L'unico amore di Shiho

di masami_99_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Incontri e chiamate misteriose ***
Capitolo 2: *** Ritorno al passato ***
Capitolo 3: *** Incontri ***
Capitolo 4: *** Incontri, rivelazioni e inseguimenti ***
Capitolo 5: *** Il trio di detective ***
Capitolo 6: *** Il nome del motociclista ***
Capitolo 7: *** Vecchi ricordi tornano a galla ***
Capitolo 8: *** Verità ***
Capitolo 9: *** Indagini ***
Capitolo 10: *** Ultimo giorno ***
Capitolo 11: *** Mello ***
Capitolo 12: *** Messagio misterioso ***
Capitolo 13: *** Occasione persa ***
Capitolo 14: *** Akemi, sei tu ? ***
Capitolo 15: *** Problemi e momenti divertenti tra amiche ***
Capitolo 16: *** Risposte ***



Capitolo 1
*** Incontri e chiamate misteriose ***


In quel giorno di giugno sembrava che il tempo si fosse fermato nella scuola elementare Teitan. Nei corridoi regnava un silenzio irreale interrotto dalle voci delle insegnanti che spiegavano la lezione del giorno e assegnavano i compiti per le vacanze. Gli alunni di tutte le classi aspettavano con impazienza la campanella per lasciare la classe e iniziare le vacanze estive.
Quello, infatti, era l'ultimo giorno di scuola prima dell'inizio delle vacanze estive. Gli alunni seguivano in silenzio la lezione. Dopo lunghe ore di scuola la campanella suonò e gli alunni lasciarono la classe augurando buone vacanze alle loro insegnanti. Questo è quello che fecero anche i Detective Boys. Salutarono i loro insegnanti e uscirono dalla scuola soddisfatti di quell'anno scolastico. Mentre Ayumi, Genta e Mitsuiko camminavano velocemente chiacchierando, Conan e Ai li seguivano in silenzio qualche passo pù indietro. All'improvviso il cellulare di Conan squillò e quando lo prese dalla tasca Conan vide comparire sul display il nome del Dottor Agasa. - Pronto ? Salve dottor Agasa. Come mai mi ha chiamato ? -.- Volevo chiedere a te e ai tuoi amici se mi potevate raggiungere nel ristorante vicino casa mia. Per congratularmi volevo offrirvi un pranzo con i fiocchi. Allora verrete ? - chiese ansioso. - Aspetta. Ora chiedo. Ragazzi, il Dottor. Agasa vorrebbe pranzare con noi al ristorante, per voi va bene ? - chiese Conan alzando leggermente la voce per farsi sentire dai tre ragazzi che si trovavano qualche passo più avanti a lui. Questi si girarono urlando una risposta affermativa. Conan chiuse la telefonata dopo che il Dottor Agasa gli diede le informazioni per raggiungere il ristorante dove li stava aspettando. Quando rimise il cellulare in tasca Ai si mise a ridere - Le solite idee del Dottor Agasa -.-In effetti hai ragione, ma è più simpatico così - sorrise Conan. Ai guardò sorridente il cielo. - Vedo che oggi sei di buon umore - notò Conan felice. - Un po' si - rispose la ragazzina "Perché sento che oggi accadrà qualcosa di speciale" si disse poi Ai rivolgendo lo sguardo alla strada.
Proprio in quel momento Ayumi, Genta e Mitsuiko si bloccarono vicino al cancello. Conan che non si era accorto dell'improvvisa frenata dei suoi amici andò a sbattere contro Mitsuiko, mentre Ai si bloccò a pochi millimetri dalla schiena di Ayumi. - Ehi, che succede ? - chiese Conan spostandosi di lato. Ai andò vicino a lui - Cosa state fissando con quelle facce ? - chiese notando le facce sorprese dei suoi amici. “Speriamo che non sia un al’tro omicidio”. Ai guardò il punto che stavano guardando i suoi amici. “Al diavolo le buone prospettive che avevo per questa giornata”. Mitsuiko indicò un punto dall'altra parte della strada. Conan seguì il suo dito. Stavano guardando una moto. Era una moto sportiva nera. Uno degli ultimi modelli. - è davvero bella - commentò Ayumi. Conan dopo averla guardata per un po' si avviò da solo. Non voleva passare tutta la giornata a fissare quella moto. - Allora, andia..-.- Guardate, quello deve essere il proprietario della moto - disse Ayumi. - Come mai indossa già il casco ? - chiese Genta. Conan si voltò nuovamente verso la moto su cui stava salendo un ragazzo. Indossava una tuta da motociclista nera, due guanti dello stesso colore e il casco nero in testa. Un dettaglio che attirò l'attenzione di Conan era il rosario che portava al collo. Era molto particolare. Dietro di lui c’era un altro ragazzo che però non salì sulla moto. L’unica cosa che Conan riuscì a vedere di lui furono i capelli rossi. All’improvviso Conan sentì la voce di Ayumi domandare - Ai... tutto bene ? - guardò Ai che intanto si era nascosta dietro il muretto della scuola, come se non volesse essere vista dal ragazzo della moto. - Ehi, guardate, credo che ci abbia notato - disse Genta. Conan rigirò la testa verso la moto e vide che anche il motociclista li stava guardando.
Dopo un po' se ne andò come se nulla fosse successo. Ai ricomparve da dietro il muretto e si avviò frettolosa verso il ristorante indicato dal Dottor Agasa - Muoviamoci. Non facciamo aspettare oltre il Dottor Agasa -. Detto questo iniziò a camminare senza contare se gli altri la stessero seguendo o meno. Ayumi, Genta e Mitsuiko chiamarono i loro genitori per avvertirli del cambiamento di programma deciso all'ultimo secondo e poi s'incamminarono seguendo Ai verso il ristorante dove il loro amico li attendeva. Mentre il gruppetto di detective continuava a camminare nel bar dove il Dottor Agasa li attendeva il cellulare di Conan squillò un'altra attirando l'attenzione di Ai - Sembra che oggi tutti ti cerchino -.- Già. Questa volta è .... cosa ? -. Mentre Conan continuava a guardare il display i Detective Boys esultavano vedendo che erano arrivati davanti il ristorante. Conan si fermò e ritornò sui suoi passi per allontanarsi. - Conan, dove stai andando ? - chiese Ayumi. - Voi entrate, io vi raggiungo appena finisco di parlare -.Detto questo si nascose dietro ad un muretto e rispose. - Pronto ? -. Una voce femminile lo salutò - Ciao, Conan sono l'agente Jodie. Ti ho chiamato perché devo parlarti di una questione urgente -. Era l'agente del FBI Jodie. Dal suo tono di voce Conan dedusse che quello di cui voleva parlare Jodie riguardava l'organizzazione - Riguarda l'organizzazione ? -.- Si, anche te e la bambina in classe tua, Ai. Posso raggiungerti a casa del dottor Agasa ? -. - Se vuole può venire oggi pomeriggio. Ora stiamo festeggiando le vacanze estive al ristorante-.- Ok. Allora vi raggiungo più tardi. Scusa il disturbo. Ciao – rispose Jodie per poi chiudere la telefonata. Conan raggiunse i suoi amici, che nel erano già entrati nel ristorante dove li attendeva il Dottor Agasa. Conan entrò vedendo i suoi amici seduti a uno dei tavoli. Il locale non era molto affollato, anzi oltre a quello Detective Boys c'erano solo due tavoli occupati. Conan raggiunse quello dove si trovavano i suoi amici e si accomodò vicino ad Ai. La ragazza era stranamente nervosa e guardava in continuazione la porta. All'inizio Conan pensò che stesse aspettando qualcuno, ma poi cercò di scacciare quel pensiero. Ai non conosceva molte persone in quella città a parte bambini. Però dopo la scena che avevano visto fuori scuola Ai si sentiva molto nervosa e continuava a sperare che quei due non l’avessero vista e seguita.
Il cameriere andò a prendere le ordinazioni e Genta fu quello che prese più cose. Mentre consumavano il pasto nel ristorante entrò un ragazzo. Indossava una maglietta a righe nere e rosse, dei jeans un po' larghi e degli occhiali da pilota con le lenti arancioni. I capelli erano rossi e fumava una sigaretta. Da quando era entrato non aveva mai staccato gli occhi dal game boy. Il ragazzo attirò anche l'attenzione dei Detective Boys e soprattutto quella di Ai che cercò di nascondere il suo turbamento. Ai appena lo vide si coprì con il cappuccio rosso della felpa per non farsi riconoscere dal ragazzo che intanto si sedeva al tavolo dietro di loro. Un cameriere gli si avvicinò salutandolo amichevolmente - Ciao, Genta. Che piacere vederti -. 
Genta alzò lo sguardo dal suo piatto per guardare il cameriere che l'aveva salutato, ma poi si accorse che il cameriere non stava parlando con lui, ma con il ragazzo che era appena entrato nel locale. Ayumi guardò il suo amico divertita - Hai sentito Genta. Quel ragazzo si chiama proprio come te -. - Già. Per un attimo ho creduto che il cameriere stesse salutando me – disse Genta imbarazzato. Mentre il cameriere conversava con il ragazzo i Detective Boys continuarono a mangiare. L'unica che restò ad ascoltare la conversazione tra i due fu Ai che continuava a cercare una conferma sull'identità del ragazzo. Conan notò lo strano comportamento della ragazza ed iniziò ad insospettirsi - Ai, c'è qualcosa che non va ?-. - No, perché ? – rispose lei guardando Conan. - Ti vedo molto turbata. Quel tizio che dice di chiamarsi Genta è forse .... – ipotizzò Conan a bassa voce. - No, non ti preoccupare. Se fosse stato un membro dell'organizzazione l'avrei intuito subito. Non ti preoccupare – lo tranquillizzò Ai.
Conan tornò a consumare il pasto e Ai face lo stesso. Il ragazzo intanto si alzò e andò al bancone per chiedere dove fosse il bagno. Quella domanda fu la trappola in cui Ai cascò. Alzò la testa portando lo sguardo al ragazzo che seguiva le indicazioni del cameriere. Per sua fortuna i bagni erano sia maschili che femminili quindi avrebbe attirato facilmente il suo obbiettivo. Il ragazzo raggiunse i bagni e si mise in attesa. Ai dopo pochi minuti si alzò raggiungendo il bagno. Appena entrò chiuse la porta e iniziò a guardarsi intorno, ma non vide nessuno. - LO SO CHE SEI QUI. NON CREDEVO CHE MI AVRESTI TROVATO COSì FACILMENTE. VIENI FUORI – urlò cercando di non alzare troppo la voce. Una mano si posò sulla spalla di Ai che subito si scostò. Quando vide a chi apparteneva quella mano restò impassibile. Era il ragazzo dai capelli rossi che aveva visto vicino al ragazzo della moto e che era entrato nel ristorante facendosi chiamare Genta. - Cosa ci fai qui e come hai fatto a trovarmi, Matt ? – chiese Ai sorridente e con le lacrime agli occhi. 

 

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Capitolo 2
*** Ritorno al passato ***


- Wow. Non pensavo che mi avresti riconosciuto subito – esclamò il ragazzo dai capelli rossi. - Nonostante gli anni non dei cambiato di una virgola. Stai sempre con gli occhi incollati ai videogames. Non è vero Matt ? -.- Questo ti ha aiutato a capire che ero io e non un semplice ragazzo dai capelli rossi che aveva lo stesso nome del tuo goloso amico – Rise matt mettendosi la solita sigaretta in bocca.- Ti sei presentato con quel nome al cameriere per attirare la nostra attenzione così che io mi accorgessi di te – Spiegò Ai. - Sapevo che non ti seresti mai dimenticata di un amico prezioso come me - scherzò lui battendo le mani sulla testa della bambina in modo affettuoso.
Detto questo cadde il silenzio. Ai era diventata triste all'improvviso. Il passato che le aveva ricordato quel ragazzo era molto più felice di quello che le stava accadendo in quel momento. Una paura attraversò la mente della ragazza.
- Come hai fatto a trovarmi ? – chiese agitata.
Matt spense la sigaretta e ne riaccese un'altra buttando quella spenta nel cestino. Dal suo tono di voce capì le paure della ragazza e così decise di raccontarle tutto.- Non sono stato io a trovarti –affermò.- Che cosa ?!- Ai era preoccupata, e sperava che Matt non stesse per dire quello che lei si aspettava.   
- È stato "tu sai chi" a trovarti – affermò Matt .
- Aspetta non vorrai dirmi che è stato M....- Non ebbe il tempo di finire la domanda che qualcuno bussò alla porta chiusa a chiave da Ai. La ragazza si voltò agitata mentre Matt, con tutta la tranquillità del mondo, si andava a nascondere in uno dei bagni. La ragazza si avvicinò alla porta pronta ad aprirla. 
- Ai, sei qui ? – Era la voce di Conan. Sembrava preoccupato. - Si, aspetta un momento, sto aprendo – disse Ai aspettando che Matt si nascondesse. La bambina aprì lentamente la porta. - Con chi stavi parlando ? – chiese Conan entrando nel bagno e guardandosi attorno e osservando ogni millimetro di quella stanza. - E perchè diavolo ti sei chiusa dentro. Cosa sarebbe successo se un altro cliente avesse avuto bisogno del bagno ?!- Ai prese velocemente il telefono dalla tasca mostrandolo a Conan.- Una nostra compagna mi ha chiamato. E comunque non c'è nessun'altro a parte noi nel locale – disse cercando di attirarlo lontano dal bagno in cui si era nascosto Matt. 
Conan si accorse dello strano comportamento della ragazza, ma preferì non parlare di quelle cose in quel posto. E comunque la ragazza si era appena tradita, ma Conan preferì non fare altra domande.  - Andiamo, l'agente del FBI Jodie ha detto che tra poco verrà a trovarci a casa del Dottor Agasa per dirmi delle cose riguardanti l'organizzazione -.
- Cerca di non cacciarti nei guai e di non attirare troppo l'attenzione. L'Organizzazione potrebbe star tenendo d'occhio quella donna e preferisco non farmi vedere troppo da lei – Ai fece finta di lamentarsi. - Scusami se voglio tornare ad essere quello che ero una volta – le rispose Conan in malo modo. Lui era molto arrabbiato. C’era qualcosa che la ragazza stava nascondendo. Ai capì che Conan aveva notato che era un po’ irrequieta quel giorno. Probabilmente le avrebbe fatto vuotare il sacco una volta arrivati a casa. E a peggiorare le cose ci sarebbe stato l’agende del FBI. “Fantastico” pensò Ai “Sono persa”. - Lasciamo stare – disse Ai cercando di evitare di continuare quella conversazione. 
Ai uscì dal bagno seguita da Conan. Matt, sentendo la porta che si richiudeva, uscì dal suo nascondiglio con un sorriso stampato in faccia. Sapeva che stava correndo parecchi rischi, ma aveva fatto una promessa al suo migliore amico e l'avrebbe mantenuta.
Ai e Conan raggiunsero gli amici al tavolo e continuarono a mangiare. Intanto il Dottor Agasa andò a pagare il conto. Finito di mangiare, i Detective Boys tornarono nelle rispettive case mentre Conan avvertì Ran che sarebbe rimasto a dormire a casa del Dottor Agasa poiché il dottore voleva mostrargli alcuni giochi che aveva inventato. Insomma, la solita scusa che usava tutte le volte.
L'agente non ci mise molto ad arrivare. La donna bussò il campanello e subito fu accolta nella casa. Andò velocemente nel salone dove Conan e Ai l'attendevano, anche se la bambina avrebbe preferito essere altrove. La donna si accomodò sul divano di fronte ai bambini mentre loro la salutavano.
- Salve ragazzi è un piacere vedervi – disse la donna con il solito sorriso stampato sul volto. Ma il sorriso scomparve subito sostituito da un espressione seria.- Quello di cui vi voglio parlare è un evento che risale al giorno in cui l'organizzazione cercò di uccidere Kogoro perché aveva trovato il tuo microfono – iniziò a spiegare. - Si, me lo ricordo. Dopo l’incidente di Reena Mitsunashi -. 
- Esatto. Sul palazzo vicino a quello dove c'erano gli uomini in nero c'era una videocamera che ha ripreso tutta la scena. Per fortuna gli uomini in nero non l'anno vista e così siamo riusciti a prendere la registrazione -.continuò Jodie. - E sono emersi dei particolari un po' strani – dedusse Conan sorridendo. Jodie lo guardò sorpresa. 
- SI. Da quello che mi ha raccontato, Shuichi ha sparato quattro colpi. Uno sul microfono e gli altri tre su Gin. Ma dalle registrazioni Gin è stato colpito cinque volte e non tre. Dalla registrazione gli altri due proiettili sono stati sparati dal tetto sopra l'agenzia di Kogoro. L'uomo che sparava è stato inquadrato, ma c'è un piccolissimo problema … - Jodie interruppe il racconto e prese una piccola cassetta dalla busta che aveva in mano. 
- Quale sarebbe questo problema ? – chiese Conan ansioso. - Perché non date un occhiata voi due. Ho portato una copia della registrazione  – propose Jodie inserendo la cassetta nel lettore. L'inquadratura era fatta in modo tale che si potesse vedere la terrazza del palazzo e quella del palazzo che stava avanti dove erano gli uomini in nero.
All’inizio della registrazione si vedevano gli uomini in nero che colpivano l'antenna del televisore dell'agenzia. Poco dopo Gin prende il microfono e dopo un paio di minuti questo viene sparato via da un proiettile proveniente dalla direzione opposta alla telecamera. Gin prende la pistola di Korn e la punta verso il palazzo da dove sta sparando Akai. Dopo tre colpi sul palazzo dell'agenzia si vede un uomo che con una pistola spara un colpo a Gin che vedendolo prende la sua pistola, ma l'uomo spara un altro colpo facendo cadere l'arma. Dopo questo i cinque criminali se ne vanno e anche l'uomo scappa scomparendo dall'inquadratura. Conan e Jodie osservavano attentamente il video in silenzio mentre diventava completamente nero indicando che la registrazione era finita.
- Posso rivedere le immagini in cui viene inquadrato quell'uomo ? – chiese Conan ad Agasa.
Agasa mandò indietro la registrazione e la bloccò proprio nel punto in cui l'individuo sparava a Gin. Il suo volto non era visibile perché coperto da un casco. Indossava una tuta da motociclista che gli copriva ogni centimetro del corpo e dei pantaloni di pelle nera. 
- Ha coperto ogni centimetro del suo corpo. Non si riesce a capire molto. Per quanto ne sappiamo possiamo anche dire che sia una donna. Oppure no – Conan guardò meglio il corpo dell’uomo – No, è un ragazzo. è molto magro anche se i muscoli non gli mancano – disse guardando le braccia. La tuta era molto aderente e grazie a questo Conan riuscì a notare molti particolari sul corpo del ragazzo. 
- Quindi da queste riprese non possiamo ricavare nessun indizio sulla sua identità. Neanche uno insignificante – constatò Jodie guardando l’immagine del ragazzo mentre sospirava amareggiata mentre Conan iniziava a sorridere. 
- E ora perché ridi ? -. - Perché un insignificante indizio lo ricaviamo – affermò Conan. - E sentiamo, cool kid. Quale sarebbe ? – chiese Jodie imbronciata. Conan indicò con un dito il collo del ragazzo - Guarda bene. Al collo porta un rosario. Questo vuol dire che quell'individuo è cristiano o almeno pratica la religione cristiana altrimenti perché portarselo dietro ? -. - Si, in effetti hai ragione, ma come hai detto tu questo indizio non è molto utile. Ci sono molti cristiani qui a Tokyo – notò Jodie. Conan aveva già riconosciuto quel ragazzo. 
– Per puro caso l’abbiamo visto stamattina proprio fuori dalla nostra scuola. Molto probabilmente stava cercando Ai. Lei mi è sembrata molto spaventata da quel tizio. Poi non era da solo stamattina. Era insieme a un ragazzo dai capelli rossi che abbiamo visto anche al ristorante con il Dottor Agasa. Non credo che fosse una coincidenza ? E se fosse un membro dell'organizzazione scappato con qualche rancore verso Gin? – si chiese Conan.
Mentre Conan era assorto nelle sue riflessioni il cellulare di Jodie squillò. Era James Black che le chiedeva di tornare da lui perché forse avevano avuto un informazione sul misterioso individuo. Jodie prese la cassetta del registratore dicendo a Conan quello che era successo. Forse l’avevano trovato.
- Devo andare. Sembra che ci sia una persona che dice di aver visto su una moto un ragazzo simile alla descrizione dell'individuo nella registrazione. Molto probabilmente l’abbiamo trovato -. - Se avete bisogno di aiuto sono qui. Chiamami se riuscite a prenderlo – disse Conan. Ai entrò nella camera - Anche io vi aiuterò -. – E tu come mai stavi origliando – disse Conan sospettoso. – Non stavo origliando. Stavo solo ascoltando – 
Conan rivolse uno sguardo sorpreso ad Ai. Non si sarebbe mai aspettato che la bambina lo aiutasse in quelle cose dopo aver detto che non ne voleva sapere nulla di quella storia, a meno che non ci fosse qualcosa sotto. Si era contradetta troppe volte quel giorno.
















