Once Upon a Time – Potions and Memories

di Lilypuf
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Rumplestiltskin in fabula ***
Capitolo 2: *** Gli stivali ***



Capitolo 1
*** Rumplestiltskin in fabula ***


Potions and Memories


CHAPTER 1 – Rumplestilskin in fabula.

C’era una volta, su un alto monte, un tale di nome Charles Stiefel, che viveva da solo in una casetta lontana da tutto e tutti.
Era un giovane di bell’aspetto, affascinante, agile e forte, dai capelli rossastri e gli occhi verdi.
Nessuno sapeva molto su di lui, solo che era ricco e disponeva di molti beni, la maggior parte dei quali andavano sperperati in donne e baldoria, ma da dove venisse quel denaro nessuno lo sapeva. Non svolgeva nessun mestiere nei villaggi vicini, ma sapevano che viaggiava molto.
Quando i proprietari delle locande gli domandavano “Dove andrai di bello domani?” lui rispondeva seccato, arricciando il naso, con un “E chi lo sa? Seguirò un piccione magari.”
Anche se nessuno sapeva da che famiglia venisse o che mestiere facesse di preciso, era una persona rispettata da tutti. E a lui piacevano molto quelle attenzioni e quei riguardi; e così, di tanto in tanto, per essere amato ancora di più, faceva opere di carità e aiutava famiglie bisognose che abitavano nei pressi della sua casetta sperduta. Per ingraziarseli, insomma.

“Da dove vengono quegli stivali?” gli fece un giorno un tizio a una locanda, “Sono di fattura ottima. Cuoio, pelle nera, buon taglio... Sono disposto a darti dieci monete d’argento per quelli!”
“Non sono in vendita. Ricordo di famiglia, capirà benissimo: ci tengo.”
Due cose erano certe: Charles non vendeva mai nulla e nessuno l’aveva mai visto andare in giro senza quegli stivali da quando abitava lì.

Ma ben presto, tutti seppero che genere di persona era e che tipi di affari trattava...

Di solito andava in luoghi molto lontani per concludere accordi e riscuotere i debiti di un prestito che aveva fatto, e c’era una ragione più che valida: doveva mantenere la sua posizione di persona rispettabile nei villaggi del monte. Perché? Perché era una persona pigra, e un trasloco, anche se viaggiava tanto, lo avrebbe scomodato troppo. Inoltre, per essere amato e viziato da tutti, quelle persone non potevano conoscere i suoi affari e sapere da dove provenisse tutta quella ricchezza. Il suo mestiere era tutt’altro che lecito e, spesso, il suo guadagno mandava in rovina famiglie già poverissime, riducendole a morte sicura a causa dell’enorme debito. Dunque, tutto sommato, una baita protetta da persone che lo amavano per i suoi frequenti "regali" faceva proprio al caso suo.

Un giorno, forse quello che credeva fosse il più tranquillo della sua vita, Charles andò in giro per i boschi a cacciare assieme al suo cane. Riuscirono a prendere poco e niente: una lepre e tre lumache.
“Ottimo lavoro comunque, Zagor”, disse al suo compagno di viaggi, sorridendogli e accarezzandogli il pelo folto.
 Dopo un po’ continuarono a cercare altre prede, ma si persero di vista.

Correndo ovunque per trovare il suo amico, il giovane si imbatté in un uomo dagli occhi gialli e spenti , la pelle squamosa e lucida e un sorriso beffardo stampato sul volto appassito. Stava accarezzando Zagor, il quale, stranamente, non sembrava per niente agitato.
“Che bel cane che hai... Ti pago dieci monete d’argento per questo!”, disse l’uomo, saltellando con fare compiaciuto.
“Piantala Tremotino. Cosa vuoi?” disse Charles, con fare seccato.
L’uomo alzò un dito, ma poi lo riabbassò, e sorridendo da lui al cane disse: “Sei sicuro di essere un tipo da cani?”
Charles inarcò un sopracciglio, evidentemente confuso. “Sì... Sicurissimo... Di gatti non ne ho mai avuti...”

Riprese al guinzaglio Zagor, senza staccare gli occhi da Tremotino, che ora lo guardava incuriosito.
“Come mai tutte queste domande?”
“Ah ah ah!”, lo ammonì l’altro. “Ricorda che sono sempre io a fare le domande qui.”
“Sì, certo...”, disse Charles in tono poco convinto, come se la sicurezza e i modi di fare di quell’uomo non gli incutessero alcun timore. “Allora, hai qualche lavoretto per me?”
“Sì, esatto”, rispose Tremotino, fissandolo dritto negli occhi.
“Perfetto. Quando parto?”
“Ma come? Non ti interessa quello che dovrai affrontare? Hai accettato a prescindere. Anche se si trattasse di un drago ci andresti, vero?”
“Lo sai, Tremotino, che a me...”
“.. Interessa solo il guadagno!”, completò l’uomo, che ora aveva un sorriso folle. “Ed è per questo che mi piaci... Signor Stivali”.
Tremotino guardò gli stivali che Charles portava, sghignazzando.
“La traduzione del mio cognome, certo...”.
Charles lo guardò fisso, annoiato, e non si mosse, neanche quando la risata acuta di Tremotino riecheggiò sopra di loro.




