Mi hai rivoluzionata sia dentro che fuori

di _Believeinyourdreams
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Primo capitolo ***
Capitolo 2: *** Secondo Capitolo ***
Capitolo 3: *** Terzo Capitolo ***
Capitolo 4: *** Quarto Capitolo ***
Capitolo 5: *** Quinto Capitolo ***
Capitolo 6: *** Sesto Capitolo ***
Capitolo 7: *** Settimo Capitolo ***
Capitolo 8: *** Ottavo capitolo ***
Capitolo 9: *** Nono Capitolo ***



Capitolo 1
*** Primo capitolo ***


MI HAI RIVOLUZIONATA SIA DENTRO CHE FUORI.

 
In una campagna molto lontana dell’Argentina viveva Mariana Esposito, una giovane ragazza appena diciassettenne. Capelli e occhi molto scuri, ‘alta’ 1.65 circa, occhiali da vista e apparecchio ai denti. La classica ragazza di campagna tutta scuola e famiglia che trascura non poco il suo aspetto. Vive insieme ai suoi nonni, a cui è legata tantissimo, dopo essere rimasta orfana all’età di 7 anni. Non ha amici, a parte il suo fedele Labrador color miele Flin. 
Mariana non si è mai innamorata.
 
Dall’altra parte dell’Argentina, nel centro più centro di Buenos Aires, viveva Juan Pedro Lanzani il più bel ragazzo del paese. Anche lui diciassettenne, abbastanza alto, capelli castani e occhi di un verde intenso. Chiunque ne parla, non tralascia che è un famoso Don Giovanni e che tutte le ragazze cadono ai suoi piedi. Vive con la madre Emilia in una maestosa villa di famiglia. Ha molti amici, tutti figli di papà che lui definisce ‘leccacu**’ o ‘amici a convenienza’. 
Juan Pedro non si è mai innamorato.

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Capitolo 2
*** Secondo Capitolo ***


MI HAI RIVOLUZIONATA SIA DENTRO CHE FUORI
-secondo capitolo-

 
Anche questa mattina, dalla mia finestra penetravano i primi raggi di sole che segnavano l'inizio di un altro giorno.
Le vacanze estive erano da poco iniziate, e di solito ogni ragazza della mia età ne approfittava per dormire fino a tardi, invece la mia sveglia suonava come sempre alle 7 in punto. Proprio non ce la facevo a rimanere a letto.
''Buongiorno nonna.'' dissi entrando in cucina,dandole un bacio sulla guancia.
''Buongiorno tesoro, nonostante la scuola sia finita da un pò non riesci proprio a restare a letto.'' disse mia nonna mentre mi serviva una fetta di torta e un bicchiere di latte.
''No nonna, è un peccato passare l'intera giornata a letto quando fuori c'è un mondo che mi aspetta.'' risposi con un sorriso a 32 denti con tanto di apparecchio.
Mi interessava poco e niente di apparire la classica ragazza 'figa' , mi bastava un paio di jeans, una semplice maglia, un paio di converse ed ero pronta per uscire.
''Nonna io porto Flin a fare un giro, magari passo in centro. Ti serve qualcosa?'' chiesi a mia nonna prima di uscire da casa. Amavo aiutarla, e quando potevo andavo in centro per prenderle ciò che le serviva in casa.
''Tesoro, se puoi passa al supermercato a prendermi queste poche cose.'' rispose mia nonna.
''Certo.'' Le feci un dolce sorriso,presi i soldi, il guinzaglio di Flin e uscì in cortile.
''Flin,Flin.'' chiamai un paio di volte il mio amato amico a quattro zampe, finchè non lo vidi sbucare dalla sua cuccia che gli fu costruita da mio nonno un paio di anni fa.
''Buongiorno Flin.'' dissi accarezzandogli la testa mentre gli mettevo il guinzaglio. Come risposta mi diede un'energica zampata sulla coscia e dopo aver scodinzolato per ben 10 minuti ci mettemmo in viaggio.
Arrivai in centro dopo un'oretta circa, casa mia era abbastanza lontana. Vivevo in un paesino sperduto in campagna con pochi abitanti,una piccola scuola e giusto un paio di negozietti. Da quando erano iniziate le vacanze venivo ogni volta che potevo in centro. 
''Hei Flin, guarda quanti bei negozi. Magari vivessimo qui.'' dissi a Flin con aria sognante. Era l'unico con cui potevo parlare, non avevo un'amica o un parente. Le ragazze della mia scuola erano tutte chiuse e strane e non facevano amicizia con nessuno. Dopo la morte dei miei genitori, non ho avuto il coraggio di chiedere ai miei nonni se avevo qualche parente e di conseguenza cugini.
''Sfigata, parla con il cane.'' sentì dire alle mie spalle, così mi girai e trovai un gruppetto di ragazze, le classiche barbie-senza cervello.
''Scusa?'' dissi, facendo finta di non aver capito.
''Oltre che sfigata è pure sorda ragazze.'' disse una di loro rivolta alle altre ragazze, iniziando poi a ridere seguita dalle altre.
Mi limitai a disprezzarle con il silenzio, girai e andai via lasciando loro lì impalate. 
Gli insulti di queste persone mi scivolavano addosso, ne ero abituata ormai. 
Passai al supermercato a prendere ciò che mi aveva chiesto la nonna e mi incamminai verso casa.
''hay un lugar al que me voy cuando estoy triste, es un lugar dentro de mi que nunca viste, me lo invente para sentir que me quisiste, es un lugar al que me voy cuando estoy triste.. '' canticchiavo una delle mie tante canzoni, amavo cantare, ricordo che mia mamma mi diceva sempre che cantare rallegrava la vita ed aveva proprio ragione. Non mi accorsi però che lungo il sentiero verso casa c'era un gruppo di ragazzi con le loro moto che facevano un rumore molto fastidioso.

''Contadinella'' Sentì dire da uno di loro. Perché tutte a me oggi? prima quelle ragazze in centro ed ora questi ragazzi. Mi girai e ciò che vidi mi fece rimanere incantata. Tra loro c'era un ragazzo coi capelli corti castani, gli occhi di un bellissimo verde intenso e piccoli nei sul viso. Devo ammettere che era un bel ragazzo, ma era un figlio di papà sicuramente pieno di se, nonchè puttaniere. 

''Non sono una contadinella.'' risposi a denti stretti e passai tra loro, pronta per tornare a casa.
''Dove pensi di andare?'' disse il ragazzo che aveva parlato anche prima, prendendomi per un braccio.
Fortunatamente con me c'era Flin e diventava abbastanza cattivo quando qualcosa non andava, infatti iniziò a ringhiare contro di loro.

''Buono buono cagnaccio, la tua padrona contadinella dovrà pur uscire senza te.'' disse il ragazzo. 

Appena il troglodita mi lasciò il braccio andai a casa, lasciai Flin in giardino e corsi in camera mia. Mi fiondai con la testa sul cuscino e iniziai a piangere.
Non piangevo quasi mai, mi tenevo tutto dentro e cercavo di essere sempre felice, di non pensare alle brutte cose, ma c'erano giorni come questi in cui non riuscivo a trattenermi e sfogavo con le lacrime fino a che non mi addormentavo.


Memy'space.

Ciaaaao Tesoriiii. 
Innanzitutto, voglio scusarmi con chi stava seguendo l'altra storia..Purtroppo non ho molta ispirazione per quella storia, così ne ho creata un'altra che spero vi piaccia.
Ci saranno anche i OneD in questa storia, e credo che andando avanti vi interesserete sempre di più.
Un Bacio Grande.


