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Lista capitoli: Capitolo 1: *** We are all mad here [Luna Lovegood x Jefferson] *** Capitolo 2: *** History alwaysrepeats itself [Narcissa Malfoy x Killian Jones] *** Capitolo 3: *** I can tell you are not lying [Sirius Black x Emma Swan] *** Capitolo 4: *** Let's make a deal, an unbreakable one [Bellatrix Lestrange x Tremotino] *** Capitolo 5: *** Like an open book [Hermione GrangerxBelle] *** Capitolo 6: *** In the name of the brother [George Weasley x Victor Whale] ***
Capitolo 1 *** We are all mad here [Luna Lovegood x Jefferson] ***
We are all mad here
Luna Lovegood x Jefferson
Luna Lovegood non sapeva
esattamente per quale angusto passaggio era riuscita a finire in un posto del
genere; quello che sapeva è che quel posto, sebbene non lo conoscesse, le
piaceva. Non si era spaventata quando aveva visto il Brucaliffo
e aveva emesso una semplice esclamazione di sorpresa alla vista dello Stregatto: conosceva esseri più strani di quelli, che
esistessero solo nella sua testa o meno. Il suo prossimo incontro invece si
rivelò fin da subito più interessante, sembravano prometterlo le strana grida
che udiva dall’interno della casa e lo aveva confermato poi la vista di un uomo
circondato da un infinito numero di capelli.
“Fallo funzionare… Oh, oh, fallo funzionare…”
“Cosa dovrebbe funzionare esattamente?”
“Qui siamo nel Paese delle Meraviglie”
“Ovvio”
Quel semplice scambio di battute fece subito rilevare due
cose: l’assoluta incapacità di comunicare e il briciolo di follia che sembrava
accomunarli entrambi. Jefferson forse della sua follia non era cosciente, ma
Luna sì. “Mi hanno chiamato folle, ma non è ancora chiaro se la follia sia o
meno il grado più elevato dell’intelletto”[*] aveva affermato una volta
qualcuno e il suo essere smistata nella casa dei Corvonero
ne era solo una conferma. E fu proprio con quello spirito di conoscenza che era
implicito significato della divisa blu-bronzo che
stava ancoraindossando, che Luna iniziò
a camminare lentamente per quella piccola casetta e a curiosare tra i vari
cappelli, senza curarsi del padrone di casa, che a sua volta sembrava non
curarsi affatto di lei.
“So perché non funziona…” esclamò d’un tratto voltandosi
verso di lui e fissandolo con un’espressione pensierosa “Gorgosprizzi…”
pronunciò poi come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
E forse per lei lo era davvero. Anche se forse, a conti
fatti, era più probabile che i Gorgosprizzi, ammessa
e concessa la loro esistenza, si erano insidiati più
che nei cappelli, nelle menti di entrambi.
Il Cappellaio la guardò in silenzio per un po’ e alla fine,
pur non comprendendo affatto, si ritrovò ad annuire. Un lampo di speranza
attraversò il suo sguardo, ma più evidente fu l’euforia che accompagnò il
sorriso che le rivolse; poi si alzò in piedi e le si avvicinò con il cappello
su cui stava lavorando stretto tra le mani, ma nel tempo impiegato per compiere
quel gesto fu come se la questione dei Gorgosprizzi
fu accantonata.
“La vuoi una tazza di tè?”
“Solo se corretto con succo di zucca”
[*] Edgar Allan Poe
NDA:
Salve a tutti! Spero vi sia piaciuto questo primo capitolo! L’idea
è quella diuna raccolta su differenti
coppie (forse un po’ improbabili) che uniscano Harry Potter e Once Upon a Time. La prima coppia
credo non ci sia troppo bisogno di spiegarla: considerata la “stranezza” di
entrambi i personaggi, immaginarli in un dialogo insieme non è stato difficile.
Che ne pensate? Mi farebbe davvero piacere avere un vostro commento!
Capitolo 2 *** History alwaysrepeats itself [Narcissa Malfoy x Killian Jones] ***
History always repeats itself
NarcissaMalfoy
x Killian Jones
La Testa di Porco: un luogo dove NarcissaBlack in Malfoy mai avrebbe
pensato di mettere piede e allo stesso tempo proprio il tipo di locale che Killian Jones aveva l’abitudine di frequentare. Si erano
incontrati un sabato sera; lei era seduta da sola indossando il genere di
vestiti inadatto ad un posto sudicio come quello con l’unica missione di bere
per dimenticare e lui, ignorando una familiare sensazione di dejavu, si era avvicinato. Senza neppure presentarsi,
avevano ordinato un giro di Whiskey Incendiario e poi un altro di Rum al Ribes
Rosso, avevano bevuto e alla fine avevano parlato, tanto, a lungo, come se non
ci fosse stato un domani.