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~ NdA: Avevo questa storia da tempo sul pc, ma non ricordavo assolutamente di averla scritta. Ora, avendola ripescata tra i documenti, ho voluto riportarla "alla luce", e magari nei prossimi giorni cercherò di sviluppare al meglio la trama, rispettando l'idea iniziale.
Spero di avervi incuriositi abbastanza e di riuscire a completare al meglio l'impresa.
Seguite in tanti la storia del misterioso Charles e fatemi sapere come vorreste che andasse la storia...
A presto!
P.S.: Tra l'attore che fa Bingley in "Orgoglio e Pregiudizio" e quello che interpreta Robb Stark in "Game of Thrones" non so quale assomigli di più al Charles che avevo immaginato: uno più figo dell'altro!
Ma alla fine ha vinto Richard Madden ♥ *applausi*

Lilypuf

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Capitolo 2
*** Gli stivali ***


 

Potions and Memories

CHAPTER 2 – Gli Stivali.

Il palazzo di Tremotino sembrava sempre lo stesso: alto, lugubre, troppo imponente per una persona che prima era il codardo del villaggio.
Charles conosceva bene la sua storia, ma badava bene a non rammentargliela. Dopotutto era un calcolatore nato, e inimicarsi qualcuno più potente di lui non andava certo a suo vantaggio.

Dopo essere entrato nell’enorme castello, notò un certo calore all’ingresso che durante le sue precedenti visite non era minimamente percepibile. Lo stesso Tremotino sembrò spiazzato e infastidito da questo nuovo arredamento, pieno di rose in fiore e candele accese. Nessuna ragnatela e nessun mobile impolverato. D’un tratto sentirono un tonfo e una strana musica provenire dalla cima delle scale: una giovane con un vestito dorato cantava e puliva al meglio ogni dettaglio del grande salone, facendosi aiutare da armadi e tappeti armati di scope e secchi d’acqua.
L’Oscuro smorzò con uno sguardo avvilito il sorrisetto di Charles, il quale era rimasto sconcertato per l’unico spettacolo che mai si sarebbe aspettato di vedere a casa di Tremotino.
“La mia nuova domestica... Che delizia”, sbuffò con tono seccato.
Fece cenno al ragazzo di seguirlo, ed entrambi salirono le scale. La giovane smise di cantare e abbassò la testa, accennando appena un inchino.
“Nessuno ti aveva chiesto di mettere delle luci, ragazzina.”
“Purtroppo non vedo bene al buio quanto lei, Signore,” soggiunse lei ironica.
Tremotino scavalcò l’immobile, terrorizzato appena vide sopraggiungere il padrone, mentre Charles si fermò ad osservare la ragazza. I suoi occhi verdi la squadrarono dall’alto in basso e, quando la vide infastidita mentre la scrutava, aggiunse divertito:
“Una nobile che fa le pulizie? Che tempi!”
 Scioccata per quell’affermazione, arrossì come se avesse scoperto uno dei suoi segreti più intimi.
“Non ti riguarda. Se sei come lui, di me non ti importerà nulla.” Rispose lei abbassando la voce, triste e melanconica.  
Il sorriso di lui si fece più serio e il suo sguardo dolce, come se comprendesse il suo stato.
 “Di certo non mi riguarda, ma voi non dovreste essere qui. Siete troppo bella per ridurvi così.” Fece un breve inchino verso la giovane. Questa ricambiò mentre Tremotino gli urlò di raggiungerlo.

Charles entrò in una sala più ampia dove era solito ricevere gli ordini dall’Oscuro, quindi non si soffermò più di tanto sull’enorme quantità di oggetti magici che ricoprivano le pareti.
Con uno schiocco di dita, Tremotino presentò al giovane una pergamena, incisa con lettere dorate che parevano illuminarsi man mano che leggevi.  Per lui era normale ricevere e firmare contratti, ma dopo aver letto le clausole principali, si soffermò su un dettaglio che stava alla base del suo viaggio.
“Giganti?! E come ci arrivo lassù?”
Tremotino rise di gusto a quest’esclamazione, e il suo sguardo lasciava intendere che era pronto a quella domanda.
“Lascia che ti spighi brevemente, mio piccolo signor Stivali. I fagioli magici sono oggetti potenti, ma purtroppo non ne dispongo attualmente, se è questo che pensi.”
“E dovrei procurarmeli io? Sai benissimo che non si coltivano come le patate.”
L’Oscuro sorrise e indicò una piccola sfera. Charles si avvicinò e vide in essa l’ombra di due giovani, che si baciavano e si tenevano le mani l’un l’altra, come a scambiarsi una promessa.
“Nobile da parte tua spiare due amanti. La vita solitaria ti fa male... Fossi in te ci farei un pensierino sulla donna delle pulizie!”.
Tremotino fece conto di non ascoltare, abituato alle battute impertinenti del ragazzo, e spiegò meglio le dinamiche della sua missione.
“Non so come abbia fatto la ragazza che vedi, poveraccia com’è, ma ha un fagiolo magico. Così intende far arricchire quell’arrogante del suo principino.”
“Un momento... Quello è il principe James?!”
“Ti stupisce vederlo con una sgualdrina?”, aggiunse serio. “Eppure, non ti facevo così informato sul regno, la famiglia reale e tutte quelle sciocchezze burocratiche.”
“Beh, le conosci anche tu queste sciocchezze. E poi fa sempre bene conoscere queste cose: torna utile nelle situazioni avverse sapere di quali poteri dispone un tuo possibile alleato... O un nemico, in questo caso.”
La sfera ora proiettava l’immagine dei due che si abbracciavano, e Tremotino la offuscò con della nebbia.
“Non ho mai parlato di rubare il fagiolo. Ti basterà salire sulla pianta una volta cresciuta, domani, nella foresta di Sherwood.”
“Saranno loro a piantarla?”
“Precisamente.”

