la vita da mercenari

di rebby25
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** bankotsu è innamorato ***
Capitolo 2: *** un ricordo dal passato ***
Capitolo 3: *** nebbia e argento ***
Capitolo 4: *** serenità e disperazione ***
Capitolo 5: *** fedeltà tradita ***
Capitolo 6: *** incontri Ravvicinati ***
Capitolo 7: *** una giornata particolare ***
Capitolo 8: *** un incontro Inaspettato ***
Capitolo 9: *** century mercenaries ***
Capitolo 10: *** ritornare sui propri passi ***
Capitolo 11: *** riunione Di famiglia ***
Capitolo 12: *** l incontro con naraku ***
Capitolo 13: *** scusate ***
Capitolo 14: *** la dichiarazione ***
Capitolo 15: *** Povera kagome ***
Capitolo 16: *** ritorno al campo ***
Capitolo 17: *** la dolcezza XD ***



Capitolo 1
*** bankotsu è innamorato ***


STORIA DI UN MERCENARIO CAPITOLO 1 - Battaglia Finale sul monte Hakurei !!! I due avversari, uno di fronte all’altro, si squadravano cercando un segno di preoccupazione sul volto nemico. L’enorme Banryu, riempita d’aura demoniaca dal completamento del patto, rifulgeva di una luce intensa, tanto che pareva stesse per esplodere. Con un enorme sforzo, dovuto alle numerosissime ferite e lividi nati dal duello, Inu Yasha si slanciò verso il capo dei Sette Mercenari, il potente Bankotsu. “Molto strano…Hai ancora la forza di combattere?Immagino che sia effetto del sangue demoniaco. Ma dimentichi che ormai anche io possiedo un’aura!!!” commentò il mercenario deviando senza fatica l’assalto di Tessaiga. Per il mezzo demone si stava davvero mettendo male…Come poteva sperare di sconfiggere Naraku se non teneva testa neppure ad un semplice umano? Immerso nei suoi pensieri, non notò la lama dell’alabarda in tempo, e pur scartando di lato all’ultimo momento, venne ferito al braccio destro.Sentì il muscolo che si strappava, e in quell’istante seppe di non essere più in grado di manovrare Tessaiga a dovere. Con la furia di un uragano, l’alabarda di Bankotsu generò fulmini scarlatti che scatenarono una tempesta intorno al demone cane. “E’ finita per te, InuYasha!!!Ormai sei totalmente in balia del mio potere!!!Tuttavia devo farti i complimenti…è passato molto tempo dall’ultima volta in cui mi sono divertito in questo modo! E ora rassegnati alla tua morte, mezzo demone!!” “Un gioco…per lui è sempre stato solo un gioco!”pensò InuYasha, capendo improvvisamente di non essere all’altezza del suo avversario “Kagome, Miroku, Sango, Shippo…mi dispiace, non ce l’ho fatta a proteggervi…” Mentre rabbia e disperazione si gonfiavano nel suo cuore, sentì che il sangue demoniaco prendeva il sopravvento su quello umano…Prima di perdere totalmente il controllo, capì che forse c’era ancora una possibilità di salvezza…Del resto, quando diventava youkai, la sua potenza si accresceva moltissimo! Notando il cambiamento nell’aspetto di InuYasha, Bankotsu sbuffò “Certo che sei davvero noioso!Eppure te l’avevo anche detto che era giunta la tua ora…sigh, i miei nemici non mi capiscono mai…Se vuoi morire, ti posso accontentare immediatamente!” Detto questo e schivati gli artigli del demone ormai fuori controllo, fece roteare la Banryu sopra la testa e calò il colpo finale. La lama ricadde pesantemente sul cranio dell’avversario, e tolse ogni traccia di vita dal suo corpo… “Certo, mi dispiace un pochino, ma il lavoro è lavoro.”. Commentò voltando le spalle al cadavere e dirigendosi verso un’uscita dal complesso di caverne del monte Hakurei, non senza aver prima preso i frammenti di sfera che InuYasha portava con sé…”Sono sei. Proprio quelli che mi servivano!” Ormai gli obiettivi rimanenti per la sua vendetta erano solo Sesshomaru, Koga e infine Naraku… Ma in questa battaglia non sarebbe stato solo Baci rebby25

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Capitolo 2
*** un ricordo dal passato ***


Capitolo 2-Un Ricordo dal passato La pianura, una volta verde, ora era solo un deserto di polvere e sterpaglie. Nel'aria aleggiavano ancora vapori velenosi, e i resti di una capanna distrutta giacevano poco più avanti. Due giorni prima, Bankotsu si era reso conto di non essere in grado di sconfiggere da solo gli avversari rimasti, molti dei quali avevano una potenza notevolmente maggiore di quella di InuYasha. Senza indugiare oltre, si era messo in viaggio verso i resti dei suoi fratelli, sperando di riportare alla gloria la sua vecchia compagnia. Grazie ai frammenti che InuYasha aveva imprudentemente portato con sè nell'Hakurei, avrebbe potuto risvegliarli senza dover rinunciare a quelli impiantati nelle sue braccia, nel suo collo e nella Banryu. Poteva inoltre guadagnarne un altro per sè stesso; di certo non avrebbe portato in vita quel bastardo traditore di Renkotsu. " Ah ah, sembra che Mukotsu si sia dato parecchio da fare prima di essere sconfitto!" rise Bankotsu scrutando il paesaggio devastato.Avanzò di qualche passo verso il rifugio distrutto, fino ad incontrare il piccolo e tozzo scheletro del compagno. Sospirò pensando che avrebbe voluto riportare in vita il Fratello Jakotsu per primo, ma non era prudente tornare al monte Hakurei a cercare i suoi resti.Ci sarebbe tornato quando la situazione si fosse calmata. "Non c'è tempo da perdere! Naraku potrebbe avere già notato la mia fuga!" gli disse la sua piccola parte ragionevole. Appoggiò con cautela un frammento della sfera sul cranio di Mukotsu, e aspettò trepidante per qualche secondo... "Cazzo!Non succede niente!" Esclamò battendo il pugno a terra. Eppure quando Naraku gliene aveva dati sei per risvegliare i suoi fratelli ci era riuscito... Si fermò a pensare per qualche secondo...Quella giornata stava durando troppo...riflettere troppo gli faceva venire il mal di testa... Quand'ecco che, osservando la scheggià rosa scintillante appoggiata sul teschio, trovò improvvisamente la soluzione. "E' semplice!Le schegge di Naraku erano totalmente oscurate dalla sua malvagità!Quelle pure che ho sottratto ad InuYasha non sono abbastanza colme di malvagità per resuscitare un assassino sanguinario!!" Tenendo nel palmo della mano i frammenti, pensò alle imprese degli Shichinintai nel loro periodo più glorioso. -------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Si immedesimò nel Bankotsu di 10 anni prima, quando ancora InuYasha era appeso a un albero a decorare il paesaggio e la neonata compagnia mercenaria si dirigeva a piedi verso un piccolo villaggio. "Primo Fratello, lascerai a me tutte le donne, vero?" chiese Jakotsu speranzoso. "Io cerco solo avversari del mio livello, Jakotsu. Evita di chiedermelo tutte le volte...Al massimo l'unico con cui litigherai sarà Mukotsu.Sai che anche lui preferisce quel tipo di prede." Ormai erano davanti al cancello principale.Era sbarrato. "Renkotsu, sfonda." Ordinò Bankotsu lucidando la Banryu. Un singolo colpo uscì dal cannone a spalla dell'istruito mercenario, e la recinzione fu ridotta in polvere prima ancora che gli abitanti gridassero per il frastuono dello sparo. "Va bene, ragazzi, divertitevi..." disse con tranquillità il leader "Io vado al castello a intrattenermi con le guardie." Prima ancora che avesse finito di parlare, la Jakotsu-to saettò verso una donna di passaggio, accompagnata dal grido "Morte al sesso femminile!!!!" Poco dopo, una risata agghiacciante risuonò nell'aria. "Suikotsu, ti sei svegliato?" Senza degnarsi di rispondere, colui che qualche minuto prima era stato un tranquillo medico addormentato portato in spalla da Kyokotsu corse verso il tempio locale, con la faccia deformata da un ghigno rabbioso. Bankotsu, intanto, aprì con un calcio il cancello di ferro del castello,e con due fendenti eliminò i quattro guardiani della porta. Fece qualche passo, fermò con due dita la lama di un impaurito soldato, gliela strappò di mano e lo trafisse in un solo gesto.Avanzò verso la sala del padrone e lo trovò indifeso. "Che protezione inefficiente! Vediamo se meriti la tua posizione di feudatario!" Lanciò una spada al lord e diede inizio al duello. Dopo aver schivato due deboli affondi, decise di farla finita con quell'incompetente.Saltò e scagliò la Banryu verso il nemico, e riatterrò dopo un'elegante capriola. "E' per questo che non voglio diventare un signore....Mangiano e ingrassano come maiali, e poi si fanno trucidare dal primo che capita...penso che non li capirò mai..." Pensò Bankotsu allontanandosi dal cadavere. ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Quando riaprì gli occhi, vide che ormai le schegge erano di un profondo viola scuro.Di certo ora avrebbero funzionato. Appoggiò nuovamente una di esse sul cranio di Mukotsu, e subito lo scheletro reagì.All'inizio lentamente, poi acquisendo velocità, le ossa polverose del compagno vennero ricoperti da muscoli, nervi, organi... Qualche minuto dopo, il tozzo mercenario stava davanti a lui,steso sulla stessa roccia dove fino a poco prima rimaneva solo qualche osso. FINE CAPITOLO 2 E adesso ho finito anche il secondo...Spero vi sia piaciuto...

