Ragioni e Sentimenti

di RescuemeGeorge
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo; ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1: Atterraggio a Londra ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2: ''vecchi'' incontri ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3: possibilità ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4: fuga dal coprifuoco ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5: rivelazioni ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6: Punizione ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7: Tempismi ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8: delusioni ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9: Malintesi ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10: Sentimenti ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11: Nuovi Arrivi ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12: Nuove conoscenze ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13: Attrazione ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14: Sensazioni ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15: discussioni ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16: preparativi ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17: Buon Compleanno! ***
Capitolo 19: *** Capitolo 18: Mancanze ***
Capitolo 20: *** Capitolo 19: arrivederci ***



Capitolo 1
*** Prologo; ***


''Don’t stop doin’ what you’re doin’
Every time you move to the beat...'' La suoneria mi sveglio' di colpo, facendomi smadonnare a prima mattina, evviva! Prendo il cellulare per vedere chi fosse e inizio a sbuffare quando leggo 'Erica, vita mia''. Ripensandoci potrei lasciar il cellulare squillare e tornare a dormire, ma va beh, rispondiamo. ''Dimmi per quale motivo mi hai svegliata alle sette del mattino'' dissi col tono seccato e coprendomi con la coperta. Il sole dava fastidio. ''Amore mio, sai che tra qualche ora dobbiamo raggiungere l'aeroporto?'' Appena senti le sue ultime parole feci un balzo dal letto che mi fece cadere, ''ahia, che male'' pensai mentre mi toccavo il culo, dopodiché mi alzai e corsi subito verso la sedia dove c'erano i miei vestiti per la partenza. Mi sciacquai velocemente per poi vestirmi di fretta e furia, mi legai i capelli in una coda di cavallo, e wow, sono tremendamente cresciuti!. Presi la valigia e scesi con lentezza, perché ritardata come sono non ci metterei due secondi a cadere. Una volta arrivata nell'ingresso poso la valigia lì e vado da mamma in cucina per salutarla e dirgli che quando Emma fosse uscita da scuola me la saluterebbe. Appena varcai l'uscio della porta indossai i miei amati occhiali da sole e annusai l'aria. L'aria di Sidney era così pulita di mattina. Avanzai di passo per poi arrivare fuori il mio cancello e aspettare Erica. Quando arrivò ci dirigemmo verso casa di Miri. Si, siamo tre ragazze e tre migliori amiche. Appena arrivammo fuori casa di Miri, volo' giù una maglia che andò a finire sulla testa di Erica, quella scena mi fece scatenare una risata fragorosa e rumorosa, facendo affacciare Miri e ridere a sua volta a causa mia. ''Ha ha ha, molto spiritose'' disse con un tono leggermente arrabbiato, facendo diventare sempre poi rumorosa la risata fra me e Miri. Una volta pronte chiamammo un taxi e ci facemmo portare all'aeroporto. Facemmo il check-in e tutto e salimmo sull'aereo. Sarebbe stata una vacanza abbastanza movimentata, perlomeno fra me ed erica, Miri è più riservata, o almeno era così che dava apparentemente agli occhi degli altri, ma lei non era così. Miri è brava nel socializzare, nel spiegarsi, ha delle belle idee e infondo anche chiare! Mentre Erica è più la tipa dolcina e romantica, ewh. Io ero quella più apatica, fredda, tutti gli aggettivi negativi erano miei e perfetti per descrivermi, però amavo divertirmi a modo mio e non degli altri. --- SALVE RAGAZZE, È LA MIA PRIMA FF SUGLI UNION J, E CREDO DI AVERCI PRESO LA MANO, HAHAHA! SE VI È PIACIUTO QUESTO CAPITOLO, POTRESTE RECENSIRLO? ANCHE SE VORRESTE DOMANDARMI QUALCHE VOSTRA CURIOSITÀ O COSE DEL GENERE, PERCHÉ CI TERREI A SCAMBIARE DUE ''CHIACCHIERE'' CON LE LETTRICI. BUON PROSEGUIMENTO, A DOMANI CON UN NUOVO CAPITOLO! AH, SONO MARIA AHAHAHAH! ---

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Capitolo 2
*** Capitolo 1: Atterraggio a Londra ***


L'atterraggio fu rapido ma il viaggio duro, quindici ore non sono facili, e poi il tipo come me subito si sfracella le palle. Mi alzai dalla sedia e mi sentì il culo piatto a causa dei sedili, mi sgranchì le gambe guardando incuriosita dal finestrino, ma a causa della poca nebbia non riuscì ad intravedere nulla, alzai le spalle, e andai nella direzione per prendere la mia valigia e dando un occhiata alle ragazze per vedere cosa stiano facendo: completamente  prese a guardare la tv dell'aereo, così fischiai abbastanza forte sperando che le ragazze si girassero, ma attirai tutta l'attenzione su di me facendomi ridere e abbassare il capo, poi dopodiché alzarlo e fare un cenno alle ragazze verso le valige. Una volta fuori l'aereo senti' un freddo penetrante. Avrei dovuto dare ascolto a mamma, ma sono tipo ''sti Cazzi''. Di certo che se avessi preso l'influenza mi sarei tenuta accanto Erica. Erica è l'amica di mille avventure. Abbiamo fatto tutto assieme, e quando dico tutto intendo tutto. Le ragazze iniziarono a lamentarsi per l'aria gelida che la città dava, e io me la ridevo. Uscimmo dall'aeroporto e ci dirigemmo verso vari taxi ma tutti furono occupati. Pensai ''che diamine'', ma luce fu, ad un tratto uscì un taxi libero! Presi la mia valigia e camminai velocemente per arrivare all'auto, così fu, ma proprio quando stavo per poggiare la mano sulla portiera un ragazzo con capelli castani e alquanto mossi, come 'a cazzi loro' e zigomi troppo evidenti. All'apparenza sembrava gay. Con un gesto fluido mi levo' la mano da essa, iniziai a squadrarlo da capo a piedi e lui fece lo stesso.
 ''Che pensi di fare, mh?'' Chiesi irritata mostrando un sorriso finto sulle labbra, mentre cercavo di levare la mano del ragazzo sulla maniglia della portiera. 
''Cazzo fai tu? Lascia'' il ragazzo rispose con un tono freddo mentre le rivolse uno sguardo indifferente. 
''Senti bello, c'ero prima io, quindi alza il culo e va a cercatene un altro, okay?'' Alzai appena la voce, avvicinandomi con furia al ragazzo che mi guardo' con aria divertita.
''Maria, che succede?'' Chiese Erica confusa mentre guardava la scena e Miri che se la rideva. 
''Sempre la solita'' aggiunse, infatti, Miri. Diedi un'occhiataccia alle ragazze per poi indicare lui, spostando lo sguardo da loro a lui 
''Sto coglione non lascia la presa'' assottigliai gli occhi mentre riuscì a levare la sua mano dalla maniglia ed entrai in taxi furiosa, maledicendo il ragazzo e facendogli il segno del vaffanculo col dito medio, il ragazzo appena vide il gesto scoppio' a ridere, facendo irritare di più la ragazza. 
''Io ti ammazzo, brutto figlio di p..'' Entrambe le ragazze mi bloccarono quando stavo per mettere piede fuori dalla macchina ed entrarono con velocità in essa, dicendo al tassista la via del college, mi girai poi verso il ragazzo e gli feci nuovamente il dito medio e scoppiai a ridere, mettendo poi gli occhiali in testa e guardando le ragazze. 
''Sei un vero e proprio maschiaccio, Maria'' disse Erica cercando di essere seria, mentre poi scoppio' a ridere, facendo poi ridere anche Miri. 
''Quel ragazzo c'avrebbe perso le penne, con Te'' aggiunse Miri guardando me e continuando a ridere in modo molto sonoro.

Dopo venti minuti arrivammo fuori il college, pagammo il tassista ed entrammo nella struttura. Se non fosse stato per le mie ''ragazze'' quel coglione l'avrei preso a botte sugli zigomi, facendoli più bombati, però poteva dispiacermi in futuro, ha un bel visetto, ma sti cazzi! 

Ci dirigemmo verso l'assistenza per chiedere dove fosse la nostra stanza, o meglio, casa.
''Buongiorno, siamo appena arrivate e vorremmo chiedere indicazioni per il nostro dormitorio'' disse Miri avvicinandosi di più allo sportello. Si avvicino' a noi una signora sui quarant'anni, capelli scuri e un sorriso smagliante. 
''Salve ragazze, chiedete pure a me, sono la preside''. ''Siamo appena arrivate da Sidney e vorremmo indicazioni per il nostro dormitorio''. Erica domando' con aria disagiata e nervosa, odiava chiedere indicazioni.
''Uhm, certo, i cognomi?''
''Smith'' Erica indico' me ed io alzai la mano.
''Prior'' indico' successivamente Miri che fece lo stesso
''Ed infine Kenneth'' che indico' se stessa con un ampio sorriso che anche la preside fece a sua volta.
''I vostri anni?'' Chiese incuriosita la donna.
''Prior ne ha 21, io 19 e Smith 17'' appena Erica quando disse i miei anni la preside mi guardo' attentamente per poi riguardarla.
''La signorina Smith essendo minorenne, ha il coprifuoco'' la donna fece una smorfia, muovendo le labbra e io chiusi gli occhi sbuffando.
''Uhm, sarebbe?'' Chiesi con aria seccata, che irrito' la preside.
''Mezzanotte'' disse la donna indifferentemente, guardando i moduli.
Prendemmo le chiavi della casetta e alcuni addetti al lavoro del posto ci accompagnarono fino e sotto la porta, li salutammo ed entrammo.

Beh, che dire? Abbia inizio la nostra vacanza.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2: ''vecchi'' incontri ***


#PV ERICA

Come sempre sono la prima a svegliarmi, odio i ritardi e poi si prendono i posti migliori. Vado a svegliare Miri, e stranamente non oppose resistenza, anzi era piena di carica per il primo giorno di scuola. L'ultima a svegliarsi è sempre quella ritardataria di Maria, così raggiungo il suo lettino e inizio a toccarle il braccio, sentendo qualche mugolio per poi ritornare a russare. Provai a chiamarla ma ricevetti un ''vaffanculo, lasciami dormire'', come suo solito. Alzo le spalle e vado verso l'armadio. Come primo giorno indosserò un top bianco, pantaloncini di jeans e scarpette da ginnastica, giusto per restare comode, poi successivamente andai sotto la doccia. Mi lasciai andare sotto l'acqua calda rilassandomi ma la voce di Miriana mi fece ritornare sulla terra, dieci minuti di puro rilassamento. Quando uscì dal bagno vidi Miriana guardarsi allo specchio. Era bellissima: capelli mossi e neri con punte celesti, fisico e linee perfette e di perfetto aveva tutto, occhi celesti, quasi ghiaccio. Io invece ero l'opposto: capelli lisci e tinti di rossi, occhi scuri, e di perfetto, come dicevano gli altro, avevo il lato B. Maria era una fusione tra me e Miriana: Capelli biondi con punte celesti e lisci, Lato B al punto giusto e il seno manco l'ombra. Trovai ancora Maria a letto e secondo me avrebbe saltato il primo giorno di scuola. Tipico di Maria. Appena fummo pronte prendemmo lo zaino e uscimmo dalla stanza. Camminammo per i corridoi e stradine del campus. Ci mettemmo dieci minuti ad arrivare alla struttura dove c'erano vari tipi di classi, tutte diverse, tutte materie. Entrammo in classe e ne eravamo 10. Prendemmo il banco a tre, perfetto per me, Maria e Miri. Dietro noi c'erano due ragazzi più che carini. Incominciammo a fare amicizia, erano piuttosto simpatici. Ci fecero varie domande e le rispondemmo tutte. Uno era Josh: capelli scuri e con un ciuffo enorme, occhi chiari, come quelli di Miriana, e bocca carnosa e colorata di un rosso abbastanza scuro. L'altro era JJ: praticamente l'opposto di Josh, solo per i capelli no: li avevano uguali. Mi girai quando senti' la porta aprirsi e non potevo crederci, era il ragazzo con cui ha litigato con Maria. Appena raggiunse il tavolo mi guardava attentamente, il suo sguardo era come pungente, mi rese abbastanza nervosa. 
''Ma tu non eri quello che ha litigato con una nostra amica per il taxi?'' Domando' Miriana divertita. Il suo sguardo si sposto dal mio e si poso' su quello di Miriana e annui'. 
''Avevate un volto familiare. Una domanda: come fate ad essere amica di quella pazza? Mi ha praticamente mangiato'' accenno' uno sbuffo di risata, facendo ridere Miriana. ''Tranquillo, non morde'' aggiunse Miriana. 
''Ci mancava poco- disse il ragazzo- comunque piacere, sono George'' sorrise a trentadue denti. 
''Io sono Miriana e lei è Erica''. Lei ricambio' il sorriso.



#PV MARIA.

''Buongiorno ragazze'' mi stiracchiai ed emisi un suono abbastanza ambiguo, apri lentamente gli occhi e non vidi né l'ombra delle ragazze, né i loro zaini. Strano che Erica non mi abbia svegliato, eppure sveglia tutti. Presi il cellulare e vidi l'ora e pensai ad alta voce ''cazzo cazzo cazzo, non posso arrivare in ritardo il primo giorno''. Uscì dal letto con una velocità che mi stupì per poi andare in bagno, farmi una sciacquatina veloce e vestirmi come un lampo. Non aggiustai i capelli, li lasciai mossi ed erano bellissimi, presi lo zaino e corsi per tutto il corridoio e il campus. 

Bussai alla porta della classe e udì un ''avanti'' apri' la porta e mi scusai con la professoressa. Miri e Erica mi guardarono con una aria innocente, e quell'aria poco mi convinceva. Andai verso loro e non notai i ragazzi dietro.
''Perché non mi avete svegliato?'' Sussurrai guardando entrambe assottigliando gli occhi.
''Noi abbiamo cercato di svegliarti, ma ci hai praticamente mandato a fanculo'' rispose Miriana '' e comunque dobbiamo dirti una cosa'' ''me la direte più tardi'' aggiunsi sussurrando portando poi lo sguardo verso il banco dietro e guardai i primi i due ragazzi, ''niente male'' pensai ma mi soffermai sul terzo e rimasi a bocca aperta, lui mi guardo' divertito e facendomi un saluto con la mano. 
''Che ci fa questo qui? E forse era questo ciò che volevate dirmi?'' Vidi Erica e Miriana con uno sguardo divertito e per poco non scoppiavano a ridere, roteai gli occhi e mi girai in avanti, cercando di seguire la lezione.

L'ora di Inglese passo in modo lento, la professoressa ci aveva assegnato la grammatica, ma non l'avrei fatta perché sarei uscita con Erica per il centro di Londra, Miriana voleva stare assieme a JJ, Josh e George.

#PV MIRI

Maria ed Erica sono patite dello shopping, non avrei immaginato cosa avrebbero portato e quante borse avrebbero avuto con sé. Sarei stata un po' con i ragazzi del mio corso di inglese, tipi abbastanza simpatico ma volevo conoscerli di più. George era il tipo spiritoso del gruppetto, e anche Josh, mentre JJ era il tipico tipo stronzo, che gli andava quanto gli pare, e questa è una delle cose che mi attraeva. Andai in camera loro e giocammo con la Xbox del campus, erano veramente dei ragazzi simpatici, e lo spero che sia lo stesso per Erica e Maria, anche se per Maria la cosa è abbastanza dura.

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Capitolo 4
*** Capitolo 3: possibilità ***


''Come ti sembrano quei tipi lì?'' Domandai ad Erica la sua prima impressione anche se sinceramente non me ne fregava.
''Mh, simpatici, soprattutto George'' disse, finendo il suo frappé e si lecco' entrambe i lati per pulirsi.
''Ehm - chi era questo George? Chi dei tre? - chi è questo?'' Ero confusa, non sapevo chi fosse eppure è come se sapessi già la risposta''
''Il ragazzo del Taxi'' disse subito Erica, appena seccata, aggrottando le sopracciglia. Lo sapevo.
''Uhm, qualcuno sembra interessante?'' Le domandai senza esitare, muovendo la cannuccia in modo da mescolare il contenuto.
''Ancora nessuno, però Josh mi attrae parecchio. È così divertente ma allo stesso misterioso, e comunque a Miri credo piaccia JJ'' rispose alzando le spalle, poggiando poi la schiena contro la panchina continuando a guardarmi. Quegli occhi non sapevano mentire, ma con un solo sguardo potevano ucciderti dentro.
''Ma tipo non ti chiesto di Miriana e di chi le piaccia'' alzai le spalle, usando un tono freddo e indifferente.
''Vedi come sei? Siamo le tue uniche amiche e un perché ci sarà. Dai Maria, dai una possibilità ai ragazzi, soprattutto a George. È un tipo simpatico'' poggio' una mano sul mio avambraccio per accarezzarlo, sentivo ancora i suoi occhi su di me. Il suo sguardo bruciava. 
''Ok Erica, darò un'opportunità a quelli lì'' sospirai, come se avessi perso una battaglia ed Erica era sempre capace di farmi cambiare idea. Quella ragazza è la persona più cara che ho, oltre Miri ovviamente. Quelle ragazze erano il mio tutto e semmai le perdessi potreste dire addio a Maria.

Mi senti' vibrare una gamba, così infilai una mano nella tasca dei pantaloncini e tirare fuori l'aggeggio. Era Miri.
''Miri, dimmi'' risposi dopo qualche secondo, posando poi il recipiente alla quale conteneva il frullato.
''Senti Maria, so che tu non ami altra compagnia oltre noi, però sai, mi sono rotta di essere l'unica ragazza'' senti' la sua voce tremare, o per il disagio i vergogna. Davvero ero così? Davvero facevo provare queste cose alla mia migliore amica? Dovevo cambiare e al più presto.
''Ci vediamo al parco, ma venite a piedi o cosa?'' Chiesi incuriosita. Un giro in macchina o sul motorino non farebbe male.
''I ragazzi hanno tre motorini, s'è qualcosa ci andiamo tutti.'' Senti' la voce di Miri diventare sempre più acuta che scateno' una mia piccola risata.
''Ok, ci vediamo al parco, a dopo'' stacca i la chiamata continuando a ridere, e girai il capo verso Erica che mi guardo' confusa
''Non guardarmi così, andremmo sui motorino dei ragazzi'' Erica rimase stupefatta dalla mia reazione. Avevo un sorriso a 32 denti sulle labbra, cosa mai vista sul mio volto. ''E dovremmo dirigerci fuori l'entrata del parco'' mi alzai e sistemai la maglia nel pantaloncino, buttando poi il recipiente, e così Erica fece lo stesso. 

Arrivammo fuori al parco e trovammo i ragazzi già fuori che scherzavano sui loro motorino, andammo incontro e vedemmo Miri sul motorino di JJ, e come già sapevo, Erica andò su quello di Josh. Rimase solo quello di George, che mi guardo con un sopracciglio inarcato e per poco non scoppiavo a ridere.
''Mh, credo andrò a fare un giro da sola'' sorriso e girai il viso divertita dalla mia stessa reazioni, incominciando a camminare. George fece un accenno con il capo e i motorini partirono senza lui, che però lui la segui fino a starle accanto mentre guidava.
''Signorina, vuole venirsi a fare un giro con me?'' Senti' il suo tono appena divertito, e mi fece scappare un sorriso ma lo tolsi subito per non farmi scoprire, così continuai senza parlare.
''Ti ho vista, sai?'' Accenna una risatina mentre parla, facendomi fermare e andare verso a sua direzione.
''Basta che dopo mi riporti sana e salva al college'' gli risposi con un sorriso sulle labbra, che a sua volta fece anche lui, facendolo fermare.
''non ti preoccupare, entreremo direttamente nella tua stanza col motorino'' scoppiai a ridere quando lo disse, era buffo e divertente, e come sempre Erica aveva ragione. Quel pomeriggio girammo per le vie di Londra. Ci fermammo in vari Bar per bere o mangiare qualcosa. George spesso guidava su una ruota, sollevando appena il motorino e io mi stringevo a lui ridendo. Questa cosa mi divertiva tantissimo e anche lui. Nascerà una buona amicizia? Lo spero, questo ragazzi e questa ''vacanza'' mi hanno presa per davvero.



#PV MIRI

Erano le otto della sera ed entrammo nel college. Aspettammo i ragazzi all'entrata, dovevano posare i motorini. Maria, Erica, Josh e George stavano in giro nel campus a fare cretinate come oggi, ma JJ mi disse di aspettare lui e così feci.

''JJ, cosa volevi dirmi?'' Domandai sorridendogli, mentre si mise accanto a me sulla fontana.
''Mi sembri interessante e vorrei conoscerti più affondo''mi guardo', poggiando i gomiti sulle proprie gambe e le mani sotto il mento, non emisi nessun suono, nessuna parola.
''sempre se vuoi, ovviamente'' aggiunse dopo la mia reazione, muovendo le mani come per ''non è un obbligo''. La sua reazioni mi fece ridere ed io annui' col sorriso sulle labbra.
''Certo che voglio, JJ''.
''Allora ti va un'uscita?'' Domando' JJ facendo una smorfia mentre alzo' ed abbasso entrambe le sopracciglia in modo veloce.
Mi fece ridere di nuovo, quel ragazzo era davvero un tipo divertente, e boh, iniziava a piacermi.
''Perché no?' Strinsi le labbra in un piccolo sorriso e gli feci una smorfia, lui rise, buon segno. 

Passammo la sera nella sala principale dei ragazzi a guardare film e mangiare schifezze su un grandissimo divano a penisola, Maria era abbastanza felice e divertita e forse George ne era la causa: giocavano a lanciarsi i popcorn, Maria faceva il solletico a George col suo piede, strofinandolo sulla pancia, e stranamente George amava il solletico. Che strano ragazzo ahahah! Per non parlare dei loro sguardi: parlavano anche se non emettevano suono. Mi faceva piacere vederla così socievole, e mi piaceva vederla come quella di una volta. Dopo la delusione che ebbe chiuse con tutti, e se la prese con sé stessa. E poi George ci sapeva fare. Poi Erica e Josh erano presi l'una con l'altro. Josh la faceva il solletico e battute alquanto squallide che però facevano ridere Erica in modo sguaiato. Prevedo una coppia, anzi, due!

