Al cuore non si comanda

di sweetlygirl
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Amore, odio. ***
Capitolo 2: *** Una vera amica ***
Capitolo 3: *** Amore ricambiato ***
Capitolo 4: *** Finalmente insieme ***
Capitolo 5: *** Amore e possesso ***
Capitolo 6: *** Rivale in amore ***
Capitolo 7: *** Errore madornale ***
Capitolo 8: *** Che guaio ***
Capitolo 9: *** Tutto è bene ciò che finisce bene ***



Capitolo 1
*** Amore, odio. ***


Mi chiamo Christian, ho 16 anni e frequento un liceo linguistico.
La mia vita è sempre stata normale.. Tanti amici, molte ragazze che mi giravano intorno, ma nonostante questo sentivo che in me c’era qualcosa che non andava.
Alex è il mio migliore amico da ben 10 anni, abbiamo frequentato elementari, medie ed ora superiori insieme.  Diciamo che siamo dei bravi ragazzi, ma spesso e volentieri ci divertiamo a sfottere i più deboli di noi.. Non ne vado fiero, ma seguo la massa.
Il nostro gruppo è composto solo ed unicamente da maschi, io ed Alex lo abbiamo fondato.. poi ci sono Luca, Daniele e Lorenzo. Ci facciamo chiamare ‘ i fantastici cinque ‘.
 
Diciamo che mi sono allontanato un po da loro ultimamente.. non mi piace la strada che stanno prendendo.. fumo, alcool.. poi hanno iniziato a commettere atti di bullismo fisico, cosa MAI fatta prima.
 
Devo confidarvi un segreto.. temo di essere gay.
Non sono mai stato fidanzato con una ragazza, nonostante la mia bellezza. Penso di provare attrazione per Alex.. quando è vicino a me sento le farfalle nello stomaco, ma penso che non sia una buona cosa, ha sempre sfottuto i gay. Per me sarebbe un incubo.
 
Come tutti i giorni stavo andando a scuola, stavo ascoltando musica con le cuffiette, senza badare a chi avevo intorno mi avviai velocemente all’entrata.. mi sentii tirare dallo zaino cosi mi volta.
 < Ciao Chris > era Alex.. il mio stomaco si stava torcendo dall’emozione.
< Hei > gli sorrisi facendo i soliti segni che ci facciamo noi maschi per salutarci.
< Cosa ti succede? Sembra che tu ci stia evitando > mi disse sistemandosi quei fantastici capelli biondi.
< Ehm.. nono ma che scherzi? Solo che mi sto impegnando con lo studio ultimamente > scusa banalissima.. ma lui sembrò crederci.
< D’accordo, quando vuoi sai dove trovarci > mi diede una pacca leggera sulla spalla tornando dagli altri.
 
Avevo così tanta voglia di raccontargli tutto.. ma so che non mi avrebbe più rivolto parola.
Entrai in classe e mi sedetti vicino una ragazza, Alessia, era una di quelle che gli altri si divertivano a prendere in giro.. Una mora molto carina, con dei grandi occhiali, che si preoccupava poco però di sfoggiare la sua bellezza.. forse era per questo che veniva derisa.
Comunque nonostante io sia stato un grande stronzo con lei le accarezzai il braccio, lei si voltò timorosa verso di me..
<  Non voglio farti del male > le  dissi con voce dolce..
< Davvero? > mi chiese tirandosi su gli occhiali.
Annuii sorridendole e tirai fuori l’astuccio.
In quel momento entrarono i miei amici e Alex fissò me e Alessia con aria interrogativa.
Che cazzo ci fai vicino a sta sfigata? >  mi chiese con tono da strafottente guardando male lei.
<  Ale, lasciala stare dai.. > dissi con voce bassa..
Notai lo stupore sul viso della ragazza per averla difesa.
< Ti stai rincoglionendo? > disse con un tono di voce abbastanza irritato. < Ora vedi di tornare al tuo solito posto > aggiunse andandosi a sedere.
Non so perché.. anzi si.. ma feci come voleva lui. Quindi mi alzai mettendomi come sempre vicino a lui.
La lezione iniziò..
 
Dopo tre ore di matematica finalmente la campanella iniziò a suonare, era finalmente ricreazione..
Tutti scapparono fuori, perfino il professore non esitò un attimo per uscire.
Eravamo rimasti noi cinque ed Alessia, che stava ripondendo con cura le sue cose nello zaino.  Sorrisi guardandola e mi avvicinai a lei, lentamente.
Non feci in tempo che subito Alex mi sorpassò andando verso di lei.
Buttò a terra il suo astuccio facendo cadere tutte le penne e le matite, le calciò divertito.
Alessia si inginocchiò di fronte a lui, senza dire nulla.. ormai ci aveva perso la speranza.
La mano della ragazza era attaccata al pavimento, Alex ebbe la ‘ fantastica ‘ idea di schiacciarla con il proprio piede.
Aveva un sorriso divertito sul viso, non capivo il perché di quel comportamento..
< Mi stai facendo male! > disse Alessia irritata.
< E allora? Devi stare zitta e subire > disse lui incoraggiato dalle risate di quei tre coglioni.
Il suo piede schiacciava sempre di più la mano della mia ‘ amica ‘  che stava sull’orlo di un pianto.
< Che fai sfigata? Piangi? > disse prendendola per la coda e la tirò.
Non sopportai più quel vedere così istintivamente spinsi Alex che si voltò verso di me urlandomi contro. Stava per attaccarmi ma gli altri lo presero e lo portarono via.
 
Vidi il viso di Alessia ricoperto di lacrime così mi inginocchiai ad abbracciarla.
< Andrà tutto bene > le sussurrai dolcemente accarezzandole i capelli.
 
Passarono svariati giorni, avevo parlato con Alessia dei miei sentimenti nei confronti di Alex..
Mi aveva incoraggiato per andarci a parlare e così feci.
 
