Diario di un'estate Indimenticabile pt. 2

di Its a beautiful day
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 27 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 28 ***
Capitolo 29: *** Capitolo 29 ***
Capitolo 30: *** Capitolo 30 ***
Capitolo 31: *** Capitolo 31 ***
Capitolo 32: *** Capitolo 32 ***
Capitolo 33: *** Capitolo 33 ***
Capitolo 34: *** Capitolo 34 ***
Capitolo 35: *** Capitolo 35 ***
Capitolo 36: *** Capitolo 36 ***
Capitolo 37: *** Capitolo 37 ***
Capitolo 38: *** Capitolo 38 ***
Capitolo 39: *** Capitolo 39 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Pov. Clarissa
Questa è la prima mattina in cui mi sveglio da signora Bieber.
Mi volto, e vedo Justin dormire, a torso nudo accanto a me.
È stata la nostra prima notte da sposati: wow, che nottata.
Non so quanto avremo dormito stanotte, forse due ore.
Il matrimonio è finito verso mezzanotte - l'una. Mia madre si è presa i gemelli, Dwight e Yasser, partoriti circa una settimana prima del matrimonio, e io e Justin (a bordo di una limousine) siamo andati in un hotel 5 stelle nel centro di Jacksonville.
La nostra nottata è stata piuttosto movimentata: appena arrivati, siamo andati nella nostra suite, all'ultimo piano dell'hotel.
Justin ha tirato fuori dall'armadio, due costumi:
"Che e dici di fare un bel bagno nell'idromassaggio?" mi ha detto con tono malizioso
"Certamente" gli ho risposto
Ci siamo cambiati, e siamo entrati:
"Prima lei, signorina Bieber"
"Oh, grazie signor Bieber"
Ci siamo seduti, ho appoggiato la testa sul suo petto e Justin ha acceso le bolle. Poi con un telecomando, ha aperto le tende che chiudevano la stanza dell'idromassaggio: la vista era stupenda. Tutta Jacksonville illuminata, con le luci della città che si riflettevano negli specchi d'acqua, che abbondano a Jacksonville.
"Mio dio Justin, è meraviglioso"
"Solo il meglio per la mia principessa"
"Ti amo"
Non mi ha risposto, mi ha direttamente baciata. Quel bacio è stato uno dei migliori.
Abbiamo cominciato a baciarci, poi ho appoggiato di nuovo la testa sul suo petto.
"Chi se lo aspettava che un semplice concerto potesse portarci a tutto questo"
"Non me lo sarei mai immaginato. Non avevo mai preso in considerazione l'idea di potermi innamorare di una mia fan. Mai"
"La vita è così strana: quando sembra che tutto vada storto, ecco che arriva qualcuno pronto ad aiutarti. Non pensavo davvero di arrivare fino a qui: a sposare te e avere dei figli"
"I nostri piccoli. Sono tutto per me, come lo sei tu"
"Voi ormai siete ciò che ho di più importante al mondo"
"Lo stesso vale per me"
Ci siamo baciati di nuovo
"Sai mi mancano già" ho detto dopo qualche secondo di silenzio
"Anche a me, però è giusto che questa notte sia interamente dedicata a noi. I piccoli capiranno un giorno"
Sono scoppiata a ridere.
Poi Justin ha cominciato a baciarmi sul collo, salendo fino alla bocca.
Mi sono seduta sopra di lui, proprio come la nostra prima volta e ho cominciato a baciarlo.
Poi ci siamo guardati: i nostri occhi dicevano tutto.
Justin mi ha presa in braccio, è uscito a fatica dalla vasca e mi ha buttata sul letto.
Le ore che sono seguite sono state davvero intense: i suoi baci sul mio collo mi facevano impazzire.
Eravamo talmente vicini che sentito il suo battito sempre più accellerato.
È entrato in me, stavolta più violentemente rispetto alle altre volte.
Entrambi abbiamo gemito dal piacere.
Poi si è sdraiato affianco a me, mi ha cinta con le sue braccia e mi ha baciata ancora un po'. Poi si è addormentato stravolto.

Pov. Justin
*Vai Justin, ancora un giro dai!*
*Raga sto già sbronzo così, evitiamo* ho detto
*L'ultimo giro Justin dai! Quando potrai farla una roba del genere?*
*E va bene, dai passetemi 'sto sambuchino*
*Eeeh dajeee! Giù con gli alcolici stasera!*


                    ---------
        
*Ehy ma dov'è Niall?*
*Niall? Ma che cazzo me ne frega di quel coglione. Ci ha provato con la mia ragazza, mi ha fatto solo un piacere a non venire* ho detto. Ero completamente sbronzo, non riuscivo a capire cosa stessi dicendo.
Ma poi l'ho vista arrivare: bellissima, con abito rosso, con una mega scollatura a V che le scopriva gran parte del décollté, cortissimo.
*Cazzo, che figa* ho detto

Mi sono alzato, e sono andato da lei. Con il suo viso seducente, mi ha portato in camera da letto, ha chiuso la porta.
Mi ha spinto sul letto, si è seduta sopra di me, e piano piano si è slacciata il vestito, intanto le nostre labbra si avvicinavano sempre di più, fino a quando..

Mi sono svegliato di colpo, nel letto, accanto a Clarissa. Lei era lì, bellissima anche quando dormiva, così innocente.
Mi sono alzato e sono andato in cucina, a prendere una birra.
Durante la notte, mi sono ritornati in mente i fatti successi due sere prima:
C'era davvero tanto bordello al mio addio al celibato, ma soprattutto tanto alcool.
Io e i miei amici eravamo davvero sbronzi, non capivo più niente di quello che stava succedendo attorno a me.
Arrivato a fine serata ero davvero sbronzissimo, non capivo più un cazzo.
Quando l'ho vista arrivare, non sono riuscito a controllarmi.
Quello che è successo quella notte, era uno sbaglio, non doveva capitare.
Eppure è successo.
Avrei douto diglielo prima a Clarissa, e ora sono davvero nella merda.
Io la amo più di qualsiasi altra cosa, ma ero sbronzo, probabilmente anche fatto.
Ho sbagliato, e so che lei non mi perdonerà mai per quello che ho fatto, e ha tutte le ragioni del mondo.
Voglio dirglielo, ma non so come, ne quando.
Più passa il tempo, più la cosa si ingigantisce.
E io sono sempre più nella merda.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Pov. Clarissa
Mi sono alzata, cercando di non svegliare Justin, mi sono messa l'intimo addosso e poi la vestaglia, e sono andata in cucina.
Appena entrata ho visto una bottiglia di birra aperta.
"E questa? Bah, certo che manco pulire sanno fare ormai"
Ho buttato la bottiglia, poi mi sono fumata una sigaretta affacciata al balcone.
Erano le 10. Nonostante la notte prima sia stata così movimentata, non sono riuscita a dormire di più di due ore.
E forse so anche il motivo.
Quella scena mi rimbonba nella testa, non si leva.
Mancavano quindici minuti alla cerimonia, e io ero ancora nella saletta che la chiesa mi aveva concesso per prepararmi. Era da sola, avevo chiesto di rimanere due minuti solo con me stessa.
Mi guardavo allo specchio, con il velo sul capo, un leggere trucco, e i brillantini sui capelli.
Stavo per sposarmi con l'uomo della mia vita. Ero davvero felice.
Più mi guardavo allo specchio, più gli occhi mi si gonfiavano.
Ma i miei pensieri furono interotti dal rumore della porta che si aprì. Nel specchio comparve Niall.
"Wow sei bellissima"
"Grazie nello, anche tu! Lo smoking ti dona" gli feci l'occhiolino
"Grazie principessa"
"Ehm, Niall per favore.."
"Cosa c'è? Non ha fatto niente di male, per ora"
Si era intano avvicinato a me. Mi prese la mano
"Ho davvero bisogno di fare una cosa prima che tu ti sposi"
Senza nemmeno il tempo di replicare, le sue labbra furono sulle mie.
Ci ho messo un po' prima di staccarmi, ma poi lo spinsi via.
"Niall che cazzo fai?! Sto per sposarmi, e tu vieni qua a baciarmi? Ma che razza di amico sei? Così non mi aiuti sai?"
"Allora ammetti di provare qualcosa per me, eh?"
"Niall, vattene per favore. Sto per sposarmi con l'uomo che amo, da cui ho avuto due gemelli. Cosa devo dirti ancora per farti andare via?"
"Va bene, va bene. Rilassati principessa, che ti vengono le rughe" scoppiò a ridere
"MMhh, Niall vai via!" esclamai.
Aprì la porta e se n'è andò. Mi appoggiai ad un tavolo e poggiai la manoo sulla bocca, ancora incredula per quello che era appena accaduto, ma poi arrivò Jade a chiamarmi: la cerimonia stava cominciando.
Prima di sposarmi con Justin l'avevo tradito.. E non so come diglielo. Ho paura di perdelo. Quando glielo dirò lui s'incazzerà e non vorrà più vedermi, e ha tutte le ragioni del mondo.
Voglio dirglielo, ma non so come, ne quando.
Più passa il tempo, più la cosa si ingigantisce.
E io sono sempre più nella merda.

Pov. Justin
Dopo aver bevuto la birra, sono tornato a letto e mi sono addormentato di nuovo. Ora sono qui, nel letto vuoto. Lei non c'è. L'ho sentita buttare via la bottiglia vuota di birra, e brontolare qualcosa. Non ho il coraggio di alzarmi e andare da lei. Non ho il coraggio di guardarla in faccia.
Dopo quello che è successo due sere fa, e dopo quello che è successo stanotte, i sensi di colpa mi stanno divorando.
Sto pensando il modo meno doloroso per diglielo, in modo che lei soffra il meno possibile. Ma non so davvero come fare..
Fosse stata una ragazza qualsiasi, ma no. Proprio lei. Proprio Selena. Quella che lei odia più di tutte. Questo peggiorava tutto.
Dopo che mi sono svegliato nel letto, affianco a Selena, mi è crollato il mondo addosso: avevo un forte mal di testa, non capivo niente, e avevo giusto due ore per prepararmi per il matrimonio. Mi sono vestito e sono corso a casa, dove mi sono preparato. Al matrimonio Selena era presente, non mi ha rivolto nessuno sguardo, nè ha tirato fuori l'argomento e di questo al ringrazio tantissimo.
Sembrava addirittura pentita di quello che era successo.
Comunque penso di uscire con lei, per risolvere questa questione. Non so quando, ma con Selena voglio chiuederla definitivamente. Mi porta solo guai.
Sono immobile, con le mani sotto la testa, gli occhi al soffitto e sento:
"Buongiorno vita mia"
Le sue parole sono come una pugnalata per me
"Ehy" la bacio
"Buooonnggiorno" dice mentre mi posa sulla gambe un vassoio con una tazza di caffè, biscotti e pane e marmellata
"Non dovevi amore" dico abbozzando un sorriso
"Per la nostra prima mattina da sposati" dice mentre mi stampa un bacio sula guancia.
Cazzo, è così innocente e perfetta. Più la guardo, più la immagino soffrire quando saprà del mio tradimento.
Sono con l'acqua alla gola.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Pov. Clarissa
Non so che succede, Justin sembra distaccato.
Ho paura abbia scoperto tutto.. Da quando stamattina a colazione si è limitato a dire 'Ehy', ho capito che c'era qualcosa che non va.
"Amore tutto okay?"
"S-si perché?"
"Sembri distaccato, lontano da me"
"Stanco, sono solo stanco. Sai stanotte abbiamo lavorato tanto eh" ha cercato di ridere
"Si è vero" ho cercato di ridere anche io.
Tolgo il vassoio dalle sue gambe, mi siedo sopra di lui, e comincio a baciargli il petto, salendo sul collo e finendo sulla bocca.
Ma lui mi respinge
"Vado a farmi la doccia, così mi sveglio, e dopo continuiamo, okay?" mi ha sorriso
"Va bene.."
Intanto chiamo mia madre per sapere come stanno i miei patatini:
"Ciao ma' "
"Ehy amore mio! Come stai?"
"Tutto bene, te? I miei patati? Tutto okay? Stanno bene? Li hai fatti mangiare?"
"Ehy tranquilla, ho già cresciuto te, so come si crescono dei bambini. Stanno benone, però gli mancano i loro genitori ovviamente"
"Oh amori miei. Che stanno facendo ora?"
"Dormono"
"Okay perfetto"
"Voi? Tutto apposto? Quando tornate?"
"Sisi tutto apposto. Cos'è sei già stanca dei gemelli?" ho riso al telefono
"No, era per sapere" mi ha detto mia madre ridendo
"Ah okay, comunque penso o oggi, o domani" ho detto ridendo
"Va bin, allora ci sentiamo ancora stasera. Ciao amore"
"Ciao mamma"
Attacco il telefono, mi sdraio sul letto e aspetto che Justin finisca la sua doccia.

Pov. Justin
Davvero non riesco più a baciarla, sapendo quello che fatto.
Sto in bagno, con la doccia aperta in modo da farle credere che io stia davvero facendo la doccia, ma in relatà sono seduto per terra, con la testa contro il muro che gli occhi gonfi e le lacrime che scivolano sul mio viso.
Il mio sogno si era avverato: sposare Clarissa e avere una famiglia con lei.
Ma tutto stava per rovinarsi, per una stupida nottata, per una cazzata che ho fatto, che alla fine tanto cazzata non è.
Chiudo l'acqua mi bagno un po' i capelli, mi asciugo il viso e vado di là da Clarissa.
La vedo sdraiata sul letto, sembra triste.
"Tutto okay?" le chiedo
"Se solo tu mi dicessi che ti succede.."
"Niente, solo stanchezza e incredulità. Finalmente ho realizzato il mio sogno: sposarmi con te" le dissi stampandole un bacio sulle labbra.
"Eppure c'è qualcosa che non mi convince.."
"Allora sei una mal fidata" dissi con tono da finto offeso.
Inizio a farle in solletico: lei è lì, piegata in due dal ridere. È davvero meravigliosa.
Poi mi mette le braccia intorno al collo, e mi bacia. Capisco subito le sue intenzioni.
"Cazzo è tardi. Che ne dici di pranzare?"
"Ma in realtà io avevo altri piani.." dice con fare malizioso cercando di togliermi la maglia
"Io penso che sia il caso di mangiare.. Dobbiamo anche preparare le valigie. Dobbiamo lasciare l'hotel"
"Avrei voluto rimanere ancora una notte, ma dato che tu adesso a malapena mi baci direi che possiamo andarcene anche subito"
"Prima un bel pranzo romantico, e dopo si vedrà" dico con il tono di voce che la fa impazzire.
"Vaa bene. Andiamo a magna' va"
Stiamo preparando il pranzo: lei è lì che balla tra pentole e mestoli, mentre canta le mie canzoni.
Davvero non riesco a dirle niente. La paura di perderla è davvero tanta, ma non posso stare insieme a lei portandomi questo macigno dietro, che ogni giorno si fa sempre più grosso e pesante.
I sensi di colpa mi stanno logorando lentamente, mi stanno uccidendo da dentro. Non so davvero che fare.


 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Pov. Clarissa
Oggi siamo tornati a casa, abbiamo riabbracciato i nostri angoletti, Dwight e Yasser, dopo due giorni senza di loro.
Chi non è genitore non può capire cosa significa stare senza i propri figli, soprattutto se appena nati come i nostri, due giorni. Per me è stato davvero un'agonia.
E certo il comportamente strano di Justin non ha aiutato. Adesso sembra tornato tutto apposto, ma c'è sempre qualcosa che non mi convince.
Jade sta per arrivare: voglio rivelarle del bacio tra me e Niall. Approffitto del fatto che Justin è uscito, così posso parlare tranquillamente.
Ecco il campanello.
"Ciao Jade" dico abbozzando un sorriso
"Ehy neo sposa! Devi raccontarmi assolutamente TUTTO!" dice abbracciandomi
"Prima vorrei parlarti di una cosa successa prima del matrimonio"
"Oh no, conosco quell'espressione. Nulla di buono. Non farmi preoccupare, che succede?"
"Prima della cerimonia, sai che avevo chiesto quei due minuti per star sola?"
"Si.."
"Ecco, in quell'arco di tempo è venuto Niall, e noi ci.. ci siamo baciati"
"Cosa?!"
"Cioè lui ha baciato me! Non io lui! Lui ha me! Cioè tutto è cominciato da lui!"
"Quando parli così sai che capisco un cazzo. Parla bene! Com'è successo?"
"Lui ha baciato me. Mi ha detto: 'io devo fare una cosa prima che tu ti sposi'. E mi ha baciata"
"Justin non sa nulla?"
"Non lo so.. Ultimamente è molto distante. Ha comiciato ad esserelo da ieri mattina..Ho paura che abbia scoperto tutto e si sia arrabbiato con me"
Dwight ha cominciato a piangere, così l'ho prendo in braccio e intanto gli do il biberon.
"Guarda, questo è il frutto del nsotro amore. Di là ce n'è un'altro. Non voglio perdere Justin per colpa di uno stupido bacio"
"Penso che se voi parlaste, riuscireste ad raggiungere un accordo.."
"Ma che accordo e accordo. L'ho tardito. L'unico accordo che potremo raggiungere è su chi terrà i bambini"
"Quanto la fai tragica ora: cos'è un bacio, in confronto all'amore che provate l'uno per l'altro?"
"Niente.."
"Eh allora rilassati. Vieni siediti qua"
Mi siedo accanto a lei. Mi mette un baccio intorno al collo, poggia la testa sulla mia e mi abbraccia, facendo attenzione a non schiacciare il bambino.
Intanto le lacrime cominciano a gocciolare, finendo sulla tutina di Dwight.

Pov. Justin
"Raga, sto una merda" dico appena arriviamo al locale: ci siamo io, Liam e Austin Mahone.
"Che succede?" mi chiede Austin
"Vi ricordate il mio addio al celibato?"
"E chi se lo scorda!" dice Liam scoppiando in una sonora risata
"Ecco appunto.. Ero sbronzissimo, forse anche fatto. E c'era Selena, con un vestito troppo sexy, con una scollatura a V da capogiro, cortissimo. Era davvero bellissima.."
"Dio, non dirmi che..?" dicono entrami con gli occhi sgranati
"Mi ha portato in camera, e da lì il vuoto più totale. Mi sono risvegliato la mattina dopo, nudo nel letto, insieme a Selena, anche lei nuda. Facile immaginare cosa possa essere successo quella notte"
"Cazzo, bel casino.." dice Liam con lo sguardo basso
"Io amo Clarissa. Su questo non c'è dubbio. Ma ero sbronzo. Ho ceduto per quello. Perché se lei fosse venuta da me, in un momento in cui ero sobrio non avrei ceduto.. Ma ero sbronzo. Come potevo resisterle?"
"Lei lo sa?"
"No.. Ma penso che scoprirà qualcosa prima o poi. Non riesco più a baciarla, o farlo con lei. I sensi di colpa sono troppi. Mi stanno uccidendo"
"Devi parlarle"
"Ma se la perdo?"
"Non la perderai. Lei ama te, come tu ami lei. Ritornerà. Devi solo darle il tempo di accettare questa cosa" dice Austin mentre giocherella con la sua collana.
"Quanto le ci vorrà?"
"Questo non lo possiamo sapere Justin.."
"Che coglione che sono.. Davvero avevo tutto e ora rischio di perdere sia lei che i bambini. Ed  l'ultima cosa che voglio"
"Dai, vie' qua" dice Liam aprendo la braccia.
Ci siamo ritrovati tutti e tre in un grosso abbraccio
"Grazie raga, non sapete quanto sia imporante la vostra opinione per me" dico mentre guardo il pavimento
"Siamo i tuoi migliori amici, e per te questo ed altro"
Li guardo e intanto sorrido.
Guardo l'ora: 18.35.
"Raga vado, grazie ancora di tutto. Bella!"
"Ciao Justin!" dicono all'unisono
Torno a casa, apro la porta e trovo Clarissa addormentata sul divano, con accanto la culla con i piccoli.
La copro con una coperta, vado in cucina, mi preparo un panino, e penso a come poter dire tutta la verità a Clarissa.
Ho deciso: le dirò tutta la verità appena si sveglierà. Questa cosa non può più andare avanti.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Pov. Clarissa
Sono sul divano, con gli occhi fissi sul pavimento. Sento l'acqua nella doccia: Justin è tornato.
Sono decisa a dirgli tutta la verità. Non posso andare oltre.
Glielo dirò appena scenderà, appena avrà finito la doccia.
Mi alzo dal divano: sono agitatissima. Preparo il latte per Yasser che non ha mangiato. Lo prendo in braccio, ma scoppia piangere. Cerco di calmarlo, in modo che Justin non lo senta, e non scenda prima perché ha sentito Yasser piangere.
Gli do il biberon: si calma. È così bello. Assomiglia proprio al papà.
"Da grande farai strage di cuori. Me lo sento" dico mentre lo guardo poppare il latte.
Intanto sento l'acqua nella doccia chiudersi.
Cazzo.
Il cuore comincia a battermi a mille, mentre giro nervosamente per il salotto tenendo in braccio il bambino.
Cinque minuti dopo, sento la porta della camera aprirsi. Sento i suoi passi scendere la scale

Pov. Justin
Ho sentito Yasser piangere, poi rumori di stoviglie in cucina.
Clarissa si era svegliata.
Ho le palpitazioni, ma devo scendere e parlare con lei. Devo togliermi sto peso, e pagare le consegueze delle mie azioni.
Scendo le scale. La vedo di spalle, che culla Yasser mentre gli da il biberon. Sembra agitata, ma non ne capisco il motivo.
"Ehy"
"Amore" mi sorride e cerca di baciarmi, ma mi sposto.
"Okay che cazzo succede? T'ho fatto qualcosa? Perché ora manco più mi baci?" dice mettendo Yasser nella culla
"Ehm, beh perché io.."
"Dai parla, non fare tanto quell'aria da cane bastonato"
"Vorrei che tu prima ti sedessi.."
"Parla, ti sto dicendo. Voglio sapere che cazzo ti è preso? Ti sei pentito? Da ieri mattina che sei così!"
"Non mi sono pentito assolutamente, ma.."
"Cazzo una frase di senso compiuto la riesci a fare? O almeno a concluderla la frase"
"Sai cosa succede? Lo vuoi sapere? Lo sto facendo per protegerti!"
"Proteggermi da cosa? Da cosa mi devi proteggere?"
"LA SERA DELL'ADDIO AL CELIBATO SONO ANDATO A LETTO CON SELENA!" sbotto di colpo
La guardo. Lei è incredula davanti a me, con gli occhi sbarrati che si stanno riempiendo di lacrime.
"Co-cosa?" dice con voce tremante
"Amore aspetta, io-io non volevo dirlo così.." le dico avvicinandomi a lei
"Co-cos'hai fatto tu?" dice cercando di allontanarsi
"E-ero ubrico, non capivo quello che stavo facendo. Lei era lì, con un vestito cortissimo e scollatissimo. Non ho capito più nulla. Scusami amore, ti prego. Io amo te"
"Cosa stavi aspettando per dirmelo? Un segno divino? Come hai potuto? Proprio la sera prima del nostro matrimonio? E io che pensavo che un bacio fosse grave.."
"Bacio? Che bacio?"
"15 minuti prima della cerimonia, Niall mi ha baciata"
"Anche tu ti sei data da fare eh"
"Ma non me lo sono portato a letto almeno!"
"M ero ubrico! Tu eri sobria!"
"Niall ha baciato me, non il contrario! Senti Justin ti voglio fuori da casa entro mezz'ora. Prendi le tue cose e vattene!"
"Ma ti prego, aspetta.."
"No niente aspetta, piglia le tue cose e vattene!"
"Ma i bambini?"
"Decideremo domani, a mente lucida cosa fare. Ora vattene"
Salgo in camera, prendo la prima valigia che trovo e ci infilo dentro i miei vestiti. Le lacrime cadono sulla valigia, mentre la mia testa è invasa da miliardi di pensieri: Mi predonerà mai? E i bambini? Li vedrò crescerò? Tornerò con Clarissa?
Tutte domande a cui non so rispondere. La sento piangere dalla camera. Il mio cuore è a pezzi, soprattutto sapendo che anche lei ha tradito me, baciando Niall.
Tutto questo è così assurdo.
Dovremmo essere così felici, e invece, stiamo soffrendo tantissimo. Forse non eravamo abbastanza maturi per sposarci, forse avremmo dovuto aspettare ancora. Forse abbiamo sbagliato.
Fatto sta che ora ci stiamo separando, non so più quando e se la rivedrò. Lo stesso vale per i miei figli.
Cazzo, odio me stesso. Mi odio per quello che ho fatto e per quello che le sto facendo passare.
Scendo le scale, le rivolgo uno sguardo. La vedo seduta sul divano, con la testa fra le mani, ancora che singhiozza.
"Ti amo" l'unica cosa che riesco a dirle, aprendo la porta
"Vaffanculo Justin" mi risponde lei, girandosi verso di me, con le lacrime che cadono sul tappeto.
Chiudo la porta salgo in macchina, e l'unica cosa che riesco a fare è piangere.
Sono seduto in macchina, davanti a casa sua, e piango. Piango perché sono un coglione, perché ormai so di averla persa per sempre.

 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Pov. Clarissa
Justin se n'è andato. Non posso davvere credere che mi abbia fatto una cosa simile.
Non riesco a smettere di piangere, ma i bambini, nel sentirmi piangere hanno cominciato anche loro.
"Nono, patatini, non piangete! Venite dalla mamma!"
Intanto prendo il telefono:
"Ehy Jade, puoi passare da me? Ho un disperato bisogno di te"
"Ma stai piangendo? Che succede?"
"Ti spiego dopo. Riesci a venire?"
"Certo 10 minuti e sono da te!"
"Grazie davvero!"
"Figurati!"
Chiudo il telefono. Metto Dwight nella culla e inizio a dondolarli insieme, e cerco di trattenere le lacrime, per non farli piangere.
Ma l'unica cosa che vorrei fare adesso è piangere: dopo quello che mi ha detto Justin, il mondo mi è crollato addosso. La sua frase mi rimbomba nella testa, mi rimbalza dentro come se la mia testa fosse rivestita di gomma.
Sento suonare il campanello. Vado ad aprire.
"Ehy che succede?" mi chiede Jade preoccupata
"Justin mi ha tradita" le rispondo abbracciandola
"Co-come ti ha tradita?"
"La notte del suo addio al celobato se n'è andato a letto con Selena"
"No, non ci credo, mi dispiace. Non posso credere che l'abbia fatto"
"Credici, perché è così"
"Come fai a saperlo?"
"Me l'ha detto lui.."
"Ah.. Però raccontami bene tutto!"
Le racconto tutto quello che era successo solo un'ora prima.
Lei è incredula davanti a me, con la bocca spalancata.
"Cosa avete intenzione di fare?"
"Non lo so, ora lui non fa più parte della mia vita"
"Mi sembra un po' affrettato da dire.. Avete due figli insieme, e un matrimonio appena celebrato"
"Ci siamo traditi a vicenda: un motivo ci sarà, no?"
"Lui era ubriaco, tu sei stata baciata. Pensi ancora che siano tradimenti, fatti con lucidità?"
"Non m'interessa, non voglio più saperne di lui"
"Ma.."
"Niente ma. Crescerò i bambini da sola"
"Due gemelli? Senza lavoro?"
"In qualche modo farò"
Guardo il pavimento: sul tappeto si intravedono ancore le macchie bagnate, lasciate dalle mie lacrime.
Mi fermo a pensare: mi torna in mente Justin sulla porta, il suo ultimo "Ti amo" e poi la porta che si chiude.
Scoppio a piangere. Jade mi abbraccia.
Davvero non riesco a credere che sia tutto finito.

Pov. Justin
Metto in moto la macchina, la mia vista è appannata dalle lacrime.
Giudo lungo la strada deserta, è quasi sera, nel cielo s'intravede già la sagoma della luna.
Nella mia testa riaffiorano i ricordi del mio ultimo pomeriggio con Clarissa, e le lacrime aumentano.
La vista si fa sempre più offuscata. Perdo il controllo dell'auto.