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Capitolo 3
*** nebbia e argento ***


Capitolo 3...Heeeere we go! CAPITOLO 3 - Nebbia e Argento "Capo, perchè mi hai svegliato così bruscamente? Stavo facendo un sogno in cui legavo una ragazza e..." "Aspetta un secondo, pervertito!" lo interruppe Bankotsu "Tu credi davvero di aver solo...dormito?!? Non ti ricordi nulla riguardo a un demone cane dai capelli bianchi che ti tagliava in due???" "Bankotsu, non ho nessuna visione o incubo...sai che ho smesso con l'oppio da anni..." "Allora, chiariamo le cose. Ti ricorderai di essere stato mandato in missione per avvelenare il gruppo di un mezzodemone di nome InuYasha... Bene, sappi che sei stato ucciso da suo fratello, Tutti i nostri fratelli sono morti, Jakotsu per mano di Renkotsu e Renkotsu per mano mia.Ho ucciso InuYasha personalmente e sono fuggito prima che Naraku potesse vendicarsi...farsi strada tra tutti quei demoni è stata un'impresa...Ti ho appena ridato la vita e ho intenzione di farlo anche con gli altri nostri fratelli. Ci sono domande?" "Ecco, non ho capito proprio tutto ma sai, sono più abile con i veleni che con le parole..." rispose Mukotsu ancora intontito. "Non preoccuparti, non è per i discorsi che ti ho scelto per la squadra" "Grazie Bankotsu, sei davvero un ottimo capo" "Niente smancerie, Mukotsu...Queste cose mi fanno vomitare. Inoltre adesso abbiamo da fare." Così discorrendo si allontanarono dirigendosi verso i resti di Ginkotsu. Fortunatamente non fu difficile; per il vento era stato difficile smuovere la carcassa in gran parte metallica del loro compagno, così la trovarono solo qualche metro più in là di dove l'avevano abbandonata dopo la battaglia contro Koga. Il giorno seguente stavano viaggiando verso il sole nascente comodamente seduti sul dorso del loro compagno robotico. "Bankotsu, chi è il prossimo che risveglieremo?" chiese la voce gracchiante di Ginkotsu "Non lo so, lascio a voi la decisione" "Perchè non ci riprendiamo Suikotsu?" intervenne Mukotsu "No, non riusciremmo a controllarlo a dovere.Potrebbe mandare a monte tutto se tornasse buono improvvisamente.Ci servirebbe la forza bruta di Kyokotsu per metterlo a nanna.Andiamo a riportare in vita lui!" rispose Bankotsu *Ma perchè fa scegliere a noi se tanto poi decide lui?* si chiesero gli altri due compagni dubbiosi. Trovare il suo corpo potrebbe essere un grosso problema... "Perchè, capo?" "Secondo ciò che mi è stato riferito, dopo essere stato annientato da Koga, è stato seppellito da una frana...Ma nell' Hakurei ho imparato che non conviene fidarsi troppo di Naraku e dei suoi servitori...Sarà meglio assicurarcene di persona!" Arrivati sul posto, tuttavia, lo scenario confermò l'affermazione del malvagio demone. Gli alberi erano stati tutti sradicati, la terra smossa e le rocce instabili coprivano il suolo per circa cinque metri. Sarebbe stato impossibile con la sola forza delle braccia arrivare alle ossa di Kyokotsu. Per un attimo Bankotsu valutò l'ipotesi di distruggere le rocce con una cannonata di Ginkotsu. Subito dopo si rese conto che un tale urto avrebbe sicuramente distrutto anche le ossa...in quel caso sarebbe stato complesso trovare anche solo un frammento intatto dei resti di Kyokotsu. "Ginkotsu, possibile che con tutti gli apparecchi che hai tu non abbia nulla per muovere oggetti pesanti?Non so, una carrucola?" "Mi spiace capo, non ho nulla del genere, teoricamente si potrebbe anche applicare, ma servono grandi conoscenze ingegneristiche e meccaniche.L'unico in grado di farlo sarebbe..." "Fantastico!" lo zittì Bankotsu "Adesso dovremo pure andare in giro facendo i cani da guardia per uno dei nostri! Non solo, dobbiamo anche tornare nei pressi dell'Hakurei! Ma purtroppo non vedo altra possibilità...Forza, mettiamoci in marcia, prima troviamo le ossa di Renkotsu e meglio è." Fine Capitolo 3

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Capitolo 4
*** serenità e disperazione ***


CAPITOLO 4 - Serenità e disperazione Dopo tre giorni di cammino il piccolo gruppo raggiunse le pendici del monte Hakurei, o almeno ciò che ne rimaneva... Gran parte del monte era scomparsa nel nulla. "Questa storia non mi convince... Quando sono fuggito, l'Hakurei c'era ancora, certo, era pieno di aura maligna, ma c'era. E' meglio non fermarsi troppo in posti di cui non si sa nulla...Prima troviamo Renkotsu e meglio è." Dopo qualche minuto di ricerche, Ginkotsu trovò uno scheletro impolverato. Sperando intensamente che avessero trovato Renkotsu al primo tentativo, Bankotsu appoggiò uno dei frammenti sul teschio, e stette in attesa della consueta reazione.Lentamente, il corpo iniziò a ricostituirsi, muscolo dopo muscolo. "Cazzo, sbrigati!" esclamò tirando un calcio nel fianco del corpo ancora incompleto. Appena la lingua e i muscoli facciali si furono rimessi in funzione, il corpo parlò, e parlò con una voce strana e impastata, una voce quasi...femminile. "Fai piano, Oaniki, lo sai che ho le ossa deboli!" "Jakotsu?!?!?" Esclamarono gli altri tre all'unisono. E nello stupore generale, davanti a loro c'era proprio Jakotsu, con la solita faccia effemminata, i soliti occhi stanchi che sormontavano i due segni simili a lacrime, e il solito sorriso da ebete stampato in faccia...Il vento doveva aver trasportato le sue ossa dal centro dell'Hakurei fino alle sue estremità, dopo la sua misteriosa sparizione. "Jakotsu! Non ci credo!" "Primo fratello!" Urlarono entusiasti i due amici, abbracciandosi come bambini. "Ehm...Jakotsu, non per rovinare il momento ma...piano con le mani..." "Scusa, Ban, è l'abitudine." "Per favore non aggiungere niente... Non voglio sapere altro..." Mukotsu contribuì subito a riportare la serietà nel gruppo. "Scusate, eravamo qui per riprenderci Renkotsu, no?" Improvvisamente calò il silenzio.Gli sguardi di tutti si posarono su Jakotsu. Ogni traccia di allegria era scomparsa dal suo volto, la sua bocca era contratta in una smorfia di rabbia e i suoi occhi scintillavano per la sete di vendetta. "R-Renkotsu?? Riprenderlo?? Ci ha traditi e mi ha ucciso, quel bastardo! E poi non è neanche carino... Almeno ditemi chi l'ha ucciso, così andrò da lui e lo ringrazierò!" "Ce l'hai davanti." disse Bankotsu tranquillamente, senza nascondere un'espressione compiaciuta. "Primo fratello, mi hai vendicato! Immagino già come avrai fatto: prima un destro, poi un sinistro, poi hai preso la Banryu, hai evitato un suo colpo, poi un altro destro, poi un altro sinistro, poi..." Senza smettere di gesticolare come un idiota simulando la morte di Renkotsu, Jakotsu si avviò insieme agli altri verso un luogo adatto per accamparsi. Poi si divisero i compiti come di consueto: Jakotsu preparò i ripari, Mukotsu preparò un brodo evitando di avvelenarlo, Ginkotsu si inoltrò nella foresta per cacciare, Bankotsu accese un fuoco e, sorseggiando sakè, si preparò per la lunga spiegazione che avrebbe dovuto fornire a Jakotsu durante la cena. Finalmente, ogni cosa stava ritornando alla normalità. ------------------------------------------------------------------------------ La luce della lampada si stava affievolendo. Probabilmente l'olio stava per finire. Tra qualche ora sarebbe stato troppo tardi per vedere qualsiasi cosa che si trovasse a più di 20 cm dal proprio naso. Eppure lei sarebbe rimasta lì, ad aspettare. Ormai erano tre giorni che aspettava il ritorno di Inuyasha, ma la speranza stava morendo ogni giorno di più. Specialmente da quando gran parte dell'Hakurei era crollata e Naraku si era allontanato lasciando dietro di sè una scia di demoni finalmente liberi dalla barriera del monte. Un'ombra proveniente dall'accampamento le si avvicinò cercando di non fare rumore. "Kagome...Io e Miroku vorremmo parlarti un attimo..." disse dolcemente la voce rassicurante di Sango. Senza rispondere all'amica, Kagome si alzò in piedi, dimenticando anche di ripulire la gonna dalla terra, sua abitudine da quando era arrivata nell'Epoca Sengoku per la prima volta, e la seguì verso il riparo del gruppo. Shippo stava dormendo avvolto nella sua morbida coda. Miroku era seduto su una pietra, e aveva l'aria di essere molto stanco. Dopo che si furono sistemati, per qualche secondo regnò il silenzio. Accorgendosi dell'esitazione di Sango, Miroku le posò una mano sulla spalla (Si, proprio sulla spalla) e cominciò a parlare con decisione, ma non meno preoccupato della compagna. "Kagome, sappiamo che è un momento difficile, ma la situazione ci obbliga a dirtelo subito. Le speranze del ritorno di InuYasha sono ormai poche. Dobbiamo partire prima dell'alba di domani. A questo punto il prossimo obiettivo di Naraku sei probabilmente tu... Sai quanto gli serva trovare le schegge in fretta. Con questo non ti sto dicendo di abbandonare ogni speranza. Porteremo con noi ogni cosa che appartiene ad InuYasha, ci potrà raggiungere mentre ce ne andiamo. Su, tu lo conosci meglio di noi, vai nella sua tenda e prendi ciò di cui ha assolutamente bisogno.Non possiamo permetterci di trasportare peso inutile." Quando fu uscita in silenzio, Sango chiese a Miroku con voce spaventata: " Quando pensi di dirle che ormai non c'è più alcuna speranza?" "Non lo so, ma è meglio non tirarla giù di morale più di quanto è già...è un momento difficile per tutti, ma per lei in particolare...Dobbiamo cercare di rallegrarla quanto possiamo. Intanto, Kagome era entrata nella tenda di InuYasha. Era spaziosa, del resto la aveva portata lei dal suo tempo, ma era quasi completamente sgombra. Vicino al sacco a pelo c'era solo qualche vecchio libro appartenente a suo nonno, dei vestiti di ricambio e un rotolo di pergamena. Kagome prese i libri e i vestiti, felice di avere finalmente qualcosa che la distraesse dalle sue preoccupazioni. Restò indecisa se portare o no quel rotolo. Non voleva immischiarsi negli affari altrui leggendolo, ma presto si disse che doveva farlo per stabilire la sua importanza. Lo aprì lentamente. Sembrava essere una lettera, scritta proprio da InuYasha. Quando lesse il destinatario, restò ancora più indecisa sul da farsi. Era indirizzata a Kikyo. FINE CAPITOLO 4

