la stanza degli specchi

di ChiaraBJ
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo ***
Capitolo 2: *** Inseguimento in autostrada ***
Capitolo 3: *** Mi devi la vita ***
Capitolo 4: *** Solo amici ***
Capitolo 5: *** Non può essere vero ***
Capitolo 6: *** Faccia a faccia ***
Capitolo 7: *** Da solo ***
Capitolo 8: *** Occhi specchio dell'anima ***
Capitolo 9: *** Punto e a capo ***
Capitolo 10: *** Sotto tortura ***
Capitolo 11: *** Amici per sempre ? ***



Capitolo 1
*** prologo ***


 
La nostra anima è come uno specchio d’acqua
Riflette solo ciò che noi siamo …
(Cit.R.C.)                                                                                          

                                                                                                                                                                                                                     
 
 
PROLOGO
 
Ben correva all’impazzata sui tetti di Colonia.
“Fermati … Ben … fermati  o sparo” gli urlò dietro Semir.
Ma Ben non accennava a fermarsi. 
Fu allora che Semir  prese la mira e sparò. 
Ben cadde a terra colpito di striscio ad una gamba.
Come una furia gli si avventò contro Semir, gli piantò un ginocchio in mezzo alla schiena, gli prese le braccia e lo ammanettò.
 ”Ben Jager sei in arresto” disse il piccolo ispettore turco e lo prese rabbiosamente per i capelli e lo costrinse a mettersi in ginocchio davanti a lui:
ora si guardavano dritti negl’occhi.
“Dammi una ragione per cui non dovrei spararti … “ continuò Semir
Il piccolo ispettore turco aveva gli occhi furiosi e allo stesso tempo tristi, mentre quelli di Ben erano fieri e decisi.
”Maledetto bastardo” gli urlò contro ”Cinque anni … cinque anni della mia vita insieme … ti consideravo un figlio … ti ho affidato la mia vita , le
mie figlie, Andrea … lurido porco …”
Detto questo lo colpì violentemente in volto con il calcio della pistola  spaccandogli un labbro.
 ”Ora basta Gerkhan !!!” urlò la Kruger.
”E’ meglio che me lo tolga di torno, commissario, potrei fargli un bel buco in testa …”
La Kruger portò via Ben. 
Semir restò solo a guardare la città e mentre una lacrima solcava il suo viso disse
”Ben … perché?”.
 
 

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Capitolo 2
*** Inseguimento in autostrada ***


 
INSEGUIMENTO IN AUTOSTRADA
 
36 ORE PRIMA
Era una stupenda mattina di maggio, a Colonia faceva già caldo e Semir era di ottimo umore .
Fra due giorni il piccolo ispettore avrebbe mandato Andrea  e le figlie in villeggiatura con suocera al seguito, quindi lo aspettava, a detta sua ,un mese di pace e tranquillità.
Semir a bordo della sua auto di servizio stava andando a prendere il suo collega Ben: sicuramente lo avrebbe buttato giù dal letto visto e considerato che la sera prima era stato al concerto di una band di cui lui non rammentava il nome; decise  quindi di telefonargli anche per dargli il tempo di far ritorno dal mondo dei sogni nel caso fosse ancora tra le braccia di Morfeo.
Infatti nel suo lussuoso appartamento al centro di Colonia, Ben stava ancora dormendo.
Il ragazzo stava a pancia in giù, messo di traverso e con una gamba a penzoloni nel suo letto matrimoniale, quando sentì il cellulare sopra il comodino squillare: uno squillo, due squilli …
Al quinto squillo Ben allungò un braccio, lo stava per afferrare …
”… Oooohhh …  mapporca …. “ imprecò e si trovò disteso ai piedi del letto.
Ormai sveglio il giovane poliziotto prese il cellulare …”Ben Jager …”  disse con una voce che sembrava provenisse dall’ oltretomba
“Ciao  socio, ti ho svegliato?...” disse un divertito Semir dall’altro capo del telefono ”ho la colazione, fra dieci minuti sono lì …”.
“Dammi il tempo di una doccia, socio che mi ripiglio ...” disse un assonnato Ben e riattaccò.
Venti minuti dopo i due ispettori erano di pattuglia per le autostrade limitrofe alla città di Colonia.
”Allora socio come è andata ieri sera?”chiese il piccolo ispettore turco.
”E’ stato un bellissimo concerto,  la band era carica , le canzoni, la musica, sarebbe piaciuto anche a te” disse Ben mangiando voracemente la sua brioche.
“Si come no, immagino gente capellona  che sbraita … conosco i tuoi gusti” replicò Semir
“Non è vero, comunque …”
Ben continuò a raccontare del concerto e poi alla fine disse ”Sai ho anche conosciuto una ragazza …”. 
”Ma non mi dire?? … tu ??…”disse Semir canzonandolo
”Si , ma ….” Ben divenne di colpo serio.
”Beh … allora?” e anche Semir divenne serio.
”Beh ecco eravamo vicini mentre aspettavamo che aprissero i cancelli , abbiamo chiacchierato un po’: la stessa passione per la musica suonata dal vivo, i Nickelback, suoniamo entrambi la chitarra … una bella ragazza mora , occhi azzurri stupendi, un sorriso contagioso … alla fine siamo andati a bere qualcosa in un pub li vicino. Poi è arrivata l’ora di rientrare così le ho chiesto se voleva un passaggio visto che era venuta al concerto con la metropolitana, ma lei ha detto che preferiva prenderla di nuovo” raccontò Ben
”Wow che scoop ... una ragazza rifiuta un passaggio dal poliziotto più figo dell’intera Vestfalia  ...”  disse prendendolo  nuovamente in giro Semir.
”Che scemo che sei … comunque “ continuò Ben ”le ho detto che non doveva preoccuparsi visto che sono un poliziotto, ma proprio questo l’ha rabbuiata … però  le ho dato il mio biglietto da visita e le ho detto che ogni tanto anche io suono con una band e che mi avrebbe fatto piacere rincontrarla … ”.
”A proposito di ragazze, ti ricordi di Tom … il mio ex partner  … ? ” e mentre lo diceva a Semir venne il magone, anche se era passato tanto tempo ricordarlo gli faceva ancora male.
”Si certo …”  rispose comprensivo Ben .
”Ti ho mai detto che aveva una sorella?”  riprese Semir
”No , ma la cosa è interessante …” Ben cercò di riportare il sorriso sul volto del suo collega
“E’ ritornata a Colonia, dopo la morte di Tom era  andata a lavorare a Berlino, stasera è a cena da noi , ti va di unirti alla compagnia?  ne ho parlato sia con lei che con Andrea e poi le mie figlie sarebbero contentissime di vedere il loro ‘zietto’… ”.
 
Ma il discorso fu improvvisamente interrotto ”Centrale a Cobra 11”.
Ben prese la radio  ”Dimmi Susanne”.
”C’è stato segnalato un rapimento, alcuni testimoni dicono che i rapitori sono su un SUV  nero con vetri oscurati e senza targa; Cobra 8 li stava inseguendo , ma sono stati ... diciamo seminati … all’altezza del Km 66 dell’A57 che è la tratta che state pattugliando …”
 ”Guarda Semir “ fece Ben e accese i lampeggianti e la sirena e poi parlando al microfono della radio
“Susanne li abbiamo intercettati sono all’altezza del Km 25 direzione Düsseldorf chiama rinforzi, noi li seguiamo. Passo e chiudo”
”Tieniti forte socio, non riusciranno a sfuggirmi …” disse Semir inserendo la quinta
”Si come no … ho a fianco lo Schumacher turco … ma per favore … zitto e guida!” disse sarcastico Ben. 
L’inseguimento durò diversi chilometri, causando non pochi incidenti.
Semir proseguiva a zig-zag cercando di evitare le numerose carcasse d’auto che il SUV stava seminando per l’autostrada
“Puoi cercare di fare meno zig-zag per favore ?” chiese seccato Ben “Così non riesco a prendere la mira”
“Mmmm quanto  sei complicato … spara e stai zitto, credi sia facile andare dritto con tutte queste auto in mezzo?” ribatté Semir
Finalmente Ben dopo diversi colpi riuscì  a centrare una ruota posteriore del SUV.
L’auto dalla velocità cappottò diverse volte e terminò la sua folle corsa contro il guardrail.
I due poliziotti una volta fermati si catapultarono fuori dall’abitacolo della  BMW.
Ben si avvicinò al SUV pistola in pugno e altrettanto fece Semir
Dei tre occupanti per due di loro non ci fu più nulla da fare e visto che indossavano un passamontagna, presumibilmente dovevano essere i rapitori, mentre il terzo occupante venne estratto delicatamente e con tutte le accortezze del caso dall’abitacolo che poco dopo esplose.
 Il ferito fu adagiato a terra in attesa dei soccorsi: presentava diverse e profonde ferite su tutto il corpo.
”Co … co … Due … Fac ..” disse l’uomo  moribondo.
” Stia calmo non si agiti i soccorsi stanno arrivando” disse Ben cercando di tenerlo fermo, ma l’uomo non accennava a calmarsi, anzi con le poche forze che gli erano rimaste prese per la maglia il giovane e lo avvicinò a sé
”Co … di … ce  Due Fa …” furono le sue ultime parole prima di svenire.
Semir e Ben si guardarono con fare interrogativo  ”Cosa avrà voluto dire?” chiese Semir a Ben
”E che ne so …” rispose l’amico ”Aspetta che guardo se ha documenti ….”.
Ben frugò delicatamente nelle tasche dell’uomo e in quel momento arrivarono anche i soccorsi e così i due ispettori lasciarono il campo libero ai  paramedici.
”Semir guarda questa è la patente …” e contemporaneamente prese il cellulare e compose il numero della Centrale.
Dall’altro capo del telefono “Polizia Autostradale, sono Susanne Konig ….”.
”Susanne sono Ben, mi servono informazioni su Jurgen Werner … ti do il numero della patente , nel caso ci siano  omonimi … appena sai qualcosa mi richiami … ok?”
”Si certo Ben..” rispose prontamente la bionda segretaria e Ben dopo aver dato alcuni dati della patente del ferito salutò Susanne e chiuse la comunicazione.
 Intanto Semir era vicino al SUV.
”E’ tutto un cumulo di ferraglia bruciata … chissà se Hartmut potrà dirci qualcosa . Senti, torniamo al comando, vediamo se intanto Susanne ha raccolto qualche informazione sul rapito” consigliò Semir

Durante il tragitto verso il Comando,  Semir e Ben ripresero il discorso iniziato prima dell’inseguimento.
”Allora Ben , ci vieni stasera a cena?”.
”Non so Semir, non la conosco, potrebbe sentirsi in imbarazzo …” Ben era perplesso anche se l’idea di mangiare le prelibatezze di Andrea l’attirava parecchio
”Ben,  sei uno di famiglia … e lei lo sa vedrai, non ci sarà nessun imbarazzo. Stasera alle sette … puntuale!”.
”Okay socio se lo dici tu …” disse un perplesso Ben
Poco dopo appena arrivati al distretto i due ispettori furono subito chiamati in ufficio dal commissario Kruger
”Salve capo …” salutarono i due ispettori entrando
”Accomodatevi signori,  novità sul rapito?” disse laconica, il commissario Kruger aveva la capacità di andare subito al nocciolo della questione senza tanti giri di parole.
”Non ancora” cominciò a parlare Semir “ma …” e in quel momento bussarono alla porta.
”Avanti “ fece il commissario, ed entrò Susanne.
”Ho alcune informazioni su Jurgen Werner . Nato a Norimberga il 26 febbraio del 1949…attualmente lavora per una società chiamata ‘Bright Light’ , una specie di copertura per i servizi  segreti tedeschi.”  disse la professionale quanto concisa segretaria.
”COSA?SERVIZI SEGRETI? ” dissero  quasi all’unisono due attoniti ispettori.
 
 
Di solito i ringraziamenti si fanno alla fine, ma permettetemi di essere “originale” : vorrei ringraziare tutti , ma proprio tutti voi che state leggendo e in particolare i “vecchi” e “nuovi” recensori , i vostri commenti sono sempre graditi siano essi positivi o negativi. Come sempre però un ringraziamento particolare va alla mia eccezionale “beta” ... tvb Maty!!!
Che dire grazie ancora e alla prossima
CBJ
 

 

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Capitolo 3
*** Mi devi la vita ***


