Il segreto degli orologi

di _Briareos_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Dubbi ***
Capitolo 2: *** Ricerca di opzioni ***
Capitolo 3: *** Accordi ***
Capitolo 4: *** Notizie ***
Capitolo 5: *** Regalo ***
Capitolo 6: *** Indecisione ***
Capitolo 7: *** Missione ***
Capitolo 8: *** Casini ***
Capitolo 9: *** Riunione ***
Capitolo 10: *** Tentativi ***
Capitolo 11: *** Cambiamenti ***
Capitolo 12: *** Utopia ***



Capitolo 1
*** Dubbi ***


orologio 2121 - base militare di Los Angeles

kirl knute nella sua posizione di comando, controllava lo svolgersi dell'esercitazione del giorno. Dalle prime luci del giorno, il colonnello Knut era intenzionato a preparare i suoi uomini per renderli idonei sui campi di battaglia e non solo. Erano stati forniti nuovi mitragliatori e sensori di movimento in prova per l'eventuale acquisto e la missione del giorno consisteva nel testarli a squadre per poi passare alle prove singole come da programma mensile. Tre squadre da 6 membri l'una si erano sfidate per quattro ore buone e Kirl aveva individuato i componenti del nuovo team che avrebbe spedito in una missione, che avevano superato in maniera positiva il primo approccio con le nuove armi. All'uscita delle squadre, erano iniziate le fasi di allenamento dei singoli individui tra cui spiccava la giovane figlia del colonnello, Deunan.

 Giovane sedicenne, la ragazza era da cinque anni la conosciuta recluta della base militare. Prima addestrata dal padre e successivamente sotto la sua supervisione nella base da lui gestita, si era guadagnata il titolo di 'barracuda'. NOnostante fosse temuta ancor più per il padre, si era presa con le unghie e i denti la stima di molti commilitoni con cui aveva lavorato, ma non l'amicizia. Per il suo carattere difficile, non molti erano disposti ad avere a che fare con la ragazza, nonostante ci avessero comunque provato con lei. Graziosa, un bel corpo tornito dagli allenamenti, bionda e con gli occhi verdi. E come ultimo elemento, era l'unica presenza di sesso femminile nel raggio di kilomentri. Piccolo deterrente oltre il carattere, era che i suoi alloggi essendo l'unica donna, erano nella zona degli ufficiali, quindi inarrivabili da chi non avesse un certo grado.

Nonostante la sua giovane età, molti si chiedevano perchè non si interessasse ad allacciare rapporti meno militari con gli altri suoi coetanei. Nel pub della base si sedeva al bancone e scherzava a volte con gli altri che non avevano timore di rivolgerle la parola tra una birra e l'altra anche se il padre glielo aveva vietato, ma non andava mai oltre e rientrava sempre alla stessa ora nella sua stanza. Più volte molti tra reclute e giovani veterani della guerra avevano provato a intrufolarsi nel bagno dove solo lei poteva lavarsi, sbirciare o rubare la sua biancheria. Credendo erroneamente che almeno una parte di lei più femminile venisse fuori con l'intimo o oggetti quotidiani da ragazze. Ma essendo il padre a gestire tutto, lei indossava roba semplice e simile agli altri, anche se ragazza. A lei quella mise militaresca andava più che a genio, comoda e perfetta per muoversi, la trovava più adatta a sè rispetto a completi e abiti da donne che lei vedeva nelle rare occasioni in cui delegati donne di altre nazioni o di aziende nel settore delle armi e affini andavano da suo padre per accordi politici o finanziari. Le guardava, studiava il loro modo di fare ma non riusciva a comprendere come potessero camminare sui tacchi vertiginosi o con gonne così corte e strette. Indossare  orrendi reggiseni che strizzavano troppo era la cosa che odiava, preferiva le fasce o reggiseni a incrocio che sostenevano ma non stringevano la cassa toracica. Poi ricordava sua madre, come la vedeva abbigliata prima che morisse e si chiedeva cosa fosse stato di lei se non avesse perso l'unica figura femminile della sua vita. Molte volte si era chiesta come gli altri la vedessero e sempre si era data la stessa risposta:

'Una bambina cresciuta fra uomini, in una base militare e sottoposta ad allenamenti durissimi come un uomo adulto non potevano che portare a ciò che era lei adesso'.

I suoi allenamenti potevano durare dalle quattro, alle sei ore al giorno, se non otto. Tutto dipendeva da come si prestava in allenamento e dalle decisioni del padre. Era lui a mettere la parola fine alla giornata, come la chiamava. Per Kirl la giornata erano gli allenamenti e la fatica di diventare sempre il migliore rispetto al nemico. 'Bisogna essere pronti, con la testa e con i muscoli. Cercare di anticipare il nemico per non cadere per primo e fidarsi del proprio istinto se la situazione si fa critica'. Parole ripetute per anni che ormai lei, ne aveva fatto un mantra di vita.

"Kirl, per oggi direi che tutti ci siamo allenati a dovere. Fra poco arriva il comandante della guarnigione a nord per quella faccenda di New York."

Kirl Knut, dalla sua postazione sopraelevata della zona addestramento, staccò per la prima volta gli occhi da oltre il vetro per scrutare l'orologio. Da quando era entrato in quella stanza, erano passate sei ore, quattro di addestramento per le nuove armi e due per i singoli. A causa dell'arrivo dell'ospite, era stata data solo mezz'ora a ogni elemento che Kirl doveva far allenare. Deunan era stata l'ultima e si trovava in quel momento ad atterrare il quinto uomo dopo otto minuti dall'inizio della prova. QUando il colonnello si accorse dell'ora, si voltò verso il giovane che gli aveva rammentato l'incontro e dopo pochi secondi dall'averlo scrutato, fece segno di assenso con la testa.

"Bene allora. Occupatene tu, Briareos"
dirigendosi verso la porta

Prima che il giovane potesse premere l'interruttore per avvisare del termine dell'esercitazione, Kirl si voltò con la maniglia in mano ma senza aver aperto la porta.

"Briareos, spero che non mi abbia ricordato l'incontro solo adesso perchè cè Deunan in allenamento. Per oggi che non posso supervisionare finiamo prima, ma mi auguro tu non l'abbia fatto per darle una mano. Ho notato come vi siete avvicinati e vorrei non facessi favoritismi per secondi fini."

Poi aprì la porta e uscì, chiudendo la porta dietro di sè. Il ragazzo rimase a fissare la porta, poi, pigiò il pulsante per il microfono e avvisò tutti coloro che si trovavano di sotto di andare a riposare e che avrebbero continuato l'indomani. Briareos era elemento che Kirl Knut aveva iniziato a considerare come sua spalla dal giorno del suo arrivo nel 2116, quando ottenne l'accettazione per entrare in America e fu scelto proprio dal colonnello. Dati i suoi trascorsi e il suo curriculum, era stato considerato da subito dall'uomo come il più meritevole di fiducia, che aveva continuato a guadagnare giorno per giorno. TUttavia Kirl si era reso conto dell'avvicinamento del giovane con sua figlia da qualche tempo. Era uno dei pochi, se non l'unico a suo avviso, che la figlia considerava in tutta la base. NOnostante si conoscessero da più di cinque anni, si era reso conto solo in quel'ultimo anno di qualcosa che non gli andava a genio di Briareos. Proprio riguardo Deunan.


Breareos dal canto suo, era ben visto e rispettato da tutti. Per il suo carattere e modi di fare, non cèra nessuno della base cge non lo cercasse per una birra o una notte al pub a ridere e scherzare, anche dopo un allenamento a due che poteva sfociare in una sfida personale. Briareos riusciva a farsi amici tutti, anche se la sua schiettezza poteva far storcere il naso a molti. Il suo aspetto e la serietà che emanava normalmente non avrebbero mai fatto pensare a un giovane militare di soli ventiquattro anni, quasi venticinque. La sua preparazione non era da meno dei veterani più grandi e per questo Kirl preferiva affidare a lui una squadra per le missioni delicate, e nell'ultimo anno nella squadra di Briareos Kirl aveva inserito anche sua figlia.

Nonostante si conoscessero da prima, i mondi e le età diverse non avevano fatto creare interessi nei due ragazzi dal solo saluto militare. Tuttavia, da quando Deunan aveva compiuto sedici anni, festeggiato da tutti al pub come fatto insolito in una base,  qualcosa in Deunan era cambiata nonostante Briareos e lei non avevano mai fatto nulla che potesse destare la preoccupazione del colonnello. Ma ormai l'uomo sapeva che sua figlia, dallo spirito indomabile anche per lui e incline ad ascoltare lui o un adulto, era diventata abbastanza grande da poter fare stupidate. Colpi di testa e atti di insensato eroismo durante le missioni erano ormai all'ordine del giorno da parte di Deunan e all'inizio Kirl credette fosse un naturale senso di ribellione adolescenziale. Successivamente, nella squadra con Briareos, si era reso conto che questi atti erano in parte diminuiti ma solo perchè, a detta di molti membri del gruppo e altri commilitoni che lui interrogava, Briareos la seguiva e controllava anche se a volte la pazzia come la chiamavano loro, poteva accadere. Che fosse in una sparatoria, in un pedinamento, cecchinaggio o altra azione, lei ascoltava solo Briareos e passavano gran parte del tempo insieme, ma se Deunan si metteva in testa qualcosa era difficile fermarla. Molti riportavano solo momenti di dialogo amichevole tra di loro, nulla di che, altri invece segni che al colonnello non piacevano minimanete.

Anche se chiamato a rapporto, Briareos aveva risposto brillantemente a tutte le domande e non aveva rivelato nulla che avesse messo in allarmi il generale più di tanto. Si fidava del ragazzo e saperlo in atteggiamenti ben oltre il professionale con la sua stessa figlia lo avevano reso di pessimo umore in qualunque circostanza. VOleva far finire tutto sul nascere, se davvero qualcosa poteva esserci e il colonnello aveva intenzione di parlarne con la figlia. Ma quell'avviso all'ultimo momento e proprio durante l'esercitazione di Deunan, avevano portato il colonnello a porsi di nuovo domande. Più volte Briareos aveva chiesto al colonnello meno polso fermo sulla figlia e una maggiore considerazione prorio perchè ragazza e di giovanissima età. Erano a volte entrati in conflitto proprio sulla ragazza, e ormai Kirl aveva quasi i pezzi del mosaico al loro posto. Voleva però non giungere alla conclusione che dopo tanto pareva ovvia e avviare una punizione disciplinare su entrambi, con ovvie conseguenze professionali e di vita all'interno della base.

Quando tutti furono usciti per recarsi negli spogliatoi, Deunan trovò nel corridoio appoggiato al muro Briareos. Rallegratasi anche se visibilmente stanca, lo raggiunge con una leggera corsetta e lo salutò ocn una pacca su un braccio. Briareos però la fissò serio e staccandosi dal muro le disse solo una cosa, che fece sorprendere Deunan.

"Dobbiamo parlare, è importante. Fatti trovare al nostro posto tra mezz'ora. Ti spiego tutto lì, occhio alle spalle".
andando via e lanciando la ragazza nel corridoio a fissare la sua schiena senza capire.







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Capitolo 2
*** Ricerca di opzioni ***


fic 2 parte 2 Deunan percorse mezza base per andare nella doccia a lei riservata e la cosa la faceva incavolare. GLi uomini avevano una costruzione solo di docce per loro vicino la zona addestramento e a parte ogni camerata aveva un bagno, anche se andava condiviso con ogni membro di quella stessa camerata. Da un canto, lei era felice di usare il bagno da sola  ma la lontananza era più stancante dell'addestramento. Per giungere in camera sua o andare al bagno doveva uscire dala zona addestramenti, superare l'edificio degli uffici generali per i militari, quello della mensa, della cappella, dell'infermeria, dei rifornimenti e andare dall'altro lato dell'area militare per trovare il più elegante e ben tenuto edificio degli ufficiali dove lei alloggiava. Di ufficiali ve ne erano solo tre di  cui suo padre era il comandante in assoluto. Aveva un piano solo suo e per la figlia erano riservati una stanza bella grande con bagno annesso e una doccia solo per lei a parte. Un piano per gli altri ufficiali e uno prevedeva gli uffici personali. QUindi, quando loro erano impegnati, l'edificio era in un certo senso vuoto a parte le guardie che controllavano chi entrava o che pattugliavano i corridoi.

QUando arrivò alla zona doccia vicino la sua camera, Deunan sospirò e cercò di rilassarsi. I muscoli tesi le facevano ancora male ma quando l'acqua calda le bagnò la pelle, il tepore giunse in profondità dandole sollievo. Dopo parecchi minuti a massaggiarsi i muscoli, la ragazza si sentì meglio  e il suo umore iniziò a cambiare. Ma cosa le disse Briareos la fecero riflettere. Voleva a tutti i costi sapere cosa era accaduto e si asciugò e rivestì in fretta e furia.

Il 'loro posto' era situato nella parte posteriore del capanno degli attrezzi. Così chiamato perchè vi si conservavano gli oggetti usati nelle esercitazioni che non fossero le armi. Sacchi di sabbia, finti ostacoli ect erano in un piccolo edificio incastonato tra l'infermeria e l'edificio dei rifornimenti. Era nella parte posteriore di questi due e non visibile dalla zona percorribile. Il capanno era addossato al muro di cinta e attorno non transitava mai nessuno tranne i giorni pesanti del mese quando Kirl decideva di cambiare la zona di addestramento.

L'infermeria non era sempre aperta, l'addetto che fungeva da medico era anche l'addetto alle archiviazioni cartacee, messo a forza per risparmiare uno stipendio. COnsiderato che non faceva nulla in infermeria per buona parte della giornata se non vi erano infortuni o qualcuno che cercava il medico, l'addetto doveva sorbirsi ore di archivio documenti e di certo non gli interessava controllare chi gironzolava attorno all'infermeria. L'ìedificio dei rifornimenti era attivo solo due giorni a settimana e solo con autorizzazione, le sue porte venivano aperte per prelevare quello che necessitava, e anchè lì a parte due guardie davanti, non vi erano curiosi.

COme sempre, Deunan sgattaiolò vicino l'infermeria e la superò infilandosi nel piccolo passaggio tra questa e l'edificio dei rifornimenti e giunse in fondo, trovando a pochi metri il capanno. COntrollò bene ogni angolo attorno a sè, poi si avvicinò alla porta e la aprì, nascondendosi all'interno. La luce del sole penetrava da due finestre a vetri 'a piramide', così chiamato perchè invee di essere messi in successione erano incuneati negli angoli a creare come una piramide lunga che permetteva un maggior gioco di luci all'interno. In fondo al capanno, Briareos era come le altre volte disteso di schiena su un telo con gli occhi chiusi ma non dormiva. Infatti la salutò poco prima che si avvicinasse e si mise seduto mentre Deunan controllava per l'ultima volta che nessuno l'avesse seguita.

"Finalmente sei qui...."
bisbigliò lui allungandole una mano

"Bri..."

"VIeni qui...."
indicandole di sedersi sulle sue gambe

Deunan si mi se cavalcioni e lui si mise a ridere per la testa dura della ragazza. Faceva sempre quello che voleva. Le carezzò la schiena e poi la baciò a lungo.

"Devi dirmi che succede"

"Fra qualche minuto"

"Adesso"

"Non ci vediamo da ieri e mi liquidi così?"
irritato ma non troppo

Lei rise e lo baciò di sua iniziativa con foga finchè non lo fece distendere sulla schiena. GLi baciò una guancia e disse

"Volevo prima togliermi il dente"

"Sarà un dente molto fastidioso....."

"Cazzo, allora è mio padre...."
alzandosi e sedendosi sul suo busto mentre lui le teneva la vita

"Credo che voglia dividerci"

Rimasero a lungo a fissarsi in silenzio, la luce che giungeva nel loro angolo non era piena ma in penombra riuscivano a vedersi comunque bene. Lei abbassò gli occhi con aria disgustata.

"QUindi lo ha capito? Ci ha scoperti?"

"Non posso darti la conferma ma...oggi mi ha detto chiaro e tondo che sa qualcosa. Ho paura che voglia prendere provvedimenti su uno dei due. O entrambi...."

"Non lo permetterò"

"E cosa vuoi fare, andare da lui e dirgli cosa pensi confermandogli i sospetti?"

Deunan si morse il labbro consapevole dell'errore. Si alzò e andò ad appoggiarsi alla parete di pronte per pensare. Briareos la raggiunse e l'abbracciò. Carezzò con la punta del naso una guancia di Deunan e poi le posò le labbra sulle sue, senza baciarla. Lei alzò gli occhi verso i suoi ma non si mosse. Poi lui completò il bacio attirandola a sè e le accarezzò la schiena.

"Bri....se lui dovesse decidere di dividerci che cosa potrebbe accadere?"

"Potrebbe spedire uno dei due in qualche posto o dividerci in squadre diverse. Potrebbe anche decidere di farti allenare solo la notte senza nessuno intorno. In quel caso io non potrei più vederti a meno che non scappi per venire qui...:"

"No..."
stringendosi a lui

"Ci sarebbe un modo per sistemare le cose ma..."

A quelle parole la ragazza alzò la testa e lo fissò confusa.

"Spara..."

"Ci osno due opzioni. O riusciamo a convincere tuo padre che insieme siamo un'ottima squadra oppure ce ne andiamo noi"

"Anche una terza, creare una falsa missione e sparire prima di tornare qui"

Deunan fece un sorriso a trentadue denti e Briarios rise un pò sconcertato. L?intelligenza di quella ragazza lo sorprendeva sempre e anche quello era un motivo per cui ne era attratto.

"Mh, anche questo. Si. Dovremmo decidere allora cosa fare"

"Andarcene noi in che senso?"

"La Swat americana ogni anno accetta reclute. Potresti essere una di quelle, io potrei riuscire a farmi trasferire come...addestratore o come membro effettivo di una squadra"

"Si ma...se non sbaglio nelle loro regole non è possibile avere relazioni tra commilitoni?"

"Che io sappia tra un superiore e un subordinato"

"Bravo, io entro come recluta e tu come addestratore o membro effettivo. E che abbiamo concluso?"
voltandosi di lato depressa

"Si ma tra un paio di anni questo sarà perfetto. Magari entri solo tu e io cerco qualche base militare come questa, così sarebbe perfetto"

"Davvero, e quando potremo vederci?"

Deunan aveva ragione e Briareos lo sapeva. IN luoghi differenti sarebbe stato impossibile vedersi come volevano e l'incognita della Swat sulle relazioni del loro membri era una opzione che meritava una risposta.

"E sul convincere tuo padre?"

"mh....."

"Parlargli solamente non se ne parla vero?"

"No, a meno che non si trovi il modo di fargli mettere in testa l'opzione delle coppie nelle missioni. Sai, addestramento a coppia come l'europa. IN America non si usa ma potremmo essere famosi per questo e mio padre potrebbe avere accordi vantaggiosi se si decide a modernizzare l'idea di...."

"E chi glielo dovrebbe proporre? Io? TU? Lo capisce subito...."

Sbuffarono in simultanea. Avevano idee brillanti ma nessuna opzione su come metterla in pratica.

"E se li mettessimo insieme bimba?"

"E come...."

"POtremmo proporre in qualche modo una missione particolare a coppie, fare in modo che tuo padre accetti l'addestramento come per l'europa come opzione per squadre più assortite e poi scappare appena si ha l'occasione. Al massimo possiamo rifarci con la Swat tra due anni. Intanto tentiamo...."

Il piano piacque a Deunan. Era una possibilità? Ce l'avrebbero fatta?

"Ma come facciamo a far avere a mio padre una missione che prevede una coppia e convincerlo a iniziare gli addestramenti? E far scegliere noi due?"

"Forse conosco la persona giusta ma....per ora non pensiamoci"
tornando a baciarla

"Bri...."

"Mh..."

"Riguardo quel discorso dell'altro giorno...."

"No aspetta Deunan, io...."

"No, sono stata io a tirarlo in ballo e ora ti do la risposta. Davvero."

"Non dovrei lo sai bene"

"Bri, ho sedici anni e mezzo. Fra pochi mesi ne ho diciassette. Cosa vuoi che cambia. Sono io che lo voglio"

"Proprio perchè sei ancora piccola che io preferisco evitare"

"DOmani o magari tra un anno può accadere qualsiasi cosa. POtremmo non vederci più, potrebbero dividerci o peggio cercare di ammazzare mio padre e prendere me. COn il veleno magari. Non voglio allontanarmi da te e ti voglio come mio partner di lavoro. Bri..."

"Anche io Deunan. E ho capito cosa vuoi dire. Però, preferisco prima sistemare questa situazione. Ne parleremo con calma quando tutto sarà sistemato."
carezzandole una guancia.

"Promesso? Non è che poi ti rimangi le cose?"
guardandolo in cagnesco

"Eheh sei proprio buffa. E' per questo che ti adoro"
schioccandole un bacio

"COme iniziamo per..."

"CI penso io più tardi. Forse ho un amico che  può aiutarci. Ti fidi di me?"

"Ora e per sempre"
sorridendogli

"Resta un pò qui con me. Solo un pò"

Distendendosi con lei sul telo abbracciati, mentre la vita all'interno della base militare continuava con i suoi ritmi.

"Colonnello, mi spiace ma non siamo riusciti a trovarla"

"Accidenti. Lo sapevo. Cercate fuori le mura, quella ragazzina è capace di questo ed altro"

"Ha intenzione davvero di fare...."

"Capitano,  faccia solo cosa le ho chiesto. Mi porti mia figlia".

"Solo una cosa Signore. Davvero presto questa base non esisterà più?"

"A quanto pare verrà smantellata per altra destinazione. E non mi hanno dato altri incarichi. Ho il presentimento che prima o poi chi vorrà seguirmi diverrà membro di un'organizzare para militare non ufficiale. Diverremo mercenari addestrati. Ma sempre mercenari...."

"Ho capito, vado a cercare sua figlia...."
uscendo dall'ufficio

"Cosa devo fare con te Deunan? QUando capirai che lo faccio per te?"



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Capitolo 3
*** Accordi ***


fic2 cap4 Briareos camminava fischiettando verso il pub sovrappensiero. Entrò, scrutando ogni sedia e ogni angolo, finchè non trovò cosa cercava. Si avvicinò all'angolo più nascosto del locale e si sistemò sorridendo al tavolo. L'occupante lo guardò come se lo avesse offeso o molestato e tornò a bere alzando gli occhi al cielo.

"No, non puoi essere te...dimmi che sei un'allucinazione per l'alcool..."
bofonchiò l'uomo quasi disgustato

"Invece sono io. NOn sei felice di vedermi? Sono venuto per un favore..."

"Ah no.  L'ultima volta sono quasi finito nei guai, amico. Sei abituato a lavorare da solo, senza pensare a chi ti porti dietro."

"Non più Gigars. Sai che lavoro con Kirl da parecchio tempo ma lo sai già. Sei qui grazie a me. Ho fatto anche in modo che tu potessi avere non solo la tua pensione di veterano ma di esperto ben retribuito. Vecchio mio, mi devi molto...."

"Smettila di fissarmi con quella faccia strafottente.Se vuoi il mio aiuto, convincimi che ne vale la pena."

Briareos ordinò per sè e rimase a fissare l'uomo divertito. Gigars era un suo ex superiore ai tempi del suo arrivo in America. L'accettazione  da parte del governo di un ex membro del Kgb non era una cosa di tutti i giorni e per verificare che non fosse una spia o un ricercato russo era stato affidato il caso al Colonnello Gigars. Era stato lui ad affiancare Briareos i primi due mesi fino alla consegna dei documenti. Poi erano rimasti in contatto ma Briareos non si era mai unito a nessun gruppo militare governativo. Da quella volta, erano rimasti ottimi amici che si erano scambiati aiuto reciproco.

"Ti posso solo dire che è molto importante. Per me. Vuoi aiutarmi o no?"

"VOglio il perchè. Il motivo per cui tu stai cercando me. Non è per una cosa da niente, non saresti venuto con le capacitò che ti ritrovi. Quindi, scomodarti dai tuoi impegni da braccio destro di Kirl per cercarmi...questo è strano!"

"Non sei cambiato...eheh.  Ok, posso solo dirti che è per me e per una persona. Contento? Allora, mi aiuti?"

"Non vale così, ragazzo. Non fare il furbo con me. Qualcun altro....Di certo non è Kirl.  Allora chi è? Se non me lo dici puoi scordarti che io muova un dito per un testa dura come te..."
scolandosi un altro bicchiere di liquore

"Gigars, fidati di me...aiuta me e una persona importante per me...tutto qui."

"Ah, diavolo. E' una donna? Non dirmi che è per una donna...."
rovesciando nella foga un dito di liquore rimasto nel bicchiere

Briareos non rispose ma continuò a bere cercando di evitare spiegazioni superflue. Ma sapeva che a lui non sfuggiva nulla, anche se cercavi di nasconderglielo.

"Briareos,  prima dimmi cosa vuoi e deciderò se aiutarti o meno sapendo per chi lo fai.."

"Non cè modo di smuoverti senza spiegazioni vero?"

"Spiegami..."
prendendo il nuvo bichiere colmo di liquore che un inserviente aveva messo sul tavolo

"Ho bisogno di una missione molto particolare...vorrei che venga richiesto a Kirl un compito a squadra a coppia come per l'europa, così che lui possa adottare questa opzione di addestramento. Una missione semplice ma che richieda due sole persone. Puoi riuscirci?"

"Devo creare una missione dal nulla perchè kirl posa accettare l'opzione delle coppie e non per i gruppi a quattro o sei elementi? Da dove ti viene questa novità?"

"Questo è quello di cui ho bisogno. Ti ho risposto. Adesso dimmi se puoi farlo o no..."

"Manca solo una cosa. CHi è la persona per cui fai questo. Uno come te, per come ti conosco, che fa tutto questo per una persona. E dalle esperienze direi una donna. Ma chi è? Dove l'hai conosciuta..."

"Ora vuoi troppo Gigars.  Non credo te lo dirò"

"Briareos, se ti dicessi che potrei fare cosa chiedi..."
cercando di convincerlo

I due uomini si guardarono sorridendosi, poi ripresero a bere senza dire nulla per diversi minuti. Come per studiare la situazione. Alla fine Briareos sospirò e decise di spronarlo.

"Gigars, anche se ti dicessi chi è, la cosa non cambierebbe. Vogliamo andar via di qui e crearci un nostro futuro o rimanere e rendere per noi vivibile la vita come militari sotto la direzione di Kirl. Se questa cosa andrà in porto, Kirl potrebbe cambiare idea e adattasi agli standard stranieri che sono anche i nostri. E' troppo ancorato agli aspetti militari americani  governativi del secolo scorso. Io stesso ho sempre cercato di fargli capire che ogni persona necessita di un addestramento consono alle proprie capacità e migliorare quelle prima di insegnare nuove tecniche. Lui invece vuole mettere tutti insieme e prepararli come fossero copie. Su alcune cose io e Kirl siamo in disaccordo, è per questo che voglio spronarlo in questo modo."

"Si, ho visto anche io che ancora addestra in quel modo. Sembrava di rivedere me con i miei compagni quando avevo sedici anni. Cazzo, che ricordi. Alla fine eravamo così sfiancati tutti quanti da non sapere cosa avevamo fatto tutta la giornata. Si tende a isegnare tutto per essere preparati su vari fronti, ma alla fine non sai mai per cosa sei veramente portato sul più bello. Sono contento che tu voglia mettere qualità ma non è soloi per questo. Quindi te lo richiedo. Chi è questa donna? Tu che fai questo per una femmina. Deve essere una spia. una femme fatal. Voglio saperlo."

 "Non posso dirtelo, mi spiace"
finendo il suo bicchiere

"Spiacente ragazzo, ma dovrai dirmelo."

Briareos ordinò un altro drink e fece segno all'uomo che non lo avrebbe detto. In quel mentre passarono alcuni commilitoni che tra rise e scherzi prendevano in giro una persona, che attirò l'attenzione di Briareos che iniziò a guardarli in cagnesco.

"Credevo di trovarla qui, quella stronzetta! Mi ha stirato il braccio..."

"Ahahahah il barracuda non perdona!"

"La prossima volta che finiamo ad allenarci insieme, le faccio vedere io...!"

"E poi con il colonnello come la metti?"

"Naaa...se io metto sotto quella mocciosa e le faccio fare brutta figura, suo padre se la prenderà con lei....ahahahahah"
sedendosi con gli altri per bere

"Questo è vero, ma l'hai visto come è sadica? Te lo ritorce contro poi... io eviterei"

"Ormai ho deciso. Per oggi, brindiamo..."

"Tsk...perchè devono considerarla solo per le apparenze, sono degli idioti..."
bofonchiò Briareos istintivamente prendendo il bicchiere di nuovo pieno

Gigars si accorse del commento e continuò ad ascoltare quei ragazzi.

"Ho sentito dire che la stronzetta potrebbe andare via..."

"Si è vero. Verrà mandata via da suo padre. Sarebbe un'ottima cosa. E' una piaga averla qui..."

Briareos si mise a fissarli sorpreso, quasi sconcertato. Per sentire meglio si spinse in avanti con i gomiti sul tavolo ma urtò il bicchiere che quasi si rovesciò.

"Se la manda via non ci sarebbero più donne qui dentro. Ma infondo Kurt ha ragione, essere messo al tappeto da quella non è divertente"

"Secondo voi la rimanderà a San Francisco?"

"Chi lo sa, stiamo a vedere...pare che ci siano novità grosse..."

Il nervosismo prese appieno Briareos, che lo portò a sbattere il bicchiere e salutare l'uomo per la notizia appena appresa. Ma Gigars lo fermò.

"Aspetta. Resta qui..."

Briareos fissò Gigars, cercò di calmarsi per poi tornare a sedersi dandosi dello stupido per quella sfuriata improvvisa. Gigars osservò ancora i ragazzi e mutò di umore.

"Ragazzo, voglio che tu sia sincero. E' una femmina la persona importante per cui fai tutto questo?"

Briareos lo fissò seriamente, si adagiò sullo schienale e rispose affermativamente alla domanda come uno afogo.

"E' la figlia di kirl vero?"
bisbigliandolo piano

Briareos si voltò a fissarlo sorpreso, non sapendo cosa dire. Quella sorpresa misto a paura che leggeva nel volto del ragazzo davanti a lui, diedero a Gigars la conferma che aspettava.

"Cristo santo, Briareos. Spero sia uno scherzo. La figlia di Kirl? L'uomo con cui hai lavorato per anni come amici e che ti ha dato una motivazione per essere quello che sei ora..."

"Non voglio paternalismi da te. Non sono uno stupido, so cosa sto facendo."

"Lo spero, perchè altrimenti non ti riconoscerei assolutamente. E poi non è una ragazzina? Sei fuori di testa?"

"Hai mai avuto esitazioni nel fidarti di me?"
avvicinandosi all'uomo nonostante fossero uno di fronte all'altro.

"Mai, ma perchè sei tu. Se arrivi a raggirare kirl in questo modo...e per via di sua figlia.... Kirl vi sta col fiato sul collo vero?"
accendendosi un sigaro e sistemandosi sulla sedia per ascoltare

"Vuoi davvero sapere ogni particolare? Se ti ho chiesto quel favore è perchè non voglio fare nulla per evidenziare i miei piani"

"...ma se non spieghi  non posso aiutarti.  E poi, sono curioso di sapere come ha fatrto quella ragazzina  impossibile identica a suo padre a portarti a tali rischi...nonostante hai conosciuto tante donne"

Briareos alzò le mani in segno di resa. Il suo vecchio superiore sapeva come leggere le persone. Briareos gli chiese di non parlarne e spiegò brevemente quello che era accaduto per prendere quella decisione. Si chiese se liberandosi finalmente con qualcuno non si stesse scavando la fossa da solo. Ma chiedendo un favore a quell'uomo, era sottintendo che si fidasse da prima.  Mentre parlava si rese conto di quanto volesse la vita che lui e Deunan descrivevano sempre l'uno all'altra quando parlavano. Quanto Deunan volesse il suo futuro nelle sue mani e che lui, senza sapere prima il motivo, voleva esaudire ciò. Discutendo con Gigars aveva capito che stava facendo qualcosa alle spalle del suo pari, Kirl, per potersi sentire felice con sua figlia. Una ragazzina era stata capace di portarlo a tanto. E Gigars gli chiese alla fine, se tutto fose andato a buon fine, per loro due cosa sarebbe stato.

"Gigars, ti è mai capitato di conoscere una persona e sentirti così tanto legato da voler dividere le giornate e il tempo con lei?"

"Mh...se fosse capitato non sarei qui a ingurgitare alcool e fumare, non credi?"

Briareos rise e gli diede ragione. Quell'uomo era il classico militare che se non aveva l'obbligo di sposarsi, non lo faceva mai. Viveva per regole e stellette. Ma non era il caso di Briareos. Non era come kirl e questo portava i due a scontrarsi sulle decisioni.

"Per quanto al kgb ci avessero provato, nessuno era riuscito a rendermi il robot che sfornavano ogni anno. E' per questo che ho ucciso il mio superiore.. ma per un caso. NOn era mia intenzione. QUando capì quale sarebbe stata la ima vita, unito all'incidente in cui il mio superiore ha perso la vita, sono scappato. All'inizio qui vedevo tutto identico alla Russia ma...quando ho conosciuto Kirl ho aperto gli occhi. NOn del tutto....io non sono come te o Kirl. E l'ho finalmente capito. E' stata Deunan a renderlo possibile. Ci credersi? NOn posso spiegarti cosa significa lei per me ma... se mi chiedi...se ne vale la pena per quella ragazza...sono pronto a rifarlo altre mille volte."