Arrivai davanti casa sua e suonai il campanello. Lui mi aprì la porta. Era in accappatoio, aveva i capelli bagnati, alla mia vista mi sorrise e mi fece entrare.
Aspettai che si vestisse. Andammo in camera sua.. Era giunto il momento.. stavo morendo.
< Ti devo parlare > dissi in modo freddo..
< Dimmi chris > mi sorrise
< Sento di amare una persona.. > mi fissai le mani ma sorrisi al pensiero
< Che bello, chi è la fortunata? > disse interessato guardandomi
Avevo paura nel rispondere.. così non dissi nulla.
Dopo cinque minuti..
< Non.. non è una ragazza > dissi a bassa voce
Lui aggrottò la fronte e mi guardò con aria interrogativa
< Come sarebbe a dire? > rispose
< Sono innamorato di un ragazzo, e quel ragazzo sei tu > dissi tutto di fretta per paura.
Notai il suo viso sconvolto e giunsi alla conclusione che forse non era stata una buona idea confessargli il mio amore.
< Esci subito da qui > disse stringendo il pugno
< Ma io.. >  sussurrai abbassando lo sguardo
< Ti ho detto esci Christian > mi disse alzandosi e tirandomi per il braccio fino alla porta. Mi spinse fuori e la chiuse forte.
Da quel giorno la mia vita sarebbe cambiata.. in meglio o in peggio? La mia testa era piena di domande.
 
 
 

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Capitolo 2
*** Una vera amica ***


Il giorno dopo mi sentivo uno straccio, avevo paura di entrare in quella classe.. chissà come sarebbero andate le cose..
Prima di entrare feci un sospiro profondo, aprii la porta e notai tutti i miei compagni fissarmi e ridacchiare. Probabilmente Alex aveva già sparso la voce. Andai a sedermi vicino ad Alessia, era l’unica con cui ormai stavo bene.
La lezione di italiano iniziò, la prof  quel giorno avrebbe interrogato e chi se non me? La solita sfiga.
Mi alzai sbuffando e andai verso la lavagna.. non avevo studiato nulla. AIUTO!!
< Bene Christian, mi parli di Dante > mi chiese la cara prof che odiavo tanto
Ero troppo pensieroso per parlargli di Dante, in quel momento fissai Alex, mi guardava con aria di indifferenza.  Abbassai lo sguardo e sospirai scuotendo la testa.
< Mi parli di Montesque > la prof interruppe i miei pensieri
Continuavo a non sapere nulla.. scossi nuovamente la testa guardandola.
< Ci parli degli omosessuali > Alex disse provocando una risata collettiva.
La prof non riusciva a comprendere la battuta dell’alunno.  < Cosa c’entra Alex? > lo interruppe la prof.
< Non lo sa prof? Il caro Christian è gay > abbassai lo sguardo a quelle parole.. e mi avviai verso la porta sbattendola forte.
 
Ero in bagno, con le spalle al muro.. volevo piangere ma stavo facendo di tutto per non farlo.. sentii suonare la campanella, era finalmente ricreazione.
Stavo per uscire dal bagno, quando Alex mi spinse facendomi tornare dentro, era seguito dagli altri.
< Eccolo il nostro caro amico > disse mentre mi fa indietreggiare al muro
< Alex non è giornata > sbuffai
< Lo decido io se è giornata o no > mi spinse al muro tenendomi per il colletto della maglietta
< Non farmi male > lo guardai negli occhi come per pregarlo
< ho detto che decido io > scandì ogni parola e mi scaraventò a terra.
Tutti e quattro iniziarono a colpirmi in ogni parte del corpo, sentivo male da tutte le parti.
Dopo qualche minuto  si fermarono, volevo piangere ma non potevo.. Provai a rialzarmi.
< Stai giù > mi ordinò Alex
Alzai il viso almeno per guardarlo, ma mi tirò un calcio ed io abbassai la testa al pavimento  < Non guardarmi > urlò con rabbia.
Iniziai a piangere e a supplicarlo di smettere, non volevo che mi trattasse in un modo tanto orribile.
Alessia vide la scena da dietro la porta, si affrettò quindi e andò a chiamare la prof che subito entrò in bagno.
Alcuni ragazzi mi aiutarono ad alzarmi, e quei quattro furono portati in presidenza e sospesi per qualche giorno.
 
Ero sul lettino dell’infermieria, le mie ferite erano curate, stavo un po meglio.
Al mio fianco c’era Alessia, quella dolce ragazza che nonstante tutto era li con me.. non potevo chiedere di meglio.
< Ci sono io con te Christian, non ti lascerò solo > disse tenendomi per mano e baciandomi la guancia.
La mia vita sarebbe stata leggermente migliore con lei al mio fianco.. Sentivo di aver trovato un amica meravigliosa con cui poter passare ogni attimo della mia vita. 

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Capitolo 3
*** Amore ricambiato ***


Passò un mese e le cattiverie dei miei ex amici si facevano sempre più pesanti.
Un giorno entrai in classe per primo e notai un bigliettino sul mio banco e corsi a prenderlo ‘ anche Alex ti ama ‘  non potevo credere a ciò che stessi leggendo, così accartocciai il biglietto e lui buttai nel cestino.
Tutti entrarono e la lezione iniziò, durante la spiegazione della prof non potevo fare a meno di pensare a quel biglietto.. ‘ lui mi ama? Non penso proprio ‘ pensai ‘ non fa altro che picchiarmi ‘ scossi la testa. Il mio pensiero si interruppe quando la prof mi chiamò.
< CHRISTIAN!! > urlò, ed io sobbalzai  < A COSA STAI PENSANDO? > continuò con il rimprovero.
< Mi scusi tanto.. > feci spallucce sussurrando.
Ero deciso.. volevo affrontare Alex assolutamente.
 
