Still I call it magic [when I'm next to you]

di LadyPalma
(/viewuser.php?uid=50748)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** We are all mad here [Luna Lovegood x Jefferson] ***
Capitolo 2: *** History alwaysrepeats itself [Narcissa Malfoy x Killian Jones] ***
Capitolo 3: *** I can tell you are not lying [Sirius Black x Emma Swan] ***
Capitolo 4: *** Let's make a deal, an unbreakable one [Bellatrix Lestrange x Tremotino] ***
Capitolo 5: *** Like an open book [Hermione GrangerxBelle] ***
Capitolo 6: *** In the name of the brother [George Weasley x Victor Whale] ***



Capitolo 1
*** We are all mad here [Luna Lovegood x Jefferson] ***


We are all mad here

Luna Lovegood x Jefferson

 

Luna Lovegood non sapeva esattamente per quale angusto passaggio era riuscita a finire in un posto del genere; quello che sapeva è che quel posto, sebbene non lo conoscesse, le piaceva. Non si era spaventata quando aveva visto il Brucaliffo e aveva emesso una semplice esclamazione di sorpresa alla vista dello Stregatto: conosceva esseri più strani di quelli, che esistessero solo nella sua testa o meno. Il suo prossimo incontro invece si rivelò fin da subito più interessante, sembravano prometterlo le strana grida che udiva dall’interno della casa e lo aveva confermato poi la vista di un uomo circondato da un infinito numero di capelli.

“Fallo funzionare… Oh, oh, fallo funzionare…”

“Cosa dovrebbe funzionare esattamente?”

“Qui siamo nel Paese delle Meraviglie”

“Ovvio”

Quel semplice scambio di battute fece subito rilevare due cose: l’assoluta incapacità di comunicare e il briciolo di follia che sembrava accomunarli entrambi. Jefferson forse della sua follia non era cosciente, ma Luna sì. “Mi hanno chiamato folle, ma non è ancora chiaro se la follia sia o meno il grado più elevato dell’intelletto”[*] aveva affermato una volta qualcuno e il suo essere smistata nella casa dei Corvonero ne era solo una conferma. E fu proprio con quello spirito di conoscenza che era implicito significato della divisa blu-bronzo che stava ancora  indossando, che Luna iniziò a camminare lentamente per quella piccola casetta e a curiosare tra i vari cappelli, senza curarsi del padrone di casa, che a sua volta sembrava non curarsi affatto di lei.

“So perché non funziona…” esclamò d’un tratto voltandosi verso di lui e fissandolo con un’espressione pensierosa “Gorgosprizzi…” pronunciò poi come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

E forse per lei lo era davvero. Anche se forse, a conti fatti, era più probabile che i Gorgosprizzi, ammessa e concessa la loro esistenza, si erano insidiati più che nei cappelli, nelle menti di entrambi.

Il Cappellaio la guardò in silenzio per un po’ e alla fine, pur non comprendendo affatto, si ritrovò ad annuire. Un lampo di speranza attraversò il suo sguardo, ma più evidente fu l’euforia che accompagnò il sorriso che le rivolse; poi si alzò in piedi e le si avvicinò con il cappello su cui stava lavorando stretto tra le mani, ma nel tempo impiegato per compiere quel gesto fu come se la questione dei Gorgosprizzi fu accantonata.

“La vuoi una tazza di tè?”

“Solo se corretto con succo di zucca”

 

[*] Edgar Allan Poe

 

NDA:

Salve a tutti! Spero vi sia piaciuto questo primo capitolo! L’idea è quella di  una raccolta su differenti coppie (forse un po’ improbabili) che uniscano Harry Potter e Once Upon a Time. La prima coppia credo non ci sia troppo bisogno di spiegarla: considerata la “stranezza” di entrambi i personaggi, immaginarli in un dialogo insieme non è stato difficile. Che ne pensate? Mi farebbe davvero piacere avere un vostro commento!

Alla prossima coppia!

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** History alwaysrepeats itself [Narcissa Malfoy x Killian Jones] ***


History always repeats itself

Narcissa Malfoy x Killian Jones

 

La Testa di Porco: un luogo dove Narcissa Black in Malfoy mai avrebbe pensato di mettere piede e allo stesso tempo proprio il tipo di locale che Killian Jones aveva l’abitudine di frequentare. Si erano incontrati un sabato sera; lei era seduta da sola indossando il genere di vestiti inadatto ad un posto sudicio come quello con l’unica missione di bere per dimenticare e lui, ignorando una familiare sensazione di dejavu, si era avvicinato. Senza neppure presentarsi, avevano ordinato un giro di Whiskey Incendiario e poi un altro di Rum al Ribes Rosso, avevano bevuto e alla fine avevano parlato, tanto, a lungo, come se non ci fosse stato un domani.