                    --------

*Presto, presto! Passatemi la bombola d'ossigeno!*
*Proviamo, a pompargli aria nei polmoni*
*Presto il defibrillatore!*
Queste sono le ultime parole che mi ricordo. Ho anche un vago ricordo di quello che accadeva intorno a me: ero sdraiato per terra, i mezzo ad una strada. Intorno a me un ventina di persona. Intravedevo tra la folla, il mio fuori starda contro un palo della luce, il fumo che usciva dal cofano.
*Presto il defibrillatore!*
Dopo queste parole, il vuoto.
Ora mi ritrovo, in un letto d'ospedale, attaccato ad una macchina, con una flebo al braccio.
Mi tocca la fronte: ho un cerotto, sento sotto i punti che tirano la pelle.
Ora capisco il motivo per cui non ricordo nulla, devo aver sbatutto la testa sul volante.
I miei pensieri furono interrotti: qualcuno aveva bussato alla porta.
Mi giro verso la porta e vedo entrare un medico:
"Ehm, mi scusi signore. C'è una visita per lei"
"Faccia pure entrare"
Spero con tutto me stesso che sia Clarissa, ma tutto si distrugge quando sulla porta vedo comparire Jade e Liam
"Ehy amico, che combini?" dice Liam venendo verso il mio letto
"Piccolo incidente in macchina.."
"Com'è successo? Stai bene ora?" dice Jade.
È abbracciata a Liam. Vedendo loro due abbracciati mi torna in mente Clarissa ma cerco di dimenticarla, pensando che non si è nemmeno fatta viva all'ospedale per sapere come stavo.
"Colpo di sonno, penso. Non ricordo.."
"Vabbè come stai ora?"
"Bene grazie, solo un po' di mal di testa, ma è normale: devo aver piantato una bella capocciata" cerco di ridere
"E certo, guarda che cerotto che t'hanno messo" Liam mi posa la mia sul cerotto.
"Comunque sto bene" mi giro a guardare la gente che passa fuori dalla mia stanza.
"Lei non c'è.." mi dice Jade
Appoggio la testa sul cusicino, e chiudo gli occhi, come per bloccare le lacrime che stavano affiorando.
"Mi dispiace.."
"Non importa, è ovvio che a lei non importa più di me. Va bene così"
"No, non è.."
"Sh Jade, lascia stare" la interrompe Liam.
"Noi dobbiamo andare Justin, mi raccomando riprenditi" dice Liam dandomi una pacca sulla spalla.
"Va bene ciao ragazzi, grazie della visita"
Escono e chiudono la porta. Appoggio la testa sul cuscino, chiudo gli occhi e cerco di dormire, combattendo con le lacrime, che ormai stanno scivolando veloci sul mio viso.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Pov. Justin
Finalmente sto lasciando quel fottuto ospedale. Dopo due giorni di clausura finalmente posso uscire.
In questi due giorni che sono stati lì, lei non si è nemmeno degnata di venirmi a trovare, di sapere come stavo.
Questo mi fa capire solo una cosa: lei, da me, voleva solo la celibrità e basta. I miei sentimenti verso di lei non le sono mai importati. Ormai la celebrità l'ha avuta.
Il matrimonio è stato un po' come uno spot pubblicitario per lei. Okay, va bene, ha ottenuto quello che voleva. Spero che sia felice.
Liam mi aiuta a portare la roba a casa sua; finchè non troverò un altro posto starò da loro. L'idea non mi entusiasma affatto, ma Liam si è offerto di ospitarmi, allora ho accettato.
Prendo le chiavi della macchina, l'accendo e mi dirigo verso una birreria; L'unica cosa che voglio fare e sbronzarmi, dimenticare tutto per qulache ora, per poi tornare alla mia solito vita.
Dopo dieci minuti di starda, ne trova una. Parcheggio, entro e ordino una birra. Mi siedo al bancone e comincio a bere: una, due, tre e avanti così. Dopo circa un'oretta sono completamente sbronzo.
"Ehy amico, passamene un'altra" dico all'oste
"Direi che per oggi ha finito signore"
"Ma cazzo dici? Guarda che io te le pago le birre. Poi non ho chiesto un tuo parere, ti ho chiesto una birra"
"Ecco a lei.." di malavoglia mi passa un'altra bottiglia
Arrivo a fine serata, sbronzissimo. canto per il locale mentre l'oste pulisce il bancone guardandomi quasi con pena
"Cazzo ti guardi eh? Vuoi botte?" gli dico
"Ma a malapena si regge in piedi signore"
"Mo ti faccio vedere io chi non si regge in piedi"
Sferro un destro, che lo manca, così cado a terra. L'oste mi aiuta ad alzarmi e mi fa sedere su uno degli sgabelli che affiancano il bancone. Appoggio la testa su di esso, chiudo gli occhi e comincio a parlare:
"Sa le donne sono davvero delle stronze! Si approffittano solo di te. Prenda esempio da me: mi sono sposato qualche giorno fa, e io e la mia ragazza ci siamo già separati"
"Davvero?" dice l'oste non ascoltandomi nemmeno
"Si, io sono andato a letto con una, ma ero ubriaco. Lei era sobria, e si è fatta con uno. Bella merda l'amore" mentre parlo, le palpebre si fanno sempre più pesanti, fino a quando non mi addormento.

Pov. Clarissa
Sono le 23,30. Mi sto lavando i denti per andare a dormire ma sento il telefono suonare: *Justin*
Il mio cuore diceva di rispondere, la mia testa invece è divisa in due parti: non rispondere, oppure rispondere perché se mi stava chiamando a quell'ora un motivo c'era. Nel pensare cosa fare ho perso la prima chiamata, ma subito dopo ne ho ricevuta un'altra:
"Cosa vuoi Justin? Non vedi che ore sono?"
"Buongiorno, signora. È la ragazza di Bieber?"
"Ex ragazza perché?" la voce che ha risposto non era sicuramente quella di Justin
"Ehm, sono il proprietario della birreria 'Becks', il suo ragazzo, o meglio ex ragazzo, è qua. È piuttosto sbronzo, non mi sembra il caso di mandarlo a casa in macchina"
"Cosa? Va bene sto arrivando"
Chiudo il telefono, prendo i bambini, li metto in macchina a accendo la radio, mettendo le canzoni che a loro piacciono tanto, in modo da farli smettere di piangere.
Dopo circa 15 minuti arrivo alla birreria: resto sulla porta, perché ho i bambini in macchina e aspetto che l'oste porti fuori Justin.
"Lo faccia salire qua" gli dico
"Okay, ecco fatto!"
"Grazie mille signore"
"Si figuri"
"Il conto è già pagato?"
"Pagato tutto" mi sorride
"Perfetto, grazie mille"
"Di nulla. Arrivederci"
"Arrivederci"
Non posso credere che Justin sia caduto così in basso, arrivare a ubricarsi, dopo quello che è successo, è davvero da stupidi. Lo vedo di fianco a me, con la testa appoggiata al finestrino, che dorme. È davvero bellissimo, forse ancora più bello di quanto io mi ricordassi.
Cerco di distrarmi da quei pensieri chiamando Jade, ma non risponde. Riprovo un'altra volta
"Ehy Jade"
"Ciao clarissa" dice cercando di nascondere il fiatone
"Ehm, ho-ho distrubato qualcosa?" dico con voce imbarazzatissima
"Nono, tranquilla" in sottofondo sento Liam sbuffare
"Ehm, senti volevo dirti che sto portando Justin a casa. A casa vostra intendo.. 10 minuti e sono lì"
"Ah okay, bene. Ti aspettiamo allora"
"Okay, a dopo" chiudo velocemente il telefono: il mio imbarazzo è alle stelle, penso che non riuscirò a guardare in faccia Jade.
Arrivo a casa loro, suono alla porta, mi viene ad aprire Jade.
"Liam aiuta clarissa a portare dentro Justin"
Lo vedo scendere con addosso solo i pantaloni. Mi vede, mi saluta sorridendo, ma è evidente che non è così felice di vedermi.
Mi aiuta e lo portiamo di sopra, dove lui si sveglia.
"Amore" cerca di baciarmi
"Justin lasciami, puzzi di alcool"
"Ti amo, ti prego resta"
"Devo andare, scusa"
Saluto tutti e torno a casa: è tardi, ho i bambini dietro e non posso trattenermi. Sarei andata da loro il giorno dopo per discutere con Justin.
Il suo 'Ti Amo' mi rimbomba nella testa e gli occhi mi si riempono di lacrime, ma cerco di trattenerle: ci manca solo che mi pianti con la macchina da qualche parte insieme ai bambini. Proprio come ha fatto Justin.
So che è andato all'ospedale, ma non sono voluta andare a trovarlo, ma Jade mi ha tenuta informata sulle sue condizioni: ci tengo ancora tantissimo a lui, non voglio perderlo.. ma non voglio farglielo notore.. e forse ho sbagliato.
Sarei dovuta andare, in modo che lui capisse che ci tengo a lui, ma non l'ho fatto.
Brava Clarissa, bella cogliona sei.

 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Pov. Clarissa
Dopo essere arrivata a casa, ho messo a letto i bambini, e poi sono andata a letto anche io.
La notte ho dormito davvero poco: l'immagine di Justin rimaneva fissa lì, al centro della mia testa, chiara e lucida come se la stessi vivendo in quel momento. Il suo 'Ti amo' era altrettanto lucido e rimbombava nella mia testa.
Lo amavo, anzi lo amo anche ora ma quello che mi ha fatto è davvero imperdonabile. Avrebbe dovuto dirmeloprima del matrimonio, non tre giorni dopo.
Un parte di me rivuole i suoi baci, i suoi abbracci; L'altra non lo vuole più vedere.
Mi alzo. Sono le sette.
Scendo in cucina, faccio una bella colazione per mettermi in sesto, faccio una doccia e sveglio i bambini.
Do il biberon prima a Yasser e poi a Dwight. Li preparo e li metto nel passeggino.
L'aria fuori è calda, nonostante siano le nove del mattino.
Decido di portare i piccoli a prendere una boccata d'aria. Non li porto mai a fare un giro, è una delle poche volte e me la voglio godere. Prendo il telefono e le cuffie, metto la musica e vado.
La giornata è davvero bellissima così decido di andare al parco. Il parco del mio quartiere è un bellissimo posto dove portare i bambini: è così tranquillo, e ci sono tanti bimbi come loro.
M'incammino. Ogni tanto abbasso lo sguardo, e guardo i miei bambini: sono davvero bellissimi. Assomigliano proprio al padre, più li guardo e più li amo, proprio come accadeva, e accade tuttora, con Justin.
Dopo aver tirato su lo sguardo per l'ennesima volta vedo Kevin.
Cazzo.
"Ehy Clarissa!" già dal modo in cui mi ha salutato noto qualcosa di strano
"Ehy kevin.." dico mentre abasso lo sguardo
"Ma questi sono i tuoi figli? Dio, ma sono bellissimi!"
"Grazie kevin" gli sorrido
"Come si chiamano?" chiede curioso
"Yasser e Dwight"
"Che bei nomi! Davvero Clarissa, sono bellissimi! Assomigliano tutti a te!"
"Davvero? A me ricordano tanto Justin.."
"Hanno anche i suoi lineamenti, ma ti assomigliano troppo!"
"Grazie!" dico scoppiando a ridere
"Ehy ascolta.. È tantissimo tempo che non parliamo più.. Hai voglia di prendere un caffè con me? Così chiariamo le cose.."
"Ehm, certo va bene" gli dico
Allora ci incamminiamo assieme verso il bar che c'è dall'altra parte del parco e intanto parliamo.
Nel modo in cui mi parla e mi guarda, noto che è cambiato. Indubbiamente è cambiato qualcosa. È diventato più maturo, non sembra più il ragzzino che era solo fino al tempo del ballo del liceo. Non so bene cosa sia successo, ma intendo scoprirlo.
Arriviamo al bar, ci sediamo fuori, nel dehors che da su un bellissimo laghetto.
"Allora cosa mi racconti di bello?" mi chiede dopo essersi seduto
"Bah, di bello proprio niente ultimamente"
"Che succede? Se posso saperlo.."
Non so perché, ma so che lui posso fidarmi.
"Io e Justin ci siamo lasciati"
"Ma non vi siete sposati qualche giorno fa?"
"Si ma ci siamo fatti le corna a vicenda prima del matrimonio"
"Ah.. Beh non credo comunque sia il caso di lasciarsi per una stupiddaggine simile..."
"È andato a letto con un'altra le sera prima del matrimonio! Cosa dovevo fare?"
"È andato a letto con una? Ma non l'hai fatto anche tu?"
"Io ho solo baciato un altro, anzi lui ha baciato me"
"Non penso comuque che sia il caso di mandare tutto a puttane per questo"
"Io penso solamente che avremmo dovuto aspettare ancora prima di sposarci. Forse non eravamo ancora maturi abbastanza per sposarci, forse non sapevamo ancora bene cosa provavamo. Insomma abbiamo vent'anni, non trenta"
"Se ami una persona la perdoni, qualsiasi cosa lui faccia"
"Ma tutto ha un limite Kevin. E lui l'ha oltrepassato"
"Come vuoi. Io la mia te l'ho detta" mi dice tutto sorridente
"Grazie Kevin. E tu invece? Ti trovo cambiato, successo qualcosa?"
"Sì, sono diventato papà!"
"Cosa? Davvero?!" esclamo felicissima
"Sì, di una bellissima bambina, Naomi"
"O mio dio! Sono felicissima per te! So cosa si prova a diventare genitori, ed è bellissimo. Quanto ha?"
"Un mese" mi sorride
"Un po' più grande dei miei" gli sorrido
"Ecco, è lei" mi porge il suo Iphone
"È meravigliosa Kevin, è davvero bellissima. Ma la madre chi è?"
"Non so se hai presente la ragazza con cui mi sentivo prima di te, Arianna Cled.."
"Oh sì, quella ragazza tanto carina? È lei?"
"Sì" mi sorride
"Alla fine vi siete messi insieme!"
"Sì! Dopo il ballo del liceo, e tutto il casino che ne è conseguito, ti ho lasciato perdere dato che stavi con Justin, e allora ho cominciato a cercare in giro finchè una volta non ho incotrato Arianna in biblioteca e ci siamo messi a parlare. Da lì è cominciato tutto"
"Che cosa tenera!"
"Lo so"
La sua espressione dimostra davvero quanto lui sia felice ora. La mia, l'esatto opposto. Il pomeriggio con Kevin è stato bellissimo, mi piace il suo cambiamento radicale, ma mi ha fatto venire davvero tanta nostalgia di Justin. Inizio a pensare se ne vale davvero la pena stare male così: alla fine sto più male perché lui non c'è piuttosto per l'atto che ha fatto.
Forse dovrei parlare con lui e risolvere sta cosa. Senza di lui non ce la faccio proprio

Pov. Justin
Mi sveglio. Sono circa le quindici.
La testa mi sta scoppiando, ho i capogiri.
Cazzo devo essermi sbronzato per bene ieri!
Scendo in cucina, dove trovo Liam che sta lavando i piatti
"Ehy amico!"
"Cazzo che mal di testa"
"E ci credo, hai bevuto come una spugna. Guarda, nel mobile affianco alla tv ci sono le medicine. Prenditi un moment, vedrai che passerà"
"Grazie Liam" Prendo il moment, un bicchiere d'acqua e mi siedo sul divano. Poco dopo sento una bulle d'acqua calda sulla testa. Apro gli occhi: Jade mi stava sorridendo
"Grazie Jade" le sorrido anche io
"Figurati! Ora pensa a riposarti. Noi usciamo a fare sue passi, torniamo fra un'oretta-un'oretta e mezza la massimo. Se hai bisogno chiama". Mi fa l'occhiolino.
"Va bene mamma". Rido
"Figurati! Ciao va' ". Ride
"Ciao raga". Chiudono la porta.
Sono solo, nel silenzio della casa, si sente solo la tv ma il rumore dei mie pensieri è più forte, più potente e non contribusce a farmi passare il mal di testa.
Mi ricordo vagamente ieri sera, Clarissa in camera mia, io che le dico 'Ti amo' ma lei se ne va.
Era da tre giorni che non la vedevo. Era davvero fantastica, ancora meglio di quanto me la ricordassi. Mi manca davvero tanto, ma mi sto accorgendo che non sto facendo nulla per migliorare la situazione. Nulla per far si che lei mi perdoni.
Cerco di liberarmi di questi pensieri. Mi alzo vado in cucina, e prendo una birra dal frigo.
Da lì una seconda, poi una terza e così via.
Sono di nuovo punto a capo, sbronzo marcio, per cercare di dimenticare tutto.
Come se l'alcool mi potesse aiutare, come se l'alcool la facesse tornare da me.

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Pov. Clarissa
Mi sveglio, il celullare lampeggia. Lo guardo: un messaggio da Jade.
*Ehy siamo preoccupati per Justin.. È la seconda volta che si sbronza, protebbe farsi veramente male.*
*Cosa dovrei fare io? La vita è sua, ha la capacità di capire quando sbaglia*
questa è la mia risposta, fredda, dura, forse esagareta.
Mi alzo di malavoglia e vado dai bambini che stanno piangendo entrambi, li metto nella culla e comincio a cullarli, poi li porto giù e li faccio sdraiare nella giostrina e li faccio giocare un po'.
Sono davvero la fotocopia di Justin, quei occhi già così profondi, i colore dei loro capelli è un misto tra biondo e rosso dei miei. Un colore meraviglioso.
Li guardo giocare, li guardo ridere e m'immagino affianco a me Justin, a farmi forza a stringermi e a sussurarmi: 'Questi sono i nostri bambini, e li cresceremo insieme'
Quei pensieri sono una pugnalata, inevitabilmente le lacrime hanno cominciato ad invadere i mei occhi, ma mi alzo di scatto e vado a sciaquarmi la faccia.
Subito dopo il campanello suona: vado ad aprire:
"Ciao mamma"
"Ehy piccola" mi stampa un bacio sulla fronte
"Come mai qui?"
"Ma pensavo, dato che Justin non c'è, e due gemelli mi sembrano troppo da dover crescere da sola, di trasfermi qui. Tuo padre parte domani per un'altro viaggio di lavoro, per cui serei da sola a casa. E sarei ben felice di aiutarti a crescere i bambini" mi sorride accarezzandomi la guancia
"Beh come idea non è male, ma non voglio darti quest'impiccio.." dico guardando il pavimento
"Ma se te lo proposto è perché voglio farlo no?"
"Beh si.."
"Eh allora! Posso trasfermi?"
"Va bene."
"Evviva! Grazie amore! Verrò da te stasera dopo cena, così prendo la mia roba e passo a far la spesa"
"Ma la spesa posso farla io, tanto devo portare i bambini  a fare un passeggiata"
"Nono stai tranquilla a casa ci vediamo stasera. Un bacio"
"Anche a te mamma e grazie di tutto"
"E di che?" mi sorride e torna verso casa sua.
Certo avrei preferito che a crescerli con me ci fosse stato Justin, ma le cose sono andate così, e io non posso crescere due gemelli da sola. Un'altra mano femminile è quello che mi serve.

Pov. Justin
Sono stravaccato sul divano, per terra ci sono circa sei-sette bottiglie di birra. Ho di nuovo bevuto.
La soluzione ai miei problemi è alcool. È l'unica cosa che riesce a farmi stare bene.
Ma quando passa l'effetto, e torno alla realtà tutto peggiora. La voglia di bere aumenta sempre, perché so che mi fa stare bene, allora continuo a bere. A Liam e Jade sta cosa non piace.
"Justin, così non si può andare avanti" dice Jade ripulendo il salotto dalle bottiglie ormai vuote
"Ha ragione amico, così ti rovini solo" aggiunge Liam
"Sai cos'è che rovina davvero? L'amore. Ecco, quello si che ti frega. Guarda come mi ha ridotto quella troia"
"No Justin, guarda come TI SEI ridotto" dice Jade sottolineando la parte centrale della frase.
"Ti sei ridotto così perché non sei ancora abbastanza maturo da poter affrontare i problemi Justin. Questo ci domostri facendo così" aggiunge Liam
"L'alcool mi fa stare bene"
"Solo quando sei sbronzo. E dopo? Dopo com'è che stai?"
"Una merda" dico a bassa voce, fissando il pavimento
"Appunto"
"Ma se bevo di nuovo torno a stare bene"
"E poi si ripresenta di nuovo la depressione. Allora si beve di nuovo. Justin devi finirla. Stai entrando in un circolo vizioso da cui diventa sempre più difficile uscire man mano che passa il tenpo. E te lo dice una che ne sa di ste cose"
Clarissa mi aveva detto che Jade aveva passato un bruttissimo periodo in cui beveva molto a causa del suo ragazzo che abusava di lei.
"Sai cosa si prova a far parte di questo giro" dico di botto
"Appunto per questo ti dico di uscirne prima che sia troppo tardi. Io ti posso aiutare. Ti posso portare da un gruppo di alcoolisti anonimi che aiuta moltissimo"
"Non andrò in un fottuto gruppo di alcoolisti anonimi. Non sono così messo male. Non andrò in mezzo a quegli ubriaconi"
"Ricordati Justin, che se continui così, finirai per diventare un ubriacone pure tu" ha preso tutte le bottiglie ed è uscita fuori a buttarle.
"Davvero amico, se hai bisogno io ci sono. So quanto ci tieni a clarissa, e posso solo immaginare cosa stai passando. Ma questo non sarà ne il primo, ne l'ultimo ostacolo che incontrerai. Devi decidere te se vale la pena abbandonare la corsa, o continuarla" mi sorride e va al piano di sopra.
La parole di Liam rimbombano nella mia mente: vale davvero la pena abbandonare la corsa? Ne vale davvero la pena per lei? Per lei che non è nemmeno venuta in ospedale a vedere come stavo dopo l'incendente che avevo avuto? Ne vale davvero la pena?

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Pov. Clarissa
Mia madre ormai è qui da due giorni, e le cose vanno decisamente meglio: i bambini sono più traquilli, io sono più tranquilla e l'aria in casa è più 'serena'.
Avendo qualcun'altro in casa, la mancanza di Justin si sente meno.
A proposito: con Justin va sempre peggio. Nel senso che, da quello che mi racconta Jade, ormai è diventato un alcoolista e non fa altro che bere. Io non so che fare.
A questo punto un mio intevento peggiorerebbe solo le cose. Non ha senso che io intervenga ora, a scopo poi? Un mio intervento cambierebbe le cose? Non credo.
Mentre mi metto la maglia scendo le scale, prendo il borsa e m'incammino per andare in palestra, ma appena apro la porta mi ritrovo davanti un'uomo:
"Buongiorno signorina. Lei è Clarissa Bieber?"
"Ehm, si perché?"
"Sono William Rouge, faccio parte dei servizi sociali"
"Se-servizi sociali?"
"Sì signorina. Posso entrare?"
"Che cosa vuole?" mi metto davanti alla porta bloccandolo.
"Ehm, amore lascialo entrare, non fare casini" interviene mia madre spostandomi
"Prego entri. Posso offrirgli qualcosa?" dice mia madre cercando di allentare la tensione
"No grazie. Allora mi trovo qui, perché ci è stato segnalato il suo caso da altre autorità. Osservando la vostra situazione, sua e del signor Bieber, possiamo vedere che, attualmente, il signor Bieber è un acoolista, e le sta crescendo i suoi bambini da sola e senza un lavoro"
"Non vedo dove stia il problema. Non li manca niente"
"Non lo metto in dubbio signorina. Ma non possiamo tollerare questa situazione"
"In che senso?"
"Dovremo toglierle la custodia dei bambini"
"Co-cosa? Non se ne parla! Voi non mi porterete via i bambini! È fuori discussione!"
"Signorina, purtroppo questo ci impone la legge. Noi abbiamo degli standard. E questi non sono gli standard in cui dei neonati dovrebbero vivere"
"La prego mi dia tempo. Troverò un lavoro che possa mantenerci tutti quanti. La prego mia dia almeno un mese" dico mentre le lacrime cadono sulla moquette del salotto
"Signorina, il tempo massimo che posso darle è una settimana"
"Va-va bene! La prego mia dia una settimana e troverò un lavoro glielo prometto, ma non mi tolga i bambini!"
"Vedremo fra una settimana. Ora scusate ma devo proprio andare, arrivederci"
"A-Arrivederci" Chiudo la porta, appoggio la mia schiena su essa e mia lascio cadere, con la tesa fra le mani ormai bagnate dalle mia lacrime.
Mia madre, si siede affianco a me accarenzzandomi la testa.
Nella casa i miei singhiozzi rimbombano, non si fermano, ma continuano, sempre più insistenti e dolorosi.

Pov. Justin
Le parole di Liam non sono servite a molto. Ormai sono in gioco, come posso fermarmi? Jade ci è riuscita, io no. È davvero l'unica cosa che mi fa star bene, l'unica che mi fa dimenticare tutto. Dimenticare Clarissa, Dwight, Yasser, Selena tutto quello che è successo.
Ma Jade e Liam hanno messo le cose in chiaro:
"Justin o finisci di bere, o dovrai andartene da casa nostra"
"Come potete farmi questo?" li guardo con sguardo fiammante
"Lo facciamo per te, speriamo che questa condizione ti faccia riflettere"
"Non cambierete la situazione: d'altronde, si può fermare un treno in corsa?"
"Ma ne vale veramente la pena rischiare tutto per Clarissa?"
I miei occhi erano fissi sul pavimento
"Pensaci bene, Jus" dice Jade toccandomi la spalla
La domanda è sempre questa: Ne vale davvero la pena?
È una settimana ormai che non ci sentiamo più, a lei non importa di me. Me l'ha fatto capire, e forse Jade ha ragione: non ne vale la pena.
Ma il mio cuore è a pezzi, so che non potrò mai amare nessun'altro come ho amoto lei. Con lei è stato tutto diverso ma è stato bello finchè è durato, ora devo voltare pagina e andare avanti.
Anche senza di lei.



*È dopo due mesi e anche più, sono tornata!
Allora come state? Scusatemi la lunga assenza, ma ho avuto dei problemi con la scuola, ho dovuto studiare come una matta per recuperare :(
Qui c'è il decimo capitolo della storia!! Aspetto con ansia vostre notizie sul capitolo :3
Ah e per farmi perdonare, pubblicherò anche senza le due recensioni ;)
Ciao belle, un bacione *

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Pov. Justin
Devo andare avanti.
Ogni giorno mi ripeto queste parole, ma non è facile.
Mi mancano. Clarissa, i bambini, la nostra vita insieme.
Mi manca tutto. Quando ci penso mi viene instintivamente, d'alzarmi e prendermi una birra.
Da quella ne seguono altre, e ogni girono sono nella stessa situazione.
Alla tv non si fa altro che parlare di me: sto perdendo le mie fan per come mi sto riducendo.
E tutto per colpa sua. La odio, la odio con tutte me stesso. Ma la amo, farei quasiasi cosa per lei. Ma è evidente che per lei non è così.
La testa straborda di pensieri, tutti riferiti a lei, mentre nella mano stringo l'ennesima bottiglia.
Non riesco a fermarmi. Lei è lì, fissa nella mia mente, e alcool me la fa dimenticare anche solo per quelle poche ore, ma per quel poco tempo lei sparisce dalla mia testa.
Guardo l'ora: 12.35. Non mangio, mi limito a sdraiarmi sul divano, chiudere gli occhi e dormire.

                    ------

L'ho sognata. Era bellissima, come sempre. Era sdraiata sul letto, mi stava aspettando. Mi sono avvicinato e ho cominciato a baciarla. L'ho guardata nuovamente: non era più lei, ora era Selena.
Mi sveglio di soprassalto. Guardo l'ora: 17.25.
Mi alzo bracollante alla ricerca dell'ennesimo 'Moment'. Il mal di testa è davvero forte sta volta, sento come se la testa stesse per esplodere. Prendo l'aspirina e vado a farmi una doccia.
Uscito dalla doccia il mal di testa è passato, scendo in salotto e dicido di pulirlo un po'.
Non faccio altro che stare seduto sul divano a fare un cazzo, almeno pulire dove sto io posso farlo.
Vado a prendere la scopa nel ripostiglio ma suonano alla porta.
Vado ad aprire: rimango con gli occhi sgranati.