L'espressione seria del ragazzo, portarono Gigars a tirare un'ultima aspirazione al sigaro e lasciarlo uscire alzando la testa, fissandolo. Fissava il fumo danzare per aria e pensava. Rifletteva. Alla fine, prese il bichiere, tracannò in un sorso quanto rimaneva del liquore e guardò negli occhi Briareos.

"Se davvero per te significa futuro, lo farò. Ma bada bene...solo perchè sei tu...e prego Dio che per quella ragazza non finisca tutto a puttane..."

"Briareos...."

Il Capitano chiamò Briareos urlando dalla porta del pub. Lui e Gigars rimasero interdetti per essere stati visti insieme ma l'uomo rassicurò sottovoce il ragazzo e gli disse di andare. Si salutarono e Briareos prima di uscire gli disse piano di non dimenticare cosa si erano detti. Era una richiesta personale. Da amico ad amico. Gigars fece cenno di assenso e tornò a bere, mentre Briareos uscì dal pub per ascoltare il Capitano.

"Il colonnello ti vuole. Ti aspetta nel suo ufficio".

Briareos si chiese perchè il suo amico e pari lo stesse cercando. Se di nuovo per Deunan, non sapeva come sostenere ancora la versione della volta prima senza lasciarsi andare alle emozioni. NOn sapeva ancora controllarle e ne aveva avuto prova poco prima quando quei ragazzi parlavano di Deunan. Cosa che fece capire a Gigars chi fosse la persona per lui importante.
QUando arrivò nell'ufficio di Kirl, lui stava parlando al telefono. QUando finì, gli chiese di sedersi sulla poltroncina e attese che l'amico si fosse accomodato.

"Briareos, ti ho chiamato per informarti sulla discussione con il Colonnello Vrobis. Vuoi il riassunto o la discussione completa..."

"Mi conosci, dammi il riassunto"
sorridendo

"Bene, in pratica...fra un paio di mesi possiamo trovarci per strada..."

Briareos mostrò sorpresa e chiese spiegazioni maggiori. Alla fine chiarito tutto, Kirl gli chiese un parere, cosa che il ragazzo non tardò a dare.

"Abbiamo lavorato per questa base, se ci impegniamo da oggi possiamo avere le spalle coperte quando ciò accadrà. Hai detto che non è sicuro ma altri già hanno subito il taglio. Direi che pensare a qualche miracolo di questi tempi è stupido. QUando vuoi iniziamo..."

"Eheh, sapevo che lo avresti detto. POtrei anche dirti provvedi a tutto tu, ma insieme abbiamo lavorato per questo progetto e insieme sistemeremo questo casino che vogliono farci piovere addosso. Domani però ne parleremo meglio. Un'altra cosa prima che vai...ho dato a Deunan un nuovo ruolo nella tua squadra.  Adesso il suo ruolo è come membro in seconda, prepara per bene nelle esercitazioni domani."

"COme mai questo cambio di vedute? la ritieni già pronta?"

"P'er il momento si,  ho visto che ti ascolta e che la controlli in missione per bene. Se continui così frenerai i suoi colpi di testa."

"Ricevuto..."
alzandosi dalla poltroncina

"Briareos..."

Briareos si voltò verso l'amico e si rimise seduto. Aveva intuito che la conversazione non era affatto finita e questo non gli piaceva.

"Ti ricordi quando ci siamo conosciuti la prima volta?"

"Certo Kirl. Io dopo il visto per rimanere qui in America, mi misi in proprio e continuai il mio lavoro da professionista. Lavoravo da solo e il governo aveva iniziato a ripensare all'errore fatto. MI stavate tutto col fiato sul collo e accidenti... quanto ho faticato nelle mie missioni per evitarvi..."

"Quando Lewis e Clark fallirono la prima volta, chiamarono anche me. Ho spiato loro e controllato te e all'inizio ti eri fatto prendere. Però li hai gabbati. Bella la mossa del costume da bagno"

"Mi è costata parecchio...quanto avrei voluto rompere le loro teste l'una contro l'altra. POi sono scappato e nella missioni per eliminare la ministra ho conosciuto te..."

"Briareos, vorresti dire che te ne sei pentito?"

Direi di no...NOn avevo mai avuto un nemico come te. Ci siamo ritrovati alla pari da soli. QUando mi hai detto 'lascia perdere il libro professionista e vieni a lavorare per me' pensavo stessi cercando di farmi perdere la concentrazione. Invece eri serio...."

"Dovevi venire con me...non avevo mai conosciuto un professionista del tuo livello. Ho fatto la cosa giusta..."

"Si, peccato che poi mi hai messo a fare da bodyguard per tua figlia..."

"Ahahahaha...era stato il tuo primo compito sotto la mia direzione...quanto tempo è passato."

"Non mi poteva proprio vedere. E' per questo che mi hai mandato poi a lavorare per questa base e tu l'hai addestrata a casa?"

"In parte. Eri l'unico che poteva sostituirmi. E hai fatto un ottimo lavoro"

"Già...ci ho messo del tempo però...la cosa interessante è stata quell'idea di addestramento speciale a tue spese come ringraziamento..."

"Suvvia...Sei stato via un anno. Ma guardati, ora sei uno specialista coi contro fiocchi..."
ridendo

"Sono contento di quell'anno però sappi che vale solo a livello cartaceo. Per me era facilissimo...."

"La prossima volta ti regalo un viaggio riposante, ti va bene?"

"Aahahah non prendermi in giro...sono stati quattro anni interessanti ma sai, Kirl, se più di un anno prima non ti avessi conosciuto ora sarei ancora a fare il professionista solitario che credeva di avere il mondo ai suoi piedi..."

"Lo so...adesso hai il rispetto, una casa vera di quei micro appartamenti che cambiavi sempre nei lavori, vero cibo, abiti come piacciono a te, soldi per comprarti cosa vuoi, le migliori armi e armamenti che si possa trovare e mia figlia...che puoi chiedere di più..."

Prima che potesse confermare, Briareos si fermò a riflettere e capì l'ultima parte del discorso. Kirl non voleva demordere e questo non gli piaceva...

"Kirl, non è come pensi tu..."

"Su cosa Briareos..."
facendo il finto tonto

"Sai che parlo di Deunan. Credi che rovinerei la nostra amicizia e la fiducia reciproca facendoti questo torto?"

"QUando l'hai conosciuta, eri venuto a casa mia dopo averti preso con me nella mia squadra. Poi te l'ho affidata per proteggerla nel periodo in cui noni ero presente. Dopo che ci siamo assicurati la base l'ho portata qui e mesi dopo ti ho regalato quell'addestramento. E per la cronaca, era un cazzo di addestramento degno della Swat. Se sei il migliore non è problema mio. Sei mesi fa sei tornato e  la mia contentezza nel riavere il braccio destro è venuta meno, sai perchè è accaduto?"

Briareos fece segno di no. Kirl fissandolo continuò.

"perchè mi venivano riferiti fatti strani su te e Deunan. E' l'ultima volta che te ne parlerò ma non perdere la mia fiducia. NOn ho addestrato mia figlia per farla finire oggetto per chiunque...se capisci cosa intendo."

"E io ti ripeto che non è come pensi. NOn sono quel tipo di uomo e dovresti saperlo. Ma sono i fatti che parlano, quindi non preoccuparti."

"Va bene. VAi ora, devo fare altre telefonate. Domani discuteremo su come approntare questo problema".

Briareos uscì e nel corridoio, diede un pugno sul muro di fronte per la rabbia di essere stato ripreso come un idiota e pivellino. Doveva assolutamente riuscire a portare a termine i suoi piani.









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Capitolo 4
*** Notizie ***


fic2 parte3 "Credo che ora devo andare...."

"Così presto? Non mi hai raccontato del cane..."

"La prossima volta. Se non mi faccio vedere, mi ritroverò tutti alle calcagna per ordine di mio padre...:"

Deunan si alzò e si stiracchiò sotto la luce che filtrava dal tetto. Briareos rimase seduto sul telo a fissarla. Poi la imitò. Si erano addormentati per un pò, poi per evitare altre pennichelle avevano deciso di parlare del loro passato.

"Ci penserai al nostro piano?"

"Certo Bri...non ti fidi?"

Briareos sospirò e le scompigliò i capelli.

"Ovvio, intendevo se sei sicura di andare fino in fondo..."

"Si, a occhi chiusi. Da quanto ci conosciamo Briareos? DA più di sei anni. Mio padre ha sempre deciso per me e ora voglio essere io a decidere della mia vita."

"Deu, tuo padre ti ha salvata dalla guerra e ti ha dato la possibilità di poterti proteggere da sola."

"Lo pensi tu o è la verità? Ma a me non importa. Mi basta stare con te e il resto verrà da sè"

"Credi che vivere dopo quello che cè stato sia facile? Io ho vissuto periodi da solo quando sono fuggito e sono venuto qui. Ho conosciuto tuo padre solo perchè si è interessato a me per caso. Ho lavorato con lui prima che diventassi suo braccio destro ufficiale e per non farmi riconoscere ho dovuto cambiare alcuni connotati facciali. Sai che non ero così prima vero?"

"Guarda che ti ho conosciuto prima che tu lo facessi. Ma io ti voglio bene perchè tu sei tu. NOn per l'aspetto. Credi non ci siano ragazzi poco più grandi di me che non meritano considerazione per i gusti di una ragazza? Con chi sono per ora?"
fissandolo malamente portando le mani sui fianchi

Briareos rise divertito e l'abbracciò.

"CIò che mi fa pensare è che sono troppo vecchio per te. Mi sento stupido a pensare certe cose, ma io stesso non capisco come possa sentirmi legato a te. Ho nove anno più di te e dovrei vederti come una sorellina invece di altro"

"Si chiama destino?"
ridendo

"Chi lo sa. Era una mocciosa quando ti ho incontrato. Strillavi sempre  contro tuo padre e ascoltavi ....nessuno! Credevo che la base fosse diventata aiuto per i rifugiati"

"Ero così terribile?"
mostrando due occhioni innocenti

"Direi! Ma anche adesso non sei proprio un angelo. Lasciatelo dire"
prendendola a ridere di gusto

"Bri, è il mio modo di essere. Tu credi che sia sbagliato?"

"Dovresti valutare di più le situazioni. Ma sei così buffa...è per questo che mi piaci"
baciandole la fronte

"No aspetta. Ti piaccio solo perchè sono buffa? E' uno scherzo."
allontanandolo

"Aahahahahahaha. No. NOn hai capito il senso. Sei troppo impetuosa. Se fosse così non mi piacerebbe affatto fare questo..."
chinandosi a baciarla

La baciò gentilmente, carezzandole la schiena. Briareos sapeva di sbagliare. Un errore enorme alla vista di molti. Lui era un uomo fatto e finito, lei una ragazzina che ancora doveva imparare cose era la vita e invece sapeva combattere. Ma molti lo avrebbero criticato per l'età. Tremendamente differente, oscenamente da pedofilia anche se non aveva fatto nulla di sconvenietne con e su di lei se non fare ciò che sentiva. Provarle i suoi sentimenti. Così strani, così sconosciuti eppure reali. Lui, che era stato reclutato giovanissimo a diventare quello che non voleva, aveva vissuto prima di fuggire verso l'America conoscendo solo il peggio della guerra e dell'uomo. Aveva dimostrato, una volta accolto nel nuovo paese, di essere uno dei migliori nel suo lavoro ma per lui era l'unica cosa che sapeva fare. E poi, aveva conosciuto Kirl. Un uomo che solo guardandolo in faccia, lo aveva scelto per le missioni speciali. Avevano lavorato fianco a fianco per anni. Nel mentre Briareos non aveva saputo aprire gli occhi e capire di poter trovare qualcosa di diverso dal mondo che aveva lasciato in Russia. E poi incrociò quegli occhi verdi che conosceva anni prima ma rivide di nuovo. E le cose cambiarono. Dopo poco più di un anno, era entrato in confidenza con lei in maniera diversa da quello che immaginava. Era bastato parlarle al pub per una serata e il suo mondo non era più lo stesso. Abituato a pensare alle donne come strumenti di lavoro, per come gli avevano insegnato, o di sfogo maschile come aveva imparato dagli uomini più grandi che credevano di farlo diventare come loro, aveva conosciuto l'altra faccia del genere femminile. NOn considerava le donne tutte oche e stupide, ma da quello che aveva visto e conosciuto di quel genere aveva sempre creduto di starsene alla larga. Oltre certe situazioni. Che un uomo non doveva provare nulla se non senso del dovere e denaro. Ma conoscendo Deunan, giovane ragazza che stava diventando donna, si era ritrovato a provare un legame che non conosceva. Si sentiva come se stesse crescendo anche lui insieme a lei, una crescita che non pensava e non considerava nè in quel periodo ma era accaduto prima. QUello che sconvolse il giovane nell'avvicinarsi a quella ragazza non era stato una questione fisica,  cosa che invece lei iniziava a pensare e forse era naturale anche se lui non voleva considerare per ovvie ragioni, ma l'aver iniziato a credere importante e naturale la sua vicinanza con qualcuno, perchè spinto davvero a farlo. perchè sentiva di aver bisogno di quella persona.  La necessità di abbracciarla, di sentirla così vicino a lui, di baciarla erano istinti che mai gli erano capitati con le donne che aveva conosciuto. Che sentiva di fare solo con lei e a volte si chiedeva se fosse giusto o naturale.

"Te la posso dire una cosa...."
interruppe lei

"Che cosa"

"ALl'inizio, fino un anno fa, ti credevo un idiota"
in modo limpido e senza problemi

Briareos iniziò a ridere  e si grattò i ricci neri. La spontaneità di Deunan era una delle cose che trovava interessanti in lei. Forse per la giovane età, forse che rispetto alle ragazze che aveva conosciuto negli anni non aveva la stessa esperienza, di lei gli piaceva questo modo di porsi diretto e spontaneo. Non aveva paura di dire quello che pensava, di rendere chiari i suoi interessi, modi di vedere le cose. TUtto. Una persona sincera che lui aveva iniziato ad apprezzare al suo fianco, che lo avevano aiutato a conoscersi. Ogni volta che Deunan gli faceva notare delle cose, lui aveva spunti per vedere se stesso e gli altri con altri occhi e analizzare tutto in maniera più ampia. Si era ritrovato a provare sentimenti per una persona che lo considerava per cosa fosse e sorridesse a lui. Da quando aveva cambiato l'aspetto del viso era diventato un altro, più magro e attraente ma di certo non così tanto come molti altri che abitavano la base. Sopratutto per una ragazza come Deunan che molti volevano con un uomo pacato e serio. Lui lo era ma non era uno stinco di santo neanche lui e insieme ne combinavano di cotte e di crude. Se la intendevano fin troppo bene  ragionando a volte anche nella stessa maniera. Sentirsi appagato dalla vicinanza di unì'altra persona, completo. Una cosa che poteva trovare straordinaria e bella ma nel suo caso sbagliata. E lui lo sapeva bene, tanto da frenarlo a volte anche se pensava che non se lo meritasse. Il sentirsi bene dentro stando con lei, lo portava a chiedersi sia cosa si era perso fino a quel momento e sia cosa poteva accadere se avesse perso quella persona per qualunque motivo. E quella cosa iniziava a spaventarlo.

"Bè, all'inizio ti credevo una piantagrane frignona viziata"

"Davvero?"

"Si, e invece mi sbagliavo."

"io pensavo fossi il solito scemo pomposo tutto muscoli e cervello in pappa. Invece...quando ti conosciuto davvero quella sera mi sono sentita idiota. Sei l'unica persona che mi vede per cosa sono e io mi sento felice"
sorridendo

"Davvero sei felice?"

"Si, forse come diceva una donna che mi accudiva quando sono arrivata, le cose accadono per un motivo. Se io ti voglio bene perchè tu sei la persona speciale per me, non voglio perderti. Altri possono pensare che io sia troppo piccola o stupida per capire perchè donna ma so perfettamente che la vita è uno schifo. Ho letto una volta, che le cose accadono perchè qualcuno le fa accadere. Io voglio essere quella che si creerà il proprio destino. NOn so nulla di come vivono le altre ragazze e conosco solo quello che mi è stato insegnato da mio padre, ma se è così che deve andare per io essere felice  allora va bene. Ho sentito che ci sono città create per il futuro di quelli come noi, Bri. VOglio fare qualunque cosa per trovare un posto dove io sia io e basta. COn te."

"perchè dici così. NOn sei te testa e basta?"

"Tutti mi dicono che io devo essere questo e quello... non sono un uomo. Sono abituata a stare tra loro ma non lo sono. Per questo quando ho capito che eri diverso e provavo qualcosa non ho voluto nasconderlo. Lo capisci vero?"

"Si...."

Un altoparlante in lontananza chiamò Deunan a rapporto da suo padre con urgenza. Briareos corse alla porta e aprendola leggeemente controllò che tutto fosse apposto. POi la richiuse e fece segno a Deunan di andare. Le carezzò la nuca e le diede un ultimo bacio, più profondo che lei ricambiò contenta.

"Bri, tu sei pentito di noi?"

"No, perchè dovrei?"

"So cosa potrebbe pensare la gente. Mio padre. Tutti. Siamo i migliori insieme nella squadra e l'unica cosa che voglio è stare con te. E' sbagliato? Credi che non dovremmo farlo?"

"Se fosse così, non saremmo qui. NOn avremmo pensato a un modo per non farci dividere. Non pregherei ogni giorno per non perdere quello che ho"
carezzandole il viso fissandola negli occhi

L'altoparlante gracchiò e riprese a chiamare Deunan. Briareos l'abbracciò e le disse di andare, controllandola attraverso la porta finchè non scomparve. Chiuse la porta e poggiò la fronte su di essa, sentendo il freddo sulla pelle. Doveva combattere per quello che stava scoprendo o evitarlo per il bene di tutti?Stava facendo la cosa giusta?

Deunan riuscì a non farsi notare e corse verso l'edificio degli ufficiali. Saltò la ramanzina del capitano che la seguì per il corridoio sbraitando e bussò alla porta dell'ufficio di suo padre. Alla risposta, aprì la porta ed entrò. Kirl era seduto alla sua scrivania ingombra di fogli e cartelle. Senza guardarla, iniziò a parlare spulciando ancora le carte.

"Deunan ti ho fatto convocare per due motivi principali. Ma come al solito sei sempre in giro a fare chissà cosa. Ma di questo ne parleremo dopo."

Nota dolente, pensò Deunan. Suo padre sapeva dare ordini anche senza aprir bocca e se era arrabbiato, lo mostrava immediatamente. Lei e Kirl non andavano molto d'accordo, sopratutto dalla morte della madre che per lei era colpa del mondo marcio. Anche se in minima parte gli voleva bene, lei non riusciva a vederlo come suo padre prima di ogni cosa ma come il Colonello Kirl. E per gli anni passati a vivere come lui aveva deciso con pugno di ferro, lei provava rancore nei suoi confronti. Se anche Briareos aveva ragione e suo padre aveva deciso così per proteggerla, lei non trovava giusto quello che lui voleva fare. Non aveva detto a Briareos che sapeva già cosa sarebbe accaduto tra di loro. Aveva ascoltato le conversazioni di Kirl con il CApitano e sapeva giò da prima che lui era a conoscenza di qualcosa tra lei e Briareos. Ma sperava che s e lui avesse preso l'argomento, 'o la va o la spacca' aveva pensato. Doveva decidere in quell'istante  quale delle due versioni dare. Se dirgli che si sbagliava e non esistevano cospirazioni sentimentali in giro o se aveva ragione e veramente lei voleva stare con Briareos. La cosa peggiore della situazione, era che Briareos era l'uomo di punta di Kirl. Il braccio destro. Colui che con Kirl stesso aveva lavorato per quella che era la base dove vivevano. La base esisteva da anni solo perchè Kirl e Briareos erano riusciti a farsela assegnare. Stare con Briareos significava creare conflitti tra loro tre.

"Bene papà. Dimmi"

"Innanzitutto ho deciso di farti salire di grado. Ho visto che ti sei impegnata molto e anche se dovresti essere più diligente e responsabile, voglio darti una chance."

"Grazie"

"Questo non significa che puoi dormire sugli allori. Gli addestramenti non cessano ma potrai essere inserita in liste missioni maggiori. Poi...QUesta base...noi...potremmo non esistere più tra breve!"

La sorpresa di Deunan fu amplificata dal silenzio messo volontariamente da Kirl per enfatizzare la cosa. Deunan iniziò a sudare freddo nell'apprendere la notizia.

"Vedi, qualcuno ha fatto rapporto su di noi su alcune missioni non proprio pulite a suo dire e così è stata messa in discussione la validità ufficiale della base. Fra un paio di mesi potremmo ritrovarci a cercare una nuova casa e decidere del nostro futuro. Sembra che l'ufficio centrale mondiale che controlla anche i corpi militari abbia deciso di scioglierli e scegliere i membri che avranno il compito di rinforzare i loro eserciti. Ma tra noi non cè nessuno nella lista. A quanto sembra, molte altre basi sono state smantellate e al loro posto sono nati centri per i rifugiati. NOi possiamo subire la stessa sorte. Se mai dovesse accadere, vorrei farti sapere che potrei decidere di istituire un gruppo paramilitare che lavora in proprio. In pratica...mercenari. NOn avrei altri modi per poter sistemare la cosa. Molti dei miei agganci si sono trovati nel mio stesso problema e un paio sembra siano finiti a lavorare nelle nuove città utopistiche. Cosa che io non credo di voler fare.

"perchè..."

"Non so dove siano, cosa facciano e di utopistico a questo mondo Deunan cè solo il sogno. Sai cosa intendo. Per il momento posso solo sistemar ei gruppi che mando nelle missioni. lavorare per evitare che molti di quegli uomini là fuori finiscano per diventare chissà cosa per poter solo mangiare. Un uomo è capace di tutto per un pezzo di qualcosa, ricordalo.  E noi rischiamo di creare molti di questi."

"Allora per quanto riguarda me?"

"Resterai nella squadra di Briareos come membro in seconda. Tuttavia, voglio che almeno tu riesca a trovare un posto da qualche parte e fare una vita diversa. Mi auguro di riuscirci..."

"NOn capisco, a cosa ti riferisci"

"mandarti da qualcuno che possa provvedere a te e alle tue necessità in mia vece. In molti luoghi sai che ho nemici e non potrei venire. ALmeno sono sicuro di fare la cosa giusta"

"E se invece scegliessi di diventare membri di quel gruppo che potresti creare? E' l'unica cosa che conosco papà. E' il mio mondo...."

"Vorresti restare e fare la mercenaria? Sai che mi stai chiedendo?"

"Si, non sono stupida"

"Tu sai fuori da qui cosa fanno ai mercenari che commettono un minimo errore? Cosa fanno alle donne? Pensa a te che sei sia l'uno che l'altra"

"Vorrei riparlarne se verremo cacciati. Se per te va bene"

"Uff...va bene. Vai dal capitano e fatti dare gli aggiornamenti alla divisa e le autorizzazioni alle armi come membro in seconda. Per il resto se ci sono novità ti chiamerò"

"QUindi sono capo squadra con Briareos?"

"SI. A proposito di questo. Mi sono giunte voci che preferirei considerare false. NOn hai ancora diciassette anni, sei una donna ma nello stesso tempo non lo sei. Non fare idiozie. So che sei intelligente e so quanti vali ma non farmi arrabbiare. Trovo assurde le cose che ho sentito e Dio sa solo quanto consideri Briareos per dire che non farebbe mai niente a una ragazzina e per giunta mia figlia. Ma come ho parlato con lui, lo riferisco anche a te. Cervello e buon senso. NOn me ne fare pentire"

"Va bene. Allora vado"

Deunan salutò suo padre e uscì, dirigendosi verso gli uffici militari nell'altro edificio. Kirl si alzò dalla poltrona a guardare fuori dall'ampia finestra.

"Non stare lì impalato, entra"

"Signore, mi scusi ma volevo chiederle una cosa"
chiese il capitano dopo pochi passo sulla soglia

"hai ascoltato vero?"

"Mi scusi non volevo, però sono preoccupato anche io per la situazione. Ha davvero deciso di lasciarli perdere con una ramanzina? E' una base militare. Dovremmo evitare questo genere di cose...:"

"Non ho mai detto che lascio correre. Anzi. Li controllerò. La ramanzina è servita per metterli sull'attenti e farli ragionare ma anche per dir loro di fare le cose decidendo da soli. Voglio vedere cosa decideranno di fare. So bene che si incontrano da qualche parte nella base. Mi auguro anche io che non facciano idiozie, ma è anche un modo da parte mia per metterli alla prova."

"Alla prova, Signore?"

"Abbi fede, Capitano. Occupati di Deunan per la carica. Puoi andare".



Deunan percorreva con lentezza la strada per gli uffici ocn il nodo alla gola. Questo scenario nuovo poteva cambiare radicalmente i piani suoi e di Briareos e questo non era un buon segno. Doveva parlarne con lui ad ogni costo. Doveva solo trovare il modo.

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Capitolo 5
*** Regalo ***


fic2 cap5 Deunan cercava il modo di comunicare con Briareos senza essere scoperti da nessuno. Il vociare degli altri commilitoni non disturbava il suo camminare senza meta al centro della base. Sospirò, poi decise di andare a salutare Briareos ma rimase rapita da una cosa. Davanti lo spaccio che stava per chiudere la porta per l'indomani, l'addetto stava buttando delle cose in un sacchetto nero bofonchiando. Deunan gli chiese cosa stesse facendo e lui, con aria stufa le rispose fermandosi dal suo lavoro.

"HO della roba che non riesco a vendere e dopo anni me ne disfo. Li butterò o vedrò cosa farne..."

"Che cosa sono?"

"Oggetti in pelle, libri, qualche orologio analogico...cose così..."

"Fammeli vedere..."

Deunan iniziò a pensare non appena l'uomo le elencò gli oggetti. Quando l'uomo glieli fece vedere, lei fece un sorriso compiaciuto e li osservò meglio. Prese in mano due libri, uno sulle armi e uno di autore che scriveva in simil poesie i suoi pensieri filosofici che lei non conosceva. Osservandoli, le balenò in mente un'idea ma la cosa che la attirò fu sotto i suoi occhi sul bancone. 

"quello che cosè?"

Deunan vide una fondina per pistola da cintura in pelle. CHiese di poterlo vedere ma l'uomo le mostrò  un altro pezzo che secondo lui le andava bene. Una fondina da busto che era più adatta a lei. Le spiegò che erano marchiate con delle sigle che forse erano iniziali e così non le voleva nessuno da anni. La fondina per cintura aveva impresso sul davanti una doppia B in un rombo a fuoco, quella che per l'uomo dello spaccio era per lei aveva un cavallo rampante con sotto una scritta che non capiva. Le condizioni erano buone e dopo averci ben pensato, decise di prendere tutto.

"VUoi davvero queste cose? Ragazza, cosa te ne fai?"

"A te interessa vendere o farti gli affari di una ragazza?"
in modo sfrontato

L'uomo rise, poi contento di disfarsi di tutto quello che cèra sul bancone guadagnandoci, si accordò con lei per una cifra buona per entrambi. Portò tutto in camera sua, era intenzionata a lavorare per bene su cosa la tormentava prima. Chiuse bene la porta e posò sulla scrivania in camera gli acquisti fatti. Due libri e due fondine per pistola. Prese per prima il libro sulle armi, descriveva varie pistole ormai trovabili solo nel mercato nero o per collezione. Decise che leggerlo era un modo per farsi una piccola conoscenza su varie tipi di pistole ma nulla di più.  La copertina era patinata estraibile, il libro di medie dimensioni e carico di immagini esplicative. Il secondo libro era stato scritto prima dell'ultima guerra e osservando le pagine a caso, si accorse che più che poesie introspettive sembravano messaggi di rabbia. Iniziò a leggere mentalmente alcune frasi. Una di seguito all'atra anche se avevano titoli che le divideva.

" Il peggior peccato contro i nostri simili non è l'odio, ma l'indifferenza: questa è l'essenza della disumanità...Prendi l'aspetto del fiore innocente, ma sii il serpente sotto di esso...La disperazione è un narcotico: culla l'anima nell'indifferenza... Di tutti i veleni l'anima è il più forte.... Se lo scopo del Diavolo è quello di tentare l'uomo, appare abbastanza inutile..."

Si chiese se l'autore avesse motivi psicologici per scrivere determinate cose. COntrollò l'interno della copertina e si accorse che il libro aveva ben cinquanta anni, più di quelli che credeva lei a prima vista. Si domandò se la sua idea poteva dare i suoi frutti. Riaprì il libro sconsolata, e trovò una frase che la portò a pensare. RImase a fissare quelle righe riflettendo sul loro significato.

"Il futuro non è scritto. L'unico destino è quello che ci creiamo con le nostre mani. Siamo appesi a un filo e crediamo d'esser legati a una fune ma è solo una questione mentale."

Il futuro...il destino...crearli con le proprie mani. Ne aveva parlato tante volte con Briareos e quel libro le stava mettendo davanti le stesse domande. Chiuse definitivamente il libro e lo posò. Prese le fondine e dopo averle controllate, si alzò e aprì un cassetto di un mobiletto vicino la finestra. Prese una valigetta in pelle e la portò alla scrivania. Uscì il contenuto e lo sistemò vicino le fondine. Sorridendo prese a ricordare gli insegnamenti di Briareos quando suo padre era occupato per pensare a lei  e restava con quel ragazzo che dal suo ritorno di un anno prima, aveva iniziato a vedere diversamente.

"Ricorda Deunan. Tutti gli accessori che usiamo sono nostri amici. Considerali così. Prendendotene cura, avrai sempre oggetti al massimo delle loro funzioni contro il tempo e la normale usura...vale per le armi ma ti spiego questo per ciò che utilizziamo sempre in pelle. Gli accessori in pelle richiedono una cura particolare per mantenere nel tempo la loro lucentezza e per conservarli come nuovi nel corso degli anni. I pellami sono materiali naturali per cui necessitano di trattamenti nutrienti e l'impiego di prodotti specifici. Sopratutto per noi che usiamo la pelle per oggetti a contatto con noi e le armi.TI spiego i più comuni e che puoi usare ovunque..."

Inizò ad armeggiare con gli oggetti mentre pronunciava le parole del ragazzo con il sorriso sulle labbra, occupandosi per prima della fondina per cintura. Mentre puliva, ricordava le parole di Briareos che, di fronte a lei seduti a un tavolo  la istruiva in una delle giornate in cui soli in casa, lui era obbligato per amicizia verso il padre a sostituirlo nell'addestramento. Una ragazzina di quattordici anni che ascolta un ragazzo di ventirè anni su come maneggiare le armi... All'epoca lei lo vedeva come una persona che sapeva tutto e di cui potersi fidare, nonostante l'inizio burrascoso da parte di lei. Quando si rese conto che lui era una persona gentile nei suoi confronti perchè era quello che dimostrava veramente e non per pietà o obblighi, cambiò considerazione su Briareos. Lei adorava seguirlo attentamente mentre spiegava, perchè non usava solo le parole come il padre ma mostrava nella pratica cosa bisognava fare. Restava sempre rapita dalle sue mani abili sia con le armi durante l'addestramento, sia nelle piccole cose. La gentilezza che quella volta mise nel pulire come prova una cintura di pelle davanti a lei accompagnava le parole che lui pronunciava, ricordandosi come fosse invidiosa di quella cintura. E arrossì, mentre ricordava la scena.

'spazzole per pellame, prodotti specifici per la cura del pellame anche se non è facile trovarli oltre i nostri spacci, latte scremato freddo, mollica di pane in casi in cui hai solo questo, aceto, acqua e sapone neutro...l'importante è avere la spazzola e uno di questi prodotti e puoi prenderti cura del tuo accessorio. Ricordati che vi possono essere parti dell'oggetto in materiali diversi (metallo, stoffa, plastica...) che richiedono trattamenti diversi e quindi vanno protetti durante il trattamento del pellame in modo da non venire eventualmente macchiati o rovinati. Va inoltre ricordato che per mantenere in forma e lucida la pelle bisogna aver cura di trattare con particolare cura quotidiana, spazzolandoli spesso e preservandoli da sporco e urti.La pelle è un materiale di per sè molto delicato, bisogna spazzole o strofinare con panno adatto la superficie in base ai danni o sporco se ci sono. Delicatezza è la parola chiave, Deunan.L'ingrediente migliore per la pulizia e la cura della pelle è il latte e suoi derivati non solidi.  Questi sono ottimi perchè oltre a pulire nutrono profondamente la pelle e la mantengono morbida e lucida nel tempo...evitati sui pellami tutti i detergenti a base di alcool perchè tendono a seccarla e rovinarla.  Per ultimare la lucidatura possiamo applicare i prodotti in commercio per la cura dei pellami in modo da prevenire l'usura e mantenere lontano lo sporco. hai..capito tutto?'

Mentre con un panno imbevuto di soluzione, lucidava con delicatezza la pelle scura della cintura che lui aveva preso come prova, pensava e ricordava.