MI  DEVI LA VITA
La giornata era appena iniziata e i due ispettori dell’autostradale avevano già avuto la loro buona dose d’azione: un  inseguimento in autostrada con due morti e un ferito grave che ora era piantonato nel principale ospedale di Colonia e la scoperta che quest’ultimo lavorava per una società che aveva rapporti con i Servizi Segreti tedeschi.
Al distretto dell’autostradale Semir e Ben erano a colloquio con il loro superiore, il commissario Kruger, quando Susanne, l’efficientissima segretaria del distretto aveva fornito ai due ispettori l’indirizzo del posto di lavoro del sopravvissuto all’incidente.
Il superstite lavorava per una società chiamata ‘Bright Light’ e poco dopo Semir e Ben  arrivarono ad un complesso di edifici ultramoderno.
I due poliziotti scesero dall’auto e si diressero verso quella che doveva essere la portineria.
“Salve polizia autostradale, sono l’ispettore Ben Jager e questo e il mio collega l’ispettore Semir Gerkhan ….”  disse Ben e in contemporanea i due poliziotti mostrarono il tesserino a quello che doveva essere la guardia dello stabile
 “In cosa posso esservi utile ispettori?”disse l’uomo dalla sua postazione.
“Vorremmo parlare con qualcuno  della ‘Bright Light’ , magari un responsabile delle comunicazioni o un dirigente se è possibile” disse Semir.
“Un momento prego ….”e alzata la cornetta del telefono compose un numero di un interno e comunicò la presenza dei due poliziotti.
“Prego vi aspetta il signor Matthias, piano 8, stanza 25” disse l’uomo
“Grazie” risposero i due soci e si avviarono verso l’ascensore.
Poco dopo i due ispettori erano a colloquio in un lussuoso ufficio con un dirigente della società.
Davanti a loro si presentò un uomo sulla cinquantina con pochi capelli riportati e tinti di un nero catrame.
“Vedi quello sarai tu fra vent’anni … “disse a bassa voce Semir sogghignando a Ben.
”Si come no, piuttosto mi rado … quanto sei scemo … “ gli rispose a tono Ben.
“Prego ispettori accomodatevi, sono Ralf Matthias a che devo il piacere? Ho parcheggiato in doppia fila?” disse l’uomo cercando di essere spiritoso e porse la mano ai due poliziotti.
Semir alzò gli occhi al cielo , cominciava ad averne le tasche piene di battute come quelle.
”Signor Matthias , verrò subito al dunque” cominciò Semir “stamattina un suo dipendente Jurgen Werner è stato coinvolto in grave incidente stradale, era stato sequestrato da due uomini che sono deceduti”
“Sequestrato? Ma non capisco … chi vorrebbe il suo sequestro?” la cosa lasciò il dirigente interdetto
“Signor Matthias” incalzò Ben “Di cosa si occupa la sua società? E che mansioni aveva il signor Werner all’interno della ‘Bright Light’ ?”
 “La cosa è un po’… come dire delicata, ma tra noi e la polizia c’è un accordo, quindi cercherò di aiutarvi, ma nei limiti …. non so se mi spiego” disse l’uomo facendo cenno ai due ispettori di sedersi su un divanetto presente in un angolo dell’ufficio
Ben e Semir si guardarono e annuirono, anche se non erano poi così certi di aver capito dove voleva andare a parare Matthias.
“Dunque” esordì il dirigente”  il  Servizio Informazioni Federale ha chiesto al direttore della nostra società l’esclusiva di tutte le  informazioni che riguardano lo spionaggio …”.
” Scusi se la interrompo signor Matthias, ma ha detto spionaggio?”disse uno sbigottito Semir.
“Vede ispettore Gerkhan,  ci sono più di cento agenti segreti stranieri  in Germania e dall’11 Settembre, con l’aumento delle risorse contro il terrorismo, il monitoraggio di questi agenti è stato affidato anche ad esterni , la nostra società ne è una conferma” disse il dirigente
“Mi scusi “lo interruppe Ben “Vuol dire che Jurgen Werner  è una spia?”.
”Bhe non esageriamo,  nel periodo  d’oro era un abilissimo crittografo, creava codici, decifrava quelli di altri, nel suo campo era un genio , l’ho assunto quando fu scaricato dai servizi segreti di Sua Maestà , mi faceva pena”.
I due ispettori si sentivano un po’  a disagio, per loro quella conversazione non aveva né capo né coda.
“Vuol dire che Werner in passato era alle dipendenze degli inglesi per spiare noi tedeschi, pur essendo lui tedesco?” replicò Semir
“Si è così ispettore” rispose Matthias.
“Ha menzionato un ‘Codice Due Fa’ le dice niente?” riprese Semir.
Matthias si sistemò meglio sulla poltroncina che occupava di fronte ai due ispettori, era chiaramente in imbarazzo.
”Ha menzionato il ‘Codice Due Facce’?” Matthias estrasse da una tasca un fazzoletto e se lo passò sulla fronte.
La cosa non sfuggì ai due ispettori che si guardarono poi Ben chiese a Matthias
“Mi sembra di capire che sa qualcosa di questo codice può dirci di che si tratta?”
Il dirigente ripose nella tasca il fazzoletto e con evidente disagio disse
“Bhè a tal proposito posso dire che si tratta di una leggenda metropolitana che riguarda lo spionaggio, un lungo elenco di agenti doppiogiochisti ” disse alla fine Matthias
“Cosa le fa pensare che sia solo una leggenda?” chiese Semir.
“Jurgen Werner  era vecchio e solo, penso volesse essere qualcosa di più e allora perché non tirare fuori dal cilindro questa famigerata lista, secondo me voleva farsi pubblicità, negli ultimi tempi  Werner era più … diciamo strano e paranoico, vedeva complotti dappertutto. Volete sapere che penso? Questa lista non esiste se non nelle fantasie di un povero vecchio.”  concluse Matthias “e se adesso non avete altro da chiedermi io avrei delle urgenze da fare …”
Detto questo congedò i due ispettori.
”Che ne pensi Semir?” disse una volta in macchina Ben.
”Non saprei socio, la storia mi pare faccia acqua da tutte le parti … spie , liste, complotti …. mi sembra di essere in un episodio di X-Files … ” sentenziò Semir
”In un episodio di che?”
Ben guardò l’amico con aria perplessa in quanto gli sembrava che Semir stesse parlando di cose astruse.
”Ma si Mulder e Schully ? ‘I want to believe’ … okay lo vedo dalla tua faccia è come se parlassi turco ….”.
”Appunto!” disse stizzito il giovane collega “Manca solo che tu dica ‘my name is Bond, James Bond’ !!”
“Però conosci James Bond? Lo sai che avete le stesse iniziali? My name is Jager, Ben Jager ”  disse divertito Semir
“Ma per favore,Semir la pianti? ” disse questa volta sorridendo Ben
”Centrale a Cobra 11” gracchiò la radio
Semir che non era alla guida rispose ”Dimmi Susanne”.
“Semir, ho fatto alcune ricerche negli archivi di stato , da alcune fonti sembra che Werner facesse addirittura il doppio  gioco, collaborava o fingeva di collaborare con  parti nemiche tra loro. Quando i servizi segreti  inglesi lo hanno scaricato, non si sapeva neanche più da che parte stesse,  poi fu assunto dalla ‘Bright Light’. Prima che lo rapissero , Werner ha tentato di contattare un cittadino tedesco … attraverso i tabulati del cellulare siamo risaliti ad Andreas  Muller un ex poliziotto dell’LKA arrestato anni fa e evaso …..i colleghi lo hanno intercettato e arrestato all’aeroporto, stava cercando di espatriare dopo anni di latitanza qui in Germania, la Kruger ha ottenuto che lo possiate interrogare, fra un po’ sarà qui in Centrale”.
“Okay, Susanne”  rispose Semir “ grazie delle informazioni …  hai sentito?  … Ben?”
Semir stava per chiedere qualcosa a Ben quando vide che l’amico si era portato la mano alla bocca e ne stava furiosamente mordicchiando un dito segno inequivocabile che qualcosa lo preoccupava
”Hey socio qualcosa non va?”  ma Semir non ebbe risposta.
 Ben conosceva molto bene quell’uomo.
Avevano lavorato assieme all’LKA e Ben lo arrestò perché scoprì che durante un’ indagine congiunta con i colleghi dell’antiterrorismo , avvisò i presunti colpevoli  in cambio di mazzette. Ben da poliziotto corretto che era lo denunciò e arrestò ed ora si apprestava a rincontrarlo.
Ben avrebbe dovuto fare nuovamente i conti con il suo passato , quel passato trascorso all’LKA che il giovane poliziotto cercava in ogni modo di cancellare, ma che inesorabilmente sempre ritornava a galla e tornava ad angosciarlo
Arrivati in Centrale i due ispettori andarono nella stanza degli interrogatori, li era stato condotto Andreas Muller.
L’uomo ammanettato stava seduto su una sedia sul lato più lungo del tavolo presente nella stanza e Ben quando entrò prese una delle sedie vuote e si sedette di fianco a lui.
Alla vista di Ben , Muller disse sprezzante ”Ispettore Ben Jager, che piacere vederla” e guardando Semir  “Si è portato dietro uno dei sette nani?”.
“Me lo immaginavo molto meno spiritoso ...data la situazione …” disse sarcastico Semir.
“Già” ribatté  Ben e aggiunse ”Il nome Werner, Jurgen Werner,  ti dice qualcosa?” chiese Ben a bruciapelo senza tanti convenevoli.
“Vai subito al sodo vero Ben?....Chi hai detto ? Werner … so che è moribondo in ospedale !” rispose Muller.
“Chi te l’ha detto?” disse il giovane poliziotto e Muller fece spallucce.
Riprese Ben:
“Andreas hai chiamato tu Werner vero? Volevi scappare, ti servivano soldi, così lo hai chiamato vero? Senti sei già condannato per terrorismo, sei evaso, quando ti rimetteranno in cella butteranno via la chiave, magari sarai anche in cella di isolamento a vita ..forse ti converrebbe collaborare, una buona parola da parte nostra ti farebbe comodo … che dici?”
Semir ascoltava l’interrogatorio  in disparte e lasciò che Ben  conducesse l’interrogatorio
“Werner stava cercando di rientrare nel giro dello spionaggio, ha usato  la ‘ Bright Light’ per diventare un punto di smistamento di  informazioni. Io ogni volta che scoprivo qualcosa che poteva essere interessante, attraverso i miei canali di informatori lo riferivo a Werner; gli passavo nomi, intercettazioni , documenti”
“Che ne faceva?”  incalzò Ben
“Non glielo ho chiesto,  io gli davo informazioni e lui buste piene di soldi.”  rispose Muller
“Ti ha mai accennato ad un ‘Codice Due Facce’ ?” continuò Ben
“Quello che sto facendo in gergo delle spie si chiama scambio … se volete il resto … dovete sganciare …. Perché non parlate con il mio avvocato?” ribatté spavaldo Muller
“Senti Muller” disse stizzito Ben avvicinandosi molto all’uomo che stava interrogando ”E’ meglio che collabori o dalla galera stai sicuro che ci uscirai solo con indosso un bel soprabito di acero …”.
“Vuoi dire da morto? Dentro una bara? La fai facile Jager vero? …. io ti ho salvato la vita ti ricordi di quella operazione? … e tu …. mi hai sbattuto in galera .Ti sei dimenticato di me e ora pretendi che resti tuo amico? Il tuo amico nanerottolo non sa che potrei dire diverse cose sull’immacolato Ben Jager, cose che abbiamo visto e fatto.” e quest’ultima frase la disse voltandosi verso Semir.
“Vai al diavolo Muller …”disse Ben alzandosi dalla sedia , poi aprì la porta e ne uscì sbattendola violentemente
“Puoi anche andartene Jager, ma io  ti ho salvato la vita e adesso è mia!!! ” gli urlò dietro Muller.
Semir che fino ad allora era stato a sentire l’interrogatorio in disparte non capì il significato di quella frase né tantomeno cosa volesse dire e a cosa si riferisse, comunque uscì anche lui dalla stanza.
“Dieter” chiamò Semir “riporta quel Muller in cella”
Il piccolo turco poi si avviò al suo ufficio dove già stava Ben.
Era alla finestra, guardava fuori, lo sguardo perso chissà dove e ancora si mordicchiava il dito della mano.
”Tutto okay , socio?” gli disse entrando Semir
”Mmmm” fu la laconica risposta di Ben.
”Che voleva dire Ben con quella frase Muller? ‘la tua vita adesso è mia’ …” chiese Semir
”Lascia perdere, sono solo cazzate di un avanzo di galera … dai che fra un po’ è ora di cena, e dobbiamo prima compilare i rapporti ” e voltandosi verso l’amico  e facendo finta che non fosse successo nulla si sedette alla scrivania e cominciò a redigere rapporti e  così Ben troncò qualsiasi  altro discorso .
”Si vero”disse Semir “Ci penseremo domani.”
Ma in cuor suo Semir era preoccupato; Ben difficilmente usava espressioni tipo ‘sono cazzate’ o ‘avanzo di galera’ … non gli assomigliava neanche lontanamente.
”Forse il fatto che era suo amico lo avrà sconvolto” si ritrovò a pensare il piccolo ispettore
Poco dopo il cellulare del piccolo turco suonò.
“Semir sono Hartmut, sono  a casa di Werner con la squadra abbiamo trovato un cassaforte dietro ad un quadro. Dentro ci sono una serie di cd, chiavette USB … ti saprò dire di più quando avrò esaminato i reperti alla scientifica”.
“Okay, grazie Einstein, ci sentiamo domani” rispose Semir.
“Hey socio” disse il piccolo ispettore “ Hartmut ha trovato delle cose interessanti  a casa di Werner”
“Mmmm” disse  ancora Ben senza alzare nemmeno lo sguardo all’indirizzo di Semir; qualcosa turbava il ragazzo si ritrovò a pensare Semir, si, ma cosa?
 

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Capitolo 4
*** Solo amici ***


 
SOLO AMICI
 
Erano le sei di sera quando Ben pigiò il pulsante dell’ascensore del palazzo dove abitava; di solito prendeva le scale per salire fin su all’ultimo piano dell’edificio, ma questa volta no.
Ben si sentiva stanco, svuotato, ma non fisicamente, stava male dentro.
Dopo una manciata di secondi d’attesa le porte dell’ascensore si aprirono, Ben entrò e premette il tasto corrispondente al piano dove abitava.
Mentre saliva il giovane ispettore si guardò allo specchio presente nell’ascensore e quando vide la sua immagine riflessa, la sua testa formulò uno strano pensiero
 “Chi sei veramente Ben Jager ? ” 
Pochi istanti dopo le porte dell’ascensore si aprirono e Ben, prese le chiavi, entrò nel suo appartamento.
Appena chiusa la porta alle sue spalle Ben si tolse le scarpe, buttò le chiavi sopra un tavolino e si avviò verso il bagno; quindi levò i vestiti li ripose nel cestone della biancheria ed entrò in doccia.
Mentre l’acqua scorreva si ritrovò a pensare a Muller e a quella maledetta operazione di polizia.

“Andreas sono Ben” disse il giovane poliziotto dell’LKA al suo collega all’altro capo del telefono
 “Ho ricevuto una soffiata da un informatore diceva che le persone che cerchiamo sono al vecchio aeroporto civile quello appena fuori Colonia, io vado a dare un’occhiata”
“Ben aspetta i rinforzi, non andare da solo, magari è una trappola, io sarò li fra cinque minuti” rispose Andreas
Ma Ben non diede retta al suo collega e dopo aver aspettato più di dieci minuti si addentrò dentro un piccolo hangar.
La soffiata si rivelò una trappola e Ben sarebbe morto se Muller non fosse arrivato appena in tempo a levare Ben dalla linea di fuoco
Ci fu poi uno scontro a fuoco tra i due poliziotti dell’LKA e alcuni malviventi e Andreas seppur lievemente rimase ferito.
Tuttavia i criminali riuscirono a scappare e solo perché Andreas aveva conoscenze molto influenti non fu avviato un procedimento disciplinare a carico dei due poliziotti e la cosa fu in qualche modo insabbiata.
Ben sapeva che l’amico non era uno  stinco di santo, a volte per estorcere confessioni o altro Muller usava metodi non proprio ortodossi, ma Ben non se l’era mai sentita di denunciarlo ai suoi superiori: lui e Andreas avevano fatto una specie di patto; patto che poi fu sciolto dopo aver scoperto che Andreas aveva rapporti con persone riconducibili al terrorismo internazionale.


Ben uscì dalla doccia si asciugò, si vestì velocemente, uscì di casa e salito sulla sua Mercedes si avviò verso l’abitazione di Semir.
“Prendere aria e vedere ‘la mia famiglia’ mi farà bene” si ritrovò a pensare
Il giovane poliziotto arrivò puntualissimo, a casa Gerkhan.
 Appena Semir aprì la porta dietro di lui comparve Aida ”Zio Ben !!!!” urlò felice la bimba e gli saltò in braccio. 
Ben la prese al volo, la baciò sulla guancia e poi la fece scendere ”Ciao principessa come stai?” disse affettuosamente
”Aida fai entrare  Ben e lascia che saluti anche  noi …” disse Semir e aggiunse “vieni andiamo in cucina che ti presento la sorella di Tom”
Nadja Kranich stava dando una mano in cucina e stava amabilmente conversando con Andrea.
”Nadja“ chiamò Semir con Ben accanto
Appena la ragazza si girò Ben rimase a bocca aperta mentre Nadja, come se niente fosse accaduto si avvicinò ai due ispettori.
”Ma tu sei …” disse un allibito Ben
”Vi conoscete? “ disse  stupita Andrea
”Si “ rispose Nadja “ci siamo conosciuti al concerto di ieri sera. Comunque è un piacere: Nadja, Nadja Kranich.”  e  scherzosamente porse la mano a Ben
”E io sono Ben, Ben Jager, anche se il nome lo sai già …” replicò il giovane stringendo la mano della ragazza
”Si e quando mi hai dato il biglietto da visita ho capito subito chi eri …” ma volutamente la ragazza non finì la frase
“Forza mettetevi a tavola che fra un po’ si cena” disse Andrea

La serata fu piacevole, si parlò del più e del meno e Ben  venne a conoscenza che Nadja era infermiera nel reparto di rianimazione del principale ospedale di Colonia e che in quel momento tra i degenti c’era anche Jurgen Werner il superstite dell’incidente dell’autostrada.
Verso le dieci Andrea decise di mettere a letto le bimbe, per loro si era fatto tardi e l’indomani sarebbe  stato il giorno della partenza per la villeggiatura
“Bambine è ora di andare a letto, salutate gli ‘zii’ e poi tutte a nanna” disse Andrea
“Zio Ben” disse teneramente Aida “ci canti la ninna nanna?”
“Se mi promettete che poi dormite subito senza fare arrabbiare la mamma, più che volentieri” rispose il giovane
Così poco dopo le dieci Ben mise a letto le bambine cosa che a lui non dispiaceva, visto che adorava le figlie di Semir e poi dopo averle addormentate cantando loro una ninna nanna tornò dai suoi amici.

Immancabilmente si parlò anche di Tom che per Semir più che un partner era stato quasi un fratello maggiore, ma la presenza di Nadja fece pesare meno l’assenza dell’ex socio anche perché ora a fianco di Semir c’era Ben che il piccolo ispettore ormai considerava come un terzo figlio
A fine serata Ben ringraziò la padrona di casa e salutò Semir.
L’indomani sarebbe stata una lunga giornata.
“Vado anche io” disse Nadja
”Ti accompagno se vuoi” propose Ben
”Ti puoi fidare “disse divertito Semir
E così dopo aver salutato tutti Ben e Nadja si accomiatarono dai coniugi Gerkhan

Ben fece salire Nadja sulla sua Mercedes e dopo aver chiesto dove abitava si avviò verso l’abitazione della ragazza.
”Tu e Semir siete molto affiatati” esordì Nadja.
”Si Semir è il mio migliore amico, ci si affeziona a quel piccolo turco, lui mi ha salvato molte volte la pelle …”  disse Ben
”Semir morirebbe per i suoi partner è la bontà in persona” disse Nadja ”ma anche tu, da quanto mi ha raccontato Semir non esiteresti a morire per lui, mi ha raccontato di quella volta che eravate stati infettati da un virus e hai fatto in modo che l’antidoto lo prendesse prima lui di te …”.
Poco dopo Ben fermò la macchina sotto casa di Nadja.
 ”Beh …  buona notte Nadja, è stato un piacere ‘riconoscerti’  e spero di rivederti ancora, magari solo noi due”  disse sfacciatamente Ben
Nadja abbozzò un sorriso e abbassò lo sguardo, Ben l’aveva un po’ spiazzata, il giovane ispettore se ne rese subito conto e quindi si affrettò a dire
“Posso farti una domanda personale?”.
 ”Si certo” rispose la ragazza
”Quando ieri sera ti ho detto che ero un poliziotto …”
”So dove vuoi arrivare” lo interruppe Nadja e continuò il suo discorso
”Ecco vedi io e Tom eravamo molto legati, molte volte lui è finito all’ospedale ed io ero sempre in ansia, il lavoro che faceva , che anche tu fai … lo vedevo uscire alla mattina e mi ritrovavo a pensare ‘tornerà?’ e un giorno purtroppo non è più tornato … “
Alla ragazza venne il magone al ricordo del fratello, ma trovò lo stesso la forza di continuare
“Devo essere sincera con te Ben, tu lo meriti perché sei una persona sincera, leale e onesta, lo vedo dai tuoi occhi  e lo pensa anche Semir altrimenti non ti avrebbe scelto come suo partner;  tu mi piaci molto e a quanto pare anche tu … ma non voglio rivivere quei momenti … è stata dura , anzi chissà se mai riuscirò a superare quel dolore,  se capitasse di nuovo … “.
”Certo ti capisco …” disse un afflitto Ben.
Nadja aprì la portiera della Mercedes  e scese
 ”Amici?” chiese la ragazza avviandosi verso l’uscio di casa
”Certo, buona notte Nadja” rispose un po’ avvilito Ben
”Buona notte Ben e grazie per il passaggio ”
”Almeno me lo dai il tuo numero di telefono? Magari andiamo al prossimo concerto dei Nickelback insieme …” chiese speranzoso Ben
La ragazza tornò sui suoi passi e gli sorrise
”Hai carta e penna ?” domandò
”Certo!”
I due ragazzi si scambiarono i numeri di telefono e poi Nadja si accomiatò dal giovane poliziotto

Il giorno seguente Ben e Semir lo passarono in ufficio a compilare rapporti, le loro indagini su Jurgen Werner erano ad un punto morto, almeno fino a che Hartmut non avesse trovato qualcosa di interessante sui reperti trovati a casa del rapito e ne avesse estrapolato qualcosa di interessante
 “Semir” disse esasperato Ben ”Ho bisogno di un po’ d’aria, son  quattro ore che sto a compilar rapporti, senti vado a trovare Nadja all’ospedale … magari Werner si è svegliato …”.
”Attento a non scottarti … ” disse sorridendo Semir senza alzare gli occhi dal suo PC
”Ho un’ottima crema protettiva socio” disse sogghignando Ben “Ci vediamo fra un’oretta.”
E uscì.
”Altro che crema protettiva sta arrivando un temporale … sono appena le undici e sembra notte … ” disse tra sé Ben e in quel momento un lampo illuminò a giorno il cielo di Colonia.

