Forestieri ad Equestria

di Gabriel Fenix
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo: Qualcosa di inaspettato ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1: Destino criptico ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2: Incontrare i propri idoli ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3: L'ombra si risveglia ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4: Rivelazioni ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5: Le fatiche di un eroe ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6: Vendetta ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7: Un addio doloroso ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8: Obiettivo... divertirsi ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9: Continua l'addestramento ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10: Caos e follia ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11: Bagliore Celeste ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12: Alleati ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13: Il nemico del mio nemico... ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14: Onore e gloria agli eroi ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15: Addestramento avanzato ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16: Apprendendo il caos ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17: L'ultimo ballo ***
Capitolo 19: *** Capitolo 18: Sussurri nell'oscurità ***



Capitolo 1
*** Prologo: Qualcosa di inaspettato ***


Prologo: Qualcosa di inaspettato

Mi chiamo Stefano, ho 17 anni e vivo in un paesino di montagna con mio fratello Federico di 22 anni e nostra madre.

Nostro padre se ne è andato anni fa, io ero un bambino di circa 6 anni.

Nessuno sa dove sia, un giorno c'è e l'altro giorno... puff, sparito nel nulla.

Mio fratello ed io andiamo molto d'accordo, ma in quanto ad interessi... beh siamo uno l'opposto dell'altro: d'inverno lui va ogni giorno a sciare, non ha la patente ma non importa, la stazione sciistica è a circa 15 minuti a piedi da casa nostra.

Io invece sono sempre chiuso in casa, sui libri, a leggere o a studiare.

Mi piace molto l'astronomia e ogni notte, mi sdraio sulla neve e guardo le stelle cercando di indovinare i nomi delle costellazioni che compongono.

I miei libri preferiti sono i fantasy: mondi diversi dal nostro, mondi magici e oscuri, in cui tutto può accadere.

Credo che ormai abbiate capito che mio fratello è quello aperto, che alle feste parla e ride insieme agli amici.

Io invece sono quello chiuso, sempre sui libri e segregato in casa; ho sempre avuto difficoltà a socializzare e farmi nuovi amici.

La mia vita era così: chiusa, senza un PADRE, senza amici... i miei unici amici erano i libri.

Poi scoprì lo show "My little pony", in quel momento la mia esistenza passò da buia e triste a colorata e felice: un mondo splendido con pony dai mille colori e caratteristiche. Pony terrestri, unicorni e pegasi... tutti che vivevano in pace e armonia. Ma anche un mondo di pericoli, magie arcane, strane creature e luoghi sconosciuti... in poche parole: un mondo di avventure.

Mi innamorai subito di quel cartone, mi innamorai di ogni singolo personaggio: dalle sei protagoniste, ai personaggi secondari.

In poco tempo entrai a far parte di forum, community e quant'altro... un mondo enorme e in continuo sviluppo.

Questa mia passione era però occultata a mia madre e mio fratello; loro non dovevano sapere o sarei morto dalla vergogna.

Continuai a vivere così finche un giorno, raggiunti finalmente i 17 anni, qualcosa cambiò.

Mi ricordo che era sera, ero in casa da solo, mia madre era fuori per lavoro per alcuni giorni e mio fratello come sempre era o ad una festa o a sciare.

Mi ricordo che ero nella camera da letto che condividevo con mio fratello. Avevamo un solo armadio che condividevamo, una scrivania sempre in disordine su cui era appoggiato il televisore e due letti posti sotto all'unica, larga finestra della stanza. Mi trovavo davanti al televisore, seduto a guardare un episodio dello show.

Ero così concentrato che non sentii  mio fratello entrare in camera... me ne accorsi quando ormai si era accasciato sul letto ridendo di gusto.

"Oh mio dio, Stefano, non dirmi che guardi quella roba per mocciose" stavo arrossendo visibilmente, mi sentivo morire dentro, non sapevo cosa dire "Beh... ecco s... sì" mio fratello riprese a ridere, lo lasciai fare finche non si calmò "Forza, spegni tutto, è ora di dormire, comunque non riesco a capire come fai a vedere una cosa così... infantile".

Sapevo che mio fratello non era cattivo, e non mi avrebbe giudicato TROPPO pesantemente. Lui andò in bagno a lavarsi. Quando finì, andai all'entrata, chiusi a chiave la porta, spensi le luci e andai a letto, dove mio fratello non perse tempo a farmi sentire un verme "Buonanotte, e pony d'oro", "Fottiti", gli dissi prima di spegnere la luce.

Quella notte non riuscì a chiudere occhio, non riuscivo a togliermi dalla testa l'imbarazzo che mi fece provare mio fratello poche ore prima.

Desiderai di scappare, di trovarmi in un altro posto... di trovarmi ad Equestria.

Quella notte successe qualcosa di inaspettato, qualcosa che farebbe impazzire chiunque, so che la volontà degli esseri umani è più potente di qualunque altra creatura sul pianeta... ma non pensavo fino a questo punto, quella notte semplicemente si aprì uno squarcio nella mia vita.

A un certo punto della notte cominciai a sentire freddo. Un venticello di aria fresca mi arrivò in piena faccia facendomi rabbrividire. Guardai verso la finestra sopra di me ma era chiusa, provai a mettere una mano davanti all'anta ma sentì che la brezza veniva dal fondo della camera.

Iniziai a preoccuparmi, quindi svegliai mio fratello "Fede, Fede sei sveglio?", dopo qualche stiracchiamento mi disse "Purtroppo sì", "Fede non senti un'aria fredda?", "Ma che stai dicendo, la finestra è chiusa torna a..." si alzò di scatto sentendo una ventata gelida arrivargli in pieno viso. "Ma che cazzo sta succedendo, Stefano è uno dei tuoi scherzi?" lo fulminai con lo sguardo, anche se non poteva vedermi "perché ora sono diventato il dio del tempo? Credo che provenga dall'armadio".

Accesi la luce, ci vestimmo ed avanzammo verso l'armadio, aprendolo. Sembrava un normalissimo armadio con giacche e cappotti.

Mio fratello mise dentro la mano per cercare di toccare il muro, ma era molto più profondo di quel che sembrava, così inciampò sul gradino e cadde tra il vestiario.

"Sei ancora vivo esploratore di armadi?", "Fai meno il sarcastico" mi urlò, mentre me la ridevo. Era sparito tra i vestiti "Qui non c'è nessuna parete, è una galleria, vieni dentro con la torcia".

Andai alla scrivania, aprii un cassetto, presi la torcia, la accesi ed entrai nell'armadio.

Camminammo per circa un minuto, quando uscimmo la prima cosa che vi... "Aaaahhh", perdemmo entrambi l'equilibrio e cademmo su un tappeto erboso, mi guardai intorno e vidi che eravamo in una foresta, non la riconobbi tra le tante che circondano la casa. Anzi, il clima non era alpino, sembrava più una lugubre foresta di pianura. La cosa più spaventosa era che era notte.

Al che mi rialzai subito in piedi, mi sentivo strano ma non ci feci caso, e cercai di prendere la torcia.

Appena allungai la mano cacciai subito un urlo e la posi di fronte agli occhi: la mia mano si era trasformata... in uno zoccolo?

Cercai conforto guardando verso mio fratello, questa volta riuscì a rimandare in gola l'urlo ma i miei occhi quasi mi cascarono giù dal capo.

Al posto di mio fratello vidi un possente stallone, "Fede sei tu?" quello spalancò gli occhi e mi chiese "Stefano? cosa sta succedendo perché sei un... un pony?". Guardandolo meglio vidi che mio fratello Federico aveva un manto completamente nero, una criniera blu elettrico ( il che è strano perché a casa lui è castano) e... no, quelle non potevano essere delle... questa volta non riuscì a trattenere un urlo e gli dissi "Fede tu hai un paio di... ALI", lui si guardo lungo i fianchi e dallo stupore si spalancarono, erano delle ali stupende, il piumaggio partiva nero e passava ad un azzurro sempre più chiaro.

Dopo qualche secondo chiesi a Fede che aspetto avessi io, mi scrutò a fondo ed iniziò a parlare "Il tuo manto è azzurrognolo, invece la tua criniera è azzurra con delle striature blu... e sei cornuto".

Lo guardai male "Vai a quel paese" gli dissi. "No dico sul serio, hai un corno sulla fronte".

Mi irrigidì e lo guardai stupito, dopo qualche secondo, senza che io lo volessi, il mio corno si accese e la torcia volò letteralmente... in orbita. "Ops" mi scusai.

Fede aveva già spalancato la bocca " Ma come hai fatto?".

Così gli spiegai tutto su Equestria (dato che ormai era ovvio che ci trovavamo ad Equestria) e lo show. supposi anche che io fossi unicorno perché stavo sempre sui libri e lui fosse pegaso perché era il più sportivo della famiglia.

Per quella notte avevamo avuto abbastanza sorprese, così rientrammo nell'armadio e decidemmo di tornare di mattina. Inutile dire che nessuno di noi due dormì quella notte.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1: Destino criptico ***


Capitolo 1: Destino criptico

Quella mattina ci svegliammo di buon ora, andammo in cucina e facemmo colazione.

"Stefano, perché non mi fai vedere qualche episodio di My Little Pony, voglio essere informato anche io su cosa andremo ad esplorare oggi".

Al che, dopo la colazione, andai in camera, accesi il PC e feci partire i primi due episodi della prima stagione: quelli che parlavano di come le sei protagoniste fermarono Nightmare Moon e salvarono Princess Celestia.

Fatto ciò mi venne un'idea. Andai su Google e cercai una cartina di Equestria creata dal Fandom, la stampai e così entrammo nell'armadio.

Sbucammo di nuovo nella foresta e ci trasformammo di nuovo in pony. Questa volta però, eravamo preparati. Ci eravamo messi a quattro zampe già a metà tunnel.

Una cosa però avevo trascurato: 'come posso portare la mappa?'.

Così tornai indietro in camera mia, presi una borsa, me la misi a tracolla e rientrai nella foresta.

Raccolsi la mappa da terra coi denti portandomi dietro anche mezza tonnellata di terra, la posi nella borsa e ci incamminammo per trovare un punto che ci aiutasse a capire dove ci trovassimo.

Mentre camminavamo feci caso ad una cosa che la notte scorsa mi era sfuggita.

Sul fianco di mio fratello c'era un Cutie Mark che raffigurava un paio di sci posti su una distesa di neve.

Al che mi girai e mi guardai il fianco: il mio raffigurava una catasta di libri posti davanti una finestra che dava su un cielo stellato.

Informai mio fratello della cosa e andammo avanti.

Dopo circa mezz'ora arrivammo ad una capanna con delle maschere equine appese sopra la porta, la riconobbi subito: quella era la capanna di Zecora.

Bussammo ed una voce melodiosa ci invitò ad entrare "Avanti entrate stranieri, eravate voi ad urlare ieri?" rimasi stupito e pensai 'sa parlare veramente in rima?'.

Io risposi subito "Sì, ci dispiace di averti disturbata Zecora, ma vorrem...", "Come fai a sapere che mi chiamo Zecora? Non vi ho mai visti fino ad ora". Mi morsi un labbro. Mio fratello mi sussurrò "Questa è pazza, andiamocene". Io risposi, rivolgendomi alla zebra "Questa è una lunga storia, non abbiamo il tempo di entrare, volevamo solo qualche indicazione: sapresti dirci come arrivare a Ponyville?", "Sull'argomento non mi soffermerò, ma alla vostra domanda risponderò. Se verso Ponyville volete andare, seguite il sentiero fino a giungere della foresta il limitare".

La ringraziammo e ci incamminammo verso il sentiero da lei indicato.
Intanto da dietro Zecora ci urlò "Voi due siete strani, non sembrate per niente pony normali, un destino enorme vi circonda, il quale porterà dolore e sofferenza a chi vi incontra".

Detto questo tornò alla capanna.

"Che avrà voluto dire?" mi chiese mio fratello, "Non lo so, ma prima arriviamo a Ponyville, prima saremo fuori pericolo. Sappi che siamo nella Everfree Forest: uno dei luoghi più pericolosi di tutta Equestria".

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Capitolo 3
*** Capitolo 2: Incontrare i propri idoli ***


Capitolo 2: Incontrare i propri idoli

Finalmente, dopo tonnellate di imprecazioni dovute a inciampi vari e dopo aver salvato mio fratello che stava per mettere pie... ehm zoccolo in un rovo di quercia scherzosa, arrivammo al limitare della foresta e ci si apri una magnifica vista su una pianura coperta di abitazioni semplici con tetti di paglia, dove in lontananza si poteva scorgere una parte della tenuta Apple e del giardino Dolcimele.

Dopo vari minuti in cui rimanemmo a bocca spalancata, e di conseguenza aver ingoiato diversi sciami di mosche, decidemmo di incamminarci per Ponyville.

Girovagammo per le vie del paese guardandoci intorno meravigliandoci per la quantità di pony che la abitavano e lanciando ogni  secondo un sonoro "Wooooow".

Finito lo stupore ci preoccupammo su dove andare, cosa visitare e quant'altro.

Io proposi di andare alla biblioteca di Ponyville per incontrare Twilight Sparkle.

"Biblioteca? Sul serio? Non hai già abbastanza libri a casa?" mi domandò scettico mio fratello.

"Non voglio andare in biblioteca per prendere un libro, voglio andare lì perché voglio incontrare una delle protagoniste del cartone" gli risposi

"D'accordo, sei tu l'esperto qui. Sai dove si trova?", "Sì, l'ho vista poco fa, è una quercia enorme con il tronco cavo".

Così ripercorremmo i nostri passi fino a giungere davanti alla biblioteca. Bussai e la porta si spalancò.

Al principio non vidi nessuno ma una voce mi chiese "Posso aiutarvi?", abbassammo lo sguardo ed ebbi un sussulto. Mio fratello dal canto suo non era preparato psicologicamente a questo incontro e cacciò un urlo "Tu sei un...DRAGO?", Spike saltò in aria dallo spavento, quando si calmò, mi scusai "Mi dispiace per mio fratello, non è abituato a vedere draghi e lo hai colto impreparato. Sai se Twilight è in casa?", "Chi la cerca?" mi chiese, "Abbiamo chiesto in giro e ci hanno informati che questa è una biblioteca... o sbaglio?" finsi di non sapere niente a proposito, così mi comportai con indifferenza. Ma dentro stavo morendo dall'eccitazione, stavo per incontrare uno dei miei idoli.

Spike ci fece entrare e chiamo a gran voce "TWILIGHT ABBIAMO CLIENTI".

Una voce proveniente dal piano superiore rispose "ARRIVO SPIKE, STO METTENDO IN ORDINE IL DISATRO CHE HAI COMBINATO IN CAMERA MIA".

Il draghetto arrossì visibilmente e mio fratello colse la palla al balzo per una delle sue solite battute "Che hai combinato furbacchione?" chiese con sarcasmo.

Spike ebbe un attimo di titubanza e rispose "Ma niente...ehm... ecco". Twilight rispose per lui "AL FURBACCHIONE È VENUTO IL SINGHIOZZO E HA DATO FUOCO A CINQUE LIBRI. SPIKE TI AVEVO GIÀ DETTO DI STARE LONTANO DAI LIBRI QUANDO SENTI CHE STANNO PER ARRIVARE I SINGULTI, ORA VIENI SU E FINISCI DI SISTEMARE. COME HAI DETTO TU CI SONO DEI CLIENTI".

Spike abbassò il capo e si avviò al piano superiore. A metà scala i due si incrociarono e un'occhiataccia spaventosa venne tirata dall'unicorno al draghetto, il quale accelerò il passo turbato.

Giunta in fondo le scale Twilight ci squadrò e tirò fuori un sorriso che mi fece sciogliere il cuore "Come posso esservi d'aiuto?".

Cominciai a parlare "Piacere di conoscerti Twilight noi...". Mi accorsi troppo tardi dello stesso errore che avevo compiuto alla capanna di Zecora "Ehi, come fate a sapere il mio..." Un tonfo dietro di noi ci fece voltare, la porta venne spalancata da cinque pony che entrarono salutando calorosamente Twilight. Nel mentre, venimmo investiti da una macchia rosa indistinta che ci buttò a terra stritolandoci in modo disumano. Non riuscivo a respirare.

"Uuuhh... Twilight sono tuoi amici? sono così carini! Perché non me li hai mai presentati? Eh?Eh?Eh?Eh?".

Se L'unicorno non l'avesse allontanata da noi con la levitazione sarei svenuto nel giro di pochi secondi "pikie cara, lascia in pace i nostri ospiti", disse Rarity posando a terra il pony rosa. "Piacere di conoscervi io sono Rarity e loro sono...", questa volta fu mio fratello a compiere l'errore 'non avrei dovuto fargli vedere quegli episodi' "Non ci credo. Voi siete Apple...ehm...back, Flutterdry e ehm... ah sì Rainbow Mash" li ha sbagliati davvero tutti? volevo morire. Guardai verso di lui e lo corressi, sapendo che stavo peggiorando ancora di più la situazione "Si chiamano Applejack, Fluttershy e Rainbow Dash. Invece loro sono Rarity quella bianca, Pinkie Pie quella rosa e Twilight Sparkle quella viola".

Tutte e sei spalancarono la bocca all'unisono e si sentì un tonfo venire dal piano di sopra 'credo che Spike fosse svenuto'. Mio fratello mi bisbigliò "L'hai fatta grossa questa volta".

Twilight fu la prima a riprendersi "Chi... chi siete, e come fate a sapere i nostri nomi?". Presi qualche momento per pensare, ed infine dissi l'unica cosa possibile... LA VERITÀ "Io sono Stefano e lui è mio fratello Federico. Noi... beh ecco, in realtà non siamo... esattamente... dei pony" tutte insieme urlarono "Cosa?!?", "Ecco... in realtà non siamo nemmeno di questo mondo".

*

Intanto che il pony di nome Stefano spiegava, Rainbow Dash si avvicinò all'orecchio di Applejack e le bisbigliò "Questi due sono fuori di testa, cosa facciamo?". L'amica la guardò "Per ora limitiamoci a sorridere e annuire, poi vedremo".

Twilight intanto aveva mille pensieri per la testa 'Dice la verità? ci sta prendendo in giro? o è pazzo?'

Stefano finì di spiegare e Rainbow annunciò "Oh, benvenuti grandi e potenti esseri sconosciuti. siamo più che felici di conoscervi, possiamo consigliarvi uno splendido luogo chiamato... Manicomio?"

*

Notai il sarcasmo contenuto in quelle brevi frasi e la rabbia prese il sopravvento. Ma una voce mi bloccò prima che potessi dire qualunque cosa "Credo che non stiano scherzando o che non siano pazzi. Ma non mi fido di VOI. Come fate a sapere queste cose su di noi?" disse Twilight.

Mi calmai e risposi dicendo la cosa più naturale che mi venne in mente al momento "Nel nostro mondo esiste un cartone animato che...", "Che cos'è un cartone animato? è qualcosa che si mangia? è buono? che sapore ha?" Pinkie Pie mi investì con mille domande fermandomi a metà frase.

Io le risposi cortesemente "Un cartone animato sono delle immagini che vengono trasmesse da una macchina che si chiama televisore. Ma non è questo il punto. In questo cartone animato le protagoniste siete proprio voi..." spiegai tutto alle sei pony, e alla fine dissi "Se non mi credete, organizzate un incontro con Princess Celestia. Sarà lei a decidere".

Twilight si rivolse a tutte "Chi vuole fare una gita a Canterlot domani?"

Pinkie Pie rispose eccitata "IO,IO,IO! Voglio mangiare un cartone animato. Pensate sia come lo zucchero filato?". L'amica con la chioma arcobaleno scosse la testa "Ma pensi sempre a mangiare tu?".

Subito mi accorsi di un problema e lo esposi alle altre "C'è un piccolissimo problema: non abbiamo un posto dove passare la notte ed il portale per il nostro mondo è lontano da qui ed ormai è sera".

Twilight sorrise "Per questa notte uno di voi due può stare da me. Ho un letto libero".

Applejack continuò "Mentre l'altro può condividere la camera con Big Macintosh".

Mio fratello si rivolse a me. "Tu dormi in biblioteca, io mi godo un po' di campagna".

Quella notte, mentre Twilight discuteva con Spike, mi sedetti sul balcone a guardare le stelle.  Poco dopo, la puledra mi si sedette accanto ed indicò qualcosa nel cielo "Quella costellazione laggiù è il cane minore". Io sorrisi ed indicai un'altra costellazione "Quella invece è la cintura di Orione". Twilight mi sorrise a sua volta.

Continuammo così per quasi un'ora. Infine ci mettemmo a letto, ci augurammo la buona notte e ci addormentammo. Finalmente avevo un'amica, mi trovavo bene parlando con Twilight.

*

Twilight sotto sotto si fidava di quello strano unicorno, le stava simpatico e si dedicava allo studio come lei.

Così Stefano passò una tranquilla notte a Ponyville. Ma lo stesso non si poteva dire di Federico, il quale doveva condividere un letto singolo con il possente Big Mac.

Quello stallone non era per niente un tipo pelle e ossa, anzi, era un carro armato con le zampe. Inutile dire che il duo non riuscì a dormire. Così ognuno raccontò all'altro parti interessanti della propria vita.

Nonostante quello, Federico si pentì della scelta fatta 'perché non sono rimasto in biblioteca?' pensò voltandosi verso la finestra.

Big Mac dal canto suo credeva che quello strano pegaso fosse pazzo, e che si fosse inventato tutto per entrare nelle grazie di sua sorella.

Così la notte passo per gli otto pony che l'indomani dovevano andare a Canterlot.

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Capitolo 4
*** Capitolo 3: L'ombra si risveglia ***


Capitolo 3: L'ombra si sveglia

Da un'altra parte, fuori dall'universo, un essere mostruoso, quella notte, si ridestava dal suo lungo sonno. Un essere oscuro, un essere solitario il cui unico scopo di esistenza era la distruzione di TUTTO.

Esso provava odio per tutto ciò che esiste, persino per la realtà stessa.

Ma il suo risveglio destava anche i poteri dell'unico essere capace di sconfiggerlo: Il prescelto. Un essere ignaro di tale potere, un umano chiamato Stefano.

"Mmmh... quanta potenza, quanta volontà per aprire uno squarcio inter-universale, quanto potere in questo disgustoso umano. Ma perché, egli, ha scelto come campo di battaglia un mondo la cui razza dominante è composta da fragili e colorati Equini?" Pensò ad alta voce.

Un'abilità di questa creatura era di impossessarsi della mente di altri esseri e di dominarne i pensieri. Così, sapendo che da solo non poteva sconfiggere quel formidabile avversario, decise di trovarsi degli alleati.

Trasformatosi in una nebbia oscura, partì verso quel disgustoso regno chiamato Equestria.

Dopo un paio d'ore di viaggio, entrò nell'universo equino, e si diresse verso la superficie del lurido pianeta-campo di battaglia. Più precisamente nella capitale Canterlot.

Qui non perse tempo a trovare chi lo poteva aiutare. Scelse il capitano della guardia reale il cui nome era Shining Armor, un anonimo unicorno specializzato in incantesimi di difesa 'Anche se sono invincibile, una guardia del corpo non guasta'.

Scandagliando i ricordi dell'unicorno trovò qualcosa inerente al prescelto. Un largo sorriso apparve sulla superficie della nebbia oscura.

Volle persino controllare la regnante. Ma la mente millenaria dell'alicorno era troppo espansa per prenderne il controllo.

Gli bastava avere l'esercito al suo comando per sconfiggere il suo nemico, ma non volle correre rischi e prese il controllo di un consigliere di corte. "Ti ordino di informarmi su qualunque cosa accada a palazzo", gli sussurrò mentalmente.

Due giorni dopo, un messaggero arrivò dalla principessa "Mia signora, Twilight Sparkle chiede udienza per domani alle due del pomeriggio, dice che una strana coppia di pony vuole parlarvi".

La regnante sorrise ed acconsentì. Il messaggero si congedò poco dopo.

Il consigliere reale riferì tutto al suo oscuro padrone, il quale disse "E così il moccioso si è trovato degli alleati? Bene stiamo a vedere cosa succederà. Quando i suoi poteri si saranno sviluppati, ed il sommo padrone sarà pronto, potremo attaccarlo. Per ora facciamogli prendere coscienza dei suo infiniti poteri. Poi, al momento giusto, gli dichiareremo guerra". La creatura proruppe in una risata malvagia "Questa sarà una battaglia epocale, il giudizio finale".

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Capitolo 5
*** Capitolo 4: Rivelazioni ***


Capitolo 4: Rivelazioni

Quella mattina ci trovammo tutti davanti alla biblioteca di Twilight.

Quando vidi mio fratello, mi scappò una risata e gli chiesi con sarcasmo "Dormito bene?", "Sì, sì, benissimo! Se per dormire bene intendi non dormire affatto!", mi disse. Aveva due occhiaie profondissime sotto ad un paio di occhi da zombie. In un certo senso... era terrificante.

Applejack mi spiegò tutto. "Questa mattina ho trovato lui e mio fratello praticamente uno abbracciato all'altro. Pensavo che ci stessero tutti e due sul letto di Big Mac... ma ho fatto male i conti". "Uno abbracciato all'altro? Ma se praticamente mi stava schiacciando sotto il suo peso" rispose mio fratello.

Applejack rise "Ho dovuto controllare tuo fratello per tutto il tragitto, un paio di volte si era persino addormentato. Dai Federico, ci aspetta un lungo tragitto in treno, puoi dormire lì".

"Lo spero. O quello, o svengo davanti alla principessa" le rispose mio fratello.

La puledra si rivolse a me "E tu invece Stefano? Come hai passato la notte?", Raimbow diede una gomitata a Twilight, la quale arrossì lievemente. Io mi sforzai di parlare "Beh... ecco io..." non ci riuscivo.

Raimbow spazientita mi urlò "Perfetto è arrivata un'altra Fluttershy in città". Notai che il pony paglierino si era nascosto dietro un ciuffo rosa.

Federico, dopo un lungo sbadiglio, mi salvò "Sentite, lasciate stare mio fratello, è sempre stato un tipo chiuso, lasciatelo respirare", mentre Twilight mi venne in aiuto "Siamo stati alzati fino a tardi a guardare le costellazioni e ad elencarne i nomi. Poi siamo andati a dormire".

Rainbow si accontentò "Ok, una normalissima, noiosissima serata alla Twilight".

Pinkie, con non poco entusiasmo urlò "FORZA SI PARRRTE".

Non l'avrei mai detto. In tutta la mia vita pensavo di non poter mai dire una frase del genere... ma mi tocca. Sto viaggiando su un treno fatto di dolci.

Prendemmo posto su delle panche, e neanche a farlo apposta, Twilight si ritrovò di fianco a me.

Mi feci coraggio e presi la parola "Ti... ti ringrazio per prima. Per avermi salvato da quella conversazione". Lei arrossì lievemente. "Avevo visto che eri in difficoltà e ho pensato di aiutarti".

Mi guardai intorno e notai che mio fratello, addormentato, lentamente si stava accasciando su Fluttershy, la quale stava tremando e cominciava ad arrossire.

La mia attenzione venne deviata da una voce di fianco a me. Era Twilight "È vero?", io senza capire chiesi "Cosa?", "Tuo fratello prima aveva detto che fai fatica ad aprirti agli altri, non hai amici e non parli molto".

Io abbassai lo sguardo e sospirai. Lei subito riprese imbarazzata "Se non vuoi parlarmene non sei costr...", "Sì, è vero. Passo ore ed ore sui libri e ad'osservare il cielo. Faccio fatica a tenere un qualsiasi dialogo verbale, ma soprattutto... non ho amici". Una piccola lacrima cominciò a scendere sulla mia guancia.

Lei affranta mi pose uno zoccolo sul fianco. "Oh, mi dispiace. Anche io prima ero come te: studiavo tutto il giorno e non mi importava dell'amicizia. Ma... ma poi princess Celestia mi ha mandata a Ponyville ed ho incontrato loro" disse indicandomi le altre. "E guardami adesso, non ho problemi ad interagire con nessuno".

La lacrima mi scese dalla guancia  mentre un largo sorriso appariva sul suo muso. "Però adesso ci siamo noi per te. Vuoi essere nostro amico?".

Spalancai gli occhi. "Cosa?"

Lei mi colpì la spalla "Non chiedere cosa, dì solamente "Sì"". Sempre più imbarazzato e confuso biascicai "Beh... ehm, sì", "Perfetto".

Si rivolse a tutti. "Ragazze vi presento i nostri nuovi amici: Stefano e Federico". Pinkie lanciò un urlo di approvazione strappando mio fratello dal mondo dei sogni "Cos'è successo, siamo arrivati?". Fluttershy lanciò un sospiro di sollievo mentre Federico si rialzava scusandosi.

Le altre applaudirono ed acconsentirono all'affermazione di Twilight, la quale mi allungò uno zoccolo. Io lo fissai senza capire. Lei mi sorrise "Forza colpiscilo".

Allungai lo zoccolo e colpii quello dell'unicorno. Sorrisi felice. Per la prima volta nella mia vita mi sentivo parte di un gruppo.

Dopo qualche ora arrivammo a Canterlot. Scendemmo dal treno ed io e mio fratello non riuscimmo a contenere l'eccitazione e sorridemmo come degli idioti guardandoci intorno.

Twilight disse "Forza, al castello".

Passammo per le vie della città. Era... enorme, lussuosa e morbosamente decorata. Ogni costruzione presentava una miriade  di pietre preziose ed ogni pony vestiva abiti costosissimi. Vidi che Rarity era in estasi.

Mi avvicinai a lei e le dissi "Noto che ti piacciono le cose eleganti". Lei volse la testa verso di me e disse sorridente "Mi piacciono? Io adoro tutto quello che si trova a Canterlot. Io sono una sarta. È nella mia natura essere sofisticata". Io le sorrisi "Già. A casa, a volte, leggo dei libri sull'arte e qualcosa ne so anche io".

La puledra annuì "Allora, qualche volta, potresti venire alla Carousel Boutique. Potrei mostrarti alcuni dei miei abiti migliori e potrei confezionarne uno apposta per te". "Non vedo l'ora" risposi annuendo.

Arrivati all'ingresso del castello, due guardie poste davanti ad un portone finemente decorato batterono le alabarde al suolo annunciando "Accogliamo la studentessa Twilight Sparkle e le sue amiche di Ponyville".

Le porte si aprirono ed un salone enorme ci si aprì alla vista. Io e mio fratello spalancammo la bocca stupefatti. Twilight ci notò e disse severamente "Comportatevi bene nel castello".

Quando arrivammo davanti a Princess Celestia io d'istinto mi inchinai, e così fecero anche le altre.

Twilight prese la parola "Buongiorno principessa, mi dispiace di essermi annunciata così di fretta ma vede... questi due, ehm, non so come spiegarlo".

L'alicorno parlò. Possedeva una voce melodiosa, come un canto di uccelli. "Sono questi i due pony di cui mi hai scritto ieri?", "Sì, maestà".

Celestia ci guardò sorridente ordinandoci di avvicinarci "Volete presentarvi?". Mio fratello, teso come una corda di violino, mi diede una gomitata.

Così, titubante cominciai a parlare "Vostra maestà, io sono Stefano e questo è mio fratello Federico, veniamo da... ecco. Veniamo da un'altro mondo". la principessa ci guardò sconcertata "Vi state prendendo forse gioco di me? Pensate che la mia allieva sia stupida? Non esiste un'altro mondo al di fuori di questo".

Twilight ebbe un sussulto e mi guardò preoccupata. Così con coraggio continuai "Veniamo da un mondo diverso da questo. Siamo passati da un portale e ci siamo ritrovati qui".

La principessa chiese con indifferenza "E dove sarebbe questo portale?"

Mio fratello mi guardò scuotendo la testa. "Non possiamo dirvelo".

Princess Luna, che aveva sentito tutto, entrò galoppando e si pose a fianco della sorella "Celestia questi due sicuramente stanno mentendo. Non hanno la testa a posto oppure sono stati colpiti da un incantesimo. Io proporrei di rinchiuderli".

Princess Celestia soppesò le parole della sorella, ed infine disse "Molto bene, guardie arrestateli e rinchiudeteli nelle segrete, se cambieranno idea sul loro passato forse potremo...", "IO HO UN'ALTRA IDEA" urlai sfogando la mia ira.

Celestia non si scompose "Ti ascolto", al che mi calmai e dissi "Leggete i nostri ricordi, scrutate nel nostro passato e vedrete che diciamo il vero".

La sovrana ci pensò su, e alla fine acconsentì "Molto bene, uscite tutti da questa stanza, rimangono solo questi due e mia sorella Luna". La puledra della notte non sembrava convinta "Sorella mia, ti fidi veramente di questi due individui? E se fosse una trappola?". Celestia non batté ciglio "È un rischio che dobbiamo correre. Una principessa deve sempre ascoltare le volontà dei suoi sudditi.

Twilight si volse verso di me. "Buona fortuna" ed uscì. Io accennai  un piccolo sorriso.

In seguito, Celestia mi si pose davanti mentre Luna faceva lo stesso con mio fratello.

Dolcemente, la sovrana del sole, mi disse "Chiudi gli occhi e svuota la mente da ogni pensiero".

E così feci. Dopo qualche secondo sentii un pizzicore sulla fronte ed il mio corno si illuminò mentre un ponte magico si stava creando partendo dal corno dell'alicorno al mio.

Quando fu completo vidi letteralmente la mia vita passarmi davanti agli occhi. Dalla mia nascita fino ad'ora. Vidi persino ricordi di cui non avevo memoria. Uno in particolare mi colpì...

*

Quando Stefano aveva otto anni vide suo padre partire e lasciare casa per sempre. Prima di andarsene, egli gli si avvicinò dicendo "Figliolo, devo lasciarti ma... non piangere. Andrà tutto bene". Il bambino in lacrime si lamentò "Ma dove vai papà, perché non stai qui con noi?", l'uomo con il cuore a pezzi continuò "Vado in un posto migliore, un posto molto diverso da questo, un posto magico e felice. Ora devo andare. Addio figliolo".

Lo Stefano di adesso pianse sotto le palpebre mentre Celestia analizzava un'altro ricordo.

Due anni dopo, il bambino si trovava nel corridoio delle camere, aveva avuto un incubo e si stava avvicinando alla camera della madre.

Si bloccò davanti alla porta. Sentiva delle voci, così aprì uno spiraglio e spalancò gli occhi dallo stupore. Sua madre e... no, non poteva essere lui.

Suo padre stava discutendo con sua madre. Non era possibile ne era andato. Aveva detto che se ne andava per sempre.

Stefano rimase nascosto, ascoltando tutto il dialogo.

La madre disse "Caro, non andartene, mi manchi molto", "Devo farlo tesoro, Equestria non sopravvivrà senza di me. devo chiudere lo squarcio e troncare il legame con questo mondo, se rimanesse aperto, Discord si impadronirà anche di questo mondo".

La moglie, ormai in lacrime cercò di farlo ragionare "Ma tesoro, questa non è la tua battaglia, abbiamo abbandonato quel mondo ormai da millenni". Il piccolo Stefano spalancò gli occhi 'millenni? Non è possibile'.

La madre continuò in lacrime. "Non puoi abbandonarmi di nuovo. Io non riesco a vivere senza di te", "Mi dispiace amore, ma ho prestato giuramento a Princess Celestia. Hanno bisogno di un altro alicorno per raccogliere gli elementi dell'armonia dall'albero. Il processo mi cancellerà dalla mente di tutti, persino le principesse non si ricorderanno di me. Ma, anche a questo prezzo, non posso tirarmi indietro". La baciò e disse "Chiuderò il portale. Addio per sempre amore" ed entrò nell'armadio.

Il ricordo finì.

*

Celestia prese a recitare un'incantesimo e costruì pezzo per pezzo un ponte magico verso la mente dell'unicorno.

Esaminò ogni suo ricordo: dalla nascita fino a quell'esatto momento.

Si soffermò su un unico individuo che compariva in quei ricordi, quello che doveva essere il padre del ragazzo. Sentì la sua voce, era certa di averla già sentita ma anche quando l'uomo disse di averle prestato giuramento non riuscì a capire chi era.

Quando finì di sondare i ricordi del ragazzo, egli la guardò sconcertato "Mio padre... è... è stato qui, v-voi lo conoscete?". La sovrana scosse la testa, "mi dispiace Stefano ma non riesco a focalizzare quella voce. L'ho già sentita ma non  ricordo a chi appartenga".

*

Cominciai a piangere. Federico mi si avvicinò "Che ti succede?", Tra un singhiozzo e l'altro risposi "Lui è stato qui", Federico mi guardò sorpreso "Chi è stato qui?". Ripetei "Lui è stato qui, PAPÀ È STATO QUI!".

Mio fratello mi guardò incredulo, poi guardò la principessa la quale annuì e disse "Dice il vero, anzi tutti e due dite il vero. Voi non siete di questo mondo, ma i vostri genitori sì. Quando tuo fratello si calmerà, con il vostro permesso, vi presenterò all'intero regno come "Ambasciatori dell'altro mondo", e verrete acclamati da tutto il popolo come nuovi abitanti di Equestria".

Io mi calmai e mi girai verso mio fratello.

Gli proposi una cosa e lui acconsentì con un sorriso.

Titubante mi rivolsi alla principessa "Avremmo un'altra richiesta". lei dolcemente mi fece cenno di andare avanti. "Vorrei chiederle se io potessi imparare ad usare la magia". Mio fratello continuò "Ed io vorrei imparare a volare".

Le due sorelle si consultarono. Luna aveva uno sguardo severo mentre Celestia sembrava più comprensiva. Dopo qualche minuto si girarono verso di noi ed annuirono.

Celestia prese la parola "Dato che ormai le avete conosciute: la magia ti verrà insegnata dalla mia allieva Twilight. Mentre tu imparerai a volare grazie alle lezioni di Raimbow Dash"

Stavamo per ringraziarla quando una guardia entrò galoppando visibilmente scossa "Principessa, c'è un'enorme nebbia nera che si avvicina a Canterlot".

Uscimmo tutti nel cortile del castello e volgemmo lo sguardo verso l'orizzonte. Un miasma oscuro si avvicinava al castello e una strana risata riecheggiava tra le montagne.

Twilight mi si avvicinò e, cercando di nascondere la paura, mi chiese "Com'è andata?", "Abbiamo scoperto che mio padre è stato qui e che lavorava per la principessa". Lei mi guardò incredula prima che una raffica di vento ci buttasse a terra insieme ad ogni singolo occupante del cortile.

Quando ci rialzammo la nebbia era ormai sopra di noi e la risata non cessava.

Celestia urlò "Mostrati creatura". La risata si fece più forte mentre la nebbia cominciava a girare su sé stessa creando un imbuto dal quale uscì un essere mostruoso.

Sembrava la definizione del male. Una creatura su due zampe... un minotauro con gli arti erano viola e con busto e testa rosati. Gli occhi erano rosso sangue e la bocca era solcata da un sorriso sadico da cui si potevano scorgere infiniti denti aguzzi. Sul capo aveva quattro corna nere che emanavano un'aura di oscurità. Era mastodontico.

Quando atterrò l'area intorno a lui divenne incolore, come se il sole fosse calato di colpo.

Iniziò a parlare. Quando mosse la bocca, mille voci uscirono da essa all'unisono "Io sono l'oscurità, io sono il distruttore, tremate poiché il vostro mondo è condannato".

Luna non ne poté più e scagliò un raggio di energia addosso alla creatura.