Pov. Clarissa
Arrivo, scendo dalla macchina e suono al campanello.
Ad aprirmi Justin, con gli occhi sgranati.
È ancora più bello di quanto mi ricordassi.
"Ciao Justin.." dico guardando il pavimento
"Cia-ciao Clarissa" dice ancora incredulo
"Po-posso entrare?"
"Sì.. vieni.."
"Sono venuta qui per parlarti di una cosa molto importante"
"Cioè?" chiede stupito
"Ieri, un'assistente sociale, è venuto a casa mia"
"Un'assistente sociale? Che cazzo voleva un'assistente sociale da te?"
"Ha detto che se non trovo un lavoro entro una settimana, mi toglieranno i bambini"
"Come?! Perché?"
"Perché? Perché io sono single, senza lavoro con due bambini da crescere e tu sei un alcoolista"
"No, no, non può essere non posso portare via i bambini!"
"Ho bisogno che tu mi aiuti a trovare un lavoro, ho tempo fino a venerdì prossimo"
"Farò il possibile te lo prometto"
"Grazie Justin.. Ora vado.."
"Quando potrò vedere i bambini?"
"Quando sarai abbastanza maturo da smettere di bere"
Con lo sguardo mi ha fulminata, ma non ci ho dato troppo peso, mi sono girata e me ne sono andata.
Sentivo gli occhi di Justin addosso, finchè non sono salita in macchina.
Non avrei mai voluto dirgli quello, ma magari lo aiuterà a crescere, e a superare il problema dell'alcoolismo, che non è da sottovalutare.
Appena sono uscita da quella casa, ho sentito il cuore a pezzi: non so quando di nuovo rivedrò Justin, e lui mi manca da morire. I mesi passati con lui sono stati i migliori, nessuno me li farà dimenticare, nessuno mi farà dimenticare lui.
Ma forse non era quello giusto? Forse era troppo presto per sposarsi?
Queste sono le domande che mi perseguitano da quando ci siamo lasciati, domande a cui non so rispondere.
L'unica cosa che so è che lo amo ancora. Ma quello che ha fatto mi blocca, non riesco ad andare da lui e dirgli 'Ehy torniamo insieme?'.
No, non ci riesco, la ferita è ancora fresca, non si è ancora rimarginata.
Non so quando si rimarginerà ma soprattutto se, si rimaginerà.

*Eccomi qui, di nuovo, con l'undicesimo capitolo!
Ho ricevuto poche visite nel capitolo precedente, e lo capisco. Penso siano dovute al fatto che sono sparita per due mesi (e spero sia solo per quello).
Chi ha voglia può passare a lasciare una recensione per dirmi cosa pensa della storia? Sinceramente a me non piace, confrontandolo con la nuova ff che sto scrivendo fa proprio cagare e.e
Aspetto giudizi da voi, per me sono molto importanti per migliorarmi e scrivere ff sempre migliori!
Ah poi, l'altra volta mi sono dimenticata di ringraziare "
michela000" per aver recinsito il nono capitolo. Grazie mille! <3
Un bacione a tutte*

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Pov. Justin
L'assistente sociale proprio non ci voleva. La situazione è già complicata così, ci mancava solo l'assistente sociale.
Sono sdraiato sul letto, guardo l'ora: 2.45.
Non riesco a dormire. Mi torna in mente l'incontro con Clarissa, le sue parole.
Anche solo l'idea che possano portarci via i bambini mi fa rabbrividire.
Ma se un'assistente sociale è andato a casa di Clarissa, ci è andato perché qualcuno l'ha chiamato.
Ma chi? Chi può essere stato così senza cuore da chiamarlo?
Jade e Liam: escluso, ne avrebbero parlato con me prima e sicuramente non sarebbero arrivati fino a questo punto.
Niall: escluso. Va dietro alla mia ragazza (anzi ex-ragazza), ma lo conosco è un ragazzo d'oro, non l'avrebbe mai fatto.
Louis, Harry, Zayn: escluso. Che cosa ci avrebbero guadagnato a farlo. No, è fuori discussione.
Allora chi potrebbe essere stato? Selena? Kevin? Chi?
Chi è il figlio di puttana che ha chiamato un'assistente sociale?
Questo pensiero mi tormenta, voglio sapere chi è stato, voglio sapere chi è, per fagliela pagare.
Ma davvero non riesco a trovare una persona che abbia potuto farci questo.
Devo scaricare questa rabbia che ho dentro. Mi alzo, mi vesto ed esco.
Mi metto le cuffiette e vado a farmi una passeggiata, nonostante l'ora. Questo è l'unico momento in cui posso permettermi una cosa del genere: è buio, la gente è a casa; Posso starmene tranquillo, mi perdo nei miei pensieri, mentre sul telefono schiaccio 'play'.

Pov. Clarissa
Sono tonata a casa, ho messo su il latte e, uno alla volta, ho allattato i bambini.
Voglio passare più tempo possibile con loro, nel caso dov'essere portarmeli via.
Mentre li allatto, mi torna in mente l'incontro con Justin.
Non me lo ricordavo così bello. Mi manca davvero tanto, e sono sicura che manca anche ai piccoli.
È davvero tanto tempo che non lo vedono.. Penso che abbia il diritto di verderli. Non posso privarli di vedere il padre solo perché abbiamo litigato; Non è un motivo valido.
Justin ha il diritto di vederli, questa settimana più che mai, dato che rischiamo di perderli.
Ho deciso, domani porterò a Justin i bambini, così potrà passare del tempo con loro e io potrò dedicarmi a cercare lavoro.
Entrambi hanno fatto il ruttino, li metto nella culla e li dondolo un po', mentre li canto una ninna nanna, in modo che s'addormentino.
Sono bellissimi, uguali al padre. Già me l'immagino, fra tre anni, con i capellini uguali al padre, scarpe da ginnastica e felponi.
Così me li sono sempre immaginati i miei figli, così se l'era immaginati Justin, la sera in cui gli ho detto che ero incita.
So che Justin li avrebbe viziati tantissimo, già solo per il fatto che quando sono nati gli ha comprato una culla meravigliosa che mi ha fatto trovare in camera da letto quando siamo tornati dall'ospedale.
Saremmo stati una famiglia meravigliosa tutti insieme ma, purtroppo non può accadere.
Scrollo la testa, come per liberarmi di quei pensieri e noto che i bambini si sono addormentati.
Vado in salotto, accendo in computer e inizio a scrivere un curriculum.
Cazzo, non m'immaginavo fosse così difficile scrivere un curriculum. Mi alzo e vado a farmi una bella tazza di caffè. Mentre aspetto, mi torna in mente Felicita.
Non so perché, mi torna in mente lei. Penso che ormai è quasi un anno che è dentro e non sono mai andata a trovarla.
È vero, mi ha fatto passare un periodo di merda, ma l'ha fatto perché io, beh.. le piacevo.
Forse sarei dovuta andarla a trovare.
Prendo il caffè, torno al computer, apro internet: 'Orario di incontro carcere di Jacksonville'
Guardo gli orari: domani è lunedì, l'orario è dalle 9.30 alle 11.30.
Perfetto, porto i bambini da Justin verso le nove, così per le 9.30-9.40 sono al cercere.
Non so, ma un qualcosa dentro di me dice che devo andarla a trovare, che mi potrebbe aiutare.
Chiudo internet, e continuo a lavorare.

Dopo circa un'oretta, salvo il documento e spengo il computer.
Saluto mia madre e vado a dormire. Prima di addormentarmi penso all'incontro di domani: sarà al cosa giusta? Sarà arrabbiata? Le piacerò ancora? Mi attaccherà? Beh lo scoprirò domani.


*Ciiaoo bellezzee <3
Come state? Qui c'è il dodicesimo capitolo (:
L'ho riletto proprio ora prima di pubblicarlo, e sinceramente non mi piace.
Provo un certo disgusto per questa storia, ditemi voi che ne pensate ahah
Ringrazio "
michela000" per aver recensito <3
Vi chiedo ancora un piccolo favore: se avete voglia, passate nella mia pagina facebook?
https://www.facebook.com/pages/Ive-had-my-heart-broken-by-a-boy-I-never-even-dated/686801244709032?ref=hl
L'ho aperta da poco e sto cercando di farla crescere. Grazie mille a chi lo farà <3
Un bacione*

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Pov. Clarissa
Sono agitatissima. Non so se sono più agitata per il fatto che incontrerò Justin a breve o perché sto per incontare Felicita dopo quasi un anno.
Chiamo Justin: prima chiamata, a vuoto. Provo a richiamare:
"Pronto?" mi risponde con voce sorpresa
"Ciao Justin, cono Clarissa. Scusa il distrubo, ma ieri sero ho pensato che tu hai il diritto, questa settimana più che mai, di vedere i bambini... Se non ti dispiace te li porto, adesso.."
"Certo! Certo va benissimo! Okay, okay t'ha aspetto allora"
Riesco a riconoscere nella sua voce una felicità immensa
"Va bene, allora li carico in macchina e arrivo"
"Va bene, ciao!"
"Ciao" chiudo il telefono. Era da tanto che non sentivo la sua voce così felice. Da quando ci siamo lasciati, quelle poche volte che ci siamo incontrati e quelle poche parole che ci siamo detti, sono state fredde e dure.
Sentirlo di nuovo felice mi ha sciolto il cuore. Mi libero nuovamente di questi pensieri e aiutata da mia madre carico i bambini in macchina:
"Ma' dopo essere andata da Justin faccio una commissione e poi torno, okay?"
"Che commissione?"
"Ehm, una cosa, una cosa per Jade". Mento.
"Sicura?" dice mia madre guardandomi storta
"Si.. Non so quando torno. Ciao" la saluto, salgo in macchina, chiudo la portiera e parto, prima che potesse imperdimerlo.
Più mi avvicino a casa di Justin, più il cuore batte all'impazzata. Possibile che dopo tutto quello che è successo, tutto il tempo passato, lo ami ancora? La risposta? Beh, sì.
L'unica domanda a cui so rispondere. Lo amo ancora, nonostante tutto quello che sia successo. Anzi forse lo amo più di prima, perché in fondo i problemi aiutano anche a legare maggiormente.
Allora perché non torni con lui, Clarissa? Non lo so. Il mio cuore mi dice di andare da lui, la testa mi dice di stargli lontanto, che porta solo guai. Cerco disperatamente di dare retta alla mia testa, ma il mio cuore impazzisce quando vedo anche solo una sua foto. Mi tornano in mente i bei momenti passati insieme, e quanto lui mi abbia aiutato.
Ma torna in mente anche il fatto che lui sia andato a letto con Selena. Quello non glielo leva nessuno. Diceva di amare me, ma poi è andato a letto con lei. Cosa dovrei pensare?
I miei pensieri sono interrotti dalla vista della casa di Justin. Parcheggio, suono il campanello in modo che Justin possa aiutarmi a portare dentro i bambini.
"Ciao" saluto imbarazzata
"Ehm, ciao" dice passandosi la mano dietro alla testa
"Mi-mi aiuti a portare i bambini dentro?"
"Certo!" lo vedo correre verso la macchina, aprire la portiera e prendere in braccio Yasser.
Lo abbraccia e lo bacia come se fosse la prima volta che lo vede, poi lo passa a me, e prende in braccio Dwight e fa la stessa cosa.
Entriamo in casa, io con Yasser e Justin con Dwight, e ci sediamo sul divano.
"Potremmo essere una famiglia meravigliosa" dice Justin, giocando con la manina di Dwight.
"Già, potremmo". Vedo che si alza e lo mette nella culla, poi mi fa cenno di passargli Yass, e mette anche lui nella culla.
Si siede affianco a me, e mi prende la mano "Potremmo essere una famiglia meravigliosa, se solo tu mi perdonassi.."
"Non posso Justin quello che hai fatto è troppo grave, io davvero non ci riesco.."
"Ti chiedo mille e mille volte scusa, non avrei dovuto farlo ma ero ubriaco e.."
"Non m'importa, quel che è fatto, è fatto. Ora devo andare Justin, scusa" mi alzo dal divano.
"No aspetta!" Justin mi tira da una mano, e mi ritrovo a pochi centrimetri da lui. Cerca di baciarmi.
"Justin, non posso.." lo allontano, apro la porta e mi dirigo verso al macchina.
"Ti amo" sono le ultime parole che sento. Chiudo la portiera e parto.
Direzione: Carcere di Jacksonville.

Pov. Justin
"Ti amo" le dico sulla porta, ma lei nemmeno si gira, sale in macchina e se ne va.
Birra, penso immediatamente. Ma poi rifletto: ci sono i bambini a casa, non posso permettermi di bere. Devo godermi questa giornata con loro, perché non so quando li rivedrò di nuovo.
Sono nella culla che giocano con la giostrina appesa ad essa. Sono bellissimi, ridono e alzano quelle loro minuscole manine per toccare i giochi della giostra.
Guardo Dwight: ha i suoi stessi occhi. Yass, invece, ha i suoi stessi lineamenti.
Apro il passeggino, e decido di portarli a fare un passeggiata. Metto gli occhiali da sole, cappuccio tirato su, auricalori e schiaccio play. Decido di fare solo un giro del quartiere.
Dopo neanche cinque minuti mi ritrovo davanti un volto conosciuto: Kevin.
Lo squadro dall'alto al basso; Mi saluta; Ricambio il saluto.
"Ehy Justin!"
"Ciao Kevin"
"Che belli che sono diventati i tuoi figli!"
"Perché tu li ha già visti?"
"Sì! Avevo incontrato Clarissa al parco con i bambini, allora l'ho invitata a prendere un caffè con me"
"Ti ho detto che a lei non ti devi avvicinare"ringhio a denti stretti
"Ehy, ehy calmo! Non l'ho toccata, sono fidanzato e ho una figlia ora!" dice indicandomi il passeggino.
"Oh, Kevin scusa, non me n'ero accorto... Scusami.."
"Tranquillo, so che non siamo partiti col piede giusto, ma c'è sempre tempo per rimediare" dice facendo l'occhiolino. Gli sorrido.
"Dai perché non andiamo a prenderci qualcosa e parliamo? Da buoni amici?" - propongo - "E offro io per scusarmi di averti attaccato poco fa"
"Certo va bene! Ma no tranquillo non ce n'è bisogno. È logico che tu ti comporti in questa maniera con me, dato il nostro passato.."
"Dai zitto e andiamo!" gli sorrido.
Ci incamminiamo verso il bar.
Parliamo e ridiamo, finchè non guardo l'ora: "Scusami Kevin, devo proprio andare, i piccoli hanno fame" ridiamo.
"Tranquillo, ti capisco, anche la mia inizia a fare i capricci. Ci sentiamo quando vuoi comunque"
"Volentieri. Ciao ciao" ci salutiamo.
Torno a casa, e durante il tragitto i bambini inizano a piangere allora decido di accellerare il passo. Arrivato a casa preparo il latte, e gli do il biberon. Poi uno alla volta gli faccio fare il ruttino e li metto nella culla.
Li cullo, per farli addormentare. Farei queste cose ogni santo giorno potessi. Li darei da mangiare, li porterei fuori ogni giorno. Ma non posso, non posso perché ho fatto il coglione. Poi penso al fatto che venerdì potrebbero portarceli via. Clarissa ha ancora quatrro giorni per trovare lavoro, altrimenti porteranno via i bambini.
All'idea dell'assistente sociale che ci porta via i bambini, mi siedo sul divano, appoggio la testa fra le mani, e comincio a piangere. Sono impotente davanti a questa situazione che non fa altro che peggiorare. Non so davvero più che fare.

* Ciao cucciole :3
Eccomi con un'altro capitolo! <3
Ovviamente anche questo non mi piace e.e
Ringrazio "michela000" per le rencensioni che lascia ad ogni capitlo. Grazie mille, davvero. Sono molto importanti per me.
Vi chiedo ancora una volta di passare, se avete voglia nella mia pagina facebook:
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Ho davvero bisogno del vostro aiuto per farla crescere. Un enorme grazie a lo farà!
Un bacione! *

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Pov. Clarissa
Picchietto nervosamente le dita sul volante. Accendo la radio per coprire il rumore provocato dal picchiettio delle mie dita, che mi sta facendo innervosire, ma non riesco a smettere. 'Story of my life'.
Mh, bene. Non vedo Niall dal giorno del mio matrimonio, e non ho intenzione di vederlo. Da quando l'ho conosciuto mi ha portato solo guai. Cambio stazione radio; 'Roar'; Mh, va già meglio.
Continuo a picchiettare le dita sul volante, stavolta a ritmo di musica, e canto.
Eccomi arrivata al carcere: parcheggio la macchina ed entro.
"Buongiorno, sono venuta per incontrare la signorina Witrongs"
"Certo venga, compili questi moduli"
"Va bene" sorrido all'agente che mi porge i documenti.
Nome. Cognome. Legame con il detenuto. Firma.
Compilati i documenti mi porta nella saletta degli incontri, e dopo circa due interminabili minuti di attesa, la vedo entrare
"Ma guarda chi si vede"
"Ciao Felicita"
"Cosa vuoi?"
"Mi sono resa conto che in questo anno che sei stata dentro, non sono mai venuta a trovarti.."
"Mica vorrai accusarmi di averti mandato l'assistente sociale a casa?"
"No, perché.. Come fai a sapere dell'asistente?"
"Ops" mi guarda con uno sguardo malizioso
"L'hai chiamato tu?" grido al telefono
"Come posso chiamare un'assistente sociale io? Sono in carcere" dice con voce da finta innocente
"Non l'avrai chiamato, ma centri sicuramente qualcosa" grido di nuovo
"Forse sì, forse no". Di nuovo la voce da finta innocente
"Perché l'hai fatto? Perché vuoi rovinarmi la vita?" dico con le lacrime agli occhi
"È per colpa tua e del tuo ragazzo se sono finita qua. Volevo farvela pagare" mi fa l'occhiolino
"Se-sei un mostro! Dovresti vergognarti, hai rovinato la mia famiglia, venerdì porteranno via i miei bambini!"
"Li porteranno in posto migliore. Tanto ci vuole poco per trovare un posto migliore di casa tua: tu sei senza lavoro e Justin e un alcolista, non ci vorrà molto"
"Ti sei informata bene vedo eh"
"Ho i miei informatori" sorride
"Fatti schifo Felicita, solo questo" mi alzo e me ne vado, con le lacrime agli occhi.
Entro in macchina e comincio a piangere. Sapevo che questo incontro mi avrebbe aiutato, e infatti. Felicita aveva chiamato l'assistente sociale, tramite un suo 'aiutante'.
Non posso credere che sia arrivata a tanto. Mi aveva già fatto soffrire una volta, e ci è riuscita di nuovo.
Sa quali sono i miei punti deboli, e li sfrutta. La odio, la odio con tutta me stessa. Per colpa sua porteranno via i miei bambini, per colpa sua non li rivedrò più.
Penso ai quattro giorni rimanenti per cercare lavoro. Accendo la macchina e vado a casa: troverò una lavoro, ce la devo fare. Ce la devo fare per i miei bambini.

Pov. Justin
Mi alzo dal divano e vado a lavarmi la faccia. Cerco di levarmi quei pensieri della testa, mentre cullo i bambini. Si sono già addormentati, ma continuo a cullarli: amo farlo, e amo guardarli mentre dormono. Ne approffito perché non so più quando li rivedrò.
Sento il telefono squillare. Rispondo
"Pronto?"
"Ehy Justin, sono Clarissa. Ho delle novità sul caso dell'assistente sociale"
"Cioè?" chiedo nervoso
"È stata Felicita a chiamarlo, tramite un suo 'aiutante' "
"Cosa? E tu come lo sai?" grido al telefono
"Ehm, sono andata a trovarla in carcere prima.."
"Sei andata in carcere? Non devi andare in quei posti da sola. Non voglio che vada in quei posti da sola"
"Justin, non sei mio padre che mi dice dove posso o non posso andare, primo. Secondo non si stava parlando di questo"
"Non andarci più senza di me, chiaro?"
"Io vado dove cazzo mi pare, anche senza di te Justin. Non stiamo pià insieme, lo vuoi capire?"
"Hai ragione, scusami. Penserò cosa fare ora"
"Non si può fare nulla. Non può essere condannata per aver chiamato un'assistente sociale"
"Beh questo è vero, ma gliela farò paghare, promesso"
"Justin non fare cazzate, ti prego.."
"Non stiamo più insieme, ricordi?"
"Justin.."
"Devo andare"
"Just.."
Chiudo la chiamata, e tiro un pugno contro al muro. Ogni volta che parliamo finiamo per litigare. Fanculo perché?
Perché le ho risposto così? Perché le ho detto quelle cose? Voglio tornare con lei, voglio stare con lei cazzo!
Ma questa idea, si fa più lontana ogni giorno che passa.


*Buonaseraa tesori belli <3
Come state? Vi state godendo l'estate? :3
Posto ora il quattordicesimo capitolo! Se avete voglia lascia un commentino <3
Vi lascio come al solito il link della mia pagina facebook:
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Bacioni <3 *

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


Pov. Clarissa
Mi vesto. Gonna nera fino al ginoccio, camicetta bianca dentro la gonna, scarpe col tacco e giacca. Prendo il corriculum che avevo stampato e salgo in macchina.
Sono riuscita ad avere un colloquio di lavoro, con un uffico legale. Picchietto nervosamente le dita sul volante.
La testa è affollata da migliaia di pensieri: mi assumeranno? Piacerò al capo? Mi toglieranno i bambini?
Lo studio non è molto distante da casa mia, circa venti minuti in macchina.
Prima di scendere, controllo il trucco e i capelli. Tutto apposto.
Scendo, chiudo la macchina e m'incammino verso lo studio.
Citofono. Mi aprono il portone. Salgo
"Buongiorno, sono qua per il colloquio"
"Certo si accomodi, l'avvocato Clant la sta aspettando"
"Grazie" sorrido alla segretaria che ricambia. Noto la sua pancia: è incita. Ora capisco perché cercava un'altra segretaria. Se mi va bene, mi assumeranno per sei mesi. Troppo poco.. ma in sei mesi tutto può succedere: potrei tornare a stare con Justin, o trovarmi un ragazzo multi milionario. Chi può dirlo?
Scrollo la testa, mi libero di tutto quei pensieri e busso alla porta dello studio: "Avanti"
Mi si ferma il cuore.

Pov. Justin
Sono piuttosto agitato. Clarissa mi ha portato i bambini, perché lei doveva andare ad un colloquio di lavoro. Spero proprio che l'assumano, siamo a mercoledì ormai, mancano due giorni all'arrivo dell'assistente sociale. Tutto dipende da lei.
L'appuntamento è alle 9.15. Guardo l'ora: 9.35.
Non mi ha ancora chiamato. Cosa faccio chiamo? No forse meglio di no, se non ha ancora chiamato magari è ancora al colloquio.
E se si è dimenticata? Magari è talmente felice che si è dimenticata. O magari, talmente triste.
Nah, impossibile: lei non si scorda mai le cose importanti.
Squilla il telefono. Sussulto.
Lo prendo e guardo il numero: *Selena*
Cosa? Esclamo tra me e me.
"Pronto?" rispondo cauto
"Ehy Justin.." La sua voce è così strana
"Cosa vuoi Selena?"
"Ho davvero bisogno di vederti e chiarire. Ti voglio chiedere scusa per tutto quello che è successo. A te e a Clarissa"
"Non è un buon momento Selena. Siamo davvero nei casini. Clarissa è meglio lasciarla stare"
"Allora possiamo vederci per chiarire io e te?"
"Non mi sembra il caso.."
"Due perole, anche solo sulla porta di casa"
"Va bene, ti aspetto da me allora?"
"Dieci minuti e sono lì"
"Okay, a dopo"
"A dopo, ciao!"
Chiudo il telefono. Avrò fatto la cosa giusta? E se Clarissa ci vedesse di nuovo insieme? E soprattutto, se dovesse capitare di nuovo qualcos'altro tra di noi? Mi concentro, guardo i bambini.
"Tu ami Clarissa. Lì ci sono i vostri figli. E Selena è venuta solo per parlare. Solo per parlare" mi ripeto, cercando di autoconvincermi.
Suonano al campanello. Mi si ferma il cuore.

*Ciao ragazze!
Cominciamo con i capitoli che fanno cage' -.-"
Scusatemi ultimamente non ho proprio ispirazione D:
La mia 'vena artistica' (?) sta andando a farsi fringgere :c
Scusatemi ancora, Spero in un prossimo capitolo migliore.
Un kissone enorme *

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


Pov. Clarissa
Busso alla porta dello studio: "Avanti"
Mi si ferma il cuore.
Apro la massiccia porta di legno intagliato dello studio e rimango sbaloridita: un'enorme studio si proietta davanti a me. La scrivania, posta al centro della stanza, regna sull'intero studio. Un'enorme scrivania di ebano scuro, su cui sopra sono poggiate cartelle starbordanti di fogli. Nella parte sinistra della stanza, un biliardo con un mini frigo. L'intera parete destra dell'ufficio è ricoperta da una ricchissima libreria.
Dopo aver esaminato con gli occhi l'intera stanza, i miei occhi finiscono sull'enorme scrivania. Dietro di essa, una figura giovanile mi sorride.
"Buongiorno. Sono Jason Clant, piacere" mi porge la mano sorridendomi
"Buo-buongiorno. Sono qui per il colloquio di lavoro"
"Bene, una bella e giovane ragazza proprio quello che sto cercando"
Lo guardo storto "Ovviamente prima guardiamo le sue compentenze e il suo curriculum" aggiunge facendomi l'occhiolino
"Ah-ah okay" mi scappa una risata. Come prima impressione non male; È simpatico e pure carino.
"Ecco a lei il curricolum" glielo porgo con le mani tremanti.
"Mh bene" - "Okay, mhmh" - "Ah interessante" le sue parole non fanno che innervosirmi.
"Come curricolum non è male, ma vedo che manca il campo inerente all'università"
"Ecco sì, manca perché non sono riuscita ad iscrivermi all'università per motivi personali.."
"Ah capisco.." la sua faccia si rabbuia.
"Se non le dispiace vorrei farle qualche domanda in generale"
"Certo, va bene"
                    -----
Gli ultimi dieci minuti del colloquio li ho passati a rispondere a delle domande sul diritto o ipotetici casi che potrebbero passare per lo studio. Bene, l'ansia sale a mille. Sento il cuore in gola: tutto dipende dalla decisione di Jason, tutta la mia vita e quella dei miei figli dipende da lui.
"La prego di accomodarsi fuori dal mio ufficio, nella sala d'aspetto. Appena avrò deciso la manderò a chiamare"
"Va bene". Mi alzo dalla sedia, apro la massiccia porta, anche questa di ebano scuro, e mi dirigo verso la sala d'aspetto.
Guardo l'ora: 9.35. Cazzo, sono stati i venti minuti più lunghi della mia vita. Giocherello con la collana che ho appesa al collo, nell'attesa di una risposta.

Pov. Justin
Suonano al campanello. Mi si ferma il cuore.
Selena è arrivata. Ho paura di incontrarla. Ho paura di riccommettere lo stesso errore, di perdere ulteriormente Clarissa. Mi concentro su di lei, faccio un respiro pronfondo e m'incammino verso al porta.
La apro: "Ciao Justin" lo sguardo di Selena è rivolto verso il pavimento
"Ciao Selena"
"Non voglio rubarti troppo tempo. Voglio solo chiederti scusa per quello che è successo. Scusami se mi sono comportata da stronza. Scusami. Era fatta, non capivo cosa stessi facendo, ero.. ero.. non lo so nemmeno io. Ma l'ho fatto per un motivo. Sono ancora interessata a te, ma non lo stesso per te, questo è evidente. Tu ami Clarissa, e lei è la ragazza più fortunata di questo mondo perché ha te. So che quando ti affezioni, dai l'anima. E con lei stai dando tutto te stesso"
"Le tue scuse non serviranno a niente. Io sono disposto a perdonarti perché entrambi non sapevamo quello che stavamo facendo. Ma le tue scuse non la faranno tornare indietro"
"Lo so, ma se vuoi ci posso parlare"
"No. Ora come ora no. È un brutto momento. Sto passando dei problemi con l'alcool, lei è senza lavoro e rischiamo di perdere i bambini"
"Oh, non lo sapevo Justin. Mi-mi dispiace.."
"Pensa a me.."
"Se hai bisogno, di qualsiasi cosa io ci sono.."
"Non mi sembra il caso Selena. Ti ringrazio per essere venuta a scusarti. Ma tra di noi finisce tutto con questa discussione. Mi dispiace"
"Va bene, hai pienamente ragione a voler chiudere con me. Ciao Justin, spero che Clarissa possa perdonarti: non posso vivere con questo peso sulla coscienza"
"Lo spero anche io. Grazie Selena"
"Figurati. Ehm, allora ciao.."
"Ciao.." chiudo la porta e mi precipito al cellulare per vedere se Clarissa aveva chiamato: nulla.
Guardo l'ora: 9.45. Bah strano.. Chiamerà. Al massimo se entro le 10 non mi chiama, la chiamerò io. Non posso resistere, devo sapere com'è andato il suo colloquio.
Ripenso all'incontro con Selena: sembrava davvero pentita e sono sicuro al 99 % che lo era davvero. Mi dispiace dover chiudere con lei perché comunque è stata una persona importante per me, ma finchè le cose non Clarissa non si sistemano, meglio così.
L'unica cosa che aspetto ora è la chiamata di Clarissa. Mi siedo sul divano, tenendo in braccio Yasser che ha cominciato a piangere; Affianco a me, il cellulare, con la suoneria al massimo, messo là, in attesa di una sua chiamata.

