Empty street

di bleberry
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** First Step ***
Capitolo 2: *** empty street 2 ***



Capitolo 1
*** First Step ***


Ultimamente sono triste…
Sono triste perchè mi prende la nostalgia, e perchè ci sono momenti in cui mi rendo conto che non sarò io a renderlo felice.
A volte mi chiedo perchè tutto questo accada, perchè il tempo scorrendo cambi tutto e niente, perchè i legami debbano spezzarsi e ricomporsi in maniera diversa.

Mi chiedo perchè sette anni fa sono partito abbandonando tutto, lasciandomi dietro sogni e promesse.

Mi chiedo chi sono, perchè spesso gli occhi dorati che vedo nello specchio non credo possano essere i miei.

A volte, mi chiedo come sarebbe stato se non avessi lasciato il mondo che per me era diventato importante.

Empty street

“Potresti insegnarmi nuovamente il tennis? „

Avevano passato insieme quasi due ore  da quando aveva pronunciato quelle parole, da quando il ragazzo con i capelli dritti davanti a lui aveva pianto implorandolo di ricordare ed ora davanti a quelli che gli si mostravano davanti affermando di essere i suoi più grandi avversari stava ricordando.
Ricordava i campi da tennis dietro la scuola, il torneo dei titolari, il rumore della pallina che sfreccia sul campo, la voce dell’arbitro che dichiara il vincitore della partita, le lacrime dello sconfitto, la gioia del vincitore, le divise che sembravano fatte su misura per ognuno di loro.
Ricordava i volti di chi aveva battuto e quelli che lo avevano vinto.
Ricordava la rabbia con cui impugnava la racchetta ogni volta che il padre lo sfidava, l’umiliazione di vedersi nuovamente steso a terra.
Ricordava la gioia di sentirsi accettato mentre Momo sfrecciava con la bici tra le strade della città, il calore dei suoi sorrisi, il suo essere imbecille…

„Momo senpai…“ la sua voce era tornata ferma e sicura „Andiamo a vincere questa partita“

A quelle parole il ragazzo più grande gli si era avvicinato mentre quelli dietro di lui urlavano di gioia.
Poi il buio.
Non c’era più il campo, non era in divisa e non stringeva la racchetta era solo lui davanti ad un immenso cielo nero.
„Ryoma“
Conosceva la voce alle sue spalle.
„Ryoma, ti sei dimenticato nuovamente di me?“ chiese
Sapeva che doveva girarsi e urlare no, ma il suo corpo e la sua voce sembravano scomparsi, vedeva la sua ombra ma non riusciva a voltarsi.
„Io mi sposo“
No, disse la sua anima
„So che sono tre anni che non ci sentiamo, ma avrei voluto che tu fossi presente al matrimonio“
No, rispose ancora
„Se non vuoi venire, non ti biasimo, però …“
No
„Ho capito…“
No
„E’ meglio che me ne vada…“
No
No
No

„MOMO SENPAIIIIIII“
Si svegliò urlando nel suo letto, le coperte sfatte ormai accantonate a terra dimostravano che il suo sonno era stato tutt’altro che tranquillo.
„Ryoma are you ok?“ chiese una voce dal bagno
„Uh, yes… maybe“
„a nightmare?“ chiese nuovamente la voce
„Yes“
Una testa bionda uscì fuori dal bagno „No problem Honey, the nightmare is a dream, and the dream is only a fantasy…“
„Yes yes…“ rispose alzandosi dal letto.
Sapeva benissimo che aveva fatto un incubo, non c’era bisogno di ricordarglielo, ma doveva controllare.
Doveva assolutamente controllare.
Girò per la stanza alla ricerca di qualcosa e si fermò davanti alla scrivania, spostò delle carte e lo vide.
Su un piccolo pezzo di cartoncino delle scritte in corsivo dorato facevano la loro bella figura sbrilluccicando e presentando al mondo la lieta novella:

„Momoshiro Takeshi e Kaoru Nikashima sposi il 29 giugno“

Sentì il respiro morirgli in gola, prese il telefono e compose un numero che da troppi anni non componeva timoroso di quello che avrebbe potuto sentire.
Mentre questo squillava controllò l’orologio…In Giappone erano le nove di sera.
„Moshi moshi?“
Rispose una voce maschile.
„Moshi moshi?“
Continuò a chiedere la voce.
„Moshi Moshi?“
Ryoma attaccò di scatto e buttò via il telefono.