Il corno di un pony lì vicino si accese ed'uno scudo magico si creò davanti alla creatura deviando il colpo dell'alicorno.

La principessa si girò infuriata ma si irrigidì non appena lo vide. Il corpo del pony era ricoperto di strani simboli arcani, ed'uno sguardo carico d'odio era rivolto verso di lei.

La creatura ringhiò chiedendo "Chi di voi è Stefano?".

Io tremante feci un passo avanti, ma Twilight mi trascinò indietro scuotendo il capo.

La creatura, vedendo che nessuno si avvicinava schioccò le dita, ed'una palla di fuoco incenerì tre guardie. Con voce furiosa urlò "Dove sei Stefano? Avvicinati".

Io non potendone più mi divincolai da Twilight, la quale mi implorava di non fare pazzie, e mi avvicinai alla creatura che sorrise "Io sono Stefano, che cosa vuoi da me?".

La creatura rise "Tu sei Stefano? Sei veramente tu quello destinato a sconfiggermi o a perire provandoci? Beh... non sono qui per giudicare". Subito impallidii "Io devo fare cosa?".

Il minotauro divenne serio "Tu sei l'essere più potente dell'universo. Il mio risveglio ha attivato le tue abilità, per esempio: da dove pensi sia uscito quel portale che hai creato? L'hai creato tu, mio caro Stefano. Tu hai più potere di qualsiasi altro essere. Persino di queste due insignificanti nullità" disse riferendosi alle due regnanti.

"Quando sarai pronto vienimi a cercare, ti consiglio di trovarti un esercito. Io ho già il mio" detto questo il capitano della guardia reale si fece avanti ordinando "Soldati a me".

Tutti quanti si schierarono dalla parte del minotauro.

Twilight si scagliò piangendo verso il fratello, abbracciandolo. Egli però la spinse via scaraventandola ad un paio di metri più in dietro.

Io l'aiutai a rialzarsi mentre lei singhiozzava ripetendo "No, no, no, no! Shining che cosa ti ha fatto?".

La creatura riprese a parlare "Se proverai a scappare  tuo padre morirà" detto questo, l'unicorno coperto di simboli si avviò verso di lui, si girò e mi sorrise sadico "Ciao figliolo".

Rimasi impietrito mentre mio fratello corse verso di lui. ma nostro padre lo rispedì indietro con un'onda d'urto magica.

Riconobbi la voce di papà e la rabbia mi accecò "RIDAMMI MIO PADRE" urlai battendo gli zoccoli a terra. Il terreno prese a tremare e pezzi del castello cominciarono a crollare.

La creatura rise "Vedi il potere che porti dentro di te? Vedi quanto è potente? Ti darò tutto il tempo che ti serve per prepararti. Quando sarai pronto, chiama il mio nome Daimonius Dark Shadow". Rivelato il nome, una nebbia avvolse lui e i membri della guardia allontanandoli dal castello.

Princess Celestia prese la parola rivolgendosi alle poche guardie che erano rimaste "Scortate i due umani a Ponyville. Twilight tu insegnerai a Stefano più magie distruttive possibili, mentre Raimbow Dash tu insegnerai a Federico a volare svelandogli anche varie strategie di guerra.

Abbiamo bisogno di più guerrieri possibile Per cui, Fluttershy! Tu sei più vicina a Discord di chiunque altro. Riesci a convincerlo ad'unirci a noi? Digli che se il pianeta fallisce muore anche lui. Ora andate. Stefano, stando a quanto dice la creatura, tu sei la nostra unica speranza, cerca di non deluderci"

Titubante dissi "Sì, mia signora". Non credevo alle mie parole.

La principessa concluse "Pony miei, siamo ufficialmente in guerra".

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Capitolo 6
*** Capitolo 5: Le fatiche di un eroe ***


Capitolo 5: Le fatiche di un eroe

Arrivarono a Ponyville a sera inoltrata, così ognuno andò alla propria abitazione.

Ma qualcuno non era d'accordo "Ti prego, ti scongiuro, preferisco dormire per terra piuttosto che condividere di nuovo il letto con tuo fratello" si lamentò Federico.

Applejack ci pensò su, ma Raimbow la battè sul tempo "Puoi stare nella mia villa, c'è un sacco di spazio e c'è persino una stanza per gli ospiti". Per Federico sembrava caduta la manna dal cielo "Grazie mille Raimbow Dash, possiamo andare? Devo recuperare una notte di sonno perduto".

Raimbow sorrise divertita. "Ok, forza andiamo" e spiccò il volo. L'umano agitato urlò "Ehi, dove vai? pensavo andassimo a piedi".

La puledra si voltò "Come credi di arrivare a casa mia? Guarda è quella lassù" ed indicò un ammasso di nuvole in cielo.

Al mezzo pony si bloccò il cuore "Stai scherzando, vero? io non so volare... almeno, non ancora".

Dash sorrise imbarazzata "Ah, giusto, non ci avevo pensato". Ma poi le venne un'idea. Prese un paio di nuvole in cielo e le portò a terra "Forza sali". Federico sgranò gli occhi incredulo "Stai bene? non non posso camminare su una nuvola. Ci passerei attraverso". Raimbow roteò gli occhi "Tu sali!". E così fece.

La nuvola era fredda e soffice, ma reggeva il suo peso "È stranissimo" esclamò Federico.

Dash si rivolse a Fluttershy. "Aiutami a spingerlo fino a casa mia, non posso farcela da sola" e il pony paglierino la aiutò.

Intanto Stefano da terra urlò "FEDE, QUESTA VALLA A RACCONTARE AL TUO PROFESSORE DI FISICA". Il fratello imprecò, ma Stefano era già entrato in biblioteca insieme all'amica.

Due guardie reali, incaricate di proteggerlo, si posero davanti alla porta.

Appena Stefano mise zoccolo in biblioteca, tutte le emozioni della giornata gli si avventarono contro. I suoi nervi non ressero e barcollò svenendo.

Twilight se ne accorse appena in tempo per sorreggerlo col suo fianco. Chiamò le guardie che la aiutarono a portarlo al piano di sopra e porlo nel letto.

Era tremendamente preoccupata per l'amico ma riuscì comunque ad addormentarsi.

*

Intanto qualche chilometro più in alto Federico scese dal mezzo ed entrò nell'enorme villa di nuvole.

Lui e Raimbow salutarono Fluttershy, la quale si avviò verso il proprio cottage.

Raimbow mostrò la casa al nuovo inquilino che camminava a bocca spalancata.

"E qui è dove dormirai". Gli mostrò una stanza composta da un letto di nuvole bianche, un armadio di nuvole bianche, una scrivania di nuvole bianche ed un pavimento di nuvole bianche.

"Hai molta fantasia per i colori" puntualizzò Stefano sarcastico, "E qui c'è una finestra con vista panoramica" disse malignamente Raimbow, avvicinandosi alla finestra.

Federico si affacciò rientrando subito ansimante. "Lo sai che soffro di vertigini?" disse spaventato.

"Lo sai che l'alternativa è un armadio vivente chiamato Big Macintosh?", "Punto per te".

Il pegaso arcobaleno sorrise. L'amico era spavaldo come lei e questo le piaceva.

"Da domani ti aspetta un duro addestramento, dormi bene".

Si salutarono ed andarono nelle rispettive camere. Federico si addormentò subito sul soffice e confortante letto di nuvole.

*

Mi sentivo strano. Ero a letto, e questo lo sapevo.

Mi guardai intorno e vidi che mi trovavo in una radura circondata da alberi enormi.

Poi mi accorsi di una cosa, più precisamente di un pony, il quale mi dava le spalle.

Mi alzai dal letto e mi avvicinai. Provai a parlare ma nessun suono uscì dalla mia bocca. Egli, vedendomi si girò e disse "Finalmente ci incontriamo prescelto. Io sono Star Swirl il barbuto, e più avanti ti guiderò alla comprensione dei tuoi poteri. Per ora lasciamo che sia la tua amica Twilight ad insegnarti le basi, mentre io penserò ai tuoi poteri da eroe. Anche io come te ero stato scelto dal fato come l'unico che potesse contrastare l'oscurità. Ma ahimè, fui troppo avventato e lo sfidai prima del tempo, e scoprii troppo tardi che i miei poteri non bastavano. È inutile dirti che il mondo scelto come campo di battaglia è stato distrutto. Ma tu hai dalla tua parte, oltre ai tuo innaturali poteri, la magia dell'amicizia. Io fui troppo testardo per trovarmi degli alleati. Ma tu hai incontrato le portatrici degli elementi dell'armonia, il che è un vantaggio".

Chiuse gli occhi e con serietà disse "Il mio tempo per oggi sta per finire. Ti farò visita ogni notte e quando avrai imparato a padroneggiare la magia basilare, ti insegnerò qualcosa di più distruttivo, e quando sarai pronto a sfidare Daimonius, ti rivelerò il luogo dove è custodito il mio bene più prezioso. Là troverai qualcosa che potenzierà notevolmente i tuoi poteri".

La sua immagine cominciò a sbiadire "Ora lascia che Twilight ti guidi nel tuo apprendistato, è un ottimo unicorno, con molto potenziale".

Tutto il mondo svanì in una nebbia grigia.

Mi svegliai sudato e girai subito lo sguardo verso il letto di Twilight. Era vuoto.

Guardai verso la finestra e mi accorsi che era mattino inoltrato.

Tentai di alzarmi, ma una fitta alla testa mi fece subito cadere a terra 'Ho veramente dormito di merda'.

Cercai di rimettermi in piedi e mi avviai al piano di sotto, dove Twilight stava leggendo e Spike stava preparando la colazione.

L'unicorno mi vide "Oh, sei sveglio. Ho già fatto colazione, volevo aspettarti ma non ti eri ancora svegliato, così la fame ha preso il sopravvento"

Intontito le chiesi "Che... che ore sono?", "Sono le undici del mattino".

A quella rivelazione sgranai gli occhi mentre mi sedevo al tavolo "Ho dormito parecchio". L'unicorno sorrise. "Già, sei peggio di un ghiro".

Spike mi portò una scodella di insalata e avena 'Sempre meglio di niente'.

"Leggi qui" mi disse Twilight facendomi fluttuare un libro davanti agli occhi. "Manuale sull'apprendimento della magia basilare" lessi ad'alta voce.

Lei annuì sorridente. "Bello vero? Oggi cominceremo con questo"

Finì di mangiare e scendemmo in biblioteca.

"Ok, pronto? iniziamo con un incantesimo di levitazione" e mi mostrò come fare. Era semplice, dovevo solo concentrare lo sguardo sull'oggetto e immaginare di prenderne il controllo. Ma lei mi avvertì "Non ti abbattere se non ci riesci la prima volta, ci vogliono settimane per imparare a padroneggiare un incantesimo al massimo". Io annuì ed'iniziai a concentrarmi su un vaso davanti a me.

Poco dopo cominciò a fluttuare. Io pensavo 'destra' e il vaso andava a destra, pensavo 'su' ed il vaso saliva. Era come avere un terzo braccio, non ci voleva niente. Iniziai a sorridere acquistando sicurezza.

Twilight spalancò la bocca e balbettò "Ma c...come ci sei riuscito? Solamente per farlo levitare la prima volta ci vogliono almeno tre tentativi". Subito mi vennero alla mente le parole della creatura 'Tu hai più potere di qualsiasi altro essere. Persino di queste due insignificanti nullità'.

"È quello che ha detto Daimonius. Io ho più potere di chiunque altro".

Twilight annuì sorridente "Allora proviamo qualcosa di più difficile: prendi Spike e mettimelo in groppa. E Spike... cerca di muoverti il più possibile". Un sorriso da sfida le solcò le labbra.

Il draghetto iniziò a girare intorno a noi due abbassandosi e saltando di tanto in tanto mentre io cercavo di focalizzare la vista su di lui. Fu più impegnativo di prima, ma riuscì a farlo levitare e a porlo sopra a Twilight.

Quando fui sicuro che non sarebbe caduto, terminai l'incantesimo.

La puledra applaudì fiera del risultato ottenuto "Perfetto! Ora cambiamo incantesimo, proviamo il teletrasporto. Per questo incantesimo ci conviene uscire, o rischi di trovarti dentro ad un muro".

Così, uscimmo nel piazzale davanti alla biblioteca. Le due guardie, vedendoci, ci salutarono.

Twilight mi disse cosa dovevo fare: non dovevo fare altro che scegliere un punto e creare nella mia mente una copia immaginaria di me stesso trasportata in quel preciso punto.

Mi feci forza e ci provai. Dopo qualche secondo un bagliore banco mi circondò intensificandosi fino al punto che dovetti chiudere gli occhi.

Quando finì mi trovavo a qualche metro di distanza dal punto iniziale.

Twilight era visibilmente contenta. "Niente male come primo tentativo, ora prova ad'arrivare all'altro lato della piazza".

Annui, mi concentrai illuminando il corno e mi ritrovai davanti ad una casa. Mi voltai e vidi in lontananza Twilight che applaudiva sorridente.

Con un'altro teletrasporto tornai davanti alla biblioteca.

Preso dall'euforia sollevai con la magia Twilight da terra e la strinsi a me "Ce l'ho fatta, ce l'ho fatta!" dissi fuori di me. Lei arrossì e mi guardò "Bravo, ma ora puoi anche mettermi giù".

La fissai per un attimo, rendendomi conto di quello che stavo facendo e la posai a terra imbarazzato.  "Mi dispiace, non so cosa mi sia preso".

Lei mi diede una pacca sulla spalla. "Non fa niente, anche io ero euforica la prima volta che mi riuscì un incantesimo".

Una guardia si avvicinò attirando la nostra attenzione. "Mi dispiace interrompervi ma Princess Celestia ci ha dato l'ordine di insegnare all'umano a combattere. Abbiamo visto che ormai padroneggia la levitazione egregiamente, quindi crediamo che sia in grado di tenere una spada".

*

Intanto il fratello e Raimbow Dash si erano spostati a terra, cercando un posto pianeggiante.

Fluttershy li aveva raggiunti poiché Raimbow l'aveva chiamata per dare sostegno morale all'umano 'Con un po' di incitamento si può fare di tutto' pensò.

"Ok iniziamo, comincia a prendere quota sbattendo le ali".

Federico spalancò le ali titubante, e cominciò a sbatterle lentamente.

"Più veloce!" urlò Raimbow la quale si trovava già a qualche metro da terra.

Federico cominciò ad aumentare il ritmo e, dopo qualche secondo, cominciò a sollevarsi da terra.

Sbatteva le ali in modo irregolare così, poco dopo, si capovolse e finì a terra a zampe all'aria.

Fluttershy si avvicinò spaventata "Oh, mamma mia, ti senti bene?".

Cercò di afferrare lo zoccolo dell'umano ma Raimbow Dash glielo proibì. "Non lo aiutare, deve imparare dai suoi errori".

Allenarsi con Raimbow Dash era molto più frustrante che trovarsi in accademia militare.

L'umano si alzò e riprese a sbattere le ali. Questa volta provò un approccio diverso: pensò alle sue lezioni di sci.

L'istruttore gli aveva consigliato di tenere le due aste equidistanti dal baricentro e parallele ad esso.

Lo stesso fece con le ali, e dopo poco salì di qualche metro da terra, aprì gli occhi e sorrise verso il pony dalla criniera arcobaleno "Come ti sembra?"

La puledra sbuffò indifferente. "Ti sei solo staccato da terra, non hai ancora fatto nulla di stupefacente". Stefano le lanciò uno occhiata da sfida. "Allora mettimi alla prova".

Raimbow Dash sorrise "Bene, prova ad'avanzare in linea retta, piega le ali così e sbattile più velocemente possibile. Intanto tu, Fluttershy, incoraggialo!".

Il pony paglierino, che si era fermato ad annusare un fiore, disse timidamente "Cosa? Oh... Yay!".

Raimbow Dash si abbatté uno zoccolo sulla fronte "Lasciamo perdere. Forza, vediamo come avanzi".

Federico si preparò, mise le ali come gli era stato suggerito, e cominciò a sbatterle.

Lentamente cominciò ad avanzare. "Come devo dirtelo? Sbattile più velocemente!".

E così fece. Lo scatto fu così potente che perse il controllo e si schiantò contro l'amica. I due crollarono a terra uno sopra l'altro.

Federico si ritrovò il pony sopra di lui "Mi stai soffocando, se ti sto così a cuore prima lascia che ti offra almeno una cena".

Il pegaso azzurro gli rifilò una zoccolata sulla fronte e si rialzò. "Non siamo qui per del sentimentalismo. Siamo qui per addestrarti! Torna al lavoro e riprova ad avanzare"

Intanto che diceva queste parole, nel profondo sentiva un'attrazione particolare per quello strano pony. Ma era troppo tosta per darlo a vedere. Così mascherò i sentimenti con la sua solita spavalderia "Forza pappamolla".

Fluttershy, che si era lanciata ad aiutarli aveva visto lo sguardo dolce dell'amica poco prima che venisse sostituito dal solito sguardo strafottente. La puledra sorrise commossa. Era contenta per Raimbow Dash, quei due umani stavano iniziando a sciogliere la sua freddezza.

Applejack arrivò poco dopo e si sedette vicino all'amica "Come sta andando?".

Il pegaso rispose sorridente "Per ora è caduto solo due volte, ma sta imparando in fretta. Raimbow Dash è una brava insegnante".

*

"Se devo dire la verità, non ho mai combattuto", "appunto per questo ti stiamo addestrando, tranquillo, non useremo spade vere. Useremo queste!" ed estrasse dalla sacca due spade di legno.

"Forza, fanne levitare una e cominciamo, ti batterai contro il mio collega, Oliver. È ancora un novellino, ma sa il fatto suo".

Twilight mi incitava davanti all'ingresso della biblioteca. "Forza Stefano, ce la puoi fare". Non volevo deluderla, così feci levitare la spada verso di me e mi misi in posizione.

"Forza cominciate".

Oliver  mi caricò con un affondo. Io, non sapendo cos'altro fare, scartai di lato evitando di un soffio la lama. Ma lui non aveva ancora finito: alzò la spada e caricò un fendente. Io alzai la guardia e deviai il colpo.

Provai ad attaccarlo con un fendente alla gola ma, Oliver, fece un balzo all'indietro.

'Maledizione' pensai colpendo più volte il vuoto davanti a me.

Lui mi intercettò e mi colpì sulla spalla.

"Fermi!", disse l'unicorno più anziano per poi rivolgersi a me con serietà. "Se non sei sicuro di colpire, non provare nemmeno ad attaccare, quei fendenti non lo avrebbero colpito nemmeno se fosse rimasto fermo. Concentrati! Sei bravo a difenderti ed a schivare, ma devi imparare anche ad attaccare. Forza riprendete!".

La mia attenzione vacillò a causa del dolore alla spalla, non riuscivo a rimanere concentrato sull'incantesimo, la ruotai un po' e il dolore scemò.

Mi misi in posizione ed attaccai.

Mi fiondai su Oliver, non usando la sua strategia, ma inventandone una al momento.

Quando fui a pochi metri da lui, mi teletrasportai al suo fianco e  lo colpì con tutta la mia forza.

L'unicorno cadde a terra con una smorfia dolorante stampata sul viso, e tra i singhiozzi riuscì a dire "Sei stato bravo. Mi hai colto impreparato! Hai uno stile tutto tuo, ma devo ammettere che è efficace".

Twilight esultava contenta e notai che di fianco a lei c'erano Rarity e Pinkie Pie, le quali mi salutarono.

"Ottimo lavoro" disse la guardia. "Ora passiamo al livello successivo: combatterai contro di me, sappi che sono un veterano, e non mi farò battere così facilmente. Cominciamo!"

Prese la spada e ci mettemmo in posizione.

Alzò subito la spada e caricò un fendente verso il basso. Riuscii a pararlo, ma un'altro attacco arrivò di lato. Lo vidi appena in tempo e deviai il colpo.

I fendenti arrivavano in rapida successione, riuscì a scansarli tutti, ma non riuscivo a trovare un momento per attaccare.

Provai ad attaccare dopo aver deviato la sua spada ma fu più veloce di me e parò il colpo.

Le nostre spade si incrociarono, spingevo più che potevo, ma sembrava di combattere contro un bue "È tutto qui quello che sai fare? Spingi più forte, non riuscirai mai a battermi così!".

Pensai velocemente e mi venne in mente un'unica cosa, era rischiosa ma volevo provarci.

Mi concentrai, focalizzai un punto e trasportai me e la mia spada esattamente dietro di lui.

Si guardò intorno confuso e si ritrovò la mia spada puntata alla sua gola.

L'unicorno sorrise inchinandosi "Perfetto! Forse un po' azzardato ma ti meriti comunque un elogio. Ci vogliono anni di pratica prima di concatenare più incantesimi. Devo proprio dirtelo, sei sorprendente ragazzo. Bene, per oggi è tutto. Ti lascio con le tue amiche".

Le tre puledre si avvicinarono.

Twilight eccitata disse "Ottimo, se continui così potrai battere chiunque".

Ma Rarity e Pinkie Pie mi sorridevano... ma si vedeva che qualcosa le opprimeva.

Fu Rarity a parlare "Ottima performance, davvero, sei stato bravo. Ma non siamo venute qui solo per questo", "Cosa c'è?" chiese Twilight preoccupata.

Rarity tirò fuori un giornale dalla sua sacca "Le ombre hanno iniziato ad attaccare".

Mi avvicinai ed osservai la prima pagina. La foto ritraeva la città di Stalliongrado rasa al suolo.

Rarity continuò "Quel verme, aveva detto che avresti avuto tutto il tempo che volevi per prepararti. Ed ora uccide pony innocenti? Che barbaro!".

Come se l'avesse sentita, lo spirito apparve in cielo, e con una voce che si sarebbe sentita fino a Canterlot disse "Io ho detto che avrei lasciato all'eroe tutto il tempo che gli serviva. Non ho mai detto che me ne sarei rimasto con le mani in mano!" e sparì.

Poco dopo arrivarono mio fratello, Raimbow Dash, Fluttershy ed Applejack, la quale chiese agitata "L'avete sentito anche voi?".

Io risposi con sguardo assente "Non si fermerà mai, finche ogni essere non sarà distrutto, lui non si fermerà!".

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Capitolo 7
*** Capitolo 6: Vendetta ***


Capitolo 6: Vendetta

Seth era un pegaso molto conosciuto in tutto il regno: era stato nell'esercito reale, aveva vinto molte medaglie ed era stato addirittura riconosciuto paladino reale dalla regnante Princess Celestia.

Era fiero della sua vita a Canterlot, aveva una bella moglie e una casa che avrebbe fatto invidia all'aristocrazia della città.

Quando seppe che sua moglie aspettava un cucciolo, con molto dispiacere da parte di Celestia, abbandonò la guardia reale e lasciò la città.

Si trasferì nel lontano nord, a Stalliongrado.

Lì, con i soldi guadagnati si comprò una grossa villa. Non era sfarzosa come quella di Canterlot, ma non gli mancava nulla.

Ripensava sempre agli anni passati a Canterlot, agli amici, e a chi gli voleva bene. Ma quando nacque suo figlio, la malinconia lasciò il posto all'amore.

Lì a Stalliongrado trovò lavoro da suo cugino come fabbro, gli anni passati nella guardia celeste gli avevano fornito un'ottima conoscenza delle armi. Suo cugino gli insegnò tutto quello che sapeva ed egli imparò in fretta iniziando a fare fortuna. Almeno questo lo riportava ai vecchi tempi: se non poteva essere parte della guardia reale, almeno poteva aiutare realizzando le loro armi.

Poi un avvenimento particolare cambiò radicalmente la sua vita.

Dopo due anni da quando aveva abbandonato la sua città natale, un essere ignoto la attaccò. I giornali dicevano che un minotauro mastodontico aveva fatto sparire metà dell'esercito reale.

Seth, con le lacrime agli occhi ripensò agli amici nella guardia... ma c'era dell'altro: il nemico aveva sfidato un unicorno che riteneva essere di un'altro mondo e che questa sua teoria era appoggiata dalle due principesse. 'Un'altro mondo... impossibile' pensò scuotendo la testa.

Sul giornale c'era scritto che il pony era stato inviato a Ponyville dalla principessa per affinare le sua abilità magiche.

Quando finì di leggere, il pegaso ebbe un grosso timore e si mise al galoppo lasciando solo il cugino "Ehi, torna qui, dobbiamo ancora finire il lavoro" urlò. Ma Seth era ormai lontano.

Galoppò in tutta fretta verso il municipio. Quando arrivò davanti all'ingresso era sudato e con il fiatone.

Aprì la porta e chiese urgentemente un colloquio con il sindaco. La sua fama da paladino lo precedeva e lo fecero passare.

Il sindaco, un pony terrestre grigio con un pizzetto nero, si rivolse a lui preoccupato "Seth, che ti prende, ti vedo turbato". I due si conoscevano bene, un giorno il sindaco invitò persino lui e la sua famiglia a cena.

"Reggie, hai... hai sentito la notizia dell'attacco a Canterlot?".

Il sindaco, con sguardo affranto rispose "Sì, ho letto. Mi dispiace per i membri della guardia, so che avevi degli amici lì dentro e mi dispiace per loro", "Non sono venuto qui per questo. Dobbiamo prepararci per un eventuale attacco a Stalliongrado".

Il sindaco rise "Ma Seth, perché pensi che quel mostro debba venire qui. Il suo obiettivo è la capitale, non una cittadina qualunque. Che profitto trarrebbe ad attaccarci?".

Il pegaso spazientito disse "Non lo so. Credo comunque che sia meglio prepararci, non sappiamo quali siano le sue vere intenzioni".

Il sindaco scosse la testa "Anche se volessi non sarebbe possibile. Stalliongrado è una città pacifica, non abbiamo mai subito attacchi da nessuna creatura. Quindi, i soldi del comune non sono stati mai investiti nella difesa della città e non possediamo abbastanza guardie per creare un perimetro. Rilassati, sei troppo paranoico". Seth sospirò. "Forse hai ragione. Ora me ne torno a casa a riferire dell'accaduto alla mia famiglia".

L'amico annuì. "Saluta Siria e il piccolo Timmy da parte mia. È un bravo ragazzo", "Lo farò senz'altro" disse Seth avviandosi verso la porta.

Quando stava per attraversarla si fermò di colpo. Un esplosione in lontananza lo fece rabbrividire.

Si girò terrorizzato verso il sindaco, il quale era rivolto verso la finestra con sguardo assente.

Un pinnacolo di fumo si stagliava nella periferia della città accompagnato dalle urla di terrore dei passanti nella piazza sotto di loro.

Migliaia di pony in armatura dorata avanzavano per la via principale massacrando chiunque si trovassero di fronte. Alcuni facevano irruzione nelle case. In poco tempo, le strade della città si tinsero di rosso, e nell'aria riecheggiavano migliaia di urla terrorizzate.

All'improvviso queste urla vennero sovrastate da una risata maniacale e in cielo comparve una nebbia oscura dalla quale piovvero migliaia di palle di fuoco.

Al pegaso si fermò il cuore "Devo andare dalla mia famiglia"

Il sindaco gli si lanciò addosso, bloccandolo a terra. "No, non puoi uscire. È troppo pericoloso".

Seth, ormai in lacrime, lottò per liberarsi. "Lasciami! Devo andare a salvarli".

L'amico, che non voleva vederlo soffrire, lo lasciò andare. "E sia! Ma non ti farò andare in giro disarmato". Avanzò verso la scrivania, e da un cassetto estrasse un pesante spadone. "Prendi questo, ma stai attento.

Il pegaso la prese tra le mascelle ringraziandolo con un cenno, per poi avviarsi verso l'uscita.

Il sindaco gli urlò "Non farti uccidere!"

Lo spadone era pesante, per cui non poteva volare. Quindi, si avviò a piedi tra i mille pericoli presenti in città.

In mezzo alla piazza vide due guardie reali munite di alabarde combattere contro tre guardie cittadine munite di spade.

Le guardie non ce l'avrebbero mai fatta contro i due aggressori. Non avevano le capacità e l'addestramento adeguato.

Quindi Seth, ex paladino reale, decise di aiutare i cittadini.

Con lo spadone tra i denti si fiondò in mezzo alla battaglia, e con due fendenti, le guardie celesti caddero a terra con uno squarcio sul torace. "Raggruppate i cittadini e fuggite da questo inferno!"

Le tre guardie annuirono sorprese e se ne andarono.

Il pony intanto si fiondò galoppando e tirando fendenti tra le vie cittadine uccidendo tutti gli aggressori che si trovava davanti.

Quando arrivò davanti al quartiere dove abitava, il bianco del suo manto ed il viola della sua criniera erano stati sostituiti da macchie di sangue scarlatto appartenuti ai suoi nemici.

Notò cinque guardie reali davanti a casa sua, intenti a sfondarne la porta.

Gli aggressori lo videro e tre di loro gli si pararono davanti. "Ma guarda chi abbiamo qui. Il leggendario Seth. È qui che abiti ora? Come sta Siria? No, non rispondere! Vedremo noi stessi tra qualche secondo... e ci divertiremo con lei, prima di ucciderla". Un ghigno diabolico solcò il suo viso.

Le due guardie sfondarono il portone e si fiondarono dentro casa.

Seth urlò disperato. "Nooo! Lasciateli stare!". La sua furia si accumulò finche non esplose.

Iniziò a sbattere le ali forsennatamente, guadagnando sempre più velocità.

Quando iniziò a staccarsi da terra compì un balzo in avanti e con una rapida piroetta atterrò dietro alle tre guardie. Due di essi caddero a terra morti.

L'ultimo si guardò intorno spaventato prima che Seth si fiondasse su di lui e gli piantasse la lama nel petto. "Mi dispiace tanto. So che non agisci per conto tuo. ma devo difendere la mia famiglia. Tu mi capisci?". L'altro annuì debolmente. "Seth, pro... proteggi il prescelto. Scaccia questo mostro". La vita lo abbandonò quando il pegaso estrasse la lama.

Seth urlò tutto il suo dolore al cielo imprecando contro quella nuvola nera, prima che un urlo agghiacciante non lo fece tornare alla realtà.

Quando attraversò la soglia vide una guardia a terra con un pugnale infilato nel cranio. Sorrise, ma un'altro urlo lo fece voltare.

Sentì dei rumori provenire dal piano di sopra. Salì le scale tre gradini alla volta, si fiondò nella sua camera da letto... ed urlò.

Sua moglie era distesa sul letto, morta. Un enorme squarcio le attraversava tutta la nuca.

Notò una figura nell'angolo e riconobbe suo figlio. Aveva uno sguardo terrorizzato, mentre un coltello gli puntava la gola.

"BASTARDO, LASCIALO ANDARE! NON HA FATTO NULLA" urlò.

L'unicorno dietro a suo figlio sorrise. "Ciao Seth. Ti ricordi di me?", disse togliendosi l'elmo.

Il pegaso sgranò gli occhi "De... Deril?", "Già. Ti ricordi all'accademia? Ero l'unico compagno che ti incoraggiava quando fallivi. Ti ricordi che non mi hai mai ringraziato per tutte le volte che ho usato la magia per aiutarti facendomi espellere dall'accademia più e più volte solamente perché eri l'unico mio amico? TI RICORDI CHE FINITA L'ACCADEMIA, TI SEI TROVATO NUOVI AMICI E MI HAI LASCIATO SOLO A FINIRE GLI STUDI?".

Detto questo premette la lama sul collo "Fermo. Mi dispiace" la lama si fermò mentre un rivolo di sangue cominciò ad uscire da un'apertura sul collo del puledro, il quale iniziò a piangere.

"Ripeti!", "Mi dispiace! Non sapevo che non avessi finito gli studi. Quel giorno ero venuto a cercarti ma tu non eri nella nostra stanza, volevo chiedere a qualcuno, ma i prefetti non me l'anno permesso. Dissero che non potevo far aspettare il generale" iniziò a piangere. "Io volevo ringraziarti di tutto, ma non ho potuto. Per questo non ti ho detto nulla".

Il coltello cominciò ad allontanarsi dal collo del piccolo.

Seth continuò "Non sapevo nemmeno che eri entrato nella guardia reale".

L'unicorno abbassò lo sguardo. "Ci sono entrato un anno fa, per ritrovarti. Per stare di nuovo insieme. Fianco a fianco".

Seth sorrise. "Avevo già abbandonato la guardia a quel tempo. Mi ero stabilito qui, lontano da Canterlot. Non potevo sapere che ti eri arruolato, ed ero troppo lontano per complimentarmi con te. Ma ora ti chiedo perdono, ti chiedo di cancellare il passato e di ricominciare da capo".

L'unicorno assunse un'espressione furiosa. "Ci hai abbandonati. Non eri lì, quando Canterlot è stata attaccata. Non eri lì quando siamo stati rapiti, tutti quanti. Niente perdono".

La lama si infilò nel collo del puledro, sgozzandolo da parte a parte. Il corpo, senza vita, cadde a terra morto.

"NOOO... PERCHÉ?". Ma non attese risposta. Si fiondò sull'assassino e spinse la lama in mezzo agli occhi del pony, trapassando il cranio ed uscendo dalla parte opposta.

L'unicorno cadde a terra, morto. Ma al pegaso non bastò. Cominciò a trafiggergli il ventre più volte, urlando il suo odio. "BASTARDO, MUORI! MUORI! MUORIIII!". Infine, cadde a terra sfinito, circondato da una pozza di sangue... e svenne.

Dopo molte ore rinvenne, fece un lungo respiro ed iniziò a sputare il sangue della sua vittima.

Dopo qualche minuto in cui riprese fiato, si issò sulle zampe e si rimise in piedi.

Guardò prima il corpo dell'assassino, poi quello del figlio ed infine quello della moglie.

Cadde in ginocchio ed urlò sfogando tutto il suo dolore.

Dopo essersi calmato decise di scendere in cucina, e lì vide il giornale che qualche ora prima aveva letto.

A quella vista, con tutta la furia che lo avvolgeva strinse i denti e batté gli zoccoli sul tavolo sfondandolo. "Prometto davanti ai corpi di mia moglie e mio figlio, prometto davanti a Princess Celestia e Princess Luna, prometto sul mio onore che aiuterò l'eroe ad uccidere questa bestia, a porre fine a questo massacro e ad ottenere la mia vendetta!".

Così dicendo prese una sacca e ci mise dentro il ciondolo di sua moglie, il giocattolo preferito di suo figlio e l'album fotografico dei bei momenti passati insieme.

Alla cinghia agganciò la sua spada personale, forgiata con un metallo speciale, ed il pugnale appartenuto all'assassino.

Quando aprì la porta d'ingresso, uno spettacolo orribile gli si stagliò davanti.

Molte case erano distrutte o in fiamme,  una pioggia di cenere cadeva dall'alto e le strade erano ricoperte da sangue e un'infinità di corpi appartenuti ai cittadini.

Si avviò verso il municipio e uno spettacolo orribile gli si presentò davanti: dal balcone dell'ufficio cittadino ciondolavano i corpi del sindaco e degli altri politici della città.

Seth non volle rimanere più del necessario, così spiccò il volo e si diresse verso Ponyville, lasciandosi dietro tutto ciò che amava.

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Capitolo 8
*** Capitolo 7: Un addio doloroso ***


Capitolo 7: Un addio doloroso

Abbassai il giornale. Twilight mi si avvicinò "Non sentirti in colpa, tu non centri niente".

La fissai con occhi umidi. "Come faccio a fare finta di niente? Sono io che ho aperto il portale, sono io che ho voluto venire in questo mondo... e sono io che l'ho risvegliato".

Questa volta fu mio fratello a parlare. "Non è colpa tua, è tutto il contrario. Lui ha detto che risvegliandosi, tu hai potuto aprire il portale. È stato lui ad iniziare tutto... non tu", Applejack proseguì "Esatto zuccherino, non darti colpe che non ti appartengono. Insieme potremo fermarlo".

Pinkie aggiunse saltellando "Già insieme, noi e lo zucchero filato".

Sorrisi ad ognuno di loro. "Grazie a tutti. Siete le migliori amiche che si possa desiderare".

Tutte insieme mi abbracciarono dolcemente e Raimbow aggiunse "Con tutta questa sdolcinatezza mi verrà la carie", "UUUHH, dolci dove?". Chiese Pinkie eccitata. Scoppiammo tutti insieme a ridere. Twilight mi si avvicinò e mi asciugò una lacrima con lo zoccolo. "Vedrai che insieme sistemeremo tutto quanto".

Una cosa mi venne in mente in quel momento. Alzai il giornale e guardai la data, spalancai gli occhi e voltandomi verso mio fratello dissi allarmato "Oggi è Mercoledì!".

Lui mi guardò confuso. "E quindi?". Io sempre più agitato dissi "La mamma ieri tornava dal viaggio di lavoro!".

Mio fratello spalancò gli occhi. "Sarà preoccupatissima! Dobbiamo tornare subito a casa".

Io annuì. "Dobbiamo lasciarvi, per il momento. Torneremo... ve lo prometto".

Fluttershy gridò preoccupata "Ma, ma, ma quel mostro spaventoso?", io abbassai lo sguardo. "Mi dispiace. Ma nostra madre non sa che siamo qui e sarà preoccupatissima".

Raimbow Dash si illuminò "Allora andremo nel tuo mondo e vi aiuteremo a convincerla".

Io ci pensai. "Come vorresti convincerla? Dicendole che dobbiamo sconfiggere un mostro invincibile e che quasi sicuramente verremo uccisi?", "Beh... possiamo sempre mentire, no?" Rispose il pegaso.

Io tirai un sospiro "Per ora avviamoci per l'Everfree Forest", "COSA?". Urlarono tutte insieme.

Mio fratello rispose imbarazzato. "È lì che si trova il portale".

Twilight rispose per tutte "Non ci tiriamo indietro. Veniamo anche noi". Fluttershy, però sembrava combattuta. Ma, alla fine annuì, e così ci avviammo.

Dopo pochi minuti ci trovammo davanti alla capanna di Zecora.

Twilight disse "Dobbiamo avvertirla del pericolo", io annuì e bussai. Poco dopo la porta si aprì "Cosa volete? Vi ho già indicato la strada per ciò che cercate".

In seguito si accorse delle altre pony "Twilight e le sue amiche, mi fa piacere vedervi qui riunite".

Twilight parlò "Zecora, in questi giorni stanno succedendo molte cose pericolose. Canterlot è stata attaccata da un mostro enorme e Stefano è l'unico che può fermarlo".

Zecora si girò verso di me e mi squadrò. "Avevo predetto il tuo destino insicuro, ma non pensavo fosse così oscuro. Contro questo nemico voglio aiutare, i pegasi con fiasche esplosive voglio armare".

Raimbow si rivolse a mio fratello "Sentito? Ora nell'addestramento dobbiamo aggiungere anche il bombardamento".

Twilight consigliò a Zecora di spostarsi a Ponyville, e la zebra acconsentì. "Prima però gli esplosivi devo creare, li farò resistenti, così i pegasi non avranno problemi nel bombardare".

La zebra rientrò e noi ci avviammo verso il portale.

Quando fummo a pochi metri da esso sentii delle voci e dissi a tutti di acquattarsi.

Mi avvicinai lentamente, nascosto dal fogliame, e mi sporsi da dietro un cespuglio. Quello che vidi mi fece fermare il cuore.

Quattro guardie reali stavano cercando di nascondere l'armadio-portale sotto ad un cumulo di rametti. A dirigere i lavori c'era Celestia in persona.

