Doctor Untold

di abritishaddicted
(/viewuser.php?uid=728483)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Brusco risveglio ***
Capitolo 2: *** Sovrappensiero ***



Capitolo 1
*** Brusco risveglio ***


Primo capitolo: Brusco risveglio.

 

Il fetido odore del terreno umido mi fece risvegliare bruscamente, sentivo la testa dolorante e la guancia destra fredda e bagnata, ero sdraiato al suolo. Sulle mani sentivo il bruciore provocato da tagli ed abrasioni, mentre le articolazioni erano terribilmente dolenti. Quando il forte odore di umidità smise di attanagliare il mio olfatto, un altro ne prese subito il posto: era un odore di bruciato, qualcosa era andato in fiamme, o accordandomi al tepore che ora avvolgeva il mio corpo, qualcosa stava ancora bruciando. Le gambe erano ridotte male, sentivo il sangue coagulato sopra le ginocchia, ormai solidificato sotto i pantaloni quasi completamente lacerati, ma perlomeno non erano spezzate.
Con uno sforzo più doloroso di quanto potessi immaginare mi misi in piedi, gettando un urlo frutto di quell’immenso supplizio e della gioia di essere dopo tutto, ancora vivo. Mi girai intorno barcollando, testando con maggior cura la capacità dei miei arti inferiori di sorreggermi; intorno a me solo una buia notte con qualche stella e qualche fiamma intenta a divorare quel poco di vegetazione che mi circondava. Cercai di capire dove mi trovassi, ma soprattutto, dove si trovasse il Tardis, l’unico strumento in mio possesso che potesse illuminarmi su tutta questa faccenda. Non vi erano rottami, segni di cadute, o di qualcosa che riportasse ad un incidente, eppure i miei vestiti erano interamente lacerati, ed il mio farfallino scomparso.
Cercai una fonte d’acqua in mezzo quell’insieme di piante ed arbusti, appartenenti ad un qualche bosco dove ero evidentemente precipitato, trovai quel che cercavo ad una decina di metri di distanza da dove mi ero risvegliato. Immersi le mani al fine di sciacquarmi il viso in un piccolo ruscello che scorreva lentamente attraverso il bosco, e nonostante la scarsa illuminazione notai come nell’acqua si diluisse del sangue; tirai fuori le mani e le esaminai per verificare la presenza di tagli e abrasioni restie all’autorigenerazione dei tessuti, ma non ne trovai. Da dove proveniva quel sangue, se il mio aveva già smesso da tempo di fuoriuscire? Un brivido mi corse lungo la schiena, lentamente guardai verso il mio addome e verso le gambe, tutte le ferite subite erano state richiuse grazie ai miei poteri da Signore del Tempo, eppure ero ancora ricoperto di sangue. Quello non era il mio sangue. Qualcuno si era fatto molto più male di me quella notte.


From A British Addicted:

Prima ff che realizzo a capitoli, che andranno a realizzare un importante opera che ho già formato nella mia mente e che spero di trasporre al meglio attraverso la tastiera. Questa storia assume toni piuttosto dark e maturi, diciamo sui binari di Undici quando cerca di risolvere una situazione seria e importante. La godrete appieno se cercherete di prendere la mia storia come un racconto perduto del nostro amato Doctah. Buona lettura!

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Sovrappensiero ***


Secondo capitolo: Sovrappensiero.



In cerca di risposte volsi lo sguardo al cielo, e mi resi conto di trovarmi sulla Terra, dopo secoli spesi a guardare il cielo non ci misi molto a identificare quali costellazioni tappezzassero quel cielo notturno, e a determinare che quel minuto spicchio biancastro altro non fosse che la Luna. Mi incamminai verso il nulla, seguendo quel tranquillo ruscello, ed utilizzandolo come strumento per non girare in cerchio. Nel giro di qualche centinaio di metri mi ritrovai fuori da quel boschetto, che visto dall’esterno appariva ora molto più ampio ed esteso di quanto non sembrasse. Da fuori appariva ancora più chiaro come non fosse avvenuto alcuno schianto; nessun albero abbattuto, nessun segno di crateri o avvallamenti del terreno. Mi voltai alle spalle e riuscii a vedere qualcosa nel raggio di due metri: qualche smilzo arbusto di media altezza nei paraggi, e fui in grado di distinguere una catena montuosa all’orizzonte, di cui non ne vedevo le cime, forse coperte da nubi. Continuai a camminare verso quelle montagne, unico punto di riferimento in mezzo a quella valle di nulla, non avevo molte alternative d’altronde. “Come può il Tardis essere scomparso senza lasciare traccia? Ha un sistema di sicurezza che in caso di incidente o manomissione alla stabilità del veicolo, attiva l’autopilota e teletrasporta la nave in un epoca ed un luogo sufficientemente sicuri, ma il tutto per la durata della mia fase di incoscienza o fin quando non sono in grado di ottenere nuovamente il controllo della situazione. In sostanza sarebbe già dovuta materializzarsi da almeno trenta minuti…”. Non so bene in quale momento del mio monologo interiore ciò accadde, ma quando mi scostai da quelle domande per tornare a fare il punto della situazione, realizzai che mi trovavo all’interno di una stanza completamente illuminata, e rivestita di mattonelle di un materiale simile ad un metallo. Quello di cui ancora non ero a conoscenza era che da quel momento in poi, tutte le mie certezze sarebbero crollate una ad una.

From A British Addicted:


Spero vi stiate godendo questi capitoli. A tutti gli amanti dell'azione voglio dire che questa arriverà a breve, tra i tanti elementi che il Dottore scoprirà ci saranno anche risposte, che forse sarebbe stato meglio non trovare. A presto con nuovi capitoli di Doctor Untold.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2749413