ovvio! Nessuno vuole essere l'amante di qualcuno! Soprattutto se aspetti un figlio da lui!- urlo, mi mordo il labbro, non avrei dovuto dirlo.. almeno non così,  non adesso ..ma lo avrebbe scoperto
-Aspetti..un..- dice fissandomi sorpreso e terrorizzato allo stesso tempo, con la lentezza delle parole estenuante come se avesse paura di pronunciare la parola successiva
-Bambino, si, Paul McCartney sono incinta di te!-dico piangendo
Rimane in piedi a guardare il vuoto,  prende una sedia e si siede reggendosi la testa
-da quando?-  mi chiede
-Tre mesi- dico soffiando il naso, lui ride
-Cosa ti ridi?- dico seria. Lui si alza e mette l' LP 'A Hard Day's night', sposta un po' la punta del giradischi per metterlo su una canzone che adoro, mi prende, mi prende per il polso e mi alza, mi sorride. Io accigliata mi lascio trascinare, mi stringe per la vita e inziamo a ballare lentamente
-Questa canzone l'hanno attribuita a me e John, ma l'ho scritta io e pensavo a te - mi sussurra Paul
-ah bene,  le hai divise, Yesterday per Jane e I'm Happy Just to dance with you per me?- rido mente nel giradischi i Beatles continuano a suonare 'I'm happy just to dance with you'
-E chi ti ha detto che Yesterday l'ho scritta per Jane?- alzo lo sguardo e incrocio quello di Paul che mi osserva dolcemente, mi sposta una ciocca di capelli dietro l'orecchio
-forse non è adatto come modo e come momento, non sposare Maxwell..ti prego..rimani con me. Ho bisogno di te.- dice lui
-E Jane?-gli chiedo
-Jane è una ragazza meravigliosa e autonoma, troverá un'altra persona - dice lui accarezzandomi i capelli, sorrido ma non mi va giù questa cosa, infondo lui ama anche Jane oppure no? Paul McCartney è un enigma che non capirò mai
-ci devo pensare..- dico, lui mi sorride
-Magari ci pensi e domani ne riparliamo- dice baciandomi sulla guancia, ci sediamo sul divano 
-Terrai il bambino?- mi chiede
-Ma come, non mi vuoi sposare per nostro figlio?- gli chiedo ''oddio nostro figlio, sembra una cosa da grandi una, cosa lontana da noi, ma anche così  vicina da sentirla in grembo muoversi e crescere dentro di me" penso e mi terrorizza
-ti ho detto di no, se tu non te la senti di crescere un figlio puoi abortire o puoi metterlo in adozione, anche se giá gli voglio bene, sei tu che devi scegliere, tu sei sua.. madre.- dice agitato ma con una luce brillante negli occhi. Ringo e John hanno giá dei figli e George e Penny ..no Pattie tra un po' si sposano, è emozionato lo sento dal suo sguardo, trasuda dalla sua pelle
-Si ho deciso di tenerlo, per quanto non sia cattolica, non me la sento di abortire, forse è una delle cose più belle che mi siano capitate..- dico sorridendo, lui mi abbraccia forte
-Ti chiedo scusa- dice sussurrandomi -Per tutto. Sono un idiota- mi dice in lacrime, lo guardo staccandomi da lui, gli prendo il viso tra le mani, sento le lacrime scendermi sulle guance e le sue brillargli lungo gli occhi. Lo bacio delicatamente e man mano il bacio si fa sempre più forte, il suo sapore che amo tanto. Ora sento solo un odore diverso, eccolo il suo,  ecco cosa mi attrae di lui, il suo odore, i suoi gesti, i suoi modi, il suo aspetto. Il bacio più bello è il più semplice e inaspettato. Le sue mani sono sulla mia schiena, quando ci stacchiamo lui mi sorride e posa la sua mano sul mio grembo
-Non vedo l'ora che nasci- dice alla mia pancia. Ridiamo insieme e i suoi occhi mi guardano con amore e tenerezza che aspettavo da anni, mi guarda sempre così ma ora è diverso, ora lo amo sempre di più. Giorno per giorno..
28 Marzo 1966