Intanto in una stanza del reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Colonia , Nadja Kranich stava controllando i monitor dove era attaccato il ferito dell’autostrada, quando ad un tratto sentì un fragoroso tuono e le luci della stanza e del corridoio si spensero
Nadja aspettò qualche secondo che si attivassero le luci d’emergenza presenti nel corridoio, ma queste stranamente non entrarono in funzione, fortunatamente le apparecchiature dove stavano attaccati i degenti erano provvisti di batterie autonome altrimenti il blackout sarebbe stato per loro fatale
Nadja stava per uscire dalla stanza di Werner quando nel corridoio sentì un po’ di trambusto e si fermò con la mano sospesa sulla maniglia della porta: quei rumori non le piacquero per niente e le sembrò di sentire anche delle voci soffocate
Quando tornò il silenzio Nadja decise di uscire nel corridoio, si guardò attorno e complice anche il buio, non vide anima viva.
“Ma che fine hanno fatto tutti?” pensò tra sé
La ragazza provò anche a chiamare la guardia che piantonava l’ingresso del reparto , ma non ricevette risposta il reparto sembrava deserto.
Istintivamente cercò a tastoni l’interruttore della luce, cominciava ad avere un po’ di paura di quel buio improvviso e nel corridoio regnava il silenzio più assoluto
Senti un lieve fruscio dietro di lei, stava per urlare, ma una mano le tappò la bocca.
 

 

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Capitolo 5
*** Non può essere vero ***


 
NON PUO’ ESSERE VERO

Su Colonia si stava abbattendo un autentico nubifragio, accompagnato da lampi accecanti e fragorosi tuoni e nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale della città una spaventatissima Nadja Kranich era appena stata messa a tacere da una mano sconosciuta sbucata alle sue spalle nella quasi totale oscurità.
Nadja era terrorizzata, ma quando la voce parlò si tranquillizzò un po’
“Calmati Nadja sono Ben, stavo venendo da te e ad un tratto la luce si è spenta e ti ho sentita chiamare  … la guardia … è morta ….” gli disse piano.
“Come morta ?“ disse trasecola Nadja che ora aveva di nuovo molta paura, ma riuscì comunque a formulare un’altra domanda “Pensi possa essere coinvolto Werner ? ”
La ragazza ebbe appena il tempo di finire la frase che dalla parte opposta del corridoio qualcuno cominciò a sparare .
“Vieni nascondiamoci presto …” urlò tra gli spari Ben che prese di peso Nadja, fece in modo che le fosse dietro le spalle e rispondendo al fuoco e indietreggiando entrarono in una stanza lungo il corridoio.
Ben continuò a sparare nella direzione da cui provenivano i colpi fino a quando non si sentì  un urlo e poi gli spari cessarono: il poliziotto aveva colpito mortalmente un malvivente.
Pochi istanti dopo fu ripristinata la luce e fecero la comparsa alcune guardie della sicurezza richiamate dagli spari.
Ben a scanso di equivoci con le mani alzate e il tesserino in bella vista si identificò.
“Sono l’ispettore Ben Jager della polizia autostradale”
“Può abbassare le mani ispettore” disse una delle guardie “state tutti bene?”
E in quel momento da una delle porte del corridoio si sentirono alcune invocazioni d’aiuto: il resto del personale del reparto era stato rinchiuso in uno sgabuzzino.
Appena ritornò la calma nel reparto il giovane ispettore tornò nella stanza dove avevano trovato riparo lui e Nadja. La ragazza si era accucciata in un angolo con le mani nelle orecchie e la testa sulle ginocchia, piangeva e tremava terrorizzata
Ben si avvicinò con cautela  a Nadja l’aiutò ad alzarsi e l’abbracciò “E’ tutto finito ….”  E poi chiamò il suo socio al distretto

Pochi  minuti dopo arrivò Semir e vide che Nadja stava medicando Ben
“Hey socio, ma che fai sanguini?” disse il piccolo ispettore e Ben guardandosi il braccio rispose ”Non ho tempo di sanguinare socio … e poi è solo un graffio”
Semir alzò gli occhi al cielo, ma poi replicò “Comunque state bene? Sai chi era?”
“Non so nemmeno se era solo o no, ma direi che potevano essere anche tre o quattro o anche di più visto che l’intero personale tranne Nadja è stato rinchiuso in uno sgabuzzino e imbavagliati”
“Si” disse Semir annuendo
“Ho frugato nelle tasche e guarda cosa ho trovato: un badge della ‘Bright Light’ ” disse di nuovo Ben “Se vuoi uccidere qualcuno, lascia a casa il tesserino, almeno che … o quest’uomo non era una cima o c’è qualcos’altro sotto”
“Vado a fare due chiacchiere con il caro signor Matthias” propose Semir.
”Vengo con te …  aspetta che Nadja mi medichi la ferita“ ribatté Ben
”No Ben, è meglio che tu accompagni a casa Nadja e dopo che ti avrà anche messo un paio di punti di sutura sul braccio …” disse Semir
“Ok socio, per una volta penso che farò quello che dici tu senza discussioni” replicò Ben

Poco dopo Semir irruppe come una furia nell’ufficio di Matthias che stava seduto nel divanetto del suo ufficio a sorseggiare un caffè.
Senza tanti convenevoli Semir si avventò sul dirigente della ‘Bright Light’ e prendendolo per il bavero lo alzò di peso e gli urlò contro
“Abbiamo identificato l’uomo che ha cercato di uccidere Werner e non dica che non ne sa niente, perché è nel suo libro paga: addosso aveva il badge della ‘Bright Light’ !”
“Ho tenuto quel vecchio sul libro paga per anni e lui mi ripaga facendo un lista ‘Due Facce’?” disse rabbioso Matthias.
Semir colpì  con un pugno il dirigente della ‘Bright Light’  e lo fece finire a terra.
“Lei non si sarebbe fatto scrupoli a uccidere  l’infermiera e il mio collega …  è uno schifoso bastardo, li avrebbe uccisi solo per queste stupide leggende di spionaggio?” Semir era paonazzo.
“Pensavamo che a quell’ora non ci fosse nessuno, avevo calcolato tutto . Questa storia è più grande di lei ispettore , anzi più grande di tutti noi “ disse il dirigente alzandosi da terra e continuò
“Certo una lista ‘Due Facce ‘è solo una lunga lista di agenti doppiogiochisti,  ma dicono che chi sa leggerla o arriverà a leggerla  … si potrebbe mettere in scacco i servizi segreti  di tutti i paesi, la sicurezza mondiale potrebbe essere compromessa seriamente”.
“Ma se sostengono che questa lista non esiste? Sono parole sue o no? Non ha detto lei che sono fesserie di un vecchio moribondo?”  Semir stava perdendo la pazienza.
“Certo , ma chi correrebbe un rischio del genere eh? … io no di certo e nemmeno i suoi superiori ! “ e sistemandosi la cravatta e la giacca Matthias continuò arrogante
“E mi dica una cosa ispettore Gerkhan, come mai non sono ancora in manette? Glielo dico io! Perché dal  procuratore ha avuto ordine di non arrestarmi. Se Werner ha veramente stilato quella lista e intende vuotare il sacco, magari con la stampa o con le televisioni dell’intero pianeta, quando sarà morto staremo tutti più tranquilli , ispettore …”.
“Non creda di cavarsela così …” disse quasi ringhiando Semir.

Semir si ritrovò poco dopo solo in ufficio con la Kruger, Ben aveva accompagnato a casa Nadja dopodiché era andato a casa , la ferita al braccio gli faceva male.
“Commissario” esordì Semir  “pensa che questa storia sia vera? Dico la lista, secondo lei esiste?”
Semir era spaesato non sapeva più cosa pensare.
Il commissario fece cenno al suo sottoposto di sedersi e continuò a parlare
“Una cosa è certa Gerkhan , la procuratrice Schrankmann non ci ha concesso il mandato d’arresto per Matthias ” disse una sconsolata Kim Kruger.
All’improvviso la porta dell’ufficio della Kruger si  spalancò.
”Hartmut … mapporca … bussare no? ” disse Semir.
Ma l’espressione che aveva in volto Hartmut pietrificò tutti: era a dir poco sconvolto.
“Ho … ho …”  balbettò Hartmut.
“Si sieda Hartmut”  disse la Kruger alzandosi dalla poltrona, aveva notato anche lei l’espressione smarrita del giovane scienziato dai capelli rossi
“No, no … Semir … io … ho …”
Hartmut prese un fazzoletto dalla tasca del suo grembiule e se lo passò sulla fronte visibilmente sudata
“Hartmut per favore siediti e calmati …” cercò di tranquillizzarlo Semir pensando a cosa potesse aver così sconvolto il collega della scientifica e alzandosi andò vicino al giovane scienziato
“Sono riuscito  a decifrare i files presenti nel cd che ho trovato a casa di Werner …. “ riuscì finalmente a dire Hartmut.
“E allora?” fece la Kruger “per la miseria Hartmut!” il commissario cominciava ad agitarsi e a spazientirsi
“Ecco!” e porse i fogli alla Kruger.
Dopo pochi secondi la Kruger sbiancò e sentì il bisogno di sedersi .
“O mio Dio …” disse poi alzando lo sguardo e incrociando quello dell’ispettore
“Capo ?’“ disse un preoccupatissimo Semir.
”Non posso crederci “ disse la donna e porse i fogli a Semir
Il piccolo ispettore lesse i fogli che gli aveva consegnato la Kruger; era la famigerata lista ‘Due Facce’:

Lista Agenti Segreti Doppiogiochisti presenti in Germania

Agente inglese del Mi6,  servizi segreti  britannici Gary Norman ex agente di Scotland Yard al servizio dei russi

Agente del Kgb dei servizi russi Andriy Popov  ora “dormiente” in quanto in attesa di nuovi incarichi al servizio dei sudcoreani

Agente francese Jean Bernard in servizio alla DGSE agenzia di spionaggio francese al servizio dei sudcoreani

Agente americano della Cia - Stati Uniti Jason Smith al servizio dei cinesi

Agente americano dell’FBI - Stati Uniti  Edward Grant al servizio dei russi

Andreas Muller ex agente dell’LKA arrestato per terrorismo e poi evaso al servizio dei cinesi

Agente tedesco Ben Jager in servizio prima come agente dell’LKA poi passato alla polizia autostradale al servizio dei servizi segreti cinesi

Agente …….

Appena lesse il nome di Ben, Semir si sentì sprofondare in un baratro e sentì il bisogno di sedersi, le gambe non lo reggevano più
… non era possibile …
… non poteva credere … 
… i suoi occhi lo stavano ingannando …
Su quella lista figurava , a detta sua,  il ragazzo più  dolce , premuroso, leale e sincero che conoscesse.
Ben Jager non poteva figurare in quella lista
Ben Jager non poteva essere una spia doppiogiochista
Ben Jager non poteva essere un traditore della Patria.
Non il Ben Jager che conosceva lui.

Semir si sentì montare su una rabbia incontrollabile , alzò lo sguardo e incrociò gli occhi della Kruger
“E’ a casa sua …” e si catapultò fuori dall’ufficio facendo finire a terra un già atterrito Hartmut.
Chi non si fece prendere dal panico fu il commissario Kruger che si mise subito a correre dietro al suo ispettore e riuscì a salire sulla BMW giusto un attimo prima che Semir partisse.
”Capo è meglio che scenda “ disse laconico Semir
”Gerkhan stia zitto e guidi” le rispose perentoriamente la Kruger ”Vorrei evitarle di fare sciocchezze”.

Per tutto il tragitto Semir pensò a tutti quei giorni di quei cinque anni in cui lui e Ben erano stati assieme: avevano rischiato la vita insieme e ognuno avrebbe dato la vita per l’altro.
Pensò a quella volta che Ben  aveva lasciato che Semir  prendesse per primo l’antidoto contro il virus Pandora , perché non avrebbe voluto vederlo morto.
Ricordò quel ragazzo che si fece disarmare e sparare in pieno petto perché non voleva che la  sua famiglia vivesse senza di lui.
Quel ragazzo che adesso scopriva essere una spia al servizio dei cinesi.
Inaspettatamente si ritrovò a pensare “Maledetta quella volta che sei uscito vivo da quella bara ...”.

Semir e la Kruger arrivarono sotto casa di Ben scesero dall’auto e suonarono il suo campanello
“Chi è?” chiese tranquillo Ben.
“Sono io Ben, apri …”  disse senza lasciar trapelare nulla Semir e la serratura del portone scattò.
Semir e il commissario salirono le scale e prima di entrare nell’appartamento di Ben il piccolo ispettore parlò sottovoce al suo superiore
“Commissario aspetti fuori dall’appartamento la prego, devo parlargli da solo” disse Semir
“Come vuole Gerkhan, ma l’avverto appena sentirò che la situazione degenera non esiterò ad entrare” disse sicura la Kruger.
Semir trovò la porta dell’appartamento di Ben aperta ed entrandovi disse “Permesso? Ben dove sei ? ”
“Sono in cucina socio entra” rispose Ben, intanto Semir lasciò volutamente socchiusa la porta, il suo socio non avrebbe potuto accorgersene perché l’entrata non si vedeva dalla cucina in cui in quel momento si trovava Ben
Appena Semir vide Ben lo guardò dritto negl’occhi: era il solito Ben
“Mi stavo facendo un caffè” esordì Ben “ne vuoi?”
“Hartmut ha decifrato i files trovati a casa di Werner …” disse Semir senza tanti preamboli
“Bene … ” rispose il ragazzo notando come Semir era arrivato subito al motivo della sua visita
“Allora? Che ha scoperto il nostro Einstein ”  ma Ben vide anche che qualcosa nell’espressione del suo socio non andava
“La lista ‘ Due Facce’ esiste …” disse freddo Semir sempre guardando Ben negli occhi
“Semir” disse con un mezzo sorriso Ben “ Mi stai tenendo sulle spine … devo levarti le informazioni dalla bocca con le pinze, si può sapere che ti piglia?”
“Sai in quella lista figurano spie di svariati paesi: nomi, cognomi, paesi di appartenenza ...”
“Semir” disse spazientito Ben “ arriva al sodo!”
“In quella lista c’è Andreas Muller” disse il piccolo ispettore
“Andreas?? “ rispose Ben corrugando la fronte
“Già e c’è di più” e istintivamente Semir mise la mano sopra la fondina e la cosa non sfuggì a Ben
Semir tuttavia continuò “Mi spieghi” e il suo tono si alterò improvvisamente “Perché c’è il tuo nome in quella lista? Dice che sei una spia al servizio dei cinesi!!!!”

Ben non proferì parola, e a quella rivelazione non batté ciglio anzi abbassò lo sguardo quel poco che bastò per vedere che Semir aveva tolto il bottone a pressione della fondina
Semir stava per estrarre la pistola quando improvvisamente Ben lo spinse contro il bancone della cucina e lo fece finire a terra quindi il giovane si catapultò fuori dalla porta finestra.
“Ben, fermati torna qui” urlò Semir e il commissario che fino ad allora era restata fuori dall’appartamento fece irruzione pistola in pugno
”E’ scappato dalla porta finestra” disse Semir rialzandosi da terra e vedendo arrivare la Kruger, poi alzandosi corse  fuori nella terrazza in tempo per vedere il suo , ormai ex collega , che scappava sui tetti dei palazzi vicini.
Quindi si lanciò all’inseguimento di Ben seguito da un’inarrestabile Kim Kruger.

