La ricerca di Olympus

di _Briareos_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Gli scarponi ***
Capitolo 2: *** Il viaggio - giorno 1 ***
Capitolo 3: *** Perdita ***
Capitolo 4: *** Camaro ***
Capitolo 5: *** Circo ***
Capitolo 6: *** Ritorno - Giorno 2 ***
Capitolo 7: *** Farsa ***
Capitolo 8: *** Divertimento - Giorno 3 ***
Capitolo 9: *** Arteus ***
Capitolo 10: *** Fregatura ***
Capitolo 11: *** Accordi ***



Capitolo 1
*** Gli scarponi ***


ficpart1
La mia prima storia come fanfiction che avevo iniziato ad abbozzare per un forum come contest, ma visto che è uscito il nuovo film di Appleseed e un amico mi ha presentato questo sito voglio provare a scrivere delle storie anche io. Spero che vi piaccia.

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"Allora ti interessano bella guerriera? Guarda, guarda...ammirali, non puoi non volerli"

Un venditore ambulante mal messo, col viso sporco e scavato di chi ne ha viste tante, con rughe profonde che gli incidevano la pelle come se ogni anno passato in mezzo alla guerra avesse lasciato un segno per ricordarlo a chi lo incontrava, elencava con soddisfazione la qualità della sua merce. I pochi abiti che indossava, di mediocre qualità che non ispirerebbero nessuno ad avvicinarsi per acqusitare, gli davano un aspetto a metà tra un barbone e viaggiatore del sahara.

"E' una calzatura antistatica, assorbe l'energia nel tallone, ha la suola resistente agli agenti chimici per un tempo più lungo di quelle normali, la soletta è antiperforazione, ha il puntale in acciaio di altissima resistenza, suola antiscivolo..."

"mh..."
mugugnò la ragazza, osservando lo stivaletto

"Ha la fodera in tessuto di alta traspirazione, resistenza all'abrasione, indeformabile e antibatterico. I passalacci sono in metallo brunito, inoltre...."

"Cosè, ti sei studiato a memoria il manuale allegato?"
Scherzò l'uomo imponente affianco della ragazza, ridendo della situazione

"Bè a guardarli, sembrano di ottima qualità come dice, Bri. Guarda...è ottima. Migliore delle nostre!"

"In effetti sembra di si. La suola in poliuretano in bi-densità e nitrile è davvero di qualità. Dimmi vecchio, da dove li hai presi? La cosa mi incuriosisce."

La ragazza al suo fianco ispeziono il piccolo carretto che l'uomo si portava dietro per vendere e guadagnare. Confrontò gli oggetti vari e alla fine si rivolse al suo compagno

"Ehi Bri, guarda quello che ha. NOn è per niente paragonabile a quelle. E' tutto ciarpame ancora utilizzabile ma al confronto con cosa noi ci portiamo dietro negli zaini sono quasi da buttare. Vorrei sapere anche io da dove arrivano. NOn può averli presi dallo stesso posto."

La ragazza e il grosso cyborg si fissarono a mezzo sorriso, mentre il rigattiere quasi curvo cercava di calmarli con le mani davanti il petto.

"Si, si calmatevi. Molti oggetti li trovo o li ricevo in cambio con altra merce. La roba che vedi lì ragazza, è quella che mi trascino da accampamenti, zone militari e città ormai deserte per trovare qualcuno che mi dia qualche spicciolo per vivere. QUelli li ho avuti in cambio di un oggetto di un...forse era capitano o colonnello non ricordo...me li ha dati per un oggetto per la sua donna. Mi disse che glielo avrebbe spedito e che gli stivaletti per lui non valevano nulla. Ne poteva avere quanti ne voleva. Voi due mi sembrate brave persone, per questo vi ho avvicinato. Se non sbaglio signorina, hai già scelto oggetti medici, liquori e abiti di ricambio. Non puoi dire che ho ciarpame! Quegli abiti sono nuovi."

COn un tono che andava verso l'offeso ma con garbo, l'uomo cercò di evitare una situazione simile a un interrogatorio cercando di ricavarci una vendita. Nonostante qualche esitazione, la coppia di fronte a lui combinò l'acquisto. La ragazza mise nel suo zaino bende e medicamenti vari, abiti puliti per sè e per il suo compagno e altri oggetti per l'igirne personale. Il cyborg che la accompagnava, portava uno zaino molto più grande e con cura sistemò le bottiglie di liquori vari e altri oggetti. QUando finirono, rimisero i bagagli in spalla e pagarono l'uomo il prezzo pattuito.

"Non scendo a patti per il prezzo perchè gli stivaletti se li meritano tutti, vecchio. Anche gli oggetti che ci hai venduti sono messi meglio del resto. SOlo una cosa prima che vai via. Voglio sapere dove hai preso gli stivaletti. Indicaci il punto e potrai proseguire per la tua strada."

L'uomo indicò ai due la posizione su una mappa logora che acquistarono a parte e poi si congedò. Iniziò a tirare stancamente il suo carretto e con la mano li salutò senza però voltarsi, ringraziandoli per il denaro ricevuto. La coppia  lo fissò finché risultò poco visibile all'orizzonte caldo, mentre il sole si nascondeva fra rovine per far posto alla luna, insanguinando il cielo. Solo dopo che la figura del mercante divenne sbiadita e distorta, il cyborg si voltò verso la ragazza, inclinando la testa di lato.

"Deunan, hai chiesto la posizione perchè vuoi andare laggiù? Pensi sia una buona idea?"

"Si Briarios, hai visto la  qualità degli stivaletti? Qui intorno non puoi trovarli, e non abbiamo mai visto quel modello e quei materiali neanche di sfuggita nell'ultimo anno. Inoltre ha detto che l'uomo aveva un grado elevato, e non credo si tratti di mercenari qualsiasi che vagabondano fra le rovine. VOglio vedere cosa troviamo."

"Credi che si possa trattare di Olympus? Ci credi ancora?
chiese il cyborg abbassando le orecchie sospirando

"Uffa, anche se fosse a noi farebbe comodo trovare un pò di civiltà. Da quanto tempo non abbiamo un vero tetto sulla testa? Una doccia vera? Del vero cibo invece di bouillabasse, carne secca e fagioli in scatola? Della roba pulita da indossare invece di lavata e asciugata alla  bell'e meglio oppure..."

"Lo so, forse è colpa mia che per evitare di finire nuovamente a lavorare per pochi soldi rischiando solo l'osso del collo, siamo finiti a vagabondare al di fuori delle strade maestre. Hai ragione, è ora che cerchiamo un pò di  comodità. Ma parliamone con calma appena ci saremo sistemati per la notte. Il sole ormai è calato."
avvolgendo le spalle della compagna per portarla verso case diroccate lontano dalla strada

"Bri, non è colpa tua. Io..."

"Rilassati, prepariamoci per la notte e ceniamo."
portandola verso una casa meglio tenuta delle altre. Con ancora porte e finestre anche se avevano visto tempi migliori, era l'unica con ancora tutte le pareti intatte e abbastanza lontane per occhi pericolosi .Briareos preferiva evitare di dormire troppo all'aperto sopratutto per Deunan. Dopo aver controllato minuziosamente ogni angolo dell'edificio composto da piano terra e primo piano, Briareos decise di coprire le finestre con delle coperte vecchie trovate al piano superiore, così da evitare che la luce filtrasse fuori. Accese il camino, che scoprì emanare calore a tutta la casa attraverso le pareti e si sentì meglio non appena il tepore raggiunse anche loro. La casa non era di persone ricche ma prevedeva riscaldamenti vecchia maniera a muro tramite canali come si usava nei villaggi, bagno con doccia e una cucina che se pulita un pò poteva essere un comfort. Era un rischio chiudersi in un edificio e lui lo sapeva bene, ma il freddo della notte era peggio del caldo secco e pesante del giorno. Se riuscivi a sopravvivere alla giornata torrida, potevi rischiare la notte se non coperto per bene. E ripensò a quel vecchio e il suo carretto e di come poteva chiamarsi non vita, anche se quella che lui viveva con la sua compagna a zonzo per le zone di guerra non era tanto diversa. Sopravvivenza, non vita. Mentre pensava al futuro, qualcosa gli arrivò dritto in testa.

"Ahio, ma che cosa..."
toccandosi la parte dolorante, mentre un oggetto rettangolare cadenva vicino ai suoi piedi

"CI sei o no? Che ti succede, è da un pò che ti chiamo."
chiese Deunan esasperata

"Scusa, potevi però evitare di tirarmi il sapone in testa.."

"Ci credi che questa casa ha un bagno con serbatoio autonomo? L?ho visto poco fa e cè acqua. Si alimenta con la pioggia. Acqua pulita che scende dal tetto ed è un serbatoio bello grande. Potremo finalmente fare una doccia o il bagno come si deve! Inoltre ogni camino della casa riscalda per bene anche altre stanze, quindi ne basta solo uno acceso"
con tono allegro e sereno

"Ma quando sei salita a controllare?
chiese lui preoccupato

"Secondo te perchè ti ho tirato il sapone? A cosa pensavi? QUalcosa non va Bri?"
avvicinandosi a lui per abbracciarlo

"No tutto bene, pensavo solo a quando potremo trovare un posto da chiamare casa per fermarci un pò. A furia di fare lavoretti per altri a poco o niente, dovendo fare i salti mortali anche per lavarci, vorrei un pò di normalità per un pò di tempo. E tu, che ne hai più bisogno di me, sopporti a fatica ormai."

"Oh, ma io sto bene. Siamo insieme e come oggi, siamo riusciti a cavarcela. Stai tranquillo"
stringendo la vita del compagno con le braccia, affondando il viso nel suo petto

"Deunan, guarda che mi sono accorto del tuo calo di peso da un pò di tempo, delle tue occhiaie per il poco sonno e la svogliatezza che ti accompagna da un po. Sia io che te abbiamo bisogno di staccare la spina. Prenderci una paura per tirare il fiato. Non possiamo vivere a carne secca, un bagno solo per le poche piogge o case di fortuna e abiti sporchi. Non voglio portarti ancora a vivere così se deperisci e non stai bene".
stringendola a sè e baciandole la fronte

La ragazza sapeva che aveva ragione. Troppi digiuni, marce faticose, alla mercè degli agenti atmosferici e della fortuna. Rimanendo sempre vigili per eventuali nemici notte e giorno. Anche se cyborg di un certo livello, anche Briarios doveva dormire e mangiare. Deunan dal suo canto sperava davvero di trovare Olympus per fermarsi come diceva il suo compagno, ma anche lei come Briarios conosceva quel luogo per voci che giravano. Sognava il suo passato nella swat americana e desiderava quella che per loro era normalità. Un lavoro che gli permettesse di vivere bene ma che fosse avventuroso, comodità per non ritrovarsi come in quel momento e un pò di intimità tra loro che  non avevano da molto tempo. L'umore e le situazioni, non permettevano mai di vivere anche solo di un abbraccio senza tempo, solo per il gusto di stare insieme. Figurarsi altro. Senza una casa o un vero tetto sulla testa, il poco per stare sereni, un abbraccio o solo un bacio era quasi diventata una rarità. E questo a entrambi pesava.

"Vuoi fare il bagno prima tu, Bri?"
rompendo il silenzio dolce che si era creato

"Perchè non vai prima tu e ti rilassi con un bagno, finchè abbiamo possibilità. Io sistemo le ultime cose per la notte. Vorrei dormire di sopra ma non sui letti, preferirei una stanza non padronale per le eventualità. Metterò i sacchi a pelo a terra e tutto il necessario."
accarezzandole la schiena

La prospettiva di un'altra notte passata nei sacchi a pelo velò lo sguardo di Deunan ma sapeva che il suo compagno, per la loro protezione, faceva la cosa giusta. Anche se pieni di polvere, i letti al piano di sopra le erano sembrati un sogno. Ma non potevano permettersi di perdere di vista l'incolumità. prima di tutto. Il cambio di umore della compagno fu percepito da Briareos ma non fiatò.

"Ok, vado prima io. Ma  fai con calma, appena ho finito potrai farti la doccia mentre finisco io e preparo la cena. NOn entri nella vasca ma una doccia rilassante ti aiuterà. Stasera desidera qualcosa in particolare per cena, signore?"
scherzando mentre si alzava sulle punte per baciarlo sulle labbra

"Soliti fagioli e carne vanno bene. Magari li accompagniamo con un liquorino preso prima? Che dici?"
carezzandole i capelli

"Scelgo io. TOrno tra un pò."
Dandogli un altro bacio mentre Breareos le carezzava le guance con i pollici.

Prese cosa le serviva e si recò al piano superiore. Brearios si sistemò su una sedia, vicino il camino, per riordinare le idee prima di sistemare tutto per la notte. Quando preparò la camera che reputò adatta, Deunan comparve sulla soglia con la bottiglie di liquore e due bicchieri. Indossava una maglietta da uomo troppo larga per lei, ma che era perfetta per la notte, perchè le arrivava a metà coscia. Dopo molto tempo, Briareos la trovò molto sexy sia per la posa, con un gomito sulla porta, che la maglietta e forse solo quella, e il sorriso dispettoso sulle labbra. Sorrise anche lui e scosse la testa ridacchiando, ma per come erano messi da mesi il solo godersi un vino o un liquore insieme al caldo, era qualcosa di intimo di per sè.

"Vuole rimanere lì o preferisce un morbido letto di fortuna e della cena calda?"

"morbido letto di fortuna? Dove sono i sacchi a pelo?"
chiese lei sorpresa mentre varcava la soglia  e osservava due letti provvisori, uno vicino la finestra e uno al centro della stanza.

"Ho pensavo di dormire sul morbido almeno stasera e ho preso due materassi dai letti e li ho coperti con le nostre lenzuola. Dici che ce lo meritiamo?"
allungando la mano verso di lei carezzandole un fianco

"Direi di si, però...hai sbagliato una cosa"
rise Deunan mentre porgeva al compagno liquore e bicchieri per lavorare sui letti

Il cyborg la fissò senza capire, inclinando la testa a destra mentre lei, con solo la maglietta, prendeva un materasso e lo metteva unito all'altro. QUando ebbe finito si voltò verso il cyborg e gli indicò di avvicinarsi con la mano. Quando furono vicinissimi, lei gli prese la bottiglia, gli stampò un bacio sulla bocca e si sistemò sul suo materasso, facendogli cenno di sedersi anche lui. La camera aveva un camino ma avendo spento prima quello del piano di sotto, il calore del pavimento che si era creato un'ora prima rendeva i giacigli davvero accoglienti anche senza accenderne un altro.

"Cosa ne dici, per questa notte pensiamo solo a riposare? Voglio pensare solo al niente"
ammise Deunan, stappando la bottiglia, mentre il compagno si era seduto accanto a lei

"Sei sicura di non voler fare ronde stasera? Io non..."

"Bri, sono mesi che dormiamo poco per fare la ronda a turno. Concediamoci una notte di vero sonno. Solo stanotte. Domani calmi e riposati andremo in quel posto che ci ha indicato il vecchietto e decidiamo che fare. Ti va?"
con uno sguardo tra l'implorante e il non ammetto repliche

Briarios portò un braccio attorno alla compagna per avvicinarla a sè, posando il mento sulla testa di lei. Le disse che andava bene, voleva renderla felice come poteva e rimasero a chiacchierare un'ora buona davanti il fuoco abbracciati. Per settimane l'unico conforto erano state le coperte durante il sonno mentre l'altro faceva da vedetta e le pacche sulle spalle dopo ogni lavoro. L'umore e i nervosismi potevano portare chiunque a diventare irritabile o desideroso di starsene per conto suo. ANche se avevano cercato di sostenersi con piccoli gesti solo loro, quelli di quella notte sembravano per loro chissà quale magia. Senza pensieri, tranquilli, senza l'agitazione di nemici ovunque, senza la rabbia di sentirsi sporchi per le giornate senza un bagno e gli abiti indecenti, il cibo pessimo e mangiato in fretta. Un deterrente per qualunque tipo di coccola pensò Briareos, che fremeva nel sentire la pelle di lei sotto le dita e il profumo di sapone al cocco che lei adorava.

"Там всегда будет" (Ci sarò sempre)
bisbigliò Briareos in russo fissando il camino

Si godeva il respiro regolare della compagna ormai addormentata sul suo petto, qualunque cosa avesse detto sapeva che lei non poteva sentirlo. Quando lei non poteva udire o dormiva, amava pronunciare qualcosa che gli veniva spontaneo ma non sapeva dirle. Sapeva che a lei bastavano i gesti. Un bacio veloce e la adagiò delicatamente sul suo letto per star comoda e si sdraiò sul suo, scoprendo le qualità curative di un solo materasso e abiti puliti. Il tepore della stanza lo rendeva tranquillo e di buon umore e pensò alla compagna, finalmente serena dopo tanto. Distesa languidamente con il viso verso di lui, con la maglietta che le scopriva le gambe, il sonno sereno sul suo viso lo fecero sorridere ma nello stesso tempo si sentì stupido per i pensieri che si facevano strada nella sua mente. Più di trent'anni contro i venti passati di lei e si sentiva stupido nel vedersi come un ragazzino arrapato nella situazione in cui si trovavano. Conoscendo Deunan, lui sapeva che poteva ottenere cosa voleva se a lei qualuque idea proposta, interessava. Nonostante l'atmosfera e la tranquillità di quel momento, si diede dello scemo per l'aver pensato di svegliarla e prendersi l'intimità che desiderava in qualunque modo. Allungò una mano su una gamba di Deunan e la accarezzò studiando il tepore che emanava e concentrandosi su quanto fosse liscia e morbida. La sua testa gli diceva che era il massimo che doveva pretendere, il suo cuore che batteva più forte in quel momento lo spingeva per voltarsi e farla sua. Poi decise di abbracciarla solamente, di stringerla a sè, la cosa che desiderava fare ogni giorno. Ma quando la sua mano salì la coscia per andare più in alto, Deunan biascicò qualcosa che lui non comprese e si acciambellò di lato verso di lui, mugugnando. Alla fine, Briareos si coricò di fianco anche lui guardandola in viso, mentre il fuoco disegnava su di loro e attorno a loro ombre varie, e stringendole una mano nella sua si addormentò.














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Capitolo 2
*** Il viaggio - giorno 1 ***


fic1parte2 Le prime luci del giorno portarono il caldo tipico della zona, sferzando la casa dove Deunan e Briareos riposavano di vento bollente. Protetti dalla coperta grande, che lui svegliatosi per il freddo durante la notte aveva preso per coprire se stesso e la compagna, iniziavano a soffrire la calura della stanza che piano piano si diffondeva. La prima a svegliarsi fu Deunan, imperlata di sudore si ritrovò abbracciata a Briareos con una coperta a coprire entrambi. Si scostò dalla braccia del suo uomo e si mise seduta sul materasso, scostando la coperta bollente. Con le finestre coperte da Briareos per non farsi scorgere dall'intero, la stanza era immersa nel buio, smorzato da poche lame di luce che riuscivano a penetrare angoli non raggiunti dalla stoffa. Il lieve russare del compagno la fece voltare sorridendo, i l suo sistema di autoregolazione della temperatura gli permetteva se non gestito da lui direttamente, di adattare il sistema Hecatonchires con l'ambiente e a volte lei era invidiosa di questa caratteristica. Nonostante tutto vide, toltasi la coperta, che la stanza ancora non era nella fase acuta di calore e facendo un rapido calcolo si accorse che ancora non  erano nell'ora di punta del sole, ma non mancava molto perchè con la mattina la temperatura tornasse rovente come giorni prima. Se volevano evitare di iniziare quello che chiamava 'il viaggio', dovevano evitare di incamminarsi dalla tarda mattina.


Si allungò verso lo zainetto per prendere il suo orologio e si meravigliò nel vedere che ancora non erano scoccate le otto di mattina. Troppo presto per il suo cuore per alzarsi e perdere momenti di calma con il cyborg che amava. Il cervello le diceva che dovevano far presto affinchè la giornata non fosse pesante oltre che pericolosa. Ma osservandolo dormire, non potè assolutamente evitare di perdere un momento per lei prezioso. Posò l'orologio e sbirciò verso gli scarponi nuovi che avevano preso il giorno prima, e pensò. Si rese conto che aveva due sogni. SOlo due sogni. Uno era non perdere mai l'unica persona per lei importante e necessaria per vivere. L'altra era trovare il loro paradiso, insieme. E forse, Olympus lo era.

"Forse troveremo il nostro paradiso, grosso stupidone....insieme"
coricandosi vicino a Brearios e sistemandosi sul suo petto.





Un senso di afa colse Brearios all'improvviso. SI voltò, osservò la stanza e poi allungò la mano per prendere l'orologio che teneva quasi sotto la finestra, poco distante da lui. L'orologio analogico mostrava le 8:55 di mattina e si diede dello stupido per aver lasciato che la sicurezza diventasse tranquillità di oziare indisturbati. Troppa, pensò. Troppa tranquillità che avrebbe potuto lasciarli indifesi. Deunan dormiva tranquilla sul suo petto e non sapeva se svegliarla bruscamente per andar via o prenderla con calma e pensare alla colazione e una doccia come se il mondo attorno a loro non avesse mai visto guerre.

"E' ora di alzarsi...?"

Brearios trasalì nel momento in cui una voce lo fece tornare dai suoi pensieri. Deunan aveva alzato la testa e poggiato il mento sul petto, poi si stropicciò un occhio e sbadigliò, cosa che fece sorridere il cyborg per averla paragonata a un cagnolino assonnato. Le scompigliò i capelli e dopo averle dato un bacio in fronte, le disse che era meglio alzarsi e prepararsi o sarebbero partiti troppo in ritardo. Lei mugugnò controvoglia, poi si mise in piedi e iniziò a preparare lo zaino.

"Deu, preparo la colazione e controllo il perimetro. Tu fai una doccia e preparati"

"Ok ma...se vuoi per il tuo bagno ti preparo tutto così farai prima."

"Ci metterei troppo Deunan. Intanto fai tu..."

"Aspetta...."
mentre lui stava varcando la soglia, continuando quando si fermò ma rimase a darle le spalle 'guardandola' con gli occhi posteriori

"Se ti do una mano faremo prima e poi....non sappiamo quando potremo riavere questa fortuna. Ricordi quanto è passato prima di un bagno vero? Io mi sono dovuta lavare con i secchi dietro delle tende in un angolo fra le rovine! Potrei dirti 'ti faccio anche uno shampoo' ma non vuoi metterti il toupet quindi...."
ridendo divertita alla battuta

"Deunan, l'idea del toupet è orrenda. Smettila. E comunque....di sotto cè la zona lavanderia che è bella grande e l'acqua esce anche da quei rubinetti. Almeno siamo più comodi"
uscendo dalla porta per scendere a preparare la colazione.

Deunan rimane a fissare la porta col sorrisetto mentre i passi del compagno erano l'unica cosa oltre il vento che sentiva nella casa. QUando tutto fu pronto, prese il suo zaino e cosa rimaneva delle cose di Briareos e scese, godendo del profumo della pancetta appena abbrustolita e dei fagioli. Un tenue aroma d'uovo si spandeva ma non a coprire quello della carne. Vide Briareos intento a mettere sul tavolo un pentolino e armeggiare con i piatti e  si chiese come avesse fatto a divenire tanto capace quando mangiavano sempre per terra alla bell'e meglio. Sistemò tutto il loro bagaglio vicino il camino da essere subito disponibile nel bisogno e si avvicinò a Brearios, posando la mano sulla sua schiena. Poi si sedettero uno di fronte all'altra.

"oggi colazione ricca vedo...eheh"

"Per una volta tanto, godiamocela invece di ingozzarci di corsa e scappare. Abbiamo il tempo prima che il mattino diventi mezzogiorno."

 Deunan sorrise al suo piatto di uova strapazzate con fagioli e sottili strisce di pancetta. Razzia degli ultimi mesi a centri urbani abbandonati ma che regalavano a chi sapeva cercare veri tesori per sopravvivere.

"Cosa è rimasto di queste cose?"

"mH..."
mormorò il cyborg mentre pensava

"Cosa cè Bri, ci son cattive notizie?"
tra un boccone e l'altro.

"Allora, la pancetta l'ho dovuta cuocere tutta o ancora pochi giorni e andava a male. Sarebbe stato uno spreco se no potevamo cucinarla presto. Le uova erano quelle rubate anzi...che tu hai rubato a quel convoglio militare e Dio sa solo come. Non so come non ti hanno vista, ad ogni modo ne erano rimaste tre e le ho divise. Sono rimasti i fagioli, poi la carne secca....qualche forma di formaggio e i l necessario per qualche zuppa per un tot di tempo. CIbo solido da mangiare velocemente, quasi terminato. Ci sono rimasti quasi tutti prodotti da cuocere. E di questo ho paura bimba...."
muovendo la testa sconsolato

"Accidenti. Credevo avessimo più roba. Credi che oggi riusciremo a trovare qualche posto con del cibo ancora commestibile? RIcordo ancora quel paesino dove tutto era andato a male. Abbiamo dovuto lasciare quei poveri salami solo perchè avevano morsi di topi. Avremmo mangiato per mesi..."

"Lo so, ma i topi portano malattie e dobbiamo evitare così come con l'acqua da bere. Visto che comunque di solito bolliamo l'acqua cucineremo...non abbiamo altra scelta. Ah...la scorta d'acqua è poca.Ho messo dell'acqua dalla cisterna a bollire....la suddivideremo in razioni giornaliere."
indicando la pentola a bollire sul fuoco

"Tu mi batti sempre sul tempo. Sei grande! Solo...abbiamo abbastanza 'materiale' per le razioni d'acqua? QUanti ne sono rimasti?"

".........................."

"Bri......"

"............se ti dicessi tutta la scatola?"
con tono seccato

".............ah..............."
con aria divertita

"........cosa...............perchè ridi........"

"eheh..................è stato il tuo tono adirato o quasi a farmi sorridere"

"Spiritosa, si abbiamo tutta la scatola e possiamo fare le razioni....."
voltando la testa sbuffando

"Bri da un lato è una cosa positiva che ne abbiamo a sufficienza adesso. MOlte borracce che avevamo raccolto per mesi le abbiamo barattate per oggetti necessari e a volte cibo. E poi dai fanatici della sopravvivenza ai militari in determinate situazioni usano i preservativi come mezzo di fortuna di emergenza. Abbiamo solo due borracce, all'occorrenza prendiamo una razione e riempiamo la borraccia. NOn essere arrabbiato...."

"non è questo lo so..........solo che...........uff"
scuotendo la testa

Deunan lo trovò non depresso ma non di buon umore e allungò una mano verso la sua, sorridendogli. Briareos abbassò le orecchie sconsolato e continuò a mangiare abbassando ghi occhi. Deunan gli prese la mano e la avvicinò a sè, baciandogli il palmo.

"Smettila di fare il broncio, grosso stupidone. Il fatto di non usarli non vuol dire che ci sia qualcosa che non va o che non possiamo essere felici di stare insieme. Sai una volta ho letto che come contraccettivo gli egiziani usavano miele o succo di limone che...."