 MATT

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Capitolo 3
*** Incontri ***


Ai e Conan accompagnarono Jodie all'uscita. Lì videro la macchina nera di Akai parcheggiata vicino al cancello. Conan si avvicinò all'auto e appena vide chi c'era dentro quasi gli venne un infarto. - Ciao marmocchio – lo salutò l’uomo. – Agente Akai ..... Ma voi...... -.Jodie si intromise subito per spiegare la situazione a Conan - Non so come sia riuscito a salvarsi. A dire il vero non lo sa neanche lui. L'ultimo suo ricordo è quello di Reena Mitsunashi che gli sparava – spiegò la donna. 
Akai sorrise anche se si sentiva un po’ confuso - Non so cosa sia successo subito dopo la mia “morte”. È come se qualcuno mi avesse cancellato la memoria subito dopo avermi salvato -. -  Potevate avvertirmi- esclamò Conan. Jodie si scusò con lui spiegandogli che dopo tutto quello che stava succedendo con l’organizzazione si era completamente dimenticata di avvertirlo riguardo il ritorno di Akai.  A dire il vero c’è una cosa che mi tormenta da quando mi sono risvegliato. Ho sempre in testa il motivetto di una canzone. Le parole nella mia mente sono molto vaghe. Per adesso concentriamoci sull’organizzazione. Preferisco indagare da solo su questa faccenda. Ora andiamo-.
Senza dire un'altra parola Jodie salì in macchina salutando Conan che intanto guardava l’uomo. Appena Akai mise in moto l’auto salutò i bambini che poi tornarono in casa. Appena varcarono la porta di casa si accomodarono sul divano. Ai si mise a leggere una rivista di moda mentre Conan cercava di riordinare i ricordi. All'improvviso un dubbio raggiunse la sua mente. 
- Ai, davvero non sai chi sia quell'individuo ? -.- No, mi dispiace. Cosa ti fa credere che io lo conosca ? – chiese lei di rimando infastidita.- Mentre guardavamo la registrazione mi sembravi molto sorpresa. Sembrava che tu conoscessi quell’uomo -.- Ero solo sorpresa che gli uomini in nero non fossero riusciti a uccidere subito un loro rivale-. 
Ai dicendo quelle parole capì che si era tradita. Cercò di non cambiare espressione per non attirare ancora di più l’attenzione del piccolo detective, ma ormai Conan l’aveva capito che lei stava mentendo. Il bambino con gli occhiali le rivolse uno strano sorriso e poi si allontanò. Ai conosceva molto bene quel tizio, ma per qualche ragione a lui sconosciuta non voleva dirgli chi fosse e perché c'è l'aveva con l'organizzazione. Conan entrò in cucina dove il Dottor Agasa sorseggiava un buon caffè. Appena vide Conan che entrava si alzò dalla sedia e andandogli incontro gli chiese cosa era successo. 
- Ai ci sta nascondendo qualcosa- annunciò sicuro. Con questa affermazione attirò subito la curiosità di Agasa - Come fai ad esserne così sicuro ? -. - Prima le ho fatto una domanda e lei mi ha risposto in modo strano. Non so perché stia nascondendo la verità, ma forse c'è qualcosa sotto. Qualcosa in cui Ai non ci vuole coinvolgere -. Conan iniziò a lanciare ipotesi a destra e a sinistra, il Dottor Agasa lo guardava incuriosito, ma non riusciva a seguire i ragionamenti contorti del piccolo detective.
Agasa si mise a ridere nervosamente portando la mano dietro la testa. Conan intanto guardava dalla cucina Ai che stava scendendo di sotto.
Ai andò nel laboratorio per continuare a lavorare al progetto dell'antidoto contro l'APTX-4869. Se avesse avuto anche solo una pillola di quel maledetto veleno sarebbe riuscita a creare un antidoto nel giro di 24 ore. Ma, purtroppo non lo aveva ed era costretta a brancolare nel buio alla ricerca di una luce che la salvasse. E come per miracolo la luce si accese. C'era una persona a cui poteva chiedere aiuto. Una persona che Shiho amava con tutta se stessa e che avrebbe voluto abbracciare di nuovo. Ma a parte Matt lei non aveva mezzi per contattarlo. Il problema veniva a quel punto. Non aveva mezzi per contattare Matt. Stufa di digitare tutte quelle cose sul computer si allontanò dalla scrivania e mentre si alzava un foglio, che lei non aveva mai visto, scivolò fuori dalla tasca. Lo prese in mano e lo lesse. Riconobbe subito la calligrafia un po' disordinata dell'amico Matt. A quanto pare in quegli anni non era proprio cambiato. 
"Se hai bisogno di aiuto contattami al numero qui sotto. Non ti preoccupare l'amore della tua vita non sa niente"
- Quando la smetterai di prendermi in giro. Sei noioso– esclamò ridendo. Guardò divertita il foglietto e salvò sul cellulare il suo numero. Ai decise che l'avrebbe chiamato il giorno dopo, quando la situazione sarebbe stata un po' più tranquilla. Però quel foglietto doveva sparire. Prese un accendino e andò nel giardino dove fece prendere fuoco ad una buona parte del foglio. L'altra la tagliò in mille pezzettini piccolissimi e li gettò nella spazzatura. Nessuno, nemmeno il Dottor Agasa, doveva scoprire cosa stava succedendo. Nessuno doveva scoprire l'identità del ragazzo del video. Lei sapeva bene chi era, anche se aveva dei seri dubbi. Il giorno in cui era stato ripreso a sparare contro i membri dell'organizzazione, lui in quello stesso giorno doveva trovarsi a Los Angeles. Sarebbe stato impossibile trovarsi in due posti contemporaneamente. Avrebbe voluto sapere come aveva fatto ad andare a Tokyo quel giorno e, infatti, l'avrebbe chiesto a Matt che di quel ragazzo sapeva praticamente tutto. Dopo aver buttato il biglietto raggiunse Conan nel soggiorno e si accomodò accanto a lui. Lo vide molto pensieroso - Tutto bene, Shinichi ? -.- Si, perché ? -. Ai scosse la testa - Lascia stare-. Ai si alzò dal divano e aprì la porta. - Dove vai ? – le chiese Conan alzandosi. - A fare una passeggiata. Perché ? Ora non posso più uscire solo perché non ti fidi di me – disse Ai prendendolo in giro. Aveva tutti le ragioni del mondo per non fidarsi di Ai in quel momento e Ai questo lo sapeva e si sentiva in colpa, ma non poteva fare altro. 
Conan subito si scusò con Ai che poi uscì salutandolo.
Conan salutò la ragazza con un cenno della mano e poi si alzò dal divano mentre lei chiudeva la porta. Conan decise di seguirla per scoprire dove stava andando. Era raro che Ai uscisse di casa. Aprì la porta e stando attento a non essere visto da nessuno uscì.
Appena arrivò davanti al cancello incontrò Sera Masumi, la detective che era compagna di classe di Ran. Quando vide il bambino Sera lo salutò allegramente. Conan rispose al salutò in modo veloce e cercò di svignarsela. Sera capì subito che di mezzo c’era l’organizzazione e appena la nominò Conan le chiese -  E tu come fai a saperlo ? -. Sera sorrise -  Prima ho visto l'agente Jodie che si allontanava insieme a Akai -. - Si in effetti questo ha a che fare con l'organizzazione degli uomini in nero -. - Cosa sta succedendo ? – chiese Sera. - Credo che Ai mi stia nascondendo qualcosa. Io vorrei scoprire al più presto di cosa si tratta -. Sera sorrise - Allora posso aiutarti. Due persone sono meglio di una -. Conan ci pensò un po’ su e poi annuì.  
Poi le spiegò tutto quello che era successo. Sera ascoltò molto incuriosita la storia. Rimase molto colpita dal ragazzo che aveva sparato a Gin. Dopo aver finito il racconto Conan si rese conto che ormai era troppo tardi per seguire Ai. Così tornò in casa invitando Sera a seguirlo per offrirle qualcosa. La ragazza accettò molto volentieri.
Quando fu sicura al 100% che nessuno la seguisse, Ai prese il cellulare e compose il numero di Matt. Attese alcuni minuti prima che il ragazzo rispondesse. Purtroppo non sentì la voce che voleva sentire. La voce del ragazzo che aveva risposto non era quella di Matt bensì del ragazzo con cui abitava. Ai senza esitare attaccò e rimise il telefono in tasca. Si era salvata per un pelo. Riprovò dopo dieci minuti e fortunatamente rispose Matt. - MA SEI MATTO !! POTEVI AVVERTIRMI CHE DIVIDEVI IL CELLULARE CON MELLO – gli urlò contro. - Abbassa la voce -. Ai subito si allarmò - Cosa!? Si trova nella tua stessa stanza ? -.- No, lui adesso si sta riposando in camera sua. Però se alzavi un altro pochino la voce sicuramente si sarebbe accorto che ...-.- Lascia stare. Ho capito. Comunque io ti devo parlare. Ti devo fare tantissime domande. Domani ci possiamo incontrare ? -.- Possiamo incontrarci anche subito, bellezza -. Ai stava per dirgliene quattro quando sentì di nuovo la sua voce
- Matt, con chi stai parlando ?-.- Non sono affari tuoi. Dai esci che ti aspetta una bella giornata oggi – disse Matt alludendo a tutte le ricerche che avrebbe dovuto fare.- Si, hai ragione. Allora ci vediamo, mammina – lo prese in giro Mello. Subito dopo Ai sentì la voce di una porta che si apriva e si chiudeva.  
Matt indicò ad Ai dove sarebbe andato a prenderla. Anche se il posto era vicino Matt le fece fare molte deviazioni per essere sicuri che nessuno la seguisse. Ai scrisse tutte le indicazioni su un foglio e poi chiuse la telefonata. Ritornò nella sua stanza e si buttò sul letto. La prima cosa che si chiese era cosa aveva in mente Matt. Quando aveva attraversato il soggiorno aveva visto la detective che frequentava il liceo di Ran. Il suo nome era Sera. Chissà perché si trovava lì.
Ai aspetto che arrivasse l'ora che le aveva indicato Matt per poter uscire. Appena l'orologio segnò le cinque la ragazza uscì dalla sua stanza, ma appena aprì la porta si ritrovò davanti Conan.
- Ciao Ai. Io e Sera stiamo andando al parco. Vuoi venire con noi – chiese Conan sorridente, fin troppo sorridente. Ai cercò di liquidarlo in fretta - NO. Mi dispiace. Una mia compagna di classe mi ha invitato a casa sua per giocare insieme e ho accettato -.- Chi ti ha invitato ? -.-  Che ti importa ? -.- Stavo solo chiedendo. Non ti scaldare -.Ai superò Conan e salutò sia lui che la detective che aveva osservato tutta la scena in silenzio.
Veloce come un fulmine uscì dalla casa e s'incamminò verso il luogo dell'incontro senza rendersi conto che qualcuno la stava seguendo. Ai prese il foglietto dalla tasca e seguì le indicazioni di Matt. Le indicazioni la portarono vicino al parco di Beika. Naturalmente Sera e Conan la seguirono con la moto della ragazza. Appena videro Ai che aspettava davanti all’entrata del parco spesero la moto e aspettarono che la ragazza facesse qualcosa. Una macchina rossa un po' danneggiata si fermò proprio davanti ad Ai e lei, senza esitare salì. Sera e Conan come due fulmini salirono sulla moto e seguirono la macchina rossa su cui era salita Ai. Purtroppo non erano riusciti a vedere chi c'era all'interno dell'auto, ma se tutto sarebbe andato bene l'avrebbero scoperto più tardi. Intanto nell'auto Matt buttava l’ennesima sigaretta nel posacenere della macchina mentre Ai guardava annoiata fuori dal finestrino. Era strano essere di nuovo in quell'auto, ma non avrebbe dato troppo peso a quella sensazione. Matt fu bloccato dal semaforo rosso, ma lui notando la moto che li stava seguendo da parecchio tempo non partì neanche quando si accese il verde. Qualche attimo prima che scattasse il rosso Matt premette l'acceleratore lasciandosi la moto alle spalle. Dopo pochi minuti la macchina arrivo davanti al palazzo dove abitava Matt. Andò a posare la macchina in un parcheggio sotterraneo e dopo Matt e Ai scesero dalla macchina. Poi raggiunsero l’appartamento dove Matt e Mello convivevano. Appena arrivarono nell'appartamento Ai si accorse che era vuoto.

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Capitolo 4
*** Incontri, rivelazioni e inseguimenti ***


- Non c'è nessuno in casa ? – chiese Ai preoccupata. Chissà che faccia avrebbe fatto Mello se l’avesse vista in quelle condizioni. Matt scosse la testa per rassicurarla. – Mello è uscito per indagare sul caso Kira. Credo che sia andato a fare delle ricerche sulla nuova portavoce. Detto questo Matt accese una sigaretta e la mise tra le labbra mentre faceva sedere Ai vicino al tavolo della cucina, poi si accomodò vicino a lei. – Allora immagino che tu voglia sapere un bel po’ di cose -. –Si. Però prima di farti qualche domanda devo raccontarti una cosa -.
Matt guardò Ai per farle capire che la stava ascoltando - Alcuni mesi fa Gin e i suoi compagni hanno provato a uccidere il detective Kogoro perché pensavano che lui li stesse indagando su di loro. Poi capirono che lui non c'entrava niente in quello che stava succedendo. Intanto però Mello è stato ripreso da alcune telecamere mentre sparava a Gin. All'epoca lui doveva trovarsi a Los Angeles. Mi potresti spiegare come faceva a trovarsi a Tokyo ? E poi perché si è intromesso in quella sparatoria. Era una faccenda tra l’FBI e l’organizzazione in nero -. Matt sorrise divertito. – Che storia avvincente -. – Matt … -.- Credo di aver capito quando è successo. Dopo essere andato a Los Angeles per indagare sul caso Mello si è unito a un gruppo di mafiosi e ha deciso di sfruttare questa situazione a suo vantaggio. Tu sai bene che Mello era pronto a tutto pur di risolvere il caso KIRA. È tornato a Tokyo per programmare dei rapimenti e farsi un'idea sul piano da usare. So che appena mise piede a Tokyo cercò di mettersi in contatto con te e con Akemi però falli. E credo che tu sappia bene il perché -. Ai annuì per poi pregare Matt di continuare il suo racconto
Così cercò di mettersi in contatto con Vermouth poiché non era riuscito a farlo con te. Visto che Mello ero occupato sono andato io all'incontro con Vermouth. Lei mi ha raccontato tutto nei minimi particolari, anche del piccolo detective amico di quel dottore che vive da quell’investigatore e risolve tutti quei casi e fa..-.- Si. Ho capito. Continua -.
Matt rise e poi riprese l’espressione seria sul viso - All'inizio pensavo che fosse uno scherzo, non mi sono mai fidato di Vermouth, ma poi ho capito che non scherzava e che era serissima. Mi ha chiesto di non raccontare nulla dell' APTX-4869 a Mello perché sicuramente tu non avresti voluto che lui si mettesse nei guai al tuo posto.  
Ai rimase sorpresa dalle ultime parole di Matt. Perché una persona crudele come Vermouth si preoccupava cosa pensasse la sua "nemica". Quella era una bella domanda e forse Matt non sapeva neanche rispondere e sarebbe stato inutile chiederglielo, ma valeva la pana provare. In realtà Vermouth si comportava in modo molto strano anche quando era nell'organizzazione. Da come si comportava sembrava che ci fossero due persone nel suo corpo. Ma questa era una cosa praticamente impossibile. - E da quando Vermouth si preoccupa di quello che penso io -.- Infatti non è stata Vermouth, ma Chris. In effetti credo che anche Vermouth avrebbe agito così visto che se Mello avesse scoperto tutto di sicuro sarebbe stato un bell impiccio per l’organizzazione. Mello è un po’ difficile da eliminare rispetto agli altri ostacoli che l’organizzazione si trova davanti -.
Ai cominciò a tremare non appena sentì il nome Chris. Matt sorrise e spense la sigaretta che ormai si era consumata e sotto lo sguardo confuso di Ai ne accese un'altra. La risposta che le aveva dato era piuttosto enigmatica. Fino a prova contraria, Vermouth, la cugina Chris e Sharon Vineyard erano la stessa persona. Ai per tutto quel tempo non era mai riuscita a capire come facesse Vermouth a mantenere la sua bellezza eterna. Mentre Matt fumava la sigaretta vicino alla finestra aperta, Ai cominciò a camminare per la stanza guardando tutti gli oggetti che c'erano in giro. A dire la verità la stanza era quasi del tutto vuota.
C'erano solo un divano e due poltrone rivestite di pelle nera. I tre mobili posizionati a triangolo e al centro era posizionato un tavolino con sopra un computer spento. Una foto posizionata vicino al computer attirò l'attenzione della ragazza. Una vecchia foto di cinque anni prima. Al centro della foto c'era lei. Alla sua destra Akemi mentre alla sua sinistra c'era Chris Vineyard, ma non Vermouth, lei era la cugina. Una ragazza vivace che non stava mai ferma. Adorava prendersi cura del suo aspetto e sapeva essere molto buffa, ma si preoccupava molto per coloro che le stavano intorno. Era una delle migliori amiche di Shiho, ma due anni dopo il loro incontro la ragazza scomparve misteriosamente. Nessuno denunciò la sua scomparsa e di fronte a quello che stava succedendo Shiho non poté fare niente. Nella foto c'erano anche altre ragazze. Rika, una simpatica ragazza dai capelli bianchi e dal sorriso gentile, sempre pronta ad aiutare chiunque. Vicino a lei c'era sua sorella Akako. Akako era l'opposto di Rika. Era un po' viziata, ma simpatica. Era molto bella e faceva cadere tutti i ragazzi del mondo ai suoi piedi. Poi c'erano anche altre sue amiche : Sayu, Saori, Emma, Akiko e Maki. In quel momento una lacrima scivolò solitaria sulla guancia delle ragazza. Non vedeva le sue amiche da molti anni ed era sicura che tutte avessero abbandonato il Giappone per paura che l'organizzazione le uccidesse. Dopotutto erano state sue amiche. Era per questo che la ragazza, quando andò a Los Angeles cercò di non fare più amicizie, facendo eccezione per Mello, che a causa sua si cacciò nei guai. Il fumo che Matt le soffio in faccia la fece tornare alla realtà. – Smettila di fumare! Quante volte te lo devo dire?! -. Ai mise il broncio mentre Matt rimpiangeva il gesto fatto. - Mi dispiace.  Non posso farne a meno – si limitò a dire scrollando le spalle. - E c'era proprio bisogno di far sentire a me questo "buon profumino"-. Matt sorrise dandosi dello stupido. - Erano tre ore che ti chiamavo e tu non mi degnavi neanche di uno sguardo – cercò di difendersi. - Scusami. Ero su un altro pianeta -.- Bello Nettuno -. No, ero su Saturno -.- Ahh, scusa -. Entrambi si misero a ridere.
-  Quindi era per questo che Mello si trovava qui quel giorno. Ma anche tu sei andato a Los Angeles con lui poi ? – chiese Ai cercando di spezzare il silenzio. - No, io sono rimasto qui. Per trovare un modo per aiutare Akemi – rispose Matt come se avesse detto la cosa più normale del mondo. Ai fece cadere la foto che aveva in mano. E ripeté il nome della sorella guardando Matt. Lui rise mentre la ragazza la guardava con uno sguardo omicida perché pensava che l'amico la stesse prendendo in giro. Matt si alzò dal divano spegnendo la sigaretta nel posacenere e si diresse versa la finestra, ma sussultò appena vide la moto del suo amico entrare nel garage del palazzo. 
Matt rise – Hai cinque minuti e trentadue secondi – annunciò poi mentre guardava l’orologio. Ai gli rivolse un sguardo interrogativo. – Devi andartene –. Ai mise le mani sui fianchi – Ah, grazie. Quanto sei ospitale -.- Arriva Mello - .-Addio-. Ai girò i tacchi mentre Matt con la stessa tranquillità con cui aveva accolto Ai la mandava via.
La ragazza invece era tutt'altro che tranquilla e raccoglieva le sue cose con la velocità di una setta. Si infilò le scarpe e salutò Matt che come un animale che andava in letargo si sdraiava sul divano.
Veloce come un fulmine Ai aprì la porta e si precipitò alle scale. Per evitare di incrociare Mello Ai salì prima al piano di sopra e con sua grande sorpresa Mello ignorò completamente la porta di casa sua e andò al piano di sopra. Ai non appena lo vide salì ancora più sopra e Mello dietro di lei. L’ansia in Ai cresceva sempre di più. Non osava voltarsi per vedere in faccia Mello cosa gli avrebbe detto se l’avesse riconosciuta. All’improvviso i passi dietro Ai cessarono e anche lei si bloccò per girarsi, ma questo la tradì. Mello busso al campanello di una delle porte che si trovavano due piani sopra la sua. “Non può aver sbagliato piano” pensò Ai. Mello si girò guardando nella direzione di Ai non appena si accorse che due occhi erano puntati sopra di lui. Mello ebbe il tempo di esclamare “Ma cosa?!” che subito Ai scappo di sopra non avendo altra scelta. Mello si precipitò dietro di lei e l’unica cosa a cui Ai riusciva a pensare era “Ecco, ora se ne accorto”.
Salì le rampe delle scale  sperando che quel palazzo fosse infinito che arrivasse fino al cielo. Poi un pensiero le balenò in testa perché stava scappando. Mello voleva stare con lei. La voleva aiutare. Ai stava per rallentare, ma subito dopo andò più veloce di prima. Finirà nei guai per colpa mia. Continuò a ripetersi finché non trovò l’ascensore aperto proprio davanti a lei. Ci si fiondò dentro e premette il tasto per scendere al piano terra. Vide poi Mello che si fiondava nell’ascensore.
Le porte si chiusero davanti a lui e Ai lo sentì dare un pugno alle porte dell’ascensore mentre continuava a ripetere “Maledizione”. Ai era quasi sull’orlo delle lacrime, ma si trattenne. Non volevo far correre ulteriori rischi a Mello. Tanto lui non aveva bisogno del suo aiuto per mettersi nei guai. Lo faceva benissimo da solo. Infondo non c'era da stupirsi con il carattere impulsivo e poco amichevole che aveva. Ai usci dall’ascensore e lascio il palazzo. Probabilmente non ci sarebbe tornata per un bel po’.
Intanto Sera e Conan avevano perso le tracce di Ai, ma erano riusciti a capire dove si era fermata la macchina rossa chiedendo a dei passanti. Avevano raggiunto il palazzo dove era stata avvistata e stavano aspettando proprio sotto al palazzo. Aspettarono un bel po' e credendo di aver sbagliato stavano per allontanarsi. Ai uscì dal palazzo proprio quando i due stavano per allontanarsi, ma appena la videro le corsero incontro mentre lei li guardava poco sorpresa e probabilmente poco contenta di vederli. - Ai che ci fai qui ? -.- Te lo detto. Ero andata a passare la notte a casa di una mia amica.  Ma abbiamo disdetto all’ultimo momento perché c’è stato un problema a casa sua. Le ho detto di stare tranquilla. Stavo proprio per chiamare il Dottor Agasa per avvertirlo che stavo tornando -. Conan non parlò e si limito a guardala sospettoso. Mentre Ai s'incamminava, Sera e Conan si guardavano confusi. Possibile che stesse dicendo la verità ? I due detective avevano dei dubbi e quindi decisero di continuare a tenere d'occhio Ai senza che lei se ne accorgesse.
La sera tornarono a casa e mangiarono la cena preparata da Dottor Agasa. Conan dormì a casa dell’amico. Durante la notte fu disturbato da uno strano rumore. Appena aprì gli occhi notò che la porta che portava nel laboratorio di Ai era aperta e che il letto della ragazza era vuoto. Senza pensarci su due volte Conan scese al piano di sotto e sbirciò nella stanza vedendo Ai che parlava a telefono. -  Si, esatto. Le vacanze sono iniziate proprio oggi. Si. Per me va bene. Mi piacerebbe rivederti, Akemi -. Conan sussultò credendo che Ai avesse ricominciato a chiamare a casa di sua sorella perché si sentiva sola. Ma allora a quali domande stava rispondendo se non c'era nessuno dall'altra parte della cornetta.
All'inizio pensò di staccare di nuovo la spina del telefono, ma poi decise di origliare ancora un po' per scoprire se stava parlando da sola o se c'era davvero qualcuno dall'altra parte del telefono, cosa molto improbabile visto che sua sorella era morta. – Davvero. È fantastico. Come diavolo ha fatto. Ok, allora ci vediamo domani alla stazione di Beika. Farò attenzione. Ciao -. Ai rimise il telefono a posto sorridendo felice. - Forse adesso le cose si sistemeranno – disse dirigendosi verso la porta.
Conan non capì molto la frase, sapeva solo che il comportamento di Ai era molto, troppo, sospetto e che doveva tenerla d'occhio. La paura degli uomini in nero l'avrebbe portata a fare delle scelte sbagliate e non potevano rischiare così tanto. Tornò nel letto e aspetto che Ai tornasse. Dopo pochi minuti sentì Ai che si rimetteva nel letto. Poi sentì dirle delle cose a bassa voce e fece fatica a capirle - Noi due resteremo insieme per sempre, vero, M ? -.
Poi dopo aver sorriso si mise in silenzio. Conan si chiese molte volte cose stesse combinando Ai, ma era molto difficile capirlo. La mattina dopo al risveglio sentì una voce familiare che gli urlava nelle orecchie -  Ehi marmocchio, sveglia, non sono venuto fin qui per vederti dormire -. Conan saltò fuori dal suo letto e cercò di vedere chi aveva provocato quel suo brusco risveglio