‘ Driiiin ‘ il suono della campanella mi fece alzare di colpo. Istintivamente seguii Alex che era l’ultimo ad uscire. Lo presi per il braccio trascinandolo dentro e chiusi la porta.
< Ma che fai.. > mi chiese con le spalle al muro
< Sono stanco! > ringhiai
< Vai a dormire > disse in modo strafottente
< Sai a cosa mi riferisco > sospirai.  < Sono stanco delle continue prese in giro, delle umiliazioni, delle botte. IO NON MI MERITO TUTTO QUESTO!! > gli urlai contro.
Mi spinse addosso al muro e mi bloccò le mani. Il suo viso si stava avvicinando al mio, le sue labbra erano a pochi centimetri dalle mie.. ‘ STA PER BACIARMI? ‘ pensai..
In quel momento la porta si aprì e lui fece in tempo ad allontanarsi e a far credere agli altri che ancora una volta mi stesse picchiando.
‘ Ho capito.. non vuole che gli altri sappiano ‘ ero affranto da quei pensieri mentre camminavo per i corridoi..
 
Le lezioni finirono, così presi la cartella e uscii dall’edificio.
Alex mi tagliò la strada con il motorino  < Sali > mi disse freddamente, feci lo stesso ciò che mi ordinò.
Andammo a casa sua, mangiammo qualcosa al volo, poi mi portò in camera sua..
< Cosa succede Ale? > chiesi guardandomi le mani
< Sono stato io a mandarti quel biglietto, volevo che tu lo sapessi > mi disse guardando altrove
Sbarrai gli occhi sentendo le sue parole e mi voltai verso di lui che mi fissava. Era bellissimo con quei capelli biondi e i suoi occhi verde smeraldo.
< Sei consapevole di ciò che mi hai fatto passare? > chiesi con rabbia
Abbassò lo sguardo senza rispondere.
< Alex mi picchiavi tutti i giorni e non facevi per niente piano >
< LO SO!! > sbottò battendo un pugno a terra
Non parlai più vedendolo così.. sbuffai e restai fermo a guardarlo.
Mi guardò e salì a cavalcioni su di me, prese il mio viso e poggiò le labbra sulle mie.
Il mio cuore batteva a mille ma lo baciai a mia volta posando le mani sui suoi fianchi. < Ti amo > sussurrò sulle mie labbra.  < Ti amo anche io > risposi con un sorriso a 32 denti.
 
Il giorno dopo andai a scuola, ero felice, diversamente dagli altri giorni.
Andai verso i miei amici e sorrisi ad Alex, lui non ricambiò il sorriso così mi fermai a guardarlo..
Luca mi prese per il colletto  < Chris dacci i soldi > mi ordinò.  < Non ho soldi > risposi.
Mi tirò un forte pugno nello stomaco e mi accasciai a terra.
‘ Perché Alex non mi difende? ‘ pensai tenendomi le mani sullo stomaco.
< RIMEDIALI > mi urlò contro tirandomi un calcio.
Alex in quel momento gli andò addosso facendolo cadere a terra.
< Non provare mai più a toccarlo > gli disse aiutandomi a rialzarmi.
Gli feci un sorriso forzato per via del dolore ma ero comunque felice. Alex mi prese per mano, davanti a tutti ed entrammo a scuola.
‘ Oddio, io e lui mano nella mano davanti a tutti.. è forse impazzito?  ‘
Ero così felice.. ora davvero la mia vita sarebbe cambiata, stavo vivendo un sogno.
 
RAGAZZII, FINE DEL TERZO CAPITOLO.. VI CHIEDO DI COMMENTARE PER FARMI SAPERE COSA NE PENSATE 

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Capitolo 4
*** Finalmente insieme ***


Dopo una settimana io ed Alex ci fidanzammo, ero contento, non subivo più bullismo, era tutto perfetto per noi. 
Era un martedì ed io andai a casa sua, alla porta venne ad aprirmi la madre, sembrava un po triste e pensierosa, non le feci domande, mi limitai a sorriderle e andai in camera del mio ragazzo.
Aprii piano la porta e notai Alex seduto vicino la scrivania con la testa bassa. ‘ sta studiando? Mmh ‘ così mi avvicinai a lui e lo abbracciai con delicatezza da dietro. Fece un verso e io aggrottai la fronte nel sentirlo. Lo feci voltare e notai che aveva un occhio nero e un labbro gonfio.
< Che cazzo è successo? > chiesi preoccupato
< Niente amore, va tutto bene > mi sorrise, ma era ovvio che mi stesse nascondendo qualcosa..
< Se non rispondi ti do il resto > dissi prendolo per la maglia. Era ovvio che non lo avrei fatto.
< Sono stati i miei compagni di squadra >  disse a voce bassa guardando altrove.
Alex faceva calcio da tanti anni.. ‘ perché cazzo non ci lasciano in pace? ‘ pensai.. Non volevo fargliela passare liscia, così decisi di andare al suo prossimo allenamento per osservare la situazione ed intervenire se necessario.
 