Ma un domani c’era stato per quell’improbabile coppia, e
anche un dopodomani e il giorno dopo ancora. Erano diventati sempre più vicini
a tal punto da sembrare essere diventati l’uno per l’altra una seconda
occasione di felicità, a tal punto da progettare insieme una fuga.
Tuttavia, quella sera il capitano non era lì per definire i
dettagli della partenza o per parlarle dei bellissimi posti che avrebbero visto
insieme una volta salpati a bordo della sua Jolly Roger. No, qualcosa nella sua
mente era scattato. Per cambiare repentinamente decisione, gli erano bastati
una serata di completa sobrietà e uno sguardo al tatuaggio che aveva fatto anni
prima per amore di un’altra donna.
“Non possiamo più fuggire, Narcissa,
non insieme”
Questo le aveva detto con una tranquillità quasi tagliente e
aveva sospirato come se si fosse tolto un grande macigno dal petto. Si era poi
alzato lentamente in piedi, ma prima di muoversi dal tavolo, si era preso qualche
istante per guardarla. I lunghi capelli biondi cadevano perfettamente sulle sue
spalle e gli occhi scuri spalancati dallo stupore brillavano già di lacrime
inespresse: erano così diverse, Milah e Narcissa, eppure così uguali.
“Ma perché? Cosa…”
Killian aveva silenziato quell’invitabile
protesta, chinandosi verso di lei e posando sulle sue labbra un bacio d’addio.
E in quel bacio era sparito, via, in una velocità che forse neppure una
smaterializzazione avrebbe consentito.
Era sparito, convinto di stare facendo la cosa giusta, anche
se non aveva capito ancora per chi; non per lui che rinunciava così ad un nuovo
amore, non per lei che sarebbe tornata da un marito inetto e un figlio che
avrebbe dovuto sostanzialmente crescere da sola. Un altro Tremotino
e un altro Baelfire.
Era sparito e non avrebbe saputo dire neppure lui se per
codardia o per coraggio.
Capitolo 3 *** I can tell you are not lying [Sirius Black x Emma Swan] ***
I can tell you are not lying
SiriusBlack x Emma Swan
“Sono
innocente!” continuava a strillare l’uomo mentre lo portavano via.
Nessuno lo ascoltò, c’erano prove sufficienti
per incriminarlo del tradimento dei Potter, dell’omicidio di Peter Minus e di circa una dozzina di babbani.
Tutti sembravano esserne certi: gli auror avevano già
chiuso il caso e la notizia era ormai diventata di dominio pubblico. Non ci
sarebbe stato neppure bisogno di un interrogatorio, né di un processo; il tempo
di emettere la sentenza e il signor Black avrebbe
trascorso tutta la sua vita nella prigione dei maghi.
La nuova auror Emma
Swan non sembrava essere d’accordo. Aveva passato le
ultime due ore a fingere di lavorare sulle prove di un caso più ordinari, ma di
tanto in tanto faceva un salto a lanciare occhiate pensierose al catturato in
manette magiche all’interno del dipartimento.
“Dovresti smetterla, Swan!
Se vuoi studiare uno spietato serial killer, puoi sempre andare a fare un giro
ad Azkaban!” la rimproverò AlastorMoody passandole accanto, nel suo solito modo duro e
diretto, accompagnato da una nota marcata di ironia.
Emma si limitò ad annuire in risposta e a
riprendere con più attenzione il lavoro che era tenuta a svolgere, non prima
però di aver guardato un’ultima volta, forse per l’ultima volta, il presunto
pericoloso detenuto.
Aveva scelto di diventare auror
per assecondare il suo dono: riusciva a capire da un solo sguardo se una
persona stava mentendo o meno.
E anche se forse non era una prova
sufficiente per far ribaltare la situazione, le era bastata una semplice prima
occhiata all’uomo mentre gridava la sua innocenza durante la cattura, per far apprire almeno ai suoi occhi SiriusBlack completamente innocente.
**
Non era passato troppo tempo che la ragazza
aveva deciso di rivederlo di nuovo e prendere alla lettera il suggerimento che
il suo capo le aveva dato quel giorno. Aveva preso accordi con il Ministero per
avere il permesso e dopo aver risolto qualche cavillo burocratico, era
finalmente entrata ad Azkaban come visitatrice. Cercò
di non lasciarsi impressionare troppo dalle urla quasi demoniache che udiva o dai
visi spettrali che incontrava; lei cercava solamente una persona tra quelle e
quando finalmente lo trovò attaccato alle sbarrecon un’espressione disperatamente rassegnata,
potè accertarsi che lui persona lo era rimasto
davvero, almeno per il momento. Gli si fermò proprio davanti e si prese qualche
attimo per guardarlo.
