Don't let the colors fade to grey

di calumseyez
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** cap.1 ***
Capitolo 2: *** cap.2 ***
Capitolo 3: *** cap.3 ***
Capitolo 4: *** cap.4 ***
Capitolo 5: *** cap.5 ***
Capitolo 6: *** cap.6 ***
Capitolo 7: *** cap.7 ***
Capitolo 8: *** cap.8 ***
Capitolo 9: *** cap.9 ***
Capitolo 10: *** cap.10 ***
Capitolo 11: *** cap.11 ***
Capitolo 12: *** cap.12 ***
Capitolo 13: *** cap.13 ***



Capitolo 1
*** cap.1 ***


Hope. Speranza. Era quello il suo nome, forse non c'era nome migliore per identificarla perché l'unica cosa che le era rimasta era la SPERANZA di un domani migliore.
Era bella, bellissima ma con un vuoto e una tristezza incolmabile.

Aveva 17 anni, con una brutta storia alle spalle.
Nessuno riusciva a capirla, così si chiuse sempre più in se stessa.


Veniva da Birmingham, in Inghilterra. 
I suoi genitori si erano trasferiti in Italia, a Milano, per lavoro quando Hope aveva 9 anni.
I primi anni in Italia andavano bene, Hope andava a scuola, imparava l'italiano, faceva amicizia con i nuovi compagni.
I genitori lavoravano, avevano una bella vita fin quando tutto finì.


Erano passati 3 anni, era un pomeriggio di settembre.
Hope aveva 12 anni e aspettava che il suo papà andasse a prenderla a scuola.
Un'ora o forse due.
Il tempo passava e Hope rimase lì, ad aspettare fin quando Lea, la sua vicina di casa, grande amica di sua madre andò a prenderla piangendo.


"Cosa succede?" chiese Hope. 


Lea non rispose alla domanda; "Vieni con me, ti porto a casa." Fu l'unica cosa che riuscì a dire.
Le lacrime le rigavano il viso e Hope non si spiegava perché.
Dov'erano i suoi genitori?
Perché non erano venuti a prenderla a scuola?
Perché Lea piangeva?

Queste domande le riempivano la testa e non riusciva a pensare ad altro.


Arrivarono a casa e Hope vide che sulla poltrona dove di solito si sedeva il suo papà c'era la sua nonna.
La nonna che amava tanto e che non vedeva da più di un anno.


Anche la nonna aveva il viso rigato dalle lacrime.

Hope le si avvicinò "Granny, almeno tu dammi una risposta.
Dov'è la mamma? Le è successo qualcosa? E papà? Dov'è anche lui?
Avevano promesso di venirmi a prendere all'uscita di scuola e di stare del tempo insieme.
Loro mantengono sempre le promesse.
Deve essere successo qualcosa di brutto."


Allora la nonna la guardò, le prese il viso tra le mani e le disse nel modo più dolce possibile
"La tua mamma e il tuo papà adesso sono due angeli, sono volati in cielo, Hope." 


Hope si sentì sprofondare, non ci credeva;
continuava a ripetersi che forse aveva capito male.
Non poteva essere, li aveva salutati poche ore prima ed ora non c'erano più. 


La nonna le spiegò che un pirata della strada li aveva investiti mentre attraversavano sulle strisce pedonali. 

Hope, bambina felice e solare, da quel giorno non fu più la stessa.

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Capitolo 2
*** cap.2 ***


Tra pochi giorni ricorreva l'anniversario della morte dei suoi genitori, erano già passati 5 anni.
Hope era in camera sua, in questo periodo era più triste del solito.

Erano circa le 20 e stava preparando la cartella.
Il giorno dopo sarebbe iniziata la scuola.

Avrebbe dovuto iniziare il quarto anno di Liceo Linguistico ma quest'anno frequenterà un'altra scuola poiché in quella che frequentava prima,
c'erano molte persone che non le andavano a genio e non era riuscita a legare con nessuno.

Mentre metteva i quaderni nuovi nello zaino fantasticava sui suoi nuovi compagni.
"Saranno simpatici? Mi accetteranno?" si chiedeva.

I suoi pensieri furono interrotti da Lea che urlava
"È pronta la cena! Tutti a tavola e lavate le mani."

Erano 5 anni ormai che Hope viveva con Lea e i suoi figli, due per l'esattezza.
Aveva vissuto con lei dopo la morte dei genitori poiché non aveva voluto ritornare in Inghilterra con i nonni.
L'Italia ormai era la sua casa, Milano era la sua casa.

Corse giù per le scale, si lavò le mani e andò a tavola.
"Cosa c'è di buono?" chiese cercando di sembrare felice.
"Ho preparato il tuo piatto preferito: cotoletta e patatine." rispose Lea ridacchiando.
Hope fece un sorrisone e si sedette a tavola e con lei anche i figli di Lea.

"Sei contenta di iniziare un nuovo anno in una nuova scuola?" chiese Lea.
"Sì e spero di trovarmi bene, certo non ci metto il pensiero, ma spero di trovare un'amica." rispose.

Finirono di cenare e Hope aiutò Lea con i piatti, tolse le cose in disordine e andò in camera sua chiudendo delicatamente la porta.

Aprì il suo armadio.
Voleva trovare qualcosa di carino da mettere il giorno dopo.
Prese dei jeans stretti poi rimase a fissare le canotte.
Ne aveva talmente tante che non sapeva quale scegliere.
Diede un'occhiata veloce e puntò il dito verso una di quelle.
"Indosserò te. Sperando che mi porterai fortuna."