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Capitolo 5
*** fedeltà tradita ***


CAPITOLO 5 - FEDELTA' TRADITA "Cara Kikyo, Mi spiace di doverti rispondere così tardi, ma sai che i miei compagni non apprezzano che io mi tenga in contatto con te... Non sai quanto desidero rivederti, ma è più sicuro aspettare fino a quando non saremo fuori da questa difficile situazione. Io intanto cercherò di continuare la mia recita, ma non so fino a quanto reggerò. Forse ti sembrerà facile da sopportare, ma per me viaggiare con persone che odio è un peso notevole... E il fatto che cerchino tutti di fare della psicologia tra me e Kagome non aiuta....Ma perchè credono tutti che ci sia qualcosa tra me e quella ragazzina? Purtroppo, il loro aiuto è spesso indispensabile e non si può sempre fare ciò che si vuole... Quando avremo raccolto tutti i frammenti, fuggirò con la sfera e insieme elimineremo colui che ci ha separati. Spero che questa situazione non si prolunghi troppo. Ci vediamo presto, ricorda che ti amo più di qualsiasi cosa Inu Yasha" All'inizio Kagome rimase a fissare quelle parole inebetita, poi, come una scarica elettrica, la dolorosa verità la colpì, lasciandola senza fiato. Rabbia, stupore e un'angoscia mai provata prima scacciarono il senso di rassegnazione che aveva tentato di mantenere negli ultimi giorni. L'ultimo barlume di speranza si spense, capì finalmente che non c'era speranza eanche nel ritorno di InuYasha... Avrebbe voluto rivederlo, ricevere una qualche spiegazione su quella lettera, anche la scusa più ridicola... Aveva un assoluto bisogno di un appiglio, un qualcosa a cui credere per andare avanti. Eppure la verità era davanti ai suoi occhi, nessuna attenuante poteva nasconderla... Il ragazzo che aveva amato e di cui si era fidata per tutto quel tempo l'aveva presa in giro fin dall'inizio...e adesso era tutto finito... Si chiese che cosa avrebbe fatto...Forse sarebbe stato meglio tornare nella sua epoca, e lasciare che il tempo attenuasse il dolore... Con il viso rigato dalle lacrime, tornò nel rifugio e prese il suo zaino. Senza lasciare il tempo a Miroku e Sango di dire una parola, corse verso la foresta, senza neppure una direzione precisa. La pioggia cadeva dal cielo lacerato, rendendo il terreno instabile e rendendo difficile proseguire. Mentre le voci indistinte dei compagni risuonavano nell'aria gelida, Kagome sentì un dolore lancinante alla caviglia, ma continuò a correre per disperazione. Finalmente, arrivata in una piccola radura, il suo sguardo si annebbiò, si accasciò a terra esausta, sperando di non risvegliarsi mai... -------------------------------------------------------------------------------- Era mattina. I raggi del sole filtravano attraverso gli alberi, e l'aria era fresca e pungente. Kagome si svegliò improvvisamente, dolorante dalla testa ai piedi. Si trovava ancora nella radura, ma alcune voci le dimostrarono che non era sola. Il dolore alla caviglia si era fatto insopportabile, e inoltre i suoi polsi erano continuamente sfregati da qualcosa... Si rese conto di essere legata. Non aveva il coraggio di aprire gli occhi, non voleva affrontare il ritorno alla vita da cui aveva cercato di fuggire durante la notte. Una voce maschile interruppe i suoi pensieri. Una voce familiare, a dire il vero... "Pare che la ragazza si sia svegliata, finalmente" "Primo fratello, mi vuoi spiegare cosa ce ne facciamo di questa ragazzina umana?E' una DONNA!" "Te l'ho già spiegato...In primo luogo ci servirà come ostaggio...Inoltre, mi è giunta voce che abbia la capacità di trovare le schegge della sfera...un'abilità non da poco, ci servirà se vogliamo sconfiggere Naraku...è stato un vero colpo di fortuna trovarla qui accanto al nostro accampamento..." Un brivido percorse la schiena di Kagome...Era prigioniera della squadra dei Sette!!!! Fine Capitolo 5

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Capitolo 6
*** incontri Ravvicinati ***


Capitolo 6 - Incontri Ravvicinati Versando altro sakè nella sua tazza, Bankotsu osservò un attimo la ragazza...Notò con piacere che era veramente carina. Se non avesse dato troppi problemi, oltre a sfruttare la sua vista, non sarebbe stato male averla con loro; del resto, era così stanco di preparare la cena e versarsi il sakè da solo... "D'accordo!" esclamò Bankotsu alzandosi "credo sia ora di farci una chiacchierata..." Si avvicinò e slegò la ragazza. "Ti avverto, ho parecchio mal di testa e i tuoi amici sono troppo lontani per sentirti, quindi urlare servirà solo a irritarmi..." Kagome non aprì bocca...Non l'avrebbe fatto comunque, era troppo spaventata per parlare...Questa voilta Inuyasha non sarebbe venuto a toglierla dai guai... "Vuoi un po'?" Chiese il mercenario accomodandosi e porgendole una coppa di sakè Kagome non beveva alcolici in genere, ma presuppose che fosse meglio accettare. Con una certa riluttanza, bevve il liquido bollente...Come immaginava non le piacque affatto, ma rimase sorpresa dall'improvviso calore.. Fino a quel momento era rimasta così tanto al freddo che il suo corpo si era praticamente congelato, e non sentiva neanche più le folate gelide...Ora finalmente un po' di calore contribuì a svegliare le membra assopite. "Bene, meglio passare agli affari" la riportò alla realtà la voce del mercenario. Kagome annuì deglutendo; quel fare gentile del ragazzo la preoccupava... "Non so che motivi avevi per andare nella foresta da sola a quell'ora, ma mi pare chiaro che non hai un posto dove andare..." Notando che la ragazza taceva ancora, Bankotsu continuò il discorso... "Sai bene che il tuo aiuto ci sarebbe molto utile, se non indispensabile, grazie alla tua capacità di vedere i frammenti...Ma starai anche pensando che non possiamo certo costringerti a parlare con la forza...correremmo il rischio che tu ci dia informazioni sbagliate apposta, sai..." Kagome sussultò; era proprio quello che stava pensando! "Potrai restare con noi, ma dovrai saperti rendere utile, non abbiamo bisoigno di pesi morti...Adesso devo discutere con i miei compagni di una questione molto urgente...Quindi stà qua buona e non disturbarci" Era fatta. Mentre Bankotsu si girava voltandole le spalle, Kagome pensò a quanto era stato ingenuo. Senza nulla che la trattenesse, scappare sarebbe stato facile come bere un bicchier d'acqua... In quel momento, il mercenario si voltò di scatto e disse ridendo:"Un'altra cosa; non ti ho legata semplicemente perchè non avresti nessun posto dove andare...Non sono certo uno stupido..." Kagome sospirò...Probabilmente Bankotsu aveva ragione... ------------------------------------------------------------------- Un'oretta più tardi, Kagome si alzò di scatto. Non sapeva perchè, ma voleva dare un'occhiata e vedere di cosa stavano parlando quei quattro... In punta di piedi, si avviò verso il centro dell'accampamento, abbassandosi dietro i cespugli per non farsi notare. Non sentiva tutte le parole, ma sembrava che stessero parlando di dissotterrare delle ossa da un mucchio di terra... Era così strano sentirli parlare di un problema così semplice da risolvere con l'aiuto dei mezzi della sua epoca... Sarebbe bastato scavare un po' con un martello pneumatico, e poi lavorando di pala e piccone, estrarre le ossa... In quel momento, Kagome non seppe cosa le prese, ma sentì il forte impulso di spiegare loro la semplicità della soluzione... Senza accorgersene, stava già uscendo dai cespugli verso lo spiazzo aperto... "La soluzione al vostro problema sarebbe semplice, con l'attrezzatura giusta" disse con fare deciso al gruppo, cercando di capire cosa la spingesse ad aiutare una squadra di assassini professionisti... Passò mezzora a spiegare tutto quello che c'era da fare, e i mercenari la guardavano in modo sempre più incredulo... Alla fine del discorso, calò il silenzio sul campo. Dopo qualche secondo, Jakotsu si sporse e sussurrò all'orecchio di Bankotsu "pssst, primo fratello, sei sicuro che non sia uscita di testa?" Mantenendo la calma, Bankotsu disse semplicemente "Partiremo domani verso questo pozzo che dici...Intanto i miei fratelli rimarranno qui sul campo a sorvegliare la situazione...Intanto cercheranno anche di risvegliare Suikotsu..." Kagome si allontanò, provando un certo imbarazzo...Perchè aveva fatto una cosa del genere? Nello stesso tempo, si sentiva un po' a disagio...Il fatto che avrebbe passato tre o quattro giorni di viaggio da sola con Bankotsu la faceva sentire strana... Intanto, i quattro compagni erano rimasti da soli nella radura... "Bankotsu, credi veramente a ciò che ha detto quella ragazza? Viaggi nel tempo e tutto il resto?" Chiese Jakotsu dubbioso "Non lo so, ma preferisco qualunque cosa piuttosto che riavere tra noi Renkotsu..." fu la semplice risposta "Primo fratello, pensi che io possa andare di là ad approfittare della ragazza?" intervenne Mukotsu Per un attimo ci fu il silenzio... Bankotsu sembrò arrabbiarsi parecchio, considerato che assunse unja tonalità della pelle violacea... "Ovviamente no." disse seccamente il leader, e a passi svelti andò alla sua tenda. "Ma cosa gli sarà preso?" Chiese Mukotsu intontito. "Eh, è l'amore..." Replicò Jakotsu sognante FINE CAPITOLO 6