"Bri...quello che hai detto l'altro giorno è ciò che pensi...? Credi davvero che il nostro affetto possa non essere amore?"

Deunan rallentò con la pulitura. Arrossendo per quella volta, ricordò la frase di giorni prima quando, nel loro posto, Briareos le chiese se il legame che li univa fosse amore o affetto particolare. Forse lei era troppo giovane per capire le sfumature che differenziavano le due cose, ma sapeva che Briareos non era uno stupido nè impulsivo. Anzi, tra i due lui era riflessivo e pacato. Ogni volta che lo chiamava per nome, lui le sorrideva sempre. Un sorriso che sentiva solo suo, perchè era genuino. Abituata com'era a falsi e stupidi che per il padre o senso di pietà per la sua storia passata, mostravano espressioni fasulle. Per poi voltarsi, pensando male di lei. Lasciandola sola.

"Come potrei provare qualcosa di diverso dall'amore...possibile che esistono tipi di amore diversi? Allora, cosa io sto facendo...da cosa è spinto...?.....Bri..."
stringendo la fondina per cintura a sè.



Briareos corse verso il pub, sperando di trovare Gigars ancora là. E con suo sollievo, stava buttando giù l'ennesimo bicchiere di liquore.

"Gigars..."
sedendosi trafilato davanti l'uomo, intento a vedere un televisore malconcio con una trasmissione sgangherata di forse un telegiornale

"Accidenti, Briareos. Sei di nuovo qui...sembra che ti abbia punto una vespa..."

"Si...ha i baffi e si chiama Kirl..."
guardandosi in giro circospetto

"Ahahahahah...era lui ce ti cercava? Se sei così agitato, chissà che ti ha detto..."

"Nulla, semplicemente che fra poco possiamo essere buttati per strada! POssiamo perdere la base GIgars...e cè rischio che Deunan possa essere mandata davvero da qualche parte...dobbiamo trovare il modo di spingere Kirl a preparare missioni a coppie di due..."

"Tu vuoi obbligare un militare del suo stampo a cambiare formazioni di lavoro...un pò come cercare di convincere me che stare con qualcuno è una bella cosa... non so cosa ti spinga a voler stare con quella ragazzina ma, ragazzo mio, io sono bello felice di star solo... bevo, fumo, vado dove voglio e quando voglio senza becere a casa che rompono..."
soffiando via del fumo appena tirato dal sigaro

"Forse, prima di affezionarmi la pensavo come te... ma dopo che Kirl mi ha spedito là per quell'addestramento speciale e sono tornato, ho rivisto una persona e ora non voglio più lasciarla. Vuoi che ti pieghi perchè? Come? Non lo so...ma il punto è... che mi trovo molto in sintonia con lei, senza averla in giro mi sembra tutto vuoto..."
facendo spallucce

"Oddio, l'abbiamo perso..."
ridendo di gusto mentre ordinava un altro drink

"Prendimi pure in giro, ma conta cosa provo io quando scherzo con lei su qualunque cosa... quando discutiamo su certe cose che abbiamo sentito dagli altri... non è come me e te qui, adesso..."

"Va bene...risparmiami altre cose da insulina. Ascolta, ammesso che io possa aiutarti,  io che cosa ne ricavo?"

"mi hai sentito prima... rischiamo di veder chiusa la baracca. Kirl e io potremmo ripiegare su conoscenti. Ma tu...non sei operativo e come esperto, non so chi ti possa prendere. E lo sai anche tu. Sei arrivato Gigars...ormai hai più alcool che sangue, più tabacco che aria nei polmoni. E' anche per questo che vorrei qualcuno che tenga a me e sia felice di vedermi quando torno o siamo insieme. Mi sono accorto questo nell'ultimo anno...Ascolta. Puoi venire con noi, stiamo studiando un piano per non rimanere affossati...ma ora più che mai ho necessità di quella opzione a coppie..."

"Qundi, in parole povere siamo col culo a terra, possiamo piangere come vitelli sotto il cielo stellato perchè senza baracca e mi chiedi quell'aiuto in cambio di un posticino per me nel tuo progetto..."

"Per questo adoro parlare con te...come me non ti perdi in preamboli...adoro le cose spicce..."

"Se vuoi stare con una ragazzina, anzi quella ragazzina, non credo che dovresti dire così...anche conoscendo il tipo più che spicce sono da calci in culo"

"Tu pensa alla tua baracca con noi, io  penso alla ragazzina..."

Gigars riflettè diversi minuti, scrutando ogni persona nel pub e ogni loro azione. Abbassò gli occhi sul suo drink e sospirò. Mille cose sembravano riempirgli i pensieri e Briareos in certi minuti, dalle sue espressioni, sudava freddo per una eventuale mancata risposta. Poi l'uomo lo fissò con le braccia conserte.

"Inizierò a lavorare da domani. Qualcosa forse posso fare ma non voglio restare col culo a terra. Dovrai mantenerla la parola...anche se con te non cè bisogno di dirlo..."

"Eheh..."
rise Briareos quasi in senso liberatorio.

"So che non sei come me e Kirl. So che tu hai un modo di vedere le cose più moderno di noi e sei la persona migliore per indirizzare Kirl verso la strada giusta. Non condivido questa cosa con sua figlia e non vorrei sia una stronzata, ma ti conosco. Se rischi tutto per una ragazzina da raggirare Kirl stesso...allora deve essere qualcosa che io non ho mai conosciuto. Sono stato con diverse donne ma a parte alcune che mi attraevano per la loro bellezza, erano solo colpi di testa. Nessuna è riuscita a farmi fare tanto...torna domani ragazzo."
sorridendogli

I due si strinsero la mano. Briareos osservò alla fine intorno con aria serena, cosa che colpì Gigars e rimasero in silenzio per un pò. Poi, un soldato iniziò a urlare passando per i tavoli, Briareos lo riconobbe come l'addetto allo spaccio.

"Ragazzi, mi sono rimaste delle cose che per anni non ho venduto. Le cedo a pochissimo a chi se li vorrà portare via. Non voglio rimetterci buttandoli ma non avrei altra scelta. Chi è interessato? Vendo orologi cronografi analogici a ottimo prezzo..."

"Ehi amico, dovresti dare quella roba a un rigattiere di ciarpame antiquato...l'analogico non si usa quasi più...è superato da trecento anni...ahahahah"
urlò uno dal fondo del pub portandosi un coro di risa

L'uomo guardò tutti, poi osservò cosa aveva in mano sconsolato e accortosi dell'inutilità dell'annuncio, si dvoltò per andarsene. Proprio in quel momento Gigars lo chiamò, osservato da un interrogativo Briareos.

"Fammi vedere...spiegami cosa sono"
disse Gigars con una mano a sollecitarlo.

"Uno è un cronografo analogico, con un meccanismo a calibro automatico , contatore data e cronometro. Il  tachimetro e gli indicatori necessari per calcolare la distanza e trascorsi combustibile consumati facilmente impostabili dalla ghiera, rendono l'orologio molto simile a un computer per dati di volo. La dimensione della cassa è di almeno 40 millimetri di diametro, la superficie è rinforzata con un anello di acciaio per limitare le opzioni di manutenzione di routine solo per orologiai certificati o che se ne intendono. L'aspetto generale della suggerisce che è stato progettato per resistere a shock  della forza G e accelerazione, è impermeabile.
La superficie è coperta da una sorta di cristallo antigraffio, data la chiarezza delle riflessioni viste sulla superficie pare sia puro zaffiro trasparente, un materiale durevole che resiste a danni, ma finirà completamente in frantumi se colpito direttamente con la forza pari a tonnellate o una bomba. La fibbia è realizzata in un materiale nero opaco che sembra gomma, ma è più probabile che sia una resina composita, o silicio,  è molto flessibile...Una variante più piccola è l'altro per chi non ama orologi vistosi o troppo professionali...un cronometro che utilizza un design simile e complesso all'altro ma ha solo un contatore data e la funzione cronometro. Nel quadrante manca il calcolo dei dati di volo del modello grande, ma conserva un tachimetro. Per quanto riguarda il movimento per entrambi, la lancetta dei secondi si muove in modo incrementale, il che suggerisce che  utilizza un quarzo calibro ad alta precisione, alimentato sia da alimentazione a batteria o un pendolo cinetica collegato a un condensatore . SOno due orologi di un certo livello ma che nessuno desidera perchè analogici, con movimenti meccanici di finissima precisione ma cne emettono il classico rumore del meccanismo. Prima o poi si rovineranno e cerco qualcuno che ne faccia buon uso..."

"Dimmi la cifra e li prendo io, entrambi. Ma se puoi vorrei che facessi una piccola modifica a uno dei due...rendi quello più semplice adatto a polsi piccoli..."

L'addetto allo spaccio e Briareos lo guardarono straniti, Gigars continuò a rimanere impassibile e dopo una piccola trattativa per sistemare l'orologio, l'uomo lasciò Gigars e Briareos soli con gli orologi sul tavolo, uno dei quali venne sistemato nmel cinturino con fori in più. Gigars li osservò per bene, poi con la mano li fece scivolare sul tavolo in legno verso il ragazzo, fissandolo negli occhi.

"COnsiderali un regalo per te e la signorina dalla lingua lunga...immagino che in certe occasioni due persone che si amano abbiano qualcosa di valore solo per loro che li lega... una cosuccia non da tutti che vi terrà legati..."

Briareos prese in mano gli orologi confuso, erano di grande qualità e sicuramente un tempo erano stati molto costosi. Rifletteva sule parole dell'uomo e si chiese se era quello che lui stava pensando.

"...intendo dire che un giorno avresti pensato a qualcosa che potesse legare voi due senza che potesse interessare altri...cerca di capirmi...di norma si usano anelli ma conoscendo te e un pò quella pestifera figlia di Kirl, non sono cose per voi...almeno per ora...ho sempre visto i fidanzamenti e i matrimoni come le catene ai detenuti. Questo perchè per quelli come noi, avere una moglie e figli è...quasi un obbligo se le famiglie ti stanno col fiato sul collo. QUando ero ragazzo, avevo molti compagni d'armi  che avevano le ragazze ad aspettarli e ricevevano lettere con regali. Ammetto che a volte...mi sono sentito invidioso, desideroso di ricevere qualcosa di importante da qualcuno... che aveva pensato a me e mandandomi quell'oggetto mi diceva 'guarda, questo l'ho scelto perchè ho visto te in esso...'. Ti può sembrare nostalgico e stupido detto da me? Però vedendo te e con quale forza fai questo... ho ripensato a quelle volte. Essere nei pensieri di qualcuno così tanto da dare qualcosa di proprio come soldi, ad esempio, per rendermi felice con qualcosa che fosse per me...è forse qualcosa di simile? NOn lo saprò mai, però se per te è questo il tuo futuro, allora voglio aiutarti. Prendi gli orologi e uno dallo a lei. Dille che è il vostro legame speciale, un qualcosa dell'altro da avere sempre con sè. Dille che li hai presi tu, non che sono un mio regalo. Molti lo chiamerebbero amuleto, altri pegno d'amore, altri non so cosa... Anche se tu ancora pensi al matrimonio come una forma di insicurezza e sintomi di scarsa fiducia...un dono che funge da legame solo per chi si ama perfino io lo vedo come importante..."

"...anche il giuramento non è altro che un modo per essere sicuri davanti a centinaia di prsone di un qualcosa che si teme non possa esistere davvero..."

"Si Briareos ma il giuramento può essere fatto solo tra le due persone... senza nessun altro...Ricordo di molti che si sposavano davanti a proprio Dio come unico e vero testimone del loro legame. Desideravano essere uniti da qualcosa di più profondo del mero pezzo di carta del matrimonio e si affidavano a loro stessi nell'anima...io ho sempre voluto evitare di legarmi a qualcuno che non mi interessasse perchè...non volevo pentirmi più avanti..."

"Gigars, ti ringrazio..."
prendendo gli orologi e mettendoli in tasca

"Voglio solo che tu fai la cosa giusta per te...è solo un piccolo regalo per te che sei stato sempre corretto e giusto in qualunque situazione. Meriti di essere felice..."

"Non avevo pensato a un legame speciale solo per noi, che nessuno potesse vedere...non ti pentirai della tua fiducia..."
alzandosi

"Solo una cosa ragazzo...per ringraziarmi davvero degli orologi..."
fermandolo

"Che cosa..."

"Quando lew acque si saranno calmate, portala qui e fammi parlare solo con lei...niente altro..."

Briareos sorrise comprendendo le sue parole e lo salutò. Uscì fuori nell'aria fresca della sera e rimase a fissare le stelle calde in quel manto freddo. Strinse gli orologi nella mano dentro la tasca e si chiese se potessero bastare per dimostrare un legame speciale. Poi si sorprese di un pensiero che gli balenò nella mente. Orologi analogici. Meccanismi interni. Un quarzo pulsante a dar vita al tutto.

"Un cuore pulsante invece del freddo led...sei un fottuto bastardo Gigars! Ora ho capito il significato...siamo umani, abbiamo un cuore come il quarzo di questi orologi e andiamo avanti con il tempo in un corpo come i meccanismi dell'orologio... me lo ricorderò..."
sorridendo per dirigersi verso il palazzo degli Ufficiali dove aveva la camera nell'edificio adiacente. Un piccolo edificio con due piani dove lui aveva camera, bagno e zona generica che chiamava zona relax per stare con gli amici. L'unica persona però che non poteva andarci, era Deunan. Mentre camminava perso nei suoi pensieri, qualcosa lo fece fermare.

"Pssss...Pssss..."

"Chi è..."

"SSHH...vieni..."

"Deu..?"

Deunan lo stava chiamando cercando di far più silenzio possibile dalla finestra della sua camera. Gli fece segno di vedersi dopo nel loro posto e Briareos iniziò a temere qualcosa. NOn si vedevano mai di notte. Qualcosa doveva essere accaduto.



















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Capitolo 6
*** Indecisione ***


ficc2 cap6 Dopo tempo sono riuscito a mettere questo capitolo. Dopo aver messo quello dell'altra fic e lo speciale a parte, ecco aggiornata anche questa. Ci sono tante cose che vorrei sviluppare e così poco tempo. Spero che chi segue la fic conosca bene il manga o lo abbia letto, perchè mi affido a lui e a Appleseed XIII per non essere troppo ot con i fatti. Inoltre per rispondere all'ultimo messaggio privato, Non è detto nel manga quando Briareos e Deunan sono stati insieme in quel senso, ma è inteso che lo fossero già prima che lui avesse l'incidente. COnsiderando le date e le età, Deunan doveva per forza avere tra i diciassette e i diciotto anni quando  hanno deciso di essere una coppia ed è su quell'età e periodo nella cronologia di Appleseed che mi sono basato per questa e l'altra fic, oltre il capitolo speciale che ho messo a parte.

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...ama qualcuno che puoi toccare,sentire,abbracciare e baciare e non il ricordo..ama in modo da rimepirti dell'essenza di chi ti ama e ti vuole. Ama la presenza e non l'assenza,ama follemente più che puoi e se questo è peccato ama il tuo peccato e sarai innocente...


"Deunan"

Briareos vide la ragazza rientrare in camera e si guardò intorno. Era snervante tutto ciò. Briareos era il tipo di uomo che odiava le sorprese e peggio ancora se potevano minare la tranquillità. Controllò per bene ogni finestra e angolo della strada davanti a sè recandosi al loro posto, giungendo davanti l'infermeria. Udite voci in lontananza, svoltò velocemente e senza rumori nel piccolo passaggio tra gli edifici e giunse fin alla sua meta. Aprì la porta ma la richiuse immeditamente  per quello che trovò all'interno. Deunan aveva una torcia grande a terra sul telo con varie cose attorno a se e stava tranquillamente seduta ad aspettarlo.

"Ce ne hai messo di tempo...non posso stare troppo..."

"Deunan sei impazzita? La luce..."

"Naaa...ho coperto i lucernai là sopra e la finestra. NOn vi sono fessure che potrebbero farci scoprire..:"
indicando i posti che aveva coperto prima che facesse buio.

"Devi comunque stare attenta. Perchè mi hai fatto venire qui?"

"Calmati steel-man. Volevo aggiornarti sulle ultime novità..."

"Di cosa parli, bimba."

"Ho letto i diari di mio padre..."

"Hai...fatto cosa?"
portando le mani sui fianchi chinandosi verso di lei arrabbiato.

"Si...sono entrata nell'ufficio di mio padre e ho preso i diari...guarda..."
mostrando due dei libriccini in pelle

"Cazzo Deunan, perchè li hai presi?"

"Non se ne accorgerà...ho spiato le sue mosse dopo essere uscita dalla mia camera...starà al telefono tutta la sera...tranquillo. Siediti..."

Briareos sbuffò, scosse la testa e si accovacciò affianco alla ragazza per poi sedersi, la quale dopo avergli dato uno dei diari, si sistemò con la testa sulla spalla a lei vicina del compagno.  Briareos sorrise e le stampò un bacio sulla tempia.

"Tu sai a cosa vai incontro se tuo padre scopre questo furto, bimba."

"NOn mi interessa...abbiamo preso una decisione, ricordi? Li metterò al loro posto appena finiamo! Promesso"

"Cosa devo vedere, Deunan..."

"In quello che ti ho dato, scorri fino a pagina 18 per ora, poi 25 e 33...."

"GIà li hai letti allora..."

"Solo quello. Sto iniziando a vedere questo..."

Briareos sfogliò le pagine indicate. Contenevano annotazioni su incotnri, discorsi telefonici e avvenimenti che Kirl aveva deciso di annotare durante la vita della base. Era chiaramente un diario nuovo, iniziava a descrivere i fatti importanti da alcuni mesi. Si concentrò sulle annotazioni riguardanti le discussioni con altri membri dell'esercito americano sulle sorti della base. Vi erano indicati  sopratutto le impressione di Kirl sulla situazione che lui già conosceva bene. Da quanto il padre di Deunan scriveva, era da già quattro mesi che si sapeva dell'ordine di evacuzione della base  e degli avvisi da parte dell'instabile governo americano. Comunicando a Kirl l'impossibilità di tenere troppe basi militari autonome viste le precedenti problematiche di ex americani votatosi alle cause straniere per vari motivi, si decideva di fare tagli continui e reclutare solo il meglio delle forze militari conosciute in un unico corpo speciale. IN poche parole, da quell oche aveva appena letto, che non era affatto niente di nuovo di quel che già sapeva, Briareos comprese perchè Kirl fosse così ansioso negli ultimi tempi. Si aspettava tuttavia che l'uomo, amico da molti anni, condividesse con lui la problematica nel momento stesso che i primi avvisi erano giunti sulla sua scrivania.

Continuando a sfogliare le pagine, Briareos si accorse che Kirl stava lottando come poteva per non perdere quanto guadagnato con il sudore e  i sacrifici in anni.  E ora, a causa delle ultime guerre mondiali e interne al paese,  tutto veniva loro tolto dalle mani. Kirl scriveva infatti, forse come sfogo alla situazione, che  desiderava il cambiamento che non sarebbe mai accaduto nonostante i suoi sforzi, affermando che con altri amici del suo rango militare aveva cercato di creare una interconnessione tra le basi del paese per diventare un organo unico di controllo al posto del governo che ormai gestiva solo le città principali. Abbandonando tutto il resto al proprio destino. Dopo la morte della moglie, Kirl non aveva ricevuto ne ottenuto giustizia, scoprendo che ovunque cercasse aiuto, essendo per il governo al di fuori degli interessi necessari in quel momento, la vita della moglie di pelle più scura era di minore importanza. QUello portò l'uomo a fuggire da San Francisco per portare la figlia lontano dal pericolo, tenendola vicino a sè. E dopo la notizia dell'abbandono da parte del governo che per anni aveva servito, Kirl si ritrovava nella difficile situazione di camminare di nuovo in quel mondo devastato dalle guerre con una figlia che, anche se ben istruita sull'arte della guerra, non conosceva il mondo per come lo aveva visto lui. Deunan era a suo dire innocente. VIveva con  la madre una vita di una bambina normale. Dopo la morte della donna, Deunan venne tenuta protetta da Kirl stesso, conoscendo solo i soldati che suo padre teneva attorno a se. Uniche concezioni che Kirl le permetteva, erano accompagnare lui o altri gruppi di soldati per acquisti, incontri o altro in luoghi comunque vicini per mostrarle parte del mondo o quello che ne rimaneva. Negli ultimi anni affiancata a Briareos, non più come protettore ma capo del suo gruppo di membri scelti, era diventata più intraprentende per uscire dalla base come e quando voleva, sapendo che il padre era tranquillo per la presenza del ragazzo.

Briareos colse dolore e difficoltà a trovare una soluzione negli scritti del suo migliore amico e continuò a chiedersi perchè non avesse di nuovo scelto di confidarsi con lui. Distolse l'attenzione ai suoi pensieri quando sentì un braccio di Deunan accarezzargli la schiena. Incrociò il suo sguardo preoccupato e le disse che era solo sovrapensiero. Deunan gli mostrò l'altro diario dove erano indicate le intenzioni di Kirl.

"Guarda Bri...mio padre vuole portarmi in Francia...scrive che '...per mia fortuna sono ancora considerati e celebrati i Diritti dell'Uomo e del Cittadino. Ogni persona è tutelata e protetta...'. "

"Fammi vedere...."

Briareos prese il diario, continuò finchè non finì l'annotazione nella pagina dopo  e per qualche secondo trattenne il fiato. Kirl scriveva che l'unico modo per evitare  guai a Deunan era di mandarla in Francia da amici esiliati e farla tornare una ragazza comune. Vivendo a casa con loro, lui si sarebbe accertato di aver adempiuto al suo compito. Lui si sarebbe ritirato a lavorare privatamente con Briareos come esperti, utilizzando il denaro ricavato per mantenere Deunan nell'altro paese. Andando avanti con le pagine, Kirl scriveva che la situazione stava precipitando e ringraziava il cielo che per la madre e i nonni, sua figlia sapesse parlare il francese così da non avere problemi nel momento in cui sarebbe giunta dai suoi amici.  Altra annotazione due mesi prima, presentava il problema che Kirl vide nel gruppo dove Deunan era stata inserita. Quello di Briareos. Kirl iniziava ad avere ripensamenti sulla sua scelta, a causa di cose che gli erano giunte alle orecchie. Scorrendo ancora le pagine, Briareos tremò dalla sorpresa. Kirl aveva gettato sulla carta i dubbi che lo assillavano. Scriveva con novizia di particolari, della sua preoccupazione per quell oche iniziava a credere stesse avvenendo tra il suo braccio destro e sua figlia. Secondo lui, era assurdo che la persona di cui si fidava ciecamente e a cui aveva affidato la figlia di dieci anni tempo prima, potesse iniziare ora ad avere relazioni poco consone con Deunan. Diceva che non sapeva come comportarsi con Briareos per evitare situazioni spiacevoli, ma non voleva che tutto il suo lavoro di protezione venisse meno per infatuazioni da enetrambe le parti che potessero essero parecchio problematiche. L'ultimo appunto, affermava che Kirl voleva scegliere come affrontare il suo migliore amico e decidere se mantere la decisione di far espellere Deunan dall'america per la Francia per proteggerla. E si chiedeva se Briareos  avesse creato problemi alla partenza di Deunan o cos'altro sarebbe accaduto. Ma ci sarebbe riuscito a gestire la cosa ? E continundo, si chiedeva cosa stesse passando nella testa di Briareos per fare una cosa del genere con una ragazzina che aveva protetto neanche ancora bambina e che ora aveva nove anni di meno. Una ragazza che aveva visto crescere come donna ma che per Kirl, lui doveva vedere sempre come la bambina che gli era stata affidata come l'unico in grado di meritare fiducia. Come poteva, scriveva l'uomo, quell'unica persona che considerava davvero come amico, pensare di avvicinarsi  con pensieri da uomo a lei?

Briareos si passò una mano sul viso, turbato dai pensieri dell'amico. TUtti quelli che gli dicevano di fare un'idiozia avevano ragione se lui fosse quel genere di uomo. Ma non lo era e nessuno voleva fermarsi a comprenderlo, neanche Kirl vedeva cosa lui aveva scoperto di provare. Osservò Deunan accoccolata vicino a lui, intenta a rileggere i diari e si chiese cosa dovesse fare con le informazioni appena ricevute.

"NOn è meglio che andiamo, bimba?"

"Che ore sono..."

"E' passata un'ora..."

"Cazzo, non ho molto tempo per tornare e sistemare i diari. Devo scappare, Bri..."

"Deunan..."

La ragazza si alzò e lo fissò quando sentì il suo nome. Briareos le prese un braccio e le chiese cosa pensava di fare sapendo che suo padre voleva spedirla via.

"NOn ho intenzione di farglielo fare, Bri...mai..."

"Io sarei felice di saperti al sicuro però...non voglio perderti..."

'L'amore consiste in questo, che due solitudini si proteggono a vicenda, si toccano, si salutano.'

Deunan ricordò alcune frasi del libro che aveva preso e rimase a fissare la mano di Briareos che teneva il suo braccio. Briareos le chiese cosa la impensierisse tanto e lei rispose con un'altra frase del libro.

"
la peggior sofferenza per i confronti di qualcuno è esserci seduto accanto e sapere che non l'avrai mai.”

"non capisco..."

Deunan prese dal suo zainetto il libro che aveva portato con sè e si ricordò degli altri oggetti. Prese la fondina per la cintura e la consegnò al ragazzo, dicendogli che era una delle idee che le erano venute. Briareos guardò l'oggetto in pelle, senza capire.

"prima ascolta qui...questo libro l'ho comprato insieme a quella...Ci sono scritte molte cose che mi hanno fatto riflettere per esempio...ah ecco...
Le persone perfette non combattono, non mentono, non commettono errori e non esistono..."

"...mh...bè ha ragione...come esseri umani tendiamo per imparare a commettere errori...chi non commette errori per alcune religioni è un Dio o un profeta che parla per quel Dio.."

"Si..Bri...ecco però...perchè allora molta gente afferma di essere perfetta e sapere cosa è giusto...."

"perchè si crede che il proprio bagaglio culturale sia il massimo che si possa raggiungere e valga per tutti..."

"...come mio padre?"

Briareos la guardò negli occhi ma non rispose. Le scompigliò i capelli e cercò le parole adatte per spiegarle la situazione di Kirl. Deunan però continuò a leggere con tono triste.

"
Un sogno svanisce con la stessa leggerezza con cui aleggia tra i nostri desideri di felicità e non si può inseguire, frenare, raccogliere quel sogno che svanisce, quel sogno che cade. Noi siamo come farfalle che battono le ali per un giorno pensando che sia l'eternità."

"Deunan...per Kirl..."

"no, puoi spiegarmi tutto quello che vuoi... può essere la verità o no...però, Briareos, il fatto stesso che lui decida senza chiedermi nulla è...come per anni fa, quando mi tenne reclusa in quella casa e poi qui..."

"Deunan, ha dovuto agire così a causa delle guerre..."

"
Non dal volto si conosce l'uomo, ma dalla maschera...Per l'uomo non c'è altro inferno che la malvagità dei suoi simili."

"Deu...guardami e ascolta...credi che sia stato facile per lui perdere tua madre e stare in pensiero per te...?"

"Le decisioni devono essere prese con coraggio, distacco e, talvolta con una certa dose di follia... non la follia che distrugge, bensì quella che conduce l’essere umano a compiere il passo al di là dei propri limiti."

"...uff...se vuoi saperlo...anche io avrei potuto fare una cosa del genere sapendo quanto fossi giovane...e anche ora, se dovessero buttarci fuori di qui...non so cosa pensare per non farti vedere il peggio del mondo..."
scuotendo la testa sconsolato

...Il miele più dolce diventa insopportabile per la sua eccessiva dolcezza: assaggiato una volta, ne passa per sempre la voglia. Amatevi dunque moderatamente, così dura l'amore."
con tono sempre più triste, tenendo la testa bassa sul libro.

"Bimba..."

"Bri...sono stanca. Vado via...quella fondina ha una parte scucita all'interno che era stata sistemata dividendo le due parti in una nuova piccola tasca...pensavo andasse bene per metterci i nostri messaggi così da non farci scoprire più...io ne ho una che ho modificato io stessa...a domani..."

Briareos la fissò alzarsi di nuovo dopo che  si era seduta per leggere e sistemare lo zaino. Senza guardarlo, senza dire nulla se non con un ciao depresso. QUando la ragazza era ormai giunta alla porta, Briareos si alzò e qualcosa sballottò nella tasca dei pantaloni. Prese i due orologi in mano e la fermò.

"Deunan...so come ti senti ma ascoltami. COsì non concluderemo niente...solo rimanendo uniti potremo cambiare le cose. ok?"

"Deunan si voltò senza fissarlo in volto, rimanendo ferma ad ascoltare tenendo con una mano uno spallaccio dello zaino. QUando Briareos si avvicinò e le prese un polso, lei osservò i movimenti delle sue mani, mutando la sua espressione in interrogativa nel vedere l'orologio che le aveva messo. Briareos indossò il suo sul braccio sinistro e la guardò sorridendo, trovandosi di nuovo a guardare i suoi occhi.

"E' un regalo...sono uguali. E' come...un legame tra noi...solo noi sappiamo cosa significano. Sei contenta?"

"...Bri io...con questi orologi manterremo le promesse?"

"...se vuoi metterla così..."

"Che vuoi dire...che non vuoi più andare via insieme per  costruirci il nostro futuro?"

"No Deunan non è questo, io..."

"Allora dovremo fare un patto...sopra questi orologi..."

"Vuoi che ti prometta di mantenere la parola?"

"Si...ma a modo di questo libro..."

"....che centra il libro...!"

"NOn voglio che finisca come con mio padre...oh eccolo...l'autore ha usato questo pezzo per promettere alla compagna di non abbandonarla mai a causa della guerra.Allora...'Non puoi possedermi perché io appartengo a me stesso.
Non puoi comandarmi perché sono una persona libera. Ma nel momento in cui entrambi lo desideriamo, io donerò a te ciò che è mio da donare. COnsiderami la metà di te, perchè ciò io sarò quando ne avrai bisogno. Sarà tuo il nome che avrò nel mio cuore ogni giorno, e gli occhi in cui sorriderò al mattino. Dividerò il mio cibo e la mia acqua con te, senza esitazioni. Ti garantisco la tua vita importante per me, che in ugual modo di me ti stanno a cuore. Sarò scudo per la tua schiena, e tu per la mia. Non ti tradirò, né tu lo farai a me. Ti considererò importante sopra ogni altro, e quando troveremo problemi li risolveremo fianco a fianco. Questo è il mio voto di unione per te. Questo è il patto dei pari.'....Che ne dici?"

"EHm...Deu...non per essere critico o altro ma...bimba, mi sembra quella una formula di un legame importante o qualcosa del genere...noi stiamo cercando di crearci un futuro insieme, e questo è ok ma..."

"Allora anche tu sei come mio padre..."
imbronciandosi

"No, no...NO! Calmati. E' solo che...andiamo...ricordi i nostri discorsi sulle forme importanti e legami tra due persone?"

"Si, si...il contratto tra due persone in forma scritta  o promessa vincolante è una solo una prova di insicurezza, e giurando si manifesta il chiaro sintomo di scarsa fiducia...però Bri, ....niente..."

"Cosa ti preoccupa..."
posandole una mano su una spalla.

"..........che per quei diari o per altro, tu decida che è meglio non vedersi più per questa schifosa guerra..."

"Perchè dici questo."

"Dopo che hai letto i diari...ecco...tu sembri strano..."

"Deunan..."
sorridendo scompigliandole i capelli

"Scusa, ok...non dovevo pensare a queste cose è solo che...sapere che qualcuno tiene a te da pensare a un patto o giuramento...è comunque una bella cosa per chi desidera non essere dimenticato..."

"Temi di essere dimenticata?"

"Boh, forse...da quello che mi dici sempre...mio padre pensa sempre a me per proteggermi e si comporta in quel modo schifoso ma..."

"NOn è schifoso l'esser duro con te per temprarti al futuro..."

"Ma oltre lui, chi mi rimane..."
abbassando lo sguardo a terra.

"E' per questo che volevi quel  giuramento?"

"Ho sbagliato, non dovevo..."

Briareos rise lievemente a quello che passava per la testolina della ragazza. Ma aveva colto il messaggio.Anche se con tanta gente a vivere nello stesso tetto, si sentiva sola. E aveva riposto i suoi sentimenti verso di lui come speranza per sentirsi amata e pensata da qualcuno che tenesse a lei veramente. Se lui in qualunque momento avesse cambiato idea lasciandola sola, lei si sarebbe sentita definitivamente abbandonata e giustamente piena di rancore. E non aveva tutti i torti. Lui stesso senza Deunan al suo fianco, si sentiva solo fra altri soldati. Cosa lo legava a lei era tanto impossibile da spiegare da risultare incomprensibile per molti. Eppure era così, insieme erano la forza dell'altro. NOn era la vicinanza fisica il problema, e lui proprio con e per  la ragazza che aveva iniziato ad amare, aveva compreso quello che cercava di nascondere fino all'incontro con Kirl vivendo da solo. Fuggiva da tutto eppure cercava cosa sentiva di perduto nello stesso tempo. POteva considerare come sbagliato cosa Deunan desiderava se lo era anche per lui?