Era la sua preferita: nera, dei nirvana.
Uno dei suoi gruppi preferiti.
Hope amava la musica, era l'unica cosa in grado di farla star bene.
Prese la canotta e il jeans, li piegò e li mise sulla scrivania.

"ODDIO LE SCARPE."

Scelse così le sue vans preferite. Total black.
Era tutto pronto.
Così si svestì e si fece una doccia fredda e di cosa a letto.

Il mattino dopo si svegliò prestissimo, si vestì in due minuti esatti.
Un filo di eyeliner, tanto mascara, dilatatori neri e una molletta per tirare su quel ciuffo impertinente che le dava tanto fastidio.
Si fecero le 7.30 e scese di corsa le scale, senza nemmeno fare colazione.
Diede il buongiorno alle foto dei suoi genitori chiedendogli di far andare tutto per il verso giusto, salutò Lea, i piccoli e scappò verso la fermata dell'autobus.

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Capitolo 3
*** cap.3 ***


Chiuse delicatamente la porta di casa. 
Quella delicarezza che l'aveva sempre contraddistinta.

Iniziò a camminare verso la pensilina con lo zaino in spalla e la musica nelle orecchie.
Arrivata a destinazione si sedette di fianco ad un ragazzo. 
"Aspetterà il mio stesso bus probabilmente" pensò Hope.

Alle 7.40 puntuale come sempre il bus arriva alla fermata. 
Tutti sairono, compreso quello strano ragazzo della fermata.
Hope si sedette nei posti doppi, al lato del finestrino. 
Amava guardare il paesaggio, anche se cupo, di Milano.
Dopo qualche istante le si avvicinò il ragazzo di prima e le chiese se il posto accanto al suo fosse occupato.
Hope lo guardò, trovò il suo volto familiare ma non ricordava dove lo avesse visto. 
Dopo qualche istante di incertezza gli rispose "No, puoi sederti" sorridendo.

Il ragazzo le ricambiò il sorriso e si sedette. 
Aprì la tasca del suo zaino e prese delle cuffie, le attaccò al cellulare ed iniziò ad ascoltare musica, probabilmente per non addormentarsi. 
Come aveva fatto Hope.

Dopo varie fermate, eccoci a quella della scuola. 
Hope però si era addormentata con la testa appiccicata al finestrino. Ed ora?

Il ragazzo misterioso la guardò per un momento, anche lui doveva scendere lì. 

Le toccò una guancia per svegliarla.
Hope aprì di scatto gli occhi e urlò "Dove siamo?".
Il ragazzo la guardò ridendo; 
"Siamo alla fermata del liceo. Scendi qui?"
Hope annuì e scesero insieme.


Fecero pochi passi e Hope ringraziò il giovane per averla svegliata, 
se non fosse stato per lui avrebbe perso il primo giorno di scuola e non sarebbe stato molto carino.

Allora, a quel punto il ragazzo si presentò. 
"Io mi chiamo Michael, però tutti qui mi chiamano Mike. 
Ho 19 anni e sono al quinto. 
Vedo che hai bei gusti musicali, figa la maglia."
Hope sorrise "grazie mille, anche tu da come vedo."

Mike indossava una maglietta dei Led Zeppelin, un altro gruppo che Hope adorava.

Poi continuò. "Io sono Hope, ho 17 anni e sono al quarto. 
Oggi è il mio primo giorno di scuola qui e ho molta ansia."

"Stai tranquilla, sono tutti strani qui." Le rispose Mike. 
"Farai amicizia molto velocemente" continuò.
"Lo spero." Rispose Hope.
Si salutarono e si diedero appuntamento all'uscita.

Suonò la campanella, entrarono. 
Hope cercava la sua aula. 
4ºA.

Eccola! 
Entrò molto timidamente e si sedette al penultimo banco della fila centrale.
Pian piano entrarono tutti i suoi nuovi compagni, qualcuno la salutava, qualcuno no. 
Forse qualcuno non si era neanche accorto della nuova faccia che c'era in classe. 
Avevano troppo sonno per rendersene conto.

Quasi per ultima entrò una ragazza: mora, con dei bellissimi capelli ricci, labra carnose che 
si evidenziavano ancora di più con un bellissimo rossetto rosso. 
Indossava una canotta grigia, di quelle un po' larghe, con una scritta, dei jeans stretti e le converse nere.

Guardò a lungo Hope, osservandola. 
Poi si avvicinò e si sedette accanto a lei pogiando lo zaino accanto al banco.
"Piacere, Eli." Disse girandosi di scatto verso Hope. "Tu invece chi sei?"
Hope la guardò, le sorrise e si presentò.

Iniziarono a parlare, del più e del meno. 
Scoprirono di avere interessi comuni, di amare la musica e gli animali.
La loro conversazione fu interrotta dal "buongiorno" del prof.

Tutti si alzarono in piedi, poi si sedettero.

"Oggi diamo il benvenuto ad una nuova compagna. Hope, giusto?"
"Esatto, sono Hope, ho 17 anni e vengo da un'altra scuola." rispose.
"Peeeeerfetto, benissimo. Benvenuta nella nostra scuola allora." Le rispose il professore con aria allegra.

Le prime due ore di lezione passarono in fretta, dopodiché ecco la ricreazione.

Alcuni nuovi compagni si avvicinarono ad Hope, cercando di fare amicizia e lei sembrava abbastanza aperta e felice.
Presero un caffè al bar del piano, lei era con Eli.