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Capitolo 7
*** una giornata particolare ***


Eccomi qua...Nuovo capitolo, nuove recensioni!!!!(si spera XDDDD) Capitolo 7 - Una giornata particolare Il sole non era ancora sorto quando Kagome venne svegliata dai primi rumori del campo...Ancora in uno stato di dormiveglia, si chiese come facesse quel ragazzo a imporre simili ritmi a un gruppo di assassini...Nonostante la situazione, la sua ammirazione per lui cresceva ogni giorno di più. "Vado a svegliare la ragazza e andiamo..." la voce di Bankotsu la svegliò completamente. Rassegnata, si alzò dal giaciglio improvvisato prima ancora che Bankotsu potesse dire una parola. "Hai il sonno leggero. Bene, almeno in caso di pericolo ti sveglierai senza problemi. Se sei pronta andiamo..." Nonostante il discorso marziale, Bankotsu stesso sembrava parecchio stanco e la sua voce risuonava ancora impastata dal sonno. "Va...Va bene, andiamo" disse Kagome con una certa rassegnazione. Dopo aver assistito ai saluti (Compreso Jakotsu che cantava "Love is in the air" con le lacrime agli occhi, ammiccando continuamente ai due...), si misero finalmente in viaggio verso l'antico pozzo. Mentre il sole cominciava ad illuminare la foresta, camminarono per quasi un'ora; il silenzio era intervallato solo dai continui sbuffi annoiati di Bankotsu. Furono momenti molto pesanti per Kagome: ora che la paura e la preoccupazione si erano attenuate, non riusciva a scacciare dalla mente il ricordo di ciò che era successo. E poi, c'era un'altra questione che la tormentava... Restando qualche passo indietro, non riuscì a trattenersi dal chiedere: " D...Dove hai preso tutti quei frammenti in più che ti porti dietro?" "Dal corpo di Inuyasha, naturalmente" rispose lui senza esitazione. Kagome non fu capace di trattenere le lacrime mentre, con quelle semplici parole, ogni dubbio si chiariva, tutte le incertezze dissipate. Restò lì qualche secondo, mentre nella sua mente si succedevano i momenti passati con quel ragazzo, il ragazzo che l'aveva tradita...il ragazzo che ora non c'era più... Confuso per quella reazione, Bankotsu fece finta di non vedere, mascherando da indifferenza il palese imbarazzo. Cominciava davvero a chiedersi come si sarebbe risolta la cosa... Di nuovo si misero in cammino, sempre in silenzio, ma con un'atmosfera molto diversa...L'aria era carica di tensione, e i due guardavano insistentemente il terreno, costretti l'una dal dolore, l'altro dalla vergogna... La situazione rimase immutata per qualche ora, con i due che andavano avanti, immersi nei loro pensieri, sperando di trovare in fretta un luogo adatto per fermarsi e consumare il pranzo. Finalmente, arrivarono a un piccolo spiazzo erboso, circondato su tre lati dalla fitta boscaglia. "Se sei capace di accendere un fuoco fallo, io nel frattempo rimedio qualcosa da mangiare." disse Bankotsu con voce neutra, e si allontanò verso la selva. *Ma perchè mi devo trovare in una situazione del genere? Adesso cosa le dico per risistemare le cose? Una scusa è impensabile, quello che è fatto è fatto...* Pensò il mercenario, spostandosi agilmente tra i tronchi degli alberi... *Questo è un bel problema, non sono abituato a risolvere queste situazioni...Che diavolo, sono un mercenario, non uno psicologo! Credo che l'unica soluzione sia raccontarle come la penso realmente...Anche se probabilmente non sarà facile...* Nonostante cercasse di restare nella foresta il più a lungo possibile per allontanare quel momento difficile, presto catturò due fagiani, e cominciò a tornare sui suoi passi... Suo malgrado, era arrivato il momento di ritornare dalla ragazza... Dopo il breve tragitto, risbucò nella piccola radura, e fu sorpreso di trovarla ancora là, nella stessa identica posizione in cui l'aveva lasciata... Era molto strano il contrasto di quella scena con il paesaggio circostante... Una giornata migliore di quella era difficile da trovare...Il sole splendeva e, a parte qualche nuvola, il tempo era perfetto...Non faceva neppure troppo freddo... Unica differenza da quando si era allontanato, ora un piccolo falò ardeva a qualche metro dalla ragazza.... In fretta e con un certo nervosismo, Bnkotsu pulì per bene gli uccelli, li mise sul fuoco e si sedette accanto alla ragazza. "Senti..." iniziò il ragazzo, facendo trasalire Kagome e interrompendosi subito... Doveva raccogliere il coraggio di parlare... Dopo qualche secondo, credette di sentirsi abbastanza pronto. "Prima, nella foresta, ho pensato parecchio a cosa dire (a dire il vero mi fa ancora male la testa...). Sono arrivato alla conclusione che la cosa migliore è dirti come la vedo io... E' da molto tempo ormai che vengo assoldato per eliminare i nemici di chi richiede i miei servizi... E' il mio lavoro, è così che mi guadagno da vivere...Forse può sembrarti strano, ma per me questo è stato un lavoro come tanti altri...Non ho intenzione di scusarmi, le regole sono queste, e io le seguo piuttosto scrupolosamente." "Senza contare" e qui la sua espressione si indurì "che bisogna sempre guardare le questioni da tutti i punti di vista...Il mezzodemone ha tentato più volte di ostacolare me e la squadra, e ha quasi ucciso Ginkotsu... In più, cosa credi che avrebbe fatto se avesse avuto la meglio su di me nello scontro? Non avrebbe esitato ad uccidermi senza pietà, come io ho fatto con lui... Ecco, questo è ciò che penso." Improvvisamente, gli occhi di Bankotsu si spalancarono, e il suo viso fu inondato dalla gioia. "E' pronto il pranzo!!!!" esclamò alzandosi e correndo a prendere la carne. Kagome non potè trattenere un sorriso. Nonostante gli atteggiamenti da leader, quel ragazzo si comportava ancora come un bambino...Rimase anche un po' stupita quando lo vide tornare sorridente con le due porzioni di cibo completamente pulite e preparate per essere consumate. "Ehm...Grazie" disse ancora titubante... "Prego, ma ora scusami se non parlerò tanto come prima, ma ho molto mal di testa e soprattutto devo... MANGIARE!!!!" Ancora colpita dal discorso di pochi minuti prima, Kagome cominciò a mangiare. In fondo Bankotsu aveva ragione; quando era con Inuyasha non ci aveva mai pensato, ma alla fine anche il suo vecchio gruppo non faceva altro che viaggiare togliendo la vita ad altri esseri viventi. Era stata così egoista a pensare che la situazione fosse diversa solo perchè questa volta chi aveva avuto la peggio era uno a lei caro... Inoltre, anche se tentava di scacciarlo, un pensiero si faceva strada nella sua mente: Che InuYasha avesse avuto ciò che si meritava? I suoi pensieri furono interrotti dalle parole divertite di Bankotsu. "Guarda che non siamo mica ad un ricevimento in un castello...Puoi anche mangiare come una persona normale...I canini ce li abbiamo per un motivo, sai?" Guardando il compagno che strappava a morsi i bocconi da una coscia del volatile, decise che Bankotsu aveva di nuovo ragione...Buttati via i bastoncini che stava tentando di usare come posate(peraltro con scarsi risultati), imitò il mercenario e riprese a mangiare... E si ritrovò di nuovo a pensare al suo futuro...Finalmente aveva trovato l'occasione che cercava: poteva cominciare una nuova vita e dimenticare il passato! FINE CAPITOLO 7

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Capitolo 8
*** un incontro Inaspettato ***