Lei è Rika








Lei è Chris






Lei è Akako ( anche se già la conosciamo )





Lei è Sayu ( personaggio di Death note )




Lei è Maki 


Lei è Saori



 Lei è Emma


Lei è Akiko
 

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Capitolo 5
*** Il trio di detective ***


Conan, con la lentezza di una lumaca addormentata aprì gli occhi ritrovandosi davanti il viso amichevole dell'amico di Osaka. 
HEIJI : Finalmente. Sei sveglio. Stavo per chiamare un ambulanza credendo fossi morto. 
Conan rise nervosamente cercando di trattenere la voglia di urlare qualcosa all'amico. Heiji intanto continuava a sospirare aspettando che Shinichi si alzasse dal letto. Il bambino lanciò un occhiata veloce al letto di Ai notando che era vuoto. Il ragazzo, ancora mezzo addormentato, si alzò e infilò le pantofole ai piedi. Dopo aver fatto un lungo sbadiglio salutò l'amico. Insieme si recarono in cucina dove li attendevano Kazuha e Ran. Le due ragazze appena videro Conan entrare gli sorrisero 
RAN : Conan, finalmente sei sveglio. Forza siediti vicino a noi. Ti ho preparato la colazione insieme al Dottor Agasa. 
Conan fece come gli aveva detto Ran e mettendosi comodo su una delle sedie, mangiò la colazione preparata dall'amica. Dopo aver mangiato andò a vestirsi nel bagno. Una domanda iniziò a ronzargli nella testa : Dove era finita Ai ? Da quando si era svegliato non l'aveva proprio vista. Ai non era un tipo che usciva di casa così spesso. Stava succedendo qualcosa di molto strano in quei giorni e questa volta doveva scoprire di cosa si trattava. L'unico che poteva sapere dove si trovava Ai era il Dottor Agasa a cui poi decise di fare la domanda. Al posto del Dottor Agasa poi rispose Kazuha che aveva visto Ai uscire quando era arrivata
CONAN : Dov è Ai ?
Kazuha sorrise a Conan rispondendo alla sua domanda anche se le sembrava strano che lui non sapesse dove fosse 
KAZUHA : È uscita.
Heiji continuò la risposta dell'amica avvicinandosi al tavolo e sedendosi sulla sedia vicino all'amico
HEIJI : L'abbiamo vista mentre usciva proprio dieci minuti fa. Sembrava che avesse fretta. Ha detto che ti aveva già avvertito. 
Ran si alzò dalla sedia e si affacciò alla finestra. Proprio allora sussultò attirando l'attenzione dei due detective.
CONAN : C'è qualcosa che non va ? 
Ran indicò un punto fuori dalla finestra 
RAN : Quella non è Ai ? Si, è proprio lei. Ora la chiamo. 
Però Heiji la fermò mettendole una mano sulla spalla e dicendole che doveva aspettare. Si affacciò anche lui seguendo il dito della ragazza riuscì a vedere Ai. La bambina stringeva una busta tra le braccia e si guardava intorno preoccupata come per assicurarsi che nessuno la stesse seguendo. Heiji trovò molto strano il suo comportamento. 
HEIJI : Conan ti va di andare a fare una passeggiata ? 
Conan guardò Heiji che poi gli fece un occhiolino per fargli capire perché voleva portarlo a fare una passeggiata. Conan annuì per accettare e poi andò nel bagno e si cambiò in tempo record. Dopo aver preso le ultime cose raggiunse Heiji che intanto lo stava aspettando in sella alla sua moto. Uscendo dal palazzo salutò le due ragazze che si preparavano per andare a fare shopping insieme in un centro commerciale. Heiji partì e mentre guidava cercava con lo sguardo la ragazza. Stessa cosa fece Conan. Per un po' girarono in tondo senza risultati, poi però, quando stavano per arrendersi riuscirono a vedere Ai seduta su una delle panchine vicino all'entrata del parco di Beika. Lo stesso dove il padre della sua amica era andato a prenderla, o almeno così le aveva detto lei. Heiji fermò la moto vicino a marciapiede e i due scesero levandosi i caschi e rimettendoli a posto. Ai era seduta sulla panchina con un'aria triste, guardava una fotografia che aveva in mano, ma da quella distanza era impossibile vedere cosa ritraeva. I due detective le corsero incontro e lei, appena li vide rimise in tasca la preziosa foto. Conan la chiamò guardandola arrabbiato.
CONAN : Si può sapere perché scappi così ? Potevi avvertirmi che uscivi.
Ai lo guardò ancora più arrabbiata di lui. 
AI : Perché? Sei la mia guardia del corpo? 
CONAN : No, ma negli ultimi giorni ti stai comportando in modo un po' strano. 
La ragazza sospirò come per dire che non capiva di cosa stava parlando. Conan cercò di farle capire il suo comportamento misterioso, ma lei negò tutto dicendo che erano sue impressioni e paure. Conan capì che non sarebbe mai riuscito ad avere la meglio così si limito a dirle di stare attenta e di raccontargli se fosse successo qualcosa che riguardava l'organizzazione. 
AI : Ora torno a casa. 
CONAN : Non stavi aspettando nessuno ? 
Ai lo guardò con sguardo assassino e poi si ricompose 
AI : Chi dovrei aspettare ?! 
CONAN : Nessuno. Dimentica quello che ho detto.
Ai si allontanò e i due detective si accomodarono sulla stessa panchina dove prima stava seduta Ai. 
HEIJI : Mi sono perso qualcosa ? 
CONAN : Si, ma non posso raccontartelo qua. Che ne dici di andare all'agenzia investigativa. 
HEIJI : Allora sbrighiamoci. 
Heiji e Conan si recarono nel posto dove avevano lasciato la moto e si recarono all'agenzia investigativa. Quel giorno era vuota perché Kogoro sarebbe rimasto fuori tutto il giorno per risolve un caso. Appena entrarono Conan si assicurò che nessuno li stesse seguendo e poi chiuse la porta. Heiji intanto già si era seduto su uno dei due divanetti che c'erano nella stanza. Conan si accomodò sull'altro e iniziò il suo racconto.
CONAN : Il giorno in cui finì la scuola venne a trovarmi l'agente Jodie del FBI. Mi portò una registrazione di un giorno in cui provarono a uccidere Kogoro perché trovarono uno dei miei microfoni e pensarono che appartenesse a lui. Credendo che stesse nascondendo Sherry provarono a ucciderlo, ma poi non ci riuscirono perché capirono che lui non c'entrava niente. Un altro agente sparò sul microfono per non farlo analizzare e poi sparò altri tre colpi su Gin. Però dalle registrazioni di una telecamera si vede un individuo che spara a Gin altri due proiettili. Dalle rigistrazioni non si capisce molto visto che aveva coperto ogni centimetro del corpo. L'unica cosa che sono riuscito a capire è la religione. Probabilmente è cristiano 
HEIJI : Puoi descrivermi come era vestito ?
Conan sorrise furbamente mentre Heiji lo fissava confuso aspettando una risposta 
CONAN : Vedo che ti interessa.
HEIJI : SI, la questione inizia a fersi interessante e se il re dei detective vuole rispondere gli sarei grato
Conan si ricompose e rispose alla domanda dell'amico 
CONAN : In testa portava un casco, poi era coperto da una tuta da motociclista, dei guanti neri, dei pantaloni di pelle neri e degli stivali. Le immagini erano molto chiare quindi è stato possibile vedere il rosario che portava al collo. 
Proprio in quel momento entrarono nell'agenzia Ran e Kazuha che erano riuscite a santire la descrizione di Conan. I due ragazzi appena le videro si alzarono in piedi capendo che avevano sentito qualcosa. Kazuha intanto li guardava sorpresa. Conan e Heiji credendo che le ragazze avessero sentito tutto iniziarono a parlare a vambera cercando una scusa, però Kazuha seppe stupirli. Proprio mentre Kazuha iniziava a parlare il cellulare di Conan squillò. Il ragazzo lo prese dalla tasca e mentre rispondeva Kazuha parlò
KAZUHA : Allora l'avete visto anche voi. 
Conan e Heiji guardarono increduli Kazuha mentre la ragazza li guardava confusa. Ran si mise in mezzo cercando di capire se Kazuha aveva detto qualcosa di sbagliato. Intanto Conan iniziò a parlare a telefono con Jodie che gli chiedeva se si potevano incontrare. Conan la invitò a casa del Dottor Agasa e lei accettò. Conan le disse di ritardare un po' perché aveva un impegno. Anche questa volta Jodie accettò dicendo che avrebbe ritardato di un'ora. Dopo averla ringraziata Conan chiuse la telefonata e rimise il telefono in tasca concentrandosi sulle due ragazze. Avevano sentito solo la descrizione per sua fortuna. Heiji e Conan si guardarono e poi aspettarono che Ran parlasse 
RAN : Prima abbiamo visto l'uomo che avete visto anche voi. Abbiamo sentito la descrizione. Casco, tuta da motociclista e guanti neri, pantaloni di pelle neri e poi gli stivali. 
CONAN : Quando l'avete visto ?
KAZUHA : Mezz'ora fa. Prima di andare al centrocommercile siamo andate a fare una passeggiata e lo abbiamo visto. Era un motociclista identico alla vostra descrizione, ma voi non stavate parlando di questo ?
HEIJI : Dove l'avete visto ?
Kazuha e Ran si stupirono di tutte quelle domande, ma comunque risposero. Avevano paura che quello che avevano visto fosse qualche criminale di un caso a cui lavorava Heiji.
RAN : All'incrocio vicino al parco di Beika. Era alla guida di una moto.
Heiji e Conan si scambiarono alcune occhiate e poi continuarono a fare le domande alle due ragazze che continuavano a non capirci niente 
HEIJI : Percaso vi ricordate il modello della moto ?
KAZUHA : Aspettate un momento. Potete dirci perché ci fate tutte queste domande ? Comunque no. Non sappiamo che modello era. Comunque era nera.
Heiji e Conan uscirono di corsa dall'ufficio scontrandosi con Sera che aveva sentito tutta la loro conversazione. 
CONAN : Scusa 
SERA : No, non fa niente. Tu stai bene ?
CONAN : Si, ma tu che ci fai qua ? 
SERA : Poi ti spiego. 
Sera tagliò corto perché dopo poco i ragazzi furono raggiunti da Kazuha e da Ran 
RAN : Ehi, perché siete fuggiti così ? Sera che ci fai qui ?
Sera sospirò divertita. Era strano ricevere la stessa domanda nel giro di un minuto. Rispose che era andata all'agenzia per salutarle. Sera si presentò a Kazuha e le due riuscirono a legare subito. Dopo pochi minuti Sera disse che doveva andare e così Conan e Heiji dissero che la accompagnavano e che poi sarebbero andati a fare un giro per poi tornare la sera. 
RAN : Ok, allora vi aspetto per cena. Io e Kazuha adesso andiamo al centrocommerciale. Eravamo tornate solo per riprendere il portafogli che avevo dimenticato.
CONAN : Allora ci vediamo dopo. Ciao
Detto questo i tre detective si recarono a casa del Dottor Agasa che appena li vide si sorprese. Sera disse che doveva parlare con Conan di cose che riguardavano quello che le aveva raccontato. Il Dottor Agasa la fece accomodare nel soggiorno insieme a Conan ed Heiji e poi portò qualcosa da offrire agli ospiti. 
CONAN : Dottor Agasa, Ai non è ancora tornata ?
Agasa tornò con un vassoio con dei bicchieri d'acqua e qualche cioccolatino e lo poggiò sul tavolo.
AGASA ; No, mi ha detto che era il compleanno di un'amica e che sarebbe tornata stasera. 
Detto questo Agasa tornò nel laboratorio per continuare la sua ultima creazione mentre i tre detective restarono nel soggiorno a discutere degli ultimi avvenimenti 
CONAN : Allora Sera, di cosa mi volevi parlare ?
SERA : Ho visto anche io quell'uomo sulla moto e credo proprio che sia quello che cerchiamo noi. 
CONAN : Perché ?
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Ai camminava senza una meta per le strade affollate di Tokyo. Cercava un posto tranquillo dove poter scappare dalle sue paure. Un posto che l'avrebbe tenuta distratta da tutti quegli assurdi avvenimenti. Teneva la foto che le aveva regalato Matt stretta fra le mani. Per lei era il regalo più bello che potesse mai ricevere. Dopo un paio di minuti arrivò al parco dove lei andava sempre insieme alle amiche. Fino all'età di tredici anni lei aveva vissto come una normale ragazzina che stava con le sue amiche e che pensava a divertirsi. Quelle ragazze nella foto erano le sue uniche amiche. Quando arrivò si accomodò su una delle panchine e chiuse gli occhi ripensando ai giorni in cui era una ragazza normale. Fino all'età di quindici anni aveva vissuto come una normale ragazzina. A sedici anni aveva iniziato a lavorare con l'organizzazione e nel tempo libero stava con le amiche, ma poi per qualche strana ragione l'organizzazione aveva cominciato a farle perdere i contatti con le sue amiche e avevano persino provato ad ucciderle tutte. Però qualcosa li ha fermati. Shiho non sapeva bene cosa fosse o chi, ma avrebbe tanto voluto saperlo. Senza rendersene conto gli occhi si fecero pesanti e lei chiudendoli si addormentò con la foto ancora stretta in mano  
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La porta di casa Miyano si aprì mentre la bambina dai capelli castani usciva da casa. La sorella la salutò solare dicendole di stare attenta. La ragazza la rassicurò e poi chiuse la porta. I loro genitori lavoravano tutto il giorno e tornavano a casa la sera tardi. Per tutta la giornata la piccola Shiho e Akemi restavana da sole per tutta la giornata. All'inizio era difficile da accettare il fatto che non potessero passare più tempo con i loro genitori, ma poi ci avevano fatto l'abitudine.La ragazza si diresse verso il parco dova andava sempre a passaggiare, ma ad un certo punto senti una voce dietro di lei che le urlava qualcosa 
XXXX : SPOSTATI!!!!!!!! SPOSTATI!!!!!!
Non ebbe il tempo di girarsi che una bambina più o meno della sua stessa età correre nella sua direzione. Nel giro di un secondo la bambina andò a sbattere contro Shiho e le due bambine si ritrovarono a terra. La piccola sconosciuta si alzò e prendendo per mano Shiho la portò con sè in un vicolo buio dove restarono nascoste 
SHIHO : Chi sei ? 