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Capitolo 5
*** Capitolo 4: fuga dal coprifuoco ***


Era già trascorsa una settimana all'atterraggio a Londra, il tempo sembrava andare veloce e questa cosa mi rattristava. Avevo conosciuto tre persone fantastiche e altre persone del campus, ma solo con JJ, Josh e George mi ero più aperta. Oggi avevamo studiato matematica. Dire che guardavo le mosche era per scontato, quindi mi sono beccata un bel impreparato dalla professoressa. Andiamo bene! Stamattina avevo fatto di nuovo tardi e con me anche George, voleva aspettarmi, quindi per colpa mia avevamo avuto entrambi un'ora di punizione dato che era il mio terzo ritardo consecutivo. Gli altri giorni mi svegliai presto. I ragazzi erano molto gentili e dolci con noi: ci accompagnavano in classe e al nostro dormitorio dopo la lezione, andavamo nei cortili, nel loro dormitorio o a vedere film o giocare alla Xbox. 

Quel pomeriggio stavamo discutendo di un argomento, o meglio, un piano per saltare il mio coprifuoco. Non vedevo l'ora di compiere i diciotto.
Mentre parlavamo tutti assieme Miriana se ne uscì con un ''Allora ragazzi'' che attirò la nostra attenzione abbassando poi i nostri toni. ''Se parlate uno alla volta forse capirò le vostre intenzioni'' tutti mettevano idee strampalate in mezzo, tra cui travestirmi per non essere riconosciuta. George guardava in alto e ad un tratto sciocco' le dita, aveva avuto un'idea e speravo a dio che fosse un'idea buona. ''State al primo piano, no?'' Noi tre annuimmo con aria curiosa. ''Beh, perché Maria non scende dalla scala che è situata fuori la vostra finestra? Vi farà entrare direttamente nel cortile'' lo guardai attentamente, cercando di capire che volesse intendere. ''Si, ok, ma come farà ad uscire dall'edificio?'' Disse Miri confusa e aggrottando le sopracciglia. ''Fammi finire. Una volta scalato in discesa quelle scale, l'aspetterò giù ed usciremo dall'uscita di sicurezza'' lui annui' sorridendo e guardando gli altri. ''Beh, si può fare, ma voglio vedere questa via di uscita'' dissi non convinta, alzandomi poi dal divano e muovendo la mano per incitargli di fare lo stesso. Si alzo' senza lamentarsi, né fare nulla in contrario, e ci allontanammo dalla sala, lo segui' passo per passo, guardandomi attorno, quel corridoio sembrava non finire mai, ma ad un tratto mi sentì spingere verso il muro. In quel corridoio c'eravamo solo io e George. Si avvicino' a me con velocità, eliminando ogni distanza che i nostri corpi poteva dare. Naso contro naso, labbra che si sfioravano ma non si toccavano, e sguardi rivolti ai propri occhi. Senti' George mettere una mano dietro la mia schiena, spingendo il busto verso il suo, facendo così avvicinare di più le labbra alle sue, intravidi un sorriso malizioso quando incomincio con la mano a scendere verso il fondoschiena, ma si fermo lì facendomi mordere l'interno guancia. Dopo vari secondi a guardarci negli occhi non ce la feci più, volevo quel contatto, così poggiai una mano dietro il capo del ragazzo e spingerlo verso il mio attaccando poi finalmente le labbra. Le nostre labbra iniziarono a muoversi con sintonia, facendo scappare talvolta dei sorrisetti da parte mia. Quando stavamo per approfondire il bacio mi senti' vibrare una gamba e diedi un colpo sul petto di George per farlo allontanare, e così fece. Presi il cellulare e vidi una chiamata persa di Erica. ''A-andiamo alla sala principale, mi ha chiamata Erica'' continuavo a guardare il cellulare, sentivo le guance andare in fiamme e credo che se ne sia accorto anche dal mio tono di voce. ''Comunque, l'uscita è quella'' fece George per cambiare argomento, facendomi alzare il capo e guardare la grande porta e annui'. Andammo dai ragazzi e ci guardarono un po' come sorpresi: io e George, l'uno accanto all'altra, il suo braccio attorno al mio collo e il mio braccio attorno ai suoi fianchi.


''Devi spiegarmi un sacco di cose, signorina'' odiavo quando Erica mi chiamava così e così sbuffai, irritandola. ''Non è una risposta'' aggiunse poi. ''Erica, che vuoi?'' Dissi distrattamente mentre cercavo un vestitino per stasera. ''Perché non mi dici niente di te e George?'' A quelle sue parole mi bloccai e mi stetti zitta, la senti' sospirare. ''Siete un qualcosa?'' ''No, c'è stato solo un bacio'' dissi tirando fuori un vestito semplice e nero che mi arrivava alle cosce, ma guarda al mio e carissimo lato B e me lo faceva arrivare sotto le chiappe, lo posai sul letto e preso anche le scarpe. ''Questo lo so, ma perché non me l'hai detto quando siamo entrate in stanza?'' ''Ma a te che importa?'' Dissi leggermente irritata, odiavo dire tutto a tutti, tra di noi c'è stato solo un bacio, niente di più e già ne sentivo la mancanza. Si, in quella prima settimana ho capito di avere una cotta per George. ''Mi importa perché sei la mia migliore amica, Maria'' ''Scusa, Erica, e solo che odio raccontar ogni minimo dettaglio e tu hai rovinato un bel momento'' alzai il tono di voce guardandola ma scoppiai a ridere e lei fece lo stesso, andai nella sua direzione e mi catapultai su lei riempiendola di baci mentre l'abbracciavo. Amavo quella ragazza. Ad un tratto senti' la risata di Miri, così andai verso la porta e quando l'apri trovai lei e JJ che si risucchiavano, facendomi scappare una risata e loro si staccarono velocemente. Erano così dolci e mi piaceva vederli assieme.
''Che indossate?'' Chiese Miri guardandoci entrambe e dando un'occhiata ai vestiti sul letto. ''Mh, io indosso un vestitino bianco e non troppo corpo con tacchi neri e alti'' fece l'occhiolino facendo una mossa col bacino in modo sensuale, provocando le risate di tutte e tre. ''E te, Maria'' ''mmh, cosa?'' Dissi distrattamente guardando a terra ''Maria, ma cosa pensi?'' ''So io cosa pensa'' Aggiunse Erica ridendo ''ho visto George e lei in un corridoio e si baciavano!'' Miriana spalanco la bocca incredula alle sue parole. ''Woho, woho, Woho!  Maria e George si sono baciati? E perché io vengo a sapere tutto per ultima?'' Disse con tono triste per poi ridere mentre si lamenta, così mi misi accanto a loro e raccontai tutto.

''Che ore sono?'' Mi diedi un ultimo sguardo allo specchio, mentre mi aggiustavo i boccoli infondo ai capelli e cambiavo orecchino sul naso, mettendone uno rotondo.
''Le nove meno venti'' disse Erica uscendo dal bagno. La scrutai per benino ed era bellissima, anche se aveva la tuta addosso. ''Io ho fatto, voi?'' Domando Miri, quando fini' di allacciare le scarpe. Rispondemmo all'unisono ed uscimmo dalla stanza e ci dirigemmo nella mensa dove i ragazzi ci stavano aspettando.

''Sono quasi le 11 e voi ragazze dovreste andare a prepararvi, e lo dico a te Maria, sei quella più lenta'' disse JJ ridendo e io gli diedi un'occhiataccia.
''Incomincio ad andare, voi restate un altro po' qui'' sorrisi a tutti e li salutai, ricevendo un occhiolino da George che mi fece sorridere in modo ampio e me ne andai dritta in camera, accesi lo stereo e mi vestii accompagnata dalla musica. Quando indossai il vestito mi andava più che bene ma risaltava il sedere e la cosa non mi dispiaceva. Entrò' anche Erica e si preparo anche lei. Mi truccai pochissimo: mascara, eye-liner e blush color pesca. Ad un tratto udì tantissime risate, qualcosa mi diceva che tutta la paranza era lì, così uscì dal bagno e li salutai distrattamente con la mano andando verso le scarpe, smettendo di ridere, ma quando mi abbassai mettendomi involontariamente a poppa senti' delle mani abbassarmi il vestitino, feci un piccolo sobbalzo e quando vidi Miri la guardai confusa e mi sussurrò che avevo leggermente il vestito alzato e che i ragazzi stavano guardando per benino. Il rossore prese il sopravvento e senti' che i ragazzi stavano trattenendo le risate così feci a tutti un dito medio. 

Erica e Josh già erano andati via, Miri e JJ stavano nel dormitorio dei ragazzi e io e George stavamo in stanza.
''Inizia a scendere la scala che ho paura'' risi guardandolo mentre si avvicino' a me, cingendo le mani sui miei fianchi, continuo' a guardarlo dal basso. La nostra differenza di altezza era tantissima, pur avendo i tacchi. 
''Mhmh'' rise, mentre scuoteva il capo e si avvicino' per lasciarmi un bacio sulle labbra che poco dopo ricambiai. ''Ge, inizia a scendere'' lo feci indietreggiare e lui stava a passo. ''Ge è tipo l'inizio di George?'' Scoppio a ridere ed io annui', avvicinandosi successivamente a me per lasciarmi un altro bacio e, mi piace questa cosa, uhm, e mi sussurrò che gli piaceva come soprannome, sorrisi come una cretina e lo vidi scendere dalla scala e mi sporsi per guardarlo, mi fece segno di mettere piede sulla scala ma la grandissima altezza mi fece paura così iniziai a deglutire a vuoto. George mi incitava a scendere e così feci un sospiro prima di mettere piede fuori la finestra e cercare di non guardare giù. 
''Non guardarmi sotto il vestito o per te è la fine'' lo sentì ridere, ma calmo' subito la risata per parlare
''Tranquilla, non ho visto nulla oltre la tua mutandina bianca'' e no cazzo, io ti ammazzo.
''George, appena scendo da questa scala, giuro che ti infilo un tacco in culo''

Camminavamo per i corridoi del campus in modo furtivo, facendo camminare prima George, così che lo scrutassi per bene ogni volta e non dare nell'occhio dato che fosse maggiorenne. Cazzo, era bellissimo e le camicie gli donavano. Mi fece il segno con la mano per andare nella sua parte e così feci, e continuammo così per tutti i corridoi fin quando arrivammo a quello che portava all'uscita.

''Dai ci divertiremo!'' Disse Erica stando nel posto avanti della macchina e tutti urlammo per poi scoppiare a ridere. Ero fra le braccia di George e, boh, mi sentivo protetta da tutto e tutti. Lo guardavo dal basso e mi soffermai sulle sue labbra. Quelle labbra, più le guardavo e più ne avevo voglia di assaporarne nuovamente la loro morbidezza, e quel sorriso, cazzo, mandava a puttane il sistema nervoso di ogni essere su questa terra. Le volevo, o meglio, volevo lui.

Uscimmo dalla macchina e ci dirigemmo verso il locale. La prima volta che entro in una discoteca e semmai avessi bevuto non so che reazione potrei avere e non voglio manco immaginarlo. Ci sedemmo in tavoli e mi guardavo attorno, Erica mi guardava e mi fece segno di andare in pista col capo, ma io le dissi no, così lei si alzo' e mi prese per il polso facendomi camminare per tutta la discoteca, ero impedita nel ballare ma sulle note di Titanium riuscivo a muovermi senza problemi e mi lasciai andare del tutto ballando insieme a lei. Ad un tratto mi senti' delle braccia attorno ai fianchi girai il capo alla mia destra trovando George sorridendo, ricambiai e mi spostò i capelli di un lato all'altro per poggiarci le labbra e baciami il collo in modo lento, chiusi gli occhi, lasciando che George muovesse i miei fianchi a e quando li riapri' Erica stava slinguazzando con Josh e questa cosa mi fece ridere, così mi girai verso la george e non trovai nessuno, rimasi perplessa e senti' caldo, decisi di andare in bagno per bagnare i polsi. Senti' la porta aprire e chiudersi a chiave ma non diedi conto alla cosa, continuavo a darmi una rinfrescata ai polsi quando poi mi sentì due mani premere con forza sui miei fianchi e sbattere contro il muro, dire che mi sia spaventata è per scontato. 
''George, ma sei proprio un cretino e c..'' Mi bacio' per farmi zittire, mentre le sue mani vagavano per tutto il corpo da sopra il vestito. Lo lasciai fare. Alzai involontariamente una gamba verso il suo fianco e subito poggio' una mano su essa e farla scivolare sotto il vestito, levo' le labbra dalle mie e le posiziono' sul mio collo. Mi feci scappare un gemito quando mi morse un lembo di pelle del collo e spinse il bacino contro il mio. Mi voleva e io volevo lui, più o meno, Ma quando senti' la sua mano toccare l'elastico dei slip lo allontanai ridendo e gli feci no col dito, dando avvio alle sue risate, lo presi per mano ed uscimmo dal bagno ritornando alla pista, ma andai a sedermi. Fecero lo stesso i ragazzi portando dei drink. Ne bevvi tre e mi sentì sballata. Erica non del tutto, ma Josh le offri' un altro e addio Eric. Iniziammo a dare numeri e ridere, e questa cosa ai ragazzi piaceva.
''Ma io voglio ballare!''brontolai dopo un terzo no di George.
''In queste condizioni no!'' Lo guardai male e non gli rivolsi più parola, ma quando si alzo' con Josh per andare al bar, mi alzai sul divano per salire sul tavolino, Erica mi segui a sua volta. Tutta l'attenzione era su di noi che ballavamo e ridevamo. George e Josh ci fecero scendere e sedere sui divani, ma presi il viso di Erica e la baciai con foga, stessa cosa fece Erica, facendo scivolare le sue mani sotto il vestito. I ragazzi ci divisero e portarono verso l'uscita, ma dato che brontolavo George mi prese su una spalla e portarmi verso la macchina, entrammo e di nuovo mi riattaccai ad Erica e talvolta George ci divideva per non andare oltre i baci.

Arrivammo fuori l'entrata del college e i ragazzi ci accompagnarono nelle nostre stanze, George mi bacio un'ultima volta per poi andare via, e lo stesso fece Josh. Io e Erica ci guardammo con malizia, la spinsi sul letto e iniziai a baciarla con più foga, Erica inizio' ad abbassarmi la cerniera del vestito, mi alzai di busto e mi sfilai completamente il vestito, feci lo stesso con Erica, portando le mano dietro la sua schiena per sfilarle il reggiseno e buttarlo di lato, riportare poi le mani sul suo viso continuando a baciarla. Poggio' le mani su entrambi i miei seni ancora coperti e li stringe provocando dei gemiti da parte mia, sorrise beffarda e capovolsi la posizione, trovandomi su lei, sbottonandomi poi il reggiseno e riavvicinarmi nuovamente a lei. Le nostre mani vagavano da un corpo all'altro fino a quando non raggiungemmo l'orgasmo assieme.

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Capitolo 6
*** Capitolo 5: rivelazioni ***


il sole fu la causa del mio risveglio e mi ritrovai in un letto non mio, aspettate, ma è di Erica. Mi guardai attorno e c'erano vestiti sparsi ovunque. Se non sbaglio quello lì era il mio reggiseno, strano. Mi alzai dal letto ed mi accorsi di essere quasi completamente nuda, avevo solo lo slip. Forse in nottata senti' caldo eppure siamo quasi alla fine di Dicembre. Ad un tratto senti' la porta aprirsi ed cercai di recuperare il mio reggiseno il più veloce e possibile, ma fu invano, i ragazzi entrarono e mi scrutarono per bene, specialmente George che mi guardo con malizia. Per fortuna i capelli sciolti coprirono i miei seni. ''Ehm, ciao ragazzi'' scoppiai a ridere per l'imbarazzo, raccogliendo poi la tuta di Erica sulla sedia e andai in bagno, sentendo ancora i loro sguardi su di me, o semplicemente sul mio bel lato B. Mi tolsi l'ultimo indumento disponibile sul mio corpo e entrai in acqua, mi lasciai nuovamente rilassare sotto essa, poggiando il capo contro il muro freddo che appena la mia pelle tocco' la superficie io rabbrividì 

#PV ERICA.

MI svegliai con solo un lenzuolo addosso e con i ragazzi che mi guardavano. Ho fatto qualcosa che non andava, e Maria, dov'era?. Feci una smorfia di dolore quando mossi il capo. Avevo dormito male oppure era semplicemente un mal di testa.
''Che avete da guardare?'' Dissi dolorante, mentre guardavo in viso ogni ragazzo presente nella stanza.
''Ricordi qualcosa di ieri?'' Domando' George incuriosito mentre si grattava il capo.
Uhm, ricordo poco. Ricordo solo i baci con Josh e che voleva provarci in macchina mettendo le mani sotto al vestitino mentre aspettavamo George e Maria e che slinguazzammo in discoteca.
''Più o meno niente, perché questa domanda?'' Mi stiracchiai e feci attenzione a non far cadere il tessuto del lenzuolo da dosso, continuando a rivolgere lo sguardo a George.
''Ora ti spiegheremo, tu zitta'' vidi Miriana trattenere una risata. Cosa era successo?


#pv Maria

Udì un 'coooosa?' di Erica che mi fece ritornare coi piedi in terra, chiusi l'acqua ed uscì velocemente dalla doccia, dopodiché asciugata per bene indossai la parte inferiore della tuta ma scordai la camicia fuori. ''Ma che mi frega, tanto mi hanno vista già in slip'' pensai, quindi indossai il reggiseno ed uscì riavendo tutti e dieci occhi su di me, guardando ogni minimo movimento. Seccata dalla cosa mi girai verso loro, mentre mi abbottonavo i bottoni restanti.
''Si, ma che sono 'sti guardi, e perché Erica ha urlato un 'cooosa?' ''Domandai con la curiosità alle stelle, poi imitando quest'ultima parola Erica.
''Oh nulla. Maria. Ti ricordi ieri? Beh, ci siamo ubriacate, abbiamo fatto follie in discoteca, ci siamo baciate e infine abbiamo scopato!'' Urlo l'ultima parola che scateno' le risate di George e Josh e io e Erica contemporaneamente li guardammo male.
''Come abbiamo scopato?'' Feci un movimento all'indietro incredula alla sua spiegazione, scuotendo appena il capo.
''Si vi abbiamo sentite ieri gemere e urlare'' aggiunse George, ma JJ lo fermo', aggiungendo un piccolo particolare ''beh, tutto il piano vi ha sentite'' arrossi' di colpo e girai il capo per l'imbarazzo, ed Erica fece lo stesso.
''Eh va beh, capita!'' Disse George alzando le spalle e venendo nella mia direzione per abbracciarmi. Mi nascosi fra le sue braccia, cose mai fatte con un ragazzo, ma George era qualcosa di dolce, qualcosa di divertente. E se me ne fossi innamorata? Nuovo sentimento per me.

Miri passava poco tempo con noi. Era occupata col suo ragazzo, JJ, e questa cosa mi rendeva felice, perché se lei lo era, lo ero anche io. 
Era Domenica, quindi le lezioni oggi non c'erano, ma io e George venimmo convocati in presidenza e già sapevo quale fosse la causa, e anche George, suppongo.
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''Due settimane di punizione''
''Ma preside, sii ragionevole. Per aver violato solo una volta oltre il coprifuoco credo sia esagerato'' sbuffo George, buttandosi dietro contro lo schienale della sedia incrociando le braccia.
''Infatti, avete violato la regola, così non ripeterete lo stesso sbaglio. E comunque vuole che le settimane raddoppino, signorino Shelley? Finché siete qui, comando io. Rispettiate le regole del campus'' senti' un altro sbuffo da parte di George e cercai di calmarlo prendendogli una mano.
''Potrei sapere cosa consistono queste due settimane di punizione?'' Domandai, stringendo più forte la mano di George come segno di star zitto.
''Abbiamo bisogno di qualcuno che pulisca le lavagne''
''Ma preside, ne saranno minimo 20 e sono enormi'' ed ecco che George parlo' a vanvera. La preside aveva deciso così e non avrebbe cambiato idea per noi. Le regole sono regole.
''Niente ma, adesso potete lasciare la presidenza, e si ricordi signorina Smith, il coprifuoco è alle 12 di sera, non oltre'' annui' e mi alzai dalla sedia, tirando anche George con me.
''Non ci voleva, però, sto con te e almeno mi distrai'' sorrise a 32 denti. Quasi non morivo dentro. Non potevo fare altro, lo baciai e lui ricambio con vera e pura dolcezza. Credo sia più di una cotta.
Ritornammo dai ragazzi e vedemmo il diabete in assoluto: Erica che guardava Josh come se fosse l'unico ragazzo nel campus, e Josh era davvero preso. Lui aveva le dita nei passanti dei jeans di Erica. Lei le mani sulle sue spalle, spingendolo mentre rideva alle sue battute e si scambiarono vari baci con parole sussurrate o mimate. Mi strinsi più a George, quel ragazzo creava dipendenza ed io ne ero completamente fusa. Quel ragazzo e i suoi abbracci sapeva di dolcezza o meglio, di casa. Stavo benissimo con George, così bene che volevo viverci fra le sue braccia. Mi prese per mano e il mio viso si tinte di un rosa abbastanza evidente, gliela strinsi e camminammo mano per mano a ridere e baciarci. Domanda: eravamo qualcosa o un qualcosa? La domanda era questa. I miei pensieri erano fermi su questo. Ad un tratto si fermo' e si sedette sulla fontana, tirandomi verso lui fino a farmi sedere sulla sua gamba e circondai il suo collo con le mie braccia. Ci guardammo tantissime volte, scambiandoci baci e sorrisi. Mi perdevo in quegli occhi marroni, erano profondi e misteriosi, come lui.
''Devo parlarti'' ed ecco tutta l'ansia possibile salì, riempiendomi.
Non emisi né suoni, né parole. Odiavo quella frase.
''Con te mi trovo veramente bene, e nei guai con qualche ragazza non mi sono mai trovato. Diciamocelo, c'è sempre la prima volta, no? Comunque, mi piaci e anche parecchio, e volevo chiederti se vorresti uscire con me, perché ci terrei molto'' a quelle parole il mio cuore scoppio definitivamente. Accettai e ci baciammo un'altra volta. Stavo bene.
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''.. E niente, ci ha messi in punizione 1) per essere usciti dall'entrata di sicurezza; 2) il coprifuoco di Maria'' disse George, mentre mi stringeva di più quando ero fra le sue gambe e col capo sul suo petto.
''Per fortuna che tra un po' compierò diciotto e addio coprifuoco'' schioccai le dita provocando le risate generali di tutti quelli in stanza.
''Per quanto e cosa farete ?'' Domando Erica mentre sgranocchiava qualche biscotto
''Due settimane e dovremmo pulire lavagne'' dissi, mentre accarezzavo un braccio di George, alzando poi lo sguardo verso lui e vidi i suoi occhi roteare, ma trattenni una risata.
''Dai George, passeranno in fretta'' affermo' JJ mentre giocava a FIFA 2014 con Josh, lui alzo' le spalle e continuava a stringermi. Miri era sul letto a fare la videochiamata con sua sorella, quindi rispondeva qualche volta alle nostre domande.