Uscì furioso dal mio nascondiglio urlando verso di lei. "Cosa state facendo?".

Celestia sobbalzò per lo spavento e si girò verso di me. "Stefano, che ci fai qui? non dovresti essere ad addestrarti?". Le altre uscirono dal cespuglio e Twilight, confusa, chiese "Principessa, cosa state facendo?".

L'alicorno abbassò il capo "Twilight cerca di capire. Non possiamo permettere che altre creature di altri mondi giungano ad Equestria, loro due... non dovrebbero nemmeno esistere".

Mio fratello, ormai furioso avanzò verso di lei. Io cercai di fermarlo ma non volle darmi ascolto "Noi vi stiamo aiutando, stiamo rischiando la nostra vita per uccidere un essere malvagio. E voi dite che non dovremmo esistere?".

Celestia ascoltò in silenzio "Hai ragione, state facendo molto per noi, è vero. Ordinerò alle guardie di smettere". Intanto si avvicinò a Federico. "Ma sappi che se ti rivolgerai ancora una volta a me con quel tono... nemmeno quel demone potrà farti soffrire più delle torture che spettano ai traditori".

Una nube nera si creò a pochi metri da noi. "Ne dubito principessa dei miei stivali! Io conosco metodi di tortura che vanno ben oltre allo straziamento della carne. Tocca uno dei due umani e vedrai di cosa parlo!" e la nube sparì.

Celestia raggelò e pose una zampa sulla spalla di mio fratello. "Forse sono stata troppo rude con te. Ma cerca di capire che sto cercando solo di difendere il mio popolo". Federico annuì affranto "Anche io ho esagerato. Mi dispiace principessa".

Io presi la parola. "Daccordo, noi entriamo. Voi rimanete qui ed aspettate".

Così, io e mio fratello ci avviammo verso il portale. A pochi passi da esso, Raimbow ci si parò davanti. "Se andate voi, verremo anche noi".

Scossi il capo. "Per ora entriamo noi. Se tra dieci minuti non saremo tornati potrete entrare".

Il pegaso annuì e si scostò, permettendoci di passare.

Feci un sospiro ed entrai. Dopo pochi metri ci trasformammo, ma questa volta fu più faticoso metterci in posizione eretta  poiché avevamo camminato a quattro zampe per giorni.

Quando arrivammo in camera mio fratello ebbe l'idea di farci uscire dalla finestra. "Così le faremo credere che siamo stati a casa di Luca", disse mentre si tuffava nella neve soffice.

Arrivammo davanti alla porta di casa e bussammo.

Poco dopo si aprì e una mano, rapida come un pegaso, ci diede uno schiaffo ciascuno. "Dove siete stati per un giorno intero? Ero preoccupata per voi" disse tirandoci dentro casa.

Mio fratello prese la parola "Siamo stati da Luca a dormire, mamma, lui ha...". Un altro schiaffo gli arroventò il viso. "Bugiardo" disse la mamma per poi rivolgersi a me. "E tu Stefano? Vuoi dirmi, almeno tu, la verità?".

Feci un respiro profondo e parlai. "Fede stava solo cercando di nascondere la verità, cioè che abbiamo dormito da Marta. Ha dato una festa e...". Uno schiaffo mi arrivò dritto in faccia.

"DITEMI LA VERITÀ! Non sono ne stupida, ne cieca. Ho visto l'armadio in camera vostra, ho visto lo stesso luogo dove è scomparso vostro padre". Si accasciò sulla poltrona ed iniziò a piangere.

Ero scosso... sapeva tutto.

"Che ci facevate in quel mondo infernale?" chiese in lacrime.

Io le dissi la verità. "Qualche giorno fa, una creatura oscura si è svegliata, ed insieme ad essa si è aperto il portale. Noi siamo entrati solo per curiosità. Ma l'abbiamo incontrata. Ha detto che io sono l'unico che può sconfiggerla".

Mia madre spalancò la bocca, sconcertata. "E voi pensate che io creda a questa storia? Seriamente voi...". Un tonfo proveniente dal piano di sopra la zittì. Guardò il soffitto e chiese "Che cos'è stato?". Mio fratello disse semplicemente "Ospiti mamma!".

Poco dopo le nostre sei amiche scesero le scale. Una cosa però ci colpì: erano umane.

Nostra madre si alzò, ed indietreggiando chiese "Chi sono queste? cosa vogliono?".

Twilight, come sempre, parlò per prima "Salve signora. Mi presento: io sono Twilight Sparkle, unicorno proveniente da Canterlot. E queste sono le mie amiche di Ponyville: Applejack, Fluttershy, Raimbow Dash, Pinkie Pie e Rarity".

Poco dopo, dietro di loro apparve un'altra figura. una donna alta, coi capelli leggeri come il vento ed un'aura di bontà. Princess Celestia.

Nostra madre spalancò la bocca "Celestia. Sei davvero tu?". L'altra sbatté le palpebre incredula "Quella voce... Queen Samanta, non potete essere davvero voi...".

Tutti noi presenti, eccetto le due donne, esclamammo sorpresi. "VOI DUE VI CONOSCETE?".

La principessa del sole prese la parola "Lei è l'alicorno che mi ha insegnato tutto quello che so. Lei è la mia mentore, come io lo sono per te, Twilight. Lei è il pony che ha nominato me e mia sorella principesse di Equestria".

Io incredulo mi rivolsi a mia madre "Sei... sei davvero un alicorno... sei davvero una regina?".

Lei annuì. Incapace di parlare.

Celestia si prostrò davanti a mia madre. "Mia regina. Ho bisogno di vostro figlio per sconfiggere un potente nemico che infesta il nostro mondo. So che è una scelta difficile, ma Equestria è in pericolo e quella creatura dice che vostro figlio è l'unico capace di sconfiggerlo. Lui è più potente di me... e forse anche di voi".

Mia madre mi guardò incredula "Cosa succede? Vi lascio soli una settimana e tu diventi l'essere più potente dell'universo? Non riesco ad accettarlo... non ci riesco".

Io mi avvicinai a mia madre "Mamma, ti prometto che non falliremo. Ti prometto che torneremo sani e salvi"

Mia madre scosse il capo "Non posso permettervelo! Voi due rimarrete qui. Invece voi altre... TUTTE FUORI DA CASA MIA!" disse infuriata.

La nebbia oscura si materializzò dentro casa nostra "Io invece non posso permettere che i tuoi figli rimangano qui. Il campo di battaglia è stato scelto, io devo essere sconfitto o vincere la battaglia.

Se ciò non accadesse, succederà un paradosso, e tutti gli universi si scontreranno tra di loro generando un'implosione che li farà cadere nel vuoto. Persino io non posso impedire una cosa simile".

Mia madre iniziò a piangere impotente. "Fate come volete". Io mi avvicinai per confortarla "Mamma io...", "FATE COME VOLETE! ANDATE A FARVI UCCIDERE DA QUESTO BASTARDO. A me non interessa più ormai".

La nebbia sembrò affranta. "Non sono abituato a vedere scene simili. Io me ne vado, Stefano ricorda di chiamarmi quando sarai pronto" e sparì.

Mio fratello mi si avvicinò. "Forse è meglio lasciarla sola. Forza andiamocene!".

Fissai ancora per qualche secondo mia madre. Piangeva, tenendosi le mani davanti agli occhi. Provai a chiamarla ancora una volta ma si voltò dall'altra parte.

Così ci avviammo tutti verso il portale, lasciando nostra madre sola a piangere nel salotto.

Quando giungemmo ad Equestria, Twilight notò che stavo piangendo. "Mi dispiace per ciò che è successo, vorrei che ci fosse un'altro modo, ma non ne trovo nessuno". "Twilight cosa dici? Voi mi... voi mi avete regalato la cosa più bella al mondo, la vostra amicizia. Voi siete...". Mentre fissavo il portale, sentii qualcosa che si appoggiava al mio fianco, mentre due zoccoli mi avvolsero il collo. Mi voltai sorpreso e vidi Twilight abbracciata a me. Mi sorrideva, così ricambiai l'abbraccio. "Siamo noi che dobbiamo ringraziare te. L'averti conosciuto ci sta cambiando. Ci sta rendendo migliori.

Io sorrisi, mentre affondai il muso nella sua soffice criniera.

Poco dopo Pinkie sbottò "So io cosa ci vuole per tirarvi su il morale. Questa sera organizzerò una festa all'angolo zuccherino, portate i sacchi a pelo. I signori Cake mi hanno dato il permesso per farvi dormire tutti da me". Tutti esultarono felici, così mi aggiunsi anche io.

Così facendo, ci avviammo verso Ponyville. Dovevamo prepararci per una serata unica.

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Capitolo 9
*** Capitolo 8: Obiettivo... divertirsi ***


Capitolo 8: Obiettivo... divertirsi

Io e Twilight entrammo subito in biblioteca. Io andai verso il letto e cominciai a preparare la mia sacca.

Quando lei mi vide mi urlò. "Cosa stai facendo?". Io, preoccupato di aver sbagliato qualcosa, le dissi "Sto preparando la sacca per la festa di Pinkie Pie".

Lei mi guardò sorridente. "No, no no! Stai scherzando? Quella vecchia sacca non va bene. Vieni, ti ho fatto un regalo". Si pose davanti al suo letto e da sotto esso estrasse una doppia sacca ponendomela davanti "Usa questa".

Erano due sacche giallo acceso collegate da una cinghia in pelle nera. La cosa più bella era che la chiusura era decorata con... il mio Cutie Mark.

Rimasi senza parole, così l'unicorno rise "Allora, vedo che ti piace"

Io, meravigliato, riuscì a balbettare solo un "G-grazie", per poi abbracciarla.

Lei sorrise imbarazzata e disse "Ricordati di ringraziare anche Rarity. È stata lei a cucirla. Invece la chiusura l'abbiamo fatta fare da un negozio di ferramenta. Oh, e dimenticavo, più di tutti devi ringraziare Spike. È stata sua l'idea di farti un regalo".

Mi voltai verso il draghetto, il quale arrossì, e lo feci levitare verso di noi aggiungendolo all'abbraccio. "Grazie Spike!".

Twilight indietreggiò "Ora vado a lavarmi. Intanto tu riempi la sacca con tutto ciò che vuoi portare, poi ti lascerò il bagno libero" e si avviò verso le scale, lanciandomi un'ultima occhiata sorridente.

Quando sentimmo la porta chiudersi, Spike parlò "Le piaci, sai? E so che lei piace a te".

Io guardai da un'altra parte, cercando di non arrossire. "Non le piaccio sicuramente. Ci conosciamo da poco Spike". Il drago, spazientito disse "Appunto, non la conosci come la conosco io! Lei impazzisce ogni volta che ti vede, sta bene con te... non l'ho mai vista così rilassata come quando ti sta accanto. Si è presa una cotta per te", "Forse hai ragione" dissi arrossendo del tutto.

Spostai il contenuto della vecchia sacca in quella nuova, guardai la mappa che avevo stampato e la strappai. Non mi sarebbe più servita.

Nella sacca, oltre il sacco a pelo, misi anche dei libri che Twilight mi aveva consigliato e qualche dolcetto.

Pochi minuti dopo mi chiamò "Io ho finito, vieni a lavarti", disse salendo le scale.

Prima di scendere, mi voltai per ringraziarla ancora una volta. Lei mi lanciò uno dei suoi sorrisi sinceri mentre preparava la sua sacca.

Sotto la doccia sentii tutti i problemi della giornata scivolarmi via. Non avvertivo più il peso del mio destino incombente, e non sentii nemmeno il dolore del massacro a Stalliongrado. Finalmente mi stavo rilassando.

Ma non riuscii a non pensare a mia madre, al dolore che aveva provato lasciandoci andare "FATE COME VOLETE! ANDATE A FARVI UCCIDERE DA QUESTO BASTARDO. A me non interessa più ormai". Iniziai a piangere. Non riuscivo a non pensarci, il modo in cui ci aveva cacciato, la sua freddezza... e la rivelazione che lei era la mentore di... Celestia.

Poco dopo mi feci forza ed uscì dal bagno. La mia amica mi aspettava al piano terra con le bisacce pronte "Andiamo?" chiese. Io, feci un respiro profondo "Andiamo!".

*

Intanto, in alto, tra le nuvole, Federico e Raimbow Dash stavano lentamente salendo verso la casa di quest'ultima "Forza, sbatti quelle ali. Ci stiamo mettendo una vita". L'umano ansimava stremato. Non era abituato a quelle altezze.

Dopo qualche minuto riuscì a toccare le nuvole che delimitavano la proprietà di Raimbow Dash lanciando un lungo sospiro, per poi avviarsi verso l'ingresso con l'amica.

"Forza, prepariamo le nostre cose e laviamoci".

Federico si guardò intorno spaesato "Cos'è che devo preparare? Non ho ne una sacca, ne niente di mio qui".

Raimbow sorrise imbarazzata. "Ah, già. È vero. Non ti preoccupare ti presto un sacco a pelo... ed'ho un regalo per te". Disse arrossendo, avviandosi verso uno scaffale.

Tirò giù una doppia sacca e la appoggiò davanti al suo amico.

Federico la studiò stupito. Erano due sacche bianche collegate da una cinghia blu. La chiusura delle sacche lo fece sorridere, poiché ritraeva quello che suo fratello aveva chiamato 'Cutie Mark'.

Federico sorrise felicemente "Grazie Raimbow, sei la migliore amica che si possa avere".

Si avviò verso di lei per abbracciarla, ma lei indietreggiò. "Stammi lontano, non sono tipo da abbracci. Ma sono contenta che ti piaccia. L'ha fatta Rarity, ma l'idea è stata di Fluttershy. Devi ringraziare anche loro due".

Federico non si fermò "D'accordo. Ma un abbraccio te lo meriti comunque. Non puoi rifiutare!".

Raimbow sorrise, sempre più imbarazzata. "E va bene. Ma non ti ci abituare".

Durante l'abbraccio, Federico la sollevò da terra compiendo una giravolta. "Grazie, grazie, grazie, grazie!". Raimbow arrossì. "Ok, ora basta per favore. Mi stai facendo girare la testa" disse divincolandosi.

"Io vado a lavarmi, tu scegli pure un sacco a pelo. Se vuoi, prendi anche uno dei miei libri su Daring Do" disse trottando verso il bagno.

Federico sorrise. Gli piaceva quel pony: era sicura di se, sempre leale, forse qualche volta era troppo dura con lui. Ma sapeva che anche lei provava qualcosa per lui... o almeno sperava.

Mise nella sacca un sacco a pelo e prese il primo libro della collana, intitolato "Daring Do e la ricerca della statuetta di zaffiro". Voleva vedere se era bello come diceva la sua amica.

Quando Raimbow uscì dal bagno lo chiamò "Forza puzzone, il bagno è tutto tuo", "Arrivo. Non ti dispiace se prendo questo libro, vero?", "no, fai pure. Quando avrai finito di leggerlo, voglio sapere come ti è sembrato".

Federico entrò in bagno. La doccia era... una nuvola grigia carica di pioggia.

Confuso chiamò Raimbow. "Come faccio a far scendere l'acqua?" chiese. ."Dai un colpetto alla nuvola e l'acqua cadrà. Se vuoi farla diventare calda dalle un colpo forte, mentre se vuoi raffreddarla accarezzala. Quando avrai finito dai due colpi e l'acqua si fermerà".

'Che casino' pensò colpendo la nuvola.

L'acqua iniziò a scendere. Era ghiacciata, così caricò lo zoccolo all'indietro e colpì la nuvola con forza. Lentamente, l'acqua, iniziò a scaldarsi, si pose sotto il getto e si lavò.

Quando finì, uscì dal bagno e si avviò in camera.

Raimbow lo aiutò a sistemarsi le sacche sulla groppa. "Così dovrebbe andare, ora aiuta me". e così fece.

"Ahi, non stringere troppo. Mi fai male". Il ragazzo sorrise imbarazzato. "Scusami. Ecco, possiamo andare".

Quando furono pronti si avviarono all'uscita, spalancarono le ali e... Federico titubante si tuffò con lei, in picchiata. Ad un centinaio di metri dal suolo cabrò in verticale ed iniziò una lentissima discesa.

Raimbow si passò uno zoccolo sul viso esasperata. "Vado ad avvertire le altre che per domani sera saremo arrivati".

*

Io e Twilight passeggiavamo per le vie di Ponyville in direzione dell'Angolo Zuccherino. A metà strada sentimmo qualcuno urlare in cielo. "Non ce la faccio più. Ti muovi a scendere? Arriveremo domani così" disse Raimbow Dash spazientita.

Io attirai la sua attenzione. "Raimbow che succede?", "Oh, ciao Stefano, per favore aiutami. Di' a tuo fratello di sbrigarsi" disse indicandolo con lo zoccolo. Io mi rivolsi a lui divertito. "Effettivamente sei un po' lento Ste...".

"Senti, non cominciare anche tu. Ho i miei tempi" disse scocciato.

Dopo pochi minuti toccò terra. "Finalmente" sbottò Raimbow. "Forza andiamo o le altre verranno a cercarci".

Così, camminando, arrivammo davanti all'ingresso dell'Angolo Zuccherino. Io bussai alla porta.

Poco dopo, Applejack, uscì a salutarci. "Eccovi qui, come mai ci avete messo tanto?" chiese curiosa. Raimbow Dash roteò gli occhi facendo cadere lo sguardo su mio fratello "Preferiresti non saperlo".

Entrammo dentro la pasticceria dove musica, festoni e... Pinkie Pie ci travolsero buttandoci a terra e sbarrandoci la strada... forse solo quest'ultima.

"Chiudetegli gli occhi" ordinò sorridente alle due amiche. Esse si posero davanti a noi ponendoci uno zoccolo davanti agli occhi. Intanto Pinkie Pie ed Applejack ci spinsero da dietro avvertendoci di eventuali gradini.

"Ora apriteli" urlò Pinkie con euforia.

Quando aprii gli occhi, una meraviglia mi si parò davanti.

La pasticceria era colma di coriandoli e festoni, la musica riempiva la stanza con motivetti gioiosi, i tavoli erano pieni di dolcetti e torte e su alcuni c'era persino del punch e del sidro di mele.

La cosa più bella, la cosa che mi lasciò senza parole, fu uno striscione che attraversava tutta la larghezza della stanza con la scritta:

Stefano e Federico, due umani che si ritrovano in un mondo completamente diverso dal loro, popolato da pony parlanti.

Per noi non siete solo gli eroi che salveranno il nostro regno, voi siete i nostri nuovi migliori amici.

Siamo tutte felici di avervi qui e ricordate che saremo sempre qui per aiutarvi.

Quando finì di leggere notai che si erano messe tutte in riga, fecero un respiro profondo e dissero "Voi siete umani, voi siete pony, voi siete UNICI".

Piansi di gioia, e così faceva Federico. Iniziai ad abbracciarle una ad una, finche non ci riunimmo tutti e otto in un unico abbraccio di gruppo. "Grazie ragazze, grazie di tutto".

In seguito, ringraziai Rarity per la sacca, e così fece anche mio fratello, ringraziando inoltre Fluttershy, la quale, come sempre, arrossì nascondendosi timidamente dietro la ciocca rosa.

Mio fratello non si fece problemi "Oh, vieni qui timidona. Non nasconderti" disse abbracciandola e sollevandola da terra. In principio lei strillo per lo spavento. Ma poi sembrò calmarsi ed accennò ad un timido sorriso.

La festa iniziò, e tutti si misero a ballare. Io mi buttai tra di loro divertendomi più che mai.

Poco dopo Applejack portò in sala una enorme torta glassata mentre Pinkie prendeva la parola. "Ho convinto i signori Cake a farvela. Gliel'avevo chiesta più grande, ma questo è il massimo che hanno potuto fare. Spero vi piaccia anche se non è grossa quanto me l'ero immaginata".

La torta era enorme, addirittura sfiorava il soffitto. Mi chiedevo come applejack avesse fatto a spingere il carrello. Doveva pesare una tonnellata, se non di più.

Ci offrirono una copia di coltelli, io ne feci levitare uno e mio fratello prese tra i denti l'altro.

Ci avviammo verso la torta e li affondammo in essa.

Tutte insieme urlarono "Benvenuti a Ponyville, amici!.

Tagliammo varie fette e le distribuimmo.

Quando guardai verso mio fratello non riuscii a trattenere una risata. Inutile dire che con la levitazione fu più facile che con i denti. "Hai qualche problema a tagliare Fede?". Lui mi guardò storto "Ah, ah! Prestami il tuo corno per un giorno e vediamo come te la cavi.

Quando tagliammo abbastanza fette per tutte, Applejack mi si avvicinò con un boccale di sidro. "Tieni, bevilo", "Ma, io non ho mai bevuto alcolici".

Lei mi sorrise. "Zuccherino, c'è sempre una prima volta per tutto". Ringraziandola, lo presi con la levitazione e me lo avvicinai alle labbra. Quando ormai lo stavo sorseggiando, lei aggiunse "Non so quanto sono forti i sidri dalle vostre parti. Ma fai attenzione, questa è la riserva più forte che abbiamo alla tenuta".

Bevvi un sorso e subito ci vidi doppio. "Ti credo sulla parola" dissi scuotendo la testa.

Lei rise divertita. "È la vostra festa, DIVERTITEVI!".

Durante la festa mi vennero offerti altri due boccali: il primo da Pinkie, la quale non volle sentire ragioni; e l'altro da Twilight che volle brindare con me. Io non resistetti e bevvi anche quello.

Dopo un po' di tempo ebbi bisogno di uscire. Così, una Pinkie Pie brilla, mi indicò la porta sul retro.

Barcollai fino al vicolo e svuotai lo stomaco in un angolo, sperando che nessuno mi vedesse.

Quando mi girai, la nebbia oscura mi si palesò di fronte.

"Vedo che vi state divertendo. Non ho mai avuto degli amici, sai?" mi disse il demone.

Io borbottai cercando di rimanere lucido. "Che cosa vuoi?".

Dalla nebbia spuntò una faccia sorridente e poco dopo, l'intero demone uscì. "Voglio solamente parlare. Tutto qui, promesso", "Ti ascolto".

Si sedette a terra facendo tremare il terreno invitandomi a sedermi di fianco a lui.

Ero sbronzo, ma non stupido. Così rifiutai e mi posi di fronte.

Lui non sembrò curarsene e continuò. "Tu sai che ho tuo padre e il fratello della tua amica, vero? Ti faccio un regalo di benvenuto anche io. Ti concedo di riavere il capitano della guardia insieme all'intero esercito. Dopo averci giocato per un po', mi sono stancato. Non mi servono più. Inoltre ho creato delle copie d'ombra molto più potenti, e vedo che non hai ancora messo su ne poteri, ne un esercito per difenderti. Ti ridarò l'esercito... ma tuo padre, resterà con me".

"Perché lo fai?" chiesi sospettoso. Lui sospirò. "C'è una cosa che mi ha sempre incuriosito delle creature viventi: il concetto dell'amicizia. Mi è sempre piaciuto, mi ha sempre attratto. Sento che qualcosa mi lega ad esso. Per cui, premio sempre chi riesce a farsi dei buoni amici. L'ultimo prescelto che ho sconfitto, il quale si chiamava Star Swirl Il Barbuto, non ne aveva. Era troppo sicuro di se, e mi sfidò troppo presto. Lo sconfissi senza la minima difficoltà".

Lo guardai a bocca spalancata. È stato lui ad uccidere Star Swirl.

Il demone si rialzò da terra. "Ora ti lascio ritornare alla tua festa. Cerca di essere più saggio di quel vecchio pony e aspetta quando sarai a pieni poteri".

La nebbia si creò intorno a lui. "ASPETTA" urlai appena in tempo. La nebbia si fermò.

"Perché lo fai? Perché vuoi distruggere questo mondo? C'è del buono in te. Posso sentirlo, non negarlo" gli chiesi ansimante. Egli sospirò volgendo lo sguardo verso le stelle. "I tuoi sensi sono molto sviluppati umano. Ti racconterò una storia. Prima di me vennero molti altri demoni oscuri. Essi avevano molte forme diverse. Tutti erano obbligati a dichiarare guerra ad un essere molto più potente di loro. Ma questo essere, come ben sai, non sapeva di avere questi poteri sovrannaturali. Così molti di questi prescelti vennero sconfitti e i mondi divorati. Ma quando un prescelto prevaleva sul demone uccidendolo, quel mondo veniva salvato. Però, nasceva un altro demone, ed il ciclo si ripeteva. Passarono le generazioni. Finche non arrivai io".

La creatura abbassò il capo tristemente. "Ho ucciso molti esseri innocenti. Non per mi volontà,io non voglio farlo. Non sono malvagio". Strinse i pugni ed un'aura oscura lo avvolse. "Un'entità molto più potente di me, un'entità malvagia, che non conosce scrupoli,me lo impone. Egli è incorporeo e superiore a tutto. Non ha nome, ma tutti la chiamano Oscurità.".

Si girò verso di me sciogliendo i muscoli. "Mi dispiace molto per quello che devo farti. Ma non posso tirarmi indietro, o la realtà verrebbe cancellata. Persino quell'essere supremo verrebbe risucchiato nel nulla. La battaglia ai suoi occhi deve risultare reale. Per cui io mi batterò con ferocia, e vedi di farlo anche tu. Non risparmiarti nemmeno un colpo". Dopo quest'ultima frase sorrise benevolo. "Ora ti lascio rientrare. Ma prima permettimi di lucidarti la mente".

Mi poggiò un artiglio sul petto e la nausea passò. Prima che potessi dire qualsiasi cosa, sparì nella nebbia.

Rimasi fermo ancora per qualche minuto, cercando di comprendere tutto ciò che mi aveva rivelato.

Poco dopo, rientrai più confuso ma meno ubriaco di prima.

Appena misi zoccolo nella pasticceria, Pinkie mi mise un cappello da festa in testa e mi lanciò una cosa verde che non riuscì a prendere in tempo. "Ti presento Gummy. Lui è il mio alligatore sdentato. Dì ciao a Federico". Il piccolo alligatore si toccò l'occhio destro con la lingua.

Pinkie sorrise euforica. "Gummy dice ciao". Iio, imbarazzato per la situazione insolita, alzai lo zoccolo e lo scossi in aria. "Beh, ciao Gummy".

L'alligatore guardò da tutt'altra parte senza muoversi di un millimetro.

Pinkie lo prese e lo portò al piano di sopra.

Dopo quell'evento, la festa riprese più movimentata di prima. Questa  volta però, mi tenni lontano da qualsiasi boccale che mi si avvicinava, rifiutandolo il più cortesemente possibile.

Dopo la festa c'era chi si teneva la pancia piena di dolci, chi barcollava pieno di sidro.

Prendemmo i sacchi a pelo dalle bisacce e li ponemmo a terra creando due file da quattro.

Inutile dire che Twilight mi si sdraiò accanto.

Alla mia destra, invece, si trovava mio fratello. Mentre alla sua sinistra non poteva mancare Raimbow Dash, la quale puntualizzò. "Lo faccio solo per tenerti d'occhio".

Dallo sguardo intuì che stava nascondendo qualcos'altro. Ma non ne diedi troppo peso.

Quando tutti si furono sdraiati Pinkie propose "Facciamo un gioco".

Ognuno propose un gioco. Ed alla fine il vincitore fu 'Obbligo o verità'.

Cominciai ad agitarmi, poiché non mi piacevano questi tipi di giochi. Perché sbandierare i propri segreti a tutti? Che senso ha?.

Anche Fluttershy era visibilmente rossiccia.

La prima fu Pinkie Pie. "Rarity. Obbligo o verità?", "Ehm, verità" disse l'unicorno.

Pinkie sorrise. "Hai mai mangiato venti tortine alla crema di fila?".

Rarity scoppiò a ridere. "Certo che no Pinkie. Quelle macchiano".

Tutti ridacchiammo, ed Applejack aggiunse "Non ti smentisci mai, vero perfettina?".

Rarity avvampò di rabbia e disse. "Applejack. Obbligo o verità?". Twilight mi si avvicinò. "Ecco che ripartono"

La puledra arancione rispose "Obbligo". L'amica sorrise diabolicamente. "Perfetto. Ti obbligo a vestirti di tutto punto ed a non sporcarti per una settimana intera". Applejack spalancò gli occhi. "Ma per non sporcarmi non dovrei lavorare. Tutte le mele marciranno".

Rarity roteò gli occhi. "D'accordo, allora significa che dovrai solo vestirti elegante per un paio di giorni". Applejack ringhiò, ma Twilight prese la parola "Ragazze, non cominciate. Abbiamo ospiti, non facciamo brutte figure".

Il pony terrestre si calmò, prima di sorridermi diabolicamente. "Stefano. Obbligo o verità?".

Io mi irrigidì. Non sapevo cosa fare. Ma alla fine dissi "V... verità?", "Ok. Vedo come vi guardate voi due, vedo come state vicini tutto il tempo. Sembra quasi che ci sia qualcosa di tenero. È vero?".

Mio fratello ululò interessato.

Balbettavo. Non riuscivo a parlare. Alla fine feci un respiro profondo e mi imposi di calmarmi. "Hai visto bene. Provo qualcosa per Twilight. Ma non so ancora cosa sia. Non so se è semplice amicizia o qualcosa di più profondo. Fatto sta che mi trovo bene vicino a lei".

Twilight arrossì e distolse lo sguardo.

Mio fratello si mise a ridere. Io, rabbioso,  gli chiesi "Fede. Obbligo o verità?". Lui ci pensò su. "Obbligo", "Bene. Ti obbligo a baciare Raimbow. Ho notato anche io che c'è qualcosa tra voi due".

Raimbow Dash fece per ribattere arrossendo, ma le dissi "Queste sono le regole". La puledra abbassò le orecchie rassegnata.

Mio fratello arrossì e si avviò verso Raimbow Dash, arrossendo sempre di più ogni centimetro che percorreva col muso.

Quando fu a pochi millimetri dal suo viso, Raimbow scattò in avanti e lo strinse a se.

Mio fratello spalancò gli occhi mentre lei cominciò a baciarlo.

Tutti insieme spalancammo la bocca sorpresi.

Vidi Fluttershy sorridere 'finalmente si è decisa a baciarlo. È tutto oggi che lui ci prova'.

Quando finalmente si staccarono, esultammo tutti, mentre i due cercavano di non incrociare gli occhi di nessuno.

Questa volta era il turno di mio fratello. Egli sorrise guardando verso di me. Stavo tremando, sapevo che me l'avrebbe fatta pagare.

Ma poi si rivolse a Twilight. "Twilight. Obbligo o verità?".

L'unicorno era combattuto. Ma alla fine rispose "Obbligo".

Mio fratello mi guardò di nuovo. "Stessa cosa, ma col mio fratellino".

Io arrossì guardando da un'altra parte.
"No, no. Che fai? Guardala, sono le regole. Non puoi tirarti indietro". Questa volta fu Raimbow Dash a farmela pagare.

Così, tremando come non mai, alzai la testa, guardando Twilight negli occhi.

Sentii il suo respiro caldo mentre si avvicinava ed il suo profumo simile al vento notturno in una foresta. Era una sensazione bellissima, afrodisiaca.

Spinto da una forza incontrollabile, cominciai ad avvicinarmi a lei. I nostri respiri sempre più affannosi, i nostri cuori sempre più martellanti.

Le posi uno zoccolo sulla guancia. "Ti amo".

Poco dopo eravamo avvinghiati uno all'altra baciandoci avidamente. Sentii altre urla euforiche, ma erano suoni lontani, confusi. Mi sentivo fuori dal mondo, mi sentivo felice. Mi sentivo a casa.

Quando ci staccammo, Twilight mi rispose "Ti amo anche io, Stefano". Ci abbracciammo, beandoci del contatto fisico.

Il gioco continuò ancora qualche ora. Infine, Pinkie Pie, assonnata, propose di dormire.

Mi sdraiai mentre Twilight mi si accoccolava tra le zampe. Le accarezzai la criniera augurandole la buonanotte. Lei sbuffò per il piacere e ricambiò "Buonanotte, mio pony speciale".

Guardai verso mio fratello che cercava di trarre a sé Raimbow Dash. Ma lei gli rifilò una zoccolata sul muso. "Te l'ho già detto. Non ti ci abituare. Piccoli passi, ok?".

Mio fratello grugnì per il dolore e si girò dall'altra parte.

Quando mi fui addormentato, "Egli" apparve nei miei sogni.

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Capitolo 10
*** Capitolo 9: Continua l'addestramento ***


Capitolo 9: Continua l'addestramento

Mi ritrovai nella stessa radura ancestrale. Lo spirito di Star Swirl mi stava fissando. "Tu... tu sei il figlio della mia regina. Questo significa che tu non sei un prescelto qualunque come lo sono stato io. No, tu sei Il Prescelto, come ho fatto a non arrivarci subito: hai la sua stessa aura, il suo stesso profumo vitale. Sei uguale a tua madre. Ma l'unica differenza è che sei moto, MOLTO più potente di lei".

Provai a dire qualcosa, ma come la sera prima non accadde nulla. Così mi indicai il muso con lo zoccolo cercando di fargli intuire le mie intenzioni. poco dopo, lui annuì. "Ora puoi parlare".

Così gli chiesi cosa fossi veramente e perché ero proprio io il prescelto di quest'era.

Lui sospirò. "Il prescelto non viene scelto dal demone. Il prescelto nasce già con i suoi poteri, non è un fattore genetico. È qualcosa di etereo, non si può spiegare né conoscere. Succede e basta", "Ma perché proprio io? Ci sono miliardi di esseri in tutti gli universi. Perché IO sono nato così? perché IO devo sconfiggerlo? Io non sono un combattente od un soldato. Sono solamente un ragazzo, non sono né sportivo, né coraggioso. Cosa sono io?".

L'unicorno barbuto sorrise benevolo. "Durante la mia vita ho studiato a fondo questo potere ed i doveri che derivano da esso. Non ho trovato molto, ma posso solo dirti che i più meritevoli non sono quelli che tu chiami forzuti o sportivi. Sono gli individui di tutti i giorni: puri di cuore e che pensano al prossimo prima che a se stessi. Noi prescelti dobbiamo aiutare il mondo a migliorarsi. Guidandolo ed insegnandogli. Ti ho osservato durante il tuo viaggio ad Equestria. Hai sempre trattato bene le tue amiche e quando il fratello di Twilight l'ha spinta via, tu sei andato in suo soccorso, senza nemmeno pensarci. Ma sopratutto, sei riuscito a superare i tuoi sentimenti e le tue paure, lasciando casa tua e sacrificandoti per una mondo a cui non appartieni. Tu sei speciale Stefano, ricordatelo".

Io sospirai mentre qualche lacrima cominciò a formasi sul bordo dei miei occhi. Ripensai a questi giorni e gli diedi ragione.

Ma c'era ancora una cosa che volevo dirgli. "Questa sera, mentre ero nel vicolo dietro la pasticceria, Daimonius mi ha fatto visita". L'unicorno spalancò gli occhi sorpreso. "Ecco perché non riuscivo a divinarti", "Ha detto che ha riconsegnato a Canterlot Shining Armor e l'intero esercito". Sentii una fitta al cuore. "Ma si è tenuto mio padre".

Star Swirl mi guardò sofferente. "Mi dispiace. Ma non credo ci sia molto da fare per tuo padre, se egli non decide di liberarlo... ormai è condannato".

Le lacrime mi rigavano le guance, cominciai a tirare su col naso mentre il dolore mi attanagliava. "Non ho ricordi di lui. Tutto quello che mi ha fatto rivivere Celestia è sbiadito, un'ombra del passato. Volevo rivederlo e riaverlo con me. Volevo semplicemente che fosse... mio Padre"

Lo spirito mi pose uno zoccolo sulla spalla. "Mi dispiace Stefano. Mi dispiace, mi dispiace tanto. Ma non si può fare niente. A meno che tu non sconfigga il demone".

Un'altro pensiero mi travolse la mente, così gli raccontai tutto quello che il demone mi aveva detto a proposito della guerra tra i prescelti e i demoni.

Infine gli dissi ciò che pensavo di Daimonius. "Forse lui non è veramente cattivo. Forse vuole cambiare. Forse... possiamo cambiarlo"-.

Star Swirl mi lanciò una fredda occhiata severa. "Stai vacillando. Ti sta condizionando! Quell'essere ha il dente avvelenato, sta solo cercando di addolcirti per farti abbassare la guardia. NON ASCOLTARLO!".

Mi paralizzai dalla paura. Lui mi guardava come se attendesse una risposta. Cosìo abbassai il capo rassegnato. "Farò come dici".

Lui mi sorrise. "Il mio tempo per oggi è finito. Ho una buona notizia per te: sta per arrivare un potente alleato. Lo incontrerai domani durante l'allenamento e ti insegnerà nuove tecniche di combattimento.".

Lo spirito sparì e la luce intorno a me si intensificò costringendomi a chiudere gli occhi.

Dopo qualche attimo aprii gli occhi. Mi trovavo dentro la pasticceria. Twilight era ancora abbracciata a me... stava dormendo, tutti stavano dormendo.

Mi distaccai dolcemente da lei e mi alzai.

Mi allontanai silenziosamente dal gruppo e presi la sacca regalatami da Twilight per poi dirigermi verso l'uscita.

L'aria mattutina era fresca. Inspirai tutto l'ossigeno possibile e mi rilassai.

Era ancora presto. Guardai verso la torre dell'orologio 'le sei e mezza'.

Mi incamminai per le strade di Ponyville senza una meta precisa.

La cittadina era quasi deserta. Salutai i pochi pony ancora assonnati e loro ricambiarono con un largo sorriso.

Trovai una piccola tavola calda aperta e vi entrai.

Ordinai un sandwich alla margherita e un bicchiere di succo di mela per poi sedermi ad un tavolo.

Mentre mangiavo mi si avvicinò un gruppo di piccole puledrine.

Io sorrisi e guardai verso di loro. "Buongiorno piccole. Cosa posso fare per voi?".

Le puledrine ridacchiarono tirando fuori dalle loro sacche un foglio ed una penna ciascuna. Quella al centro parlò. "Puoi farci un autografo?". Io spalancai gli occhi sorpreso. "Se posso chiedervelo, che cosa ho fatto per meritarmi delle ammiratrici come voi?". Il trio ridacchiò nuovamente mentre la stessa puledrina rispose. "Tu sei l'eroe che ci salverà da quel mostro cattivo. Ed inoltre sei amico di mia sorella".

Guardai meglio il gruppo accorgendomi solo in quel momento chi avevo di fronte. "Tu sei Applebloom vero? La sorellina di Applejack". Lei mi sorrise. "L'unica e sola! Loro invece sono Sweetie Belle e Scootalo".

Tutte e tre insieme urlarono perforandomi i timpani "NOI SIAMO LE CUTIE MARK CRUSADERS!".

Scossi la testa stordito e sorrisi. "Piacere di conoscervi. Questi sono i primi autografi che scrivo in tutta la mia vita, quindi ditemi voi che cosa scrivere".

Le tre mi dissero cosa volevano che scrivessi e io le accontentai con piacere. Poi, Scootalo tirò fuori dalla sua sacca una macchina fotografica. "Potremmo fare una foto insieme a te? Così la attacchiamo alla parete del nostro ritrovo e faremo morire di invidia chiunque", "Con piacere" dissi divertito.

Fermai un cameriere di passaggio e gli porsi la macchina fotografica. Lui non si fece pregare. "Farei di tutto per l'eroe di Equestria" disse facendomi arrossire.