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Capitolo 6
*** Il nome del motociclista ***


SHIHO : Chi sei ?
La bambina le mise una mano davanti alla bocca dicendole di fare silenzio. Shiho obbedì e restarono nascoste lì per un bel po' di tempo. Shiho chiese alla bambina da chi si stesse nascondendo e lei indicò una donna tra la folla. Shiho la riconobbe subito. Era Sharon Vineyard. 
BAMBINA : Lei è la sorella di mia madre. Poiché mia madre è morta lei si prende cura di me, ma non aiuta molto. Adesso sono scappata perché voglio trovarmi una nuova casa. 
Shiho spalancò gli occhi sorpresa
SHIHO : Sai che questo non lo puoi fare ? 
BAMBINA : Certo che posso. Comunque io mi chiamo Chris. Tu ? 
SHIHO : Io mi chiamo Shiho e comunque ...
Chris le mise una mano davanti alla bocca e le disse di fare silenzio. Infatti, Sharon era ancora nelle vicinanze e voleva evitare che vedesse lei e la sua nuova amica che si nascondevano. Sicuramente sarebbero finite nei guai tutte e due. Dopo dei minuti Sharon andò aventi e Chris poté tirare un sospiro di sollievo. Shiho finalmente riuscì a togliersi la mano di Chris dalla bocca. La stava letteralmente soffocando. 
CHRIS : Scusa. Non volevo farti male. 
SHIHO : E ora dove pensi di andare
CHRIS : Dovrò solo cercarmi una nuova casa 
Shiho trovò che Chris era un po' troppo sicura di sé. Mentre Shiho si rialzava Chris decise di vedere quanto fosse coraggiosa la sua nuova amica. Faceva fare una specie di prova a tutti i bambini che cercavano di avvicinarsi a lei. Raggiunse Shiho che intanto era già uscita dal vicolo e la chiamò
CHRIS : Ehi, Shiho, fermati 
La bambina si girò, un po' infastidita, e le chiese cosa voleva 
CHRIS : Che ne dici di giocare un po' con me ? 
SHIHO : Giocare ? Mi dispiace, ma io passo
CHRIS : Ti farò fare una prova di coraggio 
Shiho si fermò e incuriosita guardò la bambina che le correva dietro. 
SHIHO : Che genere di prova ? 
CHRIS : non lo so. Le invento sempre sul momento 
Shiho sospirò e si disse che non aveva nulla da fare. Valeva la pena accettare 
SHIHO : E va bene. Sentiamo. Cosa dovrei fare ? 
Chris si mise a riflettere cercando di inventarsi una prova, ma non gliene veniva in mente nessuna. Quando alzò lo sguardo da terra si illuminò. Indicò un palazzo davanti a sé. 
CHRIS : Dovrai salire sul tetto di quell'edificio 
Shiho guardò scocciata Chris 
SHIHO : E cosa c'è di tanto coraggioso in questo. Usare l'ascensore è una cosa tanto pericolosa?
CHRIS : Non è il tragitto che fa paura, ma quello che troverai alla fine. Si dice che ci sia un fantasma 
Sentendo quella parola Shiho iniziò a preoccuparsi
SHIHO : Accetto.Potresti spiegarti meglio.
Chris iniziò ad incamminarsi verso il palazzo e Shiho la seguì. 
CHRIS : Ho sentito che sulla cima di quel grattacielo ci sia una bambina più o menio della nostra stessa età. Tutte le persone che sono salite su quel grattacielo l'hanno vista e hanno detto che la piccola si era buttata giù, ma non c'erano tracce del corpo della bambina o di qualcuno che era caduto. Il giorno dopo il primo avvistamento, alla stessa ora un gruppo di bambini curiosi salì sul grattacielo e così videro anche loro la bambina che poco dopo si buttò giù, ma successe la stessa cosa del giorno prima. Questo si ripetè altre due volte e poi la gente evitò di salire sul grattacielo. Forse aveva paura di quella bambina forse perché si dice che sia un fantasma
SHIHO : Wow, ci sono ancora persone che credono ai fantasmi. 
CHRIS : Perché non andiamo a controllare ?
SHIHO : D'accordo
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CONAN : Cosa ti fa credere che quell'uomo che hanno visto Ran e Kazuha sia quello che cerchiamo noi ? 
Sera bevve l'acqua portata da Dottor Agasa e poi rispose al ragazzo 
SERA : Prima mentre guidavo ho visto quel motociclista vicino all'incrocio di Beika. Io ero tre macchine dietro di lui e sono riuscita a vedere anche Ran e Kazuha, per questo sono sicura che io e le ragazze stiamo parlando dello stesso individuo. Lo seguito e ho notato che mentre guidava lanciava occhiate alla sua sinistra. Ho guardato cosa c'era e ho visto Ai sul marciapiede che camminava tenendo gli occhi fissi su una fotografia. 
HEIJI : E poi che è successo ?
Sera sospirò e un'espressione delusa le spuntò sulla faccia. 
SERA : Non so come sia successo, ma si è accorto di me ed è scappato anche se il semaforo era ancora rosso. Io sono rimasta ferma perché c'erano le macchine che mi bloccavano e così lo perso di vista. Mi dispiace 
CONAN : Almeno adesso sappiamo che si trova qui a Tokyo
Restarono per un po' in silenzio cercando un modo per trovare il motociclista, ma a nessuno venne in mente niente. Il silenzio fu rotto da Sera che si ricordò cosa era successo prima che lui si accorgesse della detective 
SERA : Mi ricordo che mentre stavamo aspettando al semaforo un ragazzo si è avvicinato chiamandolo "Mel"
Haiji la guardò la guardo stupita 
HEIJI : "Mel" ?!
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Ai dormiva tranquilla su una panchina. Quella notte non aveva dormito bene e aveva bisogno di riposarsi un po'. Una figura femminile si avvicinò alla piccola ridendo 
XXXX : Il mondo è piccolo Sherry 
La donna prese in braccio la ragazza cercando di non svegliarla e la portò via 
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CONAN : Mel non sembra un nome.
HEIJI : Anche io la penso così. Forse è un soprannome, visto che forse si conoscevano quei due usavano dei soprannomi.
CONAN : Sera, che aspetto aveva il ragazzo che si è avvicinato. 
Sera si sforzò di ricordare ogni minimo particolare di quel ragazzo
SERA : Aveva i capelli rossi, gli occhi coperti da un paio di occhiali arancioni da pilota....
Conan sussultò e continuò la descrizione
CONAN : Una maglietta a righe bianche e rosse e dei pantaloni un po' larghi. Fumava una sigaretta ?
Sera guardo il bambino sorpresa e poi annuì e gli chiese se lo conosceva. Allora Conan le raccontò quello che era successo al ristorante, il luogo dove avevano incontrato quel ragazzo. Quando finì il raccontò il telefono squillò. Era l'agente Sato che li aveva chiamati per invitarli all'interrogatorio che riguarava il Mistery Train. L'interrogatorio si sarebbe svolto alle tre, cioè un'ora dopo. Anche Sera sarebbe andata visto che anche lei era coinvolta. I tre detective si diedero appuntamento per il giorno dopo alla stessa ora. Heiji e Sera restarono a pranzo dal Dottor Agasa. Dopo il pasto Heiji tornò all'agenzia del Detective Kogoro, il posto dove lui e Kazuha avrebbero dormito per tutta l'estate. Alle tre meno cinque Sera, i Detective Boys e il Dottor Agasa arrivarono davanti alla centrale della polizia e trovarono l'agente Sato ad aspettarli. Appena entrarono nella sala degli interrogatori Sato e Takagi iniziarono le domande. Conan e Sera però erano molto assenti e quindi furono richiamati parecchie volte 
SATO : Si può sapere cosa avete oggi. 
CONAN : Ci scusi, c'è una cosa che non riusciamo a capire e non riusciamo a trovare una soluzione. 
SATO : Di cosa si tratta. Forse possiamo aiutarvi
CONAN : Stiamo cercando di capire il nome di una persona partendo dal soprannome.
SATO : E quale sarebbe il soprannome ?
CONAN : "Mel"
L'agente Sato ci pensò un po' su, ma poi scosse la testa rassegnata dicendo che quel nome non gli diceva niente. Invece Takagi si illuminò 
TAKAGI : Davvero quel soprannome non ti dice niente ?
SATO : Perché? Cosa dovrebbe dirmi ?
TAKAGI : Prova a ricordare. Capelli biondi a caschetto e occhi azzurri 
SATO : ....
TAKAGI : E va bene, ti do un altro indizio : Cioccolata
A quella parola Sato sussultò come se si fosse ricordata improvvisamente di una cosa molto inportante 
SATO : Ora ho capito di chi stai parlando. 
SERA : Conoscete il nome ?
SATO : Forse il nome che state cercando è Mello 




 

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Capitolo 7
*** Vecchi ricordi tornano a galla ***


Shiho e la piccola Chris salirono con l'ascensore. Appena entrarono Shiho si ricordò che lei conosceva bene la donna che stava cercando Chris che era scappata. Mentre Chris premeva il pulsante dell'ultimo piano, Shiho cercava di ricordarsi il nome della figlia di quella donna. Se lo ricordò subito e dei dubbi gli salirono in testa 
SHIHO : Chris, ma tu sei stata adottata da Sharon
CHRIS : Si, perché me lo chiedi ?
SHIHO : Ricordo che Sharon Vineyard, la persona che ti stava inseguendo aveva una figlia che si chiamava proprio come te. Se sei tu, mi dici perché hai detto che sei stata adottata ?
CHRIS : No, ti stai sbagliando. La Chris di cui ha parlato Sharon in quell'intervista che ,probabilmente, hai visto è stata uccisa, ed proprio per questo che Sharon dopo la morte di mia madre ha deciso di adottarmi. La Chris Vineyard che era morta aveva 12 anni quando è morta. 
Shiho si stupì del fatto che nessuno avesse detto che la figlia di Sharon Vineyard era stata uccisa. Di solito quando moriva la figlia di un pezzo importante succedeva il finomondo. Invece nessuno aveva saputo della morte di Chris Vineyard. 
SHIHO : Mi dispiace.
CHRIS : No. Non vale la pena dispiacersi. 
Shiho assunse un espressione interrogativa mentre sul volto della piccola Chris appariva un'espressione furiosa. Strinse le mani in due pugni e gli occhi diventarono lucidi. Asciugò subito le lacrime che avevano iniziato a scendere. Non le piaceva piangere, soprattutto se era in compagnia. Sapeva benissimo che a molte persone faceva del male se si vedeva piangere. Alcuni soffrono se vedono una persona soffrire. Almeno questo era quello che pensava lei delle persone che avevano un cuore. La campanella dell'ascensore fece distrarre le bambine dai loro pensieri. Erano arrivate a destinazione. Uscirono dalla grande scatola e andarono vicino alle scale che portavano al tetto dell'edificio. Dei bambini scesero spaventati dimenticandosi la porta aperta. 
CHRIS : Ehi, che sta succedendo ?
BAMBINI : C'è un fantasma!! SCAPPIAMO !!
Chris e Shiho restarono ferme mentre guardavano i bambini che se la davano a gambe. All'improvviso Shiho si mise a ridere 
SHIHO : Fifoni 
Le due bambine risero e tenendosi per mano salirono le scale. Uscirono all'esterno e videro una strana figura. Era circondata da una luce e guardava il cielo
SHIHO : Chi sei ?
Niente. La figura non rispose. Shiho non riusciva a vederla in faccia, ma si accorse che la luce stava diminuendo.
SHIHO : CHI SEI ?
La figura si voltò e rispose alla domanda
XXX : Piacere. Io mi chiamo .............
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Ai aprì gli occhi alzandosi dal letto spaventata. Aveva fatto un sogno. No, non era un sogno. Era un ricordo della sua infanzia. Il modo in cui aveva conosciuto Chris. Avevano affrontato insieme il fantasma che poi alla fine era ... In quel momento Ai si stupì. Non riusciva più a ricordare chi era il fantasma. Si sforzò in tutti i modi, ma non riuscì a ricordarlo. I suoi ricordi si fermarono all'attimo in cui il fantasma era di spalle la luce che lo illuminava si dileguava. Poi zero. Non ricordava niente. Ma poi si accorse che quello era l'ultimo dei suoi problemi in quel momento. Si ricordò che lei si era addormentata sulla panchina del parco e ora si trovava su un letto. Le lenzuola erano rosse, un rosso molto vicino al colore del sangue. Le pareti dello stesso colore e anche il tappeto. Però anche se lo scenario era spaventoso, lei si sentiva al sicuro. Aveva l'impressione di essere già stata in quella casa. Anzi forse era una villa visto il grande giardino che si poteva ammirare dalla finestra. 
AI : Ma dove sono ?
Come risposta alla sua domanda la porta si aprì. La bambina provò a muoversi, ma rimase paralizzata. Non riusciva nemmeno a muovere un singolo muscolo del suo corpo anche se lei cercava di muoversi. Anche quell'incantesimo le era familiare. Si, era sotto l'effetto di un incantesimo. C'era una ragazza che lei conosceva bene e che adorava spaventarla usando quell'incantesimo per non farla muovere. Ma anche se la conosceva non riusciva a ricordare chi. In quei giorni aveva parecchi vuoti di memoria
XXXX : Davvero non ti ricordi di me ? eppure siamo venute tante volte qui. A giocare insieme, cara Sherry
La voce di Vermouth spaventò molto la bambina, ma appena si girò e vide chi aveva parlato le venne un infarto. Come aveva fatto a dimenticarsene ? 
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SATO : Forse il nome che state cercando è Mello 
I due detective ripeterono il nome con aria interrogativa. 
SERA : Che razza di nome è Mello ?!
Sato sorrise e Takagi ricambiò
SATO : Infatti non è un nome, ma un soprannome, che serve a noscondere il suo vero nome.
CONAN : Nascondere il suo vero nome ?
Sato annuì mentre Sera e Conan si scambiavano alcuni sguardi incerti. 
CONAN : E il ragazzo che ha descritto Takagi usava questo soprannome per nascondere il suo vero nome. Voi lo conoscete ? Sapete perché voleva nascondere il suo vero nome ?
All'improvviso una voce nell'autoparlante parlò. Era l'ispettore Megure.
MEGURE : Lo sapete che non potete parlarne con nessuno. Mi dipiace, Conan, ma non possimo dirvi altro. Se proprio vi servono queste informazioni, chiedete al padre di Shinichi. Sato, Takagi riprendete l'interrogatorio.
Conan e Sera fissarono interdetti l'autoparlante mentre Takagi e Sato si scusavano per aver rivelato delle informazioni che dovevano restare segrete. Sato e Takagi ricominciarono le domande dell'interrogatorio. Dopo un'ora la tortura finì e i detective Boys, con Sera e con il Dottor Agasa tornarono a casa. Il resto del pomeriggio Conan lo passò a giocare can i suoi amici ai quiz del Dottor Agasa e ogni tanto si interessava anche Sera che sarebbe rimasta a dormire a casa del Dottor Agasa. Il pigiama glielo avrebbe prestato Ran così non sarebbe tornata di nuovo a casa a prenderlo. Verso le otto dopo aver cenato i Detective Boys tornarono alle loro rispettive case. Quella sera Ai non tornò a casa. Conan e Sera stavano per uscire a cercarla, ma proprio in quel momento aveva chiamato dicendo che sarebbe rimasta a dormire da una sua amica che aveva conosciuto a scuola prima delle vacanze. Non ci fu modo per farla tornare a casa. Shinichi così si limitò a dirle di fare attenzione.
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AI : Il fantasma ?
La ragazza che le era comparsa davanti assunse un'espressione interrogativa, ma poi ricordandosi del passato si mise a ridere legando i lunghi capelli bianchi e insieme a lei anche Ai rise. L'unica rimasta seria era l'altra ragazza affianco a lei che scosse la testa facendo muovere i capelli rossi. Le due ragazze si avvicinarono ad Ai abbracciandola 
AI : Ciao Primula, Akako. 
Ai ricambiò affettuosamente l'abbraccio delle sue amiche. 
AI : Mi avete spaventata. Ma dove siamo ?
PRIMULA : A casa nostra. Ti piace ?
Ai sorrise imbarazzata dicendo che aveva un'aria un po' spettrale. Primula disse che aveva ragione visto che quella era la stanza di Akako e non c'era da stupirsi se l'aveva decorata in quel modo. Dopotutto Akako rimaneva una strega. Portarono Ai nel soggiorno e le raccontarono tutto. Dopo la divisione del gruppo le due sorelle Akako e Primula si erano trasferite negli Stati Uniti e dopo essere tornate in Giappone avevano saputo che Akemi era stata uccisa e così visto che erano le uniche a conoscerla si fecero consegnare il suo corpo dalla polizia e la fecero seppellire. In quel momento nella cucina entrò Matt che fermò il racconto
MATT : E poi queste due furbette iniziarono a cercarti, giusto ?
Le due ragazze annuirono non molto convinte e offrirono da bere ad Ai.
AI : Tu che ci fai qui ?
MATT : Qui è l'unico posto tranquillo in cui possiamo evitare di essere disturbati 
AI : In effetti hai ragione.
Matt invitò Ai a sedersi nel soggiorno mentre Akako e Primula restavano in cucina. Dopo essersi accomodati sui divani ripresero il discorso che avevano lasciato in sospeso. 
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CONAN : Domani chiamerò mio padre per chiedergli informazioni su questo individuo 
Conan cercò di rompere il silenzio che si era creato. Indicò il letto di Ai.
CONAN : Userai tu il letto di Ai 
SERA : OK. Grazie mille.
Conan sorrise e iniziò a ripensare a tutti gli avvenimenti di quei giorni. Il comportamento di Ai era fin troppo strano. Era come se stesse cercando di nascondere qualcosa e lui avrebbe voluto sapere di cosa si trattava. Forse era qualcosa che aveva a che fare con l'individuo soprannominato Mello. Ma come facevano Sato e Takagi a conoscerlo. Forse era un criminale liberato dalla prigione. E forse quel criminale aveva dei rancori contro l'organizzazione ed è per questo che aveva sparato a Gin quel giorno. Non aveva molto senso. La prima cosa che fa chi riesce a fuggire dall'organizzazione e trovare un posto, un paese dove nascondersi. Non aveva molto senso cercare di ucciderne un membro. Ma allora perché quel Mello ce l'aveva con l'organizzazione. Forse il padre avrebbe chiarito un po' i dubbi che aveva Shinichi. Ma Shinichi non poteva essere sicuro al 100% che stavano parlando della stessa persona. Finì di sistemare il sacco a pelo e si stendè sopra guardando annoiato il soffitto. Cosa c'entrava quel ragazzo di nome Mello con tutto quello che stava succedendo ? E cosa gli stava nascondendo Ai ? E poi chi sono tutte queste ragazze che la invitano a casa loro ? Erano davvero le loro compagne di classe ?
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AI : Mi puoi spiegare cosa centra Akemi in tutta questa storia. Lei è morta.
Matt assunse un'espressione più seria del solito e Ai capì che stava cercando di farle capire qualcosa 
MATT : Già, Akemi, proprio come Chris, è morta, ma proprio come Chris anche Akemi continua a vivere in un altro corpo