Lasciammo Miri e JJ soli per le loro cose alquanto erotiche e amorose. I ragazzi vennero a dormire nella nostra stanza, Josh con Erica e io con George.

La vacanza diventa sempre più un qualcosa di stupendo s'è fatta con persone speciali e soprattutto conosciute da poco.

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Capitolo 7
*** Capitolo 6: Punizione ***


Mi svegliai di notte sentendo voci soffocate, ma non capì se provenissero dalla stanza o dal corridoio. Mi guardai attorno, ma nulla si mosse e mi ritrovai lo sguardo di George mezzo addormentato. Era già bellissimo e mezzo addormentato lo era ancora di più.
''Come mai già sveglio?'' Poggiai una mano sul suo petto per fargli grattini e trovai una smorfia di beatitudine sul suo viso.
''Non riuscivo a dormire e poi quei due fanno troppo casino'' lo guardai confuso e lui mi indico' la cuccetta di Erica. Era chiusa con le tendine e alla fine capì da dove provenissero certi lamenti. Ad un tratto sentimmo un ''di più'' soffocato da parte di Erica, e George per poco non scoppiava a ridere, così gli tappai la bocca con la mia mano.
''Sta zitto, che' quando ridi sembri una capra''
''Non posso farci nulla, è la mia risata'' quando completo' la frase di fece scappare uno sbuffo di risata, così lo baciai e ricambio'. Ottimo momento per baciarlo, ahahah.
Mi staccai dal bacio perché avevo un'urgenza, dovevo andare in bagno ma cercai di trattenerla.
Nella nostra stanza uscirono gemiti soffocati, gemiti urlato, cioè tutti i tipi di gemiti e delle parolacce da parte di quei due. George per poco non se la faceva addosso per le troppe risate. Non ce la facevo più a trattenerla, dovevo andare in bagno
''George, devo andare in bagno'' cercavo di ridere più piano possibile, ma con la sua risata era impossibile.
''Non andare che ti vedono e poi si fermano'' mi prese il polso per tirarmi a lui mentre cercava di non dare nell'occhio
''Per caso vuoi vedere un porno, non so'.'' mettendomi sopra lui per scavalcare, poggiando un piede a terra.
''Meglio farlo che vederlo'' arrossi' violentemente e lui se ne accorse, gli feci il dito medio ed uscì dalla cuccetta, cercai di camminare lentamente ma ritrovai i loro sguardo puntati su di me che provocarono le mie sonore risate e corsi in bagno urlando ''scusate ragazzi''. Senti' dei lamenti di Erica verso George perché rideva su ciò che era accaduto. Beh, li avevamo fermarti sul punto più bello. 
Uscì dal bagno poco dopo e mi coricai a letto, ero stanchissima, così lasciai che cadessi nella braccia di Morfeo, più che altro nelle braccia di George.


Mi svegliai presto e tenni gli occhi chiusi, muovendo la mano nel letto per cercare George che, alla fine, non trovai. ''Sara' andato a farsi la sua corsa mattutina nel campus'' pensai e alzai le spalle e poi dal lettino, camminai per la stanza in punta di piedi raggiungendo poi la porta del bagno. Quando l'apri' trovai George con solo l'asciugamano in vita, e cazzo, stavo per restarci secca. Lo guardavo da capo a piedi, aveva finito di farsi la e mi soffermai sulla sua schiena, e mio dio, l'avrei morsa o graffiata a sangue.
''Ehm, scusa'' chiusi in fretta la porta, imbarazzata e cercando di pensare a poco fa per non arrossire come sempre, però cazzo, gliel'avrei sfilato quell'asciugamano del cavolo, e scoppiai a ridere, mettendomi di schiena contro il muro, accanto alla porta, e mi lasciai scivolare contro esso fino a sedermi a terra. Dopo poco uscì con addosso e lo contemplai per benino. Mi tese una mano e gliela presi, mi alzo' da terra e mi porto' verso lui. Maglia bianca, forse un po' troppo aderente, e tuta grigia nello stesso momento non si può, tantomeno indossato da lui. Mi bacio' dolcemente e mi diede il buongiorno, ricambiai tutto poco dopo, entrai in bagno e chiusi la porta, mi feci una doccia veloce, mi asciugai e mi vesti', mettendomi una tuta bianca con una canotta nera. Erano i miei colori preferiti. Uscì dal bagno e andai verso lo specchio enorme per aggiustarmi i capelli e raccoglierli in una coda di cavallo.
Una volta tutti preparati prendemmo le borse coi vestiti per dopo e andammo nella palestra.


''Smith, vai avanti, sei troppo bassa'' George aveva il vizio per chiamarmi col cognome. Che rabbia. ''no, dietro, non gioca bene'' ''qualche palla riesce a prenderla!'' litigavano George e Josh per la mia posizione, così presi il pallone da Erica e con un calcio colpi' entrambi con esso. Ricevetti in cambio delle occhiatacce, ma fregancazzo.
''Sto dietro a battere, va bene?''
''Guarda, che si batte sulla strada, non qui'' disse Josh, scoppiando a ridere e si ritrovo un'occhiataccia da parte di George.
''Sai, simpatico quanto due dita in culo'' feci uno dei miei sorrisetto falsi, mentre facevo rimbalzare la palla a terra.
''Oppure qualcos altro'' aggiunse Josh che ricevette uno schiaffo dietro il capo da George. Quella scena mi fece morire e quasi piangere dalle risate, e non solo a me, anche a Miri, JJ ed a Erica
Diedi inizio la partita con una mia schiacciata  e i ragazzi giocavano. Una, due, tre palle mi arrivarono e io mi scansai facendoli perdere. Fu l'ultima battuta e lo feci anche perdere perché la sbagliai. Vidi Josh verso la mia direzione e inziai a correre, e lui a sua volta. Quando mi raggiunse mi prese per i capelli e mi fece camminare piegata per tutta la palestra e a darmi schiaffi dietro al collo in modo giocoso. 
La professoressa ci diede il permesso di andare nei spogliatoi, così presi il mio borsone, salutai gli altri e andai. Mi feci una doccia calda e mi vesti', indossando un pantaloncino coi fiorellini e una maglia che arrivava sotto, più o meno, il seno.
Mi aggiustai i capelli e trovai una persona guardarmi, o meglio, fissare il mio percing sull'ombelico.
''Shelley, hai sbagliato spogliatoio'' lo guardai dallo specchio, indossando le perline ai lobo.
''Ah, davvero? Credevo fosse questo'' uso' un tono sarcastico mentre più si avvicino' a me, cingendo le mani sui miei fianchi standomi dietro. Quei contatti con lui mi facevano impazzire. Era dipendenza allo stato puro. Lo spinsi contro il muro,  poggiando una mano dietro il suo capo così per baciarlo pochi secondi dopo la spinta, fece lo stesso, bloccandomi in un angolo dello spogliatoio. Inizio a baciarmi con foga, ricambiai e alzai una gamba per poggiarla dietro il suo fondoschiena e avvicinarlo più a sé. Si stacco e scese coi baci dalla mascella fino al collo, mandando la mia testa all'indietro. Questa volta non lo allontanai, anzi, misi una mano dietro il suo capo da non permettergli di allontanarlo. La sua mano inizio' a salire dal mio ventre al sotto-seno, sfiorandolo col pollice, facendo poi entrare la mano in contatto col mio seno, insinuandola dentro. Uscirono degli ansimi alla mia bocca e lo vidi sorridere. Lo odio. Continuava a stringere con intensità il mio seno, causando gemiti da parte mia. Si divertiva e io impazzivo. Portai la mia mano verso il suo cavallo della tuta e glielo strinsi. Si fermo' per qualche secondo ma riprese a baciarmi il collo. Salì' la mano verso i lacci della tuta e glieli sbottonai facendo insinuare la mano in essi è avere contatto coi boxer. Lo sentì' respirare pesantemente sotto il mio tocco. Vuoi giocare? E giochiamo. Gli strinsi appena il membro coperto dal tessuto e lui gemette, mordendomi poi con forza una parte del collo. Gemetti per il dolore, continuando a stringerglielo, l'avevo in pugno. Si stacco' da me con occhi socchiusi e porto una mano ai miei lacci della tuta per scioglierli, ma proprio quando stava per tirare il filo, sento la voce di Miriana farsi sempre più forte mentre camminava per i corridoi. Ci guardammo e gli indicai l'armadietto, andò lì dietro per nascondersi e mi aggiustai top e pantaloncino. Avevo il fiato corto e il battito accelerato, così nel frattempo che venisse bevvi e respirai per calmare entrambe le cose. Entro' nello spogliatoio e mi vide poggiata al muro e guardavo in aria.
''Maria, ma che hai?''
''Eh? No, scusa, ho caldo'' facendo un sospiro e prendere le mie cose per poi metterle nel borsone e andare via.
Diedi l'ok per far uscire George ma quando stava per mettere piede fuori l'armadietto entro' Miriana che ci guardo confusi.
''Dove è uscito lui?'' 
Non emettemmo né parola né nulla, ma ci scappo' una risata abbastanza fragorosa e Miri capì subito finendo anche per ridere.


Passammo il pomeriggio solo io e George per scontate questa punizione nel modo più divertente: musica, battaglia di cassini e gessetti. Iniziammo alle tre del pomeriggio e finimmo all'ora di cena. Entrambi andammo in camera per fare una doccia. Mi aspetto' e quando fui pronta andammo dagli altri.
Andai a letto stanca, abbracciando quel cuscino che sapeva di lui, quell'odore che inebriava le mie narici, fino ad arrivare al mio cervello, mandandomi in tilt.

Giornata movimentata, forse anche un po' troppa. Io e George stavamo veramente diventando così intimi? Questa cosa mi piaceva, e anche troppo. E credo di provare qualcosa di più forte. Era amore o ossessione? Domande l'una sopra l'altra, so solo che quando sorrideva, anche senza rivolgermi lo sguardo, potevate sentire il mio cuore esplodere.

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Capitolo 8
*** Capitolo 7: Tempismi ***


Un'altra settimana passo' in fretta ed arrivarono le vacanze di Natale, e noi ragazze decidemmo di uscire, dopo le ore di scuola poco più che pesanti, per comprare, ovviamente, i regali per i ragazzi e fra di noi.
''Cosa comprate ai ragazz?i'' Domando' Miri in preda al panico. Ovviamente la ragazza, sapeva che avremmo passato le vacanze con i ragazzi, ma dei regali manco l'ombra di una parola.
''Credo comprerò delle camicie a George'' alzai le spalle non avendo idee mentre le diedi parola e le mi guardo', spostando velocemente il capo verso me. Mi fece paura.
''Ti vuoi male, vero?'' La guardai più che confusa.
''Eh?''
''A George le camicie stanno benissimo e lo rendono più sexy di quanto lo è già'' scoppiai in una fragorosa risata scuotendo il capo. Miriana amava le camicie e quando le vedeva su corpi maschili, beh, poteva venire in un momento o l'altro, come darle torto. Presi due camice a George, Erica una bottiglia di profumo Josh e Miri un cappello e una maglia.
Ritornammo nel college dopo poche ore, andammo in stanza per posare i regali e scendemmo nella sala dei ragazzi dove trovammo i ragazzi parlare e ridere su  qualcosa mentre giocavano a carambola, ma quando videro noi cambiarono discorso. George mi prese per un polso e mi fece avvicinare a lui, poggiando poi un braccio attorno ai miei fianchi.
''Devo dirti una cosa'' sorrise a trentadue, e quel sorriso non mi convinceva e annuivo.
''Passerete le vacanze di natale da me, fino il primo di Gennaio'' 
''D-dai tuoi genitori?'' Balbettavo mentre entravo in panico, ma lui mi calmo' con solo una carezza sul fianco.
''Si, dai miei.'' Sorrideva mentre annuiva. Avremmo passato le vacanze dal ragazzo con cui mi stavo frequentavo, e non solo io, ma anche gli altri e questa cosa mi sollevo' parecchio.
Quella sera George mi propose di diventare la sua ragazza. Ero sua, non del tutto, ma lo ero. Preparammo le valigie e vedemmo ''FROZEN'', finimmo per addormentarci entrambi, mentre i ragazzi erano occupati a preparare le loro valigie.
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Era la mattina del 24 e lasciammo le nostre stanze per avviarci fuori il college. Una macchina grande e nera ci venne a prendere, ed era la macchina dei ragazzi. Scesero dall'auto e caricarono le valigie, mi misi nei posti indietro, facendo sedere George accanto a me. Il viaggio duro' qualche oretta e fu divertente. Ne dicemmo di belle e di brutte, raccontarono aneddoti divertenti. Ecco cosa ci voleva: una bella compagnia e un ragazzo di cui vale la pena passare del tempo.
Arrivammo casa Shelley, anzi, casa Harris. George ci racconto' che i loro genitori divorziarono quando lui era piccolo.
Scendemmo dall'auto e andarono a prendere le valigie per poi ritornare da noi. Da fuori la casa sembrava enorme ed ero curiosa di vedere il suo interno.
George busso' alla porta, continuando a tenere il braccio attorno al mio collo. Lo guardavo dall'alto. Era maledettamente alto. Dopo vari secondi ci apri una donna, e credevo fosse la madre perché la somiglianza c'e', infatti era così. George abbraccio la madre e si vedeva la loro mancanza. Erano così dolci e belli, soprattutto la mamma. Bella come il sole, ecco da chi ha preso il figlio.
''Non mi presenti i tuoi amici?'' Disse con un sorrisone mentre lo guarda dall'alto continuando a stare abbracciata a lui. Erano veramente bellissimi. Ci presento uno ad uno e sottolineo' Miriana per far intendere come ragazza di JJ, di cui dopo poco la mamma prese in giro JJ.
George fece fare il giro della casa a tutti e mi soffermai in camera sua per contemplarne la bellezza: foto dei ragazzi tutti assieme al mare, in montagna, in aereo. Quei ragazzi viaggiavano spesso assieme. Andai verso un comò e guardai le foto di George quando era in dolce età: lui, felice e gli mancavano dei denti e con una bambina che lo abbracciava forte. Sarà qualcuno della famiglia perché si assomigliavano troppo. Mi intenerì vedendo quella foto. Passammo il pomeriggio in casa. La mamma di George era davvero simpatica. Tutto sua madre! Prima l'ora di cena andai in camera di George per cambiarmi, odiavo indossare gli stessi indumenti per troppo tempo, così apri' la valigia e tirai fuori un vestitino semplice, quelli che si usano in casa e un mollettone rosso per raccogliere i ciuffi, indossai poi le mie carissime ballerine rosse, dato che il vestitino era a righe bianche e rosse. Abbinavo tutto, anche il mollettone. Scesi giù e trovai tutti sul divano a parlare e ovviamente JJ e Miri slinguazzavano come non ci fosse un domani. Provavo un po' di vergogna quando George provava a baciarmi e lui se ne accorse, così rubava baci ogni volta che la madre passava proprio davanti a noi. Mi misi fra le gambe di George e lui non ci mise un secondo per stringermi. Ho già detto che amavo stare fra le sue braccia? Credo di si. Bussarono la porta e la signora Harris, ovvero la mamma di George, andò ad aprire ed entrò una ragazza. Ma quella ragazza era la bambina nella foto! Pochi secondi dopo venni a sapere che George aveva numerosi fratelli e quella ragazza era sua sorella, Harriet. Si abbracciavano in modo forte. Chissà da quante tempo non si vedevano. 

La cena inizio, la madre di George cucino' tantissime e solo a guardare le pietanze mi sentivo piena. Mentre stavamo mangiando ad un tratto Harriet domando' a George se avesse la ragazza, e George fece col capo 'SI'. Quando mosse il capo stavo per soffocarmi col cibo, d'altronde non è normale che mentre si mangi si facciano queste domande! Almeno per me! George fece segno col pollice nella mia direzione e la sorella sorride in modo tenero. Arrossi' violentemente sentendo tutti gli occhi su di me.

Dopo la cena tutti i ragazzi si ''accamparono'' sotto l'albero con vari regali. Io, Erica e Miri andammo nelle rispettive camere e tirare fuori i regali dalle valigie. Ci misi un po' per scendere e senti' urlare le ragazze e le risate dei ragazzi. Quando scesi le scale col mio regalo vidi George sotto l'albero applicato a guardare il cellulare. Era bellissimo. Mi sedetti accanto a lui e strofinai il nasino contro la sua guancia, vedendolo poi sorridere e gli misi la busta davanti agli occhi facendo finta di né sapere , né vedere nulla e lui fece lo stesso con me. Apri' la sua busta e trovai un cofanetto: era una collana a ciondolo con la sua iniziale. Era stupendo. Chiesi a George di mettermelo a collo. Già amavo quella collana. Quando vide le due camicie diede di matto e scoppiai a ridere. Le ripose nella busta e mi tiro a sé riempiendomi di baci. Ci furono vari scambi di sguardi negli occhi. Potevo morire. A tale bellezza non c'ero mai arrivata e non l'avevo mai vista. Gli presi il viso e lo baciai dolcemente. Sua sorella era lì a guardare la scena e ridacchio' per poi andare via.

Tutti andammo nelle proprie stanze, chi voleva stare per conto loro, chi dormire o chi guardare tv. Appena entrai in camera di George levai la collanina e la misi nello scatolino, George andò a svestirsi nel bagno, feci di fretta e furia anche io, andando poi coricarmi sul lettino e accesi la tv mentre lui si svestiva. Uscì ed indosso il suo pigiama, era così carino e tenero. Sapeva di innocenza, ma di innocente non aveva manco il nome. 
''Devo aggiungere altre foto'' disse mentre Contemplava affondo il muro rivestito di foto, portai lo sguardo su lui e piegai il capo leggermente di lato.
 ''Tipo?'' Incuriosita domandai, anche se alcune volte dovevo farmi i fatti miei.
''Tipo le nostre che ho sul cellulare'' mi sorrise e io ricambiai, muovendo la mano per farlo avvicinare a letto, appena si avvicino lo tirai addosso e scoppiai a ridere, stava per cadere e la sua faccia diceva tutto. Ci baciammo varie volte e ogni bacio diventava sempre più intenso.  Sfiorò le mie labbra con la sua lingua intento ad entrare nella mia cavità orale, così socchiusi la bocca quanto basta e diedi il permesso. Le nostre lingue si scontravano più volte per poi farle roteare definitivamente. Le mani di George toccavano tutto il mio corpo, e sotto ogni carezza aumentava il desiderio di volerlo mio, a tutti i costi, porto' poi le mani sulla parte inferiore del pigiama e me lo abbasso' completamente, stessa cosa feci con lui, eravamo seminudi: entrambi ancora con la maglia del pigiama e in intimo. Si posiziono' fra le mie gambe, mettendosi poi sul mio corpo e spingeva come per simulare una penetrazione, dato che eravamo ancora vestiti, non del tutto, ma vestiti. Quel ragazzo mi faceva perdere la testa. Sentivo qualcosa nella pancia ogni volta che strofinava la sua intimità contro la mia e gemiti che uscivano a tu per tu. Il suo respiro si fece corto e pesante. Amavo sentire i suoi respiri caldi mescolarsi coi miei per la troppa eccitazione. Giuro, non c'avrei messo due secondi a sfilargli quel dannatissimo pezzo di cotone. George si divertiva a farmi impazzire, ma sapevo che un altro po' e scoppiava nei boxer.
''T-ti voglio, George'' è ciò che voleva farsi sentire, me ne accorsi dal suo sorriso beffardo e soddisfatto sul suo viso. 
Mise le mani sull'elastico dei miei slip e li abbasso di poco, avevo gli occhi socchiusi per il piacere di prima, sentivo il cuore battere all'impazzata. Vedere George eccitato danneggiava il sistema nervoso. Me li abbassò un altro po' e la porta si apri' con velocità, sobbalzammo per lo spavento.
''Oddio, scusate!'' Senti' la voce di Miri trattenere una risata e chiudere la porta.
''Sai, hai un tempismo perfetto'' dissi a voce bassa sbuffando, alzando poi lo slip e recuperando il pezzo di sotto del pigiama e lo infilai. George sbuffo a sua volta e fece lo stesso. Si stese sulla superficie del letto e mi tiro' a sé.
''terza volta che non concludiamo nulla, capisci?'' Disse fra qualche sbadiglio e risata.
''La prima fu per colpa mia, ma Miriana ha un tempismo stupendo!'' Scoppiai a ridere mentre mi stringevo a lui.
Mi addormentai fra le sue braccia. Ormai era un vizio. Un vizio stupendo.
Lo amavo? Fin troppo.