Ben correva all’impazzata sui tetti di Colonia.
“Fermati … Ben … fermati  o sparo” gli urlò dietro Semir.
Ma Ben non accennava a fermarsi. 
Fu allora che Semir  prese la mira e sparò. 
Ben cadde a terra colpito di striscio ad una gamba.
Come una furia gli si avventò contro Semir, gli piantò un ginocchio in mezzo alla schiena gli prese le braccia e lo ammanettò.
”Ben Jager sei in arresto” disse il piccolo ispettore turco e lo prese rabbiosamente per i capelli e lo costrinse a mettersi in ginocchio davanti a lui: ora si guardavano dritti negl’occhi.
“Dammi una ragione per cui non dovrei spararti … “ continuò Semir
Il piccolo ispettore turco aveva gli occhi furiosi e allo stesso tempo tristi, mentre quelli di Ben erano fieri e decisi.
”Maledetto bastardo” gli urlò contro ”Cinque anni … cinque anni della mia vita insieme … ti consideravo un figlio … ti ho affidato la mia vita , le mie figlie, Andrea … lurido porco …”
Detto questo lo colpì violentemente in volto con il calcio della pistola  spaccandogli un labbro.
”Ora basta Gerkhan.” urlò la Kruger.
”E’ meglio che me lo tolga di torno, commissario, potrei fargli un bel buco in testa …”
La Kruger portò via Ben. 
Semir restò solo a guardare la città e mentre una lacrima solcava il suo viso disse
”Ben … perché?”.

 
 Nota dell’autrice : spero di non avervi scioccato troppo con questo capitolo: Ben arrestato e picchiato dal suo migliore amico, ma come dar torto a Semir e se state pensando che “peggio di così non può essere” … Beh come diceva Tom Kranich … “al peggio non c’è mai limite”
Grazie ancora per la lettura, la storia riserverà molte sorprese … un abbraccio a tutti recensori e non (E grazie ancora una volta alla mia stupenda e cobrissima beta se la storia è leggibile è anche merito suo…)
CHIARABJ

 

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Capitolo 6
*** Faccia a faccia ***


FACCIA A FACCIA

Il nubifragio che poche ore prima imperversava sul cielo di Colonia aveva lasciato spazio ad un timido sole, ma una metaforica tempesta di enormi proporzioni si era appena abbattuta sul distretto della polizia autostradale dove prestava servizio Semir. 

Dopo il suo arresto Ben entrò al distretto in manette, sotto gli occhi atterriti dei suoi ormai ex colleghi.
Susanne appena lo vide si portò una mano alla bocca e non riuscì a trattenere le lacrime, mentre il commissario Kruger lo conduceva verso la stanza degli interrogatori.
Il ragazzo passò davanti anche a due attoniti Dieter e Jenny, per loro Ben  non era solo un collega: era l’amico fidato di tutti.
Dieter era scuro in volto: rabbia e delusione ebbero il sopravvento e appena Ben gli fu vicino Dieter lo prese per un braccio e gli disse:
“Ben che storia è mai questa? Come possono accusarti di una cosa del genere? Non puoi essere un traditore! Ben … rispondi maledizione!!”
Ben e Dieter si guardarono negl’occhi e per un attimo lo sguardo fiero di Ben ebbe un lieve cedimento, il ragazzo scosse leggermente il capo e a Dieter sembrò che Ben pronunciasse un ‘mi dispiace’.

Il giovane ispettore si trovò così ad essere nella stanza che spesso frequentava, ma non in veste di chi conduce l’interrogatorio, ma dalla parte dell’indiziato.
Ben si sedette al tavolo: davanti a lui una sconcertata Kim Kruger.
Per un attimo lo sguardo di Ben si posò sul grande specchio appeso ad una parete della stanza “Sicuramente sei lì dietro vero Semir?” pensò tra sé e sé
E infatti era così.
Dietro a quell’enorme specchio c’era un sempre più deluso e triste Semir.
Vicino al piccolo ispettore c’era anche Nadja Kranich ; era stato proprio Semir a chiamarla, era sconvolto voleva confidarsi con qualcuno della ‘famiglia’ che però non fosse Andrea, sarebbe stato un colpo troppo forte sia per lei che per le bambine.
Semir si ritrovò a pensare che era una fortuna che la moglie e le bimbe fossero  in villeggiatura, come avrebbe reagito Andrea se avesse saputo che avevano aperto le porte della loro casa ad una  serpe per cinque anni?
Il piccolo ispettore guardava il suo ormai ex socio da parecchio tempo e finalmente dopo tanto dolore e rimurginazioni , le lacrime cominciarono a scendere.
”Non è Ben” si trovò a pensare a voce alta ”quello è un sosia, non può essere il più dolce e caro amico che abbia mai avuto dopo tuo fratello … è un bene che non gli abbia  mai detto dove sono Andrea  e le bimbe in vacanza”.
Nadja mise una mano sulla spalla di Semir che continuò
”Quel bastardo … cinque anni  … ti rendi conto ? Cinque anni senza sapere chi è veramente … vorrei tanto che Tom fosse qui, lui saprebbe cosa fare … ”
“Semir , ma non pensi che potrebbe …” disse la ragazza cercando di confortarlo.
Ma Nadja non riuscì completare la frase, Semir si girò di scatto verso di lei con gli occhi iniettati di sangue, uno sguardo che le fece paura.
”Potrebbe essere cosa? Eh?...” disse furioso.
Nadja era spaventata gli occhi di Semir sembravano volessero lanciare fiamme.
”Beh  ecco …” non sapeva se dirgli o no ciò che pensava ….
”Allora?..” il tono di Semir si fece ancora più duro.
La ragazza si trovò a pensare chi aveva davanti, trasse un profondo respiro e timidamente disse:
“Beh  ecco … per quel che ho potuto vedere a casa tua ieri sera … come guardava e coccolava le tue figlie, il suo fare affettuoso con Andrea … siete la sua famiglia, non potrebbe mai farvi del male … e poi all’ospedale … mi ha salvato la vita poteva uccidere Werner lui stesso … aspettare che andassi via … non credi? …”.
”ADESSO PIANTALA CHIARO!!!” le ringhiò contro Semir e continuò sempre più rabbioso  “Giuro che se riuscirà ad uscire vivo dalla galera e ne dubito fortemente …   stai sicura che lo ammazzerò io …”
“SEMIR!!!!”
La ragazza era sconvolta; non poteva credere ad una cosa del genere.

Nadja conosceva Semir da una vita e aveva conosciuto Ben prima ancora di incontrarlo personalmente attraverso i suoi racconti .Da questi aveva sempre dedotto che l’arrivo di Ben al Comando  fosse una benedizione per Semir.
Nadja era del parere che Semir avesse  trovato in Ben il partner ideale  dopo la morte del fratello ed era sicura che se Tom avesse conosciuto Ben avrebbe approvato appieno la scelta: Ben aveva tutte le caratteristiche per essere il miglior sostituto di suo fratello.
La ragazza inoltre aveva una strana sensazione, secondo lei qualcosa non quadrava, ma cosa? Se lo sentiva dentro le ossa
“Semir” disse con calma “è meglio se vado, se hai bisogno … “.
Semir , che era tornato a guardare la stanza degli interrogatori , non le diede nemmeno retta e Nadja uscì dal Comando sconsolata e con le lacrime agli occhi.

Intanto il commissario Kruger stava interrogando Ben.
”Jager sa che è accusato di essere una spia al servizio dei cinesi? Sa cosa vuol dire? Cosa rischia?” la donna parlò con calma, ma in cuor suo era furiosa e delusa.
“Un vecchio rimbambito in cerca di fama e di gloria inventa una storia e voi credete a lui piuttosto che a me?” disse un fiero Ben.
La Kruger che stava seduta dall’altra parte del tavolo si sporse verso Ben.
“Jager le dico cosa faremo: da questo preciso momento indagheremo su di lei, passeremo al  setaccio tutta la sua vita, conti in banca , carte di credito, tutto … almeno che lei  non ci dica qualcosa per non farci perdere tempo”.
Semir che aveva assistito all’interrogatorio fino a quel momento da dietro lo specchio entrò nella stanza si avventò su Ben e dopo averlo preso per il bavero lo scosse violentemente.
“Per quanto tempo ci hai mentito eh? Da quanto sei uno schifoso traditore?” gli urlò in faccia il piccolo ispettore
“Dall’inizio Semir è questo che fa una spia” disse Ben con una calma sconcertante.
“Tu non sei una spia , sei uno sporco traditore … tutte quelle cazzate … fiducia … io ti ammazzo”.
E gli diede un pugno così forte da fargli sanguinare il naso.
”Gerkhan esca immediatamente, maledizione ….” urlò la Kruger alzandosi e sbattendo le mani sul tavolo e così fu.

Il commissario visto che il naso di Ben stava sanguinando gli si avvicinò e gli levò le manette
Ben si portò la mano al naso, stava sanguinando copiosamente, ma nemmeno questo smosse il suo atteggiamento da persona spavalda e sfrontata.
La Kruger gli porse allora un fazzoletto, poi continuò il suo interrogatorio.
“Chi ha fatto rapire Werner? E perché volevano farlo fuori?”
”Cosa ci guadagno a collaborare?” disse Ben con un tono di sfida
E nella stanza calò il gelo.
“Inizi a parlare poi vedremo” disse con finta calma il commissario “ ma l’avverto Jager questo suo atteggiamento non le gioverà … e la mia pazienza si è esaurita da un pezzo”
Tra i due si era accesa una specie di sfida dove nessuno avrebbe ceduto.
“Sa di una cosa mi dispiace” continuò la Kruger  “Gerkhan non meritava di essere tradito dalla persona che più di altri al mondo si fidava, spero che quando le daranno l’ergastolo …” ma fu interrotta da Ben
“Io e Andreas Muller abbiamo fatto l’accademia insieme, io avevo accesso agli archivi perché mi erano state affidate delle mansioni che richiedevano l’uso di alcuni software che io conoscevo bene. Muller mi ha chiesto dei favori che all’inizio non sembravano  granché, poi  con gli anni visto che ero diventato ispettore della polizia e avevo accesso anche ai database, mi ha chiesto una serie di  files, poi delle  password e così sono diventato una spia per i cinesi”.
“Molto bene Jager, allora mi dica come ci si sente a tradire il proprio paese?”
La Kruger era interdetta e la sfrontatezza del ragazzo cominciava a farle venire su i nervi
“L’ho fatto perché dopo l’esperienza nell’LKA ho smesso di credere  e di aver fiducia in tante cose” si giustificò il giovane
“Ci sono altre persone coinvolte, Jager?” incalzò la donna
“Muller è il mio tramite , non ho mai conosciuto nessun altro di persona, e nemmeno conosco i loro nomi” disse Ben

Una mezz’ora dopo Dieter e Jenny andarono a prendere dalla cella del distretto Andreas Muller per portarlo nella stanza degli interrogatori.
”Vieni per te la festa è finita ti aspetta la galera a vita …” disse Dieter aprendo la cella e ammanettando Muller
”Hey un momento” disse l’uomo “avevamo un accordo io ho collaborato … “.
“Ma che dici hai fatto rapire tu Werner hai voluto tu che la lista ‘Due Facce’ venisse fuori  per scatenare l’inferno e adesso fai finta di niente ? Avevi sperato che dicendo stupidaggini ti avrebbero dato pochi anni e saresti stato libero in poco tempo?” continuò Jenny
“Bastardi, chi vi ha detto queste cose chi?” Muller era furibondo
Poco dopo l’uomo fu spinto con la forza dentro la stanza degli interrogatori.
Appena Muller vide Ben …
“Che gran figlio di … non ho detto niente su di te e tu mi hai consegnato in quanto eh?...Tre minuti … eh ?.” Muller era paonazzo dalla rabbia.
“Bastardo all’ospedale mi hai quasi fatto ammazzare ” disse rabbioso Ben alzandosi dalla sedia e trovandosi a pochi centimetri dal volto di Muller
“No , volevo essere sicuro che morisse Werner …” .
“Adesso basta” urlò la Kruger “Abbiamo la convalida dell’arresto, e presto sarete trasferiti al carcere di massima sicurezza, e con questo vi auguro un felice soggiorno, soprattutto a lei Jager, lei col suo comportamento non ha tradito solo il corpo della polizia, ma tutti noi e questo è la cosa peggiore”
Detto questo il commissario uscì e diede ordine ai suoi agenti di scortare il furgone del penitenziario quando fosse arrivato a prelevare Jager e Muller.
 
Piccola nota … per il prossimo capitolo dovrete aspettare un po’ più del solito … Ben in galera e io … al mare … un bacio e un abbraccio a tutti e i particolare ai recensori … siete grandi !!!!
ChiaraBJ

 
 
 

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Capitolo 7
*** Da solo ***


DA SOLO

Era passata una settimana dall’arresto di Ben e Semir era di pattuglia per l’autostrada.
Il piccolo ispettore guidava con gli occhi fissi sulla strada: niente radio, niente musica, nessuno che occupava il sedile a fianco, niente di niente a fargli compagnia, se non i suoi tristi pensieri.
Era solo e malgrado la Kruger volesse che si trovasse un nuovo partner, il piccolo ispettore aveva sempre categoricamente rifiutato. Non voleva altri partner, non ne avrebbe voluti mai più …  degli ultimi tre due erano morti e Ben … già … Ben … più ci pensava e più gli sembrava impossibile.
La sera prima Nadja Kranich era stata da lui e il discorso era inevitabilmente caduto sul suo ex socio e la ragazza lo aveva quasi convinto a tentare di rivedere le sue opinioni su Ben.
Semir sapeva che Nadja aveva sviluppato quell’istinto che ogni poliziotto col tempo impara a conoscere, ad interpretare e a fidarsi. La ragazza non era certo una poliziotta, ma l’aver avuto un fratello in polizia, l’aver frequentato i suoi colleghi, che erano diventati la sua famiglia, le avevano fatto apprendere le abilità tipiche dei poliziotti.
Purtroppo i due avevano cominciato a litigare: da una parte c’era Nadja che cercava di trovare prove che potessero in qualche modo difendere e scagionare Ben e chiedeva a Semir di essere obiettivo e di mettere da parte il suo orgoglio ferito,  mentre dall’altra parte Semir additava il suo ex socio come uno sporco traditore, le prove erano tutte contro Ben e il suo orgoglio non c’entrava nulla.
Alla fine Semir aveva chiesto scusa alla ragazza: il suo temperamento turco a volte lo faceva infervorare.

Mentre guidava il piccolo ispettore ripensò a quell’interrogatorio a cui assistette subito dopo l’arresto del suo ex collega.
Il suo cuore voleva che Ben fosse innocente e così cominciò a rimuginare.
E se fosse un bluff ?
Adesso aveva quella strana sensazione che ci fosse qualcosa di sbagliato in quella confessione , qualcosa che non tornava, ma che non sapeva spiegarsi, forse Nadja poteva aver ragione.
Semir si fidava ciecamente del suo istinto e l’istinto adesso gli diceva di andare a fondo, ma l’istinto non aveva fatto i conti con l’orgoglio ferito del piccolo ispettore turco: l’orgoglio gli diceva che Ben lo aveva tradito e tenuto all’oscuro di tutto per anni.
“Cuore e ragione non vanno d’accordo” si trovò a pensare Semir e il suo cuore gli diceva che Ben era troppo tranquillo, deciso, fiero di sé stesso , un Ben così non se lo sarebbe mai aspettato, un Ben così non lo aveva mai visto.

Semir pensò ad un errore fatale.

Ad un suo errore fatale.

Ben conosceva fin troppo bene Semir, ma Semir?  
Se lo avesse conosciuto come il suo ex partner conosceva lui?
Semir decise di andargli a far visita in carcere, lo avrebbe guardato dritto negli occhi, solo così avrebbe saputo la verità,  Ben se mentiva non guardava mai il suo interlocutore negli occhi.

Mentre Semir faceva congetture e si arrovellava il cervello, a Ben in carcere era stata concessa la sua prima ora d’aria dopo una settimana passata nel penitenziario.
Avrebbe dovuto goderne di più di ore d’aria, ma le guardie agli ex poliziotti riservavano trattamenti ‘speciali’ e gli accordarono l’ora di mattina presto e al posto della colazione e in perfetta solitudine che tuttavia a Ben non dispiacque.
Ben accettò il compromesso, anche perché la maggior parte della giornata lui la trascorreva in isolamento e al buio così ne approfittava per dormire visto e considerato che alla notte le guardie lo svegliavano in continuazione solo per il gusto di non farlo dormire.
Ben si stava godendo un pallido sole mattutino e respirava a pieni polmoni l’aria frizzantina di quella che per lui era una stupenda quanto agognata ora d’aria.
“Finalmente” pensò tra sé  e cominciò a inspirare ed espirare profondamente , mentre stava seduto per terra con la schiena appoggiata contro il muro di cinta della prigione con il sole che gli riscaldava il corpo e l’anima.
Il giovane chiuse gli occhi e stranamente si ritrovò a pensare alla figlia maggiore di Semir : Aida.
Ben voleva bene ad entrambe le piccole Gerkhan, ma con Aida aveva un rapporto speciale, quasi di complicità.
Se la immaginava delusa e triste, il suo “zietto” preferito, come lo chiamava Aida, aveva tradito e deluso tutti.
Ricordava benissimo lo sguardo rabbioso di Semir, le lacrime di Susanne, lo sconforto di Jenny e Dieter, la delusione mista furia del Commissario Kruger.
Per tutti sarebbe stato: il traditore Ben Jager.