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Capitolo 8
*** Verità ***


AI : Mi puoi spiegare cosa centra Akemi in tutta questa storia ? Lei è morta.
Matt assunse un'espressione più seria del solito e Ai capì che stava cercando di farle capire qualcosa 
MATT : Già, Akemi, proprio come Chris, è morta, ma proprio come Chris anche Akemi continua a vivere in un altro corpo
Ai spalancò gli occhi e si alzò dalla poltrona guardando Matt incredula mentre lui si accendeva la sigaretta tranquillo.  
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Sera si alzò dal letto verso le sei del mattino. Era abituata a svegliarsi presto. Mentre si vestiva nel bagno il suo cellulare squillò. Era suo fratello Akai. 
SERA : Pronto ? Ciao Akai. 
AKAI : Ciao Sera. Come procede lì ?
SERA : Tutto bene. Abbiamo scoperto il nome del ragazzo che ha sparato a Gin. Adesso dobbiamo solo chiedere delle informazioni al padre di Shinichi. Sembra che lui l'abbia conosciuto parecchi anni fa. 
AKAI : Va bene. Grazie mille. Tienimi informato. A dopo
SERA : Aspetta un momento. Hai scoperto qualcosa riguardo al tuo salvataggio ?
AKAI ; No. Purtroppo no. Appena scoprirò qualcosa te lo farò sapere. Ciao 
Detto questo Akai chiuse la telefonata lasciando Sera alquanto interdetta. Dopo essersi lavata Sera andò in cucina per preparare la colazione. Conan e il Dottor Agasa di svegliarono alle sette e mezza e, verso le otto, dopo aver mangiato la colazione preparata da Sera, Conan chiamò suo padre per chiedergli informazioni su Mello. Intanto era arrivato anche Haiji a cui raccontarono cosa era successo il giorno prima alla centrale. Non ci volle molto per riuscire a rintracciare il padre. Bastò chiamarlo sul cellulare 
YUSAKU : Pronto. Ciao Shinichi. Come stai ? 
CONAN : Ciao papà. Sto bene.
YUSAKU : Mi fa piacere sentirlo. Allora come mai hai chiamato ?
CONAN : Volevo chiederti delle informazioni riguardanti un individuo chiamato Mello
YUSAKU : Mello ?
CONAN : Si, avevamo chiesto delle informazioni alla polizia, ma loro ci hanno detto che erano informazioni riservate e che non ci potevano raccontare nulla 
YUSAKU : E ti hanno detto di chiamare me se proprio volevi quelle informazioni, giusto ?
CONAN : SI. Puoi dirmi quello che sai ?
YUSAKU : Ok. Circa 10 anni fa vennero un gruppo di alunni di un orfanotrofio inglese qui a Tokyo. Non era un normale gruppo di ragazzi venuti a fare una gita. Quei ragazzi provenivano dalla Wammy's House. La Wammy's House è un orfanotrofio che raccoglie piccoli geni allo scopo di allevare e istruire il successore di L, il più grande detective del mondo. Erano venuti a Tokyo perché i tre migliori detective dell'orfanotrofio, che all'epoca avevano 10 anni, dovevano superare una prova risolvendo un caso di omicidio a porte chiuse  
CONAN :  Come si chiamavano ?
YUSAKU : Il primo si chiamava Near,da quello che mi aveva raccontato il Roger, colui che gestiva l'orfanotrofio e che viveva con i ragazzi, Near aveva un grande intuito e capacità di ragionamento. Riuscia a mantenere i nervi saldi anche nelle sutuazioni più difficili. Il secondo successore era Mello, e il terzo Matt
CONAN : Quindi Mello era il secondo candidato ?
YUSAKU : Si. Tra i tre era il più impulsivo e il più irascibile. Anche lui aveva un grande intuito e delle capacità di ragionamento eccezionali, ma non sapeva mantenere la calma. In cambio però aveva lo spirito di iniziativa che mancava a Near. Matt come gli altri aveva  un grande intuito e delle capacità di ragionamento eccezionali, ma non aveva nessun segno particolare che per carattere lo rendesse diverso dagli altri bambini. Ognuno di loro tre avevano qualche segno particolare. Near giocava sempre con dei giocattoli anche mentre risolveva il caso non staccava le mani dai pupazzi. Mello invece mangiava sempre cioccolata. In qualsiasi momento lo guardavi lo trovavi sempre con una tavoletta di cioccolata in mano. E infine Matt non staccava un attimo gli occhi dai videogiochi. Anche mentre interrogavano i sospetti continuava a giocare e nonostante questo riusciva a concentrarsi su quello che diceva il sospetto. Mi ricordo che Mello mentre investigava diede un calcio a uno dei polizziotti perché aveva segnato male l'indirizzo di uno dei sospettati. Una volta ho chiesto di Mello ai bambini che li avevano accomapagnati e mi dissero che secondo loro se Mello avesse avuto in mano una pistola lui non avrebbe esitato a sparare. E avevano ragione 
Mentre Yusaku raccontava tranquillo i vari avvenimenti di quel giorno Conan, Heiji e Sera ascoltavano incuriositi grazie al vivavoce.
CONAN : Ha sparato al criminale ?
YUSAKO : Esatto. Comunque ti racconto più tardi i particolari. Si è svolto un omcidio vicino casa del Dottor Agasa. So che stanno trovando un po' di problemi a risolverlo. Perché non vai con i tuoi amici a controllare. 
Conan si sorprese di quell'improvviso cambio d'argomento. Prima che Conan potesse aprire bocca Yusako riprese a parlare 
YUSAKO : Il condominio dove si è svolto l'omicidio è lo stesso di dieci anni fa. Perché con la scusa di indagare non chiedete qualcosa a quelli che vivono lì
CONAN : Va bene. Ti richiamo dopo.
I tre detective presero le loro cose e andarono all'indirizzo che gli aveva indivato il padre di Shinichi. Li l'ispettore Megure gli raccontò i dettagli relativi al caso accettando il loro aiuto. Alla fine trovarono solo tre sospetti : Ichiro Tokugawa, Shibara Katsuo e Saori Hirota.
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AI : Potresti spiegarmi meglio ? Non ti seguo.
Matt assunse un'espressione divertite mentre Ai era sempre più confusa. Primula, anche se erano cose che aveva vissuto in prima persona era un po' confusa. Le cose che sperava che i detective Sera, Shinichi e Heiji non scoprissero dell'esistenza di Mello e della Wammy's House e invece stava accadendo il contrario. Se lo sentiva e per questo lo sapeva con certezza.
MATT : Perché dovresti seguirmi. Mi diverte molto farti perdere.
Ai guardò Matt come non lo aveva mai guardato. Avrebbe potuto ucciderlo con lo sguardo. Alcune volte Ai riusciva a stupirsi della leggerezza con cui Matt prendeva le cose e quello che stava succedendo era tutt'altro che leggero. Matt si scusò e le raccontò quello che era successo
MATT : Dopo che la polizia indigò sul caso di Akemi senza trovare il colpevole chiedemmo alla polizia di consegnarci il corpo di Akemi per farle il funerale. Invece Primula disse che sarebbe stato possibile portarla in vita grazie ad incantesimo. Primula notò che l'anima di Akemi era ancora viva. Si doveva trovare un incantesimo  che facesse tornare in vita il corpo. 
Primula mise una mano davanti alla bocca di Matt dicendo che da quel punto poteva continuare lei
PRIMULA : Però avevo poco tempo a disposizione perché prima o poi anche l'anima si sarebbe spenta. Non sarei mai riuscita a trovare un incantesimo nel poco tempo che mi rimaneva così decisi di spostare momentaneamente l'anima di Akemi in un altro corpo. Saori mi disse che potevo usare il suo corpo. All'inizio provai a toglierle quell'idea dalla testa, ma non ci fu verso così usai il suo corpo. E da quel giorno Saori e Akemi condividono il corpo. Akemi mi ha detto che si sente un po' in colpa
Ai era sempre più confusa. Non riusciva a capirci niente. E Primula lo notò subito
PRIMULA : Dividere il corpo significa che in un corpo si trovano due anime che possono prendere il controllo del corpo a loro piacimento. Ti faccio un esempio : Akemi sta usando il corpo di Saori e può muoverlo come vuole. Ti starai chiedendo " Ma Saori dove è finita ?" Saori è ancora nel corpo, ma è come se stesse dormendo. Se vuole riprendere il suo corpo le basta aprire gli occhi. Invece Akemi deve prima chiederglielo.
AI : E come fa ?
Primula assunse un'espressione molto preoccupata
PRIMULA : Le basta chiederglielo quando Saori si guarda allo specchio. Perché quando si guarda allo specchio Saori non vede lei, ma vede chi c'è dentro di lei cioè vede Akemi. E questo è un pericolo perché se qualcuno la vede non so proprio come farebbe a spiegarlo
Ai finalmente capì meglio cosa era successo e fu felice di sapere che Akemi fosse ancora viva. Poi un lampo le attraversò la mente 
AI : Cosa centre Chris in tutto questo ?
AKAKO : Non ti sei mai chiesta come fa Vermouth a restare sempre giovane. Ormai ha raggiunto i duecento anni.
Ai annuì e disse che anche a lei sembrava strano.
AKAKO : Ho scoperto che ogni volta che Vermouth aveva una figlia le rubava la sua bellezza e vita. In questo modo la assorbiva dentro di sè. Però poi l'ultima figlia venne uccisa e così lei decise di rubare la vita alla figlia adottiva. Dopo la sua scomparsa Sharon fece finta di suicidarsi per poi prendere le sembianze della vera figlia deceduta Chris Vineyard. Però quello che non sa è che Chris è riuscita a contrattaccare con un altro incantesimo e ora sono nella stessa situazione di Saori e Akemi. 
AI : Adesso ho capito. Ma vorrei chiedervi dove abita ora Saori. 
Questa volta fu Matt a rispondere. Man mano che il discorso andava avanti Primula era sempre più preoccupata. Stava accadendo qualcosa che avrebbe distrutto l'equilibrio che si era creato.
MATT : Abita a pochi passi dal tuo palazzo. Proprio dove siamo andati io e Mello per risolvere quel caso con gli altri piccoli detective della Wammy's House 
Primula prese la borsa. Le immagini di Sera, Heiji e Conan che si dirigevano proprio in quel palazzo le si erano presentate davanti come un incubo. 
PRIMULA : E noi ora andiamo proprio lì
Tutti guardarono stupiti Primula
PRIMULA : Saori sta per essere scoperta da quei tre detective che stanno indagando sugli uomini in nero
Senza neanche pensarci Ai raggiunse la porta e uscì seguita Akako e Primula. Matt invece restò a casa 
MATT : Chissà se si ricordano di me.










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Capitolo 9
*** Indagini ***


Le tre ragazze correvano nel bosco cercando di raggiungere in meno tempo possibile la stazione di Nagano per arrivare a Tokyo. Infatti, la villa dove abitavano Akako e Primula era completamente isolata dal resto del mondo, in una foresta vicino Nagano. La villa era molto facile da raggiungere per chi conosceva la strada. In quella foresta sembrava tutto uguale ed era facile come bere un bicchier d'acqua perdersi. Ma le amiche di Akako conoscevano bene la strada ed era improbabile che una di loro si perdesse. Mentre correvano Ai si fermò improvvisamente fermando anche le sue amiche.
PRIMULA : Che succede ?
AI : è impossibile 
AKAKO : Di cosa stai parlando ?
AI : è impossibile per noi arrivare a Beika nel giro di cinque minuti. Non ce la faremo mai. 
Primula e Akako si resero conto che aveva ragione. In quel momento non potevano fare niente. All'improvviso Primula si illuminò. Fece spuntare le ali dalla schiena e iniziò a volare 
PRIMULA : Se volo ho la possibilità di riuscire a raggiungerla in tempo. 
Akako seguì l'esempio della sorella e prese la sua scopa salendoci insieme ad Ai per poi decollare. In realtà Primula era un angelo come sua madre e Akako era diventata una strega come il padre. Per loro era stato uno shok scoprirlo, ma poi si sono abituate e sono riuscite a vivere benissimo nascondendo la loro vera natura agli altri. Le uniche persone che sapevano dei loro poteri erano le loro amiche Shiho, Akemi, Chris, Sayu, Misa, Saori, Emma, Akiko e Maki. Poi nessun'altro. Volarono al massimo della velocità verso Tokyo mentre i tre detective ispezionavano gli appartamenti dei primi due detective. 
AI : Ma come potrebbero scoprire Akemi se lei è dentro il corpo di Saori solo ispezionando l'appartamento 
PRIMULA : C'è una stanza vuota a casa di Saori in cui abbiamo messo uno specchio. Ma non è uno specchio qualunque. Se Saori si specchia comparirebbe Akemi. Negli specchi normali Akemi seguirebbe tutti i movimenti che fa Saori alla perfezione. Invece in quello specchio Akemi può muoversi liberamente come se avesse una vita propria dentro lo specchio
AI : Ho capito. Se Saori si rifiutasse di specchiarsi sembrerebbe sospetta e allora farebbero di tutto per metterla davanti allo specchio
Quando le tre arrivarono la polizia stava gia entrando nell'appartamento di Saori. Proprio mentre Sera, Heiji e Conan varcavano la soglia della porta d'entrata il citofono squillò attirando l'attenzione dei poliziotti che erano già entrati.
MEGURE : Risponda e poi ci dica chi è 
Saori seguì le istruzioni dell'ispettore. Appena rispose riconobbe subito la voce di Ai, insieme a Akako e Primula. 
SAORI : Scusate ragazze adesso non posso proprio scendere a pranzare con voi. Sarà per la prossima volta 
AKAKO : Almeno facci salire 
SAORI : La casa non è molto in ordine..
PRIMULA : Saori. Ti prego.
Saori perse la pazienza, ma non potè far altro che aprire la porta alle amiche per farle entrare.
MEGURE : Chi erano ?
SAORI : Delle mie amiche che conosco da quando sono piccola. Probabilmente hanno sentito dell'omicidio e sono venute a controllare come stavo 
L'ispettore annuì mentre continuava a controllare l'appartamento. Non trovarono niente di sospetto e niente che potesse somigliare a un'arma per compiere un omicidio. Intanto Ai, Primula e Akako raggiunserò l'appartamento sorprendendo Conan 
CONAN : Ai che ci fai qui ?
AI : Tu che ci fai qui ?
Conan esitò un momento e poi dipinse sul volto un'espressione arrabbiata 
CONAN : L'ho chiesto prima io 
AI : Sono amica di Saori. Ora tocca a te rispondere.
CONAN : Bhe... ecco ....
Sera s'intromise nella conversazione per evitare che Ai scoprisse il vero motivo per cui erano lì
SERA : Conan era vicino al palazzo nel momento in cui si è svolto l'omicidio e così ora diamo una mano per trovare il colpevole.
Ai annuì poco convinta e squadrò Conan che intanto curiosava qua e là nella stanza. 
MEGURE : Bene. Ci rimane solo quella camera da ispezionare.
Detto questo indicò la camera dove si nascondeva lo specchio. L'ispettore aprì la porta mentre Saori chiudeva gli occhi. La stanza era completamente vuota. Alla destra della porta un enorme specchio copriva la parete 
MEGURE : Come mai questa stanza è vuota ?
Saori a quel punto inizio a sparare sillabe a caso cercando di trovare una scusa credibile. Ai si fece avanti bloccando le frasi insensate che uscivano dalla bocca di Saori 
AI : La usa come sala da ballo. 
Megure entrò e controllò lo specchio iniziando a toccarlo e spingerlo leggermente, ma non trovò nessun particolare sospetto. Heiji notò che sullo specchio c'erano alcune macchie. Le toccò e capì che era solo qualche bevanda caduta che non era stata pulita. All'improvviso il cellulare di Sera squillò. Senza rispondere Sera attaccò. 
SERA : Ispettore Megure, io devo andare. Un parente ha bisogno di una mano e devo raggiungerlo. È stato un piacere rivederla. 
L'ispettore si girò vedendo Sera sulla porta che intanto lo salutava con un cenno amichevole della mano. L'ispettore le disse che poteva andare, ma che non doveva dire nulla dei dettagli relativi al caso. Sera uscì dal palazzo mentre la folla di curiosi guardava il palazzo aspettando notizie dalla polizia insieme ai giornalisti. Sera non poté fare a meno di ascoltare la conversazione tra due donne. Dicevano che quello che stava succedendo assomigliava molto a quello che era successo dieci anni prima. Sera si avvicinò alle due donne attirando la loro attenzione 
SERA : Salve, sono una detective. Ho sentito che stavate parlando di qualcosa successo dieci anni fa. Potrei sapere di cosa si tratta. 
Le due donne squadrarono Sera dalla testa ai piedi mentre lei faceva un sorriso tirato. Una delle due donne ripensò a quello che era successo dieci anni prima, per poi rispondere alla domanda della detective.  
SIGNORA : Dieci anni fa abitavo in questo palazzo. Si verificò un omicidio che attirò la polizia per lo strano codice da decifrare. Allora il giorno dopo l'omicidio vennero nel palazzo un gruppo di ragazzini accompagnati dalla polizia. Dovevano avere massimo dodici anni, ma riuscirono a risolvere il codice un pochi minuti e a smascherare il colpevole. L'uomo però fuggì e uno dei tre ragazzi che lo avevano smascherato lo inseguì. L'uomo finì in un vicolo ceco e si accorse che la pistola gli era caduta all'inizio del vicolo. Stava per andare a prenderla ma il ragazzino la prese e gli sparò un colpo al criminale. Disse che l'aveva fatto solo per intimidire l'uomo, ma anche se fosse stato per questo non avrebbe mai dovuto sparare. Mi ricordo che il suo tutore gli fece una bella ramanzina, ma lui non ascoltò nulla. 
Sera durante tutto il racconto prese apounti per farli leggere ai due detective che intanto si impegnavano nella risoluzione del caso di quel momento.  
SERA : Potrebbe descrivermi quei tre bambini che hanno risolto il caso. 
La signora che fino a quel momento era stata in silenzio tirò fuori dalla borsa dei disegni e li porse a Sera 
SIGNORA : Il bambino con i capelli biondi. È lui che ha sparato al criminale se ti interessa
SERA : Grazie. Le dispiace se tengo i disegni. 
SIGNORA : Tienili pure. A me non serve più. 
Sera annuì non riuscendo a capire il senso della frase della donna. Dopo aver ringraziato si allontanò e iniziò ad osservare i disegni. Erano tre ragazzi. Quello con i capelli biondi doveva essere Mello. Quello con i capelli rossi nella seconda foto aveva degli occhiali da pilota e una sogaretta tra le labbra. Assomigliava molto al ragazzo che si è avvicinato a motociclista il giorno prima. Il terzo era un albino, Non vedeva nulla di strano in quei ragazzi. Dopo un po' Conan e Heiji la raggiunsero, insieme a Ai e le altre tre amiche, inclusa Saori. Intanto la polizia accompagnva il colpevole, smascherato da Heiji, alle macchine della polizia per andare in centrale. Sera raggiunse gli altri due detective congratulandosi con Heiji per aver risolto il caso. Ai disse a Conan che sarebbe stata un altro po' con le sue amiche e poi sarebbe tornata a casa. Sera disse a Conan e Heiji che dovevano parlare così andarono in un bar infondo alla strada mentre Saori, Ai, Akako e Primula andavano nella direzione opposta. 
AI : Siamo state fortunate
AKAKO : Già, un altro po' e ti avrebbero chiesto di entrare nella stanza.
SAORI : Si, grazie dell'aiuto. Non ce l'avrei mai fatta da sola. E ringraziarti di avermi aiutata, Ai, ti darò questo.
Saori cacciò dalla tasca una piccola pillola : era l'APTX-4869. Ai stupita la prese in mano e ringraziò la sorella. Ai decise poi di tornare a casa per iniziare a preparare l'antidoto.
AKAKO : Se riuscirai a creare l'antidoto torna tra una settimana esetta alla villa verso le otto del mattino, ok ?
Ai annuì poco convinta. Si chiedeva cosa avesse in mente l'amica. Detto questo si salutarono e tornaronoi tutte alle proprie case esclusa Primula che disse che aveva un problema da risolvere. Intanto Sera aveva raccontato tutto quello che aveva scoperto a Conan e a Heiji. Gli aveva anche mostrato i tre disegni dei bambini. Restava da trovare la prova che quel bambino biondo e il motociclista che sparò a Gin erano la stessa persona. Appena usciti incontrarono la stessa signora che aveva dato i disegni a Sera. 
SERA : Salve.
SIGNORA : Salve. Lo sai che ti stavo cercando ?
SERA : Perché ?
SIGNORA : Mi sono appena ricordata di una cosa. Il ragazzo di cui abbiamo parlato ...
SERA : SI 
SIGNORA : Ho sentito che è morto.
SERA : CHE COSA !?
Heiji e Conan erano ancora più stupiti di Sera. In un attimo tutta la loro ricostruzione si era distrutta
SIGNORA : Bene, ora vado. Si è fatto tardi. Arrivederci
SERA : Arrivederci
La donna si incamminò verso la sua casa. Anche Conan, Heiji e Sera si separarono dandosi appuntamento per il giorno dopo. Quando torno a casa del Dottor Agasa Conan ebbe una gran sorpresa.
AI : Ho creato un antidoto per l'APTX. Questo dovrebbe durare per sempre