Tra una chiacchiera e l'altra si accorse che c'era anche Mike con un amico a prendere un caffè.
Dopo il suo caffè, Mike si accorse di Hope e andò a salutarla, ricordandole l'appuntamento all'uscita. 
Hope sorrise e annuì, così tornarono nelle proprie aule.


Rientrati in classe Eli guardò Hope con aria interrogativa.
"L'ho conosciuto in autobus questa mattina, è carino e simpatico."
"Carino?" disse Eli quasi urlando. "È uno dei più fighi della scuola..e quel suo amico poi..si chiama Ash. Mi piace tantissimo, ma non mi fila di striscio."

Hope rimase sorpresa da questa scoperta. 
Uno dei ragazzi più fighi della scuola era suo amico. 
Iniziava bene l'anno.

Avendo scoperto della cotta di Eli per Ash, 
Hope la invitò a tornare a casa insieme poiché Ash e Mike abitavano molto vicino.

Eli accettò all'istante così si incontrarono con i due ragazzi all'uscita di scuola.
 
 

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Capitolo 4
*** cap.4 ***


Hope salutò Mike che però non era solo.
Con lui c'erano altri tre ragazzi.
Hope tirò Eli per un braccio e la presentò a Mike.

"Lei è Eli."
"Piacere di conoscerti, io sono Mike. Loro sono i miei amici: Cal, Ash e Luke." 
Rispose il ragazzo indicando ciascuno dei suoi amici.

Dopo le presentazioni si avviarono verso la fermata dell'autobus.
Hope si accorse che Ash fissava Eli così le sorrise e le fece un'occhiolino.

Arrivati alla pensilina, iniziarono a chiacchierare per ingannare il tempo.

Cal domandò ad Hope dove abitasse e da lì iniziarono a parlare del più e del meno.
Scoprirono di avere praticamente gli stessi gusti musicali. 
Cal disse ad Hope che lui e i suoi amici avevano una band e che quel pomeriggio avevano le prove. 
"Tu e la tua amica potete venire a vedere se vi va. Ci riuniamo nel garage di Ash."
"Molto volentieri, chiederò ad Eli. Magari vi faccio sapere." Rispose Hope.

Calum, era quello il suo nome completo, era un ragazzo con dei lineamenti particolari. 
Aveva gli occhi a mandorla quasi, erano bellissimi. 
Proprio come lui.
Era alto e muscoloso e in più amava particolarmente la musica.
Ad Hope piaceva molto, ed anche lui sembrava abbastanza interessato.

Nel frattempo Eli chiacchierava con Ash, tranquillamente. 
Gli occhi le brillavano e sembrava felice.

Salirono in autobus, Ash e Cal si sedettero vicini. 
Hope, Eli, Mike e Luke erano in piedi di fronte a loro.

Allora Ash chiese alle ragazze se sarebbero andate a vedere le prove.
Hope ed Eli annuirono all'unisono.

Arriva la fermata di Hope, Mike e Eli. 
Salutano gli altri e scendono dal bus.

Hope e Eli salutano anche Mike perché doveva andare dal lato opposto.
Si erano dati appuntamento alle 5 del pomeriggio per andare da Ash.

Durante il tragitto dalla fermata a casa, Eli ringraziò Hope. 
"Se non fosse stato per te, probabilmente non ci avrei neanche mai parlato. 
E guarda invece, oggi andiamo a casa sua! Non saprò mai come ringraziarti. 
Piuttosto, ho visto come Cal ti guardava, secondo me gli piaci."

Hope arrossì, sarebbe stato un sogno per lei se un ragazzo così bello e simpatico avesse provato anche un minimo interesse per lei. 
Così limitò la sua risposta in un "nah!"

Eli aggrottò le sopracciglia, lei era completamente convinta dell'interesse di Cal nei confronti di Hope. 
Però non aggiunse nulla.

Arrivarono vicino al portoncino della villetta di Hope. 
Eli sorrise dicendo "Io abito proprio lì di fronte! Lasciami il tuo numero così scendiamo insieme."

Si scambiarono i numeri di cellulare e ognuna rientrò a casa.
Hope bussò e Lea le aprì la porta di casa con un sorrisone. 
"Alloraaa? Raccontami tutto!"

Hope entrò, si sedette sul divano e iniziò a raccontare il suo bellissimo primo giorno di scuola. 
Aveva conosciuto persone bellissime. 

"Sarà un bellissimo anno, me lo sento!"

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Capitolo 5
*** cap.5 ***


Pranzò e aiutò Lea con i piatti sporchi e sparecchiò la tavola. 

Salì in camera sua e si stese sul letto. 
Era possibile che tutto questo le era realmente accaduto? 
O era tutto frutto della sua immaginazione? 
Aveva trovato un'amica e un ragazzo a cui probabilmente piaceva. 
Forse un periodo felice si stava avvicinando. 

Prese le cuffie e le attaccò al cellulare ed iniziò ad ascoltare 'Stairway to heaven' che era una delle sue preferite. 
Mentre ascoltava la musica, ricevette un messaggio: 

"Hey, sono Eli. Ci vediamo alle 16 vicino al bar Cuori neri (carte). " 

Erano le 15. 
Si alzò dal letto e andò in bagno. 
Si aggiustò il trucco e i capelli, fece uno chignon sbarazzino avvolto da una fascia nera e bianca per tenerlo fermo. 
Scese giù in soggiorno, aspettando che si facessero le 16. 
Così salutò Lea ed uscì. 