-Pronto? Chi parla?-
-Sono io, Eleanor-
-Hey Elean, a che ora ci vediamo?-
-No..non ci vediamo-
-Come non ci vediamo?!-
-Sono quel tipo di persona che rovina i quadretti felici, quella persona che non riesce a trovare se stessa e che non sa scegliere tra due cose ma sceglie la terza opzione:scappare.-
-Eleanor ti prego, scappare non serve a nulla..io ti voglio qui..ti prego Eleanor torna! Fallo per me, fallo per te, fallo per il bambino..il nostro bambino..-
-Io..-
-Eleanor non partire..-sento la sua voce singhiozzare
-Troppo tardi..-
-Dove sei? Eleanor io ho bisogno di te, Eleanor Io ti amo.-
-Ti amo anch'io Paul.-

__spazio autrice__
Il prossimo sarà l'ultimo capitolo prima dell'epilogo,Sono in vacanza quindi sono indecisa se pubblicarlo adesso oppure quando torno a casa (ossia tra una settimana..) Ringrazio il prezioso aiuto che mi sta dando Jennifer_Mockingjay oltre alla correzione dei capitoli,il titolo è preso dalla canzone dei Beatles che ha appunto lo stesso nome, ci vediamo al prossimo capitolo spero il prima possibile

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Capitolo 24
*** Eleanor Rigby ***