"Ah no...non vorrai fare esperimenti su di me. NOn ci tengo, ti conosco"

"Guarda che lo facevano le donne, e comunque non ho detto che lo avrei fatto. Guardami, ti sembro stupida? Dico solo che avere una scatola di quelli ancora sana è un aiuto per l'acqua e un modo per ricordarci che...possiamo farlo anche senza andare al sodo"

"................................................."

Briareos inclinò la testa di lato senza capire o non voleva capire.

"Parl sul serio....?"

"ok, diciamo ...NI. Insomma Bri....credi sia facile per tutti e due stare tranquilli per farlo sapendo che possiamo non avere un tetto sulla testa un giorno si e uno no e nemici sempre in agguato? Ecco...ammetto che stamattina ne avrei  avuto voglia però poi dormivi così bene e ho deciso di non pensarci più..........."

"Ok, capito. Quando però avrai di nuovo voglia io forse sarò senza giocattolini perchè li abbiamo usati tutti con l'acqua....."
alzandosi per sciacquare il suo piatto vuoto, con aria frustrata

"Sei deluso che non ti ho reso partecipe?"

"partecipe...a cosa?"
voltandosi verso di lei con fare interrogativo e agitato

"Della mia voglia di voler passar eun pò di tempo con te, scemo"
ridendo

"Sistemiamo tutto per andare, è meglio"
bofonchiò controllando l'acqua

Deunan sapeva di averlo un pò ferito nell'orgoglio maschile ma la loro sopravvivenza era comunque importante come il loro legame. Si alzò e andò ad abbracciarlo da dietro, srtusciando la fronte sulla sua schiena. Briareos si voltò quando lei lasciò la presa e lo tirò a sè baciandolo con passione.

"Sei proprio uno stupidone. Il prossimo figo che incontro che ha quei 'giocattolini' come dici tu...lo 'conoscerò meglio'..eheh"

"Ehii......ehi...."

Deunan scoppiò a ridere e gli diede una pacca sulla spalla dicendogli che se voleva mostrare gelosia doveva far di più di qualche sillaba e lo rassicurò pregandolo di non pensarci più. QUando ebbero finito con gli zaini e le provviste, Deunan preparò la stanza della lavanderia per aiutare Briarieos a lavarsi ma lui con fare sbrigativo le disse di non preoccuparsi e le chiuse la porta in faccia.

"Ehi Bri, cosè ora sei timido? Da quando?"

"Fra un pò ho finito...."
sentendo lo scrosciare dell'acqua sul pavimento

"Ehi vuoi un aiutino per la schiena? Magari posso anche fare altro se...."

"No, e se non la smetti di prendermi in giro ti finisco il sapone al cocco. Ti avviso."

"Non osare, sai quanto ci vuole per trovare quel sapone? QUelli a pochi spiccioli sanno di schifo, se possiamo permetterci sapone decente è per la mia bravura a rub-ehm comprare e saper trovare"

"Avevi detto bene, rubare. Mi auguro di non incontrare quei militari perchè temo ti riconoscano e ti facciano la pelle per le cose che hai rubato"

"Sono affari tutto qui"
sogghignando

Dopo poco Briareos uscì e sistemati gli abiti da lavare a parte, si avviò fuori dalla casa a osservare il mondo attorno. Essere Puliti e freschi era una meraviglia che lui aveva imparato ad amare ogni volta che poteva, non ricordava neanche l'ultima volta che avevano avuto una casa vera con i comfort per sentirsi bene come in quel momento. Si stiracchiò, prese lo zaino e lo mise in spalla, imbracciando il fucile con l'altra mano. NOn fece caso a Deunan che lo prendeva ancora in giro e si incamminò.





"Ehi...tu non vedi e senti niente?"

Dopo un paio dì'ore di cammino lento e un pò forzato, Deunan non vedeva altro che desolazione e strade lunghe e sfocate all'infinito che loro percorrevano a rilento. Stranamente non vi era nessuno intorno ma la cosa invece di tranquillizzarla la preoccupava. I veri problemi erano quando non sentivi nulla.

"No, sembra deserto. Ovunque. Più avanti a diversi chilometri dovremmo avere una cittadina credo. Ma di questo passo non arriveremo neanche verso sera. Direi di controllare qualche mezzo qui intorno se ancora è nelle condizioni di muoversi"
indicando le macchine e camion sparsi a macchia di leopardo per la strada che si affacciava verso il nulla.

"Se troviamo un mezzo con gomme non rotte dal caldo o freddo, con benzina, che non si sia arrugginita internamente o che non scoppi per il poco carburante rimasto..."
indicando uin furgoncino poco distante da loro

Dovettero controllare otto veicoli ma lo trovarono. Un pick-up non nuovissimo ma con gomme di riserva nel vano dietro e una tanica di benzina sotto il sedile passeggero. Cambiarono le gomme e misero metà benzina nel serbatoio.

"Pensi che si avvierà e tutto andrà bene?"

Il cyborg osservò la compagna con il broncio mentre gli faceva la domanda e rise nell'immaginarsi la situazione di aver trovato il mezzo perfetto ma impossibilitato a muoversi per qualche problema. Invece, dopo aver gracchiato un paio di volte, il pick.up si avviò e Deunan esultò sistemandosi al lato passeggero.
Guidarono per una mezz'ora percorrendo più strada di quella che pensavano con solo mezza tanica. Deunan si godeva il refrigerio del vento che sferzava all'interno sul loro viso mentre Brearios si ritrovò eccitato dall'idea di guidare e che quella sensazione la trovasse molto rilassante.

"Sei di buon umore...la prossima volta rubiamo qualche macchina tipo...una Porsche o che so io...che dici?

"Naaa...le migliori per queste cose sono  le WRC secondo me. Con quella arriveremo in un attimo e guidare sarebbe...."

".........sarebbe......?"

"mh.........come spiegartelo. L'adrenalina, il senso di potenza, di.... è qualcosa che a un uomo piace. Non cè cosa più bella del guidare un'auto con i contro-coglioni. Davvero!"

"meglio....del sesso?"

I due si guardarono per un istante negli occhi poi Briareos poggiò la testa sulla mano sinistra  mentre il gomito spuntava fuori e terminò il dialogo.

"NOn è uno scherzo.... è meglio..."

"Deunan. Non............"

"Scusa non volevo prenderti in giro o altro. Io sono femmina, devo capire"

"..................."

"Siamo quasi vicini alla città.....scusa"

Proprio mentre Briareos decise di rispondere, un uomo barcollante che si teneva un fianco e urlava sbucò da una rete metallica che all'inizio doveva proteggere quella che doveva essere una centralina elettrica con un piccolo capanno, che videro solo dopo aver superato la curva. Quando i due si accorsero dell'uomo, Briareos frenò immediatamente, provocando uno stridio fastidioso e un colpo brusco dell'abitacolo.

"Uff...Briareos quel tipo...."

L''uomo urlò che stava male e si accasciò a terra prima sulle ginocchia e poi dando loro le spalle.

"Qualcosa non mi torna...."
bisbigliò il cyborg alla compagna, indicandole di prendere le armi

QUando un luccichiò dall'uomo giunse agli occhi del cyborg, lui inserì la prima e accelerò di colpo dirigendosi a tutta velocità verso l'uomo. QUesti si rotolò di lato e Briareos lo evità per un soffio ma da tutti i lati, nascosti dietro macchine e l'edificio della centralina, spuntarono sopra le loro teste fili spinati e cinghie acuminate che evitarono per pochi secondi e corsero a tutta velocità verso la città. QUando Briareos controllò lo specchietto retrovisore, vide che non aveva sbagliato sui suoni e che l'uomo che stava male prima stava sparando, fortunatamente mancandoli.

"Che cazzo è successo"
ansimando per lo spavento, fissando il compagno e la strada con agitazione

"Quell'uomo non era ferito e ci spiava a terra con uno specchietto"

"Allora era una trappola. Siamo in una città piena di stronzi"

"Non è detto, magari aspettano quelli come noi che credono stupidi....Non so se li abbiamo distanziati o se non ce ne sono altri più avanti ma tieni gli occhi aperti. Siamo appena entrati in città e ora siamo circondati da edifici"

"Ricevuto"
controllando i caricatori

QUando Deunan finì di controllare la pistola si ritrovò addosso  a pioggia dei pesanti pneumatici da Tir lanciati dai tetti delle case che stavano ai loro lati. Briareos tentò di evitarli come poteva, riuscendo solo a farsi colpire distriscio.

"Deunan al mio tre saltiamo giù, pronta?"

"Dammi il tre e occhi aperti"

Quando uno pneumatico colpì il tettuccio dal lato della gomma quasi dividendo a metà tra loro cosa restava della lamiera, Briareos urlò 'tre' e saltarono dal pick-up rotolando rovinosamente a terra. Ognuno un lato opposto all'altro di decine di metri.



















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Capitolo 3
*** Perdita ***


fic1 parte2 SAltarono fuori quasi in simultanea, un enorme boato provocò un lieve tremore dell'asfalto sotto di Deunan atterrata con un salto ma finita di schiena per l'onda d'urto. Riprese i sensi dopo pochi istanti, dopo che la folata di polvere e detriti le picchiettò il viso. SI sollevò barcollante e corse a ripararsi senza guardarsi intorno.

"Accidenti, e mi ero fatta la doccia oggi!"
bofonchiò irritata e per niente ancora completamente ripesasi, notando l'aspetto impolverato.

Urla, proiettili sparati da varie armi, tonfi pesanti e esplosioni provocate da piccole bombe. Deunan rannicchiata dietro un bancone di acciaio di forse un ex negozio, si ritrovò con un mal di testa da provocarle le vertigini, un senso di panico che le impediva di capire cosa potesse accadere attorno e solo una pistola che teneva allacciata alla vita. La sua arma preferita, la piccola e per molti antiquata mitragliatrice Bullpup insieme al fucile KelTek RFB Carabine, tenuto sempre in spalla, erano spariti insieme allo zaino che aveva afferrato velocemente prima del salto. Erano  a pochi metri di distanza? Li avevano già presi? Erano lì intorno intenti a cercarla con il mitra spianato?

Tremore e freddo investì la ragazza, che non riuscì a spiegarsi. POteva essere causato da un lieve colpo alla testa, visto che si era risvegliata distesa sulla schiena e non ricordava come? Forse il breve momento di disorientamento era legato a quello? Respirò più volte, si diede minuti preziosi per riprendersi e poi decise di controllare. NOn poteva perdere le sue armi e le sue cose, e Briareos non era con lei. Sbirciò da oltre il bancone, verso l'enorme squarcio che un tempo doveva essere la vetrina ma prendeva buona parte del muro, e osservò la strada.

Aleggiava nell'aria ancora della polvere che sbrilluccicava sotto fasci di raggi del sole, i rumori erano più ovattati come se fossero più lontani. Sgattaiolò verso il muro diroccato calpestando quella che era la porta distesa a terra e scrutò la strada. Non vedeva nessuno, non sentiva nessuno nelle vicinanze. Sentiva persone urlare e varie sparatorie strade più in là e cercò con gli occhi i suoi oggetti. La strada davanti a lei si presentava davvero in una sconcertante desolazione. Asfalto in mille pezzi e buche ovunque, macchine e altri mezzi in pessime condizioni ancor di più di quelli che avevano controllato un'ora prima, edifici parzialmente in rovina ma non interessanti per nascondercisi per nessun motivo, un'atmosfera grigiastra in generale.

Alla sua destra, piantato contro un palazzo e tutto accartocciato, scorse il pick-up ormai inutilizzabile se non come ammasso di rottami. Pneumatici da tir sparsi attorno. A terra, luccicavano i bossoli di varie grandezze della sparatoria prima che sentiva più vicina. Si avvicinò carponi a una vecchia cassetta dei giornali rossa che sostava vicino a dove si era rialzata e sbirciò, scorgendo le sue cose finite sotto un paio di macchine mal ridotte e con i musi uno addosso all'altro.  Era stato un colpo di fortuna micidiale che nessuno si fosse accorto nè di lei e nè delle sue cose. Contò fino a tre dopo aver ispezionato attorno e fee una corsa a testa china verso lo zaino e le armi ma un sibilo le risuonò vicino le orecchie e si buttò sotto una macchina a pochi metri dai suoi oggetti.

"Accidenti. CAzzo. Da dove sparano..."

Provò a controllare da dove era partita per il recupero ma non vide nessuno, cercò allora alzando leggermente la testa all'altezza di un finestrino verso gli edifici attorno per controllare se qualcuno era dietro un angolo ma anche lì non scorse niente e nessuno. Quando però si rialzò e tentò di girare oltre la macchina superando la parte anteriore, di nuovo qualcosa le sfiorò la testa e capì. Aprì la portiera e azionò la leva per aprire il cofano, poi grazie a quella copertura e all'angolo che le sembrò di scoprire, vide a una finestra di un palazzo in mattoni rossi ma elegante un tizio con una carabina con mirino. Studiò l'ambiente, era solo. Ogni volta che tentava di osservare meglio, lui cercava di centrarla in testa. Il cofano aperto durò poco, i proiettili lo stavano perforando e anche se lei avesse avuto un'ottima stella che la proteggesse, non poteva contare sul fattore caricatore. Non sapeva quanti lui ne avesse e la ricarica era davvero veloce per quei modelli di armi. E se centrati, non perdonavano sopratutto in testa.

Si viltò alle sue spalle per cercare una soluzione e un fascio di luce la accecò temporaneamente. Quando capiì che era uno specchietto retrovisore di una macchina senza ormai tettuccio che rifletteva il sole, le venne un'idea. Le armi erano troppo lontane e non aveva copertura, corse verso la macchina senza tettuccio e piò velocemente che pochè ruppe lo specchietto retrovisore senza farsi colpire. TOrnò nel punto in cui il cofano la proteggeva dalla vista del cecchino e, pulito lo specchietto, iniziò ad armeggiarvi.

Dopo varie inclinazioni riuscì a colpire più volte l'uomo da farlo rientrare per coprire gli occhi e corse dalle armi. Il giochetto con lo specchietto poteva averlo preso in giro una volta, non due se non era scemo. Le prese allungano un braccio sotto le macchine, mise lo zaino in spalla con l'arma secondaria e con la Bullpup attese il cecchino. Rasente il muro si accorse di una cosa che sentì nel fianco, aveva la pistola ancora nella fondina.

"Idiota! Cretina! Hai rischiato avendo quella! Cazzo, ok ora devo trovare Bri."
dopo essersi data un colpo in testa e essersi presa per scema

Il cecchino era in agguato di nuovo ma lei, per non allarmare nessuno nella propria posizione, decise di trovare un altro modo per aggirarlo e rimanere stealth. Rientrò nel negozio dove era prima strisciando silenziosamente, raggiunse la porta che aveva notato in precedenza che doveva portare sul retro e sperò di trovare un vicolo. Entrò invece in una stanza ormai in disuso che aveva finestre rotte che conducevano in un'altra strada. Meglio che niente, pensò. Il cuore iniziò a batterle forte quando un silenzio innaturale la colse improvvisamente. TUtto quello che aveva sentito fino a poco tempo prima che le dava per sicuro che Briareos stesse rispondendo al fuoco e quindi fosse vivo era cessato improvvisamente. Un'agitazione tremenda la colse da farle venire panico. La strada non sembrava avere cecchini intorno, continuò a proseguire con molta attenzione in direzione della battaglia, per come l'aveva udita.

"Bri dove sei. Perchè tutto tace?"
stringendo la mitraglietta nelle dita nervosa

Dopo aver superato due isolati protetta dalle auto e cosa trovava utile, si ritrovò ad un incrocio. Si sentiva troppo esposta, ma in momento aveva un grosso problema. Da dove provenivano quei rumori di battaglia? Rimase in un angolo dell'incrocio con un nodo in gola, un affanno non fisico e si mise a pensare a Briareos rannicchiandosi fra due auto, stringendo un pugno sulla fronte. Quando si calmò, cercò di fare mente locale sulla situazione e si mise a cercare indicazioni della battaglia. Bossoli per terra, fori recenti su muri o altro sporgendosi leggermente oltre una delle due auto.

"Vieni con me posso aiutarti"

Lo spavento fece voltare Deunan di scatto verso la fonte con la mitraglietta in mano. L?ansia le procurò il fiatone e tremore e rimase a fissare chi aveva parlato.

"Non cè tempo, seguimi e ti porterò al sicuro. Quelli non sono stupidi e il cecchino che ti ha vista avrà già riferito. Muoviti"

Deunan rimase a bocca aperta, si stropicciò gli occhi e si guardò attorno.

"Ma...ma non....eh..."

Un cane di razza Corgi era alla sinistra sul marciapiede che la fissava. La voce proveniva da lui. Marroncino, molto pulito e con l'aria intelligente, zampettava in micro saltelli dirigendo il muso da un lato della strada, tornando a fissarla.

"Eh...quel cane mi ha...ha...parlato??"
schiaffeggiandosi

"Si ora muovi, stanno tornando e sono alle tue spalle. Se non mi credi voltati"

Deunan si voltò verso l'incrocio, attraverso il parabrezza osservò la strada di fronte a lei e vide sagome di persone con armi in mano che controllava ogni angolo della strada. Per sua fortuna, erano troppo lontane ma poteva vederle. E se restava lì,l'avrebbero trovata.

"Dai, muoviti. Fidati. Non avrai un'altra occasione!"
esortò il cane Corgi con la lingua penzoloni che saltellava in modo buffo indicandole la strada.

"CAzzo, devo aver battuto la testa per davvero....ok, eccomi"
rispose all'animale rimettendosi in piedi e seguendolo china

Il cane corse più veloce di quello che lei pensava nonostante le zampette minuscole. Sfrecciarono verso la strada che lei aveva attraversato con cautela ma svoltarono, trovandosi in quello che un tempo era un rifugio con tendopoli. Ma invece di fermarsi, proseguirono e svoltarono varie volte finchè non giunsero a un ormai distrutto centro commerciale. Il cagnetto prima si fermò all'ingresso, annusò l'aria, ascoltò con sue orecchie tese e poi quando Deunan lo raggiunse continuò girando verso la parte dietro, in un vicolo.  NOn pareva molto agevole, ma riuscirono a raggiungere una porta di ferro che si aprì appena il cagnetto graffìò con le unghie. Deunan preparò l'arma e trattenendo il respiro entrò. La porta si richiuse alle sue spalle, facendole capire che era azionata elettricamente. Eppure, lei aveva visto ovunque  nella città, il niente. La facciata era ormai quasi distrutta, come poteva quel posto avere la corrente, si chiese?

Il Corgi avanzava fermandosi ogni tot di tempo per controllare se fosse seguito, la condusse verso l'atrio principale che si presentava non proprio bene. Una mega tendopoli ormai abbandonata da anni capeggiava in quello che era un tempo uno spazio ampio e pieno di luce. Marmi bianchi rendevano il luogo più luminoso di quanto fosse, l'odore di qualcosa andata a male arrivava alle narici di Deunan ogni volta che soffi di vento la raggiungevano. Bocchette dell'aria ancora in funzione permettevano di far aerare anche se non perfettamente il luogo. Alzando gli occhi, Deunan vide un edificio enorme con due piani raggiungibili da scale centrali quasi completamente distrutte in marmo e la luce naturale arrivava dalle cupole in vetro ancora intatte che davano all'ambiente un senso di grande respiro se osservati senza ciò che stava al di sotto. Le due scale che portavano al primo piano si presentavano male, una distrutta per la maggior parte e usufruibile solo per una striscia laterale, l'altra ingombra di oggetti e spazzatura varia che sembravano più messi apposta che caduti per caso.

"Vieni, non aver paura"

Il Corgi corse verso la scala praticabile in minima parte e saltellò tutti gli scalini uno a uno raggiungendo il primo piano. Arrivata anche lei con fatica, Deunan trovò le scale per il secondo piano in ferro completamente divelte, ma che un tempo erano di un bellissimo nero lavorato in contrasto con il marmo bianco.

"Seguimi, abbiamo fatto noi un pò di blocchi per non farci trovare. Di qua..."
disse il cane e corse a perdifiato verso la parte dietro che ospitava negozi

"Ok, ora mi sveglio, si...mi sveglio e sono ancora in macchina con Bri...."
biascicò Deunan dandosi un pizzicotto, ma inutilmente quando si accorse che faceva male

Il corgi attraversò tutti i corridoi principali, quel centro commerciale era così enorme che Deunan non poteva credere ai suoi occhi. Entrati in un negozio di giocattoli, si ritrovarono oltre una porta dietro il bancone in un altro corridoio. Piccoli uffici  furono percorsi dal cagnolino finchè non si fermarono davanti una parete. Deunan osservò intorno. A destra e a sinistra vi erano delle porte che sbucavano agli altri piccoli uffici con scrivanie e oggetti alla rinfusa che ingombravano il pavimento e le scrivanie. Dietro di lei vi era l'angolo che aveva preso e nulla più e davanti a loro solo un muro.

"Ok, siamo arrivati. Grazie della fiducia"

A quelle parole Deunan si voltò verso il cane, un rumore di un motore la fece sussultare e mirò verso la fonte. Sul tetto vi erano dei pannelli mancanti da cui iniziò a scendere una specie di carrello elevatore con due persone. A Deunan sembrò quello dei lavavetri dei grattacieli e fissò il cane.

"Sono quelli da cui mi hai portato?"

Il cane abbaiò, uscì la lingua penzoloni e poi saltellò sul posto aspettando i due.

"Guarda che non ti può rispondere, ero io che parlavo alla radio"
ridacchiò il più giovane dei due mostrando una micro trasmittente in mano

Deunan osservò entrambi, poi in ginocchio controllò il pelo del cane e nel collare vi era un apparecchio nero.

"Si, mi sentivi da quello. Piacere sono Laerte.E' stata una fortuna che alcuni di noi erano in stato 'Saprofagi' e ci hanno visto dandoci l'allarme."
sorridendole quando il carrello di fermò e scesero.

Il cane iniziò a fare le feste al giovane, mentre l'altro teneva un'arma in mano ma abbassata. NOn sembravano nemici o pericolosi ma Deunan preferì non andare oltre i convenevoli.

"Io..io sono Corinth. VOi chi siete? Avete trovato il mio compagno?"

"QUello che era con te? No mi dispiace. Cè stato un duro combattimento con lui ma abbiamo perso le tracce e quando non abbiamo più udito nulla, solo gli uomini di quel dannato erano a pattugliare le strade. Mi spiace. NOn so cosa gli sia successo"

"Devo trovarlo. Da che parte lo avete perso l'ultima volta?"

"Ferma, per ora sono ancora attivi. Preferiamo non fare altro, considerando che alcuni di noi sono ancora là fuori e non sono tornati. Penso siano nascosti, resta qui con noi, faremo il possibile:"
indicandole il carrello

Il cane abbaiò verso di lei e poi salì prima di tutti, seguito anche da Deunan dopo gli uomini. QUando il carrello si fermò al secondo piano, Deunan si ritrovò una tendopoli ben sistemata e organizzata. Persone di vari tipi vivevano lù nascosti e quando passò seguendo Laerte, molti si voltarono a fissarla malamente nascondendosi nella propria tenda.

"Non preoccuparti, hanno solo paura. Proteggiamo queste persone e facciamo di tutto per non far mancare niente a nessuno. Il minimo. Acqua, cibo, piccole comodità...."
indicandole la vista che si poteva godere dalla ringhiera del pozzo scala.

Le scale prendevano tutta la parte centrale dell'edificio creando un pozzo luce enorme. Il resto era spazio per negozi e luoghi e prima erano fruibili da tutti. Ora, era tutto diviso. Zona tendopoli gli spazi aperti, dove prima vi erano i negozi vi erano gli spacci con il necessario per far vivere tutti, altri erano convertiti in zone di stoccaggio e zone generatori. Il cielo era stupendo grazie alla cupola e i bagni era fruibili sia al primo piano che al secondo e divisi per categorie di persone. GLi uomini avevano i bagni del piano sottostante, donne e bambini con gli anziani del secondo piano. I negozi più grossi erano la mensa o zone studio. I vecchi ristoranti zona cucina. Senza saperlo, Deunan si trovò in una piccola città. Non respirava però speranza nè altro. Ma trovò che fosse un modo buono per iniziare, ma si chiese da quanto fossero lì.

"Ti darò un posto dove dormire. Studieremo qualcosa per trovare il tuo amico. Raccontami qualcosa di te"

"Perchè fai tutto questo?"

"Perchè è lo stesso che faccio per queste persone. NOn ho nulla da ciò, odio quel dannato e non voglio che altre persone soffrano"

"Di chi parli"
giungendo con Laerte in quello che era il suo ufficio, prima una tabaccheria forse

"Un uomo che ha deciso che questa cittadina doveva essere sua e mette a ferro e fuoco tutto pur di comandarla. Ha ucciso chi si opponeva, cercato di stanare chiunque potesse essere suo schiavo. La mia fidanzata è in mano sua. La stavo cercando da tanto. NOn so neanche cosa le sia accaduto ma so che è viva. Per Idioti come lui, si è impadronito del vecchio Hotel Brilliant, edificio di venti piani che ospitava il più lussuoso albergo della città. Ogni piano lo ha destinato a qualcuno che gli dava cosa voleva, ha guardie che per qualsiasi cosa sono pronte a uccidere senza guardare chi hanno nel mirino. Ha fato cose indicibili, ho radunato chi scappava e ho cercato di nasconderli qui. Sono persone comuni, alcuni imbracciano armi ma non sono militari. ALtri sono i saprofagi, volontari che cercano oggetti e cibo per la città. E' pericoloso ma come vedi siamo un gruppo consistente di persone, non una famiglia di pochi membri. Abbiamo luce, acqua, riscaldamento grazie a un ingegnere, un idraulico ect ma non possiamo stare qui per molto. Ci troveranno. Se riuscissimo a distruggere quell'hotel con tutti loro dentro...."
posando le mani sulla scrivania disperato

"Cosa? Vorresti far saltare l'hotel?"

"E' questa la mia idea. Lui non esce mai da là. Ha uffici, zona bordello, pub, ogni cosa. Piscine coperte nei sotterranei. Ogni genere di comodità. TUtto per sè. Gli altri li tiene rinchiusi in un edificio annesso che ha reso comunicante e sono trattati da schiavi. E' l'unica cosa che so. Ho le planimetrie dell'hotel e ho trovato dell'esplosivo di contrabbando. Ma non so ocme fare questo. Se l'edificio cade con tutti dentro, noi siamo salvi.

"CAzzo amico, sei proprio definitivo con i problemi eh?"

"Forse, ma cosa credi che si possa fare oltre? Andare là e cercare in quale dannato piano si trova e farlo fuori? NOn so nulla di cosa cè là dentro, l'unica soluzione è farlo cadere come un castello di carte"

"Ok, ok. Senti, ho bisogno di riposare. E di Trovare B-ehm Ionia. Il mio compagno. Trovato lui, ti aiuterò. Ti va bene?"

"Oh...mi vuoi aiutare? e perchè?
ridendo incrociando le braccia voltandosi verso di lei

"Lo stesso per quello che vuoi fare tu. Aiutare questa gente se davvero è come dici. Ma senza di lui, io non posso fare niente"

"...E' il tuo compagno di cosa? Da come sei abbigliata sembri un militare"

"Una volta lo ero. Lui è il mio compagno. Punto. Senza di lui non me ne vado da qui."