Eli era già lì. 

"Aspetti da molto?" le chiese Hope. 
"No, non preoccuparti. Sono appena arrivata." 

Iniziarono ad incamminarsi verso il luogo dell'appuntamento che avevano stabilito con Mike e Luke.

Mike era un ragazzo abbastanza alto, aveva gli occhi che cambiavano con la luce del sole. 
I capelli erano tinti di lilla e vestiva con canotte e jeans stretti. 

Luke, invece era molto alto. 
Bello, biondo e con gli occhi blu. 
Aveva il piercing al labbro, al lato destro con un cerchietto. 
Anche lui vestiva come Mike. 

Arrivate sul luogo dell'appuntamento videro arrivare Luke e Mike da lontano. 
Stavano chiacchierando.

Si incontrarono, si salutarono e si avviarono verso la casa di Ash, passando prima per la casa di Calum.

Bussarono e Cal scese in un batter d'occhio. 
Salutò tutti, Hope per prima. 
Così si avviarono tutti insieme da Ash. 

Arrivati a destinazione, Ash era già a lavoro. 
Stava montando una batteria. 
Salutò tutti e si rimise a lavoro.

Gli altri presero due chitarre e un basso. 

"Questi si che sono strumenti musicali!" pensò Hope.  
Era gasatissima. 

Lei ed Eli si sedettero.

Cal attaccò il suo basso all'amplificatore. 
Lo stesso fecero Luke e Mike.
Ash prese delle bacchette nuove, diede il tempo ed iniziarono! 

Fecero una canzone dei Green Day 'American Idiot' che Hope praticamente adorava.
Anche lei sapeva suonare il basso e la batteria, ma nessuno, a parte Lea ne era a conoscenza. 
Finita quella canzone chiesero un parere alle ragazze che erano strabiliate dalla loro bravura.
"Siete fantastici ragazzi!" 

Dopo le prove Luke propose di andare a prendere un gelato in piazza Duomo, magari anche per fare due passi.

Cal prese Hope sotto braccio e la teneva stretta. 
"Sai che sei davvero bellissima?" le disse dolcemente.
Hope arrossì e sorrise. Senza rispondere. 

Più avanti c'erano Ash ed Eli che ridevano come pazzi, avevano già una bella intesa! 
Ash provò timidamente a prenderle la mano ma subito la tirò indietro. 
Forse, chi sa, per paura o insicurezza. 

Dopo il gelato decisero di tornare a casa, dividendosi.

Mike e Luke presero la metro. 
Ash, Eli, Cal e Hope invece andarono a piedi. 

Passeggiando, Calum chiese ad Hope:
"Qual è il tuo strumento preferito?"
"Il basso e la batteria. So suonarli entrambi." Rispose Hope.

Calum rimase sorpreso, non si aspettava tutto ciò.

Così le sussurrò "Allora non ti lascerò scappare via."
 
 

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Capitolo 6
*** cap.6 ***


Hope lo abbracciò fortissimo. 
Come non aveva mai abbracciato nessuno dopo i suoi genitori. 

Con lui si sentiva protetta e al sicuro. 
Non ricordava quelle sensazioni. 
Era passato tanto tempo da quando le aveva provate l'ultima volta.
Eppure conosceva questo ragazzo da solo un giorno. 
Com'era possibile che provasse già qualcosa per lui?

Intanto Eli e Ash piacevano sempre più ad Hope. 
Li adorava insieme! Erano fatti l'uno per l'altra. 

Erano arrivati sotto il palazzo di Eli. 
Ash la salutò, poi Hope che le sussurrò qualcosa all'orecchio. 
Poi accompagnarono Hope. 

Calum la strinse a se e le diede un bacio sulla guancia. 
Poi Hope salutò Ash.

Appena tornata a casa Lea la accolse con un grande abbraccio come suo solito.
Hope si trovava benissimo con Lea, era la sua migliore amica. 
Era stata lei a crescerla dopo la morte dei suoi genitori. 
Hope le raccontò la giornata e Lea si emozionò. 
"Non ti ho mai vista così felice." Le disse.

Cenarono e Hope salì in camera sua. 
Prese il cellulare per mandare un messaggio ad Eli e notò che c'era un messaggio di Cal.

"Sono stato davvero bene oggi con te, avrei voluto fare qualcosa di più, ma mi sono frenato. 
Avevo paura. 
Paura di rovinare quel bellissimo momento. 
Non voglio perderti, sento che c'è qualcosa di vero tra me e te. 
Qualcosa che non ho mai provato. 
Non vedo l'ora di vederti domani, buonanotte piccolaCuori neri (carte)".

Hope senza accorgersene aveva sorriso.. 
"Come gli rispondo? Aiuto, non sono pratica di queste cose!"

Chiamò subito Eli per raccontarle del messaggio e chiederle consiglio. 
"Rispondi quello che senti." Le disse Eli. 
"Ora devo andare però, mi chiamano per la cena. 
Ti mando un messaggio appena finito. 
Ciao ciccia."

Scrivere cosa sentiva..Ma cosa provava per Cal? 

"So cos'è la paura, la provo tutti i giorni da 5 anni ormai. 
Paura che tutto possa finire da un momento all'altro come mi è già accaduto.
Ma sai una cosa? 
Quella brutta sensazione quando sono con te magicamente scompare. 
Anch'io sono stata benissimo con te, ero felice. 
Dolce notte, a domaniCuori neri (carte)Cuori neri (carte)."

E si addormentò con il sorriso sulle labra dopo tanti anni.