Si stava quasi appisolando quando improvvisamente due grosse braccia afferrarono le sue e due uomini lo alzarono di peso e lo immobilizzarono contro il muro.
Ben si trovò così davanti un uomo che purtroppo riconobbe subito:  Hector Preuss.
Lui e Semir lo avevano arrestato un paio d’anni prima; Preuss li aveva incastrati mettendo della droga nelle loro abitazioni, perché li riteneva responsabili della morte del fratello arrestato sempre dai due poliziotti e suicidatosi in carcere
“ Le nostre strade si incrociano ancora ispettore Jager” disse beffardo e colpì più volte Ben sullo stomaco.
I due uomini che tenevano il ragazzo lasciarono la presa e Ben cadde bocconi a terra.
Ben cercò di alzarsi mettendosi a carponi , ma Preuss gli sferrò un altro violento calcio sulle costole che lo stese di nuovo a terra.
 Il ragazzo comincio a tossire, ma Preuss non si fece scrupoli: gli sferrò un altro violentissimo calcio alle costole.
“Maledetto sbirro nessuno ti verrà a salvare, neppure il tuo amichetto turco … per te è finita” e poi rivolto ai suoi uomini disse:  “Alzatelo che lo finiamo …” ed estrasse dalla tuta un pezzo di metallo appuntito.
Ben cercò di reagire, ma rimediò solo altri violenti pugni allo stomaco.
Preuss stava per sferrare il colpo mortale quando la sua mano fu fermata all’improvviso da un uomo che con uno scatto repentino lo disarmò e con una serie di colpi mise al tappeto lo stesso Preuss e i suoi scagnozzi.
Piet Richter aiutò Ben ad alzarsi e lo riaccompagnò all’interno del carcere, poi lo fece sedere contro un muro, ma non disse nulla.
Ben lo riconobbe subito era l’ex autista di Preuss che aveva deciso di cambiare vita e che oggi, come allora, aveva salvato la vita al giovane ispettore.
“Piet” disse  ansimando “grazie ti devo di nuovo la vita”
“Eviti le libere uscite ispettore … domani esco e non sarò più qui a salvarla se si mette di nuovo nei guai” e detto questo si congedò velocemente da lui.
Ben gli sorrise, ancora una volta Piet era convinto che lui fosse lì per errore.
Un paio d’ore dopo Ben era a colloquio col suo avvocato, avevano deciso di trasferire lui e Muller in un altro carcere per la loro incolumità.
“Deciditi, puoi ancora tornare indietro”  disse il legale a Ben.
“In questi due anni non ho fatto altro che mentire, non ho intenzione di mollare adesso, anche se dovesse significare perdere per sempre le persone a cui voglio più bene, perdere la mia famiglia … perdere per sempre la fiducia di Semir …”disse sconsolato Ben.
“Ti accadrà qualcosa durante il trasferimento … prendi il cellulare dell’agente che sarà vicino a te ti servirà” disse il legale.
“In quanti lo sanno ? ” chiese Ben.
“Quasi nessuno … “ rispose l’avvocato.
“Di bene in meglio … sono solo … “
L’avvocato si alzò, si avvicinò a Ben e senza che nessuno se ne accorgesse gli mise qualcosa in mano.
Ben si stava alzando per far ritorno nella sua cella accompagnato da un secondino , quando un’altra guardia lo avvisò che aveva un’altra visita.

Appena il giovane ispettore vide di chi si trattava restò di sasso.
Davanti a lui si presentò Semir; il viso scuro , tirato ,sembrava invecchiato di dieci anni dall’ultima volta che Ben lo aveva visto .
A Semir gli si strinse il cuore nel vedere Ben in tenuta da carcerato , ma poi ripensando al motivo per cui era là disse:
“Vedo che ti sei fatto la barba e ti hanno tagliato i capelli” esordì  sarcastico Semir “E vedo che sei ancora tutto intero …”
“So difendermi e comunque sono quasi sempre in cella d’isolamento” rispose duro Ben guardandolo negli occhi.
“ In isolamento? Bene così hai un sacco di tempo per pensare,  anche se vedo che fai ancora lo spavaldo , ma sono sicuro che abbasserai presto la cresta … i traditori come te non hanno vita facile in galera”  ribatté acido Semir.
“Cosa sei venuto a fare Semir, eh ? Sincerarti che sia ancora vivo? Magari se sono stato picchiato o massacrato di botte da quelli che abbiamo sbattuto in galera? Oppure violentato sotto le docce ? Come vedi sono ancora intero e se la cosa ti dispiace pazienza,  me ne farò una ragione”  gli urlò in faccia uno sfrontato Ben e mentre diceva questo guardò Semir dritto negli occhi.
Semir a quelle parole e a quell’atteggiamento non ci vide più , prese Ben per il collo e lo sbatté contro il muro.
“Che credevi di fare si può sapere ? Come hai potuto? Neanche adesso provi un minimo di vergogna ? Che stupido, chissà perché poi sono venuto qui, forse pensavo di trovare il ragazzo che ho conosciuto cinque anni fa invece …”
Semir lasciò la presa , aveva le lacrime agli occhi , mentre Ben aveva ancora lo sguardo fiero e deciso fisso su di lui
“Addio per sempre Ben , mi dispiace solo che sia finita così , non penso di essermi meritato questo , ma la vita a volte è ingiusta”
Detto questo Semir lasciò la stanza lasciando Ben solo, solo ad affrontare quello che aveva in serbo per lui il Destino.

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Capitolo 8
*** Occhi specchio dell'anima ***


OCCHI SPECCHIO DELL’ANIMA
 
Un altro giorno stava nascendo sopra il cielo di Colonia.
Ben stava dormendo steso a pancia in giù su di una brandina nella sua cella quando un secondino, aperta la porta, gli si avvicinò piano e colpendolo violentemente alle costole con un manganello lo riportò bruscamente alla realtà.
“Forza Jager, finalmente ci fai il favore di toglierti dai piedi …” disse sprezzante la guardia.

Per Ben quello fu troppo: si alzò di scatto e come una furia si avventò sul secondino che di certo non si aspettava una simile reazione, poi lo buttò a terra e con una velocità sorprendente gli prese le pistola, le tolse la sicura e gliela puntò contro la fronte.
Gli occhi del secondino erano terrorizzati, mentre quelli di Ben erano furiosi: cominciava ad averne le scatole piene di quella violenza gratuita nei suoi confronti: barattare la colazione per un’ora d’aria sacrosanta, la cena o il pranzo che immancabilmente finivano a terra e lui poi costretto a pulire, la doccia con l’incubo di essere violentato, ne aveva abbastanza … in fondo se era lì …
“Non ci provare mai più” disse con un tono così rabbioso da non ammettere repliche “Non ho niente da perdere ormai …”
Poi rimise la sicura all’arma e gliela riconsegnò, facendola roteare sull’indice della mano come era solito fare Semir, accompagnando il gesto con un sogghigno di sfida.
Il secondini si alzò tutto tremante con la sua pistola in mano e la ripose nella fondina, poi fece cenno a Ben di uscire dalla cella, ma dopo l’accaduto usò modi quasi reverenziali nei confronti del giovane.
Poi facendo molta attenzione e fingendo un colpo di tosse, Ben si portò una mano alla bocca e ingoiò la piccola  chiave che sarebbe servita per liberarlo dalle catene e dalle manette che gli era stata consegnata dal suo avvocato durante il colloquio avvenuto il giorno prima.

Poco dopo Ben e Muller si trovarono nel cortile del penitenziario legati tra di loro con le catene ai piedi e alle mani.
I due procedevano a piccoli passi verso il cellulare che li avrebbe trasferiti in un altro penitenziario: con loro sul retro sarebbe salita solo una guardia armata.
Tutto questo avveniva sotto lo sguardo vigile di Semir che osservava la scena poco distante da loro con le braccia conserte, lo sguardo duro, appoggiato al muro di cinta del penitenziario.
 
Poco dopo tutti partirono.

Il convoglio  che scortava i due detenuti era composto da un’auto della polizia penitenziaria che procedeva dietro al cellulare, poi il furgone e davanti c’era la BMW di Semir.

Poi tutto successe in pochi istanti: un camion  arrivò a velocità sostenuta dietro il convoglio e tamponò l’auto che chiudeva la fila che cappottò e andò a sbattere contro il cellulare dove stavano Ben e Muller; questo andò a sbattere contro il guardrail e si fermò.
In una frazione di secondo Ben sputò la chiave che apriva le manette e le catene che aveva ai piedi e con un rapido movimento mise fuori gioco l’unica guardia che c’era, gli  prese il cellulare senza che Muller se ne accorgesse e poi liberò Andreas, quindi i due scesero velocemente dal veicolo.
Ben diede una rapida occhiata in giro per vedere dove erano e notò che si erano fermati vicino ad una zona boschiva che lui conosceva molto bene.
“Andreas ascoltami bene” disse Ben  “è meglio se ci dividiamo … vedi quel bosco? Là alla fine c’è la casa del ranger, ci troviamo là , ma non entrare ricorda che i ranger sono armati noi no e siamo pure dei ricercati, intesi?”.

Semir dallo specchietto retrovisore della sua auto vide Ben e Muller scendere dal cellulare, parlare freneticamente per poi dividersi e addentrarsi nel bosco.
Velocemente il piccolo ispettore scese dalla macchina e decise di inseguire Ben e disse ad un altro agente di seguire Muller.

Fu così che Ben si ritrovò ad essere rincorso un’altra volta da Semir.

I due si addentrarono nel bosco che costeggiava la strada.
”BEN!!!” urlò Semir “fermati o sparo!“ ma ancora una volta Ben non si fermò.
Semir cominciò a sparare.
Tre colpi passarono lontano da Ben , ma uno scheggiò l’albero vicinissimo al fuggitivo; schegge gli colpirono il viso e lo costrinsero a fermarsi di colpo.
“Mani in alto e girati lentamente …”  disse il piccolo ispettore con la pistola spianata davanti a lui e il dito sul grilletto pronto a sparare.
Semir era a una decina di metri dal suo ex collega.
Lentamente Ben alzò le mani e si girò verso Semir che si avvicinò: erano a pochi metri l’uno dall’altro.
“Stavolta ti ammazzo Ben … giuro che lo faccio” la voce carica d’odio.
“ No Semir, non lo farai  … non lo hai fatto una settimana fa e non lo farai ora … “ disse sicuro Ben.
Semir fece qualche passo avanti, il dito indeciso sul grilletto …
“Cosa ti fa essere così sicuro?” ribatté deciso l’ispettore più anziano.
Ben e Semir si guardarono negli occhi, poi il ragazzo sempre con le mani alzate disse:
“Semir lasciami andare … ti chiedo di aver fiducia in me … io in te ne ho … lo sai … non ti tradirei mai … per adesso non posso dirti nulla, ma ti prego fidati di me“.

Mentre Ben gli parlava, il piccolo ispettore notò subito che gli occhi del ragazzo non erano fieri e decisi come quella volta sul tetto o quando lo andò a trovare in carcere: gli occhi del giovane erano disperati .
Semir sparò due colpi in successione a venti centimetri dai piedi di Ben che non si mosse di un centimetro.
“Vattene via e non farmene pentire … “disse con voce strozzata dall’emozione il piccolo ispettore.
Ben avrebbe voluto abbracciare l’amico, avrebbe voluto fare e dire tante cose, ma si voltò e scappò via.
Nessuno dei due avrebbe mai saputo che entrambi si stavano separando, di nuovo, con le lacrime agli occhi.

Un’ora dopo Ben e Muller si trovarono nei pressi della casa del ranger.
”Vieni entriamo sembra non ci sia nessuno …” disse Ben
I due fuggitivi forzarono la porta e dopo aver controllato tutte le stanze, Muller disse:
“Devo fare una telefonata e qui c’è un telefono“.
”Okay , io intanto cerco dei vestiti, con le divise da carcerati diamo un po’ nell’occhio ti pare?” replicò Ben
Muller compose un numero e poco dopo dall’altro capo del telefono:
”Sono io … si … ci serve un passaggio … cosa? Ma è in pieno centro a Colonia … al diavolo …. si fra due ore” e chiuse la comunicazione e si diresse da Ben.
Ben fece appena in tempo a nascondere il cellulare rubato alla guardia carceraria.
“Ecco “ disse ad Andreas metti questi …” e gli porse alcuni vestiti.

Intanto Semir parcheggiò l’auto nel parcheggio del distretto, per tutto il tragitto non aveva fatto altro che pensare al suo giovane collega, non sapeva più come agire e cosa pensare, e tecnicamente lui aveva lasciato fuggire un reo confesso.
L’ispettore stava entrando nel suo ufficio quando il commissario Kruger lo chiamò:
“Gerkhan venga nel mio ufficio … e chiuda la porta!” disse con un tono che non ammetteva dinieghi.
Semir entrò e si chiuse la porta dietro le spalle.
“Perché lo ha fatto scappare?” la Kruger era decisamente arrabbiata e fuori di sé
”Non so di cosa sta parlando …. “ tergiversò Semir.
”Non mi prenda in giro Gerkhan !!! Testimoni lo confermano … “.
La Kruger si avvicinò al suo ispettore e con fare autoritario disse:
”Senta tutti siamo dispiaciuti, tutti siamo sconvolti, ma tutte le prove sono contro di lui e Jager ha pure confessato, siete molto legati lo so, ma si comporti da uomo di legge quale è , qui i sentimenti non contano, sta rischiando grosso Gerkhan … “.
Semir non proferì parola, anzi le voltò le spalle e uscì dall’ufficio.
”GERKHAN!” urlò la Kruger ”dove crede di andare torni qui!”

Dieci secondi dopo si sentì la porta dell’ufficio dell’ispettore sbattere violentemente.
Semir si lasciò cadere sulla sua poltrona, lo sguardo fisso sulla sedia vuota di fronte.
Poi lo sguardo si posò prima sulla chitarra di Ben, appoggiata al muro e poi alla foto che il giovane aveva sulla scrivania che lo ritraeva con l’intera famiglia Gerkhan.
“Ben” pensò “Aiutami a capire, perché io proprio non ci sto capendo niente …”
Poi prese le chiavi della sua BMW e uscì dal comando sotto gli occhi furiosi del commissario Kruger.
Poco dopo si sentì un’auto partire sgommando.

Quindi Semir si ritrovò a bussare alla porta di casa di Nadja Kranich.

”Semir?” disse Nadja  aprendo la porta.
”Ciao Nadja posso entrare? Disturbo?” chiese l’ispettore.
”No, non disturbi entra e  poi oggi ho il turno di riposo … tutto bene? Ho sentito che Ben … “.
Ma non finì la frase, Nadja vide Semir letteralmente lasciarsi cadere sul divano; era distrutto fisicamente, ma soprattutto psicologicamente.
Nadja gli si sedette accanto e gli prese la mano, ma il primo a parlare fu Semir.
“Sai avrei potuto ucciderlo, non c’era nessuno, solo io e lui, ma non l’ho fatto, quegli occhi … io non so , ma gli occhi di Ben erano disperati , io … vorrei tanto che questo incubo non fosse mai iniziato … Ben è … è … come un figlio per me ed il problema è che non riesco più a ragionare con la testa , vorrei , ma quando me lo son trovato di nuovo davanti … non ho avuto il coraggio di fermarlo, l’ho lasciato scappare”.