"dammi la mano..."
allungando la sua verso di lei attendendo

Deunan senza capire fece cosa Briareos le chiese e strinse la mano nella sua. Poi lui con l'altra posata sull'orologio di lei, le disse che avrebbe mantenuto la promessa fatta fino al giorno prima e mai l'avrebbe lasciata sola. Che stringeva con lei quel patto perchè si sentiva di farlo per l'affetto verso di lei.  CHe insieme avrebbero trovato la loro strada.

"
Questo è il mio voto di unione per te. Questo è il patto dei pari."
sorridendole

"Davvero?"

"Si bimba...non mi tirerò mai indietro da quello che dirò...lo giuro..."

"Promettimi però un'altra cosa Bri..."

"Ehi, sto andando eccezionalmente contro il mio modo di vedere le cose...non esagerare..."

"promettimi che resterai con me se e solo ti sentirai di farlo davvero...se un giorno tu non dovessi più desiderare di continuare la strada con me, non mi prenderai in giro e me lo dirai..."

"perchè dovrei fare una cosa del genere...sai che non è da me cambiare idea se credo nelle cose..."

"Un legame è...molto più complesso di stare in un gruppo di persone che si guarda le spalle e vive per convenienza, è giusto?"

"Si...per questo considero i patti matrimoniali e simili solo prese in giro..."

"Allora, se hai deciso di promettere non mi prenderai in giro? Non farai come mio padre? Briareos io..."

"Sai che è così...Se non volevo averti vicino, non lo avrei fatto. Kirl sbaglia modo di porsi e decidere ma anche lui pensa a te. SOlo che lui lo fa come un padre, io come...una persona che ti vuole bene in modo diverso..."
carezzandole una guancia con la mano sinistra

"Sei l'unica persona di cui mi fidi da affidarti la mia vita e il cuore...so che non mi abbandonerai..."
portando una mano su quella di lui percependone il calore, per poi baciare il suo orologio sul vetro

"Domani voglio vedere la solita Deunan però...non miss broncio come adesso..."

Deunan rise, prese il suo zaino e si avviò ad andare dopo averlo ringraziato dell'orologio e della promessa. POi si fermo, si voltò e tornando davanti a lui allungò una mano verso il viso del ragazzo, così da tiraro verso di lei. GLi sussurrò all'orecchio qualcosa e poi gli diede un bacio leggero, andando via.

Corse come una matta verso l'edificio degli ufficiali, si arrampicò sulla parete dove il rampicante mal curato si aggrappava alla griglia che avevano intallato per farlo salire verso l'alto come sostegno nella crescita e arrivò alla finestra della sua stanza. Buttò in un angolo lo zaino dopo averlo vuotato e, camminado quatta come un gatto per i corriodi e le scale fino all'ufficio di suo padre, usò la chiave che aveva fatto duplicare dall'addetto della base spacciando l'originale per la quella della propria camera. Invece, era dell'ufficio del padre. Entrò chiudendo silenziosamente, andò davanti il cassetto della scrivania e prima di sistemarli, fisso i diari uno sull'altro fra le sue mani. Sapeva che quello che contenevano era il pensiero di suo padre e il futuro che lui stava progettando per lei. Senza parlargliene, senza sapere lei cosa desiderasse anche se il mondo era uno schifo come le diceva sempre. E sapeva che obbligare Briareos a quel giuramento era sbaglaito nei suoi confronti, ma non voleva trovarsi da sola. Sola senza nessuno che tenesse lei, di altre persone non le importava nulla. Suo padre non era un estraneo , ma lo tollerava. Per via dei suoi obblighi e imposizioni. E non voleva capire che lei poteva costruirsi qualcosa da sola. Ma Briareos era un capitolo diverso. Perdere Briareos non sapeva neanche lei stessa cosa poteva portare dentro se stessa.
Deunan li rimise al loro posto, chiuse il cassetto e si voltò verso l'ampia finestra dietro di lei, chiedendosi se qualunque cosa fosse successa, il calore che sentiva nel cuore quando stava con Briaores l'avrebbe avuto sempre vicino o sarebbe andata come voleva suo padre.


Briaores guardò verso il telo alle sue spalle,  la fondina che Deunan gli aveva regalato era posata là e si  avvicinò,  rimase fermo massaggiandosi la nuca come a togliersi un peso doloroso senza capire quale pensiero fra quelli che scorrevano nella mente aveva il sopravvento in quel momento. Aveva fatto bene a fare quella promessa a Deunan se lui stesso nei giuramenti non vi credeva? A darle quella speranza di affetto non sapendo quale situazione avrebbe trovato anche solo l'indomani? Alla fine, si mise seduto sul telo e rimase, a gambe conserte e le braccia sulle ginocchia a ripensare a cosa gli disse all'orecchio.

"Anche io con te non so cosa sia la solitudine, bimba..."
















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Capitolo 7
*** Missione ***


fic2 cap7 Ho avuto poco tempo e ogni volta che riprendevo il capitolo qualcosa non mi piaceva. HO diviso il capitolo in due per non farlo troppo lungo e confuso e spero a giorni di inserire le altre cose.


******************************************

La sveglia, data da un soldato con la tromba,  chiamò tutti alle cinque e trenta di mattina, iniziando i primi turni giornalieri alla base. Deunan sapeva che il suo turno di allenamento per quel giorno era a metà mattina, quindi si voltò nel letto e tornò a dormire, sapendo che la sveglia che aveva sul comodino si sarebbe attivata per tempo.
Kirl, ormai sveglio da un'ora, rispose al telefono del suo ufficio ricevendo un ordine dall'Organo di controllo Americano per l'ordine di Polizia, che si occupava di monitorare e proteggere le città sotto l'amministrazione dello stato americano e nello stesso tempo era a capo su tutti i gruppi e le basi militari del paese. Kirl non poteva quindi rifiutare un loro ordine, non dopo il problema che si era creato per la chiusura della sua base.  AL termine della chiamata, impiegò mezz'ora  per decidere il da farsi, visionando ogni scheda personale dei migliori membri del suo gruppo speciale. Aveva otto uomini ben addestrati, che solitamente divideva in fouru-cell, un gruppo di quattro persone che veniva impiegato tutto insieme per una sola missione. Era il metodo americano. E stranamente, per la prima volta nella sua vita, Kirl ricevette l'ordine di utilizzare il metodo two-cell, a due elementi a gruppo. Se prima aveva due gruppi, ora secndo gli ordini poteva disporne di quattro. Ma non ne era contento, significava per lui cambiare un modo di lavorare che conosceva da sempre senza aver addestrato nessuno prima. Dopo aver impilato su due file le cartelle in base al bisogno, chiamò il capitano e chiese di chiamare Briareos, Ward, Cox,Diaz, Lee e Deunan.

Briareos si svegliò di colpo sul telo, imperlato di sudore e con il fiatone. Si passò una mano sul viso cercando di capire cosa lo aveva turbato nel sonno. Ma non riuscì  a  ricordare nulla. Il sole si era già alzato e si chiese da quanto tempo dormiva nel capanno scordandosi di tornare in camera. Si ricordò dell'orologio e guardò, segnava le sei e un quarto e si diede dello stupido per essersi appisolato dimenticandosi della sveglia. In fretta corse verso l'edificio dove Kirl gli aveva assegnato la camera e entrò, trovandosi faccia a faccia con Gigars che quasi lo investiva. Quando Briareos gli chiese il motivo della sua visita, Gigars gli disse che stava andando a cercarlo in camera ma nessuno gli aveva risposto e sarebbe tornato al pub per la sua solita, sonnolenta giornata a bere. Il ragazzo si guardò intorno, altri alloggiavano lì ma fortunatamente sembrava non esserci nessuno nei paraggi. Lo spinse verso le scale e poi, con cautela, andò nel suo alloggio all'ultimo piano. TUtto suo.

"Però ragazzo, bell'alloggio. Complimenti. Io ho solo una stanza ma tu...hai soggiorno, bagno, mini cucina, balcone che guarda oltre il muro...oh, la camera da letto! E' qui che giochi al dottore con la signorina?"

"Smettila Gigars. Sai bene che lei non può venire e io non posso andare da lei e no, non esiste giocare al dottore visto che ancora ha sedici anni."

GIgars rise mentre Briareos corse in bagno e si preparò per fare una doccia veloce. L'uomo in là con gli anni si sistemò sulla poltroncina della camera da letto e si preparò il sigaro mentre parlava con il ragazzo che si svestiva con la porta socchiusa per sentirlo meglio. Quando Briareos sbirciò, gli disse che preferiva evitare fumo in camera, entrando poi nella doccia.

"Ehi, non ci stai mai che ti frega...sempre con la mania dell'ordine e precisione. E pensare che quel piccolo demonietto è chiamata anche 'tornado distruttore'...non riesco davvero a vederti a vivere con lei. Eh eh! Tu sistemi e lei distrugge. E comunque, se non vado errato, lei ha quasi diciassette anni e di questi tempi le ragazzine sono sveglie e adulte in fretta. Cosa ti trattiene?"

"Sono uno con la testa sulle spalle, non ci tengo a essere considerato un certo tipo di uomo. Quelle cose le lascio ai malati di mente."

Gigars accese il sigaro ridendo, mentre sentiva l'acqua scorrere nell'altra stanza. Si guardò intorno, la stanza era semplice e ordinata. Non sembrava affatto occupata da qualcuno ma una di quelle in affitto a studenti appena riordinata. Quadri insulsi alle pareti, mobili  per la biancheria e ninete più. L'uomo si chiese da dove venisse Briareos se non aveva dormito in camera. POi, l'occhio gli cadde sul letto dove Briareos aveva buttato di corsa le cose che aveva addosso prima di andare a spogliarsi. Vide l'orologio che gli aveva dato, il portafoglio, le chiavi e una fondina per pistola con accanto un'altra vuota e più nuova. La prese, la osservò e si chiese perchè ne tenesse due addosso.

"Briareos, non so a quali malati di mente ti riferisci ma da parte mia non ti giudicherei lo sai."

"Lo so bene come verrei considerato. Quali termini potrebbero affibbiarmi vediamo...depravato, perverso, pervertito e poi...ah si, pedofilo...quale preferisci? Per quanto tu abbia ragione, non ci tengo a fare stronzate se non sono sicuro"

"Non lavoro da anni, ma di certo da quello che ho visto, dopo la guerra la situazione sulla moralità e etica dei diritti della persona sono andati a farsi benedire. Se devo dirla tutta, quel piccolo demonietto è forse una delle poche che ancora non fa la reginetta delle strade. Se capisci cosa intendo."

"Deunan non è tipo da finire così."
ridendo mentre chiuse l'acqua.

"Briareos, per quanto quel mini terrore abbia il suo carattere e non si faccia mettere i piedi in testa, è pur sempre una ragazzina. Inoltre quando è morta sua madre aveva dieci anni. Se non fosse stato per Kirl, adesso la potresti trovare a battere per strada. E sono serio. Per quanto lei odi suo padre, non ha idea di cosa significa restare soli in un mondo post guerra o peggio, quando per guadagnare bisogna vendersi. O sbaglio?."

Briareos uscì con gli abiti puliti e un asciugamano a tamponare i capelli. Fissò l'uomo, mentre frizionava la testa rimurginando sulle sue parole.

"Briareos, sono contento che tu abbia sale in zucca e sopratutto per evitare problemi con il tuo amico, e padre di lei, ma...sei serio con lei o no? Non per essere fastidioso ma sappi che, seppur contento della tua scelta morale, una relazione è sempre una relazione. COme quando ne abbiamo parlato, non posso capire cosa ti spinga a credere che sia importante averla vicino, ma sei sicuro che sia la scelta giusta?"

"Comprendo cosa vuoi dire e ti assicuro di si...La mia vita è cambiata il giorno che Kirl mi ha proposto di unirmi a lui per lavorare insieme. Certo, l'opzione Deunan non cèra ma ti assicuro che lei è l'unica persona che mi ha portato a fare questa scelta. Dopo che sono tornato  da quel regalo di Kirl, ho scoperto che io e lei abbiamo gli stessi desideri, la pensiamo in modo simile e ce la intendiamo molto bene."

"Hai pensato che forse...è solo perchè in pratica l'hai cresciuta tu? CApiamoci, Kirl te l'ha affidata perchè la proteggessi per parecchi anni. Avete vissuto sotto lo stesso tetto anche solo tu e lei mentre Kirl lavorava. Con Kirl sei stato il suo addestratore...forse siete così legati per questo motivo?"

"QUindi tu pensi che dopo un anno io sia stupido a tal punto per l'addestramento da..."

"No, aspetta. NOn è questo che volevo dire. Andrò al sodo. Tu ami questa ragazzina oppure è solo perchè è l'unico elemento femminile che ha ti scosso?"

Gigars rise fissando il ragazzo che si era ormai preparato. Briareos iniziava a spazientirsi per l'ovvietà di quel discorso. Oltretutto, la cosa Briareos la sapeva bene, doveva solo capire quanto foss eimportante Deunan per lui. E di tempo ne aveva, finchè non fossero riusciti ad andar via.

"Gigars, onestamente usare il termine amore e innamorato non è da me. Sono termini troppo sfruttati e difficili da spiegare. Ti dico solo una cosa. DOpo che sono tornato sei mesi fa, dopo averla conosciuta e visto tanta distruzione per il niente, ho scoperto di voler cambiare vita. QUando abbiamo parlato quella notte, abbiamo decise di trovare il nostro paradiso. Insieme. Mi basta questo."

"Paradiso? Il vostro paradiso? Briareos, di cosa stai parlando. Quale paradiso puoi trovare là fuori? Vuoi andare in quale posto a questo mondo, se non esiste nulla?"

"QUalunque posto può essere un paradiso se lo si considera tale. TU non sei stanco di questo mondo? Io si, fin da ragazzino sono stato addestrato e obbligato a portare la guerra. Se posso cambiare tutto ciò, voglio provarci. Non voglio più discuterne, Gigars."

Briareos aprì la finestra fissando male il sigaro ormai quasi finito, per poi dirigersi verso la porta. Gigarsi si alzò, poi guardò di nuovo il letto e si accorse della fondina lasciata là. Briareos aprì la porta e attese l'uomo per uscire, ma questi gli chiese come mai aveva cambiato la fondina che era quella ricevuto dal governo per svolgere una missione ben pagata e che aveva tenuto per anni.

"E' un regalo di Deunan.Ora devo andare"

"Non arrabbiarti ragazzo mio. Se ti pongo delle domande è per via della mia delusione nel vederti cambiato."

"NOn sono cambiato, ma per favore non parliamo più almeno per oggi. NOn è giornata e sono in ritardo..."

"Si invece. E lo hai detto anche tu. Hai nuovi sogni? Nuovi desideri? Vuoi una vita che ti soddisfi? NOn ti fermo, ma stai attento perchè è sempre una ragazzina. TUtto qui. Ci vediamo...ah aspetta. Ero venuto per dirti che ho mantenuto la mia promessa. Attendo che tu mantenga la tua..."

Gigars mentre parlava si dirigeba verso il corridoio, e prima di scendere le scale si voltò verso Briareos parlandogli seriamente.

"Hai quello che chiedevi, ora tocca a te. Non fare stupidaggini. Ci sentiamo"

Briareos rimase a fissare la schiena dell'uomo finchè non sparì. Aveva ragione, dannatamente ragione, ma nello stesso tempo anche lui era serissimo. Trovare il paradiso che lo tenesse con Deunan, lontano dallo schifo che li aveva travolti nella vita portando loro solo dolore. E quella era la loro rivalsa, la dannata rivincita su tutto quello che gli era stato tolto dalla vita. Mentre Rifletteva, il Capitano lo raggiunse per le scale per avvisarlo di essere in ritardo per la riunione con Kirl. Briareos raggiunge l'ufficio di Kirl, venendo anche rimproverato davanti gli altri interessati.

"Briareos, non immaginavo che proprio tu arrivassi in ritardo!"
mentre il ragazzo si sistemava in piedi al suo fianco di fronte gli altri.

"Scusa Kirl, ho avuto un imprevisto. Scusate anche voi..."
rivolgendosi agli altri presenti tra cui Deunan, che scambiò con lui uno sguardo dubbioso.

"Bene, signori vi ho chiamato perchè hanno richiesto il nostro intervento per una questione scottante. E' stato rivendicato poche ore fa un attentato al Palazzo Bioss, dove era in corso un incontro con le delegazioni di altri paesi per decidere la miglior condotta post guerra tra Giappone e India. Dopo che il conflitto è stato sedato, gli effetti sono caduti come macigni sull'economia e relazioni internazionali. Nell'attentato sono morti due delegati, treta persone tra giornalisti e guardie del corpo e alcuni manifestanti contro il potere politico. Alcuni membri di questo gruppo ancora senza nome, sono morti, altri sono scappati. Mi è stato comunicato poco fa che due sono stati presi e dopo un interrogatorio, si è scoperta l'ubicazione degli altri. Si trovano in un vecchio hotel  ormai in procinto di chiudere anche ha ancora clienti. Il vostro compito è quello di stanare quella gentaglia e prenderla preferibilmente viva. Secondo il titolare non ci dovrebbe più essere nessun cliente all'interno ma non si sanno ulteriori notizie e la polizia teme abbiano qualche dipendente come scudo..."

"QUAnti piani è questo hotel?"
chiese Diaz

"Otto piani. Capirete che sono tanti e potrebbero essere in qualunque luogo dell'edificio. Ho già scelto la formazione. Mi è stato anche chiesto di dividere le squadre in two-cell vista la missione. Anche se con riluttanza, devo eseguire gli ordini. Le seguenti coppie opereranno separatemente dalle altre, utilizzando solo le nostre solite vie di comunicazione per gli aggiornamenti e ordini. La prima che sarà anche squadra di testa, Briareos e Deunan. Seconda squadra con Ward e Cox. per ultima Diaz e Lee. Avrei potuto usare una squadra ulteriore ma la terrò come riserva nelle vicinanze..."

Nel sentire la notizia Briarteos e Deunan si fissarono a guardarsi mentre gli altri membri del vecchio team protestavano per il cambio improvviso senza addestramento opportuno. Dopo che Kirl spiegò i particolari ordinando loro di prepararsi perchè sarebbero partiti entro un'ora e mezza, chiese a tutti di lavorare al loro meglio e attenersi ai suoi ordini tramite auricolari ma la priorità in sua assenza l'aveva Briareos come alpha del gruppo. Quando li congedò, chiamò Deunan e le chiese di fermarsi. Usciti gli altri, Kirl iniziò a spiegare alla figlia quel'era il suo compito.

"NOn fare errori, non fare di testa tua e segui le direttive di Briareos. Qualunque cosa possa accadere a Briareos, tu sei il suo secondo. Voglio darti questa opportunità per testare le tue abilità. SOno anni che ti alleno. NOn fare stronzate Deunan."

"Si papà. Farò del mio meglio"
con aria stufa

"... è stato un ordine e devo eseguire.... Le squadre a coppia non mi sono mai piaciute perchè rischiano entrambi, rispetto a un gruppo a quattro che opera autonomamente l'un dall'altro. Ogni membro ha il suo compito e lo esegue, se accade qualcosa gli altri tre continuano il loro lavoro. Qui invece si opera in due e si rischia in due...COmunque, Imamgino che tu sia contenta di essere in coppia con Briareos...."
fissandola in volto.

Deunan passò da suo padre con lo sguardo a Briareos e viceversa. Disse che per lei era come per la squadra a cui era abituata e chiese se vi erano altre direttive. Kirl la mandò a prepararsi e rimase solo con Briareos che fissò serio  l'amico mentre accendeva una sigaretta. Rimase serio dondolandosi con la poltrona mentre il ragazzo, al suo fianco, aspettava nervosamente una reazione o una parola.

"Briareos...trovi che io sia troppo severo con Deunan?"

"Solo quando in addestramento tendi a volerla trattare come gli altri più esperti e adulti..."

"Si lo so, ma io voglio sapere se sono stato troppo...non da genitore nell'inserirla in questa missione e per giunta solo con te..."

"NOn riesco a capire..."

"Mia figlia è un pericolo su due gambe e lo sanno tutti. Per giunta, da nostri vecchi discorsi, girano voci su qualcosa tra  te e lei e...con questa missione non vorrei che lei... la vedesse come l'opportunità di stare sola con te...una novità imprevista che vi agevola..."

"Una volta per tutte Kirl, cosa stai pensando!"
sbattendo la mano sul tavolo nervoso

"Sei il mio braccio destro, ma non so cosa ti passa per la testa da quando sei tornato da quell'addestramento che ti ho regalato. Andiamo Briareos non sei un ragazzino. Hai più di venti anni, sai bene a cosa mi riferisco. Oggi il gruppo di pattuglia della zona ovest è andata su mio ordine a San Francisco e là hanno trovato la polizia locale in tutta antisommossa, intenta ad arrestare malavitosi che tra una cosa e l'atra sfruttavano donne e ragazze. Due poliziotti hanno chiesto ai miei uomini un aiuto per prendere delle ragazze e quando sono arrivati in quella strasda malfamata, ragazzine dagli undici anni fino ai diciannove, battevano in attesa di clienti. Alcune in pessime condizioni. E quando se ne sono andati non hai idea cosa mi è passato nella testa, pensando a cosa poteva accadere a mia figlia se io non l'avessi portata via. Poteva essere una delle tante. E poi sento che tu, l'uomo a cui ho dato la mia stima e ha nove anni più di lei, potrebbe fare stronzate con mia figlia. COsa dovrei pensare? Non l'ho protetta e le ho insegnato cosa so, perchè finisse come quelle con cui stavi prima che venissi con me. E non voglio sapere la tua vita privata ora..."

"Kirl, una volta per tutte. Deunan è importante per me, ma non farei mai quello che temevi allora e ancora adesso. COntinuerà a stare sotto la tua protezione e non finirà mai come le altre che sono obbligate a fare quella vita. SOno il primo a volerle evitare questo. CHiudiamo il discorso"

"Hai i capelli bagnati e sei arrivato in ritardo...dove sei stato?"

"Nel mio alloggio..."

"Ti ho fatto chiamare là ma mi hanno detto di non averti trovato.."

"Ero uscito, sono andato a fare uno dei miei allenamenti. Sono tornato e mi sono fatto una doccia. Devo riportare altro della mia giornata?"

"No, non servirebbe...Dovè che ti incontri con lei. Lo so che lo fate. Voglio solo sapere dove e non ti darò più alcun disturbo su questa storia."

"Kirl..."

"Vai a prepararti. Entro un'ora e mezza dovete essere pronti a partire"

Briareos disse a Kirl di continuare a dargli la fiducia che aveva maturato negli anni nei suoi confronti. GLi promise che se qualcosa fosse cambiato, lui sarebbe stato il primo a saperlo e si congedò, andandosi a preparare. Non trovò nessuno in giro e tornò nell'alloggio uscendo dall'armadio la tenuta antiproiettile per le missioni speciali. Scelse le armi personali e si vestì. Quando all'ora stabilita ritrovò tutti davanti il camion che li avrebbe portati all'hotel, Deunan lo fissò cercando spiegazioni al uso pessimo umore. Briareos però scosse la testa e lei capì. QUando Kirl li raggiunse per l'ultimo discorso prima di entrare in azione, diede loro armi e equipaggiamento e li osservò salire in fila sul mezzo. Disse in disparte a Briareos di non deluderlo e gli diede una pacca sulle spalle. Briareos dopo aver cercato di togliersi di dosso il nervosismo, diede le disposizioni di azione mentre erano in movimento verso la loro meta e organizzò l'operazione di infiltrazione.








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Capitolo 8
*** Casini ***


fic2 cap8 Ecco la seconda parte. E' stato difficile scriverla perchè per poco tempo a disposizione ho scritto le parti in giorni diversi, quindi rendere tutto semplice e scorrevole non è stato facile.

********************************************


Il mezzo, ove i gruppi stavano rivedendo la missione sul tavolino estraibile dove Briareos aveva posato le piantine dell'hotel, sfrecciava verso San Francisco con priorità massima. COmpletamente nero, blindato e parecchio rumoroso, il mezzo rimaneva in contatto con la base aggiornando Kirl ogni dieci minuti.

"Essendo tre squadre, ci divideremo i piani da controllare. Il quarto gruppo che si trova con noi, quindi Acosta e Avila, resteranno nel punto di estrazione ad attendere ulteriori ordini. I gruppi dei primi tre piani e le scale verso il quarzo saranno affidate a Ward e Cox, i piani dal quarto fino al sesto e scale verso il settimo a Diaz e Lee e infine dal settimo piano fino al terrazzo saranno controllati da me e Deunan. Il terrazzo  sarà il nostro punto di estrazione, al segnale arriverà un elicottero per portare via eventuali ostaggi o la squadra di copertura. Ci sono domande?"

Cox chiese se ci fosse la possibilità che i terroristi, mentre loro controllavano, potevano fuggire nei piani superiori cogliendo di spalle l'altro gruppo. Briareos ricordò che essendo un gruppo scelto, doveva sapere come agire in qualunque situazione, portando agitazione nel gruppo. Briareos chiarì che, essendo nel mezzo erano consapevoli del lavoro da svolgere e accettavano qualunque accadimento potesse avvenire da quel momento in poi, basandosi sulle proprie capacità ed esperienza. Erano militari, non scolaretti e chi non accettava o aveva paura, doveva renderlo noto immediatamente per sostituirlo. TUtti decisero di evitare ulteriori questioni tranne Diaz che puntualizzò come, dopo l'attentato, quei terroristi si erano dimostrati dei professionisti e solo tre squadre in campo era un suicidio. Briareos chiuse ogni commento affermando che, come prima, dovevano scegliere prima o restare nel mezzo lasciando ai veri professionisti il lavoro.
Quando la discussione terminò, ognuno si sistemò a sedere sui sedili imbottiti preparando armi e equipaggiamento, parlando tra loro. Briareos ricordò a Deunan come muoversi e di rimanere al suo fianco qualunque cosa accadesse.

"Bri..."

"Dimmi..."

"Oggi prima che arrivassi nell'ufficio di mio padre, ho assistito a una telefonata. Mio padre declinava un invito di caccia alla volpe...cosa si fa nella caccia alla volpe?"

Briareos si voltò stranito mentre sistemava la cintura con le armi, osservandola controllare la SIG-Sauer P226 che per lei era più agevole per le mani piccole. Quando lei si accorse di essere osservata, incrociò il suo sguardo con aria interrogativa e rimasero in silenzio. Briareos si accorse che lei aveva al fianco, poggiato al sedile un M4A1 e le chiese di consegnarglielo, dandole invece un MP5SD3, più maneggevole per un corpo più minuto per il rinculo.

"...allora, cosa si fa nella caccia alla volpe?"

"...si caccia la volpe! SI usano i cani, i fucili da caccia e le trappole..."

"si usano trappole? Per cacciare le volpi?"

"Si. Si usano trappole come tagliole, fumo, esche ect..."

"E cosa sono..."

"Le tagliole sono meccanismi in ferro che si lasciano sotto fogliame o altro nel bosco e si attende che l'animale vi metta la zampa che resta bloccata, e alcune volte per la forza del meccanismo si rompe l'osso. Il fumo si usa se si trova la tana. Le volpi vivono in buchi nel terreno e se si trova, si usano oltre animali come furetti e cani che possono entrarci, anche il fumo. Si accende un fuoco controllato davanti la tana e si aspetta che il fumo costringi l'animale a uscire da un'altra entrata nascosta e si prende. Le esche sono animali morti lasciati in un angolo sotto trappole che catturano l'animale..."

"E' terribile. In pratica quella povera volpe viene torturata..."

"EHm...possiamo dire così..per molti la caccia è divertimento. Per loro gli animali sono cose!"

"E mio padre da quando caccia?"

"Non credo che l'invito fosse per cacciare proprio. DI solito dopo la caccia si mangia e cucina in loro. Magari volevano invitarlo per una sorta di campeggio di un pomeriggio..."

"Tu sei mai stato a caccia?"

"Non proprio...quando venico addestrato al Kgb molte volte eravano in zone isolate o fuori città e se eravamo soli dovevamo mangiare. Ci sono state volte in cui ci siamo dovuti procurare il cibo."

"selvatici?"

"Si. esatto."

"Sei piuttosto vago..."

"Diciamo solo che vorrei evitare di ricordare quei giorni..."

GIunti nelle vicinanze dell'hotel, si ritrovarono tutti sotto la tenda preparata dalla polizia locale per gestire la situazione. Senza troppi preamboli Briareos ordinò che non vi fossero comunicazioni tra loro nell'edificio e di attendere notizie senza irruzioni nè altro. Chiese se le informazioni sull'hotel delle piantine erano confermate, scoprendo che negli anni la parte posteriore era stata mofidicata, inserendo scale in ferro per essere al passo con le leggi. Briareos ordinò alle squadre due e tre di utilizzare le scale per entrare ispezionando le stanze da quel lato dal di fuori per poi entrare, lui e Deunan avrebbero optato per la scalata dell'edificio. Al gruppo quattro, ordinò di usare le corde come loro per arrampicarsi ma dal lato delle scale, così da essere tutti divisi, e iniziare l'arrampicata dopo che le altre due squadre fossero entrate.
RImasti soli, il ragazzo chiese a Deunan di fare attenzione alle finestre e con i ganci lanciati e appigliati al tetto, iniziarono a scalare l'hotel. Lontano dalle finestre, i due giunsero fino al settimo piano
e con appositi attrezzi, forzarono una finestra cercando di non rompere il silenzio all'interno. Briareos entrò nella stanza, provando a non fare rumore con la finestra parecchio vecchia e cigolante.

"Sh, quatti quatti come gatti, Bri..."

Briareos fissò Deunan con sguardo accigliato, facendole capire senza fiatare di non parlare più e, impugnato il fucile, controllò il bagno e poi andò verso la porta chiusa che sboccava verso il corridoio. Deunan si portò di fronte a Briareos, con la porta che apriva davanti a lei e attese il suo ordine. Controllato lo spioncino,Briareos rimase in attesa di rumori per qualche minuto, per constatare se qualcuno li stesse aspettando fuori. Quando capirono che non vi era nessuno, Deunan si decise a parlare sottovoce.

"Bri, non sarebbe meglio utilizzare lo scanner?"

"Deunan!"

"utilizziamo il rilevatore di calore all’infrarosso...li possiamo stanare subito senza perdere troppo tempo..."

"Affidarsi troppo agli strumenti è controproduente. E lo sai..."

"Non sappiamo quanti sono e se hanno ostaggi!?! Se ci scoprono potremmo metterli in pericolo."

"Prima controlliamo fuori..."

Deunan sbuffò mentre Briareos apriva la porta lentamente. Avanzarono cautamente verso la stanza successiva, controllando ogni angolo e il corridoio. Una esplosione fece vibrare il pavimento e Briareos arretrò, coprendo Deunan con un braccio buttandosi spalle al muro. Il silenzio dopo divenne raggelante.

"DA dove veniva...il piano sotto?"

"Anche due..."

"Usiamo il rilevatore di calore all’infrarosso. NOn possiamo aspettare ancora!"

"Lukin, sono Ward. Cè stato un problema con le scale del quarto piano. COx non si è accorto di una trappola 'body' ed è ferito alle gambe. L'ho portato via in una stanza ma ho l'impressione che ci sia qualcuno fuori che ci stia cercando...richiediamo supporto."

Briareos sentito il messaggio rispose subito, mentre teneva ancora Deunan dietro di lui proteggendola con un braccio controllando il corridoio.

"Ricevuto. FAremo da diversivo, voi cercate di tornare alle scale esterne. Vi mando la quarta squadra."

Briareos corse verso le scale per controllare i piani in basso, poi chiamò la quarta squadra e ordinò loro di attenderli per poi andare al terzo piano ad aiutare l'altra squadra. COn Deunan si recò verso il terrazzo.

"Lukin? E chi sarebbe..."
seguendo il ragazzo controllando a intervalli dietro di sè

"IO..."

"Ma tu non ti chiami Lukin.."

"E chi potrebbe dire il contrario? Usare nomi scelti per  ogni missione è importante per garantirsi la sicurezza personale...ti avevo istruita su questo mi pare..."

"Si, si...allora io come potrei chiamarmi?"

"Sicuramente Demon..."

"Demon? Come demone?"

"No, DEMOS...   Dal greco, significa  'terrore'"

"Scemo..."
facendogli la linguaccia, facendolo sorridere.

Arrivarono al terrazzo e Briareos illustrò brevemente alla quarta squadra la situazione. Cox chiamò il ragazzo, dicendogli che non potevano uscire perchè al piano di sotto i terroristi si erano asseragliati in massa  sentito il boato, radunandosi dalle scale. Per paura di essere presi all'esterno mentre si trascinavano giù, erano rimasti bloccati nella stanza scelta, lontana dalle scale esterne. Briareos disse loro di sistemarsi e attendere, che stavano per scendere  a sorpresa e prenderli senza rischi.

"Ok, voi due andate al piano due e cercate di portare fuori quei due. Io e Deunan scenderemo al terzo e proveremo a spingerli verso il basso così che la polizia possa intervenire nella hall.."

"VA bene. Vi avviseremo per ogni cosa che troveremo. Copriteci le spalle quando arrivate..."

"Ok, Deunan noi..."

"Che succede..."
chiesero la squadra quattro

"Deunan..."