Ci mettemmo in posa e il pony scattò diverse foto.

Le tre le guardarono esultanti, spaventando l'intero locale.

"Grazie signore, è stato molto gentile" mi dissero allontanandosi. Io sorrisi scuotendo lo zoccolo in aria.

Quando finii di mangiare, pagai con i soldi che Twilight mi aveva dato e mi avviai in biblioteca sperando che lei fosse già lì.

Quando arrivai vidi che le due guardie stavano uscendo dalla tenda montata vicino alla quercia.

Le salutai e chiesi se il gruppo fosse già arrivato. "Mi dispiace, ma non abbiamo ancora visto nessuno. Come mai sei già sveglio?", "Volevo camminare un po'". Mi venne subito un'idea. "Ehi, visto che Twilight e gli altri non ci sono ancora, che ne dite se mi addestraste ancora nell'uso della spada?".

L'unicorno più esperto sorrise. "L'altro giorno abbiamo visto che sei già forte di tuo. Hai già il tuo stile personale e sei imprevedibile. Credo che non ci sia più niente da insegnarti. Però possiamo allenarci comunque. Oliver ha ancora molto da imparare al contrario di te. Grazie ai tuoi poteri, tu impari più in fretta di chiunque altro".

Io annuii mentre Oliver, la recluta, trottò dentro la tenda e prese la cassa che conteneva le spade.

L'anziano parlò. "Sicuramente capiteranno situazioni in cui avrai più nemici che ti attaccheranno insieme. Oggi saremo noi due contro di te. Dovrai cercare di sconfiggerci tutti e due. Per cui scegli bene le tue mosse, e pensa prima di agire".

Prendemmo tutti una spada con la levitazione e ci mettemmo in posizione "Cominciamo".

Il duo cercò subito di accerchiarmi, io indietreggiai cercando di tenerli tutti e due nel mio campo visivo.

All'improvviso Oliver caricò verso di me. Me lo aspettavo. Lo intercettai deviandogli la spada e colpendolo col pomolo sulla tempia allontanandolo da me.

L'altro rimase a guardare scuotendo la testa. "Ragazzo, cerca di cambiare strategia. Lo hai sempre caricato, ormai l'ha capito. Inventati qualcos'altro".

Intanto una piccola folla di pony si creò intorno a noi andando a crescere ogni minuto che passava.

Questa volta fui io ad attaccare. Mi avvicinai al veterano cercando sempre di tenere Oliver nel mio campo visivo. Quando fui pronto tirai una sferzata ascendente che prontamente venne parata. Ma non avevo ancora finito... appena la mia spada sfiorò la sua, deviai la traiettoria e lo colpii al ventre con un affondo.

L'unicorno grugnì per il dolore allontanandosi da me.

Intanto sentii un rumore provenire da dietro le mie spalle, così focalizzai velocemente un punto e mi trasportai qualche metro più indietro colpendo Oliver alla schiena.

L'unicorno cadde a terra dolorante. Ero riuscito a colpirli tutti e due.

La folla esultò entusiasta, nel gruppo vidi le mie sei amiche più mio fratello che stava discutendo con Raimbow Dash. Il viso della puledra stava diventando scarlatto.

L'unicorno veterano si avvicinò a me dandomi delle dolorose pacche sulla schiena. "Perfetto! L'avevo detto io che non c'era più niente da insegnarti ragazzo".

Intanto che i due si complimentavano vidi un luccichio nel cielo. Qualcosa si stava avvicinando velocemente.

Spinsi via il vecchio, che cadde a terra qualche metro più in là, e scartai a destra appena in tempo.

Una lama affilata si schiantò sul terreno alzando qualche zolla in aria.

Essa era portata da un pegaso bianco con uno sguardo furioso.

Notai un piccolo movimento del capo da parte sua ed alzai la spada appena in tempo per parare il suo fendente verticale.

La spada di legno, però, venne tagliata a metà. Ora era un inutile asse.

Il pegaso bianco mi si avventò contro scaraventandomi a terra. Ero terrorizzato a morte.

Cercai di divincolarmi ma non riuscivo a muovermi.

Prese la spada e me la appoggiò alla guancia I pony intorno a noi trattennero il respiro in tensione.

All'improvviso, sollevò fulmineamente la lama in cielo, procurandomi un taglio profondo. La ferita mi bruciava tantissimo ed il sangue caldo mi colava da essa.

Il pegaso parlò con una voce severa. "Che questa ferita ti serva da lezione. Mai abbassare la guardia".

L'unicorno veterano dietro di noi spalancò la bocca riconoscendolo. "Seth, sei davvero tu? Per Celestia amico, pensavo fossi morto durante il massacro a Stalliongrado", "Sì, sono io". E si rivolse alla folla. "Ascoltate: nell'incursione a Stalliongrado di due giorni fa, sono morti... sono morti tutti quanti. Nessuno è sopravvissuto. Mi dispiace per chi aveva parenti là. Ma la città è stata rasa al suolo. Io sono vivo per miracolo... è stato un massacro".

Infine volse lo sguardo verso di me. Un accenno di sorriso apparve sul suo muso. "Ma ho giurato di non permettere mai più un avvenimento come questo. Pertanto sarò io personalmente ad addestrare l'eroe". Si rivolse all'unicorno veterano. "Joel! Tu sei l'unico che mi conosce qui. Vuoi presentarmi?".

L'unicorno fece un saluto militare. "Ascoltatemi tutti: questo pegaso si chiama Seth. È ex agente della guardia reale. Ai suoi tempi era il miglior combattente sotto il servizio di Celestia. Ne era addirittura diventato il paladino personale. Se sarà lui ad addestrare Stefano, allora siamo tutti in buoni zoccoli".

Il pegaso bianco mi allungò uno zoccolo. "Forza ragazzo, ti aiuto ad alzarti". Io lo afferrai e mi issai sulle zampe.

Mi scortò in biblioteca, seguiti dalle due guardie e dal gruppo di amiche.

Quando la porta fu chiusa dietro di noi, Seth sembrò sciogliersi un po'. "Mi dispiace di averti provocato quella ferita. Ma non trovavo un'altro modo per presentarmi". Lo guardai furioso. "Era proprio necessario?".

Egli rise divertito. "Forse no. Ma volevo testarti prima di presentarmi. Devo dire che i tuoi sensi sono molto sviluppati".

Twilight mi si avvicinò cautamente. "Resta fermo. Ti curerò la ferita". Così dicendo illuminò il suo corno appoggiandolo alla mia guancia.

Sentì un lieve formicolio e poco dopo l'incantesimo terminò.

Twilight mi guardò con sguardo affranto. "Mi dispiace ma non ho potuto curarla appieno. Il taglio è molto profondo. Rimarrà una cicatrice". Cominciò a piangere e si fiondò su di me, stringendomi a sé. "Mi dispiace Stefano. Ho avuto paura. Pensavo di perderti". Le posi uno zoccolo sulla guancia fissandola negli occhi. "Non c'è niente di male nell'aver paura. Anch'io ero terrorizzato da quello che poteva succedermi, ma è stato un errore mio. Non ero pronto e non ho potuto schivare il suo colpo". Twilight mi strinse ancora più forte per poi scompigliarmi la criniera con lo zoccolo. "Non ti azzardare mai più a spaventarmi in quel modo", "Promesso" dissi baciandola.

Seth le mise uno zoccolo sulla spalla. "Non volevo spaventarti". Lei annuì. "Lo capisco. Mio fratello è il capitano della guardia reale. So come vi addestrano lì".

Seth annuì e si rivolse a me. "Forza mettiamoci al lavoro. Ora che la tua guancia è stata curata possiamo cominciare con l'addestramento. Dov'è la tua spada?".

Inclinai la testa di lato. "Non ho una  spada. Usavamo spade di legno... prima che tu distruggessi la mia". Il pegaso si mise a ridere. "Allora dobbiamo procurartene una speciale. Una adatta ad un eroe.
Sarò io a forgiartela ed useremo dei metalli speciali, molto rari. Nessuna spada potrà competere con la tua".

Detto questo si girò verso il resto del gruppo. "Mi servono un unicorno che sappia cercare metalli e dei pony che portino il peso di tutto il carico."

Rarity, Raimbow Dash, Apllejack e mio fratello si offrirono per la raccolta ed il trasporto dei materiali.

"Perfetto" disse Seth per poi rivolgersi ai suoi due compagni. "L'eroe ha qualcosa che lo possa tenere impegnato mentre io forgio la spada?". Oliver rispose subito. "Twlight Sparkle lo sta introducendo all'uso della magia, signore", "Ottimo". disse rivolgendosi a me. "Continua a studiare, allora" e si avviò verso le montagne con il trio al suo seguito.

Tutti gli altri, comprese le guardie, uscirono lasciando me e Twilight da soli nella biblioteca.

"Come ti senti?" mi chiese lei preoccupata. "Brucia un po' ma posso comunque continuare".

Lei sorrise amaramente. "D'accordo. Dato che non voglio che ti accada più niente, ti insegnerò degli incantesimi un po' speciali".

Salì sulla scala e con la magia prese un libro. "Queste sono magie un po' più avanzate. Si dovrebbero imparare al terzo anno di accademia, ma con i tempi di apprendimento che hai tu credo che sia pronto anche per questi", "Ok, cominciamo" dissi eccitato.

Twilight aprì il libro e lo pose davanti a noi due. "Partiamo con uno scudo magico: questo incantesimo crea una bolla magica intorno a chi lo lancia che blocca ogni incantesimo in arrivo".

Mi mostrò come fare ed io la copiai. Quando il mio corno si illuminò, una bolla trasparente mi avvolse completamente. Un alone giallo ne delimitava l'area.

"Tienila ancora per qualche secondo. Proverò a colpirti con una piccola palla di fuoco".

Io mi sforzai di tenere l'incantesimo mentre il suo corno si illuminò scagliando una sfera infuocata in mia direzione.

Quando essa toccò la bolla, venne subito assorbita. Mi sentii stranamente meglio. "Che strana sensazione. Mi sento meglio! È come se avessi riacquistato le forze"

Twilight mi fissava a bocca aperta, così io inclinai la testa confuso. "Che c'è?" le chiesi.

Un sorriso meravigliato apparve sul suo viso. "Tu sei sempre più incredibile. Non solo hai poteri che vanno al di fuori della portata di chiunque, ma riesci persino ad assorbire la forza magica degli attacchi nemici. Pochi unicorni possiedono questo dono".

Io sorrisi imbarazzato, mentre lei si lanciava su di me dandomi un bacetto sul collo. "Sono contenta di essere al tuo fianco". Io affondai il muso nella sua criniera. "Ed io sono contento che tu mi stia aiutando".

Dopo qualche minuto ci staccammo e riprendemmo l'apprendistato.

Riprese il libro e si mise a leggere. "Ok. Questo incantesimo è simile all'altro, ma blocca gli attacchi fisici. Ricorda che devi essere girato verso l'avversario poiché questa non è una bolla ma uno scudo". Mi mostrò l'incantesimo, così mi feci forza e mi concentrai.

Poco dopo, il mio corno si accese ed un'aura magica si creò davanti a me. Mentre la ammiravo Twilight fece levitare una sedia e me la scagliò addosso.

Essa rimbalzò all'indietro colpendo uno scaffale e scaraventando a terra diversi libri. "Ehi, se per caso avessi interrotto l'incantesimo mi avresti colpito in piena faccia".

"Scusami, non ho resistito" disse imbarazzata. "Forza, li raccogliamo dopo. Continuiamo! Questo non è proprio un incantesimo di difesa, ma servirà a confondere i tuoi avversari. Guarda!". Si concentrò accendendo il suo corno. Sembrava un incantesimo molto più potente, poiché durante la preparazione lanciò qualche gemito affaticato.

Pochi secondi dopo, una seconda Twilight, si materializzò di fianco all'originale. Io spalancai la bocca per lo stupore mentre lei mi parlò. "Ricordati che è solo un'illusione per cui non è tangibile. Guarda". Allungò lo zoccolo e trapassò la copia. "Visto?". Poco dopo, il corno si spense e il duplicato sparì.

Twilight ansimava visibilmente stremata, così mi avvicinai a lei. "Hai bisogno di riposare. Siediti sul quel divanetto". Le dissi indicando il mobile. "No sto bene. Sto sempre bene quando sono vicina a te. Forza, prova tu adesso".

Chiusi gli occhi e mi concentrai sull'incantesimo. La mia testa stava per scoppiare, ma poco dopo sei duplicati di me apparvero al mio fianco.

Lei rise divertita. "Credo che tu ci abbia messo troppo impegno", "Io non mi sento per nulla stanco". Lei sorrise. "Per forza, sei un unicorno speciale".

Allungai uno zoccolo verso un duplicato e riuscii a toccarlo. "Twilight, questi sono vivi. È un'altra mia abilità?". Twilight rispose. Ma io non riuscii a sentirla.

Sentii invece una voce provenire dalla mia testa. "Riesco a potenziare i tuoi incantesimi. Non ti sorprendere se l'effetto sarà superiore a quello che speri di ottenere. Sono io che catalizzo la tua magia attraverso l'etere. Era la voce di Star Swirl.

Quando tornai alla realtà, Twilight mi guardava preoccupata. "Che ti succede? Ti senti stanco?"

Io risposi tranquillo. "No, no. Sto bene, continuiamo". Lei sorrise ed annuì.

"Quando ti troverai in difficoltà, oppure se non vuoi farti scoprire, questo incantesimo può aiutarti: crea un'aura magica nulla intorno al tuo corpo, la quale devia i raggi di luce che ti colpiscono rendendoti trasparente. Questa volta devi cavartela da solo. L'ultimo incantesimo mi ha sfinita e non ho abbastanza forze per mostrartelo".

Mi porse il libro ed io lessi le indicazioni.

Quando fui pronto lo appoggiai al tavolino, feci un profondo respiro e mi concentrai.


Cercai di seguire ogni dettaglio della descrizione: Creai l'aura di energia nulla, la espansi e l'avvolsi attorno a me. Dopo qualche secondo sentii Twilight esultare. "Perfetto. Sei invisibile".

Ma non avevo ancora finito: terminai l'incantesimo e ne preparai un'altro. Questa volta, però, portai l'aura nulla attorno a Twilight avvolgendola.

"Che cosa hai fatto?" mi chiese timorosa. Io presi fieramente uno specchio e glielo porsi.

Non potevo vederla, ma la sentii lanciare un grido di gioia. "Stefano, sei fantastico. Non solo hai imparato a diventare invisibile. Ma hai scoperto come flettere gli incantesimi a tuo piacimento".

Terminai l'incantesimo e la baciai. "Ho avuto un'insegnante coi fiocchi".

Lei mi strinse a se. "Non esagerare. Tu sei il mio primo apprendista... e sei il mio pony speciale" disse baciandomi sulle labbra.

Poco dopo ci staccammo con un sospiro. "Per oggi abbiamo finito, che ne dici di andare a vedere cosa fanno le altre?". Io annuii.

*

Intanto il gruppo partito per le montagne stava già raccogliendo i materiali.

"Tu! Tu ti chiami Rarity giusto? Usa il tuo incantesimo per cercare l'Iperrosis. È un metallo molto raro e molto antico. Si trova qui ad Equestria dai tempi degli alicorni. In tutto il regno esistono solo tre spade forgiate con questo metallo. Due sono possedute dalle principesse. La terza è mia: me la sono forgiata da solo durante i miei anni al servizio della guardia".

L'unicorno modificò l'incantesimo per cercare quel nuovo metallo mentre Seth aggiungeva "Cerca anche qualche pietra preziosa. Il manto del ragazzo è azzurro vero? Degli zaffiri andranno benissimo. Non serviranno solo come decorazione. Ma ne catalizzeranno la sua magia, indirizzandola nella lama. Questo dovrebbe potenziare entrambe notevolmente".

Intanto che i due, accompagnati da Applejack, cercavano i metalli, Dash e Federico avevano ripreso le loro lezioni di volo.

Questa volta il ragazzo era spinto dall'amore verso la puledra, ed i miglioramenti erano visibili. Durante il tragitto aveva imparato ad avanzare, ad aumentare e diminuire di quota e persino a cambiare direzione. Le sue ali si erano abituate allo sforzo del volo e non si sentiva affaticato.

Ora Raimbow Dash gli stava insegnando qualche acrobazia avanzata.

"Vediamo se riesci ad eseguire un giro della morte: ricorda che devi aumentare di molto la quota se non vuoi rischiare di schiantarti al suolo".

I due iniziarono a prendere quota salendo sopra le nuvole. Quando si trovarono a circa cinque chilometri da terra, compirono un ampio cerchio in cielo. Il giro era riuscito.

"Grande. Sei migliorato di molto. Ottimo!" disse Raimbow Dash.

Federico le si avvicinò. "Direi che mi merito un bacio, no?" propose il ragazzo. "Tu ti meriti solamente centinaia di zoccolate su quella tua zucca" disse l'amica abbracciandolo in volo. "Non cercare di sfruttare la situazione, è solo un abbraccio".

Compirono qualche altra evoluzione in aria finché Seth decise che il metallo bastava. "Fatto! Abbiamo tutto, andiamo".

I due scesero a terra, e si agganciarono ai carrelli pieni di metallo.

"Forza torniamo a Ponyville e forgiamo quella spada per Stefano!". Disse Applejack entusiasta.

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Capitolo 11
*** Capitolo 10: Caos e follia ***


Capitolo 10: Caos e follia

Quando Seth ed il resto del gruppo partì per le montagne, Fluttershy decise che era ora di avvertire Discord del pericolo imminente. Decise così di partire per la sua dimora.

Una voce proveniente dalle sue spalle la fece sobbalzare. "Ehy Fluttershy, dove stai andando? Posso venire anch'io? scommetto che ci divertiremo un mondo insieme!". Pinkie Pie le stava saltellando attorno.

Ripresasi dallo spavento, la pegaso le rispose. "Sto andando da Discord. Vuoi venire?" chiese all'amica.

Pinkie Pie rispose euforica. "Sìììììì! Quando partiamo?", "Io pensavo di partire subito. Sempre che a te stia bene". L'amica fece un balzo più alto degli altri. "ANDIAMO!".

Così le due pony si incamminarono verso La grande gola del caos: una grande villa creata da Discord, lontano da ogni creatura vivente. Questa dimora era situata ad Ovest di Ponyville, nel San Palomino Desert, a sud di Las Pegasus.

Per accorciare il percorso, le due amiche, tagliarono per la Everfree Forest percorrendo il sentiero principale.

"Perché andiamo da Discord?" chiese Pinkie curiosa. "Bhe, ecco, forse lui ci può aiutare a sconfiggere il demone" rispose Fluttershy saltando un tronco d'albero che bloccava il passaggio.

Pinkie pie si illuminò. "Forse può far piovere latte al cioccolato. Magari al demone piacerà e diventerà nostro amico". L'amica sorrise "Io non credo che possa succedere", "Però può comunque far piovere latte al cioccolato. Mi piace il latte al cioccolato, lo mangerei tutti i giorni. A te non piace il latte al cioccolato?".

Il pony paglierino tirò un lungo sospiro 'Sarà un lungo viaggio' pensò. "Sì Pinkie. Mi piace il latte al cioccolato".

"Beeene!! Allora possiamo chiedere a Discord di far piovere latte al cioccolato, così lo beviamo insieme fino a scoppiare". Fluttershy roteò gli occhi scuotendo la testa sorridente.

Il sentiero per la foresta era comodo, ma ad un certo punto dovettero abbandonarlo per continuare verso Ovest.

All'improvviso, Pinkie Pie si fermò. L'amica si girò e le chiese "Cosa c'è Pinkie?", "La mia coda! Mi... mi freme. Non riesco a fermarla. Significa che sta per cadere qualcosa".

Pochi istanti dopo, la statua di un uccello cadde di fianco a Fluttershy, la quale lanciò un urlo e si fiondò a fianco dell'amica. "Che succede?" chiese spaventata.

Uno strano verso provenne dalle fronde degli alberi mentre alcune foglie cadevano al suolo.

Subito dopo, una bizzarra gallina con coda di serpente atterrò vicino alla statua.

"È una Coccatrice! Scappiamo" urlò Fluttershy indietreggando insieme all'amica.

Le due iniziarono una lunga fuga tra gli alberi. Evitando liane e saltando tronchi caduti, mentre i versi della creatura si facevano sempre più vicini.

Dopo aver galoppato per quelle che sembravano ore, sentirono uno spaventoso ruggito provenire da qualche metro più avanti, nei cespugli.

Poco dopo, una enorme manticora comparve di fronte a loro.

Le due si abbracciarono spaventate. "Ci mangerà" urlò Fluttershy in preda al panico.

La bestia le squadrò per qualche istante, prima di compire un lungo balzo in avanti, atterrando di fronte alla coccatrice.

Urla strazianti e ruggiti minacciosi provennero dalle loro spalle. Ma le due non osarono voltarsi nemmeno per un secondo.

Quando il baccano cessò, la manticora riapparve di fronte a loro. Il muso sporco di sangue vermiglio e brandelli di carne.

Le amiche si strinsero ancora più forte, attendendo la propria morte.

Fluttershy, non sentendo più nulla, azzardò ad aprire gli occhi. Ciò che vide, le riempì gli occhi di gioia. La bestia  le stava mostrando la cicatrice sul palmo della zampa.

Fluttershy gli si lanciò contro euforica. "Sei davvero tu?". La manticora cadde a terra facendo le fusa, mentre la puledra strofinava la testa sul suo pelo.

Pinkie Pie era ancora terrorizzata. "C...chi è lui?". L'amica si staccò dalla creatura e le si avvicinò. "Ti ricordi la prima volta che abbiamo conosciuto Twilight? Quando Nightmare Moon voleva far calare la notte eterna? Questa è la manticora con la spina nella zampa". Pinkie spalancò la bocca incredula. "Woooow! L'amicizia colpisce proprio tutti".

Fluttershy parlò con la manticora dicendole che dovevano attraversare la foresta. La creatura annuì diverse volte, come se la stesse capendo.

A spiegazione finita, la bestia abbassò il ventre, invitando le due pony a cavalcarla.

Fluttershy non saltò subito su senza problemi. Pinkie Pie, però, era ancora impietrita davanti al grosso amico. "C'è qualche problema Pinkie?", chiese l'amica preoccupata. "Io beeh... è una manticora! Da piccola mi hanno sempre detto che sono creature pericolose e carnivore".

Fluttershy sorrise bisbigliando qualcosa all'orecchio della manticora.

La bestia, si avviò verso la puledra rosa, per poi leccarle la guancia affettuosamente.

"Si sta scusando per averti spaventata". Pinkie Pie, subito, si rilassò, salendo poi, sul dorso della manticora. Ti perdono, amico! FORZA SI PARTE!".

Lo strano gruppo di amici attraversò velocemente la foresta, per giungere in seguito al deserto di San Palomino. La cavalcata permise inoltre alle due puledre di riacquistare le energie.

Quando arrivarono al limitare della foresta, apparve di fronte a loro un'enorme distesa di sabbia. "Il deserto! Siamo arrivate". Disse Fluttershy. "Vedi quello strano edificio? Quella è la casa di Discord". Continuò, poi, indicando una costruzione lontana.

La manticora fece scendere le due puledre miagolando dispiaciuta. "Dice che non può accompagnarci oltre. Grazie amico". La creatura lanciò un ruggito, prima di dileguarsi nella boscaglia.

Le due si incamminarono nel deserto, avanzando verso l'abitazione dello spirito del caos. "Che noia! È tutto uguale. Il deserto non è divertente!" Sbottò ad un certo punto Pinkie Pie.

L'amica le sorrise. "Tranquilla. Manca poco. Vedi? Siamo molto più vicine adesso". Infatti, l'enorme casa si stagliava di fronte a loro in tutta la sua stravaganza.

Era circondata da un enorme crepaccio, sul cui fondo si trovavano infiniti oggetti di uso quotidiano: dai giornali, ai soprammobili. Dai vestiti agli scarti di cibo.C'era persino qualche lavandino. Da questa confusione, venne scelto il nome Gola del caos.

L'unico modo per superare il burrone era un grosso ponte di pietra decorato con statue raffiguranti il draconequuus nelle pose più imbarazzanti.

La casa sembrava uscita da un quadro di Ponio Picasso. La porta d'ingresso era montata al contrario. Le vetrate di essa erano al livello del terreno, mentre la porta del gatto era posta in cima.

Le finestre, multicolori, possedevano le forme più strambe, ed alcune raffiguravano diversi animali in strane posizioni. Un esempio era un orso in tutù che danzava in punta di piedi insieme ad una giraffa.

Le due puledre bussarono alla porta attendendo una risposta.

Pochi istanti dopo, una voce proveniente da un altoparlante, chiese "Chi siete? Se siete dei venditori ambulanti sappiate che non comprerò nulla, a meno che non vendiate delle caramelle gommose... sono una squisitezza!".

Fluttershy si annunciò. "Discord. Sono io Fluttershy. C'è anche Pinkie Pie. Facci entrare!". Un sospiro sconsolato provenne dall'altoparlante. "Quindi non vendete caramelle gommose?". Pinkie Pie urlò. "Io ho portato delle caramelle gommose".

Discord lanciò un ululato di gioia ed aprì la porta, apparendo di fronte alle due con in bocca una pipa da cui uscivano diverse bolle di sapone ed una vestaglia apparentemente costosa. "Allora entrate prego! Siete le benvenute qui. Ciao Pinkie. Allora, dove sono le mie caramelle?". Pinkie Pie fece una faccia seria, fissando lo sguardo sugli occhi del draconequus. "Prima fai piovere latte al cioccolato".

Il draconequus si irrigidì. "D'accordo, ma prima le caramelle", "No, prima fai piovere". Discord ringhiò furioso. "Farò piovere latte al cioccolato quando tu mi avrai dato le caramelle gommose", "Ti darò le caramelle gommose quando inizierà a piovere latte al cioccolato" rispose Pinkie Pie, altrettanto furiosa.

I due continuarono a discutere, finché, alla fine, Fluttershy perse la pazienza. "FINITELA! Discord dobbiamo parlare, abbiamo un problema enorme" disse lanciando un'occhiata raggelante verso il due.

Pinkie abbassò le orecchie spaventata, mentre Discord provò a difendersi. "Ma...", "Niente ma! Ora vi sedete... TUTTI E DUE!".

I due, terrorizzati, si fiondarono su una coppia di poltrone poco distante urtando il tavolino di fronte ad esse. Fluttershy si calmò. "Bene. Avete finito?". I due annuirono, sempre più terrorizzati.

La puledra si spostò quindi su una poltrona libera. Discord venne poi illuminato da una luce accecante e degli abiti da cameriera comparvero sul suo corpo. "Desiderate una tazza di tè, mie care ospiti?" chiese con voce ancora tremolante.

Le due annuirono. "Io vorrei anche una pioggia di latte al...". Pinkie Pie venne zittita da un occhiataccia dell'amica. "Ehm... ripensandoci, preferirei una fettina di limone, insieme al tè".

Discord scomparve e riapparve in un lampo con un vassoio tra le zampe. Lo appoggiò sul tavolino di fronte e versò il tè nelle tazze. "Allora Fluttershy, di cosa volevi parlarmi?". chiese più calmo.

"Abbiamo un problema ad Equestria e tu devi aiutarci a risolverlo. Vedi...".

Il pegaso raccontò gli eventi degli ultimi giorni. Partendo dall'incontro con stefano, di come la tenebra attaccò Canterlot, ed arrivando alla profezia del demone. Solamente Stefano poteva sconfiggerlo".

Discord poggiò lo sguardo verso un punto davanti a sé, fissando il vuoto pensieroso. "Un visitatore da un'altro mondo, hai detto? Strano. Non ne ho mai sentito parlare. In tutti i miei anni di vita non è mai successo".

"Esatto. Lui è più potente di tutti noi. Persino di te". Disse Fluttershy. Poi un'idea le venne in mente. "Potresti insegnargli ad utilizzare la magia del caos. Forse può utilizzarla anche lui".

Discord scosse la testa. "Vi aiuterò come posso... ma non intendo insegnare niente a nessuno. Combatterò al vostro fianco, ma i miei poteri rimangono i MIEI poteri!".

Fluttershy non ne sembrò entusiasta. "Se tu gli insegnassi il tuo tipo di magia, lui avrebbe più possibilità di battere il nostro nemico. Se noi perdiamo, l'intero mondo verrà inghiottito dall'oscurità. Anche tu moriresti".

L'amico roteò gli occhi, si illuminò ancora, e dei vestiti da accademico gli apparvero addosso. "D'accordo, farò come volete. Ma se non passa gli esami finali, non gli farò ripetere l'anno" disse fingendo una voce professionale.

Fluttershy lo abbracciò. "Perfetto! Allora possiamo partire per Ponyville" disse avviandosi verso la porta.  Discord sembrò deluso. "Di già? Ma non ti ho fatto vedere la mia nuova collezione di sculture di legno" disse facendo comparire una fila di statuette raffiguranti se stesso con indosso dei vestiti che Pinkie Pie trovò buffi. "Woow! Ce né per tutti i tipi. Dal Discord francese, al Discord in costume da bagno! Posso prendere il Discord pasticcere?" chiese euforica.

"Certo. Fanno quattro caramelle gommose". Pinkie Pie si scaldò. "Te ne do due", "Ho detto quattro". Dal nervosismo passò alla furia. "Te ne do quattro se farai anche piovere latte al cioccolato".

Discord cedette. "D'accordo tieni" le porse la statuetta e schioccò le dita creando una nuvola rosa sopra la testa della puledra, la quale, dopo aver tirato fuori dalla sacca le caramelle ancora incartate, cominciò a bere il latte che pioveva da essa.

Intanto che Pinkie Pie beveva litri e litri di latte, Discord e Fluttershy discutevano su quale fosse la statuetta più bella.

Dopo qualche ora, i tre partirono per ponyville cavalcando in volo un tappeto del salotto di Discord.

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Capitolo 12
*** Capitolo 11: Bagliore Celeste ***


Capitolo 11: Bagliore Celeste

Seth e gli altri tornarono dalla cava portando con loro tutto il carico raccolto.

Portarono tutto il metallo al fabbro di Ponyville, il quale, vedendoli arrivare, chiese "Posso aiutarvi?". Seth gli si avvicinò. "Sì. Lasciaci la bottega per tutta la giornata, ti meriti un giorno di riposo, vecchio mio". Il fabbro rimase a bocca aperta davanti alla sfacciataggine del pegaso bianco. "Ehi! Ma chi vi credete di essere. Fuori dalla mia fucina!".

Seth gli si avventò contro bloccandolo alla parete. "Senti. Ho appena perso la mia famiglia, quindi potrei esplodere in qualsiasi momento! Ti consiglio di moderare il tono. Devo forgiare un'arma speciale all'eroe, quindi sloggia e prenditi un giorno libero". Disse ponendogli nello zoccolo uno degli zaffiri raccolti. L'altro corse fuori dalla bottega terrorizzato.

Il gruppo entrò nella fucina, e Seth, rivolgendosi ad Applejack disse "Vai a chiamare l'eroe", "Si chiama Stefano, e gradirei un po' più di cortesia" disse stizzita. "D'accordo. Potresti andare a chiamare Stefano, per favore?". Chiese cercando di mantenere il controllo. "Così va meglio" disse la puledra allontanandosi dall'officina.

Seth raccolse una pinza tra gli zoccoli e prese un pezzo del metallo incantato, posandolo all'interno del crogiolo.

Intanto che il metallo si scaldava, dispose sul tavolo gli attrezzi: un martello, delle pinze ed un mucchietto di cote.

Attese che il metallo si sciogliesse e lo raccolse in un contenitore che posò su un ripiano apposito.

Chiamò Rarity. "Ora devi far levitare parte del composto su quell'incudine lì". Rarity ascoltò ed eseguì.

Il pegaso fece cadere dell'acqua sul metallo incandescente per renderlo abbastanza solido da cominciare a modellarlo. In seguito, prese il martello tra i denti e cominciò a battere forte sull'incudine, fermandosi qualche volta per rimirare la lama.

Qualche tempo dopo, Applejack tornò seguita da Stefano e Twilight.

Seth alzò la testa fissando lo sguardo sul ragazzo. "Ok Stefano. Ora devi far convogliare la tua magia nel metallo della lama. Pensa alla forma dell'arma, così che il metallo si modelli da solo. Io darò qualche ritocco se vedo dei problemi. Ma sarai tu a modellare la lama".

"Ma io non ho mai usato una spada. Non so come deve essere nel dettaglio". Seth gli posò uno zoccolo sulla spalla e gli sorrise amichevolmente. "Tu dovrai solamente dare forma alla spada. Io penserò ai dettagli. Rilassati e vedrai che ce la farai. Forza su!"

Stefano si concentrò immaginando come dovesse essere la sua spada e cominciò ad inviare un debole flusso di magia verso la lama.

Il metallo cominciò a muoversi e a modellarsi. Seth batteva qualche volta su un lato, qualche volta sull'altro, cercando di rifinire i bordi e dare alla lama il peso giusto.

Passarono così quasi due ore. Il metallo incantato, incapace di raffreddarsi, rimase malleabile per tutto il tempo, permettendo così a Seth di apportare piccoli ritocchi, in modo che la lama apparisse perfetta.

Dopo un'altra ora di duro lavoro decise che la spada era finita. Così la prese con le pinze e la fece affondare dentro un secchio pieno d'acqua.

"È fatta. Ora devo solo affilarla e sarà pronta. Dalle un nome ed essa si legherà al tuo corno. La spada risponderà a te solamente, potenziando inoltre i tuoi incantesimi".

*

A lavoro finito sollevai la spada con la levitazione e la avvicinai a me. Era bellissima.

La lama azzurrognola, quasi lo stesso colore del mio manto, lanciava riflessi di luce stupendi. Il piatto della lama presentava delle venature viola, che mi ricordavano molto il manto di Twilight. Ponendola di traverso, intorno ad essa appariva un'aura magica dei colori dell'arcobaleno.

L'elsa  era decorata con vari materiali che creavano degli strati Blu e viola. Al centro di essa era fissato un enorme zaffiro blu scuro.

Pensai ad un nome per quella spada. Un nome perfetto che descrivesse a pieno la sua bellezza e la sua letalità. Poco dopo dissi ad alta voce " Ti chiamerò "Bagliore Celeste". Scelsi quel nome pensando all'alone arcobaleno che pervadeva la lama.

Di colpo la pietra incastonata nell'elsa prese a brillare di luce propria, ed un ponte magico prese forma collegando la spada al mio corno sparendo pochi secondi dopo.

Seth sorrise compiaciuto. "Perfetto. Ora la lama appartiene a te solamente. Ora andate pure. Devo affilarla. Domani sarai pronto per l'allenamento".

Posai Bagliore Celeste sul tavolo e tutti uscimmo dalla bottega, lasciando il soldato solo con la mia futura spada.

Fuori dall'officina trovammo Fluttershy, Pinkie Pie e... Discord ad aspettarci.

Il draconequus mi squadrò. "E così tu sei l'eroe, vero? Ti immaginavo più alto". Io lo fissai ad occhi spalancati. "Tu devi essere Discord: lo spirito del Caos e della disarmonia. Ci aiuterai con il nostro problema?". La creatura sorrise e si travestì da cacciatore. "Ma certo! Ho sentito dire che stiamo cacciando un minotauro oscuro, vero?".

Tentai di rispondere ma lui mi zittì ponendomi una zampa di leone sulle labbra, per poi travestirsi da accademico. "Non solo vi aiuterò a sconfiggerlo. Ma, inoltre, ti insegnerò la magia del caos. A fine corso, se avrai passato gli esami, ti darò questo" disse colpendomi in testa con un falso diploma.

Sentimmo un urlo raggelante dietro di noi. "TWILIGHT!".

Ci voltammo tutti per vedere chi fosse e vedemmo che Spike stava correndo a rotta di collo verso di noi.

Quando fu a pochi metri  urlò "Twilight è arrivata una lettera da Canterlot. È della massima urgenza!" disse sputando una nuvola verde che si trasformò in un pezzo di carta.

Twilight la raccolse ed iniziò a leggere ad alta voce:

Mia cara allieva Twilight Sparkle. Voglio che tu e i tuoi amici veniate subito a Canterlot per degli affari importanti. Tuo fratello Shining Armor ed il resto dell'esercito reale sono vivi e si trovano qui in città. Hanno riportato grafi ferite ma sembrano stare bene. Devo parlare con Stefano a proposito di Daimonius.

Con urgenza

La tua mentore  Princess Celestia.


L'unicorno abbassò la lettera mentre varie lacrime rigavano le sue guance. "Mio fratello è a Canterlot... ed è ferito". Io la abbracciai stringendola a me, cercando di confortarla. Lei affondò il muso nella mia criniera, bagnandomela con le lacrime. Le sussurrai dolcemente in un orecchio "Andrà tutto bene, vedrai".

Quando si calmò, decisi di prendere in mano la situazione. "Sentite oramai è sera. Ora riposiamo, e domani andremo tutti a Canterlot. Compresi Seth e Discord. Forza, tornate alle vostre case, ci aspetta una lunga giornata" dissi con determinazione.

Ci avviammo tutti verso le nostre abitazioni cercando di mantenere la calma. Discord avrebbe soggiornato nel cottage di Fluttershy.

Quando arrivammo in biblioteca, Twilight, ancora lacrimante, mi chiese singhiozzante "Posso dormire con te?". Io arrossì imbarazzato ed annuì.

Quella sera unimmo i letti e ci sdraiammo vicini. Io le passai uno zoccolo intorno al collo, avvicinandola a me.

Sentivo il suo respiro solleticarmi il muso, mentre il silenzio veniva interrotto dai suoi singhiozzi. La baciai in fronte ripetendole "Andrà tutto bene, vedrai".

Lei si appoggiò al mio petto sfogando il suo dolore. "Mio fratello... che cosa gli sarà successo". Continuai a coccolarla, non sapendo cosa dire. Poco dopo sentii il suo respiro farsi più profondo, finche, alla fine, si addormentò tra le mie zampe.

Così, confortati uno dalla presenza dell'altra, ci addormentammo, attendendo il giorno seguente.

Durante il sonno, venni catapultato nella solita radura, con lo spirito di Star Swirl che mi fissava. "Sei pronto ad imparare il tuo primo incantesimo da eroe". disse avvicinandosi a me. "Non sarà un apprendimento con libri ed altri tipi di scartoffie. Ti passerò le mie conoscenze direttamente nella tua mente". Così dicendo, illuminò il suo corno.

Sentii un formicolio e delle immagini apparvero di fronte a me. Intanto, lo spirito disse "Osserva la creazione di un tornado magico. Assimila i miei insegnamenti ed impara a cambiare gli elementi che compongono questa tromba d'aria di notevole potenza a tuo piacimento: dal fuoco al ghiaccio, dalla semplice aria all'acqua. Puoi perfino creare un campo di elettricità letale attorno ad esso".

Dopo qualche minuto, le immagini sparirono. Pensai a quello che avevo appena visto e subito seppi come crearlo. Mi aveva iniettato le sue conoscenze, ora sapevo come creare un tornado ed a cambiarne gli elementi.

"Questa magia mi ha prosciugato di tutte le energie che avevo raccolto per oggi. Ora torna pure ai tuoi sogni e riposati. Domani sarà una giornata dura".

Detto questo la radura sparì, ed io tornai a dormire profondamente.