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Capitolo 7
*** cap.7 ***


Si svegliò al suono assordante della sveglia. 
"Devo cambiarlo, questo è troppo assordante" pensò Hope.

Si alzò dal letto e con molta calma si diresse verso il bagno. 
Si sciacquò il viso con acqua gelida e subito si svegliò del tutto.

Oggi aveva particolarmente voglia di andare a scuola. 
Forse per vedere Cal?
Non lo sapeva, ma si era svegliata felice. 

Scese le scale. 
Lea era già in cucina a preparare la colazione. 
"Buongiorno Hope" le disse.
Hope ricambiò il buongiorno e si sedette per la colazione. 
Nel frattempo scesero i due birbanti.
"Buongiorno giovanotti!" disse Hope dandogli un bacino sulla fronte.
Finì e si preparò.

Salutò tutti ed uscì per andare alla fermata dell'autobus dove aveva appuntamento con Eli. 

Chiuse la porta e stava per mettere le cuffiette quando qualcuno le prese i fianchi stringendoli.
"Buongiorno principessa." 
Era Calum.

Hope si girò e gli diede un bacio sul naso. 

"Buongiorno anche a te." Rispose.

Si avviarono insieme verso il luogo dell'appuntamento. 
Per tutto il tragitto Calum tenne il braccio attorno alle spalle di Hope.
Quasi come se avesse avuto paura che lei potesse scappare da un momento all'altro. 

Alla fermata c'erano Eli e Ash.

Ma stavolta c'era qualcosa di diverso: si tenevano per mano.
Era successo qualcosa tra di loro?
Chi lo sa! 
"Indagherò più tardi" pensò Hope. 

Si salutarono ed Eli strise Hope.
"Ti devo raccontare una cosaa" le sussurrò all'orecchio. 
Hope sorrise ed annuì. 

Arrivò l'autobus e salirono. 

Si sedettero ai posti a quattro: Ash ed Eli e Cal e Hope. 

Ash continuava a guardare Cal, sorrideva come un matto. 
"Qui abbiamo una nuova coppia, o mi sbaglio?" disse Cal ridacchiando. 
"O forse ne abbiamo due?" rispose Ash.

Cal arrossì ed Hope abbassò lo sguardo.
"Oooh, ho colpito nel segno." 

Hope si morse il labbro per coprire un sorriso che non era riuscita a trattenere.

Era arrivata la loro fermata, scesero e si salutarono. 
Si diedero appuntamento all'uscita vicino alla casetta del custode. 
Ash ed Eli si scambiarono un bacio veloce e Cal diede un bacio sul naso ad Hope. 

Così ognuno per la sua strada. 

Quando finalmente Hope ed Eli erano sole iniziò il "confessionale".

"Stamattina mi è venuto a prendere sotto casa..è stato dolcissimo. 
Mi ha portato un cornetto e lo abbiamo mangiato insieme. 
Avevo un po' di marmellata sul labbro..
e così lui gentilmente me lo ha tolto..." raccontò Eli.

"Oh Dio, Eli è una cosa dolcissima! 
Siete bellissimi insieme e tu davvero ti meriti un ragazzo che ti dia tutte le attenzioni che ti da Ash!" Rispose Hope.

"Sono davvero felice e davvero devo tutto a te. 
Se non fosse stato per te forse non ci avrei neanche mai parlato!
Piuttosto, ho visto anche te e Cal molto vicini!" 

"Molto vicini..sì, su questo non c'è dubbio.. 
Mi è venuto a prendere a casa e abbiamo camminato tutto il tempo abbracciati.
Lui a me piace molto ma non so, sembra indeciso." Rispose Hope.

Sembrava triste. 
Eli le alzò il viso. 
"Ascoltami" le disse, "Cal è pazzo di te, forse avrà paura di sbagliare qualcosa. Dagli tempo."
Hope annuì.

Nel frattempo entrarono in classe e le prime due ore passarono in fretta.
Dopo di che uscirono per la ricreazione.
Andarono al bar e trovarono un tavolino vuoto, così si sedettero. 

"Posso sedermi con voi?" 
Era un ragazzo: alto, moro, occhi chiari. Era bellissimo.
"Ma certo!" Disse Eli.
"Grazie mille." disse il ragazzo. 
Poi aggiunse: "lasciate che mi presenti, mi chiamo Marco e sono al quarto. Voi?"
"Io sono Hope."
"Ed io sono Eli, siamo entrambe al quarto."

Così si presentarono. 

Il ragazzo fissava molto Hope, le fece anche tanti complimenti. 
"Sei molto bella" continuava a ripetere. "Ti va di andare a prendere un gelato oggi?" propose.

Cosa avrebbe dovuto rispondere?
Doveva rifiutare? Ma no, così accettò.

All'uscita di scuola si incontrarono con i ragazzi.

"Hope ha un nuovo spasimante" disse Eli sghignazzando.
"Ma no dai, è solo un gelato."

Calum rimase pietrificato..
"Lo sapevo, ho sbagliato tutto" disse a voce bassa.

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Capitolo 8
*** cap.8 ***


Andarono alla fermata del bus. 
Nemmeno cinque minuti ed arrivò.

Ash ed Eli si sedettero vicini, Hope davanti ed aveva un posto libero accanto. 

"Non ti siedi?" chiese Hope a Cal.
"Non mi va." rispose lui freddamente. 
"Che succede?"
"Succede che sono un cretino. Ho sbagliato tutto, dall'inizio." 
Calum si sedette, poi continuò "Tu mi piaci Hope, mi piaci tantissimo. 
E non voglio che quel Marco o come diavolo si chiama, faccia il cretino con te. Non voglio."