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Capitolo 3
*** Terzo Capitolo ***


MI HAI RIVOLUZIONATA SIA DENTRO CHE FUORI
-terzo capitolo-

Erano le undici e mezza del mattino e a casa Lanzani c'era una tranquillità e un silenzio raro, ciò significava che Juan Pedro dormiva ancora.
''Feli, quel nullafacente di mio figlio dorme ancora?'' chiese Emilia a Felicitas, colei che aveva visto nascere e crescere Juan Pedro. Viveva ormai da anni in quella casa, ed era diventata una persona molto importante per Juan Pedro, era diventata una seconda mamma.
''Si, signora. Peter dorme ancora.'' rispose educatamente Feli. Era stata lei a dargli il soprannome 'Peter' all'età di 5 anni e da allora nessuno più lo chiamava Juan Pedro. Era legata tanto a lui peggio di una mamma, e Peter ne era riconoscente e non c'era giorno in cui non la ringraziava per quello che aveva fatto e faceva ancora per lui. 
''Sveglialo per favore, non voglio che passi l'intera giornata nel letto. Deve pur sempre trovare un lavoro estivo, non posso garantire sempre io i suoi divertimenti.'' disse fredda Emilia. Non aveva mai dimostrato il suo bene a Peter, per questo lui era freddo e distaccato nei suoi confronti.

Feli, senza proferire parola, salì al piano di sopra e andò fino alla camera di Peter. Non si preoccupava di poterlo trovare nudo o con qualche ragazza, lo aveva visto crescere e sapeva ogni cosa di lui, così come Peter non si vergognava nel farsi vedere da Feli.
''Peter, su sveglia.'' disse dolcemente Feli mentre apriva le finestre.
''mmh, altri cinque minuti.'' rispose come ogni mattina Peter.
''Peter, ti prego. Tua mamma mi ha chiesto di svegliarti, non voglio essere rimproverata ancora una volta.'' disse Feli sedendosi sul letto di Peter e tirandogli le coperte via dal viso.
''Lo faccio solo per te lo sai.'' disse Peter, alzandosi dal letto e dirigendosi in bagno,permettendo a Feli di riordinare. 

|Casa Esposito.|

''Piccola, cos'è successo ieri?'' mi chiese mia nonna senza far sentire a mio nonno, sapeva che si sarebbe preoccupato come sempre.
''Niente nonna, tranquilla.'' la rassicurai.
''Lali, tesoro mio.'' disse mio nonno entrando dalla porta che dava sulla veranda. Era stato il primo a chiamarmi Lali, diceva che il mio nome era troppo lungo e poi ci saremo confuse io e mia nonna.
''Nonnooo.'' urlai correndogli incontro, ci vedevamo talmente poco per il suo lavoro che non riuscivamo mai a stare insieme.
''Non pensi che sia troppo per te il lavoro?'' chiesi preoccupata a mio nonno. Lavorava alla fattoria di famiglia, e ai campi e non permetteva ne a me ne a mia nonna di lavorare. 
''Si, ed è per questo che sto spargendo voce che mi servirebbe una mano giovane.'' disse sereno mio nonno.
''Benee, ora basta parlare di lavoro e mangiamo.'' si intromise mia nonna mettendo a tavola tante prelibatezze.
''Cosi ci vizzi però.'' dicemmo all'unisono io e mio nonno e scoppiammo a ridere seguiti poi da mia nonna.

|Casa Lanzani|

''Peter, a un'ora da qui in periferia c'è un vecchio signore che cerca aiuto per la sua fattoria. Potresti andare per i tre mesi estivi.'' disse mia mamma.
''Perché? qui non sto bene?'' risposi, con la testa chinata sul piatto, senza neanche guardarla in faccia.
''Con quali soldi? da oggi non avrai più un euro da me e poi ti farà bene stare un pò in campagna.'' ribattè mia mamma. Se stava cercando di farsi odiare, ci era riuscita ed anche alla grande.
''Ed io dovrei andare e tornare dalla campagna tutti i giorni? sei impazzita per caso?'' alzai il tono di voce sapendo che si sarebbe infuriata.
''No caro, oltre al lavoro ti offrono l'alloggio per tutta l'estate.'' rispose impassibile mia mamma.
''.. ti daranno venti euro al giorno e per il resto delle spese non hai bisogno di nulla, se ne occuperanno loro.'' continuò.
''mmh, generosi. e faranno tutto questo solo in cambio del mio aiuto?'' 
'' No appunto, ho offerto alla nipote una borsa di studio per frequentare la tua scuola. Ha la tua stessa età, perciò non ti annoierai. Dovrai andare domani mattina alle 9, ti accompagnerà Feli. '' detto questo, non mi diede neanche il tempo di rispondere che si alzò e se ne andò,senza neanche salutare.
''Su, non sarà tanto male Pit. Guadagnerai qualcosa, starai lontano da tua mamma e poi hai sentito ci sarà una ragazza, chissà magari sarà la volta buona che ti innamorerai.'' mi disse Feli sorridente. Lei voleva solo il meglio per me.

|Casa Esposito|

Erano appena le otto di sera ed ero già in pigiama: pantaloncino di tuta e una maglia di mio padre che mettevo sempre, sentivo il suo profumo e dormivo serena.
''Lali, c'è un vento fresco fuori. Potresti andare in veranda a leggere un pò.'' disse mia nonna.
''Ottima idea nonna.'' le sorrisi e uscì fuori accompagnata da uno dei tanti libri che collezionavo e un plaid nel caso facesse più freddo.
Le ore passavano quando leggevo e non mi accorsi che si era fatto mezzanotte. I miei nonni già dormivano, le luci in casa erano tutte spente così decisi di rimanere in veranda sul comodissimo divano a dormire. 

''Flin, Flin.'' chiamai il mio cane, che non tardò ad arrivare.
''Su accomodati vicino a me, dormiamo insieme stanotte.'' gli dissi accarezzandogli la testa. Lui mi guardò e si accomodò ai miei piedi , poggiai il plaid anche su di lui e ci addormentammo cullati da un fresco vento estivo.

Memy's spaceeeeee.
Eccomi tesoriiiii.
Ai capitoli precedenti non ho visto neanche una recensione, come mai? 
Spero che la storia vi piaccia, e spero di trovare qualche recensione sotto questo capitolo...
Un baciiiinoooo a tuttiiii. 

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Capitolo 4
*** Quarto Capitolo ***


MI HAI RIVOLUZIONATA SIA DENTRO CHE FUORI.
-quarto capitolo-
 |Lanzani.|
Questa mattina sono stato costretto a svegliarmi alle 7.30, fortunatamente Feli mi aveva già preparato tutte le valigie, mettendomi tutto ciò che mi sarebbe servito.

''Scendi giù a fare colazione Pit, io finisco di sistemarti le valigie.'' disse Feli.
''Lei c'è?'' chiesi, alludendo a quella che si fa chiamare 'mamma', mentre finivo di allacciare le scarpe.
''No non c'è, hahah.'' mi rispose Feli.

Dopo aver fatto colazione, caricammo le valigie in macchina e ci avviammo verso la campagna.