MELLO




MATT



NEAR


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Capitolo 10
*** Ultimo giorno ***


AI : Ho creato un antidoto per l'APTX. Questo dovrebbe durare per sempre
Conan assunse un'espressione felice, ma allo stesso tempo confusa
CONAN : Come hai fatto a crearlo ? 
Ai per niente sorpresa rispose alla domanda con una bugia. Si era già preparata a quella domanda e sapeva esattamente cosa rispondere.
AI : Attraverso i dati dei precedenti antidoti sono riuscita a risalire alla formula dell'APTX e avendola sono riuscita a creare un antidoto. Ne ho creati due : uno per te e uno per me. 
Conan prese in mano la pillola che Ai gli porse. 
AI : Aspetterò domani per assumerla. Tu puoi iniziare a ritrasformarti. Mi inventerò qualcosa da dire domani a scuola ai nostri amici. 
Conan strinse felice la pillola e ringraziò la piccola scienziata che poi tornò nel suo tranquillo laboratorio. Decise che avrebbe prima salutato i suoi amici e poi avrebbe assunto la pillola per tornare adulta. Se non ci fossero state le sue amiche e il suo fidanzato ad aspettarla sicuramente non avrebbe mai ingerito quell'antidoto rimanendo bambina e ricominciando da capo la sua vita resettando completamente tutti i ricordi di quando era un membro dell'organizzazione. Ma non poteva e non voleva lasciarlo andare un'altra volta. Lui l'aveva sempre protetta mettendo a rischio la sua stessa vita, cosa che sapeva fare benissimo anche senza l'aiuto di Shiho, e ora lei non lo avrebbe deluso così. Lui era più importante della sua stessa vita. Già, proprio così. Mello era più importante della sua stessa vita. Intanto nel salotto c'erano i Detective Boys che erano andati a trovare Agasa per fargli una sorpresa. Per fortuna Conan non aveva assunto ancora l'antidoto altrimenti sarebbe stato un guaio. Il piccolo detective aveva iniziato a giocare con gli amici a carte mentre il dottor Agasa guardava in TV un intervista al presidente degli Stati Uniti. Anche i Detective Boys si interessarono
PRESIDENTE : Dichiaro che gli Stati Uniti d'America.....   
Ci fu una pausa molto lunga in cui i fotografi e i giornalisti scattarono delle foto. 
PRESIDENTE : Asseconderanno Kira e non faranno più nulla per contrastrarlo.
Naturalmente tutti i giornalisti iniziarono a fare tantissime domande, alcune di queste erano riguardo alla sua decisione. Quella non era giustizia, ma non aveva avuto altra scelta. 
GENTA : Chi è KIRA ?
A quella domanda tutti si girarono verso il ragazzo che naturalmente li guardò imbarazzato
CONAN : KIRA è un serial killer. Ha inziato alcuni anni fa ad uccidere dei criminali e man mano che il tempo passava ne uccideva ancora di più. KIRA si vuole affermare come il nuovo paladino della giustizia uccidendo chiunque infranga la legge. KIRA riesce ad uccidere le sue vittime tramita arresto cardiaco. Non sappiamo ancora come ci riesce, ma la polizia indaga in segreto su questa faccenda perché sicuramente se KIRA lo scoprisse ucciderebbe anche la polizia 
AYUMI : Non è affatto corretto
CONAN : è per questo che la polizia continua ad indagare su questo caso. Ma queste non sono cose che spetta a noi decidere. Piuttosto vogliamo uscire tutti insieme?
Naturalmente la risposta dei suoi amici fu più che positiva e il Dottor Agasa si offrì di accommpagnarli
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Per l'ennesima volta Mello sbuffò guardando il telegiornale che dava informazioni sul caso KIRA. Staccò un altro pezzo dalla barretta di cioccolata e lo ingoiò. Guardava la conferenza con il presidente degli Stati Uniti che era appena andata in onda in televisione. Anche gli Stati Uniti si erano piegati al volere di KIRA e se il colpevole non sarebbe stato smascherato tutti si sarebbero piegati al volere di quel pazzo. Mello si alzò dal divano spegnendo la TV e preparandosi per andare da Near a riprendersi la sua foto. Voleva essere sicuro che nessun altro lo vedesse in faccia. KIRA aveva scoperto il suo nome, ma non aveva un immagine del suo volto ed era per questo che Mello non poteva essere ucciso. Mentre si metteva le scarpe nell'appartamento entrò Matt con un giornale in mano e con la medesima sigaretta tra le labbra. In ogni momento della giornata lo trovavi sempre a fumare, in ogni singolo secondo. Si accomodò vicino all'amico Mello, che intanto teneva gli occhi fissi sullo schermo e ascoltava con attenzione i servizi in televisione riguardanti KIRA.Matt porse il giornale a Mello che in silenzio lo prese e iniziò a leggere la notizia in prima pagina, come al solito riguardava KIRA. Alla fine del programma Mello spense la televisione e iniziò a riflettere su quello che aveva sentito.
MATT : Dove andiamo ?
MELLO : Al centrocommerciale Beika
MATT : Andiamo a fare compere ?
MELLO : Scordatelo.
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Conan e la squadra dei Detective Boys decisero di andare al centrocommerciale di Beika per passare una giornata tra i negozi e per comprare dei regali a Conan e Ai che sarebbero dovuti "partire" il giorno dopo. Conan scese nel laboratorio per chiamare Ai. Non appena raggiunse la porta iniziò a bussare, ma nessuno rispose. Stava per aprire la porta ed entrare, ma qualcuno gli punto qualcosa alla testa, probabilmente una pistola, e una voce femminile parlò.
XXX : Non muoverti e non parlare se non vuoi morire.






ANGOLO AUTRICE 
Salve a tutti. Volevo scusarmi tantissimo per il ritardo e per la lunghezza di questo capitolo. Purtroppo in questi giorni sono stata molto occupata con la scuola e non ho potuto continuare a scrivere. Cercherò di ricominciare a scrivere al più presto per continuare la fanfiction. Mi scuso ancora e spero che la mia fic vi stia piacendo. Ringrazio tutti i lettori che la stanno seguendo 

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Capitolo 11
*** Mello ***


XXX : Non muoverti e non parlare se non vuoi morire.
Conan sussultò riconoscendo la voce di Ai e allora si girò per guardarla. La sua espressione spaventata diverti molto la giovane scienziata che premette il grilletto. Dalla pistola non uscì un proiettile, ma dell'acqua gelata che colpì in pieno volto il detective. 
CONAN : Che razza di scherzo è ?
AI : Uno scherzo divertente 
Scoppiò a ridere vedendo la faccia di Conan che s'imbronciava. Era divertente spaventarlo. Quando arrivarono i Detective Boys risero vedendo Conan tutto bagnato. Ayumi gli diede un asciugamano spiegando la situazione ad Ai. 
AYUMI : Pensavamo di passare la giornata al centro commerciale per stare insieme prima che voi due...... pertiate. Ti va di venire ? 
Ai sorrise e pensò un po'. Avrebbe preferito tornare da Matt e parlare un altro po' con lui e avvertirlo che sarebbe tornata, ma vedendo la faccia speranzosa di Ayumi decise di accettare. Per un po' si sarebbe distratta dai problemi che la stavano tormentando. 
GENTA : Ho un idea. Perché non invitiamo anche il detective di Osaka e la sua amica ?
AYUMI : E potrebbe venire anche Ran 
CONAN : Si, mi sembra una buona idea. 
Ayumi corse verso la porta contenta. La aprì incitando i suoi amici
AYUMI : Allora che aspettiamo. Andiamo a chiamarli
Tutti seguirono la bambina e entrarono nella macchina del Dottor Agasa. Lo scienziato reggiunse la macchina pochi minuti dopo parlando al telefono. Quando entrò in macchina chiuse la telefonata e mise il telefono in tasca. 
AGASA : Ran, Kazuha e Heiji stanno già andando al centro commerciale. E con loro c'è anche Sera, un amica di Ran
MITSUIKO : Muoviamoci allora.
Il Dottor Agasa mise in moto e partirono. Durante il tragitto Ai non disse una parola, ma guardò per tutto il tempo il paesaggio fuori dal finestrino con il suo solito sguardo annoiato. Quando arrivarono il Dottor Agasa posò l'auto nel parcheggio sotterraneo e là i bambini scesero dall'auto e iniziarono ad aspettare che arrivasse anche il resto del gruppo. I tre bambini erano molto tristi. Non riuscivano a credere che avrebbero dovuto salutare Conan e Ai. Chissà per quanto tempo non si sarebbero rivisti. Per tutto il tempo nessuno parlò. Mentre attendevano sentirono un urlo. Era molto vicino e Conan, appena lo sentì corse nella direzione da cui proveniva. Quando svoltò l'angolo vide una donna in una macchina. Aveva un pugnale infilato nel petto e gli occhi sbarrati proababilmente per la sorpresa. Conan cercò di aprire la portiera coprendo le mani con un fazzoletto e notò che l'auto era aperta. 
HEIJI : Che succede ? 
Conan vide arrivare il detective di Osaka e gli disse che era morta. Ran chiamò la polizia mentre i due detective iniziarono ad investigare sul caso. I poliziotti arrivarono dieci minuti dopo e iniziarono ad esaminare il corpo. Quando finirono di scattare le foto portarono via il corpo. Mentre il corpo veniva portato via Conan ebbe l'impressione che qualcuno li stesse osservando. E infatti era così. Dietro ad un muretto Conan vide il motociclista che lui stava cercando. Come nel video e nella descrizione delle ragazze portava un rosario. Ma che ci faceva lì ? Anche se era nel parcheggio indossava il casco probabilmente per coprire il volto. Conan si chiese perché non volesse far vedere il suo volto. Notò che il motociclista non stava osservando la polizia, ma osservava i Detective Boys. Il piccolo detective pensò che molto probabilmente stava osservando Ai. Anche Heiji notò la figura. I poliziotti trovarono tre sospetti che conoscevano la vittima e che avevano un buon movente per volerla uccidere. Conan durante le domande vide che il motociclista era lì e sembra che stava ascoltando. Conan cercando di non farsi notare butto uno dei suoi microfono vicino al ragazzo e poi tornò vicino ad Heiji. A quel punto attivò gli occhiali e sentì una voce 
XXX : Allora, Mel, hai risolto il caso ? 
MEL : No, non ancora. Ci sono ancora troppi pochi elementi a disposizione. E se tu chiudessi il becco forse riuscirei a risolverlo, Matt. Sta zitto,idiota.
Conan pensò che avevano ragione Sato e Takagi. Quelli potevano essere Mello e Matt della Wammy's House. Ma perché quellla donna che gli aveva consegnato le foto aveva detto che era morto. Che fosse una loro alleata e avesse detto qualcosa che non doveva dire. Continuò ad ascoltare i sospetti. Ad un certo punto sentì la voce di Mello 
MELLO : Ma certo. Ho capito.
MATT : Finalmente. Possiamo andarcene ? 
MELLO : Aspetta. 
Conan cercò di concentrarsi per risolvere il mistero. Come aveva fatto Mello a risolvere il caso con pochi elementi a disposizione. Continuò l'interrogatorio e Conan ascoltava. Era riuscito a capire chi era l'assasino e anche il movente e il trucco usato, ma gli mancavano le prove. Riuscì a trovarne una quando ripensò alla prima domanda che la polizia fece. L'assassino si era tradito gia dall'inizio. Possibile che Conan non se ne fosse accorto. Avrebbe voluto di nuovo usare la voce del Dottor Agasa per risolvere il mistero insieme a Heiji, ma la presenza di Mello gli complicava un po' le cose. L'avrebbe scoperto sicuramente 
CONAN : Heiji tu hai capito chi è il colpevole?
Heiji annuì e poi si guardò alle spalle. Anche lui aveva notato le due figure che li stavano osservando. Intanto Ran e Kazuha parlavano in un angolo insieme a Sera e i Detective Boys riflettevano sul caso parlando tra di loro. Ai non parlava ma si limitava ad ascoltarli. Non aveva un atteggiamento strano, probabilmente non si era accorta della presenza di Mello e Matt. Anche se quella donna aveva detto che erano morti Shinichi non le aveva creduto neanche per un attimo. Mentre guardava Ai sentì la voce del ragazzo con i capelli rossi, Matt. 
MATT : Insomma Mel, vogliamo andare ?
MELLO : Aspetta. Voglio proprio vedere come quei tre detective da quattro soldi risolveranno il caso.  
MATT : Non cambierai mai 
MELLO : Matt, vaffan**** e sta zitto. 
MATT : OK. 
Schinichi fece finta di niente e si nascose dietro al Dottor Agasa, ma non ebbe il tempo di dire nulla che sentì la voce di Mello che questa volta stava urlando per farsi sentire da tutti.
MELLO : IL COLPEVOLE è ARATA FUJIMOTO.
La sua voce era calma, come se stesse facendo la cosa più naturale del mondo. Naturalmente tutti si girarono verso la direzione da cui proveniva la voce. Videro un ragazzo con una tuta da motociclista nera, il casco in testa e un rosario che ricadeva sul petto. Non c'era dubbio, era lui l'individuo del filmato.Alcune ciocche bionde spuntavano dal casco. L'aspetto del ragazzo non fece altro che convincere Shinichi che l'individuo che aveva sparato a Gin e Mello fossero la stessa persona. Il ragazzo vicino a lui non indossava il casco, ma sugli occhi partava un paio di occhiali da pilota con le lenti arancioni, poi la solita maglia a righe e i jeans larghi. Mello iniziò a spiegare come si era svolto l'omicidio sotto gli occhi sorpresi di tutti, persino del ragazzo che gli stava accanto che sicuramente non si aspettava che Mello si mettesse a raccontare a tutti i poliziotti la soluzione del caso.  Per tutto il tempo in cui parlò nessuno fece nulla e ascoltarono tutti in silenzio. Il colpevole alla fine della spiegazione cercò di smentire tutto ma si tradì di nuovo e così dovette per forza confessare il reato commesso.Naturalmente fu arrestato, ma mentre il colpevole veniva ammanettato Mello e Matt si allontanarono. Heiji, Sera e Conan lo seguirono e appena gli furono dietro Sera gli prese un braccio 
SERA : Ehi! Aspetta un attimo. 
Mello con uno strattone si liberò, ma Sera riuscì a bloccargli l'altro braccio. Matt intanto guardava i tre con sguardo divertito e anche Mello, dopo essersi ripreso dalla sorpre riuscì a liberarsi dalla presa di Sera e le diede un pugno nello stomaco 
MELLO : Non ho tempo da perdere con voi
Detto questo scappò seguito da Matt che urlava ai tre detective 
MATT : Perdonatelo. è un po' impulsivo, fa quello che gli dice la zucca 
MELLO : MATT, chiudi il becco.
MATT : OK
Conan, però, aveva inviato un messaggio a Jodie che in quel momento si trovava con James Black vicino all'uscita del parcheggio. Quando Mello sarebbe uscito l'avrebbero inseguito e questo Mello lo sapeva benissimo. Matt salì nella macchina e la accese mentre Mello su una moto. Quando partirono Heiji e Conan si accorsero che solo la macchina su cui era salito Matt si stava dirigendo verso l'uscita. Riconobbe anche che quella era la stessa macchina su cui era salita Ai qualche giorno prima. Mello non si diresse verso l'uscita, ma uscì dall'entrata del parcheggio. Fu fortunato perché nessuna macchina stava entrando e non ebbe difficoltà a raggirare gli agenti che lo aspettavano. 

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Capitolo 12
*** Messagio misterioso ***