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Capitolo 9
*** Capitolo 8: delusioni ***


#pv Miri

Ero in cucina con Erica parlando del più e del meno, le spiegai cosa era successo ieri ed entrambe scoppiammo a ridere.
''Di nuovo? Ma dai Miri. Ha ragione Maria: hai un tempismo perfetto'' continuava a ridere mentre lo diceva, ma le nostre risate si fermarono quando udimmo un ''levami questa mannacce da dosso George'' urlato e dopo ci fu il silenzio. Mi preoccupai ma rimasi lì, tanto stavano giocando come sempre oppure George le stava facendo il solletico. Sentimmo sbattere la porta della camera e vedemmo Maria scendere velocemente le scale, George la seguiva. Le prese un polso e la fermo di scatto. Inizio' ad urlarle contro e lei fece lo stesso.
''No, va dalla tua piccola, piccolo'' cercava di allontanarsi, tirando il braccio, ma George glielo strinse maggiormente.
''Ma allora sei scema o non capisci? Non ho fatto nulla, né mi sento con qualcun'altra''. Si urlavano contro con odio e sofferenza, ma senti' il tono di Maria diventare sempre più debole. Stava per scoppiare a piangere.
''George, lasciami'' questa era la frase che lei ripeteva, cercando di graffiargli la mano per far si che lui lasciasse la presa. George si avvicino' più a lei, facendola indietreggiare. Continuavano ad urlare e non capivo nulla. George fece un gesto che secondo me poteva risparmiarselo: alzo' una mano verso lei, forse stava per darle uno schiaffo o non so, ma fu questa la mia impressione. George non sembrava lui. Non sembrava un ragazzo violento, anzi, sembrava tutto che violento. Vidi Maria mettere le mani avanti come per proteggersi, ma per fortuna lui si fermo' tenendo lo sguardo su lei.
Maria sembrava terrorizzata, infatti sembrava: gli andò sotto urlandogli ''fai vedere, dai. Fai vedere quanto sei uomo'' vidi George abbassare il capo e mordersi il labbro, vedendo poi il capo di Maria scuotere delusa dal suo comportamento.
''Vai via'' disse a bassa voce, ripetendo poi più forte facendola sobbalzare, e così lei fece. George le chiuse la porta in faccia, vedendo poi buttare il cellulare a terra con forza. Mi chiesi cosa fosse successo, sarà stato qualche malinteso. George andò di corsa in camera sua bestemmiando, cosa che non ha mai fatto. Era incazzato, ma da ciò che ho sentito la colpa era sua. Chiamai JJ e dissi di andare da George per calmarlo e farsi spiegare dettaglio per dettaglio cosa sia successo. Dopo quel litigio nessuno apri' bocca per fiatare, finché non scese George e ci riferì che andasse a cercare Maria. Fu un litigio abbastanza pesante. Entro' Maria dopo quasi due ore, non rivolse la parola a nessuno, tantomeno a noi, sue migliori anche. Se ne andò dritta in camera e la seguimmo a ruota. Ci chiudemmo in camera tutte e tre. Ci domandammo cosa fosse successo, ma scoppio' a piangere. Era distrutta.

#Pv Maria

Le ragazze sono state tutto il tempo con me, e quando avevo spiegato cosa fosse successo, mi guardarono sorprese e incredule. Quel messaggio mi fece perdere tutta la fiducia in George. Avevo sempre il cellulare di George in mano, per guardare le nostre foto. Ero felice e lui, boh, davvero sapeva fingere così bene?
''Tanto fra un mese e mezzo finirà tutto, no? Tanto per lui sono solo un passatempo, no? Tanto dopo questa vacanza se ne sarebbe fatte altre, no? Tanto per lui continuerò ad essere un'avventura pronta ad essere archiviata in ''non me ne fotte un cazzo di lei?'' Parlavo mentre le lacrime continuavano ad uscire senza permesso. Cercavo di fermarle ma nulla, continuavano a scendere, rigando tutto il viso. Ero distrutta. Non dovevo fidarmi di Erica, non avrei sofferto così tanto adesso. Dovevo essere quella apatica, ma George fu l'errore migliore che avessi mai compiuto.
''A-avevo bisogno di lui, anzi, ne ho tuttora bisogno. Dei suoi abbracci. C-che mi dicesse ''È T-tutto okay'' per poi abbracciarmi, ma mi h-ha urlato contro sbattendomi la porta in faccia prima che potessi dire qualcosa'' piansi ancora più forte. Cercavo aiuto, strillando dentro. Avevo bisogno veramente di lui. Avevo bisogno di vederlo sorridere, di ridere con lui anche quando non ce n'era bisogno. Lui. Volevo lui. Volevo il mio George, ma quello di oggi non sembrava lui. 

Il pensiero di averlo perso, anche se non sapevo fosse così oppure no, mi ammazzava. Iniziai a farmi tantissimi  filmini. Non volevo perderlo. Non volevo che tutto finisse, stavo bene. Mi sentivo bene. Mi faceva stare bene.

Quella sera non mangiai, mi passo letteralmente la fame. Andai a dormire con Erica, Josh si offri' di andare da George giusto per fargli qualche domanda, ma sinceramente non mi fregava più di tanto. Il gesto di oggi mi aveva praticamente uccisa, dentro. Non credevo fosse violento. Forse sarà stato per il mio comportamento oppure per il lessico pieno di insulti, che poi infondo si merito'. Mi aveva tradito oppure ero io la cretina che abbocco' alle sue finte parole, pur essendo fidanzato? Questi pensieri giravano attorno la mia mente. Avevo mal di testa, non mi sentivo bene. Mi addormentai, ma mi svegliai dopo mezz'ora per le urla dei ragazzi: George volle entrare in camera e i ragazzi glielo impedirono. Mi sentì veramente male, i ragazzi odiavano George per colpa mia. Non potevano odiarlo, non era una cosa buona nei confronti di George. In quel momento volevo sparire, andare via da casa sua, dal Campus e da Londra. Volevo mia madre. Avevo un bel rapporto con mamma, e ogni delusione amorosa, portata a tradimento, me le faceva passare lei con abbracci e carezze. Volevo qui lei. Avevo bisogno di lei e di George.

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Capitolo 10
*** Capitolo 9: Malintesi ***


#pv George.

Mi svegliai col mal di testa. Ho dormito si e no mezz'ora. Già, sono stato male. Male per lei. Male per noi. Si, eravamo un noi, non ufficialmente, non praticamente, ma comunque lo eravamo. Se non vuol più parlarmi, la capisco. Quel gesto avrei dovuto non farlo. Era terrorizzata e provo' a proteggersi, alzando le mani per, tipo,nascondersi. Faceva male vedere lei in quel momento. Non volevo né sembrare violento, né traditore. Io la amo, l'amo troppo. Decisamente troppo, e vorrei poterglielo dire, ma quando ci incontravamo in casa cambiava direzione, oppure come a pranzo e cena non mi rivolgeva in nessun modo lo sguardo. L'avevo fatta grossa, non per il messaggio. Il messaggio era di una mia ex che lasciai da poco. Continuava a torturarmi. Era tipo un giocattolino da usare e poi gettare. La lasciai per lei. La lasciai per Maria. Maria mi interessava, ed ero anche ossessionato. Forse il termine adatto è 'innamorato', ma credo sia un sentimento davvero forte, che però sentivo per lei.  Sono passate due, tre settimane dal primo incontro, dalla prima litigata. Mi ricordo quando volle uscire dal taxi per picchiarmi e dirmi 'figlio di puttana'. Mi mancava. Mi mancava troppo. Stanotte Josh mi ha fatto compagnia, no ho chiuso occhio. Senza il suo profumo che solo la sua pelle al naturale emanava, non riuscivo a fare nulla. Quell'odore che penetra in ogni tessuto e quando lo indossai, beh, sai di lei. E boh, quel sorriso che mi rendeva pazzo. Lei era la causa della mia felicità. Lei era felicità, rabbia, dolore, tristezza. Un uragano di sensazioni e sentimenti, anzi, ragioni e sentimenti. Lei era la ragione per amare. Ragione per soffrire. Ragione di vivere. Sentirla piangere dalla sua camera mentre diceva ''in quel momento non era il mio George'' mi ha ucciso. Davvero stava a pezzi per me? Non era l'unico ad essere innamorato fra i due, ma può darsi sia solo bene da parte sua. Può darsi era solo affezionata.. E comunque no, non era un'avventura da archiviare. No, non era nulla di ciò che disse, e dopo il college l'avrei seguita in capo al mondo. Capite? Ho perso letteralmente la testa per lei. Passai per la cucina per prepararmi una tazza di caffè, giusto per mettermi in forza e notai Harriet parlare con lei. Maria col capo abbassato e mia sorella le accarezzava un braccio per, no, sinceramente non so cosa e perché. La guardai da lontano, dalla finestra e lei si giro. Ci fu uno sguardo di pochi secondi per poi girare il capo guardando mia sorella. Mi morsi così forte il labbro, quasi da romperne uno strato.

#pv Maria

''Harriet, non lo so'' mossi il capo per scuoterlo, mentre continuavo a ripete questa frase.
''Maria, fidati, mio fratello ti vuole davvero, ma davvero bene e poi l'ha lasciata per te, e continua a torturarlo perché lo ''ama''.'' Avevo capito che ragazza era la sua ex. Capì di essere ragazza facile quando fece le virgolette mentre disse ''ama''. E poi, per me? George ha lasciato il suo divertimento per me? Non ci credevo, anzi, non volevo crederci.
''Ci devo pensare, Harriet'' alzai lo sguardo verso lei. Più la guardavo in viso e più sembrava parlare col fratello. Erano praticamente identici. Mi girai verso la finestra della cucina e trovai lui, fissarmi. Il mio cuore si fece in mille pezzi. Non lo guardavo, né avevo dialogo da cinque giorni. Continuavo a guardarlo. Continuava a guardarmi. Avrei voluto alzarmi, andare da lui e, boh, baciarlo e ripeterlo che lo amavo e non lo odiavo. Non lo odierei nessuna ragione al mondo, ma mi spavento'. Non era lui, la sua rabbia prese il comando. Mi girai a malincuore verso Harriet e gli sorrisi, alzando un angolo delle labbra.
''Tuo fratello ci sta osservando'' mi morsi l'interno guancia cercando di non sorridere, ma era impossibile nasconderlo. Harriet sorrise intenerita e mi abbraccio', facendo lo stesso con lei. Entrammo in casa per cena, parlare con lei mi fece da sfogo. Mi fece cambiare idea su George. Era solo la sua rabbia, credo, ma non gli andai sotto per abbracciarlo, ci scambiavamo solo sorrisi e 'ciao' freddi da parte mia, però. Buon inizio!
Quella sera io, Miri e Erica passammo la asera a farci le trecce per fare l'effetto onde sui capelli. Domani era Capodanno. Ero una che credeva nelle superstizioni, quindi immaginate per quella serata, oltre dare il bacio per dare l'avvio al nuovo anno, cosa avrei indossato! Mi odiavo per questo!. Ma le domande furono altre, i pensieri infiniti, ed erano anche questi: l'avrei baciato oppure no? Fare un passo in avanti o ritornare a sbagliare? Continuavo a dirlo: George era lo sbaglio migliore che potessi commettere. Volevo sentire da lui ''ti amo, ed è stato solo un fottutissimo malinteso'', ma orgoglioso com'era queste parole potevo solo immaginarle o farle comparire in sogno. Stessa cosa con me. Ero un orgogliosa del cazzo. Indifferente del cazzo. Ecco cos'ero: orgogliosa e indifferente. Eravamo troppo simili, caratterialmente. In ogni sua mossa, sua parola, sua sensazione, suo stato d'animo vedevo me. Mi completava, e speravo fosse anche così per lui.
Andai a dormire con mille domande, se fare o non fare, sbagliare o non sbagliare, amare o soffrire. George. George era la risposta a tutte le mie domande.
Mi addormentai fra le braccia di Erica e di Miri, trovando l'assoluto relax.
Buona notte a me e buona notte a lui.

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Capitolo 11
*** Capitolo 10: Sentimenti ***


Quella mattina i ragazzi organizzarono un uscita per il centro e andarono senza me perché mi scocciavo, quindi pensai cosa fare e decisi di vedere un film, ed ero anche sola in casa, così presi il portatile di George e andai su cineblog per vedere un Horror. Quel film era una vera e propria cagata, ma poi non ero manco il tipo di persona che si impressionava per fantasmi e cazzi vari. Avevo sete, così posai l'aggeggio sul letto e andrai dritta in cucina, ma mi fermai per osservare George dormire beato sul divano, aveva le occhiaie, quindi avrà passato  di nuovo nottata in bianco, però poco mi fregava. Presi una bottiglia dal frigo  e quando feci per girarmi, lo trovai bere la sua dipendenza, il caffè.
''Credevo fossi uscita, Maria'' continuava a guardare la sua tazza come se in essa ci fosse qualcosa di interessante.
Alzai le spalle e bevvi un po' d'acqua e gli passai accanto guardandolo in viso, e trattenni una risata.
''Uh, credevo la stessa cosa, George'' eravamo freddi, anzi, freddissimi. Bevvi un altro sorso per poi dargli di spalle e andare di sopra, lasciai la porta aperta per far passare un po' di aria e andai sul letto, mettendosi di fianco È cercai un altro film, questa volta volevo vederlo comico. Lo guardai con lacrime agli occhi per le troppe risate, anche rumorose. Avevo un modo di ridere troppo ambiguo, sapevo solo che era contagiosa.
Ad un tratto sobbalzai per un braccio attorno al mio fianco e delle labbra baciare una mia spalla. Sorrisi a quel contatto. Mi mancavano tutti i tipi di contatti con George. Mi mancava troppo. Chiusi il portatile e sospirai girando mi poi nella sua direzione. I suoi polpastrelli accarezzavo la mia pelle mentre ero in movimento per girarmi, che poi causo' dei brividi per tutto il corpo, partendo dalla schiena ai piedi. Lui mi faceva tantissimi effetti, uno più bello dell'altro. Ero in astinenza. Lui era la mia dipendenza più forte. Mi guardo' negli occhi, riflettendoci i miei in essi, poggio' una mano sulla mia guancia, strofinando il pollice su essa. Sorrisi in preda alla felicità, in preda ai sentimenti. Gli presi il viso e lo baciai, premendo le labbra con forza sulle sue, lui ricambio' subito, senza esitare. Mi mancava. Gli mancavo.
''Non lasciarmi di nuovo sola, ti prego'' mi staccai dal bacio a malincuore, spostandomi appena per far sfiorare i propri nasi e guardandolo negli occhi.
''Adesso come ora, ho solo bisogno di te'' sussurro' guardandomi negli occhi, mentre continuava ad avvicinarsi a me. Quando disse la frase, mi senti' strana, non capì quale fosse l'emozione giusta. Mi travolse come un uragano. Lui era questo per me: un miscuglio di emozioni. 
Ci furono vari baci, uno più intenso dell'altro. Ad un tratto vidi spostarsi mettersi fra le mie gambe. Avremmo fatto l'amore? Lo speravo. Volevo sentirlo mio. Volevo solo che ci sentissimo completi.
Mentre ci baciavamo, sentivo la sua mano scendere verso i miei pantaloncini, sbottonandolo poi ed insinuare la mano in esso, giocando con l'elastico dei miei slip, mi morsi il labbro, capendo cosa volesse fare. Fece entrare la mano nei miei slip e la strofino' contro l'intimità per poi entrare in me con due dita. Gemetti piano e schiusi la bocca di poco, portando gli occhi sul ragazzo, rise beffardo. Lo odiavo quando faceva così. Inizio' a muoverle, sfiorando vari punti troppo sensibili, come se già li conoscesse. L'eccitazione inizio' a crescere e piccoli ansimi uscirono dalla mia bocca, diventando sempre più intensi quando George mosse più velocemente le dita. Impazzivo di più secondo per secondo, e George ne andava più che fiero. Avevo il fiato corto, e mi feci scappare un piccolo grido di piacere quando le mosse con velocità impressionante. Ci sapeva davvero fare. Cercavo di aprire gli occhi, ma le forze sparirono sotto il suo tocco. Sentivo l'eccitazione espandersi, facendomi irrigidire i muscoli e inarcare di poco la schiena, continuando a gemere intensamente e allungando di poco i versi. Stavo per venire e George se ne accorse, così si fermo' di scatto e accenno' una risata. Volevo ammazzarlo. Feci finta di essere offesa e mi alzai gli slip, gli feci un dito medio e andai via dal letto, lasciandolo solo lì. Scoppiai a ridere e mi nascosi dietro l'angolo della porta per non essere vista, e dopo qualche minuto lui uscì ancora ridendo. Proprio quando stavo per mettere piede fuori l'angolo vengo presa come un sacco di patate e poggiata sulle spalle di George.
''Con te ancora non ho finito!'' Urlo in modo giocoso e mi diede uno schiaffo su una natica, gli tirai i capelli mentre lo guardavo male, ma non si fece nulla, aumentarono solo le sue risate. Mi butto' sul letto e si mise fra le mie gambe, sfilandomi la maglia. Alleluia! Feci lo stesso con lui, e cazzo, senza maglia era un qualcosa. Avrei voluto graffiare ogni parte del suo busto, fino a scavare nella sua pelle con le unghie, fino a romperle. Mi sfiorò un seno con la mano, facendomi mordere il labbro in modo violento.
''Vuoi giocare George? Allora giochiamo''
Lo spinsi sul letto, sedendomi sul suo bacino, mi guardo confuso' ma cambio smorfia, sorridendo maliziosamente. Iniziai a strusciarmi su lui in modo lento, dando qualche spinta su esso, gemeva sotto i miei ''tocchi'', aumentai l'intensità mentre lo sentivo fremere. Mi abbassai sul suo petto per lasciare alcuni baci mentre mi spostai da lui e poggiare una mano sui suoi pantaloni, stringendo la parte abbastanza evidente. Schiuse la bocca e sorrise, cominciai a strofinare il palmo sulla protuberanza, avendo poi in cambio ansimi soffocati. Ah George, non puoi. Levai la mano lì e la portai sul bottone del jeans, sbottonandolo e glielo sfilai completamente.
''Mh - mi abbassai per avvicinai la bocca al suo orecchio e sussurrare - credo che sia un pezzo inutile, non trovi?'' Annui' e tenne gli occhi chiusi per il piacere, come me prima non aveva né forze né nulla. Abbassai lentamente il suo boxer fino a sfilarglielo, posai la mano sul suo membro e glielo strinsi leggermente. Vidi George strizzare gli occhi e aprire bocca, ma la chiuse subito per soffocare un gemito. Iniziai così a muovere su e giù la mano attorno alla lunghezza del membro in modo lento, stringendo la presa. Volevo sentire gemiti da parte sua, e così fu. Continuavo a muoverla più velocemente e George non riusciva più a trattenere nulla. Stava per raggiungere il culmine, ma dispettosamente fermai i movimenti e lasciai la presa. Senti' un ringhio e scoppiai a ridere.
''Non giocare, che poi ti ripago con la stessa moneta''.
Detto questo mi tiro' sotto lui e mi blocco', mettendo i gomiti ai lati del mio capo e mi allargo' più le gambe, entrando poi in me. Ansimai quando spinse maggiormente per entrare in me e gemetti forte. Inizio' con movimenti semplici e lenti, facendoli poi maturare coi minuti fino a farli diventare veloci e intensi. Si fermava ed iniziava nuovamente a spingere con forza e velocità facendomi gridare e gemere forte, lo faceva apposta e lui si ritrovo' con graffi sulle scapole. Ormai non ero più in grado di resistere, non avevo più forze ma cercai di farcela. Dopo varie spinte mi lasciai andare, non ce la feci più, venni urlando il nome di George, abbracciandolo, e lui si fermo man mano con le spinte, uscendo poi da me.
Ci rivestimmo, mettendoci solo l'intimo, e finimmo per addormentarci nuovamente abbracciati. Finalmente eravamo un noi, una cosa. 

Ci svegliammo qualche ora dopo e trovammo la porta chiusa della stanza. Erano arrivati i ragazzi, così indossai una maglia di George e scesi giù. Ero stanca e avevo ancora sonno, però dovevo bere, così andai verso il frigo e presi una bottiglina di acqua. Poco dopo scese George e i ragazzi urlarono un 'uuuh', mi affacciai dalla porta e guardai che era in boxer e sputai l'acqua da bocca. Uscì dalla cucina rossa in viso e lo spinsi verso le scale, salendo poi a ruota.
''No, cioè, tu scendi così?'' Scoppiai a ridere per poi abbracciarlo, mi strinse a lui.
''Sei per caso gelosa?'' Alzo' un sopracciglio, continuando a stringermi, facendo poggiare il mio capo sul suo petto.
''Si, okay?'' Mi lamentai, sbuffando.
''Ti amo'' mi guardo negli occhi e sorrise.
Aveva detto ti amo? Senti' il mio cuore scoppiare, aveva detto di amarmi.
''Ge, ti amo anche io'' sorrisi in modo ampio, mostrando tutti e trentadue denti. Mi strinse più forte, feci lo stesso.

------------

''Dai, rega' ci manca poco al conto alla rovescia'' stavamo seduti a cerchio in giardino e con le luci attorno della piscina e quelle a terra.
''Metti ansia, Jamie!'' Disse Miri roteando gli occhi. JJ la tiro' a sé e si baciarono. Josh e Erica erano uno attaccato all'altro, ed erano carinissimi. Io ero fra le gambe di George, continuava a stringermi. Mi erano mancate da morire le sue braccia e gli abbracci. Mi era mancato da morire.