''Siamo arrivati.'' ci avvisò l'autista.
''Su Peter scendi, quella è la casa.'' mi disse Feli, indicandomi una graziosa villetta immersa nel verde. Tutto sommato non era proprio così terribile questo posto.
Salutai Feli, presi le valigie e mi avviai verso la casa.
C'era un piacevole silenzio, e dei padroni di casa non c'era neanche l'ombra.

|Esposito.|

Dormivo beatamente finché non sentì Flin abbaiare.
''Flin,buono buono.'' dissi ancora assonnata. Speravo la finisse così sarei tornata a dormire, ma Flin continuava così mi alzai per vedere cosa lo spingeva ad abbaiare così tanto.
''Flin, cos'hai?'' gli chiesi con naturalezza come se Flin potesse rispondermi. Si avvicinò alla porta della veranda e scodinzolava, così mi avvicinai e mi spaventai quando vidi un ragazzo seduto sugli scalini fuori la porta.

''E tu chi sei?'' dissi al ragazzo che si girò spaventato. Era lui. Era il ragazzo dagli occhi verdi.
''Sono Juan Pedro, ma chiamami Peter. Dovrò fare da aiutante a tuo nonno per il resto dell'estate.'' rispose con aria scocciata. per fortuna non mi aveva riconosciuta.
''Entra, vado a chiamare mio nonno.'' gli dissi facendolo accomodare nella veranda.

Tornai dentro e corsi a chiamare mio nonno per avvisarlo che era arrivato il suo 'aiutante' e andai in camera mia per indossare qualcosa di decente poiché ero ancora in pigiama.

''Allora tu sei Peter, questa è la mia umile dimora. Lei è mia moglie Mariana, e la ragazza di stamattina è nostra nipote Lali..'' sentì mio nonno parlare con quel ragazzo Pedro..Petro..Peter.

''Quindi hai trovato chi far sgobbare al posto tuo, caro nonno.'' dissi guardando divertita Peter.
''Su Lali non essere cattiva e mostra la camera degli ospiti a Peter.'' disse mio nonno sorridendo.

Bene, non solo dovrò sopportarlo per quasi due mesi avrà anche la camera di fronte la mia.

''Questa è la tua camera, e quella - indicai la mia camera- è la mia. E' vietato entrare signorino.'' gli dissi.
''Calmina contadinella.'' rispose sorridendo.
''Allora..'' stavo per parlare ma m'interruppe.
''Sì, ti ho riconosciuta.'' disse e mi fece l'occhiolino.

Me ne andai furiosa in camera mia. Era un arrogante, presuntuoso, figlio di papà. Sarei impazzita due mesi insieme a lui sotto lo stesso tetto.
Ad un tratto sentì bussare e sperai con tutto il cuore che fosse mia nonna.

''Chi è?'' chiesi.
''Sono Peter, tua nonna mi ha detto di dirti che è pronto.'' rispose dall'altro lato della porta.
Mi alzai dal letto e uscì trovando Peter sull'uscio.

''Hai bisogno di qualcosa?'' chiesi mantenendo sempre un tono freddo con lui, non gli avrei mai dato la soddisfazione di vedermi debole, anche se lo ero.
''Ti stavo aspettando, tutto qui.'' rispose lui, e si avviò giù senza neanche darmi il tempo per rispondere.

''Lali, potevi scendere prima ci siamo divertiti un mondo. Peter è davvero un ragazzo simpaticissimo.'' disse mia nonna mentre metteva i piatti in tavola.
''mmh, buon per lui.'' risposi prima di sedermi.
''Lali cosa succede, qualcosa non va?'' disse mio nonno.
''No, scusa nonno, sono solo un po’ stanca.. meglio se vado a riposare.'' mi alzai e tornai su in camera con mia nonna che continuava a dire che dovevo prima mangiare qualcosa.
''hay un lugar al que me voy cuando estoy triste, es un lugar dentro de mi que nunca viste..'' ero immersa nel mio mondo, avevo voglia di continuare la mia canzone ma qualcosa m’interruppe o meglio qualcuno.
''Sei davvero brava contadina.'' disse Peter sedendosi sul mio letto senza il mio permesso.
''Pensavo di essere stata chiara. E' VIETATO ENTRARE IN CAMERA MIA. E poi se non l'avessi capito, mi chiamo Lali, non contadinella, La-Li idiota!'' dissi mentre lo spingevo fuori,verso la sua camera.
''Sei un tipo nervoso eh contadinella?'' ancora contadinella, l'avrei ucciso prima o poi.
Sbattei la porta di camera mia così forte che per poco non se ne cadeva e tornai sul mio letto.

|Lanzani|

''ahahah si Nico, è quella contadinella. Non immagini che caratterino che ha..''
Stavo parlando a telefono con Nico, forse uno dei miei amici più sinceri tra tutti quei leccac*** che si reputano miei amici.
Gli avevo raccontato del mio primo giorno in casa Esposito senza tralasciare nessun particolare ed anche lui si era ricordato della contadinella.
Dopo una mezz'oretta staccai con Nico e m'appoggiai sul letto per riposare, visto che non dovevo lavorare.

|Esposito|

Fortunatamente il pomeriggio era passato senza aver quell'insolente tra i piedi. Mia nonna stava ai fornelli, mio nonno sistemava la veranda  perché aveva deciso che avremmo mangiato fuori .

''Nonna, vado su a farmi una doccia e torno ad aiutarti.'' dissi a mia nonna prima di scomparire su per le scale.

Entrai in camera mia, presi vestiti e intimo puliti e mi avviai verso il bagno.
Stavo per entrare quando la porta si aprì e uscì Peter con un asciugamano in vita e a torso nudo.
Per poco non mi cadeva la mascella giù ai piedi. Era un gran bel ragazzo, dovevo ammetterlo.

''Se vuoi, posso darti una mano.'' disse lui ridendo.
''Se vuoi, te la posso dare anch’io una mano, in faccia però.'' risposi e chiusi la porta alle mie spalle girando la chiave.
''na na na na.'' come sempre sotto la doccia cantavo e non mi accorgevo del tempo che passava.

Uscì dopo poco e dopo essermi asciugata per bene, indossai una tuta, feci una coda ai capelli e stesi un po’ di crema sul viso.
Non amavo i trucchi, o meglio non li avevo e non sapevo usarli..
Avevo un paio di bolle sul viso, portavo gli occhiali e l'apparecchio. Ero abbastanza inguardabile. L'unico punto a mio favore era il mio fisico, non ero molto alta ma ero magra e con le curve al punto giusto che nascondevo spesso e volentieri.
''Contadinella muoviti o farai tardi per la cena.'' nello stesso tempo in cui lui finì di parlare, uscì dal bagno.
''Quante volte ancora dovrò ripeterti che non mi chiamo contadinella ma Lali?'' dissi con uno sguardo minaccioso.

Stavamo iniziando a litigare, ma ci chiamò mia nonna e gli risparmiai tutti gli insulti che stavo per dirgli.