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Capitolo 13
*** Capitolo 12: Alleati ***


Capitolo 12: Alleati

Shining Armor si sentì strano, confuso. Cercò di rimettere ordine nella testa, cercò di ricordare gli avvenimenti degli ultimi giorni: un mostro aveva attaccato Canterlot, lui si era schierato dalla sua parte, ma non ne ricordava il motivo. Aveva ordinato agli uomini sotto il suo comando di attaccare Stalliongrado e di uccidere chiunque a sangue freddo, e poi... buio, confusione... No, doveva rimanere lucido.

Aprì gli occhi e si guardò intorno. Era notte, stava piovendo e faceva freddo. Era a terra circondato da migliaia di pony distesi. Erano i membri della guardia, quelli sotto il suo comando. Sembravano respirare, erano vivi.

La massa di corpi gli impediva di spaziare con lo sguardo. Quindi, cercò di alzarsi. Le forze gli mancavano, una pesante stanchezza pervase il suo corpo prima di crollare a terra sfinito. Cominciò ad ansimare spaventato. Che cosa gli stava succedendo?

Dopo qualche minuto decise di calmarsi. Fece un respiro profondo e ritentò l'impresa. Fece forza sui quattro arti e si issò sulle zampe. Ansimava pesantemente, ma riuscì comunque a conservare abbastanza lucidità per guardarsi intorno.

Notò che si trovava su una sentiero montano. Faceva freddo e le forti raffiche di vento tentavano, con la loro brutalità, di riportarlo a terra insieme ai compagni.

Diede uno sguardo dietro di sé e notò una costruzione: un portone di legno con montate sopra delle placche finemente decorate che sbarrava l'accesso, insieme ad un enorme muro, ad una città a lui conosciuta. "Canterlot! Siamo a Canterlot. Meglio che avverta qualcuno prima che tutti muoiano di freddo".

Così, dolorante, si avviò verso il cancello.

Iniziò a bussare, e poco dopo un pony all'interno chiese con voce autoritaria. "Chi va là?".

Shining Armor tra una boccata d'aria e l'altra cercò di rispondere. "Sono Shining Armor, capitano della guardia reale di sua maestà Princess Celestia. Fammi entrare. Io e i miei uomini abbiamo bisogno di aiuto".

"Shining Armor è stato catturato dal demone e dichiarato nemico giurato del regno. Tu sei solo un impostore. Vattene se non vuoi morire". L'unicorno si infuriò. "APRI QUESTA DANNATA PORTA, PHILL!", "Shinig? Sei davvero tu?" così aprì il portone e chiamò le altre guardie. "Aiutatemi, dobbiamo portare questi feriti all'ospedale più vicino e tenerli sotto controllo. Chiamate aiuto!".

Alcune guardie tornarono dentro per chiamare dei medici, mentre la maggior parte di loro portò delle coperte per tenere, i compagni, caldi durante l'arrivo dei soccorsi.

"Come siete arrivati qui? E perché non sembrate essere sotto l'influenza del demone? Shining, amico mio, eravate tutti coperti da quegli strani simboli".

Shining Armor, sempre più affaticato, rispose "Non lo so. Non mi ricordo nulla di questi giorni" disse mentre la vista gli si annebbiava.

Poco dopo, centinaia di carrozze arrivarono. I medici caricarono i corpi sulle barelle, che vennero poi portate dentro le carrozze dirette all'ospedale.

Il guardiano del portone urlò ai compagni "Voglio venti agenti a sorvegliare l'ospedale! Nessuno deve entrare o uscire da lì. Spostate i pazienti in un'altra sede. Quell'edificio deve contenere solo membri della guardia!".

Intanto Shining Armor non resse più la fatica e cadde a terra svenuto. L'amico lo notò e si fiondò in sua direzione. "Portate subito una barella per il capitano. Ho detto SUBITO! Tranquillo amico. Ti rimetterai presto".

*

Al suo risveglio, Shining Armor, si sentiva rinvigorito. Ma ancora piuttosto stanco.

Era all'interno dell'ospedale principale di Canterot.

Una infermiera al suo fianco gli chiese "Come si sente signore? È rimasto privo di sensi per quasi un giorno intero". L'unicorno si guardò ancora intorno, infine rispose "Mi sento molto meglio ora. Ti ringrazio!". Cercò di alzarsi, ma l'infermiera lo bloccò sul materasso. "No, no, no! Non può alzarsi. Dobbiamo ancora sottoporla a delle analisi". Il capitano la spinse via. "Lasciami andare. Sto bene".

All'improvviso, la porta si spalancò, e Princess Celestia entrò nella sala seguita da due guardie.

L'alicorno si fermò davanti a lui. "Buongiorno Shining Armor. Come ti senti?", "Mai stato meglio. Ora posso andare?". Lo sguardo della principessa lo studiò a fondo. "Non è meglio che tu stia a letto ancora per qualche tempo?".

L'unicorno scosse la testa. "No, mi dispiace. Devo partire per l'impero di cristallo. Cadance deve sapere che io sto bene", "La avvertirò io. stai tranquillo e riposati".

L'alicorno aggiunse "Cosa ti è successo in questi giorni? Ti ricordi qualcosa?".

Il capitano della guardia si prese qualche secondo per mettere in ordine i pensieri, per poi rispondere. "Mi ricordo che quell'essere ha attaccato Canterlot e che ha preso il controllo della mia mente e di tutte le guardie sotto il mio comando. Mi ricordo che ci ha portati tutti a Stalliongrado e che ci ha ordinato di distruggerla. Ho cercato di ribellarmi al comando, ma lui ha minacciato di fare del male a Twili. Ora principessa, col vostro permesso devo raggiungere l'impero". Così dicendo si avviò verso la porta.

Celestia gli parlò con voce dolce. "Fermati! D'accordo, ti concedo di andare all'impero. Ma prima voglio che tu faccia una cosa: ho convocato qui Twilight e le sue amiche. Con loro c'è anche Il prescelto. Vorrei che tu gi raccontassi cosa ti è accaduto in questi giorni, e lo aiutassi con l'addestramento. Poi potrai andare all'impero".

L'alicorno attese una risposta. Ma Shining Armor si voltò verso la porta e si avviò fuori dall'ospedale. "Devo avvertire mia moglie. L'impero non sa ancora che cosa sia successo a Canterlot. Devono saperlo tutti. Mi dispiace principessa. Salutate Twilight da parte mia".

Le due guardie si lanciarono all'inseguimento, ma la principessa glielo proibì. "Lasciatelo andare! Ha ragione non abbiamo ancora avvertito l'impero. Princess Cadance non sa cosa sia successo a suo marito in questi giorni. È giusto che vada".

*

Shining Armor salì sul primo treno diretto all'impero di cristallo. Si sentiva male ad abbandonare così la sua sorellina, ma doveva avvertire sua moglie a tutti i costi. L'impero di cristallo non era pronto ad affrontare un pericolo così grande.
Quando il treno raggiunse la stazione dell'impero, l'u
nicorno galoppò a rotta di collo verso il grande palazzo di cristallo. Al suo passaggio, tutti i pony si inchinavano salutandolo. "Bentornato, Prince Shining Armor". Lui non ci fece caso e continuò a galoppare verso la sua amata.

Entrò nel castello e si fiondò verso la sala del trono. Quando Cadance lo vide così stremato, gli si tuffò letteralmente addosso scaraventandolo a terra.

"Mio caro Shining armor, ero preoccupatissima. Ho provato a contattare Canterlot, ma non ricevevo nessuna risposta. Cosa è successo?". L'unicorno si rialzò dolorante e si strinse alla propria amata baciandola amorevolmente. "Cadance sono così felice di rivederti. Sono successe delle cose orribili. Dobbiamo avvertire tutto l'impero. Dichiara lo stato di pericolo ed ordina ad ogni abitante di raggiungere la piazza davanti al castello".

Qualche ora dopo, migliaia di pony di cristallo attendevano impazienti il discorso della coppia sotto il balcone del castello.

I due si affacciarono, ed il principe cominciò a parlare. "Miei cari sudditi, porto delle notizie sconfortanti da Canterlot. La città è stata attaccata: qualche giorno fa, una creatura demoniaca ha attaccato Canterlot ed ha preso il controllo dell'esercito. Io ero uno di loro". Un esclamazione di sorpresa partì da tutti i pony sottostanti, mentre Cadance lo strinse a se. "Sotto la sua influenza e contro la nostra volontà, abbiamo attaccato e raso al suolo la città di Stalliongrado. Migliaia di pony sono stati massacrati ingiustamente". Delle urla terrorizzate si levarono dalla folla, mentre Cadance cominciò a piangere inorridita.

"Ieri mattina, io ed il mio esercito siamo stati trovati davanti alle porte di Canterlot. Non eravamo più sotto il controllo della creatura, per cui siamo stati portati in ospedale e siamo stati curati. Io ora sono qui davanti a voi, per chiedere il vostro aiuto. Aiutate l'impero, aiutate Equestria, aiutate l'intero pianeta! Vorrei chiedere a chiunque ne abbia le facoltà di entrare nell'esercito reale per proteggere il pianeta ed i vostri cari. Non è un ordine. Siete liberi di combattere oppure scappare e nascondervi. Ma voglio solamente informarvi su una cosa: se noi perdiamo, allora l'intero pianeta sarà perduto. Non ci saranno più nascondigli, non potrete più scappare. L'intero mondo verrà inghiottito dalle tenebre, e tutto cesserà di esistere. Se invece combatterete, se ognuno farà la sua parte, avremo maggiori possibilità di vincere. Oggi potrete fare la differenza, OGGI POTRETE SALVARE EQUESTRIA! Combattere per i vostri cari, combattete per voi stessi. Ogni pony, oggi, potrà rendersi utile!".

Urla esultanti provennero dalla folla sottostante, mentre la maggior parte di essi si avviava verso le caserme delle guardie. Pronti per l'addestramento.

Cadance strinse a sé il marito. "Bravo il mio pony speciale" disse baciandolo.

I due si avviarono all'interno del castello per amministrare la politica cittadina, mentre i pony di sotto cercavano in tutti i modi di rendersi utili.

Quel giorno migliaia di pony di cristallo si arruolarono nell'esercito imperiale. Spinti dall'amore per Equestria e dal desiderio di salvare il mondo.

Il cuore di cristallo si caricò di energia ed un'enorme aurora boreale apparve sopra al palazzo, espandendosi in ogni angolo di Equestria.

Ogni pony del regno venne pervaso di quell'amore cristallino. Da quella voglia di difendere il proprio mondo. Il messaggio dell'impero venne accolto da tutto il pianeta.

Pricess Celestia vide l'aurora dal palazzo a Canterlot. Sorrise, un potente esercito stava per nascere. Un potente alleato stava per affiancarli in combattimento.

Quel giorno tutti potevano fare la differenza.

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Capitolo 14
*** Capitolo 13: Il nemico del mio nemico... ***


Capitolo 13: Il nemico del mio nemico...

Il treno si avvicinava a Canterlot sempre di più. Dovemmo prenotare un intero vagone per stare tutti insieme. Dieci individui tra pegasi, unicorni, pony terrestri, umani e creature del caos erano ora riuniti sotto un unico ideale: la sopravvivenza del regno.

Twilight era profondamente addormentata al mio fianco, mentre rimiravo la spada nel suo fodero. Quella mattina Seth me l'aveva portata facendomi lanciare un incantesimo sul fodero, cosicché solamente io potessi sguainarla.

Intanto, nel vagone, tutti parlavano tra di loro: Discord lanciava domande a raffica a mio fratello, chiedendogli informazioni sul nostro mondo; Fluttershy e Pinkie Pie stavano discutendo su cosa fosse meglio tra caramelle gommose e latte al cioccolato; mentre Raimbow Dash, Applejack e Rarity stavano chiedendo informazioni a Seth sull'attacco a Stalliongrado. Intanto che parlava col soldato, Rarity si avvicinava sempre di più alla sua faccia.

Sorrisi vedendo la scena. Tutti amici, tutti riuniti, tutti in viaggio verso la vittoria.

Quando arrivammo alla stazione, scossi dolcemente Twilight, svegliandola dal suo sonno. "Ehi, Twili. Siamo arrivati". Poverina, quella notte la puledra non aveva dormito per niente. Era troppo preoccupata per il fratello.

Scesi dal treno, ci avviammo subito al castello, dove la principessa ci stava attendendo.

"Ben ritrovati miei guerrieri ed eroi" disse mentre noi ci inchinavamo.

Twilight le si fiondò subito accanto. "Come sta mio fratello, dov'è?". La principessa sorrise amaramente. "Sta bene, ma è voluto partire per l'impero di cristallo".

Le lacrime bagnarono il viso di Twilight, ed un triste sorriso le solcò il viso. "Almeno sta bene" disse delusa dall'assenza del fratello.

Mi avvicinai al trono. "Princess Celestia, nella lettera citavate un'altro motivo per il quale dovevamo venire a Canterlot. Cosa succede?". L'alicorno mi guardò severamente. "Ieri l'esercito è stato trovato alle porte di Canterlot, non mi spiego il motivo. Ma forse tu puoi dirmi cosa sta succedendo" disse alzando il tono.

Io sospirai. Era il momento di dire la verità. "La notte in cui abbiamo festeggiato all'angolo zuccherino, Daimonius mi ha fatto visita. Mi ha detto che voleva riconsegnare l'esercito a Canterlot e che lui ne ha trovato uno suo. Non so perché l'abbia fatto, ma l'ha fatto".

Tutto ad un tratto mi sentii sollevare da terra, per poi ripiombare pesantemente al suolo.

La principessa mi sovrastava. "Tu! Piccolo traditore. Sei entrato in combutta con il nemico. Cosa vuoi fare, eh? Conquistare Equestria e farci ciò che ti pare?". Un'enorme palla di fuoco la colpì in pieno volto, fermando la magia che mi teneva sospeso in aria.

Caddi a terra dolorante, mentre Twilight mi si parava davanti. "Principessa lasciate stare Stefano. Lui non ha niente a che vedere con quel demone".

L'alicorno spalancò gli occhi sorpresa. "Twilight ma che cosa... togliti di mezzo, è un traditore e deve essere giustiziato". Luna apparve dal nulla e si pose al suo fianco. "Giustizia sarà fatta. Elimineremo il traditore!". Il corno le si illuminò ed, in seguito, avvertii un dolore lancinante alla testa.

"Oh, non credo proprio!". Discord la immobilizzò a terra, fermando il flusso magico avvelenato.

"Che cosa credete di fare?" urlò Celestia furiosa. "Voi non avete alcun diritto di decidere ciò che è giusto o sbagliato. È una decisione che spetta a me e mia sorella, che ci piaccia o non ci piaccia, dobbiamo proteggere il regno a qualunque costo!", "Principesse, lasciate stare il mio Stefano" disse Twilight porgendomi uno zoccolo.

"Il tuo Stefano? Sai cosa è successo ieri? Appleloosa è stata rasa al suolo dal nuovo esercito di quel demone. Un esercito formato da guerrieri che sanguinano ombre tutt'intorno a loro. Lui centra qualcosa, ne sono sicura!".

Applejack venne pervasa dal dolore. "Appleloosa è stata rasa al suolo? C'erano molti membri della mia famiglia lì". L'alicorno annuì. "Già, nessuno si è salvato. Ora, vedete cosa sta succedendo al nostro regno? Vedete quali sciagure ci stanno colpendo? E tutto per colpa di chi?".

La campagnola si avvicinò a me con sguardo furioso. "Appleloosa è stata distrutta, tutta la mia famiglia è morta!". Quando fu di fronte a me, mi pose uno zoccolo sulla guancia. "Ma so che tu non c'entri nulla!", si rivolse in seguito alla principessa. "Mi dispiace, principessa, ma qualunque cosa pensiate, io sto con Stefano".

La sovrana alzò Applejack furiosa. "Voi vi state sbagliando, tutti! Lui è un pericolo per il regno, un pericolo per tutti noi! E come tutti i pericoli, va' eliminato".

Insieme alla rabbia, sentii una strana energia attraversarmi tutto il corpo. Alla fine non riuscii più a contenere la mia ira e sollevai le due principesse da terra. Il mio corno lanciava bagliori incandescenti da ogni parte. "Cercate di capire principesse. Io non c'entro nulla con questi attacchi. Io sono stato scelto, contro la mia volontà, per sconfiggere questo nemico. Potrei decidere di andarmene in qualunque momento e lasciare Equestria al suo destino. Ma è una scelta che non compirò mai. Qui ho incontrato dei pony meravigliosi, che mi hanno insegnato i valori dell'amicizia. Ho stretto amicizie e mi sono innamorato di una pony speciale. Perché stiamo combattendo tra di noi, quando il nemico è la fuori e sta distruggendo città popolate da migliaia pony innocenti?".

Luna, accecata dalla rabbia, scagliò un raggio magico in mia direzione, che venne, però, assorbito dallo scudo di Twilight.

A quel punto la nebbia oscura si materializzò di fronte a noi, e Daimonius apparve da essa con sguardo fiammeggiante. "Voi, luridi stolti! Sarò io ad uccidere il prescelto, nessun'altro è autorizzato a farlo. Decisi di risparmiare questa città perché governata da sovrani giusti e comprensivi. Ma ora vedo che quell'armonia è morta. Meritate tutti di morire!". Poco dopo, migliaia di pony d'ombra apparvero tutt'intorno a noi, ed urla terrorizzate attraversarono la città mentre i suoi abitanti venivano trucidati senza pietà.

Il demone volse lo sguardo in mia direzione. "Prescelto, ti consiglio di non immischiarti. Sarai l'unico sopravvissuto, ma se proverai ad ostacolarmi... sappi che i miei guerrieri non avranno pietà". La nube lo avvolse e sparì.

Eravamo circondati. Migliaia di ombre vive, minacciose, si trovavano tutte intorno a noi. Non avevamo scampo.

Adagiai le due principesse a terra, mentre lentamente ci mettevano tutti in posizione da combattimento.

Le guardie reali si frapposero tra noi e gli aggressori, formando un anello intorno a noi.

Ad un certo punto l'attacco iniziò: una guardia venne trafitta da una lama oscura, mentre gli altri cercavano di difendersi. Alcune ombre vennero sconfitte, ma ci sovrastavano nettamente di numero, così, le guardie iniziarono a morire una ad una.

Quando anche l'ultima cadde a terra priva di vita, le ombre si avventarono sui miei amici, non degnandomi  nemmeno di uno sguardo.

Discord lanciò un incantesimo che disarmò tutti i pony d'ombra vicini, dandoci un enorme vantaggio.

Vidi che Twilight era circondata da una decina di pony oscuri, cercava di difendersi con scudi e contrattaccando con palle infuocate, ma era tutto inutile.

Decisi di non attendere oltre, così, andando contro l'ammonimento del demone e mettendo la mia stessa vita in pericolo, sguainai la spada lanciandomi in soccorso di Twilight.

La lama trapassò le loro carni oscure senza difficoltà. Rimirai la spada sbalordito mentre brillava di luce propria disintegrando il sangue di cui era ricoperta.

Sentii, poi, una voce nella mia testa. "Hai fatto la tua scelta. Perirai qui insieme agli altri!". Quando il demone finì di parlare, altri aggressori apparvero dal nulla. Eravamo spacciati.

Cercammo di difenderci come meglio potevamo, ma sapevamo che non sarebbe servito a nulla.

Pinkie Pie ed Applejack scalciavano forsennatamente tutti i pony che Discord disarmava; Raimbow Dash, Fluttershy e mio fratello raccoglievano tutto ciò che potevano tra busti e vasi, per poi scagliarli dall'alto, tra le fila nemiche. Seth combatteva come un diavolo: colpiva i nemici con una ferocia tale da fargli perdere l'equilibrio ed usava le ali per catapultarsi sopra di loro.

Discord disarmava i nemici, toccandoli in seguito sulla testa per trasformarli in oggetti inanimati che venivano poi scagliati dai pegasi, in mezzo ai nemici. Le due Sorelle regnanti lanciavano raggi di energia ed onde d'urto per uccidere e stordire.

Io, invece, tentavo di difendere Twilight e Rarity, le quali venivano continuamente accerchiate da orde di nemici. Tiravo fendenti a destra e a manca disarmando e trafiggendo centinaia di nemici, mentre, insieme alle due puledre, lanciavo palle di fuoco, fulmini, e lastre di marmo raccolte da terra, sui nemici.

La situazione era critica. Ne uccidemmo molti, ma sembravano infiniti.

Ad un certo punto persi la pazienza. Mi sembrava ingiusto morire così, dopo tutti gli allenamenti a cui io e mio fratello eravamo stati sottoposti. Non era giusto.

La rabbia prese il sopravvento, i miei nervi si irrigidirono mentre il mio corno si illuminava.

Un potente terremoto fece crollare il soffitto del salone mentre io creai un'enorme bolla magica che ci racchiuse tutti e dodici.

L'intera stanza ci crollò addosso, schiacciando tutti i nostri aggressori.

Quando la polvere si diradò, terminai l'incantesimo e lo scudo si dissolse.

Mi girava la testa, faticavo a reggermi in piedi. Twilight lo notò e mi sorresse col suo fianco.

Seth mi diede alcune pacche sulla spalla. "Bel lavoro ragazzo, ma non abbiamo ancora finito: la città brulica ancora di ombre. Dobbiamo fermarli subito". Io lo guardai stremato. "Ma non ho più forze. Non posso replicare l'incantesimo".

Il pegaso abbassò le orecchie. "Allora temo che non ci sia più niente da fare".

Altri pony oscuri superarono i resti del palazzo e ci si posero davanti. "Stefano non riesce a stare in piedi. Non può più combattere" urlò Twilight terrorizzata.

Princess Celestia abbassò lo sguardo a terra. "È tutta colpa mia. Se non avessi dubitato di te, ora non saremmo qui". Si girò verso di me in lacrime. "Mi dispiace Stefano. Ma non possiamo fare più niente. Il nostro mondo è spacciato".

No... questo non può accadere. Perché? Ci siamo allenati così tanto e per cosa? Per venire uccisi da dei tirapiedi? No, non è giusto.

Iniziai a lacrimare mentre tutti ci stringevamo aspettando la nostra fine.

Tutto ad un tratto, il cielo si oscurò. Il mondo stava per essere inghiottito dalla tenebra.

Alzai lo sguardo al cielo, aspettandomi di vedere un'enorme faccia ghignante, ma non fu così.

Migliaia di creature nere stavano sorvolando Canterlot.

Erano neri, sì, ma non sembravano delle ombre. Sembravano più degli... insetti.

Concentrai lo sguardo su quelle creature che ora, stavano scendendo in picchiata.

Una più grossa si staccò dal gruppo, mentre il resto cominciò ad attaccare le ombre ed ad aiutare i
cittadini.

La creatura atterrò vicino a noi, eliminando in pochi colpi, le decine di pony d'ombra che ci stavano assaltando.

A lavoro finito guardò in nostra direzione. "Il mondo sta per finire,  e noi non potevamo mancare alla festa. Vi stiamo aiutando pony, ma ricordate che non siamo alleati. Abbiamo solo uno scopo comune. A lavoro concluso ognuno torna da dove è venuto". Queen Chrysalis parlò con tutta la freddezza che possedeva. Celestia annuì. "Grazie Chrysalis, grazie di cuore per l'aiuto che ci state dando". La regina dei mutaforma lanciò un verso spazientito. "Vedetela come volete. Io so solo che se il mondo finisce, non avrò più terre da conquistare".

Così facendo si levò in volo aiutando i suoi sudditi a liberare la città.

Io mi sdraiai a terra sfinito. "Siamo salvi, finalmente". Twilight appoggiò la testa sulla mia schiena lanciando un sospiro di sollievo. "Ce la siamo veramente vista brutta, eh?".

Quando il pericolo fu estinto, Celestia si alzò in volo seguita dalla sorella. Chrysalis si pose, poi, accanto ai due alicorni.

La principessa del sole parlò ai soppravvissuti. "Oggi una catastrofe si è abbattuta sulla nostra Canterlot. Molti di voi hanno perso famigliari e amici durante l'attacco. Ma se siamo qui ora, è grazie a Queen Chysalis, la quale è venuta in nostro soccorso, superando il rancore che ci divide. Ora, figli miei, vi chiedo di unirvi all'esercito reale per allontanare da noi questo pericolo PER SEMPRE!". In seguito mi sollevò in cielo con la levitazione. "Qui accanto a me si trova l'eroe che sconfiggerà il demone che sta distruggendo la nostra terra. Non ce la farà mai da solo, per questo abbiamo bisogno di più zoccoli possibili. Aiutateci a salvare il regno. Ogni aiuto conta, ogni pony conta. DIFENDIAMO IL NOSTRO MONDO!".

Urla esultanti partirono da tutte le strade di Canterlot, mentre migliaia e migliaia di pony chiamavano i membri della guardia per dare la loro adesione all'arruolamento.

Ognuno voleva aiutare come meglio poteva, cercando di fare la differenza.

Celestia tornò a terra, per poi rivolgersi al nostro gruppo. "Tornate a Ponyville e terminate l'addestramento". Posò poi lo sguardo su di me. "Noi saremo sempre al tuo fianco Stefano. Qualunque cosa farai".

Così, tutti e dieci, ci avviammo alla stazione. I pony per le strade si inchinavano al nostro passaggio, mentre alcuni esultavano entusiasti.

Ora dovevo solo completare l'addestramento... poi sarebbe stata guerra.

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Capitolo 15
*** Capitolo 14: Onore e gloria agli eroi ***


Capitolo 14: Onore e gloria agli eroi

Quando scendemmo dal treno, fui colpito da un dettaglio sconcertante: la stazione di Ponyville era deserta.

Subito ci preoccupammo, mentre mio fratello chiese. "Dove sono tutti?".

Passeggiammo per le strade deserte, la città sembrava abbandonata. Twilight chiese paurosa. "Che... che cosa è successo?". Ci avviammo verso la biblioteca, dove scoprimmo che Spike era sparito. Ci spostammo, in seguito, all'Angolo Zuccherino. Nessun segno di anima viva.

Applejack guardò un punto lontano preoccupata. "La fattoria!" urlò galoppando verso casa sua.

Noi la seguimmo fino a giungere alla tenuta. Quando fummo davanti al portico, ci preparammo al peggio.

La puledra spalancò la porta con un calcio. "Applebloom, Big Macintosh, Granny Smith! Dove siete?". Nessuna risposta. Cercammo per le stanze buie con il cuore in gola, ma erano tutte vuote.

Uscimmo in silenzio dalla fattoria.

Applejack si sedette su uno sgabello vicino al fienile, lacrimante. "Sono tutti morti, non è vero?". Io mi appoggiai a lei. La mia voce era spezzata dai singhiozzi. Non riuscivo a contenere le lacrime. "Non abbiamo trovato i corpi. Potrebbero essere scappati ed essersi nascosti da qualche parte. Non possiamo essere sicuri che siano morti". Tutti, intorno a me, mi guardarono con un sorriso amaro. Speravamo tutti che fosse così. Ma non potevamo esserne certi.

All'improvviso, Applejack, abbatté uno zoccolo sul muro della casa. "Dannazione! Abbiamo salvato Canterlot, e per cosa? Per poi tornare a Ponyville e scoprire che sono tutti morti? NON È GIUSTO!".

Le amiche le si fecero vicine confortandola. Mentre io, mio fratello, Seth e Discord discutevamo tra di noi.

"Voi che ne pensate?". Chiese il pegaso bianco battendo uno zoccolo a terra. Mio fratello scalciò sollevando una nuvola di polvere. "Io penso che quel bastardo ci abbia ingannati. Ha usato Canterlot come diversivo. Ma il suo vero obbiettivo era Ponyville".

Seth annuì. "Già. Questa è una strategia infame. Attaccando Ponyville, ha abbassato il morale a tutti. Guardate la povera Applejack. Non credo si riprenderà mai da questo shock".

Mio fratello si rivolse a me. "Ora cosa facciamo?".

Io abbassai il capo incapace di parlare. Incapace di pensare. Le lacrime mi coprivano gli occhi, mentre mi giravo, dando le spalle al gruppo. Riuscii a bisbigliare solamente un debolissimo "Non lo so. Abbiamo perso".

Appena finii la frase, sentii una fitta lancinante al fianco, per poi cadere a terra dolorante. "Non ripetere mai più una cosa simile". Applejack era sopra di me e mi fissava furente.

La guardai con occhi spenti. Ormai avevo finito di lottare. "Ma è così. Abbiamo perso TUTTO!".

La puledra mi colpì in faccia con uno zoccolo procurandomi un taglio sottile sulle labbra. Un piccolo rivolo di sangue cominciò ad uscire dalla ferita. "Stefano, ascoltami! Non puoi buttare via tutto l'allenamento che hai fatto. Non puoi gettare via la nostra fiducia. Tu sei speciale. Non lo dico solo per tirarti su di morale, No! Tu sei speciale in tutti i sensi. Sei più forte di chiunque altro, sei figlio di un alicorno e sei più determinato a sconfiggere questo demone di tutti noi messi assieme. Abbiamo perso i nostri amici, i nostri partenti e tutte le persone a noi care. Ma, per amor di Celestia, questo non ci fermerà dal salvare il mondo. Quindi ora alzati e pensa a qualcosa!".

La puledra mi tirò su di forza, mentre io la fissai meravigliato. Dopo la grande perdita subita era ancora determinata a lottare. La ammirai per questo. "Grazie Applejack!" dissi passandomi uno zoccolo sul viso.

Ad un certo punto Discord attirò la nostra attenzione. "Guardate là!". Disse indicando la strada che portava verso Ponyville.

Un pony, coperto da una mantella scura, ci fissava a qualche chilometro di distanza da noi.

"Ehi, chi sei? Sai per caso cosa è successo qui?" urlò Twilight in sua direzione.

Il pony si girò e si avviò al galoppo verso Ponyville. "Sta scappando. Dobbiamo inseguirlo" dissi lanciandomi verso la creatura, seguito dal resto del gruppo.

Il pony era veloce, ma riuscimmo a stargli dietro. Attraversammo la città con un percorso non ben definito, passando per vicoli e vie secondarie.

Ad un certo punto entrò nel municipio sbattendo la porta dietro di sé. 'È in trappola' pensai rallentando il passo.

Cercai di aprire la porta ma era bloccata, quindi provai a tirarle un calcio. Scricchiolò appena ma non si aprì.

Applejack, con voce carica d'odio disse "Levati da lì, faccio io!". Mi spostai mentre lei si era già girata di spalle. Caricò il colpo con entrambi gli arti posteriori e la colpì con tutta la forza che possedeva.

La porta cedette e le due ante vennero scardinate, atterrando qualche metro più avanti.

L'interno dell'edificio era buio. Twilight, accendendo il corno urlò "Dove diavolo sei? Fatti vedere!"

A quelle parole le luci vennero accese e migliaia di pony sbucarono da sotto i tavoli. "SORPESA!".

Io ero confuso. Dalle facce degli altri, intuii che non ero l'unico. "Cosa sta succedendo?" chiesi con un filo di voce.

Il sindaco ci si avvicinò. "Abbiamo organizzato una festa per tutti voi. Abbiamo saputo che avete salvato Canterlot dall'attacco di quel mostro e volevamo ringraziarvi". Io, sempre più confuso, chiesi "Come fate a saperlo? È successo solamente due ore fa". Il sindaco rise. "Ragazzo, il discorso di Celestia si sarebbe potuto sentire fino all'impero di cristallo. Ma ora basta parlare di questo. Salite tutti sul palco".

Continuavo ad avere una faccia da ebete. Non riuscivo a credere che tutta la città si fosse riunita per organizzarci una festa.

Mi voltai e vidi che Applejack era circondata dai suoi famigliari. Mi avviai verso di loro.

"Ti è piaciuta la sorpresa che ti abbiamo fatto, sorellona?" chiese Applebloom eccitata. La puledra abbassò il capo. "Mi avete spaventata a morte. Credevo che il demone avesse attaccato Ponyville e che voi foste tutti...". Non riuscì a finire la frase, poiché gli occhi le si riempirono di lacrime. Mi avvicinai a lei e le posi uno zoccolo sulla spalla. "Va tutto bene, Applejack. Non è successo nulla".

Lei si fiondò su suo fratello, abbracciandolo, mentre Granny Smith cercava di confortarla. "Su, su piccola! Non è successo niente. Va tutto bene. È una festa. Niente pensieri tristi".

La piccola Applebloom si avvicinò a me, corrugando la fronte. "Che cosa le è accaduto?". Io la guardai accennando un sorriso amaro. "È solamente molto felice della festa che ci avete riservato. Si è emozionata per la sorpresa che ci avete fatto" le mentii. La puledrina inclinò la testa da un lato dubbiosa. "E perché tu non stai piangendo? Non ti piace la sorpresa che ti abbiamo fatto?".

Sorrisi ancora più profondamente e cercai di simulare uno sguardo fiero, gonfiando il petto. "La festa è bellissima. Ma io sono troppo tosto per piangere". Le feci l'occhiolino e le arruffai la criniera. "Ora vai a divertirti con le tue amiche. Vedo che Sweetie Belle e Scootalo ti stanno aspettando".

Effettivamente, le due puledrine erano a pochi passi da noi due e stavano osservando la scena. Applebloom mi salutò e corse via insieme alle amiche.

Quando la piccola se ne andò, mi avvicinai ad Applejack. "Il sindaco ci vuole sul palco. Te la senti di venire, o preferisci stare qui con la tua famiglia?", "Non vi abbandonerei mai!" disse asciugandosi le lacrime.

Ci avviammo verso il palco, passando attraverso pony esultanti e tavole apparecchiate. Mi sentivo a disagio. Non mi piaceva essere al centro dell'attenzione e dallo sguardo nervoso di Fluttershy potevo capire che anche lei la pensava come me.

Quando fummo sul palco, urla esultanti seguite da mille applausi partirono dal pubblico sottostante.

Il sindaco si avvicinò al microfono, mentre io mi stringevo sempre più imbarazzato a Twilight, la quale iniziò a ridere. Me ne accorsi. "Che c'è?" chiesi. Lei mi sorrise. "Oggi hai dimostrato una freddezza incredibile davanti alle principesse. Ora, così terrorizzato dai cittadini, sembri un altro pony". Sorrisi imbarazzato, guardando da un'altra parte.

Il sindaco iniziò a parlare. "Buona sera cittadini di Ponyville. Oggi siamo qui per festeggiare il primo successo del nostro eroe, il quale ha difeso Canterlot: Stefano l'umano!". Migliaia di grida partirono dalla folla, mentre io strinsi ancora più fotre Twilight, la quale lanciò un gridolino divertito. "Smettila, non respiro!" disse sorridente. Cercai di calmarmi e mi staccai da lei.

Il sindaco continuò il discorso. "In questi giorni, egli si è allenato migliorando le sue abilità magiche e fisiche. Ha inoltre stretto amicizie con le sei portatrici degli elementi dell'armonia ed ha dimostrato di essere cordiale con tutti gli abitanti del regno. Ma soprattutto, oggi ha difeso la nostra capitale dall'attacco delle creature d'ombra, salvando molte vite da una fine orrenda". Si girò verso di me "Ora, Stefano, vieni avanti e presentati al popolo".

Mi si raggelò il sangue nelle vene. Mi strinsi di nuovo a Twilight scatenando le risate delle mie amiche e di mio fratello, mentre tutti nel salone attendevano trepidanti. "Discorso! Discorso! Discorso!".

Alla fine, Twilight mi scortò davanti al microfono e mi si pose di fianco sussurrandomi dolcemente nell'orecchio "Ce la puoi fare".

Così, avvertendo la sua presenza accanto a me, mi calmai abbastanza per iniziare a pensare lucidamente. Iniziai il discorso. "Sa... salve a tutti, ehm... io sono Stefano, io..." una risata generale partì dal pubblico sottostante, mentre io indietreggiai tremante. Mio fratello si pose alla mia sinistra appoggiandomi una zampa sulla spalla. "Tranquillo. Ci sono io, qui con te".

"Io, prima di scoprire i miei poteri, ero come tutti voi: avevo una vita normale, leggevo, mi divertivo e vivevo con mia madre e mio fratello. Solamente dopo aver vissuto per qualche settimana nel vostro mondo, ho capito quanto voi mi facciate sentire speciale, e quanto speciali siano i pony che vivono qui. Al nostro arrivo ho incontrato queste sei fantastiche puledre" dissi facendo segno alle mie amiche di venire avanti. "Che mi hanno fatto sentire subito amato. Abbiamo stretto subito amicizia e ci siamo divertiti insieme. In seguito, a Canterlot, ho scoperto di avere poteri diversi da chiunque altro. Ma questo non mi rende più speciale di voi. Siamo tutti speciali, abbiamo tutti qualcosa che ci distingue gli uni dagli altri. Per cui io vi chiedo di non esultare ponendomi un gradino più in alto di voi, poiché siete stati voi ad insegnarmi ad essere speciale". Finito il discorso Twilight mi si lanciò addosso abbracciandomi. Io la cullai dolcemente mentre la folla esultava.

Il sindaco si avviò di nuovo verso il microfono. "Che il banchetto abbia inizio".

Il salone era abbastanza grande da ospitare tutta la città, noi venimmo scortati ad un'enorme tavolata riservata a noi ed al sindaco.

Ci sedemmo attendendo che i piatti arrivassero.

Le sei puledre, Discord, Seth e mio fratello si congratularono con me per l'ottimo discorso. Io, dal canto mio, mi sentivo ancora gli occhi di tutti addosso.

Quando arrivarono i primi, mi accorsi di star morendo di fame. Il terremoto che avevo causato a Canterlot mi aveva lasciato senza energie. Così, mangiai avidamente il contenuto del piatto.

Anche gli altri sembravano affamati quanto me. Così affamati, da far sembrare il sindaco l'unico individuo civilizzato di quella tavola.

Dopo due minuti avevamo già finito il primo piatto, lasciando il sindaco a bocca aperta. "Vedo che avete gradito". Sorridemmo tutti imbarazzati accorgendoci che lei era ancora a metà piatto.

Aspettando l'arrivo dei secondi, Seth si rivolse a me. "Domani inizieremo l'addestramento a modo mio. Ciò significa niente spade di legno e niente attenzioni da puledrino. Useremo le nostre spade". Io spalancai gli occhi fissandolo allibito. "Dici sul serio? È troppo pericoloso", "Il dolore ti aiuterà a concentrarti". Rispose freddamente.

Mio fratello propose "Potrei imparare anche io ad usare una spada?". Seth ci pensò su un secondo, per poi rivolgersi a tutti. "Domani, chiunque di voi voglia imparare a combattere, si presenti insieme all'eroe davanti alla biblioteca. Ai pegasi riserverò un allenamento speciale più avanti".

Raimbow Dash diede una gomitata a mio fratello. "Imparerai a combattere in volo".

Durante la cena continuammo a parlare di argomenti meno importanti,intrattenendoci con il sindaco.

Ad un certo punto della serata, si creò una fila di pony desiderosi di avere un mio autografo. Io firmai tutti i fogli imbarazzato. Notai, però, che alcuni chiedevano autografi anche ai miei compagni. Sorrisi felicemente. Almeno, tutto il riconoscimento non andava solamente a me.

Durante il dolce, mio fratello mi chiese senza farsi sentire, delle informazioni su Raimbow Dash. Io gli dissi tutto ciò che sapevo di lei e lui annuì soddisfatto.