''dieci, nove, otto, sette, sei, cinque, quattro, tre, due, uno..'' Alla fine del conto ci furono fuochi d'artificio ovunque ed era uno spettacolo, tutti a ripetersi ''auguri'', tutti a baciarsi, ad abbracciarsi. Ci furono scene bellissime come: Erica cadde quando Josh la prese in braccio, facendo cadere anche josh su lei.
Mi sentì due braccia attorno ai fianchi, girai i capo e trovai George sorridente.
''Beh amore, auguri per il nuovo anno'' dissi, arricciando il naso mentre cercavo di baciarlo, ma con tutte le punte basse non ci riuscivo.
''Buon anno a noi'' continuava a guardarmi e si avvicino' a me, baciandomi a stampo.
''A noi''

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Capitolo 12
*** Capitolo 11: Nuovi Arrivi ***


Nuovo anno, stessa vita.
Quella mattina mi svegliai tardi e mi alzai abbastanza nervosa, mettendo curiosità agli altri. Per la fretta nel mettere gli indumenti nelle valigie non mangiai e non salutai nessuno, ero troppo in ansia.
Era tutto tranquillo, fin troppo per i miei gusti. Niente urla di JJ, né canticchi di Josh, né risatine di George. Alzai le spalle e continuai a finire la mia valigia, e poi feci anche quella di George. Mi piaceva toccare le sue cose e sentirne l'odore. Mi fregai una sua maglia, tanto il suo cassetto scoppiava.
''Allora Vale arriva oggi, dopo quanto tempo non la vedi?'' Chiese Erica, seduta sul letto accanto a Miri. Entrambe avevano occhi su di me, ma io non rivolsi nessun sguardo perché posavo le bandane di George nel borsone e lo poggiai, ad infine, accanto alle nostre valigie.
''Beh, quasi un anno, sai lei è a poche ore da qui, mentre noi stiamo in culo al mondo. Quindi, la miglior cosa è stata consigliarle questo college, e spero passino lenti questi giorni. Un altro mese e finisce tutto''
Già, tra un mese sarebbe tutto finito. Viaggio scolastico. College. George. Non volevo dire addio a niente e a nessuno, specialmente a lui. Cerco di passarci sopra con altri pensieri, ma nulla. George era ovunque. Sia dentro che fuori. Una volta ritornata in Australia, cosa farò? Cosa farà? Cosa faremmo, oppure, cosa saremmo? Per adesso voglio godermi il presente, perché se si troppo al futuro, non riesci bene a gestirti le cose, quindi faccio di tutto per non pensarci.
Le ragazze mi guardarono con aria triste, sarebbe tutto finito anche per loro. Stavamo così bene con i ragazzi. Chiamai George dalla propria stanza e lo vidi salire dopo qualche minuto.
''Ti sento e vedo strana'' Disse George, mentre prese il borsone e la valigia, portando lo sguardo su me. Sentivo il suo sguardo pungere la mia pelle.
''Oggi arriva la mia migliore amica a distanza nel campus, e il tempo sta passando troppo, ma troppo in fretta'' sbuffai e mi sedetti sul letto, tenendo lo sguardo a terra. George poso' le valigie e mi venne accanto.
''Hey, vedrai che passerà lentamente'' detto questo mi abbraccio con forza. Come avrei continuato la mia vita senza quegli abbracci improvvisi, quei baci rubati, quegli sguardi intensi, come se gli occhi parlassero nella loro e propria lingua, trovandosi ogni volta. No, non ce l'avrei fatta di sicuro, mi sarebbe mancato troppo. Una volta tornata in Australia, mi sarei svegliata senza lui. Senza il suo profumo. Senza quegli abbracci nella notte che ti trasmettevano serenità. Nottate sole e senza amore. Nottate fredde. Saremmo ritornati George e Maria. Saremmo diventati di nuovo due persone, due amici, due estranei. Ricambiai l'abbraccio con forza, stringendo la mano sulla sua maglia. Lo amavo, troppo, follemente, pazzamente, incondizionatamente.
Ci staccammo dall'abbraccio e mi bacio' dolcemente. Come avrei fatto senza i suoi baci e le carezze? Sarei finita in un baratro senza uscita. Sorrisi sulle sue labbra, facendone comparire anche uno sul suo. Ero troppo presa da lui e dalla nostra relazione.
Prendemmo le nostre borse e scendemmo, tutti salutarono la mamma e la sorella di George, persi un po' di tempo per abbracciare Harriet, era troppo l'amore, poi salutai sua madre abbracciando anche lei.

Non ci mettemmo niente questa volta ad arrivare al college, non c'era traffico. Scesi di corsa dalla macchina appena accosto' nel parcheggio e andai verso l'entrata. Non mi mossi di lì, andavo avanti ed indietro, poi vidi una figura già conosciuta. Mi sentì scoppiare dentro. Era lei. Era bella come il sole: capelli castani con le punte celesti che andavano nel celeste, labbra carnose, magra con forme più che apposto. Aveva tre tatuaggi, due di questi erano un'acchiappa sogni sul fianco destro e una Geisha sulla gamba sinistra, l'altro era comunicante col mio: lei aveva l'inizio di una frase sulla spalla sinistra e io avevo la fine che iniziava da sotto il seno e finiva sul lato del fianco. Mi vide e mi corse contro, stessa cosa feci io. L'abbracciai forte, tra un po' avrei pianto.
''Oddio, ma come sei cambiata e poi i capelli, dai!'' Quando lo disse scoppiai a ridere. Mi erano mancati i suoi scleri, anzi, mi era mancato tutto di lei. I ragazzi mi raggiunsero e gliela presentai.

Andammo tutti nella camera mia e Erica. Chi era sul letto, chi per terra, chi al computer e chi sulle poltrone.
''E così tu sei il ragazzo di Maria?'' George annui', stringendomi più a lui.
''Falla soffrire e ti ammazzo'' mi guardo' e fece l'occhiolino per poi scoppiare a ridere e io la segui' a ruota. La faccia di george era epica: occhi spalancati e sorrisetto innocente sulle labbra.
''Dai Vale, l'hai spaventato''  gli baciai il mento e strofinavo il capo sul suo petto, Vale roteo' gli occhi, detestava questo tipo di dolcezza. Era più un tipo freddo come me, o meglio come lo ero io. Adesso essendo presa da George mi aveva addolcita di troppo. Ero schifosamente dolce e innamorata.

Eravamo in sala mensa, parlavamo del più e del meno. George racconto' che aveva conosciuto un ragazzo gay del suo corso di storia.
''Jaymi? Hensley?, no, quel tipo non è gay''  George si blocco' mentre stava per addentare il suo panino, ma lo poso', si giro' nella mia direzione e inarco' un sopracciglio mentre mi guardava con aria interrogativa.
''Come, scusa?'' Si era ingelosito, ed era tenero. Continuava a guardarmi, alzando sempre più quel sopracciglio, così misi un dito su esso e cercai di abbassarlo.
''Non è gay'' assottiglio' gli occhi guardandomi con un sorrisetto falso.
''Mi dici come lo sai, mh?''
''Lo so e basta, mh?'' Gli rubai un bacio, ma nulla, non ci fu accenno di reazione. Era tra rabbia e gelosia.
''George, era il tipo con cui se la faceva Erica mentre stava con un certo Olly. Quindi, ti dico che non è gay, ma bisex'' vedemmo Josh sputare acqua come sorpreso quando udì il nome della ragazza, causando le risate del nostro tavolo. Erica poggio' una mano in fronte e rideva, ma Josh la guardava più che male.
''Comunque domani ve lo farò conoscere'' e tutti annuimmo, anche Josh. Si fidava di Erica, e lo stesso era per lei.

Dopo aver visto qualche film nella sala dei ragazzi andammo tutti quanti nelle proprie stanze verso le quattro del mattino, non avevamo sonno ma i bidelli ci cacciarono per pulire. Mi portai George nella mia. Volevo dormire di nuovo con lui, era morbido e caldo. Erica dormi' in camera di Josh e JJ, che poi si trovo' anche Miri in essa. Vale dormi' sola, non voleva stare tra coppiette, non amava né l'amore né compagnia d'altrui, se non la mia. Era parecchio riservata e poi il suo umore dipendeva a come i ''coglioni'' giravano.

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Capitolo 13
*** Capitolo 12: Nuove conoscenze ***


Quella mattina mi svegliai presto, ed era strano. Mi misi a guardare George dormire, e sembrava tenero ed un angelioletto innocente. Infatti sembrava. Mi spostai da lui facendo attenzione a non svegliarlo e andai dritta in bagno. Mi lasciai andare grazie all'acqua calda, ma qualcosa mi fece riportare piede sulla terra. Quel cretino apri' la porta del bagno facendomi sobbalzare dalla paura.
''George, quante volte ho detto devi bussare?''
''Ma se ti ho già vista nuda un paio di volte'' chiusi la tenda del bagno diventando rossa in viso e mi morsi un labbro per non ridere.
''Georgeee'' dissi lamentandomi mette chiusi il getto d'acqua
''Si?''
''Ti odio'' e scoppiai a ridere, mi avvolsi un asciugamano attorno al corpo, uscì dalla doccia e mi fece un dito medio.
''Mettilo dritto in culo e vedi come ti diverti''
''A me o a te?'' Ridacchio' mentre si guardava allo specchio aggiustandosi i capelli. Vanitoso del cazzo.
''No basta, vado via'' alzai le mani ridendo e andai fuori. Mi vesti' velocemente e mi misi nella cuccetta col cellulare in mano, andando su qualche social. Passarono venti minuti,e come sempre quel demente a causa dei suoi capelli faceva  tardi, e io con lui
''George, muoviti a farti 'sti bigodini. Non voglio un'altra punizione'' dissi sbattendo il piede a terra, sbuffando e facendo versi.
''Senti, la bellezza ha il suo tempo''
''No, basta, ho un ragazzo gay'' alzai le mani e scoppiai a ridere e uscì di corsa, venendomi incontro e saltandomi addosso, ma gli presi le mani e cercai di spingerlo ridendo, ma si avvicina a sempre più fino a baciarmi a stampo. Amavo giocare con lui in questo modo. Mi faceva ridere, mi faceva stare bene quando mi baciava all'improvviso quando cercavo di allontanarlo. Si avvicino al mio orecchio e mi sussurrò un ti amo. Ecco come far morire Maria alle nove del mattino. Mi girai verso lui, cercando il suo contatto visivo e glielo sussurrai. Ci ribaciammo di nuovo, non ne avevo mai abbastanza di lui.
''Dai, aiutami a sfilarmi sti bigodini''
''Vie' qua'' si sedette tra le mie gambe e glieli sfilai uno ad uno e vennero dei ricci perfetti, ma scoppiai a ridere, era peggio di una ragazza quando si trattava di capelli. Si alzo' e si giro' verso me. Rimasi senza parole e senza respiro, riccio era ancora più bello.
''Sei più bello riccio'' continuai a guardarlo e si riavvicinò a me per baciarmi a stampo e mi prese sulle spalle come un sacco di patate. 
''George, le cartelle'' dicevo con fatica tra una risata e l'altra. Mi porto' verso le cartelle, le presi e uscimmo dalla stanza.  Entro' in classe con me sulle spalle e mi fece scendere, facendomi sedere sulla sedia. Quella mattina per due ore consecutive studiammo fisica sperimentale. Du palle. I ragazzi andarono ai campetti per farsi qualche partita a calcio e noi ragazze andammo nella stanza a riposare, ma ovviamente stavamo lì per spettegolare. Miri e Valeria parlavano degli indumenti indossati male e degli altri. Invece io cazzeggiavo su una sedia e Erica ascoltava la musica con le cuffiette, allontanandosi per qualche minuto.

''Voglio farmi tipo un percing sulla lingua'' continuavo a girare sulla sedia girevole, guardando il soffitto con pensieri che invadevano la mia mente.
''Prima o poi cadrai da quella sedia se continui così, e comunque sicura? Sai, non potrai fare pompini a George'' mi girai verso Valeria, in modo confusa, piegando il capo di lato.
''Cosa ne sai?''spalancai gli occhi, portando lo sguardo sulle ragazze che ridacchiavano.
''George dovrebbe stare zitto'' aggiunse Erica ridendo. La guardai male e le lanciai un cuscino.
''Sai, anche il tuo ragazzo dovrebbe star zitto, e poi dovresti aprire bocca per respirare, parlare non per ingoiare'' dissi freddamente dopo poco e lei mi guardo male, alzai le spalle come per indifferenza al suo sguardo.
''Ma che stronza'' borbottò aggrottando le sopracciglia e io scoppiai a ridere guardandola, mi alzai e mi buttai su lei per abbracciarla forte e lei fece finta di essere offesa, ma ricambio' l'abbraccio.
Dopo un po' entrarono entrarono i ragazzi e George venne nella mia direzione per stamparmi un bacio me poggiai il palmo per bloccarlo.
''Dopo parliamo, va bene?'' Feci un finto sorriso per poi roteare gli occhi e guardare le ragazze.
''Ma che hai?'' Sbuffo' mentre mi guardava in cerca di spiegazioni.
''Devi stare un po' zitto, okay?'' Mi alzai dal letto, spostandomi da lui e me ne uscì dalla stanza. Quando faceva così mi faceva incazzare tantissimo, erano cose nostre, perché le diceva a mezzo gruppetto? Non capisco perché i ragazzi fanno così.

#PV GEORGE

La guardai confuso. Non era mai stata così brusca con me, né arrogante, tranne per la prima volta che ci incontrammo, ma va beh. Ad un tratto vidi Josh e Erica litigare. Che cos'è successo?
''Miri, ma cosa è successo?''
''Voi ragazzi dovreste tenere le vostre boccucce chiuse'' aggrottai le sopracciglia. Non avevo capito.
''Ehm, perché?''
''L'esperienza dei vostri pompini non frega a nessuno'' mi fece l'occhiolino per poi guardare la tv.
Adesso ricordo. Saranno passate per la sala dei ragazzi e avranno sentito. 

''Maria..'' Si giro' per guardarmi ma porto' lo sguardo altrove. Era incazzata e non poco.
''Ti prego, scusami'' L'abbracciai da dietro, poggiando la fronte nell'incavo del suo collo. La senti' sospirare e alzare le spalle. La strinsi maggiormente a me, odiavo quando mi evitava.
''Perche voi siete sempre coglioni? Spiegatemi questo fottuto motivo di dirlo'' alzo' la voce parola per parola mentre gesticolava in modo veloce, era arrabbiata e quasi come se fosse delusa dal mio comportamento, di nuovo.
''Scusami, non volevo'' sussurrai sul suo collo, continuando a stringerla ancora più forte.
Si giro' per guardarmi in viso e tirava su col naso  ma abbasso' lo sguardo.
''Ma comunque l'hai fatto'' parlava a bassa voce e mise il labbruccio in fuori. Mi fece intenerire. Posai una mano dietro il suo capo per poggiarlo sul proprio petto, mi strinse con forza e io feci lo stesso. Rimanemmo lì per dieci minuti abbracciati, sussurrandole ''scusa''. Alzo' il viso e mi bacio'. Per quei baci rabbrividivo. Mi faceva tantissimi effetti, e li amavo uno ad uno. Era la mia piccola. Il mio piccolo mondo. Ci scambiavamo vari sguardi intensi e sorridi veri. Quei sorrisi improvvisi, quei sorrisi che dicono tutto anche senza parlare. Lei era capace di parlare con gli occhi, con gli sguardi, con i gesti. Io le ripetevo 'ti amo' e lei mi baciava, e così poi viceversa.
Non potevo stare più di dieci minuti litigato con lei. Poteva mancarmi troppo. 

Erano le otto e i ragazzi andarono a mangiare. Io andai a chiamare Jaymi. Jaymi era un tipo molto socievole, ma solo con chi voleva. Mi ricordava Valeria. Stessi modi di fare, nel spiegarsi, nel dialogare. Troppo simili, ma troppo diversi allo stesso modo. Ho il vizio di guardare per bene le persone prima di averne a che fare.

''Ecco, lui è Jaymi. Jaymi loro sono Josh, JJ, Valeria, Maria, Miriana e Erica'' strinse la mano con tutti. Jaymi e Valeria legarono subito parlando dei loro tatuaggi. Lei ne aveva tre, lui ne aveva più di diciotto. Gli sguardi di Josh verso Jaymi quando parlava con Erica o parlava col gruppo erano epici: Jaymi rideva, Josh irritato. Jaymi mangiava, Josh era incazzato. Jaymi parlava con le ragazze, Josh super ingelosito e incazzato. Voleva ucciderlo, anche se con gli occhi c'era quasi arrivato. Ogni volta che Jaymi dava confidenza a Erica, Josh se la tirava a sé, abbracciandola. Era decisamente troppo geloso di Erica, e credo in mezzo ci fosse la possessione, però l'amava e anche troppo. Io non ero così nei confronti di Maria. Ero geloso in un modo assurdo, però mi fidavo ciecamente. Lei aveva la sua libertà come io la mia. Invece JJ e Miri erano i più seri tra le tre coppie. Nel senso si facevano i fatti loro e se facevano qualcosa lo tenevano per loro, anche se scopano peggio dei conigli e li sentivano tutti quello del piano, ma va beh, amare non ha un limite.

Jaymi venne trasferito nella nostra stanza e misero quattro lettini. Legammo subito con Jaymi. Per me era troppo simpatico, e lo speravo anche per gli altri. Avevamo formato un bel gruppetto, ma ognuno si è innamorato rendendo il gruppetto fantastico. Tutti uniti, pronti ad aiutarci l'uno con l'altro. Senza le ragazze e i ragazzi sarei perso, e poi senza Maria sarei un ancora senza la corda. Senza il proprio sostegno.
Mi riaddormentai nuovamente con Maria. Non riuscivo a starle lontano. Era come droga. Era la dipendenza più forte. Si può amare così tanto? Si può essere pazzi di una persona, diventandolo veramente? Ah Maria, cosa mi hai fatto non lo so, ma te ne saro' grato a vita.

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Capitolo 14
*** Capitolo 13: Attrazione ***


Quella mattina ebbi un'interrogazione che andò malissimo: presi due in storia. Indovinate perché? Beh, perché per le feste natalizie ho preferito farmi George che studiare? Avete capito tutto. I miei voti andavano più che bene, ma quel due era l'inizio del male. A momenti finiva un'altra giornata scolastica, il tempo passava in modo lento e nessuno del mio gruppetto non c'era: chi era a musica, chi ad arte e chi a matematica. L'ora pesante l'ho trovata io. Accipicchia, che fortuna! La campanella suono e mi feci scappare un ''finalmente'', intenta ad uscire la professoressa mi blocca, dicendomi di aspettarla fuori. Un'altro rimprovero, ecco cos'era. L'aspettai fuori la classe col mio iPod in mano, a giocare flappy bird. Quel gioco demente era una dipendenza. A proposito di dementi, non avevo né visto, né sentito George. Se non sbaglio, aveva matematica. Quindi, era più che preso. Suono' un altra campanella e lo chiamai col cellulare. Uno, due, tre squilli e risponde con una voce tipo assonnata.
''Ge?''
''Amore, dimmi''
Era tenerissimo quando si svegliava da poco, e la sua voce roca era un qualcosa. Ah!
''Hai fatto di nuovo ritardo, eh?''
''Vieni un po' da me?''
''Parlo con la professoressa e vengo, ciao idiota''
''A dopo, ti amo''
Sorrisi. Feci solo quello: sorrisi come un ebete. Ah mado' potevate sentire il mio cuore scoppiare.
''Ti amo anche io''
Staccai, posai il cellulare e aspettai altri cinque minuti prima.

''Saro' costretta a  convocare i suoi genitori, signorina Smith. La scuola non è sinonimo di divertimento. Scuola è cultura, non una giostra da parco giochi''
Annuivo a tutto ciò che diceva, come se mi fregasse qualcosa. Madonna, ma ti stai un po' zitta, stai parlando da stamattina e fermati a prendere aria o sputa un po' a terra, non so.
''Mi scusi professoressa, giuro che mi impegnerò'' mentii, come sempre.
''Meglio per lei'' alzo' i tacchi e fece per andarsene.
''Meglio per lei'' ripetei ,imitando quell'oca maledetta ridendo, ma si giro'. Mi ha sentita da quasi tre metri lontana.
''Come scusi''
''Buona giornata'' le feci un sorrisetto falso e me ne andai. Di punizione non né volevo, e non volevo manco i miei genitori qui.

Bussai la porta di George per quasi dieci minuti. Il coglione si è riaddormentato, come sempre. Aspettai altri dieci minuti e venne ad aprirmi, lo vidi strano, stanco e sudato. Alzai un sopracciglio, scrutandolo da capo a piedi.
''Che ti guardi così?'' Alzo' un sopracciglio, scrutandomi anche lui 
''Siamo acidi oggi, eh?'' Roteai gli occhi guardandolo e feci per entrare in camera. Lo sentì sbuffare. Che aveva?.
''Ge, ma che hai?'' Lo presi per mano e lo tirai verso me, cingendo poi le braccia attorno al suo collo e guardandolo in viso.
''Non mi sento bene, credo di aver la febbre'' tossì per poi starnutire. Era tenero in quel momento, ma mi sporco' la maglia con la saliva. Lo guardai male e lui fece il labbruccio. Il labbruccio, no!
''Se prendo la febbre, giuro di prendere le tue palle, tagliarle e giocarmele a poker'' risi, baciandolo più volte a stampo, ma lui si lamento' allontanandomi e andò a stendersi sul letto, lo segui a ruota, però mi sedetti sul letto, prese il mio polso e mi tiro' a lui, mettendo la faccia tra i due seni.
''Amore, lo so che sono morbide''
Ridacchiai e si spostò, mettendosi completamente su me e tra le gambe. Porto' le sue labbra sul mio collo, facendomi rabbrividire e poggiare il capo sul letto, girai la posizione e mi sederti su lui, portando le mani sotto la sua maglia e far finta di graffiargli il petto per provocarlo.
''Dovrei stare qui sopra, la visuale è migliore'' tastavo con più forza le unghie sulla sua pelle, vidi che si morse il labbro mentre mi rivolgeva lo sguardo. Troppo facile.
''Ma facciamo che non mi farò mai sottomettere da te'' 
''Ma facciamo che ti lego a letto e poi..'' Mi avvicinavo più a lui fino a sfiorargli le labbra con le mie e gli sorriso maliziosamente.
''Poi?'' Si lecco' le labbra guardandomi, buon segno.
''E poi lo prendi dietro perché non te la dò'' scoppio' a ridere e lo baciai a stampo, lo abbracciai e mi alzai.
''Dove vai?'' 
''Vado da Vale a prepararmi e poi usciamo a prendere qualcosa e tipo voglio farmi un percing'' alzai le spalle e lo ribaciai a stampo piegandosi verso lui.
''Percing? Mhmh'' alza ed abbassa le sopracciglia
''Non farti strane idee'' scoppiai a ridere tirandogli il naso. Mi piaceva vederlo arricciare il naso oppure fare il labbruccio, era di una tenerezza.