Chiudo la chiamata dalla cabina telefonica esco, sono a Liverpool. Mi guardo in giro. Questa è la cittá dove sono cresciuti i Fab Four, i meravigliosi quattro. Gli straordinari quattro che io adoro e ammiro dal profondo del mio cuore, nulla togliendo ai Rolling Stones..o ai The Doors.. Cammino per un po', vado in cerca delle loro case d'origine, mi commuovo un po' anche se non è bello vedere le altre fan ridacchiare come oche facendosi foto credendosi grandiose, ma io non me ne curo tanto. Lasciare Paul è una delle cose più difficili che io abbia mai fatto, lasciare Maxwell lo stesso.. ma lui non sa nemmeno che io l'abbia lasciato, sono partita senza dire nulla a nessuno, nemmeno a Pattie.. Non voglio darle preoccupazioni visto che deve sposarsi.. Sono così felice per loro, infondo glielo si legge negli occhi dell'uno e dell'altra.. li ammiro, nonostante tutto loro sono riusciti, loro hanno superato le peggiori cose.. sono favolosi.. tutto il contrario di me infondo..
Giá..io che non sono riuscita a tenermi una sola persona affianco, ma forse lui c'è sempre stato, lui è il primo che ha saputo di mio figlio, il primo che mi ha saputo consigliare, l'unico che sa che io sia qui.. L'ho sentito qualche ora fa al telefono, Dan mi ha detto di aver fatto la scelta sbagliata, ma io ho l'abbonamento alle scelte sbagliate, mi fermo davanti alla casa di Paul. Rimango nascosta nei cespugli, vedo il padre di Paul, Jim McCartney, che caccia le fan, mi nascondo tra le foglie cercando di mimetizzarmi, le ragazze vanno via, "Lo vedi tesoro? Quello è Nonno Jim, Jim McCartney, il papá del tuo papá" dico pensandoci, ma mi sento stupida parlare con un essere che deve ancora nascere, non m'importa, mi fa stare meglio parlare con il mio bambino, lui è l'unico che sará con me, forse l'unica persona che non mi lascerá sola. Mi rivedo io a cantargli una ninna nanna, io che gli prepararo la sua torta preferita, io che lo rimprovero per essere tornato tardi a casa..io che lo guardo crescere e diventare un uomo, un uomo che assomiglierá sempre più a suo padre, suo padre..l'uomo che amo e che amerò per il resto dei miei giorni.
Nuotando nei miei pensieri un ragazzo entra nel cancelletto dei McCartney mettendo le chiavi nella toppa, mi guarda e io lo guardo. Prendo una sigaretta spenta e la infilo tra le labbra, faccio finta di accenderla, lui mi guarda storto ed entra
Metto a posto la sigaretta e inizio a camminare per la cittá '' Amore, quello era lo Zio Mike, il fratello di papá" pensarlo mi fa stare bene, pensare che una piccolo cresca dentro di me mi terrorizza, mi rende felice ma molto spesso mi dimentico che adesso siamo in due.
Infondo il mio bambino non ha nome, non so nemmeno se sia maschio o femmina.. ma alcuni nomi ce li ho giá in mente, se è femmina Jaqueline, se è maschio Louis o James, essendo il primo nome di Paul. So giá che non incontrerá mai suo padre, che Paul non vorrá più vedermi, si dimenticherá di me nonostante mi abbia dichiarato il suo amore, nonostante l'avessi fatto anch'io
Jaqueline McCartney suona bene, anche Louis McCartney,  purtroppo anche loro avranno il cognome Morel, come il mio. Camminando ci sono persone che suonano, una ragazza mi colpisce. Ha una chitarra, i capelli riccissimi e rossi, le lentiggini sul viso. Suona divertendosi, ha le gambe accavallate,  muove il piede penzolante tenendo il ritmo. Ha un'armonica a bocca sul collo, le altre ragazze intorno a lei hanno dei cartelli con le scritte 'STOP WAR' oppure 'USA 0 WAR 1'  o anche 'PEACE!', sono colorati. Capelli lunghi, fasce intorno la testa e i pantaloni a zampa di elefante, gli Hippy, mi sembra di conoscerli così bene. Anche Maxwell lo è, anche Paul. Non lo fa capire nel vestirsi, nei modi, ma nel modo di pensare lo è. Sorrido,  li guardo, loro mi guardano di sfuggita ma io evito il loro sguardo girandomi,  mi siedo sulla panchina e prendo il mio blocco da disegno. Mi sembrano secoli che non prendo in mano un foglio e una matita, invece il mio ultimo disegno risale a stanotte durante il viaggio, non so dove dormire penso che alla mensa abbiano qualcosa. Sono anche incinta quindi spero che abbiano qualche posto letto, per il resto devo trovare al più presto un lavoro e una casa. Non qui, a New York. Ho comprato il biglietto e domani ho l'aereo, ma volevo passare da qui, volevo conoscere la sua vita da bambino, della sua famiglia. Il mio cuore non vuole lasciarlo andare, io non voglio lasciarlo andare. Se qualcuno dovesse vedere i miei disegni vedrebbe un album pieno di ritratti di Paul McCarney, eccolo, ho davanti la mia prima opera, ho immaginato mio figlio. Non ho immaginato un maschietto o una bambina, ma un neonato di cui non si capisse il sesso. Mi sono disegnata e ho disegnato anche Paul, un quadretto famigliare meraviglioso, ma impossibile. Il piccolo ha i capelli del papá gli occhi verdi miei,  il mio naso e le labbra piccole e leggermente carnose di Paul e la forma del viso simile a Jaqueline e Louis.