"QUindi il tuo fidanzato..."

"Eh....io e lui abbiamo concetti diversi sui legami ma chiamalo come vuoi. Siamo una coppia sia nel lavoro che nella vita. Devo trovarlo. Aiutami e io aiuterò voi."

"...E come pensi di farlo? Fammi capire. Sei una ragazza e lui da quello che mi hanno detto un cyborg, forse."

"Io mi fido di te. Tu ti fidi di me. Ti basti questo"

"Bè un pò poco...ma va bene. Me lo faccio accontentare. Basta che mi aiuti a trovare Ellenia e eliminare quei parassiti."

"Parola mia."
allungandogli la mano per sancire l'accordo

Dopo essersela stretta ed essersi accordati sommariamente, la fece accompagnare verso una tenda dove poteva riposare e le spiegarono come vivere come loro. QUando rimase sola, Deunan uscì dalla tenda e si mise a osservare il cielo sopra la cupola posandosi con le braccia sulla ringhiera.

"Dove sei Bri...."





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Capitolo 4
*** Camaro ***


fic1 cap4 Mi è stato chiesto come mai nel capitolo precedente ho usato i nomi che Deunan aveva usato per scherzo con Doric, per prenderla in giro per il suo. Rispondo qui, potevo inventare nomi nuovi ma ho preferito utilizzare nomi già conosciuti e comunque la storia ancora non è terminata. Ogni cosa ha un suo perchè, inserita per andare avanti e lì verrà chiarita. Inoltre volevano sapere se lecose che ho inserito del passato dei personaggi sia in questa fic che ne "il segreto degli orologi" sono reali o meno. Si, sono informazioni date da Shirow stesso sia nel manga che nel Databook. Non sono spoiler perchè parlano del "prima' del manga ma chi non lo ha letto o ha acquistato solo la versione D/books senza databook potrà non avere alcune informazioni sul passato di Briareos, sopratutto. Quindi, seguite i capitoli perchè tutto viene sviluppano man mano con la trama anche se sembra messo a caso.
*********************************************
"Voglio che  seguiate le indicazioni della missione. Il vice ministro ha richiesto una risoluzione positiva. Non commettete errori"

Tre persone entrarono dalla porta e si posizionaron vicino il comandante e il capitano, nella sala riunioni dove si stavano diuscutendo la nuove missione.

"Whisky, Echo,  November, Sierra, Victor, Kilo. Vi occuperete della missione 'Cupola di vetro'. Verrete mandati nella residenza dell'ambasciatore che ci hanno richiesto di proteggere. NOn ci è dato svelarvi da dove proviene ma ha chiesto asilo politico per le sue posizioni nel suo paese. Il vostro compito è quello di sorvegliare la villa e proteggere lui e la moglie. India,Papa e Lima saranno i tre supporti scelti per rimanere vicino i soggetti da proteggere. Tuti gli altri, avrete le posizioni sulla mappa che vi stanno passando."

Silenzio e fruscio di  fogli. Poi dei bisbigli e un vociare riempì la sala riunioni.

"Non è possibile. Capitano, mi dica che è uno scherzo. Perchè io e Briareos siamo divisi? Perchè siamo l'uno l'opposto dell'altra nell'edificio se siamo una delle poche coppie attestate dell'unità?"

"Deunan per favore, siediti..."

"No, Bri. Siamo l'avanguardia e il primo tiratore scelto. Se dobbiamo proteggere, è necessario mettere insieme gli elementi che possono compensare le mancanze dell'altro. Se ci dividono siamo scoperti visto che ogni persona è sola e attorno ha un chilometro di nulla!"
facendo svolazzare il foglio per aria adirata

"Kilo, puoi cortesemente evitare con la tua partner di usare i vostri veri nomi qui o in qualunque altro ambiente? In quanto a te 
Whisky, sarei grato se non ti mettessi a urlare davanti a me sulle mie decisioni. Siete quelli che abbiamo reputato più adatti, il richiedente no n voleva tutta l'unita a casa sua e abbiamo ripiegato con questo piano."
bacchettà il Comandante verso Deunan parecchio irritato

"Uno stupido piano. Così nessuno avrà il tempo necessario a raggiungere velocemente qualunque posizione degli altri perchè è in capo al mondo. Sarebbe più opportuno rimanere nella zona arancione non verde! QUi nel foglio abbiamo la zona rossa che sono quei due, la zona arancione con le sue guardie private e noi sparsi come scemi per l'enerme villa e parco annesso. La zona verde dovrebbe essere lasciata ai suoi scagnozzi, noi siamo specialisti,  dovremo agire quando il fatto è compiuto. Si faceva mettere telecamere e cani da guardia...."

"Deu...cioè
Whisky per favore. Siediti e smettila"

"Smettila anche tu con
Whisky. NOn lo sopporto. E comunque se dovessero attaccarci crede che saremmo tutti in grado di..."

"Basta!"
Brearios le tirò un braccio e la fece risedere accanto a sè. Gli bastò guardarla per farle tornare un pò di senso della misura

"
Whisky, il nome è colpa tua. Se bevi come un lupo è normale che ti mettiamo quello ahahahahah!"
rise November dalla fila davanti

"Idiota, non mi faccio prendere in giro da un gay."
dandogli un calcio nello schienale, strattonata di nuovo da Briareos

"
Whisky, ascolta il tuo capitano. Se ho optato per questa strategia, è così che devi operare. Se non ti va bene quella è la porta, troverò un sostituto e tu subirai una sospensione per il tuo comportamento al limite delle regole..."
incrociando le braccia aspettando la sua risposta

Deunan rimase a fissarlo mordendosi un labbro, si voltò verso Briareos che continuava a fissarla e abbassò la testa accettando di partecipare. Quando la riunione finì, tutti si alzarono e uscirono. Quando lo fece anche Briareos, Deunan rimase seduta, l'unica, e disse solo verso il suo compagno

"NOn accetti retroguardia o compagno che ti guardi le spalle? Dovremo fare da babysitter a uno stronzo che non si prende le sue responsabilità a casa sua? Con cosa hai fatto con me poco fa, vuoi dirmi che tutto viene prima di noi?
Vuoi davvero questo?"

Briareos si fermò un istante. La scrutò con gli occhi posteriori ma senza dire una parola uscì. Deunan prese a calci la sedia davanti e mandò a quel paese il cyborg, sapendo che la stava ascoltando.

"Vuoi restare fermo nella tua convinzione? Stamattina non hai capito nulla di cosa ho detto vero? Devo ritenerti un estraneo? Bri?"



Il rumore secco di un motore appena acceso fece sussultare Deunan dal giaciglio dove riposava da venti minuti.  Ansimando si  toccò la faccia, poi stropicciòl gli occhi e si mise a sedere. Riconobbe la piccola tenda dove era stata accompagnata per riposare e sospirò nel vedere quanto si sentisse sola e piccola là dentro, come se le mancasse qualcosa. Si alzò malamente ancora frastornata e uscì fuori, rimanendo abbagliata dal sole. Era quasi ora di pranzo e guardò intorno, rapita da odorini che giungevano da qualche parte.

Nella zona in fondo, alcune donne stavano cucinando. Arrosti, qualcosa in una pentola e odori di frutta appena tagliata. Si avvicinò sorridendo, sperando di poter parlare finalmente con qualche persona del suo stesso sesso dopo tanto, ma una cosa la colpì. Le donne, appena la videro arrivare, scapparono nelle loro tende lasciando tutto di colpo. Chiese quale problema ci fosse ma non uscì nessuno, qualcuna la osservava da dietro il tessuto ma nulla di più. Tornò allora verso il pozzo luce e vide Laerte impegnato a discutere con alcuni uomini. QUando si fece coraggio e andò a parlargli, il ragazzo la accolse allegro e le disse che voleva fare un tentativo facendosi aiutare proprio da lei.

"Vuoi che io mi intrufoli nel palazzo?"

"Si, come riassunto ci siamo. Ti ho vista prima di mandarti Cicero. Secondo me sei perfetta. Piccola e veloce, e sembri una che sa il fatto suo. Ti daremo tutto il necessario. TU devi solo seguire le istruzioni."

"Cicero...."
guardandolo come se avesse detto qualcosa di osceno

"Si, Cicero. Il piccolo Cicero."
indicando il cane corgi che sonnecchiava su un cuscino a terra

"Ah...ok, lasciamo stare. Allora, ricapitolando vuoi che mi lanci sul tetto del palazzo, controlli gli ultimi piani e metta delle cimici e telecamere che controllerete da uno degli edifici attorno?"

"Si, userai  quella balestra per agganciare un filo sul palazzo con cui ti calerai da un grattacielo vicino. Entrerai dal tetto, lo controlliamo sempre ed è sempre deserto, la porta non viene mai aperta e gli ultimi piani sembrano deserti quando li spiamo. Ma no possiamo esserne sicuri perché ci sono sempre tende calate sulle finestre. Da quello che so dalle mie fonti dovrebbero esserci l'ufficio di quello stronzo e lo riconosci subito per...ecco, per dei dipinti alle pareti..."

"dipinti....sai che sono cosi fatti da persone con cornici di legno e sono comuni vero?"

"Donna di poca fece...non sono dipinti comuni. Raffigurano tutti rovine, edifici e divinità greche. Tutti. Lo so perchè sono miei...a proposito, quei nomi che mi haidetto..."

"Sono i nostri nomi in codice. Era per una missione vecchia e sono rimasti. Ma dimmi, tu vuoi i tuoi quadri o la tua ragazza?"

"La mia ragazza. Che domande! Ma...se faccio saltare l'edificio perdo tutto, questo mi ha spiegato Cesare poco fa."
indicando l'uomo che Deunan aveva conosciuto sul piccolo elevatore

"QUindi ora non vuoi più buttarlo giù?"

"No al contrario, è quello che voglio. Ma dopo che tu ci hai dato il modo di entrare, se possibile. Altrimenti ti aiuteremo da qui e operari da sola ma..."

"Aspetta, e dovrei andarci sola? Dovrei rubare i tuoi quadri? E poi cosa?"

"Come ti avevo detto, ci sono persone armate e non sappiamo quante. Una sola persona può nascondersi o fuggire all'occorrenza con più facilità di un gruppo che entra in una volta. Se vedrai che non possiamo fare una intrusione in gruppo, entrerai a intervalli e porterai via le cose che ti indicherò. Nel frattempo anche per proteggere te che lavori, noi cercheremo di liberare i prigionieri nell'altro edifcio annesso e porteremo la loro attenzione su di noi. TUtto chiaro?"

"Mh...la cosa mi puzza ma con il mio compagno che si fa?"

"Calmati, lo stiamo cercando. E' osì che ci siamo messi d'accordo. Tu aiuti me e io aiuto te. Alcuni uomini hanno sentito rumori a ovest, nella zona del parco. Appena lo trovano, lo avviseranno senza sparare che sei con noi  e lo porteranno qui. Contenta?"
sorridendo

"Va bene, facciamo questa pazzia. Prima mangio qualcosa e poi inizio. Anche se sembra che le signore che vivono di là preferiscano guardarmi in cagnesco che aiutarmi. Erano una ventina e tutte mi hanno evitato peggio della peste"

"Cerca di considerare che hanno conosciuto il peggio in  un solo anno. Ti faccio portare qualcosa, intanto prendi tutti gli attrezzi e la lista degli oggetti da Cesare. Segui le istruzioni e facci segno con la trasmittente."
dandole una pacca sulla spalla  e uscendo.

QUando Deunan si sentì sazia, preparò tutto l'occorrente e  arrivò con Laerte e i suoi uomini inun piano del grattacielo vicino l'edificio che doveva violare. Uno di fronte all'altro, distavano parecchio e l'altezza non era un aiuto. Cesare inchidò un passante nel muro vicino la finestra scelta per il lavoro, legò una parte del cavo e lo inseriì nel passante e poi preparò la balestra. Lanciò la freccia-gancio verso l'altro edificio e si conficcò nel muro facendo meravigliare Deunan della gittata dell'arco. Laerte preparò Deunan un'ultima volta, poi lei prese una cintura e la usò per scorrere sul filo sorvolando la strada. Le sembrò una pazzia, un'enorme pazzia ma se voelva trovare Bri, era una cosa da niente. Scivolò fino al muro del tetto, scavalcò e controllò ovunque. Niente trappole nè altri meccanismi. Fece segno a Laerte, accorgendosi della distanza percorsa e poi fissò la porta. Non sapeva se era bloccata, chiusa a chiave o con una trappola. Controllò il buco della serratura, la fessura sotto la porta ma non trovò nulla di strano. Con gli arnesi di Cesare iniziò ad armeggiare con la serratura e dopo vari tentativi riuscì ad aprire. Un brutto presentimento prese ad attanagliare Deunan, sembrava tutto facile e non riusciva a capacitarsi della cosa.

Controllò ben tre piani. Visibilmente disabitati, pieni di sporcizia dovuti all'incuria e senza la presenza umana. La tromba delle scale di servizio non mostrava nessuno in nessun piano ma Deunan si ritrovò con un nodo alla gola. NOnostante le armi, aveva la sensazione che qualcosa non fosse normale. E ogni piano vuoto le dava questa conferma. Affacciandosi a una finestra, si accorse di aver controllato sei piani, quindi se qualcuno cèra doveva essere nei successivi. Ma era sicura che Laerte le aveva detto che molti piani erano abitazioni, altre uffici. Un silenzio strano abitava quei piani, dalle spiegazioni dovevano esserci molte persone e un lusso sfrenato, allora perchè quella desolazione?

Perlustrò altri due piani, quando rumori nel piano in cui era appena arrivata la misero in allarmi. QUalcosa di pesante che cadeva a terra e Deunan si preparò con il Bullpup in mano. Sbirciò con lo specchietto da oltre l'angolo ma una raffica di proiettili le prese in pieno l'oggetto. Riuscì solo a contare due uomini in fondo al corridoio e poi nulla. IN preda all'angoscia se qualcuno avesse pensato di giungerle alle spalle dalle scale, fece un balzo e con la spalla fondò la porta che trovò più vicina entrandovi rotolando a terra, mancando i proiettili. La stanza sembrava più sfruttata di quelle che aveva già visto, grande e con due porte che non era chiaro dove conducessero. Sentendo dei passi arrivare, Deunan corse verso le porte e ne aprù una. Era il bagno. Si avvicinò all'altra cercando di captare rumori ma una voce dal corridoio da dove era entrata le disse di arrendersi o sarebbe morta. Anzi, l'avevano scambiata per un ragazzo. Buona cosa pensò lei, anche se non sapeva quanto. Decise di tentare e aprì la porta rimasta e si accorse che dava in un'altra stanza. Dal corridoio, qualcuno stava cercando di  accerchiarla ed entrò. Abbattendo la scrivania che troò verso la porta ancora chiusa di quella stanza dove vi erano i nemici e un comodino verso quella da cui proveniva, sperava di creare come una piccola barricata. Era nella tana del lupo e per giunta da sola. QUando la porta si aprì, sparò per prima senza centrare il bersaglio. Un uomo urlò però dopo pochi secondi, e un altro ancora. Deunan si sporse e notò che erano caduti a terra dissanguati, gli altri alla sua destra enll'altra stanza erano appostati dietro gli angoli. Quando un altro cercò di entrare di fronte a lei camminando sui cadaveri, cadde as terra come i primi e Deunan capì. Laerte o Cesare stavano facendo i cecchini e vedevano solo da quelle finestre. Resasi conto che non vi erano altre porte comunicanti, decise di uscire e fece segno al palazzo di fronte della sua presenza. QUindi si avviò verso il corridoio protetta dal cecchino. Giunse in una sala grande sembrava, dal tavolo enorme e le tante sedie, da riunione e cercò di superare il tavolo per scappare dalla porta a due battenti alla sua destra. Un Colpo d'arma di grosso calibro bucò la porta e Deunan si nascose dietro il tavolo pronta a fare fuoco.  Lanciò due bombe che Laerte che le aveva dato e la porta si polverizzò. VArie persone, a giudare dai passi oltrepassarono la porta e Deunan si ritrovò spacciata. Una voce di donna sembrava confusa dal rumore degli spari che cercavano di intimidirla, ma Deunan la mise a fuoco bene.

"Ascolta ragazzo. Se ti arrendi ora, non ti uccideremo. Decidi tu, siamo in troppi per te. Abbiamo anche un asso nella manica."

Deunan iniziò a deglutire in preda all'ansia. Fece un profondo respiro e decise di provare a farli fuori anche se in un ambiente chiuso e da sola. Ma proprio quando stava per alzarsi una voce urlò ai presenti.

"Fermi, conosco questi segni vitali e il mio sistema non può sbagliare"

Deunan  si sentì un peso al petto, rimase in ascolto mentre chi la stava tenendo sotto mira iniziò a protestare. QUando sentì di nuovo la voce, dopo esserci calmata, non ebbe più dubbi.

"Bri...Briareos?"
disse da dietro il tavolo

"Deunan. Allora avevo riconosciuto il suo sistema vitale. Il battito del cuore aveva indicato al mio sistema che eri tu."

Deunan uscì fuori dal nascondiglio con affanno, fra un gruppo di uomini vi era Briareos con una arma in mano e posò le sue armi.

"Eris, è la persona di cui ti parlavo"
parlando con la donna

"Allora è lei? Ma mi avevano detto che era un ragazzo..."
confusa

"Bri..."

Briareos superò tutti e andò verso Deunan, la quale ancora nel pieno dell'agitazione si mise quasi a piangere nell'abbracciarlo.

"Credevo fossi morto, non sentivo più niente. Ero da sola come quella volta e poi cè stato quel cane, quelle donne stupide e..."

"Calmati, è tutto ok. Eris mi ha aiutato a scappare da quelle persone e mi aveva promesso di cercarti. Per fortuna ci siamo però ritrovati."

"Briareos, questo posto è marcio, dobbiamo andare via. Cè un uomo schifoso che schiavizza le persone e vive nel lusso. Noi dobbiamo..:"

"Aspetta..."

Deunan si strinse a Briareos quando la donna le urlò contro. Bionda e slanciata, aveva un che di regale nei modi che non portava però a un'età definita ma comunque giovane.

"Hai detto...dimmi che non sei finita nelle mani di Laerte"
con tono depresso e preoccupato

"Conosci Laerte? E' lui che mi ha portata in salvo grazie al cane. Mi ha spiegato tutto. Ora che ho ritrovato il mio compagno salveremo la gente che tenete prigioniera"

"TI ha ingannata"

Briareos abbracciò di nuovo Deunan nel pronunciare quelle parole, lasciandola interdetta.

"Che vuoi dire..."

"Vieni con me..."
disse la donna e Briareos la incitò a fidarsi

Scesero tutti verso i piani sottostanti, dove Eris le mostrò la verità delle cose. Ninete uomo schiavista e sporco, niente lusso, niente di ciò che aveva raccontato quell'uomo. Le fece vedere uomini mutilati che aveva salvato dalle mani di Laerte. Donne che erano state fatte prostituire per denaro, gente ridotta al niente dalla droga che lui vendeva. Ogni stanza che Eris le mostrava, recava il marcio della guerra e del genere umano.

"Lui è un ex boss della città che sta cercando di riprendersi cosa ha perso dalla guerra e dalla mia lotta nel fermarlo. Ti ha detto della sua fidanzata? Bugie. E' me che cerca. Io sono l'ex capo della polizia che ha sempre cercato di incastrarlo e come potevo, sono riuscita a mettergli i bastoni tra le ruote fino ad ora. Tutte le persone che ti ho fatto vedere sono salvate dai vari covi che teneva. Ora ne ha solo uno ma non so dove si trovi. Ha ingannato le persone con la storia delle città utopistiche e questo è il risultato..."

"Allora non esistono...le città utopistiche intendo."

"Invece si. Ma parliamo dopo. ALcuni uomini sono morti e dobbiamo sistemare i loro corpi. Se solo sapessi dove si trova quel verme..."
disse a denti stretti la donna

"Veramente si trova lì...."
disse Deunan indicando il piano dove si trovava Laerte senza farsi vedere dalla finestra di una stanza

"Lui è su quel piano con Cesare. Mi avevano detto che avrebbero portato Briareos da me se io avessi salvato la sua ragazza e alcuni suoi quadri. Mi disse che questo tizio era straricco e che aveva abbastanza esplosivo da far saltare in aria questo palazzo dalla fondamenta."

"Che cosa? Vuole farci saltare in aria tutti?"

"E' così, io dovevo solo prendere cosa voleva e lui avrebbe mandato degli uomini in un edificio qui vicino che usate come magazzino degli schiavi."

"Ho capito, è il caveaux dell'hotel. E' lì' che ho nascosto cosa gli ho requisito in anni di lotta"

Quando fu chiara la situazione per tutti, Deunan spiegò per filo e per segno dove si trovavano le altre persone che Laerte teneva prigioniere che lei aveva visto e come fare per arrivarci. Poi parlarono di come erano giunti fin lì e Eris li ringraziò.

"Vi ringrazio, ad entrambi. NOn posso chiedervi di aiutarci in questa lotta ma sono sicura che oggi per Laerte sarà l'ultimo giorno. Vi daremo provviste e altre cose per il viaggio. Buona fortuna"

"Per noi non è un problema...possiamo..:"

"E' una nostra battaglia. Siete rimasti  invischiato fin troppo. Non perdete tempo. Noi abbiamo tutto il tempo del mondo. QUesta è casa nostra. Voi dovete trovare la vostra".
facendo preparare il necessario dai suoi uomini

"Faremo abbigliare uno dei nostri con gli abiti che ci hai appena dato che indossavi e useremo una parrucca. NOn ce l'ha fatta per anni con me nella mia carica a proteggere la città, grazie a voi oggi è un giorno speciale. Ho un'ultima cosa per voi..."

Prese un foglio, iniziò a scrivere e lo diede poi  a Deunan.

"E' il nome di una persona che può dirti qualcosa sulla città utopistica. E se è come penso, gli scarponi che indossi provengono da lùùì, è l'unico posto che conosco dove è possibile trovarli"
indicando gli scarponcini che Deunan aveva preso il giorno prima dal venditore ambulante e che aveva indossato con un cambio abiti

"Allora vi dobbiamo lasciare soli? Mi spiace..."

"Tranquilla, Laerte ti starà aspettando e preferisco dargli il mio regalo al più presto. Quei due miei uomini vi scorteranno verso un passaggio che solo noi conosciamo ma ormai mi fido di voi. Fate buon viaggio."

Si salutarono e Deunan e Briarios furono portati verso i piani sottostanti, per arrivare alle cantine. Muffa e sporco li accompagnarono finchè non furono condotti verso una scalinata che scendeva ancora più giù.

"Da qui ci sono le fogne, mi raccomando, dovete andare sempre a sinistra per due isolati. QUando vedrete della luce filtrare da un tombino sopra di voi, potete uscire verso la strada. Lì vi abbiamo fatto preparare una macchina nuova per continuare il vostro viaggio. Con i nostri ringraziamenti. Ora scusateci ma dobbiamo andare a vincere contro quello stronzo."

I due uomini corsero via lasciando Deunan e Briareos da soli davanti la porta.

"Accidenti Bri. E' finita così? CIoè...è tutto così surreale. Strano. Loro combatteranno per vivere e noi li lasciamo così?"

"Lo hanno chiesto loro. E un pò li capisco. E' la loro rivalsa. Accontentiamoli."

"Ho avuto tanta paura Briareos. Ho temuto davvero che ti fosse successo qualcosa. IO..."

"NOn pensarci più, siamo insieme di nuovo. Questo conta. Te l'ho detto, qualunque cosa accada, tornerò sempre da te...."
alzando il braccio di Deunan dove teneva l'orologio

"Lo so, so che ci siamo scambiati una promessa ma non posso non pensare alla paura che ho provato, come quella volta..."

"Ora sei più tranquilla?"
baciandola

"Forse...su andiamo. O perderemo la macchina..."

"NOn sapevo che le macchine fossero le zucche di Cenerentola..."
incamminandosi

Ridendo percorsero la strada che gli era stata indicata e trovarono il tombino. Quando uscirono, alcuni uomini di Eris li accolsero e consegnarono una macchina nuova.

"Cavolo, una Camaro? Da dove esce?"
urlò Briareos eccitato alla vista della macchina

"Abbiamo le nostre fonti. Ci hanno detto cosa avete fato per noi...buon viaggio".

Dopo aver sistemato tutto, salutarono e iniziarono il viaggio. Briareos guidava eccitato la macchina nera decapottabile fischiettando. Deunan lo guardava felice, poi si ricordò del foglietto e lo prese.

"Che cosa cè scritto?"

"Mh...qui dice 'mandati da Eris. Per Mylock'. Tutto qui...."

"Se davvero quegli scarponi si possono trovare  solo lì, allora siamo a cavallo. A proposito, come mai ti è venuto in mente di farci chiamare Cotinth e Ionio?"

"Bè, Whiskey mi stava sulle scatole e quando ho visto sulla scrivania di Laerte una fotografia di un Pantheon greco, ho riconosciuto le colonne e ho pensato a quelli... meno male"

"Ahahahah, sei proprio una carogna. Se mai dovesse riuscire a cavarsela cercherebbe fantasmi"

"Meno così..."

Briareos sorrise a guardare Deunan compiaciuta del suo ingegno. Le carezzò una guancia sorprendendola.

"Cosa cè?"

"Nulla...mi è venuto di farlo..."

"NOn vedo l'ora di essere in quel posto. Ce la fai a guidare fin lì? "

"Si, Eris mi ha detto che è un viaggio di poco più di un'ora. NOn penso di stancarmi troppo..."

"Se però ti dovesse venir sonno proverò a tenerti sveglio...."

"Davvero?Eheh io...."
Deunan si era  messa carponi sul sedile per dargli un bacio che  lo fece zittire facendolo quasi arrossire

"...o preferisci un caffè..."

"Mi va bene cosa preferisci tu..."

Deunan si appoggiò con le mani al bordo dell parabrezza e urlò entusiasta con il vento tra i capelli mentre Briareos scuoteva la testa divertito.


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Capitolo 5
*** Circo ***


fic1 cap5 "Bri, ti ricordi la prima volta che ci siamo incontrati?"

Briareos, immerso nel viaggio e nei suoi pensieri, si voltò verso la compagna che lo fissava sorridendo. Si chiese quella domanda da dove fosse uscita fuori, mise entrambi le mani sul voltante sistemandosi sul sedile per bene e pensò a quella volta.

"Come mai lo chiedi?"

"prima dimmi se la modifica del sedile va bene. NOn sei stretto?"

"No, va bene. Per fortuna cèra un ottimo saldatore fra loro, che saputo della mia stazza ha sistemato la macchina. E' favolosa ..."

"Davvero? Io non me ne intendo. Sarebbe invece bello viaggiare insieme su una moto. Andare in giro con il vento sulla pelle."

"Perchè ora cosa stai sentendo..."
prendendola in giro indicando la macchina senza capotte

"NOn intendevo questo. Dicevo solo che non è la stessa cosa. Almeno per me...."
facendo un sorrisetto malizioso che Briareos non riuscì ad interpretare, guardandola con aria interrogativa e le orecchie abbassate

"Non mi hai risposto per prima...te la ricordi la prima volta che ci siamo incontrati?"
sedendosi in modo da vederlo di fronte, poggiando la testa sul sedile

"Perchè mi fai questa domanda. Così, di colpo..."

