I am Bellatrix Black

di Emo pumpkin
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Remember: the Blacks don't cry ***
Capitolo 2: *** I am Bellatrix Black ***



Capitolo 1
*** Remember: the Blacks don't cry ***


Remember: the Blacks don’t cry







Me lo ricordo, è sempre stato così, mia madre ha sempre preferito Narcissa e Andromeda a me, loro le sue due figlie minori, le dolci bambine, rispetto a me, la figlia più grande che spiava sempre nei libri di magia del padre, la figlia testarda, impudente, avventata. L’altra figlia.
Qualsiasi cosa succedesse in casa nostra era inevitabilmente colpa mia, mentre Druella (già prima dei sei anni avevo smesso di chiamarla mamma) mi sgridava per l’ennesimo guaio che, in teoria, avevo combinato, le mie due sorelline se ne stavano alle sue spalle e mi guardavano incassare tutto in silenzio e a testa bassa. 
A stento trattenevo le lacrime, spesso i miei occhi mi tradivano e alcune scivolavano lungo le mie guance. Puntualmente, finita la predica, correvo fuori in giardino e mi arrampicavo sulla grande quercia che stava nell’angolo nord dove rimanevo almeno fino a sera.
Un giorno di metà Aprile me ne stavo seduta sulla biforcazione di uno dei rami più alti quando le fronde degli altri rami si mossero, mi alzai in piedi stringendo gli occhi a fessura, pronta a riversare parole intrise di veleno su chiunque avesse osato disturbarmi.
-Sono io, Bella- 
Spalancai gli occhi. -Padre?-
Lui si sorrise e si sedette sul ramo appena più in basso del mio.
Se Narcissa era la fotocopia di Druella con gli stessi capelli biondi e lisci e i lineamenti delicati, e Andromeda era un misto tra Druella e Cygnus con i lineamenti della prima e gli occhi del secondo, io ero la copia esatta di nostro padre: lineamenti decisi, capelli ricci e scuri, occhi neri come l’inchiostro e il ghigno sprezzante dei Black.
Si sporse verso di me per accarezzarmi una guancia e asciugarmi una lacrima con il pollice.
-Non piangere, Bella- sussurrò spostando la mano tra i miei capelli.
Tirai su con il naso. -È ingiusto, Narcissa e Andromeda…-
Lui mi interruppe. –La vita è ingiusta, Bella, ma tu sei una Black, e ricordalo: i Black non piangono-
Lo guardai e annuii, asciugandomi da sola le lacrime dal viso.
-Sei la mia principessa, non sei sola in questa casa, io sono con te- mi sussurrò mentre un piccolo sorriso gli stirava la bocca. 
Gli sorrisi mentre si ravvivava i capelli con una mano.
Da quella volta non molto cambiò in casa, solo che io non versai più una lacrima e affrontavo Druella a testa alta. 
La principessa si stava trasformando in regina. 

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Capitolo 2
*** I am Bellatrix Black ***


I AM BELLATRIX BLACK




Vedo il getto di luce rossa colpirti in pieno petto lasciandoti sul viso un’espressione tra lo stupito e il divertito.
Ho sognato il tuo viso per molto tempo, lo conosco a memoria , eri così bello, cosi affascinante.
Da piccolo non volevi mai giocare con me, preferivi la mia dolce sorellina Andromeda, la dolce Andromeda traditrice del suo sangue e della stessa famiglia.
Esattamente come te.
Fosti il primo e unico dei Black a finire tra i Grifondoro, quel branco di stupidi che si credevano invincibili per via del loro coraggio e della loro tenacia.
Ricordo benissimo quegli anni a Hogwarts, non c’era ragazzina che non ti morisse dietro, a te e a quel pallone gonfiato di Potter. Tutte quelle luride sciacquette indegne anche solo di guardare un Purosangue Black.
Ma a te, Sirius, di essere un Purosangue, un eletto non importava un accidente.
Questo, però, non l’avevo capito.
Quando ti chiesi di diventare un Mangiamorte, finita la scuola, mi cacciasti, dicendo che ero una pazza. Eppure ti avevo offerto il potere.
Ci reincontrammo ad Azkaban, gli unici ancora con una sanità mentale in quell’inferno in mezzo al mare.
Ti sorrisi quell’unica volta in cui ci siamo visti. Tu mi ringhiasti contro, il viso contratto in una smorfia di dolore per aver perso tutto.
E adesso dopo quattordici anni da quell’ultimo incontro, sono proprio a ucciderti, Sirius.
Ammiro il tuo corpo inarcarsi elegantemente all’indietro, sembra quasi ci metta un’eternità a oltrepassare quel logoro velo, ma dopo, mio caro Sirius, non tornerai indietro.
Mai più.
Li stai abbandonando.
Lo stai abbandonando come facesti quattordici anni fa.
Il tuo preziosissimo Harry, il futuro del mondo magico contro il mio Oscuro Signore, non potrà più vederti, abbracciarti, chiederti consiglio…
Urlo, trionfante.
Che scherzo del destino, eh, cugino?
Sono proprio io a spezzare la tua vita dopo che tu spezzasti il mio cuore.

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