*Ciao cucciole
Come state? Ecco con un altro capitolo della storia. Siamo al tredicesimo capitolo su 39.
Come vi sembra fino ad adasso? Vi piace?
Sinceramente ho molti dubbi su questa storia, e ora come ora, non vedo l'ora di pubblicare la prossima storia che mi piace molto di più.
Sto già pensando asd una trama per un'altra storia e spero di riuscire a comincare presto a scriverla.
Detto questo, vi lascio l'url della mia pagina facebook e se avete voglia passate <3  
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Baci*

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


Pov. Clarissa
Guardo ripetutamente l'orologio: 9.36; 9.38; 9.41;
Cazzo ma quanto ci mette a decidere? Sto uscendo di testa!
Sento dei passi avvicinarsi alla sala d'aspetto. Ad ogni passo il mio cuore aumenta di velocità.
"Prego signorina, il signor Clant la sta aspettando" dice la segretaria aprendomi la porta.
Mi alzo di scatto dalla sedia. La segretaria mi guarda storto, allora cerco di riprendere un'atteggiamento più formale e con camminata elegante mi dirigo verso lo studio dell'avvocato.
Stavolta la porta era aperta. Busso lo stesso, per rispetto. 
"Prego s'accomodi" non alza lo sguardo dai fogli che sta osservando
"Allora, ho letto attentamente il suo curricolum, le potenzialità e le capicità ci sono su questo non c'è dubbio"
Ma.. Aspetto che pronunci quel fottuttissimo 'Ma'
"Ma.."
Eccolo, come una pugnalata nel petto.
"Ma ho bisogno di gente laureata nel mio studio. Ho busogno di gente con un certo livello culturale. Mi spiace signorina. Potrà tornare da me quando avrà preso la laurea. Sarò lieto di assumerla come mia segretaria"
"Ma se io cominciassi a lavorare  e nel frattempo studiassi?"
"Mi spiace signorina, non posso accettare una situazone del genere"
"La prego, ne ho bisogno.."
"Torni quando si sarà laureata" mi porge la mano, per farmi capire che la discussione terminava lì. "Arrivederci" aggiunge
"A-arrivederci" prendo velocemente la borsa e scappo da quell'ufficio.
Dedico uno sguardo alla segrataria che mi guarda con aria dispiaciuta e poi torna a fissare il monitor del computer. Scendo le scale di corsa, con la vista offuscata dalle lacrime.
La mia unica possibilità di salvare i miei bambini mi è sfuggita dalle mani per così poco. Ce l'ho con me stessa. Mi odio. È per colpa mia che porteranno via i bambini.
Cerco nervosa le chiavi della macchina, la apro ci salgo dentro e comincio a piangere.
Perché a me? Perché ai miei figli? Perché proprio ora? Perché proprio ora che dovrei essere felice insieme a Justin? 
Perché?


Pov. Justin
Guardo l'ora: 9.40
Cazzo non chiama. Che starà succendendo? Come sarà andata?
Vivo con quest'ansia da quando mi ha portato i bambini e ora sono arrivato al limite.
Yasser si è calmato, lo metto nella culla e mi prendo una birra.
Poi una seconda.
'Ehy ehy Justin fermo che fai? Ci sono i tuoi figli di là in salotto. Cosa vuoi fare? Ubricarti proprio ora? No Justin fermati. Non devi. Non puoi. Non vuoi ' queste sono le parole che mi rimbombano nella testa. Guardo la seconda bottiglia: sono e metà. 
La svuoto nel lavandino e butto la bottiglia. Decido di portare fuori i bambini, anche per occupare i venti minuti che mancano alle dieci.
Occhiali da sole, auricolari, musica e borsa dei bimbi. Lì metto nel pesseggino ed esco di casa.
Lungo il vialetto incontro Jade e Liam.
"Ehy ragazzi!" abbraccio prima lui, poi lei.
"Jus! Vieni qua amico!" Liam mi abbraccia
"Justin!" Mi saluta Jade
"Allora? Di ritorno dal viaggio?"
"Sì siamo di nuovo a Jacksonville. Dai un po' c'è mancata però" mi sorride
Jade e Liam si erano concessi una vacanza, nei giorni che Liam aveva liberi prima di riprendere il tuor con gli One Direction.
Jade giocherella con i bambini mentre io e Liam parliamo:
"Allora 'sto viaggio?"
"Una meraviglia! Due settimane alla Hawaii. Che meraviglia. Il mare, le spiaggie, le tipe poi!"
Jade fulmina Liam con lo sguardo e lui ricambia con una linguaccia.
Li guardo, sorrido e abbasso la testa: ripenso alla nostra prima mattina da sposati, nell'albergo, quando ho cominciato a farle il solletico, e lei rideva. Era bellissima. Scrollo la testa e torno a Liam.
"Immagino amico! Un volta ci andiamo solo io, te e Austin e ci diamo alla pazza gioia" gli faccio l'occhiolino
"Dai figata! Prossimo viaggio: io, te e Austin alle Hawaii. Delirio proprio"
"Scordatelo caro" sorride Jade con aria di sfida
"Sì vedrà piccola" e di nuovo si provocano a vicenda. Prendo il cellulare per distrarmi. 
9.55. Manca poco alle dieci. E lei non ha ancora chiamato.
Sento Liam che mi chiama "Ehy amico ti accompagno a fare un giro se vuoi"
"Ma i bagagli?" 
"Il taxista dietro di te li ha già portati dentro" mi sorride
"Io mi sistemo il mio. Il tuo te lo sistemi tu" aggiunge Jade
"Ti prego amoreee" dice Liam con la faccia da cucciolo che fa impazzire Jade
"Sto cazzooo" e corre dentro casa, per non vedere quell'espressione che tanto le piace.
"Che cogliona" ride Liam guardandola correre in casa."Vabbè andiamo va'" mi sorride.
Camminiamo nel quartiere: un po' parlo io, un po' lui. Mi racconta del viaggio, e io gli racconto del lavoro di Clarissa, di Felicita.
Parliamo; Liam mi ascolta mentre racconto i fatti successi recentemnete ma ad un certo punto sento la tasca vibrare.
Tiro fuori il telefono di scatto e guardo il numero *Clarissa*

*Ciaao ragasuole <3
Eccomi con un altro capitolo! Come vi sembra?  Spero vi piaccia di più di quanto piaccia a me, perché se no sono messa male! 
Colgo l'occasione per ringraziare tutte voi che seguite la mia storia, che fate aumentare le visualizzazioni. Grazie davvero!
Vi lascio ovviamente il link della mia pagina facebook 
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Un bacione*

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


Pov. Clarissa
Continuo a ripetermi le stesse domande nella testa, mentre le lacrime scivolono lungo il mio viso. Le vedo scorrere veloci, nere di mascara e matita e mi macchinano il viso.
Tiro giù il parasole, e mi guardo allo specchio: gli  occhi sono rossi e gonfi, le guancie macchiate di mascara. Prendo le salviette che tengo nel cassetto e a fatica levo il mascara dal viso. Respiro a fatica, ma cerco di contrallare il respiro e calmarmi.
Bevo dell'acqua per calmarmi.
Tornata lucida, prendo il telefono e chiamo Justin.
"Pronto?" risponde lui preoccupato
"Ciao Justin"
"Allora com'è andata?"
"Male, male cazzo. Non mi hanno presa. Non mi hanno presa perché non sono laureata"
"Co-come?" chiede
"Non mi hanno presa.. Tutte le possibilità di salvare i nostri figli mi sono svanite da sotto le mani.. Mi-mi odio. È tutta colpa mia"
"No, Clarissa. Non è colpa tua. È colpa di entrambi. Non dire casì. Dove sei? Ti vengo a prendere"
"Sono all 54° avanue.. Non ce n'è bisogno Jus" gli dico
"Hai appena pianto, non sei in grado di guidare. Dammi 10 minuti e arrivo"
"Ma i bambini?"
"I bambini staranno con Jade e Liam. Sono appena tornati dal loro viaggio"
"Okay.."
"Non ti muovere, sto arrivando"
"Grazie" la mia voce è tremante
"Figurati tes... ehm Clarissa" si corregge
"Ciao" lo saluto prima di attaccare
Chiudo il telefono e ricomincio a piangere buttando la testa fra le mani.
Tutti i miei sogni si sono distrutti, tutto quello che avevo creato si è distrutto in così poco. La mia storia con Justin, la nostra vita insieme ai bambini, non ci sono più. Non c'è più nulla.
Sto male, comincio a piangere e il respiro aumenta sempre di più.
Scendo dalla macchina e comincio a vomitare.
Mi giro, e mi ritrovo Justin con gli occhi lucidi, fissi su di me.

Pov. Justin
Sento la sua voce al telefono: ha appena finito di piangere.
Lo sento: la voce quasi tremante, colma di tristezza che troppe volte ho sentito.
Tutto si è distrutto. E io non posso fare nulla.
Mi limito a dirle 'Non ti muovere, sto arrivando'.
Non voglio che lei guidi in quelle condizioni. Quando l'ho fatto, per poco non mi ammazzavo.
Chiedo a Liam di tenermi i bambini.
"No, ti accompagno con la mia macchina così tu potrai portare a casa Clarissa"
"Non ce n'è bisogno Liam"
"Dai muoviti" mi incita
"Grazie amico"
"Per gli amici si fa tutto ricordatelo!" ci scambiamo due sorrisi.
Torniamo a casa, diamo i bambini a Jade che li accetta volentieri e saliamo in macchina.
Liam preme l'acceleratore per arrivare il prima possibile da Clarissa.
La mia testa è piena di pensieri: come starà Clari? E cosa faremo ora? I bambini? Dove li porteranno? Perché sta succedendo tutto proprio ora? E perché a noi?
Guardo fuori dal finestrino, vedo scorrere la città veloce: persone, case e oggetti sembrano muoversi, aldilà del vetro.
Ci fermiamo ad un semaforo e i miei pensieri sono interrotti dalla vista del cartello '54° avanue'.
Immediatamente scatto, aguzzo la vista e inizio a guardarmi intorno. Poco più in là dal semaforo, vedo il Grand Cherokee nero di Clarissa.
"Liam, Liam di là!" grido a Liam, che appena scatta il verde preme l'acceleratore e corre verso il grande piazzale alla nostra destra.
Scendo dalla macchina. La vedo e girata di spalle.
Mi avvicino a lei: è chinata con le mani appoggiate alle ginocchia. Dalla sa posizione capisco cosa stava facendo.
Si tira sù e si volta. La vedo: i suoi occhi sono rossi e gonfi, io colorito è pallido.
Mi limito ad avvicinarmi a lei e abbracciarla, mentre lei, avvolta nell mie braccia, ricomincia a piangere.

*Eccomi qui di nuovo <3
Ciao ragazze, come state?
Ho una notizia da darvi (spero bella): d'ora in poi, per i prossimi quattro giorni, posterò due capitoli ogni sera, dato che il quattro parto e non potrò postare per una ventina di giorni. Contente? :3
Appena tornerò, e troverò un buco, posterò immediatamente almeno due capitoli <3
Comunque, tornando alla ff, cosa ne dite di questo capitolo? Vi piace? Forse è il più carino che ho scritto fino ad ora, o almeno quello che mi piace di più e.e

Ringrazio 'fancy_carly' per aver recensito la mia storia!
VI lascio con un bacio, ci sentiamo presto! *

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


Pov. Clarissa
Sono avvolta tra le braccia di Justin e ricomincio a piangere. Ho la testa appoggiata sul suo petto e sento il suo respiro farsi sempre più affannato.
Tiro sù la testa, e vedo i suoi occhi pieni di lacrime. Mi calmo all'istante: ho sempre odiato vederlo piangere, non posso sopportarlo.
Justin mi guarda storto "Ho sempre odiato vederti piangere.." aggiungo giustificandomi
Justin mi sorride facendo cadere alcune lacrime sul mio braccio "La speranza è l'ultima a morire"
"Non c'è più tempo Justin. L'unica cosa che possiamo fare ora è passare più tenpo possibile con i nostri figli, prima che ce li portino via"
"Forse è la cosa migliore.."
"No, è semplicemnte l'unica cosa che possiamo fare"
"Mi dispiace che sia andato tutto a puttane"
"Dispiace anche a me.. Ma dopo che avranno preso i bambini, andrò all'università. Prenderò la laurea e andrò a lavorare in quel fottuto studio legale così potrò avere indietro i nostri figli"
"Io, ti aiuterò"
"Non ho bisogno del tuo aiuto.." dico staccandomi dal suo abbraccio
"Eravamo qualcosa di bellissimo.."
"Hai detto bene: eravamo. Dai ora voglio tornare a casa. Andiamo?"
"Certo.."
Saluto Liam che era rimasto ad osservarci fino a quel momento, poi quando ha visto che stavamo salendo in macchina, ha messo in moto ed è partito.
Nella macchina regna il silenzio: siamo entrambi immersi nei nostri pensieri, che molto probabilmente sono gli stessi.
Osservo a città passarmi accanto. Ad un certo punto, un'ondata di profumo invade la macchina: il profumo di Justin.
Si è tolto la felpa, e muovendosi ha diffuso il suo profumo per la macchina.
Il suo profumo. Quanto lo amo.
No aspetta, forse amo lui. Nonostante quello che ha fatto, nonostante il tempo, nonostante tutto, io lo amo ancora.
Ma eccola sempre lì. Quella cosa, sempre lì pronta a bloccarmi. Non so nemmeno io cosa sia. Ma mi blocca, non mi permette di fare quello che vorrei.
Sento gli occhi farsi sempre più pensati, le palpebre cominciano a cedere. Chiudo gli occhi, e mi lascio cullare dalla dolce guida di Justin.

Pov. Justin
Lei ormai con me ha chiuso. Devo farmelo entrare in testa. Ma non ci riesco.
Non riesco ad immaginare una vita senza di lei: senza i suoi sorrisi, la sua risata.
Tutto quello che abbiamo passato, il nostro primo bacio, la nostra prima volta. Ne abbiamo passate troppe. Troppe cose che non posso sparire così, nell'arco di due giorni.
Ma per lei evidentemente sì.
'Justin mettitelo in testa. Lei non ti vuole più' - 'Ma è pur sempre la madre dei miei figli' - 'Tra di voi non ci potrà mai più essere una storia'.
Stringo forte il volante, la vista diventa sfocata. Per fortuna un semaforo rosso mi aiuta: strofino le mani sugli occhi, in modo da asciugare tutte le lacrime. Sbatto le palpebre e la vista torna normale.
Il sole batte forte, ed è piuttosto caldo, mi levo la felpa che avevo addosso e l'appoggio sul sedile posteriore.
Torno con le mani sul volante. Circa due minuti dopo sono fermo ad un'altro semaforo, giro la testa verso di lei enoto che si è addormentata: è bellissima, come sempre. Più la guardo più mi convinco che la amo.
Se solo lei mi perdonasse.. Se solo lei mi facesse rientrare nella sua vita.. Darei tutto quello che ho per tornare con lei. Ma lei non farebbe lo stesso, questo è ovvio.
Sfogo la rabbia che ho dentro dando un colpo al volante. Intravedo Clarissa sussultare, ma poi tornare a dormire.
Siamo arrivati a casa sua. Prendo la borsa e le chiavi e vado ad aprire la porta: da quanto non entravo in quella casa, da quanto tempo non sentivo l'odore delle tende impegnate del suo profumo.
Torno in macchina, la prendo in braccio e la porto in camera. La metto sul letto e prendo una coperta.
"Ti amo, amore mio" le stampo un bacio in fronte e me ne vado.
Prendo gli auricolari e il telefono e schiaccio play : casa di Liam e Jade è a circa cinque o sei isolati da qui, ho tutto il tempo per riflettere sulla situazione e starmene un po' da solo, per capire se davvero ne vale la pena stare male per lei.
Ma per lei, ne varrà sempre la pena. Sempre.

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***


Pov. Clarissa
Mi sveglio sentendo un rumore giù in cucina.
Mi alzo dal letto e do un'occhiata all'orologio: 13.30.
Minchia, ho dormito un bel po'. Mi lavo la faccia e scendo giù in cucina. Arrivata in fondo alle scale faccio mente locale: ehy un momento! I miei figli dove sono? Corro a prendere il telefono ma mia madre interviene:
"I bambini li ha Justin" mi sorride
"Dio, che spavento.."
"Justin mi ha chimata prima e mi raccontato tutto"
"Meglio, così mi rispiarmio racconto"
"Mi dispiace amore.."
"Dispiace anche a me, non so più che fare"
"La speranza è.."
"No mamma taci"
"Okay scusami tesoro.. vuoi mangiare qualcosa?"
"No, non ho fame mamma, grazie"
"Tranquilla. Non vuoi nemmeno una tisana o una camomilla per tranquillizzarti?"
"Va bene una camomilla grazie. Oggi non sono stata particolarmente bene.."
"Okay, dammi cinque minuti e arriva" mi sorride mia madre
"Fai con comodo ma' " dico mentre mi siedo sul divano a guardare la tv.
Sento il profumo di Justin sui miei vestiti. Decido di andrami a cambiare. Prendo una tuta blu e una canottiera bianca.
Torno giù in cucina e mia madre mi porta la camomilla. Mi siedo sul divano e la bevo.
Poi decido di chiamare Jade.
"Ehi Jade!"
"Clari! Come stai?"
"Una merda, te?"
"Tutto bene. Justin mi ha raccontato tutto. Dio non sai quanto mi dispiace.. Vorrei poterti aiutare.."
"Ormai non si può fare più nulla.." dico con le lacrime agli occhi. "Ma cambiamo argomento: sto viaggio?" aggiungo per non scoppiare a piangere al telefono.
"No non posso rimanere con le mani in mano.."
"Tranquilla, ne parliamo dopo. Parlami invece del viaggio con Liam!"
"È stato fantastico!" sussurra
"Posso solo immagine" scoppio a ridere
"Il posto era meraviglioso, il mare pure! Dobbiamo andarci poi una volta!"
"I ragazzi come sono?"
"BEL-LIS-SI-MI!"
"Allora io ci sono!" scoppiamo a ridere entrambe. Ecco perché le voglio tanto bene, perché riesce e farmi ridere sempre. È la migliore
"Ci avete dato dentro?" aggiungo
"Dicevamo?" aggiunge Jade notevolmente imbarazzata.
"Rispondi!" rido
"Daai! Sì comunque sì, quel che basta diciamo"
"Seeee quel che basta! Che isgnifca? Due-tre volte a giornata?"
"Diciamo"
Siamo scoppiate e ridere entrambe.
"Ora vado, scusami tesoro"
"Tranquilla appena puoi ci vediamo!"
"Certamente. Ciao amore!"
"Ciao bella"
Ho attaccato il telefono e ho accesso la tv ma la mia testa si perde in mezzo au un mare di pensieri: forse io e Justin dovremmo portare fuori i bambini, insieme, almeno una volta. Prima, prima di domani.
Giocherello con telefono, indecisa se chiamarlo oppure no. Butto al testa all'indetro, chiudo gli e continuo a pensare.

Pov. Justin
Cammino ormai da dieci minuti circa, non sono molto distante da casa di Liam. Alzo il volume della musica, in modo da isolarmi da tutti i suoi che ho intorno. O forse per coprire il rumore dei pensieri che affolano la mia mente.
Ma ad un certo punto al musica si blocca
"Cazzo che palle sto telefono di merda" tiro fuori il telefono dalla tasca e rimango con gli occhi sbarrati non appena guardo lo schermo: Clarissa mi sta chiamando.
"Pr-pronto?" rispondo stupito
"Ehy Justin"
"Cia-ciao Clarissa.."
"Come stai?"
"Insomma.. te?" le rispondo
"Uguale.. Pensi anche te ai bambini?"
"Già.. Alla sola idea che ce li possano portare via rabbrividisco.."
"Ti capisco ma è proprio per i bambini che ti ho chiamato: pensavo, dato che domani molto probabilmente.. ehm, ecco.."
"Sì ho capito cosa intendi.."
"Ecco, potremmo portarli fuori insieme, i bambini, a farli fare un giro.."
In effetti, non li avevamo mai portati fuori insieme. Non eravamo fai usciti con i bambini, ne prima ne dopo il matrimonio
"Eh Jus, ci sei?"
"Ehm, sì scusa. Per me va benissimo, cioè è perfetto.. Quando vorresti portarli?"
"Oggi pomeriggio?"
"Va benissimo" confermo
"Okay, ehm allora ci vediamo oggi pomeriggio.."
"Vengo da te per le tre allora" le dico
"Va bene a dopo"
Attacco il telefono e sul mio viso compare un sorriso. Sarei uscito di nuovo con Clarissa, dopo quasi un mese. Magari quello è il primo passo verso la nostro riappacificazione.
Accelero il passo; Non so perché ma mi sento più felcie, più ottimista, nonostante tutto quello che sta succendo. La sua telefonata ha cambiato la mia giornata.
Magari davvero da questa uscita le cose possono tornare apposto. Ma cerco di fenare il mio entusiasmo: meglio non illudersi, per lei ci sono stato troppo male non voglio passare un'altra volta quei momenti.
Freno il mio passo accelerato e riprendo con passo normale. Mi dirigo verso casa, rimettodo le cuffiette e rischiacciando 'play'.


 

*Ed eccomi qui! Nuovo giorno, nuovi capitoli!
Che ne pensate del primo? Questo non è malaccio dai,  diciamo che è migliore dei primi capitoli della ff a parer mio.
Mi piacerebbe sentire il vostro, se avete voglia lasciate una recensione ;)
Ho aggiunto una piccola modifica, perché ho fatto un po' di casino, mi scuso con chi aveva già letto il capitolo
Pubblico immediatamente l'altro. Un bacio*

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Capitolo 21
*** Capitolo 21 ***


Pov. Clarissa
Attacco il telefono con Justin. Involontariamente mi compare un sorriso sul viso.
Sarei uscita insieme a lui dopo tanto tempo.. Ma no. Devo mostrarmi fredda. Non voglio far trasparire che la sua assenza mi sta distruggendo.
Ma perché dovrei nasconderla? Non riesco a trovare un senso al mio comportamento, ovviamente infantile, ma mi ostino a pensare di essere nella parte della ragione.
Io ho fatto le corna a lui teoricamente. Ma è stato Niall a baciarmi, non il contrario. E poi il mio è stato solo un bacio.
Mentre Justin.. Beh Justin ha fatto di peggio.
Continuo a pensare, nel disperato tentativo di convincermi che sono nella parte della ragione.
Torno alla realtà solo quando sento il mio telefono suonore: *Jade Defflint ti ha taggato in uno stato*
"Ma vaffanculo, ero tutta presa bene a pensare!" dico scoppiando a ridere
Mi alzo dal divano e vado a farmi un bagno, per rilassarmi e riconquistare il contatto con la realtà.
                     ----
Dopo circa quarantanta minuti di bagno, mi asciugo i capelli, mi trucco leggermente e vado a vestrimi.
Dovrei essere a casa sua tra un ventina di minuti.
Mi posiziono davanti alla cambina armadio, indecisa su cosa mettermi.
Una bella maglietta scollata. Ehm, no clari, dovete portare solo i vostri bambini a fare un giro.
Una tuta. No, non voglio che mi veda nei panni della *Casalinga disperata*
Opto alla fine per dei jeans e un top. Le scarpe. Mhh le scarpe. Scelgo le Jordan.
Do' una pettinata ai miei lunghi capelli e scendo in salotto aspettando Justin.

Pov. Justin
Arrivo a casa. Chiudo la porta alle mie spalle e saluto tutti allegramente.
"Ehy che succede?" mi chiede Liam curioso
"Che-cosa? Nono nulla nulla" dico impacciato
"Anche chi non ti conoscesse capirebbe che sei felice, sulla tuo viso c'è un sorriso a 3500 denti!"
"Esco con Clarissa oggi" sbotto di colpo
"Cosa? Siete tornati insieme?" esclama Liam
"No.. Magari.. Mi ha chiamato per chiedermi se avevo voglia di portare i bambini a fare un giro prima che.. Beh sai domani.."
"Sì ho capito amico. Beh è comunque una bella cosa no? Magari.. chissà, chi può dirlo!" azzarda Liam
"L'ho pensato anche io che da questo 'appuntamento' possa rinascere qualcosa, ma conoscendo Clarissa dubito.."
"Perché? La speranza è l'ultima a morire. E comunque stamattina è rimasta un bel po' abbracciata a te" dice facendomi l'occhiolino.
"Si vedrà" chiudo la conversazione salendo le scale.
Vado in camera e scelgo cosa mettermi: non voglio sembrare ne troppo elegante, ne troppo trasandato. Scelgo dei jeans neri a cavallo basso, quelli che lei ama tanto, e una canotta bianca.
Giro per la camera alla ricerca della mia felpa.
"Dove cazzo l'ho messa" aggiungo esasperato
"Fanculo" dico sbattendo la porta della mia camera.
Mangio un panino e preparo il bambini, poi esco di casa. Acellero il passo: voglio arrivare il prima possibile da lei, in modo da non perdermi nei miei pensieri.
Circa dieci minuti dopo arrivo a casa sua, prendo coraggio e bussa alla porta. Sento dei passi veloci avvicinarsi sempre di più.
Apre la porta.
Wow è-è così fottutamente bella. Dei jeans strettissimi mettono in risalto il suo fisico mozzafiato, il top militare che indossa valorizza il suo seno, ne troppo grande, ne troppo piccolo.
"Ciao Jus" dice imbarazzata
"Cia-ciao" dico mentre i miei occhi esplorano ogni parte del suo corpo
"Andiamo?"
"Ce-certo"
Si chiude la porta alle spalle e prende il controllo del passeggino.
"Non l'abbiamo mai fatto.. Cioè portare fuori i bambini insieme" aggiungo dopo qualche minuti di silenzio
"È vero, non ne abbiamo mai avuto il tempo"
"Sono bellissimi. Ogni volta che li guardo mi ricordano te.." aggiungo imbarazzato
"Invece a me ricordano te.."
"Beh sono figli nostri: è un buon segno". Alle mie parole scoppia a ridere. Dentro di me sento una sensazione che non provavo da tempo.
Arriviamo davanti all'entrata di un parco, e lei timidamente mi fa cenno di entrare.
Ora che ci penso, sembriamo due adolescenti al loro primo appuntamento, se non fosse per i bambini. A questo pensiero mi spunta un piccolo sorriso.
"Beh, che hai fatto ultimamente?" aggiungo per interrompere quel silenzio che stava diventando sempre più insopportabile.
"Niente, oltre a cercare disperatamente un lavoro che ovviamente non ho trovato. Tu?"
"Oltre scolarmi litri e litri di birra? Nulla"
"Perché lo fai?" chiede lei a sguardo basso
"È una cosa che mi fa star bene. Ognuno ha il suo modo di star bene"
"Ma ti farai soltanto del male.."
"Ormai non ho più nulla da perdere" a queste parole, la mani che tengono il passeggiono si stringono maggiormente al manubrio. Faccio finta di non vedere quel gesto.
Il silenzio ricade velocemente ma viene immediatamente interrotto dal pianto dei due bambini che prendiamo in braccio. Ci fermiamo nel lungo viale del parco prendendo in braccio i nostri figli, e lentamente andiamo avanti mentre spingo il passeggino.
"Mi manca stare con te" dico tutto di un fiato
"Vorrei che potesse tornare tutto come prima, ma proprio non ci riesco"
"Scusami.."
"Non bastano le scuse"
Non riesco ad aggiungere più nulla. So di averle provocato tanto dolore, e forse è solo meglio che stia lontana da me: le provocherei solo altro dolore.
Chiudo gli occhi, come per bloccare le lacrime che stanno per uscire. Cullo dolcemente Yasser che si calma tra le mie braccia. Lo rimetto delicatemente nel passeggino.
Passiamo il resto del pomeriggio a camminare, e parlare.
"Justin è tardi, forse è meglio se torniamo a casa.."
"Sì-sì hai ragione.."
"Li prendo io i bambini?" chiede
"Sì okay". Il mio obbiettivo era solo uno: tornare a casa e bere. Non potevo avere i bambini con me.
"Se non ti dispiace taglio di qua, così accorcio la strada" aggiungo
"Va bene.. Mi ha fatto comunque piacere passare questo pomeggio con te" dice, guardando in basso
"Anche a me ha fatto piacere. Ciao Clarissa" mi volto, dandole le spalle e m'incammino verso l'uscita. Ho davvero voglia di una birra. So come andrà a finire: io sdraiato sul divano, ubriaco marcio.  Non m'importa più di nulla, non ho più niente da perdere.
Corro a casa, aprò la porta e trovo un biglietto sulla cucina *Ciao Jus, siamo andati dai genitori di Jade (Ti prego salvamiiii D: ) non so quando torneremo. Fai il bravo. Ciao!*
Leggo il biglietto e sposto velocemente il mio sguardo sul frigo. Lo aprò e prendo una birra. Mi siedo sul divano e comincio a bere.
Mentre bevo, sento le palpebre farsi pesanti e piano piano chiudo gli occhi, lasciandomi trasportare via da quel sonno improvviso.

