Molly aveva impiegato mesi per capire i suoi figli.

Per capire che la notte mettevano in moto un concerto a suon di urla e piagnistei non per infastidirla, ma perché sentivano che c'era qualcosa che non andava, in quella situazione.

L'aveva capito quando, troppo occupata coi fornelli per tenerli d'occhio, aveva messo Fred nella stessa culla con George. E assistendo alla facilità con cui si erano addormentati, con le braccia e le gambe aggrovigliate tra di loro, la consapevolezza la colpì in pieno.

Seppur così piccoli, avevano capito quella che sarebbe stata l'unica costante nella loro vita: non essere separati, mai.

- 101 parole.

Quello che si aspettava Molly era una serata di relax, come non le capitava dalla loro nascita, invece dovette ricredersi presto.

Arthur, stravolto e bagnato, si presentò a lei coi figli avvolti in un asciugamano, gli inconfondibili capelli rossi umidi, mentre si dimenavano tra le sue braccia.

"Molly cara, sono disperato! È di vitale importanza!" sibilò col terrore nella voce. "Ehm... chi dei due è Fred e chi George?"

Schivò miracolosamente il libro lanciatogli dalla moglie, scatenando le risate dei figli.

- 110 Parole.

L'idea era quella di partire con drabble dalla loro nascita fino all'età adulta.

Sono più sempliciotte queste! Non che altre siano più intriganti, sono pur sempre solo 100 parole - o giù di lì - e non posso raccontare molto.

La prossima vedrà Fred e George come protagonisti, non più tra le braccia di mamma e papà.

Grazie per la recensione, per le seguite/ricordate, e c'è anche una preferita. Onorata :)

Spero che questo capitolo sia di vostro gradimento.

"Questa volta mamma ci ammazza, Fred..."

"George, mi ha rotto la scopa!"

George osserva impotente il fratello mentre impugna la bacchetta della madre.

Alza tragicamente gli occhi al cielo non appena il gemello comincia.

"Per il manico rotto, i fratelli sconsiderati, dannato orsacchiotto, che le tue zampe diventino otto!"

Un secondo e tra le braccia del piccolo Ron, addormentato, compare un orrendo, pelosissimo, ragno.

I movimenti dell'aracnide ridestano il fratello minore dal sonno, che con estrema lentezza osserva quello che era stato il suo fidato amico nelle notti segnate dagli incubi.

L'urlo che scuote la Tana non è niente confrontato col successivo mese di punizione: tenere compagnia al fantasma in soffitta.

- 111 Parole.

Mai era successo che mancasse qualcuno al suo appello, che fossero in due era impensabile!

Che il loro fidato guardiacaccia li avesse involontariamente affogati?

Come a voler smentire i suoi pensieri, un Hagrid sudato e malconcio apparve nella Sala Grande.

"Ce li ho presi! Erano scappati al bosco!"

Minerva solo ad una seconda occhiata notò due teste rosse - miracolosamente ancora attaccate ai loro corpi - spuntare da sotto le gigantesche braccia di lui.

"Qui voi due, subito!" Sibilò.

Fred, subito seguito da George, si catapultò sullo sgabello, in attesa dello smistamento, incuranti dello sguardo truce della professoressa McGrannit.

Il Cappello Parlante certo non si sarebbe sbagliato, non con loro: "Grifondoro!"

- 109 Parole.

Men che meno che il burbero, scontroso professor Piton facesse loro i complimenti davanti all'intera classe. Avevano però visto un ghigno nascere sui lineamenti duri dell'uomo, il che non prometteva nulla di buono.

"Oggi dobbiamo festeggiare." esordì Piton, tanto soavemente da stonare in maniera preoccupante col suo essere. "I signori Weasley hanno preso un voto decente. In realtà... oggi è il loro compleanno, e questo è il mio regalo per loro."

Pergamene alla mano, si incamminò verso di loro, ignorando le espressioni stupite e grottesche dei compagni.

Giunto al loro banco, mollò i loro temi.

"Buon Pesce d'Aprile."

Avevano preso una T.

- 115 Parole

Per essere precisi: i gemelli sono nati il primo di Aprile, da qui parte l'idea per il pesce d'Aprile/regalo di compleanno di Piton.

Fred se ne sta lì, pallido, con la bacchetta in pugno, pronto a scagliare una formula che non vuole saperne di uscire dalle sue labbra.

Fissa intensamente il corpo di George riverso a terra, privo di vita: quanto era difficile immaginarlo morto...

"È... è che temo la mia mor-morte" dice con l'incertezza nella voce, tentando inutilmente di nascondere l'ovvio al resto della classe.

"Ri-riddikulus!"

Il Molliccio con le sembianze del gemello rimane lì, inerte.

"Riddikulus! Riddikulus!" tenta, disperato.

"RIDDIKULUS!"

Quando la bacchetta gli cade dalle mani teme di essere arrivato al limite, ma è la mano calda di George - il fratello reale, quello vivo - a farlo reagire.

"Riddikulus!"

- 110 Parole.

Non aggiorno da mesi, e arrivo con questa... 'cosa'.

Ho notato che Fred è spesso indicato come il leader, colui che non ha paura e non teme nulla, mentre George è solamente la sua ombra. Ho anche letto più volte che alcuni speravano nella morte di George e non in quella di Fred e mi chiedo perché.

Sono uguali, anche caratterialmente, fanno gli stessi scherzi... si compensano!

Ho voluto quindi mettere Fred nella posizione scomoda stavolta, assistendo alla lezione di Remus Lupin dal suo punto di vista, e del dolore che prova nel vedere il fratello-molliccio senza vita.

Spero sia di vostro gradimento.