Ma un domani c’era stato per quell’improbabile coppia, e anche un dopodomani e il giorno dopo ancora. Erano diventati sempre più vicini a tal punto da sembrare essere diventati l’uno per l’altra una seconda occasione di felicità, a tal punto da progettare insieme una fuga.

Tuttavia, quella sera il capitano non era lì per definire i dettagli della partenza o per parlarle dei bellissimi posti che avrebbero visto insieme una volta salpati a bordo della sua Jolly Roger. No, qualcosa nella sua mente era scattato. Per cambiare repentinamente decisione, gli erano bastati una serata di completa sobrietà e uno sguardo al tatuaggio che aveva fatto anni prima per amore di un’altra donna.

“Non possiamo più fuggire, Narcissa, non insieme”

Questo le aveva detto con una tranquillità quasi tagliente e aveva sospirato come se si fosse tolto un grande macigno dal petto. Si era poi alzato lentamente in piedi, ma prima di muoversi dal tavolo, si era preso qualche istante per guardarla. I lunghi capelli biondi cadevano perfettamente sulle sue spalle e gli occhi scuri spalancati dallo stupore brillavano già di lacrime inespresse: erano così diverse, Milah e Narcissa, eppure così uguali.

“Ma perché? Cosa…”

Killian aveva silenziato quell’invitabile protesta, chinandosi verso di lei e posando sulle sue labbra un bacio d’addio. E in quel bacio era sparito, via, in una velocità che forse neppure una smaterializzazione avrebbe consentito.

Era sparito, convinto di stare facendo la cosa giusta, anche se non aveva capito ancora per chi; non per lui che rinunciava così ad un nuovo amore, non per lei che sarebbe tornata da un marito inetto e un figlio che avrebbe dovuto sostanzialmente crescere da sola. Un altro Tremotino e un altro Baelfire.

Era sparito e non avrebbe saputo dire neppure lui se per codardia o per coraggio.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** I can tell you are not lying [Sirius Black x Emma Swan] ***


I can tell you are not lying

Sirius Black x Emma Swan

 

 

 “Sono innocente!” continuava a strillare l’uomo mentre lo portavano via.

Nessuno lo ascoltò, c’erano prove sufficienti per incriminarlo del tradimento dei Potter, dell’omicidio di Peter Minus e di circa una dozzina di babbani. Tutti sembravano esserne certi: gli auror avevano già chiuso il caso e la notizia era ormai diventata di dominio pubblico. Non ci sarebbe stato neppure bisogno di un interrogatorio, né di un processo; il tempo di emettere la sentenza e il signor Black avrebbe trascorso tutta la sua vita nella prigione dei maghi.

La nuova auror Emma Swan non sembrava essere d’accordo. Aveva passato le ultime due ore a fingere di lavorare sulle prove di un caso più ordinari, ma di tanto in tanto faceva un salto a lanciare occhiate pensierose al catturato in manette magiche all’interno del dipartimento.

“Dovresti smetterla, Swan! Se vuoi studiare uno spietato serial killer, puoi sempre andare a fare un giro ad Azkaban!” la rimproverò Alastor Moody passandole accanto, nel suo solito modo duro e diretto, accompagnato da una nota marcata di ironia.

Emma si limitò ad annuire in risposta e a riprendere con più attenzione il lavoro che era tenuta a svolgere, non prima però di aver guardato un’ultima volta, forse per l’ultima volta, il presunto pericoloso detenuto.

Aveva scelto di diventare auror per assecondare il suo dono: riusciva a capire da un solo sguardo se una persona stava mentendo o meno.

E anche se forse non era una prova sufficiente per far ribaltare la situazione, le era bastata una semplice prima occhiata all’uomo mentre gridava la sua innocenza durante la cattura, per far apprire almeno ai suoi occhi Sirius Black completamente innocente.