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Capitolo 22
*** Capitolo 22 ***


Pov. Clarissa
Torno a casa. Sono circa le 18.30.
Cambio il pannolino ai bimbi, dopo averli fatto fare un bel bagnetto, tutto filmato da mia madre.
Dopo averli asciugati e sistemati, li do da mangiare e all'alba dell 20.45 mi metto a mangiare anche io.
"Non hai mangiato molto Clari. Cos'hai?" mi domanda mia madre
"No no nulla.. Sono solo stanca" invece so benissimo perché non mangio: mi manca Justin. Il pomeriggio passato con lui è stato meraviglioso, mi sono divertita e mi ha fatto stare bene ma, quando lui se n'è andato, il mondo mi è crollato addosso. Vedere la sua figura allontarsi da me, farsi sempre più lontana mi ha spezzato il cuore.
"Sicura?" aggiunge mia madre interropendo i miei pensieri
"Sìsì" dico velocemente
"Dai vai a letto, sparecchio io"
"No, ma' aspetta che ti aiuto"
"No vai dai. Notte amore"
"Grazie mamma.. Buonanotte" le sorrido.
Salgo in camera, mi lavo i denti e m'infilo il pigiama. Mi metto nel letto, fissando, a lato del letto, i miei bambini dormire. Sono così belli, così piccini.. Gli occhi si gonfiano e diventano rossi e le lacrime cominciano a scivolare sui lati del mio viso quando ruoto la testa e fisso il soffitto.
Mi giro di nuovo velocemente e affondo la testa nel cuscino che nel giro di poco bagno con le mie lacrime. Da quel momento più nulla.
                    ----
Mi sveglio per le 8. Sento la testa pulsare. Mi alzo lentamente e piano piano scendo le scale. Prendo un moment sotto prescrizione di mia madre e mi butto sul divano sonnecchiando in attesa che il mal di testa passi.
Circa mezz'oretta dopo mi sveglio. Hanno suonato il campanello. Il cuore comincia a battermi all'impazzata.
Decido di non aprire.
"Sa perfettamente che sei a casa"
"Shh! Mamma zitta!"
"Dovresti farlo entrare, prima che chiami la polizia"
"No! Non può portarmi via i bambini!"
Mia madre si dirige verso la porta d'ingresso.
"Buongiorno"
"Buongiorno signora. Penso che sua figlia sappia che il tempo è scaduto"
"La prego mi dia ancora un po' tempo" lo supplico con le lacrime agli occhi
"Signorina, avevamo deciso una settima. Di più non posso darle. Entrate" fa segno a due suoi colleghi che danno una rapida occhiata alla casa
"Dove sono i bambini?" chiede uno di loro
"No! Non avrete i miei bambini! Brutti bastardi!" escalmo bloccando le scale che portano al piano di sopra
"Clarissa ti prego, non peggiorare la situazione" esclama mia madre cercando di spostarmi dalla scale e trattenendomi per le braccia
"No! No! No! Vi prego" esclamo in lacrime mentre li guardo portare via i miei bambini
"Mi dispiace signorina. Arrivederci"
"Arrivederci" dice mia madre con la voce tremante
Mi accascio sulla ginocchia, mentre prendo il viso tra le mani e piango. Sento mia madre prendere il telefono, e chiamare qualcuno ma, non riesco a sentire con chi stia parlando.
Continuo a piangere, mentre mia madre di siede affianco a me, nel mezzo del salotto e mi abbraccia mentre cerca invana di trattenere le lacrime.

Pov. Justin
"Cazzo Justin! Non ti ci si può lasciare da solo un pomeriggio che ti ubriachi!" sento Liam urlare
"Urlargli contro non servirà a nulla" Jade aggiunge
"Aprimi la porta della sua camera, lo porto su"
Mi sento sollevare e trascinare su per le scale. Contribuisco un minimo a salire le scale, poi mi sento appoggiare sul letto.
                 ----
Mi alzo, svegliato dal suono del mio telefono. A fatica guardo le schermo *Stefania*
Oh, no. La madre di Clarissa mi stava chiamando. No, questo non va bene. Faccio velocemente mente locale nonostante mi sia appena svegliato: Cazzo! Oggi è venerdì!
Rispondo velocemente
"Pronto?" rispondo affannato
"Justin.. Do-dovresti venire.."
"Li hanno portati via?"
"S-sì.."
"No! Non può essere. Dio ti prego no!" dico alzandomi dal letto. "Sto arrivando!" aggiungo mentre attacco il telefono
Mi cambio, dato che addosso avevo ancora i vestiti di ieri: ragionando sugli avvenimenti, devo essermi ubriacato e Liam deve avermi portato su in camera.
Mi faccio una doccia, per togliermi di dosso la puzza d'alcool, e senza far colazione esco da casa. Salgo in macchina e mi dirgo verso casa di Clarissa.
Arrivo in tempo record a casa sua. Busso alla sua porta e la sento urlare.
La porta si apre: mi ritrovo davanti l'esile fugura di sua madre, e poco più indietro, Clarissa appoggiata al muro con le ginocchia al petto, con le lacrime che rigavano il suo meraviglioso viso.
Mi dirigo verso di lei, senza dire una parola. Mi siedo accanto a lei, poggiando la sua testa sulla mia spalle. Sento le sue braccia stringere il mio collo e le sue lascrime bagnarmi la maglietta.
L'abbraccio anche io, mentre le lacrime cominciano ad uscire dai miei occhi.

*Buona sera fanciulle <3
Eccomi col ventunesimo capitolo. Come vi sembra?
Ebbene sì, i bambini sono stati porti via da Clarissa e Justin, ma la storia è ancora lunga e succederanno ancora parecchie cose <3
Spero di avervi incuriosite un po' :3
Posto subito il secondo capitolo dell serata.
Un bacione*

Bisogna assolutamente inserire la storia in codice html, altrimenti il testo verrà fuori tutto attaccato. Per istruzioni guardate il riquadro azzurro affianco e se non sapete cos'è l'html, utilizzate la prima delle due opzioni, l'editor di EFP.

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Capitolo 23
*** Capitolo 23 ***


Pov. Clarissa
Stringo le braccia intorno a Justin, mentre la sua mano va su è giù per la mia schiena.
È completamente in silenzio. Sento delle goccioline cadermi sulla testa, alzo lo guardo e vedo che quelle goccioline sono lacrime. Justin sta piangendo. Nel mio stomaco sento come una fitta dolorosissima: non ce la faccio a vederlo piangere, ma non ce la faccio nemmeno a smettere di piangere.
Hanno portato via i miei, anzi i nostri, bambini. Il pianto s'intensifica a questo pensiero, soprattutto quando i ricordi dei fatti avvenuti poco prima riaffiorano nella mia mente.
Sento Justin aumentare la presa. Un scarica di rabbia percorre il mio corpo liberandomi velocemente dalla sua presa.
"È tutta colpa tua!" urlo piangendo.
"Cl-Calrissa, che stai dicendo?" mi chiede distrutto.
"Sì, è tutta colpa tua. Se tu non fossi entrato nella mia vita, io ora sarei così felice. Così fottutamente felice. E invece no, guardami. Sto soffrendo come un bestia per colpa tua!"
"Clarissa cosa stai dicendo?" esclama mia madre incredula
"Io-io.. mi dispiace.."
"Ti dispiace? Ti dispiace? Hai rovinato la mia vita Justin!" le parole esco automatiche dalla mia bocca, ormai ne ho perso il controllo.
"Scusami, se mi sono innamorato di te! E poi, se ci siamo incontrati, è solo colpa tua che sei venuta al mio concerto!"
"Ti odio Justin!"
"Se non fosse per me tu saresti ancora con il tuo stalker addosso, sempre se saresti sopravvissuta da lei!"
"Ti voglio fuori da casa mia! Ora!"
Mia madre è nell'angolo, ascolta ogni nostra minima parola
"Me ne vado volentieri. Sei solo un'approfittatrice Clarissa. Solo questo. Tu volevi la fama. Ora che l'hai ottenuta puoi anche scaricarmi"
"Non azzardarti a dirmi una cosa del genere!" gli dico mentre la mia mano gli lascia una segno rosso sul viso
Lui sgrana gli occhi. Mi metto una mano davanti alla bocca, e io scappo via, al piano di sopra e mi chiudo in camera mia a chiave. Mi butto sul letto a piangere. Sento mia madre parlare con Justin e la porta chiudersi.
Rimango sul letto a piangere, fissando la culla vuota accanto al mio letto.
                    ----
Dopo circa un'ora, mi alzo dal letto con un forte mal di testa. Decido di andare in bagno a sciacquarmi la faccia.
Entro in bagno, e vedo sulla mensola sopra il lavandino una lametta per depilarsi.
Incosciamente la prendo, e ne stacco le lame. Poi mi accascio sul pavimento, fissando il mio polso.
Faccio scorrere la lama sul mio polso, sentendo il dolore pulsare in quella zona e guardando il sangue affiorare in superficie.
Ad un certo punto, sento mia madre bussare alla porta.
"Clari tutto okay?"
Cazzo.
"S-sì mamma.."
"Ti prego vieni, parliamo.."
"Mamma non ne ho voglia.."
"Esci prima che io butti giù questa porta"
"Va bene, sto arrivando, dammi il tempo di darmi una sciacquata al viso"
"Okay, ti aspetto sotto"
"Va bene"
Pulisco velocemente la macchie lasciate dal mio polso sanguinante, e passo quest'ultimo sotto l'acqua in modo che il sangue smetta di affiorare.
Non funziona.
"Cazzo dov'è il disinfettante?" cerco disperata, pensando a mia madre che mi sta aspettando al piano di sotto.
Lo trovo e lo passo velocemente su polso. Nascondo la lama e butto quallo che resta della lametta per depilarsi.
Indosso una felpa nera a maniche lunghe in modo da coprire i profondi tagli che mi sono procurata pochi istanti prima.
Mi sciacquo il viso, e scendo lentamente le scale.

Pov. Justin
Le sue parole mi rimbombano nella testa. Non posso credere che mi abbia detto tutte quelle cose orribili. Io pensavo mi amasse, ma non è così.
Lei mi ha solo usato, usato tutto il tempo. Per colpa sua sto soffrendo, perché io di lei sono davvero innamorato.
Da un lato sono felice che abbiano portato via i bambini: almeno so che lei sta soffrendo, almeno quanto me. E questo mi fa piacere. Se lo merita, non avrebbe dovuto usarmi.
I ricordi della litigata con Clarissa sono affiancanti ad una fortissima voglia di birra.
Mi guardo intorno, sono circa le 10 di mattina ogni pub sarà chiuso.
Passo davanti ad un supermercato: ne approffitto per entrare e comprare una confezione da sei birre.
Poi torno e salgo in macchina.
Parto.
Non so per dove, ma l'unica cosa che so è che voglio andare lontano, lontano da quel quartiere che racchiude troppi ricordi, troppi da sopportare.
Mi dirigo verso la periferia, e appena trovo un posto per me adatto, mi siedo sui sedile posteriori, e comincio a bere.
Bevo senza controllo, bevo per colpa sua. Tutto questo dolore è solo colpa sua.
Chiudo gli occhi, per tenere dentro le lacrime mentre sorso dopo sorso, finisco le bottiglie che ho comprato.

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Capitolo 24
*** Capitolo 25 ***


Pov. Calrissa
Ho appena finito di piangere. Stacco le braccia da Jade e subito copro il mio polso tagliato, prima che lei possa vederlo.
Guardo in basso asciugandomi le lacrime mentre Jade si alza per andare a prendermi un fazzoletto.
"Mi dispiace così tanto tesoro" dice guardandomi con gli occhi lucidi
"Dispiace anche a me. Riamanere lì, a guardare mentre li portavano via. È stato straziante"
"Posso solo immaginare. Clari ti chiedo solo una cosa: non fare cazzate, se hai bisogno per qualsiasi cosa, ripeto qualsiasi cosa, chiamami. Ti prego"
"O-okay va bene. Non ti preoccupare"
"Ci tengo tantissimo a te, lo sai".  Sento i sensi colpa farsi strada in me
"Anche io Jade"
Ci abbracciamo e poi ci dirigiamo verso al cucina, dove Jade mi prepara una camomilla per rilassarmi.
Nonostante il caldo di giugno, la prendo volentieri. Mi aiuta a calmare i nervi.
"Ti dispiace se mentre aspetto fumo? Ne ho davvero bisogno.."
"No, fai tranquilla" dice sorridendomi
"Sicura?"
"Certo, vai tranquilla" mi sorride
Continuiamo a parlare, cambiando argomento.
Mentre parliamo, sento armeggiare con la porta. Mi muovo velocemente verso l'ingresso, in attessa e la porta si apra.

Pov. Justin
Continuo a giocare con i laccetti della mia tuta. Il viaggio sembra interminabile.
Il silenzio della macchina viene interrotto dalla parole di Liam
"Cosa pensi di ottenere facendo così?"
"Così come?"
"Bevendo Justin"
"Io-io non lo so. L'unica cosa che so è che mi fa star bene"
"Ci sono altre cose per star bene tipo la musica" aggiunge
"Tipo lei. Ma mi ha fatto capire che con me non ci vuole tornare. Me l'ha fatto capire fin troppo bene"
"Justin, se non va con lei, provaci con un'altra. Il mondo è pieno di ragazze"
"Ma io voglio voglio lei"
"Devi affrontare i problemi, non puoi rifugiarti nell'alcool. Non ti porterà a niente" mi rimprovera
"Lo so. Cercherò di cambiare" . Lascio intendere a Liam che voglio finire qua la discussione e lui sembra aver afferrato il concetto.
Parcheggia la macchina davanti a casa e poi scendiamo.
Prende la chiavi dalla tasca e apre la porta. Rimango paralizzato dalla vista che mi ritrovo davanti.
Lei è lì, davanti alla porta. Pantaloncini di jeans, e una felpa nera. Sgrano gli occhi e lei fa lo stesso.
"Dio Justin per fortuna stai bene" dice lei avvicinandosi
"Sì sto bene" le dico freddo. Mi sposto, per evitare un suo abbraccio imbarazzato
"Non lo fare più" dice dopo aver abbassato le braccia
"Va bene"
"T-ti ho riportato la felpa: era nella mia macchina, penso tu l'abbia dimenticata quando sei venuto a prendemi ieri mattina"
"Ah grazie la stavo cercando"
"Figuarti. O-ora vado. Ciao ragazzi"
Ci saluta muovendo le mani. Le maniche della felpa scivolano giù.
Il suo polso. Il suo polso ha qualcosa di strano. Non riesco a vedere cosa sia, perché lei velocemente tira giù le maniche nere. Il suo comportamente è molto strano. La vedo uscire dalla porta, mettendo le mani nelle grosse tasche della felpa nera.
Perché porta una felpa? Siamo a giugno. Cosa le serve?
"Ehy Jus?" Liam mi passa la mano davanti al viso che si era bloccato sulla figura di Clarissa che s'allontanava sempre più.
"Eh? Sì sì. Tutto okay scusate"
"Vai a farti una doccia che puzzi di alcool!" mi tira una scuzza Jade, incitandomi ad andare al piano si sopra
"Subito capo!" le sorrido.
Vado su in camera. Butto i vestiti in un angolo del bagno, e entro nella doccia. I miei pensieri rimangono fissi su quello che ho visto qualche minuti fa: il suo polso.


*E con questo ultimo capitolo, vi auguro buone vacanze!
Prendete il sole, fatevi tanti bagnetti e soprattutto diverititevi!
Ci sentiamo presto, ciaao :3 *

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Capitolo 25
*** Capitolo 24 ***


Pov. Clarissa
La discussione con mia madre non ha fatto altro che peggiorare la situazione: mi ha fatto stare ancora peggio.
Mi ha rimproverata per quello che ho detto a Justin ma io, in fondo, ho solo detto la verità.
Sono troppo nervosa, ho davvero bisogno di una sigaretta.
Prendo le chiavi della macchina, e vado a prendermi le sigarette di 'riserva': ne tengo sempre un pachetto nel cruscotto.
Appena apro la portiera, nell'aria si diffonde un profumo che mi suona troppo familiare: il profumo di Justin.
Mi guardo intorno confusa, poi mi sporgo dentro la macchina e trovo la sua felpa, appoggiata sui sedili posteriori.
Mi tornano in mente i fatti sucessi ieri mattina: lui che viene a prendermi, mi consola e mi riporta a casa.
Tutti questi ricordi sono come una pugnalata nel petto. Decido di prendere la sua felpa, impregnata del suo profumo, e la porto in casa accompagnata dal mio pacchetto di Marlboro.
Appoggio la felpa sul divano, decisa a portargliela il prima possibile, e poi esco sul giardino sul resto e mi fumo la mia sigaretta.
Sento la nicotina entrare in circolo e i miei nervi rilassarsi un po'. La mia mente torna lucida e decido di andare a portare la felpa a Justin: meglio vederlo ora che ci ho appena litigato, piuttosto che aspettare per poi starci male di nuovo. Mi metto dei jeans e una maglietta a maniche lunghe per coprire i tagli evidenti sul mio polso e prendo la sua felpa.
Giocherello con la sua felpa, passandola da una mano all'atra diffondendo il suo profumo che amo tanto. Sorrido, nel ripensare come tutto sia cominciato e mi rattristo nel pensare come tutto sia finito.
Eravamo qualcosa di meraviglioso, di perfetto ma le cose perfette non esistono, d'altronde.
Mi blocco quando noto di aver già superato casa di Jade e Liam. Mi scappa una risatina e torno indietro andando a bussare alla loro porta.
"Ciao tesoro" mi saluta Jade
"Ehy.."
"Vieni qui!" mi abbraccia, facendo gonfiare i miei occhi.
"So-sono venuta qua a portare questa a Justin.."
"Justin? Amore, Justin non è mai tornato a casa da stamattina.." mi dice, preoccupata
"Co-cosa? Sul serio?"
"Sì.."
"Oddio.." mi porto le mani alla bocca
"Dai vieni dentro.. Tornerà, è grande abbastanza"
"Grande sì, maturo mica tanto"
"Dai entra e raccontami tutto" mi dice
Sono entrata a casa di Jade, mi ha fatta sedere sul divano e piano piano le ho raccontato tutto, scoppiando inevitabilemnte a piangere.
Nel frattempo Liam è uscito per andare a cercare Justin: spero davvero che lo trovi. Orami sono le 14, dovrebbe essere già tornato, eppure a casa non c'è. Nonostante tutto sono davvero preoccupata.

Pov. Justin
Sono chiuso in macchina. Per terra cinque delle sei bottiglie di birra sono vuote.
Faccio appena in tempo a uscire dalla macchina prima di vomitare. Dio che sbronza.
La testa sta per esplodermi. Sto davvero male: stavolta ci sono andato pesante.
Guardo il mio cellulare: 2 chiamate perse di Jade, 1 messaggio da Jade e 3 chiamate perse da Liam.
Non voglio sentire nessuno. Cancello le notifiche dal telefono finchè non mi arriva una messaggio da lei.
*Justin nonostante tutto quello che ti ho detto prima, nonostante tutto quello che è successo prima, non voglio che tu ti faccia del male. Ti prego torna a casa e non fare cazzate. Clarissa*
Non la capisco. Perché? Perché fa così? Prima dice che mi odia e poi mi dice che non vuole che io mi faccia del male? Ma si sente quando parla?
Tutto fu interrotto da dei battiti sul finestrino
"Justin!" grida Liam sollevato
"Cazzo"
"Apri questa cazzo di porta" urla
"Che c'è Liam?"
"Ci hai fatto.. Ma che puzza! Justin hai bevuto di nuovo?" dice osservando la macchina. "Non capisci che così ti fai solo del male?"
"Non ho più nulla da perdere" dico guardando le bottiglie vuote. A dir la verità, guardando quelle bottiglie mi sono sentito una vera nullità: l'alcool mi aiuta a scappare dalla realtà che mi circonda. Ma sta proprio lì il problema: non riuscire ad afforntare i miei problemi.
Scrollo la testa e riporto il mio sguardo su Liam che sta armeggiando con cellulare
"No! Non avvisare nessuno che mi hai trovato, voglio stare solo"
"Clarissa, Jade e io eravamo molto in pensiero per te Jus"
Il mio sguardo torna a fissare il basso.
"Andiamo. Passeremo a prendere la macchina più tardi o domani. Ora devi riposare"
Di malavoglia seguo Liam nella sua auto. Mi siedo sul sedile del passeggero e torniamo a casa.
Durante il viaggio, penso se, appena arrivati a casa, troverò Clarissa ad aspettarmi. Dio spero di no. L'ultima persona che voglio vedere è proprio lei.
Distrattamente gioco con i laccetti della mia tuta mentre aspetto ansiosamente di arrivare a casa.

*Ciao ragazze! <3
Questo è il ventiquattresimo capitolo <3
Volevo informarvi che posterò l'ultimo capitolo stasera, e vedrò se riesco a postare anche domani, ma dubito perché devo preprare le ultim cose prima di partire.
Postrerò non appena  tornerò, promesso :3
Un bacio*

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Capitolo 26
*** Capitolo 26 ***


Pov. Clarissa.
Penso che Justin abbia notato qualcosa riguardo ai miei tagli, quando le maniche della mia felpa sono scivolate. Il suo sgurado era strano, fisso su di me e sul mio polso. Per fortuna me ne sono andata, prima che potesse chiedermi qualcosa.
Sono ferma al semaforo: osservo i tagli, più o meno profondi, sul mio polso. Si stanno già cicatrizzando, rendendosi ancora più visibili. Penso sia il disinfettante ad aver velocizzato la cicatrizzazzione. Il rossore sta svanendo lentamente.
Torno alla realtà quando, l'automobilista dietro di me, suona il clakson infuriato.
Alzo la mano, scusandomi e accelero. Dopo cinque minuti arrivo a casa.
Saluto mio madre, e mi butto sul divano passando l'intero pomeriggio a guardare la tv. Salto volentieri la cena e salgo in camera, a leggere un po'.
Ma la mia mente si sofferma sui fatti accaduti oggi: io che smonto la lametta per prendere la lama, la lama che scivola sul mio polso. La voglia di sentire di nuovo quel dolore si diffonde in me. Mi affaccio dalle scale notando, che mia madre si è addormentata e ne approffitto per chiudermi in bagno.
Prendo la lama, accuratemente nascosta nel mobile, e mi siedo per terra. Guardo le mie coscie nude e poi lentamente faccio scorrere la lametta, pressando sempre di più, incidendo tagli sempre più profondi.
Decido di fermarmi solo quando dalla mia bocca esce un piccolo grido di dolore. Guardo il sangue colare dai miei tagli: sento i bisogno di provare quel dolore, sento il bisogno di punirmi per quello che è successo. D'altronde è colpa mia se i bambini sono stati portati via. Sono io che non sono riuscita a trovare lavoro.
A quei pensieri stringo la lama nella mano, provocandomi dei tagli anche in quella zona.
Prendo una garza e decido di avvolgerla intorno alla mia coscia, almeno ficnhé non smetterà di sanguinare. Pulisco il pavimento dalla goccie di sangue e nascondo nuovamente la lama.
Mi sdraio poi nel letto sperando di riuscire a dormire.
                    ----
Sono circa le 11. Stanotte non ho chiuso occhio fino alle 6 circa, a causa del dolore provocato dal tagli.
Prima di scendere mi ricordo di togliere la fascia da coscia. Mi guardo allo specchio: l'area è completamente rossa, i graffi sono ancora molto evidenti. A differenza degli altri, questi non si stanno ancora cicatrizzando. Decido di mettermi del pinocchietti, e una felpa per scendere giù in cucina.
"Buongiorno amore" mi sorride mia madre
"Giorno"
"Come mai hai messo quei pantaloni? Non avevi detto che li odiavi?" aggiunge guardandomi storto
"Ehm, sì è vero. Però poi me li sono provato e ho visto che mi stanno bene addosso"
"Te l'ho sempre detto io"  mi sorride
"Si è vero, dovrei ascoltarti di più" cerco di ridere
Mi prendo un bicchiere di latte, in modo da sostituire il caffè: la caffeina non farebbe altro che innervosirmi ancora di più.
Vado a sedermi sul divano, mentre mia madre mi raggiunge.
"Ma non hai caldo con sta felpa?"
"Nono" rispondo velocemente
"Bah.. Chi ti capisce è bravo" mi sorride scompigliandomi i capelli.
Cerco di accompagnare quel gesto con una risata, mentre penso a quello che potrebbe pensare mia amdre vedendo i tagli sul mio corpo.

Pov. Justin
Esco dalla doccia, e scendo sotto.
Ci sediamo tutti quanti a tavola e mangiamo.
La cena è stata abbastanza divertente mentre Liam e Jade mi raccontavano i fatti più strani che gli erano successi in vacanza. Diciamo che sono stato bene per un po'. Poi appena la cena è finita, Liam mi ha proposto di andare in un locale
"Dai amico, almeno ti riprendi un po' "
"Ma non ho voglia Liam"
"Dai su andiamo a scegliere cosa mettere, dovi trovarti una bella ragazza da portarti a casa"
"Non poterò nessuna ragazza a casa" dico a denti stretti
"Va bene. Ma almano vieni con me"
"Okay.." cedo alle suppliche di Liam
Andiamo in camera mia e e scegliamo dei vestiti: opto per dei jeans a cavallo basso e una cannotteria nera.
Ci prepariamo e nel giro di un'oretta siamo pronti
"Fate i bravi eh" urla Jade dal solotto
"Certo amore, non ti preoccupare!"
"Sese. Ciao va'. E non fate tardi!"
"Sì mamma!" Liam la prende in giro mentre esce dalla porta e si dirige verso la macchina.
Nel giro di una ventina di minuti arriviamo al locale. Nonostante tutto mi sono divertito molto e la serata è passata fin troppo in fretta. Verso le tre, torniamo a casa stravolti.
Entriamo cercando di fare meno rumore possibile e andiamo nelle nostre camere.
                    ----
"Divertiti ieri?" è la domanda che Jade ci pone mentre facciamo tutti colazione
"Molto" le sorrido
"C'erano tante ragzze?"
"Minchia!" esclama Liam. Jade lo fulmina con lo sguardo.
"Ma nessuna di carina, ovviamente"
"Sese" aggiunge lei.
Guardo divertito la scena, mentre la mia mente torna alla notte precendente, e principalmente ripenso ad una ragazza che fin da subito ha catturato la mia attenzione.