Jodie e James seguirono la macchina rossa mentre Mello se ne andava indisturbato. Heiji saltò sulla moto per seguirlo mentre Conan portava Sera da Ran. 
SERA : Quel bastardo! 
Conan strinse i denti. Avrebbero potuto catturare Mello se fossero stati più voloci. Heiji seguì Mello fino a quando non lo perse di vista. Mello sembrava che sapesse già le conseguenze di quello che faceva e risolveva i problemi in fretta. La sera Conan disse addio a Ran. La ragazza era molto triste, ma Conan riuscì a consolarla dicendo che sarebbe stato sempre al suo fianco e che le sarebbe stato più vicino di quanto lei pensasse. Ran non capì molto bene il significato di quelle parole e non se la sentì di chiedere spiegazioni. Conan salì su una macchina e andò a casa del dottor Agasa dove passò la notte. Ai stava gia dormeno e c'era anche Sera. Kazuha ed Heiji erano a casa di Ran. Il giorno dopo Conan e Ai assunsero l'antidoto e così i due tornarono definitivamente adulti. Shinichi in un batter d'occhio si era precipitato a casa di Ran per dirle che era tornato. La ragazza si era letteralmente buttata tra le braccia del detective. Dopo essersi dichiarati i due si erano messi insieme e Shinichi aveva deciso di raccontarle tutta la verità. Ran aveva ascoltato la storia con interesse e le erano venuti in mente i vari momenti degli ultimi anni. Nelle sue uniche apparizioni Shinichi era rimasto pochissimo tempo con lei e ora Ran conosceva il motivo. Le raccontò dell'organizzazione, di Conan e della vera identità di Shiho e anche di quando risolveva i casi al posto del detective Kogoro. Anche Ai era tornata nel corpo di Shiho e si era presentata a tutti come la sorella di Ai Haibara, Yuki Haibara. I detective boys erano molto tristi perché sentivano la mancanza dei loro compagni. Per un po' Shinichi, Heiji e Sera avevano continuato a discutere di quello che era successo al centro commerciale. Da quel giorno Mello e Matt non si erano più fatti vedere e avevano fatto perdere le loro tracce. La vita andò avanti così per qualche settimana e tutti speravano che sarebbe durato a lungo, ma sapevano che non avrebbero potuto evitare quello che sarebbe successo. Qualche settimana dopo Ran organizzò una cena per festeggiare il ritorno di Shinichi. Furono invitati Heiji, Kazuha, Sera, Shinichi, Yuki e il dottor Agasa che però non poté andare poiché non si sentiva molto bene. Yuki avrebbe preferito restare a casa per aiutarlo, ma il dottore le aveva detto che doveva pensare a divertirsi e lei a malincuore era andata alla festa. Il dottore le aveva dato così tanta fretta che la scienziata si era dimenticata il telefono sul tavolo del soggiorno. Un errore che avrebbe fatto scoprire la verità a tutti e che li avrebbe coinvolti in una situazione molto pericolosa. Infatti, durante la serata il dottor Agasa decise di guardare la televisione mentre aspettava che Yuki tornasse. Un programma che attirò la sua attenzione fu quello in cui Demegawa, il portavoce di Kira stava guidando un attacco contro una delle organizzazioni che davano la caccia a Kira. Il dottore seguì interessato il programma. Alcuni uomini stavano sfondando le entrate dell'edificio che avevano circondato con dei tubi di metallo. C'era un caos assurdo. Gente che gridava, che litigava con gli altri, che sventolava bandiere. All'improvviso il cellulare di Yuki che si trovava sul tavolo iniziò a vibrare attirando l'attenzione di Agasa. L'uomo lo prese e notò che era arrivato un messaggio. Era un numero nascosto. "Sono M" Appena vide le prime parole del messaggio Agasa sgranò gli occhi, continuò a leggere sempre più sospettoso. "Ti devo parlare. Incontriamoci domani sera. All'estremità sudorientale del molo di Daikoku ci sono alcuni magazzini abbandonati. Ti aspetterò lì". Agasa rilesse più e più volte il messaggio chiedendosi cosa fare. Avvertire Shinichi o aspettare che Yuki tornasse e chiederle spiegazioni. Anche se avrebbe preferito parlare direttamente con Yuki Agasa decise che avrebbe prima discusso con il detective e insieme a lui avrebbe deciso cosa fare. Prese il cellulare dalla sua camera e compose il numero del detective. Era sempre più teso mentre aspettava che Shinichi rispondesse. Al posto della voce del ragazzo rispose Yuki e il dottore si allarmò 
YUKI : Salve dottore. Posso fare qualcosa per lei ?
AGASA : Si ..... Bhe ..... Stavo cercando Shinichi 
YUKI : È di sopra. Mi ha detto che doveva dire una cosa importante a Ran. Nella fretta si è dimenticato il suo cellulare sul tavolo. 
AGASA : Potresti portarglielo. 
YUKI : Certo. Ma... Dottore va tutto bene ? È successo qualcosa ?
Yuki aveva notato l'ansia con cui il dottore stava parlando. Agasa avrebbe voluto chiedere spiegazioni in quel momento ma di sicuro Yuki avrebbe negato tutto e avrebbe evitato che Shinichi scoprisse tutto. 
AGASA : È una cosa che posso dire solo a Shinichi. Mi dispiace
YUKI : Non si preoccupi. Sarà uno dei soliti guai che combina e si vergogna. 
In realtà quelle parole servivano solo a tranquillizzarlo. Yuki sapeva benissimo che era successo qualcosa in cui era coinvolta anche lei, ma Agasa non glielo avrebbe detto. Yuki salì le scale della stanza e si diresse nella camera di Ran. Appena si avvicinò notò che la porta era socchiusa e così decise di sbirciare. Avrebbe voluto sapere di cosa stavano parlando quei due, ma appena vide cosa stava succedendo nella camera il telefono le cadde dalla mano per la sorpresa. Sgranò gli occhi vedendo che Shinichi e Ran si stavano baciando. Dentro di se sentì qualcosa. Forse era delusione o tristezza. La sua mente tornò al passato. Si ricordò della prima volta che si erano conosciuti. Di quando si erano baciati. O meglio di come era stata baciata da lui. Anche se avesse voluto non avrebbe mai dimenticato il giorno in cui Mello l'aveva baciata. La ragazza indietreggiò piangendo. Non sapeva perché lo stava facendo o perché avesse quella sensazione addosso, ma si sentiva malissimo. Indietreggiando cadde e finalmente i due si accorsero della presenza della ragazza. Quando uscirono dalla camera videro Yuki seduta a terra e con la testa fra le mani piangeva. Shinichi vide il telefono a terra e mentre Ran andava da Yuki per aiutarla Shinichi prese in mano il telefono. Lo avvicinò all'orecchio. 
SHINICHI : Pronto
Sentì il Dottor Agasa che lo salutava e gli chiedeva se stava andando tutto bene. Sembrava sollevato. Shinichi guardò Yuki, ormai in lacrime, e poi rispose con un si incerto. Il dottore sentì la mancanza di sicurezza del ragazzo e capì che anche lì stava succedendo qualcosa, così decise di andare dritto al punto. 
AGASA : Devo parlarti di una cosa importante,riguarda Yuki. Se è con te allontanati in modo che non possa sentirti. 
Shinichi seguì le indicazioni del dottore e si chiuse nella camera di Ran lasciando la ragazza da sola con Yuki. Appena chiuse la porta si avvicinò alla finestra della stanza e guardò fuori.
SHINICHI : Dimmi. Cosa è successo ? 
Agasa esitò un momento e Shinichi sentiva che stava digitando qualcosa su un altro cellulare. 
AGASA : Shinichi, ascoltami bene..... Sono M
Shinichi sussultò sentendo quelle parole
AGASA : "Ti devo parlare. Incontriamoci domani sera. All'estremità sudorientale del molo di Daikoku ci sono alcuni magazzini abbandonati. Ti aspetterò lì".
Il Dottor Agasa finì di leggere il messaggio lasciando Shinichi a bocca aperta. Le prime parole lo avevano lasciato leggermente scioccato anche se non sapeva perché. Aveva una strana sensazione e non riusciva a capire il perché di tutto quello che stava provando. Sono M. Era un messaggio da parte di Mello ? Se era così allora Yuki aveva mentito, ma a che scopo aveva affermato di non conoscerlo ? Forse era solo un suo sospetto fondato sul fatto che non riusciva a fidarsi completamente di Yuki. Da quando era comparso questo Mello erano cambiate molte cose. Era come se Yuki stesse cercando di allontanarsi il più possibile da loro. La voce di Agasa lo tirò fuori dalla confusione che aveva in testa
AGASA : È un messaggio che è arrivato pochi minuti fa sul telefono di Shiho. Ho pensato che avvertirti fosse la cosa più saggia in una situazione come questa. 
SHINICHI : Certo, sono d'accordo. Dimmi una cosa, anche tu credi che questo messaggio l'abbia scritto Mello ?
AGASA : Credo di si 
SHINICHI : Potrebbe cancellare quel messaggio ? 
AGASA : ..... D'accordo. Ma... 
SHINICHI : Bene e ore ne scriva un altro uguale dal suo cellulare solo che al posto della M mettete il suo nome. Assicurativi che Yuki non provi ad allontanarsi da voi quando vedrà il messaggio. 
AGASA : D'accordo. Farò come mi hai detto. 
Detto questo Agasa chiuse la telefonata. Shinichi uscì dalla stanza. Vide Ran che provava ad avvicinarsi a Yuki e la ragazza che si allontanava in malo modo. Shinichi pensò che forse quello che gli aveva detto sua madre molto tempo prima fosse vero. Yuki si era innamorata di lui e quando aveva visto lui e Ran baciarsi si era sentita male. Si avvicinò alle due ragazze e Ran gli andò vicino 
RAN : Shinichi ma chi è questo Mello. 
Shinichi sgranò gli occhi. Ran lesse la sorpresa negli occhi del detective e guardò preoccupata Yuki. 
RAN : Yuki sta pronunciando quel nome da un bel po'
SHINICHI : Cosa ?! 
Il detective si fiondò dalla scienziata.
SHINICHI : Yuki, puoi dirmi chi è Mello ? 
Yuki alzò gli occhi dal pavimento, la sua espressione si rilassò e la presa sulla testa si allentò. Era come se si fosse appena ripresa da un trauma. 
YUKI : Nessuno
SHINICHI : Cosa ? 
Yuki si alzò dal pavimento e guardò con occhi seri il ragazzo 
YUKI : Io non lo conosco. Smettila di chiedermelo o io smetto di parlarti 
SHINICHI : Perché ripetevi il suo nome allora ?
Shinichi prese la mano della ragazza che stava cercando di allontanarsi. 
SHINICHI : Te lo chiedo un ultima volta. Shiho chi è Mello ? 
YUKI : Allora smetto di parlarti. 
SHINICHI : Cosa ? Mello ......
Yuki si girò di scatto lanciando una schiaffo sulla guancia del detective. 
YUKI : Smettila di parlare. Tu non sai niente. Stupido.
Ran corse da Shinichi mentre Yuki scappò via lasciando il detective senza parole. Non sapeva niente di che cosa. Yuki scappò da quella casa per andarsi a rifugiare da qualche altra parte. Decise che sarebbe andata a fare una passeggiata al parco per calmare i nervi. Continuò a correre con le lacrime agli occhi e svoltò a sinistra. Non vide un ragazzo davanti a sé e lo prese in pieno. Appena si scontrarono lei cadde, ma il ragazzo riuscì a tenersi in piedi. La ragazza si asciugò le lacrime mentre il ragazzo si lamentava. 
XXX : Razza di idiota , guarda dove ... Ma tu . 
Yuki sentì il ragazzo ghignare e una mano si poggiò sulla sua testa. 
XXXX : Sono tre anni che non ci vediamo, ma tu come sempre non fai altro che piangere.   

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Capitolo 13
*** Occasione persa ***


Non vide un ragazzo davanti a sé e lo prese in pieno. Appena si scontrarono lei cadde, ma il ragazzo riuscì a tenersi in piedi. La ragazza si asciugò le lacrime mentre il ragazzo si lamentava. 
XXX : Razza di idiota , guarda dove ... Ma tu . 
Yuki sentì il ragazzo ghignare e una mano si poggiò sulla sua testa. 
XXXX : Sono due anni che non ci vediamo, ma tu come sempre non fai altro che piangere.
Quella voce, la sua voce, per Shiho era inconfondibile. Aprì lentamente gli occhi sperando che quello che sospettava non fosse vero. Vide davanti a sè un ragazzo. Questa volta non indossava la solita tuta da motociclista e il casco nero, ma dei vestiti di pelle e un rosario che pendeva dal suo collo. Shiho alzò lo sguardo per vedere il suo bellissimo volto, ma appena lo vide sgranò gli occhi e per un attimo pensò che quello non fosse Mello, il suo Mello. Però il suo sguardo era inconfondibile. Ma la cicatrice che gli sfigurava la parte sinistra del volto aveva fatto dubitare per un po' Shiho sull'identità del ragazzo. Alzò una mano per sfiorarla, ma Mello la fermò. All'improvviso si sentirono i passi di due ragazzi che correvano nella direzione di Mello e Shiho : erano Heiji e Shinichi. Appena videro la ragazza a terra e un altro ragazzo chinato su di lei iniziarono a correre più velocemente
MELLO : Vieni con me o vai con loro ? 
La ragazza fu presa alla sprovvista e sperava che quei due inciampassero, o meglio, cadessero in un buco senza fondo. Insomma voleva guadagnare tempo. Un solo nome le uscì dalla bocca
SHIHO : Mello
Il ragazzo le prese il polso e la aiutò ad alzarsi e le strinse i fianchi mentre continuava a guardare i due che correvano nella loro direzione. Sentire di nuovo le braccia forti di Mello che le cingevano i fianchi fece sentire di nuovo in Shiho quel senso di protezione che sentiva solo quando era con Mello. Poggiò la sua testa sul petto di Mello e sentì il ragazzo sussultare. 
MELLO : Allora ? 
 Shiho alzò lo sguardo. 
SHIHO : Mello, io non ..
Il ragazzo capì cosa stava per dire Shiho. Strinse ancora di più in suo polso e si voltò per scappare. Ma non riusciva a lasciare il polso della ragazza. Intanto i due detective si erano avvicinati e stavano per mettersi tra Mello e Shiho. 
MELLO : Ne riparliamo un altra volta. Ti mando un messaggio 
Detto questo lasciò la ragazza e scappò via. Shiho sorrise mentre i due detective davanti a lei si guardavano intorno per capire dove fosse fuggito il ragazzo. Shinichi si avvicinò a Shiho chiedendole se stesse bene e la ragazza lo abbracciò piangendo per la felicità. Per un attimo aveva temuto il peggio, ma Mello le aveva dato un'altra possibilità. Piangeva sotto gli occhi perplessi dei due detective. Si avviarono verso casa e Shiho non aprì bocca e si limitò a camminare sorridente per strada. Prima di entrare a casa del Dottor Agasa guardò sorridente il cielo. C'era la luna piena.
SHIHO : Grazie Mello. Ti amo.





MELLO

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Capitolo 14
*** Akemi, sei tu ? ***


MELLO : Ne riparliamo un altra volta. Ti mando un messaggio 
Detto questo lasciò la ragazza e scappò via. Shiho sorrise mentre i due detective davanti a lei si guardavano intorno per capire dove fosse fuggito il ragazzo. Shinichi si avvicinò a Shiho chiedendole se stesse bene e la ragazza lo abbracciò piangendo per la felicità. Per un attimo aveva temuto il peggio, ma Mello le aveva dato un'altra possibilità. Piangeva sotto gli occhi perplessi dei due detective. Si avviarono verso casa e Shiho non aprì bocca e si limitò a camminare sorridente per strada. Prima di entrare a casa del Dottor Agasa guardò sorridente il cielo. C'era la luna piena.
SHIHO : Grazie Mello. Ti amo.
Quando la ragazza entrò in casa il dottor Agasa la accolse calorosamente. Shiho ricambiò il saluto e si diresse stanca in camera sua salutando anche i due detective. Appena fu sicuro che Shiho non stesse ascoltando Heiji si avvicinò a Shinichi 
HEIJI : Si può sapere cosa è successo ? Siete letteralmente scappati dalla casa 
SHINICHI : In verità non lo so neanche io. In questi ultimi mesi sono successe un sacco di cose
XXX : E tutte sono collegate alla ragazza che vive qui sotto il nome di Yuki e a quel misterioso ragazzo di cui non riuscivamo ad avere alcun informazie, giusto ? 
I due detective si voltarono e videro sull'uscio della porta gli agenti del FBI Jodie, James e Akai. Il dottor Agasa li fece accomodare nel soggiorno. Intanto Shiho era in camera sua e stava leggendo il messaggio che Mello le aveva mandato. Non sapeva perché, ma aveva il presentimento che quel messaggio non l'aveva scritto lui. Intanto gli agenti e i detective restarono per un po' a parlare riassumendo tutto ciò che avevano scoperto sul misterioso individuo chiamato Mello. Parlarono della Wammy's House, fecero vedere le foto dei tre candidati al ruolo di L agli agenti, della donna che aveva detto ai tre detective che Mello era morto anche se non era affatto vero. Infatti, quello rimaneva ancora un mistero. Parlarono anche di quello che era successo al centro commerciale di Beika. Shinichi ne approfittò e raccontò anche cosa era successo quella sera. Che Shiho avesse una sorta di legame con Mello era sicuro, ma Shinichi voleva sapere quanto era forte questo legame. Comunque molte domande avevano trovato una risposta e quasi tutto era molto più chiaro. Ma c'era ancora un mistero che tormentava Akai ed era il suo salvataggio. Chi era stato e perché lo aveva fatto ? All'improvviso si sentì la voce di Sera che fece sussultare tutti.
SERA : Ciao, avete lasciato la porta aperta ? 
Il professor Agasa le andò incontro imbarazzato mentre tutti lo guardavano 
AGASA : Per la fretta mi sarò dimenticato di chiuderla bene. 
Jodie si alzò scusandosi 
JODIE : Dev'essere stata colpa mia. Mi sono dimenticata di chiuderla mentre entravo in casa 
JAMES : Sbadata come sempre la nostra Jodie.
AKAI : Gia 
JODIE : Non sono sbadata. Mi sono semplicemente distratta un attimo 
Akai e James risero mentre Sera entrava a casa seguita da un'altra ragazza. Shinichi e Heiji la riconobbero subito. 
SHINICHI : Ma tu non sei quella ragazza, Saori, giusto ?
La ragazza si voltò spaventata verso Shinichi. Sgranò gli occhi appena vide gli uomini che erano seduti sul divano. Anche se le dava le spalle lei riuscì a riconoscere subito l'uomo vestito di nero : Shuichi Akai. Saori cercò di nascondere il nervosismo e rivolse di nuovo lo sguardo a Shinichi e sorridendo incuriosita 
SAORI : Come fai a conoscermi ? Sai, non ti ho mai visto. Però... aspetta un attimo.... si mi ricordo 
Shinichi sgranò gli occhi rendendosi conto del gesto un po' avventato che aveva fatto. Saori l'aveva visto solo sotto le sembianze di Conan. E allora perché aveva fatto quell'affermazione.
SAORI : Devi essere il fratello maggiore del bambino con gli occhiali giusto. Quello che ha aiutato la polizia con le indagini insieme a quell'altro detective, giusto ? Siete due gocce d'acqua sai ?
Shinichi annuì e anche Heiji continuò a dire " Esatto. Hai una bella memoria" imbarazzato. 
HEIJI : Comunque come mai sei qui ?
SAORI : Sono venuta a trovare una mia amica, Yuki. 
Shinichi guardò per un po' la ragazza e poi gli indicò la stanza della scenziata che si trovava infondo alle scale. La ragazza lo ringraziò e si avviò verso le scale. Appena passò davanti allo specchio Akai vide riflessa l'immagine di Akemi e non quella di Saori. Si alzò guardando serio la ragazza che ormai stava scendendo le scale. Nessuno a parte lui si era accorto di nulla. Si alzò 
JODIE : Akai dove vai ?
Saori scese le scale sospirando profondamente. Aveva fatto il più grande errore della sua vita. Era passata davanti a uno specchio senza la collana di Rika. Una figura maschile si avvicinò alle sue spalle e le mise una mano sulla spalla. Lei si voltò spaventata rischiando di cadere. Una mano la mantenne prendendola per i fianchi e aiutandola a riprendere l'equilibrio.  Saori vedendo Akai arrossì. Lo ringraziò per l'aiuto e fece per andarsene, ma lui le prese la mano. 
AKAI : Sei tu Akemi ?
Akemi sgranò gli occhi. Il corpo di Saori prese le sembianze di Akemi 
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AKAKO : RIKA CHE CAVOLO STAI DICENDO ?!?!
Primula alzò le mani triste 
RIKA : Scusami se l'avessi saputo non avrei mai fatto quest incantesimo.
AKAKO : TI RENDI CONTO CHE SE QUALCUNO RICONOSCE AKEMI IL CORPO DI SAORI PRENDE LE SEMBIANZE DI QUELLO DI AKEMI.
Dobbiamo subito andare a casa sua e avvertirla
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Akemi sentì che qualcosa dentro di lei stava cambiando come se ogni cellula del suo corpo stesse cambiando e in effetti era così. Sotto gli occhi sorpresi di Akai il corpo di Saori cambiò prendendo le sembianze di quello di Akemi. Tutti raggiunsero Akai e appena videro Akemi ferma davanti a lui sgranarono gli occhi increduli. Jodie si avvicinò 
JODIE : Tu... tu sei Akemi ? 
La ragazza non rispose. Restava ferma a guardare con sguardo triste Akai. Cercò di tornare calma e di fermare il suo cuore che batteva come se fosse un tamburo. Rivedere Akai dopo tutto quel tempo l'aveva resa immensamente felice, ma non poteva rimanere con lui. Anche se avrebbe preferito restare lì e raccontare tutta la verità Primula le aveva sottolineato che non doveva e non poteva raccontare niente a nessuno. Si sentiva un po' in colpa nei confronti di Saori, le stava dando parecchi problemi e se lei avesse scoperto cosa stava succedendo probabilmente non sarebbe stata troppo contenta. Akemi restava lì. Non ascoltava le domande dei detective e fissava il pavimento assorta nei suoi pensieri. Doveva assolutamente trovare un modo per scappare. 
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Rika e Akako si trovavano davanti casa di Saori. Stavano bussando il campanello da un bel po' e nessuno aveva aperto la porta. 
AKAKO : Sarà scesa. 
Primula si mise una mano in testa preoccupata 
RIKA : Adesso provo a rintracciarla. 
Detto questo poggiò la mano sulla porta e riuscì a vedere Saori a casa del dottor Agasa. All'improvviso mentre lei scende delle scale un uomo le si avvicina, lei si gira e dopo che l'uomo dice qualcosa il suo corpo inizia a prendere le sembianze di Akemi 
RIKA : OH NO! TROPPO TARDI!
AKAKO ; Già è stata smascherata ?
Rika corse via annuendo. Akako la seguì 
AKAKO  : La cosa non mi sorprende più di tanto
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Akemi provò un tentativo disperato di fuga. Corse giù dalle scale sperando che avrebbe trovato una finestra. Akai la seguì. Quando arrivò trovò una porta. Akemi provò ad aprirla, ma era chiusa. Si poggio disperata alla porta. Era in trappola. Alla sua destra c'era un'altra porta che probabilmente era della stanza di sua sorella. Non potava mettere in mezzo sua sorella. Doveva cavarsela da sola. Mise una mano nella borsa dandosi della stupida. Aveva l'orecchino magico che le aveva dato Primula per le emergenze. Stacco l'orecchino dal suo orecchio e lo strinse in mano. Pensò di trasformarlo nella chiave, ma così gli agenti avrebbero continuato a seguirla. Desiderò di attraversare la porta come se lei fosse un fantasma. Ma prima che potesse dirlo Akai la raggiunse e prendendola per un polso la attirò a sè.
AKAI : Akemi, sei tu, vero ?
Akemi si liberò dall'abbraccio dell'amato e lo baciò. Akemi poi indietreggio verso la porta, ma Akai cercò di fermarla. Akemi gli mise una mano sulla guancia.
AKEMI : Scusami, ma non posso restare. Ti amo. Ricordalo sempre 
Detto questo Akemi baciò la collana e si liberò dalla presa di Akai e attraversò la porta lasciando tutti senza parole. Il professor Agasa aprì la porta e tutti corsero fuori e videro Akemi fuori che era caduta slogandosi una caviglia. Una ragazza con i capelli rossi battè le mani. Era Akako 
AKAKO : Lo sai che tu sei un genio vero ?
Akemi fulminò la strega e quando vide che non avevano rinunciato a prenderla si alzò nonostante avesse un fortissimo dolore alla caviglia. Si diresse verso il cancello che per sua sfortuna era chiuso. Avrebbe dovuto scavarcarlo, ma anche se ci avesse provato non avrebbe mai fatto in tempo e soprattutto con la caviglia in quelle condizioni non sarebbe stato semplice. Akako riuscì ad aprire il cancello e aspettò che uscisse Akemi per poi richiuderlo. Le due salirono sulla scopa della strega e volarono via. 
AKAKO : Mamma mia. Com'erano insistenti!?
AKEMI : Parli come se fossi stata tu a dover scappare. Si può sapere cosa è successo ?
AKAKO : Possiamo definirlo un piccolo effetto collaterale dell'incantesimo. Primula l'ha scoperto dieci minuti fa.
AKEMI : Non poteva informarsi prima 
AKAKO : Sai che mia sorella non è mai così attenta
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Shinichi e Heiji tornarono a casa e anche gli agenti se ne andarono e Sera andò via con Akai. Shiho uscì dalla sua stanza e andò a dare la buonanotte al dottor Agasa. 
SHIHO : Ho sentito un bel po' di confusione prima, è successo qualcosa ?
AGASA : Ne parliamo domani. Ora andiamo a dormire. è stata una giornata un po' movimentata