Finita l'opera la vedo, sfoglio velocemente il blocco, mi fermo a metá tra le pagine vuote, una scritta, prendo quella pagina. Un disegno, la riconosco è Jackie mia sorella. È fatta molto abbozzato, poi eccomi anch'io stilizzata, siamo io e lui che passeggiamo mano nella mano. Poi un testo scritto in modo ordinato, come consono da lui. "Hey Honey" ho un colpo, questa non è la scrittura di Louis è di Paul. Non m'interessa, cosa ci fa lì la sua frase,  il modo in cui mi chiama, mi cala una lacrima lungo la guancia, inizio a leggere il testo scritto da  Louis "Elean, so che riconoscerai la mia scrittura, so che non mi crederai con la testa dura che ti ritrovi, io sono dalla tua parte, anche se per alcuni versi non sono d'accordo con le tue straordinarie pazzie, papá voleva che diventassi un avvocato, un imprenditore, un dottore. Qualsiasi cosa che non fosse quello che amassi fare: un artista, così quando tu iniziasti m a disegnare ero entusiasta, per questo ci tennero a debita distanza da te. Questo non ha rafforzato per niente il rapporto tra me e te, mi sentivo segretamente con Jackie, che mi parlava di te come un ciclone di fantasia, un turbine di emozioni; che dovevano fermare per questo be..sei cresciuta così.. male, come noi del resto. Mi dispiace per Jackie, per te, per me.. è un ingiustizia. Ma nonostante tutto io credo in te e lo farò per sempre. Ti voglio bene Eleanor qualunque cosa accada." Rimango allibita, prendo l'album,  lo riaggomitolo tra le mie braccia e lo stringo a me. Inizio piangere da sola.
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-Paul Calmati-dice John
-Calmarmi?! Come posso calmarmi scusami?! Chissá dove è..non ce la faccio io vado.-
-Ma vai dove? Non sai nemmeno da dove ti ha chiamato!-
-La cercherò-
-può essere ovunque,  ascoltami Paul, forse vuole rimanere sola-
A queste parole Paul fulmina con lo sguardo John
-Sola?! Ma se voleva sposare quel deficiente!-
-Paul lasciala libera!- dice John quasi urlando sbuffando il fumo, dopo prende le sigarette e le getta aperte sul tavolino
-Prendi, siediti e calmati-dice John buttandosi sul divano con le scarpe sul divano, Paul le prende e si mette sulla poltrona. Mette le gambe sul bracciolo e si accende la sigaretta, tira la prima boccata es espira del fumo gettandolo per aria
-Aspetta un bambino da me.- dice Paul soffiando il fumo
-Bel colpo amico- dice John ridendo
-sai che divertimento quando Cynthia aspettava Julian eh..- dice Paul con la sigaretta tra le labbra
-Nonostante tutto la amavo..- dice John
-E adesso no?- chiede Paul guardandolo, John volta uno sguardo a Paul, inspira del fumo  
-diciamo che le cose non sono andate come avevo immaginato.- dice John con la sua solita aria strafottente    -Be caro amico, la maggior parte delle cose non vanno come ti immagini- dice Paul     
-No, le cose che penso io devono andare come voglio io.- dice John posando la sigaretta sul posacenere
-Poco viziato dalla zia eh- dice Paul, John lo guarda con le palpebre strette, si alza e va in cucina
-Tieni Paul!- dice lanciando la birra verso il divano, ma nessuno la prende e finisce sul pavimento. La porta aperta e un biglettino che come sua abitudine lascia sul tavolino come saluto.
-Cazzo, io come un coglione gliel'ho lanciata- dice John
-che palle- dice prendendo un'altra birra, si sentono le urla di un bambino che sale le scale
-cazzo..- lascia la birra per prendere al volo il piccolo
-Eh no Julian qui ti fai male-dice buttandolo sul divano per fargli il solletico
-Stai fermo qua che ci sono i vetri- dice John
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Sono ancora su quella panchina da sola? No, sono in una chiesa a raccongliere il riso di un matrimonio, il mio matrimonio. Il mio matrimonio in cui non mi sono presentata.. sto sognando? No sei seduta sul riso gettato,  non sto fumando, nè ho sniffato, nè bevuto. Niente di tutto ciò, è solo che ho fame, molta fame. Leccandomi le labbra sento il sapore di fragole, buone le fragole.. Le vedo tutte intorno a me, ammiro ancora il ritratto della mia famiglia, accarezzo sul foglio quel bambino
-Bel disegno- dice l'ombra dietro di me, lo riaggomitolo in me e velocemente guardo terrorizzata la persona dietro di me
-Ti ho fatto spaventare scusami. Sai disegnare benissimo-dice lei sorridendomi, evidendemente sono sbiancata, fisso il cestino di fragole che un  ragazzo ha sotto braccio