*Ciao ragazze! Sono riuscita a trovare un buchetto per postare :3
Stavo quasi quasi pensando di postare tre capitoli oggi, come regalino. Vedreemo
Allora come state? Vi state divertendo in vacanza? Vedo che comunque visualizzazioni ce n'è sono e ringrazio tantissimo chi legge la mia storia, e fa aumentare le mie visualizzazioni.
Vi posto immediatamente il secondo capitolo delle giornata,e deciderò se postarvi anche il terzo
Bacioni *

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Capitolo 27
*** Capitolo 27 ***


*Flashback*

"Vedrai, ti divertirai Justin! Ne hai bisogno" mi dice Liam dandomi una pacca sulla spalla
"Lo spero" gli sorrido.
Entriamo nel locale e Liam comincia subito a ballare, buttandosi in pista, poi cerca di tirare anche me.
"Ehm, no grazie vado a prendere qualcosa da bere"
"Va bene, io sono qui eh" mi fa l'occhiolino
"Tranquillo!" gli rispondo.
Mi dirigo al bacone del bar per prendere qualcosa di forte, per dimenticare ma mentre cammino velocemente verso il bar colpisco accidentalmente una ragazza facendola cadere
"Oh scusami, non ti avevo vista!" le dico, piegamdomi su di lei per aiutarla ad alzarsi
"Niente, niente tranquillo. Il mio equilibrio non aiuta". Si mette a ridere.
Ha una risata così dolce. È una ragzza graziosa: dei capelli ricci a caschetto le inconiciano il viso paffutello, mentre due bellissimi occhi verdi sono fissi sui miei. Mi mettono quasi in imbarazzo. I miei occhi osservano velocmente il suo corpo: nonostante sia ragazza leggermente in carne, indossa dei jeans aderenti e una cannottiera nera.
"Per scusarmi, dovrei pagarti da bere" le dico imbarazzato
"Forse sì" mi risponde
"Allora andiamo!" le dico, invitandola a seguirmi.
Ci sediamo al bancone del bar e ordianiamo entrambi un birra. Mi parla di lei, mentre resto in silenzio ad osservarla
"Ho 22 anni. Studio medicina, all'università della città. Mi piacerebbe diventare medico. E sono ancora incredula sul fatto che sto parlando con Justin Bieber"
"Wow medicina, non dev'essere facile.. Non è nulla di particolare parlare con me" le rispondo imbarazzato
"Ultimamente ti si vede poco in giro, come mai?"
"Ho avuto.. Ho avuto dei problemi personali" dico stringendo il bicchiere
"Oh, nulla di buono presumo" dice guardando la mia mano stringersi intorno al bicchiere
"Infatti"
"Sappi che se hai bisogno d'aiuto, io ti posso aiutare. Lo so che sembra strano, ci conosciamo da 10 minuti nemmeno, ma davvero posso aiutarti..". Appoggia la sua mano sopra la mia, togliendo il bicchiere dalla mia stretta
"Grazie mille sei davvero carina! Che ne dici se mi lasci il tuo numero, così magari ci vediamo anche fuori da qua?"
"Certo, certamente! 3396547128"
"Okay, ti faccio lo squillo così almeno hai anche il mio numero" sorrido
"Se andassimo fuori a fumarci una sigaretta?"
"Volentieri!" le seguo mentre mi dirige fuori dal locale.
Arrivati fuori, l'atmosfera è più tranquilla. Riusciamo a parlare meglio, si sente la musica pompare dal locale, ma non ci facciamo troppo caso.
Cominciamo a parlare: è una persona fantastica. Riesce a trovare un argomento di cui parlare, anche se tu pensi di averli finiti tutti. Abbiamo parlato di macchina, di fiori, di musica e perfino di ragazzi.
Concludo svogliatamente la conversazione quando Liam mi chiama.
"Ehy amico, dove sei?"
"Sono fuori dal locale perché?"
"Dai che dobbiamo tornare a casa, altrimenti ci parli tu con Jade" scoppia a ridere
"Per carità no, arrivo subito!"
La saluto, mentre la riaccompagno all'entrata del locale. Lì incontro Liam. Fumiamo ancora una sigaretta, e torniamo poi a casa. Durante il tragitto ripenso alla serata: è stata un serata fantastica, passa in compagnia di.. Mi blocco quando scopro di non sapere il suo nome.
"22 anni e studia medicina.." dico a bassa voce
"Cosa amico?" mi domanda Liam
"No, nulla nulla" gli sorrido mentre giro la testo per guardare fuori dal finestrino.
I miei pensieri tornano sulla misteriosa ragazza senza nome.

                                                       ----

"Ma che ha Jus stamattina?"
"Sta pensando alla ragzza di ieri sera"
"Co-cosa?" aggiungo
"Dai si capisce! Hai una faccia da pesce lesso!"
Ci alziamo e andiamo in salotto, dove racconto tutta la serata a Jade. La convesazione viene interrotta dal suono del mio cellulare: è un messaggio. *Buongiorno. Hope xx*

Pov. Clarissa
"Che ne dici di andare in piscina?"
"Piscina? Perché?"
"Fa così caldo, almeno ci rinfreschiamo un po'. E magari ti diverti un po', che dici?"
"No ma', non mi sento molto bene.. Forse è meglio che io rimanga a casa" mento
"Voglio che venga anche tu"
"No mamma! Non voglio venire lasciami stare!" mi alzo dal divano e vado su in camera. Mi chiudo la porta alla spalle e mi lascio cadare sulle ginocchia. Comincio inevitabilmente a piangere. Sento mia madre salire le scale, ma poi fermarsi: non arriva in cima, si ferma a metà e poi torna indietro.
Che merda, sto rivinando i rapporti con ogni persona che conosco. Batto i pugni per terra, poi mi alzo, dirigendomi verso il bagno.
Prendo la lametta e continuo a tagliare il mio corpo, stavolta con tagli più profondi e sempre maggiori. Questo, questo mi merito, sono riuscita a rovinare tutto. Avrei solo dovuto aspettare a sposarmi, prendere le giuste precauzioni per non rimanere incita, oppure abortire. Sarei dovuta andare all'università, sarei dovuta diventare avvocato. Ma la mia vita è stata completamente stravolta. Sfogo tutta la mia rabbia sul mio corpo, infliggendo tagli smepre maggiori.
Sento la testa girare e il fiato farsi sempre più leggero. Guardo a terra: c'è un gran casino, sangue sparso sul pavimento e un gran disordine. A fatico cerco di prendere il disinfettante, e passarlo sulla zona in cui mi ero ferita poi avvolgo la coscia in una garza per assorbire in sangue che continua ad uscire.
Come tutte le volte, pulisco il bagno, mi rivesto e scendo giù.
"Scusa" sono le uniche parole che riesco a pronunciare quando il mio sguardo incontra quello di mia madre.
Lei non dice nulla, si avvicina a me e mi abbraccia. Stretta nella sua presa, gli occhi cominciano a bruciare, e sento le lacrime bagnare le mie guancie. Scoppio a piangere mentre mia madre continua a stringermi, cercando di trattenere le sue lacrime.


 

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Capitolo 28
*** Capitolo 28 ***


Pov. Justin
*Buongiorno. Hope xx*
Hope. Ecco come si chiama.
Sorrido alla vista del messaggio e le rispondo: *Ehy buongiorno. Come stai? P.s hai davvero un bel nome ;) *
Continuo a messaggiare con lei, sotto gli occhi vigili  di Liam e Jade.
"Pensi che questa ragazza ti possa far dimenticare Clarissa?" mi domanda Liam
"Potrò avere mille ragzze, ma nessuna me la farà dimenticare mai davvero"
Piomba il silenzio che viene interrotto solo dal rumore della mia tastiera.
*Ci vediamo oggi? Giusto per prendere un caffè?* sorrido alla sua domanda
*Certo! Ti porto io in un bel posto*
*Perfetto. Alle 3 mi passi a prendere?*
*Perfetto. Alle 3. Ciao :* *
*Ciao ;)*

Butto la testa all'indietro, felice all'idea di poter uscire di nuovo con quella ragazza tanto simpatica conosicuta la sera prima.
Guardo l'ora: 13.30. Cazzo è tardi!
Mangio un panino visto che sono ancora pieno dall'abbondante colazione fatta solo un'ora prima e vado a farmi la doccia.
Non so perché, ma non riesco a levarmi quel sorrisetto da ebete stampato in faccia. Il suo nome rimbomba nella mia testa. Hope. Un bellissimo nome per una ragazza bellissima.
Esco dalla doccia e mi sistemo i capelli disordinati, poi scelgo cosa mettermi.
"Niente complessi Justin, uscita da amici!" mi ripeto mentre scelgo dei jeans e una canottiera.
Guardo l'ora: 2.15. È ancora troppo presto ma decido lo stesso di uscire: prenderò tutto con calma.
Prendo le chiavi della macchina, ultima aggiustatina prima di uscire e salgo in macchina. Non corro troppo: non voglio arrivare troppo presto. Prendo la strada più per arrivare a casa sua e dopo circa venti minuti arrivo.
Decido allora di chiamarla
"Ehy ciao!"
"Ehy!"
"Volevo dirti che io so già fuori, ma fai tutto con calma, cioè io sono arrivato troppo presto perciò fai con calma.."
"No in relatà sono già pronta anche io.." ridacchia
"Oh, perfetto allora sono davanti a casa tua. Ti aspetto" dico mentre fisso la porta, in attesa di vedere la ragazza uscire da essa.
"Sto arrivando"
Attacco il telefono e la vedo uscire: bella proprio come ieri sera.
Sale in macchina e ci dirigiamo verso il bar.
"Ti piacerà il posto, vedrai!"
"Mi fido di te" mi guarda sorridendo.    
                    ----
"Da quanto sei qua a Jacksonville?" le domando mentre ordiniamo da bere
"Io vivo qui. Sono nata a Miami, ma per motivi di lavoro dei miei ci siamo trasferiti qua quando avevo 10 anni. Jacksonville è fantastica. La trovo bellissima come città e anche la gente che ci abita"
"Con 'la gente che ci abita' presumo tu abbia un ragazzo" sorrido
"No, non sono fidanzata. Ho solo detto che la gente che ci abita è migliore rispetto a quella di Miami" scoppia a ridere
"Ah okay!" scoppio a ridere con lei
"E tu invece?"
"Chi io? Oh beh.. mi sono lasciato con la mia ragazza, anzi mia moglie.."
"Sei sposato?!" esclama
"Sì, ci siamo sposati circa un mese fa, ma la sera del mio addio al celibato l'ho tradita e lei ha tradito me. Abbiamo litigato e ci siamo lasciati. Non ufficialmente però" fisso il tavolino mentre giocherello con una bustina di zucchero
"Oh, mi dispiace. Se l'hai sposata vuole dire che l'amavi davvero tanto"
"Era l'amore della mia vita ma è andata così" le rivolgo un sorrido forzato. Poi il mio sguardo si posa sui suoi polsi: ha dei segni che mi ricordano qualcosa..
"Cos'hai fatto hai polsi?" le chiedo
"Questi? Io, ehm, so che può sembrare stupido.. È forse lo è, ma fino a qualche mese fa, soffrivo di depressione: soffrivo di bulimia, odiavo il mio corpo e tutto questo mi ha portato alla depressione. Odiavo me stessa, odiavo il mio corpo. Allora un giorno, ero sola a casa, ho trovato una lametta e l'ho presa. Ho cominciato a farmi dei tagli sui polsi, e sul ventre. Non so che cosa mi sia passato per la testa, ma odiavo il mio corpo e volevo 'punirlo' diciamo"
"Eri un'autolesionista?". I miei occhi sono sgranati.
"Sì. Ho smesso solo quando la situazione si era fatta davvero critica. Ho rischiato di morire"
La mia mente fa velocemente mente locale: sui polsi di Clarissa c'erano gli stessi segni. Ma come? Come può essere che Clarissa sia caduta così in basso? La Clarissa che conosco io non avrebbe mai fatto una cosa del genere. Mi alzo velocemente, saluto Hope e le pago da bere, scusandomi per andar via così presto e mi fiondo in macchina. o esattemente dove devo andare.

Pov. Clarissa
Stringo forte mia madre. Il suo respiro è irregolare. Cerco allora di calmarmi: non voglio farla piangere, non posso sopportarlo.
Odio vedere le persone a cui tengo piangere, soprattutto se la causa sono io.
"Va tutto bene mamma. Scusami per il mio comportamento" mi scuso mentre trio su col naso
"Ti capisco amore, stai passando una situzione davvero difficile"
"Mi dispiace" mi scuso ancora
"Non importa. Dai vieni qua" mi abbraccia ancora una volta, poi si allontana.
Mi lavo la faccia e bevo un bicchiere d'acqua, poi torno in salotto dove trovo mia madre
"Amore vado a fare la spesa vieni?"
"No grazie mamma, preferisco rimanere a casa" le sorrido
"Okay va bene, fai la brava"
"Va bene! Ciao mamma"
"Ciao piccola" mi da un bacio sulla fronte ed esce
Mi siedo sul divano e accendo la tv, non prestando molta attenzione ad essa. Guardo i tagli sul polso, stanno guarendo, ma la zona fa ancora male se toccata. I miei occhi tornano sul televisore quando sentono il nome di Justin.
*Nuova conquista per Justin Bieber? La giovane star canadese è stata vista in compagnia di una ragazza ieri sera in un locale, insieme al componente della band anglo-irlandese One Direction, Liam Payne. Poco fa è stato visto in un bar di Jacksonville con la stessa ragazza. Che sia un ritorno di fiamma per la giovane star? E la ragazza di qualche mese fa, che fine ha fatto?*
I miei occhi si sgranano: Justin mi ha già dimenticata? Justin stava davvero uscendo con un'altra ragazza?
Il mio cuore inizia a battere, le lacrime e rigare il mio viso.
Non capisco, non capisco come abbia fatto a dimenticare tutto quello che abbiamo passato, come abbia potuto già trovarsi un'altra. Sento un dolore intenso dentro di me, come se il mondo mi fosse crollato addoso: se fino a qualche giorno fa, avevo ancora possibilità di tornare con lui, ora sono completamente sparite.
Mi dirigo in camera mia, chiudendomi in bagno e prendendo la solita lametta. Il fatto di essere da sola a casa mi aiuta. Mi accascio per terra e faccio scorrere la lametta lungo i miei polsi già tagliati: non m'importa più di niente, non ho nulla da perdere ormai. La faccio scorrere infliggendo tagli sempre più profondi. Vedo il sangue colarmi dai polsi, in quantità sempre maggiore.
Ad un certo punto, la testa comincia a girarmi, sento il cuore battere sempre più lentamente. Lascio cadere il braccio di lato al mio corpo, mentre appoggio la testa al muro e gli occhi si chiudono.

 

*Eccomi il terzo e ultimo capitolo di oggi!
Con questo capitolo vi lascio. Tonerò ad aggiornare appena tornerò dalle vacanze.
Vi auguro ancora buona vancaze, divertitevi tantissimo!
Un bacione*

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Capitolo 29
*** Capitolo 29 ***


Pov. Justin
Premo il piede sull'acceleratore e mi dirigo verso casa sua. Voglio fermarla prima che sia troppo tardi.
Non posso credere che sia arrivata a questo punto, fino a farsi del male da sola. Ma che cazzo le è passato per la testa?
All'idea che possa anche morire, rabbrividisco. Ho già perso i miei figli, non posso perdere anche lei.
La mia mente è confusa, non riesco più a riagionare. L'agitazione ha preso il sopravvento. Mi fermo ad un semaforo e cero di far tornare il mio respiro regolare: se mi agito, peggioro solo la situazione.
Comincio col chiamare la madre di Clarissa per vedere se almeno è lì con lei:
"Buongiorno signora"
"Ciao Justin! Che bello sentirti! Come stai?"
"Anche io sono felice di sentirla. Tutto bene grazie lei?"
"Tutto apposto. Dimmi tutto"
"Volevo chiederle se è casa, così passo a salutarla"
"Ehm, no non sono a casa, però c'è Clarissa"
Cazzo.
"Passerò da Clarissa allora. Grazie. Arrivederci"
"Arri.."
Non le do il tempo di rispondere che attacco il telefono. Provo a chiamare Clarissa: una, due, tra chiamate a vuoto.
Il cuore batte a mille. Arrivo a casa sua e busso: nessuno risposta.
Decido allora di buttare giù la porta: non sono un tipo muscoloso, ma riesco ugualmente a buttare giù la massiccia porta di legno aiutato dalla forte scarica di adrenalina presente nel mio corpo.
"Clarissa! Clarissa dove sei?" Non ricevo nessuna risposta.
Vado al piano di sopra e guardo in camera sua: lei non c'è, ma la porta del bagno è chiusa. Busso, ma non ottengo risposta.
La apro e ciò che mi ritrovo davanti è a dir poco spanventoso: Clarissa è suduta per terra, con le braccia lungo i fianchi, le gambe scoperte, piene di tagli i polsi sanguinanti. C'è parecchio sangue per terra.
Nella mano sinistra tiene una lametta, sporca di sangue. Ha la testa appoggiata al muro e gli occhi chiusi.
"Amore mio! No ti prego! Ehy Clarissa guardami!" le dico alzandole la testa, ma lei non risponde.
Tocco il suo polso: il battito è molto lento. Prendo è il telefono è chiamo un'ambulanza
"Sono vicino al Crowne Plaza Hotel. Mia moglie ha perso molto sangue a causa di alcuni tagli e ora ha un battito cardiaco molto lento. Vi prego mi mandi un'ambulanza!"
"Certo signore mi dica l'indirizzo preciso"
"Riverplace Boulevard 1205!"
"Arriva subito un'ambulanza. Lei cerchi di bloccare l'afflusso di sangue"
"Okay"
Attacco il telefono e prendo delle garze: non ho la più pallida idea di cosa fare, la mia testa è nel panico. Non voglio perderla, non potrei davvero andare avanti senza di lei. Le fascio le cosce e i polsi e nel frattempo sento le sirene. Scendo giù di corsa facendo poi strada ai medici che caricano Clarissa su una barella e la portano in ambulanza. Prendo coraggio è chiamo sua madre.
"Devo darle una brutta notizia"
"Cos'è successo Justin?" mi chiede con voce preoccupata
"Stiamo andando in ospedale. Ho trovato.. Ho trovato Clarissa, in bagno con i polsi tagliati"
"Che cosa?!" la sua voce ora è tremante
"Ci raggiunga lì"
Non ha risposto ha semplicmente attaccato il telefono. Dubito tarderà ad arrivare.
Guardo Clarissa. È sdraiata sulla barella, con gli occhi chiusi, priva di coscienza. Le lacrime invadono i miei occhi: se me ne fossi accorto prima, se solo me ne fossi accorta prima, tutto questo non sarebbe successo. Stringo il mio telefono nella mano, mentre l'aiuto infermiere cerca di consolarmi.
Arriviamo in ospedale in pochissimo tempo e la portano in rianimazione, facendomi accomodare nella sala d'aspetto.
Dopo circa 10 minuti, vedo in lontananza tre figure avvicinarsi. Sono la madre, Jade e Liam.
"Dov'è? Dov'è la mia bambina?" dice sua madre mentre si appoggia a me
"È-è in rianimazione. Ha perso molto sangue.."
"Come ho fatto a non accorgermi di nulla?" È abbracciata a me, continua a piangere.
Jade e Liam sono in silenzio. Lei è abbracciata a lui, continua a piangere senza dire una parola.
Continuo ad abbracciare la madre di Clarissa, senza parlare. Ci sediamo entrambi. Appoggio la testa al muro, per blocare in qualche modo le lacrime che minacciano di scendere lungo il mio viso, ma dopo tanti tentativi invani, lascio che righino il mio viso incontrollate. Ho perso i miei figli e ora rischio di perdere anche lei, l'amore della mia vita.
Non so cosa possa averla spinta ad arrivare fin qui, ma di una cosa sono certo: farò in modo che non capiti mai più, la proteggerò da tutto. Nessuno le farà del male, nemmeno lei. Una cosa del genere non può più capitare.
Muovo nervosamente la gamba in attesa di qualche dottore, ma il tempo passa e nessuno si fa vedere.
Continuo a piamgere, la madre di Clarissa si è addormentata con la testa sopra il mio petto, Liam e Jade sono seduti di fronte a noi, con la testa bassa. Non hanno ancora detto una parola da quando sono arrivati.
Jade si è calmata, ma è ancora piuttosto scossa, Liam armeggia col telefono. Non so cosa stia facendo ma mi aspetto di trovare ben presto Niall e gli altri qui in ospedale. Non ho intenzione di vedere Niall, ma è anche l'ultimo dei miei problemi.
Appoggio nuovamente la testa al muro, chiudendo gli occhi perdendo piano piano il contatto con la realtà.

*E sono tornataa! Dopo quasi tre settimane sono tornata!
Allora, come sono andate le vacanze? Avete fatto tanti bagni? Vi siete abbronzate? :3
Come promesso, appena tornata ho postato il capitolo.
Mi piacerebbe sapere che ne pensate. Se volete, lasciate una piccola recensione <3
Auguro buone vacanze a chi le deve ancora fare, e un buon rientro a chi, come me, è tornato o sta tornando :(
Un bacione *







 

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Capitolo 30
*** Capitolo 30 ***


Pov. Justin
Mi sveglio nel sentire delle voci nel corridoio. Alzo lo sguardo: sono arriviati i ragazzi e intravedo tra le mischia anche una figura familiare.
Mi alzo, e vado a salutare i nuovi arrivati.
"Ehy ragazzi.." la mia voce e flebile
"Come stai Jus?" sono le parole di Louis
"Sto davvero malissimo. Io davvero non posso credere di non essermene accorto.."
"Clarissa quando vuole nascondere qualcosa, sa come fare" aggiunge Jade.
La guardo: i suoi occhi sono gonfi e rossi, proprio come i miei, è piuttosto pallida, sempre tra le braccia di Liam.
"Non potrò mai perdonarmelo" aggiungo stringendo i pugni. Il mio sguardo è basso.
Tra i ragazzi riconosco la figura familiare: Kevin.
Mi avvicino a lui: "Ehy Kevin"
"Justin! Mi-mi dispiace così tanto.."
"Pensa a me."
"Clarissa è una ragazza forte, ma stava passando una situazione davvero difficile" aggiunge con lo sguardo basso.
"Lo so, ma ha sempre potuto contare su di noi, non so perché non l'abbia fatto"
"Clari si è sempre tenuta tutto dentro. Il suo grande difetto è proprio questo: tende a non parlare molto di quello che sta passando"
"Giuro che non capiterà più una cosa del genere. Non glielo permetterò"
Kevin mi da una pacca sulla spalla, poi si allontana. Prendo il telefono e guardo l'ora: 19.
Decido di chiamare Hope: le devo decisamente delle scuse.
"Ciao Hope"
"Ciao Justin"
"Volevo scusarmi per oggi, io non avrei mai voluto lasciarti al bar da sola ma tutto quello che mi ha raccontato, mi ha fatto capire che mia moglia stava facendo lo stesso. Io.. ehm, mi dispiace"
"Oh, tranquillo.. So cosa si rischia a fare una cosa del genere e hai avuto tutto il diritto di andare da lei. Sta bene, non è vero?"
"Sono andato a casa sua e l'ho trovata priva di sensi nel suo bagno, con i polsi tagliati. Ora siamo all'ospedale. Dio, se solo me ne fossi accorto prima.."
"Justin mi dispiace! Ti raggiungo là, così puoi raccontarmi tutto va bene?"
"Okay, ti aspetto"
Riattacco il telefono, e vado fuori per fumarmi una sigaretta. Tutto questo è davvero assurdo: da quando ho conosciuto Clarissa, la mia vita è cambiata. In meglio ovviamante.
Lei è la miglior cosa che mi sia successa, è diventata così importante in poco tempo. Lei è la ragazza con cui voglio passare il resto della mia vita. Lei e nessun'altra. Non Selena. Non Hope. Lei.
Avrei dovuto preteggerla, avrei dovuto accorgemene prima di quanto lei stesse facendo al suo corpo. Ma non l'ho fatto. Ma giuro, giuro su me stesso che se lei ce la farà, io la proteggerò da tutto, anche a costo della mia stessa vita.
"Ehy" sussulto nel sentire una voce alla mie spalle
"Hope" sorrido mentre la stringo tra le mie braccia
"Vieni, siediti e raccontami tutto"
Ci sediamo su un panchina, fuori dall'ospedale. Le racconto tutta la nostra storia, dal nostro prima oncontro sul palco, al nostro prima appuntamento. Dal matrimonio a quando ci hanno portato via i bambini.
Le racconto ogni cosa, ogni partcolare, cercando di trattenere le lacrime.
"È una storia terribile Jus" mi poggia una mano sulla spalla
"Già.. Io mi sono dato all'alcool, lei all'autolesionismo"
"Avete passato una situazione davvero difficile"
"Qualcosa di troppo grande per due ragazzi di vent'anni"
"Andrà tutto bene Justin"
"Lo spero. Io ho davvero bisogno di lei"
Hope mi cinge tra le sua braccia mentre le lacrime cominciano nuovamente a scivolare sul mio volto.
"Justin un dottore vuole parlare con noi" La madre di Clarissa mi viene a chiamare
"Vai forza. Io ti aspetto qua" mi dice Hope dandomi una pacca sulla spalla.
Ricambio con un sorriso e poi raggiungo la madre. Mi volto ancora una volta verso Hope. La vedo mimare "andrà tutto bene" con la bocca, mentre tira su i pollici.
Le sorrido ancora una volta, poi entro. Il mio cuore batte a mille. Il viso di sua madre quando mi è venuta a chiamare era priva d'emozioni. Cammino velocemente lungo il corridoio che sembra infinito, prima di intravedere il gruppo di persone che mi stavano aspettando.

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Capitolo 31
*** Capitolo 31 ***


Pov. Justin
Arrivo nella sala d'aspetto e la madre mi accompagna nello studio del dottore che ci stava aspettando.
"La situazione di Clarissa è piuttosto critica. Ha comunque il 90 % di possibilità di farcela. Le prossimo 48 pre saranno cruciali. Nel corso di queste ore capiremmo se lei potrà farcela oppure no. Ha perso molto sangue. È stata fortunata che lei l'abbia ritrovata, signore"
"Perciò ora è in coma?" aggiungo
"Sì. Non darei ancora nulla per perduto ma non mi farei nemmeno troppe illusioni"
"Grazie dottore. Grazie mille" lo ringrazione porgendogli la mano.
"Se volete posso concedervi 10 minuti per vederla"
"Sì la prego"
"Seguitemi"
Mi alzo dalla sedia, sua madre mi segue a ruota. Lei è rimasta tutto il tempo in silenzio ascoltando le parole del dottore.
Seguiamo i passi veloci del dottore all'interno dell'edificio. Arriviamo poi davanti ad un porta.
"10 minuti, non posso concedervi di più"
"Grazie mille dottore" lo ringrazio
Entriamo nella stanza: lei è sdraiata al centro, su un lettino, attaccata alla macchina.
La stanza è silenziosa è si sente solo il rumore provenire dalla macchina. Il suo respiro è ancora lento, i polsi sono fasciati.
Mi avvicino a lei, le poso un bacio sulla guancia e le accarezo i capelli
"Tu sei pazza. Non devi più farla una cosa del genere capito? Io sarò sempre al tuo fianco d'ora in poi. Ricordati Clarissa: sii forte! Non puoi lasciarci. Devi farcela, devi farcela per tua madre, per i nostri figli, per me. Ti amo, potranno passare dieci, venti, trent'anni ma io ti amerò sempre come il primo giorno. Ti amo, ti amo ti amo" le bacio la fronte, poi mi allontano facendo così avvicinare la madre.
Si limita a prenderle la mano e accarezzarle la fronte. Non ha parlato molto da quando siamo all'ospedale e continua a rimanere in silenzio tuttora.
Trema mentre le stringe la mano e le bacia lo zigomo, continua a osservare il suo viso.
Continuo a fissare la scena finchè la mia attenzione non viene attirata dalla porta che si apre
"Devo farvi uscire, mi dispiace"
Annuisco. Mi dirigo verso il lettino, bacio ancora una volta la sua guancia e le sussurro un debole 'Ti amo' nell'orecchio poi esco dalla stanza, stringendo sempre la madre fra le mie braccia.
Raggiungiamo poi gli altri nella sala d'aspetto. Appena ci vedono arrivare, si radunano cuoriosi intorno a noi
"Clarissa ora è in coma. Ha il 90 % di possibilità di farcela. Il dottore ci ha detto comunque di non farci troppe illusioni ma comuqnue di non perdere le speranze"
"Resta comunque una bella notizia, no?" la voce di Harry rimbomba nel corridoio
"Certo. Il 90 % è una buona percentuale. Scusatemi, vado a fumarmi una sigaretta, ne ho bisogno"
Supero il gruppo di persone, e  mi dirgo all'uscita
                    ----
"Hai un bel coraggio a presentarti qui"  dico
"Io ehm, Clarissa rimane comunque mia amica"
"Certo, prima te la fai e poi dici 'rimane comunque mia amica' "
"Mi dispiace Justin.." Lo sguardo di Niall è fisso sul pavimento
A quelle parole perdo completamente la testa: la mia mano si traforma in un pugno che senza riflettere scaglio sul viso di Niall. Lui cade a terra, la sua faccia è incredula di fronte al mio gesto.
Sento Zayn gridare "Justin fermo!" poi le sue mani intorno alle mie braccia per bloccarle.
Harry e Louis aiutano Niall a rialzarsi mentre Liam mi trascina via.
"Justin cazzo fai?" esclama Liam appena fuori dall'edificio
"Non so che mi è preso.."
"Cosa succede ragazzi?" Hope s'intromette nella discussione
"Justin ha tirato un pungo ad un mio amico. Ah dimenticavo, piacere Liam"
"Justin cosa? Justin vieni con me, devo parlarti. Piacere Hope"
Liam torna dentro. Sembra puttosto incazzato.
"Cosa stai combinando?"
"Lui l'ha baciata, prima del nostro matrimonio e ora me lo ritrovo qui. Io-io non ci ho visto più"
"Justin ti metterai nei guai così. Lei ha bisogno di te qui, affianco a lei. Ci manca solo che non ti facciano più entrare all'ospedale. Dovresti andare a chiedergli scusa"
"No, non lo farò. Se l'è meritato"
"Pensa a Clarissa: serebbe felice di questo?"
"Lei.. Lei no, non sarebe felice"
"Cosa vorrebbe che faresti?"
"Che chiedessi scusa a Niall"
"Allora fallo"
"Sai tu potresti fare il politico: sei un'ottima oratrice"
"Lo prendo come un complimento. Dai andiamo" Mi tira per un braccio e mi porta dentro, verso il gruppo di persone infondo al corridoio.
                        ----
"Forza vai, e chiedigli scusa!" mi sussurra nell'orecchio. Mi avvicino lentamente a Niall.
"Ehm, Niall io, ehm.. volevo chiederti scusa. Io ho perso la testa, non volevo farti male.. Sto passando davvero un periodo di merda.. Mi-mi dispiace"
"Tranquillo Jus, posso solo immagine quanto sia difficile questo momento per te. Facciamo finta che non sia successo nulla, okay?"
"Grazie mille amico"
"Non devi ringrziarmi" ci abbracciamo e poi cominciamo a parlare di tutto quello che è successo in questi ultimi mesi.
Sono felice di aver ritrovato un amico: ho bisogno di sostegno in questo periodo, ed aver ritrovato un caro amico come lui mi aiuterà sicuramente ad andare avanti.