''Andiamo prima a prendere le cose e poi i percing?'' Annui' e le sorrisi, fece lo stesso. Aveva un sorriso stupendo, anzi, lei lo era completamente.
Arrivammo in un negozio, era Forever 21z ne ho sentito parlare per la bellezza degli indumenti. Camminammo per i reparti, prendendo pantaloni, jeans, gonne e top. Mi innamorai di una gonna e top combacianti: gonna coi fiorellini, stesso il top. Era col fondo nero e con i fiori rosa. Era bellissima. Ce li misurammo e andavano a pennello, andammo verso la cassa, pagammo e uscimmo con tantissime buste. Con Vale lo shopping era sfrenato: ciò che vedevamo, prendevamo.
Era la mia migliore amica perché non disprezzando le altre ma a distanza di chilometri lei mi capiva, riusciva a capire il mio lato insicuro e pensieroso, mi capiva solo tramite messaggi, che poi è difficilissimo.
''Sai, Jaymi è molto interessante'' guardava avanti e sorrideva. Era cotta.
''Ti piace?'' Alzai un sopracciglio mentre bevevo un frappé.
''Abbastanza'' mentiva, lo percepivo. Non aveva mai parlato così, con quel sorriso. ''ma sai come sono. Prima penso una cosa, poi ne faccio un'altra'' aggiunse sbuffando.
''Vale, stai parlando con la ragazza che voleva uccidere George solo perché stava per fregarmi l'unico taxi e guarda adesso come sono. Se George è riuscito a cambiarmi, Jaymi ci riuscirà di sicuro. Almeno non sei così problematica come me'' ridacchiai e mi segui anche lei. Entrammo in una profumeria, lì facevano percing ovunque. Quindi l'avrei fatto sul naso e sulla lingua, mentre lei l'avrebbe fatto sul labbro inferiore, a uno dei lati, e sull'orecchio destro. Quando me li fecero non sentì nulla, mentre Vale sentì dolore quando glielo fecero al labbro. Avevo tipo la lingua addormentata e per una settimana avrei dovuto mangiare cibo liquido, che forte!

''No, ma voglio vederlo'' disse incuriosito e scoppiai a ridere cacciando la lingua.
''Fa male?'' Tocca la zona del percing, facendomi sobbalzare per il lieve dolore.
''Amore, se lo tocchi sì''
''Scusa'' era un bimbo, troppo tenero e bello, e questa cosa mi faceva impazzire.
''Mi presti una tua camicia?'' Feci labbruccio intrecciando le mie mani come per pregarlo.
''Perché lo chiedi? Prendi e basta'' mi fece uno di quei sorrisi ampi. Era troppo perfetto. Mi alzai e andai verso il suo armadio. Avevo una maglia bianca, un pantalone a vita alta e le Vans color bianche, quindi se avessi indossato la camicia a quadroni e scura starebbe bene. La presi e la indossai, andai verso George e mi sedetti sulle sue gambe.
''Come ti senti?'' Gli misi una mano dietro il capo, guardando in viso e gli morsi un zigomo con forza, lasciandoci il segno. Lui gemeva per il dolore e me la ridevo.
''Sto meglio, ahia'' rise toccandosi la parte morsa e si alzo, facendomi poi scendere, ma sfiorò i miei glutei con i polpastrelli, lo guardai male e lui alzo' le mani come per intendere ''non lo faccio più'', gli schioccai un bacio sulla mascella mentre lo presi per mano e uscimmo dalla stanza, per poi dirigerci verso la mensa.

''Mi piacciono i tuoi percing''disse Jaymi con voce lenta e sensuale mentre guardava intensamente Vale, che poi ricambio lo sguardo con un sorriso. Si, la sua voce era intrigante. Jaymi ci stava provando, e io ogni tanto portavo lo sguardo su loro, incuriosita.
''Invece a me piacciono da morire i tuoi tatuaggi sul braccio'' SBAM, era caduta nella trappola. 


#PV VALERIA

''Mi piacciono i tuoi percing'' mi si fermo' quasi il respiro per colpa del tono di voce di Jaymi. Era una delle cose che cercavo nei ragazzi, e lui ne aveva alcune, come voce bassa, intrigante e sensuale, poi i tatuaggi e quel percing sul naso. Era di una perfezione assurda. Mi guardo' con un sorriso sulle labbra, che mi fece arrossire di poco. Mi attraeva troppo. 
''Invece a me piacciono i tuoi tatuaggi sul braccio'' detto questo mi fece vedere i suoi tatuaggi, e mi soffermai a guardare il suo avambraccio muscoloso. Avrei voluto toccarlo, ma mi avrebbe guardata male, quindi meglio di no.
Portai lo sguardo su Maria e George. George la incitava a bere il suo ''cibo'' ma lei brontolava perché le faceva schifo. Il solito di Maria. Quella scena fece ridere un po' tutti. Erano belli assieme. Due bellezze diverse, due caratteri simili. Si completavano. Dopo la mensa ognuno andò per fatti propri, mentre io rimasi con Jaymi nella sala dei ragazzi a parlare del più e del meno. Era un ragazzo con idee chiare, intelligente, maturo e divertente. Cosa difficile da trovare in un ragazzo. Parlavamo di tantissime cose, una più interessante. Ci raccontammo aneddoti molto divertenti, ma Jaymi ne passava di belle. Mi accompagno' fuori la stanza delle ragazze e mi chiede il numero, ce lo scambiammo e mi saluto', baciandomi la guancia. Quel contatto mi fece tremare le gambe, ed era solo fortuna se mi reggevo in piedi. Mi andai a lavare, e quando uscì dal bagno feci attenzione a non svegliare Maria e George. Ormai quei due dormivano, pisciavano, cagavano, facevano tutto assieme. Mi misi nel letto e guardai il soffitto, cosa più noiosa non c'è però mi fece immergere nei miei pensieri, mi fece ritornare sulla terra il suono del cellulare. Era un messaggio. Era di Jaymi. Sorrisi involontaria mentre, presi il cellulare,e aprì il messaggio.
'Sono stato bene con te, e domani voglio rivederti, buona notte'
Non ci misi nulla a rispondere, ero tra felicità e confusione. Mi piaceva passare del tempo con lui. La domanda che occupava la mia mente era questa: Era attrazione fisica o cotta? Non l'avevo ancora capito e avevo bisogno di spiegazioni e di idee chiare, perché, in quel momento, non ne erano.

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Capitolo 15
*** Capitolo 14: Sensazioni ***


Quella mattina Jaymi e Vale se ne andarono per le vie del centro di Londra, mentre io, JJ, Erica e George andammo a fare due ore di Inglese. Miri e Josh chimica.
George e Erica vennero interrogati, ma oltre le risate a crepapelle non uscirono, quindi si ritrovarono un due sul registro. Io e JJ giocavamo a tris, ma quello stronzo conosceva tantissimo trucchi. Perdevo sempre. Su quel registro di classe c'erano spesso note negative mie, di George e JJ, talvolta anche Josh, ma era rarissimo che le prendesse. Erica era quella più calma, mentre noi tre eravamo quelli che disturbavano la classe o con urli o con risate. La lezione fini' alle dodici del pomeriggio e la professoressa ci assegno ben tre pagine sulla letteratura inglese. Due palle enormi. Decidemmo di andare nella stanza delle ragazze, JJ e Erica mandarono un messaggio per avvisare che stavano lì, dopodiché ci dirigemmo in camera e iniziammo.
''George. George. GEORGE!'' Dopo la terza volta che ci provavo a svegliarlo, ho urlato facendolo sobbalzare per la paura, causando le risate di tutti. Si era addormentato, stanotte ha fatto le quattro con Josh a giocare alla Xbox.
''Va a dormire, dopo ti raggiungo'' gli bacio la guancia e lo spingo verso la cuccetta, ridendo. Non ci mise nulla ad addormentarsi, era veramente distrutto.
Finimmo alle tre del pomeriggio di studiare, raggiunsi George a letto perché avevo sonno, mentre Erica e JJ andarono da Josh e Miri.


#PV MIRIANA

''Josh, devi mettere questo'' glielo ripetei due, tre volte, ma quel ragazzo era veramente testardo.
''Ma se il professore ha detto così'' stava mettendo una sostanza in un'altra boccetta.
''Se capita qualcosa, di addio al tuo ciuffo maledetto!'' Scoppio' a ridere mentre continuava a versare la sostanza di un colore abbastanza chiaro, lo guardai male.
''Non succede nulla, calma!'' Detto questo dalla boccetta uscì tipo della schiuma e inizio' a puzzare, il professore ci ordino' di allontanarci e così facemmo. Ad un tratto la boccetta scoppio' e guardai male Josh.
''Che ti ho detto?!?'' Si morse il labbro per non ridere e gli tirai il ciuffo con forza.
Senti' il cellulare vibrare e nello stesso momento anche quello di Josh suono'. I messaggi erano praticamente gli stessi, e dicevano che i ragazzi fossero con Maria e George a studiare. Prendemmo un quattro per causa di Josh che sbaglio' sostanza. Ci salutammo e lui andò nella sua stanza e io andai nella stanza che dividevo con Vale.
Mi poggiai sul letto e mi addormentai poco dopo. Mi svegliarono due braccia attorno al mio corpo e vidi JJ sorridermi. Quel ragazzo era bellissimo e non parliamo del suo sorriso. Per poco non ci rimettevo la pelle, era di una bellezza impressionante.
''Buon pomeriggio, amore'' mi stampo' un bacio sulle labbra, che poi ricambiai poco dopo.
''Ciao bimbo'' poggiai una mano sulla magila di JJ per poi prenderla in pugno e ribaciarlo di nuovo, lui ricambia mettendo la mano sotto la sua maglia, facendola salire verso il reggiseno della ragazza, provocando un ridolino della ragazza, così lo spinge sul letto e si siede sul suo bacino, mettendo le mani sotto la sua maglia, poggiandole sul suo petto e farle scendere verso il ventre graffiando leggermente, vidi che si morde il labbro così lo presi per il colletto e lo tirai su per sfilargli la maglia e farlo ristendere e posare le labbra sul suo collo, baciandolo, leccandolo e succhiare un lembo di pelle per poi morderlo con forza causando gemiti di dolore da parte sua. Mi stavo divertendo a provocarlo e mi piaceva tantissimo. Scesi da lui continuando a baciargli il collo in modo intenso, sentivo vibrare la sua voce, stava soffocando gemiti ma si sentivano in modo sottile, continuando a baciarlo posando una mano sul cavallo dei pantaloni e lo strinsi, percependo la piccola protuberanza crescere man mano sotto il mio tocco. Lo senti' gemere più forte e sorrisi soddisfatta. Decisi di porre fine alla sua tortura, sbottonando e sfilando i suoi jeans, lo sentì ansimare, gli avevo tolto un piccolo peso, l'ultimo era il suo boxer. Era eccitato, e si sentiva dalla protuberanza evidente dal boxer. Si alzo' col busto e mi fece stendere, sfilando tutti i miei indumenti, lasciandomi in intimo. Giocava coll'elastico del mio slip, mentre gli toccavo nuovamente il petto e glielo graffiai. Impazziva quando qualcuno graffiava il suo corpo, e così fece: mi sfilo' velocemente lo slip e si abbasso' completamente su di me, abbassando poi anche il suo boxer di poco per poi entrare in me con velocità, facendomi scappare un gemito forte, iniziando a muoversi velocemente facendomi letteralmente perdere la testa, i respiri diventarono corti, i gemiti soffocati e gridolini appena acuti. Si muoveva benissimo e sapeva come fare: si muoveva velocemente, poi diminuire la velocità usando poca forza per poi aumentare nuovamente la velocità. Mi sussurrò un 'ti amo' fra gli ansimi e i gemiti, cosa che ricambiai con poca forza. Quelle spinte riuscivano a levare tutta la forza contenuta nel corpo. Continuo' così per un po', finché non venimmo insieme.
Uscì da me e si aggiusto' per poi alzarsi e andare verso il bagno per farsi una doccia, io rimasi sul letto cercando di riprendere fiato e far battere regolarmente il cuore, guardavo il soffitto sorridendo, ma poi mi addormentai. Ero stanca.

#PV MARIA

Mi svegliai tra le braccia di George, mi teneva stretta e sul suo viso aveva un sorrisone. Che stava sognando? Certe volte quel ragazzo mi inquietava. Gli baciai il labbro inferiore lentamente, non volevo svegliarlo, era così bello. Mi liberai dalla sua presa e gli baciai le nocche della mano, le amavo. Amavo tutto di lui: ogni capello, centimetro, angolo, perimetro. Tutto. Mi alzai lentamente e andai in bagno per darmi una sciacquata. Quel giorno faceva troppo, ma troppo caldo. Una volta uscita, mi asciugai velocemente e indossai il pantaloncino di una tuta e un top combaciante al pezzo di sotto. Quando uscì trovai George contemplare profondamente il soffitto. Era un vizio di quando si svegliava. Amava viaggiare tra un pensiero e l'altro, rifletteva tanto ed era una cosa che mi piaceva, almeno non era un ragazzo irrazionale. Si alzo' e venne nella mia direzione per poi abbracciarmi e baciarmi il capo. Quando si svegliava era leggermente più coccolone dalle altre volte. Stavo bene fra le sue braccia.
''Usciamo?'' Mi domando con occhi ancora socchiusi per il sonno. Era veramente bellissimo.
''Si, ma prima datti una sciacquata che sembri un drogato'' mi alzai sulle puntine per baciarlo a stampo e prendergli il viso fra le mani. Si poteva amare una persona così tanto fino a superarne i suoi limiti? E poi in così poco? Lo amavo. Alla follia. Incondizionatamente. Si andò a fare la doccia, io mi infilai dei jeans e una maglia larga, era sua. Quando uscì, uscì solo col boxer, e guardavo le sue gambe. Cioè, si può essere invidiose per delle gambe, perlopiù dal proprio ragazzo? Gliele avrei morse giorno, pomeriggio e notte.
''Ti odio perché hai delle belle gambe'' ridacchiai mentre continuando a fissargli il corpo. Si giro' e mi fece una linguaccia. Ok, non aveva capito un cazzo, solito suo appena sveglio. Ci preparammo per bene e uscimmo dalla stanza e dal college. Passammo la giornata sul suo motorino andando per le vie del centro di Londra. Era bellissima. Ogni suo monumento, ogni edificio raccontava una storia e io volevo saperne di più. Mi interessavano una cifra. Ci fermammo in un bar e prendemmo due frappé: io a cocco, lui a cioccolato. Ogni tanto mi faceva fare un sorso dal suo e lui dal mio. Condividevo ogni cosa con lui, ma solo con lui e forse con Erica. Ero molto riservata, quindi oltre loro nessuno avrebbe avuto cose da me. I giorni passavano e li ricordo dal primo aereo, primo incontro, la nostra prima volta, anche se entrambi non eravamo vergini. Lo amavo da impazzire. Ritornammo al college verso l'ora di cena. Ci riunimmo tutti in un banco più largo, adesso ce n'erano due in più. Le cose tra Jaymi e Vale andavano benissimo, stavano uscendo a nessuno ancora dei due aveva avanzato passo, andavano lento e forse era meglio così. Erano adorabili. Dopo la cena io e George salutammo i ragazzi e andammo in camera per vedere qualche film. Ci addormentammo uno fra le braccia dell'altro. Ormai il tempo lo passavo così: fra le sue braccia. Stavo bene, perché non continuare?


#PV VALERIA

Tutti dopo mangiato andarono nelle proprie stanze. Io rimasi con Jaymi, mi piaceva trascorrere del tempo con lui. Era interessante, intelligente e metteva argomenti tale. Adoravo chiacchierare tra curiosità e sapere. Ci scambiavamo spesso sguardi intensi e sorrisi sinceri, ampi. Ognuno stava bene coll'altro. Io si, lui non so.
''Sai, si sta bene con te. Sei divertente e non sei apatica come mi ha spiegato George. Mi piace il tuo carattere e come ti comporti'' mi rivolse uno di quei sorrisi da infarti. Aveva un sorriso stupendo, che ti prendeva.
''Anche a me fa piacere trascorrere del tempo con te, e poi sei interessante. Quindi se continuassi così, avresti dei punti a favore'' rise, quindi punti a me!
Smise di ridere e continuava a guardarmi, facendomi arrossire appena e mordermi senza volete il labbro. Si avvicinava più a me e tipo avevo il battito veloce. Desideravo un suo bacio. Poggio' una mano sulla mia guancia e me l'accarezzo' lentamente, sorrisi teneramente. Cosa mai fatta. E gli toccai la mano accarezzandola. Ci avvicinammo fino a sfiorare in nostri naso. C'era tensione, la sentivamo entrambi. Sorridemmo e ci fu il bacio: tocco leggero che poi divento più intenso, facendo scontrare le nostre lingue più volte. Ci staccammo dopo poco, il mio viso diventava sempre più rosso e lui se ne accorse ma mi abbraccio' con forza, ricambiai senza dire nulla e poggiai la fronte nell'incavo del suo collo baciandogli la spalla, mi strinse più forte. Mi accompagno' fuori la stanza ripetendomi quanto fosse stato bene stasera, gli dissi lo stesso e fra noi ci fu un altro bacio. Il bacio della notte. Entrai in stanza con un sorrisone sulle labbra. Okay, avevo una cotta e non piccola. Mi piaceva. Mi piaceva troppo

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Capitolo 16
*** Capitolo 15: discussioni ***


VALERIA

Mi svegliai piena di energia, infatti andai da Miri e le saltai letteralmente addosso, urlo' per lo spavento, provocando le mie risate.
''Scusa, scusa, ti voglio bene!'' Non ero in me, quel bacio di eri sera creo' in me una specie di adrenalina che dovevo pur sfruttarla, quindi rompere le palle a Miri era uno dei miei piani.
''Ma che sta succedendo? E sono anche le sette del mattino'' Si lamento' scuotendo il capo sul cuscino e tiro' un urlo per farmi scendere da lei ma dopo poco scoppio' a ridere, intanto però avevo perso l'udito ad un orecchio.
''No, ma il mio orecchio sta bene!'' Risi con lei mentre mi alzai per andare verso il bagno per lavarmi. Mi feci il bagno, la doccia mi scocciava e volevo rilassarmi. Mi misi li dentro per quasi mezz'ora, ascoltai i Coldplay dall'iPod con le auricolari, quindi mi addormentai. Mi svegliai grazie a Miriana, mi tocco' sulla spalla.
''Dovrei lavarmi, idiota!'' Mi sorride e tiro' il naso, facendolo arricciare dopo poco. Mi alzai, presi l'accappatoio e andai fuori. JJ era appena uscito, quindi avrei fatto tutto con comodo. Indossai un vestitino semplice, non formale, misi ai piedi delle ballerine e raccolsi tutti i capelli e tirarli in alto, facendo una cosa di cavallo decisamente troppo lunga: arrivava oltre una scapola. Dopo circa dieci minuti uscì Miriana. Lei indosso dei jeans a vita alta, un top che le arrivava sotto il seno e delle bamboline anche lei. Appena fummo pronte, la presi a braccetto e camminammo per i corridoi, andando verso quelle delle altre.
''Indovina ieri cosa è successo?'' Saltellai accanto, sbattendo le mani. Si, era ufficiale: avevo completamente perso la testa.
''Tu e Jaymi vi siete baciati!'' Disse in modo giocoso, ma cambio' subito idea quando mi vide annuire e sorridere.
''Non è possibile!'' Disse, rimanendo poi a bocca aperta.
''Si invece!'' Scoppiai a ridere mentre saltellavo ancora. Caccio' un urlo improvviso e mi prese per mano per poi iniziare a correre, insieme. Arrivammo fuori camera di Maria e bussammo velocemente, dando colpi forti, ci apri' George, la nostra intenzione fu di tirarlo fuori camera e chiudere la porta dopo poco, così facemmo, la reazione di George non ci fu, rimase senza parole, entrammo in camera e andammo nella direzione di Maria, iniziando a parlare insieme.
''Eeeehy, una alla volta!'' Urlo scoppiando a ridere e andò' verso la porta per poi far entrare George, spingendolo poi sul letto e sedersi su lui.
''1) perché avete chiuso George fuori? 2) cosa dovevate dirmi.
''Valeria e Jaymi si sono baciati, ieri sera!'' Disse Miriana velocemente, poi senti' un urlo di Maria per poi dare una testata a George sul naso per alzarsi.
''Oddio, scusa!'' Diceva tra accenni di risate, mentre gli baciava il naso e si metteva su lui.
''Era meglio che stessi fuori'' disse George tra gemiti e risate. Quel ragazzo rideva sempre, e il bello era questo. Maria amava le persone che ridevamo più volte. Maria amava trovare persone come lei, e George era un suo esempio. Entro' Erica di corsa in stanza, sicuramente aveva sentito ciò che avevamo detto, e infatti fu così, la sentimmo urlare e di ruota la seguirono anche Maria e Miriana. Povero George che stava in mezzo tra urla e ragazze. Lasciammo che George si vestisse, quindi Maria ci spinse fuori la camera. Avrei voluto tanto che  dopo questa vacanza studio stessero ancora insieme. Entrambi felici e innamorati, perché non continuare a stare insieme?. Quegli sguardi come potevano svanire, o meglio, davvero sparivano? Per Maria sarà l'amore della sua vita, e credo anche per George. Maria non ha mai sorriso a nessuno così, anzi, lei non sorrideva a nessuno. La tipica fredda e apatica. Quando George fu anche pronto andammo a canto. Maria riuscì a fare un pezzetto della canzone ''My Immortal'' abbastanza bene. Beh, lei aveva la voce, ma non sapeva come sfruttarla. Alcune volte le riusciva bene, mentre le altre no. Si aggiunsero poi le voci dei tre ragazzi che coprirono letteralmente la voce della ragazza. Intanto io, Miri e Erica ridevamo per la scema: Maria guardava male i ragazzi quando alzavano il loro tono ogni volta che lei apriva bocca per emettere suono, lo facevano apposta. Dopo le due ore di canto, Jaymi mi mandò un messaggio con scritto di doverlo raggiungere nel cortile, posai il cellulare e salutai i ragazzi. Ci misi dieci minuti ad arrivare da lui, mi abbraccio con forza e ricambiai, restammo così per minuti e la cosa non mi dispiaceva. Decidemmo di uscire dal college per un gelato o passeggiata. Ci baciamo varie volte e mi piaceva passare del tempo così, con lui. Entrammo in un bar a prenderci un gelato e sederci fuori.
''Quanto tempo rimani qui?''
''Piu di quanto rimarranno Erica e Maria'' alza le spalle guardandolo per poi sorridergli dolcemente.
''Perché, quanto rimangono?''
''Per un altro mese. Febbraio. Comunque forse io e Miriana rimarremmo qui, l'Italia è bella ma non mi dà nulla, poi Miriana vuole stare con JJ, e quando lei si fissa con un ragazzo è finita, da ciò che ho capito'' mi guardava attentamente per poi annuire e finire il gelato. Io ero la più lenta nel fare tutto, quindi mi scappo' una risata mentre mi guardava annoiato, gli feci una linguaccia. Mi arrivo' una chiamata di Erica e risposi. 
''Vale, vieni, adesso. Siamo accanto al parco e Maria ha qualche problemuccio e devo andare al parco'' stacco', mi fece preoccupare. Che tipo di problemi potesse avere?
''Ehm, Jaymi, Maria ha un problema e quindi mi hanno chiamata per dirmi di andare da loro'' lui annui' e si alzo'
''Ci vediamo stasera, va bene?'' Mi fece uno di quei sorrisi ampi, quasi da perdere la testa e il controllo. Dopodiché mi alzai anche io e gli andai accanto per lasciare un bacio lieve  sulle labbra, e proprio quando stavo per allontanarmi poggia una mano dietro la schiena e mi riavvicina a lui, baciandomi, sorrisi nuovamente a quel contatto.
''Dai, adesso vado'' sorriso baciandolo nuovamente a stampo, tenendo una mano dietro il suo capo e guardandolo negli occhi in modo intensamente, così intensamente da perdermici dentro e navigare nella sua misteriosità. Mi piaceva tantissimo.
''Va bene, piccola'' sorride mordendomi il labbro inferiore, gemetti per la forza del morso, insinuando una mano fra i suoi capelli e tirarli appena, si stacco' e mi diede un bacio sulla fronte per poi lasciarmi andare e proseguire verso la scuola, io andai verso il parco.