A fine serata, io e Twilight, ci avviammo alla biblioteca stanchi morti. "Non ti dispiace se dormo ancora di fianco a te vero?".Io la strinsi a me, baciandola sulle labbra. "Sei la mia pony speciale. Come potrei dirti di no?". Lei sorrise ricambiando il bacio.

*

Intanto, nella villa di nuvole, Raimbow Dash e Federico si stavano preparando per dormire.

Ad un certo punto, l'umano entrò in camera dell'amica. "Sai quel libro che mi hai dato? Ho finito di leggerlo oggi sul treno". La puledra sorrise. "Allora dimmi. Come l'hai trovato?". Dopo un lungo sospiro, Federico scelse attentamente le parole. "Ti sentivi in trappola vero?".

Confusa, l'amica inclinò la testa di lato. ""Di che cosa stai parlando?". Federico si avvicinò a lei, sospirando tristemente. "Quando ti sei fratturata l'ala. So che non sono affari miei, ma... è vero che non ti piaceva leggere?". L'amica spalancò la bocca sorpresa, mentre qualche cominciò a formarsi ai bordi degli occhi. Ricordi passati riaffiorarono nella sua mente. "A quei tempi ero... io ero stupida e testarda. Mi importava solamente gareggiare, ero sempre piena di me stessa e deridevo chiunque piacesse leggere". La sua voce era flebile mentre le lacrime cominciavano a rigarle le guance. "Poi Twilight mi ha mostrato questo libro. In principio lo buttai sul comodino e feci tutt'altro. Ma poi, la curiosità prese il sopravvento e mi misi a leggere. È stato bellissimo".

In una frazione di secondo, si fiondò su di lui, stringendolo in un forte abbraccio. "Come fai a farmi diventare sempre così sentimentale?" chiese tra un singhiozzo e l'altro.

Federico le alzò la testa. I due si fissarono per qualche secondo, per poi baciarsi intensamente.

Raimbow Dash, questa volta, non fece resistenza. Aveva bisogno di lui. Voleva averlo sempre per sé e non abbandonarlo mai.

Quando i due si staccarono, lei gli sussurrò all'orecchio "Credevo... di averti detto di non sfruttare la situazione".

Tornarono a baciarsi, spalancando le ali e sollevandosi di qualche metro dal soffice pavimento di nuvole.

Quando furono sazi l'uno dell'altra, Raimbow ebbe un idea. "Ho un letto in più. Che ne dici di venire a dormire con me in questa stanza, per questa notte?". L'amico annuì, stringendola a sé.

Così, i due, unirono i letti e si coricarono una di fianco all'altro.

Il ragazzo la trasse a sé, cercando di avvicinarla. Lei lo colpì scherzosamente con lo zoccolo. "Continui a sfruttare la situazione". Lui, sorridente le fece la proposta. "Vuoi essere la mia pony speciale?". La puledra, per tutta risposta, lo baciò sulle labbra. Donandogli tutto l'affetto possibile.

I due passarono la notte uno accanto all'altra, per la prima volta uniti dal vero amore.

*

Mi risvegliai ancora una volta nella radura, con lo spirito di Star Swirl di fronte a me.

"Hai fatto un ottimo lavoro oggi difendendo Canterlot. Inoltre, hai guadagnato degli alleati inaspettati".

Provai a parlare, ma l'unicorno scosse la testa "Oggi non possiamo perderci in chiacchere. Devo insegnarti un altro incantesimo. Hai avuto fortuna a creare quel terremoto, oggi nelle capitale. Ma ricorda che se non sai usare bene questi poteri, potresti ritrovarti senza energie. O peggio... morire. Per cui, credo sia saggio insegnarti ad usarlo al meglio".

Il suo corno si illuminò ed il collegamento mentale riapparve.

"Coma già sai, una delle tue abilità è scatenare potenti terremoti per spazzare via i tuoi nemici. Ma sappi che puoi potenziare questa abilità facendo sgorgare dal terreno delle vampate di lava incandescente o delle enormi colonne d'acqua. Scegli tu cosa fare secondo la situazione". Il collegamento svanì e Star Swirl si congedò.

Ritornai ai miei sogni, conscio di aver appreso l'arte della creazione dei terremoti.

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Capitolo 16
*** Capitolo 15: Addestramento avanzato ***


Capitolo 15: Addestramento avanzato

Mi svegliai quando il cielo era ancora scuro. Guardai, per curiosità, verso l'orologio dall'altra parte della stanza. 'Le sei del mattino'.

Twilight era ancora abbracciata a me, ancora immersa nel mondo dei sogni. Un sorriso beato solcava il suo viso.

Non volevo alzarmi, per cui mi presi qualche minuto per osservare la stanza. Spike stava russando nella sua cuccetta ai piedi del nostro letto, mentre Gufolisio ronfava sulla sua schiena.

Osservai il resto della stanza per alcuni minuti finché non mi stancai e decisi di alzarmi.

Cercai di liberarmi dalle zampe di Twilight, scostandole dal mio petto. Ma, nel farlo, la svegliai.

Guardò me, poi l'orologio e poi di nuovo me. Con voce assonnata chiese "Sono le sei del mattino. Cosa ci fai già sveglio?", "Non riuscivo più a dormire, per cui volevo fare una passeggiata in attesa che tu ti svegliassi".

Lei si stropicciò gli occhi. "Beh, direi che sono abbastanza sveglia. Credo che la tua passeggiata sia rimandata. Dato che mi hai svegliata, per punizione, l'apprendistato, inizierà subito dopo la colazione".

Io sorrisi in sua direzione. "Non aspettavo altro, mia mentore". La stinsi a me, salutandola. Lei si lasciò abbracciare, e, con un sorriso, aggiunse "Bene. Perché il tuo primo compito è di preparare la colazione per tutti". Io alzai un sopracciglio sorpreso. "Vuoi che bruci l'intero albero?", "Ti starò accanto. Se sbaglierai qualsiasi cosa, ti beccherai una padellata in testa" disse ridendo.

Così, scendemmo in cucina, dove lei tirò fuori un libro di ricette. "Allora, cosa vuoi mangiare?", "Non lo so. Cosa mangiano di solito i pony a colazione?".

"Beh, se vuoi possiamo rifare l'insalata di avena che Spike ti aveva preparato il primo giorno".

Ripensando al disgustoso sapore dell'avena, mi salì la nausea. "Non c'è qualcosa di più impegnativo? Sai, voglio stupirti". Mi sentivo un idiota. Una scusa più stupida non potevo trovarla.

"Se vuoi, possiamo preparare dei toast". Io annuii, e lei continuò. "Ok, ci servono delle melanzane che dovrebbero essere in quello scaffale, del pane di grano duro che si trova in quel sacchetto, e delle uova che si trovano nel frigorifero". Presi tutti gli ingredienti e li posai sul ripiano.

Twilight mi porse una melanzana ed un coltello dicendomi "Sbucciala e tagliala a fettine sottili". Li presi con la levitazione e cominciai a sbucciare la verdura. "È difficile maneggiare un coltello con la magia" dissi mentre stavo praticamente disintegrando la melanzana.

Twilight rise di gusto. "Pensa ai pegasi ed ai pony terrestri che devono tenere gli attrezzi tra le mascelle. Ci ho provato una volta, ma ho combinato un pasticcio enorme", "Nel mio mondo noi invece degli zoccoli abbiamo le mani. Con quelle è tutto molto più semplice".

Twilight smise di rompere le uova e mi guardò seriamente. "Quando siamo state nel tuo mondo, io mi sentivo strana. Quei vostri corpi, quel vostro modo di camminare a due zampe... è stato tutto nuovo per me". Gli occhi le si inumidirono mentre affondava il muso nella mia criniera, ripensando agli avvenimenti passati. "Mi dispiace per quello che è successo con tua madre. Speravo tanto che andasse a finire in un altro modo". Quella puledra non doveva essere abituata a tutte quelle emozioni. La minaccia che ci attanagliava, il rapimento del fratello e l'amore che provava per me la stavano uccidendo.

Posai il coltello e i resti smembrati della melanzana stringendola a me.

Le alzai la testa e dissi con serietà "Twilight, non pensarci. È andata come è andata. È doloroso sia per me, che per mio fratello. Ma ormai è fatta, non possiamo più tirarci indietro". Lei strinse ancora più forte, mentre io cominciai ad accarezzarle la criniera.

Quando parve calmarsi, aggiunsi "Andrà tutto bene, vedrai". Lei sorrise asciugandosi le lacrime. "Continui a ripetere la stessa frase da qualche giorno", "Beh, vedo che continua a funzionare. Forza prepariamo questa colazione".

Così, io ripresi a tagliare mentre lei tostava il pane e rompeva, in una padella, le uova, aggiungendo i pezzi di melanzana. Creando, così, una deliziosa frittata.

A lavoro finito ci sedemmo a tavola insieme a Spike che si era svegliato a causa del profumino invitante dei toast.

Mentre mangiavo, mi chiesi cosa avremmo fatto io e mio fratello, quando tutto sarebbe finito. Saremmo rimasti ad Equestria, con le puledre che amavamo? Oppure saremmo tornati a casa, dimenticando quel mondo e vivendo con mamma e papà? Già, mio padre. Chissà se saremmo mai riusciti a salvarlo. Chissà se saremmo mai riusciti a salvare noi stessi, insieme a tutto il regno.

Scossi la testa per scacciare quei tristi pensieri. Per ora, dovevo concentrarmi sull'addestramento.

Dopo la colazione, scendemmo in biblioteca, dove Twilight, si mise a cercare un libro in particolare. Pochi secondi dopo esclamò eccitata. "Ah, eccolo qui". Lo tirò giù dallo scaffale, mentre io mi avvicinai curioso. "Che cos'è?".

Lei mi sorrise fiera. "Credo che tu sia pronto per il prossimo livello di apprendimento. Ora si fa sul serio. Forza, usciamo e cerchiamo un campo aperto. Oggi ti insegnerò delle magie di distruzione".

Uscimmo dalla biblioteca e ci avviammo verso la pianura. Una voce autorevole dietro di noi ci bloccò. "Dove state andando?". Seth, il pegaso bianco, ci stava fissando severamente. Io lo salutai. "Stiamo andando ad allenarci con gli incantesimi di distruzione".

Seth guardò prima me, poi Twilight. "D'accordo. Ma ricordati che per le nove in punto voglio te e la tua spada esattamente di fronte a me!". Annuii, ed insieme a Twilight, mi congedai dal soldato.

*

Una cascata di acqua gelida strappò Federico dal suo sonno.

Il ragazzo si guardò intorno spaventato, finche non incontrò lo sguardo divertito di Raimbow Dash, la quale reggeva un secchio vuoto.

"Ma sei impazzita?" chiese fradicio. L'amica annuì sorridente. "Forza rammollito, alzati. Abbiamo del lavoro da fare".

Il ragazzo guardò l'orologio. "Ma sono solo le sei e mezza. Cosa dobbiamo fare alle sei e mezza, che non si possa fare in un orario diverso dalle sei e mezza? Io alle sei e mezza dormo".

Raimbow Dash roteò gli occhi spazientita. "Ripeti un'altra volta sei e mezza, e ti rovescio addosso un'altro secchio d'acqua. Mi devi aiutare a sgomberare il cielo di Ponyville dalle nuvole", "Ma non può farlo qualcun'altro?". Il pegaso blu raccolse un'altro secchio da terra. "D'accordo. Se non vuoi alzarti di tua spontanea volontà, ti farò alzare io".

Il ragazzo schizzò fuori dal letto, atterrando di fronte alla puledra. Un'altra secchiata lo investì. "Perché l'hai fatto?" chiese seccato. "Dovevo svuotarlo da qualche parte, non credi?". Federico sbuffò stizzito. "Andiamo, prima che faccia qualcosa di cui possa pentirmi".

Si avviarono entrambi in cucina, dove la puledra aveva preparato la colazione.

Federico guardò il piatto deluso. "Un gambo di sedano, tutto qui?". L'amica annuì. "È molto nutriente. In più... devi dimagrire", "Stai scherzando?" chiese irritato. "Sei tu che mi hai chiesto di essere la tua pony speciale. Beh, chiunque voglia stare per sempre con me... deve, almeno, essere come me" rispose lei fermamente. Federico rimase spiazzato, e, senza più commenti, mangiò quella misera colazione.

Pochi minuti dopo, i due sorvolavano i cieli di Ponyville, distruggendo qualsiasi nuvola si trovassero davanti. Il lavoro era faticoso. Ma quando volava, Federico si sentiva libero dai legami terreni.

Mezz'ora più tardi, a lavoro finito, Raimbow propose "Andiamo a trovare Twilight e tuo fratello".

I due si avviarono verso la biblioteca.

*

Palle di fuoco, punte ghiacciate e scariche elettriche erano alcuni dei molti incantesimi che Twilight mi aveva insegnato durante la mattinata.

Dopo circa quaranta incantesimi mi sfidò ad un duello magico. "Se vinco io cucinerai tutti i giorni al posto di Spike. Mentre se vinci tu, ti regalo una cena fuori". Io sorrisi. "D'accordo, se proprio vuoi perdere". Un sorriso beffardo le si disegno sulle labbra. "Questo è tutto da vedere".

Ci ponemmo uno di fronte all'altra. L'adrenalina era già entrata in circolo. Fremevo aspettando il suo via, il quale, arrivò pochi secondi dopo. "Cominciamo".

Due palle infuocate partirono senza preavviso dal suo corno. Io alzai una barriera media e le due palle furono assorbite. Sorrisi soddisfatto. "Ti ricordo che ogni volta che assorbo un incantesimo mi rafforzo". Twilight ringhiò di frustrazione mentre mi lanciava delle scariche elettriche, che io evitai prontamente, trasportandomi a pochi metri di distanza.

Era il mio turno. Lanciai due punte ghiacciate verso la puledra, la quale, però, innalzò una barriera magica per difendersi.

Sapevo che l'avrebbe fatto. Così presi il controllo di uno dei due coltelli glaciali e lo feci girare intorno alla barriera.

"No, non credo proprio" disse Twilight avvolgendosi completamente con la barriera. Il proiettile di ghiaccio andò in frantumi.

In seguito, mi lanciò una palla di fuoco più grossa del solito. La barriera non sarebbe bastata, quindi pensai in fretta ad un modo per bloccarla.

Di fianco a noi scorreva un piccolo fiume, dal quale raccolsi abbastanza acqua da creare una sfera liquida che scagliai contro la sfera infuocata.

Una nube di vapore salì in cielo, mentre entrambi gli incantesimi si annullavano a vicenda.

Preparai l'incantesimo ed una decina di sfere di fuoco iniziarono a volteggiare intorno a me.

Quando fui pronto le scagliai una ad una contro la puledra, la quale per difendersi, creò vari scudi magici, teletrasportandosi da un'altra parte quando uno di essi si frantumava.

Uno dei proiettili incandescenti la colpì sul muso. Twilight cadde a terra con un tonfo.

Urlai preoccupato, fiondandomi in suo soccorso. Quando fui a pochi metri da lei urlai "Scusa, scusa, scusa. Non volevo farti del male".

Twilight tossì per via del fumo, e dolorante disse "Bravo. Hai... hai vinto. Ti meriti una cena f... fuori". Io ero scosso. "Twili, stai bene?". La puledra cercò di sorridere ma le scottature glielo impedirono. "Non.. non proprio".

Volevo aiutarla in qualsiasi modo, ma non sapevo come. Non conoscevo incantesimi di guarigione per cui non potevo aiutarla. L'ospedale era troppo lontano.

Cominciai a lacrimare, quando il mio corno si illuminò da solo ed un raggio di luce bianca la colpì in pieno volto.

Urlai a pieni polmoni il suo nome, mentre la luce diveniva sempre più intensa.

Quando l'incantesimo fu terminato, la voce di Star Swirl mi riecheggiò nella testa "Stai calmo. Non agitarti. L'ho guarita".

Guardai verso Twilight, la quale mi fissava sorpresa. Io mi gettai subito su di lei. "Sei guarita".

Lei rise felice intanto che io la coccolavo tra i miei zoccoli. "È grazie a te che sono guarita. Sei più che speciale. Tu sei unico!" mi disse strofinandomi lo zoccolo sulla guancia.

"Per oggi basta magie. Forza, torniamo da Seth" proposi aiutandola ad alzarsi.

*

Federico e Raimbow Dash atterrarono davanti alla biblioteca avviandosi verso la porta. Ma, Seth li anticipò. "Se state cercando Stefano e Twilight, ora non ci sono. Si stanno allenando con la magia e torneranno tra poco. Se volete possiamo iniziare l'allenamento senza di loro". I due annuirono e Seth si rivolse alle due guardie. "Oliver, Joel! Prendete le nuove spade".

I due unicorni entrarono nella tenda, dalla quale estrassero una cassa piena di spade d'acciaio.

Federico sbiancò. "Dobbiamo usare delle spade vere?". Il soldato annuì. "Qui l'errore non viene punito da cinquanta flessioni o simili. Qui la punizione è il dolore fisico. Forza cominciamo, prendete le spade".

Il ragazzo stava per domandare come avrebbe fatto a tenere la spada, ma si trattenne quando vide l'amica prenderla tra le mascelle. 'Sarà più che faticoso' pensò rassegnato mentre si avviava verso la cassa.

Intanto, il resto delle amiche era arrivato davanti alla biblioteca. Di Twilight e Stefano nemmeno l'ombra.

Pinkie Pie urlò euforica. "Uuuuuh. Anche io voglio giocare al gioco dei coltelli" disse dirigendosi verso la cassa delle armi. Applejack decise di unirsi al gruppo e raccolse una spada.

Fluttershy e Rarity stettero in disparte ad osservare l'allenamento. La prima temeva di ferirsi. Mentre la seconda la trovava una cosa da barbari.

"Prima regola di un combattimento: non perdere mai di vista l'avversario. Esso farà di tutto per aggirarvi, voi dovete cercare di tenerlo di fronte a voi. Seconda regola: non attaccate a caso. Se non siete sicuri di colpire il bersaglio, tenete alta la difesa ed aspettate il momento giusto. Attaccando a vuoto rischiate di avere un fianco scoperto. È tutto chiaro?". Tutti insieme dichiararono "Sì, signore".

"Forza, indossate le protezioni. Sono in pelle, per ciò vi proteggeranno dalla maggior parte dei colpi... ma il dolore si farà comunque sentire".

Il gruppo indossò le bardature e si mise in posizione.

"Oliver, vieni qui. Chi si fa' avanti per affrontarlo?". Il gruppo batté le zampe a terra nervosamente, indietreggiando indeciso.

Poco dopo, Federico, si fece avanti "Ci provo io". Raimbow Dash lo abbracciò dicendogli "Ricordati che tu hai il vantaggio del volo".

I due si misero in posizione mentre Joel urlava alla recluta "Non caricare frontalmente come tuo solito". Oliver grugnì stizzito e si preparò.

"Forza cominciate". Urlò Seth ai due combattenti.

I due, iniziarono a girare, squadrandosi l'un l'altro in cerca di punti scoperti.

Dopo qualche minuto di studio, Federico notò che l'unicorno trascinava la zampa anteriore sinistra. Forse una distorsione dovuta agli allenamenti con suo fratello. Avrebbe usato questa sua debolezza vantaggio.

Si portò alla sinistra dell'unicorno, obbligandolo a portare tutto il peso sulla zampa ferita. Aspettò uno sbilanciamento ed attaccò.

Era difficile muovere la testa per maneggiare la spada e tenere gli occhi puntati sul nemico. Ma cercò comunque di tenerlo in visuale.

Il colpo venne parato dalla spada dell'avversario appena in tempo. Un fendente fulmineo procurò a Federico un dolore acuto alla spalla.

L'umano riuscì comunque a colpire l'unicorno sul petto, svuotandogli i polmoni di tutto l'ossigeno.

Oliver spalancò gli occhi, indietreggiando boccheggiante, mentre Stefano zoppicava verso di lui.

Il pegaso lanciò un affondo che venne parato dalla recluta, la quale non aveva ancora ripreso fiato.

Federico lanciò un fendente sulla spalla dell'unicorno colpendolo in pieno.

Oliver urlò di dolore, mentre la spada trapassava l'armatura. Un piccolo rivolo di sangue cominciò a sgorgare dalla ferita.

Seth decise che era abbastanza. "Fermatevi prima di ammazzarvi a vicenda. Siete stati bravi tutti e due. Ma il vincitore è Federico, il quale è riuscito a provocare seri danni ad Oliver. Forza, che aspettate? Due lottatori battono lo zoccolo dopo un duello". I due seguirono l'ordine di Seth. "Sei bravo quanto tuo fratello. Si vede che siete parenti". Disse allontanandosi dal pegaso.

Federico si riunì al gruppo zoppicando, mentre Oliver tornò al fianco di Joel tenendosi la spalla ferita.

"Ora, dato che la recluta non è in grado di combattere, il prossimo si batterà contro Joel. Forza chi si fa avanti?". Pinkie Pie fece un passo avanti euforica. "Io,io,io! Forza scegli me, scegli me".

Seth roteò gli occhi. "In posizione!".

*

Quando arrivammo nei pressi della biblioteca, notai che l'allenamento era già cominciato.

Mi avvicinai insieme a Twilight al gruppo.

Tutti ci salutarono, mentre Pinkie Pie e Joel, l'unicorno veterano, cominciavano a girare scrutandosi.

Io vidi mio fratello che si strofinava una zampa con l'altra e gli chiesi "Che ti è successo?". Mi indicò la spalla. "Mi sono allenato con Oliver e mi sono beccato una spadata alla spalla. Comunque, ho vinto io".

Guardai dall'altra parte del campo e notai che Oliver si teneva una spalla sanguinante, mentre cercava di legarsi uno straccio intorno alla ferita.

"Gliele hai suonate, eh?" dissi tornando a guardare mio fratello. Lui sorrise fieramente. "Potrei batterti quando mi pare".

L'incontro iniziò: Pinkie si fiondò sull'avversario, lanciando un'ondata di fendenti. Joel, ben addestrato, riuscì a pararli e schivarli.

Seth scosse la testa fissando la puledra. "Che ti avevo detto sull'essere sicuri di colpire?". Ma la reazione di Pinkie lo lasciò a bocca spalancata.

Il pony si girò verso di lui scusandosi. Per un attimo pensai che fosse impazzita: stava dando le spalle al suo avversario.

Joel approfittò del suo errore ed attaccò caricando il colpo sul suo fianco.

Pinkie Pie, intanto, notò una farfalla che volava pochi metri sopra di lei. Balzò in aria salutandola. "Ciao farfallina!". La spada le mancò la coda di qualche millimetro.

Tutti insieme spalancammo la bocca mentre Pinkie atterrava illesa.

Joel non si lasciò intimorire e continuò ad attaccarla.

La puledra si limitò a schivare sorridente tutti i fendenti che le arrivavano.

Seth fissò la scena incredulo. "Ma come fa? Quella non è nemmeno una tecnica. Sta schivando totalmente a casaccio. Nessuno può essere così fortunato da schivare otto fendenti consecutivi".

Alla fine, quando l'unicorno era sfinito, Pinkie attaccò. La spada colpì prima una spalla, poi l'altra, poi una zampa ed infine, quando l'unicorno giaceva ormai a terra dolorante, un fendente potentissimo trapassò la corazza lacerandogli la carne del fianco destro. Il colpo fu così potente da incrinargli vari costole. L'unicorno urlò in agonia, implorando la pietà della puledra.

Mentre Pinkie alzava nuovamente la spada, caricando il colpo mortale, io e mio fratello la bloccammo a terra, per poi allontanarla dalla guardia.

La puledra aveva uno sguardo omicida mentre continuava a dimenarsi ed a caricare fendenti all'aria di fronte a sè. La sollevai con la levitazione e le gridai con voce autoritaria. "Pinkie basta! È finita, calmati".

La puledra si bloccò lasciando cadere la spada. "Cosa... cos'è successo?".

Seth avanzò minaccioso verso di lei. "Hai quasi ucciso Joel, e dal tuo sguardo, si intuiva che non ti saresti fermato a lui. Che ti è preso?".

Pinkie iniziò a piangere, mentre io la posavo a terra. "È stata lei vero? Lei è un'assassina. Non è buona e sorridente come me. A lei interessa solo uccidere". Mi guardai intorno confuso.

Mentre Twilight si avvicinava a Joel per curarlo si rivolse a me. "Pinkie Pie possiede due personalità: la prima, quella che conosciamo, è cordiale e gentile con tutti, festaiola e divertente. Mentre la seconda, la quale si fa chiamare Pinkamena, è più instabile e violenta. Non ha uno scopo preciso. A lei interessa solo provocare dolore nella vita degli altri. È difficile, ma si può ragionare con lei. Forse possiamo convincerla ad aiutarci a sconfiggere Daimonius".

Guardai Pinkie con la bocca spalancata. Mio fratello le stava carezzando la criniera e le rivolgeva parole rassicuranti, mentre Raimbow Dash strofinava la sua testa sulla guancia lacrimante dell'amica.

Ad un certo punto Seth si rivolse a me. "Forza. Prendi la tua spada. Ti batterai con me". Io inclinai la testa "Ma quello che è successo...", "Niente ma! Ora vai".

Entrai in biblioteca e presi la spada. Quando uscii vidi che Pinkie si stava asciugando le lacrime e si riuniva al gruppo.

Indossai la bardatura e mi misi in posizione.

"Vediamo come te la cavi. Forza cominciamo".

Subito si alzò in volo, fuori dalla portata della mia spada. "Così non vale". Lui biascicò qualcosa con la spada tra i denti, ma io non capii nulla.

Così decisi di usare l'allenamento di quella mattina. Scagliai qualche decina di punte glaciali in sua direzione.

Seth cominciò ad eseguire evoluzioni in aria schivando tutti i proiettili. 'Ovviamente' pensai 'non poteva essere così semplice'.

Intanto, dietro di me, Oliver e Joel, curati dalla magia di Twilight, chiesero al gruppo chi volesse allenarsi.

Mi voltai un momento e vidi che Twilight si era messa l'armatura e teneva una spada con la magia.

Seth ne approfittò, ma avevo già pensato a questo. Quando fu a pochi centimetri da me, si schiantò contro la mia barriera magica, cadendo al suolo stordito.

Mi voltai con la spada già caricata all'indietro, ma lui riuscì ad alzarsi in tempo per deviare il colpo con la sua.

Cercò di colpirmi con un affondo ma io mi trasportai qualche metro più indietro.

Intanto sentivo le spade scontrarsi dietro di me. Gli altri avevano cominciato l'allenamento, per cui, quando mi teletrasportavo dovevo fare attenzione a non comparire in mezzo ai duellanti, o sarebbe stata la fine.

Seth compì un balzo aiutato dalle ali e puntò la spada verso di me.

Io creai una barriera d'acqua e feci in tempo a lanciare un'altro incantesimo.

Quando il pegaso atterrò all'interno dell'enorme bolla, si guardò intorno confuso, mentre un mio fendente lo colpiva alla schiena scaraventandolo a terra.

Si rialzò dolorante, continuando a guardarsi intorno spaesato.

Lo colpii più volte alle zampe facendolo cadere a terra, poi caricai un'altro colpo sulla sua schiena.

Il pegaso urlò sia per il dolore, ma per lo più per frustrazione. "D'accordo hai vinto. Basta".

L'intera bolla d'acqua cadde su di lui, inzuppandolo completamente.

Io terminai l'incantesimo e riapparvi davanti a lui. "Credevo ti servisse un bel bagno, così ho rimediato". Lui mi guardò prima in cagnesco, poi, un sorriso soddisfatto comparve sul suo viso. "Invisibilità? Mi stai prendendo in giro?". Io sorrisi di rimando. "Non hai detto nulla a proposito della proibizione degli incantesimi". Seth roteò gli occhi allargando il sorriso. "Hai ragione. Forza, riproviamo".

Andammo avanti così per ore. Saltammo persino il pranzo. Ma per difendere Equestria dovevamo sacrificare questo ed altro.

All'ora di cena Seth annunciò a tutto il gruppo "Basta così. Siete stati tutti bravi oggi. Andatevi a riposare. Per oggi abbiamo finito".

Ero sfinito, ma Twilight non se ne preoccupò. "Forza andiamo. Ti ricordo che hai vinto una cena fuori con me". Mentre tutti se ne andavano, io e Twilight, entrammo in biblioteca per lavarci e prepararci.

Un'ora dopo, uscendo dalla biblioteca, la curiosità prese il sopravvento. "Dove mi stai portando di bello?" chiesi trottando al suo fianco. Lei fece spallucce. "Oh, vedrai".

Dopo qualche minuto passato in silenzio, cambiò discorso. "Sei stato bravo oggi. Sia con me, che con Seth. Sono riuscita ad osservare il tuo duello per qualche minuto, mentre Joel ed Oliver erano impegnati con Applejack e tuo fratello. Devo dire che riesci a combinare magia e combattimento a dei livelli impressionanti".

Io abbassai lo sguardo imbarazzato. "Ti ringrazio, davvero. Tu invece come sei andata? Seth non mi ha dato tregua, per cui non ho potuto vederti".

Twilight sorrise compiaciuta. "Oliver non dimenticherà tanto facilmente le due palle di fuoco che gli ho tirato sul fianco". Io esplosi in una risata, forse un po' troppo rumorosa, poiché i pony intorno a noi ci fissarono sorpresi. "Allora non sono l'unico che usa la magia".

Arrivammo davanti ad un locale un po' troppo raffinato per i miei gusti.

Guardai verso di lei scoppiando in un'altra risata. "Non ti facevo così raffinata". Lei, roteò gli occhi arrossendo, e si avviò verso un tavolo fuori dal locale.

Io la superai, spostai una sedia e gliela indicai. "Se la signora vuole accomodarsi". Lei si mise a ridacchiare. "Chi era quella raffinata?" chiese per poi ringraziarmi.

Poco dopo, arrivò un cameriere in giacca e cravatta. "Signorina Twilight Sparkle e compagno. Posso servirvi?"

Twilight parlò. "Sì grazie. Può portarci due piatti di "Insalata dell'Everfree" ed una bottiglia di sidro di mele?". Il pony tirò fuori un taccuino ed una penna e segnò l'ordinazione usando la levitazione. Segnato l'ordine, ringraziò e si congedò.

Quando il cameriere se ne fu andato, io mi avvicinai a Twilight. "Come fanno i non-unicorni a scrivere?". Lei scoppiò a ridere. "Non lo so nemmeno io. Applejack tiene la matita tra i denti e riesce a scrivere meglio di me. Ci ho provato una volta, ma... è meglio non parlarne". Io risi insieme a lei, mentre lo stesso cameriere portava due piatti verso di noi, con la levitazione.

Quando se ne andò, Twilight anticipò la mia domanda. "Ti dico solo che i ristoranti preferiscono assumere camerieri unicorni".

Cominciammo a mangiare.

L'insalata dell'Everfree era composta da una decina di verdure coperte da una strana salsa verde. "Che salsa è?" chiesi studiando il piatto. Lei mi guardò cercando di trattenere un risolino che, purtroppo per lei, notai. "Mangia e basta" disse cercando, ancora una volta, di trattenere le risate.

Sollevai, titubante, una porzione con la forchetta e cominciai a masticare.

Dopo qualche secondo, fui costretto a sputare e mi fiondai sul boccale di sidro. "È PICCANTE!".

Twilight scoppiò in una forte risata, mentre mi dava delle pacche sulla schiena aiutandomi a mandare giù il sidro. "Scusami, ma non ho resistito. L'insalata dell'Everfree è uno dei piatti più forti che esistano ad Equestria."

La guardai in cagnesco. "Grazie per avermi avvertito. Pensavo che mi volessi offrire una cena, non che volessi uccidermi". Lei continuò a ridere. "Appunto, ho detto che ti avrei offerto una cena, ma non ho specificato che tipo di cena ti avrei offerto". Cominciai a sorridere, condizionato dalla sua risata. "Sai che troverò un modo per vendicarmi, vero?". Lei non smise di ridere. "Se ti consola, ti posso dire che Raimbow Dash mi ha fatto lo stesso scherzo".

Finimmo la cena velocemente. Dopo cinque forchettate, mi ero abituato al sapore piccante dell'insalata. A dire la verità, era molto buona.

Dopo aver pagato, ci avviammo verso la biblioteca. Salutammo Seth e le due guardie e ci avviammo in camera.

Era ancora presto, per cui Twilight mi fece levitare un libro davanti agli occhi. "Leggilo ti piacerà. È un libro sulla storia degli elementi dell'armonia".

Mi sdraiai sul materasso e lei mi si accoccolò accanto, facendo passare le zampe attorno al mio collo.

Alzai il libro con la levitazione e cominciai a leggere ad alta voce. "C'era una volta, un regno incantato chiamato Equestria. Il regno, era governato in armonie e serenità, da due giovani sorelle...".

Ogni tanto, lei mi fermava per aggiungere dei dettagli che aveva appreso dall'uso degli elementi durante i mesi passati a Ponyville.

Finito di leggere l'intero libro ci addormentammo. Le sue zampe, ancora appoggiate alla mia criniera.

Mi risvegliai ancora una volta nella radura, insieme allo spirito di Star Swirl.

"Ti ho osservato durante gli allenamenti e devo dire che sei migliorato parecchio dal primo giorno in cui hai attraversato il portale. Le tue strategie sono impeccabili e l'uso che fai degli incantesimi ti rende un avversario formidabile." disse chinando la testa in segno di rispetto.

"Oggi, ti insegnerò qualcosa di molto più distruttivo, per cui ti chiedo di usarlo solo in caso di vera necessità!".

Il collegamento mentale riapparve e le immagini si insinuarono dentro la mia mente.

"Con questo incantesimo, puoi creare una pioggia di meteoriti, che cadono dal cielo. Più sarà profonda la tua concentrazione, maggiore sarà il numero di rocce che riuscirai a creare. Ma fai attenzione, poiché distruggeranno qualsiasi cosa contro cui impatteranno. Cerca di eseguirlo lontano da una zona abitata se non vuoi fare del male a qualcuno a te caro".

Le visioni cessarono e lo spirito si congedò.

Avevo imparato un'altro incantesimo. Ora potevo lanciare una pioggia di meteoriti dal cielo.

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Capitolo 17
*** Capitolo 16: Apprendendo il caos ***


Capitolo 16: Apprendendo il caos

Mi svegliai sentendo bussare alla porta.

Twilight si stava già alzando mentre io mi stiracchiavo, ancora assonnato. "Sono le sette. Chi può essere a quest'ora?" chiesi seguendola al piano di sotto. "Non lo so. Ma dal trambusto che sta combinando deve essere urgente".

Eravamo giunti davanti alla porta e lo sconosciuto non aveva ancora smesso di bussare. "Chi è?" chiesi avvicinandomi alla porta. Chiunque fosse dall'altra parte non rispose. Ma la bussata divenne più frenetica.

Twilight, lentamente, girò il chiavistello. Mentre io, facevo levitare un attizzatoio dal camino verso di noi.

La porta si spalancò e Raimbow Dash entrò affannata. C'era orrore nei suoi occhi. Dopo aver riposto l'attizzatoio, mi voltai verso di lei. "Raimbow calma, cosa ti è successo?". Lei continuava a respirare affannata. Cercò di dire qualcosa, ma era troppo agitata. Le posi uno zoccolo sulla spalla e le indicai una poltrona. "Siediti per un momento".

Ci sedemmo vicino alla puledra, che lentamente cominciava a rilassarsi.

Quando i respiri divennero più regolari, le chiesi di nuovo "Che cosa ti è successo?".

Lei abbassò le orecchie e mi guardò tristemente. "Ho avuto un incubo. Un incubo terribile.. e poi...io non...". Twilight si avvicinò all'amica e la abbracciò. Raimbow Dash si calmò di nuovo, così le chiesi "Dov'è mio fratello?", "Sta ancora dormendo. Non volevo farlo preoccupare".

Io annuii. Twilight, la quale si era spostata di fianco a me, in seguito, le chiese "Cosa accadeva nel tuo incubo?".

Raimbow Dash abbassò gli occhi ormai lacrimanti. "Cloudsdale... io... la città dei pegasi... nell'incubo veniva attaccata dall'esercito di ombre. Migliaia di pegasi d'ombra uccidevano chiunque, mentre centinaia di palle infuocate cadevano dal cielo... la città era... tutti erano...".

Mi gettai su di lei e la strinsi forte. "Non preoccuparti, era solo un incubo"

Lei si sciolse singhiozzante dall'abbraccio e, volgendo lo sguardo verso di me, scosse la testa.

Aprì la sacca sul suo fianco e ne estrasse un giornale. Tra i singhiozzi riuscì a dire "Guardate" per poi cadere in un lamento che spezzava il cuore.

La prima pagina raffigurava Cloudsdale. La città era distrutta. Le nuvole, ormai a terra, erano ridotte a brandelli di foschia impregnata del rosso del sangue dei pegasi. Le costruzioni erano distrutte, mentre pinnacoli di fumo salivano da esse.

Raimbow Dash ci guardò tristemente "Non era un incubo... era una visione".

"Io, io... non... è tutta colpa mia". Tutto ad un tratto, Raimbow Dash mi tramortì bloccandomi a terra e rifilandomi una zoccolata sulla fronte. "Non dire mai più una cosa del genere, HAI CAPITO? Tu stai facendo di tutto per salvarci. Tu e tuo fratello state sacrificando voi stessi per salvarci. Voi due non avete colpe. L'unico essere che si può incolpare non è né un pony, né un umano. Quindi smettila di piangerti addosso e continua a fare quello che stai facendo. Sei riuscito a diventare nostro amico, a salvare Canterlot ed a battere Seth a duello. Tu sei speciale e rimarrai sempre speciale!". Infine, si spostò permettendomi di rialzarmi.

Non sapevo cosa dire. Volevo ringraziarla ma mi aveva lasciato senza parole.

Tra le lacrime, il pegaso, riuscì ad aggiungere. "Ti ringrazio per quello che stai facendo per il nostro regno. Quello che stai facendo per noi".

Io mi limitai ad annuire, mentre Twilight confortava l'amica.

"Mi dispiace Raimbow". Disse l'unicorno appoggiandosi a lei. "So che molti dei tuoi amici vivevano lì. Non posso nemmeno immaginare come ti senta adesso". Il pegaso si strinse all'amica. "Almeno i Wonderbolts non erano lì. Spitfire mi ha informata che erano a Canterlot ad addestrare le nuove reclute".

Twilight abbozzò un sorriso. "Almeno qualcuno è sopravvissuto". Raimbow Dash annuì tristemente. "Già. Almeno qualcuno è sopravvissuto".

Dopo qualche minuto, Raimbow Dash, decise che era il momento di andarsene. "Devo andare a svegliare tuo fratello. Oggi Seth deve allenarci nel combattimento aereo. Mi chiedo solo...".

Io la fissai. "Cosa?", "Stavo pensando... quanto mancherà prima che le ombre arrivino anche qui a Ponyville? Nessun posto in tutta Equestria è sicuro". Scossi la testa, ricordandomi le parole del demone. "Daimonius non permetterebbe mai che mi sia fatto del male. Lui vuole uno scontro faccia a faccia con me. Non attaccheranno mai Ponyville".

Raimbow Dash alzò un sopraciglio. "A Canterlot le ombre non ti avrebbero attaccato se tu non avessi ucciso i loro compagni. Forse attaccheranno Ponyville, ma non attaccheranno te". Io sospirai abbattuto "Hai ragione. Nessuno di voi sarà al sicuro finche lui non sarà sconfitto".