-Hai fame? Dalle il cestino- dice lei  al ragazzo, per non sembrare davvero un animale dopo che ha poggiato il cestino di fronte a me, pian piano lo finisco senza accorgermene, lo stesso accade per il mio viso. Sento che le guance siano diventate di fuoco,  fantastico sto anche arrossendo!
-Grazie mille..scusatemi..- dico con la testa bassa, io ororgogliosa, testarda, abbasso la testa? Improbabile ma reale..   
-Non ti preoccupare so che sei incinta, ne hai bisogno.- dice lei aiutandomi ad alzarmi
-Mi perseguiti ?-le chiedo
-No l'ho capito, anche perché si vede ,sto studiando per diventare ostetrica quindi conosco i sintomi- dice lei  -Sarei contenta se fossi tu a far nascere il mio bambino- dico sorridendo
-sarebbe un piacere- dice lei mostrando i denti un po storti
-Scusami, il mio nome è Eleanor- dico porgendole la mano
-Anna, piacere mio- dice lei stringendola nella mia, ritorniamo nella panchina di prima, arrivano gli altri e si uniscono a noi,  all'improvviso anche Dan, mi saluta con un bacio sulla guancia e un abbraccio quasi stritolante, ma il ragazzo con i capelli neri gli tira una manica,  Dan gli volta uno sguardo penetrante, lui inizia a ridere. Ha i capelli neri e i tratti sottili, gli occhi sono a mandorla neri,vuno preme sulle labbra dell'altro. Mi fa una strana impressione per un momento, ma un attimo dopo me ne pento immediatamente, sento una strana dolcezza nel modo in cui si guardano Mi ricorda qualcosa, si e sai chi?
-Sei una patita dei Beatles?- mi chiede una ragazza con le trecce castane e gli occhi tondi
-ehm..si i primi disegni li ho fatti quando ero più piccola- dico
-Favolosi- dice la terza con i capelli corti e il naso ad uncino
-Questo è il padre di tuo figlio- dice indicando Paul sul foglio dove ci siamo io e lui sotto le coperte abbracciati, ho sempre amato quei momenti
-Si- dico flebilmente
-Sembra Paul McCartney- dice ridacchiando il fratello gemello di Anna. Tutti annuiscono con un ''è vero''. Dan si siede affianco a me, abbassa lo sguardo e si sistema il ciuffo, mentre il suo ragazzo va a controllare la veridicitá di quello che ha detto il fratello di Anna.
-Gli assomiglia molto - dico sorridendo
-Hey Ragazza, se vuoi far parte della banda devi saper suonare- dice Anna,
mi butta la chitarra sulle gambe. Paul mi ha insegnato, la so suonare, suono la cosa che mi fa ricordare lui, ho bisogno di lui anche se mi rifiuto di dichiararlo a me stessa, ma so che è vero. Suono ''I'm Happy Just to dance with you", gli accordi sono come ricordi per me; dal primo momento ad adesso che diventerò madre in meno di un anno, suonare mi fa riapparire alla mente i suoi occhi sui miei, la sua presenza rassicurante.
Uno sparo, il piccolo sciopero che si stava esercitando era diventato un orda di persone che correvano, l'ansia cresceva senza farmi finire di suonare, Anna prende la chitarra dalle mie mani e ci incita a scappare, corriamo. Ma io ho giá il fiatone, mi tolgo le scarpe e rimango con il vestito verde che mi svolazza intorno, gli spari continuano dietro di noi, svolta l'angolo. Lo vedo da lontano è lui o è una allicinazione? Lo guardo corrermi incontro, le lacrime tendono a scendermi imperterrite, gli corro incontro, anche lui mi guarda. Si è Paul, anche lui sembra quasi sul punto di piangere, mi viene da ridere, poi niente. Un vuoto. Una cosa mi trapassa, cado a terra, il mio volto sull'asfalto, sento il freddo della strada sulla mia guancia, l'album davanti a me colmo di sangue rosso. Il mio sangue, i miei capelli  striati di rosso vivo che sembra pulsare, sento un dolore atroce vicino al cuore, non riesco a respirare, mi sembra di dover patire qualsiasi cosa. Mi raggiunge, sento i suoi singhiozzi, io respiro boccheggiando, ho difficoltá.
-Paul..-dico quasi sottovoce nonostante la confusione, lui è preso dal panico, piange imperterrito e continua a dire
-Ce la farai, andrá tutto bene- ma so che fra non molto morirò,  non ho mai avuto paura di morire, mi dispiace solo non aver dato la possibilitá di vivere a mio figlio.
-Paul..guarda ..mi- dico respirando, lui mi fissa con gli occhi spaventati, lentamente lo avvicino a me,lui mi bacia. Sento le forze abbandonarmi ,gli sorrido piangendo. Respiro a tratti
-Sono stata felice.. di aver balla..to con te- dico sorridendo, le lacrime finiscono di cadere, la vita mi passa davanti in un secondo, mia nonna, mio padre, mia madre, Jackie, Louis, la scuola, Maxwell, Penny, le mie emozioni. Tutto e inifine lui, sempre lui, Paul,l'unica persona che io abbia mai amato, sono contenta di aver vissuto la mia vita, la mia sfortunatissima vita, ma la migliore che avrei potuto vivere. I suoi occhi l'ultima cosa che vedo, le sue labbra l'ultima cosa che assaporo, le sue mani l'ultima cosa che tocco, la sua voce l'ultima che ascolto. Il suo odore che ho tanto amato, è il mio ultimo respiro.