Eravamo appena arrivati nel campetto, io andai a sedermi su una panchina mentre Alex iniziò a riscaldarsi insieme agli altri. Inizialmente sembrava tutto calmo. Dopo una ventina di minuti però c’era già qualcosa che non quadrava.  I ragazzi iniziarono a fare passaggi con la palla, uno di loro fece lo sgambetto ad Alex facendolo cadere. Mi alzai leggermente ma non mi avvicinai, stavo aspettando.
< Ops, colpa mia > disse un ragazzo fingendosi dispiaciuto
< Non importa > rispose ingenuamente Alex rialnzandosi.
A quel punto il tipo fece un cenno con la testa ad altri due che presero Alex uno per un braccio e uno per l’altro.
< Bene bene, sembra che la lezione dell’altro giorno non ti sia bastata > disse quel ragazzo sorridendo con cattiveria
< Sono solo qui per allenarmi.. smettila Josh > rispose Alex.
‘ Josh.. è questo il suo nome ‘ pensai avanzando lentamente verso l’entrata del campo.
Josh scoppiò in una risata rumorosa. < Voglio farti anche l’altro occhio nero.. che ne dite ragazzi? Ci starebbe bene? > disse alzando il pugno mentre gli altri rispondevano positivamente alla domanda.
Iniziai a correre per raggiungerli, volevo impedire che lo picchiasse, non feci in tempo però perchè Josh si scagliò immediatamente contro Alex. Raffrettai la corsa buttandomi contro quel grande pezzo di merda.
Cademmo entrambi a terra, io sopra di lui. Calò il silenzio in quel campo, si sentivano solo gli uccellini cinguettare.
< Ma chi cazzo sei tu? > disse scocciato Josh.
< il ragazzo di Alex, e se lo tocchi di nuovo ti giuro che ti mando nell’aldilà > tirai fuori dalla tasca un coltellino e glielo poggiai sulla gola.
Notai i volti impauriti dei ragazzi, compreso quello di Alex che mi guardò scuotendo la testa.
< Non lo picchierò più, te lo giuro > mi implorò il ragazzo. Ero felice di vederlo così impaurito. Mi alzai
< Mettiti in ginocchio davanti a lui e chiedigli scusa > gli ordinai.
Lui mi guardò ma non intendeva obbedire al mio ordine. Così mi toccai la tasca come se volessi riprendere il coltellino.
< Scusami, scusami > si affrettò Josh a dire mentre si inginocchiava di fronte al mio ragazzo.
Sorrisi alla scena, mi avvicinai ad Alex e lo baciai con dolcezza.
< Ed ora tornate ad allenarvi > dissi quelle parole allontanandomi verso la panchina.
 
A fine allenamento Alex si avvicinò a me e mi abbracciò
< Sei stato così coraggioso amore mio > disse baciandomi
< Nessuno ti farà più del male fisico > sussurrai ricambiando il bacio.
Quella sera Alex avrebbe dormito con me, ero così entusiasta.  Tornammo a casa e mangiammo una buona lasagna cucinata da mia madre. Eravamo stanchi, cosi andammo entrambi in camera mia.
Non avevo mai dormito con nessuno prima d’ora. Ci riempimmo di baci, di coccole.. e bè quella sera facemmo l’amore per la prima volta.
 
FINE DEL QUARTO CAPITOLO.. COMMENTATE 

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Capitolo 5
*** Amore e possesso ***


Oggi è un giorno speciale, compio 17 anni, sono così contento.
Erano le dieci di mattina ma stavo ancora dormendo, sentii una presenza vicino a me, così aprii un occhio e vidi Alex con la colazione in mano.
< Buongiorno dormiglione > mi disse dolcemente poggiando il vassoio sul comodino e mi diede un bacio sulla fronte.
Feci un verso dolce e mi tirai su prendendo un pezzo di cornetto, lo mangiai, poi lo baciai a stampo sorridendo.
Terminata la colazione andai a farmi la doccia, mi vestii ed ero finalmente pronto.
Scesi giù e c’era la mia bella mamma, teneva una busta tra le mani, appena mi avvicinai a lei me la porse.
L’aprii piano e notai due biglietti, un viaggio per due persone per la sardegna.
‘ aaaah che bello, il mare della sardegna ‘ pensai ed abbracciai mia madre.
Ovviamente sarei partito con Alex, lui già sapeva tutto.
Domani saremmo dovuti partire, quindi preparai le valigie in fretta e le lasciai in camera, Alex le sue già le aveva pronte.
 
La giornata passò di fretta e già era arrivato il giorno della partenza.
Mamma accompagnò me e Alex al treno, la salutammo calorosamente e salimmo sul treno.
Ci accomodammo in un vagone, Alex si addormentò poco dopo, io ero troppo agitato per dormire.
Lo guardai per ore.. ‘ è così bello, il ragazzo perfetto ‘ sorrisi al pensiero che quella meraviglia appartenesse solo a me.
Dopo svariate ore arivammo, ero stanco di stare seduto.
Svegliai Alex con un bacio e scendemmo insieme alle valigie. Avremmo dovuto alloggiare in una camera d’albergo. Entrammo nell’edificio e salimmo in camera.
Avevo voglia di fare l’amore con lui, ma non era quello il momento giusto.
 
Eravamo sulla spiaggia, io stavo prendendo il sole mentre Alex stava riva.
Notai un ragazzo avvicinarsi a lui, alzai il sopracciglio. I due si strinsero la mano, stavano ridendo insieme. Non sopportai quel vedere, ero geloso, così mi alzai e andai verso di lui, lo tirai a me baciandolo.
< Chris, questo è David > me lo indicò.
Già mi stava sul cavolo, così gli sorrisi falsamente e gli strinsi controvoglia la mano presentandomi.
Volevo passare un po di tempo da solo con Ale.. ma non era possibile perché questo tipo stava sempre in mezzo. ‘ che cazzo vuole da noi? Lo spacco di botte ‘ pensai vedendoli scherzare insieme.
< Amore, David mi ha invitato a vedere casa sua, lui è di qui sai, e… >
< Tu non ci vai. > non lo feci finire di parlare che già avevo risposto.
Lui aggrottò la fronte guardandomi, poi guardò lui che fece spallucce.
< Come sarebbe a dire scusa? > si mise a braccia conserte
< Ancora? Ho detto di no, punto. > risposi in modo freddo.
< Guarda che tu non mi comandi > disse scocciato < Io ci vado lo stesso, ciao > mi fece l’occhiolino e si allontanò con lui.
 