Di nuovo il suo potere sembrava suggerirle la
stessa cosa, di nuovo SiriusBlack
non mentiva.
“Io le credo…” si lasciò sfuggire in un
sussurro “So che è innocente”
Fu solo sentendo quelle semplici parole che
l’uomo si accorse realmente della sua presenza, ma non ebbe il tempo di
rispondere che lei era già sparita. La sua missione in qualche modo l’aveva
compiuta.
Restava solo un sorriso, debole e appena
accennato, su quel volto segnato dalla privazione.
Un momento di gioia,breve e fugace, che
certamente i Dissennatori non avrebbero esitato a
spazzare via.
Capitolo 4 *** Let's make a deal, an unbreakable one [Bellatrix Lestrange x Tremotino] ***
Let’s make a deal, an unbreakable one
BellatrixLestrange
x Tremotino
“Tu dai qualcosa a me, io dò
qualcosa a te, dearie”
Bellatrix guardò
quella specie di folletto maligno con sospetto e poi scoppiò nella sua solita agghiacciante
risatina. E Tremotino la seguì quasi immediatamente. Narcissa, lasciata in disparte dalla conversazione, si
chiuse ancora di più nel suo intimorito silenzio e spalancò impercettibilmente
gli occhi: non sapeva dire quale delle due risate la spaventava di più, ma di
certo già si stava pentendo di aver accettato di accompagnare la sorella in
quell’incontro potenzialmente pericoloso – per tutti.
“Non sono certa che tu rispetterai il patto,
folletto”
“Io rispetto sempre i miei accordi…”
La bruna considerò per un attimo la questione
e un lampo di folle determinazione scintillò nei suoi occhi scuri. Non stava
ridendo più, adesso.
“Giuralo!”
Fu solamente un sibilo ma bastò a far tremare
gli altri due presenti nella stanza. Era bastata quella semplice parola per
capire la richiesta: pronunciare un Voto Infrangibile, di cui lei stessa e il
mago oscuro sarebbero stati gli attori e la Signora Malfoy
la testimone.
Tremotino deglutì a vuoto, ma riprese
abbastanza rapidamente il suo controllo e, nonostante la sua esitazione, finì
con l’allungare il suo braccio verso quello della donna. Non si sarebbe perso l’occasione
di legarsi in qualche modo a una strega tanto utile e potente come quella che
aveva di fronte, o di stringere uno dei suoi famosi accordi, anche se stavolta
non sembrava lui a dettare le regole. Le loro pelli, quella olivastra di lui e
quella bianco - latte di lei, si unirono in una stretta quasi aggressiva e in
quel contatto immediatamente entrambi furono colti da un brivido, la cui causa
non era da imputare alla paura.
Lo sentivano sotto le loro dita, lo leggevano
negli occhi l’uno dell’altra: rischio, attrazione e magia, magia oscura.
Ma la carica inspiegabile di sensazioni che
li aveva travolti sembrava essere visibile anche all’esterno, tanto che Narcissa scelse di prendersi del tempo prima di
approcciarsi a loro, mentre un sorriso incredulo si andò a disegnare sulle sue
labbra e un’idea a formare nella sua mente.
Com’era possibile che Bella finisse per avere
sempre un debole per gli uomini con caratteristiche tipici dei rettili?
NDA:
Una piccola nota per dire che l’idea dell’incontro
di questo capitolo prende spunto, come probabilmente avete già capito, dalla
visita di bellatrix e Narcissa
a SeverusPiton nel 6
libro, mentre la frase finale è un implicito accenno alla coppia Bellatrix/Voldemort. Colgo l’occasione
per ringraziare per le belle recensioni! I commenti sono sempre molto graditi :)
Capitolo 5 *** Like an open book [Hermione GrangerxBelle] ***
Like an open book
Hermione Granger x Belle French
Belle French, la nuova
bibliotecaria di Hogwarts, adorava trascorrere il suo
tempo leggendo, ma possedeva anche una buona dose di coraggio e il forte
desiderio di vivere avventure anche aldilà delle pagine di un libro. “Una vera grifondoro, esattamente come me”, così l’aveva definita HermioneGranger solamente dopo
averci scambiato qualche parola. E di parole in un mese ne avevano scambiate
molte. Avevano iniziato a confidare l’una nell’altra ed imparato a leggersi
vicendevolmente dentro esattamente come un “libro aperto”, così tanto che
l’alunna non avrebbe saputo più onestamente dire se le ore trascorse in
biblioteca rispondevano ad una semplice voglia sempre maggiore di apprendere o
ad una scusa per avere un confronto con la sua nuova amica. Intanto si erano
create anche uno spazio tutto loro, la sezione proibita, che era loro
effettivamente perché nessun altro vi metteva piede.