Intanto Ben e Muller riuscirono ad arrivare ad una fermata della metropolitana che li avrebbe portati ad un punto concordato per telefono poco prima da Muller, al centro di Colonia e per non dare nell’occhio i due fuggitivi decisero di salire su carrozze diverse.
Ben senza farsi vedere dal suo compagno di fuga prese il cellulare che aveva preso alla guardia e compose un numero.
“Mapporca … che cavolo … la batteria è quasi scarica …” imprecò Ben .
Nadja sentì suonare il cellulare, ma lo lasciò squillare, non se la sentiva di rispondere e lasciare la mano di Semir. Le sembrava che il suo “fratello “ maggiore avesse bisogno di conforto.
“E dai rispondi … “ Ben cominciava ad agitarsi sempre più.
“Nadja rispondi pure dai … magari è l’ospedale …” consigliò Semir.
La ragazza si alzò ed era tentata a non rispondere visto che il numero che  compariva nel display lei non lo conosceva , ma qualcosa dentro di lei le disse di rispondere.
“Si pronto?” fece Nadja.
“Nadja sono Ben!”
Nadja era sorpresa , ma felice di sentire il suo giovane amico e si voltò immediatamente verso Semir.
“Aspetta ti metto in viva voce … Semir è Ben! “ disse una agitatissima Nadja e guardando poi il cellulare che teneva in mano aggiunse “Ben , Semir è vicino a me parla”.
”Signore ti ringrazio, Semir è li con te?”
Ben si sentì un po’ sollevato, anche se la sua situazione era disperata.
”Cosa vuoi Ben? Perché hai chiamato Nadja ?” la voce di Semir era dura.
”E’ decisamente incazzato “ pensò Ben e per un attimo un lieve sorriso fece comparsa sul suo volto: il temperamento del suo collega e soprattutto la sua indole non si smentivano mai, ma poi disse:
“Semir ascolta, ho chiamato Nadja perché sicuramente avranno messo sotto controllo il tuo cellulare, ho poco tempo quindi ti prego zitto e ascolta!”
Mentre parlava Ben aveva il cuore che batteva a mille e continuava a guardarsi attorno, nella speranza che Andreas nell’altra carrozza non si accorgesse di nulla.
”Il mio capo è l’agente  Tobias Berger del controspionaggio tedesco! Lavoro per Berger da due anni, il mio compito è quello di passare informazioni ‘esca’ ai cinesi attraverso Muller. Berger era sicuro che Muller stesse lavorando per qualche pezzo grosso del dipartimento dell’antiterrorismo tedesco e sapeva che malgrado tutto quello che è successo tra me e Muller se gli avessi fatto credere che facevo il doppiogioco saremmo arrivati a questo individuo”
”Chi è ?” Semir aveva la testa che gli girava in maniera vertiginosa.
”Non lo so , ma l’idea del mio arresto è stato di Berger … dovevo evadere dal carcere con Muller per poi raggiungere questo funzionario e scoprire chi è ; il problema è che non riesco a contattare Berger, non so se gli sia successo qualcosa e se è così devi aiutarmi … Berger abita in un appartamento fuori Colonia in HegelStraße 73   … Semir lo so che adesso come adesso non ti fidi di me, ma voglio che tu sappia che io mi fido di te , sei l’unico di cui possa fidarmi … ti prego aiutami … sono sempre io … non mi abbandonare, non ora …”.

La comunicazione si interruppe bruscamente.

”BEN ! BEN ! Mapporca miseria … “.
Semir cominciò a girovagare per la stanza sotto gli occhi atterriti di Nadja.
”E adesso che faccio? Mapporca …” il piccolo ispettore sembrava un leone in gabbia.
”Semir “ gli disse dolcemente Nadja  “Sai anche tu che cuore e ragione non vanno d’accordo … “.
”Che vuoi dire?” Semir era confuso.
”Dico solo che anche a te è capitato che tutte le prove ti fossero contro  , ma i tuoi amici , i tuoi colleghi , hanno sempre creduto in te tirandoti fuori dai guai” rispose la ragazza.
Semir si accasciò di nuovo sul divano, la testa tra le mani.
”Non so che fare , davvero, una parte di me dice di andare a cercare questo Berger e un’altra parte dice di lasciar perdere”.
”E gli occhi di Ben che ti dicono?” disse Nadja
Semir rimase sbigottito dalla domanda.
“Come gli occhi di Ben?” disse il piccolo ispettore corrugando la fronte.
”Tom diceva che gli occhi sono lo specchio dell’anima” disse decisa la ragazza “ l’ultima volta che hai visto Ben, cosa ti hanno detto i suoi occhi?  ”.
Semir non capiva dove voleva andare a parare Nadja, ma nonostante tutto ci pensò su.
Ricordava bene Semir: Ben con le mani alzate, lo sguardo disperato e quei struggenti e bellissimi occhi castani del suo  … ex?... no del suo migliore amico!
Occhi che chiedevano aiuto, un aiuto disperato che solo e soltanto lui poteva dargli.
Decise che lo avrebbe aiutato costasse quel che costasse, ma poi se la verità fosse che Ben era veramente una spia?
E se invece Ben fosse innocente e lui lo lasciasse in balia degli eventi e morisse? Riuscirebbe a vivere con il rimorso di avergli voltato le spalle?
“Nadja devo assolutamente scoprire la verità, come stanno le cose, se Ben è un infiltrato e lavora per i servizi segreti lo aiuterò e lo tirerò fuori dai guai , ma sappi che se è colpevole sarò il primo a sbatterlo in galera e lasciarlo marcire dentro!” disse deciso il piccolo turco.

Fu così che Semir, spinto da una nuova linfa, si alzò di scatto dal divano e con il telefono di Nadja chiamò il commissario Kruger.
Cominciò uno scambio acceso di opinioni tra il piccolo ispettore e il suo superiore.
Alla fine la Kruger capitolò, in fondo tutti volevano bene  a Ben e tutti in cuor loro speravano che questa storia finisse e nel migliore dei modi.

”Mezz’ora dopo Semir e la Kruger si trovarono davanti alla porta dell’appartamento di Tobias Berger.
“Capo” disse Semir “lo sente anche lei questo odore forte?”.
”Si Gerkhan e nutro il forte sospetto che siamo arrivati tardi …. “.


Sembrerebbe che Ben fosse innocente ... ma se stesse facendo il ... triplo gioco?
Come sempre ringrazio tutti per la lettura … un grazie speciale ai recensori, alla mia “socia” Maty e a Liviana per i suoi divertenti “fuori onda” .

Un abbraccio a tutti
CHIARABJ
 
 
 
 

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Capitolo 9
*** Punto e a capo ***


PUNTO E A CAPO

Erano appena passate le una dopo mezzogiorno quando Semir e il commissario Kruger arrivarono davanti ad una piccola villetta appena fuori al centro abitato di Colonia.
Entrambi estrassero la pistola dalla fondina,  si avvicinarono all’entrata e dopo un cenno d’intesa Semir sfondò la porta e la scena che gli si presentò davanti fu agghiacciate: in mezzo alla stanza un uomo legato ad una sedia, morto, dopo essere stato barbaramente torturato.
“ Mapporca … capo” fece allarmato Semir avvicinandosi al cadavere “Io quest’uomo lo conosco, l’ho visto in carcere il giorno che sono andato a far visita a Ben. Era il suo avvocato, probabilmente si spacciava per tale …”
Vicino al cadavere, sopra al tavolo, un vassoio con una siringa e delle boccette vuote.
Il commissario Kruger  prese il cellulare e disse al suo sottoposto ”Gerkhan chiami subito la scientifica, io intanto chiedo a Susanne di trovare qualsiasi cosa che riguardi questo Berger e poi chiamerò anche la procuratrice Schrankmann … la cosa non mi piace … e comincio a preoccuparmi per Jager”.
Semir si ritrovò senza volerlo a sorridere.
Ben era benvoluto da tutti ed ora anche il commissario cominciava ad avere qualche dubbio sulla sua colpevolezza: Kim Kruger a modo suo era una donna eccezionale.

Un’oretta dopo Semir , la Kruger e gli altri colleghi si trovarono nell’ufficio del capo a fare un po’ il punto della situazione.
”Allora signori” esordì il commissario “ho chiamato i servizi segreti a Berlino e a quanto pare Berger ne faceva parte, ma non ci daranno nessuna informazione sui suoi spostamenti o altro, questo ufficialmente … “.
”E ufficiosamente ?” chiese Semir
”Beh parlando con quelli del controspionaggio nessuno sa come mai Berger sia arrivato qui a Colonia, anche se penso che Jager  lo avesse informato che Muller aveva ripreso i suoi contatti, ma il problema è un altro: hanno saputo che è morto e vogliono sapere come abbiamo trovato il suo cadavere … e non penso sia una buona idea dire che è stato Ben … cioè l’ispettore Jager”.
A nessuno sfuggì questo slancio d’affetto del capo nei confronti del suo giovane ispettore, e in cuor suo la Kruger non vedeva l’ora che la sedia vuota nell’ufficio dei suoi due ispettori, ritornasse ad essere occupata.
“Se Jager lavora sotto copertura e al dipartimento del controspionaggio ci sono talpe, il nostro ispettore potrebbe correre il rischio di essere scoperto, ammesso che lui sia dalla parte …” ma volutamente il commissario non finì la frase, il suo ruolo la obbligava ad essere sempre oggettiva e per ora Ben restava ancora un reo confesso.
Fatto sta che la Kruger aveva sempre ritenuto Ben un eccellente poliziotto, anche se quel suo a volte spavaldo e a volte impertinente modo di fare, le faceva venire su i nervi, ma lui era fatto così e in fondo, quello che contava di più per lei, era che alla fine, nel suo lavoro Ben , come il suo socio Semir, erano elementi validi ed eccezionali.
“E se Berger fosse stata una spia doppiogiochista anche lui? Magari il misterioso contatto di Muller a cui ha accennato Ben?” obiettò Dieter “Magari era diventato una palla al piede per i cinesi e così lo hanno eliminato”
Semir pensò che effettivamente poteva anche essere ”Capo che ne pensa?”
”Non lo so” disse sconsolata la Kruger “davvero non so più se ci stiamo arrampicando sugli specchi … tutti ci stiamo dannando l’anima per trovare Ben e tirarlo fuori dai guai, ma a scapito della verità? Signori dobbiamo essere obiettivi e prepararci al peggio: Jager potrebbe essere colpevole … “
Fu in quel momento che Semir si ricordò delle parole di Nadja ‘gli occhi sono lo specchio dell’anima’.
In quanto superiore, la Kruger, doveva dire certe cose , ma la prima a non crederci e sperare che non fosse vero era proprio lei.
“Comunque ripeto vogliono sapere come abbiamo trovato il cadavere … “ disse seria la Kruger.
”Semplice non glielo diciamo, se Ben ha detto la verità creeremmo fughe di notizie, quindi diciamo che anche noi abbiamo le nostre fonti segrete” 
L’intera squadra si girò verso il genio dai capelli rossi.
”Si Hartmut potrebbe andare, che ne dice capo?” disse Semir.
La Kruger fece spallucce
“Si potremmo rispondere così … bene ora potete andare, se ci saranno novità ci muoveremo. Ci sono domande …”
Nessuno ne fece.
 “Ah signori, un attimo” disse la Kruger “Tengo anche a precisare che questa azione non è appoggiata da nessuno, siamo, come dire soli e stiamo violando anche alcune regole disciplinari. Potrebbero esserci delle conseguenze, inoltre dovrete essere reperibili a qualsiasi ora del giorno e della notte …”
Ma per nessuno questo fu un problema, Ben quando qualcuno di loro era in difficoltà, violava regole di tutti i tipi e aveva passato notti insonni per i suoi colleghi, lo stesso avrebbero fatto loro e quando la Kruger ebbe finito di parlare tutto il personale in servizio si congedò da lei.
 
Poco dopo Semir era seduto nel suo ufficio, alzò lo sguardo e davanti a lui la scrivana di Ben … vuota.
Per quanto lo sarebbe stata ? Per poco, per molto o … per sempre.
Per un attimo gli sembrò di averlo lì davanti a strimpellare la sua chitarra, a ingozzarsi di pistacchi o a sbuffare per gli innumerevoli rapporti da compilare.
”Dove sei Ben?” chiese al nulla e il nulla gli rispose “Nel tuo cuore”
Il piccolo ispettore stava facendo congetture e ragionamenti vari quando Hartmut entrò nell’ufficio e lo salutò.
“Ciao Semir” disse con voce triste il tecnico.
“Mmmm” rispose l’ispettore.
Hartmut si stava sedendo nel posto di Ben quando vide lo sguardo contrariato di Semir.
Fermandosi a metà tra il sedersi e non, il giovane scienziato disse “Posso?”
“Certo” rispose, seppur a malincuore, Semir.
“Sai Semir un po’mi sento in colpa, se non avessi decifrato quei file, forse Ben sarebbe qui e …” disse un mesto Hartmut.
“Senti non devi sentirti in colpa” lo incalzò Semir “Tu hai solo fatto il tuo lavoro e chissà, forse Ben voleva che tu trovassi quelle prove, certo è che questa storia è un incubo, anzi è pazzesca. Ben potrebbe aver voluto farsi arrestare e magari sta recitando una parte … una pericolosissima parte. Lui si fida ciecamente di noi, ma noi ci fidiamo ciecamente di lui? Comunque” continuò  Semir  “Dimmi Einstein ci sono novità?  Ti prego dimmi di si … non so dove andare a cercarlo … il cellulare che ha con sé non riusciamo a  rintracciarlo … “
”Oggi nell’appartamento di Berger ho trovato un composto su delle impronte di scarpe … “ cominciò lezioso Hartmut.
”Hartmut ti prego arriva al sodo … non sono dell’umore giusto“  disse laconico Semir.
”Beh ecco è olio per motori … “ rispose soddisfatto il giovane.
”Grazie tante, sai quanto ci aiuta …. “ disse esasperato l’ispettore.
”Se mi lasci finire” disse il tecnico alzando gli occhi al cielo.
”Scusa, allora?”
”Dicevo” continuò Hartmut “che è combustibile per aerei mischiato con del terriccio con acidità ….” ma fu interrotto nuovamente da Semir.
“Quindi dovremmo trovare un aeroporto nei pressi di un posto dove c’è quel tipo di terra, giusto?”
“Esatto …” disse trionfante Hartmut
”E tu lo sai già vero? … “ lo incalzò Semir corrugando la fronte.
”Diciamo che ho un’idea, ma serve un mandato, è un aeroporto militare … ed è a  Veelenkamp  nei pressi del confine olandese”

Nessuno dei due presenti nell’ufficio si erano resi conto che la Kruger aveva ascoltato tutta la conversazione sulla soglia.
“Per il mandato ci vorrà un’infinità di tempo” disse il commissario “E poi chissà se c’è l’ho concedono,  stiamo parlando di una zona militare  in disuso, ma sempre zona militare … “
Dietro a lei erano comparsi anche Dieter e Jenny.
”Capo … “ disse quest’ultima ”Pensiamo davvero che Ben sia colpevole? Alla fine il problema è questo! Da quando aspettiamo un mandato se questa attesa rischia di condannare a morte Ben?”
“Già, commissario Jenny ha ragione” Semir era costernato e alzandosi dalla sua scrivania disse:
“Vado da solo, non mi importa, lo sapete tutti, sono stato il primo a picchiarlo quando ho saputo di questa storia, ma non sarò io il primo a lasciarlo solo al suo destino” e prese le chiavi dell’auto
”Aspetta Semir vengo con te” disse Dieter, ma dietro di lui, tutti i colleghi del distretto lo seguirono.
”Io intanto chiamo la procuratrice Schrankmann, magari ci potrà dare una mano e rinforzi …” disse sicura la Kruger avviandosi al suo ufficio.

Intanto Ben e Muller scesero dalla metropolitana e Andreas fece un cenno ad un uomo che Ben non aveva mai visto prima.
“Hey Muller” disse l’uomo dando la mano ad Andreas e squadrando Ben da cima a fondo “Questo è il tuo l’informatore ?”
”Si, lui è Ben Jager” rispose Andreas.
“Bene venite con me, il capo vuole conoscerlo”
Tutti salirono su un SUV nero e presero una strada che portava fuori Colonia.
“Faremo strade secondarie e ci metteremo un po’ ad arrivare a destinazione, ma saranno strade più sicure e meno sorvegliate, in fondo voi siete due ricercati” disse l’uomo che si era messo alla guida.
Durante il viaggio Ben si sentiva angosciato e seriamente preoccupato per la brutta piega che aveva preso, e adesso ne era più che convinto , quella pericolosissima operazione.
Mai in vita sua si era sentito così, eppure di azioni rischiose ne aveva fatte tante, ma al suo fianco da cinque anni a questa parte, aveva sempre il suo socio, che per lui era una sorta di angelo custode e che adesso gli mancava come l’aria.
”Semir dove sei ho bisogno di te, stavolta ho paura …” si ritrovò a pensare.
Il viaggio fu fatto nel più assoluto silenzio, Ben nei sedili posteriori guardava fuori dal finestrino e si stava furiosamente masticando un’unghia del dito della mano destra, mentre Muller era  davanti a fianco del guidatore tranquillo come se niente fosse.
La strada che stavano percorrendo Ben la conosceva bene, cinque anni nell’autostradale gli erano serviti a conoscere gran parte delle strade presenti in Germania e quella strada portava verso il confine olandese.
Arrivarono dopo molto tempo ad un aeroporto militare dismesso, l’aria era tiepida ed era quasi sera, ma Ben aveva freddo, aveva freddo dentro, nelle ossa. Ben avrebbe voluto tornare indietro, riabbracciare Semir, avrebbe voluto in quel momento tante cose, ma non poteva.
Ormai non poteva più tornare indietro.
Adesso era troppo tardi.
 