Briareos si ritrovò solo mentre mandava la squadra in soccorso dell'altra. I membri della squadra quattro rimasero interdetti guardandosi intorno, non riuscendo a trovare la ragazza. Briareos controllò le scale da dove erano venuti ma non trovò nessuno. ALlora la chiamò nell'auricolare in preda all'agitazione.

"Eccomi, sto raggiungendo il secondo piano..."

"Dove diavolo sei!"
tornando verso le scale di corsa.

"Alla facciata ovest..."

Briareos tornò verso il terrazzo, aiutato dalla squadra quattro per capire dove fosse. Poi Avila chiamò il ragazzo indicando verso il basso, dicendogli di seguire la corda. Briareos si sporse dal cornicione privo di protezione e vide Deunan intenta a calarsi verso il basso legata a una corda, legata in cima a un gancio trovato nel muro che conduceva alle scale. Quando lo vide, lei agitò un braccio dondolando nel vuoto e Briareos si schiaffò la faccia in preda alla rabbia.

"DA dove ha preso la corda?"
i due uomini con lui gli fecero notare una specie di stanzetta-riposto per la manutenzione con altre corde.

 La quarta squadra chiese cosa fare, Briareos sudò freddo temendo che il gancio potesse sganciarsi e ordinò ad Avila di tenere la corda finchè non fosse entrata, chiamando l'altro a seguirlo. Urlò ad Avila di raggiungerli dopo.

"Deunan cazzo...occhio che sono al secondo piano..."

"Calmati, so cosa sto facendo..."

"No, non sai che stai facendo. Non sei coperta e sei andata contro i miei ordini. Cosa cazzo ti è venuto in mente di allontanarti da me..."

"Lasciami fare...cazzo li sento..."

"Deunan io non....Deunan...Deunan..."

La comunicazione venne interrotta e Briareos si precipitò verso il terzo piano. Sembrava deserto e con Acosta ispezionò le camere finchè non trovarono su un letto molti pacchi di cellophane con della polvere bianca.

"Cocaina? Eroina? secondo te che cosa è Lukin...."

"Forse, droga comunque..."

"la lasciamo così?"

"No, tu inizia a scendere, io la nascondo così se torna qualcuno non può trovarla e farà di tutto per cercarla, finendo sotto il nostro mirino..."

"Ricevuto"

L'uomo uscì, lasciando Briareos solo. FAcendo attenzione a non ritrovarsi un terrorista alle spalle, prese il cellulare e chiamò una persona. Parlò con questa sottovoce e poi, preso un lenzuolo, nascose parecchi pacchi e li lanciò nel cassonetto della spazzatura sotto la finestra, che aveva visto quando scalò con Deunan la parete. Ricordatosi di lei, e maledicendo la testardaggine della ragazza e la sua pazzia nel voler credere di farcela da sola, si ritrovò al terzo piano per raggiungerla. Chiamò Deunan ma nessuna risposta. Nessun rumore di sparatorie ne altro e la cosa gli diede speranza di non vederla in infermeria o peggio. Pregando che non le fosse accaduto nulla, contattò Avila. Quando si incontrarono a metà corridoio, uno strano fumo entrò da una finestra alle loro spalle e corsero a controllare. Dal piano di sotto  da due finestre si levava del fumo nero e acre e Briareos si gettò verso le scale con un nodo alla gola. Alcuni terroristi finirono sotto il fuoco di Briareos e Avila, mentre altri si barricarono nelle stanze del piano. Nel corridoio, in fondo, le tende color marrone scuro iniziarono a incendiare anche la carta da parati, rendendo impossibile passare per le finestre o raggiungere le scale in fondo. Briareos chiamò Deunan disperato, finchè non si sentì chiamare alle spalle. Deunan uscì da una stanza-deposito per le cameriere aprendo la porta e disse loro di aspettare nella stanza con lei. Briareos dopo averle dato un pugno in testa con conseguente lamentela, chiese dove fosse Acosta. GLi disse che lo aveva incontrato ed era alla fine delle scale verso il primo piano per fermare chi fosse riuscito a scendere.

"COme ti è venuto in mente di ignorarmi e fare di testa tua..."

"NON ti arrabbiare, li staniamo!"

"Che vuoi dire?"

"Ho chiesto al capo della polizia di appostarsi fuori le finestre e quando si spaventaranno del fuoco che potrebbe raggiungerli, scapperanno dalle finestre...come per cacciare le volpi no?"
con un sorriso innocente

"Parleremo a fine missione della stronzata che hai fatto. Kirl mi ammazzerà, lo capisci?"

"Scusa..."

Briareos la vide sinceramente pentita del gesto e cercò di rimangiarsi le parole che voleva urlare per la situazione. Chiamò Acosta e gli ordinò di raggiungerli, poi con l'uomo si posizionarono ognuno davanti una porta e urlarono di arrendersi o sarebbero andati via lasciandoli al fuoco. Quando ormai mezzo corridoio era in preda alle fiamme, e due delle stanze dove erano asseragliati i terroristi erano quasi prese, si udì il frantumarsi di vetri misti a urla. Briareos a coppia con Deunan, sfondò alcune porte imitati dal quarto gruppo per arrestarne alcuni vivi. MOlti si buttarono a terra chiedendo di non lasciarli bruciare, altri si gettarono dalle finestre sperando di farla franca. Quando Briareos uscì con i suoi uomini e alcuno terroristi contento almeno per non aver messo in pericolo ostaggi, trovò il capo della polizia intento a parlare al telefono, chiamandolo.

Deunan rimase in disparte vicino il mezzo con cui sarebbero tornati alla base, finchè non incrociò gli occhi di Briareos parecchio arrabbiato. Attese tutti, che la fissarono in modi differenti e partirono per tornare alla base. Durante il tragitto nessuno disse nulla, solo aiuti per il ferito ma nessuno prese la parola per commentare la missione. GIunti dopo venti minuti di viaggio, ricevettero il ben tornati da Kirl che disse al ferito di recarsi subito in infermeria. Agli altri disse di andare a cambiarsi e consegnare per il giorno dopo il rapporto, ma li avrebbe voluti vedere a singolo prima del rapporto. RImasero solo Briareos e Deunan. Kirl fissò il ragazzo carico d'ira e lo rimproverò aspramente per quanto accaduto. Era stato avvisato di tutto dopo la missione da Briareos stesso ma anche dal capo della polizia, prima che tornassero tutti al mezzo. Briareos chiese scusa affermando che le cose erano precipitate senza che potesse far nulla.

"QUindi mi vuoi dire che le cose sono precipitate e tu non te ne sei accorto?"

"Bè, non è così, io..:"

"Aspettate. Papà è colpa mia, non prendertela con Briareos..."

"Zitta tu. Ti sei allontanata da Briareos, hai preso una fune e ti sei calata come una pazza fuori da un palazzo di otto piani, da sola hai raggiunto i terroristi, hai incendiato uno schifoso hotel che fra poco chiudeva solo per giocare a cacciare le volpi... Ma che hai in testa! SAi a cosa porta la tua bravata? Dovremo risarcirli? FIno a dieci minuti fa, il quarto piano era preso d'assalto dalle fiamme. Tre piani divorati!"

Le urla di Kirl echeggiarono per tutta la base, attirando l'attenzione di tutti i soldati che rimasero ad assistere alla scena dalle finestre, porte, in mezzo alla piazza ect. Briareos non intervenne, non voleva ne poteva. Era compito di Kirl riprendere un membro del gruppo essendo il più alto in grado, era il padre  e nello stesso tempo era in colpa lui stesso per non averla controllata a dovere. Kirl lo avrebbe preso a calci in culo per davvero, lo sapeva e già lo vedeva e attendeva solo il suo turno.

"..quindi vedi di sparire dalla mia vista per oggi. Vai a cambiarti e rimani nella tua camera finchè non deciderò di chiamarti. Ti farò portare il cibo in camera. Guai se osi fare un'altra stronzata. VAI!"

Deunan strinse i denti, rimase con gli occhi bassi mentre si recava al suo alloggio, guardando male ogni militare che incrociava come pe dirgli 'qualcosa non va?'.

"Deunan, lascia qui le armi..."

Briareos la fermò con tono grave, prese le armi che lei teneva addosso compresi i coltelli e la vide andar via, mentre nella testa mille pensieri lo attanagliavano. Kirl si voltò alla fine verso di lui, si scontrarono con gli occhi finchè l'uomo non disse a Briareos di andare anche lui a cambiarsi e presentarsi al più presto nel suo ufficio. GLi disse che l'accaduto era gravissimo, per tutto quello che ne sarebbe venuto fuori con il governo e la polizia. Briareos fece cenno con la testa e si avviò, cercando di trovare un modo per sistemare la questione con Kirl. Passando davanti il pub, Gigars lo salutò con la mano e gli disse con due dita di avvicinarsi. Briareos non voleva farsi vedere con lui, ma vista la situazione non gli importò più molto. Gigars si avvicinò al suo orecchio, sussurrandogli qualcosa per non farsi sentire.

"Ragazzo, Kirl era tutto il tempo imbestialito come un tricheco a cui avevano rotto una dente. E' venuto da me e nel mio alloggio, sbraitava sulla missione, su te e lei e su tutte le cose che stanno andando nel cesso. Se hai bisogno posso aiutarti, ma lei stavolta ha davvero creato troppi casini e se il governo decide, siamo fuori di qui entro due mesi. Ne parliamo poi...vai ora..."
dandogli una pacca sulla spalla rientrando nel pub.

Briareos fissò il cielo e si passò una mano sulla faccia, pregando che l'ora che avrebbe perso per cambiarsi e ragionare, gli potesse portare una botta di fortuna per uscire dai casini. Poi, pensò a Deunan.

"Adesso che paradiso troveremo, bimba?"








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Capitolo 9
*** Riunione ***


fic2 cap9 Ecco un altro capitolo.  E' stato difficile scriverlo perchè non volevo inserire cambiamenti temporali e altro, così ho solo spiegato cosa pèorterà il capitolo dopo. Pensavo di non riuscire a finirlo ma eccolo. Forse ne mancano solo 2, dipende dal tempo che ho per sviluppare la storia. per l'altra fic, ho buttato giù l'idea dei capitoli ma non voglio postarli fatti male.

Per rispondere a un messaggio, riguardo la fic "Paradiso temporaneo" , io non ho deciso che Deunan avesse la fobia del nudo con Briareos. Ho preso l'idea dal manga stesso. VOlume 3 cap 16 Life Point. Lì cè la scena di Deunan che si sveglia per la luce del sole e scopre il chip sul collo. CHiama Briareos  e inizia la faccenda della spia. per molti loro due non hanno una relazione da sempre, solo dal volume 4. Il capitolo inizia con lei che dorme seminuda e si sveglia per il sole, dicendo "scemo di un Bri...". La pagina dopo (secondo me preparata con altre 2 per il volume 2, perchè il tipo di disegno è diverso. Il volume 3 presenta un disegno più ricercato tranne per quelle pagine e si sa per il libro Aplleseed ID e interviste al mangaka, che lui preparava il volume intero per come lo pensava ma poi doveva tagliare pagine perchè dovevano rientrare in quelle dettate dall'editore) Briareos arriva e controlla il chip mentre lei si è coperta con una camicia nera o altro (ecco l'idea) pensando che, come molte ragazze/donne che pure conosco, si vergognasse di essere vista in intimo. Studiando le scene, si, lei si copre mentre lui è in camera ma nessuna ragazza si lamenterebbe con il compagno, se non fosse sola nel letto con le tende non tirate perchè lui si è alzato prima. Altimenti perchè lamentarsi di lui, se come pensano altri dormiva in altre stanze?  Mia considerazione ma tutto il volume 3 parla apertamente del loro legame completo, tanto che Hitomi chiede perchè non si sposano. Un amico mi ha detto "ma il letto non è piccolo rispetto al volume 4 quando dormono insieme?". In effetti dai disegni sembra più piccolo ma con Shirow non si sa mai.

************************************************

Deunan arrancò depressa verso la sua camera. Si tolse gli strati della divisa e si fece una doccia. Mentre l'acqua scorreva su di lei, si chiedeva cosa ci fosse stato di stupido nel suo comportamento. Erano tutti vivi, feriti ma erano stati presi tutti. Quale problema cèra? Aveva solo fatto un pò di testa sua! Non dovevano prenderla con lei per un pò di sano eroismo. Da sola era stata in grado di prenderli tutti con una trovata geniale! E nessuno capiva.

Sentì bussare alla porta, maledicendo la capacità della gente di trovare i momenti meno opportuni per disturbare. Prese l'accappatoio appeso dietro e la porta e asciugando alla bene e meglio i capelli con un asciugamano, aprì la porta. Si ritrovò suo padre con aria assolutamente austera e nervosa. Si morse il labbro inferiore e con il braccio a indicargli la stanza, lo fece entrare. Lui si portò vicino il balconcino che dava verso la parte esterna della base e rimase a rimirare l'orizzonte.

"Andiamo papà. FAcciamola finita. Cosa vuoi dirmi!"

"Cosa vorresti che ti dicessi? "

"NOn lo so. NOn credo di aver fatto qualcosa di brutto da essere trattata in quel modo!"

"Deunan...ripetimi le regole che ti ho insegnato..."

"Uff...Ascoltatemi, quando guardate a destra, tenete d'occhio anche la parte sinistra... QUando guardate in alto, osservate anche in basso... Dovete avere la visione in tutte le direzioni nello stesso tempo... Premi il grilletto prima di riuscire a vedere il tuo obiettivo.... Spara a chiunque ti sembra sospetto... Non focalizzarti su un solo punto... Se tutto fosse reale quando sbagli, saresti morta migliaia di volte..."

"Dimentichi quella più importante...Tu sei vulnerabile se non hai qualcuno che ti guardi le spalle. Ma ricordati che ti ho insegnato quello che sai per un motivo. Lottare e vivere. Non puoi sempre avere Briareos a guardarti le spalle. Briareos ti protegge per mia richiesta e perchè sei membro del suo gruppo, ma non usarlo come tua guardia del corpo personale. Devi essere la migliore per te stessa.  NOn puoi appoggiarti a lui perchè bisogna essere lo scudo di se stesso. Questo ti ho insegnato!"
voltandosi verso di lei urlando.

"Giorno dopo giorno tutto ciò che ho imparato è stato come usare un coltello e una pistola. Sono stata obbligata a farlo! So usare bene questo coltello da professionista che un qualsiasi oggetto da cucina. Non è mai stato così' quando vivevo con la mamma. Con lei ero io e basta. POi sei arrivato tu. Poi mi hai fatta diventare cosa sono. Che cosa pretendi ora?"
affrontandolo

"Ho fatto cosa potevo per darti un futuro. SOno un mostro? Bene, mi sta bene. Ma so che un giorno capirai che ho fatto bene."

"Quindi che dovrei fare... dirti grazie e  far finta che gli anni che ho passato sono stati normali per me?"

"Cosa cè di normale per cosa cè là fuori per le guerre fino ad ora, Deunan? Cosa ho visto io, tu non puoi neanche immaginarlo. Ho fatto la cosa giusta!"

"No, tu non...."

"Basta Deunan! Ho molto lavoro da fare per il problema della base e a quanto pare la tua stronzata potrebbe portarci fuori di qui in tempi record. E cosa dovrei fare io ora?"
guardandola con aria di sfida.

"Non voglio continuare a stare sotto le tue direttive, io..."

"Finchè sei sotto la mia tutela, fai quello che dico io. Aspetto gli altri membri per i rapporti su questa dannata giornata. Ricordati di passare dal mio ufficio quando è pronto. Parleremo meglio lì del tuo modo di promettere e poi fare stronzate."
passandole vicino per uscire.

"Ho fatto quello che reputavo giusto. Nessuno si è fatto male nè per quello che ho fatto nè per altro. E invece di dirmi 'Brava Deunan, ottimo lavoro'...tu sei qui per dirmi che ho fatto stronzate!"

"Quindi era...Quello che era giusto fare? Complimenti. E' questo che ti ho insegnato? lavorare in una missione affermando che saresti rimasta attaccata al capo-gruppo dirante la missione e poi, che cosa fai? Sparisci senza dire nulla calandoti come una scimmia per i palazzi, appicchi un fuoco a un cavolo di hotel che stava per chiudere e metti in pericolo sia i miei uomini che i possibili ostaggi. Il fatto che alla fine non esistevano non importa, perchè non lo sapevamo. Ma tu sei stata quindi brava? MA MI PRENDI PER SCEMO? VUOI CHE TI FACCIA I COMPLIMENTI PER AVERCI QUASI SBATTUTI FUORI DA QUESTO POSTO CON IL DISONORE, PER QUANTO ACCADUTO? LAVORIAMO PER IL GOVERNO DEUNAN. SE FACCIAMO CAZZATE POSSIAMO TROVARE CASA ALTROVE. MA TU NON VUOI CAPIRE, PENSI CHE SIA IL GIUSTO PER VENDICARTI SU DI ME? ERA QUESTO IL TUO SCOPO? BENE, CI SEI RIUSCITA!"

Kirl se ne andò fumando dalla rabbia sbattendo la porta, lasicando Deunan a urlargli alle spalle ogni cosa pensasse di lui.

L'odio verso suo padre non poteva scemare per nessuno motivo, neanche se fossero passati anni. Lo reputava il colpevole della vita che conduceva, dell'obbligo di diventare quello che non era. Un'arma capace di proteggersi ma anche uccidere. Briaores le aveva sempre detto che suo padre stava cercando di proteggerla e che lui sapeva di essere duro con la figlia, ma per suo modo di vedere le cose, era l'unico modo per svolgere il suo compito di padre verso l'unica persona che gli era rimasta. Ma per Deunan erano scuse. Da bambina era diventata un'arma, un'arma come altri soldati  e uomini attorno a lei, il doppio dei suoi anni e esperienza. DI certo, non lo aveva fatto apposta quel gesto per lei eroico. Non era contro suo padre. Non era un modo per vendicarsi. Solamente, le era passato per la mente. Punto.

Deunan si buttò sul letto piena di rabbia. Desiderava solo sparire.



Briareos tornò dall'armeria dopo aver sistemato le sue armi e quelle confiscate a Deunan. Depresso e con il broncio, si avviò verso il suo alloggio. QUando arrivò, aprì la porta e entrò. Si accorse tardi di una presenza seduta sul divanetto all'angolo, vicino il balcone. Il ragazzo sbuffò più forte, si tolse tutto di dosso tranne i boxer e senza proferire parola, si avviò verso il bagno. Mugugnò per la puzza di sigaro e si chiuse nella stanza per fare la doccia. L'uomo rise  e si apprestò ad aprire il balcone per calmare Briareos.

"Ragazzo...posso capire la tua rabbia ma...sono qui per parlare con te."

"Avevi detto che avremmo parlato dopo, non che ti avrei trovato in camera mia. COme sei entrato..."

"Hei, non sono un novellino! NOn pratico più ma so il fatto mio. COmunque... vuoi sapere cosa è accaduto giusto?"

"POchi preamboli Gigars. Spiega!"

"Ricevuto. Dunque, Kirl è venuto a cercarmi al pub ma ero nel mio alloggio. Si è fiondato quasi buttando a terra la porta. PUoi immaginare, quando è incazzato! Mi ha detto i problemi della base, di te e sua figlia e dell'accaduto della giornata  volendo sapere il mio pensiero...gli ho detto cosa avrei fatto io. Il mio parere sembrava interessargli! Sembra che voglia mandar via sua figlia in Francia, il che mi ha parecchio turbato. Sembra voglia da oggi, mettere la parola basta ai problemi e prendere il pugno duro."

Briareos non disse nulla e Gigars non capì se stesse riflettendo o fosse troppo incavolato per chiedere o dire qualcosa. Sentiva solo l'acqua scorrere nell'altra stanza e rimase a guardare oltre il balcone fumando, cercando di far chiarezza nelle questioni. Dopo qualche minuto, qualcosa lo fece sobbalzare. Un tonfo sul tetto lo mise in allarme. Si voltò verso Briareos che era in bagno ma l'acqua stava scorrendo e considerò l'ipotesi di essersi sbagliato. Poi sentì gracchiare, scatti di pulsanti e rumori vari e girò su se stesso cercando il punto della provenienza. Si accorse che venivano dal cassetto del comodino e lo aprì, trovandovi un walkie talkie che emetteva rumori strani. QUando lo avvicinò all'orecchio, una voce saltellante gli sussurrò qualche parole. Capì solo 'Briareos' e 'sei' e tentò di trovare il modo di farlo funzionare, ma le batterie erano quasi scariche. Briareos uscì dal bagno con un asciugamano in vita e quando si accorse, mentre tamponava la testa, che l'uomo rovistava nel cassetto si infuriò.

"Gigars, mi controlli il comodino?"

"NO...guarda, questo walkie talkie trasmette qualcosa..."

"NOn può essere. Mettilo via..."

Quando Gigars decise di seguire l'ordine per non irritarlo ancora, il walkie talkie gracchiò di nuovo, richiamando l'attenzione di Briareos. I due uomini si fissarono per un pò mentre vari rumori e strani versi uscivano dall'apparecchio. Briareos disse all'uomo  che lo usava tempo prima con Deunan ma lei era chiusa in camera e non lo usavano da tempo. Quando smise, lasciando i due nel silenzio totale, Gigars si voltò di scatto verso il balcone scansando qualcosa che stava arrivando su di lui. In pieno slancio, Deunan arrivò come un lampo verso l'interno tramite una corda, atterrando in piedi dopo che l'uomo che era sulla traiettoria aveva schivato la ragazza. QUando si trovò in piedi, Deunan lasciò la corda e entrò, guardando nella stanza.

"Ma cosè, è un vizio quello di calarsi da ogni palazzo?"

Gigars, ricomposto, si rivolse a Briareos indicando la ragazza, spaventato dalla situazione grottesca.

"Deunan, che cosa ci fai qui?"

"Devo parlare con te..."

"Ehm, scusate...a parte la situazione assurda di una giovane pazza che entra dal balcone lanciandosi dal terrazzo con una corda...e poi da dove arrivi?... E secondo, Briareos...meglio se ti vesti..."

Briareos si guardò, constatò che aveva solo l'asciugamano e andò nell'armadio a prendere gli abiti e indossarli in bagno. Deunan ridacchiando si voltò verso il balcone mentre il ragazzo scappava a vestirsi, per poi guardare Gigars. I due si guardarono in cagnesco.

"Così ci rivediamo dopo molto tempo, piccolo tornado!"

"Salve...vedo che sta benissimo"

"Mah!... gli anni li sento...ma se mi trovi benissimo..."

"Bene..."
incronciando le braccia.

Rimasero a fissarsi per un pò, finchè  Briareos non uscì vestito e pettinato. Li vide guardare in giro per la stanza ignorandosi, con un'aria nervosa.

"Ok, ora dimmi perchè sei venuta qui. Sai che non puoi stare nel..."

"Mio padre è venuto da me. SOno scappata!"

"QUindi tu per scappare da tuo padre, entri come un tornado nell'alloggio di colui con cui hai una relazione...!...Certo, fila..:"
ridendo mentre prendeva un altro sigaro con accendino.

"Ma lui deve stare qui?"

"Ehi, basta entrambi. Gigars, se vuoi fumare vai in balcone. Deunan, che è successo...e comunque si, lui ha ragione. E' l'unico posto in cui dovresti venire secondo te?"
mentre Gigars alzando le mani si avviava al balcone.

"Senti, sono arrabbiata e dovevo parlare con te..."

"COsa ti ha detto..."

"Cosa non mi ha detto...le solite cose sul bravo paparino. E' arrabbiato con me perchè secondo lui sono la colpevole per a situazione della base.."

"Dopo quello che è successo oggi, direi..."
disse Gigars sporgendosi all'interno

"Bri...andiamo...sono stata io a prendere tutti vivi e nessuno vuole capirlo."

"Alcuni mezzo barbeque, altri affumicati stile pastrami ma...vivi!"
rise Gigars intromettendosi di nuovo.

"Bri, ma lui perchè è qui?"

"SOno qui, piccola, perchè dovevo parlare con il tuo innamorato della questione che tu hai creato! Sei piombata qui senza invito..."

"Basta! Entrambi. Uno alla volta...Gigars, sei arrivato prima tu. Prego..."

"Finalmente...Per telefono l'Organo di controllo Americano per l'ordine di Polizia ha detto chiaramente a Kirl, che l'accaduto rivelava l'inefficienza dei gruppi scelti e, essendo i migliori, ciò dimostra che è una spesa inutile mantenerci tutti qui...ergo, ci sbatteranno fuori di casa!"
guardando Deunan

"Non guardarmi! SOno mesi che cè questo problema."

"Si, ma questa missione avrebbe stabilito quanto avrebbe vissuto la base..."

I tre si fissarono arrabbiati. Briareos si buttò su una delle poltrone e cercò di far mente locale. Deunan dopo vario discutere iniziò a litigare con Gigars sul fatto che l'uomo la vedesse come "una mocciosa distruttrice pazza". Deunan rivangò il motivo del loro astio, accaduto durante il periodo di allontanamento di Briareos per l'addestramento. A GIgars era stato affidato il compito di Briareos di  controllare e addestrare Deunan, ,la quale creò litigi continui per non essere in grado di relazionarsi con l'uomo. Per lei, Gigars era peggio del padre. E da parte sua, Gigars non era abituato a occuparsi di ragazzine giovani e nervose. Ancora era presente la rosa di fuoco causata da Deunan sotto il gabbiotto di comando della zona addestramento, quando lei per ribellarsi a Gigars in preda alla collera aveva sparato per sbaglio. COsa che Gigars non prese in maniera benevola.

"OK, zitti un attimo entrambi. NOn sono ancora andato da Kirl, ma se quello che ha detto a Gigars è vero...allora presto saremo fuori. Dovremo trovarci un posto dove andare molto presto. Gigars, l'Accademia di Polizia prende persone prima dei diciotto anni?"

"MMM...dipende dalle situazioni. Le regole prevedono dai 18 a massimo 30 anni. Però posso chiedere ad alcuni amici se è possibile una scappatoia..."

"Prova...è urgente. Deunan, cosa mi dici di tuo padre. Potrebbe accettare il fatto che tu sia inserita all'accademia?"

"NOn lo so...forse se si alza col piede giusto!"

"Da oggi non credo, ma magari le persone giuste...se spingono un pò..."
rise Gigars.

"Lo vuoi fare tu? Allora ho fatto bene a evitare che ti colpissi..."
beffarda

"Senti stronzetta, per quella volta non ho dimenticato. Se faccio qualcosa è per Briareos, non te..."

"Bravo, e ora che la base chiude, tu vai a vivere al centro anziani?"

"NOn si chiama centro anziani ma casa di riposo, massimo clinica della terza età. E no, carina. Uno come me non si ritira. E per tua informazione, colui che ha una relazione con te mi ha promesso che, aiutando voi, avrò il mio posto nel gruppo di tuo padre!"

"Che cosa?"

"Gigars, non usare la parola relazione con superficialità"

"Perchè non abbiamo una relazione?"
attirando lo sguardo dei due uomini

"SI..no..cioè..."
balbettando.

"Si lo so che non siete amanti ma avete una relazione...questa mocciosa ha comunque diciassette anni. E non credo sia ignorante sul sesso e affini, non cè bisogno che noi parliamo per parole chiave..."

"Gigars, per favore..."

"Bri, gli hai promesso di dargli un posto anche quando chiude la baracca?"

"Che dovevo fare...dovevamo far qualcosa e lui poteva aiutarci. Ma non ti interessa, tu sarai all'accademia e io lavorerò con tuo padre finchè non troverò altro per seguirti. NOn ci pensare..."

"A bene...quindi non me lo toglierò di davanti.."

"Io invece sono contento che tu sparisci per l'accademia..."
disse Gigars soddisfatto.

Briareos si alzò stufo del litigio nel suo alloggio e chiese a Gigars di occuparsi con sollecitudine delle informazioni. Lo accompagnò fino alla porte e si sorbì la ramanzina dell'uomo per la presenza di Deunan in camera, sapendo che Kirl era incavolato nero. Briareos gli disse che l'avrebbe spedita in camera al più presto e lo salutò. Poi tornò da Deunan che era rimasta in piedi vicino il letto e rimasero a fissarsi un pò.

"TUtto bene con tuo padre?"

"NO, affatto..."

"Scusa te lodico, ma lui ha ragione a lamentarsi. Siamo senza casa per dirla terra terra..."

"Non è per colpa mia...forse ho solo fatto un piccolo, piccolo, piccolo casino ma...era già in piedi il problema!"

"Ok, almeno so che sei consapevole di cosa hai fatto..:"

"NOn sono mica scema...io...ecco..."

"Cosa Deunan..."

"Vorrei essere in qualsiasi posto che non sia questo...vorrei una vita che mi piaccia...vorrei non essere cosa sono adesso..."

"NOn sei tagliata per questo? E' questo che vuoi dire?"

"Parli di combattimenti, addestramenti, armi ect? SI..."

"Bimba io..."

"Giorno dopo giorno tutto ciò che ho imparato è stato come usare un coltello e una pistola. So usare bene questo coltello come fosse una parte di me. Non è mai stato così' prima. COn lei...Facevo cosa mi piaceba, cosa sentivo di poter fare..."

"Lo so. So quanto ti faccia male essere costretta da tuo padre... ma sei brava. Molti ti considerano una macchina da guerra di tutto rispetto, nonostante l'età. QUesto devi considerarlo...e stiamo vedendo come avere una vita nostra..."

"Andiamocene da qualche parte, lontano da qui. In un posto pacifico che sembri un paradiso...il nostro posto...la nostra vita..."

"Pensi davvero che un posto così possa esistere? Che riusciremo a trovarlo?"

"Insieme, so che possiamo trovarlo. Dobbiamo solo provarci. POssiamo avere la vita che sogniamo... il paradiso che ci piacerebbe vivere...non posso aver paura di non trovarlo. IO...non ho paura..no..."

"Perchè hai paura"

"Perchè non voglio perdere  il poco che ho e i miei sogni..."

Briareos si avvicinò a lei e la abbracciò, dicendole che sarebbe stato al suo fianco per trovare il loro sogno. Deunan rimase con la testa sul suo petto, restando a percepire il battito del suo cuore che sentiva in accordo con il suo. Poi chiuse gli occhi, sospirò e lo fissò negli occhi.

"...non mi permettere di abbracciarti ogni volta che ho paura o sono triste..."

"...quando avrò paura ti abbraccerò anchio, così saremo pari!"

Risero insieme, poi Briareos le disse di andare e lei uscì sul balcone per salire tramite la corda.

"Ehm...stai attenta, ok?"

"Ho solo scavalcato il mio balcone, sono scesa con una corda sul terrazzo e mi sono calata con un'altra corda. Devo solo rifare lo stesso percorso..."

"Ah!..Si ma...non fare Tarzan..."

Deunan rise e si aggrappò alla corda. Ma poi si voltò e chiese a Briareos perchè aveva risposto a Gigars che non erano compagni. Briareos rispose che avrebbe voluto affrontare l'argomento con la sua maggiore età e liberi dal caro Kirl. Deunan non accettò molto la risposta e gli chiese cosa per lui significasse amare qualcuno.  Se lei potesse amare anche se ancora giovane. Briareos la fissò negli occhi serio.

"quando non puoi smettere di pensare a una persona se non e l'hai accanto,quella non è un'avventura. Quando ricordi le sue carezze come se le stesse facendo non è un'vventura. Vuoi affrontare questa cosa da sola chiedendoti per sempre se sei capace di amare? Bene, ma sappiamo cosa cè tra noi. Gigars dice che eesiste perchè sono anni che ci conosciamo. AL diavolo, non è così. Tu non sei quella di anni fa. Sei una donna e...cioè, mentalmente intendo... e sai capire. Il nostro affetto...Non è come per le persone normali, perchè tra noi non cè il sesso? E' sempre un legame. Cè sempre affetto. Sentimenti. Se tu provi queste cose, stai amando. Se provi freddezza, allora non consideri importante quella persona. Pensa a questo..."

Deunan gli sorrise e si arrampicò per tornare in camera.





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Capitolo 10
*** Tentativi ***


fic2 cap10 Ecco il nuovo capitolo. Ho abbozzato il resto della storia e credo che manchino solo due capitoli. NOn avendo tempo non inserisco un capitolo lungo ma solo fino a un pezzo per lavorare meglio all'altro nei prossimi giorni.

***********************************


Briareos si sistemò a sedere sul letto, con lo sguardo rivolto verso l'orizzonte. Si rese conto che il destino a volte era beffardo, quando credevi di essere fuori dal tunnel. Se vi erano possibilità per lui di cambiare vita, ora doveva faticare il doppio. Doveva trovare il modo di rendere felice Deunan, mantenere la sua parola con Gigars e evitare che Kirl li odiasse tutti per aver deciso di allontanarsi da lui. E il luogo che ormai per loro era 'la loro casa', presto sarebbe stato tramutato in un campo per rifugiati o chissà che altro. Anni di sacrifici sfumati per l'incapacità del governo rimasto in piedi, di gestire la realtà del paese e le sue problematiche. I soldi avevano deciso per una l'esistenza di una base intera, occupata da più di mille persone. Che entro pochi giorni avrebbero dovuto trovare il modo di continuare a vivere. Si chiedeva in quanti sarebbero riusciti a farsi assumere sempre dal governo per altri gruppi d'assalto, di polizia e altre sezioni speciali. Ma altri, sarebbero stati lasciati senza paga nè aiuto. Sarebbero diventati i nuovi mercenari che infestavano città abbandonate e vecchie installazioni di fortuna, messe in piedi in fretta per radunare i superstiti ma che poi furono lasciati al loro destino per spostare le persone altrove. E che erano diventati i 'buchi' come li chiamavano i militari, dove deliquenti e mercenari di fortuna li tramutavano in fortini. E lui, in quegli anni, ne aveva espugnati parecchi per Kirl e il governo.