''Allora Peter, sei pronto per iniziare il tuo lavoro?'' chiese mio nonno.
''Mm si.'' disse Peter cercando di essere il più convincente possibile ma sapevo che non aveva neanche un briciolo di voglia di lavorare e per questo mi sarei divertita ancor di più.
''Ah Lali, sai che la mamma di Peter è stata così gentile da offrirti una borsa di studio per l'anno prossimo alla stessa scuola di Peter?'' disse felice mia nonna
''Cosaa?'' dissi più che felice, ma poi ci pensai su e tutto questo entusiasmo svanì in un attimo.
''Cosa c'è non sei più felice tesoro? Hai sempre sognato di frequentare quella scuola e ora non vuoi?'' disse mio nonno.
''Certo che voglio nonno, però la scuola si trova a un'ora e mezza da qui, non posso svegliarmi tutte le mattine alle 6.'' dissi con aria triste a mio nonno.
''Amore c'è un'altra cosa che dobbiamo dirti. Io e tuo nonno abbiamo deciso che appena finirà l'estate ci trasferiremo in centro, e vorremmo aprire un locale, magari uno di quei posticini, dove s’incontrano i giovani dopo la scuola per un frappé o qualcosa di caldo da mangiare. Venderemo la fattoria, ma terremo la casa per le vacanze estive.'' mi spiegò mia nonna. Ero al settimo cielo, finalmente il mio sogno di andare in centro si sarebbe avverato e per di più potevo frequentare una delle scuole più importanti di Buenos Aires. Mi alzai di scatto e abbracciai tutti, compreso Peter.

''Questo è per tua mamma, non per te.'' gli dissi, non apprena mi accorsi di ciò che avevo fatto.
''Sì, signor capitano.'' disse facendo ridere me e i miei nonni. Quella sera ero felice e non m'importava se era uno stupido figlio di papà arrogante.
''Quando conoscerai mia mamma, non gli darai questo caloroso abbraccio credimi.'' disse Peter con un velo di malinconia negli occhi. Avrei voluto chiedergli se c'era qualcosa che non andava, ma non gli chiesi niente per rispetto e mi limitai a finire la cena.
 
NEL PROSSIMO CAPITOLO
''Ehm, non ho mai avuto un fidanzato.'' dissi tutto d'un fiato e abbassai lo sguardo.
''Non ci credo, cioè quindi tu non hai mai fatto..'' non lo lasciai continuare, avevo troppo vergogna.
 
Memi’s Spaceeee.
Ciao lettrici e lettori,
anche se non vedo neanche l’ombra delle recensioni, ho visto che i capitoli sono abbastanza letti.
Questa storia è nuova per me, e ci sto mettendo tutto l’impegno possibile per portarla avanti ed arrivare poi ad un finale.
Come avete letto in questo capitolo, Peter è arrivato a casa di Lali e finalmente i due si sono rincontrati anche se lei cerca di fargli notare il più poco possibile l’interesse nei suoi confronti. Cosa succederà tra i due? Nascerà qualcosa?
Nell’anticipazione si capisce che tra i due c’è finalmenteeee un dialogo, ma scoprirete solo leggendo il prossimo capitolo cosa si sono detti..
E mi raccomando RECENSITEEE per favore. Hahaha.
Un bacio, e anche se in ritardo auguri di buona pasqua.. 

Ps: Ho scritto i dialoghi in grassetto in modo che possiate leggerli meglio.

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Capitolo 5
*** Quinto Capitolo ***


MI HAI RIVOLUZIONATA SIA DENTRO CHE FUORI.

I giorni trascorrevano, Peter si era ambientato bene a casa mia e andava per fino d'accordo con Flin.
I miei nonni lo trattavano come un figlio e lui li ringraziava aiutandoli in tutto. Tra noi c'erano continui litigi ma avevamo messo le cose in chiaro, lui non invadeva il mio territorio e la mia privacy ed io facevo lo stesso con lui.
Fortunatamente dopo quasi un mese che vivevamo nella stessa casa, stava iniziando a chiamarmi ‘Lali’ e non più contadinella.
''Lali, Lali.'' Urlò Peter, spaventandomi a morte.
''Peter cosa c'è?'' Risposi preoccupata.
''Niente hahaha, volevo parlare un po’ con te. Ho finito di lavorare e mi stavo annoiando.'' Disse, era sincero e non mi avrebbe fatto male parlare con qualcuno che non fossero i miei nonni o Flin,che neanche poteva rispondermi.
''Dimmi, cosa vuoi sapere?'' chiesi mettendomi comoda sul divano e invitandolo a sedere.
''Mmm, boh. Parlami un po’ di te, non abbiamo mai parlato di noi, almeno ci conosciamo meglio.'' mi chiese.

''Beh, non ho molto da dirti. Mi chiamo Mariana Esposito, ho diciassette anni e vivo qui da sempre. Non ho i genitori da dieci anni e ho in sostanza zero amici, tranne Flin che è con me da cinque anni. Come vedi porto gli occhiali e l'apparecchio e non mi trucco mai. Fine.'' dissi, incitandolo poi a raccontarmi di lui.

''Mi chiamo Juan Pedro Lanzani, ma tutti mi chiamano Peter. Ho diciassette anni e vivo nel centro di Buenos Aires a pochi passi dalla scuola. Vivo con mia mamma e con Felicitas, la mia tata, che mi ha fatto da mamma per tutti questi anni. Mio padre è morto due anni fa a causa di un cancro. Ho parecchi amici ma pochi sono sinceri il resto li definisco leccac*** perché ho molti soldi e gli faccio comodo.'' Disse lui.

''Scusa se te lo dico, ma se hai molti soldi.. come mai hai cercato lavoro?'' chiesi curiosa.
''Beh, mia mamma dalla morte di mio padre è diventata fredda e il nostro rapporto è cambiato, e un giorno mi disse che se non trovavo un lavoro non mi dava neanche più un euro, perciò aiuto tuo nonno'' disse impassibile. Voleva essere forte ma sapevo che infondo ci stava male. Tutti abbiamo bisogno di una mamma o di un padre.
''Mi dispiace.'' riuscì a dire, non potevo immaginare come ci si sentiva perché i miei genitori li ho persi molto piccola e il tempo che ho passato con loro lo ricordo ben poco.
''Non devi, ci ha perso lei.'' rispose Peter.
''Sai, sei l'unica ragazza con cui ho parlato della mia vita..'' continuò
''Mi fa piacere, si vede che ispiro fiducia. hahahah.'' dissi scherzando a Peter.
''Sciocca, con le altre ci andavo solo a letto. Non ho mai avuto amiche.'' Disse pieno di se.
''Mi fai schifo Peter, lo vedi che con te non si può parlare.'' Gli dissi spingendolo.
''Su, non fare la perfettina ora nana. Vorresti farmi credere che non sei mai stata con un ragazzo.'' mi disse Peter, facendomi diventare più rossa di un pomodoro. In diciassette anni non mi ero fidanzata neanche mezza volta e non avevo dato ancora il mio primo bacio, né fatto altro.
''Non chiamarmi nana.'' cercai di cambiare discorso ma lui era furbo.
''Non cambiare discorso, NANA.'' Replicò, scandendo l’ultima parola.
''Va bene , va bene. Se ti dico una cosa, giurami che non dirai nulla.'' dissi ormai rossa in viso, speravo con tutta me stessa che una volta rivelatogli il mio segreto, non lo avrebbe spifferato anche alle pietre.
''Te lo giuro.'' Disse, mettendo una mano sul cuore. Sembrava sincero.
''Ehm, non ho mai avuto un fidanzato.'' dissi tutto d'un fiato e abbassai lo sguardo.
''Non ci credo, cioè quindi tu non hai mai fatto..'' non lo lasciai continuare, avevo troppo vergogna.
''No.'' abbassai ancora di più la testa, ma lui mi alzò il viso e si avvicinò. Si avvicinò forse un po’ troppo e stava quasi per darmi un bacio ma fummo interrotti da Flin, che tempismo perfetto Flin.
 

PROSSIMO CAPITOLO.
''Lali senti..'' iniziò con una faccia seria. ''Non so cosa mi sia preso ieri,io..''
 