___spazio autrice___
Ecco l'ultimo capitolo,alla fine ho deciso di pubblicarlo subito,vi ringrazio di tutto voi che mi avete supportato; vabbé vi lascio questo spazio per l'epilogo, si c'è l'epilogo! Ahah ringrazio infinitamente Jennifer_Mockingjay per tutto,il titolo è preso dalla canzone 'Eleanor Rigby' dei beatles alla quale mi sono ispirata per tutta la storia,e anche al nome della protagonista,vi rigrazio tanto Recensite ci vediamo nell'epilogo! Buona lettura

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Capitolo 25
*** I'm Happy Just To Dance With you ***


Diversamente da tutte le volte che registriamo,non siamo ad Abbey Road, ma siamo nella cantina di Ringo che gli ho appena affittato, ovviamente quel tirchione vuole i soldi, ma gli vogliamo bene lo stesso. Visto che oggi il povero Ringo non suona mi sembrava il minimo.. Ma assiste comunque alla registrazione della canzone di Revolver, dopotutto devo anche ringraziarlo perchè mi ha aiutato nello scrivere la canzone. George e John hanno insistito nell'essere presente nel coro. Solo gli altri del gruppo e Brian sanno a chi è dedicata la canzone, non voglio che sia di dominio pubblico, la voglio tenere solo per me, forse solo Pattie sa tutto ma penso che anche lei manterrá la parola.
I violini sono accerchiati in un angolo, il coro con John e George sono dall'altra parte, lancio uno sguardo a John. Lui alza il sopracciglio da sopra gli occhiali, guardo George, mi sorride e mi fa un occhiolino, ridacchio
-Paul stiamo registrando! Per favore!-
-Scusate- dico guardandomi attorno dondolando
Insieme ai violini parto io sul microfono, siamo tutti senza i nostri soliti strumenti, mi guardo i polpastrelli consunti e inizio il mio canto liberatorio e nostalgico.
-Ah, look at all the lonely people
Ah, look at all the lonely people

Eleanor Rigby, picks up the rice
In the church where a wedding has been
Lives in a dream
Waits at the window, wearing the face
That she keeps in a jar by the door
Who is it for?

All the lonely people
Where do they all come from?
All the lonely people
Where do they all belong?

Father McKenzie, writing the words
Of a sermon that no one will hear
No one comes near
Look at him working, darning his socks
In the night when there's nobody there
What does he care? 

All the lonely people
Where do they all come from?
All the lonely people
Where do they all belong?

Ah, look at all the lonely people
Ah, look at all the lonely people

Eleanor Rigby, died in the church
And was buried along with her name
Nobody came
Father McKenzie, wiping the dirt
From his hands as he walks from the grave
No one was saved

All the lonely people
Where do they all come from?
All the lonely people
Where do they all belong?
-
Mentre canto, stringo nella tasca una cosa di lana, piccola. Finisco di cantare, tiro fuori di nascosto l'oggetto misterioso, un calzino. Un calzino per neonato che ho fatto durante questo mese, lo guardo: è verde smeraldo come gli occhi di Eleanor
-Abbiamo fatto proprio bene a Cambiare quel "McCartney" in "McKenzie" sembrava troppo personale poi, sai quegli scaramantici che creano castelli in aria, fra un po' si inventeranno che tu sei morto!-dice George Martin ridendo esce dal gruppo degli archi
-sarebbe originale questa cosa di Paul- dice John  mettendo la mano sotto il mento e con uno sguardo fuggiasco -Johnny facciamo che adesso ti sgozzo io?- dico mettendogli le mani sul collo fingendo di strozzarlo.
-ci vediamo domani puntali!- dice urlando Brian
-Si..si..- rispondiamo in coro noi, io e John andiamo a casa sua anche se è più vicina la mia di casa.