Sospirando, decise di fare una cosa che aveva deciso di evitare per molti mesi. Indossò una giacca di pelle dall'armadio e uscì, dirigendosi  verso il capannone dei mezzi. Salutò i ragazzi a guardia e si recò nella zona dei veicoli a due ruote. Diede un colpo sulla spalla in segno di saluto al ragazzo che chiamò 'Tyron' e inserì la chiave in una Benelli BN251 color canna di fucile. Fece rombare il motore e partì, uscendo dalla base a tutta velocità. Sfrecciò, cercando di non pensare a nulla se non all'aria che sferzava sul viso e tra i capelli, in direzione di San Francisco, ma più a ovest. Seguì i divelti cartelli stradali e giunse a una visibile collinetta verde a pochi kilometri dalla città. Entrò, seguendo cartelli mangiati dalla ruggine.  Si fermò dopo metri dal cancelletto basso in legno, sistemò il cavalletto e iniziò a camminare sull'erba guardandosi intorno.  Poi, dopo, riprese la moto per la seconda ricerca e trovò cosa gli interessava. RImase a fissare in basso mettendo i fiori che aveva raccolto prima a terra, poi si sistemò appoggiato alla moto e pensò in silenzio a varie cose. FInchè non gli venne di parlare a voce altra.

"CIao Virgil...eh...ok, so che è da molto che non vengo a trovarti ma sai...Si che lo sai! Credo poco  al fatto che dopo la morte rimanga l'anima nella fossa o lì vicino...insomma hai capito. Ma Avevo bisogno di parlare con qualcuno che non mi desse dell'idiota. Ok, forse sono troppo sincero ma ho pensato a te. SOno nei casini amico mio! E grossi anche...Mi viene in mente quella volta che ci siamo divertiti in quel locale e per ascoltare te, abbiamo preso a pugni due buttafuori  per poi trovarci in una suite di hotel stellato a spassarcela con due bionde...una delle cose pazze che ho fatto spinto da te! Abbiamo litigato a volte, ma sei stato il primo, dal giorno che ho messo piede in questo paese, che ho avuto al mio fianco. SOlo Kirl e Gigars sono i fidati a cui darei la mia stessa vita, oltre te. AD ogni modo...ho pensato a te perchè...considero importante una persona, sai? Di sesso femminile. Sembra assurdo, vero? Io avevo sempre creduto dai miei addestratori che l'uomo è superiore, le donne sono solo oggetti. QUando ero in addestramento al Kgb ricordo...che usavano delle donne per la prima parte della missione, usate e basta. Per te invece erano un gioco, un divertimento. Se prima le consideravo per chi mi addestrava, individui che servivano solo per avere figli e una casa pulita, con te ero arrivato a credere che esistessero per renderci il mondo un pò meglio... Ma erano sempre oggetti. Mi chiedo ora chi aveva torto. GIgars dice che proviamo affetto tra noi solo perchè abbiamo vissuto insieme per molti anni. Per te, secondo te, è davvero così? La cosa che mi dà da pensare è che... mi trovo davvero bene con lei. NOn intendo come con te o qualcun altro con cui passo il tempo tra una birra e l'altra, ma proprio a livello psicologico. Mi sento davvero bene quando è vicino a me. QUando parliamo, scherziamo e facciamo qualcosa insieme io...mi sento davvero me stesso. E' una cosa positiva, seconte te? Significa che è...come si dice... ah si, sentire le cose a pelle. CApire senza spiegazioni precise, quando qualcuno per dirla semplice ti sta sulle balle o meno. Mi sono reso conto amico mio, di conoscere quasi tutti della base ma non riuscire a essere...rilassato...è l'unica cosa che mi viene in mente per ora, per farti capire ma...mi sento rilassato e tranquillo con Deunan, non con nessun altro. Gigars, Kirl e un paio di altri amici sono gli unici importanti per me, sopratutto i primi due ma...CAzzo Virgil...per la prima volta mesi fa e nelle volte successive che siamo rimasti insieme a parlare io...mi sono sentito diverso. Un pò come quando ho conosciuto Kirl e tu non volevi che mi unissi nel suo gruppo. Mi dicevi che sotto le direttive di qualcuno, io mi sarei rovinato la vita. Col senno di poi, ti giuro che rifarei ogni cosa. Ecco...non capire male...non sono qui per dirti che avevi torto! Solo che...mi sono sentito più libero con Kirl al mio fianco che quando lavoravo da solo come assassino o professionista. Fare squadra è tutta un'altra cosa. Al kgb accadeva, ma eravamo scelti per le nostre capacità...con Kirl è stato diverso. Assolutamente. Bè, riassumendo...sono qui perchè...forse potrei non tornare...Ce ne andiamo via tra non molto. Oggi Deunan ne ha fatta una delle sue e...abbiamo perso la base. QUando ho richiesto il tuo corpo per la sepoltura, considerando che eri rimasto solo al mondo, pensavo di venire a trovarti finchè non sarei morto. Credevo di vivere alla base per sempre. Ora invece voglio trovare un posto dove mi senta vivo. Insoma, guardami Virgil. Molti mi considererebbero un assassino, un militare, un esperto ma per altri sarei al pari della feccia là fuori. DIpende dai punti di vista., ognuno mi può vedere in modo diverso ma il punto è...che fino ad ora ho vissuto venendo etichettato. E la cosa non mi piace. Me lo ha fatto capire Deunan, sai? Aveva ragione quando diceva che non è assolutamente una bella cosa l'essere considerato per quello che fai o come ti vedono. GIà lo sapevo, quando lavoravo da solo venivo etichettato ma...dopo le esperienze con Kirl nel lavoro e aver conosciuto la Deunan quasi adulta...mi sono reso conto di come sia penoso il sentirsi considerato per mera catalogazione. Bè, così dice Deunan. E ha ragione...così dopo mesi di vederci, parlare e discutere di noi abbiamo... scoperto di volere le stesse cose. Una casa nostra non decisa da nessuno, una vita che ci appaghi, un luogo dove sentirci vivi, un luogo dove nessuno ci cataloga ma considera per quello che siamo, poter avere la possiblità di scelta per noi stessi... essere padroni di noi insomma. In parte è il modo di vivere che consideravi 'regola di vita' ma...per te era più alcool e donne. Ma di fondo il senso principale era quello. Quasi... ad ogni modo, a parte chiederti cosa ne pensi delle situazioni ma è logico che non ne trarrò niente...Ciao amico mio! Farò il possibile per venire qualche altra volta, ma con la situazione attuale sarò molto impegnato a sistemare la nostra casa temporanea e assicurarmi che Deunan entri nell'Accademia...Non so come farò a evitare che combini disastri ma...Ora vado... Kirl vuole il rapporto e un resoconto anticipato. CAvolo, parlare in un cimitero non è...Ok, ciao Virgil..."

Si voltò grattandosi la testa per il disagio, poi respirando profondamente si voltò verso la tomba.

"Se tu fossi qui...ancora vivo...avrei tanto voluto il tuo supporto, qualunque fosse...e avrei voluto portarti con me nel paradiso che vogliamo trovare...Ciao, amico mio..."

Si sistemò sulla moto e partì, chiedendosi se era il caso di tornare subito o fare qualche altra cosa prima del grande rapporto a Kirl. Decise tuttavia di aspettare prima di fare rapporto, recandosi a San Francisco.


Deunan attendeva, seduta su una poltroncina nel corridoio con aria depressa fissando il pavimento, che suo padre finisse di parlare con un membro del gruppo per il rapporto sulla missione. Ogni tanto, al passaggio di qualche militare, lei alzava gli occhi al saluto che le veniva rivolto o semplicemente per curiosità. Dopo più di mezz'ora sentì la porta aprirsi e incrociò i suoi occhi con Avila, senza staccarli finchè lui non chiuse la porta. L'uomo fece un mezzo sorriso, ridacchiando.

"Tò, chi si vede...il barracuda o come è conosciuta  meglio, il Terrore, sta aspettando il suo turno... il Colonnello mi ha detto di avvisare chi attendeva fuori...di certo non avrei pensato di vedere te! E' parecchio arrabbiato sai? Io però da parte mia, ho coperto le mie spalle dopo i tuoi giochetti. Mi auguro che tu non sia arrabbiata. Sai, ho sentito dire che tu stai nascondendo qualcosa..."

"Io? Non so di cosa parli...è un tesoro?"
sfidandolo.

"No...ci sono varie voci. Alcuni dicono che tu stai tramando contro tuo padre...altri che la tua bella idea nella missione sia studiata per i problemi della base...addirittura alcuni dicono che tu abbia una tresca con qualcuno qui. Ammetto che se fosse vero, sarei davvero curioso di sapere chi sarebbe. Sai, da quando due anni fa sono arrivato e ti ho vista, mi sono chiesto come saresti diventata... ma ora che ti vedo dico che ho sbagliato a fare i miei conti. Nonostante il tuo caratteraccio, il resto non è affatto male..."

Deunan rabbrividì, vedendosi osservare con quello sguardo per lei indecifrabile. Non aveva mai visto qualcuno fissarla così, nonostante qualche ragazzo poco più grande si era interessato a lei, mai l'avevano guardata in quella maniera. Lui le si avvicinò parlandole a bassa voce.

"Forse, quando tuo padre verrà mandato via proprio grazie a cosa vuoi fare, potrei avere qualche chance di...conoscerti...Ho già fatto richiesta per entrare nel nuovo gruppo speciale militare governativo che la Commissione, quella che ha in pratica licenziato tuo padre, vuole istituire riunendo i migliori elementi delle basi chiuse. Se tu dovessi decidere di mandare al diavolo tuo padre, potrei mettere una buona parola per te...anche se ti vedrei meglio come mogliettina devota..."

"..............."

"Ok, non vuoi parlarne...ho saputo comunque che a est di qui, nel campo di Golden Hill, è arrivata la commissione che verrà domani a controllare e decidere in via definitiva, della data di smantellamento della base. Sono proprio curioso di sapere quanto tempo daranno al vecchio caprone per mettere insieme le sue stronzate e trovare casa altrove. Si dice che voi non avete più una casa vera e ormai lo era la base. Per questo, biondina, ti do la possibilità di fare una bella vita non facendo nulla. Pare che pagheranno bene chi entrerà in quel nuovo gruppo e tu potresti fare la bella vita che desideri. Una volta ti ho sentito al pub, quando dicevi a Briareos che avresti voluto sapere come si viveva da persona normale. Quell'idiota di Briareos che si mette a parlare con una ragazzina...Da quello che so, si è fermato con una bella sventola solo per divertirsi, non certo per fare comunella con quattro stronzate. Quello stronzo è uno di quelli che odio. Sembra che non gli interessi ma...si vede che si da le arie solo perchè è amico del Colonello... Sono contento che sbatteranno fuori anche lui, mi hanno detto che non ha presentato richiesta. Buon per me, sarò scelto subito e lui finirà a lavorare come sguattero per qualche stronzo e farsi pollastrelle scaricate dal capo...Io invece...Avrò una bella casa, un buon stipendio e magari sapere che quella bella casetta sia tenuta al meglio da una come te...mi piacciono le persone decise, sopratutto se donne. Non amo quelle che si lagnano sempre con la lacrimuccia facile e visto che tu non sei affatto male, sarei contento a vita...eheh..."

Vedendo che Deunan non lo considerava, fissando la parete di fronte a lei,  l'uomo alla fine rise e le disse che avrebbe aspettato la risposta, attendendo la commissione per godersela quando avrebbe visto suo padre far fagotto e andarsene. Un sudore freddo la colse impedendole di replicare mentre lui, facendo finta di sistemarsi i lacci delle scarpe sostenendosi con la suola sulla sedia vicino a lei, non avvicinò il suo viso con quella della ragazza, aspettando una sua reazione. Deunan non riuscì a muoversi, impaurita da quegli occhi e trattenne il respiro finchè lui non  se ne andò via dopo un l'occhiolino, lasciandola sola. Se l'avesse toccata non avrebbe aspettato un secondo a fargli capire di starle lontano, ma quello sguardo era strano. Per la prima volta Deunan non riusciva a essere forte, non capiva cosa le aveva procurato quella esitazione, permettendogli di credersi vincitore nella discussione, lasciandola come una stupida là. In preda a quelle sensazioni, in primis il nodo in gola. Non aveva mai degnato Avila di uno sguardo, era un ragazzo neanche trentenne che sembrava taciturno e schivo. In effetti si rese conto di non essere mai rimasta sola con lui e cercò di far mente locale sulle volte che, nel gruppo, lui era presente. E se la fissava in quella maniera. Mentre lei rifletteva, la voce di Kirl rimbombò dalla stanza con la porta chiusa, dicendo un 'Avanti un altro' con il suo tono serio e potente. Deunan si alzò, ma prima di raggiungere la porta, fece un respiro profondo e poi scappò via.



Briareos si era fermato con la moto per strada, in disparte e nascosto al meglio, poco vicino a un blocco militare istituito a un incrocio.  Prese il cellulare e iniziò a scorrere i nomi nella rubrica, fermandosi pochi secondi su quello di Deunan. Per un attimo ricordò l'episodio del litigio della ragazza con il padre per avere il cellulare anche lei, come tutti. Kirl non voleva che lei fosse rintracciabile in nessuna maniera per proteggerla, sapendo che per suoi ordini lei doveva rimanere alla base. Ma quando Deunan gli chiese aiuto per convincere il padre, Briareos usò la scusa del 'così sai sempre dove si trova' per forzare la mano e farle ottenere l'oggetto tanto desiderato. Si era accorto solo dopo che lei lo voleva per parlargli la sera, visto il divieto anche per lui di entrare nell'alloggio di lei. I primi tempi loro due parlavano spesso la sera, di tante cose fino a tardi, poi Kirl scoprì che lei spendeva tutto troppo rapidamente e, non avendo lei paga come gli altri, era Kirl stesso a provvedere alle sue spese. DOpo che Briareos venne premiato con un aumento al posto delle ormai costose medaglie, lui dava quella percentuale in più del suo stipendio alla ragazza di nascosto, così che lei potesse capire cosa significava gestire anche quell'aspetto della vita di una persona. Per sua esperienza di ragazzino, sapeva che prima in quei tempi un ragazzo diventava uomo imparando  a cavarsela in tutto, meglio sopravviveva. Avere dei propri soldi da usare per esigenze o piccole spese ludiche in città e doverli gestire per non andare in rosso, erano un ottimo modo con le paghette, per abituare a capire cosa si poteva fare e cosa no, senza sprechi. Con Deunan, Briareos si era messo il cuore in pace su quell'argomento. Aveva scoperto che era una spendacciona, quando qualcosa le piaceva la comprava senza pensarci, anche se rimaneva senza soldi per settimane o peggio in debito. E a nulla erano valse le spiegazioni sulla maturità o consigli. Lei non era in grado di gestire un proprio gruzzolo. E nonostante quello, lui non riusciva a decidersi a non darle più nulla per insegnarle il valore delle cose. NOn voleva sentirsi come Kirl, voleva che comunque un giorno lei capisse e di certo non lo avrebbe fatto negandole denaro. Senza soldi e senza Kirl a ricaricarle il cellulare, lei si era ritrovata ogni volta a poter ricereve solo chiamate e non poterle fare, spingendo Briareos a usare i walkie talkie per sopperire al problema. Ma dal giorno che avevano deciso di non considerare più il loro rapporto come figlia di Kirl e suo protettore, avevano cercato di evitare di essere scoperti, trovando il loro posto segreto e abbandonando gli apparecchi. Eppure dopo mesi, leggendo quel nome sul cellulare, al ragazzo era venuta una nostalgia strana. Parlare al cell disteso sul letto, di qualunque cosa venisse loro in mente, anche dopo aver parlato a lungo non sapevano neanche loro come vi erano arrivati a quella discussione, gli fece venire un senso di tristezza. Avevano parlato sporadicamente al cellullare mentre lui era in addestramento, e lui si era abituato alla compagnia di Deunan al cellulare la sera prima di addormentarsi, sentendosi bene forse, pensava, per i l fatto di potersi confidare con una persona fidata. Non erano sbagli i suoi, sentiva che farlo era per lui fonte di contentezza, eppure l'avere quel numero a disposizione e non poterlo usare lo rendeva di cattivo umore.
Passò avanti sul display con il pollice finchè trovò il numero che cercava e chiamò.

"Ehi Bijou...quanto tempo..."

"CAvolo, non dirmi che sei Briareos. SOlo lui potrebbe usare ancora quel nome in codice del cavolo che Virgil mi dava nelle missioni.  MI sa sentire gay, amico. E solo per quell'orecchino che avevo messo per una scommessa e avevo tenuto perchè alla fine mi stava bene...COme stai amico..."

"Bene...bene...ti ho chiamato per avvisarti che sono andato da Virgil a dargli forse un ultimo saluto. NOn so quando, ma la base di kirl verrà smantellata e io me ne andrò con lui. Non so dove, ma forse potrei non tornare per molto tempo..."

"Scherzi? Anche la vostra è stata eliminata? E come sta Kirl?"

"Depresso direi...normale infondo, ma sai comè, non sta mai con le mani in mano..."

"E sua figlia? L'ha portata dietro anche se sono vicini al luogo dove hanno ucciso la madre?"

"Deunan, si...lavora per suo padre ed è mio secondo nella squadra speciale della base...almeno per ora..."

"Spero che quella bambina non abbia traumi che si trascinano ancora adesso. Ricordo l'ultima volta che vidi suo padre...francamente non so come io la prenderei se dopo due anni, mio padre mi dovesse trascinare vicino al luogo dell'assassionio di mia madre per viverci. Io sarei scappato altrove, molto lontano. Ma sono scelte di Kirl...mi è dispiaciuto tanto per quella donna..."

"Bambina all'epoca...adesso ha diciassette anni..."

"Di già...non saprei proprio come possa esser diventata ma vedendo come il tempo è passato potrei pensare a qualunque cosa. L'ho intravista solo una volta quando con Kirl e lei, sei salito su una macchina e sei sparito. Ma non saprei neanche dirti come fosse..."

"E' bionda e ha gli occhi verdi. E il carattere del padre..."
ridendo

"Accidenti, un peperino immagino...eh eh...è carina? So che la moglie di Kirl era bella ma non era bionda...in una base non deve essere facile per lei..."

"Si è molto bella. E' l'unica donna della base, ma pare che tra Kirl e me, nessuno le dia fastidio..."

"Mh...per tu dire che è 'molto bella', conoscendo i tuoi gusti, deve esserlo davvero. Solo che per il carattere mi spaventerebbe un pò. Sono felice che Kirl abbia almeno sua figlia. Immagino sia rimasto solo senza più nessuno al suo fianco, ma dopo la fine della moglie sono triste per lui..."

Briareos vide l'uomo sconsolato, al cellulare, scuotere la testa con sincera tristezza e si chiese se fosse uno stupido a stare lontano a osservarlo, mentre parlavano al telefono nonostante fossero solo metri di distanza.

"Bijou, io e Kirl probabilmente creeremo un nostro gruppo para-militare di mercenari a pagamento. Di noi, diciamo vecchio gruppo, sono rimasti solo Kirl, io e Gigars. Dalla morte di Virgil non ho sentito più nessuno a parte te adesso ma...sarei felice di sapere che qualcuno di voi possa essere tentanto a per lavorare di nuovo insieme..."

"Sai bene che ora io faccio parte dell'Fbi no? Certo, non è più quella famosa di molto tempo fa ma...ho un lavoro poco rischioso di comando, una macchina, stipendio accettabile...e una famiglia! Tu non te ne sei fatto una?"

"No...anche se cè una persona a cui tengo, non è nei miei piani attuali..."

"Non sai cosa ti perdi, amico mio. Ho una moglie che adoro, anche se non è 'molto bella' e dei figli che mi fanno sentire il più ricco del mondo. SOno felice che pensi ancora a me e quei due testoni che si sono uniti con me all'Fbi ma...da parte mia non voglio rischiare Briareos. So che qui, in questa città, è morta la moglie di Kirl in una maniera merdosa. E che il pericolo di questi tempi è ovunque ma...sono padre di famiglia ora e non voglio metterli in pericolo e trascinarli altrove, dopo che i miei figli sono cresciuti qui...spero capirai..."

"Certo, tranquillo. Nel caso, se conosci qualcuno di fidato che voglia un posto da noi, sai come trovarmi...e a proposito, grazie per l'aiuto con la droga e la richiesta di risarcimento fasulla. A kirl non è venuto l'attacco di cuore..."
ridendo.

"NOn so perchè me lo hai chiesto ma sono stato felice di quel favore. QUando hai bisogno e posso, sono sempre a tua disposizione. E son contento di essere stato di aiuto a Kirl, anche se non lo sa...ora scusami ma stiamo facendo un piano di intrusione in un covo di possibili rapinatori di banche e io sono il capo..:"
facendo intuire che il suo ruolo era importante.

"Tranquillo...devo andare anche io. Fa un pò strano il fatto che tu, da professionista di esplosivi nel nsotro gruppo, ora vai a caccia di volgari ladri. Felice di averti sentito non in un momento di favori...mi faccio sentire prima che vada via...ciao..."

Briareos chiuse la telefonata con un umore pessimo, peggio di prima. RImase a fissare il suo vecchio amico di lavoro che fumava davanti una macchina con sul parabrezza una cartina, a fissare il cielo e poi si mise a fissarlo anche lui, come a voler vedere dove l'uomo stava giungendo con gli occhi. Si voltò, osservando i passanti come a vagliare ogni elemento che potesse descrivere la loro vita, se diversa o meno dalla sua e poi vide un negozio di dolciumi. Lasciò la moto e entrò nel negozio, rimanendo stupito di quanta atmosfera poteva fare un negozio su una persona, sopratutto di quel tipo. COlori pastello, odori zuccherosi, di spezie e cioccolato, voci felici di bambini che con le manine sui vetri ammiravano i colori e le forme di caramelle e cioccolati messi in vendita. Non importava quanti anni avesse, si sentiva più leggero e a tratti non capiva perchè.  Era un negozio in fondo. Bastoncini di zucchero bicolor, lecca lecca di varie forme e caramelle nella loro classica forma venduti a peso, erano presi d'assalto da alcuni bambini, ma un cartello attirò la sua attenzione. Si faceva promozione di un tipo nuovo di cioccolata. Il cartello vicino la vetrina dove si esponeva  diceva che 'si ottiene da una particolare lavorazione "a freddo" del cioccolato, che esclude la fase del concaggio. Ogni tavoletta, on privata del burro di cacao , viene riscaldata per renderla fluida e viene mescolata a zucchero semolato o di canna, e in base al tipo di ricetta a spezie come cannella, vaniglia, zenzero o peperoncino, oppure con scorze di limoni o arancia. La lavorazione che non fa sciogliere i cristalli di zucchero, che rimangono integri all'interno della pasta donano a ogni pezzo una consistenza granulosa e un po' grezza.'. Dopo aver osservato ogni vetrina, decise di provare quella novità e prese alcune tavolette di vari gusti, tra cui cannella e peperoncino, chiesendosi se fosse davvero buono con ingredienti per lui mai sentiti uniti al cioccolato. O forse dove era cresciuto, non proprio al meglio, da ragazzino e poi al Kbg non mangiava che la solita venduta di contrabbando per la povertà e non sapeva immaginarsi qualcosa di diverso. All abse arrivava cioccolata al latte e nocciole e la mangiava sporadicamente, ma non sapeva immaginarsi altro sapore neanche sforzandosi.
Tornò alla moto e, per far contenta Deunan sapendo del casino che suo padre le avrebbe fatto, prese il telefono e dicendo 'al diavolo' tra se e se, la chiamò. Lei rispose dopo qualche squillo, apparentemente con il fiatone.

"Deunan sono io. Sto tornando alla base perchè avevo delle cose da fare e ho una sorpresa per te.."

"Una sorpresa...?"

"Si...una cosa che non hai mai provato...ma che stai facendo? NOn dovresti essere in allenamento adesso..."
guardando l'orologio.

"Infatti, sto correndo...che cosè?"

"Lo vedi appena arrivo. COme mai fai una corsa adesso? NOn avevi il rapporto da consegnare a Kirl?"

"NOn sono alla base...sto correndo da una parte..."

"Che vuol dire che non sei alla base..."
quasi urlando, facendo voltare verso di lui i passanti.

"Avila mi ha detto delle cose...e mi guardava in modo strano...Briareos, una commissione domani andrà da mio padre per dirgli quanto tempo potremo restare prima di andar via. Voglio raggiungerli mentre sono fermi a GOlden Hill per vedere se posso far qualcosa..."

"Ferma un attimo. Cosa ti ha detto Avila...e chi sono della commissione? Stai correndo a piedi fuori dalla base per raggiungerli? Cazzo Deunan, torna subito indietro, è un ordine..."

"NO. Eravamo rimasti che sarei entrata all'accademia e saremmo andati via insieme appena possibile, ma non voglio che mio padre mi mandi in Francia o in qualunque altro posto contro la mia volontà. Lontano da te o impedendoci di seguire i nostri piano. Se posso provare a spostare la data di qualche mese, voglio provarci. Tu torna alla base, io tornerò quando posso..."

"Non fare stronzate, dove diavolo sono quelli della commissione? E' pericoloso per te andartene in giro da sola nella desolazione, a piedi e senza un'arma. Dove sei, vengo a prenderti prima che Kirl lo scopra."

"Non lo so quanta strada ho fatto, ma sto andando a GOlden Hill. NOn è distante dalla base, stai tranquillo. Ci siamo andati tante volte e so la strada. Con me ho i coltelli e sono entrata nella tua camera per prendere la Browning Hi-Power che tieni nascosta. Non sono senza protezione...vai alla base...ci sentiamo..."

"Cristo Deunan, hai preso la mia pistola? Deunan...Deunan..."

Briareos fissò il cellulare scoprendo che lei aveva chiuso la chiamata. Salì di corsa sulla moto e sfrecciò più veloce che poteva verso Golden Hill.

"Perchè sei così  testarda, Deunan..."


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Capitolo 11
*** Cambiamenti ***


fic2 cap11 Ecco il penultimo capitolo. Ho messo tanto tempo per postarlo perchè ocn gli impegni non era mai possibile finirlo.

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Briareos accelerò come un disperato verso Golden Hill. Non sapeva dove Deunan era nel momento in cui avevano parlato al cellulare e di certo, non poteva perdere tempo a fare la strada dalla base al campo militare per seguire i suoi movimenti. Doveva andarci subito, non poteva permettere che il gruppo di militari e quel Consiglio potessero arrestare la ragazza per aver violato il perimetro di sicurezza. Era la norma, e conoscendo Deunan, sperava che se mai l'avessero avvistata prima che lei potesse chiedere  di essere ricevuta, non avesse agito da testa calda qual'era ma li avesse ascoltati e accontentati. Potevano ordinarle di rimanere ferma, buttarsi a terra con le mani alte sulla testa o peggio.
Uscito da San Franscisco, voltò verso la strada meno battuta che condueva alla base otto chilometri dopo. Golden Hill era quattro chilometri prima della base e il doppio verso est e si trattava di un lago artficiale creato prima dell'ultima guerra, quando si sperava in una ricostruzione delle città verso la pace tanto sperata. E mai trovata. Aveva sempre promesso a Deunan di andare in quel lago per cenare con marshmallow arrostiti sul fuoco e accontentarla per provare quello che in tanti le raccontavano, al pub, del 'bagno di mezzanotte' in estate. Da quanto san Francisco, con le sue forze, aveva cercato di continuare a vivere mentre le guerre devastavano il mondo, il lago e un paio di boschetti di cui uno mutato in campeggio per l'estate, erano le cose che si cercava di proteggere per dare ai cittadini una parvenza di normalità. Nomalità di vita. Quel lago per Deunan significava trovare  quel pezzo di vita che aveva perduto anni prima. Con la madre, era andata al mare varie volte ma quando Kirl, alla morte della donna, l'aveva prima nascosta in una casa segreta e poi alla base, Deunan non aveva più fatto un bagno per divertirsi come era logico per una bambina. E aveva sempre espresso il desiderio di riprovare l'esperienza di una vacanza. Kirl, tuttavia nonostante la possibilità dell'oceano, le aveva vietato di andare da qualche parte senza una scorta, se mai lui l'avesse autorizzata. E il lago era l'unica cosa che, vicina alla base, potesse promettere alla ragazza di rivere frammenti di infanzia. Ma quel lago, da un paio di anni, era meta non solo di famiglie o persone che volevano fare una piccola vacanza, ma anche un ottimo luogo isolato per campi militari temporanei come zona di addestramento in un luogo poco distante, allontanando i curiosi.

Dopo pochi minuti che aveva svoltato all'incrocio per dirigersi verso Golden Hill, il cellulare squillò e si fermò, accostando per rispondere. Gigars era parecchio arrabbiato e gli urlava al telefono.

"Che diavolo sta facendo quella disgrazia ambulante? perchè mi ha chiamato un amico, dicendomi che si trova nel loro campo di addestramento e voleva la conferma della sua identità? Dove diavolo sei, Briareos!"

"Calmati, sono in direzione di Golden Hill. Andrò a verificare ma ora devi dirmi chi ti ha chiamato."

"Ricordi quando ti ho raccontato di quella missione dove mi fu affiancato uno specialista di esplosivi spagnolo? Quel militare che era soprannominato Torquemada, per la spietatezza con cui lavorava?"

"SI, mi ricordo molto bene. Era il primo dei nomi che tu mi hai detto di evitare assolutamente. Era conosciuto per la freddezza  e insensibilità verso i nemici, in qualunque forma di 'lavoro' gli venisse affidato. Era esperto in esplosivi ma...erano solo un suo hobby. Era un esperto di spionaggio, tortura e assassinii. Credevo fosse morto!"

"Non è tanto più vecchio di me. Conosce il mio numero, quindi deve avere agganci con la Commissione. Non dimenticare questo nome, Tuson. Ha occhi senza anima, lo sguardo sempre fisso e indossa sempre abiti totalmente  neri, anche se il protocollo obbliga la divisa. Se quella stupida dice o fa qualcosa di sbagliato, rischia sulla sua pelle la furia cieca di quell'uomo. Io stesso ho visto di cosa è capace!"

"Cosa potrei fare per portarla via senza rischi..."

"PRENDILA A CALCI DAVANTI A LUI...SONO SERIO! Dopo quello che ha combinato, scappa per andarsene in giro a creare problemi. Se Kirl lo scopre ci appende al pennone più alto con le palle al vento!"

"Ok, io vado là. Tu cerca di evitare che Kirl sappia della situazione..."

"Aspetta. Forse è meglio che io venga  a sistemare le cose. Se dovessi incontrarlo, digli il mio nome e che sto arrivando. Farò il prima possibile!"

Quando sentì la chiamata interrotta, Briareos fissò il cellulare e poi si portò una mano sulla testa, come se avesse mal di testa. E in effetti sentiva un lieve principio di emicrania in arrivo, ma cercò di calmarsi e avviò nuovamente la moto, ripartendo. A pochi metri dal lago, scorse  l'accampamento ma si vide fermato un paio di uomini armati. Fermò il mezzo e mentre questi avvisarono i superiori, diede un'occhiata intorno. Dai discorsi degli uomini capì che l'uomo in carica a gestire il campo era nel suo alloggiamento sotto la tenda beige. Il campo militare era costituito su una piccola pianura vicino il lago, da nove tende di tela verde militare dove ogni tenda era destinata a qualcosa. Da sua esperienza, vi era la tenda del colonnello o generale in carica che dirigeva il tutto, la tenda della menda con annessa cucina, infermeria, zona radio/trasmissioni,alloggi militari con letti a castello in solitamente due tende, armeria, zona stoccaggio alimentari e tenda per rifornimenti vari e rimessa per i mezzi. Il campo di esercitazioni sicuramente doveva trovarsi alcuni chilometri di distanza. Un altro uomo si avvicinò a loro e gli disse di seguirlo senza fare domande, finchè non gli avessero detto di farlo. Se aveva armi, doveva lasciarle a lui e gliele sarebbero state restituite se tutto fosse da loro accertato. Venne portato alla tenda beige e lo fecero accomodare. Quando entrò, Briareos sudò freddo nel vedere Deunan su una sedia di fronte un uomo. A dividerli, solo la scrivania, ingombra di oggetti e fascicoli. La tenda non era spoglia, ma arredata per tutta la sua grandezza. Non notò cose particolari, se non uno schermo grande su un lato della scrivania, però spento. L'uomo che teneva Deunan di fronte a lei era magro, smunto, pallido da far paura, occhiaie così profonde da arrivargli alle guance e dita nodose, incrociate tra loro posate sulla scrivania. Deunan si voltò verso Briareos quando entrò con gli altri uomini e la vide in parte spaventata e in parte arrabbiata. Quando incrociarono lo sguardo, gli sembrò quasi che lei avesse trattenuto il fiato e rimase ferma sulla sedia come impietrita. Briareos staccò gli occhi da lei quando l'uomo dietro la scrivania iniziò a parlare, con una voce che sembrava uscire a rantoli.