MEMYYYY’S SPACEEEEEEE
Ciaoo a tutte, mi scuso se ho aggiornato così tardi, ma non ho avuto tempo.
E mi scuso anche per la 'lunghezza' del capitolo, so che è corto ma non riuscivo a continuare.
Da come vedo, le recensioni continuano a scarseggiare. Forse non vi piace la storia?
Forse non vi piace come scrivo? Scusatemi..
Passiamo dunque al capitolo: Tralasciamo il momento di ‘pace’ tra Lali e Peter, e il fatto che lui abbia finalmente smesso di chiamarla contadinella e passiamo direttamente al ‘quasi bacio’..
Mmh, Flin mascalzone. . ha un tempismo perfetto quel cucciolo.
Se non fosse stato per Flin si sarebbero baciati? E cosa sarebbe successo poi?
Leggete il prossimo capitolo, e mi raccomando: R-E-C-E-N-S-I-T-E.
Grazie, Memi. 

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Capitolo 6
*** Sesto Capitolo ***


MI HAI RIVOLUZIONATA SIA DENTRO CHE FUORI
-capitolo sei-

 
Ero sveglia già da qualche ora, ma la voglia di alzarmi dal letto e di incontrare Peter era pari a zero.
Dopo il quasi bacio, interrotto dal mio amatissimo Flin, non ci siamo più parlati ne guardati. Avevo troppa vergogna.

''Lali, dormi ancora?'' sentì mia nonna dall'altro lato della porta.
''No, nonna. Entra pure!'' le risposi con la faccia affondata nel cuscino.
''Sono le nove e stai ancora a letto? Qualcosa non va? Hai per caso la febbre?'' iniziò con le domande a raffica, risultando molto fastidiosa di prima mattina.
''No nonna, sto benissimo. Ero solo stanca e volevo stare ancora nel letto.'' Dissi, mentendole spudoratamente.
''Oh, menomale. Pensavo ti fosse venuta la febbre; comunque se vuoi, puoi scendere giù a fare colazione, il nonno e Peter sono andati via questa mattina all’alba per prendere del materiale per la fattoria e torneranno nel tardo pomeriggio.'' In un nano secondo ero già per le scale, pronta a gustare la buonissima colazione che sicuramente nonna mi aveva preparato. Per lei la colazione è sacra.

La giornata passò così velocemente che non mi accorsi neanche dell'arrivo di mio nonno e Peter, volevo sotterrarmi per la vergogna quando mi trovai faccia a faccia con lui.


''Ehm, uh, ciao.'' dissi prima di correre più veloce della luce su in camera mia.

|Lanzani|

Ero stato fuori tutta la giornata, e non vedevo l’ora di ritornare a casa per riposare.
Appena rientrato, mi scontrai con Lali che mi salutò con un tono abbastanza freddo e imbarazzato, quasi come se volesse evitarmi, e qualcosa mi diceva che c’entrava ciò che era successo il giorno prima.
 Lali era come una cugina, una sorella per me e non ci avrei mai fatto un pensiero diverso su di lei, non era il mio tipo e glielo avrei detto..

''Nonna.'' Mariana aveva insistito tanto che la chiamassi ‘nonna’ ed io l'accontentavo volentieri.
''Dimmi Peter.'' Mi rispose lei, con il suo solito tono gentile.
''Se non ti serve il mio aiuto, andrei a farmi una doccia.'' gli dissi con la speranza che mi lasciasse libero di andare.
''va pure tesoro, io ho quasi finito.'' mi rispose sorridendo.

La congedai con un bacio e mi fiondai su per le scale, entrando poi in camera mia.
Dopo svariati minuti passati sul letto a controllare il cellulare, prendo gli abiti puliti e mi dirigo in bagno.

''Ahii.'' Riconobbi la voce di Lali dall’altro lato della porta, e mi vanne da ridere pensando alla sua espressione di dolore. Ma ritornai serio appena la vidi varcare la porta.
''Scusami, non sapevo fosse occupato.'' Risposi cercando di sembrare dispiaciuto e non divertito.
''Potresti bussare.'' disse nervosa.
''Potresti chiudere a chiave.'' Risposi a tono.
''Aah, lascia stare.'' disse lei superandomi ed entrando in camera sua per poi sbattere, ovviamente, la porta.

|Esposito|

Anche quando cerco di evitarlo, me lo ritrovo tra i piedi e discutiamo. Non oso immaginare quando frequenteremo la stessa scuola come sarà, sicuramente lui si riunirà al suo gruppetto e si dimenticherà di me e di questi mesi passati qui, non che m'interessi eh!
Stavo nel pieno dei miei stupidi discorsi mentali quando si spalancò la porta e urlai come una cretina per lo spavento.

''Cazzo ti urli?'' disse Peter scompisciato dalle risate sull'uscio della porta.
''Cazzo vuoi?'' risposi, senza ridere ovviamente.
''Parlare con te, posso?'' mi disse ancora sull'uscio della porta.
''Entra, hai dieci minuti, dopodiché sparisci.'' risposi con tono freddo e distaccato.
''Sì, signor capitano.'' disse buttandosi a peso morto sul mio letto.
''Lali senti..'' iniziò con una faccia seria. ''Non so cosa mi sia preso ieri, io..'' fece una pausa, era in imbarazzo. ''non volevo avvicinarmi così a te, c'è stato quel quasi bacio e volevo scusarmi.'' finì e mi guardò negli occhi.
''Aah, per questo sei venuto? Pensavo cosa fosse successo. Suvvia Peter non è successo nulla, neanche ci pensavo.'' dissi, cercando di apparire totalmente indifferente alla questione. Neanche io credevo alle mie stesse parole, ci avevo pensato ed anche tanto, non avevo fatto altro tutta la giornata.
''Ah, menomale Lali..Sai com'è, ti vedo come una sorella e non vorrei che..beh hai capito no?'' disse sorridendomi, quel sorriso che farebbe svenire anche una mucca.
''S-si certo.'' dissi priva di emozioni in viso.

Peter mi passò una mano tra i capelli scompigliandoli e se ne andò lasciandomi sola..
''Sorella'' ''Sorella'' ''Sorella'', quella parola che mi stava uccidendo dentro lentamente, mi rimbombava nella testa.
Il mio viso non traspariva alcun sentimento, emozione, nulla. . Scendevano solo lacrime, facendomi sentire la ragazza più stupida del pianeta.
 
MEMY’SSSSSSSS SPACEEEEEEE.
Heilaaa bella gente.
Ecco un altro capitolo, spero che vi sia piaciuto.
RECENSITE, vero?? Ho bisogno di sapere se ne vale la pena continuare.
Passiamo al capitolo. . . Secondo voi la nostra Lali si sta innamorando? E Peter?
-Sorella-  ma che cappero dici Peter, sorella un corno .. Povera Lali, ci è rimasta davvero male..
Che cosa succederà nel prossimo capitolo ?
Scopritelo seguendo la storia. xx <3

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Capitolo 7
*** Settimo Capitolo ***


MI HAI RIVOLUZIONATO SIA DENTRO CHE FUORI.
-capitolo sette-

Da quel giorno, ne passarono tanti, forse troppi.
Io fingevo indifferenza, e Peter sembrava crederci.
Mio nonno continuava le ricerche per la casa e il negozio ed ogni tanto mandava me e Peter in centro, proprio come questa mattina.