"Ecco...nulla, stavo pensando solamente a oggi. Fra non molto il sole scomparirà e abbiamo vissuto la giornata più assurda degli ultimi tempi..."
sospirando

"Stai ancora pensando a quando credevi mi fosse successo qualcosa?"

Deunan lo fissò sorpresa, abbassò gli occhi e si rannichiò sul sedile fissando la mano del compagno che cambiava le marce. Chiuse gli occhi, ma Briareos le diede coraggio dandole una piccola pacca su una coscia.

"Mi ricordo quando Kirl mi chiamò. Mi disse senza fiato in corpo che sua moglie era morta per un incidente, così lo defininì, e che doveva andar via da là. Mi disse che sua figlia doveva fuggire da quel posto, perchè anche se aveva preso da lui come aspetto fisico non era al sicuro. Era l'unica persona che gli era rimasta per cui valeva la pena rischiare tutto e mi chiese di trovare un posto per nasconderla. Un amico con cui avevo scambiato collaborazioni lavorando con Kirl, mi procurò una casa che usavano per interrogatori anni prima alla periferia. MOlto in periferia. Era perfetta, gli resi il favore chiedendogli di far sparire le tracce della casa e chiamami Kirl...gli dissi di fare i bagagli e che vi avrei aspettato lì. Ricordo che persi parecchio tempo a dare a quel posto una parvenza di casa....era così abbandonata che trovai i vetri rotti e i gufi che sonnecchiavano sul ferro battuto di un letto, pensa...."

Si voltò verso Deunan che sorrise alla situazione. Fissando la strada che sembrava immersa nella desolazione, insanguinata dal tramonto, continuò.

"...mi procurai lenzuola, cibo per settimane, una fornitura di acqua per le due cisterne regolari a buon prezzo per il venditore, generi necessari e aspettai. Quando sentì arrivare la macchina, non sapevo veramente come approcciarmi a Kirl. Rimasi là, sulla sedia dell'ingresso, a quel tavolo ricordi? Non riuscì a pensare a nulla che potesse evitarmi l'imbarazzo di dire stronzate. QUando lui aprì la porta, lo fissai indeciso, non riuscivo a muovere un muscolo. Ma sorprendentemente mi sorrise...era un sorriso triste ma credo che fosse solo felice di vedere una faccia amica. Da più di un anno lavoravamo fianco a fianco e ci fidavamo ciecamente dell'altro. E poi, sei entrata tu....Osservavi da fuori, senza entrare. Con il broncio triste e come un punto interrogativo sulla testa. Ti ricordo così....Eri indecisa se seguire tuo padre o meno...."

"Non sapevo che dentro cèra qualcuno. Lui...non parlò per tutto il tempo che ci mise ad arrivare. Quel posto faceva paura perchè era così isolato. Abituata con mia madre a girare per la città piena di vita, quel posto...sembrava quasi uscito da qualche film horror...e tu, quando ti vidi... ebbi paura. Eri così serio, alto, i tuoi occhi erano così scuri e profondi che non sapevo cosa stessi pensando..."

Briareos si voltò verso di lei a quelle parole. TOrnò con la mente alla sensazione di disagio profondo nel vedere un uomo fuggire con una figlia che per molto tempo non aveva visto. Per lavoro e per impegni lui tornava a casa poche volte al mese, lasciando la moglie e la figlia con la domanda di dove fosse. Poi, avvenne quella morte che sia Kirl e sia Brearios non volevano spiegare. QUando il giovane vide entrare una bambina spaventata e non abituata a vedere militari, si chiese come avrebbero fatto a tenerla al sicuro. Quando si guardarono la prima volta, occhi negli occhi, lui si ritrovò a leggere la paura dell'innocenza che non sapeva come aggrapparsi alla vita  finita com'era all'inferno. Strappata per sempre a una vita normale in una città, era stata trascinata a vivere in un vecchio edificio buttato nel nulla con i rudimenti della modernità. Elettricità tramite generatori. Acqua da due cisterne, una interna e una esterna. Cose indispensabili razionati e acquistabili solo andando a sud per un'ora in uno spaccio militare. Abiti che non erano più da bambina. Regole a cui doversi abituare.

"Io e Kirl da soli a badare a una bambina. Ci trovammi davvero nei casini perchè lui voleva che pochissimi sapessero di noi e dove ci trovavamo. Stavamo studiando un modo per avere le spalle coperte, ecco che ci venne l'idea di presentarci per gestire una base e con il curriculum di Kirl fu un gioco. Ma ci volle tempo e il denaro che avevamo iniziava a finire. Quando Kirl, per sistemare le cose per la base accettò una missione con altri chiamati dal governo, io mi ritrovai solo con quella bambina e il dover contattare nello stesso tempo chiunque conoscessi per assicurarci quel posto pagato dal governo.  Mi ricordo bene quando restammo soli per parecchi mesi...e di come fosse difficile avere a che fare con una cosetta che aveva perso la madre rpima di sapere cosa significa crescere come bambina...mi sono messo le mani ai capelli..."
scuotendo la testa tra lo sconsolato e il divertito

"Credi che il sapere di essere diventata donna da un militare sia una cosa carina...?"

"No bimba. Lo so che per te è stato difficile il triplo, non il doppio...per fortuna alcune colleghe capirono la situazione e per amicizia venenro ad aiutarti e spiegarti quando io mi trovai nei casini. Da solo non avrei saputo neanche cosa dire...come spiegavo a una bambina cosa erano le mestruazioni e come fare? E poi tuo padre tornò...aveva avuto l'incarico ma doveva prendere il suo posto dopo alcuni mesi. E iniziò ad addestrarti...."

"Bri...è stato difficile avere a che fare con me essendo femmina?"

"Non saprei risponderti a dire il vero...da un lato ricordo i tuoi capricci perchè ti sentivi spaesata. Con tuo padre cèrano regole e rimproveri e a volte stavi in camera tua per una giornata intera. E potevo capire...poi sei rimasta con un uomo che conoscevi da poco da sola in casa...tuo padre mi disse di proteggerti come fosse una missione così importante da non pensare neanche alla mia vita...accidentri a Kirl. Sapeva davvero metterti il pepe nel culo..."
ridendo

"Eri così strano...sembrava che fissassi con aria cattiva ma la tua voce non lo era..."

"Era la prima volta che avevo a che fare con una ragazzina. Quando fui preso dal Kgb ero un ragazzino anche io ma ricordati che eravamo tutti maschi. E poi non eri affatto un tipino facile...ti sei scordata le volte che per protesta ai miei rimproveri avevi iniziato a usare quello che ti capitava a tiro come proiettile verso di me? Ci sono state volte in cui avrei voluto davvero sculacciarti...."

"eheh...me lo ricordo. Non mi piacevi proprio...."

"Vederti crescere sotto i miei occhi è stata una cosa strana. Da bambina a ragazzina...finchè dovevo proteggerti vivendo sotto lo stesso tetto non me ne accorgevo...Poi ho iniziato a vedere una persona diversa..."

"...quando hai iniziato a volermi bene?..."

Briareos e Deunan si fissarono alcuni istanti, poi il cyborg rispose.

"Quando sono tornato un giorno e ho trovato una donna..."

"A diciassette anni in teoria non si è donna, e comunque non avevo ancora diciassette anni....se ricordo bene..."

"Nel periodo romano si era donne quando compariva il ciclo Deunan...ci si sposava anche a undici anni...non saprei proprio come potessero pensare di far sesso con bambine in cui corpo non è ancora sviluppato..."

"Anche tu però non è che dovresti lamentarti...la mia prima volta è stata con te prima che diventassi cyborg e non ero ancora maggiorenne...alcuni potrebbero prenderti per pedofilo...."

"Ehi, non osare dirlo a nessuno...non voglio che mi spaccino per quella gente depravata! Davvero...."
causando nella compagna una risata senza sosta

"Ricevuto..."
continuando a ridere

"Anche se all'inizio avevo pentimenti e dubbi per cosa è accaduto tra noi, ora sono felice di quella stupidaggine sai?"

"Eh? La prima o le volte dopo..."
ridendo senza riuscire a trattanersi

"Sono serio...siamo stati insieme in segreto quasi due anni prima...prima che io perdessi il mio corpo umano...e lo sa solo Dio quanto sia felice di aver vissuto con te quei momenti come uomo...non che vada male; ora, insomma... non mi pare che tu ti sia mai lamentata però...però a volte mi chiedo se tu confronti mai il prima con il dopo..."

"Credi che rimpianga te umano per il sesso? Andiamo, sei sempre tu...certo, alcune cose non sono come allora e anche io all'inizio avevo un pò sensi di colpa perchè tu eri così grande...però come hai detto, non mi sono mai lamentata e sai perchè?..."

"Aspetta...prima spiegami cosa sono queste cose che non sono come allora..:"
con aria di uno che non riesce a togliersi un dubbio

"Bè...oh...guarda...."

Deunan si alzò in piedi e indicò davanti a loro un grosso muro con filo spinato in cima e cartelli visibilmente militari. Vi si arrivava da una chiara diramazione dalla strada principale  e in lontananza qualosa si muoveva dentro i cosidettti gabbiotti, uisati per controllare al di sopra del muro. Briareos seguì la deviazione arrivando al cancello di ferro che permetteva l'entrata. Dietro di esso delle guardie li controllavano con il mirino.

"Che bello Briareos, forse siamo arrivati..."

"Eh...però ancora non mi hai spiegato..."
fermandosi davanti il cancello e guardando la compagna con aria sconsolata

Un militare urlò di fermarsi e rimanere nell'auto. Aprirono il cancello e uscirono un gruppo di soldati che accerchiarono la macchina. Uno di loro chiese informazioni e Briareos gli spiegò il motivo della loro presenza in quel luogo e gli porse il biglietto. Quando l'uomo capì, li fece entrare. La macchina; la lasciarono per ordine dell'uomo sotto una tettoia, poi lo seguirono fino a un edificio scrostato e con tracce di umidità che scolava vicino le tubature a visa ed entrarono. Li fece accomodare in un ufficio e dopo pochi minuti arrivò un uomo basso e grassoccio, che non arrivava neanche a Deunan. Portava il berretto militare con visiera calcato sugli occhi, sigaro maleodorante in bocca e modi di fare tutt'altro che di un generale.

"Allora che abbiamo qui di bello...oh una ragazzina e un robot...bene, bene..."

"Sarei un cyborg...."
apostrofò Briareos accigliato

"Eh si...cyborg o robot...lo stesso...allora signori, come mai qui? Facce nuove in questo posto desolato eh?...bene, bene..."
sfregando le mani mentre correva alla sua poltrona che a Deunan parve un bassotto che cercava di correre

"Vede, ci ha mandato una persona dicendoci che qui avremmo trovato informazioni su una città utopistica che cerchiamo...saremmo grati a chiunque qui per questa informazione..."

"Mh...voi volete sapere se esiste e dove si trova eh?"
grattandosi il mento pensando

"Se fosse possibile...e se avete rifornimenti per noi... che paghiamo..."
mise in chiaro Deunan

"Potrei anche rispondere alle vostre domande ma preferirei sapere che vi siete guadagnati le risposte..."

"Guadagnare?"

"Si robot...cyborg...coso! Non abbiamo molti come te qui e sarebbe perfetto se tu potessi fare dei lavoretti per noi...se accetti, andrete via con le risposte..."

"E cosa dovrei fare per guadagnarmi le risposte?"
domandò Briareos sconsolato dalla discussione assurda e dalla piega che la situazione stava prendendo

"Preferirei parlartene domani, in compenso per la tua gentilezza per una cosa che potresti fare adesso, resterete qui stanotte...vi va bene?"

"Sembra tutto troppo facile...cosa cè sotto?"

"Ragazzina, qui gli uomini stanno discutendo. SI tratta solo di piccoli aiuti che ci farebbero comodo... alcuni uomini sono fuori e non tornano che fra qualche giorno, per cui un aiuto è ben accetto. Niente di complicato per uno come lui...tu se vuoi puoi cucinare. Sarebbe bello qualcosa di diverso..."

"EHm, mi creda Signor Colonnello...è meglio se lei domani mi aiuta e non cucina...è più brava con le armi che con i coltelli da cuina mi creda..."
cercando di calmare la compagna per il modo in cui il piccolo militare la stava trattando

"Oh..una ragazza che ci sa fare con cose da uomini...per me non ci sono problemi. Se accettate, vi farò preparare il casotto che usiamo di solito per gli ospiti. Andrà bene...è bello grande per uno come ed è predisposto con tutto il necessario...ho solo bisogno che tu vada sui gabbiotti e provvedi alla caccia di un paio di idioti che hanno avuto la bella idea di provare ad attaccarci al tramonto ogni giorno, cercando di rubarci i rifornimenti..."

"Secondo me è una pres ain giro..tutta questa mi sembra una farsa Bri..."

"parla più piano, non vorrei che si offendesse e poi pensaci...se hanno acqua corrente e riscaldamento per stasera saremo tranquilli..."

Deunan iniziò a rifletterci e visto l'ora tarda, forse conveniva fermarsi. Anche se la macchina poteva essere chiusa con la capotte, era sempre una macchina in una notte gelata. E non erano mai sicuri che potesse essere un posto sicuro, sopratutto se dormi. E ancora, oltre al sedile modificato non vi era mezzo per Briareos di poter riposare davvero perchè la macchina era troppo stretta per lui. Quindi non era una buona soluzione.

"Le armi le possiamo tenere?"

"Certo ragazzina...ma solo perchè qui cè la frase che io e mia nipote abbiamo scelto per capire se la gente viene davvero a suo nome o no...solo per lei sono così amico con voi..."
mandando zaffate di fumo puzzolente verso di loro

I due accettarono di restare e prima di cena, portarono Briareos con un fucile da cecchino verso i gabbiotti. Ma con grande sorpresa del cyborg, erano così piccoli e la passatoia dove camminavano i soldati così stretta che lui poteva starci con un piede solo e a stento. COn la rabbia  in corpo, si armò di qualche bomba e qualche trappola trovata in armeria e andò a cercare i finti terroristi che giocavano a fare guerriglieri armati secondo il colonnello. Dopo venti minuti, vide movimento vicino una collina a ovest e preparò il fucile. Quando si mise a controllare se il caricatore fosse pieno, si accorse che non vi erano pallottole ma capsule piene di colore. Chiese spiegazioni agli uomini che stavano con lui e scoprì la sorpresa che Deunan immaginava. Erano tre teppistelli che invece di accettare la vita militare nel forte improvvisato in un ex villaggio e fare le brave reclute, avevano deciso di fare a modo loro mettendosi contro il colonnello. E il capo del terzetto era il figlio del colonnello.

"Inizio a pensare di essere finito in una gabbia di matti..."

"Il colonnello è una persona...ehm...particolare e suo figlio non accetta il suo comportamento stravagante. così si fanno guerra...da mesi...il fucile è solo per allontanarli o farli spaventare, sperando che un giorno tornino dentro..."

"mamma, aiuto.."
pianse disperato il cyborg nel vedere nel mondo tanta idiozia

"Che succede se li si riporta dentro?"
chiese alla fine sconsolato

"Immagino che il colonnello vi sia grato in eterno...per via della parentela non abbiamo il coraggio di far loro del male e così corazzano indisturbati..."

"Ho capito, aspettate qui...."

Briareos tornò al forte improvvisato, entrò in infermeria e si fece dare un sedativo liquido. Versò una parte della boccetta in un piccolo bicchiere, prese dei bossoli usati e li riempì di terra infilando nella punta un ago per ogni bossolo riempito e si mise a intingerli nel sedativo. Caricò l'arma e tornò nel punto di prima. Attese che si facessero vivi sul serio e rimase sconvolto nel vedere quei tre corazzare verso il forte sopra dei maiali con tanto di morso per cavalli. Quando il cyborg guardò i soldati con aria depressa e le oreccie abbassate come per dire 'ditemi che è uno scherzo', uno dei tre rise.

"Lo avevo detto che erano particolari...sono i maiali che hanno rubato qui...come il padre anche lui è piccolo e anche i suoi amici non sono spilungoni, così sono ottimi per correre in giro...noi per pietà li facciamo fare..."
disse uno dei soldati in evidente stato di disperazione psicologica

"Non vedo l'ora di andarmene di qui...ok stronzetti, ora si gioca a modo mio..."

QUando i tre ragazzi li videro, iniziarono a sparare per aria ma Briareos, quando furono a un colpo di schioppo da lui, li bombardò con i darti fatti a mano dalla testa ai piedi. L'effetto del sedativo fece effetto quasi subito, i ragazzi crollarono svenuti ma essendo legati alle cavalcature bizzarre da corde, rimasero legati e i maiali corazzarono fin dentro il forte, spinti dalle urla dei soldati per indirizzarli dentro. Quando furono recuperati maiali e cavalieri, Briareos maledì l'idea di fermarsi in quello che chiamava circo e andò da Deunan che era rimasta con il piccolo colonnello. Il quale fu entusiasta della cosa, ma Deunan lo guardò sconvolta dopo la scena della presa dei maiali.

"Ti prego, non dire niente. Prego che venga domani...ho solo voglia di mangiare e una doccia.."
biascicò Briareos alla compagna andando a posare le armi

La cena fu buona e sostanziosa nella sala comune e per una volta i due si ritrovarono come ai tempi della loro vita con il padre di Deunan. Briareos fece conoscenza di soldati che dimostravano di avere cervello e Deunan se la spassò allegramente a bere birra raccontando di episodi passati a vivere viaggiando. QUando scoccarono le undici di sera, Briareos andò da Deunan e con una mano sulla spalla le fece capire che era tardi, e si fecero accompagnare al casotto. Quando furono soli, parlarono un pò della pessima scelta di rimanere. Almeno finchè Briareos non vide il bagno.

"Accidenti, un bagno dove posso muoversi finalmente..."

"Vero, questo casotto è bello grande. Abbiamo avuto fortuna...e quell'orologio a pendolo?"

"Già una volta tanto...che ne dici se per fare prima la facciamo insieme la doccia?"
rise il cyborg appoggiandosi allo stipite della porta del bagno fissando Deunan preparare il pigiama

"Fare la doccia insieme? Hai paura che ci sia poca acqua?"
rise Deunan pensando che stesse scherzando

"No, sono serio...."

"AH...quindi hai strane idee in testa eh?"
tirandogli il suo pigiama con aria di sfida

"Quindi la tua risposta è no?"

Deunan rise divertita, andò verso di lui e senza dire nulla entrò in bagno, chiudendosi la porta alle spalle lasciandolo fuori. Briareos alzò le braccia in segno di resa, chiedendosi in cosa aveva sbagliato. Poi la porta si aprì, con una mano Deunan tirò il compagno nel bagno dalla maglietta e chiuse la porta.

"Credevo che volessi darmi un due di picche...dopo cosa ho visto oggi, credevo di dover andare a letto subito."

"direi che sono motivata abbastanza per trovare interessanti certe idee..."
togliendosi i vestiti

"Allora la mia proposta è promossa?"

"Se non ti sbrighi, quel letto bello grande sarà solo tuo stanotte..."
tirandogli i pantaloni appena tolti in testa

"Non credo che ti piacciano i divani..."
lottando con una gamba dei pantaloni impigliata in un orecchio

"Allora zitto e apri l'acqua, grosso stupidone.."
baciandolo dopo che si era svestito anche lui

"Finalmente qualcosa di bello in questo circo che voglio non ricordare..."
chinandosi a baciarla

"Allora dimentichiamolo per stasera..."
abbracciandolo al collo per tirarlo sotto l'acqua

"Ah cavolo..."

"Cosa cè..."
sorpresa di essere stata lasciata dall'abbraccio

"Credo di aver dimenticato i giocattolini..."
uscendo dal bagno con un asciugami addosso

"Briareos..."
sbuffando sotto l'acqua da sola, chiedendosi perchè si lamentava di lei se poi se ne andava lui sul più bello. Mentre l'orologio a pendolo indicava la mezzanotte.

 





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Capitolo 6
*** Ritorno - Giorno 2 ***


fic2 cap6 Ho dovuto scrivere questo pezzo in fretta per motivi di tempo ma volevo rispondere a un messaggio che mi era arrivato. Per entrambe le fic mi si chiedeva come mai avessi inserito per i due protagonisti la questione della relazione sul piano sessuale. Io non ho inserito nulla. Briareos e Deunan sono fidanzanti, compagni, amanti. Nel manga sia nella versione del 1995 che della d/books si legge chiaramente in tutti e 4 i volumi che loro sono amanti fisicamente, non solo come legame affettivo. QUando Si baciano, quando Deunan vuole vestirsi eccitante per lui, quando lei nel pub dice a bri che i massaggi della sera prima erano stati debilitanti per i muscoli ma che per divertirsi cèra forza a sufficienza (più chiaro di cos') scatendo la timidezza di Bri, delle scene dove sono insieme nel letto ect... su Hypernotes Briareos in uno slancio di affetto dopo il colpo apoplettico per aver creduto le fosse successo uqalcosa, bacia senza troppi compliementi davanti a tutti la compagna. Riferimenti ce ne sono a bizzeffe...Shirow non ha mai disegnato apertamente rapporti sessuali tranne rare occasini per spiegare il funzionamenti di qualcosa (vedi Ghost in the Shell) ma è più che escplicito nei dialoghi e sequenze. Mi è stato anche scritto che Briareos nella wiki è asessuato e vedendo una foto che ho mostrato del databook di Bri nella forma Hecaton senza vestiti non aveva sesso. E' un cyborg, riassunto  lui è un corpo devastato avvolto da un corpo macchina che vediamo. L'esterno. Nei disegni di lui nudo ( ce ne sono due) si vede che nelle parti basse ha come una conchiglia (come quella che si indossa in alcuni sport) e dalla forma del pezzo potrebbe essere anche estraibile. Non lo specifica. Ma cèp scritto che per proteggere i suoi organi anche sessuali, è tutto coperto dalla pelle elastica ect... Ce lo dice Shirow che sono sessualmente attivi, non io. Io mi limito a scrivere una visione diversa degli eventi qui e una possibile versione del pre Briareos-cyborg. Era giusto per chiare la cosa a tutti, non leggete la wikia (che ho visto ma dice alcune fesserie, uella inglese) e i film sono come per le fic una visione dell'opera da parte del regista. Ex machina mantiene per me il senso del loro legame, il fiom del 2004 e alpha peccano perchè la storia di Shirow non è altro che una storia d'amore dove si aggiungono complotti ect... che forma poi la storia di Appleseed in quella utopia. E poi oguno vede cosa crede...Buona lettura

***************************************************

Briaores e Deunan dormivano tranquilli nel cottage che gli era stato dato come ringraziamento per il lavoro. Il riscaldamento permetteva loro di poter dormire con il minimo necessario addosso, mentre il resto dei vestiti era in parte ad ascigare davanti al camino e in parte da lavare. Una situazione che non aveva dispiaciuto sopratutto  Deunan dopo che aveva letto, in una delle riviste anni prima di cui  la collega Clio della Swat era una fanatica lettrice, di un consiglio che l'aveva suggestionata. Nella sezione sull'amore e il sesso, si dichiarava che 'Dormire nudi dona al corpo un senso di libertà che fa bene all' umore, e al corpo.La pelle respira e si rinnova, il sonno arriva più facilmente e si riaccende il desiderio sessuale: i corpi a contatto attivano l'ossitocina, l'ormone dell'amore.Quest'ultimo è in grado di migliorare umore, ridurre lo stress e la pressione giovando alla nostra mente. L'idea che non ci sia nulla tra te e il tuo partner, nessun "ostacolo", unita alla vista, aumenta il desiderio sessuale. Inoltre allenta l'invecchiamento e previene le rughe.Quando un individuo ha infatti dimestichezza con le sue forme acquista fiducia diventando più attraente agli occhi degli altri. E poi Il segreto per un matrimonio felice? Andare a dormire nudi, con la pelle a contatto con le lenzuola e il corpo nudo del partner, è il segreto per un matrimonio felice. Le coppie che non indossano niente a letto sono più soddisfatte della loro relazione rispetto a quelle che si venstono di tutto punto. Più tutto quindi. Ma non solo. A livello scintifico migliora la ventilazione delle aree genitali, dando la possibilità a quest’ultime di rimanere asciutte e di prevenire la comparsa di batteri ed infezioni fungine nelle donne. Gli uomini, invece, hanno la possibilità di migliorare la propria fertilità, grazie alla possibilità di mantenere i testicoli a temperatura ambiente, una sana abitudine che può avere incredibili effetti benefici sulla qualità degli spermatozoi.' Quando Clio la vide leggere l'articolo nella saletta delle pause, le disse di non credere a quelle cose e fidarsi solo del suo intuito di donna e di quanto bene conoscesse il compagno. Nonostante lo sapesse già, Deunan aveva sempre chiesto consiglio alla donna su cosa fare secondo lei per attirare l'attenzione di Briareos per eccitarlo perchè lei, non aveva molta esperienza in quel senso per la giovane età, affermando che a volte si chiedeva se lui non si fosse stufato di lei o loro fossero ormai una coppia assuefatta non in cerca di stimoli per abitudine. Più di tutte le donne colleghe,  Clio era quella saggia e disse semplicemente che non capiva il perchè di tanti suoi pensieri, che da come vedeva lei le cose Briareos considerava solo Deunan. E non lo vedeva un tipo che restava in silenzio se qualcosa non andava bene. Dando ragione all'amica, Deunan era rimasta perplessa anche dopo tempo da quelle parole. Si era innamorata di lui da ragazzina quasi maggiorenne, quando ancora era un uomo fisicamente e insieme avevano cercato di farsi una vita lontano dalla guerra e dal padre di lei e poi, dopo che lui aveva avuto l'incidente che gli aveva tolto tre quarti di umanità, lei aveva continuato ad amarlo come se vedesse lo stesso uomo di prima. Durante l'anno in cui Briareos dovette entrare nella clinica di riabilitazione dopo la prima trasformazione in cyborg, Deunan venne trasferita dall'accademia di polizia che l'aveva accettata al centro addestrameto speciale, periodo nel quale riuscì a vederlo meno di quanto sperava. E poi, quando il sistema Hecaton venne migliorato, Briareos divenne la versione definitiva di cyborg unico al mondo. E si rincontrarono come due persone libere e in parte diverse. Lei aveva dovuto imparare il peggio del terrorismo sul campo senza qualcuno a cui affidarsi come era abituata con Briareos, lui con un corpo che aveva imparato a conoscere ma che doveva affrontare il mondo come qualcosa al di fuori di sè. NOn era uomo e non era un robot. Era una macchina vivente. E quando ebbe il cielo sopra di lui e la ragazza di cui si era innamorato davanti, cresciuta in parte lontano da lui, trovò un mondo a cui doveva aggrapparsi disperatamente con tutta la sua forza per non cadere nella disperazione mentale di quella nuova situazione. Era un uomo forte e con i piedi per terra, ma con un corpo che doveva far suo. Un corpo possente e potente, un secondo cervello a lavorare in sincrono con il suo, arti con cui doveva lavorare ogni giorno poichè anche solo per abbracciare Deunan doveva dosare la forza, mani che dovevano imparare movimenti precisi, fini e delicati. Vedere le cose attraverso un sistema softweare avanzatissimo. Adattare la sua nuova condizione al mondo che considerava ancora le persone taglia normale e non cyborg. Eppure, anche grazie alla companga, divenne padrone del suo corpo e del suo destino. Aveva scelto sempre considerando entrambi, ma per Deunan prima di ogni cosa ove era necessario. E lei lo sapeva molto bene. Un uomo una volta le chiese se davvero lui la amava nel profondo o semplicemente fosse felice di non esser stato abbandonato e si perdesse nel suo nuovo modo di vivere. Lei aveva ricacciato indietro quella provocazione, rispondendo che era solo invidia del suo compagno per cosa aveva e quell'uomo no. MA quel dubbio, in certi momenti, continuava a tornare. Il suo cuore sapeva di non potersi sbagliare, che quando la abbracciava, baciava o la teneva stretta a se quando stavano insieme erano la prova dei sentimenti che provava per lei. Ma il desiderio di attirare la sua attenzione come uomo verso di sè in una maniera affannosa, era il chiaro sintomo di un turbamento. E Clio aveva ragione nel dirle che, fare questo solo perchè temava che lui potesse non vederla come prima, era una stupidaggine e doveva pensarlo invece per stare con lui e  basta. Lei amava quell'uomo più di prima anche dopo cosa era accaduto, lo stesso doveva essere stato per lui nella sua condizione e aver capito di essere amato nonostante tutto. Non dovevaprenderlo in giro, perchè per quella donna questo si trattava con i suoi comportamenti. Andando via dalla Swat, Deunan e Briareos iniziarono una vita fatta di compagnia reciproca e sopravvivenza. E in quell'unico modo adatto a conoscere l'altro per davvero, lei aveva preso più sicurezza di se stessa verso di lui. Perchè vedeva da sola, con i suoi occhi, quale fosse la verità del loro legame. Lui non la proteggeva, aiutava, non le procurava il cibo, non cercava oggetti a lei necessari e non restava con lei perchè la vedeva debole o per una convinzione personale su chi è da proteggere. Fateva tutto ciò perchè lei era la persona per lui necessaria al suo fianco per vivere. Anche se con il nuovo corpo Briareos non poteva mostrare espressioni che rivelassero i suoi sentimenti, lei aveva imparato a leggerlo nel profondo lo stesso e sapeva come approcciarsi con lui. E capì che quello era uno dei modi per definire un vero legame. E la sua ricerca smodata nell'attrarlo per paura, divenne invece un gioco solo per lei verso il compagno. COme quella notte, pelle con pelle., loro soli insieme. Si erano ritrovati a crescere insieme senza volerlo, lei diventando pian piano donna per il suo uomo e lui un cyborg .
Quella notte, dopo tempo, aveva ritrovato una pace e una sintonia lievemente migliori. Senza niente che potesse rompere quel momento di pace.