"Anche lei quindi lavora alla base...questa signorina qui sembrava raccontarci bugie, ma ho appurato di persona che aveva ragione. Non sapevamo che lei fosse inclusa tra i militari registrati alla base..."

"Lei è Deunan Knut, figlia di Kirl Knute, attuale Colonnello in carica alla Base a cinque chilometri da qui. Kirl Knut  ha registrato la figlia perchè voleva proteggerla quindi deve comparire, e spera che  possa entare nella scuola di Polizia a maggiore età. Io sono il suo protettore, mi chiamo Briareos Lukin..." fissando Deunan mentre pronunciava il suo cognome, sperando che lei non tradisse la piccola bugia "...e sono il comandante in seconda della base...sono qui per riportare Deunan Knut alla base..."

L'uomo dalle mani nodose e secche, lo fissò con una calma snervante, ascoltando ogni parola come se dovesse decifarla. Saltava con gli occhi da Deunan a Briareos e fino a quel momento, il ragazzo non aveva visto l'uomo sbattere le palpebre. Era stata un'impressione? Quando il vecchio dall'aria stanca fisso negli occhi Briareos, questi non riuscì a leggere niente.

"Va bene ragazzo...ma non mi ha detto la tua qualifica..."

"Fino a un anno fa ero ufficiale inferiore, Primo Capitano. Avrei dovuto ricevere l'innalzamento del grado a maggiore ma...a causa dei problemi attuali delle forme armate e allo sciogliemento di  basi militari, l'assegnazione è stata spostata..."

"Maggiore...davvero un grado molto alto per un giovane della vostra età...quanti anni ha signor...Lukin, giusto?"

"Ho venticinque anni...e da quando ero bambino lavoro nel campo militare, ergo non sono un novellino. Il grado mi è stato dato un maggiore dell'esercito che mi ha seguito finchè non non ho ottenuto l'autorizzazione a lavorare come professionista...quel maggiore ha rifiutato tuttavia l'avanzamento di grado e si è unito a me e il colonnello Kirl Knut per lavorare al meglio alla base che ha come nome in codice Cheyenne..."

"non contesto il grado in sè ma, da mia esperienza a venticinque anni ancora si è un paio di gradi in meno e tanti anni di gavetta da affrontare...e posso sapere chi è questo maggiore che le ha assegnato il grado che attualmente non è in fase di avanzamento?"

"Maggiore Gigars..."

A sentire quel nome, l'uomo parve rianimarsi. Rimase titubante a fissare la scrivania, per poi tornare a guardare Briareos.

"Ho parlato con lui poco fa, avevo ancora il suo numero per dei lavori che avevamo fatto insieme e non avevo idea che si era occupato di queste mansioni negli ultimi anni. Ne che avesse rifiutato la carriera militare per fare il professionista...a Gigars devo molto, durante i periodi in cui siamo stati affiancati per delle missioni durante le guerre...se la ragazza è senza un graffio è per lui...felice di sapere che voi siete il suo pupillo...conoscendolo bene, Gigars non lavorerebbe con qualcuno che ha affiancato per diventare  un membro militare americano se non avesse totale fiducia..."

"Gigars sta venendo..."

"Cosa vuol dire sta venendo..."
con aria sorpresa

"Ho parlato con lui al telefono prima di giungere qui. Mi ha detto che Deunan Knut, la mia protetta, doveva essere riportata alla base senza far sapere nulla al colonnello. La nostra base ha ricevuto l'ordine di sgombro e attendiamo dei membri del Consiglio militare per ultime istruzioni di smantellamento. COme può ben capire, per il colonnello questo non deve essere un suo pensiero proprio ora. Io ho il compito di proteggerla, Gigars ha il compito di gestire i collegamenti esterni generali tra la base e gli organi governativi militari. Abbiamo deciso però di tenere nascosta questa fuga, sperando che voi possiate capire la situazione..."

Briareos cercò di mantenere la calma, ma nella sua testa vagava con insistenza una domanda. Perchè Deunan non diceva nulla, non si muoveva e sopratutto, non partecipava alla discussione. Non era mai capitato di vederla così tranquilla. INiziò a pensare che fosse ferita, che fosse accaduto qualcosa o quell'uomo le avesse detto qualcosa. Poi decise di fare una domanda.

"Lei è Tuson, vero?"

L'uomo parve non sconvolgersi, infatti gli chiese se era stato Gigars stesso a parlargli di lui e Briareos confermò, mentendo sulla descrizione che gli aveva fatto. L'uomo però rise. Si accasciò sullo schienale della poltrona come un cadavere che cadeva senza peso appena dopo la morte.

"NOn facevo Gigars così gentile nel descrivermi, deduco quindi che il mio amico abbia demenza semile in atto oppure tu, per salvare la signorina qui presente, stia cercando di lusingarmi...è risaputo che io sono denominato il terrore della guerra. E ho dato dimostrazione alla ragazza di cosa significa farmi arrabbiare...ecco perchè è più calma  di quando è arrivata. Mi ha spiegato il motivo per cui è qui ma vede signor Lukin...IO...sono il membro maggiore della commissione. Dovrei andare io domani a visitare la vostra base per decidere quando dovrete andar via...ma avevo già deciso in verità. Se Gigars arriverà tra poco, ne parlerò con lui..."

"Io sono il comandante in seconda della base. Anche io dovrei sapere la sua decisione..."

"Preferisco parlarne con Gigars. Si occupi della signorina..."

Prima che potesse finire, un militare entrò nella tenda e annunciò l'arrivo di Gigars. Sotto gli ordini di Tuson Deunan venne fatta alzare e condotta con Briareos nella tenda della mensa, offrendo loro un pasto in attesa della fine del colloquio. Quando gli uomini con l'incarico di controllarli, li lasciarono mangiare al tavolo e si misero davanti la tenda a controllare la situazione, Briareos guardò Deunan.

"Prima di sapere che cavolo ti è venuto in mente, dimmi cosa stai...cosa ti ha detto quell'uomo per rimanertene in silenzio..."

Deunan lo fissò a sua volta, sembrava contrariata e Briareos dovette pressarla perchè lei gli desse spiegazioni. ALla fine, la ragazza gli raccontò cosa l'uomo le fece vedere. Il risultato della guerra in video e foto, dove le mostrava gli effetti dei suoi 'trattamenti', come li chiamava. Che, con il suo arrivo per portarla via, Tuson avrebbe applicato su Briareos, suo padre e chiunque altro avesse creato problemi per l'esecuzione dell'ordine di sgombero della base. Ne avev apieni poteri e poteva farlo senza risentire di nessun provvedimento dall'alto. Le disse che non voleva che qualcuno rischiava, non doveva fare stupidaggini. Poi le cose cambiarono quando lei nominò Gigars come referente alla base per confermarla. Disse che era stata l'unica carta possibile e l'uomo sembrava calmarsi e trattarla con più gentilezza.
Briareos capì così, il motivo dello strano comportamento della ragazza ma si chiese nello stesso tempo, cosa poteva dire Gigars a quell'uomo.

Alla fine, vennero chiamati e portati alla tenda di Tuson, dove trovarono Gigars che fissò malamente Deunan ma fece del suo meglio perchè l'uomo dietro la scrivania passasse oltre l'incidente. Tuson chiese perchè la ragazza non era registrata come membro effettivo della base, ma Gigars portò dei documenti che confermavano la sua presenza e che il suo essere assegnata a una squadra speciale, era la prova di ciò. Ogni missione riportava tutte le informazioni, compresi i nomi dei membri in servizio e quello di Deunan figurava. Gigars cercò di far capire che i loro archivi erano vecchi e non aggiornati e che Briareos intendeva dire quello quando prese a esempio la protezione di Kirl Knut nel tenerla alla base con sè. Tuson alla fine, non chiese altre spiegazioni ma preferì un dialogo più informale.

" L'assurdità, la spietatezza totale della vita... Non esistono «parole», né sentimenti o emozioni. Come quando si è ormai consumato tutto ciò che ha scintillato o fiammeggiato nel corso di una lunga vita... Veniamo dal nulla e scompariamo nel nulla"

"Non per essere sarcastico ma quello che dici non vale per noi... lo sai..."
disse Gigars ridendo

" La spietatezza è la più pratica delle emozioni!"

"La guerra porta solo distruzione e disperazione. Non ha mai pensato di utilizzare le sue abilità per aiutare a creare un posto che non sia l'inferno...?"
urlò Deunan all'uomo, facendo voltare tutti verso di lei, rompendo la promessa di non fare stupidaggini.

"Anche quando disertano l'inferno, gli uomini lo fanno solo per ricostruirlo altrove...ragazzina...sono un militare vecchio stampo e non posso cambiare 'bandiera' così facilmente. TU sei troppo giovane per capire..."

"Questo posto è un ammasso di tende, le va bene vivere così?"

"Bè... va distinto dall'accantonamento edifici creati come prefabbricati per postazioni fisse...non sono alberghi ma dopo aver passato quaranta anni in questo modo, anche tu la considereresti la tua unica tipologia di vita..."
indicandola con l'indice ossuto.

"Per me dovrebbe aprire gli occhi..."
bofonchiò Deunan incrociando le braccia, prendendosi le occhiatacce di Briareos e Gigars.

"Le tenebre che si celano dentro una stanza buia non hanno nessun paragone con quelle che si celano dentro all'anima"

Gigars cercò di cambiare argomento e per mezz'ora andarono avanti a discutere su cosa fare per dimenticare l'episodio.  Gigars però riuscì, prima che Briareos e Deunan entrassero, a mettersi d'accordo con Tuson per sistemare la questione e disse ai due ragazzi di andar via.  Quando stavano uscendo, Tuson chiamò Deunan e disse solo una cosa, prima di venir rilasciati.

"Il desiderio non si nutre di oggetti ma di segni. Si nutre del segno del riconoscimento, della parola che viene dall’Altro."

Deunan udì quelle parole, fece cenno con la testa e uscì, scortata da Briareos e Gigars che in silenzio si recarono alla moto. Gigars disse a Briareos di prendere la moto e andare verso la sua macchina, cosa che Briareos fece. Distante dal campo militare, la macchina fu raggiunta in pochi minuti e Gigars si fermò quando un bip acuto segnò l'apertura della stessa tramite il telecomando. Si portò le mani in tasca e fissò i due ragazzi con aria così arrabbiata da vedere una vena sulla tempia pulsare.

"Voglio sapere, adesso, che diavolo ti è saltato in mente per scappare dalla base e fare l'eroina. Dimmelo!"

Deunan cercò di giustificarsi ma Gigars le fece una lavata di capo colossale, sotto gli occhi di Briareos che non si sentì minimamente di intervenire. Sapeva che non doveva farlo. Deunan era responsabile delle sue azioni e a diciassette anni, doveva prendersela. La responsabilità da persona quasi adulta. Una delle tante lezioni di vita che voleva imparasse. QUando Gigars si sfogò, annunciò a Briareos la notizia infausta. Dovevano subito preparare le valigie e andar via. L'accordo con Tuson riguardava lo sgombero della base entro due giorni, il tempo per l'uomo ossuto di sistemare delle faccende e andare alla base. Due giorni era un tempo risicato,  ma di più non poteva fare per evitare che Deunan passasse dei guai. Disse anche che i documenti che aveva mostrato all'uomo e che si era ripreso, non erano proprio originali ma erano creati ad hoc per situazioni del genere. Deunan effettivamente alla base non esisteva. Ma doveva sparire alla svelta per evitare che Tuson, se avesse deciso di controllare, avesse scoperto l'inghippo. Briareos disse a Gigars di inventarsi qualcosa e andare subito da Kirl, lui avrebbe riportato Deunan a casa. Nonostante le proteste dell'uomo, Briareos gli chiese tempo e vide Gigars andar via con l'aria di chi avrebbe voluto dire altro ma non poteva. Deunan  sapeva che le ramanzine non sarebbero finite ma Briareos le disse di salire in moto e si avviarono. COntrariamente a quello che pensava, Briareos costeggiò il lago allontanandosi dall'accampamento e poi si fermò. Rimasero fermi sulla moto a fissare il panorama. Il lago era dannatamente bello ma presto la quiete fu interrotta da Briareos.

"VOglio che tu sappia che...non voglio farti la paternale sulle tue azioni ma almeno dimmi se hai capito la gravità della cosa..."

"Si l'ho capita...il mondo è uno schifo...ma non volevo perdere il poco che avevo..."

"Bè ora lo abbiamo perso davvero..."

"Già...senti, Gigars è stato chiaro quindi...per ora non parliamo di oggi. Dove andremo, Bri?"

"Credo che andremo a Scarpet Peak, te lo ricordi? In quella casa a metà tra un ranch e uno chalet...ci abbiamo vissuto circa due anni...vicino cè il Pilarcitos Lake. Così, possiamo andare al lago con i marshmellows come volevamo..."

Deunan rimase un pò scioccata dalla cosa. Si aspettava una ramanzina o simile. Invece Briareos le stava dicendo che sarebbero andati via ma cosa per loro era importante non sarebbe cambiato. Il luogo era diverso, ma la sostanza no. Appoggiò la testa sul petto del ragazzo e gli chiese scusa per tutto. Briareos rise, le baciò la fronte e poi le disse di andare alla base a fare le valigie. Partirono lasciando il lago alle loro spalle.

Quando arrivarono alla base, il piazzale era un caos di militari e mezzi. Briareos lasciò Deunan davanti il palazzo degli ufficiali e riportò la moto al magazzino. Un ragazzo sporco di nero gli disse che presto sarebbe stata caricata per essere condotta da qualche parte con il resto dei mezzi. Tuttavia Briareos gli disse che era sua personale e non dell'esercito e che non doveva toccarla. L'avrebbe portata via con se. QUando uscì, vide in lontananza Kirl che discuteva con alcuni uomini e andò da lui. Quando si liberò, disse a Briareos che la notizia l'aveva colto alla sprovvista apparentemente. Aveva già tutto pronto come gli aveva detto in ufficio e che il problema maggiore era dare un posto a tutti gli uomini che non erano stati accettati dal governo. Briareos allora ricordò che a Elk Grove vi era un uomo che conoscevano entrambi che lavorava in privato come volevano fare loro. Propose a Kirl di scegliere gli uomini migliori per il gruppo che dovevano creare di professionisti e gli altri mandarli da lui. Almeno, quegli uomini non sarebbero finiti per strada. Mentre si accordavano, Gigars arrivò e chiese di parlare con Kirl, lasciando Briareos da solo. RImase a osservare la base che veniva smantellata e ogni cosa portata via.

Otto mesi dopo.


Lago Pilarcitos.

Giunti con l moto , Briareos e Deunan scesero e si sistemarono sulle sponde del lago. Deunan sistemò lo zaino delle cibarie e il suo in un angolo, dopo che il ragazzo aveva sistemato i teli su cui si sarebbero sistemati. Passarono il tempo fino al tramonto a parlare, lanciare pietre come sfida e provare a pescare pesci per la cena. Ma non era un lago pescoso. Per l'ora di cena,  Briareos preparò un bivacco e Deunan uscì dallo zaino i sacchetti di marshmellow. Li misero su dei rami trovati in giro puliti con i coltelli e li osservarono cuocere sul fuoco. Deunan osservava lo scoppiettare delle fiamme immersa nei pensieri, finchè non sentì la mano di Briareos sulla schiena. Le sorrideva gentilmente e risero alle ombre che il fuoco disegnava sui loro volti.

"Bri..grazie..."

"Sono contento che questa piccola vacanza segreta ti piaccia..."

"Si ma...ti ringraziavo per...la promessa...del lago..."

"Anche io volevo passare del tempo con te...oltretutto tra alcuni mesi farai il test per l'Accademia. Sei stata accettata per affrontarlo..."

"Già...papà non sa ancora niente e mi chiedo cosa dirà..."

"Non potrà fare nulla, se è una cosa che vuoi..."

"or acome ora si...mi ha di nuovo reclusa in un posto sperduto che senza moto o macchina, non posso lasciare. Ammeno che non sia in grado di correre così veloce senza stancarmi, da percorrere trecento chilomentri prima di arrivare a qualche centro abitato..."

"E' la casa più sicura che avevamo...non lamentarti, io sono messo peggio! Devo percorrere chilomentri per fare cosa tuo padre mi dice..."

Briareos odiava svolgere  quei compiti dove solo per l'andata e il ritorno ci impiegava minimo due ore. Situata sotto una montagna, la casa era raggiungibile solo tramite mezzi con le ruote. Erano Kirl o Briareos stesso a provvedere a tutto ma era comunque sperduta nel nulla, nonostante il meglio che potessero avere di comodità. Ma a loro mancavano pochi mesi ancora e poi sarebbero andati via, lasciandosi tutto alle spalle.POchi mesi e Deunan avrebbe avuto diciotto anni. Sapeva già guidare per Briareos ma per essere presa e lasciare suo padre, mancava del tempo che lei contava manicalmente ora dopo ora. Voleva vivere. Vivere la loro vita insieme.

"Ci torneremo di nuovo...vero?"

"Qui al lago? Certo bimba...finchè non arriverà il giorno in cui sarai presa per diventare una poliziotta...cercheremo di venire quando potremo. Meno male che Kirl aveva cose da fare o niente bagno di mezzanotte..."

"Ti manca la tua vita di professionista...libero?"

"In che senso..."

"Gigars mi ha detto che tu...vivevi in maniera diversa prima di conoscere mio padre!"

"Cosa ti ha detto esattamente..."
mettendo sul fuoco altri rami con i dolcetti.

"Che fuori dal lavoro andavi con amici in giro...che avevi delle ragazze diverse ogni volta..."

Briareos rimase a fissare la ragazza in silenzio. Il suo tono interrogativo ma triste prima o poi lo avrebbe ascoltato, lo sapeva, ma voleva che a raccontare certe cose fosse lui stesso, non Gigars. Ormai era tardi per eclissare la cosa.

"Si è così...ma è stato tanto tempo fa...io preferisco dire, un Briareos che ormai è morto..."

"perchè...alla base, al pub, sentivo gli altri parlare e dicevano che per un uomo sono cose normali..."

"Le relazioni sono cose serie, quelle che Gigrs ti ha detto sono...sbandate! GLi uomini le fanno sempre da giovani perchè sono inesperti e a volte stupidi...io credevo di sentirmi così libero dopo aver visto il peggio quando lavoravo al Kgb...ma come ho detto, non sono più quella persona. Voglio le cose vere, non le illusioni"

"Quindi ora..."

"voglio cose vere, che posso definire importanti..."

"è per questo che non sei con una donna che potresti sposare ma qui con me in mezzo al niente a mangiare dolciumi abbrustoliti?"

"tu pensi di essere una cosa importante?"
guardandola negli occhi

"se fosse così...ne sarei felice..."

"Se un giorno dovessi dirti che lo sei, cosa faresti..."

"Nulla...ti direi di venire al lago di nuovo..."

Risero entrambi finendo gli ultimi dolcetti, poi passarono un'ora buona a parlare di cosa avrebbero fatto in futuro. Finchè a Deunan non venne voglia di farsi un bagno. Briareos si alzò per prendere un telo e permetterle di cambiarsi ma lei disse semplicemente che non ce ne era bisogno e si sfilò la maglietta e i pantaloncini, mostrando un bikini che teneva sotto già pronto.

"NOn potevi almeno cambiarti sotto il telo?"

"NOn fare quella faccia...non sono mica nuda e poi...sei mica in imbarazzo? COn te io non ho problemi..."
sorridendogli

"Cavolo ragazza, prevedere i tuoi colpi di testa non è facile..."

"Quindi? Fai il bagno o no..."

"Mi sarebbero piaciuti dei cocktail, sorseggiandoli mentre tu litighi con quei pesci che non siamo riusciti a prendere...ma forse potrei anche farlo..."

"quindi mi mandi là dentro da sola?"
cercando di apparire smielata

"NOn è per te fare la gatta morta, signorina....non cercare di imitare quelle grandi. E poi..."
togliendosi la maglietta

" e poi...cosa..."

"Se tu dovessi cambiare non saresti più tu...anche se su alcune cose sarebbe meglio ma...non sarebbe la stessa cosa per me!"

Deunan rimase interdetta a quelle parole e Briareos si tolse i pantaloni mostrando che anche lui si era messo il costume sotto, senza dire niente. Deunan lo apostrofò per essersi spogliato senza il telo, ridendo nel frattempo, ma Briareos velocemente le stampò un bacio sulla bocca e corse in acqua dandole della lumaca.

"Quando diventerò poliziotta vedrai se potrai più prendermi in giro..."

"Prima di diventarlo devi far pratica...su, mi arresti signora poliziotta...sto facendo il bagno di notte di nascosto..."

Deunan scoppiò a ridere e andò a farsi il bagno con il ragazzo mentre sul telo vicino il fuoco, il cellulare di Briareos vibrava senza suoneria, indicando il nome Kirl sul display.

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Capitolo 12
*** Utopia ***


fic2 cap12 Ecco finalmente l'ultimo capitolo. Questa fic era il modo per me, di vedere i fatti seguendo la timeline data da Shirow e le info nel manga. Continuerò l'altra fic e ho le bozze di altre che presto inserirò. Spero che questo spaccato sul passato di questi due miei personaggi preferiti vi sia piaicuta. Alla prossima fic.

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"Legame è una relazione, un rapporto o un'unione che non può essere sciolto, rescisso.Relazione così forte da essere indissolubile,che si rafforza con il passare del tempo.Molto spesso lungo il sentiero della vita,vorremmo al nostro fianco una persona che sia degna della nostra fiducia. In un rapporto di amicizia,la base è la fiducia e perchè si formi questa, ci vogliono anni e anni per costruirla in una persona,e pochi secondi per cancellarla del tutto. Ho fatto in me questo insegnamento nello scegliere mia moglie..."

"Cosa fai, bimba..."

Briareos osservava Deunan acciambellata sul divano a tre posti del salotto, intenta a leggere sottovoce il solito libro che l'aveva catturata da quando l'aveva comprato alla base. Aveva la testa poggiata sul bracciolo alla sua sinistra, la schiena rivolta allo schienale e le gambe raccolte verso i glutei con il libro sorretto a mezz'aria. Lo leggeva sempre nei giorni invernali o quando non voleva uscire per il brutto tempo. Come in quel periodo, inizio di autunno. Briareos, notato il malumore della ragazza, andò in cucina e prese una scatola con ciambelle senza glassa ne ripieno. Ne preparò quattro su altrettanti piattini posti su un vassoio in acciaio, prese dal ripiano della cucina cosa gli serviva e iniziò a lavorare sul tavolo. Dopo dieci minuti, preparato tutto, si avviò verso il divano ma lei non diede segno di interesse. Si sistemò nella parte libera, diede due buffetti sul sedere di Deunan per attirare la sua attenzione e posò il vassoio sul tavolino di fronte.

"Sei diventato un patito della mano morta?"

"Ah ah...non è questa la mano morta cara...tu non volevi ascoltare e..."

Deunan lo fissò malamente, poi però si fece scappare un sorrisetto e si mise a sedere, poggiando una tempia sulla spalla di lui.

"Ti ho portato il tuo dolce preferito..."
indicandole il vassoio

"E' il 'tuo' dolce preferito, ragazzone...lo sai che a me piacciono i dolci alla frutta..."

"Cè la frutta anche qui..."

Deunan osservò il tavolino. Sul vassoio vi erano quattro ciambelle in altrettanti piattini, tagliate a metà,  farcite con panna montata anche nel buco e guarniti con pezzetti di frutta secca e frutti rossi con il loro sciroppo. Briareos le mostrò le forchette da dolci con aria  di sfida, come se volesse vedere se accettava l'offerta. DAl canto suo, la ragazzo lo guardò come se volesse dire 'ma mi prendi in giro'? Poi rise.

"Bri, dove la vedi la frutta...per quattro ribes sulla panna montata? Questo è il 'tuo' dolce preferito...tanta panna con guarnizioni su una pasta dolce...non sei bravo a mentire!"

"Oh, con te ho fatto davvero molta, molta pratica sulle bugie...ora mangia prima che venga tuo padre..."

Deunan prese una ciambella e la divorò in pochi minuti, segno che aveva fame. Rimasero a a ridere come stupidi mentre finivano le ciambelle e si impiastricciavano di panna a ogni morso. Poi, finito tutto e ripuliti, rimasero lì a parlare mentre iniziava a cadere la pioggia fuori.

"Bri...manca un mese prima che io debba andare all'Accademia per l'esame...ma ancora non riesco a trovare il modo di dirglielo..."

"Non voglio andare contro Kirl, ma secondo me non dovresti dirglielo...almeno per ora. Ti porterò io all'Accademia e se lo passerai non cè bisogno che torni. Verrai inserita già il giorno dopo. Per adesso pensa solo a questo..."

"E tu che farai...eri indeciso se venire con me o restare con mio padre..."

"NOn pensare a me...so quello che faccio..."

" E cosa pensi...al mese scorso...?"

I due si guardarono negli occhi. Rimasero in silenzio a fissarsi, l'uno in attesa delle parole dell'altro. Poi Deunan alzò l'indice come per dire 'aspetta' e prese il libro che stava leggendo. Briareos sbuffò, lamentandosi del fatto che odiava cosa vi era scritto.

"Nessuno è perfetto. Neanche la luna, è piana di crateri. E il mare? neanche lui, sempre troppo salato. E il cielo? Sempre troppo infinito. Beh, ecco, allora non siamo tutti perfetti, siamo speciali...."

"VUoi parlare di quella volta o cè altro, Deunan?"

"Tu vuoi parlarne? In realtà mi piacerebbe, visto che non ne abbiamo avuto la possibilità..."

"Già, Kirl ci controlla come un cane da guardia...se non fosse che per il gruppo è costretto a muoversi di persona e lasciarmi con la mia protetta, adesso sarebbe su quella poltrona a fissarci in ogni movimento. Che sia degli occhi o altro..."

 "Lo so che di nascosto abbiamo parlato di questo argomento anche se...in maniera generica ma...dimmi questo Bri. Dimmi cosa lega due persone!"
facendolo sbuffare divertito.

"ok...ognuno magari ha la sua visione diversa dell'amore, ma in realtà io sono assolutamente convinto che amare vuol dire voler bene ad una persona. magari in maniera più forte, più completa, più disarmante di un normale affetto. Se vuoi bene ad una persona, le vuoi bene e basta, non hai bisogno di farci sesso. Questo risponde anche alla tua domanda? Ancora non sei convinta di saper capire quando provi certi setimenti?

"Bene...spiegami cosè amare...così, sai...nel caso entro in una pasticceria e un uomo alto, scuro, straniero e misterioso mi colpisce..."
ridendo a crepapelle.

 "Divertente...allora, Amare è preoccuparsi per l'altra persona, volerle stare vicino, dare la propria fiducia e sapere di poter contare su di lei come lei può contare su di te. A questo si aggiunge il sentirsi capiti, avere idee comuni o comunque condivisibili, passare il tempo insieme divertendosi. Completano la cosa l'attrazione fisica che porta inevitabilmente al sesso. Ma una storia, se vuole durare, deve essere basata su tutto il resto, non sul sesso. Non solo sull'aspetto fisico e sbata. Altrimenti è come costruire una casa sulla sabbia, il primo colpo di vento...il primo litigio...spazza via tutto!"

"Quindi è questo che tu consideri i 'legami' e l'amore, giusto? Altri potrebbero non pensarla così...un altro potrebbe pensare il contrario..."

"Si, la maggior parte e sopratutto uomini che per la guerra e i disastri che hanno conosciuto nella vita, potrebbero vedere le cose come...come il mio vecchio amico Virgil...Come ti ho detto tempo fa, il sesso può essere esplicato in due maniere. Uno è l' aspetto di un sesso che è vissuto come "genitalità", ovvero in base a tutti gli impulsi ormonali che percepiscono; l'altro è un "sesso maturo" vissuto come dono d' amore e non come merce di scambio. Per esempio, così lo capisci e non chiedi più " mentre lei gli faceva la linguaccia "una coppia che sceglie di sposarsi e pratica la sessualità  con tutti quegli aspetti che sono considerati importanti fino ai fini della procreazione, è, secondo me, una coppia che ha dato un sano orientamento all' amore vivendo la sessualità come dono di amore. Chi magari, invece, si sposa per esempio perchè ha voglia di poter' dare sfogo a tutte le proprie passioni con il massimo della liberta farà poca strada, in quanto del sesso fatto con amore non ne ha capito nulla! Hai capito?"

"Se una persona fa sesso con un'altra, di base è uno sbaglio? Intendo, solo perchè gli va di farlo...?"

"Bimba, qualè la vera domanda? Sei ancora convinta di relegare il nostro legame a mere descrizioni?"

".....dimmi se quello che è successo il mese scorso è..."

"E' stato un errore?" Deuna lo fissò triste. Si morse il labbro inferiore e abbassò gli occhi. "E' questo che voglio chiarire. Io non sono pentita ne altro. Però da quello che dici, sembra che entrambi abbiamo agito come il tuo secondo esempio..."

"NO! Non osare dire una cosa del genere..."

Briareos posò il braccio sullo schienale del divano e si girò per esserle totalmente di fronte. Le toccò un ginocchio, fissandola negli occhi.

"Se tu pensi una cosa simile, sbagli tutto. Lo so, forse un errore lo abbiamo commesso e ne sono consapevole, ma non era nelle nostre intenzioni. Avevo detto a me stesso che dovevo evitare di fare stronzate finchè non eri maggiorenne, invece ci sono caduto come uno stupido. Ma qualunque cosa noi possiamo dire, cazzo se lo farei altre cento volte..."

Deunan si sorprese nel vederlo sorridere e lo fece lei di rimando, si allungò e lo abbracciò, mettendogli le braccia attorno al collo.

"Quello che volevo sapere era...solo... se siamo stati ignoranti nel considerare il nostro rapporto...insomma, se era il caso di aspettare oppure no..."

"Tu preferivi aspettare?"
alzandosi e prendendo il vassoio

"Non lo so...quella sera sapevo cosa stavo facendo, però..."

"E' normale Deunan...dai, non sentirti in colpa se era quello che volevi. E poi era da un  anno che ne parlavamo...ho sbagliato ad essermi lasciato andare, ma voglio che tu non ti senta in colpa...sopratutto per quella discussione dell'altra sera...ora che Kirl non cè, voglio che tu sappia che quell'addestramento che ti ha fatto fare era esagerato e non voglio che tu continui il tuo allenamento nella nuova base...scusa se ti ho rimproverata per quell'errore...ma volevo andarci con i piedi di piombo davanti a tuo padre e speravo che tu capissi e sostenessi nella recita...In quei momenti e a casa, mentre ormai la cena si quasi raffreddata, avrei voluto sostenerti di più, ma se tuo padre mi manda via i nostri piani finiscono male...Ad essere sincero, quella volta avrei voluto tenerti vicina a me e baciarti per dirti che non dovevi essere triste..."

"Volevi baciarmi?"

"Si.NOn so perchè, ma era quello che desideravo fare più di ogni cosa..."

"Anche quando urlavi contro di me?"

"Soprattutto quando urlavo contro di te. Proprio perchè lo stavo facendo ma non volevo farlo..."

Si fissarono pochi istanti, poi Briareos si chinò per baciarla sulla bocca e andò in cucina, mentre Deunan raccolse le ginocchia tra le braccia. Fissò la copertina del suo libro, lo prese e aprì una pagina con un angolo piegato.

"Con te riesco a raggiungere le stelle solo con un tuo sorriso..."

Ritornò con la mente alla sera di un mese prima al lago. Era la quarta volta che passavano la notte sotto le stelle. Quella volta avevano cambiato menu portando salsicce e salse per riempire i panini morbidi. Avevano anche della crema al cioccolato comprata in un supermercato da mangiare come dolce. Il caldo non era afoso e tra un abbraccio e l'altro erano stati insieme più di quanto dovessero. E anche quella sera, lei aveva portato quel libro. Dopo aver fatto l'amore, Deunan non era riuscita ad addormentarsi al contrario di Briareos, e mentre lui respirava dolcemente sulla sua spalla nel pieno del sonno, lei leggeva delle pagine alla luce del bivacco. La stessa pagina di pensieri dell'autore riportava anche un'altra frase.

"Sono stanco delle persone che mi giudicano senza conoscere la mia storia."

Si mise a rileggere quelle parole, mentre ripensava a quello che avevano vissuto insieme quella notte e si chiese cosa sarebbe accaduto non appena lei sarebbe andata via. Sia per quel rapporto adanto oltre. Sia perchè non voleva che Briareos restasse con suo padre. Le aveva detto che poteva scegliere tra partire con lei definitivamente e trovare il momento giusto salutando davvero suo padre un'ultima volta. Ma era proprio la questione di suo padre che le portava paura, briareos gli era troppo attaccato per l'amicizia. Non sapeva cosa sarebbe accaduto se Kirl l'avesse scoperta prima di venir accettata. Mentre rifletteva, udì la voce di Briareos dall'altra stanza che le chiedeva cosa volesse per cena. Deunan sorrise, si alzò vedendo dalle finestre la pioggia che colava in rivoli sul vetro e andò da lui, per cucinare insieme.