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Capitolo 32
*** Capitolo 32 ***


Pov. Justin
Sono due giorni ormai che faccio avanti e indietro dall'ospedale.
Le condizioni di Clarissa sono migliorate, ma non di molto.
Non ha ancora aperto gli occhi.
L'unica cosa positiva è che non è più in pericolo di vita, ma i medici non sanno ancora quando si sveglierà.
Ora abbiamo il permesso di vederla.
Da quando lei è all'ospedale, ho bevuto solo due volte. Sto cercando di smettere di bere: quando lei si svegliarà voglio tornare insieme a lei, e riprenderci i nostri figli.
Basta cazzate. È ora di crescere.
Prendo la chitarra, e salgo in macchina. In questo periodo mi sto sfogando molto con la musica, come ho sempre fatto.
Sto scrivendo nuove canzoni e non stanno uscendo male; E poi mi piace suonarle la chitarra, mi piace farle compagnia con la musica e cantondole le sue canzoni preferite.
Scendo dalla macchina, ed entro nell'ospedale. Mi dirigo verso la sua stanza e come al solito mi siedo e comincio a suonare.
Mentre suono mi segno su un foglio tutti i pensieri che mi passano per le testa buttando giù un schizzo per una possibile canzone
"Just as sure as the stars in the sky.. Mh non male come frase" dico mentre la segno sul taccuino.
"Whenever you're not in my presence, it feels like I'm missing my blessings" continuo a scrivere.
Continuo a suonare finchè le dita non cominciano a farmi male, solo allora decido di prendermi una pausa.
*Ehy che fai oggi? Usciamo? Hope xx*
*Ciao Hope! Sono all'ospedale come al solito*
*Dai che voglio portarti in un bel posto e una bella idea per te e Clarissa!*
*Cosa intendi?*
*Ti vengo a prendere fra 10 minuti*
*A dopo xx* questo è il mio ultimo messaggio.
Dove mi vorrà portare Hope e soprattutto perché? La mia testa è confusa, giro per l'ospedale alla ricerca del bar dove prendo un caffè.
Torno poi in camera, rimetto la chitarra nella sua custodia e aspetto Hope.
Accarezzo i capelli di Clarissa, continuo a parlarle nella speranza che lei possa sentire ciò che dico.
Poi bussano alla porta
"Una signorina chiede di lei" dice la figura affacciata alla porta
"Grazie mille. Le dica che arrivo"
Annuisce e richiude la porta dietro di sè. Do un'ultimo bacio Clarissa, sulle sue guance morbide e mi avvio verso la porta. Prima di uscire mi rivolgo ancora una volta verso e le sussurro un 'Ti amo' ed esco.
                        ----
"Ciao Justin!"
"Tu sei pazza! Dove vuoi portarmi ora?"
"Ripeto: ciao Justin!"
"Ciao Hope" dico ridendo
"Ti porterò in un bel posto. Vieni seguimi" mi prende per un braccio e mi porta via.
Saliamo in macchina. Accendo la radio mentre lei mette in moto la macchina.
"Vedrai ti piacerà il posto è davvero meraviglioso!"
"Ma non capisc.."
"Sh sh sh! Taci lasciami fare!"
Rido mentre lei si mette a cantare ogni canzone che passa in radio.
                        ----
"Eccoci arrivati!" dice scendendo dalla macchina
"Ma Hope, è meraviglioso!" scendo dalla macchina. Il panorama che ci ritroviamo davanti è meravigliso: siamo su un'enorme terrazza che da sul mare. Mare e mare per chilometri. I raggi del sole si riflettono sull'acqua creando una luce meravigliosa. Al di sotto della tezzarra, una spiaggia di sabbia finissima si stede fino al mare.
"Lo so. L'ultima volta che sono venuta qua è stata con il mio ragazzo. Mi ha portata qua, e mi ha chiesto di sposarlo"
"Sei sposata?" le chiedo incredulo
"No. Lui-lui è morto circa due settimane dopo avermi fatto la proposto, in un'incidente stradale"
"Oddio Hope mi-mi dispiace.."
"È per questo che sono entrata in depressine e ho cominciato a tagliarmi. Mi sentivo persa senza di lui. I miei amici mi hanno aiutata molto, e poi sono andata da uno psicologo che mi ha fatto capire che lui è qui, affianco a me. Non mi ha mai abbandonta. Non posso nè vederlo, nè toccarlo ma lui è qui" sorride guardando il mare
"Sei una ragzza davvero forte. Io non-non ce la farei.."
"Ce la devi fare. Lo devi fare per loro; loro non vorrebbero mai che tu ti facessi del male. Devi andare avanti lo stesso"
Sono senza parole davanti alla forza di quella ragazza che solo fino a cinque minuti fa pensavo fosse una semplice ragazza senza pensieri. L'avevo sempre vista allegra, mai con il viso triste. Sembra la tipica ragazza di vent'anni senza problemi e invece il suo passato nasconde una storia che è più grande di lei, ma che è riuscita a superare.
Questo dimostra quanto lei possa essere forte. In confronto a lei, mi sento una nullità, un fallito.
"Beh potresti portarla qua, e magari scriverle nella sabbia qua sotto qualcosa di carino. Sarà impossibile rifiutarti Jus!" la sua voce squillante mi fa tornare alla realtà
"È un'idea grandiosa Hope!"
"Grazie grazie modestamente! Dovrebbero nominarmi 'Miss Cupido 2014' "
"Ma cammina" scherzosamente le spingo via.
La vedo ridere e scherzare con me, e rimango davvero stupito dalla sua forza, dal suo coraggio di andare avanti senza il ragazzo che amava.
"Dai torniamo a casa, che si sta facendo buio"
"Va bene"
Saliamo in macchina e partiamo per tornare a Jacksonville.
"Hai presente il ragazzo che ho piacchiato?"
"Sì, come si chiama già?"
"Niall"
"Ah ecco! Sì me lo ricordo perché?"
"Io non dovrei dirtelo ma.. Ha detto che sei carina. Perché non ci esci?"
"No" la sua voce è diventata fredda, distaccata
"Perché no?"
"Non tradirò mai il mio ragazzo"
"Ma Hope.. Devi andare avanti anche se lui non c'è più. Lui non vorrebbe mai che tu passassi la tua vita da sola per non tradire lui. Devi andare avanti e superare questa cosa"
"Se succedesse a te con Clarissa, cosa faresti?"
"All'inizio sarebbe durissima ma poi cercherei di trovare di nuovo l'amore. Serve anche a dimenticare. Certo una cosa del genere non la puoi dimenticare del tutto, ma aiuta ad andare avanti in un modo più sereno. È tempo di andare avanti Hope"
"Da un lato hai ragione ma.."
"Prova a dargli una possibilità, solo da amici. Prova a farci amicizia, chissà magari poi quell'amicizia diventerà altro"
"Va-va bene.."
"Grande Hope!" le stampo un bacio sulla guancia.
Il viaggio continua sereno, tra risate e scherzi. Mi porta fino a casa, poi se ne va.
Saluto Jade e Liam e poi vado stravolto a farmi una doccia.
Nella mia testa ora c'è lei: Hope. Sono rimasto sconvolto dalla storia che ha alle spalle e l'ammiro per come è riuscita ad andare avanti lo stesso. In me c'è anche un po' d'invidia: la forza con cui è andata avanti è davvero ammirevole, una forza che io non potrò mai avere.
Esco dalla doccia, mi vesto e vado a letto con i capelli ancora bagnati.
Fisso il soffitto pensando se Clarissa tornerà con me quando si riprenderà, so potremmo tornare ad essere una famiglia che lo eravamo prima.
La testa è invasa da mille pensieri, ma lentamente si allontanano tutti, mentre perdo lentamente conscienza.

*Eccomi qui bellezze! Ho postato un altro capitolo!
L'ho fatto soprattutto per una ragazza, che mi ha recensito questa storia, e si è letta tutta la prima: '
Silvia_3103'
Ti ringrazio tantissimi, sei stata tenerissa <3
Ringrazio, ovviamente, anche '
ale98erman' che ha recensito
Grazie cucciole, grazie davvero.
Volevo anche informarvi che mancano sette capitoli alla fine della storia! Ne ho già pronta un'altra, ma stavolta i personaggi saranno gli One Direction e non più Justin (:
Vi mandio un bacio, e vi abbraccio tutte! Ciaao *

 

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Capitolo 33
*** Capitolo 33 ***


Pov. Justin
"Hope mi ha dato un bellissima idea per rinconquistare Calrissa!" esclamo mentre faccio colazione con Jade e Liam
"Cioè?" mi domanda curioso Liam
"La porterò in un posto in cui mi ha portato Hope: un meraviglioso posto sul mare e nella sabbia le scriverò qualcosa"
"È una bellissima idea Justin! Fidati di una ragazza" mi dice Jade facendomi l'occhiolino
"Non appena si sveglierà e potrà lasciare l'ospedale la poterò lì"
"Non male come idea amico. Spero solo che vado tutto bene"
"Lo spero anche io. Scusate vado a prepararmi: voglio andare in ospedale"
"Di nuovo Jus?"
"Certo. Ci vediamo appena torno! Ciaoo!"
Esco di casa, sempre insieme alla mia chitarra, e salgo in macchina. Non so per quale motivo ma oggi mi sento stranemante bene, mi sento felice.
Arrivo canticchiando in ospedale e mi dirigo come ogni mattina nella sua stanza.
Oggi però prima di sedermi le poso un bacio sulla guancia, e ho come l'impressione che la sua mano si sia mossa. Mi allontano e la fisso: nulla. Lei è immobile.
Mi sa che comincio ad avere le allucinazioni dovrei staccare per un po'.. ma non oggi.
Mi siedo e cominincio a suonare
"Oh oh, just as sure as the stars in the sky
I need you to show me the light
Not just for the meanwhile
for a long long time
Better believe it
Oh oh, whenever you're not in my presence
It feels like I'm missing my blessings, yeah
So I sleep through the daylight
stay awake all night
'Til you're back again, oh, yeah, yeah
You think I'm biased
To my significant other
You hit it right on the head
Only been missing my lover
Got a whole lotta texts on my phone and I don't reply
The next eight bars tell you why
You're all that matters to me, yeah, yeah,
Ain't worried about nobody else
If it ain't you, I ain't myself
You make me complete
You're all that matters to me, yeah, yeah,
What's a king bed without a queen
There ain't no "I" in team
To make me complete
You're all that matters to me..
"

Pov. Clarissa
Sento tornare la sensibilità in ogni parte del mio corpo, sento di poterlo controllare di nuovo.
Scuoto leggermente la testa, e piano piano riapro gli occhi.
Riesco a sentire una voce familiare cantare. Le parole sono bellissime.
Apro gli occhi ma non del tutto, la luce proveniente dalle lampade non aiuta chi ha dormito per un po'.
Sento la voce interrompersi.
"Clarissa amore mio! Dio, tu stai bene! Stai ferma chiamo un'infermiera"
Un'infermiera? Ma-ma dove sono? Guardo le mie braccia, delle flebo sono attaccate ad esse. Giro la testa a sinistra e vedo un grosso apperecchio per misurare il battito cardiaco. Sono confusa, non ricordo nulla su quello che sia successo. l'unica cosa di cui mi ricordo è che ero da sola a casa e.. e mi stavo tagliando. Poi il vuoto.
"Amore mio! Tu stai bene! Tu-tu non sai quanto io possa essere felice ora" Justin mi tiene la mano mentre mi accarezza delciatamente i capelli. I suoi occhi sono lucidi, le lacrime stavo scivlando veloci sul suo viso.
In un'attimo mi torna alla mente tutto: i miei bambini, la mia storia con lui. Tutto era finito. Noi ci eravamo lasciati, ma lui è stato lo stesso in ospedale, nonostante io non ci sia andata quando lui ha avuto l'incidente.
"Mi dispiace" sono le uniche parole che riesco a dire
"Per cosa amore?"
"Io non sono venuta a trovarti all'ospedale quando tu hai avuto l'incidente, mentre tu, guardati, stavi suonando per me"
"Non m'importa Clarissa. L'unica cosa che m'importa è che tu stia bene, che tu sia viva. Questo è l'importante"
Le lacrime cominciano a invadere i miei occhi ma Justin le asciuga passando il pollice sul mio viso.
"Tu sei pazza. Sai che una cosa del genere non la devi più fare?"
"Sì amore scusami.. Io-io non so cosa mi sia preso"
"Mi hai chiamato amore o sbaglio?"
"Non ho mai smesso di amarti, ma tu.. Tu hai trovato un'altra. Ed è giusto così. Mi sono comportata da bambina e se tiri troppo la corda poi si spezza"
"Un'altra? Amore cosa stai dicendo?"
"La ragazza con cui ti sei visto al bar quel giorno, lo stesso giorno in cui io beh.."
"Lei? Lei è un'amica, Clarissa non potrò mai dimenticarti hai capito? Se ti ho sposata una ragione c'è. Ti amo, non te lo dimenticare mai"
"Justin scusa" scoppio a piangere e cerco ti tirarmi su per abbracciarlo.
"No, stai ferma. Vado a chiamare un dottore dovranno farti degli esami suppongo. Stai ferma eh"
Lo vedo sparire velocemente dalla stanza e poi ricomparire altrattanto velocemente insieme ad un dottore.
"Allora signorina, il battitto è normale. Abbiamo re-inserito la quantità necessaria di sangue. Vorremmo farle ancora qualche esame però. Se l'è davvero vista brutta. Che non si ripeta okay? Se vuole posso prenotarle un incontro con uno dei migliori psicologi che ci sono in città e.."
"No. Sono tornata con mio marito. Potrà aiutarmi lui. Anche se dubito che avrò più bisgno di tagliarmi" sorrido
"Clarissa penso sia meglio che tu vada da uno specialista.."
"Non voglio. Sto bene così"
Il dottore annuisce ed esce dalla stanza.
"Chiamo gli altri" mi fa l'occhiolino Justin. Annuisco in attesa che lui finsica il giro di telefonate.
                    ----
"Amore mio! Non sai quanto mi hai fatto spaventare!" sono le parole di mia madre
"Scusami.. Non-non volevo" l'abbraccio
"Non farla più una cosa del genere, capito?"
"Sì mamma, tranquilla" rispondo a mia madre in modo distante: i miei occhi cercano disperatamente quelli di Justin. Appena lo vedo lui mi sorride: è appoggiato al davanzale, ride e scherza con Niall mentre mi tiene d'occhio.
La mia attenzione viene attirata dall'abbraccio silenzioso di Jade: non dice una parola, piange solamente.
"Sto bene tesoro. Scusami se t'ho fatto spaventare"
"Non farlo più okay?"
"Non c'è pericolo" le dico mentre sorrido nuovamente Justin.

*Buona sera bellissime!
Eccovi postato il trentatreesimo (?) capitolo.
E così, Clarissa si è risvegliata, finalmente. E sembra che le cose stiano tornando apposto. Sarà così? <3
Ringrazio chi sta seguendo la mia storia, chi sta facendo aumentare le visite. Grazie davvero.
Vi lascio il mio nome su Twitter, nel caso voleste seguirmi o chiedermi qualsiasi cosa: @GioMarracash <3
Vi bacio, e vi abbraccio. Ciaao *

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Capitolo 34
*** Capitolo 34 ***


Pov. Clarissa
"Justin ce la faccio" rido mentre Justin mi aiuta a scendere dal lettino
"Voglio aiutarti lo stesso"
"Non mi diventerai mica paranoico ora?"
"Non permetterò più che tu ti faccia del male, ho già rischiato di perderti una volta. Non capiterà un seconda volta"
"Ti amo!" gli salto addosso stampandogli un bacio
"Ehm, è permesso?"
Una voce femminile e me estranea, disturba il nostro momento.
"Hope! Vieni! Lei è Clarissa la mia ragazza"
"Piacere Hope" mi porge timidamente la mano. Il mio sguardo è riluttante verso di lei.
"È lei la ragazza della tv"
"Della tv?" mi chiede dubbioso Justin
"Ho visto un servizio alla tv che parlava di te e della tua nuova fiamma" i mie occhi fulminano i suoi che si abbassano velocmente sul pavimento
"Cosa? No noi non stiamo insieme, e non lo siamo mai stati. Non c'è mai stato nulla" mi rasicura Justin
"Te lo posso assicurare, non abbiamo mai fatto nulla io e Justin. I media purtroppo gestiscono come fa a comodo a loro le notizie, soprattutto se i tratta di persone famose come Justin" mi dice Hope
"Io.. Okay vi credo" sospiro
"Potete presentarvi in modo carino ora?" ride Justin
"Sì.. Scusami. Sono Clarissa, piacere di consocerti"
"Non ti preoccupare. Piace Hope" mi sorride dolcemente "Mi fa molto piacere che tu ti sia ripresa, Justin stava davvero male"
"Grazie mille, sono stata davvero un cogliona. Non so cosa mi sia passato per la testa"
"Ti capisco, ho vissuto la tua stessa situazione" Hope giocherelle nervosamente con lei sue mani
"Cosa?" chiedo, sgranando gli occhi
"Ero un'autolesionista anche io"
"Hope ha perso il suo ragazzo in un incidente stradale" aggiunge Justin guardando il pavimento
"Oddio.. Mi-mi dispiace Hope. Devi aver passato davvero un brutto periodo" sento il senso di colpa crescere dento di me
"Già, ma sono riuscito a superarlo" mi sorride
"Ehm, dai andiamo! Su non deprimiaci! Bisogna festeggiare!" aggiunge Justin rissolevando un po' il morale
"Hai ragione! Andiamo!" aggiunge Hope
Nel tragitto verso casa mi raccontano tutto quello che è successo, da come si sono conosciti al fatto che lei e Niall si stessero frequentando.
Quante cose posso succedere in soli cinque giorni!

Pov. Justin
L'accompagno a casa, dopo aver portato Hope a casa sua.
Appena Clarissa mette piede in casa, comincia a piangere
"Che succede amore?" corro al suo fianco
"No nulla, sono felice di essere di nuovo a casa di riavere te"
"Anche io sono felice amore, ma vai a cambiarti ora e mettiti il costume!"
"Cosa?"
"Fallo!" le sorido
"Va bene arrivo"
                    ----
"Justin dove mi porti?" mi chiede divertita
"È una sorpresa"
"Daii sono cuoriosa!"
"Aspetta siamo quasi arrivati!"
"Quanto manca?"
"Siamo arrivati! Chiudi gli occhi!"
"Devo avere paura?" ridacchia
"Sh! Seguimi, ma tieni gli occhi chiusi!"
"Ma Justin!"
"Aprili" le dico togliendole la mani dagli occhi.
La sua espressione è sbalordita: i suoi occhi si illuminano che sotto quella luce sembrano ancora più chiari.
"È meraviglioso Justin"
"È la stessa cosa che ho detto io quando Hope mi ha portato qui. È stata sua l'idea"
"Direi che posto migliore non poteva trovarlo. Ti amo amore mio" avvolge le braccia intorno al mio collo
"Anche io" cominciano a baciarci e poi indico la spaggia sottostante. Nella sabbia avevo scritto 'Sei la mia vita. Ti amo'
"Lo stesso vale per me! Ti amo, ti amo, ti amo!" dice con le lacrime agli occhi.
"Dai andiamo sulla spiaggia" la prendo per mano, e scendiamo le scale che ci portano sul bagnasciuga.
Ci sdraiamo sulla calda sabbia, lei con la testa sul mio petto.
"Non sai quanto tu mi sia mancata Clari"
"Anche tu amore mio"
"Giuro: basta cazzate. Ora l'unica cosa che voglio fare e vivire la mia vita con te e i miei figli"
"Anche io, è ora di crescere e lasciarsi il passato alla spalle" mi sorride mi da un bacio.
Il suo copricostume si è alzato, lasciando scoperte le coscie ferite dai tagli. Resto a fissarle, accarezzandole con le mani, poi mi abbasso e comincio a baciarle le zone ferite dai tagli.
Le bacio le coscie, e i vari tagli sparsi per il suo ventre, fino a toglierle il copricostume
"Sei bellissima in costume sai?"
"Justin non qui" dice mentre cerca di resistere alla mie provcazioni
"Va bene" le sussurro nell'orecchio mordendole il lobo
"Okay va bene! Che ne dici di fare un bel bagno?" scatta in piedi
"Non mi sfuggi tanto!" comincio a rincorrerla finchè non arriviamo in mare, dove lei si abbraccia a me.
"Sei la cosa più bella che potesse capitarmi" mi sussurra nell'orecchio
"Ti amo" la bacio.
Nel frattempo l'aria si è alzata e lei comincia a tremare
"Dai andiamo, ho dimenticato gli asciugami in macchina" le do la mano, poi la stringo in un abbraccio per non farle prendere freddo e ci dirigiamo verso la macchina.
Prendo un unico asciugamo, mi avvicino a lei e premo il mio petto contro la sua schiena, chiudendola in un'abbraccio, e coprendola con l'asciugamo mentre guardiamo il tramonto.
"Che ne dici se ce ne tornaniamo a casa nostra? Nel senso, tornare a viviere dove stavamo prima di.. Beh.." mi chiede. Rimango stupito dalla sua richiesta
"Certo amore. Non vedo l'ora." la bacio ancora una volta.
Ci vestiamo e sistemiamo tutta la roba in macchina. Poi saliamo: destinazione Jacksonville.

*Ciao ragazze <3
Ho postato ora il capitolo perché stasera non posso, e non potrò postare fino a domenica o lunedì.
Vi lascio con questo, e posterò appena posso! Un bacio*

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Capitolo 35
*** Capitolo 35 ***


Pov. Clarissa
La sopresa di Justin mi ha lasciata davvero senza parole. Da tanto tempo non ero più così felice.
Sto tornando a sorridere. Mi mancano terribilmente i miei figli, ma giuro che tornerò a prenderli, ma prima è indispensabile sistemare le cose con Justin.
"Sai, io pensavo che ci si poteva già trasferire nella nostra casa.. Così continuiamo quello che abbiamo cominciato" gli dico con tono malizioso
"Non mi provochi signorina Bieber"
"Oh no, non potrei mai farlo" dico facendo scivolare l'indice su e giù lungo la sua gamba, avvicinandomi sempre di più al cavallo dei suoi jeans.
"Cazzo Clarissa" dice spostandomi la mano "Va bene ci trasferiremo già stasera"
"Sì!" esclamo
"Ma me la pagherai" aggiunge lui con tono di sfida
"Non vedo l'ora" ribatto
Parte premendo più velocemente l'acceleratore
"Scemo rallenta!" gli do una pacca sulla spalla ridendo
"Sì scusa, colpa tua e dei tuoi subdoli giochetti"
Scoppio a ridere. Justin rimane silenzioso, mentre fisso fuori dal finestrino ripercorrendo tutti i fatti che mi sono successi in quest'ultimo periodo. La mia vita è cambiata tantissimo nel giro di un'anno, è in un tempo così breve ne ho passate davvero tante ma ora è arrivato il momento di essere felici.
Justin mi apre la portiera, molto probabilmente perché ha notato che non mi ero accorta di essere arrivata a casa
"Scusami ero sovrappensiero" gli sorrido
"Non importa, dai andiamo" mi sorride prendendomi per mano.
Apre la porta di casa ed entrariamo: inizialmente rimango un po'stupita. Tutto è rimasto esattamente come l'avevamo lasciato quel giorno che ci siamo rivelati i nostri tradimenti.
Le culle dei piccoli nell'angolo del solotto, il divano disfatto dove avevo dormito. Nulla è cambiato.
Nessuno dei due ha più messo piedi in questa casa da quel giorno.
Cammino incuriosita per la casa osservando come tutto fosse rimasto uguale, come se il tempo si fosse bloccato
"Amore sono sopra a farmi uma doccia okay?" mi dice Justin
"Va bene, io la faccio qua"
"Se vuoi c'è posto nella mia". Adoro il suo tono di voce
"No Justin, non facciamo tutto subito"
"Va bene, amore" dice con tono da finto scocciato
Entro in bagno, e mi faccio la doccia.
Appena finito, mi vesto e salgo al piano di sopra dove Jus mi stava aspettando

Pov. Justin
Esco dalla doccia e mi rivesto. Poi esco dal bagno per andare da Clarissa che incontro sulle scale
"Amo il profumo della tua pelle" le sussuro nell'oreccio mentre le mordicchio il lobo
"Io amo te" le sue labbra incontrano le mie e poi mi spinge su per le scale fino in camera da letto.
"Mh, mi piace quando sei tu che comandi" le dico
"Per una volta ce l'ho io il controllo" dice mordendosi il labbro
Sono seduto sul letto, lei è in mezzo alle mie gambe divaricate. Mi sfila la maglietta osservando il mio petto muscoloso, poi mi butta all'indetro sedendosi sul mio bacino.
Con la lingua disegna una linea lungo i segni della mia V e poi bacia la tartaruga, un po' alla volta.
Nel frattempo sbottona i pantaloni. Resto immobile, lasciando che sia lei a comandare.
I suoi baci sono sparsi sul mio petto. Si sposta per permettermi di sfilare i pantaloni. Le sfilo la maglietta: sembra piuttosto imbarazzata.
"Ancora non l'hai capito che sei bellissima?"
Lei non risponde, si limita a farmi un sorriso timido e contunuare quello che aveva cominciato. E gli effetti cominciano a farsi sentire.
Appena si accorge dell'erezione sotto di lei si sposta di lato, tirandomi giù i boxer per permettere quest'ultima di uscire.
Fissa l'erezione davanti a lei: so cosa sta pensando.
"Non sei obbligata a farmi un pompa se non vuoi"
"Io-io non ci riesco. Scusami"
"Non importa amore" le sorrido
Clarissa è sempre stata abbastanza frenata in queste cose, nonostante le sue esperienze passate.
Avvolge il mio membro nella sua mano calda, e comincia un movimento che mi fa gamere dal piacere.
Butto all'indietro la testa, come per assaporare meglio quel piacere intenso che stavo provando.
"Cl-Clarissa basta" ansimo ma lei non accenna a fermarsi
"Ti prego" aggiungo ma il suo movimento continua. Scatto allora per toglierle la mano per evitare di venire.
"Perché vuoi smettere? Non sono brava?"
"Cazzo se sei brava. Ma non voglio venire subito. La notte è lunga" la guardo negli occhi: leggo la sua soddisfazione nel sentire le mie parole.
"Ora tocca a te" le dico tirandomi su i boxer.
La faccio sdraiare, e velocemente le sfilo i pantaloni. I miei occhi scivolano veloci sul suo corpo, osservando ogni singolo lembo di pelle. Poi mi soffermo sul suo seno. Comincio a baciarlo, cercando di toglierle il reggiseno
"Fottuti reggiseni!" impreco
"Lascia faccio io" aggiunge ridendo. Sgancia i giancetti posteriori del reggiseno e io le faccio scivolare le spalline lungo le braccia. Comincio a baciarla intorno ai capezzoli alternando alcune volte piccoli succhiotti.
La faccio stendere, comprendole il petto con una mia maglia in modo che si sentisse più a suo agio e faccio scivolare lentamente i suoi slip lungo le sue gambe.
Avvicino due dita e piano piano le inserisco dentro di lei, facedo attenzione a non farle male.
Un piccolo grido esce dalla sua bocca
"Tutto okay?"
"Sì continua" la sua voce a ansimante.
Ruoto le dita all'interno, alternando ad altri movimenti. Inarca la schiena, ansiamante.
"Justin fermati. Non voglio venire adesso" non ricevendo nessuna risposta da me, mi tira dai capelli e porta il mio viso all'altezza del suo. Mi bacia più volte poi mi toglie i boxer permettendo alla mia oramai prominente erezione di uscire.
Continuo a baciarle il collo mentre lei mi stinge i capelli. Le sue mani si spostano sulla mia schiena non appena entro in lei: i graffi che sta lasciando sul mio corpo sono il segno del suo piacere. Inarca la schiena premendo il suo seno contro il mio petto. Sento il suo respiro affannato sulla mia spalla.
Aumento gradualmente la violenza delle mie spinte ma decido di fermarmi quando emette un grido e le sue unghie infliggo graffi più profondi sulla mia schiena.
"Scusa"
"Non importa. Continua" ansima
Continuo le spinte, meno violentemente, entrando in lei. Le sue gambe si chiudono intorno al mio bacino, la sua schiena si inarca, chiude gli occhi e piega la testa all'indietro: l'aveva già fatto altre volte. È segno che sta per venire.
Approffitto di questo per aumentare un po' le spinte, finchè dalla sua bocca non esce l'ultimo gemito.
Mi sposto da sopra di lei e le porgo il reggiseno e gli slip
"Anche se io ti preferisco senza" le dico
Mi guarda quasi stupita dell'azione che avevo appena fatto, poi li indossa. Mi infilo i boxer e mi sdraio accanto a lei, abbracciandola.
"Questa è stata a volta migliore di tutta la mia vita"
"A chi lo dici" mi risponde ancora col fiatone
"Mi sei mancata così tanto" le sussurro, con la testa affondata nel suo collo
"Anche tu" mi bacia la fronte
"Vuoi un po' d'acqua?"
"Si amore" mi risponde
"Te la vado a prendere" le sorrido.
Appena torno, la trovo ad aspettarmi. Il suo repiro è tornato regolare.
"Ecco a te amore"
"Grazie" mi da un bacio, beve l'acqua e appoggia la testa sul mio petto
Comincio a cantarle una canzone in modo da farla addormentare, accarenzandole il braccio lungo il suo fianco.
La stringo forte a me, come per paura che se ne possa andare di nuovo, come per paura di poterla perdere di nuovo.
Appoggio la testa sulla sua, e chiudo gli occhi. Nel giro di poco tempo per conoscienza.