Charles lesse di nuovo il contratto, rigirandoselo tra le mani e facendo cenni di assenso. Tremotino, intanto, spiava l’operato della domestica, che non la piantava di canticchiare. Con un tonfo, chiuse seccato la porta e si sedette di fronte al ragazzo, impaziente di sentire la lamentela successiva.
“La ricompensa mi sta bene, se è questo che ti preoccupa,” disse Charles, alzando gli occhi dalla pergamena. “Devi solo descrivermi meglio questo... Scatolo, vaso, contenitore. Sei certo che si trovi nella casa di questo Arlo?”
“Mi sono mai sbagliato su qualcosa?”.
Charles ripiegò il contratto dopo aver letto l’ultima clausola.
“Magia oscura. Se è la sola cosa pericolosa che posseggono questi giganti, saprò riconoscerla.”
“Il Vaso di Pandora è di per sé oscurità. Non mi hai mai deluso per questi lavoretti, quindi prendi tutto l’oro che quegli stupidi giganti posseggono, oche e fagioli, ma portami il Vaso e avrai ciò che brami di più.”
A quell’affermazione, il ragazzo alzò gli occhi e mostrò una luce diversa da tutte le altre, che li infiammava di bramosia e potere.

“Affare fatto!”. Firmò il contratto e Tremotino cominciò a sghignazzare compiaciuto.
“E ora una piccola modifica prima della partenza!”
Charles guardò l’uomo spiazzato mentre questi agitava una bacchetta magica contro i suoi stivali.
“Cosa stai facendo?!”, urlò lui, guardando i suoi stivali illuminarsi.
“Considerala una piccola assicurazione aggiuntiva al contratto. Questi stivali ti consentiranno di trasformati a tuo piacimento, e sarà molto più semplice per te seguire i due piccioncini senza essere notato, alto e affascinante come sei!”. Tremotino continuò a saltellare sul posto mentre finiva di imprimere magia alle scarpe.
“Ma una magia simile sarebbe un affare se non comportasse un prezzo più alto...”, aggiunse il ragazzo, che ora lo guardava serio.
“Sei preoccupato? Non dovresti, mio caro! E sì, ovviamente ha un prezzo...”. La bacchetta smise di emanare scintille dorate, e l’Oscuro girò intorno a Charles fissando le scarpe, come se la magia non fosse ancora terminata.
“I tuoi stivali saranno la tua salvezza. O la tua rovina, se non farai ciò che ti ho ordinato. Riuscirai a trasformarti in un gatto a tuo piacimento, ma si tratta di un’arma a doppio taglio: il gigante ti vorrà subito come oggetto da collezione, ma guai a te se cominci a parlare come un essere umano e riveli l’inganno! Ti considereranno come tutti gli uomini: un ladro e un usurpatore.”
Tremotino mise a posto la bacchetta e si girò verso il giovane, ancora incredulo.
“Ah, un’altra cosa: questi stivali resteranno ai tuoi piedi per sempre se non mi consegni il Vaso, e allora, se fallirai la missione, sarai costretto ad essere un gatto per l’eternità.”
Gli occhi gialli e vacui dell’Oscuro incontrarono quelli verdi di Charles, che non era mai stato così inquieto.



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~NdA: Eccoci arrivati al secondo capitolo della storia. 
Chiarisco qui alcune cose, per chi non ricordasse alcuni particolari della serie. Ricordate quando Emma e Hook devono trovare la Bussola Incantata nella casa del gigante? Bene, lì è presente un flash-back che vede come protagonisti il gemello del Principe Azzurro, James, e la sua amichetta Jaqueline, o anche chiamata Jack (presente anche in OUAT in Wonderland per chi lo segue). Dunque è esplicito l'intreccio con la battaglia contro i giganti e la fiaba di "Jack e il fagiolo magico".
Ho reso abbastanza giustizia alla figura di Tremotino secondo voi?
E cosa ne pensate del nostro protagonista? Secondo voi riuscirà nell'impresa?
Lasciate un commento o una recensione e vedrò di migliorare la storia man mano che procede. Alla prossima!


Lilypuf

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