Si appoggiò al muro e si sedette per terra.
Avrebbe voluto essere solo per poter piangere in santa pace ma sapeva bene che anche da solo non avrebbe pianto.
Era colpa sua se tutto era finito, se tutto non era iniziato.
Erano tre anni che non si faceva sentire dopo essersi fatto promettere che l’altro non lo avrebbe cercato.
Tre anni dalla sua ultima visita in Giappone.
Sette da quando aveva lasciato la Seigaku.
Alzò gli occhi alla ricerca del cielo di New York, fuori il tempo prometteva pioggia con lampi e tuoni.
Si vide riflesso in mezzo a quel nero, due pozze dorate lo incollarono a quell’immagine:
„Chi sei?“ si chiese con un fil di voce, insicuro se si riferisse all’immagine di se stesso o alla donna che aveva preso il suo posto.


 „I’m going to work, Honey!!!“ una testa bionda passò di fretta davanti alla porta sorpassandola „I will wait for you at dinner-time!!“ disse chiudendosi la porta alle spalle.
Ryoma sembrò destarsi, abbozzò un sorriso mentre si alzava in piedi per affacciarsi alla finestra a salutare con la mano la chioma bionda che dalla strada gli lanciò un bacio mentre in segno di risposta alzava gentilmente il medio prima che questa sparisse dietro l’angolo di destra sorridendo.
Sempre sorridendo cominciò a togliersi il pigiama quando il cellulare squillò improvviso nella sua tasca facendolo sobbalzare.
„Hallo?“ rispose
„Hallo?“ chiese ancora
„Hallo?“
„Ciao Ryoma…“
Gli occhi di Ryoma si fecero di nuovo cupi
„Momo senpai?“


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Capitolo 2
*** empty street 2 ***


Se si potesse trovare il modo di tornare indietro lo farei, ti riempirei di attenzioni, ti consumerei di baci, impedirei al giorno di sorgere.

Ma il passato è passato.

Perciò posso solo andare avanti.