La puledra si congedò mentre Twilight mi batteva uno zoccolo sul fianco. "Vedrai che finirà bene". Abbassai tristemente il capo. "Lo spero". Lei sorrise. "Forza facciamo colazione".

Dopo un'abbondante colazione preparata da Spike, bussarono di nuovo alla porta, mentre una faccia fluttuante appariva di fronte a me. "Sei pronto ad imparare come si divertono i folli?" Mi chiese la voce procurandomi uno spavento tale da farmi cadere dalla sedia.

Intanto, Fluttershy, aveva già aperto la porta. "Discord, dove sono le buone maniere? Prima di entrare si chiede il permesso". Il draconequus riapparve al suo fianco. "Posso avere il vostro permesso per entrare in una biblioteca aperta al pubblico?".

Twilight sorrise agitando uno zoccolo. "Entrate pure, avevamo appena finito la colazione".

Discord non mi diede nemmeno il tempo per salutarli. Un forte bagliore bianco avvolse la stanza e, subito dopo, mi ritrovai seduto ad un banco di scuola, mentre lui sedeva di fronte a me, ad una cattedra con inciso sopra il suo nome.

Lo spirito del caos posò una statuina raffigurante se stesso sulla cattedra per poi rivolgersi alle due puledre. "Voi due farete da testimoni. Mi raccomando non suggerite".

Infine, si girò verso di me. "Dunque. Test di ingresso. Cosa sai, tu, del caos?". 'Mi sta prendendo in giro? Test di ingresso, ma dove siamo, a scuola?'.

Provai a pensare ad una qualsiasi risposta. "Ehm, qualunque cosa sia in disordine?", "Non mi basta. Vai avanti". 'La camera di mio fratello dopo la lezione di sci?' pensai senza dirlo veramente.

Non mi vennero in mente altre risposte sensate, così, mi arresi. "Non lo so...", "Esatto! Tu non puoi sapere niente del caos. Il caos è imprevedibile, quindi inspiegabile. Test superato".

Ora ero veramente confuso. "Ehm, ok..." dissi imbarazzato.

Bene. Ora che hai superato la parte teorica possiamo passare alla parte pratica". Schioccò le dita ed un'altra luce bianca mi ferì gli occhi.

Quando li riaprii, mi trovavo in una landa desolata. Twilight, la quale si era già ripresa, chiese "Dove siamo?". Discord la fulminò con lo sguardo. "Voi due siete qui solo come sostegno morale, per cui niente domande. Comunque sia, ci troviamo qualche migliaio di anni più indietro, quando governavo ancora Equestria, prima che le due principesse mi pietrificassero".

Si girò, in seguito, verso di me sorridente. "Per imparare a controllare il caos, perché non studiare nel caos?". Una catasta di cianfrusaglie mi cadde addosso.

Mi rialzai intontito ed un po' ammaccato. "Stai cercando di uccidermi?". Discord si pose una zampa sul petto. "Chi io? Non sia mai. Sto solo cercando di creare confusione in quella tua testolina. Non bisogna solamente vivere nel caos. Bisogna anche vivere Il Caos. Per lanciare incantesimi di caos la tua mente deve poter pensare fuori dagli schemi. Devi diventare imprevedibile". Si mise, poi, ad armeggiare con gli oggetti sparsi intorno a me. "Allora vediamo. Un po' di peluche qui, qualche sacco di immondizia quaggiù e... ah sì! Uno sturalavandini come cappello. Ecco ora sei pronto". Mi strinse una guancia. "Guarda com'è carino il cocco di nonna!"

Ruotai gli occhi snervato mentre le mie due amiche ridevano senza controllo.

Discord mi aveva confezionato un vestito fatto di giornali, degli scarponi da pagliaccio e come se non bastasse mi aveva persino messo uno sturalavandini sulla testa.

"Pinkie Pie sarebbe gelosa di te" disse Twilight soffocando dalle risate.

Discord continuò. "Bene, possiamo procedere con l'allenamento. Primo incantesimo della giornata: trasforma questa gelatina in un ghiacciolo. Forza".

Lo fissai perplesso. "Non mi mostri come si fa?". Il draconequus si colpì la fronte con la zampa da leone. "Per Celestia. Credevo che tu avessi già passato il test di ingresso. Ragazzo mio, pensa fuori dagli schemi. Non posso insegnarti il caos, devi essere tu a capire il caos", "Ma mi hai appena detto che il caos è incontrollabile". Discord fece un gesto spazientito con la zampa. "Non è nemmeno coerente".

Roteai gli occhi e feci un tentativo dandogli credito.

Osservai a fondo quella gelatina rossa, mi concentrai canalizzando la magia nel corno e... qualcosa successe.

La gelatina iniziò a tremolare mentre un bagliore la pervase.

Quando l'incantesimo terminò, vidi che il polimero era passato dal rosso al verde.

Discord l'assaggiò con un cucchiaio. "Menta. Non era questo l'incantesimo che ti avevo chiesto, ma almeno sei riuscito a fare qualcosa. Forza, ora concentrati e trasformala in un ghiacciolo".

Focalizzai di nuovo lo sguardo sul polimero verde. Questa volta provai ad immaginare che aspetto potesse avere sotto forma di ghiacciolo e ricominciai a raccogliere energia. Il mio corno si accese. La gelatina venne sospesa in aria, mentre un alone blu cominciò a rotearle intono. Poco dopo, un flash bianco avvolse l'alimento. Quando la luce tornò normale, vidi che la gelatina si era effettivamente trasformata in un ghiacciolo.

Discord l'assaggiò di nuovo. "Eh... menta. Avrei preferito fragola, ma hai fatto comunque un ottimo lavoro. Anche se questo, in realtà, non è un ghiacciolo. Dov'è la stecca di legno?". Sbuffai spazientito roteando gli occhi. Comunque ci ero riuscito.

Discord aprì bocca per parlare, ma io lo battei sul tempo. "Quando posso togliermi questa...", "Non interrompermi. Se vuoi che ti risponda, devi alzare la zampa".

Lo fulminai con lo sguardo. "Stai scherzando, vero?", "Non vedo nessuno zoccolo alzato qui" cantilenò innervosendomi ancora di più.

Feci un respiro profondo ed alzai lo zoccolo. "Chiedo, gentilmente, il permesso di parlare", "Parla pure" disse con un sorriso maligno.

"Quando pensi di togliermi questa...", "Devi darmi del lei se vuoi che ti ascolti".

Non ce la feci più. Mi disfai di quegli stupidi abiti lanciando un urlo liberatorio. "Andiamo avanti altrimenti esplodo".

Discord ululò di gioia. "Perfetto, stai facendo progressi. Stai manifestando i primi segni di pazzia. Ottimo ragazzo, impari in fretta".

Tutti e tre guardammo verso di lui con disprezzo. Il draconequus si rimpicciolì fino a diventare piccolo come una formica. "Ehm. Credo di avere un pochino esagerato con l'autorità", "Solo un pochino?" chiese Fluttershy con voce autoritaria. "Non sei stato per nulla gentile. Chiedi scusa!".

Discord mi apparve di fianco con un ramo di ulivo. "Ti offro questo come segno di pace". Lo accettai con un sorriso imbarazzato, per poi continuare l'addestramento.

"Dunque. Il prossimo incantesimo ti permetterà di controllare il tempo atmosferico. Dovrai far piovere ciò che vuoi. Io preferisco la pioggia di latte al cioccolato. È così dolce e gustosa. Ma puoi sempre far piovere qualcosa di pericoloso. Puoi far piovere tutto quello che vuoi: dai peluche, agli incudini. Se vuoi, puoi far piovere fuoco o... della normalissima acqua. Ma questo non sarebbe divertente, per cui ti reputerei una persona triste e quindi non vorrei mai più parlare con te".

Era impossibile rimanere seri e concentrati parlando con Discord. Ma feci lo sforzo di non urlargli in faccia tutto il mio nervosismo e continuai l'addestramento.

*

Intanto Federico e Raimbow Dash, la quale cercava di apparire calma, cercando di celargli lo sgomento provato per la distruzione di Cloudsdale, erano atterrati davanti alla biblioteca e stavano parlando con Seth.

"Dunque. Oggi ho in serbo per voi due un addestramento speciale. Ho visto che nel combattimento a terra ve la cavate più che bene. Ma se vi attaccasse un pegaso o qualcosa che gli assomigli? Sapreste combattere in cielo? Forza, mettetevi le bardature e prendete le spade. Cominceremo quando sarete pronti".

I due indossarono le protezioni e raccolsero le spade dalla cassa. "Buona fortuna" disse Federico rivolgendosi all'amata. La puledra sorrise. "Non mi batterai mai". Un ghigno solcò le labbra del ragazzo. "Questo è da vedere mia cara".

In seguito, Seth e la coppia si alzarono in volo.

"Le basi sono le stesse: non perdete mai di vista l'avversario e non colpite se non siete sicuri. È tutto chiaro?", "Sissignore" risposero i due pegasi.

"In questa sfida, voi due insieme, dovrete cercare di sconfiggermi". Il soldato si fiondò, senza preavviso, sulla coppia. "Cominciamo!".

Fedrico e Raimbow Dash si trovarono separati, mentre Seth si dirigeva verso il ragazzo.

L'umano si ritrovò a dover sopravvivere ad una tempesta di fendenti.

Raimbow Dash sfruttò la situazione per portarsi sopra ai due pegasi. Aspettò il momento giusto e caricò il fendente.

Il soldato si era già accorto dell'avvicinamento della puledra. Così, all'ultimo istante, scartò a sinistra evitando il colpo.

La spada centrò Federico su una zampa, facendolo urlare dalla sorpresa e dal dolore. "Ahia! Ma non vedi che sono io?". La puledra sorrise imbarazzata. "Scusami. Si è spostato troppo velo...".

Seth arrivò da sotto ai due e colpì Raimbow Dash al ventre, spezzando la frase a metà.

La puledra si ritrovò a boccheggiare in cerca di ossigeno. La spada le scivolò dalle mascella, perdendosi nell'immensa campagna sottostante.

Subito, Federico, si pose davanti all'amata, puntando la spada verso Seth. "Stai esagerando. Non colpire così forte!".

Il pegaso rise. "Questo non è niente in confronto a quello che ho dovuto sopportare io all'accademia. Sai come ci addestravano? Dovevamo cercare di non farci colpire dagli istruttori, i quali non conoscevano la pietà. Mi sono trovato più volte con ossa fratturate e lividi su tutto il corpo!".

Federico non ne poté più e si fiondò sul pegaso. "Qui non siamo nella tua maledetta accademia!"

I due saettavano nel cielo, scambiandosi fendenti a vicenda.

Il ragazzo riuscì a colpire il maestro più volte, ma anche lui si procurò varie ferite in diverse parti del corpo. "Ragazzo, cerca di capire che i tuoi nemici non conoscono la pietà. Combatti come se ne valesse della tua vita! Vendicati di chi ti ha fatto soffrite!".

Seth, spinto dal dolore per la sua perdita, cominciò a non dare tregua al pegaso di fronte a lui.

"Non ruota tutto intorno alla vendetta, Seth!" disse il ragazzo deviando un fendente in arrivo. "Io combatto per chi mi sta a cuore. Combatto per chi amo!".

Caricò un potente colpo che colpì l'istruttore al petto. Seth si spostò fuori portata.

I due erano sfiniti e doloranti. Nessuno provò più ad attaccare l'altro.

Seth parlò per primo. "La rabbia ti rende più forte. Questo è un bene".

"No". Federico scosse la testa. "Non la rabbia. Io voglio solo difendere le persone a me care".

Il pegaso bianco sorrise. "Allora saresti un ottimo paladino al servizio della principessa". Abbassò lo sguardo, puntandolo verso Ponyville. "Forza atterriamo. Per oggi basta così".

I due si diressero verso la biblioteca, avanzando verso Raimbow Dash, la quale si era accasciata con le zampe strette al ventre, sulla parete del grande albero.

Federico si diresse verso di lei abbracciandola. "Come stai?" le chiese. "Ti fa' ancora male?".

La puledra scosse la testa. "Non è niente. È stato più lo spavento che il dolore. Ma grazie per l'interessamento".

Seth si avvicinò alla coppia. "Siete stati bravi. Tutti e due! Raimbow Dash la tua strategia era buona. Contro le ombre sono certo che funzionerà. Ma io sono troppo sveglio per cadere in queste trappole" finì la frase con un ghigno divertito.

La pegaso dai crini arcobaleno sbuffò irritata. "Cercherò di ricordarmelo quando avrò la mia rivincita". Infine, scoppiò a ridere. "Come facevi a sapere che ero dietro di te?".

Seth alzò la zampa indicandole le ali. "Quando si vola non si è mai silenziosi". La puledra annuì.

"Forza, ora fate quello che volete. Oggi basta allenamenti" disse dirigendosi verso la tenda delle guardie.

Raimbow Dash, con l'aiuto di Federcio, si tolse l'armatura. "È stata dura oggi, eh?" disse fissando il pegaso al suo fianco. "Come è andata, mentre io ero bloccata quaggiù?".

Federico si sfilò l'elmo. "Credo che Seth sia il pony più triste che abbia mai incontrato.". Cominciò a sfilarsi parte del pettorale. "Dentro di lui c'è molto rancore. Odia quel demone più di chiunque altro". Quando finì di togliersi l'equipaggiamento, concluse il discorso. "Spero che, quando comincerà la battaglia, non si faccia ammazzare tentando l'impossibile".

Raimbow Dash sorrise tristemente. "Questa battaglia ci sta cambiando tutti quanti... in peggio".

Il ragazzo si girò verso di lei, sorpreso nel vederla piangere. "Dashie, cosa ti succede?" chiese avvolgendola tra le zampe.

"È successa una cosa orribile, ed io non ho potuto fare nulla".  La puledra immerse il muso tra i crini dell'amato. "Cloudsdale è stata distrutta".

La notizia colpì il ragazzo dritta al cuore. Sapeva che era la sua città natale, ed era immensamente dispiaciuto per lei. Voleva rassicurarla. Voleva dirle che sarebbe andato tutto bene. Ma a questo punto, nemmeno lui ci credeva molto. "Mi dispiace Dashie. Mi dispiace moltissimo".

La puledra, sentendosi chiamare in quel modo, fisso il ragazzo meravigliata. "Dashie, è un soprannome bellissimo. Grazie di cuore!".

Qualche minuto dopo, dopo essere atterrati davanti alla villa di nuvole, trovarono sul portico una lettera firmata da Princess Celestia.


Carissimi Federico e Raimbow Dash,

Siete entrambi cordialmente invitati al Gran Galà Galoppante che si terrà questa sera nella sala da ballo del palazzo di Canterlot!

Dentro alla busta, troverete inoltre, due biglietti per l'ingresso.

Vestitevi elegantemente e rendetevi presentabili.

Inoltre, chiedo a te, Raimbow Dash, di esibirti in un Arcoboom Sonico nel giardino del palazzo, per allietare gli invitati.

Attendiamo con trepidazione il vostro arrivo!

Firmato: Princess Celestia, Princess luna e Queen Chrysalis


Raimbow Dash sbuffò divertita. "L'ultimo Gran Galà al quale abbiamo partecipato non è affatto finito bene". Federico si interessò alla faccenda. "Perché, cos'è successo?".

L'amica scoppiò a ridere. "Nel tentativo di farci notare abbiamo distrutto metà palazzo, facendo scappare tutti gli invitati".

I due risero insieme. Poi, Raimbow si avviò verso il baratro sottostante. "Forza, andiamo da Rarity. Io ho già il mio vestito. Mentre tu dovrai fartelo cucire da lei".

Federico la fissò dubbioso. "Come farà a cucire un vestito in una sola giornata?". L'amica gli sorrise "Oh non preoccuparti. Non conosci Rarity come la conosco io".

I due, in seguito, si tuffarono in picchiata diretti alla Carousel Boutique.

*

Discord mi insegnò diversi incantesimi, uno più strambo dell'altro. Ma riguardo all'utilità, potevano essere tutti letali in combattimento, se usati nel modo corretto.

"Ti ho insegnato tutto l'insegnabile, ed hai passato l'esame. Quindi eccoti il diploma".

Un pezzo di carta mi colpì in faccia. "Ehi, devi per forza lanciarmelo così?". Discord roteò gli occhi spazientito. "Ricordati: niente coerenza! Se vuoi usare il caos devi pensare fuori dagli schemi. Per cui le cose le devi lanciare, non porgere!".

Aprii il diploma, e mi soffermai sul voto. "B+? Perché così poco?". Lo spirito del caos sbuffò. "Per il semplice motivo che non ti sei tenuto quello splendido abito che ti avevo regalato".

Twilight ridacchiò di fianco a me. "È vero, ti stava benissimo", "Quello non era un vestito. Quella era una accozzaglia di roba messa a caso".

Discord mi fissò serio. "Ricorda...", "Sì, sì: il caos è pensare fuori dagli schemi. Ma non pensavo che fosse anche vestiti orrendi".

La creatura spostò una zampa sul petto. "Così mi ferisci. Non puoi essere così malvagio". Cominciò a rimpicciolire, fino a scomparire in un lampo bianco.

Sospirai come liberato per poi sentire una voce dietro di me.

Discord era a cavalcioni sul mio dorso ed urlava "Forza dirigiamoci al portale di ritorno".

"Scendi subito dalla mia schiena". Lui assunse un'espressione ferita. "Oh, è così che tratti un povero vecchio? Lo sai che io ho più di diecimila anni? Le ossa cominciano a farsi sentire".

Mi stava venendo mal di testa, per cui decisi di non ribattere e mi diressi verso il portale.

Ci ritrovammo davanti all'ingresso della biblioteca con Seth e Joel che ci fissavano a bocca spalancata.

"Eccoci arrivati. Forza Discord, torniamo a casa! Sono sicura che Twilight e Stefano vorranno riposarsi dopo questa lunga lezione".

Mentre noi ci avviavamo verso l'ingresso, Seth ci porse una lettera. "È arrivata qualche minuto fa'. È da parte della principessa" .

Twilight lo ringraziò prendendo la busta per poi aprirla all'interno della biblioteca.

"È un invito al Gran Galà Galoppante di questa sera! Ci sono anche due biglietti!". Io sorrisi. "Beh, non poteva farci regalo migliore".

Twiligth mi guardò scoppiando a ridere.

"Che c'è?" chiesi circospetto. "C'è scritto che dobbiamo vestirci elegantemente. Dovrai farti torturare un po' da Rarity prima di questa sera", "Che genere di torture?".

Lei ridacchiò più del solito. "Oh vedrai. Forza, andiamo alla Carousel Boutique. Se sono stati invitati tutti significa che tuo fratello sarà già là!".

Così ci avviammo verso casa di Rarity.

Durante il tragitto, chiesi preoccupato"Sarà doloroso?", "No, solo straziante. Se provi anche solo a respirare la sentirai urlare per mezz'ora dicendo Oh, ma cosa stai facendo! Così rovini il mio lavoro, stai fermo. Sarà divertente... almeno per me" disse ammiccando.

La spintonai dolcemente ridacchiando. "Oh beh, almeno io non ho ancora rovinato un Galà", "E questo come fai a... ah giusto. Altro mondo". Le sorrisi. "Eggià!" dissi imitando la voce di Big Macintosh.

Lei mi spintonò di risposta facendomi barcollare da una parte. "Almeno io non ho distrutto la sala del trono con un terremoto!".

Ci scambiammo battute per tutto il tragitto, per la prima volta, senza ombra di notizie tristi.

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Capitolo 18
*** Capitolo 17: L'ultimo ballo ***


Capitolo 17: L'ultimo ballo

"... e poi ci saranno un'infinità di torte e dolci di ogni tipo", "Non dimenticare i grandiosi vestiti da festa, cara! Ogni pony che incontrerete vestirà elegantemente e avrà un portamento impeccabile". Rarity fissò, poi, lo sguardo sui nostri completi. "Ma nessuno potrà rivaleggiare con queste mie stupende creazioni".

"Io, vi invito a visitare il giardino del castello. È pieno di animali fantastici... ehm, sempre se vi va", "Fede, non vedo l'ora di farti conoscere gli Wonderbolts. Sarà fantastico!" disse Rainbow Dash strapazzando mio fratello.

Infine, Twilight, si rivolse a me. "Devi assolutamente conoscere Cadance e mio fratello Shining! È dall'altro giorno che speravo li incontrassi". Io annuii sorridente. "Non vedo l'ora".

Ci trovavamo in una grande carrozza diretta a Canterlot. Joel ed Oliver si erano offerti per trainarla lungo l'intero tragitto.

Mi chiedevo come i due riuscissero a muovere così tanto peso. Oltre a me, mio fratello e le nostre amiche, erano presenti anche Seth, in armatura, e Discord.

Eravamo diretti a Canterlot per partecipare al Galà. Mi chiedevo come mai, in quei tempi bui, le principesse avessero organizzato una festa come quella. Ma, nei miei pensieri, sospettavo fosse per alleviare il panico causato dall'attacco di qualche giorno prima.

Era una decisione che condividevo ed accettavo. Quel mondo non aveva mai visto così tanta distruzione ed i pony non erano abituati a quei massacri. L'animo del regno stava collassando, ed io, ero l'unico che poteva fermare, una volta per tutte, tale distruzione.

Mi chiedevo come avrei saputo quando fossi stato pronto, e, nel momento in cui lo fossi stato, se sarei riuscito a vincere la battaglia.

"Sei ancora tra noi?". Twilight mi strappò dai miei pensieri con un leggero scossone. La fissai negli occhi chiedendomi se, durante la battaglia, avrei saputo tenerla al sicuro. Quante perdite avremmo subito per fermare il massacro? Chi ci avrebbe abbandonato durante il cammino?

Ma l'incognita più grande, quella che mi provocava forti dolori al cuore ogni volta che ci pensavo, era la parte più dolorosa di tutta la vicenda. 'che cosa sarebbe successo dopo?'. Non ci avevo mai dato troppo peso. Ma quel giorno, diretti al galà, cominciai a preoccuparmi per il futuro.

"Ehi, che hai? Tutto a posto?". Una seconda scossa, da parte della mia Twili, mi strappò, ancora una volta, dai miei pensieri. Questa volta decisi di fare ciò che era giusto. Decisi di agire!

"Senti Twili. Quanti pony dovranno ancora morire? Quante città dovranno ancora essere distrutte?". All'interno della carrozza calò il silenzio. Tutti gli sguardi si posarono su di me. "Che cosa intendi dire?". Twilight mi fissava con occhi lucidi. La voce cominciò a tremare, mentre, lentamente, comprendeva dove volessi arrivare.

"Credo sia l'ora Twilight. Credo che sia arrivato il momento di sfidare Daimonius". Le bocche di tutti i presenti si spalancarono, mentre il mio cuore accelerava il battito.

Mio fratello fu il primo a riprendersi. "Te lo proibisco. Sono sempre tuo fratello maggiore, e ti proibisco di andare a farti uccidere. Anche tu sai di non essere pronto. Non ti lascerò andare".

Twilight scoppiò in lacrime avvinghiandosi a me. "Non puoi farlo. Aspetta ancora un po' di tempo. Non sei ancora pronto. NON VOGLIO PERDERTI!". A quelle parole, il mio cuore si bloccò, mentre gli occhi cominciavano a farsi lucidi.

Ma non potevo tirarmi indietro. Ero stato scelto per proteggere quel mondo, ed era ciò che avrei fatto. Qualunque fosse stato il prezzo. "Mi dispiace, davvero! Mi scuso con tutti quanti, ma è una mia scelta. Più aspettiamo e più città verranno distrutte. Io non voglio che questo mondo cada in rovina per colpa mia".

Applejack e Raimbow Dash aprirono entrambe bocca per ribattere. "Ancora con questa storia? Tu non c'entri...". Feci apparire un piccolo campo cinetico intorno ai loro musi per zittirle. "Più tempo rimango senza agire, più città verranno distrutte e più pony moriranno. Ogni volta che migliaia di pony vengono massacrati, mi sento in colpa per non aver potuto fare nulla per difenderli. Potete dire quello che volete, ma sappiamo tutti che è la verità".

Seth annuì gravemente, facendo tintinnare l'elmo in acciaio. "Hai ragione. Stiamo subendo troppe perdite e se non agiamo subito, potremmo non farcela. Io sarò sempre al tuo fianco, qualunque cosa accada". Io scossi la testa. "No! Andrò da solo. Nessuno dovrà accompagnarmi. Non morirà più nessuno".

Discord dissentì. "Ragazzo sono stato malvagio anche io. So cosa vuole che tu faccia. Ti attirerà da qualche parte, ed ordinerà ai suoi guerrieri di farti a pezzi. Tu non andrai da solo".

Cominciai a tremare. Discord aveva ragione, non potevo combattere da solo contro un intero esercito. Ma non mi sentivo nemmeno in grado di portare con me i miei amici. Non avrei permesso che Twilight corresse qualche pericolo.

"D'accordo. Chiederò alle principesse di seguirmi con l'esercito. Ma voi, dovrete promettermi che scapperete il più lontano possibile dalla battaglia. Non voglio che vi venga fatto del male". Tutti, all'interno della carrozza, scossero la testa. Raimbow Dash, fece da portavoce per tutti. "Noi non ti abbandoneremo mai! E non importa qualunque cosa tu dica per tenerci al sicuro. Noi, combatteremo al tuo fianco!".

"Ma...", "Niente ma!". Fluttershy, mi stava fissando severamente. "Tu sei nostro amico, e gli amici non si abbandonano!". La fissai meravigliato, mentre, lentamente, chinavo il capo. "E sia!".

La puledra tornò a sorridere. "Ottimo! Ora, però, non pensiamoci più. Dobbiamo andare ad una festa. Cerchiamo di essere felici, almeno per questa notte".

*

Quando le porte del palazzo si aprirono, per un attimo, ritornai a qualche giorno prima. Le conseguenze del terremoto che avevo causato, erano ancora visibili. Le macerie, ricoprivano interamente la sala del trono. Alzando lo sguardo, si poteva ammirare l'oscuro cielo stellato da un'enorme crepa che percorreva l'intero soffitto.

Mi sentii in colpa per aver distrutto un castello così magnifico. "Su, su. Vedrai che, quando tutto sarà finito, le principesse ne faranno costruire uno nuovo. Forse, addirittura più bello di questo". Twilight mi stava dando tenere pacche di conforto sul mio fianco. Mi rassicurai, pensando che forse, avrei potuto aiutare nella ricostruzione".

"Benvenuti, miei cari". Le due principesse, accompagnate dall'ormai di famiglia Chrysalis, erano di fronte a noi. Splendide nei loro vestiti di seta. "Spero che il viaggio sia andato bene".

Io mi avviai di fronte a loro. "Principesse. Scusatemi se vi ho distrutto la sala del trono". Mi sentivo in colpa per ciò che avevo fatto.

Princess Luna ridacchiò sonoramente. "Oh tranquillo, non devi scusarti. Saremmo tutti morti, senza il tuo aiuto. Inoltre, dovremmo essere noi a doverci scusare con te per il modo in cui ti abbiamo trattato". Io scossi la testa. "No, sono io che devo scusarmi per aver usato la magia contro di voi".

Luna si accigliò. "Non credo proprio. Dovremmo essere noi a scusarci per aver dubitato della tua onestà". Cominciai ad innervosirmi. "Io dovrei...". Mi ritrovai sospeso in aria insieme a Luna.

Poco dopo, Princess Celestia, ci adagiò di fronte a lei. "Perché voi due non la smettete di scannarvi e lasciate il passato al passato?".

Mi inchinai, seguito da Princess Luna. "Ci dispiace principessa".

Mi voltai, poi, verso Luna. "Non ci pensiamo più?". Lei mi sorrise, stringendomi lo zoccolo. "Non pensiamoci più".

Celestia rise. "Ma guardatevi. Sembrate una vecchia coppia di pony cocciuti. Forza, gli invitati vi staranno tutti aspettando. La sala da ballo è da questa parte".

Mentre ci avviavamo verso la direzione indicata dalla principessa, sentii Chrysalis bisbigliare qualcosa. "Ah pony, chi li capisce?".

*

La sala da ballo era colma di pony dell'alta società di Canterlot. Unicorni eleganti riempivano l'intera stanza, mentre enormi tavoli imbanditi facevano da contrasto con le loro tovaglie bianche.

Vidi Rainbow Dash strattonare mio fratello per la zampa. "Là c'è Spitfire! Vieni a conoscere i migliori aviatori di Equestria". Mio fratello la seguì alzando una zampa verso di noi, in segno di saluto.

Poco dopo, Rarity attirò la mia attenzione. "Io e Pinkie, trottiamo un po' qui in torno". Discord, in seguito, sparì in un lampo bianco insieme a Fluttershy.

Seth mi si avvicinò. "Io vado a chiacchierare con i miei vecchi amici della guardia. Trattala bene!". Dopo quest'ultima frase, mi colpì la spalla con lo zoccolo, ammiccando in direzione di Twilight.

Mi accorsi di essere rimasto solo con lei. Cominciai a tremare, mentre il mio cuore aumentava il battito. Twilight lo notò scoppiando a ridere. "Non dirmi che sei ancora terrorizzato dalla massa di pony?". Io scossi la testa balbettando. "N-non è per q-quello".

La puledra mi prese gentilmente lo zoccolo, portando il suo muso a pochi centimetri dal mio. "Allora, sono io che creo questa agitazione?". Distolsi lo sguardo imbarazzato, per poi tornare a guardarla. Mi offrì un tenero bacio sulle labbra che io ricambiai volentieri. I nervi cominciarono a sciogliersi, mentre i muscoli si rilassavano. Ancora una volta, mi sembrava di stare in paradiso.

Mi dimenticai delle migliaia di pony intorno a noi, mentre la mia attenzione si focalizzava in quegli enormi occhi purpurei. La mia mente ritornò al nostro primo bacio all'angolo zuccherino, perdendosi poi, nel manto viola della puledra.

Ad un certo punto, sentii qualcuno ridacchiare a pochi passi da noi. Twilight si staccò lentamente da me, mentre io mi voltavo verso la fonte del rumore.

Vidi un unicorno bianco con indosso un'aderente giubba rossa orlata d'oro, a fianco di uno splendido alicorno rosa. "Stiamo forse interrompendo degli affari importanti?" Quella frase conteneva sicuramente del sarcasmo.

Twilight si fiondò sulla coppia di pony, abbracciandoli entrambi. "Shining, Cadance! Come sono felice di vedervi". I due la accolsero, mentre io fissavo la scena a pochi metri di distanza.

Poco dopo, il fratello di Twilight, mi si avvicinò. "E così, tu devi essere Stefano giusto? L'eroe prescelto". Annuii arrossendo. "C-credo di sì".

L'unicorno bianco scoppiò a ridere passandomi uno zoccolo intorno al collo. "Calmati, ragazzo! Guarda che non ti mangio mica. Sono pur sempre un pony". Indietreggiai di qualche passo, sempre più imbarazzato. "Ehm... s-salve a voi". Ero così rosso che temevo di prendere fuoco.

Twilight notò la mia reazione e mi trottò a fianco. "Sì Shining. Lui è Stefano, e ci salverà". Mi sentii meglio, sentendo la sua presenza al mio fianco.

Cadance si presentò a sua volta. "Ciao caro. Io sono Cadance, la cognata della tua amica". Ritrovata la calma, grazie a Twilight, riuscii a comporre una frase più o meno fluida. Inchinandomi, mi presentai. "Il piacere è mio, p-principessa. Sono lieto di f-fare la tu-VOSTRA conoscenza".

Princess Cadance, fece uno scatto in avanti abbracciandomi, facendomi scappare un grido allarmato. "Oh suvvia, non essere così formale. Dopotutto, da quel che ho potuto vedere, sei già uno di famiglia".

Twilight e suo fratello si misero a ridere, mentre io, mi rintanavo di nuovo nella mia timidezza. "Oh, questo è... b-bello da parte v-vostra, principessa". L'alicorno ridacchiò. Era una risata che scaldava il cuore. "Oh, chiamami pure Cadance, non essere così rigido. Siamo ad una festa, lasciati andare".

Cercai di darle ascolto rivolgendole, però, un sorriso nervoso che, dalla sua reazione pensai, trovasse buffo.

Shining Armor decise che era tempo di andare. "Ora noi dobbiamo porgere i saluti alle altre principesse. Godetevi la festa". Cadance mi lasciò andare dal suo abbraccio arruffandomi la criniera con gli zoccoli. "Divertitevi ragazzi, la pista da ballo è proprio lì infondo". Poi, ammiccando verso di me, aggiunse "Se vedo che te ne starai qui a non far nulla, giuro che ti porterò là di peso e ti costringerò a ballare con me". Arrossii all'idea, mentre Twili e Shining scoppiavano, nuovamente, a ridere.

*

"Allora, mio caro Stefano". Iniziò Twilight con sarcasmo. "Come ti sono sembrati?". Fissai la coppia mentre si allontanava, finche non venne inghiottita dalla folla. "Beh, credevo che il capitano della guardia fosse un tipo severo, e che la principessa fosse regale. Comunque sia, mi è piaciuta quella coppia di pony". Twilight sghignazzò portandosi uno zoccolo alla bocca. "Ed io non pensavo che un eroe potesse essere così timido. Hai battuto addirittura Fluttershy questa sera".

Mi diede una spinta col muso verso le dozzine di pony che danzavano. "Forza, mio cavaliere. Buttiamoci in mezzo alla folla". Mi arrestai, tremando all'idea di ballare in pubblico. "No, no, no, no. Non posso. Io non so ballare".

Twilight continuò a spingere. "Perché, credi che io sia brava? Forza, non farti pregare".

Alla fine dovetti cedere. "D'accordo. Ma solo se non attiriamo l'attenzione". Twilight mi fissò con un sorriso poco rassicurante... almeno per me. "Come credi che tu possa passare inosservato? Sei un eroe!". 'Grazie Twilight, grazie davvero. Tu si che sai come tirarmi su di morale'. Per grazia di Celestia, riuscii a trattenermi dal correre via urlando.

"Forza Stefano, uno zoccolo qui sulla mia spalla, e lo sguardo fisso su di me". Twilight mi avvolse la zampa con la levitazione e me la pose dove mi aveva indicato, facendo lo stesso con la sua.

Posi, infine, lo sguardo sulla puledra. Lei mi sorrise serenamente, mentre iniziava a danzare abilmente, portandomi con sé.

Io seguii i suoi passi goffamente, guardandomi intorno per scoprire che tutti ci stavano fissando. Mi irrigidii immediatamente, mentre lei strinse la presa sulla mia spalla. "Forza, non avere paura".

Questa volta non riuscii a darle ascolto, sentendo su di me, il peso di tutti quegli sguardi. Cominciai a tremare di paura.

Tutto ad un tratto, le mie zampe, presero a muoversi da sole, mentre portavo Twilight a danzare con me. "Wow, Stefano. Non ti facevo così bravo". Stavo ancora guardando la folla, quando notai un corno brillare tra le mille giacche nere. Princess Cadance ammiccò in mia direzione. "Non sono io a ballare". Twilight mi guardò confusa. "Ma cosa...", "Garda le mie zampe". Lei abbassò lo sguardo, notando il bagliore rosa che circondava i miei zoccoli. "Oh! Allora, con chi ho l'onore di ballare?". Io sorrisi divertito. "Credo sia tua cognata".

Twilight alzò lo sguardo verso la folla, sorridendo verso l'alicorno. "A quanto pare non scherzava quando diceva che eri già uno di famiglia". La presi per i fianchi alzandola sopra la mia testa, per poi riporla a terra imbarazzato. "A quanto pare, mi sta facendo l'onore di scavarmi la fossa al posto mio". Twilight ridacchiò. "Dai, non prenderla così male. Ti sta solamente aiutando ad integrarti".

*

Dopo il ballo, ci avviammo verso la coppia dell'impero di cristallo. "Piaciuto il giretto?" chiese Cadance ridendo. Cercai di apparire offeso, ma, alla fine, scoppiai a ridere. "Vedo che ti piace torturarmi, Cadance". Lei mi sorrise. "Ed io, vedo che hai superato la tua timidezza, Stefano". Aveva ragione, non sentivo teso e terrorizzato. Mi sentivo libero, ero rilassato. "Grazie principessa" dissi inchinandomi. "Non ci siamo ancora. Stavi andando così bene". D'istinto, la abbracciai. "Grazie, Cadance". Lei mi carezzò la criniera. "Ecco, così va meglio".

"Vedo che il tuo amico è riuscito a fare un'altra vittima" disse Shining Armor alla sorella. Arrossii sciogliendomi dall'abbraccio. "Vero! Ha un carisma tutto suo. Twilight è fortunata ad averlo tutto per sé". Ancora una volta, il rossore rischiava di farmi prendere fuoco.

"Accidenti, balli meglio di me, amico mio". Mi voltai per ritrovarmi di fronte una sorridente Luna. "Amico mio? Principessa, quale onore". La puledra della notte gesticolò con lo zoccolo in aria. "Sì, sì! Non ti ci abituare, ragazzo. È un'idea di mia sorella". Celestia, che si trovava a fianco della sorella, sghignazzò portandosi uno zoccolo alla bocca. Luna continuò il discorso. "Allora, dove hai imparato a ballare così bene?".

"Io beh...". All'improvviso, uno zoccolo rosa mi passò, fulmineamente, attorno al collo. "Hai visto Luna? Questo ragazzo sa' il fatto suo". Cadance ammiccò di fianco a me. Un largo sorriso prendeva posto sul mio muso, mentre comprendevo le sue intenzioni. "Notevole come voi umani sappiate destreggiarvi in così tanti compiti. Da guerriero a ballerino in un solo giorno". Sogghignai divertito. "Beh, anche gli alicorni hanno i loro trucchi".

Scoppiai a ridere insieme a Cadance, mentre Luna ci fissava confusa. "Comincio a chiedermi se voi due non siate parenti". L'alicorno rosa mi arruffò la criniera. "Ma lo saremo presto, cara! Quando questi due si saranno sposati, saremo ufficialmente imparentati" Matrimonio? Non sapevo nemmeno se dopo tutto questo avrei potuto rimanere in quel mondo e Cadance stava già pensando al mio matrimonio con Twilight? La testa cominciò a girarmi.

Parlammo ancora per qualche minuto. Poi, mi ritornò in mente la discussione avuta sul carro. Mi avviai verso Princess Celestia ed attirai la sua attenzione. "Principessa, posso parlarvi?". L'alicorno si congedò da un gruppo di pony e si girò verso di me. "Ma certamente, caro. Cosa ti serve?".

Cominciai a tremare sugli zoccoli. "Credo che dovremmo parlarne... in privato. Credo sia giunto il momento". In principio, la principessa mi guardò confusa. Poi, lentamente, la sua espressione passò dalla confusione alla comprensione. "Quel momento? Sei assolutamente convinto di volerlo fare adesso?". La fissai con lo sguardo più serio che potessi trovare. "Sicurissimo. Ma non possiamo parlarne qui".

Celestia stette in silenzio per qualche secondo. "Molto bene. Raduna tutti, chiama le tue amiche e salite sulla torre. Twilight sa dove si trova".

Mentre parlavamo, un boato assordante, seguito da un'onda d'urto arcobaleno, fece gridare tutti gli invitati. La principessa rise mortificata. "Non era questo l'effetto che speravo, ma almeno il suo lavoro l'ha fatto".

*

"Pronto?". Rainbow Dash si sistemò gli occhiali sul muso. "Prontissimo... più o meno". Federico seguì il gesto dell'amica.