CAPITOLO 8 - Un Incontro Inaspettato Il resto del pomeriggio trascorse rapidamente, in una marcia piuttosto faticosa ma smorzata dalla pace che finalmente era nata tra i due. A Bankotsu era costato parecchio fare un discorso simile, ma durante la giornata gli parve che esso avesse avuto un effetto quasi insperato; ormai si trovavano a loro agio l'uno con l'altra. Eppure, nessuno dei due aveva avuto il coraggio di iniziare una discussione. Fu solo quando Kagome estrasse un pacchetto di cracker dallo zaino che Bankotsu non riuscì a tenere a freno la propria curiosità. "E Questi cosa sono?" urlò indietreggiando, quasi avesse paura di farsi male. Dopo essere riuscita a evitare di slogarsi la mascella per il troppo ridere, Kagome iniziò a mangiare lo spuntino. Nonostante le continue offerte, Bankotsu rifiutò sempre di mangiare quei cracker da lui ribattezzati "il cibo del diavolo". Comunque, non passò molto tempo prima che il mercenario iniziasse a curiosare nello zaino, emettendo ogni tanto esclamazioni stupite quando la sua attenzione veniva attirata da qualcosa di particolarmente strano e sconosciuto. Dopo qualche decina di minuti senza avvenimenti degni di nota ( a parte Bankotsu che fuggiva tra gli alberi accecato dal flash della macchina fotografica), i due compagni iniziarono finalmente un discorso normale. "Mi stai dicendo che dove stiamo andando è pieno di roba come quella lì dentro?" iniziò il mercenario preoccupato. "Le cose che stanno nel mio zaino sono solo una piccola parte di tutto ciò che è stato inventato durante tutti i secoli futuri...Cerca di restare calmo, non vorrei vedere la città nel panico per via di uno psicopatico armato che corre in giro urlando e devastando tutto..." replicò Kagome con una punta di divertimento "Mmm... Cercherò di controllarmi, ma non ti posso promettere niente" "Per sicurezza penso che ti chiederò di lasciare quell'arnese a casa..." aggiunse lei indicando la Banryu "Assolutamente no! Un guerriero non si separa mai dalla sua lama!" "Beh, vorrà dire che penseremo a un modo per nasconderla quando saremo arrivati. Sembra che il viaggio sia stato senza intoppi." Sarebbe davvero stato così se il loro cammino non fosse stato rallentato da un pericoloso contrattempo. Quando il tutto successe, il sole era ormai calato, e solo un colle spoglio e roccioso li separava dalla destinazione finale. La luna faceva capolino dalla cima, luminosa e grandissima. Improvvisamente tre figure comparvero dall'oscurità oltre la collina, proiettando lunghe ombre sul pendio. Kagome non ebbe alcun problema a riconoscere quello strano gruppo composto da un bianco demone cane, un kappa e una bambina di circa sette anni in groppa a un cavallo a due teste. "Da quello che mi è stato riferito tu dovresti essere il fratello maggiore di Inuyasha... E colui che ha ucciso il mio compagno Mukotsu." esclamò Bankotsu, che fino a quelò momento era rimasto in silenzio. Rivolgendo al mercenario una sola gelida occhiata, Sesshomaru passò oltre, proseguendo per la sua strada. Ignorando gli avvertimenti di Kagome, Bankotsu seguì il demone, e si parò davanti a lui, brandendo la Banryu. "Ti sbagli di grosso se credi che ti lascerò andare in questo modo Uccidendo uno dei miei uomini hai offeso me e la mia squadra!" Il demone si voltò lentamente verso di lui, come se si fosse accorto in quel momento della sua presenza, e, guardandolo dall'alto in basso (non che ci voglia molto, eh... ndA), disse semplicemente "Ti offro la possibilità di spostarti dalla mia strada e di evitare una dolorosa sconfitta. Credo che ti convenga accettarla." Senza la minima intenzione di rinunciare al duello, Bankotsu spiccò un salto, roteò la Banryu e la calò sull'avversario. La lama si abbattè sul terreno fangoso, senza colpire altro che aria. Sesshomaru era scomparso dalla sua vista. "Attento! Alle tue spalle!" gridò Kagome, incoccando una freccia purificatrice. Troppo tardi. Gli artigli del demone colpirono il petto di Bankotsu nel momento stesso in cui questo si girava, iniettando in profondità il letale veleno. Il mercenario urlò dal dolore mentre esso entrava in circolazione, spandendosi a macchia d'olio nel suo corpo., consumando la sua energia vitale. Sentì la fredda voce di Sesshomaru dire "Questa volta non ti uccido, ma non sarai sempre così fortunato, e lo vide allontanarsi nelle tenebre della notte, seguito a breve distanza dai due compagni. Poi, boccheggiando, perse i sensi e crollò a terra, esanime. Il sole era sorto ormai da qualche ora quando Kagome si svegliò, assonnata. Aveva passato gran parte della notte a estrarre il veleno dal corpo di Bankotsu per purificarlo. Quando finalmente c'era riuscita, aveva resistito solo qualche minuto prima di addormentarsi sulla dura terra lì accanto. Eppure, svegliandosi, si trovò su un comodo giaciglio improvvisato, fatto di paglia ricoperta da una specie di lenzuolo di tela di sacco. Doveva essere una sorta di rozzo ringraziamento da parte del compagno, pensò sorridendo. Tuttavia, appena si fu alzata, notò che c'era qualcosa che non andava: Bankotsu era sparito, e si sentivano dei cupi tonfi provenienti dalla boscaglia circostante. Cercando l'origine dello strano suono, stando contemporaneamente attenta a trovare tracce del compagno, giunse in una piccola radura. A torso nudo e coperto di sudore, Bankotsu era al centro di essa, e tempestava di colpi il tronco di un vecchio albero caduto, usando la Banryu. "Ma che cavolo fai???" urlò Kagome marciando minacciosamente verso di lui "Guarda che non ho intenzione di passare un'altra notte in bianco se ti si riapre la ferita!" "Ah, buongiorno!" la salutò Bankotsu come se niente fosse "Sai, ora mi sento molto meglio! Sai, subire un umiliazione del genere da quel bastardo non mi ha fatto pensare ad altro che alla sua morte, ma ora che mi sono sfogato, posso anche preoccuparmi di altre cose... A proposito, cosa c'è per colazione?" Kagome gli lanciò una crostatina mezza sbriciolata e un succo di fruttacommentando "Credo che ti dovrai accontentare. Certo che tu non sei affatto normale..." Camminando mentre mangiavano, raggiunsero il pozzo lì vicino. "Quindi...dovremo entrare lì dentro?" domandò Bankotsu incerto. "Ovvio, perchè? Cosa credevi?" rispose Kagome infilandosi dentro e tirandosi dietro il mercenario ancora esitante. Furono subito inghiottiti dalle tenebre, viaggiando tra i secoli verso il Giappone moderno. Il viaggio era finalmente terminato, ma un' altra avventura stava per cominciare! FINE CAPITOLO 8

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Capitolo 9
*** century mercenaries ***


CAPITOLO 9 - 21° CENTURY MERCENARIES Quando uscì dal pozzo, Bankotsu credette che il viaggio non avesse funzionato. Ogni cosa nei dintorni era esattamente identica a prima. Poi, inaspettatamente, notò qualcosa di molto strano: in lontananza si ergevano delle case altissime e coperte di finestre azzurre. Il mercenario rimase come fulminato, e per qualche tempo non notò la mano di Kagome che sventolava davanti alla sua faccia, cercando di farlo tornare in sè. Ancora inebetito, seguì la ragazza in un sentiero tra gli alberi, che li condusse in uno strano tempio adibito ad abitazione. Sulla soglia stavano una giovane donna, un vecchio e un bambino, abbigliati in modo strano quasi quanto quello di Kagome.Presumibilmente dovevano essere la sua famiglia. "Mamma, Sota, Nonno!" gridò Kagome. Era da parecchio che non riabbracciava i propri parenti, e nel frattempo era successa una marea di cose... Il vecchio la abbracciò, le consegnò uno strano amuleto ricoperto di piume, poi notò la presenza di Bankotsu, e cominciò a fissarlo con una certa inquietudine. "Quel tipo chi è? Mi ricorda qualcuno... E non mi dice nulla di buono..." Kagome improvvisamente si ricordò del compagno che stava aspettando in disparte. "Giusto! Prima le presentazioni! Come avrai capito questa è la mia famiglia: mio nonno, mia madre e mio fratello Sota. Questo è il mio compagno di viaggio, è venuto qui per cercare di aiutare un suo amico... Si chiama Bankotsu e..." Il resto della frase fu coperto da un urlo di terrore. Il nonno correva verso il garage, urlando frasi insensate sulla fine del mondo. Ne uscì subito dopo, caricando un fucile e protendendo davanti a sè una vecchia formula per scacciare gli spiriti. Puntò la canna tra gli occhi di Bankotsu, che stava lì fermo in attesa di informazioni da parte di Kagome. Senza distogliere lo sguardo dal nemico, si avvicinò agli altri e disse "Scappate subito dentro casa! Ho sentito il suo nome in antichi libri e rapporti. E' un pericoloso guerriero dedito al male e alla distruzione! Ci sarebbe dovuto essere scritto anche in molti dei libri che ti ho dato sull'epoca Sengoku! Ma li hai letti almeno?" "Certo!" mentì prontamente Kagome (quei libri erano stati di grande utilità per accendere il fuoco durante i primi mesi trascorsi nel passato) "Ma non tutto è come sembra! Ho trascorso già tre giorni con lui, e se durante essi non mi ha ucciso non vedo perchè dovrebbe farlo adesso!" La canna del fucile non accennava ad abbassarsi, e il dito del vecchio si avvicinava sempre di più al grilletto. Bankotsu, indeciso sul da farsi, cominciava a sudare freddo e non riusciva a trattenersi dall'avvicinare la mano all'impugnatura della Banryu. "Nonno, smettila! Bankotsu è un mio amico, quindi togligli quel fucile dalla faccia!" urlò Kagome esasperata. Senza smettere di fissare minacciosamente il mercenario, il nonno rientrò in casa correndo. Intanto, la signora Higurashi, notando che l'aria di tempesta era svanita, si sporse dalla finestra dicendo "Venite dentro, vi preparo qualcosa da mangiare!" Kagome fece per entrare, ma si accorse che Bankotsu non la seguiva. Era rimasto immobile dov'era prima, con un sorriso da idiota stampato in faccia. Chiedendosi cosa ci fosse ancora, Kagome lo scosse, chiedendogli "Ma che fai adesso?? Ti hanno appena puntato un fucile addosso e ridi!!!" Bankotsu allargò il suo sorriso da un orecchio all'altro "Primo, sono stato promosso da te al rango di amico, e secondo... Sono famoso!!!!" Più tardi, si ritrovarono insieme alla madre di Kagome in cucina. Il nonno aveva trovato una scusa per andarsene di casa alla svelta, e Sota stava giocando in camera sua. "Mi dispiace davvero per ciò che è successo. Davvero una cosa terribile." commentò la signora dopo aver ascoltato le disavventure degli ultimi tempi, mentre portava in tavola tre tazze di tè "Avresti almeno dovuto avvertirmi, Kagome! Devi ricordarti che anche se tutti sono contro di te, la tua famiglia ci sarà sempre nel momento del bisogno. Quanto a te..." continuò rivolgendosi a Bankotsu "Non so se odiarti perchè l'hai rapita o esserti grata perchè in un modo o nell'altro l'hai riportata qui sana e salva." All'improvviso, Kagome si portò una mano alla fronte. "Il compito di algebra! E' domani!" urlò preci pitandosi in camera sua. Quando il rumore dei passi si fu spento, calò il silenzio. "Ah, scusa mio padre per prima, è fissato con le storie antiche e parla spesso a sproposito..." iniziò la signora Higurashi "Non c'è problema, in effetti nella mia epoca non sono molto...benvoluto. Senta...ecco... non è che... insomma... immagino di non poter girare vestito così... non è che ha qualcosa che posso mettermi?" "Beh, veramente no, ma se puoi aspettare vado al mercato qui vicino e prendo qualcosa" "Grazie mille signora mamma di Kagome ma...io non credo di avere niente per pagare..." "Nessun problema, lì le cose costano pochissimo. Semplicemente, non aspettarti un abito di Armani. Ah, lascia perdere" si corresse accorgendosi dello sguardo interrogativo del mercenario. "Allora vado subito...Cerca di non disturbare Kagome, quando studia è molto suscettibile. Tornerò tra poco!" Bankotsu tirò un sospiro di sollievo, sperando di aver fatto bella figura. Pensare così tanto alle parole era una tortura per la sua povera testa. Intenta nello studio, Kagome non notò subito le voci e le risate che provenivano dal piano di sotto. Eppure, presto il rumore diventò insopportabile. Con passi lenti e pesanti scese le scale, ed entrò nella camera di sota, da cui proveniva il vociare. Subito si preoccupò notando la presenza allarmante di Bankotsu, ma dopo un po' si calmò. Stavano solo giocando col Lego. Eppure, c'era qualcosa di strano. Al centro del tappeto, stava un castello di mattoncini, mezzo distrutto. Dentro e intorno ad esso giacevano molti omini. Kagome volle credere che stessero solo dormendo. Dal castello in rovina stavano uscendo sette omini vivi e vegeti, uno di fianco all'altro. Un terribile sospetto si fece strada nella mente di Kagome. "E così, i sette piccoli mercenari tornarono dalla spedizione, pronti per la prossima avventura! Fine." Concluse Bankotsu con un larghissimo sorriso. Sota sembrava essersi parecchio divertito. Poi, il mercenario vide Kagome "Ciao! Spero che non ti dispiaccia se gioco con tuo fratello. Sai, tutti dicono che ci so fare con i bambini!" Il volto di Kagome stava cambiando colore, passando dal rosa al rosso e poi al viola. "BANKOTSU!!!!!!!!" urlò prendendolo per un orecchio e trascinandolo via dalla stanza. Fu per fortuna di Bankotsu interrotta dal rumore delle chiavi nella porta. La padrona di casa era tornata. Cercando di dissimulare l'accaduto, Kagome respirò lentamente per qualche secondo, aprì la porta e aiutò la madre a portare i sacchetti. Prima di seguirla, si avvicinò al ragazzo e gli sussurrò all'orecchio con una voce che faceva paura "Questa storia non finisce qui, ricordatelo..." Bankotsu prese il sacco che la signora gli porgeva, ringraziando timidamente, ed entrò in uno stanzino per cambiarsi. Madre e figlia aspettarono impazienti, mentre si chiedevano cosa sarebbe uscito da quella porta. Lentamente, la porta si aprì. Bankjotsu indossava dei jeans corti al ginocchio e una canottiera da basket. Kagome notò che vestito così era quasi...normale! "Aspetta" disse "devi metterti almeno una fascia sulla fronte per nascondere quello strano segno viola" Bankotsu non fece storie. Aveva imparato che quella ragazza faceva paura se la si contraddiceva. Le due ci misero qualche minuto per spiegare a Bankotsu come allacciarsi le scarpe, ma non ci furono altri problemi. La trasformazione era completata. Se non altro nell'aspetto, il pericoloso mercenario dell'epoca Sengoku era diventato un comune ragazzo del 21° secolo! FINE CAPITOLO