Erano ormai le otto di sera, io ero in camera, dondolavo i piedi, sbuffavo, lo aspettavo..
La porta finalmente si aprì, era lui.. Ero così arrabbiato che in quel momento avrei potuto fare di tutto.
< Sono tornato > disse chiudendo la porta
Lo guardai male senza dire una parola.  Lui si avvicinò a me, restò in piedi.
< Non puoi capire che casa bellissima ha David.. > parlò per una decina di minuti del suo nuovo amichetto.. io sentivo solo blabla.
< Non me ne frega un cazzo dell’amico tuo > lo interruppi e mi alzai di botto.
Lui si spaventò per il mio tono di voce, sapeva bene che in momenti come quelli sarebbe dovuto stare alla larga da me, così andò fuori al terrazzo.
La mia rabbia era troppa. ‘ mi avrà tradito? ‘ pensai.  Il mio respiro diventò affannoso, diedi un pugno al muro.
< Christian falla finita, non hai motivo di essere geloso ok? > mi disse venendo contro di me
Lo spinsi sul letto con rabbia salendo sopra di lui.
< Chris.. ti prego > aveva già capito il mio intento.
Doveva essere punito, gli infilai una mano tra i capelli stringendo la presa e con l’altra mano gli diedi un forte schiaffo.
< Basta.. > disse coprendosi il viso con entrambe le mani.
< Basta? Tu sei stato con quello e mi dici basta? Questo è il minimo > dissi a denti stretti dandogli un altro schiaffo.
< Non ho fatto niente, te lo giuro > sentivo la sua voce tremolante.
< Zitto!! > gli ordinai colpendolo ancora.
< Mi fai male, ti prego basta > scoppiò a piangere.
Mi tolsi da sopra di lui, non mi ero ancora sfogato del tutto.
< Fai ancora una cosa del genere e ti massacro > gli dissi con tono prepotente.
Si strofinò gli occhi singhiozzando e annuì.
Mi faceva tenerezza, ma quando mi arrabbiavo diventavo una bestia.
Sospirai, ora avevo voglia di abbracciarlo.. Mi avvicinai a lui e lo strinsi forte a me.
Sapevo bene che amare una persona non significava picchiarla.. Avrei dovuto cambiare questo lato di me, altrimenti avrei perso l’amore della mia vita.
 
FINE DEL QUINTO CAPITOLO, COMMENTATE
 

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Capitolo 6
*** Rivale in amore ***


La mattina seguente mi svegliai con Alex che dormiva sul mio petto, era così bello, gli accarezzai i capelli e lui aprì lentamente gli occhi sbadigliando subito dopo.  Avevo i sensi di colpa per ciò che avevo fatto la sera prima..
< Ale, mi dispiace per ieri.. > dissi sospirando e lo guardai.
Notai il suo sguardo basso, poi scosse la testa. < Non fa niente.. > sussurrò.
Mi alzai e andai a prendergli la colazione, quando tornai in camera lo trovai già vestito.
Alzai il sopracciglio poggiando la colazione sul tavolino.
< Chrì.. David ci ha invitati a casa sua. Ci andiamo? > mi chiese a mo di supplica.
Sbuffai alzando gli occhi al cielo, sapevo già che sarebbe finita male.
Accettai ugualmente, andammo insieme a casa di questo tipo. Una villa fantastica, aveva almeno trenta camere, dieci bagni, sala giochi, cinema, e addirittura una pista da bowling. Non poteva mancare la piscina in giardino.
< Benvenuti > ci disse con un sorrisetto del cavolo. Guardò Alex aggrottando la fronte. < Che hai sul viso? > gli chiese accarezzandolo. Era un livido, glielo avevo fatto io.  < Mh nulla, ho sbattuto > mi guardò e notava il mio sguardo assassino posato sull’altro ragazzo. Si allontanò e cambiò discorso.
 
Alex si era assentato un attimo, ero solo con David, non sapevo cosa dire.. ero in imbarazzo.
< Alex sarà mio. > disse senza neanche guardarmi.
Sentii un tonfo al cuore, senza pensarci salii sopra di lui e lo presi per la maglia urlandogli contro.
In quel momento entrò Alex. < Che cazzo fai? > venne contro di me facendomi togliere.
< Ma lui ha detto.. > non mi fece finire di parlare..
< Stai zitto Christian, vattene subito > mi indicò la porta.
Guardai quello stronzo che stava ridendo sotto i baffi, andai verso la porta e la chiusi sbattendola.
 
Fortuna che la settimana passò rapidamente e saremmo dovuti tornare a Roma, li quel viziato non ci sarebbe stato.
Le valigie erano pronte, salimmo sul treno e ci mettemmo tanto tempo per tornare a casa.
La sera ero di nuovo nel mio letto, ero sereno perché non avrei più rivisto quello.
Il giorno dopo tornai a scuola, rividi Alessia dopo tanto tempo e la strinsi forte a me. Avevo tanto bisogno di lei, era la mia migliore amica ormai.
 
Durante la ricreazione notai una ragazza fissarmi, non l’avevo mai vista prima. Era una ragazza molto provocante, aveva dei lunghi capelli neri, gli occhi azzurri, le labbra carnose, avrà avuto una terza di seno, e un sedere che parlava. Per la prima volta mi sentii attratto da una ragazza. Sarebbe stato un problema? Mah..
< Ciao > mi disse sedendosi al mio fianco.
< Mh, ciao > non ero un tipo che dava molta confidenza..
< Sono Natasha > mi porse la mano sorridendomi.
< Christian > le strinsi la mano notando i suoi denti perfettamente dritti e bianchi.
< Sono nuova, non è che potresti mostrarmi la scuola? > accavvallò una gamba sopra l’altra molto sensualmente.
< Magari dopo > mi alzai, sapendo di aver fatto la cosa giusta e mi allontanai tornando in classe.
Non diedi molta confidenza a questa ragazza per rispetto nei confronti di Alex.
 