**

Non era passato troppo tempo che la ragazza aveva deciso di rivederlo di nuovo e prendere alla lettera il suggerimento che il suo capo le aveva dato quel giorno. Aveva preso accordi con il Ministero per avere il permesso e dopo aver risolto qualche cavillo burocratico, era finalmente entrata ad Azkaban come visitatrice. Cercò di non lasciarsi impressionare troppo dalle urla quasi demoniache che udiva o dai visi spettrali che incontrava; lei cercava solamente una persona tra quelle e quando finalmente lo trovò attaccato alle sbarre  con un’espressione disperatamente rassegnata, potè accertarsi che lui persona lo era rimasto davvero, almeno per il momento. Gli si fermò proprio davanti e si prese qualche attimo per guardarlo.

Di nuovo il suo potere sembrava suggerirle la stessa cosa, di nuovo Sirius Black non mentiva.

“Io le credo…” si lasciò sfuggire in un sussurro “So che è innocente”

Fu solo sentendo quelle semplici parole che l’uomo si accorse realmente della sua presenza, ma non ebbe il tempo di rispondere che lei era già sparita. La sua missione in qualche modo l’aveva compiuta.

Restava solo un sorriso, debole e appena accennato, su quel volto segnato dalla privazione.

Un momento di gioia,breve e fugace, che certamente i Dissennatori non avrebbero esitato a spazzare via.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Let's make a deal, an unbreakable one [Bellatrix Lestrange x Tremotino] ***


Let’s make a deal, an unbreakable one

Bellatrix Lestrange x Tremotino

 

 

“Tu dai qualcosa a me, io qualcosa a te, dearie

Bellatrix guardò quella specie di folletto maligno con sospetto e poi scoppiò nella sua solita agghiacciante risatina. E Tremotino la seguì quasi immediatamente. Narcissa, lasciata in disparte dalla conversazione, si chiuse ancora di più nel suo intimorito silenzio e spalancò impercettibilmente gli occhi: non sapeva dire quale delle due risate la spaventava di più, ma di certo già si stava pentendo di aver accettato di accompagnare la sorella in quell’incontro potenzialmente pericoloso – per tutti.

“Non sono certa che tu rispetterai il patto, folletto”

“Io rispetto sempre i miei accordi…”

La bruna considerò per un attimo la questione e un lampo di folle determinazione scintillò nei suoi occhi scuri. Non stava ridendo più, adesso.

“Giuralo!”

Fu solamente un sibilo ma bastò a far tremare gli altri due presenti nella stanza. Era bastata quella semplice parola per capire la richiesta: pronunciare un Voto Infrangibile, di cui lei stessa e il mago oscuro sarebbero stati gli attori e la Signora Malfoy la testimone.

Tremotino deglutì a vuoto, ma riprese abbastanza rapidamente il suo controllo e, nonostante la sua esitazione, finì con l’allungare il suo braccio verso quello della donna. Non si sarebbe perso l’occasione di legarsi in qualche modo a una strega tanto utile e potente come quella che aveva di fronte, o di stringere uno dei suoi famosi accordi, anche se stavolta non sembrava lui a dettare le regole. Le loro pelli, quella olivastra di lui e quella bianco - latte di lei, si unirono in una stretta quasi aggressiva e in quel contatto immediatamente entrambi furono colti da un brivido, la cui causa non era da imputare alla paura.

Lo sentivano sotto le loro dita, lo leggevano negli occhi l’uno dell’altra: rischio, attrazione e magia, magia oscura.

Ma la carica inspiegabile di sensazioni che li aveva travolti sembrava essere visibile anche all’esterno, tanto che Narcissa scelse di prendersi del tempo prima di approcciarsi a loro, mentre un sorriso incredulo si andò a disegnare sulle sue labbra e un’idea a formare nella sua mente.

Com’era possibile che Bella finisse per avere sempre un debole per gli uomini con caratteristiche tipici dei rettili?

 

 

NDA:

Una piccola nota per dire che l’idea dell’incontro di questo capitolo prende spunto, come probabilmente avete già capito, dalla visita di bellatrix e Narcissa a Severus Piton nel 6 libro, mentre la frase finale è un implicito accenno alla coppia Bellatrix/Voldemort. Colgo l’occasione per ringraziare per le belle recensioni! I commenti sono sempre molto graditi :)

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Like an open book [Hermione GrangerxBelle] ***


Like an open book

Hermione Granger x Belle French

 

 

Belle French, la nuova bibliotecaria di Hogwarts, adorava trascorrere il suo tempo leggendo, ma possedeva anche una buona dose di coraggio e il forte desiderio di vivere avventure anche aldilà delle pagine di un libro. “Una vera grifondoro, esattamente come me”, così l’aveva definita Hermione Granger solamente dopo averci scambiato qualche parola. E di parole in un mese ne avevano scambiate molte. Avevano iniziato a confidare l’una nell’altra ed imparato a leggersi vicendevolmente dentro esattamente come un “libro aperto”, così tanto che l’alunna non avrebbe saputo più onestamente dire se le ore trascorse in biblioteca rispondevano ad una semplice voglia sempre maggiore di apprendere o ad una scusa per avere un confronto con la sua nuova amica. Intanto si erano create anche uno spazio tutto loro, la sezione proibita, che era loro effettivamente perché nessun altro vi metteva piede.