ERICA

''Si, ma sta calma che' te gonfio 'sta faccia de plastica a furia di schiaffi'' alzo' la voce Maria, mentre avanzava di passo verso la ragazza.
''Sei te che devi calmarti bella mia, stiamo parlando'' la spinse toccandola sull'avambraccio e quel gesto la mandò su tutte le furie, che poi si aggiunse un'altra ragazza.
''hai bisogno della tua amichetta per ''aprirmi il culo'', Si?'' Ridacchio' nervosa mentre continuava a guardare la ragazza e a spintonare l'altra. Dopo un po' arrivo Vale, e si mise fra le tre ragazze.
''State a fa' le bullette, si?'' Disse avvicinandosi ad una delle ragazze in modo veloce. Prevedo una grandissima rissa. 
''Spostati'' e la spinse per sorpassarla e andare verso Maria, ma ricambio' la spinta, facendola quasi cadere a terra.
''Senti carina, o sparisci o ti rompo il culo a suon di calci, sempre se non l'hai già rotto e capiamoci come'' la ragazza inizio a squadrarla da capo a piedi e quelle due ridevano.
''E tu saresti?'' Alzo' un sopracciglio, mentre Maria si raccoglieva i capelli in una cosa di cavallo.
''Ma ti importa, anima mia? Andate via, dai. Andate a succhiare altrove, non al mio clitoride'' Maria scoppio' a ridere, spingendo la ragazza contro l'altra.
''Su, sciò, via!'' Aggiunse Maria e poi così fecero le ragazze, andarono via ripetendo un ''ci rivedremo'' e Maria urlo' un ''tanto sai dove sto e quando sto, anzi, rintracciatemi sul cellulare di George, ciao belle''. Quelle due andavamo d'accordo in questo genere di cose.

MARIA

Entrammo al college verso le sette e mezza di sera e ci dirigemmo subito nella sala dei ragazzi. Io mi buttai subito si George e le ragazze sui propri amichetti.
''Cos'avete fatto di bello?'' Chiese George, guardando Maria e le stampo' un bacio a stampo.
''Oh, queste due stavano per avere una bella rissa'' Erica indico' me e Valeria, ma George e Jaymi la guardarono confuse.
''Con chi e dove?'' Domando' Jaymi guardando entrambe e trattenemmo una risata.
''Oh amore, ti ricordi di una certa faccia di plastica di nome Chantel?'' Ridacchiai, guardando George e lui era tipo a bocca aperta, incredulo. Lo baciai e ricambio'.
''Ma cosa! - scoppio' a ridere guardando entrambe -cosa è successo?'' Continuava a ridere e stringermi a sè.
''Stavo per i fatti miei con Erica e all'improvviso 'ste due giraffe mi vengono contro, una mi spinge e l'altra dice ''uh, guarda Chantel, è quella che si sbatte George, il tuo ex'' e io ero tipo ''ma anche se non fosse il tuo ex e fosse il tuo ragazzo, me lo sarei sbattuto ugualmente. Ma lo guardi? Nessuno se lo farebbe scappare. Da sotto.'' E lei ''piccole troie crescono'' e io ''piccole zitelle imparano'' '' nella stanza scoppio' una risata generale quando Valeria urlo' uno ''sbam''.
''E poi come le avete mandate via'' domando curioso George mentre rideva dopo il mio racconto.
''Tra spinte e ti ''rompo il culo'' di Vale'' lei alzo' le mani e George ride poco più rumorosamente, Jaymi lo stesso.
La serata fini' così, tra risate e aneddoti, anche se vecchi. Eravamo una famiglia, una squadra. Eravamo un tutto.

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Capitolo 17
*** Capitolo 16: preparativi ***


GEORGE

Era passata un'altra settimana, e il giorno dopo sarebbe stato il compleanno di Maria,  il suo diciottesimo, quindi tutti noi, ovviamente tranne lei, ci riunimmo in stanza di JJ. Lei era a lezione di chimica e poi avrebbe avuto due ore di ballo, quindi avremmo deciso e forse fatto le cose con calma. Ci mettemmo a cerchio, così da poterci guardare in faccia.
''Allora - disse JJ guardando tutti, uno ad uno - che intenzioni avete di fare per il suo diciottesimo?'' Tutti mugolavano e uscì un ''aspettate'' di Erica, e sul suo viso uscì un sorrisetto, avrà avuto un'idea.
''E se facessimo un video con tutti i video girati, foto fatte all'improvviso e quelle fatte bene, e audio di quando cantavamo tutti assieme?'' Vidi tutti annuire e dire ''oddio, sì'' oppure ''che bella idea'', anche per me andava benissimo, ma chi era così bravo al pc?
''Una cosa - aggiunsi io alzando la mano, come di vizio, attirando l'attenzione degli altri - chi è bravo sul conpiter? Tutti guardarono Jaymi e Valeria. Bingo!
''Okay, voi due userete il pc, tu, Josh e JJ -indicai Miri, Josh e JJ - andrete ad organizzare la festa nella sala mensa, mentre io e Erica giriamo per il centro per qualche regalo'' tutti alzarono i pollici e si mossero dalle sedie per andare a fare i loro ''compiti'', mentre io e Erica andammo in camera per cercare qualche regalo per i diciotto anni, almeno per qualche consiglio.
''E se io l'accompagnassi fuori, ovviamente bendata e la portassi in macchina di Josh per poi fare il giro attorno alla scuola e farla rientrare dopo poco e dirigerla, sempre bendata, nella sala dei ragazzi?'' Mi guardo Erica con un sorrisone. Quando si trattava di Maria lei c'era sempre e si vedeva che le voleva davvero bene.
''È veramente un'ottima idea. E poi, una festa a sorpresa deve essere fatta come si deve'' misi il cinque in avanti e lei ricambio', battendolo

MARIA

''Si fa così, no così'' la professoressa di ballo ci fece vedere per la decima volta un passo abbastanza complicato, ci provai piu' volte e mi riusci', ricevendo un 'brava' da lei. Non avevo né sentito i ragazzi, cosi' andai a farmi la doccia nello spogliatoio e mi vesti' velocemente, andando poi verso la stanza di George. La apri' senza bussare e mi fermai di scatto, avevo il cuore a mille. Che ci faceva Erica in stanza di George e con lui? Lei seduta sul letto e lei che la guardava poggiato sulla scrivania. L'unica cosa che senti' fu ''tutti lo sanno. E comunque, per nessuna ragione, non dobbiamo dirglielo'' per poi girare entrambi gli sguardi su me. Mossi il capo guardandoli con rabbia e delusione e usci' dalla stanza per poi chiuderla con forza, e andare via correndo. Mi avevano tradita. Dalla rabbia mi strappai dal collo la collana che George mi aveva regalato a natale e la buttai a terra, scoppiando a piangere. Tutti lo sapevano e nessuno di buon cuore me l'aveva detto. La mia migliore amica e il mio ragazzo mi avevano tradito, con quale coraggio? Sentivo le loro voci chiamarmi ma io avanzai di passo. Sentivo dei passi maggiormente più forti, qualcuno mi stava raggiungendo, dopodiché senti' due braccia circondarmi i fianchi, capi' che fosse George, non feci nulla. Impassabile. 
''Amore, non è come credi'' giro' velocemente, guardandomi negli occhi, respirando affannosamente.
''Tutte stronzate. Allora dimmi perche' quella era in camera da te? Eh?'' Lo spintonai in preda alle lacrime e singhiozzi.
''Come avete potuto farmi questo? Come avete potuto, George? Mi avete ammazzata, ridotta in polvere. Adesso lasciatemi in pace, tutti'' gli presi il polso e lo levai dal mio braccio, continuando a guardarlo per avere risposte. 
''Non posso dirlo, ma non ti ho tradita'' abbasso' la voce e il capo, mi allontanai da lui schifata, riscoppiando a piangere.
''Mi fate schifo, tutti'' detto questo me ne andai da lui e prosegui' per andare in camera mia. Non volevo né parlare né vedere nessuno.

GEORGE

Quelle parole mi lasciarono senza parole. Non l'ho tradita con Erica, né con altre. Io l'amavo, ma in quel momento non potevo dire nulla, era una festa a sorpresa. Mentre mi diressi nella mia stanza avevo calpestato qualcosa, abbassai lo sguardo e trovai la collana che gli regalai. La strinsi forte in una mano e andai in camera mia, sbattendo la porta, trovando Erica stesa, guardando il soffitto.
''Che è successo?'' Si alzo' di busto per guardarmi.
''Ha rotto la collana, crede che l'abbia tradita con te e ci ha mandato a fanculo. Tutti''
''Cazzo, Cazzo, CAZZO - urlo' con tutta la voce, mettendosi le mani in faccia - non ci voleva. Non-ci-voleva'' sbuffava rumorosamente mentre mi stesi sul letto.

Andammo a cena e nessuno aveva notizia di Maria. Mangiammo con sguardi rivolti verso il piatto, cosa mai fatta. In quel momento ero disposto a dirle tutto. Non l'avrei mai tradita, non avrei coraggio, tantomeno con la sua migliore amica. Alzai lo sguardo e la vidi sbuffare e giocherellare col cibo, portando la mano sotto il suo mento, girando poi lo sguardo verso me, ci guardammo per vari minuti ma rigiro' il viso, in modo indifferente. Mi faceva male vederla lì, lontana da me, nella stessa stanza.

Andammo tutti nella sala principale dei ragazzi per mettere il tema del suo compleanno, ma nessuno emetteva suono, né parola. L'avevamo fatta grossa? Credo proprio di sì. I preparativi  e la stanza vennerou benissimo. Fiero di noi.

ERICA

La mia migliore amica credeva che io fossi una traditrice, non era così. Non avrei mai avuto il coraggio di tradire la sua amicizia. Le volevo bene. Salutai gli altri e andai verso la stanza nostra, e conoscendola, avrebbe chiuso la porta, e così fu. La chiuse a chiave, voleva stare sola. Le avevamo fatto del male, ma sarebbe durato per altra mezza giornata, poi avrebbe visto cio' che avevamo fatto per lei. Spero che stia bene. Mi mancava. Volevo i suoi abbracci. Mi allontanai dalla porta e andai verso la stanza di George e Josh. Trovai Josh dormire, ma George era accanto alla finestra a guardare il vuoto. Starà pensando, come suo solito. Gli andai dietro e lo abbracciai. Senti' un sospiro, stava male. Aveva i sensi di colpa.
''Ge, va tutto bene. Domani vedra' cosa abbiamo fatto per lei e cambiera' idea su di noi. Lo stiamo facendo per la persona che amiamo, ricordatelo'' gli schioccai un bacio sulla guancia e mi abbraccio' con forza, ricambiai dopo poco. Aveva ragione Maria: era un vero e proprio coccolone. Andai a dormire e lasciai George stare fra i suoi pensieri. L'amava da morire, si vedeva.

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Capitolo 18
*** Capitolo 17: Buon Compleanno! ***


Quella mattina saltai le ore di canto, avrei visto loro e non avevo voglia di passare il mio preziosissimo tempo con traditori. Rimasi a letto a guardare qualche puntata sul portatile della scuola. Avevano di tutto: tv quasi a cinquanta pollici, Xbox, Playstation, tutto e di più. Avevo fame così andai a farmi una bella e lunga doccia, di cui mi rilassai tantissimo. Uscì, mi asciugai e mi misi una tuta leggera. Chiusi la camera a chiave, in tal caso volessero entrare, ci voleva la chiave. Camminai per i corridoi e trovai pochissimi conoscenti, mi diedero gli auguri e andarono via. L'unica cosa positiva: qualcuno si era ricordato il mio compleanno. Arrivai in mensa per fare colazione e non vidi nessuno dei ragazzi, meglio così. Mi presi in cornetto e dei cereali. Al diavolo a dieta, stavo bene. Sentì delle risate rimbombare nella stanza. Erano loro. Presi il cornetto e il cellulare, li passai accanto e sentivo i loro sguardi pungenti su me. Perché sono stati falsi con me? Che avevo fatto di male? non mi importava più di nulla, tra un po' sarebbe finito tutto. Raggiunsi di nuovo la mia camera e ci rimasi lì a vedere la tv per poi fare la webcam mattutina coi miei genitori, che mi cantarono gli auguri. Mi mancavano. Mi fecero sorridere tantissimo, loro erano la mia felicità. Né amicizia, né amori. Loro erano la ragione per cui vivere. Potevo benissimamente dire che fossi innamorata di papà, ma sembra tanto ambiguo. A questo punto non avevo nulla da fare, quindi mi dedicai ai compiti e recuperare quel due in storia.

GEORGE

''No, ma siete stupidi'' dissi fra risate rumorose. JJ e Josh facevano finta di incularsi a vicenda, facendo ridere tutti, ma ci fermammo quando Maria ci to con indifferenza. Prima che potessi fare qualcosa, Erica mi blocco' il polso.
''George, lo stiamo facendo per lei''
''Ma non vuol dire che dobbiamo farla soffrire, Erica'' mossi il polso ed Erica lascio' la presa con nonchalance. Mi sentivo in colpa e nessuno l'aveva capito. Puntualmente quando non faccio nulla, vengo sempre incolpato per qualcosa. 
''Dai George, sta calmo''
''Cosa, Josh?  Dovrei restare calmo quando la mia ragazza ha un certo istinto omicida verso me? No grazie, ma passo. Quando forse succederà a te, e spero vivamente che non succeda, capirai come mi sento. E con permesso, me ne vado a fare in culo perché ho dato retta a voi e soprattutto a te, Erica'' la puntai col dito e feci qualche passo indietro per poi uscire dalla mensa. Sono stato un cretino a portarmela in stanza, potevamo tranquillamente parlare in cortile o non so, ma ci serviva il pc, quindi la scelta ne era una: restare in camera. Andai in camera per prendere la collanina che aveva rotto per la rabbia e la portai ad aggiustare, poi mi feci qualche giro nel centro incontrando vecchi amici.
''Allora, George, come va la tua vita?'' Mi chiese incuriosito.
''Beh, adesso sto in un college e a febbraio finisco, poi sono fidanzato con una ragazza del campus, una bellissima ragazza, molto intelligente, matura, dispettosa, tanto e interessante'' gli sorrisi dolcemente  e arrossi' appena
''Il solito tenerone'' scoppio' a ridere, poggiando una mano tra i miei capelli e li scombino'.

Ritornai al campus verso le sei del pomeriggio e andai subito in camera mia per riposarmi. Tra qualche oretta avrebbero avuto inizio i festeggiamenti per Maria.


MARIA

Mi sono rotta di stare in camera, sempre a fare le stesse cose, avevo finito anche di svolgere i compiti, quindi non avevo un cazzo da fare. Andai a farmi una doccia lenta e calda. Stetti lì dentro per quasi mezz'ora. Mi asciugai e indossa il mio pigiama. Quando uscì dal bagno vidi George seduto sul mio letto e giocava col cellulare.
''Che diavolo ci fai qui?'' Gli domandai irritata, mentre lui alzo' lo sguardo su di me per poi alzarsi e venire nella mia velocemente per poi sbattermi al muro e sfiorarmi le labbra con le sue, il cuore inizio' a battere velocemente, mordendomi il labbro involontariamente ma girai lo sguardo e lui me lo giro'. L'avrei baciato fino a levargli il respiro, fino a levarmi il respiro.
''Tu vieni con me'' mi prese per mano ma la lasciai sbuffando.
''Non ho voglia di scopare con te, non ho voglia di farti un cazzo, va bene?''
''Tu sta zitta e vieni con me'' mi guardo' negli occhi. Il mio punto debole.
''Okay'' gli risposi in modo freddo, ma lui fu differente, per poi prendermi per mano e uscire dalla stanza, andando verso la sala dei ragazzi.

''Ehm, che ci facciamo qui?'' Detto questo mi giro' e ritrovai tante urla e canti di auguri. Scoppiai a piangere quando tutto il gruppetto mi abbraccio', credevo di averli persi, ma mi organizzarono una festa a sorpresa. Li amavo, troppo. Andai da George e mi ci buttai addosso per poi baciarlo con forza, stringendolo, la stessa cosa fece lui.
Fu una festa bellissima. George mi riporto' la collana aggiustata e la misi dopo poco, gli riandai nuovamente accanto e lo presi per la maglia e gli sussurrai un ''adesso vieni con me'' all'orecchio. Detto questo mi prende per un polso e mi porto direttamente nello spogliatoio. Iniziammo a baciarci con foga, sfiorandoci a volte le lingue con le proprie. Avevo voglia di lui in un modo assurdo, quasi impossibile. Facevo scendere le mani sul suo corpo mentre continuavamo a baciarci con vera e propria passione, fino a far arrivare le mani sul pantalone del ragazzo e glieli sbottonai per poi farglieli scendere fino alle ginocchia, fece lo stesso lui, però sfilandomi pantaloncini e slip assieme. Mi prese in braccio e mi spinse verso il muro, per poi abbassarlo il tessuto di cotone ed entrare in me con un colpo secco, gemetti per dolore e piacere, buttando poi il capo all'indietro quando le sue spinte le te diventarono veloci e intense, toccando ogni punto sensibile in me, facendomi perdere il controllo sul piacere e sul trattenermi. Mi fece venire due volte, era veramente bravissimo e sicuramente un giorno di questo sarei rimasta senza voce per colpa sua. Continuava a spingere in me, amava sentire le mie supplice sussurrate, mentre cercavo si graffiargli la schiena in modo violento. Venimmo entrambi, prima io urlando con tutta la voce che potessi avere, avevo raggiunto l'orgasmo vero e proprio, poi lui gemendo forte. Mi sorride soddisfatto quando mi sentì urlare dopo quest'ultimo, e io non avendo forza non feci nulla. Cercavo di riprendere il battito regolare e il fiato normale .Ci rivestimmo e andammo nella mia stanza, ci poggiammo sul letto e mi addormentai dopo poco, fra le sue braccia.

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Capitolo 19
*** Capitolo 18: Mancanze ***


E un'altra settimana è passata, ciò vuol dire che questo sia il penultimo giorno in cui sarò qui, in cui starò con i miei amici e con George. Lui. Come avrei fatto a passare del tempo senza lui? Come farò a non passare una vita senza lui? Tre mesi, di cui due stiamo assieme, nel primo eravamo in conflitto per uno stupido taxi, ma, boh, potrei ringraziare il destino per l'enorme regalo ricevuto. Come avrei fatto senza i litigi tra me e JJ per le cose più piccole? Come avrei fatto a stare senza Josh? Come farò a stare tranquilla quando tutto sta per finire? Cercai ovunque George, e di conseguenza anche gli altri, ma non trovai nessun'ombra. Dove diavolo saranno? Passai per la stanza di Erica e la senti' piangere, decisi di entrare senza bussare.
''Piccola..'' Il mio tono si fece più basso, nella mia gola si creo' un fottuto nodo. Non mi piaceva vederla piangere, era il mio punto debole. Andai verso lei quando mosse il capo alzando le spalle. Era quasi distrutta, il tempo le avrebbe permesso di distruggersi domani, su quell'aereo, dicendo addio a tutto ciò che ci circondava e ci amava.
''P-perché deve tutto finire? Sentirò la m-mancanza di Josh in un modo assurdo'' balbettava per i singhiozzi e per il pianto. La guardavo con occhi lucidi, pensai a Lui. Entrambe avevamo un'ancora. George e Josh. Loro.
''Tutte le cose belle finiscono con velocità, perché, infatti, sono belle. Saranno dei fottuti ricordi. Il college, i ragazzi. Mi mancheranno così tanto, e già al pensiero sento un dolore al petto, quasi vuoto, come solitudine. George lo colmava, gli altri lo stesso.'' Caddero delle lacrime, non riuscì a trattenerle, non ero forte anche se dall'apparenza lo davo. Erica mi abbraccio' con forza, io lo stesso.
''Ci aiuteremo a vicenda, va bene amore? Ci faremo da spalla, va bene?'' io annui', continuando a piangere sulla sua spalla, mi strinse più forte. Come avrei fatto senza lei? Lei è tipo la mia salvezza, la ragione per continuare a vivere. Ci alzammo dal letto, andammo a farci una doccia e un'aggiustatina al nostro aspetto alquanto spaventoso. Saltammo la scuola, non ci andava. Girammo per i cortili e vedemmo Josh e George parlare senza ridere, né emozioni. Brutto segno. Li andammo e ci rivolsero uno sguardo cupo, quasi freddo. Rabbrividì solo al suo sguardo, le emozioni che emanava solo da uno sguardo era spaventoso. George era capace di trasmettere, emanare tutte le possibili emozioni e stati d'animi. Era speciale, ecco perché ero attratta da tutto ciò che gli circondava e da lui.
''Per favore, non anche voi. Vi prego'' dissi a malincuore, loro abbassarono la testa in sintonia sbuffando per poi sospirare, li abbracciammo, ricambiarono subito.