Casa Lennon
-Quindi con Jane che farai?-
-Non lo so, non me ne frega più niente-
-anche se un giorno dovreste sposarvi?-
-chi vivrà vedrá Johnny..mi sembra strano che tu mi faccia queste domande. Sei tu quello che prende la vita come va.-
-Appunto sono io quello che fa domande a te-
-John Wiston Lennon, sono quasi 9 anni che ti conosco e non credo che i comuni esseri umani ti capiranno mai-
-Cosa farai quando ti chiederanno dell'origine di Eleanor Rigby?-
-Certamente dirò che tu non ti sei sprecato manco per una strofa-
-Invece io dirò di aver scritto come minimo il 70% della canzone-
-stronzo come sempre eh Lennon?-
John mi guarda inspirando del fumo con le gambe accavallate sulla poltrona
-Tu sei una testa di cazzo McCartney.-
Il Piccolo Julian di tre anni nascosto dietro il divano, appare improvvisamente sbattendo il piede per terra urlando "BOO!", nel caos di fogli di suo padre faccio finta di spaventarmi e Julian si mette a ridere
-Hey Jules!- dico rincorrendolo e prendendolo in braccio, lui contrariato si dimena e io me lo carico tra le braccia, i capelli lisci scompigliati.
-Julian non fare come tuo papá, anche se sei lui in miniatura- dico a Julian ridendo
-Zio, papá è bravo?- dice lui appoggiandosi sulla mia spalla
-Bella domanda Julian-dico ridendo
-Ti rispondo la prossima volta ora devo andare- dico poggiando Julian sul divano
-Ciao Johnny, ciao Julian!- lui non mi risponde, continua a fumare ignorandomi mente Julian mi saluta muovendo la mano.
Non mi sarebbe dispiaciuto diventare padre, tiro fuori il calzino, rivedo mio figlio mai nato nel piccolo Julian, anche se la madre era Eleanor, li avrei amati entrambi.. Jane? Per Eleanor l'avrei fatto. Anche perché Jane, io non la amo, in effetti Elean non è la prima persona con cui stavo, ma quando la conobbi lasciai le altre. So di essere uno stronzo, ma 'Yesterday' la scrissi pensando a Eleanor, nonostante le sue precendenti e Jane. E' una delle poche persone che io abbia mai amato, quando mi disse del bambino ero davvero felice. Non mi sono mai ripreso del tutto dalla sua morte, ma non posso rallentare gli altri, non è giusto. Quando i suoi occhi si scontrarono con i miei, mi sono reso conto di non averle detto tutto quello che provavo davvero, avrei voluto dirle..bè adesso a pensarci non mi vengono le parole giuste, ma le ho pensate da più di un mese, se dovessi scriverle una lettera sarebbe così:
"Hey Honey, mi sarebbe tanto piaciuto tenere inbraccio nostro figlio, avrei acconsentito a dargli il nome dei tuoi fratelli, magari un giorno saresti stata tu ad accompagnarmi sul palco, alle prèmiere. Quante altre canzoni ti avrei dedicato, con quanta gioia avrei guardato il tuo viso di prima mattina, con i tuoi lunghissimi capelli scompigliati e con i tuoi occhi verdi smeraldo che mi guardando sottili tra le fessure, i tuoi occhi ancora sui miei, le tue mani che mi sfiorano delicate, mi manchi, mi manca la tua voce, mi mancano i tuoi respiri sulla pelle.. mi sarebbe piaciuto fare a turno di notte per cullare il piccolo, mi sarebbe piaciuto abbracciarti ogni notte, mi sarebbe piaciuto rimanere notti intere abbracciati, ammirarti mentre disegni con fermezza, ma purtroppo questo non è potuto accadere"
-Eleanor..anche io sono felice di aver ballato con te-
Dico asciugandomi le lacrime. Mi siedo sulla nostra panchina dell'Hyde Park, raggomitolandomi su me stesso

___Spazio Autrice___
Mi dispiace di aver fatto un errore terribilmente grande nella categoria,mi dispiace davvero tanto.. Vorrei ringraziare infinitamente la mia editor  Jennifer_Mockingjay che in questo ultimo periodo mi aiutato un sacco.. vorrei ringraziare tutte quelle persone che hanno letto il primo capitolo,mi dispiace che non abbiano continuato a leggerla..ringrazio i recensori,le ragazze che seguono assiduamente questa storia a cui tengo un sacco. Spero che vi abbia preso come ha appassionato me,per il resto scriverò altre storie che spero leggerete,vi ringrazio tanto! E non dimenticatevi di recensire anche questo capitolo!

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