*Eccomiiii :3
Ciao bellezze! Ho pubblicato appena possibile. Ho avuto diversi problemi con la connessione e ho dato di matto AHAHA
Eccomi qua con il trentacinquesimo capitolo, Fatemi sapere cosa ne pensate <3
Ringrazie ancora '
Silvia_3103' che recensisce sempre i miei capitolo. Grazie mille tesoro <3
Un bacio *

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Capitolo 36
*** Capitolo 36 ***


Pov. Clarissa
Mi sveglio. Sono stretta dalla braccia di Justin. Mi sposto piano piano cercando di non svegliarlo e mi alzo dal letto.
Mi metto addosso la vestaglia e scendo al piano di sotto. Mi preparo un tazza di latte e prendo una brioches, poi vado sul divano.
Accendo la tv, ma la mia testa è immersa nei suoi pensieri: ripenso alla notte appena passata. Indubbiamente la migliore della mia vita. Il tocco magico di Justin, i suoi baci sul mio collo, i brividi che percorrono la mia schiena.
Quelle sensazioni che mai nessuno mi aveva fatto provare.
Butto al testa all'indietro e mi mordo il labbro inferiore, chiudendo gli occhi e ripercorrendo ogni instante della notte passata.
Sento dei rumori provenire dalla scala: Justin si è svegliato.
"Buongiorno vita!" urlo dal salotto
"Giorno amore" mi stampa un bacio sulla testa
"Dormito bene?"
"Sì te?"
"Tra le tue braccia di dorme benissimo" mi sorride. "Oi amore mi posi la tazza sul tavolo? Grazzziiee" aggiungo
"Certo dammi"
Nel giro di due minuti mi raggiunge sul divano con in mano una grossa tazza di caffè.
"Perché stai guardando un programma di bricolage?" mi chiede divertito
"Ma in realtà stavo pensando a ieri sera.."
"Ti è piaciuto?"
"Da morire amore... È stata la notte migliore in assoluto"
"Lo penso anche io" mi sorride poi mi da un bacio.
Ricambio il sorriso, poi mi alzo e vado a posare la tazza di Justin in cucina. Sento gli occhi di Justin addosso.
Da quando sono andata in ospedale, è molto più vigile, mi tiene costantemente d'occhio come un padre fa con la sua bambina.
Non che non mi piaccia, ma non so come si evolverà la cosa in futuro. E questa è la cosa che più mi preoccupa: non so quanto potrò resistere ai continui controlli di Justin.

Pov. Justin
La osservo mentre si alza dal divano. I miei occhi rimangono vigili su di lei, su ogni parte del suo corpo
"L'ho sempre detto che hai un bel culo" le dico soddisfatto
"Justin!" urla dalla cucina
Scoppio a ridere. Scorro i canali televisivi in cerca di qualche programma interessante aspettando l'arrivo di Clarissa.
"Eccomi" urla ma mentre stava per sedersi inciampa e cade sul divano
"Attenta scema" rido mentre l'aiuto a rialzarsi "Potrebbero eleggerti miss imbranata 2014" aggiungo
"Ah ah ah simpatico" aggiunge lei dandomi una pacca sulla spalla.
Si siede accanto a me, appogiando la testa sulla mia spalla. Appoggio il braccio intorno a lei, giocando con i suoi capelli mentre guardiamo un film.
Rimaniamo abbracciati per un po' di tempo, finchè nel film comincia una scena un po' più spinta. Clarissa alza la testa e si siede sopra di me
"Mi hanno dato una buona idea" dice con tono malizioso, baciando il collo
"Sei in vena di provocazioni vedo" ribatto
"Forse" i suoi splendidi occhi furbi guardano i miei.
"Okay" rispondo
Mi alzo di scatto, facendo finire lei sotto di me. Comincio a baciarla lungo la linea della scollatura della vestaglia, aprendogliela un po' alla volta. Le mordicchio la pelle del ventre facendola ridere. Cerca di divincolarsi dalla mia presa dandomi delle pacche sulle spalle
"Non riuscirai a liberarti di me" le dico cominciando a baciarla. A questo punto smette di opporre resistenza, attorciglia le braccia intorno al mio collo.
"Ti guarderei per ore" mi dice, osservando il petto e tracciando con un dito il contorno dei miei tatuaggi.
"Anche io" le dico mentre apro la vestaglia. Scorro il dito sopra al bordo di pizzo del suo reggiseno, provocandole dei brividi
"Per stavolta te lo lascio, ma la prossima volta te lo tolgo" le sussurro nell'orecchio
Mi bacia premendo le sue dite contro la mia schiena, avvincinando così i nostri petti.
Il mio sguardo fa un 'tour' rapido del suo corpo, poi le sfilo gli slip.
Entro di nuovo in lei, cercando di non farle male e spingendo delicatamente.
                    ----
"Sai stupirmi ogni volta" le dico coprendola con la vestaglia e stringendola in un abbraccio
"Il divano è scomodo comunque, meglio il letto" dice cercando di non cadere giù
Rido. Mi alzo ma prima di uscire dalla stanza le scompiglio i capelli con una mano mentre lei grida.
"Justin lasciami i capelli! Sei un bastardo!" corro fuori dalla stanza ridendo per evitare un cuscino che lei sta per lanciarmi.
Salgo al piano di sopra, faccio una doccia veloce e mi vesto.
Quando scendo trovo Clarissa addormentata sul divano, così la copro con una coperta. Dopo averle stampato un bacio sulla fronte esco di casa.

*Ciao cuccioline <3
Eccomi qui con un nuovo capitolo! Rilleggendolo, lo trovo abbastanza carino, rispetto ad altri capitoli letti in passato.
Volevo inoltre avvisarvi che siamo al trentaseeisimo (?) capitolo su trentanove. Quindi siamo giunti quasi alla fine.
Fatemi sapere che  pensate del capitolo, lasciando una piccola recensione! Un bacio enorme*

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Capitolo 37
*** Capitolo 37 ***


Pov. Clarissa
Mi sveglio di soprassalto sentendo bussare alla porta. Chiudo bene la vestaglia cercando con sguardo confuso Justin.
Mi guardo allo specchio prima di aprire la porta e mi do un'aggiustatina.
"Buongiorno, lei è la signorina Bieber?"
"Sì, perché?"
"Suo marito le porta questi" il fattorino mi consegna un meraviglioso mazzo di rose rosse, gialle e blu.
"O mio dio, sono bellissimi. Grazie me li dia pure. Devo darle qualcosa?"
"No tutto apposto signorina. Grazie e arrivederci"
"Grazie a lei. Arrivederci"
Vado in cucina a prendere un vaso per i fiori, lo riempo d'acqua e appoggio il tutto sulla penisola della cucina in mezzo alla stanza. Vicino ai fornelli, un biglietto
*Ciao amore, sono andato dagli assistenti sociali. Ti amo! Jus*
Assitenti? Perché è andato dagli assistenti senza dirmi nulla? Cosa stava succedendo?
Decido di chiamare Justin ma quando stavo per comporre il numero cambio idea. Se lui adesso fosse occupato? Se lo disturbassi?
Decido di aspettare che lui torni, o almeno che mi faccia una telefonata. Mi sdraio sul divano, e prendo un libro.
Comincio a leggere, mentre aspetto nervosamente l'arrivo di Justin.

Pov. Justin
Esco di casa. Fuori c'è una bella giornata. Fa caldo ma non eccessivamente.
Salgo in macchina e mi dirigo verso il collegio dove l'assistente ha portato i miei figli per capire che cosa potremmo fare per riaverli indietro.
Accellero e nel giro di qualche minuto arrivo al collegio
                        ----
"Ci vogliono delle documentazioni che testimonino che lei e sua moglie siete tornati insieme" mi dice il preside del collegio
"Ma noi non abbiamo mai firmato delle carte di separazione comunque..."
"Mai presentate?"
"No. Io e mia moglie non ci siamo mai lasciati ufficialmente "
"Mhh. Voi abitate nella vostra vecchia residenza?"
"Sì ora sì. Siamo tornati a stare dove stavamo prima di lasciarci"
"Bene allora io direi che potete tornare a casa insieme ad un mio collega che vi farà un colloquio per capire se siate davvero tornati insieme"
"Perfetto"
"Bene seguitemi". Lo seguo all'interno dell'edificio finchè non raggiunge un ufficio. Mi fa cenno di aspettare fuori e poco dopo esce un uomo alto e snello e che viene verso di me.
"Buongiorno, sono Rouge l'assistente sociale che ha preso i suoi figli. Andiamo?"
"Certo" ci dirigiamo verso la mia macchina e velocemente torniamo a casa.
Mando un messaggio a Clarissa *Amore sto tornando a casa. Fatti trovare vestita. L'assistente sociale è con me*
Nel giro di dieci minuti arriviamo a casa.
Ad aprirci la porta troviamo Clarissa.
"Buongiorno" saluta fredda l'assistente
"Ciao amore" la bacio cercando di scioglierla
"Prego entrate" ci invita ad entrare.
Ci accomodiamo in salotto mentre Clarissa va in cucina e prendere qualcosa da offrire agli ospiti.
"Quindi siete torni insieme?"
"Sì siamo tornati da poco" affermo
"Lei ha smesso di bere?" mi chiede sospettoso
"No, non bevo più. Eh poi se bevessi ancora, se ne accorgerebbe subito: la voci girano veloci e arrivano altrettanto velocmente ai media" gli rispondo pronto
"Vero. Ma sua moglie non ha lavoro"
"Penso che il lavoro che faccio basti per mantenerci tutti e quattro"
Lo sguardo dell'asistente sociale e pensieroso. Continua a scrivere appunti su un block notes.
Sposto la mia attenzione su Clarissa quando appoggia la sua mano sulla mia, stringendola e sedendosi affianco a me.
"La prego, ci dia fiducia! Siamo tornati insieme. Lui non beve, e io non mi taglio più. Nel caso le cose non andassero bene saremmo i primi a chiamarla. La prego, si fidi di noi"
Le parole di Clarissa fanno riflettere l'assistente sociale.
"C'è un certo affiatamente tra di voi. Lo vedo. Io vi concedo i bambini ma farei attenzione un giorno a sorpresa, un assistente può venire a ispezionare la situazione"
"Ci-ci lascia i bambini?"
"Sì. Ma mi raccomando ai controlli"
Clarissa scoppia a piangere tra le mie braccia mentre sul mio viso un grosso sorriso prende forma
"Quando possiamo venirli a prendere?" chiedo confuso
"Anche subito" ci sorride l'assistente
"Andiamo amore?" le domando
"E chiedi pure?" mi risponde tra le lacrime
Velocemente saliamo in macchina e torniamo al collegio dove il preside ci accoglie
"Buongiorno signori"
"Signore, ecco la mia relazione" Rouge porge i suoi appunti al preside
"Mh-mh. Okay.. Perfetto" aspettiamo nervosamente una risposta. "Va bene. Seguitemi" aggiunge poi.
Clarissa è appoggiata a me, trema, incredula di quello che sta succendendo.
"Ecco i vostri figli" ci porge una culla con i due meravigliosi bambini dentro.
"Amore guarda come sono cresciuti" dice Clarissa piangendo
"Sono cresciuti davvero tanto" esclamo con gli occhi lucidi
Entrambi li prendiamo in braccio e cominciamo ad abbracciarli ancora increduli che tutto questo stia succendo davvero.
"Non ci posso credere che li sto stringendo in braccio" mi dice lei, con voce tremante
"Credici amore. È tutto vero" la bacio facendo attenzione ai bambini.
"La ringraziamo enormemente per l'opportunità che ci sta dando. Grazie mille"
"Si figuri. Ci aspettiamo che voi siate dei genitori maturi e responsabili"
"Così saremo" dice Clarissa cullando Yasser fra le sue braccia
"Lo speriamo. Arrivederci"
"Arrivederci" lo salutiamo e ci dirigiamo verso la macchina.
Mettiamo delicatamente i bambini nei seggiolini e torniamo a casa
                        ----
"Non ci posso credere" dice Clarissa mentre portiamo a passeggio i bambini
"Credici amore, è tutto vero. Siamo tornati la famiglia felice che eravamo prima"
"Facciamo una cosa?"
"Che cosa'" chiedo confuso
"Cancelliamo tutto. Rincominciamo da capo. Cancelliamo i tradimenti, e il dolore che abbiamo passato"
"Ci sto. Facciamo come se non fosse successo nulla. Ecco la nuova e felice famiglia Bieber!"
"Ti amo amore" mi abbraccia
"Anche io" la bacio
Finalmente è tornato tutto esattamente com'era: io, lei e i bambini. Non potevo chiedere di meglio. La mia vita torna ad avere un senso.
Basta cazzate, è tempo di crescere e fare i genitori. Ho già perso lei e i miei bambini una volta, non succederà una seconda.
Appoggio la mia mano sul fianco di Clarissa, mentre lei spinge il passeggino.

*Ciaao cucciole :3
Come statee? Oggi sono particolarmente di buon umore, perché oggi sono sedici anni che rompo i coglioni ai miei AHAHAHAH
Ho ricevuto colpa delle stelle, e oddio sono al settimo cielo ahahahah
Sono qui per farvi questo piccolo regalino: ecco il tretasettesimo capitolo! M piacerebbe davvero sapere cosa ne pensate.
Un bacino a tutte, e ve se amaaaa *

 

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Capitolo 38
*** Capitolo 38 ***


TRE ANNI DOPO...

Pov. Clarissa
Ormai sono passati quasi tre anni da quando abbiamo di nuovo i nostri bambini.
Le cose non potrebbero andare meglio di così.
Ne abbiamo passate tante e ora finalmente torniamo a essere felici.
Dwight e Yasser sono cresciuti molto: adesso camminano! Sono delle vere pesti!
Camminano, vanno da tutte le parti, urlano e si piacchiano.
Ci stanno dando un bel po' di lavoro.
"Dwight vieni qui!" urlo mentre lo vedo correre via - "Niente pappa a chi fa il cattivo!"
Sento Justin ridere dal salotto
"Invece di ridere potresti aiutarmi, sai?" lo rimprovero.
"Vuoi un aiuto?" mi chiede
"Sì!" esclamo.
Lo vedo tornare due minuti dopo con Dwight in braccio
"Mh, poi mi spieghi come hai fatto"
"Tra maschietti ci si capisce vero Dwight?" gli tocca il naso con un dito e Dwight ride
"Okay baby maschietto vieni qui, andiamo a fare il bagnetto. Tu tieni d'occhio Yasser"
"Va bene capo" mi sorride Justin dandomi un bacio.
Prendo in braccio Dwight e andiamo in bagno.
                    ----
"Dwight! Dwight no! Non schizzare" scoppio a ridere mentre batte le sue manine sulla superficie dell'acqua
"No! Non aprire l'ac.." in un secondo mi ritorvo completamente bagnata
"Oddio, Dwight! Che casinista sei?" scoppio a ridere
"Che succede?" chiede Justin tenendo per mano Yasser. Appena vede la mia faccia scoppia a ridere "Cosa ti è successo?" dice ridendo
"Chiedilo a tuo figlio!" esclamo scocciata. Continua a ridere
"Ah ah ah, siamo spiritosi oggi eh?" Yasser mi viene incontro, passando le mani sul mio viso, come per pulirlo dal trucco colato
"Vedi? Lui si che è un vero gentiluomo! Vieni che mamma ti da un bacino!" gli poso un bacio delicato sulla guancia, poi lo guardo esplorare il bagno.
"Sono bellissimi vero?" Mi sussurra Justin nell'orecchio
"I più belli che abbia mai visto" gli rispondo "ma anche i più casinisti" aggiungo
"Hai ragione" ride
Li osserviamo mentre giocano finchè Yasser non cade nella vasca
"Yasser!" corro a tirarlo fuori, Justin mi segue a ruota.
"Sta bene?" mi chiede preoccupato
"Sì sì, sta bene" rispondo sollevata
"Prendo l'accappatoio per entrambi"
"Grazie amore"
Li avvolgiamo entrambi nell'accappatoio e li asciughiamo.
"Forza a nanna!" esclamo prendendo in braccio Yasser
Ci dirigiamo tutti verso la loro camera e li mettiamo nei loro letti rimboccandogli le coperte.
"Buonanotte amori miei" stampiamo un bacio sulle loro fronti, e chiudiamo la porta lasciandoli addormentare
                    ----
"Che stanchezza!" dico buttandomi sul divano
"Ci mantengono in forma quei due diavoletti" mi accarezza le gambe distese sopra di lui
"Questo è poco ma sicuro" dico ridendo
"Non potevamo chiedere di meglio"
"Assolutamente" lo bacio. Poi mi allungo per prendere il telecomando.
"Stasera decido io! Uhm, vediamo un po'.. Ecco! Twilight!"
"No amore ti prego.. Tutto ma non Twilight" mi supplica Justin
"Zitto e guarda" gli dico tirandogli la guancia. Lo intravendo sbuffare e arrendersi davanti alla mia decisione.

Pov. Justin
"Meno male che volevi vederti Twilight eh" sussuro mentre accarezzo le guancie di Clarissa. Si è addormentata sul divano.
Lentamente mi alzo, e cerco di prenderla in braccio e portarla su
"No Justin, mi alzo da sola" mi dice sorridendomi
"Dai che ti aiuto" la tiro su dal divano e l'accompagno fino in camera, dove entrambi ci mettiamo a dormire.
                    ----
"Giorno amore" le sussurro per farla alzare
"Ehy" mi sorride baciandomi
"Forza a svegliare i bambini, oggi primo giorno d'asilo!"
"Cazzo me ne ero dimenticata! Andiamo!"
Andiamo a svegliare i bambini, e scandiamo a fare colazione.
"Dwight non fare casini! Ma possibile? Speriamo che all'asilo ti mettano un po' in riga va' " aggiunge mentre guarda Dwight rovesciare la sua colazione sul seggiolone
"Lascia faccio io" le sorrido
"Io mi occupo del mio patatino vero?" posa un bacio sulla guancia di Yasser
"Yasser indubbiamente ha preso da te" aggiungo
"È più tranquillo, rispetto a quella peste di Dwight" ride
Imbocco Dwight, facendogli l'aeroplanino, e giocando un po' con lui.
Intravedo Clarissa prendere in braccio Yasser e salire. Io continuo a imboccare Dwight
"Justin! Devi ancora vestirlo? Muoviti che sono già le otto!" ride mentre gioca con Yasser
"Corriamo corriamo!" Grido a Dwight, che cerca di starmi dietro
"Piano che cade" ride
"Tranquilla mamma!" rido anche io.
Saliamo e scegliamo velocemente cosa mettere.
"Ehy sei perfetto così fratello! Batti il pugno" chiude la sua manina in un pugno, lo batte contro il mio.
"Grande! Dai scendiamo andiamo dalla mamma!" lo prendo in braccio e scendiamo.
"Eccoci mamma!" esclamo
"Justin levagli quel cappello" aggiunge scocciata
"Sta benissimo! Almeno fa vedere agli altri chi comanda, vero Dwight?"
Sento il bimbo esclamare un piccolo 'sì'
"Ci manca solo un baby bullo. Levaglielo"
"Poi glielo tolgo. Ora andiamo è tardi!"
"Oddio" esclama lei ridendo.
Facciamo sedere i bambini in macchina, e ci dirigiamo verso l'asilo.
Li osservo dallo specchietto retrovisore della macchina, mentre osservano divertiti il paessaggio sfrecciargli accanto.

*Ciaao tesori! Come state? :3
Allooora qui abbiamo il penultimo capitolo di questa ff.
Che ne pensate? Vorrei che lasciaste una piccola recensione su tutta la storia, per dirmi che ne pensate <3
Vorrei ringraziare ancora '
Silvia_3103' per recensire ogni capitolo. Grazie mille, davvero! <3
Vi mando un bacio*

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Capitolo 39
*** Capitolo 39 ***


Pov. Clarissa
"Justin non ce la faccio" guardo i miei piccoli mentre tengono per mano la maestra
"È solo l'inizio amore" aggiunge
"Grazie, sempre d'aiuto" faccio la finta offesa
"Vieni qui" ride "Sono cresciuti tanto in fretta. Ma resteranno sempre i nostri bambini lo sai. E poi, è solo il primo giorno d'asilo"
"Sì che poi diventerà il primo giorno delle elementari, poi delle medie e poi sarà il matrimonio" esclamo
"Quanto la fai lunga!" ride e poi mi stampa una bacio
"No c'è tranquillante migliore di questo" aggiungo, cingendo il suo collo con le mie braccia e stampandogli un bacio.
"Dai andiamo che ti porto a casa. Poi vado in studio di registrazione"
"Va bene, andiamo!" prendo la sua mano e ci avviamo verso la macchina.
                    ----
"Sei particolarmente silenziosa, e questo non va bene" dice Justin, con voce preoccupata
"No nulla, ripenso solo a questi tre anni meravigliosi e come siano passati troppo velocemente"
"Sono stati tre anni fantastici, pieni di emozioni. E ce ne aspettano tanti altri amore"
"Hai ragione" gli sorrido. Mi poggia una mano sul ginocchio.
"Eccoci arrivati"
"Grazie dle passaggio amore. Ci vediamo più tardi, ti amo!" gli stampo un bacio
"A dopo, ciao piccola"
Scendo dalla macchina ed entro in casa: il disastro regna sovrano!
Giochi da tutte le parti, la colazione di Dwight è ancora sul seggiolone in attesa di essere pulita. Forse dovrei parlare con Justin: una bella domestica mi farebbe comodo.
Guardo il pigiama di Yasser buttato sul divano: la casa è così tranquilla senza di loro.. non sono più abitua a quel silenzio che solo fino a tre anni e mezzo fa, mi faceva compagnia quando Justin non c'era.
Accendo la musica, metto su il cd di Justin e comincio a riordinare la casa.
Riordinando, trovo un mio vecchio libro di diritto. La mia vita viene catapultata a quell'estate di quattro anni fa: se io non fossi andata al concerto, se io non avessi incotrato Justin, magari ora sarei laureata in giurisprudenza, single senza figli. Avrei potuto viaggiare, come desideravo fare dopo aver preso la laurea, concerdermi una di quelle vacanze che non scordi facilmente.
Diciamo che in fondo così è successo: certo, non mi sono laureata, ma ho vissuto l'estate più intensa della mia vita, ho conosciuto una persona fantastica, da cui ora ho due figli.
I miei piani, ovviamente, erano altri: avrei voluto laurearmi, sposarmi intorno ai venticinque anni e avere dei figli sui trent'anni, in modo da crearmi una carriera. Con l'arrivo di Justin è saltato tutto ma comunque non cambierei nulla della mia vita, è tutto perfetto, così com'è. Nessun rimpianto, nessun rimorso.
Anzi detto sinceramente non potevo chiedere di meglio.
Poso il libro dove l'ho trovato, abbandonando l'idea della mia vita alternativa, e torno a pulire.
In fondo, scarpettine e tutine non mi dispiacciono affato.

Pov. Justin
Pensare che non volevano farmelo fare il concerto a Jacksonville! Meno male che ho insisto.
Amo questa città. L'ho sempre amata.
La porterò sempre nel cuore, in fondo qui ho trovato la persona con cui voglio passare il resto della mia vita.
Però devo ametterlo, se quattro anni fa, qualcuno m'avesse chiesto 'Che programmi hai per il futuro?'
Sicuramnete non avrei detto biberon e pannolini. La risposta sarebbe stata: 'Soldi, ragazze, soldi e ragazze'. Indubbiamente.
Ma Clarissa mi ha completamente rivoluzionato la vita, è comparsa, come un angelo nella mia vita.
Non la ringrazierò mai abbastanza. Mi ha reso un uomo migliore, mi ha dato un motivo per fare quello che faccio, per essere quello che sono.
Anzi me ne ha dati tre di motivi: lei, e i nostri figli.
Potessi tornare indietro sola una cosa cambierei: l'enorme dolore che ho provocato a Clarissa tradendola.
L'unica è quella. Se potessi tornare indietro nel tempo, rifarei tutto da capo.
Ora come ora, programmi per il futuro non ne ho. Continuerò a cantare, quello che amo di più fare, e crescerò i miei figli insieme a Clarissa.
Noi quattro insieme, siamo la cosa più bella di questo mondo.

*Ciao tesori! Eccomi qui, con l'ultimo capitolo di questa ff,
La storia tra Justin e Clarissa è finita con questo capitolo, e sicuramente mi farà strano riprendere con un'altra storia.
Domani o magari più tardi, posterò una mia comunicazione che spero tutti riescano a leggere prima che me la cancellino e.e
Mi piacerebbe avere un vostro parere sulla mia storia, un parare finale sull'intera ff.
Se avete voglia, lasciate una piccola recensione.
Ringrazio ancora, chi mi ha 'seguito e sostenuto'  dall'inizio, ma ringrazio anche chi ha cominciato a leggerla dopo.
Vi mando un'enorme bacione, a presto*

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