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Capitolo 10
*** Sotto tortura ***


SOTTO TORTURA
 
Il cielo nei pressi dell’aeroporto di Veelenkamp stava imbrunendo, quando Ben, Andreas e l’amico di quest’ultimo arrivarono a destinazione.
Tutti entrarono in una specie di hangar , ad accoglierli un uomo alto, sulla cinquantina, brizzolato e con gli occhi di ghiaccio.
A Ben ricordò un aguzzino delle SS di un vecchio film e la cosa lo fece rabbrividire.
“Prego accomodatevi e sedetevi pure“ disse l’uomo e fece cenno  a delle sedie.
Prima però l’uomo porse la mano a Ben e gliela strinse, una stretta forte, vigorosa e terrificante: la mano dell’uomo era gelida.
Ben gli si sedette di fronte e l’uomo rivolgendosi a Muller chiese
”Avete avuto problemi durante la fuga ?”
”No” rispose Andreas.
Poi rivolgendosi a Ben “Agente Jager, lei sa chi sono io?” disse con un sogghigno.
”No” rispose deciso Ben ”Dovrei?”
”Agente Jager” disse con una  calma serafica “E’ lei che deve rispondere, qui le domande le faccio io … “
”Comunque non sono più un agente, questo dovrebbe saperlo” tagliò corto Ben.
”Strano perché Tobias Berger ha detto di si … “

Muller si alzò di scatto dalla sedia.
“Come sarebbe a dire? Mi sfugge qualcosa?” e rivolgendosi a Ben “Ben che sta dicendo … mica sarai … maledetto bastardo, ti sei servito di me ? Mi hai usato? Che gran figlio di …” ma non concluse la frase.
”Si mio caro Muller” disse sarcastico l’uomo “Sono due anni che le sfugge qualcosa , il suo caro amico Jager fa quello che in gergo si chiama il triplo gioco: mentre faceva la spia per noi passandoci  informazioni  di poco conto,  la faceva anche per  l’antiterrorismo tedesco”
Muller guardò interdetto Ben, mentre Ben non fece una piega.
“E le dirò di più mio caro Muller, io lavoro per il governo tedesco, questo  ufficialmente è ovvio, ma mi paga molto di più il governo cinese. Berger era il contatto nonché il capo dell’operazione a cui il nostro caro ispettore Jager faceva riferimento ed era a capo di una squadra di agenti segreti che nella vita, diciamo normale, risultano essere semplici poliziotti , ma che sono come dire dei ‘007’. Il loro secondo lavoro, se così possiamo dire, è capire se all’interno degli apparati militari si celano talpe o informatori per i stati nemici della Germania”

Ben ascoltava in silenzio guardando un punto lontano davanti a lui, ormai era in trappola e tentare la fuga in quel momento sarebbe stato inutile oltre che impossibile, oltre a Muller, l’uomo brizzolato e l’autista c’erano altre quattro persone.

“Quando ho scoperto che Berger stava arrivando a me” continuò l’uomo “io e i miei uomini siamo andati a fargli visita. Volevo i nomi dei suoi informatori e sapere cosa sapeva di me, purtroppo ha fatto solo un nome prima di morire : quello del suo ex collega dell’LKA. Ovviamente, appena scoperto il nome, il mio scopo era quello di prendere il suo amico per sapere cosa sa l’antiterrorismo di me … sapesse che sorpresa quando ho scoperto che Jager si era fatto arrestare per arrivare a me tramite lei Muller. Senza volerlo me lo ha servito su un piatto d’argento!” e cominciò a ridere sguaiatamente e poi tornando serio disse:
”Quanto pensava di andare avanti Ispettore Jager?”
L’uomo fece cenno ai due uomini che stavano dietro a Ben, questi lo  immobilizzarono legandogli gambe e braccia alla sedia che era provvista di braccioli.

Ben li lasciò fare , rimanendo nel silenzio più assoluto anche perché ogni tipo di fuga ora era veramente impossibile.

“Ma non capisco, che volete fargli adesso?” anche se Andreas sapeva benissimo di cosa erano capaci quegli uomini.
L’uomo guardò Muller e con uno sguardo diabolico gli disse ”Si metta comodo Muller inizia lo spettacolo” e detto questo prese una valigetta, l’aprì e la mise sopra ad un tavolino vicino a Ben.
”Sa dovevo capirlo  subito che era un agente infiltrato, sono bravo a capire quando la gente bluffa ” esordì l’uomo “ quindi mi sento in dovere di farle i complimenti Jager, è riuscito a farla franca per due anni, sfortunatamente per lei,  il suo aggancio, Tobias Berger, mi ha fatto solo il suo nome, e non è riuscito a darmi le informazioni che volevo, è morto prima di parlare, ma adesso ho lei vedrà che alla fine saprò tutto …”.
”Non le dirò un bel niente …”disse calmo Ben , ma con un aria di sfida che non sfuggì all’uomo.
”Non si preoccupi alla fine sarà così ….” e mentre diceva questo estrasse dalla valigetta una siringa, si infilò un paio di guanti in lattice e la riempì con del liquido trasparente.

Intanto Semir e gli altri colleghi del Distretto atterrarono con un elicottero a qualche chilometro dalla base, questo per non correre il rischio di essere sentiti e quindi scoperti.
Il gruppo però doveva anche agire in fretta e avvicinarsi all’aeroporto il più velocemente possibile, Ben era in quel posto da chissà quanto tempo e Semir si augurò con tutto il cuore di non essere arrivato anche qui troppo tardi.
Mentre si avvicinavano in silenzio alla base dismessa, Semir pensò a quella volta che, furioso mentre assisteva all’interrogatorio di Ben, aveva desiderato che non fosse mai uscito vivo dalla bara in cui era stato seppellito vivo.
Ora il piccolo ispettore si sentiva in colpa,  tremendamente in colpa, ma ormai sapeva  che il loro rapporto d’amicizia e di fiducia era così; un attimo prima si sarebbero presi a cazzotti e l’attimo successivo si sarebbero abbracciati e dati un ‘cinque’.
“Ecco ci siamo” disse la Kruger” mi raccomando cautela, non sappiamo chi sono, ne quanti sono e non sappiamo nemmeno se Jager sia l’unico ad essere dalla nostra parte o meno, quindi se è possibile sparate solo se necessario”.

Intanto all’interno del capannone proseguiva l’interrogatorio dell’uomo misterioso con Ben.
“Allora Jager mi dica lei sa il mio nome?” chiese con un sogghigno l’uomo.
”Perché non lo chiede a Muller, lavoriamo assieme da tempo” disse sarcastico Ben .
“Sa  Jager vedrà che parlerà, mi sono laureato in medicina prima di intraprendere la carriera di funzionario del governo …  a proposito questo è una specie di siero della verità”
Detto questo gli strappò la camicia e lo lasciò a torso nudo e gli iniettò la sostanza in vena senza tanti preamboli.
Ben contrasse i muscoli , sentì bruciare dove era stato punto e per un attimo gli sembrò che nelle vene del braccio al posto del sangue scorresse fuoco.
“Mi dica una cosa che tra l’altro so già, il nome dell’operazione”.
”Operazione sottoveste ….” disse con un mezzo sorriso Ben.
“Vedo che ha ancora voglia di scherzare Jager, ma vedrà che la smetterà di fare il furbo, comunque è Operazione Spectre ”.
L’uomo estrasse dalla valigetta un bisturi e cominciò a passarlo sul volto di Ben , tuttavia senza fargli nulla.
“Sa con questo potrei farle molto male, potrei rovinare il suo bel visino, nessuna ragazza la guarderà più, ammesso che esca vivo da qui” disse con tono malefico.

Ben cominciava ad avere paura , l’uomo non lo avrebbe fatto uscire vivo da lì e Semir non sarebbe arrivato questa volta , si sentiva male, sia per il siero che gli era stato iniettato, sia per quello che aveva fatto a Semir ; se lo avesse sempre tenuto al corrente di tutto , ma non era possibile e comunque il piccolo ispettore non gli avrebbe lasciato fare una cosa così , per lui era il figlio da proteggere … e lui era il figlio che lo faceva preoccupare sempre … forse … una volta , ma adesso?
Ben era stato costretto a comportarsi da autentica carogna nei confronti di Semir, ma lo aveva fatto perché gli era stato imposto di agire così per non creare sospetti, per risultare il più credibile possibile e per proteggere le persone più care che aveva al mondo.

“Che bel tatuaggio che ha sul braccio ispettore … è un vero peccato ” disse l’uomo passandoci il bisturi sopra e in quel preciso istante lo incise  con un colpo secco facendogli  un taglio di quattro centimetri.
Ben urlò dal dolore ,  senti il braccio bruciare e il sangue che colava caldo dalla ferita , ma non fece tempo a riprendersi che un altro dolore invase il suo corpo , l’uomo prese un piccolo bastone che aveva li vicino e colpì violentemente Ben sulla ferita.
Ben stava per urlare di nuovo, ma l’uomo gli tappò la bocca con la mano così che l’urlo gli morì in gola.
“Allora Jager ti decidi a parlare? Ha un bel fisico penso che questo non sarà per lei una buona cosa, la sua agonia sarà lunga …”
L’uomo con un altro colpo secco gli fece un altro taglio profondo al fianco.
E un altro urlo di dolore uscì dalla bocca del giovane ispettore.
Muller assisteva alla scena impietrito.
Ben cominciò a respirare affannosamente, si sentiva come se un’invisibile mano gli avesse tappato bocca e naso e le ferite infertergli gli provocavano terribili dolori ad ogni movimento e respiro.
“Allora conoscono  il mio nome? Sanno chi sono  i miei contatti? E quanti di loro sono compromessi?” chiese l’uomo.
“Non … me l’ho ha … detto … Berger ” disse Ben ansimando “E io non glielo ho mai chiesto …. e per quanto lo conosca io …. neanche torturandolo gli avete  …. estorto informazioni ” disse il giovane ispettore sempre più in affanno , ormai riusciva a respirare a fatica.
L’uomo gli avvicinò pericolosamente il bisturi alla carotide e vi premette leggermente sopra , Ben sentì ancora una volta bruciare e rivoli di sangue cominciavano a scendergli lungo il collo.
”Ti conviene dirmi cosa sai … chi sono i tuoi capi …” e avvicinò l’arnese medico ad una mano
“Potrei restituirti all’autostradale un pezzo per volta … un dito al giorno … poi un orecchio  ….”
Ma anche così l’uomo non ottenne nulla.
“PARLA!” gli urlò, ma Ben non aveva intenzione di cedere e fu così che l’uomo con un gesto quasi di stizza gli fece un altro taglio netto al centro del petto.

Semir e gli altri stavano scavalcando le recinzioni, quando il silenzio fu rotto da un urlo straziante.
Tutti si guardarono atterriti e increduli
”O mio Dio , Ben …”
Semir cominciò a tremare.
In fretta il piccolo ispettore e gli altri colleghi scavalcarono le recinzioni ed armi in pugno si prepararono a fare irruzione nell’hangar da dove avevano sentito provenire le urla.

Intanto all’interno dell’hangar Ben ormai era al tracollo , ma tuttavia sotto l’effetto del siero della verità cominciò a parlare, come fosse in trance:
”I servizi segreti conoscono il suo nome … i suoi informatori , … il suo panettiere di fiducia,   …  il suo barbiere … tutto … ormai è bruciato … tutti  sanno tutto”.
“Molto bene  , ma voglio i nomi dei suoi capi …”.
”Vai … al … diavolo …”  disse con un mezzo sorriso Ben.
”Che carino, sa quanti litri di sangue ci sono in un corpo umano? Bhè del suo mi sa che una parte è sul pavimento” e fece cenno a due uomini che stavano dietro a Ben.
Questi gli slegarono un braccio e lo misero con il polso rivolto verso l’alto.
“So che le piace suonare la chitarra, ma se le taglio i tendini ho paura che non potrà più farlo … Oh , ma guarda che belle vene … e vi premette sopra il bisturi.
Questa volta Ben non fiatò, non ne aveva neanche più la forza. Sentiva bruciare il polso e il sangue che colava dalla ferita, ormai si sentiva al capolinea della sua giovane vita.
“Allora, se è così, bene Jager siamo arrivati alla fine , se non posso sapere da lei quello che voglio è meglio che non lo sappia nessuno, non crede?”
L’uomo si avvicinò a Ben , i suoi occhi erano in fiamme,  mentre quelli di Ben cominciavano a spegnersi.
Poi dalla valigetta estrasse un’altra siringa e la riempì con un liquido color argento.
”Questo è cloruro di potassio di solito si usa nelle iniezioni letali lo sa? Ma in piccole dosi o diluito provoca una morte lenta  tra atroci dolori”
Ma l’uomo venne interrotto da Muller.
”Ben parla , non vedi fa sul serio, digli quello che vuol sapere tanto che ti frega ?"
”Va … al … diavolo … Andreas ” disse Ben allo stremo delle forze.
”Come vuole … eroe … “
E l’uomo gli piantò l’ago in pieno petto.
”Che cosa gli fai … disse Muller
“Quello che gli ho promesso” e spinse lo stantuffo della siringa.

Ben ebbe la sensazione di essere stato accoltellato al cuore, dolori atroci si irradiarono su tutto il suo corpo, voleva svenire, almeno i dolori sarebbero cessati. Pregò di morire il più velocemente possibile e mentre supplicava e implorava la sua mente lo torturò ancora una volta, per l’amore della sua Patria si era fatto arrestare, era stato picchiato dal suo migliore amico, era riuscito a farsi odiare da tutti coloro che gli erano più cari , aveva dovuto sopportare di tutto per quella Patria che lui amava, quella Patria che dopo la sua morte lo avrebbe ricordato solo e soltanto come un suo traditore.
Passò quasi un minuto e le sue suppliche furono esaudite: la vista cominciò ad annebbiarsi, il respiro si fece sempre più lieve e il cuore di Ben cessò di battere.

 Improvvisamente …

“FERMI POLIZIA, ARMI A TERRA E MANI IN ALTO”

Semir e i suoi colleghi fecero irruzione nel capanno e quel che successe accadde in pochi istanti.
“Maledetto sbirro” disse l’uomo ed estrasse una pistola ed esplose un colpo verso Ben, ma Muller si frappose di nuovo tra la linea dello sparo e Ben.
Andreas morì sul colpo.
L’uomo allora cercò di esplodere un altro colpo , ma questa volta fu freddato da Semir.
Non ci fu bisogno di sparare ancora, alla vista dei poliziotti tutti si arresero.
La Kruger e gli altri arrestarono le poche  persone presenti, mentre Semir si avventò su un esanime Ben.

La scena che si presentò gli fece mancare alcuni battiti del cuore.
Il corpo di Ben era pieno di tagli e ferite profonde da cui usciva ancora sangue e la sua testa era reclinata su un lato.
Con cautela Semir estrasse la siringa dal petto di Ben e velocemente lo slegò quindi lo adagiò delicatamente per terra;
Semir rabbrividì quando vide che sotto la sedia dove stava seduto Ben si era formata un’enorme pozza di sangue.
”Commissario non c’è polso, chiami un’ambulanza presto … “ urlò Semir in preda alla disperazione.
E cominciò le manovre di rianimazione aiutato da Jenny.
“Reagisci Ben, ti prego svegliati, non mollarmi adesso ti prego” e  lacrime copiose cominciarono a scendere dal volto di Semir.
”Aprì gli occhi … Ben  … ti prego perdonami ” gridò disperato Semir mentre dietro di lui gli altri colleghi assistettero impotenti alla scena.
 

 

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Capitolo 11
*** Amici per sempre ? ***


AMICI PER SEMPRE?

Erano passati tre giorni dal giorno in cui Semir aveva salvato per l’ennesima volta la vita a Ben e la mattina, Nadja e il piccolo ispettore si trovarono nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Colonia.
Nei giorni precedenti Semir non era mai andato a trovare il suo giovane collega, tuttavia faceva brevi telefonate alla ragazza per sapere come stava Ben.

Nadja e Semir erano fuori nel corridoio del reparto e davanti a loro al di là del vetro c’era Ben; il ragazzo stava sdraiato sul letto circondato da monitor che mandavano segnali  confortanti  , aveva una  flebo ad un braccio e un piccolo tubicino al naso  che lo aiutava a respirare.
Il giovane era pallido,  quasi cadaverico,  aveva un  polso e un braccio fasciati , piccoli tagli sul collo e sulle mani ed enormi bende sul torace che si alzava e s’abbassava ritmicamente.
“I parametri sono stabili, ci metterà qualche giorno per smaltire tutte le sostanze  che gli hanno iniettato, ha perso molto sangue , ma almeno è vivo … è in coma farmacologico , così il suo fisico è meno stressato  … e si riprenderà più in fretta” disse con cautela Nadja per non allarmare troppo Semir  e aggiunse ”Gli hai salvato la vita …”.
“Mmmm” mugugnò il piccolo ispettore.

Semir osservava Ben attraverso il vetro , ma aveva sentimenti contrastanti.
Da una parte voleva entrare nella stanza stringergli la mano , accarezzargli i capelli , dall’altra si sentiva tradito , anzi il suo orgoglio si sentiva tradito; perché non metterlo al corrente della sua doppia vita?
Forse perché Ben conosceva Semir fin troppo bene, non gli avrebbe mai lasciato fare una cosa simile, soprattutto da solo e senza di lui.
Infine Semir trasse un profondo respiro e senza levare lo sguardo da Ben rivolgendosi a Nadja disse:
“Sai finché non ho visto quell’ago piantato sul suo petto non ero sicuro che fosse innocente …. l’ho considerato un traditore e adesso … non so ancora chi sia  per me … credevo fosse veramente una spia e ora … so soltanto che fingeva di esserlo”.
“Vuoi entrare ?”chiese quasi sussurrando Nadja.
”No,  non ancora … “ e detto ciò Semir uscì dal reparto lasciando Nadja atterrita e Ben solo … di nuovo.