Nei giorni successivi, ero a scuola, stavo facendo un tema, avevo quindi gli occhi fissi sul foglio.
< Ragazzi, lui è un nuovo compagno di classe > non ero interessato, così continuai a scrivere.
Riuscivo comunque a sentire i commenti delle mie compagne di classe.
< Presentati > aggiunse la prof.
< Mi chiamo David.. > sentendo quel nome alzai immediatamente gli occhi su di lui.
‘ CAZZO, è quel David ‘ pensai facendo cadere non di propositl il diario a terra.
< Qualche problema Christian? > disse la prof..
Scossi la testa e fulminai con lo sguardo David, poi guardai Alex che sembrava contento di vedere il nuovo arrivato.
Ovviamente David andò a sedersi vicino al MIO ragazzo. ‘ è mio cazzo, perché non lo capisci? ‘ dissi tra me e me guardandoli insieme.
 
Niente da quel giorno sarebbe stato semplice, la mia relazione con Alex è in pericolo.
 
FINE DEL SESTO CAPITOLO, COMMENTATEEE 

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Capitolo 7
*** Errore madornale ***


E’ passata una settimana dall’arrivo di David, in quest’arco di tempo ho approfondito la mia conoscenza con Natasha.
Io ed Alex ci siamo un po distaccati, non ci vediamo più come prima pur essendo fidanzati.
Quella sera ci sarebbe stata una festa a scuola, ci sarei andato con o senza di lui.
 
Otto di sera, già pronto e sistemato.
Presi il motorino e passai a prendere Natasha sotto casa sua. Uscì dalla porta, portava un vestitino cortissimo, rosso, si avvicinò a me e mi abbracciò. Salì aggrappandosi a me, dallo specchietto riuscivo non so come a vedere tra le sue gambe, mutandine di pizzo nero, stavo sbavando.
< Questa sera voglio bere tantissimo > disse mettendosi il casco.
< E certo.. tanto a casa ti ci devo portare io no? > risposi incrociando il suo sguardo grazie allo specchietto.
Lei rise semplicemente ed io partii.
 
Dopo una decina di minuti eravamo arrivati, entrammo e già c’era mezza scuola.
Cercai tra la folla il mio ragazzo.. ‘ Dove cazzo sei Alex? ‘ pensai angosciato.
Mangai qualcosa bevendo una birra, Natasha mi ronzava sempre intorno ma io ero troppo impegnato a pensare a quello stronzo del mio ragazzo.
Lo vedo finalmente varcare la soglia della porta, era con David, avevo troppa adrenalina in corpo, ero arrabbiato ma mi sentivo impotente.
Natasha mi prese per mano e mi portò in pista a ballare, aveva bevuto svariati drink ed eravamo solo ad inizio festa. Mentre ballavamo mi prendeva le mani e se le portava sul sedere, si strusciava addosso a me.. Era senza dubbio sotto l’effetto dell’alcool.
Riuscii a raggiungere Alex e lo abbracciai, notai la sua freddezza nei miei confronti. Uscimmo un attimo fuori per parlare.
< Ti sta portando via da me > dissi passandomi una mano tra i capelli
< Siamo solo amici > disse alzando gli occhi al cielo.
Era stanco di me, stanco del sentirmi parlare. In quel momente venne David e baciò sulla guancia Alex.
< HAI ROTTO IL CAZZO, QUESTO E’ IL MIO RAGAZZO > urlai sbattendolo al muro.
< Non per molto > mi sorrise.
Guardai Alex che sorrise a quelle parole. Mi allontanai e tornai da Natasha. Stava ballando come una matta.
< Hei voglio andare a casa > dissi in modo freddo
< Vengo con te > mi rispose.
L’accompagnai a casa, scese dal motorino e si voltò.
< Chrì non sto bene.. i miei non ci sono, potresti entrare un po? > mi disse mentre apriva la porta.
Non esitai un attimo, entrai anche io.
Stavamo salendo le scale, lei era davanti a me, aveva il sedere quasi scoperto, mi morsi il labbro a quella vista. 
< Ho bisogno di una doccia, aiutami > disse entrando in bagno.
La seguii aprendo appena la porta. Si tolse il vestito rimanendo in perizoma.
‘ CRISTO  ‘ ero in imbarazzo. Mi fece segno di aiutarla, mi inginocchiai davanti a lei e le sfilai l’intimo.  Entrò in doccia ed io andai in camera.
Dopo qualche minuto tornò, coperta da un solo ascigamano, aveva le gambe scoperte ed i capelli bagnati.
Venne a sedersi vicino a me.
< Le cose non vanno molto bene con Alex, vero? > mi guardò scoprendosi di più le gambe.
Le parole non mi uscivano di bocca, così mi limitai a scuotere la testa.
< Che peccato > notai dell’ironia nelle sue parole.
Mi tirò a se ed iniziò a baciarmi.
< Fammi tua > sussurrò al mio orecchio.
‘ Puoi dirlo forte ‘ pensai infilando una mano tra le sue gambe. La toccai e le morsi il labbro.
Si sfilò l’accappatoio aprendo le gambe. Porca miseria, non sapevo cosa fare. Pensavo ad Alex, al fatto che aveva sorriso alle parole di quel tipo, eravamo distanti.  Senza pensarci più di tanto mi slacciai i pantaloni, e tirandolo fuori entrai dentro di lei.
Ebbene si, stavamo facendo sesso, stavo tradendo Alex.
Passai la notte da lei, avevamo dormito nello stesso letto. Mi voltai verso di lei, era nuda come l’avevo lasciata la scorsa sera. Avrei voluto svegliarla e prenderla di nuovo, ma avevo già fatto abbastanza.
Mi rivestii velocemente e le lasciai un bigliettino sul tavolo ‘ chiamami dopo ‘ .
Uscii di casa e prendendo il motorino mi avviai verso casa mia.
Giunto a destinazione notai Alex seduto sugli scalini di casa mia, parcheggiai il motorino e andai davanti a lui.
< Dove sei stato? > mi chiese alzandosi.
< Non ti interessa > ero tanto arrabbiato con lui.
< E’ tutta la notte che ti chiamo > mi accarezzò il braccio.
< Ho avuto da fare Alex > mi allontanai scocciato.
Notai la delusione sul suo volto..
< Sei stato a casa di quella troia? > la sua voce si fece più aggressiva.
< E tu di quel coglione? > risposi tranquillamente.
< SI > sbottò spingendomi.
< Anche io > feci un sorriso falso e lo sorpassai andando verso la porta.
Mi sentii tirare però, indietreggiai e ricevetti uno schiaffo. Restai in silenzio e lo guardai, non avevo intenzione di reagire sennò lo avrei mandato all’ospedale.
Entrai in casa sbattendogli la porta in faccia.
La nostra relazione stava andando a puttane..
 