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Capitolo 15
*** Problemi e momenti divertenti tra amiche ***


Il giorno dopo Shiho si diresse a casa di Saori per controllare come stessero le due. Era molto preoccupata per sua sorella anche perché  Akemi non aveva cercato di contattarla dal giorno in cui era stata scoperta. Rika le aveva già raccontato tutto quello che era successo. Si stava dirigendo a casa di Saori proprio perché la preoccupazione la stava divorando. Quando sulla strada vide un negozio di frutta e verdura entrò subito. Si ricordà che Saori adorava mangiare le pere così pensò di prenderne qualcuna per portargliele. Intanto a casa Saori stava dormendo tranquilla sulla poltrona della stanza dove si trovava lo specchio magico. Aveva deciso di mettere qualche mobile in quella camera per passare un po' più di tempo con l'amica Akemi. La ragazza era molto triste dopo gli avvenimenti dell'ultimo giorno. Anche se la caviglia le faceva ancora male non le importava molto. Voleva che Akemi tornasse a sorridere, aveva provato di tutto per far calmare il dolore, ma nulla aveva funzionato. Dopotutto il dolore che aveva dentro era più forte di quello che stava provando Saori a causa della caviglia. Appena aprì gli occhi Saori salutò allegramente Akemi. Akemi ricambiò con un finto sorriso il saluto dell'amica. Saori poggiò la gamba su una sedia davanti a lei.
SAORI : Come ti senti ? 
Akemi non rispose, ma le rivolse un grande sorriso. Stava ancora pensando a lui. 
SAORI : Stai ancora pensando a quel Shuichi Akai ?! 
Akemi abbassò la testa sconsolata. Saori guardò incredula l'amica attraverso lo specchio. 
SAORI : Akemi, ti prego. Non puoi continuare a deprimerti. O gli dici tutto o te lo togli dalla testa. Se fossi in te cercherei di cancellarlo. Però io....non sono forte quanto te. Se fossi nella tua stessa situazione non riuscirei a stare lontano al ragazzo che amo. So che è difficile e voglio aiutarti. 
Akemi alzò la testa per guardare Saori. Le sorrise e la ringraziò. 
AKEMI : Stai già facendo più di quanto tu possa immaginare per me. Sono io che non faccio altro che lamentarmi. 
SAORI : Vuoi uscire un po' ? 
Akemi la guardò interrogativa, ma capendo cosa aveva in mente sorrise 
AKEMI : È vero. Rika ha detto che una volta ogni quindici giorni posso uscire per ventiquattro ore dal tuo corpo usando questo specchio. Speriamo solo che non ci siano spiacevoli effetti collaterali 
SAORI : Dopo quello che è successo ieri non mi fiderei di quello che dice Rika, ma tentar non costa nulla giusto? 
Akemi le rivolse un sorriso divertito 
AKEMI : Forse
Akemi si alzò dalla poltrona e si diresse verso la superfice dello specchio e iniziò a spingere come se volesse uscire e ci riuscì. Dopo pochi secondi si ritrovò nella stessa stanza di Saori e nello specchio c'erano i riflessi di tutte e due. Akemi sospirò mentre Saori cercava di trovare una posizione comoda per tornare a dormire sulla poltrona. 
AKEMI : Ma come!? Ora ti metti di nuovo a dormire!? 
SAORI : Ho sonno 
Sotto gli occhi increduli di Akemi Saori iniziò a chiudere gli occhi. All'improvviso il suono del campanello fece sussultare le due che si precipitarono fuori dalla camera. Appena si avvicinarono alla porta Akemi ebbe un brutto presentimento e così andò a nascondersi nel bagno.
AKEMI : Se sono gli agenti del FBI io non ci sono. 
Saori rise e si diresse verso la porta aiutandosi con una stampella. Quando l'aprì si trovò davanti la faccia sorridente di Shiho
SAORI : È Shiho
Akemi uscì dal bagno mentre sua sorella entrava in casa. Appena la vide Shiho la guardò sorpresa e sollevata.
SHIHO : Ma ..... Come hai fatto ad uscire ? 
Akemi le fece un occhiolino 
AKEMI : È un piccolo trucchetto che mi ha svelato Rika.. Ma funziona solo per ventiquattro ore. 
Shiho sospirò. 
SHIHO : Che peccato
La sorella l'abbracciò e guardando la busta che aveva in mano chiese cosa c'era dentro. Shiho mostrò il contenuto delle busta ad entrambe e appena Saori vide le pere le saltò letteralmente addosso ringraziandola. Saori posò la busta nella cucina dopodiche si spostarono nel soggiorno per chiaccherare
SHIHO : Sai, sorellona, pensavo che dopo quello che era successo l'ultima volta a casa del dottor Agasa avresti iniziato a essere triste perchè avresti preferito raccontargli la verità. Ma vedo che stai bene. Sono sollevata
Akemi sorrise mentre Saori si metteva una mano davanti alla bocca per non ridere 
SAORI : Si è ripresa dalla tristezza cinque minuti prima che arrivassi tu 
SHIHO : Ok. Ritiro tutto quello che ho appena detto
AKEMI : Come siete cattive. 
Tutte e tre risero e continuarono a parlare per un po'. Ma all'improvviso il suono del campanelle le fece sussultare. Tutte uscirono dalla stanza e andarono vicino alla porta. 
SAORI : Chissà chi è ? 
Akemi corse nel suo nascondiglio preferito : il bagno 
AKEMI : Se sono gli agenti del FBI io non ci sono. 
Shiho e Saori risero
SHIHO : Ma perché non chiedi "Chi è?" Prima di aprire la porta e trovarti davanti spiacevoli sorprese 
SAORI : Già, perché non lo faccio ? CHI È ? 
Dall'altra parte della porta si sentì una voce maschile, che Shiho conosceva molto, troppo bene, che diceva "Sono io". Era Mello. Shiho si diresse subito nel bagno 
SHIHO : Non aprire! Non aprire! Non aprire! Non aprire! 
Continuò a ripeterlo finché non entrò nel bagno dove c'era anche Akemi.
AKEMI : Perché ti nascondi ? 
SHIHO : Non mi sento ancora pronta a raccontargli tutto e se mi vedesse mi farebbe un interrogatorio
Akemi mise una mano sulla testa della sorella e l'abbracciò. Si trovavano entrambe in una situazione difficile. Shiho si andò a sedere sul davanzale della finestra aperta mentre Akemi si sedeva per terra poggiando la testa sulle ginocchia. Intanto Saori aprì la porta e fece entrare Mello in casa. 
SAORI : Ciao Mello, come mai sei qui ? 
Mello le rivolse uno sguardo interrogativo. Era strana quella domanda.
MELLO : Stavi facendo qualcosa di importante ?
SAORI : No,nulla. Era solo che non mi aspettavo questa tua visita.
MELLO : Ma sei stata tu ieri a chiedermi di portarti qualche pera, non te lo ricordi ?
Saori si ricordò che era vero. Aveva chiamato Mello per chiedergli di portare qualche pera. Se lo era completamente dimenticata
SAORI : È vero. Ora ricordo. 
MELLO : C'è qualcuno ?
SAORI : Cosa ?
Se n'era accorto. Si era accorto che c'era qualcun'altro in casa. Ma come diavolo se n'era accorto. Saori si guardò alle spalle. Sul mobiletto in cui metteva le scarpe c'era la borsa di Shiho. 
SAORI : Si c'è una mia amica. Ora è nella mia stanza. Perciò devi andare in fretta 
Mello sorrise, come se avesse capito tutto. 
MELLO : Ok, me ne vado subito. Posso usare solo un attimo il bagno ? 
Senza neanche aspettare una rsposta da parte di Saori Mello si precipito nel bagno. Saori lo raggiunse e lo fermò proprio mentre lui stava per abbassare la manglia e aprire la porta. 
SAORI : NOOOO! Non puoi!
MELLO : Perché ?
Una voce proveniente dal bagno rispose
AKEMI : Non puoi entrare. Sto facendo la doccia. 
Mello non si arrese. Era sicuro che in quella stessa casa c'era la persona che stava ormai aspettando da troppo tempo e non si sarebbe arreso finché non avrebbe avuto una conferma ai suoi sospetti.
MELLO : Di solito ci si lava con l'acqua
AKEMI : Ma.... Bhe.... Ecco ...
Shiho iniziò a suggerirle qualche scusa per aiutarla.
SHIHO : Mi sto ... 
AKEMI : Mi sto ....
SHIHO : Mettendo il balsamo 
AKEMI : Mettendo il balsamo ?! Si giusto, è balsamo. Sai devo tenerlo in testa per qualche minuto senza risciaquare  
Shiho si mise una mano sulla faccia. 
SHIHO : Sei un caso perso 
AKEMI : Sei un caso ...
Akemi si mise una mano davanti alla bocca rendendosi conto che il "caso perso" era lei e non Mello. 
MELLO : Sono un caso ? Akemi che diavolo stai dicendo !? 
AKEMI : Nulla. Comunque non entrare.
MELLO : Altrimenti 
AKEMI : Altrimenti... Shi
Shiho scosse con forza mani e testa 
AKEMI : Altrimenti .. Io... ti .... butto.... la-doccia-in-faccia!
Pollice in su per Akemi da parte di Shiho. Le due ragazze risero. 
AKEMI : Perciò vai 
SAORI : Forza Mello. Casa tua non è molto lontana.
Detto questo Saori le diede una forte pacca sulla spalla. Forse un po' troppo forte. Infatti, Mello per non cadere si appoggiò alla maniglia del bagno che si abbassò. La porta si aprì violentemente spaventando le due sorelle. Per lo spavento Shiho si sporse all'indietro perdendo l'equilibrio. Shiho sarebbe caduta giù, ma Mello rapido afferrò la sua mano e la tirò a sè con tutta la forza che aveva in corpo. Shiho cadde addosso a Mello e finirono entrambi a terra. 
AKEMI : Si saranno fatti male
SAORI : Noooo
Le due ragazze risero mentre Mello e Shiho si rialzavano dal pavimento. 

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Capitolo 16
*** Risposte ***


Nel bagno era calato un silenzio irreale. Mello e Shiho erano l'uno di fronte all'altra, Akemi e Saori ne avevano approfittato per svignarsela e lasciare i due da soli. Shiho le avrebbe volentieri maledette ad alta voce, ma non era il momento adatto per prendersela con loro. Fissava il pavimento e non osava alzare lo sguardo per guardare Mello negli occhi. Non ne aveva il coraggio. Mello aveva le mani strette in due pugni, segno che era arrabbiato. Anche se stava cercando di trattenersi, ma prima o poi sarebbe esploso e non ci volle molto. Prima che Shiho trovasse il coraggio di guardarlo negli occhi lui iniziò a parlare cercando di trattenere l'impulso di urlarle contro.
MELLO : Stupida... Perché,, perché...
Mello strinse i denti e Shiho incrociò le braccia cercando di non guardarlo.
MELLO : PERCHÈ DIAVOLO TI STAI NASCONDENDO ? SI PUò SAPERE COSA DIAVOLO TI È SUCCESSO ?
SHIHO : Mello, io..
MELLO : TI DIVERTI A FARMI ASPETTARE COSì TANTO PER RACCONTARMI COSA TI È SUCCESSO.
SHIHO : Mel..
MELLO : STA ZITTA
Shiho sussultò e inizio a piangere cercando di soffocare i singhiozzi. Mello la guardò sorpreso. Aveva esagerato, forse. Aveva reagito un po' troppo male, forse. Ma era Shiho che si stava comportando in modo strano, forse. O forse no. Dopotutto Mello non riusciva a capire bene cosa stesse provando la ragazza. Abbracciò Shiho e la baciò sulla fronte. La ragazza si abbandonò tra le braccia di Mello.
SHIHO e MELLO : Scusa
Nessuno dei due parlò per parecchio tempo e dopo alcuni minuti Saori entrò nel bagno
SAORI : Potete andare a parlare nel salotto se volete.
Entrambi avevano parecchie cose da dire. Andarono nel salotto e Shiho inizia a raccontare tutto quello che le era successo in quei mesi. Quando ebbe finito di raccontare Mello era rimasto senza parole.
MELLO : Eri stata attaccata anche sul Mistery Train ?
SHIHO : Si, come fai a saperlo ?
MELLO : Anche io e Matt eravamo lì.
SHIIHO : Strano che non ci siamo incontrati
MELLO : Io e Matt siamo rimasti chiusi nella nostra cabina. In effetti ho visto il fidanzato di Akemi, ma probabilmente era solo Vermouth travestita. Matt mi aveva detto che quell'agente del FBI era già morto da un bel pezzo.  
Shiho rise
SHIHO : Matt è sempre informato su tutto.
MELLO : Si anche che è comparso un membro degli uomini in nero che sembra deciso a farti fuori. Barboun, si chiama così giusto ?
SHIHO : Si,
MELLO : Mi puoi dire perché nono mi hai chiamato subito.
SHIHO : Non volevo che ti mettessi ulteriolmente in pericolo. Sei già stato bravissimo a farlo da solo
MELLO : E allora ? Potevo benissimo aiutarti
SHIHO : Mello, come ti sentiresti se venissi uccisa ?
Mello sgranò gli occhi. Lui non era mai riuscito a capire bene cosa provasse Shiho. Alcuni anni prima se n'era andato a Los Angeles lasciandola da sola. Fino a quel momento il suo unico scopo era stato battere Near e trovare KIRA prima che lo facesse Near e SPK mettendo tutte le altre cose in secondo piano. Tra queste c'era anche la ragazza che amava, Quando era partito non aveva capito perché si era messa a piangere dicendo "Mi mancherai", non aveva capito cosa stava provando. Aveva paura di perderlo. Solo in quel momento Mello capì. Era ciò che stava provando lui. Ciò che aveva provato quando aveva saputo che Akemi era morta. Mello aveva pensato che Shiho non avrebbe mai accettato tanto facilmente la morte della sorella, e questo quegli uomini lo sapevano. "Uccideranno anche lei" aveva pensato. Aveva cercato in tutti i modi di mettersi in contatto con la ragazza, ma qualsiasi cosa faceva si rivelava vana. Era riuscito a mettersi in contatto con Mello e aveva scoperto che Shiho stava bene ed era al sicuro.
SHIHO : Posso chiederti cosa hai fatto per tutto questo tempo ? Sei stato per tre anni a Los Angeles e non mi hai chiamato neanche una volta
MELLO : Si diciamo che ho fatto un paio di cosette
Shiho gli rivolse un occhiata preoccupata e arrabbiata
SHIHO : Del tipo eliminare una squadra mafiosa, tagliare la testa del boss e portarla alla squadra mafiosa più pericolosa di tutta l'America per essere un loro membro. Matt mi ha raccontato cosa hai fatto, ma all'improvviso io e lui abbiamo perso i contatti per ovvi motivi
Shiho portò una mano alla parte sinistra del volto di Mello accarezzando delicatamente la cicatrice che gli sfigurava la parte sinista del volto.
SHIHO : E questa ?
Mello accarezzò la mano di Shiho baciandola
MELLO : Lasciamo perdere
Detto questo Mello si avvicinò al volto di Shiho e iniziò a baciarla. Dopo pochi secondi però Shiho lo allontanò.
SHIHO : No. Adesso sono io quella che vuole delle risposte
Proprio quando Mello stava per parlare il suo cellulare squillò. Lui rispose.
MELLO : Si, si. D'accordo Sayu, aspettami lì. Ora ti raggiungo
Mello chiuse la telefonata.
SHIHO : Era tua sorella ?
MELLO : Si. Il suo ragazzo non c'è e vorrebbe un passaggio per andare al posto in cui lavorariamo. In effetti anche io dovrei andare
Sayu era la sorella minore di Mello. I due erano stati divisi quando erano molto piccol, infatti, la ragazza aveva completamente dimenticato suo fratello. Era stata adottata dalla famiglia Yagami a cui non aveva ancora raccontato nulla dell'esstenza di suo fratello. Nessuno le aveva mai detto che lei era stata adottata e l'aveva scoperto solo quando aveva incontrato Mello per la prima volta. In realtà il vero nome di Sayu era Karen Keehl e lei era una sirena. Infatti la madre di Karen era una sirena e il padre un umano. I poteri di una sirena si trasmettevano solo in linea femminile per questo Mello non lo era. I parenti maschi delle sirene venivano considerati guardiani ed avevano il compito di proteggere le sirene. E Mello svolgeva molto bene il suo compito, ma anche no.
SHIHO : Vengo con te
MELLO : Perché ?
SHIHO : Non vedo Sayu da un sacco di tempo
MELLO : Ma sono venuto qui con la moto.
SHIHO : OK. Allora vi raggiungo nel luogo in cui lavora. Dove lavorate
MELLO : Non sono affari tuoi
Shiho raggiunse Mello sulla porta.
SHIHO : Eddai. Non lo dico a nessuno
MELLO : Non te lo dirò mai. AKEMI, SAORI IO VADO
SHIHO : NOI ANDIAMO
Entrambe raggiunsero i due sulla porta
AKEMI : Pace fatta ?
SHIHO : Pace fatta. Ma ora devo scoprire dove lavora
Saori rise compiaciuta.
SAORI : Ti piacerà davvero tanto il nuovo lavoro di Mello
SHIHO : Fai paura



Sayu






ANGOLO AUTRICE
Salve a tutti. Spero che la mia fic vi stia piacendo e volevo ringraziare tutti quelli che la stanno leggendo. Ringrazio dal profondo del cuore anche chi ha recensito rendendomi immensamente felice. Comunque volevo dire una cosa riguardante la storia. In realtà ho scritto due finali per questa fic, un finale buono e uno cattivo, e non so quale scegliere quindi volevo far scegliere a voi. Tra pochi capitoli succederà qualcosa e a fine capitolo metterò una domanda (es. chi vincerà la gara ? Ran o Kazuha (scusate, esempio penoso)) e con una recensione o con un messaggio privato potrete dirmi la risposta. Nel capitolo che verrà dopo vi farò sapere se avete scelto il finale buono o quello cattivo. Spero che l'idea vi piaccia. Grazie mille ancora a tutti.

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