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Capitolo 10
*** ritornare sui propri passi ***


Capitolo 10 - Ritornare sui propri passi Da qualche minuto Bankotsu si era fatto pensieroso. Dopo il viaggio e tutti gli avvenimenti che lo avevano segnato, aveva quasi dimenticato il vero obiettivo di quella spedizione. E adesso si stava davvero preoccupando. Anche a ripensarci, non riuscì, in tutta la sua vita, a trovare un momento in cui era stato lontano dai compagni per così a lungo. Si sorprese improvvisamente a chiedersi se i fratelli stessero bene. Non doveva assolutamente far correre rischi alla squadra. Non voleva perdere i suoi compagni mentre lui rimaneva in vita. Non di nuovo, almeno. Tentò di rassicurarsi dicendosi che probabilmente stava andando tutto bene, che avevano trovato Suikotsu e ora lo stavano aspettando in un posto sicuro; la cosa non sortì molto effetto. Lanciò un'occhiata alla porta del bagno, trovandola come al solito chiusa: finalmente era riuscito a convincere Kagome ad andare a cercare un modo per riprendere i resti di Kyokotsu, ma adesso la ragazza si era chiusa in bagno per "prepararsi", e ci stava mettendo un'eternità. Finalmente sentì la chiave girare, e Kagome fece il suo ingresso nell'atrio. Guardò per qualche secondo Bankotsu e poi sorrise, vedendo l'ombra della preoccupazione sul suo viso. "Stai tranquillo, andiamo subito. Capisco che tu sia in pensiero per i tuoi amici ma non credo che abbia molto senso preoccuparsi, no? Conoscendoli, giurerei che stanno benissimo!" disse allegramente, prendendo per mano il mercenario e stringendosi un po' a lui. Sorpreso da quell'atteggiamento, Bankotsu assunse un colorito violaceo e simulò un colpo di tosse per cercare di nascondere la cosa. Ovviamente la ragazza finse di non notare nulla, e in tutta risposta si avvicinò ancora di più. Percorsero in fretta il tranquillo sentiero che portava verso la città, in cerca di un grande negozio di meccanica che Kagome aveva visto spesso senza farci troppo caso. Durante il tragitto, la ragazza notò uno strano atteggiamento di Bankotsu: inspiegabilmente continuava a voltarsi come se avesse notato qualcosa dietro di loro, ma poi, con un'espressione dubbiosa, continuava a camminare come se niente fosse. "Ma insomma, che ti succede?" chiese Kagome un po' irritata quando lo fece per l'ennesima volta. Bankotsu si diresse con incedere deciso verso un cassonetto, e da dietro di esso tirò fuori un ragazzo dell'età di Kagome, trascinandolo per il colletto della camicia. "C'è questo tipo che continua a seguirci da quando siamo usciti di casa!" esclamò irritato. Kagome gemette flebilmente... Tra tutte le persone che potevano incontrare durante il tragitto, quella era la peggiore. Probabilmente, avrebbe preferito imbattersi in un muflone rabbioso piuttosto che dover dare delle spiegazioni a Hojo. Il ragazzo si liberò dalla stretta di Bankotsu, rivolgendogli uno sguardo colmo d'odio. "Ciao! Che cosa ci fai qui?" iniziò Kagome cercando in ogni modo di sembrare felice di vederlo. Fu subito interrotta. "C-Chi è quello?" urlò Hojo paonazzo, puntando un dito accusatore verso il povero Bankotsu "E pensare... E pensare che ero venuto a portarti i fazzolettini portafortuna!!" Detto questo, lanciò a terra un pacchetto di fazzoletti dai colori improponibili e corse via in lacrime. Kagome non ci fece troppo caso; sapeva fin troppo bene che la volta successiva sarebbe tornato alla carica con ancora più tenacia. "Che strana gente..." borbottò Bankotsu un po' stordito, ma pronto a ripartire verso il negozio. Ma ormai era deciso che quella breve camminata sarebbe stata più lunga del previsto. Non fecero più di una decina di passi prima di essere interrotti di nuovo. In lontananza, videro avvicinarsi un tir. La reazione di Bankotsu fu fulminea. Spiccò un salto e dal marciapiede atterrò al centro della strada. Con un solo gesto liberò la Banryu dalla carta di giornale in cui era stata avvolta per farla sembrare un semplice pacco, e puntò la lama davanti a sè, dritta verso il veicolo. Il guidatore si accorse improvvisamente dello strano individuo in mezzo alla via, e tentò una frenata all'ultimo secondo. Le ruote davanti si fermarono a pochi centimetri dai piedi dell'ansimante mercenario, ma quelle posteriori slittarono di lato perdendo aderenza, facendo sì che l'intero rimorchio andasse a sfasciarsi contro un muro. dopo essersi ripreso dall'urto, il conducente scese a passi pesanti dalla vettura, avvicinandosi a Bankotsu. Bastava fare due più due per capire che un feroce guerriero con un gigantesco spadone in mano non avrebbe esitato ad uccidere un uomo indifeso che cercava di prenderlo a pugni. Kagome si appartò in un angolo e tirò fuori l'arco dallo zaino. Assicurandosi di non farsi vedere dai due, scoccò una freccia contro uno dei finestrini. Distratto dal frastuono del vetro distrutto, il guidatore si volse per qualche secondo; abbastanza da permettere a Kagome di sparire in una via laterale, tirandosi dietro Bankotsu. Nascosti tra i cespugli che costeggiavano il viale, attesero che l'uomo rinunciasse a vendicarsi e se ne andasse per la sua strada. Appena il tir fu sparito dalla loro vista, riemersero dal nascondiglio, ripulendosi dalle foglie e dal terriccio. Finalmente, dopo qualche passo, videro la grande insegna gialla del negozio, ed entrarono dalla grande porta d' ingresso che, con gran sorpresa di Bankotsu, si spalancò da sola appena si furono avvicinati. Dopo aver chiesto al compagno di aspettare lì (non senza rivolgergli un'occhiata omicida come avvertimento), Kagome si diresse verso la cassa informazioni. Chiese all'uomo dietro il bancone se avessero qualcosa di piccolo e semplice con cui si potesse scavare senza problemi. Il nerboruto individuo grugnì in risposta, e guidò la ragazza attraverso il labirinto di scaffali contenenti ogni genere di attrezzi. Si fermò davanti ad una scatola di medie dimensioni, ricoperta di foto di un piccolo braccio meccanico dotato di ruspa. Nonostante le dimensioni finali della macchina, era un kit fai da te da montare sul momento, perciò la scatola sarebbe passata senza troppi problemi attraverso il pozzo. Kagome ringraziò l'uomo e fece per sollevare la scatola. Non aveva calcolato il suo peso. Era difficile perfino trascinarla sul pavimento, l'ipotesi di sollevarla era a dir poco assurda. Improvvisamente, da dietro un cumulo di scatoloni fece capolino Bankotsu, che evidentemente l'aveva seguita per tutto il tempo, ignorando bellamente le sue parole. Il mercenario prese la scatola con una mano e procedette verso l'uscita, prima di essere prontamente fermato dalla sicurezza al suono dell'allarme. Kagome si battè una mano sulla fronte e gli corse dietro. Ci volle tutta la sua buona volontà per convincere tutti che "il suo amico veniva da un paese sperduto dove era ancora in uso il baratto". Bankotsu non ebbe il coraggio di negare, rimanendo sempre più stupito dai modi in cui quella ragazza riusciva sempre a cavarsela. Quasi un'ora dopo riuscirono a pagare e a uscire dal negozio, per dirigersi di nuovo verso il pozzo e verso la pericolosa era Sengoku. Il pomeriggio era quasi al suo termine quando, a pochi passi da casa, Kagome cominciò a sentire un lieve rumore di voci concitate. Tre ragazze spuntarono da dietro l'angolo, immerse in chissà quali discorsi. "Ciao ragazze!" esclamò Kagome appena le vide. "Ciao Kagome!" fecero in coro le tre, correndo a includere anche la quarta ragazza nei loro discorsi. Poi notarono la presenza di Bankotsu, e rimasero pietrificate. Si avvicinarono ancora di più e una di loro sussurrò "Ma non te la facevi con quel gangster decolorato?" Colta alla sprovvista, Kagome tentò di balbettare qualcosa in risposta "No... è che...cioè, l'ho lasciato e..." Evidentemente gli aveva dato ciò che volevano sentirsi dire. Cominciarono a parlottare ad una velocità tale che risultava difficile distinguere una parola dall'altra. Intanto Bankotsu ne approfittò per fare la sua entrata in scena. "Come ve la passate, ragazze?" chiese con totale naturalezza sistemandosi in mezzo al trio. Contagiate dalla spontaneità dello sconosciuto, le ragazze cominciarono a riempirlo di domande come se lo conoscessero da secoli. "Hai già un lavoro?" "Da quanto sei arrivato in città?" "Come mai tieni i capelli in quel modo buffo?" "Cos'è quell'involto di carta di giornale?" Un allarme risvegliò la mente di Kagome, che già da qualche minuto stava provando un inspiegabile ed irrefrenabile impulso di prendere Bankotsu e portarlo via, oltre a quello ancora più forte di tirargli uno schiaffo. Fece appena in tempo a seguire il primo di essi prima che il mercenario mostrasse tutto orgoglioso la Banryu alle ragazze. "Mi dispiace ma dobbiamo andare..." disse scoccando uno sguardo acido al ragazzo, che la seguì malvolentieri. Arrivarono in silenzio davanti alla casa, Kagome salutò la famiglia e ancora in silenzio giunsero in prossimità dell'antico pozzo. Bankotsu stava ormai per scavalcare il muretto e gettarsi dentro quando Kagome prese quel minimo di coraggio per chiedergli: "Ma mi vuoi spiegare dove hai trovato tutta quella sfacciataggine?" il mercenario si volse per un secondo, poi, gettandosi nell'oscurità, esclamò: "Me lo fa notare sempre anche Jakotsu... Con gli estranei ci so fare, è con le persone a cui tengo che divento piuttosto riservato!" Kagome sorrise istintivamente, ripensando a tutte le volte che lo aveva visto arrossire. Poi, confusa per via di quei pensieri, lo seguì giù per il pozzo. Mentre viaggiavano attraverso i secoli, Bankotsu si sentì sollevato: finalmente, dopo un lungo periodo di inattività, l'avventura sarebbe ricominciata, e la sua vendetta contro Naraku avrebbe avuto compimento. FINE CAPITOLO