FINE DEL SETTIMO CAPITOLO, COMMENTATEE 

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Capitolo 8
*** Che guaio ***


Passai la giornata in casa, non volevo vedere nessuno!!
Sentii bussare alla porta di camera mia, l’aprii, era Alessia. ‘ che cazzo vuole questa? ‘ pensai scocciato. La lasciai comunque entrare..
< Mi manchi tanto Chris > disse a voce bassa abbracciandomi.
Ero infastidito da quell’abbraccio, per questo non ricambiai. Lei notò la mia freddezza e si staccò subito.
< Non sono dell’umore Alessia > sbuffai.
Lei annuì, fece un sorriso e se ne andò, lasciandomi solo, di nuovo.  ‘forse ho esagerato.. ‘ alzai il sopracciglio al pensiero.
La sera andai a dormire presto, volevo che quella giornata terminasse.
 
Eccoci qua, di nuovo mattina, un’altra giornata di scuola mi attendeva.
Mi alzai svogliatamente dal letto e mi preparai lentamente. Uscii di casa senza fare colazione e andai a scuola in motorino.
Dovevo chiarire la mia relazione con Alex, lo cercai con lo sguardo tra i tanti ragazzi presenti quel giorno.
Trovato!! Avanzai verso di lui quando vidi David tirarlo a se e baciarlo.. sulle labbra.
Mi fermai, ero diventato un pezzo di pietra, dentro di me c’erano tante emozioni mescolate, stavo per scoppiare.
No, quello stronzo non poteva baciare il mio ragazzo, anche se io avevo fatto di peggio..
Ripresi a camminare con passo veloce verso di loro, afferrai David per il braccio e iniziai a picchiarlo. Sentivo le urla spaventate delle persone che non sapevano cosa fare, anche Alex mi gridava di smettere, ma quello doveva morire.
Mentre continuavo con il massacro sentii urlare il mio nome, era una donna, chi se non la preside? Mi voltai verso di lei e lasciai a terra il ragazzo mettendomi le mani in tasca.
< IN PRESIDENZA > urlò arrabbiata. La seguii senza dire nulla.
< Christian, ti rendi conto della gravità della cosa? > mi disse sedensosi sulla sua grande sedia di pelle.
< Nessuna gravità, quello è il mio ragazzo, cristo!! > alzai il tono di voce.
< Non imprecare davanti a me. Devo sospenderti, mi dispiace > scosse la testa iniziando a scrivere qualcosa sulla sua agenda.
< C-cosa? No, la prego. Mia madre si arrabbierà tantissimo > unii le mani a preghiera.
< Per una settimana, a partire da domani > ormai aveva preso la sua decisione..
Mi alzai sbuffando e abbandonai l’ufficio.
Tutti mi guardavano male, chi mi urlava ‘ fai schifo ‘ chi mi tirava pezzi di carta. Non mi interessava di loro, io volevo il mio Alex.
Andai di fronte a lui, mi guardava male.
< Non ho parole Christian > fece una smorfia di disprezzo.
< NON HAI PAROLE? TU SEI IL MIO RAGAZZO E QUELLO TI BACIA? > urlai dando un calcio al cestino e ribaltandolo.
< NON SONO PIU’ IL TUO RAGAZZO, E’ CHIARO? > urlò spingendomi addosso al muro.
Bene, io e lui non stavamo più insieme.. mi ricomposi e andai via. Una cosa buona l’avevo fatta però, il suo amichetto era finito in ospedale, sorrisi solo al pensiero.
 
Mamma era delusa dal mio comportamento, non ero più me stesso. Quel David mi aveva portato via Alex, Natasha continuava a provarci con me, Alessia non la sentivo più. Ero solo..
Presi il motorino e andai a casa di Alessia, quando lei aprì la porta era stupita, felice, non si trattenne che mi saltò subito in braccio. La strinsi forte a me perché mi era mancata veramente tanto.
Con questa ragazza stava nascendo qualcosa, qualcosa di bello..
Passarono mesi ed io e lei eravamo sempre più uniti, nel frattempo però il sesso con Natasha non era finito.
Mi accorsi di provare qualcosa per Alessia.. Alex non contava più nulla per me, era un vero stronzo.. ogni volta che mi vedeva mi ignorava, così come faceva il suo nuovo ragazzo David.
 
Una sera ero con Alessia, non so come ma scattò un bacio. Uno di quei baci dolci, bellissimi, emozionanti.
Oh mio dio, stava succedendo davvero.. quella ragazza che mesi prima veniva maltrattata da me e i miei amici, ora è qui a baciarmi.
Con lei avrei voluto approfondire la cosa.. nei prossimi giorni le avrei chiesto di essere la mia ragazza.
 
< Ciao Chris > Natasha si avvicinò a me, provocante come sempre.
< Ciao bella > le sorrisi baciandole la guancia, lei ricambiò.
< Stasera ho casa libera, ti aspetto > mi disse facendomi l’occhiolino.
< Mh no guarda, meglio di no > scossi la testa guardandola.
< Perche’ no? > mi chiese irritata. Ed io guardai Alessia che era seduta in un banco. Lei capì e continuò  < Se stasera non vieni da me ti giuro che racconto tutto a lei > sorrise perfidamente.
Mi stava ricattando.. bene.. Sospirai e accettai di andare da lei.
 