"Buongiorno a questo giorno che si sveglia oggi con me... buongiorno al latte ed al caffè, buongiorno a chi non c'è... È un giorno nuovo e spero che sia buono anche per te. ..
È un giorno nuovo anche per te, festeggialo con me! Buongiorno cari figli mei, buongiorno a tutti voi!"

Una voce baritonale e terrificante iniziò a sentirsi ovunque, cantando un motivetto da vecchi brani dei secoli precedenti. Briareos e Deunan aprirono malamente gli occhi mezzi addormentati, mentre quel motivetto allegro e spiritoso forse un tempo li raggiungeva con forza. Sempre più forte, anche con finestre chiuse.

"Che succede..."

"Deunan, cè qualcosa che abbiamo lasciato acceso?"

I due si misero seduti sul letto, Deunan coprendosi per paura che ci fosse qualcuno e Briareos mettendosi i pantaloni alla benè meglio. Il cyborg si alzò ormai mezzo vestito e andò a controllare le altre stanze. Per quanto piccolo, sembrava che nel cottage ci fosse qualcuno che stesse facendo una festa ma non vide nessuno. Constato il vuoto totale, Briareos aprì la porta mentre Deunan vestitasi controllava fuori le finestre, e vide l'adunata mattutina attorno a un piccolo palco di legno rimovibile. Sopra di esso, il colonnello con un microfono collegato agli altoparlanti per la base, cantava a squarciagola quel motivetto per lui fastidioso e rabbridì.

"Che ore sono, bimba."

"Eh... le sette e trenta...."
guardando l'orologio.

"Se la prendono comoda...anche se giuro che questa stronzata me la sarei risparmiata volentieri alle cinque di mattina..."

"Bri, che cosa stanno facendo?"

"Ci credi che quel cazzone di un nano sta cantando davanti a tutti l'adunata?"

"Cosa?"

RImasero basiti nel vedere la scena assurda e tornarono dentro. Ormai svegli, non avevano voglia di provare a riposare ancora e di certo non con quella cantilena che non pareva finire.

"Quando finirà secondo te?"
sedendosi  sul divano

""NOn chiedermelo, bimba. Mi da sui nervi quell'uomo..."

"e pensare che tu ancora devi fare cose per lui..."

"guarda, scapperei per evitare che con un pugno per la rabbia, lo faccia diventare un uovo senza gambe.."

"dovresti essere gentile, magari è un suo modo per compensare la mancanza..."

"gentilezza...ipocrisia direi...a questo mondo per una società è importante l'ipocrisia, ricordi quando ne parlammo?"

"Si...ipocrisia era uguale a gentilezza e senza di essa nessuno potrebbe vivere in mezzo ad altra gente perchè altrimenti, a furia di dire cosa si pensa partirebbe una guerra ogni secondo..:"

"Brava...prega che io sia pieno di ipocrisia oggi..."

Deunan si sganasciò dalle risate buttandosi sul divano con la schiena, si divertiva nel vedere il suo compagno furioso per il nano. Briareos odiava gente del genere e non riusciva a tenere per molto la rabbia dentro di sè, evitando di dimostrarlo.

"Vedo che ti diverti, sbrigati a vestirti o non ci lasceranno niente per colazione"

A quelle parole, Deunan si alzò di scatto preoccupata e corse a cambiarsi per uscire.

"Uffa, mi ero dimenticava..."
ssitemandosi

"Eheh...dai, quel nano ha finito, credo che possiamo gustarci qualcosa di buono..."

"Speriamo..."

Uscirono insieme dal cottage e si avviarono verso la mensa, quando Briareos si sentì chiamare a pochi metri dalla mensa con tono amichevole. E quella voce gli fece rivoltare lo stomaco.

"Coso...lei, coso...sono qui....venga..."

"Diamine, mi ha beccato prima della colazione..."

"Dai, vedi che vuole e ti aspetto..."

"CAzzo...non volevo vederlo..."

Deunan ridendo gli diede una pacca sulla spalla e lo vide allontanarsi a testa china verso l'uomo lillipuziano, che si massaggiava la pancia con un ghigno che doveva essere un sorriso. Scosse la testa e andò nella sala mensa, decidendo di ordinare per il compagno in attesa del suo ritorno. Ad un tavolo, i soldati della sera prima la chiamarono e si sistemò vicino a loro salutandoli.

"Ciao ragazza. Dormito bene?"

"All'inizio si...poi mi sono spaventata quando un tizio con la voce tremenda ha iniziato a cantare...brrr..."

"Aahahah...lo so...purtroppo finchè non torna il colonnello dobbiamo sopportarlo, è così ogni giorno..."

"E quando torna?"

"Non lo sappiamo...era andato via per una chiamata d'aiuto da parte della figlia e non è più tornato. In compenso è arrivato  quel broccolo ambulante dicendo che il fratello era occupato con una guerra contro terroristi che volevano far del male alla figlia che lavorava per la polizia locale e chi proteggeva.. e lui e suo figlio avrebbero gestito la base...se solo sapessimo dove si trova..."

"U-un momento..la figlia? QUindi la nipote dell'idiota senza collo?"
con preoccupazione verso il giovane affianco a lei

"Si...lei aveva chiamato il padre e il resto lo vedi da te..."

"Per caso...si chiama Eris?"

"Eh...non saprei...Jocky...ehi amico...vieni.."

Un altro ragazzo di carnagione scusa si avvicinò e ascoltò entrambi. Poi confermò che il nome era quello e Deunan impallidì. Raccontò loro cosa accadde il giorno prima e capirono che qualcosa non andava. Deunan ordinò per sè e chiese al cameriere di aspettare Briareos, mangiando con preoccupazione. Andando via, avevano lasciato qualcosa a metà?

"A proposito Deunan. Quella macchina che avete usato per venire...siete andati a sbattere da qualche parte?"

"Eh?"

"Si...la macchina nera...ha lo sportello del guidatore tutto torto...uscito in fuori..."

"Ah, no...Briareos non sarebbe ruscito ad entrarci e così hanno dovuto diciamo...modificare lo sportello..."

"Accidenti, e che hanno fatto, lo han preso in pieno con un'altra macchina?"

"EH, forse...ce l'hanno consegnata così. Lui sta strettino ma non come prima...alla fine a noi va bene così, finchè funziona..:"
alzando le spalle

"E Briareos dovè?"

Deunan guardò l'orologio e si accorse che era quasi passata un'ora tra discutere e mangiare. E Briareos ancora non si vedeva. Di colpo una serie di urla giunsero alle loro orecchie e quando continuarono, uscirono tutti. Deunan rimase a fissare la scena che fece sconvolgere i presenti. I tre ragazzi del giorno prima erano stati denudati completamente e con un cappuccio sulla testa, erano stati appesi a testa in giù da dei pali solitamente usati per le bandiere. Deunan si chiese se i pali fossero in grado di sostenerli ma il peggio era evitare di guardare quei tre che urlando in maniera disumana, mostravano tutto al vento.

"perchè sono appesi..."

Nessuno dei ragazzi che faceva colazione con lei furono in grado di spiegarglielo, poi il colonnelo salì di nuovo sul palchetto e con il microfono annunciò la punizione per i disertori. Disse che il figlio e i suoi amici sarebbero rimasti appesi lì tutto il giorno. E stessa sorte sarebbe toccata ad altri trasgressori che preferivano andare contro il sistema invece di aiutarlo. QUiando finì se ne andò via saltellando e rimasero tutti là a vedere quei tre che, come vermi, si agitavano legati come salami.

"Bimba..."

Briareos comparve depresso come non mai sporco dalla testa ai piedi, guardando con gli altri la scena della punizione. Poi si sfogò con la compagna.

"Andiamocene Deu..."

"Cosa è successo?"

"Quel pazzo maniaco voleva che io squartassi i maiali di ieri per il suo pranzo, appendessi quei tre al posto loro e tirassi fin qui dei mezzi pesanti a braccia lontani kilometri... e questo è niente...ho solo spostato delle cose come se fossi una mulattiera...cazzo...."

"Anche io ho scoperto una cosa..."

Deunan spiegò per bene la situazione appresa poco prima in mensa e discussero parecchio. Poi presero una decisione e saliti sulla macchina uscirono dalla base e fecero di corsa la strada di ritorno.

"Se scopro che centra quel piccolo bastardo lo prendo per le palle e lo appendo io al pennone..:"

"Ahahaahah...."

"Ridi, ridi...a proposito, hai guardato quei tre?"

"Certo, è assurdo che siano puniti così..."

"Si ma dico...li hai visti..."

"....."

"....niente...."

"...Bri...?"

"....neinte..."

Un'ora alla massima velocità e tornarono alla città semidistrutta. Con i fucili in spalla trovarono gli uomini di Eris che, riconosciuta la camaro, fecero segno con le braccia di fermarsi. Scesi dalla macchina chiesero di vedere Eris di corsa. Li portarono per altre vie dalla donna, la quale si sorprese nel vederli. Ascoltati, mentre gestiva i suoi uomini, spiegò la situazione.

"Si...mio padre è morto...alcuni giorni dopo che venne ad aiutarmi...per via di Laerte. NOn sapevo che mio zio avesse preso il suo posto e gestisse tutto con il pugno di ferro..."

"Più che con pugno di ferro...direi con qualche rotella fuori posto..:"

"Oh Bri..."
ridendo

"E' la verità Deunan...comunque Eris, come è andata con Laerte?"

"Siamo entrati con la forza nel centro commerciale e...abbiamo salvato le persone che teneva là. Abbiamo portato via tutto quello che potevamo mentre aspettava Deunan. Alla fine ci siamo scontrati a fuoco sul tetto ma è scappato. Ha solo qualche scagnozzo, posssiamo dire che quasi abbiamo vinto..."

"E se ti proponessi una cosa...accetteresti?"

Briareos si intromise nel discorso e serio, diede alla donna una possibilità per cambiare le cose. Deunan e Eris lo ascoltarono fino alla fine, poi scambiarono idee finchè non si misero d'accordo.

"Accetto...anche perchè qui non possiamo far molto...mi hai convinta"
con il sorriso sulle labbra.

Eris si alzò e con autorità ordinò di radunare tutti, allestire i mezzi con tutto quello che potevano e preparasi a partire. Deunan e Briareos aiutarono con lena, finchè in due ore otto tra macchine e camincioni non furono pronti a parire. Briareos in testa con la camaro, indicò la strada al convoglio.

"CHe dici Bri..ce la faremo?"

"Si...vedrai come lo fregheremo lo stronzetto..."

"Speriamo...mi piacerebbe stare ancora una notte nel cottage..."
sorridendogli

Briareos non disse nulla e dopo più di un'ora di macchina, arrivarono al cancello del forte. I due soldati che controlavano con le armi in pugno, li riconobbero e li fecero entrare a metà del cancello per parlare con loro.

"Ragazzi, che succede.. chi..."

"Fidati di noi...facci entrare tutti e molti problemi spariranno..."

Il ragazzo non capì ma si fidò e fece entrare tutti i mezzi. Quando scesero trovandosi al centro della base, il colonnello  ordinando di tenerli sotto  mira, li fece accerchiare, chiedendo spiegazioni. Eris, avanzò davanti a tutti e si presentò.














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Capitolo 7
*** Farsa ***


fic1 parte7 Chiedo scusa per il tempo che metto nel postare ma ho davvero poco tempo perorganizzare al meglio la storia. Oggi spero di aggiungere questo capitolo più uno speciale, nel caso il secondo lo troverete domani as parte però, viste le tematiche. Altre fic o one shot le metterò facendo rifermento a questa o altre fic grandi se collegate. Ci sono delle note che ho descritto in fondo alla pagina. Buona lettura.


************************

Eris si presentò a tutti i soldati presenti al centro della base. Spiegò cosa era accaduto al vero colonnello e che presto, con la sua fuga e quella delle poche persone superstiti della città , il suo nemico avrebbe potuto raggiungerla là per riprendersi i civili. Per dimostrare e confermare ogni parola, mostrò i suoi documenti e alcune foto di lei con il padre. POi, dopo, si rivolse a colui che si faceva chiamare colonnello.

"Zio...so che tu e mio padre non eravate mai andati d'accordo. E posso capire il motivo...la tua malattia non ti ha permesso di essere come lui, come volevi...ma che senso ha approfittare della disfatta di mio padre per prenderne il posto e fare quello scempio..:"
indicando gli appesi come salami  davanti a lei.

"Eris...cara Eris..! Tu non puoi capire cosa significa provare la sofferenza che im è stata arrecata...solo per uno scompenso genetico...nessuno mi voleva assumere per nessun lavoro. COme militare, non ne parliamo! Invece guarda te...Una donna! Una donna cazzo, è stata accettata e trattata con tutti gli onori al mio posto...!"
adagiandosi sulle parole 'donna' e 'onori' con disgusto.

"Allora che vuoi fare, senza alcun addestramento ne altro ti metti a fare il capo di una base intera? No...non te lo permetto..non come presa in giro verso mio padre!"

"E allora che vuoi fare..."

"Di sicuro evito che tu possa fare ancora il padrone in questo posto..."
prendendo la pistola per puntarla verso l'uomo basso

Alcuni uomini alle sue spalle alzarono a loro volta le armi, altri si guardarono confusi. Deunan e Briareos rimasero a lato della ampia zona centrale della base. Sapevano di essere di troppo, anche se avevano portato là Eris per sistemare la situazione ma effettivamente non potevano intromettersi oltre un certo limite. Dopo alcuni minuti di agitazione generale, l'uomo basso imprecò contro chi ancora non sapeva cosa fare.

"Si può sapere cosa avete? E' il vostro colonnello che vi parla...allora muovetevi e prendeteli tutti..."

Tranne poco più di una ventina, nessun altro era intenzionato a prendere una decisione. A parte il colonnello e altri soldati a lui fedeli, gli altri tenevano le armi in mano ma senza sapere a chi puntare. Eris tuttavia cercò di far chiarezza nella situazione. Spiegò che nella cittadina vicina dove lei lavorava, non era rimasto nulla e che se si fossero uniti la situazione sarebbe stata migliore per entrambe le parti. Tra le persone che aveva portato con sè vi erano meccanici, elettricisti, cuochi e altre persone che avevano nel loro gruppo una mansione specifica. E poteva aiutare nel forte per rimanere tutti uniti. Da suo padre, aveva saputo che erano stati lasciati soli dal governo e senza appoggio la base era diventata indipendente. Deunan e Briareos ricordarono i giorni passati nella base gestita dal padre di lei e il giorno in cui furono mandati via, non sapendo come gestire le cose nel dopo guerra da parte del governo per mancanze di fondi. Dovettero diventare mercenari, e sopratutto Briareos si chiese  cosa sarebbe accaduto a quella gente se lui non avese proposto a Eris di portarli sotto la protezione dei soldati ormai di ventura. Alla fine del discorso, molti si unirono alla donna e aiutarono le persone con i bagagli e gli oggetti, scatenando le ire dell'uomo basso. Prese una rivoltella e cercò di sparare a Eris, mancandola di striscio. I soldati che si erano uniti a lei spararono a loro volta, scatenando il caos nella base. I civili che erano arrivati dalla cittadina iniziarono a urlare spaventati e scappare in tutte le direzioni, gli uomini del falso colonnello ne presero alcuni come scudo e scapparono nell'edificio degli ufficiali. Briareos e Deunan ormai dovevano intervenire ma non senza che Eris fosse d'accordo.  La donna riunì i militari che erano passati dalla sua parte, alcuni civili che volevano salvare i loro amici e si accordò con Deunan e Briareos per sistemare la situazione circondando l'edificio. Dalle finestre, iniziarono a volare proiettili, mentre urla provenivano dall'edificio. Assiepati all'interno, il finto colonnello con gli uomini a lui fedeli e gli ostaggi, decisero che non avevano perso il controllo della base. Una voce, dagli altoparlanti all'esterno, gracchiò fastidiosa.

"CAra nipotina, cari omuncoli che non volete capire come dovrebbero andare le cose...io qui sono il capo e io decido cosa deve succede qui!"

Altri spari dalle finestre coprirono la sorpresa che aveva il finto colonnello messo da parte. Dalla porta, aperta per pochi minuti, uscirono mini droni che nè Deunan e nè Briareos avevano mai visto. Sembravano dei cestini per la carta straccia o mini pattumiere ma il coperchio diventava la testa e dall'interno spuntarono armi che rivolsero contro chi era appostato fuori l'edificio. Mitragliette non uscivano totalmente, ma rimanevano all'interno puntano girando su se stesse.Alcuni dei soldati dalla parte di Eris si occuparono delle finestre, altri con i civili dei mini droni ma non era così semplice come sembrava. Il calibro che usavano era altamente perforante e pericoloso, le coperture che usavano come edifici e quel che gli uomini  trovavano non resisteva a molto alla raffica dei mini droni. Deunan e Briareos decisero di fare le esche.

"Bri, dobbiamo capire come eliminarli. FAcciamo noi le esche e ci facciamo coprire da loro..."

"Sperando che non diventiamo uno scolapasta..:"

"D'estate sarebbe comodo ma in effetti preferisco evitare..."

"Occhi aperti, bimba..."

Chiesero ad alcuni militari di fare quanto in loro potere per centrare i mini droni e scesero in campo loro. Briareos portò alcuni mini droni  verso la zona stoccaggio viveri e vi si nascose. I droni entrarono e cercò di prenderli in scacco uno dopo l'altro. Ma si accorse che erano veloci e avevano un qualche software di rilevazione del calore. Fu allora che, voltatosi, gli venne un'idea. Li radunò il più possibile all'interno, prese i sacchi di farina che aveva visto precedentemente e li gettò contro di droni, facendoli centrare uno per uno. QUando finirono i sacchi, cercò di sfruttare un vecchio accendino che teneva sempre nello zaino e lo buttò per terra, mentre la farina ancora riempiva l'aria. Mentre i droni si preparavano a inquadrarlo per centrarlo, gettò l'accendino a scatto acceso e si buttò verso una delle finestre. La deflagrazione che ne scaturì sembrò un'esplosione così grande che  le lamiere che formavano l'edificio si deformavano verso l'esterno, assumendo una forma tondeggiante. Briareos venne catapultato verso un muro vicino, cadendo rovinosamente a terra, dei droni non sembrava essercene traccia.

"Briareos..."

Deunan corse verso il cyborg ancora a terra e cercò di aiutarlo.

"Sto bene...sto bene...vai a toglierne altri..."

"COme hai fatto a provocare quel disastro..."
indicando le lamiere fumanti dall'interno.

"Eheh...pochi sanno che la farina ultra raffinata è altamente infiammabile e pericolosa..."

Deunan rise con Briareos, sentendo che cinque droni erano stati eliminati, ma due  li individuarono sparando loro contro. Briareos prese Deunan con un braccio all'altezza della vita e la trascinò via, per poi tenerla tra le braccia correndo veloce. Deunan cercò di  aggrapparsi come poteva per rendere il compagno più libero ma Briareos le disse di usar e la pistola e centrarli.

"Perchè la pistola..."

"Perchè ho visto che quando si aprono l'interno rimane non protetto...magari se cerchi di prenderli lì da qualche parte li fermi..."

Deunan riflettè un pò, poi prese la pistola e tenuta da un braccio di Briareos mentre lui si muoveva scansando i colpi nemici, cercò di colpire l'interno dei droni. Alcuni colpi mancarono, colpendoli da fuori.

"Ritenta Deu...prova a beccarli all'interno..."

Ritentò, ancora e ancora. Ma muovendosi il colpo veniva deviato verso l'esterno. Deunan disse al compagno che dovevano assolutamente trovare il modo di rallentarli se non fermarli per prenderli, anche lei addestrata al meglio non riusciva a centrare quella piccola parte di apertura. Ma rallentarli, quello era il vero problema. COme si rallentavano dei droni veloci e sfuggevoli? Grossi e con punti deboli calcolabili era uno scherzo, ma non piccoli e in mezzo a persone da proteggere. Nascosti vicino a un serbatoio d'acqua, Briareos prese qualche minuto per prendere una decisione forse risolutiva.
"Deunan, cerca di richiamare l'attenzione di quei droni là.  POi corri all'asciutto. Sbrigati..."

Senza chiedere perchè, sparò ai droni che vedeva per farsi seguire correndo dove il compagno le aveva indicato. Briareos urlò a Eris di fare lo stesso e si radunarono tutti sotto il serbatoio. Disse a tutti di nascondersi lontano dall'acqua. Quando i droni furono quasi vicini, Briareos con tutta la sua forza corse a distruggere i sostegni della cisterna che cadde davanti a loro, riversando l'acqua ovunque, e poi staccò i cavi della corrente dell'edificio vicino e li gettò sull'acqua, friggendo ogni cosa si trovava grondante del liquido. I droni ebbero un sussulto a causa della forte corrente ricevuta ma non si fermarono, andarono in corto circuito muovendosi come vecchi ubriachi fradici. Zigzagando come pazzi, sparando senza avere un punto preciso a causa del programma difettato, erano ancora più pericolosi ma più facili da fermare perchè più lenti. Deunan, Briareos e alcuni militari iniziarono a sparare senza sosta, riuscendo ad abbatterli uno ad uno, anche se quaalcuno ancora si muoveva convulsamente come molle saltate a terra ma ormai non pericoloso.

"Sparate nella parte interna...provate a sparare lì..."

TUtti i militari spararono ai droni, Eris con Deunan e Briareos si prepararono a far fuori gli uomini alle finestre. Il finto colonnello ruggì di nuovo all'altoparlante.

"Cosa credete di fare? Ho finito i droni ma non entrerete qui...haahahaha... ho usato tutto e tutti per rendere vero il mio sogno, non vi permetterò di portarmi via la base..."

"Questo è fuori di testa, hellcat*...lo voglio far fuori..:"

"No Briareos...è pur sempre mio zio..:"

"Eris, se lo teniamo libero di corazzare in giro non puoi sapere cosa può combinare"

Deunan fece da paciere tra i due, parlando all'uomo piccolo per sistemare le cose.

"Senti tu, vuoi giocare? Per noi va bene ma sappi che tu non sai nulla di guerra mentre noi si. Vuoi davvero rischiare la pelle in questo modo...?"

L'uomo non disse nulla per parecchi minuti, finchè non rispose che poteva stare al sicuro nella camera blindata dell'edificio che aveva fatto mettere. I soldati unitisi a Eris si chiesero quando fosse accaduto ma l'uomo rise divertito e chiuse la conversazione, prima che una voce si rivolgesse a lui.

"maledetto...tona qui e discutiamo alla pari..."

Tutti si voltarono verso il camion che conteneva le scorte alimentari, coperto da un tendone, e uscirono fuori  Laerte e il suo braccio destro armi in pugno. Tutti puntarono le armi contro di loro, increduli di averlo portato dietro senza volerlo.

"COnosco solo il tuo soprannome, Norcross, ma mi basta per dirti che mi devi ben più che la ricompensa per averti tolto di mezzo tuo fratello...esci fuori stronzo..:"

"Tu cosa? Hai ucciso tu mio padre? NOn era morto in un incidente?"

"Ahahahah....no cara. Incidente...era quell oche Norcross voleva...quell'idiota nano è venuto da me dicendo che mi avrebbe reso il padrone della città se gli eliminano la sua spina nel fianco...ma non mi ha mai aiutato. E' scappato dopo che quell'uomo è morto...e sono qui per la mia ricompensa..:"

"Pezzo di meda...mio padre è morto a causa tua e di mio zio...quindi non devo fermare solo lui..."

" Siamo l'uno contro l'altra...finalmente...Sono anni che mi metti i bastoni tra le ruote e credevi che con tuo padre avrei avuto paura? Spiacente..se vuoi giocare, accomodati..."

Deunan e Briareos cercarono di fermare Laerte perchè in minoranza numerica e perchè avevano un obiettivo comune. Il nano malefico. Laerte non si fece corrompere in alcun modo e si preparò ad affrontare la rivale. Impegnati tutti com'erano contro Laerte, si accorsero troppo tardi della porta dell'edificio che si apriva e un assordante 'Poti-poti' alle loro spalle. Sfrecciò in mezzo a loro una motocicletta formato mini con sopra il finto colonello che con dito medio in bella mostra, li sbeffeggiata allegro sgasando a tutta forza e emettendo quel clacson fastidioso.