‘’Nonno, noi usciamo.. Ci vediamo nel pomeriggio.’’ Dissi per poi uscire fuori e prendere la strada per il centro.
‘’Potresti anche aspettare.’’ Sentì dire, era Peter ed era molto affannato.
‘’Potresti anche svegliarti prima la mattina.’’ Risposi senza neanche guardarlo.

Il tragitto continuò nel silenzio più assoluto, finché non arrivammo in centro.

‘’Ora cosa dovremo fare.?’’ Chiese Peter con aria divertita.
‘’Quello che abbiamo fatto anche i giorni in cui non poteva venire mio nonno e siamo venuti noi, Peter.’’ Dissi con fare ovvio. Ogni volta che mio nonno ci mandava in centro, lui ripeteva sempre la stessa domanda. Che lo faceva per innervosirmi? Probabile.

Iniziammo a cercare qualcosa di carino ed economico, ma soprattutto nei pressi della scuola.

‘’Ci fermiamo un po’? Sono stanca e ho bisogno di un Latte&Caffe.’’ Dissi, e stranamente lui accettò.

Ci recammo in un bar e ordinammo un Latte&Caffe e un Caffe amaro, che arrivarono in pochi minuti portati da una cameriera che guardava Peter dalla testa ai piedi.

‘’Radiografia mode on.’’ Dissi sorseggiando la mia bevanda. Cazzo di gelosia.
‘’Ehh?’’ Disse Peter alzando lo sguardo dalla sua tazza di caffe fumante, e puntò i suoi occhi verdi nei miei facendomi rabbrividire.
‘’La cameriera dico, ti stavo spogliando con gli occhi.’’ Gli spiegai subito, ridendo istericamente.

‘’Gelosa?’’Bingo!!Perché me l’aspettavo questa domanda?
‘’Ma fammi il piacere.’’ Risposi mentendo e abbassando subito lo sguardo sulla mia tazza e sentendo le guancie andare a fuoco.

Non parlammo finché non mi alzai per andare in bagno.

‘’Vado un attimo in bagno.’’ Dissi, e senza aspettare alcuna risposta mi diressi dal lato opposto della caffetteria.

‘’ Vichy, ciao sono in una caffetteria aspettando il prossimo appuntamento per vendere la casa, ma è passato più di mezz’ora e non si è presentato nessuno.’’ Entrando in bagno, sentì una ragazza che parlava al telefono e diceva qualcosa riguardo ad una casa da dover vendere..

‘’ Si, va bene, tra poco torno a casa non preoccuparti. Ciao.’’ Appena la ragazza chiuse la telefonata, mi avvicinai.

‘’Ehm, scusami.’’ Dissi, portando la sua attenzione verso di me.
‘’Hai bisogno di qualcosa?’’ mi chiese girandosi.
‘’Involontariamente, ho ascoltato la tua conversazione telefonica.. eh beh sto cercando casa per cui..’’
‘’Ti prego dimmi che ti serve in centro e te la faccio vedere anche ora.’’ Non mi diede il tempo di continuare che subito prese lei parola.
‘’Andiamo.’’ Dissi semplicemente con un sorriso.

Tornammo da Peter, che stava aspettando fuori appoggiato alla porta.

‘’Peter, penso di aver trovato casa.’’ Dissi molto emozionata.
‘’Beh, finalmente Lali..’’ Disse anche lui felice.
‘’Ehm, lei chi è?’’ continuò poi..
‘’Piacere, io sono Daniela e ho un disperato bisogno di vendere casa.’’ Disse con una leggera risata.

Daniela era davvero una bella ragazza, alta, capelli biondi, ben vestita.
Insomma il mio opposto.

Arrivammo a casa di Daniela dopo 10 minuti a piedi.
Era una palazzina di due piani, posta su un grande marciapiede, proprio nel centro e a due minuti dalla scuola.

‘’Allora, l’entrata e sul retro, quella che vedete qui è la porta di un negozio chiuso da anni ormai.. Quello è il balconcino della cucina.’’ Disse prendendo poi le chiavi e conducendoci sul retro.
Era davvero una bellissima casa, tre camere con finestre molto ampie, due bagni, e un cucina grande con il balconcino che affacciava sulla strada.

‘’Questa è la casa, spero vi piaccia anche se per una coppia è molto grande.’’ Disse guardando prima me e poi Peter, io scoppiai a ridere e lei mi guardò perplessa.

‘’No scusami. Comunque non siamo una coppia, questa casa e per me e i miei nonni.’’ Dissi, chiarendole le idee.

‘’Oh, scusami tu allora.’’ Disse imbarazzata.
‘’No, figurati. Comunque, io sarei interessata anche al negozio,a chi devo rivolgermi?’’ Era la soluzione ideale per noi, casa e negozio nello stesso palazzo.

‘’Davvero? Ancora meglio.’’ Disse lei ancora più felice.

Ci accordammo sul prezzo, e le dissi che ci saremo viste l’indomani insieme ai miei nonni per confermare tutto.
Si scambiò il numero di telefono con Peter, visto che non ho mai avuto un fottuto telefono, e tornammo a casa.
‘’Nonnaa siamo tornati’’ mi anticipò Peter, mi faceva uno strano effetto sentir lui chiamare ‘nonna’ o ‘nonno’ i miei nonni.
Quella sera, cenammo in veranda e discutemmo della casa e del negozio.

‘’Mi sembra una buona soluzione.’’ Disse mia nonna.
‘’Lo penso anch’io.’’ Rispose mio nonno.
‘’Magari, potreste iniziare  a portare qualcosa di la. Così prima finite, prima vi trasferite e per l’inizio di settembre avrete già il negozio aperto.’’ Propose Peter, e per la prima volta fui d’accordo con lui.
‘’Infatti, se domani Daniela ci darà le chiavi, potrei iniziare a pulire e arredare la casa, ed entro una settimana potremo portare tutto nella nuova casa.’’
‘’Ed io vi darò volentieri una mano.’’
Concluse Peter, voltandosi verso di me e stamparsi un sorriso a 32 denti sul viso.
 
MEMY’SSSSSSSS SPACE.
Ecco subito un altro capitolo, dovevo farmi perdonare.
E’ più che altro un capitolo per introdurre la ‘ricerca’ della casa.
Vi è piaciuto? Ditemi di sìììì.
Lali e Peter sempre più vicini, cosa succederà?
Scopritelo nel prossimo capitolo.
RECENSITE, grazie. xx <3

 

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Capitolo 8
*** Ottavo capitolo ***


MI HAI RIVOLUZIONATA SIA DENTRO CHE FUORI
-capitolo otto-

Con il passare delle settimane, il trasloco alla nuova casa e i lavori ormai finiti alla nostra nuova attività, che mia nonna aveva tanto insistito per chiamare ‘Happiness’, era arrivato il giorno tanto atteso: l'apertura.

“Lali, sei pronta?’’ chiese mia nonna entrando nella mia camera.
“ Si nonna, giusto due minuti e scendo.” Le risposi mentre cercavo di rendermi più presentabile. Avevo deciso di indossare un vestito per l’inaugurazione, ma come al solito sono finita nei miei jeans preferiti, abbinandoli a un top e delle ballerine.

L’inaugurazione era iniziata da circa trenta minuti, devo dire che il lavoro di volantinaggio era servito a qualcosa, c’era parecchia gente.
Tra la folla intravidi anche il gruppetto di ‘arpie’ che incontrai in centro, e più le guardavo più mi rendevo conto che non avevo speranze..Erano davvero belle con quei vestiti, sicuramente di marca, che gli fasciavano la vita stretta, con ovviamente i trampoli al posto delle scarpe.