Hope sorrise, poi aggiunse "Io ti piaccio? Dimostramelo allora."

Calum alzò lo sguardo, guardò nel vuoto e poi guardò Hope negli occhi.
Dimostrarglielo..ma come? C'era solo un modo. 
Continuò a guardarla e iniziò ad avvicinarsi sempre di più, poi si bloccò: 
il loro primo bacio non poteva essere in uno sporco autobus.

"Ecco, lo sapevo." Disse Hope. 
"Sei indeciso ed io odio le persone indecise. 
Sai, io su di te non avevo nessuna insicurezza o indecisione."

Scese alla fermata, non era la sua, ma avrebbe continuato a piedi.
Doveva smaltire il nervosismo.

Mise le cuffie ma i pensieri erano più alti della musica.
Cosa avrebbe dovuto fare?
Chiamò Eli.

"Hoooope! Ma dove cazzo sei?" 
Così le rispose Eli al telefono. 
"Sei scesa di corsa, ma cosa è successo?"

"Calum è un cretino, questo è successo. 
Ha dei comportamenti stupidi che a me non vanno a genio.
Lui mi piace da morire ma si vede che non è lo stesso per lui. 
Io oggi ci vado a prendere il gelato con Marco. Ora come ora di Cal poco m'importa." 

.. davvero non le importava già più di Cal? Com'era possibile?

Si fecero le 16,30. Orario dell'appuntamento con Marco.

Lo vide da lontano. Certo che era proprio bello. 
"Ciao bellezza!" disse lui. "Questi jeans ti fanno risaltare il culo."
Hope rimase sorpresa dell'affermazione. 
"Ciao anche a te" si limitò.

Andarono in una gelateria, Hope prese il cono con i suoi gusti preferiti: pan di stelle e kinder. 

Passeggiando in lungo e in largo, arrivarono ad uno spiazzale con delle panchine.
Ne scelsero una e si sedettero. 

"Hai anche delle belle tette" disse Marco.
"Sei un porco, non sai pensare ad altro? Ti reputavo una persona intelligente."
Gli schiaffò (anche se a malincuore) il gelato sui pantaloni e andò via infuriata. 

Lui si alzò di scatto e le corse dietro, la prese per un braccio e la strinse talmente forte da provocarle un livido.

"Lasciami!" urlò Hope.
"Come ti sei permessa di fare una cosa simile?" rispose lui.
"Sei un porco e te lo meriti!" Rispose Hope urlando. 

Marco spalancò gli occhi e le tirò un ceffone.

Hope staccò il braccio e corse via verso casa.

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Capitolo 9
*** cap.9 ***


Era davvero successo? 
Davvero un ragazzo le aveva messo le mani addosso?

Tornò a casa e salì di corsa in camera sua senza dir nulla.
Chiuse la porta a chiave e si guardò allo specchio. Cosa vedeva? 

Aveva il lato sinistro del labbro inferiore gonfio e violaceo che sanguinava un po' dall'interno. 
L'occhio sinistro aveva la parte di sotto viola scuro e le faceva molto male. 

Andò in bagno. Si sciacquò il viso, disinfettò i tagli e cercò di coprire il tutto con del fondotinta.
Scrisse un biglietto:
"STASERA MANGIO FUORI, CI VEDIAMO PIÙ TARDI." E lo lasciò sul tavolo.

Uscì di casa.
"Ed ora? Dove vado?" pensò. 

Attraversò la strada, fece due passi e lì c'era il palazzo di Eli. 
Citofonò e chiese di poter salire.

Eli era sola a casa ed indossava abiti comodi ed era senza trucco.
Era bellissima anche così, Dio.
Eli vide Hope, spalancò gli occhi. 

"Non dirmi che è come penso, ti prego."
"Mi ha messo le mani addosso."

Così Hope iniziò a raccontare. Tremava ancora. 

Si calmò, Eli delicatamente le tolse il trucco che aveva su e le mise del ghiaccio. 
"Dovrebbe farti sentire meglio" disse preoccupata.

Hope tornò a casa tardi, tutti dormivano. 

Così si spogliò e si mise a letto. 
Il giorno dopo sarebbe stato l'anniversario della morte dei suoi genitori. 
Si svegliò alle 7 come suo solito ma decise di non andare a scuola.
Poi, nelle sue condizioni tutti avrebbero fatto troppe domande. 
Così decide di avvisare Eli e le chiese di non raccontare nulla dell'accaduto. 

Così si riaddormentò.

Si svegliò un paio d'ore dopo, guardò il cellulare e c'erano tre messaggi e due chiamate perse. 
Un messaggio era di Eli, tutto il resto era di Calum.

Calum? Ancora? 

Cosa vorrà mai? 
Lesse il primo messaggio:

"Mi sono preoccupato stamattina a non vederti a scuola, 
poi Eli mi ha spiegato il motivo. 
Per qualsiasi cosa sono qui."

Cosa le avrà detto Eli? Forse gli avrà parlato dei genitori. 
Poi lesse il secondo:

"Ho visto Marco stamattina, sembrava ti stesse cercando. 
Mi ha detto di doverti delle scuse.
Tutto bene ieri?"

Hope fece una smorfia al telefono,  poi rispose:
"Ma che ti frega? Fatti gli affari tuoi."