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Capitolo 11
*** riunione Di famiglia ***


Riunione di Famiglia Ci misero solo una giornata per arrivare al nuovo accampamento dei mercenari, a poche decine di metri dalla frana che aveva seppellito ciò che rimaneva di Kyokotsu. Fortunatamente infatti dopo pochi minuti di cammino avevano incrociato una coppia di mercanti in sella a due possenti roani. I due avevano rivolto una lunga occhiata a Bankotsu, poi una lunga occhiata alla Banryu, e avevano lasciato i cavalli e tutta la loro merce in cambio della salvezza, senza che il mercenario dovesse muovere un dito. Mentre montavano in sella, aveva risposto all'espressione stranita di Kagome con un'occhiata sagace, e aveva passato il resto del viaggio a decantare i vantaggi del suo status di mercenario, come se stesse presentando una televendita. Le provviste dei mercanti avevano anche garantito a entrambi un ottimo pasto, rendendo la cavalcata molto più piacevole. Ancora ad una ceta distanza dal campo, riuscirono a sentire le voci dei mercenari, impegnati, a quanto pareva, in una discussione piuttosto accesa. Bankotsu sbuffò sonoramente... L'aveva detto CHIARAMENTE di cercare di non attirare l'attenzione, e invece le grida dei fratelli avrebbero potuto svegliare un orso in letargo. "Un cinghiale! Ti rendi conto? Un CINGHIALE! Avrebbe potuto sfamarci tutti, e tu l'hai fatto scappare!" "Scusa Sui-kun! La prossima volta che andiamo a caccia mi tratterrò!" "No Jakotsu, credo che non ci porremo il problema... da ora in poi andrò a caccia da solo!" Mukotsu, che evidentemente aveva preferito tenersi fuori dal litigio, accorse barcollando verso la coppia. "Oaniki, sei qui, grazie al cielo!" esclamò disperato "E' da mesi che non assaltiamo un villaggio, e Jakotsu non trova nessun ragazzo... La cosa sta cominciando a dare problemi, non possiamo più mangiare! Ogni volta che andiamo a caccia si getta sugli animali e li fa scappare! E' da tre giorni che mangiamo solo radici!" Bankotsu alzò un sopracciglio. "E' bello essere di nuovo in famiglia..." commentò sarcasticamente. Smontati dai cavalli, seguirono il tozzo mercenario verso l'accampamento, inoltrandosi nella fitta boscaglia. Se non altro Bankotsu potè constatare che avevano trovato un buon luogo dove stabilirsi. Era un piccolo spiazzo erboso, circondato su tre lati dalla foresta impenetrabile e sul quarto da un enorme masso spaccato a metà, oltre il quale si poteva intravedere un piccolo lago. "Suikotsu!" esclamò Bankotsu sorridendo e correndo verso il compagno, così immerso nella discussione che non aveva notato l'arrivo del leader "Allora i ragazzi sanno fare qualcosa anche senza di me! Sono felice che ti abbiano risvegliato!" "Onestamente avrei preferito rimanere morto ancora per un po'... Le schegge della sfera ci mantangono in vita ma non ci fanno passare la fame..." rispose lui con un ringhio. Nonostante l'aspetto gentile, dai suoi occhi e dalla sua voce si capiva chiaramente che ormai il suo lato aggressivo regnava incontrastato. "Beh, penso che ora che abbiamo qualcuno di abile nel tiro con l'arco cacciare sarà più facile! Jakotsu non può correre più veloce di una freccia. Credo che vi siate già visti, comunque questa è Kagome... Voglio che la tratti come una di noi..." Suikotsu assunse un'espressione incredula, ma annuì. "Penso che prima o poi ci farò l'abitudine..." Senza ascoltarlo, Bankotsu riprese a parlare. "Bene, ormai è tardi, per stasera non possiamo fare niente... Se volete da mangiare ce n'è in abbondanza nelle bisacce dei cavalli. Domani tireremo fuori il fratellino, ora vado a dormire." annunciò con uno sbadiglio. Kagome esitò un secondo, poi non riuscì a trattenersi. "Non potrei andare a fare un bagno nel lago, prima, per favore? A casa non ho avuto il tempo di lavarmi..." Gli scrosci di risate di Jakotsu, Mukotsu, Suikotsu e Ginkotsu furono troncati sul nascere dall'occhiata minacciosa di Bankotsu. Poi il mercenario si voltò verso Kagome. "Certo che puoi! Te l'ho già detto, puoi fare quello che vuoi... E lascia perdere l'educazione... Sei una mercenaria ora!" Lei sorrise ma rabbrividì. L'idea la inquietava un po'. Sforzandosi di pensare ad altro si spogliò dietro un cespuglio e entrò nell'acqua. Era gelida, ma un bagno le serviva proprio. Inspirò e mise la testa sott'acqua, nuotando per un po' sotto la superficie. Un tonfo rischiò di farla soffocare: qualcun'altro era entrato in acqua tuffandosi dalla riva. Riemerse e vide la faccia sorridente di Jakotsu. Si sentì fortunata ad aver visto solo quella. Jakotsu sembrò notare il suo disagio e ridendo disse "Tranquilla, tu non mi interessi... Non in quel senso almeno... E poi sei mia sorella!" L'ingenuità del mercenario a volte era disarmante. Si avvicinò a lei con due bracciate e le tirò una gomitata con aria complice. "Allora, come va col fratellone?" chiese indicando l'accampamento "Avete avuto parecchio tempo per stare insieme, eh?" Ancora un po' scossa per la presenza di Jakotsu, Kagome arrossì violentemente e iniziò a balbettare frasi sconnesse. "Beh... Noi no... Cioè... Non è successo niente di particolare! Comunque adesso dovrei uscire, ti dispiace girarti?" Deluso dalla mancanza di informazioni, Jakotsu si voltò e alzò le spalle, come se la richiesta fosse assurda. "Se proprio ci tieni... Comunque non credere di nascondermi i tuoi sentimenti, in questo campo sono un esperto! E in questo caso anche un bambino capirebbe che tra voi c'è qualcosa." Senza rispondere, kagome si rivestì e andò a stendersi vicino a Bankotsu, ancora addormentato. Pochi secondi dopo si chiese perchè si fosse messa proprio lì. Sorrise. In effetti, Jakotsu aveva ragione, anche se niente di esplicito, qualcosa c'era. Fine Capitolo