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''Chi è andato in classe?'' Domando' Erica guardando il piatto e giocherellando con la pasta. Alzarono le mani Jaymi, JJ, Vale e Miri.
''Stasera è l'ultima serata, e dato che Maria ha compiuto i suoi 18, che ne dite di andare in discoteca? Giusto per divertirci un po, dai'' disse JJ guardando noi, uno ad uno, mentre rivolgemmo lo sguardo ai piatti e sospirando.
''Io ci sto'' alzai lo sguardo e lo portai verso gli altri e baciai a stampo George che dopo poco intravidi un piccolo sorriso da parte sua. Gli altri ad infine furono d'accordo sulla discoteca.
''Non finirete come l'altra volta, giusto?'' Richiese JJ sorridendomi. Sentimmo degli sbuffi di risate provenire da parte di George e Josh, li guardai male ma risi anche io.
''Non ti preoccupare, basta che non beva troppo'' alzai le spalle e sfoggiai uno dei miei sorrisi ampi per poi fare l'occhiolino a Erica, che subito dopo ricambio'.
''Che ore sono?'' Guardai i ragazzi, poggiando le mani sotto il mento, aspettando risposte.
''Sono le tre meno venti'' disse Jaymi guardando l'orologio.
''Io vado a riposarmi, scusate'' mi alzai e andai verso George per baciarlo a stampo e salutare gli altri. Mi allontanai poco dopo, e corsi in stanza piangendo. Scoppiai a piangere all'improvviso, senza un motivo. Questa vacanza mi ha resa più che emotiva, e George, boh, era capace di indebolirmi. Il pensiero di non vederlo più mi opprimeva, avevo bisogno di lui e delle sue cose. Delle sue piccole cose. Strano che una certa felicità derivi da persone da te sconosciute che man mano diventano ragione per vivere e per amare. Ci siamo appartenuti dall'inizio, da quello scontro al taxi, e boh, sapere che domani avrei dovuto dire addio a tutto e chiudere una parte della mia vita, mi faceva stare male, ma davvero male. Mi svegliai verso l'ora di cena e scesi di corsa, volevo stare quelle poche ore con George e i ragazzi. Mi diressi verso il tavolo con un sorriso falso, non volevo dare l'aria nervosa e triste, avrei solo rovinato una sera per me e per loro, ma Erica mi capì al volo. Lei mi capiva anche senza parlare.


ERICA 
vidi Maria avanzare sempre più coi passi verso il tavolo da noi occupato, come sempre. Stava male. Dentro e fuori, ma cercava di non dare nell'occhio, e sbagliava, non doveva fare così.
''Ehi'' disse con un tono basso, non da lei. Aveva un nodo in gola, voleva piangere, o forse aveva già pianto. Guardava uno ad uno, specialmente George. Lo amava. Lo si capiva da come guardava lui. Miliardi e miliardi di ragazzi su questa terra, e lei ha scelto George, forse perché si assomigliavano, in tutto e per tutto. George fece un movimento con la mano verso lei, indicando poi le sue gambe e andò dopo pochi secondi verso il ragazzo. Lui l'abbraccio, lei lo lasciava fare. Sorrideva. Erano bellissimi. Ad un tratto senti' delle braccia circondare il mio corpo. Era Josh. Mi sentivo piccola piccola quando ero con lui, quando mi abbracciava. Ero come protetta. Mi sentivo protetta. Sarà una cosa banale, ma davvero mi sentivo così. Ci guardammo per vari secondi, i nostri sguardi divennero intensi e sorridemmo per poi esserci un bacio, lento e delicato, come lui sapeva fare. Mi morsi il labbro mentre mi guarda a negli occhi, scontrai quegli occhi color cielo, immenso e intenso, come lui. Mi abbraccio' con forza, mi sarebbero mancati da morire questi momenti con lui. Lo amavo, da impazzire. 
Dopo cena, io e Josh andammo a preparaci per andare in discoteca, indossai un vestitino corto avanti e lungo indietro, rosa antico con tacchi bianchi, capelli legati, tipo chignon con la treccia e spille con delle perline  sulla sua superficie per bloccare i capelli. Josh era bellissimo: camicia celeste coi risvolti alle maniche fino agli avambracci, jeans stretto chiaro e Jordan celesti. Mandai un messaggio a Maria mentre andammo verso la macchina di Josh.



MARIA

Senti' la suoneria del cellulare e domandai a George se potesse dare un'occhiata al cellulare, mi disse che era Erica ed era pronta. Dovevo solo mettermi il mascara e avevo finito, George a tempo avrebbe finito, dato che aveva appena messo il profumo, uscì dalla stanza e andammo verso la macchina di Josh per poi arrivare dopo qualche decina di minuti in discoteca. Le altre coppie erano già arrivate e stavano aspettando noi. Appena entrammo io e le ragazze andammo direttamente in pista, mentre i ragazzi andarono verso i tavoli a posare le cose. Dire che quella sera ci divertimmo a morire, senza e con i ragazzi, era per scontato. Mi sarebbero mancati da morire. Perdemmo di vista JJ e Miri, ma sapemmo dove fossero andati. Dopo la discoteca andammo in spiaggia e facemmo un falò con le cose che trovammo lì. Non fu un falò come si deve, ma ci divertimmo lo stesso. Andammo nel college verso le sei di mattina. Ero stanca morta, però in compenso mi diverti' tantissimo.

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Capitolo 20
*** Capitolo 19: arrivederci ***


12 febbraio, ritorno mio e Erica in Australia. Mi svegliai prestissimo e non avevo voglia di nessun contatto, volevo restare sola fra i mille pensieri che mi circondavano in quel momento. Una volta ritornata, tra me e George continuera' ad esserci qualcosa? Devo andare avanti, tanto la mia vita è ancora lunga. Ci saranno altre emozioni e storie. Camminavo sola per i corridoi, ma ogni minimo passo che facevo, ogni secondo che percorrevo mi ricordava lui e me insieme. Mi sentivo fottuta da un'emozione presa cosi', all'improvviso. Una vacanza-studio doveva essere, no innamoriamoci del primo ragazzo che passa per il tuo percorso, che poi ad essere sincera, non credevo fosse amore vero e proprio, e sinceramente quando si tratta di amore non ci capisco un'emerita minchia, cercavo di starci sempre fuori con i sentimenti, appunto per non star male, per non soffrire o sentirsi solo. Ecco cosa sentiro': un vuoto quasi impossibile da colmare, da riempire. Giravo per questi corridoi freddi a causa dei muri grigi. Era vecchio come istituto, ma non ci si poteva lamentare: ottima istruzione, ottimo insegnamento. Mi fermai accanto ad una finestra ampia di lunghezza e larghezza, poggiai una palla e guardai oltre i vetri, il cortile vuoto e pulito. Beh, erano le sei di mattina, e in giro, con me, c'erano i bidelli, segretari e professori. Portai una mano sul petto e strinsi la collana di George, l'unico ricordo che mi resterà, forse, oltre le foto fatte sul cellulare. Non volevo andare via, non volevo lasciare una parte di me qui, in questi corridoi, in quest'istituto, maledetto istituto. In quel momento, guardando un punto fisso, guardando quel celeste del cielo così limpido, mi vennero in mente momenti passati assieme ai ragazzi: Erica, Miri, George, Josh, il quasi litigio con la ex di George, la corsa sul motorino, la scopata con Erica, la prima volta a casa di George, con George, la festa a sorpresa fatta dai ragazzi per il mio compleanno. Mi scappo' una lacrima ero tra la felicita' e dolore, ecco cosa procurano la vera amicizia, emozioni incontrollate. Mi allontanai lentamente, indietreggiando quanto bastava per ritornare nel corridoio e camminare fino alla porta principale, un filo di vento mi avvolse, facendomi rabbrividire appena, mi strinsi poi nella felpa ricominciando a camminare volevo andare verso il capo di tennis perche' era la zona migliore per leggere, nessuno passava di lì, nessuno eccetto me, amavo starmene sola, ma dico proprio sola sola, dove nessuno passa è decisamente il mio genere di posto. Mi sedetti sull'erba soffice e di un certo verde abbastanza chiaro che riflesso dalla luce del sole sembrava come illuminarsi, cacciai il mio libro dalla borsa e con sé anche le cuffie con il mio cellulare, pero sinceramente sbagliavo a portarmi quell'aggeggio appresso quando leggevo, o leggo o ascolto musica, ma non mi importa, entrambe le cose mi davano una buona compagnia. Lessi per quasi un'ora e mi accorsi che fossero le sette e mezza, riposi il libro nella borsa e lasciai la musica nelle orecchie, mi alzai e mi ripuli', levando le erbacce in piu sui miei vestiti, ritornai al campus dopo minimo un quarto d'ora, tanto nessuno mi correva dietro quindi andai con passi lenti e a ritmo con la voce di Lana Del Rey. L'amavo, amavo la sua voce, musica e testi. Possibile che lei sia capace di capire il mio stato d'animo e i miei momenti di solitudine? Tutto fini grazie ad una chiamata in arrivo. La mia pace fu momentaneamente cessata grazie ad essa, presi il cellulare e guardai: Erica.
''Sì?'' Risposi irritata e con senza voglia, roteando gli occhi continuando a camminare, fermandomi all'entrata che portava alle classi. Diamine.
''Dove sei?'' ''Ho preparato la valigia, tranquilla. Voglio stare per conto mio, ci vediamo in classe'' attaccai prima che lei potesse dire qualcosa, ma non mi importava, gli arrivi e i ritorni mi rendevano cosi': solitaria, scontrosa e acida. Trattavo male tutti quelli che mi camminassero accanto o che mi stessero attorno. Mi accorsi di essere in ritardo, fottuta io e fottuti gli altri, mi diressi verso il corridoio dove la mia classe era situata e passai di fretta verso l'aula di canto, ma mi fermai di scatto, George era lì che cantava, la sua voce era alquanto graffiata, aveva pianto? Poggiai la spalla contro l'arcata della porta e restai lì ad ascoltare quella soave melodia che solo lui sapeva creare, quel suono angelico, poggiai una mano nuovamente sul petto quando provo' a fare l'acuto di 'i see fire' di Ed Sheeran e i miei occhi si illuminarono, si riempirono di lacrime, la mia pelle rabbrividi' al suo suono. Ero estremamente in ritardo, ma ci passai sopra, dovevo ascoltarlo, dovevo ascoltare la sua voce. Quando fini' mi allontanai per non essere vista, George era veramente riservato ed odiava se qualcuno lo fissava piu di cinque secondi. Mi allontanai per poi incominciare a camminare e andare verso la classe, bussai dopo arrivata e pregai a dio, sperando che la professoressa questa volta ci passasse su, senti' un 'avanti' ed avanzai, aprendo la porta e guardando a terra, ottimo passo.
''Mi scusi professoressa, per il ritardo ovviamente'' cercai di non ridere, cosi' mi morsi il labbro con vera e propria forza, tanto da lasciare il segno. ''Dato che oggi per lei sara' l'ultimo insegnamento e pomeriggio, puo' accomodarsi'' alzai lo sguardo verso lei irritata per la sua reazione. Era brava nel provocare e io stupida nel cadere nella sua trappola, strinsi mani e denti, quasi da far diventare le nocche bianche, quasi da sentir male i denti. ''Grazie, professoressa'' si poteva benissimamente percepire il mio stato tra incazzatura e omicidio dal mio tono di voce basso e le rivolsi un sorrisino per poi andare al mio posto, terzo grado fra tre, due, uno. ''Dove diavolo eri stamattina?'' Cosa vi avevo detto? ''Sai come sono fatta quando si tratta di partenze e di arrivi, quindi preferirei che la smettessi con questo terzo grado'' presi il quaderno dalla borsa e lo adagiai sul banco mentre la voce di Erica continuava a rimbombare nelle orecchie fino a quando non la fissai, si strinse nelle spalle zittendosi per poi abbassare il capo. ''Scusa, non volevo'' sbuffai e ritornai a guardare la lavagna, prendendo appunti. Non avevo mai trattato cosi' Erica, non se lo meritava, ma sapeva benissimo che in certi casi, come questi, doveva lasciarmi sola e di evitare domandine. La lezione fini', Erica ando' via prima di me, l'avevo trattata male ed è questo che meritavo, continuai a posare le cose nella borsa e usci' dalla classe e andare verso il mio armadietto; presi tutta la roba di lì, per fino le foto mie e di George alquanto imbarazzanti e mi sfuggi una risata che calmai subito quando due braccia avvolsero il mio corpo, sussultando quando anche il corpo elimino' ogni tipo di distanza, buttai all'indietro il mio capo, poggiandolo sul petto del ragazzo, sapendo gia' chi fosse, e sospirai. ''Che hai?'' Mi soffio' in un orecchio, facendomi mugolare e sorride beffardo, lo intravidi nello specchietto che avevo sullo sportello dell'armadietto e per provocarlo buttai il bacino all'indietro colpendo il suo bacino col proprio sedere, sussulto' e ridacchio', mi bacio una guancia e lo guardai ancora una volta dallo specchietto. ''Che hai?'' Domando' nuovamente, mi morsi l'interno guancia e feci un mezzo giro per guardarlo in viso e sbuffare. ''Perché dovete sempre chiedermi le stesse cose?'' ''Perché non so come stai? Perché forse non ti conosco del tutto?'' Poggiai una mano sul suo viso e baciarlo, solo per zittirlo e lui si allontano' ridendo. ''Piccolina, con me non funziona'' mi guardo' negli occhi levandomi il ciuffo davanti agli occhi e mi morsi il labbro ridendo e poggiando piu' volte la schiena contro l'armadietto. ''Mi mancherai, sai?'' ''Ricorda solo le cose belle, ricorda a quanto sei stata bene qui, con me e con gli altri, ricorda a quanti amici hai conosciuto, ricorda che ti amo tantissimo'' vidi che abbasso' velocemente il tono di voce e in ogni battito di ciglia i suoi occhi illuminarsi, lucidi a causa delle lacrime e lo ribaciai poggiando entrambe le mani sul suo viso, impedendogli di allontanarsi bloccandolo, sussurrando piu volte i ti amo sulle sue labbra, ricevendo poi i suoi quando ricambiava. Quel ragazzo era la mia fottuta vita, davvero la ragione per vivere. Unico fra milioni, raro fra miliardi di persone.  La perfezione e l'imperfezione. Il male e il bene. Era tutto cio' che faceva bene e male. Era sia una cosa, sia l'altra. Era l'esatto e il contrario. Ci sono tantissimi esempi per descriverlo e io riuscivo a farli tutti. Ci spostammo dai corridoi e ci dirigemmo verso il campo di tennis, nel tragitto mi disse che andava lì per scrivere, suonare, per stare solo quando i pensieri facevano comando nella sua mente lo torturavano, facendolo impazzire. Ci sedemmo e lui caccio' la sua chitarra dalla custodia per poi poggia sulle sue gambe, muovendo le corde per vedere se fossero apposto e comincia a fare qualche pezzo dolce e lento, lo guardai sorridendo. Ad un tratto incomincio a cantare guardandomi e non feci altro che fissarlo, era bellissimo in ogni cosa che faceva, come poteva riusciva? Mi scoppio' il cuore riducendosi i mille pezzi, la sua voce era qualcosa di stupendo, di bello, di immaginabile. Si fermo' per guardarmi e si gratto' il naso posando la chitarra sull'erba con cautela e si avvicino' a me, l'unica cosa che potetti fare è baciarlo dolcemente, prendendo fra le labbra le sue labbra. ''Come mai non c'è nessuno qui?'' Poggio' una mano sulla mia coscia, rivolgendomi ancora quello sguardo e mi sorrise. ''Credo non sia piu' utilizzabile'' si guardo' attorno come per controllare la zona e portare lo sguardo su me, avvicinandosi nuovamente, tenendo ancora la mano sulla coscia e muoverla di poco, sfregando il palmo sulla pelle, feci scendere la mano dalla sua guancia fino al suo collo e graffiarlo appena. Volevo un po' provocarlo e lui ci cadeva benissimo. Mi spinse contro l'erba soffice e si infilo' fra le mie gambe portando le mani sotto il mio vestitino. Le sue mani vagavano sul mio corpo, accarezzando ogni centimetro di pelle, ogni millimetro, mi toccava con decisione e voglia. Mi voleva, come sempre, e io volevo lui, come sempre. Continuavo a muovere in sintonia le mie labbra sulle sue, insinuando una mano fra i suoi capelli mossi e stringerli, amava quando qualcuno glieli stringeva in modo voglioso o possessivo, poteva semplicemente perdere il controllo, ma non solo con questo, anche con altre cose. Aveva l'adrenalina facile, quindi quando avevamo un rapporto soddisfaceva la propria voglia. Lasciai che le sue mani si posassero sui miei slip e li abbasso quando bastava per toccarmi. Inizio' con un tocco leggero per poi toccarmi con piu intensita, facendo uscire dalla mia bocca gemini forti, continuo' fino a farmi eccitare per bene, lubrificando la zona, smise di toccarmi quando si sentiva quasi esplodere nei pantaloni, mi poggiai sui gomiti e tirai di poco il busto all'in su', volevo guardare ogni sua mossa. Si sbottono' e abbasso' di poco il pantalone fino all'altezza delle gambe, facendo poi lo stesso col boxer, sfilo' dai pantaloni un preservativo che dopo poco mise sul suo membro ed entro' con una spinta in me, la mia reazione fu di mettere le mani sulle sue spalle e circondare il suo bacino con le gambe per favorire le sue spinte che man mano diventavano sempre piu veloci e decise, toccando ogni punto possibile facendomi letteralmente impazzire, passa da movimenti costanti a circolari, da spinte lente a veloci, per reggermi ad ogni spinta, spingevo le mie unghie nella sua carne e farle scivolare per tutta la lunghezza della sua schiena, il piacere continuava ad espandersi velocemente e non riuscivo piu' a trattenere nulla: né gridolini, né ansimi rumorosi e sonori, né gemiti. Ogni spinta diventava sempre piu incontrollata e George stava usando tutta l'adrenalina nel suo corpo contro me, con la forza delle sue spinte il mio respiro si fece sempre piu debole, volevo trattenermi, volevo imparare, ma l'unica cosa che feci è inarcare la schiena per il piacere, sentendo un miscuglio di sensazione nella pancia, un vortice di emozioni, facendo apparire diverse smorfie di piacere sul mio volto e mi lasciai andare, non sapevo in qual modo trattenermi e venni urlandoglielo, poggiando le mani sui bicipiti del ragazzo e stringerli fino a far entrare nuovamente le unghie nella sua pelle, dopo varie spinte sempre piu forti venne con dei gemiti sforzarti, strappando l'erba che aveva in pugno, ci guardammo e scoppiammo a ridere per poi ripulirci e aggiustarci. Ovunque andassimo, finivamo per fare l'amore, finivamo nel diventare una cosa in tutti i sensi. Andammo dai ragazzi e vidi Erica con le sue valigie e Josh con le mie, mi venne un colpo al cuore, tra qualche oretta saremmo ripartite per non so quanto in quella scatola volante. Guardai George come per aiuto ma lui mi sorrise e mimo' un ''tranquilla'' che mi tranquillizzo' sul serio.

Ci mettemmo un'ora ad arrivare all'aeroporto, facemmo il check-in e tutto il resto. Chiamarono il nostro volo e tutti ci accompagnarono al nostro volo, Erica scoppio' a piangere e Josh lo stesso, parlavano fra i baci. Vedevo lei annuire e guardare a terra mentre lui la guardava e sussurrava cose, George venne nella mia direzione e mi cinse le braccia attorno il mio corpo e mi guardava con malinconia. Il momento dell'addio era arrivato. ''Ricorda, che questo non è un addio, ma un arrivederci, perché so già che incontrerò nuovamente questi occhi e toccherò questa pelle. E so anche che non amerò nessuno come ho amato e amo te'' mi bacio con forza, bloccando il mio capo, impedendomi di fare movimenti né decisi né bruschi, mi baciava come se gia' gli mancassi, e lo sentivo. Sentivo ogni emozione che aveva in quel momento, era capace di trasmettere tutto, anche le cose del suo subconscio. ''Ti amo, George. Come non amerò nessuno, lo giuro'' lo strinsi di piu', finche potevo, e se avessi avuto piu forza, avrei reso in polvere le sue ossa. ''Ti amo anche io, e adesso vai. Ci rivedremo, te lo prometto'' lo baciai per un'ultima volta e salutai gli altri, presi Erica per mano e andammo verso il nostro varco e mi girai verso George e i ragazzi, e trovai George lì, fermo, immobile e impassibile, guardava nella mia direzione e mi fece un cuore con le mani, scoppiai in un sorriso piu' che ampio e gli mandai un bacio, per poi uscire dall'aeroporto e salire sull'aereo. Parti' poco dopo e vidi Erica piangere mentre stringeva la felpa di Josh che aveva addosso e guardava fuori, io poggiai la mano sulla collana di George e la strinsi. Ci saremmo rivisti, me lo sentivo, me lo sentivo per davvero. Abbracciai Erica e lei mi strinse con una forza immaginabile. ''Li rivedremmo, fidati piccolina. E ricorda solo le cose belle, ricorda quanto sei stato bene con lui e tutte le volte che vi siete uniti facendo l'amore. Li rivedremmo''


FINE
Spazio autrice.
Devo assolutamente dire che questo capitolo sia il PIU' lungo che io abbia mai scritto, e ringrazio tutte le persone che l'hanno letta.

Maria, xxwhoresjuss_

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