Poi andò in bagno e si truccò i lividi che le facevano piuttosto male. 
Scese e Lea le chiese di andare a fare la spesa. 
Hope fece un giro per i negozi, comprò tutto ciò che serviva e tornò a casa.

Vicino al portoncino c'era Calum. Sembrava affannato.
"Cosa vuoi qui?" Gli chiese Hope.
"Volevo vederti" rispose Cal. 
Cercava di scrutarle il viso, ma Hope girava la testa dal lato opposto. 
"Ora mi hai vista, puoi andartene." disse. Ed entrò in casa sbattendo la porta. 

Calum abbassò la testa ed andò via.

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Capitolo 10
*** cap.10 ***


Forse aveva trattato Cal troppo male. 
Così posò le buste della spesa sul tavolo e riuscì per vedere se era ancora lì. 
Lo vide da lontano ed urlò il suo nome. 
Probabilmente aveva le cuffie perché non si girò. 
Così Hope iniziò a correre.
Correva velocissima ed era quasi arrivata quando vide una ragazza che veniva dal lato opposto andare verso Cal a braccia aperte, in segno di abbraccio. 

Si fermò a guardare la scena, aveva il cuore a mille. 

La ragazza lo abbracciò e disse "Ciao cuginooo!"

Cugino? Era suo cugino? Ma vai a cagare. Le era venuto quasi un infarto!

Osservò il continuo.
Lui ricambiò l'abbraccio e la ragazza andò verso il marciapiede opposto.

Hope iniziò a correre di nuovo, era sudatissima ed il trucco le era colato.
Raggiunse Calum e gli toccò la spalla.

Lui si girò sorpreso.

"Ti ho trattato male prima, volevo chiederti scusa. 
È una brutta giornata per me e sono triste e nervosa. 
Me la prendo un po' con tutti." disse Hope.

Calum non rispose, continuò a fissarla.
"Cosa ti è successo al viso?" chiese. 
"Nulla, cioè ho sbattuto contro la porta nel buio." rispose Hope balbettando.
"Questo muro si chiama Marco? No perché sai, se è così gli sbatto anch'io un muro sulla faccia." 

Hope non rispose, ma dalla sua espressione Calum capì di aver ragione. 

"Perché ti comporti così con me Hope?" chiese Calum.
"Perché ho paura. 
Io ho bisogno di certezze, certezze che tu non mi dai. 
Io ho paura di perdere tutto quello che ho, tutto quello che sono riuscita a ricostruire in questi cinque anni.
Tu non sai cos'è la paura. Non puoi saperlo.
Non sai cosa significa essere soli. 
Si, soli. 
Ho vissuto così uno schifo tutto questo tempo..
Adesso che ci sei tu va tutto bene. 
Poi quando non ci sei, guarda cosa succede.
Tu mi proteggi, tu non mi fai privare la paura e quando stiamo insieme non mi sento sola.
Io non voglio che tu vada via, ma trattarti male è l'unica difesa che ho. 
Attacco per non essere attaccata. 
E tu sei l'unica persona con cui non vorrei essere così, ma ho paura."

Calum aveva ascoltato tutto attentamente ed aveva capito. 

"Con me non avrai mai più paura."
Le prese il viso tra le mani e la baciò.

Un bacio dolce ed intenso.

Si staccarono e Calum aggiunse "Detto questo, vado a rompere la faccia a quell'imbecille."

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Capitolo 11
*** cap.11 ***


"Ti prego, non farlo!" gli disse Hope.
"Devo. Come minimo gli faccio cadere tutti i denti." rispose Calum indemoniato.

Hope sospirò. 
"L'unica cosa che voglio che tu faccia è stare sempre sempre con me. Promettimelo."

Calum la guardò negli occhi.

"Non ti lascerò mai, come potrei?"

Hope gli saltò al collo abbracciandolo, un abbraccio sentito e vero. 
Uno di quelli che ti rompe le costole ma che ti aggiusta il cuore. 

Calum le strinse le braccia intorno al corpo, erano attaccati l'uno all'altra così come sarebbe dovuto essere. 
Si presero per mano ed iniziarono a camminare, non sapevano dove stessero andando.
Ma ogni posto era "casa" quando erano insieme.

Si fermarono in una zona con delle panchine protette da alcuni alberi. 
C'era un prato bellissimo e decisero di sedersi li, con le spalle appoggiate ad un grosso albero. 
Calum prese il coltellino che aveva sempre in tasca. 
Uno di quelli con mille utilizzi.

Incise i loro nomi su quell'albero.
"Cal e Hope per sempre"

Passarono delle ore forse, non se ne resero neanche conto. 
Tornarono a casa, mano nella mano, scambiandosi dei bacini ogni tanto. 
Sulla strada del ritorno videro Marco al lato opposto della strada.

Calum partì di scatto verso di lui. Hope urlò "Cal!"

Cal si girò. 

"Mi hai fatto una promessa" continuò Hope.

Calum fece un lungo sospiro. 
"Solo perché te l'ho promesso. Ed io mantengo le promesse."

Hope lo guardò, gli sorrise e gli sussurrò "grazie".

Calum le diede un bacio sul naso e continuarono a camminare.
Arrivarono a casa di Hope e lei lo invitò ad entrare.
Lea era seduta in salotto a guardare la tv.

"Lea.. Ehm, lui è Calum.." disse Hope.

Lea si girò di scatto. 
Probabilmente non si era nemmeno accorta dell'arrivo dei ragazzi. 