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Capitolo 12
*** l incontro con naraku ***


Kagome si sdraio vicino a bankotsu e si addormento'.La mattina seguente il primo a svegliarsi fu bankotsu che Notando kagome. E affianco a lui sorrise spontaneamente e si recò nel bosco dove incontro naraku... N:Bankotsu chi non muore si rivede Hahahah . B : naraku che ci fai qui!! Dimmi che vuoi da me N : per ora niente ma tienti pronto Hahahhaha. Poi naraku scompari nel nulla e bankotsu cacciò la colazione per tutti. ************************************* INTANTO AL CAMPO. J : Suikotsu dici che la dobbiamo svegliare?? S : secondo me no ci penserà bankotsu più tardi... J : ok... Mamma che fame!! E tutta colpa tua Mukotsu se ora abbiamo finito le provviste... M : ma che dite ragazzi. Mukotsu non riuscì a terminare la frase perché arrivo bankotsu con due cinghiali... appena arrivato disse B : ragazzi dove si trova kagome? J : sta dormendo B : ok vado a svegliarla. Tutti : ok Mentre Bankotsu si dirigeva da kagome naraku scompari nel nulla B : kagome svegliati su Daii K : hum mm è cosa è successo? ?? B : sono venuto a svegliarti K : ha ok hum mm che sonno (sbaglio) B : Hahaha Hahahahah Intanto naraku si preparava ad attaccare ******************************* Commentate please voglio il vostro parere

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Capitolo 13
*** scusate ***


volevo creare un gruppo su whastapp se volete entrare dovete dirmi il vostro nome e darmi il numero ok ?? vi aspetto in tanti la storia la continuerò presto

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Capitolo 14
*** la dichiarazione ***


Passò una settimana e tutti ritornarono in vita, e anche con gran dispiacere di Jakotsu e di Bankotsu

tornò in vita anche Renkotsu, che dopo essersi “risvegliato” supplicava in 1000 lingue Bankotsu di perdonarlo, con scarso successo.

IL GIORNO DOPO...

Bankotsu si stava confidando a Kagome, che in poco tempo era diventata la sua migliore amica.

B: dannazione, io non sopporto Renkotsu ha sempre quell' aria da “ sotuttoio” che non mi è mai piaciuta. Non capisco perchè dovevamo riportarlo in vita.

K: hey B-chan eravate obbligati a riportarlo in vita per ricostruire Ginkotsu, dai porta pasienza ok?? disse kagome con aria molto dolce, e Bankotsu non riusci a non sorriderle, infondo aveva ragione lo avevano riportato in vita solo per Ginkotsu, e B-chan non si sarebbe fatto scrupoli se li avesse traditi una seconda volta.

A un certo punto da un cespuglio comparve Suikotsu.

S: ciao scusate se vi disturbo ma dovevo dire una cosa a Kagome 0////0 sai è molto urgente

Bankotsu potresti andartene?

B: certamente fratello...

Bankotsu che era incuriosito e poco convinto da Suikotsu si nascose dietro a un cespuglio ad ascoltare la conversazione tra i due.

S: sai Kagome... è da un po' che volevo dirti che... si insomma... MI PIACI!... O///O.

Kagome aveva intuito ma glelo chiese comunque...

K: wow... e allora?

S: ecco volevo chiederti se ti volevi mettere con me... O///O

Bankotsu era viola dalla rabbia... come si permetteva Suikotsu di chiedere a kagome di essere la sua ragazza... si insomma era palese che lui ci tenesse a lei... ma decise comunque di ascoltare la risposta di kagome che non tardò ad arrivare.

K: mi spiace Sui-chan ma non mi piaci tu... io... bhè.... credo di essermi innamorata di Bankotsu! Disse tutto dun fiato...

Bankotsu non credeva alle sue orecchie era felicissimo, sprizzava felicità e armonia da tutti i pori... finakmente una ragazza che lo amava per quello che era e non solo per il suo corpo, e per di più lui la ricambiava... si insomma cosa poteva volere di più???

 

 

 

angolo autrice.

Salve gente, spero vi piaccia alla prossima baci

la semprre vostra rebby25

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Capitolo 15
*** Povera kagome ***


Bankotsu era felicissimo e  non vedeva l' ora di riabbracciare kagome.... ma prima doveva dirlo a jakotsu, in fondo era il suo migliore amico, allora si diredde dal suo amico. Intanto suikotsu e kagome continuavano a discutere,
S: che cos'à Bankotsu che io non ho, dannazione io ti voglio dalla prima volta che ti ho vista, ti desideravo, e tu
 vuoi lui....
K: camati, non si decide al cuore,
Suikotsu in preda alla collera ferì kagome, e la porto nella grotta piu vicina,
S: se non ti avrò col tuo consenso ti prenderò senza, non m'importa...
la spogliò e il  resto alla vostra immaginazione.
Kagome era distrutta... si sentiva malissimo,e si  faceva schifo da sola....
Era Tascorso un giorno e di Kagome nessuna traccia, la sera primaera tornato suikotsu, dicendo che voleva stare da sola... ma Bankotsu era poco convinto, disse a jakotsu di non andarsene e si diresse dove il giorno prima suicotsu aveva parlato... e trovò un pezzo dello strano kimono che portava kagome ed era sporco di sangue risalente al giorno prima,ando più avanti e vide una grotta, dentro c erano degli strani rumori....
Quello che vide lo fece tremare, Kagome era sdraiata semi nuda al suolo che piangeva, e dalla posizione che aveva dedusse che aveva anche una gamba rotta, la cosa che lo fece incazzare per bene era che nella sua candida pelle c' erano segni di artigli, Quelli di Suikotsu,
Si avvicinò a kagome che appena lo vide iniziò a piangere gridando il suo nome, GRIDANDO IL NOME SUIKOTSU.
Bankotsu si tolse la parte superiore del kimono e ci copri Kagome che lo abbracciò  forte forte...
Dopo che kagome finì di raccontare tutto a Bankotsu lui la prese in baccio  e  si diressero al campo dove Suikotsu glil'avrebbe pagata cara.


Spazio autrice:
perfavore commentate voglio i vostri pareri. Baci rebby25

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Capitolo 16
*** ritorno al campo ***


~Suikotsu era al campo che come a solito gridava contro Jako-chan, ma ancora non sapeva cosa B-chan gli avrebbe fatto passare! si insomma aveva fatto perdere l innocenza a kagome! e bankotsu voleva essere il primo!!!!
Kagome era sfinita e quindi cadde in un sonno profondo...
Bankotsu POV'S
Stavo correndo verso il campo dove ci eravamo stabiliti per quel tempo, ma mi accorsi che il battito di Kagome da prima accelerato si era abbassato, allora preoccupato la guardai e mi accorsi che stava dormendo, era così tenera e nn riuscii  a trattenermi dal darle un bacio... era troppo tenera con il viso appogiato al mio petto e mi stringeva forte, per fortuna non si svegliò, appena arrivammo ci corsero in contro Jakotsu e ginkotsu "Hey Ban che hai fatto a kagome-chan?" chiese un jakotsu molto stupefatto per l situazione, bhè chi in fondo non  fraintenderebbe vedendomi senza maglietta perche essa faceva da vestito a kagome, gli siegai tutto e loro mi dissero che mi avrebbero aiutato a vendicare kagome il giorno seguente perche alla fine era diventata gia sera...
Portai k-chan nel suo "sacco a pelo"  come lo chiamava lei, e si svegliò di colpo." aiutoooooo!!! ahh ma sei tu B-chan!!" io iniziai a ridere come un cretino  il che lei mi guardò storto " hey!?!? ma che hai da ridere!??comunque* abbassò lo sguardo diventando rossa*volevo chiederti se potevi dormire qui con me"disse indicando il posticino vicino a lei, io rimasi in silenzo e lei assunse un aria trise e si risdraiò nel suo "lettino", allora io mi avvicinai e mi sdraiai dietro di lei cingendole la vita con un braccio alche lei sorrise istintivamente " cero piccola che dormo qui con te, e poi non voglio micca che suikotsu ti tocchi un altra volte!" le sussura all' orecchio facendole venire i brividi er cosi carina che le diedi un bacio sulla guancia facendola arrossire, poi si girò verso di me con un sorriso da un orecchio all' altro  "ti voglio bene B-chan" mi disse prima di abbracciarmi e di cadere in un sonno profondo e dopo poco anche io mi addormentai coccolato dal suo dolce profumo.
 

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Capitolo 17
*** la dolcezza XD ***


Bankotsu POV'S

mi svegliai con i primi raggi del sole, che mi riscaldavano il viso ho dormito poprio bene , poi cercai di alzarmi, ma non ci riuscii quancosa o per meglio dire qualcuno mi teneva stretto a se sotto le coperte, e allora la vidi, il mio piccolo angioletto mi stava abbracciando.

MA COSA VADO A PENSARE!!! IO IL PIU TEMUTO TRA TUTTI CHE PENSO CHE UN ESSERE SIA DOLCE BAH vabbe i fondo sono innamorato e non resistetti a baciarla, si insomma ma quanto era bella la mia piccola?? mi staccai da lei e la strinsi forte, accorgendomi che si stava svegliando.

KAGOME POV'S

mi svegliai tra le braccia di B-chan, ero tutta rossa ma gli sorrisi e lui ricambiò,

" hey buon giorno piccola dormito bene?" io arrosii ed annui e lui si mise a ridere, che bella risata ha!?! ma poi non avevo mai notato il fatto che lui fosse cosi bello, ma a che penso... lui è un assasino, ma non resistetti e lo abbracciai, con le lacrime agli occhi.

" Ehi Kagome che ti prende? su non piangere piccola, è tutto finito ci sono io qui adesso okey?" mi disse un Bankotsu abbastanza preoccupato, mi avvolse con le sue braccia sussurrandomi che non mi avrebbero più fatta del male perchè lui mi avrebbe salvata e io ci credetti, poi mi addormentai, e pure lui dopo di me.

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