Empty strret

“Allora Ryoma” Momo si era appoggiato alla ringhiera del balcone al suo fianco “Come te la passi in America? E’ vero che gli hamburger sono grandi quanto due dei nostri?”
“Non ho mai notato questa differenza a dire il vero…anzi oserei dire che in Giappone i menù sono più grandi” rispose l’altro annoiato.
“Ah allora vivo proprio in un bel paese!!! Ah come sono fortunato!!!!”
Ryoma rise per un attimo, poi guardò dritto nella sala per poter visualizzare la figura di lei: “Come vi siete conosciuti?” chiese.
“Al liceo” rispose Momo “Siamo stati nella stessa classe l’ultimo anno e dopo abbiamo frequentato la stessa scuola preparatoria per l’università”
“Hai addirittura fatto l’università? Dio non ci credo”
“Già, ho fatto l’università signorino” disse Momo voltandosi verso di lui “E ti dirò di più, mi sono anche laureato a pieni voti!”
Ryoma scoppiò a ridere, “Tu a pieni voti? E in che materia? Hamburgerologia applicata?”
“Inglese” rispose Momo serio “Non volevo dimenticare il mio primo amore”
Ryoma rimase come pietrificato per qualche minuto.
“Doveva essere proprio una persona sciocca per lasciarti andare così”
“Più che sciocca, credo che abbia avuto altre priorità e che pian piano si sia dimenticata di me…Ho amato tanto quella persona, probabilmente però ho sbagliato la tempistica per rivelarle i miei sentimenti…Succede…”
“Forse…” accennò Ryoma “Quella persona ha avuto paura, non sapeva che fare e ha continuato a rimandare…”
“Ma la vita continua…Si incontrano persone nuove, ci si innamora di nuovo” disse l’altro serio
“La ami?”
“Yes, but I think  that my love for you were stronger…”
“We were stupid, weren’t we?”
“Yes, a little. But we were young, we were seigaku’s regular and I believed that this was all and that you would be by my side forever … I was really romantic and a “daydreamer” man”
“I loved you” sussurò Ryoma “I loved you very much for this…Even now my love for you isn’t changed…”
“Lo so” disse Momo “Lo so… Vorrei abbracciarti adesso, stringerti forte ma non posso, lei è dall’altra parte del vetro ed è lei la persona con cui passerò il resto della mia vita” gli occhi gli si riempirono di lacrime “Non posso aspettarti Ryoma, non più…”
“Puoi venire via con me, possiamo andare insieme in America” gli disse prendendolo per la manica della giacca.
“Lo dici adesso, perché ci stiamo confessando tutto quello che altrimenti ci saremmo nascosti per sempre, ma poi? Il tuo ragazzo? Il tuo lavoro? Il mio lavoro? La mia ragazza? Le nostre vite?”
Ryoma si bloccò, “Hai ragione” disse scuotendo il capo “Abbiamo avuto il nostro momento…”
“Un magnifico momento…Anche lei l’ha apprezzato molto”
“Non dirmi che gliel’ hai detto!!!” rispose Ryoma stupito.
“Certo che gliel’ ho detto! Quando abbiamo iniziato la nostra storia le ho detto tutto, non ho mai avuto intenzione di mentirle”
“Hai trovato una ragazza d’oro!!” disse Ryoma stupito.
“Già…e ti dirò, anche il tuo non è male!!”  disse Momo sorridendo.
“Ora che ci penso…” Disse Ryoma arrossendo “TU COME CAVOLO FAI A SAPERE DI LUI?!!!?”
“Mi ha chiamato” disse Momo girandosi verso la città
“COME?”
“Sai, è bello vedere che adesso parli di più ma non sono ancora sordo sai? Comunque, mi ha chiamato e mi ha detto: < ehi tu, prova a rubarmelo e sei morto> “
“Non ci credo” disse Ryoma voltandosi a sua volta verso Tokyo ridendo.
“Giuro, vorrei conoscerlo, ti va di presentarmelo?”
“E quando?”
“Durante il mio viaggio di nozze, veniamo a New York!!”
“Sul serio?”
“Si, Nanako dice che lo dobbiamo per forza fare là, in segno di rispetto verso il mio primo amore…”
“Allora credo proprio che tu me la debba presentare questa Nanako…”
“Volentieri, ma devi essere gentile”
Ryoma si voltò verso il senpai e sorrise beffardo “Mada mada dane senpai…” prima di correre verso la porta a vetri.
“Non vorrai…” disse Momo correndogli dietro.
“Si e non mi fermerai”


Epilogo

Aeroporto di Narita – imbarco passeggeri per il volo di New York

“RYOMA – SAAAAANNN” la riconobbe subito tra la folla e le fece un cenno, lei fu al suo fianco in pochi secondi e si piegò per riprendersi dal fiatone.
“Grazie a Dio, credevo di non farcela” disse sorridendo.
“Non dovresti sforzarti così tanto prima delle nozze o non riuscirai a concepire un bel bambino…” disse Ryoma ghignando.
Lei gli lanciò un occhiataccia, poi tornò a sorridere “Dovevo darti questa” disse porgendogli una busta.
“Cosa è? Una lettera d’amore? Guarda che tra poco ti sposi non dovresti provarci con i ragazzi più giovani.”
“E sii serio per una volta!!!”
“Sono sempre serio” disse aprendo la busta “Ma queste…”
“Sono foto” disse lei completando la frase “Ho fatto fare una copia di quelle che aveva Takeshi a casa, ho pensato che le volessi anche tu” ^^
Lui sorrise prendendone una in mano “Non dovresti essere gelosa invece?”
“E di cosa? Sappi mio caro che io non ho paura di niente!!! E poi, il mio ventre darà alla luce il tennista che ti sconfiggerà!!!” disse mentre le brillavano gli occhi.
“Il tuo ventre? Ma non farmi ridere, con i geni di Momo massimo darai alla luce un cabarettista!!!” disse mentre si dirigeva verso la fila alle sue spalle.
“Non sottovalutare il futuro Ryoma Momoshiro, Echizen-san o finirai male” disse lei sorridendo.
“Ryoma Momoshiro eh?” sussurrò Echizen ridendo “Molto bene Nanako-san, allora te li affido entrambi, abbi cura di loro”

Alzò il braccio in segno di saluto e sparì nella la folla dietro di lui.

Lei continuò a guardare avanti sorridendo, poi il suono del proprio telefono la fece sobbalzare: “Si” rispose “Ho compiuto la missione comandante, ora stiamo tutti tornando a casa.”


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