2122 - Ottobre

Deunan e Briareos erano in una macchina in prestito per raggiungere l'accademia di Polizia di San Francisco. Il tempo non era dei migliori ma come ci fosse stato un miracolo, il violento acquazzone sembrava essere sparito da un'ora buona. Entrarono in città e giunsero davanti l'edifcio dove ad aspettare Deunan, vi era un test. Briareos si fermò al parcheggio, spense il motore e la guardò. Sembrava tesa e nervosa e fissava la costruzione con aria grave.

"COme va, sei pronta?"

"Forse...ma devo andare...mi raccomando Bri. Questa sera..."

"Tranquilla. Ti telefono all'ora di cena. Sei sicura che non vuoi che rimanga? Non mi va di lasciarti negli alloggi temporanei, sopratutto da sola."

"Sono dormitori destinati al periodo degli esami. Non sono sola e sarà controllato. Tu piuttosto. Vuoi davvero continuare a lavorare con lui?"

"Si, un anno solo bimba. Il tempo per te di finire il primo anno e poi verrò qui e mi presenterò per un lavoro in polizia o ovunque possano prendermi con le mie qualifiche. Starò bene..."

Deunan  lo guardò preoccupata, ma fece segno di assenso con la testa e fissò lontano.

"Deunan, verrò a trovarti appena posso.  Promesso..."

"Non è questo...dovrai prima mentirgli dicendogli che sono scappata con la tua moto e sei venuto a cercarmi, ma ormai ero all'accademia e  non ti facevano entrare...mi auguro che non venga a prendermi di persona..."

"Non pensarci. Vai..."

Briareos le carezzò la testa, poi le fece capire di calmarsi e l'abbracciò. Lei ricambiò e poi uscì, dirigendosi nell'edificio dopo essersi voltata varie volte. Briareos sentì vibrare il cellulare e sospirò, preparandosi a mentire.

Dieci mesi dopo

Briareos si trovava in un hotel in centro. Disfava la sua valigia con la biancheria dopo aver sistemato le armi che aveva montato. Il suo cellulare squillò in quel momento e lasciando tutto sul letto, rispose immediatamente dopo aver visto il nome sul display.

"Bimba...come va..."

"Solito schifo...ma sono contenta, sai?"

"Davvero? Racconta..."

"Prima dimmi che stai facendo..."

"Nulla. Sono all'hotel. Preparo tutto in attesa di tuo padre..."

"Perchè non vuoi venire qui...?"

"Non ora piccola...solo questo lavoro e sarò lì il prima possibile..."

"Vorrei che venissi come l'altra volta..."

"Mh...se non sbaglio quella volta è finita a letto..."

"Ah..strano, non lo ricordavo..."
ridendo in sottofondo.

"Davvero? Io si...se non sbaglio a casa di tuo padre mesi fa, mi avevi detto che non sapevi se era una buona idea. O sbaglio?"

"Andiamo Bri, mi manchi. E' uno sbaglio?"

"Ah ah...cosa devo fare con te...Verrò, tranquilla. Sarò al solito hotel vicino l'accademia."

"Promesso?"

"Promesso...tranquilla...che volevi dirmi..."

"Ok...sarò trasferita al centro addestramento speciale , dopo sette mesi dalla mia prima uscita in servizio. Ci pensi?"

"Bè, sarà tra sette mesi...e sei gasata da ora?"

"No, sette mesi dopo la mia prima uscita in servizio...non so che cosa mi ordineranno di fare ma...non starò più qui..."

"Non ti piace il dormitorio comune vero?"

"No...mi piaceva di più quando avevo un piano tutto per me..."

Briareos rise. Parlarono ancora pochi minuti, poi si avvicinò alla finestra e scorse Kirl che tornava da una ricognizione per la missione in corso. Briareos le disse che non potevano più parlare e tornò a sistemare la valigia. Kirl bussò e Briareos lo fece entrare.

"Allora, sei pronto?"
domandò l'uomo entrando di filata.

"Quasi...cosa hai scoperto di importante?"

"Prima dimmi chi era al telefono?"

"Di cosa parli..."

"Andiamo Briareos. Ti ho visto alla finestra. Questo non è un hotel di lusso  e non è così alto da imperdire la vista di chi è alla finestra. Ho visto che eri al telefono..."

"Kirl io..."

"Chi era...era lei vero? Non sono stupido. So che tu l'hai aiutata!"

Briareos rimase senza parole, non sapeva che dire e non voleva peggiorare la situazione.

"Ascolta,  non voglio parlare di questo proprio ora. Sto andando alla base perchè mi sono dimenticato dei fascicoli, ma mi accompagna Acosta. Vienimi a prendere tra un'ora e mezza..."

"Ricevuto..."

"Sistema le valigie, parliamo di quella cosa dopo..."

Briareos lo salutò e lo vide andar via. Chiamò Deunan e le disse che entro domani mattina sarebbe arrivato all'hotel che lei conosceva e le disse di raggiungerlo nel pomeriggio. Le raccontò anche la situazione con Kirl e la rassicurò sul fatto che dal giorno successivo, loro con l'uomo non avevano più nulla da fare. La salutò e guardò l'olorogio. Sorrise nel pensare che lei guardava il suo identico, sperando che arrivasse l'ora di ripartire da zero lontano da tutto.

Un'ora dopo, era alla base, come chiamavano la struttura dove avevano creato il loro gruppo di professionisti. Accostò l'auto nel parcheggio esterno e andò a cercare Kirl dove sapeva sarebbe stato. Salutò alcuni ufficiali, poi aprì la porta in pesante ferro e entrò nella zona addestramento. Molti uomini stavano affrontando il perscorso guidato, altri attendevano con la tuta antiproiettile e l'equipaggiamento base il loro turno. Alcuni di loro lo accolsero felici, chiese loro se avevano visto Kirl e gli dissero che era in ufficio. Gli dissero che per tutta la mattina vi erano stati problemi con il meccanismo delle sagome ma lui rispose che erano forse da sistemare e che avrebbe chiamato l'addetto.
Mentre stava andando, alcuni uomini ebbero un incidente con alcune sagome che iniziarono a esplodere, sparandosi a vicenda per errore. Urla e confusione riempirono il luogo. Briareos cerco di aiutare un ferito,  gli dissero che il più grave era Torque, a cui era esplosa una sagoma addosso. Lo raggiunse, aveva delle schegge di legno in volto e gli occhiali di protezione pieni di spaccature. QUando Briareos lo controllò, l'uomo rantolò muovendo le labbra, qualcosa iniziò a rotolare dal lato sinistro e il ,ragazzo ebbe il tempo di urlare di scappare agli altri. Una bomba a mano, che era legata dall'anello alla giacca, si era impigliata all'arma tramite il filo e la spoletta si era sfilata. Briareos cercò di tirare via Torque, ma l'esplosione prese in pieno chi era nelle vicinanze.

Cinque ore dopo.

Deunan correva a perdi fiato per i corridoio dell'ospedale. Quando giunse al reparto giusto, trovò la zona accettazione con una infermiera e chiese nervosamente dove si trovasse Briareos. L'infermiera le chiese di calmarsi ma iniziò a urlare chiedendole la stanza. Da una porta alla sua destra, Deunan si sentì chiamare. Era Kirl. Le disse di calmarsi e che Briareos era in coma nella stanza da cui era uscito e le condizioni non erano gravissime ma si doveva aspettare. Deunan non lo considerò ed entrò. La stanza bianco asettivo odorava di neomercurocromo, che era il disinfettante per uso topico dermatologico che lei odiava ogni volta che si feriva. Oltre il bagno e una cassettiera alla sua sinistra, Deunan scorse il letto alla sua destra circondato da flebo e apparecchiature mediche. Il corpo era completamente bendato e pieno di tubi, abbandonato sulle lenzuola bianche. Si avvicinò lentamente, un passo dopo l'altro finchè non gli fu vicina. Completamente ricoperto di bende, da non far vedere un centimetro di pelle, Briareos respirava tramite le macchine. Varie sacche di liquidi diversi alimentavano i tubi che si insinuavano sotto le bende fin nella sua pelle. Deunan respirò profondamente e all'ungò una mano per prendere quella del ragazzo.

"Ferma...anche se ha le bende, non ha più porzioni di tessuto. Se lo tocchi, anche se in coma, potrebbe provare dolore..."

"Cosa cosa gli è successo..."

"Doveva venirmi a prendere alla base. Era venuto a cercarmi nel campo di addestramento ma cè stato un incidente...per salvare Torque è finito nel mezzo dell'esplosione..."

"Esplosione? Come è potuto accadere..."

"Come ti ho sempre detto, Deunan...gli incidenti durante gli addestramenti sono il primo pericolo per un soldato e in molti casi un ottimo modo per risolvere dei problemi..."

Deunan sapeva a cosa si riferiva. Sia Briareos che suo padre le avevano sempre raccontato di come, per vari motivi, si sfruttavano eventi o casi all'apparenza accidentali, per togliere di mezzo o mandar via persone non gradite. E risultati mortali fioccavano come niente, diceva sempre Kirl. Ma potevano capitare incidenti mortali anche con il massimo dell'attenzione.

"...la stima?..."

"...tre morti, due feriti di cui uno proprio Briareos...il corpo di Torque gli ha salvato la vita, fin da ora..."

"... l'ho scoperto solo perchè ho chiamato Briareos visto non sentivo sue notizie da ore, ma mi risponde quell'idiota di Avila...proprio a lui dovevate consegnarlo..."

"Sono stato io ad aver affidato ad Avila gli oggetti personali di Briareos. E' uno dei miei uomini migliori!"

"MIgliore? Lo dici tu...se è stato sbattuto fuori da Neo-Swat cè una ragione..."

"NOn mi interessa chi lo ha buttato fuori...ho lavorato con lui e so quali sono le sue abilità"

"Fai come vuoi,..."

"E tu?...Sei scappata da casa per entrare in Polizia. E so che che è stato Briareos a darti una mano. Darmi fiducia ti costa tanto? Ho sacrificato anni per tenerti al sicuro, il mio lavoro e la mia reputazione affinchè non ti accadesse niente. E sparisci per diventare carne da macello in questo mondo andato..."

Deunan  rimase ad ascoltare ma non disse niente. Continuava a fissare il ragazzo in coma, dando le spalle a suo padre. Quando lui non ottenne nulla, le disse solo quanto fosse deluso e andò via.  Rimase da sola, notò che nella stanza non vi erano fiori, oggetti che potessero dare un che di calore all'asettico ambiente. Il ticchettio dell'orologio era uno dei rumori meccanici che poteva sentire attorno a se. Si chiese cosa potesse fare per risvegliarlo, ma più pensava e più il tempo passava. Giunta l'ora di cena, rimasta a fissarlo sulla sedia bianca, vide entrare Gigars silenziosamente. Le disse che non voleva disturbare, ma era preoccupato che per ore lei fosse rimasta a vegliarlo senza fare una pausa. Le disse che sarebbe rimasto lui a far compagnia a Briareos e la accompagnò alla porta. Le chiese di andarsi a cambiare, visto che indossava ancora la divisa dell'accademia, e di fare una cena sostanziosa per riprendersi da tutta la giornata chiusa nella stanza. Lei ubbidì e uscì, andando al dormitorio per un paio d'ore, finchè non si sentì meglio e tornò all'ospedale. Suo padre Kirl, era fermo nella sala d'aspetto e mentre fumava, parlava con alcuni uomini che lavoravano con lui. Riconobbe Avila e Acosta, gli altri li conosceva solo di vista. Nonostante i loro sguardi, passò oltre e entrò nella camera. COme aveva detto, Gigars era intento a leggere una rivista sulle armi nel silenzio assoluto mentre lo controllava. Deunan prese una sedia e si accomodò vicino il letto, chiedendo solo all'uomo se vi erano stati cambiamenti. Con la risposta negativa, terminò il dialogo e per qualche ora lei rimase a vegliare Briareos. Dopo mezzanotte, Kirl entrò nella stanza e vide sua figlia addormentata con la testa poggiata sul letto, sorretta dalle braccia incrociate mentre le macchine facevano rumori strani. Di colpo, alle spalle, entrarono delle infermieree chiesero a tutti di andar via. Kirl svegliò Deunan e anche se continuò a rifiutarsi, la trascinò via dalla stanza. La ragazza non voleva lasciare Briareos, ma non permettevano a nessuno di tornare nella camera. Passati quindici minuti,  dopo che Gigars riuscì a far calmre Deunan con una cioccolata e una coperta sulle spalle, le infermiere e il dottore fecero uscire in un lettino-barella il corpo bendato di Briareos, trasportandolo in un altro reparto. Kirl fermò il medico.

"Scusate, il paziente si è svegliato ma per le lesioni subite ha perso gran parte della pelle su tutto il corpo, può udire ma in maniera debole per la perdita del padiglione auricolar , il viso ha subito mutilazioni. Dagli esami fatti quando è arrivato, non credo sia possibile salvare gli arti. Forse sono una gamba, ma dobbiamo controllare dopo queste ore in che condizioni si trova...è sopravvissuto per miracolo ed è vivo attualmente perchè collegato a macchine salva-vita. Uscito dal coma, stiamo provvedendo a praticargli le cure necessarie per verificare le sue condizioni generali. Fra qualche ora vi farò chiamare...ora scusate, devo andare..."


Dieci ore dopo.

Tutti mezzi addormentati nella saletta, vennero svegliati dalle infermiere. L'operazione e i controlli a cui Briareos doveva essere sottoposto erano terminati ed era stato portato da un'ora nella sua camera. Deunan corse nella stanza senza aspettare che l'infermiera finisse e vide sul letto un corpo  coperto da una pesante coperta fino alla testa, che era coperta da parti metalliche chiare. QUando entrò, la figura girò la testa verso la ragazza e rimase a fissarla. Era l'unica cosa visibile oltre poco sotto il collo. Si avvicinò al letto, sempre seguita da quella figura metallica, mentre Kirl con Gigars e Acosta precedevano il medico. Quando Deunan pronunciò il suo nome, Briareos mosse la testa di lato e la salutò con un timbro di voce metallico e gracchiante,sconvolgendola.

"Scusate...sentite, ancora non abbiamo calibrato il sintetizzatore vocale per rendere la voce chiara e simile all'originale. Per il resto per ora è stabile ma..."

"...cosa vuol dire ma..."

Deunan urlò al medico chiarimenti, ricevendo un rimprovero da Kirl che però non considerò. Gigars si frappose tra loro, evitando litigi in quel momento. Briareos chiese, con la voce ancora da sintonizzare, di calmarsi e non far confusione. Deunan gli chiese come si sentisse ma Briareos non rispose. Allora il medico si avvicino ai presenti con una cartella e una penna.

"Si è in parte ripreso per le modifiche temporanee che abbiamo applicato al suo corpo ma...non vivrà molto. Attualmente non può muoversi, a parte la testa per il sistema cyborg applicato...Abbiamo bisogno di una firma di qualcuno di voi, per avviare l'operazione di modifica del corpo al livello successivo..."

"Cosa vuol dire...che Briareos morirà?"

Il medico fissò la ragazza seduta vicino al letto, cercando di usare le parole adatte.

"Si...questa procedura temporanea la applichiamo come terapia di base per far vivere il paziente le ore necessarie a capire il quadro clinico. Ma non ce la farà altre massimo...otto ore circa. Dobbiamo iniziare l'a procedura di conversione del corpo in cyborg. Solo così vivrà..."

Deunan osservò Briareos con le lacrime agli occhi. Non riusciva a credere alle sue orecchie e sapere che quella forma poteva essere quella definitiva. Il medico disse che in base alla forma del volto, si era scelto quel design della testa. Tutto il suo corpo sarebbe stato protetto da strati di materiale artificiale modellati ah hoc. Gli organi interni e le ossa che non necessitavano di cambio in nuove di materiale resistente, venivano avvolti dalla nuova massa muscolare e la nuova pelle artificiale con sensori, in grado di avvertire le stesse sensazioni come se fosse vera. Gli occhi, sarebbero stati cambiati con ottiche capaci di zoommare e con lenti speciali. Altre migliorie avrebbero dato a Briareos un corpo nuovo per soppiantare la perdita. Il sistema stava per essere migliorato e con lui, le procedure per la messa a punto avrebbero richiesto davvero poco tempo.

"QUindi se farete questa operazione non morirà ma potrà camminare e fare tutto come prima?"

"Si ragazza. Tornerà a vivere. Ma ci vorrà un anno perchè sia al cento per cento e il suo nuovo corpo sarà completo"

Briareos voltò la testa verso Deunan che, alla vista della sua condizione, si mise a piangere sul letto disperata. Kirl prese la cartella e la penna e firmò, se ne andò poco dopo e lasciò Deunan e Briareos da soli.

"Perchè, Briareos...perchè..."

mentre il ragazzo poteva solo pronunciare il suo nome senza potersi muovere.


Un mese dopo.


"Vedo che sei ormai quasi guarito...mi spiace per l'accaduto. Avrei voluto parlare con te prima...ma volevo che tu fossi in forze..."

"Cosa volevi dirmi Kirl..."

"Sono felice che tu stia bene. Hai perso molto per quell'incidente ma ora...avrai un corpo nuovo in linea con le tue precedenti abilità...almeno questo è confortante..."

"Dovrò fare mesi di riabilitazione...ancora non sono in grado di fare tutti i movimenti normali, ma pare sia solo l'abitudine del mio cervello agli impulsi artificiali...mi hanno edtto che quando uscirò di qui sarò in grado di fare movimenti fini e delicati, i più difficili...sarò in grado di controllare questo corpo come l'originale!"

"Ce la farai...non sei un pappamolla come alcuni...sei forte più di quanto immagini..."
rilasciando boccate di fumo dalla sigaretta.

"Cosa volevi dirmi davvero, Kirl..."

L'uomo lo fissò serio, come a volersi abituare alla nuova condizione del ragazzo. Poi allungò la mano verso la schiena e con un click, portò la mano davanti il viso di Briareos. Il ragazzo mise a fuoco con le lenti pochi secondi, rimanendo fermo a fissare l'oggetto davanti a sè.

"Cosa vuoi fare Kirl..."

"Tu volevi che lei andasse via...perchè...!"

"Kirl...non volevo che andasse via. Ti ho fatto notare per anni, che i tuoi metodi non erano idonei a proteggere Deunan. Passi il tenerla in zone sicure, ma portarla allo sfinimento in ore di addestramento come uomini il doppio dei suoi anni..."

"E tu sai perfettamente il motivo...non hai figli ragazzo mio, non puoi capire. QUando un giorno ne avrai almeno uno, dirai che avevo ragione..."

"Perchè mi punti addosso la tua pistola allora..."

"perchè ci sono tante cose  che non sono riuscito a mandar giù in questi anni...ma proprio perchè sei tu, non ho la forza di premere il grilletto...e poi ho visto lei piangere come non l'avevo mai vista sul tuo letto. Anche quando il medico disse che potevi salvarti, piangeva disperata per quello che hai perso...e mi sono chiesto se per me lo avrebbe mai fatto se fossi stato al tuo posto..."

"Sei suo padre...dice che ti odia per averle tolto l'infanzia, ma un padre è sempre il primo individuo importante per un bambino...e non può mai cambiare..."

Kirl iniziò a tremare, agitando così la pistola.

"Briareos, dimmi almeno una valida ragione per cui io non debba sparare..."

"...non saprei cosa dirti...ammetto che in alcuni casi ti ho mentito ma era solo per aiutare Deunan...volevo vederla felice..."

"Felice...ha perso la madre, ha perso tutto per l'atrocità dell'uomo...e tu, un uomo, vorresti darle felicità?"

"Tengo a quella ragazza più di quel che tu creda...non ho motivo per mentirti su questo..."

I due uomini rimasero a osservarsi senza muoversi. Kirl fissava ogni centimentro di quel corpo artificiale che proteggeva cosa restava dell'uomo con cui aveva condiviso tutto. La rabbia e la delusione, per non essere considerato importante dalla figlia, volevano sfogo e vendetta. Ma qualcosa nella testa gli diceva che forse l'uomo, che veniva prima di lui per colei che amavano entrambi seppur in modo diverso, aveva pagato fin troppo. Alla fine, abbassò la pistola e con l'indice porse l'arma al ragazzo tenendola per l'anello del grilletto.

"Tieni...è un mio ricordo per Deunan...giurami che al mio posto, la proteggerai più della tua vita..."

"Kirl, che stai facendo..."

"Non posso avere l'amore e la considerazione di mia figlia...sarebbe inutile continuare ora che è maggiorenne! Per questo abbandono questo posto e vado via. Con Gigars. andremo a lavorare altrove...è la cosa migliore..."

Briareos prese l'arma e  fissò la Colt 1911 che Kirl teneva sempre con se. Era l'arma da cui non si separava mai e gli sembrava strano che la consegnasse a lui come dono per la figlia. A nulla valsero le richieste di spiegazione. Kirl gli disse solamente che con l'età, non era più in forma e non era più in grado di condurre la vita avventurosa vissuta fin a quel momento. Avrebbe vissuto a modo suo, lontano da sua figlia che non lo considerava. Briareos si scusò per la ragazza ma Kirl gli disse addio e uscì, augurandogli il meglio per la riabilitazione. Briareos si chiese se lo avrebbe visto almeno una volta. E se Deunan avesse mostrato dispiacere per quell'addio. Dopo pochi minuti, Gigars entrò. Gli annunciò il suo viaggio imminente con Kirl e gli dispiaceva di lasciarlo solo. Ma per i suoi punti di vista, la persona che poteva farlo guarire era Deunan. Con Kirl depresso e pieno di odio come in quel momento, sarebbe stato peggio. Briareos gli raccontò cosa fece e disse Kirl, ricevendo scuse per quel comportamento.

"Non è colpa di nessuno amico mio...gli ho mentito, ho cercato di prenderlo in giro per i miei interessi...non posso dargli torto..."

"Credo che tu abbia pagato fin troppo, Briareos. Guardati...ad ogni modo, so che ti lascerò in buone mani. Quella ragazza è la tua fortuna, Bri. Nessuna donna che ho conosciuto nella mia vita, vedendo come eri ridotto, sarebbe rimasta fino ad ora. Si sarebbe volatilizzata, avrebbe continuato la carriera e trovato un altro belloccio. Classico esempio della fiducia in quelle persone  per cui, solo per la bellezza o cose effimere, ti considerano. Ma guai se ti capita qualcosa e perdono cosa hai per loro o peggio, non vogliono perdere tempo quando potrebbero trovarne un altro là fuori!...Ecco perchè non ho voluto fare la pazzia...il matrimonio...bah!"

"Ieri mi ha detto che il suo superiore le dava problemi per venire a trovarmi..."

"Rischia la sua sicurezza futura per starti accanto...quale fortuna vuoi ancora? Essere considerati, e anche se non ci credo a questo, amati nonostante questo...non perdere quest'unica cosa che hai..."
indicando il ragazzo, facendogli capire come non sempre le cose belle le avevano tutte le persone.

"Gigars, io avrei preferito che lei non facesse sciocchezze. Se venisse cacciata, cosa potrebbe fare? L'unica cosa che conosce è l'arte della guerra..."

"Se vogliamo prenderla sul divertente, almeno è un'artista..sai, arte...della guerra..."

"Non fai ridere...sono serio!"

"Va bene...era per non salutarci con le solite cose tristi...sai comè...Ad ogni modo, terrò gli occhi aperti su Kirl...tu resta con quella piccola disgrazia...sono sicuro che per voi andrà tutto bene. Stammi bene ragazzo..."

"Ringrazia Kirl per aver pagato tutte le cure  e la riabilitazione...non era affatto poco..."

"Lui è arrabbiato ma ti considera ancora un amico e una persona fidata. Si sente tradito per via della figlia ma non può dimenticare quello che hai fatto per lui! Mi ha detto...che sa di lasciare Deunan in buone mani. Ciao Briareos, cercate di farvi una vita vostra."

Gigars diede un'ultima boccata alla sigaretta e uscì, chiudendo la porta alle spalle, lasciando solo il ragazzo a pensare.


Il pomeriggio stesso, Deunan andò a far visita a Briareos, portando le sue ciambelle preferite con panna.

"Guarda che ti ho portato...innanzitutto questo..."
porgendogli l'orologio.

"Il mio orologio...si è salvato..."

"Quasi...l'ho fatto riparare...ora è come nuovo..."

"Mh...ora io e lui siamo simili...Gigars aveva ragione..."
ricordando le parole dell'uomo e come si sentiva paragonandosi a un orologio.

Un cyborg  in una stanza d'ospedale,  un ex uomo che non si era ancora pienamente adattato ad essere composto da tre quarti di parti meccaniche. Riflettendo, Briareos sembrava trarre conforto in un paio di cose dopo quanto accaduto. Le sue abilità date dall'esperienza, che cercava di sfruttare per i suoi lavori e per proteggere Deunan. Le cose a lui care, come la ragazza stessa e gli oggetti che lo facevano sentire 'vivo' e, come una delle prove del suo essere ancora umano, la possibilità di mangiare e di bere per sopravvivere. Il poter gustare quei cibi che arrivando in america, aveva imparato ad amare.
Briareos ricordò inoltre il giorno che Gigars gli regalò quegli orologi, constatando che ora indossava un orologio analogico a bassa tecnologia, quando egli stesso era un cyborg high-tech fresco di conversione. "

 "...ha un battito cardiaco, proprio me...siamo uguali e diversi allo stesso tempo..."
affermando quasi a se stesso che era ancora in parte umano e manteneva un sistema cardiovascolare.

"...entrambe le "macchine" sono appena state "rotte"....e riparate...è questo che vuoi dire?..."

"Lui è più resistente di me.Quanto era danneggiato? Siamo le due facce meccaniche/vive che si sono rincontrate...cazzo, sembro Gigars..."

"Se tu pensi così, non uscirai mai di qui. Ragazzone, SEI umano. SEI un uomo....ti hanno solo salvato dandoti una pelle nuova per continuare a vivere...io non posso lamentarmi, sei ancora con me..."

"GIà..."

"Non fare il broncio...e mangia queste...sono le migliori della città..."
dandogli una ciambella farcita.

"Hai intenzione di farmi venire colesterolo alto? Non potrò mai soffrire di maniglie dell'amore e abosità, ma bimba...mi hanno detto che dovrò usare accorgimenti per mangiare da ora in poi.."

"In che senso..."

"Potrò mangiare normalmente con le posate e in piccoli bocconi.Per bene, da oggi dovrò usare la cannuccia..."

"QUindi...il tuo viso da oggi è questo?"

"Si, mi hanno creato questo stupendo  corpo solo per me...e sai cosa? Sembra che io sia sopravvissuto grazie a un sistema che non tutti riescono a tollerare..."

"cosa significa..:"

"Il dottore...ha detto che tutti quelli che hanno ricevuto un corpo come quello che ho attualmente, sono morti...io sono il primo a cui questi componenti non hanno creato problemi...si chiama Hecatonchires system...il mio corpo si è abituato subito! Mi hanno detto che potevo rigettarlo come tutti...invece adesso è mio..."

"Una fortuna allora, ragazzone..."

"Già...credo che avrò un corpo nuovo che dovrà aiutarmi a tenere a bada te e le tue forme di pazzia..."

"Ogni mia pazzia serve a qualcosa. Ogni volta che ne faccio una ricordati  che è perchè ho bisogno di scappare da qualcosa e questo è l' unico modo per farlo!!...e poi, è per questa mia caratteristica che ti piaccio.."
stampandogli un bacio sulla bocca.

"Questo mi fa piacere...ma dimmi, come è finita con i problemi all'accademia..."

"Nulla, solo che il mio cuscino può prendere una laurea di psicologia...per tutto il tempo che passo a tenerlo stretto e che mi ascolta...non sono d'accordo con l'idea che venga qui da te...per loro tu non sei un mio parente...pensa che mi hanno detto che se era mio padre avevo due mesi di permesso...che schifo..."
addentando bocconi di ciambella.

"Ci sono rischi...?"

"NOn per quello..."

"Perchè che vuoi dire..."
abbassando le orecchie depresso

"Bè...mi sono lamentata di alcuni lavori che ci hanno ordinato di eseguire e sono stata ripresa..."

"Avrai conseguenze per questo...?"

"Per ora solo richiami...ma mi hanno ordinato di non venire più a trovarti...dovrei restare all'accademia..."

"Allora è meglio se non rischi..."

"Bri, io non posso lasciarti qui da solo...anche se vengono mio padre e Gigars io..."

"Non verranno più..."

Deunan si voltò verso di lui sorpresa. Rimase con il pezzo di ciambella nella forchettina per poi posarla sul piattino.

"Kirl mi ha detto addio... e mi ha dato questa per te..."

Le consegnò l'arma e lei la fissò titubante. Chiese spiegazioni e Briareos le raccontò tutto. Deunan prese l'arma e la mise nella cintura al posto di quella d'ordinanza che non poteva portare fuori servizio. Salutò Briareos dicendo di avere un impegno e lo lasciò solo.

2123    

Deunan veniva trasferita al centro addestramento speciale , dopo sette mesi la prima uscita in servizio. Tuttavia, dopo tre mesi, abbandonava il suo posto per problemi con i superiori e incompatibilità lavorativa. Briareos entrava nel centro di riabilitazione. Vennero terminate per il sistema Hecaton  nuovi miglioramenti e Briareos terminava la riabilitazione e la messa  a punto uscendo come cyborg completo.

Pochi giorni dopo.

"Bimba...sei pronta?"

Deunan finita la doccia si vestì, mentre il compagno l'attendeva sul letto della stanza che avevano preso per qualche giorno. Si chiese se doveva lasciare il letto disfatto in quella maniera o per lo meno nascondeva cosa avevano fatto. Vide Deunan uscire asciugandosi i capelli.

"Si...prendo le mie cose e possiamo andare..."

"Non vuoi ripensarci? Potrebbero prenderti e..."

"No...non dopo cosa ho visto...non su cosa ci chiedevano di fare sui civili..."

"Lo so...però magari mansioni minori...o..."

"NOn voglio...."
sistemando la borsa.

"Va bene...allora, dove andiamo?"

"Ovunque, basta che non sia qui...voglio trovare quel luogo che viene chiamato l'Utopia...forse è lì il nostro paradiso..."

"Pensi che ci sia davvero un posto del genere?"

"So che possiamo trovarlo...so che dobbiamo trovarlo...se tu lo vuoi..."

Deunan posò per terra la borsa e si avvicinò a Briareos. Lo abbracciò e poi gli chiese se voleva seguirla nella ricerca.

"Ovunque vai tu, ci sono anche io...sarà l'inizio del nostro viaggio, quindi?"
alzandosi baciandole la fronte

"Non so quanto durerà. Potrebbe essere dietro l'angolo..."

"Ah come Itaca...peccato che non ho una mia Penelope ad aspettarmi..."
scompigliandole i capelli per poi prendere la sua borsa da terra.

"Sai che non sono molto d'accordo sul fatto che il mio uomo abbia un'altra donna, vero?"

"Ah ah...magari se troviamo il nostro paradiso, troverai un fusto che ti farà perdere la testa e mi dirai 'vai per la tua strada'...."

"Se ne ho già uno non ne ho bisogno..."

I due si guardarono ridendo.

"A proposito...ora che hai terminato la riabilitazione, come ti senti? COme va con il tuo nuovo corpo?"

"Sto bene. Sembra quasi proprio mio, sai? Devo ancora abituarmi al nuovo cervello ausiliario e l'utilizzo del sistema operativo ma...mi sento davvero bene, bimba."

"Ne sono felice..."
sorridendogli.

Si avviarono verso la porta e andarono alla macchina che avevano preso per il viaggio.Dopo aver sistemato i bagagli, Briareos si appoggiò alla macchina mentre lei tornava dal pagare il proprietario per la stanza.

"Quanto tempo per arrivare? "
chiese al compagno.

"Circa tre ore..."
guardando l'orologio.

"Se lo dicono i nostri orologi...e un potente cyborg Hecaton, ci credo...a proposito, sono rimasta sconvolta nello scoprire che da oggi ti chiamerai Briareos Hecatonchires..."

"Sono unico...non sei contenta?

Deunan rise e con il braccio destro avvolse il collo del compagno baciandolo. Gli disse che per lei era unico come gli orologi che avevano fatto migliorare, che quindi non li avevano nessuno al mondo. Briareos l'apostrofò dicendole che non le venisse in mente di compararli con anelli e simili. Il matrimonio era per gli infelici, loro non ne avevano bisogno!

"Si lo so...e tu sai che a me, il nostro rapporto, va bene così...no?"
toccandogli con l'indice il vetro dell'orologio

"Allora possiamo andare...."

Si sistemarono in auto e Briareos partì immettendosi nell'arteria principale, svoltando verso l'uscita per abbandonare la citta. Diede un'ultimo sguardo allo specchietto retrovisore dicendo addio a San Francisco.

"Sai bimba...credo che non me ne faccio effettivamente nulla di una Penelope...io ho te...una perfetta maga Circe...ho già il mio bel da fare..."

"...uff...mi sa che dovrò cercarmelo questo fusto..."

"Stupida...nessuna può essere te..."

"Lo so, per questo sei fortunato..."
allungandosi per baciarlo sulla guancia e inforcando occhiali da sole per godersi il viaggio.

"Ora lo so....lo so , bimba..."
guardadola al suo fianco mentre uscivano dalla città verso un cielo sporcato di rosso, di un tramonto che avrebbe segnato l'inizio del viaggio.


FINE.

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