"Prendetelo"

"Fatelo fuori..:"

"Sparate alle gomme..."

"Dobbiamo prenderlo vivo.."

Tutti urlarono e spararono verso l'uomo basso cercando di non ucciderlo per punirlo, ma piccolo com'era sopra la mini-motocicletta e si nascondeva tra gli edifici, non riuscivano a fermarlo.
Corsero tutti dietro a lui, tentando di afferrarlo con le mani o con il calcio dei fucili. Chi gli tirava cose che trovava e altri che tentavano con funi di prenderlo al lazo. Ma aiutato dagli uomini alle finestre che sparavano verso il basso, era troppo veloce.
Alla fine stanca, Deunan urlò a tutti.

"Fermi, occupatevi degli altri alle finestre. Ci occupiamo noi dello stronzo. ora arriva Briareos l'ecatombles...dove arriva lui succede un ecatombe..."

"Bimba, non prendermi per il culo, ne ho già rotte le scatole..."
ruggì Briareos offeso dell'appellativo in quella situazione

Briareos corse e saltò lontanissimo dal casino e si sistemò nel punto dove il nano sarebbe passato, affrontandolo sul davanti. L'uomo sulla mini moto pensando di poterlo fregare sfrecciando fra le gambe, prese una pistola colorata che sorprese Briareos e gli spruzzò acqua saponata  in faccia dirigendosi sempre dritto. Ma il cyborg lo agguantò sicuro con le braccia, in una mano la mini moto e in un'altra la testa del finto colonnello. Resosi conto di essere stato imbrogliato, il nano imprecò chiedendogli come potesse vederci. Briareos gli rispose ridendo.

"Ahahaha...non ho solo quattro occhi, caro stronzo. Ti ho visto con le orecchie..."

L'omino lo fissò senza capire e Briareos gli mostrò l'orecchio e spiegò come non era stato preso in fallo. Eris e gli altri rimasero attorno a Laerte, ormai messo alle strette. Il quale però cercò altri modi per potersi liberare dalla situazione incresciosa.

"Datemi quel pazzo e io me ne vado tranquillo..."

"NOn ti credo Laerte, non hai più nessuno da schiavizzare in città. Arrenditi..:"

"Forse...ma avrò il mio servo personale. E poi pensaci...una città solo per me. TUtte le risorse solo a mia disposizione...a me sta bene così'..."

"Mio zio è pazzo è vero, ma con le guerre i manicomi sono stati chiusi, non posso lasciarlo andare in giro..."

"Ma non si chiamavano cliniche psichiatriche?"
chiese Deunan al compagno

"Un attimo...che vuol dire la storia del manicomio?"
chiese confuso il cyborg

"Mio zio ha problemi mentali e fisici ed era stato ricoverato...ma la clinica fu chiusa e lui tornò a casa...con un amico pazzo anche lui. CApite che non posso fagli fare cosa vogliono..."

"Stava in una clinica psichiatrica? CHi è questo amico?"

"Eccolo là...lo conoscete..."
disse Eris indicando uno dei salami appesi per punizione, quello al centro

"NO, calma...quello è il figlio dell'idiota..."

"No Briareos, è l'amico che è uscito con lui..."

"Scemo...scemo...se era mio figlio, come potevo fargli questo...hahahaahahah"
rise l'uomo in maniera isterica cercando di prendere a pugni il cyborg, che lo teneva in alto per la testa fissandolo in faccia

"Se non fosse per Eris mi divertirei con te..."

"Piano tin-man*...troveremo il modo per fargli rimpiangere tutto..."
disse Deunan dando una pacca al compagno

"Prima sistemiamo Laerte..."

Eris ordinò all'uomo di alzare le mani per ammanettarlo, ma lui dalla manica fece cadere a terra un cilindro che sprigionò del gas che avvolse chi era vicino a lui. Nascosti dal fumo Laerte e il suo compagno scapparono con la prima cosa che trovarono. La Camaro di Briareos. Quando se ne resero conto, erano passati pochi minuti e tutti non avevano finito di tossire per il fumo.  Briareos per proteggere Deunan no fece in tempo per evitare che sparissero dalla base e imprecò per la beffa. E poi per la macchina.

"Dai era una macchina...coff coff.."

"No bimba...era una camaro..."
disperato per la sfortuna di aver perso una macchina rara come quella nella desolazione della guerra

Eris, quando tutto fu chiaro, chiese ai soldati se poteva prender e il posto di suo padre e accogliere le persone che aveva portato con sè. GLi uomini che si erano arresi, che avevano spalleggiato il finto colonello, furono perdonati ma tenuti d'occhio e la donna fu ringraziata da tutti per averli aiutati a salvare la situazione. I tre appesi come salami vennero slegati e tenuti sotto chiave. Lo zio di Eris venne rinchiuso in una stanza con le sbarre nell'infermeria al piano superiore dell'edificio e controllato dal medico della base. Chi non era ferito, aiutò a sistemare scorte e viveri che erano stati portati sui camion e Eris, in un momento libero, parlò con Deunan e Briareos nell'ufficio che aveva preso come capo della base.

Sono davvero spiacente della giornata...anzi di queste giornate. immagino che per voi siano state folli..."

"NOn puoi immaginare quanto...la mia sanità mentale ne è uscita a pezzi..."
biascicò il cyborg a pezzi, seduto su una sedia sostenendosi con i gomiti sulle ginocchia

"E' stato assurdo...credo che cose così non ci siano mai capitate..."

"E spero che non capitino più, hellcat..."

Deunan rise e sistemò su una sedia vicino a lui carezzandogli la schiena ridendo. Quello che aveva rischiato davvero la sanità era proprio il suo compagno, preso di mira dall'uomo che credevano un colonnello. Eris li ringraziò di nuovo, disse loro che se volevano potevano restare erano più che benvenuti, ricevendo scorte e oggetti che gli serviva gratis. Non vi sarebbero stati razioni tramite tessere o pasti con il buono rilasciati dietro denaro. Era non ospiti, di più e averli al suo fianco era un onore per quanto avevano fatto senza volere nulla in cambio.

Deunan e Briareos rimasero sorpresi dalla possibilità di conservare il poco denaro che avevano e usufruire di necessità di base senza problemi. Sopratutto Briareos rimasto senza parole, pensò di aver trovato la fortuna necessaria per rimettersi in piedi mentalmente e fisicamente dopo mesi di stenti. Prima di uscire, però, si ricordò di una cosa e si voltò verso Eris.

"Ci avevi mandati qui perchè chiedessimo di quelle città...era una farsa vero?"

Eris dopo un attimo di tentennamento, rise. Fece segno col capo che ci aveva preso e spiegò, scusandosi, che era un modo per vedere cosa stava accadendo al forte senza il padre. Solo suo padre e suo zio sapevano del senso del messaggio e quando li rivide, capì che aveva fatto centro. Le razioni gratis erano per farsi perdonare, ogni cosa che volevano era disponibile per quanto gli era accaduto e che il giorno della loro partenza, se volevano ancora trovare quelle città della speranza, avrebbe raccontato cosa sapeva. Avrebbe mantenuto la promessa. Briareos rimase a fissarla serio, voltandosi sol oquando Deunan gli carezzò un braccio preoccupata nel vederlo così serio. Diede un buffetto alla compagna e salutò Eris, dicendole che la perdonava ma doveva  mantenere la parola data. Uscirono all'aria aperta respirando come se avevano attraversato un tunnel senza aria. Dopo aver osservato la base che li avrebbe ospitati per tutto il tempo necessario, Briareos propose a Deunan di riposare. Cèra tempo per la cena, il sole non era calato ma aveva bisogno di riposo. Anche solo distendersi per una mezz'ora e provare a chiudere gli occhi.

"Secondo te...se lo raccontiamo, qualcuno ci crederà mai?"

"......no. Crederebbero sicuramente che qualche nano ci ha mangiato il cervello..."

"Aahhahaahh"

briareos avvolse le spalle di Deunan con il suo braccio e andarono verso il cottage, che per ora era casa loro.


********************************


*Hellcat e tin-man sono i nomignoli che Deunan e Briareos usano in inglese nel manga tradotto in quella lingua. NOn ho voluto usare la traduzione in italiano perchè secondo me spiegano bene il signifcato che loro danno a quei soprannomi solo loro. Nel manga italiano non sono inseriti più di tanto, io l'ho trovati l'unica cosa edlla versione inglese che spiegasse una delle sfumature del loro rapporto. Bimba viene invece da Girly, altro soprannome ma per me suonava meglio in italiano. Altri non mi ispiravano e non li inserirò.









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Capitolo 8
*** Divertimento - Giorno 3 ***


fic1 cap9 Distesi sul letto, Deunan e Briareos dormivano pacatamente immersi nel silenzio della stanza del piccolo cottage in legno che, avevano scoperto al pub, era stato pensato come rifugio nella guerra precedente per un governatore. COmpletamente disteso sulla schiena, Briareos russava liemente abbandonato su due cuscini sotto la sua testa, sostenendolo e aiutandolo a dormire come non faceva da tempo. DAl giorno del loro abbandono della Swat per i tumulti creatosi e le liti di Deunan sul non accettare le decisioni che doveva eseguire, avevano viaggiato e dormito dove capitava. Con solo i sacchi a pelo per proteggerli o far loro da cuscini provvisori. E  il cyborg, a volte senza un luogo sicuro, aveva affrontato tutte le notti sotto le stelle sveglio davanti il fuoco acceso a proteggere il piccolo campo e la compagna. E a nulla erano valse le proteste della ragazza per fare a turno, perchè Briareos non voleva lasciarla nel cuore della notte sveglia mentre lui dormiva. Oppure grazie al suo sistema, sonnecchiava sapendo che al minimo movimento il programma si sarebbe attivato svegliandolo. Ma come scoprì da solo, anche solo un topo poteva farlo svegliare d'improvviso rendendo scombussolato con il mal di testa e quella scelta divenne da utilizzare di rado, optando per le notti in bianco, cosa che portavano Deunan a preoccuparsi per il compagno. Era un cyborg, non un robot. Doveva dormire, non poteva fare affidamento sul cervello secondario e non ascoltare il suo corpo, anche se era ormai solo organi protetti da un involucro. E nonostante aveva solo un terzo di corpo originale,questi si comportava come se fosse totalmente originale, anche nel sonno. A volte, al risveglio, Briareos si ritrovava disteso in modo differente da come si era addormentato, che stringeva la compagna che la sera prima dormiva nel suo lato, ch lui teneva in mano un libro e poi dormiva di lato e altre stranezze, che i dottori dicevano di poca rilevanza. A volte Deunan si era svegliata per il solletico che le dita del compagno le procuravano senza il suo controllo, mentre la cingeva con il braccio, e lo prendeva in giro facendolo arrabbiare. Eppure a lui non dava fastidio la cosa, semplicemente temeva che qualche movimento autoindotto durante il sonno potesse creare problemi a Deunan, così preferiva non  rischiare di girarsi sulla compagna con il suo peso. ADorava sentire Deunan contro la sua pelle mentre dormiva, avvertire il suo calore o vederla dormire abbandonata su di lui ma stava molto attento. Sopratutto verso di lei. Come notti in cui, impossibilitati per pericoli che potevano giungere mentre erano addormentati, Briareos aveva optato per stare senza luce o fuoco, appoggiato vestito e armato di tutto punto contro una parete o in un angolo sicuro, e tenere Deunan vicino lui. DOrmendo seduta,  rannicchiata con le ginocchia fra le braccia appoggiata con la testa su una gamba del compagno, o con la nuca sul suo petto, seduta fra le gambe del cyborg. COn il tempo, l'abitudine li aveva portati a dormire quasi allo stesso modo in base alle situazioni e ormai non vi pensavano che raramente. COme quella mattina.

Deunan avvolgeva la vita del compagno con il braccio destro, dormendo profondamente sul petto di lui, avvolta dal suo braccio. Impercettibilmente strofinava la guancia sulla pelle artificiale di lui, stringendo le dita sul suo fianco. Nessuno dei due per sua natura, sapeva dire a parole il sentimento verso l'altro come le altre persone. Un semplice 'ti amo' o altri modi di dire l'affetto, era superfluo e strano. Bastavano gli sguardi, le battutine che comprendevano solo loro, gesti che dicevano più di mille parole. Come il lenzuolo che lui aveva tolto da sopra la compagna per il caldo che il caminetto dava  alla stanza, portando lui a svegliarsi per l'avviso del programma che la temperatura della pelle era in aumento. Si era riaddormentato pensando a lei, tornando a dormire posata la testa sul cuscino.

L'inatteso suono stridente di una tromba fece sussultare Deunan, che sbattè la fronte sul petto di Briareos pesantemente svegliandolo. La ragazza si ritrovò la testa sconvolta e confusa per il risveglio brusco, seguita dal compagno che con entrambe le braccia strinse Deunan che si lamentava su di lui. La tromba suonava a intervalli qualcosa che non sembrava un motivo tipico da zone militare, anzi pareva a volte che chi la suonava avesse poche basi tanto da steccare alcune note.

"FAnculo...anche oggi, ma perchè..."
urlò Deunan strofinando la fronte sul petto del compagno.

Briareos cercò sul comodino l'orologio con il braccio, sbadigliando distrattamente. Constatata l'ora, sbuffò e sperò che quella lagna finisse. Anche con le finestre chiuse, sembrava che chiunque stesse suonando al centro della base, si trovasse là con loro, tanto rimbombava il suono nella stanza.

"Che ore sono, tin-man"

"Le sette e mezza..."

"quanto odiavo da mio padre la sveglia mattutina..."
strusciandosi sul compagno cercando una posizione comoda

"Si...ma là ti rompevano le palle alle cinque e mezza...qui sono più normali...bè..più da noi...eheh..."

"Spiritoso, almeno ci hanno fatto dormire, ma ho ancora sonno..."

"GIà...aspettiamo che finisca e poi cerchiamo di riposare un altro pò...siamo ospiti, possiamo fare quello che vogliamo.."
sistemandosi sui cuscini con aria trionfale.

"TI sei gasato per questa cosa eh?"
prendendo in giro il compagno

"Oh si...se permetti la pacchia piace anche a me..."

"Sono contenta...vorrei godermela questa giornata, bello..."
schioccandogli un bacio  e massaggiandogli le spalle

"Io avrei intenzione di fare un allenamento al poligono..."

"Davvero? M a tu non ne hai bisogno.."

"lascia fare, bimba...il mio poligono sarà tutto particolare..."

Deunan restò a fissarlo senza capire. Eppure il compagno era quasi eccitato all'idea del poligono, cosa parecchio inutile per un cyborg del suo calibro. Faceva di solito allenamento tanto per scriverlo sul rapporto giornaliero e far finta di aver fatto i l suo lavoro. Ma che allenamenti poteva fare un hecatonchires con due cervelli e otto occhi? COn software avanzati? Niente, eppure lui era gasato dell'idea.

"eheh..."

"Che cè bimba..."

Deunan non poteva fare a meno di sorridere al ricordo di alcuni episodi legati a un poligono. Le risate la colsero così tanto da non riuscire a smetterla, facendo alzare le mani a Briareos spaventato dalla situazione improvvisa.

"Che ti succede..."

"...scusa...ahaahhaahahah....mi sono ricordata di una cosa...e...accidenti...!"

"qualcosa che hai combinato immagino...forse ricordi la volta in cui tuo padre ci disse di stanare dei contrabbandieri e tu, grandissima stupidona, hai avuto la geniale idea di appiccare un piccolo fuoco?"

"Quella volta è stata colpa tua, non mi avevi detto che stanare le volpi non indicava anche i cani che spacciano schifo..."

"Si ma tu nella tua ingenuità dei tuoi diciotto anni hai quasi fatto fuori mezzo albergo, incendiando le tende vintage del corridoio, facendoci scappare tutti! Altro che volpi, cazzo...li abbiamo dovuti stanare entrando dalle finestre prima che morissero asfissiati..."

"E' stato divertente però...."
ridendo alla cosa

"Tu ridi perchè ti sei divertita a scendere stile tarzan per due piani, io me sono fatta addosso pensandoti spiaccicata a qualche muro...il peggio però lo ha preso l'idiota dietro la finestra che si è visto un piccolo elefante comparirgli senza preavviso di sopra...il naso non gli si è più risanato..."

"ahaahahahha....sono stata grande, ammettilo..."

"No...NO! Otto feriti totali, due semi ustionati anche se lievi, tre contrabbandieri che si erano rifugiati nelle camere di quell'hotel scalcinato hanno subito ferite permanenti e tuo padre mi stava per impalare come quell'imperatore storico per il casino che hai combinato...non ridere ti prego. Piango ancora per quel casino e di quello che abbiamo dovuto fare per non andare in perdita per i risarcimenti. Chissà se tuo padre sa che ho venduto alcune partite di droga ad alcuni amici...."

"Cosa hai detto?"
alzandosi di colpo dal petto del compagno

"Eh...come credi che Kirl non ci abbia rimesso! La cosa buona di avere il ruolo di comandante di un gruppo scelto è quello di fare sotterfugi...per evitare a Kirl un altro crepacuore, ho dovuto agire in questo modo...ho diciamo nascosto alcuni pacchetti facendoli girare ad alcuni amici guadagnandoci bene..."

"Gran bel modo pulito per insegnarmi a non commettere errori..."

"Ehi, la colpa è stata tua...rispetto per chi  ha parato il tuo bel culetto!  Proprio per la fattura risarcimento falsa, Kirl ci ha solo strigliati e presi a calci in culo...avremmo potuto rimetterci tutti per davvero, considerando che eravamo un gruppo privato e non più governativo!"

"SI, si...lode al mio eroe...."

"FAi poco la spiritosa..."

"A parte gli scherzi, poco fa ridevo per quelle volte che siamo andati ovunque tranne a fare pratica...ricordi?"

Briareos sudò freddo a quel ricordo, grattandosi la testa deglutendo. Era uno degli argomenti che il suo vecchio amico Gigars avrebbe chiamato "follie del perduto". Era così che chiamava quelli che sceglievano due belle gambe e due occhi monelli. Perduti. Non avendo mai avuto l'idea di rovinarsi la vita, a suo dire, sposandosi per non fare un'idiozia dicui poteva pentirsi, credeva che altri uomini infatuati da fare idiozie era non più persone, ma come...zombie. Per le follie che facevano per far contente le fidanzate. E Gigars rimase sorpreso quando scoprì che il ragazzo europeo che aveva conosciuto per la sua richiesta di visto americano, stava per decidere di legarsi non solo all'individuo femminile più pazzo e maschiaccio che avesse mai conosciuto, ma che fosse per giunta l'unica figlia del suo migliore amico in America. Kirl era la prima persona che Briareos considerava come fidata, seguito da Gigars e pochi altri. Gli unici che conoscessero davvero il ragazzo. E da tranquillo single in carriera, che poteva al massimo fare stupidaggini dietro giovani signorine davvero poco pudiche, si era ritrovato legato a un militare vecchio stampo e la figlia che stravedeva per lui ma davvero poco gestibile. E questo Gigars, glielo ripeteva sempre quando scopriva  cosa combinavano per stare insieme.

"Gigars..."
bisbigliò Briareos in preda ai ricordi

"da quanto non sentivo quel nome..."

"GIà, mi disse di essere un povero perduto..."

"perduto? E perchè?"

"Per te...eheh..."

"Uff...perchè per tutti è così strano il mio legame con te?"

"Perchè non tutti riuscirebbero a gestire un  hellcat come te..."
scompigliandole i capelli

"Perchè è sempre colpa mia...se non sbaglio quelle belle gite fuori porta, spacciate per mio padre come allenamento all'aria aperta, non erano proposti da me..."
smielando le ultime parti della frase

"Eh...ma tu eri d'accordo...non spacciarmi per un ragazzino arrapato che vuole solo divertirsi con la ragazza...prenditi anche le tue colpe..."

"Credevo che piaceva a tutti gli uomini addossarsi le conquiste e le idee geniali per divertirsi...."

"Smettila, non ci provare..."

"Ahahahahah...è stato divertente, lo ammetto. Uscivamo dalla porta come per allenarci, per poi andarci a divertire...è stato veramente piacevole..."
puntellando i gomiti sul materasso per guardarlo in viso

"Riesci sempre a farmi sentire in colpa...sopratutto quando tornavo e dovevo vedere la faccia di Kirl..."

"E perchè...non hai fatto niente di male..."

"Oh no....ho preso in giro il mio migliore amico per andarmene in vari posti per stare solo con te che sopratutto all'inizio, eri minorenne... proprio no..."
scoppiando a ridere con lei

"Amavo la tua intraprendenza..."

"Io amavo la tua con me..."

Deunan arrossì un pò, poi si buttò con la schiena sul materasso, sentendo questa sciogliersi alla morbidezza. Rispetto al compagno, lei doveva avere a che fare con disagi fisici per mancanza di sonno, lividi, ferite, problemi vari che si alleviavano in parte grazie ad esempio a un materasso.  Sorrise, si lasciò andare sulle lenzuola percependole sulla pelle esposta  e disse a Briareos che non voleva alzarsi. Finalmente, mentre parlavano, la tromba finì la chiamata che non capirono se fosse per il risveglio, l'adunata mattutina o chissà che altro. Briareos con un dito pungolò una guancia di Deunan, chiedendole di andare con lui ma lei rifiutò, dicendo che doveva sistemare molte cose come abiti puliti, rifornimenti vari e manutenzione alle armi. Affermò che, essendo in una base, voleva sfruttare la loro situazione per ottenere munizioni, olio e parti di ricambio per pistole e fucili, così da non rischiare di rimanere con armi bloccate o peggio nei momenti di necessità. E poi, voleva compare qualcosa di nuovo.

"QUalcosa di nuovo?"

"Si...abbiamo gli stessi abiti da quasi un anno...e molti avrebbero bisogno di essere cestinati...davvero, ho bisogno di indumenti intimi nuovi..."

"La cosa non mi dispiace...sono d'accordo"
ridendo

"E tu, big man...cosa vorresti comprarti di nuovo..."

"Di sicuro pantaloni nuovi...e scarpe..."

"Più tardi vado allo spaccio...ti serve qualcosa o poi fai tu?"

"In verità potrei fare io, però non mi dispiacerebbe se chiedessi  un aiuto per sistemare i nostri orologi..."

"Il tuo ha di nuovo problemi?"

"NOn sempre...ma a volte si ferma e lo devo sistemare! Il tuo invece ha il vetro rotto. CHiedi se possono far qualcosa..."

"Il vetro è lesionato, non rotto proprio...ma funziona. Se possono far qualcosa ne sono contenta...altro?"

"Direi di no...ora vorrei solo riposare..."

"Hm...già..."

Mentre si accoccolavano insieme per godere della giornata, due colpi alla porta risuonarono per il cottage. Deunan buttò la testa su un cuscino e urlò, mentre Briareos sbuffò cercando di alzarsi. Cercò a tentoni i pantaloni sulla sedia vicino la finestra, che filtrava la poca luce che gli permetteva di vedere qualcosa senza infrarossi, e andò alla porta. Aprì di controvoglia e un soldato che conosceva, Rico, gli disse che Eris aveva scelto lui e altre due persone per essere a loro disposizione quando ne avessero bisogno. Inoltre, chiedeva loro se volevano qualcosa e potevano, solo loro in via eccezionale, richiedere cibo o altro in qualunque momento, potendo usufruire da loro stessi delle cucine o altro. Prima di andare, disse come risposta di Eris, che la sua richiesta della sera prima era stata accettata ma a una condizione. NOn doveva esagerare.  Briareos ringraziò e lo salutò, chiudendo la porta alle sue spalle dopo che se ne fu andato. Deunan, con una maglietta del compagno addosso che la rendeva buffa e sexy per Briareos, gli chiese a cosa si riferisse e lui disse velocemente che riguardava il poligono e che voleva che lo raggiungesse dopo aver terminato le sue faccende. Deunan si ritrovò circondata da Briareos posando il suo mento sulla sua testa, ricambiandolo.

"Mi sarebbe piaciuto averti tra le mani ancora, bimba ma...ho un piccolo lavoro da fare..."
con un tono che diceva altro.

"Mi hai messo tanta curiosità, voglio sapere che cosa vuoi combinare..."

"Ti piacerà..."
baciandole la fronte e sussurrandole la frase all'orecchio prima di andare a cambiarsi.

"Andrai a prenderti qualcosa alla mensa o ti preparo un caffè..."
disse Deunan guardandolo vestirsi appoggiata allo stipite della porta.

"Mi piacerebbe, ma lo gusterò quando mi farò perdonare di essere andato via così...promesso bimba!"

Deunan lo salutò con un bacio e lo vide uscire dalla porta. Si ritrovò da sola nel cottage e, stupido rimettersi a letto ormai fin troppo sveglia, decise di scegliere cosa fare prima in mattinata. Decise di andare a fare colazione, poi allo spaccio  e infine a togliersi la curiosità su cosa Briareos stesse facendo. Si tolse la maglietta buttandola nel cesto della biancheria sporca, sapendo che la lavanderia avrebbe lavorato per lei, e si preparò indossando qualcosa di meno militaresco. Calzoncini color nocciola e una maglietta con le bretelle scaccia maniaci, come le chiamava Bri. Lei ci rideva sempre sopra ai suoi scatti di gelosia improvvisi, le piaceva quando il suo uomo metteva i paletti su certe cose per evitare che altri pensassero di provarci. Si sentiva desiderata ma a volte si chiedeva se ricordava la loro promessa di essere pari nel loro rapporto.




Briareos si ritrovò davanti una porta, attese che l'uomo con il camice bianco gli desse la conferma e toccò la maniglia. Entrò, seguito dall'uomo e osservò la stanza. SI portò le mani sui fianchi, vedendosi sfidare con gli occhi da chi occupava la stanza.

 "Mattoni ai muri e freddo cemento, dietro le sbarre vivo a stento. Questo letto è ciò che mi resta, in un duro giaciglio riposa la testa. Ero guidato dal mio livore, ora qui pago questo mio errore..."

"Smettila, sono qui per prenderti, preparati."

"Dove vuoi portarmi, coso!"

"Chiamami di nuovo coso e ti ritrovi senza gambine...promesso..."

"Così come il corpo senza lo spirito è morto... così La fede, senza le opere è morta."

"Dio, è partito proprio..."

"Portami rispetto, sono un colonnello..."

"Si e io sono batman..."

"Diciamo più rabbitman....ahahahahah"

Briareos si fermò dal prenderlo a pugni, grazie al dottore che calmò le acque. Briareos contò fino a dieci, uscì dalla stanza e attese entrambi fuori. Appena furono fuori, attese l'arrivo dei tre ex salami che erano chiusi in galera e si avviò, con i militari che lo aiutavano o che volevano partecipare, al posto designato.