Erano le 22:00, eccomi qui, a casa di Natasha.. avrei dovuto trovare il modo di uscirne.. ma lei poteva incastrarmi in ogni momento. Aveva foto, messaggi, e anche un paio dei miei boxer..
Entrai silenziosamente in casa sua, lei mi trascinò fino alla camera.. quella sera mi incastrò per bene. Mise una videocamera che riprese TUTTO. Io non me ne accorsi ovviamente.
 
Il giorno dopo andai da Alessia e lei mi tirò uno schiaffo tanto forte da staccarmi quasi la testa.
< Ma che.. > mi toccai la guancia.
< Non voglio mai più vederti >  disse con le lacrime agli occhi senza lasciarmi finir di parlare. Se ne andò.
Capii da solo che la stronza di Natasha aveva spifferato tutto. Andai di corsa da lei.
< Non erano questi gli accordi > le dissi stando al suo passo.
< Avevamo un accordo? Boh, non mi ricordo > fece spallucce ridendo.
< Sono stato con te ieri notte, non avresti dovuto dire nulla ad Alessia > la bloccai per il braccio rinfrescandole la memoria.
< Forse non hai capito che qui comando io, Christian > disse sicura di se sistemandosi i capelli.
Ero nella tela del ragno.. ero davvero in trappola ormai. Alessia sapeva tutto.. e mo?
< Cosa devo fare? > chiesi sospirando.
< Devi obbedire ad ogni mio ordine, poi FORSE ti farò fare pace con la tipetta > sorrise incrociando le braccia.
Io obbedire a questa stronza? Che palle.. chissà cosa mi avrebbe fatto fare. Accettai, avrei fatto di tutto per Alessia.
L’operazione riconquistare Alessia era iniziata.
 
FINE DELL’OTTAVO CAPITOLO, COMMENTATEE

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Capitolo 9
*** Tutto è bene ciò che finisce bene ***


Alessia mi evitava, doveva odiarmi proprio tanto..  Mi avvicinai a lei, a mente avevo tutto un discorso pronto, lo stavo preparando da giorni.
< Ale. >
< Cosa?!? > mi risponde in cagnesco.
< Non credere a Natasha.. io voglio te > dissi giocherellando con le mani.
< Vuoi me e scopi lei? > scoppiò in una risata.
Mi stava facendo innervosire, non ho mai sopportato quelle che vogliono fare le preziose, così me ne andai mandandola a fanculo.
 
Ero sul muretto, fuori scuola, non volevo entrare.. Ad un tratto vedo David entrare dal cancello, era in ritardo, aveva ancora i segni dei miei colpi sul viso, stava correndo ma appena mi vide si fermò, stava venendo verso di me. ‘ che cazzo vuole mo questo? ‘ pensai sbuffando.
< Hei, che ci fai qui? > mi disse tranquillamente.
< Perché mi parli? > non risposi alla sua domanda.
< Mi va di farlo.. > fece spallucce guardando verso il basso.
Non sapevo cosa dirgli, mi schiarii semplicemente la voce.
< Vogliamo far finire questa guerra? > continuò guardandomi con aria da cucciolo.
Deve essere pazzo.. mi chiede di finire la guerra dopo che io lo avevo riempito di botte? Mah.. io al posto suo avrei voluto vendicarmi.
< D’accordo > ci stringemmo la mano.
 
Entrammo tutti e due in seconda ora, notai i volti sopresi dei nostri compagni nel vederci entrare insieme.
< Ragazzi, vi chiedo per favore di trattare Christian come avete sempre fatto.. le botte me le sono meritate, quindi lasciatelo in pace > disse David a tutta la classe andando poi a sedersi.
Io aggrottai la fronte nel sentirlo parlare, ma mi andava bene così.
Durante la lezione vedevo Alessia che non mi degnava nemmeno di uno sguardo.. stavo male, la volevo assolutamente.
A ricreazione così andai da Natasha..
< Se mi vuoi davvero bene fammi chiarire con Alessia, per favore > dissi tutto con gli occhi lucidi.
Notai che lei mi guardò dolcemente e sorrise.
< Va bene Chris.. vado subito > si allontanò da me e portò Alessia fuori dalla classe.
 
All’uscita da scuola Alessia venne vicino a me e mi prese per mano. In quel momento la strinsi forte a me e la baciai dolcemente. Sentivo i commenti delle altre ragazze che dicevano ‘ uuh che dolci ‘ stavo ridendo dentro di me, ero il ragazzo più felice del mondo. Terminato il bacio Alessia iniziò a parlare..
< Natasha mi ha detto tutto, lei per te non conta nulla.. tu vuoi me > disse sorridendo stringendomi le mani.
< Non è che non conta nulla.. io le voglio semplicemente bene > feci spallucce guardandola negli occhi.
Lei sorrise annuendo e mi baciò ancora.
Quando mi staccai da lei notai lo sguardo maligno di Alex su di noi. Lo guardai male, c’era un grande odio tra noi ormai.. un po mi dispiaceva. Però aveva capito che David non era così male come mi era sembrato.
 
Io ed Alessia ci fidanzammo, Alex e David stavano ancora insieme, Natasha smise di essere così provocante con tutti e si fidanzò anche lei con un bellissimo ragazzo.
Avevamo formato un gruppo bellissimo, eravamo tutti amici inseparabili. Non potevo chiedere di meglio dalla vita. Anche le cose tra me ed Alex si calmarono.. non avevo più rancore nei suoi confronti e lo stesso lui. Finalmente le nostre vite avevano preso la giusta direzione, eravamo davvero felici.
 
FINE. 

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