“Sei l’unica a venire qui, sai?” la informò apertamente Belle
un giorno, riferendosi a quel tacito accordo.
“L’ho notato…. Eppure pensavo che
più alunni fossero interessati a questa parte della biblioteca…”
“Sì, in realtà è così, ma io il più delle volte lascio
entrare solo te”
Il blu del mare incontrò il marrone della calda terra a
quelle parole e non si poteva dire chi era arrossita prima delle due. Tuttavia,
se Belle era la stata la prima a parlare, fu Hermione
la prima a muoversi e, non senza una certa esitazione, attirò leggermente
l’altra a sé, finché le loro labbra si unirono in un bacio un po’ impacciato,
ma che allo stesso tempo rifletteva tutto il desiderio che sembravano essersi
tenute dentro già da un po’.
Quando tornarono a guardarsi negli occhi capirono
immediatamente perché la sezione si chiamava davvero “proibita”. Anche se in
fondo, nel trovare una persona così affine e nell’esprimere il proprio amore,
nessuna delle due ci vedeva niente di proibito.
Capitolo 6 *** In the name of the brother [George Weasley x Victor Whale] ***
In the name of the brother
George Weasley x Victor
Whale
George si diede un’occhiata intorno: quell’ambulatorio non
era effettivamente molto dissimile dalle stanze del San mungo, eppure in qualche
modo era dissimile. Forse perché c’era troppo bianco, o forse semplicemente
perché quel dottore biondo lo stava curando con tecniche decisamente babbane. Tuttavia, nonostante la lentezza del procedimento
e l’acuto dolore che provocava sulla sua ferita non proprio accidentale, si
lasciò curare in silenzio. L’orecchio perso durante la guerra non poteva essere
curato, ma per il braccio qualcosa si poteva fare.
“Cosa le è successo?” esordì d’un tratto il dottor Whale, alzando leggermente lo sguardo dalla ferita, giusto
il tempo per lanciargli un’occhiata curiosa.
L’interpellato ricambiò quello sguardo e si lasciò sfuggire
un sorrisino amaro. Amaro perché di veri, quello che era considerato il burlone
della famiglia Weasley, non ne faceva più da tempo.
“Ho perso mio fratello e cercavo un modo per riportarlo indietro…” disse infine con un lampo di disperazione negli
occhi. C’era qualcosa nell’altro che lo aveva spinto ad optare per la verità.
Quando Fred era morto aveva perso una parte di sé stesso ed
era per questo che aveva provato in tutti i modi a riportarlo indietro. Aveva
provato tutte le magie esistenti, si era persino convertito a quella oscura e
aveva affrontato un viaggio in America solo per rivolgersi ad un mago potente
di cui aveva sentito parlare, un certo Tremotino.
Neppure quell’uomo gli era stato d’aiuto e il risultato della sua insistenza
era visibile adesso sul braccio. Gli era andata male, o fin troppo bene forse -
dipende dai punti di vista.
“Anche io ho perso mio fratello…”
disse Victor, piano, continuando a medicare la ferita. Il tono apparentemente
distratto non riusciva a nascondere bene però il suo dolore.
“E… ha provato qualche magia per
farlo rivivere?”
Il dottore ridacchiò leggermente senza preavviso e scosse la
testa.
“No, non magia… Ho provato con la
scienza”
“E ha funzionato?”
A quella nuova domanda, ogni traccia di risata era sparita e
la sofferenza era diventata apertamente visibile.
“No, non ha funzionato…” ammise
infine, in un sussurro rassegnato.
Nessuno dei due aggiunse più niente, non a parole perlomeno.
Il rosso allungò quasi istintivamente la sua mano verso quella del biondo e
l’altro gliela lasciò stringere., così con naturalezza. Sembrava quasi che
George non dovesse essere più consolato, ma sentiva anzi dentro di sé il bisogno
di consolare qualcun altro.
Solamente qualche minuto dopo, il dottore ricominciò a
sistemare la ferita e il paziente poté giurare che quel tocco sulla sua carne
non gli faceva più poi così male.