"Quindi, quello che stiamo per fare, si chiama Arcoboom Sonico, giusto?". L'amica annuì "Giusto. Che hai? Mi sembri nervoso". Federico continuò a fissarla assente. "E, secondo te, non corriamo rischi a superare la barriera del suono, giusto?". La pegaso dai crini arcobaleno roteò gli occhi. "Vuoi venire con me, o te ne stai a terra?".

Il ragazzo scosse la testa per riprendersi dallo shock. "Quindi ricapitolando: stiamo per volare a velocità assurde, e tu credi che non ci schianteremo?". L'amica gli prese lo zoccolo. "Tu ti fidi di me?". Federico si guardò intorno, prendendo un lungo respiro. "Beh io...", "Perfetto andiamo!".

All'improvviso, Ranbow Dash fece uno scatto verso il cielo. La coppia si ritrovò a migliaia di metri sopra al castello. "Cosa i-io... aspetta!", "Sbatti quelle ali. Non ce le hai solamente per bellezza".

Il ragazzo, riacquistato parte del coraggio, cominciò a sbattere le ali a ritmo con l'amica. Quando furono all'altezza giusta, il duo rallentò. "Non mollare la presa, per nessun motivo", "Non ne ho la minima intenzione". Federico strinse la presa sullo zoccolo, provocando una smorfia di dolore all'amica. "Al via. Uno...". I due puntarono verso il suolo. "Due...", "Non ne sono più molto sicuro". L'amica roteò gli occhi, tirando una gomitata al fianco dell'amico. "Tre...", "Per favore, portami giù".

"ASPETTA!", "Via!". I due, saettarono verso il suolo, mentre il vento, frustava i loro manti. "Più veloce, sbattile più velocemente, o non ce la faremo!".

"È terribile e divertente allo stesso tempo. Woohoo!". Stavano pericolosamente avvicinandosi al suolo. "Manca poco. Al mio segnale, cabra verso l'alto".

A poche centinaia di metri dal suolo, l'attrito cominciò a farsi più pressante, finche, ad un certo punto, la resistenza dell'aria si annullò del tutto mentre un gioioso arcobaleno, comparve alle loro spalle.

"Ora! su, su, su, sali!". I due pegasi cominciarono a prendere, lentamente, quota. "Atterriamo nei giardini del castello.

Quando atterrarono, Federico, abbracciò l'amica, sollevandola in aria. "È stato bellissimo!". La pegaso sorrise fieramente. "Lo so, sono la migliore".

Il ragazzo, cominciò a carezzarle la criniera, mentre avvicinava il muso alla bocca di lei. "Sei stupenda!". Durante il bacio, la coppia, si alzò di qualche metro dal terreno, mentre l'amore, prendeva il controllo dei loro corpi. Guidandoli in un caldo abbraccio aereo.

"Oh, che teneri". I due, all'improvviso, si staccarono l'uno dall'altra, mentre Twilight, dava una zoccolata sulla nuca del compagno. "Si stavano divertendo, non interromperli".

Federico, scese a terra imbarazzato. "Ehm... che c'è?".

Il fratello si fece serio. "Dobbiamo chiamare tutti gli altri. Le principesse ci aspettano".

*

"Bene, ci siamo tutti. Prendete posto e potremo cominciare".

La stanza in cui ci trovavamo era al piano più alto della torre del palazzo. Una stanza circolare, con un enorme tavolo posto al centro, circondato da sedie di marmo bianco.

Prendemmo tutti posto, prima che la principessa cominciasse a parlare. "Dunque. Ci troviamo qui per volontà di Stefano. Per cui, credo sia giusto che sia lui a spiegarci cos'abbia in mente".

Presi un respiro profondo, imponendomi di stare calmo. Sapevo che se avessi vacillato, non mi avrebbero dato ascolto. "Non mi sono preparato un discorso, per cui andrò subito al punto. Voglio sconfiggere Daimonius. Il più presto possibile". Un'esclamazione di sorpresa generale, mi fece perdere parte della calma. "So che è rischioso. Ma più aspettiamo e più città verranno distrutte. È tempo di porre fine a tutto questo".

Celestia soppesò le mie parole. "Molto bene. Sono d'accordo con te". Luna spalancò la bocca fissando l'alicorno negli occhi. "Ma sorella, è troppo presto. Non è minimamente pronto".

Seth, diede anch'egli il suo consenso. "Ne abbiamo già parlato nella carrozza, e ti ho già detto che ti seguirò ovunque andrai, dandoti il maggior supporto possibile". Anche le mie amiche annuirono.

Twilight parlò per tutte loro. "Abbiamo già detto che non ti abbandoneremo mai. Saremo sempre con te e ti seguiremo a costo della vita". Poi, parlando solamente per se stessa, aggiunse "Non sono d'accordo con questa tua scelta, e sono spaventata da ciò che potrà accadere in seguito. Ma io, già lo sai, ti sosterrò sempre".

"State seriamente pensando di organizzare un attacco contro quella cosa? Volete seriamente mettere in pericolo la vita di tutto il regno?" Luna non era d'accordo con la mia decisione. Stavo per ribattere, quando Princess Cadance, prese a parlare. "Luna, sappiamo tutti che le nostre città stanno venendo distrutte una ad una. Canterlot ha già subito un attacco, e se non fosse stato per l'aiuto di Chrysalis, sareste già tutti morti. Per cui, ti chiedo di capire, quanto abbiamo già perso e quanto ancora perderemo se non facciamo subito qualcosa". In seguito, si rivolse a me. "L'impero consegna tutto il suo esercito al tuo comando. Porremo fine a tutto questo insieme".

"E Canterlot ti affida i suoi migliori guerrieri". Questa era una responsabilità che non potevo gestire. Non ero un comandante, e non avevo nemmeno conoscenze militari. Tutto ciò che potevo fare, era dissentire. "Non sono la persona giusta per questo incarico. No! Sarete voi a comandare i vostri eserciti, come è giusto che sia. Inoltre, anche Chrysalis ha un esercito dalla sua parte".

"I miei mutaforma daranno supporto ai due eserciti. Ma fate attenzione: Noi possiamo trasformarci in qualsiasi creatura vogliamo. Ma anche se lo facessimo, non avremmo la durezza delle scaglie di un drago, o la forza di una manticora. Avremmo alcune delle loro abilità, ma non la loro potenza fisica".

Mio fratello fece una domanda più che lecita. "Quindi potrete sputare fuoco come un drago, ma se venite colpiti la pelle non sarà protetta dalle scaglie?". La regina annuì. "Esatto. Vedo che voi umani siete più svegli di quanto non sembriate". Non seppi se prenderlo come un complimento o meno.

*

Stavamo ancora discutendo su cosa fare, quando sentii la voce di Star Swirl nella mia testa. "Non abbiamo molto tempo. So che sarà impossibile distoglierti da questa tua decisione. Non sei ancora pronto a fronteggiare Daimonius, ma io posso aiutarti: Vieni a cercare il mio corpo. Lì, troverai qualcosa che potrà aiutarti a sconfiggerlo". Chiusi gli occhi mentre rispondevo telepaticamente al vecchio unicorno. "Come faccio a sapere dove trovare questo tuo aiuto?".

Sentii un sospiro sconsolato dentro la mia testa. Era una sensazione strana. "Il mio corpo si trova nel mondo dove sono stato sconfitto. È stato inghiottito dall'oscurità, quindi sarà un viaggio molto pericoloso. Ti darò la mia conoscenza non appena ti addormenterai. Ma ascolta bene ciò che ho da dirti: Il portale per il mondo oscuro si aprirà solamente quando avrai sfidato Daimonius". Sentii la sua presenza abbandonare la mia mente, mentre un grosso terrore prendeva possesso dei miei pensieri.

*

"Cosa? Sei forse impazzito? Vuoi forse abbandonarci, lasciandoci in balia dell'esercito dell'ombra mentre tu te la svigni?". Sapevo che non sarebbe stato facile convincere gli altri. Ma dovevo riuscirci.

"So che sembra una pazzia, ma lo spirito di Star Swirl mi ha addestrato durante le mie ore di sonno". Mi voltai verso Twilight. "È stato lui a curarti quel giorno, dopo il nostro duello magico".

Celestia pose uno zoccolo sulla fronte, mentre cercava di assimilare le informazioni. "Quindi ricapitolando: Star Swirl il Barbuto, un unicorno morto più di mille anni fa, un caro amico e quasi fratello, viene a farti visita ogni notte, insegnandoti degli incantesimi che solamente tu puoi usare? E che lui, ai suoi tempi, è stato un eroe come te?". Annuii silenziosamente.

"Io gli credo!". Non riuscii a trattenere un urlo sorpreso quando Twilight, di fianco a me, mi diede credito. L'espressione sul muso di Celestia si inasprì. "Twilight, come puoi minimamente pensare che lui stia dicendo la verità?".

Twilight apparve più decisa che mai, mentre sfidava Celestia stringendomi teneramente uno zoccolo. "Qualcosa, quel giorno, mi ha curato le ustioni. Non può essere stato Stefano, poiché non gli ho mai insegnato un incantesimo del genere. Io sono sicura che lui dica la verità!". Poi, si girò verso di me. "Ti accompagnerò in questo viaggio, ovunque esso ti porti".

Era rischioso. Non volevo metterla in pericolo. Ma se avessi insistito per andare da solo, Celestia mi avrebbe rinchiuso come traditore. "D'accordo, puoi accompagnarmi".

Celestia sospirò rassegnata. "Twilight. Sei come una figlia per me. Tu sei l'unicorno più potente ed intelligente di tutta Equestria. Sei sicura di quello che stai facendo?". L'unicorno viola annuì con determinazione. "Sicurissima!".

"Molto bene. Domani, quando tu lo avrai sfidato, noi terremo impegnate le forze di Daimonius. Mentre tu e Twilight partirete in cerca di questo fantomatico aiuto. Ma ti prego... non abbandonarci proprio ora".

Infine, ci congedammo dalle principesse, dirigendoci alla carrozza. Il viaggio verso Ponyville fu silenzioso, senza che nessuno parlasse. Cominciai a pensare che tutti mi stessero evitando, credendomi un vigliacco e traditore. Non potevo biasimarli. Solo io potevo sentire la voce di Star Swirl e solo io, quella notte, avrei saputo la strada per raggiungerlo".

*

"Sei sicuro di questa cosa?". Io e Twilight eravamo stesi nel letto, uno di fianco all'altra. La fissai negli occhi, chiedendomi fin dove si sarebbe spinta pur di seguirmi. "Twilight. Dolce, dolcissima Twli. Non sei costretta a venire con me. Rimani qui con gli altri. Sarai molto più al sicuro".

"Io non ti abbandonerò mai. Accada quel che accada, non voglio perdermi un singolo momento con te". Gli occhi mi si inumidirono ripensando, ancora una volta, cosa ci sarebbe successo in futuro. "Andrà tutto bene, Twili. Andrà tutto bene, vedrai". Lei sorrise, ricordandosi tutte le volte in cui le avevo rivolto quelle parole rassicuranti. Piene di sincerità. Sapevo che la facevano stare bene, e quello, era sempre ciò che avrei voluto per lei: Tenerla al sicuro.

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Capitolo 19
*** Capitolo 18: Sussurri nell'oscurità ***


Capitolo 18: Sussurri nell'oscurità

Ci sono momenti nella vita in cui ti chiedi se ciò che fai, sia la cosa giusta. Se compiendo certe azioni, riuscirai a proteggere i tuoi cari. Quel giorno, quel tremendo giorno, cambiò per sempre la mia vita.

Oltre a rivelarmi la posizione del portale, ed il modo in cui avrei potuto raggiungere il suo corpo; Star Swirl mi mise in guardia su ciò che avrei trovato in quel mondo. Mi disse che il pianeta, anche dopo l'invasione delle tenebre, in un certo senso era ancora... cosciente.

Tremai senza comprenderne realmente il motivo. Avrebbe potuto significare qualunque cosa: creature ostili, amichevoli o qualcosa di molto peggio.

"Quando sarai pronto, pronuncia per intero il nome di Daimonius e sfidalo in uno scontro faccia a faccia. In seguito, scappa subito all'interno del portale. Se i tuoi amici saranno forti, riusciranno a tenerlo impegnato abbastanza a lungo per permetterti di trovarmi e tornare per porre fine a tutto".

Annuii gravemente, mentre l'immagine di tutti i miei amici morti veniva a galla nella mia mente. Scossi violentemente la testa per scacciare il pensiero, mentre le lacrime si formavano a lato degli occhi.

Lo spirito dell'unicorno grigio appoggiò uno zoccolo sulla mia spalla. "Sei sicuro di volerlo fare proprio ora?". Annuii una seconda volta fissandolo seriamente. "Devo. Questo mondo non può sopportare altra morte".

"Dimmi Stefano. Per cosa combatti? Che cosa ti spinge ad andare avanti? Perché, il primo giorno in cui hai incontrato Daimonius non sei semplicemente scappato nel tuo mondo, dimenticandoti dei pony? Perché combatti per noi?". L'unicorno mi stava fissando con occhi pieni di speranza, la luce che lo circondava si era intensificata, mentre la sua zampa lasciava la mia spalla per posizionarsi di fronte a me.

Afferrai il suo zoccolo e lo strinsi portandomelo al petto. La mi determinazione, più forte che mai. Il mio tono, più serio di sempre. "Combatto per coloro che amo. Combatto per un mondo che ha bisogno del mio aiuto; per un mondo che, senza di me, non potrebbe difendersi. Non sono scappato perché non sarei potuto vivere in pace con me stesso, sapendo di aver abbandonato degli amici in difficoltà. Sì, conoscevo tutti voi già da tempo, vi avevo visti in uno show nel mio mondo. Quando sono stato trasportato qui, ero al settimo cielo. Non permetterò a qualcuno di rovinare un mondo così perfetto. Mai!".

Lo sguardo di Star Swirl si fece serio. "E se ti dicessi che per salvare il nostro mondo, dovrai sacrificare qualcosa che a te sta molto caro?".

"Cos-". Non riuscii nemmeno ad elaborare la frase, che la visione stava già scomparendo.

Mi svegliai di soprassalto. Ero sudato e stavo tremando.

'Qualcosa  a me molto caro? No!'

Passai l'intera notte a ripensare a quella frase, sperando che non fosse reale. Alla fine decisi che avrei parlato a quattr'occhi con Star Swirl, prima di impazzire completamente. Per il momento avrei tenuto la cosa solamente per me.

*

Alba.

Il sole stava lentamente sorgendo, spargendo il suo caldo tepore su tutta Equestria.

Sotto di esso, in una sconfinata campagna, migliaia di pony si preparavano per la grande battaglia. I rinforzi da Canterlot erano arrivati già da ore, mentre il ritardo dell'esercito dell'impero era giustificato dall'assenza di treni.

I civili erano stati tutti evacuati da Ponyville, scortati al sicuro in un campo allestito nella tenuta Apple.

Io e Twilight eravamo già pronti a partire. Il viaggio sarebbe stato lungo e faticoso, ma avremmo fatto di tutto per tornare il prima possibile.

"L'esercito è schierato, sono tutti pronti a difendere la posizione fino al tuo ritorno, Stefano. Attendiamo il tuo segnale". L'armatura di Celestia risplendeva nella luce solare, la grande alabarda magica, ricadeva al suo fianco, sostenuta da una cinghia della sua bardatura. Quell'alabarda, forgiata dal metallo della mia stessa lama, avrebbe potuto far tremare il più brutale dei nemici.

"Senza il supporto dell'impero sarà molto difficile per voi resistere. Siete sicuri di non voler aspettare?". Li avrei avuti tutti sulla coscienza, se non ce l'avessero fatta fino al mio ritorno. Se li avessi trovati tutti morti.

"Ragazzo, vedrai che ce la faremo. Ora vai avanti e fai quel tuo blablabla  al vento, finche quel tizio non uscirà allo scoperto. Noi saremo giusto dietro di te". Discord mi stava spingendo in avanti, portandomi verso la cima della rupe.

"No, aspetta". Mi divincolai dalla presa e trottai dai miei compagni.

Posai lo sguardo su ognuno di loro, facendolo scorrere su tutti loro. "Siete sicuri di non volervi nascondere al giardino dolci mele insieme al resto dei cittadini? Là sarà molto più sicuro per voi".

Mi sorrisero tutti insieme, mentre Applejack avanzava verso di me. "Stefano, se questo è il nostro ultimo giorno, allora lo passeremo insieme a te. Non ti abbandoneremo mai, lo sai".

Annuii per poi volgere lo sguardo a Zecora. "E tu invece? Ci hai già aiutato molto creando quelle bombe aeree. Vuoi comunque combattere?".

La zebra annuì con sguardo fiero. "Non mi tiro mai indietro in un giorno fatale. Aiuterò nella battaglia finale".

Sorrisi dando le spalle a tutti. "Bene. Facciamolo allora". Cominciai ad incamminami verso la cima della rupe, affiancato da Twilight. "Allora, dove si trova il portale?".  Non risposi subito. Sapevo che una volta era stato un luogo veramente importante per lei. D'altronde, fu proprio lì che tutte loro si unirono agli elementi dell'armonia.

"Sei veramente sicura di voler venire? Sarei più tranquillo sapendoti qui insieme alle principesse. Twilight, non sei costretta a farlo". L'unicorno mi spalleggiò dolcemente, avvicinando le labbra al mio orecchio. "Mi vuoi veramente così lontana da te? Non ti lascerò solo nemmeno un secondo, mio caro". Dopo quest'ultima frase, sul suo viso apparve un sorriso malizioso, mentre dolcemente mi mordicchiava l'orecchio. "E comunque, non hai ancora risposto alla mia domanda".

Sospirai sia per rassegnazione, sia per il piacere che mi provocavano quei dolci morsetti all'orecchio, uniti ai lunghi sbuffi del suo alito caldo. "C'è qualcosa che vi collega a me. Qualcosa che collega gli elementi, e di conseguenza tutte voi, al mio mondo". Twilight smise di torturarmi l'orecchio, concentrando la sua attenzione sulla mia frase. "Che vuoi dire?".

"Dico solo che non credo sia solamente un caso che il portale sia collocato all'interno del vecchio castello nella Everfree Forest, esattamente di fronte al piedistallo che conteneva gli elementi. Ci deve essere per forza un nesso". La puledra annuì, pur mantenendo uno sguardo interrogativo. "Credo lo scopriremo presto. Per ora limitiamoci al presente".

*

"Siete tutte pronte?"

Eravamo finalmente giunti in cima alla rupe. Se non fosse stato per la situazione, mi sarei fermato ad ammirare il paesaggio. Sotto di noi, un'enorme distesa di campi enormi e collinette, sfumate dai mille colori dell'alba, si estendeva per chilometri e chilometri. Ma non era quello il momento adatto.

Quando il gruppo annuì, mi voltai portandomi sullo strapiombo.

"Daimonius Dark Shadow! Sono pronto per sconfiggerti. Vieni avanti e combatti contro di me, oppure nasconditi e trema dinanzi alla mia potenza".

Un enorme nube oscura apparve a centinaia di chilometri di distanza da noi, mentre l'intero mondo perdeva il suo colore. "Parole ardite, per un misero umano"

"Adesso! Usateli ora!". Al mio ordine, le sei amiche, si disposero a cerchio, mentre Twilight attivava ogni singolo elemento, assimilandone il potere e volgendo la sua magia verso la nube oscura.

L'onda d'urto scaturita all'impatto fu devastante: migliaia di alberi nella valle sottostante vennero sradicati e portati via dal vento come ramoscelli, una parte di Ponyville venne distrutta dai detriti, mentre la tenuta Apple ed i meleti circostanti vennero salvati dall'enorme bolla magica creata dalle due principesse.

I colori sottratti poco prima, vennero lentamente ripristinati, mentre la nube oscura veniva trattenuta da un arcobaleno di luce.

"Voi due, andatevene ora! Via, via, via, via!". Rainbow Dash ed Applejack ci stavano spingendo giù dalla rupe, verso la Everfree Forest.

"Torneremo presto. Ve lo prometto". Mi voltai, con le lacrime agli occhi, galoppando verso la foresta in lontananza.

*

"Forza, manca poco".

Stavamo galoppando da diversi minuti, addentrandoci sempre di più nel buio della foresta. I polmoni mi bruciavano per la fatica,  ma poco importava. Non avrei lasciato soli i miei amici. Non nel momento più critico.

"Allora, Star Swirl ti ha detto cosa potremmo incontrare in questo mondo?". Twilight mi seguiva a fatica. Sapevo che non era portata a grandi prove di resistenza. Le avevo già chiesto se volesse fermarsi, ma lei scosse sempre la testa in segno di diniego.

"Non ha detto molto. L'unica cosa su cui mi ha messo in guardia, è l'eventuale presenza di creature ostili. Ma è stato molto criptico sulla spiegazione". Sentii una leggera risata, mentre Twilight si portava al mio fianco. "In breve ci stiamo lanciando nel buio".

Grugnii. Aveva ragione. Non sapevamo nulla: né dove stavamo andando, né cosa stavamo facendo. Speravo solo che, una volta oltrepassato il portale, avremmo scoperto qualche informazione in più.

Ero completamente assorto nei miei pensieri, quando all'improvviso, sentii un tonfo alle mie spalle.

"TWILIGHT!". Gridai vedendola a terra. Mi precipitai subito verso di lei, accovacciandomi al suo fianco. Scoprii con orrore che la zampa posteriore era completamente dislocata e perdeva sangue da una spellatura.

"Sto bene, non è niente". Gemette mentre tentava di rialzarsi.

Volsi lo sguardo dietro di noi e notai un piccolo masso sporco di sangue. L'area d'impatto era coperta da molteplici crepe.

Mi voltai subito verso di lei, illuminando il corno per curare la ferita. All'improvviso, una piccola onda d'urto mi separò da Twilight.

"Non essere stupido, esauriresti tutte le energie. Ho detto che sto bene". Tentò di rialzarsi una seconda volta, fallendo nuovamente. "Stefano, abbiamo corso per mezz'ora. Siamo entrambi stanchi. Se ora mi curassi, saresti esausto ancor prima di arrivare al castello".

"Lascia che ti curi Twilight, ti prego. Non ti lascerò nel bel mezzo della foresta, sola per giunta". Mi avvicinai nuovamente alla puledra, la quale lanciò un'altra onda d'urto che andò ad infrangersi contro il mio scudo. "Calmati ora, Twilight. Se finisco l'energia, la mia spada ne è ancora piena. Ora rimani ferma. Andrà tutto bene, vedrai".

Quando , ancora una volta, la conforta con la solita, sincera frase, la puledra sembrò calmarsi, lasciandosi così curare dalla mia magia. L'operazione richiese un paio di minuti, durante i quali la mia resistenza venne messa a dura prova.

Al termine dell'operazione ansimavo per la fatica, ma riuscii comunque a concedermi un sorriso per il buon lavoro svolto. La sua zampa sembrava come nuova.

"Non avresti dovuto farlo". Mi ammonì Twilight, stringendomi comunque in un abbraccio riconoscente.

"Io-" Tentai di rispondere, ma venni fermato da un ringhio proveniente dalle mie spalle.

Mi voltai a fatica, ansimando per lo sforzo, scorgendo un piccolo branco di lupi del legno nascosti tra gli alberi.

"Non adesso!". Ringhiai sguainando la spada rilucente dell'energia che mi stava donando, preparandomi così al combattimento.

Un lupo più grande degli altri, probabilmente il capobranco, avanzò lentamente verso di noi saggiando l'aria di fronte a sé. Quando fu a pochi centimetri dal mio muso, potei notare un luccichio nei suoi occhi che mi fece intendere le sue intenzioni.

Sorrisi annuendo mentre l'intero branco ci superava, dirigendosi verso la pianura dove pony ed ombre stavano combattendo una dura battaglia.

Twilight li stava fissando a bocca spalancata. "Lui?", "Già". Risposi con una leggera risata. "Loro li...", "Aiuteranno. Vero". Così dicendo ripresi a camminare.

"Hai appena interagito telepaticamente con una creatura della foresta e ne rimani indifferente?".

"Le mie priorità sono altre, per ora. Mi ha solamente detto che ogni abitante della foresta si stava dirigendo verso la pianura. Forza, manca poco. Il ponte è qui vicino". Mi avviai verso un'apertura tra gli alberi, seguito da una sempre più incredula Twilight.

L'entrata del castello riluceva di una luce innaturale, che si intensificava, più noi ci avvicinavamo.

L'atrio era ricoperto da muschi ed edere, gli arazzi semi-strappati ricadevano a brandelli sopra i due troni, mentre un lungo tappeto viola era ricoperto da numerosi calcinacci appartenuti, una volta, a quello che doveva essere il soffitto del palazzo.

Il piedistallo che una volta conteneva gli elementi dell'armonia era ancora lì. Intatto e rilucente, anche dopo migliaia di anni dall'ultima volta in cui qualcuno vi posava lo sguardo.

Di fronte ad esso, un enorme portale nero pece occupava l'intera parete, nascondendo il muro di pietra dietro di esso.

Io e Twilight ci avvicinammo intimoriti da quella vista, mentre i nostri cuori battevano all'impazzata. Non sapevo cosa avrei trovato al suo interno, né cosa avrei dovuto fare.

Mi voltai tremante verso Twilight, inghiottendo la paura giù nello stomaco. "Sei pronta?". La puledra annuì nervosamente, mentre ci preparavamo ad oltrepassare lo squarcio nel muro...

*

"In riga soldati! Dobbiamo mantenere la posizione fino all'arrivo del prescelto" Seth era in volo sopra alle sue truppe, mentre il resto del gruppo di amici stava discutendo su affari più instabili. Durante il discorso, sembrava un altro pony: Regale e determinato. Ascoltandolo, ogni pony si sarebbe fidato delle sue parole.

"Non vi mentirò dicendovi che nessuno di noi morirà. Sarete fortunati se qualcuno di voi riuscirà a sopravvivere prima della fine. Ma questo dipenderà solamente dall'abilità di Stefano. Per ora, possiamo solamente sperare di tenere a bada le ombre fino al suo arrivo. Siete pronti a dare la vostra vita per proteggere il regno? Siete pronti a sacrificarvi per salvare i cittadini di Equestria?".

Un urlo d'acclamazione generale fece intendere a Seth che il suo discorso stava funzionando.

Quando ebbe finito si congedò, avviandosi verso il gruppo di amici.

"Pinkie, ti prego, prendi la spada. Ogni aiuto è indispensabile." L'intero gruppo stava cercando di convincere la puledra a prendere parte alla battaglia, ma lei non voleva cedere. "No! Posso aiutare in altri modi. Ma non userò mai più un'arma. Non voglio rischiare di ferire qualcuno di voi".

Federico, il fratello di Stefano, pose entrambi gli zoccoli sulle spalle dell'amica. "Non succederà niente, Pinkie. Te lo promettiamo tutti quanti".

Il viso della puledra venne rigato dalle lacrime, mentre si divincolava dall'abbraccio del ragazzo. "No! Voi non potete controllarla. Lei non vuole essere controllata. Nessuno può controllarla!".

L'intero gruppo sembrava turbato dall'assenza di collaborazione da parte della puledra. Ma, dopo uno scambio di occhiate da parte di tutti, decisero di non tirare troppo la corda. "D'accordo Pinkie, se non te la senti, potresti aiutare Fluttershy e Zecora con le pozioni di cura".

Tra le lacrime, la puledra annuii silenziosamente. Il gruppo, in seguito, si disperse. Ogni componente andò verso il plotone a lui assegnato.

"Pinkie Pie, tu ci stai abbandonando. Le tue abilità innate ci sarebbero sicuramente utili. Tirandoti indietro, stai deludendo me e tutti i tuoi amici". Seth, al contrario degli altri, decise di non dargliela vinta, rimproverando la puledra per la sua codardia.

Pinkie Pie non sembrò ascoltarlo, chiudendosi sempre di più in sé stessa. Il capitando decise dunque di lasciarla nella sua vergogna. Non prima di averle dato un ultimo avvertimento. "Capisco che sei spaventata per tutto quanto. Ma devi sapere che prima o poi, ognuno di noi è chiamato al dovere". Detto ciò, si allontanò, lanciando un'ultima occhiata alla puledra piangente.

*

"Rainbow Dash e Federico. Voi sarete in prima linea con gli Wonderbolts. Bombardate il nemico con tutto ciò che avete". Presi gli ordini da Celestia, i due si diressero alla loro squadra, indossando le uniformi della squadriglia più applaudita in tutto il regno.

Appena li vide avvicinarsi, il capitano Spitfire si congedò da un membro della squadra, avviandosi verso i nuovi arrivati. "È un piacere rincontrarti, Federico. Benvenuto negli Wonderbolts". La puledra gli strinse lo zoccolo, rivolgendo poi la sua attenzione alla compagna. "È un sollievo averti qui con noi, Rainbow Dash. Ci serviva qualche altra aviatrice con la tua esperienza. Le nuove reclute non mi ispirano molta fiducia. Sono inesperti ed impulsivi. Ci servivano proprio, due tipi come voi".

Il ragazzo aggrottò la fronte confuso. "Intendi come lei, vero? Come credi che io possa essere all'altezza di uno di voi?". Spitfire scoppiò a ridere, mentre Federico appariva sempre più confuso. "Ragazzo, chiunque riesca a compiere un perfetto Arcoboom sonico merita la mia completa ammirazione".

Rainbow Dash decise che era il momento di parlare delle loro assegnazioni. "Cosa possiamo fare per aiutare?". Spitfire si volse verso la puledra, cominciando a rispondere. Ma un urlo proveniente dalla cima della collina non glielo permise. "Ombre, le ombre sono riuscite a fuggire dalla magia degli elementi e si stanno dirigendo qui. A tutte le truppe. Prepararsi alla guerra!".

Il capitano degli Wonderbolts si fece serio. "Voi due, prendete quelle fiasche esplosive e venite con noi. Si va in battaglia".

I due obbedirono, raccogliendo le piccole ma pesanti fiasche per poi porle nelle proprie bisacce. In seguito, si misero in riga assieme al resto della truppa.

Dalla cima della collina, Celestia, con la voce potenziata dalla magia, parlò a tutti i pony. "Miei cari sudditi, figli miei. Oggi la nostra forza verrà messa a dura prova".

"Ora, pronti al decollo". L'intero squadrone di pegasi, formato da più di cento truppe, spiegò le ali, preparandosi al lancio.

"Il nostro caro Stefano, l'eroe prescelto per salvarci, è partito insieme alla mia amata Studente, Twlight Sparkle, per recuperare un oggetto che potrà aiutare tutti noi a sconfiggere questo male".

"Decolliamo! Restate in formazione e non rimanete indietro. Tenete al sicuro le fiasche e per l'amor di Celestia. Cercate di non saltare in aria insieme ad esse". Migliaia di pegasi decollò staccandosi dal terreno per circa un chilometro d'altezza. Mentre al di sotto, milioni di pony di altre razze, seguiti dalle creature della foresta e dai mutaforma, partì all'assalto.

"Non demordete, miei pony. Oggi, riusciremo a vincere, oggi scacceremo questo male dalla nostra terra".

"Manca poco, preparate le vostre fiale. Le sganceremo quando saremo proprio sopra all'esercito ". Tutti i pegasi presero dalle bisacce una fiala ciascuno, puntandola in direzione delle migliaia di ombre davanti a loro. All'improvviso, quattro membri di una truppa laterale, esplosero insieme alle proprie fiasche, mentre un bagliore rosso partiva dalle forze nemiche.

"Avanti ora. Poniamo fine alle sofferenze che questo orribile mostro ci sta infliggendo".

"Rimanete in formazione, cercate di schivare i loro proiettili". Altre esplosioni fecero accrescere l'adrenalina presente nel corpo di Federico, mentre si muoveva sconnessamente per scansare i colpi in arrivo.

"Per i nostri cari, per i nostri caduti, per i nostri cittadini, per la nostra terra. Per Equestria!".

"Ora, mollatele. Adesso!". Quando le fiaschette toccarono il suolo, un inferno di esplosioni investì le ombre sottostanti. I pegasi lanciarono tutte le fiaschette a raffica, finendo velocemente le munizioni. "Forza soldati. All'attacco!". Lo squadrone sguainò, in seguito, le proprie armi, scendendo in picchiata tra i nemici dispersi.

L'ala di Rainbow Dash, venne squarciata da un proiettile sottostante. Il dolore partì dall'arto menomato, diffondendosi velocemente in tutto il suo corpo. La puledra cominciò a precipitare verso il suolo coperto da ombre, mentre il suo compagno tentava invano di riportarla in quota.

I due riuscirono a deviare l'atterraggio d'emergenza in uno spiazzo coperto dai cadaveri delle ombre, cadendo rovinosamente al suolo.

"Rainbow Dash, ti senti bene?". La puledra provò a muovere l'ala invano, mentre un'altra fitta di dolore la fece urlare. "Non riesco a muovermi".

"Non possiamo rimanere qui. Presto arriveranno. Vieni, ti aiuto ad alzarti". Ma fu troppo tardi, ormai un gruppo di pony d'ombra li avevano accerchiati, pronti ad attaccarli.

Il ragazzo diede un ultimo bacio alla puledra, nascondendola tra l'erba alta per poi voltarsi verso i suoi aggressori. Federico abbassò lo sguardo verso il terreno, parlando più a se stesso, che ai suoi nemici. "Io sono Federico. Ragazzo di ventidue anni proveniente da un altro mondo. Questa qui al mio fianco è la mia pony speciale, Rainbow Dash, e non vi permetterò di toccarla. Mai!". Poi, a voce più alta "Io sono Federico, pony di Equestria. Compagno di Stefano, colui che vi fermerà tutti quanti. Io sono suo fratello. In breve... tremate". Fulmineamente, fece uno scatto in avanti, colpendo più volte il ventre del pony di fronte a lui. L'ombra cadde ai suoi piedi ancor prima di vederlo avvicinare.

I compagni non si fecero aspettare: il primo provò ad attaccarlo alle spalle, ma il ragazzo, essendo un pegaso, con un battito d'ali gli fu sopra, calando la spada sulla sua schiena. Il pony cadde anch'esso ai suoi piedi.

Ne restavano tre, ed erano più cauti. Non provarono ad attaccarlo. Per cui, Federico, si avventò sul primo pony, caricando un fendente che però venne parato. Si voltò verso il secondo, che aveva già alzato la spada, deviando il suo colpo e colpendolo, in seguito, alla gola.

Tre erano andati, ne rimanevano due.

Mentre estraeva la lama dal corpo inerme dell'ombra, il terzo ne approfittò per colpirlo al fianco. L'armatura assorbì gran parte dell'impatto, ma la lama riuscì comunque a perforarla per diversi centimetri, arrivando a lacerargli la carne.

Federico grugnì di dolore, mentre si voltava verso l'aggressore per trafiggergli il petto.

La spada si bloccò all'interno del corpo del pony. Il ragazzo provò ad estrarla invano, mentre l'ultimo aggressore si faceva sempre più vicino.

Schivò il primo fendente, poi il secondo. Schivando il terzo attacco, inciampò su un sasso, cadendo supino sulla soffice erba sottostante.

Era terrorizzato a morte, sapendo che presto sarebbe morto e che non avrebbe potuto proteggere la sua amata.

Chiuse gli occhi, attendendo il colpo fatale dalla creatura d'ombra di fronte a lui. Passarono diversi secondi, ma il colpo non arrivò.

Si concesse di aprire un occhio per poi spalancarli entrambi per la sorpresa. "S-Shining Armor?!"

"Già, meglio tardi che mai. Forza, aiutiamo la tua amica a ritornare al campo. Tu stai bene?" L'impero di cristallo era arrivato ad aiutare tutti i pony, al momento giusto per giunta. Federico sospirò, concedendosi un sorriso liberatorio, mentre caricava sulla schiena il corpo di Rainbow Dash.

Ora non dovevano far altro che aspettare suo fratello.

*

Oscurità.

Intorno a noi, nient'altro che oscurità. Ma non si trattava del buio che percepisci quando chiudi gli occhi la sera, o quella penombra che si crea allo spegnimento delle luci, in una notte di luna piena.

Era un'oscurità percepibile, tastabile, tangibile ed in un certo senso... viva.

Sentii una debole stretta allo zoccolo, mentre Twilight si accostava tremante al mio fianco. "Adesso cosa facciamo?". A dire la verità, non ne avevo idea. Star Swirl non mi aveva detto nulla sulla sua esatta posizione. Ma provai comunque a mostrarmi deciso per Twilight. Se avesse percepito la mia confusione, sarebbe caduta nel panico e non ne saremmo più usciti.

Accesi il corno di magia, per illuminare l'area circostante, ma non aiutò molto. La luce non servì al suo scopo, ma, grazie ad essa, potei notare un dettaglio interessante: Il terreno su cui stavamo camminando non era semplicemente nero. Stavamo camminando su uno spiazzo d'un grigio intenso che mi ricordava molto qualcosa che già avevo visto.

Mi abbassai al livello del suolo per annusare l'aria. "Questo è asfalto. Siamo su una strada asfaltata". Ero sbalordito. In un certo senso era comprensibile, ma, a primo impatto, era sia sbalorditivo che confortante sapere che non stavamo camminando su una sostanza sconosciuta, ma su una vecchia strada abbandonata.

"Se ci troviamo su una strada, allora qui vicino ci deve essere un luogo abitato". Twilight mi strappò dalle mie supposizioni, portandomi a soppesare le sue parole. "Luogo abitato qui, è un concetto relativo. Siamo in un mondo che è stato inghiottito dall'oscurità. Non credo che qualche abitante possa essere sopravvissuto".

Stavo ancora finendo la frase, quando notai un punto luminoso in lontananza. La domanda di Twilight batté il mio pensiero. "Pensi ancora che non ci siano sopravvissuti?".

"Sarà meglio andare a controllare". Pensai potesse trattarsi del corpo di Star Swirl. Se era veramente così, allora la nostra ricerca sarebbe stata molto breve.

*

La luce si rivelò essere molto più lontana di quanto sembrasse. A metà strada, ai lati del cammino, apparvero dei veri e propri edifici. La mia supposizione era giusta. Quella era veramente una strada asfaltata.

A pochi passi dalla fonte di luce, vidi cosa essa fosse veramente. "Una palla luminosa? Tutto qui?". Rimasi deluso dalla rivelazione. Ancora una volta, tornai a non avere idee sul da farsi.

Grazie all'illuminazione del globo, riuscii ad avere un'idea sulla nostra posizione. Ci trovavamo in una grande piazza circondata da aiuole morte da tempo. Al centro, sorgeva una grossa fontana svuotata.

"Forse è un indizio". Rizzai le orecchie a quella supposizione. Twilight poteva avere ragione. Forse, osservandola meglio, avremmo potuto ottenere maggiori informazioni.

Volendo esaminare più da vicino la sfera, la avvolsi con la magia per portarla di fronte al mio muso. Ma appena la mia magia toccò la sua superficie, un'intensa luce accecante mi costrinse a chiudere gli occhi.

Quando li riaprii, mi trovavo nello stesso luogo, ma era completamente diverso: L'area era soleggiata, l'aria tiepida e per la piazza passeggiavano diverse centinaia di creature bipedi che non avevo mai visto.

Twilight era ancora al mio fianco e mi osservava sofferente. "Twilight. Lo vedi anche tu?".

La puledra scosse il capo. "I tuoi occhi, Stefano. Brillano! E la sfera è scomparsa".

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