“Hey.” Mi girai di scatto, avrei riconosciuto la sua voce a kilometri di distanza.
“Ciao, ora sei arrivato?” Chiesi a Peter, mantenendo un tono di voce calmo e sfoggiando uno dei miei migliori sorrisi.
“Si, sono con i miei amici. Sono davvero contento che sia venuta tutta questa gente..” Disse guardandosi intorno.
“Sì, anch’io..Il merito è anche tuo, ci hai aiutati molto e ti ringrazio.” sorrisi pensando ai giorni trascorsi tra queste mura a ridere e scherzare insieme a lui.
"Mi ha fatto piacere aiu.." Stava parlando quando fu interrotto dalla voce alta almeno di dieci toni di mia nonna. 

“Lalii..” disse lei dal fondo della sala.
“Penso proprio che debba andare ad aiutarli, mi ha fatto piacere vederti. A dopo.” Lo salutai e raggiunsi mia nonna che mi diede un taccuino e una penna e mi chiese di servire ai tavoli. E speravo con tutta me stessa di non fare brutte figure, soprattutto con Peter nei paraggi.

Le ore passavano, le persone aumentavano sempre di più e non riuscivo a fermarmi un instante.

“Scusa..’’ la voce proveniva dal tavolo alle mie spalle, così mi avvicinai con la tesca china sul taccuino.
“Volete ordinare?” dissi alzando finalmente lo sguardo, e sentì qualcosa rompersi nel petto, il mio cuore.
"Si." Risposero un paio di loro insieme.
“Ditemi..” deglutì, e carcai con tutta me stessa di distogliere lo sguardo da Peter avvinghiato a quella ragazza..Insieme a loro c’erano il resto dei ragazzi con cui mi scontrai in campagna, e le ragazze del centro. Non poteva capitarmi di peggio.
“Ma guarda un po’ chi abbiamo qui..’’ Disse quello che mi afferrò il braccio quella mattina. “Contadinella..” continuò, ovviamente poteva mai risparmiarsi di aprir bocca questo. Speravo che almeno Peter dicesse qualcosa per difendermi.
“Mariana, mi chiamo MARIANA.” Dissi alzando di un tono la voce.
“ Calmina tesoro.. Sei la sfigatella che parla con il cane, giusto?” Disse la brunetta accanto a Peter. Le avrei strappato tutti i capelli se solo ne avessi avuta la forza. Peter sembrava divertito dalla situazione, non aveva aperto bocca sin dal primo istante.
“Se non dovete ordinare, potete anche uscire. La porta è lì.” Dissi indicando la porta e guardando tutti compreso Peter che restò impassibile, senza muovere nemmeno un muscolo del suo viso.
“Due frullati a fragola, uno al cioccolato, un gelato a vaniglia, due birre.” Disse uno di loro, segnai tutto e andai via senza rivolgere nemmeno un cenno a quel branco di idioti, Peter in primis.

Non me lo sarei mai aspettata da lui, credevo che ci tenesse a me almeno un pò, ma mi sbagliavo.. Lui è come tutti i suoi amici: uno stronzo.

Diedi il taccuino a mia nonna e con la scusa che ero stanca e dovevo preparare tutto per il primo giorno di scuola me ne salì sopra.

“Che fottuta idiota.” Urlavo tra me e me, buttando cuscini per terra e per poco non rompevo una lampada.
“Ovvio, dovevo innamorarmi per forza di uno stronzo.” Continuai, buttandomi poi sul letto a piangere. Come sempre.


“ Lali tesoro sveglia..” disse mia nonna quasi in un sussurro.
“ Nonna.” Dissi, stropicciandomi gli occhi. “Che ore sono?” Continuai..
“ Le ventitré passate, non hai mangiato nulla. Sicura di star bene?” Chiese con il tono di voce abbastanza preoccupato.
“Si nonna, ero molto stanca. Grazie per avermi svegliata devo preparare il materiale per il primo giorno di scuola.” Risposi, sfoggiando uno dei miei più falsi sorrisi per non farla preoccupare ancor di più..

Sistemai la borsa a tracolla buttandoci dentro un paio di cose.. No non è vero, sono molto ossessiva e ordinata quando si tratta della scuola e anche la borsa era perfettamente in ordine: Penne, matite, gomma, quaderni nuovi e chi ne ha più ne metta. A volte ho paura di me stessa per essere così precisa e ordinata, dovrei cercare di essere un po’ più ‘normale’ .
Presi un pantalone nero, una maglietta a maniche corte, una felpa in caso di vento e le mie amate converse.

“Nonna, sei ancora sveglia?” Dissi scendendo piano le scale.
C’era un silenzio terrificante, segno che tutti dormivano, tranne Flinn che mi venne in contro appena avevo pronunciato parola.
“Bello mio.” Dissi a Flinn.. Ma che speranze potevo mai avere che un cane potesse parlarmi? Ero sola, questa era l’unica verità.

Presi una tazza di latte e cereali e ritornai in camera seguita da Flinn che quella notte dormì con me.


MEMYYYYYYY'S SPACE.
Belle mie, scusate l'assenza ma ho lavorato ultimamente e non ho avuto tempo..
comuuuuunque spero che questo capitolo vi piaccia.. Peter è stato proprio uno stronzo.. ehehe..
Suuu vi voglio belle attive su questa storia, RECENSITE in tanti. <3

 

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Capitolo 9
*** Nono Capitolo ***


MI HAI RIVOLUZIONATA SIA DENTRO CHE FUORI
-capitolo nove-

La sveglia suonò precisamente alle sette, dovevo affrontare il primo giorno di scuola.
Amavo andare a scuola, studiare e avere buoni voti, ma mai come questa mattina avrei preferito restare a letto per tutta la giornata o, meglio ancora, per sempre.
Mia nonna mi chiamò circa cento volte da quando avevo aperto gli occhi, ricordandomi che se non volevo arrivare in ritardo il primo giorno dovevo sbrigarmi. Fortuna che la scuola si trovava a due passi da casa o sarei stata costretta a svegliarmi ogni mattina alle sei per prendere l’autobus.

“Vado a scuola, a dopo.” Dissi a mia nonna prima di prendere un cornetto e uscire di casa.

L’aria fresca di prima mattina era sempre piacevole. Se avessi avuto un telefono, in questo momento mi sarei infilata sicuramente le cuffie e alzato il cappuccio come fanno molti, anzi tutti gli adolescenti della mia età.

“Buongiorno.”

Nella segreteria c’era una signora giovane, stava leggendo un giornale e solo dopo aver ripetuto ‘buongiorno’ circa cinque volte, si accorse di me.

“Posso aiutarti in qualche modo?” disse finalmente, posando il giornale sulla scrivania.

“Sono nuova e avrei bisogno degli orari delle lezioni.”

Ci fu un minuto di silenzio finché non prese un registro abbastanza grande e dalle condizioni molto vecchio e si rivolse a me.

“Cognome?” Mi chiese mentre s’infilava un paio d’occhiali blu abbinati alla maglia. Sarà una coincidenza.

“Esposito, mi chiamo Mariana Esposito.”

Finalmente dopo quasi un quarto d’ora passati in quella stanza con un’aria abbastanza tesa e quella signora abbastanza NON-simpatica da farmi ritornare lì dentro, me ne uscì con un foglio, un paio di libri e le chiavi del mio armadietto ‘124’.