"Ciao Calum, io sono Lea." si presentò. 
"Piacere di conoscerti, Lea." rispose un Calum sorridente. 
"Noi saliamo un po' di sopra." disse Hope.

Lea annuì e si sedette di nuovo sul divano a guardare la tv. 
Hope fece fare un giro turistico della casa a Cal, poi andarono nella sua camera.
Cal si sedette sul letto ed Hope sulle sue gambe. 

Prima si guardarono per qualche istante poi si baciarono.
Forse fu il bacio più bello di tutti, per entrambi. 

Si stesero sul letto e tra coccole, battute e risate si addormentarono.

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Capitolo 12
*** cap.12 ***


Lea salì le scale perché si era fatto tardi ormai.
Aprì con delicatezza la porta della camera di Hope, come per spiare.
Guardò incredula la scena.

Davvero dormivano?

"Ai miei tempi un ragazzo e una ragazza soli in una camera con un letto facevano di tutto tranne che dormire." pensò. 

Richiuse delicatamente la porta e andò a dormire anche lei. 

Il mattino dopo Calum si svegliò per primo. 
"Ma dove cazzo sono?" disse.
Poi si girò e vide Hope dormire abbracciata a lui. 
Quanto era bella..

Si alzò delicatamente per non svegliarla, aprì la porta della stanza e si ritrovò Lea che lo fissava. 
Sembrava un soldato. 

"Non abbiamo fatto nulla, giuro." disse Calum. 
Sembrava quasi spaventato. 
"Lo so." disse Lea ridacchiando. 

Cal la guardò con stupore, poi iniziò a ridere.

Hope si svegliò per il suono delle risate. 
"Oi, ma che succede?" 
"Nulla, nulla. Tornate a dormire che è presto ed oggi non c'è scuola!" disse Lea.

Hope con gli occhi ancora semichiusi guardò Cal e gli sorrise.
"Sei bella anche appena sveglia, sai?" le disse lui.

Rimasero ancora un po' a letto erano le 9 del mattino ed era domenica. 
Perché non organizzare qualcosa con gli altri?
Sembrava un'ottima idea ad entrambi.

"Io chiamo Eli, tu chiama Luke e Mike." disse Hope. 

Si organizzarono per un picnik. 
Cal e Hope andarono a comprare qualcosa da mangiare, Eli e Ash da bere e Mike e Luke qualcosa per giocare lì. 

Si incontrarono tutti sul luogo dell'appuntamento. 

Ash aveva l'auto del padre. 
Solo lui aveva la patente per il momento. 
Saltarono tutti su e andarono verso l'area picnik.

Stesero una tovaglia ed Eli e Hope prepararono i panini 
mentre i ragazzi facevano qualche tiro di calcio.

Hope raccontò tutto ciò che era successo il giorno prima ad Eli. 
Commentarono l'accaduto e poi se lo lasciarono alle spalle. 
Alla fine dovevano godersi quella bellissima giornata. 

Passarono un giorno bellissimo, tra giochi, risate, divertimento e musica.
E tra Ash ed Eli e Cal e Hope anche carezze, baci e coccole.
Non avrebbero potuto chiedere di meglio!

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Capitolo 13
*** cap.13 ***


I giorni passarono ed il rapporto tra Hope e Cal si rafforzò sempre di più.
Si erano detti "Ti amo."
Perché si, il loro era un grande amore. 

Eli era diventata la migliore amica di Hope e al loro "gruppo" si erano aggiunti altri ragazzi e ragazze. 

Per Hope la vita non era mai stata così felice. 
Il giorno dell'anniversario della morte dei genitori era lo stesso giorno dell'anniversario del primo bacio con Cal.
Due avvenimenti che avevano quasi lo stesso peso per lei.

Arrivarono le vacanze di Natale, poi quelle di Pasqua e tra compiti in classe e interrogazioni terminò anche l'anno. 

Cal, Ash, Luke e Mike avevano la maturità e alla metà di luglio terminarono gli esami e iniziò la loro estate.

La loro prima estate insieme. 
La prima delle tante.

Passarono giorni, mesi, anni.
Hope e Cal erano ancora insieme.

"INSIEME PER SEMPRE" come avevano scritto su quell'albero tanto tempo prima.

Si trasferirono a Sydney e lì si crearono una famiglia.
Ebbero dei bambini, 3 per l'esattezza: 
Anne, che era il nome della madre di Hope; 
Will, il nome del padre di Hope e 
Skylyne che letteralmente significa "orizzonte". 

L'orizzonte sull'oceano di Sydney, la cosa che li aveva fatti innamorare di quella città. 
Quadratino neroQuadratino neroQuadratino nero

"Ciao, sono Skylyne, ho 17 anni e questa è la storia di come si sono conosciuti la mia mamma e il mio papà.
Da grande vorrei avere anch'io una storia d'amore come la loro."

"Bravissima signorina Hood. Le do una A+ per la sua relazione sull'amore. 
Per quanto riguarda l'albero con la scritta? Sa dirmi se è ancora lì?"

"Sì, è ancora lì. 
Zia Eli mi ha mandato una foto l'altro giorno. 
Eccola."

"Hope e Cal
PER SEMPRE."

The End.


ANGOLO SCRITTRICE.

Salve a tutti quelli che hanno letto e seguito la mia storia.
Questa è stata la mia prima fanfiction e spero sia stata di vostro gradimento.
Vorrei iniziarne un'altra, ma prima di fare ciò vorrei sapere cosa ne pensate di questa!
Un forte bacio, alla prossima :)
-Mary

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