Deunan dopo la colazione abbondante, portò la biancheria da lavare in lavanderia, scoprendo finalmente una donna. Si occupava della zona infermeria nel tempo libero e lavanderia a tempo pieno, e ciò rese contenta Deunan, non desiderosa di mostrare certi indumenti a un uomo anche se doveva solo lavarli. Dopo quindici minuti di chiacchere dove scoprì che altre donne sarebbero tornate dopo alcuni mesi altrove, si recò allo spaccio, occupandosi degli acquisti. QUesta volta non ebbe fortuna e un pò impacciata, acquistò alcuni indumenti per se stessa che avrebbero reso Briareos contento ma che non voleva sapessero altri. L'addetto allo spaccio era un civile che faceva la spola tra la base e alcune città vicine aiutato dal militare assegnato, portandoli nella sua macchina strapiena di cose perfino legati fuori con delle corde. Teneva i uno scatolone molta roba da donna, anche parecchio orrenda per lei, con pizzi  e fiocchetti. E per sua fortuna, Briareos le aveva sempre detto che certe cose non le si addicevano e non gli piacevano su di lei, preferendo cose semplici e più alla Deunan. Prese parecchia biancheria intima, magliette nuove e pantaloni di vari tipi, pagando anche poco rispetto a quello che immaginava, giusto perchè a detta del venditore era 'offerta al nuovo cliente'.  Riempì lo zaino che aveva con sè e si ricordò dell'orologio. Illustrò i problemi dei due orologi all'uomo e le disse, dopo vario tempo a riflettere e cercare nella macchina, che forse aveva qualcosa a casa per aiutarli, perchè teneva altra roba là. Deunan gli disse di portare il giorno dopo qualche altra cosa che potesse interessarle e lo salutò, decidendo, visto l'orario di andare a cercare Briareos. Prima tappa, l'ufficio di Eris.

"NOn vedo l'ora di fare un cambio d'abiti, quelli ormai sono quasi andati...speriamo piacciano a Bri..."
sorridendo, dirigendosi verso l'ufficio di Eris

"Mi spiace, ma Eris è occupata. Se cerca il suo compagno, il cyborg, si trova tutta a ovest della base, fuori le mura. Nell'arena..."

"Arena..?"

Il soldato davanti la porta dell'ufficio di Eris, le disse che lui era andato con altri suoi commilitoni verso l'arena, una zona fuori la base distante alcuni metri a piedi, dove si allenavano di solito. Deunan si fece spiegare come raggiungerla e si incamminò. GUardò l'orologio, segnava quasi le dieci di mattina e si chiese perchè Briareos dovesse andare fin là. Quando arrivò, trovo vari tendoni in fila che coprivano dal sole, con vari militari che ridevano e urlavano, con armi in mano.

"Oh sei tu...vieni, ci stiano allenando..."
disse un soldato a Deunan

"Sono contenta, dovè Briareos?"

"Eccolo, sta sparando..."

Deunan non udì spari ma quasi degli 'splat' di varie tonalità, mentre un coro faceva chiasso. Si sporse oltre i soldati e vide Briareos di spalle alcuni metri avanti con delle armi in mano, mirare davanti a sè e ridere di gusto. QUando si avvicinò, rimase basita nel vedere il compagno gongolante con fucili a pittura, intento a colpire il nano e i tre amici, legati a dei pali al posto dei manichini che giacevano ormai a terra. Il nano urlava come un forsennato sporco di vernice, ma poco poteva dire per colpa del bavaglio. Deunan rise alla situazione ma si chiese se era giusto vendicarsi su idioti che avevano problemi mentali, e lo avevano assodato. QUando lei glielo fece presente, Briareos si voltò tra un colpo e l'altro  e la fissò.

"Bimba...non li sto picchiando, insultando, ne altro...mi sto vendicando nel modo più tranquillo possibile..."

"Oh mamma..."

"Ehi, loro alla mia idea erano più che felici...se mi hanno dato l'ok loro, non cè niente di sbagliato..."
indicando i soldati dietro di loro che risposero positivamente al cyborg.

"Chissà se loro saranno d'accordo, alla fine..."
parlando dei salami

"VUoi provare?"
disse Briareos dandole un fucile.

"Eh...no, ti lascio divertire...guarderò tutti voi sfogare il testosterone su quei salami...e poi ce ne andiamo a pranzo..."

Tutti furono d'accordo, e a turno stamparono macchie di vernice di vari colori sui malcapitati, tra risa e divertimento generale. Quando nessuno dei quattro ebbe più un centimetro pulito dalla vernice, posarono i fucili, presero dei secchi d'acqua e li gettarono sui salami, finchè furono pressappoco puliti. Li staccarono e, con le manette, li portarono a braccia fin nella base, urlando felici tanto che Deunan li prese per ragazzini che giocavano a guerdie e ladri. Quando i prigionieri furono rimessi sotto chiave, si ritrovarono in sala mensa. Mentre attendevano le portate, Eris entrò e chiese al alcuni che chiamò da un elenco di presentarsi nel suo ufficio per discutere di una questione importante. Fra i nomi vi erano Briareos e Deunan che si fissarono imbronciati per l'ennesimo imprevisto.

"Dovevamo avere giornate di pacchia..?"
bofonchiò Deunan bevendo del vino

"...già...ma per ora non pensiamoci...mangiamo..."
vedendo arrivare il pranzo.







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Capitolo 9
*** Arteus ***


ricerca olympus Ecco il capitolo nuovo. L'ho diviso perchè non mi piaceva proprio come era sviluppato e anche se anche questa parte non mi convince, la inserisco visto che n on aggiorno da troppo la fic. Potrei mettere altri capitoli speciali a parte, quindi controllate ogni tanto gli aggiornamenti.

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Mentre attendevano le portate, Eris entrò e chiese al alcuni,che chiamò da un elenco, di presentarsi nel suo ufficio per discutere di una questione importante. Fra i nomi vi erano Briareos e Deunan che si fissarono imbronciati per l'ennesimo imprevisto.

"Dovevamo avere giornate di pacchia..?"
bofonchiò Deunan bevendo del vino

"...già...ma per ora non pensiamoci...mangiamo..."
vedendo arrivare il pranzo.

"Finalmente si mangia...!"

All'esclamazione del cyborg, un giovane che sedeva nel suo stesso tavolo si mise a ridere. Si presentò come Zinck, chiamato così da tutti come assonanza alla velocità con cui scappa dagli impegni. I compagni lo presero in giro, dandogli a turno dei colpetti a pugno sulla spalla. Si alzò incavolato, staccò dal fondo della sala,  da una bacheca di legno un foglio e tornò al suo posto. POi,  dopo aver rimproverato gli altri che lo prendevano in giro, tornò a parlare a Briareos.

"Vuoi sapere cosa mangiamo oggi? Menù speciale della domenica solo perchè ci siete voi e per festeggiare! Riusciamo a trovare sempre rifornimenti giù a New York. Tutto ogni settimana, teniamo in fresco fino alla nuova consegna. IN cambio diamo armi e munizioni o altre cose che chiedono. Figo, eh?"

"Da New York?"

"Si...ma prima guarda qui..."

Allungò il  foglio al cyborg, che lo osservò incuriositò mentre Deunan si allungava oltre la sua spalla per leggere bene. Si accorsero che era un menu del mese e indicava cosa era previsto in quella settimana e  cambiava ogni sette giorni. Il ragazzo disse che erano dei pasti di una certa qualità, il cuoco era bravo e sapeva usare gli ingredienti. QUindi gli consigliava di approfittarne come poteva. Briareos, con Deunan appollaiata sulla sua spalla in piedi, guardava il menu della settimana che lo aspettava se fosse rimasto più giorni.


PRIMA SETTIMANA DEL MESE
LUNEDÌ MARTEDÌ MERCOLEDÌ GIOVEDÌ VENERDÌ SABATO DOMENICA
PRANZO
Pasta al pomodoro    Antipasto di verdure Minestra di legumi e pastina Pasta al Formaggio Riso allo zafferano Arrosto di manzo Gnocchi di patate con ragù
Polpette
Spezzatino di carne rossa Scaloppe di carne bianca Pasticcio al ragù Pesce gratinato Frittata Arrosto di tacchino
Frutta fresca o Dolce Yogurt a scelta Frutta fresca o Dolce Yogurt a scelta Frutta fresca o Dolce Yogurt a scelta Dolce
CENA
Patate purè / polenta Pasta al burro Risotto alla parmigiana Pesce al forno Lonza di maiale Involtini di pollo Polpettone di carne
Verdure di stagione Crocchette di pesce pollo al forno Patate al forno o purea Verdure di stagione Crepes di ricotta e spinaci Patate al forno o purea
Bevande, caffè, altri contorni a richiesta ed alcuni a pagamento a parte.

"Accidenti, Bri! Non mangiamo così bene da mesi...guarda quante cose e che buone!"

"Non cè bisogno che mi dicano di approfittarne!"

Deunan schioccò un bacio sul copriguancia del cyborg  e urlò un 'cameriere faccia presto' che fece ridere tutti.

NOnostante la contentezza per la loro buona sorte da tempo, Briareos sentiva qualcosa di strano punzecchiargli il cervello. Era tutto troppo bello, nonostante le situazioni in cui si era ritrovato, avevano ricevuto tutto quello che lui desiderava per se stesso e sopratutto per Deunan. Un posto caldo e sicuro, cibo ottimo e abbondante, la certezza di non dover dormire con gli occhi aperti la notte per proteggersi. Nel tempo trascorso là dentro, si era ritrovato a tirare un sospiro di sollievo e godersi le giornate con maggior respiro. Beneficiare di qualcosa di 'umano', della sua compagna, di sprazzi di vita che anche da bambino non poteva apprezzare. Era riuscito a provare qualcosa di simile nel periodo con Kirl, al suo fianco. COme secondo a gestire la base, con le sue conoscenze, era riuscito ad apprezzare quelle cose che molti raccontavano su prima delle guerre. Prima della sua nascita. Prima dello schifo di quel mondo che doveva vivere. Il cibo che vedeva sul tavolo per quel pranzo 'normale', pareva sceso da qualche miracolo. Aveva rimpianto, a volte, la fuga da Kirl con sua figlia, per vivere come voleva. Aveva perso molto, doveva accontentarsi di pasti razionati, acqua quando era possibile, la non sicurezza di un tetto sulla testa o una coperta a scaldare lei.

Era giunto, secondo il menu, all'arrosto di tacchino. DA quanto non ne mangiava!

 Si era rimpinzato per mesi di carne, ma rossa e secca, in razioni. Pane secco, o non lievitato, focacce quando capitava, ma sempre non freschissimi. Scatolette, conserve, roba secca. E invece le sue papille gustative in quel frangente stavano esplodendo di felicità per del cibo caldo, saporito, fresco, vero! Deunan sembrava intenta a parlare e mangiare contemporaneamnete e lui si chiese se anche lei provasse quelle stesse sensazioni. Gli sarebbe piaciuto gustare quel piccolo miracolo da solo con lei, essere libero di esternare cosa sentiva e condividerlo con Deunan, a un vero tavolo, in una parvenza di vita vera. Erano sempre su quella jeap, con i tavoli pieghevoli, seduti su cosa trovavano di adatto, con piatti e stoviglie di plastica o metallo per durare nel tempo, cucinando il possibil  se potevano, sul fornello a gas che portavano sempre nella parte posteriore. QUando trovavano gli ingredienti adatti, Briareos preparava subito fritelle o pancake per Deunan, che li amava sopratutto con burro a tocchetti in cima o sciroppo d' acero. Quando avevano la fortura sfacciata di reperire uova, latte ed altro, il suo primo interesse era permettere a lei di nutrirsi decentemente. Sapeva che doveva farlo anche per le sue parti ancora umane, ma il vederla dimagrire e pesare meno, o notare la stanchezza per aver mangiato cibo non nutriente, lo faceva sentire inutile. Considerava Deunan troppo importante per non preoccuparsi della sua salute. E nonostante la felicità di lei nel sentirsi amata vedendolo al suo fianco, con un abbraccio o bacio, lui non riusciva a pensare a quanto lei potesse soffrire per quella vita. Se lo era sempre chiesto, ma non aveva mai avuto il coraggio di chiederlo neanche per caso. Bastava che lei gli stringesse un braccio per affetto o lo baciasse che si sentiva in colpa per la domanda che poteva rattristarla. Alla fine, era solo un qualcosa che vagava nella sua mente, come in quell'istante.

Gustarono infine frutta fresca e un dolce alle mele. Anche se dovettero metter mano ai portafogli, assaporarono del vino rosso e un caffè come dio comanda. Al tavolo da mensa a loro assegnato, tra i vari uomini che lo occupavano, tra risate e vociare, Briareos sentì delle dita sfiorargli la mano che teneva sul ginocchio. Deunan aveva stretto fra le sue dita quelle di Briareos, sorridendogli, nascondendo il gesto sotto il tavolo.

"Che dici, andiamo da Eris?"

"Adesso?"

"Certo, così dopo potremo avere tempo per noi...essendo ospiti, siamo liberi di fare cosa vogliamo, ragazzone..."

Deunan mostrò un sorriso compiaciuto e Briareos fece segno con la testa di approvare. Gli andava a genio l'idea, anche se non capiva bene cosa lei avesse in mente. Quando decisero  di andare da Eris, salutarono tutti chiedendo di avvisarli per qualunque cosa e indicando la loro posizione per tutta la giornata. Trotterellarono allegramente verso l'ufficio della donna, discutendo nel mentre su quando partire. Briareos disse alla compagna che semplicemente  attendeva il momento giusto, quando riuscivano ad avere informazioni per continuare la riceva del loro paradiso. Deunan rimase a riflettere un pò, facendo una smorfietta con le labbra che il cyborg conosceva bene e trovava sempre deliziosa, finendo per dargli ragione anche se affermò che le piccole comodità già le aveva gradite. Perderle non la rendeva felice, facendolo ridere.  Disse anche che la sola idea di rimettersi su una macchina, come la jeap di mesi prima, vivendo alla meglio, non la entusiasmava.

Arrivarono all'ufficio ed Eris li fece accomodare. Quando Deunan le chiese, tra vari discorsi, se poteva dir loro quello che sapeva su altri luoghi sicuri oppure abitati, lei cambiò espressione. Ai due di fronte alla donna, parve di notare un qualcosa cambiare in lei, vedendola abbassare gli occhi sul tavolo. Sospirò, fece un rapido giro della stanza con gli occhi, poi Eris decise a parlare.

"In verità non volevo parlarne. Comunque si, conosco un luogo non solo abitato ma anche sicuro però da tempo non ho reali notizie della situazione, per cui non posso darvi nessuna informazione utile recente. Se volete che ne parli, ditelo altrimenti nulla..."

"Certo che ci interessa...decideremo noi poi se conviene come informazione o meno..."

"Come volete! Il luogo in questione è New York..."

Il nome fu detto con una pausa perchè si fissasse nelle loro menti, mantenendo la serietà. Illustrò loro la situazione come la conosceva, indicando la città come l'unica da quello che sapeva, che aveva una struttura di gestione organizzata che garantiva la sicurezza di coloro che vi erano rimasti. Inoltre i nuovi arrivati dovevano essere accettati da chi proteggeva la città, per cui chi arrivava alle porte, riceveva un controllo da guardie armate. Per il resto la vita sembrava scorrere molto bene. Concluse il discorso affermando che per un pò di tempo, voleva premettere ai superstiti che aveva portato alla base di decidere se e quando raggiungere quel luogo. Ma la mancanza di notizie recenti all'interno, la mettevano in agitazione.

"Ma ci è stato detto che le scorte di cibo  giungono proprio da New York..."

"Si Deunan, ma solo i viveri che sono controllati e gestiti da membri della sicurezza della città che non vogliono o non posono dirci nulla. COnsegnano e partono, portandosi cosa chiedono come baratto. Il denaro lo richiedono solo per cibi difficili da trovare. Parliamo con quegli uomini ma se non vogliono dirci nulla, non possiamo costringerli. QUIndi potete immaginare perchè è un discorso delicato..."

"VA bene ma se noi vorremmo andarci, cosa dovremmo fare?"

"Volete quindi partire? QUando?"

"Vorremmo riposare qualche giorno e poi tentare di trovare un posto dove vivere...forse proprio New York è il luogo che cerchiamo..."

Briareos volse lo sguardo verso Deunan, che ricambiò l'occhiata con un segno della testa concordando con il compagno. Eris comprese e continuò a descrivere la città.

"New York sembra sia diventata autonoma. Propria energia, autosufficiente,  sicura. Sarei felice se trovaste il vostro posto lì. Noi non rimarremo per molto, spero. Avete altre domande?"

"Si io..." disse Briareos sorprendendo Deunan "Noi siamo abituati a viaggiare con una Jeap, ma la nostra si è fusa mesi fa e abbiamo continuato a piedi. Siamo arrivati qui solo perchè abbiamo trovato un mezzo funzionante oltre la vostra macchina. Ma necessitiamo di un mezzo che possa sostenere le nostre necessità. E' lungo da spiegare ma spero che tu possa capire..."

"Siete abituati con un altro mezzo...nessun problema. Vedrò cosa posso fare. Vi farò avere il cibo necessario e quel che vi serve per il viaggio. Basta che dite quando partirete. Anche se vi consiglierei di partire domani stesso. Oltretutto, ho un lavoro per voi..."

"Dicci tutto..."

"Allied. E' il nome di una squadra di perlustrazione scomparsa proprio di New York che doveva fare un  controllo qui vicino. Ascoltate le notizie della squadra scomparsa da me e il tenente Pigal che ha ricevuto la segnalazione non so come. La zona  dove sono stati visti l'ultima volta si chiama Arteus, dovrete raggiungere la zona di ricerche a nordest di qui che da il nome al luogo.NOn è proprio un centro ricerche ma è il luogo dove vengono tenute piante medicinali, alimentari, alcuni medici ci sono e svolgono il ruolo di curatori e ricercatori insieme. Comunque, entrate nella zona e indagate su un computer all'interno di un rifugio ad esso collegato per prendere il controllo manuale delle videocamere. NOn dovrebbe esserci nessuno oltre i medici, ma state attenti. Quando e se avvisterete qualcuno, mantenetevi a una media distanza e non muovetevi in modo da non farli spostare lontano dalla zona, visto che non vi conoscono. Ci interessa individuarli e basta. IL problema è che si trova proprio in direzione di New York. Ecco il motivo per cui vi ho chiesto quando avevate intenzione di partite. Inoltre...ho una notizia ma non so se vi piacerà"

Deunan e Briareos si fisarono, scrutandosi negli occhi. Sapevano, senza dir nulla, capirsi al volo come in quel momento. Alla fine, concordi solo con un cenno della testa, le chiesero di continuare.

"COme volete. Dunque, ho parlato con uno dei corrieri che ci riforniscono da New York o zone gestite dalla città. Ho chiesto se era possibile arrivare proprio in città e mi hanno riferito che in teoria non sarebbe possibile, perchè il loro sistema di difesa chiede dopo aver sparato. Capite, no? Ma sembra che, facendo richiesta o avvertendo prima tramite messaggi radio ad esempio, sia possibile avere una possibilità. E indoviante cosa cè proprio ad Arteus?"

"...una radio?....ma non avevi detto che non sapevi nulla ed eri preoccupata?"

"Esatto Deunan.E' così, ho solo chiesto per entrare, il resto non lo dicono. E...Non una radio, ma il computer può collegarsi con new York, cosa che qui non si può fare. Potete avere la possibilità di essere ricevutè in città e sperare di essere accettati. Noi potremmo...diciamo guardare la vostra esperienza e usarla per decidere cosa fare. Non ve la prendete, non siete cavie ma...."

Alzò le spalle come per dire 'non l'abbiate a male, ma è quello che vogliamo fare' e lasciò a loro la parola. I due si fissarono di nuovo, sembrando incerti. Briareos era indeciso perchè significava fare una scelta serie. Dovevano comunque tornare a viaggiare, ma significava provare un luogo specifico con la speranza, che veniva da sola, nell'aver fatto bingo. Deunan invece non sapeva che pensare. Si chiedeva se questo colpo di fortuna fosse la volta buona per se per vivere felice con il compagno e temeva per Briareos, nel caso fosse una città che non tollerava i cyborg. COme era capitato in un campo di profughi che viveva solo con la propria gente e non voleva cyborg. Ricordando quell'esperienza, in cui aveva litigato aspramente con gli uomini che l ogestivano, per cambiare quel modo di pensare tanto da esser portata via da Briareos per non peggiorare le cose, le tornò alla mente il malumore del compagno per l'esser stato trattato come un appestato. Aveva dovuto usare tutto il suo affetto e una dose di coccole giornaliere per fargli dimenticare la cosa, ma capiva benissimo come doveva sentirsi solo per essere giudicati in generale. Peggio ancora se si era cyborg non per propria scelta.

QUando si accorse di essere guardata da lui, Deunan gli chiese cosa ne pensasse e si sentì rispondere solamente 'quello che vuoi tu'. Alla fine lei gli disse che voleva tentare e confermarono ad Eris l'accettazione della missione. La donna ne fu compiaciuta e disse che l avrebbe aggiornati, prendendo da un cassetto un blocco di fogli. Qualcuno bussò alla porta.




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Capitolo 10
*** Fregatura ***


fic 1 cap 10
MI spiace di non aver avuto il tempo di lavorarci meglio ma cercherò di farlo nel prossimo capitolo. Buona lettura.

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"Miss Eris, signori. Scusate l'intrusione ma volevo avvisarvi che gli addestramenti del giorno sono iniziati. Alcuni uomini hanno richiesto la presenza degli ospiti. Cosa devo dire?"

Le tre persone all'interno della stanza scrutarono l'uomo di mezza età con aria interrogativa. Eris alla fine domandò ai suoi ospiti se volessero andare e Briareos allungò una mano su un ginocchio di Deunan e le disse di andare. Lei protestò un pò, poi Eris le disse che come ospite non poteva deluderli. Alla fine, accettò e si alzò, seguendo l'uomo alla porta voltandosi verso Briareos poco prima che il militare chiudesse la porta alle sue spalle.

Eris si sistemò sulla sedia prima occupata da Deunan e chiese al cyborg cosa lo spingesse veramente a quell'avventura che le sembrava troppo. Gli spiegò che il suo sogno era rivedere la civiltà che aveva conosciuto dai racconti di tutti. Voleva vivere in un mondo per come esisteva nel passato.

"Vorrei poterti spiegare ogni cosa ma...sarebbe troppo lungo...troppo tempo..." poggiando i gomiti sulle ginocchia e ridendo "ma posso dirti che cerchiamo anche noi di realizzare un sogno."

"hai un sogno così grande da voler rischiare ogni cosa per realizzarlo?"

"Già...è una delle mie priorità..." fissando la porta chiusa. Eris rise sistemandosi nella sedia per stare più comoda.

"Immagino che il tuo sogno sia così grande perchè centra una giovane ragazza..."

Briareos alzò gli occhi e rise di rimando scuotendo la testa. Confermò che in parte era così ma le spiegò che vivendo fin da piccolo a stretto contatto con la guerra, voleva uscirne e l'unico modo per farlo era trovare un posto che desse e entrambi il senso di pace che cercavano.

"Il senso di pace?"

"Anche se per sopravvivere, cosa abbiamo fatto fino ad ora e cosa potrebbe accadere nel futuro. Ci sono cose che non avremmo voluto fare ma credimi, non saremmo qui ora! Io sono dell'idea che nè il concetto di sopravvivere, la guerra ne altro può essere una scusante. Niente scuse per cosa si è fatto e cerco di tenerlo vivo nella testa di Deunan per non morire nel nostro stesso senso di colpa. NOn cè peggio che vivere ogni giorno rimpiangendo una scelta fatta..."

"Mi vorresti dire che qualunque cosa avete affrontato ogni giorno, lo rimpiangi? Perchè? Non vale la dura legge della giungla? Vivi o muori?"

"Se fossi uno spietato stronzo si. Ma non lo sono..."

"Ok, nessun problema. Ti rende onore davvero questa filosofia di vita. Ne sono felice, ce ne sono pochi rimasti al mondo come te. Bè ora devo mettermi al lavoro. Cè una base con persone da proteggere! Se avete bisogno, sapete dove trovarmi, per il resto avete già la missione."

"Certo, grazie mille. Ci vediamo..."

Briareos uscì dall'ufficio e andò direttamente al piccolo cottage. Ogni volta che lo vedeva gli venivano in mente le montagne e la neve, portandolo a sorridere. Quel cottage era l'unica nota stonata di quel posto, eppure non gli dispiaceva. Lo faceva sentire come un ospite d'onore e nello stesso tempo in vacanza. Si buttò sul divano e senza accorgersene si addormentò.

Il sistema svegliò Briareos di colpo, una sensazione orrenda di nervosismo a pelle. Mise a fuoco le ottiche e quasi sobbalzò sul posto. Trovò Deunan a cavalcioni su di lui che teneva le mani sullo schienale del divano. Rise e lo abbracciò, prendendolo in giro sul fatto che era riuscita a coglierlo di sorpresa.

"Già, ci sei riuscita..."

"Vuoi fare il broncio? Sei offeso?"

"nah! Tu sicuramente sei l'unica in grado di riuscirci. Se avessi scommesso avrei perso..."

"Dobbiamo prepararci per quella cosa di Eris..."

"Uff...già..."

"Hai cambiato idea? Possiamo sempre rifiutare..."

"No, voglio farlo. Potrebbe essere un buon modo per entrare a New York!"

"Infatti...allora...andiamo a prepararci?"

Briareos rise e la prese in braccio alzandosi dal divano.




"Allied, la squadra di perlustrazione scomparsa di New York che doveva fare un  controllo ad
Arteus. La zona di ricerche a nordest di qui. il computer può collegarsi con new York e sarà la ricompensa dopo aver trovato informazioni sulla squadra scomparsa Il tenente Pigal vi seguirà con due uomini e vi guarderà le spalle. Fate un buon lavoro!"

Eris mise a disposizione una camionetta semi-blindata e armi per tutti. Armati, vestiti e con l'adrenalina a mille, i tre uomini che li accompagnavano era pronti sul mezzo. BRiareos e Deunan salirono e si sistemarono sui sedili interni. Scomodi per il cyborg che si ritrovò seduto a metà per la mancanza di sostegno, creando ilarità generale. Dopo un'ora, erano quasi sul posto e Pigal ordinò di scendere dopo che il mezzo era nascosto all'interno di un e dificio per non attirare l'attenzione, cosa che destò nervosismo in Briareos. Pigal gli spiegò che i sistemi di sicurezza rilevavano attività vitale e il mezzo era una protezione. Nascosti in uno degli edifici era più semplice penetrare nel piano dei computer.
Briareos si voltò verso Deunan,  non aggiunse altro e impugnò le armi per essere pronto.

Quando si fermarono, Pigal urlò una serie di ordini che furono eseguiti all'istante. Scesero tutti ma Deunan e Briareos si fermarono a osservare il posto e il mezzo fece retromarcia e andò via. Si voltarono e non fecero in tempo a raggiungerlo, vedendolo sparire fuori dalla porta divelta. Deunan cercò di calmare Briareos che imprecava con rabbia e gli disse di vedere il posto per capire cosa fare.

"Ci hanno lasciati qui, cazzo! Cosa cè da vedere...."

"Non lo so, dimmelo tu..."