“Sei l’unica a venire qui, sai?” la informò apertamente Belle un giorno, riferendosi a quel tacito accordo.

“L’ho notato…. Eppure pensavo che più alunni fossero interessati a questa parte della biblioteca…

“Sì, in realtà è così, ma io il più delle volte lascio entrare solo te”

Il blu del mare incontrò il marrone della calda terra a quelle parole e non si poteva dire chi era arrossita prima delle due. Tuttavia, se Belle era la stata la prima a parlare, fu Hermione la prima a muoversi e, non senza una certa esitazione, attirò leggermente l’altra a sé, finché le loro labbra si unirono in un bacio un po’ impacciato, ma che allo stesso tempo rifletteva tutto il desiderio che sembravano essersi tenute dentro già da un po’.

Quando tornarono a guardarsi negli occhi capirono immediatamente perché la sezione si chiamava davvero “proibita”. Anche se in fondo, nel trovare una persona così affine e nell’esprimere il proprio amore, nessuna delle due ci vedeva niente di proibito.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** In the name of the brother [George Weasley x Victor Whale] ***


In the name of the brother

George Weasley x Victor Whale

 

 

George si diede un’occhiata intorno: quell’ambulatorio non era effettivamente molto dissimile dalle stanze del San mungo, eppure in qualche modo era dissimile. Forse perché c’era troppo bianco, o forse semplicemente perché quel dottore biondo lo stava curando con tecniche decisamente babbane. Tuttavia, nonostante la lentezza del procedimento e l’acuto dolore che provocava sulla sua ferita non proprio accidentale, si lasciò curare in silenzio. L’orecchio perso durante la guerra non poteva essere curato, ma per il braccio qualcosa si poteva fare.

“Cosa le è successo?” esordì d’un tratto il dottor Whale, alzando leggermente lo sguardo dalla ferita, giusto il tempo per lanciargli un’occhiata curiosa.

L’interpellato ricambiò quello sguardo e si lasciò sfuggire un sorrisino amaro. Amaro perché di veri, quello che era considerato il burlone della famiglia Weasley, non ne faceva più da tempo.

“Ho perso mio fratello e cercavo un modo per riportarlo indietro…” disse infine con un lampo di disperazione negli occhi. C’era qualcosa nell’altro che lo aveva spinto ad optare per la verità.

Quando Fred era morto aveva perso una parte di sé stesso ed era per questo che aveva provato in tutti i modi a riportarlo indietro. Aveva provato tutte le magie esistenti, si era persino convertito a quella oscura e aveva affrontato un viaggio in America solo per rivolgersi ad un mago potente di cui aveva sentito parlare, un certo Tremotino. Neppure quell’uomo gli era stato d’aiuto e il risultato della sua insistenza era visibile adesso sul braccio. Gli era andata male, o fin troppo bene forse - dipende dai punti di vista.

“Anche io ho perso mio fratello…” disse Victor, piano, continuando a medicare la ferita. Il tono apparentemente distratto non riusciva a nascondere bene però il suo dolore.

E… ha provato qualche magia per farlo rivivere?”

Il dottore ridacchiò leggermente senza preavviso e scosse la testa.

“No, non magia… Ho provato con la scienza”

“E ha funzionato?”

A quella nuova domanda, ogni traccia di risata era sparita e la sofferenza era diventata apertamente visibile.

“No, non ha funzionato…” ammise infine, in un sussurro rassegnato.

Nessuno dei due aggiunse più niente, non a parole perlomeno. Il rosso allungò quasi istintivamente la sua mano verso quella del biondo e l’altro gliela lasciò stringere., così con naturalezza. Sembrava quasi che George non dovesse essere più consolato, ma sentiva anzi dentro di sé il bisogno di consolare qualcun altro.

Solamente qualche minuto dopo, il dottore ricominciò a sistemare la ferita e il paziente poté giurare che quel tocco sulla sua carne non gli faceva più poi così male.

 

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2747083