“101..102..106..110..” Cercavo disperatamente il mio armadietto, i libri iniziavano a pesare, anche se ne erano pochi, ma sembrava esser scomparso .

“Eccolo.” Dissi tra me e me fermandomi accanto ad un armadietto grigio con un piccolo lucchetto.
Posai il materiale all’interno e guardai il foglio che mi aveva dato la ‘simpatica’ segretaria.

Prima ora: Libera.’ Iniziamo bene. Se solo sapessi se in questa scuola ci fosse una caffetteria, o qualcosa in cui passare del tempo ci andrei sicuramente. Dalla simpaticona non ci ritorno per chiedere informazioni, così non mi resta che esplorare la scuola.
Dopo aver scoperto che questa scuola è molto più grande di quanto sembra, che ospita due palestre, una biblioteca, vari laboratori e una piccola caffetteria
e proprio mentre sembrava che la giornata stesse andando un po’ meglio rispetto a questa mattina, dovetti rimangiarmi le parole non appena incontrai ‘quel gruppo’. Come si chiameranno? Viziati forever? Sicuramente.
Mentre pensavo che sono una pessima ideatrice di nome per gruppi o altro, mi scappò una risata che fece accorgere loro della mia presenza. Brava Lali, complimenti.

“Guarda guarda chi abbiamo qui.” Disse la ragazza che era incollata a Peter ieri. Ma che problemi ha.. Non può lasciarmi in pace e continuare a smaltarsi le unghie o che ne so riempirsi ancora di più di trucco per coprire quella faccia da cammello che si ritrova. Sono stata troppo cattiva? Non penso.

“Problemi?”

Non ero quel tipo di persona che cerca litigi, soprattutto a scuola. Ma loro tiravano fuori il mio lato peggiore e irrazionale e quando rispondevo, non sapevo neanche io cosa dicevo fino a quando le parole lasciavano la mia bocca e magari me ne pentivo subito dopo.

“Oh, la contadinella sa anche rispondere.” Disse ridendo insieme alle amiche e facendo ridere anche i ragazzi. Peter non c’era, e mi meraviglio di come non sia incollato alla sua cammella, cioè ragazza..

“A differenza tua, ho un cervello.” Risposi e feci per andarmene ma la ragazza di cui non so il nome e tantomeno m’interessa mi afferrò per la coda facendomi cadere.

“Lasciami.” Urlai. Mi stava facendo male e non riuscivo a liberarmi.

“Zitta o ti faccio ancora più male.” Rispose con un’aria divertita. Gli altri guardavano come mi faceva male senza dire una parola. L’avrei presa a calci in faccia se solo fossi stata come lei.

“Candela, lasciala.” Sentì dire.. Era la sua voce.

“Peter, ci stiamo solo divertendo.” Disse con una vocina fastidiosa facendo ridere per l’ennesima volta tutti tranne me e Peter.

“Ti ho detto di lasciarla.” Disse Peter alzando un po’ la voce. Candy,Calendula, Candela o come cavolo si chiamava mi lasciò e mi ci volle tutta la volontà che avevo per non piangere e rendermi ridicola davanti a loro.

“Me la pagherai, te lo giuro.”
Le dissi prima di scappare via. Non sapevo dove andare, ma sarei stata sicuramente lontana da Peter e il suo gruppo di amici. Sembra che quei mesi passati insieme non siano mai esistiti. E’ cambiato tantissimo, non è più quel ragazzo che mi prendeva in giro per non aver mai dato un bacio, che la mattina veniva a svegliarmi buttandomi un secchio d’acqua addosso, che mi rincorreva con la pittura addosso mentre facevamo i lavori al negozio. Non è più lui, o è sempre stato così ed io non me ne sono mai resa conto.

La più brutta ora della mia vita stava per terminare, e dopo aver bevuto due frullati, mi diressi verso l’aula di Filosofia e arrivai con dieci minuti d’anticipo come sempre e mi sedetti al primo banco aspettando il professore e il resto della classe che entrarono quindici minuti più tardi.

“Buongiorno ragazzi.” Disse il professore, non era né tanto giovane né tanto anziano, sulla cinquantina direi.

“Buongiorno” disse in coro la maggior parte della classe. Eravamo in tutto ventidue, giusto undici maschi e undici femmine. Ogni classe era divisa così.

Il professore iniziò a fare l’appello, e solo quando pronunciò ‘Lanzani’ mi accorsi che facevamo parte dello stesso corso e chi sa in quali altre materie avrei dovuto sopportarlo. Sentì un ‘presente’ udibile a mala pena provenire dal fondo della classe, mi girai d’istinto e i miei occhi incontrarono i suoi, distolsi subito lo sguardo girandomi verso il professore e mi schiaffeggiai mentalmente per essermi girata.

Quest’ora ed anche le altre passarono per mia fortuna molto velocemente. Non avevo conosciuto nessuno, neanche una singola ragazza. Ero sola, anche qui.
E sola mi diressi alla mensa, che con mia sorpresa era già piena, sembrava che ci mancassi solo io, e in ogni banco c’era un gruppo. Solito di queste scuole del cavolo.
Ormai ‘cavolo’ era il mio nuovo vocabolo preferito. Non ero quel tipo di persona che amava dire parolacce, non le avevo mai dette in vita mia. Ma ‘cavolo’ rafforzava in un certo senso il concetto.
Presi un vassoio, dell’acqua e qualcosa da mangiare e mi diressi in fondo alla sala, dove c’era l’unico posto libero ovviamente.
Mentre mangiavo, mi sentivo osservata e in effetti era così. Molte persone mi guardavano, ridevano e parlavano tra di loro. Mi chiedevo se avessi qualcosa di strano, e come se mi avesse letto nel pensiero, spuntò Candy al mio fianco.

“Ti guardano perché sei ridicola.” Mi disse Candy.

“Parli di me o parli di te Candy?”

Non ero sicura che si chiamasse così, ma era divertente questo nome e dalla sua faccia si capiva che per lei non lo era.

“Mi chiamo Candela, no Candy.” Mi tolse subito il dubbio riguardo al suo nome, sembrava realmente incazzata e questa cosa mi faceva ridere parecchio.

“Fa lo stesso, fa schifo ugualmente il tuo nome.” Dissi guardandola fissa e ridendole in faccia.

“Come ti permetti?” Stava per darmi uno schiaffo, ma la fermai. Non potevo permetterglielo, non davanti a tutta la scuola. Mi aveva già umiliata abbastanza in questo giorno.

“Senti, lasciami in pace.” Le dissi con tono calmo e mi alzai per andar a posare il vassoio.

“Non finisce qui.”

“Non mi fai paura Candela.”
Era vero no? Perché dovevo aver paura di una ragazza della mia età? Forse perché poteva mettermi tutta la scuola contro ed anche il ragazzo di cui ero innamorata? Beh se anche fosse, non m’importava. Quando non hai nulla, non hai nulla da perdere. 


MEMYYYY'S SPACE.
Ciaaaao amori, eccomi qua con un nuovo capitolo. 
Vi è piaciuto? Spero di si. 
Bene che dire..: Candela 'candy hahaha' è una stronza, e Peter oggi ha cercato di difendere Lali .. Ma chi lo capisce.
Poverina ha avuto un pessimo primo giorno di scuola. >< 
E come vi dico sempre: RECENSITE in tanti. <3 un bacino.

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