Deunan si voltò e gli indicò il posto. Fissarono lo squallore in cui erano. Davanti a loro vi era una vasca da bagno piena d'acqua da un tubo caduto dentro. Sotto di essa fogli di giornali e altro sparsi. A destra un mobile basso con due cassetti e una vecchia tv forse rotta, appoggiata a una parete in legno a pezzi di un metro e mezzo messa lì come per caso con un volantino di ricercati appeso e con macchie di venice ovunque. Più vicino una massa di pattume ammucchiato. Dietro a queste cose una scala in ferro sicuramente impraticabile a pezzi e arrugginita, cavi e tubi intorno sparsi per terra. Dietro la parete a pezzi il pavimento aveva una voragine che seguiva fino in fondo, dove si vedeva no i vari strati che lo componevano. La parete dell'edificio  aveva due porte e tre finestre uno consecutivo all'altro. mattonelle bianche ricoprivano il muro, sporcato da graffiti e cose appese da secoli. Bottiglie e casse con bottiglie ingombravano le porte. Prima di giungere in fondo all'edificio, travi di sostegno per il tetto si ergevano ma non avevano più stabilità per se stessi, barre di ferro e altra spazzatura per la decadenza del posto non davano possibilità di proseguire se non con gli occhi aperti. Videro solo sulla parete di fronte a loro un lavandino solitario. La scala di ferro, la videro portare a una specie di piano superiore. Briareos mise a fuoco un corrimano abbattuto, parti del piano perso e cosa rimaneva sosteneva, anche grazie ai pilastri messi per aiutare, dei barili blu e rossi a destra, una macchina a metà dell'edificio e dei macchinari che non conosceva che si posizionavano tutti alla destra e sembrava che, a discapito del piano inferiore, quello continuasse dove non sapeva. Sopra la scala di ferro, oltre immondizia varia, notò un'altra scala messa non meglio delle altre  che conduceva chissà dove. Altre travi sostenevano forse altri piani ma per vedere meglio doveva avventurarsi più avanti. ma fu quando alzò totalmente la testa che vide sopra le loro teste e più in fondo dei container mal messi sospesi non si sa ancora come. POi notò che alcuni non erano container, ma stanze che restavano in bilico per miracolo. Alle finestre vi erano ancora le persiane di legno e scalette di emergenza rotte.

"NOn possiamo restare qui, bimba. Andiamocene. NOn è sicuro."

"perchè secondo te ci hanno lasciati qui?"

Non lo so ma se cadono quei cosi finiamo male."

"Dove andiamo? Ci sono là due porte" indicando alla loro destra la parete con porte e finestre piene di piastrelle" oppure andiamo infondo per vedere cosa cè?"

"A che ci siamo caliamoci per il pavimento che vedo un bello strapiombo..."

"Calmati. Ci sarà un motivo per cui siamo qui e..."

"E' stata una presa per il culo. Oppure quello stronzo a cui eravamo accorpati non aveva le palle per fare il lavoro. NOn lo so bimba, ma dobbiamo andare via!"

"Allora muoviamoci...andiamo a destra, vediamo cosa troviamo..."

Briareos la seguì fin alla prima porta e controllarono fuori. Notarono che realmente il piano superiore continuava ben oltre cosa vedevano dall'ingresso. Notarono all'esterno, più infondo, altri edifici e decisero insieme di raggiungerli per andar via. Briareos rimase in retrovia per coprire le spalle di Deunan e insieme corsero all'esterno dove il tetto era caduto e poi si usciva per un viale per raggiungere altri posti. Quando misero piede sul vialetto pieno di calcinacci e erbacce, Deunan si fermò improvvisamente tanto che Briareos sbattè contro la sua schiena e per evitare che cadesse la prese con un braccio. Alzò gli occhi e si vide attorniato da cyborg completi armati fino ai denti che li puntavano. Deunan si rimise in piedi stringendo il braccio del compagno mentre lui chiedeva chi fossero.



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Capitolo 11
*** Accordi ***


la ricerca di olympus 13 Scusate il ritardo ma per ora non è facile scrivere nuovi capitoli e lo posto perchè per ora non ho tempo di revsionare e fare correzioni. Con questo capitolo termino questa fic con una situazione diversa salla fic Appleseed pre-alpha. Buona lettura e spero vi piaccia.
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"Chi siete..."

"Ma sentitelo...ci chiede chi siamo noi...ah ah ah..."

Uno dei cyborg, dall'orrido color verde acido, prese a scanzonare Briareos con gli altri che lo seguirono a ruota . Aveva dei pantaloni logori e una canotta bianca sporchissima che metteva in risalto le braccia grosse rispetto al resto. Impugnava una grossa mitraglietta mal ridotta e Briareos si chiese se funzionasse realmente o meno.

"Amico, tu e la ragazza siete sul teritorio controllato dal  nostro boss. E a lui non piace quando ficcanaso sconfinano nei suoi territori..."

"NOn siamo qui per fare un pic nic, noi stavamo dei tizi che sono scesi con noi dal mezzo ma poi, appena ci siamo voltati sono risaliti e ci hanno lasciati come idioti... voi..."

Briareos tirò il braccio di Deunan mentre cercava di controbattere dicendole di non fare stupidaggini. Il cyborg color verde acido mise in  chiaro che era meglio non fare scherzi e di seguirli, avrebbero spiegato al loro boss il motivo della loro presenza. Fece cenno di andare avanti e di seguire il cyborg chiamato Rimo. Questi iniziò a incamminarsi, seguito da Deunan e Briareos e in coda gli altri due. Uscirono all'esterno giungendo in un angolo fuori l'edificio da cui si affacciavano due porte. Una, quella da dove stavano uscendo a un'altra alla loro sinistra, aperta e senza più i vetri nell'intellaiatura in legno ormai un ammaso di legno marcio con due sezioni per il vetro. Prima della porta cèrano due mobili in legno rettangolare che tenevano qualche vaso in coccio ormai privi di piante. Quello che prima era un lastricato di coccio ormai era diventato quasi un tappeto verde, con mattonelle alzate e fuori sede . Dove finiva quel che rimaneva del lastricat, al suo posto vi era solo una distesa di verde che conduceva a un palazzo altissimo.Venti piani, colore dell'intocato scrostato e macchiato dalle intemperie. Finestre per la maggior parte prive di vetri e intellaiatura in acciaio sparita o divelta. L'entrata era assicurata da due enormi portoni che si aprivano verso un ampio edificio, che avevano  un mezzocerchio sopra di essi a vetri. Una porta più a destra dell'edificio e metà dell'altezza delle altre due, permetteva il principale accesso agli appartamenti. Rimo preferì una delle due porte più grandi e si ritrovarono prima in un grande spazio vuoto con enormi finestre ad arco di vetro sporco e macchiato che permettevano comunque alla luce di filtrare dentro. Tre pilastri dividevano l'ambiente che sembrava esser stato usato parecchio tempo prima come rifugio da qualcuno. Sedie in legno con i cuscini e imbottiture tolte e lasciate a terra erano  l'unico mobilio presente a parte un solo letto improvvisato incassato sotto una delle finestre. La cosa che colpì Deunan fu proprio quel letto che sembrava preso da un ospedale e poi imbottito alla meglio con i cuscini dele sedie in legno. In fondo totalmente all'ambiente di vi erano due schedari, uno ancora con i cassetti a l'altro no, che sostavano sotto una parete crepata e con l'intonaco che si staccava a fogli e penzolava. E poi, dagli interstizi delle lastre di cemento che componevano il pavimento, spuntavano erba e dei bellissimi fiori azzurri screziati con del blu più scuro a volte quasi viola. Da lontano a Deunan avevano dato l'impressione di essere margherite, ma non lo erano.

"Brascicome, vero nome Brachyscome iberidifolia, pianta perenne originaria dell'Australia, della Nuova Zelanda e dell'Africa, generalmente coltivata come annuale.Da lontano o per i non appassionati sono paragonati alle margherite. Probabilmente vi era una qualche coltivazione qui vicino e i semi sono giunti fino a qui..."

Deunan si voltò verso Briareos mentre le spiegava il tipo di pianta e rise lievemente, pensando a come potesse capirla benissimo anche senza parole. Si era accorto forse dalla sua espressione dei dubbi e glieli aveva tolti. I due cyborg dietro di loro urlarono di proseguire in silenzio e svoltarno alla loro destra. Si giungeva a un corridoio che pareva comunicare con il resto dell'edificio. Passarono una poltroncina di legno con cuscini simili ai precedenti che a Briareos parevano da attesa per medici e simili. Le pareti iniziavano ad essere non più bianche ma coperte da carta da parati con disegni geometrici su fondo chiaro, anche questa squarciata e con i lembi penzolanti, mostrando sezioni di cemento messe una vicino all'altra. Passarono una porta che si apriva in una stanza abbastanza grande con degli scaffali pieni di roba, oggetti sparsi a terra, qualche poltrona simile a quella precendente e due tavoli di legno che si potevano chiudere. La luce penetrava  da tre finestre rengolari che parevano formarne uno solo in alto e tre lampade appene al soffitto proprio a metà stanza. Proseguirono.
Giunsero a una specie di bivio, formato da un corridoio alla loro destra che continuava, non si sapeva dove, perchè voltava e una porta a sinistra che era per metà staccata dai cardini e ciondolava tenendosi solo dalla cerniera in basso ma a stento.
A fianco alla porta, prima dell'angolo che continuava nel corridio a destra, vi erano chiari cavi elettrici che seguivano il muro ma non sembrava esserci corrente.
Presero la strada attraverso la porta e Deunan e Briareos si trovarono in un ambiente strano. Alla loro sinistra si apriva una specie di angolo con saracinesca con lo stesso mobilio a scaffali della stanza superata prima mentre di fronte a loro vi erano una enorme porta ad arco che si affacciava su una stanza rettangolare con finestre ad arco, ,mattonelle a terra sollevate e buttate a caso, tetto a cassettoni in legno e un'altra porta ad arco in fondo con porte in legno rispetto a quella dove erano.

"Secondo te che posto è questo..?"

"NOn lo so ma sembra...sai nei palazzi o alberghi quando ci sono gli spazi comuni? MI sembra questo..."

Raggiunsero a un trivio, che dava verso un corridio con una porta di fronte a loro, a fianco a sinistra una specie di stanza che tagliava i due corridoi ai suoi lati. Un altro corridio dopo la stanza che stava al centro del trivio. Superarono la stanza e scelsero il corridio tutto a sinistra. Quando Deuan vide il corridio, trattenne il respiro. Entrava poca luce e le lampade rettangolari a neon appese al soffitto illuminavano lampeggiando freneticamente. Qualcosa di scuro copriva il sole e le mattonelle erano contornate da erbacce verde scuro. Attraversarono  lentamente e poi lei si voltò verso fuori, osservando oltre i vetri. Si accorse che fuori, quello che copriva i raggi del sole eral'altra parte dell'edificio. Si vedeva uno scorcio dell'altro lato, a forma di C. Si trattava  della parte interna e non era messa meglio dell'interno. Quando svoltarono l'angolo furono spinti verso le scale e salirono. Dovevano trovarsi all'ultimo piano quando finalmente i cyborg dissero 'ci siamo quasi'. Passarono per un corridoio che sembrava diverso dai precedenti. Senza finestre, con pareti in puro cemento grezzo e sporco, lucernari in vetro rettangolari che davano verso il cielo, ma che non sembravano dare molta luce al corridoio ugualmente. Arrivati a una porta, entrarono, passando per quello che doveva essere un appartamento. Alla loro destra vi erano due porte, una per il bagno con un wc, lavandino e vasca da bagno e mattonelle bianche piccole a coprire tutto l'ambiente. In fondo a destra, poco dopo la seconda porta, quel che rimaneva della cucina languiva decaduta tra ante di legno abbandonate staccate dai cardini. Alla  sinistra due finestre una vicino all'altra precedevano un'altra porta che presero subito. Al centro della stanza Deunan fissò il tavolo e le sedie con alcuni disegni a pastello sparsi e si rattristò. Passarono per un secondo appartamento. Diverso per composizione dal precedente, presentava angolo cucina a destra, più a sinistra dall'entrata vi erano il bagno simile all'altro e le portefinestre, ormai smantellate e staccate. Fogli e mattonelle erano sparsi e staccate e lo scheletro di un letto giaceva a destra accanto a un mobile con dei libri ammuffiti. Passarono per la portafinestre e raggiunsero salteltando verso il balcone confinante, raggiungendo l'altro appartamenteo che era solo una stanza grande con una sola enorme finestra e due letti poggiati sotto di essa e percorrendolo fino a un corridio. SI presentava più tetro degli altri, nonostante la luce lambisse i muri, ciò che penetrava dalle finestre rotte o rovinate, colpiva con forza formando ombre strane, sopratutto per i pavimento davvero messo male, tanto da preoccupare Deunan se reggesse il peso dei cyborg tutti insieme. Lo attraversarono tutto fino a destra dove cèra l'unica porta in fondo.
I cyborg li fecero entrare e gli dissero di attendere lì gli ordini del loro boss. La stanza era grande e parecchio luminosa. A destra, incassata in una rientranza a muro, una cucina completa ma in disastrose condizioni. Poco dopo la porta del bagno. Al centro della stanza un tappeto logoro. Due aperture per le portefinestre senza più le ante scorrevoli si gettando nel balcone e oltre. Tra le due portefinestre, appoggiato al muro, un tavolo con tre sedie, tra cui una rovesciata. Pezzi di disegni infantili strappati e sparsi vicino la sedia portavano uomini stilizzati e i fiori azzurri. A sinistra la porta doveva condurre da qualche altra parte ma sembrava, varcata la soglia con gli occhi,  inagibile per un crollo dall'altra parte. Infine, la cosa più surreale in quel momento, i fiori azzurri visti sotto che dondolavano leggeri seguendo la brezza che giungeva da fuori.

"possiamo camminare o dobbiamo sederci?"

"restate sotto i nostri occhi. non me lo fate ripetere..."

Deunan si guardò intorno. Si avvicinò al tavolo e vide uno dei cyborg allontanarsi verso la porta che pareva inagibile mentre gli altri due restavano con loro con le armi puntate addosso. Dei fogli ingialliti e messi male per il tempo mostravano scrittura a mano o disegni di qualche bambino. LA sedia rovesciata a terra sembrava, dalla posizione, come se qualcuno stese scappando verso la porta della stanza bloccata. POi, qualcosa attirò la sua attenzione. Petali di fiori azzurri volavano intorno a lei e si mise ad osservarli avvicinandosi alla portafinestre.

"Ehi, ferma lì, non voglio che tenti di scappare dal balcone..."

"e dove vuoi che vada, io, umana, dal ventesimo piano?"

Si avvicinò al balcone e notò le porte a vetri rovesciate a terra o abbandonate sul bordo del balcone con i vetri lesionati o in frantumi. I fiori erano arrivati anche lì e ammirò il loro bel colore. Briareos nonostante le lamentele dei cyborg, raggiunse la compagna e le chiese se tutto fosse ok.

"E' rimasto un pezzo di chi viveva qui..."

Briareos la osservò mentre parlava e colse la sua tristezza, posandole dolcemente una mano sulla spalla. Lei iniziò a parlare

"Secondo te cosa raccontano queste cose abbandondate?

"Fugaci pezzi di una vita che ha lasciato una traccia...come una memoria labile ma capace di riemergere..."

"Adoro quando metti del tuo in certi concetti...era una bella risposta però...non lo so..."

"Se io fossi morto quel giorno...se non vi fosse la possibilità di farmi restare in vita...Alla fine, la mia memoria esisteva ancora da qualche parte, non è vero? Rispondomi..."

"Che cosa?" voltandosi verso di lui "di che parli"

SArebbe stata la stessa cosa come quelle persone e i loro oggetti. Avrei lasciato traccia della mia esistenza nei ricordi e nel cuore di chi mi voleva bene. Che sia un ricordo o un oggetto, è sempre una traccia. Sicuramente quelle persone sono andate via di corsa ma stanno bene, come sto bene anche io adesso. NOn pensarci..."

"Come fai a uscirtene con queste cose e farmi sorridere allo stesso tempo..."

"Vuol dire che ho lasciato un'altra cosa di me nello spazio e nel tempo, alla fine è una cosa che accade ogni istante intorno a noi. Ogni persona è capace di creare un pezzo della sua esistenza senza volerlo. E lo stesso vale per Kirl, anche se non sappiamo dove sia adesso ci ha lasciato comunque tracce di se...in te per averti fatta nascere e diventare la macchina da guerra che sei e in me, che mi ha ca mbiato la vita due volte e non mi ha odiato per aver voluto trovare la mia felicità con la persona a cui teneva. COme vedi, persone che non sono accanto a noi fisicamente lasciano frammenti di se in ogni piccola cosa e..."

"Si, ho capito. Non parlare più di lui però...."

"Cerca di vedere il bello nelle cose come sai fare. E' per questi frammenti di te che io sono un uomo ancora adesso e non una macchina..."

Lo vide darle le spalle e alzare le braccia alle urla dei cyborg che lo volevano dentro la stanza. Sapeva che aveva ragione ma non riusciva a non pensare alla vita di quelle persone impossibilitate a proteggersi come poteva fare lei. Grazie al padre che odiava. Rientrò e si avvicinò a lui poggiato a una parete e si sistemò anche lei sulla fredda e senza più intonaco della parete.

"Bri...perchè li abbiamo seguiti senza far nulla?"

"Perchè dovevamo salvare quella squadra e completare una missione. E poi, anche se non rifiuto affatto un pò d'azione, non adoro le complicazioni inutili..."

Le mi se una mano sulla spalla e osservarono insieme i fiori. Deunan ne raccolse qualcuno, anche se con le armi a tracolla era fastidioso il movimento di inginocchiarsi.

"Come mai ci hanno lasciato le armi invece di confiscarcele?"

"Non lo so, forse hanno capito che non potevamo rispondere in due contro tre..."

La ragazza rise sapendo che in molti sbagliavano valutazione su di lei solo perchè ragazza e dall'aspetto innocente.

Il sole iniziava a calare, riempiendo la stanza di una luce forte e calda e controllando l'orologio, videro erano passate due ore. Proprio quando Deunan decise di chiedere qualcosa, l'altro cyborg tornò dalla stessa porta e ordinò di seguirlo. Dopo una rapida occhiata l'un l'altro, Deunan e Briareos lo seguirono scortati dagli altri alle spalle e scoprirono che la porta conduceva si a una stanza inagibile, ma la zona distrutta era stata sfruttata in un modo ingegnoso. Una parte dell'edificio a C era crollata per qualche bombardamento o altro e tramite un ingegnoso meccanismo di funi e pulegge, era stato creato un modo per giungere a un altro edificio in mattoni distante forse massimo un paio di chilometri senza problemi. Bastava agganciarsi a uno dei manubri che tornavano per il meccanismo e lanciarsi nel vuoto verso l'altro edificio che era alto massimo sei piani e quindi era una scivolata nel vuoto per direttissima.

"Che diavolo...è così che sei tornato?"

"Si...ora sbrigatevi e andiamo, il boss non ha tutto questo tempo..."

Fecero scendere prima Deunan che si ritrovò a sfrecciare a folle velocità sorpassando edifici di vari tipi fino ad arrivare al tetto, dove quattro cyborg attendenvano il suo arrivo, fermandola appena arrivò quasi alla fine del tracciato segnato. Appena toccò terra, si voltò per vedere Briareos giungere a velocità verso di loro. E poi, uno dopo l'altro, giunsero anche gli altri cyborg. Vicino a loro, un motore permetteva il ritorno al contrario.

"Bello è..? Con questo metodo arrivi in meno di metà del tempo che a piedi...eh eh..."

Deunan fissò il cyborg color rosso sangue che le faceva pure l'occhiolino e le venne da pensare a come Briareos non avesse le 'palpebre' come per quei cyborg.

"Su muovetevi, il capo vi aspetta..."

"Va bene, va bene, ho proprio due paroline da dirgli..."

Vennero scortati, armi in mano, fino a primo piano. Si trattava di una stanza in mattoni rossi con qualche mobilio e cinque cyborg che li fissarono appena messo piede all'interno. Due erano vicino la porta, due vicino le finestre e uno grosso e dalla forma diversa seduto, piedi sul tavolo, su una poltrona come a definire la sua posizione nella stanza. La posizione di capo.

"Bene, bene...cosa abbiamo qui...su venite..."

Il cyborg, parecchio 'rotondo', con due corna adornate da anelli e meccanismi facciali che imitavano quelli umani, si mise seduto per bene nella poltrona 'sorridendo'.

"Venite, venite...vi siete introdotti nella mia città senza richiesta...non lo trovo molto giusto..."

"La tua città? NOn eravamo proprio...dovevano lasciarci fuori New York per..."

"Basta. per favore...una camionetta vi ha lasciati dentro New York e vi siete addestrati poi nelle costruzioni non abitate...negatelo...!"

"Ci è stato detto che era un altro luogo...avranno sbagliato, non so dirti." rispose Briareos un pò adirato" Rimane il fatto che non potete tenerci bloccati qui."

"Ne discuteremo dopo. Adesso voglio sapere di quale gruppo esterno alla mia città di sopravvissuti fate parte..."

Briaores e Deuanan si fissarono interdetti. Poi Briareos rispose candidamente che non appartenevano a nessun gruppo ma stavano aiutando delle persone. Che erano mercenari.

"Ma bene...e cosa dovevate fare di importante per queste persone?"

"Ci avevano chiesto di trovareun gruppo facentei parte di una squadra in ricognizione. Si trovavano in una zona dove, tramite una radio, potevamo chiamare proprio qui a New York. Credevo che ci fossero buoni rapporti con i vostri alleati..."

"Gli alleati normalmente si presentano come alleati...voi eravate armati e con nessuna indicazione in tal senso..."

"Perchè non apparteniamo a quel gruppo,l'ho già detto!"

"Va bene, allora finito l'incarico dove volevate andare? Se ho capito bene volevate comunicare con noi..."

"Avevamo il compito di trovare quel gruppo disperso e trovare la radio...il resto sarebbe venuto dopo..."

"Capisco....bè per vostra fortuna alcuni membri di nostri alleati, con cui effettuiamo scambi, sono stati tratti in salvo e presto torneranno a casa. Voi ci avete trovati, quindi avete compiuto il dovuto..."

"Tu che ne dici..." disse Briareos a Deunan che alzò le spalle come a dire 'che ne so'.

"SApete...se ci fosse stato qualcun altro al mio posto, avrebbe obbligato voi due a restare lavorando finchè non gli andava...ma io sono buono, sapete? Dò sempre una possibilità e...potrei darvi la possibilità di mettere sul campo le vostre abilità..."

"Che intendi dire..."

"Continua..."

Il cyborg con tre occhi, fissò Deunan dalla testa ai piedi, poi grattandosi il mento fissò Briareos.

"Sai dolcezza, il maggior business per un uomo d'affari come è saper trovare delle perle in mezzo alla sporcizia...se fossi stato un altro sai, avrei avuto un buon modo per 'farti lavorare' insieme ad altre bellezze speciali che ho scovato intorno..."

"che cosa?"

"Hai capito bambola. ANzi, sarebbe interessante sapere se...conosci già il mondo maschile..." facendole l'occhiolino "non so se capisci..."

"che razza di domande fai..."

"Devo farle...per sapere se sei usata o meno..."

Deunan rimase sconcertata dal discorso,appoggiata da Briareos che non prese il discorso molto bene. Il cyborg con due corna alzò le mani e cercò di calmarli, mentre le guardie  ridevano sogghignando.

"QUi, nella mia città, tutti offrono le proprie abilità e lavorano per dare a questo posto una parvenza di normalità mentre io mi occupo di cose importanti. Approvigionamenti, protezione  e...divertimenti....tutte le giovani come te che ho trovato adesso 'lavorano' sulla king street e insieme facciamo buoni affari. Appena sei entrata, ho notato come saresti la migliore tra le migliori..."

"Frena con le idiozie. Sono una mercenaria e non mi presterò a nessuna tua stupida idea. Se non hai altro da dirci noi andiamo..."

"Calma, calma...ho detto che è quello che pensato...di giovani ragazze ne posso trovare molte ma di abiili mercenari no...mi servite qui, per fare vari lavoretti da mercenari...che ne dite?"

"CI stai...offrendo un lavoro?"

"Si ragazza, mettiamola così...e iniziamo da capo. IO sono Due corna...piacere...voi siete?"

Deunan e Briareos attesero qualche minuto fissandosi per decidere cosa fare. Briareos scosse la testa e decisero di non fermarsi a New York. Prima di congendarsi da Due Corna, questi prima chiese loro da dove venissero e altre informazioni sul loro viaggio, poi disse che aveva bsogno di alcuni dati che i cyborg come Briareos salvano nella memoria secondaria e che possono usare successivamente al bisogno. Deunan pareva seccata.

"HO bisogno per migliorare la vita di questa città di informazioni su chi cè là fuori. Tu puoi creare una mappa con indicazioni su cui posso basarmi..."

"Se ti do le informazioni, ci lasci andare?"

"MA si, ma si, nessun problema " alzando le mani "semplici accordi tra uomini..."

TU che ne dici " chiese a Deunan "per me è fattibile..."

"SE possiamo andar via di qui..."

"VA bene, Due corna...ti daròle informazioni. Quando torno..."

"Mai, ti basta scaricare le info in questa scheda di memoria e puoi andare..."

Due Corna aprì un cassetto e mostroò, piccola rispetto alle sue dita, una scheda di memoria che porse a Briaores. Dopo attimi di incertezza, il cuborg prese la scheda e la inserì nello slot al lato della testa. Completato il lavoro la riconsegnò e chiese se poteva andare. Alla risposta positivia di Due Corna, Briareos posò la mano destra sulle spalle di Deunan e la spinse verso la porta per andar via.

Rimasti soli, un cuborg dietro Due corna chiese al capo se era saggio lasciarli andare. La risposta del cybor rotondo fu semplice.

"Abbi fede..."

Alzò i piedi di nuovo sul tavolo e si accomodò. Prese il telefono e compose un numero. Uno, due, tre squilli e poi una voce femminile rispose. Due corna la salutò come se la conoscesse da tempo.

"Si tutto bene, dolcezza. E' andato tutto liscio come l'olio. TI ringrazio davvero. Erano i tizi che cercavo da tempo. Qualcuno di abile che posso manipolare...come?...no, ho solo fatto in modo che un worm entrasse nel suo sistema e tra poche ore per avere aiuto, tornerà da me insieme alla signorina...Riceverai entro domani la merce pattuita dall'accordo. E per cortesia, puoi dire a Laerte che i suoi siparietti comici con lo zio li lascia per alcun altro. Se non ci hanno scoperti nel giochino è un miracolo. Torna al lavoro e controlla se ci sono altri stupidi che posso usare....Ciao Eris..."

Due corna rise, poi con un gesto della mano chiamò uno dei cyborg e lo fece avvicinare, prese un accendino con la sua effige per commemorare il giorno in cui si era insidiato come sindaco a New York.

"DAi questo a Matthews e digli che fra poche lo andranno a trovare nuovi clienti che gli ho trovato...digli che sono molto speciali...eheh...."

Il cyborg si avviò verso la porta, mentre l'altro cyborg alla finestra fissava Deunan e Briareos che si allontavano. Per poco.

FIne.


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