Era quasi sera e Nadja stava sistemando la flebo al giovane ispettore che in quel momento stava dormendo.
Nelle ore antecedenti Ben, ogni tanto si era svegliato, ma solo per brevi istanti e il suo pensiero era stato  sempre uno solo “Dov’è Semir?” e il suo sonno era sempre tormentato da un incubo ricorrente.

Si vedeva in mezzo al bosco, Semir lo rincorreva e gli diceva di fermarsi , ma anche questa volta Ben non accennava a fermarsi.
Semir allora cominciò a sparare e questa volta un proiettile colpì ad una gamba Ben che rovinò a terra.
L’ispettore poi piombò come una furia su Ben, lo prese per i capelli e lo costrinse a mettersi in ginocchio.
“Lurido bastardo hai visto alla fine ti ho preso … “ disse e poi guardandogli la ferita “Vedo che ti ho preso la vena femorale , ma non preoccuparti non avrai tempo per morire dissanguato ….”.
Ben vide il volto di Semir … non era lui , quello era il diavolo con le sembianze del suo partner …
Semir premette il grilletto e gli sparò in pieno petto.


 “NO!....” urlò Ben e si svegliò di colpo madido di sudore.
“Ben è tutto a posto … stai tranquillo sei all’ospedale …. hai avuto un incubo” disse Nadja riprendendosi dallo spavento dovuto a quell’urlo improvviso e cercò di riportarlo alla calma.
“Ben, come ti senti?” chiese preoccupatissima.
“Bene … credo …” disse debolmente.
“Ma Semir? Dov’è? ….”  gli occhi di Ben cominciarono a cercarlo.
“Ben non agitarti ti prego” cercò di rassicurarlo la giovane infermiera , ma senza successo.
“Lui c’è sempre quando sono all’ospedale perché adesso no?”  sussurrò piano e calde lacrime gli solcarono il viso.
”C’è l’ha con me … adesso mi odia … ci tengo a Semir è come un padre per me … se avessi saputo non mi sarei lasciato convincere , ma ero l’unico che poteva avere contatti con Muller … l’ho perso  … l’ho perso per sempre il mio migliore amico …”.
“Ben, per favore calmati o dovrò chiamare un medico per sedarti” disse Nadja.
Ma Ben non accennava a calmarsi.
“A Semir non ho detto niente, gli ho mentito per due anni, volevo proteggerlo, meno sapeva e più ero sicuro che se mi avessero scoperto non sarebbe accaduto niente a lui, alle  bambine, ad Andrea”.
E il suo pianto divenne isterico “Volevo salvare la nostra amicizia, invece l’ho distrutta”.

Nadja chiamò subito il medico di guardia che  sedò Ben ; i suoi parametri vitali stavano pericolosamente alzandosi.
Velocemente gli venne somministrato un tranquillante che fece quasi subito effetto e Ben si riaddormentò.
Poco dopo Nadja uscì dalla stanza ;  il cuore gonfio di tristezza, in quella stanza aveva lasciato un uomo distrutto dagli eventi accadutogli in quelle ultime due settimane, un uomo distrutto nel fisico, ma soprattutto nell’animo.
Finito il turno la ragazza decise di andare a casa di Semir, doveva risolvere la questione , non poteva essere rovinata un’amicizia così forte che durava da anni solo per colpa dell’orgoglio ferito di Semir.

Il piccolo ispettore era seduto sul divano di casa , quando sentì suonare la porta.
Andò ad aprire e appena vide Nadja prima che lei potesse dire qualsiasi cosa la anticipò dicendo con tono duro:
 “Se sei venuta per Ben puoi anche andartene …”.
Appena ebbe sentito quella frase Nadja ebbe l’impulso di girare i tacchi e andarsene di corsa , ma trovò il coraggio di rispondere a Semir, lo doveva a Ben, lei aveva visto la disperazione negli occhi  del suo giovane amico.
“Almeno ascoltami per favore… Ben ha chiesto di te e ogni volta che si sveglia spera di trovarti accanto a lui , Semir lo hai detto tu stesso che Ben a volte vede in te il padre che non ha mai avuto … non abbandonarlo, non ora che ha più bisogno di te, non lasciarlo morire …”
“Morire? Come sarebbe morire?” Semir era scioccato e i suoi occhi erano come infuocati
“Si Semir ,  ho detto morire … cosa credi che farà Ben quando riuscirà ad alzarsi da quel letto e scoprirà che tu gli hai voltato le spalle per sempre? Perdendo te ha perso tutto … lo continua a ripetere ….” E anche il tono di Nadja si fece duro.
“Nadja, non ci provare a farmi sentire in colpa, la colpa è di Ben che tenendomi all’oscuro di tutto …”
Ma questa volta fu Nadja a interrompere Semir, era furiosa per la testardaggine che stava dimostrando Semir, ma si impose la calma, altrimenti non si sarebbe arrivati a nessuna soluzione.
“Ti ricordi quel detto che amava molto Tom? ‘Se salvi la vita a qualcuno ne diventi responsabile’ , quante volte hai salvato la vita a Ben? E lui a te? Ben non dicendoti nulla ti ha protetto, Semir pensaci bene prima di voltargli le spalle per sempre” disse Nadja.
”Ho detto di no,  non lo voglio vedere mai più” .
E interruppe bruscamente la conversazione chiudendole la porta in faccia.

Nadja rimase qualche secondo davanti alla porta era scioccata dal comportamento di Semir, ma  in cuor suo sapeva che prima o poi sarebbe andato a trovare Ben o almeno ci sperava, per il bene del giovane e dell’amicizia che legava i due ispettori.

E infatti il giorno dopo, Semir era di nuovo al di là del vetro a guardarlo, e nella stanza con Ben c’era anche Nadja che era intenta a cambiare le fasciature al ragazzo.
Ben era semidisteso sul letto, con la schiena appoggiata a due cuscini il volto triste e pallido e cosa ancora più strana in perfetto silenzio, complice anche il fatto che  Ben era venuto a conoscenza di come era morto Andreas.
Muller gli aveva salvato nuovamente la vita, forse malgrado tutto Ben e Andreas erano restati amici o forse l’ex poliziotto si era redento all’ultimo minuto vedendo come avevano torturato Ben.
Questa notizia aveva aggravato ulteriormente la situazione psicologica di Ben e Nadja constatò che il giovane si sentiva il cuore e la mente a pezzi, e avere cuore e anima feriti è come avere le costole rotte, nessuno lo vede , ma senti un dolore terribile ogni volta che respiri.
 Nadja cercò di far parlare l’amico, ma il ragazzo non era incline al dialogo: il ragazzo in un certo senso stava morendo.
Appena Nadja si accorse di Semir sfoderò uno smagliante sorriso e fece cenno a Ben.

Ben alzò gli occhi e appena lo vide uno stato di agitazione invase tutto il suo corpo  , era felicissimo , ma allo stesso tempo triste e angosciato si sentì addirittura mancare l’aria per qualche secondo perché Semir non lo stava guardando.
Il giovane ispettore si ritrovò a pensare cosa si sarebbero detti, ammesso che Semir entrasse nella stanza: avrebbero messo definitivamente la parola fine alla loro amicizia? Era venuto li per dirgli addio?
Finalmente dopo quella che a Ben sembrò un’eternità, Semir entrò nella stanza.
”Ciao Nadja” disse con aria mortificata il piccolo ispettore  “scusami per ieri sera“ e l’abbracciò.
“Non ti preoccupare Semir …  vi lascio soli …”  gli disse e uscì sorridendo ad entrambi.
Semir si avvicinò ai piedi del letto, ma tuttavia non guardò Ben in faccia.
“Ciao Semir “ disse piano Ben anche se in mente aveva la parola ‘socio’.
“Mmmm” fu la laconica risposta di Semir che  nuovamente non lo degnò di uno sguardo.
Ben si sentì morire, cercò di trattenere l’angoscia che lo stava attanagliando  e con più calma possibile disse:
“Semir siediti e ascoltami, ti prego, e poi fai le tue valutazioni, ma dammi dieci minuti per spiegarti”.
Disse Ben cercando di avere la voce più ferma possibile, cosa che gli stava riuscendo, ma con enorme fatica.
“La posta in gioco era molto alta , lo so che ho tradito la tua fiducia e questa è la cosa che mi dispiace di più, ti prego … tu , Andrea , le tue figlie , siete la mia famiglia non mi abbandonare ti prego”
Ben fece una pausa, sperava che Semir dicesse qualcosa , ma ciò non avvenne e così Ben continuò.
“Credimi Semir se avessi saputo che sarebbe andata così non avrei accettato un incarico del genere , rivoglio la tua fiducia Semir, rivoglio la vita di prima, rivoglio il mio migliore amico”.
Ben fece un’altra pausa, la voce si stava incrinando e sperava che Semir dicesse  qualcosa, invece il piccolo ispettore se ne stava ostinatamente in silenzio, ai piedi del letto, guardando il pavimento.
“Hai avuto la possibilità di uccidermi ben due volte … ma non lo hai fatto … e il perché è che in cuore tuo sai che mi vuoi ancora bene … sei un cecchino non potevi mancarmi se avessi voluto ….”. Ma non riuscì a finire la frase perché fu interrotto da Semir.
”Non uccido le persone alle spalle lo sai” disse Semir senza neppure alzare gli occhi.
”Semir lo so è per quello che ti chiedo di perdonarmi e di aver ancora fiducia in me … quella che io non ho mai perso in te … neanche quando mi hai spaccato il labbro o fatto sanguinare il naso, nel bosco sapevo che mi avresti inseguito tu è per quello che ho detto ad Andreas di dividerci, volevo parlarti, volevo che mi guardassi negli occhi … non come ora.”
Ben fece una pausa sperando che Semir rispondesse qualcosa, ma vedendo che il suo ex partner restava ancora ostinatamente in silenzio continuò:
“Semir …  spero solo che una parte di me rimanga sempre con te  … arrivato a questo punto penso che lascerò la polizia “disse infine.
”Come … Ben?...”  Semir si trovò spiazzato, ma nonostante ciò non guardò ancora Ben negl’occhi.
“Semir … tutto ciò che so  l’ho imparato da te: fiducia reciproca, il fidarsi a occhi chiusi del proprio partner, ma vedo che non è più così per te, quindi per me non ha più senso. Il lavoro che amo mi ha tolto tutto ciò che avevo di più caro … la tua fiducia e quella dei colleghi , l’affetto che ci legava,  chi si fiderà più di me?” disse con tono triste Ben.
Semir  si sedette sul letto di Ben e gli prese la mano , adesso si sentiva in colpa, tremendamente in colpa.
Semir alzò gli occhi e incrociò quelli di Ben; quegl’occhi che ti dicevano sempre la verità anche se dalla bocca uscivano menzogne.
Semir adesso si rendeva conto che, se Ben avesse potuto, lo avrebbe messo al corrente , solo che lui , accecato dall’orgoglio, non era riuscito a capirlo subito guardandolo negli occhi.
Il giovane ispettore aveva sempre considerato Semir un ottimo poliziotto, ma a volte il suo temperamento testardo, cocciuto e soprattutto orgoglioso gli impedivano di vedere le cose con obiettività, tanto che a volte, l’ispettore più anziano non riusciva a fare il passo del perdono.

Ma questa volta no.

”Nessuno al Comando  ha mai dubitato di te“ disse alla fine “nessuno, tutti si sono messi in gioco per trovarti e salvarti, sono io che devo chiederti scusa … ho detto  … fatto e pensato tante cattiverie su di te.”
Ben gli porse la mano per farsi dare ‘un cinque’.
Questa volta Semir non esitò nemmeno un secondo: uno schiocco rimbombò nella stanza.
Subito dopo i due si abbracciarono.
”Ben tornato socio” disse Semir
”Grazie socio, ti voglio bene, come un padre …”.
Semir si liberò subito da quella stretta affettuosa.
”Come ?! Come un padre? Brutto impertinente insolente, mica sono così vecchio …”.
”Come un fratello …. più vecchio” disse sorridendo Ben con le lacrime agli occhi.
”Se non la smetti ti rovino quel bel visino che hai …. “ anche Semir aveva gli occhi lucidi.
“Sai, se capitasse che dovessi fare un’altra azione sotto copertura e debba tenerti all’oscuro di tutto, ti dirò che vado in Italia a fare rafting sul Brenta che dici?”
“Non so nemmeno dove sia il Brenta … “ disse corrucciando la fronte Semir.
“Aida si, le ho mostrato delle foto e quando torna dalla villeggiatura potrei portarla con me che dici? “.
“Guai a te, socio …” disse il collega più anziano.
“Sai è strana la cosa” disse diventando di nuovo serio Ben “Ma ho pensato molto ad Aida mentre ero in carcere, lei mi vede come lo “zio perfetto” e perfetto non lo sono proprio, anzi, comunque avevo paura che se fosse finita male lei sarebbe stata delusa da me … la tua famiglia mi ha adottato, Semir , e io sono orgoglioso della mia ‘nuova’ famiglia …”
La conversazione continuò per molto ancora; Ben e Semir avevano passato momenti difficili e chissà … forse  tutto sarebbe tornato come prima.
La vera amicizia è messa a dura prova a volte  , ma se è vera non muore mai.

FINE
 
Epilogo e note dell’autore:
Dopo questa “disavventura” Semir e Ben ritorneranno ad essere la super coppia che erano e ci saranno ancora casi in cui i due ispettori avranno divergenze, ma mi piace immaginarli la coppia più salda che possa esistere.
La loro amicizia è speciale e questo li rende speciali.
E come ama dire la mia “socia” Maty tra di loro c’è una alchimia speciale e io aggiungerei “cobrissima”.
Mi piace pensare che, almeno nella mia fantasia, niente al mondo li separerà. Invecchieranno insieme come una sorta di marito e moglie e si godranno la pensione … coccolando figli e nipoti …
Semir non si separerà da Andrea, ma Ben potrebbe anche sposarsi e avere figli (ma non con Aida, troppi anni di differenza!!! Anche se un Semir suocero di Ben sarebbe una divertente novità …).
Inoltre vorrei fare un’altra precisazione.
Io NON amo “snaturare” i personaggi, nel senso che se posso cerco di farli “uguali” all’originale presenti nel telefilm, ma questa volta no.
Mi spiego: come giustamente mi ha fatto notare la mia “socia-beta” Maty, Semir in questa storia “si mette sul cerasiello” (cioè fa troppo il sostenuto ed è incazzato fuori misura e difende le sue ragioni ad oltranza anche immotivatamente) e oltretutto per quanto possa essere arrabbiato non direbbe mai a Ben ‘ maledetta quella volta che sei uscito vivo da quella bara o stavolta ti ammazzo ’.
Anzi, una volta visto che Ben è vivo e vegeto (e tutto intero), tutto sarebbe tornato come prima, ma mi andava di scrivere così e quindi mi scuso con il povero Semir! Per certi aspetti ti ho fatto veramente “antipatico” , un po’ tenendo conto e ‘giocando col fatto’ che in questa sede la maggior parte di coloro che leggono ‘stravedono’ per Bennuccio caro.
 
E COSI’ SIAMO ARRIVATI ALLA FINE …
VORREI RINGRAZIARE TUTTI COLORO CHE HANNO LETTO QUESTA MIA STORIELLA E UN RINGRAZIAMENTO PARTICOLARE VA A TUTTI RECENSORI  :  FURIA, MARTIANTARES, SOPHIE, BLACK FIRE e MATY.
LE VOSTRE RECENSIONE SONO STATE GRADITISSIME E PREZIOSISSIME DANKE DANKE DANKE !!!
POI UNA MENZIONE SPECIALE VA A LIVIANA PER LE SUE PIACEVOLISSIME CHIACCHERATE  ‘FUORI ONDA’.
E INOLTRE VORREI FARE UNA PICCOLA PRECISAZIONE E UN SPECIALE RINGRAZIAMENTO:
ALCUNE FRASI DI QUESTO CAPITOLO DETTE DA BEN SONO LA TRADUZIONE  DELLA CANZONE “THIS TIME “ DI TOM BECK;
PENSO CHE A PIU’ DI QUALCUNO LA COSA NON  SIA SFUGGITA … ECCO QUEI PENSIERI DI BEN PER SEMIR SONO GLI STESSSI CHE HO PER LA MIA “SOCIA” NONCHE’ “ COBRISSIMA BETA” CHE NON FINIRO’ MAI DI RINGRAZIARE ABBASTANZA!!!
GRAZIE DI CUORE MATY!!!
E CON QUESTO VI ABBRACCIO TUTTI E ALLA PROSSIMA AVVENTURA.
CHIARABJ!!!
P.S.  E METTETEVI IL CUORE IN PACE,  PER QUANTO PERFIDA POSSA SEMBRARE UN BEN JAGER CATTIVO NON RIUSCIRO’ MAI A FARLO … FORSE …
 

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